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Dettaglio seduta n.394 del 06/10/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Farassino, Ferrero, Ghigo Minervini e Pazé.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g. "Approvazione verbali precedenti sedute" comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 27 maggio 1, 2, 3 e 6 luglio 1999. Verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Relazione della Corte dei Conti


PRESIDENTE

Comunico inoltre che entro la giornata odierna distribuirò ai Capigruppo copia della relazione che ho ricevuto dalla Corte dei Conti. Si tratta di una relazione corposa che merita un approfondimento.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazioni nn. 2417 e 2810 presentate dalla Consigliera Spagnuolo in merito a "Problematica inerente l'organizzazione della Mostra Leonardo e le meraviglie della Biblioteca Reale di Torino"


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" passiamo ora all'esame delle interrogazioni e interpellanze.
La Giunta ha fatto pervenire all'Ufficio di Presidenza l'elenco delle interrogazioni e interpellanze per le quali vi è disponibilità di risposta.
Fra quelle sollecitate c'era l'interrogazione n. 2703 del Consigliere Vindigni inerente a "Attività convenzionale SITAF" alla quale deve rispondere l'Assessore Botta (così è scritto nell'elenco, ma presumo che si debba intendere anche l'Assessore Cavallera); dal momento però che non è presente l'interrogante la rinviamo in attesa che giunga il Consigliere Vindigni.
Passiamo quindi all'esame delle interrogazioni nn. 2417 e 2810 relative alla Biblioteca Reale di Torino presentate dalla Consigliera Spagnuolo, che sono le prime in elenco.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni e sistemi culturali

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, innanzitutto devo dire che quelle presentate dalla collega Spagnuolo sono due interrogazioni molto pregevoli.



(Commenti della Consigliera Spagnuolo)



LEO Giampiero, Assessore ai beni e sistemi culturali

Me l'ha detto il Presidente, non ho chiesto io di rispondere subito.



PRESIDENTE

Consigliera, io avevo cercato di far dare la risposta ad un'altra interrogazione, che però è stata rinviata in assenza dell'interrogante.
Queste sono due interrogazioni che lei aveva presentato...



SPAGNUOLO Carla

Presidente, la ringrazio, ma io avevo sollecitato in verità la risposta all'interrogazione sull'Istituto Zooprofilattico.



PRESIDENTE

Cominciamo con queste e poi passeremo all'interrogazione sull'Istituto Zooprofilattico.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Io mi tenevo pronto per ogni evenienza, non era concordato.
Comunque, se posso fare qualche commento al di là della risposta ufficiale, faccio rilevare che proprio a seguito di queste interrogazioni presentate come al solito da persona molto intelligente e molto competente nella materia, ho convocato un'apposita riunione con i miei Uffici.
Procedo alla lettura della risposta: "Con riferimento alle interrogazioni nn. 2417 e 2810 presentate dalla Consigliera Spagnuolo in merito a 'Problematica inerente l'organizzazione della Mostra Leonardo e le meraviglie della Biblioteca Reale di Torino', si precisa quanto segue.
L'esposizione 'Leonardo e le meraviglie della Biblioteca Reale a Torino' è il risultato di una impegnativa opera di realizzazione di un caveau (che rimarrà anche per le altre occasioni) dove ospitare la collezione di disegni della biblioteca e di una messa a norma degli arredi e degli impianti della Biblioteca Reale realizzata congiuntamente dalla Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino (Consulta delle associazioni private industriali che è davvero un buon modello anche per le altre città perché questo insieme di mecenati collabora intensamente con la Regione), dall'Assessorato alla cultura Direzione Beni culturali della Regione Piemonte e dal Ministero dei Beni culturali - Sovraintendenza Beni artistici e storici del Piemonte.
L'intervento è stato definito sulla base di una convenzione che oltre a precisare compiti e responsabilità dei vari soggetti prevede altresì che la Biblioteca Reale e la Regione si impegnino, anche con la collaborazione della Consulta per la valorizzazione dei Beni artistici e culturali, a garantire ogni anno una mostra sui tesori della Biblioteca tra i quali l'autoritratto di Leonardo.



PRESIDENTE

Per cortesia, Consiglieri! Se parla il 90% dei colleghi in aula, non è possibile sentire nulla. Non dico di rispettare il cosiddetto "religioso silenzio", ma almeno che la percentuale dei colleghi che parla sia molto contenuta.
Prego Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni e sistemi culturali

Dicevo di "garantire ogni anno una mostra". Già questo, quindi, è un primo spunto che viene dall'interrogazione della collega Spagnuolo: che giustamente ci sia una continuità. Questo primo suggerimento della collega Spagnuolo viene pienamente accolto.
"Per la realizzazione della manifestazione 'Leonardo e le meraviglie della Biblioteca Reale a Torino' che si è tenuta dal 20/11/98 al 31/1/99 la Biblioteca Reale, che comunque mantiene la responsabilità scientifica della manifestazione, ha voluto che per la biglietteria e la prenotazione delle visite e la gestione del bookshop ci si avvalesse di un raggruppamento capeggiato da Elemont. Quindi questa scelta è stata veicolata dalla Sovraintendenza. Raggruppamento che aveva vinto una gara tenuta dal Ministero dei Beni culturali ai sensi della legge n. 3/94 (Legge Ronchey) per la fornitura ad alcuni istituti bibliotecari e museali torinesi di servizi analoghi a quelli citati.
L'inadeguatezza dei servizi offerti - quindi la collega Spagnuolo ha ragione - è stata più volte evidenziata (anche per iscritto, con lettere che possiamo allegare) dalla Direzione Beni Culturali, che aveva proposto una gestione locale di questi servizi, ma la posizione, cara collega, non tanto della Biblioteca Reale, quanto proprio del Gabinetto del Ministro è stata fermissima nel chiedere che fossero le Ditte che avevano vinto la gara con il Ministero a gestire, perché sono beni ministeriali. Noi, come Regione, avevamo proposto, invece, che fosse un raggruppamento locale, più controllabile nell'efficienza. Quindi, come dicevo, la posizione è stata fermissima nel ritenere utile avvalersi del raggruppamento sopra citato.
Abbiamo dunque introdotto alcuni elementi migliorativi del servizio rispetto a quelli previsti dalla convenzione tra il Ministro e il raggruppamento.
Questi interventi sono stati introdotti proprio al seguito e per merito dell'interrogazione della collega Spagnuolo.
Gli elementi introdotti sono i seguenti: la prenotazione di gruppi scolastici pagando un'unica prenotazione per il bollettino e non per singola persona, e comunque applicando una riduzione ai gruppi sul biglietto d'ingresso l'obbligo che una guida su due fosse accompagnata la possibilità di prenotarsi presso la biglietteria stessa.
Malgrado questi modesti miglioramenti, l'Amministrazione regionale ha più volte manifestato disagio per il tipo di servizio, consapevole di quanto esso non fosse all'altezza della situazione, perché troppo rigido e pensato centralisticamente.
In qualche modo questo ci rafforza sull'ipotesi del processo di federalismo nella richiesta che questi beni siano coordinati a livello locale.
Io sarò a Spoleto l'11 ottobre, lunedì prossimo, ad un incontro con il Ministro Melandri proprio su queste materie, per portare di nuovo questa richiesta: che il Ministero mantenga la tutela, mantenga la supervisione ma questo è un caso evidente dell'utilità di una gestione locale, per giunta dati gli ottimi rapporti della Regione con le Sovrintendenze, che non si opporrebbero ad un coordinamento della Regione (ma è proprio una direttiva ministeriale che queste gare siano tenute centralisticamente).
Quindi sarebbe utile che il Ministero concedesse questi agreements, che il Ministro Veltroni era già dell'avviso di concedere, ma il cambio di Ministero ha provocato una rimessa in discussione per comprensibili ragioni (la burocrazia ministeriale ha avuto di nuovo buon gioco nel porre posizioni di rigidità); comunque, ripeto, l'11 ottobre a Spoleto abbiamo un incontro con il Ministro Melandri per discutere di queste cose.
Per quanto riguarda la comunicazione, la stessa è stata organizzata dalla Consulta per la valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino avvalendosi di una società specializzata.
Anche su questo punto, l'Amministrazione regionale ha manifestato verbalmente una non completa soddisfazione; la campagna ha comunque avuto una buona eco di stampa.
In vista delle prossime esposizioni previste per il 1999 e gli anni successivi, la Regione ha richiesto e ottenuto che la gestione dei servizi di accoglienza sia direttamente gestita dalla Consulta per la valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e che per quanto riguarda la comunicazione sia espletata una vera e propria gara, mettendo a concorso dei progetti per la campagna di comunicazione e affidandone la realizzazione alla società che avrà predisposto il progetto ritenuto più efficace.
Ultima cosa. In vista della prossima esposizione, che sarà fra un mese circa, io proporrei alla Commissione di relazionare, anche alla prossima riunione, su quali sono stati i passaggi.
Lo dico, non per piaggeria: questa interrogazione è stata preziosa perché è stata un elemento di forza per l'Assessorato poter dire al Ministero "Guardate che su questo c'è una richiesta consiliare". Noi, a seguito di questo, abbiamo fatto lettere, documenti e ottenuto queste cose che sono già abbastanza notevoli.
Ma desidererei venire a riferire in Commissione anche sull'organizzazione della prossima mostra. Grazie molto per l'interrogazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Pochi minuti per prendere atto della risposta dell'Assessore Leo, che segue le nostre due interrogazioni presentate sulla Mostra "Leonardo e le meraviglie della Biblioteca Reale di Torino" il 21 gennaio 1999 e nel luglio 1999.
La data di riapertura del 28 ottobre è confermata, Assessore? Bene.
Noi, evidentemente, saremo presenti.
Siamo lieti e prendiamo atto positivamente di quanto ci dice l'Assessore, ovvero che la nostra interrogazione è stata utile.
Noi abbiamo sempre cercato di collocarci come un'opposizione che cercasse di mettere in evidenza le carenze, non soltanto della Regione Piemonte, ma anche degli Enti, degli Organismi e delle Istituzioni culturali che (come in questo caso) lavorano con la Regione Piemonte, e di intervenire sulle questioni più rilevanti.
Il fatto che ci sia una mostra di Leonardo alla Biblioteca Reale e che questa venga riproposta è uno di quegli eventi culturali che impongono che la qualità dell'evento sia assolutamente elevata. E se la qualità dell'evento non è in questa direzione, l'immagine della Regione e degli Organismi culturali e le Istituzioni che sono collocate ne viene ad essere fortemente danneggiata.
In questo senso, quindi, ci auguriamo che le osservazioni siano state utili: lei ce ne ha dato conferma.
Alla fine di ottobre noi saremo presenti alla riapertura a Torino della Biblioteca Reale per ripresentare l'autoritratto di Leonardo e gli altri capolavori (sono confermati? Non lo so; lo vedremo); eventualmente, come ha detto l'Assessore, chiederemo una relazione in Commissione per mettere a punto le questioni che sono state rappresentate.
In conclusione, nella nostra interrogazione, noi dicevamo che non è più possibile una ricaduta di stile di organizzazione su un tema così importante, in una realtà di istituzione culturale così qualificata e aggiungevamo - "alle soglie del 2000 e anche con l'impegno del Giubileo alle porte".
Siamo dunque lieti di essere stati presi in considerazione e saremo vigili, affinché quanto abbiamo segnalato e quanto adesso ha detto l'Assessore trovi una puntuale applicazione.
Chiederei alla cortesia dell'Assessore Leo il testo della risposta scritta.


Argomento: Nomine

Interpellanza n. 2821 dei Consiglieri Spagnuolo e Angeli inerente a "Nomina componenti del Consiglio d'amministrazione dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2821 presentata dai Consiglieri Spagnuolo e Angeli, alla quale risponde l'Assessore D'Ambrosio.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, posso illustrarla?



PRESIDENTE

Prego. La parola alla Consigliera Spagnuolo per l'illustrazione.



SPAGNUOLO Carla

Su tale questione, credo che l'aula dovrebbe essere forse meno distratta, perché si tratta - lo voglio segnalare anche ai colleghi - di un'interpellanza che solleva una questione molto, molto delicata.
Il Consiglio regionale, con delibera n. 124 del 18 ottobre 1995, che divenne esecutiva ai sensi della legge regionale n. 29, ha nominato sette componenti del Consiglio d'amministrazione dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.
Desidero anche richiamare il fatto che le nomine sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 48 nel novembre 1995 per la precisione, a pag. 10388.
I Consiglieri uscenti dello Zooprofilattico, che erano stati eletti nella passata legislatura '90-'95, nonostante queste nomine sono tuttora in carica; ripeto: sono tuttora in carica, contrastando con la regolamentazione secondo la quale, decorso il termine massimo di proroga gli organi amministrativi decadono.
Uno dei componenti del nuovo Consiglio d'amministrazione non è mai stato chiamato in carica, nonostante i numerosi solleciti e le richieste formali indirizzate al Presidente della Giunta regionale, a cominciare dal febbraio 1997.
Scrisse pure al Presidente della Commissione Nomine del Consiglio regionale, al Presidente del Comitato di controllo dello Zooprofilattico in quanto non poteva, pur essendo stato nominato, espletare il proprio mandato ai sensi dell'art. 15 della Legge regionale n. 39.
Si tratta di una situazione gravissima che lede un diritto acquisito e che determina nell'interessato un'offesa di tipo morale e materiale, così come egli ha più volte ritenuto di denunciare in tutte le sedi.
Vi sono state e vi sono, in questa situazione dello Zooprofilattico certamente delle irregolarità, delle omissioni e dei ritardi. Tutto questo avviene in un importante istituto pubblico di ricerca, che è lasciato in condizioni di incerta responsabilità dirigenziale e in una situazione ripetiamo - di irregolarità.
Abbiamo presentato nel luglio del '99 questa interpellanza, per capire il motivo per cui non è stata data esecutività - lo voglio sottolineare ai colleghi - ad una delibera che aveva tutte le caratteristiche per essere esecutiva: la delibera n. 124 del 18 ottobre del '95. Si tratta di una situazione molto delicata: vi è un esposto alla Procura della Repubblica sull'Istituto Zooprofilattico, presentato da uno dei nominati che è a mani della sottoscritta, e se lo stesso Presidente del Consiglio, trattandosi di nomine, intende averne, gliela farò avere.



PRESIDENTE

Non lo conosco; se me lo farà avere, ne prenderò visione.



SPAGNUOLO Carla

Certo, ma la cosa molto grave è che anche la Giunta è stata contattata più volte in merito, ma non c'è stata una risposta, né una presa di posizione.
Sappiamo che vi è stata un'attivazione a seguito della nostra interpellanza, ma crediamo che su questa materia anche la Presidenza del Consiglio regionale, che ha una competenza sulla questione delle nomine debba intervenire.
Questa è l'apertura dell'interpellanza, per cui mi riservo di intervenire dopo la risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Cortesi colleghi, rispondo in merito all'Interrogazione urgente n° 2821 dei Consiglieri Spagnuolo e Angeli "Nomina dei componenti del consiglio di amministrazione dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d'Aosta".
La questione sollevata dai Consiglieri Spagnuolo ed Angeli è ben nota al sottoscritto ed ai funzionari dell'Assessorato.
Trattasi di una vicenda intricata dal punto di vista procedurale sia a causa dell'interregionalità dell'Ente sia a causa del sovrapporsi di diverse normative regionali e nazionali. Ulteriore elemento di complicazione è derivato dall'incertezza normativa dovuta al succedersi di norme a carattere legislativo nazionale formalmente assunte nella veste di decreto legge ripetutamente reiterato.
Al fine di fugare ogni eventuale dubbio circa la "consolidata e reiterata non volontà degli organi regionali di dare esecutività alla delibera n. 124 del 18 ottobre 1995", nonché sulle presunte "irregolarità omissioni varie, ritardi o altro", poiché i motivi che hanno indotto la Giunta ad operare, come in seguito si vedrà, si basano essenzialmente su ragioni non di opportunità bensì di diritto è necessario, preliminarmente richiamare le norme legislative di riferimento.
In particolare serve un accenno alle normativa relativa agli Istituti Zooprofilattici, poiché se da un lato è fuor di dubbio che la legge regionale 23 marzo 1995, n. 39, in materia di nomine possa assumersi a primo riferimento, è altrettanto certo che la stessa debba calarsi nella realtà sostanziale della vicenda ed adattare le sue disposizioni alla specifica fattispecie considerando altresì eventuali e successive norme statali. Infatti, una lettura della vicenda limitata alle disposizioni regionali in materia di nomine non può che portare a conclusioni distorte.
Ciò premesso, gli Istituti Zooprofilattici sono stati regolamentati essenzialmente da: legge 23 giugno 1970, n. 503 "Ordinamento degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali" legge 11 marzo 1974, n. 101 "Modifica della legge 23 giugno 1970, n. 503 sull'ordinamento degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali" legge 23 dicembre 1975, n.745 "Trasferimento di funzioni statali alle Regioni e norme di principio per la ristrutturazione regionalizzata degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali".
La sopra richiamata normativa nazionale è stata essenzialmente recepita dalla legge regionale 15 giugno 1979 n. 29 recante "Organizzazione e funzionamento dell'istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d'Aosta". Peculiarità della legge è che la stessa, lungi dall'essere espressione dell'autonomia normativa del Consiglio regionale del Piemonte, recepisce un accordo tra le regioni interessate.
La citata legge regionale ha rappresentato un riferimento pressoch univoco sino all'emanazione del decreto legislativo 30 giugno 1993, n. 270 recante "Riordinamento degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, a norma dell'art. 1, comma 1, lettera h), della legge 23 ottobre 1992, n. 421".
In conseguenza di questa norma statale, l'organizzazione degli istituti zooprofilattici doveva, ed ancora dev'essere modificata. L'art. 2 comma 5 prevede che per la disciplina delle modalità gestionali, organizzative e di funzionamento, le regioni emanino norme legislative; ovviamente per gli istituti interregionali le regioni provvedono di concerto. Prevede, tra l'altro, il citato decreto che i vecchi organi di gestione dello Zooprofilattico, ovvero il Consiglio di amministrazione, la Giunta esecutiva, il Presidente ed il Collegio dei sindaci, lascino il posto a dei nuovi organismi: il Consiglio di amministrazione, il Direttore generale, il Collegio dei revisori.
Incidentalmente si rammenta che in Consiglio regionale è giacente lo specifico disegno di legge, n. 436 e - non tutt'altro che incidentalmente perché all'ordine del giorno della IV Commissione, oggi pomeriggio, c'è la discussione del disegno di legge n. 436 - che anche in Parlamento da anni ormai giacciono più proposte di legge di riorganizzazione degli istituti zooprofilattici. L'incertezza a livello nazionale non aiuta certamente la speditezza dei lavori.
Tornando al decreto legislativo di riforma, si richiama l'attenzione agli articoli 9 e 10. L'originario art. 9, comma 3 del citato decreto legislativo 270/'93, recitava testualmente "Gli organi degli Istituti in carica alla data di entrata in vigore del presente decreto sono prorogati sino all'insediamento del Direttore generale e del nuovo Consiglio di amministrazione e, comunque, non oltre il 30 giugno 1994". L'originario l'art. 10, abrogando alcune norme contenute nella precedente normativa nazionale e caducando così anche le corrispondenti disposizioni di quella regionale, prevedeva invece che l'abrogazione avesse efficacia "dall'entrata in vigore dei regolamenti previsti dal presente decreto, e comunque a decorrere dal 1° gennaio 1994".
Come può ben vedersi, in prima istanza le fattispecie di cui agli articoli 9 e 10 prevedevano quali termini il verificarsi di precisi eventi e solo eventualmente, qualora gli eventi non si fossero verificati, il termine corrispondeva ad una data precisa.
In particolare l'articolo 9 prorogava i vecchi organi sino all'insediamento dei nuovi e solo eventualmente sino al 30 giugno 1994 l'articolo 10 manteneva in vita le vecchie disposizioni sino all'emanazione della nuova regolamentazione regionale e solo eventualmente sino al 1° gennaio 1994.
Ora, i termini riferiti ad una data precisa sono sempre stati spostati e da ultimo soppressi in virtù delle disposizioni contenute nei decreti legge di seguito specificati.
Consegue che i termini previsti dalla normativa in vigore, non sono più ancorati ad una data precisa, ma solamente vincolati al verificarsi di un evento ovvero l'insediamento dei "nuovi organi di gestione" (legassi organismi previsti dalla nuova normativa).
Tale evento però può legittimamente realizzarsi solo successivamente alla realizzazione dell'evento previsto dell'art. 10 ovvero una nuova normativa regionale che recependo gli accordi raggiunti dalle regioni interessate disciplini l'Istituto.
Come può quindi chiaramente desumersi dalla cronologia delle disposizioni succedutesi, dal punto di vista rigorosamente formale, risulta che i vecchi organi dell'istituto zooprofilattico potrebbero tuttora essere legittimamente considerati in carica e gli atti ed i provvedimenti da essi adottati ed i rapporti giuridici sorti sulla base degli atti stessi sarebbero validi a tutti gli effetti stante il comma 2 dell'art. 1 della legge di conversione del decreto legge 542/'96 che specificamente dispone in proposito.
In questa direzione era pure l'interpretazione avvalorata dal Comitato di Controllo sugli atti dell'istituto Zooprofilattico il quale traeva le proprie conclusioni anche del fatto che essendo la legge 23 dicembre 1996 n. 649 (di abolizione del termine della proroga degli organi) successiva alla legge 15 luglio 1994, n.444 (di disciplina della prorogatio degli organi amministrativi), avesse comportato una specifica deroga a quest'ultima.
A conferma che la scelta interpretativa adottata dalla Regione fosse non del tutto infondata, si segnalano le analoghe situazioni degli Istituti Zooprofilattici delle Venezie, della Lombardia - Emilia Romagna e della Puglia - Basilicata i quali pure non hanno rinnovato gli amministratori.
Risultano commissariati invece gli Istituti di Abruzzo - Molise, del Mezzogiorno, della Sicilia. L'istituto Umbria - Marche è disciplinato da una nuova legge regionale conforme al d.lgs. 270/93, mentre solamente lo Zooprofilattico del Lazio - Toscana ha rinnovato il vecchio consiglio di amministrazione.
La Regione Piemonte, fin dalla seconda metà del 1995, si era attivata sulla base delle segnalazioni di carenze amministrative, e dei pareri procedurali dell'allora segretario della giunta regionale e degli esperti della Regione Liguria. L'ipotesi del Commissariamento, su cui pareva concordare la Regione Liguria era stata esplorata e ritenuta opportuna; sia il sottoscritto che il Presidente si erano attivati a livello politico al fine di concordare con le altre Regioni l'indicazione di un professionista o di un dipendente che, per adeguate capacità professionali, fosse in grado di traghettare l'Istituto dal vecchio al nuovo sistema gestionale in attesa dell'approvazione delle leggi regionali di riorganizzazione.
Non si pervenne al commissariamento a causa del particolare meccanismo previsto dal combinato disposto degli articoli 7 ed 8 della legge regionale 29/'79, ai cui sensi lo scioglimento del Consiglio di amministrazione e la nomina del Commissario sono competenze del Comitato Interregionale di Controllo sugli atti dell'Istituto. Stanti le norme vigenti, il Comitato Interregionale di controllo era, in mancanza di accordo su una diversa interpretazione, vincolato a quella rigorosamente formale sopra esposta.
Sennonché i rappresentanti della Regione Liguria ultimamente designati in seno al Comitato di Controllo, hanno da subito riproposto la questione della legittima composizione del Consiglio di amministrazione, tant'è che per parte della Regione Piemonte si volle acquisire un ulteriore parere.
Anche quest'ultimo, non diversamente dagli altri era orientato all'ipotesi del commissariamento come atto doveroso.
In considerazione e conformemente ai pareri acquisiti, il Comitato di Controllo sull'Istituto Zooprofilattico, ha ritenuto, a maggioranza, di dover modificare il proprio orientamento sull'interpretazione normativa.
S'è ritenuto che per "organi in carica" dovessero intendersi non le singole persone fisiche che compongono l'organo, in qualità di agenti assegnati e preposti, bensì gli organismi quale centri di competenza amministrativa, e conseguentemente, che l'art. 9 comma 3 debba intendersi nel senso che resti in vigore la pregressa struttura fino alla nuova organizzazione prevista dall'art. 10 del citato decreto legislativo, facendo comunque salva la possibilità di sostituire, ove e quando previsto in osservanza delle norme in materia di nomine, i singoli individui il cui mandato sia scaduto.
Conseguentemente alla luce della rivista interpretazione, il Comitato di controllo ha ritenuto viziati di nullità gli atti. Poiché il vizio che si ripercuote sugli atti investe in primis l'organo di amministrazione ed anche poiché in considerazione dell'intervenuta l'abrogazione della legge della Regione Autonoma Valle d'Aosta - peraltro mai formalmente comunicata alle altre Regioni - non è possibile legittimamente rinnovare il Consiglio di amministrazione in modo da eliminare il vizio originario, il Comitato di controllo ha ritenuto indispensabile giungere al commissariamento dell'Ente al fine di ripristinare il regolare funzionamento in attesa di giungere nel più breve tempo possibile, all'approvazione del testo legislativo.
Mi sono altresì sentito nei giorni scorsi, e anche questa mattina, con il Presidente della Giunta regionale della Liguria, Mori, il quale è d'accordo sul commissariamento. Ha chiesto solamente che siano presenti oltre al Commissario, due Subcommissari in rappresentanza della Liguria e della Valle D'Aosta. La Valle D'Aosta ovviamente sollecita l'approvazione della legge. Se sarà possibile procedere alla nomina del Commissario e dei due Subcommissari, dal punto di vista legislativo, verrà definito in questi giorni.


Argomento: Nomine

Interpellanza n. 2935 del Consigliere Riba inerente a "Riordinamento dell'Istituto Sperimentale per il Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta - ex Decreto Legislativo 30 giugno 1993 n. 70"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza n. 2935.
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

Grazie Presidente. E' stato fatto riferimento anche all'interpellanza presentata dal sottoscritto sulla materia.
Assessore, bisogna andare un po' oltre alle cose che lei ha test esposto, perché, se le interpreto bene, si potrebbe pensare che l'idea del commissariamento è illegittima. A quanto pare è nata adesso ed è nata illegittima. Innanzitutto sarebbe necessario che si pronunciasse anche l'Assessore all'agricoltura, perché riguarda anche questo Assessorato. Del resto, dello Zooprofilattico si è sempre occupato l'Assessorato all'agricoltura di concerto con l'Assessorato alla sanità.
Ne sono sicuro, anch'io sono stato Assessore all'agricoltura. Forse era sbagliato, ma le cose funzionavano, adesso, invece, non più.
E' da quattro anni ormai che ci troviamo nella confusione totale.



(Voci in aula)



RIBA Lido

Ha sempre funzionato, perché è una struttura che riguarda anche l'agricoltura, poi la burocrazia la potete fare come volete; sono sempre provvedimenti di Giunta!



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, lasciate svolgere l'intervento al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Ha sempre funzionato, perché è una questione che riguarda direttamente e strettamente le esigenze dell'agricoltura. E', infatti, una struttura fondamentale per l'agricoltura e per tutte le attività connesse a quell'unico istituto di intervento sulle questioni della vigilanza e dell'attività che riguarda il funzionamento degli allevamenti e dei progetti-animali.
Non credo che la partita dell'istituto Zooprofilattico sia funzionalmente transitata a questioni che riguardano le USL; dal punto di vista funzionale sono sempre riferite all'agricoltura: questo è quanto a me risulta.
Il problema è che questo istituto ormai è bloccato da lungo tempo; c'è un Consiglio di amministrazione che in termini di proroga andava benissimo ma è stato nominato un nuovo Consiglio di amministrazione, considerandolo scaduto, evidentemente c'era un affanno da nomine. C'erano, infatti, dei soggetti da utilizzare, legittimamente, per quella funzione.
Adesso si perviene all'annullamento di atti compiuti illegittimamente da parte di istituti e da parte di Consigli legittimamente funzionanti perché questa Regione non ha predisposto i provvedimenti di attuazione della legge nazionale.
Da quando si è cominciato a parlare di commissariamento c'è stata giustamente, una reazione da parte di utenti del consiglio stesso, ma soprattutto di larga parte dell'economia piemontese interessata al funzionamento dell'istituto Zooprofilattico. Istituto Zooprofilattico rispetto al quale ci sono sempre stati attestati di considerazione. Noi invece, per una procedure dissennatamente burocratica non sappiamo più come procedere e alla fine i tre Presidenti di Regione e gli Assessori alla sanità - senza il concerto dell'agricoltura, il che mi stupisce - hanno deciso una procedura di annullamento. Sottolineo che quando si parla dello Zooprofilattico del Piemonte, della Liguria e della Valle D'Aosta si parla di una competenza dell'Assessorato e della Giunta regionale del Piemonte perché così è sempre stato. Gli altri istituti delle altre Regioni si aggregano perché la loro competenza e il rilievo dell'istituto stesso, è di natura minore.
Quindi l'inventiva di questa procedura ricade interamente sulla Regione Piemonte.
Considero la risposta dell'Assessore del tutto elusiva. E' stata una lettura di un testo burocratico. Vogliamo sapere che cosa si intende fare partendo dal fatto che non c'è nessun commissariamente. Se c'è una legge o un provvedimento di Giunta o di Consiglio da adottare vogliamo sapere se è stato predisposto e se non è stato predisposto per quale motivo, se dev'essere in funzione o in Consiglio vecchio in regime di prorogatio o in Consiglio nuovo perché è stato nominato e rimane in carica quello vecchio rimane in carica fino al subentro del nuovo: delle due una! Il commissariamento non è accettabile da nessun punto di vista, perch presuppone una situazione di annullamento, di emergenza e irregolarità che non esiste nella realtà.
Chiederei, prima di tutto, un pronunciamento dell'Assessore all'Agricoltura. Inoltre, vorrei poter capire quali atti e quali tempi siano necessari per risanare questa situazione che, al momento, ha qualcosa d'incredibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ho firmato anch'io l'interpellanza dei Consiglieri Spagnuolo ed Angeli. In questa interpellanza si pone in rilievo, tra le altre, una questione or ora illustrata dal Consigliere Riba, cioè l'importanza di quest'Istituto e la situazione paradossale che per esso si è venuta a creare. Infatti, di fronte a un'istituzione così importante, la Giunta regionale al posto di cercare di risolvere il problema preferisce commissariarsi. Davvero ci troviamo di fronte a una situazione veramente paradossale: il commissariamento, di solito, è imposto alle istituzioni che non compiono il proprio dovere. Ma l'incapacità della nostra Giunta la porta addirittura a chiedere, essa stessa, il commissariamento. In sintesi la Regione Piemonte è più volte commissariata, il trasporto pubblico è commissariato e il commercio potrebbe essere commissariato se la Giunta non si decide a costruire un complesso legge-delibera adeguato al D. lgs. n.
114. Adesso decidete di commissariare - voi - anche quest'istituto.
La questione che mi sembra molto, molto grave e sulla quale non ho udito dall'Assessore alcun cenno, è quella relativa ai diritti e doveri di un componente del Consiglio d'amministrazione che non è mai stato chiamato in carica, nonostante solleciti e richieste formali. E' ovvio che si senta gravemente offesa, moralmente e materialmente. Ci troviamo dunque di fronte a un problema di rapporti amministrativi ufficiali tra un cittadino e la Regione Piemonte. Un cittadino eletto, nominato dalla Regione Piemonte ad assumere un incarico.
Ci vuol poco a capire che questo cittadino, dalla mancata messa in carica relativa alla nomina, possa aver avuto danni di varia natura materiali e morali.
Assessore, per cortesia, senza leggere fiumi di relazioni che citano leggi e controleggi, vuole spiegarci cosa possiamo dire a questo cittadino? Vuole dirci se la Giunta regionale, in questi anni, gli ha risposto qualcosa? Cosa gli ha detto? Quel cittadino attende qua fuori. Bisogna sapergli rispondere. Gli avete risposto? Cosa possiamo rispondergli noi Consiglieri interroganti? Una risposta va data: questo è un caso gravissimo! Ringrazio ancora i colleghi Carla Spagnuolo e Mario Angeli per avermi consentito di firmare questa interpellanza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

La risposta dell'Assessore testimonia la gravità della questione che abbiamo posto, perché l'Assessore, nella sua risposta, ha parlato di tutto tranne che del quesito di riferimento. Il quesito di riferimento è preciso e relativamente semplice. Abbiamo allegato alla documentazione una lettera datata 18/12/1995 dell'allora Presidente del Consiglio regionale Rolando Picchioni che reca scritto esplicitamente: "Comunicazione di intervenuta nomina", la deliberazione del Consiglio regionale e la pubblicazione sul Bollettino ufficiale. Tutte le altre cose di cui si è parlato sono questioni di natura politica, di problematicità, di merito. Si è parlato di come dovranno svilupparsi le competenze dello Zooprofilattico, di come si sono organizzate la Regione Liguria o intende organizzarsi la Regione Valle d'Aosta. Ma niente di tutto ciò ha a che vedere con la questione posta.
Per quattro anni sono stati mantenuti in carica - e presumo pagati rappresentanti dello Zooprofilattico la cui nomina non soltanto era scaduta e per certi versi in prorogatio...Anzi, non lo erano nemmeno più! Perch comunque, c'erano delle nomine fatte, accettate, pubblicate, comunicate.
Non solo. A seguito della lettera del 18/12/1995 vi fu tutta un'attivazione dei soggetti interessati e, in particolare, del soggetto che si attivò più di altri e che non ha accettato questa situazione.
Parlo del novembre 1995, "Delibera di nomina". Sono passati esattamente quattro anni. La comunicazione del Presidente del Consiglio, come ho detto risale al 18/12/1995, come la nota di accettazione della nomina del neo eletto interessato. Poi vi fu un esposto formale, notificato all'Istituto Zooprofilattico. Il Direttore dello Zooprofilattico cosa fece? Affermò: "C'è una grande confusione nell'Ente, pertanto vedremo cosa si farà".
Inoltre, vi sono delle comunicazioni - anch'esse in allegato - al Presidente della Giunta regionale e un esposto del 12 febbraio del 1997 in cui il soggetto interessato comunica la situazione e fa la relazione storica dell'avvenuto. In esso si dice chiaramente: "Per queste ragioni mi sento impedito nell'espletamento del mandato, a dispetto di quanto previsto dalla L. 39". A questo punto dell'esposto si chiede formalmente di sapere che senso ha tenere valide sulla carta le nomine effettuate nel 1995, per quale motivo non sono state annullate, perché potevano essere annullate...
Non vado oltre perché desidero rispettare il Regolamento e stare dentro i tempi.
Assessore, le cose che lei ci ha detto sono senz'altro interessanti, ma non attengono a questa vicenda sulla quale lei non ha detto nulla in quanto non è in grado di dire nulla! Ci dovete dire, per questa nomina, che cosa avete fatto. Dopo quattro anni, le cose che avete detto sono nient'altro che delle pezze tenute insieme per cercare di sanare una questione che invece rimane irrisolta.
E' tipico dello spirito di governo di questa Giunta. Questa Giunta non ha mai saputo affrontare le questioni, da nessun punto di vista, ha solo saputo accantonarle. Vorrei sapere - non è pertinente ora ma, collega Chiezzi, ci torneremo su nei prossimi giorni - cosa ha fatto il Vicepresidente della Giunta regionale sulla Events. Cosa ha fatto in quell'occasione la Giunta? Sono due episodi totalmente diversi, ma che testimoniano un metodo comune.
Ringrazio comunque l'Assessore che è intervenuto abbastanza rapidamente, perché abbiamo conosciuto questo caso proprio negli ultimissimi giorni del mese di luglio '99 e abbiamo subito sollecitato alla ripresa dei lavori, questa risposta. Ovviamente abbiamo trovato la Giunta impreparata, che ci ha chiesto tempo.
D'altro canto è una questione di natura giuridica, ma è anche una grande questione di natura politica: è una scorrettezza, è un lasciar perdere le cose, è un non rispondere ai diritti dei cittadini.
Concludo chiedendo all'Assessore D'Ambrosio la sua nota, perché ritengo che su questa questione torneremo.



PRESIDENTE

Questa era una interpellanza, alla quale è stata data risposta, che mi pare non venga considerata completamente sufficiente ed esaustiva. Non dobbiamo, però, introdurre adesso un dibattito; ci sarà spazio per ulteriori momenti di approfondimento. Per rispetto del Regolamento l'argomento verrà ripreso successivamente.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interrogazione n. 2703 presentata dal Consigliere Vindigni, inerente a "Attività convenzionale SITAF"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 2703, del Consigliere Vindigni.
La parola all'Assessore Botta, per la risposta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente. Rispondo, insieme al collega Cavallera all'interrogazione posta dai Consiglieri Vindigni, Riba e altri.
Per quanto concerne la pianificazione territoriale, va ricordato che in data 17 luglio 1990, veniva siglato un protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte e la società SITAF S.p.A., relativo al tratto autostradale Susa-Rivoli.
L'iniziativa conseguiva allo studio di impatto ambientale predisposto a cura della Società autostradale stessa, che aveva evidenziato i nodi critici della infrastruttura, sia relativamente al tracciato che all'incidenza sull'ambiente e sulla fase di costruzione e di esercizio, che non aveva trovato risoluzione nel progetto approvato.
Il protocollo si poneva come atto di impegno reciproco per la realizzazione delle misure di mitigazione degli interventi compensativi definiti, conseguentemente alle indicazioni dello studio di impatto dalla Commissione tecnica che aveva operato nel giugno '89, a seguito dei decreti di finanziamento per l'opera autostradale del relativo avvio dei lavori.
In data 31 gennaio 1991, con ordine di servizio del Presidente della Giunta regionale, veniva istituita la Commissione tecnica denominata "Attuazione del protocollo di intesa Regione-SITAF". La Commissione lavor in modo continuativo tramite incontri periodici con la Società concessionaria, dalla data di insediamento fino all'aprile del 1993.
Il resoconto dettagliato dell'attività svolta evidenziava criticità e problemi dell'esperienza svolta, richiedendo una ridefinizione degli impegni e delle ipotesi organizzative e una verifica della valenza dell'utilità del protocollo medesimo.
In particolare, venivano esposte le seguenti difficoltà: la complessità derivante dal sovrapporsi dell'attività di verifica del protocollo, con le procedure autorizzative ordinarie, che l'attività configurandosi come conferenza dei servizi, ai sensi delle norme vigenti non poteva ad alcun titolo sostituire la difficoltà derivante dall'essere protocollo puro atto di intento, non riferibile a nessun consolidato provvedimento amministrativo e, come tale senza effetti sulle determinazioni societarie e degli uffici regionali competenti per materia. A questa causa sono da ascrivere difficoltà ad ottenere le modifiche richieste dei progetti presentati e la mancata presentazione dei progetti riferiti ai punti significativi del protocollo d'intesa, più volte richiesti alla Società concessionaria la limitazione derivante dall'ambito territoriale di riferimento, che interessava solo la bassa Valle di Susa e Val Cenischia.
Attualmente si è ritenuto, in accordo con gli altri Assessori competenti, di incontrare la Società SITAF (il primo incontro è avvenuto il 13 settembre u.s.), al fine di verificare puntualmente lo stato di attuazione del protocollo d'intesa a suo tempo sottoscritto e valutare l'opportunità di predisporre un nuovo protocollo da intendersi come un aumento di collaborazione tra il gestore dell'autostrada e la Regione Piemonte, in quanto possibile soggetto coordinatore degli Enti territoriali.
Sulla base di quanto è emerso negli incontri avvenuti ed anche sulla base delle reciproche attività in corso, si sono avviati specifici incontri al fine di verificare l'opportunità di giungere alla stesura di una bozza del nuovo protocollo e gli eventuali contenuti dello stesso. Le verifiche in corso si sono svolte e si svolgono in sedi separate, tra la SITAF e i singoli Assessorati competenti, e verranno successivamente coordinati in forma unitaria. Questa attività di verifica si concluderà in tempi brevi e i risultati a cui si giungerà saranno tempestivamente resi noti al Consiglio Regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Per il completamento della risposta, la parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo

Grazie, Presidente.
Al fine di rispondere all'interrogazione in oggetto, per gli aspetti di competenza di questo Assessorato regionale, si esaminano di seguito i contenuti del protocollo d'intesa del 17 luglio 1990, tra la Regione Piemonte e la SITAF, relativamente ai temi della sistemazione idrogeologica, della mitigazione degli effetti inquinanti su suolo, acqua aria, dei controlli strumentali geotecnici su fenomeni gravitativi di versante, del sistema di monitoraggio meteopluviometrico in Valle di Susa.
Sistemazione idrogeologica.
Gli adempimenti rivolti alla sistemazione, cui si fa riferimento nel protocollo d'intesa, sono diretti a garantire la collocazione del tracciato autostradale nel cosiddetto corridoio di massima compatibilità ambientale del tratto autostradale Susa-Rivoli.
Si convenne di esaminare l'impatto che avrebbe avuto l'opera autostradale nei confronti dell'asta fluviale della Dora Riparia e dei suoi affluenti principali, presenti nel tratto Susa-Rivoli, redigendo vari studi, quali: ipotesi di portata; carte di dettaglio con le ipotesi di modifica alle aree esondabili; soluzioni tecniche da adottare nel caso di modifica dei regimi idraulici; sistemazioni delle conoidi, reperimento di materiali inerti; ecc.
In particolare, nel "protocollo d'intesa" vennero inseriti i seguenti punti: Art. 2: La SITAF si impegna a rendere note alla Regione le ipotesi relative alla portata ed al regime idraulico del fiume Dora Riparia assunte dai progettisti con particolare riguardo per gli effetti indotti a valle dei manufatti autostradali in costruzione.
La SITAF si impegna a fornire alla Regione idonea cartografia di dettaglio delle ipotesi di modifica delle aree esondabili determinate della costruenda autostrada.
La SITAF si impegna a rendere note alla Regione le risultanze della verifica della rispondenza delle opere di sistemazione idraulica previste in progetto alle indicazioni emergenti dalla fase conoscitiva nell'ambito del redigendo Piano di Bacino della Dora Riparia.
La SITAF si impegna infine a rendere note alla Regione le soluzioni tecniche adottate per la tutela del territorio rispetto all'eventuale modifica dei regimi idraulici indotti dai manufatti autostradali con particolare riguardo ai fenomeni di piena nei confronti dei centri abitati e della località Vernetto nei Comuni di Chianocco e Bussoleno, segnatamente alla realizzazione dello svincolo autostradale posto nella omonima località.
La SITAF nell'ambito dell'art. 2 ha fornito tre diversi studi di approfondimento legati al regime idraulico del fiume Dora Riparia e più precisamente: 1. "Studio della tendenza evolutiva del fiume Dora Riparia nel tratto Susa-Rivoli" In tale studio è stata valutata la portata di massima piena al colmo riferendosi sia alla fase conoscitiva del Piano di Bacino della Dora Riparia sia alla proposta del Prof. Butera adottando per le successive verifiche la portata di massima piena di 500 mc/sec a Susa, per giungere verso la parte terminale a 600 mc/sec verso Torino.
A conclusione di questa indagine conoscitiva, si erano fatte alcune considerazioni sulle linee ispiratrici del futuro assetto idrodinamico dell'asta fluviale.
Infatti, si era partiti dall'evidenza che la tratta di fiume compresa tra Susa e Rivoli era del tipo canalizzato con vincoli definiti, e pertanto ciò era stato tenuto in debito conto per la sistemazione definitiva. Si erano quindi ipotizzati dei comportamenti fisici futuri, tali da garantire sia l'incolumità pubblica che la sicurezza della infrastruttura ancora da realizzare nonché un gradevole inserimento ambientale e paesaggistico.
Nel dimensionare e valutare la necessità delle opere di presidio e difesa idraulica si erano tenuti in conto tutti i fattori che avrebbero potuto influire su eventuali modificazioni. Si erano ipotizzate opere tali da garantire il mantenimento senza modificazione del deflusso delle piene.
2. "Studio idraulico per la definizione delle linee di intervento per la sistemazione del fiume Dora Riparia".
Questo secondo studio, parallelo al primo, riguarda una possibile soluzione di sistemazione idraulica del Fiume Dora Riparia.
Da tale studio emergeva la necessità di mantenere per quanto possibile tutte le zone di esondazione esistenti e migliorare ove possibile le stesse. In particolare, si erano individuate le aree da salvaguardare.
3. Un terzo studio infine raccoglieva le indicazioni dei due precedenti e sintetizzava un quadro di interventi a difesa del territorio e degli abitati integrandolo con una valutazione sul sistema vallivo con proposte di recupero paesaggistico e naturalistico; tale studio del giugno 1992 proponeva una sistemazione definitiva del fiume Dora Riparia nel tratto Susa-Rivoli.
Ad oggi va detto che il dominio fluviale dell'asta della Dora Riparia è governata dal vigente Piano Stralcio delle Fasce Fluviali dell'Autorità di Bacino del Fiume Po.
Art. 3: Nell'ambito del protocollo, la SITAF e la Regione Piemonte hanno inteso concordare interventi sui principali affluenti della Dora, per rendere compatibile il tracciato con il libero deflusso delle acque.
In particolare, l'art. 3) recita: "La SITAF si impegna ad attuare, in accordo con la Regione, adeguate soluzioni tecniche di interventi di sistemazione idrogeologica delle conoidi dei rii Gravio di Condove, Frangerello alias Gravio di Villarfocchiardo, Pissaglio di Bruzolo, Prebech di Chianocco, Pissaglio Gerardo di Bussoleno, a presidio dei manufatti autostradali del territorio nonché per il reperimento di materiali per inerti per le opere connesse alla realizzazione dell'autostrada".
La SITAF nell'ambito dell'art. 3) non ha utilizzato la risorsa litoide dei corsi d'acqua indicati per il reperimento dei materiali inerti per la costruzione, ma ha progettato ed eseguito la sistemazione idraulica delle conoidi dei torrenti interessati dal passaggio del corpo autostradale e più precisamente: 1. Gravio di Condove La sistemazione della conoide del Gravio di Condove è stata completamente realizzata e precisamente la sistemazione risulta così eseguita: una briglia di trattenuta nella parte alta del bacino ai piedi della frana delle rovine; - un bacino di accumulo con briglia selettiva in apice alla conoide capacità di accumulo del bacino circa 20.000 mc.
sistemazione dall'uscita del bacino fino allo sbocco in Dora con completamento della difesa spondale in sponda orografica sinistra a protezione dell'abitato di Condove e n° 8 briglie in calcestruzzo rivestite in pietra per il mantenimento della quota di fondo alveo rifacimento del ponte esistente in apice alla conoide sistemazione dell'alveo nel tratto a valle della strada statale con ricalibratura dell'alveo e sistemazione area di fascia B del P.S.F.F.
2. Gravio di Villarfocchiardo o Frangerello Il Frangerello è stato interessato dalla sistemazione della conoide intervento già realizzato dalla confluenza in Dora fino a monte dell'attraversamento della strada statale.
Sono state costruite n° 5 briglie, risagomato l'alveo e difese le sponde con scogliere in corrispondenza delle principali curve.
Per la parte apicale della conoide alla confluenza Gravio Frangerello l'intervento è stato già progettato e ne è prevista la realizzazione nel 2000.
Una parte di detto progetto è stato invece realizzato dal Comune con fondi dell'alluvione 1993.
La parte realizzata consiste nella difesa della sponda orografica destra a protezione dell'abitato.
3. Pissaglio di Bruzolo e Chianocco Per il Pissaglio di Bruzolo e Chianocco è stata realizzata la parte che va dal ponte della strada statale fino alla confluenza in Dora Riparia.
La parte a monte della strada statale era invece stata progettata con lo scopo di reperimento materiale.
Il progetto ebbe lunghe e travagliate vicissitudini in sede di approvazione e non si addivenì ad una definitiva approvazione.
Recentemente la parte dal ponte ferroviario all'apice della conoide è stato rivisto dalla Comunità Montana ed è in fase di realizzazione l'intervento.
Mentre per gli altri torrenti previsti in "protocollo" la situazione è la seguente: Prebech di Chianocco L'intervento sulla conoide del Prebech era anche volto al recupero di materiale inerte per i rilevati.
Considerato però che la conoide risultava totalmente sistemata con un alveo interamente rivestito in pietra, l'intervento previsto avrebbe compromesso completamente la sistemazione e lo stato dei luoghi.
Tenuto però conto delle attuali opere di regimazione idraulica lungo la conoide e delle situazioni di dissesto del bacino idrografico nel suo complesso, si deve dedurre che quale fosse stata la rimodellazione del tratto d'alveo lungo la conoide probabilmente la stessa non sarebbe stata sufficiente a contenere probabili fenomeni di sovralluvionamento in conseguenza della precaria instabilità dei versanti a monte.
Pertanto, si ritiene che per il torrente Prebech può essere ancora richiesto alla SITAF il mantenimento degli impegni assunti attraverso interventi di mitigazione del trasporto solido, concordando le soluzioni con quanto già avviato ed in corso dalla Comunità Montana Bassa Valle di Susa, sullo stesso bacino, con le risorse messe a disposizione dal CIPE.
Pissaglio o Gerardo di Bussoleno Non venne realizzato il progetto di sistemazione idraulica, in quanto il tracciato autostradale venne spostato più a monte, passando completamente in galleria, eliminando così l'interferenza con la conoide dello stesso.
Eliminata quindi l'interferenza, e non realizzando il disalveo per utilizzare il materiale, fu conseguentemente ritenuto non necessario intervenire sulla conoide.
Ove però i contenuti sostanziali del protocollo d'intesa fossero letti in termini di ampia compensazione tra la costruzione dell'autostrada ed il recupero delle valenze ambientali in senso lato, troverebbe spazio l'impegno assunto dalla SITAF per la sistemazione del Rio Gerardo ancorch non interferente con l'Autostrada.
Art. 4: In tema di reperimento dei materiali la Regione Piemonte richiedeva di non utilizzare le cave operanti in valle bensì di recuperare le discariche già esistenti nel territorio realizzate da SITAF, FF.SS., ENEL, ecc..
nonché il disalveo del Cenischia e del Casternone e interventi sulle aste torrentizie affluenti alla Dora e sulle relative conoidi.
In particolare, per quanto riguarda il disalveo del torrente Cenischia e torrente Casternone, i progetti furono redatti, ma dati i tempi stretti di realizzazione dei rilevati autostradali, non poterono essere utilizzati in quanto non si giunse mai ad una autorizzazione.
Infatti, all'interno dei due corsi d'acqua esistevano particelle accatastate e quindi, in quanto terreni privati, si configurava l'ipotesi di cava. Non si trovò quindi una soluzione alla problematica autorizzativa.
Anche per quanto riguarda gli interventi di disalveo sulle aste torrentizie affluenti alla Dora e sulle relative conoidi a maggior rischio di dissesto (in particolare: Gravio di Condove, Frangerello alias Gravio di Villarfocchiardo e Gerardo di Bussoleno), furono rilasciate solo autorizzazioni in linea idraulica con parziale utilizzo del materiale del Gravio.
Le altre sistemazioni idrauliche del Pissaglio e Frangerello vennero comunque eseguite anche senza utilizzo del materiale per rilevati.
E' in ultimo da rilevare che la SITAF ha progettato ed eseguito la sistemazione idraulica di altri torrenti non previsti in "Protocollo" e più precisamente: Cenischia di Mompantero Il torrente Cenischia è stato completamente sistemato nel tratto di Mompantero tra il confine con Susa traversa di derivazione Molino Mosca fino a monte dell'abitato di Trinità. In sponda destra ove corre l'autostrada è stato eseguito un muro di fondazione profonda, in sinistra sono state adeguate le gabbionate esistenti.
Sono state inserite n° 2 briglie per evitare fenomeni di erosione localizzate alle opere d'arte.
Gironda di Salbertrand Il Rio Gironda è stato sistemato su tutta la conoide fino all'attraversamento autostradale che avviene con un sovrappasso.
Sono stati realizzati 2 nuovi attraversamenti in sostituzione di quelli esistenti su viabilità comunale.
Gendola di Susa La conoide del torrente Gendola è stata completamente sistemata nel tratto dalla confluenza in Dora fino all'abitato di Urbiano. Trattasi di una canalizzazione del rio all'interno dell'abitato di Susa, con un sovrappasso sulla F.S. per Susa ed è stato rifatto l'attraversamento della S.S. n° 25.
Messa Vecchia di Avigliana E' stato totalmente sistemato il tratto dallo sbocco in Dora alla S.P.
per Drubiaglio. Il fondo alveo è stato abbassato, sono stati completamente rifatti 2 attraversamenti S.S. n° 24 e un attraversamento su una strada locale, le sponde sono state rivestite con scogliere e completamente rinverdite.
Rii Pracchio e Saraceno I rii Pracchio e Saraceno sono stati sistemati nella parte terminale dell'attraversamento della strada statale e per il Saraceno dalla derivazione dal canale irriguo fino allo sbocco in Dora. Trattasi di scolmatori che sono stati ripristinati per alleggerire il carico idraulico sulle derivazioni del canale di Avigliana che corre ai piedi del versante destro della valle intercettando numerosi piccoli rii.
Mitigazione degli effetti inquinanti Il protocollo di intesa prevedeva tra l'altro: "La SITAF si impegna a presentare alla Regione ed a porre in essere tutte le opportune soluzioni tecniche atte al controllo ed alla mitigazione degli effetti inquinanti su suolo, acqua, aria, derivanti dall'esercizio dell'autostrada ..." (art. 1 Convenzione).
In particolare: a) realizzazione di adeguati manufatti di contenimento degli urti, in caso di incidente, tali da evitare il rischio di sversamento esterno di carichi pericolosi comportanti possibili fenomeni inquinanti delle acque superficiali e delle falde b) realizzazione di un adeguato sistema di raccolta e convogliamento delle acque di ruscellamento superficiali dell'autostrada e di lavaggio delle gallerie e la loro depurazione nei limiti previsti dalla legge n. 319 "Merli" prima della loro immissione nella Dora Riparia c) realizzazione di un adeguato sistema di vasche e impianti di captazione segnalazione automatica e intercettazione di sostanze pericolose sversate in caso di incidente d) realizzazione di un sistema integrato di monitoraggio delle componenti ambientali quali acqua, aria, suolo.
I manufatti di contenimento degli urti (di cui alla lettera a) sono stati realizzati e consistono nella posa in opera di cordoli in cemento armato e barriere metalliche.
Gli interventi mirati alla prevenzione e alla mitigazione degli impatti negativi sulle acque, di cui alle lettere b) e c), sono stati in gran parte realizzati. Si tratta di un sistema costituito da canalette laterali tubazioni di collettamento di grande diametro (600-1200), vasche di raccolta e decantazione delle acque di prima pioggia e vasche a tenuta stagna per il contenimento di eventuali sostanze inquinanti provenienti dal dilavamento della sede stradale nel caso di sversamenti accidentali.
Dell'intero sistema restano da realizzare quattro vasche di raccolta e decantazione, modesti attraversamenti della viabilità minore e le opere allo sbocco in Dora.
Per la parte realizzata, il sistema è oggi in esercizio provvisorio in modo manuale, essendo ancora in fase di studio l'adeguamento del funzionamento in automatico del sistema di contenimento degli sversamenti.
A seguito del mutato quadro normativo di riferimento, conseguente all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 152 dell'11.5.1999 (testo unico Ronchi), si rende inoltre necessario effettuare una specifica valutazione del reale rischio di inquinamento del corpo idrico ricettore ( Dora), ai fini dell'eventuale prescrizione di un adeguato trattamento delle acque prima dello scarico. In ogni caso, le acque stoccate nelle vasche di contenimento dovranno essere conferite a idoneo impianto di trattamento reflui.
Il complesso delle opere realizzate dalla SITAF costituisce uno dei pochissimi casi (se non l'unico) di collettamento e controllo delle acque di dilavamento delle sedi stradali. In relazione alla singolarità dell'intervento in argomento si rende inoltre necessario acquisire informazioni e dati attendibili sulla effettiva qualità delle acque di scarico, nonché effettuare una stima del carico complessivo di sostanze inquinanti in gioco.
Allo scopo, con SITAF si è concordato di effettuare una serie di analisi sistematiche mirate appunto ad accertare le caratteristiche qualitative delle acque di dilavamento e la loro variazione nel tempo.
Sulla base dei risultati che emergeranno sarà quindi possibile definire le necessità di adeguamento e fissare le condizioni di esercizio dell'intero sistema, nel rispetto delle recenti disposizioni normative di cui all'art. 39 del Decreto legislativo 152/99.
Per quanto attiene alle attività di monitoraggio della "componente ambientale - acqua" la Società SITAF dichiara di aver realizzato un progetto pilota per sperimentazione di ecosensori vegetali - tolleranti.
Il progetto realizzato - secondo affermazioni SITAF - in un sito puntuale (area Messa Vecchia in Comune di Avigliana), a parere di chi scrive (cioè il Settore regionale competente) non risponde pienamente alle finalità del protocollo che prevedeva appunto il "monitoraggio dell'acqua finalizzato al controllo degli effetti della realizzazione e dell'esercizio dell'infrastruttura (autostrada)".
Per quanto si riferisce ai protocolli stipulati dalla SITAF con A.A.M.
e A.E.M. di Torino (maggio 1999) di cui al punto due dell'interrogazione venuti a conoscenza dell'iniziativa intrapresa dalle Società SITAF - AEM AAM, ed aderendo a specifica richiesta della Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia (nota del Presidente prot. 4379 del 2.8.1999) l'Assessorato ha formalmente richiesto con nota prot. 6010 del 27.8.1999 alla Società AAM di Torino di essere immediatamente coinvolto, insieme agli Enti locali della Valle - questo lo sottolineo - nelle indagini e studi propedeutici al potenziale utilizzo di risorse idriche già rinvenute nella realizzazione dell'autostrada e/o rinvenibili nello studio oggetto di convenzione tra le Società citate.
Da anni l'Assessorato segue l'andamento quantitativo e qualitativo delle risorse idriche intercettate nella realizzazione delle opere afferenti l'impianto idroelettrico di Pont-Ventoux.
Le necessità dichiarate nella nota dell'Amministratore delegato SITAF (prot. n. 4059 del 6.9.1999) e riferite al fabbisogno idrico per il sistema antincendio per le gallerie, non concordano con l'oggetto della Convenzione stipulata in data 28 maggio 1999 con l'Azienda Acquedotto Municipale di Torino, là dove si fa esplicito ed esclusivo riferimento allo "sfruttamento ed il trasferimento di risorse idropotabili", senza mai citare il fabbisogno per la rete antincendio.
L'Assessorato vuole esercitare la propria funzione di programmazione sostenendo la compatibilità tra esigenze specifiche della SITAF (rete antincendio) con le esigenze primarie delle Comunità locali (approvvigionamento di risorse idriche per uso idropotabile).
L'incontro con gli Enti locali in data 2 settembre u.s. e l'incontro con i vertici SITAF in data 13 settembre u.s. rappresentano i primi fondamentali passi verso un nuovo periodo di una più proficua collaborazione tra i vari Enti nel rispetto delle reciproche competenze e/o esigenze.
Si sono poi succeduti incontri a livello tecnico, nel corso dei quali si è concordato un programma comune d'azione finalizzato all'accertamento delle caratteristiche qualitative delle acque rinvenute e la possibile destinazione d'uso.
L'indagine oltre che sulle acque rinvenute in galleria è estesa anche a sorgenti e corsi d'acqua significativi dell'Alta Valle Susa.
I campionamenti e le analisi sono effettuati con la collaborazione dell'Arpa e sono iniziati il 4 ottobre u.s..
I risultati e le conclusioni di questa prima fase d'indagine è previsto che possano essere disponibili entro la fine del corrente anno.
Controlli strumentali di tipo geotecnico su fenomeni gravitativi di versante Nelle Valli di Susa, causa la diffusione dei fenomeni gravitativi e causa l'alto numero di infrastrutture presenti, molti enti hanno predisposto negli ultimi anni strumentazioni di controllo di vario tipo. La società SITAF, in particolare, gestisce i sistemi di controllo meglio specificati nell'allegata tabella (tab.1).
L'impianto di tali sistemi di controllo era stato espressamente richiesto dalle strutture regionali nel corso delle varie fasi istruttorie relative alla realizzazione del nastro autostradale; le stesse strutture regionali avevano indicato quale tipo di controllo attuare. Altri controlli, non solo geotecnici ma anche idrogeologici per il monitoraggio ambientale delle falde idriche della bassa valle, furono individuati a seguito del protocollo di intesa, sottoscritto nel 1990 per la costruzione dell'autostrada. In tale sede si concordò pure che le risultanze dei controlli sarebbero state trasmesse ai competenti uffici regionali, cosa che tuttora avviene regolarmente e che le due strutture avrebbero collaborato per l'interpretazione delle misure.
La collaborazione tra le strutture regionali e la SITAF è, in questo campo, attiva e fattiva. A questo proposito si ricorda come gli uffici regionali facenti capo alla Direzione Regionale dei Servizi Tecnici di prevenzione, abbiano di recente preso l'iniziativa di convocare rappresentanti dei vari enti che gestiscono sistemi di controllo nelle Valli di Susa e Chisone al fine di acquisire la totalità dei dati disponibili e permettere la consultazione e lo scambio dei dati stessi.
Tale progetto di scambio di dati è tuttora in corso e sarà integrato con le attività connesse con il progetto Interreg IIC, che prevede studi di pericolosità geologica e la redazione di piani di protezione civile nelle alte valli di Susa e Chisone.
I vari sistemi di controllo fanno capo ad una struttura centralizzata ubicata a Susa e gestita da personale specializzato. I tecnici degli uffici regionali hanno avuto modo di verificare la buona funzionalità del sistema e dei metodi utilizzati. I costi della gestione gravano interamente sulla SITAF.
Tutti i fenomeni sotto controllo interessano, oltre alle infrastrutture autostradali, altri elementi: la grande frana di Serre la Voute/Sapè minaccia alcuni abitati e minaccia, inoltre, l'occlusione della Dora e ripercussioni sul traffico ferroviario internazionale la frana di Millaures (che verrà posta sotto controllo, a cura della SITAF, tramite finanziamento ex lege 183/89) minaccia l'intero abitato di Millaures, la strada statale, alcune strade comunali e l'occlusione della Dora presso la galleria Cels i fenomeni di valanga posti sotto controllo minacciano l'abitato di Cels ed alcune strade comunali presso la località Ramat i fenomeni di dissesto sotto controllo potrebbero interessare un'area archeologica i dati derivanti dal sistema di controllo delle falde superficiali sono di utilità per l'intero sistema idrogeologico vallivo, nonché per il rilievo di eventuali inquinanti presenti nelle falde acquifere.
Sistema di monitoraggio meteopluviometrico in Valle di Susa L'identità di interesse nel monitoraggio meteopluviometrico, tra la Regione, impegnata, attraverso le strutture preposte, nella realizzazione del progetto di monitoraggio meteoidrografico in tempo reale per le proprie finalità istituzionali di prevenzione dei rischi naturali e di protezione civile, e la SITAF, impegnata nell'ambito della costruzione dell'asse autostradale Torino-Bardonecchia nella realizzazione di una rete locale di monitoraggio dei parametri meteoclimatici della Valle di Susa finalizzati all'agibilità dell'arteria ed alla sicurezza della circolazione, sono confluite in un rapporto di collaborazione in ordine alla progettazione realizzazione e gestione di una rete integrata e plurifunzionale di monitoraggio dell'area della Valle di Susa.
Tale rete, che basa i suoi presupposti sul Protocollo di intesa e su di una specifica convenzione (Rep.n.75 del 24/7/1990) in ordine allo scambio dei dati meteoclimatici, realizza l'interconnessione funzionale ed operativa delle stazioni già installate ed operative della rete regionale al momento della stipula con le stazioni installate dalla SITAF lungo l'asse autostradale. Con la stessa convenzione la SITAF affida alla Regione in comodato d'uso gratuito, le suddette stazioni; la Regione, peraltro, in virtù di tali accordi ne ha curato la gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria, inserita nelle modalità e procedure dell'intera rete meteoidrografica, stabilite con DGRn.510263 del 23/12/86. La rete nel corso del decennio di vigore dell'accordo ha pertanto operato con continuità ed efficienza registrando ulteriori espansioni concordate ai sensi della suddetta convenzione, costituendo un importante ed ormai insostituibile punto di raccolta e documentazione in tempo reale e storica a disposizione della collettività regionale interessata ad acquisire informazioni meteoclimatiche nell'area della valle di Susa, con ogni tipologia di utilizzazione : progettazione, ricerca, analisi economiche e promozione turistica, ecc.
"E' servito anche per i Campionati del Mondo e potrà servire anche come base in previsioni delle Olimpiadi".
Attualmente sono integrate nella rete meteoidrografica regionale le seguenti stazioni di proprietà SITAF:



AVIGLIANA Grangia



BORGONE Ponte Dora



CONDOVE Prarotto



SUSA Pietrastretta



VENAUS Bar Cenisio



CHIOMONTE Finiere



SALBERTRAND Graviere



OULX Gad



BARDONECCHIA Prerichard



BARDONECCHIA Camini Frejus



SAUZE DI CESANA Valle Argentera.

Conclusioni Completata la fase ricognitoria sullo stato di fatto è stato ipotizzato di aggiornare il protocollo di intesa, a suo tempo sottoscritto, anche per adeguarlo alla normativa di tutela del suolo e delle acque in evoluzione.
L'attenzione verrà posta, per quanto di competenza, sulla manutenzione, sui completamenti e sulla rinaturalizzazione al fine di un miglior inserimento dell'opera nell'ambiente. Si tratta quindi di azioni che interessano varie competenze che riguardano la fase di gestione dell'infrastruttura stradale ma che dovranno tenere conto delle eventuali nuove infrastrutture previste in Valle di Susa. Per quanto ci riguarda l'adeguamento del protocollo d'intesa dovrà coinvolgere in modo crescente gli enti locali di Valle mentre per il governo delle risorse idriche si potrà avere maggiore efficacia sia con l'approvazione del Piano Direttore delle acque all'attenzione del Consiglio Regionale, sia con la prossima costituzione dell'Autorità d'Ambito prevista dalla legge regionale attuativa della legge Galli.
In sostanza, stiamo lavorando per completare quanto era previsto, per aggiornare e migliorare i rapporti di tutti i soggetti che ci sono nella valle: gli enti locali e coloro che hanno un ruolo di gestione delle infrastrutture, con tutto il nuovo scenario che riguarda la difesa del suolo e la gestione delle risorse idriche. Fermo restando che il tutto, ma qui andiamo oltre alle competenze del mio Assessorato, per quanto riguarda i problemi trasportistici e di gestione del territorio, che sono anche condensati in vari pronunciamenti del Consiglio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

L'articolata risposta che ha dato la Giunta può essere anche considerata come risposta all'interrogazione n. 2936, sempre del Consigliere Vindigni. Consigliere Vindigni desidera fare delle valutazioni? La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

L'interrogazione non è mia, ma se mi vuol rispondere comunque, sarei ben felice di acquisire anche la risposta a quell'altra interrogazione.



PRESIDENTE

La teniamo separata. Svolga le sue valutazioni sull'intervento dell'Assessore.



VINDIGNI Marcello

Intanto, ringrazio l'Assessore Cavallera per la risposta ampia e articolata, che ha fornito molte informazioni che mi riservo di approfondire in relazione alle attività che da esso si evincono e anche in relazione alle ipotesi contenute di un aggiornamento del protocollo di intesa.
Il ringraziamento che rivolgo all'Assessore non è solo formale. Al di là della sua abitudine - fatto positivo - di rispondere in maniera sempre esauriente alle domande che gli vengono poste anche in Commissione, in questa circostanza ha fatto qualcosa di più.
Detto questo, vorrei fare un breve passo indietro.
Ricordo ai colleghi che la costruzione dell'autostrada Torino Bardonecchia è stato uno degli argomenti più dibattuti nella IV legislatura (1985/1990).
In questo contesto vorrei ricordare al Consiglio l'importanza dell'ordine del giorno n. 681, approvato dal Consiglio il 13/7/89 a firma dei Consiglieri Mignone, Vetrino, Marchini, Paris, Picco e Tapparo.
Ordine del giorno che richiamo, oltreché per i contenuti, anche per il fatto che con gli ordini del giorno il Consiglio esprime delle posizioni pubbliche che bisognerebbe poi cercare di attuare. Infatti, è attraverso questi atti che si costruisce la credibilità dell'istituzione regionale; in particolare quando gli ordini del giorno attengono materie che hanno un forte impatto sul territorio e sulla popolazione in esso abitante.
Leggo le parti salienti dell'ordine del giorno: "Il Consiglio impegna la Giunta regionale ad istituire una struttura operativa permanente allo scopo di definire rapidamente le eventuali varianti ai progetti esecutivi del nodo autostradale Torino-Bardonecchia, in particolare, la parte Rivoli Susa, e a definire, entro tale quadro, le misure di compensazione e mitigazione dell'impatto da finanziarsi con le somme a disposizione nell'ambito del finanziamento concesso dall'ANAS." Quell'ordine del giorno si collegava al fatto che era stato, proprio in quel periodo, concesso dall'ANAS alla SITAF un finanziamento di 757 miliardi.
L'ordine del giorno continuava con le seguenti parole: "ad individuare d'intesa con le Comunità locali della Valle di Susa, nell'ambito del terzo piano regionale di sviluppo, lo strumento di programmazione adeguato a promuovere il rilancio economico e lo sviluppo razionale della Valle di Susa" (oggi, forse, si definirebbe "sviluppo sostenibile") "mediante la realizzazione del migliore inserimento dell'infrastruttura sul territorio." Dell'ordine del giorno è stato attuato il primo punto. Devo pensare che la realizzazione, per esempio della galleria di Pra Pontin, probabilmente è stata una variante legata agli approfondimenti di quel periodo.
Mentre il secondo punto dell'ordine del giorno è stato attuato parzialmente; di questo l'Assessore ha dato un'ampia descrizione. Mentre non è stato attuato il terzo punto, cioè quello che impegnava la Giunta ad individuare, assieme alle comunità locali, uno strumento di programmazione adeguato a promuovere il rilancio economico e lo sviluppo razionale della valle di Susa.
Ritengo di poter dire che la mancata attuazione del terzo punto ha contribuito a rendere difficile il rapporto tra questo territorio, le sue comunità e le sue rappresentanze, e la Regione Piemonte. Ne sono un esempio i confronti che ci sono stati successivamente sul tracciato della linea di alta capacità Torino-Lione, o sulla questione dell'approvvigionamento energetico per la Regione Piemonte, legato all'elettrodotto che doveva attraversare la Valle finendo a Piossasco, o dalla lettura dei giornali di queste ultime settimane, anche sulla questione delle Olimpiadi. Non solo.
Vedo negli atti della Regione un atteggiamento che richiede delle correzioni. Mentre l'Assessore Cavallera nella fase conclusiva della risposta sottolinea il fatto che in tutti gli studi che la SITAF ha avviato, assieme all'azienda elettrica energetica municipale, all'azienda metropolitana per le acque, in merito allo sfruttamento di queste risorse in quel territorio la Regione, giustamente, intende esercitare il suo compito di programmazione e di indirizzo, "coinvolgendo gli Enti locali" (sottolineo questa frase dell'Assessore). Mentre l'Assessore Botta, qualche settimana fa, che pure ha risposto all'interrogazione, ha deliberato di affidare l'incarico, il cui titolo è già di per se un poema: "l'avvio della formazione dell'approfondimento del piano territoriale regionale della Valle di Susa".
Incarico legato appunto alla normativa che accompagna il piano territoriale regionale, che è stato affidato, per quello che risulta dalla lettura degli atti e dalla lettura del piano di lavoro, senza alcun coinvolgimento degli Enti locali.
Su questo aspetto occorrerà ritornare ponendovi rimedio, ma questo sarà oggetto di un'interrogazione che ho presentato e che farò avere all'Assessore Botta, affinché la possa valutare immediatamente.
Torniamo nuovamente al secondo punto dell'ordine del giorno n. 681 quello che impegnava la Regione a definire le misure di compensazione e mitigazione dell'impatto da finanziarsi con le somme a disposizione nell'ambito del finanziamento concesso. Devo ricordare che questo punto non nasceva solo dal fatto che c'erano delle risorse disponibili sulle quali è normale realizzare una funzione di indirizzo per il loro buon impiego, ma dal fatto che si conveniva considerare quel territorio non solo un territorio ambientalmente importante e delicato da salvaguardare, in presenza dell'impatto di una infrastruttura, quale quella autostradale, che andava ad aggiungersi ad altre infrastrutture che hanno certamente compromesso la situazione ambientale del fondovalle, ma è anche in presenza di un territorio molto fragile dal punto di vista idrogeologico.
Voglio ricordare al riguardo che nell'ultimo secolo la Valle di Susa è stata interessata da alcuni rilevanti eventi alluvionali nel 1880, nel 1891, nel 1897, nel 1920, 1957, anche con conseguenze pesanti e drammatiche sulla popolazione.
Voglio ricordare che 18 Comuni della Provincia di Torino, considerati ad alto rischio nel piano di assetto idrogeologico, attualmente in consultazione, ben 15 sono della valle di Susa.
La situazione era evidentemente nota nel 1989, tant'è che si impose nell'ordine del giorno la ricerca delle misure di mitigazione che servissero anche a mettere in sicurezza non solo l'infrastruttura, in un contesto geologicamente difficile, ma anche con l'occasione di portare avanti un progetto di messa in sicurezza dell'intero sistema, oggetto di un Progetto d'intervento globale già nel 1936. In tale data, il Corpo Forestale dello Stato, proprio a seguito dell'alluvione del 1920, provvide a redarre questo Piano di messa in sicurezza di ampio respiro, che non trovò attuazione perché immediatamente dopo scoppiò il conflitto bellico mondiale e, conseguentemente, vi fu un rallentamento degli investimenti.
Salvo poi, a seguito dell'alluvione del 1957 che provocò danni allora stimati in 750 miliardi, e superato il momento critico in cui ebbero una fase di azzeramento, in occasione della costruzione dell'autostrada l'essere rimessi in moto, utilizzando i fondi di compensazione.
L'importanza dell'ordine del giorno del 1989 e del Protocollo d'Intesa che ad esso seguì, non era solo collegata al comportamento negoziale della Regione nei confronti del Ministero dei lavori pubblici e della SITAF rivolta ad utilizzare al meglio questi 757 miliardi, ma voleva recuperare il ritardo accumulatosi nei decenni precedenti, per mettere in ordine una valle dissestata dal punto di vista idrogeologico.
Questa parte dell'ordine del giorno, al di là delle puntuali affermazioni dell'Assessore, anche se parziali visto che non affrontano tutti i problemi, ha trovato scarsa attuazione.
Vorrei, in tal senso, leggervi la risposta dell'Assessore Botta ad una mia precedente interrogazione, del 19 ottobre 1995; risposta, consegnata dalla Commissione interassessorile il 2 aprile 1993: "La relazione evidenziava criticità e problemi irrisolti dall'esperienza svolta richiedendo una ridefinizione degli impegni e delle ipotesi organizzative ed una verifica della valenza e dell'utilità del protocollo medesimo". In particolare, venivano esposte le difficoltà, richiamate in precedenza dall'Assessore Botta, relative al fatto che il protocollo avveniva in un contesto normativo non ancora sufficientemente consolidato, non essendo ancora stata approvata la legge sull'impatto ambientale: il protocollo era più un atto d'intenti che un atto amministrativamente cogente, anche se erano impegnati la Regione con il suo organo - più cogente di così - e la società attraverso i suoi amministratori, e la limitazione - aspetto importante - derivante dall'ambito territoriale di riferimento, che interessava solo la Bassa Valle di Susa e la Valle Cenischia.
Francamente, questa limitazione non la colgo dalla lettura del protocollo; ho l'impressione che sia stata una limitazione introdotta per comodità di lavoro in corso d'opera e che noi, comunque, non dobbiamo considerare come caratterizzante il rapporto - questo tanto per essere chiari.
La situazione al 1995 era quella descritta: il Protocollo per la parte B) non era stato attuato. Da allora a fine 1998 non è successo nulla probabilmente, perché le difficoltà economiche in cui si è trovata la società concessionaria dell'autostrada, hanno indotto la stessa a ridimensionare i propri programmi, e perché la Regione ha dimenticato l'esistenza di questo Protocollo, e quindi non ne ha chiesto la piena attuazione in un contesto delicato come quello che prima dicevo. E' questo un atto, un comportamento politicamente inaccettabile; non è sufficiente che uno dei firmatari si trovi in difficoltà per chiudere gli occhi, quando un protocollo attiene ad argomenti di tale complessità e delicatezza, in un contesto fragile geologicamente, politicamente interessato alle questioni decisive per la Regione: territorio per il quale la Regione deve essere garante del rispetto dei patti, diversamente non è credibile.
In tal senso le valutazioni rispetto alle difficoltà del dialogo con le rappresentanze di questo territorio.
Oggi la situazione mi pare sia cambiata: intanto, perché la situazione economica della società SITAF è cambiata per un evento straordinario, la chiusura del tunnel del Monte Bianco, che ha portato sta società nel 1999 e nel 2000 entrate straordinarie, calcolate nell'ordine dell'80%. Il che vuol dire entrate straordinarie calcolabili, nel biennio, almeno in 150 miliardi. Inoltre, rilevo, nei nuovi amministratori e in particolare nell'amministratore delegato, la volontà di innovare, di uscire dall'ambito ristretto della gestione di un'opera già limitata, valorizzando anche il patrimonio tecnologico contenuto nell'opera, pur importante, come ricordava ancora l'Assessore Cavallera nella sua relazione, quando faceva riferimento al sistema monitoraggio meteopluviometrico realizzato dalla società. O ancora, quando faceva riferimento al sistema di monitoraggio dei versanti franosi, che sicuramente ha consentito alla Regione Piemonte di presentarsi al tavolo delle trattative internazionale per l'attuazione di INTERREG 2 c) con delle carte importanti per rivendicare la funzione di guida che le è stata riconosciuta. C'è quindi, in questa società, un insieme di soluzioni tecniche, di conoscenza incorporate che possono diventare una risorsa.
Certamente, gli attuali amministratori di questo si stanno in qualche modo valendo.
In terzo luogo, perché la normativa nazionale mette a disposizione degli Enti locali nuovi strumenti di programmazione negoziata che danno possibilità di dialogo, di concertazione, di collaborazione molto più ampi del passato, quando si doveva ricorrere solo ai Protocolli d'intesa per stabilire forme nuove e originali di collaborazione e di concertazione per lo sviluppo del territorio. Dai Patti territoriali ai programmi per la riqualificazione urbana e per lo sviluppo sostenibile dei territori, alle intese istituzionali di programma: c'è una gamma di possibilità soluzioni che vanno ben al di là e arricchiscono il Protocollo d'Intesa.
In conclusione, pur avendo parlato parecchio tempo, avrei delle cose puntuali da dire. Per esempio, agli interventi attuati dalla SITAF nell'ambito di questo Protocollo per la difesa del suolo. Mi limito solo a due episodi. Nella relazione l'Assessore Cavallera fa riferimento ai fenomeni di dissesto che sono sotto controllo, e che interessano oltre alle infrastrutture autostradali altri elementi, quale la grande frana del Serlavut e la frana di Millor. Ricordo che la frana di Serlaut è tra i cinque punti più delicati dal punto di vista idrogeologico a livello regionale, individuati nel Piano di assetto idrogeologico.
E' bene che il Consiglio regionale sappia che la Regione Piemonte ha assegnato alla Comunità montana Alta Valle di Susa 9 miliardi e 900 milioni per intervenire nella frana di Serlavut con fondi - se ricordo bene - del CIPE che era stati assegnati al Piemonte per intervenire nelle aree di crisi, realizzando opere cantierabili immediatamente, che avessero immediatamente riflessi occupazionali positivi, diversamente questi soldi non sarebbero arrivati. Bene, quest'opera è stata appaltata a dicembre 1998, interessa un territorio delicatissimo dal punto di vista geologico per i motivi che prima richiamavo. L'appalto è avvenuto con un ribasso d'asta del 25%. E' passato un anno e in quel cantiere non è entrata nemmeno una carriola! E' chiaro il concetto? Sette miliardi e mezzo di lavoro; tre miliardi dati in anticipo al soggetto attuatore: questo è un fatto molto grave! Al di là della sua gestione corretta, ci troviamo in presenza di un'opera pubblica che avrebbe dovuto avere un'esigenza e una priorità assoluta in rapporto alla delicatezza geologica del territorio ed in rapporto al fatto che veniva finanziata con risorse destinate a favorire l'occupazione in zone in cui ce n'era particolare bisogno.
Il secondo punto che vorrei ricordare, che è strettamente legato a questo, è costituito da quanto dice l'Assessore - sempre a pag. 12 della sua relazione - ricordando la frana di Millaures, che verrà posta sotto controllo, a cura della SITAF, tramite finanziamento ex legge 183/89, che minaccia l'intero abitato di Millaures, la strada statale, alcune strade comunali e l'occlusione della Dora.
Se bene intendo, quest'opera deve essere fatta dalla SITAF utilizzando i fondi della legge 183; essi, probabilmente, sono quelli relativi al primo triennio (il triennio 91/93), assegnati alla SITAF in quel periodo.
Se, oggi, 6 ottobre 1999, devo prendere atto che queste opere dovranno incominciare - perché si dice: "La frana verrà posta sotto controllo" quindi il controllo non c'è ancora stato e di conseguenza le opere non sono ancora incominciate - verifico, anche qui, un problema di ritardo nell'utilizzo delle risorse.
Questi due episodi abbastanza gravi, relativi alla frana di Serre la Voute ed alla frana di Millaures, che hanno due soggetti diversi (da una parte, una piccola comunità montana che vuole essere grandissima e dall'altra, la SITAF), hanno in comune il problema del controllo, nell'uso delle risorse, da parte degli Uffici regionali. Ci deve essere una maggiore attenzione nel fare attuare, oltre al protocollo d'intesa, i programmi connessi all'utilizzo delle risorse regionali.
Concludo dicendo di aver apprezzato la volontà di aggiornare il protocollo d'intesa. Invito la Giunta a riflettere e studiare bene le forme di tale aggiornamento, perché questo può essere l'occasione per stabilire un rapporto positivo con quel territorio, magari superando le difficoltà che si sono accumulate in passato e creando forme di coesione che, per l'importanza strategica di quel territorio, possono essere utili al Piemonte.
Mi scuso, Presidente, per essermi dilungato eccessivamente, ma deve riconoscere che in Consiglio intervengo raramente. La materia, del resto richiedeva un'ampia trattazione; si tratta di un argomento ampiamente discusso già nella IV legislatura e che reputo meriti, sia pure in questo scorcio di legislatura, qualche altro impegno in questa sede o in sede di Commissione.
Per quello che mi riguarda, leggerò attentamente la relazione che ho ascoltato con altrettanta attenzione. Solleciterò l'Assessore Botta a far sì che l'avvìo di studi per l'applicazione del PTR nel territorio della Valle di Susa sia oggetto di discussione, affinché non sia preso sottogamba; so benissimo che è un atto preparatorio alle Olimpiadi e di Olimpiadi occorre parlare, perché non sono carte che si buttano lì, tanto per dare incarichi da pourboire, ma sono gli atti con i quali si programma lo sviluppo del territorio.
Pertanto, in questo scorcio di attività consiliare, intendo far sì che queste materie vengano affrontate con l'impegno dovuto, garantendo ovviamente da parte mia il massimo sostegno.


Argomento: Commercio

Interrogazione n. 2538 presentata dalla Consigliera Spagnuolo inerente a "Tutela locali storici"


PRESIDENTE

Procediamo con l'interrogazione n. 2538.
La parola alla Consigliera Spagnuolo per l'illustrazione.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Il 17 marzo 1999 abbiamo presentato un'interrogazione che prendeva spunto dal fatto che un altro locale storico cittadino, la pasticceria Pfatish, fondata nel '26, quindi con circa 70 anni di storia, attualmente ancora operante, con la presenza di un negozio molto qualificato, mandava un forte appello per la propria sopravvivenza.
Oggi siamo in fase di discussione delle norme per il commercio. Proprio in questi giorni stiamo discutendo la legge di applicazione della legge Bersani: ci rendiamo conto di quanto siano stridenti tutti i discorsi fatti (combattiamo la grande distribuzione, sosteniamo il piccolo commercio ecc.) se poi verifichiamo che alcune attività, che potremmo definire quasi di carattere culturale, perché legate alla tradizione e all'artigianato più qualificato, si trovano in così grave crisi.
Abbiamo presentato, allora, l'interrogazione perché vogliamo porre la questione di come si passi dalle parole ai fatti.
In questi ultimi anni abbiamo assistito alla chiusura di una serie di attività, non soltanto a Torino, ma in Piemonte e in Italia, e vorremmo capire se le normative riguardanti i locali storici possano essere ampliate, per non dovere intervenire sempre a fatti ormai avvenuti. Questa interrogazione troverà la risposta dell'Assessore Leo, cioè dell'Assessore alla cultura, in maniera raccordata; ritengo che dovremo fare, di questa una grande questione regionale e trovare delle forme di tutela. L'Assessore Pichetto, per esempio, sta attivano una serie di canali in tutto il Piemonte per il sostegno dei piccoli negozi; questo è molto importante, ma non dovrebbe dare spazio a falle così gravi come quella richiamata nell'interrogazione.
Vogliamo sapere, pertanto, come intende intervenire la Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni e sistemi culturali

Desidero fare una considerazione preliminare: la collega Spagnuolo ha ragione, nel senso che gli strumenti che abbiamo a disposizione sono pochi.
Adesso dirò tutto quello che possiamo fare ai sensi delle nostre leggi ma lo dico esorbitando un po', lo dico - anche in questo caso - non per complimento, ma proprio perché il punto politico è questo: la discussione sul commercio potrebbe essere un'occasione per affrontare questi problemi che vedono l'Assessorato alla cultura abbastanza marginale rispetto ad essi.
Effettivamente, i fenomeni commerciali, di distribuzione, di clientela di meccanismi economici, ci vedono - come è ovvio - abbastanza marginali.
Ha proprio ragione la collega Spagnuolo: la questione va affrontata in maniera generale; io facevo segno, nel senso che, purtroppo, quanto posso fare io è poca cosa.
La mia risposta, pertanto, tiene conto di questi limiti, ma, in questi limiti, ho cercato di rispondere esattamente ai due quesiti posti con tanta chiarezza dalla collega Spagnuolo.
Premesso che la gestione delle attività commerciali, come peraltro bene evidenziato dall'interrogazione della collega e ancor più dal suo intervento, che è molto significativo e di richiamo a tutto il Consiglio, è una posizione di strategia generale, attualmente sottoposta a specifiche norme di settore. A quest'ultime sono subordinate le azioni intraprese ai fini del mantenimento e del restauro di particolari aspetti storici ed artistici degli antichi esercizi commerciali, si condividono ampiamente le preoccupazioni manifestate attraverso i quesiti formulati nell'interrogazione n. 2538". E aggiungo che si condividono e si trovano centrali, fondamentali, basilari, le argomentazioni adesso poste dalla collega Spagnuolo, perché solo in quel contesto potremo prevenire altre chiusure. Ripeto: non è l'Assessorato alla cultura da solo che pu risolvere il problema della distribuzione, delle clientele, dei rapporti ecc.
"Per tali motivi, e vista l'attualità del problema sollevato, il Settore Musei e Patrimonio culturale della Direzione regionale Beni culturali intende, per quanto di competenza, suddividere in due parti la risposta alle domande proposte.
1) In termini generali sul discorso 'locali storici', l'Amministrazione regionale rivolge la propria attenzione ai locali storici piemontesi attuando quanto previsto dalla L.R. 34/95. Tale legge ha come propria finalità la tutela e la valorizzazione dei locali storici, da attuarsi in primo luogo attraverso l'analisi e lo studio del patrimonio conservato (censimento) e, successivamente, offrendo l'opportunità ai proprietari dei locali censiti di beneficiare di un sostegno economico a favore del restauro (artt. 5 e 6). Promozione ed attuazione di tali attività vedono compresenti, in base a competenze diverse, gli uffici regionali, le amministrazioni comunali e il Ministero per i Beni e le attività culturali.
Nel corso del biennio 1997/1998, in collaborazione con la Società piemontese di Archeologia e di Belle Arti (SPABA), sono state compilate 116 schede di locali storici torinesi. Tale studio ha incluso l'analisi degli esercizi commerciali meglio conservati e più noti (di cui la Pasticceria Pfatish è documento di rilievo, Scheda n. R0158705; quindi è stata censita a riprova di questo sistema di censimento) e la lettura di numerosi elementi decorativi tuttora presenti a Torino e connotanti la fisionomia esteriore delle attività commerciali del passato.
All'analisi della Città di Torino sta facendo seguito l'estensione del censimento al restante territorio regionale, attraverso un'indagine generale sulle testimonianze conservate ed il successivo approfondimento relativo ai singoli locali storici.
Lo studio dei locali e degli arredi in essi conservati viene realizzato attraverso l'utilizzo di apposite schede informatizzate corredate di fotografie B/N e diapositive a colori. Le schede, per omogeneità e correttezza dei contenuti, sono compilate da più équipes professionalmente omogenee, formate da un architetto, uno storico dell'arte e da un fotografo professionista.
2) Quanto al problema della chiusura per cessata attività di significative testimonianze della vita commerciale del passato, gli uffici regionali della Direzione Beni culturali vi pongono attenzione nei limiti di competenza (propri di un Assessorato alla Cultura) relativi ad un problema che - come più sopra ricordato - riguarda problemi non esclusivamente culturali, quanto piuttosto attinenti al mondo del commercio e delle attività economiche ad esso collegate, come ben ricordato nella premessa del suo intervento da parte della collega Spagnuolo, che richiama quindi il dibattito sul commercio, sul quale si può pensare un approfondimento, un'integrazione di questo settore proprio in ragione di questa interrogazione.
Tale attenzione si esplica attraverso l'attuazione della L.R. 34/95 (censimento e restauri) e con l'approfondimento dell'analisi dei locali storici piemontesi per mezzo di pubblicazioni e studi specifici.
Alla luce dei risultati dei censimenti promossi nel corso degli ultimi anni potrà inoltre essere proposto agli Assessorati competenti (quello al commercio, per esempio) la creazione di un apposito marchio promozionale che permetta di inserire i locali storici in itinerari turistico-culturali tematici (iniziative queste ultime già perfezionate e proposte, per quanto è noto a questi uffici, in ambito transalpino). Qui il richiamo che faceva giustamente la collega Spagnuolo a iniziative degli Assessorati alla cultura che più che sostenere economicamente gli esercizi commerciali, che sfalserebbero la concorrenza, hanno promozionato in questo modo gli esercizi.
Per il caso particolare della Pasticceria Pfatish, l'intervento del Settore Musei e patrimonio culturale della Direzione Beni culturali potrà espletarsi in due fasi distinte: a) ribadire alla Ditta Pfatish la possibilità di accedere ai contributi previsti dalla L.R. 34/95 secondo le modalità previste dagli artt. 5 e 6 (quindi abbiamo segnalato alla Pasticceria Pfatish la possibilità di accedere a questi contributi, che però ovviamente rappresentano solo una parte del problema) b) rispetto al secondo punto, molto opportunamente fatto notare, la salvaguardia di questi preziosissimi marchingegni, abbiamo dato l'avvio di verifiche nell'ambito di musei e collezioni analoghi per patrimonio conservato ai temi riferibili al patrimonio tecnologico antico conservato nella Pasticceria Pfatish, al fine di vagliare la possibilità di inserire ed esporli in una sede dignitosa in grado di valorizzare l'indiscusso valore culturale".
Quindi, con questa interrogazione, diventa una direttiva che darò alla Direzione Beni culturali (era già un'indicazione, ma ritengo di trasformarla subito in una direttiva urgente e vincolante) per poter relazionare se la Pasticceria Pfatish ha accettato i contributi, è disposta ad aderire, e come comunque proporre la conservazione. Anche questo intervento è molto opportuno e cade - ha ragione la collega Spagnuolo - "a fagiolo" nel dibattito sul commercio, senza il quale il nostro sarebbe un intervento solo marginale.



SPAGNUOLO Carla

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Aveva già esaurito prima il suo intervento, Consigliera. Le concedo comunque una brevissima valutazione.



SPAGNUOLO Carla

Mi è sufficiente un minuto. In primo luogo per chiedere all'Assessore Leo copia della risposta scritta e poi per verificare come recuperare nel testo di legge che andremo oggi ad approvare qualcuno dei contenuti che l'Assessore ha richiamato, magari attraverso un ordine del giorno. Adesso l'Assessore Pichetto sta seguendo più le questioni legate alla normativa urbanistica, ma ci potrebbe essere un ordine del giorno che riprende questi contenuti. Vediamo eventualmente come stilarlo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni e sistemi culturali

Grazie, grazie molte.



PRESIDENTE

Abbiamo così esaurito il punto.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Devo dare una comunicazione di servizio: alle ore 13,30 non c'è più la riunione del gruppo di lavoro sull'inquinamento luminoso perché ci sono degli impegni diversi da parte dei colleghi.
Così anche - seconda comunicazione - venerdì prossimo 8 ottobre, la V Commissione inizierà regolarmente i suoi lavori alle ore 9,30 perché la Coltivatori Diretti che doveva essere audita ha chiesto il rinvio dell'incontro.


Argomento: Immigrazione

Sollecito risposta interrogazione n. 2684 inerente a "Istituzione e funzionamento del Centro di Permanenza Temporanea 'Brunelleschi'"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bortolin; dopodiché passeremo all'esame del provvedimento sul commercio.
Ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Vorrei porre il problema dei tempi per la discussione in aula delle interpellanze ed interrogazioni presentate dai Consiglieri.
Circa tre mesi fa, ho presentato un'interpellanza relativa alla gestione del Centro per immigrati di Corso Brunelleschi. E' un argomento quanto mai urgente da discutere, Presidente del Consiglio, anche alla luce dei continui fatti che accadono in quel centro.
La città di Torino, per il Piemonte, ospita uno dei pochi centri presenti in Italia, che viene gestito sulla base della legge statale n. 40 e ha amministrato con i fondi che il Governo nazionale eroga. E' un centro per il quale ha giurisdizione la Prefettura; è gestito direttamente dalla Questura e dalla Croce Rossa e la legge nazionale affida compiti di coordinamento anche alle Regioni. Non so quanti Consiglieri hanno potuto vedere dov'è fisicamente dislocato questo centro: questi immigrati che non tutti - sono rinchiusi in container di metallo anche in estate, senza nessun riparo, in attesa...
Presidente, lei non discute le interpellanze! Accadono fatti gravi!



PRESIDENTE

Questo argomento lo portiamo alla Conferenza dei Capigruppo; non sono mie scelte.



BORTOLIN Silvana

Gliel'ho già sollecitato più volte!



PRESIDENTE

Lo so.



BORTOLIN Silvana

E il Presidente della Giunta ha detto che era disposto a discutere l'interpellanza!



PRESIDENTE

L'argomento è sicuramente di interesse; mi auguro che...



BORTOLIN Silvana

E' di interesse anche perché al punto 60) dell'o.d.g. è iscritta una delibera per l'utilizzo dei fondi nazionali che vengono destinati per l'immigrazione! Fondi destinati alle Regioni! La Regione Piemonte presenta una delibera in ritardo di più di un anno...



PRESIDENTE

Ne discuteremo quando perverrà la risposta; mi auguro nei prossimi giorni.



BORTOLIN Silvana

Certo... Siamo però di fronte, Presidente del Consiglio, ad un fatto di cronaca che coinvolge gli immigrati, su cui la Regione ha compiti di governo - e non vi provvede.
Non è possibile, in questo Consiglio, discuterne in alcun altro modo io gli sottopongo il problema, sollecitando anche l'urgenza del dibattito.



PRESIDENTE

L'argomento è sicuramente urgente: chiederò alla Giunta di rispondere in tempi ravvicinati.


Argomento: Commercio - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 513: "Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte (In attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114)" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo allora, secondo le intese, all'esame della normativa sul commercio, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ricordo che avevamo esaurito la discussione generale relativa all'art.
1 e ci apprestavamo a valutare gli emendamenti.
Emendamento presentato alla Consigliera Pazé: Art. 1 - Finalità Al comma 1 si sostituiscono le parole "detta le norme" con le parole "fissa i criteri".
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Scusi, Presidente, per la verità ero un po' distratto, ma se ho capito bene, si inizia la discussione sul disegno di legge sul commercio.



PRESIDENTE

Secondo le intese, siamo passati all'argomento "commercio".



SAITTA Antonino

Chiedo ai colleghi del Consiglio e all'Assessore che questa discussione venga rinviata, perché ho la sensazione - che credo condivisa da altri colleghi che hanno partecipato all'esame della deliberazione collegata alla legge nella giornata di ieri - che finalmente si sia entrati nel merito della questione.
Ritengo che l'esame in Commissione, che deve avvenire nei prossimi giorni, potrà sicuramente aiutare il dibattito ed introdurre, attraverso l'esame della deliberazione, qualche elemento di tipo correttivo nel disegno di legge.
Questo richiede, evidentemente un minimo di tempo (non credo che questo possa avvenire in assemblea, in sostanza); per cui la proposta che avanzo è che nella giornata di domani si tenga la seduta della Commissione per completare l'esame della deliberazione agli effetti delle modifiche da introdurre o delle parti da trasferire nella legge.
Se questo potesse avvenire nei tempi previsti dal decreto legislativo credo che si potrà approvare la legge.



PRESIDENTE

C'è una mozione d'ordine che, negli obiettivi, è accelerativa del provvedimento. Su questa proposta vorrei sentire gli altri Gruppi e la Giunta.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Noi ovviamente non possiamo essere d'accordo, a meno che non lo siano l'Assessore o la Giunta: in quel caso ci adegueremo in un secondo.
Abbiamo fatto più riunioni della Conferenza dei Capigruppo; si è discusso in aula su questioni di natura sostanziale inerenti alla deliberazione, al di là della formalità dell'approvazione in Commissione in II e VII Commissione.
Molti dei presenti hanno partecipato ai lavori della Commissione ieri mattina e ieri pomeriggio: direi che si è sviscerato tutto, "di dritto e di rovescio", sotto ogni angolatura. Non si è arrivati, ovviamente, ad una conclusione, ma davamo per scontato che non ci fossero più rilievi dal punto di vista formale.
L'Assessore, in sede Commissione, in più di un intervento si è detto disponibile a recepire alcune indicazioni emerse; mi è parso anche di rilevare la disponibilità a recepire una qualche richiesta delle opposizioni, in particolare del Consigliere Saitta, ovvero di inserire all'interno dell'articolato di legge - quando arriveremo all'articolo ad hoc - un qualche elemento che si chiede venga trasferito dalla deliberazione al disegno di legge.
Detto questo, abbiamo ribadito ai Capigruppo che oggi e domani si sarebbe discusso Consiglio la legge sul commercio; dopodiché, al di là di quel che emerge ufficialmente, ci sembra di capire, da un giorno all'altro da una settimana all'altra, che probabilmente questo disegno di legge non lo si vuole assolutamente portare in porto. Non so quale sia la motivazione, ma stando al fatto che da settimane veniamo in aula per il disegno di legge sul commercio e dopo si ritorna in Commissione; si era detto "mezza giornata non basta, facciamone una"; ieri - come ho detto - si sono dedicate ore. Per carità. Certi argomenti si risolvono in secoli e non bastano le ore, però mi sembra che ieri, dal mattino alla sera, si sono sviscerati - torno a ripetere - parametri, indici, metri cubi, metri quadri: più di così, non so.
Se la Giunta non ha altri orientamenti (nel caso ne avesse, ci orienteremmo su questi in trenta secondi), saremmo per proseguire, anche perché, se non si va avanti e si continua a rinviare in attesa che la Commissione discuta di altre cose, altro che commissariamento! Qui non ci arriviamo neanche a fine anno! Dopodiché, siccome è proprio il collega Saitta uno dei maggiori sostenitori del fatto che la Giunta, a suo dire, vorrebbe arrivare al commissariamento, o comunque alla bocciatura della legge, allora qui probabilmente ci sono forze che convergono in questa direzione, quanto meno all'interno dell'opposizione; altrimenti diventa difficile, arrivati a questo punto, credere che veramente sia un problema di piccoli passi perché non iniziamo mai a fare i piccoli passi.
La discussione generale è stata fatta; sono emerse cose utilissime (l'abbiamo sottolineato anche noi); l'Assessore stesso ovviamente si sarà arricchito di quelle osservazioni e sicuramente è in grado di recepire quanto riterrà di recepire per trovare un punto di incontro, un punto di equilibrio.
Per la legge sul personale siamo stati in ballo due anni; questa secondo me, non è certo più semplice: ha più numeri al suo interno. E sui numeri da zero all'infinito forse dovremo chiedere una proroga di legislatura per poter arrivare fino in fondo (ma non credo che ce la concederanno).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per dar modo all'Assessore di rispondere anche a questa proposta.
Sulla legge in questione si è lavorato un po'; ha ragione il collega Gallarini: è un provvedimento parecchio complicato, perché in attuazione di un decreto legislativo che innova non marginalmente il settore del commercio.
Il poco lavoro svolto fa emergere discussioni vere, difficili, con risoluzioni che a volte ci trovano concordi, a volte no, ma in ogni caso molto impegnative.
Si tratta di una legge sulla quale si è compiuta la scelta di espellere indicazioni di criteri e indirizzi per consegnarli ad una deliberazione che stiamo discutendo.
Durante tale discussione l'Assessore inonda la Commissione di emendamenti: in quasi ogni riga c'è un emendamento soppressivo o correttivo che, di certo, contribuisce, non dico a perdere tempo, ma a dimostrare la difficoltà della materia, alla quale non ci sottraiamo. L'opinione dei Comunisti italiani è che l'impianto proposto dalla Giunta non rispetta il decreto legislativo n. 114.
E' un impianto che nella legge non prevede indirizzi generali e criteri, li espelle e li consegna alla deliberazione. Il punto di vista che esprimiamo è che ci troviamo in una situazione di inosservanza sostanziale del decreto legislativo n. 114.
Più andiamo avanti nel lavoro sulla deliberazione, più questo elemento secondo me, emerge a sbalzo. Siamo agli indizi generali e stiamo passando ai criteri. Noi vediamo già che la deliberazione, oltre a contenere criteri ed indirizzi che dovrebbero essere in legge, contiene scelte di governo puntuali relativamente al settore del commercio.
Il decreto legislativo n. 114 non prevede questo; non prevede che la Regione Piemonte classifichi i Comuni e che, nell'ambito dei Comuni classifichi anche tutto quello che deve succedere, con metri lineari numeri di banchi, ecc.
E' un modo di deliberare improprio, perché quello delle scelte di classificazione sul territorio regionale dei Comuni è un tema che deve essere affrontato con gli strumenti adatti, e lo strumento adatto non è la deliberazione, ma i piani territoriali. Sono strumenti di pianificazione con i quali posso dire "Pinerolo sta qui ed Ivrea sta là", ma questo non si dovrebbe stabilire con una deliberazione; tant'è che nell'esame della deliberazione, alle osservazioni dei colleghi, che chiedevano come mai quel Comune fosse stato inserito in quel polo, non si può rispondere se non facendo leva su documentazioni di diciannove anni fa. Non si procede in questo modo, Assessore! La mia opinione è che per andare avanti bisogna: 1) rispettare il decreto legislativo n. 114 e dare vita ad una legge che contenga criteri ed indirizzi; 2) avere una normativa complessiva (aggiungendo, se si vuole una deliberazione) che lasci ai Comuni il potere di individuare un assetto urbanistico che risponda agli indirizzi del decreto legislativo n. 114.
Il mio suggerimento è quello di ritirare la deliberazione, prendere le parti che in deliberazione esistono e si riferiscono a criteri ed indirizzi di carattere generale, come dice il decreto legislativo n. 114, ed aggiungerle alla legge in discussione. Se la legge viene discussa così, il risultato sarà, a mio modo di vedere, una contrapposizione frontale con il decreto legislativo.
Ho voluto parlare prima dell'Assessore per esporre questa proposta: si faccia un lavoro per includere nella legge i contenuti previsti dal decreto legislativo n. 114, mettendo da parte la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

In merito alle considerazioni svolte dai colleghi, dico che la Giunta è pronta ad andare avanti con il disegno di legge e con l'articolato eravamo all'art. 1 - anche a seguito dell'ampia discussione sulla delibera tenutasi ieri in aula, con riferimento all'integrazione del disegno di legge con gli emendamenti che la Giunta è disposta a proporre, ma anche a concordare la modalità di tecnica legislativa a cui faceva cenno precedentemente il collega Chiezzi, in modo da riportare nell'ambito della legge i criteri e gli indirizzi generali.
Ho degli emendamenti che potrebbero ricondurre all'art. 3 un'esplicazione dei criteri degli interessi e le modalità di individuazione di addensamenti e localizzazioni. Inoltre, alla legge può essere allegato ma deve esserci il consenso del legistico per tecnica legislativa, così come hanno fatto altre Regioni, l'elenco delle aree di programmazione.
Questa è la disponibilità e la proposta della Giunta. Mi attengo per alle decisioni della Presidenza del Consiglio e dei Capigruppo in merito alla possibilità di esaminare gli emendamenti direttamente in aula o, se si preferisce, di sospendere un momento la seduta per trovare un punto di mediazione.
In questo momento, il punto di mediazione per questa legge è la modalità e l'accettazione di questi emendamenti, che spero offrano il percorso per sbloccare l'iter del disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba, che ha forse un'altra ipotesi da suggerire.



RIBA Lido

Non ho nessuna ipotesi da suggerire, forse qualche ipotesi da perfezionare. Si era proposto e convenuto, nella precedente riunione dei Capigruppo, di utilizzare i tempi che precedevano la seduta di domani. Per quanto riguarda oggi non sono informato, dato che ogni tanto, il Presidente Deorsola lascia qualche elemento di indeterminatezza, quindi è possibile che qualche volta tutti capiamo la stessa cosa e altre no. Per me, la seduta di questa mattina fa parte di quegli elementi di indeterminatezza ma, a parte questo, è rimasto poco tempo. Per la seduta di domani avevamo previsto di discutere la legge sul commercio.
Il collega Foco mi ha riferito che si è profilata una specie di condizione che renderebbe spedita la discussione della legge, qualora si concretizzasse nei termini che ha richiamato l'Assessore Pichetto, che mi sembrano considerevoli dal punto di vista dell'avvicinamento alle richieste che alcuni colleghi, soprattutto i Popolari e i Comunisti italiani, avevano fatto in merito all'inserimento di elementi che erano presenti nella delibera, ma che devono figurare nella legge. Credo che questa sia la sostanza del problema.
Vorrei capire con esattezza - anche per orientarci nella discussione se questa condizione di avvicinamento ci consente di quantificare i tempi tecnici della discussione di una legge così complessa, perché non si possono stabilire i tempi del confronto politico, al di là dei minuti necessari per la discussione dei singoli articoli e degli emendamenti. Se l'Assessore ravvisa l'opportunità di soprassedere per la mattinata di domani e riprendere nel pomeriggio, oppure se ha bisogno di tutta la giornata di domani per riprendere il martedì successivo, al fine di superare una condizione di impasse politica su questa legge, può andar bene, sapendo che la discussione va conclusa domani o, nel caso che se ne ravvisi la necessità, martedì.
Riteniamo che sia interesse del Consiglio non arrivare a forme successive di commissariamento su questo tipo di legge, ma in ogni caso riteniamo che la discussione debba essere completata e che gli elementi posti debbano avere l'opportunità di essere adeguatamente inseriti nella proposta di legge.
A questo punto ascoltiamo la proposta della Giunta, come giustamente ha detto anche il collega Gallarini.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Dato che la materia in discussione è molto importante, anche il mio Gruppo darà il suo orientamento.
Mi sembra che la discussione, fatta anche sui criteri della deliberazione, sia giunta ad un'ulteriore maturazione.
Pertanto, può essere utile avere gli eventuali, ulteriori contributi anche sotto forma di emendamenti, che la Giunta intende eventualmente presentare. Se entro domani mattina noi potessimo avere un testo, potremo in maniera approfondita, esaminarlo; non dobbiamo procedere ad ulteriori disamine per capire.
Ognuno avrà la propria opinione, ma ritengo non sia il caso di approfondire ulteriormente l'argomento.
Crediamo che il testo inerente la normativa commerciale debba essere ad un certo punto approvato, se non si facesse a tempo giovedì sera, non ci impegneremo personalmente, e ritengo anche con i colleghi dell'opposizione di giungere martedì prossimo alla votazione in aula.
Credo sia questo il percorso sul quale confrontarci.
Noi non stiamo lavorando per il commissariamento, perché non sarebbe nell'interesse né del mondo interessato dalla normativa commerciale n degli stessi consumatori.
Ho voluto anticipare questa nostra posizione, sapendo che se ci assumiamo l'impegno esso dovrà essere mantenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Abbiamo ascoltato con interesse quanto hanno detto i Consiglieri Riba e Spagnuolo. Vorrei sapere se - non è questione di mancanza di fiducia anche il collega Saitta con il suo Gruppo si allinea su queste posizioni.
Mi sembra che la collega Spagnuolo abbia espresso un impegno molto preciso: ascoltiamo le proposte dell'Assessore e della Giunta e ci impegniamo a votare in aula il disegno di legge martedì prossimo.
Tutti i Gruppo coinvolti, al di là ovviamente di quelli della maggioranza che erano disponibili anche prima, si sentono impegnati in questo senso, oppure no? Prima che la Giunta si esprima vorremmo avere questa sottolineatura di eventuale impegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il percorso evidentemente è collegato al merito, non è solo procedurale. Ha ragione la collega Spagnuolo nel momento in cui dice che le questioni sono ormai state focalizzate e sono quelle citate dal Consigliere Chiezzi: il rapporto tra deliberazione e legge e quindi la necessità che in legge vengono trasferite le scelte - sulle quali non siamo d'accordo - che la Giunta ritiene.
Altra questione, per adesso marginalmente oggetto del dibattito, lo sarà, forse, maggiormente in Commissione, che sono i meccanismi del potere sostitutivo della Regione. Infatti, nella deliberazione - collegata poi alla legge urbanistica - c'è qualche equivoco. Io lo interpreto come un potere sostitutivo della Regione: nel momento in cui c'è una richiesta di autorizzazione commerciale la Regione può anche cambiare le destinazione d'uso del Piano regolatore.
Per cui credo che la questione del potere sostitutivo, siccome sono fortemente convinto della necessità di garantire l'autonomia dell'Ente locale nel momento in cui redige il Piano regolatore e la sua variante, (è un suggerimento il mio, se il tema viene affrontato concordo anch'io sul percorso) debba essere affrontata in termini molto chiari ed espliciti.
Se riuscissimo a inserire questo in legge meglio. Se si provvede alla modifica della legge n. 56, lo possiamo fare. Se ciò non fosse possibile, è necessaria un'esplicazione chiara da parte del Consiglio: potere sostitutivo non significa cambiare la destinazione d'uso.
L'altro tema quindi è la questione del potere sostitutivo della Regione Piemonte: come viene esercitato, in che maniera e con quale modalità.
Chiedo che venga chiarito o attraverso un emendamento o attraverso la discussione in Commissione. Se anche questo tema viene esplicitato ed è evidente la posizione della Giunta, noi possiamo andare in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Penso che "patti" extra istituzionali, che prevedano una limitazione della sovranità dell'aula non siano da sottoscrivere: noi comunque non li sottoscriviamo. L'aula, comunque, per democrazia, è sovrana e quindi decide.



PRESIDENTE

Quali sarebbero questi patti?



CHIEZZI Giuseppe

Patti che definiscono che ad un certo punto si vota il giorno tale su una questione. Tale patto - ripeto - espropria l'aula dalla libera scelta democratica di lavorare come crede. Io su questo patto non concordo.
Ci sono molti provvedimenti iscritti all'o.d.g. molto "semplici", che la maggioranza non si cura di richiamare e di fare approvare, cosa che allibisce, decine di provvedimenti sui quali, probabilmente, non c'è nemmeno un contrasto, che giacciono da mesi fermi, senza che la maggioranza spenda una parola.
Non siamo sempre per approvare, accelerare, discutere, confrontarci. Se la mettiamo sul piano di chi fa più in fretta, noi siamo in grado di dimostrare che sappiamo fare molto in fretta, siamo quasi istantanei, come sul bilancio. Se le cose si mettono in quei termini, io sfido la maggioranza ad approvare tra un minuto tutto così com'è, delibera e legge.
Volete questo? E' una cosa che farà del danno al Piemonte, ma volete questo, chiedetelo? Il tutto senza emendamenti, nemmeno quelli dell'Assessore Pichetto. Se si lavora si lavora tutti, non lavora solo l'Assessore Pichetto! Se non si lavora e voi siete sicuri di avere la più bella legge del mondo e la più bella deliberazione del mondo, buttatele qua! E vedrete il comportamento del Gruppo dei Comunisti italiani sempreché vogliate metterla sulla fretta. Se, invece, la mettiamo sul merito allora noi daremo il contributo, come abbiamo dato fino ad oggi senza volontà di perdere nemmeno un minuto - anche i nostri minuti sono preziosi come i vostri - e si lavora.
Nella seduta di martedì prossimo si vedrà, meglio approvarla martedì che il martedì prossimo, ma se è necessario approvarla il martedì dopo si farà così.
Presidente, spero di essere stato chiaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Alla sfida del Consigliere Chiezzi possiamo anche rispondere sì, nel senso che in aula abbiamo il disegno di legge, non c'è altro; se si decide di approvarlo noi siamo d'accordo.
La delibera non è in aula, la possiamo portare in aula il prossimo Consiglio, dopodiché si può valutare se ci sono delle modifiche o meno e poi in un minuto approvarla.
Al di là delle sfide, emerge chiaramente che, giunti a questa strozzatura finale, siamo ancora nelle stesse condizioni di tre settimane fa.
Quando ci si avvia verso la conclusione esistono sempre posizioni differenziate. Per cui succede che si "chiude" con alcuni Gruppi, anche più rappresentativi dal punto di vista numerico - lo sono tutti dal punto di vista politico-rappresentativo, anche il Gruppo costituito da un solo Consigliere - i Capigruppo hanno discusso per due ore all'interno della saletta "A", prima con il collega Chiezzi, poi senza, alla fine siamo arrivati - quindici giorni fa - alle stesse conclusioni di ora. Quindi collega Chiezzi, per favore, non parliamo di "fretta"! Usiamo altri vocaboli più appropriati, ma "fretta" in quest'aula, proprio no! Penso che se non ce ne siamo accorti noi - gli altri 4.300.000 piemontesi, fuori da quest'aula, se sentissero parlare di "fretta", probabilmente, avrebbero conati di vomito!


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Per la parte restante dei nostri lavori che - ripeto - erano previsti solo per la mattinata, propongo il seguente percorso. Primo, passare le tre deliberazioni che avevamo ipotizzato, dopo una riunione dei Capigruppo, con l'Assessore, per valutare quali...



(Commenti del Consigliere Riba fuori microfono)



PRESIDENTE

Secondo le previsioni, abbiamo poco tempo. Dato che ci sono queste deliberazioni che non ritengo impegnino l'aula per troppo tempo, chiederei di valutare ...



(Commenti del Consigliere Riba fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Riba, la proposta che sto facendo mi sembra ragionevole.
Propongo di valutare quali parti della deliberazione - è anche l'ipotesi formulata dall'Assessore - possano essere recuperate dalla legge. Se l'ipotesi dell'Assessore viene vista nella Conferenza dei Capigruppo, in chiusura dei nostri lavori di oggi, credo che sapremo che cosa possiamo fare domani.



(Brusio in aula)



PRESIDENTE

La proposta della Giunta! Assessore Picchetto, vuole ribadirla?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Non so se il luogo più opportuno sia la Conferenza dei Capigruppo. Ho detto subito che possiamo tentare di trovare la mediazione, l'accordo per prendere la parte d'indirizzi e di criteri generali da portare in legge. Io ho gli emendamenti pronti, per capire di trasmettere domani mattina, a tutti voi, il testo definitivo. Perché altrimenti continuiamo a discutere in merito a quella che potrebbe essere l'ipotesi di mediazione .... Questa è la mia proposta, la considerazione che ho fatto pensando che il Consiglio era convocato fino alle ore 14: se sospendiamo adesso ci rimane un'ora di tempo. In un'ora si può tentare di trovare questo punto di equilibrio politico. Non so se il luogo più adatto sia la Conferenza dei Capigruppo o la Commissione.



(Commenti in aula)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Accordo su emendamenti del disegno di legge all'esame dell'aula.



PRESIDENTE

Puntualizzo, dopo quest'intervento, la mia ipotesi, che è quella di approvare queste tre deliberazioni e sentire le proposte, da parte dell'Assessore, in aula - se si ritiene che l'aula possa essere utilmente informata di questo - in modo da avere un attimo di riflessione per affrontarle poi domani.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo, ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Scusi Presidente, però almeno un po' le regole dobbiamo osservarle! Abbiamo lavorato in Commissione molto a lungo, e le questioni in oggetto sono state definite in modo abbastanza preciso. Esula totalmente da qualsiasi comportamento istituzionale che l'Assessore faccia in sede di Consiglio una trattativa su come chiudere gli emendamenti. A questo atteggiamento io mi oppongo in maniera assoluta!



PRESIDENTE

E' un'ipotesi di emendamento!



SPAGNUOLO Carla

No, non è un'ipotesi di emendamento, è un pateracchio istituzionale! Mi scusi se lo dico in maniera molto chiara, ma è una "trattativetta" che anziché essere fatta in una stanza, vuol essere fatta in aula. Le cose le abbiamo dette, l'Assessore ha tutti gli elementi. A questo punto, come in genere si fa in queste questioni - oltretutto molto complesse - l'Assessore faccia la sua ipotesi di emendamento scritta, la consegni quando lo ritiene opportuno, riunisca - se lo ritiene - la Commissione, altrimenti venga in aula portando un testo scritto. Ma che l'Assessore dica e l'altro risponda è una strada dalla quale intendo, formalmente, dissociarmi! E questo per quanto riguarda questa materia - e sarebbe lo stesso anche per tutte le altre - ma, ripeto, per questa materia in maniera particolare!



PRESIDENTE

L'informativa o l'intervento dell'Assessore è sull'emendamento che si propone. Non vedo nulla da respingere in modo particolare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba, ne ha facoltà.



RIBA Lido

Presidente, sollecito il suo concorso per cercare di risolvere il problema, definendo almeno dei tempi certi per arrivare alla conclusione e votazione della legge.
Naturalmente, ciascuno deve impegnare il Gruppo che rappresenta! Quando è possibile facciamo anche di più, quando non è possibile è uguale per tutti. Diversi Gruppi hanno lo stesso orientamento, che non vuole essere ostativo di azioni singole, e che però intende chiudere entro martedì.
E' anche vero che l'Assessore si è indotto, dopo un lungo confronto, a proporre delle modifiche alla legge. Il che vuol dire che il lavoro è stato utile. Io me ne compiaccio, perché un lavoro così consistente, dal punto di vista quantitativo, se non fosse stato utile sarebbe stato un ulteriore elemento per il peggioramento del nostro stato d'animo. Se questo tipo di lavoro oggi è pronto, può essere riproposto all'attenzione della sede che gli è propria, la Commissione. Non alla Conferenza dei Capigruppo: una questione così attiene alla materia, non all'orientamento politico.
Posso dire che noi, martedì, desideriamo arrivare alla conclusione e portarla nella sede che gli è propria, la Commissione. In quella sede, poi si lavorerà per il tempo necessario. Io sarei portato a dire che "domani mattina" potremmo riunire la Commissione e domani pomeriggio tenere il Consiglio. Non so però se così facendo, con tempi così stretti, non finiremmo per compromettere l'utilizzazione razionale del tempo di domani.
Fermo restando il tetto ultimo di martedì sera, potremo fare ancora domani il lavoro di Commissione. Questo comporta sospendere il Consiglio per la riunione di domani, sostituirlo con un considerevole lavoro di Commissione. Diciamo che l'aula sollecita alla Commissione la conclusione dei lavori, in modo tale che martedì possa essere ripreso e concluso il lavoro d'aula.
Le altre proposte, mi sembra, non ci consentono di anticipare la conclusione rispetto a martedì. Sottraendo del tempo utile alla Commissione, si potrebbe anche compromettere quella data ultima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Chiederei alla Giunta e, ovviamente, al Vicepresidente Masaracchio e all'Assessore Picchetto, se possa essere accolto questo percorso che a noi sembra, arrivati a questo punto, ragionevole.
Oggi pomeriggio può essere speso - al di là del fatto che si riunisce la IV Commissione - da parte dell'Assessore Picchetto per consultare chi ritiene necessario consultare. Per quanto riguarda domani, se anche il Presidente del Consiglio è d'accordo - era convocato il Consiglio - mi sembra che abbiamo trovato un percorso abbastanza ragionevole.
Probabilmente, se non lo seguissimo, finiremmo col perdere maggiore tempo.
Domani potrebbero riunirsi la II e la VII Commissione, senza violentare la volontà di nessuno.
Penso che anche il Consigliere Chiezzi, alla fine, possa riconoscersi laddove non è affermato formalmente il principio il principio che - caschi il mondo - martedì sera alle 19,00 si deve votare. Anche il collega Chiezzi può concordare sul fatto che, discutendo emendamenti di sostanza - non tipo quelli presentati dalla Consigliera Pazé, tanto per capirci, che variano di uno in uno i numeri (perché, se affrontiamo quegli emendamenti, è ovvio che il taglio è di altro tipo) - diventa ragionevole dedicare, con l'impegno formale di molti Gruppi, se anche la Giunta è d'accordo, la giornata di domani alla Commissione e continuare e chiudere martedì, prima di sera, nei limiti del possibile, l'argomento.



PRESIDENTE

La Giunta condivide l'ipotesi che ha riassunto il Consigliere Gallarini? La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

La proposta di fare domani la II e VII Commissione è accettabile. A questo punto, si può definire la parte del disegno di legge in modo chiaro specificando ciò che dalla delibera si porta alla legge, andare avanti sulla delibera, per chiudere l'argomento martedì in Consiglio, naturalmente se ciò sarà possibile.



PRESIDENTE

Chiedo all'Aula di ritagliare ancora uno spazio, per esaminare alcuni provvedimenti che avevamo concordato. Se non riusciamo ad esaminarli adesso, inizieremo la giornata di domani alle 9,30 con il Consiglio e alle 11,00 faremo la Commissione.



SIMONETTI Laura

Scusi, Presidente, se può riassumere l'ordine dei lavori tra oggi e domani mattina, perché non è chiaro. Ha detto che domani mattina prevediamo il Consiglio alle 9,30 e poi, nell'arco della giornata, la Commissione congiunta, II e VII...



PRESIDENTE

Ho detto che dalle 9,30 alle 11,00 faremo il Consiglio.



SIMONETTI Laura

Può riassumere, Presidente, tra i punti che erano all'o.d.g., decisi nella riunione dei Capigruppo, cosa intende proporre di esaminare oggi e cosa domani mattina?



PRESIDENTE

Credo di averlo già detto, ma lo ripeto: oggi esaminerei la deliberazione n. 692, relativa al quarto prelievo, il quinto prelievo e la delibera quadro sui cantieri di lavoro; domani mattina, gli interventi a tutela della maternità, la promozione del corso del Master, la delibera sulle sorgenti del Belbo e la deliberazione, più volte sollecitata sull'ATC. Tutti gli argomenti, dunque, che avevamo definito; le materie già previste, tranne, ovviamente, il commercio.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 692: "Quarto prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1999, al fine di consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 692, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Non essendoci interventi, la pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 28 voti favorevoli, 2 contrari e 14 astensioni.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 695: "Quinto prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1999, al fine di consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 695, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Non essendoci interventi, la pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 30 voti favorevoli, 2 contrari e 14 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 685: "Legge regionale 18 ottobre 1984 n. 55 e successive modifiche ed integrazioni 'Impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di enti locali', art. 4: delibera quadro e contributi regionali relativi all'anno 1999'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 685, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Non essendoci interventi, la pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 40 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 647: "Istituzione di struttura direzionale presso le ATC di Torino, Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, ai sensi dell'art. 49, comma 5 della L.R. 8 agosto 1997, n. 51"


PRESIDENTE

Avendo ancora tempo a disposizione, procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 647. Tale provvedimento non era stato richiamato durante la Conferenza dei Capigruppo, ma ritengo ci sia la disponibilità ad esaminarlo. Esso contiene anche un emendamento.



PAPANDREA Rocco

Scusi, Presidente, poiché il provvedimento non era previsto, chiedo se è possibile illustrarlo.



PRESIDENTE

Certo. La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente. Cercherò di essere telegrafico nell'illustrazione ma anche chiaro.
Visto l'art. 49 della legge regionale n. 51, che contiene disposizioni riguardanti gli Enti dipendenti della Regione, comprese le Agenzie Territoriali per la Casa, di cui alla legge regionale 26 aprile 1993, n.
11, che prevede, al 5' comma, la possibilità di istituire negli Enti di rilevanti dimensioni e complessità organizzativa, la cui dotazione organica prevede una pluralità di posizioni dirigenziali, una struttura direzionale di livello corrispondente a quello della direzione regionale di cui alla stessa legge regionale n. 51, previa l'autorizzazione da parte del Consiglio regionale, con deliberazione adottata su proposta della Giunta viste le richieste formulate all'uopo dall'Agenzia Territoriale per la Casa delle Province di Torino, Cuneo, Novara, Alessandria ed Asti, con rispettive note; considerato che tutte le Agenzie Territoriali per la Casa in oggetto presentano rilevante complessità organizzativa, pluralità di posizioni dirigenziali, intendendosi, in carenza di ulteriori specificazioni della legge, più di un dirigente per ogni Agenzia, nonché in misura diversificata, consistenti dimensioni dato atto che l'eterogeneità della materia trattata, la molteplicità delle funzioni esercitate e le rilevanti responsabilità connesse, delineano comunque una spiccata atipicità delle strutture in questione e una più gravosa gestione operativa proprio in presenza di dotazioni organiche più limitate precisato peraltro che, nel caso, non si tratta di porre in essere nuove strutture direzionali bensì di iscrivere ed attribuire ad una funzione istituzionale già esistente (il direttore di cui all'art. 10 della L.R. 11/93) un carattere ed un livello corrispondenti a quelli della Direzione regionale con ciò, fra l'altro, ribadendo quella valutazione che il legislatore già operò - sia pure in un diverso contesto normativo individuandola evidenziato che le mansioni e le responsabilità del Direttore generale delle ATC, previste dall'art. 11 della citata L.R. 11/93, sono nella sostanza già equiparabili, in larga misura, a quelle stabilite per i Direttori regionali dall'art. 23 della L.R. 51/97 ritenuto pertanto che nei confronti delle ATC delle Province di Torino Alessandria, Asti, Cuneo e Novara esistano le condizioni per la proposta di riconoscimento di struttura direzionale di livello corrispondente a quello della Direzione regionale, secondo quanto previsto dal comma 5 dell'art. 49 della L.R. 51/97 preso atto che, come già formalizzato con DGR n. 25-25015 DEL 13/7/98 "Agenzie territoriali per la casa. Individuazione di criteri in applicazione art. 40, comma 6 CCNL di area dirigenziale del 14/4/96" sussiste comunque per dimensioni del bacino territoriale d'utenza, per patrimonio edilizio gestito e per numero di dipendenti, una apprezzabile diversificazione tra l'ATC della Provincia di Torino e le restanti ATC delle Provincie di Alessandria, Asti, Cuneo e Novara considerato che la stessa diversificazione comporta oggettivamente una distinta graduazione del limite massimo di trattamento economico ammissibile per il direttore dell'ATC di Torino e per i direttori della altre ATC menzionate ritenuto ancora che per il direttore dell'ATC della Provincia di Torino, il medesimo trattamento economico ammissibile possa essere quantificato, nell'ambito di quanto previsto dall'art. 29 della L.R. 51/97 sulla base del trattamento massimo del responsabile di settore regionale incrementato del 65% e che per i direttori della ATC delle Province di Alessandria, Asti, Asti, Cuneo e Novara il limite del trattamento massimo ammissibile debba essere contenuto nel massimo trattamento del responsabile di settore regionale, incrementato nella misura non superiore al 40 precisato che i limiti sopra fissati per la determinazione dell'effettivo trattamento economico da parte dei rispettivi Consigli d'amministrazione, nell'ambito della loro autonoma e piena discrezionalità sono un massimo da commisurare, oltre che con oggettive valutazioni delle singole situazioni locali, anche con le realistiche previsioni di disponibilità del bilancio tutto ciò premesso si propone al Consiglio regionale: di autorizzare le Agenzie Territoriali per la Casa delle Province di Torino, Alessandria, Asti, Cuneo e Novara all'istituzione della struttura direzionale di livello corrispondente a quello della direzione regionale prevista dalla legge regionale 8 agosto 1997, n. 51 di riconoscere, per le motivazioni in premessa esposte, una oggettiva differenziazione tra l'ATC della Provincia di Torino e quelle delle Province di Alessandria, Asti, Cuneo e Novara, fissando, nell'ambito della piena discrezionalità dei rispettivi Consigli d'amministrazione e delle disponibilità di bilancio, il limite delle retribuzioni massime ammissibili pari al trattamento massimo del responsabile di settore regionale incrementato del 65% per l'ATC della Provincia di Torino e del 40% per le ATC delle Province di Alessandria, Asti, Cuneo e Novara".



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, rispetto alla sostanza della deliberazione noi non siamo contrari, perché riconoscere il ruolo di direttore regionale a chi è a capo della struttura delle ATC ci pare che sia condivisibile.
Ciò che non è condivisibile è il fatto che all'indomani dell'applicazione della L.R. 51/97 in Commissione chiedemmo alla Giunta di esplicitare il suo orientamento nel riconoscere la qualifica di direttore regionale per quanto riguardava tutte le competenze della Regione Piemonte negli enti di cui ha la responsabilità e che la legge può prevedere. Non ci è mai stata data risposta, quindi riteniamo che la Giunta dovrebbe essere anche più sollecita a dare le spiegazioni che vengono richieste all'interno delle Commissioni.
Pur esprimendo il nostro consenso sull'operazione che è stata fatta con questa deliberazione, noi ci asterremmo perché proviene da un diniego complessivo dell'organizzazione della legge regionale n. 51. La legge 51 noi non l'abbiamo condivisa, vi avevamo spiegato le motivazioni per cui non la condividevamo, abbiamo verificato che lo splafonamento economico anziché il risparmio che era stato annunciato nel presentare quella legge è stato disastroso, assolutamente incomprensibile e sta lievitando di volta in volta. Credo che anziché a un risparmio di 6 miliardi come era stato annunciato nella presentazione della legge 51 - un risparmio di 6 miliardi sul complesso del personale! - siamo invece a circa 16 miliardi di splafonamento.
E' una situazione che noi riteniamo - non dico la parola perch potrebbe essere troppo pesante - assolutamente prevedibile e non congrua, e noi avevamo sollecitato la Giunta a riflettere nel merito, ma non ha voluto riflettere.
Ripeto che noi condividiamo questa delibera perché riguarda il settore delle ATC; sappiamo anche quali sono gli atti che devono essere assunti dai direttori regionali nell'ambito delle proprie responsabilità nella conduzione di questi complessi, ma alla luce della L.R. 51 noi su questa deliberazione ci asterremmo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Penso che abbiamo fatto bene a chiedere l'illustrazione della deliberazione perché quando questa era stata discussa in I Commissione, ci eravamo dichiarati contrari e io invito la Giunta a ritirarla cercando di illustrare brevemente perché.
Da una parte ci sono elementi di non chiarezza, perché quando si affrontano delibere di questo tipo, oltre alle percentuali, sarebbe utile conoscere l'entità reale in termini assoluti.
Bisognerebbe capire quanto percepivano prima e quanto percepiranno dopo, ripeto, anche in termini assoluti e non solo attraverso un meccanismo di percentuali perché si scopre dopo. Chiedo che prima che si voti, se decidete di andare avanti, almeno questo sia chiaro. Sia chiaro cioè qual è lo stipendio attuale del direttore e quale sarà dopo.
Secondo motivo. Siamo di fronte ad una serie di ATC che hanno fatto una certa richiesta; se altre lo faranno trovo ingiusto negarglielo. Loro chiedono ed è ovvio che anche altri lo chiederanno: appena sapranno che i Direttori delle ATC si sono fatti un aumento, ci sarà qualcuno che dirà: "Perché io no?", per cui si farà portavoce dello stesso tipo di richieste.
Inoltre, mentre si discuteva, mi è venuto in mente che alcune settimane fa si parlava di alcuni Direttori dell'INPS, che mi pare sia un Ente di una certa rilevanza e che tratta anche cifre consistenti, credo sicuramente molto superiori rispetto a quelle trattate dall'ATC, data la complessità delle partite che gestisce.
Ho letto che gli aumenti che si davano a questi Direttori - io sono d'accordo che non si dovesse farlo - erano sostanzialmente vicini all'attuale stipendio di un Direttore generale in Regione Piemonte.
In Regione abbiamo anticipato, senza grande scandalo, questa tendenza per decine di persone (non per tre): in un Ente che ha 3.000 dipendenti abbiamo fatto un'operazione che l'INPS proponeva per pochi. L'Assessore Burzi è stato capace di fare questa operazione più in grande stile. L'INPS ha scandalizzato; i Direttori della Regione Piemonte, no.
Questi sono misteri inspiegabili, forse anche perché le comunicazioni avvenivano in questa forma criptica: 65%... Non si capiva quant'era, per di fatto ci trovavamo di fronte a quel tipo di operazione, non ad altro.
Nel caso dell'INPS è stato uno scandalo nazionale, sono insorti tutti vi sono state interrogazioni parlamentari, ecc., ecc.. Noi, invece, non solo l'abbiamo fatto per i Direttori regionali; lo abbiamo fatto per le Agenzie - vedo che qualche Direttore mi guarda male, ma non c'è nulla di personale - e adesso lo facciamo anche per l'ATC.
Trovo semplicemente scandaloso avere atteggiamenti così incoerenti: il giorno prima, a proposito dell'INPS, si sollevano tante proteste e poi tranquillamente, in Consiglio regionale si approvano aumenti analoghi per cinque o sei Direttori delle ATC (che possono anche diventare di più).
Per questo motivo, invito a ritirare la delibera, anche perché, oltre ai Direttori, negli Enti, ci sono pure persone che lavorano, che non hanno la stessa possibilità di vedersi aumentato lo stipendio a loro piacimento anzi, si trovano di fronte a dei blocchi - contrattuali, di legge, ecc.
per cui, nel loro caso, non si può muovere nulla. Qui, invece, dicendo che "si sta dentro le compatibilità del bilancio" - beh, se lo si taglia da una parte, un po' di compatibilità la si trova - lo si può fare.
Invito quindi a riformulare la delibera, in modo da avere un'idea precisa dell'entità degli aumenti che si decidono, e che noi tutti votiamo.
Dobbiamo sapere quanto percepiscono adesso e quanto percepiranno dopo, in modo che ci sia una chiarezza di fondo e sapere quanto questo aumento incide sul bilancio degli Istituti.
In ogni caso, qualora la delibera rimanesse con queste caratteristiche il nostro Gruppo sarebbe contrario. Tuttavia, per il momento, chiediamo che ci sia un ritiro ed una modifica della delibera per renderla più chiara perché è bene che i cittadini siano informati di come stanno veramente le cose, e non che si facciano delle verifiche, come ricordavo prima, in una forma molto criptica e incomprensibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Il collega Miglietti ha fatto considerazioni che condivido completamente e totalmente: attraverso questi meccanismi, c'è stata una fuoriuscita, rispetto alle previsioni della L.R. n. 51. In sostanza, è una cosa ormai incontrollabile, anche se mi rendo conto che c'è la necessità di avere delle figure di Direttori nelle strutture.
Però, il problema che volevo far rilevare è questo: ha senso che sia la Regione a dover decidere l'indennità e la classificazione dei Direttori delle ATC? Mi sembra insensato.
Lo dico, perché se avessimo lavorato in questi anni per approvare una modesta proposta di legge che il Gruppo dei Popolari, insieme agli altri colleghi del centro-sinistra, ha presentato, che è quella di trasformare le ATC in Enti economici, e non in Enti di diritto pubblico, che con la loro autonomia decidano autonomamente come retribuire il Direttore, in base alle esigenze, in base all'organizzazione, senza chiedere il permesso alla Regione anche per modificare le piante organiche, non ci saremmo trovati di fronte a questa situazione. In quel caso, le ATC, nella loro autonomia e sulla base del loro bilancio, avrebbero scelto le modalità con cui nominare e pagare il Direttore.
Si è voluto mantenere un impianto non certamente liberista, per cui la nostra proposta, che tendeva in qualche maniera a mettersi in linea con ci che era già avvenuto in Lombardia, tendendo a trasformare gli Enti in Enti di diritto economico con autonomia, non è stata accolta. Di conseguenza continuiamo con questo "andazzo", che è quello di considerare al centro della Regione tutti gli Enti in qualche maniera satelliti, ma collegati con la stessa modalità di organizzazione.
Anche noi ci asteniamo su questa proposta. Sono intervenuto soltanto per rilevare l'assurdità di questa procedura e la mancanza di impegno e di volontà ad approvare una legge che avrebbe potuto evitare questa decisione priva di senso.



PRESIDENTE

Do solo un chiarimento tecnico, Consigliere Saitta.
Nelle premesse della delibera sono richiamati gli artt. 10 e 11 della legge regionale n. 11 del 1993, che leggo, per mia memoria: "Il trattamento giuridico ed economico del Direttore generale è disciplinato dalle norme regionali".



PRESIDENTE

SAITTA Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo sapevo, ma volevo far notare che da quatto anni giace una proposta di modifica della legge n. 11.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente e Assessore, sono perfettamente d'accordo - difatti ho firmato questo emendamento - ad equiparare i Direttori dell'ATC ai Direttori generali della Regione.
Ritengo tuttavia che, parlando di ATC, prima di studiare provvedimenti di livello economico, bisogna anche pensare alle situazioni esistenti all'interno delle ATC. Quindi, pur condividendo l'intervento dell'Assessore Botta, a mio parere sarebbe stato necessario presentare questo provvedimento perlomeno un po' più per tempo e con un maggiore studio.
Conosciamo situazioni, in alcune zone, di difficoltà estreme, di persone anziane e non anziane che vivono nelle case dell'ATC. Siamo a conoscenza del paradosso, in una casa gestita dall'ATC di una Provincia del Piemonte, di due anni di attesa per sistemare un ascensore.
In coscienza, non so come posso votare a favore di un provvedimento economico, quando non abbiamo prima esaminato quali sono i metodi di intervento e quali sono le conduzioni di questi Direttori generali.
Voterò comunque a favore, perché mi adeguo alle richieste della Giunta ma con questa premessa: intendo portare questo discorso dell'ATC in Consiglio regionale, affinché si veda di coordinare maggiori interventi al servizio, in particolare, dei quartieri più degradati della nostra regione.



RUBATTO Pier Luigi

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



RUBATTO Pier Luigi

Si possono presentare degli emendamenti?



PRESIDENTE

Alla delibera è già stato presentato dai Consiglieri Gallarini, Cotto Vaglio, Angeleri, Rubatto e Ghiglia il seguente emendamento: 1) "sostituire la percentuale dal 40% con il 50%".



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Volevo fare delle proposte, per cui chiedo una breve sospensione, visto che questa discussione non era prevista per oggi.



PRESIDENTE

Se lo desidera, presenti pure l'emendamento: è nel suo diritto. Per non sospendiamo i lavori: aspettiamo un attimo che lei lo formuli.
Do lettura del testo dell'emendamento presentato dal Consigliere Papandrea e Moro: 2) sostituire al comma 2 il termine "40%" con "1%".
Per maggior chiarezza, rileggo come risulterebbe, secondo l'emendamento, il comma 2: "Di riconoscere la differenziazione tra l'ATC della Provincia di Torino e quello delle Provincie di Alessandria, Asti Cuneo e Novara fissando, nell'ambito della piena discrezionalità dei rispettivi Consigli d'amministrazione e delle disponibilità di bilancio, il limite delle retribuzioni massime ammissibile pari al trattamento massimo del responsabile di settore regionale".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione dell'emendamento.



PAPANDREA Rocco

L'emendamento, qualora venisse accolto, non avrà seguito: fissa un tetto massimo di 120 milioni al mese, poiché è quello dei Direttori regionali. Non ci sarebbe l'incremento al 40% e al 65% per le diverse province.
Il fatto di indicare che c'è, come nella parte iniziale del testo, una differenziazione, vuol dire che mentre Torino può arrivare a 120 milioni gli altri possono tenersi anche sotto. E' un'indicazione non vincolante: possono stare anche sotto ai 120 milioni del Direttore, ma l'indicazione può avere un valore. Tra l'altro, avevamo votato. Nella legge n. 51 parlavamo di differenziazioni di tetto massimo, poi non fissate, per i Direttori. In questo caso ci può essere una differenziazione. Si riconosce una diversità tra Torino e le altre Province, ma decideranno loro l'entità della differenziazione. Qui non viene definita, ma rimane generica, mentre nell'altro caso veniva introdotto il 65% e il 40%.
Propongo che vengano eliminati questi 78 milioni in più per Torino e i 48 milioni in più per il resto.



PRESIDENTE

Mi pare che l'illustrazione sia stata chiara.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 2) presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI' 1 Consigliere hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro: sostituire al II comma il termine "65%" con "1%".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione dell'emendamento.



PAPANDREA Rocco

Innanzitutto voglio far presente che ci siamo trovati di fronte alla discussione non prevista di questo provvedimento, in quanto non era tra quelli considerati prioritari.
Devo dire che mi sembra strano questo atteggiamento, perché a noi sono arrivati in I Commissione, nelle scorse settimane, dei provvedimenti discussi, in riferimento ai quali la Giunta sosteneva che c'erano margini molto ristretti per adottarli, perché sarebbe poi scattato il mese di novembre e la possibilità di rendere effettive le spese. Tra questi provvedimenti ve ne sono alcuni già all'ordine del giorno. Avrei capito che fossero stati anticipati, avrei capito quell'urgenza, ma l'urgenza di questo provvedimento mi è oscura, perché è una delibera....



(Intervento fuori microfono del Consigliere Salerno)



PAPANDREA Rocco

Sto parlando del provvedimento! C'è stato questo tipo di atteggiamento abbastanza strano che ha fatto sì che il nostro Gruppo si sia trovato all'ultimo momento, a dover presentare degli emendamenti.
Ricordo anche che tra i provvedimenti presentati in Commissione, non licenziati, ve ne era uno che riguardava le spese per i piemontesi nel mondo, nonché le spese per gli immigrati extracomunitari che comprendeva anche i profughi del Kosovo. Alcuni mesi fa eravamo tutti molto sensibili a tali problemi, adesso, invece, la sensibilità è diminuita ed è rivolta ai direttori delle ATC.
Non ho ancora capito l'entità dell'aumento, avevo chiesto chiarimento all'Assessore Botta, ma da questo punto di vista non ha saputo dirmi qual è lo stato attuale dei direttori.
Guadagnano cento milioni l'anno? Guadagnano 90 milioni l'anno? Guadagnano 110 milioni l'anno? L'unica cosa che sappiamo è che con questa legge il direttore dell'ATC di Torino giungerà a guadagnare 198 milioni l'anno, mentre gli altri direttori delle altre ATC 168 milioni. Se però viene accolto l'emendamento della maggioranza gli altri direttori giungeranno a guadagnare 180 milioni (12 milioni in più). Limitando quindi la differenziazione tra l'ATC di Torino e quelle di Cuneo, di Asti. Si tratta di ATC, quelle di Cuneo e di Asti, che non gestiscono mole di lavoro pazzesca.
I Consiglieri, invece di essere prevenuti, dovrebbero riflettere sul fatto che questi direttori non gestiscono una grande mole di lavoro.
Non si capisce bene il perché improvvisamente tali direttori abbiamo un così cospicuo aumento di stipendio.
Noi siamo un Paese in cui gli altri dipendenti, privati e pubblici sono sottoposti ad una pressione per la riduzione dei loro salari! Noi predisponiamo leggi con le quali si dice che chi viene assunto per la prima volta, deve avere uno stipendio "scontato", neanche la paga contrattuale: c'è sicuramente un problema di sperequazione non tollerabile.
Questo è il motivo per cui presentiamo emendamenti di modifica.
Partiamo dall'1% di incremento e non dallo 0.1%, essendo stata bocciata l'idea di non avere nessun incremento oltre i centoventi milioni, perch non vogliamo aumentare la produzione di carta.
Sottolineo che il nostro atteggiamento non è ostruzionistico.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Considerato il tipo di emendamenti, credo sia necessaria una ulteriore riflessione.
Il Presidente della Commissione, Rubatto, mi ha incarico di dirvi che la Commissione è convocata anziché alle ore 15.00, alle ore 14.30.
Domani mattina i lavori inizieranno alle ore 9.30. E' prevista, verso le ore 11.00, la riunione della II e della VII Commissione.
Ricordo che dalle ore 14.00 alle ore 14.30 è prevista una riunione congiunta della I e VI Commissione sul problema di Pollenzo.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.45)



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