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Dettaglio seduta n.405 del 29/10/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Cavallera Farassino, Goglio, Leo, Majorino, Pazé e Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 655.



CHIEZZI Giuseppe

Qual è il numero legale, Presidente?



PRESIDENTE

Il numero legale è pari a 26. Ho verificato prima di dare inizio ai lavori fosse garantito.



CHIEZZI Giuseppe

Visto che è un'ora che aspettiamo l'inizio dei lavori, le chiederei di verificarlo formalmente.



PRESIDENTE

Se lei mi crede sulla parola, l'ho verificato.



CHIEZZI Giuseppe

Non la credo.



PRESIDENTE

Lei insiste nella richiesta?



CHIEZZI Giuseppe

Certo che insisto e insisterò ogni mezz'ora!



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
27 Consiglieri ed in congedo n. 9 Consiglieri.


Argomento: Commercio al dettaglio - Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 655: "Indirizzi generali e criteri di programmazione turistica per l'insediamento del commercio al dettaglio attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 114"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 655.
Ha chiesto di svolgere una comunicazione l'Assessore Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Vorrei fare una comunicazione in quanto la seduta precedente del Consiglio regionale si era chiusa con l'intervento di alcuni Capigruppo che chiedevano una valutazione puntuale da parte della Giunta regionale sul comma 5 della premessa alla deliberazione.
A seguito di ciò, la Giunta regionale ha chiesto alla struttura della Segreteria della Giunta, segreteria della Conferenza, di stendere una valutazione su questo comma 5 e su come legittimamente si potrebbe procedere.
Vi do lettura di questa valutazione: "Con riferimento all'oggetto e in ordine ai problemi sollevati dal Consiglio regionale circa la procedura seguita dalla Giunta in ordine al confronto con gli Enti locali e con le organizzazioni di categoria, si osserva quanto segue.
La deliberazione di proposta fu assunta dalla Giunta regionale il 6/4/1999; la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali era stata appena insediata e quindi non ancora operativa. I termini imposti dal Governo nazionale per l'intervento sostitutivo nonché l'esigenza di procedere in termini contestuali rispetto al disegno di legge di attuazione del Dec. Lgs. n. 114, hanno motivato la decisione dell'esecutivo di approvare la proposta di programmazione della rete commerciale, rinviando di fatto alla sede consiliare gli adempimenti di cui all'art. 6, comma 4 del predetto decreto n. 114.
Nella prima seduta operativa, in data 26/4/99, della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali, l'Assessore al commercio fece iscrivere all'o.d.g. il seguente punto: "Ulteriori considerazioni in merito alla riforma del commercio".
Il termine "ulteriori" fu utilizzato perché il disegno di legge sulla riforma del commercio e l'ipotesi di atti collegati furono analizzati con le Autonomie locali nel tavolo di concertazione che precedette la Conferenza. Quest'ultima decise comunque, nella predetta seduta, di avviare un gruppo di lavoro per continuare l'approfondimento sistematico dei temi collegati al decreto n. 114.
Il gruppo di lavoro fu formalizzato in una composizione rappresentativa di tutti i soggetti della Conferenza. Nelle riunioni del gruppo di lavoro fu esaminato tale atto di programmazione. Il responsabile del gruppo ne riferì da ultimo in conferenza nella seduta del 26/7/1999.
Tenuto conto dei predetti adempimenti, è stato affermato che il provvedimento in esame fu sottoposto alla valutazione della Conferenza.
Per quanto riguarda i pareri delle organizzazioni di categoria, la Giunta regionale si fece carico di una serie di incontri formali precedenti la proposta della delibera e prese poi in considerazione definitiva i pareri formalmente espressi dalle stesse organizzazioni, anche in sede di Commissione consiliare.
Peraltro, in occasione delle consultazioni presso il Consiglio regionale sono altresì emersi i pareri - in questo caso gli 'ulteriori' pareri - delle rappresentanze degli Enti locali, che sono stati acquisiti e valutati ai sensi dell'art. 4 e dell'art. 6 del Dec. Lgs. n. 114.
Pertanto, si può affermare che la Regione abbia rispettato i predetti disposti, tenendo conto che l'onere del confronto con il sistema degli Enti locali e delle categorie sociali è un obbligo-dovere dell'Ente nel suo complesso e non semplicemente ascrivibile all'organo esecutivo piuttosto che a quello assembleare.
In tale logica il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale il 12/3/99 riprodusse espressamente la dizione di cui al comma 4, art. 6, del Dec. Lgs. n. 114 più volte citato".
La nota della dott.ssa Botero così conclude: "Qualora il Consiglio regionale ritenga comunque imprescindibile l'espressione di un parere formale da parte della Conferenza permanente, si propone di formulare gli indirizzi generali e i criteri di programmazione urbanistica in sede di prima applicazione, approvando il testo ed evitando così il commissariamento. Il confronto potrà continuare in sede di Conferenza, ai fini di consentire al sistema delle Autonomie di proporre le modifiche all'atto di cui si ravviserà l'esigenza".
Questa la nota che la struttura di Giunta ha presentato a me e al Presidente in giornata di ieri e che può portare alla conclusione di mantenere la formulazione espressa dalla Commissione - non entro nel merito, abbiamo discusso a lungo l'altro ieri, colleghi, sui motivi di una tale formulazione - e di ritenere compatibile la formulazione così com'è e pertanto legittima ai fini del procedere, essendo una prima applicazione e quindi, suscettibile di modificazioni.
Con questo, naturalmente, chiederei l'espressione dei colleghi: intendiamo procedere o svolgere altre valutazioni? Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedere la cortesia di una copia dell'intervento dell'Assessore grazie. Mi aspettavo anche, dall'Assessore, qualche notizia sulla riunione alla quale la Regione Piemonte, pur convocata, non ha partecipato, quella del 27 ottobre, ore 14. L'Assessore può dire qualcosa in merito alla riunione? Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Assessore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Le mie informazioni pervengono da una telefonata con il sottosegretario Morgando e con la collega della Liguria, coordinatrice delle Regioni.
In quella sede si sono esaminate le situazioni delle allora cinque Regioni inadempienti, stralciando la posizione del Piemonte, come riportato dagli organi di stampa; ribadisco di caricarmi l'onere di aver detto che in giornata sarebbero passate le indicazioni programmatiche.
Mi è stato detto che la riunione si è conclusa con la decisione di aprire la procedura di consultazione tecnica per stendere i provvedimenti di intervento sostitutivo per Sicilia, Sardegna, Lazio, ecc. Del Piemonte di fatto, non si è parlato; ritenendo in quella stessa giornata si portassero a termine gli adempimenti previsti.
Questo il risultato della riunione di ieri, riferitomi telefonicamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Per evitare ogni possibile constatazione che della vicenda non si occupino - come dice Cossiga - solo "quattro gatti", tra i quali l'Assessore Pichetto e il sottoscritto, io chiederei nuovamente la verifica del numero legale...



CHIEZZI Giuseppe

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Ma dai!



PRESIDENTE

La verifica del numero legale in occasione...



CHIEZZI Giuseppe

Il Consigliere Scanderebech non è d'accordo.



PRESIDENTE

...nell'imminenza di una votazione il numero legale è facilmente constatabile; l'abbiamo appena verificato...



CHIEZZI Giuseppe

Siccome sono continuamente interrotto dal Consigliere Scanderebech, e lei non lo riprende tutelando il mio diritto di parola... Si comporti da Presidente che difende i diritti dei Consiglieri che stanno parlando diritti che vengono violati dal Consigliere Scanderebech, al quale lei non dice nulla.



PRESIDENTE

Non si rivolga ad altri colleghi, si rivolga a me.



CHIEZZI Giuseppe

Parlando a lei le chiedo: perché non dice nulla al Consigliere Scanderebech, che mi ha interrotto?



PRESIDENTE

Resti sull'argomento.



CHIEZZI Giuseppe

Ripetevo che per evitare...



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



CHIEZZI Giuseppe

Mi interrompe di nuovo; mi interrompe anche l'Assessore Burzi... Mi interrompe di nuovo l'Assessore Burzi... Mi interrompe di nuovo l'Assessore Burzi...



PRESIDENTE

Lei svolga il suo intervento...



CHIEZZI Giuseppe

Mi interrompe di nuovo l'Assessore Burzi... Mi interrompe di nuovo l'Assessore Burzi... Dicevo... Mi interrompe di nuovo l'Assessore Burzi...
Dicevo che per evitare che la questione del commercio possa essere intesa come questione che interessa "quattro gatti" - come dice Cossiga - e tra questi "quattro gatti" vi sono l'Assessore Pichetto ed il sottoscritto chiederei, Presidente, la verifica del numero legale: non mi sembra che la maggioranza conti 27 presenti in aula.



PRESIDENTE

Guardi, io non voglio...



CHIEZZI Giuseppe

Io formulo una richiesta, non è che pretendo... L'Assessore Burzi mi interrompe, Presidente.



PRESIDENTE

Ma la verifica del numero legale, a termini di Statuto, è in occasione... Lei ha posto una domanda; chi deve intervenire lo decido ancora io.
Lei ha posto una domanda; io le do la risposta. La verifica del numero legale si chiede in occasione di votazione e noi non siamo nell'imminenza di una votazione. Non possiamo svolgere i nostri lavori con una verifica ogni tre secondi; la verifica l'abbiamo fatta ad inizio seduta per avere certezza dei numeri e delle condizioni. Lei non può chiedere, ogni cinque minuti, la verifica del numero legale: mi pare contrario ad ogni principio generale; non è che ci deve essere una regola... L'aula è nelle condizioni in cui si trova normalmente.



CHIEZZI Giuseppe

Va bene. Posso continuare?



PRESIDENTE

Per favore, è stata fatta una proposta da parte dell'Assessore...



CHIEZZI Giuseppe

...Presidente, dato che la giornata è lunga, chiedo che venga ovviamente - trascritto a verbale che in questo momento, a mia vista, sono presenti 18 Consiglieri di maggioranza.
Ora, non chiediamo il numero legale, Presidente, non lo chiediamo concordiamo però sul fatto che è facilmente verificabile il numero dei Consiglieri di maggioranza?



PRESIDENTE

Concordo con lei: auspicherei una presenza dei 60 Consiglieri in aula sempre; questo purtroppo...



CHIEZZI Giuseppe

Ci auguriamo questa presenza, ma nel caso sono 19 col Consigliere Galli, che adesso esce e sono tornati 18... No, si è fermato e rimangono 19...
Se fosse possibile verificare il numero legale... Se qualcuno lo richiedesse si verificherebbe che in questo momento non c'è.
Ne deriva l'osservazione che, forse, la maggioranza non è così impegnata nel sostenere questo provvedimento, mentre la minoranza cerca di fare il proprio dovere.
Rinuncio alla richiesta; chiedo solo che risulti a verbale che la maggioranza non è presente in aula.
L'Assessore Pichetto ha illustrato un documento che adesso ci porterà.
Personalmente, ho preso solo degli appunti sommari.
Voglio ringraziare l'Assessore Pichetto per aver dato quest'informazione, per aver richiesto alla Segreteria della Conferenza notizie circa l'iter che questi provvedimenti di attuazione del decreto legislativo n. 114 - sia la legge che la deliberazione - hanno avuto presso la Conferenza. E questo in relazione alla frase che abbiamo esaminato la scorsa volta, che non lasciava ben capire bene in cosa fosse consistita questa procedura.
Assessore - seguo i miei appunti - la Conferenza è stata in un primo momento impegnata, il 26/4/1999, in una seduta nella quale (se ho ben trascritto), l'Assessore al Commercio ha proposto all'ordine del giorno considerazioni generali sui problemi del commercio. E' una cosa di fantasia, non ha proposto un provvedimento, o almeno così mi sembra di ricordare.
In ogni caso, a seguito di quella discussione (forse il Presidente Ghigo, che è Presidente della Conferenza, saprà dirci di più) in quell'occasione, come ha detto l'Assessore, si diede vita a un gruppo di lavoro sul commercio. Posso immaginare che questo Gruppo di lavoro abbia lavorato non su questioni astratte ma sulla legge e sulla deliberazione: questo l'Assessore non l'ha detto e io non lo so con certezza.
In ogni caso, abbiamo constatato l'esistenza di un Gruppo di lavoro.
Assessore, tale gruppo di lavoro - e arriviamo al punto - il 26 luglio del 1999 tornò in Conferenza. Lei ha detto che "Fu valutato in Conferenza, si svolse una valutazione". Vado a memoria, non ho il testo scritto. A tal proposito però, Assessore, lei non ha detto più niente: sappiamo che la Conferenza si è riunita, ha fatto una valutazione, tale valutazione è stata di nuovo citata, quindi vuol dire che c'è stata, forse è stata una valutazione sulla legge, o sulla deliberazione. Sono tutti aspetti interessanti. Dunque, c'è stata una valutazione a seguito di una comunicazione del Gruppo di lavoro nato durante la seduta nella quale si parlò dei problemi del commercio.
Questa è la catena dei fatti susseguitesi che lei ha illustrato in aula. Ebbene, si ripropone il problema di avere questa valutazione nuovamente citata oggi dall'Assessore. Perché, dopo, nella sua relazione lei ha citato che successivamente, anche in sede di consultazioni, presso la Commissione, vari soggetti hanno detto... hanno scritto... Va bene, ma questo è banale, si sa che nelle consultazioni della Commissione...Si sono sentite associazioni, Enti...
Però questo è un altro aspetto, riguarda le consultazioni delle Commissioni, non il rapporto Regione-Conferenza delle Autonomie, che è, in via ordinaria, un rapporto tra la Giunta, e quindi il Presidente Ghigo, che la presiede, e la Conferenza. E' un'altra cosa. Non vorrei che l'Assessore proponesse un ragionamento in base al quale, una volta che le Commissioni sentono le associazioni, del rapporto Regione-Conferenza Autonomie non se ne fanno più nulla! No, non può essere così, perché esse negherebbero la L.r. 34.
Trascuriamo tutti i documenti che, quasi ogni giorno, associazioni o soggetti ci propongono, torniamo al punto di legittimità della procedura relativo al rapporto tra il disegno di legge, la deliberazione e la Conferenza. Lei ha detto: "C'è stata una valutazione". Il mio parere è questo: o questa valutazione viene ritenuta osservante la L.r. 34, e in tal caso occorre metterla in deliberazione, perché esiste e va richiamata per chiarezza, oppure la procedura prevista della L.r. 34 non è stata messa in moto e allora, come suggerisce questo parere, che non abbiamo ancora ricevuto, si può impegnare il Consiglio regionale, secondo quanto scritto a investire immediatamente la Conferenza-Regione Autonomie locali di questo provvedimento in modo tale che la procedura sia, dal punto di vista delle norme legislative, corretta.
Il nodo può essere sciolto, ma in queste due direzioni: la prima dire che è già stata fatta ed esiste una valutazione, la seconda dire che non è stata fatta e adesso bisogna procedere in tal senso. Tra queste due direzioni, e accanto alla seconda, si propone - non so quanta congruità abbia questa proposta - di approvare questa deliberazione con la premessa prima applicazione. Ho capito bene? Non mi esprimo - perché non mi sono consultato con nessuno - sulla congruità di questo passaggio. Però, per me si tratta di una via laterale per tenere in piedi le cose: le cose stanno in piedi o nell'una o nell'altra situazione (procedura legittima L.r. 34 osservata, valutazione espressa, consistente in, possono anche esserci sei pagine di valutazione in cui si tira fuori il verbale di quell'assemblea) oppure non c'è stata una valutazione formale. Allora, indirizziamoci immediatamente e chiediamo al Presidente Ghigo di convocare subito la Conferenza Regione-Autonomie: che guardi la deliberazione, esprima il parere obbligatorio. Così noi saremmo tranquilli.
Quindi, o prima o seconda soluzione, oppure codicillo della seconda soluzione che, se da vostre verifiche è un codicillo che può reggere...Non so... Però, a questo punto, Assessore, chiederei di avere questo testo perché senza il testo non siamo nemmeno in grado di fare una proposta scritta su quanto ha proposto. Nono so se poi questa proposta scritta sarà condivisa anche dai colleghi: ma questo è un altro discorso.
Chiedo qualche minuto di tempo, in modo da poter avere questo documento e, sulla sua base, poter fare una nostra proposta.
Inoltre, non ho capito cosa rimane degli emendamenti - ma questo è altro discorso.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Presidente, acconsente che il Consigliere Chiezzi ripeta l'ultima parte del discorso?



PRESIDENTE

E' verbalizzata.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Secondo me, la relazione dell'Assessore non è chiara - per me, anzi, è chiara in senso negativo - ma siccome non è stato così esplicito, la prima ipotesi è quella che, sulla base della relazione un po' ermetica dell'Assessore, la Conferenza non abbia espresso una valutazione. Pertanto in tal caso, occorrerebbe ripristinare una correttezza di percorso di procedura, chiedendo al Presidente Ghigo di convocare immediatamente la Conferenza, di farle ottenere il parere sulla delibera e andare avanti. Nel caso in cui si sostenga invece che la procedura è a posto - e qualcuno lo deve sostenere con chiarezza, come non mi è parso di vedere in questa relazione - la relazione dovrebbe consentire di affermare che la Conferenza ha espresso un parere consistente nella valutazione che l'Assessore ha citato, esplicitando però i termini della valutazione. Se non si è in grado di fare questo - e io non chiedo nemmeno di perdere tanto tempo nel farlo perché mi pare di capire che non sapete bene che pesci prendere - allora si potrebbe - io sto cercando di prepararlo, ma senza il testo dell'Assessore non ci riesco - preparare un ordine del giorno in cui si dice che il Consiglio regionale invita il Presidente della Giunta, che è anche Presidente della Conferenza, a convocare immediatamente la Conferenza, al fine di esprimere il parere di cui alla legge n. 34. Se poi voi ritenete legittimo il suggerimento di deliberare con questa pregiudiziale, con questa coloritura di prima applicazione, io non esprimo pareri di conformità e congruità, dovrei anche leggere il testo: se un funzionario ha scritto qualcosa, ne risponderà.
Io non so bene quanto sia solido questo modo di fare, però se voi ritenete che questo sia un modo di fare e il Consiglio convoca la Conferenza, e questa è una prima applicazione, ci penserò sopra nel dare un parere a nome del Gruppo. Questa è un'altra strada, ma di certo la strada migliore, Presidente Ghigo, dovrebbe essere l'altra, quella che abbiamo chiesto all'inizio della giornata di mercoledì e che non è ancora stata dipanata, perché se ci fosse stato risposto che il parere c'era, era fatto.
Assessore Pichetto, non so se sono stato chiaro.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per alcuni minuti per una valutazione informale.



(La seduta, sospesa alle ore 11,04 riprende alle ore 11,75)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
06) emendamento presentato dall'Assessore Pichetto: sostituire quinto capoverso: "preso atto che su tale atto deliberativo, la Giunta regionale, ai sensi dell'art. 3, comma 1, della deliberazione legislativa approvata dal Consiglio regionale il 19 ottobre 1999, ha acquisito il parere degli enti locali e delle organizzazioni più rappresentative del settore commerciale".
Tale emendamento è stato ritirato così come i conseguenti subemendamenti presentati dal Consigliere Chiezzi.
L'Assessore Pichetto ha dunque presentato il seguente emendamento sostitutivo: 07) il quinto capoverso della premessa è così sostituito: "preso atto che su tale atto deliberativo, da assumersi in fase di prima applicazione della riforma del commercio, la Regione ha acquisito i pareri delle rappresentanze territoriali e sociali di cui all'art. 6, comma quarto, del d.lgs n. 114/98, e che lo stesso è stato altresì sottoposto dalla Giunta regionale alla valutazione della Conferenza permanente Regione Autonomie locali, di cui alla L.R. n. 34/98".
Questo testo è stato portato a conoscenza, in modo informale, di molti Consiglieri; la Giunta ha espresso una valutazione positiva su questa ipotesi.
Devo inoltre comunicare che è stato presentato un ordine del giorno collegato, con il quale si impegna la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti della Conferenza per ottenere il pronunciamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ho chiesto la parola per un supplemento di informazioni, perché anche dal punto di vista della procedura, almeno per quanto riguarda l'opinione del Gruppo dei Comunisti italiani, occorrerebbe prima esaminare e far pronunciare il Consiglio regionale sull'ordine del giorno, che tocca il punto sul quale vi era un disaccordo di procedura.
Prendiamo atto che non vi è la volontà - come abbiamo sostenuto - di fermare tutto e di andare in Conferenza, che era la strada da noi indicata come quella maestra, legittima, rispettosa della normativa.
La Giunta presenta questo ordine del giorno, che è comunque attinente alla questione preliminare che abbiamo sollecitato in tanti, e cioè di sentire, per prima cosa, la Conferenza.
Quindi, anche dal punto di vista della procedura, noi proponiamo che per prima cosa si voti questo ordine del giorno e poi si avvii la discussione sulla delibera.
Sull'ordine del giorno, ovviamente, noi esprimiamo un voto negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Volevo esprimere un'opinione sull'ordine del giorno ed anche sulla proposta di emendamento, quindi sulla sostanza delle questioni e non degli aspetti formali.
Mi pare che complessivamente, da parte della Giunta, ci sia la constatazione che la L.R. 34 non è stata applicata. Si parte dunque da questo fatto, per cui in qualche maniera viene accolto un rilievo che abbiamo formulato la volta scorsa. La Giunta, per tentare di sanare questa non completa applicazione della legge 34, propone alcune modifiche alla deliberazione ed un ordine del giorno.
Per questa sanatoria, vengono introdotti anche dei richiami a nuove definizioni che, per la verità, non conoscevo nel linguaggio giuridico.
Cioè, immaginando e pensando che per una decisione del Consiglio - in questo caso di una deliberazione - ci siano delle diverse fasi (una fase di prima applicazione e una fase di seconda applicazione), se si parla di prima applicazione, vuol dire che oggi noi introduciamo nel diritto la possibilità che una deliberazione abbia diverse fasi.
Io capisco la forzatura, la voglia di sanare, la modalità con cui si ricorre a questa tipologia, ma non esiste una fase... Esiste la deliberazione in quanto tale: può essere prima, seconda o ultima, ma questa è un'altra questione.
Oggi noi approviamo una deliberazione, che arriva in Consiglio senza il parere della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali. Non esiste una prima applicazione: questa è un'invenzione per sanare una situazione. Lo dico anche perché il parere che lei ha letto... E' la concezione che è sbagliata, che è difforme rispetto alla L.R. 34, nel senso che qui si ritiene che ci sia una fase di prima applicazione e che, successivamente la Conferenza delle Autonomie possa proporre delle modifiche all'atto nel momento in cui se ne ravviserà l'esigenza (è questo il concetto).
La Conferenza Regione-Autonomie locali non ha un potere di iniziativa legislativa. La L.R. 34 è chiara: la Conferenza Regione-Autonomie locali esprime pareri e opinioni al Consiglio regionale per poter legiferare, per poter assumere delle decisioni, ma non ha un potere di iniziativa legislativa.
E' questo il concetto: non abbiamo inventato un'altra Camera - la Camera delle Autonomie locali - che ha un potere legislativo. No. Quello è un parere utile per poter assumere delle decisioni, e oggi il Consiglio regionale è impossibilitato a legiferare, ad assumere una delibera, perch non ha il parere della Conferenza Regione-Autonomie locali: è questa la sostanza, è questo il problema. Quindi non accade che, successivamente, la Conferenza si riunisca, esamini e abbia un potere di iniziativa per delle modifiche. Non è così.
Essendo questa la procedura, oggi noi introduciamo nelle nostre procedure per decidere una fase transitoria di applicazione di una delibera. Diciamo sostanzialmente che questa delibera non vale... O meglio i casi possono essere due. Possiamo dire: "Questa delibera non vale fino al momento in cui la Conferenza non si è espressa" (perché alla fine vuol dire questo: mancando quel parere, noi assumiamo una decisione che è condizionata e, fino a quando non si verifica quella condizione l'applicazione non può esserci).
Allora, io contesto e chiedo che questa dichiarazione venga inviata anche al Commissario di Governo; ripeto: contesto e chiedo che questo intervento venga inviato al Commissario di Governo, per i motivi che ho detto finora, e cioè che mi sembra non risolvano la questione.
Credo che il Presidente Ghigo, Presidente della Conferenza Regione Autonomie locali, avrebbe sicuramente avuto il modo per risolvere correttamente la questione, convocando nella giornata di ieri la Conferenza Regione-Autonomie locali; avrebbe potuto farlo anche questa mattina. Questo fatto di non convocare, come prevede la legge, la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali, e di impegnare invece il tempo per cercare di forzare la norma (la l.r. 34) stravolgendone il significato, è una modalità che rende l'atto di per sé contestabile sul piano giuridico. Io ho la sensazione che nel suo sforzo per sopperire a una negligenza, l'Assessore Pichetto e il Presidente Ghigo stiano facendo di tutto per rendere questo atto non legittimo. Perché ciò che viene inserito con questo emendamento vuol dire che non è stata applicata la l.r. 34: è questa la sostanza! Ma cosa importa, a chi deve esaminare sul piano della legittimità, che poi ci sarà un'altra riunione (questo è un fatto interno) e che questa è una prima applicazione! Questa è la decisione! Oggi noi decidiamo senza quel parere: questo è il fatto.
E anche il parere che qui leggo della Direzione regionale Affari istituzionali, di cui condivido gran parte della sostanza, mi sembra un modo per giustificare il fatto che non è stata applicata la norma. Si dice infatti: "Il confronto potrà poi continuare in sede di conferenza", ma quando mai il confronto continua in sede di conferenza!? Tra chi? Io credo che sia importante, anche per questo Consiglio, sapere quali sindaci ad esempio, quali Presidenti delle Province che fanno parte di quella conferenza, hanno detto che sono d'accordo su questa deliberazione.
Questo sarebbe interessante saperlo.
D'altronde, essendo la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali un organo eletto e quindi i sindaci sono stati eletti attraverso un meccanismo previsto dalla l.r. 34, questi Sindaci, questi Presidenti questi componenti, debbono rendere conto per le decisioni che assumono, non perché si creano dei gruppi di lavoro, per le decisioni, per i pareri che danno, perché voglio proprio capire chi sono, nel momento in cui debbono esprimere un parere attraverso un confronto, chi sono i Sindaci che dicono che va bene questa deliberazione così com'è stata formulata per la parte urbanistica. E' il principio della responsabilità! D'altronde, la Conferenza Regione-Autonomie locali, così come l'abbiamo strutturata attraverso un meccanismo elettivo, definisce delle responsabilità; non è un organo consultivo qualunque tra chi passa per la strada! E che viene convocato in Commissioni e Sottocommissioni, che non hanno neppure dignità normativa perché non esistono da nessuna parte le Commissioni e le Sottocommissioni; è l'organo che non si è espresso! Questa è la sostanza: è l'organo che non si è espresso! Non si è espresso completamente. Quindi io esprimo questa contrarietà perché questa modifica all'art. 5 della deliberazione mi pare che contenga un elemento che può indurre, a chi dovrà esaminare questo testo, l'illegittimità. Per cui sarebbe stato molto più corretto se si avesse avuto voglia di risolvere le questioni convocando la Conferenza Regione-Autonomie locali: questa è la procedura. Sono passati quasi due giorni, ma è possibile che una volta constatato che qualcosa non aveva funzionato non sia stata convocata la Conferenza, ieri? Ieri pomeriggio? Stamattina? No! Si continua a muoversi ricorrendo alle norme e alle sottonorme: mi sembra un modo veramente non molto corretto se si ha a cuore il destino dell'atto.
Io voterò contro perché ho l'impressione che la Giunta introducendo questo principio abbia caricato come una bomba a orologeria un elemento che vizia sicuramente sul piano della legittimità l'atto che verrà approvato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, condivido gran parte delle considerazioni testé svolte dal Consigliere Saitta e traggo le stesse conclusioni per quanto riguarda il voto sia sull'emendamento che su tutta la delibera.
Non riesco a capire che cosa sia una "prima applicazione", nel senso che da una parte è un fatto ovvio non essendo stato applicato prima, quindi è una fase di prima applicazione, ma in alcuni contratti viene introdotta una prima applicazione e poi si dice "in data x ci si vede per riconsiderare il tutto", allora quella è una prima applicazione che ne prevede o una continuazione o una modifica. Scrivere che è una prima applicazione in questo caso, invece, è una ovvietà con cui non possiamo che concordare, si può anche scrivere solo "in fase di applicazione" che ovviamente è la prima.
Per quanto riguarda la sostanza, condivido anche qui le considerazioni fatte: o questo era un parere necessario alla valutazione della delibera medesima e quindi serviva prima e veniva utilizzato per valutare la congruità della delibera stessa, oppure se non è così c'è in primo luogo una illegittimità, nell'atto in cui si fa, non sanata dal fatto che avviene dopo, perché avviene dopo, ma avviene in una fase in cui non è più funzionale, non ha più lo scopo che aveva che era quello appunto di fornire uno strumento al Consiglio di valutazione della delibera stessa.
Condivido quindi il fatto che sia incomprensibile, forse persino dannoso, inserire questi elementi che sono o superflui o comunque fanno sì che si possa in qualche modo ritenere alla fine questa delibera del tutto illegittima quand'anche approvata. Tanto varrebbe a questo punto valutarlo prima e sospenderne momentaneamente l'esame per far sì che la prassi segua quelle che sono le indicazioni contenute. Altrimenti, ripeto, anche l'ordine del giorno che dice "sollecitiamo", va bene, sollecitiamolo, lo faranno, e poi? La delibera intanto vale, punto e basta. Oppure non vale perché non è stato fatto, ma se è così e sappiamo, nel momento in cui diamo il voto, che la cosa non ha una validità, non andiamo al voto e attendiamo che ci sia quella valutazione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Foco che interviene in qualità di Consigliere.



FOCO Andrea

Presidente, non è la prima volta che mi trovo ad intervenire in questo Consiglio per difendere il ruolo e la funzione del Consiglio regionale stesso.
Se noi approviamo sia l'emendamento com'è stato proposto al quinto comma della premessa della delibera e sia l'ordine del giorno, ho paura che stiamo diventando sempre più un Consiglio sub-condicione di qualcuno, cioè non siamo in grado di assumere le nostre decisioni e di esprimere fino in fondo il nostro giudizio e il nostro parere.
Quando questo Consiglio regionale approvò la legge 34 non pensò di farsi delegittimare completamente per quanto fossero i suoi ruoli e le sue funzioni. Basta dire che la Giunta stessa, prima di assumere un atto deliberativo, manda alla valutazione di quell'assemblea un'ipotesi, una proposta! Non l'atto deliberativo in quanto tale. Non so se mi sto spiegando, è un po' difficile alle volte parlare in quest'aula con tutti i movimenti che ci sono, anche quando cerchiamo di provare a capirci un momento e uscire da un avvitamento dal quale ho paura che sia difficile venirne fuori.
Allora, mi pare che la l.r. 34 alla fine, per il completamento di alcuni atti, richiedesse un parere obbligatorio di un altro organismo, ma nulla voleva ledere all'autonomia dei vari organismi, come, in questo caso la Giunta, la quale assume successivamente il vero e proprio provvedimento deliberativo, se poi del caso, da sottoporre al Consiglio o da emanare come tale.
Non voglio usare parole grosse quali illegittimità o meno, perch l'altro giorno non ero convinto che questo atto fosse illegittimo, mi sembrava che rispettasse appieno il 114, art. 6, comma 4; tuttavia, più vado avanti, più ho paura che davvero questo atto che noi stiamo approvando sia un atto illegittimo. Se lo corrediamo di tutte queste imbragature e di tutti questi baluardi, vuol dire che nella nostra mente un qualche dubbio è nato o ha cominciato ad inserirsi.
Questo è un elemento, Presidente.
Il secondo elemento è un mio parere. E' mai possibile che nel momento in cui la normativa nazionale e quella regionale hanno chiarito quali sono le funzioni dei politici e quali sono le funzioni dell'apparato amministrativo, in quest'aula, senza nessun segnale o avviso o nota a margine, possano pervenire degli atti illegittimi? La cosa che è stata sollevata è grave, Presidente. Noi, prima a livello di Giunta, poi a livello di Commissione consiliare, abbiamo lasciato arrivare in aula un atto illegittimo? Sino all'altro giorno - comincio a convincermene da stamattina - non ero convinto, perché ho profonda fiducia nel nostro apparato amministrativo, quello del Consiglio, nei nostri funzionari apparato che seguono i lavori e le decisioni che competono alle Commissioni, che comunque non possono far passare atti che siano illegittimi e non rispettino la legge.
Quindi do il voto contrario del nostro Gruppo sia all'emendamento sia all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Altri colleghi - Saitta e Foco - hanno già rimarcato quelle che possono essere considerate le intemperanze riferite al discorso della Conferenza Regioni-Autonomie locali. Io vorrei, però, porre un problema di carattere istituzionale e un problema non di parte, ma un problema che deve stare sopra le parti.
In quest'aula in più occasioni il sottoscritto ha criticato quando il Governo centrale ha istituito la Conferenza Stato-Regioni, mettendo assieme alle Regioni anche i Sindaci delle grandi città. L'ho criticata non per mancanza di considerazione rispetto alle Aree metropolitane, alle grandi città, ma perché il Governo centrale faceva una sorta di miscuglio fra quelle che dovevano essere le rappresentanze espressione di un potere legislativo dei parlamenti regionali, per intenderci, con le rappresentanze tipicamente amministrative del potere dei Sindaci e dei Comuni.
Questa è una grande discrepanza: se noi non riusciamo a distinguere quella che è l'attività amministrativa dei Comuni dall'attività legislativa delle Regioni, ecco che probabilmente abbiamo un disegno in testa che non è un disegno giusto, almeno il per il sottoscritto.
Dicevamo: "Le Regioni hanno l'assoluta necessità di rapportarsi loro stesse alle Autonomie locali, e cioè ai Sindaci che sul terreno regionale offrono la propria azione di livello amministrativo". In questo senso dicevamo: "La Regione acquisterà tanto più potere quanto riuscirà a coordinare le rappresentanze delle Autonomie locali. Le Autonomie locali per rapportarsi all'organismo legislativo, non devono arrivare al livello centrale romano, perché altrimenti veramente le Autonomie e il discorso federativo rimane un discorso soltanto a parole, neanche calato sulla carta".
E allora si diceva: "Sarà importantissima la Conferenza Regione Autonomie locali, perché quanto saprà fare questa Conferenza rafforzerà il potere delle Regioni nei confronti del Governo centrale, è evidente".
Io ho partecipato - ho detto prima che non sto facendo un discorso di parte - in un'occasione come uditore, perché invitato componente della VIII Commissione (non ricordo più e non voglio neanche citare qual era il provvedimento, mi sembra che fosse il provvedimento quadro delle deleghe alle Autonomie locali), e ho potuto notare come la Conferenza Regione Autonomie locali non funziona nel senso di rappresentanza, non rappresentanza degli Enti locali, ma non traduce quelle che sono le istanze delle Autonomie locali rispetto all'organo legislativo e anche rispetto all'organo esecutivo regionale, perché sembra quasi diventata una passerella, una consultazione dove tutti i rappresentanti degli Enti locali dicono la loro, quello che dicono rimane nell'aria, non si traduce mai in una vera e propria presa di posizione, così come invece io pensavo che la legge di istituzione della Conferenza Regione-Autonomie locali potesse dare.
Io credo che questo sia un problema istituzionale forte, sul quale non si gioca solo questa delibera, ma si gioca il futuro delle Regioni, perch se noi non riusciremo a far funzionare questo organismo, non riusciremo mai a sapere quello che nella loro autonomia - scusate - gli Enti locali vorrebbero che noi facessimo.
Allora ha ragione il Consigliere Foco quando dice che probabilmente il governo regionale, prima di assumere le deliberazioni, dovrebbe portarle in bozza alla Conferenza Regione-Autonomie locali per recepire, attraverso delle votazioni, non dei pareri detti al microfono che sono parole che volano, ma attraverso votazioni, quello che i rappresentanti istituiti per legge delle Autonomie locali vogliono che la Regione accetti.
Lo dico con molta chiarezza, perché è chiaro che è difficile raggruppare parere unanimi dagli Enti locali rispetto a determinate funzioni che deve svolgere la Regione Ma è altrettanto vero che da un po' di anni a questa parte si è perseguita la logica delle responsabilità. Non è possibile che attraverso la "non presa di posizione ufficiale" tutti possono dire tutto e il contrario di tutto, così che chi deve poi organizzare i propri lavori può fare tutto e il contrario di tutto, senza che si sappia quali sono le responsabilità dei pareri espressi.
Una delle carenze che lamentano i cittadini nei confronti delle Istituzioni, è quella che di non riuscire mai ad individuare di chi sia la responsabilità di un determinato atto. In questo Consiglio regionale si vota a favore, contro, ma io credo che il voto sia l'espressione di una presa di posizione, di una responsabilità ben precisa su provvedimenti legislativi e amministrativi che la Giunta porta in Consiglio.
Nei Consigli comunali ci sono le maggioranze e le minoranze e, almeno a livello comunale, attraverso il voto si riesce ad individuare di chi sia la responsabilità di una certa deliberazione. Sono responsabilità politiche ovviamente, ma è giusto che i cittadini sappiano chi è che vuole una cosa e chi ne vuole un'altra! Vedendo, ad oggi, il funzionamento della Conferenza Regione-Autonomie locali, si ha l'impressione che si voglia lasciare un alone di confusione sulle decisioni da assumersi, per poi recepirne solo alcune. Non faccio colpe, in questo momento, alla Giunta regionale, ma intendo fare un discorso istituzionale, perché i cittadini della Regione Piemonte, i cittadini all'interno delle rappresentanze degli Enti locali all'interno della Conferenza Regione-Autonomie locali, hanno il diritto di sapere.
Stiamo discutendo una deliberazione inerente al commercio. Sarebbe stato interessante che, per esempio, i singoli commercianti sapessero bene quali sono le differenziazioni, nella legge che abbiamo appena approvato all'interno delle organizzazioni commerciali.
Sappiamo bene che in certe parti del territorio volevano una cosa e in altre parti del territorio ne volevano un'altra. Sappiamo bene come sono stati portati gli ultimi emendamenti alla legge sul commercio. Dopo che già nella Conferenza dei Capigruppo avevamo deciso che due o tre emendamenti dovessero passare, siamo nuovamente tornati in quella sede in seguito a una giusta istanza del Presidente di un'associazione dei commercianti. Abbiamo dovuto tornare indietro. Ma di chi è la responsabilità? E' necessario che le organizzazioni si assumano delle responsabilità. Lo stesso dicasi per la Conferenza Regione-Autonomie locali, per le consultazioni alle quali vengono chiamati sindacati, per organizzazioni di ogni tipo e categoria...Altrimenti, qui non si capisce più nulla! Sono andato avanti col mio discorso sul funzionamento della Conferenza Regione-Autonomie locali - che ritengo essenziale - consapevole di non essere stato ascoltato quasi da nessuno. Ringrazio coloro che mi hanno ascoltato, perché ritengo che, dal punto di vista istituzionale, tale Conferenza sia essenziale perché le Regioni acquisiscano a pieno quelle autonomie che lo Stato centrale deve dare loro, e che otterranno soltanto quando le Regioni sapranno rapportarsi alle autonomie locali a pieno, senza vizi, senza confusioni, con prese di posizione ufficiali.
Quindi, la Conferenza Regione-Autonomie locali si deve sempre esprimere con un voto chiaro, quello dei singoli rappresentanti, non attraverso la confusione delle parole dette in un microfono. Oggi discutiamo su questo tema. Ma, da oggi a tra vent'anni, o riusciamo a far funzionare questa Conferenza, oppure non sapremo come rapportarci alle Autonomie locali, ed esse guarderanno al governo regionale come noi vediamo al governo centrale: sempre più distante, staccato dai loro problemi, dalle loro istanze perseguitati e perseguiti da logiche di potere. E questo è sbagliato! Io non so se siamo nella prima, nella seconda Repubblica, se siamo già nella terza...Ma spero che, in tale direzione, si facciano dei concreti passi avanti!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, nell'intervento precedente avevo chiesto di seguire un po' l'ordine logico delle questioni che abbiamo fissato: votare l'ordine del giorno, affrontare l'emendamento sulla deliberazione, la premessa. Lo sa sono questioni su cui siamo divisi.
Io condivido le perplessità - che peraltro avevo espresso già prima di riuscire ad arrivare a questa conclusione. Per questo chiedo che si voti prima l'ordine del giorno e poi l'emendamento.
Inoltre, vorrei capire anche un'altra cosa. Questa è una deliberazione di più di cento pagine. Leggendola, adesso che finalmente è un testo definitivamente licenziato dalla Commissione, ci sarebbero - volendo discuterne - molte correzioni da fare, moltissimi emendamenti da presentare. Ho cominciato a presentarne alcuni. Però, tra il recepire le osservazioni delle associazioni consultate, che non hanno avuto soddisfazione, e tra altre osservazioni che si possono fare, come Gruppo c'è da lavorare parecchio.
Vorrei capire. Ogni volta nasce il problema dell'ordine del giorno. Io propongo di votare l'ordine del giorno poi l'emendamento che costruisce la deliberazione. La deliberazione è di 108 pagine, tutte discutibili e da emendare. Considerato che, soprattutto per noi, c'è questo capello delle scadenze, vorrei capire: quella deliberazione che è sul nostro tavolo, è la deliberazione sulla quale la maggioranza chiede il voto, oppure su quella deliberazione la maggioranza comincia a chiedere delle modificazioni? Perché se e così, a noi va bene. Se invece la deliberazione è quella che è (ricordo che noi in questi mesi abbiamo fatto tutti i nostri rilievi, sia in Commissione che fuori), dico fin d'ora che siamo contrari a questa deliberazione, anche se ci fermiamo nelle nostre critiche solo a patto che anche la maggioranza non cominci a criticare il proprio prodotto! Perché se la maggioranza critica ed emenda il proprio prodotto, sia consentito, senza polemiche, e senza accuse ingiuste, anche a noi di contribuire a migliorare il testo. Io chiedo solo quale delle due strade intraprendere, anche per potermi preparare, Presidente, con gli emendamenti. Su questa deliberazione si è discusso per mesi, ciononostante è stato prodotto un testo emendato da più di cento emendamenti in Commissione, quasi tutti della maggioranza. Ora la delibera è in aula continuiamo a lavorarci, il mio Gruppo è ben lieto di lavorarci, per desidererebbe poterlo fare nel pieno rispetto dei tempi necessari.
Quindi, vorrei un chiarimento sulla procedura e sentire dai colleghi cosa ne pensano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Per quanto riguarda la maggioranza, la nostra posizione è quella considerata dal collega Chiezzi nella prima ipotesi. Noi non abbiamo emendamenti da presentare né intendiamo farlo in sede di votazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

In merito alla domanda posta dal Consigliere Chiezzi, confermo che il provvedimento della Giunta è quello licenziato dalla Commissione, per correttezza vuole che io dica che ci sono tre emendamenti presentati dalla Giunta su richiesta della Commissione per poterlo licenziare. Questi emendamenti sono relativi al testo della delibera della Giunta e su richiesta della Commissione per poterlo licenziare. Il verbale della Commissione riporterà che in chiusura di Commissione... Sono quelli sul 18 19...



PRESIDENTE

Se ci fa capire...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

E' il risultato del dibattito Chiezzi-Vindigni sulla questione Progetti e programmi di qualificazione e rivitalizzazione...



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Ed è nell'art. 15 la specificazione dell'ufficio che dice: l'oscillazione che è sulle superfici del 20%, fermo il tetto della superficie; all'interno fra le tipologie un'oscillazione del 20% va fatta.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Allora, noi abbiamo solo tre emendamenti. Il primo è all'art. 15 e prevede, alla fine del comma 13, l'aggiunta delle seguenti parole: "Fatta salva una tolleranza...



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Assessore, se per comprensione ci fa capire quali sono i tre emendamenti...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

C'è questa specificazione del 20%, che era emersa dalle discussioni.
Comunque non so in che parte dovremo andare a leggere i verbali. I successivi sono agli artt. 18 e 19 e sono una serie di correzioni di due pagine per adeguare il linguaggio a quanto i colleghi Chiezzi e Vindigni hanno chiesto in Commissione. Era un impegno della Giunta adeguare a quanto richiesto in Commissione da alcune forze dell'opposizione. Sono impegni che ho assunto e li ho portati come proposta di emendamento. Valuti il Consiglio e, in particolare, valutino le opposizioni che hanno richiesto questo tipo di intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Alcuni emendamenti non corrispondono ad alcuna richiesta come, ad esempio, quelli che chiedono di inserire "con popolazione a partire da 3 mila abitanti".
Per quanto riguarda il mio Gruppo, questo non è né un termine n niente, e così pure le flessibilità del 20% non c'entrano per niente.
Come Gruppo, avevo svolto una critica che rimane totale sia con il vecchio testo, sia con il testo più corretto da questi emendamenti che, a mio modo di vedere, non risolvono il problema, che è quello che introducete un nuovo strumento di progetto urbano in una situazione in cui ritengo che ce ne siano già troppi. Gli emendamenti che l'Assessore ha presentato non risolvono il problema come era stato posto; anzi, forse lo complicano ulteriormente. A mio avviso, la soluzione era non prevedere questo tipo di progetto, perché ne abbiamo già una decina atti allo scopo e quindi l'invenzione del nuovo progetto, anche se è meglio determinato, peggiora la situazione. Quindi, se questi emendamenti rimangono, anche su questi emendamenti si sviluppa la critica.
Avanzo una proposta: nessuna critica rispetto alla delibera così com'è lasciando gli emendamenti alla storia del Gruppo. Volevo sentire cosa ne pensa l'aula, altrimenti inizio dall'emendamento n. 1).



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni sulla proposta dell'Assessore, che - ripeto è di mantenere solo i tre emendamenti? La parola al Vicepresidente Foco, che interviene in qualità di Consigliere.



FOCO Andrea

Intervengo per correttezza. So che il Consigliere Vindigni - che in questo momento è assente - in Commissione ne ha fatto addirittura una questione di correttezza, per quanto riguardava le cose che sono state dette in Commissione e che poi non sono state tenute minimamente in conto dall'Assessore. Non conosco a fondo i dettagli tecnici, però la questione dei 3 mila abitanti, onestamente, non l'avevo sollevata io, ma il Consigliere Vindigni. Così come mi pare che il discorso riguardante l'art.
15...



PRESIDENTE

E' rientrato il Consigliere Vindigni.



FOCO Andrea

Dicevo, il discorso riguardante l'art. 15, cioè la parametrazione dell'oscillazione del 20% rientrava in un'osservazione che abbiamo fatto anche per gli artt. 22 e 24, di non inseire parametrazioni così rigide che potessero significare degli aut aut ai Comuni. Si era ragionato su possibilità non vincolanti, ma non era stato formulato nulla: si era rinviato tutto ad una nuova stesura.
Questo devo dirlo per correttezza. Varie volte, nel corso di discussioni, compresa questa, sono state formulate osservazioni senza votare un testo definitivo, ma rinviando ad una nuova stesura. Basta dire e lo ripeto, per non essere frainteso - che i parametri stabiliti nell'art.
22 saltarono proprio perché ci fu un aggiornamento, mentre qui era possibile utilizzare il meccanismo di una variazione percentuale.
Ora è rientrato il collega Vindigni, il quale potrà intervenire per la parte che lo riguarda.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

L'Assessore ha riferito di alcuni emendamenti che manterrebbe, in quanto le opposizioni glielo avrebbero chiesto. E' così? Lei ha usato il termine "alcune opposizioni", ma noi non facciamo parte delle opposizioni che le hanno chiesto questi emendamenti.
Pertanto, la Giunta ci dica che cosa intende mantenere. Adesso ci dice che manterrebbe soltanto questi tre emendamenti che, di fatto, sono recepiti da osservazioni che - se non ho capito male l'intervento del Consigliere Foco - il collega Vindigni avrebbe fatto.
Credo che, visto che siamo in aula, questi emendamenti debbano essere illustrati: non possiamo soprassedere rispetto a questa procedura.
Li illustri lei, Assessore, o li illustri il collega che li ha richiesti; non mi sembrano, però, assolutamente di forma: sono, come lei intendeva dire, una rilettura, perché emendamenti che parlino di "soppressione di fasce di popolazione" o che dicano che "nel centro metropolitano e nei poli e subpoli della rete primaria, i progetti di qualificazione urbana, qualora estesi, o agli interi addensamenti commerciali, affinché gli stessi siano considerati come un sottosistema urbano, possono essere realizzati in più fasi...". Non sono emendamenti di scrittura: sono emendamenti abbastanza sostanziali e, pertanto, chi li deve illustrare, li illustri. L'Assessore, però, deve anche dirci perché li condivide e che cosa essi rappresentano come modificazione rispetto all'impianto che è stato costruito.
C'è una critica di fondo che abbiamo fatto, sia sulla legge per il commercio sia, a maggior ragione, per questa delibera. L'Assessore costruisce un impianto; poi riceve delle osservazioni, anche abbastanza considerevoli; le accetta; l'impianto muta, non si riescono poi ad inserire sostanzialmente le varie fasi emendative nell'impianto che lei ha costruito. Per cui temo proprio - anticipando una dichiarazione che poi faremo in maniera più dettagliata - che alla fine ne risulti sia per la legge per il commercio già approvata sia per questa deliberazione, dei provvedimenti molto confusi e che rischiano, per ragioni formali...
Presidente del Consiglio, mi dica se poi posso intervenire sull'ordine del giorno che non abbiamo votato ancora; in quel caso, interverrò. Per in proposito, se il Consigliere che ha proposto gli emendamenti li illustrerà, bene; però vorrei capire dall'Assessore perché li accetta perché si tratta di due sfaccettature della questione un po' diverse.
Chiederei quindi questo tipo di percorso, anche perché mi risulta - non so se sbaglio - che la discussione sia emersa in Commissione, ma che gli emendamenti siano stati scritti dopo la chiusura della Commissione pertanto, chiedo se rispondono - e questo ce lo dirà il Consigliere che ha fatto la discussione - allo spirito di quanto lui diceva e perché, a questo punto, l'Assessore li accetta e che cosa vogliono dire nel concreto. C'è sempre il dubbio, in questa materia, che le cose vengano costruite per delle fattispecie precise. Riteniamo dunque opportuno un intervento di chi legittimamente ha contribuito a far nascere determinate osservazioni, che possono essere migliorative, noi non lo discutiamo, ma gradiremmo anche avere il punto di vista dell'Assessore, del perché le accetta e di quale ricaduta esse determinano sul testo della delibera e sul testo della legge.
Dopo, quando il Presidente vorrà, interverrò sull'ordine del giorno: lo valuti lei.



PRESIDENTE

Credo che sia opportuno che l'Assessore dica, se vuole, le ragioni per cui ritiene di mantenere gli emendamenti che, ovviamente, potranno essere oggetto di interventi non solo da parte di chi li ha presentati, ma anche di altri. Prego, Assessore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Devo dire che, per quanto riguarda la presentazione di questi emendamenti - mi richiamo all'intervento del collega Foco, che ha descritto come si è svolta questa fase di discussione - la loro forma giuridica è di essere emendamenti della Giunta. Perché? L'ha detto la collega Spagnuolo prima: la materia è abbastanza complesso e quindi c'è stata un'elaborazione fatta anche dai funzionari. Con che spirito? Il primo emendamento all'art.
15 ha questa logica: noi abbiamo stabilito una serie di limiti di superficie; la norma prevede che possano essere aumentati non più come prima, con l'automatico raddoppio, ma fino al 20%. Inoltre, all'interno di queste superfici - centri commerciali piuttosto che media distribuzione ci sono le tipologie merceologiche (alimentari e non); la tabella dell'art.
17 è costruita in modo che ci sono condizione di limite a queste tipologie.
Ci si è resi conto della necessità, all'art. 15, di applicare alle tipologie merceologiche la stessa oscillazione del 20% applicata alle superfici, almeno nella parte autorizzativa, fermo restando la superficie.
Questo è maturato nell'ambito di questa discussione ed è naturalmente la specificazione che l'ufficio ha formulato in questi termini.
All'art. 18 sono state mosse una serie di obiezioni da parte di alcuni colleghi, che ne hanno chiesto una riformulazione. La posizione del Consigliere Chiezzi è stata: obiezione, è cancellato. La posizione di altri colleghi è stata quella - io non ho accettato la posizione di Chiezzi - di dire: "modifichiamo: il limite di 3.000 abitanti è eccessivamente cogente rigido, si può trovare un modello di individuazione anche successiva Quindi togliamo il limite degli abitanti.
Secondo elemento. Togliendo il limite degli abitanti, non andiamo più a renderlo vincolante ai Comuni, polo, subpolo e così via.
Terzo elemento. Specifichiamo, affinché gli Enti locali non abbiano gli stessi dubbi che alcuni Commissari hanno avuto, compreso l'intervento del collega Chiezzi prima, che questi non sono dei nuovi strumenti e quindi la formulazione: "I Comuni possono realizzare interventi a carattere strutturale di cui al comma precedente, utilizzando gli strumenti di pianificazione del territorio e di concertazione già previsti dalla normativa nazionale e regionale vigenti". Quindi sono quelli, è una specificazione, quindi la costruzione dell'art. 18 in questi termini. La stessa specificazione è riportata all'art. 19, naturalmente anche qui spostando gli abitanti.
La delega alla Giunta di individuare i Comuni di una fascia e dell'altra sarà definita a seconda di tipologie che si decideranno.
Questa è la sostanza dei tre emendamenti, per i quali, ripeto, ho assunto l'impegno, in chiusura della Commissione e in sede di licenziamento, di portare in Consiglio. Mi sembrava doveroso farlo presente all'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

La collega Spagnuolo ha sollecitato un intervento da parte dei Consiglieri che sono intervenuti sulle materie oggetto degli emendamenti mantenuti dalla Giunta.
Devo dire che l'Assessore ha fatto un excursus preciso e corretto. Per quanto mi riguarda avevo contribuito, nella discussione fatta in Commissione, a sollevare due questioni in merito agli artt. 18 e 19.
La prima questione attiene alla soglia dei 3.000 abitanti come soglia sotto la quale il Comune poteva predisporre dei piani di vitalizzazione commerciale. Ho fatto presente che questa soglia ha poco senso perch esistono Comuni con popolazione ben inferiore ai 3.000 abitanti (faccio riferimento ad alcuni Comuni turistici estremamente importanti; faccio riferimento a Comuni che sono nella corona di Alba e in quella di Biella che hanno 600, 700, 1.000 abitanti) che ospitano attività commerciali estremamente vitali. Ho fatto presente che mantenere la soglia dei 3.000 abitanti come soglia sotto la quale la struttura commerciale aveva caratteristiche minori e quindi oggetto di piani di vitalizzazione commerciale era fuorviante. L'Assessore ha accolto questa impostazione.
Avevo fatto un altro ragionamento, per conoscenza dei colleghi che mi hanno sollecitato, che riguardava la terminologia utilizzata. Avevo suggerito che il titolo dell'art. 18 si riferisse non ai piani di qualificazione, ma ai piani di rivitalizzazione e il titolo dell'art. 19 si riferisse non ai piani di rivitalizzazione, ma ai piani di riqualificazione. Perché? Perché ormai nella accezione comune negli interventi rivolti a qualificare il territorio si utilizzano gli strumenti dei PRU, dei PRIU e dei PRUST, cioè strumenti di riqualificazione laddove si vuole intervenire in situazioni di declino. In sostanza, quindi, dicevo: "facciamo una netta distinzione fra situazioni di rivitalizzazione, che possono attenere a strutture, a insediamenti commerciali validi che non vogliamo ulteriormente rafforzare e riferiamoci a piani di riqualificazione commerciale laddove interveniamo in zone a declino, quindi adattiamo la terminologia commerciale a quella che è la terminologia urbanistica corrente".
Questo suggerimento che avevo dato non è stato recepito perché la legge che è stata approvata prima della delibera che stiamo discutendo manteneva la vecchia denominazione. Questo a completamento del ragionamento.
Devo dire che avevo anche suggerito che si ripulisse il testo togliendo tutti i riferimenti a natura edilizia e natura urbanistica, proprio perch non si ingenerasse la sensazione che con questi strumenti si volesse arricchire il quadro degli strumenti urbanistici di cui la Regione dispone.
Accogliendo questo mio suggerimento, gli uffici opportunamente hanno indicato un emendamento che è comune all'art. 18 e all'art. 19 laddove si dice che si dà attuazione ai piani di riqualificazione commerciale e ai piani di rivitalizzazione commerciale, all'interno di quei piani-cornice che sono i PRU, i PRIU e i PRUST che sono previsti dalla legislazione urbanistica.



(Commenti della Consigliera Spagnuolo)



VINDIGNI Marcello

Certo, certo, è esatto.
Naturalmente, con questa impostazione i Comuni possono utilizzare gli strumenti che meglio corrispondono alle loro necessità, uscendo da una impostazione che nella stesura iniziale mi pareva non solo rigida, ma anche fuorviante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ho ascoltato sia l'intervento dell'Assessore Pichetto sia quello del compagno Vindigni; entrambi hanno illustrato, a mio parere anche con correttezza, l'iter di una certa questione, però il problema che ho sollevato è un altro. Per quanto riguarda ad esempio il tema proposto quello dei progetti di riqualificazione urbana (PRU), la mia proposta fatta in Commissione all'Assessore era quella di eliminarli del tutto. Proposta che continuo a sostenere con convinzione. L'Assessore ha ritenuto nell'ambito di quel dibattito, di accogliere le proposte di un altro collega.
Il tema che ho proposto qui all'inizio è questo: visto che vi è un problema di scadenze che ha generato anche polemiche piuttosto forti tra di noi e in particolare polemiche rivolte al mio Gruppo che reputiamo ingiuste ingiuste! - polemiche ripetute e da varie parti, non da una parte sola dato che - ripeto - ci troviamo in questo problema di scadenza temporale e ci troviamo in presenza di una delibera discussa per mesi e votata in Commissione con più di cento emendamenti in un colpo solo - cento emendamenti! qualcuno sarà stato anche di soddisfazione del mio Gruppo altri no - allora visto il clima di tensione, anche artificiosamente e strumentalmente creato, sul problema dei tempi e in particolare dei tempi di lavoro all'interno del quale il lavoro del mio Gruppo non sempre è valutato con correttezza e rispetto, io semplicemente ho detto che in presenza di questa situazione, su questa delibera, che è stata discussa da tutti con centinaia di emendamenti, se si vuole disinnescare il problema dell'urgenza, dei tempi, cosa che non proviene dal mio Gruppo, il mio Gruppo chiede se è possibile, come chiedono in tanti, fare in fretta. Per fare in fretta bisogna che ciascuno, dopo tre mesi di discussione, rinunci a proporre all'aula le proprie ragioni. Io ho semplicemente detto che il mio Gruppo è pronto a farlo: è pronto a rinunciare a risostenere o a sostenere nuove ragioni di critica a questa delibera! Più di così non chiedeteci, però! Se viceversa l'aula, e noi siamo ben lieti, intende discutere la delibera, noi lo facciamo. E sul punto specifico dei tre emendamenti, io sto preparando già - perché a questo punto devo farlo - gli emendamenti soppressivi di tutti questi commi dell'art. 18, tranne di tre, perch ritengo che l'art. 18...



(Commenti dell'Assessore Pichetto)



CHIEZZI Giuseppe

Io faccio queste proposte. Avrò anche le proposte sul 20%; avrò le proposte su tutte le cifre che voi proponete, ma ho le proposte sui Comuni Assessore Pichetto! - perché continuo a dire che questa delibera è illegittima perché non può classificare i Comuni in quel modo! E siccome ci sono mille e più Comuni, allora impegno la discussione sul fatto che impropriamente con una deliberazione si compie un atto di pianificazione territoriale e questo non può essere fatto! Deve essere impedito perché non si governa in questo modo, perché non si viola, secondo noi, la legge urbanistica! E cominciamo una discussione che è cresciuta come è cresciuta con le polemiche, e di fronte alla quale le, secondo noi, buone ragioni nostre, siamo pronti ad accantonarle, visto che pare da parte di tutti essere posto in primo piano come obiettivo politico il fatto che con urgenza si approvi questa deliberazione.
Non chiedeteci di rinunciare, unilateralmente, alla proposizione delle nostre ragioni, che sono molto ampie, poiché comprendono anche tutta la parte relativa ai Comuni, sulla quale ci sono - e ci saranno - anche proposte concrete di spostamento di Comuni da una parte all'altra. Non capiamo questa ripartizione. Cerchiamo solo di chiarire quale sia correttamente, la strada.
Per noi va meglio la strada che permetta a tutti si sostenere le proprie ragioni e di esaminarle. E' indubbio, siamo pronti ad un sacrificio contestuale a quello di tutti gli altri Gruppi, in nome del superiore interesse dell'approvazione della deliberazione, peraltro già discussa.
Però Presidente, gradirei almeno un pronunciamento, una decisione su questo... Possiamo anche fare una riunione dei Capigruppo, veda lei. Ma io devo capire se presentare o no gli emendamenti: ne ho già pronti per il primo articolo, mi si dica solo qualcosa!



PRESIDENTE

Io posso dare, su questo, una mia valutazione, ma non posso decidere per i presentatori. Potrebbe essere opportuno, la mia è solo un'ipotesi chiedo conferma all'aula - fare, dopo l'intervento della Consigliera Spagnuolo, una riunione dei Capigruppo e aggiornare i lavori alle ore 14.30?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, provo imbarazzo a fare il mio intervento mentre si svolge alle mie spalle una trattativa tra il maggior Gruppo di maggioranza e il maggior Gruppo di opposizione. Per questo, rinuncio al mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Foco, che interviene in qualità di Consigliere.



FOCO Andrea

Credo di essere stato testimone di questa "trattativa", e posso dire che non si trattava di, scusate il bisticcio, di vera e propria "trattativa": si dicevano le stesse cose che vengono dette anche ad alta voce.
Se c'è da passare all'attacco, si attacca, ma se c'è da dare atto che una cosa è avvenuta, bisogna darne atto! Il collega Vindigni si è indignato, in Commissione, perché mentre si fanno le Commissioni si discute, si parla, si porta il proprio contributo senza che nessuno stia a sentire! In quel momento non siamo riusciti materialmente - perché è una materia delicata - a proporre quello che ci sembrava un buon ragionamento, anche se assieme abbiamo visto che nel testo del decreto n. 114 erano citati i tremila abitanti come riferimento, ecc.
ecc. Abbiamo affermato che il ragionamento poteva esser fatto, per quel che ci riguardava, con calma dagli uffici. Lo stesso dicasi per l'art. 15, per il quale, invece di scelte affrettate, poteva essere adottato lo stesso meccanismo utilizzato in altre occasioni. Punto e basta! Non mi pare che ci sia, ogni volta da... Poi, per carità, ciascuno ha facoltà di dire quanto ritiene opportuno... Anche noi, Assessore, siccome riteniamo, in Commissione, con il nostro contributo - ovviamente modesto - di avere seguito questo provvedimento sia per quanto riguarda la legge sia per quanto riguarda la circolare, la deliberazione applicativa, e abbiamo cercato, con attenzione, di esaminare passo per passo le osservazioni fatte da altri, suggerendo anche le nostre, ritiriamo queste osservazioni. Anzi non le ritiriamo, perché non le abbiamo nemmeno presentate. Decida la Giunta! Noi riteniamo che si possano ancora discutere. Poi, poiché le abbiamo materialmente delegate alla Giunta, diciamo soltanto "Veda la Giunta". Erano degli aspetti portati all'attenzione, correttamente, e tutti discutibili in Commissione.
Ma il testo, nel suo insieme, era quello... Chi ha seguito tutte le varie vicende - coi neretti o senza neretti - sa che si trattava di richieste pervenute dai Commissari stessi, per potersi confrontare e lavorare meglio. Quindi, una volta la Giunta, una volta i nostri funzionari, ci hanno aiutato a capire una materia difficile. Sappiamo che spostare una sola virgola può avere molte implicazioni, ma siamo convinti che alcune cose che non stravolgono tutto si possono anche discutere... Non si può, tutte le volte, accettare questo fatto che se una virgola non viene accettata... Si ricomincia a discutere dalle calende greche! Se c'è da discutere dalle calende greche, discuteremo dalle calende greche! Però, lo faremo con serenità, conoscendo la posizione e l'atteggiamento tenuto da ogni Gruppo, sia in Commissione che in aula cercando di essere conseguenti a quanto viene detto, ben sapendo che dietro l'impostazione della legge e della deliberazione applicativa ci sono grandi e forti interessi. Di questo, Presidente, siamo consapevoli.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi ...



(Commenti della Consigliera Spagnuolo fuori microfono)



PRESIDENTE

L'ordine del giorno credo possa essere un impegno che viene assunto per...



(Commenti della Consigliera Spagnuolo fuori microfono)



PRESIDENTE

l'ordine del giorno logicamente lo farei approvare un secondo dopo l'approvazione della deliberazione, secondo l'intesa presa...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, c'è troppo fermento in aula.
Chiedo cortesemente di restare in aula ai propri posti e possibilmente, di parlare sottovoce (non dico nemmeno più di stare in silenzio), in modo che possa sapere anch'io cosa sta succedendo.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Scusi, Presidente. Sono giunta in Consiglio mentre si svolgeva l'ultimo intervento sull'ordine del giorno. Le ho già chiesto per cortesia, una volta, che quando mi dà la parola in merito all'ordine del giorno, me la dia prima della votazione.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno non è mai stato messo in discussione.



SPAGNUOLO Carla

Eppure ne hanno parlato tutti.



PRESIDENTE

Si è parlato dell'ordine del giorno, ma il documento è stato solo presentato: io non l'ho mai messo in discussione. Ritengo - questa è una proposta che faccio all'aula - che, nell'ipotesi di un'intesa, debba essere approvato subito dopo l'approvazione della delibera.
Comunque, non ci sono ancora stati interventi sull'ordine del giorno.
E' vero, invece, che ci sono stati degli interventi che hanno citato l'ordine del giorno che avevo letto.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Io propongo questa ipotesi, ma non è detto che debba essere accolta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Mi sembra, per volere dal nostro punto di vista fare il punto della situazione, che qui ci troviamo con la Giunta, sulla quale vengono sempre scaricate responsabilità, ma che a questo momento - mi dice - è disponibile a considerare la soluzione più snella e più efficace, affinché si superi la diatriba in atto e si arrivi alla conclusione.
Mi è stato anche detto che, virgola più virgola meno, il provvedimento è quello che è, quindi non cambia nella sostanza molto.
Ci troviamo di fronte alla richiesta di alcuni Gruppi che dicono: "O quei tre emendamenti illustrati dall'Assessore Pichetto o comunque fatti propri dalla Giunta vengono ritirati (anche quei tre), oppure non ci sono le condizioni per procedere, perché se restano quei tre devono restare anche gli altri presentati finora o altri ancora che possono essere presentati.
Quindi ci allontaniamo da un punto di uscita rispetto alla situazione che ci vede ormai bloccati da molte sedute e da molte ore. I presentatori degli emendamenti o comunque i Consiglieri Vindigni...



(Commenti del Consigliere Foco)



GALLARINI Pier Luigi

No, non li avete presentati, però l'Assessore è stato chiarissimo nel dire: "Questi tre emendamenti provengono da una discussione che c'è stata in Commissione, all'interno della quale io ho inteso recepire alcuni suggerimenti ed indicazioni del Consigliere Vindigni". Quindi, il nome è stato fatto; sarebbe ipocrisia negare che le cose stanno così.



(Commenti in aula)



GALLARINI Pier Luigi

Ma certo. Ognuno di noi qui dentro rappresenta una parte politica: non è qui per caso. Le cose stanno quindi a questo punto. Inviterei il Presidente del Consiglio a valutare l'opportunità di trovare un momento di sintesi, affinché si possa superare questa contrapposizione. Altrimenti ho la sensazione che andremo avanti fino a questa sera senza concludere nulla.
E' chiaro che per incontrarsi, di solito, se ci si trova a due metri di distanza, bisogna fare un metro a testa. Se si pretende che uno faccia due metri e l'altro stia al proprio posto, è molto difficile ottenere il risultato di incontrarsi.
Ho voluto fare ad alta voce, molto semplicemente, senza alcuna presunzione, queste considerazioni.



PRESIDENTE

Mi pare un discorso di buon senso. Credo che debba essere richiesto, a chi ha presentato, cioè formalmente alla Giunta, ma sostanzialmente a chi in Commissione aveva sostenuto l'esigenza che quei punti...



(Commenti del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Per cortesia, non mi interrompa! Io do sempre la parola, con grande disponibilità.
Ho detto che, formalmente, li ha presentati la Giunta; la Giunta dica se ritiene che questi emendamenti debbano essere portati all'attenzione dell'aula (e allora non possiamo fare diversamente); se invece c'è uno spazio di mediazione, io sono disponibile.



PRESIDENTE

COTTO (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vista l'ora, propongo l'interruzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Sentito l'intervento del Capogruppo Gallarini, che ha chiesto un momento di sintesi (mi è parso di capire una riunione dei Capigruppo o qualcosa di simile per fare una valutazione o comunque un momento di sospensione) e dichiarando che la Giunta - lo ribadisco - si riconosce nel documento così com'è, per cui la valutazione dell'emendamento deve essere fatta dall'aula, dobbiamo sbloccare la situazione: mi pare che non si possa andare oltre.



PRESIDENTE

Considerata anche l'ora, credo che sia opportuno concludere, per la parte della mattina, i nostri lavori. Ricordo che il Consiglio è convocato anche per il pomeriggio. Chiederei però alla cortesia dei Capigruppo di incontrarci brevemente subito dopo.
Ricordo anche che, alle ore 15, ci sono le consultazioni della III Commissione sulle modifiche al Piano delle Risorse idriche, alle quali avevamo proposto di far partecipare un Consigliere di maggioranza e uno di minoranza.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Consiglio riprende normalmente alle ore 14.30. Queste consultazioni sono fissate per le 15; avevamo detto: uno ed uno.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Noi ci vediamo alle ore 14.30, cioè tra poco più di un'ora. Si è convenuto ai Capigruppo.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Noi non abbiamo concordato nulla del genere. Chiediamo che non ci sia commistione, in quanto non abbiamo concordato niente.
La prego di consentire ai Consiglieri di seguire le consultazioni.



PRESIDENTE

Il Consiglio è comunque convocato alle ore 14.30. Chiedo alla cortesia dei Capigruppo di riunirsi brevemente in sala A).



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io adesso non posso; ci vediamo dopo, Presidente.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,25)



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