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Dettaglio seduta n.42 del 27/02/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito alle "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Casari, Galli, Ghiglia, Leo Simonetti e Spagnuolo.


Argomento:

b) Convocazione Commissioni consiliari e Conferenza dei Capigruppo


PRESIDENTE

Le Commissioni sono convocate, naturalmente, nei giorni prossimi e la Conferenza dei Capigruppo probabilmente slitterà alla prossima settimana perché i giorni terminali del mese sono occupati dai lavori del Consiglio.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 155 relativo ai problemi della Valle Bormida ACNA - Re-Sol


PRESIDENTE

In merito al dibattito relativo ai problemi della Valle Bormida procediamo con le dichiarazioni di voto in attesa che l'ordine del giorno pervenga nel suo testo definitivo.
Coloro che non intendono partecipare, ma che vogliono far pervenire il loro testo scritto, lo consegnino al tavolo della Presidenza.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente, mi rivolgo a nome del Gruppo regionale di Rifondazione Comunista alle popolazioni dell'asta del fiume Bormida cuneesi, alessandrine, astigiane, agli amministratori di quegli Enti locali, ai Sindaci e ai Presidenti delle Province. A quelle popolazioni che per generazioni hanno subìto e continuano a subire gli effetti delle produzioni di una fabbrica devastante che da cento anni distrugge l'ambiente, che da cento anni insidia e mette a repentaglio la salute della gente. Voglio anche rivolgermi - permettetelo e tolleratelo - a coloro che qui non sono presenti, i lavoratori dell'ACNA, anch'essi vittime centennali di un grande inganno, vittime del ricatto più odioso, quello della perdita del posto di lavoro.
Fin dalla sua nascita Rifondazione Comunista ha lavorato per riunificare ciò che i confini regionali avevano separato nel corso di tutti gli anni della vicenda ACNA. Non è stato facile per un partito che pone tra le sue priorità la difesa dei lavoratori, oggi più che mai, spiegare e far capire che per noi, Rifondazione Comunista, sia in Piemonte che in Liguria senza ambiguità, senza infingimenti, senza doppi giochismi, così come è avvenuto e così come ancora avviene da parte della quasi totalità delle forze politiche, a quei lavoratori e a quelle vittime strumentalizzate e usate un po' da tutti, direzione aziendale e sindacati, che l'ACNA andava chiusa definitivamente e che il Re-Sol altro non era se non l'ultimo inganno di una grande serie di inganni! Perpetrati sulla pelle dei lavoratori e delle popolazioni della Valle Bormida. E che quei lavoratori andavano e vanno reimpiegati in un grande progetto di risanamento e bonifica del sito ACNA di Cengio e di tutta la Valle Bormida. Ecco perch ribadiamo, in Piemonte e in Liguria, un "no" fermo e perentorio ad ogni ripresa dei lavori per la costruzione dell'impianto di termodistruzione Re Sol.
Oggi non accettiamo il ricatto del Re-Sol come unica soluzione per lo smaltimento dei reflui dei lagoons di stoccaggio nel sito ACNA. Non crediamo alla risoluzione del Ministero dell'Ambiente sulla compatibilità ambientale del Re-Sol, che afferma la contestualità tra Re-Sol e bonifica del sito ACNA. Ecco perché con forza ci siamo battuti, nell'ambito della Commissione parlamentare d'inchiesta, affinché la risoluzione del Ministero dell'Ambiente fosse rinviata sino a quando non si fossero chiariti definitivamente gli intendimenti dell'ACNA sulla bonifica del sito e della Valle Bormida.
Questo comunque non ci basta. Nell'ambito della Commissione parlamentare d'inchiesta abbiamo chiesto e vogliamo risalire alle responsabilità di tutta la vicenda ACNA, della sua storia, almeno quella più recente, capire gli intrecci, le connessioni, i grandi interessi che hanno legato un'azienda, che è diventata azienda di Stato, al potere politico. Si tratta di un intreccio di poteri forti, che hanno avuto e gestito in un passato recente interessi criminali, legati al malaffare e a Tangentopoli, ed in questo malaffare i partiti di potere ci hanno sguazzato ed i loro eredi, oggi trasformati da nuovisti, ci sguazzano ancora. Ecco perché i partiti che oggi sono qui non sono tutti uguali, non basta l'unanimismo di dire "no" al Re-Sol qui in Piemonte per porci tutti sullo stesso piano; le differenze ci sono, basta scendere in Liguria; le differenze ci sono, basta leggere gli atti parlamentari della Commissione d'inchiesta; le differenze ci sono, basta sondare qual è il giudizio che si dà del Governo Dini e dei suoi tecnici, quei tecnici così tecnici e così al di sopra delle parti che in Commissione parlamentare d'inchiesta danno per ineluttabile la costruzione del Re-Sol, perché la scienza ci dice che quello è l'unico modo per smaltire i reflui dei lagoons: la scienza. E noi che pensavamo che la scienza fosse neutrale, non legata al carro degli interessi forti. Questo non è più vero? La scienza non è neutrale? E' legata agli interessi dell'Enichem, della Snam Progetti, dell'Italgas e di quante altre strutture dovrebbero essere dello Stato, per lo Stato e per i cittadini e che, al contrario, fanno altri interessi.
Leggendo quei verbali abbiamo scoperto che l'ACNA in liquidazione non è più quella voragine di risorse pubbliche che ha divorato migliaia di miliardi di deficit e che ha causato danni irreparabili nell'ambiente. Oggi ci dicono, Governo e tecnici, che l'ACNA ha chiuso in attivo i suoi bilanci del 1994. Ha tagliato le produzioni, quelle più inquinanti, ci dicono.
Eppure oggi presenta bilanci in attivo. Ecco perché vogliamo indagare a fondo sulla vicenda ACNA, sugli interessi politico-affaristici che per decenni hanno causato lo scempio della Valle Bormida e di una parte del Piemonte.
Noi non ci accontentiamo! Cercheremo di svelare uno dei tanti misteri di questo nostro martoriato Paese. E in questa nostra ricerca cercheremo anche di rompere quella conventicola che temiamo si vada formando, magari non in Piemonte, dove tanti sono gli esponenti di partito in buona, in ottima fede, tanti sono i soggetti di schieramenti diversi che si sono battuti in questi anni per una soluzione giusta, onesta, ambientalmente compatibile della questione ACNA e del risanamento della Valle Bormida. Ci che temiamo sono gli accordi romani, la costituzione di un grande partito del Re-Sol trasversale a tutti i partiti di Governo o in odore di Governo.
Rifondazione Comunista è fuori da ogni gioco di Governo, che sull'onda dello scambio Re-Sol bonifica del sito ACNA accetti la costruzione del grande inceneritore. Noi mettiamo tutti in guardia di fronte ad una così grave ipotesi, un'ipotesi che getterebbe nella disperazione migliaia e migliaia di cittadini, una soluzione che sarebbe la dissoluzione della politica se la politica è ancora, e così deve essere, il fare gli interessi dei cittadini.
Un pericoloso gioco di falso scambio, una sorta di politica dei due tempi: prima il Re-Sol e poi - ma quando? - il risanamento del sito ACNA dove sono interrati 10 o 30 milioni di rifiuti tossico-nocivi.
Ma per un grande risanamento occorre un progetto, un programma l'accantonamento delle risorse necessarie, un accordo di programma tra gli Enti locali e tutto ciò non esiste, quindi alla fine avremo solo il Re-Sol.
Non accettiamo questi giochetti sulla pelle della gente, non accettiamo e non accetteremo di barattare il Re-Sol subito per una bonifica che non verrà mai, perché nessuno, se non le popolazioni, le Associazioni ambientaliste e Rifondazione Comunista, vuole veramente la bonifica, il risanamento e il rilancio della Valle Bormida e di tutte le sue comunità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

E' stata ampiamente rilevata la grande importanza della riunione di oggi e credo di poter dire che questa è anche la ragione dell'adesione del PDS all'ordine del giorno presentato dal Consiglio nel suo insieme. Quella per il risanamento della Valle Bormida, l'impedimento della costruzione del Re-Sol, la chiusura dell'ACNA e la riorganizzazione dell'economia in questa Valle, con la riunione di oggi diventa una battaglia di tutto il territorio della provincia di Cuneo, ma con la sottolineatura del Consiglio regionale diventa un obiettivo di tutta la Regione Piemonte. Ne deriva un impegno al Presidente Picchioni e al Presidente Ghigo: di fronte all'assunzione solenne dell'impegno di tutto il Piemonte per la conclusione positiva di questo progetto, la Regione ha il dovere di darsi credibilità.
Secondo me, d'ora in avanti sarà in gioco la credibilità e, per certi versi, l'onore della Regione Piemonte su questo obiettivo. Non è esagerato porci la questione in questi termini, perché noi abbiamo una tradizione di successi che si sono fermati alle porte di Roma e perché, a voler essere comprensivi delle ragioni del centro, delle ragioni del Governo, si pu dire che finora non era stata smontata l'antinomia fra gli interessi dell'ambiente e gli interessi dell'occupazione.
Presidente e colleghi, oggi abbiamo avuto un'importante presa di posizione e una lunga serie positiva di interventi di esponenti dell'economia albese, perché questa è una realtà che da qualche anno ha innescato una sua marcia di rinnovamento, di sviluppo, di trasformazione dell'economia che fa da sfondo alla crescita complessiva della società, ma si è visto che gli elementi sono il turismo, l'agricoltura di qualità l'uso positivo del territorio. Da tutta questa operazione la Valle Bormida è drammaticamente esclusa. Da quando il vino non si è più prodotto, come ricordava Gianluigi Biestro, perché sapeva di fenolo, non c'è stata più condizione. Né la Valle Bormida può partecipare a questo processo di crescita del territorio albese, della provincia di Alba e della provincia di Cuneo. Questa è una prima questione.
L'altro problema è la credibilità di quella che non possiamo che definire una nostra pericolosa antagonista: l'ACNA. Attraverso una serie di alleanze implicite, che non siamo riusciti a smontare del tutto, l'ACNA ha potuto portare avanti un gioco di mistificazione. In piena battaglia per la dismissione delle produzioni inquinanti, ha riempito i lagoons di prodotti inquinanti, che non dovevano essere permessi perché si sapeva che avrebbero dovuto essere immessi poi nel fiume o smaltiti attraverso altre procedure di smaltimento che non erano state né previste né autorizzate.
Adesso abbiamo la situazione dell'antinomia tra occupazione ed ambiente, che è stata risolta. Senza rimuovere questa situazione non è possibile pensare al recupero dell'ambiente né ad una ripresa economica di questo territorio. Questo è il punto di saldatura, questo è l'elemento che congiunge tutti gli interlocutori di questa battaglia.
Io credo che oggi il Consiglio regionale abbia assunto anche un impegno al dialogo, ma è soltanto un impegno che viene ribadito nei confronti della Regione Liguria.
Richiamo le affermazioni del mio compagno di partito, sen. Morando: quello con la Liguria deve essere un rapporto che in qualche maniera non consente alla Regione Liguria di essere non dico connivente ma in qualche maniera subalterna alle ragioni di questa pur preponderante capacità di proposta e di sofisticare gli argomenti dal punto di vista tecnico dell'ACNA. Io non credo che l'ACNA sia molto intenzionata a risanare il sito; penso che avremo ancora grossi problemi da questo punto di vista.
Immagino che, per le logiche del capitale (del tutto legittime) che animano il comportamento di quell'azienda, essa ha atteso lungamente a creare un polo cosiddetto tecnologico con l'inceneritore e la creazione di condizioni per riprendere un meccanismo di sfruttamento economico del territorio.
Venendo a mancare queste, siamo già a conoscenza dell'incertezza dell'azienda, della sua tiepidità di fronte al fatto di non poterlo utilizzare convenientemente.
Infine, signor Presidente, il problema della credibilità. Se il Governo non ha dato seguito all'ordine del giorno del Parlamento del 30/1/1990, che impegnava a non costruire l'inceneritore in Valle Bormida, se alla Commissione VIA è stato consentito di pronunciarsi prima che la Commissione d'inchiesta terminasse i suoi lavori, oggi che la Commissione d'inchiesta è naturalmente disciolta, esiste il problema della credibilità dei comportamenti governativi. Finora probabilmente questa credibilità è stata un atteggiamento consumato nei confronti delle popolazioni del territorio d'ora in avanti lo sarà anche nei confronti della Regione Piemonte. Quindi aderiamo all'ordine del giorno che ci pare un impegno all'altezza della situazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Nell'esprimere la dichiarazione di voto favorevole all'ordine del giorno da parte del Gruppo Patto dei Democratici, vorrei fare alcune riflessioni su un problema che per alcuni versi mi riporta indietro nel tempo, nella mia zona. Ci sono nomi, luoghi, sigle, che evocano qualcosa di indesiderabile, da cui tenersi alla larga ed anche da contrastare e combattere.
Tale è l'ACNA, di cui stiamo oggi discutendo, bastione di quell'imprevidenza ambientale che ha costellato, lordandolo irrimediabilmente, il nostro Paese.
Il sottoscritto, per un decennio Sindaco di Novi Ligure e prima ancora Vicesindaco, può affermarvi e ribadirvi che non si tratta di un caso isolato, anche se di gran lunga il più eclatante e resistente ad ogni assalto.
Perché ho maturato l'esperienza? Semplicemente perché Novi, a dispetto del Ligure, è ubicata in Piemonte, in quella Valle Scrivia nella parte alta genovese e nella parte bassa in provincia di Alessandria. Il parallelo è presto fatto: di là le fabbriche, per lo più inquinanti, e a noi i loro effetti negativi sulle risorse idriche per niente abbondanti perché siamo sull'Appennino. Vi si aggiunge che Genova, permanentemente assetata continua a pescare acqua sul versante opposto, quello che fornisce noi Tortona e molti altri centri per più di 100 mila abitanti. E' proprio una bella situazione! E così giù ricorsi, scontri, manifestazioni, per recuperare il maltolto o per contrastare ulteriori rapine. Fintantoch operando in positivo per garantire a chi sta ancora a valle del nostro bacino dell'acqua pulita allestendo un'efficiente e capillare rete di collettori fognari, depuratori e ora anche una piattaforma di compostaggio dei fanghi, si è riusciti a coinvolgere i Comuni dell'oltregiogo genovese associandoli ad una collaborazione per tutti proficua.
Questa, ripeto, l'esperienza mia e di una zona per tantissimi anni a rischio. Di qui, la piena ed incondizionata solidarietà alla vostra battaglia, gemellati da identiche necessità, anche se per noi in via di superamento (vedi la discarica di Mereta di pochi mesi fa).
Bravi i cittadini, bravissimi i Comuni della Valle Bormida! A voi tutti che, con ferma determinazione e con mezzi esclusivamente legali, che fanno onore alla vostra profonda fede democratica, vi battete per il diritto alla salute e alla qualità della vita, va il plauso unanime del resto del Piemonte che mai vi abbandonerà. Non fermatevi se vi oppongono il ricatto occupazionale, come già vi venne opposto in Valle Scrivia, indegnamente premendo sui bisogni dei lavoratori e di tanta gente comune. Non fermatevi davanti ai pareri autorevoli, alle dichiarazioni altisonanti, alle decisioni altolocale, quando sono ambigue e quindi oggettivamente contro i vostri interessi. Perseverate, perseveriamo insieme fino al risultato che non potrà mancare, in nome della sicurezza, del lavoro, dei valori fondamentali che ci legano alla democrazia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Signor Presidente, colleghi, intervengo per dichiarazione di voto su questo ordine del giorno a nome del Gruppo Federalista Liberaldemocratico.
Intendiamo sottolineare non solo l'importanza del documento, ma come lo stesso rientri in una strategia più che quinquennale di questo Consiglio regionale che, al di sopra e al di là di ogni divisione politica, sulla questione ACNA ha sempre avuto un atteggiamento chiaro, certo, di attenzione nei confronti delle popolazioni interessate da questo disastro ecologico.
Oggi il governo del Piemonte e il Consiglio regionale del Piemonte in questo ordine del giorno hanno inteso sottolineare dei fatti assolutamente interessanti e nuovi. Una presa di coscienza di come una Regione debba assumersi, di fronte ai propri amministrati, tutte le responsabilità che le competono. In un futuro, che veda trasformato questo Paese in senso federalista, alla Regione va assegnata appieno la difesa della salute dei propri cittadini, va assegnata appieno la difesa e la tutela dell'ambiente anche quando i suoi interessi non sono gli stessi del Governo centrale.
In questo documento viene detto chiaramente che agli esiti della Commissione VIA la Regione Piemonte non ci sta; viene detto che alla volontà di costruzione dell'impianto per il recupero dei solfati la Regione Piemonte non ci sta, come non ci sta alla prosecuzione dell'attività dell'ACNA di Cengio.
Se negli ultimi due casi la situazione ricalca quanto affermato nella passata legislatura, la prima affermazione, relativamente alla Commissione VIA e alle decisioni del Ministero dell'Ambiente, è una novità, una presa di coscienza importante, un'assunzione di responsabilità estremamente importante.
E' con soddisfazione che il mio Gruppo plaude a questa iniziativa unitaria del Consiglio regionale e dichiara il proprio voto a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

A nome di Alleanza Nazionale, annuncio il voto favorevole all'ordine del giorno. Del resto, l'impegno di Alleanza Nazionale oggi e del Movimento Sociale Italiano in passato si era già concretato in queste terre quando oltre dodici anni fa l'on. Fini venne a Cortemilia per una riunione che affrontava questo argomento e da allora il Partito è stato coerente su questo problema. Oggi constatiamo che le convergenze sono totali e di questo ci compiacciamo.
Vorrei anche ringraziare i Sindaci. Noi come Consiglieri regionali come amministratori, siamo oggi qui in sessione di lavoro, ma molti Sindaci, che conosco personalmente, hanno rinunciato ad andare a lavorare e sono venuti qui a testimoniare ancora una volta - e lo fanno veramente con il cuore, rinunciando alle loro attività - l'attaccamento a questo problema.
Un'altra cosa importante è che questo ordine del giorno sia effettivamente supportato dal Governo centrale; noi ci impegniamo fin da oggi a supportarlo in tutte le fasi.
Questa popolazione ha già pagato molto in termini di svalutazione, in termini di ricadute economiche, in termini di ricadute anche sanitarie.
Prima un intervenuto ha sollevato un problema molto importante: la Regione Piemonte sta investendo molto nel turismo, e credo che questa Giunta abbia ancora intenzione di farlo.
Come potranno andare all'estero a vendere il prodotto Piemonte, le Langhe e il Roero e queste vallate sino a quando non verrà risolto questo problema? Sarà impossibile, perché verremmo attaccati facilmente da tutti i nostri concorrenti stranieri. Potranno dire che queste zone sono inquinate e quindi danneggiare non solo la Valle Bormida, ma tutte le vallate circostanti e la zona dell'Albese.
Concludo l'intervento dicendo che ci auguriamo, visto che hanno già pagato un alto prezzo i nostri nonni e i nostri padri, che non paghino questo prezzo almeno i figli e i nipoti di quegli stessi che hanno sofferto tutti i problemi in questi anni.
Quindi, massima coesione, massima unitarietà anche contro una Regione con la quale confiniamo, però con la quale dobbiamo mantenere un'unitarietà al di là dei partiti e degli schieramenti politici.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Sarò brevissima, perché gli interventi sono stati tantissimi e quasi tutti condivisibili.
Annuncio il voto favorevole all'ordine del giorno da parte del Gruppo del CDU.
Voglio solo, in coda a tutti gli interventi, fare una riflessione sulla Valle Bormida che, com'è stato detto da molti, sta morendo.
Il problema oggi è di arrestare l'agonia di questa valle: la diagnosi è precisa, la cura è stata individuata. Vorrei richiamare l'attenzione sulla necessità di recuperare e rilanciare le ingenti risorse culturali enogastronomiche e turistiche di questa valle. Si è credibili per quello che si fa, non solo per quello che si dice, e quindi chiedo alla Giunta regionale di individuare risorse finanziarie per iniziative che, in concreto, offrano alla Valle Bormida la possibilità di una vera rinascita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Oggi abbiamo ascoltato logiche e giuste proteste delle popolazioni logiche e giuste prese di posizione dei Sindaci, dei Presidenti delle tre Province interessate, dei rappresentanti di categoria ed Associazioni.
Sono tutti contro la costruzione dell'inceneritore Re-Sol. E' assurdo che altri, altrove, invece decidano in senso contrario.
Certo, sono leghista, mi batto per il federalismo e per l'autodeterminazione dei popoli, e oggi più che mai ribadisco che a decidere la sorte delle nostre terre dobbiamo essere noi, e non altri. E noi l'inceneritore in Valle Bormida non lo vogliamo.
Se altri ne hanno bisogno, se altri lo ritengono utile, se lo costruiscano scegliendo altri siti. Non possiamo accettare oltre di subire altri negativi effetti ambientali.
Vogliamo invece che si proceda alla bonifica della Valle Bormida; certo occorreranno centinaia di miliardi e, forse, migliaia per le operazioni di bonifica e di smaltimento. Dovrebbero pagarli i responsabili, quindi l'ACNA e i precedenti proprietari, ma anche lo Stato ha le sue responsabilità per non avere varato in tempo leggi e provvedimenti opportuni.
E' doveroso, pertanto, che vengano stanziati da parte dello Stato i fondi necessari per le opere di bonifica e che vengano attivate azioni legali contro i responsabili dell'inquinamento per reperire altri fondi.
In questo modo, inoltre, sarebbe possibile assicurare posti di lavoro quindi il mantenimento dell'occupazione. Per questi motivi e con questi scopi, il Gruppo della Lega Nord sottoscriverà il documento oggi presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Presidente, Consiglieri, oggi abbiamo vissuto un altro momento di quella che sembra essere la storia infinita del problema della Valle Bormida. Una storia che è cominciata - è stato già richiamato nel corso degli interventi - oltre cento anni fa (nel 1882) con la creazione di una società, e già nel 1909 (quindi ottant'anni fa) il Pretore di Mondovì interveniva, con la scarna legislazione dell'epoca, dichiarando inquinati i pozzi di acque potabili di tre Comuni della zona.
E' una storia che si è trascinata in tutti questi anni, andando sempre ad aggravare il tasso di inquinamento e la difficoltà di trovare delle soluzioni.
Ci auguriamo che il percorso di oggi possa essere uno degli ultimi, in questa che ho definito una storia infinita, verso la soluzione del problema dell'inquinamento.
Pertanto annuncio il voto favorevole all'ordine del giorno del CCD, e voglio anche fare qualche osservazione sul parere favorevole della Commissione VIA, dato dal Ministero dell'Ambiente nel gennaio di quest'anno, relativamente al Re-Sol.
Senza entrare nel merito dell'attività svolta dalla Commissione, devo ritenere che questa abbia applicato i criteri e le metodologie più idonee per la valutazione del progetto.
Ma ritengo altresì che non era della valutazione di impatto ambientale che era necessario dotarsi, ma di uno strumento innovativo più confacente alle problematiche dell'ACNA e alla realtà della Valle Bormida, uno strumento adottato ormai da tutti i Paesi occidentali più sensibili e più preparati nelle problematiche ambientali, ovvero dell'ecobilancio o il problema della compatibilità ambientale.
Infatti tale strumento permette di verificare l'impatto del nuovo stabilimento, ma lo correla al contesto territoriale ed ambientale in cui l'impianto viene realizzato. E' come se ci chiedessero di costruire una centrale termica in una zona più o meno desertica, o viceversa nel centro di Torino.
L'inquinamento, magari minimo in termini assoluti, prodotto dall'impianto, sommandosi all'inquinamento già presente nell'aria, con grande probabilità sconsiglierebbe l'ipotesi di realizzare la centrale nel centro di Torino. E questa non è solo una posizione di ordine culturale, ma è un punto di vista scientificamente valutato e tenuto in considerazione in tutti i maggiori Paesi del mondo occidentale.
Il dato vero è che il problema è sempre stato affrontato in rapporto al sito produttivo ACNA e non all'area ACNA. Ridurre il rischio ambientale e conseguentemente, l'inquinamento prodotto in questi cento anni implica predisporre, finalmente e una volta per tutte, un Piano di bonifica che risolva il problema dell'inquinamento del sottosuolo del sito ACNA; ricordo che parliamo di più di 300.000 metri cubi di terreno altamente inquinato.
Ma non basta: c'è anche il problema del fiume. Per esso va studiato e cantierato un intervento per asportare i sedimenti altamente inquinati che da decenni continuano (e probabilmente continueranno ancora per un certo tempo) ad avvelenare le acque con un rischio permanente per la salute pubblica. Tutto ciò, oltre alla definitiva soluzione per la scomparsa dagli attuali bacini di stoccaggio dei cristalli di solfato sodico e potassico.
Per la predisposizione di questo Piano di bonifica, inteso come ho cercato di tratteggiare innanzi, vi sarà tutto il nostro impegno personale, del Gruppo e spero di tutto il Consiglio regionale.
Per ciò che riguarda i costi, credo sia impellente arrivare al più presto ad un nuovo accordo con il Ministero dell'Ambiente (Servizio aree a rischio) che veda impegnate le due Regioni o, al limite, la sola Regione Piemonte. Se è vero, come è vero, che il primo accordo Stato-Regione non è stato sottoscritto dalla Regione Piemonte, nessuna legge ci obbliga, oggi come allora, a definire un piano e sottoscrivere un nuovo accordo che debba prevedere il consenso e l'approvazione della Regione Liguria. Dunque un nuovo accordo che preveda l'utilizzo dei fondi già impegnati per l'area a rischio del Bormida, finora non utilizzati se non in parte e, per quella parte, utilizzati come sappiamo.
Un'ultima battuta. Nel 1966, esattamente trent'anni fa, venne sciolta una Commissione interministeriale per lo studio e la risoluzione del problema della Valle Bormida, costituita due anni prima; allora il problema venne demandato ad un'altra Commissione, definita "per la tutela del suolo dall'inquinamento". A trent'anni di distanza, credo che sia ora di passare ai fatti e di abbandonare quella cultura delle Commissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Dichiarazione di voto: Forza Italia è favorevole all'ordine del giorno presentato.
Il problema ACNA ha una memoria storica secolare. Già nel lontano 1929 gli agricoltori della valle del versante piemontese hanno iniziato una causa contro l'attuale ACNA, allora SIPE, un nome evocativo di una bomba a mano dalla triste storia fino dalla guerra '15/'18.
La vertenza legale si concluse dopo trent'anni con una sentenza vergognosa da parte del Tribunale Civile di Milano. Le motivazioni suonavano già allora scandalose. In parole povere il Tribunale giungeva ad una duplice motivazione: la prima che il "modesto" inquinamento era abbondantemente risarcito dalla ricaduta economica ed occupazionale sulla valle e la seconda perché si trattava di un inquinamento (250 elementi inquinanti accertati) sui generis, che faceva bene alle colture in quanto concimante.
Intanto le massicce dosi di fenoli ed altri componenti distruggenti hanno inquinato l'aria e l'acqua delle falde, hanno cancellato la vita biologica del fiume e reso invendibili i prodotti delle colture dell'intorno.
A nulla sono valse le proteste, le camminate dimostrative ed anche le proposte degli abitanti della Valle Bormida. Tutto è stato reso inutile dalla pervicacia degna di miglior causa della dirigenza dell'azienda a considerare questa terra come terra di nessuno su cui scaricare tutte le immondezze, con il beneplacito delle autorità politiche liguri e anche dei sindacati di quella Regione.
Sono state promesse strutture disinquinanti e depuratori che non sono mai stati installati o, se installati, non hanno portato alcun beneficio alla salute del fiume.
Si è arrivati anche al ridicolo. I Sindaci della Valle furono invitati mi pare negli anni '70, ad assistere ad un esperimento: la collocazione lungo il fiume di alcune piante acquatiche giapponesi che avrebbero dovuto con un processo naturale, disinquinare le acque.
Le amenità inventate per non assumersi le responsabilità potrebbero dar vita ad una voluminosa storia divisa in diversi tomi corrispondenti ai tanti episodi che hanno caratterizzato questa battaglia.
Il comune denominatore comunque è sempre stata una lotta fra poveri, un ricatto da parte dell'azienda nei confronti dei lavoratori di Cengio messi contro ai contadini della parte piemontese: la paura della perdita del posto di lavoro.
Per venire ai giorni nostri, finalmente dal Ministero la Valle Bormida era stata riconosciuta zona a rischio ambientale.
Nel 1989 l'ACNA cominciò la realizzazione dell'inceneritore Re-Sol per il quale aveva chiesto la sola autorizzazione della Regione Liguria in quanto lo aveva presentato come impianto di produzione. La domanda non resse, l'opposizione della popolazione e il ricorso al TAR presentato con successo dalla Regione Piemonte fecero sì che il Re-Sol venisse classificato come impianto chimico integrato ed inceneritore di rifiuti tossico-nocivi.
Nel 1990 la Camera dei Deputati aveva approvato a larga maggioranza una risoluzione parlamentare tesa a non consentire la realizzazione dell'inceneritore Re-Sol per smaltire, con trattamenti termici, i rifiuti tossico-nocivi dell'ACNA. Si trattava di una vittoria, seppur parziale della Regione Piemonte, dei Sindaci e dei cittadini.
Le successive vicende giudiziarie ed amministrative hanno portato al recente pronunciamento per la valutazione di impatto ambientale favorevole al Re-Sol. In realtà la stessa Commissione VIA nelle sue conclusioni pone l'accento sull'attualità di problemi irrisolti e sulla mancata definizione di un programma di azioni concreto e credibile sia da parte delle aziende che delle Amministrazioni pubbliche nel loro complesso". E parla di "situazioni di rischio che rendono necessario procedere ad interventi di risanamento e di prevenzione". Inoltre la stessa Commissione propone dei limiti precisi all'utilizzazione dell'impianto, che dovrà trattare solo i reflui stoccati nei lagoons (circa 300.000 metri cubi) e dovrà essere smantellato dopo cinque anni di utilizzo.
Cari colleghi, ora da parte nostra, della Regione Piemonte, dei Sindaci e dei cittadini, come ci si può fidare dopo tante delusioni, tanti ripensamenti e tante promesse mancate e disattese di queste garanzie e soprattutto credere che dietro al Re-Sol non si nasconda un progetto ben più ampio, quello di trasformare l'ACNA in un polo di smaltimento di reflui tossici e nocivi provenienti da gran parte dell'Italia e forse dell'Europa? Com'è credibile spendere 150 miliardi per realizzare un impianto che rimarrà in vita solo cinque anni e dovrà poi essere smantellato? Come si spiega l'ostinazione dell'ACNA per il Re-Sol, cercando, come ha fatto per un secolo, di by-passare le leggi? Altri segnali spingono nella direzione temuta: infatti nel piano territoriale di coordinamento degli insediamenti produttivi, adottato dalla Regione Liguria recentemente, all'ACNA viene assegnato il ruolo di "polo di impianti tecnologici speciali per la depurazione di rifiuti industriali".
Quali sono le garanzie? Nessuna. Una cosa è certa: l'insediamento del Re-Sol servirebbe eventualmente a smaltire i 300.000 metri cubi di reflui stoccati nei lagoonaggi a fronte dei 30 milioni di metri cubi di terreno contaminato nel sottosuolo dello stabilimento dove sono state depositate nel tempo, le sostanze più diverse, tra cui la diossina. Si verrebbe così a creare un impatto di immagine negativo tale da distruggere l'economia delle Langhe prettamente agro-alimentare-turistica. La concorrenza potrebbe così andarci a nozze.
La costruzione del Re-Sol si basa su un grande equivoco: l'ACNA su questo ha basato da un secolo le sue strategie. La richiesta di questo Consiglio, quindi, non potrà che essere la definitiva chiusura dell'ACNA e poi l'elaborazione di un Piano di bonifica generale che elimini il rischio di avere a Cengio un centro di smaltimento rifiuti.
Si dovrà poi, se non costringere, almeno invitare la Regione Liguria a sedersi al tavolo per parlare di piani comuni di sviluppi alternativi, per creare nuove possibilità occupazionali non solo nel campo dell'industria ma anche in quello del terziario avanzato e del turismo.
Solo così potranno uscire i cittadini dell'una e dell'altra parte dal ricatto del bisogno di un posto di lavoro a scapito della loro salute della salute di un fiume, della salute di un'intera Valle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono ormai decine di anni che si parla della grave situazione ambientale creatasi nella valle del fiume Bormida, dell'elevato rischio sanitario per la popolazione, per le colture e per gli animali.
Ho potuto notare che già nel lontano 1986 il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato un ordine del giorno nel quale si richiedeva la dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale nella Valle Bormida.
E' assurdo che si continui solamente a parlare di questa situazione e di questo rischio ambientale per anni. Ed è ancora più assurdo che la Regione Liguria sia favorevole alla realizzazione dell'impianto del Re-Sol presso l'ACNA di Cengio.
Sono gravi le conclusioni della Commissione nazionale VIA che ha accertato per l'ennesima volta la persistenza della situazione di rischio.
Mentre si chiedono gli interventi di risanamento e di prevenzione, e da ogni parte si richiede di non realizzare l'impianto del Re-Sol e di chiudere l'ACNA, non possiamo che auspicare che le considerazioni di tutti i Comuni della Valle Bormida, considerazioni di Consigli provinciali, del Consiglio regionale del Piemonte non desistano a perseguire questo obiettivo.
La crisi ambientale esiste e persiste da anni. Per questo possiamo chiederci cosa è stato attuato in tutto questo tempo, quali interventi sono stati effettuati per bonificare la zona, per garantire la salute dei cittadini, per migliorare le condizioni ambientali.
Sono anni che si parla dell'ACNA, sono anni che si parla della costruzione dell'inceneritore Re-Sol. Purtroppo sorgono e sorgeranno molteplici problemi nelle stesse zone, nelle stesse famiglie, tra agricoltori ed operai che occupano posti di lavoro nell'ACNA, sorgeranno molteplici conflitti tra la Regione Liguria e la Regione Piemonte. L'ACNA ha direzione in Liguria, attività in Liguria, monumenti in Liguria. Per quale motivo dobbiamo noi farci carico del deposito dei liquami inquinanti e subirne le conseguenze? Chi ricorda i tempi passati, ricorda che in certi periodi il fiume Bormida era rosso per il forte passaggio dei rifiuti! Chi ricorda i tempi passati ricorderà anche come qualcuno avesse pensato a tubi che, attraversando l'Appennino, avrebbero scaricato in mare questi liquami! Idea favolosa per imputridire anche le acque del mare, così come è successo del territorio della Valle Bormida! Ora basta! Noi tutti siamo concordi, unitamente ai Comuni della zona agli operatori economici, agli agricoltori, ai lavoratori, alla popolazione tutta, nel dire che è ora di finirla con questi progetti penalizzanti per tutti. Il rischio ambientale esiste. Non sono un tecnico, ma credo che tutti coloro che sono responsabili della salute degli altri debbano fermare con qualsiasi mezzo politico-legale lo sfacelo ambientale di una zona.
Signor Presidente, Consiglieri, Assessore Cavallera, noi oggi diventeremo responsabili di questo sfacelo se non ribadiamo, in coro con tutta la popolazione della Valle Bormida, il nostro "no" al Re-Sol, il nostro "no" all'ACNA di Cengio, e se non riusciamo a fermare coloro che sono favorevoli, se non riusciamo a far comprendere a quale rischio andremo incontro se verrà realizzato l'inceneritore del Re-Sol e se l'ACNA continuerà a produrre. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Signor Presidente, intanto credo che dobbiamo ringraziarla per avere voluto questo incontro oggi ad Alba. Su questo incontro dovremo riflettere parecchio anche nei giorni successivi per quello che oggi qui è successo.
Non è consuetudine, non è usuale che il Consiglio regionale scenda in campo, sul territorio. Ma credo che sia estremamente importante stare vicino alla gente, conoscere i problemi, e sia l'impegno reale della politica.
Ed è sulla politica che vorrei fare una prima brevissima riflessione perché credo che noi non saremmo qui oggi, tutti noi parlamentari Consiglieri regionali, amministratori locali, se la politica fosse davvero in grado di controllare e di decidere i processi economici e i processi vitali delle nostre comunità.
Il caso ACNA è il caso veramente emblematico. Tutto è stato disatteso in questi anni, anche le risoluzioni parlamentari. A che serve che un Parlamento si pronunci? Nel 1990 il Parlamento aveva approvato a larghissima maggioranza la risoluzione nella quale, valutato lo stato di inquinamento della Valle Bormida, vietava la costruzione di quell'inceneritore, il Re-Sol.
Ma l'ACNA ha saputo insistere, perseverare e raggiungere il risultato.
Il 19 gennaio di quest'anno la Commissione per la valutazione di impatto ambientale esprimeva un parere favorevole.
I giornali intitolavano in quei giorni: "Non c'è stupore tra gli abitanti".
Non ci si stupisce più, perché si sapeva che il "sì" era nell'aria e che i lavori sarebbero andati avanti. E dico: "andati avanti" e non "iniziati", perché di fatto si sa che 70 dei 130 miliardi, necessari per la costruzione, già sono stati spesi.
Non sarebbe altrimenti se non sapessimo oggi ricordare che la storia dell'ACNA è una storia vecchia di centoquattordici anni; molti lo hanno ricordato: dalla dinamite ai prodotti chimici di oggi. Centoquattordici anni, un tempo quasi indeterminato, un sine die dove alla produzione, al salario, importante anche per alcune migliaia di operai inizialmente, oggi 300 circa, si sono affiancati incontrollati inquinamenti sul territorio.
Si stimano - molti l'hanno detto - 300.000 metri cubi di lagoonaggi e milioni di tonnellate, o, se volete citare, 30 milioni di metri cubi di sottosuolo contaminato.
E ancora oggi si attendono i carotaggi che la Commissione parlamentare ha richiesto per determinare esattamente il progetto di bonifica.
La Regione Piemonte, tranne qualche incertezza, ante anni '90, ha sempre saputo in questi anni essere decisamente schierata. La Giunta Brizio è stata determinata nel continuo e costante "no" e in particolare: 1) nel non consentire la costruzione del Re-Sol, tenuto conto anche delle particolari caratteristiche della zona limitrofa di forte interesse vitivinicolo. Una zona ecologicamente molto fragile e a rischio nel caso il Re-Sol venisse costruito.
2) Nel richiedere di promuovere, da parte dell'ACNA, l'intervento di bonifica complessiva del sito basato sulla reale conoscenza della situazione del sottosuolo.
3) Nell'adozione di tutte le misure urgenti per la sicurezza ambientale del sito del fiume.
Come Gruppo politico - e oggi voteremo sicuramente "sì" all'ordine del giorno - ci siamo impegnati e ci impegneremo soprattutto ad affiancare quanti operano sul territorio, i Sindaci in particolare che sono vigili ed attenti, ma consentitemi - e oggi qui ad Alba questo va detto - di esprimere: 1) un grazie particolare a chi ha seguito le battaglie in questi anni perché tutto non cadesse nel silenzio, e alle provocazioni dell'ACNA ha saputo rispondere con altrettanto civili provocazioni. Mi riferisco in particolare a quell'area politica degli ambientalisti. A loro soprattutto e a tutti i Sindaci il merito di averci controllati da vicino; quante volte in Consiglio regionale in questi anni ho visto i Sindaci rincorrerci per ottenere l'approvazione di un ordine del giorno, l'inizio dei controlli sulle acque, la garanzia di un incontro con la Regione Liguria e con i Ministri. A volte quasi a pietrire queste cose all'interno del nostro Consiglio regionale.
Assessore, se Acqui oggi vuole un laboratorio di analisi per il controllo dello stato di salute del Bormida e per un continuo monitoraggio Assessore dobbiamo impegnarci perché questo avvenga.
2) La Valle deve poter rinascere - tutti l'hanno detto oggi - e il territorio essere salvaguardato! L'impegno deve essere totale e la Regione deve farsi carico perché lo Stato intervenga economicamente nel progetto di bonifica e in un progetto di rilancio economico.
Già la bonifica darà lavoro per anni e per molti.
Il Progetto di rilancio economico potrà seguire più strade, anche quella turistica - sentivo oggi - ma deve partire da un'ipotesi sostanziale: dovremo, fra qualche anno e non fra molti, vedere il titolo: "C'era una volta l'ACNA".
3) Infine, credo che tutti abbiamo raggiunto un senso di equilibrio ed un prossimo impegno politico - lo dico a tutti e a noi per primi - deve trovare soprattutto in Valle un dialogo e un confronto, superando i confini di divisioni che hanno in questi anni creato forti lacerazioni e contrasti tra liguri e piemontesi.
"Speriamo che possano cadere i muri", ricordava un giornale in questi ultimi giorni.
Quei muri che hanno diviso e impedito di parlare, di trovare soluzioni che potessero dare risposte alle esigenze delle due parti.
Questo pare poco, ma è uno dei mali più gravi che l'ACNA ha provocato ci vorrà tempo, come per bonificare, rimarginare le ferite fra le genti.
Anche su questo dovremo impegnarci.
Infine, Presidente, il 16 marzo è il secondo appuntamento importante in questa Valle. Perché non la facciamo diventare una giornata di riflessione per tutto il Piemonte? Una giornata simbolo, una data significativa: chiedere a tutto il Piemonte che si fermi dalle 14,50 alle 15,15 quando si andrà in diretta in trasmissione sulla RAI. E' di sabato, potremo essere tutti qui presenti per una lunga marcia silenziosa, per esprimere il nostro rifiuto al Re-Sol, per chiedere all'ACNA di pagare il suo debito con la terra e con la gente che vuole vivere in questa valle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Quando abbiamo chiesto di tenere il Consiglio regionale in Valle Bormida credevamo bisognasse dare una risposta adeguata a quella che è l'attuale situazione. Crediamo che questa risposta ci sia stata, che questo momento, questa giornata, sia stata importante, credo però vada sostanziata da ulteriori riflessioni. Abbiamo due aspetti fondamentali della vicenda uno è la produzione chimica su cui dobbiamo fare una riflessione generale e l'altro sono i prodotti di questo tipo di chimica e cioè i rifiuti.
Riguardano tutta l'Europa industrializzata, ma partono da vicende come questa, partono dal cuore delle produzioni, dalla storia delle produzioni nel nostro Paese. Il Re-Sol diventa smaltimento di rifiuti per conto terzi per forza di cose, perché è la storia generale in tutto il nostro Paese della continuazione di un certo tipo di chimica. Anche altrove, nello svolgimento produttivo di un certo tipo di chimica, vi è poi la necessità come quel personaggio mitologico, di dover divorare i propri figli, cioè non si riesce più a rendere eliminabile ciò che è prodotto; l'origine del problema è proprio qui. E' questa la riflessione che noi dobbiamo fare. Non possiamo più permettere che certi tipi di produzione chimica vengano, come ancora adesso avviene, sperimentati sull'uomo. Non è possibile non accettare ciò che dovrebbe essere naturale richiedere ed ottenere, cioè il rischio zero per le produzioni industriali; non è possibile che le lavorazioni chimiche vengano, come ancora adesso avviene, sperimentate sull'uomo, questo è il problema di fondo.
L'altra riflessione che dovremmo fare nella giornata odierna sta nel chiedere, per la Valle Bormida e non solo, di uscire da un certo tipo di sviluppo; come Consiglio regionale saremo credibili, nei confronti del Governo e della Regione Liguria, soltanto se da questa lezione sapremo trarre un profondo insegnamento per tutte le attività della nostra Regione.
Diversamente rischiamo di lanciarci in improbabili enunciazioni ambientalistiche, a volte localistiche, non avendo l'autorevolezza di chi ha vissuto, di chi ha provato una sciagura e ha capito che è possibile vivere e costruire un modello di sviluppo diverso. Questo è il punto che crediamo debba essere sottolineato nella giornata di oggi.
Votiamo naturalmente l'ordine del giorno che abbiamo concorso a stilare e crediamo anche noi si debba aderire pienamente alla manifestazione del 16 marzo.



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di prendere posto per passare alle votazioni.
Do lettura dell'ordine del giorno n. 155, firmato dai Consiglieri Moro Marengo, Dutto, Deorsola, Montabone, Angeli, Casoni, Benso, Saitta Cavaliere, Rubatto e Vaglio, proprio per rispetto a tutti coloro che si sono fermati fino alla fine dei nostri lavori: "Il Consiglio regionale riunito in seduta straordinaria presso la sede municipale di Alba premesso che: 1) con deliberazione del Consiglio dei Ministri in data 27/11/1987 la Valle Bormida è stata dichiarata 'area ad elevato rischio di crisi ambientale' ai sensi e per gli effetti dell'art. 7 della legge n. 349/86 2) a far data da tale riconoscimento poco o nulla è stato fatto in termini di complessivo piano di risanamento prescritto dalla legge n. 349/86, al punto che la Regione Piemonte con propria deliberazione in data 24/1/1994 ha richiesto la reiterazione della dichiarazione della Valle Bormida 'area ad elevato rischio di crisi ambientale' 3) in data 30/1/1990 la Camera dei Deputati ha votato a maggioranza la risoluzione che richiede al Governo la delocalizzazione dell'impianto Re Sol al di fuori della Valle Bormida per non aggravare la situazione ambientale di un'area per la quale sono state riconosciute le condizioni di 'area ad elevato rischio di crisi ambientale' 4) in data 20/6/1995 la Camera dei Deputati ha istituito una Commissione parlamentare di inchiesta sulla vicenda ACNA di Cengio con il compito, tra l'altro, di: prendere conoscenza delle indagini effettuate sull'ACNA di Cengio e sull'impianto Re-Sol accertare la validità del progetto denominato Re-Sol 'sotto il profilo delle emissioni', e 'sotto il profilo dell'utilizzo delle migliori risorse tecnologiche attuali' 'accertare eventuali responsabilità in ordine all'occultamento della presenza di composti tossico-nocivi'.
5) In data 19/1/1996 la Commissione VIA nazionale ha formalizzato, per il Ministro dell'Ambiente, proposta di parere sull'impianto Re-Sol nel quale viene sottolineata la necessità di 'intraprendere azioni urgenti tese a riportare in tempi brevi il sito in condizioni di sicurezza', riconoscendo indifferibili una serie di azioni mirate: al contenimento degli attuali lagoonaggi al rifacimento e nuove realizzazioni delle opere di contenimento del percolato allo studio del rischio idraulico al completamento delle informazioni sullo stato di effettiva contaminazione del sito alla bonifica del sito esterno allo stabilimento, denominato Pian Rocchetta, di proprietà dell'ACNA.
Tutto ciò premesso e sottolineato il Consiglio regionale nel considerare non più sopportabile ecologicamente e socialmente ogni impianto di rilevante impatto ambientale come si configurerebbe l'impianto Re-Sol e la stessa continuazione delle lavorazioni ACNA a) ribadisce la richiesta di chiusura dello stabilmento ACNA approvando una nuova proposta di legge per la chiusura b) si impegna a promuovere un confronto con il Consiglio regionale della Liguria c) aderisce alla manifestazione organizzata ad Alba per il 16/3/1996 d) chiede al Ministro dell'Ambiente ed al Governo: 1) di non sottoscrivere il parere, sia pure condizionato, espresso in modo favorevole e contraddittorio dalla Commissione VIA per la realizzazione dell'impianto Re-Sol e di decidere la non realizzazione dell'impianto Re Sol 2) di avviare un concorso internazionale, per l'individuazione di una soluzione per lo smaltimento dei reflui stoccati nei lagoonaggi, che non preveda l'utilizzo della tecnica di termodistruzione 3) di imporre alla Società, proprietaria dello stabilimento ACNA di Cengio un serio e concreto piano di risanamento e di bonifica del 'sito ACNA' anche alla luce degli accertamenti cui perverrà la Commissione parlamentare d'inchiesta, e che prenda avvio immediato: a) con il rifacimento e completamento delle barriere di isolamento del sito dal fiume Bormida b) con la realizzazione della bonifica del sito denominato 'Pian Rocchetta', di proprietà dell'ACNA e) chiede al Parlamento: di promuovere tutte le azioni necessarie per la prosecuzione delle attività della Commissione parlamentare d'inchiesta in questo periodo e ne richiede l'immediata ricostituzione con l'insediamento del nuovo Parlamento, acquisendo tutta l'istruttoria già esperita di approvare una legge speciale sulla Valle Bormida per la bonifica ed il rilancio socio-economico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,50)



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