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Dettaglio seduta n.414 del 09/11/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Farassino, Galli Ghiglia, Picchioni e Scanderebech.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame della proposta di deliberazione n. 641 di cui al punto 5) all'o.d.g. A tale deliberazione sono collegate delle interrogazioni che si intendono assorbite.



PRESIDENTE

SIMONETTI Laura (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Procedo all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Presidente Deorsola effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
28 Consiglieri.


Argomento: Immigrazione

Esame testo unificato proposte di deliberazione n. 641 e n. 691: "Programma 1999 degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari di cui alla L.R. 8/11/1989 n. 64"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 641 e n. 691. Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale Forza Italia - il Polo Popolare e CCD; non hanno partecipato alla votazione i Gruppi PPI, Comunisti Italiani, DS e Rifondazione Comunista.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, non ero presente in Commissione, quindi sento notizie contrastanti. Vorrei sapere qual è stato l'iter di questa deliberazione.
Può, Presidente, riassumere lo stato dell'arte e dirci se è stata presentata o meno e da quale Assessore è stata presentata?



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Ho informato l'aula che questa deliberazione è stata licenziata l'8 settembre dalla Commissione.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Presidente, non ricordo la relazione del Presidente Ghigo sulla deliberazione, forse è stata una nostra disattenzione.
Vedo, peraltro, che in questa sede sono già stati presentati degli emendamenti da parte della Giunta, anche corposi, alcuni in riferimento al decreto legislativo, altri emendamenti di merito che però non abbiamo ancora avuto il tempo di leggere.
Questa deliberazione è passata in VII Commissione e già in fase di discussione generale avremmo delle domande di merito da porre.
Primo, il motivo per cui vi è stato un esame unico da parte della VII Commissione. Questo tipo di deliberazione affronta un programma annuale di interventi a favore degli immigrati extracomunitari, facendo riferimento ad una legge, la L.R. n. 64/89 che... Presidente della Giunta regionale, è lei il mio interlocutore, chiedo la sua attenzione.



(La Consigliera Simonetti interrompe l'intervento)



PRESIDENTE

Consigliera Simonetti, lei non parla e il tempo passa. Non possiamo aspettare.



SIMONETTI Laura

Presidente, se avessi saputo che avrei fatto il mio intervento per essere ascoltata da me stessa e dal mio Capogruppo avrei evitato di prendere la parola! Presidente, io non riesco a parlare con questo chiasso!



PRESIDENTE

Consigliera Simonetti, siamo in fase di discussione generale. Faccia il suo intervento e, se ritiene di farlo, ponga le sue domande.



SIMONETTI Laura

Innanzitutto, chiedo l'attenzione del Presidente del Consiglio - se mi consente - proprio perché siamo in fase di discussione generale.



PRESIDENTE

Consigliera, le ho dato la parola, svolga il suo intervento come ritiene di svolgerlo.



SIMONETTI Laura

Intendo porre delle questioni preliminari rispetto all'iter consiliare che ha avuto questa deliberazione. La prima domanda, formulata poc'anzi, è perché questa deliberazione, che ha per oggetto il Programma 1999 degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari (di cui alla L.R. n.
64/89), è stata affrontata unicamente in VII Commissione.
Avendo come riferimento la L.R. n. 64/89, e i suoi articoli richiamati dalla deliberazione, ho visto come alcuni di questi non facciano riferimento esclusivamente ad alcuni settori specifici (come il settore "Inserimento e lavoro attivo"), ma anche a settori esplicitamente definiti come il settore "Integrazione sociale, culturale, inserimento scolastico".
Presidente del Consiglio regionale, le chiedo di ricordare, per cortesia, qual è stato l'iter affrontato negli scorsi anni da questo programma. Mi sembra (almeno così era quando facevo parte della VI Commissione) che questo esame fosse assegnato all'attenzione della VI Commissione - la Commissione Cultura - e non solo della VII. In ogni caso non mi sembra fosse un'esclusività della VII Commissione.
Prima di affrontare la discussione generale sulla proposta di deliberazione, gradirei avere dei chiarimenti da parte del Presidente del Consiglio e dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Siamo già in fase di discussione generale. Consigliera, non posso che ricordarle che la VII Commissione è la Commissione competente per i movimenti migratori. La Commissione che ha affrontato la materia non ha ritenuto fare delle consultazioni, come in teoria avrebbe potuto. Perci l'iter seguito - così mi dicono i funzionari - è esattamente lo stesso degli anni scorsi.
Consigliera Simonetti, se vuole completare i suoi dieci minuti di intervento le ridò la parola.



SIMONETTI Laura

Presidente, vorrei che lei, coinvolgendo gli uffici, ci ricordasse se negli scorsi anni - 1996, 1997 e 1998 - questo programma annuale fu assegnato dal Presidente del Consiglio regionale e dall'Ufficio di Presidenza unicamente all'esame della VII Commissione.



PRESIDENTE

Le ho già risposto. Comunque, le ripeto la risposta: gli uffici mi dicono che la procedura è sempre stata la stessa.



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Questo, peraltro, è ininfluente, perché la procedura seguita fino a questo momento è assolutamente in linea con gli anni passati ed è nel pieno rispetto del nostro Regolamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, le chiedo, per cortesia, di rispondere alla domanda posta dalla collega Simonetti. Ho l'impressione che, quando facevo parte della VI Commissione, durante i lavori talvolta si sia parlato di immigrazione, non so se a proposito di questo programma. Forse sì, ma così, a bruciapelo, non sono in grado di affermarlo con certezza.Presidente, anch'io le chiedo di dirci con esattezza se negli anni 1996, 1997 e 1998 questa deliberazione fu assegnata anche all'esame della VI Commissione. E' importante saperlo.



PRESIDENTE

Ho già risposto. Voglio precisare, però, che la procedura avrebbe potuto essere diversa. Mi spiego. La deliberazione è stata assegnata alla VII Commissione, che è la Commissione competente. La Commissione competente ha facoltà di fare o meno delle consultazioni, gode della sua libertà di esame. Quest'anno l'esame della deliberazione in oggetto è avvenuto nel modo in cui è avvenuto: non ci sono state richieste di esame da parte di altre Commissioni, dopodiché la deliberazione è giunta in aula.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, la questione posta non è marginale e le cose da lei dette non soddisfano la nostra esigenza di chiarezza. E' compito del Presidente scegliere le Commissioni competenti. Ciascuna Commissione ha poi la possibilità di decidere...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, ho già risposto. Gli uffici mi dicono (nel frattempo, continuano a fare le loro verifiche) che la procedura seguita è sempre stata questa e che non c'è stata alcuna innovazione rispetto al passato.



CHIEZZI Giuseppe

La prego, Presidente, di non ridurre la questione solo a verifiche in corso, ma di dirci con chiarezza che mai, da quando è Presidente del Consiglio regionale, lei ha assegnato l'esame di questa deliberazione alla VI Commissione. Le stiamo chiedendo di darci una risposta precisa, non una risposta generica. Le affermazioni generiche le stiamo già facendo noi.
Presidente, ci dica, per cortesia, se lei non ha mai assegnato questa deliberazione alla VI Commissione, come la collega Simonetti pensa di ricordare.



PRESIDENTE

Ho sentito gli uffici e le ho già risposto: la procedura non è stata innovata, così mi hanno riferito e così io ricordo.



CHIEZZI Giuseppe

Vuol dire che questa deliberazione non è mai stata assegnata alla VI Commissione?



PRESIDENTE

La procedura non è mai stata innovata.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, risponda alla domanda che le faccio, non parli d'altro! Questa deliberazione è mai stata assegnata alla VI Commissione? Mi dica sì o no.



PRESIDENTE

Mi confermano che la procedura è sempre stata la stessa.



CHIEZZI Giuseppe

Ma la deliberazione, nel corso di questa legislatura, è mai stata assegnata alla VI Commissione?



PRESIDENTE

Io l'ho assegnata alla VII Commissione ritenendo di doverla assegnare a quella Commissione.



CHIEZZI Giuseppe

Ma prima è stata mai assegnata, almeno una volta, alla VI Commissione?



PRESIDENTE

Gli uffici mi dicono che non risulta. Sulla scorta delle indicazioni fornitemi le rispondo "no".
Siamo sempre nella discussione di ordine generale. Ci sono altre richieste di parola? Prego, Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Prendiamo atto, Presidente, che tale proposta di deliberazione è stata assegnata alla VII Commissione. Già su questo, richiamando la L.R. n.
64/89, a sua volta richiamata dalla delibera in oggetto, poniamo alcune osservazioni. Innanzitutto, il fatto che la L.R. n. 64/89 e gli articoli della legge richiamati dalla proposta di deliberazione stessa, non fanno riferimento unicamente all'inserimento lavorativo e ai lavoratori immigrati, ma ad una serie di necessità di intervento nei confronti degli immigrati extracomunitari che vanno dall'abitazione all'inserimento scolastico, all'integrazione sociale, e via di questo passo, con particolare attenzione alle forme di intervento socio-assistenziale.
Su questa proposta di deliberazione richiediamo, in particolare l'attenzione della Giunta regionale, perché, al di là di alcune necessarie integrazioni sui decreti legislativi, sono necessari anche dei chiarimenti rispetto alle priorità di intervento, così come queste vengono individuate nell'ambito della delibera. Vorrei precisare, inoltre, che i dati riportati nella delibera non sono aggiornati, ma risalgono al 1997, e tutti noi sappiamo come il flusso dell'immigrazione extracomunitaria cambi, non solo di anno in anno, ma anche di mese in mese, se non di giorno in giorno.
Pertanto, la necessità di presentare una delibera che individui le forme e le priorità di intervento, e che sia una delibera aggiornata nonostante la difficoltà di accedere a dati aggiornati da parte di tutti i Consiglieri, ci pareva un elemento preliminare per poter affrontare con esattezza e serietà la sostanza del provvedimento. In particolare, il fatto che la delibera e la relazione introduttiva siano basate su dati risalenti ad almeno tre anni fa, giustifica ed argomenta il ventiduesimo rapporto dell'OCSE - citato anche nella delibera - che stabilisce come non ci sia alcuna correlazione tra l'incremento del flusso in ingresso di stranieri e l'evoluzione del tasso di disoccupazione.
Tale rapporto, infatti, rende noto che i Paesi a forte tasso di immigrazione, come il Lussemburgo e la Svizzera, sono quelli a più basso tasso di disoccupazione, mentre altri Paesi, come l'Italia, la Spagna e la Finlandia, che hanno una presenza di immigrati relativamente limitata presentano un fenomeno molto ampio e preoccupante di disoccupazione. In particolare, la Spagna ha un tasso di disoccupazione del 23%, la Finlandia del 17%, mentre l'Italia supera il 12%, con una presenza di immigrati che non raggiunge il 2%.
Ci troviamo, pertanto, in una situazione in cui la difficoltà di introdurre elementi di valutazione si scontra con la difficoltà di individuare la presenza totale degli immigrati.
Fermo restando questo punto, che rappresenta per noi una premessa fondamentale, per introdurre un ragionamento e delle priorità di intervento, abbiamo riscontrato nella delibera alcuni elementi di forte contraddizione, perlomeno nei confronti della L.R. n. 64/89, alla quale si fa appello citando e sottoscrivendo la delibera stessa. Su questo chiedo in particolare l'attenzione del Presidente del Consiglio.
La L.R. n. 64/89 individua alcuni elementi importanti nell'intervento a favore degli immigrati extracomunitari. In particolare, anche in ordine di priorità, cita, come primo intervento, l'approfondimento della lingua italiana; come secondo intervento, l'idonea sistemazione abitativa per gli immigrati; come terzo intervento, l'inserimento nell'ordinamento scolastico dei figli degli immigrati; come ultimo intervento, le iniziative volte al reinserimento degli immigrati nei Paesi di origine. Non ci stupisce affatto che la Giunta regionale abbia individuato, invece, il reinserimento degli immigrati nei Paesi di origine come primo punto e come prima, e quasi unica, priorità.
Per questo motivo, chiedo un approfondimento anche da parte della VI Commissione. Il fatto che la Giunta regionale abbia individuato come primo punto e quasi unica priorità - nei successivi interventi spiegherò perch la definiamo "quasi unica priorità" - il reinserimento degli immigrati nei Paesi di origine, non ci stupisce affatto nel momento in cui il capitolo di bilancio e le risorse finanziarie a disposizione della L.R. n. 64/89, e in particolare del Piano annuale dei giovani, vengono utilizzati al 50%; su 4 miliardi e mezzo circa, oltre 2 miliardi (2.286.000.000) vengono utilizzati per altri progetti, come i progetti per il Kossovo, in seguito alla guerra dei Balcani. Non ci stupisce - dicevo - che, avendo ridotto al 50% le risorse per il programma annuale a favore degli extracomunitari immigrati la Giunta regionale proponga di utilizzare le risorse disponibili in relazione al reinserimento nei loro Paesi di origine.
Riguardo agli altri punti, inseriti, da parte di questa Giunta, come ultimi nella scala delle priorità, non vengono individuate, neppure per le risorse, le necessarie risorse finanziarie per le forme di intervento, così come non vengono individuati, nell'ambito dell'inserimento abitativo, quei progetti che peraltro sono previsti dalla L.R. n. 64/89 (quindi siamo addirittura indietro rispetto ad una legge regionale di almeno dieci anni).
Noi diciamo, allora, che questa proposta di deliberazione è inaccettabile. Secondo il Gruppo Comunista, non è accettabile un Programma 1999 per gli immigrati extracomunitari che si rifà, impropriamente, alla L.R. n. 64/89. Si rifà ad alcuni articoli della L.R. n. 64/89, individuando una scala di priorità che è in contraddizione con le finalità stesse che la L.R. n. 64/89 individua.
Su queste questioni, che non mi paiono assolutamente generiche, ma nodali e preliminari alla discussione sulla deliberazione, chiedo una risposta della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche il nostro Gruppo, pur avendo sollecitato più volte la discussione di questa deliberazione, perché effettivamente esiste il rischio di non giungere all'utilizzazione dei fondi, è molto critico nei confronti della deliberazione e contrario a come la Giunta ha concretizzato, con la deliberazione in oggetto, le politiche dell'immigrazione. Devo dire che c'è una sfasatura tra la parte descrittiva della deliberazione, che descrive il fenomeno migratorio in cui vengono dette cose interessanti, e l'approccio con cui spesso viene affrontato il problema dell'immigrazione. Più volte abbiamo sentito in quest'aula denunciare gli immigrati come fenomeno di competizione nei confronti dei disoccupati italiani, di essere un elemento di disturbo nei confronti del problema occupazionale.
La deliberazione recita: "Il rapporto, offrendo un'ampia panoramica del fenomeno migratorio nei ventinove Paesi più industrializzati del mondo tende a dimostrare che non c'è 'nessuna diretta correlazione tra l'incremento del flusso di ingresso di stranieri e l'evoluzione del tasso di disoccupazione'. Paesi a più forte tasso di immigrati (Lussemburgo e Svizzera) sono quelli a più basso tasso di disoccupazione, mentre in Spagna e Finlandia, dove la disoccupazione raggiunge rispettivamente il 23% e il 17%, la presenza di stranieri è molto limitata; in questa categoria il rapporto pone anche l'Italia dove la disoccupazione raggiunge il 12 mentre gli immigrati non raggiungono il 2%".
Nella deliberazione la Giunta fa queste affermazioni che corrispondono abbastanza alla realtà, eppure l'approccio con cui normalmente si discute degli immigrati è di "fastidio" (fenomeno da limitare, da contenere e possibilmente da invertire). Quindi, la deliberazione in alcune parti valorizza il fenomeno immigrazione e sembra smentire il luogo comune più ricorrente, ovvero che vengono in Italia e creano il fenomeno disoccupazione.
In questa deliberazione si tende a descrivere il modo con il quale bisogna abituarsi a convivere con il fenomeno e le politiche per affrontarlo.
Le politiche con cui viene affrontato il fenomeno sono sostanzialmente due. Si tratta di tradurre le poche risorse messe a disposizione per favorire delle politiche di integrazione - risorse che sono anche finanziate dai lavoratori immigrati regolari con il pagamento delle tasse e dei contributi.
La scelta che compie la Giunta è di finanziare un'emergenza, quella del Kossovo per esempio, che ormai non è più quell'emergenza, in ogni caso è un'emergenza provocata da noi stessi. L'emergenza viene finanziata non con altri fondi, ma con i fondi per gli immigrati, cioè per quelli che non sono frutto dell'emergenza, ma sono qui da tempo, che magari lavorano. Quindi, i fondi che dovrebbero essere destinati a questi soggetti vengono dati in misura consistente alle politiche per favorire il ritorno degli immigrati nei loro Paesi d'origine.
Siamo pertanto di fronte ad un secondo elemento di contraddizione.
Primo, perché il ritorno, anche se incentivato, è un elemento irrisorio perché finché non si modificano le ragioni che hanno portato al flusso migratorio, non è che pagandogli il viaggio e dandogli un po' di soldi per tornare si freni il fenomeno; può anche darsi che incentivando molto il ritorno di alcuni si riesca ad ottenerlo, ma sarebbe come svuotare il mare con un cucchiaino di fronte al fenomeno di quelli che arrivano.
Credo sarebbe più razionale utilizzare le poche risorse per favorire delle politiche di integrazione effettive, per accogliere quelli che ci sono e restano: non avere questo tipo di priorità e sviluppare tutta una serie di altre voci previste nella delibera stessa che tendono appunto a favorire un tipo di politica. Questo è il motivo per cui il nostro Gruppo è contrario alla deliberazione.
Sosterremo con il nostro voto tutti gli emendamenti che tenderanno a modificare e a migliorare la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Se si legge l'intestazione della proposta di deliberazione si evince come chiaramente il programma si riferisca all'attuazione della L.R.
8/11/1989 n. 64, cioè una legge varata dalla Regione Piemonte dieci anni fa. Probabilmente, la Regione Piemonte è stata la prima Regione che ha cercato di affrontare il problema dell'immigrazione, che già negli anni '80 cominciava a manifestare una sua vistosità.
Allora non ero Consigliere, come credo la gran parte dei colleghi presenti, ma probabilmente se la Regione Piemonte ha predisposto la legge è dovuto anche al fatto che gli immigrati extracomunitari cominciavano ad essere organizzati sul piano sindacale e forse il sindacato è stata la prima organizzazione sociale che nella nostra Regione ha dato cittadinanza agli immigrati. Non dobbiamo dimenticare il fatto che gli anni '80 erano anni difficili nella nostra Regione, e, come in tutti i momenti di crisi e di difficoltà, le tensioni tendono a scaricarsi sui diversi.
Gli immigrati, per giunta extracomunitari, essendo i più diversi tra i diversi finivano per essere un argomento "scottante". Forse proprio perch erano stati i sindacati a porre il problema di una politica forte dell'immigrazione, la legge è stata considerata come attinente al lavoro.
Fin dal 1995, quando in VII Commissione venne presentato il Piano annuale, mi sono posto la seguente domanda: come mai il programma relativo all'attuazione della L.R. n. 64/89 fa capo alla VII Commissione per il lavoro? Ho domandato, all'interno della Commissione, che ci fosse una più razionale allocazione di questa materia. In Commissione chi poteva avere maggiore competenza o affinità? Forse, più che la VI Commissione, è la IV quella che ha più competenza. E' un problema che avevo già posto. Ma, "pour parler", mi è stato detto che è inutile porre siffatto problema, perch comporta affrontare competenze anche di altre Commissioni: basti pensare alla sovrapposizione di competenze tra la II e III Commissione, o tra la II e IV Commissione. Così era il disegno e così poteva restare. Certamente come talvolta è accaduto - la VII Commissione avrebbe potuto chiedere un parere ad altre Commissioni. Perché non si è fatto? Perché le risorse che gestiva la L.R. n. 64/89 erano esigue (poche centinaia di milioni) destinate ad un soggetto scabroso, del quale, tutto sommato, era meglio parlare il meno possibile.
Oggi, in seguito anche all'approvazione della legge n. 40/98, è cresciuta l'attenzione verso il problema dell'immigrazione, verso i grandi effetti che l'immigrazione comporta nella politica economica del Paese. E' un'attenzione crescente, si sono ormai formate opinioni comuni e diffuse anche in questo Consiglio regionale.
A dieci anni di distanza - com'è ovvio - si rilevano anche i limiti di quella legge. Un esempio: la legge dà priorità alle politiche rivolte a far rientrare gli immigrati nei Paesi d'origine, dimostrando una posizione datata che difficilmente, oggi, si potrebbe sostenere.
Mi permetto di citare delle dichiarazioni rilasciate, proprio nei giorni scorsi, dal Governatore della Banca d'Italia. Egli ha detto chiaramente che non solo gli immigrati sono una risorsa per il nostro Paese e per l'Europa tutta, ma che rappresentano anche una condizione fondamentale per garantire i livelli di benessere che ci siamo conquistati.
Pensiamo al problema delle pensioni. I fondi pensione si alimentano con i contributi dei lavoratori all'INPS.
Sappiamo bene che la popolazione italiana tende ad invecchiare. Di questo passo, saranno sempre meno gli italiani che lavorano: tra un po' di tempo o le classi demografiche dei lavoratori si rinnoveranno e saranno sostituite con nuove immissioni, oppure il problema del pagamento delle pensioni si aggraverà. E' chiaro che se non aumenterà l'occupazione nel nostro Paese, inevitabilmente sorgeranno le contraddizioni e i limiti oggetto di preoccupazione da parte di tutti.
Ho cercato di dare un mio contributo sul perché questa legge è stata discussa in VII Commissione. Devo rilevare - e l'ho detto anche in Commissione - che il programma presentato per il 1999 per la prima volta almeno dal 1995 in poi - è stato presentato tempestivamente. La Giunta lo ha approvato nel mese di febbraio e nello stesso mese è avvenuta l'assegnazione alla Commissione competente, innovando una prassi che negli anni passati vedeva la presentazione del programma a fine anno.
Il primo programma approvato dalla Giunta, però, ha dovuto essere modificato con una deliberazione successiva nell'agosto scorso, in seguito al verificarsi degli avvenimenti straordinari del Kossovo. Inizialmente si era pensato di utilizzare una parte delle risorse (l'ipotesi fatta era il 50%, oltre 2 miliardi, considerando che alle poche centinaia di milioni della Regione si erano aggiunti i 3 miliardi e 700 milioni circa assegnati dal Governo) a favore delle politiche di sostegno alle popolazioni coinvolte nei tragici fatti del Kossovo.
Questa proposta della Giunta non venne accolta favorevolmente dalla Consulta regionale per l'immigrazione che, addirittura, espresse parere contrario. Quando nello scorso settembre discutemmo il provvedimento in Commissione, dopo il parere contrario della Consulta, chiedemmo al Presidente Ghigo una relazione su come era stato speso o si pensava di spendere il 50% delle risorse destinate all'emergenza dei Balcani. In quell'occasione, il Presidente Ghigo ammise che tali risorse non solo non erano state spese, ma che difficilmente sarebbero state spese, anche perché, nel frattempo, il conflitto si stava avviando a soluzione per l'intervento delle forze internazionali. Per cui, già in sede di Commissione il Presidente Ghigo propose di abbassare dal 50 al 30% la percentuale delle risorse, riservandosi di fare ulteriori verifiche presso le Prefetture, che poi, in realtà, sono state fatte. In conclusione, il 30 delle risorse che la Regione destina per fare fronte agli interventi di sua competenza, conseguenti agli avvenimenti internazionali, viene calcolato esclusivamente sulle somme di competenza della Regione Piemonte. Più o meno, su un totale di 4 miliardi di intervento, il 10% è riservato a questa attività. E' un fatto positivo, perché consente di disporre immediatamente di risorse cospicue che, altrimenti, andrebbero a residuo. Si potrebbe constatare, fra qualche mese, che le Prefetture non hanno presentato progetti e che, di conseguenza, le risorse restano inutilizzate. E' già capitato (non credo che il Presidente Ghigo avrà difficoltà ad ammetterlo) con le risorse del 1998, spese solo al 25% (150 milioni circa su 500).
Anche nel 1997, su un miliardo disponibile, si spesero poco più di 800 milioni.
Riteniamo sia positivo l'aver apportato queste modifiche alle deliberazioni inizialmente assunte dalla Giunta. Allo stesso modo giudichiamo positivo il fatto che la legge non individui, fra le diverse possibilità, delle priorità, favorendo la progettualità dei soggetti chiamati a fare le proposte.
Tali proposte, peraltro, devono corrispondere il più possibile ai filoni individuati dalla legge n. 40/98 (la legge nazionale sull'immigrazione) di cui, finalmente, disponiamo del Regolamento di attuazione.
C'è però un aspetto che non è stato ancora messo bene a fuoco, quello dei criteri di valutazione delle proposte che saranno presentate. Negli anni passati si è scelta la strada di dare poco, ma a tutti, sono state ripartite risorse "a pioggia" e, per questo, grosso modo tutti i progetti presentati ottenevano il finanziamento.
Mi sembra che, con il Programma 1999, le cose cambino sostanzialmente perché la Regione finanzia - se ho ben capito, ma su questo avrei bisogno di un chiarimento e di una conferma da parte del Presidente - i progetti nella loro totalità. Ritengo che questo richieda un ulteriore momento di riflessione, perché un po' di cofinanziamento ci vuole.
La Regione - dicevo - finanzia i progetti nella loro totalità, quindi anche quei progetti che possono anche avere dei costi rilevanti, ma non sappiamo quali sono i criteri con i quali tali progetti saranno valutati.
D'altra parte, mi rendo conto che, se vogliamo utilizzare queste risorse che dovranno essere impegnate entro il 30 novembre, è difficile pensare di poter predisporre di Regolamenti di attuazione con questi criteri per la valutazione. E in ciò c'è chiaramente una difficoltà che non si può non evidenziare e che non può non avere conseguenze sul voto che daremo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Esordisco dicendo che vorrei offrire un caffè al Presidente della Giunta, per aiutarlo a riprendersi dalla noia palese e dagli sbadigli, che ci creano qualche difficoltà ad intervenire. La sua attenzione è necessaria perché gradirei ricevere una risposta - richiamando anche il Presidente del Consiglio - sull'interrogazione che ho presentato qualche mese fa riguardante il Centro di accoglienza per gli immigrati extracomunitari di Corso Brunelleschi e le modalità di attuazione della legge nazionale n.
40/98, che disciplina l'immigrazione e detta norme sulle condizioni dello straniero nel nostro Paese.
Quello di Corso Brunelleschi dovrebbe essere il Centro che accoglie temporaneamente gli immigrati extracomunitari in attesa di ottenere il permesso o di essere espulsi. Non so, Presidente Ghigo, se lei ha mai avuto l'opportunità di visitare quel Centro; se non l'ha avuta, devo dirle che ha perso un'occasione, anche in considerazione di quanto lei domenica ha annunciato ai cittadini del Piemonte, cioè il suo impegno in relazione a due grossi filoni di problemi della nostra comunità: l'assistenza e l'ambiente.
Ebbene, ritengo che la regola numero uno, per chi vuole occuparsi di accoglienza e di assistenza, dovrebbe essere quella di rendere, per chicchessia, ma soprattutto per gli esseri umani, i luoghi di accoglienza degni di tale nome, anche se si tratta di cittadini clandestini, in attesa di essere espulsi dal nostro Paese.
Il Centro di accoglienza di Corso Brunelleschi, Presidente della Giunta, si trova in condizioni di invivibilità - e penso che lei abbia avuto qualche informazione al riguardo - per il luogo in cui è collocato e per il tipo di accoglienza fisica che viene riservata agli extracomunitari.
Certo, è un tema che non porta voti, caro Presidente del Consiglio, perch si tratta di persone che stanno attendendo di essere espulsi, però è una questione di civiltà per il Piemonte. Sono uomini e donne tenuti in condizioni più che bestiali; sono privati di qualsiasi connotato personale (tutti, ad esempio, indossano abiti uguali, forniti dal Centro); sono privati di qualsiasi diritto giuridico e ritengo che sia lesa la dignità umana.
Varrebbe la pena visitare questi Centri per capire come mai ogni tanto c'è qualche ribellione e per chiederci come si possano permettere situazioni di questo genere; nemmeno i canili municipali sono tenuti in quelle condizioni! Mi creda, Presidente, vada a dare un'occhiata! Gradirei avere una risposta per poter dialogare e magari suggerirle iniziative affinché lei, anche nella sua veste di esponente delle Regioni possa contribuire ad una modifica della legge nazionale, permettendo così a queste persone di vivere con meno privazioni e dolore.
Pertanto, se il Presidente del Consiglio consente, si potrebbe terminare la discussione con l'esame dell'interrogazione, che è attinente alla proposta di deliberazione che stiamo discutendo.
Riguardo alla proposta di deliberazione, ho alcuni interrogativi da porre. Dalla documentazione, ho visto che si è arrivati al 30% di prelievo per finanziare le missioni umanitarie in altri Paesi. Si dice, inoltre: "Preso atto che la Consulta ha espresso il proprio parere relativo al Programma di interventi 1999". Vorrei ricordare che il parere della Consulta fu inizialmente un parere decisamente negativo, perché è bene che il Consiglio regionale sottolinei che i fondi che costituiscono la base principale da cui trarre i proventi della L.R. n. 64/89, sono fondi provenienti soprattutto ed anche dal Fondo nazionale per l'immigrazione trasferimento che avviene con la trattenuta dello 0,50% sugli stipendi degli immigrati. Sono fondi che vengono destinati alle Regioni ed ai Comuni, per il reinserimento sociale e per tutte le attività proposte dalla deliberazione.
Pertanto, abbiamo fatto una gran bella figura nel destinare fondi per missioni umanitarie, ma li abbiamo sottratti ai più poveri. E questa non è stata una grande decisione.
Aggiungo, inoltre, di condividere che almeno la priorità dei punti sia corretta e che, prima di destinare i fondi per il rimpatrio degli extracomunitari, si promuovano altre iniziative.
Devo riconoscere che è difficile rapportarsi con le comunità locali Province e Comuni. Mi rendo conto che la delibera è stata predisposta l'8/2/1999 (i dati aggiornati forse non c'erano ancora) ed è stata licenziata dalla VII Commissione l'8/9/1999. E' difficile, pertanto ragionare in base a dati falsati, anche perché magari all'inizio del 2000 saranno ancora diversi.
I cittadini stranieri, residenti in Italia con regolare permesso, non sono più 1.072.000, ma solo 982.000. Riportiamo nella deliberazione i dati corretti! Il Piemonte, per quanto riguarda l'accoglienza di immigrati stranieri, non è più la sesta, ma è la nona regione italiana, dopo la Campania, la Sicilia e la Puglia; la provincia di Alessandria non ha 6.000 stranieri, bensì 6.620 (sono pochi, ma sono il 10% in più), mentre in altre province la presenza degli stranieri è diminuita.
Vogliamo destinare fondi per azioni che qui descriviamo, e che sono per la maggior parte condivisibili, senza partire da un minimo corretto rapporto con gli Enti locali, che è il dato della presenza degli stranieri in Italia. Perché dobbiamo datare la presenza al 1997? Questo non l'ho capito! La deliberazione ha avuto un iter lungo, mi aspettavo che la Giunta proponesse almeno un emendamento di aggiornamento dei dati.
Capisco la non volontà di discutere l'argomento. Ripeto, si tratta di un argomento che non produce certamente benefici a nessuno in questa fase ma occorre serietà, anche da parte del Consiglio, nell'affrontare questioni che nel nostro territorio provocano tensioni e certamente misurano la nostra capacità di accogliere gli stranieri. Misurano anche la capacità non solo di utilizzarli nell'impresa - ad esempio, nella provincia da cui io provengo gli stranieri, anche extracomunitari, lavorano, producono benessere per l'intera comunità - non solo di "sfruttarli" - consentitemi il termine - ma anche la capacità di accoglierli dignitosamente con rispetto, almeno da parte dell'assemblea, approvando uno strumento, che è la deliberazione, che deve durare un anno e produrre effetti positivi e non indifferenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Intervengo per sottolineare che sono perfettamente d'accordo sulla deliberazione che prevede interventi a favore degli immigrati extracomunitari. Non sono d'accordo su una serie di emendamenti che ancora una volta rallentano l'approvazione dei provvedimenti. Mi dispiace che proprio questi emendamenti vengano presentati da componenti di questo Consiglio regionale che, almeno a parole, sono favorevoli a provvedimenti in favore degli immigrati.
In questo intervento non voglio essere popolare, come non voglio mai esserlo in altre occasioni. Sostengo quanto ha detto la collega Bortolin perché il Centro di Corso Brunelleschi è una cosa che fa schifo e deve essere chiuso! Ripeto, le autorità regionali o nazionali devono chiudere questo Centro! Vi parla una persona che, purtroppo, ha dovuto passare per le casermette di Altessano quando, profugo, venne via dalla Venezia Giulia.
So cosa significano quei Centri e so cosa significa questo luogo, che è peggiore di quelli di allora.
Chiedo a questo Consiglio di discutere un ordine del giorno che chieda la soppressione di questi Centri nella nostra nazione ed in particolare nella nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Signor Presidente, non si può non fare una riflessione su questo argomento, come tra l'altro hanno fatto diversi colleghi dell'opposizione.
Comprendo la passione della collega Bortolin e il calore con cui si sta battendo per il problema. Io, invece, mi soffermerò sulle condizioni più generali del Paese Italia.
Viviamo in un Paese che dovrebbe compiere uno sforzo per la solidarietà, per l'accoglienza, ma l'Italia sta vivendo in gravi situazioni di emergenza economica e sociale. Collega Bortolin, noi viviamo in un Paese che ha circa 2 milioni e mezzo di disoccupati, un Paese che non ha più risorse per "coprire" socialmente i cittadini italiani. Viviamo in un Paese, collega Bortolin, che le statistiche definiscono, per un terzo, alle soglie della povertà e, per un altro terzo, con il rischio di diventarlo.
Quindi, l'Italia non è un Paese ricco, non è una Nazione che può produrre sforzi a 360 gradi, come quello di creare missioni umanitarie in giro per il mondo a 15/20 mila chilometri.
Noi dovremmo riflettere su questi dati! La solidarietà è una bella parola, è un bel gesto, ma bisognerebbe poterlo fare in condizioni economiche che lo permettano.
E' bene ricordare che noi, sulla politica dell'accoglienza, abbiamo non una questione pregiudiziale, ma dei riferimenti che si rifanno ad un certo calcolo di buonsenso. Con la politica di accoglienza noi non risolveremo mai i problemi dell'immigrazione. E' bene chiamarla in altro modo, non si tratta di immigrazione. Se noi diamo al termine il senso e il significato che deve avere, immigrazione è un movimento di popolazione tra una zona che non ha tasso di sviluppo e tasso occupazionale che va verso una zona ad alto tasso di occupazione e di sviluppo in grado quindi di assorbire l'immigrazione. Questo è un termine improprio, perché in Italia abbiamo 2 milioni e mezzo di disoccupati. Pensare che questo flusso migratorio possa essere assorbito dalla domanda di manodopera è folle! Quindi, la politica di accoglimento, pensando di poter inserire questa gente nel mondo del lavoro, è sbagliata e non corrisponde alla verità e ai dati economici nazionali.
Pensare che quella parte di manodopera, di lavori umili che oggi in Italia il mercato non riesce più a soddisfare, perché comunque non c'è più un'offerta di lavoro per i lavori cosiddetti umili, possa essere svolta dalla gigantesca dimensione di immigrati, è folle.
Sulla questione della solidarietà, se noi continuiamo a raccogliere immigrati e ci sforziamo anche di accoglierli, presto ci troveremo di fronte ad un movimento non del milione o del paio di milioni, ma chissà di quanti. Ci sta crollando tutto un mondo intorno: quello dell'Est, il Terzo Mondo che arriva dal Nord Africa, il crollo dell'ex Jugoslavia; qui ci sono movimenti di popolazioni che non sono del milione, ma possono essere 10/20/30/50 milioni di persone. E' semplicemente folle pensare ad una politica di accoglienza pura, come fatto inassoluto di solidarietà, perch creeremmo delle situazioni "pe-ri-co-lo-sis-si-me", non solo per chi deve venire, ma anche per il Paese che ospita.
Noi siamo comunque d'accordo sulla deliberazione. Sono d'accordo nel fare uno sforzo per compiere ciò che si può fare, ma sono contrario ai panegirici esclusivamente demagogici che non corrispondono alle possibilità, alle dimensioni e alla natura del fenomeno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Cercherò di non fare demagogia, portando il mio contributo alla discussione generale.
Inizio dal Centro di Corso Brunelleschi, visto che la deliberazione elogia la legge n. 40/98 e visto che sono andata a visitare il Centro di Corso Brunelleschi.
Penso sia utile portare questo contributo al dibattito. A mio parere, e a parere dei giuristi, il Centro di Corso Brunelleschi, come anche le strutture simili costruite in Italia per lo stesso scopo, sono incostituzionali, in quanto istituiscono di fatto una situazione di detenzione amministrativa per persone che non sono state condannate da alcun tribunale né hanno commesso alcun reato. Prova ne è che coloro che scappano dal Centro (benché non si possa parlare di "evasione"), se ripresi, non vengono condannati, proprio perché non hanno commesso reato.
Di fatto, però, questa struttura ha al suo interno le caratteristiche di una struttura carceraria, addirittura priva delle garanzie che i cittadini in carcere invece hanno.
Ho chiesto - ma ancora non li ho ottenuti - dei dati sui risultati ottenuti con il Centro. Mi piacerebbe sapere - e chiedo che il Presidente del Consiglio regionale si faccia portavoce delle mie richieste - quante persone sono transitate per il Centro e che costi di gestione ha. Vorrei anche sapere quanto costa all'Italia espellere gli immigrati ed avere la certezza di quanti sono gli immigrati espulsi.
Personalmente, ho provato un grande disagio per aver fatto richiesta scritta di tali dati e non aver ottenuto risposta. Sto cercando di ottenere quanto richiesto, andando di persona a consultare i registri.
La deliberazione oggi in discussione presenta ulteriori elementi criticabili, già sottolineati da altri colleghi. Concordo con il fatto che i dati che abbiamo non sono più attuali. Sono stati forniti a tutti un rapporto sul mercato del lavoro in Piemonte e una relazione sui cittadini extracomunitari che dimorano in Piemonte, da cui poter attingere statistiche più aggiornate.
In ogni caso, a livello di discussione generale, penso sia utile cercare di fare un ragionamento più ampio, che vada oltre i motivi della deliberazione.
Dobbiamo smetterla di pensare all'Italia, al Piemonte e all'Europa come ad una zona circoscritta in cui poterci chiudere, e guardare al resto del mondo, soprattutto ai Paesi in via di sviluppo, come a Paesi da cui difenderci. Viviamo in una realtà globale, parliamo tanto di globalizzazione e di tale globalizzazione subiamo le conseguenze. Cito un esempio. Alcuni lavoratori di una filiale di un'azienda americana a Pinerolo (la Beloit) sono stati licenziati dalla Direzione americana, senza che l'Italia possa interferire, se non limitandosi ai modi adottati, che però risultano avere molta poca efficacia.
E' assurdo pensare di poterci chiudere in Italia o in Europa dimenticando il resto del mondo. Tanto più per gli immigrati che arrivano da noi si accampano in genere ben poveri pretesti, quali le misere condizioni di vita, l'alloggio o il lavoro garantito.
Prima di accampare pretesti simili è giusto guardare alle loro situazioni di partenza, aver presente - ed invito chi ne ha voglia a farsi un giro in quei luoghi - le "bidonville" delle grandi capitali africane o del resto del mondo. Per tanti immigrati è meglio venire da noi a lavare i vetri e fare dei lavori che noi non faremmo mai, meglio venire qui a "disturbarci" più che continuare a vivere nei loro Paesi d'origine.
Non dobbiamo e non possiamo proseguire con questa politica miope, non possiamo pensare semplicemente di allontanarli convinti che non avere gli immigrati davanti agli occhi risolva il problema.
Per quel che riguarda la proposta di deliberazione, non condivido, in particolare, due punti. Il primo è il capitolo che fa pressione per il reinserimento degli immigrati nei loro Paesi d'origine. Gli immigrati che vengono qui, soprattutto quelli che riescono ad essere in regola con la documentazione, non vogliono tornare nei Paesi d'origine. Sono qui e così come fu per tutti gli emigranti che dall'Italia partirono e partono per il mondo, rappresentano la speranza per le loro famiglie, la garanzia che i figli, con i loro soldi, potranno andare a scuola. Anche con i soldi di una prostituta! Famiglie intere sopravvivono, in tanti Paesi in via di sviluppo, anche con questi soldi. E questo non vuol dire che invito o incoraggio la prostituzione! Ma quando mandiamo a casa immigrati che fanno lavori illegali, dobbiamo tenere presente che questo comporta che bambini non potranno andare a scuola o che persone malate non potranno avere l'assistenza sanitaria.
Bisogna tenerle a mente queste cose. Io preferisco averle davanti agli occhi queste persone, che lavano i vetri e mi chiedono i soldi tutti i giorni.
Voglio ancora manifestare il mio dissenso su un altro punto della legge, quello che stanzia il 30% delle risorse disponibili per situazioni di emergenza. A mio parere, questo non ha niente a che fare con quelli che sono gli indirizzi della legge: una cosa è l'emergenza, una cosa i profughi, un'altra ancora è il problema dell'immigrazione e degli extracomunitari presenti nel nostro Paese. Le risorse devolute per situazioni di emergenza (l'afflusso dei profughi) devono essere reperite da altri capitoli. Esistono leggi apposite che dovrebbero coprirle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, all'inizio della discussione non mi sono soffermato sulle date. Ho visto il testo della deliberazione, ma non ho prestato attenzione alle date.
Pensavo di non intervenire nella discussione perché condividevo le linee della Giunta regionale e, oltretutto, rispettavo il parere favorevolmente espresso dalla Consulta regionale per l'emigrazione.
Dopo l'intervento della Consigliera Bortolin (che, tra l'altro richiamava un'interrogazione da lei presentata su questi temi), ho esaminato con maggior attenzione la deliberazione e ho visto che stiamo discutendo una deliberazione che è stata presentata il 6/11/1998...



(Commenti fuori microfono della Consigliera Bortolin)



ANGELERI Antonello

Guardo la deliberazione che mi è stata data....



(Ulteriori commenti fuori microfono della Consigliera Bortolin)



ANGELERI Antonello

Guardi anche lei, collega, questa è la deliberazione che mi è stata data! Di fatto, tale situazione ricalca un po' la polemica - se di polemica si può parlare - di ieri, relativa all'approvazione di un bilancio che portava la data del 26/2/1999. Come dire, andiamo di bene in meglio! Ho deciso di intervenire nella discussione spinto da un'interrogazione presentata dalla Consigliera Bortolin. In essa, la collega Bortolin chiedeva alla Regione se fosse corresponsabile di un intervento sulla Città di Torino, in particolare in Corso Brunelleschi. Probabilmente, però, la collega ha dimenticato la sua appartenza politica, che è la stessa del Governo centrale e del governo della Città di Torino. Ha dimenticato che i rappresentanti di tale maggioranza politica in Consiglio comunale non hanno assolutamente rispettato alcuna volontà della Circoscrizione 3 (dove si è insediato questo ghetto), che più volte aveva paventato la pericolosità di questa situazione.
Ho voluto richiamare questo fatto perché sembra quasi che la Regione sia compartecipe in queste vicende: fortunatamente, e lo sanno tutti molto bene, la Regione non c'entra assolutamente niente. E' chiaro sull'interrogazione risponderà il Presidente della Giunta, che avrà modo di vagliare quanto sto dicendo.
Dall'intervento della Consigliera Bortolin - voglio solo correggere questo aspetto, nient'altro, per carità! - sembra che sia sempre e solo la sinistra paladina di un mondo - il mondo del socio-assistenziale - che invece non è assolutamente proprietà esclusiva della sinistra! Abbiamo già dimostrato nella variazione di bilancio approvata ieri che anche noi nutriamo attenzione verso questi temi. Abbiamo cercato di bloccare la creazione di ghetti come quello di Corso Brunelleschi, ma il governo della Città di Torino non ha assolutamente ascoltato le nostre istanze, assumendo alcune decisioni che noi conosciamo. Ha ragione la Consigliera Bortolin: basta visitare il Centro per rendersi conto di come siano ghettizzati, sembra quasi di arrivare vicino ad un carcere.
Nel merito, dunque, sono d'accordo con quanto ha detto la Consigliera Bortolin; volevo, però, motivare correttamente, dal punto di vista politico, anche le prese di posizione della nostra parte, che giustamente l'intervento della Consigliera Bortolin non ha evidenziato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Presidente, vorrei ricordare a tutti i Consiglieri e per questo legger un passo...



ANGELI Mario

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



ANGELI Mario

Del Vangelo...



ANGELI Mario

Non è il Vangelo, Angeleri; il Vangelo lo leggi tu, io leggo Marx! Voglio ricordare - dicevo - a tutti i Consiglieri cos'erano gli italiani, i piemontesi, i lombardi, i liguri e i veneti.



ANGELI Mario

SALERNO Roberto (fuori microfono)



ANGELI Mario

Non si possono fare questi paragoni...



ANGELI Mario

Caro Salerno, io non ti ho mai interrotto e ti prego di tacere! Io non ho mai interrotto nessuno! Sei maleducato!



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Salerno)



PRESIDENTE

Per cortesia, ha la parola il Consigliere Angeli!



ANGELI Mario

Leggo testualmente: "In quei tempi gloriosi in cui i liguri salpavano per fondare colonie e sviluppare commerci, giunsero gli anni tristi in cui si lasciavano valli, case e parenti per cercare pane e lavoro altrove.
L'Italia si popolò più di quanto fosse in grado di sopportare nell'Ottocento. Nelle terre deserte ed immaginate ricchissime degli Stati Uniti, dell'Argentina e del Brasile accorsero più di dieci milioni di italiani in cerca di fortuna, qualunque cosa questa parola abbia significato, di onesto e di disonesto, per chi con qualche bagaglio e tanta ignoranza si imbarcava a bordo di terze classi, inevitabilmente puzzolenti di bastimenti che solcavano un mare che molti vedevano per la prima volta quando salivano sul ponte della nave, magari dopo aver trascorso giorni a bivaccare in condizioni igieniche ignobili sui moli del porto".
Ho letto questo per dire che, nello stesso tempo, vi fu un'iniziativa per dare ricovero a coloro che dovevano partire, ma ciò non è mai avvenuto.
In Argentina andarono tanti piemontesi quanti ce ne sono in Piemonte, ma si può dire che la loro situazione era simile a quella di Corso Brunelleschi.
Volevo solo dire questo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ritengo sia pura follia pensare che la proposta di deliberazione n.
641, "Interventi a favore degli immigrati extracomunitari residenti in Piemonte", possa risolvere i grandi problemi dell'immigrazione extracomunitaria.
I problemi sono tanti: ci sono i problemi del Comune di Torino, così come del Comune di Asti e di tante altre località della nostra regione e del nostro Stato.
E' un problema generale e che si deve affrontare. Ognuno di noi deve fare il possibile per risolverlo, dando tutto quello che può dare, perch il discorso è molto semplice: loro sono tanti, sono giovani, sono poveri noi siamo pochi, anziani e ricchi, quindi è naturale che cerchino di venire in Italia. Il Governo italiano, per primo, noi, per secondi, dobbiamo attuare insieme una politica seria. Il problema - è già stato detto - è nel numero; certo, non si può risolvere tutto, però bisogna attrezzarsi per fare il possibile.
Sono favorevole all'approvazione urgente di questa proposta di deliberazione; siamo già terribilmente in ritardo. Ricordo che anche nella Conferenza dei Capigruppo la Consigliera Bortolin - per citare qualcuno della minoranza - sollecitava la discussione in aula del provvedimento perché tanti Enti locali, altri enti ed istituzioni stanno preparando dei progetti ed hanno delle aspettative, sperano di poter utilizzare questi soldi.
Noi, alla data del 9 novembre, siamo ancora qui, stiamo iniziando la discussione; gli uffici, prevedendo un iter più veloce, avevano già indicato come data di scadenza per la presentazione dei progetti, la data del 2 novembre, poi spostata al 15 novembre. Ritengo che sarà indispensabile dare un'ulteriore proroga.
Noi siamo qui, com'è nostro dovere, ognuno per la propria parte, a tentare di portare, con la nostra esperienza di amministratori, qualche modifica, quindi rischiamo di arrivare tardi a comunicare agli Enti locali ed alle istituzioni eventuali differenze che loro possono cogliere per presentare i propri progetti. Alludo all'emendamento presentato, insieme alle colleghe Ferrero e Casari, sulla tutela della maternità; emendamento nato a seguito della discussione sulla legge delle donne non occupate. Mi auguro, pertanto, che si possa approvare in fretta questa proposta di deliberazione.
Mi spiace constatare che i Comunisti Italiani hanno presentato contrariamente al loro stile, degli emendamenti puramente ostruzionistici...



(Proteste fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei non ha la parola; ha la parola la Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Io sto facendo il mio lavoro e sono rimasta molto stupita nel leggere questi emendamenti. All'inizio non riuscivo a capire perché il punto E) diventa il punto A), il punto C) diventa il punto B), il punto D) diventa il punto C), il punto F) diventa il punto B)...



(Proteste fuori microfono dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti)



PRESIDENTE

Consiglieri Chiezzi e Simonetti, lasciate intervenire la collega!



COTTO Mariangela

Abbiamo, con il primo emendamento...



(Ulteriori proteste fuori microfono dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti)



PRESIDENTE

Consiglieri Chiezzi e Simonetti, vi richiamo formalmente! Consigliera Simonetti, lei non ha la parola! La richiamo per la seconda volta!



COTTO Mariangela

La collega Simonetti dice che, con questo primo emendamento, si porta un po' di civiltà, e può anche essere vero. Però io passo al secondo emendamento: "Il punto A) diventa il punto E), il punto E) diventa il punto B), il punto B) diventa il punto D), il punto D) diventa punto A)". La civiltà è stata forse ribaltata, però ve ne è un altro a maggior confusione, e così continuiamo con il punto A), il punto E), il punto C) il punto O). Penso che questi emendamenti siano offensivi nei confronti degli immigrati residenti in Piemonte. Ci dispiace che non siano scritti anche nella loro lingua, varrebbe la pena farli conoscere loro. Dobbiamo veramente fare di tutto per approvare la deliberazione, eventualmente correggerla - e noi siamo contenti quando vengono presentati degli emendamenti costruttivi - perché è dovere di ogni Consigliere, di qualsiasi Ente, ricordare che prima di tutto si è amministratori e si deve dare una risposta: la politica è mediazione, è soluzione dei problemi della gente non è palestra per dimostrare di essere il più bravo con le parole.
Approverò la deliberazione in oggetto e alcuni degli emendamenti costruttivi e propositivi presentati dalla minoranza.
Sono anche felice di dare mandato alla Giunta regionale per effettuare le opportune concertazioni con gli Enti locali per l'attuazione del programma allegato. Chissà se il Comune di Torino non abbia presentato o non presenti un progetto per risolvere il problema di Corso Brunelleschi.
Presidente Ghigo, lei ha il mandato del mio Gruppo per concertare con il Comune di Torino la soluzione di questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Volevo intervenire per tentare di portare un po' di pace in quest'aula.
Mi rendo conto che quando affrontiamo alcuni argomenti ci troviamo sempre estremamente divisi. Ho ascoltato tutti, credo che alcuni emendamenti proposti potranno migliorare l'atto deliberativo, però vorrei che il discorso di oggi non cercasse di centralizzare soltanto il problema sul Centro di Corso Brunelleschi: è un problema, ma non è il problema di oggi.
La tematica che affrontiamo oggi ci vede tutti coinvolti nelle nostre piccole e grandi realtà, perché tutti stiamo affrontando a vari livelli culturali, sociali e di integrazione, i rapporti con le realtà che stanno arrivando in questo nostro Piemonte.
Prendo atto, Presidente, che la richiesta, inizialmente avanzata dalla Consigliera Simonetti, è sicuramente opportuna. Credo che il fatto che il dibattito potesse essere affrontato in IV e in VI Commissione fosse essenziale. Si tratta di un problema che non può riguardare soltanto la VII Commissione; forse il Presidente avrebbe dovuto avere la capacità di coinvolgere, su questa tematica, anche le altre Commissioni.
Gli immigrati sono una risorsa importante, bisogna accoglierli; come risorsa si può individuare la cultura, l'integrazione. Se pensiamo che oggi in Piemonte, nei cantieri edili, lavorano, regolarmente iscritti, 3.500 immigrati, capite quanto la loro presenza possa considerarsi una risorsa.
Il secondo aspetto è che bisogna investire nei Paesi d'origine.
Credo che i due fenomeni, frontiere chiuse e frontiere aperte, non siano più oggi controllabili. Bisogna che tutti compiano lo sforzo per entrare nell'ottica di quello che sta avvenendo nei nostri Paesi. C'è da domandarsi perché queste persone vengono in Italia. Soltanto perché siamo più bravi, più intelligenti, perché nel nostro Paese si può vivere meglio o perché oggi l'integrazione di grandi civiltà si sta costruendo, al di là delle tante cose più grandi di noi che stanno avvenendo? Quindi, si tratta di cercare di entrare tutti quanti nelle due ottiche di cui dicevo: la prima, quella di accoglierli ed integrarli all'interno delle nostre comunità affinché possano veramente essere delle risorse per se stessi e per noi; la seconda, cercare di far sì che nella loro società e nei loro Paesi d'origine ci sia la possibilità di vivere e di lavorare.
Io ho vissuto qualche anno fa due esperienze. Ho vissuto valutando l'esperienza degli immigrati che incontravo a Londra. Una grande città che ha saputo accoglierli da un secolo. Il discorso del Commonwealth è molto ampio, sono secoli di rapporti intercorsi fra l'Inghilterra e molti altri Paesi.
A Londra gli immigrati lavorano nella società civili: sono stati importati ed integrati. Oggi si sono integrati molto bene perché hanno mantenuto una loro identità, cosa che non avviene ancora in altri Paesi. Ad esempio, a Parigi l'immigrato, visto che vi sono maggiori difficoltà a far sì che riesca a mantenere una propria identità, tenta di copiare la cultura europea, moderna. Sono i confronti di oggi, confronti che ci pongono a dover capire che il passaggio nodale non è soltanto su un aspetto (tenerli qui o mandarli via), ma è sui due aspetti. Bisogna fare in modo che coloro che vengono in Italia possano integrarsi nella nostra civiltà e in qualche modo avere una vita propria e poi investire nei loro Paesi d'origine.
Pensate a quanto è costata la guerra del Kossovo. Se noi fossimo riusciti, anticipando il problema della guerra, ad investire in quell'area affinché quella gente potesse vivere nella propria terra, avremmo potuto generare occasioni di civiltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La caratteristica dei Comunisti Italiani è quella di non rinunciare mai alla speranza di comunicare e di convincere i sostenitori delle posizioni politiche più ottuse. Non perdiamo mai questa speranza, perché rinunceremmo alla possibilità, alla speranza di una trasformazione profonda di questa nostra società.
Gli emendamenti da noi presentati sono molto chiari e politici. Se solo si facesse lo sforzo di verificarne la natura politica, si capirebbe che è politica pura: noi proponiamo priorità diverse da quelle contenute in delibera. Quindi, nulla di più politico e di meno ostruzionistico. Non si capisce di cosa ci si debba offendere.
La collega Cotto, che è una carissima collega, così dicendo probabilmente offende la propria intelligenza. Non valuti così bassa la sua intelligenza, collega Cotto, è molto più alta. Lei è perfettamente in grado di capire la natura politica di questi tre emendamenti! E' lei che si offende da sola, noi non ci sognamo di offenderla, perché la riteniamo una persona intelligente! Però, se una persona intelligente come la collega Cotto dice che è offesa perché questi emendamenti sono ostruzionistici, si offende. A noi dispiace che offenda la sua intelligenza, che riteniamo elevatissima! La invitiamo al dialogo, a non farsi accecare da non so che, ad uscire da posizioni di chiusura, di cecità assoluta, di guardare questi tre o quattro emendamenti per quello che sono: un progetto politico alternativo che propone soluzioni diverse, la prima preferibile, le altre un po' meno ma comunque migliorative della deliberazione.
Perché alza la voce in quel modo? Perché si offende? Non si capisce! Perché si offende per i nostri emendamenti? Perché rivolgersi in questo modo ad un Gruppo che svolge il proprio lavoro? Il lavoro di ciascun Gruppo può essere criticabile, ma non mi sembra che rapporti politici che tendano come dice la collega Cotto, e io voglio crederle - ad incontrarsi possano svilupparsi in questo senso, partendo dai presupposti aggressivi da lei proposti. Se si aggredisce un Gruppo, come si può pretendere poi che questo Gruppo colloqui? Noi non aggrediamo. Vogliamo colloquiare, vogliamo portare all'esterno il meglio che c'è in ciascuno, anche se nascosto dentro posizioni politicamente tra le più ottuse!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno, che è già intervenuto.
Consigliere Salerno, abbia pazienza, non può più intervenire.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Salerno)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Salerno, so io come si dirigono i lavori dell'aula! Passiamo all'esame degli emendamenti. Credo che per molte delle domande avanzate la risposta sia già contenuta negli stessi.
1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: nella proposta di deliberazione n. 641 devono essere inseriti i riferimenti al D.lgs. n. 296/98 applicativo della legge n. 40/98, nelle parti e con le diciture sotto indicate: al titolo della proposta di deliberazione n. 641, dopo le parole "L.R. n.
64/89", aggiungere le parole "e al D.lgs. del 25/7/1998 n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), applicativo della legge n. 40/98 (Disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero)".
A pagina 1 della premessa della proposta di deliberazione, dopo il primo capoverso, aggiungere il seguente: "Visto il D.lgs. n. 286/98 applicativo della legge n. 40/98 n. 40".
A pagina 1 del dispositivo della proposta di deliberazione n. 641 penultimo capoverso, seconda riga, dopo le parole "L.R. n. 64/89" aggiungere le parole "e al D.lgs. n. 286/98 applicativo della legge n.
40/98".
Al titolo dell'allegato, pagina 1, dopo le parole "L.R. n. 64/89" aggiungere le parole "e al D.lgs. n. 286/98 applicativo della legge n.
40/98".
Alla pagina 4 dell'allegato, secondo capoverso, dopo le parole "L.R. n.
64/89", aggiungere le parole "e al D.lgs. n. 286/98 applicativo della legge n. 40/98".
Si tratta di un emendamento di coordinamento, quindi credo che non ci sia bisogno di una particolare illustrazione o dichiarazione di voto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al quarto capoverso della premessa, dopo la parola "parere", aggiungere la parola "negativo".
Questo emendamento chiede di rendere il testo della deliberazione nel seguente modo: "Preso atto che la Consulta ha espresso il proprio parere negativo, relativo al Programma di interventi 1999...". Io, in fase istruttoria, mi sono fatto consegnare questo documento, nel quale non è contenuto il termine "negativo". Perciò, credo di non poter accettare questo emendamento. Il termine "negativo" non compare, leggo dall'ordine del giorno: "La Consulta, preso atto della bozza di deliberazione, esprime la sua perplessità sulla destinazione del 50% delle risorse complessive a situazioni di emergenza... Tali perplessità sono motivate dalla convinzione che i fondi in questione devono essere prioritariamente destinati alle politiche di integrazione".
Credo che questo non possa ritenersi un parere "negativo" e per questo dichiaro non ricevibile l'emendamento.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Sono questioni incidentali. Consigliere Chiezzi, a lei la parola.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, desidero intervenire sull'emendamento...



PRESIDENTE

Non può intervenire sull'emendamento, perché non è ricevibile.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, non si preoccupi, non si agiti, se ne presenta un altro ...



PRESIDENTE

No, non mi preoccupo né mi agito, è lei che...



CHIEZZI Giuseppe

Perché c'era scritto "negativo"? Perché...



PRESIDENTE

Consigliere, se lei vuole presentare altri emendamenti le do nuovamente la parola, ma su questo non può intervenire. E' in palese contrasto con il Regolamento: le ho detto che l'emendamento non è ricevibile. Passiamo all'emendamento successivo.
3) Emendamento presentato dalla Consigliera Simonetti: al quarto capoverso della premessa, dopo la parola "parere", aggiungere le parole "di perplessità".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, le dicevo che avevo presentato l'emendamento in cui proponevo di inserire il termine "negativo" perché non si capiva... Quanti minuti ho, Presidente?



PRESIDENTE

Cinque minuti.



CHIEZZI Giuseppe

Sono anche troppi!



PRESIDENTE

Non è obbligato ad utilizzarli tutti!



CHIEZZI Giuseppe

Sono troppi, me ne tolga qualcuno! Avevo scritto "negativo" perché scrivere "espresso il parere" senza indicarne la natura è un modo elusivo di scrivere le deliberazioni. Chiedo inoltre che si accertino le responsabilità di questo modo di scrivere, che elude un problema che esisteva e che è stato occultato nella deliberazione al punto che, non capendo che tipo di parere fosse, noi abbiamo presentato l'emendamento "parere negativo". Adesso, fortunatamente, a seguito della presentazione di un emendamento irricevibile, siamo riusciti a scoprire la verità: il parere è di "perplessità".
Quindi, conformiamo il nostro emendamento al parere della Consulta.
Siamo stupiti del fatto che si continui a procedere con una deliberazione che non ha avuto il parere positivo da parte dell'organismo di supporto e consulenza competente, che si proceda facendo a meno dell'ausilio che la Regione Piemonte ha chiesto ad una Consulta. E' un fatto molto grave, che merita attenzione e che va segnalato. Di conseguenza, forse è il caso di apportare correzioni alla deliberazione in oggetto, che possano essere intese come correzioni a favore di contenuti auspicati dalla Consulta, che in questa proposta di deliberazione non ci sono.
Pertanto, l'emendamento di perplessità può essere ulteriormente raffinato e reso più coerente con il testo dell'ordine del giorno della Consulta. Chiedo alla Giunta e al Presidente Ghigo di inserire una formulazione che riporti il parere della Consulta, perché è importante che nella proposta di deliberazione compaia, dopo la citazione del parere, in termini sintetici e chiari, anche la natura del parere stesso: se è negativo, se è di perplessità, se è positivo, se è parzialmente positivo ecc.
Il nostro emendamento rimane ai voti, pronto ad essere ritirato se il Presidente Ghigo ne presenterà uno che esponga in modo più chiaro e diffuso il parere della Consulta, affinché i cittadini piemontesi, leggendo il testo della deliberazione e la sua votazione sul Bollettino Ufficiale possano sapere cosa ha fatto il Consiglio regionale.
Il Consiglio regionale, per adesso, adotta una deliberazione sulla quale non c'è stato il parere positivo da parte della Consulta e questo non deve essere omesso, altrimenti la chiarezza e la trasparenza della democrazia viene occultata.
Vorrei sentire, pertanto, se il Presidente Ghigo è d'accordo sull'emendamento o se vuole cambiarlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

A proposito degli emendamenti, sia quello precedente che quello presentato sotto la forma di perplessità, vorrei ricordare che la proposta di deliberazione originaria è stata presentata alla Consulta, la quale ha espresso parere favorevole.
Quando, invece, abbiamo presentato la proposta di deliberazione con le modifiche, la Consulta ha espresso, nel verbale che lei ha sotto mano, una perplessità riguardo alla destinazione del 50% delle risorse ai momenti di eccezionalità. Poiché nella proposta di deliberazione che stiamo discutendo oggi è previsto un emendamento che abbatte quella percentuale, di fatto decade l'unica perplessità che la Consulta aveva rappresentato.



CHIEZZI Giuseppe

Si attenua ...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

No, non si attenua, è totalmente risolta. Anche il Consigliere Vindigni, parlando del tema relativo alla percentuale delle risorse da destinare ad elementi di eccezionalità, ha detto che è stata superata questa criticità destinando solo una percentuale delle risorse ai capitoli regionali e lasciando che la percentuale non riguardasse tutta la somma (quella prevista dalla legge n. 40/98 e quella dei fondi regionali).
Mi permetto, pertanto, di sottoporre alla vostra attenzione che la considerazione di perplessità, rilevata giustamente dalla Consulta, è superata dal fatto emendativo che inseriamo oggi - mi auguro nell'approvazione della deliberazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Volevo porre al Presidente della Giunta alcuni interrogativi chiedendo, ad esempio, se la Consulta è stata avvisata ed invitata al momento di concertazione con gli Enti locali. Ho visto una convocazione del 15 settembre, inviata agli otto Comuni capoluogo del Piemonte e ad altri soggetti, con la quale si invitava a partecipare ad una riunione del 24 settembre.
Ritengo che la Consulta non sia stata invitata solo ad assistere all'incontro; dopo un primo confronto con essa, è stata completamente esclusa. Questo va detto, va sottolineato perché le perplessità - può avere ragione lei, Presidente - possono essere superate dalla modifica della percentuale di utilizzo dei fondi, ma certo è che il ruolo che si affida alla Consulta per gli immigrati in Piemonte è un ruolo marginale, di non ascolto da parte della Regione. Questa è la verità. La conferma è ciò che le ho detto un attimo fa. Sto predisponendo, poiché la Giunta o altri Consiglieri non lo fanno, un emendamento per aggiornare i dati presenti nella proposta di deliberazione. Sono dati ufficiali, forniti a livello di Governo. Non si capisce per quale ragione, se non per un mero fatto burocratico che non posso accettare, la Regione Piemonte debba licenziare una deliberazione con i dati del 1997, avendo ad oggi i dati del 1998, dati peraltro corrispondenti all'anno di utilizzo dei fondi.
Presento, dunque, un emendamento che non è certo ostruzionistico, ma che vuole riportare un minimo di correttezza nel provvedimento che stiamo adottando.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Concordo con le dichiarazioni dei colleghi. Il Gruppo dei Comunisti Italiani ha presentato l'emendamento con lo scopo di richiedere un intervento del Presidente Ghigo, che però poteva essere un pochino più preciso, tentando di dare qualche risposta alle tante questioni poste dai colleghi dell'opposizione durante il dibattito generale su questa proposta di deliberazione.
Un primo elemento riguarda il parere della Consulta. Le Consulte solitamente hanno un valore inesistente, cioè assumono per l'Amministrazione un valore politico di attendibilità rispetto ad un parere e ad un approfondimento. Le Consulte tengono uniti dei pezzi del tessuto sociale del sindacato, propongono ed hanno una particolare attenzione rispetto a determinati temi - in questo caso l'immigrazione - ed offrono spunti di ragionamento. Spesso - come in questo caso - il loro parere non viene tenuto debitamente in considerazione, nel momento in cui le proposte di deliberazione vengono affrontate ed assegnate all'esame delle Commissioni consiliari. Questo è il punto. Nella sede del Consiglio regionale possono essere modificate le proposte di deliberazione, così come i disegni di legge, per conto della Giunta o di altri Gruppi che presentano emendamenti; se questi vengono accettati, integrano il disegno di legge o la proposta di deliberazione.
Purtroppo, però, nel momento in cui avviene la presentazione di una proposta di deliberazione oppure di un disegno di legge in Commissione questi vengono assegnati alla Commissione e nella stesura del testo non si tiene debitamente conto delle numerose osservazioni che le Consulte, che hanno il dovere di porre accenti ed attenzioni rispetto a determinati temi propongono sull'oggetto legislativo stesso.
Chiedo alla cortesia del Presidente della Giunta di leggere integralmente l'ordine del giorno espresso dalla Consulta e di non limitarsi a leggere le prime due righe, dalle quali abbiamo trovato spunto per presentare il nostro emendamento, tenendo in considerazione e partendo dal presupposto che la Consulta aveva espresso perplessità sulla modifica della proposta di deliberazione - quindi, se non sbaglio, sulla deliberazione n. 691, cioè quella che andava a modificare la proposta di deliberazione in oggetto - individuando nel complesso delle risorse finanziarie il 50% per affidarlo ad altre destinazioni (in questo caso all'intervento nei confronti dei profughi, in seguito alla guerra nei Balcani).
Su questo punto, a detta del Presidente della Giunta nel suo primo intervento, sono state espresse perplessità da parte della Consulta. Con l'emendamento che è stato presentato oggi e che non abbiamo avuto il tempo di approfondire, nei fatti viene ad annullarsi - anche su questo vorrei un chiarimento da parte del Presidente - il complesso e la sostanza della delibera n. 691, iscritta all'o.d.g. del Consiglio di oggi, semplicemente citata nella premessa, integrata con la deliberazione n. 641, che è il programma annuale degli interventi degli immigrati.
Solleciterei ancora il Presidente ad offrirci qualche informazione in più sull'ordine del giorno approvato dalla Consulta, spiegando anche come viene ad essere svuotata l'altra deliberazione che fa parte del testo integrato.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Credo valga la pena, anche per rispondere alle considerazioni delle Consigliere Simonetti e Bortolin, riprendere la tempistica delle due convocazioni con la Consulta e di quella organizzata con gli Enti locali, i Prefetti, i Provveditori, che sono i soggetti attuatori della deliberazione...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

BORTOLIN Silvana (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Quanti erano presenti?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Fatevi consegnare i verbali. Io ho partecipato a quella riunione con gli Enti locali e posso dire che c'era una grande presenza; c'erano molti Provveditori, molti Prefetti, molti Comuni. I Comuni in Piemonte sono 1.208, probabilmente in Sala Viglione tutti non ci potevano stare, comunque c'era una grande presenza, compreso anche il Comune di Torino.
C'è comunque il verbale della riunione con le presenze che lei pu farsi consegnare dagli uffici pubblici competenti.
Volevo solo ricordare, per mettere ordine, che nella prima riunione con la Consulta la stessa ha dato parere favorevole. La Consigliera Simonetti citava le due deliberazioni. Sicuramente vi ricorderete che nella VII Commissione era emersa la necessità di stralciare la deliberazioni relativa allo stanziamento delle risorse per interventi di eccezionalità.
La Consulta, che abbiamo riconvocato il 6 luglio, esprime, attraverso quel verbale in vostre mani, la perplessità sulla suddivisione. Noi prendiamo atto che la perplessità per i Consiglieri membri della Commissione era già stata ampiamente discussa e messa in evidenza nella discussione della Commissione. Già alcuni Consiglieri avevano, giustamente fatto presente che, essendo finita la guerra del Kossovo e di conseguenza non essendoci più quella necessità, le percentuali di risorse destinate all'intervento di eccezionalità erano eccessive. Tant'è vero che oggi, con un emendamento che presenteremo come Giunta, definiamo di non dare più alcuna indicazione sulla percentuale delle risorse destinate a situazioni di emergenza e si dispone che per tali iniziative possano essere utilizzate solamente soluzioni regionali prese dal capitolo 12000.
Nella nota che mi è stata preparata si aggiunge che l'emendamento, ad ulteriore sostegno delle tesi che ho sostenuto poc'anzi, accoglie sia le richieste delle minoranze avanzate nella VII Commissione, sia le perplessità avanzate dalla Consulta. In sostanza, avendo accolto le istanze della Commissione e le istanze della Consulta, credo possa essere sufficiente.
Obiettivamente, Consigliera Bortolin, mi rammarico che la delibera non abbia dei dati aggiornati; se i dati in suo possesso sono di fonte attendibile - non ho motivo di pensare diversamente - la ringrazio dell'eventuale emendamento che vorrà presentare, sicuramente utile all'aggiornamento della deliberazione, emendamento che verrà accolto dalla maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin per una puntualizzazione.



BORTOLIN Silvana

Volevo rassicurare il Presidente della Giunta che i dati sono tratti da documenti ufficiali della Regione Piemonte: dati sul mercato del lavoro cittadini extracomunitari in Piemonte; statistiche del lavoro.
Non so, Presidente - non per negare la sua disponibilità nei confronti del problema dell'immigrazione e dei Paesi in via di sviluppo - se lei abbia la possibilità di seguire come vengono gestite le deliberazioni e le leggi, ma io ho in mano - e se vuole glielo fornisco - il testo del telegramma con il quale sono stati invitati i soggetti per la concertazione. Si tratta di un testo incomprensibile: quattro righe banalmente inviate agli amministratori. Le presenze di quel giorno, oltre a lei, Presidente, sono qui. E' un problema un pochino delicato, ha risvolti sociali, credo di non dover ripetere l'intervento precedente.
Se vogliamo, discutiamo sulle politiche che non condividiamo, ma le formalità vanno esperite nel modo dovuto. Oltre a lei, Presidente, erano presenti i Consiglieri Cotto, Ghiglia, Casari e Gallarini, una trentina di persone, è verissimo, ma i rappresentanti dei Comuni erano pochissimi. Era presente il Provveditore della Provincia di Vercelli, la CGIL e pochi altri soggetti: una trentina. Non credo che così si concerti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La ringrazio, Presidente Ghigo, per aver ripercorso l'intera vicenda in modo chiaro.
A questo punto, propongo che questa vicenda, così com'è stata illustrata dal Presidente Ghigo, trovi una traccia nella deliberazione, in modo che chi legge non legga delle informazioni omissive, che possono generare curiosità, ma legga il percorso effettuato. Percorso che ha avuto una tappa su un parere di perplessità espresso dalla Consulta, ma è una perplessità focalizzata su un punto specifico, una perplessità che si intende ovviamente superata, perché la deliberazione "com'è adesso" ha il parere di perplessità, mentre la deliberazione "come sarà emendata" non avrà più il parere di perplessità, togliendo l'elemento di contrasto.
Presidente Ghigo, le chiedo di scrivere (ho preparato altri due emendamenti ma posso ritirarli): "Preso atto che la Consulta ha espresso il proprio parere" - virgolette e si cita la prima fase di questo parere "osservato che le perplessità su quel punto sono osservate nella presente deliberazione a seguito della presentazione di emendamento..." e via di seguito! Inseriamo solo questi due paragrafi che illustrano il percorso fatto che è un percorso che dà conto di un rapporto positivo avuto con la Consulta. E' stato un rapporto dialettico, ma si è risolto in termini positivi sia per la Consulta che per il Consiglio regionale. E' un elemento di valore, poiché sostanzia un percorso democratico che vale la pena enunciare in modo esplicito.
Presidente, come ho già detto, ho preparato altri due emendamenti, che vanno in questa direzione: se la Giunta approntasse un emendamento con su scritte queste cose, noi ritireremo i nostri. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non intendo aprire adesso un ulteriore dibattito su questo argomento.
Solo mi domando, e lo domando al Consigliere Chiezzi, che ha più esperienza amministrativa di me, quanto sia utile in una deliberazione - o quanto sia corretto o necessario - inserire un elemento che, comunque, agli atti risulta accolto. Se qualcuno si preoccupasse di capire e andasse a vedere la deliberazione presentata in Consiglio e vedesse poi quella votata dal Consiglio, ne dedurrebbe che la perplessità espressa dalla Consulta è stata accolta. Per questo mi domando: è opportuno esplicitarlo in deliberazione? Non so. Gli atti amministrativi di per sé dimostrano, se qualcuno li vedesse uno per uno, che ciò è avvenuto. Non so se valga la pena, in un atto deliberativo, esplicitare un passaggio che si può tranquillamente evincere dalla lettura del testo.



PRESIDENTE

Se posso dare un contributo, suggerisco tale formulazione: "Preso atto che le perplessità espresse dalla Consulta sono state superate da questa deliberazione". In tal modo, si chiarirebbe ulteriormente che si è tenuto conto delle osservazioni che la deliberazione...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Nel mio intervento non volevo esprimere contrarietà: la mia era solo una domanda.



PRESIDENTE

Credo che se adottassimo la formulazione che ho esposto si rafforzerebbe il contenuto della deliberazione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente Ghigo, per prima cosa intendo ringraziarla, facendole poi una domanda. Le rispondo, Presidente. Secondo me, "sì", in termini relativi al testo attuale. Se nel testo attuale scrivessimo "Preso atto che la Consulta ha espresso il proprio parere", non funzionerebbe. O togliamo la citazione (potrei anche essere d'accordo, ma secondo me bisogna riportarla perché forse è un parere obbligatorio), oppure non diciamo nulla. Va bene chi vuole vada a leggere. Ma se dobbiamo citare il parere, è bene citarlo per quello che è stato. Adottiamo la mia formulazione o quella del Presidente del Consiglio, ma non questa, perché è omissiva e non aiuta a capire. O togliamo tutto dal testo (non so se si può fare, credo di no) o se dobbiamo citare il parere, che si citi con la formulazione sintetica del Presidente Deorsola o con una breve descrizione del percorso.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Accolgo l'emendamento così come formulato dal Presidente del Consiglio se è così gentile da formalizzarlo in maniera più esplicita. Chiedo sia messo ai voti, e speriamo così di superare tutte le perplessità.



PRESIDENTE

Potrebbe essere: "e che le perplessità esposte in data 6/7/1999 sono superate dal testo della presente deliberazione".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Rileggendo il parere della Consulta, che recita: "La Consulta regionale per i problemi... preso atto della bozza di deliberazione di modifica del Programma 1999, esprime la sua perplessità sulla destinazione del 50% delle risorse complessive a situazioni di emergenza derivanti da recrudescenze del conflitto dei Balcani e del conseguente afflusso di profughi sul territorio italiano", tutto ciò viene recepito ed accolto dalla proposta.
Però tali perplessità sono motivate dalla convinzione che "I fondi in questione debbano essere prioritariamente, se non esclusivamente, destinati alle politiche di integrazione e quindi ad interventi strutturali di lungo periodo, tenuto anche conto che la parte più significativa di tali fondi deriva dal Fondo nazionale per l'immigrazione, e quindi è cofinanziato con le trattenute, previste dalla legge n. 943/86, sugli stipendi dei lavoratori extracomunitari".
Scrivere che le perplessità della Consulta vengono superate dall'attuale testo della proposta di deliberazione, non è corretto, perch la proposta di deliberazione, ad oggi, individua come primo punto nella scala di priorità il reinserimento degli immigrati nei Paesi d'origine e come ultimo punto, la loro integrazione sociale.
Considerato che, nella seconda parte dell'ordine del giorno approvato dalla Consulta, nella scala delle perplessità c'era in primis quella relativa alla destinazione dei finanziamenti e, in secondo luogo, quella che i finanziamenti venissero utilizzati e destinati prioritariamente, se non esclusivamente, all'integrazione degli immigrati nella società, non mi sembra che l'emendamento accolga tali perplessità. Si possono citare le perplessità espresse dalla Consulta che vengono solo parzialmente accolte nel testo della proposta di deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Apprezzo lo sforzo di analisi fatto dalla Consigliera Simonetti, ma ritengo che le perplessità di questo ordine del giorno riguardino l'attribuzione dei fondi. Questa è la mia interpretazione. La collega Simonetti è libera di darne una più soggettiva.
Il confronto, comunque, si basa su queste considerazioni. Con l'emendamento che prima ho letto superiamo tali perplessità, perché i fondi non sono più quelli nazionali, perciò non provengono più dai contributi dei lavoratori extracomunitari.
L'ordine del giorno recita: "Tali perplessità" - cioè quelle superate attraverso l'emendamento - "sono motivate dalla convinzione che i fondi in questione debbano essere prioritariamente, se non esclusivamente, destinati alle politiche di integrazione". Collega, non siamo più nell'ambito delle perplessità e del giudizio, ma siamo nell'ambito di un'indicazione, che riteniamo di avere ampiamente assolto nell'oggetto della deliberazione.
D'altro canto, gli emendamenti prima citati - A), B), C), D), cioè la scala degli interventi e delle priorità degli interventi - vanno esattamente in questa direzione. Questo, naturalmente, è un aspetto che voi proponete dal punto di vista normativo e che noi, invece, non abbiamo ritenuto di dover seguire nella stesura della deliberazione, in quanto consideriamo importante che questi fondi siano tutti indirizzati a politiche di integrazione, nelle varie forme che la delibera prevede.
Riteniamo, pertanto, che l'emendamento presentato dal Presidente Deorsola superi l'aspetto di perplessità espresso dalla Consulta.
Relativamente all'altro tema, invece, si può addivenire sui successivi emendamenti che comunque non verranno accolti dalla Giunta, in quanto le priorità indicate nella delibera sono quelle che dovranno essere seguite.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Va bene l'intervento del Presidente, che ha risposto ad alcune nostre perplessità, anche se non vi è stato uno sforzo di analisi, perché si è limitato a leggere il parere della Consulta.
La Consulta esprime perplessità circa la destinazione dei fondi e aggiunge che tali perplessità sono argomentate e motivate dalla necessità di individuare, come intervento prioritario, se non esclusivo l'integrazione sociale con interventi strutturali, nei confronti degli immigrati. Individua, quindi, come necessaria e prioritaria, nella scala degli interventi, l'integrazione sociale, non solo tenendo conto dei fondi nazionali - che il Presidente Ghigo sostiene non vengano presi in considerazione in questa fase - ma precisando di tenere anche conto del Fondo nazionale dei lavoratori immigrati, attraverso le loro trattenute.
Pertanto, dando una lettura senza grandi interpretazioni, ma abbastanza immediata e diretta, del parere della Consulta, emerge l'esigenza (al di là dell'esistenza del Fondo nazionale degli immigrati, quindi tenendo conto anche di questo, ma non solo) di individuare come prioritaria, nella scala degli interventi, l'integrazione sociale.
Presidente, al di là del fatto che voi abbiate individuato una scala di priorità, nella quale l'integrazione sociale risulta essere all'ultimo posto, la vostra è una valutazione ed una scelta politica che non tiene in considerazione il parere della Consulta e neppure della L.R. n. 64/89, alla quale vi appellate e fate riferimento, che individua anch'essa, al punto m) cioè all'ultimo punto degli interventi - il reinserimento degli immigrati nei loro Paesi d'origine.
Pertanto, con una logica di scelta politica, avete ribaltato la priorità degli interventi. Quello che chiediamo è di non utilizzare impropriamente un parere. Il parere affrontava due punti: uno, di merito sull'aspetto finanziario circa le perplessità di destinazione delle risorse; l'altro, un punto politico di approfondimento, di sostanza e di merito, circa la priorità e la necessità di intervento.
Mi pare, quindi, che non ci siano interpretazioni diverse: il testo è questo ed è molto chiaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei fare una proposta, presentando un emendamento conclusivo e ritirando tutti gli altri. Illustro l'emendamento, che spero venga accolto.
Penso che la discussione svolta abbia chiarito tutto il percorso, anche il fatto che il parere sia, da una parte, sicuramente superato nelle perplessità e, dall'altra, presenti interpretazioni diverse.
Condivido le osservazioni fatte dalla collega, che mi sembrano plausibili: la Consulta vuole che i soldi che non sono destinati all'emergenza vadano alle politiche di integrazione; la proposta di deliberazione, invece, ha altre finalità politiche, sulle quali c'è confronto. Dal momento che nella parte preliminare della delibera non dovrebbe esserci contenzioso politico, perché dovrebbe esserci la descrizione dei fatti, non sarebbe meglio non forzare la mano nell'interpretare il testo dell'ordine del giorno della Consulta, e scrivere semplicemente, senza commenti: "Preso atto che la Consulta ha espresso il seguente parere:" - e scrivere il parere? Su quel parere ognuno potrà esprimere la propria opinione, ma intanto il parere è scritto, è consegnato alla storia. In questo modo, risparmiamo sicuramente del tempo e comunque diciamo quello che è successo, senza infingimenti né interpretazioni.
La mia proposta vuole evitare discussioni politiche sulla descrizione dell'iter della delibera. Non dividiamoci; scriviamo questo parere per quello che è. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Apprezzo lo sforzo del Consigliere Chiezzi, ma non so quanto sia utile aggiungere un parere in un atto deliberativo, nella parte delle premesse.
Mi permetta, Consigliere Chiezzi: il parere sulla delibera è stato espresso il 25 novembre. In quel programma erano insite le priorità che noi abbiamo richiamato in questa deliberazione. Vorrei, Consigliere, che mi prestasse attenzione, perché il percorso ha una certa logica, almeno dal mio punto di vista. Ripeto: avendo espresso parere su un programma che aveva certe priorità, nella fase successiva, cioè il famoso verbale al quale voi fate riferimento, si esprimono delle perplessità su un fatto contingente addivenuto in relazione all'evolversi di fatti esterni e, di conseguenza, mi permetto di sostenere, e di continuare a sostenere, che l'accoglimento dell'emendamento "Deorsola" sia sufficiente a superare le criticità e le perplessità interpretative dell'ordine del giorno della Consulta.
Mentre ritengo che le perplessità debbano essere oggetto di dibattito politico e di confronto, per quanto riguarda i vostri emendamenti e la nostra proposta, secondo me nelle premesse va inserito il superamento della perplessità dell'ordine del giorno in relazione alla destinazione dei fondi e non altro: questa è la mia opinione.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 3) viene pertanto ritirato.
Sono altresì ritirati i seguenti emendamenti presentati dal Consigliere Chiezzi: 4) al quarto capoverso, dopo la parola "parere", aggiungere le parole "non positivo".
5) Al quarto capoverso, dopo la parola "parere", aggiungere le parole "di perplessità sulla destinazione del 50% delle risorse complessive a situazioni di emergenza, derivanti da recrudescenza del conflitto nei Balcani e dal conseguente afflusso di profughi sul territorio italiano".
Nonostante il parere negativo del Presidente Ghigo, i Consiglieri Chiezzi e Simonetti mantengono il seguente emendamento: 6) al quarto capoverso, sostituire "parere" con "il seguente parere 'La Consulta regionale... sugli stipendi dei lavoratori extracomunitari'".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sono un po' stupito da questo irrigidimento. La nostra era una proposta conciliante, perché copiavamo il testo; non capisco perché si voglia interpretarlo. Conservo l'emendamento, Presidente Ghigo, perché non ritengo che il superamento delle perplessità sia così certo. Ho capito il suo ragionamento, però può anche darsi che da novembre a luglio la Consulta abbia voluto fare un passo in più nella destinazione di questi fondi segnalando l'integrazione come elemento prioritario. Dato che questo è scritto, un soggetto esterno può leggerlo.
Se lei vuole scrivere che le difficoltà sono superate, va bene, però la presenza di questo nostro emendamento segnalerà nei verbali del Bollettino Ufficiale che ci sarà un Gruppo che ha chiesto che l'ordine del giorno venga scritto. Il cittadino legge quel testo, poi legge che l'emendamento è respinto, poi legge l'emendamento presentato dal Presidente Ghigo in cui ci sarà scritto che sono superate le perplessità. Leggendo il testo dell'ordine del giorno respinto e l'emendamento del Presidente Ghigo si formerà la propria opinione.
Quindi, mantengo l'emendamento, non mi sembra il caso di perdere un pomeriggio su tale argomento. Ognuno mantenga la propria posizione, andrà tutto a verbale e i cittadini decideranno chi aveva ragione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Intervengo semplicemente perché, dato che sono un cittadino, oltrech temporaneamente un Consigliere regionale, vorrei che qualcuno mi descrivesse, se fosse possibile, al di là di tutti i numeri che qui sono stati impostati, una volta approvata la deliberazione e con l'accoglimento o il non accoglimento di tutti gli emendamenti enunciati, quale effetto questa deliberazione, con i fondi assegnati, produrrà.
Dato che sono un cittadino che deve capire, vorrei sapere che cosa questo provvedimento produrrà all'interno del complesso della Regione Piemonte facendo ognuno la propria parte, a partire dalle Prefetture per quanto riguarda le segnalazioni. Essendo stati aggiornati anche i numeri all'interno di questa deliberazione, o la deliberazione è avulsa da tutto oppure i numeri nella descrizione aggiornati, non quelli vecchi, hanno un senso... Vorrei che qualcuno mi descrivesse, una volta approvata la deliberazione, quale sarà lo scenario. Chi interverrà? Con quali mezzi? Verso quale popolazione interverrà? Quale sarà il risultato finale nell'investimento di questi 4.250 miliardi a livello nazionale? Vorrei che qualcuno in brevissimo tempo descrivesse lo scenario altrimenti sinceramente credo che abbiamo discusso su termini ideologici avulsi dalla realtà. Lo so che è difficile, ma un Comune che si trova a dover intervenire con un Centro di accoglienza deve sapere che mettendo in moto quel meccanismo vi è la necessità di mettere in moto tanti meccanismi perché questo problema venga risolto sui Centri di accoglienza sull'inserimento lavorativo, sull'inserimento scolastico, su quali saranno i risvolti. Poi, probabilmente, saremmo obbligati a fare dei ragionamenti per approssimazione, perché sicuramente è molto difficile fare un ragionamento concreto, però per approssimazione credo che si possa descrivere quale sarà l'effetto della decisione che oggi stiamo assumendo.
Poi, se non è possibile, mi si dica di no.



PRESIDENTE

Il Presidente Deorsola mi aveva lasciato l'emendamento, sempre al quarto capoverso, che recita: "preso atto che la Consulta, in data 6/7/1999, ha espresso il proprio parere relativo al Programma di interventi 1999...", quindi quell'altro pezzo verrebbe aggiunto in coda: "e che le perplessità, ivi espresse, sono superate dal testo della presente deliberazione: visto il parere...". Pongo quindi in votazione prima questo emendamento...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché non pone in votazione prima l'altro emendamento?



PRESIDENTE

No, è stato presentato dopo. Sono entrambi degli emendamenti aggiuntivi. Se vado a vedere la loro collocazione, questo finisce con il collocarsi prima. Il suo, Consigliere Chiezzi si inserisce dopo la parola "parere". Mi pare che il contendere sia sufficientemente chiaro.
Tutti gli emendamenti sono stati illustrati con più interventi, quindi penso che si possa arrivare ad una conclusione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo perché l'ordine di votazione degli emendamenti non corrisponde al loro ordine di presentazione.
Abbiamo due emendamenti: il primo, presentato dal Presidente Deorsola non entra nel merito del parere espresso, semplicemente esprime giudizi aggiuntivi su quel parere. Può essere un tipo di intervento sul testo.
L'emendamento presentato dal mio Gruppo, invece, chiede che il parere venga messo per esteso. L'emendamento che più si allontana dal testo attuale, dunque, è quello da me presentato, che chiede che il parere venga scritto per esteso, non la sua interpretazione.
Respinto quindi l'emendamento che propone di scrivere per esteso il parere, bisognerebbe comunque integrare il parere che è rimasto inespresso.
Votando prima l'emendamento del Presidente Deorsola piuttosto che il mio sarebbe difficile farlo, non avrebbe senso.
Avrebbe senso tentare prima di scrivere tutto il parere. Non si riesce? Che lo si commenti, allora!



PRESIDENTE

Normalmente, in situazioni come queste il Presidente si esprime dopo aver ascoltato la posizione degli uffici. Però, Consigliere Chiezzi, mi sono fatto convincere dal suo ragionamento...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Non mi faccia tornare sulla decisione presa! Mi sono assunto tutta la responsabilità! Ho chiesto prima il parere degli uffici, poi ho ascoltato il suo ragionamento e mi sono lasciato convincere. Bisognerà pur trovare una soluzione! Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 28 contrari e 12 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento presentato dal Presidente Deorsola, il cui testo recita: 7) al quarto capoverso, aggiungere le parole "e che le perplessità ivi espresse sono superate dal testo della presente deliberazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli, 2 contrari e 14 astensioni.



PRESIDENTE

Proseguiamo nell'esame degli emendamenti.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Peano, Suino, Pazé e Angeli: al sesto capoverso dell'allegato sostituire "del 31/12/1997" con "17/11/1998" dopo "Italia": "1.072.596" con "982.898" di cui "71.248" con "67.697" dopo "Emilia Romagna" aggiungere "Campania, Sicilia, Puglia" cancellare "6,64%": "con presenza pari al 12,7%" sostituire: dopo 1997 1998 Alessandria 6.602 con 6.616 Asti 2.896 con 3.312 Biella 2.751 con 2.694 Cuneo ----- con 7.524 Novara 5.601 con 5.712 Torino 41.257 con 37.245 Verbania 1.455 con 1.588 Vercelli 3.994 con 3.000.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Avevo già detto che questo emendamento sarebbe stato accettato. Voglio solo ricordare ai colleghi della maggioranza che esso è relativo alla prima parte della deliberazione, quella in cui si citano i numeri di permessi di soggiorno in Piemonte e l'aggiornamento sugli extracomunitari. Di conseguenza, ritengo debba essere accettato perché costituisce solo un aggiornamento dei dati in deliberazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Intendo esprimere il voto favorevole del mio Gruppo su questo emendamento, in quanto anche noi, nell'intervento generale sulla deliberazione, avevamo denunciato la necessità di aggiornare i dati della deliberazione.
Se consideriamo che il problema dell'immigrazione cambia non solo di anno in anno, ma di mese in mese se non addirittura di giorno in giorno, la presenza oggi degli immigrati nel territorio piemontese impone un'analisi della realtà più aggiornata. Esprimo ancora una volta il voto favorevole all'emendamento che - sottolineo - è un contributo (non raro, avviene spesso!) dell'opposizione al miglioramento di un testo presentato dalla Giunta regionale. Un testo in cui i dati reali non erano neppure un minimo aggiornati, risalendo ad oltre due anni fa. Dati di due anni fa per un fenomeno che richiede invece continui aggiornamenti!



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 8).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Suino e Orrù: a pagina 4, sostituire le parole "le priorità di intervento sono così individuate" con le parole "le linee di intervento per il 1999 sono le seguenti".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

E' una piccola frase che può contenere un grande significato, quindi è importante conoscere la risposta della Giunta. Parte, ovviamente, dal presupposto della necessità di questo provvedimento e della convergenza su tale necessità e non nell'elencazione di priorità.
Poiché non voglio far perdere tempo, perché l'obiettivo è che questo provvedimento trovi una soluzione, spiego subito il ragionamento che abbiamo svolto.
Consapevoli delle osservazioni emerse dalla Consulta, riteniamo che, se quelle che sono indicate nell'allegato sono priorità d'intervento, allora vanno esercitate attraverso quell'indicazione - A), B), C), D), E). Se invece, sono linee d'intervento, a seconda dei progetti presentati potranno essere: in un caso, A); in un caso, E); in un caso, C). Questo vuol dire che potremmo anche trovarci ad avere nessun reinserimento degli immigrati nei Paesi d'origine e tutti inserimenti scolastici o sistemi informativi sull'immigrazione.
Il messaggio è: privilegiamo l'allegato "mira ai contenuti", quindi privilegiamo le linee d'intervento, i binari sui quali i progetti dovranno essere presentati.
E' evidente che, se le linee d'intervento sono quelle elencate - tutte ovviamente, dalla A) alla E) - e sono a pari merito tra loro, saranno le varie realtà che esercitano la loro attività nel campo a presentare progetti confacenti. Diverso è dire: per la priorità A) c'è una tale attenzione, per la B) ce n'è un'altra e così via.
E', dunque, un piccolo emendamento che può cogliere lo spirito, la volontà di introdurre delle linee d'intervento e non delle priorità di scaletta, che mirano a favorire e a premiare soltanto i progetti che vanno nella direzione del reinserimento.
Con l'approvazione dell'emendamento potrebbero anche venire a cadere tutte le preoccupazioni e le perplessità sulla scaletta formulata - A), B) C), D), E); se così non fosse, saremmo obbligati a ragionare su tale scaletta.
Dicevo: le linee d'intervento sono i binari sui quali i progetti dovranno essere predisposti, a pari merito tra loro, nell'indicazione delle priorità; le priorità di intervento sono indicazioni politiche ben precise che tendono a dire che i progetti dovranno prevedere prioritariamente il reinserimento nei Paesi d'origine e, secondariamente, il sistema informativo; ad esempio, le misure di integrazione sociale, l'accoglienza e l'inserimento scolastico agli ultimi posti, possibilmente non finanziabili.
Evidentemente, c'è qualcosa che stride, a partire dalla legge applicativa di questo provvedimento, la L.R. n. 64/89, la quale, all'art. 1 "Finalità", è chiara.
Allora, se parliamo di linee d'intervento, rispettiamo l'applicazione della L.R. n. 64/89; se parliamo di priorità, si apre una voragine di discussioni perché la legge non viene rispettata. Certo, nulla vieta di modificare la L.R. 64/89, ma in questo caso siamo in un altro ambito.
Il nostro emendamento è una piccola frase, che contiene, però, la chiave per una serratura particolarmente importante. Attendiamo pertanto una risposta, che supponiamo di disponibilità, perché crediamo sia questo il ragionamento da fare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio la collega Suino, perché ha spiegato la portata dell'emendamento, che è una portata senz'altro rilevante, perch capovolge...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Lo sottoscrive, lei?



CHIEZZI Giuseppe

Non lo so, forse non mi è stato neanche sottoposto.
A me è bastata l'illustrazione, che ha messo in luce l'importanza dell'emendamento e capovolge una linea politica (quella espressa da Alleanza Nazionale) criticata anche dal mio Gruppo, cioè di considerare prioritario il reinserimento degli extracomunitari nei loro Paesi d'origine. Era questo il segnale che il Gruppo di Alleanza Nazionale voleva dare con la delibera; con l'emendamento proposto quella priorità non c'è più: bene, molto bene.
Sosteniamo, pertanto, con decisione l'emendamento che chiede di togliere le priorità e lasciare delle linee sulle quali si deciderà il da farsi. Mi sembra un cambiamento netto della logica politica di questa politica. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La delibera in oggetto, nel passaggio sul quale si inserisce l'emendamento testé illustrato dalla Consigliera Suino, recita: "Le priorità di intervento sono così individuate...".
Le argomentazioni portate dalla Consigliera sono state sufficientemente convincenti dal punto di vista tecnico, poiché quella dicitura creerebbe delle incompatibilità con la normativa vigente - quella regionale, la L.R.
n. 64/89 - che recita, invece, in maniera diversa.
Nell'affermare da subito che la Giunta è disposta ad accettare l'emendamento, ritengo di fare alcune considerazioni, perché mi corre l'obbligo di sottolineare e rigettare l'interpretazione politica che il Consigliere Chiezzi ha voluto rappresentare in aula. Non c'è, Consigliere la volontà di non rappresentare una segnalazione che, d'altro canto, non mi era stata rappresentata da un Partito della mia maggioranza, ma, per rispetto agli Enti locali ed ai soggetti attuatori di questa delibera, e secondo il principio, più volte evocato, di sussidiarietà, ritengo non sia corretto indicare, in un documento che deve rappresentare metodologie di utilizzo, delle priorità.
In questo senso, ritengo di accettare l'emendamento e non, invece, in funzione di quell'interpretazione di carattere politico che il Consigliere Chiezzi ha voluto rappresentare.
Riconfermo, pertanto, che la Giunta accetta l'emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Suino e Orrù.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 9).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astensione.
10) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: le priorità di intervento sono così individuate: il punto E) diventa il punto A) il punto C) diventa il punto B) il punto D) diventa il punto C) il punto F) diventa il punto D) il punto B) diventa il punto E) il punto A) diventa il punto F).
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dopo l'approvazione di questo emendamento la deliberazione ha un altro segno politico evidente, perché non ci sono più le priorità. Rimane comunque, un'elencazione. Noi preferiremmo che l'elencazione di queste linee di intervento, visto che c'è qualcosa che si legge prima e qualcosa che si legge dopo, fosse diversa da quella presentata. Noi suggeriamo mantenendo il primo di questi emendamenti, una diversa elencazione, mentre ritiriamo gli emendamenti subordinati all'elencazione che avremmo mantenuto nel caso fossero state individuate quelle priorità.
Trattandosi solo di linee di intervento, noi proponiamo un elenco diverso di linee, rinunciando a proporre altre linee di intervento perch non sono più delle priorità: politicamente si è svuotata la pericolosità della deliberazione.



PRESIDENTE

Quindi, Consigliere Chiezzi, l'emendamento è modificato con il ritiro della frase "il punto F) diventa il punto D)".
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

La mia non è una richiesta di verifica del numero legale, però in aula vi è una quasi totale assenza di due Gruppi che determinano le politiche in questo Consiglio regionale. Le chiedo, Presidente, di richiamare i Consiglieri. Probabilmente, sono semplicemente nei corridoi.
Visto che stiamo discutendo dei provvedimenti, credo non sia neppure opportuno che alcune responsabilità se le assuma la minoranza. Guardate colleghi della minoranza, molto spesso il problema non sta nell'approvazione o meno della deliberazione, ma nel come viene gestita la stessa. E' dall'inizio di legislatura che io affronto questo tema, che almeno i Consiglieri della maggioranza si assumano queste responsabilità.
Non è - ripeto - una richiesta di verifica del numero legale, ma, per favore, chiamate in aula i Consiglieri! Se non si assicura nemmeno la presenza, diventa veramente difficile proseguire. Ho visto che su alcuni emendamenti ci sono Consiglieri della maggioranza che votano in modo diverso dagli altri: questa è un po' la verifica politica del momento!



PRESIDENTE

Vorrei ricordare ai Consiglieri che sono nei corridoi che se desiderano partecipare ai lavori devono rientrare in aula.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per le considerazioni fatte sull'emendamento precedente, dichiaro che la Giunta è contraria all'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 10) modificato come prima ho specificato.
E' stata chiesta la votazione per appello nominale.
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto NO 28 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Ci sono altri due emendamenti - chiedo scusa all'aula, avrei dovuto farlo prima - presentati dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, che riguardano ancora la pagina 4 dell'allegato, ritirati dai proponenti stessi (saranno conservati agli atti).
11) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: alla pagina 4 dell'allegato, il quarto capoverso è sostituito con il seguente: "Le domande per la concessione di contributi ai soggetti interessati previsti dalla L.R. n. 64/89 e dal D.lgs. n. 286/98 applicativo della legge n. 40/98, dovranno pervenire alla Regione Piemonte - Direzione Politiche Sociali - Settore Programmazione - Corso Stati Uniti n. 1 - 10128 Torino entro e non oltre il 15/11/1999; a tal fine farà fede la data del timbro postale di spedizione della domanda con raccomandata A/R oppure la data del protocollo delle Direzione Politiche Sociali nel caso di consegna a mano".
Chiedo al Presidente Ghigo se vuole confermare questo termine o modificarlo.
Prego, Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per maggiore chiarezza, vorrei far presente a tutti voi che questo emendamento è stato presentato adesso per un motivo tecnico, anche se era già presente fra il numero degli emendamenti consegnati la scorsa seduta.
Tale emendamento si rende necessario per un semplice motivo: la data del 15 novembre è una data che avevamo inserito nella deliberazione prevedendo di approvarla entro quei termini. Poiché ciò non è avvenuto riteniamo utile, per far sì che la deliberazione abbia la possibilità di essere attuata, spostare il termine al 26 novembre, in modo che ci sia più tempo per recepire i programmi degli Enti locali.
Approfitto dell'occasione per dirvi che, in realtà, gli Enti locali stanno già lavorando su questa deliberazione e stanno già presentando i programmi. C'è solo bisogno del tempo necessario alla sua pubblicazione sul BUR, perché non possono venirne a conoscenza oggi. Voglio anche ricordare che è stata fatta una riunione (qualcuno dice che vi ha partecipato solo un numero ristretto di Enti locali) e che, in ogni caso, noi a settembre abbiamo informato gli Enti locali che, infatti, hanno già predisposto i progetti. I tempi tecnici consigliano però lo spostamento della data al 26 novembre, in modo che abbiano tempo a sufficienza per poterli presentare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Scusi, Presidente, vorrei chiederle una cosa.
I tempi sono slittati - e vorrei che lei lo dichiarasse in aula perché l'opposizione continua a fare ostruzionismo su tutte le deliberazioni o perché tale deliberazione è arrivata in aula solo adesso? Leggo sui giornali che l'opposizione è capace soltanto di fare ostruzionismo, pertanto le chiedo se è questa la causa per cui i termini sono slittati.



PRESIDENTE

L'emendamento a firma...



MONTABONE Renato

Presidente, ho fatto una domanda!



PRESIDENTE

I nostri lavori hanno subìto dei momenti di rallentamento rispetto ai tempi che tutti ci saremmo augurati...



MONTABONE Renato

Presidente, cosa vuol dire? A me basta che mi si risponda! Scusi Presidente, la mia domanda non era rivolta a lei, Presidente del Consiglio regionale, ma al Presidente della Giunta. Ho chiesto al Presidente Ghigo se ritiene che questa sia una delle deliberazioni che ha impiegato molto tempo ad arrivare in aula per colpa dell'opposizione che fa ostruzionismo (così si legge sui giornali!) su tutti i provvedimenti, e se è a causa di tale ostruzionismo che si modificano e si fanno slittare i tempi.



PRESIDENTE

Posso rilevare, in linea generale, che l'opposizione ha finora tenuto un comportamento che può piacere di più o di meno, ma sempre nei limiti del Regolamento.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

Certo! Il Regolamento può piacere o non piacere e l'ostruzionismo è una modalità comportamentale consentita, quando resta nei limiti del Regolamento.



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Per cortesia, non creiamo problemi incidentali.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Presidente, intendo intervenire sull'emendamento, perché è strettamente legato alla domanda del Consigliere Montabone.
Stiamo spostando la data entro cui si consente agli Enti locali di presentare le domande, e questo fatto è dovuto al momento in cui approviamo la deliberazione in Consiglio regionale.
Caro Presidente, se l'opposizione è un'opposizione regolamentare, le chiedo di censurare le dichiarazioni del Presidente e dei membri della Giunta, che accusano l'opposizione di fare attività ostruzionistica in aula.
Presidente dei Consiglio, siamo disponibili ad approvare l'emendamento purché lei applichi questa censura.



PRESIDENTE

Non c'è nessun "purché"! Si tratta di questioni diverse: una è di tipo giuridico-regolamentare, l'altra è una valutazione politica. Sulle valutazioni politiche, quando siedo qui, non intendo svolgere alcunché. Il Regolamento consente attività su cui ciascuno può fare le valutazioni politiche che ritiene più opportune. Non creiamo una questione incidentale su questo aspetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Presidente, la questione incidentale la sta creando lei, non io! La sta creando lei, come quasi sempre avviene: io ho solo fatto una semplicissima domanda! Lei mi dice che non fa questioni politiche. Io invece dico che qui, in quest'aula, qualche questione politica bisognerà pur farla! Oppure vogliamo sentirci tutti rappresentanti della società civile, staccati dalle decisioni politiche che si devono assumere? Presidente del Consiglio regionale, non ho posto la domanda a lei. E' la terza volta che lo ripeto! Mi si può anche non rispondere! Non credo di fare opposizione ostruzionistica, né di fare tutte le altre cose che si dice blocchino i lavori del Consiglio regionale per mesi, tanto che voi non riuscite ad operare perché la minoranza si oppone a tutto. Per questo voglio sapere se questa deliberazione rappresenta uno dei casi per cui la Giunta, con dispiacere, deve far slittare le date a causa dell'opposizione che fa ostruzionismo su tutto e non le permette di governare.
Questo è un problema politico. Certo che è un problema politico! Noi non abbiamo i mezzi della Giunta regionale e della sua maggioranza per divulgare le nostre idee. Almeno, ci vengano date delle risposte in quest'aula, ora che non sono più presenti neanche i giornalisti, ora che non c'è più nessuno e che quindi non può succedere più niente! Presidente, non crei una questione incidentale. Lei sa che sui motivi di principio sono capace di stare qui a discutere per parecchio tempo applicando il Regolamento e non facendo opposizione a caso!



PRESIDENTE

Consigliere Montabone, lei ha posto una domanda che non ha necessariamente, una riposta immediata.
La prego, se e quando il Presidente riterrà di darle una riposta gliela darà, adesso siamo ...



MONTABONE Renato

Mi si dica soltanto se mi si risponde o no! Non mi si risponde? Bene! Affare fatto! Non mi si vuole rispondere! Va bene! Prendo atto che alle domande dei Consiglieri non si risponde!



PRESIDENTE

Dobbiamo affrontare il problema del quarto capoverso. Al riguardo, la Giunta e il Presidente Ghigo hanno presentato un emendamento.
Consigliere Chiezzi, per il vecchio testo aveva chiesto, con un emendamento, di sostituire la data "1/2/1999" con "1/2/2000". Intende mantenere l'emendamento? Approssimandoci al 2000, credo che potrebbero verificarsi delle difficoltà tecniche. Consigliere Chiezzi, ritiene di poter ritirare l'emendamento o lo mantiene come subemendamento, solo per la data?



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Il Consigliere Montabone chiede di intervenire per dichiarazione di voto sull'emendamento n. 11); ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Dichiaro il mio voto contrario, non perché non ci sia una ragione ovvia nel far slittare questa data, ma perché in questa occasione, così come in altre, probabilmente riceverò le risposte sulle colonne dei giornali locali. Credo che questo non sia un buon modo di governare, soprattutto perché ritengo che i Consiglieri, almeno quelli presenti, abbiano il diritto di avere delle risposte in aula. Si deve avere il coraggio di fare i proclami in aula e al momento opportuno.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli, 4 contrari e 8 astensioni.
12) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: alla pagina 4 dell'allegato, il quinto capoverso è sostituito con il seguente: "Tali contributi saranno erogati sia con risorse disponibili sul capitolo 12000 del bilancio regionale, nella misura massima del 50% della spesa ammessa, ai sensi dell'art. 20 della L.R. n. 64/89, sia con risorse derivanti dalla ripartizione del Fondo nazionale per l'immigrazione (ex legge n. 40/98)".
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Abbiamo proposto questo emendamento perché con il testo originario si poteva arrivare a finanziare solo l'80% del valore dei progetti. E' pertanto un emendamento cautelativo, nel caso in cui non venissero presentati programmi a sufficienza per coprire le risorse finanziarie, così come è accaduto con la L.R. n. 64/89, che ha visto per alcuni anni uno stanziamento di 550 milioni, che in realtà non sono stati spesi. Pertanto anche se oggi le possibilità d'intervento offrono maggiori opportunità, se non venissero presentati progetti a sufficienza per coprire le risorse finanziarie destinate con la delibera in oggetto, l'emendamento offre la possibilità di finanziare in toto i progetti. Spero di essermi spiegato: prima si finanziava solo l'80% del valore dei progetti.
Anche il Consigliere Vindigni, nel suo intervento, criticava il fatto che non rimanesse una percentuale di cofinanziamento; è un principio che condividiamo e che abbiamo ritenuto di inserire attraverso l'emendamento.
Se leggete la stesura, non è imperativo dover finanziare il 100%, ma, a seconda del numero dei progetti che verranno presentati, moduleremo la percentuale di finanziamento, in modo da poterne finanziare il più possibile. Nel caso in cui, come è avvenuto storicamente negli ultimi tre o quattro anni, non ci fossero progetti sufficienti, non vogliamo precluderci la possibilità di finanziare al 100% quelli che vengono presentati.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

L'emendamento della Giunta sopprime la prima frase del quinto comma quindi l'ammissione al contributo dell'80% in base ai criteri stabiliti dalla legge e dal presente programma.
Il compito del legislatore - e, in questo caso, di questa proposta di deliberazione - dovrebbe essere quello di definire le linee di intervento che infatti vengono individuate con un elenco (quindi l'integrazione sociale e l'inserimento degli immigrati nei Paesi d'origine, l'inserimento scolastico e quant'altro) - e, sulle linee di intervento, costruire il Programma degli interventi, sulla base delle risorse finanziarie messe a disposizione; poiché con l'emendamento proposto viene soppressa questa frase, chiedo al Presidente della Giunta un chiarimento. Sopprimendo questa frase si pongono a pari merito tutti i progetti e non viene data una priorità rispetto all'accesso al finanziamento all'80% ed ai progetti che vengono individuati dai criteri di questa deliberazione e di questo programma.
L'emendamento va spiegato, Presidente, perché va a scardinare la finalità delle risorse finanziarie ed il valore stesso delle linee di intervento individuate dalla deliberazione. Perché nel momento in cui non individuo un processo di "privilegio", ma di ammissione al finanziamento in base all'80%, per i progetti individuati sulla base dei criteri del presente programma, nei fatti la validità di questo programma e delle linee di intervento individuate non esiste più.
Sovente sentiamo affermare che nella maggior parte dei casi i progetti non vengono utilizzati: nella discussione della variazione del bilancio del bilancio consuntivo e del rendiconto di bilancio, nel momento in cui in diversi capitoli non si riescono a spendere le risorse finanziarie perch gli Enti locali, le associazioni e quant'altro non presentano i progetti.
Questa non è una giustificazione che deve dare il legislatore; compito del legislatore è quello di informare ed attuare le procedure sul territorio affinché i progetti vengano costruiti e presentati in tempo utile ed abbiano la validità per realizzare sul territorio una rete di servizi e di intervento. Altrimenti, ci aggrappiamo alle difficoltà di informazione che ha l'Ente pubblico sul territorio, svuotando i contenuti e le linee d'intervento individuate dalla proposta di deliberazione. Se il Presidente della Giunta non riesce a chiarire questo punto, l'emendamento rischia di andare a svuotare completamente un processo che si stava tentando di individuare.
Chiedo al Presidente della Giunta se nei programmi annuali del 1997 e 1998, il comma relativo all'ammissione ai contributi era quello originario cioè se l'ammissione ai contributi dell'80%, per esempio, rispetto ai progetti individuati sulla base dei criteri, era presente negli altri Piani di programma del 1997 o del 1998.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, credo che la delibera in oggetto, in applicazione di una legge, sia di "civiltà" e, come tutte le delibere di civiltà, deve avere all'interno la possibilità di applicazione. La possibilità di applicazione è quella, visto che, per fortuna, sono state tolte le priorità, di far muovere, all'interno di ogni linea di intervento, le competenze. Nell'intervento precedente ho chiesto l'illustrazione, anche a grandi linee, della deliberazione per capire quale sarà il risultato.
Non credo, assolutamente, che le Amministrazioni siano così insensibili da non intervenire per quanto riguarda le linee di intervento. Mi sono informato, adesso, per telefono, presso un Comune dove esiste questo problema, e mi hanno risposto che hanno il progetto pronto. Questo significa che ci sono molti Comuni che hanno i progetti pronti.
Personalmente - poi magari qualcuno del mio Gruppo dirà esattamente il contrario, ma non è una preoccupazione - credo che si dovrebbe dire che se vi sono delle Amministrazioni che si muovono nella direttiva data dalla legge nazionale, che è stata data dalla legge regionale e che viene ricompresa all'interno di questa deliberazione, la Regione Piemonte si impegna a finanziare tutti i progetti che vengono presentati. Questo è un aiuto vero, l'80% va bene, mi pare che il cofinanziamento sia una cosa estremamente intelligente, che mette in moto tutte le capacità. Però la mia preoccupazione è che non sia sufficientemente capiente il capitolo di bilancio a sostenere tutte quelle che saranno le richieste; se poi non sarà così, personalmente mi rammaricherò. Ritengo che in un momento così cruciale la deliberazione in oggetto sia - ripeto - di grande civiltà.
Il primo punto è quello di permettere ad alcuni emigrati di ritornare nel loro territorio, se loro ritengono, e nello stesso tempo supportare quelli che invece qui legalmente stanno esercitando un loro diritto, che è quello di poter lavorare e vivere dignitosamente all'interno del nostro Paese.
Vediamo, pertanto, se è possibile far sì che tutti i progetti presentati possano essere - a parte quelli raffazzonati - accolti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Credo sia proprio lo spirito con il quale ci siamo mossi noi. Occorre chiarire che questo principio, che lei ha così bene enunciato, vale fino a copertura del finanziamento che esiste. E' proprio per permettere di avere una certa libertà nell'utilizzo di questi fondi che noi abbiamo inserito l'emendamento.
Obiettivamente, noi potremmo, nel caso in cui ci fossero più progetti mantenere il principio dell'80% e chiedere il cofinanziamento o perlomeno giocare sulle percentuali. Nel caso in cui, invece, ci fossero meno progetti possiamo finanziare fino al 100%. Cioè abbiamo più discrezionalità, questo è il principio con il quale...



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Vi chiedo di parlare nel microfono, altrimenti non riusciamo a sentire.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Guardi che nel prossimo anno la legge nazionale stanzierà nuovamente gli stessi soldi e la discussione del bilancio partirà comunque dallo stanziamento che quest'anno la Regione ha destinato, che è stato di un miliardo e 100 milioni. Sottolineo che è esattamente il doppio di quello che ha stanziato l'anno precedente. Per l'anno 2000 ci sarà la stessa risorsa finanziaria, di conseguenza è ovvio che, come succede in ogni tipo di bando, verranno poi presi in considerazione eventualmente - ma io onestamente credo che non si verifichi questa situazione - quei progetti che non sono stati finanziati quest'anno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Sono contrario a questo emendamento per due motivi.
Innanzitutto, perché a tutti i soggetti presentatori è stata presentata la possibilità di avere un finanziamento all'80%; alcuni dei soggetti quindi avrebbero potuto non presentare e non preparare dei progetti perch non avevano il 20% da mettere a disposizione. Sottolineo, quindi, che si stanno cambiando in questo momento le regole del gioco durante il gioco stesso. Come ci giustifichiamo di fronte a dei soggetti che avrebbero presentato dei progetti, ma che non avevano il 20%? E' stato detto prima dal Presidente della Giunta che i progetti sono già in itinere. E' ovvio, perché si è spostata, giustamente, la data di nove giorni. Quei soggetti, quindi, che non avevano preparato i progetti perché dovevano mettere 20% e che quindi non riusciranno neanche con lo slittamento di nove giorni a prepararli, come li consideriamo? Chiedo veramente che questo emendamento venga ritirato, perché, a mio modesto parere, creerebbe delle disuguaglianze e non la par condicio rispetto alle cose che si possono presentare e che non si sono presentate perché non si aveva il 20% da mettere a disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Intervengo per precisare al Consigliere Montabone che chiaramente, pur considerando sempre l'esiguo, secondo la Consigliera Bortolin, numero di partecipanti al momento di concertazione in quel momento, si è anticipata ai presenti la volontà di presentare questo emendamento, perciò almeno la parte di interlocutori presenti in quella sede sono stati informati di questa volontà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Sommariamente, nel mio primo intervento avevo fatto presente che la gestione di questa legge negli anni passati ha sempre creato dei residui: nel 1997, 150 milioni su un miliardo; nel 1998, 350 milioni su 500 milioni.
Quindi, Presidente, quest'anno abbiamo ripristinato quello che era stato a bilancio nel 1997. Non si poteva fare diversamente in presenza di un finanziamento nazionale di circa 4 miliardi che, obbligatoriamente impegnava la Regione Piemonte a mettere almeno il 20%. Però, allora diciamola tutta, perché il Consiglio lo sappia.
Finché questa legge aveva una dotazione finanziaria modesta, non ne parlavamo mai. Non parlandone mai, non abbiamo prestato attenzione alla gestione delle risorse, ai criteri con cui le risorse venivano assegnate.
Giustamente, nel momento in cui si è stabilito il cofinanziamento statale (ed è un cofinanziamento destinato ad aumentare nel tempo) ha cominciato ad aumentare l'attenzione del Consiglio regionale.
Forse è già stato detto - e se così non è, è bene farlo presente - che se la Regione Piemonte non impegna i fondi del 1999 avrà difficoltà ad ottenere i fondi del 2000. Infatti, uno dei criteri stabiliti dal Governo per l'assegnazione dei fondi per l'immigrazione nel prossimo anno sarà proprio la capacità di spendere quanto assegnato nel 1999. Arrivati a questo punto (le risorse vanno impegnate entro il 30 novembre), ci troviamo in un percorso molto stretto, in cui dobbiamo - di fatto - attribuire alla Giunta compiti fortemente discrezionali. In caso contrario, correremmo il rischio prima paventato.
Mi auguro che la Giunta non abusi di questa discrezionalità. Spero che il Presidente, questa sera stessa, ci proponga un percorso che veda coinvolte le Commissioni, spero ci si dica quali saranno i criteri con cui utilizzare queste risorse, quali saranno i progetti ammessi al finanziamento, quali quelli esclusi e i motivi della loro esclusione.
Al mio Gruppo sembra importante riuscire a mantenere la quota di cofinanziamento. Negli anni passati, il cofinanziamento richiesto dai proponenti arrivava nella misura del 60-70% e, pur in presenza di cofinanziamenti di questa dimensione, si presentavano e finanziavano i progetti.
A mio parere, la preoccupazione del Presidente, cioè che non arrivino progetti sufficienti ad impegnare le risorse, non ha fondamento. La legge n. 40/98 è ben nota alle Amministrazioni pubbliche, alle Associazioni e poiché le deliberazioni adottate dalla Giunta sono pubbliche, tutti i soggetti candidati probabilmente stanno predisponendo i progetti ed aspettando soltanto che la deliberazione sia approvata per renderli ad essa conformi.
Pertanto, il nostro Gruppo, che ha presentato un subemendamento in tal senso, ritiene che si debba mantenere la frase del comma quarto di pagina 4, cioè: "La somma ammessa a contributo non può superare l'80% della spesa ammessa in base ai criteri definiti dal presente programma". Proponiamo quindi che l'emendamento presentato dalla Giunta si riferisca alla frase successiva.
Siamo favorevoli a che si mantenga il principio del cofinanziamento nella misura del 20%: da una parte: potrebbe essere un modo per selezionare le eventuali candidature e, d'altra parte, è un modo per aumentare globalmente le risorse a favore degli immigrati. Con un cofinanziamento del 20% si passa da un programma di 4 miliardi e 400 milioni ad un programma di 5 miliardi e 500 milioni.
Va da sé che noi ci sentiamo impegnati, per il bilancio preventivo 2000, in presenza di un consolidamento delle risorse statali dell'ordine dei 4 miliardi all'anno, a far sì che il capitolo 12000 abbia risorse regionali almeno per 4 miliardi.



PRESIDENTE

D'accordo, collega Vindigni.
12/sub) Emendamento presentato dal Consigliere Vindigni: nel quinto capoverso di pagina 4 la frase "tali contributi... per la quota spettante alla Regione Piemonte" è sostituita con la frase "tali contributi... per l'immigrazione (ex legge n. 40/98)".
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei verificare se ho capito bene la proposta fatta dal Consigliere Vindigni. Sono disponibile a ritirare l'emendamento, poiché si trattava con esso di inserire nel testo un elemento tecnico, suggeritomi dagli uffici allo scopo di incrementare la possibilità di spendere tutti i soldi. Per se l'aula ritiene che la via suggerita dall'emendamento non debba essere intrapresa, non posso addurre motivazioni tali da poterlo sostenere.
Se ho ben capito, il subemendamento presentato dal Consigliere Vindigni chiede di lasciare nel capoverso in oggetto la dicitura "la somma messa a contributo non può superare l'80% della spesa ammessa in base ai criteri del presente programma". Poi, dice di inserire il nostro emendamento che recita: "Tali contributi saranno erogati sia con risorse disponibili sul capitolo 12000 del bilancio regionale, nella misura massima del 50% della spesa ammessa, ai sensi dell'art. 20 della L.R. n. 64/89, sia con risorse derivanti dalla ripartizione del Fondo nazionale per l'immigrazione, ex legge n. 40/98". Chiede poi di cancellare: "Per la quota parte spettante alla Regione Piemonte". Se il subemendamento è inteso in questi termini, la Giunta è d'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Noi vogliamo andare alla sostanza. Sono disponibili, complessivamente 4 miliardi e 400 milioni, di cui 1 miliardo e 100 milioni sono regionali e 3 miliardi e 400 milioni nazionali. Del miliardo e 100 milioni regionali il 50% può essere utilizzato per interventi umanitari. La parte restante (550 milioni più 3 miliardi e 400 milioni, quindi 4 miliardi circa), per il programma regionale. Per il programma regionale si attua con la misura del cofinanziamento. Quindi, qualunque progetto deve prevedere almeno il 20% di cofinanziamento, in maniera tale che globalmente il programma da attuare nella Regione Piemonte metta in moto una massa di progetti il cui importo complessivo si aggiri attorno ai 5 miliardi.
Questa è la mia interpretazione. Se queste cifre sono condivise dalla Giunta, l'emendamento trova la sua esplicitazione anche in termini numerici.



PRESIDENTE

Provo a riassumere quanto proposto. Il quinto capoverso verrebbe ad essere: "La somma messa a contributo non può superare l'80% della spesa ammessa in base ai criteri definiti nel presente programma". Poi si aggiunge la frase proposta dal Presidente Ghigo, che dice: "Tali contributi saranno erogati sia con risorse disponibili sul capitolo 12000 del bilancio regionale, nella misura massima del 50% della spesa ammessa, ai sensi dell'art. 20 della L.R. n. 64/89, sia con risorse derivanti dalla ripartizione del Fondo nazionale per l'immigrazione (ex legge n. 40/98)".
Sulla deliberazione ci sono solo queste due frasi. E' chiaro? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Scusate, ma io ritengo che potrebbe andare bene la soluzione del Consigliere Vindigni. Il problema è che se si paventa l'ipotesi che non vengano presentati programmi a sufficienza per spendere tutti i soldi così è stato detto - la quota della Regione, anziché essere spesa per questi fini, verrà accantonata per altri.
Ditemi solo se è così. Se non è così ritiro quanto detto...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Se non si spende, non si spende, non è che la si spende per altro!



MONTABONE Renato

Non si spende. Quindi, ciò vuol dire che noi vedremo dei programmi che all'80% sono finanziati con i trasferimenti dello Stato? E' così? Fatemi solo un cenno... No, non è così! Cerco di spiegarmi meglio. Adesso la questione del 20% mi sembra sia stata risolta. Il problema è che nel conto che faceva il collega Vindigni intorno ai 4 miliardi e 800 milioni (di cui 4 miliardi sono a disposizione mentre il 20% dovrebbe essere stanziato dai soggetti proponenti), qualora non si arrivasse a questo plafond, la quota spettante alla Regione (1 miliardo e 100 milioni) non verrebbe spesa.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Verrebbe spesa in percentuale, nel senso che o si spende tutto o, in percentuale, non si spende una parte del fondo statale ed una parte di quello regionale, perché vanno abbinati.



MONTABONE Renato

Allora il Consigliere Vindigni non risolve il problema con l'emendamento, perché ricordo che il collega è intervenuto dicendo che sarebbe stato opportuno spendere tutto il trasferimento dello Stato, per evitare che il prossimo anno non venga più effettuato.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Se non arrivano i progetti, non lo spendi comunque.



PRESIDENTE

Vorrei riassumere brevemente. Se ho inteso bene, rimane il testo presentato, meno le parole finali: "per la quota parte spettante alla Regione Piemonte". E' così? Occorre presentare un emendamento in tal senso.



VINDIGNI Marcello

Presidente, la formulazione "per la quota parte spettante alla Regione Piemonte", era precedente all'assegnazione dei fondi. Nel momento in cui i fondi sono stati assegnati, la formulazione corretta è quella che propone la Giunta. Avendo la Giunta deciso, con delibera dell'agosto 1999, di riservare il 50% del totale delle risorse - 2 miliardi e mezzo su 5 miliardi - per le politiche umanitarie ed avendo, prima in Commissione e successivamente negli approfondimenti fatti con le Prefetture, visto che quei 2 miliardi e mezzo non servivano perché non sarebbero stati spesi, con questo emendamento la Giunta stabilisce di riservare il 50% dei suoi fondi per le questioni umanitarie, non potendo utilizzare quelli nazionali.
Pertanto, sulla cifra di un miliardo e 100 milioni (fondi regionali) 550 milioni sono destinati alle politiche umanitarie, mentre la totalità dei fondi nazionali è destinata alle politiche regionali. Complessivamente alle politiche regionali va il 50% di 1 miliardo e 100 milioni ed il 100 di 3 miliardi e 400 milioni, ovvero 3 miliardi e 950 milioni.
Se manteniamo il principio del cofinanziamento, dobbiamo aggiungere il 20% dei 3 miliardi e 950 milioni, cioè circa un miliardo.
Pertanto, augurandoci che entro il 24 arrivino progetti in quantità sufficiente, con questa proposta di deliberazione finanzieremo progetti il cui costo complessivo sarà di 5 miliardi.
Il Presidente Ghigo si chiede se saranno presentati dei progetti per un totale di 5 miliardi. Nessuno di noi ha la palla di vetro, ma riteniamo che, essendo stata fatta la consultazione nel mese di settembre ed essendo già state discusse le delibere in Commissione, essendoci la Consulta regionale per l'immigrazione e, soprattutto, essendo nota la legge n.
40/98, in presenza di un cofinanziamento elevato (non come quello degli anni passati, del 20-25-30%), questa volta il sistema Piemonte risponderà in una misura tale da costringerci al aumentare il finanziamento regionale nel bilancio 2000. Dovrebbe andare così!



PRESIDENTE

Vorrei ricapitolare per presentare all'aula una proposta chiara.
La Giunta mantiene l'emendamento n. 12) riformulandolo nel modo seguente: a pagina 4 dell'allegato, al quinto capoverso, eliminare le parole: "per la quota parte spettante alla Regione Piemonte".
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Se la Giunta condivide questa impostazione, siamo ben contenti.
L'importante è che i conti, alla fine, siano quelli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone per dichiarazione di voto.



MONTABONE Renato

Ringrazio tutto il Consiglio, anche il collega Rubatto, per aver accettato questa impostazione, e il collega Vindigni, che si è battuto affinché questo avvenisse, perché era una questione opportuna ed importante. Grazie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 12) nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pertanto, l'emendamento n. 12/sub) è ritirato dal Consigliere Vindigni, in quanto superato dall'approvazione dell'emendamento n. 12).
13) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al punto D), Accoglienza, al secondo capoverso, dopo le parole "strutture alloggiative che", sopprimere la parola "anche".
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta ritiene di non accettare questo emendamento, in quanto la parola "anche" è riportata nella legge nazionale, la legge n. 40/98. Non abbiamo fatto altro che riprodurre un testo di legge nazionale.



PRESIDENTE

La Consigliera Simonetti mantiene l'emendamento?



SIMONETTI Laura

Sì. Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 ha risposto SI' 1 Consigliere hanno risposto NO 28 Consiglieri L'emendamento è respinto.
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al punto E), Misure di integrazione sociale, dopo la parola "incentivare", aggiungere: "- l'approfondimento della lingua italiana e la formazione e riqualificazione professionale dei lavoratori immigrati, ai sensi dell'art.
9, comma secondo, legge n. 943/86 l'idonea sistemazione abitativa agli immigrati iniziative ed attività culturali atte a favorire l'integrazione tra le Comunità di immigrati e la società piemontese la diffusione, tra le Comunità di immigrati, di pubblicazioni e di materiale audiovisivo e radiofonico atto non solo a favorire l'inserimento degli stessi nella Comunità regionale, ma predisposto anche al mantenimento dell'identità culturale dei singoli Paesi di provenienza degli immigrati medesimi gli interventi socio-assistenziali a favore degli immigrati in condizioni di bisogno le iniziative volte a rendere effettivo il diritto all'assistenza sanitaria ed ai servizi sociali previsti per i cittadini piemontesi, con particolare riferimento all'inserimento sociale delle donne immigrate ed alla tutela della maternità le iniziative a favore degli studenti, in attuazione delle leggi regionali sul diritto allo studio, con particolare riferimento all'istruzione universitaria nonché alle iniziative volte al riconoscimento, da parte dello Stato italiano, dei titoli conseguiti dagli immigrati stessi all'estero".
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

L'emendamento presentato dalla Consigliera Simonetti è molto articolato.
Sottolineo che il concetto espresso attraverso le parole "l'approfondimento della lingua italiana e la formazione e riqualificazione professionale dei lavoratori immigrati, ai sensi dell'art. 9, comma secondo, della legge n. 943/86" è già compreso nei punti di programma.
Il concetto espresso attraverso le parole "l'idonea sistemazione abitativa degli immigrati" è anch'esso inserito nei punti di programma.
Le parole "iniziative ed attività culturali atte a favorire l'integrazione tra le Comunità di immigrati e la società piemontese" ripetono un motivo già contenuto nel programma. Anche gli altri punti quali "la diffusione, tra le Comunità di immigrati, di pubblicazioni e materiale audiovisivo e radiofonico..." fanno parte del punto di diffusione di ogni informazione; altrettanto le parole "gli interventi socio assistenziali", come pure "le iniziative volte a rendere effettivo il diritto all'assistenza..."; anche l'ultimo punto, "l'iniziativa a favore degli studenti".
Perciò la Giunta, in considerazione del fatto che riteniamo che questi punti siano già rappresentati nel programma, non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Viceversa, da quanto afferma il Presidente della Giunta, noi abbiamo tentato, visti i riferimenti alla L.R. n. 64/89, di specificare tutte quelle forme di intervento che non vengono individuate, se non con forme diverse, e comunque non tutte, nell'ambito dell'intera proposta di deliberazione e nelle linee di intervento.
Quindi, facciamo riferimento all'approfondimento della lingua italiana e alla formazione e riqualificazione professionale dei lavoratori immigrati. Viene citata in alcuni articoli la formazione professionale nell'ambito della tutela dell'integrazione di alcune categorie, per esempio le donne e i minori, dando particolare attenzione alla formazione professionale, ma non viene comunque citata ed approfondita come forma rientrante nell'ambito dell'integrazione sociale.
La stessa cosa, Presidente, avviene nell'ambito della sistemazione abitativa degli immigrati. Per quanto riguarda questo aspetto, noi solleviamo alcune osservazioni. In particolare, viene individuata la necessità, all'interno del punto D), dell'accoglienza, la necessità di individuare con apposita normativa l'idoneità abitativa. Necessità di intervento per l'idoneità abitativa e di alloggi abitativi che viene peraltro, già individuata dalla L.R. n. 64/89. Si tratta, quindi, di progetti e soluzioni che sono già stati individuati dalla L.R. n. 64/89 e che la Giunta non può ritenere come progetti o forme di intervento escluse dalla normativa attuale. Pertanto, abbiamo ritenuto di dover inserire specificatamente, nell'ambito delle linee di intervento, questo punto. In particolare, abbiamo individuato iniziative ed attività culturali volte a favorire l'integrazione tra le Comunità di immigrati e la società piemontese, che non mi pare di aver individuato in altri punti delle linee di intervento.
Nel terzo capoverso si prevede la necessità di favorire un'attività di integrazione culturale, escludendo attività che possono essere folcloristiche, come se il folclore non fosse anche espressione di cultura escludendo le attività di coordinamento e di integrazione fra le varie etnie presenti sul territorio piemontese. Quindi, ci pareva più che mai necessario specificarlo anche nell'introduzione. Peraltro, Presidente, non sono invenzioni del Gruppo dei Comunisti Italiani: queste citazioni non sono individuate - e su questo sottolineerei anche l'assenza di verità da questo punto di vista nel suo intervento - nell'ambito delle linee di intervento. Ripeto, la questione della cultura, la diffusione di pubblicazioni tra le Comunità degli immigrati - non sto a rileggere l'emendamento - non vengono individuate neppure nel processo di formazione.
Pertanto, nell'emendamento si parla di interventi socio-assistenziali a favore degli immigrati nelle condizioni di bisogno; diritto all'assistenza sanitaria e ai servizi sociali previsti per i cittadini piemontesi l'iniziativa a favore degli studenti. Nell'ambito delle linee di intervento della proposta di deliberazione vengono affrontate sommariamente alcune grandi questioni che però in modo specifico vengono già affrontate nella L.R. n. 64/89.
Visto che le misure di integrazione sociale, cioè il punto E) di questa proposta di deliberazione, cita testualmente alcuni punti dell'art. 10 della L.R. n. 64/89, noi abbiamo pensato che, per renderla esaustiva e completare il ragionamento relativo all'integrazione sociale delle emigrate e degli immigrati, fosse necessario introdurre anche punti citati già inseriti, peraltro, da una legge regionale del 1989. Punti, ripeto, non inventati dal nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 14).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 28 contrari e 7 astensioni.
15) Emendamento presentato dalle Consigliere Cotto, Ferrero e Casari: a pagina 6, punto E), terzo capoverso, dopo la parola "donne", inserire le parole "con priorità alle iniziative volte a favorire la tutela sociale della maternità".
L'emendamento è accolto dalla Giunta.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Capisco il senso dell'emendamento, ma non capisco come esso venga inserito nell'ambito delle misure di integrazione.



PRESIDENTE

Viene inserito nella terza frase. Al punto E), "Misure di integrazione sociale", la terza frase dice: "Iniziative rivolte alle diverse opportunità di integrazione e crescita personale e comunitaria, con particolare riferimento ai minori, alle donne, con priorità alle iniziative volte a favorire la tutela sociale della maternità ed alla formazione professionale".



SIMONETTI Laura

Interloquisco con le colleghe, Presidente. E' possibile inserire eventualmente senza che io presenti un emendamento, la frase: "Con priorità alle iniziative volte a favorire la tutela sociale della maternità", e pertanto, in ottemperanza della stessa, incentivare tali interventi con particolare attenzione o con priorità alle iniziative volte a favorire la tutela sociale della maternità o delle donne?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Non so se la collega Cotto, che è la prima firmataria, può accogliere la proposta della collega Simonetti. La mia posizione è favorevole all'emendamento, che però renderei compatibile ai testi degli emendamenti precedenti, perché inizialmente avevamo escluso la questione delle priorità, ma avevamo inserito i programmi d'intervento.
Pertanto, si potrebbe sostituire la parola "priorità" con le parole "in direzione", proprio perché con un emendamento approvato precedentemente avevamo escluso la questione delle priorità. Per questa ragione, quindi per renderlo coerente al testo, accetterei integralmente l'emendamento, a meno che la collega Cotto non sia d'accordo con la proposta della collega Simonetti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Per quanto riguarda la proposta della Consigliera Simonetti, decida la Giunta quale collocazione dare; per me va bene.
Per quanto riguarda, invece, l'intervento della collega Manica lascerei il discorso priorità, proprio perché si tratta di donne e, quindi si cerca di favorire la tutela sociale della maternità. Oggi, inoltre, è il 9 novembre ed essendo stata stabilita la scadenza per il 26 novembre sicuramente gli Enti locali non riusciranno a presentare molti progetti.
Per questo motivo mi spiace togliere le priorità.



PRESIDENTE

Chiedo cortesemente alla Consigliera Simonetti di formalizzare l'emendamento.
16) Emendamento presentato dalla Consigliera Simonetti: alla fine del primo capoverso, dopo la parola "incentivare", aggiungere le parole "con priorità alle iniziative volte a favorire la tutela sociale della condizione femminile e della maternità".
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

In questo modo, però, viene stravolto il testo rispetto alla discussione che si è svolta la volta scorsa, riguardo al problema "cittadini italiani - cittadini non italiani" nell'ambito della tutela della maternità. Sarebbe meno efficace rispetto al testo originario: "alle donne, con priorità alle iniziative volte a favorire la tutela sociale della condizione...". Penso di essere sempre stata chiara, pertanto l'emendamento non è accettabile, a meno che la Giunta ritenga il contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

La posizione della maggioranza è molto chiara; evidentemente, si voleva inserire un ragionamento che tenesse conto di una priorità e di una particolare attenzione - negli interventi volti all'integrazione sociale alle donne e, soprattutto, alle donne che sono in condizione di maternità e non tenere conto dell'aspetto di tutela sociale della donna o della maternità solo nel momento in cui l'integrazione e la crescita personale comunitaria è già evidente ed effettiva.
Tutte le iniziative volte all'integrazione sociale devono porre particolare attenzione alle condizioni delle donne emigrate e alle condizioni della maternità e quindi ad una tutela sociale della maternità a partire innanzitutto da un bisogno di informazione. Le donne immigrate nelle condizioni di maternità hanno necessità, più di altre, di approfondire il punto relativo alla diffusione delle informazioni utili al positivo inserimento degli stranieri nella società italiana. Pensiamo alle condizioni dell'assistenza sanitaria.
Sono fortemente contraria ad un emendamento che ghettizzi le donne e che introduca un elemento di marginalità e di emarginazione rispetto alle donne. Sono, viceversa, favorevole a prestare particolare attenzione nei confronti della maternità nell'ambito di tutti gli interventi. Non si capisce perché la priorità nei confronti della maternità e della tutela sociale della donna debba essere introdotta solo nel momento in cui si guarda con particolare attenzione ai minori, alle donne, alla formazione professionale.
Se si decide di inserire dopo la parola "donne" le parole "in maternità", va bene, ma non serve ad attribuire particolare attenzione alla condizione femminile.
Chiedo, se due colleghi appoggiano la mia richiesta, che l'emendamento venga votato per appello nominale.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria all'emendamento.
Si sono aggiunti alla richiesta di votazione per appello nominale i Consiglieri Moro e Pazé.
Si proceda quindi alla votazione dell'emendamento n. 16) per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 15) presentato dalle Consigliere Cotto, Ferrero e Casari.
La Giunta è favorevole a tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
17) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: alla pagina 7 dell'allegato, tra le "Condizioni di carattere generale" il primo punto è sostituito con il seguente: "Per la realizzazione di iniziative idonee a far fronte a situazioni di emergenza, segnalate dai Prefetti, vengono utilizzate risorse finanziarie disponibili sul capitolo 12000 del bilancio regionale 1999".
La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Innanzitutto, approvo il fatto che venga eliminato il primo capoverso.
Vorrei capire perché si ritiene, all'interno di questa legge, di inserire il paragrafo in cui si parla di situazioni di emergenza segnalate dai Prefetti.
Mi domando, inoltre, perché si ritiene opportuno l'emendamento se le risorse finanziarie, di cui si parla, sono altre risorse rispetto a quelle che vengono indicate nella legge per finanziare i progetti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Si rifà al discorso degli interventi di eccezionalità.
Rispondendo alla Consigliera Pazé, dico che comunque rimangono solo 250 milioni; infatti, in base alle percentuali che abbiamo inserito e poich dobbiamo cofinanziare la legge nazionale per il 20%, se i fondi statali vengono utilizzati interamente, con 850 milioni copriamo il cofinanziamento necessario per spendere tutti i soldi stanziati dalla legge nazionale e rimangono 250 milioni, cioè quelli che potranno essere spesi per gli interventi di pronto intervento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 17).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
18) Emendamento presentato dai Consiglieri Pazé, Angeli e Suino: a pagina 7, dopo "Condizioni di carattere generale", il primo capoverso del paragrafo da "-il 30% delle risorse" a "definite del programma" è eliminato.
Tale emendamento è ritirato.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: 19) a pagina 7, "Condizioni di carattere generale", primo comma, il terzo capoverso è soppresso.
20) a pagina 7, "Condizioni di carattere generale", dopo le parole "L.
4.572.624.000 saranno", aggiungere la parola "totalmente".
Anche questi due emendamenti sono ritirati.
21) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Suino e Orrù: a pagina 7, sostituire la parola "proseguono" con le parole "sono proseguite".
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 21).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
22) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: a pagina 7, "Condizioni di carattere generale", terzo comma, dopo le parole "immigrati in Piemonte", aggiungere il "." e sopprimere il resto del comma.
La Giunta accoglie l'emendamento?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Direi che l'emendamento parla da sé. Nelle condizioni di carattere generale, nel terzo comma vengono individuati i finanziamenti per le attività culturali, di cui all'art. 16 della L.R. n. 64/89. Quindi, leggo "saranno finanziate le attività culturali di cui all'art. 16 della L.R. n.
64/89, se volte all'integrazione degli immigrati in Piemonte" - questo è il testo della Giunta - "escludendo le iniziative che si configurano come vere e proprie attività folcloristiche e quelle finanziabili da altre leggi regionali in settore".
Ritenevamo che le iniziative che si configurano anche come attività folcloristiche potessero rientrare nell'ambito delle proposte progettuali degli interventi proposti nell'ambito culturale, anche come attività culturali finanziabili ai sensi dell'art. 16 della L.R. n. 64/89.
Chiediamo di inserire il punto dopo la parola "Piemonte", quindi di togliere l'esclusione - che, viceversa, viene individuata - delle iniziative che si configurano come vere e proprie attività folcloristiche mentre possiamo lasciare l'esclusione di altre iniziative finanziabili dalle leggi regionali.
Abbiamo proposto questo tipo di emendamento perché pensiamo che le attività culturali debbano ricevere un potenziamento in questa direzione e che anche le attività folcloristiche abbiano degli aspetti che possono rientrare nell'ammissione ai progetti culturali. Se riteniamo - e mi rivolgo ai colleghi - di introdurre solo l'esclusione dei progetti già finanziati con altre leggi regionali, possiamo modificare o presentare un altro emendamento.



PRESIDENTE

La Consigliera ha illustrato l'emendamento; la Giunta conferma la propria valutazione negativa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Leggendo questo capoverso, ho capito che non vengono finanziate quelle manifestazioni che sono finanziate con altre leggi, ma, se non sono finanziate con altre leggi, vengono finanziate.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Salvo le manifestazioni prevalentemente folcloristiche o già finanziate da altre leggi...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

SIMONETTI Laura (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E "finanziabili", non "finanziate".



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E finanziabili, perciò escludiamo quelle prettamente folcloristiche e quelle finanziabili da altre leggi...



MIGLIETTI Franco

Ma chi decide se sono prettamente folcloristiche? Scusi, Presidente non è cosa di poco conto. Se si organizza una manifestazione, perché si vuol dare visibilità ad un costume di vita di una comunità, vale esattamente quella che vuol portare ad un'evidenziazione del costume occitano come quella del costume mussulmano; ritengo, pertanto, che debba essere finanziato.
Chi decide se questa è una manifestazione esclusivamente e prettamente folcloristica e non che sia per l'integrazione del costume, della qualità dove si va tutti insieme a mangiare il cous-cous?



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La considerazione che lei fa per certi versi può anche essere giusta però non si può pensare in una delibera di dare eccessivi margini interpretativi. Deliberazione che prevede delle linee di intervento, perch questa è la dicitura emersa dal dibattito di oggi, e non delle priorità.
Faccio un esempio: la manifestazione culturale, "Identità e differenza", organizzata dal Comune di Torino con risorse anche regionali diventa difficile e riduttivo definirla "folcloristica", perch folcloristico è tutto e non è tutto. Una manifestazione come "Identità e differenza" qualcuno la interpreta come folcloristica, mentre qualcun altro le attribuisce dei contenuti completamente diversi. Proprio per evitare di entrare nel merito, di stabilire se una manifestazione è di un tipo piuttosto che di un altro abbiamo tolto tale termine. No, non è che non si finanzia. Le manifestazioni di tipo folcloristico-culturale sono importanti, ma se hanno una dimensione ed un respiro di un certo tipo. Se ogni Comune inserisce una manifestazione di tipo folcloristico obiettivamente credo che si disperda un po' lo spirito generale della deliberazione.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Il ragionamento che fa il Presidente è condivisibile, perché vi sono altri canali di finanziamento che coprono solo il 10 o il 15 o il 20% di una manifestazione. Se questa manifestazione rientra in un'altra legge di finanziamento deve essere esclusa, ma se invece è pertinente a questo problema, perché sta all'interno di un ragionamento che abbiamo detto prima mi sono permesso di dire che questa è una deliberazione all'interno di una legge di civiltà - allora non capisco perché se un Ente qualunque, un Comune qualunque, vuol dare una sede ad una manifestazione culturale di ampio respiro che permette di recuperare il costume...



(Voci in aula)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Rientra in un'altra legge.



MIGLIETTI Franco

Se rientra in un'altra legge non viene finanziata da questa, ma se non rientra in un'altra legge viene finanziata da questa: risolvete questo problema anche nella dicitura.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Intervengo con il tentativo di conciliare le posizioni, vista l'affermazione del Presidente Ghigo che non è facile definire che cos'è folcloristico. Propongo di eliminare unicamente la frase "le iniziative che si configurano come vere e proprie attività folcloristiche" lasciando l'esclusione per le iniziative finanziabili da altre leggi regionali di settore, mantenendo tutto nell'ambito delle attività culturali.



PRESIDENTE

Chiedo se quanto detto dalla Consigliera Pazé viene accettato dalla Consigliera Simonetti.
La Consigliera Simonetti è d'accordo e l'emendamento viene pertanto riformulato nel modo seguente: 22) al terzo comma, dopo le parole "immigrati in Piemonte", sopprimere le parole "che si configurano come vere e proprie attività folcloristiche e quelle".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 1 astensione.
23) Emendamento presentato dai Consigliere Vindigni e Suino: i sette capoversi finali dell'allegato sono così sostituiti: "I soggetti destinatari dei contributi sono tenuti a presentare idonea documentazione attestante la realizzazione dei progetti e i costi sostenuti, nonché la relazione intermedia sull'attuazione dei progetti finanziati, nei tempi e con le modalità definiti dal provvedimento di assegnazione dei contributi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della deliberazione.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Siamo arrivati alla conclusione del dibattito su questa proposta di deliberazione, alla fine del quale valgono anche due considerazioni.
Intanto, sottolineare il lavoro che alcuni colleghi anche dell'opposizione, e non solo, hanno tentato di fare, che è stato un lavoro di merito, svolto nel tentativo di individuare il più possibile una proposta di deliberazione "di civiltà" - non ci siamo riusciti, ma ci abbiamo provato - una proposta di deliberazione che potesse rispondere concretamente, il più possibile, ai bisogni di quella parte della popolazione che oggi vive gravi condizioni di difficoltà sul territorio piemontese. Parliamo di uomini, donne e minori - l'hanno già ricordato alcuni colleghi - che vivono rinchiusi in quelle che vengono definite "case di accoglienza"...



SIMONETTI Laura

SALERNO Roberto (fuori microfono)



SIMONETTI Laura

Per colpa vostra...



SIMONETTI Laura

Presidente, chiedo che mi consenta di intervenire e di non essere interrotta quasi con costanza dal collega Salerno, che evidentemente è un po' insofferente! Quando si parla di questi temi, poi, lo è ancora di più ma queste esasperazioni non ci stupiscono, perché stiamo parlando di concetti di eguaglianza e democrazia! Parliamo - dicevo - di uomini e donne che spesso vengono "rinchiusi" nelle case di accoglienza, luoghi che, con questo nome, vengono impropriamente individuati ed etichettati.
La collega Bortolin aveva già individuato, nel suo primo intervento questi argomenti, chiedendo, attraverso un'interrogazione, delle spiegazioni. Ha chiesto spiegazioni relativamente ai motivi che portano alla presenza, in una regione come il Piemonte, di luoghi così incredibili.
Anche il nostro Gruppo ha sottoscritto l'interrogazione e, a tale proposito, rinnoviamo l'esigenza di informazione ed approfondimento.
La proposta di deliberazione in esame è stata fortunatamente modificata in alcuni suoi aspetti, anche fondamentali; sono stati aggiornati dei dati (ed era davvero vergognoso che la Regione Piemonte presentasse una proposta di deliberazione sul Programma 1999 degli immigrati extracomunitari con dati del 1997, sapendo che la situazione e la presenza degli extracomunitari nel nostro territorio cambia, non solo di anno in anno, ma anche di giorno in giorno), quindi sono state accettate alcune proposte avanzate dai colleghi dell'opposizione. Una tra tutte, la proposta che ha individuato le linee d'intervento, e non più le priorità, augurandoci che il punto A), cioè l'inserimento degli immigrati nei Paesi d'origine, non sia individuato come una priorità politica.
Il lavoro svolto dai Comunisti Italiani ha tentato di operare un approfondimento ed un'interlocuzione rispetto ad un problema che riveste una grande importanza sul nostro territorio e che necessita di una grande attenzione. Abbiamo tentato di offrire dei ragionamenti rispetto al necessario inserimento - che di fatto non è stato individuato - di alcuni punti, cioè l'espressione ed il potenziamento di alcune attività culturali in particolare una priorità ed un'attenzione rivolta all'universo femminile, che vive condizioni di maggiore bisogno e difficoltà.
Abbiamo cercato di dare il nostro contributo al provvedimento, che per rimane - secondo il nostro pensiero - del tutto insoddisfacente e che non risponde, non solo ai bisogni, ma nemmeno a quei criteri di civiltà ed uguaglianza che - viceversa - auspichiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Il Gruppo di Rifondazione Comunista voterà contro la proposta di deliberazione sul Programma degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari. Il difficile problema dell'immigrazione extracomunitaria è, a nostro avviso, politico e delicatissimo e doveva essere affrontato nell'ottica umanitaria e di integrazione corretta e civile nella società piemontese.
A fronte della presenza sul territorio dei cittadini extracomunitari vi è una forte crescita del numero degli iscritti alle liste di collocamento di tutte le province piemontesi, quindi occorre affrontare la delicata questione del rapporto fra immigrazione e mercato del lavoro, che si inserisce nell'ampio tema della riforma che regola il mercato del lavoro stesso, nonché la problematica derivante dalla presenza femminile extracomunitaria, che è elemento di grossa preoccupazione.
In questo contesto, vi è anche il serio problema delle presenze, a livello scolastico, dei figli degli immigrati, nati in Italia, presenze che impongono una delicata e precisa considerazione.
E' quindi inaccettabile che la proposta di deliberazione presenti il Programma regionale dei fondi riferito ai dati del 1997, pur avendo a disposizione dati più aggiornati.
E' assurda, inoltre, la politica di governo regionale esercitata in questa materia, che contrasta con il problema dell'immigrazione, anche in relazione agli altri Paesi europei.
Infine, considero grave che la proposta di deliberazione tenti di privilegiare le emergenze come il Kossovo con i fondi dell'immigrazione, e non si stanzino più fondi per quel problema che è prevalentemente politico.
Privilegiare ed incentivare il rientro dell'immigrato nel proprio Paese d'origine è, a nostro parere, illusorio, perché l'immigrazione continua ed è in forte crescita; sarebbe più razionale promuovere l'integrazione civile e sociale nel nostro contesto. Per tutte queste considerazioni, il nostro Gruppo voterà contro questa proposta di deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Solo per dire che l'opposizione ha cercato di assimilare questo tipo di immigrazione all'immigrazione degli italiani avvenuta negli anni passati nonché all'immigrazione dei meridionali che si è verificata all'interno del territorio nazionale.
Considero questa affermazione - e voglio che rimanga agli atti un'autentica offesa per quei milioni di italiani che nei primi anni del '900 e negli anni '60 hanno originato, sì, una vera immigrazione ed hanno fornito la manodopera per quello sviluppo del sistema industriale di cui oggi godiamo. Ben altra cosa rispetto all'immigrazione da cui siamo sommersi in questi anni! Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Mi permetto di consigliare al collega Salerno la lettura, magari nel periodo natalizio, del libro magistrale di Braudel "Civiltà e imperi nel Mediterraneo nell'età di Filippo II". Forse capirà qualcosa in più sull'integrazione delle culture mediterranee e parlerà meno a sproposito avendo magari maggiore orgoglio delle proprie origini.
Detto questo, nella discussione generale avevo anticipato un giudizio che poteva anche essere non favorevole da parte del nostro Gruppo, nel caso in cui, attraverso la discussione, non fossero state poste delle precisazioni e dei miglioramenti al testo della deliberazione.
Riteniamo che in questa sede e in questo momento si sia fatto il possibile per rendere chiara e corretta la gestione di queste risorse. Non siamo del tutto soddisfatti perché non sono state espresse, né nella deliberazione né con l'esperienza di gestione degli anni precedenti, delle procedure chiare rispetto alle modalità di presentazione dei criteri di valutazione dei progetti attinenti alla L.R. n. 64/89. Oggi questa esigenza è ancora più pressante perché le risorse assegnate sono ragguardevoli.
Abbiamo detto che non intendiamo firmare una cambiale in bianco alla Giunta; conveniamo che la Giunta trovi il modo, nelle prossime settimane di informare tempestivamente le Commissioni interessate sulla quantità dei progetti che giungono, sui criteri che utilizzerà per la propria valutazione e sugli esiti della selezione.
Abbiamo operato affinché le risorse potessero essere utilizzate ed impegnate entro il 30 novembre, superando qualche riserva che avevamo perché riteniamo che la Regione debba dare, anche in campo nazionale, un segnale preciso del proprio impegno a favore di una politica di integrazione degli immigrati. Questo segnale deve essere propedeutico sia all'acquisizione di nuove ed importanti risorse nazionali, sia all'integrazione significativa del capitolo 12000, già in sede di bilancio del 2000.
Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame progetto di legge n. 347: "Interventi a tutela della maternità delle donne non occupate" (rinvio)


PRESIDENTE

Desidero ricordare all'aula che oggi avevamo ipotizzato non una programmazione rigida, ma di discutere due provvedimenti. Non avevamo neppure assunto impegni per terminare i nostri lavori ad una determinata ora.
Credo ci siano le condizioni, trattandosi di un provvedimento urgente per discutere il progetto di legge n. 347, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Non so, Presidente, se lei ritiene questo un argomento di secondo ordine. Se lo considera tale, mi rammarico, ma, se non è così, come pu chiedere ad un'aula in queste condizioni di discutere seriamente un provvedimento che peraltro è da tempo in attesa? Apre il Consiglio regionale con questo argomento, ma non è consentito a nessuno di trattare le questioni in questi termini! Credo non sia consentito nemmeno ad un Consiglio regionale che è arrivato al punto di pretendere la discussione in condizioni non agibili da parte dell'aula.



PRESIDENTE

Credo ci sia la piena agibilità. Ho già chiesto ai colleghi di restare seduti ai propri posti, ma se non intendono restare in aula possono utilizzare gli spazi attigui all'aula.
L'attenzione che dedico, e ritengo debba dedicare l'aula al provvedimento, è grande, perciò lo esaminiamo adesso. Era anche una di quelle indicazioni emerse dalla Conferenza dei Capigruppo.
Ripeto, non avevamo assunto impegni in merito alla chiusura dei lavori.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Presidente, prima di affrontare la discussione su questo provvedimento che è stato abbandonato non so quante settimane fa...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera, non è stato abbandonato.



SIMONETTI Laura

Chiedo pertanto un'attenzione da parte dell'aula e chiedo al Presidente del Consiglio di richiamare i Consiglieri in aula, non in qualsiasi luogo.



PRESIDENTE

Questo l'ho già fatto e detto più volte. Condivido comunque l'invito rivolto ai Consiglieri di essere presenti in aula. Sono solo le ore 20. Il Parlamento nazionale, quando ci sono dei provvedimenti calendarizzati, non si ferma certamente alle ore 20! La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

I parlamentari nazionali non devono fare 100/200 chilometri per rientrare a casa. Io, personalmente, sono anche disponibile a fermarmi qui tutta la notte, ma chiedo soltanto se non sia il caso di mettere un po' di buonsenso e ragionare sul provvedimento in esame in modo pacato, evitando di assumere un provvedimento in queste condizioni.
Se volete andare avanti in questo modo, fate pure.



PRESIDENTE

Ricordo all'aula che nella Conferenza dei Capigruppo avevamo individuato due argomenti da discutere...



MONTABONE Renato

Nella conferenza dei Capigruppo avevamo anche detto che oggi non si sarebbe convocato il Consiglio.



PRESIDENTE

Credo ci siano le condizioni per continuare i nostri lavori.
Chiedo nuovamente ai Consiglieri che intendono partecipare ai lavori di rientrare in aula.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, ammiro la sua diligenza a mantenere un impegno assunto precedentemente, però credo occorra tenere conto della situazione complessiva e dell'ora in cui iniziamo questa discussione. Un po' tutti minoranza e maggioranza, in qualche maniera abbiamo ritenuto - forse non lo abbiamo chiarito a sufficienza - che il Consiglio sarebbe terminato prima di cena, anche perché qualcuno di noi aveva assunto degli impegni. Se avessimo avuto la certezza che i lavori sarebbero proseguiti probabilmente ci saremmo organizzati in maniera diversa. D'altronde, il Consiglio era stato ripetutamente convocato soprattutto per la questione della variazione del bilancio. Mi pare che il lavoro sia stato concluso. Credo che giovedì in un clima di serenità, sarà possibile approvare anche questo provvedimento.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Se l'aula ritiene, si può presentare una mozione d'ordine.
Se il Consiglio vuole andare avanti il numero legale può essere verificato immediatamente con la mozione d'ordine.
Perché dobbiamo fare muro contro muro, sono questioni che sono state definite ...
(Voci in aula)



PRESIDENTE

La Consigliera Pazé ha chiesto la verifica del numero legale.
Si proceda pertanto all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula 27 Consiglieri anziché 28, la seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.07)



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