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Dettaglio seduta n.399 del 19/10/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Benso, Farassino Ghigo, Leo, Miglietti e Pazé.


Argomento: Gruppi consiliari

b) Costituzione nuovo Gruppo consiliare


PRESIDENTE

Informo che i Consiglieri regionali Renato Montabone e Rolando Picchioni hanno costituito, a far data dal 12/10/1999, il Gruppo "MPPE UDeuR", che trova corrispondenza nel Gruppo dell'UDeuR (Unione Democratici per l'Europa) costituito presso il Parlamento italiano (art. 13, comma secondo, del Regolamento interno del Consiglio regionale).
Gli stessi hanno indicato come Presidente del Gruppo il Consigliere Renato Montabone.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 513, di cui al punto 5) all'o.d.g.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
24 Consiglieri, la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52, comma quarto del Regolamento interno del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 12.35 riprende alle ore 13.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.



CHIEZZI Giuseppe

Possiamo verificare il numero legale, Presidente?



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, rispetto all'ultima volta sono arrivati diversi Consiglieri.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, però non sono in aula.



PRESIDENTE

Chiedo alla cortesia dei colleghi di rientrare in aula.
Lo chiede formalmente, Consigliere?



CHIEZZI Giuseppe

Sì.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
27 Consiglieri.


Argomento: Commercio - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 513: "Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte (in attuazione del DL 31/3/1998 n. 114)" Presentazione collegato ordine del giorno n. 1071


PRESIDENTE

Possiamo quindi riprendere l'esame degli emendamenti all'art. 4 del disegno di legge n. 513.
4.14) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Riggio, Manica Bertoli, Saitta, Bortolin, Peano e Chiezzi: all'art. 4, dopo il comma secondo è aggiunto il comma 2 bis: "2 bis. Per le grandi strutture di vendita, come definite dall'art. 4 del DL n. 114/98, la Provincia, sulla base delle dimensioni dell'intervento proposto, delle tipologie commerciali e delle capacità di attrazione commerciali, individua i Comuni che debbono elaborare e sottoscrivere un accordo socio-economico di area correlato all'intervento stesso, secondo le modalità previste dal comma quinto dell'art. 3".
Su questo emendamento si era già svolta la discussione; la Giunta si era dichiarata contraria, se ricordo bene. Assessore, mi ricordi la sua posizione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

La seduta precedente si era conclusa, signor Presidente, con l'impegno a portare, vista la portata dell'argomento - scusate il bisticcio di parole che non poteva a questo punto essere ridotto ad una legge di settore, ma investiva anche molti altri settori o comunque modalità, se vogliamo addirittura a livello nazionale, a portare - dicevo - un ordine del giorno.
Io avevo chiesto di ritirare l'emendamento portandolo ad un ordine del giorno da votare dopo l'approvazione della legge. Questa era stata anche la richiesta di alcuni colleghi dell'opposizione.
Questa mi pare fosse la conclusione del dibattito. Visto però che il proponente, collega Riggio, sta chiedendo la parola, chiudo il mio intervento. Altrimenti la Giunta è contraria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

La nostra intenzione sarebbe quella di far votare in ogni caso l'emendamento pur esprimendo apprezzamento. Io ho letto il testo che ci è stato proposto dalla Giunta per quello che riguarda l'argomento. Noi siamo convinti che già oggi si possa...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Non è un testo della Giunta, attenzione; è una libera esercitazione privata.



RIGGIO Angelino

Ho capito.
Noi siamo convinti che si possa, già al momento attuale, con gli strumenti che esistono, fare di più. In ogni caso, per sottolineare l'importanza del problema - ripeto: per sottolineare l'importanza del problema - che abbiamo sollevato e che ci è stato riconosciuto anche dalla maggioranza e dallo stesso Assessore, noi chiediamo che l'emendamento venga votato in quanto tale, riservandoci il voto rispetto all'ordine del giorno che la Giunta presenterà sull'argomento.



PRESIDENTE

Stando così le cose, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 22 contrari e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
4.15) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazè: all'art. 4, comma terzo, si sostituiscano le parole "di programmazione urbanistica" con le parole "di salvaguardia urbanistica".
Come richiesto dal Consigliere Chiezzi, si proceda alla votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 31 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 25 voti contrari 14 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazè: all'art. 5, il comma primo è abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, chiedo l'appello nominale.



PRESIDENTE

Come richiesto dal Consigliere Chiezzi, pongo in votazione tale emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto NO 27 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Vi sono inoltre un subemendamento ed un emendamento della Giunta, che risultano ritirati, così come la Giunta ci ha comunicato, i cui testi recitano: 5.2) all'art. 5, comma primo, dopo le parole "da concedersi una sola volta", aggiungere le parole "e per ugual periodo".
5.3) all'art. 5, comma primo, le parole "fino ad un massimo di ulteriori quattro anni per le grandi strutture di vendita e tre anni per le medie strutture di vendita, per ritardi non imputabili al soggetto autorizzato" sono sostituite dalle parole "da concedersi una volta sola, in caso di comprovata necessità".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché sono stati ritirati? Non ci si spiega il perché? Lo chiediamo.



PRESIDENTE

Il ritiro dell'emendamento non è soggetto... Se la Giunta vuol dare una spiegazione, lo chieda alla cortesia della Giunta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Perché c'era stato un emendamento al quale era stato a sua volta presentato un subemendamento da parte del collega Viglietta; poi il collega Viglietta ha presentato un ulteriore emendamento che assorbiva la modifica fatta dall'emendamento e dal subemendamento, e quindi si ritiene che con l'emendamento Viglietta, che è il successivo, che prevede la riduzione della proroga da quattro a tre anni e da tre a due anni per le grandi e medie strutture di vendita, quella che era l'esigenza di mediazione che si tentava di fare sia soddisfatta.



PRESIDENTE

Ripeto: l'emendamento e il subemendamento della Giunta risultano ritirati.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma il testo dove viene modificato?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio (fuori microfono)

Nell'emendamento successivo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio (fuori microfono)

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio (fuori microfono)

Quindi, è fatto dopo, in un emendamento successivo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio (fuori microfono)

Sì.



PRESIDENTE

Relativamente all'art. 5, resta ancora l'emendamento di cui state parlando.
5.4) Emendamento presentato dal Consigliere Viglietta: all'art. 5, comma primo, sostituire "anni quattro" con "anni tre" e "anni tre" con "anni due".
Tale emendamento è accolto dalla Giunta, per cui lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 14 astensioni.
Prima di passare alla votazione dell'art. 5, chiede la parola il Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Voglio presentare un emendamento al comma quarto, però prima di presentarlo volevo sentire l'opinione dell'Assessore.
Nel comma quarto si dice che se non viene realizzata una parte dell'opera, vi è l'annullamento dell'autorizzazione regionale prevista dall'art. 26 della L.R. n. 56/77. Adesso mi sembra che collegare in questo modo il titolare di una gestione al titolare di una proprietà non sia corretto. Perché bisogna far decadere una concessione edilizia che ha un suo status giuridico, in conseguenza di una revoca dell'autorizzazione? Mi sembra che ci siano due aspetti. L'uno, proprietario, ha una tutela ed un'autonomia nei confronti di un atto della Pubblica Amministrazione: legarli in modo così automatico mi sembra improprio. La concessione genera dei diritti soggettivi; non so se si possa considerare l'annullamento di una concessione, anche perché annullare una concessione edilizia è questione parecchio complessa: la si annulla anche quando l'opera sia stata realizzata in modo palesemente difforme dal progetto.
Ripeto, l'annullamento di una concessione edilizia non è cosa semplice e non basta l'argomento "annullo la concessione, per ripristinare la legge violata". Non basta. Occorre trovare seri e fondati motivi di ordine generale, oltre a quello del ripristino della legalità, per annullare la concessione; in questo caso, invece, la si annulla, perché su un altro piano amministrativo si revoca un'autorizzazione.
Volevo dunque, prima di tutto, avere dei chiarimenti su questo collegamento meccanico tra revoca di un'autorizzazione ed annullamento di una concessione edilizia, che mi risulta, per averne prese a suo tempo, un fatto piuttosto complesso e da argomentare con motivi non solo di rispetto della legalità, ma anche di interesse generale a che ciò avvenga.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Il comma quarto richiama la procedura di contestualità fra autorizzazione e concessione edilizia che abbiamo impostato. Qui parliamo di revoca dell'autorizzazione e non della concessione, quindi parliamo di revoca dell'autorizzazione preliminare al rilascio della concessione.
A questo punto, la valutazione sulla concessione la dovrà fare l'Amministrazione comunale, in quanto diventa una concessione per altri scopi, non più per destinazione al commercio, perché non ha più l'autorizzazione al commercio.
Non riesco ad immaginare qualcosa di diverso, ma possiamo togliere "determina l'annullamento", lasciando, al limite, solo la modifica, visto che tutto questo riguarda il parziale e non il totale. Però è chiaro che qualora io abbia rilasciato autorizzazione preliminare per 5.000 m piuttosto che per 500 ed ho una costruzione che non è di 5.000 m, ma arriva a 2.000/3000 m, in questo caso, ho una scadenza dei termini... Ricordo peraltro che la scadenza dei termini che abbiamo indicato va comunque oltre le scadenze di durata della concessione per fare le opere; di conseguenza andando oltre, scadrebbero già prima i termini urbanistici - mi scuso, se non uso i termini tecnici più appropriati.
Siamo quindi in una fase successiva alla scadenza dei termini urbanistici e dobbiamo comunque ridurre quella che è la superficie autorizzata per l'esercizio al commercio, per la grande distribuzione.
Questo è il meccanismo costruito, almeno nella logica politica che si voleva costruire; tecnicamente, non so se la formulazione del comma quarto peraltro passata ai vari vagli, possa essere modificata. Si può sicuramente togliere l'annullamento, perché chiaramente si parla di parzialità e non di totalità, per cui, probabilmente, l'annullamento era in eccessiva abbondanza, ma non il fatto che comunque questa autorizzazione va modificata e ridotta.



PRESIDENTE

Questa ipotesi formulata dall'Assessore trova concorde il Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

No.



PRESIDENTE

Allora, se vuole formalizzare degli emendamenti...



CHIEZZI Giuseppe

No, non formulo niente.



PRESIDENTE

Il Consigliere non formalizza emendamenti; l'Assessore ritiene di confermare il testo così com'è.
Non avendo altri emendamenti, pongo dunque in votazione l'art. 5 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 26 voti favorevoli 25 astensioni 1 L'art. 5 è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi intende intervenire; prego.



CHIEZZI Giuseppe

La maggioranza non ha i numeri. Dichiaro che, purtroppo, i lavori continuano a procedere a rilento, a causa della persistente assenza della maggioranza in quest'aula, che ci costringe a segnalarla attraverso la forma di votazione idonea a fare ciò, che è quella per appello nominale forma di votazione della quale faremmo volentieri a meno, accelerando i lavori, se la maggioranza dimostrasse, con la presenza in aula, quel grande interesse che la muove nell'approvazione rapida di questo disegno di legge come ancora ieri propagandisticamente proclamato in una conferenza stampa.
Auspico dunque che la maggioranza sia presente in aula, in modo da accelerare con il suo comportamento, fattivamente, i nostri lavori; se così non è, sarà responsabilità della maggioranza tirarla per le lunghe.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Intervengo solo per dire, a fronte di questa considerazione del Consigliere Chiezzi, che è vero che abbiamo iniziato in ritardo questa mattina, però è altrettanto vero che ora la maggioranza c'è e ci impegniamo ad esserci.



(Commenti in aula)



GALLARINI Pier Luigi

Se 25 non è maggioranza, chiameremo quell'uno che è fuori. Però, volevo solo far rilevare, pacatamente, che dopo giorni e giorni in cui si sta discutendo questo argomento, se un Assessore, che è stato bloccato qui per molte ore, è fuori un attimo e rientra dopo tre minuti, non mi sembra una cosa scandalosa; se è per ricevere o mantenere dei rapporti, anche in questo caso non si può pensare di... Comunque, ci preoccuperemo di fare il possibile per tenere in aula il numero.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

A proposito dei numeri in aula e della possibilità di lavorare al meglio in Consiglio regionale, faccio presente di avere partecipato ieri ad una riunione dei Capigruppo con le Organizzazioni sindacali, ai margini della quale il Presidente del Consiglio regionale, seppure non formalmente ha comunicato a tutti che il Consiglio si sarebbe svolto oggi e domani.
Abbiamo appreso poi che la seduta di domani non ci sarà e si terrà venerdì.
A questo punto, però, Presidente, è anche difficilissimo lavorare, sia per la maggioranza che per l'opposizione, perché ci si organizza, si programma, dopodiché tutto viene messo in discussione ed è impossibile andare avanti.
Visto che il giorno fissato per il Consiglio è il martedì - il martedì è fisso, si sa, si lavora - se si decidono altre sedute e queste non si possono tenere, si torni al martedì esclusivamente, perché siamo in una fase delicata per tutti. Pertanto, il lavoro si organizza, ma non si riesce ad andare avanti. La inviterei, Presidente, anche se sono una voce isolata del Consiglio regionale, a voler riconsiderare questa impostazione, perch venerdì ci sono dei lavori di Commissione che sono importanti, come la riunione delle Commissioni III e V, che hanno un programma molto fitto, per cui non si farà bene il Consiglio regionale, perché ritengo che i colleghi di maggioranza e di opposizione si saranno organizzati per venerdì per altre cose e non si farà il lavoro della Commissione. Pertanto, Presidente la pregherei di voler riconsiderare questa decisione, che sarà stata assunta sulla base di richieste, ma ieri ci siamo lasciati alle ore 15 - ho anche assistito, involontariamente, mentre la nostra dirigente e carissima Garabello, dettava alle impiegate gli orari del Consiglio - per cui la decisione era certamente quella.
Non voglio chiamare in causa nessuno, questo è evidente, ma a conferma di quello che sto dicendo. Arrivare in aula, dopo che si organizza la settimana in un certo modo e sapere che il Consiglio si riunirà venerdì complica enormemente le cose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi associo a quanto detto dalla collega Carla Spagnuolo, perché prima del suo intervento sapevo che domani ci sarebbe stato Consiglio regionale.
Vengo informato ora dalla collega Spagnuolo che così non è.
Quando ho ricevuto la convocazione per venerdì, ho inteso che si fosse aggiunta la giornata di venerdì a quella di mercoledì. Adesso vengo a sapere dalla collega Spagnuolo che domani non ci sarà Consiglio. Mi stupisco e chiedo che venga corretto questo comportamento. Domani avrebbe dovuto esserci Consiglio: facciamolo domani! Anche noi per venerdì avevamo preso altri impegni e ne avevamo disdetti per domani. Facciamolo domani!



PRESIDENTE

A margine dell'incontro che faremo, molti Capigruppo si sono espressi sulla possibilità di convocare il Consiglio domani. Successivamente ho avuto notizia che non ci sarebbe stata la presenza di molti Consiglieri impegnati in attività istituzionali. Nel giro di quindici minuti sono ritornato e ho avvisato quelli che erano presenti. Era una riunione informale, mi scuso. Tra l'altro, siamo in un momento in cui non si riesce a tenere una calendarizzazione non percettiva. Mi scuso con i Consiglieri ma domani non c'è Consiglio.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è possibile una cosa del genere, avete concordato tra di voi!



PRESIDENTE

Era concordato fra tutti, anche se non era una riunione ufficiale.



(Intervento fuori microfono dei Consiglieri Chiezzi e Spagnuolo)



PRESIDENTE

Questo è un problema che, se volete, valuteremo in occasione della Conferenza dei Capigruppo. Adesso andiamo avanti con il nostro lavoro.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Alla fine dei lavori del Consiglio convochiamo la riunione dei Capigruppo per discutere questa questione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Il Consiglio era convocato per mercoledì, faccio parte di quei Capigruppo che non vengono sentiti.



PRESIDENTE

Lei non c'era, collega Saitta.



SAITTA Antonino

Infatti. Quando si decide la convocazione del Consiglio, è tema della riunione dei Capigruppo, per cui per variare le giornate bisognava perlomeno verificare se quel giorno, oltre all'impegno di qualcuno, ci sono impegni anche di altri.
Questo mi sembra logico, per cui suggerisco di definire subito questa questione perché, per quanto ci riguarda, venerdì ci siamo assunti degli impegni che non so se riusciremo a spostare.



PRESIDENTE

La riunione di oggi non è contestata, perché è quella del martedì. Ieri pomeriggio, ai margini di una riunione, ho chiesto ad alcuni Capigruppo se erano disponibili a fare la riunione mercoledì. Dopodiché il Gruppo del Consigliere Saitta era rappresentato almeno nella prima fase.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

E' stato accennato che il consiglio poteva essere convocato mercoledì ma non sono partite le convocazioni.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

La convocazione per venerdì è partita?



PRESIDENTE

No, perché come non è stata confermata la giornata di mercoledì in Conferenza dei Capigruppo, il Presidente, sentite le disponibilità, pu convocare la seduta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Parto dai fatti. Prima che cominciasse la riunione, il Presidente ci ha detto di fermarci e quindi nell'arco della riunione dei Capigruppo ci ha chiesto se eravamo disponibili a riunirci domani mattina. Mi pare che si sia detto di sì. Poi, hanno telefonato al mio Gruppo dicendo che la riunione era sconvocata, tant'è vero che cercavano il Consigliere Moro per comunicarglielo personalmente. In qualche modo, una certa ufficialità c'è stata.
Penso che si possa sconvocare una riunione se si verificano dei problemi, ma una riconvocazione richiede il parere dei Gruppi per verificare gli impegni.
Capisco che si sconvoca, perché si è verificata una determinata situazione, ma la riconvocazione si fa sentendo tutti in modo formale e non comunicando la decisione all'ultimo momento.



PRESIDENTE

Non è una convocazione dell'ultimo momento, perché è da ieri pomeriggio a venerdì... Andiamo avanti con i lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Volevo solo chiedere se si poteva fare subito una riunione dei Capigruppo per decidere come proseguire i lavori nei prossimi giorni. Anche perché da come proseguiamo dipende forse come procediamo oggi, dato che non è intenzione del nostro Gruppo tirare in lungo su questa materia.
Se riusciamo a capire quando lavoriamo in questa settimana, penso che sarebbe utile oltre che corretto per tutti i Capigruppo. Chiedo anche ai Capigruppo di farsi portavoce di questa nostra discriminazione come piccoli Gruppi che non vengono consultati.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intanto, ieri c'era una riunione dei Capigruppo con le Organizzazioni sindacali convocata ufficialmente. Dopodiché lei in riunione ha detto: "Si fermino i Capigruppo". I Capigruppo si sono fermati e lei ha scelto, come modalità di convocazione, di dirlo vicino ai banchi, anziché dal suo posto.
Questo è formalmente avvenuto e lei non può dire il contrario. Dopodich ci ha comunicato che il Consiglio si sarebbe riunito oggi e domani e noi abbiamo organizzato le nostre giornate in funzione di tale accordo. Solo oggi, che è il 19 ottobre, abbiamo appreso che il Consiglio è convocato per venerdì 22.
Mi permetto di dire che la convocazione di venerdì 22 lei l'ha fatta senza aver consultato i Capigruppo; probabilmente, ha interpellato qualcuno, ma noi non siamo stati chiamati, i Popolari non sono stati convocati, così come i Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista. Devo pensare, allora, che le opposizioni non interessano.
Riguardo al Gruppo dei DS non mi esprimo, perché saranno loro a farlo ma so che normalmente e giustamente vengono convocati ed ascoltati. Noi generalmente siamo tra coloro che non vengono consultati e gradiremmo che questo avvenisse almeno per stabilire quando riunire il Consiglio, perch questa è una regola assoluta, sulla quale non si può transigere.
Mi spiace moltissimo dover dire, ancora una volta, che il Presidente del Consiglio regionale è il Presidente della maggioranza. Questo è un grande problema (...)



(Intervento fuori microfono del Consigliere Griffini)



SPAGNUOLO Carla

Non raccolgo neanche queste facili provocazioni, anche se sarebbe naturale farlo.
Dicevo che il Presidente del Consiglio non è il Presidente di tutto il Consiglio regionale, perché non si può non interpellare i Capigruppo di tutta l'aula riguardo alla convocazione del Consiglio, nel momento in cui si sposta la sua data, che, tra l'altro, era stata proposta dal Presidente stesso.
Chiedo, pertanto, che il Consiglio si riunisca nel giorno che era stato stabilito. Il Presidente ricorderà, peraltro, che io, per quel giorno avevo difficoltà a venire ed abbiamo addirittura concordato di spostare l'orario alle 10.30.
La prego, Presidente, di tornare sulle sue decisioni. Riconosco che gli impegni di qualche Gruppo, sicuramente di maggioranza, sono legittimi, ma allora si torni alla convocazione del martedì, altrimenti succede che la maggioranza organizza conferenze per dire che i lavori sulla legge del commercio vengono ostacolati e prolungati dall'opposizione e poi non si riesce a riunire il Consiglio proprio a causa della maggioranza. Come maggioranza, non soltanto non siete presenti, ma non riuscite nemmeno a garantire le riunioni del Consiglio e questo, dal punto di vista politico è ancora più grave.
Sono contenta di aver posto il problema, perché non si può dire che non si riesce ad approvare la legge sul commercio perché le opposizioni "tirano il bordo in lungo" - come si usa dire - e poi, invece, non si riesce a convocare il Consiglio perché la maggioranza non c'è.
Delle due, l'una: se il Consiglio non si può riunire questa settimana allora ci sarà martedì prossimo, altrimenti rimane convocato per domani come stabilito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba, poi convoco brevemente la riunione dei Capigruppo, perché c'è una questione incidentale che ha sicuramente il suo rilievo, ma che non può bloccare i lavori.
Prego, Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, nelle riunioni e nei contatti più informali, in pubblico e in privato, ho sempre sollecitato una definizione del calendario dei lavori settimanali, in modo da avere la possibilità di organizzare, in maniera adeguata e consona alla funzione da svolgere, la partecipazione dei Gruppi e dei Consiglieri.
Avendo sentito gli interventi dei colleghi, voglio sottolineare che i Gruppi più piccoli hanno sicuramente delle difficoltà connesse alla necessità di attendere a parecchie e diverse attività con un organico di pochi Consiglieri, ma che anche i Gruppi più grandi non sono certamente in grado di seguire una situazione disordinata. Pertanto, l'esigenza dei Consiglieri di conoscere le date dei lavori del Consiglio, almeno con l'anticipo della settimana, è imprescindibile per poter lavorare. Questo lo abbiamo detto svariate volte.
Per quanto riguarda i lavori di questa settimana, non essendo presente all'ultimo incontro dei Capigruppo, sono stato informato dal collega Foco sull'eventualità della riunione di mercoledì (che peraltro non mi avrebbe creato problemi, in quanto il martedì e la protrazione al mercoledì rientrano nell'ambito di un'ipotesi di lavoro sulla quale abbiamo sempre convenuto).
Ho chiesto, invece, al Presidente Deorsola - che ringrazio per averne preso atto positivamente - di concludere la giornata di oggi alle 18.00, a causa di un impegno, fuori provincia, di alcuni Capigruppo e della minoranza per le ore 19.00. Ci tengo a dirlo, perché - collega Spagnuolo la sua mi sembrava quasi un'insinuazione! Comunque, sono abituato anche a questo...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Riba, per rispettare i tempi, ho inteso il senso del suo intervento. E' meglio fare una breve riunione dei Capigruppo.



RIBA Lido

Presidente, era per chiarire che anch'io ho appreso questa mattina dell'intenzione di non riunire il Consiglio domani, ma venerdì, come credo tutti gli altri Consiglieri, perlomeno quelli della minoranza.



PRESIDENTE

Possiamo fare una breve riunione per stabilire il tutto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.55 riprende alle ore 14.15)


Argomento: Commercio - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 513: "Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte (in attuazione del DL 31/3/1998 n. 114)" (seguito) Presentazione ordine del giorno n. 1071 collegato


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Informo che i lavori del Consiglio si terranno giovedì 21 alle ore 11.30 e 14.30 e non più venerdì 22, perché, per quel giorno, alcuni Gruppi avevano degli impegni.
Riprendiamo l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 513.
ART. 6 Su richiesta del Consigliere Chiezzi, si proceda alla votazione di tale articolo per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 26 hanno risposto SI' 25 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Stiamo iniziando un capitolo complesso: Capo III "Disposizioni urbanistiche regionali". Presidente, se potesse far entrare l'Assessore Botta, che è l'Assessore competente su questa complessa materia...



PRESIDENTE

L'Assessore Botta è in congedo.



CHIEZZI Giuseppe

Come?



PRESIDENTE

E' in congedo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

E' malato.



CHIEZZI Giuseppe

E il Presidente Ghigo?



PRESIDENTE

E' in congedo per motivi istituzionali; non so se sia rientrato oggi ma era fuori Italia.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi, sull'urbanistica non c'è Assessore delegato competente?



PRESIDENTE

C'è il Vicepresidente della Giunta che ha funzioni di Presidente.



CHIEZZI Giuseppe

Dov'è il Vicepresidente?



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Sono qui.



CHIEZZI Giuseppe

Eccolo!



(Commenti ironici del Vicepresidente della Giunta, Masaracchio)



CHIEZZI Giuseppe

Il Vicepresidente agevola sempre i rapporti tra la Giunta e l'aula!



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Sembra di essere alla scuola elementare! Ci sono anche delle attività da svolgere ed altri problemi!



CHIEZZI Giuseppe

Ma io non vedo cosa ci sia contro la scuola elementare, perché questi apprezzamenti sono insultanti per la scuola elementare!



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Siccome sono stato maestro per tantissimi anni...



CHIEZZI Giuseppe

Allora non vedo che cosa ci sia da ridere o da alludere come situazione di basso livello citando la scuola elementare...



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Là ci sono tutti i livelli!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, restiamo al tema.



CHIEZZI Giuseppe

Proprio perché lei ne ha fatto parte sa bene che è uno dei cardini fondamentali della nostra istruzione e che se funzionasse bene sarebbe veramente uno degli elementi (...)



PRESIDENTE

E' la base di tutto.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi, Vicepresidente, non faccia apprezzamenti denigratori (...)



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Io faccio quello che voglio!



CHIEZZI Giuseppe

Non faccia apprezzamenti sottilmente denigratori della scuola elementare, da cui lei ed io, penso, possiamo avere moltissimo da imparare!



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Io ero insegnante, si figuri!



(Apprezzamenti del Consigliere Griffini nei confronti del Consigliere Chiezzi)



CHIEZZI Giuseppe

Se vogliamo la rissa... Vogliamo la rissa?



PRESIDENTE

Non in quest'aula!



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, se vogliamo la rissa, la facciamo! Non ci sono problemi; se si intende provocare... Presidente, siccome vengo provocato dai banchi di destra, se lei lascia provocare, continuiamo così!



PRESIDENTE

Non ceda alle provocazioni; ho richiamato tutti ad un comportamento assolutamente scrupoloso.
Mi si informa che nel giro di poco tempo sarà presente l'Assessore Botta.



(Commenti ironici dai banchi dell'opposizione)



CHIEZZI Giuseppe

Tra quanto viene l'Assessore Botta?



PRESIDENTE

Nel pomeriggio rientra, non posso...



(Commenti ironici dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

E' stata richiesta la presenza del Presidente Ghigo; io ho detto che c'era il Vicepresidente che, a pieno titolo, rappresentava la Giunta.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Io voglio sapere a che titolo.



PRESIDENTE

A titolo di Presidente.



CHIEZZI Giuseppe

Senta, Presidente, visto che l'Assessore Botta è in arrivo e dato che senza l'Assessore all'urbanistica diventa difficile trattare questa materia, perché praticamente sono modificazioni alla legge urbanistica regionale molto rilevanti...



(Forte brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



SIMONETTI Laura

Presidente, faccia fare silenzio!



PRESIDENTE

Consiglieri, vi prego di prestare attenzione e di non disturbare chi ha la parola.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Stavo dicendo che è bene che l'Assessore Botta sia presente, anche perché con queste modifiche noi torniamo, per l'ennesima volta, a modificare un corpo normativo molto complesso e già reso parecchio farraginoso dalle modifiche precedenti. Allora, prima di fare questo, penso che sarebbe utile, all'inizio del Capo III, che l'Assessore Botta dicesse due parole su queste modifiche alla legge urbanistica in relazione al progetto che l'Assessore Botta sta portando avanti di modifica complessiva della legge urbanistica. Noi non possiamo in quest'aula, dove l'Assessore Botta non ha mai speso una parola - una parola! - per informare il Consiglio sulle attività di modificazione profonda della legge urbanistica iniziare una discussione sulle modifiche a questa legge senza avere dall'Assessore Botta qualche informazione sull'attività che lui sta svolgendo in questi mesi a proposito del cambiamento della legge urbanistica! Questo non è dato, Presidente.
L'Assessore all'urbanistica sta costruendo una legge; fa dei convegni ma non ha informato il Consiglio di nulla e nel momento in cui modifichiamo la legge urbanistica le chiedo di farsi portatore anche lei, Presidente del Consiglio, della necessità della presenza dell'Assessore Botta, per illustrare il complesso di queste modifiche, al di là delle attività convegnistiche che l'Assessore Botta stesso continua ad organizzare, senza informare il Consiglio.
A questo punto, aspettiamo una breve illustrazione dell'Assessore Botta e poi iniziamo.
Inoltre, vorrei sapere cosa pensano di questa proposta e di questo ragionamento i colleghi del centrosinistra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Anch'io rilevo che si parla di una nuova legge urbanistica che viene presentata in diversi convegni e patrocinati organizzati dalla Regione Piemonte, senza che il Consiglio e forse anche la Giunta sappiano nulla.
Mi pare, se non sbaglio, che la Giunta non abbia mai approvato alcun disegno di legge sull'urbanistica, ma ciò nonostante l'Assessore Botta autonomamente e per sua iniziativa la presenta per la Regione Piemonte.
Questa questione non è irrilevante - lo dicevo già in qualche altra riunione - nel momento in cui, attraverso questa occasione, si mette mano alla L.R. n. 56/77 - aspetto che il Vicepresidente si liberi - così come abbiamo fatto trattando l'art. 17, abbiamo in qualche maniera anticipato alcuni processi, incorsi in altre Regioni, di semplificazione e soprattutto di ridistribuzione dei poteri tra la Regione e gli Enti locali (Comuni e Province).
Conoscere il disegno della Giunta regionale e dell'Assessore Botta potrebbe essere utile in qualche maniera, perché potremmo anticipare, se c'è qualche elemento utile, qualche aspetto che sia in linea con il quadro normativo sull'urbanistica in modo più semplice che in altre Regioni.
Invece, mi pare che le proposte che vengono qui introdotte, a partire dall'art. 6 bis - faccio un esempio per dire che ci troviamo in questa difficoltà per poi entrare nel merito...



PRESIDENTE

Cos'è questo art. 6 bis?



SAITTA Antonino

L'art. 7 comincia con una modifica al comma sesto dell'art. 4 dove viene introdotto un comma sesto bis. Lo cito perché credo che questa prima modifica ci dia la necessità di un ragionamento un po' più complessivo e della necessità della presenza dell'Assessore Botta, perché ho la sensazione che impropriamente si introducano riferimenti alla deliberazione del settore commerciale in modo eccessivamente diffuso. L'art. 4, che si vuole modificare, è sul processo di pianificazione del territorio. Non sono delle modifiche o dei standard da rispettare nei Piani Regolatori, è il processo di pianificazione del territorio, per cui con un grande salto improprio si passa dal Piano Territoriale Regionale ai Piani Territoriali Provinciali, al Piano Territoriale Metropolitano, ai Progetti Territoriali Operativi, si saltono i livelli del Piano Regolatore e si introducono nel processo di pianificazione del territorio gli indirizzi contenuti nella deliberazione che non sono indirizzi di pianificazione al territorio, sono di carattere urbanistico per le Varianti del Piano Regolatore Comunale.
Introduciamo questo comma sesto bis, dicendo che, come avviene per il settore della distribuzione commerciale al dettaglio, si applicano le norme previste dagli indirizzi e dai criteri di programmazione urbanistica riferiti al settore commerciale. Facciamo riferimento a criteri di programmazione in un capitolo che parla di pianificazione in ogni caso.
Sono due cose diverse.
Capisco che si è preso tutto e laddove c'era la possibilità si introduceva qualche riferimento a questa delibera, ma questa delibera non è il centro del mondo, può avere sicuramente un riferimento nella normativa per l'adeguamento dei piani o negli standard, ma non sicuramente in un articolo che parla di pianificazione.
Mi sembra improprio, a meno che l'Assessore all'urbanistica ci spieghi che si vuole introdurre il settore della distribuzione commerciale al dettaglio come elemento di processo di pianificazione al territorio. Lo schema non regge, perché si passa immediatamente dal generale al particolare.
Il riferimento per le scelte di programmazione economica da contenere nel processo di pianificazione al territorio, sono quelli a cui fa riferimento l'art. 4 che sono il Piano Territoriale Regionale, i Piani provinciali, metropolitani e quelli operativi. Soltanto questi e non un livello di specificazione del Piano Regolatore. Trovo che sia improprio almeno per quello che capisco. Per questo, ritengo che l'Assessore Botta possa spiegare per quale motivo ha voluto introdurre questa norma all'interno dell'art. 4, che riguarda il processo di pianificazione del territorio. Ecco perché sarebbe utile la presenza dell'Assessore, prima di mettere mano ad un articolo della L.R. n. 56/77, pensando che ci sia il commercio e questo diventa invasivo per tutti e non ragionando sullo schema complessivo contenuto nella legge Astengo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Intervengo non tanto per entrare nel merito specifico dell'art. 7 - ne abbiamo ragionato e discusso a lungo in Commissione - ma per esprimere la profonda convinzione, che mi viene confermata dai fatti, che questa legge sulla quale la maggioranza più che esprimersi in aula usa le conferenze stampa, che sicuramente non aiutano il confronto sereno in aula, trova sicuramente l'Assessore Pichetto attento alle osservazioni che vengono fatte, ma non quella attenzione complessiva da parte della Giunta che un provvedimento di questa rilevanza richiederebbe.
E' pensabile che oggi discutiamo - torno a ripetere, non per la prima volta - l'art. 7, che è estremamente delicato e sul quale, per certi passaggi, è importante un ulteriore approfondimento in assenza dell'altro importante interlocutore di Giunta, l'Assessore all'urbanistica di questa Regione.
Questa legge si basa su delicati equilibri tra commercio ed urbanistica. Non voglio disconoscere che il comparto commerciale ha sicuramente un significato ed un peso significativo, però non si pu ignorare che l'aspetto urbanistico sia fondamentale: viene modificata una legge fondamentale di questa Regione (la L.R. n. 56/77; non è la prima volta che la modifichiamo) e il nostro interlocutore non può essere solo l'Assessore Pichetto.
Lascio la risposta alla Giunta oppure a chi ha voglia di ascoltare e rispondere alle nostre osservazioni.
Considero alcune assenze addirittura provocatorie, il che conferma sempre più il dubbio che avevo sin dall'inizio, cioè che questa maggioranza non sia interessata all'approvazione della legge sul commercio. Infatti, al di là di quanto afferma a parole, i suoi comportamenti stanno dimostrando il contrario e mi viene da pensare che sia interessata a far sì che in Regione Piemonte vi sia il caos. Pertanto, non potendo far passare le cose dalla porta, attraverso la finestra passa la più sfrenata "deregulation".
Non mi dilungo più di tanto, ma intendo sottolineare che l'atteggiamento del nostro Gruppo è sempre stato di piena responsabilità di attenzione, di rispetto delle posizioni degli altri, di ricerca dell'equilibrio tra gli aspetti commerciali e quelli urbanistici.
Francamente, temo che a svolgere questo lavoro siamo ormai restati soli e che in queste condizioni sarà una fatica improba riuscire a giungere all'approvazione del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ritengo che non vi sia niente di ideologico nella richiesta del collega Chiezzi. Proprio niente.
Vi racconto un fatto: quindici giorni fa ho scritto una lettera al Presidente Ghigo, relativamente ai fondi europei. Una lettera dai toni pacatissimi, per chiedere alcuni chiarimenti e per sapere se era possibile realizzare alcuni progetti che, a mio parere, erano ancora recuperabili.
Non ho ricevuto alcuna risposta - lo dico anche all'Assessore Pichetto dal Presidente Ghigo e dall'Assessore Pichetto, se non quella che è stata pubblicata dai giornali locali.
Ripeto: scrivo una lettera al Presidente Ghigo, non ottengo risposta la risposta la leggo sui giornali locali della mia Valle (non so se anche di altre Valli). Questo è un fatto di una gravità assoluta, perché non so più se i Consiglieri, per avere delle informazioni, si debbano rapportare solo alla logica di comunicazione dei media, senza più dialogare, discutere e richiedere nulla, neanche in Consiglio, perché ogni volta che si chiede la parola, si dice che c'è l'ostruzionismo, salvo poi non ottenere mai una risposta, a volte perché le risposte non le si vogliono dare, a volte perché non le si sanno dare, a volte perché si è assenti.
Diteci solo cosa intendete fare. Mi sembrava che il clima potesse essere leggermente migliore, soprattutto parlando di una legge che deve passare al più presto, seppure con quei paletti che salvaguardano attraverso il discorso urbanistico, la piccola distribuzione e non - come volete fare voi - la grande distribuzione.
Mi chiedo, allora: rispetto ad una domanda, rispetto ad un tema così importante come una modifica rilevante della legge urbanistica che si attua oggi, Assessore Pichetto, ritiene di assumere lei la delega all'urbanistica? Sa perché le chiedo questo? Perché se vado tra la gente e spiego cosa state facendo, l'Assessore Botta mi dice: "E' l'Assessore Pichetto che lo fa". Pertanto, quando mi rivolgo a lei, voglio sapere se lei ha la piena responsabilità di questo provvedimento anche dal punto di vista urbanistico. Anche perché il Presidente Ghigo non c'è; c'è il Vicepresidente Masaracchio, che potrebbe rispondere (la Giunta è un organo collegiale), ma sulle materie specifiche come l'urbanistica, da un lato, e il commercio, dall'altro, ritengo che ognuno debba avere le proprie competenze e maggiori capacità e sensibilità nel rispondere.
Termino il mio brevissimo intervento (breve anche perché questa non è l'opposizione strumentale, ma soltanto legittima richiesta democratica di spiegazioni in aula, rispetto ad alcuni temi fondamentali per il futuro del Piemonte), ribadendo che non c'è, non solo nulla di strumentale, ma neppure nulla di ideologico rispetto alla mia richiesta. C'è semplicemente la volontà, anche da parte mia (come dovrebbe esserci anche da parte di tutti i Consiglieri presenti e di quelli che stanno in aula solo per assicurare il numero legale), di sapere cosa sta succedendo rispetto ad una materia così importante.
Dateci delle risposte, altrimenti il clima diventerà pesante, perch da un lato, i media scriveranno che noi siamo "i cattivi" perché facciamo un'opposizione strumentale, e noi, dall'altro, diremo che facciamo un'opposizione al nulla perché non ci vengono date risposte.



PRESIDENTE

Sospendo i lavori del Consiglio per dieci minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 14.48 riprende alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Da parte di alcuni Consiglieri è stata posta una domanda alla Giunta all'Assessore all'urbanistica, su come queste proposte di modifica si inseriscano nel più ampio disegno di legge riformatore della L.R. n. 56/77.
Se la Giunta ritiene di dover dare una risposta, do la parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Innanzitutto, desidero scusarmi, ma purtroppo non mi era assolutamente possibile presenziare ai lavori sin dall'inizio; chiedo dunque scusa al Presidente del Consiglio e, tramite la sua persona, ai Gruppi consiliari.
Da quello che ho potuto apprendere, si chiede il nesso tra la proposta di modifica contenuta del disegno di legge n. 513, che riguarda le modifiche alla L.R. n. 56/77, e la nuova proposta di riforma di legge urbanistica, che è all'esame della Conferenza Regioni-Autonomie locali.
Premetto che si tratta di una proposta (...)



(Commenti in aula)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Stavo dicendo che la proposta di riforma della legge urbanistica è stata presentata il 7 maggio ed è all'attenzione della Conferenza Regione Autonomie locali da tempo. A tale proposito, c'è stata anche una serie di incontri ed approfondimenti a livello tecnico e questa tematica sarà oggetto di un seminario lunedì prossimo, che non è organizzato dall'Assessore all'urbanistica, bensì dalla Conferenza Regione-Autonomie locali. Ribadisco che è un seminario di approfondimento all'interno della Conferenza Regione-Autonomie locali; io credo, e spero, che siano stati invitati tutti i componenti del Consiglio regionale, oltre ai componenti della Conferenza Regione-Autonomie locali, così come previsto dalla legge regionale di attuazione.
Detto questo, vorrei fare adesso un parallelo sulla modifica che è oggetto dell'esame e la proposta di riforma e che quindi come tale pu essere soggetta a numerose modificazioni. Credo che possa essere un'utile esercitazione, ma rimane un'esercitazione del tutto teorica, in quanto la proposta di riforma della legge urbanistica si centra sulla divisione del Piano Regolatore in parte strutturale e in parte operativa: viene definito Piano di trasformazione del suolo e Piano operativo.
In estrema sintesi, posso elencare quali sono i principi della proposta di riforma urbanistica, però è difficile cogliere le relazioni quando l'impianto viene completamente ridefinito, alla luce delle proposte di riforma e delle leggi di riforma urbanistica che si sono succedute ultimamente nelle varie Regioni italiane. Quindi - ripeto - mi pare un esercizio senz'altro utile, ma in questa sede forse non così opportuno. In ogni caso, se questo mi viene richiesto, ci provo.
Intanto dirò che, per quanto ci riguarda, in questa proposta di riforma la Regione stabilisce gli indirizzi per la pianificazione territoriale, in coerenza con il Programma regionale di sviluppo, che trovano riscontro operativo nella stesura del Piano Territoriale Regionale.
La Regione approva dunque il Piano territoriale, previa discussione in Conferenza con gli Enti interessati ed esprime parere vincolante sulle compatibilità del Piano strutturale provinciale con il Piano Territoriale Regionale.
A questo proposito, consentitemi di ricordare che la Regione si è dotata, due anni fa, di Piano Territoriale Regionale, una delle poche se non l'unica Regione italiana ad essersi dotata di Piano Territoriale Regionale. Le Province hanno quindi adottato e presentato, in fase non definitiva, il Piano Territoriale Provinciale, ai sensi della legge n. 45 che ha modificato la L.R. n. 56/77. Al momento, abbiamo due Piani Territoriali Provinciali: quello della Provincia di Alessandria e quello della Provincia di Torino che, secondo la legge vigente, saranno oggetto di esame da parte della Regione. Dalle notizie in nostro possesso, le altre Province sono ancora in fase di elaborazione dei rispettivi Piani.
Ciò detto, in estrema sintesi le Province, secondo la proposta di riforma, approvano i Piani Territoriali Provinciali, esaminati e discussi in Conferenza con gli Enti interessati, tenendo conto del parere vincolante della Regione; coordinano le attività di pianificazione dei Comuni verificano gli strumenti urbanistici strutturali dei Comuni per quanto concerne la coerenza con il Piano strutturale provinciale e i Progetti sovracomunali approvati.
Per quanto riguarda invece i Comuni, essi approvano i Piani urbanistici strutturali comunali, previa acquisizione del parere della Provincia ed eventualmente del parere della Regione in alcuni casi specifici conseguenti alla mancanza di atti di pianificazione sovraordinata approvano i Piani di trasformazione del suolo e valgono inoltre i seguenti principi, e cioè che l'espressione dei pareri deve sempre avvenire entro un termine prestabilito: decorso tale termine, i pareri si intendono resi in senso favorevole.
Le norme transitorie indicano, per ciascuno degli Enti menzionati, gli adempimenti prioritari subordinatamente ai quali possono essere esercitate le funzioni e i ruoli sopra descritti. In tema di definizione dei rapporti funzionali tra Enti a vario titolo, si deve ancora osservare come il principio di efficacia dell'azione amministrativa comporti l'impiego della Conferenza in luogo della serie di atti in successione temporale fra loro attraverso i quali si completa il procedimento tipico della L.R. n. 56/77.
Analogamente, la costante recente tendenza alla concertazione e alla confluenza delle risorse pubbliche e private conduce altresì a privilegiare, rispetto ai tradizionali strumenti urbanistici esecutivi, gli Accordi di programma, i Programmi integrati e così via.
Questo è, in estrema sintesi, quanto dovrebbe sviluppare la nuova legge urbanistica, nel momento in cui fosse approvata dal Consiglio regionale però - come dicevo prima - siamo in una fase di confronto con le Autonomie locali, che devono rendere un parere, ed è da tempo all'esame della Conferenza il seminario, di cui prima si diceva, che si terrà lunedì prossimo, ma è stato organizzato dalla conferenza stessa proprio per una serie di approfondimenti.
Ora, di qui a stabilire una relazione con un sistema di approvazione completamente diverso rispetto al tradizionale sistema di approvazione dei Piani Regolatori di cui alla L.R. n. 56/77 e quindi anche delle Varianti credo sia alquanto difficile, se non impossibile. In ogni caso, sono disponibile ad esaminare proposte che da parte dei Gruppi possano venire su questo art. 7, che riguarda la modificazione di Piani Regolatori in relazione alla nuova legge che si presenta qui sul commercio.



PRESIDENTE

L'Assessore ha dato le sue valutazioni.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente; grazie anche all'Assessore, che ci onora della sua presenza.
Il riferimento che abbiamo chiesto insieme ad altri colleghi tra questa modificazione del testo attuale della legge urbanistica e la proposta in corso di esame da parte della Conferenza Regione-Autonomie locali, che è anche oggetto di attività varie dell'Assessorato, è importante da questo punto di vista. L'Assessore ci ha illustrato uno degli elementi di novità contenuto nel suo disegno di legge, quello relativo alla separazione nell'ambito dell'attività di pianificazione tra decisioni di carattere generale, grandi decisioni, decisioni - mi sembra abbia detto l'Assessore strutturali e, sempre nell'ambito del processo di pianificazione, decisioni più operative, più legate ad un periodo breve, al limite legate alla tornata amministrativa. Ha detto: "Una delle impalcature fondamentali sta nell'innovare in questo senso: ci sono grandi scelte (altre Regioni le chiamano in Varianti, però sono scelte che si possono capire con poche parole) nelle scelte fondamentali di indirizzo dentro le quali poi troveranno spazio le scelte più contingenti, più legate a tempi di realizzazione, anche a finalità che possono cambiare nel tempo".
Allora, il problema che pongo all'Assessore è questo: oggi l'Assessore pur dicendo che ha già scritto una legge con queste novità, propone una modifica della legge esistente. Il problema che pongo è: questa modifica che propone l'Assessore ha degli elementi di sintonia con il disegno di legge che ha mandato in giro per il Piemonte o no? Spero di sì, perché se l'Assessore fa una legge urbanistica nuova, che ha dei cardini di novità fondamentali, spero che anche le modifiche che svolge tutti i giorni sulla legge urbanistica non entrino in contraddizione, in asimmetria con le intenzioni che ha. Allora, la domanda, che potevo fare solo all'Assessore Botta e non al Vicepresidente Masaracchio, è questa: Assessore, lei ritiene l'inserimento del comma sesto bis, dopo il comma sesto dell'art. 4 della L.R. n. 56/77, in sintonia con quanto ci ha appena detto? Al riguardo ho qualche dubbio; per questi motivi: l'art. 4 entro il quale si inserisce il nuovo comma sesto bis è un articolo che descrive il processo di pianificazione del territorio a grandi maglie strutturali perché l'art. 4 è dedicato ai soggetti che realizzano la pianificazione; è dedicato a prescrizioni di carattere generale (Piani Territoriali Regionali, Piani Territoriali Provinciali, Piani Territoriali Metropolitani), strumenti che si dice al comma quarto "costituiscono quadro di riferimento e di indirizzo per la formazione degli strumenti urbanistici". Quindi, l'art. 4, per come lo si legge, appare essere un articolo di pianificazione strutturale, in cui vengono fissati quadri di riferimento fondamentali e duraturi del tempo, di riferimento per tutti gli altri piani e programmi che poi una Pubblica Amministrazione, un Ente dello Stato può avviare, ma concludere nel giro degli anni, mentre le strutture possono durare dei secoli! Una decisione strutturale non dura cent'anni dura secoli! La Torino romana è ancora lì! La decisione del castro e del decumano non si è più tolta, è sempre lì, da duemila anni e ci starà ancora chissà quanti! Allora, non pare all'Assessore che nell'art. 4, che ha questa struttura ossea già molto vicina a quella della struttura di concetto pesante e fondamentale, c'entri come i cavoli a merenda l'introduzione di un articolo piccolo piccolo che parla del commercio al dettaglio? Cosa c'entra, dentro un articolo siffatto, l'introduzione - chissà perché? - del negozio che vende al dettaglio della merce! Non le pare che se deve essere messo da qualche parte, di sicuro è molto discutibile che venga infilato qui dentro? Questo è il dubbio che esprimo, perché se avete già scritto una legge che separa i due momenti, mi sembra strano che adesso si inserisca un tema che leggendo l'art. 4 dall'1 all'8 dei suoi commi, si vede chiaramente - lo diceva Saitta prima - che questo comma sesto bis è in completa disarmonia con gli altri commi: introduce un tema che non si capisce bene perché debba avere il privilegio di essere l'unico tema di settore e di dettaglio che ha avuto la grazia di accedere all'art. 4! E le residenze? E i servizi? E le industrie? E l'artigianato? E lo sport? Perché non diciamo che anche questi settori di intervento sono degni di accedere all'art. 4? La domanda è questa. La ripeto: non ritiene contraddittorio inserire questo comma sesto bis, viste le cose che lei ha affermato essere contenute nella riforma della legge urbanistica?



PRESIDENTE

Su questo articolo, sono stati presentati molti emendamenti; credo che ci sia anche un'ipotesi della Giunta che tiene conto di alcune osservazioni fatte in via informale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Dopo l'analisi già effettuata in Commissione, ed analizzando ulteriormente la materia in Consiglio, preciso che noi tendiamo ad inserire nell'art. 4, che tratta del processo di pianificazione del territorio anche l'argomento del commercio inteso come elemento strutturale. Quindi mi pare che ciò sia proprio nella logica di cui parlava il Consigliere Chiezzi.
Mi sembra che quello che lei sta dicendo sia l'intento contenuto nel comma secondo della proposta di disegno di legge n. 513, ovvero come si introduce una serie di strumenti di pianificazione territoriale, che costituiscono quadro di riferimento e di indirizzo per la formazione degli strumenti urbanistici e per la redazione dei Piani settoriali, i quali devono dimostrare la congruenza con gli stessi. Con questo mi pare proprio che si voglia significare come il commercio in questa scala sia elemento strutturale e quindi come tale debba essere trattato e disciplinato nella vigente L.R. n. 56/77.
Cosa diversa è la proposta di riforma, che ha tutto un sistema di articolazioni diverse nei Piani. Aggiungo che nell'art. 45 della proposta di disegno di legge della Giunta regionale, che disciplina aree ed impianti commerciali, al comma primo si dice: "In conformità agli indirizzi e ai criteri specificati dal Piano Territoriale Regionale, dal Piano Strutturale Provinciale e dal Piano Regolatore Strutturale Comunale fissa le norme per gli insediamenti di attività commerciali, nel rispetto delle leggi statali vigenti e con particolare riferimento a: a) rapporto tra le superfici di vendita e quelle destinate allo stoccaggio delle merci e parcheggi pubblici b) soglie dimensionali delle superfici di vendita per le quali la concessione edilizia è subordinata al preventivo rilascio del nulla osta regionale c) soglie dimensionali delle superfici di vendita per le quali la concessione edilizia è subordinata alla stipula di una convenzione con il Comune o alla preventiva approvazione di uno strumento urbanistico esecutivo, in conformità alle indicazioni programmatiche e di urbanistica commerciale previste dalle vigenti disposizioni in materia".
Quindi, mi sembra che anche nella proposta di principi del nuovo disegno di legge sull'urbanistica si tratti il tema delle attività commerciali, così come si intendono trattare, sia pure con un quadro di riferimento diverso, i diversi modi di approvare i Piani Regolatori, i Piani attuativi ed i Piani territoriali: la logica mi pare la stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sono tentato dall'entrare nel merito delle risposte date per rilevare a maggior ragione, l'incoerenza della collocazione di questo comma all'interno della L.R. 56/77 e su quel titolo, che è della pianificazione territoriale. Noi stiamo modificando la L.R. n. 56/77, non stiamo modificando il disegno di legge della Giunta che, per la verità, non conosco e non so neppure se è stato approvato.
Poiché mi pare che ci sia un'incomprensione totale e completa e che non si voglia neppure accettare il suggerimento di togliere alcuni strafalcioni (perché si tratta di strafalcioni se si parla di questioni che riguardano il Piano Regolare all'interno del titolo sulla pianificazione territoriale), chiedo al Presidente del Consiglio se può concedere una brevissima sospensione del Consiglio per una riunione della minoranza, in modo da decidere cosa fare e verificare se c'è uno spazio, oppure se le cose vanno avanti così.



PRESIDENTE

Accordo la sospensione. I nostri lavori sono interrotti per circa dieci minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 15.29 riprende alle ore 15.36)



PRESIDENTE

Possiamo riprendere i nostri lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ci siamo riuniti a livello di opposizione e abbiamo ragionato sul punto a cui siamo. Abbiamo svolto un lavoro lungo sia in Commissione che in aula e si è svolto un confronto che ha avuto dei momenti di ricezione da parte della maggioranza. Complessivamente è stato un lavoro durante il quale tutte le opposizioni hanno segnalato grosse incongruenze, insufficienze e contraddizioni con lo stesso decreto Bersani. In vario modo, ma da parte di tutte le opposizioni, continuiamo a ritenere questo disegno di legge sbagliato, negativo e pericoloso per tutto il settore del piccolo commercio.
Adesso stiamo entrando nella discussione della parte urbanistica che è una delle parti rilevanti di questo provvedimento. Abbiamo discusso parecchio anche su questo e sulla parte urbanistica rimangono delle critiche pesanti da parte nostra a tutto l'impianto di modificazione della L.R. n. 56/77, che contiene contraddizioni con la legge vigente, con le indicazioni date ancora oggi dall'Assessore e sulla divisione tra pianificazione strutturale ed operativa.
Contiene un lasciapassare per il solo settore commerciale attraverso l'istituzione di varianti automatiche, fatto ingiusto incongruente e pericoloso. Prevede, con il combinato disposto legge più la delibera, una pesante invadenza della volontà regionale nell'ambito di attività di pianificazione che dovrebbero rimanere del Comune. Su questo tema di carattere urbanistico rimangono fortissime critiche e richieste di modificazione.
Devo dire a nome dei colleghi del centrosinistra che l'inizio della discussione sul comma sesto bis dell'art. 4, per il modo in cui è stato trattato dall'Assessore Botta e per le cose che ha detto veramente stupefacenti dal punto di vista dell'illogicità delle stesse, ci ha fatto preoccupare, perché, vedete, noi continuiamo con le parole e riteniamo con i fatti a criticare questa legge con argomenti, ma non abbiamo mai voluto dall'inizio ad oggi pregiudizialmente fermarne il cammino. Non era nostra intenzione e non lo è oggi.
La maggioranza, purtroppo, ieri ha cercato di provocare, forzare la mano nell'indicazione di qualche nemico che impedisce queste cose, ha sbagliato nel farlo e non raccogliamo in alcun modo questa provocazione perché non ci appartiene per metodo, per stile e per cultura. Dalle prime risposte che ha dato l'Assessore sui temi dell'urbanistica è nata in tutti noi la preoccupazione che di fronte a questa posizione politica dell'Assessore Botta, affrontare i temi urbanistici diventa un'impresa dalle prime parole proposte. Allora, cari colleghi di maggioranza, siamo sfiduciati sulla possibilità di avere come interlocutore urbanistico l'Assessore Botta e questa Giunta.
Pensiamo che se dovessimo affrontare in termini seri la discussione che è appena nata, sarebbe una discussione seria che forse non porterebbe neppure a risultati pratici, vista la distanza delle culture di cui siamo portatori.
La proposta che vi facciamo ora è questa: rimaniamo distanti sul giudizio della legge, fino a questo punto abbiamo lavorato cercando di darvi il nostro contributo e ci rendiamo conto che i tempi hanno delle scadenze molto prossime. Allora, se voi ritenete, noi come opposizione siamo disponibili, se voi dimostrate con il numero legale di voler approvare questa legge, a proporre che la legge rimanga così com'è, senza più emendamenti da parte di nessuno - ritiro gli emendamenti della collega Pazé in quanto posso firmarli e comunque sono autorizzato a farlo la Giunta ritiri anche i suoi emendamenti, teniamo la legge così com'è, perché a questo punto affrontare una discussione comporta una mole di lavoro e una tensione politica tra di noi molto elevata, che possiamo rinunciare a mettere in atto in questa fase.
Ripeto, ritiriamo tutti gli emendamenti, la legge è quella che conosciamo com'è ad oggi, la mettiamo in votazione, faremo la nostra dichiarazione di voto certamente contraria e sgomberiamo il campo da una materia che si sta ancora di più intrigando proprio all'inizio della parte più difficile, quella sull'urbanistica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Dopo le dichiarazioni del collega Chiezzi, chiedo quindici minuti di sospensione per una riunione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.43 riprende alle ore 17.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i Consiglieri di entrare in aula.
Ritengo che questo tempo non sia trascorso invano. Siamo all'art. 7.
L'Assessore Pichetto illustrerà l'ipotesi che potrebbe sbloccare i nostri lavori.
Prego, Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

In merito alla proposta che ha generato la sospensione dei lavori consiliari, per una valutazione anche politica da parte dei vari Gruppi della maggioranza e dell'opposizione, si è concordato di proporre il ritiro di tutti gli emendamenti a suo tempo formulati dalle varie componenti, sia da parte della Giunta, prima di tutto, che da parte dei Gruppi consiliari o dei singoli Consiglieri regionali. Verrebbero mantenuti tre emendamenti: due, fatti propri dalla Giunta, ed uno, sottoscritto da tutti i Capigruppo che si sono riuniti precedentemente...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Non tutti i Capigruppo, noi non c'eravamo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Quasi tutti, chiedo scusa.
Il primo emendamento proposto dalla Giunta è all'art. 7 ed è l'abrogazione, al comma nono, della formulazione "La Variante si intende approvata", qualora, nel termine indicato (quello dei 120 giorni precedenti), la Giunta regionale non abbia espresso o motivato atto di diniego. Quindi, è un'abrogazione.
Il secondo emendamento, al comma undicesimo, sempre dell'art. 7 propone di abrogare le parole "e all'ingrosso", quindi gli standard sono limitati al commercio al dettaglio.
Inoltre, è stato mantenuto l'emendamento presentato da tutti i Capigruppo, che riguarda il conferimento alle Province dell'applicazione dei criteri regionali per l'individuazione dei Comuni turistici.



PRESIDENTE

Credo che questa ipotesi possa essere perseguita. La pongo, pertanto alle valutazioni dell'aula.
7.2) Emendamento presentato dall'Assessore Pichetto: all'art. 7, comma nono, le parole "La Variante si intende approvata qualora nel termine indicato la Giunta regionale non abbia espresso motivato atto di diniego" sono abrogate.
La parola al Consigliere Saitta



SAITTA Antonino

Voterò a favore di questo emendamento, anche se il voto complessivo sulla legge sarà contrario. Vorrei spiegarne la motivazione. Essa risale ad un precedente intervento, in quanto, con la proposta iniziale, veniva immaginata una sorta di corsia preferenziale per le varianti di adeguamento al DL n. 114. Con la soppressione di questo periodo si torna alla normalità, quindi anche le Varianti che contengono adeguamento seguono le procedure normali.
Avremmo preferito delle procedure accelerate e privilegiate per tutte le Varianti ai Piani Regolatori. L'Assessore ci ha spiegato la difficoltà e l'impossibilità di realizzarle, per cui siamo favorevoli a non istituire una corsia preferenziale.
Il nostro voto è pertanto a favore, ma partendo dalla constatazione dell'impossibilità della Giunta di attuare una procedura accelerata, una corsia preferenziale per tutte le Varianti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 voti favorevoli.
7.2) Emendamento presentato dall'Assessore Pichetto: all'art. 7, comma undicesimo, le parole "e all'ingrosso" sono abrogate.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 5 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 7 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 29 voti contrari 16 astensioni 1 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 29 voti contrari 16 astensioni 1 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 9.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini, Rosso, Riba, Angeli Bortolin, Chiezzi, Rubatto e Ghiglia: all'art. 9, comma primo, sostituire la parola "adotta" con la parola "approva".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, ma gli emendamenti sono tutti ritirati. Abbiamo convenuto che sono da votare solo i tre emendamenti concordati, mentre gli altri sono tutti ritirati.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, non è che io non intenda rispettare gli accordi, ma ho un documento firmato da tutti i Capigruppo e anche da lei.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non c'entra, li ho ritirati tutti, i miei.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 9.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda dunque alla votazione dell'art. 9 come modificato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 22 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 23 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 24



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Qui c'è scritto: "Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno 1999, la spesa di L. 12 miliardi". Chiedo, dal punto di vista della possibilità concreta di utilizzare 12 miliardi a questo punto dell'anno, se l'Assessore immagina di poterli concretamente utilizzare considerato che le procedure sono alquanto complesse.
Mi chiedo se non convenga essere più realisti; dopodiché, è una valutazione che esprimerà la Giunta: non intendiamo assolutamente penalizzare il settore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Non modifica nulla, in quanto il capitolo istituito è lo stesso che viene utilizzato per la L.R. n. 56/77. In questo momento, la dotazione del capitolo è ancora di 13 miliardi; pertanto, può essere indicata la somma di 12 miliardi, ma viene utilizzato solo su un filone, che è quello del credito per il commercio.



PRESIDENTE

Con questo chiarimento, si proceda alla votazione dell'art. 24 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 27 è approvato.
Prima della votazione dell'intero testo della legge, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Sono convinto che tutti i Consiglieri abbiano il diritto, ma soprattutto il dovere, di prendere posizione sui provvedimenti legislativi per cercare di migliorarli. E sono altrettanto convinto che una forte azione sia stata fatta da questo Consiglio in particolare - permettetemi da una parte di questo Consiglio, affinché il provvedimento originale fosse migliorato.
Devo anche dire che quella parte del Consiglio a cui mi riferivo prima non è stata del tutto ascoltata; anzi, è stata pochissimo ascoltata. Si è scambiata una posizione sul merito della legge in discussione con la logica tipicamente riduttiva dell'ostruzionismo.
Credo che tutti i Consiglieri di questo Consiglio fossero convinti della necessità di approvare questa legge. C'erano, a mio modo di vedere, e rimangono, delle differenziazioni importantissime rispetto alla tutela dell'una o dell'altra parte di cui si parla all'interno della legge. Sono convinto che, in particolare senza l'ultimo emendamento sottoscritto da tutti i Capigruppo, questa legge sarebbe stata peggiore di quello che è (che è già tutto dire).
Ho apprezzato molto l'intervento del Consigliere Chiezzi, che non interpreto, ma che mi permetto di giudicare come un intervento che, ad un certo punto, dava al governo di questa Regione e alla sua maggioranza l'intera responsabilità della legge. Sono convinto che le maggioranze e le minoranze abbiano compiti completamente diversi e che le maggioranze rispetto ai provvedimenti che vengono assunti, devono assumersi - scusate il gioco di parole - per intero la responsabilità.
Tutti gli emendamenti e tutti gli interventi che sono stati fatti in Commissione tendevano a tutelare il commercio, nei confronti di una grande distribuzione che sta imperando nel nostro Paese, ma in particolare impererà sempre di più nella nostra Regione.
I Consiglieri devono rendersi conto che le responsabilità le assume chi vota la legge. Per questo ci siamo attestati con un voto contrario rispetto all'articolato, perché riteniamo che l'intera impalcatura della legge sia dannosa per il nostro Piemonte. Lo dico, perché rispetto ad alcune "cosette" che ci sono state proposte dalla Giunta oggi, con ulteriori emendamenti, veramente si è perso di mira quella che è la generalità e la pochezza della legge stessa. Sono stati proposti degli emendamenti - scusi Assessore Pichetto - veramente irrilevanti rispetto alle cose macroscopiche che passano all'interno di questa legge. Vuol dire che i commercianti e gli utenti del Piemonte vi giudicheranno per quello che avete fatto, sapendo che noi siamo assolutamente contrari al principio della legge stessa. Non mi si venga a dire, come è stato detto nella discussione, all'inizio della legge, che il Governo nazionale liberalizzava totalmente. Certo, il Governo nazionale sul principio dell'autonomia delle Regioni ha presentato un quadro sul quale le Regioni dovevano intervenire pesantemente.
La Regione Piemonte ha rinunciato a questa logica e, se non ha rinunciato, ha assunto una posizione che certamente non tutela il commercio nella Regione Piemonte.
Per questo motivo, il nostro voto è stato contrario sui singoli articoli e sarà contrario sull'intero testo della legge, proprio per le motivazioni della non tutela del piccolo commercio nel nostro Piemonte, che si vedrà sempre più schiacciato rispetto alle multinazionali e agli interessi nazionali che si impongono sul Piemonte stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Intervengo alla fine di questo lungo iter per motivare il nostro voto contrario. Sono consapevole che il nostro lavoro non è ancora terminato: ci aspetta la delibera sui criteri, anche se ovviamente non si potrà modificare quello che è il testo della legge.
Il nostro voto è contrario, perché la Giunta che amministra questa Regione non ha saputo e non ha voluto svolgere fino in fondo il suo ruolo ma anche se avesse voluto mancava completamente di parametri e di punti di riferimento. Non vorrei ricordare che non è possibile improvvisare su ogni singola legge e non mi riferisco solo a quello che definisco il comparto delle leggi di delega "Bassanini", ma al fatto che una Regione non pu svolgere fino in fondo il suo ruolo di programmazione e di governo se non ha fissato un disegno complessivo di sviluppo all'interno del quale intende muoversi.
Non è casuale che nel corso di questa discussione abbiamo fatto richiamo a due punti che, a nostro parere, continuano ad essere importanti e fondamentali. Il primo è il mitico, e ormai sin troppo richiamato, Piano regionale di sviluppo che non c'è. E' un punto di riferimento che avremmo dovuto avere sin dall'inizio di questa legislatura. Alla fine si improvvisa perché non è possibile muoversi con dei punti di riferimento precisi se non si ha il quadro complessivo all'interno del quale bisogna operare.
Il secondo punto è un altro aspetto mitico: nel corso di questa legislatura per spizzichi e bocconi siamo intervenuti per l'ennesima volta sulla L.R. n. 56/77, ma non c'è stata, come invece è stato promesso, la possibilità di affrontare una vera rivisitazione della L.R. n. 56/77 e, di conseguenza, una nuova legge urbanistica più adatta ai tempi.
Non è possibile affrontare il discorso dello sviluppo in campo commerciale se non abbiamo un punto di riferimento chiaro e preciso su come vogliamo strutturare lo sviluppo del nostro territorio. Non è per rivendicare o richiamare l'attenzione dell'aula su uno dei pochi emendamenti che abbiamo ritenuto di presentare in questa sede, ma chiedo al Consiglio - però temo che in prospettiva questo Consiglio non faccia più in tempo - di rispettare un impegno che riguarda sia questa legge, sia la delibera applicativa, relativo ad un periodo di prova. All'inizio come Gruppo prospettavamo sei-otto mesi, ma richiamando oggi questo impegno rischiamo, se vogliamo impegnarci come Consiglio, di far ridere. Vorremmo comunque lasciare un messaggio a chi siederà in quest'aula, in modo da non fargli fare solo la lettura degli atti, dai quali non troverà a mio parere grande giovamento. Qualcuno dovrà riprendere in mano la legge e la delibera di applicazione a distanza di otto mesi e fare la verifica effettiva di cosa sta avvenendo e di cosa è avvenuto, perché se c'è un dato ulteriore che ci è mancato, Assessore, è quello di un possibile disegno e di un quadro di riferimento, anche come proiezione. E' una manchevolezza presente in quasi tutte le nostre leggi: ogni volta che abbiamo legiferato modificato un comma, un articolo o un'intera legge, non abbiamo mai provveduto ad una verifica di impatto. Non abbiamo mai verificato a valle cosa comportasse il nostro lavoro legislativo o quale impatto avesse nell'economia e quali processi avesse avviato. L'unico Testo Unico approvato, e alla cui elaborazione rivendichiamo una nostra consistente presenza, è quello dell'artigianato, che ha cancellato tredici leggi precedenti, snellendo le procedure e favorendo lo sviluppo di un settore importantissimo della nostra Regione.
Termino il mio intervento affermando di aver piacere di essere stato smentito. In un mio precedente intervento, infatti, ho accusato la maggioranza - a mio parere in modo motivato - di non volere l'approvazione di questa legge. Vi abbiamo sfidato, nel senso che la volontà di arrivare all'approvazione di una legge, anche se non condivisa in toto, deve essere rivendicata anche dalle minoranze, nel loro insieme.
Avete accolto la nostra sfida, quindi vedremo come funzionerà questa legge. Al prossimo Consiglio affidiamo il compito di fare quei ritocchi e quelle modifiche che si renderanno necessari.
Alla fine, quindi, ha vinto il buonsenso (anche se non mi piace usare questo termine, perché lo ritengo un po' qualunquista); un po' "d'cognission" alla fine l'abbiamo messa tutti! Chiedo scusa, Presidente, per essermi dilungato - ma ho parlato così poco su questa legge! - e concludo confermando il nostro voto contrario.



PRESIDENTE

Hanno chiesto ancora di intervenire i Consiglieri Saitta, Papandrea Angeli, Chiezzi e Ghiglia. Raccomando di essere brevi, poiché abbiamo preso l'impegno di terminare i lavori alle 18.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sarò breve. Esprimo e confermo un giudizio negativo su questo disegno di legge, che non ha saputo interpretare correttamente il ruolo della Regione, così come previsto dall'art. 6 del DL n. 114. La legge prescrive chiaramente che è compito della Regione definire gli indirizzi generali per inserire l'attività commerciale e i criteri di programmazione urbanistica.
Questo compito non è stato assolto da parte della Giunta regionale; è stata predisposta una legge che contiene alcune contraddizioni e che innesca, per la parte urbanistica, delle procedure complessivamente contraddittorie.
Il nostro giudizio, pertanto, è negativo. Non solo: credo che questo dibattito e quello che si è svolto in Commissione confermino chiaramente che l'interpretazione della norma non dipende dal Ministro Bersani o dal Sottosegretario Morgando (e lo dico all'Assessore che ha voluto contestare le nostre posizioni): laddove la Regione stabilisce che il parametro quantitativo è 1,8 e 1,2, questo non lo stabilisce il Ministro Bersani e neppure il Sottosegretario Morgando, ma lo stabilisce soltanto la Regione Piemonte.
La nostra contestazione riguardava questi parametri e il nostro giudizio negativo riguarda, per questi aspetti, le scelte compiute dalla Regione Piemonte. Evidentemente, le questioni degli indirizzi si rimanderanno alla delibera, che diventa importante perché nella legge non sono state affrontate. In ogni caso, il nostro giudizio è totalmente negativo.
Abbiamo rilevato, comunque, un aspetto positivo ed intendiamo sottolinearlo: abbiamo fatto decadere la corsia preferenziale nei confronti della media e grande distribuzione. Questo è importante: una corsia preferenziale avrebbe danneggiato enormemente il commercio al dettaglio perché il grande insediamento avrebbe avuto via libera. Questo è importante e permette di considerare il settore commerciale con un certo equilibrio.
Sta, poi, alla capacità del Consiglio regionale la giusta interpretazione della norma all'interno della deliberazione che dovremo approvare.
In ogni caso, il nostro giudizio sul provvedimento, così come è stato scritto e modificato, è negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ribadiamo il nostro giudizio negativo sull'impianto della legge. Nel dire questo, però, ritengo che non si possa fare a meno di pensare alla legge madre, il decreto Bersani.
Aggiungo di condividere le considerazioni del Consigliere Saitta, nel senso che in questa legge si introducono ulteriori elementi e non si interpreta in modo diverso il ruolo della Regione. Il vero problema è che sia la legge che sta alle spalle, sia questo disegno di legge non tengono conto della realtà in cui si trova il commercio oggi, alle soglie del 2000.
Il problema non è tanto la questione di principio nei confronti della grande distribuzione; il problema è la situazione in cui si trova oggi la grande distribuzione, che assume sempre più caratteristiche monopolistiche.
Pensate che nell'area sud di Torino, dopo l'accordo raggiunto in Francia tra Promod ed un altro grande distributore, gran parte dei supermercati sono nelle mani di un'unica concentrazione proprietaria: da Trofarello a Nichelino, troviamo Dì per Dì, Mega, Continente, Garosci (tutti supermercati della stessa catena), e questo crea seri problemi al consumo perché credo che il monopolio, alla lunga, non avrà un effetto calmierante sui prezzi. in realtà, il monopolio crea anche problemi seri nei confronti dei produttori, di chi vende la propria merce a queste grandi concentrazioni, che avranno il potere di selezionare, scegliere e dettare le loro condizioni ai produttori agricoli, agli artigiani, all'insieme dei produttori che vendono i loro prodotti attraverso queste strutture.
Crediamo che questa legge non frenerà questa tendenza al monopolio anzi, la accelererà, accelererà la concentrazione. Da questo punto di vista, è una tendenza pericolosa, proprio perché non ci sarà più libertà di commercio e crescerà il potere di queste grandi concentrazioni, sia nei confronti dei consumatori, sia nei confronti dei produttori. Una legge relativa al comparto del commercio nel 2000 doveva tenere conto di questa realtà. Non poteva pensare alla grande distribuzione com'era cinque, dieci o quindici anni fa, ma doveva pensare alla grande distribuzione com'è oggi e, semmai, introdurre degli elementi di freno, di correzione, di lotta al monopolio, che non compaiono neppure nel decreto Bersani. Essendovi questi limiti, voterò contro questo provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Per quanto ci compete, abbiamo portato il nostro contributo all'interno delle Commissioni, per cercare di migliorare questa legge che, così com'è fatta, non ci soddisfa affatto.
Condividiamo l'opinione di chi dice che l'attuale maggioranza deve assumersi le proprie responsabilità. Noi non abbiamo cercato di frenare l'applicazione di questa legge, perché la sua mancata applicazione avrebbe comportato, a nostro parere, del caos ancora maggiore di quanto ne creerà questo provvedimento.
Crediamo che la L.R. n. 56/77 sia stata sufficientemente "picconata" e che sia giusto trovare delle soluzioni, ma non le troveremo certamente nel mandato elettorale che sta per scadere. Tuttavia, credo che sia importante rimettere una gestione del territorio come si conviene.
La L.R. n. 56/77 è nata per difendere il nostro territorio, allora alquanto disastrato. Oggi abbiamo la necessità di rivederla, in modo da avere una normativa funzionale anche a livello urbanistico e che riesca ad intersecarsi bene con il commercio, auspicando che non si verifichino più alcune cose che sono avvenute in tutte le zone del Piemonte.
Ritengo che questa legge non sia ancora sufficiente a dare le garanzie necessarie ai Comuni e alle Province per la gestione del loro territorio e del complesso delle attività commerciali.
A proposito della legge in esame, sarebbe stato meglio applicare direttamente il decreto Bersani, definendo solo i criteri per l'applicazione del DL n. 114, senza esporci oltre.
Per questo motivo esprimeremo voto contrario, ritenendo che chi ne è responsabile, la Giunta e questa maggioranza, se ne debba assumere la piena responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questa legge non ha colto la possibilità, che il decreto Bersani dava di dare una prospettiva di sviluppo qualitativa alle 65 mila attività al dettaglio presenti sul nostro territorio; attività che potevano essere individuate, come il decreto Bersani consentiva, da parte della Regione Piemonte come l'asse portante di una politica di indirizzo generale e di criteri di programmazione urbanistica, che facesse leva sulla volontà di indicare chiaramente questo settore - i 65 mila commercianti al dettaglio come uno dei settori verso i quali lo Stato, dopo anni di incuria reciproca, investiva in programmazione, indirizzi, criteri e risorse.
Quella al dettaglio è una rete commerciale che, per livello economico per possibilità di qualità del servizio reso, per presidio in punti vitali della città e anche per lo stile di vita che consente a noi cittadini piemontesi, italiani ed europei, oggi può essere considerata l'asse portante di una politica. Questo non è stato.
A questa legge abbiamo dato un contributo migliorativo fino ad un certo punto, fino a che l'Assessore Pichetto è stato il nostro interlocutore successivamente, all'inizio della parte urbanistica, questa interlocuzione non è più stata possibile, perché ci siamo trovati di fronte ad una presa di posizione che indicava il commerciante al dettaglio sotto casa come l'elemento strutturale di una politica di pianificazione territoriale, e quindi è caduta questa possibilità di migliorare; abbiamo separato giustamente - l'hanno rilevato sia il Consigliere Angeli che i Consiglieri Saitta e Montabone - le responsabilità, vedendo che non era più possibile avere un interlocutore.
Riconfermiamo dunque la nostra preoccupazione per una legge che ha perso un'occasione per rilanciare, con una scelta politica chiara di competenza regionale, il settore del piccolo commercio, facendo una legge che delega, in modo anche sbagliato, competenze urbanistiche ad una delibera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Ci sono le dichiarazioni più corte del mondo, e va bene così, perch questa legge è stata discussa a lungo.
Noi ribadiamo il voto favorevole di Alleanza Nazionale e diciamo anche che è la legge migliore che si poteva fare. C'è chi critica tanto, per sappiamo come vanno le cose in questo Consiglio! Per cui, anche le leggi che potrebbero avere un certo tipo di impostazione politica e culturale debbono passare attraverso le forche caudine di un Regolamento che non consente la democrazia decidente. Detto questo, credo che questa legge sia decisamente migliorativa di quella legge liberticida nei confronti del piccolo commercio che si chiama "decreto Bersani". A tale proposito, noi sappiamo che c'è un decreto Bersani e che c'è un Sottosegretario che piaccia o no, questa legge ha avallato ed accompagnato nel suo cammino. Io non lo cito neanche, però credo che non sia difendibile.
Il decreto Bersani è stato, sin dall'inizio, da noi combattuto come un decreto Far-West nei confronti del commercio e riteniamo che questo possa essere, ancora oggi, il nostro giudizio politico. E che una Regione nell'emanare una propria legge quadro, si debba, in ogni caso, uniformare ai criteri di un decreto nazionale credo sia un fatto altrettanto indiscutibile.
La Regione Piemonte ha fatto il possibile per migliorare qualitativamente il decreto Bersani: se non ci siamo riusciti, forse è più colpa del decreto Bersani che nostra.
In ogni caso, il nostro voto sulla legge - lo ribadisco - è un voto favorevole. Ovviamente, sulla delibera entreremo più approfonditamente nel merito, anche nel corso della riunione di Commissione che avrà luogo domani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Sarò brevissimo. Anche noi riteniamo questa legge incompleta, confusa in alcuni punti contraddittoria e che, pertanto, sarà di difficile interpretazione ed applicazione. E' una legge che ha avuto un iter lunghissimo; una legge che temiamo avrà risultati negativi per il piccolo commercio e che non sarà in grado di frenare l'eccessiva espansione della grande distribuzione.
Tuttavia, siamo anche consci che, in caso di mancata approvazione di questa legge, il Piemonte sarebbe andato incontro ad un "commissariamento" e quindi alla totale liberalizzazione del mercato, come previsto dal decreto Bersani; quindi, con conseguenze ben peggiori per il piccolo commercio e conseguenze invece ottimali per l'espansione della grande distribuzione.
Di fronte a questa ipotesi, anche noi scegliamo il male minore; daremo quindi il voto contrario per sottolineare che questa legge poteva essere costruita in modo decisamente migliore.
Come tutti avranno osservato, non abbiamo assolutamente messo i bastoni fra le ruote alla sua approvazione, né fatto perdere tempo o messo in opera un qualsiasi atto di ostruzionismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Noi di Forza Italia esprimiamo parere positivo. E' ovvio che nel parere positivo ci sono le difficoltà di cui qualche collega, ad esempio il Consigliere Ghiglia, ha parlato. Se un treno è in corsa da nord a sud, il passeggero che all'interno del treno si illude di passare da un vagone all'altro in direzione opposta, ovviamente può percorrere il tratto dalla testa alla coda del treno, non può invertire la rotta del treno.
Penso che questo renda l'idea di come sia stato difficile, in una cornice nazionale Bersani, andare a ritagliare quello che, secondo noi rappresenta un salto di qualità. Questo in sintesi, perché qui ognuno giustamente sotto certi aspetti o se non giustamente almeno comprensibilmente, inquadra le posizioni all'interno di frasi che molte volte fanno letteratura.
Noi cerchiamo di esprimere in sintesi la nostra posizione fra decreto Bersani e legge regionale. Questa legge regionale vuole introdurre una "deregulation" regolamentata e governata. Questo è il concetto politico che riteniamo che sia espresso dalla Giunta e da questa maggioranza all'interno di questo disegno di legge. La nostra realtà, la realtà della nostra Regione e dell'Italia è notevolmente diversa rispetto a quella degli altri Paesi d'Europa. Nella nostra realtà c'è ancora una maggiore e una più alta concentrazione di piccolo e medio commercio.
Credo che nella nostra Regione ci siano circa 300 mila addetti ai lavori relativamente al piccolo e medio commercio. Da un conto che abbiamo fatto, ognuno occupa le posizioni politiche che le proprie argomentazioni sostengono; con il decreto Bersani sarebbe stato - il collega Ghiglia l'ha chiamata liberticida - una deregulation selvaggia in favore della grande distribuzione. Riteniamo che almeno 100 mila di questi 300 mila piccoli e medi addetti al commercio sarebbero stati tagliati fuori in un momento storico in cui la nostra Regione ha già una crisi disoccupazionale. Molte volte ci accaniamo contro i 200/300 posti di lavoro. Certo, sono difendibili, devono essere difesi; ogni posto di lavoro, a maggior ragione per questa crisi che stiamo vivendo, deve essere difeso. Sorvoliamo poi sul fatto che una certa impostazione del decreto Bersani probabilmente avrebbe tagliato un terzo dei 300 mila addetti al commercio della nostra Regione.
E' una legge diversa dal decreto Bersani. Abbiamo ritenuto, tornando all'esempio del treno, di introdurre all'interno di questa legge, in modo un po' rischioso, una controtendenza che consentisse di raggiungere quegli obiettivi politici ai quali abbiamo fatto riferimento anche a rischio di bocciatura.
Ovviamente, ci auguriamo che la legge venga approvata; l'abbiamo detto in più sedi e in più occasioni anche nel corso di questo mese e mezzo durante il quale in Consiglio regionale e nelle Commissioni II e VII in particolare, e anche prima per certi aspetti, ci siamo occupati di questo disegno di legge. Lo ribadiamo ora, ma abbiamo cercato di stare sulla soglia massima del rischio, perché riteniamo che questa era l'unica strada che non vedesse un appiattimento sulla cornice del decreto Bersani che ha secondo noi, quelle caratteristiche negative di cui abbiamo parlato prima.
Riteniamo, quindi, che questo disegno di legge della Giunta, modificato ed arricchito così com'è avvenuto nel corso della lunghissima discussione abbia caratteristiche di rispetto e di sensibilità nei confronti del tessuto sociale che fa capo a tutta la rete del piccolo e medio commercio distribuito nella nostra Regione. E' rispettoso e sensibile a questi interessi sociali ed economici, a maggior ragione in questo momento storico particolare.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 28 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 1071, collegato al disegno di legge testé approvato.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Abbiamo terminato l'approvazione del disegno di legge in modo un po' frettoloso e non vorrei che si ripetesse tale atteggiamento anche riguardo all'ordine del giorno.
Questo ordine del giorno pone il problema delle vendite sottocosto, che è un problema serio e che ci piacerebbe poter affrontare in modo meditato.
Infatti, alcune parti di esso possono essere condivisibili, mentre altre no.



PRESIDENTE

Va bene, lo lasciamo iscritto.
Ho una lettera della Presidente della VII Commissione con la quale si ritiene debbano essere considerati superati i seguenti ordini del giorno relativi alla liberalizzazione del commercio: n. 694 presentato dai Consiglieri Salerno, Mancuso, Griffini, Ghiglia e Casoni n. 705 presentato dai Consiglieri Spagnuolo, Picchioni, Foco, Peano Bortolin, Manica, Riba, Saitta, Montabone, Cavaliere e Angeli n. 707 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti n. 720 presentato dai Consiglieri Scanderebech, Pichetto, Racchelli Galli, Gallarini, Ferrero e Toselli.
Si tratta di ordini del giorno collegati al disegno di legge presentati in passato e da considerare superati.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 1083 inerente a: "Crisi alla Cementeria Merone di Morano Po (AL) - Rinnovo concessione di coltivazione della cava"


PRESIDENTE

C'è ancora un ordine del giorno, per il quale chiedo l'iscrizione relativo alle difficoltà in cui si dibatte la Società Merone di Morano Po (AL), presentato dai Consiglieri Foco, Angeli, Cavallera, Chiezzi Picchioni, Griffini, Gatti, Rossi, Gallarini e Moro. Si tratta di un ordine del giorno conosciuto perché è già stato distribuito. Esso recita: "La Società Merone S.p.A., quinto produttore di cemento in Italia, del gruppo svizzero Holder-Bank, ha presentato un piano di riorganizzazione che prevede entro la fine del 1999 il concentramento della produzione negli stabilimenti di Merone e Termate. Nella nostra Regione i tagli riguarderebbero l'unità produttiva di Morano Po (AL) e provocherebbero una riduzione di 72 degli 86 dipendenti, trasformando in centro di macinazione e di distribuzione questa cementeria che ha già visto nel passato procedure di messa in mobilità.
Il Consiglio regionale del Piemonte consapevole che se questo grave provvedimento verrà attuato andrebbe ad aggravare ulteriormente la già negativa situazione occupazionale presente nel Casalese impegna la Giunta regionale, d'intesa con la Provincia di Alessandria ed i Comuni interessati, a convocare con urgenza le parti per evitare che i provvedimenti annunciati dal Gruppo Merone determinino una ancor più grave situazione per i lavoratori e le loro famiglie.
Il Consiglio regionale impegna, inoltre, la Giunta a valutare attentamente, di fronte all'ipotizzata trasformazione della cementeria di Morano Po in un semplice centro di macinazione e di distribuzione, se sussistano ancora le condizioni per il rinnovo della concessione di coltivazione della cava che attualmente fornisce il materiale di lavorazione allo stabilimento".
Chi è favorevole all'iscrizione è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.



PRESIDENTE

MORO Francesco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, c'era anche un nostro ordine del giorno, sempre sulla Società Merone.



PRESIDENTE

Non ho un altro ordine del giorno, Consigliere Moro.



MORO Francesco

Ce n'è anche uno di Rifondazione Comunista, Presidente.



PRESIDENTE

Lo cerchiamo, perché non risulta.
Collega Moro, è sicuro che sia un ordine del giorno e non un'interrogazione? Perché se è un'interrogazione non possiamo discuterla adesso; se è un ordine del giorno lo pongo in votazione.
Chiedo ai colleghi Consiglieri di rimanere in aula perché c'è un ordine del giorno del Consigliere Moro, collegato al precedente, da porre in votazione.
Poiché non troviamo il documento, Consigliere Moro, lo porteremo in votazione la prossima volta.



MORO Francesco

Sì, Presidente, però non vorrei che qualcuno scriva sui giornali che l'ordine del giorno presentato dal nostro Gruppo, che era il primo, non è stato votato, mentre l'altro è passato.



PRESIDENTE

Purtroppo, Consigliere, non troviamo il documento e, in ogni caso molti Consiglieri sono già usciti dall'aula.
Lo portiamo in votazione la prossima volta, Consigliere Moro?



MORO Francesco

Va bene.



PRESIDENTE

Per manifesta mancanza di Consiglieri, i lavori si concludono qui.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.30)



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