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Dettaglio seduta n.398 del 15/10/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Benso, Botta Cavallera, Farassino, Galli, Ghigo, Goglio, Majorino, Miglietti e Pazè.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Gruppi consiliari

c) Modificazione composizione Gruppi consiliari


PRESIDENTE

Debbo anche comunicare che c'è stata una modificazione nei Gruppi consiliari. In data 13 ottobre l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che il Consigliere Majorino lascia il Gruppo di Alleanza Nazionale e dalla stessa data entra a far parte del Gruppo Misto come Indipendente di destra.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

L'impegno che avevamo assunto a livello di Capigruppo - per cortesia ditemi se ricordo bene - è che noi potevamo dare inizio ai lavori anche in presenza di un'attività di consultazione della V Commissione, che avrebbe avuto comunque presenti un rappresentante della maggioranza e un rappresentante della minoranza.
Chiedo per primo all'Ufficio di Presidenza, per cortesia, di restare seduto ai propri posti per dare l'esempio e cortesemente di porre in essere tutti gli atteggiamenti che possono favorire il nostro lavoro. Grazie.


Argomento: Commercio - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 513: "Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte (in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114)"


PRESIDENTE

Iniziamo i nostri lavori con il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 513, di cui al punto 5) all'o.d.g. Eravamo rimasti all'art. 4 agli emendamenti a partire dal comma 2.
Per cortesia, mi rivolgo a chi è interessato: non è un documento ufficiale, ma gli uffici hanno, con grande attenzione, composto una bozza non corretta che tiene conto dei primi tre articoli così come conseguono dall'approvazione degli emendamenti.
Passiamo all'esame degli emendamenti presentati sull'art. 4.
4.7) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazè: all'art. 4, comma 2, il capo a) è così sostituito: "Le aree metropolitane omogenee, al fine di pervenire ad una programmazione integrata tra centro e realtà periferiche".
Questo Capo A sostituisce l'attuale formulazione, che invece dice: "Le aree da destinare ad insediamenti commerciali, con particolare riguardo agli insediamenti di medie e grandi strutture di vendita al dettaglio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Io volevo chiedere come mai non è l'Assessore all'urbanistica trattandosi di argomenti urbanistici comunali. Voglio che si metta agli atti che ho detto questo.



PRESIDENTE

L'Assessore all'urbanistica oggi è in congedo (non conosco personalmente le ragioni).
Ha chiesto la parola il Consigliere Peano, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Presidente, come Ufficio di Presidenza mi spiace farle questa domanda ma abbiamo ancora la V Commissione in corso e molti dei rappresentanti che hanno firmato gli emendamenti sono su in Commissione; stamane hanno di attendere l'audizione in corso, quindi non so che cosa lei possa...



PRESIDENTE

Una breve attesa l'abbiamo già avuta. Ricordo e ho chiesto...



PEANO Piergiorgio

Solo una cortesia, Presidente: avvertiamo la Commissione che il Consiglio è iniziato, in maniera che i rappresentanti possano...



PRESIDENTE

Ho chiesto prima di cercare di iniziare... C'era un'intesa per dare comunque inizio ai lavori; a livello di Capigruppo è stato detto...



PEANO Piergiorgio

Eccoli, sono arrivati. Chiedo scusa, Presidente.



PRESIDENTE

La Commissione ha esaurito i suoi lavori? Bene, i lavori della Commissione, che comunque sono audizioni, stanno per terminare; io ricordo che si era detto che sarebbero stati presenti un rappresentante della maggioranza e un rappresentante della minoranza.
Ci sono interventi, dichiarazioni di voto sulla proposta di emendamento della Consigliera Pazè? Prego, Consigliere Chiezzi, prenda pure la parola.



CHIEZZI Giuseppe

Solo un secondo per ordinare le carte, visto che eravamo impegnati in Commissione, che sta ancora durando, molto interessante, ma visto che si fanno sovrapporre i lavori per i Consiglieri regionali, dobbiamo sistemare le cose. Siamo all'emendamento?



PRESIDENTE

All'art. 4, comma 2, relativamente alla sostituzione del Capo A.



CHIEZZI Giuseppe

Ma non l'avevamo già discusso questo emendamento?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Io ho già dato la risposta.



PRESIDENTE

Avevamo iniziato l'esame, ma non è stato votato.



CHIEZZI Giuseppe

Su questo emendamento io conservo il voto favorevole, perché comunque la prevalenza del concetto di programmazione integrata tra centro e realtà periferiche mi sembra una prevalenza degna di essere confermata specialmente per una legislazione di settore legata al commercio. Sappiamo che il sistema commerciale risente in modo rilevante della collocazione sul territorio. Le zone centrali e quelle periferiche hanno due livelli rispetto alla qualità che alla quantità della presenza commerciale, molto diversi.
Questo crea delle tensioni sul mercato, dei valori economici, fondiari e anche, in generale, di qualità della vita, molto differenti l'uno dall'altro. Se c'è un settore della vita urbana per il quale l'attenzione ad una programmazione che integri le scelte che si compiono nel centro della città con le scelte che si compiono nelle periferie, mi sembra essere un tema particolarmente interessante. Mi dispiace che l'Assessore non sia della mia opinione. Però, il problema rimane. Mi stupisce che nel corpo delle proposte contenute nella deliberazione in esame in Commissione questo problema non viene eluso. Voi stessi avete ammesse che le tabelle che proponete (tipo di classificazione dei Comuni, tipo di classificazione degli addensamenti commerciali) sono state formulate in base ad una concezione per la quale centro e periferia sono due aspetti differenti che vanno trattati in modo distinto. Mi stupisce, dunque, che non venga accettato. Capisco che non venga accettata la parte riguardante le aree metropolitane omogenee. Questo sì. Questa parte potrebbe essere anche stralciata. Ma mi dispiace che, non inserendolo e non approvandolo, si neghi la possibilità di pervenire ad una programmazione integrata tra centro e realtà periferiche.
Noi voteremo favorevole. Presidente, chiedo che si voti per appello nominale. Grazie.



PRESIDENZA DEL SEGRETARIO PEANO



PRESIDENTE

Procediamo all'appello nominale sull'emendamento presentato dalla Consigliere Pazé.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'emendamento è respinto.
4.8) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazè: all'art. 4, comma 2, si abroga il capo b).


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, possiamo fare la verifica del numero legale?



PRESIDENTE

Va bene, si proceda alla verifica del numero legale.



GHIGLIA Agostino

Scusi, Presidente, dovremmo comportarci tutti bene, altrimenti non si può andare avanti. Non vorrei ripetere cose già dette, ma sappiamo già che è in corso un'Audizione e che è assente tutto l'Ufficio di Presidenza. Mi sembrava ci fossimo messi d'accordo. Decidiamo come votare, perch altrimenti il numero legale non ce l'abbiamo! Se si può andare avanti bene, altrimenti lo si dica prima! Non possiamo procedere in questo modo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Anch'io vorrei sottolineare quanto ha detto il collega Ghiglia, cioè quanto si era deciso alla Conferenza dei Capigruppo. Ricordo che, proprio la collega Spagnuolo, a fronte del Consigliere Griffini che suggeriva di sconvocare le audizioni, propose di lasciare la convocazione della Commissione, assicurando di garantire le presenze, e tutti assentimmo su quella proposta. Questo fu detto; mi spiace che non ci sia il Presidente Deorsola, che presiedeva quella Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Il Presidente Deorsola è arrivato.



GALLARINI Pier Luigi

Se c'è, penso possa confermare quanto ho detto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Le intese le avevo già richiamate: si era detto che sarebbe rimasto in Commissione un rappresentante della maggioranza ed uno della minoranza. Ed è quanto sta capitando, con la differenza che assistono all'audizione due Consiglieri di minoranza ed uno di maggioranza. D'altra parte, l'impegno della Commissione è per l'audizione e, proprio per questa particolare situazione, a fronte dell'urgenza di approvare il provvedimento sul commercio, si era deciso di proseguire anche i lavori del Consiglio.
C'è stata una richiesta di verifica di numero legale; si proceda in tal senso.
Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
26 Consiglieri ed in congedo n. 11 Consiglieri.


Argomento: Commercio - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 513: "Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte (in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con la votazione dell'emendamento n. 4.8) relativo al capo b).



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo l'appello nominale, Presidente.



PRESIDENTE

Va bene. Chiedo ai colleghi di restare ai propri banchi, in modo da poter utilizzare, per la prossima votazione, il sistema elettronico.



CHIEZZI Giuseppe

Ci avete impedito di partecipare alla Commissione; finché c'è la Commissione, continuiamo in questo modo.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, questo è conforme alle intese dei Capigruppo.



CHIEZZI Giuseppe

Lei con me non ha preso alcuna intesa, con il Gruppo dei Comunisti Italiani non ha preso alcuna intesa!



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 26 hanno risposto NO 25 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
4.9) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazé: all'art. 4, comma 2, il capo b) è così sostituito: "b) le aree sovracomunali configurabili come un unico bacino di utenza, per le quali devono essere individuati criteri di sviluppo omogenei;".



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo emendamento chiede la sostituzione del capo B individuando le aree sovracomunali configurabili come un unico bacino di utenza per le quali devono essere individuati criteri di sviluppo omogenei. Viceversa l'iniziale punto B del comma 2 individuava solo i limiti ai quali sono sottoposti gli insediamenti commerciali ai fini della tutela dell'arredo urbano, culturale ed ambientale.
L'emendamento proposto dalla collega Pazè evidenzia la necessità complessiva di un sistema di sviluppo integrato nel territorio e rispettoso del territorio, quindi delle caratteristiche che un bacino di utenza come le aree sovracomunali presentano. Individua pertanto dei criteri di sviluppo omogenei che tendano non solo alla valorizzazione di un ruolo, ma anche alla compatibilità di queste aree sovracomunali. Questi criteri devono tener conto di aspetti specifici quali possono essere gli aspetti territoriali, di tutela ambientale, di garanzie per il territorio, e per questo quindi va oltre quanto proposto dall'art. 4 che individua gli strumenti comunali come al punto B unicamente i limiti degli insediamenti commerciali.
Noi diciamo, e sottoscriviamo l'emendamento della collega Pazè, che è importante che anziché i limiti degli insediamenti commerciali venga offerto un ragionamento che tenga conto anche dell'area sovracomunale che in quanto tale ha necessità di garanzie per quanto riguarda la tutela e lo sviluppo del territorio e quindi di individuare per essa dei criteri di sviluppo omogenei sul territorio e per l'ambito commerciale.
Analizzando anche i punti successivi, si può rilevare che questa è la logica in cui rientrano gli emendamenti Pazè su cui noi tentiamo di offrire un'attenzione che non mi pare viceversa coinvolga la maggioranza di questo Consiglio. I successivi emendamenti stanno esattamente in questo ragionamento. Pensiamo proprio all'emendamento successivo, su cui ovviamente interverremo, che individua i centri storici e quindi in particolare le aree artigianali e commerciali che hanno delle caratteristiche particolari e in quanto tali richiedono particolare valorizzazione e supporto.



PRESIDENTE

Consiglieri, per cortesia, io non suono il campanello, ma vi invito ad ascoltare chi interviene.



SIMONETTI Laura

Anche perché noi chiediamo una particolare attenzione al Consiglio regionale, visto che già il mio Capogruppo Chiezzi ha evidenziato il fatto che il Gruppo Comunista non si sia stato né coinvolto né informato sulla decisione di svolgere, in concomitanza coi lavori del Consiglio l'audizione di una Commissione tra l'altro molto interessante che riguarda un aspetto, oltre che attuale, importantissimo per l'attenzione che deve ricevere dall'istituzione regionale, mi riferisco alla questione dell'inquinamento elettromagnetico.
Pertanto, visto che siamo obbligati a dover garantire la nostra presenza in Consiglio, non potendola garantire all'interno della Commissione, sollecito perlomeno l'attenzione della maggioranza su questo provvedimento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi ha facoltà di replicare la Giunta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

La Giunta esprime parere contrario all'emendamento all'art. 4, comma 2 capo B, in quanto tale proposta di modifica indica la stessa formulazione che è già contenuta nel Decreto legislativo n. 114 all'art. 6, comma 3 punto B, mentre l'intenzione dell'intero articolo è quella di specificare maggiormente il fatto che a conseguenza della norma regionale ci sono dei limiti ai quali gli utenti - intesi in senso lato - e la Pubblica Amministrazione devono attenersi per il governo del mercato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

E' vero quanto ha detto l'Assessore Pichetto che questo adeguamento individua le aree e i vincoli contenuti nella proposta della Giunta, per l'Assessore potrebbe anche considerarla in aggiunta. La collega Pazè propone la sostituzione, però mi sembra che non sia pregiudizialmente sbagliato proporre eventualmente un'aggiunta di questo punto, perché non vedrei male che negli indirizzi e nei criteri compaia quanto proposto dalla collega Pazè, cioè aree sovracomunali configurabili come unico bacino di utenza, tanto più quando si individuano criteri di sviluppo che cerchino di avere un elemento di omogeneità che riduca gli squilibri. Quindi l'Assessore poteva prendere questo emendamento e proporre di aggiungerlo.
Noi lo votiamo per questo motivo; se non come sostitutivo poteva essere almeno considerato aggiuntivo.
Chiedo anche la votazione per appello nominale, Presidente.



PRESIDENTE

Assessore, ha qualcosa da dire? Glielo chiedo prima di passare alla votazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

E' vero che non modifica la sostanza dell'articolo un'aggiunta di questo genere, ma a cascata modificherebbe tutto l'articolo nella forma non nella sostanza, perché in fondo si tratta di riportare all'interno di questo articolo il dettato tale e quale del dec. lgs. 114, anche sul punto successivo con gli emendamenti presentati. Ciò comporterebbe una riscrittura formale di tutto l'articolo ripetendo, oltre a quanto da noi esplicato, anche tutto quello che è già scritto nel decreto che noi richiamiamo in alcuni casi addirittura allo stesso modo. Ad esempio negli articoli 1, 2 e 3 ci sono alcune parti citate espressamente, che vengono poi anche riportate in delibera.
Dato comunque che non si cambia la sostanza, perché questo concetto è il filone guida sia della legge che della delibera, non ritengo che sia opportuno in questa sede riformulare interamente l'articolo con tutti gli emendamenti. Con ciò io non esprimo una non condivisione del concetto perché sono i concetti della legge, ma mantengo il parere contrario sugli emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento Pazè per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 28 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri L'emendamento è respinto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

4.10) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazé: all'art. 4, comma 2, si abroga il capo c).



SIMONETTI Laura

Facciamo la verifica del numero legale?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Cortesemente, chi desidera intervenire, chieda la parola, come ha fatto il Consigliere Gallarini; prego.



GALLARINI Pier Luigi

Arrivati a questo punto, chiedo a lei, Presidente, e ai colleghi, ai Capigruppo e a tutti i Consiglieri, a chi ha responsabilità (e penso che alla fine l'abbiamo tutti in quest'aula), se ha senso andare avanti in questo modo.
Facciamoci tutti un esame di coscienza e troviamo un modo! E' da "n" sedute che stiamo discutendo di questo disegno di legge sul commercio; il Piemonte lo aspetta; si avvicinano le scadenze, e noi siamo qui: un emendamento, un altro emendamento, un subemendamento, ecc. ecc.
Io pongo la domanda: non ho, ovviamente, risposte. Dico solo che quando abbiamo discusso alla Conferenza dei Capigruppo, guidata dal Presidente dl Consiglio Deorsola, e ci fu l'ipotesi di rinviare le audizioni di oggi in Commissione, qualche collega - cito la Consigliera Spagnuolo, perché me lo ricordo perfettamente - disse: "Facciamole lo stesso, troviamo un modo". E tutti concordammo che questo potesse essere un modo.
Qui si ha la sensazione che... Non voglio usare parole grosse, ma non ci capiamo più nulla! Io prego lei, Presidente, e mi appello alla responsabilità di tutti noi: riusciamo a trovare un modo per arrivare a licenziare questo "benedetto" disegno di legge, nell'interesse del Piemonte che ci ha eletti in questa assemblea, a prescindere dai ruoli che ognuno di noi ricopre? Questa è la domanda. Vediamo di rispondere tutti assieme, se riusciamo in qualche modo!



PRESIDENTE

La proposta per organizzare i nostri lavori era stata avanzata ed acquisita a livello di Capigruppo.
Non facciamo votazioni, non teniamo i verbali, per cui non mi si chieda che tipo di votazione abbiamo fatto, ecc. Era comunque un'ipotesi acquisita.
Pur trattandosi di audizioni importanti e significative, il numero legale oggi è comunque garantito; anche se dovessimo verificare che ci sono 24 Consiglieri in aula, il venticinquesimo (che corrisponde al numero legale minimo previsto) o è fuori o è in Commissione.
Io non posso non concedere la verifica del numero legale, però quando la richiesta viene effettuata "n" volte, in continuazione... Chi fa questa richiesta, si assuma anche la responsabilità sul fatto che, anziché un certo tipo di lavoro, se ne fa un altro.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Il collega Gallarini è intervenuto con l'accortezza che l'aula ha ascoltato e ci ha anche chiamati in causa come Gruppo.
A questo punto, noi dobbiamo dire alcune cose. Mi permetta: più di quello che stiamo facendo, non possiamo fare, rispetto all'impegno che noi come Gruppo, ci eravamo presi, ovvero quello di arrivare all'approvazione di questo disegno di legge.
In primo luogo, stiamo assicurando il numero legale, e non stiamo partecipando alle consultazioni in corso.
Chi parla è componente della V Commissione, e avrebbe anche molto piacere e interesse di partecipare alla discussione di una materia sulla quale abbiamo preso delle iniziative politiche (ordini del giorno e quant'altro).
In secondo luogo, caro collega Gallarini, l'autonomia politica dei Gruppi è tale, per cui ad impossibilia nemo tenetur.
Quante volte lei, che da sempre si adopera perché la maggioranza abbia il numero legale, ha dovuto prendere atto che, pur adoperandosi, non riesce a fare in modo che tutti i colleghi di maggioranza siano presenti! A questo punto, proprio perché ci siamo adoperati, non stiamo intervenendo, anche se la materia ha degli spunti, per noi, di grande interesse, come Gruppo politico, ma non interveniamo proprio per evitare di andare avanti nel tempo. Non possiamo, Presidente Deorsola, verificare quando durano ancora i lavori di questa Commissione? Non si può fare in modo che i lavori della Commissione giungano al termine, magari accorciandoli, perché anch'io avrei piacere, come probabilmente il collega Chiezzi, di andare a queste consultazioni. Non lo stiamo facendo per dar vita ai lavori d'aula, altrimenti non garantiremo il numero legale. Però a questo punto, Presidente Deorsola, si chiede alla Commissione di concludere, perché altrimenti in aula non interveniamo anche se gli argomenti sono di interesse, né possiamo partecipare alla Commissione pur facendone parte.
Abbiamo preso delle iniziative e siamo interessati al problema. E' chiaro che questo determina una irritazione dei colleghi del Gruppo Comunista, che vanno avanti in questo modo, perché non è tollerabile che in Commissione si svolgano dei lavori interessanti come questi. La pregherei di far terminare questa situazione.



PRESIDENTE

Consigliera Spagnuolo, la sua proposta è di assoluto buon senso. Già quindici minuti fa avevamo chiesto alla Commissione quando tempo pensava di dover utilizzare e mi è stato detto dieci minuti. A questo punto aggiorno di dieci minuti i lavori del Consiglio, sperando che finalmente i lavori della Commissione possano terminare.



(La seduta, sospesa alle ore 11.45 riprende alle ore 11.55)



PRESIDENTE

Chiedo ai colleghi di rientrare in aula, per continuare i nostri lavori.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

A colpo d'occhio posso verificare che i Consiglieri sono quasi tutti in aula, e altri sono ancora nel corridoio...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Il corridoio è aula?



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, non voglio entrare in polemica con lei. Il numero legale è stato assicurato in tutte le votazioni che abbiamo effettuato. La sua concezione del numero legale è molto speciale.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Riggio garantisce la presenza dell'Assessore Leo, assente per motivi personali)



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
25 Consiglieri ed in congedo n. 11 Consiglieri.



(Il Consigliere Riggio garantisce la presenza dell'Assessore Leo, assente per motivi personali)


Argomento: Commercio - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 513: "Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte (in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'emendamento n. 4.10) presentato dalla Consigliera Pazè.
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Segnaliamo che c'è il numero legale solo perché il collega Riggio ha sostituito un voto della maggioranza, in quanto la maggioranza non lo garantisce. Volevamo segnalarlo al Presidente del Consiglio, che è garante di tutta l'aula e di tutto il Consiglio.
Sull'emendamento, presentato dalla Consigliera Pazé, volevamo fare alcune osservazioni. Innanzitutto l'emendamento individua una sostituzione del capo "C" degli strumenti comunali ...



PRESIDENTE

Scusi collega Simonetti, siamo all'emendamento precedente. Se lei consente posso porli in votazione insieme.



SIMONETTI Laura

No, Presidente, perché sono due questioni diverse.
L'emendamento in discussione richiede l'abrogazione del comma 2 dell'art. 4 che individua gli strumenti comunali. Il punto "C" individua i limiti ai quali sono sottoposte le imprese commerciali nei centri storici nelle località di particolare interesse artistico e naturale.
Riteniamo che questo sia anche una provocazione, perché richiede l'abolizione di un punto. Nello strumento legislativo viene individuata come soggetto principale, l'impresa commerciale; quindi viene individuata come soggetto e, nello stesso tempo, beneficiario dell'individuazione prevista dagli strumenti comunali dell'art. 4 in oggetto. Quindi i limiti che l'impresa commerciale deve avere nell'ambito di una circoscrizione territoriale delimitata, che qui vengono individuate come le località di particolare interesse artistico e naturalistico, sono i centri storici.
E' questo che noi mettiamo in discussione. Credo che la collega Pazè tentasse con questo emendamento, anche a titolo di provocazione, mettere in discussione che le aree, nella definizione degli strumenti urbanistici e di quanto viene individuato negli stessi, di particolare interesse storico e naturalistico, non possono essere le beneficiarie a posteriori dei limiti che i soggetti, e in questo caso le imprese commerciali, hanno.
Quindi tutti gli interventi della politica, dall'intervento infrastrutturale all'intervento commerciale urbanistico, per sinergia devono tener conto delle compatibilità e dei limiti che i centri storici hanno, quindi delle esigenze di valorizzazione e non viceversa.
Assessore, speriamo i centri storici, le aree ad interesse naturalistico e paesaggistico siano garantite e tutelate con i limiti che vengono individuati per le imprese commerciali e non viceversa. Ovvero che i centri storici e le aree territoriali che hanno un particolare interesse di tipo storico, naturalistico e paesaggistico, individuino nel loro interno la compatibilità di una locazione di un'impresa commerciale.
Su questo gradiremmo un pronunciamento dell'Assessore per chiarirci il punto: chi è il soggetto, che in qualche modo viene individuato dalla Giunta? Qual è l'interlocutore privilegiato nel momento in cui parliamo di aree che sono valorizzate e tutelate già con normativa regionale?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Mi richiamo al mio precedente intervento. Sottolineo che anche in questo caso siamo nella trasposizione dal decreto legislativo n. 114 del comma 3 dell'art. 6. Queste considerazioni le abbiamo svolte all'art. 3 forse l'emendamento presentato dalla Consigliera Pazè è superato da questo articolo - utilizzando termini diversi, ma con lo stesso fine. Infatti nell'art. 3, noi abbiamo inserito tutti i principi e gli indirizzi esplicati poi nella delibera. I principi di indirizzo sono riferiti ai centri storici, alla valutazione sui bacini, alle zone sovracomunali.
Quindi - ripeto - sono già contenute nella legge regionale. Riportare gli emendamenti della Consigliera Pazè potrebbe essere una riformulazione completa dell'articolo e una duplicazione di quello precedente. Infatti parliamo della rete distributiva in funzione delle caratteristiche delle strutture commercio sede fissa e delle caratteristiche morfologiche socio economica della densità abitativa, delle aree di programmazione configurabili in un unico bacino di utenza, che mi pare sia l'emendamento successivo della Consigliera Pazé.
La condivisione di questo principio da parte della Giunta c'è. E' solo l'articolazione che diventerebbe un duplicato.
Infatti parliamo delle modalità e i criteri di riconoscimento, degli addensamenti commerciali, che raggruppa un insieme di attività commerciali paracommerciali o assimilabili. Parliamo delle modalità, dei criteri e dei parametri per il riconoscimento commerciale, quali porzione del territorio esistente. Parliamo dei criteri e delle modalità utili a definire la vocazione commerciale del territorio comunale, sono tutti principi che noi abbiamo riportato nella legge.
Ci sembra di aver accolto quelle che sono le espressioni o almeno le finalità, poi possiamo discutere sui termini degli emendamenti anche successivi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 22 voti contrari e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).



(Voci in aula)



GALLARINI Pier Luigi (fuori microfono)

Il Regolamento parla di maggioranza politica o maggioranza numerica?



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, al di là dei formalismi lei vede che fino a questo momento c'è sia la maggioranza numerica che quella politica.
4.11) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazè: all'art. 4, comma 2, il capo c) è così sostituito: "c) i centri storici, al fine di salvaguardare e qualificare la presenza delle attività commerciali e artigianali in grado di svolgere un servizio di vicinato, di tutelare gli esercizi aventi valore storico ed artistico ed evitare il processo di espulsione delle attività commerciali ed artigianali;".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Nell'intervento precedente avevamo tentato di creare un collegamento per questo emendamento. Questo emendamento intende sottolineare, in particolare, l'importanza che siano i soggetti principali d'interlocuzione cioè i centri storici, a individuare gli strumenti. Devono essere i centri storici anche al fine di salvaguardare il territorio e le caratteristiche di cui è portatore.
Questo emendamento ripropone anche un altro ragionamento. All'interno di una logica di salvaguardia dell'attività dell'impresa commerciale propone di salvaguardare gli esercizi commerciali di vicinato al fine di tutelare, in particolare, gli esercizi che hanno un notevole valore storico ed artistico.
Il comma c) dell'art. 4 individua invece i limiti ai quali sono sottoposte le imprese commerciali nei centri storici e nelle località di particolare interesse artistico e naturale. Si richiede un'interlocuzione privilegiata con i centri storici, ma nell'interlocuzione e nell'individuazione dei centri storici come interlocutori principali e prioritari dello strumento urbanistico comunale si pone una particolare attenzione alla salvaguardia delle imprese e degli esercizi commerciali che hanno, nei centri storici, un particolare interesse storico e naturale. E' per questo che abbiamo ritenuto che il ragionamento precedente fosse incompleto, perché una volta individuato il soggetto (il centro storico e non l'impresa commerciale) occorre pensare anche alla salvaguardia complessiva degli esercizi che oggi, in quelle aree, hanno un particolare interesse. Non è detto che in quelle aree ogni impresa commerciale abbia un particolare interesse storico o artistico.
E' necessario salvaguardare il centro storico in sé, ed è necessaria un'attenzione particolare a quelle realtà commerciali che a loro volta hanno una facoltà d'interlocuzione. Pensavamo prima ad alcune leggi che prevedono dei finanziamenti per la valorizzazione e la manutenzione di beni architettonici di particolare interesse storico e culturale.
Questo è stato il ragionamento che ci ha portato a posizionarci in un'ottica diversa, che fa riconoscere la necessità d'intervento anche in quelle aree dove vanno salvaguardate, in particolare, alcune realtà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

La risposta è contenuta nel punto b) del secondo comma dell'art. 3, già approvato, che parla di vincoli di natura urbanistica al fine di tutelare i centri storici, i beni culturali e ambientali nel rispetto delle normative nazionali e regionali in vigore. Sempre all'art. 3, ai punti e) ed f), si parla dei principi, dei criteri e delle modalità che i Comuni devono adottare per preservare, mantenere e conservare il tessuto commerciale locale. All'art. 3, quindi, c'è un doppio richiamo a quest'aspetto.
Il giusto combinato del disposto combinato dei punti b) e c) dell'art.
4 collegato all'art. 3 copre tutta l'area di messaggio. Pertanto, la riteniamo già completamente compatibile con le intenzioni espresse dal proponente gli emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 25 voti contrari, 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
4.12) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazè: all'art. 4, comma 2, si abroga il capo d).
Non essendoci richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 25 voti contrari, 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
4.13) Emendamento presentato dalla Consigliera Pazè: all'art. 4, comma 2, il capo d) è così sostituito: "d) i centri di minore consistenza demografica, al fine di sviluppare il tessuto economico-sociale, anche attraverso il miglioramento delle reti infrastrutturali ed in particolare dei collegamenti pubblici".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi, ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento della collega Pazè mi ha particolarmente colpito perché pone un problema di valorizzazione dei centri minori non in termini astratti, ma legando - e così dovrebbe essere - la possibilità del loro sviluppo, dal punto di vista economico e sociale, allo strumento principe capace di determinare azioni di sviluppo, cioè i collegamenti e le infrastrutture.
Mi sembra un testo degno di attenzione. Per questo motivo ci aggiungiamo, come Gruppo, alla proposta di emendamento e voteremo favorevolmente per esso, perché segnala un problema (i collegamenti) molto importante, anche ai fini del sistema commerciale che, senza essi difficilmente può avere un rilievo economico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Parlo relativamente all'abrogazione ed alla sostituzione, riguardo ad entrambi gli emendamenti.
Questi principi li abbiamo contenuto nell'art. 3, alle lettere e) ed f), quando ci siamo riferiti allo sviluppo del tessuto economico-sociale anche attraverso i miglioramenti del tessuto urbano.
Il discorso dei collegamenti pubblici infrastrutturali esula dal contenuto della norma commerciale, quindi dovrebbe riguardare altre norme almeno se posto in questi termini. Nella delibera richiamiamo i contenuti infrastrutturali come elemento di vincolo ai fini dell'insediamento; il tutto, nella delibera, lo troviamo come elemento essenziale affinché ci sia la condizione di valorizzazione e sviluppo del commercio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri).
4.14) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Riggio, Manica Bertoli, Saitta, Peano, Bortolin e Chiezzi: all'art. 4, comma 2, è aggiunto il comma 2 bis): "2 bis. Per le grandi strutture di vendita, come definite all'art. 4, DL 114 del 31/3/98, la Provincia, sulla base delle dimensioni dell'intervento proposto, delle tipologie commerciali e delle capacità di attrazione commerciale, individua i Comuni che debbono elaborare e sottoscrivere un accordo socio-economico di area, correlato all'intervento stesso, secondo le modalità previste dal comma 5, art. 3".
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Chiedo, tanto per incominciare, se è possibile che ne abbiano copia gli altri Consiglieri; vorrei, poi, sentire cosa ne pensa l'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

I proponenti l'emendamento chiedono, in sostanza, la previsione di un accordo socio-economico di area, correlato agli interventi per gli inserimenti della grande e media distribuzione.
A parte l'individuazione dello strumento - l'accordo socio-economico di area - che, di norma, non c'è, la Giunta sarebbe contraria, non perché non voglia tale accordo, ma perché questo è già insito nella procedura prevista.
Nel momento stesso in cui, per la grande distribuzione, la Conferenza dei Servizi coinvolge, nel voto, la Provincia, oltre che il Comune e la Regione, e quindi verifica una compatibilità con il Piano territoriale provinciale, tenendo conto della programmazione sovracomunale, perché la grande distribuzione è elemento di programmazione sovracomunale, a questo punto lo strumento di coordinamento c'è già.
Il tipo di accordo - l'accordo di programma, piuttosto che un altro tipo - è una valutazione contingente da farsi nei momenti precedenti (nei momenti di individuazione sovracomunale) ai vari Comuni, con il potere più o meno coercitivo (non mi viene in mente un altro termine) da parte dell'Amministrazione provinciale.
Nei termini previsti dall'emendamento, potrebbe essere eccessivamente condizionante per alcune situazioni. Non so se ho reso l'idea ai proponenti: è già insito nel meccanismo combinato di disegno di legge legge e delibera. Infatti, con le norme attualmente in vigore e con quelle che abbiamo inserito, abbiamo previsto la condizione di sovracomunalità.
Mentre nel regime precedente si poteva addirittura determinare una situazione assurda, in cui c'era il nullaosta con il parere contrario dello stesso Comune in cui avveniva l'inserimento di insediamento, in questo caso abbiamo una situazione in cui il nullaosta è come una valutazione di Conferenza dei Servizi a tre, dove ogni Ente attua la valutazione con riferimento ai propri strumenti. Quindi: il Comune, per la compatibilità urbanistica, la Provincia, per la compatibilità con il proprio Piano, e la Regione per la compatibilità con i propri criteri di programmazione.
Per questo motivo, chiedo ai proponenti di ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Io, invece, vorrei spiegare la ratio di questo emendamento, portando esempi concreti.
Tanto per incominciare, lo strumento della legge prevede la Conferenza dei Servizi; mentre sono molto chiari i ruoli del Comune e della Regione all'interno di tale Conferenza, l'articolo aiuta a definire quelli che dovrebbero essere i compiti della Provincia.
In particolare, la Provincia individua, in base alle dimensioni dell'intervento, quali sono i Comuni, con che ruolo ed in che modo debbono concorrere ad un accordo socio-economico di area. Ho detto "in base alle dimensioni dell'intervento", perché non tutti gli interventi della grande distribuzione hanno la stessa valenza; alcuni hanno una valenza minore altri maggiore, in base alla tipologia commerciale ed alla capacità di attrazione. So che esiste una valutazione scientifica in base alle dimensioni dell'intervento, alla tipologia commerciale ed alla compresenza di altre strutture simili, per quello che riguarda la capacità di attrazione. E' possibile, cioè, definire con estrema precisione, in modo scientifico, il raggio di attrazione, quindi la distanza in termini chilometrici per l'attrazione di un determinato intervento.
La Provincia, in base a questi tre parametri, individua i Comuni, il ruolo ed il modo in cui essi debbono concorrere ad un accordo socio economico di area.
Faccio degli esempi: abbiamo constatato che, nel momento in cui la grande distribuzione cerca di insediarsi, difficilmente tende ad inserirsi nel grande Comune, ma preferisce inserirsi a ridosso di esso; preferisce inserirsi nel piccolo Comune, perché trova un interlocutore politico ed istituzionale tendenzialmente più fragile, quindi più facilmente disponibile, nonché aree a costi decisamente inferiori.
Mentre il Comune che riceve l'intervento ha tutti i benefici, perché ad esempio incasserà l'ICI ed ha una serie di vantaggi economici indotti, i Comuni limitrofi vedranno diminuire la quantità di ICI che possono raccogliere, perché ci saranno degli esercizi commerciali che saranno costretti alla chiusura, e aumentare il numero di poveri sul proprio territorio, mentre vedranno distribuite su un'ampia zona quelle che sono le complicazioni di un intervento di questo genere, Assessore, per quello che riguarda il traffico indotto, per quello che riguarda l'inquinamento che una cosa di questo genere viene a determinare e così via.
Costituiscono una serie di variabili che non possono essere decise soltanto da una conferenza dei servizi in cui i soggetti partecipanti sono il Comune interessato, la Provincia interessata e la Regione. La Provincia viene chiamata ad un ruolo preciso che è quello di convocare, sulla base dei tre parametri che sono detti in premessa dell'articolo, una conferenza dei Comuni (ovviamente sono quelli confinanti) perché valutino insieme l'impatto socio-economico e sulla base di questo impatto fanno un accordo che è socio-economico di area. Socio-economico perché c'è anche veramente un problema di carattere sociale. Un grande intervento, infatti, non soltanto induce nei Comuni vicini la creazione di un maggior numero di poveri, ma richiama nell'area nuovi insediamenti abitativi che possono poi diventare la fortuna dei possessori di determinate aree perché realizzano interventi edilizi, ma nello stesso tempo creare dei problemi. Porto degli esempi: un eccessivo incremento di abitanti in una determinata zona pone dei problemi per quello che riguarda l'organizzazione dei distretti e dei servizi socio-assistenziali. Siccome i servizi socio-assistenziali sono collegati anche alle disponibilità dei vari Comuni, questo va a modificare l'assetto di una serie di strutture e di servizi. Ecco perché non abbiamo parlato soltanto di un accordo di programma o di un accordo economico, ma di un accordo socio-economico! Questa era la ratio, Assessore, per cui si supera il discorso della conferenza dei servizi così com'è detta. Quindi, non solo un ruolo per il Comune e per la Regione, come è chiaramente identificato, ma un ruolo molto esplicito della Provincia che chiama di volta in volta i Comuni a costruire questo tipo di accordo socio-economico.
Se poi la formulazione dal punto di vista tecnico non è perfetta, io chiedo una collaborazione per introdurre in ogni caso questo meccanismo di salvaguardia. Altrimenti potrebbe accadere che i Comuni facciano una guerra assolutamente irrazionale per richiamare queste strutture di grande distribuzione non andando a favorire quella che è poi una delle chiavi dello sviluppo locale che noi come Regione vogliamo sostenere. Almeno mi rifaccio all'esperienza che abbiamo discusso più volte in VIII Commissione.
Oggi come oggi noi diciamo che i Comuni superano la logica di essere semplicemente quelli che distribuiscono i certificati o che garantiscono determinati livelli di assistenza, ma si preoccupano dello sviluppo locale.
Ora stiamo verificando noi come programmatori regionali che lo sviluppo locale si può sostenere soprattutto in una logica di tipo intercomunale. Se noi non favoriamo questa logica di tipo intercomunale, ma addirittura favoriamo la concorrenza tra Comuni, poniamo le condizioni per uno sviluppo non armonico: questa è la filosofia.
Assessore Pichetto, io confido nella sua intelligenza dell'articolo dopodiché c'è la disponibilità a discuterlo dal punto di vista tecnico. Il concetto spero che sia stato chiaro e che in qualche modo venga introdotto questo meccanismo di salvaguardia all'interno della legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Mantengo la mia contrarietà a porre in legge un meccanismo di questo genere, anche perché ai sensi del comma 4 dell'art. 9 del dec. lgs. 114 abbiamo un primo passaggio con i Comuni contermini, infatti tale comma recita: "Alle riunioni della conferenza dei servizi, svolte in seduta pubblica, partecipano a titolo consultivo i rappresentanti dei Comuni contermini", quindi abbiamo - ripeto - un primo momento.
Secondo: la valutazione della Regione è una valutazione su area di bacino, su aree di programmazione, quindi è una valutazione complessiva.
Terzo: le ragioni di impatto a questo punto vanno viste su tutti gli insediamenti del sistema produttivo perché anche se a Giflenga, noto centro del Basso Biellese di 90 abitanti, viene a insediarsi una fabbrica, mi scombussola tutto il sistema, perché in un centro di 90 abitanti una fabbrica con 200 dipendenti è la fine del mondo! Allora, lo dovrei estendere anche a tutti gli insediamenti di tipo produttivo.



RIGGIO Angelino

Infatti sarebbe giusto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

E' una norma che deve esulare, cioè il meccanismo di divisione di quelli che sono gli oneri da porre a carico dell'utente in senso lato, che è utente residente o utente di sistema produttivo, per farsi carico pro quota di quelli che sono i costi che genera a una collettività la sua presenza in un luogo fisico, va studiato in un modo diverso. Allora qui andiamo sul discorso del perché gli oneri di urbanizzazione li deve prendere il Comune quando in realtà problemi di urbanizzazione per insediamenti, giustamente dice il collega Riggio, possono riguardare una serie di Comuni. Perché l'ICI lo deve prendere un solo Comune? Perché l'ICI di Mirafiori lo deve prendere il Comune di Torino quando le conseguenze di avere Mirafiori con 40.000 addetti all'interno hanno una ricaduta sui Comuni di Collegno, di Grugliasco e anche di Nichelino, perché se non ci fossero 40.000 persone (è il gioco dei mattoni) non ci sarebbero una serie di situazioni di costi sociali, ma allora non è un meccanismo di questa norma; è un meccanismo di disegno generale, nazionale a questo punto, sul sistema di concorso a quelle che sono le spese pubbliche.
Ecco perché io non vorrei in questo caso portare nella norma individuazioni di questo tipo perché riusciremmo ad avere situazioni diverse da Provincia a Provincia; non si saprebbe qual è il potere coercitivo della Provincia nei confronti del Comuni. In secondo luogo, sono competenze - quelle del rilascio delle autorizzazioni - dei Comuni ricordiamocelo, e su questo c'è un problema anche di misura delle legittimità. Se mettiamo una semplice enunciazione di principio, può essere un invito, lo si potrebbe mettere in delibera, non ha quella cogenza che le si vuol dare. Però il problema lo capisco e lo ritengo importantissimo, ma non credo che sia questo il meccanismo, sia per un problema di legittimità (sentivo prima l'ufficio proprio in merito a questo), perché non dobbiamo nemmeno inserire in norma meccanismi non previsti dal Dec. lgs. 114 che ci vadano a creare un impedimento (cioè che ci boccino la norma, per capirci).
Secondo, per le considerazioni che ho svolto, peraltro con la riserva di tenerne conto al limite al livello di norme di procedura, che son quelle poi della Giunta, visto che la procedura della conferenza dei servizi è stabilita dall'organo esecutivo. Sulle norme di procedura io ritengo che si possano anche porre una serie di meccanismi chiari perché devono dare una condizione di certezza del diritto per tutti gli interlocutori, soggetti pubblici e privati, per la valutazione di quello che è l'impatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola al Consigliere Peano, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Assessore, lei ha svolto un'ottima riflessione, che veramente è andata un po' al di là di quello che era l'argomento complessivo di questo emendamento, ma direi estremamente interessante, anche perché ha posto in evidenza un fatto essenziale, ovvero che la grande distribuzione crea grandi interessi, ma anche grandi problemi. Quando crea grandi problemi, è evidente che l'area Mirafiori o le aree metropolitane o le aree conurbate di grandi dimensioni li possono in qualche modo recepire; però la preoccupazione deriva quando questi interventi possono avvenire - perché i meccanismi urbanistici o gli interessi economici possono farli avvenire nelle piccole realtà. E quindi la Conferenza attraverso la Provincia pu essere un luogo di garanzia di queste piccole realtà, per consentire che l'insediamento avvenga con tutte le compatibilità, non solo urbanistiche ma anche socio-economiche e così via. Perché veramente è una preoccupazione.
Lei ha accennato all'effetto oneri di urbanizzazione. L'effetto oneri di urbanizzazione per un Comune, l'effetto ICI per quel Comune, ma il grande insediamento crea problemi di viabilità, di interessi che riguardano un bacino d'utenza molto più ampio di quel Comune stesso. Quando questo bacino d'utenza - ripeto - è un'area grande, di grande possibilità, tutto questo può essere superato. Ma quando questo interesse riguarda il piccolo Comune dove va a localizzarsi l'insediamento e l'area dei Comuni confinanti non può partecipare, è chiaro che i problemi diventano via via ancora più difficili nei rapporti stessi.
Le faccio un esempio: pensi all'insediamento Le Gru di Torino, a che cosa ha comportato per gli altri Comuni nella cintura: ha creato problemi di viabilità, di trasporto, di parcheggio e così via. E gli altri Comuni hanno, quindi, visto realizzare l'insediamento all'interno di un Comune, e questo Comune oggi rappresenta quell'insediamento; ha ricavato oneri di urbanizzazione, ma non soltanto, perché tutti sappiamo che la grande distribuzione non interviene solo con oneri di urbanizzazione, ma sovente è intervenuta favorendo altri interventi od offrendo a quelle comunità la realizzazione di un progetto di pubblico interesse.
Dovremmo, Assessore - non so se sia possibile con legge - trovare il metodo, il modo per inserire una norma. Lei pensi al Comune che si trova nelle vicinanze di un casello autostradale; per la grande viabilità, per i grandi interessi si insedia la grande distribuzione: che succede, se non c'è una Conferenza dei Servizi dei Comuni limitrofi, del bacino d'utenza che possa tutelare questo Comune ed intervenga per garantirlo? Una Conferenza veramente lo garantisce e consente anche agli altri Comuni di partecipare con responsabilità.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio (fuori microfono)

Bisogna far mettere che gli oneri di urbanizzazione per gli insediamenti oltre una certa dimensione devono andare ad un livello superiore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio (fuori microfono)

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio (fuori microfono)

Ma non è solo un problema di oneri di urbanizzazione, Assessore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio (fuori microfono)

Per quanto riguarda l'ICI...



PRESIDENTE

No, l'ICI è un meccanismo nazionale, non possiamo intervenire noi, se non con un ordine del giorno o con una richiesta. Cioè noi non possiamo modificare la legge nazionale.



PEANO Piergiorgio

Certamente non possiamo modificare le leggi nazionali, però su questo Assessore, dovremmo ancora ragionare un pochino; nella delibera dei criteri che stiamo preparando, per trovare un meccanismo di tutela. Si tratta di un ragionamento che va fatto.
Ero in un Comune qualche tempo fa e questo Comune mi ricordava che nel Comune limitrofo la grande distribuzione ha localizzato un insediamento e tutte le piccole attività commerciali insediate in questo Comune rientrano all'interno di quell'area; ebbene, quello ormai incassa tre volte tanto di ICI: che succede in quel Comune? Quel Comune, che ha avuto questa possibilità (ha trovato oneri, ha trovato ICI, ecc.), ha annualmente grandi contributi che gli consentono di poter avere un bilancio con delle possibilità, mentre quest'altro non le ha. Quindi, dovremmo trovare un meccanismo ragionato a tutela dei nostri Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho firmato questo emendamento più che altro per simpatia, però c'è un fondo di merito che è stato illustrato e sul quale l'Assessore ha anche risposto in modo penso non bislacco, per cui il problema posto dall'emendamento esiste. Come risolverlo? Di certo non è cosa semplice, perché l'impalcatura del nostro Stato e l'impalcatura finanziaria non è tanto facilmente modificabile, a meno che non si dica che là dove si insedia un supermercato, automaticamente vi è la fusione dei Comuni contermini in un solo Comune. Se ci fosse questo meccanismo, il problema dell'ICI potrebbe essere risolto, però è un fatto rivoluzionario non da poco.
Il problema esiste. Colleghi, il problema dell'ICI non è risolvibile in questi termini, però se si volesse - non lo si vuole e non lo si vorrà - ma se si volesse cercare un modo per coinvolgere, anche dal punto di vista degli interessi finanziari, un'area vicina a insediamenti così rilevanti dal punto di vista degli impatti urbanistici e ambientali e degli impatti positivi dal punto di vista finanziario, forse una strada potrebbe esserci io provo a esporla, perché mi è venuta in mente proprio adesso, che è una strada non risolutiva di per sé, ma che potrebbe agevolare un rapporto tra i Comuni, entro il quale non il ragionamento secco dell'ICI, che andrà sempre al Comune che ospita l'insediamento, ma rapporti diversi di carattere finanziario tra i vari Comuni potrebbe innescarsi.
Se si dicesse in una norma urbanistica, ad esempio, che gli insediamenti degli ipermercati oltre una certa soglia sono obbligatoriamente soggetti a un Piano Regolatore intercomunale.
Obbligatoriamente, cioè tu Comune vuoi, su una grandiosa area industriale costruire un gigantesco ipermercato? Bene, se tu Comune, piccolo o grande che sia, vuoi fare questo, non fai la variante del tuo Piano Regolatore; tu obbligatoriamente fai la variante del Piano Regolatore intercomunale del Comune tuo e contermini.
A quel punto, una norma di questo genere capite che genera tra i Comuni insieme l'obbligo di fare una variante intercomunle di Piano Regolatore; in quell'ambito i Comuni discutono di tutto: della viabilità, delle strade delle scuole, ecc.; discutendo di quello, ci potrebbe essere una ripartizione degli oneri per realizzare alcune strutture per riequilibrare un po' questo squilibrio che si crea.
E' un'idea, non dico che sia la soluzione, però l'ho voluta esporre colleghi, perché mi sembra che anche i colleghi più scettici su questa possibilità non sono però estranei a considerare che, in effetti, lo squilibrio c'è e che potrebbe essere perlomeno attenuato, se non ridotto.
L'attenuazione potrebbe essere un percorso urbanistico che obbliga i Comuni a colloquiare e a decidere insieme. Di lì, ci possono essere delle conseguenze a cascata, anche di carattere positivo. Poi, decisa il primo firmatario cosa fare...



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

No, ma è congruo, nel senso che sta nella variante urbanistica; si potesse fare la variante urbanistica obbligatoriamente intercomunale, non ci sarebbe più la solitudine del Comune piccolo che decide il grande insediamento ai confini dell'altro.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Ma per tutte le tipologie produttive, non solo per questa.



CHIEZZI Giuseppe

Infatti questa è la critica che noi facciamo a questa legge che tratta solo il commercio, che ha svolto anche il collega Saitta. E l'industria? Il silenzio-assenso: perché per me e non per te o per lui? Siamo dentro un'ottica settoriale fondamentalmente sbagliata - l'ho già detto all'inizio - perché il territorio non si governa a pezzi, a fette, a settori, avrebbe bisogno di un unico strumento.
Ma ancora ieri, in Commissione, avete taciuto, di fronte ad un'ulteriore invenzione del 102º strumento di progetto, di intervento urbano che è stato inventato in Italia, con un'ulteriore frammentazione.
Quindi, il problema esiste, non è risolto, però penso che la pianificazione intercomunale potrebbe essere un sostegno per attenuare, se non eliminare, il problema che il collega Riggio ha sollevato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

L'osservazione "Se lo facessimo per questo, perché non farlo per interventi di carattere industriale" (detto dall'Assessore alle attività produttive), mi sembra debole.
Noi abbiamo l'obbligo di fare programmazione su area vasta, quindi giro la domanda all'Assessore: è vero o non è vero che da un lato abbiamo la grande distribuzione e dall'altro abbiamo una miriade di piccoli Comuni che sono il terreno ideale per arrivare a realizzare una situazione di disequilibrio?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

E' vero.



RIGGIO Angelino

Se è vero questo, l'Assessorato regionale alle attività produttive, che ha obbligo di programmazione per favorire uno sviluppo armonico sul nostro territorio, che cosa fa, per impedire che si arrivi a costruire questo mccanismo di "di sviluppo", di sviluppo non armonico? Che cosa propone? In merito alla questione che poneva il collega Chiezzi di prevedere uno strumento urbanistico: nella formulazione si parla genericamente di un accordo socio-economico. Ciò significa che la Provincia, non solo per i Comuni contermini (come si dice nell'articolo precedente), ma per tutti i Comuni che in qualche modo possono essere coinvolti in base alla capacità dell'intervento in termini di dimensioni, di tipologia commerciale e di capacità di attrazione... Quali Comuni debbono essere coinvolti per fare questo accordo? Quale sarà la caratteristica di questo accordo (poi tocca alla regia della Provincia, pare)? La Conferenza dei servizi, tra l'altro, è uno strumento puramente tecnico, in cui c'è la possibilità di dire semplicemente "sì" o "no". Ma discutere insieme - adesso ho voluto estremizzare - di quali siano le ricadute e insieme costruire dei meccanismi, affinché questo intervento che può favorire lo sviluppo locale...
Io non sono contrario al fatto che si realizzino grandi interventi commerciali, assolutamente; la grande distribuzione può essere un fattore di sviluppo locale: chi l'ha detto che debba essere necessariamente un fattore che lo distrugge? Però, se lo sarà o non lo sarà; se sarà strumento di sviluppo locale in modo armonico oppure creerà invece nuove disuguaglianze, dipende dalla nostra capacità di programmazione.
La nostra capacità di programmazione si misura qui, nella costruzione di questa legge.
Quindi, la domanda che io faccio all'Assessore è: quali strumenti l'Assessorato alle attività produttive mette in campo per fare in modo che questi due soggetti (da un lato la grande distribuzione dall'altro i piccoli Comuni) possano confrontarsi in modo tale che si abbia sviluppo armonico e non problemi di nuove disuguaglianze? Cosa propone in questa legge? Desidero aggiungere solo una cosa: io non so che destino avrà questo emendamento; in ogni caso noi lo manteniamo e, se non dovesse essere votato, se non dovesse avere la maggioranza, noi lo invieremo comunque alle Province, affinché siano avvertite di quello che è un ruolo, una loro competenza rispetto ai Piani di area e in rapporto allo sviluppo su area vasta.



PRESIDENTE

La parola alla Giunta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Devo dire che noi dobbiamo rispettare la norma nazionale. Chiedo al collega Riggio se lui riesce a fare tutto questo nei termini che stabilisce la norma nazionale, secondo la quale la Conferenza dei servizi va convocata entro 60 giorni...



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ma dalla data di ricevimento della domanda.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Va bene, ma io chiedo se entro 60 giorni è possibile mettere in piedi tutto questo meccanismo; inoltre, mi chiedo in che modo si possa farlo praticamente.
Io, sul concetto, sono anche disposto a discutere, e pure in modo serio.
Facciamo un disegno di legge da inviare al livello nazionale, in cui si chieda, ad esempio, che l'ICI, in alcune situazioni, venga ripartita su area più vasta.
Mi rendo conto che, in una realtà da 1206 Comuni, ci sono dei Comuni da 100 abitanti, dove puoi squilibrare un'intera area. Ma noi abbiamo a che fare con gli Enti, che sono quello che sono (Comuni, Province, Regioni) e con una normativa nazionale che è di questo tipo.
Un intervento diverso può dunque essere fatto solo in una legge generale di riforma urbanistica, nella quale prevedere - e qui sono d'accordo con il Consigliere Chiezzi, anche se finora sono stati un fallimento - i Piani regolatori intercomunali.
Per quanto riguarda la parte commerciale, noi in questa legge abbiamo già previsto dei meccanismi di insediamento di un certo tipo, quindi con riferimento non al singolo Comune, ma a bacini ed aree di programmazione omogenee.
Abbiamo già fatto questo ragionamento proprio per verificare la compatibilità; quello che non è possibile attuare è un meccanismo coercitivo che ripartisca questo sistema, perché una norma di questo genere, inserita in modo coercitivo, diventa una norma di blocco. Pertanto il risultato potrebbe essere una bocciatura della legge da parte del Governo, oppure un silenzio-assenso automatico su tutti gli insediamenti.
Dobbiamo tenere i piedi per terra. Se si vuole utilizzare l'emendamento come un passe-partout di propaganda, il Gruppo dei DS è libero di fare quello che ritiene, ma non mi sembra un modo serio...



RIGGIO Angelino

Queste cose falle dire all'Assessore D'Ambrosio...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Io dico che non è compatibile con l'attuale quadro di normativa nazionale.
Prima della chiusura della legislatura discuteremo la riforma urbanistica; in quella sede ci sarà la possibilità di valutare queste considerazioni, che dovranno riguardare tutti gli inserimenti produttivi rilevanti perché anche la fabbrica composta da cinquemila persone ha lo stesso impatto, e qui sono d'accordo con il Consigliere Chiezzi stranamente! - nel dire che sono tantissimi gli inserimenti che hanno una grande valenza sovraccomunale (vedi gli inceneritori) e vanno affrontati in quella sede.
Ecco perché mantengo la contrarietà.



PRESIDENTE

Riassumendo, l'emendamento viene mantenuto.
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Parto proprio dall'ultima provocazione dell'Assessore Pichetto: "Perch non si fa anche per gli inceneritori?".
Assessore, la Regione l'ha fatto e con quei tempi a cui lei faceva riferimento, quindi non è una novità. In alcuni campi si è fatto, perch non si sta troppo con i piedi per terra, ma si cercano soluzioni, mentre in altri non è stato fatto.
Penso che argomenti di questa natura dovrebbero essere inseriti nel contesto della legge e che tutta la legge dovrebbe essere formulata in questo modo. Credo che i termini della discussione non siano proprio "da assemblea", perché la legge è già stata in parte definita in Commissione cioè non si tratta di sollevare idee all'ultimo momento ed inserirle in modo improvvisato. Questo è sicuramente un problema serio, è un discorso che dovrebbe improntare qualsiasi tipo di attività legislativa: svolgere un lavoro serio in Commissione e, in assemblea, fare quei ritocchi che devono essere fatti, perché ogni Consigliere regionale deve, in qualsiasi momento esprimere appieno la propria capacità di intervento, ma rifare una legge nel dibattito convulso dell'aula è un rischio. Questa non è una novità.
Abbiamo discusso ed approvato qualche mese fa la nuova legge sulla valutazione di impatto ambientale e sappiamo che, in effetti, anche gli impianti tecnologici per il trattamento dei rifiuti, di qualunque tipo essi siano, hanno una valenza che va al di là del Comune contermine. In questo caso, la legge prevede che alla Conferenza dei Servizi, pur nei tempi di 60 giorni, sia invitato non soltanto il Comune in cui sarà ubicato l'impianto ma anche i Comuni contermini.
Pertanto, non è che la Regione Piemonte non abbia fatto nulla. Si è avviata nella direzione di coinvolgere tutti i Comuni pesantemente interessati all'intervento e ritengo che così si debba continuare, perché i problemi di programmazione economica, ma anche di programmazione viaria hanno delle valenze sovracomunali e occorre fare uno sforzo per coinvolgere una pluralità territoriale quando sia opportuno.
Abbiamo sentito la risposta dell'Assessore. Ritengo utile inserire nel contesto della discussione della legge uno stimolo di questo tipo, se non altro perché l'Assessore ne tenga conto quando dovrà applicarla; se la questione non sarà assorbita nella legge, sarà comunque tenuta in considerazione nel momento in cui si opererà concretamente e naturalmente nelle deliberazioni conseguenti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

I colleghi che hanno presentato questo emendamento (Miglietti Bortolin, Peano e quant'altri) affrontano una questione vera, molto vera che è la fotografia dell'esistente.
Scusi, Assessore Pichetto, vorrei la sua attenzione perché intendo fare una proposta. Sappiamo tutti che, quando vi è un grande insediamento, le problematiche esistono. E' altrettanto vero che gli strumenti a nostra disposizione non sono sufficienti; abbiamo verificato, ad esempio, che i conteggi riguardanti i parcheggi o i coefficienti riguardanti la viabilità non reggono. D'altro canto, questo vale per le grandi strutture e penso alle problematiche che l'insediamento del C.A.A.T., che è in itinere, ha determinato fra i Comuni contermini, con il collegamento delle problematiche collegate al grande bacino, che in questo caso è Torino, e l'area metropolitana. Questo vale non solo per le aree metropolitane, ma laddove esistono caratteristiche simili.
Le sa, Assessore, che io mi sono già espressa, in altre circostanze, in modo non favorevole rispetto al coinvolgimento della Provincia, per le ragioni che ho già detto e che richiamo per brevità.
Ritengo che anche la risposta dell'Assessore abbia un margine di fondatezza. L'Assessore Pichetto sostiene che se inseriamo l'emendamento proposto nel testo della legge, esso, poiché non trova un'interfaccia nazionale, è un motivo per far decadere il testo e magari avere conseguenze anche più negative.
Resta il fatto che l'emendamento esiste ed anche la problematica.
Pertanto - Assessore Pichetto e collega Chiezzi - trasformerei l'emendamento in un ordine del giorno che chieda al Ministro competente per materia nazionale di attuare, nel settore del commercio, quello che già avviene, per esempio, nel settore dell'ambiente. Infatti, la legge Ronchi prevede e regolamenta le valutazioni di impatto ambientale per tutte le procedure collegate e noi, Regione, a fronte del fatto che questo è previsto dalla normativa nazionale, abbiamo potuto prevedere la delibera o la legge di valutazione di impatto ambientale.
Farei questa proposta, nel senso di trasformare questo emendamento in un ordine del giorno che mette in evidenza tutti i problemi e li prospetta in maniera problematica, compresa la questione della Provincia, che non è tanto - colleghi, se mi permettete - il discorso Provincia in quanto ente ma in quanto autorità sovracomunale. A questo punto, allora, l'ordine del giorno dovrebbe concludersi con l'invito al Governo, e per esso al Ministero competente, di trovare le forme e i modi per recepire, in una normativa di carattere nazionale, questa esigenza che per le aree metropolitane e per i grandi insediamenti ha una effettiva fondatezza ormai verificata e consolidata.
Questo emendamento, così com'è, pur comprendendone le motivazioni, non lo potremmo votare, perché non si può votare un emendamento che si sa che in qualche modo non risponde alle condizioni.
Esiste anche un altro aspetto dell'ordine del giorno: che questa materia sia recepita anche quando là dove si discuta, qui in Regione, la normativa di carattere urbanistico.
Se trasformassimo questo, la discussione che è stata fatta e le questioni poste che sono effettive, che sono serie e che sono il frutto dell'esperienza di questi anni, non cadrebbero.
Mi sono permessa di fare questa proposta ed è per questo che ho richiamato la vostra attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Peano; ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Presidente, ho chiesto di intervenire per fare una proposta sul prosieguo dei lavori.
L'art. 4, riguardante la normativa urbanistica, che quindi maggiormente ha inserimenti urbanistici all'interno di questa legge, potrebbe non essere votato oggi, ma rinviato alla prossima seduta. Dico questo perché potrebbe essere opportuno, Presidente, verificare l'opportunità, come il Consigliere Chiezzi ha accennato prima, che non riguarda il fatto che i Comuni, per un grande insediamento, debbano fare una variante intercomunale, ma una variante specifica soltanto per quell'insediamento; quindi, la cosa è più semplice. La modifica potrebbe essere pensata per la prossima seduta consiliare e inserita all'interno di questo art. 4.
Ho fatto questa proposta perché, lei Assessore Pichetto, ci ha sollecitato a riflettere su questo argomento: è la variante specifica soltanto per questo tipo di insediamento, soltanto per questo.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PEANO Piergiorgio

Soltanto su questo; non è una variante complessiva, ma è solo su questo tipo di insediamento e sugli effetti che provoca.
Inserito come norma urbanistica di variante specifica, non credo che vada a rimettere in discussione tutto il testo della legge nazionale perché riguarda una norma urbanistica; come noi interveniamo sulla legge n.
56, possiamo intervenire anche con questa indicazione, con questa proposta.



PRESIDENTE

Qual è il parere della Giunta su questo?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Ho espresso la mia condivisione dell'importanza del tema.
Devo dire però che mi ha spaventato l'intervento del Consigliere Peano perché oggi siamo al 15 ottobre: se interveniamo su questo disegno di legge con dei meccanismi di questa portata, io dichiaro in quest'aula, a verbale che corriamo il serio rischio di avere non 50 domande di inserimento di grande distribuzione al 1 novembre, perché 50 potrebbe andare, anche se spaventa già come numero, ma 5.000! E 5.000 è un numero che potrebbe anche starci! Quindi io chiedo ai colleghi, dico 5.000...



CHIEZZI Giuseppe

Ma perché?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Perché su tutte le aree commerciali chiunque manda la domanda per l'inserimento della distribuzione. Perché in assenza di legge...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Per fare un centro commerciale! C'è la strada aperta: 5.000 domande...
Poi io penso che almeno dieci aree a destinazione commerciale per Comune ci saranno e visto che ce ne sono dieci per Comune, sono diecimila, metti solo che uno ogni due vedano la domanda...
Questo è lo scenario, se continuiamo a portare in aula argomenti di questa portata! Con questo continuiamo a perpetrare il discorso, perché se noi approviamo oggi la legge dandogli l'urgenza, quindici giorni da oggi vuol dire che diventa operativa a fine mese; se la approviamo martedì, andiamo al due novembre (abbiamo il primo novembre scoperto, ma si può ovviare con qualche meccanismo di ordine burocratico, ci sono dei privati che lavorano anche nei giorni di festa, tanto a fare una domanda si fa in fretta, mentre si legge il giornale!). Se andiamo oltre, io voglio che vada a verbale, che sia proprio registrato, che lo scenario non è prevedibile! Questo voglio farlo presente: che siano coscienti tutti i colleghi che portano elementi su cui abbiamo fatto mesi di discussione; il disegno di legge è dal mese di aprile che è in Commissione, l'abbiamo licenziato a fine luglio, non con colpi di mano, ma con discussione articolo per articolo, con un contributo rilevante da parte di tutti, rilevante da parte dell'opposizione! Questo io lo riconosco, proprio nelle valutazioni anche puntuali, ma adesso o siamo in grado di approvarlo o altrimenti lo scenario non è più prevedibile! Questo è il discorso! E mettere dentro meccanismi che riguardino solo - questo si può fare certo, all'art. 7 - la grande distribuzione, non altre realtà produttive non una considerazione più globale che può essere messa in norma urbanistica, ma con tutta una serie di cautele, tenendo conto di quelli che sono gli istituti nostri, perché parliamoci chiaro non è possibile continuare con il sistema del coltello! Li abbiamo fatti gli accordi di programma, io presiedo il Comitato di vigilanza dell'accordo sul CAAT! Vada a verbale che ho sempre e solo fatto mediazioni su tanti ricatti! Sono pronto a dichiararlo ovunque: di un Comune che ricattava l'altro, che ricattava la Provincia; oppure dell'organizzazione che complessivamente gli enti ricattavano il CAAT e il CAAT viceversa poneva le condizioni ai Comuni o alla Provincia. Non è un meccanismo serio! Perché gli accordi di programma si fanno di volontà quando c'è un comune interesse oppure si trova un meccanismo diverso. Il meccanismo diverso deve essere chiaro, di legge! Altrimenti non si governa con il sistema del coltello dietro la schiena, perché un meccanismo del genere sarebbe solo da coltello dietro la schiena! Questa è la mia opinione, forse un po' troppo cruda - chiedo scusa ai colleghi, forse doveva esprimerla in modo un po' più sciacquata - ma è la mia opinione sull'intervenire con un meccanismo sulla normativa urbanistica che vada oltre quelle che sono le norme della legge n. 56 attuale. Io parlo della L.R. 56 attuale; quando ci sarà la nuova legge urbanistica o la revisione della L.R. 56, quello che il Consiglio valuterà di fare, si potrà analizzare. Ma allora si analizza tutto, in modo puntuale. Discorsi di questa portata non possono essere inseriti con un emendamento, in aula.
Questo quanto intendevo dire.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, visto che i nostri lavori devono terminare per permettere la riunione della III Commissione convocata alle h. 13,45, chiederei di sospendere il Consiglio.
Relativamente all'ultima parte della legge, Assessore, nessuno di noi intende impedirne l'approvazione in tempi utili - "onde evitare...". La sospensione dei nostri lavori - d'altronde la chiusura del Consiglio è prevista per le 13,30 - consentirebbe a noi, firmatari dell'emendamento, un minimo di riflessione alla luce del suo primo intervento e delle considerazioni mosse dalla Consigliera Spagnuolo; elementi che potrebbero produrre l'efficacia del ritiro - magari - dell'emendamento e la presentazione di una proposta di ordine del giorno nel quale contemplare alcune richieste, rivolte al governo nazionale e magari anche alla stessa Regione.
La mia, Presidente, vuol essere solo una mozione d'ordine.



PRESIDENTE

Rilevando come si sono faticosamente sviluppati i lavori nella giornata odierna, ritengo opportuno chiudere i lavori del Consiglio.
(Commenti fuori microfono dell'Assessore Pichetto)



PRESIDENTE

L'ipotesi di non chiudere l'art. 4 è per evitare che eventuali votazioni apportino appesantimenti ulteriori sul prosieguo dell'esame della legge.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



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