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Dettaglio seduta n.407 del 02/11/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Chiezzi, Farassino Goglio, Majorino, Peano, Salerno e Toselli.
b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Procedo all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Presidente Deorsola effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
29 Consiglieri ed in congedo n. 8 Consiglieri.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame disegno di legge n. 504: "Prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1999 nonché disposizioni finanziarie per l'anno 2000 ed approvazione delle schede FIP" - Richiesta inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Iniziamo i nostri lavori con l'esame del disegno di legge n. 504, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la I Commissione ha dedicato più sedute all'approfondimento e all'esame del disegno di legge n. 504 presentato dalla Giunta regionale relativo alla prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1999 nonché alle disposizioni finanziarie per l'anno 2000 e all'approvazione delle schede FIP.
Si è reso infatti necessario proporre tempestivamente alcune variazioni ai capitoli di spesa del bilancio in questa fase dell'esercizio finanziario 1999, che segue l'approvazione del bilancio di previsione per l'anno in corso, già L.R. n. 4/99, e che precede la predisposizione e presentazione del disegno di legge per l'assestamento al bilancio stesso.
Il disegno di legge in oggetto contiene inoltre la proposta di adozione delle schede del Fondo Investimenti Piemonte relative alle materie agricoltura, commercio ed artigianato, edilizia, sviluppo del turismo e termalismo, impianti di risalita e centri intermodali merci. Tali schede sono finanziate con il capitolo di spesa di investimento 27160 del bilancio di previsione per l'anno 1999. In ordine alle schede è emersa in Commissione la necessità di acquisire il parere consultivo per le materie di competenza delle Commissioni competenti. Pertanto, esse si sono espresse favorevolmente, con osservazioni, in particolare la Commissione commercio ed artigianato ha posto dei quesiti in relazione alla previsione di maggiori risorse finanziarie per interventi specifici e la Commissione edilizia ha evidenziato esigenze di adeguamento alle più recenti disposizioni legislative nazionali.
Dopo un acceso dibattito, la I Commissione ha licenziato, nella seduta di martedì 29/6/1999, a maggioranza il nuovo testo del disegno di legge. Su proposta della Commissione, il testo, per quanto attiene all'art. 2 relativo all'adozione delle schede FIP, sarà necessariamente notificato all'Unione Europea, ai sensi dell'art. 93, paragrafo 3, del Trattato di Roma. A seguito di tale procedura, è stata introdotta la clausola sospensiva nell'articolato.
La I Commissione rimette all'aula il testo del disegno di legge per la sua sollecita approvazione.
Questa è la stringata relazione, molto formale. Al di là del formalismo, all'interno della I Commissione, non a giugno, quindi in fase preliminare, ma già a settembre, abbiamo avuto modo di considerare nella sostanza, anche se formalmente il disegno di legge n. 504 non tornò in Commissione, quanto l'Assessore Burzi per conto della Giunta ci disse relativamente ad emendamenti. Quindi, sostanza al di là della forma, che è ferma agli inizi di giugno. Abbiamo dedicato a settembre - la Presidente Ferrero era ancora assente, quindi ebbi modo io di presiedere la Commissione - due o tre sedute di Commissione, quindi abbiamo avuto modo di dibattere in modo approfondito nella sostanza tutti i temi, i capitoli e le cifre relative.
Pertanto, riteniamo proprio, seppure con molto ritardo rispetto ai tempi canonici - dico con molto ritardo perché, ad esempio, tra le varie cose, c'è il Consiglio che è un po' in apnea rispetto ai finanziamenti così come i Gruppi, e ci sono settori quali, ad esempio, il socio assistenziale che, all'indomani dell'approvazione del bilancio a marzo videro questa integrazione di circa 22 miliardi e poi di una decina di miliardi (cito le voci più grosse, non certo le più significative, in quanto lo sono tutte) relativamente ad alcuni adempimenti sugli impegni della cultura - che, anche se oggi è il 2 novembre e se il Consiglio fosse estremamente veloce - ciò che noi ci auguriamo - nell'approvazione del disegno di legge n. 504, i tempi del Commissario del Governo sarebbero tali da impedirci probabilmente che entro il 30 novembre, data canonica prevista dalla legge di contabilità, si possano rendere spendibili le cifre contenute in bilancio. Riteniamo, comunque, che la velocità di approvazione sia un dato importante in quanto ci consente di impegnare al meglio le risorse, non tantissime, ma neppure un'inezia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Signor Presidente, ho chiesto la parola perché non avevo capito, mentre lei annunciava la relazione del disegno di legge, che si trattava del disegno di legge n. 504. Sostengo sia più utile, per i nostri lavori discutere il rendiconto dell'anno scorso.
Sono iscritti all'o.d.g. tutti e due i provvedimenti, mi pare però che sia in qualche modo necessario approvare prima il rendiconto, che, tra l'altro, mi sembra il più semplice da discutere. Ambedue sono urgenti quindi non si tratta di ostruzionismo, ma di un'organizzazione più razionale rispetto ai lavori di oggi pomeriggio: il disegno di legge n.
504, probabilmente, è più complesso.
Pertanto, chiedo se, subito dopo la relazione, è possibile discutere il disegno di legge n. 533.



PRESIDENTE

L'o.d.g. prevede prima l'esame del disegno di legge n. 504 relativo alla variazione di bilancio. Con il consenso dell'aula e nel rispetto del Regolamento, si può fare di tutto.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, intervengo per sostenere l'ipotesi di lavoro del collega Papandrea. Mi sembrava ci fosse disponibilità in questo senso, pensavo fosse una procedura già adottata automaticamente dalla Presidenza e dalla Giunta. Naturalmente ci sono delle ragioni di merito.
Come ebbe a riconoscere l'Assessore Burzi, su nostre considerazioni questa di fatto è la manovra di assestamento. Nel senso che, al di là della definizione tecnica, si tratta della manovra finanziaria sul bilancio 1999.
Nel senso che un'eventuale nuova discussione, per un provvedimento che si definisce formalmente di assestamento di bilancio, si dovrà fare, ma dal punto di vista finanziario sarà destituita di risorse reali. Considero appropriata questa eventualità perché sarebbe singolare che all'inizio di novembre noi avessimo ancora un'idea delle poste che possono essere oggetto della discussione dell'esercizio. Quindi, per un'operazione che nella sostanza ha le caratteristiche della monovra di assestamento, è necessaria la preliminare approvazione del conto consuntivo.
Assessore Burzi, non si spazientisca. So anche che lei è sicuramente preoccupato di concludere operativamente e proficuamente la discussione che si preannuncia sicuramente complessa e lunga. Dipende dalle disponibilità dipende dalle modalità di lavoro.
Mi associo alla richiesta del Consigliere Papandrea. Avrei avanzato la stessa richiesta se fossi stato in aula. Il Presidente ha senz'altro colto l'assenza del mio Gruppo che stava arrivando, ma non ne ha tenuto conto.
Presidente, non gliene voglio, lei ha ben altri problemi, deve guardare la maggioranza, il numero legale ...



PRESIDENTE

Ho iniziato con mezz'ora di ritardo.



RIBA Lido

Presidente, ho soltanto rilevato che non è nostra abitudine arrivare in ritardo, quindi il ritardo era motivato. Comunque formulo anch'io la richiesta: aprire la discussione sul conto consuntivo preliminarmente alla discussione del disegno di legge n. 504.



PRESIDENTE

Siamo di fronte ad una richiesta di inversione dei punti all'o.d.g. Ci sono delle tesi...
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Non ci sono ovviamente tesi contrarie da parte della Giunta. Volevo solo completare il ragionamento del Consigliere Riba che, in parte, si ricollega con quanto detto dal Consigliere Papandrea.
E' evidente che il consuntivo è urgente, non solo perché è un obbligo e non soltanto perché è in aula da - credo - luglio, anche perch l'approvazione del conto consuntivo è propedeutico alla presentazione del bilancio preventivo 2000 e a quanto ne consegue.
Mi permetto, peraltro, come ho già detto in colloqui meno formali rispetto all'aula, di sottolineare ai colleghi l'importanza del disegno di legge n. 504. Siamo ormai giunti, indipendentemente dalla volontà o dalla responsabilità dei singoli, al 2 novembre. Il disegno di legge n. 504 invece, confermando quanto diceva il Consigliere Riba, è il completamento in termini di iscrizioni, di risorse e di utilizzo delle stesse nell'ambito della manovra finanziaria del 1999. Per certi versi è ancora più urgente e non a caso, i colleghi Capigruppo hanno voluto evidenziarlo anteponendo il punto a quello del rendiconto.
Anche il Capogruppo Gallarini ha ricordato, al termine della sua relazione, che le risorse che la Regione può iscrivere possono essere utilmente impiegate, salvo eccezioni, entro la fine di novembre e comunque entro e non oltre il 31 dicembre dell'esercizio in corso.
Pertanto, ferma restando l'importanza disgiunta dei due provvedimenti uno è il consultivo 1998, l'altro il completamento della manovra finanziaria per quanto attiene al 1999. Ripeto che sono propedeutici alla presentazione dall'assestamento, che sarà del tutto ininfluente in termini di risorse. Si tratta di un obbligo tecnico, è la legge di bilancio preventivo 2000/2002, che è l'ultimo atto in termini finanziari che l'Assessorato al bilancio intende fare entro quest'anno.
Mi permetto di sollecitare l'importanza del disegno di legge n. 504 perché l'approvazione di quest'ultimo, quando l'aula in tal senso a ci avrà voluto provvedere, sarà comunque seguita con la giusta diligenza presso il Consiglio dei Ministri, onde rendere tale risorse oggi iscrivibili e ancora spendibili nell'ultimo scorcio dell'anno. Da questo punto di vista, per quanto riguarda la Giunta - dispongono poi i Capigruppo per quanto attiene ai lavori del Consiglio - è evidentemente più "urgente" se si può dire, l'approvazione del disegno di legge n. 504.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sono d'accordo con la proposta del Consigliere Papandrea.
L'Assessore Burzi dà un valore alla successione con cui i due argomenti sono inseriti all'o.d.g. Voglio solo ricordare che quella successione è puramente casuale, nel senso che non c'è mai un ragionamento di razionalità, è soltanto una casualità. L'assestamento del bilancio ci consente di fare una variazione di bilancio con maggiori elementi rispetto a quelli che si conoscevano nel momento in cui venne impostata la variazione di bilancio, tra maggio e giugno, cioè immediatamente dopo l'approvazione del bilancio.
D'altronde, l'assestamento del bilancio, così come lo definisce la nostra legge di contabilità, consentendoci di aggiornare i residui attivi e passivi iscritti nel bilancio, consentendoci l'aggiornamento della giacenza di cassa e l'aggiornamento dell'avanzo o del disavanzo finanziario relativo all'esercizio precedente, ci permette di avere un quadro più preciso e più completo delle risorse eventualmente disponibili per poter fare questa ed eventualmente altre operazioni di variazione di bilancio.
Il motivo è questo: la variazione prima aveva senso se veniva approvata immediatamente, ma nel momento in cui la legge regionale ci obbliga entro il 30 giugno di ogni anno ad approvare l'assestamento del bilancio, credo che oggi la situazione, dal punto di vista logico, oltre alle questioni richiamate dai colleghi, ci imponga di esaminare prima l'assestamento di bilancio e poi la variazione di bilancio. Ciò evidentemente in tempi ragionevoli e concordati (semmai vediamo un attimo come poterli concordare). Però questa successione, in questo momento, ci pare logica perché una variazione di bilancio fatta indipendentemente dal significato e dalla consistenza dell'assestamento rischia di essere un'operazione, dal punto di vista economico-finanziario, non coordinata né collegata all'operazione complessiva.



PRESIDENTE

Le ragioni a favore dell'inversione le abbiamo sentite; qualcuno desidera intervenire in senso contrario? La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Per quando ci riguarda, ovviamente, ci attestiamo sulle posizioni espresse della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Intervengo solo per contribuire, in sede tecnica, agli interventi che su questa tematica man mano si susseguono.
Il Consigliere Saitta vorrà consentire: l'assestamento non solo non è oggetto dei lavori d'aula di oggi, ma neanche del lavoro propedeutico al dibattito che si sta svolgendo, perché mi pare che una tesi suggerisca, se ho ben capito, l'intervento del Consigliere Papandrea...



(Commenti in aula)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Rendiconto, ma era solo perché ci abituassimo, visto che la materia ha già una sua complessità.
Allora, il rendiconto è appunto quello del 1998; non ha, se non per l'importanza che hanno tutti i rendiconti in tutte le sedi, alcuna attinenza al bilancio dell'anno successivo, in questo caso il 1999, né con le variazioni che si intendono prospettare o progettare. Invece, ha un'attinenza sia con la legge di assestamento, che arriverà quando i lavori lo consentiranno, sia con il bilancio successivo.
Le due aree hanno una notevolissima importanza: ne abbiamo più volte discusso anche in sede di I Commissione; così come credo si voglia riconoscere, pur nel suo non essere collegata, l'importanza di una legge di variazione, che arriva in esame oggi, perché così l'autonomia dei nostri lavori di Commissione e di aula ha voluto disporre, che è stata presentata in quest'aula alla fine del mese di luglio e che, sulla base di un'idea comune, che ha visto disponibile anche la Giunta, è stata esaminata abbastanza approfonditamente in Commissione all'inizio del mese di settembre.
I tempi sono quelli che questo Consiglio è in grado di darsi, senza necessità di entrare ulteriormente nel merito se essi siano celeri o possano esserlo di più.
Essendo i due provvedimenti disgiunti, essendo ambedue di importanza notevole, mi permetto di insistere sul fatto che la variazione, una volta approvata, consentirebbe di far sì che le poste e i documenti ad essa collegati siano di disponibilità di questo Ente.
Cosa significa questo? Posto che la Giunta non sia interessata a discutere il rendiconto (e ci mancherebbe, non soltanto perché è un obbligo, ma un obbligo importante), credo che si tratterebbe - uso volutamente il condizionale - di avere, da parte dei Capigruppo, una definizione su questi due punti all'o.d.g.
In questo senso, io stesso, più che arrivare semplicemente ad una valutazione "prima l'uno o prima l'altro", sono dell'opinione che si potrebbe, se ce n'è la capacità, concordare un ordine dei lavori che contempli entrambi i punti in discussione, il disegno di legge n. 504 e il consuntivo, possibilmente nell'ambito di un numero di sedute che consenta a tutti il giusto approfondimento, la giusta evidenziazione delle tesi politiche e, ovviamente - questo credo sia di interesse di tutti - il voto non necessariamente favorevole, su entrambi i provvedimenti. Se i Capigruppo riescono, e io credo che sia possibile, a disporre un ordine dei lavori che risolva entrambi i punti, non ho nulla in contrario: ho solo interesse che entrambi passino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba. Poi provo io a fare una valutazione: se possiamo evitare di riunire i Capigruppo...
Prego, Consigliere Riba.



RIBA Lido

Nelle considerazioni dell'Assessore Burzi ho colto una valutazione non negativa rispetto alla nostra proposta, alla quale si è aggiunto, come è naturale che sia, qualche elemento di ragionamento complessivo da parte della Giunta. Proprio perché questa opportunità probabilmente esiste ritengo necessario, almeno da parte dei Capigruppo della minoranza (naturalmente non voglio essere riduttivo), un incontro con il Presidente Ghigo e l'Assessore competente, per fare una valutazione sull'ordine dei lavori, dato che non mi sembra che si possa condurre un approfondimento ed una trattativa in un'aula assembleare.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Il collega Riba ha fatto una sua valutazione per la definizione dei lavori. Io, invece, volevo riprendere alcune osservazioni del collega Saitta, anche in risposta all'Assessore Burzi.
Il collega Saitta aveva utilizzato in modo errato il termine "assestamento", ma mi pare avesse ben argomentato la necessità di approfondire ed analizzare, come Consiglio, inizialmente il rendiconto di bilancio, per poi proseguire con la variazione di bilancio.
La necessità era quella di non tenere conto esattamente del merito delle questioni, ma di provare a valutare la variazione di bilancio individuando quindi anche delle scelte e delle ipotesi strategiche di investimento della Regione, sulla base di analisi e di elementi certi scaturiti da una valutazione complessiva del 1998.
Al di là del caso in questione, quindi di come i due disegni di legge sono stati licenziati dalle Commissioni e di come sono stati inseriti nell'ordine dei lavori del Consiglio - quindi inizialmente la variazione di bilancio e secondariamente il rendiconto generale - mi pare che, in generale, una valutazione su quanto effettuato e su come non si siano liberate risorse ed avanzi finanziari da parte della Regione renda necessario - e mi rivolgo al Presidente del Consiglio - affrontare inizialmente il rendiconto di bilancio, che libera o non libera risorse, in quanto individuare un avanzo finanziario può dare degli elementi e delle valutazioni complessive, affinché l'intero Consiglio regionale possa affrontare diversamente, con elementi certi, anche le variazioni di bilancio.
Mi rimetto infine al Presidente del Consiglio, che farà una sintesi ed offrirà anche un percorso adeguato.



PRESIDENTE

Desidero ricordare che in sede di Capigruppo avevamo individuato nei lavori di questa settimana il termine ragionevole per portare alla votazione i due provvedimenti. Se così non fosse, verrebbe meno l'utilità dell'approvazione, avendo noi un termine che non possiamo derogare: quello del 30 novembre. Pertanto, se può essere utile, raduno brevemente i Capigruppo.
I lavori sono momentaneamente sospesi.



(La seduta, sospesa alle ore 15.30 riprende alle ore 16.55)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Durante la sospensione ci sono stati dei contatti a livello di Capigruppo. La situazione, che cerco di riassumere, è la seguente: c'è stata una richiesta di inversione dei punti all'o.d.g., perciò di esaminare prima il disegno di legge n. 533 rispetto al disegno di legge n. 504.
Rispetto alle ragioni dell'inversione abbiamo evidenziato le opportunità; l'interruzione è servita per mettere a punto le varie posizioni. Riformulo all'aula la proposta di inversione dei punti all'o.d.g.
Abbiamo sentito le tesi a favore dell'inversione; ci sono delle tesi contrarie? Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Presidente, si è svolta un'interruzione e si è fatto un approfondimento. I Gruppi dell'opposizione, unitariamente, ritengono di aver posto una questione del tutto ovvia e naturale, che serviva a rendere organica, proficua e cronologicamente adeguata la discussione che impegnerà i prossimi giorni (non so quanti saranno, dipende dal grado e dalla complessità delle difficoltà che incontreremo nel corso della discussione).
Non l'avevamo mai considerata né vogliamo sia considerata un'esigenza o una richiesta. E' una proposta sulla quale convergevano molti elementi di razionalità; se c'è una controproposta, lasciamo alla completa valutazione della Giunta e della Presidenza del Consiglio di decidere, sulla base della discussione che c'è già stata e delle opportunità che abbiamo sottolineato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Seppure transitiamo con tre ore di ritardo, rispetto alle 15 di oggi pomeriggio, ribadiamo quanto abbiamo detto tre ore fa. E cioè: abbiamo iniziato con la variazione di bilancio, è stata svolta la relazione pertanto continuiamo con la variazione di bilancio.



PRESIDENTE

Questo intervento lo colgo come una contrarietà all'inversione dei punti all'o.d.g., perciò, se tecnicamente valutiamo l'intervento del Consigliere Riba come una proposta di inversione, o c'è una disponibilità ampia dell'aula, oppure continuiamo con l'ordine stabilito.
L'Assessore o la Giunta ritengono di intervenire? Prego, Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

La Giunta, ovviamente, concorda, ma ripeto quello che mi pare sia stato detto in più sedi, anche nell'ultimo intervento del Consigliere Gallarini.
Al di là della consequenzialità dei due provvedimenti, della cui importanza nessuno discute - tanto meno l'Assessore competente - mi pare non sia emersa la sicurezza - se mi si passa il termine - che nell'ambito dei tempi, ahimè ridotti, perché molti sono gli argomenti che devono essere discussi in questo Consiglio, che entrambi i provvedimenti abbiano indipendentemente da quello che viene esaminato per primo, visto che sono separati - la giusta attenzione da parte dell'aula, per arrivare, senza che alcuna esigenza legittima possa venire non rappresentata, ad un esito di voto, visto che, senza colpa di nessuno, essendo già il 2 novembre, le scadenze sono impellenti.
Da questo punto di vista, poiché mi pare non sia stato possibile definire questa organizzazione del lavoro in maniera che i Capigruppo anche di maggioranza, possano consentire, la Giunta ritiene più utile partire dall'esame del provvedimento che, dei due, ha le maggiori urgenze per essere operativo, cioè la variazione di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti. Prima però provo a riassumere.
Se ho inteso bene, l'esigenza prospettata è quella di incominciare i lavori con l'inversione dei punti all'o.d.g., con l'impegno - questo non è stato espressamente evidenziato, ma provo ad ipotizzarlo io, chiedendo la cortesia della collega Spagnuolo - di terminare i due provvedimenti entro la mattinata di venerdì, con tutti gli approfondimenti che saranno necessari (da parte mia non ci saranno limiti per favorire questo).
Prego, Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

La ringrazio, signor Presidente. Diventa veramente difficile orientarsi; abbiamo vicino il Presidente della Giunta regionale che probabilmente ci potrà delucidare nel merito.
Come si può sostenere che un'inversione dei punti all'o.d.g. abbia a che fare con l'esigenza di ottemperare alle leggi? L'Assessore Burzi ce la mette tutta, però dovrebbe almeno avere la compiacenza di restare nel quadro delle leggi, perché la legge di contabilità, la legge n. 55 all'art. 71 "Impostazione e presentazione del rendiconto", recita: "Il rendiconto generale è presentato dalla Giunta al Consiglio regionale entro il 30 aprile dell'anno successivo all'esercizio cui si riferisce unitamente al disegno di legge predisposto per la sua approvazione ed è approvato con legge regionale entro il 31 luglio dello stesso anno".
Certo, si possono fare delle leggi - in Italia a nessuno importa delle leggi! - ma mi chiedo, Assessore, come si possa portare una manovra (glielo chiedo un po' vivacemente, perché bisogna ravvivare questo contesto) ad un bilancio che, sotto vostra dichiarazione, da almeno quattro anni a questa parte, definite ingessato e che non lascia spazio alla proposta politica.
Vi lamentavate anche del fatto che era assestato, attorno a questa manovra politica, sui 140/180 miliardi. E voi portate una manovra da 75 miliardi, quindi il 50% della disponibilità in termini di manovra politica del bilancio, nella sua rigidità, così, in una variazione di bilancio senza tenere conto che non ottemperate alla legge n. 51, che dovrebbe principalmente tenere vincolato il governo della Regione Piemonte, che dovrebbe farlo rispettare anche dal Consiglio! Invece è il Consiglio che tenta di obbligare il governo regionale a farlo rispettare, con una manovra libera da circa 80 miliardi, oltre il 50% di quanto avete dichiarato: una manovra politica, con una variazione di bilancio, per pagare qualche debituccio che avete all'interno delle forze politiche di maggioranza.
Ci dovete spiegare come possa essere respinta un'inversione dei punti all'o.d.g., essendo ormai iscritto da lungo tempo il disegno di legge n.
533, che è il conto consuntivo a cui tutto il Consiglio regionale maggioranza e minoranza, deve fare riferimento per capire cosa ha fatto questa Regione in termini di efficienza e capacità di indirizzo nel Piano di sviluppo regionale, che avete persino scordato di iscrivere all'o.d.g.
di questo Consiglio al termine di una legislatura di cinque anni, e ancora siamo in assenza di un Piano regionale di sviluppo! Altra legge che lo prevede - a cui fa riferimento la legge n. 51 - è la legge n. 43, che afferma che le risultanze di bilancio devono essere descritte e stare all'interno del Piano regionale di sviluppo. Siete la cosa più stupefacente che abbia mai visto in un'amministrazione pubblica! E uno dei maestri di questa efficienza credo sia proprio l'Assessore alla programmazione Burzi.
L'art. 71 recita: "I risultati della gestione del bilancio sono dimostrati annualmente nel rendiconto generale della Regione. Il rendiconto generale della Regione comprende il conto finanziario e il conto del patrimonio, ed è predisposto con l'osservanza delle modalità di cui all'art. 24, terzo comma, della legge n. 335 del 19/5/1976. Il rendiconto generale della Regione è integrato con le risultanze del rendiconto finanziario e del patrimonio del Consiglio regionale".
Ciò detto, possiamo fare tutto quello che vogliamo: possiamo anche lasciare lì il conto consuntivo, presentato con nientepopodimeno che 1.230 miliardi di avanzo di amministrazione. Vorrei capire quando pensate di collocare e destinare questi 1.230 miliardi dichiarati nel conto consuntivo come avanzo di amministrazione.
Si continua a dire che è subordinato all'inversione dei punti all'o.d.g. Credo che non sia così, ma ve ne assumete la responsabilità perché noi siamo pronti a discutere tranquillamente il disegno di legge n.
504. Dobbiamo però far rilevare che la legge normalmente va rispettata e va fatta rispettare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Ho sentito, e lo condivido, che trattavamo un tema un po' più avanzato di organizzazione del lavoro. Lo dico non solo per amore della precisione tecnica, ma anche per la stima che nutro, non soltanto per me, ma anche per il Consigliere Miglietti: il consuntivo 1998 è stato deliberato dalla Giunta il 30/4/1999. La legge n. 55, di applicazione regionale, prevede che debba essere approvato dal Consiglio regionale: essendo esso una legge deve essere frutto del lavoro del Consiglio regionale.
La Giunta, nei limiti delle sue possibilità, ha fatto la sua parte rispettando i tempi ed approvando il rendiconto 1998 il 30/4/1999 consegnandolo poi ai lavori della Commissione competente. Il percorso seguito in Consiglio e in I Commissione, o nelle altre Commissioni che possono lavorare su di esso, è di competenza del Consiglio regionale quindi di tutti noi.
Certamente, non ci sfugge il fatto che non siamo "particolarmente" celeri. Nulla toglie a ciò che la variazione di bilancio, come tutte le leggi di variazione, abbia un percorso a sé stante, con una sua importanza.
Tra l'altro, anche il disegno di legge n. 504 - come sa bene il Consigliere Miglietti - per buona metà era noto alla I Commissione e, in qualche misura, anche all'aula, da almeno quattro-cinque mesi.
L'emendamento (che poi convenimmo, qui in aula, far diventare una nota di comunicazione da parte dell'Assessorato) è del 29 luglio. Quindi, io per primo voglio sottolineare la complessità dei lavori che ci ha portati fino al 2 novembre, e nemmeno ad un giorno prima, ad esaminare questi provvedimenti.
Semplicemente, sostengo che, adesso che sono utilmente all'esame dell'aula, dovremmo riuscire a trovare un percorso in cui entrambi, con dignità e obblighi diversi, possano essere discussi ed approvati in tempi ragionevolmente celeri.



PRESIDENTE

Nel suo ultimo intervento mi sembra che il Consigliere Miglietti abbia voluto far intendere che non si opporrà al fatto che si proceda con la discussione sul disegno di legge n. 504.
Consigliere Miglietti, ho capito male?



MIGLIETTI Franco

Presidente, innanzitutto vorrei respingere le affermazioni dell'Assessore Burzi.
L'Assessore Burzi fa parte della maggioranza: sappiamo che chi decide i lavori di questo Consiglio regionale è la Conferenza dei Capigruppo, ma sappiamo che lo fa sotto le pressioni della maggioranza! Quindi, è la maggioranza che ha le maggiori responsabilità: non cercate di scaricarle sulla minoranza, che ha già i suoi problemi a tenervi a bada! Ciascuno ha i suoi problemi: i vostri non scaricateli su altri! Signor Presidente, lei dovrebbe dire quando la Commissione consiliare ha licenziato il disegno di legge n. 533, perché ormai anche questo è già passato nel dimenticatoio! Credo che sia stato approvato prima delle ferie.
Mi dica la data esatta, Presidente.



PRESIDENTE

I disegni di legge n. 533 e n. 504 sono stati licenziati nello stesso giorno, insieme, il 29 giugno.



MIGLIETTI Franco

Bene, il 29 giugno abbiamo licenziato il disegno di legge n. 533 e il rendiconto generale. Se questo Consiglio avesse voluto metterlo all'o.d.g.
se non vi fossero stati problemi di non so chi (noi abbiamo sempre chiesto che si rispettassero le leggi, mai una volta ci siamo alzati in piedi a sostenere il contrario!) il n. 533 avrebbe già potuto essere definito! Mi sembra però che ci fosse una volontà, da parte della maggioranza, di non arrivare a fare l'assestamento di bilancio! E questo per due motivi.
Si dovrebbero fare atti consequenziali: si fa il rendiconto generale si applica l'avanzo di amministrazione, si fa l'assestamento di bilancio e successivamente, si fanno le variazioni di bilancio. Potrebbe anche succedere che prima dell'assestamento di bilancio si facciano delle variazioni di bilancio. Ma non si può pensare di fare una variazione di bilancio al mese di novembre, senza neanche aver fatto il consuntivo, una variazione di bilancio che è solo - e lo si deduce dopo aver letto dove sono state collocate le cifre - una manovra di stampo elettoralistico! E' assolutamente scorretto che si porti una variazione di bilancio di quell'entità, 49 miliardi, che provengono dal mancato introito della tassa ecologica, e 30 miliardi che vengono defenestrati in un colpo solo. Ritengo che dovrebbe esserci un minimo di buon costume nel merito. Grazie, signor Presidente.



PRESIDENTE

Siamo sempre sulla stessa posizione! O andiamo avanti con i lavori seguendo l'o.d.g. proposto, oppure devo portare in votazione la proposta di iniziare con il disegno di legge n. 533.
Consigliere Saitta, mi sembra che lei sia già intervenuto, ma se lo desidera può sostenere la tesi dell'inversione.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Mi scuso se sottraggo ancora qualche minuto all'aula. Ovviamente ripeto quello che ho detto prima: siamo contrari alla richiesta di inversione e vogliamo andare avanti con la variazione di bilancio. Penso che a questo punto lo abbiano capito tutti.
Comunque, di fronte ad alcune affermazioni del Consigliere Miglietti qualche considerazione va pur fatta.
Il Consigliere Miglietti sostiene addirittura che sia illegittimo ovvero che prima bisogna discutere il consuntivo. Non è assolutamente vero non c'è nulla di illegittimo. Negli ultimi dieci anni, in Regione Piemonte si sono fatte variazioni di bilancio prima e dopo il consuntivo, prima e dopo l'assestamento di bilancio, perché la legge di contabilità lo consente.
Certo che siamo a novembre, fra un po' sarà dicembre e fra un po' saremo a gennaio. Non è che adesso, arrivati a novembre, si debba dire che siamo a novembre; la Giunta lo ha approvato a marzo, sono trascorsi otto mesi! Penso ai soggetti della nostra regione che devono percepire 22 miliardi per il socio-assistenziale; i 10 miliardi della cultura. Non penso che a tali soggetti interessi averli sotto la denominazione assestamento di bilancio o variazione; semplicemente quei quattrini servono per risolvere alcune situazioni.
Queste sono due considerazioni in risposta a quanto diceva il Consigliere Miglietti. Le sue affermazioni stridono con l'esperienza e con la legalità che vige all'interno della Regione per quanto concerne assestamenti, variazioni, consuntivi e bilanci.
Intendo anche sottolineare che è dalle ore 15.00 che stiamo discutendo se proseguire con la variazione di bilancio, oppure trattare altri argomenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo anche per richiamare un clima un po' più sereno.
Vorrei dire che è stata espressa, da parte del Consigliere Riba a nome di tutti, una volontà affinché in tempi ragionevoli si approvi sia la variazione di bilancio sia il rendiconto. La proposta avanzata è di iniziare a discutere del rendiconto, perché ci pare un documento utile anche per la discussione che bisogna fare sulla variazione di bilancio.
E' stato posto semplicemente un problema di successione e si è anche detto che, da parte delle opposizioni, c'era la volontà ad approvarlo in termini ragionevoli, vale a dire giovedì. Il percorso era questo.
Dopodiché, se la maggioranza assume questo atteggiamento lo faccia e non si rivolga alla minoranza. I tempi sono quelli che sono, discuteremo della variazione di bilancio, però non è soltanto una modifica di una procedura di carattere tecnico; la nostra era una valutazione di carattere politico perché la collocazione di questa variazione di bilancio a novembre, al rendiconto approvato dalla Commissione per tutti gli altri adempimenti, è un fatto politico importante.
La discussione - è bene anticiparlo - sulla variazione di bilancio non sarà una semplice variazione sui capitoli che verranno discussi, ma sarà complessiva e in qualche maniera riprenderemo tutto il ragionamento fatto sul rendiconto che abbiamo a nostre mani.



GALLARINI Pier Luigi (fuori microfono)

Siamo disponibili.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione per appello nominale la proposta di inversione dei punti all'o.d.g. e cioè di andare avanti nei nostri lavori con l'esame del disegno di legge n. 533, anziché con il disegno di legge n. 504.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 12 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri.
La proposta di inversione dei punti all'o.d.g. è respinta.
Procediamo pertanto con l'esame del disegno di legge n. 504.
Chiede di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Scusi, Presidente, la relazione del collega Gallarini è stata sicuramente attenta; tuttavia, è stata seguita anche con la premessa almeno per una parte dei Consiglieri, che si trattava di un'introduzione e che avremmo poi discusso il conto consuntivo, perché obiettivamente era poco verosimile immaginare che avremmo voluto discutere della variazione di bilancio senza conoscere i termini della reale situazione finanziaria della Regione.
Credo quindi che sarebbe opportuno, se l'Assessore Burzi vuole usare questa cortesia all'assemblea, un suo riepilogo della situazione, che tenesse anche conto dei dati ripetutamente riportati alla nostra attenzione da varie fonti: tutte, meno la fonte più competente, ovvero quella dell'Assessore alla sanità. L'Assessore alla sanità è sistematicamente intervenuto sul punto, però i dati ci sono stati recapitati attraverso varie altre procedure di informazione; mi riferisco ai dati sul disavanzo della sanità.
Per noi sarebbe inimmaginabile discutere su una manovra di bilancio e su un assestamento di bilancio senza conoscere la dimensione del disavanzo della sanità, che è un elemento costitutivo fondamentale della situazione finanziaria della Regione.
In attesa di avere queste informazioni dall'Assessore D'Ambrosio chiederei all'Assessore Burzi di voler riepilogare i termini della manovra sulla base di questo ulteriore perfezionamento dell'introduzione, faremo i nostri interventi.



PRESIDENTE

La Giunta acconsente.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Intervengo molto volentieri, perché ritengo comunque opportuna una puntualizzazione, che certamente non sarà esaustiva; tuttavia, mi riprometto - e prendo già sin d'ora l'impegno - di ritornare su questo specifico argomento in occasione della presentazione, come ho detto nell'intervento all'inizio del pomeriggio, della legge relativa al preventivo 2000 e al triennio 2000/2002.
Ritornerò sull'argomento, non soltanto in questa sede, ma anche in Commissione, con degli approfondimenti che penso potranno essere anche più ampi, peraltro cercando di reinquadrare - e spero di cogliere lo spirito emerso non soltanto nell'intervento del Consigliere Riba, ma anche del Consigliere Saitta, del Consigliere Miglietti e degli altri prima intervenuti - i termini delle risorse.
Parto dal documento che stiamo esaminando, il n. 504, poi mi ricollego a temi che, in qualche modo, sono gli elementi di contorno di tutto il bilancio della Regione.
Come puntualizzato nella relazione del Capogruppo Gallarini (che riguarda appunto la parte del disegno di legge n. 504 approvata dalla Giunta immediatamente dopo l'approvazione di bilancio del 1999, e quindi siamo a marzo di quest'anno), il disegno di legge n. 504, che ci apprestiamo ad esaminare, vede anche l'iscrizione di nuove risorse per circa 50 miliardi che - come è già stato ricordato dal Consigliere Miglietti - sono diventati iscrivibili nel luglio di quest'anno, dal momento che la legge dello Stato ha considerato di nuovo la possibilità di iscriverli in compensazione dell'ARIET precedente, cosa che all'inizio dell'anno non fu possibile, in quanto la legge finanziaria del 1999 non fu in grado, originalmente, di prevederli.
L'emendamento che suggeriamo e che prevede 49 miliardi e 135 milioni è già stato esaminato, anche in chiave di comunicazione della Giunta, in sede di I Commissione: non fa altro che riproporre i 75 miliardi che già nel corso dell'esercizio 1998 sono stati posti sotto la voce ARIET. Questi 49 miliardi sono appunto la compensazione, come deliberato in sede nazionale.
Credo che, anche per i prossimi esercizi, per quanto attiene alle Regioni, la voce potrà continuare ad essere riproposta nella stessa entità specificatamente come ribilanciamento del minor gettito derivante dall'ARIET.
Questi circa 50 miliardi sono poi, in sede di emendamento di Giunta suddivisi in una serie di capitoli che credo utilmente la discussione evidenzierà. Mi permetto solo di sottolinearne le voci principali: 34 miliardi per residui perenti (li sottolineo, perché poi ritorner sul tema più ampio della gestione delle risorse dell'Ente, per essere precisi 32 in sede di residui perenti in conto capitale e 2 in conto corrente) viene rifinanziato il capitolo delle spese obbligatorie che, ad oggi dopo l'ultima delibera assunta dalla Giunta credo un paio di lunedì fa, ha esattamente zero, per cui se ne ripropone il caricamento per 12 miliardi che è una cifra del tutto compatibile con la media degli utilizzi che la Regione ha visto necessari per questo capitolo nel corso degli ultimi esercizi viene sistemata una partita annosa, che decorre dal 1992, che ha visto le Regioni, non soltanto la Regione Piemonte, in vertenza, in dialettica con l'INPS e l'INAIL per una vecchia controversia riguardante la posizione degli apprendisti artigiani, che ha visto - appunto - emergere una posizione a carico delle Regioni per una cifra che, inizialmente sembrava essere anche maggiore e che comunque non viene risolta con questa unica posta, ma viene rateizzata in più esercizi, a partire dal 1999. Tale controversia, comunque, costa - se mi passate il termine - alla Regione Piemonte, per la sua quota di competenza, 5 miliardi e 500 milioni che puntualmente, evidenziamo a fronte del capitolo 14510 è infine evidenziata una serie di iniziative di natura certamente discrezionale, ma la maggior parte delle quali ha già avuto ampio modo di essere discussa nelle Commissioni competenti.
Di queste iniziative, ne cito tre per tutte: 1) una è quella dei Percorsi Giubilari, in cui i 6 miliardi assegnati in via di emendamento al capitolo 14600 sono la parte di competenza del 1999 delle iniziative che l'Ente ha concordato con gli altri livelli istituzionali e con la Curia e discusso in Commissione 2) un finanziamento della legge n. 39, che è la legge degli uffici di comunicazione, sul capitolo 10118, che non fu possibile inserire in sede di finanziaria 1999, perché - come ricorderanno i colleghi - la finanziaria 1999 passò in aula senza discussioni specifiche su emendamenti né di maggioranza né di minoranza 3) infine, 8 miliardi per l'informatica.
A tale proposito, alcuni colleghi, soprattutto quelli della I Commissione, ricorderanno che alla fine dello scorso anno (intorno a dicembre 1998) non fu possibile approvare in aula una delibera ancora attinente al Sistema Informativo della Regione per il 1998. Questa è dunque una parte minima rispetto alle esigenze, già approvate, del Sistema Informativo regionale, per cui non si tratta di nuovi sviluppi; tra l'altro, il CSI sollecita tale approvazione, rispetto alla quale siamo in ritardo ormai da più di un anno, onde poter fare fronte, con questi stanziamenti, alle necessità dello sviluppo del Sistema Informativo regionale, come già deliberato negli anni precedenti.
Questa è la parte più importante dell'emendamento, in senso quantitativo, che la Giunta ha oggi riproposto in sede di esame del disegno di legge n. 504.
Vi è poi una serie di altri emendamenti di natura formale che terminata la discussione generale, l'aula potrà esaminare.
In termini di risorse, credo che la Regione abbia - o dovrebbe avere tre aree di particolare attenzione. Evidentemente non soltanto il bilancio preventivo 2000, ma soprattutto la variazione di leggi - che spero contraddistinguerà la prossima legislatura - potrà permettere - mi auguro un maggiore controllo ed una ricerca di maggiore efficienza.
In sede di I Commissione, un dibattito ha già visto, più volte, i Commissari impegnati sul livello alto dei residui, siano essi attivi che passivi, di cui i perenti sono semplicemente una componente. E' un indice della difficoltà che tutti gli Enti locali e le Regioni, prime fra essi hanno nel gestire il proprio ruolo di capofila, quindi di cliente per un'importante mole, sia numerica che quantitativa, di strutture (Comuni Province, associazioni, imprese, cittadini) che alla Regione si rivolgono per le loro progettualità.
I residui perenti sono quegli impegni che la Regione ha contratto in maniera formale con costoro e che hanno almeno tre anni di vita, al punto da non poter essere più evidenziati come semplici residui passivi, ma finire appunto in un fondo definito: "Fondi perenti".
E' questo un sintomo della difficoltà della procedura di pagamento e di gestione degli investimenti (perché questo contraddistingue essenzialmente gli investimenti, molto più che la parte di spesa) che è stato anche oggetto di polemica - non sempre precisa, ma il fenomeno esiste - nei residui attivi, la cui competenza è stata accertata in sede amministrativa per conto della Regione. In questo caso, dunque, è l'Ente che deve riceverne la disponibilità, ma la trasformazione da competenza a cassa quindi la liquidabilità di tali partite di conto clienti - ce ne sono di varissima natura; molte riguardano, per esempio, le attività di investimento fatte a fronte dell'art. 20 dell'edilizia sanitaria, c'è una serie di partite numericamente e quantitativamente molto significative riguardanti la protezione civile, che risalgono al 1990, fino ad arrivare ai giorni nostri - non riuscendo ad avvenire nei tempi e nei modi previsti crea problemi procedurali ed anche difficoltà di cassa.
La gestione normativa e di efficienza, per tornare alle partite dei residui, è uno degli argomenti su cui, credo, tutte le Regioni si confronteranno; è anche argomento di un gruppo di lavoro della Conferenza Stato-Regioni, in collaborazione con il Ministero competente, per una riforma della legge che oggi è stata citata un paio di volte: la legge n.
335.
La Giunta proporrà, ancora nel mese di novembre, ai lavori della I Commissione un nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte, che ci si augura sinergico con le revisioni del sistema contabile che la Conferenza Stato-Regioni sta definendo in collaborazione con il Ministero a Roma, anche per supplire al buco legislativo che la legge n. 142 ebbe nel prevedere la legge n. 77 per gli Enti locali (Comuni e Province) e non perché questo esulava dalle sue competenze - un analogo strumento contabile per quanto attiene alla struttura delle Regioni.
Porre rimedio a questa carenza legislativa - mi si passi il termine in una struttura ipertrofica di leggi, ridefinire il regolamento contabile della Regione nella sua gestione ancor più indispensabile, dopo l'applicazione della legge n. 51 e della riorganizzazione del personale quindi nella distinzione dei poteri tra amministrazione politica ed amministrazione della struttura, è un'esigenza improrogabile, stante anche la mole - e l'ho detto in esordio - che i residui passivi ed i residui attivi comportano utilmente in una ricerca di maggiore efficienza.
Per quanto riguarda la seconda area, siamo ormai a due anni dalla partenza dell'IRAP, di quello che all'epoca era il decreto n. 662, del Ministro Visco. Ci stiamo avviando con molta fatica - e credo che tutti possano vederlo - non soltanto in questa sede, ad una fase di federalismo fiscale (la chiamo così, perché a me piacerebbe che così fosse); so che questa è una tesi condivisa dalle Regioni in maniera abbastanza trasversale, indipendentemente dall'appartenenza partitica.
L'IRAP è stato lo strumento principe identificato nel decreto n. 662, o uno degli strumenti principali come leva fiscale. Il gettito dell'IRAP sta avendo, al suo secondo anno di esercizio, degli andamenti ragionevolmente diversi da quelle che furono le stime che un po' tutti, a partire dal Ministero, fecero. Per esempio, a fronte di un gettito IRAP complessivamente inferiore alle attese o alle necessità, per le Regioni del nord (cito queste perché hanno un tessuto socio-economico più vicino a quello del Piemonte, e che quindi possono permettere delle valutazioni più utili in tutte le sedi, amministrative e legislative) si evidenzia con una certa chiarezza che, mentre la Lombardia ha un gettito tuttora superiore alle previsioni (ciò probabilmente dipende da una serie di fenomeni, non ultimo la struttura di impresa che in quella Regione opera), sia per quanto attiene al Piemonte che per quanto attiene al Veneto (per citare due Regioni che - ripeto - dovrebbero avere un tessuto socio-economico simile) il gettito è inferiore all'attesa e questo pone problemi di analisi del perché e, soprattutto, di individuazione dei rimedi, onde ciò possa venir definito, analizzato, gestito e poi bilanciato, perché - punto numero tre l'IRAP serviva a tantissime motivazioni.
Io rimando sempre al quadro delle risorse, ma, come i colleghi sanno l'IRAP aveva come compito principale quello di andare a sostituire gli importi del Fondo Sanitario Nazionale.
Concludo questo veloce esame del quadro delle risorse che ritengo troverà un nuovo momento di dibattito, soprattutto per la parte che mi accingo a tratteggiare: quella riguardante i fondi della sanità.
Ritengo che tutti convengano sul fatto che nel documento di programmazione economica finanziaria (la finanziaria 1999), in dibattito a Roma, il Governo sta proponendo all'approvazione delle Camere una struttura di fondi destinati al mondo della sanità e delle Regioni significativamente superiore a quello che l'ha contraddistinto negli esercizi precedenti, 1999 compreso. In ciò credo, da un lato, volendo sottolineare o comunque accettare una condivisione della sottostima complessiva di tali fondi, emersa dal dibattito con le Regioni indipendentemente dal colore politico di esse; dall'altro, volendo porre con l'obiettivo che il 2000 sia il primo anno di un'inversione di tendenza un momento di soluzione e di continuità in cui le Regioni ricevano finalmente una cifra complessivamente molto vicina alle richieste. La Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha chiesto complessivamente, anche in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni, 119 mila miliardi; la disponibilità del DPEF è vicina a 117 mila miliardi, quindi, io per primo confermo che il documento del Governo si allinea, nelle volontà, alle richieste delle Regioni e, nell'accettarle, ne condivide la tesi successiva di una precedente complessiva sottostima, indipendentemente - ripeto - dai fondi precedenti.
Rimane irrisolto (è un momento di trattativa interrotta tra Regioni Ministero e Governo) il problema della soluzione del disavanzo degli esercizi precedenti, esattamente dal 1996 al 1999 compreso. Anche su ciò mi sembra che l'ultima posizione assunta dal Ministro Bindi e dal Ministro Amato, nell'emendare, per quanto riguarda il 1999, la posizione del Governo, attribuendo a favore delle Regioni 5.000 miliardi - cosa che è stata annunciata in sede di Conferenza unificata (trattasi di vedere come l'aula tale impostazione vorrà approvare o emendare) - segnala, da un lato una volontà costruttiva di corrispondere alle esigenze delle Regioni dall'altro, il perdurare di una difficoltà da parte delle Regioni tutte ma, in questo caso mi limito a quelle - come al solito - del nord, che hanno, non per ragioni di altra natura, se non per una maggiore omogeneità socio-demografica e quindi socio-economica, problemi di sanità simili.
Alludo alle tre principali Regioni, Piemonte, Lombardia e Veneto, ma aggiungo, non casualmente, la Liguria e l'Emilia Romagna.
Rimane da definire con completezza il dibattito sulle richieste di disponibilità per quanto attiene l'esercizio dal 1996 al 1999, che è quello che ha visto l'operatività da parte delle Regioni - in primis da parte della Regione Piemonte - con l'applicazione del decreto n. 502, che è la riforma sanitaria in corso di gestione. Tale riforma ha contraddistinto un passaggio culturale significativo da una sanità che tendeva unicamente all'efficacia degli interventi - consentendo poi allo Stato centrale di ripianare i debiti nel caso si fossero manifestati - ad una ricerca in cui il legislatore ha voluto sottolineare la necessità che l'efficacia venisse mantenuta seguendo anche il principio dell'efficienza. In pratica un'aziendalizzazione della sanità stessa, in una ricerca di responsabilità da parte dei manager dell'Azienda sanitaria.
Concludo, visto che la settimana prossima il tema sarà oggetto di maggiori discussioni, anche di merito. Credo che da parte della Regione Piemonte ci sia, oggi, attenzione soprattutto verso tre linee.
Primo, la volontà di rimanere all'interno del patto di stabilità che le Regioni hanno firmato con il Governo già nel corso del 1998 e che è stato ribadito in uno specifico articolo della Finanziaria 1999. Quel patto di stabilità, collegando Regioni-Governo, collega anche il Governo al mantenimento degli impegni assunti all'epoca dell'accordo di Maastricht.
Secondo, la volontà di coesione con le altre strutture regionali nella dialettica con il Governo centrale per la risoluzione - ci auguriamo la più favorevole possibile - del dibattito fondi-disponibilità-necessità dell'esercizio 1996/1999, compreso quanto attiene al fondo sanità.
L'ultimo aspetto attiene alle attività specifiche della Regione, visto che tale dibattito si concluderà con una parte a carico delle contabilità regionali, molte delle quali, già nel corso di esercizi precedenti, hanno definito strutture a supporto di tale competenza della Regione. Tradotto volgarmente, la maggior parte di esse hanno già sottoscritto mutui a sostegno di disavanzi di spesa corrente della sanità delle Regioni di competenza.
Cosa potremo proporre, dopo che il dibattito sarà avvenuto e che gli approfondimenti, non soltanto in sede piemontese, ma anche in sede romana saranno ulteriormente acclarati, dopo aver verificato che la Finanziaria così come sommariamente ricordata sarà approvata, nelle parti che ci interessano, in maniera chiara a Roma? Evidentemente, dovrà provvedere a definire tutte le attività - e l'Assessore D'Ambrosio credo che sarà ben più esaustivo e competente di me nel dirlo - in modo che dall'1/1/2000 vi sia una ricerca di equilibrio nel mantenimento del servizio tra le disponibilità dello Stato centrale e le esigenze della sanità piemontese nell'ambito di una rinnovata definizione del programma regionale sanitario (che non a caso è scaduto nel 1999) e in attesa dell'applicazione della Bassanini Ter e della riforma Bindi (che, approvata a giugno di quest'anno dovrebbe andare in applicazione, con tutte le difficoltà del caso, a partire dall'1/1/2000).
Quanto alle competenze della Regione, ad essa spetta la ricerca di risorse necessarie e, ancorché parzialmente, per rispondere alle proprie responsabilità agirà su due linee. Primo, la ricerca di fondi ulteriori.
Noi pensiamo di presentare, all'inizio della prossima legislatura (se gli elettori vorranno di nuovo attribuirci il ruolo che oggi ricopriamo) una proposta di legge (potremmo farlo come parte politica) che permetta all'Ente Regione di diventare gestore e possessore di un fondo mobiliare o interamente pubblico o misto, pubblico-privato, che avrà tra le sue varie utilità anche quella di predisporre risorse fresche e buone da utilizzare per le priorità della Regione. Inoltre, qualora si renda indispensabile (penso che almeno parzialmente lo sarà), occorrerà semplicemente formalizzare un mutuo, che dovrà essere approvato per legge regionale, per coprire la parte di deficit o di disavanzo di responsabilità della Regione.
Tutto ciò in veloce sintesi, una ventina di minuti per riepilogare i punti, a mio avviso fondamentali, che toccano il quadro delle risorse della Regione: il dibattito non solo sostanziale, ma anche normativo sul problema dei residui, la gestione delle problematiche connesse all'IRAP, il gettito e la gestione autonoma di tale risorsa da parte delle Regioni (non soltanto come fonte, ma anche come monitoraggio), la gestione del contenzioso, la chiusura del dibattito con il Governo ex-post approvazione della Finanziaria e, credo, passato il periodo elettorale (sarebbe velleitario immaginare che ciò possa avvenire prima di una fase così critica per l'Amministrazione pubblica), l'equilibrio attorno alla sanità delle Regioni, risolvendo - spero in maniera definitiva, anche coeva con l'applicazione della riforma Bindi - il problema dei disavanzi che sono maturati dall'1/1/1996 al 31/12/1999. Grazie.



PRESIDENTE

Dopo questa introduzione alla discussione generale, ci sono interventi?



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vorrei che l'Assessore D'Ambrosio ci desse un'informativa sulla sanità.



PRESIDENTE

Se l'Assessore acconsente a portare un contributo alla discussione, non è perché vi sia obbligato, ma è per una sua cortesia.
Prego, Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Penso che il collega Burzi abbia già illustrato, in estrema sintesi, la situazione della sanità. Ha sottolineato, soprattutto, che è necessario rimanere all'interno del Patto di stabilità: bisogna continuare tutti assieme, con le altre strutture regionali, il discorso intrapreso con il Governo centrale per il ripiano. Il problema del ripiano è un problema di cui si discuterà anche dopodomani a Roma, ma non è assolutamente risolto perché, a fronte di 5.000 miliardi proposti per il ripiano 1999, le Regioni ne chiedono 9.000. Non c'è ancora niente di definitivo.
Per quanto attiene invece al bilancio regionale delle singole Aziende Sanitarie Ospedaliere, i colleghi avranno appreso - io stesso lo avevo detto - che il bilancio consuntivo ha dato dei risultati poi confermati anche dalla Commissione mista, formata da un consulente esterno e dai Direttori generali della Programmazione e del Bilancio. Inoltre un'ulteriore verifica viene condotta ASL per ASL e deve concludersi entro dicembre di quest'anno.
Alla luce di questa situazione, non possiamo, ad oggi, dire con precisione assoluta (soprattutto perché non sappiamo in che modo verrà definito il ripiano, ne sapremo qualcosa in più venerdì prossimo quando la signora Ministro Bindi verrà alle Molinette) qual è il disavanzo. Oggi come oggi, in linea di massima, è quello riportato dal consuntivo delle varie Aziende.
Ripeto però che il ripiano non è stato ancora definito, per cui non possiamo dire con certezza se il debito 1998, cui fa riferimento, sia di 700, 800 o 1.000 miliardi.
Come affrontare questo problema? L'Assessore Burzi vi ha già detto che si sta facendo un lavoro sui beni immobili della Regione, e che solo in ultima analisi, se una gestione diversa degli immobili regionali non porta a ripianare completamente il 1998, si potrebbe far ricorso anche ad un mutuo, come è stato fatto da moltissime altre Regioni: Veneto, Lombardia Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia.
Il Consigliere Riba chiedeva, con esattezza assoluta, a quanto ammonta il deficit della sanità piemontese. Non sono in grado di fornire l'importo non perché non ci siano consuntivi o non ci siano dati concreti, ma perch è importante sapere quale ripiano verrà effettuato, perché non le sfuggirà che una cosa è avere 5 mila miliardi, altra cosa è avere 9 mila miliardi di ripiano.



(Voci in aula)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

SAITTA Antonino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Qual è l'ordine di grandezza?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il consuntivo è stato definito, ma è in corso un controllo ASL per ASL per verificare entro il 31 dicembre di quest'anno quale sarà il passivo accumulato dalle singole Aziende.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Inizio il mio intervento sollecitata dall'Assessore D'Ambrosio che ha seguito, con proprie osservazioni, la relazione introduttiva dell'Assessore Burzi.
Ci aspettavamo dall'Assessore D'Ambrosio una relazione sul debito sanitario piemontese; l'Assessore invece non ha neppure risposto alla domanda preliminare, ovvero a quanto ammonta il deficit.
Questo ci lascia, Assessore, esterrefatti. Quando l'Assessore alla sanità della Regione Piemonte ci dice che la verifica sul deficit del bilancio sanità non potrà che aversi entro la fine del 1999 ci lascia non solo preoccupati, ma esterrefatti. La Regione Piemonte ha accumulato un deficit che l'Assessore, ad oggi, non sa neppure quantificare, perch potrebbe essere, dice l'Assessore, nell'ordine di 700/800 o 1.000 miliardi...



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Non fate dialogo.



SIMONETTI Laura

L'interlocutore doveva raccogliere anche le osservazioni dei colleghi del Consiglio regionale quando abbiamo affrontato la questione del deficit del bilancio della sanità nella terza settimana di settembre, anzi nella prima settimana di ottobre, perché aspettavamo, su richiesta della maggioranza e della Giunta regionale, una relazione approfondita di un gruppo di lavoro. Gruppo di lavoro istituito con delibera della Giunta regionale con il compito di verificare l'attendibilità dei bilanci delle AA.SS.LL. e di fornire un panorama complessivo della situazione finanziaria della sanità della Regione Piemonte.
Ci sono state diverse dichiarazioni, non intendo ripercorrere la storia delle dichiarazioni sul deficit della sanità, però abbiamo affrontato la questione e sono state presentate delle relazioni. In particolare l'Assessore si era impegnato a sollecitare il Governo nazionale, in particolare il Ministro alla Sanità, per ripianare parte del debito dovuto sottolineato più volte dalla Giunta - ad una sottostima della quota sanitaria spettante alla Regione Piemonte.
Oggi, ci troviamo, viceversa, rispetto alla strada intrapresa dalla Regione Piemonte, da questo Assessore e dal Presidente della Giunta per conto della Regione, a chiedere un taglio ai bilanci delle AA.SS.LL. in modo assolutamente autoritario. L'Assessore non può dire, in questa sede che dobbiamo avere elementi certi per valutare lo stato dei bilanci delle AA.SS.LL., perché ci sono atti amministrativi che hanno un'attendibilità e una validità che sono, appunto, le deliberazione della Giunta regionale attraverso le quali si opera un controllo sugli atti e sui bilanci delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO. A questo punto, mi chiedo con quali elementi e con quali validità la Giunta regionale svolge un controllo sui bilanci, nel momento in cui non ha - e lo dice l'Assessore in questa sede - neppure gli elementi per poter "entrare" in una variazione di bilancio.
Probabilmente, arriveremo a fine dicembre ascoltando delle dichiarazioni dell'Assessore che lega la quantificazione del debito alla possibilità di ripiano a livello nazionale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Era distratta! Tutte le Regioni d'Italia lo fanno!



SIMONETTI Laura

Continuerò successivamente il mio intervento, dopo gli interventi di altri colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Mi riservo di intervenire successivamente sulle singole parti della variazione che viene proposta. Intervengo solo per riprendere una riflessione fatta dall'Assessore Burzi e, ultimamente, dalla collega Simonetti su un argomento sviluppato dall'Assessore alla sanità.
Non è nostra intenzione polemizzare su questa vicenda. Mi pare che il rilievo della collega Simonetti contenga la richiesta di una conoscenza puntuale o meno puntuale, ma abbastanza precisa in termini di grandezza del deficit della sanità per il 1998. Questo può, per qualcuno, non c'entrare nulla con la discussione sulla variazione di bilancio. Le questioni in qualche maniera sono connesse, perché nel momento in cui ci sono delle risorse, oggetto della variazione di bilancio, che vengono utilizzate per finanziare alcune spese, è giusto che il Consiglio si interroghi se queste risorse possono essere utilizzate per un settore che sta a cuore, non soltanto all'Assessore D'Ambrosio, ma a tutto il Consiglio regionale: la sanità.
La conoscenza del disavanzo non è un fatto meramente tecnico, e spero che l'Assessore si sia sbagliato nel momento in cui dice che l'entità del disavanzo è legato alla conoscenza della copertura da parte del Ministero.
Non credo che sia così, però ho sentito questo. Non per nulla ha parlato di 700/800 o 1.000 miliardi. Il fatto che ancora vengano forniti questi numeri e non ci sia una certezza sull'identità del disavanzo per il 1998, mi preoccupa. Non tanto per il fatto che riteniamo giusto, come è successo in altre Regioni, che il Ministero intervenga per ripianare una parte del disavanzo, cosa che avverrà sicuramente. Ma l'entità del disavanzo ci permette di fare qualche ragionamento in termini di contabilità regionale.
Sono a conoscenza del fatto che l'Assessore al bilancio ha più volte detto che la situazione finanziaria della Regione Piemonte è florida, ma, per fortuna, crediamo in pochi a questa sua affermazione. Spero non ci creda neppure lui che la situazione della Regione Piemonte è florida, per cui il bilancio della Regione può supportare un mutuo di 800/900 o 1.000 miliardi o quello che sarà, perché continuiamo ancora a fare riferimento a cifre che non conosciamo. E quindi che la situazione della Regione possa sopportare una rata annuale di ammortamento di un mutuo di 100/110/120 (in sostanza do qualche numero anch'io) o 130 miliardi. E' questo il rilievo che muovo! Credo che in questo momento - ritengo che questo diventerà un fatto pregiudiziale alla conclusione di questo dibattito sulla variazione del bilancio - occorra una conoscenza precisa sul disavanzo, che ci permetta di fare un ragionamento sull'utilizzo delle risorse, perché non possiamo ragionare su questa variazione di bilancio, il cui ordine di grandezza mi pare ammonti a 75/80 miliardi, senza interrogarci sull'operazione che la Giunta intende fare per un piano vero di rientro, che non è l'1 dell'accordo della Mandria; in sostanza, un vero piano di rientro, che vuol dire come la Regione Piemonte è in grado di finanziare tutto ciò che il Governo e il Ministero non finanzia. Questo problema non può essere nascosto, non può essere una questione che non interessa il Consiglio regionale. Se l'entità, come immaginiamo, è identica a quella di altre Regioni, su un disavanzo 1996/1997/1998 che, secondo i calcoli fatti da quello studio che ci è stato presentato, è di 1.900 miliardi a giugno 1998 (seguendo la stessa proiezione vuol dire 2.400 miliardi a fine 1998 ipotizzando una situazione favorevole, per la quale il Presidente Ghigo farebbe salti di gioia, che il Governo finanziasse 1.200/1.300 miliardi) vuol dire che c'è ancora un disavanzo che bisogna coprire con risorse proprie di 1.200 miliardi.
E' questo il realismo. Sono convinto che anche l'Assessore alla sanità all'idea di una copertura del disavanzo da parte del Governo nazionale di oltre la metà, farebbe salti di gioia, come mi pare più che logico.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Questo è certo!



SAITTA Antonino

Allora possiamo dire, come altre Regioni che vengono qui richiamate che se si supera quello, in ogni caso c'è una questione di un disavanzo della Regione Piemonte da finanziare con risorse di 1.000 miliardi? E' ragionevole pensare una cosa di questo tipo?



BURZI Angelo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

No.



SAITTA Antonino

A fine 1999, è di 1.000 miliardi. Questo è l'ordine di grandezza. Ad ogni modo, dobbiamo pensare a risorse per fare un'operazione di 1.000 miliardi. E un'operazione di 1.000 miliardi, se non viene affrontata nel momento in cui ci sono risorse, vuol dire immaginare che non tutta questa operazione venga finanziata a mutuo, perché mutuo è una parola semplice che sposta un problema, nel senso che non è, in ogni caso, un'operazione legata ad una riflessione su come evitare che quel disavanzo si ripeta innanzitutto, perché c'è anche questo fatto, che non sappiamo se poi nel 2000 (...) Se non vengono presi accorgimenti, che non sono solo l'1%, e se non c'è qualche meccanismo, il disavanzo si ripete. Se non è legata ad un'operazione di rigore dal punto di vista economico, che vuol dire rinunciare a spese non strettamene necessarie, che possono essere rinviate ad una situazione in cui non c'è un disavanzo di questa dimensione, perch il mutuo non crea risorse, il mutuo vuol dire che noi dobbiamo pagare delle risorse per coprire 900/1.000 miliardi, tra un po', con rate di ammortamento, per il quale dobbiamo pagare non soltanto l'entità del mutuo ma anche gli interessi.
La polemica "sistema tasse o non tasse regionali": il problema è vero perché Ghigo o qualcun altro dopo, nel momento un cui avrà 100 miliardi all'anno impegnati di risorse, dovranno affrontare il problema. Quello che noi vogliamo rilevare in questo dibattito - e lo faremo poi nelle singole parti - è che nel momento in cui rileveremo che alcune ipotesi - spese per manifestazioni, spese per l'immagine - vengono finanziate, obiettivamente viene da chiedersi se questo ha un senso, nel momento in cui ci assumiamo un impegno per i prossimi anni per finanziare questa operazione del disavanzo della sanità. Se la situazione fosse florida, credo che il florido si riferisca alla situazione attuale, ma non alla situazione che si determinerà una volta che verrà acceso un mutuo, perché mi sembra questa la posizione.
Non credo che l'Assessore abbia detto florida pensando all'anno prossimo, perché sarebbe un irresponsabile: pensare che una rata di 100 miliardi all'anno sia una situazione florida, è una situazione drammatica! Quindi, è questo il rilievo, il richiamo che la collega Simonetti ha voluto fare. La conoscenza di quella cifra è certamente importante, ma è ancora più importante l'ordine di grandezza.
Credo che l'ordine di grandezza, all'incirca, sarà quello, il che vuol dire pensare a 100 miliardi. Allora, poiché non è nostra intenzione - per lo meno come Gruppo dei Popolari - caricare negli esercizi successivi, a carico della collettività piemontese, attraverso un mutuo di cui in ogni caso poi bisogna finanziare le rate d'ammortamento con qualche modalità, è forse rigoroso e serio porsi oggi questo problema, così come cominciare già a definire in questa operazione di bilancio quali sono le questioni veramente essenziali e le questioni che si possono rinviare per cominciare a finanziare oggi o, perlomeno, per cominciare oggi a dare una risposta a quei Direttori che avete sentito l'altro giorno alla Mandria, che probabilmente hanno sostenuto che oltre una certa soglia non è possibile scendere.
Non immaginate - perlomeno da parte nostra lo faremo rilevare - di poter scindere le due operazioni, perché da qualunque parte, e ancora di più credo che la polemica elettorale, che per forza di cose ci sarà indurrà l'opposizione a dire - e credo che questo sia un fatto democratico che la Giunta, ancora prima di pensare ad alcune spese (discutibili rinviabili, non obbligatorie) avrebbe fatto bene in qualche maniera ad accantonare alcune risorse per quell'operazione, per mantenere perlomeno un livello di servizi adeguato dal punto di vista sanitario, perch l'operazione dell'1%, per come l'abbiamo letta, alla fine, è di qualche decina di miliardi che, in ogni caso, noi possiamo finanziare oggi per questa parte di cui stiamo discutendo oggi.
In questa parte, credo che, su un'operazione di 75/80 miliardi all'incirca abbiamo la necessità di utilizzare risorse del 20% per spese obbligatorie, quindi 15 miliardi. Gli altri 60 miliardi sono risorse discrezionali che impegniamo perché ci sono e che possono essere utilizzate non soltanto per le finalità impostate in questa variazione di bilancio che è il risultato di un accordo politico ormai superato, perché alcune indicazioni di spesa sono ormai prive di senso, perché non si riescono neppure più a spendere a novembre 1999.
Quindi, chiedo - e concludo - che venga aggiunta una riflessione seria su questo tema, ancora prima di iniziare la discussione specifica altrimenti, in qualunque momento, in qualunque passaggio, il problema verrà sollevato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Un breve intervento da parte nostra, perché arriviamo a questa prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1999 con una situazione di difficoltà seria, non soltanto da parte dell'opposizione, ma anche nel voler seguire il percorso ipotizzato dalla Giunta regionale.
E' evidente che gli impegni di spesa hanno una scadenza, che l'approvazione di questo provvedimento legislativo avrà i suoi tempi e che pertanto, anche qualora si volessero seguire le scelte che la Giunta regionale si è data, siamo di fronte ad un provvedimento che renderà poco credibili le variazioni ipotizzate, che hanno dei titoli di per sé molto esaustivi (si parla di Percorsi Giubilari, si fa riferimento alla voce degli uffici di comunicazione, si parla di spese per manifestazioni contributi per manifestazioni, consulenze, interventi regionali per celebrazioni, spese per attività culturali in ambito universitario iniziative di carattere vario): per carità, sono tutte iniziative importanti, ne diamo atto.
Ho visto lo sguardo attento dell'Assessore alla cultura; comprendo benissimo che segua quasi con apprensione il fatto che si arrivi a questa variazione. E' una variazione alla quale non ci opporremo assolutamente in termini ostruzionistici; non lo abbiamo fatto in altre circostanze, non lo facciamo certamente in questa. Vogliamo fare, però, dei ragionamenti che hanno un filo conduttore che ci porta alla sanità, perché la situazione finanziaria della Regione Piemonte è ben lungi dall'essere positiva florida - mi pare sia questa l'espressione usata dall'Assessore Burzi. A me viene in mente un'altra espressione: "Ogni scarrafone è bello a mamma soia!". Se all'Assessore Burzi piace un bilancio nel quale c'è uno sbilancio di passivo così elevato nel campo della sanità e lo considera con le espressioni più favorevoli, per carità, si ascrive, da un lato, alle competenze che ha l'Assessore Burzi e, dall'altro, anche ad una visione un po' enfatica della situazione finanziaria della Regione Piemonte. Seguendo poi, la vostra falsariga, sarà difficile spendere tutte queste risorse; non le risorse che sono già state individuate e magari di cui si è già ipotizzato lo sviluppo della spesa, in alcuni campi. Posso pensare che nel campo della cultura i contributi per le iniziative culturali siano largamente attesi, ma sarà difficile pensare che, in così poco tempo potranno essere messe a fuoco tutte le attività deliberative e di determina che sono indispensabili, e poi procedere alla spesa.
Anche rispetto a questo fatto, dunque, si giunge con una situazione di grande difficoltà legata ai tempi di attuazione. Siamo in un contesto di natura politico-economica che ci fa vedere tutte le iniziative riguardanti la spesa, dall'ottica drammatica, secondo la nostra valutazione, della sanità. Un campo d'intervento, quello della sanità, nel quale si fa fatica a capire qual è stato l'atteggiamento della Giunta. Sono passati mesi prima che si arrivasse a riconoscere questa situazione di grave passivo. Vi è stato un balletto che balletto non è; sarebbe un grande ballo a corte perché ci si aggira intorno a cifre molto elevate, e ancora oggi non vi è una definizione in questa materia.
Sappiamo che questo sbilancio sanitario verrà ripianato dal Governo e tuttavia, la spesa che sarà indispensabile per coprire il disavanzo è straordinariamente elevata. Non possiamo, pertanto, muoverci in una logica di ordinaria amministrazione; si parla di attivare dei mutui, ma sono tutte spese che la Regione Piemonte deve ancora affrontare.
Pertanto, nel buon esercizio di governo della Regione Piemonte, sarebbe auspicabile - a nostro avviso, indispensabile - che una parte delle risorse esistenti venissero esaminate al di là delle spese obbligatorie, al di là degli impegni ormai presi, per affrontare la vicenda sanitaria.
E' una situazione che non consideriamo affrontabile con gli interventi che sono stati ventilati o che già sono stati deliberati; abbiamo preso nota della delibera dell'1-1,5% (non ho qui gli estremi di tale delibera) di riduzione del tetto della spesa da parte dei dirigenti della sanità. Mi auguro venga fissata prestissimo la data nella quale discutere...
Presidente, è difficilissimo parlare; non chiedo di essere ascoltata, ma solo di poter parlare; cerchiamo almeno di articolare dei ragionamenti che permettano, ai fini del verbale, una lettura logica, perché con questa agitazione diventa difficilissimo seguire il filo logico di un discorso. E' sicuramente più facile ascoltare i contenuti delle telefonate dei colleghi che mi sono vicino, che parlano più forte di me, ed avendo io l'attitudine a parlare ed ascoltare contemporaneamente, faccio meno fatica a rispondere alla signora con la quale sta dialogando qualche collega! Detto questo, per riprendere il discorso che facevo, ribadisco che mi riesce molto difficile pensare di poter affrontare quest'anno la questione della variazione del bilancio della Regione Piemonte senza che tutte le risorse possibili vengano orientate ad affrontare questo gravissimo problema. E' un problema della comunità piemontese, che si riversa anche sulla qualità dei servizi. La prossima settimana si svolgerà il dibattito sulla sanità ed in quella sede discuteremo della deliberazione con la quale si è posto ai Direttori generali questo tetto dell'1-1,5% con le caratteristiche che abbiamo già cercato di individuare nella deliberazione.
E' un percorso ed un obiettivo che - per la verità - non ci convice, né per i modi, i tempi, le caratteristiche né per i contenuti o le conseguenze che può determinare.
Non affrontiamo in questa sede le motivazioni per le quali siamo perplessi su quel provvedimento. Lo faremo nel dibattito sulla sanità che abbiamo chiesto apposta, proprio per sollecitare, segnalare, sottolineare un'emergenza che ha la Regione Piemonte. Ma, in questa sede, dobbiamo per lo meno anticipare che non riusciamo a cogliere le motivazioni con le quali la Regione e la sua Giunta tende a far credere - prima di tutto a se stessa di vivere in una situazione di relativa positività, dal punto di vista economico-finanziario. Non riusciamo a spiegarci come si possa pensare di affrontare la questione "sanità" - in questa fase la questione delle questioni - in un clima quasi di normalità.
Abbiamo la sensazione che la Giunta voglia far credere - in primo luogo a se stessa - che si è in una situazione di relativa normalità e soprattutto, abbiamo la sensazione che si voglia dare al Piemonte un'immagine della situazione economico-finanziaria (di conseguenza, della capacità di governo del tema) diversa da quella che si desume dai conti che oggi ci vengono presentati. Dei conti mai troppo precisi: da questo punto di vista la questione "sanità" è qualcosa che si tende a mantenere sul vago, che si nasconde, che riappare solo se la tiriamo per i capelli, ma che non riusciamo mai a mettere a fuoco con la serietà che questo gravissimo sbilancio richiederebbe.
E' evidente che l'esame della variazione di bilancio che stiamo compiendo oggi non può prescindere dal chiedere alla Giunta risposte precise ed anticipazioni sul modo in cui tutta una serie di risorse - già da oggi disponibili - potrebbero essere utilizzate, risorse necessarie se non addirittura indispensabili per la tematica della spesa sanitaria.
Torneremo su questi argomenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Presidente, mi scuso se torno su un argomento che ha visto impegnato il nostro Consiglio regionale all'inizio della seduta. Non intendo riproporre una questione che ormai il voto dell'aula ha risolto ma, francamente, mi chiedo se la maggioranza, il relatore, nel momento in cui insisteva affinché si partisse con i lavori e si discutesse sul disegno di legge n.
504, e non sul rendiconto, fosse a conoscenza di un emendamento presentato dalla Giunta.
Uso il termine "emendamento", ma in realtà si tratta di una serie di emendamenti, che cambia completamente, a nostro avviso, le informazioni avute in sede di I Commissione.
Il nostro Gruppo, in accordo con gli altri Gruppi dell'opposizione consapevole delle difficoltà a cui si va incontro nel momento in cui si opera sul bilancio, ha cercato, lavorando sul materiale a disposizione, di presentare e proporre degli emendamenti all'aula. Ma temo che abbiamo proposto tali emendamenti avendo presente il disegno di legge n. 504 originario! Ricordo che quella manovra ammontava a circa 26 miliardi.
Inoltre, avevamo presente l'emendamento che movimentava 44 miliardi, quindi "un piccolo emendamento" che muove risorse che sono il doppio rispetto a quelle di tutto il disegno di legge n. 504.
In seguito, abbiamo appreso che l'emendamento è salito a 49 miliardi.
L'ho però appreso solo in seguito, perché, desiderando seguire con più attenzione il dibattito in aula, ho controllato se gli emendamenti che avevo in cartellina erano ancora quelli della discussione in Commissione.
Dopodiché ho scoperto che l'emendamento è stato modificato, ora sono 49 i miliardi ed esiste anche una serie di altri allegati e di ulteriori cambiamenti che modificano l'intero allegato A) del precedente disegno di legge n. 504.
Mi chiedo dunque se, durante tutta la discussione fatta precedentemente, la maggioranza ne fosse consapevole e cercasse di fare un "blitz" per spiazzare l'opposizione, oppure se anche la maggioranza non fosse a conoscenza di questo emendamento. Potrebbe anche essere così: l'emendamento è firmato dalla Giunta, e la Giunta può presentare degli emendamenti in piena autonomia. Ma la Giunta è anche pervicacemente intervenuta per esprimere la volontà che si discutesse del disegno di legge n. 504 e non - come chiedevamo noi - che prima si valutasse il consuntivo.
Tra l'altro, aprendo una parentesi, non so quale preoccupazione possa nascere per quanto riguarda la discussione sul consuntivo: sappiamo tutti che il consuntivo non è emendabile. Sul consuntivo si discute senza che sia possibile presentare emendamenti, a meno che non si manifestino errori macroscopici. Si trattava di una discussione, nella fattispecie, utile per fare chiarezza.
Quello che non è entrato dalla porta sta ora entrando dalla finestra perché condivido - e non sto a ripetere le osservazioni fatte dai colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto - che non sia pensabile discutere di una variazione di bilancio minima (che comunque, per carità, muove solo una settantina di miliardi) prima di una discussione sul deficit della sanità.
Vorrei ancora porre un altro quesito: com'è possibile che il consuntivo 1998 non contenga dati certi in merito al deficit della sanità? E' un quesito che per primo mi pongo e che intendo sottoporre all'aula: se non abbiamo potuto chiudere i conti, significa che non è il consuntivo del 1998! Se il consuntivo del 1998 potrà essere chiuso con dati certi - parola dell'Assessore alla sanità - solo nel momento in cui festeggeremo il 2000 mi sembra naturale avere delle perplessità.
Presidente del Consiglio, bisognerebbe usare un minimo di correttezza nei confronti dell'aula: quando ho scoperto che l'emendamento è il doppio del provvedimento di cui avevamo avuto notizia in sede di I Commissione, ho anche scoperto di non essere stato io il solo distratto. Ho chiesto informazioni agli altri membri della Commissione e devo dire: "Beati voi della maggioranza, che avete le informazioni di prima mano!". Mi rivolgo in modo particolare alla Presidente della I Commissione, che segue sempre attentamente il dibattito quando si parla di bilanci e mi chiedo se, forse non era il caso di segnalare all'aula la presentazione di questo nuovo emendamento. Gli emendamenti su una manovra finanziaria, che rischia di essere la manovra vera dell'assestamento, al di là degli aspetti di "sbilancio" relativi all'assenza di dati certi sulla sanità, rischiano di prenderci in contropiede.
Pertanto, chiediamo, terminata la discussione generale, di avere tempi tecnici per valutare gli emendamenti. Non so se questa notte il mio Capogruppo è disponibile a lavorare per ricorreggere tutti gli emendamenti per quanto mi riguarda, non voglio rinunciare alle mie otto ore di sonno perché la salute viene prima di tutto, anche dei bilanci! Ripeto: a fronte di un emendamento di questo tipo, dateci il tempo di leggerlo; inoltre, chiedo all'Assessore di illustrarlo.
Mi rivolgo anche al Presidente della Giunta, che tiene continuamente rapporti con l'esterno attraverso il telefono; rapporti sicuramente legati ai problemi suscitati dall'attuale dibattito e all'esigenza di rispondervi in tempo reale. Mi chiedo se dobbiamo essere posti in queste condizioni nel momento in cui si vuole lavorare seriamente, almeno da parte nostra e delle altre opposizioni, presentando emendamenti costruttivi e non ostruzionistici.
Se non ci viene concessa la possibilità di lavorare seriamente cercheremo di ricavarci i nostri spazi per poterlo fare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Sono un po' sorpreso e sinceramente dispiaciuto; sono convinto, per che velocemente arriveremo a chiarire quello che, credo e spero, sia semplicemente un fraintendimento.
Ho presentato in quest'aula il 29 luglio un emendamento che in Commissione abbiamo convenuto di discutere in aula sotto forma di comunicazione; tale discussione è avvenuta nella riunione del 7 settembre.
L'emendamento presentato oggi, quello di sostanza - poi arriviamo alla forma - riporta, ed è vero, 50 miliardi al posto di 44. Troverei offensivo per l'esperienza del Consigliere Foco, che fra l'altro è uno dei più assidui frequentatori della I Commissione, se non avesse visto che non si modifica di una riga il testo dell'emendamento; semplicemente i 5 miliardi di mutuo alla riga numero due, che erano la conclusione della manovra correttamente nota di circa 20/25 miliardi nel capitolo degli Affari sociali. Visto che all'epoca non c'erano risorse disponibili, quando il disegno di legge n. 504 venne assunto, sono state compensate, quindi è stata annullata la forma di mutuo inutilmente a questo punto prevista mentre i 5 miliardi per quadratura sono stati messi nel fondo spese obbligatorie.
Questa è l'unica variazione intercorsa tra il 29 luglio, con la mia comunicazione in aula, e oggi. Credo che facilmente mi si darà atto che è una variazione di pura natura tecnica, per rimettere insieme il disegno di legge n. 504, originariamente deliberato e passato in Commissione, rispetto alla nota di comunicazione oggi formalmente presentata come emendamento di Giunta.
Tutti gli altri emendamenti non aggiungono una lira di risorse, come il Consigliere Foco potrà velocemente verificare. La parte più sostanziosa di risorse, che io stesso ho formalizzato oggi, dopo aver autorizzato il collega Bodo e la sua struttura a provvedervi, è una delle manovre classiche nel mondo dell'agricoltura (le migliori le ho viste fare all'epoca in cui il Consigliere Riba gestiva, molto brillantemente l'Assessorato all'agricoltura). Manovra che prende il nome di devoluzione interna al mondo dell'agricoltura. Sono certo che il Consigliere Riba senza togliere nessuna notte di sonno né a se stesso né al suo Gruppo potrà velocemente confrontare con il dottor Prina la manovra.
Tutti gli altri emendamenti, alcuni di natura tecnica, non aggiungono una lira di risorse; comunque, saranno tutti oggetto di discussione all'interno dell'aula.
Sono dispiaciuto dello stupore, tant'è che l'emendamento del Capogruppo Riba e, se non sbaglio, firmato dal Consigliere Miglietti, al di là del fatto che preannuncio che la Giunta non sarà molto favorevole, ha una sua validità, anche sulla base di questo rivisto emendamento di 49 miliardi rispetto ai 44 miliardi previsti. Mi riferisco all'emendamento firmato dal Consigliere Miglietti, che trasforma i 49 miliardi sullo stralcio dei fondi obbligatori. In ogni caso, se venisse presentato, rimarrebbe valido, perch il documento è sempre questo, pur non potendo accoglierlo, ma ribadisco al Consigliere Foco che la base emendativa è rimasta esattamente quella nota all'aula dal 29 luglio.



PRESIDENTE

L'emendamento del Consigliere Miglietti per il momento non risulta presentato alla Presidenza.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Noi abbiamo visto, a supporto di quanto diceva il Consigliere Foco l'ultimo emendamento presentato dalla Giunta, quello aggiornato, prodotto in Commissione. C'è la variazione di 5 miliardi, ma vi è un altro allegato che porta una variazione di 7 miliardi e 340 milioni, più o meno.



(Voci in aula)



MIGLIETTI Franco

Ho detto più o meno, non abbiamo il dottor Lesca e tutto l'ufficio a nostra disposizione! Assessore, le contesto il fatto che questo emendamento, che porta una variazione interna a pareggio, non è stato sottoposto all'esame della Commissione, anche se è una movimentazione che avviene all'interno del bilancio di cui non eravamo a conoscenza. Inoltre, vi è una variazione che porta una diminuzione dell'ARIET di 5 miliardi, destinata a coprire un mutuo acceso all'interno delle spese obbligatorie; ma in Commissione non è stato presentato in quel modo.
Sono d'accordo che la sostanza non muti, ma compito della maggioranza è anche rispondere alle domande che la minoranza pone. La minoranza sta tentando di esercitare il proprio diritto di conoscere qualsiasi documento venga prodotto dalla maggioranza.
Mi dispiace che qualcuno si stia spazientendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Non vi nascondo che nutro qualche difficoltà ad intervenire in questo dibattito. Da quando frequento le istituzioni e le amministrazioni ho sempre guardato al bilancio, e alle sue appendici, in particolare i conti consuntivi e gli assestamenti di bilancio, con un certo rispetto. Continuo a sostenere che il bilancio è l'atto fondamentale dell'amministrazione; da questo documento si possono leggere le scelte che si intende fare e gli obiettivi che si intende perseguire.
Invece, in occasione dell'esame del disegno di legge n. 504, vedo che continuamente vengono aggiunti degli emendamenti, come l'ultimo di cui abbiamo parlato prima, per cui è molto difficile capire la natura della manovra che viene portata all'approvazione del Consiglio.
Questo imbarazzo è ancora maggiore se penso che il 1999 è stato per il nostro Paese un anno molto importante, perché tutto il Paese, a partire dal Governo, è stato impegnato per far parte di un processo di sviluppo che è estremamente faticoso, dopo aver "vinto" la sfida per entrare in Europa rispettando i parametri di Maastricht.
Questa sfida avrebbe dovuto essere raccolta e rilanciata sia a livello governativo sia a livello regionale, e le Regioni, tra cui la nostra avrebbero dovuto realizzare forme di federalismo politico, anche entrando in competizione con il Governo per individuare, sul piano locale attraverso un utilizzo intelligente delle risorse disponibili, le azioni e le misure per favorire forme di sviluppo regionale e locale.
Naturalmente questo percorso andava costruito nel corso dell'anno. A livello governativo questo percorso ha trovato sanzione con la Finanziaria del 2000, i cui caratteri di novità a nessuno sfuggono. Una Finanziaria che per la prima volta riduce le tasse e mette in moto un meccanismo rivolto a favorire lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione. Questa era la sfida lanciata al Paese e che avrebbe dovuto essere raccolta anche in sede regionale.
Se ripercorriamo brevemente il lavoro svolto in questo ultimo anno, non possiamo ignorare il fatto che all'inizio dell'anno si crearono le condizioni per un confronto aperto dentro il Consiglio e con la società.
Confronto che avrebbe dovuto trovare nell'assestamento di bilancio la sede nella quale si tiravano le fila di questa discussione. Devo ricordare che l'approvazione del bilancio 1999 avvenne con una procedura inusuale rispetto alle precedenti edizioni, proprio perché si sapeva che nel corso del 1999, anzi nella prima parte dell'anno, avrebbe dovuto essere predisposto il Patto per lo sviluppo (era stato approvato qualche settimana prima il protocollo di intesa che è stato alla base del Patto); secondo gli impegni scaturiti dalla Conferenza di Catania del dicembre 1998, entro il mese di settembre le Regioni avrebbero dovuto presentare al Governo i Documenti Unici di Programmazione per l'utilizzo dei fondi comunitari per il periodo 2000/2006; in attuazione della delibera CIPE del 9/7/1998, la Regione avrebbe dovuto stipulare con il Governo un'intesa istituzionale di programma.
Questi tre strumenti - Patto per lo sviluppo, Intesa istituzionale e DOCUP - toccavano tre nodi sensibili del sistema Piemonte: il Patto per lo sviluppo, essenzialmente la questione del lavoro e della formazione l'Intesa istituzionale di programma, la dotazione infrastrutturale; i Documenti Unici di Programmazione per le zone Ob. 2 e Ob. 3, le questioni dello sviluppo, soprattutto delle aree a declino.
L'assestamento di bilancio, che normalmente arriva alla ripresa postferiale, avrebbe dovuto sancire, con la destinazione delle risorse, la collocazione della Regione rispetto a questi tre grandi filoni.
Devo constatare che questo percorso non è stato portato avanti; è stato appena vagamente accennato, per esempio, nella relazione che il Presidente Ghigo ha fatto in Consiglio nel marzo 1999, quando ha riferito in merito all'attuazione del Protocollo di intesa, e non se ne è fatto alcun riferimento nella discussione che facemmo a fine luglio in relazione all'individuazione delle zone che potevano beneficiare dei fondi comunitari.
Di contro, si è scelta una linea di basso profilo, che non fa onore a nessuno, utilizzando il disegno di legge n. 504, che originariamente avrebbe dovuto consentire di accelerare l'utilizzo dei fondi del capitolo relativo al Fondo Investimenti Piemonte, per cui c'erano pressioni e richieste affinché questi fondi venissero rapidamente attivati trasformando il disegno di legge n. 504 in un disegno di legge omnibus dove si trova di tutto, tornando a vecchie abitudini che il Paese ha pagato duramente negli anni '80, quando appunto si facevano delle leggi omnibus dove si cercava di accontentare tutti, perdendo di vista proprio il senso di una manovra politica che, attraverso l'utilizzo delle risorse consentirà al Paese nel suo insieme di crescere.
Su questa manovra, su questo utilizzo anomalo ed improprio del disegno di legge n. 504, è poi pesata da un certo momento in poi la spada di Damocle della sanità e del debito accumulato negli anni passati, di cui ancora oggi non conosciamo la consistenza. Quindi, siamo stati costretti a sovvertire una corretta prassi, che era quella che ricordava il collega Miglietti richiamando appunto la legge di spesa, che avrebbe dovuto impegnare il Consiglio, nell'assestamento di bilancio, come atto specifico e con una sua logica ed una sua motivazione, sostanzialmente alla ripresa dei lavori, raccogliendo i frutti del lavoro fatto nei mesi precedenti sull'Intesa istituzionale di programma, sul Patto per lo sviluppo e sul DOCUP.
Ci troviamo di fronte ad uno strumento assolutamente modesto che viene ad horas - arricchito, integrato, reso ancora più confuso attraverso dei fogli volanti che ci vengono qui sottoposti. Tuttavia, questo strumento non è privo di una logica, perché guardando nel suo insieme il testo consegnato e licenziato dalla Commissione il 29 giugno, con gli emendamenti presentati il 27 luglio e, ancora con gli emendamenti presentati oggi, 2 novembre, che cosa leggo? Leggo questo disegno di legge come uno strumento rivolto a far crescere il consenso con una distribuzione a pioggia delle risorse regionali, in linea con le tendenze consolidate nei precedenti bilanci linea che costituisce la palla al piede di questa Regione, dalla quale non riuscite a liberarvi, tutti protesi nella ricerca di un consenso di bassa lega, basato esclusivamente sulla distribuzione di mance.
La Regione non ha bisogno di questo.
Poi citerei un fatto che è preoccupante, che dimostra il distacco che c'è tra Regione e società, sul quale dovremmo prestare un po' più di attenzione. Ma di questo parlerò dopo. Un disegno di legge che dà una risposta genica alla domanda di socialità che il Paese esprime. Certamente nel pacchetto di emendamenti all'allegato A) si legge uno spostamento di risorse, che vanno sostanzialmente dall'economia e dall'amministrazione verso il sociale, ma uno spostamento di risorse che non risponde alla domanda di potenziamento dei servizi alla persona, che la società italiana esprime e che costituisce, se correttamente impostato, una leva per lo sviluppo, perché tanto più le famiglie saranno liberate da pesi, attraverso una politica sociale, tanto più si libereranno risorse per lo sviluppo economico e produttivo di questo Paese.
Questo aspetto, che in termini quantitativi si trova nel nostro bilancio, non è poi supportato da una vera politica a favore dello sviluppo del Piemonte. Sapete benissimo che avete voluto dare dei segnali politici per pagare delle cambiali del vostro interno, ma non è questa la politica non può essere questo un gioco di condizionamenti e di ricatti per agitare delle bandierine a favore di questa o di quella categoria, che trovano nei singoli i portavoce e i difensori.
Il terzo aspetto che emerge da questo bilancio è la mancanza di una politica rivolta a favorire lo sviluppo del Piemonte, accentuando appunto il distacco tra la Regione e la società. Ci sono alcuni nodi che potevano essere affrontati; invece l'Assessore preferisce mantenere un profilo molto basso, senza dare un contributo per elevare la discussione in quest'aula.
Per esempio, la questione dei fondi statali reimpostati, su cui si è avviato un dibattito nel Paese. Sono 10 mila i miliardi che lo Stato ha trasferito alle Regioni che ancora non hanno avuto una destinazione. Credo che in Piemonte siamo nell'ordine di 1.100/1.200 miliardi: una voce importante che ci portiamo dietro e che invece potrebbe essere oggetto di una trattativa con lo Stato per decidere che cosa si fa di queste risorse anziché portarsele dietro come un peso in attesa di dargli una destinazione.
Se questa può essere l'occasione per affrontare il problema dello sbilancio della sanità, perché no? Però, se di questo si parla, per esempio nella Conferenza Stato-Regioni, occorre che chi partecipa a questa Conferenza, in primo luogo il Presidente, dia il suo contributo, senza dare ad intendere che la sua presenza in aula in questi dibattiti è quasi come un dovere assolto con un certo fastidio, con una certa noia.
Il secondo nodo che potrebbe essere affrontato, che qui non trovo e che invece è ormai uno dei dati salienti e caratteristici della politica economica di questo Paese, è l'utilizzo delle risorse pubbliche come volano per mettere in moto altre risorse, innescando il meccanismo del cofinanziamento. Ormai lo Stato non concede più fondi, se non quelli rivolti a finanziare progetti che mettano in moto investimenti maggiori attraverso il meccanismo del cofinanziamento: "Non ti do una lira se a questa lira non se ne aggiungono altre".
Nella vostra manovra e nella vostra politica non vedo l'assunzione di questa linea, che libererebbe delle risorse nella nostra Regione, perch metterebbe in moto altri soggetti attraverso politiche di concertazione.
Questo aspetto, ripeto, non lo trovo.
Sono tendenzialmente una persona che presta attenzione ai dettagli e preferisco affrontare le questioni nell'ottica della microeconomia, più che della macroeconomia. Qualche giorno fa è stata istituita una società, per iniziativa dell'Unione Industriale, della FIAT e di altri soggetti, con un capitale iniziale di 200 milioni, con lo scopo di favorire l'internazionalizzazione del Piemonte. Mi sono chiesto che bisogno ci fosse la mia non è una domanda retorica - di costituire questa società, visto che c'è già il Centro Estero della Camera di Commercio che si occupa di favorire l'internazionalizzazione dell'economia; c'è ITP che ha pure questa missione; c'è la Regione Piemonte che autonomamente, attraverso i propri Assessorati, svolge un'azione di promozione.
Perché si costituisce un'altra struttura? Badate bene, è costituita esclusivamente e solamente per iniziativa delle forze imprenditoriali. Non è questo il segnale di un distacco pericoloso, per cui emerge nel mondo economico ed imprenditoriale la volontà di fare da sé, e se questa volontà emerge, perché? Non può essere questo un segnale di rifiuto di giudizio insufficiente nei confronti dell'azione delle istituzioni e, in particolare, dell'istituzione regionale che, pure in questo campo, ha dei compiti non secondari, anche attraverso i nuovi compiti trasferiti dal D.lgs. n. 112? Se i segnali che diamo sono quelli che emergono dal disegno di legge n. 504, che è tutto proteso al nostro interno, tutto proteso a distribuire risorse a pioggia, non dobbiamo lamentarci delle risposte che provengono dalla società.
Non so se nel corso del dibattito che si svilupperà dopo la discussione generale cambierà qualcosa; io me lo auguro, perché sono un inguaribile ottimista. Se questo non avverrà, ci troveremo di fronte, purtroppo, ad un'ennesima occasione mancata, in conclusione di una modesta legislatura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Oggi si parla ancora della variazione del bilancio regionale 1999 tematica molto delicata, complessa ed importante.
Al di là delle spese obbligatorie, occorreva affrontare seriamente la grave vicenda sanitaria e fissare una data per discutere le preoccupanti situazioni deficitarie che si sono accumulate negli anni. Un deficit non ancora quantificato perché - si dice - dovrà essere quantificato entro il 31 dicembre, dopo un controllo accurato delle 29 AA.SS.LL. piemontesi. Un deficit che era già stato quantificato in circa 2 mila miliardi, quindi un deficit molto pericoloso.
Le variazioni che sono state proposte sono, a mio avviso, lacunose e preoccupanti. Occorre, ad esempio, una conoscenza puntuale del deficit sanitario, un settore strategico e delicato per il Piemonte, perch riguarda la salute dei cittadini piemontesi, quindi è un aspetto molto importante che coinvolge la vita dei nostri cittadini.
L'Assessore al bilancio, nel suo intervento in aula ed anche in quelli svolti in Commissione, ha più volte parlato di una situazione abbastanza sana del bilancio e delle risorse finanziarie in bilancio. A me non pare proprio che sia così e ritengo che il Consiglio regionale dovrebbe essere informato tempestivamente di tutta la complessa, difficile e delicata situazione economica del bilancio, che dai diversi interventi svolti mi pare, invece, lacunoso e ricco di aspetti preoccupanti.
Ricorrere ai mutui, così come è stato proposto, significa parlare di interessi passivi, di tasse, una questione pericolosa e complicata che pu portare sicuramente a gravi conseguenze. Si arriva, infatti, a verificare in modo presunto, migliaia di miliardi di passivo e questo è un fatto che potrebbe diventare gravissimo e che potrà avere conseguenze drammatiche per il futuro.
Riguardo alla variazione del bilancio, mi pare di aver intuito che questa presenti una situazione di grave difficoltà; occorre, pertanto intervenire specificatamente riguardo alle scelte fatte dall'esecutivo, su un provvedimento poco credibile. In ogni caso, credo che sia la sanità il settore più complesso e delicato da verificare, settore ampiamente rimarcato per la sua passività. Certo, si parla di intervento di riparazione da parte del Governo, ma la spesa da colmare è eccessiva elevata. Pertanto, occorrerà intervenire anche a livello regionale e avere una maggiore puntualità riguardo a queste tematiche.
Ritengo vi sia una grande incapacità, da parte dell'esecutivo regionale, ad utilizzare le risorse di questo bilancio che - ripeto - è molto carente e pericoloso. E' evidente che nella variazione occorrerà dare risposte precise e puntuali, a partire dal settore della sanità; la situazione lo richiede, la discussione sul bilancio consuntivo 1999 deve avere dati certi. Diversamente, essa viene vanificata.
Penso che il Piemonte stia vivendo un momento drammatico, soprattutto in seguito alle emergenze cui deve fare fronte; occorrerà discutere seriamente e soprattutto fare proposte serie e chiare, a partire dalla realtà sanitaria che, ritorno a rimarcare, è veramente pericolosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba. Le ricordo, per Consigliere, che lei è già intervenuto.



RIBA Lido

Scusi, Presidente, non sono intervenuto sul dibattito generale, ma per questioni incidentali e di procedura.
Vorrei prospettarle questo, Presidente: alla luce di alcuni elementi esposti dall'Assessore Burzi e dai problemi che sono già emersi, che comportano una necessità di riflessione su alcune riproposizioni, il nostro Gruppo non ha concluso l'area della propria partecipazione al dibattito generale. Abbiamo ancora tre interventi da fare, e credo che ci siano ancora due interventi di altri Gruppi.
Questo dialogo l'avevamo largamente previsto, evidentemente è un ragionamento che facciamo noi cercando di trovare gli strumenti regolamentari che ci consentano di farlo.
Lo dico così per dire, collega Cotto, ma bada bene che esiste una grossa anomalia in questa legislatura, come sanno bene coloro che facevano parte della precedente: quando il Consigliere Gallarini faceva parte della maggioranza, nella precedente legislatura difficilmente stava zitto! Era una delle questioni che l'opposizione, nelle sue risposte, poneva con frequenza! Ma era giusto così! Io ora faccio più fatica ad abituarmi perché ho vissuto quell'esperienza; altri, forse, si sono abituati più in fretta! Però, Presidente, mi spiace di dover essere io, ogni tanto, a richiamare il problema del tempo a disposizione. Avevamo detto che oggi sarebbe stata una giornata di lavoro particolare, che andava conclusa entro le ore 18.30. Ho già imparato che bisogna sempre tenere conto di almeno mezz'ora in più! Come per le trattative che avvengono in campagna facciamo conto che l'ultima mezz'ora faccia parte del cottimo! Ora, per anche il tempo del cottimo è scaduto! Presidente, le chiedo che ci consenta, gentilmente, di concludere gli interventi domani mattina, anche presto. Le saremmo grati.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Domani mattina il Consiglio è convocato per le ore 9.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.08)



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