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Dettaglio seduta n.41 del 27/02/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



ASSEMBLEA APERTA

del Consiglio regionale del Piemonte Alba, 27 febbraio 1996


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito alle "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Casari, Ferrero, Galli, Leo Racchelli, Simonetti e Spagnuolo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Dibattito in merito ai problemi della Valle Bormida - ACNA - Re-Sol


PRESIDENTE

Benvenuti a tutti da parte del Consiglio regionale del Piemonte riunito qui per la prima volta in seduta straordinaria dopo un precedente consumato nel Comune di Ivrea.
Innanzitutto ringrazio per l'ospitalità il Sindaco di Alba, De Maria il Sindaco della comunità della Valle Bormida, Veglio, e tutti voi che rappresentate comunità, Enti locali, istituzioni, che certamente oggi più che mai siete sensibili al problema dell'ACNA.
Permettetemi, in questo mio breve intervento d'introduzione, di ricordare il rapporto intercorso tra le comunità della Valle Bormida e l'ACNA di Cengio. Rapporto che si è rivelato, fin dalle prime battute, la cronaca di un disastro ecologico annunciato; forse dirò delle cose scontate, ma bisogna anche dare alle cose vecchie il loro senso proprio.
A noi tocca, ancora una volta, il compito di registrare i danni perpetrati per anni nei confronti di una vasta area del Piemonte, a noi compete la responsabilità di continuare a fare quanto è .possibile nel nostro potere, affinché ciò non si verifichi più, Non è questa la sede adatta per ripercorrere le vicende che si susseguono, da oltre un secolo tra la vecchia fabbrica di Cengio, poi divenuta ACNA e i danni ambientali che i cicli di lavorazione e le relative scorie hanno inferto alle acque alla terra, all'aria, alla popolazione di queste terre.
Il senso dell'eccezionale presenza del Consiglio regionale qui ad Alba risiede nella volontà di essere vicini al bisogno di sicurezza, di riparazione della popolazione, in una linea di continuità che vede presente la Regione, coerente con il suo impegno, per il risanamento della Valle Bormida e la bonifica del sito di Cengio.
Nei fascicoli azzurri, che voi avete trovato in questa sala, potrete leggere le decisioni assunte da questo Consiglio regionale fin dal 1986.
Tutte le forze politiche, pur con diverse sfumature, sono state concordi nel sostenere con coerenza, nel corso di questi anni, la necessità di una chiusura dell'ACNA, con la conseguente rilocalizzazione dello stabilimento la ricerca di misure alternative in favore dell'occupazione, l'elaborazione di proposte, di progetti fattivamente concreti, per migliorare sia la situazione ambientale del sito di Cengio, sia quella dell'intera area interessata. I risultati ottenuti non sono ancora del tutto soddisfacenti.
E' pur vero però che, cammin facendo, i cicli di produzione più inquinanti sono stati sospesi o modificati e le misure di prevenzione degli inquinamenti, fortemente voluti dalla Regione Piemonte, hanno ottenuto riscontri positivi. Tuttavia la bonifica del sito e il conseguente risanamento ambientale sono ancora un obiettivo da raggiungere.
I problemi contro i quali oggi ci scontriamo sono quelli connessi alla messa in sicurezza del sito ACNA e al trattamento dei rifiuti semiliquidi racchiusi nei bacini di lagunaggio. In questo contesto assume una centralità assoluta la vexata quaestio del Re-Sol.
La Regione Piemonte, come è noto, ha investito le sue risorse in tutte le direzioni, intraprendendo anche iniziative a livello giurisdizionale. Il risultato positivo lo si può leggere nella sospensione della costruzione dell'impianto e nella richiesta di sottoporlo alla procedura di valutazione di impatto ambientale. Parallelamente al VIA, la Regione ha chiesto, ed ottenuto, che il Parlamento attivasse una Commissione di inchiesta su tutta la vicenda, con la precisa richiesta che non si procedesse all'iter autorizzativo del Re-Sol finché non fossero conclusi i lavori con la Commissione.
Le circostanze, dunque, come a tutti è noto, non sono né tecnicamente semplici né politicamente pacifiche.
Conosciamo la posizione della Regione Liguria, ci è noto quanto essa sostiene sul Re-Sol che rappresenterebbe, a suo dire, la soluzione più praticabile per contenere, in tempi brevi, rischi connessi alla presenza dei lagunaggi. Sappiamo che nel contesto attuale la Regione Liguria ribadisce che l'unica via percorribile per il risanamento integrale dei luoghi interessati consiste nel completare le apparecchiature già installate per attivare il processo Re-Sol; nella considerazione che le tecnologie attuali per il controllo e la riduzione delle emissioni sono rigorose e del tutto affidabili. Né ci sfugge quanto la Regione Liguria denuncia circa gli alti prezzi finora pagati sia in termini di occupazione sia in termini di costi all'economia generale del comprensorio. Per questo il problema che noi oggi dibattiamo è estremamente complesso, per il quale al di là degli incontri, dei confronti in sede governativa, parlamentare e interregionale, sarebbe forse necessario percorrere in sede di Unione Europea l'individuazione di una soluzione con l'avallo di una Commissione sovranazionale per rendere inoffensiva quella massa di residui tossico nocivi il cui elevatissimo potere inquinante incombe sull'intero ecosistema della Valle Bormida.
So che gli esperti non hanno valutazioni univoche in proposito, ma proprio perché la discussione è aperta, e le risultanze sono difformi occorre fin da ora, prima di prendere posizioni definitive, conclusive ricorrere a tutte le risorse che la comunità scientifica nazionale ed internazionale è in grado di offrire oggi.
Vorrei aggiungere, prima di terminare, alcune considerazioni fattami pervenire dall'on. Zacchera, già nostro Consigliere regionale e membro attuale del Parlamento. L'on. Zacchera ieri mi ha inviato una lettera in cui prega, al di là delle premesse, di inserire nel dibattito alcuni punti concreti. Li leggo perché mi pare possano essere oggetto di una valutazione da parte di voi tutti e soprattutto da parte della Giunta.
"Primo: richiesta alla Presidenza della Camera di concedere la possibilità agli esperti, già nominati dalla nostra Commissione, di procedere all'operazione di carotaggio nel sottosuolo dello stabilimento in quanto già deciso prima dello scioglimento della Camera. E' essenziale infatti, procedere a questa operazione approfittando anche di analoghe perforazioni dell'ACNA.
Secondo: chiedere al nuovo Parlamento, che verrà eletto il 21 aprile di costituire immediatamente o nuovamente la Commissione di inchiesta o tutto il lavoro svolto in questi mesi sarà lettera morta. Nella dodicesima legislatura si è impiegato un anno per varare la Commissione: volendo si può ottenerla, se tutti i Gruppi politici si impegnano in questo senso, in poche settimane.
Terzo: il Consiglio regionale chiede al Ministero dell'Ambiente di non procedere a rendere operativo il parere della valutazione di impatto ambientale fino al termine dei lavori della Commissione. Che indagine è se si compromettono i siti prima di un giudizio finale sulla situazione esistente o sulla mappatura, la più completa possibile, dell'emissione Re Sol? Quarto: valuti il Consiglio regionale se non possa comunque promuovere nelle more del rinnovo parlamentare, una sorta di continuità del lavoro dei nostri esperti, per il cui costo esiguo, interrompere il lavoro di consulenza mi sembra controproducente per la sicurezza di tutti.
Ringrazio per l'attenzione".
Ringrazio quanti hanno voluto aderire all'incontro odierno, incontro che si aggiunge agli innumerevoli altri che si sono susseguiti in tutti questi anni, ai circa venti ordini del giorno della quinta legislatura agli atti successivi di quella attuale, che vuole testimoniare, per la sede in cui si svolge, qui ad Alba, per la sua ampiezza, la tensione tuttora viva della comunità di questa terra e la vigilanza pervicace, inesausta con cui le amministrazioni locali sentono il dovere di difendere le esigenze e i diritti della propria terra e della popolazione tutta. Vi ringrazio.
Comunico l'ordine dei lavori. Ci sarà una relazione da parte della Giunta regionale e poi ci saranno interventi dei rappresentanti degli Enti locali, delle Associazioni, delle Organizzazioni invitate e di parlamentari. Per consentire di dare la parola a tutti coloro che la richiederanno, gli interventi dovranno avere una durata massima di cinque minuti. Non vorrò apparire scortese, ma avendo il timer su questo tavolo dovrò necessariamente togliere la parola a coloro che debordassero dal tempo prestabilito.
Iniziamo i nostri lavori con la relazione dell'Assessore all'ambiente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Cercherò di non essere troppo prolisso per non togliere occasione d'intervento a tutti coloro che sono presenti. Abbiamo preparato una relazione di apertura che sintetizza quelle che sono le posizioni che la Regione ha tenuto sia in sede di audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla vicenda ACNA, sia in sede di Commissione Valutazione Impatto Ambientale, che è stata caratterizzata da una deliberazione della Giunta regionale di tipo formale e da una serie di audizioni e di incontri svolti presso la Commissione stessa.
Parlando di ACNA, si parla di uno stabilimento che ha addirittura deviato il corso di un fiume e che ha depositato una montagna di rifiuti.
Di qui la necessità di scandagliare tutti questi accumuli per poter meglio definirne la composizione e, di conseguenza, il percorso corretto di bonifica.
Trattandosi di uno stabilimento la cui storia produttiva annovera sempre l'utilizzo di materiale di chimica organica, è evidente una prima preoccupazione della Regione Piemonte, sul cui territorio ricadono tutti gli effetti ambientali.
E' ineludibile la necessità di addivenire ad un serio e credibile Piano di bonifica, che passi necessariamente attraverso la messa in sicurezza del sito e il suo monitoraggio continuo nel tempo. E' necessaria un'approfondita conoscenza del sottosuolo ai fini di un'ottimale messa in sicurezza e di una corretta valutazione di ulteriori interventi di bonifica, l'analisi tecnico-economica delle varie alternative di bonifica del sito all'interno dello stabilimento, e la scelta della soluzione più idonea dal punto di vista tecnico-economico e della compatibilità ambientale (la bonifica del greto del fiume Bormida e di altri siti, ad esempio Pian Rocchetta, nel tempo utilizzati dell'ACNA come deposito di rifiuti propri).
In tale contesto, che non è certamente tranquillizzante, appare e scompare, per poi riapparire, il problema della diossina. Non siamo noi piemontesi che ci comportiamo in questo modo, ma sono coloro che hanno le responsabilità dirette che potrebbero o che avrebbero potuto nel tempo procedere ad accertamenti precisi; argomento questo sul quale occorrerà definitivamente fare chiarezza.
Per quanto riguarda la caratterizzazione del sottosuolo dell'ACNA in generale, come è noto, l'Istituto Superiore di Sanità ha coordinato a suo tempo (1990/1991) alcune attività di monitoraggio degli inquinanti chimici presenti nel sottosuolo dell'insediamento ACNA e nelle zone limitrofe. Tale monitoraggio aveva alcuni obiettivi: ottenere un quadro per quanto possibile rappresentativo dello stato della qualità e della distribuzione della contaminazione chimica nel sottosuolo dell'insediamento; individuare con sufficiente grado di precisione eventuali depositi olenti di rifiuti industriali che, per contenuto e concentrazione di prodotti chimici possano rappresentare un obiettivo di particolare interesse di un eventuale intervento di bonifica; definire qualitativamente e quantitativamente la contaminazione dei terreni limitrofi a contatto, soprattutto in relazione alla presenza dell'insediamento.
Si legge nelle premesse a dette indagini che lo stabilimento chimico ACNA di Cengio ha utilizzato per circa un secolo questo sito come discarica per i propri rifiuti solidi - lo dico soprattutto per fare un quadro ai Consiglieri regionali di questa legislatura che, dovendo adottare delle deliberazioni al termine del Consiglio regionale aperto, è giusto che siano informati approfonditamente, non certo per gli abitanti della Valle Bormida che conoscono molto bene la situazione. Con il tempo i rifiuti sono stati ricoperti con il terreno, mentre la nuova superficie disponibile è stata impiegata per l'espansione degli impianti Come risultato di questo processo vi è attualmente un'ampia estensione di terreno altamente inquinato a causa di una varietà di prodotti chimici presenti soprattutto in profondità.
D'altra parte, a far data dal 1882, data di insediamento dello stabilimento dell'ACNA, i criteri usati per l'espansione dell'area parlano chiaro: in sostanza, regolarizzazione ed adeguamento alle proprie esigenze produttive del terreno naturale con l'impiego di terre di rifiuto individuazione delle parti più ad ovest ed a nord come aree per la collocazione di rifiuti; interessamento di tutta l'area terrazzata con rialzate per valori superiori anche a 20 metri alla propria attività produttiva sino a rendere necessaria una deviazione del corso del Bormida verso ovest, allargando l'ansa naturale e colmando con rifiuti sino alle quote di utilizzo. La quantità di terreno contaminato non è nota con precisione, ma è stimata in alcuni milioni di tonnellate; la cifra di 30 milioni di metri cubi non è ritenuta inverosimile, perché al riguardo ci sono delle relazioni ufficiali agli atti.
Esposti, fin dal 1987 all'allora Ministro dell'Ambiente, parlano dell'estate 1982 come momento di interramento di circa duemila fusti contenenti sostanze tossico-nocive. Semplici prove e misure magnetometriche avrebbero potuto accertare la fondatezza di tali esposti.
Presupponiamo poi che situazioni riscontrate anche in occasione di sopralluoghi, come quello effettuato nel giugno del 1988 dal gruppo di lavoro del prof. Loprieno, non si siano più ripetute, anche se può sorgere spontaneo il dubbio di successivi interramenti di fusti e rifiuti allo stato sfuso.
All'epoca infatti risultavano accumulati all'interno dell'edificio circa duemiladuecento fusti contenenti in gran parte peci, per un ammontare in peso di almeno 330/350 tonnellate.
Il limite di stoccaggio ammesso era apparso allora carente sul piano delle misure di climatizzazione, ventilazione e antincendio.
Infine, se si tiene conto delle varie discrepanze e carenze di informazioni cui fa riferimento il citato documento Loprieno - documento di lavoro ministeriale che non ha ricevuto la dovuta attenzione - evidenziando non poche perplessità circa la stima aziendale di produzione di rifiuti tossico-nocivi in circa 105 tonnellate annue a fronte di una produzione (1988/1989) di circa 40 mila tonnellate annue e di circa 30 mila tonnellate annue di rifiuti speciali, emerge tutta l'importanza di pretendere che vengano attivati rigorosi e ripetuti controlli in campo, al fine di determinare con la massima precisione l'ammontare reale e la reale composizione dei rifiuti generati dal ciclo produttivo.
Le prime ed uniche indagini relative alla caratterizzazione del sottosuolo, e quindi alle verifiche di cui si è fatto cenno, vennero condotte a partire dal 1992 sulla base di un incarico affidato dal Ministero dell'Ambiente all'Istituto Superiore di Sanità. Esse tuttavia assunsero un certo rilievo per quanto concerne le diossine, mentre in nulla hanno contribuito per la caratterizzazione del sottosuolo. Comunque questa campagna di accertamenti non fu ritenuta soddisfacente dalla Regione Piemonte e, ovviamente, da tutti gli Enti locali.
Se però, a tutt'oggi, non si è riusciti in quella operazione di caratterizzazione del sottosuolo ACNA, viceversa non vi sono mai stati dubbi, e non vi sono ancora oggi, sul fatto che quell'immensa montagna di rifiuti continua a rilasciare verso l'ambiente esterno - in primis nel fiume Bormida e quindi nell'intera Valle Bormida con i fenomeni negativi indotti sulla possibilità di utilizzare le acque del fiume Bormida tonnellate di percolato altamente inquinato.
Non a caso uno dei primi interventi più impegnativi tecnicamente ed economicamente sottoscritti dall'ACNA fu quello di realizzare la cosiddetta cintura e/o barriera per l'isolamento del sito ACNA dal fiume Bormida.
Alla Regione Piemonte, che aveva fortemente voluto la verifica di tale opera mediante il collaudo funzionale delle barriere di contenimento affidato dal Ministero dell'Ambiente, non è stato trasferito alcun risultato formale di questo collaudo probatorio delle necessarie garanzie contro eventuali rilasci nell'ambiente circostante lo stabilimento ACNA di Cengio. Quanto successo ancora nel recente passato dimostra la fondatezza di tali richieste.
I vari rapporti informativi sullo stato di attuazione dei vari impegni sottoscritti dall'ACNA con i protocolli di intesa del 1988 e del 1990 evidenziano esclusivamente percentuali di avanzamento e spese via via sostenute. In un rapporto intermedio del 1992, l'ACNA riferisce in merito alla caratterizzazione del sottosuolo dello stabilimento e dice che il suo impegno è di fornire supporto e collaborazione alla realizzazione del programma di sondaggi che sarà elaborato nell'ambito dello studio di bonifica del sito dal Ministero dell'Ambiente unitamente alle Regioni interessate.
Alla Regione Piemonte, che pure riconosce un'inversione di marcia in campo di contenimento dell'inquinamento atmosferico e nel campo di depurazione degli scarichi, non è però dato conoscere lo stato attuale del sistema sito ACNA per le seguenti problematiche, da sempre sollevate, non solo dalla Regione Piemonte, ma anche dai vari gruppi di lavoro che si sono succeduti nel tempo, gruppo di lavoro Loprieno, gruppo di lavoro Rolle e così via e dalle varie Commissioni tecnico-scientifiche che hanno operato presso il Ministero dell'Ambiente.
Da tutti è sempre stata ritenuta indispensabile un'azione di carotaggio e prospezione razionale che consenta di quantificare composizione ed ammontare del grado di contaminazione. In tutti i rapporti, almeno in quelli a noi noti, si parla di prospezione geologica attraverso i diciassette carotaggi che vengono definiti da Al ad A17, ma nulla è stato riferito e forse perché non sono mai stati realizzati in relazione ai prospettati sondaggi che avevano altre sigle, da P1 a P26, da E1 a E12 oggetto di impegno dell'ACNA nel protocollo aggiuntivo e di ulteriore proposta nella gestione dei due protocolli di intesa. Alcuni punti hanno formato oggetto di indagine, ma superficiale, nel contesto delle attività finalizzate al problema delle diossine, e comunque con ricerca nei campioni prelevati dei soli precursori le diossine. Proprio perché parrebbe non praticabile una soluzione di recupero ambientale che passi attraverso il completo asporto delle masse inquinate a fronte di questi milioni di metri cubi, appare drammaticamente fondamentale, anche per le future generazioni garantire da una parte l'impermeabilità delle marne costituenti il substrato di base, cosa che è ancora tutta da dimostrare, e dall'altra la perfetta funzionalità e completamento delle barriere di isolamento dal fiume Bormida.
Su questo secondo argomento, sulla tenuta delle barriere, le notizie recenti e le varie denunce accumulate dall'ACNA in questi anni, anche dopo la realizzazione delle barriere, preoccupano non poco la Regione Piemonte e la popolazione della Valle Bormida. Il percolato rinvenuto ancora recentemente, nonostante le varie assicurazioni, e le conseguenti denunce con tutte le conseguenze di tipo giudiziario, la determinazione dell'ACNA di intervenire anche in zona denominata Parshall, cioè in prossimità dello scarico in Bormida, impongono ferme determinazioni sulla messa in sicurezza del sito ACNA.
La Regione Piemonte ritiene estremamente interessante la conoscenza e l'esame tecnico dei dati che si sarebbero dovuti rilevare e registrare sulle misure qualitative e quantitative nelle cosiddette terne di piezo metri fatte realizzare a monte e a valle della trincea drenante e a valle delle barriere di contenimento sinora realizzate. A verifica, appunto della presunta tenuta idraulica della già citata cintura di isolamento del sito ACNA dal fiume Bormida.
Da ultimo la dichiarazione della Valle Bormida quale area ad elevato rischio di crisi ambientale, ai sensi e per gli effetti della legge n. 349 art. 7, paradossalmente, anziché produrre un Piano di risanamento e di bonifica rischia di produrre (vedasi ad esempio alcune deliberazioni di Comuni liguri, il Piano territoriale della Regione Liguria e varie notizie rilevate da organi di stampa) il seguente ancor più allarmante risultato: conclusa l'operazione Re-Sol nell'area verranno insediate in pianta stabile nuove attività industriali produttrici o fruitrici di servizi tecnologici di depurazione e trattamento rifiuti e, come più puntualmente stabilito nelle indicazioni dello schema del Piano territoriale della Regione Liguria, un polo di impianti tecnologici speciali per la depurazione dei rifiuti industriali e per i servizi ecologico-ambientali: saremmo a posto.
Paradossalmente, un'area che, con provvedimenti assolutamente straordinari (art. 7, legge n. 349/80) deve essere bonificata e le attività in essa esistenti devono essere rese compatibili in termini ambientali, rischia con una giustificazione certamente non condivisibile, ovvero proprio perch profondamente compromessa - di diventare una maxi discarica e una mega piattaforma per il trattamento dei rifiuti speciali, di cui non solo la Liguria, ma l'intero territorio nazionale, tutto il reparto della chimica industriale, ha assoluto bisogno.
In tale contesto l'esistenza di un termodistruttore, l'esistenza di un sofisticato impianto di depurazione delle acque reflue, la possibilità di conferire con il mezzo più sicuro, cioè la linea ferroviaria, ogni sorta di rifiuto dà corpo ad un progetto di piattaforma che pure si ritiene necessaria, ma in siti ed aree decisamente diverse e non compromesse al livello in cui è compromesso il sito dell'ACNA.
Un simile disegno non può essere condiviso dalla Regione Piemonte per un solo ed inequivocabile motivo: tutte le ricadute ambientali interessano quasi esclusivamente l'aria della Regione Piemonte, le acque che scorrono nel territorio regionale piemontese e il suolo di quella parte della Regione Piemonte già così pesantemente condizionata da oltre cento anni di inquinamento ACNA. D'altra parte - anche alla luce del rapporto sulle attività di monitoraggio dal settembre 1992 ad oggi - è dimostrato che ancora oggi l'ACNA rilascia nell'ambiente fluviale carichi di inquinamento espressi in COD, senza parlare dell'inquinamento specifico dei microinquinanti, ancora più pericoloso, addirittura superiori a quelli che si registrano a valle di aree urbanizzate come l'area metropolitana torinese che conta circa 3 milioni di abitanti equivalenti.
Infine, la Regione Piemonte, che si è opposta e continuerà ad opporsi alla realizzazione del progetto Re-Sol, ritiene improponibile in questo contesto prendere solo in considerazione la realizzazione di un impianto di termodistruzione di rifiuti allo stato liquido, in quanto un'eventuale sua realizzazione di fatto rappresenta insieme al depuratore esistente ed all'accessibilità del sito, come si diceva prima tramite ferrovia, il nocciolo forte di una piattaforma completa per il trattamento di rifiuti anche tossico-nocivi.
La Regione Piemonte, invece, prioritariamente chiede: la redazione e l'adozione di un serio e credibile Piano di bonifica del sito ACNA, tale da garantire, una volta realizzato, quel desiderato ed agognato ripristino delle condizioni ambientali per raggiungere le quali si è riconosciuta la fattispecie contemplata all'art. 7 della legge n. 349, la creazione di una struttura interregionale che, compenetrando le competenze istituzionali delle varie Regioni e le legittime aspettative delle popolazioni piemontesi, possa garantire anche per la Valle Bormida le condizioni ambientali invocate anche dalla risoluzione parlamentare del 30/1/1990, una risoluzione importante che non va dimenticata.
Venga avviato, terzo obiettivo, per la risoluzione del problema contingente dei lagoons, un appalto concorso internazionale che, a nostro avviso, potrebbe produrre soluzioni alternative al Re-Sol, sino ad oggi scartate aprioristicamente, sostanzialmente perché la società ACNA arbitrariamente, ha già firmato un contratto di oltre 100 miliardi di lire di cui ne ha speso almeno il 50%.
In forma coordinata, infine, strettamente correlata alle attività del Piano di bonifica del sito ACNA, si riponga mano al Piano di risanamento e di recupero socio-economico della Valle Bormida. É chiaro che questo non può che essere un intervento introduttivo, che ha teso, soprattutto, a puntualizzare ciò che si è fatto ad oggi ed il pensiero che si è formato all'interno della Regione Piemonte nell'ambito di tutti i suoi organi siano essi esecutivi, siano essi organi come la Giunta o il Consiglio.
Vi sono poi tutte le situazioni in corso; vi è la questione che attiene all'importante ruolo della Commissione parlamentare di inchiesta, così come vi è la decisione del Ministro Baratta, per ora, di non sottoscrivere il decreto VIA e di aver richiesto all'ACNA di proporre un Piano di bonifica da esaminare. Vi è soprattutto, e se ne parlava ancora prima durante il corteo, la necessità di governare questa fase di interregno tra l'una e l'altra legislatura (se ne è parlato con gli onorevoli Zacchera, Rossi e Malvezzi), cioè la necessità di impedire che in questa fase non vengano compiuti atti che possano essere lesivi del completamento di tutte le attività avviate.
Quindi, con questo spirito di apertura e di disponibilità a concordare una linea che poi sarà definita dal Consiglio, ma che terrà conto di tutti gli interventi che si svolgeranno in questa sede, la Giunta regionale ha ritenuto necessario svolgere questa relazione.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Sindaco di Alba, desidero far pervenire all'Assemblea il saluto del senatore Teresio Delfino, il quale non pu essere presente per impegni presso il Consiglio di Presidenza del Senato.
Vi è poi un comunicato delle Confederazioni sindacali del lavoro, CGIL CISL-UIL, indirizzato al sottoscritto che però passo al Presidente della Giunta, nel quale si dice tra l'altro (non voglio entrare nel merito perch il comunicato è troppo lungo): "Riteniamo più utile un metodo di lavoro che guardi al merito degli interventi da effettuare e privilegi la collaborazione del lavoro comune tra le istituzioni delle due Regioni. CGIL CISL-UIL eh Liguria e Piemonte hanno chiesto a questo scopo un incontro congiunto con le Regioni Liguria e Piemonte, di cui sollecitano l'immediata convocazione".
Ha ora la parola il Sindaco di Alba, De Maria.



PRESIDENTE

DE MARIA Enzo, Sindaco di Alba



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Rivolgo innanzitutto un grazie di cuore al Presidente della Regione Piemonte, on. Enzo Ghigo, e al Presidente del Consiglio regionale, on.
Rolando Picchioni, perché oggi sono venuti qui ad Alba in un momento decisivo, importante, cruciale, per la nostra Valle Bormida. Avremmo voluto essere a Cortemilia, proprio dentro la valle, ma non si è potuto essere là per motivi logistici. Io mi sento comunque di essere oggi in Valle Bormida.
Oggi qui abbiamo la presenza di tutte le istituzioni, gli enti, gli operatori economici, i comitati, le associazioni, i rappresentanti di tutte le attività del territorio, perché in questi anni di lotta tutti abbiamo sentito la compattezza, l'unità di intenti per arrivare finalmente a chiudere questo problema.
veramente ora che il calvario della Valle Bormida, da un secolo inquinata, cessi. E per arrivare a questo noi vorremmo avere un confronto un dialogo, un incontro con la Regione Liguria, con i liguri. Non è dividendoci, non è facendoci guerra che risolveremo il problema.
Con la Regione Liguria vogliamo discutere perché la deliberazione che ha citato l'Assessore Cavallera, la deliberazione n. 335 dell'8/2/1995, in cui si legge che "il sito dell'ACNA è un polo di impianti tecnologici speciali per la depurazione di rifiuti industriali", ci preoccupa molto.
significativa la presenza, oggi, di tutti questi Sindaci. Tutti i sindaci hanno a cuore il problema: vede, Presidente Ghigo, tutto il territorio vuole che si arrivi a vedere il fiume pulito, la valle che rivive, il nostro ambiente pulito. L'augurio che faccio è che questo momento, che noi riteniamo cruciale, decisivo, importante, ponga la parola fine affinché si possa vivere bene in un ambiente pulito e con il fiume Bormida e la sua valle finalmente ritornati alle condizioni precedenti all'inquinamento.



PRESIDENTE

Hanno ora la parola i rappresentanti, in sequenza, delle Province di Cuneo, Asti e Alessandria.
La parola all'Assessore all'ambiente della Provincia di Cuneo, Carpani.



CARPANI Marco, Assessore all'ambiente della Provincia di Cuneo

Anch'io mi unisco alle parole del Sindaco di Alba per ringraziare il Consiglio regionale del Piemonte che oggi è qui unito a noi per far sentire la propria voce. Noi c'eravamo dall'inizio, quando eravamo in pochi: nel 1987 il Consiglio provinciale di Cuneo assunse la delibera di chiedere la chiusura dell'ACNA e il risanamento della Valle Bormida. Fu il primo ente sovracomunale a prendere una simile decisione. Da allora alla nostra lotta si sono uniti in molti e noi li ringraziamo tutti.
Oggi questa battaglia è di tutto il Piemonte e questo ci riempie di soddisfazione. La lotta non è ancora vinta, ma da qui, oggi, partiamo tutti più forti. Partiamo da Alba e vogliamo farci sentire a Roma immediatamente ma vogliamo farci sentire anche a Genova: con la Liguria dovremo al più presto arrivare ad un confronto serio su che cosa deve essere la Valle Bormida, chiusa l'ACNA e non realizzato il Re-Sol. Dobbiamo partire da oggi, sapendo che vogliamo dare un futuro a questa valle e alla gente che vi abita.
Questo è un segnale di pace, di volontà di lavorare insieme e non un segnale di rottura o di scontro rispetto ad amici e cittadini che vivono nella stessa vallata.
Vogliamo però con forza ribadire quello che ci interessa in particolare: il risanamento del sito ACNA e la bonifica della Valle Bormida. Questa non può essere una giornata solo di protesta, vuole essere una giornata di proposta. La proposta è che al più presto le istituzioni noi Enti locali, con la Regione a capo e tutti i Comuni, si incontrino per realizzare e studiare insieme un Piano di risanamento per rendere finalmente azzurre le acque del fiume Bormida, che è poi l'obiettivo di tutti noi.



PRESIDENTE

Ha ora la parola il rappresentante della Provincia di Asti, Pensabene.



PENSABENE Giovanni, Assessore all'ambiente della Provincia di Asti

Uno degli elementi che ha spesso accompagnato la vicenda dell'ACNA, che tra l'altro è già ritornato più volte nei pochi interventi che mi hanno preceduto, è questo conflitto tra piemontesi e liguri. Un conflitto che viene presentato come una sorta di campanilismo, che sembra davvero inventato, perché sarebbe tale se in Piemonte del problema occupazione salute non ci si fosse mai occupati: così non è, perché dall'IPCA di Ciriè all'Eternit di Casale e alle varie amiantifere della nostra Regione si è saputo scegliere sempre la salute. Non è mai facile dire alla gente che in certe situazioni deve vincere la salvaguardia della salute, anzi è spesso dolorosissimo, ma pensiamo che gli amministratori capaci di fare queste scelte siano nel giusto.
Siamo poi così sicuri che chi offende la salute difende davvero l'occupazione? Molti oggi allora dovrebbero spiegare come mai l'80% dei posti di lavoro dell'ACNA sono andati persi; che fine ha fatto questo 80 di posti di lavoro? In una recente riunione che è stata tenuta ad Alba tra interlocutori sociali ed istituzionali, la Provincia di Asti ha proposto un convegno che avesse come solo ed unico scopo il rilancio della proposta di legge regionale: "Norme per la chiusura dell'ACNA di Cengio, per la bonifica e la rinascita della Valle Bormida, per lo sviluppo dei livelli occupazionali ambientalmente compatibili". Proposta che ci pare ancora straordinariamente attuale, un'occasione formidabile, ma forse non adeguatamente sospinta e compresa.
Ricordiamo che all'epoca il Consiglio regionale, nell'approvarla, aveva definito con chiarezza l'impraticabilità di altre scelte (ad esempio, la riconversione), poiché, giustamente, non aveva creduto che con i medesimi impianti che trattavano benzene, aniline, fenoli, piridine, ammine aromatiche, cloruri, ecc., si potessero "fare cose radicalmente diverse".
Così anche l'ipotesi dell'impianto recupero solfati, l'inceneritore Re-Sol era stata giudicata giustamente in modo negativo.
Leggendo gli interventi di allora risultava che l'inceneritore proposto avesse il compito di eliminare i soli fanghi dei lagoons, che sono solo una piccolissima parte del problema. Ha senso fare investimenti così poderosi per qualche tonnellata di rifiuti? O questo sarebbe il preludio ad incenerimenti di vaste portate, a tonnellate di sostanze che sospinte dai venti, accentuerebbero i danni alle nostre colture, ai nostri "vitigni nobili"? Questa idea sì che spiega questo investimento, ed è per questo perché non siamo troppo ingenui, che ci opponiamo al Re-Sol! Quando fu approvata questa proposta si era evidenziato il problema della ricollocazione dei lavoratori e degli incentivi fiscali per chi li avesse riassunti, ma soprattutto si era pensato ad una società, formata da Stato e Regioni Liguria e Piemonte, che si occupasse della bonifica del sito, dell'asta fluviale e del risarcimento all'immagine dell'agricoltura e del turismo, utilizzando le maestranze dell'ACNA, non disperdendone né il patrimonio storico né le competenze professionali e chimiche maturate.
Questi sono i giudizi, i paletti fermi, che guideranno l'agire dell'Amministrazione provinciale di Asti e che porremo alla base del convegno di cui ho detto poc'anzi, che vorremmo tenere a ridosso del 1 maggio, festa del lavoro; ci attendiamo un'ampia collaborazione da parte di tutti, istituzioni ed associazioni, le quali da domani potranno mettersi in contatto con la Segreteria dell'Assessorato all'ambiente della Provincia soprattutto per funzionare da pungolo per sospingere adeguatamente quelli che saranno i parlamentari della nostra zona eletti nella prossima tornata elettorale.
Con questi intendimenti aderiamo con convinzione alla manifestazione che si terrà il 16 marzo: speriamo abbia esito positivo ed auspichiamo che sia partecipata e determinata. Grazie.



PRESIDENTE

La parola ad Adriano Icardi, Capogruppo di Rifondazione Comunista al Consiglio provinciale di Alessandria.



ICARDI Adriano, Capogruppo di Rifondazione Comunista alla Provincia di Alessandria

Sono Adriano Icardi, Capogruppo di Rifondazione Comunista al Consiglio provinciale di Alessandria, mi sono occupato anche nel passato di questo tema come Sindaco di Acqui Terme e sono senatore.
Ringrazio il Consiglio regionale del Piemonte, il Presidente della Giunta, il Presidente del Consiglio per questa seduta aperta su un problema fondamentale per tutti gli abitanti della Valle Bormida, ma direi ormai per tutti gli abitanti del Piemonte meridionale.
Deve essere questo, a mio parere, il momento decisivo per l'ultima fase di questa lotta lunga e drammatica per la chiusura dell'ACNA di Cengio e il "no" all'impianto Re-Sol.
Le Province interessate a questo problema (Cuneo, Asti ed Alessandria) hanno assunto provvedimenti simili: deliberazioni, ordini del giorno votati all'unanimità. Anche la Regione Piemonte qualche anno fa aveva presentato un'ottima proposta di legge, pervenuta da alcuni Gruppi parlamentari di vario genere, anche della sinistra: primo firmatario era stato il compianto Lucio Libertini, che ricordiamo sempre, che su questo tema si era battuto moltissimo.
La Commissione parlamentare di indagine ha svolto positivamente il suo lavoro. Si tratta di rinominarla subito dopo le elezioni. Concordo con quanto è stato detto prima dal Presidente e dall'Assessore Cavallera.
Per quanto riguarda gli altri aspetti, è giusto fare anche delle proposte alternative dal punto di vista tecnico, ma questo non è il nostro compito. A noi tocca, dal punto di vista politico ed istituzionale incidere in modo completo sul Governo e sul Parlamento per arrivare alla chiusura definitiva della "fabbrica dei veleni e della morte" (come è stata chiamata in Valle Bormida), ribadire un "no" tondo al Re-Sol e di qui partire per la bonifica del sito e per il risanamento di tutta la valle: 200 mila abitanti e più vivono in quella valle da Cengio, Cortemilia fino ad Alessandria.
La grande manifestazione del 16 marzo, convocata dalle Associazioni ambientali, a cui saremo presenti, darà sicuramente un contributo attivo di massa al nostro scopo e cioè la chiusura definitiva dell'ACNA.
Chiedo espressamente, signor Presidente Picchioni, che il tema della chiusura dell'ACNA e il "no" al Re-Sol siano posti al primo punto dell'ordine del giorno.
Se riusciremo nella nostra battaglia, se il Consiglio regionale del Piemonte nei suoi interventi ribadirà tutto questo con grande decisione e con grande novità anche culturale, forse ci potremo ritrovare qui o ad Acqui Terme o a Cortemilia, centri vitali di questa lotta, fra qualche tempo per recitare il grande verso del Manzoni: "La Bormida il Tanaro sposa, come si conviene ad una moglie ritornata bella e piacevole". Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, per la citazione manzoniana.
La parola all'on. Giorgio Gandini.



GANDINI Giorgio, Parlamentare Lega Nord

Buongiorno a tutti, mi ero preparato un intervento un po' più sostanzioso, però nel rispetto dell'indicazione del Presidente del Consiglio salterò la prima parte, anche perché l'Assessore Cavallera ha già fatto una minicronistoria di quello che è successo in questo secolo, dove effettivamente abbiamo visto di tutto: denunce, perizie, contro-perizie fatte a livello UU.SS.LL., a livelli universitari, seguite da niente.
Questo perché gli interessi militari internazionali di alcune produzioni di questa fabbrica hanno sempre bloccato tutte le iniziative. Ogni tanto qualche amministratore dell'azienda veniva condannato, poi eventualmente assolto in appello e tutto è stato sempre messo a tacere. Quindi le responsabilità dello Stato e della Regione Piemonte, nei quali governavano gli stessi partiti (nella fattispecie Democrazia Cristiana e Partito Socialista), hanno sempre fatto sì che tutto rimanesse nell'oscuro, tutto fosse messo a tacere perché interessi molto più grandi dell'intera Valle Bormida non permettevano che alcunché andasse avanti. Addirittura nel 1988 quando ci fu la proposta di accordo di un protocollo d'intesa fra la Regione Liguria, la Regione Piemonte e lo Stato per un programma di bonifica della valle, non fu sottoscritto dalla Regione Piemonte - e questo la dice lunga - facendo saltare così il decreto di dichiarazione di area a rischio e perdendo i relativi finanziamenti previsti dalla legge n. 305/89.
Pensate che già nel 1988 furono stanziati per la bonifica una trentina di miliardi che avrebbero dovuto essere reiterati negli anni a venire.
Un altro caso, Portoscuso nell'Iglesiente, che aveva una situazione simile a quella della Valle Bormida, ottenne la dichiarazione di area ad alto rischio nel 1992 e a tutt'oggi ha una disponibilità di 240 miliardi di investimenti per il recupero della zona. Cosa che la Valle Bormida non ha più avuto, che ha perso in toto e qui le responsabilità sono precise.
Poi andiamo avanti negli altri casi di responsabilità. L'Enichem ha le sue responsabilità. La questione del muro di contenimento, già accennata prima, costato 140 miliardi e affidato alla Eurotecnica, impresa di un certo signor Cagliari (che poi si è suicidato proprio per questa faccenda nel pieno di Tangentopoli), la dice lunga sul coinvolgimento dello Stato e delle sue aziende. Oltre tutto questo muro di contenimento fa base sullo strato di marna che è sicuramente fratturato e pertanto da quelle fratture i percolati continuano a scendere in profondità nel territorio e quindi non solo inquinano le acque superficiali e la Bormida nella fattispecie, ma inquinano anche acque di falda di profondità, di conseguenza l'inquinamento di questi lagoons arriva in un'area vastissima lungo tutta l'asta della Bormida. L'Enimont deve assumersi le proprie responsabilità ancora oggi. Il signor Barnabeo, oggi Amministratore delegato, è stato responsabile finanziario negli ultimi cinque-sei anni. Lui deve assumersi le proprie responsabilità.
Quali sono le soluzioni? Il Re-Sol è un falso problema, il Re-Sol è obsoleto e non serve a niente. La valutazione di impatto ambientale è già stata scartata dagli americani perché non risolve alcun problema, poich analizza il Re-Sol in quanto tale e non tutta la situazione della valle.
Quindi bisogna ragionare in termini di ecobilancio della vallata intera perché oggi ci sono circa 130.000 tonnellate all'anno prodotte dall'intera valle, di cui circa 70.000 solo dall'ACNA. Le soluzioni sono: l'abbandono del Re-Sol che, come dicevo, non serve a niente un nuovo decreto di area a rischio ambientale per riaccendere ai finanziamenti la messa in sicurezza del sito gare d'appalto internazionali per il ripristino del sito.
Questo produce non solo la non perdita degli attuali posti di lavoro, ma la creazione di altri nuovi posti di lavoro e l'attuazione di tecnologie che poi possono servire ad altre situazioni in Italia e all'estero. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Sindaco di Vesime e Presidente della Comunità montana Langa Astigiana, Giuseppe Bertonasco.



BERTONASCO Giuseppe, Sindaco di Vesime e Presidente della Comunità montana Langa Artigiana

Buongiorno a tutti. Non faccio un intervento tecnico, ma quello di un cittadino della Valle Bormida.
Sono nato a 150 metri dal fiume, ho vissuto i primi anni della giovinezza giocando sulle rive del fiume, negli anni '45/'46/'50, ed era vivibile, relativamente. Nei successivi quarant'anni mi sono posto delle domande: come mai il fiume ha cambiato colore? Nel 1986 alcuni giovanotti del mio paese, Vesime, hanno iniziato a discorrere sul fiume e di lì è nata l'Associazione Valle Bormida.
Desidero rivolgere due pensieri ad una persona che non è più Sindaco ma è ancora vivente, per fortuna: il Sindaco di Cortemilia, ing. De Sino di cui non si è più parlato, ma che è stato molto attivo in questa iniziativa di sollecitazione ai Comuni della Valle Bormida. Il discorso è stato preso con grande intensità da parte del Sindaco Veglio, pubblicamente voglio ricordare che Cortemilia con Veglio ha fatto conoscere e ha unito la Valle Bormida. I Sindaci hanno incominciato ad essere Sindaci che si conoscevano con De Sino e con il Sindaco Veglio. Mi pare giusto riconoscere chi ha lavorato anche per conto delle Province, che sono diventate attive in seguito all'interesse di questi Sindaci, di tutta la Valle Bormida della Provincia di Cuneo, di Asti ed Alessandria. Ringrazio e riconosco un grande merito anche alla Regione Piemonte che ha capito qual è il problema in maniera sempre più crescente: lo dimostra la presenza di tutta la Giunta, o quasi, e di tutto il Consiglio qui ad Alba.
A tutti questi Enti, al Sindaco di Alba, che ha preso in mano la situazione, perché il problema Re-Sol non è più solo fiume, ma è anche aria, e l'aria, si sa, tende a salire e a spostarsi su territori ampi quindi più il territorio si è ampliato più l'interesse è diventato di tutti, rivolgo l'invito ad essere presenti alla manifestazione del 16 marzo, soprattutto ai Sindaci. Il Sindaco può trascinare con sé, non a forza, ma con convinzione, con certezza di fare una cosa giusta, più persone possibili.
Come Presidente di Comunità montana vorrei dire che è inutile dedicare tanto lavoro ai progetti 5 B, che dovrebbero creare un punto di crescita per le nostre Comunità, l'Alta Langa, la Valle Bormida, la Comunità Astigiana, la Bormida di Spigno; è inutile costruire tanto lavoro con prospettive magari migliori rispetto al passato, se incombe il Re-Sol. Il Re-Sol non lo vogliamo per tantissimi motivi, ma soprattutto perch creerebbe un'occlusione totale alla rinascita del nostro territorio, cioè alla Valle Bormida. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Sindaco.
La parola al Sindaco di Bistagno e Presidente della Comunità montana Alta Valle Bormida, Voglino.



VOGLINO Arturo Giovanni, Sindaco di Bistagno e Presidente della Comunità montana Alta Valle Bormida

Intervengo a nome della Comunità montana della Valle Bormida ed alessandrina.
Credo che quella di oggi sia da considerare una data estremamente importante. Il fatto che il Consiglio regionale del Piemonte, per la seconda volta nella sua lunga vita, si riunisca fuori dalla sua sede centrale a Torino è estremamente importante. E' importante che si riunisca sul problema dell'ACNA, sul problema della Valle Bormida. Questo è significativo del fatto che finalmente in Piemonte si è raggiunta veramente la cognizione che il problema dell'ACNA, il problema del risanamento della Valle Bormida è veramente grande e questo è anche un plauso a tutte le forze politiche piemontesi che si trovano unite. Sono convinto che anche la decisione finale di questo Consiglio sarà la risultanza di questa unità questo è un segno particolare.
Credo che oggi dovremo uscire con le idee chiare su come agire per avere di nuovo l'acqua pulita nel fiume Bormida e anche l'aria pulita.
Il "no" al Re-Sol deve essere mantenuto fino in fondo a tutti i costi.
Sono quindi concorde che si debba lavorare veramente per un Piano di bonifica della Valle Bormida, per un Piano di bonifica del sito, non solo costruendo il Piano, ma mettendoci anche quelle "gambe" necessarie, cioè i soldi, per poterlo effettivamente realizzare. Le cifre ricordate dall'Assessore Cavallera sono enormi, grandissime e probabilmente non sempre abbiamo cognizione di questo. Quelle cifre di metri cubi devono corrispondere a parecchi soldi e deve corrispondere un'assunzione di responsabilità da parte di chi in questo secolo ha inquinato: l'Enichem.
Dobbiamo trovare la forza di costringere l'Enichem a rispondere di quanto ha fatto fino adesso.
Mi permetto di riprendere quanto ha citato l'Assessore Cavallera: la questione della diossina. E' un argomento che saltuariamente viene fuori poi interviene qualcuno dicendo che non è vero, poi vengono citati nuovi dati per cui sembra che sia vero. Noi viviamo in Valle Bormida, tutti i giorni, giorno e notte, lavoriamo in Valle Bormida, ma in che realtà viviamo? E' possibile, dopo anni e anni di lotta, che non si conosca ancora in che condizione viviamo? E' possibile che non esistano analisi certe serie della situazione esistente in Valle Bormida? A questo punto chiedo che la Commissione d'inchiesta parlamentare, che purtroppo sospende i lavori per chiusura del Parlamento, possa procedere con i lavori almeno per quanto riguarda i carotaggi e l'analisi di questi carotaggi. Troviamo il sistema affinché almeno queste cose vadano avanti almeno si sappia in quali condizioni siamo in Valle Bormida.
L'altra questione che volevo citare riguarda i rapporti con la Regione Liguria, più con i liguri che con la Regione Liguria.
Non è più possibile "fare la guerra dei poveri", con da una parte i piemontesi inquinati e dall'altra i liguri, che si sentono defraudati di un loro diritto, che è quello del lavoro.
Non abbiamo mai posto un problema di questo genere, abbiamo posto un problema di risanamento della Valle Bormida, e tale risanamento pu benissimo passare attraverso una riqualificazione del lavoro in quella zona. Non chiediamo certamente che in quella zona vadano tutti a spasso; è possibile, al di fuori del sito ACNA, creare le condizioni affinché ci sia uno sviluppo economico.
Per questo chiedo alla Regione di farsi promotrice, di avere degli incontri insieme a noi ed insieme agli Enti locali, perché anche in Liguria si possa fare breccia in tale questione.



PRESIDENTE

La parola al senatore Zanoletti.



ZANOLETTI Tomaso, Parlamentare CDU

Il 24 gennaio ho preparato un documento per il Ministro dell'Ambiente Baratta che iniziava così: "I sottoscritti parlamentari... preoccupati...
considerato che...", e di seguito descriveva tutta la storia dolorosa della nostra situazione e i motivi precisi e concreti della nostra avversione al Re-Sol.
Concludeva dicendo: "Le chiedono: primo, di non firmare alcuna determinazione in merito al parere della Commissione VIA prima che siano terminati i lavori della Commissione d'inchiesta; secondo, di non accettare comunque, per il caso ACNA, soluzioni parziali e controproducenti come il Re-Sol, ma di richiedere un immediato e globale piano di modifica del sito".
Su questo documento ho raccolto le firme di cento parlamentari e ho consegnato il documento, illustrandolo, al Ministro dell'Ambiente.
Il Ministro ha risposto dicendo, in analogia con quanto aveva già detto al Presidente della Giunta, on. Ghigo, che si era convinto della necessità di procedere alla bonifica di tutto il sito.
Credo che questa sia la strada maestra su cui dobbiamo insistere, la strada giusta per ottenere il risultato che vogliamo; non solo un'opposizione tecnica limitata al Re-Sol, che pure ha dei motivi per essere, ma una richiesta globale di bonifica del sito, che è il mezzo per impedire anche il Re-Sol.
Sono convinto, anche dopo l'incontro avuto con il Ministro, che l'opposizione al Re-Sol è una questione politica che trova l'avversione non solo della Valle Bormida, dell'Albese, delle Langhe e del Roero, non solo delle Province di Asti ed Alessandria, ma di tutta la Regione Piemonte.
Questo è l'argomento generale e fondamentale con cui dobbiamo lottare! Da qui il ringraziamento che dobbiamo fare tutti al Consiglio regionale, e in particolare al Presidente Ghigo e all'on. Picchioni, perch essendo qui oggi testimoniano che esiste questa convinzione di tutta la Regione Piemonte.
Situazione ben diversa da quella della legislatura passata, quando c'è stato bisogno di un'opera difficile di convincimento dell'esistenza di questa realtà e della necessità di questa lotta. C'è stata anche la necessità di superare dei contrasti netti a queste nostre esigenze e a questa nostra volontà.
Questo non va dimenticato; io non lo dimentico, sia per le fatiche che ho dovuto fare, sia perché occorre riconoscere il merito della nuova posizione di tutto il Consiglio regionale.
Faccio anch'io un appello all'unità delle forze politiche, di tutti gli Enti ai vari livelli, per questa lotta: l'unità è il presupposto fondamentale per la vittoria.
Ribadisco ancora che, per quanto mi riguarda, sono disponibile a lottare fino alla fine, ricordando la frase con cui chiusi l'intervento come Sindaco di Alba, di allora, sulla Piazza del Duomo di Alba. In quella manifestazione, che vide l'ascesa in campo di tutto l'Albese nella lotta contro l'ACNA e che fece fare un salto di qualità, perché portava tutta l'energia e la forza dell'Albese a fianco della Valle Bormida dissi: "Uniti e decisi fino alla fine!".



PRESIDENTE

Ho ricevuto una lettera da parte della Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla vicenda ACNA, on. Carla Mazzucca, la quale dice: "Egregio Presidente, spiacente di non poter partecipare all'assemblea di Alba, invio a lei e a tutti i partecipanti auguri di buon lavoro".
Comunico altresì che, al di là della copertura televisiva dei notiziari televisivi del TGR3, le telecamere della RAI stanno facendo una ripresa dell'intera assemblea che verrà trasmessa giovedì alle ore 8,30 - ci scusiamo per questa fascia oraria - per la durata complessiva di un'ora.
La parola al Presidente del Consiglio comunale di Alessandria Carmello.



PRESIDENTE

CARMELLO, Presidente del Consiglio comunale di Alessandria



PRESIDENTE

Ringrazio il Consiglio regionale e il Consiglio comunale di Alba. Porto i saluti del Consiglio comunale di Alessandria e della signora Sindaco.
La città di Alessandria sta appena uscendo da una tragedia naturale, e non vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti il pericolo di un'altra tragedia ecologica.
Abbiamo quindi grande responsabilità. Alessandria intende porsi in prima linea per impedire la costruzione del Re-Sol. Il Consiglio comunale di Alessandria, fin dal 26 gennaio, ha approvato all'unanimità una mozione mirata e precisa contro il Re-Sol; copia della deliberazione, votata all'unanimità, è stata inviata anche al Sindaco di Alba e al Presidente del Comitato.
Tutti sappiamo che i rifiuti vengono scaricati nella Valle Bormida e com'è ormai noto, causano danni di estrema gravità. Alessandria è una delle città più esposte, e quindi Alessandria ripete che il Re-Sol non deve essere costruito, non deve essere assolutamente costruito, e pertanto l'invito che la cittadinanza fa è quello di fare meno conferenze, meno convegni ma più fatti concreti. Certamente non è una cosa facile, ma dobbiamo combattere.
Questa è una guerra, una guerra democratica locale, ma il Re-Sol non si deve fare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicesindaco di Bra, Campi.



CAMPI Bruno, Vicesindaco di Bra

Scuso il mio Sindaco che improvvisamente ha preso l'influenza e questa mattina mi telefona di venire a rappresentarlo.
Bra, pur essendo un po' al di fuori del disastro di inquinamento fatto dall'ACNA, partecipa perché sente il problema con tutte le forze e si adopera per combattere questa lotta che tutti gli altri che mi hanno preceduto hanno illustrato. Porto il saluto del mio Sindaco e auguro buon lavoro a questa assemblea. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Sindaco di Acqui Terme, Bosio.



BOSIO Bernardino, Sindaco di Acqui Terme

Sono Bernardino Bosio, Sindaco della città di Acqui Terme. Un saluto a tutti, un ringraziamento al Consiglio regionale del Piemonte.
La mia affermazione va un po' contro agli interventi fatti fino adesso.
A me non piace questa situazione di mielina che si sta verificando. Il perché lo dirò leggendo alcuni fatti salienti. Da Adi Mattia al dottor Parillo: "Caro Giovanni, esiste l'imminente pericolo che possa essere accertata la nostra produzione di ftalocianine alla presenza di diossina" questo è un passo di documenti interni all'ACNA. Altro passo: "L'analisi del suolo appare tanto scarsa da far pensare che l'inquinamento sia praticamente dappertutto, mentre all'inizio sembrava sicuro quale e dove fosse l'inquinamento al sottosuolo". Altro passo: "In certe aree vi sono fusti interrati però non è chiaro quanti ve ne sono e dove sono" e questa è sicuramente una consolazione.
Arrivo poi ad un intervento del Ministro Baratta, all'interno delle audizioni pubbliche sull'ACNA, il quale dice: "Per me, osservatore esterno di quanto accaduto in Valle Bormida, un'area che è diventata una fogna per le più sconsiderate pratiche di inquinamento ambientale, che dalle carte che ho avuto a disposizione risulta essere uno dei luoghi più infernali di sviluppo industriale in Europa". Questo signore prosegue in un altro passo e dice: "L'accettabilità o meno, anche soltanto di un tubo che produce fumo, è questione essenzialmente politica. A me corre l'obbligo, come Ministro dell'Ambiente, siccome tutte queste procedure sono state fatte per rassicurare la gente, non per allarmarla, di chiedere che la discussione resti aperta nello spirito di tranquillizzare le popolazioni". In un altro passo questo Ministro dice che essenzialmente il problema della Valle Bormida è un problema sociologico, ovvero definisce i cittadini miei ed il sottoscritto un problema sociale. E ha proposto uno studio, mi sembra ad un'Università del Milanese, per verificare quali sono le reali situazioni della popolazione della Valle Bormida.
Penso che quanto ho letto serva e possa essere più che sufficiente per mettere sotto inchiesta un Ministro che fa delle affermazioni del genere ovvero che dice che l'Acquese è una fognatura.
Voglio ricordare a De Maria, non me ne voglia anche se sono ospite della città di Alba, che se voleva veramente venire in Valle Bormida il Consiglio regionale poteva tranquillamente svolgersi ad Acqui Terme; questo lo dico a tutti, perché Acqui Terme è comunque nella Valle Bormida e ha subito quei cento anni. Sono contento che qui sia stato detto che è la "nostra" Valle Bormida, perché io ci vivo.
Ripeto, per chi non lo sapesse, nell'ambito di quelle malattie tipiche della Valle Bormida io ho avuto problemi all'interno della mia famiglia per cui sono certo di conoscere e capire qual è il problema.
Definito tutto questo ragionamento penso e presumo che se vogliamo oggettivamente fare qualche cosa di preciso e concreto si possa anche fare.
Però questa campagna, che definirei di mielina di campagna elettorale forse deve essere smessa e cominciamo a lavorare per la soluzione del problema.



PRESIDENTE

La parola all'on. De Bonetti, membro della Commissione d'inchiesta sull'ACNA.



PRESIDENTE

DE BENETTI Lino, Parlamentare Verdi



PRESIDENTE

Buongiorno, sono Lino De Benetti, Parlamentare dei Verdi e membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla vicenda ACNA di Cengio.
Signori Consiglieri, signor Presidente del Consiglio regionale, è un evento importante questo. Signori Sindaci e autorità cittadine, è un avvenimento spero importante per qualche novità positiva dopo una tragedia che dura, purtroppo, come voi ben sapete, da oltre cento anni.
Ha fatto bene il Sindaco di Acqui, poc'anzi, a ricordare le parole del Ministro Baratta secondo il quale, in Commissione, nel contesto di un'audizione, ha appunto detto che l'ACNA è uno dei luoghi più infernali d'Europa per quanto riguarda l'inquinamento industriale. Finalmente un Ministro dell'Ambiente dice questo, ma è ben poco perché la tragedia è dimenticata e pagata da alcune generazioni. Questa vicenda non deve essere inserita nel chiuso delle stanze, anche istituzionali, ma deve essere portata come vicenda nazionale di un superamento di un conflitto tra risorse ambientali, salute, occupazione, cittadini e sviluppo che non pu avere i contorni di oggi.
Per quanto mi riguarda voglio dire, brevissimamente e schematicamente alcune cose.
Primo: la Commissione parlamentare d'inchiesta non soltanto deve continuare i propri lavori alla ripresa dei lavori del Parlamento, con il nuovo Governo, ma deve in pratica ricominciare il proprio lavoro, perch dopo il parere emesso dalla Commissione VIA ci sono delle valutazioni che devono essere riprese. Questo lo avevo già dichiarato e scritto alla Presidente Mazzucca tre mesi fa, sapendo che la Commissione VIA avrebbe ultimato i lavori in dicembre e sostanzialmente aveva reso abbastanza difficile il proseguimento del lavoro della Commissione parlamentare d'inchiesta; ma nel frattempo, per quanto mi riguarda e credo per quanto riguarda chi ha a cuore questa vicenda, si deve fare ogni sforzo, ogni pressione, si deve adoperare ogni impegno ed ogni lotta perché non sia compiuto un passo in avanti rispetto alla questione del Re-Sol. L'impianto deve essere bocciato nella sua sistemazione modulare, questo deve essere un punto fermo che a mio avviso deve emergere anche qui. Non ci sono trucchi da permettere in questi 60 o 90 giorni prima dell'insediamento di un nuovo Governo, altrimenti si gioca con dei problemi assolutamente a rischio. Si deve trovare, quindi, una soluzione concertata.
Per quanto riguarda la questione, sempre per la Commissione parlamentare d'inchiesta, è davvero incredibile che ai tecnici sia di chimica che di impiantistica siano state bloccate le questioni del carotaggio. Occorre lavorare su questo e quindi anche questo è uno dei punti essenziali per il proseguimento del lavoro.
Per quanto riguarda, invece, il parere espresso dalla Regione Liguria: il giorno dopo che fu emesso ho indicato pubblicamente e in ogni forma la mia assoluta contrarietà, la contrarietà anzi dei Verdi italiani, sia sul merito sia sull'opportunità. Mi spiace anche dirlo, anche perché ci si trova molte volte in una simile collocazione anche di ordine politico, ma è la verità, noi siamo assolutamente contrari sul merito, sul metodo, e ovviamente sui contenuti. Non è il momento, oltretutto.
Per quanto riguarda il parere di VIA del 19 gennaio, la Commissione parla di garanzie, però dà un parere favorevole al Re-Sol. Il mio punto di vista è questo. Prima delle garanzie, che sottendono sostanzialmente ad un semaforo verde rispetto al Re-Sol, occorre che ci siano tre precondizioni.
La prima: occorre che vi sia innanzitutto un Piano di risanamento complessivo di tutta la valle (che naturalmente comprenda la questione del sottosuolo e tutte le altre che sono state ampiamente menzionate e che la Regione conosce).
La seconda: i costi di risanamento non debbono fare in modo che oltre al danno si abbia anche la beffa! L'ENI, la cui privatizzazione è in fase di assestamento, deve consentire che il denaro pubblico (perché finora è a prevalenza pubblico!) sia dato eventualmente per un investimento complessivo del risanamento della valle e non ad usum esclusivo prioritario ed esaustivo dell'impianto Re-Sol, che significa, in sostanza continuazione della produzione, senza garanzie e senza una precostituzione del risanamento complessivo della valle! La terza: occorre la verifica non soltanto dei progetti alternativi al recupero solfati, cioè al Re-Sol, ma anche una verifica delle alternative rispetto alla riallocazione del sito per quanto riguarda la produzione e anche una verifica reale del rapporto costi-benefìci di una produzione di questo tipo, nell'ambito di una valutazione economica nazionale e con tutti i connessi europei.
Senza queste tre precondizioni il "no" al Re-Sol è totale e pieno.
Voglio ricordare infine quanto ha dichiarato, nel corso dell'audizione del 7 novembre u.s., l'attuale liquidatore dell'ACNA: "Secondo me" - dice "gli oppositori hanno già avuto una vittoria, a mio sommesso avviso non credo che convenga loro stravincere".
Questo continuo ricatto, questo "aut aut": o Re-Sol o nulla, è inaccettabile! Occorre andare davvero verso il superamento degli scontri tra ambiente e occupazione e sviluppo, che nel caso dell'ACNA di Cengio hanno una dimensione europea, altrimenti è inutile lavarci la nostra coscienza politica ed economica parlando, per esempio, del Piano di sviluppo europeo Délors che invece contiene questi indirizzi nuovi che possono dare vita e rinascita alla Valle Bormida!



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Ha ora la parola il Presidente dell'Associazione Artigiani della Provincia di Cuneo, zona di Alba, Viglino.



VIGLINO Giuseppe, Presidente Associazione Artigiani Provincia di Cuneo zona di Alba

Svolgerò un brevissimo intervento a nome di tutti gli artigiani della zona albese.
Credo che vi sia ben poco da aggiungere a quanto in tutti questi anni è stato detto e scritto sulla vicenda dell'ACNA e del Re-Sol.
Non voglio entrare in problemi tecnici che altri, meglio di me, hanno già approfondito e possono approfondire. Io intendo portare unicamente la forte opposizione della categoria che rappresento, quella degli artigiani ad ogni soluzione della vicenda ACNA che non vada nel senso delle indicazioni che in tutti questi anni sono venute dalla gente dell'Albese del Cebano e del Monregalese.
Sono 3.300 le aziende artigiane che operano nella zona predetta, che gravitano sul bacino idrogeologico del Tanaro e del Bormida, e rappresentano una forza occupazionale che supera le 7.000 unità lavorative.
Una forza economica quindi di primo piano che vuole continuare ad operare in quest'area. Abbiamo aziende di grande tradizione a servizio della popolazione ed aziende ad elevata tecnologia con produzioni che vengono esportate in tutto il mondo.
Non intendiamo certamente rinunciare al nostro suolo né intendiamo trasferirci altrove per poter lavorare; al pari degli altri cittadini ed artigiani abbiamo diritto ad una qualità della vita degna di tale nome.
L'inquinamento che abbiamo sopportato per anni ha portato disastro ambientale, distruzione del suolo, distruzione delle falde acquifere e morte! Non vogliamo cambiare tipo di inquinamento, ma vogliamo eliminarlo! Non intendiamo passare da quello idrico a quello atmosferico: per questo diciamo al Re-Sol un "no" deciso senza tentennamenti e senza ripensamenti per il futuro.



PRESIDENTE

Ha ora la parola il rappresentante della Coldiretti, Gianluigi Biestro.



BIESTRO Gianluigi, Rappresentante Coldiretti

Il mondo agricolo ha voluto qui presentarsi in modo unito e compatto per cui parlo a nome della Federazione Coltivatori Diretti, della Confagricoltura, della Confederazione Italiana Agricoltori, della Piemonte Asprovit e della Viticoltori Piemonte. Pertanto il mio intervento raggruppa quelli di queste cinque organizzazioni.
Voglio fare una breve cronistoria della partecipazione del mondo agricolo a questa vicenda.
Quando nel 1882 a Cengio venne fondato lo stabilimento di esplosivi "Dinamitificio Barbieri", nessuno avrebbe potuto immaginare i drammi e le polemiche che si sarebbero svolti nel tempo. Nel 1906 l'azienda fu rilevata dalla SIPE, passando da 286 dipendenti a 5.000 addetti, spopolando tutte le campagne da Cengio a Cortemilia.
Già nel 1909 ci furono le prime avvisaglie dei problemi: il Pretore di Mondovì dichiarò inquinati i pozzi di acque potabili nei Comuni di Saliceto, Camerana e altri. Si rilevò in quel periodo un aumento dei decessi per malattie strane all'apparato respiratorio.
Nel 1931 lo stabilimento venne acquistato dalla Montecatini e prese il nome di ACNA, occupando 900 unità circa. Per l'agricoltura inizia il grande esodo dalle campagne della Valle Bormida. A seguito del tremendo impatto ambientale delle lavorazioni, migliaia di ettari di terrazzamenti coltivati a vigneto dovettero essere abbandonati per il gusto acre di fenolo che assumeva il vino; non si potè utilizzare l'acqua per irrigare i campi, gli orti e le colture frutticole, facendo deperire l'economia di una vastissima area agricola.
Nel 1987 la Valle Bormida viene riconosciuta "area ad elevato rischio di crisi ambientale".
La prima manifestazione contro l'ACNA risale agli anni '60 e fu organizzata dalle Associazioni agricole a Gorzegno, occupando la strada statale con carri e mezzi agricoli. Il Pretore di Mondovì condannò i manifestanti e assolse l'ACNA. Questa è storia! Allora, purtroppo, non c'era la sensibilità ambientale di oggi; il mondo agricolo era isolato in questa battaglia.
Dal 1987 le manifestazioni sono state numerose (Roma, Cengio, Alba Cortemilia, Alessandria), vedendo impegnate le forze agricole a difesa di un'estesa area agricola che non solo interessa la Valle Bormida, ma tutta l'area albese, minacciata dalla costruzione dell'impianto Re-Sol per il risanamento del sito ACNA, ma con funzioni sicuramente diverse visto l'enorme costo dell'impianto.
Vengo ai problemi odierni. Se l'ACNA ci preoccupa per l'inquinamento che provocava e che provoca era comunque un inquinamento che poteva definirsi localizzato. L'aggressione atmosferica che può provocare il Re Sol non può certamente considerarsi circoscritta e sarebbe comunque non controllabile.
Chiediamo un pronunciamento definitivo da parte del Governo. Vogliamo che venga eliminata ogni ambiguità e capire con esattezza da chi vuole questo inceneritore che tipo di impatto ambientale ci potrebbe essere.
In mancanza di dati precisi che ci tranquillizzino, ci hanno insegnato che la storia si ripete, purtroppo. Come possiamo fidarci se da oltre un secolo abbiamo avuto costanti danni ambientali da parte dell'ACNA nonostante ci siano state ampie promesse contrarie? E' un secolo che queste cose si ripetono, purtroppo. Ora che minacciano di propinarci un impianto di incenerimento per lo smaltimento di rifiuti tossico-nocivi, quali rischi corriamo? Preferiamo non correrne.
Esigiamo con forza che venga messa in atto la chiusura definitiva dell'ACNA e la definitiva sospensione dell'impianto di incenerimento Re Sol. Comprendiamo la posizione del personale attualmente alle dipendenze dell'ex ACNA e ne chiediamo una giusta ricollocazione occupazionale.
Esigiamo la bonifica integrale del sito e il risanamento dell'intera Valle Bormida.
Vogliamo ancora esprimere che se a livello regionale abbiamo ottenuto comprensione, questa la pretendiamo anche a livello nazionale. Sinora abbiamo tenuto comportamenti civili e della massima correttezza. Se quanto richiesto non dovesse venire accolto, ci riserviamo di mettere in atto ogni iniziativa necessaria a perseguire quanto richiesto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'On. Angelo Muzio, membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'ACNA.



MUZIO Angelo, Parlamentare Rifondazione Comunista

Grazie a tutti voi. Riunioni di questo tipo - che sono importanti, anzi dovremmo farne di più - devono comunque arrivare a fare il punto della situazione, anche a fronte di elementi di novità, come quello del parere del VIA, così come si è posto. Credo quindi che questa riunione vada collocata non tanto come la passerella dei politici che vengono qui ad assumere gli impegni, ma per tentare di capire come usciamo da questa situazione e come il Consiglio regionale del Piemonte può dare una risposta ai temi che sono dinnanzi a noi, tentando non solo di assumere le decisioni assurde della Regione Liguria rispetto all'impatto che questo pone, ma vedendo un po' più in là, non solo il Re-Sol e non solo l'ACNA e così via.
Come sarà il sud del Piemonte nei prossimi anni? Questo è il punto.
Quando ci parlano di poli industriali, tecnologici per il recupero dei rifiuti, ecc., dobbiamo capire che il sud del Piemonte, con questa implicazione dell'ACNA, tenta e rischia di diventare la discarica del Piemonte. Questo è il primo punto.
Quali sono le attività produttive? Quali sono le prospettive industriali ed economiche di queste Langhe e lande? Questa è la prospettiva del Piemonte e non solo la questione "Re-Sol sì" - "Re-Sol no"; se non vediamo all'interno di questo contesto, all'interno di questo quadro di riferimento anche le sorti del sud del Piemonte, il rischio è che vi collocheremo, visto che conviene, tutti i rifiuti del nord Europa che arrivano su Genova o su Savona, tutti i rifiuti delle produzioni industriali. Consideriamo questo contesto, tentiamo di dare una risposta e credo che la negatività del Re-Sol e dell'ACNA la dobbiamo anche leggere dentro a questa parabola, a questo spazio temporale che sta davanti a noi e a queste scelte di carattere economico.
Seconda questione: Commissione d'inchiesta sì o no. Credo che questa Commissione d'inchiesta non riuscirà a risolvere i problemi che si è posta.
Certamente la tredicesima legislatura deve vedere come primo atto dei parlamentari piemontesi una proposta di legge unitaria che consenta di andare avanti su questo aspetto per affrontare i temi che si era proposta forse allargandone qualcuno; inoltre, porre in contemporanea all'ordine del giorno dell'VIII Commissione Ambiente e Territorio anche le questioni del recupero ambientale che vengono citate dal VIA, che peraltro sono presenti anche nel decreto sulle aree a rischio industriale n. 5/96, dove sono citati i 20 miliardi a disposizione della Regione Piemonte da spendere non solo a Casale e a Trecate, ma anche nella Valle Bormida. E' inutile continuare a parlare di bonifica della Valle Bormida se poi i 20 miliardi non bastano e non abbiamo neanche un intervento strutturale che ci consenta di pensare ad una reale bonifica.
Terza questione: la contestualità. C'è un problema di contestualità nella deliberazione del VIA. Questo non è fortemente presente, non è certo e allora credo che, se si lavora per un documento della Regione Piemonte il problema della contestualità deve essere il prius al quale si guarda per tentare di dare una risposta.
Quarta questione. Perché discutiamo solo di Re-Sol in una fase dove in Italia si privatizza tutto - lo diceva De Benetti prima - e anche l'ENI? Poniamoci il problema dello scandalo, non per fare lo scandalo, ma per ragionare in termini politici: un privato ha venduto allo Stato l'ACNA.
Possibile che lo Stato non sapesse che cosa c'era lì dentro? Perché la liquidazione ACNA? Viene messa un'azienda in liquidazione perché non va bene, perché non guadagna, e si nomina un liquidatore che gestisca la liquidazione. Perché l'azionista di maggioranza, che è il pubblico, cioè lo Stato, i cittadini, foraggia in continuazione le attività in liquidazione per mantenerle in vita, a fronte dell'attesa del Re-Sol e di altre iniziative industriali? Se allora è stato fatto un incauto acquisto da parte dello Stato e in tempo di Tangentopoli non si vanno a vedere queste cose, è chiaro che noi dobbiamo lavorare perché il danno che si è fatto con l'incauto acquisto possa vedere delle risorse pubbliche.
E' inutile che ce la raccontiamo: chi la deve fare la bonifica dell'ACNA e di quei territori? La deve fare chi ha acquisito incautamente quel territorio, quella fabbrica, quelle produzioni e di lì avere le risorse reali per non fare subire sempre alle popolazioni e ai lavoratori il solito ricatto: l'uomo al di sotto delle condizioni di lavoro, delle condizioni ambientali, delle condizioni del mercato.



PRESIDENTE

Grazie, On. Muzio.
La parola a Gian Giacomo Toppino, rappresentante dell'Associazione Commercianti Albesi.



TOPPINO Gian Giacomo, Rappresentante Associazione Commercianti Albesi

Sono Gian Giacomo Toppino, rappresento l'Associazione Commercianti Albesi ed anche l'Unione Regionale del Commercio di Torino.
Queste riunioni hanno valenze diverse, quella di porre dei problemi tecnici, giuridici, scientifici, ma anche di carattere morale e generale che hanno bisogno di essere continuamente inseriti nel nostro animo.
Il Bormida, ferita ancora aperta nel cuore della Langa, anche se ha perso il colore rosso cupo che nel passato dava il senso del dramma che si stava compiendo sotto gli occhi di tutti, soffre ancora a distanza di tempo di mille problemi che noi uomini di diverse generazioni non abbiamo saputo risolvere.
Siamo grati al Consiglio regionale di questa trasferta che dà il senso di partecipazione e di condivisione di cui abbiamo oltremodo bisogno.
In questi anni intenso è stato il tentativo di dare una soluzione al tutto: all'ambiente, alla salute, allo sviluppo agricolo, industriale e turistico. Si è andata a sperimentare ogni forma di azione, violenta e non violenta, giuridica e politica, tecnica e scientifica con la partecipazione di tutte le classi sociali, di tutti i ceti, di tutti i partiti e di tutti i gruppi. A poco o nulla si è arrivati, si è sempre daccapo. Oltre al depauperamento dell'ambiente abbiamo assistito all'impoverimento delle attività.
Appena possibile la gente fugge, cerca altre collocazioni di lavoro e la condizione umana diventa sempre più difficile.
Parlo a nome delle attività commerciali e turistiche. Tutti voi conoscete le bellezze delle Langhe: noi cerchiamo di valorizzare questo paesaggio collinare tra il Piemonte e la Liguria, così capace di emozioni e fortemente disponibile ad un turismo che va incontro ai desideri dell'uomo moderno che, stanco del fremere delle grandi città, cerca un ristoro ed un conforto per il fisico e lo spirito. Questo conforto non è possibile nella Valle Bormida, che porta le evidenti tracce del veleno e del degrado. La Valle Bormida si trascina un passato di tristezze e di delusioni che è difficile sgombrare per ridare ai suoi abitanti la chiarezza di una speranza. Speranza di vivere lontano dai veleni e dai pericoli mortali, di fare dei progetti per il futuro, di continuare a vivere sulla propria terra e intravedere certezze per il lavoro dei figli.
Grazie per essere qui, signori del Consiglio regionale; vi diremo un grazie ancora più grande se riuscirete a trovare con noi e per noi ciò che con leggi o atteggiamenti appropriati ci occorre per togliere dal territorio della Langa questa ferita che aspetta di essere suturata guarita, assorbita e riportata nel corpo sano del Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al signor Bruna, rappresentante dell'Associazione Valle Bormida e Valbormida Pulita.



BRUNA Bruno, Rappresentante Associazione Valle Bormida e Valbormida Pulita

Ringrazio anch'io il Presidente e tutti i Consiglieri di essere qui.
Credo che sia un avvenimento importante il Consiglio regionale in Valle Bormida, credo che questa riunione debba concludersi sostanziando concretamente richieste magari anche innovative rispetto al passato.
Chiedo anche scusa se parlerò solo della manifestazione del 16 marzo ma molte cose sono già state dette e altre saranno dette da chi mi seguirà.
Volevo invitare ufficialmente la Regione Piemonte ad essere presente alla manifestazione del 16 marzo prossimo; già nel 1988, il 20 marzo, c'era in testa al corteo il gonfalone della Regione Piemonte con il compianto Presidente Viglione. Chiedo quindi che la Regione Piemonte aderisca ufficialmente alla manifestazione del 16 marzo, partecipando insieme ai cittadini e agli amministratori, non solo della Valle Bormida, ma di questo territorio così vasto.
Vorrei dare brevemente alcune indicazioni per la manifestazione: per il 16 marzo abbiamo avuto la garanzia di una diretta televisiva nazionale di mezz'ora, quindi dalle 14,50 alle 15,15 avremo la possibilità di andare in tutta Italia con questa manifestazione. Invito dunque tutti gli amministratori non solo ad essere presenti, ma, come è già stato detto anche a sollecitare in tutti i modi possibili la partecipazione della popolazione. Qualcuno dirà: "è solo una manifestazione", ma con questa manifestazione ci giochiamo una parte del nostro futuro. Se a questa manifestazione saremo pochi e in ordine sparso sicuramente non daremo un'immagine positiva della Valle Bormida e dell'Albese. Credo quindi che sia molto importante partecipare e sollecito non solo le Amministrazioni ma anche tutti i rappresentanti delle Associazioni di categoria, con cui stiamo già da alcuni giorni facendo riunioni operative in proposito.
Un'ultima comunicazione: all'uscita ci sono i rappresentanti delle Associazioni che distribuiscono i manifesti e chiederei a tutti i Sindaci di ritirare tali manifesti per poterli affiggere nei loro Comuni. Ci sono anche i manifesti della raccolta delle firme, che è già incominciata e proseguirà, credo, fino al nuovo Governo, perché avrà senso consegnarle al nuovo Governo. Ci sono queste diverse iniziative che vanno avanti e credo che sia importante partecipare. Rinnovo quindi l'invito alla Regione Piemonte ad essere presente e ringrazio tutti.



PRESIDENTE

La ringrazio. Ci saremo senz'altro. Mi viene comunicato che sono presenti in sala il rappresentante della Società ACNA e del Consiglio di fabbrica. Se desiderano prendere la parola, sarò ben lieto di dargliela anche subito.
La parola al Commissario liquidatore dell'ACNA, Fabio Conticelli.



CONTICELLI Fabio, Commissario liquidatore dell'ACNA

Buongiorno signor Presidente, buon giorno autorità, buon giorno signori Sindaci. Mi chiamo Fabio Conticelli e sono il liquidatore dell'ACNA da due anni. Ho scritto alcuni appunti che vorrei leggere. Prima, però, vorrei rispondere - avrei tante cose da rispondere, anche. all'Assessore all'ambiente e lo invito a venire a Cengio a vedere i sistemi di controllo dell'ACNA - se mi consente, Presidente, all'on. De Bonetti. All'onorevole vorrei dire che quando io in Commissione d'inchiesta ho dichiarato che già molto era stato fatto, che si potevano considerare successi quelli ottenuti dalle Associazioni nei confronti dell'ACNA e che non consideravo utile per loro stravincere, io ero sincero. Non volevo ricattare, solo questo, io ero sincero; farò sessant'anni l'anno prossimo, le assicuro, Presidente, che ero sincero. A parte questa precisazione ho scritto alcuni appunti...



(Interruzione, fuori microfono dell'On. De Benetti)



CONTICELLI Fabio, Commissario liquidatore dell'ACNA

CONTICELLI, Commissario liquidatore dell'ACNA



CONTICELLI Fabio, Commissario liquidatore dell'ACNA

Mi scusi, ho detto solo che ero sincero, mi consenta di averlo detto.
L'ACNA chimica organica, anche in ottemperanza agli atti di impegno con il Ministero dell'Ambiente del 1988 e del 1990, ha investito negli ultimi anni, per impianti ed attrezzature ecologici e problemi connessi nel sito di Cengio, ingentissime risorse, circa 150 miliardi, ai quali sono da aggiungere 40 miliardi spesi dal sottoscritto, come responsabile ovviamente, negli anni 1994 e 1995 per spese di bonifica degli impianti fermati e per presidio ecologico. Sono stati infatti fermati e bonificati diversi impianti, seguendo le indicazioni della Commissione istituita dalla Presidenza del Consiglio nell'ottobre 1993. Ad oggi sono ancora occupati nel sito 370 lavoratori, di cui 230 agli impianti produttivi e 140 al presidio ecologico e ai servizi industriali e generali. La costruzione dell'impianto Re-Sol è stata sospesa per i ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato quando già erano stati spesi circa 50 miliardi. E' stato compiuto lo studio di valutazione di impatto ambientale con il pieno coinvolgimento della Regione Piemonte. Da parte di ACNA in liquidazione c'è la volontà di completare gli ulteriori interventi necessari per eliminare, in tempi brevi, rischi e pericoli per l'ambiente, contemperando sicurezza efficienza e contenimento di spesa.
Gli impianti produttivi, che operano e intendono operare nel pieno rispetto delle leggi dello Stato, le stesse leggi vigenti in Piemonte saranno al momento opportuno posti in vendita, con le dovute garanzie anche di carattere ambientale. Non c'è alcun interesse - lo ripeto, signor Presidente - da parte di ACNA e del gruppo a cui appartiene, neppure come ipotesi astratta, di utilizzare il Re-Sol in una piattaforma di smaltimento come impianto inceneritore di reflui tossico-nocivi o speciali. Ripeto, non c'è alcun interesse. Per questo si è pronti a sottoscrivere impegni e convenzioni irrevocabili. Più dettagliate notizie, informazioni e documentazioni sono state fornite alla Commissione parlamentare d'inchiesta sull'ACNA e sono disponibili, ivi compresa la verifica ambientale disposta dal sottoscritto nel 1994, e disposta ad una società esterna al gruppo ENI la società Ecoappraisal di Milano.
L'attuale azionista è l'Enichem, che fa capo all'ENI S.p.A. La ENI S.p.A. è una società di diritto privato quotata in Borsa. Questo Gruppo possiede l'ACNA soltanto da alcuni anni (dal 1990) e non è responsabile degli effetti di una secolare attività industriale, prima di esplosivi e poi di coloranti.
Per la precisione, rammento che questo stabilimento industriale fu avviato nel marzo 1882 a seguito di una richiesta fatta al Sindaco di Cengio dal signor Giuseppe Pessano di Torino.



PRESIDENTE

La parola al rappresentante del Comitato Albese contro l'ACNA e il Re Sol, signor Flavio Rosso.



ROSSO Flavio, Rappresentante Comitato Albese contro l'ACNA e il Re-Sol

Prima di iniziare il mio intervento mi domando come mai ci sia tutta questa disponibilità a fare del Re-Sol semplicemente uno strumento di bonifica. Fino a poco tempo fa si chiedevano due anni di tempo: adesso siamo già arrivati a cinque anni. Mi domando il motivo per cui non si accetta l'effettiva chiusura dell'ACNA e la creazione di un Piano di bonifica in cui inserire anche il Re-Sol, mentre la lotta continua ad essere verso il Re-Sol ad ACNA aperta. Questo mi è venuto in mente ascoltando l'intervento precedente.
Desidero oggi ricordare a tutti il grande impegno che ha profuso il nostro Comitato spontaneo, preceduto dal Comitato enologi, che ha organizzato una grandissima raccolta di firme. E' nato come movimento popolare.
Nel nostro Comitato si sono poi distinte le varie organizzazioni professionali, che hanno voluto far sentire il loro peso in modo diretto.
Ma la nostra organizzazione è sempre rimasta a rappresentare i cittadini tout court, quelli che capiscono gli interessi economici in gioco, ma a cui preme innanzitutto il discorso della salvaguardia della salute come bene comune a tutti ed imprescindibile.
Per questo motivo nel nostro Comitato si sono sempre viste anche molte donne attive ed impegnate. Alcuni nostri membri hanno partecipato a tante iniziative in diversi paesi della Langa, a manifestazioni, a raccolte di firme e hanno collaborato ad iniziative di varie Associazioni (WWF e Lega Ambiente).
Siamo anche stati alla trasmissione ''Mixer", dove fummo accusati dal dottor Gabriele Cagliari di essere in compagnia di bugiardi. E' con grande tristezza e dolore che siamo costretti oggi a verificare che le cattive compagnie forse non erano le nostre.
Nonostante la durezza della lotta siamo persone responsabili e sappiamo che nel dire "no" all'ACNA ed al Re-Sol non possiamo tacere i problemi di risanamento del sito che vanno affrontati a fabbrica chiusa.
Il progetto presentato dall'ACNA ed avallato dalla Commissione VIA esula invece da un piano di risanamento globale, non prendendo in seria considerazione anche le possibili alternative.
E' legittimo il timore che il Re-Sol non sia uno strumento di bonifica ma l'inizio di un nuovo grande affare; è compito della controparte fare proposte serie e specifiche su questo punto e dare delle garanzie.
Ho sentito oggi un parere unanime sul "no" all'inceneritore Re-Sol, che rappresenterebbe l'ennesimo sacrificio per la Valle Bormida, contro cui si è già espresso anche il Parlamento con propria risoluzione.
Chiedo però di fare attenzione a non vincere una battaglia sulle rovine. L'azienda e lo Stato non possono abbandonare la Valle; misure compensative, per lo sviluppo castigato da ben cento anni, vanno trovate.
Si imposti subito un pacchetto di rilancio economico alternativo all'ACNA basato sul patrimonio agro-alimentare, sull'incremento dell'attività artigianale e della piccola e media industria, su una nuova viabilità verso Alba e verso la Liguria. Al riguardo sono favorevole alla proposta dell'Assessore all'ambiente di Asti.
Chi ricorda ancora i mille miliardi promessi alla Valle Bormida su un progetto fotocopiato da quello del Parco Lambro? Chiediamone solo 200 o solo 100, ma vengano erogati veramente! La Valle deve vivere; Piemonte e Liguria devono essere amici su una terra salubre ed operosa.



PRESIDENTE

La parola all'On. Malvezzi.



MALVEZZI Valerio, Parlamentare Lega Nord

Buongiorno a tutti. Grazie, Presidente.
Non l'avrei detto se non fossi stato commosso dalle parole del rappresentante dell'ACNA circa l'età e circa la buona intenzione nei nostri confronti e nei confronti di questa assemblea.
Ma allora chiedo come mai è stata fatta una raccomandata espresso dal liquidatore Fabio Conticelli indirizzata al Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta, nella quale si chiede, contando nell'autorevolezza del Presidente della Commissione, che nel prosieguo dei lavori della Commissione i componenti si attengano ai compiti loro affidati.
L'episodio si riferisce in merito ad affermazioni fatte dall'on.
Franzini, il quale, all'interno di una Commissione parlamentare, avrebbe fatto delle affermazioni - che lascio agli atti di quest'assemblea - e concludendo diceva: "Ci sono troppe cose poco chiare; lo sappiamo bene noi che, da mesi, stiamo cercando di arrivare ad una verità anche parziale e troviamo ostacoli ad ogni passo". Per tali dichiarazioni l'ACNA di Cengio è in liquidazione "e si riserva di agire in tutte le competenti sedi".
Non si possono fare dichiarazioni di grande apertura e contemporaneamente fare atti di questo tipo, che evidentemente sono atti intimidatori - li definisco così - nei confronti del lavoro dei parlamentari.
Poi è giusto, al di là degli atti segretati, che non si esprimano opinioni politiche, ma ci si limiti a rivelare le cose dette in Commissione d'inchiesta in atti pubblici che chiunque può leggere.
Quindi, non sono molto fiducioso e a mia volta invito l'Assessore Cavallera a non essere troppo fiducioso nei confronti di Ministri che affermano di essere pienamente dalla nostra parte, mentre in sedi diverse dichiarano altre cose. La prima è quella che vi ha già detto il Sindaco di Acqui - al quale abbiamo dato queste informazioni - che dice: "L'accettabilità o meno, anche soltanto di un tubo che produce fumo, è una questione essenzialmente politica"; e poi vi è tutto quel panegirico per dire che la gente deve essere tranquillizzata.
Non credo a questa disponibilità del Governo, perché il Ministro Guzzanti afferma: "...per il Re-Sol, con i limiti della valutazione finale che compete agli esperti di settore, con la precisazione che oggi la situazione produttiva dell'ACNA è ridotta e modificata in senso non inquinante, rimane il fatto che questo impianto va rapidamente individuato e messo in opera per i motivi che ho detto. Quando si fa prevenzione, un danno grave, che si potrebbe verificare a causa di occasioni eccezionali ma tuttavia possibili, deve essere previsto". Questo dice Guzzanti Ministro della Sanità.
11 Ministro dell'Industria Clo, di cui ci dobbiamo fidare, dice: "Certo 300 occupati sembrano pochi, ma di volta in volta si rischia di distruggere l'industria nazionale. Altrimenti se si sceglie la via più facile di cancellare le industrie per non avere problemi ambientali, si dimentica anche di fatto che l'ambiente è una realtà globale e che talvolta i venti distribuiscono i fattori inquinanti senza regolarità predeterminabili, per cui si rischia di non risolvere né l'uno né l'altro problema". Questo lo dice il Ministro dell'Industria.
Arnaldo Ricciuto, coordinatore del Comitato interministeriale per la ricerca delle valide alternative al Re-Sol, dice: "Il Piemonte e la Liguria devono cominciare a dotarsi di queste attrezzature, non di Re-Sol, ma di altre diverse, altrimenti arriveremo alle montagne di rifiuti com'è successo a Napoli".
Alessandro Di Domenico, Direttore di ricerca del Laboratorio di Tossicologia comparata e di Ecotossicologia, in merito a domande fatte da parlamentari sul problema della diossina, dice: "Nell'ambiente molte possono essere le sorgenti di diossine clorurate. E' tuttavia possibile citare altre sorgenti, quale per esempio la combustione di legname che sia stato trattato con clorofenoli. Questi ultimi sono dei preservanti che si usano per il legno. Se questo viene bruciato anche nel caminetto di casa sprigiona senz'altro diossine. Lo stesso traffico veicolare emette diossine. In altre parole, le sorgenti di diossine sono sostanzialmente infinite".
Anche se potrei andare avanti per ore, concludo qui il mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Comunità montana Alta Langa, dottor Pier Giorgio Giacchino.



GIACCHINO Pier Giorgio, Presidente della Comunità Montana Alta Langa

Dottor Conticelli (liquidatore ACNA), volentieri le riconosco buona fede, anche risultati, anche progresso - perché no? - ma è dal 1982 che l'ACNA, in un modo o nell'altro, con dimostrazioni sulla carta o con sotterfugi, persegue la strategia della termodistruzione in Valle Bormida: dal 1982. Questo mi ha portato anche conseguenze personali, come forse lei ricorda, ma è dal 1987 che questa cosa prende piede in maniera decisa. Dal 1982 al 1987 ad oggi la mia risposta è sempre stata "no", perché l'ACNA non è convincente.
Non è convincente perché tutti possono pentirsi - anche Maria Maddalena si pentì e fu perdonata - di un brutto mestiere che, secondo me, ACNA continua a praticare. Mi spiace dirlo, ma è così: il Re-Sol voi lo state vendendo - e avete grandi sponsor anche a livello politico e non solo come la soluzione di tutti i mali! Mentite! Sostenere che dopo il Re-Sol sarà tutto a posto è falso, perché il Re-Sol, per stessa vostra dichiarazione, è destinato al trattamento dei lagoons e del loro contenuto salino, che è il problema minore in ordine di importanza di tutto l'ambiente ACNA. Ecco perché non siete credibili, ecco perché non vi crediamo. Sono stato in Commissione parlamentare di inchiesta insieme ad altri colleghi, più di altri colleghi, e credo di essere a conoscenza di molti fatti.
Venerdì scorso ho passato - un po' come una nota trasmissione televisiva - un giorno in Procura, a causa di vostre malefatte che sono continuate nel tempo e che ci hanno danneggiato. E dobbiamo anche subire la sottrazione, l'espropriazione del tempo, che continuiamo a dedicare a questa vicenda che tende a non finire mai. Allora, che cosa posso dire? Intanto, ad alcuni dei componenti della Commissione parlamentare d'inchiesta, Malvezzi, Franzini, De Benetti ed altri: nelle vostre indagini fate dei confronti diretti tra persone che - so che forse non è facile conoscono i fatti, perché così si accelera il lavoro e non ci si fa prendere in giro, perché non tutti possono essere tecnici con capacità di giudizio immediato, ovviamente.
Il secondo suggerimento: abbiamo resistito sul Re-Sol scegliendo vie procedurali e non abbiamo mai perduto, ma questa fase è superata. Oggi è questione politica, è "solo" questione politica: "no", perché è "no".
In ultimo voglio ricordare, proprio alla Commissione d'inchiesta e tramite essa anche alla Commissione di valutazione di impatto ambientale e ovviamente alla Regione Piemonte, che la Valle Bormida ha un'azienda che continua ad ingoiare l'intero fiume Bormida, a restituirlo ad una temperatura più calda della temperatura alla quale l'ha prelevato e questo crea condizioni ambientali di nebbie frequenti.
Consegno queste fotografie ai responsabili della Regione Piemonte e ai membri della Commissione parlamentare e lascio al giudizio di tutti se in questa cappa si possa aggiungere un cammino di quelle dimensioni. Credo che non dovremmo nemmeno osare pensarlo.



PRESIDENTE

La parola al Sindaco di Cortemilia, Giancarlo Veglio.



VEGLIO Giancarlo, Sindaco di Cortemilia

Credo che ormai siano passati dieci anni da quando abbiamo iniziato questa lotta e credo di ripetere sempre le stesse cose, perché il Re-Sol allora si chiamava in modo diverso, ma c'era già. Oggi noi ribadiamo proprio questo "no" al Re-Sol, perché oggi, com'è stato prospettato, il Re Sol risolve l'un per cento del problema disinquinamento del sito. Avete sentito i numeri prima, 30 milioni di mc il sito, 300.000 mc il lagoonaggio: il rapporto è 1 a 100, quindi il problema 1%. Noi non lo accettiamo, faremo di tutto perché non venga costruito.
Il discorso della chiusura dell'ACNA. Oggi se n'è parlato poco, ma ricordate che la chiusura dell'ACNA permette il risanamento del sito. Se non si chiude l'ACNA il sito non verrà mai toccato, quindi il problema è essenziale per parlare di bonifica integrale del sito. Quello che chiederei alla Regione Piemonte oggi è di spingere la Regione Liguria ed assieme costringere l'Enichem a prendere le responsabilità che gli competono. Oggi l'Enichem si sta defilando e nulla facciamo perché l'Enichem risolva il problema del disinquinamento del sito. Ho partecipato ai lavori della Commissione tecnico-scientifica della Commissione Ambiente, parlo degli anni 1989/1990: l'ENEA aveva fatto una valutazione, nell'ambito di quella Commissione, dell'ordine di 500 miliardi, che era sottostimata riaggiornata a 1.000 e più miliardi per la bonifica del sito. Questi quattrini li deve tirare fuori l'Enichem. D'accordo che sono soldi dello Stato, però è comunque l'Enichem che deve rivalersi e ha un contenzioso aperto con la Montedison. Dobbiamo costringerli a fare questa operazione.
Ultimo argomento: è chiaro che se chiediamo la chiusura dell'ACNA è altrettanto vero che dal 1987 chiediamo la costituzione di posti alternativi ai posti di lavoro ACNA. Questa è un'altra richiesta che faccio alla Regione Piemonte: creare, con la Regione Liguria, degli incentivi per poter garantire dei posti di lavoro alternativi nella zona di Cengio.
Secondo me è fattibile.
Infine chiedo un minuto di raccoglimento per commemorare le decine di morti di ACNA della Valle Bormida.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha ora la parola il rappresentante della Federpiemonte, Pietro Terna.



TERNA Pietro, Rappresentante Federpiemonte

Mi chiamo Pietro Terna, sono il Segretario della Federazione delle Associazioni Industriali del Piemonte; ringrazio il Consiglio regionale per l'invito alla nostra Associazione in quest'occasione e ritengo giusto riportare in questa sede alcune opinioni di un'Associazione, che quindi rappresenta interessi legittimi delle aziende associate, e anche una personale attività - ormai, ahimè, pluriennale perché sembra che questo tipo di problemi non si risolva mai - di attenzione alla problematica ACNA.
Non posso che associarmi a quanto è stato proposto dal Commissario liquidatore poco fa all'Assessore Cavallera di voler visitare il sito dell'ACNA, perché se io non fossi a conoscenza di molte delle cose che riguardano questa vicenda, ma avessi soltanto sentito quello che si è detto qui questa mattina, vi confesso che ne uscirei con un'opinione molto deviata rispetto alla situazione quale essa è. Non stiamo a ricostruire il passato, cosa che credo serva a poco; se andassimo a rincorrere responsabilità patrimoniali probabilmente arricchiremmo legioni di avvocati che costruirebbero tesi contrapposte e mai conclusive. Porre il passato sul piano morale può essere interessante dal punto di vista etico, ma poco costruttivo per la soluzione dei problemi. Credete, non voglio fare una battuta, ma permettetemi di riassumere: le aziende non hanno anima, le aziende vivono nel presente, con le responsabilità di chi le guida oggi.
Ciò che è accaduto in passato può anche aver provocato un atto d'incauto acquisto, ma discuterne risolve poco dal punto di vista della soluzione dei problemi.
Per affrontare la soluzione dei problemi, l'economia - ahimè - deve essere sempre tenuta in conto. Io sono portatore dell'opinione forte (che sono pronto a discutere, certo non nei tempi brevi che giustamente questa mattina ci vengono affidati) che la soluzione migliore del problema ACNA sarebbe stata la continuazione piena dell'attività aziendale generando i margini economici sufficienti, necessari, indispensabili per risanare effettivamente il sito. Risanare e mantenere in sicurezza, perché credo che per una parte la soluzione non possa che essere questa.
Adesso abbiamo una soluzione parziale: continua una parte di attività molto più limitata e contenuta. Leggendo i documenti non di parte, ma della Commissione che ha emesso il VIA, si evince che da tale attività non c'è carico ambientale, mentre è necessaria un'attività di messa in sicurezza e di eliminazione dei problemi pregressi.
Il mio invito, come riflessione a questa assemblea, ma soprattutto al governo regionale che dovrà decidere e all'Assessore Cavallera che nella sua relazione ha già posto in termini articolati il problema, è quello che il buon senso, la volontà risolutiva dei problemi non può che consigliarci: cioè esaminare un problema alla volta.
Ho sentito affermazioni del tipo che il Re-Sol non risolve tutto: se risolvesse tutto sarebbe la bacchetta magica e il benvenuto, guai a chi non lo volesse! Il Re-Sol risolve un problema; affrontiamo con il Re-Sol il problema dei lagoons pieni di solfati e avremo un problema in meno.
Leggendo la relazione VIA una delle cose che non può non colpire è che si dice che eventi calamitosi, quali eventi alluvionali, potrebbero compromettere gravemente la sicurezza del sito. Avremmo sì, in quel caso un danno ambientale rilevante e non il danno presunto - tutto da verificare e soprattutto contraddetto dalle relazioni tecniche alle quali nell'ambito di una procedura stabilita dallo Stato credo abbiamo tutti il dovere di supporre che siano state eseguite in buona fede - di un impianto di incenerimento di prodotti che altrimenti non sappiamo come eliminare dal sito.
Quindi il mio invito è in termini precisi ed è soprattutto quello questo non è più un invito, è una preghiera - di considerare anche qui ad Alba, così vicino alla località dove tante tensioni si sono manifestate, il problema in termini tecnico-economici di volontà di soluzione.
Qui ho sentito termini come "battaglia, guerra, lotta, scontro" che probabilmente servono molto poco a risolvere il problema. Semmai - e con questo mi permetto l'unico accenno polemico - fanno intravedere ad un esterno, ma consapevole della storia di questa vicenda, l'interesse da parte di qualcuno di farla crescere a dismisura. Questo è un interesse da condannare perché equivale a gonfiare un problema per immaginare di cogliere risorse da destinare a finalità che tutto hanno a che vedere meno che al risanamento dell'ACNA.



PRESIDENTE

Ha ora la parola Lorenzo Girivone, Presidente dell'API della Provincia di Asti.



GIRIVONE Lorenzo, Presidente API Provincia di Asti

Parlo non solo a nome dell'API della Provincia di Asti, di cui sono Presidente, ma anche di quelle delle Province di Alessandria e di Cuneo e della Federapi Piemonte.
Non intendo assolutamente entrare nel merito di questioni tecnico scientifiche, anche perché io non sono uno scienziato, sono semplicemente un imprenditore, un piccolo imprenditore.
Intendo svolgere pochissime riflessioni.
L'economia della Valle Bormida intesa globalmente non ha mai decollato perché non era possibile fare degli insediamenti, per le note ragioni dell'inquinamento e dell'invivibilità della valle. Occorre dare una volta per tutte la possibilità di fare quegli insediamenti produttivi che siano essi industriali, artigianali, commerciali o turistici, ma di farli in condizioni che possano prosperare. Per fare ciò è necessario eliminare la causa principale di quello che è il motivo ostativo e non solo ostativo sotto il profilo economico.
Mi fermo qui e dico semplicemente che l'Associazione Piccole e Medie Industrie esprime piena solidarietà alla lotta in corso per la bonifica della Valle Bormida in tutti i sensi.
L'ultima considerazione che faccio è questa: da un anno a questa parte noi piccoli imprenditori in genere siamo "vessati" da una giusta e terribile legge, la n. 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Se solo la millesima parte di questa legge fosse stata osservata negli anni passati dall'ACNA sicuramente non ci sarebbe a questo punto ancora il problema dell'ACNA.



PRESIDENTE

La parola al senatore Enrico Morando.



MORANDO Enrico, Parlamentare PDS

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, io credo che la riunione di oggi debba essere dedicata soprattutto, poiché tra di noi non c'è sostanzialmente contrasto sugli obiettivi, ad una verifica circa le strade che debbono essere percorse per conseguire l'obiettivo che il Re-Sol non si faccia e perché si avvii, finalmente, il risanamento del sito dell'ACNA.
Che fare quindi adesso? Molto brevemente voglio dedicare il mio intervento a quest'aspetto. Potete facilmente immaginare quello che posso dire per spiegare perché sono contrario.
Dobbiamo partire dal fatto che un piccolo risultato la mobilitazione di questi mesi lo ha già raggiunto (la mobilitazione dei Sindaci, delle popolazioni) e cioè, malgrado la Commissione tecnica abbia redatto un parere positivo sulla valutazione di impatto ambientale, alla fine il Ministro questo parere non l'ha firmato.
Il primo obiettivo che noi dobbiamo conseguire è che il Ministro competente, sia durante la fase elettorale sia successivamente, continui a non firmarlo, perché se non c'è questo tassello il Re-Sol non si fa.
Questo come si ottiene? Noi dobbiamo insistere poiché è presumibile che il Ministro Baratta - in ogni caso su questo dobbiamo vigilare ed insistere non firmerà prima delle elezioni questa valutazione di impatto ambientale che contiene un parere positivo sul Re-Sol; dobbiamo però creare le premesse perché il Ministro futuro faccia altrettanto e non firmi! Se è vero quello che ha detto l'on. De Bonetti, porre la questione della firma di valutazione d'impatto ambientale come problema nazionale cosa che io condivido, dobbiamo avere la forza politica - qui sì che c'entra la politica - di rivolgerci ai due leader delle coalizioni che sono in campo, l'on. Silvio Berlusconi e Romano Prodi, per porre la questione affinché si impegnino adesso, prima del voto, a proseguire nell'attività di ostacolo all'insediamento del Re-Sol. Credo che adesso abbiamo la forza politica per ottenere questo risultato ed immagino che sia l'uno che l'altro possano impegnarsi in una discussione, in un confronto. Noi dovremo portare i nostri argomenti, certamente ci sarà qualcuno, che oggi non è qui tra noi, che ne porterà altri a favore, ma io credo che esistano le condizioni per ottenere questo impegno: se lo otteniamo, poiché è il Presidente del Consiglio che propone i Ministri al Presidente della Repubblica, certamente abbiamo raggiunto una parte del nostro obiettivo.
In secondo luogo, penso che noi dobbiamo lavorare su un punto della lettera recente del Ministro Baratta su questo argomento che è a favore delle nostre tesi. Il punto è quello che riguarda la determinazione della priorità del risanamento del sito. Noi dobbiamo porre con più forza, in questa fase, la priorità del risanamento del sito rispetto a qualsiasi altra decisione circa l'utilizzazione di quel sito per impianti industriali di qualsiasi genere. Poiché il Ministro Baratta - per errore, per volontà io non lo so, non mi interessa, ma lo ha fatto ufficialmente - ha definito il proprio consenso su questa priorità, è assolutamente necessario, prima di prendere qualsiasi altra decisione, insistere.
Terzo. Il rapporto con la Liguria. Credo che dobbiamo fare uno sforzo per rendere chiaro anche alle popolazioni piemontesi che i termini della questione sono in larga misura cambiati. In passato, effettivamente, si è sviluppato un contrasto fortissimo tra occupazione ed ambiente attorno alla vicenda ACNA. Era innegabile che quando si parlava di occupazione si faceva riferimento, sul fronte della Liguria, a qualcosa di molto consistente adesso le cose non stanno più così, esistono condizioni per un dialogo più aperto che parta dal fatto che, per fortuna o purtroppo, i posti di lavoro assicurati da quell'azienda si sono ridimensionati in maniera molto significativa. Oggi, semmai, c'è un interesse economico della Liguria a risanare quel sito per poter avere una prospettiva di sviluppo qualsiasi altro che difendere quei posti di lavoro in quelle condizioni! Inoltre - mi rivolgo soprattutto al Presidente Ghigo - la Regione Piemonte ha con la Liguria un complesso di relazioni da regolare su questioni di enorme interesse comune. Penso, ad esempio, a tutto il rilievo che avranno le decisioni dei Comuni piemontesi e della Regione Piemonte sulla questione enorme del terzo valico. Come sapete, sono favorevole al terzo valico, serve al porto di Genova e serve anche al Piemonte, però la Regione Liguria deve aiutarci ad essere d'accordo con la realizzazione immediata del terzo valico. Uno dei modi per aiutarci è certamente quello di collaborare per risolvere la questione dell'ACNA e a non decidere quello che in parte ha già deciso a questo proposito.
Infine, chiudere l'ACNA. Voi sapete quante volte ho firmato, scritto e detto che bisogna chiudere l'ACNA e se c'è bisogno di riscriverlo naturalmente lo riscrivo, però la situazione che abbiamo oggi di fronte è tale per cui bisogna fare attenzione a non fare quello che paventava il Sindaco di Bistagno, Arturo Voglino, e cioè porci oggi un obiettivo che, se venisse raggiunto, otterrebbe il paradossale risultato di sottrarre all'Enichem una responsabilità.
L'ACNA oggi non è la grande azienda, il grande nemico di questo secolo l'ACNA oggi è un'azienda in liquidazione. Noi dobbiamo fare in modo che il proprietario di quest'azienda, l'Enichem, che ha una responsabilità economica e in quanto ente pubblico per oggi ha anche una responsabilità politica in senso lato, possa essere chiamato effettivamente a rispondere.
Se noi oggi mettiamo l'accento su quell'obiettivo finiamo per assolvere l'Enichem prima del tempo e non credo che lo meriti.



PRESIDENTE

La parola a Massimo Corrado, Presidente dell'Associazione Nazionale Città del Vino.



CORRADO Massimo, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino

Sono Massimo Corrado, Presidente dell'Associazione Nazionale Città del Vino, che conta in Italia, oltre 150 città e 45 di queste sono situate in Piemonte, principalmente nell'area albese, astigiana ed alessandrina.
Le Città del Vino sono vicine e seguono con attenzione questo problema non soltanto per una questione di solidarietà con le popolazioni più direttamente interessate, ma perché, come molti hanno detto stamane, il problema si allarga su tutto il territorio delle aree a loro interessate con preoccupazioni evidenti di carattere ambientale.
Fra gli scopi della nostra Associazione c'è quello della tutela del paesaggio del vino nel suo complesso, una tutela che si manifesta nella cura, con un'attenzione ai problemi urbanistici, con il recupero degli edifici e delle città che per tradizioni storiche sono legate al vino, ma con un'azione anche di prevenzione per quegli interventi e per quelle azioni che possono compromettere il paesaggio del vino nel suo complesso.
C'è un'affermazione di principio che per noi è una questione di carattere nazionale: il vino di qualità si produce e si afferma in un territorio di qualità. E' un concetto che nel suo complesso deve essere considerato e sul quale noi ci siamo trovati d'accordo anche all'Unione Europea, a Bruxelles, che prevede la realizzazione di un progetto pilota per sperimentare, con delegazioni di altri Stati, la costituzione di una rete europea delle Città del Vino. Pertanto, se il vino di qualità, se l'immagine del vino, deve insediarsi su un territorio di qualità, è evidente la preoccupazione e i timori che ci portano a dire un "no" deciso alla costruzione del Re-Sol. In questo senso il tema si allarga e va da una regione quale quella delle Langhe e del Roero fino al Monferrato l'Astigiano e l'Alessandrino, e considera un territorio che nel suo complesso sempre di più sta sviluppando attorno al tema del vino una grande occasione di' promozione, di manifestazione delle sue possibilità e soprattutto di sviluppo economico e turistico.
E' in questa direzione che le Città del Vino operano a sostegno dei Comitati impegnati in questa azione ed è con queste intenzioni che le Città del Vino saranno presenti ufficialmente alla manifestazione del 16 marzo ad Alba.
Grazie al Consiglio e alla Giunta regionali per la loro presenza in questa sede.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola a Giacomo Oddero, rappresentante dell'Ente Turismo e Manifestazioni di Alba.



ODDERO Giacomo, Rappresentante Ente Turismo e Manifestazioni di Alba

Sono Giacomo Oddero e parlo in rappresentanza dell'Ente Turismo e Manifestazioni di Alba, ente che organizza le manifestazioni fieristiche e promozionali nel territorio albese.
Riteniamo che in queste zone, in questi ultimi tempi in modo particolare, stia crescendo il turismo nelle sue espressioni più variegate (soprattutto l'enoturismo di cui ha parlato anche il rappresentante delle Città del Vino, turismo gastronomico, turismo stanziale, turismo di relax) e che aumentino in modo collaterale tutte le strutture ricettive e il numero degli addetti. Relativamente a questo settore abbiamo nella zona 1.500 addetti e 300 tra alberghi e ristoranti. Quindi un fatturato in continuo aumento che crea anche un indotto economico su altri settori produttivi.
Le Langhe, il Monferrato, il Roero rappresentano un sistema collinare unico, maestoso, un territorio bellissimo da conservare, preservare da qualsiasi manomissione.
E' un patrimonio territoriale di infinito valore, non solo paesaggistico, ma anche economico.
Abbiamo fin troppo sofferto nella Valle Bormida, violentata da troppo tempo dalle industrie.
Come piemontesi - qui abbiamo l'espressione più alta del Piemonte, il Consiglio regionale - sottolineiamo come questo territorio, patrimonio di tutti, deve essere liberato totalmente dagli inquinamenti del passato, ma non vogliamo sostituire i vecchi inquinamenti con quelli moderni, ancora più pericolosi, che sono gli inquinamenti atmosferici.
Quindi, come rappresentate di un ente che si occupa di turismo, diciamo "no" e diamo tutta la nostra .solidarietà al Consiglio regionale che porta avanti questa battaglia, a tutti gli enti, a tutti i comitati e a tutte le Amministrazioni comunali che respingono ogni ipotesi di Re-Sol o di cose del genere.
Non possiamo permettere, e nemmeno pensare di permettere, che un territorio così bello, che ha delle grandissime potenzialità future di sviluppo turistico, possa essere messo in non cale.
Inoltre, molti tecnici del vino e molti agricoltori paventano dei danni anche per la nostra viticoltura. Spero che questo non sia assolutamente vero, ma qualora lo fosse, sarebbe un guaio gravissimo: il lavoro di molte generazioni andrebbe perduto. Non è solo l'affetto per questa zona che ci spinge a dire fermamente di "no" all'ipotesi del Re-Sol, ma anche il forte timore di mettere a rischio tutta una zona fertilissima con i migliori vigneti italiani che superano in questo momento anche la stessa Borgogna.
Chi si permetterebbe, in Francia, di disturbare la zona del Bordeaux, la zona del Cognac, la zona dello Champagne? Alba, nel prossimo maggio, celebrerà il trentennio dello denominazioni d'origine dei vini italiani, trent'anni di lavoro, di grandi risultati, che noi non vogliamo mettere in discussione con una macrostruttura di cui non si conoscono bene le finalità.
Noi ringraziamo il Consiglio regionale per la sensibilità dimostrata su questo problema - che per noi è di vitale importanza - e per la chiara posizione che esso ha assunto e che ha sempre tenuto in difesa delle nostre zone.
Ribadiamo il nostro "no" a questo pericolo. Non è sufficiente dire che è scientificamente provato che i processi chimici sono controllati e non saranno per nulla dannosi, noi non ci fidiamo; di errori negli ultimi anni ne sono stati commessi parecchi e noi non vogliamo essere l'ennesimo errore.



PRESIDENTE

La parola a Luca Rossi, responsabile del Settore territorio della delegazione Piemonte e Valle d'Aosta del WWF.



ROSSI Luca, Responsabile Settore territorio della delegazione Piemonte e Valle d'Aosta del WWF

Inizierò il mio intervento con alcune considerazioni molto sintetiche.
Il WWF si è sempre impegnato sul problema della Valle Bormida. Si è prefìsso l'obiettivo del risanamento e del recupero ambientale di un'area che da cent'anni è sede di attività ad elevatissimo impatto ambientale. Il WWF intende perseguire questo suo obiettivo che porterà, oltre ad un risanamento ambientale, anche ad un implemento delle attività produttive che sono state bloccate dalla presenza dell'ACNA.
11 WWF ritiene che se si intende effettivamente risanare la Valle Bormida si debba instaurare un'azione di ampio respiro articolata su tre punti.
Il primo punto è la chiusura dell'ACNA e il blocco del Re-Sol.
Il secondo punto è l'avvio di una dettagliata campagna di indagine sulla situazione degli inquinanti del suolo, dell'acqua e dell'aria.
Il terzo punto è lo smantellamento degli impianti ed una seria attività di bonifica del sito.
Tutti questi punti sono ampiamente sviluppati in un dossier che il WWF ha pubblicato un anno fa, dal titolo "Dossier ACNA: chiudere per rinascere" disponibile gratuitamente a chiunque lo richieda presso la delegazione Piemonte del WWF.
In questo dossier si parla anche della questione Re-Sol. L'attenzione dedicata al problema Re-Sol, che è stata tanta, rischia però di minimizzare la reale entità del problema: il vero problema ACNA riguarda la bonifica generale del sito, non si tratta solo di risolvere il problema delle 300.000 tonnellate di reflui che sono nei lagoons. Questo è molto importante sottolinearlo.
Alla luce di queste considerazioni desta scalpore che la Regione Liguria, con la deliberazione dell'8/2/1995 - ricordata dall'Assessore Cavallera - destini il sito dell'ACNA come polo di impianti tecnologici prima di avere in mano un Piano di bonifica completa del sito. Non si pu andare ad implementare attività inquinanti in un sito già contaminato in maniera massiccia. E' fondamentale anche ricordare che prima di fare un Piano di bonifica è necessario avere un preciso stato dell'arte del sito.
Un quadro conoscitivo è indispensabile per valutare la situazione effettiva degli inquinamenti nel sottosuolo; manca, ad esempio, ancora un'analisi del rischio idraulico.
Non dimentichiamo che l'ACNA sorge praticamente nell'alveo del fiume, e questo la rende praticamente una bomba ecologica innescata, come l'alluvione del 1994 ha tristemente ricordato. Inoltre non si è a conoscenza di quanto possano resistere le strutture di difesa predisposte.
Un'ultima riflessione: la legge n. 183 del 1989, quella che ha istituito l'Autorità di Bacino, instaura un nuovo modo di gestire il territorio. Non si parla più di competenze amministrative, ma si parla di bacino idrografico.
A tal proposito vorrei rimarcare che il problema Valle Bormida è un problema del bacino idrografico della Valle Bormida, non è un problema della Regione Piemonte, visto in un'ottica, o un problema della Regione Liguria, visto in un'altra ottica.
Si dovrebbe auspicare che entrambe le Regioni lavorassero per la stessa finalità, che poi è il bene del bacino idrografico nella sua totalità.



PRESIDENTE

Per l'economia dei nostri lavori pregherei i Presidenti dei Gruppi consiliari di recarsi, con il Vicepresidente Deorsola e l'Assessore Cavallera, dietro le quinte per verificare l'ipotesi di un ordine del giorno presentato dalla Giunta.
La parola a Lorenzo Tablinio, rappresentante dell'Associazione Enologi.



TABLINIO Lorenzo, Rappresentante Associazione Enologi

Proprio una sera di cinque anni fa, in questa sala, fu proiettato il primo documentario della BBC sull'ACNA. In quel documentario abbiamo visto con quale infamia e con quale negligenza l'ACNA avesse avvelenato un intero territorio.
stato l'inizio di una sensibilizzazione su tutto il territorio che ha trovato gli enologi sensibili per tanti motivi, non ultimo il loro lavoro.
Abbiamo dato vita al Gruppo spontaneo enologi, che ha portato avanti un'azione di estremo volontariato con delle forti componenti sociali su tutto il territorio, coinvolgendo 50 enologi, 100 cantine o punti collegati al vino.
Il risultato finale è stato quello di 20 mila firme raccolte e consegnate all'allora Presidente della Camera, on. Nilde Iotti, per la conclusione di uno sblocco istituzionale o un grosso lavoro sul territorio.
Eravamo convintissimi, in realtà, di essere giunti alla fase finale, cioè di aver trovato una risposta insieme a tantissime forze sociali e politiche a questo grosso problema.
Quelle firme probabilmente sono passate al Presidente Andreotti, da Andreotti al Ministro dell'Industria, e da lì perse nei meandri della Prima Repubblica, perché di fatto dopo cinque anni siamo nuovamente qui.
Come enologi siamo nuovamente impegnati su questo problema terribilmente sensibili non solo ad una qualità del vino, che - com'è stato detto - è legato alla qualità del territorio, ma soprattutto perché è in gioco la nostra salute.
Non entro nel merito degli aspetti tecnici. Vorrei solo ricordare che la vite è una pianta stupenda, ma proprio perché è stupenda, se quella piccola cera che ha sull'acino capta gli stupendi raggi del sole, capta anche tutto il resto.
Dopo saprò rispondere al liquidatore dell'ACNA, dottor Conticelli, ma stiamo attenti perché capta anche l'ammoniaca, i cloroderivati dell'aria.
Chiaramente - lo ripeto per l'ennesima volta - è necessaria una qualità dell'agricoltura, non solo del vino; quindi, agricoltura di qualità legata a territori di qualità.
Vorrei anche rispondere al dottor Conticelli riguardo al Re-Sol, perch questo è il punto dolente. È stato detto questa mattina che il Re-Sol quello proposto oggi, è un piccolo impianto quasi sicuro. Ma sicuro cosa? Sono cento anni che l'ACNA è piena di bugie, e dovremmo ancora ribadire che oggi in questa sede è stata raccontata una bugia. Voglio limitarmi a considerare l'aspetto vino, non sto a discutere le altre bugie.
Ho parlato personalmente con molti mediatori e viticoltori che hanno operato a metà degli anni '50, alcuni dei quali presenti in questa sala.
Mediatori che non potevano prendere i campioni, perché il vino puzzava di acido fenico; i piccoli produttori di Torre Bormida, di Grosene, di Cortemilia non potevano vendere il vino perché era cattivo. I chimici del Consorzio Asti Spumante che provavano dieci bicchieri constatavano che quello cattivo, stranamente, proveniva da Bubbio, da Bistale o da Molcero Bormida.
L'ACNA ha sempre inquinato ed è sempre stato negato; i viticoltori che nel 1938 insieme ad altri (circa 80) hanno denunciato l'ACNA, se non sbaglio sono stati poi condannati da un Tribunale a pagare le spese. Non solo, il Tribunale ha riconosciuto che l'ACNA ha concimato i terreni, ha concimato i vigneti! A questo punto mi chiedo con quale pudore, non tecnico, ma etico, si possa venire qui, su questo palco, a dire che il Re Sol è sicuro.
Il Re-Sol è un maledetto inceneritore e non m'importa nulla, come enologo, sapere se è sicuro o meno, se ci sarà la doppia camera di combustione o altro. Un impianto del genere non va costruito a trenta chilometri dai famosi vigneti del Dolcetto di Dogliani o del Moscato! Questo per la nostra salute e per la nostra grande agricoltura.
A questo punto continuiamo a dire "no" al Re-Sol, e giustamente qualcuno ha parlato del Barolo e del Cognac. Una cosa al riguardo è sicura: che i viticoltori non solo non lascerebbero costruire il Re-Sol, ma non lascerebbero neanche costruire un'autostrada!



PRESIDENTE

La parola al senatore Luciano Lorenzi.



LORENZI Luciano, Parlamentare Lega Nord

Innanzitutto, grazie Presidente, grazie Consiglio regionale del Piemonte per questa iniziativa, che è senz'altro la benvenuta, e finalmente straccia qualsiasi ombra di dubbio sulla posizione della nostra Regione riguardo al problema.
Vorrei ricordare, essendo parlamentare eletto in queste zone, che nell'undicesima legislatura - quindi parlo di quella passata e non di quella futura - qualcosa facemmo. Ci furono diverse riunioni con il Ministero dell'Ambiente, con l'allora Sottosegretario on. Formigoni.
Emerse una soluzione tecnica, molto semplice, sostitutiva del Re-Sol cioè quella della cementificazione, della trasformazione in prodotti inerziali dei lagoons e quindi, in pratica, della possibilità di sostituire il Re-Sol con un altro procedimento per il disinquinamento della zona.
Questa soluzione mette in evidenza la drammaticità del problema, per il quale tutta la Valle avrebbe dovuto e potrebbe ancora oggi essere considerata come un parco di ricerca scientifica e chimica semplicemente per quello che ha dovuto recepire, accogliere e sopportare per un secolo.
Nel corso dell'undicesima legislatura parlai di questo aspetto al Centro di Ricerche Europee di Ispra, dove trovai un certo consenso a considerare il sito in termini di interesse scientifico come studio dell'inquinamento pregresso.
Per il resto credo che tutto quanto sta accadendo dimostri la nostra enorme impotenza e la nostra rabbia, perché si tratta di un'aggressione contro la sovranità territoriale soprattutto della popolazione della Valle Bormida, della popolazione di tutta la Langa e del popolo piemontese; si tratta di un'aggressione contro la sovranità territoriale, perché, al di là delle considerazioni sulla nocività o meno del famigerato Re-Sol, credo che un popolo abbia il diritto di decidere e di essere relativamente sovrano di quello che vuole fare.
fuori discussione che il Piemonte in questo momento dica "no" al Re Sol; i suoi parlamentari, i suoi rappresentanti regionali sono tutti uniti su questa posizione.
Quindi, il dover esasperare questa posizione che cosa significa? Significa che effettivamente c'è qualcosa che non va, che forse è ora di cambiare sistema. Certo, manca una firma, però c'è stato un parere relativamente positivo.
In questa legislatura siamo stati, in un certo senso, espropriati del problema di doverci occupare della Valle Bormida, perché è subentrata la Commissione parlamentare d'inchiesta alla Camera, e quindi non al Senato.
Siamo arrivati al punto di dover subire? No, non credo che dovremmo subire nulla. Credo sempre che si tratti di aggressione, e non mi dispiace dover dire che, al limite, può essere anche l'aggressione di una Regione contro un'altra. Non mi dispiace poter dire questo, perché ad un certo punto se gli interessi di una Regione sono diversi da quelli di un'altra bisogna dirlo chiaramente. Il Piemonte si trova in questa condizione.
Quindi il Re-Sol, se proprio se lo vogliono fare, potrebbero ad esempio farlo nell'isola di Montecristo, tanto per dire, ma per favore sia chiaro che la nostra posizione parlamentare rappresentativa di tutta la popolazione resta e rimarrà questa: "no". Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Sindaco di Monastero Bormida, Paolo Rizzolio.



RIZZOLIO Paolo, Sindaco di Monastero Bormida

Buongiorno a tutti, sono il Sindaco di Monastero Bormida, Paolo Rizzolio. Rappresento un Comune di circa mille abitanti della Valle Bormida, una popolazione che è stata per troppo tempo penalizzata dall'inquinamento dell'ACNA. Inquinamento che deve cessare, come è stato richiesto in tutti i modi nel corso dei precedenti interventi.
Finalmente la Regione Piemonte si è fatta carico di questo problema e la popolazione, attraverso i suoi rappresentanti, è di ciò molto grata.
Speriamo che lo stesso impegno venga assunto a livello governativo, siano quindi superate le varie ambiguità finora evidenziate e sia finalmente detto "no" alla costruzione del Re-Sol, "sì" alla chiusura dell'ACNA, alla conversione dell'azienda se possibile, oppure al trasferimento e alla ricollocazione dei dipendenti che attualmente vi lavorano, per disinnescare il dissidio che vede diviso il Piemonte dalla Liguria sulla specifica questione.
Diciamo "no" al Re-Sol, perché la Valle Bormida, che finora ha subito l'inquinamento dell'ACNA, non vuole subire un ulteriore inquinamento dal Re Sol, inquinamento che si estenderebbe anche all'Arnese, al Roero e al Monferrato.
Andiamo quindi avanti con queste iniziative e con passi concreti nei confronti del Governo perché non venga autorizzata la costruzione del Re Sol.



PRESIDENTE

La parola al Sindaco di Baldissero d'Alba, Sergio Coraglia, a nome dei ventitre Comuni del Roero.



CORAGLIA Sergio, Sindaco di Baldissero d'Alba

Parlo a nome dell'Associazione dei Sindaci del Roero, un'Associazione che raggruppa ventitré Comuni e vorrei provare a sviluppare un concetto diverso da quello che finora è emerso. Logicamente l'appoggio dell'Associazione dei Sindaci ai comitati e quindi l'adesione alla manifestazione di protesta del 16 marzo è garantito, quindi anche noi ribadiamo la contrarietà alla realizzazione del Re-Sol.
Volevo provare a sviluppare un concetto diverso. Il discorso è questo: io credo che Langa e Roero vadano visti come un unicum, come un territorio che da anni a questa parte è diventato grande, maturo. L'ha confermato anche la deliberazione del Consiglio regionale della Regione Piemonte a cui ho assistito la settimana scorsa, dove praticamente viene data via libera da parte della Regione, per la costituzione della nuova Provincia di Alba e Bra; quindi l'Albese e il Braidese sono un'entità territoriale che ha una sua precisa autonomia, una sua precisa personalità.
Aggiungerei che siamo forse l'unico territorio che è riuscito nel proprio ambito a darsi una soluzione razionale in merito al problema della raccolta dei rifiuti, forse siamo l'unico bacino che ha una discarica che è stata accettata dalla gente, che funziona bene. Questo va a dimostrare quanto siamo capaci di essere maturi al nostro interno e quindi va a dimostrare che non c'è un preconcetto da parte nostra nei confronti del Re Sol.
Io voglio ribadire questo concetto, siamo grandi, siamo capaci di risolvere i nostri problemi. Determinati problemi ambientali sappiamo anche risolverli al nostro interno; occorre mettere bene in chiaro che non siamo preconcetti, però ritengo che sia veramente deleterio che sul nostro territorio - che consideriamo un unicum, Langa e Roero - possa realizzarsi questo impianto.



PRESIDENTE

On. Rossi, ha la parola.
Voglio ringraziare con lei tutti i parlamentari che questa mattina hanno assistito ai nostri lavori - sono dieci.
Approfitto per ringraziare anche l'on. Farassino che, come voi sapete è parlamentare europeo.



ROSSI Oreste, Parlamentare Federalisti liberaldemocratici

Grazie a voi e grazie agli intervenuti. Ho ascoltato prima l'intervento del rappresentante dell'ACNA di Cengio. Ho accolto il suo invito già da tempo; sono andato a visitare lo stabilimento ed è vero che le attuali produzioni, probabilmente, non creano problemi per l'ambiente, perché sono funzionali. Ma non sono assolutamente d'accordo con lui sul fatto che lo stabilimento debba rimanere lì, perché noi sappiamo che quello è un sito da bonificare. L'ACNA può rimanere aperta? Vogliamo garantire l'occupazione? La spostiamo di 500 metri. Gli investimenti produttivi che si possono fare lì, possiamo farli a 500 metri di distanza; lì dobbiamo comunque bonificare, perché non sappiamo cosa c'è sotto. Non lo sa nessuno. Io sono membro della Commissione Ambiente, ormai da due legislature alla Camera, e ho visto parecchio materiale di documentazione sull'ACNA, però mai si è fatta una rilevazione aerea, ad esempio, per verificare se nel sottosuolo vi siano dei fusti interrati. Perché? L'ho detto anche alla Commissione d'inchiesta e ho fatto anche il nome di un funzionario della Procura di Alessandria in grado di fare questo tipo di rilevazioni; non sono state fatte, perché? Perché, forse, il Presidente della Commissione d'inchiesta è un po' troppo lontano da queste zone? Può darsi. Lo dimostra il fatto che non è venuto qui, anche se ha mandato un documento; ma la massima autorità in questo campo, in questo momento, colui che ha il massimo potere di intervento, non è qui presente. La massima autorità non ha fatto fare delle rilevazioni. Noi avremmo saputo definitivamente, con una semplice rilevazione aerea, se là sotto, veramente, come tutti pensiamo, ci siano migliaia e migliaia di fusti sotterrati. Non è stato fatto, perché? Questa è una domanda che rivolgo a voi, perché io non so dare risposta. Posso pensarlo, ma non lo posso dire.
Sono andato a visitare quest'azienda e quello che c'è in quei lagoons mi preoccupa, perché io sono convinto - sono anche un tecnico in quel settore e da anni mi occupo di ambiente - che un impianto inceneritore non è vero che non dia emissioni: anzi vengono certificate nello stesso progetto dell'impianto, dove si dirà che ogni normale mc di fumo emesso conterrà al massimo tot di A, B, C e D sostanze. Moltiplichiamo queste sostanze, per carità, a norma di legge, per i milioni di normali mc di vapori che escono, da un camino di inceneritore e avremo ogni anno centinaia e centinaia di chili di sostanze, anche tossiche, emesse nell'ambiente.
Si è parlato di preoccupazione per il vino, per i prodotti dell'agricoltura: in primis la preoccupazione va all'essere umano, perch il corpo umano è il massimo accumulatore di tossici. Li accumula in varie parti e quando raggiunge determinate concentrazioni chiamate "soglie limite" comincia a subire dei danni, che possono sfociare nei numerosissimi casi di tumore che si sono verificati tra gli abitanti della valle. Andiamo a fare un'indagine, allora, su quanti sono morti di tumore come causa primaria: sui referti medici magari è scritto che uno è morto d'infarto perché gli si è bloccato il cuore, ma bisognerebbe sapere se aveva un tumore addosso. Andiamo a vedere quanta e quale percentuale della nostra gente è morta in quel modo.
Io sono di Alessandria, la parte finale della "pattumiera Bormida" quella che va a confluire nel Tanaro. Vorrei suggerire l'insediamento di una Commissione d'inchiesta per stabilire le responsabilità di quei funzionari che hanno acquistato, a spese dello Stato, e hanno caricato sullo Stato tutte le spese di bonifica della Valle e le spese di bonifica dell'ACNA. Come mai, proprio nel momento di massima crisi, hanno acquistato dai privati un'azienda in crisi, un'azienda che inquinava? Andiamo a fare un'indagine di questo tipo; che la Procura apra delle inchieste.
Un'ultima cosa e concludo: andiamo anche a vedere perché metà di quell'impianto è stato costruito, e se è stato costruito senza il permesso è abusivo. Io vi assicuro che esistono impianti ben più sicuri degli inceneritori oggi in commercio, quindi contesto pubblicamente la dichiarazione della Commissione VIA che dice che l'unico impianto adatto è quello. Non è vero! È un falso, esistono altri impianti.
Ultima considerazione: occorrerebbe una verifica da parte del Consiglio regionale sul fatto che l'azienda ACNA di Cengio abbia intimidito giornalisti e rappresentanti di Enti, o comunque parlamentari, intimando loro di non proseguire con determinate azioni perché avrebbero rischiato una querela per calunnia. C'è anche la testimonianza di giornalisti che hanno ricevuto "avvisi" di denuncia, perché hanno riportato pezzi di interventi non segregati presso la Commissione d'indagine. A questo punto passo la palla al Consiglio regionale: faccia solleciti ed opportuni interventi in merito.



PRESIDENTE

La ringrazio, On. Rossi; nelle sedi opportune, nelle sedi deputate prenderemo atto di quanto lei ha detto.
La parola al Sindaco di Monesiglio, Giorgio Naldini.



NALDINI Giorgio, Sindaco di Monesiglio

Monesiglio è uno dei Comuni all'inizio della "pattumiera", per riferirmi a quanto diceva l'on. Rossi. Uno di quei paesi in cui, per tanti anni, la nostra popolazione ha dovuto, per ragioni di necessità, fare quel triste baratto di occupazione, cioè andare a lavorare in questo stabilimento ricevendone in cambio non solo il salario, ma purtroppo anche un alto rischio di contrarre delle malattie professionali e dei tumori.
Tutto il resto della zona ha dovuto sopportare questo inquinamento che alla lunga si è trasformato nell'assoluto abbandono della produzione agricola e nell'impossibilità a creare alternative occupazionali sia di tipo industriale che artigianale all'occupazione ACNA di Cengio. Alla lunga i posti di lavoro che l'ACNA di Cengio per anni ha garantito sono andati via via scemando, per cui adesso ci troviamo con l'ambiente inquinato, malati e tumori in aumento, nessuna prospettiva di tipo alternativo dal punto di vista occupazionale. E in più, da alcuni anni, la prospettiva non certo invitante di un inceneritore che dovrebbe gravare proprio sulle nostre teste.
Sul Re-Sol faccio alcune considerazioni.
Se questi lagoons contengono solo dei sali sodici - come l'ACNA ha sempre sostenuto in passato in documenti ufficiali - come mai adesso è diventata un'emergenza ambientale? Fino a qualche anno fa l'ACNA asseriva che dai lagoons non proveniva alcun pericolo, in primo luogo perch contenenti soltanto sali sodici, in secondo luogo perché i lagoons erano completamente impermeabilizzati e l'impermeabilizzazione dei bacini di contenimento era assicurata dalla marna, che non avrebbe permesso la fuoriuscita verso l'esterno.
Se i lagoons contengono soltanto sali sodici e sono impermeabili, non si capisce l'emergenza ambientale di dover smaltire i lagoons in brevissimo tempo attraverso il Re-Sol! E poi quando mai un'azienda in liquidazione fa un investimento di più di 100 miliardi per smaltire dei sali sodici, che sono solo rifiuti, da quanto mi consta, neanche rifiuti speciali, non tossico-nocivi, per poi abbattere tale investimento dopo cinque anni? Va bene che siamo una valle che per cento anni ha sopportato un inquinamento che non so quale altra zona d'Italia o del mondo avrebbe sopportato, però a queste panzane non crediamo più.
Se in questi lagoons, invece, non ci sono solo sali sodici, ma ci sono anche dei solventi, clorurati o derivati del benzene, è molto pericoloso ovviamente bruciarli, perché sappiamo che se bruciati, a certe temperature possono liberare delle diossine.
Voglio fare una proposta provocatoria in questa sala: dato che per tutti questi anni nel nostro fiume sono state gettate naftaline, benzidine alfa e beta-naftilammina, cancerogeni, rifiuti tossico-nocivi, perché non versare anche i rifiuti tossico-nocivi della discarica di Pian Rocchetta nel Comune di Saliceto? Che aprano qui lagoons (a parte che tanti sono cristallizzati e si può camminare sopra), ne disciolgano il contenuto e lo gettino per l'ultima volta nel fiume! Noi accettiamo, avvisiamo gli abitanti di Acqui di tenersi in casa per quel giorno e finiamo questa panzana del Re-Sol! La mia è chiaramente una proposta provocatoria, però, anche dal punto di vista scientifico, mi pare corretta: li facciamo passare nel biologico oppure, con calma, cerchiamo qualche altro modo per smaltirli.
Nel caso che, malauguratamente per le nostre popolazioni, già così duramente provate da questo inquinamento, si dovesse verificare l'ipotesi nefasta della messa in funzione dell'inceneritore, io credo che l'unica arma che abbiamo noi Sindaci, non solo quelli più vicini, ma anche i più lontani da questo impianto, sarà quella di portare le chiavi del Comune dal Prefetto e lasciare che lo Stato gestisca i nostri Comuni!



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Eliana Barabino, Consigliere comunale di Acqui Terme ed ex Sindaco di Terzo.



BARABINO Eliana, Consigliere comunale di Acqui Terme

Il Sindaco di Pezzolo Valle Uzzone ha dovuto andare via, per cui mi ha ceduto il posto e porto i suoi saluti.
Io sono l'ex Sindaco di Terzo (dal 1983 al 1993) e adesso sono Consigliere del Comune di Acqui Terme. Nel 1984 da Sindaco ho iniziato questa lotta. Alla prima riunione eravamo presenti solo in tre Comuni, la sensibilità a livello delle istituzioni era nulla; oggi siamo qui con il Consiglio regionale, quindi un po' di strada ne abbiamo fatta, però penso che tanta ce ne sia ancora da fare.
Io chiedo al Consiglio regionale che nell'ordine del giorno di oggi, al primo punto, ci sia la richiesta della chiusura dell'ACNA, perché l'ACNA come disse un perito, è responsabile del disastro ecologico dei luoghi.
Quindi, primo punto: chiusura dell'ACNA.
Secondo punto: bonifica del sito, ovviamente previo uno studio serio al di sopra delle parti, internazionale. Affrontando il problema della bonifica del sito e della Valle Bormida si parlerà senz'altro di diossina: la questione è stata continuamente insabbiata e tutte le volte che viene fuori continua ad essere insabbiata. Comunque uscirà fuori e la diossina è solo, come ha detto il professor Janders, la ciliegina sulla torta dei veleni dell'ACNA.
Il Sindaco di Acqui aveva accennato al contenuto di quel documento rigorosamente riservato, con preghiera di distruzione dopo visione: un documento ACNA (perché scritto dall'allora, credo, direttore dell'ACNA) ad un dirigente dell'Enichem. È un documento che fa paura, che noi tiriamo fuori, ma che nessuno mai vuol prendere in considerazione! Io chiedo al Presidente della Regione, che è responsabile della salute dei suoi cittadini, di assumere questo documento e di fare tutti i passi necessari.
Questo documento lo abbiamo, perché chi lo ha scritto ha chiesto di distruggerlo a chi lo ha ricevuto; probabilmente chi l'ha ricevuto si è dimenticato di distruggerlo, quindi il documento è stato sequestrato ed è allegato agli atti della Procura di Savona. Oltre alla frase citata dal Sindaco di Acqui ci sono altre frasi preoccupanti: "Le dichiarazioni relative all'assenza di questi prodotti (cioè le diossine) ci vengono richieste ed ovviamente non possiamo rilasciarle. Data la gravità della situazione e delle conseguenze non posso che decidere nel seguente modo e con la massima tempestività. Con questa decisione la nuova capacità dell'impianto è il 50% dell'attuale, ma si elimina il gravissimo problema incombente". Questa è l'ammissione dell'ACNA! Non lo diciamo noi, è l'ACNA che si confessa al suo interno. Questa è la prova che all'ACNA la diossina si è prodotta e io chiedo, ripeto, che questo documento venga ripreso e venga tenuto nella dovuta considerazione.
Per dirvi che cosa è l'ACNA: il momento in cui l'ACNA stilava questo documento bisogna collegarlo ai fatti che noi ben conosciamo, eravamo nell'agosto 1992, i Sindaci premevano sul Consiglio regionale perch venisse fatto quel famoso monitoraggio. Purtroppo quella possibilità non ci fu e l'ACNA spergiurava che tutto era a posto. Il Ministro Ruffolo diceva che la scommessa ambientale era stata vinta! Questa è la credibilità: fuori tutto bene, ma all'interno ci sono questi documenti! Io chiedo, visto che la Commissione parlamentare d'inchiesta ha interrotto i suoi lavori, visti i problemi esistenti, che il sito non venga più toccato, perché noi sappiamo che le movimentazioni all'interno sono all'ordine del giorno. Ci sia un sequestro cautelativo fino a che non si faranno studi e non riprendano i lavori da parte della Commissione parlamentare d'inchiesta.
Inoltre, se si vuole, l'alternativa al Re-Sol esiste: il depuratore di Savona. Chiedo che la Regione Piemonte sostenga questa alternativa, che è stata sostenuta dal WWF e dai Comuni piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al rappresentante dell'Aspro-cor, signor Andreis, che interviene anche a nome del Consorzio per la tutela e la valorizzazione della nocciola Piemonte.



ANDREIS Giuseppe, Rappresentante Asprocor

Raccolgo l'invito ad essere sintetico. Credo che a quest'ora della giornata si siano dette quasi tutte le cose possibili, ma ne vorrei aggiungere qualcuna.
Innanzitutto ringrazio per la convocazione di questo Consiglio regionale aperto, che significa il riconoscimento di tutte le battaglie iniziate da anni dalle comunità locali, dagli Enti locali, Sindaci in testa, e per la conclusione di questa iniziativa di base estremamente importante che deve continuare.
In secondo luogo, si è parlato anche di un futuro della Valle Bormida e delle zone interessate. Come Associazione dei Produttori corilicoli (le nocciole tonde e gentili del Piemonte, famose in tutto il mondo - vengo sulla parte che doveva svolgere e che potrà svolgere l'amico Robaldo - un prodotto riconosciuto a livello europeo e mondiale di altissima qualità una delle grandi risorse tradizionali di queste terre e di queste vallate) stiamo predisponendo in questo periodo i programmi di filiera per rilanciare le nostre produzioni nell'ottica dei programmi dell'Obiettivo 5 B e nella dimensione dei progetti di legge regionali.
Come può svilupparsi un progetto di questo tipo, che mira a diffondere un'imprenditoria diffusa, ad avviare tante piccole attività, che assieme sostengono il tessuto alternativo alla mancata occupazione, dovuta al declino delle attività industriali, quando ci troveremo di fronte al progetto di un polo di recupero, così come è stato descritto, che trasforma nuovamente per molti anni un'intera zona in una possibile pattumiera non solo del Piemonte, ma dell'Italia? Il Consiglio regionale deve ancora una volta mantenere fede al suo impegno da sempre sostenuto e cioè un tipo di sviluppo che punti sulle risorse locali e su un'imprenditoria diffusa, su un tessuto di tante piccole ini-ziative che fanno perno sul binomio agricoltura-ambiente. Ci sono le condizioni possibili perché questo sviluppo assicuri nel futuro un tipo ed una qualità non solo di vita, ma di economia migliori di quelle che sono state compromesse da questo secolo di arroganza imprenditoriale ed economica.
Questa è la considerazione che vogliamo fare, la richiesta contenuta nell'ordine del giorno: non chiedere solo la chiusura e la trasformazione dell'impianto, ma proporre un ti-po di sviluppo che ho cercato di descrivere e che ci sembra l'unico importante. Grazie.



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri regionali di rimanere in sala perché alla chiusura della sessione aperta si aprirà la sessione ordinaria nell'ambito della quale dovremo votare l'ordine del giorno per il quale è stata raggiunta l'unanimità dei consensi.
La parola a Massimo Martinelli, rappresentante del Consorzio Tutela Produttori Barolo e Barbaresco Alba - Langhe - Roero.



MARTINELLI Massimo, Rappresentante Consorzio Tutela Produttori Barolo e Barbaresco Alba - Langhe - Roero

Si è parlato di acqua, si è parlato di atmosfera, si è parlato di vino.
Vorrei ribadire che il vino, nella sua essenzialità, può far parte in maniera piacevole della qualità della vita. Per questi motivi, il vino oltre ad essere buono deve essere anche bello e per essere bello significa che deve nascere in un ambiente bello. Gli uomini della vigna e gli uomini del vino sono quindi preoccupati di tutti questi ragionamenti, perch guardano innanzitutto alla loro salute ed inoltre alla salute dei turisti che sempre più numerosi invadono queste zone.
Noi vogliamo delle risposte sicure per il nostro futuro, vogliamo continuare a poter gioire: la vita è così agra e difficile, il vino ci pu permettere istanti di piena gioia.
Per questi motivi, noi siamo assolutamente contrari al fatto che si vada avanti con i soliti discorsi (quella del Re-Sol l'abbiamo definita una "storia infinita"), speriamo sia giunto il momento di mettere fine a ragionamenti balzani e bizzarri. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente dell'Associazione culturale Valbormida Viva Barbiero.



BARBIERO Ilvo, Presidente Associazione culturale Valbormida Viva

Nonostante il brevissimo tempo a disposizione non posso evitare di rispondere al rappresentante della Federpiemonte Industriale. Quando ha eletto che i lagunaggi corrono il rischio di essere alluvionati ha dimostrato esattamente l'opposto di quello che forse intendeva dire, e cioè che i lagunaggi sono in alto al sicuro, mentre invece è stata alluvionata una zona dove l'Istituto Superiore della Sanità ha trovato diverse sostanze, fra le quali la diossina. Quindi se non si conoscono i problemi se si ignorano certi particolari, è meglio tacere per evitare confusioni.
Per quanto riguarda le problematiche che fanno parte di questo Consiglio regionale aperto, vorrei essere estremamente concreto chiedendo alla Regione Piemonte di considerare la possibilità di verificare, per quanto riguarda il decreto legislativo 27/1/1992, n. 132, in merito alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose, se l'ACNA era tenuta (ai sensi dell'art. 14): 1) a presentare domanda di autorizzazione alla Provincia competente 2) se è stata presentata 3) se sono state fatte comunicazioni in merito dalla Provincia competente 4) se per evitare danni ambientali sono state prescritte opere dalla Provincia, dalla Regione o dal Ministero dell'Ambiente 5) se in questo caso il responsabile ha provveduto a realizzare queste opere.
Non si tratta solamente di volontà di fare o non fare certe cose, ma il primo punto è quello di rispettare le leggi in vigore. Per cui pregherei la Regione di interessare l'Ufficio legislativo in merito a questi punti.
Ricordo che questa legge è citata anche nelle conclusioni della Commissione VIA.
Ultimo punto. Mentre un'azienda di proprietà ancora sostanzialmente dello Stato sta continuando a perseguire un progetto che ha provocato perdite per almeno 800 miliardi in questi ultimi anni, il massimo organismo nazionale nel campo della ricerca scientifica, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha avviato un progetto che la nostra Associazione sta gestendo.
Nell'ambito di un progetto nazionale sullo sviluppo locale autosostenibile un contributo agli scenari e alle trasformazioni del sistema ambientale in Italia, a cui partecipano nove Università e diverse altre organizzazioni sul territorio, la nostra associazione sta gestendo il "Piano dello sviluppo locale autosostenibile in Valle Bormida - Autorità di Valle".
Questo documento raccoglie i progetti presentati dal Movimento della Valle Bormida a partire dal 1988 e riguarda la costituzione di un'autorità locale che dovrebbe prendere in carico la soluzione di tutti i problemi della Valle Bormida, a partire dalla bonifica e dal rilancio di uno sviluppo locale autosostenibile.



PRESIDENTE

La parola al rappresentante dell'Associazione Valbormida di Bubbio signor Spertino.



SPERTINO Pietro, Rappresentante Associazione Valbormida di Bubbio

A questo punto dico: beati gli ultimi se i primi sono onesti, perch noi della Valle Bormida sono dieci anni che lottiamo per l'ACNA, ma quelli dell'ACNA non capiscono.
Colgo l'occasione della presenza qui ad Alba del Consiglio regionale del Piemonte per avanzare una richiesta per me importante, premettendo che provengo da una valle dove la gente ha molta esperienza di avvelenamento causato da una fabbrica infernale, posta qui ai confini della nostra regione. I disagi sono stati molteplici, oltre a far morire il fiume Bormida, l'acqua era inservibile; un fiume avvelenato per tutto il suo percorso, lunghissimo. Con ciò obbligando tantissima gente ad abbandonare quella valle. Quindi molto rischio per il territorio. Tanti gli anni spesi e tante le lotte da noi intraprese, con qualche risultato positivo, ma che sta succedendo oggi? Si vuole costruire anche un inceneritore, la cui presenza però non azzererà mai i veleni del fiume Bormida e anzi inquinerà una grossa fetta del nostro Piemonte, dove terreno povero, ma tanto generoso, ci fornisce dei prodotti invidiati da tutto il mondo.
L'emarginazione dell'uomo non può arrivare o addentrarsi nei fantasmi mostruosi di questa fabbrica. E' da chiedersi veramente perché l'uomo va a scrutare la luna, mentre qui a quattro passi da Cengio non si sono mai sapute le porcherie che ha costruito l'ACNA. Non vi è la volontà di sapere cosa veramente succede lì; forse la luna è netta speranza di sopravvivenza per qualche persona consapevole del male che si vuole fare all'umanità terrena? Se le Langhe e l'Albese verranno messe a rischio, come tutta la valle Bormida, che ne sarà, signor Presidente, della gente di quei luoghi? Dovremo, forse, fra qualche anno entrare in quella categoria cosiddetta del terzo mondo? Ecco che allora io oso avanzare detta richiesta a lei, Presidente, e a tutto il suo Consiglio regionale. Vi è da parte vostra la possibilità di organizzare, forse da parte dell'Assessore all'ambiente, una riunione di gente di tutte le categorie di buona volontà per parlare di reale ambientalismo e analizzare diverse testimonianze? Sarebbe bene chiedersi perché tante specie di flora e fauna si estinguono troppo in fretta.
Oppure, chi sa dirmi perché vicino ad Alba, per l'esattezza ai Vignini presso la fabbrica dell'Italgel alcune centinaia di gabbiani per circa un mese hanno colonizzato lì? Perché è più facile vedere due merli a Milano che non nel loro habitat su queste nostre colline? Forse è necessario porre equilibrio. Ecco perché rivolgo a voi tutti questa richiesta, innanzitutto per dare un segnale all'Italia che questa regione non vuole essere sottoposta ad avvelenamenti maggiori, ma che è in grado di reagire. Ci sentiamo di lanciare messaggi per il futuro di tutti i giovani di questa regione che lei, signor Presidente, vedrà il 16 marzo ad Alba: ma è anche un messaggio per i giovani in tutta Italia. Questa non deve diventare la fogna d'Europa, ma deve esserci ancora la possibilità di dire, come spesso ripeteva la mia maestra di scuola elementare: "L'Italia è il giardino d'Europa".



PRESIDENTE

La parola al signor Barbero, rappresentante dell'Associazione Arcigola.



BARBERO Silvio, Rappresentante Associazione Arcigola

Tre anni fa abbiamo organizzato un convegno proprio qui ad Alba, con la Lega Ambiente, per parlare dei problemi dell'ACNA, anche se può sembrare strano che un'Associazione enogastronomica affronti questi temi.
Indubbiamente le motivazioni della tutela dell'ambiente, di tutela della salute e di sviluppo compatibile con l'ambiente, sono assolutamente sufficienti per motivare la nostra adesione a questa battaglia, per motivare tutte le opposizioni a tentativi di costruzione del Re-Sol. Voglio aggiungere un'unica cosa, anche se già detta da altri: forse qui non c'è da parte di tutti, la consapevolezza di cosa rappresenta questo territorio a livello internazionale. Io ho la fortuna, come rappresentante di un'Associazione, di avere contatti internazionali con appassionati di cibo di cucina, di vino, in tutto il mondo, e vi assicuro che guardano a questa zona con grande attenzione. Probabilmente gli stessi viticoltori, gli stessi cittadini di queste zone non si rendono tanto conto di cosa succederà nei prossimi anni, di qual è l'attenzione che c'è verso il nostro territorio.
Quindi credo che occorra anche aggiungere che si tratta di un territorio votato ad un grande turismo enogastronomico, anche perché quando parlo con dei miei amici tedeschi, svizzeri, francesi, spagnoli ed americani e spiego loro brevissimamente cosa si vuole fare, inorridiscono.



PRESIDENTE

La parola al signor Zarri, Presidente del Consorzio turistico Langhe Monferrato e Roero.



ZARRI Carlo, Presidente Consorzio turistico Langhe, Monferrato e Roero

A nome anche dei miei colleghi ci auguriamo che la vicenda ACNA venga al più presto risolta, anche perché all'interno del nostro consorzio c'è la salvaguardia, come scopo di lavoro, dell'ambiente. Noi abbiamo registrato in questi ultimi anni, una forte crescita, in controtendenza all'andamento nazionale, nel settore turismo; siamo arrivati a registrare, in alcuni periodi, delle punte del 70-80% di presenze straniere, il che vuol dire che questo è turismo. Numerose aziende lavorano intorno a questo settore: significa impiego e risorse economiche in campo.
Per cui, prima di tutto, ci uniamo e chiediamo che venga fatto il possibile affinché l'ambiente in cui viviamo venga salvaguardato.
In secondo luogo, riteniamo importante sapere gestire questa fase visto che questa crescita turistica è andata ad incidere e a "pestare i piedi" a certe zone straniere, tipo la Borgogna in Francia, l'Alsazia oppure la Mulhouse, sempre parlando di zone vitivinicole.
Evitiamo, per quanto possibile, di propagandare o di prospettare che la nostra terra potrebbe essere inquinata, perché effettivamente, avendo "pestato i piedi" a gente come i francesi - che in questo momento ancora non vedono di buon occhio l'Italia perché ha una lira sottovalutata avremmo solamente dei ritorni negativi. Se tendessimo a fare una pubblicità internazionale sul fatto che la nostra terra potrebbe, anche solo minimamente, in futuro, essere sfiorata da un inquinamento superiore a quello attuale, le conseguenze sarebbero negative.
Per cui continuiamo in questa battaglia, facendo sapere che abbiamo delle risorse che vogliamo tutelare, e tuteliamole!



PRESIDENTE

La parola a Don Pier Paolo Riccabone.



PRESIDENTE

Don RICCABONE Pier Paolo



PRESIDENTE

Lascio agli atti il numero del 7/12/1990 di Valle Bormida pulita che ha come titolo: "Ecco Alba, Provincia di Cengio! Come reagiscono l'Albese e le Langhe al pericolo inceneritore Re-Sol?", "Quali saranno le zone interessate? Alba, Canelli, Dogliani non vogliono pensarci, ma rischiano di fare la fine della Valle Bormida. Produttori agricoli, grandi cantine industrie alimentari ed associazioni... dovrebbero documentarsi rapidamente sulla reale portata di questa minaccia alla loro economia, oltrech salute". Di questo vi leggo solo un titolo, e visto che è molto importante gradirei che fosse divulgato, siccome la Regione e tanti enti sono ricchi mentre noi, come giornale, siamo in fallimento.
Qui c'è una cartina delle incidenze per 10 chilometri del Re-Sol. C'è una tabella che vi prego di leggere, perché tagliando i dati di quel giorno, il pericolo non è rappresentato solo dalla diossina, ma da tutto un insieme che facilita certe malattie. Sarebbe bene darne informazione.
questo il problema: l'informazione non si riesce a dare.
Vi lascio, se vi interessa, anche l'edizione del 16, in cui già gli abitanti protestavano contro l'ACNA. Questa è una copia del 1965: "Duemila a Cuneo, viva la Valle Bormida unita". Io dico grazie a voi albesi, adesso che "vi brucia il sedere" ed a tutto il Roero. Finalmente entrate in palla: non volevate che noi parlassimo del Re-Sol perché guastavamo la vostra immagine, e in poco tempo abbiamo avuto una documentazione al riguardo. Non diciamoci bugie, perché ne abbiamo già sentite tante.
Chiedo una sola cosa, cioè che venga chiusa l'ACNA di Cengio - e ovviamente che non venga costruito il Re-Sol - in un solo modo: una piattaforma di cemento armato o di vetroresina, e recuperare 300.000 metri quadri per un diverso utilizzo. Ad esempio, la Ferrero ha comprato una sorgente del Bormida e vorrebbe fare l'Estatè - che d'estate fa anche piacere - ed è disposta a pagare per farlo lì.
Potrei andare avanti molto duramente su tutta la documentazione.
Parlo a titolo personale, non voglio coinvolgere i signori Vescovi che dovrebbero venire anche loro qui a partecipare con noi, con la Regione e con tutti quanti. E' uno scandalo che un Vescovo venga solo due minuti a benedire e a dire: "Padre nostro, che sei nei cieli, che hai creato l'universo...". Se - e riprendo in parte una dichiarazione che mi hanno rubato, ma la faccio più seriamente e duramente - costruiranno il Re-Sol e non chiuderanno l'ACNA con l'alternativa di cemento armato, che è l'unica soluzione tecnica, tutti i Sindaci, tutti gli Assessori della Regione firmino oggi un documento con il quale si impegnano a dare immediatamente le dimissioni. Sarebbe veramente una prova di testimonianza.
Se il Re-Sol non verrà chiuso, i Sindaci mettano nelle mani dei Prefetti il loro mandato.



PRESIDENTE

La parola al Sindaco di Saliceto, Prandi. Dopodiché ci sarà la replica del Presidente della Giunta regionale.



PRANDI Silvano, Sindaco di Saliceto

Ringrazio la Giunta e il Consiglio per essere oggi qui con noi a rappresentarci e a difendere i nostri diritti.
Penso che mi abbiate lasciato per ultimo proprio perché Saliceto è l'ultimo paese della provincia di Cuneo e, quindi, della Regione Piemonte a confine con Cengio, a ridosso dell'ACNA. E' il paese che in questi anni ha subito maggiormente l'inquinamento e dopo Cengio, ancora oggi, è il Comune che ha più dipendenti in ACNA.
Chi mi ha preceduto ha già detto tutto. Penso che inoltrarmi in discorsi politici o tecnici sia superfluo. Ritengo sia invece più opportuno mettermi in sintonia con quello che ha detto l'enologo che mi ha preceduto quando diceva che cinquant'anni fa i nostri padri furono condannati a pagare le spese processuali, perché l'ACNA riversava concime e vitamine per farci crescere sani e robusti, cosa che a me non pare del tutto esatta.
I nostri padri non avevano capito nulla. Oggi mi pare si stia ripetendo la stessa cosa. Noi non comprendiamo nulla, noi che non vogliamo l'inceneritore siamo quelli che non capiscono nulla. Siamo di nuovo al 1950, siamo di nuovo all'epoca dei nostri padri. Non voglio pensare questo se così è io mi reputo un imbecille e voglio essere imbecille, ma non voglio l'inceneritore e non voglio il Re-Sol. Penso che questa sia la posizione di tutti i Sindaci, la posizione di tutti quelli che sono presenti qui ed è quello che chiediamo oggi al Consiglio regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato gli interventi. In attesa di aprire il Consiglio in seduta ordinaria e di aver approntato l'ordine del giorno secondo i suggerimenti che sono stati fatti da molti di voi e che sono stati recepiti dai Presidenti dei Gruppi consiliari, do la parola al Presidente della Giunta, Ghigo, che ovviamente potrà riprendere la parola nel corso della seduta ordinaria.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, volevo solo fare una piccola riflessione innanzitutto ringraziando tutti i partecipanti a questo dibattito e facendo una considerazione relativa al fatto che gli interventi, tranne forse due che si sono spinti in una posizione diversa, non hanno fatto altro che confermare che l'iniziativa presa dall'Assessore Cavallera e dalla Giunta regionale, nel portare avanti il rapporto con il Ministero Beni Ambientali per quanto concerne il problema Re-Sol, è la posizione giusta. Nel senso che noi abbiamo contrastato il risultato della Commissione che ha deliberato il VIA nei confronti del Re-Sol, abbiamo contrastato presso la sede del Ministero dell'Ambiente, con il Ministro Baratta, questa posizione e abbiamo chiaramente già ottenuto un leggero passo indietro; oggi attraverso l'espressione del Consiglio regionale, la Giunta regionale farà indubbiamente suo il documento espresso dal Consiglio e su questo documento si impegna a sostenere, in maniera determinante e, determinata, l'assoluta vo lontà di far sì che in breve tempo, e finalmente, si metta un termine al problema del Re-Sol. Come è stato ampiamente detto, e credo verrà riportato anche nell'ordine del giorno del Consiglio regionale, la chiusura dell'ACNA è un elemento indubbiamente ed assolutamente necessario.
L'altro aspetto sul quale mi permetto di fare una riflessione - credo che un accenno sia stato fatto dal senatore Morando - è che dobbiamo probabilmente anche rivedere i rapporti con la Regione Liguria. Credo che nel documento del Consiglio regionale verrà proposto un confronto tra il Consiglio regionale piemontese e il Consiglio regionale ligure, nel quale proprio anche in un'ottica più ampia di valutazione complessiva verranno precisate e definite le posizioni dei rapporti fra queste due Regioni.
Credo che il dibattito sia stato ricco di ulteriori spunti, di ulteriori riflessioni e sono convinto che il documento che il Consiglio spero all'unanimità, approverà, sarà un documento che darà delle risposte concrete e delle speranze ai cittadini della Valle Bormida che il Re-Sol non si farà mai. Grazie a tutti.



PRESIDENTE

L'assemblea aperta del Consiglio regionale viene chiusa in questo istante.
Ringrazio ancora il Sindaco per l'ospitalità, i suoi collaboratori, i Vigili Urbani, l'Ufficio Stampa e tutti coloro che hanno voluto contribuire al successo e al confronto civile di questa mattinata.
Voglio ringraziare anche tutto il personale del Consiglio regionale che si è sobbarcato questa fatica non lieve, direi anzi abbastanza improba.
Il Regolamento consiliare, ai sensi dell'art. 46, m'impone ora di chiudere l'assemblea aperta.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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