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Dettaglio seduta n.426 del 07/12/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Farassino, Goglio Ghigo, Rossi, Burzi, D'Ambrosio, Vaglio.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Norme generali sui trasporti

Proseguimento esame disegno di legge n. 403: "Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del D.lgs 19 novembre 1997, n. 422"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame del disegno di legge n. 403, di cui al punto 7 a) all'o.d.g.
Siamo all'art. 4, al quale sono stati presentati alcuni emendamenti.
4.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Angeli, Riggio Suino, Saitta, Bortolin, Chiezzi e Bertoli: all'art. 4, comma 1, lettera b), dopo "lettera a)" aggiungere "tenuto conto di quanto previsto dal successivo art. 8".
La Giunta è contraria all'emendamento.
Non essendoci richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 26 contrari.
4.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Angeli, Riggio Suino, Saitta, Bortolin, Chiezzi e Bertoli: All'art. 4, comma 1, lettera c), dopo "locale" aggiungere le parole "tenuto conto di quanto previsto dal successivo art. 8".
La Giunta è contraria all'emendamento.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Desidero un chiarimento sulla contrarietà della Giunta all'emendamento mi sembra francamente accoglibile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

L'emendamento è superfluo in quanto l'art. 8 riguarda il consorzio per l'area metropolitana e non i servizi regionali.



PRESIDENTE

La Consigliera Manica ritira l'emendamento.
4.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Angeli, Riggio Suino, Saitta, Bortolin, Chiezzi e Bertoli: All'art. 4, comma 2, dopo "pubblico locale" aggiungere "e la partecipazione al Consorzio denominato 'Agenzia per la mobilità metropolitana' dell'area torinese".


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio agli alunni e docenti dell'Istituto Sommeiller in visita al Consiglio regionale


PRESIDENTE

Colgo l'occasione per salutare i docenti e i ragazzi dell'istituto tecnico "Sommeiller" che ci rendono visita.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Norme generali sui trasporti

Proseguimento esame disegno di legge n. 403: "Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del D.lgs 19 novembre 1997, n. 422" (seguito)


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

La Giunta è contraria all'emendamento in quanto la Regione "promuove" il consorzio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 20 contrari.
Emendamenti presentati dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Casoni: 4.4) All'art. 4, comma 9, dopo le parole "decreto legislativo 422/97" aggiungere le parole "e secondo le indicazioni dell'art. 1, comma 1 lettera a) decreto legislativo 400/99" 4.5) Al comma 10, dopo le parole "con apposito regolamento" aggiungere le parole "e secondo le disposizioni previste dall'art. 1, comma 1, lettera b) decreto legislativo 400/99" 4.6) Il comma 11 viene così sostituito: "11. La Regione organizza i servizi di trasporto pubblico locale sui laghi, oggetto di gestione governativa mediante apposite società anche con la partecipazione degli Enti locali interessati secondo quanto previsto dall'art. 27 bis".
Pongo in votazione gli emendamenti della Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono accolti con 19 voti favorevoli.
Constatando, dalla votazione, la mancanza del numero legale, aggiorno di mezz'ora i lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.52 riprende alle ore 16.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Essendo mancato il numero legale, ripetiamo la votazione degli emendamenti all'art. 4, presentati dall'Assessore Casoni.
Pongo, pertanto, in votazione gli emendamenti 4.4), 4.5) e 4.6) presentati dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Casoni.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono accolti con 29 voti favorevoli e 11 astensioni.
Si proceda, ora, alla votazione, per alzata di mano, dell'art. 4, così emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 28 astensioni 13 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dalla Giunta, a firma dell'Assessore Casoni: All'art. 5, comma 2, lett. a), dopo le parole "comma 5, lettera g)" sono aggiunte le parole "compresi i servizi di competenza regionale interregionale, di granturismo e transfrontalieri".



SIMONETTI Laura

Si può illustrare, Presidente?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni, per l'illustrazione.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Questo emendamento intende dare una delega più omogenea alle Province.
Evitando di trattenere competenze residuali, si inseriscono nella delega i servizi di competenza regionale, interregionale, di granturismo e transfrontalieri, così come avviene dall'1/1/99, in attuazione del decreto legislativo 345/98.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 27 voti favorevoli e 11 astensioni.
5.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Chiezzi, Angeli Riggio, Bortolin e Saitta: All'art. 5, comma 2, lettera d), dopo le parole "domanda debole" è aggiunto "sulla base di parametri definiti d'intesa tra Regione e Province".
La Consigliera Manica desidera illustrarlo?



MANICA Giuliana

Vorrei sentire il parere della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

In questo caso, mi sembra che si vada ad introdurre un limite alla delega alle Province. Le competenze vengono delegate direttamente alle Province; andare ad introdurre dei criteri decisionali della Regione sarebbe come attribuire una delega e poi voler interferire nell'ambito della stessa.
A me sembra limitativo dell'autonomia che viene conferita alla Provincia nell'individuazione dell'area a domanda debole, in base ai parametri definiti, ambito in cui la Regione non dovrebbe entrare ulteriormente, avendo delegato la competenza alla Provincia. Sarebbe come un riappropriarsi parzialmente della delega.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Poiché questa è una legge impegnativa, chiedo trenta secondi per una riflessione. L'osservazione dell'Assessore può indubbiamente porre la questione in quei termini.
Debbo dire, però, che non è affatto vero che le Province abbiano contrarietà al testo da noi proposto, anzi. Esso, al limite, serve a determinare una maggiore omogeneizzazione di parametri possibili tra territori diversi, consentendo un processo come questo. Non vi è una contrarietà particolare delle Province in questa direzione; valuti l'Assessore cosa intende fare. Lo spirito con il quale abbiamo presentato l'emendamento è questo.



PRESIDENTE

La Giunta conferma la propria valutazione?



CASONI William, Assessore ai trasporti

Un attimo, per chiarire: credo che i parametri di differenziazione delle aree a domanda debole invece cambino proprio da zona a zona. Per questo motivo, deleghiamo alle Province l'individuazione di ogni area perché la conformazione geologica del territorio regionale è diversa da provincia a provincia. Ci possono essere aree deboli di un tipo in una provincia e di un altro tipo in un'altra provincia. Sta alle Province individuarle, in base alla delega conferita dal decreto 422.



PRESIDENTE

La Giunta, pertanto, è contraria.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 27 contrari e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 5, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 28 voti contrari 2 astensioni 12 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 6.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Miglietti, Saitta Spagnuolo, Chiezzi, Suino e Orrù: Si aggiunge all'art. 6 il comma 4: "Nelle aree a domanda debole che non rientrano in tutto o in parte nel territorio di Comunità montane, le funzioni di organizzazione ed amministrazione dei servizi di trasporto pubblico di cui all'art. 2, comma 1, lettera d) sono esercitate dagli Enti locali territorialmente interessati nelle forme associative o di cooperazione previste dal capo VIII della L. 142/90".
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Il nostro parere è contrario, per lo spirito che abbiamo già avuto modo di spiegare. Tra gli Enti locali rientrano anche le Province che, in questo caso, darebbero una delega per poi riprenderla da un'altra parte.
Già in un altro punto, invece, viene specificato che i Comuni, tra di loro possono, nelle aree a domanda debole, proprio in quel capitolo consorziarsi.
Quindi, esprimo parere contrario.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astensioni.
Si proceda dunque alla votazione dell'art. 6 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti voti favorevoli 28 voti contrari 4 astensioni 9 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 7.1) Emendamento presentato da Consiglieri Manica, Riba, Angeli, Riggio Suino, Saitta, Bortolin, Chiezzi e Bertoli: all'art. 7, comma 3, dopo le parole "sulla base", aggiungere le parole "degli obiettivi".
La parola alla Giunta.



CASONI William, Assessore ai trasporti

La Giunta accoglie l'emendamento: è favorevole.



PRESIDENTE

Lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
7.2) Emendamento presentato dalla Consigliera Manica, Riba, Angeli, Riggio Suino, Saitta, Bortolin, Chiezzi e Bertoli: art. 7, comma 3, lettera a), dopo "termini di", aggiungere "qualità".
La Giunta si dichiara favorevole.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
7.3) Emendamento presentato dalla Consigliera Manica, Riba, Chiezzi Angeli, Bortolin, Riggio e Saitta: al comma 3, lettera b), dell'art. 7 la parola "urbani" è sostituita con la parola "locali".
La Giunta?



CASONI William, Assessore ai trasporti

La Giunta è contraria, perché sono i Comuni ad aver competenza sulle aree urbane.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 28 contrari.
7.4) Emendamento presentato dalla Consigliera Manica, Riba, Chiezzi Angeli, Bortolin, Riggio e Saitta: al comma 3 dell'art. 7, aggiungere la lettera d): "le tariffe dei servizi".
La Giunta?



CASONI William, Assessore ai trasporti

E' contraria, perché questa è materia di competenza regionale: le tariffe dei servizi sono materia di competenza regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Una dichiarazione ricognitiva. Non capisco perché l'Assessore non accetta l'emendamento che inserisce nel programma triennale l'indirizzo relativo alle tariffe dei servizi. Tale programma triennale dei servizi determina, sulla base dei criteri quantitativi e dei parametri qualitativi definiti dalla Regione, nonché degli indirizzi indicati dalla Provincia, le tariffe dei servizi. Perché no?



CASONI William, Assessore ai trasporti

C'è l'art. 12 che norma tutta la politica tariffaria di promozione; lì è ricompresa tutta la politica tariffaria.
Come ho spiegato più volte, io tentavo di fare una legge che avesse degli articoli precisi in cui si affrontano le materie, senza andare a miscelare in ogni articolo competenze, tariffe, ecc., perché poi viene fuori una legge...
All'art. 12 si dice: "La Giunta regionale definisce, d'intesa con gli Enti locali, la politica tariffaria e le sue modalità di applicazione". Mi sembra chiarissimo.



CHIEZZI Giuseppe

Però osservo che probabilmente anche i punti a), b) e c) sono contenuti in altri articoli, non penso che le lettere a), b) e c) non siano illustrate anche in altri articoli. Quando facciamo un elenco, non mi sembra inopportuno prevedere già in questo elenco degli aspetti che, certo vengono trattati successivamente, così come mi sembra ci sia nei punti a) b) e c), per cui non capisco questi irrigidimenti su questioni... Non è che allunghiamo la legge, però gli elenchi sono sempre abbastanza importanti.
Evidenziare questo fatto mi sembra, accanto agli altri, un elemento di chiarezza, non di pletoricità degli argomenti.



PRESIDENTE

La Giunta conferma la propria valutazione contraria.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni.
Procediamo ora alla votazione dell'art. 7, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 26 voti favorevoli 26 Faccio notare che siamo sotto il livello di guardia. Consigliere Gallarini, lei contesta il risultato? Chiede l'appello nominale? D'accordo.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 31 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 8.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeli, Bortolin, Chiezzi Manica, Riba, Riggio e Saitta: all'art. 8, comma 1, dopo la parola "promuove", aggiungere le parole "aderendovi entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge".
8.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Manica, Miglietti Orrù, Saitta, Spagnuolo e Suino: articolo 8, comma 1, dopo la parola "promuove", aggiungere le parole "entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, aderendovi".



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, i due emendamenti appaiono piuttosto simili: quale mantiene?



SAITTA Antonino

Ritengo che la forma migliore sia quella del secondo emendamento, che recita: "entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge aderendovi", pertanto ritiro l'emendamento 8.1).
Vorrei spiegare il significato di questo secondo emendamento, anche perché mi pare che con questo articolo si entri nella parte sostanziale della legge, oggetto sicuramente di discussione.
Qui discutiamo dell'art. 8, relativo al Consorzio per la mobilità nell'area metropolitana torinese. Ho già avuto modo di dire nell'intervento introduttivo della discussione generale come questa formulazione tenga sicuramente conto del dibattito che si è svolto in Commissione e nelle consultazioni avvenute in Regione Piemonte.
Con questo emendamento si vuole specificare una procedura in termini più precisi. E' chiaro che indicando che dev'essere costituito il Consorzio per l'area metropolitana, si tratta di un'indicazione sicuramente di prospettiva. Qui si vuole indicare anche un tempo di sei mesi per costituire appunto il Consorzio.
Siccome la competenza per la promozione del Consorzio è della Regione Piemonte, credo che indicare un tempo nella legge regionale significhi impegnare la Regione a promuovere il Consorzio, più che a costituire lo stesso.
L'emendamento, dunque, assume soltanto il significato di indicare un tempo realistico per promuovere il Consorzio e prevedere la possibilità che per la verità era già sottintesa, che la Regione debba aderire al Consorzio per le competenze che ha. E' stata data, quindi, anche questa indicazione, che serve soltanto a precisare un concetto già noto. La Regione fa parte del Consorzio per le proprie competenze, occorre pertanto specificarlo.
Si tratta di un emendamento molto preciso, che risponde ad obiettivi mi pare, complessivamente condivisi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Cogliendo lo spirito di questo emendamento, chiedevo di modificarlo ai proponenti, correggendo i sei mesi in nove, perché, com'è noto, ci apprestiamo ad affrontare le elezioni regionali nei prossimi mesi.
Mi sembrerebbe, pertanto, più congruo concedere nove mesi piuttosto che i sei proposti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Avevamo proposto sei mesi, che ci sembrava un tempo più congruo, anche perché, rispetto ad una cosa come questa, definire una scadenza temporale implica il fatto che questa cosa si realizzi.
Ci rendiamo conto che probabilmente la preoccupazione dell'Assessore nell'allungare temporalmente sia legata al fatto che l'interruzione della legislatura per il periodo elettorale e la sua ripresa non possa avvenire entro sei mesi.
Nonostante avessimo preferito i sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, se la preoccupazione è questa, in qualche modo può essere accolta, accettando la modifica proposta dall'Assessore.



PRESIDENTE

Allora, per dichiarazione sentita in aula, correggo il "sei" in "nove" pertanto il testo dell'emendamento recita: "entro nove mesi dall'entrata in vigore della presente legge, aderendovi".
Pongo in votazione l'emendamento 8.2) su cui la Giunta ha espresso il proprio consenso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 37 voti favorevoli.
8.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeli, Bertoli, Bortolin Chiezzi, Manica, Riba, Riggio, Saitta e Suino: art. 8, comma 2, dopo le parole "il Consorzio gestisce", aggiungere la parola "tutte" e dopo le parole "le funzioni" aggiungere "trasferite o delegate".
Su questo emendamento come si esprime la Giunta?



CASONI William, Assessore ai trasporti

Mi sembra pleonastico, tuttavia se si ritiene di volerlo specificare va bene.



PRESIDENTE

Ritiene, pertanto, di mantenere l'emendamento? Mi pare che anche la Giunta non sia contraria.
Pongo in votazione l'emendamento 8.3) su cui la Giunta ha espresso il parere favorevole.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 37 voti favorevoli.
8.4) Emendamento presentato dalla Consigliera Manica: al comma 2, dopo le parole "trasporto pubblico locale", aggiungere le parole "tutti gli enti partecipanti conferiscono al Consorzio tutte le loro funzioni delegate o trasferite in materia di trasporto pubblico locale in riferimento al territorio dell'ambito metropolitano torinese".
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Mi pare sia già stato specificato prima.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sì, lo ritiro.



PRESIDENTE

La Consigliera Manica ritira l'emendamento 8.4).
8.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Manica, Miglietti Orrù, Saitta e Spagnuolo: al comma 3, dell'articolo 8 sono soppresse le parole da "servizi totalmente" a "qualità del servizio".
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Questa è la materia dei lotti. Era l'emendamento che si riferisce a "possono essere suddivisi in più lotti". Tenderei a mantenere questo testo che mi sembra più corretto dal punto di vista istituzionale che noi possiamo dare, concedendo appunto la facoltà di farlo o meno. Non accolgo quindi, l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per richiamare l'attenzione dei Consiglieri sul significato dell'emendamento e, spero ancora, nel cambiamento di opinione dell'Assessore.
La finalità dell'emendamento è tesa a rendere più coordinata la programmazione e anche la gestione del servizio del trasporto locale nell'area metropolitana torinese.
D'altronde viene chiesto di prevedere la possibilità, in un'area omogenea, di suddividere in lotti il servizio.
La proposta delle Giunta, infatti, è la seguente: "servizi totalmente compresi nei confini dell'area della conurbazione di Torino, possono essere suddivisi in più lotti, ove ciò sia opportuno per garantire l'economicità l'efficienza e la qualità del servizio".
Se questa possibilità venisse applicata da parte del consorzio per la mobilità dell'area metropolitana torinese, significa in qualche maniera ledere il principio del coordinamento dell'integrazione dei servizi sul piano della programmazione e sul piano della gestione, con conseguenze di difficile applicazione e, soprattutto, di difficile coordinamento.
Ha ragione l'Assessore quando dice che questo non è un obbligo, ma una possibilità. E' anche vero che questa formulazione accoglie già un suggerimento dell'opposizione dato in un precedente dibattito. La posizione originaria della Giunta era di prevedere la ripartizione in lotti, e non soltanto in lotti, ma prevedeva dei limiti quantitativi collegati addirittura alla popolazione. Quindi sicuramente questa formulazione è un passo avanti e siamo soddisfatti del fatto che si giunga ad un'indicazione che non è obbligatoria, ma facoltativa. E' difficile prevedere cosa possa fare un consorzio, ma se venisse applicata introdurrebbe qualche difficoltà di coordinamento, di integrazione.
Mi rendo conto che rispetto al testo originario è stato fatto parecchio; obiettivamente il testo originale era "pericoloso", ma vi chiediamo di fare un ulteriore passo avanti non prevedendo la suddivisione in lotti. Se noi pensiamo di costituire un consorzio per coordinare i servizi all'interno dell'area metropolitana, e quindi parleremo di gestione integrata, non possiamo prevedere la possibilità di una ripartizione dei lotti: andiamo contro al principio originario per il quale questo articolo è nato.
Quindi sotto questo aspetto c'è una contraddizione che chiediamo venga eliminata.



PRESIDENTE

Non essendoci più interventi, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 25 contrari.
8.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Miglietti, Saitta Chiezzi, Spagnuolo, Suino, Orrù: il comma 5 dell'art. 8 è sostituito con il seguente: "5. La convenzione e lo statuto del Consorzio disciplinano, in particolare gli organi e le relative competenze, i rapporti tra gli enti aderenti al Consorzio, la quota di partecipazione dei medesimi in funzione dei servizi conferiti, le risorse finanziarie e la dotazione organica del personale ed ogni altro aspetto che concerne il servizio".
La parola al Consigliere Saitta per l'illustrazione.



SAITTA Antonino

Questo emendamento ripete in parte quanto previsto dal comma cinque; la differenza sta nel fatto che viene eliminato un riferimento nella parte finale del comma 5 del disegno di legge della Giunta, laddove la Giunta tenta di normare una procedura che, di per sé, è già normata dalla legislazione vigente.
Nel senso che in sostanza la Giunta dice che, attraverso la convenzione e lo statuto del Consorzio, bisogna disciplinare appunto le competenze del consorzio stesso e che la convenzione e lo statuto debbono ispirarsi al principio della separazione delle competenze tra organi politici e organi di gestione. La separazione delle competenze tra organi politici e organi di gestione già esiste. Negli enti pubblici è un fatto che deriva dall'applicazione del decreto legislativo n. 29 e da altre normative introdotte. Per cui eliminare questo riferimento ci sembra un modo per "ripulire" un testo.
In sostanza chiediamo che venga eliminata l'ultima parte del comma 5 laddove c'è scritto "uniformandosi in ogni caso al principio di separazione delle competenze tra organi politici ai quali competono i poteri di indirizzo e di definizione dei programmi e ai dirigenti ai quali è attribuita la gestione amministrativa". Ormai tutti sappiamo che tale separazione vale per tutti gli enti pubblici e, quindi anche per i consorzi, normati dalla legge 142.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Noi potremmo, per chiarezza, trattandosi di competenze di organi politici e di dirigenti, ai quali è attribuita la gestione amministrativa terminare il comma 5 dell'art. 8 con la parola "occorrente". E' logico che l'ultima parte del comma cinque dell'art. 8 - chiedo vengano inserite a verbale - riguardano le competenze specifiche, perché c'è l'organo politico e ci sono i dirigenti.
L'inserire la separazione di competenze era una specificazione, ma non cambia nulla. L'organo politico ha alcune competenze, mentre i dirigenti ne hanno altre.
Pertanto, chiedo, pur eliminando quest'ultima parte dell'art. 8, che rimanga agli atti della relazione.
Per me era un chiarimento; accedo, comunque, alla richiesta di eliminare tali parole, però vorrei che fosse chiaro che le competenze rimangono quelle che qui erano indicate. Mentre sono contrario a sostituire il comma 5.
Il testo dell'emendamento non è completo, perché termina con le parole "ogni altro aspetto che concerne il servizio", mentre non è la stessa cosa delle parole "di altro aspetto occorrente".
Proporrei, pertanto, di terminare con la parola "occorrente" eliminando l'ultima parte.
"Ogni aspetto occorrente" determina tutto quello che viene disciplinato in questa materia, perché, necessariamente, non riguarda solo il servizio.
Ripeto, prendendo il testo base mettendoci il punto, tutto quello successivo scompare. Quindi rimane: "la quota di partecipazione dei medesimi in funzione dei servizi conferiti, le risorse finanziarie, la dotazione organica del personale ed ogni altro aspetto corrente.".



PRESIDENTE

Questa ipotesi trova concorde l'aula, nel senso che l'emendamento viene ritirato? Mi rivolgo alla Consigliera Manica come primo firmatario.
Considero dunque ritirato il suo emendamento e sostituito dall'emendamento della Giunta, che prevede di togliere le ultime tre righe del comma 5, da "uniformandosi" fino alla fine.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sospendo un minuto per darvi modo di conferire.



(Consultazioni tra l'Assessore Casoni e il Consigliere Saitta)



CASONI William, Assessore ai trasporti

Scusi, Presidente, per chiarezza. Il Consigliere Saitta aveva presentato un emendamento che terminava, all'ultima riga, con la frase "ogni altro aspetto che concerne il servizio". Si cancella dunque "che concerne il servizio" e si aggiunge "necessario".



PRESIDENTE

Su indicazione dei proponenti, cancello le parole "che concerne il servizio" e sostituisco con "necessario". La Giunta è favorevole a questa formulazione. Pongo dunque in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Si proceda dunque alla votazione dell'art. 8 come emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 28 voti contrari 2 astensioni 10 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 28 voti contrari 2 astensioni 10 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 10.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Chiezzi, Angeli Bortolin, Riggio e Orrù: art. 10, comma 2, la parola "sei" è soppressa.
L'emendamento è ritirato dai proponenti.
10.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Chiezzi, Angeli Bortolin, Riggio e Saitta: art. 10, comma 2, dopo la parola "anni", aggiungere le parole "nove per le attività di gestione e di sviluppo delle reti e degli impianti e di anni sei per i servizi dell'utenza, nel caso di affidamento separato dell'attività di gestione e di sviluppo delle reti da quelle di servizio all'utenza".



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato dai proponenti.
10.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Chiezzi, Angeli Bortolin, Riggio e Saitta: il comma 3 dell'art. 10 è sostituito dal seguente: "Qualora, a seguito della verifica di cui al comma 2, si renda necessario modificare, in aumento o in diminuzione, la rete dei servizi, l'azienda di trasporto è obbligata a prestare il servizio alle stesse condizioni fino alla concorrenza del quinto dell'importo di assegnazione per i servizi in aumento fino a concorrenza di un decimo per i servizi in diminuzione previo concordamento dei nuovi riferimenti tariffari e delle nuove compensazioni unitarie".
La parola alla Giunta.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Su questo emendamento siamo contrari, perché riteniamo che l'aumento e la diminuzione dei servizi debbano nascere in maniera paritetica alle possibilità di aumento alla verifica triennale. Ciò affinché si possa consentire, soprattutto agli organi politici futuri (si tratta di contratti di sei anni), di avere un margine di intervento nella gestione di questa materia di almeno il 20%; ad esempio, qualora si intendesse trasferire una quota del traffico dalla gomma al ferro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Questo emendamento è, per noi del centrosinistra, importante, quindi lo proporremo anche con diversi interventi.
Volevo introdurre il significato della proposta che, in qualche maniera, tiene conto...
Aspettavo solo che il Presidente si liberasse...



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, prego.



SAITTA Antonino

Come dicevo, per noi questo emendamento è molto importante; stavo parlando dell'art. 10 del disegno di legge sui contratti di servizio, cioè dello strumento nuovo con il quale verranno affidati i servizi del trasporto locale.
La proposta prevede una durata del contratto di servizio di sei anni un tempo complessivamente buono per la programmazione dei servizi.
Ricordo che la proposta iniziale era diversa; c'è stato un allungamento dei tempi e questo è un fatto positivo, in quanto permette di fare una buona programmazione. Giustamente la Giunta - d'altronde anche questo lo abbiamo concordato in Commissione - prevede una possibilità di revisione del contratto, cioè di procedere a delle verifiche nel momento in cui si creassero alcune condizioni che sono state indicate nel secondo comma.
Allora, che cosa dice la Giunta? La Giunta dice che qualora venga modificata in aumento o in diminuzione la rete dei servizi, l'azienda che ha avuto l'appalto, che gestisce il servizio è obbligata a prestare il servizio alle stesse condizioni, fino alla concorrenza del quinto del prezzo di appalto, cioè si mutua il meccanismo dei contratti delle opere pubbliche anche per la gestione dei servizi.
Tuttavia, mentre questa modalità di tenere conto dell'aumento o della diminuzione del contratto di appalto ha senso per le opere pubbliche perché ci riferiamo a delle quantità e quindi in ogni caso è perfettamente misurabile, cioè c'è un'elasticità identica sia per l'aumento che per la diminuzione, riferendoci invece a dei servizi non c'è un'identica elasticità da parte delle aziende nel caso di aumento o di diminuzione dei servizi.
Infatti, almeno per le informazioni che abbiamo, le aziende di trasporto sia pubbliche che private nel caso di aumento dei servizi possono sicuramente avere un'elasticità per gestire una maggiore quantità dei servizi, nel senso che basta aumentare i mezzi o il personale; diversa è la situazione nel caso di diminuzione dei servizi. Non c'è un'elasticità identica: mentre in aumento si assume immediatamente del personale, nel caso di diminuzione dei servizi non lo si può immediatamente licenziare.
Quindi dobbiamo tenere conto di questo fatto.
Mi rendo conto, ci rendiamo conto che rendersi conto di questo fatto quindi prevedere, come noi abbiamo proposto, nel caso di diminuzione dei servizi, fino alla concorrenza di un decimo, vuol dire impegnare delle risorse. Si limita, quindi, la possibilità della programmazione, ma è anche vero che l'Ente pubblico deve farsi carico di questo.
Farsi carico della situazione reale delle aziende, sia pubbliche che private, è anche un'esigenza della Regione, perché in questo modo ci facciamo carico anche del buon funzionamento del servizio. Si può anche forzare l'organizzazione aziendale e non tenere conto dell'elasticità in negativo, esistente da parte dell'azienda, ma questo ricadrebbe sul servizio e non penso che l'interesse del Consiglio regionale sia quello di avere effetti negativi del servizio o di non creare una sorta di ammortizzatore sociale, che tenga conto dei servizi in diminuzione.
Pertanto, per i motivi che ho indicato, manteniamo l'emendamento.
Invito la Giunta a valutare questo aspetto, che legge un po' meglio la situazione delle realtà aziendali, nel caso in cui sono costrette, per una modificazione del sistema dei servizi, a gestire una quantità minore di servizi. E' giusto prevedere l'aumento o la diminuzione, cioè la possibilità di revisione del contratto, perché il sistema del trasporto locale è un sistema non rigido, che varia al mutare della situazione socioeconomica.
Questo fatto è da prevedere, ma bisogna anche tutelare e garantire le aziende del trasporto pubblico privato ed anche, attraverso questo meccanismo, i lavoratori.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ho sentito le argomentazioni dell'Assessore rispetto ai temi dell'emendamento ed alle ragioni per cui l'abbiamo presentato. Devo dire che, per noi dell'opposizione, questo è uno dei punti qualificanti rispetto alla legge, come lo erano gli altri emendamenti e le parti relative all'art. 8.
Pertanto, il nostro atteggiamento rispetto alla legge ed all'andamento del dibattito è fortemente interessato in particolare ad alcuni emendamenti, fra i quali quello in oggetto.
Devo anche dire che stiamo facendo uno sforzo rispetto al testo originario dell'emendamento, perché abbiamo accolto la proposta di togliere le ultime righe, quindi di fermarci a "dell'importo di assegnazione per i servizi in aumento e fino a concorrenza di un decimo per i servizi in diminuzione", quindi accettiamo di far decadere le due righe: "previo concordamento dei nuovi riferimenti tariffari e delle nuove compensazioni unitarie", ponendo un'interruzione della frase dopo la parola "diminuzione".
Vogliamo sentire cosa pensa l'Assessore di questa formulazione, perch ripeto - questo per noi non è un emendamento qualsiasi, il cui accoglimento o meno è semplicemente redazionale rispetto al testo, ma si tratta di un emendamento sostanziale. Vorremmo sentire, pertanto, il parere della Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Capisco le motivazioni che sono state portate, ma non possiamo prevedere una Regione o un'ipotetica futura legislatura che, nell'arco di sei anni - è la durata del contratto - possa avere la possibilità di non incidere neanche sul 10% di questa risorsa.
Concordo quando si stabilisce che bisogna fare una politica dei trasporti con programmazione, incentivare il ferro rispetto alla gomma prevedere delle politiche di movimento all'interno di questi contratti però, così come diamo il 20% in aumento, dobbiamo essere in grado di garantire la stessa risorsa in diminuzione, per fare magari degli investimenti sul ferro.
Ho già avuto modo di spiegare ad alcuni Consiglieri che la preoccupazione per l'occupazione, a mio avviso, non sussiste, perché se eliminiamo il 20% dei servizi su gomma ed implementiamo i servizi su ferro sarà la Provincia, che è l'Ente che può modificare il contratto, a trasferire i lavoratori eccedenti di un'area in quella successiva o a promuovere l'opera di mediazione dell'incentivazione del ferro su gomma limitando - ripeto - al 10% anche la capacità politica, perché oggi c'è una Giunta di un colore e domani potrebbe esserci una Giunta dello stesso colore o di un colore diverso.
Non avere la possibilità, in una legislatura, di intervenire in questa materia, mi sembra, anche dal punto di vista della programmazione e dell'etica che deve avere una corretta gestione ed un corretto monitoraggio dell'andamento pubblico, una cosa che può essere accettata.
Mi rendo conto che ci si possa preoccupare per i lavoratori, ma ripeto - dall'altro lato andremmo a tarpare addirittura la possibilità ad una Giunta di poter fare una politica di programmazione; correremmo addirittura il rischio di non incentivare - cosa che ritengo possa succedere in futuro - il ferro rispetto alla gomma, fatto che tutti invece, a parole auspichiamo largamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Credo, Assessore, che, così come è stato proposto dalla Consigliera Manica, questo emendamento possa essere accolto, anche perché se operiamo una valutazione nuova del trasferimento fatto alle Province, per quanto riguarda il trasporto su gomma, ed alla Regione, per quanto riguarda il trasporto su rotaia, possiamo dire che è un campo nel quale ognuno di noi è abituato a fare certi tipi di ragionamenti. Il 10%, anziché il 20%, per noi significa un rallentamento possibile nelle varie programmazioni; questa è una grande verità, però significa anche dare la possibilità a qualcuno di adeguarsi in altri tempi alle riduzioni. Intendo dire che oggi ci autolimitiamo sul 10%, domani una modifica della legge è sempre possibile se vediamo che le cose vanno bene, che possono essere fatte e che si rendono necessarie, si può arrivare al 20% o anche al 30%.
Ritengo che, facendo uno sforzo, l'Assessore dovrebbe accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ritengo che l'emendamento sia accoglibile, in quanto si parla della verifica dopo tre anni, quindi si è a metà strada. Ovviamente, dopo i sei anni, cioè dopo ulteriori tre anni, si può rivedere tutto in modo più drastico. Siamo all'interno di un contratto che ha una validità di sei anni; dopo il terzo anno si fa la verifica, quindi probabilmente non è neanche per tre anni che si va a fare la verifica, ma è un periodo ancora successivo, in cui si iniziano degli aggiustamenti che poi si vanno a mettere a posto al limite dopo sei anni, se al termine dei sei anni le cose si sono consolidate. Io credo che si possa andare verso una revisione più ampia, però mi pare che dentro questo meccanismo, tenendo proprio conto delle considerazioni che faceva il Consigliere Saitta, cioè della minor flessibilità, qui non si dice il 10% punto e basta, si dà il 10% per una flessibilità in basso dove effettivamente i margini di manovra sono minori io credo che sia accoglibile, proprio perché siamo ad un passaggio intermedio in cui si giunge ad un primo aggiustamento che si pu perfezionare al termine dei sei anni.
Pur auspicando che ci possano essere delle trasformazioni molto rapide io credo che se già si arrivasse a questo, dopo tre anni, di individuare che si sono avuti dei significativi spostamenti per cui si amplia fino al 20% e si riduce fino al 10% rispetto al trasporto su ferro, sarebbe un risultato molto ampio, diciamo che non me lo aspetto pur essendo uno dei fautori.
Credo quindi che sia del tutto accoglibile, cioè che sia ragionevole proprio dentro il tipo di percorso che si intende fare e le finalità che ci prefiggiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

A me sembra invece che l'emendamento, anche nell'ottica che propone l'Assessore, metta l'istituzione, la Regione, in una condizione di prudenza rispetto ad una trasformazione.
In passato noi abbiamo avuto una certa rigidità e se vogliamo anche una certa pressione piuttosto forte da parte degli operatori che di fronte a un eventuale ridimensionamento di quelli che erano i loro servizi ponevano il ricatto occupazionale, che in qualche modo ci poneva tutta una serie di difficoltà.
Il fatto di porre un limite più basso può sembrare oggi un cedimento ma è un meccanismo per gestire una fase di transizione che poi appunto viene verificata al terzo anno. Ed è molto meglio passare oggi a questo tipo di logica, che è quella che è proposta nell'emendamento, piuttosto che poi essere costretti drasticamente e precipitosamente ad una marcia indietro di fronte ad una eventuale mobilitazione che venga a creare un ricatto di tipo occupazionale nei confronti dell'istituzione Regione o della Provincia interessata.
Quindi alla luce di questo si chiederebbe che l'Assessore ponesse un'ulteriore riflessione proprio perché l'emendamento serve per gestire una transizione rispetto a modelli comportamentali che sono diversi sia da parte dell'istituzione sia da parte dei diversi soggetti che noi coinvolgiamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Nello spirito di questo emendamento io posso, proprio per trovare una soluzione visto che questo è stato rappresentato come un problema pesante da parte della minoranza, giungere alla mediazione del 15%. Nel senso che io proponevo il 20%, viene proposto il 10% con questo emendamento: io credo che con il 15% si mantenga la giusta autonomia di revisione delle risorse che ogni Giunta poi può avere la facoltà di modificare, di trasferire da un settore all'altro. Quindi credo che se coloro che hanno presentato questo emendamento eliminano, come è detto, le ultime due righe e mettono 15% io lo accetterei: il 15 in diminuzione e il 20 in aumento, togliendo le ultime due righe come avevate già detto voi, "previo concordamento dei nuovi riferimenti tariffari e delle nuove compensazioni unitarie". Se viene presentato così io lo accolgo, con queste modifiche. Sentiamo i proponenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Prima di dare una risposta per valutare la controproposta dell'Assessore, vorrei chiedere all'Assessore se era stata valutata anche l'ipotesi che non venisse normata questa modalità, cioè del quinto del prezzo di appalto oppure quello che si vuole indicare; se è stata valutata l'opportunità che questo tema fosse tema di valutazione della Provincia che poi è quella che stipula il contratto. Ecco, questa possibilità è stata valutata? Mantenere questa possibilità in capo alle Province che effetti avrebbe provocato?



CASONI William, Assessore ai trasporti

Sicuramente è stata valutata ed è proprio per questo che sono stati introdotti questi elementi, perché qui rimane la capacità residua della Regione per poter destinare le risorse da una modalità a un'altra, cioè la programmazione che viene mantenuta in capo alla Regione può far leva su queste risorse per orientarle nell'ambito di questa autonomia, più sul ferro per esempio e meno sulla gamma. La Provincia logicamente che è lei stessa contractor con l'azienda potrà avere solo una capacità negoziale, ma non quella di orientarle sul ferro perché il ferro è una modalità della Regione. Cioè la Provincia non ha competenza sul ferro. Quindi ribadisco che se viene accettato nella formulazione che io ho dato prima, cioè col 15%, noi accettiamo l'emendamento.



MANICA Giuliana

Accogliamo la proposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

Chiedo gentilmente all'Assessore di rileggere il testo modificato d'intesa con i proponenti.



CASONI William, Assessore ai trasporti

La modifica è la seguente: "alla terza riga sostituire le parole 'di un decimo' con le parole 'del 15%' e sopprimere le parole da 'previo' fino a 'unitarie'". Le ultime due righe scompaiono.



PRESIDENTE

E dove si dice "fino alla concorrenza del quinto", cioè del 20%, cosa scriviamo?



CASONI William, Assessore ai trasporti

Quello rimane, resta così.



PRESIDENTE

Dunque, rileggo la nuova formulazione: 10.3 bis) il comma 3 dell'articolo 10 è sostituito dal seguente: "3. Qualora, a seguito della verifica di cui al comma 2, si renda necessario modificare, in aumento o in diminuzione, la rete dei servizi l'azienda di trasporto è obbligata a prestare il servizio alle stesse condizioni fino alla concorrenza del quinto dell'importo di assegnazione per i servizi in aumento e fino a concorrenza del 15% per i servizi in diminuzione".
Pongo quindi in votazione l'emendamento così riformulato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 37 voti favorevoli.
10.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Chiezzi, Angeli Bortolin, Riggio e Saitta: il comma 4 dell'art. 10 è sostituito con il seguente: "4. I contratti di servizio assicurano la completa corrispondenza fra oneri per servizio e risorse disponibili, al netto dei proventi tariffari, e sono stipulati prima dell'inizio del loro periodo di validità. I contratti di servizio per i quali non è assicurata al momento della loro stipula la corrispondenza tra gli importi di cui alla lett. e) del comma 3 dell'art.
22 e le risorse effettivamente disponibili sono nulli".
L'emendamento n. 10.4 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
10.5) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Casoni: al comma 4, la lett. c) va sostituita come segue: "L'importo eventualmente dovuto dall'ente affidante all'azienda di trasporto per le prestazioni oggetto del contratto, le compensazioni economiche dovute a fronte degli obblighi di servizio e di eventuali agevolazioni tariffarie, nonché le relative modalità di pagamento" al comma 4, lettera m) dopo "contratti collettivi di lavoro" aggiungere "così come sottoscritti dalle organizzazioni sindacali nazionali maggiormente rappresentative e dalle associazioni datoriali di categoria'.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 37 voti favorevoli.
10.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Bortolin Chiezzi, Angeli, Saitta e Riggio: dopo il comma 4 dell'art. 10 sono aggiunti i punti: "q) la ridefinizione dei rapporti, con riferimento al personale dipendente ed al capitale investito dal gestore dal soggetto esercente il servizio di trasporto pubblico, in caso di forte discontinuità nella quantità dei servizi richiesti nel periodo di validità del contratto di servizio r) la definizione dei piani di investimento per lo sviluppo e il potenziamento delle reti e degli impianti".
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Volevo solo specificare che l'emendamento articolato che qui vediamo si riduce in realtà alla parte che si vede scritta a mano e non alla parte stampata, perché ripropone semplicemente il testo già presentato dalla Giunta, che è presente fino al comma p). Quindi c'è un'aggiunta dei commi q) e r). Il comma q) recita: "la ridefinizione dei rapporti, con riferimento al personale dipendente ed al capitale investito dal gestore dal soggetto esercente il servizio di trasporto pubblico, in caso di forte discontinuità nella quantità dei servizi richiesti nel periodo di validità del contratto di servizio." Il comma r) recita: "la definizione dei piani di investimento per lo sviluppo e il potenziamento delle reti e degli impianti." In sostanza si propone di aggiungere alla lettera p) del comma quattro dell'art. 10 gli ulteriori punti q) ed r).
Volevamo dall'Assessore un pronunciamento su questa proposta di emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Per quanto riguarda questo emendamento la Giunta respinge la formazione della lettera q), mentre accetta la lettera r) che a questo punto diventerebbe la lettera q).



PRESIDENTE

I firmatari sono d'accordo.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli.
10.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Bortolin Chiezzi, Angeli, Saitta e Riggio: dopo il comma 4 dell'art. 10 è aggiunto il comma 4 bis: "Gli importi di cui al comma 4 bis, lett c) sono soggetti a revisione annuale con modalità previste nel contratto stesso allo scopo di incentivare miglioramenti di efficienza. I suddetti importi possono essere incrementati in misura non maggiore del tasso programmato di inflazione salvo l'eventuale recupero delle differenze in caso di rilevante scostamento dal tasso effettivo di inflazione, a parità di offerta di trasporto." La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

La Giunta è contraria in quanto trattasi di una prerogativa contrattuale che non può essere applicata.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli e 24 voti contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 10 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 13 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 11.1 Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Casoni: art. 11, comma 1 sono soppresse le parole "sulla base di uno schema di contratto tipo definito dalla Giunta regionale." Al comma 1 aggiungere di seguite le parole "Alle gare possono partecipare i soggetti in possesso dei requisiti di idoneità morale, finanziaria e professionale richiesti, ai sensi della normativa vigente, per il conseguimento della prescritta abilitazione all'autotrasporto di viaggiatori su strada, con esclusione delle società che, in Italia o all'Estero, gestiscono servizi in affidamento diretto o attraverso precedere non ad evidenza pubblica, e delle società dalle stesse controllate. Tale esclusione non opera limitatamente alle gare che hanno ad oggetto i servizi già espletati dai soggetti stessi." Al comma 2 aggiungere, dopo le parole "ai casi contemplati", le parole "e inoltre secondo quanto stabilito dall'ultimo periodo dell'art. 1 comma 6 lettera a) del D.Lgs 400/99." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli e 2 astensioni.
11.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Miglietti, Saitta Spagnuolo, Chiezzi, Suino e Orrù: art. 11, comma 2 aggiungere le parole "Prima dell'espletamento delle procedure concorsuali l'ente competente definisce con le organizzazioni sindacali più rappresentative gli aspetti relativi ai diritti dei dipendenti." La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

La Giunta è contraria all'emendamento



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 27 voti contrari.
11.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Chiezzi, Angeli Bortolin, Riggio e Saitta: Il comma 3 dell'art. 11 è sostituito dal seguente: "3. In caso di subentro il nuovo gestore, con riferimenti agli investimenti realizzati secondo il piano degli investimenti oggetto del precedente affidamento, è tenuto a subentrare nelle obbligazioni relative ai contratti di finanziamento in essere o ad estinguerle e corrispondere un indennizzo al gestore uscente pari al valore residuo, al netto di eventuali contributi pubblici a fondo perduto, degli ammortamenti di detti investimenti risultanti dai bilanci del gestore uscente e corrispondenti ai piani di ammortamento oggetto del precedente affidamento. E' esclusa qualsiasi ulteriore forma di indennizzo. Gli atti di gara devono stabilire oltre a quanto previsto dalla normativa specifica in materia, i requisiti di partecipazione con particolare riferimento al possesso della certificazione di qualità per i servizi e per l'ambiente." La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

La Giunta è contraria all'emendamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli e 27 contrari.
11.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Miglietti, Saitta Spagnuolo, Chiezzi, Suino e Orrù: art. 11, comma 4, sostituire le parole: "con applicazione per le singole tipologie del comparto dei trasporti dei rispettivi contratti collettivi di lavoro" con le parole "conservando al personale l'inquadramento contrattuale originario, comprensivo degli eventuali contratti integrativi aziendali in essere." La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi crediamo che la Giunta debba prestare particolare attenzione all'emendamento, tenendo conto che nell'inquadramento dei lavoratori una parte crescente delle condizioni contrattuali avviene tramite accordi integrativi aziendali e con le nuove disposizioni intervenute rispetto alla cessione di ramo di impresa, il passaggio da un'impresa ad un'altra, si potrebbe determinare una riduzione dei diritti previsti dal contratto a cui sono sottoposti i lavoratori stessi.
Il contratto aziendale di categoria tende sempre più a fissare delle norme generali; c'è, poi, tutta l'applicazione dei contratti particolari aziendali che hanno, dal punto di vista salariale, ma soprattutto dal punto di vista delle condizioni di lavoro, un'implicazione importante, perch spesso determinano il rapporto tra le condizioni di lavoro e l'organico.
Negli ultimi anni è avvenuta nelle aziende una serie di terziarizzazioni o passaggi di ramo di aziende e si sta diffondendo ritengo positivamente per il lavoratore, il principio di mantenere valido il contratto aziendale originario.
Tenete conto che il più grande contratto di passaggio di ramo d'azienda avvenuto nella nostra provincia, il contratto del passaggio di una serie di lavorazioni dalla Fiat alla TNT, è stato siglato con un accordo di questo tipo, che ha garantito ai lavoratori il mantenimento delle contrattazioni precedenti.
Tra l'altro, nelle contrattazioni riguardanti quei lavoratori che non modificano il tipo di lavoro che svolgevano in precedenza, emerge sempre più il legame con la contrattazione futura e non solo con quella precedente. Questo, secondo me, è giusto perché altrimenti si rischia attraverso i meccanismi giuridici, di incidere sulle condizioni di lavoro.
Oggi è possibile, molto più facilmente che in passato, che un'azienda possa articolarsi...



(Interruzioni fuori microfono)



PAPANDREA Rocco

In ogni caso, se è così, tanto vale esplicitarlo. Non capisco perché si dica di no, se si riconosce che non ha quelle conseguenze. Se non ha quelle conseguenze, non costa nulla definirlo.
Invece, come penso io e com'è ormai prassi nella contrattazione sindacale, occorre tenerne conto, perché si potrebbe addirittura passare ad aziende che hanno una diversa tipologia contrattuale. E questo avviene, non sono fatti che sogno io! Se osserviamo quanto si sta verificando quotidianamente nei passaggi di ramo d'azienda, possiamo notare che avviene.
Potrebbe succedere, ad esempio, che le future aziende che concorreranno alla privatizzazione delle Ferrovie, si articolino in più comparti, ed alcune sono aziende nuove, prive di una contrattazione aziendale, che fissano unicamente il minimo contrattuale.
Non mi si dica che questo non avviene, perché se il rischio non c'è allora scriviamolo! Se il rischio non c'è o se è già previsto, inseriamo una frase che lo espliciti. Se, invece, il rischio c'è - come io temo - a maggior ragione deve essere esplicitato.
Non capisco perché non scrivere che si devono avere le garanzie anche dei contratti originari, compresi i contratti integrativi aziendali, che sono parte significativa delle condizioni contrattuali del lavoratore.
Se l'Assessore ritiene che il rischio non ci sia, mantenga l'emendamento. Se non lo mantiene, io mi insospettisco, perché se l'intento è lo stesso, la formulazione più chiara è quella presente nell'emendamento che non lascia equivoci.
Secondo il mio parere, bisognerebbe discutere approfonditamente di questo fatto, perché diversamente si rischia di creare una situazione di conflittualità; si rischia di introdurre dei meccanismi di conflittualità che è meglio che la legge risolva a monte, stabilendo una cornice dentro la quale è previsto il passaggio da un'azienda ad un'altra, nella gestione di una linea o di un servizio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Leggo testualmente l'art. 18, comma 2: "Allo scopo di incentivare il superamento degli assetti monopolistici e di introdurre regole di concorrenza nella gestione dei servizi di trasporto regionale locale, per l'affidamento dei servizi le Regioni e gli Enti locali si attengono ai principi dell'art. 2 della legge 14 novembre 1995, n. 481, garantendo in particolare, nella parte che comprende l'indicazione e le modalità di trasferimento, in caso di cessazione di esercizio dal precedente gestore all'impresa subentrante dei beni strumentali e funzionali all'effettuazione del servizio e del personale dipendente, con riferimento a quanto disposto dall'art. 26 del regio decreto 8 gennaio 1931, n. 148". Abbiamo riportato pertanto, al comma 4 quanto dice il testo della legge. Esso dice che si mantengono, per quanto possibile, gli stessi trattamenti alle aziende subentranti. Ho confrontato il nostro testo con quello di tutte le altre Regioni (come è stato giustamente fatto notare più volte, siamo, in termini di tempo, una delle ultime Regioni a legiferare) e tutte le Regioni hanno inserito questo principio.
A nostro avviso, richiamando il principio prima esplicitato, quello del mercato, si introdurrebbe un concetto che potrebbe portare il Commissario del Governo a respingere addirittura il corpo della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Grazie, Presidente. Forse la modalità è sbagliata, ma l'obiettivo dell'emendamento è di rafforzare un concetto richiamato e contenuto nel regio decreto del 1931. L'Assessore poco fa ci ha spiegato che è sufficiente il riferimento all'art. 26 del regio decreto, perché esso risolve la questione e pertanto è inutile un'ulteriore indicazione. Io ho sottomano l'art. 26 del regio decreto, il quale dice che, in caso di cessione o fusione di aziende - il caso in esame - devono essere osservate le disposizioni stabilite dalla modalità governativa all'atto dell'approvazione della cessione o della fusione, mantenendo al personale per quanto è possibile, un trattamento non inferiore a quello precedentemente goduto e assicurando i diritti acquisiti.
Quindi è chiaro che il regio decreto fa riferimento al mantenimento dei diritti acquisiti anche se c'è quest'indicazione, per quanto è possibile.
Quindi, innanzitutto c'è un campo di scelta. In ogni caso, facciamo riferimento ad un Regio Decreto e probabilmente in quel periodo non c'era contrattazione di nessun tipo, neppure di tipo aziendale.
Allora, il riferimento è corretto, perché già il Decreto Legislativo n.
422 fa riferimento al Regio Decreto, il quale, sotto questo aspetto, per forza di cose va applicato.
Ma ciò che diceva poco fa il Collega Papandrea è che il mantenimento dei diritti acquisiti oggi fa riferimento alla contrattazione. In pratica l'elemento di novità rispetto alla data del '31 è che i contratti di lavoro garantiscono il mantenimento dei livelli acquisiti precedentemente.
Pertanto, secondo noi, il riferimento ai contratti è più puntuale e preciso, e consente di applicare immediatamente, e non discrezionalmente le indicazioni contenute nel Regio Decreto. Non è in contraddizione, ma è una specificazione ad uno strumento molto più aggiornato, che è il contratto di lavoro.
Non credo, quindi, che possa essere motivo di illegittimità della legge. Semmai è un completamento di una norma preesistente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Anch'io, dopo i colleghi, la pregherei di prestare attenzione a questa questione, perché se non ci sono impedimenti di carattere legislativo, le chiederei di considerare attentamente sia questo emendamento che quello successivo, perché la preoccupazione che, se non sbaglio, unisce i colleghi poc'anzi intervenuti al sottoscritto, è quella che, alla fine, siano i lavoratori a pagare.
Se invece non sussiste tale preoccupazione è diverso, perché siamo a posto. Questo emendamento e quello successivo tendono a rassicurare che fatto salvo il regime di concorrenza, la liberalizzazione, il miglioramento del servizio e tutto quello che credete, alla fine, tutte queste cose più efficienti com'è che avvengono? Se avvengono attraverso economie razionalizzazioni, eliminazione di sprechi, migliore organizzazione di un servizio, va bene. Ma se invece avvengono perché il subentrante paga di meno i lavoratori e li fa lavorare di più, non saremo d'accordo.
Allora, il nostro tentativo, attraverso questo emendamento o quello aggiuntivo che ho provato a scrivere, è di chiarire che avvenga una razionalizzazione nel sistema dei trasporti e della gestione (che entri chi gli pare, anche se non sono nemmeno d'accordo su quello), ma giù le mani dai contratti di lavoro, dal peggioramento delle condizioni lavorative e salariali, perché se la strada è quella, ci opponiamo.
Spieghi quali vincoli abbiamo di carattere nazionale che ci impediscono di fare una cosa o l'altra, ma fissati questi vincoli - non penso che esistano vincoli che obblighino i lavoratori, in conseguenza di questa riforma, a stare peggio di prima - se non va bene questo emendamento e nemmeno quello successivo, troviamone uno insieme, Assessore, che dia certezza che chiunque arrivi a valle di un contratto di servizio non si rivalga sulla testa dei lavoratori, come salario, come condizioni di lavoro, come turni e tutto il resto. Come minimo, deve garantire quello.
Assessore, oserei dire che, visto che tutto migliora, l'emendamento che dovremo presentare dovrebbe migliorare qualcosa anche per il lavoratore posto che migliora per l'utente e per l'azienda, bisognerebbe scrivere che è obbligatorio un aumento di stipendio o una diminuzione dei carichi di lavoro. Non l'abbiamo scritto ma almeno, visti i tempi, scriviamo che non si può peggiorare, non si può, cioè, tornare indietro nei salari, nei diritti, nelle qualifiche e via dicendo. Se non scriviamo questo, Assessore lei o un altro non cambia nulla - la concorrenza sarà spietata proprio su quei fattori: si abbasseranno le qualifiche e, a parità di impiego, si tenderà a fare un contratto in cui si riconosce meno salario, meno garanzie, meno servizi o maggiori turni.
Non dovremmo dividerci su questa finalità. Come raggiungerla ce lo spieghi lei, però raggiungiamola.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Vorrei fare alcune precisazioni, perché non seguendo l'intero testo sfuggono forse dei particolari importanti per comprendere il contesto nel quale ci muoviamo.
Oggi, nel caso di una fusione tra due aziende, vale il Decreto del 1931. Non andiamo, quindi, a peggiorare le condizioni odierne in caso di accorpamento di due aziende o subentro di due aziende, perché oggi, se c'è un subentro in un'azienda di trasporti, vale quello che è stato richiamato dal Governo nel D. Lgs. n. 422. E' per questa ragione che il Governo ha inserito questo richiamo del D. Lgs. n. 422.
Inoltre, nei contratti di servizio specifichiamo alla lettera m) che come è obbligatorio per le aziende che vanno a stipulare un contratto di servizio, esiste un obbligo dell'applicazione, per le singole tipologie del comparto dei trasporti (quindi per i ferrovieri, per la gomma, ed altre) dei rispettivi contratti collettivi di lavoro, così come sottoscritti dalle organizzazioni sindacali nazionali maggiormente rappresentative delle associazioni datoriali di categoria.
Questa è già la premessa, per cui un'azienda che non ha questi requisiti intanto non può partecipare.
Oggi, come ripeto - questo per tranquillizzare il collega Chiezzi - con questo inserimento andiamo a normare la regolamentazione in caso di subentro di un'azienda. Non si vuole passare da un sistema di concessione ad un sistema di gara che potrebbe prevedere dei peggioramenti delle condizioni qualitative. Si intende, invece, mantenere esattamente la stessa tutela che ha oggi. Dunque, non solo non la peggioriamo, ma la manteniamo identica. Pertanto, un lavoratore che oggi dipende dalla Satti, dall'Atm o da qualunque azienda di servizio, nel sistema della gara che, per legge siamo obbligati ad ottemperare, abbiamo inserito le stesse garanzie attuali con il contratto nazionale e i rispettivi contratti collettivi di lavoro così come sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali nazionali maggiormente rappresentative, e così come definito nel decreto legislativo n. 422, con riferimento all'art. 26 del regio decreto 8/1/31 n. 148. Già oggi - ripeto - in caso di subentro in un'azienda di trasporto viene applicato.
Pur entrando in un sistema a gara non c'è nessun peggioramento, anzi vengono mantenute le stesse condizioni.
Infatti, il decreto legislativo n. 422, all'art. 18 recita: "allo scopo di incentivare il superamento degli assetti monopolistici e di introdurre regole di concorrenzialità nella gestione dei servizi di trasporto regionale, per l'affidamento dei servizi, le Regioni e gli Enti locali, si attengono ai principi dell'art. 2 della legge 14/11/95 n. 481, garantendo in particolare...".
Quando dice "garantendo in particolare" fa esplicito riferimento, cioè non lo cita casualmente, all'indicazione delle modalità di trasferimento "in caso di cessazione d'esercizio, di precedente gestore all'impresa subentrante dei beni strumentali funzionali all'effettuazione del servizio del personale dipendente con riferimento a quanto disposto dall'art. 26 del regio decreto 8/1/31 n. 148." Sottolineo che tutte le Regioni hanno applicato esattamente questo articolo.



(Voci in aula)



CASONI William, Assessore ai trasporti

Concordo con lo spirito del n. 422 e quelle delle altre 18 Regione italiane che hanno approvato questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi proponiamo, con il nostro emendamento, di scrivere le seguenti parole "conservando al personale l'inquadramento contrattuale originario comprensivo degli eventuali contratti integrativi aziendali in essere".
Questa è una questione importante, perché nel 1931 vi erano altre situazione. Nel frattempo, oltre alla contrattazione nazionale, è subentrata una forte contrattazione aziendale. Inoltre, negli ultimi anni si è verificato e diffuso un processo di parcellizzazione delle aziende, di terzializzazione e di passaggio di rami d'azienda. Il rischio che si corre in questo processo è che una serie di contratti che vengono applicati vengono poi cancellati.
Quando discutemmo il caso OPC computer, discutevamo esattamente del rischio che correvano i dipendenti. Abbiamo scritto che ci voleva unicità di azienda per la soluzione di quei lavoratori e la tutela del contratto di quei lavoratori, non volevamo che quei lavoratori si trovassero poi parcellizzati in una serie di aziende, ognuna delle quali applicava un contratto particolare.
Sottolineo che ci siamo battuti per andare in quella direzione.
Le ferrovie dello Stato di recente hanno stipulato un accordo che diminuisce i salari, a cui io sono contrario, però è stato fatto.
La legge in esame definisce che un'azienda si può articolare in più aziende; la FIAT lo fa, passa dei pezzi d'azienda alla COMAU: praticamente attraverso passaggi di proprietà si interviene sui meccanismi contrattuali.
Mettendo questo principio in legge non si impedisce che successivamente, quei contratti si possano modificare, però si impedisce che venga fatto in modo subdolo, semplicemente cambiando giuridicamente le caratteristiche dell'azienda.
Non c'entra nulla il discorso di evitare il monopolio. Sono due terreni diversi il contratto che tutela i lavoratori e la libertà di concorrenza tra le aziende.
Se non si agisce non riusciremo ad evitare che i lavoratori si trovino in una situazione svantaggiata, rischiando di incrementare la conflittualità e magari ci troveremo a dover intervenire come Consiglio regionale per risolvere una serie di situazioni che potevamo risolvere prima.
Come Consiglio abbiamo votato ordini del giorno sulle crisi aziendali che dicevano esattamente queste cose, non capisco perché in questa fase, in cui fissiamo la cornice, non le vogliamo inserire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo semplicemente per capire. Se c'è una differenza politica facciamo che dichiararla. Se non c'è, come per adesso mi pare non ci sia vediamo di trovare un terreno comune.
Lei, Assessore, ci invita a riferirci, giustamente, al quadro nazionale, ovvero al decreto legislativo n. 422. Decreto che la sua forza politica, magari, non lo ha neppure votato, mentre la mia sì. Il D.Lgs. 422 recita che le Regioni e gli Enti locali devono garantire l'indicazione delle modalità di trasferimento, in caso di cessazione dell'esercizio, del precedente gestore all'impresa subentrante, anche del personale dipendente.
Quindi noi dobbiamo garantire l'indicazione delle modalità di trasferimento del personale. Inoltre il D.lgs. 422 recita "con riferimento al regio decreto".
Quindi, dobbiamo garantire l'indicazione delle modalità di trasferimento del personale che deve, questo trasferimento, mantenere, per quanto è possibile, al personale un trattamento non inferiore a quello precedentemente goduto e assicurando i diritti acquisiti.
Sostengo che non scrivere nulla, e respingere questo emendamento significa tornare indietro. La mia opinione è che politicamente bisognerebbe andare avanti rispetto al regio decreto del 1931, perch allora si poteva scrivere "per quanto è possibile", ma nel 1931 si è anche scritto "assicurando i diritti acquisiti".
A me sembra che un intervento legislativo nostro che nel quadro delle cose che ci dicono... perché quel "per quanto è possibile" lo decidiamo noi in cosa consista e lo decidiamo adesso! Cioè noi abbiamo una finestra aperta nel 1931 e confermata nel 1997 dal decreto n. 422 che dice: "Care Regioni, voi dovete garantire l'indicazione di come si trasferisce il personale e nel farlo dovete tener presente che nel 1931 lo Stato ha approvato una legge nella quale si dice che 'per quanto è possibile il trasferimento deve garantire il trattamento non inferiore', che deve garantire i diritti acquisiti"! Per la miseria, scriviamo questo! Togliendo il "per quanto è possibile" o se non lo si vuole togliere, chiarendo in cosa consista oggi, nel 1999, una scelta della Regione che interpreta il "per quanto è possibile". E lì possono esserci differenze politiche, ma lo interpretiamo - Assessore - oggi questo "per quanto è possibile".
Per noi, nel modo più estensivo possibile; nel senso che per noi abbiamo l'emendamento successivo - tutto deve rimanere almeno come prima o migliorare. Per altri può non essere così. Però non mi sembra che sia illegittimo o metta in crisi il rapporto di questa legge con le altre due leggi e il Regio Decreto; mi sembra che sia in coerenza.
Se poi - Assessore Casoni - le altre 18 Regioni hanno fatto diversamente, non è la prima volta che la Regione Piemonte fa da apripista ed è il Piemonte un riferimento per il legislatore nazionale. Non è la prima volta che innoviamo, che facciamo cose che hanno un'apertura prospettica diversa da altre Regioni; abbiamo inventato tante cose, che poi altri hanno copiato (anche il cioccolato, che è stato inventato qui, poi gli Svizzeri ce l'hanno "mangiato").



(Commenti dai banchi di AN)



CHIEZZI Giuseppe

La Svizzera non ha inventato il cioccolato che invece è stato inventato a Torino, in Piemonte.
Allora, possiamo anche - Assessore - inventare un'interpretazione piemontese di questo "per quanto è possibile".
Io le chiedo di chiarire se questo è un terreno di lavoro - come mi sembra possibile - poi nel terreno di lavoro possiamo differenziarci.
Ringrazio ancora il Presidente per questa puntualizzazione sussidiaria dell'intervento precedente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Ricordo al Consigliere Chiezzi il percorso e le lunghe discussioni che questa legge ha avuto: a Roma, in sede di Conferenza Stato-Regioni, in sede degli altri Consigli regionali. Questo punto non è passato senza problemi è stato valutato e sviscerato in tutti suoi aspetti.
Qui si intende - così chiarisco il mio concetto politico, che è importante, visto che il Consigliere Chiezzi me lo chiedeva l'introduzione nel mercato del sistema a gara (perché qui andiamo in un sistema a gara) rispetto a quello che è oggi, cioè rispetto alle condizioni che ha oggi un dipendente di un'azienda che subentra in un'altra azienda di trasporto: mantenergli gli stessi diritti e garanzie.
Questo è il ragionamento che hanno fatto tutte le Regioni e anche il Governo in sede centrale, perché questo - credo anche dalla sua parte politica - era stato presentato come un problema da affrontare ed è proprio stato introdotto questo concetto che nulla, pur entrando in un regime a gara, si pensava a una diminutio di questi concetti basilari. Rispetto alle possibilità, però, non ai diritti acquisiti. Le possibilità oggi, ripeto nel caso di un subentro sono le stesse che vengono qui applicate; quindi noi pur mettendo a gara facciamo in modo che l'azienda, prima di tutto, nel contratto di servizio deve sottoscrivere un contratto nazionale collettivo delle maggiori organizzazioni sindacali: punto primo, senza quello non accede nemmeno alla gara. Oltre questo, facciamo riferimento in questi casi a questo Regio Decreto che secondo noi, invece, è un limite ed è stato inserito in questa forma proprio per mantenere un equilibrio delle due funzioni, cioè quella, da un lato, di aprire il mercato a gara, ma dall'altro di mantenere lo status quo. Aumentarlo - mi permetta - io come parte politica non lo condivido, non l'ha fatto la vostra organizzazione a Roma, non l'ha fatto il Governo centrale, tanto meno posso farlo io.



PAPANDREA Rocco

L'emendamento dice solo di conservare le stesse condizioni contrattuali.



PRESIDENTE

Mi pare che non ci sia possibilità di trovare una soluzione.
Pongo quindi in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Miglietti, Saitta, Chiezzi, Orrù ed altri, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Undici a favore?



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PAPANDREA Rocco

Nessuno a favore! Non c'è la maggioranza!



PRESIDENTE

Viene chiesta la votazione per appello nominale?



PAPANDREA Rocco

No, Presidente, non può farlo quando la votazione è cominciata! Se lei fa così, d'ora in poi la chiederemo sempre!



PRESIDENTE

No, no.
Allora, a favore nessuno. Chi è contrario?



GALLARINI Pier Luigi

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

E' un'eccezione in votazione.



(Proteste dai banchi delle opposizioni)



GALLARINI Pier Luigi

Ho chiesto al Presidente la parola, non alla collega Manica!



(Proteste dai banchi delle opposizioni)



GALLARINI Pier Luigi

Mi dica il Presidente se posso parlare o meno.



PRESIDENTE

Per cosa ha chiesto la parola? Per un'eccezione?



GALLARINI Pier Luigi

Chiedo la votazione per appello nominale.



CHIEZZI Giuseppe

Questo a metà votazione è possibile, Presidente?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Solo se ci sono delle contestazioni. L'appello nominale si può chiedere in caso di contestazione. Adesso non c'è ancora stata contestazione; in realtà io avevo visto delle mani alzate in questo senso. Punto.
Allora, favorevoli nessuno; contrari? Ventotto contrari. Astenuti? Nessuno. Non partecipano al voto? Nessuno.
Dunque, hanno votato contro l'emendamento 28 Consiglieri, ma non sono sufficienti per il numero legale.
Se nessuno eccepisce, noi dobbiamo...



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, la votazione è stata fatta, sospendiamo la seduta per mezz'ora!



PRESIDENTE (rivolto al Consigliere Gallarini)

Eccepisce sul numero o no?



CHIEZZI Giuseppe

No, no, Presidente!



PRESIDENTE

Non eccepisce sul numero.
La seduta è sospesa per mezz'ora.



(La seduta, sospesa alle ore 18.10 riprende alle ore 18.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Prego i colleghi Consiglieri che intendono partecipare ai lavori di prendere posto.
Siamo all'art. 11, comma 4. L'emendamento è già stato portato in votazione, ma occorre ripetere la stessa la precedente mancanza del numero legale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Finalmente è sopraggiunto il Presidente della Giunta regionale, che ringrazio per essersi degnato di raggiungerci! Ritengo opportuno che il Presidente ci aiuti, sulla base della discussione avuta, a prendere una decisione. Ci troviamo di fronte ad un problema che il Presidente della Giunta regionale dovrebbe aiutarci a risolvere.



PRESIDENTE

Collega, avevamo già concluso il punto; siamo alla votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, Presidente, ma invece di chiedere la verifica del numero legale sto cercando di lavorare intorno all'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento ha già avuto un approfondimento, dobbiamo portarlo in votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ma poiché il Presidente della Giunta regionale non ha partecipato alla discussione - ed ora è sopraggiunto - ritengo sia gentile e politicamente opportuno informare brevemente, magari per bocca dell'Assessore, il Presidente della Giunta regionale della discussione in atto e non conclusa, perché dopo questo emendamento ce ne sarà un altro.
Chiedo, pertanto, all'Assessore se può informare direttamente il Presidente della Giunta regionale sulla questione aperta, per la quale chiediamo di poter scrivere, magari insieme, un emendamento che dia risposta ai problemi da noi sollevati. Grazie.



PRESIDENTE

Avevamo già esaurito il punto; se la Giunta ritiene di intervenire...



CHIEZZI Giuseppe

Intanto può verificare il numero legale, Presidente?



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
32 Consiglieri ed in congedo n. 3 Consiglieri.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame provvedimenti in materia di trasporti: b) esame proposta di legge n. 413: "Promozione del sistema aeroportuale del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 413 di cui sono relatori i Consiglieri Gallarini e Manica.
La parola al primo relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Se il Consiglio è d'accordo, darei per letta la relazione.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Rientrava negli impegni assunti in sede di Capigruppo di esaminare i provvedimenti in materia di trasporti.
Abbiamo l'impegno dei Capigruppo che erano presenti, ovviamente, ad affrontare nella giornata di oggi la problematica complessiva dei trasporti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, io non ero presente alla riunione dei Capigruppo quindi non ho stipulato alcun accordo, ma sono ben d'accordo ad esaminare il problema con serietà. Punto! Non in fretta, con serietà! Grazie. Per cui: relazione, dibattito generale; lo facciamo, siamo qui per lavorare.



PRESIDENTE

Chiedo pertanto alla cortesia del relatore di svolgere l'intervento.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

"Relazione alla proposta di legge n. 413: "Promozione del Sistema Aeroportuale del Piemonte".
Illustre Presidente, egregi Consiglieri il testo che oggi giunge all'esame di quest'aula è rivolto alla promozione del sistema aeroportuale del Piemonte ed è stato proposto, nel mese di aprile 1998, dalla Provincia di Cuneo. Giudicato ricevibile ed accoglibile dall'Ufficio di Presidenza, è stato assegnato all'esame referente della II Commissione il 14 maggio 1998. Per questo motivo nessun emendamento ha potuto essere illustrato o comunque votato in Commissione ma solo l'aula può emendare tale provvedimento.
La Provincia di Cuneo ha ampiamente argomentato la sua iniziativa sottolineando che il Piemonte, per la sua collocazione geografica, si trova al centro della intersezione dei due grandi assi Nord-Sud ed Est-Ovest della vasta regione europea-mediterranea, in una posizione, quindi, ideale per favorire lo sviluppo, complementare alla grande tradizione industriale di tutta una serie di attività connessa agli scambi sia commerciali che turistici.
E' evidente la necessità assoluta di adeguare e realizzare nuove infrastrutture trasportistiche creando sistemi intermodali (strada-ferrovia aeroporti).
A prescindere dai dati statistici sul traffico aereo, passeggeri e merci, e dalle analisi di sviluppo del traffico mondiale per i quali si rimanda alla relazione di accompagnamento al testo predisposta dalla Provincia di Cuneo, qui merita riproporre alla vostra attenzione alcune considerazioni svolte dal proponente riferite specificamente alla realtà piemontese ed alla sua collocazione in ambito europeo.
Assunto il dato di crescita in Europa del traffico passeggeri (tasso annuo medio fino al 2010 del 4,5%) il problema per l'Europa, consiste nel come far fronte a questo forte aumento.
I maggiori aeroporti sono già quasi saturi, soprattutto i grandi "hub" cioè gli scali al centro di estese raggiere di collegamenti regionali nazionali, internazionali e intercontinentali.
Uno scalo prossimo a saturazione ha crescenti difficoltà a sostenere ulteriori aumenti di traffico e mal soddisfa le esigenze degli utenti sia per i ritardi sia per i servizi a terra.
La capacità operativa di un aeroporto può tuttavia crescere, senza bisogno di nuove infrastrutture, se cambia la distribuzione del traffico aereo nell'arco della giornata, o da una stagione all'altra, o se si riescono ad utilizzare strutture relativamente "vicine" che possono servire lo stesso territorio.
Proprio nella capacità di realizzare accordi operativi tra due o più aeroporti tendenti alla creazione di sistemi aeroportuali possono trovare soluzioni i problemi: 1. Di mantenimento di volumi di traffico su aeroporti che, per l'alta urbanizzazioni limitrofa, non avrebbero capacità di espandersi ulteriormente 2. Di utilizzo di strutture già esistenti e decentrate ma agevolmente raggiungibili dal polo principale, dove è possibile creare o ampliare aree di servizio sia interne aeroportuali (piazzali di sosta aeromobili magazzini per lunghe soste), sia esterne (parcheggio auto) necessarie per accogliere traffici, anche discontinui, di passeggeri e di merci o altamente specialistici 3. Di avvio di nuovi collegamenti per soddisfare specifiche esigenze regionali sia per voli turistici che per traffico cargo.
Per promuovere un sistema aeroportuale piemontese occorre partire dal presupposto che la definizione di aeroporto e del suo stesso ruolo ha assunto di recente nuove valenze.
L'aeroporto è considerato come motore e polo di sviluppo economico territoriale. Esso è un elemento integrante della catena produttiva non solo per il trasporto aereo, ma per la rete globale dei trasporti.
Per quanto attiene l'aspetto normativo si va verso una omogeneizzazione a livello europeo comunitario che dovrebbe consentire da un lato alla gestione di aeroporti italiani di acquisire maggiore competitività e dall'altro alle compagnie aeree di contenere i costi per i servizi a terra.
Il Regolamento CEE n. 2408/92 del Consiglio del 23 luglio 1992, che disciplina l'accesso dei vettori aerei della Comunità alle rotte intracomunitarie definisce gli aeroporti come segue: aeroporto, qualsiasi zona di uno stato membro accessibile ai trasporti aerei commerciali aeroporto regionale, qualsiasi aeroporto non compreso nell'elenco degli aeroporti di categoria 1 (per l'Italia i sistemi aeroportuali di Roma e di Milano) sistema aeroportuale, un raggruppamento di due o più aeroporti che servono la stessa città o lo stesso agglomerato urbano (per l'Italia: Roma Fiumicino/Ciampino; Milano Linate/Malpensa/Bergamo; Venezia Tessera/Treviso).
Il Piemonte si presenta con un "sistema aeroportuale" esistente di fatto, basato sulle strutture di Torino Caselle, Cuneo Levaldigi e Biella Cerione, già oggi idonee ad accogliere la stessa tipologia di traffico prevalente e può inserirsi nel contesto che lo circonda (sistema aeroportuale di Milano, sistema aeroportuale di Lione, aeroporto di Zurigo aeroporto di Nizza).
Occorre pertanto strutturare e programmare tale sistema "di fatto" al fine di renderlo capace di sviluppare i propri servizi, non escludendo l'inclusione dell'aeroporto di Biella Cerione ed eventualmente, in un secondo tempo, di aeroporto di regioni limitrofe (Genova, Aosta, Albenga).
La Provincia di Cuneo ritiene che un primo accordo operativo tra le società di gestione degli scali di Torino e Cuneo potrebbe riguardare sia la gestione del traffico che la gestione ordinaria e potrebbe costituire il preliminare per avviare la procedura di richiesta di riconoscimento del sistema aeroportuale regionale in sede nazionale e in sede. Ritiene altresì che l'aeroporto di Biella Cerrione per le sue caratteristiche strutturali e per la sua collocazione geografica possa sviluppare un interessante traffico turistico, al servizio del bacino alpino che si allarga oltre la città di Biella, verso la Val Sesia.
Eventuali problematiche legate alla capacità della pista e all'operatività notturna potranno essere risolte nel contesto di un sistema aeroportuale.
La proposta di legge considera gli aeroporti piemontesi aperti al traffico commerciale nazionale e internazionale e cioè: 1. Torino Caselle (a livello U.E. catalogato aeroporto regionale, punto di collegamento comunitario) aperto al traffico strumentale di precisione in Cat. III B e notturno, dalle 0 alle 24 (H24) con limitazione operativa dalle 23 alle 5 per inquinamento da rumore 2. Cuneo Levaldigi (a livello U.E. catalogato aeroporto regionale) aperto al traffico strumentale di precisione in Cat. I e notturno dalle ore 6 alle 24 con possibilità di estensione di orario tra le 24 e le 6 a richiesta senza limitazione per rumore 3. Biella Cerrione (a livello U.E. catalogato aeroporto regionale) aperto al traffico commerciale non regolare e al solo traffico a vista dall'alba al tramonto.
La proposta di legge consta di cinque articoli e, come per tutte le iniziative legislative popolari e degli enti locali, giunge in aula nel medesimo testo redatto dai proponenti ai sensi della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 (iniziativa popolare e degli enti locali e referendum abrogativo e consultivo).
Con l'art. 1 la Regione individua la volontà di promuovere il sistema aeroportuale regionale. Le disposizioni dell'art. 2 specificano il tipo di intervento finanziario che la Regione attua con proprie risorse a favore delle società aeroportuali di Torino Caselle, Cuneo Levaldigi e Biella Cerrione, sia per contribuire al riequilibrio della gestione sia per il miglioramento e lo sviluppo delle infrastrutture, sulla base di piani triennali di sviluppo. Con l'art. 3 si evidenzia la possibilità per la Regione di partecipare al capitale delle società aeroportuali in vista della costituzione di un'unica società di gestione tra tutti gli aeroporti piemontesi. L'art. 4 stabilisce il termine entro il quale il sistema aeroportuale debba essere costituito ed infine l'art. 5 che indica le disposizioni finanziarie.
La II Commissione, nella fase istruttori, ha incontrato i rappresentanti della Provincia di Cuneo, al fine di consentire l'esposizione delle motivazioni, delle finalità e degli obiettivi sottesi alla proposta di legge. Ha quindi svolto nel mese di gennaio 1999 le consultazioni con tutti i soggetti interessati alla materia, in particolare con le società di gestione degli aeroporti presi in considerazione e con gli enti locali, Province e Comuni.
Al termine dell'esame il testo è stato inviato alla I Commissione per il parere consultivo sull'articolo finanziario ed essa ha reso, a maggioranza, parere favorevole condizionato alla sostituzione, da operarsi in sede di dibattito consiliare ai sensi dell'art. 8 comma 5, della legge regionale 4/1973, dell'art. 5 con il seguente: "art. 5.
1. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata, per il triennio 2000/2001 la spesa complessiva di lire ventuno miliardi ripartita in quote annuali di lire sette miliardi.
2. Nello stato di previsione della spesa per l'anno 2000 sono istituiti appositi capitoli con le seguenti denominazioni e le dotazioni a fianco indicate: 'contributi alle società aeroportuali di Torino Caselle, di Cuneo Levaldigi e di Biella Cerione per il riequilibrio della gestione' e con la dotazione 'per memoria'; 'contributi alle società aeroportuali di Torino Caselle, di Cuneo Levaldigi e di Biella Cerrione per il miglioramento e lo sviluppo delle infrastrutture' e con la dotazione di lire sette miliardi.
3. Alla copertura degli oneri, per l'anno finanziario 2000, si provvede mediante riduzione di pari importo del capitolo n. 27170.
4. La dotazione per gli anni 2001/2002 viene definita in sede di predisposizione dei relativi bilanci e, nella stessa sede, si provvede alla copertura degli oneri finanziari".
L'emendamento al testo è stato predisposto e depositato presso la Presidenza del Consiglio.
La II Commissione nella seduta del 15 novembre 1999 ha preso atto del parere della I Commissione e, con voto unanime dei Consiglieri presenti, ha licenziato il testo che ora si propone all'attenzione dell'aula e del quale auspico una rapida e condivisa approvazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

E' aperto il dibattito generale.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La promozione del sistema aeroportuale del Piemonte vede il Gruppo dei Comunisti Italiani in pieno accordo, sennonché, anche per questa legge, ci troviamo di fronte alla peggiore situazione possibile.
Il contesto in cui cade una legge che si propone di riunire in una sola politica un sistema aeroportuale, senza poter avere dei riferimenti relativi ad un programma regionale di sviluppo, è cosa quasi priva di senso.
Anche questa legge si colloca nel deserto di idee che la Giunta regionale ha lasciato al termine della legislatura. La stessa legge, così com'è confezionata, denuncia questa insufficienza.
I colleghi che hanno seguito da vicino la vicenda possono dirmi se sbaglio o meno - mi riferisco ai colleghi Gallarini e Manica, che, come relatori, rappresentano tutti noi - ma constato che una legge molto scarna proposta da una Provincia, ai sensi di un'altra legge regionale, non ha avuto il contributo della Regione, se non l'attuale emendamento.
Commenterò in seguito i singoli articoli. Considero questo modo di procedere un po' disperato; siamo di fronte ad un progetto condivisibile (mettere in rete, con finalità comuni, i tre aeroporti del Piemonte), ma che si limita ad essere - sostengo - per disperazione, quel progetto che in assenza di ogni pianificazione, programmazione, programma e progetto regionali, si limita a scrivere quattro righe, dicendo: "Date 7 miliardi all'anno, per tre anni, ai tre aeroporti esistenti". Mi sembra un po' poco mi sembra una soluzione "da disperati".
Il fatto, poi, che tale proposta sia rimasta al punto in cui il 15 aprile '98 la Provincia di Cuneo l'ha portata in Regione, non depone a favore di un nostro serio interessamento al problema. Il problema sollevato dalla Provincia di Cuneo è stato recepito, lo si è lasciato "dormire" per due anni e poi, a fronte di pressioni di Tizio o di Caio, ed anche delle ragioni vere e sostanziali che il problema ha, con qualche spintone è stato scaraventato in aula. E' rimasto, però, gracilino-gracilino, così com'era nato e così come forse non poteva non nascere, visto che le competenze per inserire lo sviluppo di un sistema aeroportuale non possono fare capo alla Provincia di Cuneo o alla Provincia di Biella, ma dovrebbero far capo alla Regione Piemonte, e in particolar modo al governo regionale, o in assenza di questo, al Consiglio regionale e alle sue strutture di lavoro, alle Commissioni, che in accordo con la Giunta avrebbero dovuto e potuto, in quest'anno e mezzo, arricchire questa che è un'idea, giusta e condivisibile, arricchirla più di quanto non fosse, così com'era stata elaborata dalla Provincia di Cuneo.
Questa è la prima critica ed è una critica che svolgo tanto di malavoglia quanto condivido questo problema! Questo problema - colleghi io non penso possa essere risolto senza le coordinate programmatiche di sviluppo del Piemonte perché non penso che non si possa non collegare l'intero sistema dei trasporti - che non c'è! - allo sviluppo del sistema aeroportuale! E un sistema di sviluppo del Piemonte - che non c'è! - allo sviluppo del sistema aeroportuale! Si ha un bel dire, come dice la relazione, che "Biella-Cerrione - dove si vola a vista! - potrà essere un importantissimo punto per lo sviluppo del turismo", ma se non c'è un piano regionale di sviluppo nel quale lo sviluppo del turismo sia inserito come obiettivo fondamentale e all'interno di questo non preveda la zona di Biella-Cerrione come area ecc.; se non c'è tutto questo alla fine rimane la disperazione di chi preme e dice: "Datemi sette miliardi". Punto! Senza nient'altro! Ricordiamoci solo anche di un fatto: lo sviluppo dell'aeroporto Cuneo Levaldigi, abbiamo discusso anche qui di questo problema scollegandolo da tutti gli altri, scollegandolo anche dal problema della realizzazione della Asti-Cuneo. Ma - colleghi - se noi pensiamo che l'aeroporto di Cuneo Levaldigi debba diventare l'alternativa, in certe situazioni, o di orario o di tempo o di struttura di trasporto, una alternativa o comunque una integrazione forte con Caselle, ma ci fosse un progetto di governo regionale serio e ci fosse quindi un progetto di programma regionale di sviluppo e di piano regionale dei trasporti, ma non sarebbe venuto in mente a qualcuno nel momento in cui si decideva il tracciato della Asti-Cuneo viste le discussioni infinite che questo tracciato ha avuto e i pro e i contro ai cambiamenti e la 'zeta rovesciata' e l'ambiente e gli ambiti fluviali, non sarebbe stato possibile scegliere - se c'era tutto questo! che una nuova direttrice autostradale dovesse perlomeno passare là dove tutti insieme si grida "deve svilupparsi il secondo aeroporto del Piemonte"? Non avrebbe dovuto passare di lì? Ma proprio lì, a cinquanta metri? E invece no! Invece l'Asti-Cuneo, con mille polemiche e mille ritardi, passa da un'altra parte, a qualche chilometro! E per raggiungere l'aeroporto di Levaldigi bisognerà fare un altro anello autostradale di raccordo tra l'autostrada Asti-Cuneo, che chissà perché passa laggiù, con contestazioni giuste o sbagliate, comunque con molte contestazioni - e non passa di qua! Allora vedete, colleghi, qui siamo di nuovo a parlar male della mamma non voler fare delle cose, l'area metropolitana, lo Stadio Delle Alpi, le Olimpiadi e via dicendo; l'aeroporto di Levaldigi, questa legge, "come si fa a dir di no? Ma per carità, non si può; non si può perché è giusto" però tanto giusto non è il quadro entro cui s'inserisce.
Io ho letto, colleghi, questa legge; avrei parecchi emendamenti da proporre, dal mio punto di vista, per renderla un po' più spessa, sia pure nel quadro di insufficienze che non può essere risarcito. Mi chiedo colleghi, se questo può essere fatto o se chi fa questo ragionamento non viene immediatamente trattato con disprezzo e sufficienza come un molestatore di leggi.
Io sono disponibile a discutere con voi, articolo per articolo, delle osservazioni, degli eventuali emendamenti, se credete. Se vi spingete tutti insieme, sulla linea del "prendere o lasciare", la cosa mi dispiacerebbe molto, e questo è niente, ma penso che non daremmo al Piemonte una legge così strutturata come il Piemonte meriterebbe. Ma per far questo bisogna che l'aula sia attenta, anche se l'orario non è quello giusto. Non si può pensare solo di votare, Presidente, come tante volte è già accaduto in queste ore in quest'aula, ma occorre poter lavorare e decidere, non dare tutto per scontato, perché su questo testo tutto scontato - se avremo modo di discutere - non mi sembra che sia.
Chiederei la cortesia ai colleghi, se credono, di dirmi qualcosa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

La Provincia di Cuneo, per quel che ritengo, nel proporre questo testo chiaramente si è fatta carico di una carenza che esisteva a livello della Regione. Da questo punto di vista le considerazioni di Chiezzi sono ricevibili e in parte si convengono a questo testo, perché in effetti noi siamo la Regione ultima tra le Regioni che hanno un sistema di aeroporti e che cercano un'operazione per metterli in rete acquisendo una serie di opportunità che sono previste dall'Unione Europea solo per i sistemi aeroportuali e non per gli aeroporti singoli. Il sistema è già stato realizzato in Veneto e in Emilia; può essere realizzato in Piemonte.
L'esistenza di una serie di problemi da un lato ha impedito - non voglio approfondire - a Caselle di diventare non dico un hub, ma un aeroporto corrispondente alle dimensioni di traffico di una Regione di Serie A. Avevamo già ricordato in qualche occasione che l'aeroporto di Lione, per una città che è grande molto meno di Torino, ha un traffico che è due volte e mezzo quello dell'aeroporto di Caselle. Questi naturalmente sono volumi economici di tipo avanzato.
Contemporaneamente al deficit di sviluppo dell'aeroporto di Caselle, la Provincia di Cuneo per una sua situazione storica, connessa con un aeroporto, anzi una pista militare che aveva conservato la disponibilità di una significativa area, uno spazio quantitativamente rilevante e non adiacente a sistemi abitativi come quello di Torino, aveva alcune opportunità di sviluppo che si trattava e si tratta tuttora di mettere in rete.
La proposta naturalmente, se fosse venuta dalla Regione a seguito di una propria iniziativa nel settore, ma non è stata fatta negli anni '80 e neanche negli anni '90, non c'era, e il fatto che una proposta mancasse comporta evidentemente delle diseconomie a carico dell'uno e dell'altro dei due aeroporti (Caselle come limitazione al suo sviluppo; Cuneo per uno sviluppo da costruire tutto a carico di una piccola economia aeroportuale e ancora in fase di adeguamento dei mezzi e dei progetti).
Da questo punto di vista la proposta della Provincia di Cuneo è venuta dopo l'assunzione della nuova fase, diciamo, di guida politica di quell'area di quella Provincia che ha messo in moto una serie di iniziative finalizzate a realizzare, a potenziare e adeguare il sistema dei collegamenti del Piemonte sud, quindi il sistema di adeguamento del Piemonte sud è basato su tre percorsi, uno dei quali almeno è sistematicamente ignorato.
Per completezza, nell'ambito dei cinque minuti che il tipo di serata suggerisce, lo ricordo io: il sistema sul quale punta il Piemonte sud è la riabilitazione della linea ferroviaria che procede tra Cavallermaggiore Alba, Bra, Casale, Mortara, Vigevano e Milano. La prima era storicamente una grande linea ferroviaria, che consentiva collegamenti importanti per tutte le opportunità che ci portano a privilegiare la ferrovia. L'altra è l'autostrada, di cui abbiamo spesso parlato. La terza è il sistema aeroportuale: mi pare che da Torino si riconosca ormai che a Caselle la seconda pista non si può fare, ma che è necessario averla, e può essere utilizzata da Cuneo. C'è anche l'integrazione di Cerrione, ma quello è un aeroporto che svolge funzioni di carattere soprattutto locale, che comunque può essere collegato a seconda delle scelte che faranno le società locali.
Naturalmente, come mi faceva notare qualcuno, i sette miliardi sono veramente un'inezia rispetto alla quantità di oneri che comporta lavorare su infrastrutture di questo genere, ma è la cifra che è stata ritenuta indispensabile per un avvio di progetto. Siamo ben consapevoli che un'operazione di questo genere ha bisogno di impegni strategici, di elaborazione e, probabilmente, di quantità finanziarie più adeguate.
Ritengo che il progetto, della cui proposizione si è fatta carico la Provincia più esposta delle altre, perché in condizione di gestire da sola un terminale aeroportuale che viene sempre più spesso usato non soltanto da Torino a causa della nebbia, ma anche per l'utilizzazione di sistemi Charter e per l'utilizzazione di trasporti merci, sia comunque da avviare.
Ovviamente, quella prevenzione è la condizione per proporre un'operazione di più grande integrazione, oppure per sostenere un onere di emoluzione tecnica che ovviamente non è alla portata né del sistema finanziario, n tanto meno del sistema degli azionisti, che erano gli azionisti per la promozione. Per la gestione, occorrono dimensioni più significative.
Il significato dell'operazione è quindi quello di dare anche al Piemonte il sistema aeroportuale come esiste in Veneto, in Emilia e adesso anche in Lombardia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pazé; ne ha facoltà.



PAZE' Enrica

Mi rendo conto delle esigenze che provengono dalla Provincia di Cuneo che è stata l'estensore di questa legge. Mi sembra, però, che la legge sia mal strutturata e forse sarebbe meglio modificarla in parte, come proponeva Chiezzi, tenendo presente la necessità, da un lato, di un più ampio inquadramento, dall'altro di quello che in realtà pare essere l'obiettivo della legge. Se da un lato infatti - lo dice l'art. 1 e lo dice il titolo stesso della legge - vi è un panorama ampio, per cui si parla nel titolo di sistema aeroportuale del Piemonte e nell'art. 1 vengono presi in considerazione i sistemi delle altre Regioni - chiaramente Malpensa è la prima realtà che viene in mente prima ancora delle altre realtà italiane dell'Unione Europea e della Svizzera - mi sembra poi che il resto della legge sia focalizzato sull'aeroporto di Levaldigi, per la strutturazione e per il finanziamento che è decisamente esiguo.
Mi sorgono delle perplessità quando leggo nell'art. 2 che i fondi sono per il riequilibrio della gestione e gradirei avere qualche chiarimento in proposito. Purtroppo non ero presente in occasione della seduta di Commissione quando la legge è stata discussa, quindi forse ripeterete cose già dette allora, ma sarei grata se il relatore potesse chiarire che cosa si intende quando si parla di riequilibrio di gestione L'altra questione che mi lascia perplessa è che vengono considerati piani triennali di sviluppo dei singoli aeroporti. Un aeroporto come quello di Caselle, che può avere dei piani triennali di notevole impatto, accordi commerciali e piani di traffico, si trova a fronte di un finanziamento che è decisamente esiguo. Con sette miliardi non so che piano di traffico si possa fare. Si parlava di collegamenti tra gli aeroporti; per quanto ne so io, i costi quel che riguarda piani del traffico e cose simili son di ben altra portata. Mi sorge il dubbio che forse sarebbe meglio, se questo è l'obiettivo della legge, limitarlo a un provvedimento per favorire lo sviluppo dell'aeroporto di Levaldigi per ripianarne eventuali problemi gestionali, e rinviare a una legge più ampia un inquadramento complessivo che consideri non solo i tre aeroporti del Piemonte considerati in questa legge, ma i collegamenti con Malpensa, che comportano una ben più ampia quantità di flussi di traffico e coinvolgimento di passeggeri e merci.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, la discussione generale mi pare a questo punto completata.
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Ritengo che questo disegno di legge, che peraltro coglie un'indicazione che avevo segnalato dopo una settimana dal mio insediamento come Assessore regionale ai Trasporti e avevo già comunicato anche alle Province - mi è stato dato atto da queste Province di averlo sempre esposto sin da quando ero Consigliere - un'indicazione del fatto che in Piemonte fosse necessario costituire un sistema aeroportuale regionale, perché, a differenza di altre Regioni, su questo tema ancora non avevamo previsto questa modalità, sia un passo importante. Come sapete, è in corso di privatizzazione il 43% delle azioni SAGAT relative all'aeroporto di Caselle. Anche in questa parte di privatizzazione ho fatto precisare nel bando di gara il principio che l'acquirente deve prendere in considerazione che, in relazione a questo 43%, lui non entra solo nell'aeroporto di Caselle, ma anche nel sistema aeroportuale regionale, che noi, come Regione, abbiamo intenzione di creare, quindi è bene che chi entra sia già informato del fatto. Quindi questa legge va in questa direzione. E' vero che è semplice e scarna, per io ritengo che forse a volte è meglio fare leggi semplici e scarne che non leggi ridondanti e di difficile lettura per i cittadini.
Devo anche dire una cosa che diceva la Consigliera Pazé: nella modifica che è stata portata in Commissione dalla Commissione Bilancio, per le spese di ripiano e disavanzo di gestione ci sono lire zero, nel senso che tutti i fondi di questa legge verranno inseriti su due capitoli, uno a lire zero e l'altro a lire 21 miliardi, cioè 7 miliardi per tre anni. Sette miliardi per tre anni sono per gli investimenti, che è la cosa che ci interessa. I disavanzi di gestione dovranno essere appianati in altra maniera e con altre modalità, perché noi riteniamo che, laddove vogliamo creare occasione di sviluppo, sia necessario inserire fondi destinati allo sviluppo delle strutture aeroportuali e non a coprire dei deficit o dei disavanzi che nel tempo si sono creati, perché altrimenti faremmo opera di assistenza.
C'è un emendamento, non so se lo ha letto...



CASONI William, Assessore ai trasporti

PAZE' Enrica (fuori microfono)



CASONI William, Assessore ai trasporti

Sì, l'ho letto.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Diciamo che questa, essendo una legge di iniziativa provinciale, non poteva essere emendata dalle Commissioni, si può emendare solo eventualmente in aula. Se qualcuno propone questo emendamento, io penso che avendo comunque una dotazione finanziaria pari a zero non ci siano equivoci sul fatto di dove siano destinate queste risorse.
Vorrei dire anche un'altra cosa: come avevo già annunciato in Commissione, presento un emendamento sempre all'art. 5 che sostanzialmente vincola i finanziamenti: "saranno resi disponibili a partire dal 1 gennaio 2000, solo se saranno iniziate le procedure di unificazione societaria tra almeno due delle tre società aeroportuali". Questo è un emendamento che è stato concordato in pieno accordo con la Provincia di Cuneo. Le fasi di unificazione societaria sono già in parte avviate, però devono essere rese esplicite dalle due società, cioè che intendono avviare, perché scopo di questa legge è giungere, come dice l'art. 4, alla creazione di una società unica o, se non di una società unica, di una società che controlli comunque le altre società così come avviene in Lombardia per la SEA, in Emilia Romagna con gli aeroporti di Bologna o in Veneto con gli aeroporti del Veneto. Noi dobbiamo arrivare a gestire unitariamente perlomeno due dei tre aeroporti regionali, perché solo in questo modo Caselle magari non dirotterà più i voli su Genova o come usa fare ogni tanto su Malpensa e rimanendo l'utilizzo delle finanze in casa, avendo la società unica dirotterà magari dei voli su Levaldigi. Per esempio, dei 16 voli al giorno che Torino ha con Roma, io sono sicuro che in base ad una logica di mercato, almeno uno o due di questi 16 voli giornalieri possano essere posizionati su Levaldigi, perché il traffico che dal Piemonte Sud converge su Caselle, su sedici voli al giorno per Roma, sicuramente per due voli è sufficiente essere posizionato lì.
E' logico che di questa partita si può parlare però solo nel momento in cui la società che controlla la partita sia unica. Questo è un'ulteriore spinta per far sì che le due società velocemente vadano in questa direzione. E' una legge che - ripeto - sarà scarna, sarà semplice, per raggiunge un obiettivo a mio avviso importante che è quello di riuscire finalmente a creare anche in Piemonte un sistema aeroportuale che perlomeno sulle tre strutture principali ne leghi almeno due in modo permanente anche societario, in modo che le sinergie che si possono sviluppare da questo in futuro siano più alte. Questa è un'occasione in più per fare in modo che gli aerei non si posizionino solo in un aeroporto, ma si distribuiscano anche sugli aeroporti minori che noi abbiamo in Regione Piemonte.
Condivido pienamente questa legge e - ripeto - presento questo emendamento molto semplice che vi ho già letto che va nello spirito di accelerare questa procedura di unificazione che peraltro so essere già nelle volontà delle due società. Si tratta di farla accelerare in modo da rendere anche i finanziamenti vincolati a questa spinta che so che le due società sono intenzionate ambedue a dare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Peano in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Desidero dare atto all'Assessore Casoni di aver chiarito le difficoltà che in aula erano state sollevate da parte della collega Pazè. E' pur vero che la proposta che arriva dalla Provincia può aver messo in difficoltà il Consiglio regionale che oggi l'ha trovata all'o.d.g. in approvazione ed è pur vero che il testo poteva essere arricchito con una proposta nuova da parte del Consiglio regionale stesso, ma comunque si è colmata una lacuna.
La scommessa qual è? La scommessa è descritta nell'art. 4 laddove si definisce con questa legge soltanto l'avvio di un progetto che nei prossimi tre anni dovrà in qualche modo trovare la possibilità di confluire in un'unica società tutto il sistema aeroportuale piemontese.
Alcuni colleghi ricorderanno quando soltanto tre anni fa, in un incontro presso la Giunta regionale alla presenza del Presidente Ghigo e del Presidente della SAGAT, era stata dichiarata da parte della Sagat stessa l'impossibilità e il no assoluto a trovare la formulazione attraverso una proposta normativa che inserisse all'interno di un'unica rete il sistema aeroportuale piemontese. Oggi invece siamo arrivati a definire una proposta di estrema importanza.
Non credo poi che sia una proposta di legge soltanto per Levaldigi.
Levaldigi e Biella sono complementari a Caselle, non soltanto Caselle a Levaldigi; il sistema dovrà arricchirsi, dovrà imparare a lavorare insieme dovrà trovare il traffico migliore per le tre unità costituendo un unico grande traffico. Ad esempio, tutti sappiamo delle difficoltà dell'aeroporto di Caselle per trovare risposta al traffico delle merci, invece Levaldigi può essere davvero la risposta per questo, lo è già in alcune situazioni quando Caselle è in difficoltà causa nebbia.
Il sistema può diventare un unico grande sistema rete in grado di dare risposte a tutte le esigenze della nostra Regione. Comprendo le difficoltà che i colleghi Chiezzi e Pazè hanno formulato, ma non è soltanto una proposta di legge per Levaldigi, è una proposta per un sistema aeroportuale di tutto il Piemonte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pazè; ne ha facoltà.



PAZE' Enrica

Non so se qualcuno può darmi una risposta, ma dato che si parla di riequilibrio, qualcuno può dirmi di che portata è il disequilibrio presente, visto che poi si parla di un possibile impegno della Regione per acquisire quote di partecipazione nelle società aeroportuali? Qualcuno ha un'idea?



PRESIDENTE

Sull'articolo in cui si parlerà di questo concetto, ritengo ci sarà una discussione specifica. Direi di passare all'art 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Con la fretta imposta dalla Presidenza, ho presentato alcuni emendamenti (in un paio di casi firmati anche da altri colleghi) concernenti queste osservazioni che svolgo. Le osservazioni sull'articolo sono le seguenti, poi sono trasferite in emendamenti spero plausibili.
Innanzitutto l'art. 1 dice di "promuovere la costituzione del sistema aeroportuale regionale del Nord-ovest al fine di sviluppare e integrare le strutture aeroportuali regionali esistenti, in relazione coi sistemi di altre Regioni confinanti, italiane, dell'Unione Europea e della Svizzera".
Qui non trovo quello che mi pare invece scritto in relazione come il "problema", "l'obiettivo" da raggiungere, che è quello del riconoscimento in sede nazionale e di Unione Europea del sistema regionale aeroportuale.
Mi sembra di aver capito e letto nella relazione che se noi non riusciamo a inserire questi tre aeroporti in un sistema regionale riconosciuto dall'Unione Europea, siamo fermi, mentre invece l'obiettivo è tutto da raggiungere.



CASONI William, Assessore ai trasporti

No, no.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore dice di no; il relatore dice di sì. Mettetevi d'accordo!



(Commenti dai banchi della maggioranza)



CHIEZZI Giuseppe

Eh no, scusate! Il relatore dice: "La Provincia di Cuneo - leggo la relazione del Consigliere Gallarini, non la mia - ritiene che un primo accordo operativo potrebbe riguardare sia la gestione del traffico che la gestione ordinaria e potrebbe costituire il preliminare per avviare la procedura di richiesta di riconoscimento del sistema aeroportuale regionale, in sede nazionale e dell'Unione europea", che è l'obiettivo che permetterà di avere Piani di sviluppo, finanziamenti europei.
Dobbiamo iniziare a lavorare affinché l'Unione Europea riconosca che in Piemonte esiste un sistema aeroportuale; mi sembra che dovrebbe essere una cosa di cui non ci si dimentica quando dalla relazione si passa all'articolato. Assessore, perché mi fa cenno di no? Quindi, un primo emendamento cerca di affermare quello che è contenuto in relazione e non nel testo.
Inoltre si dice che la Regione promuove la costituzione del sistema aeroportuale regionale e del Nord-Ovest. Io cancellerei le parole del "Nord Ovest". Nord-Ovest di cosa? Del Piemonte sud? Dell'Italia settentrionale cosa c'entra questo Nord-Ovest?



CASONI William, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Non era precedentemente emendato.



CHIEZZI Giuseppe

Comunque eliminerei le parole del Nord-Ovest, perché crea confusione.
Su questo penso di aver presentato un emendamento.
Un altro emendamento lo presenterei, avessi qualche minuto di tempo per chiarire una descrizione che, forse, va meglio registrata. Infatti, si dice che vogliamo sviluppare ed integrare, "in relazione con i sistemi di altre Regioni confinanti italiane.." va bene sono la Liguria, la Valle D'Aosta e la Lombardia, "dell'Unione europea.." la Francia "e della Svizzera." La Svizzera non è regione confinante con l'Italia, non è neppure dell'Unione europea, forse, nel testo di legge, bisognerebbe chiarire che le Regioni confinanti italiane sono una cosa, quelle dell'Unione europea sono un'altra e poi c'è la Svizzera. Ci vorrebbe una frase che non mettesse la Svizzera tra le Regioni confinanti con l'Italia. Se non la mette così io osservo che c'è un equivoco In merito non ho presentato emendamenti, perché bisognerebbe scrivere diversamente la frase. Pertanto, se non sbaglio, sono due emendamenti e un'osservazione di richiesta di maggior chiarezza di questi confini, di queste Regioni e di questi Stati, perché viene nominato solo uno Stato che non è confinante con la regione. O vengono nominate Regioni italiane dell'Unione europea. Separerei e chiarirei le due cose, non ho tempo per farlo, ma sottolineo che scritto in questo modo lascia spazio a degli equivoci.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazè.



PAZE' Enrica

Anch'io ho presentato un emendamento, dove chiedo di eliminare l'ultima frase. Dalla relazione si evince che la stesso non prenda assolutamente in considerazione i sistemi delle altre Regioni né confinanti né italiane, n tanto meno della Svizzera. Per cui mi sembra un articolo avulso dal resto della legge.
Va benissimo una legge che dice che il Piemonte ha bisogno di un secondo aeroporto; le Levaldigi hanno delle caratteristiche che permettono di fare di questo aeroporto una valida opzione a Caselle per motivi meteorologici di traffico, però facciamo una legge per quello, non facciamo una finta legge dove all'interno c'è anche l'aeroporto di Malpensa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Intervengo per ribadire che se si realizza un sistema aeroportuale, è chiaro che si tratta di un sistema che non è intercontinentale, ma è un sistema di connessione con le Regioni italiane. Nel senso che se partono dei collegamenti per andare a Bologna, e da Torino non si può partire perché non c'è un aereo per Bologna, magari il volo può partire da Cuneo.
Si fa perché ha un altro tipo di opportunità tecnica, oppure si fa un sistema di collegamenti con i paesi del Nord-Est, anche questi attualmente, non ci sono da Torino. Quindi si stabilisce un rapporto con le Regioni italiani, le Regioni dei paesi della Comunità europea: mi pare del tutto evidente. Un aeroporto non viene costruito per traffici di cento chilometri.
La Svizzera si indica perché non fa parte della Comunità europea, non capisco il problema in questo senso, ne abbiamo parlato tanto in Commissione.



PRESIDENTE

ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Pazè: all'art. 1 cancellare le parole "e del Nord Ovest.".
La Giunta è favorevole all'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli e 5 astensioni.
1.2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 1 dopo le parole "al fine" aggiungere le parole "del riconoscimento del sistema aeroportuale regionale in sede nazionale e di Unione Europea".
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Inserendo dopo "al fine", posso anche capire che si intenda aggiungere anche al fine del riconoscimento in sede Europea, però dobbiamo mantenere sviluppare e integrare le strutture aeroportuali.
Consigliere Chiezzi, se lei lo aggiunge dopo il punto, diventa: "ed anche al fine del riconoscimento del sistema aeroportuale regionale in sede nazionale e di Unione Europea".



PRESIDENTE

Forse, se si aggiunge solo una "e", diventa comprensibile: "Al fine del riconoscimento del sistema aeroportuale regionale in sede nazionale e di Unione Europea e di sviluppare ed integrare strutture aeroportuali".



RIBA Lido

E viceversa.



CASONI William, Assessore ai trasporti

E viceversa. Prima lo dobbiamo sviluppare ai fini del riconoscimento.
Per questo motivo dicevo di posporlo: "al fine di sviluppare ed integrare le strutture aeroportuali regionali esistenti e al fine del riconoscimento nel sistema aeroportuale in sede nazionale e di Unione Europea". Così è più conseguente, c'è una doppia finalità, ma la preminente è quella che c'è in prima istanza.



PRESIDENTE

Scusate, dove lo inseriamo? Dopo la parola "esistenti" o dopo la parola "Svizzera"?



CASONI William, Assessore ai trasporti

Se il Consigliere Chiezzi concorda con questa formulazione, direi di inserirlo dopo la parola "Svizzera" e, dopo il punto, sviluppare un altro periodo: "Finalità ulteriore della presente legge è anche il riconoscimento del sistema aeroportuale regionale in sede nazionale e di Unione Europea".



PRESIDENTE

Pertanto, l'emendamento del Consigliere Chiezzi viene così modificato: 1.2 bis) all'art. 1, dopo "al fine" aggiungere "Finalità ulteriore di questa legge è anche il riconoscimento del sistema aeroportuale regionale in sede nazionale e di Unione Europea".
Pongo in votazione l'emendamento, come modificato dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 37 voti favorevoli.
1.3) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazé: Art. 1, dopo "regionali esistenti" eliminare da "in relazione..." a "...della Svizzera..." e "mettere ".



PAZE' Enrica

Presidente, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Va bene.
1.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini e Galli: art. 1, dopo le parole "le strutture aeroportuali regionali esistenti" si integra con "nonché gli aeroporti minori di terzo e quarto livello e le idrosuperfici".
La parola al Consigliere Galli, per l'illustrazione.



GALLI Daniele

Lo illustro brevemente, perché lo si capisce già dal testo. Questa è una legge che affronta determinati problemi ed un determinato livello della condizione del sistema aeroportuale piemontese. Un livello intermedio non affronta il problema del livello nazionale, quindi il discorso con Malpensa che è stato ricordato da diversi Consiglieri precedentemente, ma affronta il problema degli aeroporti minori.
Se la legge ha il titolo grandioso di "promozione del sistema aeroportuale del Piemonte", non possiamo dimenticare gli aeroporti minori che sono la base sicura per l'assistenza sanitaria, per la protezione civile, che sono base del sistema ludico dell'aviazione, che fanno turismo che creano occupazione.
Non dimentichiamo, inoltre, le idrosuperfici, che hanno creato e stanno creando in Europa diversi settori interessanti di turismo e quindi di afflusso di capitale.
La legge può essere completata inserendo questo emendamento, che non riguarda le condizioni di spesa, infatti l'ho inserito volutamente all'art.
1 (sono stati ricordati i 7 miliardi: pochi o tanti, non entro nel merito) ed è un discorso che ho affrontato per poter ricordare una realtà trascurata. E' una realtà che, se confrontata con il resto dell'Europa denota una differenza abissale.
Nel resto dell'Europa (oserei dire nel resto del mondo in sviluppo), il sistema degli aeroporti minori è estremamente curato e consente trasporti rapidi e veloci. Nei confronti dell'Europa e dei Paesi con noi confinanti il sistema aeroportuale minore è curato in maniera eccezionale, anche perché forse esiste una cultura diversa ed un apprezzamento per un tipo di turismo forse un po' fuori dalle convenzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente e grazie anche al collega. Vede Presidente, non si può continuare in questo modo. Va bene, sono d'accordo, ci sono anche gli aeroporti minori che hanno certamente bisogno di aiuti, ma non concepisco un inserimento così affrettato, in una legge che parla di tutt'altro. Io collega Riba - sono d'accordo, a patto che ci siano i soldi, che non sia l'emendamento manifesto...



(Intervento, fuori microfono del Consigliere Galli)



CHIEZZI Giuseppe

Se si vuole inserire questo, ti dico di essere d'accordo, perché il sistema aeroportuale è un sistema che deve arrivare fin dove dici tu. Deve arrivare dentro un programma regionale di sviluppo ed un Piano dei trasporti, e fino lì deve lasciare i soldi.
Pertanto, voto a favore di questo emendamento se l'aula fa un ragionamento in forza del quale - collega Riba - si stanziano dei soldi anche nell'art. 2. Se così non è, non facciamo una legge sgangherata, nella quale si dice, all'art. 1, che la Regione promuove tutto e, all'art. 2, che promuove tre aeroporti. Questo no! Siamo coerenti: se decidiamo che questa diventa la legge che, oltre ai tre aeroporti, si occupa anche delle piattaforme lacustri e degli aeroportini minori, allora procediamo. Ma senza un programma - collega Galli - siamo nel deserto di Ghigo, non c'è più niente! E, allora, arriva una legge sul trasporto aereo, così tutti possono dire la loro ed hanno ragione da vendere, perché è vero quello che dice il collega Galli, per tutti sono privi di una voce che abbia un retroterra, una sostanza politica che lo sorregge.
Colleghi Gallarini e Galli, io sono favorevole, in via di principio così come sono favorevole a rafforzare Levaldigi, Cerione, ad avere uno sviluppo organico del Piemonte! Ma che non si fermi qua! Allora, all'art. 2, che si dica che "Per le finalità di cui al precedente articolo la Regione eroga a favore delle Società aeroportuali di Torino, Caselle, Cuneo, Cerrione e..." - mi aiuti, Presidente - "delle Società degli Aeroporti minori": così c'è una certa coerenza! Chiedo questo chiarimento, perché altrimenti non possiamo andare avanti. Se volete ampliare l'escursione della promozione della politica aeroportuale, io non sono contrario. Per me può andar bene, purché poi questo proposito lo si ritrovi in tutto il percorso della legge.
Altrimenti, la legge rimane quella del Sistema Aeroportuale: Torino Levaldigi, Cerione.
Chiedo un chiarimento ai colleghi, anche perché non ho un contratto politico. Mi va benissimo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Prima di tutto voglio chiarire - e prego i Consiglieri Galli e Gallarini di prenderne atto - che questa è una legge presentata nello spirito di giungere alla creazione di una Società unica. Così come in Lombardia la SEA controlla gli aeroporti di Milano, Bergamo e Malpensa anche questa nostra legge nasce con l'intento di erogare i fondi in questa direzione.
Capisco che si presenti una simile problematica. Potremmo, volendo esaminarla in una sede appropriata e specifica per questo tipo di tematica.
In effetti, vista così, questa legge diventa un "pastrocchio" nel quale prima inseriamo tutto il mondo, anche gli aeroporti minori, poi alla fine chiediamo l'unificazione: non si riesce più a capire quale sia la sua ratio! Qua noi abbiamo inserito gli aeroporti che, allo stato attuale sviluppano voli di linea, cioè che hanno relazioni di linea. Se c'è qualche aeroporto, qua in Piemonte, che ha voli di linea e che ci è sfuggito segnalatecelo: a noi risulta che, ad oggi, gli unici aeroporti abilitati per i voli di linea sono questi tre.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, avevo chiesto la parola, ma in funzione di ciò che avrebbe detto l'Assessore. Quindi, rinuncio al mio intervento.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Riba. Quella in discussione è una proposta di legge che ha come scopo la promozione degli aeroporti con voli di linea.
Ha chiesto la parola il Consigliere Galli, ne ha facoltà.



GALLI Daniele

Date le considerazioni fatte, ritiro l'emendamento. Vi annuncio che nella prossima seduta di Consiglio lo presenterò sotto la veste di ordine del giorno, per affrontare il problema degli aeroporti minori.



PRESIDENTE

L'emendamento viene ritirato.
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'art. 1 come emendato.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 37 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Pazè: all'art. 2, cancellare la lettera a)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazè per l'illustrazione.



PAZE' Enrica

Presidente, lei aveva detto di riproporre la domanda quando si sarebbe parlato dell'articolo relativo. Per questo ora ripropongo la domanda così come l'avevo formulata in precedenza. Vorrei sapere qualcosa in più su questo "disequilibrio di gestione", in particolare se si riferisce a qualche specifico rapporto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Nell'emendamento reso obbligatorio dalla Commissione Bilancio, sono stati istituiti due capitoli. Ve li leggo: "Contributi alle Società Aeroportuali di Torino-Caselle, Cuneo-Levaldigi e Biella-Cerrione, per il riequilibrio della gestione: dotazione zero", cioè con memoria. Però, in una legge sul sistema aeroportuale regionale, si può anche prevedere che un giorno, possa verificarsi la necessità di un riequilibrio di bilancio.
L'intenzione, chiara e dimostrata, è di non metterli su questa voce, allo stato attuale, per i prossimi tre anni. Credo, comunque, che nel momento in cui si approvi una legge per il Sistema Aeroportuale, questa casuale possa essere conservata, senza dotarla di una lira per tre anni. Fra tre anni quando dovrà essere rifinanziata o riaperta, si vedrà: potrebbe verificarsi anche che, per il riequilibrio di una gestione particolarmente aperturista o aggressiva nei confronti del mercato, finalizzata ad attrarre nuovo traffico, ricca di nuove iniziative, la Regione decida di supportare un eventuale disavanzo di gestione, determinato - è possibile - da iniziative promozionali del sistema aeroportuale anche all'esterno della Regione.
Per questi motivi io lo lascerei: tranquillizzatevi, è già a dotazione zero.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazè.



PAZE' Enrica

Avevo già sentito questa precisazione, fornitami prima dall'Assessore.
In realtà, però, il quesito che ponevo era un altro. Io chiedevo: esiste un disequilibrio di gestione e, se esiste, che entità ha? La formazione della legge mi fa pensare che esista, e non solo: la Regione, all'art. 3, parla di acquisire quote di partecipazione di queste Società. Per questo mi interessa sapere se queste Società, al momento, hanno un disequilibrio e se è così, che entità ha.
Quanto alla possibilità, in futuro, di ripianare un eventuale disavanzo di gestione - di cui parlava l'Assessore - credo che tale eventualità possa affrontarsi nel momento in cui si verifichi, con una legge apposita o con un provvedimento ad hoc. Mi sembra di vedute un po' troppo "ampie" prevedere fin d'ora la possibilità che, tra quattro anni, possa verificarsi simile situazione, lasciando un apposito capitolo vuoto nella legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, mi sembra che questo articolo, e da diversi punti di vista non funzioni. La materia è complessa: trattarla in queste poche righe è un modo di procedere per niente condivisibile. Per questo intendo fare delle osservazioni, di cui i colleghi potranno fare l'uso che credono.
L'articolo recita: "La Regione eroga". La Regione "eroga", dunque, per due finalità: ma sono due finalità che dovrebbero essere trattate in modo diverso l'una dall'altra. Non c'è una politica alla base! Noi entriamo con dei fondi, e sarebbe bene entrare con dei fondi in vista di un miglioramento e sviluppo delle infrastrutture, senza mischiare il potenziamento che la Regione Piemonte decide di fare per il miglioramento delle sue infrastrutture con il ripiano di deficit di gestione di Società di cui non fa parte! Mi sembra un modo grossolano di agire: non sappiamo cosa vogliamo, non c'è un Piano dei trasporti, vorremmo creare un Sistema Aeroportuale, esistono delle Società che viaggiano per conto loro e nel frattempo, però, decidiamo di erogare fondi, che serviranno per i "deficit". Non sappiamo se questi deficit esistono. Se esistono, non sapete neppure dirci in quanto consistono! Però, anche senza darci delle risposte ci chiedete di votare una legge che riequilibra la gestione! Volete anche migliorare lo sviluppo delle infrastrutture! Forse, sarebbe meglio che il primo passo che facciamo, così vago ed incerto, fosse dedicato solo al miglioramento ed allo sviluppo delle infrastrutture! Non mi sembra il caso di imbarcarci fin d'ora nel dire "Ripianiamo le gestioni". Inoltre, devo anche riprendere la descrizione fatta dell'erogazione di questi fondi perché non regge! Si dice che "I fondi vengono erogati". Va bene, ma da chi? Non si dice da chi vengono erogati! Ma da chi vengono erogati questi fondi?



CASONI William, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Dalla Regione!



CHIEZZI Giuseppe

Ma la Regione cos'è, cosa vuol dire? Ma da chi, dalla Giunta, dal Consiglio? Non si indica nulla nel testo! Vengono erogati sulla base di un piano triennale di sviluppo dei singoli aeroporti, ma se vogliamo ridurre a uno, noi diciamo che i fondi li eroghiamo, caso per caso, nei tre aeroporti senza "cucire" i piani di sviluppo secondo una strategia in base a cui a Caselle non si dà niente e a Levaldigi tutto il prossimo anno? Li metto tutti e tre allo stesso piano? Ho tre piani di sviluppo ma uno è un gigante, l'altro deve ancora nascere, il terzo viaggia a vista. Che razza di coerenza avranno questi tre singoli piani di sviluppo? Non c'entreranno niente uno con l'altro se la Regione non li collega. Inoltre, che cosa si intende per Regione? Sarà il Consiglio Regionale? Questi piani vengono consegnati alla Giunta? La Giunta li guarda, li passa al Consiglio, li passa alla Commissione? Nessuno sa niente. Non si fanno leggi in questo modo, leggi al 90% di propaganda. Bisogna correggere questi inconvenienti.
Siccome alle dieci o alle undici di notte volete discutere queste cose bene, le discutiamo, fermiamoci cinque minuti e scriviamo due emendamenti.
Ne ho scritti sull'altro articolo, su questo sono in grado di fare questa osservazione e poi, se volete, presento un emendamento e i fondi vengono erogati dal Consiglio Regionale. Non mi sembra questo un modo corretto di lavorare.
Occorrerebbe dare indicazioni un po' più serie su cosa sia questo "piano di sviluppo" e da chi viene esaminato.
Poi si dice che fondi vengono erogati sulla base di accordi commerciali e di piani di traffico "tra almeno due dei tre". Perché "tra almeno due"? "Tra gli aeroporti", "tra i tre aeroporti che individuiamo". Cosa vuol dire "almeno due"? Si dà già per scontato che il terzo non c'è? Ma allora, se è scontato che il terzo non c'è, che razza di legge è che favorisce i tre aeroporti? Tanto più che nell'articolo successivo si parla di "unica società". Se è unica, noi dobbiamo dire che i piani devono essere relativi ai tre aeroporti, e non dire "almeno due" nell'articolo precedente e dopo dire: "Attenzione, unica società tra gli aeroporti del Piemonte entro tre anni". Ma c'è una contraddizione! Si faccia coerenza: vogliamo avere entro tre anni una sola società? Bene, allora si acquisiscano le quote e si dica che i fondi sono stati esaminati a quella politica dei tre aeroporti, non cominciando a separare. Ci sarà una scala su una diversità, ci sarà bisogno di fondi erogati in modo squilibrato rispetto alla forza, dando di più a chi ha di meno, quindi niente a Caselle, molto a Levaldigi, parecchio a Cerrione. Solo in questo modo si riequilibra un sistema, non con frasi come quelle.
Quindi bisognerebbe togliere "riequilibrio di gestione" e, con l'aiuto dei Colleghi, mettere a fuoco la figura di chi esamina il piano triennale togliere "singoli aeroporti" e sostituire alla parola "singoli" "dei tre aeroporti" e togliere "tra almeno due degli aeroporti", "tra gli aeroporti interessati", cioè riportare i tre aeroporti alla pari, per eliminare il deficit di gestione dall'impianto normativo attuale, perché non sappiamo nemmeno di cosa parliamo. I deficit devono essere indicati chiaramente, in modo che possiamo almeno sapere cosa votiamo, e rimettere in piedi questo articolo. Poi deve essere chiarito se i fondi vengono erogati dalla Giunta o dal Consiglio, dalla Giunta e dal Consiglio, e infine con quale percorso.
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Come ho detto prima, i disegni di legge di iniziativa provinciale non possono essere toccati fino al loro arrivo in aula. L'arrivo in aula è stato questa sera, mezz'ora fa, quindi sono disponibilissimo e ritengo che forse sia meglio, in effetti, interrompere la seduta dieci minuti e chiarire alcuni elementi che credo si possano chiarire facilmente, perch molti problemi che emergono sono di carattere formale e probabilmente si tratta di regolamentarle piuttosto che procedere presentando emendamenti che portano via lo stesso tempo.
Quindi io chiederei al Presidente, se i Colleghi sono d'accordo, di sospendere i lavori per dieci minuti. Possiamo incontrarci in tre o quattro, quelli che sono interessati alla materia, per inserire queste semplici precisazioni. Credo che con pochissime modifiche si possa procedere nella direzione auspicata da Chiezzi, altrimenti andiamo avanti a...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Riba)



CASONI William, Assessore ai trasporti

Sì, affrontiamo anche quello, però preferirei affrontarlo in una sede diversa. Lo possiamo fare in aula. Se vogliamo metterci due ore lo facciamo in aula; se vogliamo metterci dieci minuti lo facciamo invece in quattro, a seduta sospesa. E' una decisione relativa ai tempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba, che intende anche esprimere la sua valutazione su questa proposta.



RIBA Lido

Per me, se volete ripensare questa proposta di legge, è bene sospendere la seduta per tutto il resto della serata.
Volevo soltanto dire due cose: per me va bene la dicitura che c'è, nel senso che il riequilibrio di gestione è un termine che consente di prendere in considerazione non soltanto gli investimenti in conto capitale, ma tutta la modalità di funzionamento quando questa, a fini promozionali, a fini di mantenere una linea in fase di avviamento...
Adesso, Colleghi, lo dico brevemente, credo che lo sappiate tutti: far decollare una linea aeroportuale vuol dire tenerla in piedi per un anno.
L'aeroporto di Levaldigi ha tentato di tenere in piedi il servizio di linea per un anno. Verso la fine dell'anno la linea, anziché trasportare venti persone, ne serviva già venticinque, però alla fine aveva anche accumulato abbastanza deficit. I responsabili sono venuti mille volte in Regione a prospettare il problema; a quel punto, quando era avviata, hanno chiuso, e continuerà sempre così. Il riequilibrio di gestione è questo, ma lo sanno tutti; se tu devi fare un'operazione di avvio di un sistema hai bisogno che il sistema sia sostenuto in una fase promozionale, in una fase, come dire di avvio. Lo so che è così, perché ho già visto tante volte cose. del genere.
Per quanto riguarda la tripolazione, sarebbe opportuno che l'Assessore Pichetto, che lo sa bene, magari spiegasse che la città di Biella non intende concorrere come le altre due città a realizzare un aeroporto integrato ai fini di servizi di linea, perché la città di Biella giustamente fa un'altra scelta, sapendo che aver portato un aeroporto ad avere la capacità di esercitare servizi di linea e di far atterrare tutti i tipi di aerei, tranne i concorde, ha significato spendere montagne di soldi che la Provincia di Cuneo ha speso con il sostegno delle banche avviate, ma se devi partire adesso devi fare un accumulo che probabilmente non ti consente più di andare avanti. Poi è decollato Malpensa, a cui l'aeroporto di Cerrione si è collegato perché è un aeroporto che ha delle caratteristiche per qualche verso integrabili, ma integrabili vuol dire possibilità di piccoli collegamenti e attività di collegamento diurno, per quel che ne so. Cerrione non può essere integrato in un grande servizio di linea, come sono Torino e la sua seconda pista (Levaldigi).
Se ogni operazione dovesse per forza richiedere che sia compreso anche il terzo piccolo aeroporto che non c'entra niente, non ce la fa di nuovo più, mentre invece lì si fa Torino più la seconda pista, tant'è che l'aeroporto di Cuneo non si chiamerà più "aeroporto di Cuneo" ma si chiamerà "aeroporto di Torino", come si chiamano gli aeroporti di Roma e gli aeroporti di Milano. Sono aeroporti di Torino e sono due piste degli aeroporti di Torino.
Questo è per dire che sono partite per le quali, a grandi linee non si può prescindere dalla spesa corrente, che consente di avviare un'operazione del genere.
Non si può parlare di tre aeroporti, bisogna parlare di due perché il terzo è un elemento che non è nello stesso posizionamento, ma è un posizionamento eventuale.
Detto questo, per me vanno bene tutte le integrazioni che propone Chiezzi; basta che servano per chiarire, non per come dire distanziare.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazè.



PAZE' Enrica

Apprezzo moltissimo la chiarezza del Consigliere Riba, e proprio per questo mi sembra importante quello che ho detto fin dall'inizio: se l'obiettivo è sviluppare l'aeroporto di Levaldigi...



PAZE' Enrica

RIBA Lido (fuori microfono)



PAZE' Enrica

Torino con due piste.



PAZE' Enrica

Va benissimo, Torino su due piste, ma se il problema è questo disavanzo per rilanciare l'aeroporto, allora va finanziato e non dobbiamo fare un emendamento in cui diciamo che vengono dati fondi pari a zero per tre anni.
Allora discutiamone sì, seriamente! La mia proposta è di interrompere la seduta, ne discutiamo possibilmente non adesso e lo riprendiamo come primo argomento la prossima seduta, avendo discusso che cosa vogliamo di questa legge e qual è il nostro obiettivo: sevogliamo rilanciare l'aeroporto di Cuneo, se vogliamo fare una cosa simbolica in cui non diamo soldi e parliamo di grandi collega-menti, quando sappiamo che non è questo l'obiettivo della legge, o qualcos'altro.



PRESIDENTE

Credo che il provvedimento meriti un ulteriore momento di approfondimento e che non sia possibile nemmeno in dieci minuti realizzare questo approfondimento.
Penso quindi che si possano chiudere a questo punto i lavori perché non mi pare ci siano le condizioni per portare a compimento utile questo provvedimento.
Ricordo che venerdì alle ore 13 è convocata la Conferenza dei Capigruppo: in quella sede valuteremo il lavoro da svolgere nella prossima riunione del Consiglio.
Ricordo altresì che giovedì alle ore 14,15 ho convocato la Commissione Nomine su un punto specifico.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 23.11)



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