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Dettaglio seduta n.429 del 21/12/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Ghigo, Majorino e Mancuso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 1853 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente a: "Appalto per il servizio di pulizia ordinaria degli immobili regionali siti nella città di Torino denominato Lotto A"; interrogazione n. 2135 del Consigliere Cavaliere inerente a: "Capitolato d'appalto per il servizio di pulizia ordinaria degli immobili regionali"; interpellanza n. 2137 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente a: "Appalti per il servizio di pulizia ordinaria degli immobili regionali"; interrogazione n. 1934 del Consigliere Saitta inerente a: "Servizio di pulizia ordinaria degli immobili regionali"


PRESIDENTE

La prima parte dei nostri lavori sarà dedicata alle risposte ad interrogazioni ed interpellanze, come definito nella Conferenza dei Capigruppo.
Iniziamo pertanto dall'interpellanza n. 1853 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Con riferimento all'interpellanza in oggetto presentata dai Consiglieri regionali Chiezzi e Papandrea si forniscono i seguenti elementi di risposta.
In via preliminare è opportuno richiamare l'attenzione sulla natura del contratto cui essa si riferisce, che è un contratto d'appalto a tutti gli effetti.
Ciò che caratterizza tale tipo di contratto è la fornitura da parte dell'appaltatore di un risultato (nel caso di specie la pulizia ordinaria degli immobili regionali) con l'organizzazione dei mezzi all'uopo necessari e con gestione a proprio rischio.
Se l'indipendenza dell'appaltatore non può spingersi fino a vietare al committente la facoltà di esercitare il controllo e la vigilanza sulla rispondenza delle prestazioni svolte ai patti contrattuali, d'altro canto l'ingerenza del secondo non può giungere fino al punto di privare il primo dell'autonomia organizzativa che giustifica l'assunzione del rischio.
Alla luce di tali considerazioni vanno lette le disposizioni dell'art.
9 del capitolato speciale, relative al personale impiegato nel servizio.
Con il quinto comma di tale articolo, infatti, non è stata introdotta una clausola specifica per quel particolare appalto, nell'ambito dei rapporti negoziali tra l'Amministrazione e l'impresa, tale da legittimare in caso di inosservanza la risoluzione del contratto, ma si è semplicemente richiamata l'attenzione su una prescrizione del CCNL, che deve essere rispettata non perché voluta dal committente, bensì dalle parti sociali nell'ambito della contrattazione collettiva di lavoro.
Il suo adempimento coinvolge la responsabilità nell'impresa non sul piano contrattuale del negozio concluso con l'Amministrazione, ma su quello dei rapporti fra l'appaltatore e i suoi dipendenti, la cui tutela è demandata ad organi diversi dal committente (Giudice del lavoro, Sindacati Ispettorato del Lavoro).
E nemmeno il terzo comma dell'art. 9 del capitolato, ai sensi del quale "la sostituzione di eventuali dipendenti impiegati dovrà essere comunicata immediatamente all'Amministrazione appaltante", è stato dettato nell'ottica di controllare l'osservanza da parte dell'impresa della citata prescrizione del CCNL; come risulta del resto evidente dalla sua stessa collocazione nell'ambito dell'art. 9, tale comma, che è inserito prima e non dopo il quinto di cui si è appena parlato, va invece letto con riferimento alla disposizione dell'art. 8, lettera c), ultimo comma, che recita: "La ditta si obbliga a comunicare il nominativo e l'indirizzo del personale che verrà occupato nel servizio, impegnandosi altresì senza alcuna riserva ad allontanare quello che non sia di pieno gradimento della Regione Piemonte".
Tali norme rispondono unicamente a ragioni di sicurezza, cioè all'esigenza che l'Amministrazione sia in grado di conoscere e controllare coloro che per ragioni di svolgimento del servizio sono ammessi ad accedere ai propri immobili, per di più in orario di chiusura degli uffici. Si veda in proposito anche il disposto dell'art. 8, lettera a), secondo comma primo periodo.
Quanto sopra premesso, in merito allo svolgimento dei fatti si precisa che le Organizzazioni sindacali FILCAMS-CGIL e FISASCAT-CISL, con nota del 2/2/1998, hanno comunicato all'Amministrazione regionale che i dipendenti della ditta REBER, operanti presso gli uffici regionali di Torino - Lotto A, avevano proclamato lo sciopero ad oltranza a partire dal 3/2/1998, causa la riduzione del monte ore settimanali attuata dall'azienda nei confronti delle maestranze.
L'impresa, da parte sua, con nota dell'11/2/1998, ha segnalato che avrebbe incontrato le Organizzazioni sindacali in data 12/2/1998 ore 15 presso l'Ispettorato del Lavoro e il 17/2/1998 alle ore 9,30 presso l'Unione Industriale e successivamente ha prodotto la seguente relazione: "12 febbraio 1998. Incontro presso il Ministero del Lavoro e della Massima Occupazione - Circoscrizione di Via Gioberti n. 16 - Torino, per la definizione del monte ore di ogni singolo lavoratore.
In questa sede, la società REBER metteva a disposizione dei lavoratori in forza nell'appalto presso la Regione Piemonte un monte ore, distribuito anche su altri appalti, addirittura superiore a quello preesistente senza ottenere il dovuto riscontro.
Tale disponibilità da parte della Società REBER determinava le condizioni oggettive perché sindacato e lavoratori recedessero dallo sciopero in atto dal 3/2/1998.
17 febbraio 1998. La società REBER e le Organizzazioni sindacali si incontravano nuovamente presso la sede dell'Unione Industriale di Torino.
La REBER metteva nuovamente a disposizione dei lavoratori la possibilità di lavorare anche in altri appalti, raggiungendo così l'accordo in merito alla definizione del monte ore di ogni singolo lavoratore".
Nel richiamare quanto esposto in precedenza circa il ruolo dell'Amministrazione appaltante e pur ritenendo, quindi, che non sia suo compito occuparsi, né a fini di controllo né a fini sanzionatori, degli specifici aspetti concernenti i rapporti di lavoro fra l'appaltatore e il personale dipendente, si fa comunque presente che nel caso di specie non pare che l'impresa abbia violato le disposizioni del CCNL.
L'art. 1, lettera a), di tale contratto, infatti, prevede semplicemente che, in caso di parità di condizioni contrattuali, l'assunzione degli addetti da parte dell'impresa subentrante avvenga senza periodo di prova non dice invece che il mantenimento dei livelli occupazionali debba avvenire nell'ambito dello stesso appalto né, tantomeno, dello stesso stabile e nemmeno tale assunto si può dedurre da quanto previsto dalla lettera b) del suddetto articolo già citato del CCNL, che impegna semplicemente l'impresa ad esperire, con le opportune modalità e nelle sedi opportune, tutti i possibili tentativi per il mantenimento dei livelli occupazionali.
Non risulta inoltre che nell'immobile di Piazza Castello gli addetti siano stati ridotti a cinque; dall'elenco nominativo del personale impiegato nel Lotto A, fornito dall'impresa, i dipendenti in servizio presso il suddetto stabile risultano essere sette. Quanto alla mancata sostituzione di una lavoratrice andata in pensione che, secondo l'interpellanza, costituirebbe uno dei motivi della mobilitazione e dello sciopero degli addetti, si ricorda che il soprarichiamato art. 1, lettera a), del CCNL fa espressamente salvi "i casi particolari quali dimissioni pensionamenti e decessi".
L'interpellanza rileva anche che l'azienda, per mantenere, con il personale ridotto, i necessari ritmi lavorativi avrebbe "instaurato un clima di intimidazione utilizzando personale al solo scopo di controllare sistematicamente tutti i lavoratori rimasti a svolgere la loro attività con controlli continui pressanti, tali da far impedire agli addetti di usufruire delle pause fisiologiche previste dal contratto di lavoro".
Si premette, in proposito, che a norma del CCNL il lavoratore ha diritto almeno ad un'ora di intervallo, non retribuita, durante la giornata e nelle ore di minor lavoro per consumare il pasto, ma che i dipendenti dell'impresa hanno preferito non usufruire di tale intervallo, scegliendo di svolgere la propria attività in modo continuativo, senza interruzioni per pause non retribuite.
Inoltre, pare del tutto ovvio che l'imprenditore, al quale spetta l'organizzazione dei mezzi, ivi incluse le risorse umane, necessari per lo svolgimento dell'appalto, abbia la facoltà di dirigere e controllare l'attività dei propri dipendenti, attraverso la quale raggiunge il risultato oggetto del contratto.
Tale controllo deve essere visto non come una limitazione, ma addirittura come una garanzia per il lavoratore: qualora il committente riscontri e contesti irregolarità o inadempienze all'appaltatore, questi non potrà eventualmente addebitarne la responsabilità al dipendente che si sia attenuto alle direttive ed alle indicazioni ricevute.
Gli uffici competenti, dunque, nonostante lo stato di agitazione proclamato dai dipendenti dell'impresa REBER, non solo non hanno ritenuto di dover intervenire per verificare se fosse o no stato disatteso il CCNL ma per le motivazioni già ampiamente illustrate hanno considerato proprio dovere astenersi da qualsiasi forma di ingerenza nelle determinazioni assunte dall'appaltatore in ordine all'organizzazione dei mezzi per la gestione dell'appalto, ivi incluse quelle relative alla definizione dei rapporti di lavoro con i dipendenti.
Cosa ben diversa sono, invece, il controllo e la verifica della conformità delle prestazioni dell'impresa alle prescrizioni del capitolato.
L'accertamento del rispetto degli obblighi contrattuali e, fra questi, di quelli previsti dall'art. 4 del capitolato, rientra fra i compiti del committente. Ovviamente gli uffici vi provvedono contestando all'impresa le eventuali inadempienze, senza comunque dover indagare sulla loro causa cioè se esse siano da addebitare a manchevolezze organizzative dell'impresa o a fatto dei suoi dipendenti, nemmeno nel caso di scioperi e di agitazioni sindacali.
Nell'esecuzione dell'appalto, infatti, l'impresa è l'unica controparte dell'Amministrazione, la quale rimane estranea ai rapporti che intercorrono tra l'appaltatore e il suo personale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo perché credo che, al di là di un'interpellanza vecchia di quasi due anni, la tematica sia di estrema attualità.
Ritengo del tutto insoddisfacenti ed errate le valutazioni dell'Assessore. Ci troviamo di fronte ad un fatto per cui le imprese di pulizia che hanno vinto l'appalto della Regione possono cambiare titolare ma i contratti prevedono che ci sia una garanzia di continuità nell'attività che viene svolta e nei confronti del personale. Il personale cioè, deve essere garantito.
Con le nuove norme e i controlli che vengono effettuati avviene che una ditta, che ha una grande quantità di appalti in Regione ed altrove, vince l'appalto che riguarda lo stabile di Piazza Castello, ma trasferisce altrove una parte dei lavoratori che svolgono la propria attività in quello stabile. C'è, quindi, una violazione del contratto, perché il contratto si riferisce a quel lavoro in particolare e non all'attività della ditta in generale.
Sappiamo che, anche in caso di un trasferimento generale, formalmente la ditta garantisce ai lavoratori il posto di lavoro, ma non garantisce più lo spirito del contratto per il quale essi dovevano svolgere la loro attività in quel luogo.
Inoltre, la Regione deve controllare, perché, in caso di appalto, la Regione paga un "tot" in base al personale ed un "tot" in base al monte ore. Se non c'è un controllo attento ed avviene la mobilità dei lavoratori non so come si faccia a verificare che il lavoro per il quale quella ditta ha vinto l'appalto venga svolto. Pertanto, considero sbagliato dire che noi non ci interessiamo, perché non si deve sorvegliare il rapporto tra datore di lavoro e dipendente, ma si deve verificare l'applicazione reale del capitolato da parte della ditta, che non verrebbe attuato nel caso trasferisse dei lavoratori, così come non viene attuato quando alcuni lavoratori vanno in pensione e non vengono sostituiti.
Se i lavoratori erano sette e, per determinati motivi, tra i quali il pensionamento, si sono ridotti a cinque, quei cinque non possono svolgere l'attività che veniva svolta da sette lavoratori. Il lavoro era previsto per sette persone, quindi la garanzia dell'occupazione non deve essere data solo a coloro che hanno il posto di lavoro, ma è la quantità di occupazione che deve essere garantita.
Pertanto, anche da questo punto di vista è incredibile che la Regione che dovrebbe essere attenta anche all'aspetto della garanzia dell'occupazione, accetti che un lavoro per cui sono previste sette persone venga svolto da cinque. Occorre, dunque, un controllo.
Altra questione: se c'è un taglio dell'occupazione, come in questo caso, le conseguenze sono due, e probabilmente si determinano entrambe. La prima è che quei cinque lavoratori dovranno lavorare molto di più e si dovranno fare carico di determinate carenze; la seconda è che probabilmente essi svolgeranno in modo peggiore l'attività per la quale sono stati chiamati a lavorare, quindi con conseguenze negative anche per lo stabile.
Teniamo conto che ci troviamo in un settore in cui non c'è innovazione tecnologica o trasformazione; si tratta di un lavoro in cui l'attività viene svolta sempre con le stesse caratteristiche, quindi una riduzione del personale si trasforma direttamente in un calo dell'attività svolta o in un maggiore carico di lavoro per i lavoratori. Credo che, anche da questo punto di vista, ci sia una non applicazione del contratto.
Una questione sulle pause. Non è come sostiene l'Assessore Burzi; in quel caso, non si parlava della pausa pranzo, che il lavoratore pu decidere se fare all'inizio, durante o alla fine delle ore di lavoro, ma si parlava delle pause per i bisogni fisiologici, che intercorrono anche in momenti diversi rispetto alla pausa pranzo. La pausa fisiologica è un diritto del lavoratore.
La questione rilevata dall'interpellanza, cioè la riduzione del personale e, pertanto, il numero delle ore necessarie per svolgere l'attività lavorativa, ha creato una forte pressione nei confronti dei lavoratori, per cui si verifica l'assurdità della riduzione del personale che svolge l'attività e, contemporaneamente, il dover introdurre un controllo sullo stesso per far rispettare i tempi previsti! Per concludere, ritengo che questa vicenda dimostri l'insufficienza della legislazione e soprattutto una mancanza di controllo sulla legislazione stessa, perché la legislazione va interpretata. Se la legislazione parla di garanzie quando si passa da un appalto all'altro bisogna garantire che si mantengano le condizioni; non si può dire: "Va beh, però formalmente è così", bisogna andare alla sostanza.
Se quei lavoratori lavoravano per la Regione, non si può poi accettare che vadano a lavorare al Comune o in un altro posto, o se lavoravano nel palazzo di Piazza Castello che vengano qui a Palazzo Lascaris, perché sono cose diverse.
Il capitolato prevedeva esattamente questo, per cui credo che ci sia: 1) un'insufficienza di controllo che l'Amministrazione deve svolgere 2) la necessità di adeguare in modo ancora più preciso e stringente le normative sugli appalti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

In aggiunta alle considerazioni svolte dal Consigliere Papandrea osservo che la risposta dell'Assessore è stata elusiva quando ha detto che sono problemi dell'appaltatore quelli di rispettare il contratto nazionale di lavoro.
A me pare che a questo compito si aggiunga quello della Regione, che viceversa l'Assessore ha teso a rappresentare come inesistente, mentre nel capitolato d'appalto è previsto il rispetto del contratto nazionale di lavoro.
Il contenuto del capitolato che investe la Regione di un compito di verifica del rispetto del contratto collettivo di lavoro è stato svolto? Non mi pare che l'Assessore possa semplicemente dire: "I contratti se li vedano fra impresa e lavoratori e ci sono le sedi per risolvere un eventuale conflitto tra lavoratori ed imprese". Questo è vero, ma a questo la committenza, la stazione appaltante pubblica aggiunge la richiesta propria di un rispetto del contratto collettivo di lavoro.
Allora, se il contratto collettivo di lavoro non è stato osservato - e in questo caso pare che non sia stato osservato perché vi è stata la diminuzione del numero dei dipendenti addetti a quello specifico appalto l'Assessore ha segnalato questa inosservanza del contratto collettivo di lavoro? Il punto mi sembra questo.
Ritengo che sia un dovere della Regione verificare il rispetto del contratto e, in caso contrario, segnalarlo a chi di dovere e memorizzarlo per quanto riguarda le scelte che l'Amministrazione regionale potrà compiere nel futuro.
Ecco, Assessore, su questo passaggio, che per me è fondamentale dovrebbe chiarirci quale posizione ha assunto la Regione tra le seguenti ipotesi: a) la Regione dichiara che non è stato violato il contratto collettivo e allora vuol dire che a monte di questa dichiarazione c'è stata una verifica della Regione, che dichiara però - e vorrei che lo dichiarasse, se non l'ha fatto - che la ditta non ha violato il contratto b) la Regione ha individuato delle violazioni contrattuali, ne ha chiesto il rispetto alla ditta appaltatrice e, in caso di non osservanza di queste norme, ha segnalato come Regione Piemonte a chi di dovere questa inosservanza, oltre a prendere in considerazione la rescissione del contratto. Mi sembra che queste siano le possibili fattispecie di questo problema.
Chiederei all'Assessore di entrare puntualmente su questi temi, perch dalla risposta sinora ottenuta ho avuto l'impressione che la Regione non abbia fatto un bel nulla, che abbia dichiarato: "Questa vicenda non mi interessa". Di conseguenza, chiederei un'aggiunta di risposta all'Assessore. Grazie.



PRESIDENTE

Credo che la risposta possa essere valida, oltre che per l'interpellanza n. 1853, anche per l'interrogazione n. 2135.



CHIEZZI Giuseppe

Affrontiamo anche l'interrogazione n. 2135, così l'Assessore Burzi mi dà una risposta.



PRESIDENTE

L'interrogazione n. 2135 riguarda lo stesso argomento.
Assessore, ha una risposta specifica per l'interrogazione n. 2135? Prego, Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Fra i documenti a mia disposizione non ho la risposta specifica all'interrogazione n. 2135. Adesso completo quanto mi chiedeva poc'anzi il Consigliere Chiezzi. Credo che valga lo stesso discorso per l'interrogazione n. 2135...



PRESIDENTE

Certo, è lo stesso argomento, è la stessa risposta.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Solo per completezza su un punto richiesto poc'anzi dal Consigliere Chiezzi.
Credo che non sia né l'ipotesi a) né l'ipotesi b). A me pare - tra l'altro, ho anche fornito la risposta scritta, perché era piuttosto lunga in modo che eventualmente i Consiglieri interpellanti possano fare le loro deduzioni non soltanto dalla lettura della stessa risposta, ma anche leggere direttamente il testo, che era piuttosto ampio - che sia piuttosto chiaro il punto di vista dell'Amministrazione in merito al suo ruolo nei confronti della ditta appaltante, in questo caso un servizio di pulizia quindi mi pare di poter dire che non rientriamo né nell'ipotesi a), che schematicamente suggeriva il Presidente Chiezzi, né nell'ipotesi b).
Ciò premesso, vorrà scusarmi il Consigliere Chiezzi se in questo caso non ricordo a memoria che cosa prevedesse da parte dell'Ente come obblighi nei riguardi della ditta appaltatrice e conseguentemente come risorse da essa messe disponibili per quanto attiene al rispetto del contratto collettivo nazionale del lavoro, che evidentemente è un obbligo per tutti per cui credo che, anche se non fossero previsti, i rispetti delle leggi siano dovuti, ancorché non esplicitati.
Su questo eventualmente posso, in separata sede, approfondire e riferire in una delle prossime sessioni o Commissioni, pur vero rimanendo che, qualora il Consigliere Chiezzi o i colleghi interpellanti ritenessero che la Regione sia stata inadempiente nei suoi doveri nei riguardi di tale appalto, evidentemente esistono tutte le formule di interrogazione per approfondire il tema. Aggiungo - ma questo è separato dalla risposta - che all'epoca (i fatti cui la prima interpellanza si riferisce risalgono ormai ad un anno e mezzo-due anni fa) incontrai più volte le Organizzazioni sindacali rappresentanti i lavoratori che erano coinvolti in questa situazione, i quali mi dissero in buonissima sostanza, tra le altre cose (questa, ahimé, è una delle conseguenze di una certa modalità di ridottezza dei tempi e degli incarichi; in questo caso riguardava un lotto di immobili, ma si può estendere a più lotti, a più Enti, a più livelli di Amministrazione - cosa che non è ancora stato possibile completare e ci sono stati anche incontri operativi), di congegnare una modalità di appalto che avesse dentro di sé più possibilità di evitare stati di tensione fossero essi motivati o meno, fossero essi gestibili in una sede piuttosto che in un'altra, ma nell'obiettivo di evitare stati di tensione che, di per sé, evidentemente, non possono che essere nocivi. Quindi, la logica che si tenne allora fu quella di concertare un percorso che avrebbe dovuto portare ad una modalità di appalto, di assegnazione dello stesso e di controllo una volta avvenuto, più soddisfacente per tutte le parti coinvolte evidentemente lavoratori compresi.



PRESIDENTE

Con questa risposta si considerano esaurite l'interrogazione n. 1934 del Consigliere Saitta e l'interpellanza n. 2137 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea.


Argomento: Varie

Interpellanza n. 2110 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti inerente a: "Uso privato dell'auto blu"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2110, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, alla quale risponde l'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

L'interpellanza n. 2110 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, datata 11/8/1994, riguarda l'uso privato delle auto blu. A fronte di questo argomento, si forniscono le informazioni necessarie.
L'uso delle automobili regionali - siano esse "auto blu" o di servizio è disciplinato da un apposito Regolamento (approvato dal Consiglio regionale con deliberazione del 14/12/1972), oltre che dalla normativa generale sui beni delle Pubbliche Amministrazioni. Il Settore scrivente che è quello dell'area del patrimonio - sta predisponendo un nuovo Regolamento automezzi per adeguare l'attuale ai nuovi principi sull'organizzazione delle Pubbliche Amministrazioni ed al nuovo assetto organizzativo della Regione Piemonte (qui si allude, evidentemente, agli aspetti della riorganizzazione derivante dalla L.R. n. 51/97). In ogni caso, già le norme attuali vietano qualsiasi utilizzazione degli automezzi per motivi diversi da quelli strettamente connessi allo svolgimento delle funzioni e dei servizi affidati all'Ente.
Ogni automezzo regionale è munito di un "ruolino di viaggio", nel quale devono essere annotati, a cura del conducente, tutti i viaggi effettuati con la specificazione delle località raggiunte e delle corrispondenti percorrenze chilometriche. La compilazione del "ruolino di viaggio" avviene secondo le regole previste per i documenti contabili - rigoroso ordine cronologico, divieto di cancellazioni o interpolazioni, ecc. - regole che gli conferiscono un'indubbia attendibilità probatoria.
Nonostante l'obbligo di registrazione sul "ruolino di viaggio", non è evidentemente possibile effettuare un riscontro sistematico, autovettura per autovettura, di ogni viaggio effettuato. Tuttavia, il fatto che i ruolini di viaggio vengano conservati dall'Amministrazione, e possano quindi essere oggetto di accesso da parte dei soggetti legittimati comprese le autorità di controllo (Corte dei Conti, Autorità Giudiziaria ecc.) - costituisce una più che valida precauzione contro gli eventuali abusi.
Questo è quanto, all'epoca, era stato specificato sull'argomento.
Proprio sul tema Regolamento, aggiungo che già all'epoca, come risulta dalla risposta, era ormai datato poiché risalente al 14/12/1972; è stato recentemente - mi perdoneranno i colleghi se non ricordo esattamente il periodo, comunque sicuramente nel secondo semestre 1999 - approvato da parte della Giunta un nuovo Regolamento che tocca più aspetti, non specificamente quello dell'uso privato, ma aggiorna il Regolamento. Non ne ricordo esattamente il contenuto, ma credo che possa essere oggetto, oltre che di distribuzione, qualora ciò non sia stato fatto, di ampia delucidazione in una sessione della Commissione competente, che sicuramente insieme sapremo individuare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo copia scritta della risposta.
Per quanto riguarda le novità inserite nel Regolamento che forse danno altre risposte alla necessità sollevata con questa interpellanza, cioè che l'auto blu in dotazione agli Assessori sia usata strettamente per fini istituzionali, osservanza che rimane, per il nostro Gruppo, valida, e che è cosa diversa dai rilievi penali che possono avere certi comportamenti, come quello di spedire i pacchi di Natale con l'auto blu (che mi sembra non abbia avuto un rilievo penale, ma sicuramente ha un rilievo politico negativo, dal nostro punto di vista), chiederei ufficialmente al Presidente del Consiglio se può invitare il Presidente della Commissione competente a discutere la materia delle auto blu, che non so chi sia. Se lei mi aiuta Presidente Deorsola, chiederei all'Assessore Burzi una breve comunicazione sulle novità introdotte dal nuovo Regolamento delle auto blu, in una prossima seduta della I Commissione.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Contratti ed appalti

Risposta scritta alle interrogazioni n. 2233 e n. 2666


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta alle seguenti interrogazioni: n. 2333, presentata dai Consiglieri Rosso, Bellingeri e Dutto, inerente a: "Contratto di telefonia tra la Regione Piemonte e Telecom S.p.A." n. 2666, presentata dal Consigliere Gallarini, inerente a: "Aggiornamento delle graduatorie del concorso per titoli nella Pubblica Istruzione".


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 2677 del Consigliere Riba inerente a: "Piano di recupero Comune di Caramagna Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2677 presentata dal Consigliere Riba.
Risponde l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

L'interpellanza in oggetto fa riferimento al Piano di recupero approvato dal Comune di Caramagna Piemonte il 16/4/1999 relativo ad un intervento da attuarsi in area R1 "Area di prevalenti valori storico ambientali" da parte della SILNA, proprietaria dell'area.
Nell'interpellanza viene segnalata la presunta illegittimità del Piano di recupero per contrasto con i disposti del Piano Regolatore e l'assenza del parere obbligatorio e vincolante della Commissione regionale per i beni culturali ed ambientali, di cui agli artt. 40 e 41 bis della L.R. n. 56/77 viene richiesto quali atti amministrativi intraprenderà l'Assessore all'urbanistica per contenere e risolvere la situazione creatasi nel Comune di Caramagna.
Il 15/6/1999 il Settore Vigilanza Urbanistica ha acquisito gli atti del Piano di recupero approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 19 del 16/4/1999 e della concessione edilizia n. 17 del 26/5/1999 presso il Comune di Caramagna Piemonte.
A seguito dell'esame della suddetta documentazione è stata contestata al Comune la presunta illegittimità della concessione edilizia n. 17 del 26/5/1999 e del Piano di recupero approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 19 il 16/4/1999 per contrasto con il Piano Regolatore vigente.
Inoltre, al fine di verificare l'eventuale contrasto anche con la Variante al PRGC adottata, sono stati richiesti al Comune i conteggi di verifica della consistenza della volumetria e della superficie utile di calpestio esistenti che, in applicazione della normativa dello strumento urbanistico adottato, non possono essere incrementate.
Per quanto riguarda l'assenza del parere obbligatorio e vincolante della Commissione regionale per i beni culturali ed ambientali, di cui agli artt. 40 e 41 bis della L.R. n. 56/77 e s.m.i., si fa presente che, anche in conseguenza dei rilievi più volte posti dal Settore Vigilanza Urbanistica sulla procedura adottata dal Comune di Caramagna l'Amministrazione comunale, con deliberazione del Consiglio comunale n. 19 del 4/4/1997, ha formulato un indirizzo interpretativo per l'approvazione del Piano di recupero, con la quale ha stabilito, in applicazione alla Variante n. 4 al PRGC vigente, di non richiedere il parere della Commissione regionale quando gli interventi non riguardano immobili classificati di pregio architettonico dal Piano Regolatore.
Mi rendo conto che la risposta fornita dai miei uffici non darà soddisfazione al Consigliere interpellante, però siamo sull'interpretazione giuridica e di contrasto tra due opinioni di pensiero; c'è una presa di posizione da parte dell'Amministrazione comunale con una deliberazione del Consiglio comunale, peraltro in applicazione di una Variante al Piano Regolatore.
Al momento, tenuto conto anche del fatto che l'interpellanza risale al 19/5/1999, ho agli atti questa nota degli uffici.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Chiedo un giudizio sulla legittimità che è di competenza della Regione e, di conseguenza, si avranno le procedure operative conseguenti.
L'illustrazione delle correnti di pensiero non è un supplemento di chiarimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Il commento sull'opinione di pensiero è mio, ho in qualche modo commentato la nota degli Uffici della Vigilanza. Mi rendo conto che risposta è un po' datata, mi riservo comunque di fornire ulteriori approfondimenti, come richiesto dall'interpellante.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Interrogazione n. 2762 dei Consiglieri Vindigni, Riba, Miglietti e Foco inerente a: "Stato di attuazione del Patto per lo sviluppo del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2762 presentata dai Consiglieri Vindigni, Riba, Miglietti e Foco.
Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Grazie, Presidente. La Giunta regionale, con propria deliberazione, ha costituito, a supporto del Collegio di vigilanza a cui era affidato il monitoraggio semestrale dell'attuazione del Patto per lo sviluppo del Piemonte, un gruppo tecnico composto da rappresentanti della Direzione regionale competente per materia, coordinati dal Gabinetto del Presidente della Giunta regionale, al quale sono stati affidati i seguenti compiti: 1) la verifica della modalità di attuazione del Patto, in relazione agli impegni assunti dalla Regione 2) il monitoraggio in corso d'opera della realizzazione delle azioni e degli interventi previsti dal Patto 3) l'individuazione degli indicatori di Patto, al fine di consentire la verifica del raggiungimento degli obiettivi.
Il Patto per lo sviluppo del Piemonte è stato sottoscritto con il Governo in data 5/5/1999 e sono state considerate strategiche, per il rilancio dell'economia piemontese, le politiche delle seguenti materie: "Ambiente, territorio ed infrastrutture", "Lavoro e Formazione professionale", "Sviluppo delle attività produttive", "Modernizzazione e semplificazione della Pubblica Amministrazione".
Sinteticamente vuol dire che, per quanto riguarda il settore "Ambiente territorio ed infrastrutture", per i progetti di infrastrutture previsti dal Patto per lo sviluppo del Piemonte, il Governo fa esplicito rinvio alle intese istituzionali di programma. Attualmente le Direzioni stanno lavorando sugli accordi quadro, che faranno parte dell'intesa stessa.
L'intervenuta sostituzione del Ministro del Bilancio ha comportato una minore disponibilità da parte dei funzionari designati dal Ministero del Bilancio a far parte del gruppo tecnico bilaterale per la predisposizione dell'intesa, impegnati in questo periodo a perfezionare le intese nel Mezzogiorno, considerate prioritarie. Sono stati infatti annullati, in due riprese, gli incontri previsti a Torino nel corso dei mesi di maggio e giugno scorsi, per concordare le linee generali.
Sono comunque relativamente avanzati i lavori riguardanti il settore "Trasporti e viabilità"; così pure per quanto riguarda il discorso delle infrastrutture viarie.
Per quanto riguarda, invece, il settore "Ambiente e territorio" (ricordo che prima del Patto per lo sviluppo si parlava di modifica dei siti inquinati), è stato approvato il Piano regionale dei siti inquinati l'ARPA è stata incaricata delle indagini di caratterizzazione su alcuni dei siti prioritari ed ha presentato un Piano operativo finanziato con la somma di L. 1 miliardo in bilancio 1999. Sono in via di conclusione le istruttorie preliminari all'adozione degli atti di impegno relativamente all'attuazione di quote in finanziamento, per i progetti presentati dagli Enti locali in merito. Altrettanto per quanto riguarda la parte in materia di energia, intese e pubblicazione del Regolamento; la Giunta regionale ha approvato un elenco di progetti ammissibili e finanziabili, in via di finanziamento.
Nell'ambito del sistema informativo regionale e del sistema informativo ambientale nazionale e regionale, sono in corso numerose iniziative per garantire la cooperazione di interscambio dati fra la Regione, le Province e l'ARPA. La Regione ha in corso di realizzazione un progetto, che vede attualmente coinvolte la Direzione 22, l'ARPA, le Province di Torino e di Alessandria, che verrà esteso alle altre Province entro il 2000, con un investimento necessariamente superiore a quello previsto inizialmente. Il progetto consente lo scambio di informazioni di interesse ambientale, sia di tipo amministrativo che tecnico, fra Enti e rappresenta il supporto organizzativo e tecnologico per lo svolgimento coordinato delle attività.
Iniziative specifiche sono state avviate a supporto dell'attuazione della legge n. 40/98 per la realizzazione di un sistema che consenta l'informazione e la condivisione dei progetti pubblici e privati, delle formazioni di tipo amministrativo e tecnico inerenti ai progetti sottoposti alle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale.
Questo è sinteticamente il quadro riguardante le infrastrutture; c'è peraltro, la disponibilità a consegnare ai colleghi tale quadro di sintesi che è stato preparato nei giorni scorsi dalla struttura.
Per quanto riguarda il settore "Lavoro e Formazione professionale", i responsabili della Direzione hanno incontrato più volte, ufficialmente ed ufficiosamente, i consulenti al Ministero del Lavoro e il Direttore generale dell'Orientamento e della Formazione professionale del Ministero del Lavoro. Mentre nel primo caso sono giunte rassicurazioni in merito alla disponibilità di fondi destinati alla realizzazione dei progetti concordati per il biennio 1998/2000, la Direzione tecnica ha espresso indisponibilità a reperire tali risorse. La stessa Direzione, pur in uno spirito collaborativo, ha fatto presente che un'eventuale soluzione è ipotizzabile solo nell'ambito della legge finanziaria 2000. In questo momento, non siamo ancora in grado di valutare se vi sia un richiamo puntuale all'interno della Finanziaria 2000 - ma si può fare una verifica - oppure se esso sia all'interno di capitoli più capienti, dai quali il Ministero competente pu attingere le disponibilità per gli impegni assunti.
Fatte salve queste premesse di carattere generale sui singoli punti del Patto, si puntualizza quanto segue.
Per quanto riguarda l'equilibrio dei fondi regionali, rispetto ai fondi europei, si conferma la volontà di pervenire ad un riparto almeno paritario di risorse. Tale linea è stata seguita nell'assestamento, che è depositato in questo Consiglio regionale, presso la Commissione competente.
Per quanto riguarda la formazione iniziale, sono attualmente in fase di istruttoria i progetti relativi alle azioni formative rivolte ai soggetti in uscita dall'obbligo scolastico e dalla scuola secondaria superiore, così come per la formazione continua sono in fase di attuazione le azioni formative rivolte ai lavoratori occupati e sono state approvate 853 domande per 1.919 azioni formative che interessano 16.400 allievi.
I progetti in questione sono stati validati dal parere delle parti sociali, in seguito ad un tavolo di coordinamento. Per quanto riguarda l'accreditamento, il Comitato guida "Qualità" ha elaborato il manuale per l'accreditamento delle strutture formative che intendono avviare attività di formazione iniziale e di formazione continua. Attualmente stanno definendo i tempi di avvio della sperimentazione. Così pure per i crediti formativi e la certificazione: in vista di un maggiore riconoscimento dei crediti formativi, al fine di favorire la trasparenza delle competenze acquisite, sono stati predisposti e deliberati nuovi modelli di attestati conformi a quanto previsto dalla normativa europea. Tali attestati vengono rilasciati a conclusione di percorsi formativi, di progetti di lavoro socialmente utile a valenza formativa, di tirocinio formativo o altre iniziative, finanziate anche con risorse non regionali, quindi nazionali e comunitarie.
E' in fase di potenziamento la Banca Dati sui corsi di Formazione professionale. Con tale strumento si potrà procedere alla certificazione delle competenze ed operare in direzione dell'adozione del libretto personale del cittadino, previsto dalla legge n. 196/97.
Nella logica di integrazione dei sistemi, si sta predisponendo una convenzione con l'Università di Torino per il riconoscimento reciproco dei crediti formativi.
Per quanto riguarda l'orientamento, si stanno definendo le funzioni, le azioni e i profili per l'orientamento e, sulla base di questo quadro di riferimento, si costruiranno i percorsi per la formazione e l'aggiornamento degli operatori. Così come per l'utilizzo del fondo di occupazione, in attuazione dei nuovi servizi dell'impiego, sui quali specificamente potrà essere più preciso, eventualmente con una valutazione, il collega che ha la delega di merito.
Per quanto riguarda gli impegni assunti in materia di attività produttive, sono state avviate le seguenti iniziative. E' stato predisposto un articolato base, da formalizzare in disegno di legge di recepimento del D.lgs. 21/3/1998 n. 123. In merito a ciò devo però segnalare che con lo slittamento, essendo posticipata l'entrata in vigore del D.lgs. n. 123 al 2001 (la posticipazione è al 31 dicembre 2000, quindi l'attuazione è al 2001), tutte le Regioni hanno fermato il disegno di legge in attesa di quelle che sono le modifiche annunciate a livello ministeriale.
L'impostazione del disegno di legge era quella che riportava il sistema degli incentivi per tutto il settore attività produttive allo schema di incentivi di tipo automatico, di tipo valutativo e di tipo negoziale.
In merito agli impegni assunti invece dall'Amministrazione regionale circa l'attuazione di strumenti a sostegno della localizzazione e rilocalizzazione di imprese artigiane in aree idonee sotto il profilo delle infrastrutture e dei servizi, sono state previste misure di sostegno nell'ambito della L.R. n. 24/99, che modifica la legge n. 21/97.
L'impegno ad attuare misure di sostegno per i sistemi di qualità e la produzione di servizi reali qualificati a favore delle imprese artigiane si è concretizzato con la predisposizione di un bando finalizzato all'erogazione dei relativi contributi, pubblicato sul BUR nel mese di giugno 1999. L'ammontare complessivo delle risorse all'uopo stanziate è stato di 2,2 miliardi.
Per quanto concerne l'impegno finanziario, il fondo regionale per l'artigianato, è stato già liquidato a Finpiemonte l'importo di 13 miliardi, ad incremento del predetto fondo.
Alla data attuale è stato completato il collegamento di 120 imprese artigiane, situate nelle ex aree Ob. 5b, al Sistema Sisma - forniture servizi reali avanzati.
Per il commercio, l'impegno a produrre misure di sostegno alle imprese che investono in innovazione, qualità, formazione ed aggiornamento, ha trovato recepimento nella recente legge n. 28/99. In questi giorni si sta definendo la modalità regolamentare per gli interventi, utilizzando una parte del fondo complessivo che era stanziato nel 1999 sotto il richiamo della legge n. 57. Una parte (circa 12 miliardi) va a favore della legge n.
57 per la copertura delle domande giacenti; l'altra parte va a costituire la prima "tranche" di fondo che ha come riferimento proprio un fondo rotativo per innovazione, riqualificazione e rivitalizzazione delle aree urbane, che sono gli specifici interventi previsti dalla delibera consiliare attuativa e regolamentativa della legge n. 28/99.
Dopo il periodo feriale è stata avviata una serie di incontri con i rappresentanti delle parti sociali, nel senso delle Associazioni di categoria degli imprenditori e delle Organizzazioni sindacali, per la creazione di un gruppo di progetto, che è stato costituito tra le parti firmatarie al fine di individuare le varie iniziative di sostegno relative alla formazione dei servizi alle imprese, all'innovazione e di un gruppo specifico di lavoro con riferimento agli aspetti tecnologici: distretto dell'auto, della robotica, delle macchine utensili, distretto aerospaziale.
Questi gruppi sono costituiti e si sono già incontrati più volte; c'è una prima elaborazione, una prima bozza grezza di lavoro; la prima fase dei lavori dovrebbe trovare la propria conclusione durante il prossimo mese di gennaio e in merito assumo comunque l'impegno di relazionare tempestivamente, a conclusione del lavoro dei gruppi, a questo Consiglio o alla Commissione, così come il Consiglio vorrà.
Per garantire il rispetto di ulteriori adempimenti previsti nel Patto aventi scadenza posteriore al periodo giugno-luglio 1999, sono state intraprese opportune iniziative. In particolare, sono stati costituiti anche gruppi di lavoro che hanno come oggetto il coinvolgimento delle parti sociali nella modifica della legge n. 9/80 e della legge n. 56/86. Questi gruppi di lavoro hanno praticamente concluso il loro esame e le loro valutazioni. In Assessorato ho la valutazione politica dell'Assessorato, la mia valutazione; ci sono le bozze di disegno di legge di modifica della legge n. 9 e della legge n. 56; alcune modifiche della legge n. 9 peraltro sono già scaturenti dal dibattito che c'è stato - i colleghi lo ricorderanno - quando abbiamo discusso della legge n. 24/99. Sulla legge n.
9 si tratta di raggiungere l'obiettivo di avere uniche aree ecologicamente attrezzate, uniche aree a destinazione produttiva, quindi di non avere più la distinzione tra aree a destinazione industriale ed aree a destinazione artigianale, con modalità di incentivo eventualmente diverse per l'inserimento.
Devo dire che c'è stata anche una serie di incontri relativi alla questione RAI, dove però il rapporto è molto difficile e il ruolo mediatore o comunque di coordinamento del Ministero del Lavoro in questa parte non è stato sufficiente.
In merito devo dire che, per quanto riguarda la modernizzazione e la semplificazione della Pubblica Amministrazione, dello Sportello Unico delle attività produttive, molte iniziative sono state assunte in questi mesi non ultima una deliberazione della Giunta di ieri, che permette di finanziare le richieste che vengono da più di mille Comuni associati in gruppi per l'attuazione dello Sportello Unico. Su questo mi riservo poiché l'istruttoria è finita nei giorni scorsi - di fare una comunicazione specifica, perché ritengo che questo sia un risultato rilevante per la Regione Piemonte su questa iniziativa, in quanto permette veramente di attivare quasi contemporaneamente nei prossimi mesi lo Sportello Unico sul 90% del territorio piemontese.
Lo stanziamento aggiuntivo previsto dalla Giunta regionale è di circa 4,5 miliardi. Così come, sempre in attuazione del Patto per lo sviluppo e dello Sportello Unico, ci sono da aggiungere i 2,2 miliardi già previsti precedentemente sugli Enti locali, oltre al lavoro svolto internamente dal gruppo di lavoro coordinato tra gli Enti, che ha prodotto un percorso procedurale che è stato apprezzato anche a livello nazionale e richiesto di fare proprio da parte dei Ministeri competenti perché era la prima iniziativa a livello nazionale.
La relazione - e chiedo venia se è stata succinta - in merito all'attuazione del Patto per lo sviluppo ritengo che, per quanto riguarda gli adempimenti legislativi, sia perfettamente adempiente; la collaborazione, il rapporto di confronto con le parti sociali e gli Enti locali è stato molto proficuo in questi mesi e permetterà al Consiglio regionale di avere una serie di disegni di legge e di atti regolamentari scaturenti da un ampio dibattito tra le parti.
Non è da nascondere, invece, la difficoltà di rapporto che c'è stata con il Governo nazionale; probabilmente, lo scollamento è avvenuto tra Ministero del Lavoro, titolare del Patto per lo sviluppo, e gli altri Ministeri, che hanno manifestato grandi riserve nell'accogliere con benevolenza l'accordo siglato dal Ministero del Lavoro a nome del Governo nazionale con la Regione e le parti sociali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Più che richieste di chiarimento, intendo esprimere un giudizio sulla comunicazione dell'Assessore che, pur essendo molto ampia, ha detto poco in rapporto all'insieme delle questioni che erano state affrontate dal Patto per lo sviluppo e all'importanza politica del Patto stesso.
Mi rendo conto che l'attenzione su questi temi è abbastanza modesta, e questo, di per sé, è anche il risultato del modo in cui il Governo regionale ha utilizzato le risorse di cui ha potuto disporre in questo quinquennio, senza cioè che si cogliessero delle linee guida tali da poter avviare una fase nuova di sviluppo del nostro territorio, sprecando enormi occasioni. Ma di questo avremo modo di parlare nelle prossime settimane.
In questo clima di relativa e scarsa attenzione, le informazioni date dall'Assessore, attraverso una comunicazione arrivata in maniera un po' estemporanea, avrebbero dovuto essere più puntuali, almeno per quanto riguarda gli impegni della Regione.
Sulle intese istituzionali di programma l'Assessore si è limitato a dare delle informazioni piuttosto generiche e di natura metodologica sorvolando il fatto che la delibera CIPE, che attiva la procedura per la formazione delle intese istituzionali, è del marzo 1997 e che, ad oggi importanti Regioni quali la Lombardia, la Campania, la Basilicata e credo anche il Veneto hanno già stipulato le intese istituzionali con il Governo.
Il Piemonte è lì: non si sa se questa intesa sarà siglata, quando sarà siglata e quali sono i contenuti, nonostante che nel corso del 1999 lo Stato abbia già messo a disposizione delle risorse significative da utilizzare per l'attuazione di intese istituzionali.
L'elemento nuovo che emerge, anche rispetto agli stessi contenuti del Patto, è costituito dalle informazioni date dall'Assessore in merito al successo della costituente rete degli Sportelli Unici. L'Assessore ci ha detto, ma l'avevamo già saputo ieri in Commissione, attraverso una risposta data dai funzionari ad alcuni interrogativi posti in merito all'impiego di un capitolo di bilancio che peraltro non fanno capo nemmeno all'Assessorato all'industria, che il bando per la formazione degli Sportelli Unici ha avuto una quantità di risposte superiore a quanto si poteva prevedere: 116 richieste che coprono, come ci diceva l'Assessore, quasi tutto il territorio regionale.
Mi si consenta di dire che per noi questa non è una novità; non è stata una sorpresa questa risposta del territorio del Piemonte, perché avevamo colto per tempo tutto l'attivismo espressosi a livello territoriale negli anni '90 e che avrebbe dovuto trovare nella Regione un interlocutore attento e capace di favorire queste iniziative locali. Debbo ricordare alla Giunta che la sua prima proposta sulle forme di cooperazione fra Comuni, il disegno di legge n. 308, era stata respinta dal sistema della autonomie locali del Piemonte, ed è stata la Commissione regionale competente, nel 1996, a prospettare il problema della collaborazione fra i Comuni sotto l'ottica particolarmente fertile ed interessante dello sviluppo economico.
Era stata proprio la Commissione consiliare ad organizzare il Convegno su cooperazione fra Comuni e sviluppo economico locale, che - appunto - si tenne nel 1996. Attraverso questo convegno si percepì chiaramente, da parte di chi vi partecipò, che il sistema locale era pronto a manifestare totalmente le proprie potenzialità. Quindi - ripeto - per me non è una sorpresa il successo del bando per gli Sportelli Unici.
E' invece abbastanza significativo notare che lo sia stato per voi questo vuol dire che c'è stato un distacco tra il Governo regionale e il sistema delle autonomie locali e il sistema delle realtà locali del Piemonte.
Comunque, prendiamo atto con piacere che il bilancio 1999 vedrà integrato il capitolo competente da 2 miliardi e mezzo a 6 miliardi e mezzo, onde favorire la crescita della rete degli Sportelli Unici.
Diciamo subito che, se questa rete non ha contenuti per lavorare rischia di essere un'occasione persa. E i contenuti vengono dal Patto per lo sviluppo, caro Assessore! Cioè, dagli elementi che noi daremo ai Comuni organizzati per favorire gli insediamenti industriali sui propri territori.
Gli elementi sono tutti quelli che scaturiscono dal Patto per lo sviluppo e dalle iniziative che la Regione si impegnava a fare all'interno del Patto indipendentemente da quello che sarebbe stato l'apporto governativo.
Voglio leggere rapidamente quelli che erano gli impegni regionali, sui quali mi aspettavo qualche informazione, ma che sono stati quasi del tutto ignorati dall'Assessore.
Cominciamo da quanto contenuto nella premessa: "La Giunta regionale e il Governo si impegnano a definire, entro 30 giorni dalla conclusione del presente accordo, l'intesa istituzionale di programma per il Piemonte" entro 30 giorni, quindi entro il 5 giugno. "L'avvio del confronto per la definizione dell'intesa istituzionale di programma è fissato presso il Ministero del Tesoro entro il 10/5/1999".



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Non si sono presentati.



VINDIGNI Marcello

"La verifica complessiva del raggiungimento degli obiettivi del presente Patto sarà effettuata con cadenza semestrale dal Collegio di Vigilanza. La prima verifica è prevista per il mese di luglio 1999" - non sappiamo se questa verifica sia stata fatta e quali risultati abbia dato.
"La Regione Piemonte si impegna a sostenere, attraverso competenze e risorse, i Patti territoriali e gli altri strumenti di concertazione sin dalla loro fase di avvio. A questo scopo, si impegna ad un ulteriore stanziamento di bilancio di 10 miliardi oltre ai 18 già stanziati per il periodo 1999/2001, che potrà essere anche destinato ad investimenti nel settore formativo".
Per ottenere il mantenimento di questi impegni abbiamo dovuto batterci in sede di approvazione della proposta di legge n. 504, affinché il capitolo competente trovasse un adeguato incremento, però non c'è alcun atto che dica che siete pronti ad autorizzare le risorse per fare quanto c'è scritto, almeno, per quello che mi risulta.
"La Regione Piemonte si impegna a sostenere con un rifinanziamento della legge regionale 20/4/1997 di 10 miliardi, oltre ai 12 già stanziati i distretti industriali piemontesi" - nulla di nuovo. "La Giunta regionale convocherà entro il 1999 una Conferenza regionale sulle politiche per la ricerca in Piemonte" - dimenticato. "La Regione Piemonte si impegna a qualificare le aree industriali già realizzate attraverso strutture ed attività di servizio, in particolare nei campi della diffusione tecnologica, delle strategie di 'marketing', della riduzione dell'impatto ambientale, per la prevenzione di infortuni e malattie professionali..."



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, i cinque minuti sono terminati.



VINDIGNI Marcello

Sto solo leggendo il Patto, Presidente.



PRESIDENTE

Sì, ma è conosciuto.



VINDIGNI Marcello

Se è conosciuto, mi permetto di rilevare che la risposta è stata insufficiente e non attraverso una generica critica che l'opposizione fa solo perché è questo il suo ruolo, ma per ricordare che il Patto, se è conosciuto, è stato dimenticato dalla Giunta, perché nella replica dell'Assessore non è stata detta una parola riguardo a questi impegni.
"Sentite le parti sociali, la Giunta regionale predisporrà entro il mese di giugno 1999 un apposito disegno di legge per la razionalizzazione di tutto il sistema di incentivazione regionale" - niente. "La Regione Piemonte si impegna a predisporre entro il mese di ottobre 1999, sentite le parti sociali, una nuova legge regionale per la diffusione tecnologica delle piccole imprese nell'artigianato" - in VII Commissione non abbiamo visto nulla. "Rispetto alle risorse lavoro e formazione..."



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Perché l'abbiamo approvato a luglio...



VINDIGNI Marcello

Allora è stata presentata in maniera enfatica nel Patto perché la legge che abbiamo approvato a luglio era un leggina che affinava gli aspetti operativi, non tale da richiedere una citazione nel Patto. Pensavo francamente, ad un'altra legge, quando ci avete presentato quella di luglio.
Sulla formazione c'era l'impegno di portare i fondi a 5 miliardi; lo stanziamento è avvenuto in sede di approvazione della legge n. 504. Ritengo sia uno dei pochissimi impegni mantenuti.



PRESIDENTE

Collega, il suo intervento dovrebbe restare nei cinque minuti; lei è ampiamente oltre il doppio. La invito a concludere.



VINDIGNI Marcello

Mi sto avviando alla conclusione, Presidente.
Gli elementi che ho fornito dimostrano che questo Patto per lo sviluppo rischia di essere un'altra occasione persa per la nostra Regione.
Naturalmente, nelle prossime settimane non mancheranno iniziative che si richiameranno al Patto, che saranno enfatizzate, ma è evidente che il terreno della concertazione è il terreno sul quale si potrà costruire lo sviluppo del Piemonte nei prossimi anni. Non è certo il lavoro di questa Giunta che ha consentito di preparare questo terreno. Vedremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi come questa importante occasione potrà essere ripresa nell'interesse del Piemonte.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Interventi per lo sviluppo dell" offerta - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Personale del servizio sanitario

Iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 635 e dell'ordine del giorno n. 1132


PRESIDENTE

Come da accordi assunti nella Conferenza dei Capigruppo passiamo all'iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 635: "Modificazioni alla deliberazione legislativa approvata in Consiglio regionale in data 15/12/1999 recante 'Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il miglioramento di aree turistiche".
Tale disegno di legge è stato licenziato nella riunione dei Capigruppo per cui dobbiamo iscriverlo con 31 voti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che siamo al momento delle iscrizioni...



PRESIDENTE

Dobbiamo iscrivere anche l'ordine del giorno n. 1132 da lei presentato sull'Ospedale S. Spirito di Casale Monferrato.
Propongo pertanto di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: disegno di legge n. 635: "Modificazioni alla deliberazione legislativa approvata in Consiglio regionale in data 15/12/1999 recante 'Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il miglioramento di aree turistiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 1132, presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, inerente a: "Reparto di Cardiologia dell'Ospedale S. Spirito di Casale Monferrato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame disegno di legge n. 635: "Modificazioni alla deliberazione legislativa approvata in Consiglio regionale in data 15/12/1999 recante 'Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il miglioramento di aree turistiche"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del disegno di legge n. 635.
La III Commissione, in data 17/12/1999, ha approvato il disegno di legge in esame con la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia Alleanza Nazionale, Forza Italia Polo Popolare, Federalisti Liberali, SDI Democratici; non hanno partecipato alla votazione i Gruppi DS, Rifondazione Comunista e PPI.
La parola alla relatrice, Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana, relatrice

Si tratta di un provvedimento brevissimo, che si è reso necessario per consentire una migliore comprensione delle norme contenute nel disegno di legge n. 507, che abbiamo approvato in Consiglio regionale il 15/12/1999 recante "Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il miglioramento qualitativo di territori turistici". Si è reso necessario questo provvedimento anche ai fini di una maggiore fruibilità da parte degli Enti pubblici, compresi quelli no profit. Si è, infatti, inteso puntualizzare, con apposite modifiche testuali, alcuni aspetti che potevano far insorgere dubbi interpretativi.
L'art. 1 individua nella Giunta regionale l'organo deputato a costituire una struttura esterna, atta a supportare la Direzione competente in materia di turismo nelle fasi di indirizzo, coordinamento, monitoraggio e verifica dell'utilizzo delle strutture, di cui ai progetti previsti dall'art. 4 della deliberazione legislativa, mentre l'art. 2 del presente provvedimento elimina dai soggetti benificiari le società miste e i consorzi a prevalente partecipazione pubblica.
Quindi, si tratta di un mero provvedimento correttivo per facilitare l'interpretazione e l'utilizzo della legge approvata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi trovo di fronte ad una situazione incredibile ed incresciosa e purtroppo non è la prima volta che questo accade.
Sei giorni fa il Consiglio regionale approva una legge, oggi ci accorgiamo di doverne approvare un'altra in correzione della prima. Qualche giorno fa ci siamo accorti che un'altra legge approvata dal Consiglio regionale era stata inviata con un testo difforme da quello approvato in aula, ed era giunta in aula una legge correttiva di quell'errore, legge che poi è stata ritirata grazie a qualche procedura extra-aula che penso sia stata ritenuta idonea in non so quale sede, forse l'Ufficio di Presidenza procedura che avrà corretto un percorso che ha visto far approvare dal Commissario del Governo una legge con testo differente da quello votato in quest'aula. Che fine avrà fatto quella procedura non lo so, ma così stanno le cose.
Allora, caro Presidente del Consiglio e cari colleghi, traggo la sensazione che in aula come minimo lavoriamo troppo in fretta. Ripeto: come minimo, lavoriamo troppo in fretta. E con superficialità di analisi.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Gallarini)



CHIEZZI Giuseppe

Per forza, collega Gallarini, perché se ci ritroviamo ad impegnare questo luogo legislativo a sei giorni dall'approvazione di un provvedimento perché ci si accorge che è sbagliato o poco chiaro, forse era meglio impiegare mezz'ora in più nel Consiglio che ha approvato la legge piuttosto che impegnare la Commissione, gli uffici e tutta l'aula a cambiare una legge dopo sei giorni. Non penso che questo faccia onore al nostro lavoro.
Dato che alcune volte proprio il collega Gallarini è un po' nervoso quando si esaminano le leggi e si cerca di dare un contributo migliorativo riflettano i colleghi nervosi se non è il caso, invece, di accettare un esame attento dei provvedimenti con il tempo necessario.
Questa mia petizione, Presidente, vale anche adesso, vale per questa nuova legge che, a mio modestissimo avviso, è poco chiara, fuorviante e pasticciata. E spero di non essere accolto con nervosismo.
Intervento di carattere generale. E' una legge di due articoli; sul secondo articolo non ho nulla da dire perché il testo è inequivoco e quindi la correzione proposta è chiara. Rimane il fatto che la cancellazione di questa previsione è una cancellazione a seguito di un'approvazione della stessa da parte di quest'aula, perché l'aula ha approvato un emendamento della Giunta, non so con quale votazione - se solo della maggioranza o più ampia - ma quest'aula sei giorni fa ha approvato di inserire le società miste o consorzi a prevalente partecipazione pubblica nell'art. 7, che parla dei finanziamenti e benefici. Ora, quel testo è stato approvato da quest'aula. Adesso gli stessi soggetti che avevano proposto di inserire questo dicono: "Togliamolo". Lei capisce che non è un procedere che generi fiducia reciproca sull'ordine dei nostri lavori. Non genera fiducia reciproca. Si potrebbe anche pensare che fra una settimana si torna a reinserirlo. Sarebbe meglio evitare questo modo di lavorare.
Il comma primo dell'art. 1 - sottolineo ai colleghi - mi sembra poco chiaro. Provo a leggerlo: "In relazione ai progetti di cui all'art. 4" della legge di sei giorni fa - "la Giunta regionale può costituire una struttura di supporto organizzativo alla Direzione competente in materia di turismo per l'indirizzo, il coordinamento, il monitoraggio e la verifica di utilizzo delle strutture di cui ai progetti dell'art. 4 realizzate e da realizzare".
Non so se i colleghi hanno certezza della norma dopo averla letta perché questa struttura dovrebbe, ad esempio, verificare l'utilizzo delle strutture da realizzare. Come sia possibile verificare l'utilizzo di strutture che sono ancora da realizzare non lo capisco: se non sono realizzate, come faccio a verificarne l'utilizzo? Se sono realizzate, posso verificarne l'utilizzo. "Delle strutture di cui ai progetti dell'art. 4": la citazione del solo art. 4, che indica un elenco di finanziabili, mi sembra che svii il compito di questa struttura di supporto organizzativo.
Perché si cita l'art. 4? Che supporto organizzativo deve dare sull'ammissione al finanziamento? Mi sembra che le strutture che saranno realizzate, una volta che i progetti saranno finanziati - se capisco dovranno essere soggette a verifica di utilizzo, così c'è scritto. Per scritta in questo modo, mi pare non chiara. E soprattutto non capisco come si possa affidare l'incarico di verificare l'utilizzo di strutture da realizzare. Assessore, proprio non riesco a capire cosa deve fare questa struttura. E anche la citazione dell'art. 4 è un po' debole; non so se sia il caso di citare altri articoli, ad esempio l'art. 6, non lo so. Però se si vuole introdurre da parte della Giunta regionale la possibilità di dare un incarico esterno ad una struttura privata perché faccia qualcosa, questo qualcosa, Presidente, secondo me non è scritto in modo chiaro nell'art. 1.
Allora, dato che ritorniamo su questa legge, se quanto ho detto - per carità - ha un senso ed è condiviso, occorrerebbe scriverlo in modo più chiaro.
Aggiungo ancora che la norma dice che "la Giunta regionale pu costituire una struttura di supporto"; nella relazione leggo che "la Giunta regionale è l'organo deputato a costituire una struttura evidentemente esterna" e si chiarisce che questa struttura deve essere esterna. Io non lo so se questo sia, ma se questo è, sarebbe bene non lasciarlo nella penna e scriverlo anche nella norma. Se è così, perché devo lasciarlo nascosto? Se invece non è così, allora è diverso; però non si capisce perché nella relazione si dica che è "evidentemente esterna".
Personalmente ho dei dubbi che debba essere esterna, e mi chiedo perch la Regione debba spendere dei soldi per fare monitorare la realizzazione di strutture, quando - mi sembra - ha tutte le forze e le competenze per farlo da sé. Però, tra la relazione e il testo, c'è una differenza. Mi sembrerebbe più giusto chiarire l'intenzione del legislatore: se è struttura esterna, si scriva "struttura esterna"; se non è obbligatoriamente struttura esterna, non si crei un equivoco nella presentazione della legge e si corregga la relazione.
Queste sono le osservazioni al comma primo che mi sono permesso di fare, con l'intenzione di dare un contributo, affinché il ritorno legislativo di correzioni a leggi approvate giunga dopo qualche anno, e non dopo qualche giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertoli; ne ha facoltà.



(Nello spazio riservato al pubblico viene esibito da alcuni esponenti del Comitato contro la manipolazione genetica degli animali un manifesto di protesta)



PRESIDENTE

Scusate, se non viene ritirato il manifesto, dobbiamo sospendere la seduta. Questo tipo di esibizione non rientra nelle possibilità previste dal nostro Regolamento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.57 riprende alle ore 12.06)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Confermo quanto ho già detto nella riunione dei Capigruppo: alle ore 13,30, in Sala Viglione, riceverò la delegazione del Comitato contro la manipolazione genetica degli animali. Con me ci saranno - è questo l'invito che faccio - i Presidenti delle Commissioni interessate e i Capigruppo, se lo ritengono.
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Non è bello ricorrere ad una legge correttiva di una legge approvata dal Consiglio regionale in data 15 dicembre 1999, recante "Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il miglioramento qualitativo dei territori turistici". Non è passata neanche una settimana e noi siamo qui a correggere quello che non è stato fatto bene o con la dovuta attenzione sia in Commissione che in aula.
Noi abbiamo già avuto occasione di dire che riteniamo dovuta questa legge nei confronti degli Enti locali; che riteniamo - non questa, ma la proposta n. 507 - una legge dovuta nei confronti degli Enti locali, che altrimenti sarebbero stati penalizzati, in quanto soltanto i privati avrebbero avuto la possibilità di potenziare nei territori le loro strutture turistiche, mentre gli Enti locali non avrebbero potuto portare il loro apporto.
La volta scorsa, abbiamo anche espresso, in modo molto argomentato, il nostro dissenso per il metodo frammentario con cui si sta costruendo il supporto legislativo al finanziamento del turismo (per dirla in modo molto sintetico). Direi che anche la necessità di dover correggere un'opera in corso, ancorché molto delimitata, deriva dall'incapacità di sforzarsi per sistemare tutto il discorso in modo unitario.
Nel merito degli articoli che sono in correzione, non avevamo votato a favore e quindi, pur non ostacolando il percorso di questa legge, perch come dicevo - lo riteniamo un atto di riparazione necessario nei confronti degli Enti locali trascurati, non ci faremo coinvolgere in un'opera di correzione che - ripeto - riteniamo non molto utile, tecnicamente non corretta ed incerta.
Non parteciperemo dunque al voto di questa correzione, pur ritenendo doveroso che il disegno di legge n. 507 arrivi in porto per sanare un difetto che altrimenti avrebbe continuato ad esserci.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dalla Consigliera Bertolin: all'art. 1, dopo la parola "struttura", aggiungere la parola "esterna" dopo la parola "turismo", cancellare il resto della frase ed inserire le parole "per i controlli, il monitoraggio e la vigilanza di cui al successivo art. 4 della presente legge".



(Consultazioni tra il Presidente, la Consigliera Bortolin e i funzionari)



PRESIDENTE

Dopo la lettura autentica da parte della Consigliera Bortolin, preciso che il testo, così come si chiede di modificarlo, diventerebbe: "In relazione ai progetti di cui all'art. 4, la Giunta regionale pu costituire una struttura esterna di supporto organizzativo alla Direzione competente in materia di turismo, per i controlli, il monitoraggio e la vigilanza di cui al successivo art. 4 della presente legge". Si tolgono pertanto, tutte le parole che restano: da "per l'indirizzo, il coordinamento", fino a "da realizzare".



CHIEZZI Giuseppe

Si può avere lo scritto, Presidente? Grazie.



PRESIDENTE

Lei deve solo sostituire la parola "turismo" alla parola "utilizzo".



CHIEZZI Giuseppe

Devo anche vedere l'articolo che viene citato. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene. Le concedo qualche minuto per fare la verifica.
Intende intervenire, Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per chiedere agli organi competenti di presentare questa legge oggi pomeriggio, in apertura dei lavori, perché legiferare così, con emendamenti che vengono concordati al tavolo della Presidenza, e che sottolineo - richiamano l'articolo sul quale questa struttura esterna deve svolgere i propri lavori, mi lascia qualche perplessità.
Chiedo anche all'Assessore di verificare come è scritto ed approvato tale articolo, perché mi pare strano che una struttura esterna possa operare così come è previsto nello stesso, il quale in modo netto dice: "La Regione dispone verifiche, accertamenti e controlli", oppure: "La Regione effettua monitoraggio". Siccome adesso non è più la Regione a fare questo scriviamo che si tratta di una struttura esterna.
Chiedo, pertanto, un po' di cautela, proponendo di rinviare la discussione al pomeriggio e chiedendo all'Assessore di verificare se l'articolo in questione può continuare a vivere così - e ci spieghi il perché - oppure no, perché stabilisce che è la Regione, mentre adesso inventiamo una struttura esterna.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli per una valutazione sull'emendamento presentato dalla Consigliera Bortolin.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Innanzitutto, rispetto alle cose dette, mi assumo la responsabilità di aver fatto un errore nella precedente giornata di Consiglio. Durante la discussione della legge, infatti, nella confusione degli emendamenti, è stato inserito un passo che non andava inserito. La normativa europea parlava chiaro; c'è stato un errore e me ne assumo la responsabilità. Cerco sempre di stare molto attento al dibattito in aula, per cui mi spiace che sia successo, ma credo sia inutile aspettare una settimana o tre mesi per fare una verifica. Se un errore è stato fatto, lo si affronta immediatamente. I due articoli sono molto semplici, forse manca una virgola o un punto. In ogni caso, la struttura esterna di supporto è quella struttura che vive normalmente, anche nell'ambito di quei progetti complessi delle strutture realizzate con i fondi comunitari; sono i famosi "back office", gli uffici a sostegno della struttura regionale in cui le professionalità finalizzate al progetto che si va a realizzare sono messe in condizione di fare da supporto alla struttura regionale. Non devono fare null'altro ed è una realtà già esistente, ad esempio, per Venaria Reale.
Sono strutture che possono essere finanziate, hanno una misura nell'ambito dei finanziamenti comunitari e non devono fare nulla al di fuori dell'essere una struttura di supporto alla Direzione ed alla struttura regionale, per far sì che i progetti mirati e con caratteristiche specifiche abbiano la possibilità di disporre, per tempi determinati e per il tempo necessario affinché un progetto venga realizzato, di professionalità che altrimenti, all'interno delle strutture regionali, non potremmo avere. Non si vuole dire null'altro; sono dei "back office" che vengono utilizzati per progetti complessi nell'ambito dei finanziamenti europei, e sono di supporto alle strutture regionali per progetti che hanno caratteristiche uniche, singole, specifiche e non ripetitive. E' questo che intendiamo dire e credo che anche l'articolo, così com'è stato steso, sia molto chiaro. Se volete, possiamo togliere le parole: "utilizzo delle strutture", ma dobbiamo inserire senz'altro: "per la realizzazione delle strutture", per far sì che le strutture abbiano la possibilità di avere le professionalità e soprattutto le competenze più specifiche per la realizzazione delle stesse.



CHIEZZI Giuseppe

Ma, Assessore, legga l'emendamento, perché è già tolto...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Io sto discutendo il testo dell'articolo, perché lei ha detto che era di difficile interpretazione. Lo leggo: "In relazione ai progetti di cui all'art. 4" - per cui sono specifici - "la Giunta regionale" - non pu essere la Direzione Turismo, che è stata menzionata, altrimenti andremmo in contraddizione con la legge n. 51 - "può costituire una struttura" possiamo specificare "esterna" - "di supporto organizzativo alla Direzione competente in materia di turismo, per l'indirizzo, il coordinamento, il monitoraggio e la verifica delle strutture di cui ai progetti dell'art. 4 realizzati e da realizzare".
Pertanto, se vogliamo specificare meglio, vanno tolte le parole "di utilizzo". Lo rileggiamo insieme: "In relazione ai progetti di cui all'art.
4, la Giunta regionale può costituire una struttura esterna di supporto" che non sostituisce le competenze regionali, ma è di supporto "organizzativo alla Direzione competente in materia di turismo per l'indirizzo, il coordinamento, il monitoraggio..."



PRESIDENTE

No, dopo "il turismo"...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Scusi, Presidente, sto discutendo l'articolo che ho proposto, perché mi sento di sostenerlo. Poi, se devo predisporre un piccolo emendamento perch magari una parola ha distorto il significato, sono disposto, ma non sono abituato a stravolgere gli articoli. Lo ripeto: "In relazione ai progetti di cui all'art. 4" - quindi si fa riferimento ai progetti - "la Giunta regionale può costituire una struttura esterna di supporto organizzativo alla Direzione competente in materia di turismo, per l'indirizzo, il coordinamento, il monitoraggio e la verifica delle strutture di cui ai progetti dell'art. 4, realizzate e da realizzare" - che sono nella fase di progettazione e realizzazione. Questo articolo è perfetto; non lo modificherei assolutamente. Aggiungerei "esterna" per una maggiore chiarezza - e condivido con il Consigliere Chiezzi il fatto che la chiarezza non faccia mai male, infatti questi articoli sono per una maggiore chiarezza. Aggiungerei "esterna": mi riferisco al "back office", e porto l'esempio di Venaria Reale, dove è stato realizzato un pacchetto complesso; toglierei "utilizzo", perché effettivamente l'utilizzo non compete ad una struttura che ha il compito di assistere la Direzione turistica come supporto per la progettazione ed il coordinamento delle fasi realizzative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. A chiarimento: visto che siamo in presenza di un testo giunto in aula, di un emendamento della relatrice Bortolin, respinto dall'Assessore, e di un contro-emendamento dell'Assessore, vorrei avere chiarezza. Se non c'è questa norma, la Giunta regionale può costituire una struttura di supporto organizzativo?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Lo ha già fatto per Venaria Reale.



CHIEZZI Giuseppe

Allora che bisogno c'è di scrivere questa norma? La domanda è la seguente: se nella legge non scriviamo il seguente comma: "In relazione ai progetti la Giunta può costituire una struttura...", la Giunta regionale ha la possibilità di costituire la struttura descritta nella norma? Se è sì, non capisco perché la scriviamo.
Non scriviamo niente; se la Giunta vuole costituire la struttura, la costituisca. Se, invece, scriviamo il comma vuol dire che senza questa norma la Giunta non può costituirla. A questo punto, dobbiamo "ricamare" la norma affinché diventi chiara. La domanda tendeva ad eliminare il problema alla radice.
Se ci dicono che la Giunta può, a legislazione vigente, senza questa norma, costituire la struttura, la costituisca. Se non è così, Presidente si aprono altri problemi, perché se occorre la norma, come condizione necessaria per costituire la struttura, chiedo quali sono gli impegni finanziari di questa struttura.
La legge in oggetto "inventa", in forza di questa norma, una struttura onerosa per la Regione Piemonte. Pertanto, chiedo a quanto ammontano gli oneri e che questi vengano indicati nella legge.



PRESIDENTE

Stiamo parlando dell'emendamento presentato dalla Consigliera Bortolin.
La prima parte dell'emendamento chiede di aggiungere la parola "esterna" dopo la parola "struttura".
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Mi pare di essere stato molto chiaro. Sono d'accordo, per maggiore chiarezza, ad aggiungere la parola "esterna". Credo che l'articolo in oggetto così formulato sia molto chiaro. Se dobbiamo togliere la parola "utilizzo" va bene, ma l'articolo specifica chiaramente una posizione che già oggi è nell'ambito della tranquilla operatività dei processi di realizzazione e di progetti complessi. Siccome questi sono progetti complessi, crediamo sia una norma da inserire, altrimenti dovremo andare avanti, come si è sempre andati avanti, con le consulenze esterne. Non credo che le consulenze esterne siano una soluzione, ma sono favorevole a strutture che rispondano alle Direzioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Assessore, ribadisco che quando si accolgono emendamenti, occorre prefigurare che cosa poi significano all'interno del complesso della legge.
La scorsa seduta avevo sottolineato - pur riconoscendo al collega Chiezzi l'impegno per migliorare la legge - che continuando ad emendare la legge alla fine diventa un tantino confusa.
Consigliere Chiezzi, non è polemica. Il tentativo era solo quello di fare chiarezza. Se l'Assessore ritiene che l'emendamento che ho presentato sia di ulteriore confusione, lo ritiro tranquillamente, non ho alcuna difficoltà.
Voglio invece sottolineare la necessità che la legge finalmente venga licenziata complessivamente e correttamente dal Consiglio, affinché gli Enti pubblici, non solo i privati, possano attivarsi per iniziative in questo settore.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.1 è pertanto da intendersi ritirato.
L'Assessore Racchelli mi ha fatto pervenire un emendamento, che adesso faccio distribuire, il cui testo recita: 1.2) all'art. 1, dopo la parola struttura, aggiungere la parola "esterna" e vengono soppresse le parole "di utilizzo".
Chiedo ai Consiglieri Bortolin e Chiezzi se l'emendamento presentato dalla Giunta riassume adeguatamente le loro preoccupazioni.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ho chiesto un chiarimento che non è marginale, perché è relativo agli impegni finanziari espliciti che la legge in oggetto deve prevedere. Io attendo la risposta al quesito posto, ovvero se la Giunta pu costituire questa struttura esterna, anche in assenza dell'articolo di legge. Se l'Assessore risponde di sì allora ci sono delle conseguenze politiche, se la risposta è no ci sono altre conseguenze politiche. Vorrei sapere su quale delle due strade debbo incamminarmi.
Vanno bene come risposta sia il sì che il no, ma prima di tutto voglio una risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Mi pareva di aver già risposto. Fino ad oggi la Giunta regionale pu dare consulenze esterne sporadiche per avere dei supporti di tipo tecnico od organizzativo. Non lo ha fatto per i progetti complessi, come quello di Venaria, perché c'era la misura comunitaria che prevedeva di poter attivare delle strutture di supporto, non delle strutture a sostituzione, delle strutture tecniche a supporto, cioè professionalità e competenze per quello specifico progetto, attivando dai fondi della legge stessa di finanziamento. Per cui già per i progetti europei questo discorso è valido.
D'altronde, questo articolo è già presente nella legge, non è che vogliamo aggiungere un nuovo articolo, lo abbiamo solo coordinato dal punto di vista della specificità. Abbiamo semplicemente preferito indicare "Giunta regionale" anziché Direzione Turismo, perché sarebbe anomalo che tale Direzione costituisse una struttura esterna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Se ho ben capito, la Giunta regionale, se non scrive questa legge, non può costituire una struttura esterna. La legge vigente, cioè il decreto legislativo approvato, prevede una cosa ben diversa da quella proposta oggi, perché chi legge il decreto legislativo capisce che la Direzione Turismo può costituire una struttura di supporto organizzativo. Bene: è un tipo di struttura di supporto che la Direzione Turismo può attivare, nei limiti previsti dalle leggi vigenti. Pertanto Assessore Racchelli, questo testo può rimanere. Oggi la Giunta fa una proposta che non attribuisce alla Direzione Turismo la facoltà di attuare quanto è previsto dalla legge, cioè costituire una struttura di supporto cosa che, seppure con certi vincoli, può essere fatta. Il decreto legislativo vigente, da questo punto di vista, è perfetto: prevede una cosa che può essere realizzata, ma che non piace alla Giunta, la quale dice: "No, prevediamo una struttura che abbia più possibilità di azione, più libertà, più mezzi economici; scriviamo una norma in base alla quale la Giunta regionale può costituire una struttura esterna di supporto organizzativo". Bene, questo è chiaro, ma allora la Giunta chiarisca quali sono le caratteristiche quantitative e qualitative di questa struttura e gli oneri conseguenti per la Regione Piemonte, perché la legge prevede un impegno di risorse. Rispetto al decreto legislativo precedente, infatti, si inserisce una novità che ha un rilievo economico; mentre nel decreto legislativo la Direzione poteva costituire una struttura esterna nell'ambito della propria organizzazione e ad oneri invariati per la Regione, in questa legge si prevede la costituzione di una struttura esterna che comporta nuovi oneri per la Regione Piemonte. Questi nuovi oneri devono essere quantificati, perché il Consiglio dà la delega alla Giunta di decidere ciò che meglio crede; tale delega non deve essere indeterminata, perché, sulla base dell'articolo che stiamo discutendo, la Giunta regionale può costituire un ufficio di cinquanta persone, oppure di due. Questo aspetto, pertanto, va chiarito subito.
Una volta chiarito questo aspetto, si può autorizzare la Giunta a realizzare la struttura, ma nella legge questo deve essere determinato esplicitamente. Nella legge, inoltre, va illustrato il costo della struttura esterna, perché la Giunta lavora su impegni finanziari votati dall'aula, non dalla Giunta, e, poiché in questo articolo è previsto un impegno finanziario, è qui che si deve stabilire quanto costerà la struttura. E' il Consiglio che approva l'onere di bilancio; la Giunta, poi lo applicherà.
Seconda domanda: riguardo all'inserimento della parola "esterna" chiedo all'Assessore di verificare se non richieda analoga precisazione nell'art. 8, che, se rimane così come approvato nel decreto legislativo consegna alla Regione, e non a strutture esterne alla Regione costituite dalla Giunta regionale, i poteri di verifica e di adozione di provvedimenti di revoca.
Con quale meccanismo la Regione, nel momento in cui affida ad una struttura esterna la verifica e il monitoraggio...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Non è vero...



CHIEZZI Giuseppe

Perché l'Assessore dice di no? Leggo l'art. 8: "La Regione adotta provvedimenti fino alla revoca".



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Certo.



CHIEZZI Giuseppe

Ecco. Ma se la Regione ha affidato ad una struttura esterna gli accertamenti che portano alla revoca, non è il caso, Assessore, che nell'art. 8 si faccia cenno di quanto ex novo introdotto con l'emendamento da lei proposto? Io riterrei di sì.



PRESIDENTE

Sentiamo l'Assessore.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Consigliere Chiezzi, vorrei spiegarle per l'ennesima volta il concetto.
Noi non affidiamo a nessuna struttura esterna alcun compito di carattere amministrativo. Noi diciamo: "Se servirà, se il progetto complesso ne richiederà l'utilizzo e la necessità, potremo costituire una struttura di supporto, di aiuto, senza delegare ad essa le funzioni che sono della Regione". Siccome abbiamo certe professionalità e competenze, se riterremo opportuno che un progetto complesso abbia bisogno di alcune professionalità...



CHIEZZI Giuseppe

Ma quali?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Scusi, Consigliere Chiezzi, per Venaria Reale c'è un "back office" che tutti possono vedere...



CHIEZZI Giuseppe

Ma Venaria Reale ha una struttura...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

No, Consigliere Chiezzi, mi permetta: ritengo che il buonsenso dell'amministratore stabilirà se un progetto complesso avrà bisogno di una struttura esterna oppure no, perché potrebbe verificarsi il caso in cui non ce ne sia bisogno e non debba essere realizzata. Lascio al buonsenso dell'amministratore - che oggi siamo noi, domani potrebbero essere altri il compito di verificare la necessità di un supporto per migliorare un progetto o per dare alla struttura regionale quelle opportunità affinché il progetto venga migliorato o comunque supportato...



CHIEZZI Giuseppe

Se una struttura è di cento persone, questa decisione tornerà in Consiglio?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Consigliere Chiezzi, questa è una norma di buonsenso; soldi in più non ne servono, perché, se verrà reputato opportuno costituire una struttura esterna, nella finanziaria verrà istituito un capitolo nell'ambito delle risorse già erogate per realizzare i "back office". Questa è una norma migliorativa della realizzazione di progetti complessi, che a volte necessitano di un'armonizzazione e di una struttura che supporti la Direzione, proprio per evitare di ricorrere alle consulenze esterne; tale struttura deve avere un fine comune e lavorare insieme alla Direzione Turismo per la realizzazione di progetti complessi. Sono situazioni di una banalità e di una semplicità enorme, è la volontà di migliorare dal punto di vista...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Ma è vago.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Non è vago. Scusi, ma allora devo scrivere "tre persone, quattro persone"? Ma com'è possibile?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Allora scriva una procedura che...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Scusi, Consigliere Chiezzi, arrivo a dirle che se vuole gliela tolgo ma vado contro ad una buona amministrazione, perché come amministratore devo fare in modo che un progetto abbia la possibilità massima di utilizzare in spazi temporali ridotti una professionalità magari molto più alta di quella di cui potremmo disporre in quel momento, per far sì che il progetto sia realizzato nel migliore dei modi. Ma è di una semplicità enorme! Forse, Consigliere Chiezzi, questo non sarà necessario, e allora come facciamo a dire che in un progetto complesso servono quattro, cinque o cento persone? Credo che la Corte dei Conti, se la Giunta regionale dovesse costituire una struttura complessa, a sostegno di un progetto complesso inadeguata o al di fuori del buonsenso, dirà alla Giunta regionale al governo in quel momento: "Signori della Giunta, avete costituito una struttura che è fuori da ogni logica, per cui questi conti me li pagati voi". Perché credo che in questo Consiglio siederanno Consiglieri attenti e capaci, che di fronte ad una struttura complessa, realizzata a sostegno di un progetto complesso, che non sia adeguata e che sia al di fuori della logica, presenteranno un'interrogazione alla Corte dei Conti, dicendo: "Signori, qui hanno fatto una stupidata".
E poi, giustamente, una notazione. Questa questione tornerà di anno in anno in Consiglio nella legge di bilancio per l'approvazione di capitoli di spesa ad hoc, per cui non è possibile avviare delle iniziative al di fuori del mondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, non c'è una difformità sul fatto se costituire o meno la struttura, anche perché c'è scritto "può"; non è su quello che ci dividiamo, è sul fatto che essendo, magari per forza, indefinita, lei mi dice: "Ma io non posso dire, saranno trecento o tre o due o non ci sarà non lo so"; io però le dico che questa indeterminatezza non è accettabile perché domani arriva un altro Assessore e fa una struttura di cento persone.
Allora, secondo la mia proposta, le due questioni possono essere risolte in questo modo: la Giunta regionale può costituire, con delibera di Consiglio regionale, una struttura. Allora, a quel punto l'Assessore che ci sarà, se deciderà che bisogna fare una struttura, la costituisce con una delibera che viene in aula, in modo che l'aula è in presenza oggi di una legge vaga, in cui si dice: "La Giunta potrà farlo", ma avendo bisogno invece di certezze e di impegni finanziari, si approva una legge in cui si dà alla Giunta la facoltà di costituire questa struttura, ma la Giunta deve costituirla con una delibera che viene approvata da quest'aula. Allora la legge sa che c'è un'indeterminatezza, che verrà però risolta sempre in quest'aula. A questo punto va bene, perché questa indeterminatezza non dà campo libero alla futura Giunta di agire nel modo che crede, senza rendere conto al Consiglio; lasciamo l'indeterminatezza, ma la rinviamo ad un provvedimento d'aula. Grazie.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Consigliere Chiezzi, capisco quello che lei vuol dirmi e capisco anche la filosofia di quello che lei mi sta proponendo, però vorrei farle due considerazioni.
Il Consiglio ha la possibilità di verificare il tutto perché, quando la legge di bilancio torna in Consiglio, deve approvare i capitoli e nei capitoli della legge ci saranno i capitoli per i progetti, per le ristrutturazioni e per la struttura. Per cui già lì il Consiglio pu operare.
Se noi facciamo una legge affinché i Comuni piemontesi possano sviluppare progetti ed iniziative e poi pensiamo che io faccia un'operazione del tipo che lei mi propone, nella quale dico che la Giunta regionale fa una proposta e che il Consiglio la approva, Consigliere Chiezzi, siamo obiettivi. Scusi: la delibera la fa Giunta e poi magari sta un anno, un anno e mezzo prima di essere portata...



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

No, allora mi dica entro quanto tempo il Consiglio la deve approvare perché i progetti e il tutto non può funzionare con questo sistema della burocrazia che blocca tutto.
Consigliere, quello che lei mi chiede non è applicabile. Ci sono delle delibere che sono all'o.d.g. da mesi... Io credo che, tornando in aula ogni anno la legge di bilancio, ci sia la possibilità di verificare i soldi spesi per quanto riguarda le eventuali - magari non ce ne saranno nemmeno strutture.
E poi vi dico un'altra cosa. Scusate, chi amministrerà? Oggi siamo noi domani potrete essere voi, ma come si può pensare di costituire una struttura che sia al di fuori da una regola, se poi non c'è la giustificazione per la sua realizzazione?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Vorrei capire se l'Assessore intende concludere il dibattito o se intende andare avanti e sospendere, perché oggi pomeriggio purtroppo non sarò presente in Consiglio per impegni personali.
E' chiaro che discutere adesso della legge diventa difficile. Ricordo caso mai la rileggiamo insieme - che nella legge che abbiamo approvato a metà dicembre, in alcuni articoli abbiamo previsto che i piani, i programmi li abbiamo persino modificati rispetto alla programmazione per essere chiari - devono essere supposti dalla Giunta, visti in Commissione e discussi in Consiglio, comunque avere la parte che coinvolge direttamente il Consiglio regionale, i Consiglieri (Commissione o aula, non lo ricordo più). Da questo punto di vista, ci sono tutte le garanzie. Personalmente Assessore, non mi interessa più di tanto che lei costituisca una struttura di una o di cento persone esterne; mi interessa giudicare il lavoro conclusivo che lei produce, quali sono i programmi che finanzia e qual è la ricaduta sul territorio regionale per quanto riguarda lo sviluppo e la rivitalizzazione del turismo, motivo fondamentale della legge che abbiamo approvato qui.
L'altra parte è meramente di gestione. Io, a differenza del collega Chiezzi, sarei per dire che la responsabilità della gestione e della spesa corretta del denaro che stanziamo in legge è interamente della Giunta ed è la Giunta, se io sono l'opposizione, che io voglio giudicare politicamente sull'effetto che produce la capacità di governo della legge stessa e del confronto con il territorio. Tutto il resto non interessa più di tanto credo, né ad una parte dei Consiglieri - almeno per quanto mi riguarda - n agli amministratori, ma nemmeno a tutti gli operatori economici che sul territorio regionale investono, rischiano con le loro imprese per produrre effetto positivo per quanto riguarda il turismo.
Non mi permettevo di suggerirle che è il bilancio che specifica, nella previsione e nel consuntivo, quanto spenderà per la struttura; è lì ripeto - per quanto riguarda il Gruppo che rappresento, che avrò occasione di giudicare l'effetto positivo o negativo, la spesa propria o impropria che ci sarà da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Mi pare che la discussione sia arrivata ad un punto di chiarezza, anche se al limite non nella convergenza di posizioni.
Rispetto all'emendamento proposto dall'Assessore, con il quale si chiedeva di aggiungere la parola "esterna" dopo la parola "struttura", devo intendere come un subemendamento dei Consiglieri Chiezzi e Bertoli la proposta che chiede di inserire, dopo la parola "struttura", le parole "esterna istituita con delibera di Consiglio regionale"? La frase risulterebbe: "La Giunta può costituire una struttura esterna, istituita con delibera di Consiglio regionale"?



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Oppure: "La Giunta può costituire, con delibera di Consiglio regionale..."



PRESIDENTE

L'Assessore è contrario al subemendamento.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Non capisco questo irrigidimento. Considero questa norma non approvabile in sede di Commissariato di Governo, perché c'è una norma che consegna decisioni proprie del Consiglio, che sono le decisioni di impegno finanziario, alla Giunta. E' una norma indeterminata; è una norma che non permette, nel momento in cui è approvata, di capire quali oneri saranno indotti per la collettività piemontese, e quindi è una norma illegittima da respingere.
Mi stupisce questo irrigidimento del tutto immotivato, perché le delibere di Consiglio regionale passano in dieci giorni se sono delibere nella norma; altre passano invece in dieci mesi, quando sono delibere sbagliate, su cui c'è un contrasto politico. Voi potete anche pensare di chiudere il Consiglio: fate una bella Giunta autoritaria di destra e va bene. Chiudete il Consiglio. Che sia la vostra pulsione lo posso capire però adesso non potete farlo.
L'aula è l'organo deputato a decidere le spese; la Giunta è solo deputata a realizzarle, niente di più; se poi riuscirete a fare qualche rivolgimento è ancora da venire, ma per adesso è così: voi non potete decidere spese in assenza di una decisione del Consiglio. La formazione di una struttura esterna è una spesa: o viene specificata adesso, e la Giunta la costituisce; ma se non la specificate adesso, la Giunta che ci sarà dovrà tornare in Consiglio con un provvedimento consiliare. Questa è la mia opinione.
Temo che il Commissario di Governo crei dei problemi, per cui solleciterei ancora "in extremis" l'Assessore a fare ancora un momento di riflessione che "scremi" anche le punte polemiche che possono esserci state tra di noi. Anche perché, dal punto di vista politico, non c'è un contrasto su questo; non c'è alcun contrasto, Assessore Racchelli: c'è solo la preoccupazione di realizzare una legge che venga approvata dal Commissario di Governo, nient'altro. Non c'è alcuna opposizione politica, se non la chiarezza che adesso abbiamo raggiunto e la preoccupazione su questo elemento: non vorrei disfare tutto perché non si vuole costituire una struttura con delibera di Consiglio, dato che noi su questa legge non abbiamo fatto opposizione di contrarietà o di ritardo. E' una prudenza che io, come Assessore, accetterei. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione il subemendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Bertoli: 1 sub/1.2) all'art. 1, dopo la parola "struttura", si aggiungono le parole "esterna istituita con delibera di Consiglio regionale".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Prima facciamo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Facciamo la votazione; poi, se lo richiede, procederò alla verifica del numero legale.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Per cortesia! Votiamo sul subemendamento presentato dai Consiglieri Bertoli e Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la votazione per appello nominale. Inoltre, rimanga a verbale io chiedo, prima della votazione, la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Rimane a verbale. Abbiamo fatto le dichiarazioni di voto, stiamo passando alla votazione e...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Salerno, non ha la parola.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi! Consigliere Salerno! Qui l'ordine lo tengo ancora io! Si proceda alla votazione per appello nominale del subemendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Bertoli.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 9 Consiglieri hanno risposto NO 34 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri Il subemendamento è respinto.
Consigliere Chiezzi, chiede la verifica del numero legale?



(Voci in aula)



PRESIDENTE

No, non è implicito.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, lei mi ha chiesto se chiedo la verifica del numero legale.
Io le rispondo che ho già chiesto la verifica del numero legale...



PRESIDENTE

Quando ha chiesto la verifica era irrituale.



CHIEZZI Giuseppe

Non mi pare che il Regolamento dica quello. Io le avevo già chiesto la verifica del numero legale, ma lei non l'ha concessa.
Anche questa dichiarazione rimanga a verbale, perché queste violazioni del Regolamento da parte del Presidente spero possano essere sanzionate.



PRESIDENTE

Quando lei ha chiesto la verifica del numero legale, non era possibile concederla.
La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Intervengo sullo stesso argomento del Consigliere Chiezzi. Il Regolamento recita: "Ogni volta che il Consiglio stia per procedere ad una votazione" - mi sembra il caso in questione - "il Presidente verifica se il Consiglio sia in numero legale, dispone l'appello nominale che deve comunque essere effettuato qualora lo richieda un Consigliere".
Vorrei avere dei chiarimenti per quali motivi è stata negata la verifica del numero legale al Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Ritengo che la norma debba essere intesa nel senso che quando ci sono le dichiarazioni si sia già in votazione. Così ho inteso, posso aver sbagliato, ma la mia valutazione è questa.



PAZE' Enrica

Quindi, il numero legale va richiesto prima delle dichiarazioni di voto? Questa è l'interpretazione data dalla Presidenza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1.2.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 27 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, qual è il numero legale?



PRESIDENTE

Il numero legale è 28.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI' 31 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Intervengo sulla votazione dell'emendamento precedente. Vorrei solamente capire se la votazione è valida, in quanto hanno votato solamente 27 Consiglieri.



PRESIDENTE

No, collega, non ho detto che hanno votato solo 27 Consiglieri, ma che sono 27 voti favorevoli e poi ci sono dei Consiglieri che non hanno partecipato alla votazione, che, comunque, la rendono valida.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI' 30 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
3.1) Emendamento presentato dall'Assessore Racchelli: dopo il comma secondo dell'art. 10 della deliberazione legislativa approvata in Consiglio regionale in data 15/12/1999, è aggiunto il seguente comma 2 bis: "2 bis. E' istituito altresì un apposito capitolo con la seguente denominazione: 'Spese per la costituzione della struttura esterna di cui all'art. 1, sempre nell'ambito della dotazione indicata al comma primo".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho l'impressione che questo emendamento sia illegittimo.



PRESIDENTE

La Giunta, avendolo proposto, avrà verificato. La sua dichiarazione comunque, resta a verbale.
Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI' 29 Consiglieri L'emendamento, che diventa art. 3, è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI' 31 Consiglieri La legge è approvata.
I lavori si concludono a questo punto e riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.31)



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