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Dettaglio seduta n.427 del 14/12/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Informo che il Consiglio è stato convocato alle ore 12 per dar modo, a chi lo ritenesse, di partecipare alla Messa in onore del Generale Romano.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Cavallera, Farassino.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Desidero rappresentare al collega Riba le condoglianze dell'aula e mie personali per il lutto che l'ha colpito.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di legge n. 413, di cui al punto 3) all'o.d.g.



SIMONETTI Laura

Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n. 25 Consiglieri anziché 29 (sono in congedo n. 4 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 12.28 riprende alle ore 13.04)


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Propongo nuovamente di continuare i lavori con la proposta di legge n.
413, di cui al punto 3) all'o.d.g., passando all'esame emendamenti all'articolo 2.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n. 30 Consiglieri ed in congedo n. 3 Consiglieri (il Consigliere Goglio non è più in congedo).


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pazé; ne ha facoltà.



PAZE' Enrica

Ripropongo di discutere le interpellanze e le interrogazioni, sia pure brevemente, all'inizio del Consiglio, perché mi sembra che di fatto l'andamento dei lavori faccia venir meno quello che è uno strumento a disposizione dei Consiglieri.
Ho richiesto un prospetto delle interrogazioni e interpellanze, ne risultano circa 1400 in attesa di risposta.



PRESIDENTE

Questo è un problema da affrontare all'interno della Conferenza dei Capigruppo.



PAZE' Enrica

Si era affrontato l'argomento circa un mese fa e si era deciso di destinare mezz'ora di risposta a interrogazioni e interpellanze all'inizio di seduta, ed esaminate l'ordine del giorno a termine della stessa.



PRESIDENTE

Collega, all'ultima riunione lei era presente.



PAZE' Enrica

Non si era deciso per quella seduta in particolare, era stata una decisione riguardante l'andamento dei lavori in generale.



PRESIDENTE

Sono indirizzi, non posso accogliere la sua richiesta. Siamo al punto 3).



PAZE' Enrica

Chiedo che si metta ai voti l'inserimento dell'interpellanza all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Tecnicamente sono in difficoltà, perché non c'è proprio il punto all'o.d.g., in quanto avevamo concordato l'esclusione di interrogazioni e interpellanze dal medesimo.



PAZE' Enrica

Ho qui una lista di interrogazioni a cui la Giunta si era resa disponibile a rispondere dal 6 dicembre.
Non è vero, quindi, che non c'era l'idea, perché il 6 dicembre, la scorsa settimana, l'intenzione esisteva.



PRESIDENTE

Collega, all'ultima riunione lei era presente. Si è trovata un'intesa che non prevedeva interrogazioni e interpellanze. Non c'è l'obbligo di esaminarle, può essere opportuno ma non obbligatorio.
L'ultimo accordo prevedeva, a stragrande maggioranza, l'esclusione di interrogazioni e interpellanze.



PAZE' Enrica

Chiedo l'inserimento, al punto 1) dell'ordine del giorno odierno, della voce: "Interrogazioni e interpellanze".



PRESIDENTE

Per inserire un nuovo punto all'o.d.g. occorre un'iscrizione formale da porre in votazione, e 40 voti favorevoli. E' un nuovo punto, perch l'ordine del giorno non prevede tale voce.
Per valutare se ho inteso bene, se l'aula ha cambiato avviso o meno occorre porre in votazione la proposta della Consigliera Pazé, per la quale occorrono 40 voti.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Normalmente nel foglio compare l'argomento.



PRESIDENTE

Non compare perché in un precedente incontro si è concordato di omettere la voce "Interrogazioni e interpellanze".



PAPANDREA Rocco

Mi permetta di parlare.
Poiché normalmente compare, anche quando i Capigruppo non hanno affrontato la materia, chiedevo come mai lei questa volta ha deciso di ometterla.



PRESIDENTE

Perché non era prevista, era inutile.



PAPANDREA Rocco

Altre volte che non era stata valutata ai Capigruppo, tuttavia era comparsa. Mi chiedo come mai c'è questa novità di farla scomparire anche dalla carta.



PRESIDENTE

Non è una novità in assoluto. Avendo trovato un'intesa di escludere l'argomento, ho ritenuto di non inserirlo.
Si proceda alla votazione, per appello nominale, della richiesta di iscrivere all'o.d.g. il punto relativo alle interrogazioni ed interpellanze.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 11 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri.
La proposta non è accolta.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Trasporti e comunicazioni

Proseguimento esame proposta di legge n. 413: "Promozione del sistema aeroportuale del Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con il proseguimento dell'esame della proposta di legge n. 413, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Siamo all'art. 2, all'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Pazé, con il quale si chiede di cancellare la lettera a).
Erano già stati svolti gli interventi di alcuni colleghi, in particolare dei Consiglieri Riba e Pazé.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Va bene.
2.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: Art. 2 - la frase "i fondi interessati" diventa comma 2.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi, per l'illustrazione.
Scusi, Consigliere Chiezzi, come lei sa, c'è un emendamento presentato dalla Giunta che chiede di aggiungere un comma 2, ma ritengo di doverlo portare all'esame successivamente, perché il suo opera sul comma 1.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il motivo è quello di riferire l'erogazione dei fondi ad entrambe le lettere: la a) e la b). Così come è stato scritto e consegnato in aula l'articolo, pare che l'erogazione, sulla base di un Piano triennale, avvenga solo relativamente alla lettera b); io ritengo debba avvenire sia rispetto alla letta b) che rispetto alla lettera a) perché un Piano triennale deve essere il documento di riferimento per l'erogazione dei fondi, sia per il riequilibrio della gestione sia per il miglioramento e lo sviluppo delle infrastrutture.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Consigliere Chiezzi, credo che potremmo integrare, perché mi sono reso conto, rileggendo il testo del mio emendamento, che recita: "All'articolo 2, aggiungere il comma 2 - 2) Le modalità di erogazione dei fondi sono determinate dalla Giunta regionale in relazione ai programmi di intervento predisposti dalle relative società di gestione ed approvati dai competenti settori regionali. I fondi saranno resi disponibili dal 1° gennaio 2000 qualora sia iniziato, con atto formale il processo di unificazione societaria tra almeno due delle tre società aeroportuali", e quello da voi proposto che questo è possibile. Mantenendo, cioè, la vostra proposta quindi trasformandola in un comma 2, chiedo che, con il mio emendamento venga vincolato - e credo sia all'accordo di tutte le strutture aeroportuali - che i fondi saranno resi disponibili a partire dal 1 gennaio 2000, qualora sia iniziato con atto formale il processo di unificazione societaria tra almeno due delle tre società aeroportuali.
Questo, per fare in modo che, se vogliamo creare un sistema aeroportuale, ci sia un atto formale. L'atto formale può essere anche il semplice incarico da parte delle due società ad un advisor che proceda in questa direzione, valutando le due società e proponendo un percorso per giungere alla società unica, come noi auspichiamo in altre parti della legge stessa.
Se diciamo solo che si deve pervenire ad una società unica e non indichiamo un percorso, è bene vincolare l'erogazione dei fondi al fatto che le società dimostrino, con un atto concreto, di procedere in quella direzione.
Pertanto, se possiamo raccordare i due emendamenti, posso accogliere quello che voi avete presentato, perché concordo sul fatto che ci debba essere il Piano triennale di sviluppo dei singoli aeroporti. Eliminerei "gli accordi commerciali di Piano di traffico tra almeno due degli aeroporti piemontesi", perché sono cose molto vaghe.
Fare un Piano commerciale vuol dire, per esempio, presentare un'ipotesi di pubblicità in comune, e, come elemento, per poter erogare 21 miliardi mi sembra molto debole il fatto che due aeroporti possano studiare una strategia che bypassi la finalità della legge, che è quella di giungere alla creazione del sistema aeroportuale regionale.
Chiedo, pertanto, ai proponenti dell'emendamento se c'è la volontà di modificarlo in questo senso. Io terminerei con: "...il Piano triennale di sviluppo dei singoli aeroporti.", e inizierei un altro periodo con: "I fondi saranno resi disponibili...", che fa parte dell'emendamento della Giunta.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Casoni.
2.4) Emendamento presentato dall'Assessore Casoni: Art. 2 lett. b) cancellare da "i fondi..." fino alla fine del comma.
Aggiungere comma 2: "2.1 I fondi vengono erogati sulla base di un piano triennale di sviluppo dei singoli aeroporti, approvato dalla Giunta regionale e saranno resi disponibili dal 1° gennaio 2000 qualora sia iniziato, con atto formale, il processo di unificazione societaria tra almeno due delle tre società aeroportuali".
Con la presentazione di questo emendamento, comunico il ritiro dell'emendamento 2.3), presentato dalla Giunta.
La parola al Consigliere Chiezzi che ha chiesto di intervenire.



CHIEZZI Giuseppe

Intenderei proporre un subemendamento a questo emendamento: dopo le parole "sulla base di un piano triennale di sviluppo", si aggiungano le parole "in coerenza con il piano regionale dei trasporti", in modo che, pur con tutti i limiti e omissioni vigenti, almeno in legge si tengano fermi i percorsi e le coerenze di programmazione. Il Piano triennale deve, per forza di cose, star dentro un Piano regionale di trasporti.
Oggi segnalo all'Assessore che sta gestendo l'Assessorato in violazione quotidiana di ogni norma di legge, lui e tutti gli Assessori. Vivete tranquilli, non mi sembra che vi danniate.
Senza un Piano regionale di sviluppo non dovreste, a norma di legge fare nulla, nulla di quello che fate. Continuate a farlo perché le leggi si sa, a volte, a seconda dei Governi, sono solo dei manifesti da tenere attaccati alla parete. Almeno sul manifesto, però, lo si scriva. Non è che scrivendolo non ci saranno i Piani triennali di sviluppo con i relativi finanziamenti. Saranno finanziati, predisposti, ma almeno scriverlo nella legge, Assessore.



PRESIDENTE

Chiedo alla Giunta di esprimersi sul subemendamento testé presentato dal Consigliere Chiezzi.
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Colgo lo spirito col quale viene presentato, però se noi vincoliamo il Piano triennale al Piano regione di sviluppo e al Piano regionale dei trasporti, questi fondi probabilmente non saranno erogati nell'anno 2000 ma si prevederà di erogarli negli anni successivi.
Per quanto mi compete, quindi, sapendo che questi fondi sono necessari non ritengo di doverlo legare, perché altrimenti dovremmo aspettare tutte le procedure degli altri atti per poter applicare poi un Piano triennale del sistema aeroportuale. Tra l'altro, questa è una prospettiva che è nata anche ultimamente in base agli sviluppi del traffico aereo, quindi dobbiamo anche, secondo me, essere abbastanza agili a permettere alle nostre strutture aeroportuali di aggiornarsi in tempi possibilmente rapidi.
Come ho concordato sul Piano triennale aeroportuale che ci deve essere non intenderei legarlo sine die ad altri Piani, dei quali non conosciamo i tempi di attuazione.



PRESIDENTE

La Giunta ha espresso una valutazione contraria. Desidera mantenere la sua richiesta, Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

No.



PRESIDENTE

Considero ritirato l'emendamento a firma Chiezzi del comma 2.
Ho dato notizia dell'emendamento della Giunta. Prima di portare in votazione quell'emendamento, devo chiedere l'attenzione dell'aula sull'emendamento presentato dalla Consigliera Pazé.
2.5) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazé: al punto b), dopo le parole "piano triennale di sviluppo" inserire "coordinato tra i tre aeroporti" ed eliminare le parole "dei singoli aeroporti".
La parola alla Consigliera Pazé per l'illustrazione.



PAZE' Enrica

Essendo questa una legge che si pone l'obiettivo di promuovere un sistema aeroportuale, il piano triennale deve essere elaborato tenendo presente la realtà dei tre aeroporti, non un piano triennale di sviluppo di ogni singolo aeroporto.
Mi sembra che questa osservazione sia in linea con lo spirito della legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Anche in questo caso, è vero quello che lei dice, però dobbiamo porci nell'ottica che vi sono tre aeroporti posizionati sul territorio regionale due dei quali possono essere tra loro "sinergici", ma il terzo, quello di Biella, lo potrebbe essere molto più difficilmente, perché territorialmente è più vicino a Malpensa, quindi potrebbe avere meno interesse nei confronti di un'operazione di questo tipo, né possiamo obbligare una società e vincolare i fondi degli altri due aeroporti, perché se, per esempio, Biella si dissociasse e non intendesse aderire ad un piano di sviluppo, gli altri due aeroporti non potrebbero a quel punto associarsi, ed è per quello che noi diciamo: "In un'ottica d'integrazione, i soldi li diamo a chi inizia i processi di unificazione", quindi, per forza, dovranno fare dei piani che siano in sinergia perché, se tendono ad unificare le società, non possono fare dei piani che vadano ognuno per suo conto.
Questo è quel che terremo in considerazione, però è lo stesso discorso di prima: se intendiamo rendere velocemente disponibili questi soldi c'è una sola strada, e mi sembra che le strutture ci chiedano di renderli disponibili velocemente. Se vogliamo invece ritardarne la disponibilità o mettere delle barriere che non permetteranno di andare avanti, sia chiaro che ci vorrà del tempo prima che i tre aeroporti decidano tutti e tre insieme. Questo è il motivo per cui indichiamo la prospettiva dell'unificazione di almeno due dei tre, perché sappiamo che tra due di loro ci può essere una sinergia più facile, mentre con il terzo la sinergia può essere più difficile: a Biella è più conveniente andare a Malpensa che venire a Torino, quindi presumo che per loro sia più interessante concentrarsi sullo sviluppo verso Malpensa, secondo quanto è emerso quando esponenti della Provincia e del Comune di Biella hanno partecipato all'audizione su questa legge. Quindi, manterrei il testo così com'è perché sappiamo qual è la finalità vera di questa legge: disgiungere sostanzialmente una società unica tra Caselle e Levaldigi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

A me non sembra che l'emendamento debba necessariamente ostacolare.
Nessuno vuole imporre a Biella di modificare le proprie strategie e di appoggiarsi su Caselle piuttosto che su Malpensa. Però, proprio nell'ottica del fatto che si parla di sistema futuro del Piemonte, volevo dire che il piano triennale può tenere in considerazione che Biella, per la sua localizzazione, per la sua storia, per le dimensioni dell'aeroporto, si orienterà più verso Malpensa, però si mantiene questa unità regionale tra i tre aeroporti, altrimenti si rischia veramente di fare una legge in cui Biella viene tagliata fuori, sebbene si fosse parlato anche della necesità sia pure in misura ridotta, di favorire questo aeroporto, che comunque risponde ad una serie di esigenze. Non penso che Biella si opponga, cioè decida di bloccare i fondi di Caselle o degli altri...



(Commenti in aula)



PAZE' Enrica

No, perché il piano è un piano unico, cioè devono trovarsi e dire: ciascuno avanzerà le esigenze del suo aeroporto, però si possono più facilmente individuare delle sinergie, delle strategie comuni, o delle necessità che vanno coperte in questo modo, il che mi sembra conforme allo spirito della legge. Non credo che questo ritardi l'erogazione dei fondi.
Anzi, semmai può esserci un incentivo per un aeroporto un po' più lento degli altri a prendere una decisione e ad assumere un piano di sviluppo che, altrimenti, dilazionerebbe nel tempo, ritardando così l'erogazione dei fondi a beneficio degli altri due aeroporti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Vorrei tranquillizzare la Consigliera Pazé. Interpretando bene lo spirito della legge, questa è una legge che dà a tutti pari opportunità perché parla sempre di tre aeroporti, parla di opportunità, parla di piani di sviluppo dei singoli aeroporti, e dice che avranno accesso ai fondi coloro che inizieranno dei processi di unificazione tra almeno due di loro.
Possono essere tre, possono essere due (per esempio, Torino e Biella Torino e Levaldigi, Levaldigi e Biella), perché non indichiamo quali, per vincoliamo l'erogazione dei fondi, visto che sono fondi regionali, al presupposto che seguano una politica regionale.
Faccio un'ipotesi: se Biella decide di operare uno sviluppo a favore di Malpensa, ho dei dubbi, come Regione Piemonte, ad erogare dei fondi regionali ad una società che è controllata dal Comune di Milano e dalla Regione Lombardia. Però vogliamo conoscere i piani, e se Biella avrà interesse ad entrare nel sistema aeroportuale piemontese, si troverà nelle stesse condizioni degli altri per farlo.
E' un atto di volontà che deve esprimere la singola realtà aeroportuale territoriale.
Se Biella dicesse di essere d'accordo ad unificarsi a Torino e a Levaldigi, e quindi ad attuare un processo unico, ma se poi non lo fa, cosa facciamo noi? Non eroghiamo i fondi agli altri due? Conosciamo le condizioni territoriali e possiamo pensare a quello che sarà lo sviluppo di questa legge. E' questo il motivo per cui prima parlavo di Caselle e di Levaldigi: territorialmente, sono quelli che probabilmente hanno più interesse a farlo. Però, se Biella vuole partecipare è più che legittimo, la legge glielo permette, non nega qualsiasi opportunità a qualcuno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliere Suino.



SUINO Marisa

Credo che le difficoltà stiano nel fatto che questo provvedimento soprattutto prima degli emendamenti presentati dalla Giunta, è un provvedimento che ha delle oggettive difficoltà, anche di stesura. E' limitato da diversi punti di vista e pesa sull'insieme il fatto che comunque, come istituzione, paghiamo il ritardo nel merito del Piano regionale di sviluppo e del Piano regionale di trasporti.
Credo che questi siano un po' i pre-requisiti che hanno portato molti colleghi a presentare emendamenti. Di fatto, però, credo anche che l'emendamento del quale si sta parlando sia superato dall'emendamento che è stato presentato adesso dalla Giunta, poiché anche noi, ragionando su quell'emendamento prima di leggere quello che lei ha presentato pochi attimi fa, abbiamo avvertito la necessità di esplicitare meglio il concetto dell'integrazione e del coordinamento tra i tre aeroporti.
Di fatto l'emendamento presentato ribadisce sostanzialmente che è inserito nel piano triennale e che almeno due delle tre società aeroportuali devono tendere a questo processo di unificazione.
Tenuto conto che l'art. 2, pur nei suoi limiti, si basa su un concetto di pari opportunità, probabilmente l'esito finale, con questo ultimo emendamento, ci porta a superare la necessità di quegli emendamenti specifici che erano stati presentati nella seduta precedente. Credo quindi che siano cadute quelle motivazioni; continuano a permanere delle perplessità e delle preoccupazioni, ma nello specifico dell'art. 2 credo che l'emendamento presentato consenta di superare lo specifico problema che avevamo individuato sul comma 1-B in particolare. Quindi, l'aggiunta di quell'emendamento all'art. 2, lettera B), dovrebbe dare le garanzie che ricercavamo attraverso quegli emendamenti.
Questo è il parere che riteniamo di esprimere.



PRESIDENTE

Consigliera Pazé condivide questa impostazione?



PAZE' Enrica

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

D'accordo.
Resta quindi l'emendamento della Giunta che è stato puntualizzato, nel senso che non si parla più del 1° gennaio 2000 (scadenza molto vicina), ma dell'anno 2000: "saranno resi disponibili dall'anno 2000".
Se non ci sono dichiarazioni, lo pongo in votazione.



CHIEZZI Giuseppe

No, no.



PRESIDENTE

Prego.



CHIEZZI Giuseppe

Non capisco questa novità dell'anno. Perché si è cancellato "dal 1 gennaio"?



CASONI William, Assessore ai trasporti

Per motivi di variazione di bilancio.



CHIEZZI Giuseppe

Ma saranno disponibili dal 1° gennaio, non saranno erogati il 1 gennaio! Sono disponibili dal 1° gennaio, ma per la miseria! Saranno erogati magari il 20 ottobre, ma sono disponibili dal 1 gennaio! L'anno 2000 finisce il 31 dicembre, per cui chiunque può dire: "siamo ancora nel 2000, aspetta ancora una settimana".



CASONI William, Assessore ai trasporti

Io sono d'accordo; ce lo hanno chiesto gli uffici. Io non ho problemi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Invitiamo anche noi l'Assessore a ritornare sulla formulazione precedente, anche perché non siamo in presenza di "saranno erogati", ma siamo in presenza di "saranno disponibili". Allora, una delle condizioni essenziali è la garanzia della disponibilità perché possa avviarsi quel processo. Garanzia senza la quale è evidente che le società interessate non possono nemmeno addivenire ad una concertazione che dia delle garanzie almeno la disponibilità deve essere esplicitata in legge. Quindi anche per noi è un fatto indiscutibile.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie questa osservazione, se ho inteso bene.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Voglio solo precisare che io l'avevo già formulato così, come potete vedere dal testo originario. Questa richiesta ci è stata fatta dagli uffici; però io sono d'accordo con questo spirito e accetto la modifica "dal 1° gennaio 2000".



PRESIDENTE

Mi pare che sia più chiaro. Lo pongo in votazione.



SUINO Marisa

Quindi vale il precedente emendamento?



PRESIDENTE

Sì.
Pongo in votazione l'emendamento 2.4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 2, così emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 25 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 3.1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: sostituire le parole "può acquisire" con le parole "acquisire entro sei mesi".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sentiamo la Giunta.



CASONI William, Assessore ai trasporti

La Giunta è contraria perché intende lasciare la facoltà di decisione a quel momento. Con questa modifica si obbliga ad acquisire delle quote. Tra l'altro la Regione è già nelle quote sia di Caselle sia di Levaldigi; non capiamo cosa significhi aumentare le quote di partecipazione nelle società.
Cioè può in caso di determinate situazioni, però la Regione è già nelle quote di Levaldigi ed è già nelle quote della Sagat. Questo dipenderà dai Consigli d'amministrazione, dall'opportunità che i Consigli d'amministrazione individueranno di aumentare delle quote. Se nascerà un progetto di sistema aeroportuale unificato, si valuterà qual è l'ingresso che viene richiesto alla Regione Piemonte. Faccio solo presente, perch forse non abbiamo la cognizione delle operazioni che stanno avvenendo specialmente su Caselle, che l'acquisizione di quote del 42% da parte del socio privatizzato di SAGAT comporterà un esborso per la Regione pari perlomeno all'80% di quello che sarà il ricavo delle quote vendute con il semplice aumento di capitale. Quindi stiamo entrando in meccanismi societari che valuteranno probabilmente queste società nell'ordine di 260 270 miliardi di lire. Quindi, quando si tratterà di fare eventuali aumenti di capitale, secondo me sarà bene ponderare, oltre a quelle quote che già deteniamo. Noi siamo già rappresentati nei tre soggetti.



CHIEZZI Giuseppe

Che quota abbiamo?



CASONI William, Assessore ai trasporti

Abbiamo l'11% a Levaldigi, adesso avremo l'8% in Sagat e a Biella abbiamo il 15% circa, allo stato attuale. Siamo presenti in tutti e tre i Consigli d'amministrazione con nostri membri designati. Io però non posso dire "entro sei mesi si acquisisce". Come, quali quote, per quale progetto: questa sarà una valutazione che io lascerei la facoltà di fare, pur condividendo nello spirito la proposta. Se ci fossero da erogare dei fondi perché finalmente si giunge alla società unica, io sarò il primo a essere favorevole, qualora questo progetto sia quantificato e però anche monetariamente quantizzato, perché qui potremmo parlare di 2 miliardi come di 100 miliardi, non è un'operazione che oggi sia quantificabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Caro Assessore, l'impressione che sto ricavando è quella che lei stia subendo questa legge. E' un'impressione, io gliela propongo: ho l'impressione che lei sia di fronte a una legge che bene o male deve acquisire, deve discuterne, ma che non è farina del suo sacco.
Allora, se le cose stanno come lei dice non c'è nessun bisogno di questo art. 3. Che bisogno c'è di scrivere che la Regione può fare qualcosa? La Regione può fare tutto quello che crede, non c'è bisogno di scrivere "la Regione può". Ma se scrivo, vuol dire che prendo la decisione che voglio fare, non scrivo "posso fare", altrimenti potrei fare migliaia di leggi in cui descrivo tutto quello che potrei fare.
Questo articolo, visto che la Regione ha già delle quote, ha un senso se diventa un articolo in cui si dice che decido, come Regione Piemonte, di acquisire quote entro sei mesi al fine di favorire la costituzione di un'unica società, ma di questo bisogna essere sicuri, perché se non se ne è sicuri, allora sembra che questa legge sia preparata da qualcun altro. Lei è di Cuneo come me...



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Lei è di Cuneo come me, l'ho già detto tante volte! Siamo tutti e due di Cuneo, ed allora sembra che lei, essendo di Cuneo, non può dire di no a Levaldigi, ma non assuma questo atteggiamento: se non crede a questo, lo dica. E proponga la cancellazione dell'art. 3.
Se invece crede che la strada indicata da questa legge sia quella di formare un'unica società e sia una strada non che può essere perseguita, ma che la Giunta intende perseguire, allora si scriva: "La Regione entro sei mesi acquisisce al fine di favorire la costituzione di un'unica società".
Questo non la obbliga ad acquisire comunque, perché nell'articolo è scritto: "Acquisisco al fine di favorire l'unica società". Se quel fine non c'è, questo articolo non obbliga ad acquisire, è un'acquisizione finalizzata ad un progetto di società unica. Se lei crede a questo progetto di società unica dirà di sì all'emendamento, e non rischia nulla tranne l'indicazione dell'obiettivo che lavora per la società unica (poi potrà lavorare portando a casa l'obiettivo o no), ma intanto afferma: "Lavoro convinto per la società unica ed entro sei mesi farò questo passo". Per non lo assumerei, Assessore, altrimenti sembra che questa legge la si approvi perché siamo tutti di Cuneo e ci vogliamo tutti bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Credo che non sia ipotizzabile, Assessore, disprezzare questo emendamento, anche perché, dal momento in cui la Regione dovrà in qualche modo acquisire delle quote, dovrà farlo di nuovo attraverso una proposta di legge.
Però, se si parla di acquisire delle quote, le si può acquisire o no.
Comprendo i termini della sua spiegazione. Se però l'acquisisce, pu acquisirne una o mille. Quindi acquisisce entro sei mesi una quota, dieci quote o cento quote; anche con l'acquisizione di una sola quota, i termini di questo articolo non vanno in crisi.
Tuttavia il progetto dell'Assessorato, al di là della proposta di legge che la Provincia di Cuneo ha formalizzato, è quello di costituire il sistema aeroportuale unico. Quindi la finalità è quella, il progetto va in quella direzione. Allora, se va in quella direzione, dire che acquisisce una o cento quote non ha importanza, perché quel che conta è che, entro sei mesi, si realizzi il progetto dell'Assessore e della Giunta regionale in merito al sistema aeroportuale unico in Piemonte. Quindi potrebbe essere questo lo stile di questo articolo, che non giustificherei diversamente: dire che acquisisce entro sei mesi è un impegno. E' un impegno di lavorare insieme su un progetto di governo...



(Brusìo in aula)



PEANO Piergiorgio

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PEANO Piergiorgio

No, no, non è un problema di Commissioni o di altre cose! Perché è un problema di Commissione?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, parlate nel microfono, diversamente non sentiamo niente di quello che si dice.
Prego, Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Se l'art. 3 rimane, Assessore, le consente come Giunta, con atti successivi che non sono più di legge, ma con atti deliberativi della Giunta, di acquisire delle quote. E' giusto questo? Lo deve dire lei se è giusto oppure no.
Se questo passaggio è possibile, l'art. 3 deve rimanere, perché le consente libertà di movimento successivamente. Se non c'è questo articolo non le consente gli atti successivi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Vorrei fare un'osservazione al Consigliere Chiezzi, che dice a me che non voglio questa legge, ma gli dimostro che forse non la vuole lui.
Collega Chiezzi, se accogliessi questo emendamento cosa succederebbe? Noi oggi abbiamo tre leggi che attuano la partecipazione della Regione alle società aeroportuali. Per modificare una sola di queste azioni, dobbiamo fare dei disegni di legge per ognuna di esse, mandarli nelle relative Commissioni, perché altrimenti non si abrogano le leggi vigenti di partecipazione della Regione nei tre aeroporti, quindi, in base a quelle leggi, per modificare una sola azione o farla, dovremmo seguire la procedura che abbiamo attuato con SAGAT, iniziata nel gennaio di un anno fa per giungere a compimento un mese e mezzo fa, quindi durata nove mesi.
Questo va fatto con ognuna delle tre società.
Quindi lo spirito di questa legge è di voler effettivamente sbloccare dal primo gennaio, dei fondi per gli aeroporti, e di non porre, come dicevo prima, degli ulteriori paletti. Secondo l'emendamento, la Regione pu acquisire quote di partecipazione, ma non si può dire "entro sei mesi" perché se entro sei mesi questo non succede, come possiamo farcela in sei mesi quando, nel caso della SAGAT, ci abbiamo impiegato un anno? Siamo in presenza, come sappiamo tutti, di un turno elettorale. Questa mi sembra veramente una richiesta che frena l'iter di questa legge.
Condividendo lo spirito della società unica, che vincolo all'erogazione dei fondi, se questi signori vogliono i fondi, devono procedere nel senso della società unica, ho legato questa impostazione ad un motivo molto più sostanziale, dicendo: "Se non vi unificate, non avrete i soldi".
L'emendamento mi sembra una vera e propria forzatura sull'unificazione societaria, non tanto l'acquisizione delle quote regionali, perché sono convinto che, per attivare i 21 miliardi, perlomeno due delle tre società aeroportuali, tra una settimana, inizieranno già questa procedura per poter sbloccare i fondi ed ottenerli. E' questa la vera realtà.
Siccome mi sento dire, come Assessore cuneese, che metto dei paletti affinché non siano erogati velocemente i fondi, voglio segnalare che questa procedura, anziché dare una facoltà, intenderebbe introdurre un obbligo che, come Assessore, sono sicuro di non poter rispettare. Non posso accettare una tempistica che so che non sarà resa possibile dagli eventi farei un torto al il mio pensiero e alla mia esperienza di governo. Sono d'accordo a mantenere lo spirito secondo cui si può fare, ma valutiamolo nei momenti opportuni, così come abbiamo valutato la privatizzazione della SAGAT.
Potevamo scrivere due anni fa che potevamo privatizzare la SAGAT? L'abbiamo valutata nel momento in cui ci è stato presentato un progetto di privatizzazione ed abbiamo deciso in Consiglio di procedere in quella direzione. Ora mi sembrerebbe più logico non forzarlo in un articolato di legge. Nessuno più di me spinge per l'unificazione: è per quello che io ho detto che dal 1º gennaio i fondi saranno disponibili, ma a quelle condizioni.
Poiché sappiamo che i fondi sono ambiti dalle società aeroportuali, se queste vorranno i fondi, dovranno procedere nella direzione dell'unificazione; diversamente, non li avranno.
Mi sembra che lo spirito sia molto chiaro per giungere all'unificazione. Se poi i fondi non saranno sufficienti e qualcuna delle società ci sottoporrà un piano di acquisizione quote, lo valuteremo al momento opportuno, individuando l'organo competente a farlo; senz'altro, in quel caso, è un'operazione che andrà fatta.
L'acquisizione di quote può anche voler dire l'acquisizione di una sola quota, e allora mi domando che significato possa avere; oppure si potrebbe scegliere un'altra strada.
Oggi, a privatizzazione avvenuta, noi avremo l'8% della SAGAT; la quota di differenza dall'8 al 51% ammonta a circa 85 miliardi. Se la SAGAT un giorno decidesse di non unificarsi, noi dovremmo fare un'operazione di acquisizione quote per poter determinare il controllo totale della società di 85 miliardi. Possiamo anche farlo, ma propongo di rimandare la decisione a quel momento.
Questo è il mio pensiero, ragionando e sulla base dell'esperienza che mi è derivata dall'anno e mezzo che governo queste materie. Ho visto i tempi e le procedure che hanno: scrivere in legge una cosa che io, per primo, so non essere poi attuabile nei tempi e nelle modalità previste quando non sappiamo se è una quota da 1.000 lire o se è una quota da 80 miliardi, non mi sembra opportuno. Ritengo che il tutto debba essere rimandato al momento in cui potrà essere presa una decisione in merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consiglieri Chiezzi, e poi il Consigliere Peano.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente e anche l'Assessore, al quale faccio rilevare che esistono dei concetti che sono reversibili. Se dico che "A è uguale a B", posso anche dire che "B è uguale ad A": è un concetto reversibile. Non è però reversibile il concetto "nel più sta il meno", perché non posso dire "nel meno sta il più", che è un po' quello che lei ha cercato di dire.
Lei ha affermato che, in realtà, il sottoscritto non vorrebbe questa legge. Lei dice: "Lei, caro Chiezzi, questa legge non la vorrebbe, perch propone di acquisire. Ma lei sa, Consigliere Chiezzi, cosa vuol dire acquisire? Sono tempi lunghissimi".
Certo, ma sono i tempi necessari, che non sono quelli citati. Tuttavia questi tempi sono comunque inferiori a quelli dell'altra procedura che lei propone, cioè di non decidere di acquisire adesso, ma solo di segnalare la possibilità di farlo successivamente.
Ripeto: nel più sta il meno, ma nel meno non ci può stare il più.
La mia è la via più breve; la sua è più lunga. Se uno dei due pu essere sollecitato ed ipotizzato come un rallentatore, questo è lei, non certo io.
Inoltre lei dice: "Attenzione, e se poi non si acquisisce?". Se così non fosse, questa Giunta regionale è comunque piena di inadempienze l'ultima delle quali ieri sera a Morano Po, dove si è tenuta un'assemblea con cento lavoratori che rischiano il posto di lavoro.
La Regione Piemonte aveva, come Consiglio e come Giunta, votato un ordine del giorno sulla questione di Morano Po per istituire un tavolo di coordinamento regionale, ma non l'ha istituito. Ieri sera cento lavoratori hanno fatto la loro assemblea con il loro Sindaco, ma l'Assessore Pichetto non c'era, ed è emerso che la Regione ha fatto niente.
Quindi se la sua preoccupazione è quella, tutti i giorni accade questo.
La decisione, quindi, non è tanto sul tempo, perché: si vuole portare ad un anno? Si vuole acquisire entro un anno? Al limite: non si vuole fissare un tempo (male)? Rimanga almeno la decisione: "acquisisce al fine della società unica". Se non scriviamo questo, veramente è una legge incompleta.
Scriviamo almeno questa svolta nell'attività della Regione: sistema aeroportuale, società unica, la Regione acquisisce. Scriviamolo, sperando che non si ripeta più una situazione come quella di Morano Po, rispetto al quale abbiamo scritto e poi non si è concluso niente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano che aveva chiesto di fare una dichiarazione.



PEANO Piergiorgio

Presidente, non vorrei aggiungere ulteriori preoccupazioni all'Assessore, ma a me pare di cogliere questo fatto: l'acquisizione di quote societarie, sia per la SAGAT, sia per Levaldigi, sia per Biella Cerrione, oggi, senza la presenza di un sistema aeroportuale, costringe la Giunta ad un certo percorso, cioè quello di predisporre una legge per acquisire delle quote, con il conseguente iter procedurale: Commissioni Consiglio e così via.
Avendo oggi una legge, che viene approvata in Consiglio e che consente alla Regione di acquisire delle quote, credo che da questo momento in poi il tutto diventi un fatto gestionale della Giunta, senza più ulteriori passaggi legislativi. Quando il bilancio con il relativo capitolo viene approvato, quando viene inserita l'acquisizione di quote, gli atti deliberativi susseguenti verranno fatti non più attraverso leggi, ma attraverso atti deliberativi.
Credo che sia questo il percorso proposto con questa legge. Poi - per carità, Assessore - se rimane "può acquisire" o "acquisisce", non è un problema mio personale: valuti lei se accogliere o meno l'emendamento, non voglio assolutamente provocarle ulteriori difficoltà.
A me pareva, però, che il fine del sistema aeroportuale fosse quello di acquisire veramente delle quote, quindi che si trattasse di acquisire e non della possibilità di acquisire, perché se la Regione, negli anni acquisisce realmente delle quote - una o tante che siano - è un percorso che aiuta sicuramente a concludere al più presto il sistema aeroportuale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Se questo può tranquilizzare, potrei anche sostituire "può acquisire" con "acquisisce", ma il termine temporale può far insorgere dei dubbi. Dire oggi che si acquisiscono delle quote entro sei mesi significa dire delle cose, sapendo a priori che non sarà possibile, per cui faremmo una legge sapendo che non è attuabile.
Se il concetto è invece quello di dire che la finalità è quella del sistema aeroportuale - l'ho detto sin dall'inizio - sono d'accordissimo.
Il mio intendimento - se eventualmente competerà a me da qui alla fine della legislatura o a chi competerà nella nuova legislatura - sarebbe quello di erogare anche tutti i fondi a disposizione al fine di arrivare a questo obiettivo; però, oggi, non so quanti sono, dove sono e quali saranno le richieste. Per queste ragioni chiedevo di omettere dei termini temporali, per evitare di correre il rischio, da un lato, di accelerare e dall'altro, di frenare.
Se si vuole sostituire il "può acquisire" con "acquisisce quote di partecipazione delle società aeroportuali anche al fine di favorire la costituzione...", trasformo la facoltà in obbligo.
Chiederei, pertanto, al Consigliere Chiezzi di non imporre alcun limite temporale. Sarà poi lui, o chi lo riterrà dei Consiglieri, qualora non si sia ottemperato, a chiedere che si adempia ad un concetto espresso in legge. Se è d'accordo, io proporrei questa mediazione, che mi sembra una mediazione ragionevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi, per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, cambio l'emendamento. L'emendamento è subemendato dai proponenti, togliendo "entro sei mesi".
Rimanga a verbale, però, che dal punto di vista politico rimane una nostra richiesta, che non è messa ai voti, in modo che poi l'Assessore non possa dire che noi ritardiamo. E' lui che ha chiesto di ritardare.
Chiederei, ancora, un chiarimento all'Assessore, cioè la sua disponibilità ad accettare anche l'emendamento successivo, togliendo "anche", ma lasciando "al fine di...". Così facendo, l'emendamento è così corretto: tolgo le parole "entro sei mesi".



PRESIDENTE

La Giunta come si esprime sulla modifica dell'emendamento?



CASONI William, Assessore ai trasporti

Sono favorevole.



PRESIDENTE

Pongo, pertanto, in votazione l'emendamento del Consigliere Chiezzi accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 39 voti favorevoli.
3.2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: All'art. 3 togliere la parola "anche".



CASONI William, Assessore ai trasporti

Lo accolgo.



PRESIDENTE

Pongo, dunque, in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 39 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3, così emendato.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI' 32 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: All'art. 4 sostituire le parole "dovrà essere" con la parola "è".
4.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: All'art. 4, togliere la parola "anche".
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

In questo caso è un problema di legittimità, perché io non so se noi possiamo sostituirci alla volontà delle tre società attuali. Noi stiamo marciando in una direzione, ma dire che "è" è diverso dal dire che "il fine è". Se noi modifichiamo con questo emendamento, risulta: "Entro il termine del triennio successivo all'entrata in vigore della presente legge, il sistema aeroportuale piemontese è costituito anche attraverso la previsione di una Società unica degli Aeroporti piemontesi".
Mi chiedo: se una delle tre società non intende costituirlo, cosa succede?



PRESIDENTE

Si potrebbe dire: "verrà", nei limiti in cui ciò sia possibile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'osservazione non è priva di fondamento, ma non è priva di fondamento anche l'osservazione per cui non ha senso scrivere in una legge "dovrà". Il tempo futuro, in una legge, è un modo non corretto di porre la norma. Nel poco tempo che ho avuto a disposizione, ho provato a sostituirlo con l'indicativo presente, che però genera dei problemi. Occorre, in ogni caso sostituire il testo attuale con un presente indicativo che funzioni.
Propongo di fare un minuto di sospensione, perché la correzione va fatta.



PRESIDENTE

Si sta provvedendo anche senza sospensione, Consigliere.
Dopo una breve consultazione, ritengo ci possa essere un'ipotesi di soluzione del problema.
Leggo, pertanto, il nuovo emendamento all'art. 4: 4.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: All'art. 4, dopo la parola "legge" inserire "è istituito" ed eliminare le parole "dovrà essere costituito".
Tale emendamento permette di ritirare quelli precedenti.
Pongo in votazione l'emendamento accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 25 voti favorevoli 25 L'art. 4 è approvato.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Gallarini)



PRESIDENTE

Consigliere Gallarini, contesta la votazione?



GALLARINI Pier Luigi

Sì, vista l'esperienza della volta scorsa chiedo l'appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4, così emendato.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini e Mancuso: L'articolo 5 è sostituito dal seguente: "Articolo 5 1. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata, per il triennio 2000-2002, la spesa complessiva di lire 21 miliardi ripartite in quote annuali di lire 7 miliardi.
2. Nello stato di previsione della spesa per l'anno 2000 sono istituiti appositi capitoli con le seguenti denominazioni e le dotazioni a fianco indicate: "contributi alle Società Aeroportuali di Torino Caselle, di Cuneo Levaldigi e di Biella Cerrione per il riequilibrio della gestione" e con la dotazione "per memoria"; "Contributi alle Società Aeroportuali di Torino Caselle, di Cuneo Levaldigi e di Biella Cerrione per il miglioramento e lo sviluppo delle infrastrutture " e con la dotazione di lire 7 miliardi.
3. Alla copertura degli oneri, per l'anno finanziario 2000, si provvede mediante riduzione, di pari importo, del capitolo n. 27170.
4. La dotazione per gli anni 2001 e 2002 viene definita i sede di predisposizione dei relativi bilanci e, nella stessa sede, si provvede alla copertura degli oneri finanziari".
5.1) Subemendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Gallarini Manica, Pazé, Toselli e Chiezzi: All'art. 5, comma 2, le parole "per memoria" sono abrogate e sostituite con "di lire 1 miliardo". Alla fine del comma 2, le parole "7 miliardi" sono sostituite le parole "6 miliardi".
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Sono favorevole.



PRESIDENTE

Pongo, pertanto, in votazione il subemendamento 5.1) dei Consiglieri Viglietta, Gallarini, Manica, Pazé, Toselli e Chiezzi, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento 5.1) sostitutivo dell'art. 5, presentato dai Consiglieri Gallarini e Mancuso, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
L'art. 5 è approvato.



CHIEZZI Giuseppe

Con quanti voti?



PRESIDENTE

Con 29 voti favorevoli.



CHIEZZI Giuseppe

Non ci sono, Presidente! Io eccepisco. Come ha fatto prima il Consigliere Gallarini, eccepisco anch'io, Presidente!



PRESIDENTE

Lei chiede la verifica?



CHIEZZI Giuseppe

Eccepisco sulla votazione come ha fatto un minuto fa il collega Gallarini.



PRESIDENTE

Ripetiamo la votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI' 30 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Effettivamente non erano 29, ma addirittura 30.



PRESIDENTE

PAPANDREA



PRESIDENTE

Sì, con tutti quello che sono rientrati dopo!



CHIEZZI Giuseppe

Sono rientrati in cinque!



PRESIDENTE

Passiamo ora alla votazione dell'intero testo.
La parola al Consigliere Peano per dichiarazione di voto.



PEANO Piergiorgio

Soltanto per dire che noi voteremo...



(Proteste della Consigliera Suino per il comportamento dei Consiglieri della maggioranza)



PEANO Piergiorgio

Signor Presidente, chiediamo un po' di rispetto da parte dell'aula nei confronti di chi interviene!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Per favore, Consiglieri. Cercate di restare ai vostri posti e di prestare attenzione.



PEANO Piergiorgio

Grazie Presidente, anche perché questa è una legge che ha la sua importanza; è una legge che tutti quanti noi in quest'aula abbiamo condiviso e maggioranza e minoranza hanno contribuito oggi al raggiungimento di una conclusione positiva di questo articolato. Con tante difficoltà perché sono emerse anche in aula differenze e problematiche: un sistema aeroportuale piemontese che non si configurava all'interno del piano di sviluppo regionale e all'interno del piano dei trasporti, ma che comunque prendeva piede per la prima volta.
Ringraziamo quindi coloro che hanno contribuito (la Provincia di Cuneo e altri) alla predisposizione di questo disegno di legge, l'hanno inoltrato e avviato alla Regione Piemonte; ringraziamo il Consiglio regionale che oggi nella sua interezza lo ha portato a conclusione.
Si tratta per la Regione Piemonte di un progetto di estrema importanza perché istituire e costituire un sistema aeroportuale era ancora uno degli elementi essenziali e importanti che mancava alla nostra Regione. Stiamo discutendo di sistema globale, integrato, complessivo a tutti i livelli ed al sistema aeroportuale mancava ancora una normativa che fosse conclusiva che fosse in prospettiva importante e interessante. Certo, come dice l'art.
4, si avvia un processo che vorrà vedere tutti e tre gli aeroporti interessati alla costituzione della società...



(Forte brusìo in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Peano, le chiedo scusa, ma vorrei richiamare l'aula a un minimo di attenzione agli interventi che vengono svolti!



PEANO Piergiorgio

Presidente ho concluso, così lascio l'aula nella sua labilità, nella sua fragilità, nella sua difficoltà di attenzione, ma non importa Presidente.
Devo soltanto dire che da parte del nostro Gruppo ci sarà il voto favorevole a questa legge e ringraziare ancora quanti hanno contribuito anche la minoranza, per raggiungere questo importante obiettivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Chiezzi ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Alla fine dobbiamo ringraziare la Provincia di Cuneo per aver proposto questa legge di promozione del sistema aeroportuale del Piemonte. Senza questa iniziativa il Consiglio regionale probabilmente non avrebbe affrontato questo tema, vista la latitanza della Giunta. Purtroppo questo tema è stato affronto sulla base di una proposta avanzata da una Provincia che per istituto non ha possibilità di individuare politiche complesse di livello regionale, però è una Provincia, quella del sud del Piemonte, che rappresenta in modo emblematico all'interno della compagine regionale una delle difficoltà che il Piemonte ha di fronte che è quella di un certo isolamento territoriale che deriva anche dalla conformazione del territorio su cui insiste il Piemonte: questo cul-de-sac del nord-ovest d'Italia. E la Provincia di Cuneo, in questo cul-de-sac, è ancora una delle Province che patisce maggiormente questo problema di un assetto migliore del sistema dei trasporti, di cui il sistema aeroportuale non è l'unico, ma è uno di questi.
Certo che meglio si sarebbe potuto fare se la Regione Piemonte avesse avuto una politica nel settore e se avesse avuto una politica dentro un progetto per il futuro della nostra società piemontese, cosa che sappiamo non esistere. E' un fatto che rende molto gracile qualsiasi altra proposta gracile dal punto del vista di sapere, come proposta di settore, per innervarsi in tutti i settori dell'economia, e gracile anche dal punto di vista dei finanziamenti che si possono ottenere: in forza di un modo di governare che lavora per settori senza metterli in relazione l'uno con l'altro, non si può pensare di destinare delle risorse ingenti in modo prioritario, come volani determinanti per accelerare lo sviluppo in questo o quel settore, in questo o in quell'altro.
Siamo in assenza di tutto questo, il Piemonte patisce del deserto che Ghigo ha creato dal punto di vista della programmazione regionale, e lo patisce, se colleghiamo tutti i problemi, anche nel settore aeroportuale perché capisco che la Giunta regionale tenti di nascondere le proprie responsabilità, ma la vicenda dell'aeroporto di Malpensa, per come si è sviluppata ai danni del Piemonte, è una vicenda da ascrivere tutta intera alla responsabilità di questa Giunta regionale, che nulla ha fatto nei confronti della decisione di realizzare un grande aeroporto "hub" nell'area di Malpensa; nulla ha fatto per tentare di condizionare la realizzazione di quell'aeroporto ad una par condicio tra le due Regioni del Polo, lasciando libera la Regione Lombardia, evidentemente più capace ed aggressiva, di portare a casa i propri interessi, in ordine ai voli scaricati sul Piemonte ed in ordine ai patti di sviluppo territoriale scaricati sulla Lombardia.
A noi, tutti i danni di inquinamento e di fumo, alla Regione Lombardia tutti i benefici in termini di crescita di posti di lavoro, grazie al disinteresse che la Giunta Regionale del Piemonte ha avuto per quella vicenda, disinteresse che è provato anche dal fatto che sull'organizzazione di un vero e proprio sistema aeroportuale ci è voluta l'iniziativa della Provincia di Cuneo, perché la Regione Piemonte non l'avrebbe presa.
Se questa iniziativa fosse stata presa per tempo, all'interno di un Programma regionale di sviluppo e di un Piano regionale dei trasporti, se ci fossimo presentati all'appuntamento di Malpensa 2000 con un sistema aeroportuale che poteva essere progettato parecchi anni fa, un sistema riconosciuto sia a livello nazionale sia a livello europeo, allora la forza del Piemonte di contrattare e di concertare, con lo Stato e la Regione Lombardia, un diverso assetto dell'aeroporto di Malpensa, avrebbe garantito un maggiore rispetto dei nostri interessi. Così non è, ed assistiamo a cortei e manifestazioni di cittadini giustamente preoccupati e danneggiati nei propri interessi, ma assistiamo anche ad un non tanto decoroso, dal punto di vista politico, accodamento a queste proteste proprio dei responsabili dei fatti che le generano. Fatto non edificante, ma in Italia accade anche questo, e va bene, si può anche dire: "Meglio tardi che mai" con la premessa di individuare le responsabilità. Siete dei pentiti e va bene. Potevate evitare di essere pentiti e lavorare con i doveri legislativi che fanno capo alla Giunta regionale, per evitare che i danni si producessero, ed invece vi limitate adesso a fare qualche corteo e, per fortuna, ad assumere questa legge della Provincia di Cuneo, che riesce perlomeno a consegnare alla futura amministrazione regionale un'idea programmatica, un'idea slegata da altre, ma comunque un'idea forte che cerca di ricondurre ad unità progettuale il sistema degli aeroporti. Anche qui, in assenza di un coordinamento e di un'iniziativa regionale, questa legge, quando si discuteva di riunire in un'unica società i tre aeroporti del Piemonte, ogni qual volta in questi articoli ci siamo avvicinati a questo problema, la struttura della legge ha oscillato pericolosamente perché in realtà, lasciando le cose come stanno, ad oggi, dei tre aeroporti, per i quali questa legge è stata confezionata, solo due paiono decisi ad inserirsi in un unico sistema aeroportuale, mentre l'aeroporto di Biella, pur evocato come aeroporto facente parte di questo sistema sappiamo che sta viaggiando verso altre ipotesi.
Perché? Perché anche la Provincia di Biella, ed anche la società che gestisce l'aeroporto, in assenza di un Piano regionale di sviluppo, pensa un po' per sé, all'interno dei propri confini e dei propri orizzonti, un po' abbandonata, quindi lungo una linea che per adesso non converge con quella indicata dalla legge. Preso atto che la Regione Piemonte ha queste carenze, abbiamo dato questo contributo alla legge cercando di migliorarla nelle parti che abbiamo emendato e diamo convintamente voto favorevole al sistema aeroportuale del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Masaracchio, che interviene in qualità di Consigliere.



MASARACCHIO Antonino

Mi richiamo al collega Mancuso, così riprendo qualche posizione che riguarda la Provincia di Novara. Che è nel contesto di quanto sta accadendo alla Malpensa, nell'occhio del ciclone.
Ho chiesto di poter intervenire, signor Presidente e colleghi Consiglieri, perché devo ufficialmente rallegrarmi del varo di questa legge, in quanto, contrariamente a quanto è stato detto dal collega Chiezzi, a suo tempo, quando ero Assessore alla viabilità e ai trasporti affrontai il problema aeroportuale del Piemonte, per le difficoltà dell'aeroporto di Levaldigi, per le necessità del piccolo aeroporto di Cerrione, e per tutto quello che si poteva immaginare in quel momento nella programmazione dell'aeroporto di Caselle, gestito dalla SAGAT. In quel momento, il progetto della Giunta regionale di avere una legge per il sistema aeroportuale è stato affidato dalla Giunta regionale alla Provincia di Cuneo, con un raccordo "ad personam", con l'attuale Assessore ai trasporti della Provincia di Cuneo, onde evitare che in Consiglio regionale si potessero avere tutte quelle difficoltà che avrebbero poi attardato come del resto è accaduto per altri versi, il raggiungimento dello scopo e dell'attività che ci si prefiggeva.
L'invito rivolto a suo tempo, a monte, alla Provincia di Cuneo, era anche determinato dal fatto che l'aeroporto di Levaldigi era sofferente perché mancavano i voli ed i trasporti, per via delle sofferenze del bilancio che la Regione Piemonte, di volta in volta, è chiamata a coprire.
Gli altri soci non sono disponibili al cento per cento ad effettuare operazioni di questo genere, per cui in quel momento era necessario che la Provincia di Cuneo, che mantiene nel Consiglio di Amministrazione un forte pacchetto di rappresentanti, si assumesse essa l'onere di un progetto e di una programmazione. Progetto e programmazione per l'aeroporto di Levaldigi che avrebbe rappresentato lo sviluppo di movimento, partendo dalla Provincia di Cuneo.
Indipendentemente dalle occasionalità per via delle intemperie atmosferiche e dei dirottamenti di alcuni voli a Levaldigi, onde ovviare ai problemi di altri aeroporti e dell'aeroporto di Genova, questa intesa ha fruttato positivamente, almeno per quanto riguarda la stesura del testo di legge appena approvato, dopo aver raccordato il tutto con l'Assessore Casoni, al quale, per motivi di contingenza amministrativa e di alternanza nell'ambito della Giunta, è stato affidata la delega relativa ai trasporti.
Grande rallegramento, quindi, da parte mia, e non lo dico in termini polemici, ma per riaffermare la validità di una Giunta che, comunque, ha pensato all'aeroporto di Levaldigi in collegamento con l'aeroporto di Caselle anche in funzione di un programma che non è un Piano di sviluppo della Regione.
Se ne parla tanto, e non si è ancora voluto intendere, in termini di correttezza politica, che ciò di cui si parla è il Programma di sviluppo della Regione, non il suo piano. Un programma aperto alle Amministrazioni locali, a tutta l'imprenditoria del privato, che dovrà avere quanto necessario affinché si sviluppi in piani e in pianificazioni di interventi.
Tutto ciò andando al di là dell'ordinaria amministrazione regionale e superando la convinzione che oggi si sia ancora ai tempi in cui un'Amministrazione regionale (o comunale o provinciale che sia) abbia titoli diretti di politica dirigistica, di intervento diretto di sviluppo.
Questo non c'è, non può esserci. Sono necessarie nuove strutture di bilancio, le finanziarie; occorre che il tutto, anche attraverso le deleghe, sia molto più chiaro per la gestione diretta, ove sia ancora possibile perseguire questa strada.
Per quanto riguarda il rapporto con quanto si muove attorno a Malpensa consentitemi di dirlo - sembra che nella discrezione dell'amministrazione delle deleghe ciascuno non abbia saputo o voluto far le cose.
Sin dall'inizio, in rapporto strettissimo, quasi del tutto personale fino a quando non siamo riusciti ad ottenere che anche la nostra funzione dirigenziale vi partecipasse, con l'allora Ministro Burlando si è affrontato il problema, molto concretamente. E la proposta della Regione Piemonte era la stessa che viene presentata oggi.
In un volantino di Rifondazione Comunista e dei Comunisti italiani diffuso ieri nella manifestazione di Malpensa, si ribadiscono i concetti diffusi attraverso comizi, perché quello era il ruolo che ci competeva.



(Commenti in aula)



MASARACCHIO Antonino

Ieri, o domenica mattina, o l'altro ieri, non è importante.
Per me il tempo è sempre continuamente assente, per cui ieri o dopo domani oppure l'altro ieri è la stessa cosa.



MASARACCHIO Antonino

MANICA Giuliana (fuori microfono)



MASARACCHIO Antonino

Non ti arrabbiare.



MASARACCHIO Antonino

Non mi arrabbio, ma si continua a "cincischiare" su cose che non hanno alcun senso. Ieri o l'altro ieri... Ieri può essere emblematicamente un altro giorno che non sia oggi.
Come dicevo, noi ci siamo interessati al sistema. Il Ministro Burlando ci ha detto che la Sea aveva vinto la partita, indipendentemente dalla Regione Lombardia; che il tutto dipendeva dalla Comunità Europea; che in ogni caso un solo hub avrebbe fatto risparmiare del denaro e che la proposta della Regione, partendo da Bologna, nella distribuzione di tutto quello che compete negli aeroporti dell'Alta Italia, non era perseguibile.
Dopodiché, abbiamo chiesto di potenziare il nostro Aeroporto di Caselle.
La risposta è stata che l'Alitalia avrebbe fatto i suoi passi diversamente (come poi si è verificato).
Oggi abbiamo la KLM che trasferisce da Amsterdam nel nostro Paese e nelle nostre città il suo hub.
La politica può essere amministrata dalla Regione Piemonte tranne che non si voglia fare demagogia. La politica la amministra il potere forte che ha l'incidenza di poter intervenire, quindi il Governo si assuma le sue responsabilità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

La proposta di legge oggi in aula è stata presentata, come hanno ricordato anche altri colleghi precedentemente, dalla Provincia di Cuneo in data 15 aprile '98. In II Commissione, dopo ripetute nostre sollecitazioni abbiamo non solo sentito la Provincia di Cuneo, ma anche le società di gestione degli aeroporti presi in considerazione e altri Enti locali Province e Comuni.
Avevamo, appunto, sollecitato quel lavoro della II Commissione in seguito alla presentazione della proposta, così come abbiamo sollecitato il tempestivo esame in aula della proposta di legge n. 413 sulla promozione del sistema aeroportuale del Piemonte.
Le considerazioni che ci hanno indotto a questo erano diverse. La prima: una risposta importante da dare a una Provincia importante come la Provincia di Cuneo, che avanzava una questione che riguardava non solo lei stessa e il proprio sistema infrastrutturale, ma più complessivamente il sistema infrastrutturale piemontese.
La seconda: la problematica della promozione di un sistema aeroportuale del Piemonte in vista della promozione di quello del Nord Italia, che è una delle questioni primarie all'o.d.g. di oggi.
La terza ragione è quella legata, a mio avviso, alle grandi occasioni che noi potremmo avere dal punto di vista degli interventi infrastrutturali, e dei grandi rischi, invece, delle grandi occasioni perdute che si potrebbero verificare (o che forse si sono già verificate) in Piemonte.
Se riteniamo di agire in un contesto in cui il Piano regionale di sviluppo non c'è, e anche nel testo circolante, che non ha alcuna vidimazione e legittimazione d'aula e neanche di Commissione, tutte queste problematiche relative al sistema aeroportuale e alle grandi questioni infrastrutturali sono viste in modo non adeguatamente attento, pur in presenza di Piano di sviluppo così evanescente e - ripeto - senza alcuna vidimazione d'aula.
Il piano dei trasporti ormai, lo dico con convinzione, anche se è una considerazione negativa, non lo sollecitiamo neanche più, perché abbiamo capito che entro la fine di questa legislatura non ci sarà.
Debbo dire che in quel testo - altrettanto evanescente, altrettanto mancante di vidimazioni d'aula o anche di Commissione - tutta la problematica del sistema aeroportuale era, per restare in tema, trasvolata.
Trovandoci in una tale situazione normativa, legislativa e di programmazione, gli unici strumenti a cui possiamo far riferimento sono i Piani regionali e i Piani d'area. Mi riferisco al Piano dell'ovest Ticino e a quant'altro. Questi testi, essendo precedenti a grandi occasioni proposte a carattere infrastrutturale, ne tengono conto rispetto ai momenti e ai tempi della loro elaborazione.
Occorreranno ulteriori strumenti, che non sono solo un adeguamento di quei testi, ma che sono una nuova costruzione di ordine programmatico per il Piemonte.
Come Gruppo dei Democratici di Sinistra abbiamo appunto presentato una deliberazione che ha caratteri di urgenza al Consiglio regionale, perch venga iscritta rapidamente nella Commissione competente e si proceda ad un aggiornamento del piano territoriale regionale in merito alla costruzione di un piano d'area; ad esempio, l'area di Malpensa vede, invece, da parte della Regione Lombardia la costruzione di un piano d'area votato con legge allegati compresi, già dall'aprile di quest'anno sulla base di una precedente proposta della Provincia di Varese, che era ancora precedente.
Per quanto riguarda la regione europea mediterranea, il Piemonte si trova in una condizione strategica particolare, che ricordiamo anche in relazione all'intersezione dei due grandi assi nord-sud ed est-ovest, con caratteri di eccezionalità dal punto di vista dei grandi interventi infrastrutturali.
Questo vale per il sistema aeroportuale e per il dibattito sull'alta capacità all'ordine del giorno della Conferenza dei servizi che si dovrebbe chiudere entro l'anno.
Per questa ragione, una legge sulla promozione del sistema aeroportuale dei...



(Commenti in aula)



MANICA Giuliana

Posso anche smettere, non ho una particolare velleità di dire cose di cui sono convinta, non pretendo di convincere l'aula; ne ragioneremo seriamente nella prossima legislatura, se non ci riusciamo adesso, con coloro che ci saranno, qualcuno ci sarà che lo potrà fare.



PRESIDENTE

Non riusciamo a bucare il muro del suono.
Non c'è niente da fare!



MANICA Giuliana

Questo è l'interesse alle problematiche infrastrutturali.



PRESIDENTE

Consigliera, prosegua anche se siamo arrivati ai cinque minuti.



MANICA Giuliana

Recupero il tempo che mi hanno fatto perdere, soprattutto per quanto riguarda la parte in cui il sommesso mormorio non ha consentito di svolgere la dichiarazione di voto.
Detto questo, penso che sia una proposta importante e che sia anche in ritardo. Deve essere una proposta che si inquadra in un discorso più complessivo sulla promozione del sistema aeroportuale del nord Italia. Con questa legge inseriamo un tassello importante per la costruzione di un rapporto più integrato tra gli aeroporti piemontesi, per far sì, magari, di arrivare ad un momento unico di gestione, ma abbiamo bisogno di lavorare sul sistema aeroportuale del nord Italia, in quanto le ultime vicende anche di Malpensa ci sollecitano in tal senso.
Questo è un tassello che però ci deve vedere entrare in un discorso di integrazione con il grande hub che sta a noi così vicino, altrimenti sarà più complicato il ruolo di Caselle e anche quello degli altri aeroporti piemontesi. Nello stesso tempo, sarà sempre più complessa la vicenda di Malpensa se, dal punto di vista del suo sviluppo, ricadono su di noi i rischi ed i disagi di ordine ambientale.
In questa direzione, dobbiamo colmare rapidamente il grave ritardo nei confronti della Regione Lombardia per cogliere le occasioni che la nostra naturale posizione ed intersezione dei due assi ci consegna e migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini, invece di consegnare sulle loro teste e alle nostre cittadine uno sviluppo infrastrutturale disordinato non controllato e non programmato che significativamente peggiora la qualità della vita.
Considerando questo testo un passo in quella direzione, considerando la determinazione con cui il centrosinistra e la Provincia di Cuneo l'hanno voluto, penso che il voto dell'aula di oggi sia dovuto e necessario, per cui voteremo a favore della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, per quanto ci riguarda esprimerò due brevissime considerazioni; già abbiamo avuto modo con l'emendamento del quale si è fatto capofila il collega Viglietta di dire la nostra all'interno di un tassello specifico di questo progetto di legge. E' già stato ricordato dai colleghi che il progetto di legge è nato su proposta di un'amministrazione provinciale, d'altra parte si deve prendere atto di quello che avviene; è nato su proposta dell'amministrazione provinciale di Cuneo, ma, inizialmente, sarebbe potuto essere preso anche come un qualcosa di settoriale, visto che facciamo parte dell'Assemblea regionale del Piemonte, ma così non è stato.
Ritengo che la Giunta, che successivamente ha preso visione del testo proposto dall'amministrazione provinciale, abbia cercato, anche se in Commissione non è stato possibile in quanto lo Statuto non lo consente, di modificare il testo originario e, soprattutto, abbia cercato, nel rispondere agli emendamenti che sono sorti in aula (unica sede istituzionale nella quale è stato possibile proporli), non dico di correggere, ma sicuramente di inserire quel minimo di personalità propria per quanto ci riguarda come Regione, su quel testo che indubbiamente è stato concepito e proposto dall'amministrazione provinciale, quindi non era nostro in partenza, e lo è, in una certa misura, ma non del tutto, nel momento in cui ci accingiamo ad approvarlo.
Quindi, noi lo votiamo, convinti che sia comunque un qualcosa che pu essere fatto proprio dall'Assemblea regionale, anche se la proposta ha quelle caratteristiche, riteniamo che - certo - non è quel quadro complessivo, a cui qualche collega ha accennato, che sicuramente in questo momento ci avrebbe fatto comodo, visto il problema Malpensa con annessi e connessi dal punto di vista politico.
Ovviamente, rigettiamo tutto quanto è stato detto dal collega Chiezzi per quanto concerne le presunte responsabilità di quanto è avvenuto in quell'aeroporto ed in quella zona, ma avremo modo di parlarne in modo specifico.
Tornando all'argomento in oggetto, riteniamo che alcuni degli emendamenti accolti in aula e fatti propri dalla Giunta abbiano comunque introdotto un piccolo segno di personalizzazione per quanto ci riguarda come Piemonte, pur all'interno di una cornice minuta.
Noi, relativamente alla nostra Regione, avremmo preferito un nostro progetto di maggior respiro in un momento particolare, in cui - è già stato detto - Malpensa, Caselle, Levaldigi, Cerrione, Orio al Serio, Varese e quant'altro gravita intorno all'aeroporto di Malpensa e sicuramente richiederebbe un'articolazione "maiuscola" e di grande visibilità per quanto concerne l'orizzonte che ci si prefigura, altrimenti si corre il rischio di procedere "a spizzichi ed a bocconi" e di rincorrere le varie emergenze.
Noi sentiamo la necessità, in questa legislatura o in quella successiva le responsabilità saranno assegnate dagli elettori - di un discorso di questo genere.
Grazie.



PRESIDENTE

Non so più quale appello rivolgere all'aula affinché chi interviene possa perlomeno essere ascoltato da chi intende ascoltare gli interventi.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, svolgerò un brevissimo intervento, che peraltro nel brusìo generale non verrà seguito da nessuno ne siamo consapevoli - ma che noi consegniamo a chi leggerà i verbali di questa seduta, sperando che negli anni gli studenti possano essere interessati alla storia di questa Regione.
Una delle riflessioni che svolgerò si presenta un po' da sé, nel senso che noi, oggi, abbiamo un testo che arriva all'esame dell'aula con qualche ritardo e che è stato proposto da una Provincia. Tutto sommato, questo è positivo. Oltre alla seduta di Consiglio regionale, sono in corso almeno quattro riunioni: una riunione telefonica del Presidente, una del Vicepresidente, una dell'Assessore Pichetto e una dell'Assessore Botta, i quali stanno svolgendo delle loro riunioni telefoniche - non sommesse, ma articolate - che sto seguendo, nel senso che, se voglio, intervengo anch'io nelle cose che stanno dicendo, perché da qui si percepiscono, ma è un costume questo. Credo che a questo punto non siamo più in tempo per rimediare. Anche qui consegniamo alla prossima legislatura un po' di attenzione rispetto all'aula. Ormai per questa legislatura le cose sono andate come sono andate, e non credo siano più recuperabili, quindi non si sgoli, perché così è.
Detto questo, non è un caso che questa proposta sia stata presentata da una Provincia, in particolare dalla Provincia di Cuneo. E' positivo, da un lato, che una proposta che viene da un territorio sia stata presa in considerazione. C'è voluto un po' di tempo, ma sono i tempi che le attività delle Commissioni e del Consiglio hanno, quindi non mi dilungherei su questo aspetto.
Metterei solo in evidenza un punto: una Provincia come quella di Cuneo fa una proposta che riguarda una propria infrastruttura importante l'aeroporto Levaldigi, che è stato oggetto di lunghi dibattiti nel corso degli anni.
E' meritorio che oggi si giunga ad un punto fermo. Abbiamo un fenomeno da considerare che riguarda questa Regione, in particolare alcune Province di questa Regione, come quella di Cuneo, che rivela ancora una volta di avere consapevolezza di quelli che possono essere i propri destini di territorio e che cerca di gestirli anche al di là della Regione di appartenenza.
Continuo a ricordare che, come centrosinistra - questa è la mia esperienza, quindi mi rifaccio a quella - quando abbiamo incontrato l'amministrazione provinciale di Cuneo, abbiamo avuto la netta consapevolezza che si trattasse di una Provincia con una chiara visione della propria possibilità di crescita e di sviluppo socio-economico, che riguarda il Piemonte, ma che riguarda la Liguria, in particolare, e la Costa Azzurra.
Questa proposta di valorizzazione e di decollo dell'aeroporto di Levaldigi, rientra chiaramente all'interno di una progettualità di carattere economico che questa Provincia si sta gestendo, in particolare insieme alla Provincia di Alessandria, perché il progetto è un progetto di Piemonte Sud.
La Asti-Cuneo porterà certamente un più forte collegamento e una colonizzazione di carattere economico e culturale soprattutto del cuneese sul territorio dell'astigiano, che è ancora un'enclave economicamente piuttosto chiusa, che ha bisogno di allargarsi non soltanto dal punto di vista economico ma, ripeto, anche culturale, e di trovare, quindi un'aggregazione di territorio del Piemonte che però dialoghi, dal punto di vista economico, a livello nazionale e internazionale con altre realtà che sono fuori dal Piemonte.
Credo che su questo fenomeno una Regione prima o poi debba ragionare al fine di trovare un dialogo con realtà dove, non a caso, il tasso di disoccupazione è relativamente molto modesto e la piccola e media imprenditoria è elevatissima. Questo fa sì che i territori, le popolazioni e le stesse comunità che le amministrano ragionino su ipotesi di sviluppo che necessitano di infrastrutture di carattere moderno e il collegamento con l'area di Levaldigi rappresenta un punto di partenza. L'ampia visione che hanno queste comunità e il mondo economico che le guida, fa sì che il progetto di questo testo di legge non si limiti, evidentemente, soltanto all'aeroporto di Levaldigi, ma cerchi un collegamento con le altre strutture aeroportuali, sulle quali la Regione è in qualche modo intervenuta di più.
Mentre noi mettiamo in evidenza questa attività politica e questa prerogativa di carattere economico e culturale di un territorio vasto della nostra Regione, che corrisponde al Piemonte Sud, con il suo epicentro nella Provincia di Cuneo - e questa è la prima considerazione di carattere positivo - non possiamo non vedere l'altra faccia della medaglia rappresentata da una carenza di azione di Governo che la Regione Piemonte ha operato invece su un'altra problematica di carattere aeroportuale quella di Malpensa.
Qui l'influenza della Lombardia si fa sentire in maniera forte, facendo risaltare la carenza di gestione politica e di governo del Piemonte sulle tematiche gravissime che l'aeroporto di Malpensa ha evidenziato e che non potevano non essere previste.
Pertanto, questa è una legge che voteremo favorevolmente, perché, al di là del fatto che è stata proposta da una Provincia, dà l'avvio ad un'ipotesi di soluzione - parlo di ipotesi di soluzione che poi dovrà essere seguita, gestita e coordinata - che da tempo era attesa e che vede in questo, un punto di partenza. Non possiamo, nel momento in cui facciamo la nostra dichiarazione di voto positiva su questa proposta, questa che oggi diventa una legge, non possiamo, d'altro canto, sottacere su una grave lacuna politica che riguarda un'altra parte del territorio piemontese appunto, la zona del Novarese e del Verbano, per certi versi devastate da una carenza di gestione che riguarda l'aeroporto di Malpensa. Pertanto ci sembra che, mentre il giudizio che noi diamo sulla legge è un giudizio positivo, questa sia anche un'occasione in cui esprimere, invece, un giudizio negativo di governo delle grandi problematiche del Piemonte che sono state attuate e non messe in movimento dal punto di vista politico ed economico da parte di questa Giunta regionale.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 46 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 507 di cui al punto 4) dell'o.d.g. inerente a "Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il mantenimento di aree turistiche".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



(Forte brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per favore, Consiglieri, vi pregherei di permettere, a chi li vuol seguire, di seguire i lavori e gli interventi. E' così difficile?



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, desidererei proporre un diverso andamento dei nostri lavori.
Prima di esaminare questa legge, chiedo che a fronte della grave situazione che è in atto nel Comune di Morano Po dove cento dipendenti si sono riuniti ieri sera con il Sindaco per protestare la loro preoccupazione circa la futura possibile perdita del loro posto di lavoro, a seguito della chiusura del Cementificio, in un'area interessata anche da altre attività produttive e da una situazione di inquinamento ambientale gravissimo, la Giunta dicesse qualcosa oggi in quest'aula dato che nell'assemblea di ieri sera non era presente l'Assessore Pichetto! Dico questo in considerazione del fatto che il Consiglio regionale aveva votato tempo fa un ordine del giorno nel quale si impegnava la Giunta ad occuparsi della questione.
Prima che il distacco tra il ruolo delle istituzioni e i problemi reali delle persone diventi incolmabile, io chiederei - in pochi minuti - che l'Assessore Pichetto o altro Assessore competente, per cortesia, facesse una comunicazione in quest'aula su quella vicenda e spiegasse anche all'aula cosa ha fatto o cosa non ha fatto in ottemperanza all'ordine del giorno che probabilmente l'aula aveva votato anche all'unanimità! Quindi, chiederei, per rispetto a questa situazione e anche per rispetto a un ordine di priorità che non deve sfuggirci, di dedicare qualche tempo, oggi, prima della legge sul turismo, per un'informazione su questa questione.
L'assemblea di ieri sera infatti non è finita molto bene dal punto di vista della Regione Piemonte, che è apparsa come una Regione latitante nella serata, e non ottemperante agli impegni che si era presa nel periodo che separa l'ordine del giorno dalla serata di ieri.
Ribadisco la richiesta alla Giunta, all'Assessore Pichetto e anche all'Assessore Racchelli, si intende, di avere cinque minuti da dedicare a questa vicenda.
Perché se la Giunta regionale non ha fatto nulla in forza di quell'ordine del giorno, allora forse si tratta di richiamare questo ordine del giorno invitando la Giunta ad agire.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei in sostanza chiede un'inversione dell'o.d.g.
se ho bene inteso? Pertanto, a norma di regolamento, è previsto un intervento a favore ed uno contro, a meno che la Giunta non intenda intervenire, ne ha ovviamente sempre la possibilità e il diritto.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, ieri sera ero presente a questa assemblea pubblica a Morano Po, dove circa cento dipendenti del Cementificio rischiano il posto di lavoro, anzi sono in cassa integrazione speciale.
Effettivamente è stata rimarcata in modo grave l'assenza dell'Assessore Pichetto e in ogni caso la latitanza continua della Giunta regionale del Piemonte sui problemi del Piemonte sud in relazione all'occupazione e alla gravità di tutto ciò che sta avvenendo nell'area casalese e alessandrina.
Chiedo anch'io che l'Assessore Pichetto dia a quest'aula delle spiegazioni, intervenga direttamente, anche perché - qui non è stato detto ma io ve lo riporto - il Sindaco di Morano Po ha parlato di una lettera dell'Assessore regionale che si impegnava, nella zonizzazione turistica e non, ad avere un incontro ravvicinato con l'amministrazione comunale di Morano Po e quindi vogliamo sapere se l'Assessore ha intenzione di documentare l'intervento.
L'assemblea è stata affollatissima, c'erano più di duecento persone; si è avvertita in modo lampante l'assenza della Giunta regionale del Piemonte in quest'area dove - ripeto - se chiude il cementificio, ci saranno davvero delle grosse ripercussioni e i Sindaci di Morano, Balzola ed altri Comuni compreso Casale, hanno rimarcato che bisogna assolutamente intervenire.
Noi chiediamo l'intervento immediato dell'Assessore Pichetto per illustrare la situazione di quest'area.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Mi sembra che nella sostanza la richiesta si possa accogliere. Propongo di esaminarlo successivamente, dopo il disegno di legge n. 507, sul quale mi pare ci sia ampio consenso.



PRESIDENTE

Il Consigliere Gallarini ha presentato una proposta, se tale proposta viene accolta, dopo la discussione del disegno di legge n. 507 si pu passare alla comunicazione della Giunta.
Pongo in votazione per alzata di mano la proposta di inserire all'o.d.g. la comunicazione della Giunta regionale sul problema occupazionale rilevatosi ieri al Consiglio comunale aperto.
Non so a chi sia stato rivolto l'invito: visto che era aperto ad alcuni e non ad altri. Come Consigliere regionale non ho ricevuto l'invito, ma non è un problema.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Può il Presidente fare una sua affermazione? Chi è favorevole all'iscrizione alzi la mano.
L'iscrizione di tale punto è respinta con 13 voti favorevoli e 22 contrari.


Argomento: Organizzazione turistica - Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame disegno di legge n. 507: "Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il mantenimento di aree turistiche"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Abbiamo verificato, durante la votazione, che il numero legale è assicurato.
La parola alla relatrice, Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana, relatrice

La conferenza mondiale sul turismo tenutasi a Lanzarote nell'aprile del 1995, ha definito la carta del turismo sostenibile.



PRESIDENTE

Consigliera, le chiedo scusa se la interrompo. Pregherei i Consiglieri di prendere posto in aula, non ad uscire quando inizia la relazione su una proposta di legge! Per favore!



BORTOLIN Silvana

Se ritiene, Presidente, posso dare per letta la relazione?



PRESIDENTE

No, Consigliera, faccio un richiamo non solo dovuto, ma necessario.



BORTOLIN Silvana

Illustre Presidente, egregi Consiglieri la Conferenza mondiale sul turismo tenutasi a Lanzarote nell'aprile 1995 ha definito la Carta del turismo sostenibile.
Tale documento fissa le priorità, gli obiettivi ed i mezzi indispensabili per promuovere il turismo futuro ovviando agli errori del passato, che, a fronte di uno sviluppo turistico anche "forzato", in certe aree hanno fatto registrare un degrado ambientale e un appiattimento culturale delle località coinvolte con danni spesso irreversibili per gli elementi caratterizzanti che le avevano rese attraenti.
Saper governare in modo corretto il processo di nascita e crescita del fenomeno turistico, spesso significa porre rimedio al decadimento o scongiurare la scomparsa delle località interessate.
Secondo la Carta del turismo sostenibile, lo strumento di controllo capace di incidere e governare i processi in modo tale da ovviare agli effetti negativi sulle risorse naturalistiche e culturali delle località turistiche non può che essere un pianificato sviluppo basato sul principio della sussidiarietà. Solo attraverso un coinvolgimento diretto e fattivo di tutte le realtà sociali, economiche e culturali che insistono in un determinato ambito si può realmente incidere sullo sviluppo turistico sostenibile.
Sviluppare, rivitalizzare, mantenere un grado di offerta capace di soddisfare le esigenze attuali senza compromettere, per le generazioni future, la possibilità di soddisfare le proprie, significa raggiungere un equilibrio tra lo sfruttamento dell'ambiente naturale e la sua capacità di rigenerarsi senza danni permanenti, che sarebbero inevitabilmente pregiudiziali per la qualità della vita futura.
Su tali basi nasce l'impianto della presente proposta di legge, che attraverso un'attenta e concertata pianificazione territoriale, vuole promuovere: a) lo sviluppo di nuove aree a vocazione turistica b) la rivitalizzazione di aree turistiche attualmente in declino c) il mantenimento di aree turisticamente forti.
Un ruolo strategico in questa azione viene assunto dall'ente locale sia esso Comune, consorzio di Comuni, Comunità Montana o Provincia - cui è attribuito il compito di coordinare le realtà locali, indirizzarle e governarle attraverso il processo di strutturazione e infrastrutturazione nell'ottica di salvaguardia dell'ambiente e del patrimonio culturale e sociale. Spetterà ad esso promuovere la crescita di una cultura progettuale diffusa e innovativa, con una logica gestionale capace di garantire la continuità dell'idea di sviluppo o di rivitalizzazione o di mantenimento dell'ambito cui si riferisce.
Tale processo è attuato e governato con una mirata e attenta focalizzazione degli interventi, mai a danno dell'ambiente ma sempre diretti alla sua valorizzazione.
In quest'ottica l'infrastrutturazione e la strutturazione dovrà essere leggera, con una costante e particolare attenzione alle implicazioni di sviluppo, quali il fabbisogno energetico e idrico, i rifiuti ed il loro smaltimento, la rete viaria, i parcheggi, la riqualificazione urbana. In tal senso la pianificazione diventa strumento e strategia per governare e localizzare gli investimenti pubblici e privati.
Sul piano di una maggiore razionalizzazione della spesa, questo strumento assume anche un ruolo strategico in relazione ai fondi strutturali dell'Unione europea., poiché consente agli enti locali di programmare interventi con la certezza di un cofinanziamento pubblico al momento dell'approvazione dei progetti definitivi.
La programmazione, unitamente ad una disponibilità di risorse immediate, si pone a garanzia di una qualificata progettualità da utilizzare quale certificazione di interventi pienamente consoni agli obiettivi di riqualificazione e riconversione economico-occupazionale delle aree in crisi. Nel garantire l'utilizzo delle risorse comunitarie contribuisce inoltre a risolvere l'annoso problema dello scarso utilizzo dei fondi dell'Unione europea.
L'articolato originario del provvedimento è stato emendato in sede di Commissione, al fine sia di recepire alcune osservazioni avanzate dai soggetti consultati sia di migliorare la formulazione di talune disposizioni normative.
Di seguito si dà luogo ad una breve illustrazione degli articoli (10) che compongono il testo del provvedimento.
L'articolo 1 stabilisce le finalità e, conformemente al principio del turismo sostenibile che comporta la compatibilità tra ambiente e tessuto socio-economico, individua tre filoni di intervento volti rispettivamente a: sviluppare nuove aree a vocazione turistica, rivitalizzare aree turistiche in declina e mantenere il grado di attrazione delle aree turistiche forti.
Lo strumento della pianificazione e programmazione degli interventi turistici viene definito all'articolo 2, come il risultato di una concertazione programmatica tra gli enti locali e le realtà economico sociali, imprenditoriali e culturali che insistono sull'area.
Nell'articolo 3 si individuano tre fasi per una corretta pianificazione e programmazione turistica a livello locale: lo studio di fattibilità, il piano integrato e la progettazione degli interventi; ciò sempre con una particolare attenzione al rispetto delle caratteristiche ambientali, alla valutazione degli impatti, all'equilibrato utilizzo delle risorse, alle problematiche di riduzione dell'inquinamento, in un'ottica di sviluppo turistico sostenibile.
All'articolo 4 sono dettagliatamente elencati gli ambiti di intervento ed i relativi progetti che la legge intende sostenere.
L'azione di indirizzo e coordinamento di pertinenza della Regione viene definita con l'articolo 5, tramite l'adozione - da parte della Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare - di un piano triennale (si tratta di una novità introdotta in Commissione) che definisca, tra l'altro, le priorità di intervento, i contenuti ed i criteri di valutazione degli strumenti di pianificazione e programmazione turistica locale (studi di fattibilità, piani integrati, progettazione degli interventi), ed i termini per la loro presentazione, le linee procedurali ed i supporti per una concertata predisposizione dei piani integrati, le modalità per garantire il vincolo di destinazione d'uso, per una durata minima di dieci anni, degli interventi finanziati con la presente legge l'entità delle risorse finanziarie necessarie per il conseguimento degli obiettivi previsti.
Il piano pluriennale è attuato mediante piani annuali che la Giunta regionale deve approvare entro il 31 ottobre di ogni anno.
L'articolo 6 individua le procedure istruttorie relative alla presentazione degli studi di fattibilità, dei piani integrati e dei progetti di intervento, nonché i termini e l'autorità competente - le strutture regionali - per la valutazione e l'approvazione degli stessi.
Coerentemente a quanto previsto dalla legge regionale relativa agli interventi a sostegno dell'offerta turistica, la gestione dei contributi viene affidata all'ente strumentale Finpiemonte S.p.A. o agli istituti di credito, previa stipula di apposita convenzione.
All'articolo 7 sono individuati i beneficiari (gli enti locali territoriali ed i consorzi pubblici) cui sono concessi, in forma cumulativa, i seguenti aiuti: fino al 100% del costo relativo al piano di fattibilità, con un tetto massimo di contribuzione di 100 milioni; fino al 70% della spesa ammissibile per il piano integrato ed i progetti infrastrutturali.
Con l'articolo 8 la Regione si riserva l'azione di verifica accertamento e controllo sulla corretta attuazione degli interventi, nonch il compito di monitorare semestralmente lo stato di attuazione del programma annuale degli interventi, mentre la Finpiemonte S.p.A. e gli altri istituti di credito sono tenuti ad effettuare una rendicontazione semestrale degli aiuti liquidati e dei risultati raggiunti.
La Giunta, ai sensi dell'articolo 9, sulla base dei dati risultanti dal monitoraggio nonché delle rendicontazioni della Finpiemonte, provvede a relazionare annualmente sull'andamento gestionale e sul raggiungimento degli obiettivi del presente provvedimento alla competente Commissione Consiliare.
Nell'articolo 10 vengono infine indicate le risorse finanziarie disponibili per gli interventi previsti dal disegno di legge, ammontanti a 61 miliardi, così suddivise: 1 miliardo per l'anno 1999; 30 miliardi per ciascuno degli anni 2000 e 2001.
Sul provvedimento in oggetto, la Commissione III ha svolto un approfondito esame, anche con la consultazione dei soggetti interessati.
Considerata l'importanza che le misure in esso contenute rivestono per il settore turistico piemontese, se ne raccomanda una celere approvazione da parte dell'aula consiliare.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Bortolin.
Dichiaro aperta la discussione generale sul disegno di legge n. 507 in discussione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Più che richiamare la presenza dei Consiglieri in aula non posso fare.
Pregherei, dunque, i Consiglieri di prendere posto, al fine di evitare inutili perdite di tempo, perché anch'io convengo che, a vista, non ci sia il numero legale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo formalmente la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n. 32 Consiglieri ed in congedo n. 3 Consiglieri.
Pregherei nuovamente i Consiglieri di voler prendere posto in aula.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame di legge n. 507: "Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il mantenimento di aree turistiche" (seguito)


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione sul provvedimento in esame.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente anche per questo disegno di legge. Valgono le osservazioni che si inseriscono in una situazione di totale scoordinamento di tutto l'impianto, nel senso che, come per gli aeroporti, ci troviamo di fronte ad una produzione legislativa che, in astratto, può essere condivisibile, ma, dal punto di vista politico, non è inserita in una cornice legislativa e programmatoria che dovrebbe renderla efficace.
Continuiamo a procedere, purtroppo, per comparti tra loro non coordinati, sulla base di impiego di denaro che ritengo non favorisca al massimo la potenzialità delle risorse impiegate, ma piuttosto che corrisponda a interessi demagogici e clientelari.
Come Gruppo continuiamo a mettere in luce come sia profondamente sbagliato e dannoso continuare a procedere in questo modo, destinando cioè, miliardi ora in questo settore, ora in un altro settore, miliardi che non avranno effetti rilevanti, perché sulla carta rimangono delle cifre.
L'Assessore, domani, farà pubblicare la sua foto dal giornale. Ma mettere in moto investimenti dell'ordine di migliaia di miliardi, come richiederebbe una politica del turismo, può avvenire soltanto se c'è un progetto di sviluppo del Piemonte, non se si regalano, in astratto, dei soldi per fare i progetti.
I progetti non nascono dal nulla. Non nascono sicuramente da questa legge, anche se questa legge li finanzia; poi, magari questi denari riusciranno anche ad essere spesi, perché gente da incaricare per fare progetti se ne può trovare. Il progetto, pur rimanendo sulla carta, intanto è stato finanziato.
Una Regione con delle potenzialità turistiche come la nostra, per metterla in condizione di promuovere uno sviluppo, ha bisogno di qualcosa di diverso da una legge.
Occorre un progetto, delle relazioni, dei rapporti con le forze economiche e sociali, tutte attività che dovrebbero trovare spazio nel documento fondamentale di programmazione della Regione Piemonte, che non esiste e che, in certi momenti, viene anche ritenuto, da questo Governo regionale, come documento inutile. L'ha detto pochissimi minuti fa il Vicepresidente della Giunta regionale, Masaracchio, che ha recitato la solita litania desertificatrice, secondo cui la Regione, in fondo, non pu governare i processi, quindi tanto vale non pensarci più, ed invece si continuano a spendere questi soldi. Il mio gruppo segnala questo elemento che costituisce un'ipotesi di spreco di denaro pubblico, perché non si impiegano risorse per fare progetti senza avere un progetto complessivo in cui inserirli.
Faremo delle osservazioni nel merito dell'articolato, la prima delle quali riprende una citazione della relazione.
Nella relazione si cita la Conferenza mondiale sul turismo tenutasi a Lanzarote, nell'aprile del '95.
Nella relazione si dice che questa conferenza ha definito la carta del turismo sostenibile. Ottima iniziativa, lodevole, condivisibile.
Si dice, nella relazione, che la carta del turismo sostenibile fissa le priorità, gli obiettivi, i mezzi indispensabili per promuovere il turismo futuro, ovviando agli errori del passato che, come dice sempre la relazione, a fronte di uno sviluppo turistico anche forzato in certe aree hanno fatto registrare un degrado ambientale e un appiattimento culturale delle località coinvolte, con danni spesso irreversibili per gli elementi caratterizzanti che li avevano resi attraenti.
Chiedo preliminarmente, dall'esame dell'articolato, di sapere se questa carta del Turismo sostenibile sia un documento in qualche modo fatto proprio dalla Regione Piemonte. Non mi ricordo di questo e posso anche sbagliarmi, ma chiedo se le cose stanno in questi termini.
Se così non è, chiedo che tale documento venga fatto proprio dalla Regione Piemonte, immediatamente, adottandolo con una votazione in Consiglio Regionale, e chiedo questo prima di esaminare l'articolato perché nelle prime parole del primo comma del primo articolo si fa riferimento al principio del turismo sostenibile.
Essendo una frase un po' pomposa e molto importante, occorrerebbe che il principio del turismo sostenibile, visto che è richiamato, fosse qualcosa di individuabile concretamente, perché altrimenti sarebbe una citazione priva di valore.
Dato che la Conferenza di Lanzarote ha fissato questa carta, ben venga una citazione in merito nell'art. 1: "Regione in conformità con".



(Brusìo in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Ormai, i 7 miliardi sono andati a Cuneo, per cui il collega Miglietta può stare...



PRESIDENTE

Nessuno vieta di poter conversare, ma mi dà noia sentire dieci conversazioni insieme.



CHIEZZI Giuseppe

Lei è troppo sensibile.



PRESIDENTE

Basterebbe mantenere leggermente più basso il tono delle voci.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, chiederei proprio anche a lei di verificare questa mia richiesta, perché questa carta è importante e ad essa carta la legge fa riferimento. Però, se questa carta non è adottata, il riferimento è del tutto astratto, perché il primo emendamento che presento è quello di cancellare "Principio del turismo sostenibile", che non so cosa sia. La legge inizia dicendo: "La Regione Piemonte, in conformità al principio del turismo sostenibile...", ma non spiega che cosa sia. Dov'è questo principio? Non mi si sa rispondere. Se la situazione è questa, bisogna correggerla, togliendo il riferimento al principio del Turismo sostenibile oppure adottando, come Consiglio Regionale, la Carta del Turismo approvata a Lanzarote, magari con un ordine del giorno di accompagnamento alla legge.
Faccio poi ancora un'altra osservazione se ho un minuto di tempo: nella Carta di Lanzarote si dice di fare attenzione al fatto che lo sviluppo turistico nel mondo ha avuto anche delle conseguenze disastrose e riferisce, nell'ambito del turismo mondiale, di aree a vocazione turistica che sono state sfruttate fino al loro esaurimento completo e dell'ambiente circostante, e poi abbandonate.
Questa è una situazione da evitare, ma non è una situazione che possa essere trascurata o considerata dalla Regione Piemonte come un pericolo lontano, pensando che sono cose che possono succedere in qualche isolotto dei Caraibi, sui quali grandi gruppi mettono gli occhi, effettuano investimenti, per poi governare, attraverso i pochi, sempre meno, tour operator che ormai dominano il mercato, le scelte turistiche a livello mondiale di massa.
La Regione Piemonte non è al riparo da tutto questo. Oggi uno dei problemi esistenti nel settore turistico è proprio questo: evitare una concentrazione di potere e di indirizzo di scelte nelle mani di grandi organizzazioni di tour operator.
A questo fine, chiederei all'Assessore, se vuole aggiungere qualche parola alla relazione della collega Bortolin, in quale modo la Regione Piemonte si stia inserendo nell'attività che l'Unione Europea e, in particolare, la Commissione Europea ed i suoi organismi, stanno svolgendo nel settore del turismo, perché mi risulta che l'analisi che ho appena fatto, relativa all'esistenza di un pericolo di dominio da parte di pochissime organizzazioni del turismo mondiale, che riporta anche quel che è emerso a Lanzarote, esprima una preoccupazione condivisa dalla Commissione Europea. E' una situazione che la Commissione Europea sta cercando di correggere fornendo dei servizi alle Regioni, per cui chiedo all'Assessore: la Regione Piemonte partecipa di questi servizi? Dei servizi di interconnessione in rete, di offerte commerciali "minori", cioè trascurate dai grandi tour operator, per consentire lo sviluppo e la nascita di un turismo legato a compatibilità ambientali vere, a valori culturali, ambientali e territoriali che possono essere valorizzati solo da un lato, se sono in una rete accessibile, fuori dal dominio dei grandi tour operator, e dall'altro se le Regioni segnalano queste loro peculiarità.
Gradirei, visto che questa legge si rivolge agli enti pubblici conoscere il livello di partecipazione della Regione Piemonte al progetto della Commissione europea, di messa in rete di offerte turistiche a livello delle Regioni, che sta diventando un canale importante.
E' un canale che è stato attivato sicuramente per tutte le Regioni obiettivo 1 dell'Italia, ma ci sono anche parti dell'obiettivo 2 - tutta la Toscana e un pezzo della Romagna - che hanno avuto accesso a questa rete.
Chiedo, pertanto, all'Assessore un inquadramento nella politica della Commissione europea, nel settore del turismo, dell'attività dell'Assessorato.
Chiedo, poi, al Presidente quali decisioni prendiamo rispetto alla carta di Lanzarote. Grazie.



PRESIDENTE

Per quello che mi riguarda, come Presidente ho ascoltato la relazione e la sto anche leggendo. Essa termina dicendo: "Su tali basi nasce l'impianto della presente proposta di legge", e cita tutto il documento di Lanzarote.
Io non so, a livello di Commissione - e mi rivolgo alla Presidente - che tipo di discorso sia stato fatto; io deduco che questa legge nasca come conseguenza rispetto alla relazione. Probabilmente, in seguito alla discussione, riusciremo a chiarire...



CHIEZZI Giuseppe

Siccome si cita un principio, se intanto gli Uffici ci danno la carta...



PRESIDENTE

Sto cercando di procurarmela, ma non è così facile.
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Grazie, Presidente.
Il secolo che si chiude in Occidente ha visto, all'interno delle fabbriche, tanti operai allineati, uno dietro l'altro, per produrre tantissimi oggetti. Con il secolo che si apre, ci sarà, all'interno delle fabbriche, tanto capitale, molti investimenti e bisognerà fare attenzione che i benefici siano a vantaggio di tutti. Ma non è in questa direzione che intendo andare.
Ho voluto fare questa premessa per sottolineare che il settore di un turismo rispettoso dell'ambiente può creare possibilità di occupazione, pu creare diversificazione dei percorsi di lavoro, cioè diversificazione di posti di lavoro che possono incontrare sensibilità diverse da parte dei giovani.
Il settore del turismo può essere un volano per la moltiplicazione delle risorse e può essere in grado di diffondere quella ricchezza che diversamente, rimarrebbe concentrata nei luoghi della produzione.
Pertanto, oltre ad un effetto moltiplicatore, ha la possibilità di diffondere ricchezza.
Non possiamo non constatare, però, che questo disegno di legge arriva tardi e male.
Il problema del turismo è un problema composito, e noi abbiamo soprattutto grazie al lavoro svolto dall'Assessore, tre disegni di legge che non sono disgiunti fra loro.
Il primo, tramutato poi in legge, era quello che offriva un sostegno all'offerta turistica; il secondo, quello in oggetto, che si rivolge al pubblico (a differenza del primo che si rivolgeva soprattutto ai privati) un terzo disegno di legge, annunciato dall'Assessore - e non so se lo conferma, ma che comunque ho avuto occasione di sentire in altre circostanze da parte di Assessori provinciali - riguardante il "bed and breakfast".
E' molto importante, per una regione come il Piemonte, avere una legge organica sul "bed and breakfast", per sviluppare ed avviare il turismo in quelle zone che non hanno strutture ricettive o infrastrutture turistiche adeguate.
Il "bed and breakfast" è sicuramente una strada da perseguire.
Esistono, pertanto, queste tre leggi (una approvata, l'altra che stiamo discutendo e la terza che non so se arriverà mai) intersecate fra di loro ma fatte in modo così diversificato da creare confusione.
Esse contrastano con quell'ipotesi di semplificazione che molte volte questa Giunta di centrodestra ha promosso; al contrario, c'è una proliferazione di leggi che sicuramente non agevolano.
Questa è una delle critiche, anzi è la critica principale che rivolgiamo a questa legge, anche se condividiamo, in termini generali quanto in essa è contenuto. Naturalmente, poi, con gli emendamenti esprimeremo la nostra opinione in modo puntuale sui singoli articoli perché questo è uno spizzico, anche soltanto di quella parte ridotta di aspetti turistici che sono stati trattati o che si intende trattare.
La seconda questione che intendiamo rimarcare è che, nonostante gli impegni e le volontà ribadite dalla maggioranza in questa VI legislatura di voler fare del turismo un settore di sviluppo socio-economico per il Piemonte, fra le Regioni italiane eravamo molto arretrati, ed invece di guadagnare posizioni, le stiamo perdendo.
Ritengo che avremmo dovuto fare attenzione non soltanto a questo aspetto, ma anche ad altri, ed a questo proposito i Gruppi dell'opposizione hanno avanzato le loro indicazioni.
Faccio due esempi. Il primo: il nostro Gruppo ha presentato una proposta di legge per valorizzare le Residenze Sabaude. L'oggetto della nostra proposta di legge è infatti la valorizzazione del circuito turistico culturale rappresentato dalle Residenze e dalle Città reali del Piemonte valorizzando le città che tali Residenze ospitano, rendendo sistema l'insieme di tali realtà.
Abbiamo offerto alla Giunta la possibilità di cogliere questa potenzialità, che è grande ed esiste nella nostra regione, chiedendo di tramutarla in legge, ma a questo proposito tutto tace.
Il secondo progetto di legge che il nostro Gruppo ha presentato ed offerto con spirito di collaborazione alla Giunta, è quello che prevede la creazione di un centro alla Mandria per un'agricoltura biologica, che tuteli le specie autoctone, creando una filiera tra la produzione e la ristorazione, cogliendo un aspetto interessante del turismo piemontese: quello dell'enogastronomia.
Vorrei citare un fatto che ho letto molto tempo fa; Plinio il vecchio scrisse che viveva a Roma un celta di nome Elico, che faceva l'artigiano anche allora andavano a lavorare all'estero, e questo Elico ad un certo punto decise di tornare oltralpe dai suoi conterranei, portando i regali che erano vini e fichi! Questi prodotti incontrarono fra i suoi conterranei tale gradimento che rivalicarono in massa le Alpi e vennero nel Dolce Paese.
Oggi ritroviamo ancora questo fenomeno: svizzeri e tedeschi attraversano le Alpi e vengono in quel delle Langhe a ritrovare quelle cose. Si tratta quindi di un fenomeno persistente che dura da oltre duemila anni e credo sia giusto coglierlo.
Anche qui la Regione ha fatto poco: quel fenomeno si è sviluppato, ma si è sviluppato motuproprio. L'hanno colto gli Enti locali, le organizzazioni del territorio; la Regione ha fatto poco a questo proposito! Anche nell'applicazione delle leggi noi sottolineiamo dei ritardi da parte della maggioranza e della Giunta.
All'inizio di questa tornata amministrativa è stata approvata una legge che doveva promuovere il Piemonte all'estero! Che doveva avviare da noi l'incoming! Questa legge ha sciolto le APT; avrebbe dovuto creare un'azienda per la promozione regionale e delle aziende turistiche locali. L'unica cosa che ha funzionato, che praticamente era quello che c'era già prima, razionalizzato un minimo, sono state le ATL. L'Azienda Turistica Regionale, almeno io non l'ho percepita e credo che neanche la Regione Piemonte l'abbia percepita.
Un altro aspetto vorrei ancora sottolineare, anche se in modo schematico.



(Richiamo acustico del Presidente)



BERTOLI Gian Pietro

Mi scusi Presidente, ma io non abuso mai del tempo. Vorrei completare il mio ragionamento, per cui le chiedo di concedermi ancora qualche minuto.
Anche la rete dei parchi della nostra Regione, che sono un fiore all'occhiello del Piemonte, non sono stati valorizzati come patrimonio naturale per uno sviluppo turistico compatibile. Non soltanto non sono stati utilizzati sotto l'aspetto turistico, ma sono stati dimenticati proprio come enti! Lo stesso Lago Maggiore che credo sia a lei tanto caro, Assessore Racchelli, che è stato colpito duramente da questa...



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



BERTOLI Gian Pietro

Il Consigliere Chiezzi è molto attento quando parla lui, invece quando parlano gli altri...



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Per favore non dialogate.



BERTOLI Gian Pietro

No, Presidente, non pretendo l'attenzione del Consigliere Chiezzi, nel modo più assoluto.
Per concludere, dicevo che il Lago Maggiore è stato colpito da un grave problema di carattere ambientale: dallo stabilimento di Pieve Vergonte probabilmente, c'è stata una fuoriuscita di DDT che ha creato dei problemi non solo per le specie animali di quell'area, ma anche problemi di carattere economico. Nonostante questo, io non ho avuto notizia percezione, che la Giunta regionale abbia messo in atto delle strategie per valorizzare, aiutare quell'area che ha una vocazione turistica importantissima.
Per concludere davvero, noi siamo favorevoli ad interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione ed il mantenimento di un Piemonte turistico, ma riteniamo questa legge solo un tratto di un disegno fatto di pezzi che non combaciano in un contesto generale indefinito.
Per quanto riguarda poi l'ordine del giorno che ribadisce il fatto che si deve perseguire uno sviluppo turistico per il Piemonte ecologicamente compatibile e rispettoso dell'ambiente, credo che, a conclusione della discussione su questa legge, ci debba essere un'approvazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il collega Bertoli che è intervenuto e il collega Chiezzi che continua a disturbare, hanno voluto sottolineare quelle che secondo loro erano alcune delle incongruenze della legislazione sul turismo.
Io a lei dico, Assessore, che meno male che arriva questa legge, perch altrimenti l'altra sarebbe stata monca, cioè quella che si riferiva all'offerta turistica, che si rivolgeva particolarmente ai privati.
Sono convinto infatti che, alla pari di altri settori, si sviluppano delle attività economiche soltanto se c'è un forte connubio tra l'attività privata e l'attività pubblica. Su questo ramo (attività economica) che io spero diventi veramente forte in Piemonte, ancor di più va sottolineato questo connubio. Se non c'è, difficilmente si riesce ad attivare quello che è il circuito turistico...
Presidente, l'Assessore Burzi e il Consigliere Picchioni mi disturbano la prego di richiamarli, loro sanno perché. Lei non lo sa, ma loro sanno perché io le chiedo di richiamarli.



PRESIDENTE

Lasciamo che il Consigliere Montabone possa svolgere con tutta la tranquillità necessaria il suo intervento.



MONTABONE Renato

Lo dirò poi anche in sede di dichiarazione di voto, ma annuncio fin d'ora che io accolgo favorevolmente questa legge. L'accolgo favorevolmente anche se su alcune parti mi piacerebbe fare delle leggerissime osservazioni.
Quando nelle finalità, anziché dire che si vogliono mantenere e sviluppare le aree turistiche forti, si inizia col dire che si vogliono promuovere nuove aree a vocazione turistica e si vogliono rivitalizzare le aree turistiche in declino, io ho qualche dubbio poi che questa legge riesca ad ottenere i risultati che si propone.
Lei ha fatto bene a prevedere nella legge che ci fosse una forte azione di monitoraggio, perché questa è un'altra legge che va monitorata: bisogna vedere quali saranno le ricadute turistiche in quelle aree turistiche che avranno e che potranno fruire di questo tipo di intervento economico.
Dico questo perché non è facile inventare aree turistiche nuove.
L'unica vocazione, l'unico segmento forte, inventato in questi ultimi anni in Piemonte, è il settore enogastronomico; sviluppato particolarmente in un'area che già aveva dei privilegi dovuti ad un ambiente che si confaceva allo sviluppo dell'attività enogastronomica.
E' difficile inventare le aree turistiche forti, perché è difficile inventare delle nuove peculiarità turistiche, oltre a quelle che già esistono in Piemonte: non si fanno crescere le montagne, dove le montagne non ci sono; non si fanno i laghi dove i laghi non ci sono; non si fanno le colline dove non ci sono colline. E' difficile creare quel turismo culturale che già nella nostra regione in alcuni luoghi esiste. Sarei propenso, quando lei monitorirà lo sviluppo di questa legge, che si attestasse principalmente allo sviluppo di quelle aree forti che già oggi esistono, mettendo in secondo ordine quelle che sono in declino - se sono in declino ci saranno dei motivi - e in terz'ordine lo sviluppo delle nuove aree turistiche. Non perché tali aree non meritino attenzione, nella legge sono presenti, ma occorre in Piemonte individuare nuove vocazioni turistiche: cosa difficile da realizzare.
A me questa legge piace anche per un altro motivo: finalmente al pubblico si offre la possibilità di progetti di fattibilità che poi possono essere realizzati. Mi spiego meglio. Se i Comuni, i Consorzi dei Comuni hanno delle disponibilità economiche, come previsto in questa legge, per poter progettare in fattibilità, in progetti turistici delle loro zone credo veramente ci sarà qualcuno che svilupperà quest'azione. Mentre invece, è difficilmente prevedibile che con un salto nel buio dei Comuni pensino di progettare senza essere certi che poi i finanziamenti giungeranno. Logica sulla quale alcuni progetti in passato si sono sviluppati e hanno ottenuto dei risultati importanti.
La legge in oggetto credo debba essere collegata con l'evento turistico che ci sarà in Piemonte nel 2006, ed è una legge, Assessore, che se si vuol tener conto che l'evento turistico deve sviluppare e promuovere tutto il turismo della Regione Piemonte e non soltanto di alcune zone, lo dice uno che giunge dalla zona primaria, per esempio c'è qualcuno che scambia le Olimpiadi come se fossero delle gare di una città: questo è un grandissimo altro sbaglio. Se noi, a livello promozionale, in occasione dell'evento del 2006, non facciamo in modo che la Regione venga promossa dal punto di vista turistico, abbiamo fallito.
Per promuovere una Regione è necessario che i Comuni si attivino con strutture, ritinteggiature e nuove innovazioni rispetto alle bellezza che magari hanno che, però, è in declino.
Credo che questa sia l'occasione per i Comuni di abbellirsi, di truccarsi in modo tale il turista venga attratto.
In occasione della discussione sui singoli articoli avremo occasione di puntualizzare alcuni elementi che non funzionano.
Se si crede nella promozione turistica - probabilmente la Regione avrà già compiuto lo sforzo - si sa che i sessanta miliardi sono noccioline rispetto alle esigenze di un Piemonte che da qui al 2006 intende organizzarsi.
Sono risorse assolutamente insufficienti nei confronti di quelle che in generale cadranno per l'evento. Dobbiamo avere anche dei termini di paragone; non dobbiamo fare la figura dei "poveracci". Non possiamo parlare di sessanta miliardi, quando da altre parti per un evento si parla di migliaia di miliardi.
Quell'evento non può tradursi soltanto nell'organizzazione dell'evento stesso, ma deve avere delle ricadute promozionali e in grado di rivalutare quelle che sono le zone turistiche della nostra regione.
Assessore, ogni volta che discutiamo di turismo la invito ad individuare i Comuni turistici: li individui. Si ricorda della vecchia legge bloccata qui, i 1213 Comuni turistici, anziché 1207 della regione Piemonte? Si ricorda? Le ricordo che nella legge in oggetto non devono accedere quei comuni che organizzano la festa patronale, ma devono accedere quelli che considerano il turismo un'attività economica forte.
Sui parchi ha ragione il Consigliere Bertoli: non si è sviluppata la politica dei Parchi in questi anni. Non si è sviluppata, anche perch abbiamo sempre avuto delle forti remore ad aprire i parchi: non sono mai stati oggetto di attrazione turistica, sono sempre stati dei mausolei! Dobbiamo riuscire a fare in modo che le bellezze naturali, i parchi che la Regione Piemonte ha saputo creare, vengano aperti alla gente, ai turisti, fare in modo che diventino fruizione turistica: non possono essere delle zone dove possono entrare soltanto i cinghiali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Intervengo brevemente su una legge sulla quale il mio Gruppo ha presentato diversi emendamenti. Parte delle mie osservazioni ripercorrono la strada che ci ha spinti a presentare gli emendamenti, che discuteremo nel corso della discussione dell'articolato.
E' stata richiamata, nel corso della relazione introduttiva alla legge la Conferenza mondiale sul turismo tenutasi a Lanzarote. In attesa di approfondire meglio il contenuto di tale conferenza noto che nel primo capoverso della relazione viene fatto esplicito riferimento ad un turismo sostenibile in contrapposizione ad un turismo caratterizzato da errori che a fronte di uno sviluppo turistico anche forzato, ha fatto registrare un degrado ambientale e un appiattimento culturale. A me piacerebbe molto che questi due concetti, cioè del degrado ambientale e dell'appiattimento culturale fossero maggiormente recepiti dalla legge che, invece, partendo da questo concetto di sviluppo sostenibile, si orienta soprattutto sullo sviluppo e basta.
Per questo motivo ho presentato un emendamento. Mi piacerebbe che ai tre obiettivi che si pone l'art. 1 della legge, cioè lo sviluppo di nuove aree, la rivitalizzazione delle aree in declino e il mantenimento delle aree forti, si aggiungesse la riqualificazione delle aree turistiche degradate, che non sono necessariamente quelle in declino, perché sembra che non siano ricomprese nella frase "rivitalizzazione delle aree turistiche in declino".
Inoltre, anche se non l'ho sviscerato come un emendamento, desidererei che la questione della dimensione culturale del turismo rientri in qualche modo in questa legge, in quanto la parola "culturale" non ricorre in nessun articolo della medesima.
Condivido moltissimo il discorso del degrado e del turismo sostenibile questo ormai è un concetto acquisito da tutte le forze, dalla cultura comune - ma c'è anche una dimensione di degrado culturale che probabilmente sta diventando predominante ed è un trend contro il quale dovremmo porci.
Lo scopo della legge è quello di dare sostegno finanziario ad una corretta pianificazione, proprio per ovviare a quello che è stato, negli anni precedenti, il modo di sviluppare il turismo nella nostra regione, che ha prodotto situazioni di degrado o realtà che si sono appianate solo al termine del grande evento che le ha prodotte.
Apprezzo lo spirito della legge. Mi sembra, tuttavia, che la lista che viene fatta nell'art. 4, quando si definiscono i progetti che sono ammessi a finanziamento, sia limitativa. Vengono elencati obiettivi ampi, come la riqualificazione ambientale di siti e aree rurali e urbane, i finanziamenti per progetti riguardanti gli impianti di risalita, le piste da sci e gli impianti per la pratica dello sci di fondo, obiettivo che mi sembra possa rientrare a pieno diritto nel punto precedente, quello relativo ad impianti turistico-ricreativi.
Ritengo superfluo elencare ulteriori punti in modo dettagliato, ma se è il caso si può fare. Mi sembra, infatti, che sia sufficiente individuare le linee essenziali per cui, quando si parla di "impianti turistico-ricreativi e ricettivi", gli impianti di risalita vengono largamente compresi in essi.
La legge prevede tre strumenti per la pianificazione e la programmazione. Prevede, altresì, alcune fasi che sono ampiamente finanziate, sia per quel che riguarda la copertura economica della legge sia per quel che riguarda la disponibilità e la copertura che viene data percentualmente ai progetti presentati.
Probabilmente è un'opinione che va contro tendenza, ma a me sembra che 60 miliardi per finanziare degli studi - non dei progetti - per poi eseguire il progetto siano proprio tanti, specialmente considerando la situazione economica in cui si trova la nostra Regione. Non occorre ricordare ai presenti i grandi dibattiti che ci sono stati sui deficit economici.
Ricordo solamente che per il recupero di aree degradate - credo si tratti della legge 32 dell'88 - sono stati stanziati 2 miliardi all'anno: non per la progettazione, ma per il recupero. Qui ci troviamo, invece, a finanziare in maniera spropositata studi di progettazione che poi non trovano un appoggio quando si tratta di eseguire il progetto.
La mia proposta, quindi, sarà tesa a ridurre il finanziamento della legge. Si potrà poi eventualmente discutere di come utilizzare questi fondi per l'effettuazione dei progetti.
Un'altra osservazione che anticipo e che riprenderò quando discuteremo l'articolato, è la percentuale di finanziamento dei progetti da parte della Regione.
Anche qui, mi sembra molto generoso da parte della Regione finanziare studi fornendo una copertura del 100% o del 70% in alcuni casi. Credo che da parte degli Enti pubblici adibiti a tale compito sia necessario innanzitutto un impegno anche finanziario nella fase di progettazione.
Soprattutto, e questo è un limite della legge, manca da parte della Regione la richiesta che sugli studi effettuati e sui progetti definiti sia verificata la copertura economica.
Penso che sia un elemento indispensabile, se vogliamo che questa legge abbia un'applicazione concreta e non sia, invece, volta unicamente a finanziare studi o progetti che si risolvono in un nulla di fatto, magari già sapendo a priori che si affrontano argomenti per i quali l'ente pubblico, d'accordo anche con i privati, come la legge auspica, non possa o non abbia la volontà di reperire finanziamenti. E a tale proposito, ho presentato un emendamento che verrà poi messo in discussione.
Sulla legge in generale siamo d'accordo, soprattutto sul fatto che sia necessaria maggiore attenzione a questa progettualità che, ripeto, deve tenere in debito conto la parte ambientale e culturale.
Spero che la legge venga migliorata nel corso della discussione ed approvata celermente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Ancora qualche osservazione dal nostro Gruppo, che sta presentando degli emendamenti su questo disegno di legge, non perch non sia d'accordo sullo spirito generale sulla base del quale è stato costruito il disegno di legge, quanto piuttosto sulla necessità di ristabilire dei paletti e degli elementi che noi riteniamo importanti sul ruolo della Regione e degli Enti locali.
Ricordo che il Gruppo dei Comunisti italiani aveva già sottolineato la necessità di attuare un integrazione tra l'intervento della Regione (che è l'ente di pianificazione e di programmazione) finalizzato a sollecitare forme di rivitalizzazione del turismo, quindi tra l'intervento pubblico e quello delle realtà economiche, sociali e culturali che operano sul territorio, quindi le "realtà private", maggiormente indirizzate ad una politica per le infrastrutture.
Ci siamo invece trovati a discutere due disegni di legge diversi, a distanza tra l'altro di molti mesi.
Oggi, il Capogruppo Chiezzi ha posto preliminarmente il problema della necessità di assumere, in via prioritaria, la Carta scaturita dalla Conferenza sul turismo tenutasi a Lanzarote nel 1995. Questo perch intendiamo ribadirlo, uno degli elemento fondanti su cui si pone questo disegno di legge (che venne stabilito già all'art. 1 e al comma primo) è il principio del turismo sostenibile, evidenziato appunto dalla Carta soprarichiamata.
La questione generale su cui si innesta il corpo di questo testo legislativo non ci trova però concordi, perché vengono dimenticati alcuni aspetti che invece riteniamo fondamentali.
La necessità di saper governare il fenomeno turistico non trova conferma nella stesura del testo legislativo e quindi negli strumenti d'intervento che vengono qui individuati.
Uno degli aspetti preoccupanti che intendiamo sottolineare è il pericolo che il turismo possa soggiacere alle scelte di poteri concentrati in alcuni monopoli, quindi la concentrazione del potere dell'intervento sul territorio, per l'ambito turistico, nelle mani di alcuni grandi tour operator, cosa già sottolineata da alcuni colleghi. Vi è anche il pericolo che vengano individuate e rivitalizzate alcune aree già individuate come aree potenzialmente a rilievo turistico e con delle particolarità di tipo economico, che possono di fatto renderle potenzialmente dei poli di attrazione turistica.
Inoltre, le aree degradate, come già alcuni colleghi sottolineavano vengono dimenticate. Sembra che non vi sia la necessità, da parte della Regione, di individuare, in nessun articolo di questo testo legislativo strumenti per raggiungere alcune parti del territorio e del tessuto sociale che presentano caratteristiche di degrado, per cui potrebbero essere potenzialmente rivitalizzate attraverso una forma di intervento pesante, da parte degli enti locali e della Regione, in concertazione con le realtà economiche e sociali che possono operare un ruolo importante in questa direzione.
Già alcuni colleghi sottolineavano come esistono dimenticanze gravi.
Non viene sottolineata la possibilità di una reale integrazione con la politica ambientale e con le politiche relative agli interventi culturali che il territorio può consentire, né si fa riferimento alle ricadute sul tessuto sociale, dal punto di vista occupazionale, che alcune forme di intervento turistico possono incentivare o disincentivare. In particolare se ricordate le politiche rivolte ai parchi, richiamiamo la politica turistica come occasione di rivitalizzazione di aree poco conosciute.
Infatti, le zone collinari, ma anche importanti aree agricole del territorio piemontese, hanno caratteristiche morfologiche ed economiche che le possono realisticamente trasformare in poli d'attrazione turistica, su cui la Regione investe da un punto di vista di programmazione in vista di un recupero che avrà risvolti sul tessuto sociale ed occupazionale. Sono aspetti storici e culturali del territorio che rappresentano un'importante ricchezza per il Piemonte e per i cittadini e le cittadine piemontesi.
Come già altri colleghi hanno sottolineato, ci troviamo per l'ennesima volta a discutere sul testo di un disegno di legge che prevede forme di intervento strutturale, ma in assenza di uno strumento fondamentale: il Piano regionale di sviluppo.
Il nostro Gruppo spesso sottolinea le carenze e l'incapacità di assolvere, da parte di questa Giunta, al compito fondamentale attribuito costituzionalmente alla Regione, che è il ruolo della programmazione. E' evidente che una politica di sviluppo del territorio piemontese deve vedere sinergicamente integrate tutte le politiche, da quella turistica a quella occupazionale. E' evidente che, in assenza di un Piano regionale di sviluppo che individua le priorità e le aree su cui la Regione, in accordo con gli enti locali e con le realtà economiche presenti ed operanti sul territorio piemontese e che intendono investirvi, in un processo di sviluppo che deve essere governato dalla Regione e dall'ente pubblico riesce difficile barcamenarsi rispetto a forme di intervento che appaiono però sempre calate dall'alto, senza una cornice generale che individua delle priorità in alcune aree piuttosto che in altre.
Mancano inoltre, tra gli strumenti di pianificazione e di programmazione, oltre al Piano regionale di sviluppo, che dovrebbe essere la cornice entro la quale vengono scelte le forme di intervento e di priorità, anche altri strumenti necessari, quali i piani regolatori generali.
Vi è quindi la necessità - lo faremo attraverso gli emendamenti - di stabilire l'importanza del ruolo della Regione; la necessità di ripristinare un ruolo nuovo, anche di integrazione della politica degli enti locali, con le realtà economiche e sociali operanti sul territorio; la necessità di introdurre la valutazione dell'impatto ambientale per la valutazione di attendibilità dei progetti individuati.
Queste sono alcune delle osservazioni che facciamo nel momento in cui la Giunta ha ritenuto prioritario scegliere la strada di un disegno di Legge rivolto in particolare alle grandi infrastrutture turistiche. Ferma restando questa critica a livello generale, che rappresenta per noi una premessa, ci pare che questo disegno di Legge avrebbe potuto essere uno strumento importante nell'ambito di un programma generale di sviluppo, che avrebbe veder la Regione partecipe da ormai quattro anni e mezzo, quindi registriamo questa carenza di tipo normativo, ma è chiaro che, in questo contesto, anche le risorse finanziarie, gli enti locali e le realtà economiche operanti sul territorio registrano dei limiti oggettivamente dovuti all'incapacità di questa Giunta di programmare l'intervento sul territorio piemontese.



PRESIDENTE

Bene, non ho altre richieste d'intervento per il dibattito di discussione di ordine generale, per cui passiamo all'articolato.
ART. 1 L'art. 1 ha tutta una serie di emendamenti, ma mi è stato consegnato un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Chiezzi, Simonetti, Paz Spagnuolo, Bortolin ed altri.
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

La carta del turismo sostenibile, approvata a Lanzarote nel 1995, è una carta che ha individuato, per la prima volta, un concetto di sviluppo turistico legato alla valorizzazione territoriale e ad un'analisi di quello che poteva essere o diventare un territorio rispetto ad una vocazione predestinata o comunque specifica. Questo, però, tenendo conto di concetti che fino a quel momento erano stati dimenticati o tenuti in secondo livello. Vi era, quindi, un rapporto tra ambiente, investimenti, economia e sviluppo.
Io che ho letto quel documento, quindi so di cosa parla - così come immagino che gli economisti oggi sappiano di cosa si è discusso a Seattle rispetto al mercato ed alla globalizzazione del mercato - non ho ritenuto o non ritengo che debba essere recepito dal Consiglio regionale, essendo uno strumento già recepito dall'Unione Europea. L'Unione Europea ha fatto proprio il concetto del turismo sostenibile e lo ha già applicato nell'ambito dei finanziamenti e delle misure a sostegno del turismo che ha finanziato in questi anni, anche in Piemonte.
Il turismo sostenibile è un concetto. Non esiste un concetto di turismo sostenibile definito come una formula matematica; esiste un concetto di turismo sostenibile applicato ai territori nei quali si vogliono sviluppare queste forme di investimento o di sviluppo.
Quello che è sostenibile in Piemonte, o in certe aree del Piemonte probabilmente non lo è in altre aree della nostra nazione, dell'Europa o a livello internazionale; quello che è sostenibile in un'area del Piemonte magari non lo è in un'altra area dello stesso.
Ritengo che la programmazione e la pianificazione, tenuto conto del concetto di turismo sostenibile, debba essere fatta propria dai governi, ai vari livelli, affinché si facciano dei programmi, e quindi dei Piani di investimento, che tengano conto, nell'ambito dei propri territori, quindi di quello che si amministra, quanto è possibile considerare sostenibile rispetto al patrimonio ambientale, paesaggistico e soprattutto alle opportunità di sviluppo.
Pertanto, quanto voi chiedete nell'ordine del giorno è un concetto già operante nell'ambito del Piemonte; la Regione, avendo usufruito dei fondi comunitari, deve avere già applicato, per forza di cose, il concetto del turismo sostenibile, che significa applicare un'azione di governo che tenga conto, in maniera predominante, dell'ambiente, del paesaggio, della cultura, della storia e dello sviluppo, e che deve essere concertato tra le realtà locali che governano i territori e le realtà economiche e sociali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per questa informazione che ha chiarito come le decisioni prese a Lanzarote, contenute nella carta del turismo sostenibile siano state recepite in sede europea e corrispondano alle indicazioni che l'Assessore, sinteticamente, ha fornito.
L'Unione Europea, sulla base di questa carta, attiva misure di finanziamento, quindi regolamenti e direttive, e, di conseguenza, gli Stati membri sono indirizzati, se vogliono i finanziamenti europei, a rispettare tale carta.
Per questo motivo, penso che sarebbe molto utile e significativo, anche per l'Unione Europea e per la Commissione Europea, se il Consiglio regionale approvasse ufficialmente la carta del turismo sostenibile, già approvata dalla Commissione. Penso sia un elemento di sostegno, anche nei confronti della Commissione europea, dell'Unione Europea e della politica regionale, e sia un atto non ininfluente e non banale.
Approvare la carta di Lanzarote può porre la Regione Piemonte in sintonia di indirizzi nei confronti dell'Unione Europea. Dato, poi Assessore, che nell'art. 1 si cita il principio del turismo sostenibile approvare questo ordine del giorno, e quindi avere come dotazione della Regione la carta di Lanzarote, vuol dire dare significato concreto all'art.
1 della legge, perché la citazione del principio "turismo sostenibile" è riferita, come l'Assessore ha spiegato, ai contenuti di quella carta.
Sollecito, pertanto, l'Assessore e il Presidente, visto che non mi sembra ci siano obiezioni di alcun genere, quindi piena adesione alla carta e ai suoi principi, di assumerla in modo da procedere sulla legge, avendo un riferimento che rende puntuale - mi rivolgo anche alla relatrice quella citazione.
Approviamo, dunque, il documento approvato dalla Commissione Europea approviamo un documento che ci permette di citare il turismo sostenibile a ragion veduta, perché abbiamo la descrizione di cosa si intende per turismo sostenibile, e penso che il fatto che la Regione Piemonte abbia adottato la carta, oltre alla legge, pone la Regione Piemonte in buona sintonia con le politiche europee che finanziano i progetti di sviluppo del turismo.
Se il Consiglio è d'accordo, ma non ho sentito voci contrarie, chiedo Presidente, di porre in votazione l'ordine del giorno; per i presentatori sarebbe un coronamento anticipato della legge che trova, con l'approvazione dell'ordine del giorno, un avvìo più certo e solido. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Non ho nulla in contrario ad applicare un concetto, ma ritengo che l'ordine del giorno collegato alla legge possa essere posto in votazione quando si voterà la legge. Si è sempre fatto così: gli ordini del giorno collegati alla legge, si votano collegati alla legge.
Pertanto, non ho nulla in contrario rispetto all'ordine del giorno, ma chiedo che sia collegato alla legge, perché fa parte di una cultura che ritengo vada applicata.



PRESIDENTE

Devo anche rilevare che nella relazione si cita la Conferenza e si dice: "Su tali basi", perciò il documento mi pare acquisito implicitamente.



CHIEZZI Giuseppe

E' acquisito e, proprio per questo motivo, si può votare.



PRESIDENTE

Normalmente, gli ordini del giorno vengono votati alla fine, e questo è anche l'indirizzo che ha espresso la Giunta.
Chiedo, pertanto, ai presentatori di consentire che il provvedimento venga portato in votazione in chiusura dell'esame del disegno di legge.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Anch'io non ho nulla in contrario. Votiamolo alla fine; lo voto anch'io.



PRESIDENTE

Procediamo, pertanto, con l'esame degli emendamenti.
1.1.) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: Art. 1, il comma 1 e 2 sono soppressi e sostituiti con: "La Regione Piemonte promuove la pianificazione turistica che garantisce la compatibilità tra ambiente, società ed economia locale".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, lo illustro in primo luogo alla relatrice Silvana Bortolin.
Questo emendamento cerca di riportare a maggior sintesi l'obiettivo principale della legge, togliendo queste descrizioni anche discutibili e che in ogni caso vengono richiamate negli articoli successivi.
Con questa proposta di emendamento si intende affermare che la Regione Piemonte promuove una pianificazione turistica che garantisca la compatibilità tra ambiente, società ed economia locale, che mi sembra una formulazione che mette al centro i principi di Lanzarote e si ferma lì: è chiarissima, è netta, è esplicita, inequivoca, sintetica e dice tutto quel che c'è da dire in una finalità. Inserire invece quegli altri aspetti, dove c'è il turismo già rilevante, le aree ecc., è già parlare d'altro. Secondo me soffoca il centro della finalità che è quella scritta in questi due commi che ho cercato di ricucire dall'inizio alla fine, rimandando il resto, che comunque c'è, agli articoli successivi, perché mi sembrava che fosse una formulazione (in pratica quella del secondo comma, unita al soggetto della prima) molto forte, molto netta, che dà proprio il là giusto a questa legge: "pianificazione turistica che garantisca la compatibilità ecc.". Le altre cose sono già soggette comunque a discussione che si potrebbe evitare in questa sede, ma fare successivamente dove vengono riprese poi puntualmente una per una.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Bortolin ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Svolgo una dichiarazione di voto brevissima per dire che non voterò la proposta di emendamento del Consigliere Chiezzi, non perché la sua argomentazione non abbia alcunché di fondamento, ma perché dopo la discussione che si è svolta in Commissione noi abbiamo condiviso una formulazione che pur ripetendo magari in modo - dice il collega Chiezzi non utile i richiami che al comma 1 sono fatti, lo abbiamo ritenuto utile perché chi legge la legge deve capire immediatamente a che cosa si farà in seguito riferimento. Così l'abbiamo licenziata e così io voterò l'art. 1.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti rispetto al quale la Giunta è contraria.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 29 contrari.



PAZE' Enrica

Presidente, eccepisco sul risultato.



PRESIDENTE

Contesta la votazione?



PAZE' Enrica

Sì.



PRESIDENTE

Si proceda allora alla votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento è respinto.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 1, comma 1, sostituire le parole "nuove aree", con la parola "territori".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Illustro l'emendamento nella speranza che questa legge abbia, come tutte le altre leggi, l'aula come sede sovrana per decidere il testo.
Siccome la relatrice, rispondendo ad un emendamento che pure ha apprezzato ha dichiarato non infondato, ha però voluto sottolineare che trattandosi di un testo licenziato dalla Commissione, e da lei condiviso, riteneva che l'emendamento anche se aveva qualche ragione di contenuto, dovesse essere respinto. Chiedo alla relatrice se questo testo, in base alla discussione in aula, possa essere modificato ove ritenuto migliorabile, oppure se pregiudizialmente è un testo definitivo.
Rispondo al posto della relatrice: sicuramente può essere modificato ove si introducano miglioramenti accertabili, altrimenti l'aula figurerebbe da notaio a quanto concordato in Commissione.
Dico questo perché gli emendamenti devono essere apprezzati per quello che sono e non confinati in un no pregiudiziale: per questo ho chiesto di illustrarli.
Con l'emendamento in discussione propongo, insieme alla collega Simonetti, di sostituire le parole "nuove aree" con la parola "territori" perché area è una parola molto legata ai lotti. Tutto è relativo Assessore Racchelli, ma area è un termine che descrive una porzione ridotta rispetto a quella descritta dalla parola territorio. Sono cose importanti anche queste. Infatti, uno degli equilibri da definire bene è cosa si intende per sviluppo. Lo sviluppo di un'area ha un certo connotato. Dato che il punto di vista del Gruppo dei comunisti italiani è quello che il turismo si pu sviluppare non costruendo sulle aree, non sviluppando l'edilizia, ma organizzando i territori, con tutti i loro valori, naturali, artificiali allora chiede di sostituire le parole "nuove aree" con la parola "territori". Non si tratta di una sofisticheria o un sofisma, ma è cercare di introdurre un termine che sia più ampio rispetto al termine area, sulla quale si possono fare delle ipotesi di sviluppo diverse.
Sottolineo che l'emendamento tende ad individuare "territori", non aree lottizzabili.
Questa illustrazione, Presidente, è valida per i tre emendamenti presentati dal mio Gruppo, perché o sostituiamo le parole in tutti e tre gli emendamenti, altrimenti rimane la forma originale.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli.
1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 1, comma 1, sostituire le parole "rivitalizzazione di", con le parole "territori turistici".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli.
1.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 1, comma 1, sostituire le parole "grado di attuazione" con le parole "delle aree turistiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli.
Per coordinamento anche nel titolo si devono modificare le parole "aree turistiche" con le parole "territori turistici".
1.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 1, comma 1, sostituire la parola "rivitalizzazione" con la parola "riorganizzazione".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Sull'interpretazione delle parole non è che si sia automaticamente in sintonia.
Perché riorganizzazione, piuttosto che rivitalizzazione? Innanzitutto perché la parola "riorganizzazione" è termine un po' più concreto, "rivitalizzare" è un termine enfatico e immaginifico.
La riorganizzazione di aree turistiche in declino mette l'accento sulla cosa da fare, che è molto concreta, che è quella di riorganizzare un territorio. Rivitalizzare un territorio si può fare anche in una direzione che non c'entra nulla con il turismo. Assessore, si può rivitalizzare un territorio non in senso turistico, è un termine più generico. Mentre "riorganizzare", in funzione turistica, mette l'accento sul fatto che c'è una presenza turistica; forse è in declino, quindi bisogna riorganizzare la presenza, più che rivitalizzare, perché nel termine rivitalizzare potrebbe rientrare anche la costruzione di industrie.
L'emendamento tende ad andare nella direzione di essere più aderente alla realtà.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 23 contrari e 1 astensioni.
1.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 1, comma 1, sostituire le parole "mantenimento del grado di attrazione" con le parole "miglioramento qualitativo".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente e Assessore, come ricorderete con il primo emendamento abbiamo proposto di sopprimere queste descrizioni, adesso dentro le descrizioni cerchiamo di introdurre piccoli miglioramenti, per l'affermazione, "mantenere il grado di attrazione" delle aree turistiche forti, è un obiettivo che così enunciato non mi pare condivisibile.
In che senso? Nel senso che ci sono aree turistiche in declino che invece non devono per nulla essere rivitalizzate, perché hanno un declino che non è recuperabile. Non è che tutte le aree, Assessore, turisticamente in declino, debbano essere rivitalizzate, dov'è scritto questo? Non pu essere affermato. C'è una politica che decide, luogo per luogo, se l'area è in declino e se deve essere rivitalizzata o meno. Lo stesso vale per l'affermazione che nelle aree forti bisogna mantenere il grado di attrazione: questa è pura ipocrisia. Ma perché mai devo mantenere quel grado di attrazione? Magari devo incrementare il grado di attrazione, non mantenerlo! Perché queste affermazioni apodittiche. Dov'è in declino devo rivitalizzare, dov'è forte devo mantenere! Non, non è una politica questa sono affermazioni prive di significato politico-amministrativo! Cosa significa il grado di attrazione? Cos'è? E' una percentuale dei turisti che affluiscono in quell'area rispetto ad altre? Non penso. E' un modo un po' immaginifico di sostenere che chi è forte non vogliamo che diventi debole.
L'emendamento soppressivo è stato respinto, il difetto rimane. Dentro questo difetto il nostro tentativo è di sostituire la parola "mantenimento", che è un termine che fa riferimento alla quantità, con le parole "miglioramento qualitativo". In merito a tale argomento una legge all'art. 1, in poche parole, dice: sei già forte, migliora la tua qualità migliorando la qualità può darsi che l'area diventi ancora più forte numericamente o rimanga com'era, ma arricchisca la propria quota di reddito, perché si riferisce ad un altro utilizzatore turistico. Mi sembra che portare sul tema della qualità le aree forti non sia sbagliato.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli.
1.7) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazé: all'art. 1, comma 1, aggiungere alla fine dopo la parola "forti" le parole "la riqualificazione di aree turistiche degradate".
Pongo in votazione l'emendamento della Consigliera Pazé, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 2 voti favorevoli e 25 contrari.
Constatata, all'esito della votazione, la mancanza del numero legale sospendo momentaneamente la seduta.



(Intervento, fuori microfono del Consigliere Gallarini il quale eccepisce sull'esito della votazione)



PRESIDENTE

Consigliere, io non ho visto la richiesta e, su questo presupposto considerando non contestata la votazione e non avendo la presenza del numero legale, ho sospeso la seduta. Se c'è una contestazione sulla votazione...



(Interventi, fuori microfono da parte di alcuni Consiglieri)



PRESIDENTE

Se c'era la mano alzata, io non l'ho vista. Posso aver sbagliato, ho sicuramente sbagliato, però ho dichiarato sospesa la seduta per mezz'ora.
Non credo ci debba essere questo clima; io posso sbagliare e credo che i colleghi possano consentire. Ho dichiarato di aver concluso la votazione ma se i colleghi eccepiscono, sospendiamo per mezz'ora la seduta.
L'aula acconsente, prendendo atto di questa mia mancanza? La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Dico a microfono quanto ho chiesto prima nella pseudo o presunta sospensione: chiedo che si proceda all'appello nominale, così come è stato fatto in precedenza.



(Proteste, fuori microfono da parte del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Abbia pazienza, Consigliere. Ho già detto di non aver visto la richiesta, che mi viene confermata.
Ho sospeso i lavori sul presupposto che nessuno contestasse. Ho chiesto alla cortesia dell'aula, avendo io non visto la richiesta, di poter ripetere la votazione. Se l'aula acconsente, la ripetiamo.



(Proteste, fuori microfono, del Consigliere Chiezzi, il quale sottolinea che la seduta è stata sospesa)



PRESIDENTE

Consigliere, ho già detto tre volte che non ho visto una richiesta di parola che mi è stata confermata, pertanto chiedo di poter verificare l'esito della votazione con il consenso dell'aula.



CHIEZZI Giuseppe

Non consento.



PRESIDENTE

Non consente. Pertanto la seduta rimane sospesa fino alle ore 18.15.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.44 riprende alle ore 18.13)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i colleghi che intendono prendere parte ai lavori di entrare in aula.
Siamo all'emendamento della Consigliera Pazé, con il quale si chiede di aggiungere, alla fine del primo comma, le parole "la riqualificazione di aree turistiche degradate".



PAZE' Enrica

Può verificare il numero legale, Presidente?


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
31 Consiglieri ed in congedo n. 3 Consiglieri.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame disegno di legge n. 507: "Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il mantenimento di aree turistiche" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo, pertanto, i lavori con l'esame dell'emendamento della Consigliera Pazé, al quale la Giunta è contraria.



(Intervento, fuori microfono della Consigliera Pazé)



PRESIDENTE

Consigliera, dobbiamo solo votarlo, è già stato detto.
Abbiamo già anche votato infruttuosamente in un'occasione. Credo non ci sia più niente da dire, se non rivotare.
Ripeto: la Giunta si era dichiarata contraria all'emendamento Paz così come risulta a verbale.
Pongo, pertanto, in votazione l'emendamento.



PAZE' Enrica

Per appello nominale, Presidente.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'emendamento 1.7) per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 ha risposto SI' 1 Consigliere hanno risposto NO 31 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Passiamo ora alla votazione dell'intero art. 1 nel testo modificato.



CHIEZZI Giuseppe

Chiediamo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda dunque alla votazione per appello nominale dell'art. 1, così emendato.



(Il Consigliere Grass effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: art. 2, comma 2, dopo le parole "concertazione programmatica", aggiungere le parole "la Regione".
La Giunta è contraria.



SIMONETTI Laura

Ci può spiegare perché, Assessore Racchelli?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Prima illustratelo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Già nei nostri interventi precedenti abbiamo sottolineato come sia necessario ristabilire un ruolo forte in capo alla Regione, come ente di programmazione e pianificazione.
Già nelle finalità di cui all'art. 1, articolo che è stato appena votato, viene riconosciuto questo ruolo per cui la Regione, in conformità del principio del turismo sostenibile ecc. promuove lo sviluppo dei territori turistici, che vengono di seguito classificati.
Ci chiediamo perché nell'ambito della pianificazione delle risorse, che è uno strumento attraverso il quale poi si definisce, si programma e si organizza l'intervento sul territorio, la pianificazione nell'ambito della concertazione non deve tener conto del ruolo prioritario anche della Regione con gli Enti locali, con le realtà economiche e sociali operanti sul territorio.
Occorre quindi ristabilire un ruolo della Regione, peraltro già attribuito dalla legge nel primo articolo, nelle finalità, laddove si afferma che la Regione Piemonte deve promuovere lo sviluppo dei territori turistici. Ci pareva un'aggiunta abbastanza scontata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Il ruolo della Regione è molto chiaro ed è di indirizzo e di programmazione, di pianificazione e di coordinamento ed è tutta un'azione che è svolta ai sensi dell'art. 5 della legge stessa.
Noi crediamo invece che per quanto riguarda la capacità di concertazione tra gli enti locali, le realtà economico-sociali imprenditoriali e culturali che esistono sull'area, siano fondamentali perché la progettualità rispetto agli indirizzi di pianificazione e di programmazione che la Regione indica nel suo programma deve essere svolta per forza di cose dalle realtà locali.
Il ruolo della Regione noi lo abbiamo individuato all'art. 5 con una serie di procedure, soprattutto di azioni, che danno alla Regione la possibilità di esprimersi al massimo sulle opportunità che si danno poi alla progettualità locale che nel confronto intersettoriale riesce a realizzare come progettualità definitiva.



PRESIDENTE

La Giunta conferma il parere contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Pregherei l'Assessore di riflettere ancora un momento perché nell'art.
5 ci sono proprio queste azioni della Regione che necessariamente - se si leggono le lettere a), b) e c) - sono azioni che la Regione predispone in un'attività di concertazione con gli Enti locali: non potrebbe essere diversamente. Come fa la Regione a fare il piano triennale senza concertare con gli Enti locali? A nostro avviso sembrava proprio un'omissione materiale questa concertazione tra gli Enti locali.
Ci è sembrato proprio una dimenticanza: la concertazione avviene tra enti locali, ma anche con la Regione che determina il programma triennale e non può farlo da sola, deve farlo insieme agli Enti locali. Siccome la Regione non è un ente locale, si deve scrivere "concertazione programmatica tra la Regione e gli Enti locali", che genera tutto il percorso legislativo.
Lo abbiamo sottolineato in quanto l'abbiamo considerata una dimenticanza, niente di più. Tanto più, Assessore, quando si parla di pianificazione delle risorse, la Regione eroga i finanziamenti, pianifica le risorse. Non è questa una questione politica. Ripeto, comunque, che la Regione non sia un ente locale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Noi concordiamo con lo spirito dell'emendamento proposto.
Suggeriremmo, però, per evitare l'indeterminatezza, che la Regione, dal momento che il Consiglio non riesce a concertare con gli Enti locali, di scrivere "la Giunta", perché soltanto la Giunta riesce a concertare, ovvero ha la possibilità di interloquire senza troppi formalismi e appesantimenti.
Il termine Regione, oltre ad essere indeterminato, potrebbe far pensare al Consiglio regionale, quindi suggeriamo di scrivere la parola "Giunta regionale".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Avevo considerato la Regione un ente locale, ma essendoci questa interpretazione accolgo l'emendamento. Scusate, ma avevo inteso la Regione come ente locale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 2.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato e con le modifiche di coordinamento, per appello nominale come richiesto dalla Consigliera Simonetti.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 38 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Passiamo ora all'art. 3. Ci sono alcuni emendamenti che non sono ancora stati distribuiti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Qualche osservazione sull'art. 3 di carattere generale. Tale articolo ha per oggetto "Strumenti di pianificazione e programmazione". Come lei sa Assessore, quando introduciamo l'argomento della pianificazione e della programmazione, noi non lavoriamo su un terreno vergine, non siamo all'anno zero: il governo del territorio è ampiamente strutturato con strumenti di pianificazione e di programmazione. Stiamo attenti, colleghi, a non dimenticare l'ossatura esistente, altrimenti, cosa che, purtroppo, accade noi, di settore in settore, dimenticando che c'è una parte abbastanza solida e ampia di strumenti di pianificazione e programmazione, inventiamo strumenti specifici che dedichiamo a questo o quel settore. E' successo con il commercio. Il commercio ad un certo punto decide che ci vogliono strumenti di pianificazione commerciale e di conseguenza ne hanno inventati un po'.
Durante la discussione sul commercio si è un po' temperata questa cosa ma non tanto, anche in quel caso si sono inventati piani integrati.
Riflettiamo un pochino. In questo art. 3 inventiamo lo studio di fattibilità. Cos'è questo studio di fattibilità? Un nuovo strumento, ma ce n'è bisogno? Non esistono già strumenti che obbligatoriamente soddisfano questa richiesta? Se è così, è meglio scrivere che utilizziamo gli strumenti esistenti.
Piuttosto che inventarne un altro, per cui avremo il settore commerciale che fa il suo strumento di pianificazione, o il settore turistico che ha il suo strumento, è preferibile l'unicità. Il governo del territorio, oppure ogni materia ha i propri strumenti di pianificazione? E con tutti questi strumenti che inventiamo, per l'amor del cielo, non citiamo mai...



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Calma! Non è implicito. Sono impliciti, allora diciamo che lo strumento è il Piano Regolatore! (Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

E no, ma lo diciamo. Invece, neppure lo si indica. Il piano regolatore rimane da un'altra parte. Noi dobbiamo costruire leggi in cui, ad esempio inventiamo il piano integrato.
Assessore, uno degli elementi di difficoltà nell'azione di governo è dato anche dalla pletoricità delle invenzioni e degli strumenti di pianificazione! Ne inventiamo uno al mese! E sono tutti identici, dicono tutti la stessa cosa! E forse è anche per questo che vediamo che l'attività di pianificazione non è che sia molto soddisfacente. A fronte di un numero sempre crescente di strumenti di pianificazione, vediamo che gli interventi avvengono il più delle volte al di fuori di questi strumenti, o inventando ancora dei ritagli ancora più ridotti di forme di intervento.
Allora le chiedo: riflettiamo bene su questo articolo, perché questi piani non so se sia il caso di inventarli.
E se è proprio necessario inventarli, bisognerebbe però inserirli nella legge urbanistica in modo visibile, altrimenti da un lato abbiamo la legge urbanistica regionale, che dovrebbe governare tutto, perché se leggiamo la legge 56, ci sarà di sicuro lo strumento da utilizzare per fare pianificazione turistica, partendo dal piano regolatore, utilizzando tutti gli altri strumenti, senza bisogno di aggiungere questo.
A rigore, Assessore, su questo piano integrato non presento un emendamento, perché mi preme di più ragionare e non fare i bracci di ferro.
Ma questo piano integrato bisognerebbe inserirlo dentro la legge 56. Se lei proprio ritiene che sia necessario inventare un nuovo strumento di pianificazione, che lei vuole chiamare "Piano Integrato", a parte la confusione...



PRESIDENTE

Consigliere, le ricordo il tempo!



CHIEZZI Giuseppe

Sì, a parte la confusione tra i tanti piani integrati inventati, ma supponiamo che questa non ci sia, lei questo piano dovrebbe metterlo dentro. Questa legge dovrebbe essere anche una legge di modifica della legge urbanistica, nella quale inserire questo piano.
Penso che stiamo pasticciando con gli strumenti di pianificazione anziché semplificare norme, piani e procedure e unificare le prassi di governo del territorio. Glielo dico anche dal punto di vista di cui voi dovreste essere portatori, secondo quanto detto il primo giorno che avete iniziato a governare: lei continua sulla strada vecchia e sbagliata di inventare sempre nuovi strumenti e rendere più complicato il governo del territorio per tutti, per i comuni, per i privati e per gli operatori che oltre a fare i conti con tutti gli altri piani, dovranno farli anche con questo.
Ho fatto questo intervento senza presentare emendamenti, ma sollevando un problema, che secondo me andrebbe risolto, innanzitutto citando i piani regolatori ed i loro strumenti attuativi, come gli strumenti capaci di pianificare. Questo non c'è, quindi aggiungerei un comma, il primo, in cui si dice che gli strumenti sono il piano regolatore su strumenti attuattivi in base alla legge 56. Almeno scrivere questo. Poi, se si ritiene di aggiungere altri piani, questa è una responsabilità che non condivido, ma almeno li si inquadra in un'attività corretta, e se si introduce un nuovo piano integrato, per cortesia, questa lettera "B" va inserita nella legge 56, altrimenti è un pandemonio, l'onda vecchia della pletora di interventi e di strumenti in cui non ci si districa più, perché tutti convergono sullo stesso lotto di terreno e in una stessa area urbana ci sarà Pichetto con i suoi funzionari a fare il piano integrato del commercio, Racchelli che fa il piano integrato del turismo, intanto Leo o Vaglio faranno qualche altro piano, ed alla fine l'attività di governo del territorio risulterà frammentata e non gestibile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

La procedura che vorrei innanzitutto confermare è che gli strumenti urbanistici sono gli strumenti che devono governare lo sviluppo urbanistico del territorio, per cui nessuno può mai immaginare di creare degli strumenti di carattere urbanistico che vadano a incidere e a sovrapporsi ai piani urbanistici, quindi a quello che già esiste. Questi sono soprattutto per quanto riguarda il piano di fattibilità, un piano ed una pianificazione economica.
Forse nel titolo dell'art. 3 dovremo scrivere: "Strumenti di pianificazione economica e programmazione turistica a livello locale", per quanto riguarda il piano di fattibilità, perché il piano di fattibilità è soprattutto un piano socio-economico. Nei riguardi di un territorio individua un settore economico produttivo a cui fare riferimento e nell'ambito di questo territorio, sceglie gli interventi per svilupparne un settore.
Per quanto riguarda il piano integrato, vorrei ricondurre l'attenzione ad uno strumento che è già in essere, con le programmazioni europee. Il piano integrato comprende interventi, sempre nel rispetto dei piani urbanistici, quindi delle leggi che già esistono in materia di insediamento urbanistico, perché ci sono piani di territorio che ricompongono più comuni, per cui più comuni e più comunità partecipano al progetto di sviluppo turistico. Nell'ambito di un territorio complesso, il piano integrato ricomprende interventi localizzati su più comuni, per sviluppare un territorio nel suo complesso, interpretando quello che suggerisce la Comunità Europea, cioè l'intervento pubblico per sviluppare un territorio e i suoi settori economici, che è il presupposto per far sì che il privato intervenga anch'esso con investimenti propri.
Insomma, non sono piani urbanistici, ma piani economici di settore, che hanno la finalità di coordinare gli interventi su un territorio.



PRESIDENTE

Possiamo, dopo questa illustrazione, passare agli emendamenti? Consigliere Chiezzi, desidera ancora puntualizzare sugli emendamenti? Lei è già stato esaustivo, perciò le raccomando la sinteticità.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, non mi sembra che stiamo perdendo tempo; anzi ringrazio l'Assessore perché è attento e risponde, poi, che risponda in modo soddisfacente o meno, non conta nulla. Quindi, mi sembra che questo vada comunque apprezzato.
Assessore, lei nomina il piano integrato e dice: "Il piano integrato è qualcosa che si sa cos'è", allora lo si scriva.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

No, non si sa per niente cos'è.
Lei dice: "Già l'Europa...", cioè è uno strumento già noto. Ma, se è già noto, Assessore, scriva che il piano integrato è quella cosa che dice lei, io non so quale sia.
Qui, genericamente, dice: "Il piano integrato individua le...". Invece no, perché questo è generico, tant'è che lei, Assessore, in questa legge dato che questo piano integrato lo inventa lei adesso, all'art. 5, dice e, secondo me, sbaglia anche qui - che la Giunta regionale approva il piano triennale e - secondo me, in modo assurdo - che nel piano triennale, che è un programma economico, alla lettera b), indicherà i contenuti dei piani integrati.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ma i contenuti dei piani integrati.
Allora, lei rimanda a un atto di Giunta i contenuti dei piani integrati. I piani integrati, se sono un'invenzione, devono avere dei contenuti che prescindono dal programma triennale, perché il programma triennale avrà scelte precise, ma il piano integrato è un piano, è una cartografia che avrà una certa scala.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Allora, non è un piano, è un'altra cosa. Allora, ha ragione il Consigliere Vindigni, se ho capito bene la sua affermazione; è un programma amministrativo, è un'altra cosa, non è un piano.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

E' diverso tra piano e programma, Assessore, creiamo confusione. Se è un programma, è un programma. Però, quando lei dice "piano integrato" per individuare le caratteristiche qualitative e quantitative dell'area, queste caratteristiche sono territoriali, proprie di indagini analitiche di territorio e di aree. No, è piano integrato! Ha capito? Non voglio n polemizzare né perdere tempo, voglio ragionare, spendendo qualche parola perché, in questa materia, un minimo di alfabetizzazione ce l'ho e le dico che dobbiamo stare attenti a nominare sempre nuovi piani con definizioni diverse, quando poi non vengono definiti. La dizione della lettera b), più la parte dell'art. 5, crea confusione; noi non agevoliamo la limpidezza dei percorsi amministrativi e delle scelte, ci arrovelliamo sempre complicandoci la vita.
Non ho presentato emendamenti, ma le dico questo perché sono preoccupato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Forse, la parola o il termine può creare imbarazzo o confusione chiamandolo "piano"; forse, avremo dovuto chiamarlo "progetto integrato" se questo è il termine che può...



(Commenti in aula)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

No, perché questa terminologia la usiamo per tutto quello che avviene tra la Comunità Europea ed il territorio, riguarda i progetti integrati di sviluppo, che sono legati al turismo e al commercio. Per cui, se il piano ci riporta ad un programma di tipo urbanistico che non è questo, perch assolutamente non entriamo nel merito dell'urbanistica, perché i piani urbanistici sono quelli che comandano la realizzazione dei progetti.



(Commenti in aula)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Sono d'accordo a cambiare il termine in "progetto integrato di sviluppo".



PRESIDENTE

Voglio ricordare che il termine dei nostri lavori è stato previsto per le ore 19 circa. Dopo l'intervento del Consigliere Vindigni, visto che ovviamente, non riusciremo a terminare l'esame della legge, potrà essere opportuno aggiornare i lavori a domani mattina.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

La discussione che si è svolta in questi ultimi minuti richiede un minimo di approfondimento al quale mi presto.
In realtà, il DOCUP 94/99, nelle due versioni: 94/96 e 97/99, ha previsto, su proposta della Regione, questo nuovo strumento che è costituito dal PIAT, la cui dizione letterale è "Progetto Integrato di Area Turistica". Questo strumento, per quanto conosco, ha avuto una larga e felice attuazione. Il fatto di estendere lo strumento a tutto il territorio regionale, e non solo alle aree obiettivo, mi pare sia un elemento positivo.
Tuttavia, la questione terminologica deve essere chiara: se usiamo il termine "piano" ingeneriamo confusioni, sulle quali si è soffermato adeguatamente ed efficacemente il collega Chiezzi.
Se usiamo la denominazione "progetto", in realtà, abbiamo una visione riduttiva.
Se usiamo la denominazione "programma", a mio parere, utilizziamo la formulazione più corretta, perché il programma comprende una serie di interventi che si articolano nel territorio e che possono essere progetti in senso classico (cioè interventi di recupero o di costruzione su fabbricati) o iniziative.
Poiché la discussione si sta svolgendo senza emendamenti, per consentire all'Assessore di trarre le dovute conclusioni, mi permetto di suggerire l'utilizzo della terminologia "programma integrato di area turistica", perché il programma, a sua volta, si articolerà...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



VINDIGNI Marcello

E' "progetto", però era un nome che era stato scelto da noi; ma, a questo punto, alla luce dell'esperienza, correggiamolo, è più corretto definirlo "programma" a mio parere.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



VINDIGNI Marcello

L'iniziale resta sempre quella.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, sempre in sintonia con quanto ci si diceva, come apporto costruttivo alla riflessione serale dell'Assessore, oltre a quanto diceva il collega Vindigni che, chiaramente parlava a nome di noi tutti, abbiamo dato uno sguardo ai due emendamenti che lei domani ci illustrerà. Se su uno entreremo nel merito domani con la valutazione - ma non eccepiamo in modo significativo, lo valutiamo comunque domani - sull'altro, che sarebbe quello aggiuntivo come comma secondo abbiamo seri dubbi che il ragionamento sulla valutazione di impatto ambientale vedrà una propria discussione. L'aggiunta del comma secondo all'art. 3, che, di fatto, dice che in taluni casi si può non tener conto della procedura precedentemente prevista è preoccupante.
Quindi, ci tenevamo a darle il segnale questa sera, affinché lei faccia le dovute riflessioni, e domani pervenga magari una proposta, perché, fosse così, saremmo in una situazione di imbarazzo, quindi seguirebbero emendamenti d'aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

In merito a quanto detto dalla Consigliera Suino, un emendamento - è chiaro - è stato realizzato dopo aver visionato i vostri emendamenti.
Siccome ve n'erano un po' di frammentati che andavano a colpire vari articoli, mi è sembrato che, anche per un'organizzazione del testo, si dovesse mettere il cappello sull'articolo in merito all'inserimento della valutazione di impatto ambientale, per cui lo mettiamo all'inizio e sappiamo che tutto dev'essere indicato attraverso l'art. 20 della legge del 1998, che regola il VIA.
L'altro problema è molto semplice. Forse, posso avere esteso non nella maniera corretta, lascio anche a voi una valutazione, ma noi potremo trovarci di fronte ad aree o territori che necessitano di un intervento che non può non essere realizzato poiché per poterlo fare dovremmo realizzare un progetto integrato, perché potrebbe essere l'elemento che chiude o realizza un effettivo sviluppo economico del territorio sul quale già esiste una tradizione turistica o, comunque, un'attività turistica di grande interesse o comunque di interesse sostanziale.
Faccio una valutazione magari per riformularlo o per trovare il modo di inserirlo, ma, comunque, è una discussione aperta.
C'è un'esigenza, perché esistono aree e territori nei quali anche un solo intervento potrebbe garantire lo sviluppo o comunque la riqualificazione nell'ambito di un'offerta turistica che è già qualificata o è già forte.
Pertanto, lo riguardo, lo rianalizzo e, magari, lo riformulo, ma quello significa ciò che vi ho spiegato, quindi, se c'è modo di interpretarlo vediamolo anche insieme.



PRESIDENTE

Credo che, oggi, i nostri lavori possano concludersi qui; riprenderanno domani mattina alle ore 9.30.
Comunico che termineranno un po' prima dell'una per dar modo, a chi lo ritiene, di partecipare alla cerimonia funebre della mamma del collega Riba.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.02)



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