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Dettaglio seduta n.418 del 16/11/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri D'Ambrosio, Farassino, Rosso e Simonetti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 696: "L.R. 13/2/1995, n. 16 (Piano annuale degli interventi regionali per i giovani - Anno 1999)"


PRESIDENTE

Iniziamo i nostri lavori con l'esame del punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 696.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e

dello spettacolo Si tratta di un provvedimento importante assunto dalla Presidenza. Ne abbiamo discusso moltissimo e direi anche molto bene in sede di Commissione nonché in sede di Consulta dei Giovani. Non sto quindi a ripetere tutto perché se ne è discusso - ripeto - tantissimo in Commissione ed anche in Consulta dei Giovani. E' un piano che non afferendo al mio Assessorato posso dire con più tranquillità che è veramente molto complesso e ben fatto. Abbiamo soltanto presentato un emendamento a pag. 9 per una ragione che io mi permetto di spiegare, di rendere pubblica ai colleghi. I membri della VI Commissione ricorderanno che a proposito della Biennale dei Giovani non era ancora stato approvato lo Statuto, l'adesione della Regione; è stato approvato successivamente al Piano Giovani. Allora è stato evidenziato che sarebbe stato più opportuno - chiedo scusa della ripetizione - evidenziare questo ruolo della Biennale e non lasciarlo indistinto fra i contributi generici affidati ai Comuni visto che è un grande progetto.
Questo lavoro ha un riferimento specifico al Comune di Torino con gli Assessori Perone e Artesio; manca la Regione Piemonte perché come era stato chiesto in Commissione io ho sentito gli Assessori provinciali di tutte le Province per far sì che questo lavoro sia coordinato. Gli Assessori provinciali si sono dichiarati - sono pronto anche a dare documenti scritti soddisfatti di questa raccomandazione che era stata fatta dai Consiglieri della Commissione per la prima volta nel 1997, che si avesse una dimensione regionale. Quindi presentiamo questo emendamento che descrive la Biennale anche se essa è già abbastanza conosciuta perché c'è stata una audizione in Commissione, ci sono state spiegazioni, si è anche già svolta nel 1997 con grande successo. Per questo motivo presentiamo questo emendamento a pag. 9 che specifica questo capitolo togliendolo da un settore indistinto e poi logicamente a pag. 14 si modifica la norma finanziaria perché anzich prevedere per gli enti locali, associazioni ecc. una spesa complessiva, si toglierebbe quella che è specificamente indicata per la Biennale dei Giovani, sulla base dell'accordo siglato con Comune di Torino, Provincia di Torino e tutte le Province piemontesi.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'introduzione dell'Assessore non ha reso edotto il Consiglio ...



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

No: chi non era presente in Commissione.



CHIEZZI Giuseppe

Mi si dica a chi devo rivolgermi, perché se parla l'Assessore mi rivolgo all'Assessore, se l'Assessore parla per rispondere che lui non c'entra niente, allora ditemi a chi devo parlare!



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

No, io non ho detto questo; ho detto che non ho reso edotto chi non era in Commissione.



CHIEZZI Giuseppe

Allora le chiedo scusa, Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Volevo dirle che aveva ragione, collega.



CHIEZZI Giuseppe

Dicevo che non ha reso edotto l'aula del parere della Consulta regionale dei Giovani.
Inoltre, signor Presidente del Consiglio, io sollevo una nuova volta questo problema: che le deliberazioni consegnate all'aula dovrebbero quando citano dei pareri, non essere così omissive o reticenti, per cui se la deliberazione consegnata all'aula cita un parere, per cortesia, faccia comprendere il tipo di parere che è stato espresso con i relativi contenuti in sintesi, ma che non sia una semplice citazione ("sentito il parere e tenuto conto").
Allora, se si scrive "sentito il parere", si descriva il tipo di parere, che può essere positivo, negativo, di astensione o altro, ma lo si descriva! E se si citano degli emendamenti, quindi delle proposte, per cortesia nella spiegazione della delibera ci siano queste proposte in modo che il Consigliere regionale possa rendersi conto della fattura della delibera: del suo iter, dei contributi e degli apporti positivi che sono stati fatti e recepiti. Quindi io chiedo - come linea di comportamento ordinaria - che il testo uscito dalle Commissioni sia un testo esaustivo che consenta di comprendere cosa è successo, quali pareri sono stati espressi, con quali contenuti. Chiedo quindi che il terzo capoverso della deliberazione sia modificato secondo quanto proporrà la maggioranza. Non chiedo di modificarlo, chiedo che la maggioranza modifichi il terzo capoverso con un capoverso che spieghi l'accaduto, poi interverrò sul merito della delibera.



PRESIDENTE

Assessore, vuole precisare il contenuto di questo "parere"?



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e

dello spettacolo Volentieri.
Collega Chiezzi, lei ha ragione, io non volevo solo ripetere in Consiglio tutto quanto detto in Commissione, ma raccolgo il suggerimento che queste cose possono stare nella deliberazione.
La Consulta Giovanile aveva dato un parere positivo ...



CHIEZZI Giuseppe

All'unanimità o a maggioranza?



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Aveva proposto alcuni emendamenti, io glielo cito tutti e le do anche il documento.
Di questi emendamenti alcuni sono stati accolti dalla Commissione altri no. Penso di doverle dare il documento scritto; comunque, per esempio, al punto A) sull'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani (pag. 5), l'ultimo capoverso diceva: "L'apporto finanziario della Regione ...", dopo "alla realizzazione e pubblicazione del rapporto sulla condizione giovanile" aggiungere "e alla sua capillare distribuzione nel territorio regionale". Questo era un punto approvato all'unanimità dalla Consulta regionale Giovanile e la Commissione consiliare lo ha recepito.
Al punto E) "Programmi per attività culturali dei giovani" (pag. 8), al secondo capoverso si intende inserire: "ancora per quest'anno, nell'attesa di individuare nella prossima stesura del piano annuale nuovi ambiti di intervento". Anche questo punto è stato proposto dalla Consulta e accolto dalla Commissione.
Al punto H) "Attivazione sperimentale di servizi per l'accompagnamento e il tutoraggio delle imprese giovanili nel quadro di programmi di deminimizzazione economica in ambito locale" (pag. 13) aggiungeva il seguente capoverso: "Si ritiene inoltre di sostenere iniziative finalizzate alla costituzione della Società regionale per l'impresa giovanile S.p.A. in applicazione alla Legge 44/86 modificata e integrata" e proponeva di sostituire l'ultimo capoverso "100 milioni" con "600 milioni". Questo non è stato accolto perché, come hanno spiegato i dirigenti dell'Assessorato, in particolare il dottor Catalano, non sarebbe stato possibile in questo momento in alcun modo spendere questi fondi, essendo ancora in una fase di ricerca. Allora è stata modificata da 100 a 150 milioni la proposta della Giunta. Anche questo è stato votato a larghissima maggioranza, non ricordo se all'unanimità, dalla Commissione consiliare che ha accolto questa spiegazione tecnica del dottor Catalano.
"Partecipazioni a progetti di Enti locali, associazioni, cooperative" eliminare i capoversi relativi all'erogazione dei contributi esposti nei seguenti paragrafi: "hanno validità anche per l'anno 2000 salvo che il relativo piano annuale proponga la modifica". Anche questo emendamento della Consulta è stato accolto.
Invece non è stato accolto al punto D) "Criteri prioritari e preferenziali per la valutazione dei progetti e delle iniziative", primo capoverso "Le istanze", dopo la parola 'esperti' aggiungere: "e da un componente dell'Ufficio di Presidenza della Consulta regionale dei giovani" emendamento approvato a maggioranza con l'astensione dei signori Balera Bernardi, Poma e Ramazzotti. Non è stato accolto perché la Commissione ha ragionato - abbastanza logicamente direi - che se c'è un gruppo di tecnici che valuta i progetti, inserire un esponente della Consulta, quindi con un ruolo politico, avrebbe introdotto un elemento di squilibrio. Quindi la Commissione ha ragionato che questo non dovesse essere accolto.
Punto F) "Condizioni ed entità di destinazione - modalità di erogazione del contributo" (pag. 18), dopo la parola "personale" aggiungere "personale dipendente", aggiungere "per gli Enti locali": non si è accolto per lasciare una maggiore libertà.
Al terzo capoverso, "Il contributo massimo", sostituire "50 milioni di lire" con "100 milioni di lire", cioè che i progetti potessero avere fino a 100 milioni di lire, non è stato accolto dalla Commissione perché si è ritenuto che per una capillare diffusione sul territorio, mantenere un tetto di 50 milioni fosse più garantista per una pluralità di progetti e di piccoli progetti.
Queste sono le proposte della Consulta che complessivamente comunque aveva invitato ad approvare rapidamente - lei sa che siamo in ritardo - il Piano dei giovani.
Comunque, Consigliere Chiezzi, comprendo che inserire questi elementi in delibera o in relazione sarebbe effettivamente utile. Mi faccio carico di veicolare questa osservazione.
Se lei desidera posso anche illustrare complessivamente il piano.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Mi fermo qui, ma sono a disposizione per ulteriori interventi, anche se si ritiene - per illustrare il piano in Consiglio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, intende intervenire?



CHIEZZI Giuseppe

Sto preparando un emendamento.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Vuole che intanto illustri il piano?



PRESIDENTE

Un attimo, Assessore.
Ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire su questo argomento? No; allora attendiamo un attimo l'emendamento del Consigliere Chiezzi.



(Il Consigliere Chiezzi è impegnato in una conversazione telefonica)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, non vorrei disturbare la sua telefonata, per stiamo attendendo un emendamento.



(Breve pausa)



BORTOLIN Silvana

Cosa sta aspettando, Presidente?



PRESIDENTE

Sto aspettando un emendamento ...



BORTOLIN Silvana

L'emendamento arriverà quando arriverà! ...non esiste!



PRESIDENTE

Scusatemi Consiglieri, ho chiesto prima se c'era qualcuno che desiderasse intervenire, nessuno ha risposto!



BORTOLIN Silvana

Andiamo avanti!



PRESIDENTE

Il passo successivo è la votazione. Vuol dire che sto impedendo al Consigliere Chiezzi di presentare l'emendamento che mi ha annunciato. Lo sta presentando, e io non mi sento di proseguire impedendo la presentazione di un emendamento che mi viene annunciato.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie.



PRESIDENTE

Se poi mi dite che questa metodologia non è corretta, mi trovate consenziente; però è una prassi ormai consolidata nel Consiglio che io non mi sento di non rispettare quando presiedo io temporaneamente.
1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: dopo "delibera", al II capoverso aggiungere dopo le parole "di spesa" "ammontante a lire 1.110 milioni".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, anche per la sua cortesia, che ha generato qualche nervosismo alla mia destra.
Ho presentato questo emendamento, ed anche il precedente, quello relativo alla richiesta già fatta all'Assessore Leo. Sono due emendamenti probabilmente errati o insufficienti.
Ho dedotto la cifra da un esame della deliberazione, però chiedo, al di là dell'emendamento che ho presentato, che quando in deliberazione si citano gli oneri della spesa, per cortesia, sia scritto l'ammontare complessivo di questi oneri, in modo che chi legge il testo di quella delibera sappia che quel programma prevede risorse per un miliardo, due miliardi, un milione, due milioni o quel che è. Presento l'emendamento sulla base della somma che ho calcolato, però chiedo una verifica di tale somma.
Per quanto riguarda il punto precedente, chiedo che venga illustrato il parere con un emendamento da parte di qualcuno, soprattutto di tutti coloro che hanno discusso ampiamente in Commissione questo testo; in caso contrario, suggerisco almeno di scrivere "parere favorevole", sempre che il parere della Consulta possa essere racchiuso nel termine favorevole.
Non ho capito bene che tipo di parere fosse; auspicandomi che fosse un parere favorevole, propongo l'emendamento che aggiunge la parola "favorevole" dopo la parola "parere", in modo che chi legge sa che c'è stato un parere favorevole, non solo un "parere". Quindi ho illustrato anche il senso, Presidente, di questi due emendamenti, che possono essere immediatamente ritirati, in presenza di un'aggiunta correttiva al testo della delibera che faccia capire al lettore di cosa stiamo parlando.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e

dello spettacolo "Parere" della Consulta: in effetti, per la leggibilità della delibera è utile "il parere è favorevole", ed aggiungo che c'è stato anche un incontro successivo con la Consulta. Abbiamo illustrato all'unanimità anche gli emendamenti accolti o non accolti della Commissione e dalla Consulta.
In questo incontro informale ha anche dichiarato di condividere l'impostazione complessiva e le osservazioni della Commissione. Comunque accogliamo questo suggerimento del Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Leo 2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: al III capoverso, dopo "parere", aggiungere "favorevole" Pongo in votazione l'emendamento n. 2, su cui l'Assessore Leo ha espresso parere favorevole.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli.
Per quanto riguarda il primo emendamento illustrato dal Consigliere Chiezzi, che valutazione dà l'Assessore?



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e

dello spettacolo Lo condividiamo. Stiamo solo mettendo a posto le cifre esatte, perch siano chiare.
Rispetto alla cifra che ha scritto il collega Chiezzi, va letto: sul capitolo "bilancio di previsione", il n. 11160, la somma di lire 1.910.000.000; sul capitolo 11045, una cifra di lire 1.390.000.000. Così riusciamo anche noi a veder meglio le cifre.



PRESIDENTE

Da quello che capisco, nel corpo della delibera, che mi pare un'innovazione, tra l'altro, vorrei solo che fossimo consapevoli quando come Consiglio, votiamo. A me pare un'innovazione il fatto che, invece di far riferimento ai capitoli di bilancio, rimandando alla lettura stessa, li esplicitiamo, e quindi: dare atto che gli oneri di spesa connessi all'attuazione del piano annuale trovino imputazione nei capitoli 11045 lire 1.390.000.000, e 11160, lire 1.910.000.000, nel bilancio di previsione per l'anno 1999. Queste sono le cifre dei capitoli a cui fa riferimento lo stanziamento.
Allora, le cose che ho detto e che restano a verbale sono da intendersi in questo modo, quindi è ovvio che viene rinviato un capitolo. A me sembrava una cosa ovvia.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Dato che, di innovazione in innovazione, non riusciamo più a farci comprendere all'esterno di questo Consiglio, mi chiedo se, una volta approvata la delibera e portata la stessa a conoscenza dei soggetti attuatori, questo particolare della cifra scritta in delibera e poi successivamente impegnata sarà corrispondente, perché qualsiasi variazione in più o in meno, indurrà il Consiglio Regionale a riadottare un'ulteriore provvedimento. Lo volevo solo sottolineare, perché l'Assessore non pensi poi di modificare quanto è scritto in delibera. Quindi la cifra sarà poi impegnata, ma quella rimarrà e non sarà assolutamente corretta, se non causa di un nuovo provvedimento. Mi pare davvero una prassi del tutto particolare.
Comunque, se così deve essere, va bene anche per me.



PRESIDENTE

Il suo intervento, Consigliera, mi consente di ripetere ad alta voce un'osservazione che avevo fatto prima e pregherei l'Assessore ed il Consiglio di ascoltare.
Se l'intenzione del Consigliere Chiezzi, momento in cui ha presentato il suo emendamento, era quella di avere delle cifre esplicitate, che venissero impegnate in questo momento per poter intervenire, mi pare che lo scopo sia stato raggiunto.
In questo momento, cioè, in sede di Consiglio regionale, è stato esplicitato, a chiare lettere, l'ammontare della cifra dei vari capitoli.
E' chiaro che, nel momento in cui scriviamo queste cifre nella deliberazione, anche se io ho detto "tra parentesi", ci vincoliamo, perch se facciamo una variazione di bilancio, dobbiamo modificare la delibera o in ogni caso, stare attenti. Non sono un esperto, ma chiedo al Consigliere Chiezzi, che ha innescato il problema, se non possa essere sufficiente il dibattito avvenuto in aula, e pertanto non scrivere quanto da lui proposto.
Propendo per non scriverlo, però chiedo anche l'attenzione degli Assessori perché è vero che il Consiglio è sovrano, ma chi lo presiede si trova abbastanza in imbarazzo. Il mio timore è che si faccia un'operazione inversa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Mentre ho la sicurezza che l'Assessore Leo non farà mai quanto paventato dalla collega Bortolin, quindi non impegnerà una sola lira in più di quello che può, sono altrettanto certo che lo stesso Assessore avrà già telefonato - o lo farà, appena approvata la delibera - al più grande numero possibile di mezzi di comunicazione di massa, che, a partire da questa sera alle 19.30, per seguire, con foto sui giornali, domani pubblicheranno la notizia che l'Assessore Leo ha destinato 100 miliardi ai giovani! Poiché nella proposta di deliberazione non c'è scritto questo, e lui lo dirà, se non l'ha ancora fatto, e domani leggeremo l'articolo sui giornali il mio tentativo è quello di scrivere nel documento in esame quanto l'Assessore Leo sta per dire ai giornali, e cioè che - bontà sua - tutto il Consiglio regionale o una parte del Consiglio regionale ha destinato una cifra ...



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Non dico mai: "Bontà mia"; dico: "Bontà del Consiglio".



CHIEZZI Giuseppe

Bontà tua e del Consiglio.
Presidente, leggiamo insieme la proposta di deliberazione. Essa dice: "Delibera di dare atto che gli oneri di spesa connessi all'attuazione del Piano annuale...", ecc. Si parla, dunque, di oneri di spesa connessi all'attuazione del Piano che approviamo. Per cortesia, Assessore, ci dia la cifra che deriva da una banalissima somma delle cifre previste nel Piano annuale. Se così non fa, vuol dire che ci sono altri problemi, vuol dire che le cifre non sono cifre.
E allora, se le cifre non sono cifre, domani l'Assessore non potrà dire quale cifra impegnerà, ma dovrebbe avere la correttezza di dire: "Non so quanto c'è da spendere. Spenderò bene e tanto, ma non so quanto".
Questo è il problema politico: se ci sono oneri individuati nel Piano e mi sembra ci siano oneri individuati e scritti - si faccia, per cortesia la somma e si scriva il totale nella proposta di deliberazione.
Se così non è, allora l'Assessore ci spieghi cosa prevede questa proposta di deliberazione, dal punto di vista degli oneri.
Ci sono dei punti interrogativi? Non so; sia l'Assessore a spiegare e comunque il testo attuale richiede obbligatoriamente l'indichiarazione della cifra, perché parla di dare atto che gli oneri di spesa connessi all'attuazione troveranno imputazione nei capitoli. Certo, non si possono spendere soldi che non sono imputati a capitoli, ma visto che si indicano gli oneri, ci dica cortesemente l'Assessore a quanto essi ammontano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

E' una proposta che ho potuto discutere immediatamente con gli Uffici.
Si potrebbe scrivere: "Delibera di approvare e di dare atto che gli oneri di spesa, ammontanti complessivamente a 3 miliardi e 300 milioni troveranno imputazione". La mia proposta è questa.



PRESIDENTE

Il mio precedente discorrere, con le parentesi aperte, resta a verbale ma non viene preso in considerazione.
Il Consiglio si è pronunciato relativamente all'ipotesi di una riformulazione dell'emendamento 1) da parte dell'Assessore Leo: dopo "delibera" al secondo capoverso, aggiungere, dopo le parole "di spesa" le parole "ammontante complessivamente a lire 3.300 milioni".
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Brevissimo, per segnalare che voto positivamente l'emendamento, ma solo per la parte tecnica, e cioè l'inserimento della cifra, non la cifra in se stessa. Non sono d'accordo sulla cifra prospettata; sono d'accordo ad inserire una cifra, qualunque essa sia, anche quella che a me non piace.
Quindi voto in favore dell'introduzione di un emendamento che espliciti la cifra; ho ritenuto di precisarlo con una dichiarazione, perché il mio voto sarà favorevole. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie, Presidente. Credo sia opportuno scrivere la cifra, perché è la somma dei due capitoli previsti. Sono, per il capitolo 11045, 800 milioni e, per il capitolo 11160, 2 miliardi e 500 milioni. Per cui i 3 miliardi e 300 milioni, che erano stati definiti nell'ambito del bilancio preventivo finalizzati - sono due capitoli - all'applicazione del Piano giovani. Non credo, quindi, vi siano difficoltà a iscrivere la cifra, invito pertanto l'Assessore ad accettare l'emendamento.
Sia ben chiaro che non siamo d'accordo sulle cifre poste a bilancio, in quanto siamo contrari alla formulazione e alla gestione del bilancio stesso, ma dato che le cifre iscritte a bilancio sono queste e in questo momento non possiamo fare una variazione di bilancio e le cifre sono compatibili, voteremo a favore dell'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1), come riformulato dall'Assessore Leo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 36 voti favorevoli.
3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma del Presidente Ghigo e dell'Assessore Leo: al punto E) "Programmi per attività culturali dei giovani", al termine dell'ultimo capoverso aggiungere: "BIG Torino 2000 Attività propedeutiche alla realizzazione della Rassegna Biennale Internazionale della Creatività Giovanile, che avrà luogo a Torino e in Piemonte nell'aprile e maggio del prossimo anno, e a cui saranno chiamati a partecipare 500 giovani artisti provenienti da 35 Paesi europei selezionati da un Comitato Artistico formato da quindici esperti.
Quattordici le discipline artistiche sulle quali saranno chiamati a confrontarsi gli esponenti delle nuove generazioni di creativi: arti visive, cinema, comunicazione e nuovi media, danza, design, fotografia fumetto, gastronomia, interventi metropolitani, moda, musica contemporanea musica pop-rock, scrittura, teatro. Paese ospite dell'edizione 2000 sarà la Cina, i cui artisti affiancheranno quelli europei e piemontesi in uno stimolante confronto inteso anche a consolidare il ruolo della nostra regione come capitale europea della cultura, come spazio-laboratorio per i giovani e per la comunicazione fra differenti culture. La Regione partecipa contribuendo a sostenere parte delle spese per l'importo di L.
300.000.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 33 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: al capitolo "Partecipazione a progetti di Enti locali, associazioni e cooperative giovanili", all'ultimo capoverso: "Per l'anno 1999 si prevede una spesa di lire 2.210 milioni" sostituire "2210" con "1.910".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con questo emendamento si spiega il motivo per cui non è passato all'unanimità il finanziamento alla Rassegna Biennale Internazionale della creatività. Il nostro Gruppo non ha votato favorevolmente per il semplice fatto che dietro questa bontà si cela qualcosa che era bene anche spiegare prima e che comunque vede la netta opposizione del mio Gruppo.
Non si possono togliere trecento milioni di contributo a progetti di Enti locali in materia giovanile, di associazioni e di cooperative giovanili! Chiedo cinque minuti di sospensione per evitare di presentare degli emendamenti a scalare, perché questo modo di fare non è accettabile. Non si può arrivare - ripeto - all'ultimo minuto, dopo aver discusso un programma con la Consulta, con tutti i Gruppi, togliendo di punto in bianco trecento milioni ad un progetto serio! Va benissimo i trecento milioni a BIG Torino ma non si tolgano trecento milioni ai progetti per i giovani degli Enti locali, delle associazioni, delle cooperative giovanili; si vadano a prendere in qualche altro capitolo. Il bilancio è capiente, prendeteli da qualche altro capitolo, ma non da quello inerente i giovani, perché questo è troppo comodo.
Trecento milioni è una sciocchezza dal punto di vista del bilancio regionale, ma sono il dieci per cento del finanziamento complessivo di tale capitolo che è già basso. Pertanto, per cortesia, discutiamone un momento Assessore, convochiamo la Commissione, aspettiamo dieci minuti, oppure trovate questi trecento milioni da un altro capitolo e lasciamo intatto il finanziamento per gli Enti locali e le cooperative giovanili.
Chiederei anche ai colleghi se tale impostazione è condivisa o meno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Questo emendamento preoccupa anche il nostro Gruppo, quindi è importante sentire la spiegazione che l'Assessore, confrontandosi con il Presidente della Giunta, ci fornirà.
Questo piano, che è stato pubblicizzato a iosa a ferragosto da parte della Giunta regionale arriva in aula con un vergognosissimo ritardo. E' vergognoso (altri aggettivi non sono necessari) presentare un Piano del genere in chiusura di anno, quando deve ancora essere indetto il bando! Tanto più che lo avete pubblicizzato il 15 agosto, come tutti gli anni, con un ben articoletto su tutti i giornali: "La Giunta ha deliberato il Piano giovani, miliardi....", dopodiché tale piano giunge in Commissione ad ottobre e in aula a novembre. Noi facciamo parte di quei Gruppi politici per noi intendo il centrosinistra - che hanno ripetutamente chiesto, con richieste scritte e orali, sia al Presidente della Commissione, sia al Presidente della Giunta, sia all'Assessore competente che tale Piano venisse portato in aula. Ci siamo incerottati la bocca, gli occhi, le orecchie: il Piano deve essere varato, altrimenti quelle borse di studio non si daranno mai! Altrimenti quel bando non si farà mai e già così l'utenza è in croce, perché comunque se il bando uscirà tra qualche giorno entro dicembre bisognerà provvedere. Quindi siamo fuori da ogni etica! Detto questo abbiamo ritenuto corretto aiutare a procedere, perché la tempistica dipende da molti fattori, anche se, ribadisco, la comunicazione giornalistica risale al 15 agosto, si poteva discutere il Piano in Commissione al primo settembre, e in Consiglio tranquillamente venti giorni dopo. Anche perché la Commissione competente è molto celere, molto attenta quindi in una seduta o due si sarebbe risolta la questione.
Detto tutto ciò, siamo qui perché questo Piano giovani, che dal nostro punto di vista è il provvedimento più importante della giornata, debba essere varato! Dopodiché, i soldi sono pochi, i contenuti sono modificati solo parzialmente e hanno tenuto conto solo limitatissimamente, in modo parziale, degli interventi che sono stati svolti negli anni precedenti dove abbiamo annoverato la stessa tempistica di ritardo e la stessa povertà di contenuti! Ben altro si poteva fare nell'ultimo anno di questa legislatura per dare un ulteriore impulso al Piano Giovani! Lo riteniamo purtroppo, eccessivamente modesto.
Detto tutto ciò, ad una cifra modesta come questa, Assessore, non si tolgono i 200 o 300 milioni! Quindi, chiediamo all'Assessore e al Presidente di intervenire per dirci che questo emendamento viene ritirato rimangono le cifre che erano state previste, lo votiamo in un "amen" e almeno abbiamo fatto una cosa dignitosa dopo un ritardo vergognoso imputabile a questa Giunta.
Attendiamo la risposta per decidere il da farsi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Non dico neanche che, oltretutto, mi sto volentieri facendo carico di situazioni... ma non importa.
Ci possono essere due soluzioni: o votare subito così questo testo e nell'assestamento aggiungere altri 300 milioni sul Piano Giovani o ritirarlo e concordare che nell'assestamento interveniamo su BIG. Forse la seconda soluzione... Se volete lo ritiriamo e basta.



PRESIDENTE

Ritiriamolo che poi ci sarà ...



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Non so; volete fare un incontro? Noi potremmo prendere l'impegno che mettiamo sull'assestamento questi 300 milioni. E' la stessa cosa, reinseriamo sull'assestamento 300 milioni sul Piano Giovani; il dottor Catalano ne tiene già conto.
Mi pare che sostanzialmente si salvi quello che voi chiedete.
Do però una spiegazione, colleghi...



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Scusate, potete ascoltarmi colleghi, devo dare una spiegazione: non far risultare il BIG nel Piano Giovani come è stato tutti gli anni è un peccato, perché è un fiore all'occhiello del Piano Giovani. Cioè tutti gli anni il BIG è stato nel Piano Giovani, voi ci avete rimproverato adesso accolgo tutto, però mi permetto di dire all'onestà dei colleghi...



SUINO Marisa

No, no, no, Assessore, noi ci siamo riferiti all'emendamento 4!



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Sì, ho capito, cioè lei dice "inseritelo, ma non diminuite quella quota".



SUINO Marisa

Prenda dal capitolo 58, Assessore, che è di sua competenza e lo impingua.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Allora, se noi accettassimo, potremmo mantenere questo perché rimanga nel Piano Giovani, perché il BIG è un peccato toglierlo dal Piano Giovani.



PRESIDENTE

No, il BIG è già acquisito.



SUINO Marisa

Il BIG lo abbiamo votato.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Sì: praticamente, proponete di togliere 300 milioni da un altro capitolo.



SUINO Marisa

Sì.



PRESIDENTE

Esatto.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Va bene.



PRESIDENTE

Possiamo allora considerare ritirato l'emendamento 4? In questo caso mi pare che non ci sarebbero più problemi.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Sì, è ritirato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Non venga preso questo mio intervento come quelle parole un po' antipatiche che si dicono, ma è nello spirito della collaborazione e della chiarezza su questo problema.



(L'Assessore Leo si avvicina al banco della Consigliera Suino)



MIGLIETTI Franco

Assessore Leo, non stia lì a discutere, vada a sedersi al suo posto per sentire ciò che sto dicendo.
Dov'è il Presidente della Giunta? Signor Presidente del Consiglio, dato che non c'è l'Assessore Burzi sarebbe però opportuno che ci fosse il Presidente della Giunta, ma io posso intervenire non appena sarà presente, perché così faccio una proposta da quale capitolo toglierlo, magari anche aumentando un pochino.



PRESIDENTE

La ascoltiamo, Consigliere. La ascoltiamo con interesse.



PRESIDENTE

MIGLIETTI



PRESIDENTE

C'è qualcuno che decide qui o nessuno?



PRESIDENTE

L'aula.



MIGLIETTI Franco

No, no, lasci stare l'aula. Voglio sapere se c'è qualcuno ai banchi della Giunta che dice all'aula che si decide in questo senso.



PRESIDENTE

Io.



MIGLIETTI Franco

Lei, Presidente? Va bene.
Intanto ne abbiamo fatte di tutti i colori sul bilancio. Nell'ultimo maxiemendamento se ne sono viste di tutti i colori, per cui vederne una in più o in meno penso che non dovrebbe disturbare nessuno. Allora io suggerisco all'Assessore e al Presidente della Giunta, per onorare gli impegni che hanno assunto in tutte le sedi - in tutte le sedi! - e che quindi non venga toccata la capienza dell'intervento sul Piano Giovani (si dovrebbe aumentarlo secondo il mio modesto giudizio, ma siamo qui comunque per approvarlo e farlo andare avanti), si prendano i 300 milioni dal capitolo 15965.



GRIFFINI Massimo

Che cos'è?



MIGLIETTI Franco

Chi vuol sapere che cos'è se lo vada a vedere.



PRESIDENTE

Ce lo dica, Consigliere.



MIGLIETTI Franco

D'accordo: "Fondi di riserva per le spese derivanti da economie sui fondi statali vincolati". Li avete presi e ne avete messo da tutte le parti; ci sono 1100 miliardi - ripeto: 1100 miliardi! - non quattro lire che se prendiamo 300 milioni non muove assolutamente nulla. Li prendiamo di lì e li mettiamo là. Io direi di prendere un miliardo così rimpinguiamo un po' il fondo per le politiche dei giovani che sarebbe una mossa intelligente da parte di quest'aula, ma se ci sono altri problemi, almeno prendiamo quei 300 milioni, rimpinguiamo quel capitolo, non facciamo nessun emendamento riduttivo e si mantengono minimamente gli impegni che si sono assunti.
Dato che gli impegni che assumete non li assumete tutti in casa propria, ma li assumete anche in nome e per conto dell'assemblea regionale per cui ogni tanto ci sentiamo anche noi toccati da questo problema, e allora non condividendo null'altro sul bilancio, ma almeno questo siamo in grado di condividerlo.



(L'Assessore Leo presenta un emendamento al Presidente)



PRESIDENTE

L'ipotesi - mi corregga, Assessore, se sbaglio - sarebbe di presentare un nuovo emendamento, sempre da parte della Giunta regionale, sostitutivo "connesso alla partecipazione della Regione a BIG Torino 2000" ....



PRESIDENTE

MIGLIETTI Franco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, ma io farei una riduzione del capitolo 15965 e lo manderei al capitolo 11160.



PRESIDENTE

L'Assessore Leo conferma il ritiro del precedente emendamento.
5) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Leo: "di dare atto che gli oneri di spesa di lire 300.000.000, connessi alla partecipazione della Regione a BIG Torino 2000, trovano imputazione sul capitolo 15965".
Mi pare chiaro: è quanto ha proposto il collega Miglietti, e accettato dall'Assessore.
Allora, pongo in votazione l'emendamento n. 5) presentato dall'Assessore Leo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto sulla deliberazione.



CHIEZZI Giuseppe

Prima ancora della dichiarazione di voto, ritengo che la cifra che era stata segnalata complessivamente, pari a tre miliardi e trecento milioni fosse già comprensiva di questi trecento milioni per BIG Torino 2000.
Per quanto riguarda questa deliberazione, i Comunisti italiani non votano favorevolmente, per vari motivi. Non sono state accolte le richieste della Consulta dei giovani, sia pure richieste di talune espressioni di questa consulta, tese a incrementare alcuni programmi di finanziamento: questo è un fatto negativo. In secondo luogo, non viene presa seriamente in considerazione, nell'ambito di un programma per i giovani, un'attività relativa a quella condizione di disoccupazione giovanile legata a forme di lavoro sommerso, grigio o nero. Mi pare che uno dei problemi che hanno i giovani sia quello di non avere lavoro, oppure di dover accettare situazioni lavorative in cui vengono sfruttati in modo indegno, sia dal punto di vista del lavoro completamente nero, sia dal punto di vista di lavori soggetti a pesanti condizionamenti, per non dire ricatti, da parte di chi detiene il potere di offrire lavoro.
Quando si parla di disagio giovanile o, come fa questa deliberazione di problemi psicologici - al punto f) vi è un elenco fra le conseguenze di un cattivo benessere psicosociale: il consumo di alcool, di marijuana, il fumo di sigarette, la guida pericolosa, gli atti devianti, il sesso precoce senza precauzioni, i comportamenti alimentari scorretti - trascurare il fatto che la prima causa di rischio per i giovani sia quella di non avere un lavoro, oppure di averlo nelle condizioni di precarietà, di oscurità, di assenza di un futuro, che caratterizza oggi la più parte dei lavori che i giovani concretamente trovano, come camerieri, nelle birrerie, a scaricare pacchi, e via dicendo, mi pare che sia un'evidente lacuna di questo piano dei giovani.
Bisogna effettuare un serio investimento per monitorare, conoscere e indagare il pianeta giovani che non lavora, o, meglio, lavora senza poterlo dire, senza poter accumulare previdenza, senza potersi mettere da parte qualche soldo, senza avere diritto all'assistenza sanitaria. Questo elemento di grave carenza induce il nostro Gruppo a votare contro questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti per dichiarazione di voto.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, per un errore di individuazione del capitolo dobbiamo scrivere in quell'emendamento che il capitolo 15850, che è inerente alle quote di interessi per l'ammortamento dei mutui stipulati per il pareggio dei bilanci 1979 e 1997, ha la capienza e quindi possiamo fare questa riduzione del capitolo.



PRESIDENTE

Con il consenso dell'aula, trattandosi di un errore materiale di impostazione, il capitolo ricompreso nell'ultimo emendamento che abbiamo votato, si intende il capitolo 15850.
Abbiamo esaurito gli emendamenti.
Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione la proposta di deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 34 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astensione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Per la prosecuzione dei nostri lavori, proporrei di incardinare il disegno di legge 403: "Norme in materia di trasporto pubblico locale" facendo svolgere nella giornata di oggi la sola relazione e passare, poi alla prosecuzione dell'esame della proposta di deliberazione n. 647 "Istituzione di struttura direzionale presso le A.T.C. di Torino Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, ai sensi dell'art. 49, comma quinto della L.R. 8 agosto 1997, n. 51" che avevamo già affrontato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Intervengo perché non capisco l'ordine dei lavori. Nell'ultima riunione dei Capigruppo avevo chiesto che si proseguisse l'esame della proposta di deliberazione sulle ATC e non capisco perché adesso si prosegua con altri provvedimenti. Non capisco perché si debba incardinare un provvedimento poi interromperlo e proseguire con un altro.



PRESIDENTE

Ho ricevuto una richiesta da un Capogruppo della minoranza, non formalizzata in aula, con la quale mi si chiedeva di non trattare l'argomento oggi, a causa di una sua assenza. Ritengo sia un'attenzione dovuta.



PAPANDREA Rocco

Sono d'accordo, ma non capisco perché si incardini un argomento, per poi rinviarlo. Procediamo subito all'esame della proposta di deliberazione sulle ATC.



PRESIDENTE

Consigliere, sono dieci minuti di relazione, solo per precisare che abbiamo iniziato l'argomento.



PAPANDREA Rocco

Va bene, ma visto che poi si passa al punto successivo, facciamo subito quell'argomento.



PRESIDENTE

E' per seguire l'ordine dei punti all'o.d.g. Abbiamo appena approvato il punto 7); per prendere atto della richiesta che mi è stata avanzata, di non procedere con il punto 8), propongo di far svolgere unicamente la relazione, dopodiché passare al punto 9).
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ovviamente lavoreremo sulla base del palinsesto da lei individuato. Le chiedo solo, prima di assumere quella decisione, di riflettere su un fatto, e magari informarci: quante sono le leggi già incardinate e poi abbandonate a se stesse? Sicuramente ne ricordo una forse una seconda, potrebbero essere anche tre. Non mi sembra, questo Presidente, un metodo produttivo ai fini dell'esaurimento dell'esame delle proposte di legge. Incardinarle in questo modo non serve, genera confusione. Abbiamo proposte di leggi incardinate e sospese da mesi.
Valuti, Presidente, se, in presenza di obiezioni - anche la mia, per quel che conta - non valga la pena di esaurire i punti e non incardinare nuovi provvedimenti con relazioni, che fra dieci giorni più nessuno ricorderà e che cercherà magari di farsi raccontare una nuova volta. In questo modo perdiamo del tempo, perché la legge viene trattata al meglio se si inizia con una relazione e si conclude con il voto. Questo spezzettamento non aiuta, tanto più un provvedimento così difficile come il disegno di legge sui trasporti. Grazie.



PRESIDENTE

Innanzitutto, bisogna far tornare un po' di attenzione. Lo chiedo anche ai colleghi Assessori che colloquiano.



CHIEZZI Giuseppe

Sono sei, Presidente, le leggi incardinate...



PRESIDENTE

Abbia pazienza, Consigliere. Sono: la legge sugli interventi a tutela della maternità, che richiede un momento di maggiore attenzione; la proposta di deliberazione che affronteremo dopo; l'esame del disegno di legge delle Sorgenti del Belbo e di quello della Società Tecnocons.
Vi chiedo la cortesia di seguire l'ordine dei lavori proposto.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Norme generali sui trasporti

Esame disegno di legge n. 403: "Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del D.lgs. 19/11/1997 n. 422"


PRESIDENTE

Passiamo, pertanto, all'esame del disegno di legge n. 403, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Salerno, che ha facoltà.



SALERNO Roberto, relatore

Grazie, Presidente. Il disegno di legge n. 403 è il disegno di legge che dà piena attuazione al trasferimento delle deleghe, dallo Stato alle Regioni. Un trasferimento di deleghe che è stato determinato dal primo decreto Bassanini, il n. 59 del 15/3/97, definito "Bassanini uno", che conteneva, al suo interno, il trasferimento di una serie di funzioni e competenze, dallo Stato alle Regioni agli Enti locali.
Successivamente al decreto "Bassanini uno" è stato emesso il decreto legislativo n. 422, del 15 novembre 1997, il quale prevedeva appositamente e nello specifico il trasferimento alle Regioni della normativa riguardante la materia del trasporto pubblico locale, a norma del decreto "Bassanini uno".
Questo importantissimo disegno di legge attua, nello specifico, il trasferimento delle deleghe. In sostanza, assume queste competenze e funzioni e organizza e programma, in ambito regionale, la materia del trasporto pubblico locale.
Con questo disegno di legge vengono individuati chi sono gli altri soggetti pubblici, gli altri Enti locali pubblici che assumono, con il disegno di legge in oggetto, ulteriori funzioni e competenze. Sono, quindi individuate le Province che assumono la programmazione e la regolamentazione, il controllo e la gestione del trasporto locale su gomma e quindi i Comuni nell'ambito esclusivo del trasporto locale di tipo urbano.
Questo disegno di legge attua in maniera importante e fondamentale il trasferimento stabilito il 15 marzo 1997 con la legge delega n. 59.
Vengono, inoltre, istituiti degli importanti organismi, il più importante è l'agenzia per la mobilità dell'area metropolitana torinese che ha funzione di programmazione nell'ambito del sistema dei trasporti, di amministrazione di servizio di trasporto pubblico urbano relativi all'ambito territoriale nell'area metropolitana torinese.
E' fondamentale l'istituzione di questo organismo in quanto l'area metropolitana torinese è sicuramente densa di problematiche e complessità relative al trasporto pubblico. La costituzione di detta agenzia è funzionale al diretto recepimento delle problematiche e quindi ad una miglior programmazione sul territorio metropolitano torinese.
Importante, e altrettanto fondamentale, è il cambio di ottica per quanto riguarda la programmazione, la gestione e anche i costi di questa materia estremamente complessa, difficile e problematica. La contribuzione passa dalla logica del ripiano dei deficit, che normalmente l'azienda maturava periodicamente, presentando dei consuntivi, alla costituzione dei cosiddetti "contratti di servizio". Questi contratti di servizio garantiranno una maggiore efficienza ed efficacia e inseriranno il trasporto pubblico locale in un regime di economia di mercato.
Si tratta, quindi, di un sistema nuovo - è bene che i colleghi colgano la novità - di un passaggio da una logica a consultivo, a rimborso, ad un contratto di servizio che a monte fissa le condizioni e le regole dei costi e quindi anche le regole di un'eventuale partecipazione degli Enti locali.
Altrettanto importante, funzionale e coerente con questa dinamica è la trasformazione in società per azione delle aziende attuali, ovvero le aziende speciali dei consorzi, che attualmente ricevono direttamente l'affidamento del servizio.
Che cosa significa la costituzione di società per azioni al posto di questi consorzi, di queste aziende speciali? Significa obbligare gli enti che gestiscono il servizio ad introdurre un fenomeno legato al bilancio classico, che deve avere quindi il rispetto di un certo equilibrio e un sistema di controllo interno, bilancio tipico delle cosiddette società commerciali. L'introduzione di detti elementi significa nello specifico una piccola rivoluzione nel settore del trasporto pubblico locale.
Dal brusìo che c'è in aula deduco che l'argomento interessi veramente poco, sottolineo, comunque, che si tratta di un disegno di legge estremamente importante.
Concludo l'intervento con le novità, riportate sulla Gazzetta Ufficiale del 4 novembre di quest'anno, inerenti il decreto legislativo del 20/9/99 n. 400 che ha modificato in parte il precedente decreto n. 422. Di conseguenza la Giunta, che aveva già stilato il disegno di legge, ha recepito la modifica intercorsa successivamente preparando degli emendamenti ad hoc.
Ripeto, si tratta di un disegno di legge estremamente importante che attua, per la prima volta, il trasferimento di deleghe e di funzioni determinato dalla legge n. 59.



PRESIDENTE

Ringrazio il relatore; l'argomento verrà ripreso successivamente.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 647: "Istituzione di struttura direzionale presso le ATC di Torino, Alessandria, Asti, Cuneo Novara, ai sensi dell'art. 49, comma quinto, della L.R. 8/8/1997 n. 51"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 9) all'o.d.g. "Esame proposta di deliberazione n.
647".
C'erano state delle riserve sul provvedimento da parte dei colleghi Papandrea e Moro che hanno presentato degli emendamenti.



(Dialogo tra il Presidente Deorsola e i funzionari in merito all'ordine di presentazione degli emendamenti)



PRESIDENTE

1) Emendamento dei Consiglieri Papandrea e Moro: al primo rigo del primo comma, dopo la parola "di", e prima della parola "autorizzare" aggiungere la parola "non".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Poiché sono passate alcune settimane ricordo di cosa tratta questa delibera: mettere sullo stesso piano i direttori delle ATC e i Direttori regionali che sono previsti dalla L.R. n. 51/97. Anche questo era previsto nella L.R. n. 51; da questo punto di vista credo che il responsabile principale di questa situazione sia l'Assessore Burzi in quanto Assessore che ha predisposto la L.R. n. 51. Una legge che noi abbiamo ampiamente discusso e che abbiamo cercato di correggere, ma che nonostante ciò ha avuto dei profondi limiti; una legge sicuramente negativa, ma nella quale eravamo riusciti a contenere la proliferazione di Direttori generali inizialmente previsti dalla stessa legge (ne prevedeva molto più del numero che alla fine è stato acquisito). Si era anche cercato di introdurre elementi diversi rispetto a quanto è poi avvenuto, nel senso che per quanto riguardava l'aspetto economico dei direttori ricordo che si era ampiamente discusso in quest'aula e la maggioranza di centro-destra aveva espresso la volontà di introdurre criteri di merito, di giudizio, di valutazione.
Finché la legge è stata in quest'aula qualche valutazione è stata fatta, ha permesso di intervenire sulla legge e di modificarla. Dal momento in cui la legge è passata alla fase applicativa (è per questo motivo che ho citato l'Assessore Burzi, perché oltre che di competenza dell'Assessore Botta questa legge credo sia specificamente dell'Assessore Burzi, in quanto è una legge legata a quella sul personale) dicevo che nel momento in cui si è arrivati all'applicazione della legge medesima si sono presi i direttori e indipendentemente dal tipo di attività che venivano chiamati a svolgere ovviamente indipendentemente da ogni valutazione perché era stato fatto da subito, è stato applicato a tutti il massimo di quanto la legge permetteva mentre invece in quest'aula era stato esplicitamente detto nel dibattito "questa è un'indicazione massima, non è detto che", no! Appena si è tolta la legge dal controllo dell'aula, nella fase applicativa chiunque fosse il direttore regionale che avesse una determinata struttura con magari sotto uno o due dirigenti oppure ne avesse una molto più vasta, sono stati applicati gli stessi criteri. Cosa ci sia di meritocratico dentro tutto questo io non l'ho mai capito, perché prima di tutto non si parte da una valutazione oggettiva iniziale diversa, ma poi addirittura non si introducono degli obiettivi da raggiungere, non vengono vincolati a nessun elemento.
Grazie a questa legge, abbiamo poi assistito negli anni successivi ad una proliferazione delle direzioni perché una serie di agenzie, o strutture esistenti o strutture nuove, che sono state create si sono trovate ad essere paragonate alle direzioni stesse. Anche qui il criterio che è stato scelto è sempre stato quello di introdurre il massimo: bastava chiamarsi direttore regionale e si otteneva il massimo! Quando questa delibera è arrivata in Commissione è avvenuta la stessa cosa: ci è stato detto che c'era una serie di ATC e che i rispettivi direttori andavano paragonati ai direttori regionali applicando il massimo dei criteri.
Il nostro Gruppo ha chiesto: "le ATC sono tutte omogenee?", ci è stato risposto di no e a questo punto è stato introdotto un emendamento di modifica (in parte quindi la delibera è frutto già di una modifica) che si differenziava tra l'ATC di Torino e le altre ATC piemontesi. Esiste poi un emendamento della maggioranza che rispetto a questa prima modifica cerca di ridurla, appiattirla. In pratica, con la delibera dell'Assessore si chiede che il direttore dell'ATC di Torino arrivi ad uno stipendio annuo di 198 milioni e invece quelli delle altre Province a 168 milioni; con l'emendamento della maggioranza tutti gli altri andrebbero a 180 milioni annui. Abbiamo chiesto, e ottenuto in ritardo (quando siamo poi venuti in aula) di avere delle informazioni sulle ATC.
Mi fermo qui perché si sta esaurendo il tempo a mia disposizione, per per concludere il ragionamento vorrei ancora dire che le ATC sono fortemente differenziate tra di loro. Abbiamo una ATC come quella di Asti che nel 1998 ha avuto un giro d'affari di 24 miliardi mentre per quella di Torino è stato di 311 miliardi. Si tratta quindi di strutture evidentemente molto diverse fra loro, anche non considerando quella di Torino. La delibera in esame invece non tiene conto di questa differenziazione.
E' per questa ragione che noi presentiamo questi emendamenti: perch prima di prendere dei provvedimenti riteniamo che occorra fare un'analisi più attenta e precisa, ATC per ATC.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? La Giunta rispetto a questo emendamento credo sia contraria.
Ha chiesto la parola l'Assessore Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

La Giunta esprime parere contrario, ma non per una aprioristica contrarietà da parte della Giunta regionale, bensì perché il meccanismo che prevedono gli emendamenti, sia pure a scalare, di percentuali...



PRESIDENTE

No, adesso siamo sull'emendamento relativo al "non autorizzare".



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Sul "non autorizzare" siamo contrari perché crediamo nella filosofia di dare autonomia agli enti strumentali e quindi ausiliari come l'Agenzia Territoriale per la Casa. Pertanto, sia pure all'interno di un tetto massimo e differenziando tra realtà enormi come quella della Provincia di Torino e quelle minori delle Province che sono comunque importanti (Alessandria, Asti, Cuneo e Novara), riteniamo che nell'ambito - ripeto di un tetto massimo e con la compatibilità che i Consigli d'amministrazione delle Agenzie Territoriali per la Casa dovranno verificare con il proprio bilancio possano appunto essere autorizzate. Pertanto siamo contrari.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 1).
La Giunta è contraria.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 23 contrari (non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri).
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro: al comma primo, sopprimere "Alessandria, Asti, Cuneo e Novara".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questo emendamento, tiene esattamente conto della differenziazione tra le strutture, e parte dal fatto che ci sia una evidente differenza tra la struttura di Torino, e quella delle altre Province, che hanno dimensioni del tutto differenti, e potrebbero probabilmente essere più correttamente paragonate ai settori nostri, che non ad una direzione Regionale, per cui c'è questo emendamento. Volevo però introdurre un ragionamento su quanto affermato adesso dall'Assessore Botta: dice "noi lasciamo autonomia alle strutture", però attenzione: queste strutture hanno parecchi dipendenti.
Oltre al Direttore, hanno una serie di altri Dirigenti, ed hanno dei lavoratori. Molti, in maggior numero rispetto ai Direttori. Con il tipo di proposta che ci troviamo, andiamo con proposte di aumento che vanno dal 35 al 65%, al 73, nel caso si accolga l'emendamento della maggioranza, per quanto riguarda il Direttore di Asti.
I lavoratori, che contribuiscono comunque anche loro al fatto che l'ATC abbia alla fine un bilancio inutile, non possono assolutamente permettersi di avere di questi aumenti. Non si troveranno assolutamente con aumenti di questo genere. Avranno gli aumenti contrattuali molto modesti, abbastanza da fame spesso, per chi conosce le contrattazioni in atto, e quindi io credo che introduce diciamo degli elementi di differenziazione, di vera e propria sperequazione a nostro avviso intollerabile; non è possibile che se una struttura funziona bene, poi gli unici che possono comunque beneficiare di questa situazione siano i Direttori Generali. Tutti gli altri fanno la loro parte, punto e basta. Credo che tra l'altro, anche i dipendenti della Regione Piemonte ne sanno qualcosa da questo punto di vista, di comportamento differenziato. Però, non credo che questo sia un buon motivo per generalizzare la situazione anche nelle ATC. Ricordavo prima che noi chiediamo appunto di paragonare le strutture, prendiamo in considerazione solo Torino, perché dico questo? Perché come ho già detto nel mio primo intervento, per quanto riguarda le entrate delle varie agenzie, passiamo dai trecentoquindici miliardi dell'Agenzia di Torino, a ventuno di Asti quarantuno di Alessandria, trentanove di Cuneo e quarantatré di Novara siamo proprio di fronte a delle strutture diverse. Abbiamo altre stranezze: il numero di dirigenti. Quella di Asti ha due Dirigenti, di cui credo che uno sia il Direttore Generale stesso; quella di Alessandria tre, quella di Cuneo quattro, quella di Novara cinque, quella di Torino tredici. Ed ognuno di questi Dirigenti di Torino, grosso modo corrisponde ad un fatturato complessivo superiore a quello di tutta Asti, quindi ha un senso quello di paragonarli e trattarli diversamente; tra l'altro da questi dati che ho avuto, purtroppo non sono riuscito ad avere quello dei dipendenti che avevo chiesto, dipendenti globali, ci sono delle stranezze, per cui la struttura di Novara ha cinque Dirigenti, avendo un fatturato di due miliardi inferiore a quello di Alessandria che ne ha tre. Io di queste cose mi sono incuriosito, e vorrei sapere come mai, perché tra l'altro la Provincia di Novara è anche più piccola. Non solo c'è un giro d'affari, ma è anche geograficamente più piccola, e non si capisce questa autonomia alle strutture delle ATC, come venga gestita. Se poi dividessimo per fatturato vediamo che a quello di Torino viene uno di venticinque miliardi di dirigenti, mentre a quello di Novara viene uno ogni sette - otto miliardi quindi sono proprio delle sperequazioni diverse, che non so è proprio il modo migliore di gestire quel patrimonio, e se i Dirigenti che gestiscono il patrimonio in questo modo, proliferando magari appunto i Direttori che proliferano il numero dei Dirigenti siano da premiare, in questo senso diciamo, c'è questa nostra proposta. Fornisco questi dati, perché non c'erano stati forniti in Commissione quando li abbiamo discussi; ho cercato di averli, ripeto c'è stata anche una parzialità perché il numero dei dipendenti non siamo riusciti a fornirlo, ma credo che, per una discussione seria, occorrevano anche questi dati. In fondo, quando abbiamo discusso la Legge 51, avevamo un po' più in mente la dimensione della Regione, di cos'era, di cos'era, discutevamo anche di direzione per direzione, e questa Delibera è arrivata così, vaga, confusa, poi ci s'incuriosisce si chiede cosa vuol dire, e pian piano si riesce ad avere questi elementi. Però, io credo che per queste ragioni, invito i colleghi a tenere conto di questi elementi, e di accettare il fatto che Torino possa essere paragonata ad una struttura di Direzione Regionale, ma le altre no. Mi si può dire, e concludo, ma anche nell'applicazione delle Direzioni in Regione, ci sono delle sperequazioni; perfettamente vero, lo sappiamo, lo abbiamo a suo tempo criticato, però il fatto di sbagliare in Regione, non vuol dire che si debba sbagliare anche altrove. Generalizzare l'errore mi sembra che sia un pessimo modo di agire.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Altrimenti pongo in votazione...
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Capisco le considerazioni svolte dal Consigliere Papandrea, per bisogna tenere conto che, intanto abbiamo definito due fasce sostanzialmente: quella che riguarda l'Agenzia Territoriale per la Provincia di Torino, rispetto a quelle delle Provincie che hanno consistenza territoriale minore, cioè quelle di Asti, Alessandria, Cuneo e Novara, tenendo presente che anche all'interno di queste può esserci una differenza di carico, però su quelle più piccole, grava comunque un maggior carico in capo ai Direttori Generali, e quindi si è cercato di tenere conto di tutti questi elementi, nel definire queste due fasce. Così come quella di Torino, che è veramente enorme, pensiamo che ha un carico di patrimonio immobiliare che corrisponde a circa trentatremila famiglie, e quindi con tutte le conseguenze che voi potete immaginare, ha però una struttura molto ampia, non per questo però viene meno la responsabilità, quindi bisogna intanto partire dal principio che la responsabilità esiste comunque per tutti i Direttori, indipendentemente dalla grandezza, e della dimensione dell'Agenzia Regionale per la Casa, che i Direttori gestiscono in prima persona. E per questo io ritengo di essere contrario come Giunta alle proposte di emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro: al secondo rigo del primo comma sostituire "Asti" con "Biella".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

L'emendamento è leggermente provocatorio, perché Biella non è compresa così come un'altra provincia, ma è detto che una volta che i Direttori di queste ATC scoprono che gli altri possono intervenire sui loro stipendi in modo consistente non è detto che non ci arrivino, io credo che ci arriveranno. E tra l'altro basta semplicemente una cosa: basta che si sono magari attualmente, e credo che il motivo per cui non sono presenti, è perché non hanno forse un altro Dirigente sotto di loro, saranno forse gli unici, basterà che ne fanno uno, e si trovano nella situazione di Asti, e quindi potranno chiedere di fare..., perché questa legge ha questa logica qui: di estendere dei criteri, senza andare a vedere le realtà. Senza andare a studiare in modo preciso le realtà, così come ha fatto l'Assessore Botta nel suo intervento che dimostra una sua non conoscenza delle cose perché, io sono d'accordo, infatti l'emendamento precedente parlava di Torino, teneva conto in qualche modo il nostro stesso Gruppo, dicendo che Torino effettivamente ha determinate dimensioni. Da questo deduciamo che potrebbe essere paragonata ad una struttura regionale come il bilancio, e come altre che ci sono in Regione. E' vero. Però Asti, non che io ce l'abbia particolarmente con Asti, non c'è nulla contro i cittadini astigiani, però la dimensione dell'ATC di Asti, ragionando sul fatturato corrisponde probabilmente al giro d'affari che ha qualche studio di amministrazione di case, siamo più o meno complessivamente, però nello stesso tempo, il Direttore di Asti, che attualmente ha 107 milioni di stipendio lordo, è quello che sarà più beneficiato di tutti di questo provvedimento, perché lui ha 107 milioni, quello di Novara 113, quello di Cuneo 125 e mezzo, quello di Novara 124 e qualche cosa, quindi attualmente sono differenziati, e vengono poi portati tutti allo stesso livello, che è di 168 o 180 milioni, a seconda che si approvi o meno l'emendamento presentato dalla maggioranza. Se passasse l'emendamento della maggioranza il direttore di Asti avrebbe un aumento di 73 milioni lordi, cioè circa il 70% in più; diversamente, 12 in meno, che, in ogni caso, è sempre superiore all'aumento di tutti gli altri, perché, avendo gli altri uno stipendio superiore ed arrivando alla stessa cifra, ci sarà un incremento in percentuale ed in assoluto diverso.
Avevo già parlato della sperequazione esistente nei confronti di tutti gli altri dipendenti, che non riceveranno assolutamente nulla di analogo (né in cifre assolute né in percentuale), ma, anche per quanto riguarda gli stessi direttori attuali delle A.T.C., per creare situazioni di parità si introducono elementi di differenziazione.
Qualcuno, cioè, per raggiungere un livello paritario, sarà beneficiato maggiormente rispetto ad altri. Paradossalmente sarà più beneficiato chi ha un minor carico di lavoro, perché l'A.T.C. di Torino, ad esempio, che ha un patrimonio di 33.000 alloggi ed un giro di affari di 300 miliardi, è quella che in cifra assoluta e relativa avrà il minore aumento ("solo" 50 milioni).
Nel predisporre il provvedimento, è stato portata come esempio l'A.T.C.
di Torino, quando l'Agenzia di Torino è quella che, pur essendo la più giustificata, ha un incremento percentuale ed in assoluto minore.
Successivamente presenteremo degli emendamenti con i quali chiederemo di fissare delle percentuali di aumento che siano le stesse per tutti, in modo da mantenere le attuali differenziazioni, pur tenendo conto del fatto che magari - poverini! - hanno bisogno di "ritoccarsi" lo stipendio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

La Giunta è contraria all'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 23 contrari (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro: al secondo rigo del primo comma, dopo "Novara", aggiungere "Vercelli".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

La logica di questo emendamento è la stessa della precedente e segnala la possibilità di estensione della legge.
Voglio ricordare una cosa che avevo già ricordato nel dibattito generale, che mi induce a pensare che esista una schizofrenia nelle forze politiche, sia nazionali che locali.
La prima volta che abbiamo discusso questo provvedimento, più o meno in contemporanea tutti i giornali hanno parlato del fatto che il direttore generale dell'INPS aveva deciso di "ritoccarsi" lo stipendio, che diventava un po' più alto di quello del direttore dell'ATC di Torino, ma che l'incremento di tale aumento era minore. Sappiamo che l'INPS gestisce un patrimonio finanziario immenso, che è una struttura complessa ed estremamente ampia. Quando il direttore dell'INPS ha detto che si voleva ritoccare lo stipendio c'è stata un'insurrezione generale sui giornali, tra le forze politiche. Queste ultime sono intervenute e - udite - hanno emanato una legge in Parlamento, votata da quasi tutti i partiti, per impedire questo fatto. Quasi tutti i partiti hanno votato quella legge mentre qui, gli stessi partiti fanno l'opposto. Per questo motivo parlo di schizofrenia.
Devo pensare, dunque, che il comportamento politico ed etico dipende dal livello di diffusione che ha una notizia! Questo fatto è davvero incredibile, perché ritengo che l'INPS, essendo una struttura con caratteristiche assolutamente non paragonabili a quelle delle ATC, avrebbero avuto maggiori ragioni di chiedere un aumento. In quel caso si è insorti, perché si è detto: "Ma come, quello gestisce anche le pensioni dei poveri!". Beh, questi gestiscono le case popolari, le case di persone che non è che stiano così bene. Non siamo di fronte a realtà diverse. Non capisco perché, di fronte a questo provvedimento, l'aula reagisca in un modo, mentre in sede parlamentare, le stesse forze politiche sono arrivate addirittura ad emanare una legge che impedisce quanto un direttore INPS poteva fare. Spero, con gli argomenti, di far capire che stiamo facendo qualcosa che non è proprio dovuto e corretto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Rispondo alle argomentazioni svolte dal Consigliere Papandrea, dicendo che, per quanto riguarda l'autonomia e la discrezionalità del Consiglio di Amministrazione, confermo quanto ho detto in apertura, cioè che il Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia Territoriale per la Casa, in questo caso di Vercelli, pur avendone sulla carta la possibilità - ci sono le condizioni di legge, in quanto in organico è prevista la pluralità dirigenziale - non ha presentato la domanda. E' un ulteriore limite che, in quel caso, si è imposta la stessa ATC, mentre, nel caso precedente - a cui non ho avuto modo di rispondere - Biella, attualmente non rientra nelle condizioni previste dalla legge, perché l'organico non prevede una pluralità dirigenziale. E' una condizione prevista dalla L.R. n. 51, e riguarda Biella, Vercelli ...



PAPANDREA Rocco

Dalla tabella non risulta che Vercelli abbia una pluralità ...



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Vercelli non ha presentato la richiesta ...



PRESIDENTE

Nel prossimo intervento avremo la possibilità di chiarire tutti i dubbi e le perplessità.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Certo. In ogni caso, deve essere il Consiglio di Amministrazione a presentare la richiesta; se non lo fa, è il Consiglio di Amministrazione che autolimita il trattamento del proprio direttore.
Per quanto riguarda l'emendamento successivo, anticipo che sul VCO attualmente non è istituito, quindi occorrerà una modifica della legge regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Botta.
Pongo in votazione l'emendamento n. 4), non accolto dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 27 contrari e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri).
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro: al secondo rigo del comma primo aggiungere "Biella, Vercelli, VCO".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro e Papandrea: Al secondo rigo del primo comma, dopo "Asti", aggiungere "Biella".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Le informazione sarebbe utile, d'ora in poi, fornirle in sede di Commissione, in quanto è un momento in cui è possibile approfondire le argomentazioni. La documentazione in mie mani, perché richiesta, è parziale, infatti non riporta il numero dei dipendenti che, secondo me, è un dato significativo.
Nella Commissione era stato detto che la struttura di Vercelli non poteva accedere in quanto all'epoca non aveva una struttura dirigenziale plurima, era sola.
A questo punto potrà succedere che Vercelli o porrà la stessa richiesta, e se la legge in oggetto verrà varata non possiamo rifiutarci oppure Vercelli si comporterà diversamente dalle altre, non lo chiede ed è la dimostrazione che si può non varare il provvedimento.
I direttori delle ATC gestiscono un patrimonio pubblico, non gestiscono un patrimonio privato. La gestione attenta del patrimonio pubblico da parte loro, e di tutti coloro che lavorano nella struttura, è importante. Mi pare strano il criterio per cui se ad un certo punto i bilanci quadrano i direttori possono deliberarsi l'aumento dello stipendio, mentre i dipendenti seguono una contrattazione diversa in cui queste possibilità non ci sono. Non c'è un legame tra il bilancio delle ATC e gli stipendi dei dipendenti, mentre per il direttore c'è.
Tra l'altro se, faticosamente, si riesce ad avere un bilancio in attivo, la scelta non è di investirlo pubblicamente, ma di investirlo nello stipendio del direttore: non credo sia questo un investimento adeguato.
Inoltre se nel corso del duemila, dopo aver deliberato gli aumenti, che noi gli permetteremo, succederà che il bilancio delle ATC sarà in negativo non credo che i Direttori presenteranno un provvedimento di riduzione del proprio stipendio. Quando c'è un utile i direttori possono aumentarsi lo stipendio, non credo però, per esperienza, che di fronte ad una perdita deliberino una diminuzione di stipendio.
Il Gruppo di Rifondazione comunista è contrario a questo provvedimento in quanto è profondamente iniquo per la stragrande maggioranza dei lavoratori.
Il nostro atteggiamento è dovuto al fatto che non comprendiamo come mai la stragrande maggioranza dei lavoratori sia soggetto a delle contrattazioni che fissano addirittura i rinnovi contrattuali all'andamento dell'inflazione, mentre ci sono delle figure di lavoratori privilegiati.
Tale discriminazione non è accettabile, tanto più che poi questi aumenti si ripercuoteranno anche sui trattamenti pensionistici, per cui una serie di sperequazioni, che avvengono oggi, si protrarranno nel tempo anche con effetti negativi sulle casse dell'INPS che non saranno coperti dalle pensioni privilegiate, ma dalle pensioni di tutti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 27 voti contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
La Consigliera Pazé chiede la verifica del numero legale. Dall'esito della precedente votazione ne constato la mancanza; la seduta è pertanto sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 17.08 riprende alle ore 17.22)



PRESIDENTE

Prima di riprendere i lavori aspettiamo che si ricompongano le fila perché non vorrei riprenderli in mancanza del numero legale; pregherei i Consiglieri di rientrare in aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Ruberò solo dieci secondi perché non voglio aggiungere altri minuti ai 15 che il Presidente ha già deciso per quanto concerne la sospensione.
Volevo chiedere prima, e lo chiedo solo adesso, che il numero legale venga verificato di volta in volta quando viene chiesto. Io avrei voluto chiederlo, perché nella votazione in se stessa ci sembra sommessamente un'interpretazione un po' di parte "quando i sì non raggiungono il numero" perché il Presidente parte dal presupposto che chi non ha votato in un certo modo, al numero legale non si dia presente in aula. E' una presunzione che ritengo non sia supportata da elementi di concretezza.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Gallarini, perché mi permette di fare una precisazione. Intanto, non è solo la valutazione sui "no" o sui "sì", è una valutazione su coloro che hanno partecipato alla votazione. L'emendamento infatti, che noi abbiamo votato, adesso lo ripropongo in votazione perch mancava il numero strutturale legale per poter votare un provvedimento.
Potevo scegliere 5 minuti o 2 minuti, non ho scelto la mezz'ora perché non mi sembrava - usiamo questo termine - la "richiesta del numero legale". E' mancato strutturalmente il numero legale, per cui adesso rivoteremo l'emendamento.



MORO Francesco

E' sempre stato così.



PRESIDENTE

Non ci sono problemi.
Pregherei i Consiglieri di prendere posto ai propri banchi. Dobbiamo mi auguro che mi ascoltiate - rivotare l'emendamento, in quanto mancava il numero - chiamiamolo così - strutturale per dare validità alla approvazione o meno dell'emendamento.
Pongo nuovamente in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 29 contrari (non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri).
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro: al secondo comma, dopo "bilancio" sostituire con "il limite delle retribuzioni massime ammissibili pari al trattamento retributivo attuale incrementato del 5%" Il Consigliere Papandrea intende illustrarlo? Ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Sì, perché spero soprattutto che l'Assessore mi ascolti.



(Forte brusìo in aula)



PRESIDENTE

Io pregherei l'aula di ascoltare!



PAPANDREA Rocco

Con questo emendamento modifichiamo la seconda parte della delibera e in luogo di prendere a riferimento lo stipendio dei dirigenti di settore si prende a riferimento l'attuale stipendio che hanno i direttori delle ATC.
Per cui ogni direttore dell'ATC ha il suo stipendio (107 milioni quello di Asti, 113 quello di Alessandria, 124 quello di Novara, 125.5 quello di Cuneo, 143 quello di Torino) e lo si incrementa in percentuale. Anzich avere come punto di riferimento i 120 milioni che si incrementerebbero di una determinata cifra, prendiamo a riferimento lo stipendio attuale dei direttori delle ATC e avendo la possibilità di aumentarselo perché i bilanci glielo permettono (quest'anno sono attivi), si incrementano di una certa quota. Io credo che questo potrebbe essere un metodo più egualitario.
L'ultimo degli emendamenti che introduce la cifra del 35% fa sì che praticamente il direttore dell'ATC di Torino avrebbe un aumento uguale a quello previsto dal provvedimento dell'Assessore, gli altri no perch farebbe sempre il 35% e quindi per esempio quello di Asti avrebbe un incremento in assoluto minore, pur avendo un 35% che non è comunque da disprezzare.
Invito quindi l'Assessore a ragionare su questi aspetti perché così come è stato predisposto il provvedimento, si creano delle differenziazioni, dei privilegi. Non è vero che parifica; secondo me tende a creare delle differenze, proprio nel meccanismo di aumento. A meno che appunto la Giunta non sia stata folgorata sulla strada dell'egualitarismo ma una Giunta di centro-destra mi sembrava non avesse questo tipo di impostazione, mentre invece questi provvedimenti vanno in quella direzione.
Chiudo dicendo, sempre rivolgendomi all'Assessore Botta, che spero che il giudizio della Giunta nei confronti dell'emendamento Gallarini che dà più soldi alle quattro ATC e le mette comunque sullo stesso piano, quindi con l'elemento che sottolineavo prima, sia negativo e quindi non venga accolto. Spero di non trovarmi poi di fronte ad una sorpresa: in Commissione la Giunta ha concordato un certo percorso e poi in aula lo cambia. Altrimenti convince anche il nostro Gruppo che l'unico modo per convincervi è quello non di presentare degli emendamenti che intervengono nel merito e propongono dei discorsi qualificanti, ma è di caratterizzarsi per la quantità di emendamenti che diventa poi l'unico criterio che fa ragionare. Io spero di non trovarmi di fronte a una situazione di questo genere. Non ho voluto espressamente fare una cosa di questo tipo; visto che si trattava di un emendamento che permetteva di scrivere cifre, avrei potuto benissimo scriverne una quantità enorme. Credo invece che occorra ragionare e non solo misurarci in questo modo, però questa mia fiducia deve trovare poi anche un minimo di fondamento.



PRESIDENTE

Mi pare, Consigliere Papandrea, che abbia illustrato anche quelli successivi.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Sono contrario, anche perché il meccanismo previsto dagli emendamenti sia pure apprezzabile, è un meccanismo che non si riconduce nell'ambito della legge 51.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 29 contrari e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro: al secondo rigo, dopo "bilancio", sostituire con "il limite delle retribuzioni massime ammissibili pari al trattamento retributivo attuale incrementato del 10%" La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Non per ripetere gli argomenti precedenti, anche se ricordo all'Assessore che, adottando una formula di questo genere, si introduce comunque un argomento di omogeneità nella percentuale di aumento, quindi ha un suo fondamento, e ce ne sono altri sei, quindi l'Assessore pu riflettere su tutti quanti.
Credo che noi, come Consiglio, possiamo dare applicazione alla legge 51, fissando poi dei tetti. Il modo in cui li fissiamo è a nostra discrezione. Non è che dobbiamo fissarlo in un modo preciso, è il Consiglio che decide il modo di fissare questo tipo di criterio. A quello individuato dall'Assessore, che è un criterio possibile, io ne oppongo un altro.
Ripeto, corrispondono comunque due logiche diverse: in un caso vengono annullate le differenze non solo di stipendio, anche per il fatto che dietro queste differenze di stipendio, c'erano comunque differenze nella struttura che stava a monte, perché poi corrispondono sostanzialmente a tre fasce Credo che il mantenere l'aumento in percentuale permetterebbe che si mantengano queste tre fasce, che sono delle fasce vere, perché trovano una radice nel fatto che ci sono bilanci diversi, strutture diverse e che quindi hanno una logica, secondo me, più concreta e più legata alla realtà delle strutture stesse.
Invito l'Assessore a riflettere, visto che ce ne sono altri, e ad accogliere questa logica, che è una logica che, pur introducendo gli aumenti su cui il nostro Gruppo non è d'accordo, perché l'emendamento su cui noi ci identifichiamo è il primo, quello che diceva di non estendere però, per essere più precisi, è quello che limitava a Torino, quello era un emendamento su cui si riconosceva il nostro gruppo. Abbiamo introdotto questi altri emendamenti per poter sviluppare un ragionamento e per poter introdurre dei miglioramenti, però io credo che introducendo un criterio di aumento percentuale, si mantiene un elemento di differenziazione che è alla base della differenziazione delle strutture stesse.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Le argomentazioni svolte dal Consigliere Papandrea, ovviamente, sono ripetibile per ciascuno degli emendamenti, quindi anche da parte del sottoscritto. Mantengo il parere negativo, anche se capisco che si potrebbe studiare una formula diversa, però questa mi sembra la più aderente al testo, alla filosofia ed al meccanismo, che peraltro c'era anche nella precedente disciplina e definizione delle due fasce, con la vecchia delibera di Giunta Regionale del 13 Luglio '98, che teneva conto sia della realtà della Provincia di Torino, che delle altre Province, quindi di quelle di Alessandria, Asti, Cuneo e Novara, e poi le differenze dei trattamenti economici dei Direttori, che ha evidenziato il Consigliere Papandrea, derivano da una serie di fattori, non ultimo l'anzianità, ed una serie di altri fattori che hanno poi determinato delle differenze economiche, però la base era la stessa. Il metodo di differenziare tra Torino e le altre Province è un po' quello che comunque si riverbera in questa delibera.
Quindi mantengo la posizione negativa sulla proposta di emendamento del Consigliere Papandrea, e credo che questo meccanismo sia più rispondente alla filosofia della legge 51.
Devo ancora aggiungere che ho avuto modo di fare verifiche sulla realtà torinese, con l'Agenzia Territoriale per la casa, il cui Presidente qua mi ha spiegato che, con la contrattazione aziendale, hanno istituito una serie di meccanismi premiari anche per i dipendenti dell'ATC, per cui è previsto per il 1999, per ciascun dipendente, con esclusione ovviamente dei quadri e dei dirigenti, una corresponsione legata alla produttività, per tutti i dipendenti, di tre milioni ciascuno lordi, così come sono previste ulteriori retribuzioni di risultato per ciascuno, con valutazioni individuali che tengano conto delle particolarità delle posizioni di coloro che si occupano degli sfratti e dei dipendenti che partecipano alle assemblee serali condominiali. Per i progettisti c'è un'ulteriore differenziazione, in quanto viene riconosciuta una percentuale dell'1,5 per cui si raggiungono anche dei notevoli trattamenti ulteriori di premi che arrivano anche a 40/50 milioni. Anche per gli avvocati, mi spiegava il Presidente dell'ATC, vi sono per il 1999 dei premi che, a seconda delle quantità di cause trattate, vengono riconosciuti.
Esiste un sistema di meccanismo premiale, all'interno dell'Azienda ATC di Torino, che è la più grande, che in qualche modo è da riconoscere e da valutare con particolare attenzione, e che va incontro alla filosofia di lasciare l'autonomia di ciascuna azienda, e che lega comunque la possibilità di dare degli incrementi retributivi alla produttività.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba per dichiarazione di voto immagino; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Per porre una questione di procedura, Presidente.
Intervengo perché mi risulta che domani mattina la Regione parteciperà ufficialmente al funerale dell'ex collega Bodrero, almeno ritengo che qualcuno vorrà partecipare e che ci sarà una presenza ufficiale.
Se ci sarà una presenza ufficiale, ma in ogni caso, vorrei sapere se esiste la possibilità di programmare i lavori in modo da potersi assentare due ore e partecipare ad un rito che non ci trova indifferenti. Non so però, a che ora sia né come si partecipi; ritengo che si debba stabilire un orientamento. Apprendo adesso che il funerale è alle 10.30, ma non so se il Presidente Deorsola ha previsto una partecipazione ufficiale della Regione e se ha previsto un'interruzione della seduta, in modo che chi intende partecipare - e io sono tra questi - lo possa fare.
Proporrei di riprendere i lavori alle 13.00, in modo da poter partecipare al funerale del povero collega, senza ridurre i nostri lavori.
Il funerale dove avrà luogo?



(L'Assessore Vaglio dialoga, fuori microfono, con il Consigliere Riba)



GALLARINI Pier Luigi

Già che ci siamo, l'informazione venga data a tutta l'aula ...



RIBA Lido

Presidente, possiamo interrompere un attimo la discussione del provvedimento ed organizzare i lavori di domani, al fine di poter partecipare al funerale del collega Bodrero e di sapere in che termini aggiorniamo i nostri lavori?



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Riba, ma non ho, con esattezza, notizie sulla questione. Il Presidente Deorsola mi aveva detto che si sarebbe assentato per un'oretta. Mentre lei parlava, gli Uffici mi hanno riferito che una delegazione dell'Ufficio di Presidenza parteciperà domani mattina ai funerali, quindi ci sarà la rappresentanza ufficiale del Consiglio regionale, attraverso l'Ufficio di Presidenza.
Non ho notizie, invece, riguardo ad una decisione o ad un accordo assunto con il Consiglio. Lasciatemi acquisire un minimo di informazioni se il Presidente Deorsola rientrerà, sentiremo che tipo di informazione ci può comunicare, altrimenti assumeremo, nell'arco di mezz'ora, le nostre decisioni.



PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 647.
Avevamo terminato la discussione riguardante l'emendamento del 10%, per capirci, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 27 contrari (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri).
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro: Al secondo comma, dopo "bilancio", sostituire con "Il limite delle retribuzioni massime ammissibili pari al trattamento retributivo attuale incrementato del 15%".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Non intendo illustrarlo, poiché le caratteristiche dell'emendamento sono analoghe a quelle degli emendamenti precedenti. Intendo riflettere invece, sulle comunicazioni dell'Assessore.
L'Assessore ha detto che quest'anno l'A.T.C. di Torino ha intenzione di erogare dei premi che, deduco - può darsi che mi sbagli - dall'informazione che lui ha dato, sono premi annuali, che non si riprodurranno negli anni successivi, a meno che la situazione lo permetta.
L'aumento che decretiamo per i direttori non ha queste caratteristiche in quanto non è legato ad elementi di bilancio. Si determina e basta quindi se va male non lo si riduce, ma resta.
Inoltre, si tratta di aumenti, per la stragrande maggioranza delle figure - a parte gli avvocati, che non sono certo fra le peggiori categorie di lavoratori! - di modesta entità. Si parlava addirittura dell'1,5%, che personalmente mi sta bene, ma mi pare evidente la differenza esistente tra gli aumenti una tantum, dati a lavoratori con certe caratteristiche e legati strettamente al raggiungimento di obiettivi, e questo provvedimento che presenta altre caratteristiche.
Infine, come ho già detto, si tratta di aumenti anche in percentuale.
Lo stesso Assessore Botta sosteneva che, sulla base della situazione precedente, avevamo avuto delle differenziazioni, pertanto non si capisce come mai adesso si debbano annullare, con un unico provvedimento, le differenziazioni e portare tutti allo stesso livello.
Invito l'Assessore a considerare che questi emendamenti, soprattutto gli ultimi due, vanno incontro alle esigenze della Giunta, ma mantengono un elemento di differenziazione preesistente, nonostante l'applicazione delle delibere. Pertanto si potrebbero benissimo proseguire, a meno che l'Assessore non abbia fatto un patto di ferro con i Direttori dell'ATC In quel caso, però, l'Assessore non governa; viene qui e porta i provvedimenti che gli hanno detto di portare!



PRESIDENTE

L'Assessore Botta conferma il precedente parere negativo.
Pongo in votazione l'emendamento 9).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 21 contrari (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).
10) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro e Papandrea: al secondo comma, dopo "bilancio", sostituire con "il limite delle retribuzioni massime ammissibili pari al trattamento retributivo attuale incrementato del 20%".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 23 contrari (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).
11) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro e Papandrea: al secondo comma, dopo "bilancio", sostituire con "il limite delle retribuzioni massime ammissibili pari al trattamento retributivo attuale incrementato del 25%".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 23 contrari (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).
12) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro e Papandrea: al secondo comma, dopo "bilancio", sostituire con "il limite delle retribuzioni massime ammissibili pari al trattamento retributivo attuale incrementato del 30%".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 23 contrari (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).
13) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro e Papandrea: al secondo comma, dopo "bilancio", sostituire con "il limite delle retribuzioni massime ammissibili pari al trattamento retributivo attuale incrementato del 35%".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 23 contrari (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro e Papandrea: al secondo comma sostituire "65%" con "15%" e "40%" con "10%".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 23 contrari (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).
15) Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini, Cotto, Vaglio Angeleri, Rubatto e Ghiglia: sostituire "40%" con "50%".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Invito la Giunta a mantenere il provvedimento così com'è stato licenziato dalla Commissione. La Commissione aveva discusso il provvedimento, aveva intuito una serie di questioni, emerse con chiarezza successivamente con le informazioni date. L'emendamento presentato dal Consigliere Gallarini fa sì che la modifica, introdotta in Commissione, che comunque a mio avviso, come ho cercato di spiegare, era una modifica del tutto insufficiente tra Torino e le altre ATC, praticamente l'annulla. In quanto, con l'emendamento testé proposto dal Consigliere Gallarini, l'ATC di Asti, che ha il Direttore generale e un dirigente, non solo sarà equiparate alle altre ATC, ma avrà un aumento di 73 milioni. Grazie alla Giunta avrebbe 61 milioni di aumento, ma con questo emendamento arriva a 73 e l'ATC di Alessandria 68. Già l'emendamento della Giunta mi sembrava carente, in quanto non teneva conto delle differenziazioni tra le strutture, ma con questo provvedimento praticamente la differenza tra l'ATC di Torino, che da sola è il doppio di tutte le altre, non esiste.
Pertanto, invito la Giunta a mantenere il provvedimento come licenziato dalla Commissione. Mi rendo conto che sedendo sui banchi della maggioranza si ha una sensibilità diversa sugli emendamenti. Sottolineo, comunque, che in Commissione si era raggiunto un accordo. Credo, pertanto che, almeno questo emendamento, debba subire il medesimo trattamento degli altri e non lo si debba guardare con occhio di riguarda perché presentato dalla maggioranza, tenendo conto che tra l'altro è ancora più oneroso per la collettività.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Noi avevamo presentato tale emendamento all'inizio, se però i Consiglieri Papandrea e altri parlano di accordi assunti in precedenza siamo disponibili a ritirarlo, vorremmo però sentire anche il parere della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Avendo ascoltato il Capogruppo di Forza Italia, che tra l'altro aveva presentato l'emendamento, insieme agli altri Capigruppo della maggioranza e avendo notato che da parte del Gruppo di Rifondazione comunista c'è stato, dopo un primo momento di discussione quantitativa di emendamenti ...



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Abbiamo minacciato di presentare tanti emendamenti, ma non li abbiamo presentati.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

In ogni caso, riconoscendo che da parte del Consiglio si riesce comunque a portare a termine questo provvedimento, io chiederei di mantenere il provvedimento così come licenziato dalla Commissione. Chiedo al Capogruppo Gallarini e agli altri Capigruppo se possono ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Sono disposto, come penso anche coloro che hanno firmato l'emendamento a ritirarlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto per dichiarazione di voto.



RUBATTO Pier Luigi

Presidente, Assessore, la grave situazione di disagio che versano alcuni quartieri dell'ATC sia della provincia di Torino che di altre Province non mi permettono di dare il mio voto favorevole a questa proposta di deliberazione. Ci sono situazioni gravissime che perdurano da anni situazioni che devono essere sanate, situazioni che non so se dipendono dai direttori o da chi, ma ci sono situazioni di gravità eccessiva, in molti quartieri delle case di edilizia popolare. Per questo io, per non dare il voto contrario alla deliberazione e anche per essere allineato alla maggioranza mi asterrò sulla votazione della deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ovviamente, essendo stati respinti i nostri emendamenti, che cercavano di correggere la deliberazione, il nostro voto non può che essere contrario. Riteniamo di trovarci di fronte ad una situazione scandalosa determinata soprattutto dalla legge n. 51 e dal modo in cui è stata applicata la stessa.
All'origine della discussione c'è il fatto che la legge n. 51 è stata applicata nel modo peggiore, senza tener conto delle differenze, mettendo tutti sullo stesso piano, creando, quindi, le premesse per una sua generalizzazione. E' vero che tra l'ATC di Asti e quella di Torino ci sono delle differenze, ma tra l'ATC di Asti e molte strutture che sono già alcune delle strutture che sono in Regione. In fondo, non c'è differenza.
Di questo è responsabile l'Assessore Burzi ...



(L'Assessore Burzi ride)



PAPANDREA Rocco

Certo, perché bisogna prendersi gli onori, ma anche gli oneri! Chi ha deciso di parlare di meritocrazia, di raggiungimento dei criteri, e poi di fissare da subito in modo generalizzato quel tipo di applicazione è la Giunta, l'Assessore Burzi in particolare! Credo siano loro i principali responsabili.
Detto questo, così come abbiamo fatto per tutte le altre strutture, noi non riteniamo che si possa perseverare nell'errore e quindi quando ci troveremo, come ci siamo trovati adesso, di fronte a provvedimenti di questo genere, quando discuteremo dell'Agenzia del lavoro e di altre strutture come questa, noi entreremo nel merito di ciascuna struttura e non accettiamo l'estensione di un modo per di più arbitrario di aver applicato la legge 51 ed è per questo che votiamo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il mio Gruppo voterà contro questa deliberazione che senz'altro va inquadrata nell'alveo delle scelte sbagliate per impostazione, contenute nella legge 51, e sbagliate per applicazione da parte della Giunta regionale che da quel momento, dal punto di vista del rapporto tra lavoro svolto e corrispettivo economico, si è comportata nel modo peggiore possibile: non scegliendo, non individuando dei criteri, ma semplicemente erogando degli incrementi di retribuzione non collegati ad un'analisi puntuale e precisa di ogni situazione.
Questo è l'ambito entro il quale si inserisce anche questo provvedimento che non è diverso da altri che pure non hanno avuto pari attenzione. Questa stessa attenzione avrebbe dovuto essere rivolta al momento della legge 51 o in altre occasioni ancora più lampanti (recentemente è stato applicato lo stesso criterio ad una responsabilità relativa alla direzione dell'IRES sulla quale non mi sembra ci siano state parole in quest'aula, o poche parole in quest'aula, non così tante).
Ci troviamo dentro un ambito nel quale non ci riconosciamo, che critichiamo e quindi voteremo contro, anche se - devo dire - certi livelli di responsabilità nell'ambito delle ATC, prima fra tutte quella di Torino non mi pare siano livelli da trascurare in un quadro di riforma e riconoscimento retributivo.
Il nostro Gruppo non ha presentato emendamenti per omogeneità di comportamento con altre situazioni; da parte del nostro Gruppo non c'è un'indicazione di demerito di principio da parte del ruolo dei diretti dell'ATC, in particolare di quelle che hanno molti problemi da gestire. Si tratta di ruoli difficili, senz'altro apicali, molto pesanti da gestire nell'ambito dei quali, a mio modo di vedere, dovrebbero essere segnati dei punti di favore, dei punti di riconoscimento. Viceversa l'appiattimento che la Giunta regionale ha compiuto in questi anni non consente neppure di riconoscere ciò che certe funzioni, a mio modo di vedere, sarebbe giusto avessero riconosciuto.
Per questi motivi noi votiamo contro questa deliberazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

La deliberazione che arriva oggi in aula è un provvedimento che abbiamo più volte visto all'o.d.g. della Commissione ed esaminato con tempi direi anche molto lunghi. Quindi è assolutamente un fatto importante che arrivi in aula oggi, anche se con le posizioni differenziate e le osservazioni che molti colleghi, in particolare dell'opposizione, hanno voluto esprimere in aula e che erano già state espresse in sede di Commissione.
Per quanto ci riguarda, in modo molto realistico rispetto a questa proposta di deliberazione, riteniamo che un adeguamento alla legge 51 sull'organizzazione degli uffici e sull'ordinamento del personale regionale, nonché agli artt. 10 e 11 della legge regionale n. 11 per quanto riguarda le ATC, sia un atto importante e dovuto.
Debbo poi dire che avendo noi, attraverso la Commissione, anche consultato le varie ATC del Piemonte ed avendo preso direttamente contatto con i problemi lì aperti, al di là dei ritardi con cui arriviamo a discutere questa normativa, abbiamo potuto riconoscere - lo diceva anche il collega Chiezzi, pur mantenendo il suo voto contrario in questa direzione la necessità di una differenziazione tra la situazione dell'ATC della Provincia di Torino e quelle delle Province di Alessandria, di Asti, di Cuneo e di Novara, consentendo attraverso la seconda parte della deliberazione di fissare, pur nell'ambito di una discrezionalità piena dei rispettivi Consigli di amministrazione e ovviamente dei limiti di bilancio i tetti delle retribuzioni massime ammissibili.
Riteniamo che questa differenziazione, in particolare tra la situazione torinese e le altre, sia un fatto importante per creare diverse opportunità di funzionamento e funzionalità delle strutture, anche per le diverse attribuzioni, i diversi compiti e diversi carichi di responsabilità che lì insistono.
Ricordando quindi che è un provvedimento che giace da lungo tempo, che poteva arrivare prima al conclusivo esame della Commissione così come dell'aula; riconoscendo che questo provvedimento nasce da un'esigenza reale e che sulla base di questa proposta è stato instaurato ed istituito un rapporto con le ATC piemontesi, sulla proposta di deliberazione n. 646 il nostro Gruppo esprimerà voto favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola per dichiarazione di voto, pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 32 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

A questo punto credo che possiamo passare all'esame degli ordini del giorno.



CHIEZZI Giuseppe

Domani cosa si fa?



PRESIDENTE

Domani c'è il dibattito sulla sanità. Io proporrei, colgo l'occasione per dirlo, che domani, dato che ci sono i funerali di un ex collega, ci fosse una rappresentanza, ma chiederei, pur volendo avere la massima attenzione nei confronti del collega scomparso, che si faccia lavoro d'aula anche al mattino. Una delegazione del Consiglio regionale, ho già chiesto alla cortesia di due componenti dell'Ufficio di Presidenza di essere presenti, può essere presente con il gonfalone ed io la commemorazione la farei alla ripresa dei lavori pomeridiani. Questa è una proposta, ma sono ovviamente attento alle indicazioni che perverranno.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Io sono d'accordo con la proposta. Chiederei anche, signor Presidente di precisare, visto che domani mattina abbiamo convocato la I Commissione alle ore 9.15 per l'esame dal punto di vista finanziario di un provvedimento dell'Assessore Botta, se dà la conferma anche su questo, così almeno tutti lo sanno.



PRESIDENTE

La Commissione è stata convocata, credo allora che potremmo dare inizio ai lavori del Consiglio un pochino più tardi, alle 10.30. Se questa proposta trova d'accordo l'aula possiamo fare così; io comunque la commemorazione la farò al pomeriggio in modo che ci sia il plenum dell'aula.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 1104 inerente a: "Situazione Beloit"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1104, presentato dai Consiglieri Pazé, Riba, Saitta, Spagnuolo, Bortolin, Chiezzi, Gallarini Ghiglia, Cotto, Angeleri, Ferrero, Papandrea di cui al punto 69) all'o.d.g.
Non essendoci richieste d'intervento, pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che la Beloit Italia, con sede a Pinerolo, è un'industria leader nella produzione di macchine per cartiere e facente parte della Beloit Corporation (industria multinazionale con sede in Beloit, USA) che la medesima ditta ha comunicato il 22 ottobre ai sindacati la decisione di chiudere l'attività, licenziando tutti i 430 addetti verificato che tale decisione vanifica tutte le azioni del governo per trovare una soluzione positiva alla crisi produttiva dell'azienda prendendo in considerazione l'intervento di Itainvest con un progetto di rilancio produttivo, per la quale era stato costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un gruppo di lavoro interministeriale considerato che tale decisione esautora di fatto il management italiano che stava realizzando il rilancio produttivo dell'azienda con concreti progetti di investimenti che la decisione di affidare le procedure di licenziamento collettivo e della messa in mobilità dei lavoratori pregiudica il buon andamento delle relazioni sindacali per una positiva soluzione della crisi produttiva esprime la propria solidarietà ai lavoratori e ai dirigenti dell'azienda ritenendo che non debba essere disperso il patrimonio tecnologico presente nella Beloit Italia impegna la Giunta regionale ad assumere iniziative presso i Ministeri di competenza per salvaguardare l'occupazione e per mantenere questa realtà produttiva importante per il sistema industriale in Piemonte e l'Assessorato regionale ad individuare con i soggetti sindacali una soluzione per mantenere l'attività e l'occupazione." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordini del giorno n. 1100 inerente a: "Ventilata chiusura dello stabilimento cartario di Villanovetta di Verzuolo (CN) di proprietà della multinazionale americana Kimberly-Clark" e n. 1111 inerente a: "Crisi della Kimberly-Clark"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1100, presentato dal Consigliere Dutto e n. 1111 presentato dai Consiglieri Riba, Peano Montabone, Rossi, Bortolin, Toselli, Casoni, Dutto, Spagnuolo, Chiezzi.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Eravamo d'accordo che il primo veniva ritirato, in quanto anch'io ho sottoscritto il secondo per avere un documento unitario.



PRESIDENTE

Allora l'ordine del giorno n. 1100 lo considero ritirato.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 1111, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte con riferimento alla situazione di crisi della Kimberly Clark, che ha comunicato l'intenzione di chiusura dello stabilimento di Villanovetta (Verzuolo) con la perdita di 200 posti di lavoro rilevato che lo stabilimento si trova in zona già dichiarata svantaggiata ed inclusa dalla Regione nei territori inseriti nel nuovo obiettivo 2 visto il comunicato del comitato di crisi a firma dei Sindaci di Verzuolo Costigliole, Manta, Piasco, Venusco, delle organizzazioni sindacali territoriali e di categoria dichiara di condividere le richieste poste dal suddetto comitato e precisamente: 1) il ritiro della decisione di chiusura già formalizzata 2) il rispetto, da parte della Kimberly Clark Italia, dell'accordo sottoscritto in sede ministeriale con le Organizzazioni sindacali di categoria del mese di dicembre 1998, con il quale veniva assicurata la continuità dell'attività produttiva a Villanovetta 3) il sollecito intervento del governo, per tramite dei Ministeri del Lavoro e dell'Industria, teso a far rispettare l'accordo sopra richiamato anche in considerazione dei sostegni pubblici goduti dal Gruppo negli anni 4) l'intervento di tutto le forze Politiche, Istituzionali, Economiche e Sociali a sostegno di questi obiettivi, mettendo in campo tutte le iniziative finalizzate al mantenimento dell'unità produttiva di Villanovetta impegna la Giunta regionale a farsi parte attiva, insieme alle Istituzioni locali ed ai lavoratori, per la ricerca di soluzioni che possano evitare la chiusura dello stabilimento e la conseguente perdita di occupazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esami ordini del giorno n. 781 inerente a: "Problematiche occupazionali all'ILVA" e n. 739 inerente a: "Situazione gruppo ILVA" (collegate interrogazioni n. 975 e n. 1903)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 781, presentato dai Consiglieri Spagnuolo, Montabone, Marengo, Cavaliere, Pazé e Saitta, e n.
739, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Simonetti e Papandrea, di cui al punto 71) all'o.d.g.
Possiamo considerare superato l'ordine del giorno? Mi risulta che sull'ILVA, Consigliere Chiezzi, ci sia un piano annunciato di chiusura toglierei solo la parte finale, perché a distanza di anni mi sembra superata: "di impegnarsi di concerto con il Governo e le istituzioni interessate quali la Provincia di Torino e il Comune di Torino, affinché vengano messe in atto tutte le iniziative necessarie per scongiurare la chiusura dello stabilimento ed il conseguente licenziamento dei 320 lavoratori e lavoratrici di Torino e dei 30 in mobilità a Novi di chiedere al Governo di far rispettare tutti gli accordi e gli impegni presi tra lo Stato e le Aziende privatizzate per ciò che riguarda la garanzia della continuità produttiva ed il mantenimento dei livelli occupazionali di inviare codesto o.d.g. al Presidente del Consiglio ed al Ministero dell'Industria".



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ci sono due ordini del giorno:. quello a firma Chiezzi, Moro, Simonetti e Papandrea, ed uno a firma Spagnuolo, Montabone, Marengo, Saitta, Pazè e Cavaliere. Posso considerare, sommando le firme, che l'ordine del giorno 781, riassuma la volontà dell'intero Consiglio, perché affronta l'argomento da un punto di vista più generale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Va bene: li pongo in votazione entrambi.
Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 739, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Simonetti e Papandrea, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale appreso che è aperta ormai da mesi la vicenda che riguarda la decisione annunciata dai responsabili del Gruppo RIVA alle RSU di procedere alla dismissione dello stabilimento ILVA di Corso Regina a Torino mettendo a rischio di licenziamento, entro il 1998, ben 320 dipendenti l'ILVA rappresenta una delle più grandi realtà produttive di Torino ed importante azienda siderurgica piemontese considerato che da mesi ormai i lavoratori dell'ILVA si stanno mobilitando con manifestazioni, scioperi e cortei per scongiurare la chiusura dello stabilimento e la conseguente perdita di 320 posti di lavoro nonché il licenziamento di 30 dipendenti dello stabilimento Novi se non si interviene con tempestività i 30 dipendenti dello stabilimento ILVA di Novi rischiano il licenziamento essendo concluso il periodo di mobilita in cui erano stati collocati ritenuto che l'impegno delle istituzioni, ad ogni livello, deve essere quello di intervenire a favore dell'occupazione mettendo in atto tutti quei meccanismi che scongiurino la chiusura di realtà importanti come l'ILVA un atteggiamento di indifferenza e di superficialità da parte della Regione, su tali temi, rischierebbe di screditare non solo il ruolo dell'esecutivo ma quello dell'intero Consiglio regionale e delle forze politiche e sociali rappresentate il rischio di chiusura riguarda un'Azienda pubblica successivamente privatizzata senza aver avuto sufficienti garanzie per i lavoratori addetti e per la prosecuzione dell'attività produttiva all'atto della cessione e che situazioni di questo genere si sono già verificate in altri stabilimenti di proprietà pubblica poi privatizzati, e ciò dimostra l'inconsistenza delle promesse ed assicurazioni che venivano fornite ai lavoratori ed al paese nel momento in cui venivano avviate tali cessioni Preoccupati che essendo lo stabilimento ILVA di Torino strettamente legato nella produzione con la FIAT di Rivalta e Mirafiori per la produzione svolta, essendone i principali clienti, questa annunciata chiusura se attuata, potrebbe determinare conseguenze ancora più gravi della già pesante riduzione di posti lavoro e determinare un primo passo verso lo smantellamento di altre realtà produttive non meno importanti un imprenditore decida di chiudere uno stabilimento sulla scorta di forti utili d'azienda registrati nell'ultimo anno, senza offrire alcuna alternativa occupazionale esprime la propria solidarietà ai lavoratori ILVA e il proprio sostegno alla lotta intrapresa in difesa del loro posto di lavoro impegna il Presidente e la Giunta regionale ad intervenire nei confronti del Gruppo Riva affinché non venga attuato il piano annunciato di chiusura dello stabilimento ILVA di Torino di impegnarsi, di concerto con il Governo e le istruzioni interessate quali la Provincia di Torino e il Comune di Torino, affinché vengano messe in atto tutte le iniziative necessarie per scongiurare la chiusura dello stabilimento ed il conseguente licenziamento dei 320 lavoratori e lavoratrici di Torino e dei 30 in mobilita a Novi di chiedere al Governo di far rispettare tutti gli accordi e gli impegni presi tra lo Stato e le Aziende privatizzate per ciò che riguarda la garanzia della continuità produttiva e il mantenimento dei livelli occupazionali di inviare codesto ordine del giorno al Presidente del Consiglio e al Ministero dell'Industria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 9 voti favorevoli e 26 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 781 a firma Spagnuolo Montabone, Marengo, Cavaliere, Pazé e Saitta, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale appresa la notizia dello smantellamento dell'impianto di elettrozincatura dello Stabilimento ex Ilva di Torino, dimissione che determinerebbe la perdita di 320 posti di lavoro con gravissime ripercussioni sulle famiglie dei lavoratori, nonché sulla situazione occupazionale della nostra città e della nostra regione considerato che le OO.SS. nell'incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri, ieri in visita a Torino, hanno rappresentato le preoccupazioni dei lavoratori ed hanno spiegato che Ilp é uno stabilimento sano ed in attivo tenuto conto che a livello nazionale la trattativa è bloccata in attesa di poter discutere l'intero "piano Ilp" e considerato l'impegno assunto dal Presidente del Consiglio dei Ministri alla fine dell'incontro di ieri impegna la Giunta regionale a voler sollecitare Il Ministro dell'industria affinché venga esaminato in tempi rapidissimi il piano industriale dell'Ilp, oggi fortemente disatteso a voler impegnare il Governo affinché vengano date al Piemonte precise garanzie sul mantenimento occupazionale soprattutto di quelle maestranze non facilmente ricollocabili".
Chi è favorevole, è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Restano assorbite le interrogazioni collegate n. 975 "Crisi stabilimento ILVA" presentata dai Consiglieri Foco e Marengo e la n. 1903 "Notizia di stampa inerente la chiusura entro il 1998 dello stabilimento ILP, ex ILVA - Provvedimenti", presentata dai Consiglieri Angeli e Spagnuolo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 573 inerente a: "Crisi occupazionale alla Valeo di Pianezza"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 573, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 72) all'o.d.g.
Chiedo al Consigliere Chiezzi se la situazione, e pertanto la vostra posizione politica, è ancora attuale.



CHIEZZI Giuseppe

Sì.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 573, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte venuto a conoscenza della decisione della multinazionale Valeo di chiudere lo stabilimento di Pianezza, che produce radiatori per auto considerato che tale decisione comporta la soppressione di 254 posti di lavoro e la ricollocazione di alcuni lavoratori in altri stabilimenti del gruppo, con gravissimi disagi e con la prospettiva, per almeno 147 di loro, del licenziamento, una volta conclusa la mobilità questa nuova crisi occupazionale colpisce l'area Ovest di Torino, dove già la disoccupazione è la più alta della regione e dimostra, una volta di più, la precarietà della ripresa legata agli incentivi nella rottamazione esprime la propria solidarietà nei confronti dei lavoratori colpiti dalla perdita del posto di lavoro ed alle loro famiglie la propria preoccupazione per il permanere e l'aggravarsi della crisi occupazionale del Piemonte ed in particolare della zona Ovest del capoluogo impegna la Giunta regionale ad un tempestivo intervento volto a scongiurare la chiusura dello stabilimento Valeo di Pianezza a porre al centro della propria attività l'elaborazione di un piano straordinario per il rilancio occupazionale della Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 8 voti favorevoli e 26 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 408 inerente a: "Piano di rioccupazione dei lavoratori della ditta Viberti"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 408, presentato dai Consiglieri Masaracchio e Ghiglia, di cui al punto 73) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Considerato che presso la Regione Piemonte è stato sottoscritto l'accordo sindacale il 29/07/1996 per la riassunzione dei lavoratori VIBERTI posti in mobilità dalla Curatela fallimentare il programma industriale di rilancio dell'azienda posto a base dell'accordo prevedeva la ripresa delle produzioni nel mese di settembre con un organico crescente fino a 120 dipendenti entro la fine dell'anno in corso. Poi, in relazione al progressivo recupero del mercato, l'organico era previsto ad almeno 220 dipendenti entro il 1997, con significativi incrementi nel corso del 1998 e del 1999 fino al riassorbimento dei 360 lavoratori posti in mobilità dal Curatore fallimentare gli adempimenti burocratici, il ripristino dello stabilimento, la riparazione dei tetti, la riattivazione e messa a norma di impianti l'omologazione dei modelli hanno ritardato il piano industriale dell'azienda ed il conseguente programmato riassorbimento di manodopera ritiene che la conseguenza di questo evento non possa essere la scopertura salariale dei lavoratori per l'uscita delle fasce temporali previste, per l'indennità di mobilità dalla legge 223/91 dà quindi mandato alla Giunta di: promuovere presso il Governo ed il Parlamento ogni iniziativa utile per mantenere l'indennità di mobilità per tutti i lavoratori in attesa del riassorbimento concertare, nell'attesa degli sviluppi a livello nazionale, con i Comuni ogni progettualità utile (lavori socialmente utili) atti a mantenere comunque ai lavoratori una garanzia di reddito convocare entro il mese di gennaio l'Azienda e le OO.SS. per verificare il piano di rioccupazione e di riqualificazione professionale del personale per renderlo il più possibile sincrono con le scadenze di mobilità".
La parola al Vicepresidente Masaracchio, che interviene come Consigliere.



MASARACCHIO Antonino

Chiedo che l'ordine del giorno venga ritirato, perché si tratta di un provvedimento presentato addirittura nel gennaio 1997. Nel frattempo sono intervenuti tutti quei rapporti, anche di ordine sindacale, per cui diventa inattuale la richiesta contenuta nello stesso.



PRESIDENTE

Pertanto, l'ordine del giorno viene ritirato.


Argomento: Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 716 inerente a: "Vendita del quotidiano sportivo torinese 'Tuttosport'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 716, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 74) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso che il quotidiano torinese Tuttosport è stato acquisito dalla famiglia romana Amodei, già proprietaria del Corriere dello Sport-Stadio tale operazione vede protagonista una testata storica del mondo dello sport torinese e piemontese che, in oltre cinquant'anni di vita e cioè dal lontano 1946, quando venne fondata da Renato Casalbore, è sempre stata diretta dai più celebri giornalisti piemontesi considerato che esiste la possibilità che la nuova proprietà trasformi la testata torinese in una specie di succursale del Corriere dello Sport-Stadio, come è avvenuto proprio nel caso del quotidiano sportivo Stadio considerato che gli impegni assunti dalle nuove proprietà relativamente al mantenimento degli attuali livelli occupazionali e alla prevista autonomia redazionale insieme alla salvaguardia della testata nella continuità storico-territoriale non risultano sufficienti per considerare chiusa la vicenda è stata denunciata, su diversi giornali locali, l'assenza della Regione Piemonte e di altre istituzioni su questa vicenda che ha coinvolto emotivamente molti appassionati sportivi e piemontesi osservato che la vendita del quotidiano Tuttosport ad una famiglia romana non è certo una garanzia e non potrà non influenzare le scelte che avranno luogo a Seul nel 1999, quando si dovrà decidere sulla sede delle Olimpiadi invernali del 2006 impegna il Presidente e la Giunta regionale a farsi promotori di una vasta azione tesa a salvaguardare la presenza di Tuttosport a Torino, mobilitando tutte le forze direttamente interessate a relazionare al Consiglio regionale sulle iniziative che s'intendono avviare".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 8 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 27 Consiglieri).


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordini del giorno n. 722 inerente a: "Eventuale provvedimento legislativo del Governo per la riduzione dell'orario di lavoro" e n. 730 inerente a: "Orario di lavoro 35 ore settimanali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 722, presentato dai Consiglieri Gallarini, Cotto, Ghiglia e Angeleri, e n. 730, presentato dai Consiglieri Ghiglia, Griffini, Mancuso, Salerno e Casoni, di cui al punto 75) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Intervengo perché ritengo che questo ordine del giorno abbia delle caratteristiche diverse da quelle dei provvedimenti precedenti. Essi si riferivano a crisi aziendali, in gran parte - tra l'altro - superate o comunque con condizioni diverse da quella attuale.
Questo provvedimento interviene, invece, su un fatto che purtroppo è superato, in quanto il Governo ha dato ascolto, pur non avendolo mai ricevuto, a questo ordine del giorno e non ha, quindi, emanato una legge sulla riduzione dell'orario di lavoro.
Per quanto riguarda la tematica del provvedimento, non è superata, ma attuale.
Per questo motivo, ritengo che gli ordini del giorno che hanno un contenuto riguardante le politiche occupazionali dovrebbero essere discussi insieme e con il tempo necessario. Invece, sul tema specifico apriamo un dibattito: non è che le tematiche occupazionali e le politiche dell'occupazione si possono discutere e votare in tre minuti!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi riconosco nell'intervento del Consigliere Papandrea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Noi riteniamo che ci sia il tempo per discutere, anche in maniera approfondita l'ordine del giorno. Se si dice "sgrossiamo" gli ordini del giorni, gli ordini del giorno hanno tutti uguale dignità; il tema è importante ed è ancora di assoluta attualità.
Pertanto noi riteniamo che si possa discutere tranquillamente discutere il documento, anzi, si deve procedere su questo ordine del giorno.
Chiaramente, se non si procede su questo ordine del giorno, noi non potremmo dare l'avallo sugli altri ordini del giorno: non si possono non affrontare le questioni solo perché diventano in qualche modo scomode per qualcuno.



PRESIDENTE

D'altra parte avevamo detto di seguire rigidamente l'o.d.g.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

In sostanza si tratta di due ordini del giorno: il n. 730 e il n. 722.
Non voglio qui avviare una lunga discussione di merito, francamente mi sembra estemporanea trattandosi di una materia che è destituita di ogni attualità, in quanto al momento della presentazione era in corso un dibattito su un fatto politico incombente, oggi può essere un dibattito alla memoria di quel passaggio politico, oppure a futura memoria.
Dovendo discutere nel merito della proposta di ordine del giorno ritengo che, per diversi motivi, il Consiglio regionale non dovrebbe aderire alla proposta formulata. E' legittima, forse anche opportuna, una discussione sulla materia, ma ritengo che nell'ambito di un dibattito mirato alle questioni del lavoro avremmo avuto gli elementi, l'attenzione e, di conseguenza, una reale presa di posizione da parte del Consiglio.
Oggi gli interessati riceveranno questo ordine del giorno e verrà ovviamente, acquisito agli atti, per cui, forse, era opportuno soprassedere, anche se, ripeto, è legittimo che gli interessati ne chiedano la discussione.
Regolare la materia del lavoro, dal punto di vista delle determinazioni legislative, è perfettamente legittimo.
L'aver posto il problema di una regolamentazione dell'orario attraverso una normativa legislativa, è nelle competenze di regolamento e di intervento nell'ambito del complessissimo mercato del lavoro. Su questo argomento non sono un esperto, quindi chiedo scusa ai colleghi anche del mio Gruppo, ben più esperti di me, che si occupano in particolare della materia, come il Consigliere Orrù che sarebbero stati presenti se avessimo saputo che avremmo discusso tale materia. Tuttavia, pur nei limiti della mia competenza, sono in grado di riproporre la questione di una piena legittimità di una proposta di questo genere da parte del governo soprattutto nell'ambito di un dibattito della Comunità europea che ha trovato, in varia misura, gradi di accoglienza diversificati a seconda dei Paesi, delle culture a delle situazioni.
Nel nostro Paese la situazione posta è stata, al momento del dibattito superata, ciò non toglie la sua piena legittimità.
Dal punto di vista del merito e dell'intervento da parte del Consiglio regionale è sempre legittimo che un'istituzione affronti in proprio una discussione che riguarda una competenza dello Stato nazionale; in questo caso c'era la necessità, da parte dei colleghi della maggioranza che hanno posto il problema, di segnalare la propria posizione. Si era inteso dare un contenuto ideologico ad una questione che, invece, era di natura strettamente organizzativa del mercato del lavoro e non atteneva assolutamente al superamento delle acquisite e pacifiche libertà nella reciproca sfera di competenza dell'impresa, del lavoro, delle organizzazioni sindacale.
La mia parte politica sostenne anche che la procedura atteneva prima di tutto ad un progetto di contrattazione tra le forze, le rappresentanze del lavoro e le rappresentanze imprenditoriali. Su questo punto, ora per allora, si può dire che esisteva un ampio dibattito, non era in corso però, un'imminente operazione di una normativa che in qualche maniera fornisse non i principi costituzionali, bensì le prerogative della trattativa tra forze del lavoro e forze delle imprese, cioè tra forze dell'economia intese come rappresentanze dei lavoratori da un lato e rappresentanze delle imprese dall'altro. La questione a quel tempo non fu composta, rimane sicuramente uno degli elementi aperti nell'ambito dell'organizzazione dei rapporti di lavoro all'interno del nostro Paese.
L'assumere oggi posizione da parte del nostro Consiglio regionale, mi sembra - lo dico con rispetto, non c'è alcuna volontà di essere aggressivo con questa affermazione - di più una concessione ideologica ad un'esigenza di natura strettamente politica che non il posizionarsi del nostro Consiglio regionale sul merito della materia. Il mio stesso intervento, del tutto affrettato e sommario, non è sufficiente ad esprimere la proposta della mia parte politica, ma dovevo intervenire se si vuole effettivamente procedere all'approvazione o alla discussione di questo ordine del giorno.
Esprimo, pertanto il voto contrario del Gruppo DS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi sembra utile impiegare un po' di tempo per discutere questo ordine del giorno perché pone un problema che rimane attuale nei rapporti economici sia a livello italiano che a livello europeo. Il tema della riduzione dell'orario del lavoro è un tema in discussione, è un tema che il mio Partito ritiene si debba governare anche con una legge. Noi non pensiamo che sulla riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore si possano costruire dei totem attorno ai quali far ruotare un assetto di maggioranza ma riteniamo che la riduzione dell'orario di lavoro possa essere utilmente un obiettivo da raggiungere anche con strumenti legislativi: ci sono altre esperienze in Europa che lo dimostrano. Di per sé non pensiamo che la parola d'ordine delle 35 ore da sola e slegata da un contesto internazionale possa essere l'elemento risolutivo delle crisi economiche questo secondo me sarebbe pura demagogia. E' certo, invece, che il tema delle 35 ore può rientrare, secondo il modo di vedere del Gruppo che rappresento, tra gli impegni che una coalizione di centrosinistra pu assumere.
Il modo in cui siamo costretti ad effettuare il dibattito, che accetto non mi consente che di esprimere contrarietà alla posizione - della destra che ovviamente è contraria a sollevare i lavoratori, per legge, da condizioni di lavoro troppo onerose, non me ne stupisco, quindi fino a qui è semplice: voteremo contro questo ordine del giorno.
Questa modalità di votazione non consente ovviamente, nel giro di pochi minuti, di esprimere come desidereremmo una posizione sull'orario di lavoro che fosse rappresentativa di un lavoro di coalizione di discussione. Questo non possiamo farlo in dieci minuti, anche perché è un tema complesso e sul quale una coalizione seria per mettere a punto una presa di posizione, sia pure politica di un Consiglio regionale, dovrebbe avere un po' di tempo a disposizione.
Quindi voteremo contro l'ordine del giorno; auspichiamo che su questo tema ci siano le condizioni per poterci ritornare in modo più dialettico anche tra maggioranza e opposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Il motivo per cui questi ordini del giorno erano stati presentati era l'esistenza, all'epoca, della proposta di cui Rifondazione comunista era portatrice di introdurre per legge la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore. Purtroppo questo non è avvenuto ed è tra l'altro una delle cause che ha portato alla rottura dell'accordo che legava Rifondazione comunista con il Governo e quindi la nostra uscita dalla maggioranza. Da questo punto di vista quindi questo ordine del giorno non ha senso, nel senso che purtroppo quanto veniva richiesto non si è verificato.
Questi ordini del giorno però contengono anche dei giudizi sulle politiche industriali, a mio avviso frutto di pregiudizi e di ignoranza dei fatti. Prima di tutto, quando si paventa che la riduzione dell'orario depaupererebbe il Paese e creerebbe la distruzione delle aziende non si tiene conto di quanto è avvenuto: cioè il nostro Paese oggi è tra gli ultimi a difendere le 40 ore. Siamo entrati in Europa, tutti i Paesi del Nord sono da tempo intorno alle 35 ore: la Francia ci sta arrivando, c'è stata una legge che ha favorito gli accordi. Dopo la legge, in Francia sono stati raggiunti migliaia di accordi sulla riduzione d'orario, esattamente quello che proponevamo noi. Noi dicevamo "senza legge non si farà contrattazione"; l'esempio ne è la prova. Cioè nell'anno precedente all'entrata in vigore della legge che sarà tra qualche mese, quasi tutte le grandi aziende e moltissime piccole e medie aziende hanno fatto gli accordi che comportano aumento di occupazione. Negli accordi si prevede la riduzione dell'orario accompagnata da aumento dell'occupazione.
Sono favole quelle che dicono che c'è una fuga perché negli ultimi tempi è successo che la Mercedes che ha sede in Germania ha comprato una serie di aziende automobilistiche all'estero; è successo che la Volkswagen che ha sede in Germania ha comprato una serie di aziende automobilistiche all'estero; è successo che la Renault ha comprato la Nissan, un'industria automobilistica giapponese. In Germania il settore metalmeccanico, che è quello che prima di tutti è arrivato alle 35 ore, attualmente ha quasi tre milioni di occupati e il settore dell'auto ne ha 700.000.
Questo per dire che la paventata fuga delle aziende dai Paesi in cui si introduce la riduzione d'orario rimane scritto sulla carta di chi scrive questi articoli, ma non ha nessun legame con i fatti! I Paesi che ho citato hanno semmai avuto la capacità di individuare la competitività delle loro aziende in un altro modo e tra l'altro mi sembra che non siano meno competitivi di noi. Semmai il nostro Paese, che ha fatto del costo del lavoro l'elemento essenziale della competitività è quello che si trova peggio; è quello che ha visto l'industria metalmeccanica più in crisi e per esempio l'asse portante di questa industria, che è l'automobile, nettamente impoverito, nettamente più debole e con il fatto che sicuramente non è in prospettiva che la FIAT possa comprare la Mercedes, mentre potrebbe essere realistico che nel prossimo periodo avvenga esattamente il contrario: cioè che un'industria che ha sede e ha la stragrande maggioranza dei suoi addetti che lavorano in Germania con stipendi più alti, con un orario di lavoro più basso e con un provvedimento che sarà preso tra poco che li porterà a un abbassamento dell'età pensionistica, sono le industrie più forti! Sono quindi veramente delle frottole quando si dice che se si introduce la riduzione d'orario c'è la fuga delle aziende! Non è vero perché gli elementi della competitività delle aziende sono su altri elementi.
I Paesi che hanno fatto questo tipo di politica sono riusciti a difendere occupazione e allo stesso tempo mantenere la competitività.
La scorsa settimana il quotidiano francese Le monde riportava dei dati sugli effetti della legge delle 35 ore in Francia, legge che entrerà in vigore tra pochi mesi (sono entrati in vigore solo una serie di accordi): nel mese di ottobre c'è stata la creazione di 83.000 posti di lavoro stabili: 83.000 posti di lavoro stabili! Non i famosi lavori "inglesi" perché si porta spesso l'esempio inglese e americano come esempio di sviluppo diverso. Io sfido chiunque sia ragionevole a dire che in questi anni in Inghilterra il settore industriale si è rafforzato di più che in Germania o Francia, perché anche lì posso fare l'elenco dei gruppi industriali che sono stati assorbiti da gruppi industriali tedeschi o francesi e non il contrario. I posti di lavoro creati in Inghilterra sono posti di lavoro da fame! Queste sono statistiche che si trovano dappertutto. C'è un buon 10-15% di lavoratori che è vero che non sono più secondo le statistiche, disoccupati perché sono lavoratori che lavorano magari 15-20 ore al mese, perché in Inghilterra basta questo per non essere considerati disoccupati, ma è gente che comunque è alla fame! E' nelle condizioni di quelli che noi e altri considerano dei disoccupati. Io credo che quello non sia il modello di sviluppo da prendere a esempio. Il modello di sviluppo basato sulla flessibilità e il peggioramento delle condizioni di lavoro non portano a un aumento dei posti di lavoro e non portano neanche a un rilancio dell'economia, perché se noi guardiamo negli ultimi due o tre anni quali sono i Paesi che hanno avuto un trend di sviluppo economico più consistente, di percentuale di incremento del prodotto interno lordo del Paese stesso, dobbiamo andare di nuovo a guardare la Francia e la Germania, ma non sicuramente né l'Italia né l'Inghilterra. Per questo io credo che sia un peccato che si voglia discutere in modo così sintetico di tematiche legate all'occupazione perché richiederebbero proprio per la drammaticità del problema, più tempo e più serietà nella discussione, però avendo un ordine del giorno di fronte lo discutiamo e diciamo, anche se sinteticamente, quello che pensiamo. Credo però che chi propone un ordine del giorno di questo genere non faccia un buon servizio né al Paese né al suo sviluppo economico e sposi il punto di vista degli industriali italiani miopi che in questi anni, con la loro difesa a oltranza dell'elemento 'costo del lavoro' come l'unico elemento su cui intervenire, hanno sicuramente favorito l'indebolimento del nostro sistema industriale.
Io credo invece che abbiamo concretamente la possibilità di abbinare difesa dei diritti e miglioramento delle condizioni di lavoro come elementi che oltre a garantire la difesa dell'occupazione e il miglioramento delle condizione di lavoro e di vita, sono anche elemento di sviluppo dell'economia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Inizio anch'io osservando, come hanno rilevato altri colleghi, che relativamente a questi due ordini del giorno, ci sia una prima questione di ordine temporale, che rende il dispositivo di entrambi, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 730 e l'ordine del giorno di cui è il primo firmatario il Collega Gallarini, senz'altro superato dagli avvenimenti successivi, perché nel dispositivo si fa riferimento ancora alla regolamentazione possibile per legge delle 35 ore, ed alla necessità di rivolgere un invito al Parlamento, o di assumere ulteriori più o meno consistenti iniziative, perché questa regolamentazione per legge della riduzione dell'orario a 35 ore, sostanzialmente non avvenga.
La scelta che poi è stata operata a livello nazionale è una scelta diversa da quella prospettata in questi dispositivi, perché il dibattito sulla legge è un dibattito che c'è stato, che ha coinvolto non solo il Parlamento, la Camera ed il Senato, ma ha coinvolto in modo importante protagonisti, forze e parti sociali all'interno del nostro Paese, non solo strettamente le Organizzazioni Sindacali e la Confindustria, ma anche altre importanti organizzazioni di categoria del lavoro autonomo ed altre organizzazioni. Penso ad alcune importanti organizzazioni femminili che sulla questione della riduzione dell'orario di lavoro, avevano fatto una loro proposta che riguardava non solo i tempi di lavoro, ma anche i tempi di vita.
La discussione, non solo parlamentare, ma avviata all'interno del Paese, ha sostanzialmente consentito un approfondimento della problematica della regolamentazione per legge della riduzione dell'orario di lavoro e ha approfondito il dibattito tra le parti sociali, scegliendo magari una strada che favorisse l'elemento di autonomia e di valorizzazione del rapporto tra le parti sociali e la loro contrattazione.
Devo dire che la questione della riduzione a 35 ore dell'orario di lavoro è una questione di grande importanza non solo per l'Italia ma anche per l'Europa, direi per tutti i Paesi industrialmente avanzati, perch come ci siamo resi conto tutti, alla fine del ciclo fordista, che aveva alcune caratteristiche rispetto all'organizzazione del lavoro, ci troviamo davanti oggi, nelle società industrialmente avanzate, ad una situazione molto particolare: non sempre l'aumento della produttività è anche aumento dell'occupazione. E la sfida in queste società la si affronta ormai anche dal punto di vista dell'innovazione e dei risultati d'innovazione, dal punto di vista tecnologico, all'interno delle imprese.
Siccome il binomio "aumento della produttività=aumento dell'occupazione, della ricchezza complessiva, e quindi successivamente aumento dei consumi", è un binomio o un trinomio che non sta più insieme potremmo anche rivedere una parte delle politiche keynesiane in questa direzione, ma è un dibattito che sarebbe difficoltoso fare adesso alle ore 18,55, dopo una lunga e faticosa giornata di Consiglio. Certamente è una questione sottesa a tutte le società avanzate, non solo in Europa; è un dibattito aperto, anche negli Stati Uniti, e del resto Modigliani ce lo ricorda spesso e volentieri.
Devo poi dire che a questa problematica della fine del ciclo fordista e della fine di questo binomio si aggiunge una serie di altre riflessioni di grande interesse, all'interno della realtà europea, ma anche della realtà italiana.
Dicevo comunque che la questione della riduzione dell'orario è stata sollecitata con autorevolezza in particolare dalle donne, anche dalle parlamentari europee, ma non solo. In tutto questo dibattito sulla riduzione dell'orario di lavoro emerge come vi possa essere una riduzione di tempo e di orario lavorativo per tutti, per liberare per tutti tempo di vita. Tempo di vita che potrebbe consentire, a uomini e donne, di esercitare non solo una funzione produttiva, in modo rigido, con il posto fisso, nello stesso luogo per tutta la vita e con le stesse caratteristiche, ma esercitare in un rapporto diverso la funzione produttiva ed anche una serie di altre funzioni relative ad altre fasi della vita, che non sono solo il tempo libero, ma anche la formazione l'accudimento dei figli e tutto quel che ne consegue. La riproduzione non è solo la riproduzione della vita, ma è la riproduzione di tante altre cose anche della formazione ed anche della cultura.
Accanto a questa, ci sono proposte di legge di grande rilievo depositate al Parlamento italiano, ma di grande interesse anche al Parlamento europeo, che riguardano le politiche dei cicli di vita. Cosa sono le politiche dei cicli di vita? Riguardano l'introduzione di una dimensione dell'orario, per cui la vita non sia rigidamente scandita in tempo della formazione fino ad una certa età, tempo del lavoro produttivo tempo della pensione, in modo che possano esserci dei momenti più flessibili: la formazione continua anche nel tempo della produzione prendendo - cosa già possibile per i docenti universitari - un anno sabbatico per fare un figlio, per fare un anno di formazione, restituendo quell'anno alla fine del fine del ciclo lavorativo, ed andando magari in pensione un anno dopo. E' un modo per non scandire così rigidamente il tempo del lavoro produttivo e della pensione, perché se andiamo a vedere i rapporti dell'IRES, ma anche ciò che il CENSIS ci consegna sulle aspettative soprattutto dei giovani, la problematica posto fisso per tutta la vita nello stesso luogo non fa più parte non solo della realtà, ma neanche delle aspettative dei giovani.
Come vedete, è un dibattito di grande complessità, che tra l'altro in Europa conosce sperimentazioni. Penso a quella francese: regolamentazione per legge, incentivando la contrattazione sociale e la possibilità d'incontro e determinazione tra le parti sociali. Penso all'esempio tedesco, che fu un accordo profondamente anticipatore in questa direzione: su sollecitazione di alcuni parlamentari tedeschi, in alcune realtà vengono sperimentate, a livello regionale, proposte di riduzione dell'orario e di rideterminazione degli orari nei tempi di vita. Sono sperimentazioni di grande rilievo soprattutto per un Consiglio Regionale che pensa alla regionalizzazione ed al federalismo come a una scelta importante, anche sull'orario; sono grandi esempi di federalismo che, senza aspettare il parlamento nazionale, si potrebbero realizzare. Come vedete, è un dibattito apertissimo.
Alcune questioni sono state risolte attraverso il famoso "Patto di Natale". Il Sindaco Bassolino, allora del Ministro del Lavoro, in quell'occasione inserì aspetti interessanti in termini di occupazione, in particolare in relazione al Mezzogiorno. Ma la questione dell'orario, che così si è conclusa in quella fase in Parlamento, è ancora aperta nei termini in cui ho cercato di spiegare, per cui non può essere oggi risolta dal Consiglio regionale del Piemonte, che al massimo potrebbe assumere una decisione analoga a quella tedesca, cioè di avviare una sperimentazione nel senso della riduzione dell'orario e di recupero dei tempi di vita per le donne e gli uomini del suo territorio. Tale problematica non può essere certo risolta con degli ordini del giorno così poveri nella parte descrittiva e così francamente superati nel dispositivo.
Chiedo pertanto ai colleghi del Consiglio di ripensarci seriamente perché votando cose di questo genere, riguardo a un dibattito che ha quell'altezza e quel livello, la figura che può fare un'istituzione come il Consiglio regionale è veramente - se mi consentite - meschina, miserrima e al di sotto di qualsiasi aspettativa di vita quotidiana di qualsiasi cittadino in Piemonte.
Mettiamoci tutti una mano sulla coscienza e riscriviamo un testo che contenga alcune di queste sollecitazioni. Qualora non lo si faccia, a noi resta semplicemente la strada di votare contro, ma votare contro in modo argomentato e sostanzialmente motivato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Alla fine di questi bei discorsi, notiamo come la premessa binomio "competitività-posto fisso", che ho sentito esprimere dalla collega Consigliera, alla fine si traduce nel votare contro l'ordine del giorno ...



MANICA Giuliana

Ho chiesto di soprassedere ...



SALERNO Roberto

E' un votare contro in ogni caso, soprassedere o meno. E' esattamente quanto si rileva da parte di una forza politica che fondamentalmente ha accettato la proposta di legge delle 35 ore (la proposta è stata avanzata da Rifondazione Comunista, allora, ma è stata accettata dalle forze politiche di Governo); un provvedimento che è in grado di minare nel più profondo la già scarsa competitività di tutte le imprese (piccole, medie e grandi) e che arriva in un momento in cui il Governo sta introducendo, non disegni di legge futuristici, ma provvedimenti che vorrebbero addirittura sindacalizzare ed introdurre lo Statuto dei lavoratori nelle piccole imprese, quelle che sono costituite da meno di 15 dipendenti.
Si chiacchiera tanto, ma poi si razzola malissimo; siamo di fronte ad una difesa dell'iniziativa economica tutta, contro le offensive di un Governo che appoggia la proposta di legge sulle 35 ore e l'introduzione dello Statuto dei lavoratori nelle imprese al di sotto dei 15 dipendenti che, da sole, sarebbero in grado di minare la competitività e la sopravvivenza delle piccole e medie imprese in Italia, cioè i due terzi di tutta l'economia.
Il disegno di legge che introduce lo Statuto dei lavoratori per le imprese al di sotto dei 15 dipendenti, cara collega Manica, l'avete prodotto e presentato voi. Il Consiglio regionale ha un bel ruolo e non un ruolo meschino, perché bisogna ricordare che la nostra economia non è l'economia tedesca, così come non è l'economia francese, alla quale si sono richiamati gli interventi di diversi colleghi.
L'esempio della Wolkswagen è un altro pianeta rispetto a qualsiasi esempio che possa esistere oggi in Italia. Pur leggendo Le Monde bisognerebbe leggere Il Sole 24 Ore, che dice come tutte le piccole e medie imprese francesi siano esattamente contrarie all'introduzione in Francia di questo provvedimento, che viene considerato pericolosissimo proprio per l'occupazione.
Gli 80 mila posti di lavoro di cui ho sentito parlare in Francia non li ha prodotti qualche accordo propedeutico alle 35 ore, ma li ha prodotti l'introduzione di qualche strana forma di lavoro, che assomiglia ai lavori socialmente utili italiani.
Direi, quindi, di predicare meno bene o di razzolare meno male, o comunque un po' tutti e due: razzolare sicuramente meno male di come razzola questo Governo e predicare altrettanto meno bene! Riteniamo questo ordine del giorno assolutamente consono al dibattito ed al pericolo che la nostra economia sta correndo con questi provvedimenti, quindi ci sentiamo portatori di un ruolo altamente significativo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 722, il cui testo recita: "Visti gli appelli sempre più numerosi e diffusi, attraverso i quali le associazioni di piccoli imprenditori esprimono preoccupazione presso gli esponenti politico-istituzionali ai diversi livelli, circa i rischi che deriverebbero alla struttura produttiva del Paese qualora venisse adottata una normativa nazionale per la riduzione dell'orario settimanale di lavoro a 35 ore, a parità di salario entro il 2001 preso atto che in questi giorni anche le più importanti organizzazioni di artigiani stanno prendendo posizione in senso contrario alla normativa di cui in oggetto, invitando artigiani, commercianti, piccole e medie imprese a costituire al più presto un "tavolo unico" in sede regionale per organizzare la protesta contro un'eventuale riduzione per decreto dell'orario di lavoro rilevato che, secondo un'indagine recentemente condotta su un campione di duemila imprese del Piemonte, rappresentative di altre venticinquemila quasi il 100% degli intervistati guarda 'con vero spavento' all'ipotesi di una riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore, a parità di salario verificato che, nel caso l'eventuale provvedimento dovesse stabilire che alle imprese con meno di 15 addetti non verrebbe posto alcun obbligo di riduzione dell'orario di lavoro, si determinerebbe una forma di disastrosa ghettizzazione delle piccole imprese, favorendo la fuga di professionalità verso le medie e grandi aziende ed inducendo così un'inutile ed oggettiva conflittualità fra piccoli e grandi operatori economici precisato altresì che, qualora invece l'eventuale provvedimento di riduzione dell'orario di lavoro dovesse venire applicato indistintamente a tutte le attività produttive, le aziende con meno di 15 dipendenti rischierebbero molto probabilmente di rifugiarsi nel sommerso, poiché si calcola che, nell'87% dei casi, le imprese sino a tre addetti verrebbero messe automaticamente fuori mercato, a causa dei costi aggiuntivi sul personale considerato che la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore comporterebbe ad esempio, per l'artigianato, un costo a regime di 3.300 miliardi di lire e che tutto ciò indebolirebbe in modo irreparabile la struttura produttiva del Paese, con effetti particolarmente gravi in Piemonte, un'area a forte vocazione industriale dove la crescita del prodotto interno regionale risulta fortemente legata all'attività di decine di migliaia di piccole e medie imprese sottolineato il fatto che la competizione sugli scenari del cosiddetto "mercato globale" richiede ad ogni entità di impresa un'ottimizzazione continua degli investimenti, delle risorse e dei costi industriali, e che tale ottimizzazione si renderà maggiormente necessaria nell'Europa della moneta unica appurato che in Gran Bretagna, ogni anno, nelle piccole aziende, sono 1.967 (per addetto) le ore di lavoro a tempo pieno, con un tasso di disoccupazione globale attestato al 7,4%, che in Germania le ore sono 1.743, con un tasso di disoccupati del 10,3%, mentre in Italia le ore lavorate a tempo pieno sono 1.719, con un tasso di disoccupazione pari al 12,1 atteso che, in virtù di quanto esposto, il provvedimento in questione rischia di esasperare quella propensione alla delocalizzazione produttiva per molte imprese piemontesi che già oggi, per le evidenti necessità del mercato globale, tendono a ricercare sedi operative in Paesi capaci di garantire bassa pressione fiscale, servizi efficaci ed un costo del lavoro accettabile tenuto conto che il provvedimento in questione sembra nascere al solo scopo di salvaguardare la stabilità della maggioranza di governo, saltando soprattutto le prerogative di visibilità di una sua componente, a scapito degli interessi più generali della nazione e del Nord Italia in particolare ritenuto inaccettabile che il dibattito in merito al varo di un provvedimento che altera in modo significativo il 'percorso virtuale' teso a contenere l'inflazione, garantendo così il potere d'acquisto dei salari veda escluse a tutt'oggi le Regioni, ed i Consiglio regionali in particolare, sedi fondamentali di rappresentanza allargata degli interessi della popolazione il Consiglio regionale del Piemonte invita il Parlamento tutto, ed i parlamentari piemontesi in particolare ad intervenire al più presto affinché il provvedimento di cui in oggetto venga respinto o comunque radicalmente modificato, evitando in tal modo che le sue conseguenze debbano gravare sulle spalle di quei soggetti (artigiani, commercianti, piccole e medie imprese) la cui esistenza ed il cui operato offre da sempre garanzia di sviluppo e di occupazione per vaste categorie di lavoratori invita altresì il Presidente della Giunta ed il Presidente del Consiglio ad adoperarsi al più presto, in forma congiunta, presso le sedi e nei modi che saranno ritenuti maggiormente utili ed efficaci, affinché non venga varato un provvedimento che rischia di penalizzare brutalmente l'economia della nostra Regione, aggravando ulteriormente la difficile situazione socioeconomica in cui versano alcune zone del Piemonte e danneggiando in modo irreparabile anche le aree ad oggi più ricche, sviluppate e dinamiche".



PAZE' Enrica

Presidente, chiedo la verifica del numero legale, che mi sembra manchi.



PRESIDENTE

Le presenze, Consigliera, mi paiono consolidate.
Si proceda alla votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 7 contrari.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 730, il cui testo recita: "Premesso che: il Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Romano Prodi, ha presentato in data 24/3/98 un disegno di legge finalizzato ad imporre un orario massimo di 35 ore settimanali per tutti i lavoratori dipendenti tale provvedimento verrà esaminato in Parlamento in assenza di un'intesa tra le parti sociali e quindi al di fuori del normale alveo della contrattazione che per tutta la storia della Repubblica italiana ha rappresentato la sede naturale per disciplinare l'orario di lavoro l'aggravio dei costi di produzione per le aziende, negli intendimenti del Governo, verrebbe compensato con incentivi che rappresentano comunque risorse sottratte alle politiche di sviluppo delle aree depresse del Paese agli investimenti infrastrutturali reclamati da anni da imprenditori e sindacati la contrattazione collettiva nazionale ha costantemente assicurato nell'ultimo decennio, una graduale riduzione dell'orario di lavoro senza anacronistici interventi dirigisti imposti per legge già nel mese di febbraio importanti gruppi industriali avevano preannunciato la loro determinazione a trasferire gli impianti produttivi all'estero nel caso in cui il Governo avesse dato attuazione con provvedimento di legge ad una riduzione d'autorità di 35 ore settimanali dell'orario di lavoro il rischio che molte aziende diano seguito a quest'ultima opzione è realistico e concreto, considerate le caratteristiche delle politiche degli investimenti produttivi nel mercato globale e l'evidente svantaggio, in termini di aggravio dei costi di produzione, che subirebbero le imprese italiane rispetto a tutte le concorrenti europee ed extraeuropee, con la sola eccezione delle aziende francesi ogni Regione ha il dovere di tutelare l'occupazione ed il diritto delle imprese a competere senza inutili aggravi sui mercati nazionali ed internazionali tutto ciò premesso, il Consiglio regionale del Piemonte dà mandato al Presidente della Giunta: di rappresentare al Presidente del Consiglio dei Ministri la più viva contrarietà nel merito e nel metodo di questa vicenda e l'invito a tornare ad un tavolo delle trattative, affidando alle sole parti sociali il compito di determinarsi liberamente su questa materia di rappresentare al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Governo la determinazione del Consiglio regionale a ricorrere tempestivamente alle prerogative riconosciute dall'art. 75 della Costituzione Italiana in materia di indizione di referendum abrogativo, nel caso in cui si procedesse comunque all'approvazione di una legge vincolante in materia di riduzione dell'orario di lavoro di valutare l'opportunità di coordinarsi con i governi delle altre Regioni europee interessate ad analoghi provvedimenti di legge imposti dai governi centrali, per intraprendere un'azione congiunta presso le autorità comunitarie, sollecitandole ad intervenire per impedire che vengano artificiosamente imposte scelte legislative lesive del corretto svolgimento di una leale concorrenza tra le diverse imprese operanti nell'ambito dell'Unione Europea".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 7 contrari.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 724 inerente a: "Sostegno ai lavoratori della ditta SIMET"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 724, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti, Riba, Miglietti, Gatti Cavaliere, Pazé, di cui al punto 76) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della considerazione che i lavoratori della ditta SIMET, società impegnata nel campo dell'esecuzione di lavori di pulizia, prestavano da molti anni la propria opera all'interno del Gruppo Finanziario Tessile di Settimo Torinese appreso che, con il recente rinnovo delle procedure d'appalto, la ditta SIMET non è risultata vincitrice, mentre la gara è stata aggiudicata alla cooperativa IDEA considerato che la cooperativa vincitrice dell'appalto in spregevole violazione del contratto di lavoro di categoria, ha posto i lavoratori della ditta SIMET di fronte all'inaccettabile soluzione di trasformare la propria posizione giuridica da lavoratori dipendenti a soci lavoratori all'interno della cooperativa, offrendo loro il licenziamento come unica alternativa alla risoluzione prospettata atteso che la suddetta trasformazione comporterebbe una netta diminuzione del salario, nonché la perdita di importanti garanzie, prima fra tutte quella della stabilità del posto di lavoro posto che i dipendenti della SIMET hanno deciso di respingere questo vergognoso ricatto e che dal 31 gennaio sono in lotta per imporre il rispetto dei loro diritti atteso che i lavoratori del Gruppo G.F.T. (dove, come si è detto, hanno per anni prestato la propria opera i dipendenti della ditta in epigrafe) hanno espresso la loro solidarietà partecipando a scioperi e manifestazioni a sostegno dei lavoratori SIMET preoccupato per il diffondersi di forme di lavoro che non permettono a chi le svolge di raggiungere un salario che corrisponda al minimo vitale considerato che la flessibilità del lavoro non deve tradursi nel fatto che questo possa essere considerato come pura merce senza alcuna dignità e che non si può assistere ad una svalutazione crescente dello stesso valutato altresì che chi svolge onestamente la propria attività lavorativa deve avere diritto ad un reddito che gli permetta di sopravvivere dignitosamente attesa la necessità di interventi legislativi che tutelino i diritti dei lavoratori all'interno di processi di flessibilità del mercato del lavoro esprime la propria solidarietà a favore dei lavoratori della ditta SIMET, riconoscendo il valore emblematico della loro protesta si impegna a sostenere le loro ragioni fornendo ad essi tutela legale, qualora si riveli necessario invita la Giunta regionale ad intervenire e farsi parte attiva per favorire la conclusione positiva della lotta dei lavoratori della ditta SIMET tutelando il posto di lavoro e i diritti di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori interessati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 7 voti favorevoli e 28 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 780 inerente a: "Assunzioni FIAT"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 780, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 77) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che a fine giugno, contemporaneamente alla scadenza della rottamazione scade il termine del contratto a tempo con cui erano stati assunti dalla FIAT 2.100 giovani (circa la metà in Piemonte) finora solo poche decine di loro sono stati confermati con assunzione definitiva nel corso della sua applicazione la legge sulla rottamazione ha favorito una forte ripresa del mercato, di cui ha beneficiato in modo significativo la FIAT, che nel 1997 ha realizzato i migliori bilanci della sua storia (90.000 miliardi di fatturato, oltre 4.200 di profitti) oltre al Governo anche gli enti locali, tra cui il Consiglio e la Giunta regionale del Piemonte, avevano sollecitato e sostenuto la legge sulla rottamazione, con lo scopo principale di rilanciare l'occupazione nel corso di questi 18 mesi la Fiat auto non ha rinnovato il turn over e nell'area piemontese le assunzioni sono bloccate da quasi 10 anni, con una pesante perdita di posti di lavoro valuta indispensabile l'assunzione in forma stabile e definitiva dei giovani assunti con contratto a termine e senza ulteriori contropartite, in quanto ciò non sarebbe che l'adempimento, da parte dell'azienda, dei suoi obblighi nei confronti della comunità e delle istituzioni che hanno adottato la misura della rottamazione impegna i Presidenti della Giunta e del Consiglio regionale ad intervenire in forma solenne ed ufficiale, possibilmente di concerto con gli altri livelli istituzionali, locali e nazionali, nei confronti della direzione della Fiat, affinché tutti i giovani assunti con contratto a tempo determinato vengano confermati in modo definitivo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 7 voti favorevoli e 28 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 873: "Cassa integrazione per i lavoratori della FIAT Auto e delle aziende dell'indotto"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 873, presentato dai Consiglieri Papandrea, Simonetti, Moro, Cavaliere e Pazé, di cui al punto 78) all'o.d.g., il cui testo recita: "Verificato che la FIAT Auto sta ricorrendo ad un utilizzo sempre crescente dello strumento della cassa integrazione guadagni, che si preannuncia pesantissima per l'ultimo periodo dell'anno questa situazione inevitabilmente si ripercuote a cascata sulle numerose aziende dell'indotto che adottano provvedimenti analoghi rischiando di determinare una fase di crisi per un settore, da sempre trainante dell'economia piemontese, che si aggiunge a quelli già pesantemente colpiti come il tessile, l'informatico e l'editoria constatato che le aziende, con questi strumenti, tendono a scaricare interamente sui lavoratori i costi di una crisi determinata dalla scelta della rottamazione suggerita dalle stesse e condivisa dal Governo, dopo aver beneficiato in termini di profitti e ricchezza prodotta, di quelle misure verificato che in altri Paesi europei, in particolare la Germania, sono state operate scelte diverse come la riduzione d'orario e i contratti, di solidarietà che oltre a tutelare l'occupazione, hanno permesso di accrescere la competitività delle aziende, come risultato evidente per la Wolkswagen il Consiglio regionale esprime la sua preoccupazione per le conseguenze economiche e sociali che potrebbero determinarsi dalle scelte della FIAT Auto, soprattutto per la riduzione del salario di decine di migliaia di lavoratori che già vivono con stipendi modesti invita il Presidente della Giunta ad intervenire nei confronti dell'azienda FIAT Auto affinché vengano adottate tutte quelle scelte alternative alla cassa integrazione come l'applicazione di una riduzione dell'orario che coinvolga tutti i lavoratori ad intervenire nei confronti del Governo affinché adotti misure di sostegno ed integrazione al reddito dei lavoratori colpiti dalle decisioni della Fiat Auto e delle altre aziende dell'indotto e ad anticipare la legge per le 35 ore per le aziende in crisi sollecita la Giunta regionale ad aprire un confronto con i vertici aziendali della FIAT Auto, con le RSU, e le sue organizzazioni sindacali, allo scopo di approfondire la situazione della crisi e di analizzare quali potrebbero essere gli sviluppi successivi ed i possibili interventi ribadisce per l'ennesima volta, la necessità di organizzare in tempi rapidissimi una seduta del Consiglio regionale dedicata ai problemi dell'occupazione e dello sviluppo nel Piemonte, per la definizione di una Conferenza regionale sull'occupazione." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 8 voti favorevoli e 27 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 1008 inerente a: "Rinnovo del contratto nazionale di lavoro del comparto metalmeccanici"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 1008 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, di cui al punto 79) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che da molti mesi la categoria dei metalmeccanici è impegnata in un lungo tavolo di trattative per il rinnovo del relativo contratto nazionale di lavoro riscontrata la legittimità e coerenza delle proposte contrattuali avanzate, nei confronti delle quali è stato espresso parere favorevole da parte dello stesso Ministro del Lavoro ricordato altresì che il Governatore della Banca d'Italia ha già preventivamente attestato la compatibilità economica delle rivendicazioni con la programmazione nazionale di cui al vigente DPEF appreso che la lentezza delle trattative, nonché l'atteggiamento deliberatamente ostruzionistico da parte di alcune parti sociali tra cui la Federmeccanica, stanno comportando un forte rallentamento delle procedure di contrattazione, con conseguenze dilatorie che si riverberano in maniera fortemente negativa sulle condizioni economiche dei lavoratori ricordato che per catalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla necessità di un rapido rilancio delle trattative le tre Confederazioni sindacali FIOM - CGIL, FIM - CISL e UILM - UIL hanno organizzato a Roma una manifestazione nazionale che avrà luogo il 14 maggio 1999 p.v.
esprime la propria solidarietà alle istanze avanzate dai lavoratori metalmeccanici ed all'iniziativa da essi organizzata per il 14 maggio 1999 p.v.
impegna la Giunta regionale ed in particolare modo l'Assessore al lavoro ad attivarsi per quanto di competenza presso i tavoli di trattative portando il contributo della Regione ad una rapida risoluzione positiva delle vicende contrattuali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 8 voti favorevoli e 27 astensioni.


Argomento: Immigrazione

Esame ordine del giorno n. 560 inerente a: "Sfruttamento dei minori"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 560 presentato dai Consiglieri Salerno, Minervini, Casoni, Griffini, Mancuso, Ghiglia di cui al punto 80) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che in Piemonte, come in altre regioni, esiste una situazione di accattonaggio svolta in prevalenza ai semafori da ragazzi di giovane età, operanti, tra l'altro, in condizione di grave rischio sotto il profilo igienico sanitario, che sono oggetto assieme ai "lavavetri" dell'attività di sfruttamento dei minori esercitata da una sorta di industria occulta le fila di questa massa di disperati sono ingrassate soprattutto da bambini minorenni di nazionalità albanese impegna la Giunta della Regione Piemonte e l'Assessore competente ad intervenire presso Questure e Prefetture piemontesi affinché tale fenomeno venga combattuto energicamente e, a questo scopo, vengano effettuati maggiori controlli su tutte le possibili zone di grande presenza extracomunitaria".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Il contenuto è certamente molto ampio, però ci pare che sia in parte superato, in quanto esiste un tavolo di concertazione tra la Prefettura, la Questura e che vede la presenza della Regione, come parte attiva attraverso la dottoressa Tofanis. C'è un tavolo di concertazione, quindi che ha una sua continuità di operatività.
L'ordine del giorno invece non fa riferimento ad altre etnie che si ritrovano nella stessa situazione.
Ammesso che interessi a qualcuno ...



PRESIDENTE

Consiglieri, abbiate rispetto per i colleghi che intervengono!



SUINO Marisa

Come Gruppo pensiamo che l'ordine del giorno decisamente superato come tempistica e come obiettivo. Anche perché, se vogliamo allargare il discorso, il punto inerente l'impegno, esplicita un "impegna" esclusivamente di carattere repressivo e non contiene nessuna proposta quindi non ha in sé nessuna formulazione propositiva, è solo di carattere repressivo. Non ci pare che, tra l'altro, fotografi quella che è in parte la politica portata avanti, ad esempio, dall'Assessorato all'assistenza.
Quindi questo "impegna" è innanzitutto un boomerang per una parte delle politiche espresse da questa maggioranza. Dopodiché è parziale, perch comunque, non si rifà minimamente a quelle che sono le problematiche più generali, si esplicita soltanto la presenza albanese, ma non affronta il discorso dello sfruttamento dei minori in senso lato, quindi tutte le vicende legate ai 120 milioni di minori che vengono sfruttati quotidianamente su questa terra. Non affronta minimamente il discorso dei Paesi del sud e, di conseguenza, i Paesi del Sud del mondo che hanno la necessità di richiedere una sorta di debito che i Paesi del Nord devono restituire e pagare. Non affronta in alcun modo il discorso del lavoro infantile relativo anche al nostro Paese; ci sono dei dati, forniti dall'Osservatorio regionale, che riguardano fatti, statistiche relative al nostro territorio.
Tale ordine del giorno è di una limitatezza e anche di un anacronismo che imporrebbe di sentir dire delle parole magiche del tipo "lo ritiriamo".
Tanto più che l'obiettivo principale, ammesso che ci si sforzi come opposizione di individuare un aspetto positivo in questo testo, l'aspetto propositivo esiste: il tavolo con Prefettura, Questura, Regione, Comune c'è! Perché allora tutti lo chiedemmo ed è stato istituito e ne fa parte regolarmente l'Assessore all'assistenza e sanità, cioè il collega D'Ambrosio (e magari ci si può anche preoccupare per questo) e la dottoressa Toffanin dell'Assessorato.
Allora, questo ordine del giorno, se viene mantenuto così com'è, impone alle minoranze, almeno alla parte che rappresento, di chiedere perlomeno una votazione per parti separate, ma è il massimo della diplomazia possibile, considerato che l'oggetto riguarda lo sfruttamento dei minori.
Deve essere uno di quei temi sui quali prima di schierarci in bianchi neri, verdi e rossi, si deve mirare all'obiettivo generale di interesse collettivo ed è solo per questo che ci si sente obbligati in qualche modo ad avere un'attenzione, però è anacronistico, è di carattere puramente repressivo quando un'istituzione come la nostra, che ha la delega sulla partita dei minori, ha un altro compito. Quindi non è che ce la possiamo togliere dicendo "ci sono tanti albanesi ai semafori, che sono minori, e quindi li mandiamo via". E' una realtà, ma ci sono anche altri problemi che vanno affrontati in un altro modo.
Ribadisco la nostra richiesta, appellandosi al buon senso, che è di ritenere superato e conquistato, ottenuto, quanto qui implicitamente sotteso e quindi di ritirare questo ordine del giorno. Qualora così non fosse chiediamo la votazione per parti separate poiché è evidente che avendo come Regione Piemonte una delega, avendo dei finanziamenti, avendo un settore, avendo un tavolo e la massima responsabilità insieme al Prefetto e al Questore su questa materia, allora - scusate - togliersela con un bel repressivo, ci sono dei doveri istituzionali, forse! Quindi noi non ce la sentiremmo, per cui su quell'"impegna" saremmo obbligati a votare contro. Sulla parte precedente è parziale, limitativa, ci dispiace che si affronti lo sfruttamento dei minori solo con quattro righe, per comprendiamo che può essere stato fatto anche in un momento in cui serviva dare una spallata per ottenere quel tavolo. Ci stiamo sforzando di vedere l'aspetto positivo di quel periodo: è stato fatto per ottenere un risultato che era quello di una sede collegiale nella quale le parti potessero interagire con Prefettura e Questura.
Detto questo, però, ci potremmo ritrovare tutti quanti sui contenuti dell'ordine del giorno successivo che allora può essere più utile perché è quello che effettivamente affronta il problema in una sua dimensione più globale come l'importanza del tema rivestirebbe.
Le proposte sono state fatte; attendiamo di conoscere le risposte, nel merito delle quali, Presidente, reinterverremo per esprimere la nostra dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Prima di intervenire, dato che la collega Marisa Suino ha fatto una proposta, chiederei se la Giunta, l'Assessore competente (tra l'altro chi è l'Assessore competente su questo, Presidente Ghigo?), potesse rispondere a queste argomentazioni che mi sembrano sensate e largamente condivisibili.
Se l'Assessore competente volesse spiegarci la situazione ...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non c'è, è in congedo.



CHIEZZI Giuseppe

Allora possiamo trattarlo la prossima volta questo argomento? O se risponde un altro Assessore ...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Risponde il Vicepresidente Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Io non credo che su un ordine del giorno che impegna il Consiglio nei confronti di provvedimenti che non coinvolgono direttamente la Regione debba essere costrittivo per la presenza dell'Assessore che non ha titolo a rispondere, per quanto si possa dilatare il discorso sull'assistenza, che ha altri risvolti e altre implicazioni. Ma oggi l'assistenza, così come è organizzata nell'ambito della sanità, non si impegna su tutto quanto viene esposto nell'ordine del giorno. Quindi la richiesta della presenza dell'Assessore competente è incompetente.



(Commenti della Consigliera Suino)



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

No, no, sto rispondendo al collega Chiezzi. L'ordine del giorno impegna il Consiglio, poi si vedrà nell'ambito dell'impegno che cosa l'Assessore competente dovrà poter attivare sulla questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Forse il portavoce Masaracchio era distratto e non ha sentito l'intervento della collega Suino.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Io sono sempre distratto, ma volutamente taccio.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore Masaracchio era volutamente distratto, ma questo ordine del giorno ha una premessa sulla quale la Giunta deve dare un'informazione al Consiglio, perché vi è un'affermazione che va confermata, penso dalla Giunta regionale, in quanto si dice "esiste una situazione di accattonaggio". Ora, su questa situazione che non mi sembra al momento particolarmente rilevante, prima di votare l'ordine del giorno occorrerebbe una comunicazione da parte della Giunta, o dell'Assessore competente, ma sicuramente della Giunta, perché si afferma la presenza di una grave situazione estesa di accattonaggio. Non mi sembra sia così. Se invece è così, qualcuno per conto della Giunta, il Presidente o qualcun altro, ci illustri la situazione com'è oggi, perché la Consigliera Suino ha fatto notare che questo ordine del giorno nasce in una situazione che non c'è più e che è stata superata proprio da un tavolo di lavoro tra Prefettura Questura e Regione. Noi lo votiamo questo ordine del giorno, se passiamo alla votazione, ma in presenza di una comunicazione della Giunta, perch non ci sembra che questo allarme sia attuale. Allora, se l'allarme non è attuale, l'ordine del giorno non ha più senso. Viceversa, se l'allarme è attuale, sia corredato da una relazione con dei dati, che ci spieghi com'è questa situazione, quanti sono questi ragazzi che continuano a fare l'accattonaggio, quali misure si sono prese, quali interventi ha fatto la Questura, la Prefettura, diteci qualcosa sulla premessa, in modo che noi rendiamo attuale il problema.
Poi, conosciuto e reso attuale il problema, vediamo quali impegni richiedere alla Giunta.
Questo mio intervento è strettamente connesso con le osservazioni fatte da Marisa Suino, nel senso che c'era un problema, forse adesso non c'è più è già molto, molto ridotto nelle sue dimensioni, nella sua gravità; allora vuole qualcuno dirci cosa avete fatto da luglio 1997, perché questo è un ordine del giorno di due anni e un pezzo fa? Cosa è successo? A me sembra che sia successo qualcosa, che non ci sia un accattonaggio in Regione Piemonte, cioè un fenomeno sociale rilevante e preoccupante. Anzi mi sembra che si sia ridotto veramente ai limiti inferiori in cui questo fenomeno viene visto nelle città. Allora chiederei solo una spiegazione, per questo che dicevo "aspettiamo l'Assessore", ma non aspettiamolo, discutiamo votiamo, però sulla base di informazioni attuali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Masaracchio; ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Indipendentemente dal fatto che l'ordine del giorno è datato nel 1997 per cui ci si chiede come il Consiglio, pur essendoci un ordine del giorno presentato, indipendentemente dai firmatari, non si sia preoccupato, ma bene è stato questo in quanto si è verificato, come dice il collega Chiezzi, che non c'è accattonaggio, quindi sarebbe stato inutile averlo votato nel 1997. Però, questo è un motivo di polemica che, strumentalmente e artatamente, sto sollevando.
Voglio raccontare che cosa mi è successo quindici giorni fa. Sono stato avvicinato da una persona, che non è certamente torinese, ma vive e comunque deambula a Torino, con un bambino al seno, che mi ha impietosito.
Siccome la carità la faccio tutti i giorni, ma ho deciso di non farla più mi ha avvicinato ed ho tirato fuori mille lire, ed un ragazzino mi diceva: "E a me mille lire non le dà?" per distrarmi. Mi ha distratto in una frazione di millesimo di secondo e io, da perfetto gentiluomo quale sono non mi sono trovato più cinquecentomila lire nel portafoglio. Se non lo volete credere ...



(Commenti in aula)



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Dirò di più: dopo tre giorni, ripercorrendo quella strada dopo tre giorni, stando attento tutte le mattine per cercare di incontrare di nuovo quelle stesse persone, mi imbatto nuovamente con loro ma erano in sei.
Quando ho chiesto loro di darmi una spiegazione del loro accattonaggio si giravano dall'altra parte per dire: "Ma con chi sta parlando il signore?". Mi sono detto: "Lasciamo perdere". Cinquecentomila lire, in una frazione di secondo, perché il bambino mi ha distratto. Parola di Masaracchio.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Rubatto, desidera intervenire ancora?



(Brusio in Aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

La mia solidarietà all'Assessore Masaracchio!



(Risate in aula)



RUBATTO Pier Luigi

Voterò, se non viene ritirato, ma preferirei che venisse ritirato per poterlo discutere con dei punti più precisi in un periodo di tempo forse più appropriato. Comunque voterò, se lo si porta in votazione, a favore di quest'ordine del giorno, però con dei distinguo: secondo me non esiste un grande rischio sotto il profilo igienico-sanitario, esiste piuttosto un grave rischio sotto il profilo psicologico, perché questi bimbi, che vengono portati da altri Paesi per catapultati qui, in Piemonte o in altre Regioni d'Italia, per essere messi a disposizione di chi non è loro padre o parente, ma è diventato loro padrone, sono degli schiavetti, quindi è una grave situazione dal punto di vista della loro psicologia Esiste una massa di bambini albanesi, ma non solo, ridotti appositamente a fare i disperati, che vengono da qualsiasi parte della terra, perché ormai arrivano da tutte le parti.
Non chiederei l'intervento di Questure e Prefetture, perché non dobbiamo farne dei piccoli carcerati, ma dobbiamo farne dei ragazzi che possono affrontare la vita in una maniera molto più positiva di quanto non sia stata la loro infanzia. Quindi, chiederei l'intervento dei Comuni e delle Province. Non so chi può intervenire più appropriatamente in questo settore, ma non certo Questure e Prefetture, che semmai devono intervenire per reprimere chi porta questi bambini sulla strada, non certo reprimere i bambini stessi. Chiedo, anche proprio in considerazione di quel provvedimento che abbiamo approvato sull'immigrazione e sugli interventi in favore degli extracomunitari, di prevedere un intervento in favore di questi ragazzi, un intervento che possa garantire a questi ragazzi una vita migliore, non certo sulle strade, non certo ai semafori. Ci sono purtroppo degli zingari che fanno piangere i bambini tutte le volte che chiedono l'elemosina. Sappiamo benissimo perché questi bimbi piangono (certe volte sono stati trovati dei ragnetti o peggio).
Sono situazioni che non bisogna reprimere, perché avrebbero gravi ripercussioni psicologiche.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto



COTTO Mariangela

Un brevissimo intervento, solo per dire che in un primo momento pensavamo di non partecipare alla discussione di quest'ordine del giorno perché lo riteniamo superato. Superato in quanto la Giunta ha lavorato bene in questo settore: prima l'Assessore Goglio, poi l'Assessore D'Ambrosio tant'è vero che il riconoscimento è avvenuto anche da parte di colleghi della minoranza. Si è arrivati al tavolo di concertazione con la Prefettura. Non sto a ripetere tante cose condivisibili sotto i vari aspetti relativi alle competenze dei Comuni e di altri Voteremo a favore di quest'ordine del giorno, perché se non altro ha il merito di rappresentare un problema, che chiaramente l'ordine del giorno non è in grado di risolvere, però demanda alla coscienza di tutti noi ad un approfondimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi



CHIEZZI Giuseppe

Sempre che il Vicepresidente Masaracchio abbia concluso il suo intervento, in risposta alle richieste della collega Marisa Suino.
Non comprendo le ragioni di questa improvvisa cesura dell'intervento del Vicepresidente, perché mi aspettavo che proseguisse in risposta alle richieste di Marisa Suino. Invece, si è sincopato sul "furto con destrezza" che avrebbe subito ...



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Furto con destrezza. Tutti noi subiamo queste cose che vengono fatte veramente con molta abilità, ma adesso mi viene in mente una curiosità Vicepresidente Masaracchio: se le è stato rubato un biglietto da cinquecentomila lire, è un tipo di destrezza, ma se si trattava di cinque biglietti da centomila c'è più destrezza. La destrezza è tanto maggiore quanto più numeroso è il numero dei biglietti rubati, perché il movimento è stato moltiplicato più volte, quindi la destrezza non ha assolutamente limiti.
Se questo ordine del giorno rimane in piedi, a questo punto, per un puntiglio la cui ragione mi riesce oscura, il mio Gruppo non parteciperà alla votazione. Se ci sono ragioni di intonazione politica per mantenerlo pur essendo superato, che se lo voti la maggioranza che l'ha presentato, ma noi non partecipiamo alla votazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé per dichiarazione di voto.



PAZE' Enrica

Faccio una dichiarazione di voto: voterò contro l'ordine del giorno non tanto perché non mi interessi il problema dello sfruttamento dei minori, ma perché non condivido l'impostazione dell'ordine del giorno tanto nella parte introduttiva, quanto nelle conclusioni che vengono tratte.
Pur essendo intitolato "Lo sfruttamento dei minori", mi sembra che l'ordine del giorno si focalizzi piuttosto sul fenomeno dall'accattonaggio pur sottolineando che coloro che sono parte in causa sono dei disperati quindi convenendo che si tratta di persone in condizioni di difficoltà.
L'ordine del giorno non prende assolutamente in considerazione adeguatamente le cause di questi fenomeni, non propone in alcun modo delle soluzioni che non siano soluzioni repressive e, ancora una volta, cerca di far passare l'equazione: "extracomunitari-uguale-delinquenti", invitando a votare un documento di intervento da parte delle Questure e delle Prefetture, cioè di organi che sono abitualmente preposti a vegliare sulla legalità. Per questi motivi, voterò contro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Avevamo avanzato una serie di affermazioni e proposte. Considerato che queste non sono state accolte, siamo obbligati a procedere con una dichiarazione di voto. Condividiamo quanto diceva il collega Presidente della IV Commissione in merito al rischio, sotto il profilo igienico sanitario. Esplicitato così, è ulteriormente pericoloso perché pu ingenerare delle conclusioni che la Regione non può certo scrivere ed esprimere su un documento ufficiale, avendo peraltro una competenza specifica.
Le motivazioni che ci spingono a votare contro l'ordine del giorno oltre al rifiuto dei colleghi verso una sorta di apertura e disponibilità al ragionamento, sono sostanzialmente tre: è un documento anacronistico come temporalità; è un documento parziale, perché, pur essendo titolato "Sfruttamento dei minori", il tema è affrontato in un modo che lascia a desiderare; è un documento che non propone nulla, è soltanto repressivo quando la Regione ha dei compiti specifici.
Ma non solo: la Regione ha una delega, ha dei finanziamenti ad hoc, ha un settore organizzato all'uopo, dovrebbe avere dei dati, è ad un tavolo e quindi ci sono competenze istituzionali.
C'è un Assessore, c'è una Giunta che si devono occupare di questo.
La modalità con la quale è stato scritto l'ordine del giorno potrebbe andare bene per un piccolo Comune (con tutto il rispetto per gli amici dei piccoli Comuni), ma non per una Regione che ha una competenza specifica.
Detto questo, prendiamo atto che non esistono altre condizioni, quindi dichiariamo il nostro voto contrario.
Se vogliamo concludere con la goliardìa di prima, si potrebbe aggiungere, con un emendamento, che si impegna il Presidente della Giunta Enzo Ghigo, a rifondere, per comune gesto solidaristico, il collega Masaracchio delle 500.000 lire che gli sono state sottratte! Potrebbe essere una proposta!



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno, di cui ho dato lettura poc'anzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 23 voti favorevoli e 7 contrari.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Esame ordini del giorno n. 770 inerente a: "Marcia contro lo sfruttamento del lavoro infantile" e n. 786 inerente a: "Sfruttamento del lavoro minorile da parte della multinazionale Nord American Nike"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame degli del giorno n. 770, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti, di cui al punto 81) all'o.d.g., e dell'ordine del giorno n. 786 presentato sempre dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
Non essendoci interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n.
770, il cui testo recita: "Considerato che: - lo sfruttamento del lavoro infantile e più in generale la violazione dei diritti fondamentali dell'infanzia stanno raggiungendo dimensioni allarmanti nel mondo, i bambini fra i 5 e i 14 anni che lavorano a tempo pieno sono 120 milioni e per altrettanti il lavoro è un'attività 'secondaria' il fenomeno più visibile riguarda i bambini dei paesi del Sud del mondo impiegati nei settori destinati all'esportazione di tappeti e palloni, ma tuttavia essi sono solo il 5% del totale dei bambini a tempo pieno, mentre il resto viene utilizzato in condizioni disumane per lavori dannosi e faticosi in agricoltura, edilizia, cave, miniere, fornaci, selezione dei rifiuti, servizi domestici fenomeni in preoccupante aumento sono anche lo sfruttamento sessuale e l'utilizzo di 'soldati-bambini' tale sfruttamento si concentra soprattutto in Asia, Africa e America Latina, purtuttavia i bambini-lavoratori a tempo pieno stanno aumentando anche nell'ex Unione Sovietica, negli Stati Uniti ed anche in Europa in Italia, le Organizzazioni Sindacali stimano che più di 300.000 bambini al di sotto dei 15 anni lavorano, soprattutto nel settore agricolo, tessile e commerciale e che sta crescendo il ricorso a minori, non perseguibili nelle attività criminali spesso vengono disattese la Convenzione 138 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro e molte leggi nazionali che indicano l'età minima per l'ammissione al lavoro alcuni articoli della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'infanzia, promossa dall'UNICEF ed adottata nel 1989, vengono apertamente violati da diversi Stati firmatari, tra cui: * l'art. 24, para I 'Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo al godimento dei più alti livelli raggiungibili di salute fisica e mentale' * l'art. 31 'Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed allo svago, a dedicarsi al gioco e alle attività ricreative proprie della sua età' * l'art. 32 'Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo ad essere protetto contro lo sfruttamento economico e contro qualsiasi tipo di lavoro rischioso che interferisca con la sua educazione o che sia nocivo per la salute od il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale o sociale. Gli Stati parti devono prendere misure di natura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per garantire l'applicazione di questo articolo. A tal fine ... gli Stati devono, in particolare: a) fissare l'età minima per essere ammessi ad un impiego b) stabilire un'appropriata disciplina in materia di orario e di condizioni di lavoro c) stabilire pene o altre sanzioni adeguate per garantire l'effettiva applicazione di questo articolo.
Appurato che il Nord del mondo ha pesanti responsabilità rispetto alle ingiustizie nei rapporti internazionali quali: il peso dell'enorme debito estero che grava sui paesi del Sud; gli effetti perversi della globalizzazione l'imposizione di programmi di aggiustamento strutturale che si aggiungono alle ingiustizie sociali come la distribuzione iniqua della terra e delle risorse economiche, la disoccupazione e sottoccupazione, la discriminazione delle donne e delle minoranze; il trattamento iniquo dei lavoratori adulti tutti elementi che indirettamente finiscono per causare povertà, obbligando i bambini a lavorare per vivere per far fronte allo sfruttamento del lavoro infantile e in particolare per promuovere l'eliminazione delle sue forme più intollerabili, cioè tutte le forme di schiavitù o pratiche similari, come la vendita ed il traffico di bambini, il lavoro forzato, la schiavitù per debiti, l'offerta e l'uso di bambini in attività illegali come la prostituzione e la produzione pornografica ed ogni altro lavoro che per la sua natura o per le circostanze in cui è effettuato possa pregiudicare la salute e la sicurezza morale e materiale dei bambini, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro sta elaborando una nuova Convenzione che sarà al centro della Conferenza dell'OIL di Ginevra del giugno 1998 in vista di questa Convenzione è stata lanciata in 97 paesi da migliaia tra associazioni, O.N.G., movimenti sindacali, realtà diverse, la più grande mobilitazione mai organizzata per mettere fine allo sfruttamento del lavoro infantile: una Marcia Globale il cui obiettivo è 'mobilitare gli sforzi nel mondo intero per proteggere e promuovere i diritti di tutti i bambini, specialmente il diritto a ricevere un'istruzione gratuita e ad essere liberati dallo sfruttamento economico e dall'impegno in quei lavori che potrebbero danneggiarne lo sviluppo fisico, mentale e sociale' e che si propone di ottenere: * sensibilizzazione sul tema dello sviluppo infantile nei suoi diversi aspetti * ratifica e applicazione da parte degli Stati delle leggi esistenti e delle Convenzioni sul lavoro infantile * massimo stanziamento di risorse nazionali e internazionali per garantire l'istruzione e i servizi a tutti i bambini, anche con programmi di conversione del debito estero dei paesi più poveri * mobilitazione dell'opinione pubblica per lottare contro le ingiustizie sociali che obbligano i bambini a lavorare * eliminazione immediata delle forme più intollerabili di lavoro infantile * promozione di azioni positive di incentivazione da parte di imprenditori e consumatori * riabilitazione e reintegrazione sociale dei bambini lavoratori.
l'apporto degli Enti locali è fondamentale per il pieno successo della Marcia e della lotta allo sfruttamento dell'infanzia Il Consiglio regionale del Piemonte si impegna ad aderire alla Marcia Globale contro lo sfruttamento del lavoro infantile ed impegna il Presidente e la Giunta regionale del Piemonte a partecipare ufficialmente alla Marcia nella nostra regione a promuovere i contenuti e le finalità della Marcia a facilitare la realizzazione della Marcia e delle iniziative ad essa collegate che si svolgeranno nell'ambito regionale ad avviare tutte le procedure necessarie affinché si istituisca di concerto con rappresentanti della società civile organizzata, del mondo sindacale, dell'imprenditoria, delle comunità degli immigrati, una Consulta e/o un osservatorio permanente per il monitoraggio della realtà regionale sul fenomeno dello sfruttamento dei minori, per lo studio del problema dello sfruttamento dei bambini e delle bambine in particolare all'eventuale ricorso di manodopera infantile nei processi produttivi delocalizzati da parte di imprese del territorio, realizzando gemellaggi con distretti produttivi nel Sud del mondo aventi gli stessi obiettivi, promuovendo iniziative di informazione rivolte alla cittadinanza, sensibilizzando in modo continuativo il mondo della scuola le amministrazioni pubbliche siano messe nelle condizioni, in base alle possibilità offerte agli Enti locali dalle norme sulla cooperazione decentrata e in particolare dalla Legge 68 del 1993, di finanziare progetti di sviluppo realizzati da O.N.G. e associazioni di solidarietà internazionale, volti a combattere la povertà e lo sfruttamento dei bambini e delle bambine nel Sud del mondo la Regione Piemonte si faccia promotrice, coinvolgendo i soggetti sindacali, imprenditoriali e dell'associazionismo, dell'istituzione di un 'marchio di qualità di distretto' volto a garantire i prodotti di quel determinato distretto produttivo non realizzato da lavoro infantile in alcuna fase della loro produzione, che essa avvenga in Italia o in altri Paesi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 10 voti favorevoli e 23 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 786, il cui testo recita: "I sottoscritti Consiglieri regionali risaputo che nel mondo, compreso il nostro Paese, vi sono milioni di bambini tra i 5 e i 15 anni che sono sottoposti a condizioni di lavoro servile, ad uno sfruttamento diretto od indiretto da parte di multinazionali come la Nord American Nike che, ogni anno, in Indonesia produce milioni di scarpe con salari da fame (circa 1.000 lire al giorno poco più di mezzo Euro) ritenuto indegno di un Paese civile e di tutte le sue articolate e diffuse istanze economiche e sociali favorire lo sfruttamento del lavoro minorile in Italia come in tutto il mondo appreso che la Federazione Italiana Gioco Calcio ha rapporti di sponsorizzazione con la multinazionale Nord American Nike e che intende rafforzarli, evidentemente con l'occasione dei campionati mondiali di calcio che si svolgeranno quest'anno in Francia, dando visibilità al marchio attraverso le magliette che indosseranno i nostri giocatori riaffermando quanto è lo spirito e l'intento etico e morale dello sport, in particolare verso le giovani generazioni, secondo cui si invita alla pratica sportiva, tra l'altro per godere di un contributo alla crescita armoniosa del corpo, della socialità, dei rapporti umani e civili, della cultura della pace e, in definitiva, per un miglioramento della qualità della vita impegna il Consiglio e la Giunta regionale a stimolare, per quanto di competenza il Governo ed il Parlamento italiano ad intervenire nei confronti della Federazione Italiana Gioco Calcio e dell'insieme del governo dello sport affinché si interrompa una simile sponsorizzazione quale atto di civiltà con lo scopo di indurre la Nike a porre fine all'ignobile pratica dello sfruttamento del lavoro minorile, avviando così condizioni di lavoro dignitoso per i lavoratori indonesiani, e di qualsiasi parte del mondo impegnati nelle sue attività produttive".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 1020 inerente a: "Trattamenti pensionistici per lavoratori delle miniera"


PRESIDENTE

Esaminiamo, infine, l'ordine del giorno n. 1020, presentato dai Consiglieri Deorsola, Dutto, Ghiglia, Rubatto, Vaglio, Cavaliere, Paz Benso, Montabone e Angeleri, di cui al punto 82) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte dopo aver incontrato la FULC, gli amministratori locali ove hanno sede gli stabilimenti minerari piemontesi, i parlamentari piemontesi ed una rappresentanza dei lavoratori del settore considerato che i minatori mantengono tuttora i trattamenti pensionistici previsti dalla legge n. 153/69 considerato che tali trattamenti sono, però, ad oggi garantiti unicamente attraverso un'interpretazione della Legge citata mediante circolari del Ministero del Lavoro e dell'INPS richiede al Governo la definizione di un quadro legislativo certo per tutti gli addetti alle attività minerarie ed alle altre attività estrattive in sotterraneo.
Conviene sulla necessità di coinvolgere sulla questione le altre Amministrazioni regionali interessate.
Conviene, inoltre, sulla necessità che l'XI Commissione della Camera dei Deputati (Commissione Lavoro) concluda l'esame della proposta di legge n.
4923 (primo firmatario Innocenti) in materia di trattamenti pensionistici di anzianità.
A tal fine, il Consiglio regionale del Piemonte concorderà con la stessa Commissione il sollecito incontro".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Abbiamo, pertanto, esaurito gli ordini del giorno sul tema "lavoro e occupazione".
I nostri lavori si concludono qui. Domani il Consiglio avrà inizio alle ore 10.30, per dare modo alla I Commissione (convocata per le ore 9.15) di svolgere i propri lavori. Grazie.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.46)



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