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Dettaglio seduta n.416 del 11/11/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Nomine

Sulla presidenza dei lavori da parte del Vicepresidente vicario e sulle votazioni relative alle nomine


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Invito i Consiglieri a rientrare in aula per prendere posto ai propri banchi.
Iniziamo i lavori pomeridiani riprendendo l'esame del disegno di legge "Interventi a tutela della maternità delle donne non occupate", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, vorrei sapere, rispetto alle votazioni di stamane, a che punto siamo. Vorrei sapere questo e poi - lo dico così intervengo una volta sola - vorrei sapere anche (ho una qualche impertinenza nel dirlo), essendo Vicepresidente vicario il Consigliere Vicepresidente Foco, come mai questa mattina, in assenza del Presidente Deorsola, non ha presieduto lei.
Vorrei sapere inoltre quando posso, in ordine alle votazioni di questa mattina, fare una dichiarazione. Me lo dica lei perché intendo fare una dichiarazione sulle votazioni: quando proclama l'esito delle votazioni eventualmente. Mi dica soltanto lei, perché non vorrei perdere questo momento.
Però, ripeto, chiedo come mai essendo vicario, come lei mi ha detto cortesemente prima (io lo so perché gliel'ho chiesto, lo dico per i Consiglieri che magari non sono informati), ogni sei mesi c'è un Vicepresidente vicario, allora quando si assenta il Presidente, dovrebbe prendere la presidenza il Vicepresidente vicario. Stamattina ha presieduto la collega Minervini e volevo capire perché.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Siccome è usanza, questa sì, bofonchiare nel microfono quando si comunica l'esito delle votazioni... Questa è usanza, l'ho fatto anch'io tante volte...



PRESIDENTE

Non è mai stato nel mio caso, quando presiedevo.



MONTABONE Renato

No, ma voglio dire che è un po' una consuetudine, alla fine delle sedute, quella di bofonchiare nel microfono...



PRESIDENTE

Comunque lei è responsabile delle sue dichiarazioni.



MONTABONE Renato

Si bofonchia nel microfono il risultato delle votazioni molto in fretta, lo si fa anche in assenza dei Consiglieri, è una comunicazione d'aula. Io questa volta le chiederei, Presidente, appena sono pronti gli esiti delle votazioni, che venisse fatto con un attimo di attenzione in aula e non alla fine dei lavori. Grazie.



PRESIDENTE

Lei mi aiuta a rispondere intanto a una domanda fatta dalla Consigliera Spagnuolo: che è in corso lo spoglio delle schede. Ovviamente mi auguro che nel frattempo si possa andare avanti sulla legge che stavamo discutendo però sicuramente le dichiarazioni, almeno se presiedo io, degli esiti delle votazioni saranno fatte in modo da essere tutte comprensibili e chiare.
Per quanto riguarda la questione del vicariato, in questo periodo io sono il Vicepresidente vicario, ma, come avrete già notato anche altre volte, presente o meno che sia in aula, non è automatico il passaggio della presidenza al vicario, né io mi sono mai particolarmente adombrato al riguardo. Il Presidente ha dovuto andare via velocemente e ha chiesto alla Vicepresidente, che in quel momento era probabilmente più a portata di mano, di presiedere.
Lei che è stata Presidente, Consigliera Spagnuolo, saprà che alcune volte ha addirittura presieduto il Consigliere Segretario, presente il sottoscritto in aula, anche durante la sua Presidenza.



PRESIDENTE

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, no!



PRESIDENTE

Lo ricordo. Ricordo di aver presieduto.



PRESIDENTE

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Prego.



SPAGNUOLO Carla

Poiché è materia che attiene alla Presidenza dell'assemblea non mi sembra, per la verità, che ci siano delle condizioni di discrezionalità.
Nel senso che, per quanto possa ricordare, quando manca il Presidente presiede il Vicepresidente vicario, a meno che non ci siano delle motivazioni. Non abbiamo mai sollevato queste questioni; può succedere, per carità, che presieda un altro Consigliere, qualora il Vicepresidente vicario abbia degli impegni. Non vorrei che questa questione sottendesse delle motivazioni di carattere politico e pertanto rivolgeremo, per quello che ci riguarda, un quesito esplicito alla Presidenza del Consiglio regionale, perché ritengo che la regola del Vicepresidente vicario vada rispettata; altrimenti - consentitemi - visto che c'è un Vicepresidente di maggioranza e un Vicepresidente di minoranza, a seconda del fatto che la cosa possa interessare o meno a qualche parte dell'aula, il Presidente del Consiglio sceglie chi deve presiedere la seduta! Non è una questione irrilevante.
Se nel Regolamento è stata inserita la regola del Vicepresidente vicario (credo più nel regolamento che non nello Statuto) la sostituzione dovrebbe scattare automaticamente, soprattutto in presenza in aula dei due Vicepresidenti! Stamattina è stata data la Vicepresidenza alla collega Minervini, della quale, a questo punto, ringrazio la generosità perché si è presa una patata bollente, perché poteva tranquillamente dire: "Non sono il Vicepresidente vicario". A me non sembra che in questo modo di procedere da parte del Presidente del Consiglio (mi spiace che lui non ci sia, ma glielo dirò) sia qualcosa di scorretto o quanto meno da dover motivare.
Pertanto, chiedo che ci sia un'interpretazione su questo punto altrimenti vengono date delle interpretazioni, che possono essere interpretazioni politiche, alla Presidenza delle varie sedute consiliari. E questa è una questione di non poco rilievo politico e istituzionale! Scriveremo una lettera all'Ufficio di Presidenza e chiederò ai colleghi che intendono sottoscriverla di sottoscriverla, perché allora diventa una situazione di comodo. Invece, se il Regolamento prevede questo, se c'è il Vicepresidente vicario il Presidente del Consiglio deve motivare perché non passa la presidenza dell'assemblea al Vicepresidente vicario. Oppure il Vicepresidente vicario che non intenda presiedere la seduta - anche questo potrebbe avvenire qualora, per esempio, ci fosse una delibera che, in qualche modo, potrebbe interessare il soggetto chiamato alla Vicepresidenza deve motivare perché non presiede! Diversamente, le regole che abbiamo saltano tutte! Questo ci fa pensare - lo voglio ribadire - che ci siano delle motivazioni di carattere politico per le quali il Presidente del Consiglio può ritenere che uno dei Vicepresidenti sia più sensibile alla questione posta e pertanto affidi allo stesso la Presidenza: esistono delle regole pertanto vanno rispettate. La sensibilità politica esiste, non è certamente qualcosa che sto inventando io in questo momento.
Dato che lei, Vicepresidente Foco, è il Vicepresidente vicario, mi verrebbe da chiederle perché questa mattina non ha chiesto di presiedere visto che competeva a lei. Non è facoltà del Presidente, mi pare ci sia una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza che richiama, volta per volta, chi è il Vicepresidente vicario.
Desidero che i colleghi prestino attenzione, perché non è una questione di poco conto: il Presidente del Consiglio, se ritiene che un Vicepresidente, in quel momento, porti avanti meglio una problematica della maggioranza o dell'opposizione, lo sceglie.
Questa - ripeto - è una questione di non poco rilievo istituzionale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Vista l'importanza dell'argomento, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
26 Consiglieri.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Nomine

Sulla presidenza dei lavori da parte del Vicepresidente vicario e sulle votazioni relative alle nomine (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ho chiesto la parola per esprimere la mia opinione sulla questione sollevata dalla collega Spagnuolo - certo non irrilevante - perché la gestione da parte del Presidente Deorsola di quest'aula ha avuto, nel corso di questi ultimi anni, un'involuzione notevole in direzione del disordine...



PRESIDENTE

Consigliere, il Presidente non è presente. Se volete fare delle osservazioni, vi pregherei di farle in sua presenza. Il che non ci esime dal proseguire la discussione. Dico soltanto che lei sta esprimendo dei giudizi sul Presidente senza che sia presente. Il Presidente non potrà essere presente per tutto il pomeriggio, è in congedo.



CHIEZZI Giuseppe

Sono molto rammaricato per questo. Mi dispiace veramente che il Presidente non sia presente e non possa sentire le mie osservazioni.
Auspico che il Vicepresidente vicario, e tutto l'Ufficio di Presidenza si faranno premura di riferire quanto ascoltato in aula e quanto, peraltro risulta a verbale. Facciamo valere, simmetricamente, gli argomenti che spesso ci vengono fronteggiati quando, in assenza del Presidente della Giunta regionale, ci viene detto di parlare al Vicepresidente.
Riprendo il discorso. In questi anni di gestione da parte del Presidente Deorsola, ho assistito a un degrado progressivo nella gestione dell'aula. Degrado sotto forma, innanzitutto, di ricorrenti e gravi ritardi nell'inizio dei lavori. Ricorrente disordine nell'ordine dei lavori, con interpretazioni regolamentari discontinue, non uniformi, a volte anche chiaramente in contrasto con le regole, come quando, non più tardi di qualche giorno fa, si è giunti a votare degli emendamenti ad articoli già trattati in una legge. Insomma una situazione che non ha aiutato, a mio modo di vedere, quel confronto tra i Gruppi politici che sappiamo a volte svolgersi in forma priva di accentuate tensioni o contrasti politici, ma che a volte è ricco di contrasti e di tensioni politiche. Questi contrasti e tensioni sono più volte degenerati in presenza di una gestione così insufficiente.
In una delle scorse sedute abbiamo sentito dire "buffoni" da una parte dell'aula verso l'altra parte dell'aula. La questione sollevata dalla collega Spagnuolo, a questo punto, ritengo debba consentire una riflessione organica sul nostro stato dell'arte riguardo alla gestione dell'aula. A questo punto, siamo in presenza di una gestione della Presidenza di tipo casuale. Se giungiamo a non sottolineare il fatto che, senza motivazione esplicita, il Presidente Deorsola sceglie, di volta in volta, i componenti della Vicepresidenza secondo criteri noti solo a lui stesso, quindi dando la possibilità di interpretare questa scelta secondo convenienze soltanto a lui note, anche da questo punto di vista diventa difficile mantenere una gestione imparziale, perché il Presidente dovrebbe tenere una gestione imparziale dei nostri lavori (sta al di sopra di tutti noi).
Chiedo allora ai componenti dell'Ufficio di Presidenza, anche perché il nostro Gruppo non è stato rappresentato nell'arco di questi anni nell'Ufficio di Presidenza, di dirci, per cortesia, visto che la norma esiste, è esplicita e mi risulta che ci siano deliberazioni in proposito (la nomina del Presidente Vicario è un atto amministrativo dell'Ufficio di Presidenza), quando l'Ufficio di Presidenza ha deciso, con delibera, la nomina dei vicari e in che periodo. Poi, per cortesia, perché non penso ci sia altra forma per richiederlo, se qualche componente dell'Ufficio di Presidenza, o magari componenti eletti dalla minoranza, come il Consigliere Peano, che adesso sta parlando e che forse non mi ha sentito... Vorrei che sentisse anche Peano...



PRESIDENTE

Consigliere Peano, la prego di ascoltare il collega Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Scusa, Peano, se disturbo, ma per cortesia richiederei ai componenti dell'Ufficio di Presidenza, in particolare a quelli eletti dalle minoranze se possono dire al Consiglio se, su questo tema (chi sostituisce il Presidente in caso di assenza del Presidente stesso), al di là della deliberazione, in Ufficio di Presidenza abbiate concordato dei comportamenti e delle prassi sulle quali avete convenuto e se, ad esempio tra le prassi concordate, vi sia quella che, ad libitum, il Presidente "prende" uno dei due Vicepresidenti e gli consegna l'aula.
Questa decisione, ossia questo modo di interpretare il vicariato, è qualcosa di cui avete discusso e convenuto o mai, all'interno dell'Ufficio di Presidenza? Avete dibattuto la questione e vi siete attenuti alla deliberazione per cui ogni sei mesi vi è un Vicepresidente che automaticamente, sostituisce il Presidente, salvo eccezioni che hanno per un rilievo pubblico? Chiedo ai colleghi, in particolare al Consigliere Peano, visto che l'altro componente dell'Ufficio di Presidenza è anche direttamente interessato dalla Presidenza attuale (per non metterlo in imbarazzo) se la materia è stata trattata e in che termini.
Non giungo a dire che questo fatto - collega Spagnuolo - ha generato una gestione dell'aula non corretta, e che quindi tutte le cose fatte in quell'occasione non siano coperte da una procedura. Non dico questo; non ero presente alla discussione, ma, in occasione della Presidenza dell'ultima ora del Consiglio, mi dicono che sono successi fatti piuttosto gravi. Ho sentito colleghi che si sono lamentati di non aver potuto prendere la parola per dichiarazione di voto. Si è anche verificato un contenzioso tra alcuni colleghi e la gestione della Presidenza pro tempore di turno che, come adesso vengo a sapere, non era neppure la gestione corretta dal punto di vista del Vicepresidente vicario.
Chiedo quindi al collega Peano se vuole, per cortesia, informare l'aula dello stato della discussione su questi temi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

L'art. 6 del Regolamento è chiarissimo rispetto alle competenze dei Vicepresidenti del Consiglio.
Esso recita: "I Vicepresidenti assistono il Presidente e collaborano con lui. Possono sostituirlo nella direzione dei dibattiti ed in ogni altro caso in cui ne siano delegati dal Presidente. I Vicepresidenti sono designati alternativamente, per un periodo di mesi sei, a sostituire il Presidente in caso di suo impedimento temporaneo".
In questo caso, il Presidente Deorsola ha ritenuto di designare non il Vicepresidente vicario.
Chiedo, pertanto, che spieghi all'aula perché ha ritenuto di designare non il Vicepresidente vicario, essendo il Vicepresidente vicario presente e perché il vicario presente non ha chiesto di essere designato.
Chiedo, ancora, per cortesia, di avere l'ultima deliberazione dell'Ufficio di Presidenza relativa a questo punto, perché mi risulta che la designazione del periodo di vicariato di sei mesi venga fatta con delibera dell'Ufficio di Presidenza. Vorrei sapere se, per caso nell'ultima deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, che prevedeva il vicariato per sei mesi, siano state poste condizioni di discrezionalità. Se non sono state poste, il Presidente del Consiglio dovrà motivare all'aula quali sono i criteri che lo guidano a superare quella deliberazione, che è una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza.
Mi fermo qui, ma tornerò in seguito sulla questione, ribadendo le nostre perplessità riguardanti la votazione precedente.
Chiedo, dunque, il testo della deliberazione per verificare se al suo interno o nel verbale è stata inserita la designazione. Certo non è stata una designazione a voce; penso ci sia un verbale dell'Ufficio di Presidenza nel quale il Presidente del Consiglio, anche se non attraverso una delibera, stabilisce che per questi sei mesi il Vicepresidente vicario è il Vicepresidente Tal dei Tali. Questo è normato esplicitamente dal Regolamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Mi è doveroso rispondere alle richieste del collega Chiezzi, che ha puntualizzato all'Ufficio di Presidenza la verifica dell'atto che ha prodotto la Presidenza vicariale della Consigliera Marta Minervini.
Giustamente, anche la collega Carla Spagnuolo ne ha richiesto una copia per poterlo verificare. E' un atto che dovremo consegnare all'aula affinch se ne possa prendere atto.
Posso aggiungere questo, collega Chiezzi: nell'arco degli incontri dell'Ufficio di Presidenza non abbiamo mai posto in discussione quale era la figura del vicario e quali erano i comportamenti del Vicepresidente vicario nei momenti in cui doveva presiedere a norma di regolamento il Consiglio regionale.
Non abbiamo mai posto in discussione, mai abbiamo cercato di modificare, chiarire o rimettere in dibattito fra di noi quanto era scritto nel Regolamento. Non ci siamo mai posti il perché delle cose. Non c'è stato nulla al riguardo, nei sei mesi che succedevano alle nomine dei nuovi vicari, a presiedere in sostituzione del Presidente; non abbiamo modificato nulla, non abbiamo creato nessun momento di discussione o di riflessione particolare che modificasse i comportamenti che per consuetudine si erano in questi anni consolidati. Quindi nulla è stato variato, nulla è stato cambiato.
Credo che neanche gli altri colleghi dell'Ufficio di Presidenza abbiamo mai motivato o indicato delle riflessioni che potevano in qualche modo incidere su quello che era quell'atto deliberativo. Quindi è un atto semplice, un atto che ha trasferito ai sei mesi le competenze da Marta Minervini al Vicepresidente Foco, se l'aula riterrà, come ha richiesto in questa sede, di richiedere al Presidente Deorsola, che oggi è assente, le motivazioni per cui ha trasferito dal momento della sua assenza a Marta Minervini e non al Vicepresidente Foco la presidenza dell'aula. E' nel diritto del Consiglio di poterlo chiedere, è nel dovere del Presidente di rispondere.



PEANO Piergiorgio

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PEANO Piergiorgio

C'è la delibera dell'Ufficio di Presidenza?



PEANO Piergiorgio

Sì, certo.



PRESIDENTE

No, esiste un verbale dell'Ufficio di Presidenza; non esiste la delibera. E' un verbale che dice che a far data dal giorno (nel mio caso per esempio, 3 o 4 agosto di quest'anno) divento il Presidente vicario ecc.
Se non ci sono altri interventi, al riguardo dico anch'io qualcosa.
Devo intanto dire, per quanto riguarda l'interpretazione dell'art. 6 commi primo e secondo, francamente non ce la siamo mai posti come Ufficio di Presidenza un'interpretazione - come si potrebbe dire? - di che cosa voleva dire, se i due commi sono congiunti tra di loro o distaccati, nel senso che se è vero - perché non c'è ombra di dubbio - che il Vicepresidente vicario, nel momento in cui è assente il Presidente, firma lui gli atti, riceve le delegazioni ecc., quindi svolge la funzione che è propria del Presidente, onestamente perché io personalmente non ho mai pensato e penso che sia reciproca la cosa, che la Vicepresidente Minervini nel momento in cui presiede il Consiglio, abbia o debba avere dei comportamenti diversi dai miei...



PRESIDENTE

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è stata posta questa questione, Presidente!



PRESIDENTE

No, no, ma lasciatemi finire...



PRESIDENTE

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



PRESIDENTE

Eh no! Lei non può introdurre altri argomenti! Non è stata posta questa questione! E' stata posta una questione di applicazione dell'art. 6...



PRESIDENTE

Infatti!



PRESIDENTE

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



PRESIDENTE

Dopodiché, l'art. 6, per ragioni politiche non si vuole applicarlo, lo sta dicendo lei.



PRESIDENTE

No, no, sto dicendo tutto quello che ritengo opportuno dire e che viene verbalizzato...



(Intervento fuori microfono della Consigliera Spagnuolo)



PRESIDENTE

Io sto semplicemente dicendo che, come Ufficio di Presidenza o come due Vicepresidenti, non ci siamo mai posti quel problema. Almeno, personalmente non mi sono mai posto quel problema. Basta dire che in alcuni casi ho chiesto di non essere considerato, in quel periodo di dibattito consiliare vicario perché intendevo, come Consigliere, partecipare liberamente ai dibattiti del Consiglio e quindi non era pensabile una dinamica banchi Presidenza che avrebbe inficiato questa possibilità.
Quindi non ho mai letto il fatto che in alcuni casi, perché questo è avvenuto per esempio, il Presidente, nell'attimo in cui (nei cinque minuti) assegnasse alla Vicepresidente Minervini, in quel momento non vicaria, la direzione dei lavori in aula. Quindi non ho mai sollevato questo problema non l'ho mai sollevato perché non ne vedevo il motivo.
Per quanto riguarda stamani, sono stato informato stamattina, nel momento in cui sono arrivato in aula, che nel pomeriggio avrei dovuto assumere la Presidenza in quanto il Presidente era impedito. Ho dato la mia disponibilità e ho organizzato i miei impegni in quest'ottica e non ho ritenuto di dover rivendicare - onestamente - perché dovevo allontanarmi la Presidenza nel momento in cui il Presidente - tutti l'avete visto - ha dovuto velocemente uscire dall'aula. Punto! Per quanto riguarda il resto si tratta, al limite, di mie valutazioni che ovviamente non faccio a questo microfono - ma questo penso che me lo concederete - su come uno conduce i dibattiti nel momento in cui lui presiede e nel momento in cui lo fanno gli altri. Sapete che quando si presiede gli onori e gli oneri sono di chi in quel momento dà e toglie la parola, decide, ecc. perché non esiste collegialità in quel momento.
Comunque, da parte mia non c'è stata né lettura né interpretazione anche perché vi dico francamente che, se ne avessi avuto la possibilità avrei preferito intervenire nel dibattito che si era acceso in aula più come Consigliere che come Presidente dell'aula.



(Commenti fuori microfono della Consigliera Spagnuolo)



PRESIDENTE

E' ovvio che tutte le cose che sono state richieste non sono segreti di Stato e idem per quanto riguarda l'interpretazione dell'art. 6, che a nostro parere non ma ha mai significato il passaggio automatico della Presidenza al vicario...
Io però vi chiederei, siccome mi giunge notizia che il Presidente, dal momento che il suo aereo non riuscito a partire, rientrerà appena possibile e prenderà lui la Presidenza dei lavori.
Siccome alcune delle vostre domande lo riguardano personalmente, vi chiederei, se possibile, di riprendere la discussione in quel momento, in quanto riguarda direttamente il Presidente Deorsola.
Il verbale appena pronto vi verrà consegnato, ovviamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sono d'accordo a riformulare al Presidente quando arriverà tutte le osservazioni. Desidero solo a lei, Vicepresidente vicario, ricordare che questa ripartizione temporale equanime tra i due Vicepresidenti - uno eletto dalla maggioranza, l'altro eletto dalla minoranza - è nata per essere osservata!



CHIEZZI Giuseppe

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Certo, altrimenti non sarebbe stata fatta!



CHIEZZI Giuseppe

E' nata per essere osservata e non interpretata, a tutela di tutto il Consiglio! Quando questo è stato deciso, si è voluto - ben sapendo che il Presidente è espresso da una maggioranza del Consiglio, il più delle volte e non dall'unanimità - segnalare che la gestione per quanto riguardava le Vicepresidenze era esattamente paritaria! Allora, l'esercizio del diritto di questa parità, quindi l'osservanza a realizzare i pesi previsti nell'arco della legislatura, non è fatto politicamente irrilevante e neppure istituzionalmente irrilevante, perch non osservare questa ripartizione dei pesi istituzionali significa indebolire una rappresentanza a favore di un'altra.
Pertanto, al Vicepresidente vicario faccio osservare questo elemento: che non sono tranquillizzato dal fatto che la gestione delle due Vicepresidenze sia stata interpretata da questo Ufficio di Presidenza a maglie larghe. Non sono vostre maglie! Sono nostre maglie!



PRESIDENTE

No, no! Mi permetta, Consigliere Chiezzi: non era questa l'interpretazione. Quando rivesto i panni del Presidente vicario, vi posso assicurare che cerco di svolgere il mio ruolo in termini di massima correttezza.
Per quanto riguarda la Presidenza, e quindi la sostituzione in aula proprio perché qui impariamo tutti pian pianino, non mi sono adombrato nel momento in cui, anche in precedenti gestioni, non veniva così rigorosamente rispettato il fatto che, se c'era il vicario, anche se mi pare che la cosa sia avvenuta sì e no una volta o due... Oggi è stato un caso che ha richiamato l'attenzione, ma ne attribuisco la responsabilità - questo voglio che sia chiaro! - al sottoscritto, che aveva organizzato i suoi lavori e lo aveva segnalato al Presidente, per cui non rivendicava - n l'ha fatto, perché da parte della Vicepresidente Minervini penso che mi avrebbe concesso di presiedere i lavori - da parte del sottoscritto. Io ero pronto a presiedere da quando mi era stato detto e anch'io penso di poter organizzare la mia giornata in un certo modo.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Grazie, Presidente, per questa spiegazione.



PRESIDENTE

Se può portare chiarimento reciproco, perché non vorrei...
Io mi assumo le mie responsabilità e non vorrei dare delle colpe a chi tra l'altro, che in questo momento non c'è, a mio parere non ha. Parlando chiaramente!



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, no, ma ho capito. Difatti io non le chiedo di adombrarsi.



PRESIDENTE

No, mi adombro. Anzi, le concedo la parola.



CHIEZZI Giuseppe

No, ma lei ha detto "io non mi adombro" e io neppure glielo chiedo di adombrarsi in presenza dei fatti succitati. Io le chiedo però di esercitare il ruolo previsto dal Regolamento! Senza adombrarsi, ma esercitandolo! Lei era vicario anche stamattina, non solo oggi pomeriggio! Avendo rinunciato stamattina alla Presidenza vicaria, lei ha rinunciato a gestire, per conto delle opposizioni, un pezzo del lavoro dell'aula che per Regolamento...



PRESIDENTE

No, no! Non "per conto delle opposizioni"! Quando si presiede qui...



CHIEZZI Giuseppe

Non per conto, come eletto!



PRESIDENTE

Quando si presiede non si è per conto né della maggioranza n dell'opposizione! Consigliere Chiezzi, su questo argomento la pregherei veramente...



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ho sbagliato; certo è per conto di tutti.



PRESIDENTE

Come io ho detto che mi ero adombrato, ma non mi adombravo, anzi mi illuminavo, la pregherei davvero... Quando presiediamo cerchiamo di svolgere un ruolo...



CHIEZZI Giuseppe

Sono d'accordo, ma lei è eletto dalle minoranze per essere lì! Poi gestisce per conto di tutti.



PRESIDENTE

Io sono eletto dal Consiglio con dei voti.



CHIEZZI Giuseppe

No! Lei è eletto dalle minoranze, non dal Consiglio!



PRESIDENTE

Va bene, va bene!



CHIEZZI Giuseppe

No, lei è eletto dalla minoranza! C'è una riserva di minoranza; poi gestisce per conto di tutti (spero ben che tutti facciano così), però lei è eletto dalle minoranze.
Allora, le minoranze hanno diritto ad eleggere un loro rappresentante che gestisce un tratto del percorso istituzionale. Questa rinuncia non penso sia una rinuncia che possa decidere l'eletto! Penso che non dovrebbe mai decidere di rinunciare a questo, perché l'equilibrio tra eletti di maggioranza ed eletti di minoranza ne viene turbato.
Questo solo per quanto riguarda il suo ruolo.



PRESIDENTE

Sono iscritti a parlare - li dico nell'ordine, così non viene invertito i Consiglieri Spagnuolo, Montabone e Gallarini.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Un minuto soltanto per precisare che la questione da me posta è stata posta rispetto al comportamento del Presidente Deorsola, non assolutamente rispetto ad altri comportamenti. Anzi, io ringrazio la collega Minervini a cui questa mattina è stato caricato complessivamente un momento difficilissimo che non le competeva. Questo è quanto.
Dopodiché, quindi, desidero solo dire che al Vicepresidente eletto dalle minoranze, nel momento in cui dovrebbe esercitare una sua competenza che da adesso in avanti rivendichiamo, chiediamo di esercitarla.
Secondo punto, che però poi è il primo, è che la motivazione per cui è stato scritto il secondo comma dell'art. 6 è proprio quella di avere comportamenti certi del Presidente del Consiglio regionale in ordine a questa questione, altrimenti il Presidente del Consiglio regionale potrebbe scegliere rispetto a ipotetiche convenienze di carattere politico. Questo articolo vuole escludere quello! Ripeto: vuole escludere quello! Altrimenti non ci sarebbe neanche bisogno di indicare il Vicepresidente vicario! Mi fermo qua; ma visto che lei, magari non volutamente, collega Vicepresidente Foco, ha introdotto una sorta di giudizio indiretto di natura politica, desidero dire che la questione non aveva valutazioni rispetto al comportamento della Vicepresidente Minervini, che poteva eventualmente essere suo, ma la questione posta è stata nei confronti della motivazioni della scelta fatta dal Presidente Deorsola, che pu eventualmente ricoprire dei margini di discrezionalità che ci deve spiegare. Finisco qui e veramente non intervengo più.



PRESIDENTE

Anzi, la ringrazio per questa sua precisazione perché aiuta e toglie ogni ombra di dubbio al dibattito in aula sull'argomento.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Io ringrazio lei, Presidente, perché ha voluto affermare...



(Commenti in aula)



MONTABONE Renato

Io ringrazio personalmente il Presidente e non a nome di tutti! Non a nome delle casalinghe, a nome degli...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



MONTABONE Renato

Adesso ce n'è anche per te, Ghiglia!



PRESIDENTE

Io non riesco a capire perché siate invidiosi che il Consigliere Montabone mi ringrazi e io ringrazio Montabone di questo suo ringraziamento!



MONTABONE Renato

Ma adesso dico anche perché lo ringrazio.



(Commenti reiterati del Consigliere Ghiglia)



MONTABONE Renato

Ghiglia, ma lasciami parlare! Lasciami parlare! Sii più democratico di quello che vuoi essere!



PRESIDENTE

Per favore, Consiglieri. Montabone, prosegua.



MONTABONE Renato

La ringrazio, Presidente, perché lei ha voluto soffermarsi rispetto a un'interpretazione che il collega Chiezzi faceva, esprimendo, siccome è Presidente del Consiglio in questo momento, che dirigeva un'aula stando al di sopra delle parti. Ha ragione. Io stimo e rispetto tutti coloro che si siedono su quella sieda, perché loro in quel momento devono assumere delle decisioni. Così come - e lo sa personalmente lei - stimo e rispetto la collega Vicepresidente Minervini.
Però, siccome oggi abbiamo toccato uno dei punti più bassi in quest'aula - veramente più bassi! - non c'è mai limite al peggio, ma credo che sarà difficile ...



GALLARINI Pier Luigi (fuori microfono)

Abbiamo ancora dello spazio enorme.



MONTABONE Renato

Allora, se c'è ancora spazio enorme, non so proprio dove andremo a finire!



PRESIDENTE

Consiglieri, per favore! L'argomento che sta affrontando Montabone è di estrema serietà! Per cui, per favore, non facciamo delle ironìe.



MONTABONE Renato

Siccome per me è certamente il punto più basso che ho vissuto in quest'aula, mi piacerebbe che si verificassero tutte le dichiarazioni che a turno hanno fatto i Presidenti del Consiglio rispetto alle votazioni che si sono fatte questa mattina.
Guardate, ne abbiamo viste di tutti i colori. Abbiamo visto un Presidente del Consiglio che ha dichiarato, prima di andare via per "non" prendere un aereo che non è partito...



MONTABONE Renato

MANICA Giuliana (fuori microfono)



MONTABONE Renato

L'ha perso...



MONTABONE Renato

Quando si è vivaci così, si perdono anche gli aerei!



(Commenti ironici dai banchi della minoranza)



PRESIDENTE

E' il volo che non è stato effettuato.



MONTABONE Renato

Allora, è proprio sgarro! Una brutta giornata, oggi! Abbiamo sentito che si potevano fare le dichiarazioni; poi nessuno ha dato il via alla "chiama", tanto è vero che il Presidente del Consiglio prima di andarsene via, ha dichiarato che si poteva votare per un'ora.
Quando si può votare per un'ora non c'è bisogno di chiamare! Ciascuno si presenta con il suo certificato elettorale (che è insito nella sua posizione di Consigliere regionale), va lì e dice "ho voglia di votare".
Tant'è vero che non ho votato quando sono stato chiamato! Ero lì - il collega Gallarini lo può dimostrare - e ho deciso di votare. Ho fatto una dichiarazione di voto a nessuno, perché l'ho fatta unicamente al collega Gallarini, che era lì...



PRESIDENTE

Il Consigliere Gallarini in quel momento era unicamente uno dei due scrutatori, Consigliere Montabone!



MONTABONE Renato

Presidente, rido per non piangere, perché il collega Gallarini, in quel momento, era un collega - uno dei pochi che si era dato disponibile a fare lo scrutatore - che verbalizzava, non so per conto di chi...



GALLARINI Pier Luigi

Per conto terzi...



MONTABONE Renato

Verbalizzava le dichiarazioni - guardi che sto facendo un discorso serio - che via via si svolgevano.
Mi sono solo adattato ad un modo di fare, perché anche il collega Saitta è andato vicino all'urna e ha chiesto che venisse verbalizzata la sua dichiarazione.
Vicepresidente Minervini, se mi porge un attimo di attenzione, vorrei ricordarle che il Presidente Deorsola aveva dichiarato che le dichiarazioni di voto potevano avere luogo.
Lei, Vicepresidente, ad un certo punto dell'appello nominale, dopo la chiamata di quattro Consiglieri, ha detto: "Ma il Presidente Deorsola aveva detto che si potevano fare le dichiarazioni di voto!". Un Consigliere le si è avvicinato - vedo ancora bene e penso che la stima che ho per lei, lei la debba avere per me - e lei ha cambiato atteggiamento.
Dico questo perché solitamente rispetto, dal punto di vista istituzionale, tutti i Presidenti del Consiglio che siedono in aula, fino a quando loro non rispettano me e l'aula.
Successivamente, abbiamo chiesto di avere alcune informazioni, che regolarmente non ci sono state date; abbiamo chiesto di poter votare singolarmente le nomine, e non c'è stata data questa opportunità; abbiamo chiesto di poter pronunciare...



PRESIDENTE

Consigliere Montabone, non la vorrei interrompere, ma abbiamo concordato che, per quanto riguarda la parte specifica del meccanismo "votazioni", nel momento in cui ci sarà la proclamazione degli eletti coglieremo l'occasione per fare delle dichiarazioni.



MONTABONE Renato

Bene, vengo al dunque.
Presidente Foco, torniamo al quesito posto dalla collega Spagnuolo: non è irrilevante, ma lei ha affermato, ben due volte, che nella passata legislatura questo è avvenuto. Personalmente non lo ricordo, non ricordo che sia mai avvenuto un episodio di questo genere o simile a quanto è avvenuto questa mattina.
Il punto più basso dell'assemblea regionale lo si è toccato questa mattina; se il collega Gallarini sostiene che ci sono ancora dei margini ne vedremo delle belle!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

La mia considerazione iniziale è piuttosto originale, rispetto a quanto è stato detto, ed è questa: la collega Spagnuolo ha precisato di non essere rivolta al Presidente, ma ci è venuto quasi il dubbio che ci fosse, da parte della minoranza, un atto di relativa sfiducia nei confronti del Vicepresidente eletto dalla stessa.
Chiarito questo episodio, ne prendiamo atto con piacere.
La seconda considerazione è questa: a nessuno è venuto in mente che il Presidente Deorsola - che io non ho sentito, ma quando arriverà lo dirà possa avere avuto un eccesso di sensibilità politica? Era appena stata fatta la verifica del numero legale (richiesta dalla minoranza, non da noi) e se il Presidente Deorsola avesse chiesto al Consigliere Foco di presiedere i lavori, avreste potuto dire che questo aumentava il numero legale, perché chi presiede non si può sottrarre dal rispondere "presente".
Pertanto, potrebbe non aver voluto prestare il fianco ad un'agevolazione della maggioranza; voi, con i tempi che corrono, probabilmente avreste subito evidenziato questo fatto.
Sottopongo la mia riflessione alla considerazione dell'aula, così come ho ascoltato le altre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
La mia è una brevissima e inutile comunicazione; dico inutile Presidente, anche se magari a lei non interessa, perché così vedo la situazione: intanto, mi stupisce il fatto che nessuno abbia obiettato che la collega Minervini avesse presieduto l'aula durante la discussione della legge sul commercio. La collega Minervini ha presieduto e nessuno ha sollevato questioni di carattere statutario né regolamentare, per il fatto che il Vicepresidente Foco era, legittimamente, fra i banchi dell'opposizione a discutere la legge stessa.
Pertanto, se è stato violato lo Statuto, è stato violato tre o quattro giorni fa dalla stessa minoranza, in quanto le è sfuggito questo piccolo particolare. Visto che vi è sfuggito questo piccolo particolare, potevate evitare di proporlo oggi, perché sembra quasi strumentale.
Vengo alla seconda parte, quella seria, del mio intervento. Capisco che vi sia, da parte della minoranza, la difficoltà a procedere sulle leggi e soprattutto sul dibattito dell'importante legge per le donne piemontesi penso di avere appena dimostrato la pretestuosità di questa mozione formale sulla Vicepresidenza di turno. Evidentemente c'è, come al solito, da parte di qualcuno, il tentativo di non arrivare alla discussione ed alla votazione di una legge importante per il Piemonte.
Presidente o Vicepresidente di turno o non di turno (qualcuno svelerà l'arcano), oppure di turno secondo le convenienze - ma io le riconosco piena legittimità, quindi anch'io la ringrazio per il ruolo che sta svolgendo - vorremmo capire di cosa stiamo parlando. Perché se c'è qualche tipo di mozione sospensiva, sarebbe opportuno che i colleghi la esplicitassero; viceversa, la invitiamo a continuare la discussione della legge che stavamo esaminando questa mattina, che è una materia importante e non una ridicola - mi scusi, Presidente - discussione di aula sulle possibili, presunte, potenziali o no competenze di un vicario o meno, al momento della sua seduta su quel trono. Perché questo veramente mi sembra il livello più basso che un'aula di Consiglio regionale possa toccare.
Grazie.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Prego, Consiglieri.
Come avevo detto in apertura dei lavori, chiederei...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, per favore.



(Reiterati commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Va bene, va bene.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame progetto di legge n. 347: "Interventi a tutela della maternità delle donne non occupate"


PRESIDENTE

Quando avevo aperto i lavori avevo detto che riprendevamo dall'esame del progetto di legge n. 347 relativo a: "Interventi a tutela della maternità delle donne non occupate" e in modo particolare al primo comma.
Mi sembra che stamane ci sia stata una serie di interventi riguardanti l'emendamento oggetto della discussione, che non possiamo portare in votazione in quanto sono subentrati dei subemendamenti che devono essere illustrati, discussi, votati, prima di arrivare all'emendamento.
Riprendiamo pertanto con l'esame del sub emendamento all'emendamento n.
1.5) presentato dai Consiglieri Pazé, Chiezzi, Manica, Suino: sub 1/1.5) all'art. 1, comma 1, aggiungere dopo "italiana" le parole "e di qualsiasi altra cittadinanza".
La parola alla Consigliera Pazé per l'illustrazione.



PAZE' Enrica

Credo che il senso di questo emendamento sia più che chiaro: esso rappresenta la conseguenza della discussione di questa mattina ed esprime in modo chiaro la nostra posizione.
Pensiamo che questa legge, per l'aiuto che può fornire alla maternità (poiché è una legge nata a tutela di una delle fasce più deboli della società, proprio nel momento in cui si può, ancor di più, creare una situazione di disagio, e quindi di necessità di aiuto) debba rimanere aperta nei confronti degli immigrati residenti nella nostra Regione.
Quindi, in aggiunta all'emendamento che vuole restringere il beneficio della legge alle donne in condizione di maternità prive di un'occupazione pensiamo di dover aggiungere e sottolineare come questo stesso beneficio debba andare a favore anche delle donne di qualsiasi altro paese del mondo.
Vorrei sottolinare che, forse, la dicitura "cittadine italiane" (quindi non solo "donne residenti in Piemonte") e di qualsiasi altro paese del mondo" è una dicitura ancora migliore, poiché sottolinea la volontà della legge, e dell'Assemblea legislativa, di estendere tale beneficio agli abitanti di tutto il mondo, ancorché residenti nella Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questo primo subemendamento tiene conto di un'argomentazione che sta alla base dell'emendamento presentato dal Consigliere Ghiglia e altri Consiglieri, relativo alla circoscrizione del beneficio alle donne con cittadinanza italiana. L'emendamento non rifiuta questa evidenziazione, ma si inserisce a pieno nella segnalazione dell'importanza che le cittadine italiane possano accedere a questo beneficio. E' un'accentuazione di cui personalmente, non sento la necessità.
Considerato però che la nostra azione è sempre quella di ricercare soprattutto per una legge di questo genere, una possibile convergenza nella salvaguardia dei diritti di tutti, abbiamo mantenuto questo emendamento. Si vuole segnalare che le cittadine italiane possono accedere al beneficio in questione? Va bene. Non cancelliamolo questo fattore, teniamolo in primo piano. Siamo in Piemonte, in Italia: le cittadine italiane hanno questo diritto. Da questo punto di vista, non è un emendamento di chiusura accetta un'evidenziazione che per me, ripeto, è inutile. Comunque manteniamola.
Il subemendamento propone che accanto alle donne con cittadinanza italiana, si dica "qualsiasi altra cittadinanza". Ben dette le parole che vogliamo aggiungere al testo. "Qualsiasi". Questo "qualsiasi", è un termine così privo di steccati, così universalistico, è un termine che non ha colore, non ha confini, è di estrema apertura. L'apertura è proprio una delle caratteristiche che dovrebbe e che vogliamo che abbia questa legge: una legge aperta a tutte le maternità, di qualsiasi etnia, purché risiedano in Piemonte.
Aggiungiamo questo elemento di apertura: "qualsiasi altra". In questo "altra" c'è anche l'altro aspetto, quello dell'altro, del diverso, dello straniero, di chi fa parte di una comunità non da sempre. C'è anche questo elemento di distinzione, che viene unito all'altro: "qualsiasi altra".
Questo binomio non tende a negare la diversità di etnie, di situazioni di storie, tende piuttosto a nominarle, quindi ad accettarle, a segnalarle non ad ometterle, inserendole all'interno di un concetto, "qualsiasi", per il quale l'"altra cittadinanza" assume uguali diritti rispetto alla cittadinanza italiana.
Potete ben vedere che l'emendamento formato dalla proposta originaria con l'aggiunta di "qualsiasi altra cittadinanza" è un emendamento che, a leggerlo in termini concilianti, consente di mantenere bene in vista la cittadinanza italiana, seguita immediatamente dopo da "qualsiasi altra cittadinanza". Mi sembra vada analizzato con attenzione, anche da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Questo emendamento si inserisce all'art. 1, comma primo, rispetto alla seguente dizione: "la Regione Piemonte, allo scopo di favorire la tutela sociale della maternità, corrisponde alle donne non occupate, residenti da almeno tre mesi nella Regione, con un reddito familiare non superiore a quello stabilito dall'art. 4, un'indennità di maternità per i due mesi antecedenti la data prevista del parto e i tre mesi successivi alla data effettiva del parto." Se non ritorniamo alla dizione del comma 1, dell'art. 1, a mio avviso non riusciamo più a comprenderci nella definizione di un testo utile allo scopo che ci siamo prefissi.
Innanzitutto, si tratta di una legge che si prefigge la tutela della maternità, ma non per tutte le donne, non per tutti i nuclei familiari; non è, infatti, una proposta di tutela della maternità generalizzata, quale invece è la legge nazionale.
Questa è una proposta di legge che noi avevamo presentato precedentemente e scaturisce da un lungo dibattito all'interno del mondo femminile e di altre organizzazioni femminili.
Tali dibattiti sono scaturiti in quanto in questo Paese noi avevamo una legislazione che tutelava significativamente la maternità per le donne occupate, per le lavoratrici-madri; non si era mai avuta una legislazione volta alla tutela delle maternità delle donne non occupate o casalinghe.
La legge nazionale, quindi, rispondeva ad un bisogno di tutela della maternità di una categoria di donne e di nuclei familiari che non avevano trovato, fino a quel momento, tutela. Le misure del Governo e le proposte avanzate dalla Ministra della solidarietà sociale, alcune già approvate dal Parlamento, altre in itinere - perché in finanziaria - partono invece da un discorso più ampio, più onnicomprensivo: la maternità va incentivata e tutelata in tutte le sedi, portando ulteriori momenti di incentivazione di tutela a quelle lavoratrici e a quei nuclei familiari che già usufruivano della legislazione precedente e anche a quei nuclei familiari e a quelle donne che nella legislazione precedente non conoscevano momenti di tutela.
Quindi, noi avevamo presentato una proposta di legge volta solo ad un segmento, quel segmento che precedentemente non aveva trovato tutele interventi, iniziative per favorire la maternità, o comunque per tutelarla per sostenerla. Non solo sono un segmento le parole "donne non occupate".
Guardate che sono ancora molte in Piemonte le donne non occupate. Non dimentichiamoci che noi stiamo parlando e agendo da una delle tre grandi Regioni del nord, dove i tassi di disoccupazione femminile, pur essendo estremamente alti rispetto ai tassi di disoccupazione maschile - perché la disoccupazione è donna, anche nelle Regione del nord - però non stiamo parlando di situazioni e di aree del Paese dove i tassi sono altissimi.
Quindi è un segmento. Segmento, tra l'altro, come ci dicono gli Uffici difficilmente quantificabile. I dati non ci sono mai stati consegnati in Commissione, quelli che ci vengono forniti adesso sono francamente attendibili con un punto di domanda, perché finché non avremmo i riscontri dai Comuni, sarà difficile dire.
L'ulteriore elemento di riduzione è il reddito, che stabiliamo.
Stabiliamo, infatti, all'art. 4, che il reddito non deve essere superiore al reddito convenzionale previsto per l'accesso all'edilizia sovvenzionata siamo giunti così a due griglie. Vi è una terza griglia che è quella della residenza nella regione. Aggiungo un'ultima cosa. Abbiamo senz'altro letto tutti, oggi, sulla stampa di Torino, l'articolo inerente i tassi di natalità in Piemonte e il commento sul fatto che oggi è un assoluto privilegio, lusso e sfizio, che copie e famiglie piemontesi, in particolare rispetto alla media italiana, abbiano dei figli o trovino le condizioni per costituire i nuclei familiari.
Per questa ragione noi riteniamo, proprio perché queste sono le motivazioni di partenza, che alle parole "cittadine italiane", che viene proposto attraverso l'emendamento, si aggiungano le parole "anche in possesso di tutte le cittadinanze delle altre nazionalità". E' nostra intenzione concretamente incentivare la maternità; vogliamo decisamente fare un intervento che, rivolgendosi pure ad un segmento, si rivolga per ad un segmento vero e risponda a quei quesiti che la stessa stampa stamattina poneva come interrogativo importante.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Intervengo per dichiarare che il nostro Gruppo è contrario all'emendamento presentato dalla Consigliera Pazé ed altri. Le motivazioni sono state esplicitate nel dibattito di questa mattina. Lancio una battuta a quella che è stata l'illustrazione della Consigliera Pazé: è vero che bisogna tutelare la maternità ed incentivarla a livello planetario ritengo, però, che la Regione Piemonte debba aiutare un segmento un pochino più gestibile. Pertanto ritengo utile attestarci sulla legislazione nazionale che addirittura prevede interventi sulla maternità molto più ampi rispetto a quello che potrebbe dare una legge regionale.
Ribadiamo, pertanto, il nostro voto contrario all'emendamento in quanto diventa un pochino ingestibile dall'Ente stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Presidente, vorrei, tra l'altro, che lei precisasse i contenuti del fatto personale. Lo dico proprio perché non vorrei che ingenerassimo in aula delle consuetudini non consuetudinarie. Il fatto personale è un elemento particolare, che richiede certe motivazioni; la lesione della figura, della dignità di un Consigliere non può essere richiamata in ogni dove. Lo dico perché non si creino precedenti in quest'aula, ma non lo dico contro l'intervento della Consigliera Pazé, che per me può intervenire anche centocinquanta volte; lo dico unicamente perché si sappia.
Noi interverremo una volta sola su tutti questi subemendamenti ridicoli (lo dico, così qualcuno chiederà la parola per fatto personale, ma almeno avrà un motivo per farlo!). Questi subemendamenti sono ridicoli perché sono vergognosamente strumentali e di basso profilo, su una legge seria, molto seria, che però presenta una pecca: non avere in calce, come prima firmataria, anche se poi qualche collega dell'opposizione l'ha firmata e adesso è chiaramente un po' in difficoltà, perché, dopo averla firmata, fa anche l'opposizione, ma siamo abituati...



MANICA Giuliana

No, io difendo il testo originale, sei tu che lo cambi, però ho le orecchie...



PRESIDENTE

Consigliera Manica, ha la parola il Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Prendiamo atto che, fra i tanti attributi, la collega Manica ha almeno le orecchie; mi auguro che ne abbia anche altri!



MANICA Giuliana

Non sono fatti tuoi.



GHIGLIA Agostino

Ho capito "fatti" con la "zeta", Presidente, ma non importa, ho capito male ...



MANICA Giuliana

Hai proprio capito male.



GHIGLIA Agostino

Allora "fatti" con la "T", ma preferisco ...



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo svolgere l'intervento al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Presidente, vengo leso nel mio diritto democratico alla parola: mi tuteli. Sono turbato, quando sento certe parole mi turbo! Detto questo, sostenevo che la legge ha il solo difetto di non portare come prima firma, quella di qualche collega del centro-sinistra, che ha partecipato alla conduzione ed alla stesura del testo, l'ha anche approvato per portarlo in aula e adesso dà l'avallo alla presentazione di subemendamenti ridicoli.
Sono ridicoli perché, a fronte di una legge seria, che vuole andare incontro ai problemi seriamente, che - come dicevo questa mattina - è una legge possibile anche secondo le nostre finanze, le nostre possibilità reali di intervento sulla società, quindi una legge che tutela le donne non occupate, si presentano degli emendamenti tipo: "Dopo le parole 'cittadinanza italiana', sostituire" - credo, perché è anche scritto male (ormai, Presidente, manca solo più che si presenti un emendamento sulla carta della spesa e va tutto bene in quest'aula: si fa, si cancella, si sovrappone, vale tutto ormai in questa partita) - "con le parole 'astigiane'"; "sostituire con le parole 'e del Canavese'"; "sostituire con le parole 'valsusine'"; "sostituire con le parole 'norvegesi'" (magari fossero le donne norvegesi! Presidente, mi consenta una battuta: facciamone venire tante! L'ho detto apposta perché sapevo di far sfogare un po' di sano femminismo, era quello che cercavo e, ovviamente, l'ho ottenuto!). Ma dopo "norvegesi", Presidente, c'è di meglio: "finlandesi"! Speriamo (adesso giro la pagina) che ci siano le danesi, perché mi si dice che siamo al top.
No: algerine. Scopro la carta: "cittadinanza libica, egiziana, iraniana" ed altro.
A parte il fatto che questi sono emendamenti razzisti, perch Presidente, mancano le danesi, mancano le islandesi, mancano le donne della Patagonia, le inglesi, le scozzesi, tutte le donne dell'Unione Europea che possiamo ricomprendere ...



(Interventi fuori microfono di alcune Consigliere della minoranza)



GHIGLIA Agostino

Presidente, mi tutela nella mia libertà di parola? Sto svolgendo un intervento quasi burlesco - me ne rendo conto - perché questi emendamenti meritano soltanto la burla, perché sono significativi e solamente dimostrativi di una volontà ostruzionistica, distruttiva da parte della minoranza.
Minoranza che è in imbarazzo, perché questa mattina abbiamo dimostrato che la legge nazionale, la legge Turco, la legge di quella Ministra che viene a presentare persino le attività sociali del Comune di Torino (non avendo altro da fare, ha il tempo di dedicare una giornata intera ad una conferenza stampa con l'Assessore comunale, ma questo fa parte di altre logiche), parla di cittadine italiane residenti, mentre la nostra legge parla solo di cittadine italiane, perché vorrebbe tutelare magari anche le cittadine italiane residenti in Francia.
Allora, la legge Turco è restrittiva e noi dobbiamo andarci ad occupare dei fatti delle cittadine finlandesi? Ecco la serietà di questi emendamenti! E' questo il motivo per il quale denunciamo la volontà ostruzionistica e strumentale delle minoranze, su un problema tanto importante e su una legge di così alto significato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, il collega Ghiglia può fare tutti i comizi che vuole ed alimentare la tensione all'interno del Consiglio per trovare un punto di accordo su questo tema. D'altronde, il suo obiettivo è questo: evitare che si ragioni, evitare che questa legge venga approvata.



GHIGLIA Agostino

Presidente, chiedo la parola per fatto personale.



SAITTA Antonino

Ma sì, per fatto personale ...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo svolgere l'intervento al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Non è la prima volta - e ritengo che si debba porre rimedio - che il Presidente del Gruppo di AN, Ghiglia, giudica le opinioni che la minoranza esprime ricorrendo a strumenti previsti dal Regolamento; li banalizza, li considera delle assurdità, arrivando persino all'insulto.
Ritengo che il collega debba stare un po' più attento (anche se capisco che questa può essere la sua cultura), così come deve avere rispetto nei confronti delle istituzioni, a partire dai Ministri.
Non è la prima volta che succede e non soltanto per la questione Turco e capisco il nervosismo. Anche, ad esempio, quando fu presente il Ministro Bindi, il collega Ghiglia ebbe un atteggiamento di questo tipo.
Ma torniamo alla questione. Tutti abbiamo detto di essere disponibili a votare la legge così com'è arrivata in aula. Il problema deriva dal fatto che la maggioranza ha presentato un emendamento.
Ciò che abbiamo richiesto con quelle modalità - discutibili o meno che hanno un profondo significato politico, è di tornare al testo originario. Se la legge non viene approvata è perché c'è un emendamento della maggioranza che modifica il testo originario e lo modifica in modo non marginale, ma consistente. D'altronde, anche il collega Rubatto avrebbe preferito che il testo rimanesse quello originario; se il testo fosse rimasto com'era, sicuramente sarebbe già stato approvato. Questo, pertanto non è ostruzionismo della minoranza, ma è ostruzionismo della maggioranza perché quel testo era il frutto di un lavoro accettabile, approvato dalla Commissione e che adesso si vuole modificare sostanzialmente.
Invito, pertanto, la maggioranza a non lasciarsi prendere dalla voglia di marcare, con alcune modifiche che non sono marginali, ma sostanziali, il contenuto di una legge molto equilibrata.
La collega Cotto oggi ha parlato di una scissione di due livelli: uno su un piano più religioso; l'altro, su un piano più amministrativo. Ha detto di non condividere questi emendamenti per le sue convinzioni religiose (che sono anche le mie), ma ha anche fatto un ragionamento dettato da un certo realismo, dicendo che, dal punto di vista amministrativo, la scarsità delle risorse ci obbliga a fare una scelta. E' un atteggiamento diverso rispetto a quello del Consigliere Ghiglia completamente diverso.
Credo che la collega Cotto e il suo Gruppo dovrebbero chiedersi: se questo Consiglio regionale, oggi, in questo momento, trovasse le risorse disponibili - aumentando le risorse, raddoppiandole - potrebbe cadere la pregiudiziale in ordine a questo emendamento? Dopo quanto ha detto, spero di sì.
Se il problema è soltanto finanziario, nel momento in cui si trovassero le risorse, cadrebbe la pregiudiziale: tutti ci sentiremmo contenti di applicare un principio universale su una legge che elaboriamo.
D'altronde -l'ha detto lei - se ci fossero le risorse svanirebbe il senso delle osservazioni fatte: il problema posto è soltanto un problema di risorse.
Ho visto la modalità di finanziamento della legge: all'art. 7 viene detto che a questo miliardo e mezzo si fa fronte con una riduzione del capitolo n. 15910 del bilancio 1999.
Prima di procedere, vorrei porre una domanda. Anche perché, se la maggioranza intende modificare il testo che ha presentato in aula, dovrà confrontarsi con le posizioni della minoranza, che la pensa diversamente, e usare tutti gli accorgimenti possibili, anche di carattere tecnico, per farsi valere.
La mia domanda è la seguente. Il Presidente Ghigo, il nostro Presidente della Giunta regionale, su questo tema è assente. A questo punto. per credo che occorra chiamarlo in causa perché si assuma le responsabilità che gli sono proprie in quanto capo della maggioranza. Del resto, non credo che la maggioranza sia guidata dal collega Ghiglia. Ritengo, anche per la moderazione di cui ha sempre fatto uso, che il Presidente della Giunta regionale abbia una posizione molto più vicina a quella della collega Cotto che non a quella del collega Ghiglia.
Presidente Ghigo, e anche voi, Assessore Burzi e Assessore D'Ambrosio potete fare una valutazione, dal punto di vista economico, per vedere se è possibile trovare delle risorse e raddoppiare questo finanziamento? Se ci fosse una risposta positiva, cadrebbero molte questioni.
Del resto, questa legge è per il 1999. Dopo faremo il bilancio del 2000, del 2001, e allora affronteremo il problema, ma per questo lasso di tempo, per il 1999, un miliardo e mezzo è già una cifra consistente. Se dovessimo mantenere il testo originario e ipotizzare che è insufficiente credo che difficilmente, controllando le risorse del bilancio, il Presidente della Giunta regionale si assumerà la responsabilità, di fronte alla comunità piemontese, di dire: "Non abbiamo potuto approvare la legge così come l'abbiamo presentata per mancanza di risorse". Non credo che il Presidente Ghigo si assumerà questa responsabilità. Per la verità, penso che neanche il collega D'Ambrosio si assumerà questa responsabilità.
Per questo invito, prima di andare avanti, il Presidente della Giunta regionale ad un confronto - che per forza di cose sarà un confronto molto duro - e ad una valutazione delle risorse disponibili. Invito anche e soprattutto l'Assessore Burzi a fare questa valutazione.
Ripeto, io sono convinto che le risorse del bilancio consentono di finanziare in maniera più consistente questa legge, per consentirne l'applicazione così come aveva immaginato il collega Rubatto e la Commissione.
Se il Presidente Ghigo facesse questa valutazione ci eviterebbe di incappare in uno scontro su questioni di principio, sulle quali - mi sembra la maggior parte di noi sia d'accordo. Se invece il Presidente Ghigo ritenesse di non dovere fare questa valutazione di carattere economico e l'Assessore D'Ambrosio facesse lo stesso mi riservo, con gli altri colleghi, di studiare il bilancio e l'ultima variazione per presentare proposte emendative che consentano di aumentare il finanziamento fino a 3 miliardi. Penso che ciò possa avvenire tranquillamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ho già detto questa mattina e ho avuto il coraggio di dirlo - che io non sono favorevole all'emendamento e che, se viene portato in votazione, mi asterrò. Però non ho sentito, in quest'aula, nessuno dell'opposizione dire che la legge nazionale presentata dalla Signora Ministra Turco è una legge razzista perché è proprio la legge nazionale che è razzista, dal momento che in essa non vengono indicate tutte le cittadine residenti in Italia ma si dice propriamente "alle madri cittadine italiane residenti", sia al punto 66 "Assegni di maternità", sia al punto "Assegni ai nuclei familiari con almeno tre figli". Sappiamo bene che proprio qui ci sarebbe maggior bisogno di intervenire, perché sono le donne extracomunitarie che hanno famiglie sempre più numerose di quelle italiane. Mi chiedo come mai l'opposizione non dice che anche la legge nazionale è una legge razzista. Benissimo. Io invece lo dico: così come dico che non condivido quell'emendamento altrettanto dico che la legge nazionale è una legge razzista. Lo dico e lo ripeto. E lo ripeto ancora. E lo confermo.
Ho presentato un progetto di legge che intendo sostenere, e non prenderò le distanze dal progetto. In maniera assoluta.
Il progetto di legge, nelle mie intenzioni, doveva favorire la maternità, favorire la maternità di tutte le donne, siano esse bianche rosse, verdi, gialle o marron. Era favorire la maternità! Dopo, sono stati presentati degli emendamenti. Posso condividerli o non condividerli. Ma quando mi si presentano emendamenti con parole quali "astigiana, canavesana, valsusina, norvegese, finlandese, algerina, libica etc..etc..", vi chiedo di dirmi se questa sia opposizione costruttiva o sia solo ostruzionismo! Un ostruzionismo dovuto al fatto di non aver accolto l'invito, fatto da qualche Confederazione femminile, perché fosse qualcun altro e non il sottoscritto a presentare la legge in Consiglio regionale.
Posso confermare quanto dico, perché so benissimo che qualche Federazione e Confederazione femminile ha chiesto a dei colleghi dell'aula che fossero loro a presentare questo progetto di legge, e il loro invito non è stato accolto.
Voglio concludere chiedendo al Presidente se è possibile sospendere la seduta per cinque minuti, per un confronto con i Capigruppo di maggioranza che vorrei fare io come relatore del progetto di legge.



PRESIDENTE

Possiamo far subito questa sospensione. Riprenderemo i lavori con l'intervento della collega Pazé.



(La seduta, sospesa alle ore 17.27 riprende alle ore 17.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima di dare la parola alla Consigliera Pazé, chiedo alla maggioranza che ha richiesto l'interruzione dei lavori, cosa è stato concordato.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Durante la sospensione ho constatato, purtroppo, che le posizioni tra maggioranza e minoranza sono ancora molto discordanti.
Invito quindi i Consiglieri ad andare avanti sulla discussione sperando che ci sia dialogo e non scontro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Cercando di andare nella direzione del dialogo, sollevo delle osservazioni sugli interventi della collega Ferrero e del collega Ghiglia.
Al collega Ghiglia, che mi ha chiamata in causa, essendo firmataria di molti degli emendamenti che lo stesso ha definito "ridicoli", spiego le motivazioni che mi hanno spinto a sottoscrivere gli emendamenti.
La collega Ferrero ha detto che io ho parlato di incentivazione della maternità. Non è così e ci tengo a sottolinearlo, affinché sia chiara la differenza.
Io ho parlato di tutela della maternità. Il problema di incentivare la maternità è un problema che abbiamo noi in Europa, perché abbiamo una natalità bassissima. Nella maggior parte del mondo, dove vive la maggior parte della popolazione mondiale, la maternità non va incentivata, anzi vanno incentivate le misure volte a ridurre la natalità. In Africa, dove ho lavorato fino a qualche mese fa, "il family planning", le misure di controllo per la riduzione del tasso di natalità, sono uno dei problemi di maggior rilievo.
Quindi, il confondere "incentivazione alla maternità" con la "tutela della maternità", è, a mio parere, un segno di quanto siamo limitati come visione eurocentrica.
Il problema del controllo delle nascite è un problema importante e su questo si può innescare un dibattito molto più ampio. La maternità è tuttora un fattore di rischio. Se nei Paesi, cosiddetti in via di sviluppo il tasso di mortalità materna si aggira a livello di mille madri morte per centomila parti, dobbiamo tener presente che anche in Europa esiste una mortalità materna che è su livelli del dieci per centomila parti: mortalità che può sembrare molto bassa e lo è rispetto a quello che è il tasso mondiale, ma è pur sempre alto. C'è una cosa che vorrei far notare: in Italia i dati dell'organizzazione mondiale della sanità, risalgono a qualche anno fa - la mortalità materna è di 12 madri morte per centomila nati vivi. La media europea è sui venti e considera probabilmente nella media i Paesi dell'Europa dell'Est, che hanno una mortalità materna dovuta ad una situazione sanitaria e socio-assistenziale in condizioni meno fortunate della nostra, quindi una mortalità materna più alta.
In Germania, la cui situazione sanitaria è almeno a livello di quella italiana, se non superiore, la mortalità materna è di 24 per centomila bambini nati: il doppio della mortalità materna italiana. Le spiegazioni che vengono addotte per spiegare per quale motivo la Germania ha il doppio della nostra mortalità materna, è che in Germania c'è un alto numero di immigrati. La Germania ha una percentuale di immigrati superiore a quella dell'Italia; ha una storia di immigrazione più lunga di quella dell'Italia pensiamo all'immigrazione turca; la percentuale di mortalità materna è superiore a quella italiana. Anche da noi di maternità si muore, si muore anche essendo italiane, ma si muore molto di più se si è immigrate.
Non voglio sempre fare degli esempi personali, cerco di farlo il meno possibile, però vi assicuro che è molto difficile lavorare in un Paese dove la mortalità materna è alta.
Vi posso citare decine di episodi, mi limiterò a citarne uno.
Il primo taglio cesareo che ho praticato, ero poco esperta nei tagli cesari, ma ero l'unico medico presente in un ospedale, è stato su una donna che arrivava dall'Etiopia ed era giunta al terzo giorno di travaglio: chi ha vissuto il travaglio immagina cosa significa.
Queste sono le donne che emigrano dall'Africa; queste sono le donne per cui io chiedo venga tutelata la maternità. Arrivano da situazioni veramente disagiate e non voglio che vengano in Europa e si ritrovino nella stessa situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi ci troviamo in questa situazione dopo che il testo è stato discusso in Commissione, sottoscritto da quasi tutti i Gruppi - escluso il nostro e spiegherò il perché - e varato all'unanimità.
D'altro canto ci ricordava il collega Rubatto - primo firmatario - che lui si è fatto portavoce di una proposta di legge che giunge dalle Federcasalinghe. In ogni caso, al di là di questo particolare, il testo era stato da tutti i sottoscrittori, tra i quali la Consigliera Casari, Cotto Ferrero, Minervini oltre a Rubatto e altri Consiglieri della minoranza varato in una forma che tra l'altro - i testi vanno letti oltre che commentati, mi rivolgo al Consigliere Ghiglia - dice che il contributo andrà alle residenti da almeno tre mesi nella regione, non a tutte le italiane, anche quelle all'estero. Parla specificamente di residenti nella nostra regione, ma non poneva il vincolo "italiane". Credo che gli emendamenti successivi siano frutto di un emendamento che introduce una novità, in un testo approvato all'unanimità, che discrimina, rispetto al testo originale, tutte le residenti che non sono italiane e quindi i nostri emendamenti tendono a rilevare le nazionalità escluse.
Credo, pertanto, che siano anche educativi da questo punto di vista; fa un lunghissimo elenco perché sono queste le donne che, se per caso sul territorio piemontese diventano madri, vengono escluse.
Quindi, non sono ridicoli. Ridicoli sono alcuni argomenti che abbiamo sentito questa mattina, come ad esempio che con tale legge il turismo verrebbe incentivato. Se così fosse - discorsi che ritengo ridicoli e falsi ci sarebbe un turismo da tutta l'Italia, perché è stato detto che verranno le calabresi, le siciliane oltre a quelle che già ci sono.
Verrebbero attratte dal Piemonte perché ha varato questa legge. Questi sì sono veramente argomenti ridicoli, immaginare che qualcuno venga tre mesi prima del parto, in Piemonte per due milioni! Poiché questo problema non esiste né per le italiane non residenti in Piemonte né per le straniere non residenti in Piemonte. Credo che l'aver introdotto quel tipo di discriminante sia all'origine di questo, così ognuno di noi valuterà perch è stato presentato l'emendamento.
Io non penso che tutti i presentatori dell'emendamento abbiano motivazioni razziste, però ho sentito utilizzare da parte di molti Consiglieri, su questo tema, così come sul tema dell'immigrazione argomenti che sanno non solo vagamente, ma pesantemente di razzismo; sono concretamente e fortemente razzisti, perlomeno io li interpreto così.
Pertanto, se l'emendamento verrà ritirato, la discussione della legge potrà andare avanti, ma attualmente è ferma proprio a causa di quell'emendamento.
E' stato detto che il testo nazionale è riduttivo. Forse questo è vero ma, a questo punto, la legge regionale potrebbe anche essere portata come esempio per la legislazione nazionale, e non il contrario.
Se saremo capaci di emanare una legge più attenta, più aperta, che risponda meglio alle esigenze di coloro che risiedono nel territorio, va bene, cercheremo di lavorare affinché anche a livello nazionale ci sia un adeguamento in tal senso.
Ultima questione: ritengo che questa mattina sia stata fatta molta demagogia. Il motivo per cui il nostro Gruppo non ha sottoscritto il testo della legge deriva anche dal timore che venga introdotta una demagogia di fondo nello stesso.
Un testo che stabilisce di assegnare 400 mila lire al mese, e poi spiega come ed a chi verranno date, mi fa nascere il sospetto che si tratti di un provvedimento demagogico, nato più ad uso elettorale che per rispondere ad un problema. Infatti, noi che votiamo il testo sappiamo bene che non sarà proprio così, perché la legge è finanziata con una quantità di denaro assolutamente insufficiente; si tratterà di una percentuale abbastanza ridotta, rispetto al numero di donne che si trovano nella situazione prevista dalla legge.
Bisognerebbe modificare, allora, il testo della legge oppure adeguarlo dal punto di vista finanziario, attribuendo risorse sufficienti affinch tutte le donne che si trovano ad affrontare la maternità in condizioni di difficoltà possano ricevere quel finanziamento. Diversamente ci troveremmo a dover discutere i criteri di applicazione e di selezione e non vorrei che, dopo aver escluso le cittadine non italiane, andassimo ad ulteriori esclusioni, seguendo lo stesso tipo di principio, oppure ci fossero delle selezioni per cui, magari, chi ha partorito all'inizio dell'anno ed ha potuto presentare la richiesta in tempo possa accedere al finanziamento e chi, invece, ha partorito alla fine dell'anno venga escluso perché arriva tardi.
Il nostro Gruppo non ha aderito alla proposta di legge, perché, pur considerando buone le finalità della stessa, riteniamo che l'applicazione concreta di queste finalità non sarà facile.
Concludo dicendo che, data la situazione, l'elemento di divisione non è certo il costo che questa legge comporta, cioè un miliardo e mezzo.
Lasciando intatto il testo ed introducendo il termine "cittadine italiane" collega Gallarini - non cambia nulla. E' sempre un miliardo e mezzo pertanto quella frase non incide dal punto di vista finanziario. Ha dei significati diversi, che sono quelli che ricordavo prima e che, secondo me sicuramente non il collega Gallarini, ma altri, hanno portato avanti con argomenti di tipo discriminatorio e razzista.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Il mio Gruppo ritiene che questo sia un provvedimento utile ed urgente. Lo abbiamo sottoscritto e personalmente ringrazio il collega Rubatto, il primo firmatario, perché ha presentato un testo che affronta oggettivamente una questione importante, di principio con la possibilità di un piccolo, ma molto significativo, contributo.
Devo riconoscere che questa è una delle poche proposte di legge consiliari che vede il contributo sia della maggioranza che dell'opposizione. Sia per la materia trattata sia per il modo in cui il provvedimento è stato da sempre costruito, ritengo valga la pena di lavorare per trovare una mediazione. Il nostro lavoro, pertanto, deve andare in quella direzione.
Personalmente, non mi scandalizzo affatto, anche qualora venisse riconosciuto che una legge regionale del Piemonte è più aperta di una legge nazionale. Se riusciamo ad emanare una legge regionale più aperta di quella nazionale, ben venga, anche perché ci sarebbe una motivazione: la legge nazionale opera sui grandissimi numeri, nel senso che non fa riferimento soltanto alle donne non occupate, ma si riferisce a tutte le donne che si trovano nella condizione di maternità. Fortunatamente in Italia le donne non occupate rappresentano una percentuale ridotta, rispetto a quanto la legge nazionale ha previsto. Potrebbe essere data, inoltre, un'ulteriore interpretazione, che ho sentito e che in parte è anche vera, e cioè che si tratta di normative di carattere diverso.
Ma ammettiamo anche, per ipotesi, che si tratti dello stesso principio da tutelare. Noi, con la nostra legge, intendiamo tutelare le donne che si trovano in condizioni particolarmente bisognose e di grave difficoltà, cioè le donne casalinghe, che quindi non hanno un reddito da lavoro.
A questo punto, avendo trovato da subito un'intesa fra i Gruppi consiliari, risulta estremamente spiacevole non cogliere questa intesa e anzi, frenarla in dirittura d'arrivo. Dico questo, non solo avendo sentito l'intervento della collega Pazé, del cui contributo e della cui sensibilità non possiamo che ringraziare, ma anche perché le donne casalinghe, non occupate, residenti in Piemonte, anche di altra nazionalità rispetto a quella italiana, sono sovente quelle donne che hanno ancora più bisogno di questo tipo di contributo.
Abbiamo assistito a casi di straordinaria difficoltà, riportati anche dai quotidiani. Prima la collega Pazé ricordava il caso di quella donna egiziana, che recentemente ha avuto difficoltà addirittura ad essere trasportata in ospedale. Siamo, dunque, in una situazione di particolare difficoltà. Sarebbe strano che escludessimo, tra i soggetti bisognosi proprio quelli ancora più bisognosi: si trovano infatti in una condizione di "non integrazione culturale" che, evidentemente, rende questa situazione ancora più difficile. La maternità delle donne italiane, non occupate e casalinghe, ha lo stesso valore della maternità delle donne che italiane non sono ma che sono pur sempre in maternità! Io ritengo che si debba arrivare ad una mediazione. Mi sembra - e lo dico in particolare alle presentatrici - che la legge sia stata redatta bene. Infatti, in essa c'è un articolo, il n. 5, che prevede il monitoraggio e che recita: "dopo i primi sei mesi di applicazione della legge la Giunta effettua un monitoraggio sul numero delle richieste pervenute e prevede eventuali integrazioni al capitolo di bilancio individuato all'art. 7". Quest'articolo apre la strada ad una riflessione sull'applicabilità della legge o sul suo eventuale aggiramento. Un aggiramento che reputo molto difficile da realizzarsi: mi sembra infatti che le donne che verrebbero in Piemonte appositamente per prendere la residenza e avere di conseguenza il contributo - importante, ma complessivamente modesto - avrebbero spese maggiori, nel compiere questa operazione, all'ammontare del suddetto contributo. Basta fare due conti.
Intraprendere un viaggio, stare qui, avere amici che ti danno da mangiare la casa, la residenza: non sono passaggi semplicissimi. Per questo mi sembra che l'articolo del monitoraggio crei già le condizioni per fare un bilancio dell'applicabilità della legge. In ogni caso, se scoprissimo gravi aggiramenti, potremmo, a sei mesi dalla prima applicazione della legge intervenire in qualche modo, apportare qualche correttivo.
E' già stato fatto stamattina, ma io provo a riproporre l'ipotesi di un periodo di residenza - sempre per trovare un'intesa - anche un po' più lungo. In considerazione del fatto che il monitoraggio è di sei mesi potremmo prevedere una residenza di sei mesi, in modo che ci sia una sorta di coincidenza fra il tempo del monitoraggio e il tempo della residenza.
Potremmo trovare una soluzione di questo tipo, perché ci sembra che valga la pena che questo testo di legge esca secondo l'intesa con la quale è nato. Dette queste cose e riesaminato l'articolo del monitoraggio diventa difficile capire il perché dell'inserimento di quel tipo di esclusione. Se, fatte tutte queste valutazioni, mantenessimo quel tipo di esclusione - la riserva alle cittadine italiane - discuteremmo su una questione di principio. Lo sappiamo: sulle questioni di principio diventa per tutti, più difficile transigere.
Ricordiamoci che di donne residenti in Piemonte da poco tempo casalinghe e non occupate - ce n'è. Sono loro i soggetti della legge a tutela della maternità perché, non dimentichiamolo, l'obiettivo della legge è la tutela della maternità. In Piemonte c'è sicuramente una parte di donne che non sono cittadine italiane ma che sono comunque cittadine in condizioni di più grave difficoltà.
Se, come Regione Piemonte, potessimo vantare di aver fatto una legge più avanzata della legge nazionale potrei dirmi fiera di far parte del Consiglio regionale. Non presenteremmo tale legge in antitesi con quella nazionale, ma proponendola come un punto di sviluppo, come il frutto di una sensibilità diventata ormai patrimonio nazionale.
Il fatto che questa normativa sia stata presentata nel settembre del 1997, due anni fa, mentre il provvedimento nazionale risale al 23/12/1998 ci fa rivendicare una sensibilità forte. Potremmo vantare di essere una Regione che, a fronte di gravi problematiche occupazionali, si occupa anche dei problemi dell'insediamento di cittadine non italiane che affrontano difficoltà in un momento particolare, la maternità. Potremmo anche vantare di aver recepito l'urgenza di queste situazioni in tempi brevi.
Del resto, quante volte è stata fatta una legge che, per le sue caratteristiche, dimostra più disponibilità delle normative nazionali consentendo molto di più di quanto non consentano, appunto, le normative nazionali? Possiamo dire che le fattispecie sono diverse, ma certamente l'entità del numero dei soggetti presi in considerazione è talmente diversa da non essere raffrontabili.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

E' indubbio che la Regione Piemonte ha una sensibilità fortemente sviluppata in tanti settori dell'assistenza e della solidarietà. Nonostante i tentativi ultimi (l'unificazione dell'assistenza alla sanità a livello di gestione politica), nonostante l'indifferenza per il piano per l'assistenza che giace in Commissione (pressoché dimenticato, e che sicuramente non vedrà la luce), nonostante tutti questi sforzi, la nostra resta una Regione che ha dei punti avanzati nel rapporto solidale con i suoi cittadini.
Devo dire che provo una forte delusione rispetto al dibattito di oggi.
Ricordo bene lo sforzo fatto in Commissione, prima che la proposta del Consigliere Rubatto fosse valorizzata e sottoscritta da tutte le forze politiche della IV Commissione. Parlo di "sforzo" perché la proposta in origine non era del tutto condivisa sebbene non sia marcatamente di una idealità rispetto ad un'altra, o di un pensiero politico rispetto ad un altro. E' stato uno sforzo da parte di tutti.
Si è tentato, attraverso la discussione, di non snaturare il filo conduttore che ha spinto il Consigliere Rubatto a presentare la proposta di legge, di arrivare al voto unanime della Commissione, quello del 13 gennaio del 1999. E' passato quasi un anno, ma l'urgenza, evidentemente, è tale e quale quella del gennaio del 1999. Nel frattempo, non so quanti bambini di famiglie non abbienti siano nati in Piemonte: la denatalità è evidente, ma qualche bambino nasce ancora, e soprattutto nelle famiglie meno abbienti dove trova difficoltà ad essere accolto e curato.
Vorrei ricordare perché noi abbiamo messo "residenti da almeno tre mesi nella Regione Piemonte". Perché abbiamo fatto un ragionamento serio rispetto alla realtà della nostra Regione, che è diversa dalle altre. Sono gli uomini extracomunitari che per primi trovano lavoro, quindi occupazione, cittadinanza, abitazione; solo successivamente si ricongiungono alle loro famiglie e magari le donne portano avanti una gravidanza.
I tre mesi di residenza sono stati definiti perché dal momento del ricongiungimento al momento dell'effettiva accoglienza, anche anagrafica anche burocratica, passa parecchio tempo, informatevi colleghi! Anzich parlare, se noi facessimo un quadro della situazione, andando a chiedere ai Comuni come si rapportano i cittadini extracomunitari per avere la residenza nei Comuni del Piemonte, ci renderemmo conto che i tre mesi sono un'aggiunta in più rispetto a mesi mesi di attesa, per essere accolti nei Comuni piemontesi.
Pertanto, diventa ridicolo - chiedo scusa ancora alla collega Spagnuolo, perché condivido molte delle cose che ha detto - perché qui vogliono far passare ciò che in Commissione non è emerso, nemmeno dalla collega Minervini... Presidente, il Consigliere Scanderebech, non fa altro che telefonare ad alta voce in Consiglio, e lei non lo allontana; è da sempre, ci ho fatto l'abitudine!



PRESIDENTE

Suonando il campanello cercavo di richiamare l'attenzione dell'aula.
Scusi, Consigliera, se dovessi espellere dall'aula tutti quelli che telefonano, resterei a volte da solo!



BORTOLIN Silvana

Concluda, Presidente, dicendo che l'Ufficio di Presidenza, almeno per quanto riguarda il telefono, non riesce a farsi rispettare.
I sei mesi possono anche essere elemento di mediazione, se veramente il principio, su cui si basa la proposta di legge, non viene meno. Ripeto, è solamente introdurre un elemento di sofferenza in più per delle famiglie per delle donne che hanno bisogno di aiuto. La collega Pazé ha detto delle cose molto interessanti, direi anche toccanti rispetto al mondo che ci circonda, non so fino a quando possiamo rimuovere certe situazioni e far finta che non esistano.
Anche le donne zingare, che risiedono in Piemonte, vivono la maternità nelle condizioni che la collega Pazé ci descriveva delle donne extracomunitarie. Anche nel nostro territorio abbiamo casi drammatici legati alle donne, alla gravidanza e al momento in cui devono mettere al mondo dei figli.
Ritengo, pertanto, di non accogliere alcuna modifica a questa proposta ma non per forzare una posizione, ma semplicemente per essere coerente con il dibattito che si è svolto in Commissione. Coerente con il lavoro positivo, svolto il collega Rubatto e che gli abbiamo riconosciuto in tutte le sedi, ma coerente anche con la posizione che ho portato avanti io, che mi ha condotta alla fine a firmare questa proposta di legge e che mi porterebbe a votarla se non modificata.
Diversamente non mi riconosco più, e mi chiedo che cosa serva, al termine della legislatura, approvare una proposta che non fa altro che allungare i tempi, punire o umiliare delle donne che hanno bisogno di solidarietà e di contributi. Tale legge ci permette solo di riempirci la bocca per dire che abbiamo espresso solidarietà.



PRESIDENTE

Il Consigliere Scanderebech rinuncia all'intervento.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Condivido gli interventi di tutte le colleghe sia di maggioranza che di opposizione che hanno fatto rilevare come sia importante che questa legge possa essere votata dal Consiglio regionale.
Tale legge ha avuto un iter che ha portato ad una convergenza tra forze politiche diverse e con sensibilità anche molto diverse. Ricordo che il testo in oggetto venne licenziato il 13 gennaio 1999. La legge nazionale sulla quale ci sono interpretazioni diverse, ma fosse anche quella data da alcuni colleghi della maggioranza, penso sia diversa, perché qualora volessimo interpretare la legge nazionale dovremmo cambiare la nostra legge regionale inserendo nel titolo le parole: "interventi a tutela della maternità delle donne occupate non occupate". Se noi non inseriamo le parole "donne occupate" non siamo coerenti con la legge nazionale.
Può anche essere quella l'interpretazione, ma non dobbiamo dimenticarci che noi abbiamo licenziato il testo all'unanimità il 13 gennaio 1999, la legge nazionale è del dicembre 1998! Cosa è successo tra il gennaio del 1999 e oggi? Niente, perché la legge nazionale è precedente al voto unanime della Commissione.
A questo punto non riesco a capire le ragioni dell'emendamento. Qui c'era un punto di mediazione, in cui ognuno rinunciava a convinzioni magari più specifiche, più dettagliate, più sue, più profonde, anzi, non è un caso che fossero prevalentemente le Consigliere donne ad averlo sottoscritto hanno fatto quello sforzo che a loro è consueto per trovare maggiormente dei punti comuni per un obiettivo importante, cioè la tutela della maternità delle donne non occupate che faceva premio sulle divisioni e sugli schieramenti.
Ho ricordato che il testo è successivo alla legge nazionale, quindi quella motivazione sulla legge nazionale - consentitemi colleghi - non esiste. Perché, se ci fosse stata, avreste presentato l'emendamento in Commissione e quegli stessi Consiglieri che lo hanno firmato, l'avrebbero presentato in quella sede. Se non è stato posto in allora è perché non c'era il problema, forse è sorto successivamente.
Detto questo il nostro obiettivo è di giungere all'approvazione del progetto di legge, piuttosto che far valere delle differenziazioni politiche, di sensibilità, tutte legittime, tutte apprezzabili, che è giusto che ci siano su un grande tema come quello della maternità che coinvolge non solo gli schieramenti, ma la coscienza. Su questa legge si potrebbe chiedere tranquillamente un voto di coscienza, che va al di là degli schieramenti politici.
Debbo poi dire che, stante così le cose ed essendo - hanno cercato di dimostrarlo le colleghe - un testo che ha delle griglie, delle griglie vere nell'accesso al finanziamento (in base al reddito, alla residenza, ecc,) l'unica cosa che possiamo fare è di cercare di migliorare il testo per esempio dal punto di vista economico - come proposto dal collega Saitta con una disponibilità finanziaria più ampia.
Sempre per migliorare il testo, come opportunamente proposto dalla collega Spagnuolo, si potrebbe fare un monitoraggio di sei mesi, stante i dati incerti su quante possono essere le donne che eventualmente possono fruire della legge. Qualora si verificasse qualche forma di distorsione o di catastrofe nell'attuazione della legge che noi non avevamo potuto prevedere anche per la carenza dei dati oggettivi, non è colpa di nessuno certamente non degli Uffici e dei funzionari, ma della situazione oggettiva; potrebbero essere introdotte, con la disponibilità di tutti quelle modificazioni che la rendano la più utile possibile per le donne piemontesi.
Pertanto, in questo clima di concordia e assumendone la grande importanza, direi che tutti insieme - lo dico io che vengo da un partito laico - dobbiamo cogliere l'appello pubblicato oggi su "La Stampa", fatto non da un esponente della sinistra, ma dall'Arcivescovo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Presidente, semplicemente per fare anch'io una considerazione. Oggi parliamo della possibilità di nascita per i figli dei cittadini extracomunitari non residenti, non italiani. Vorrei ricordare ai colleghi che a livello nazionale c'è una copertura sanitaria assoluta e piena di sostegno, mentre per noi il discorso è diverso. La legge Turco, che fa riferimento alle madri cittadine italiane residenti, la considero un'ottima legge. Noi ne abbiamo parlato unicamente facendo un riferimento indiretto ma credo che un piccolo commento su questo carattere restrittivo sia dovuto, perché l'Italia è un Paese con natalità negativa: non nascono più bambini italiani. Voglio sapere se pensare ad una legge che tuteli ed incentivi la nascita...



(Brusìo in aula)



SALERNO Roberto

Ho capito che questo discorso non vi interessa, che vi fa ridere; il fatto che non nascano più bambini italiani è una cosa che fa ridere... Mi chiedo, però, se una legge che stabilisce un piccolo incentivo affinch nascano più bambini italiani debba essere una questione da condannare, così come avviene in quest'aula. A me non pare un fatto negativo e ritengo che su questo dovremmo meditare.
Il resoconto demografico che il Comune di Torino ha inviato a tutti i Consiglieri regionali - io l'ho letto - riporta un calo demografico per la città di Torino e, di riflesso, per tutta la provincia, che ritengo molto grave. Una legge che incentivi la nascita di bambini italiani, figli di residenti di cittadinanza italiana, è non solo dovuta, ma sacrosanta per il Consiglio regionale piemontese.



PRESIDENTE

Come discussione di ordine generale non ho altri interventi. Se non ci sono dichiarazioni di voto, devo portare il documento ai voti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Per dichiarazione di voto, dicendo che evidentemente voteremo a favore del subemendamento, perché lo consideriamo un documento giusto, che affronta in maniera realistica la questione.
Peraltro, quando abbiamo firmato la proposta di legge, non abbiamo pensato che si trattasse di una legge che andava ad incentivare le nascite per le cittadine italiane. Questa è una proposta di legge che tende a sostenere la maternità, laddove essa si presenta in determinate condizioni di grave disagio di carattere economico e di grave difficoltà - aggiungiamo noi - di carattere culturale. Per questo motivo, dobbiamo tutelare la maternità, laddove si presenta con queste caratteristiche e in queste circostanze.
Riguardo al tentativo di mediazione che abbiamo cercato di presentare sottolineando la portata dell'art. 5 della proposta di legge, il mio Gruppo ed io stessa preferiamo esseri ridicoli, ma tentare una mediazione altrimenti rischiamo, per rigidità, di danneggiare moltissime donne che italiane non sono, ma che si trovano in situazioni di disagio economico culturale e di mancanza di lavoro.
Sono queste le motivazioni per le quali abbiamo proposto una mediazione e ci spiace dover registrare ancora una volta il silenzio della maggioranza.
Ripeto, pertanto, il nostro voto favorevole al subemendamento auspicando, però, un ulteriore sforzo in questa direzione.
Se ritenete, possiamo soprassedere ancora un momento, ma cerchiamo di fare un ragionamento che ci porti ad una mediazione su un testo di legge che è nato come espressione di più forze politiche di maggioranza e di opposizione.
La collega Cotto ha relazionato ed ha svolto - gliene do atto - un tentativo di incontro che, al momento, non è avvenuto. In seguito, per sono state avanzate ulteriori proposte, pertanto non si dovrebbe liquidare la questione con dei semplici numeri, ma tentare veramente una mediazione anche sulla base delle proposte sul monitoraggio o sulla base di quanto ha detto il collega Saitta riguardo alla spesa o alla previsione di un periodo più lungo che faccia coincidere la residenza con il monitoraggio; sono tutte condizioni che potrebbero inserire altre donne. Credo che anche le altre colleghe siano favorevoli a questo.
Diversamente, risolviamo una grande questione di carattere culturale di assistenza con una logica di numeri che non è nello spirito con cui abbiamo sottoscritto questa proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Constato che, alle questioni che avevo posto e che hanno provocato l'interruzione del Consiglio, non è stata data risposta. Il Presidente della Giunta, Ghigo - interpellato - l'Assessore D'Ambrosio ed anche l'Assessore Burzi preferiscono tacere rispetto alla domanda abbastanza puntuale e non pretestuosa, che avevo rivolto loro.
L'avevo rivolta perché era l'unica modalità per uscire da un'impasse di convenienze politiche, per le quali il Consiglio si sta bloccando. Non hanno voluto dire nulla, pur avendo, soprattutto il Presidente Ghigo l'autorevolezza per farlo. Anche l'Assessore D'Ambrosio non ha detto nulla.
Quando ci rivolgiamo agli Assessori, ma soprattutto al Presidente Ghigo, ci rivolgiamo a loro non in quanto componenti qualunque di una maggioranza ma in quanto responsabili della gestione politica dell'aula e delle vicende politiche di cui noi dibattiamo.
Assessore D'Ambrosio, anche lei deve dire qualcosa. Non può nascondersi in questo dibattito e non esprimere una sua posizione. Non lo dico in termini polemici: lo dico perché questioni come questa in qualche maniera superano le divisioni di carattere politico. E' questo il motivo dell'intensità con la quale interveniamo. Ci sono questioni che superano i limiti dell'appartenenza politica, richiamando problemi di carattere etico.
Dopo avere assistito al silenzio delle persone interpellate, o se vogliamo alla sufficienza nei confronti di una richiesta - preferisco pensare a "un silenzio" - cade uno dei motivi posti dalla collega Cotto.
Non è stato detto che non è possibile trovare risorse: non è proprio stato detto nulla! E' così che io interpreto questo silenzio. Se non è così, il Presidente Ghigo o chi per lui intervenga per dire che non è vero! Dicevo: la motivazione di carattere economico che la collega Cotto ha richiamato per giustificare un'incoerenza rispetto al principio dell'universalità viene a cadere. Non ci sono più motivazioni di carattere economico, di stanziamenti, le risorse possono essere trovate.
Non essendoci motivazioni di carattere economico, credo che sia prevalsa, in quest'aula, nella maggioranza, la posizione politica giustamente e legittimamente espressa dal collega Ghiglia. Dico "giustamente e legittimamente" perché è propria di una posizione che conosciamo: è proprio quella posizione che è prevalsa e che è stata sposata dall'intera maggioranza. Lo constatiamo. E' stata sposata dall'intera maggioranza.
Il Consigliere Rubatto ha annunciato che si asterrà, ma sostanzialmente la sua posizione, pur essendo l'autore della legge, conta poco. E' prevalsa quell'opinione. E' un'opinione, lo ripeto, una posizione politica che contrasta radicalmente con un riferimento a valori di carattere ideale ed universalistico. Si è chiamati a rispondere, anche singolarmente, di queste posizioni.
Se non sussistono più questioni economiche, come si può giustificare una scelta come quella contenuta in questa proposta, una scelta discriminante? Io non credo che l'Assessore D'Ambrosio voglia fare discriminazioni rispetto alla maternità. Non credo che neppure il Vicepresidente Masaracchio lo voglia, che voglia fare discriminanti sul fatto che le donne siano qua da tre, sei, sette mesi. Non mi pare. Non mi pare anche per il tipo di formazione che ha, per il valore che dà alla vita.
Dobbiamo fare interrogatori uno per uno? O dobbiamo ritenere che questa sia la posizione del Consigliere Ghiglia, del Consiglio regionale, della maggioranza del Consiglio regionale? Non lo è! E' la posizione di una parte del Gruppo di AN, che la vuole imporre a questo Consiglio regionale partendo dal fatto che una componente importante e significativa della maggioranza tiene in ostaggio l'intera maggioranza, nonostante siano stati dati suggerimenti per affrontare la questione di carattere economico.
E' evidente che il Consigliere Ghiglia tiene in ostaggio la maggioranza su questo tema! E tiene in ostaggio persone e colleghi che hanno sicuramente una loro sensibilità ma non si sentono di assumersi una responsabilità, di determinare una diversificazione di carattere politico che oggi è importante avere, perché questo tema deve superare le divisioni come è avvenuto in Commissione, e le firme lo dimostrano. Queste proposte debbono avere un significato e un senso che superi le appartenenze politiche. Dobbiamo mantenerci su questo livello. Dimostreremo, come abbiamo fatto in altre occasioni, che su alcuni temi la posizione dei Popolari sarà diversa, ad esempio, da quella della sinistra, come la posizione di alcuni cattolici della maggioranza può essere diversa rispetto a quella di A.N. E' questo è il momento. Non ci sono dei momenti successivi.
Caduta la questione di carattere economico, collega Cotto, le faccio notare che cade anche il suo ragionamento. Lei condivide e sostiene la proposta originaria perché è la richiesta di un componente della maggioranza. Lo capisco perfettamente. Constato però che a questa logica, a quest'altare della maggioranza si assume una posizione che rappresenta un salto all'indietro rispetto ad alcuni valori a cui bisogna far riferimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Credo che, in questo Consiglio, ci sia una maggioranza capace di accordarsi su una legge che prevede dei contributi di maternità a donne che risiedono nella Regione Piemonte, che hanno certe caratteristiche di reddito, determinati requisiti di permanenza nella Regione Piemonte.
Sono convinto che questa maggioranza ci sia. Intanto, questa maggioranza c'è perché la legge è giunta in aula con una maggioranza capace di esprimerla. Si cerchi di riordinare i rapporti tra i nostri Gruppi, con le mediazioni suggerite, in modo tale che il percorso iniziato dalla legge non venga interrotto. Non si tratta di fare qualcosa di nuovo, si tratta di non perdere per strada il lavoro che i colleghi e le colleghe hanno fatto.
E' stato un lavoro produttivo e, direi, conclusivo: la legge consegnata in aula aveva dei contenuti sui quali la stragrande maggioranza del Consiglio conveniva.
Colleghe e colleghi, rimettiamoci su quella strada, la strada della legge, così com'era stata convenuta. Si era anche detto, da questa parte che il problema della residenza è un problema che può essere trattato. La legge è giunta un aula, mi sembra, con tre mesi come limite massimo. Molti colleghi però hanno espresso la volontà di discutere sui tre mesi, per avere un setaccio con le maglie un pochino più strette. Non c'è disaccordo.
Da parte del collega Saitta è stato anche detto: "Mah, aumentiamo anche lo stanziamento, il Presidente Ghigo ci dica qualcosa". Non abbiamo sentito nulla.
Mi sembra che un braccio di ferro su una questione nata ora, con un emendamento dell'ultimo minuto, possa risolversi ritornando allo spirito originario di collaborazione tra Gruppi diversi, con strategie e mentalità anche diverse, ma che aveva prodotto qualcosa di serio condiviso da tutti.
Quindi, non allontaniamoci. Di solito il percorso è sempre un percorso di avvicinamento; in Commissione ci siamo avvicinati, abbiamo predisposto un testo: continuiamo a rimanere almeno vicino come lo si era all'inizio. Mi sembra strano che su una legge, sulla quale c'era già una convergenza, oggi segni una divaricazione. Si arriva magari divaricati in aula sui provvedimenti, e poi a forza di emendamenti, di discussioni ci sono delle convergenza almeno maggiori rispetto a quelle iniziali.
Qui, invece, vedo un capovolgimento anche del lavoro che solitamente conclude un confronto tra i Gruppi, solo raramente si conclude con posizioni più distanti di prima, discorso che vale per tutti i provvedimenti, anche sul bilancio. Si entra molto divaricati, poi si discute e alla fine si trova una situazione in cui, perlomeno, il bilancio viene votato con dei miglioramenti. Sono d'accordo con la proposta dei Consiglieri Saitta e Spagnuolo. Invece di fare bracci di ferro di questo tipo su questioni inserite all'ultimo minuto, riflettiamo sul punto raggiunto insieme e partiamo da quel punto. Se c'è qualche correzione, mi sembra possa essere accettata e possibile, senza rimettere in discussione la legge. Altrimenti, Consigliere Rubatto, lasciamo stare tutto e ricominciamo con la legge di sola maggioranza. Maggioranza che adesso sostiene un emendamento che cambia la natura della legge. C'è una maggioranza di centro-destra che la pensa in quel modo, benissimo, allora faccia la sua legge. Però diventa un altro percorso Consigliere Rubatto. Mi rivolgo anche al relatore affinché difenda la legge così come il relatore l'ha portata in aula, e la componga e giunga a delle correzioni, ma le correzioni devono essere compatibili con lo spirito originario della legge.
Consigliere Rubatto, sarebbe politicamente più serio ricominciare il percorso con una legge del centro-destra, che avrà la sua filosofia, i suoi contorni e tutto quello che si crede. Consigliere Rubatto non bisogna interrompere questo filo che bene o male era stato cucito tra posizioni molto diverse. Se si tratta di fare qualche rammendo si faccia, ma non si rimetta in discussione tutto.
Chiederei, anch'io, invece di spaccarci in questo modo, di sospendere il punto e eventualmente discuterlo nella prossima seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto per dichiarazione di voto.



RUBATTO Pier Luigi

Prima ho ascoltato il collega Saitta che dice che noi siamo "tenuti in ostaggio" dal Gruppo di AN, io non mi sento assolutamente un ostaggio né di AN né di altri Gruppi. Questa mattina ho detto cosa pensavo di questo emendamento, continuo a dire che mi asterrò. E' sulla legge nazionale che bisogna trovare una situazione di legge "razzista", perché è evidente che chi ha stilato la legge non è assolutamente razzista, comunque è nella legge nazionale che si può trovare qualcosa relativo al "razzismo".
Certe volte, purtroppo - mi rivolgo anche al collega Chiezzi - mi sento ostaggio di ben altri Gruppi, non Gruppi di questa parte del Consiglio regionale.
Comunque ritengo, a parte tutto, che sia stato fatto uno sforzo grandissimo da parte di tutti i Gruppi, per portare alla Regione Piemonte questa legge che è rivolta a tutte le casalinghe, a tutte le donne in maternità, a tutte le donne non occupate.
Avevo già fatto questa proposta in mattinata, ripropongo nuovamente la proposta. Ritengo opportuno che la legge ritorni in Commissione in una Commissione non ordinaria, quella del mercoledì, ma in una Commissione straordinaria dove si discuta solo questo progetto di legge, giungendo poi ad una soluzione, magari favorevole a tutti i Gruppi, nella prossima seduta di Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé per dichiarazione di voto.



PAZE' Enrica

A me dispiace molto che su questo argomento intervenga solo la sinistra e ben poco la destra. Registro la completa assenza di voti da parte dei componenti la Giunta. In particolare, mi dispiace molto non aver sentito finora un intervento del collega D'Ambrosio. Quando dico collega è perch lo considero anche un medico, e mi sarei aspettata da parte sua una particolare sensibilità per aver vissuto, magari in prima persona, alcune delle esperienze da me vissute.
Mi dispiace molto che non sia presente in aula l'Assessore Leo, che per come ho avuto occasione di conoscerlo, immagino, e spero, abbia una sensibilità ben diversa da quella manifestata durante il dibattito dai Consiglieri della maggioranza.
Invito l'Assessore Leo, se mi sta ad ascoltare, di tornare in aula e di partecipare alla discussione e dirci se condivide la posizione della maggioranza e se questa posizione è appoggiata dalla Giunta.
Si è parlato di tentativi di mediazione. Il mio intervento non vuole essere polemico, auspico che si trovi una soluzione a questo impasse che si sta creando. Mi è difficile intravedere una mediazione su questo articolo perché la discussione verte se tale legge deve essere rivolta alle donne italiane o a tutte le donne.
Mi va benissimo sospendere la discussione della legge, spero che la legge non torni in Commissione, perché lo interpreterei come un modo di risolvere un problema che sta diventando politico. Sarebbe un affossamento della legge; non credo che la legge uscirebbe modificata dalla Commissione non per quello che mi riguarda.
Sospendiamo la discussione oggi, ridiscutiamone nella prossima seduta consiliare, confrontandoci anche in sede di Capigruppo per trovare un modo per risolvere la situazione. Non vogliamo cavalcare un cavallo di battaglia che è fin troppo facile da cavalcare per quelle che sono da sempre le posizioni del centro-sinistra. Lo dico con tutta onestà; lo abbiamo dimostrato cercando di colloquiare prima dell'apertura del dibattito in aula.
Condivido quanto detto dalla collega Bortolin a proposito delle zingare. Troppo spesso ci dimentichiamo di questa realtà: talvolta sono inquadrate come cittadine italiane talvolta no, ma che comunque vengono sempre visti e vissuti come extracomunitari, anche quando, magari, sono residenti in Italia da generazione. Probabilmente loro rientrano nella legge, ma non immagino siano la categoria a cui la legge si rivolge.
Prima sono intervenuto con esempi personali, ma ho dimenticato di sottolineare il motivo per cui mi rifacevo all'intervento del Consigliere Ghiglia, che ha definito ridicoli gli emendamenti presentati. Ne ha citati alcuni. Concordo sul fatto che alcuni possano essere provocatori, ma i primi che abbiamo presentato - vorrei che venissimo discussi in ordine di presentazione - non sono provocatori. Abbiamo iniziato la discussione degli emendamenti chiedendo che vengano inseriti quelli inerenti la realtà delle cittadini che provengono dai paesi dell'Africa.
Continueremo la discussione affrontando e descrivendo, da parte di chi conosce la realtà africana, io parlo per l'Est Africa, altri so che conoscono la realtà dell'Africa dell'Ovest, altri recentemente sono stati in America Latina.
Andiamo pure nel dettaglio e descriviamo la situazione di queste donne ma anche degli uomini, perché se la maternità riguarda le donne, non dimentichiamo - Consigliere Salerno - che il problema coinvolge anche gli uomini. Per questo motivo, stamattina ho ben accolto l'introduzione della parola "paternità".
Il fatto che le donne italiane non facciano più figli, non è un problema delle donne italiane, ma è un problema delle donne e degli uomini italiani, che personalmente mi riguarda molto poco, perché - ripeto lavoro in Paesi in cui di figli se ne fanno dieci e, pertanto, il problema è opposto.
Non mi pongo problemi, inoltre, perché, ad esempio, un mese fa tutti i giornali hanno parlato del fatto che siamo troppi su questa terra: sei miliardi di persone. Certamente gli italiani non scompariranno e - ripeto non è un problema che mi si pone più di tanto, perché non mi considero cittadina italiana o piemontese o pinerolese, ma cittadina del mondo.
Questo lo rivendico.
Concludo il mio intervento per non aprire discussioni polemiche, che sono lungi dal mio obiettivo.
Esprimo una dichiarazione di voto favorevole al subemendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia per dichiarazione di voto.



GHIGLIA Agostino

Per dire no al subemendamento, per tutte le motivazioni che ho riportato prima.
Per dire che, invece, mi sento cittadino italiano e che sono fiero ed orgoglioso di essere italiano ed anche piemontese. Si può essere cittadini del mondo; io sono fiero ed orgoglioso di essere italiano e piemontese.
Questo non toglie nulla agli altri e magari, per qualcuno, non aggiunge niente a me, ma per me è importante. Poi, le culture sono diverse diversificate, e ciò è legittimo. La democrazia sta tanto nel sentirsi orgogliosi e fieri di essere italiani e piemontesi quanto probabilmente di sentirsi cittadini del mondo, come Giovanotti ed altri! Diciamo no al subemendamento, perché il tentativo di qualcuno è quello di snaturare la legge, che aveva un obiettivo preciso e limitato.
Qualcuno (una parte della minoranza) sta tentando di farne un cavallo di battaglia politico e strumentale, e le motivazioni sono chiare.
Perché il Piemonte - dice qualcuno - non dovrebbe insegnare agli altri a fare le leggi, essere il capofila di quell'apertura mondialista internazionalista per cui si danno i soldi a tutti? Perché il Piemonte è cosciente dei propri limiti. E' chiaro che non è mai una questione di finanza. Ma allora, noi ci chiediamo: "Per potenziare questa legge e questi capitoli, dovremo togliere soldi all'assistenza degli anziani? Dovremo togliere questi soldi magari dai fondi della delibera sugli immigrati o sulla quota regionale dei fondi nazionali? Oppure dovremo proporre di finanziare questa legge nell'ambito dei finanziamenti previsti dalla delibera sugli immigrati?".
Siete disponibili, colleghi della minoranza? Parliamo di cose concrete di soldi che possono essere spesi o facciamo soltanto strumentalizzazione? Se siete disponibili a prendere parte dei soldi della delibera sull'immigrazione per finanziare questa legge per i cittadini del mondo magari possiamo anche parlarne; diversamente denunciamo tutta la strumentalità della vostra posizione.
Il Gruppo di Alleanza Nazionale non tiene in ostaggio la maggioranza! Anzi, vorrei dire che il primo firmatario - che, tra l'altro, si è difeso molto bene stamattina - di questo emendamento è il collega Gallarini.



SPAGNUOLO Carla

Potrebbe anche essere la prova del nove!



GHIGLIA Agostino

Perché la prova del nove, se il collega Gallarini è il primo firmatario? Io sfido chiunque a dimostrare che il collega Gallarini è un mio ostaggio. Lui è il Capogruppo del partito di maggioranza relativa, io ho messo la firma dopo la sua e quelle di altri due colleghi.
Dopodiché, la vostra posizione ha solleticato il mio fiuto per l'imbroglio, per la strumentalizzazione ed è chiaro che sostengo, insieme agli altri colleghi della maggioranza, una convinzione su questa denuncia.
Consigliere Saitta, tu riprendi le solite emozioni - lo fai da anni degli affetti, dicendo a qualcuno del centro: "Non lasciatevi trascinare".
Lo fai da anni, continui a farlo, buon pro ti faccia! Raccomanda pure a quelli del centro di non essere ostaggio, tanto non ti ascolta nessuno, nel senso che la vostra posizione è talmente e biecamente strumentale che potete fare...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Saitta)



GHIGLIA Agostino

Senti Saitta, ma nella tua proposta di legge per avvicinare i parenti sono compresi anche gli extracomunitari? Perché se presentiamo un emendamento alla tua proposta di legge che sentiamo per radio, qualora arrivi in aula o in Commissione, per far avvicinare anche i parenti extracomunitari, chissà come saranno contenti i tuoi elettori del PPI piemontese! In ogni caso, ci vuole coerenza nelle situazioni e noi siamo coerenti normalmente coerenti rispetto ad una legge possibile.
Volete renderla una legge impossibile, inapplicabile, perché vi brucia che sia una legge presentata dal centro-destra, che ha come primo firmatario il Consigliere Rubatto? Continuate pure con i vostri emendamenti sulle donne svedesi e farete un ottimo servizio anche ai vostri elettori!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Anche noi, ovviamente, votiamo no al subemendamento. Nonostante questo riteniamo che la proposta del collega Rubatto, che chiede di andare in Commissione, non sia il solito modo di andare in Commissione. Mi sembra di aver capito che emerga, da parte di diversi Gruppi, una sottolineatura relativamente alla necessità di trovare un punto di incontro.
Quando si parte da una certa posizione che già in altre assemblee ha portato ad un risultato, questo può essere un punto al quale le posizioni di opposizione possono arrivare, in modo più o meno esplicito. Si potrebbe anche solo fare riferimento ad una legge nazionale che esiste e che è stata approvata.
Sul fatto dei tre mesi, dei dieci mesi o dell'anno, ritengo che la proposta del collega Rubatto - che condividiamo - possa consentire di venire in aula.
La questione Pollenzo, poi, non voglio porla al pari di questa, perch qui parliamo di questioni di principio, di concezioni sociali, quindi non è una questione meramente economica; in quella situazione, il lavoro svolto in Commissione ed il conseguente sopralluogo, hanno portato ad un punto di incontro molto realistico, per cui molto probabilmente arriveremo a licenziare quel provvedimento avendo recuperato determinate posizioni.
Condividiamo, pertanto, la proposta del collega Rubatto perché ci sembra che esistano margini per un punto di incontro di un certo tipo.



PRESIDENTE

Sul punto "rinvio in Commissione" sono state formulate delle proposte ad una valutazione complessiva - spero di riassumere adeguatamente altrimenti mi corregga chi ha fatto la proposta, la disponibilità, da parte della collega Spagnuolo, dall'inizio del suo intervento, ad una valutazione complessiva che - ovviamente - riguarda anche dei subemendamenti alcuni dei quali (vi anticipo la decisione) non sono proponibili, perché la cittadinanza deve trovare riferimento in una nazione. Ma, questa, è una questione incidentale.
E' stata avanzata la disponibilità a valutare complessivamente il provvedimento, è stata avanzata una proposta da parte del Consigliere Rubatto di ritorno in Commissione. Il Consigliere Rubatto intende formulare la sua richiesta, mantenerla come un momento sospensivo, oppure votiamo il subemendamento e poi la rimandiamo in Commissione? Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Su questa questione noi ribadiamo la nostra assoluta disponibilità a trovare delle convergenze, per le ragioni già dette prima e che non richiamo.
Tuttavia, sulla questione del rinvio in Commissione, avrei qualche perplessità. Ci rendiamo straordinariamente conto che il voto su questa materia potrebbe addirittura essere un voto di coscienza - per carità - una priorità assoluta. Non ha niente a che vedere con le vicende dell'Agenzia di Pollenzo. Ma, poiché noi tutti abbiamo formulato delle riflessioni - per carità, legittime - evitiamo di tornare in Commissione con troppa frequenza.
Inoltre, riteniamo che il rinvio in Commissione potrebbe essere un elemento che allontana la soluzione della questione, nel senso che potrebbe rappresentare una sorta - anche volontaria - di sepoltura.
Quindi, mi permetto di proporre (spero che i colleghi siano d'accordo) che il testo rimanga in aula, che ci sia l'impegno dei Gruppi a valutare queste questioni, e che ci si prenda un momento di tempo. Peraltro, avremmo dovuto prendercelo oggi pomeriggio. Per ragioni varie non è stato possibile. Allora, che si faccia al più presto la riflessione che si doveva fare oggi.
Che la legge resti in aula, il dibattito avvenuto ha un suo valore.
Vale la pena di mantenere in aula questo tipo di approccio ai problemi sostanziali non soltanto della maternità, ma anche della tutela dei diritti dei cittadini che, a qualsiasi titolo, risiedono in questa Regione.
Quindi, la nostra proposta è di continuare a lavorare in aula, e che il promotore, come primo firmatario del progetto di legge, si faccia carico concretamente, di organizzare un incontro tra i Gruppi, in modo da definirne il percorso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Presidente, ho chiesto di intervenire per dire che questa proposta è esattamente la proposta che avevo avanzato io alle ore 12.30, esprimendomi contro il rinvio in Commissione e chiedendo di passare, eventualmente all'esame di un altro provvedimento per avere il tempo necessario per discuterne.
Poi, stranamente, abbiamo iniziato i lavori del Consiglio con altri argomenti. Io non sono stata lì a bloccare i lavori, perché per me va anche bene parlarne ad alta voce, però era quanto era stato deciso alle ore 12.30.



PRESIDENTE

Se ho ben capito, questa proposta trova la convergenza da parte - e mi viene confermato in questo momento - della maggioranza e della minoranza.
Potrebbe essere opportuno, prima di passare al voto del subemendamento avere un ulteriore momento di riflessione.
Il lavoro sul progetto di legge n. 347 termina qui.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 136) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Procedo pertanto alla proclamazione degli eletti in merito alle seguenti nomine: Fondazione "Maria Adriana Prolo" Museo Nazionale del Cinema Archivi del Cinema, Fotografia ed Immagine - (art. 8 Statuto Fondazione) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Paolo Morandi.
Fondazione "Maria Adriana Prolo" Museo Nazionale del Cinema Archivi del Cinema, Fotografia ed Immagine - (art. 14 Statuto Fondazione) - Collegio dei Revisori - nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Puddu Maurizio.
Associazione "Premio Grinzane di Cavour" - art. 12 Statuto Associazione) collegio dei Revisori - Nomina di 1 membro effettivo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletta la signora Maria Margherita Stroppiana.
Casa di Cura "Koelliker" di Torino - (Del. Com. di Torino) - Comitato Consultivo - Nomina di 1 componente.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Roberto Cristofanini.
Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese A.N.A.Bo.Ra.Pi. (art. 16 Statuto) - Consiglio direttivo - Nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Roberto Dal Degan.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Nomine

Sulla presidenza dei lavori da parte del Vicepresidente vicario e sulle votazioni relative alle nomine (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con la successiva nomina.



(Commenti fuori microfono della Consigliera Spagnuolo)



PRESIDENTE

Quando presiedevo io? Faccio la proclamazione non di tutte le nomine, anticipo. Dopodiché, se ci sono dei commenti...



(Commenti fuori microfono della Consigliera Spagnuolo)



PRESIDENTE

Queste cinque che ho richiamato non posso non farle. Io devo fare la proclamazione delle nomine e, prima di chiudere, farò le proclamazioni almeno quelle che ritengo di dover proclamare sulla base dei risultati e delle notizie che ho. Non so se c'era stata una riserva ...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Foco)



PRESIDENTE

Le proclamazioni che ho effettuato ormai sono fatte. Faccio fare le dichiarazioni. Io, comunque, dopo le dichiarazioni, se non ci saranno novità sconvolgenti, continuerò la proclamazione. Se c'è stato un impegno precedente della Presidenza mi impegno ad osservarlo.
La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Presidente, vista l'importanza dell'argomento e del dibattito sorto questa mattina, chiedo la verifica del numero legale prima della discussione.



PRESIDENTE

Siamo nella fase delle dichiarazioni: prima concludo le proclamazioni poi procediamo alla verifica del numero legale. Non possiamo eccepire in continuazione! Io ho iniziato ...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Voglio essere rispettoso e tutelare tutte le possibilità del diritto.
Voglio però che i nostri lavori siano proficui: si facciano le dichiarazioni.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, io volevo che prima della proclamazione risultasse agli atti, anche ufficialmente, la posizione che alcuni di noi hanno assunto in ordine ad un suo impegno annunciato in aula. Lei, a seguito della sollecitazione e della richiesta di alcuni di noi, relativamente alla possibilità di esprimere la non partecipazione al voto, ci rassicur dicendoci che la non partecipazione al voto poteva essere dichiarata. Ora questa possibilità che lei ci garantì poteva essere attuata prima di procedere alla votazione, oppure durante la votazione. Per la verità, il sistema era molto complesso, quindi, probabilmente la cosa più semplice è quella di procedere a fare delle dichiarazioni di voto in ordine alle singole proposte, prima di procedere alla votazione. Questo ci è stato impedito in parte da lei, perché, dopo aver annunciato la disponibilità, ha dato disposizioni perché si iniziasse a fare la chiamata. Questa sua posizione lasciava sottendere che era in qualche maniera possibile fare questa dichiarazione di voto al momento della chiamata. Il Presidente pro tempore, da lei incaricato, non il Presidente di turno, invece ce l'ha impedito.



PRESIDENTE

Mi permetta di fare una puntualizzazione. Non è il Vicepresidente da me incaricato: io ho chiesto al Vicepresidente vicario, il quale non era in quel momento disponibile perché aveva degli impegni, pertanto sono passato all'altro Vicepresidente. Se anche l'altro Vicepresidente avesse avuto delle difficoltà sarei passato ai Segretari. Solo per chiarezza.



SAITTA Antonino

Io non ho sollevato questo problema, dico soltanto...



PRESIDENTE

Mi è stato riferito che c'era stato questo problema.



SAITTA Antonino

Il Presidente pro tempore, Marta Minervini, non ci ha neppure consentito di fare la dichiarazione al momento della chiamata. Non ci è stata consentita questa possibilità. Mentre lei ci ha garantito alcune condizioni, il Presidente Minervini ha totalmente disatteso queste indicazioni, ce lo ha impedito. Quindi abbiamo di fronte una Presidenza che promette alcune cose, che poi non vengono garantite.
La Vicepresidente Minervini ha disatteso le indicazioni del Presidente Deorsola e lo ha fatto su una pressione, da parte dell'aula, che ha voluto procedere, andare avanti, nonostante che il Presidente - non il Presidente pro tempore - del Consiglio ci avesse garantito di procedere alle dichiarazioni.
Presidente, volevo far notare il fatto che, purtroppo, non abbiamo avuto modo di potere fare delle dichiarazioni, per cui non abbiamo partecipato al voto, non per non esercitare un diritto, ma perché quel diritto che lei ci aveva garantito non lo abbiamo potuto esercitare. Per questo riteniamo che quella votazione ha caratteristiche di non totale completa legittimità.
Lei, Presidente, ci ha detto alcune cose, poi il Presidente che è arrivato ci ha detto: no, non si fa più. Ma in base a che cosa? Allora lo constato, l'ho fatto rilevare, ed è stato accolto questo rilievo da parte di un componente del seggio, il collega Gallarini. Ho fatto mettere a verbale questa dichiarazione che ho ripetuto qui in aula, per la verità ricorrendo anche ad una modalità - me ne rendo conto dopo - veramente inusuale. E' veramente inusuale che un collegio di revisori potesse ricevere delle proteste. Inusuale sotto tutti gli aspetti, ma l'ho voluto fare in quella sede proprio perché ci pare un fatto di una certa gravità perché non abbiamo potuto esercitare totalmente e completamente la libertà di voto. Per cui noi riteniamo che questo risultato sia valido, cioè noi chiediamo che non si proceda alla proclamazione. Più precisamente chiediamo che, prima di procedere alla proclamazione, il Presidente e l'Ufficio di Presidenza ascoltino le dichiarazioni del Presidente Deorsola poi le dichiarazioni del Vicepresidente Minervini, che sono in totale difformità rispetto alle dichiarazioni del Presidente. Da questo esame l'Ufficio di Presidenza deve stabilire se sono state date delle indicazioni concorrenti o contrastanti e che, in ogni caso, hanno impedito, ad avviso della minoranza, di esercitare appieno il proprio diritto: la non partecipazione ha questo significato. L'Ufficio di Presidenza legga il resoconto stenografico, si renda conto delle affermazioni del Presidente Deorsola e della Presidente Minervini, che è stata invece sopraffatta dall'aula dicendo: "Votiamo, votiamo. Intanto le dichiarazioni sono inutili, la minoranza non serve assolutamente a nulla". Non mi pare che questo debba essere lo spirito di un Presidente del Consiglio.
Questi elementi ci inducono ad invitare il Presidente a non fare la proclamazione e a raccogliere tutte le nostre considerazioni. E' già successo in altre occasioni. Dopo aver fatto questi approfondimenti la Presidenza, se ritiene utile, faccia la proclamazione, ma ne verifichi la possibilità con lo Statuto e con il Regolamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Devo dire che nella giornata odierna abbiamo registrato ragioni forti di imbarazzo, che qui desidero, sinteticamente, richiamare. Ci siamo trovati di fronte ad una vicenda di nomine che si è ingarbugliata rispetto alla quale ci sembrava abbastanza semplice che il Presidente, nomina per nomina, desse quelle indicazioni di carattere temporale che erano state richiesto e che avrebbero consentito di procedere. Per ragioni varie questo non si è fatto. Da quel momento, Presidente Deorsola, la situazione si è un po' ingarbugliata, perché noi abbiamo chiesto di fare dichiarazioni di voto, ma il Presidente Deorsola ha detto che queste dichiarazioni di voto si sarebbero potute fare. Ci siamo poi trovati nella situazione per la quale era già cominciato l'appello nominale. Pertanto, la Presidente, che da lei era stata indicata a presiedere, trovandosi ad appello nominale già iniziato ha più volte detto che le dichiarazioni di voto non si potevano fare, perché era "partito" l'appello nominale. Lei, Presidente Deorsola non avrebbe dovuto far "partire" l'appello nominale: questa è un po' la mia ricostruzione.
Tuttavia, devo dire che provo un forte imbarazzo, perché, per esempio sulla questione della Presidenza, mi sembra - andrò a risentirmi la registrazione - che quanto detto prima dal collega Foco non corrisponda esattamente a quello che lei ha detto, ma è ancora un'altra vicenda questa che io ho posto. Lo voglio qui ricordare in particolare alla collega Minervini, alla quale, se ho qualcosa da dire, come lei sa, lo dico sempre con grande chiarezza e anche con forza, ma la questione che io ho posto non è stata assolutamente posta rispetto alla conduzione della collega Minervini, ma rispetto all'applicazione dell'art. 6 del Regolamento, da parte del Presidente del Consiglio; semmai, dalla non rivendicazione, da parte del collega Vicepresidente vicario, di un ruolo. Questa questione collega Ghiglia - lo voglio dire per il verbale, perché so che le nostre posizioni sono irrilevanti per il collega Ghiglia, il quale ci rivolge alcune osservazioni non sempre gentilissime - può sembrare ridicola, ma non lo è. Infatti, l'art. 6 è un articolo di certezza rispetto all'aula. Nel senso che i colleghi Consiglieri sanno con certezza, in relazione a quell'articolo, chi dovrà presiedere per un determinato periodo, in modo da evitare le discrezionalità del Presidente, a meno che i colleghi non abbiano degli impedimenti, che dovrebbero essere dichiarati, come ha fatto l'altra volta il collega Foco, perché anche nel caso del dibattito sulla legge relativa al commercio, il collega Foco ha dichiarato che non avrebbe presieduto, in quanto desideroso di intervenire nel merito.
La sottoscritta, quando ha posto la domanda, riteneva che questa mattina fossero scattati i sei mesi per la collega Minervini: tutto qui.
Quando ho poi visto ripresiedere il collega Foco, ha chiesto chi era in questo periodo il vicario. L'art. 6 del Regolamento ha una sua fondatezza rispetto alle certezze per il Consiglio regionale. Detto questo, l'invito della sottoscritta è un invito ad applicare il più rigorosamente possibile quella norma, perché è una norma a tutela del Presidente. Infatti, il Presidente, in questo modo non può essere accusato di discrezionalità, ma è una norma anche a tutela del Consiglio, perché evidentemente si riconosce in una decisione assunta in proposito dall'Ufficio di Presidenza.
Ci sembra quindi che la votazione, così come si è andata sviluppando sia una votazione che nella sostanza poi finale non ha consentito ai Consiglieri, in una situazione molto compromessa, di poter esprimere la propria dichiarazione di voto su una materia e su problematiche abbastanza delicate.
Inoltre, vi è stata anche un'altra particolarità: io non ho mai visto i colleghi segretari raccogliere delle dichiarazioni. Anche qui c'è una innovazione regolamentare.



(Commenti del Consigliere Angeleri)



SPAGNUOLO Carla

Consigliere Angeleri, stia tranquillo.
Io stessa sono andata lì e ho detto "mi sembra che questa elezione abbia dei profili di non regolarità, di illegittimità". Il collega Gallarini, gentilmente - perché non posso che dire "gentilmente" - ha preso nota di questo, ma ditemi dove si trova questo tipo di comportamento consiliare? Perché oltretutto sono dichiarazioni che sono state rese personalmente, non so neanche se abbiano avuto le condizioni di essere verbalizzate, ma al di là di questo sono assolutamente inconsuete. Ma abbiamo fatto così per recuperare un'assenza di possibilità di dichiarazioni di voto che nella sostanza si è sviluppata! Pertanto, sono ragioni queste, Presidente, visto che lei una volta, per scrupolo massimo, è arrivato addirittura a fermare i lavori per sentire in aula un appello che era stato fatto, perché la sottoscritta diceva di non aver sentito il proprio nome e quando è arrivato il mio nome "Ecco, dunque va tutto bene". A questo punto, però, in una confusione d'aula di questa natura, dovuta a tante componenti, io la inviterei, molto sommessamente, a volere fermare queste proclamazioni, a riflettere e a risentire sia il processo verbale che i nastri della registrazione, perché una parte esplicita che attiene al procedimento di votazione, che sono le dichiarazioni di voto, non si è potuta fare. Ripeto, lei si è alzato rapidamente e ha detto: "Si faccia l'appello nominale", forse non ha ricordato quel momento delle dichiarazioni di voto; fatto sta che noi, pur avendole richieste e avendole richieste fortemente anche direttamente al collega Consigliere dell'Ufficio di Presidenza che faceva l'appello nominale, chiedendogli di interrompersi, non si è interrotto e pertanto noi la pregheremmo di valutare questo insieme di cose.
Per quello che mi riguarda, farò una nota per la questione invece della presidenza dell'aula perché la ritengo di un qualche interesse.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla Consigliera Pazè e poi alla Presidente Minervini, devo rassicurarla - mi stupisce che questo dubbio sia potuto venire - che io ho sempre, con scrupolo assoluto, rispettato Il ruolo del Vicepresidente vicario. Io non ho però né il diritto né il dovere... cioè non posso costringere il Vicepresidente vicario di turno a presiedere quando il Vicepresidente ha un impegno e in questo senso io - ripeto - ho sempre chiesto prima al Vicepresidente vicario, chiunque esso fosse, e quando - poche volte - ci sono stati degli impegni il Vicepresidente che ha diretto l'aula è stato l'altro Vicepresidente. Parlo di impegno momentaneo non c'è bisogno che l'impegni porti ad essere lontano il Vicepresidente. Su questo voglio rassicurarla in modo totale.
La parola alla Consigliera Pazè.



PAZE' Enrica

Anch'io chiedo che venga sospesa la proclamazione degli eletti per via delle modalità con cui si è svolta la votazione.
Visto che in questo momento stiamo facendo un dibattito e non siamo in corso di votazione... Cioè non stiamo facendo un dibattito, stiamo facendo delle dichiarazioni...



PRESIDENTE

No, abbiamo fatto un'incidentale mentre stavo comunicando...



PAZE' Enrica

No, no, non volevo dire quello.



(Commenti fuori microfono della Consigliera Spagnuolo)



PAZE' Enrica

Visto che stiamo discutendo di cose estremamente importanti perch riguardano l'esercizio della democrazia che è il metodo di governo che portiamo ad esempio in tutti i Paesi del mondo in cui questo modo di governare non è ancora applicato, io chiedo ai Consiglieri della maggioranza che non sono presenti in aula di venire in aula e se tutti i Consiglieri della maggioranza presenti sono in aula, io chiedo la verifica del numero legale perché penso che questi argomenti siano estremamente importanti e quindi che esigano l'attenzione di tutti, anche formale, che consiste nello stare seduti ai propri scranni e nell'ascoltare il dibattito!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Minervini.



MINERVINI Marta

Come prima cosa io voglio ricordare a tutti e l'ho ricordato a me stessa che - Presidente in allora l'on. Picchioni - una sera abbiamo fatto lo stesso lavoro che abbiamo fatto oggi pomeriggio. Abbiamo riempito delle schede e ad un certo punto - finito il lavoro - l'aula si è completamente vuotata ed io, unica e sola in un'aula vuota, ho comunicato chi erano i destinatari dei vostri, anzi dei nostri voti. Questo per chiarire come adesso chiedete il numero legale, per carità di Dio, io ci sono, mi va bene tutto, però voglio ricordare questo. Era la stessa legislatura e abbiamo fatto lo stesso lavoro...



(Commenti in aula)



MINERVINI Marta

No, signora, prima parlo io e poi parla lei! Giunti a questo punto io voglio comunicarvi qualcosa che riguarda oggi.
Io non ero al corrente di dover presiedere al posto del Presidente. Questo non mi giustifica; non ho sentito quello che aveva detto il Presidente Deorsola e anche l'avessi sentito io sono abituata - e questo voi lo sapete perché sotto sotto lo sapete - a non considerare, quando sono qui maggioranza o opposizione. Io sono Presidente e in quel momento di tutti! Il Presidente Deorsola aveva già votato prima di andarsene; erano state aperte le votazioni e una volta aperte io le ho fatte continuare, perch così mi pareva che dovesse essere. Non ho voluto giustificarmi, ho voluto dire come intendo io la politica e come intendo io che qui bisognerebbe andare avanti! Grazie.



PRESIDENTE

Io ricordo esattamente quello che è successo: io ho detto al Consigliere Gatti che sollevava dei problemi, non riferendomi a dichiarazioni di voto - io sono assolutamente sicuro di non aver usato il termine "dichiarazione di voto" - ma dichiarazioni in aula e non - ripeto dichiarazioni di voto.
In questo senso, ho esaminato la documentazione e sono arrivato alla determinazione di fare alcune proclamazioni e non altre...



SAITTA Antonino

Presidente, mi scusi un attimo: o le parole hanno un senso... Io le dico solo questo, poi faccia ciò che ritiene opportuno, ma le parole io credo che abbiano un senso quando vengono pronunciate. Allora chiedo che si verifichino le cose che sono state dette! Ma anche fossero semplicemente "dichiarazioni", a chi le dovevo fare? Al barista?



PRESIDENTE

All'aula.



SAITTA Antonino

Le dichiarazioni si fanno in aula!



PRESIDENTE

In aula, certo: un commento come sta facendo lei e come hanno fatto gli altri colleghi.



SAITTA Antonino

Appunto! Mi è stato impedito!



PRESIDENTE

No, non le è impedito adesso.



SAITTA Antonino

No, allora.



PRESIDENTE

All'epoca.



SAITTA Antonino

Lei aveva pronunciato, ci aveva rassicurato che era possibile fare delle dichiarazioni. Legga il verbale, ascolti...



PRESIDENTE

No, ma io... Guardi che c'è una cadenza logica che risulta chiara. Dopo aver detto che potevano esser fatte delle dichiarazioni (non dichiarazioni di voto), ho aperto le votazioni e ho chiesto la cortesia di poter votare per primo perché mi dovevo assentare.



SAITTA Antonino

Presidente, guardi, lei faccia le proclamazioni, poi eventualmente se ci sono elementi noi faremo notare le contraddizioni tra le cose dette e le cose fatte.
Noto, e sono stupito, ma questo è un problema che deve riguardare tutti, che occorre un minimo di coerenza per le cose che si dicono. Dalle dichiarazioni fatte adesso, dalle dichiarazioni fatte da Minervini, dalle dichiarazioni fatte dal collega Foco, noto quattro o cinque versioni diverse.



PRESIDENTE

Sono tra loro assolutamente compatibili.



SAITTA Antonino

Glielo faremo notare. Porremo un problema complessivo di gestione dell'aula.
Quando avremmo potuto rendere le nostre dichiarazioni? Lei aveva detto che sarebbe stato possibile fare delle dichiarazioni.
Aveva detto questo. Potrà leggerlo, potrà ascoltare, e rendersi conto anche lei di aver detto alcune cose. Altrimenti, che senso ha? E' questa la questione. C'è un atteggiamento che è contestabile anche sul piano etico.
Si dicono delle cose, e si possono verificare le cose dette. Probabilmente lei avrà dimenticato. La invito a leggere e ad ascoltare cosa venne fatto per un caso simile - ricordato dalla collega Spagnuolo - quando lei aveva addirittura proposto, in una seduta pubblica (non ero presente, ma me lo hanno raccontato), con un tifo da stadio da parte di AN, che ascoltava le parole della collega Spagnuolo. Presidente, per lo meno riascolti quanto è stato detto. Abbia un atteggiamento identico nei confronti di una collega di maggioranza o di minoranza.
Lei allora, prima di fare un'operazione, ascoltò che cosa era capitato.
Oggi lo vuole impedire, ne prendiamo atto.



PRESIDENTE

La situazione è assolutamente diversa, perché mentre in questa occasione il fatto riguarda me, in quell'occasione, il non aver sentito era un problema della collega.
Io sono assolutamente sicuro di quanto è successo questa mattina e di quanto ho dichiarato. Il fatto di aver aperto le votazioni e di aver votato io per primo mi rende assolutamente sereno rispetto alla procedura adottata.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, prima che lei tornasse ho sentito le dichiarazioni del Vicepresidente vicario Foco circa l'incarico, assunto questa mattina, di Presidente vicario da parte della collega Marta Minervini. Ho poi sentito adesso la sua ricostruzione dei fatti.
Anch'io, come la collega Spagnuolo, trovo che le due ricostruzioni non coincidano.
In secondo luogo, segnalo - con un po' di preoccupazione - il fatto che se ho capito bene - la collega Vicepresidente Marta Minervini ci ha informato che in passato è avvenuta una proclamazione degli eletti in una situazione in cui il numero legale non esisteva.
Chiedo di sapere quando è avvenuto, perché probabilmente quelle nomine hanno avuto luogo in una forma che le ha rese non efficaci. Chiedo di sapere a quale seduta di Consiglio si riferisce la collega Minervini, in modo da potere vedere quali nomine furono effettuate in quell'occasione.



PRESIDENTE

La collega Minervini si riferiva ad un'aula disattenta, perché il numero legale è presunto finché non ne viene richiesta la verifica. Credo di poter, in piena coscienza, continuare.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo che tutto quanto è stato detto sia messo a verbale.



PRESIDENTE

Questo resta a verbale.



PRESIDENTE

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, quanto ha detto la collega Minervini è preoccupante.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
29 Consiglieri.



(Il Consigliere Saitta contesta l'esito della votazione e chiede una nuova verifica. Il Presidente Deorsola dà nuovamente lettura dei nomi dei Consiglieri che hanno risposto all'appello nominale - Commenti di alcuni Consiglieri fuori microfono)



PRESIDENTE

Il Consigliere Angeleri ha risposto, non accetto questi dubbi. I Consiglieri che hanno risposto sì sono 29 e sono tutti presenti.



(Commenti fuori microfono di alcuni Consiglieri)



PRESIDENTE

Per cortesia, restate in aula!


Argomento:

Nomine (seguito)


PRESIDENTE

Continuo con la proclamazione degli eletti in merito alle seguenti nomine: Osservatorio Piemontese di frutticoltura "Alberto Geisser" (R.D. 8/6/1942 n. 792) - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 Revisore.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Bianco Piergiorgio.
Mi riservo effettuare la proclamazione delle proposte di deliberazione n.
708: "Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte (L.R n. 48/95) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 4 membri" e n. 736: "Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte" - (L.R. n. 48/95) - nomina del Presidente.
Fondazione Teatro Regio di Torino - (D.lgs. n. 134/98) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Dopo, glielo dico dopo. Abbia pazienza!



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo solo di conoscere i voti con chiarezza, quanti sono i votanti...



PRESIDENTE

Credo di averlo detto.
Ripeto: presenti in aula al momento della votazione 29 Consiglieri votanti 28; non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere; scheda bianca 1.
Proclamo eletto il signor Giuseppe Ferrero.
Fondazione I.S.I. - Istituto per l'Interscambio Scientifico (art. 7 Statuto) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 rappresentante.
Dichiaro non valida la votazione, in quanto non si sono verificati i presupposti di cui all'art. 52 del Regolamento.
Mi riservo la proclamazione della proposta di deliberazione n. 711: "Riserva Naturale Speciale dell'Orrido di Foresto e Stazione di Juniperus Oxycedrus di Crotte - San Giuliano" (L.R. n. 12/98) - Consiglio direttivo nomina di 3 membri.



PRESIDENTE

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché si riserva, Presidente?



PRESIDENTE

Mi riservo perché non ci sono i tre membri. Non posso proclamare eletto nessuno, perché ho bisogno di un approfondimento! Ripeto. Mi riservo, in base a questo riassunto, di fare la proclamazione, perché non ci sono i tre membri.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Può dirci l'esito della votazione?



PRESIDENTE

L'ho detto. Il risultato è stato il seguente: 26 votanti, una scheda nulla, Del Mastro un voto.
Io, su questa proclamazione, mi riservo. Lei, Consigliera Pazé, far avere comunque tutta la documentazione.
Università degli studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" di Vercelli (legge n. 76/73) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Alessandro Negro Ponzi.
Consorzio per gli Insediamenti produttivi del Canavese (art. 15 Statuto Consortile) - Consiglio Direttivo - nomina di 3 membri.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Dichiaro non valida la votazione, perché ci sono stati 9 votanti, 7 schede bianche e una nulla.
Mi riservo sugli ambiti territoriali di caccia, perché non ci sono i quattro nomi votati, ne manca uno.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

In questo senso mi riservo. Le farò avere la copia di questi fogli che sto leggendo.
Mi riservo inoltre la proclamazione delle seguenti proposte di deliberazione: n. 715: "Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) - (L.R. n. 70/96 - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C.
(n. 6) delle Province di Alessandria ed Asti" - nomina di 3 Sindaci effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente e 2 Sindaci Supplenti n. 716: "Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) - (L.R. n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. e C.A. (n. 12) della Provincia di Cuneo" - nomina di 3 Sindaci effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente e 2 Sindaci supplenti n. 717: "Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) - (L.R. n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. e C.A. (n. 10) della Provincia di Torino" - nomina di 3 Sindaci effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente e 2 Sindaci supplenti n. 718: "Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) - (L.R. n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. e C.A. (n. 10) della Provincia di Biella, Novara, Verbania e Vercelli" - nomina di 3 Sindaci effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente e 2 Sindaci supplenti.
PAZE' Enrica (fuori microfono) Cosa significa? Non capisco.



PRESIDENTE

Abbia pazienza! Ho detto che le consegnerò la copia e su questa proclamazione mi riservo. Il mio comportamento è assolutamente legittimo di tutela del Consiglio. Pertanto, mi riservo la proclamazione, come è già successo altre volte. Ripeto, le consegnerò copia della documentazione.
Il Presidente può riservarsi, talché nella passata Presidenza pro tempore, ci fu una riserva che peraltro durò per molto tempo, perché il Presidente aveva bisogno di approfondimenti. Per quanto riguarda queste riserve, probabilmente vi riferirò già nella prossima riunione di Consiglio. Però, proprio perché non sono stato presente tutta la riunione di oggi, mi riservo la proclamazione.
Così come mi riservo la proclamazione per gli ambiti di caccia della provincia di Torino, perché non sono stati votati i quattro nomi. Così come mi riservo per la Provincia di Biella.
Azienda speciale alle imprese della Camera di Commercio di Alessandria (art. 4 Statuto) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 rappresentante della Regione.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Paolo Celotto.
Associazione per lo sviluppo scientifico e tecnologico del Piemonte "A.S.P." (art. 9 Statuto) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Roberto Dal Gan.
Scuola Professionale "Geom. Francesco Borgogna" (art. 11 Statuto) Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Alberto Ceva.
Consiglio di Aiuto sociale del Circondario di Mondovì (art. 74, legge n.
354/75 e art. 106, legge n. 162/76) - designazione di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto la signora Dianora Vizzaccaro.
Centro Piemontese di Studi sul Medio ed Estremo Oriente "C.E.S.M.E.O" (art. 6 Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 rappresentante (integrazione).
Parco Nazionale del Gran Paradiso (art. 2, D.M. Ambiente 20 novembre 1997, n. 436) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 membro effettivo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Luciano Astaldi.
Associazione Italiana della Croce Rossa (art. 28 Statuto - approvato con D.P.C.M. 7 marzo 1997, n. 110) - Consiglio Direttivo - designazione di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Antonio Deiana.
Fondazione "L. Einaudi" (art. 5 Statuto) Consiglio di Amministrazione nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Massimiliano Miano.
Istituto Regionale di Ricerca, Sperimentazione e di Aggiornamento Educativi - I.R.R.S.A.E. (D.lgs n. 297/94 e art. 22 Statuto) - Collegio dei Revisori - sostituzione del signor Matranga.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto la signora Lidia Maria Pizzotti.
Consiglio Nazionale per l'ambiente 8 art. 12, legge n. 349/86) designazione di 1 rappresentante regionale.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Ugo Cavallera.
Comitato Regionale di Controllo (art. 42, legge 8 giugno 1990, n. 142 e L.R. n. 40 del 22 settembre 1994) Sezione di Novara per il territorio delle attuali Province di Biella, Novara, Verbania e Vercelli - sostituzione del signor Silvio Cagetti (membro effettivo) scelto tra i Magistrati o gli Avvocati dello Stato in quiescenza, o tra i Professori di ruolo di Università in materie giuridiche ed amministrative ovvero tra i Segretari Comunali o Provinciali in quiescenza.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Dichiaro non valida la votazione, in quanto non si sono verificate le circostanze previste dall'art. 3, comma 3 della L.R. 22/9/1994, n. 40.
Comitato Regionale di Controllo (art. 42, legge 8 giugno 1990, n. 142 e L.R. n. 40 del 22 settembre 1994) Sezione di Cuneo per il territorio delle attuali Province di Cuneo - sostituzione del signor Erminio Sacco (membro effettivo) scelto tra i Magistrati o gli Avvocati dello Stato in quiescenza, o tra i Professori di ruolo di Università in materie giuridiche ed amministrative ovvero tra i Segretari Comunali o Provinciali in quiescenza.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Dichiaro non valida la votazione, in quanto non si sono verificate le circostanze previste dall'art. 3, comma 3 della L.R. 22/9/1994, n. 40.
Consorzio Fidipiemonte (art. 18 Statuto) - Consiglio Direttivo sostituzione del signor Enzo Bucarelli.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Andrea Voltolini.
Istituto di Ricerche Economico e Sociali - "I.R.E.S." (art. 5, legge regionale n. 43/91) - Consiglio di Amministrazione - sostituzione del signor Domenico Casalegno.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Marcello Croce.
Ente Diritto allo Studio Universitario (art. 19, legge regionale n.
16/92) - Consiglio di Amministrazione - sostituzione del signor Gaetano D'Agnelli.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Giuseppe Mangiacotti.
Comitato Regionale per la Comunicazione e l'Informazione (legge regionale n. 59/91 e legge regionale n. 1/97) - sostituzione del signor Corrado Massimo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Paolo Gerbaldo.
Comitato Tecnico Esecutivo del Centro Interregionale di Coordinamento e Documentazione delle Informazioni Territoriali (D.G.R. n. 55-22913 del 31 agosto 1979) - sostituzione della signora Maria Grazia Surace.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Garretti Luigi.
Proposta di deliberazione n. 719: "Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza - CO.RE.SA". - (ART. 3, L.R. n. 30/84 mod. dell'art. 1, L.R. n.
20/85) - sostituzione del signor Franco Rubiola.
Mi riservo rispetto alla nomina sul CORESA, che era relativa alla sostituzione del signor Franco Rubiola, in rappresentanza delle minoranze perché verificare...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Può ripetere l'esito della votazione.



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: 2 schede bianche, 26 voti Giovara Carla. Mi riservo pertanto alla proclamazione degli eletti su questa nomina.
Commissione regionale per la realizzazione delle Pari Opportunità fra Uomo e Donna - (art. 3, L.R. n. 46/86) - sostituzione della signora Paola Girardi.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletta la signora Diadora Vizzaccaro.
proposta di deliberazione n. 732: "Commissione tecnico consultiva in materia di coltivazione di cave e torbiere" (art. 6, L.R. n. 69/78 mod.
della della L.R. n. 6/80) sostituzione del signor Pieralberto Quenda (esperto supplente in geologia e giacimenti).
Mi sono riservato su questa nomina, in quanto erano richiesti 29 voti.



PRESIDENTE

PAZE' Enrica (fuori microfono)



PRESIDENTE

Come mai si riserva?



PRESIDENTE

Mi riservo perché, essendo tale nomina in rappresentanza delle minoranze devo fare ulteriori accertamenti.
Non si è raggiunto il numero legale, perché sono solo 24 voti.
Dichiaro pertanto non valida la votazione, in quanto non si sono verificati i presupposti di cui all'art. 52 del Regolamento.
Commissione Tecnico Consultiva in materia di coltivazione di Cave e Torbiere (art. 6, L.R. n. 69/78 mod. della legge regionale n. 6/80) Consiglio Direttivo - sostituzione del signor Enzo Bucarelli (esperto effettivo in materia giuridica).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Andrea Voltolini.
Commissione Tecnico Consultiva per l'Ordinamento dei Servizi di Analisi Cliniche (art. 18, L.R. n. 55/87) - sostituzione del signor Pier Carlo Gaido.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Giuseppe Neri.
Parco Naturale Capanne di Marcarolo (L.R. n. 12/90) - Consiglio Direttivo sostituzione del signor Donato Lanati (esperto in materia agronomica).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Giovanni Garino.
Comitato Misto Paritetico Regione-Autorità Militare sulla nuova regolamentazione delle Servitù Militari (art. 6 L.R. n. 104/90) sostituzione del signor Franco Zandegiacomo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Roberto Imparato.
Commissione Provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (art. 14, L.R. n. 10/77) - Provincia di Cuneo sostituzione del signor Umberto Fino.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Dichiaro non valida la votazione, in quanto non si sono verificati i presupposti di cui all'art. 52 del Regolamento.
Per oggi i nostri lavori sono conclusi. Ricordo che domani, alle ore 13.15, verrà convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Ricordo che alle 9.30, al Lingotto, ci sarà la Conferenza dei Piemontesi nel mondo.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Per oggi i nostri lavori sono conclusi. Ricordo che domani, alle ore 13.15, verrà convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Ricordo che alle 9.30, al Lingotto, ci sarà la Conferenza dei Piemontesi nel mondo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.51)



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