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Dettaglio seduta n.393 del 29/09/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Botta, Casoni Farassino, Ferrero, Galli, Rossi e Viglietta.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Fondi sanitari

Dibattito in merito alla situazione della Sanità piemontese - Presentazione ordini del giorno n. 1072 e n. 1073 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione in merito alla situazione della Sanità piemontese.
Questa mattina abbiamo sentito la posizione della Giunta. Sono seguiti alcuni interventi di chiarimento, sono state poste delle domande e la parte di approfondimento del dibattito è stata riservata ad oggi pomeriggio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Chiediamo la presenza del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Informo l'aula che il Presidente Ghigo sta ricevendo alcuni rappresentanti sindacali.



(Commenti da parte di alcuni Consiglieri della minoranza)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente e colleghi, svolgo, a nome dei Gruppi del centro-sinistra alcune considerazioni (che saranno seguite dagli interventi dei colleghi Consiglieri) che attengono a quattro elementi essenziali, che consideriamo centrali in questo dibattito.
Primo elemento. Dalle relazioni svolte (seppure elusive, evanescenti) si desume la conferma di alcuni elementi, come quello che riguarda il deficit di bilancio, che avevamo già denunciato e che viene confermato nella cifra di oltre 2.000 miliardi già maturati (anche perché il secondo semestre del 1999, come tutti i secondi semestri di tutti gli esercizi registra una spesa superiore rispetto al primo semestre, per cui non si tratta di un raddoppio meccanico, ma di un raddoppio che tiene conto delle spese di fine esercizio). Siamo, dunque, oltre i 2.000 miliardi ed abbiamo una proiezione per l'anno 2000 che rappresenta, in mancanza di elementi di riordino della spesa, che non sono stati previsti, proposti o studiati, una cifra di oltre 3.000 miliardi.
L'Assessore D'Ambrosio, per la verità, ha parlato di molto altro, ma di quel molto altro - Assessore D'Ambrosio - non bisogna parlarne oggi, ma in un'apposita seduta di Consiglio. Noi proponiamo, fin da adesso, che si svolga un Consiglio per vedere come è stato disatteso il Piano sanitario regionale, che lei ha ricevuto dal Consiglio, grazie alla collaborazione intensa di tutti i Gruppi che lo hanno portato a definizione e rispetto al quale gli elementi attuativi non sono stati neanche ordinati ed organizzati. Ne cito uno per tutti (quella realtà che nel dissesto politico del governo di questa Regione ha una sua continuità): i distretti montani.
Abbiamo appena discusso qualche settimana fa, in più occasioni, del frenetico impegno e della frenetica sollecitudine di questo governo regionale per la montagna del Piemonte. Gliene ho citato uno solo, ma sarà oggetto di una discussione in sede appropriata.
Questi oltre 3.000 miliardi non possono essere soltanto l'occasione Presidente Ghigo, su questo esprimo il nostro disappunto - per cercare di indirizzare verso altre sedi politico-istituzionali delle responsabilità che sono vostre, soltanto vostre; e se volessi dire "del Piemonte", diciamo pure: "di questa Regione nel suo complesso".
Voi non potevate porre tante questioni al Governo nazionale, in quanto non conoscevate la progressione del dissesto. Le uniche cose note e certe erano che dalla Giunta Brizio avevate ereditato una situazione di perfetto pareggio; non solo, ma un'operazione già in linea con la politica del riordino della spesa sanitaria che aveva portato addirittura, nel 1996, a registrare una diminuzione di 600 dipendenti; poi se ne sono assunti altri 5.000 (questo risulterebbe il saldo "attivo"), a fronte di una riduzione di 50.000 sul piano nazionale.
Questi 3.000 miliardi costituiscono un problema oggi, in questa Regione, indipendentemente dagli atti che il Governo nazionale potrà varare per un elevamento della quota. Però sia chiaro, per obiettività della discussione, che la Regione Piemonte ha una quota capitaria pari o di poco superiore alla media nazionale. Questo è il dato che si commenta da sé.
Se poi intendete addirittura parlare di rapporto tra PIL e spesa sanitaria regionale, allora chiederei un po' di federalismo, perché saremmo in una situazione assolutamente fuorviante, in quanto avremmo diritto ad un incremento meccanico della spesa sulla base del PIL e non sulla base della popolazione e dei suoi diritti di assistenza. Infatti, credo che questo sia un elemento che si è inserito irrazionalmente - e tale lo considero - nella relazione. Quindi, relativamente a questi 3.000 miliardi, che oggi rappresentano il dato del dissesto finanziario della Regione, noi chiediamo formalmente al Presidente Deorsola - premettendo che doverosamente, se non la farà lei, lo faremo noi suppletivamente - a scanso anche di responsabilità soggettive dei Consiglieri, l'invio dei dati alla Corte dei Conti, perché questi conti non sono stati ricordati, non sono stati citati tanto meno inclusi nei consuntivi degli anni scorsi e addirittura - mi sembrava di capire - non si vorrebbero considerare neanche in sede di variazione né di assestamento del bilancio per il 1999. Si tratta di una questione che richiede una rappresentazione alla Corte dei Conti.
Noi chiediamo una normalizzazione, naturalmente sulla base della relazione ordinata ai tecnici. Ho già detto questa mattina che gli stessi dati, desumendoli dagli atti degli uffici, li avevamo contabilizzati noi ma adesso c'è un'ulteriore autorevolezza intervenuta dal punto di vista tecnico-scientifico a confermare le nostre denunce.
Noi non riteniamo che la Regione, la maggioranza o la Giunta, possa pensare di raggiungere l'agognato traguardo della fine della legislatura senza impostare la normalizzazione di questa situazione di dissesto. Tale questione attiene interamente alla responsabilità e alla competenza del governo regionale, del governo che pro tempore sta reggendo la Regione.
Per questo noi chiediamo formalmente - Presidente Deorsola e Presidente Ghigo - che nell'ambito di un tempo, che possiamo definire assieme, ma che l'imminente fine dell'esercizio non ci consente di definire in più di 15 giorni - se devono essere 20, fate una proposta - sia presentato al Consiglio, a cura dell'Assessore al bilancio - per la sua specifica responsabilità di Assessore al bilancio; c'è poi una responsabilità soggettiva dell'Assessore alla sanità, perché credo che fosse il destinatario dei compiti e delle competenze di controllo e di direzione dei rapporti con i centri di spesa, con le UU.SS.LL.; c'è una responsabilità del dicastero del bilancio; c'è la responsabilità del Presidente, alla quale certamente non si sottrae; c'è una responsabilità collettiva della Giunta (e non vorrei che domani ci fosse quella collettiva del Consiglio) l'inquadramento della spesa sanitaria relativamente alla sua proiezione sull'anno 2000, alla sistemazione del pregresso e all'individuazione in bilancio della partita corrente.
Siamo in presenza di una situazione di spese, evidentemente autorizzate dall'Assessore alla sanità o da atti della Giunta, che hanno determinato la spesa fuori controllo: io immagino per ragioni che abbiano attinenza un po' alla superficialità, un po' a finalità di immagine propagandistica e un po' ad un livello di non affidabilità.
Assessore D'Ambrosio, sul piano personale lei è un gentiluomo: gliene abbiamo dato atto e i rapporti sono stati sempre questi; però, come Assessore alla sanità, c'è una situazione di inadeguatezza che deve essere registrata. Noi non possiamo immaginare che questa situazione possa essere risolta senza la sostituzione dell'Assessore. La produzione del dissesto la necessità di interrompere una situazione che ne è causa, ne è elemento costitutivo... Presidente Ghigo, lei è un manager, prima di tutto (e credo che gliene consegua anche un merito di immagine per questo), e qualsiasi manager sa bene che per risolvere una situazione bisogna rimuovere, anche dal punto di vista soggettivo, le persone responsabili.
Anche perché questi elementi sono maturati nel corso di un lungo periodo, durante il quale - come hanno fatto le Regioni Emilia e Toscana e come hanno fatto tutte le Regioni - la situazione poteva essere comunicata al Piemonte; poteva essere monitorata; poteva essere affrontata e - perch no? - forse poteva essere anche risolta. E dico "perché no?", perché ci sono delle AA.SS.OO. e delle AA.SS.LL. che non hanno affatto una situazione di deficit, o ce l'hanno in quei termini di compatibilità generale che avete più volte richiamato come adducibili ad una situazione de jure condendo connessa all'assestamento delle partite della Sanità. Allora perché qualcuna sì e qualcuna no? Gli esempi c'erano; le situazioni di buon governo, le situazioni di governo di tipo adeguato mi sembra che ci fossero tutte.
Inoltre, a parte la situazione che riguarda la finanza, abbiamo bisogno che ci sia - questo sì! - un appuntamento, nel quale l'Assessore (chi sarà) si confronti con gli esperti del Consiglio e con il Consiglio nel suo insieme sulla situazione dello stato di salute, sui rivoli delle spese sulle correzioni da attuare e via di seguito.
Tutta questa partita, però, non può essere riportata oggi come elemento per carità, non pretestuoso, non voglio dire che sia pretestuoso oggettivamente fuorviante rispetto all'elemento principale: il dissesto della finanza regionale prodotto dalla Sanità, dalla conduzione della finanza regionale e che deve essere risolto prima che possiamo affrontare il termine dell'esercizio, ancor prima del termine della legislatura.
Perché lasciare un'eredità - se poi questo sarà, perché l'eredità comunque la si lascia - di 3.000 miliardi di deficit sulla Sanità... Presidente Ghigo, ritornando alle promesse liberali, liberiste ed efficientiste, lei aveva ottenuto, da quel residuo di prima Repubblica che era la precedente legislatura, il precedente governo - lo dico avendo fatto parte della Giunta: usate pure gli aggettivi che volete - una situazione in perfetto pareggio e addirittura in attivo, e voi la consegnerete con 3.000 miliardi di debito! Poi, che paghi lo Stato o qualcun altro... E non l'avete saputo individuare per tempo; e non avete avuto neanche la correttezza di discuterne nel "vostro Consiglio di amministrazione". Questa è la verità! Per questa ragione, Assessore Burzi, penso che lei non possa sottrarsi comunque non lo permetteremo, in quanto non siamo titolari di un diritto di evasione o di elusione di questo genere! Vale per noi e vale per voi: andare avanti nelle discussioni delle partite finanziarie di questa Regione come se nulla fosse! Siamo in presenza di una situazione che richiama le responsabilità politiche, finanziarie, personali e collettive.
Quindi, questi sono i nostri quattro punti: una diversa direzione dell'Assessorato alla sanità; un appuntamento con la presentazione onesta verosimile e veritiera dei conti e delle relative proposte; una trasmissione alla Corte dei Conti dei nostri atti, perché non ci sentiamo di eludere un doveroso controllo giuridico, contabile e di merito; infine un appuntamento per discutere l'attuazione del Piano sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Credo che sia molto importante parlare oggi di Sanità e di Socio Assistenziale anche se in forte ritardo rispetto all'urgenza.
Questa discussione è stata voluta fortemente dalle minoranze, perché la Sanità è tematica istituzionale molto delicata, sentita dalla gente, il cui vero obiettivo dovrebbe essere la salvaguardia della salute dei cittadini.
Molto deludenti sono state le relazioni introduttive che hanno solo sfiorato i problemi e le emergenze.
La Sanità piemontese in questi cinque anni di governo di centro-destra è sempre stata fallimentare, degradata ed umiliata per le errate scelte politico-istituzionali dell'esecutivo e dell'Assessorato competente.
In generale, nelle ventinove AA.SS.LL. piemontesi c'è malcontento diffuso sulle scelte sia programmatiche che di direzione politico istituzionale. Vi è forte preoccupazione e rabbia per il futuro delle AA.SS.LL.
Come Gruppo della Rifondazione Comunista siamo assolutamente per la difesa dello Stato sociale, privilegiando la Sanità e il Socio Assistenziale e per una sanità pubblica efficace e gratuita anche per i cittadini stranieri (che non esiste assolutamente nella nostra Regione).
Voglio affermare con forza che riteniamo un punto nodale della nostra strategia fare politica concreta della salute in tutti i settori istituzionali e sindacali. Lo abbiamo ribadito anche nel nostro Congresso di Rimini dove il diritto alla salute di tutti indistintamente è gratuita era uno degli elementi fondamentali. In particolare, riteniamo decisivo che le strutture ospedaliere piemontesi si debbano integrare con la medicina territoriale e con la prevenzione in genere, che riteniamo prioritaria in assoluto.
Come Gruppo abbiamo ribadito spesso l'urgenza di uniformare tutte le AA.SS.LL. del Piemonte.
Dai dati sanitari ricavati dalla discussione sul bilancio di previsione 1999, la parte dell'Assessorato regionale del Piemonte spende per la Sanità circa 7.000 miliardi, con un deficit di 400/500 miliardi. La spesa ospedaliera è del 54,57% contro l'indicazione nazionale del 46,5%.
La spesa regionale per la prevenzione era circa del 3% contro il 5 dell'indicazione nazionale. Certamente sono cifre molto negative, come sono negative le cifre al consuntivo che portano il totale del deficit a 3.000 miliardi. E' veramente vergognoso! E' giusto, secondo noi, mandare tutta questa partita alla Corte dei Conti.
Sono dati negativi che confermano la mancanza totale di un'organica politica di governo regionale sulla Sanità e sul Socio-Assistenziale che ha delle gravi emergenze.
E' importantissimo verificare il ruolo dei Direttori generali delle AA.SS.LL., che spesso diventa padronale ed arrogante con atti che spesso portano a forti debiti di bilancio anche clamorosi e che mortificano la Sanità piemontese e che chiamano direttamente in causa l'attività dell'Assessorato.
Spesso i bilanci delle AA.SS.LL. piemontesi sono incerti nelle cifre sulle risorse difficili da interpretare nei contenuti; certo, una prerogativa in negativo va assolutamente all'Assessorato. L'Assessorato regionale parlava di migliaia di ricoveri impropri nel Piemonte e che rientravano nel ritorno dei disavanzi finanziari.
Mi pare abbastanza preoccupante questo discorso, perché se si necessita un ricovero ospedaliero non vedo come si possa definire impropria la presenza di un malato in una struttura ospedaliera.
Non viene ancora applicata la legge n. 51 sull'edilizia sanitaria e ci è pericoloso. Vi sono fondi finanziari fermi a bilancio che andavano assolutamente spesi nelle strutture ospedaliere.
E' vero che la Sanità è una materia delicatissima e complessa: si è passati in pochi anni attraverso diversi sistemi di organizzazione sanitaria che hanno portato confusione, errori e danni sanitari anche gravi per i cittadini piemontesi, che hanno comunque pagato sulla loro pelle. Ad esempio, molte AA.SS.LL. delle ventinove costituite, a nostro avviso risultano anche sbagliate sul piano territoriale-economico.
Come Gruppo della Rifondazione Comunista diamo un giudizio politico molto negativo della politica di governo regionale sulla Sanità e sul Socio Assistenziale piemontese, che vorremmo decisamente diversa a favore della pubblica sanità e gratuita per tutti i cittadini piemontesi e stranieri residenti sul nostro territorio. Così non è, pertanto diamo un giudizio complessivamente negativo e chiediamo un cambiamento della direzione dell'Assessorato sperando vivamente che si cambi rotta politica, per arrivare ad un totale e drastico cambiamento politico auspicato da tutti i cittadini piemontesi non solo nella Sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente del Consiglio regionale, signor Presidente della Giunta, colleghi e colleghe, siamo di fronte ad un dibattito sulla Sanità regionale, sulla spesa della Sanità, sui programmi di intervento nel settore, su quanto servirà o serve per migliorare strutture, efficienza realizzare nuovi progetti, diminuire il deficit sanitario. Premetto che divulgare notizie tendenziose per accaparrare voti dall'elettorato, secondo me, non è certo il metodo migliore per svolgere un servizio verso la Regione Piemonte a favore della comunità piemontese.
Entro subito nel merito: che dire a quei cittadini piemontesi che mi hanno telefonato dopo aver letto un quotidiano che, a pagamento, diffondeva questa notizia? Che dire a quegli anziani che con pensioni al minimo hanno dovuto sorbirsi tale notizia. Devono sapere che in realtà non è altro che un appello elettorale per carpire qualche voto e far leva su un settore che tutti sanno che, per sua natura, è in deficit. La Sanità è sempre stata in deficit! Qualcuno di noi sedeva in questo Consiglio nelle passate legislature ma tutti sappiamo quali difficoltà ha dovuto affrontare il settore della Sanità. Tutti sappiamo che il deficit sanitario era di gran lunga superiore in tempi non certo remoti.
Da questa premessa voglio intervenire su alcuni punti: la Sanità è in deficit, la Sanità è un disastro, la Sanità ammalata che non cura, la responsabilità della Sanità verso la popolazione della nostra Regione.
Prima di tutto diciamo che la Sanità è in deficit, perché non è stato suddiviso bene il contributo sanitario che lo Stato assegna alle Regioni ogni anno, che gli stanziamenti non sono equi, che arrivano in ritardo, che oggi si vuol migliorare ciò che è sempre stato allo sfascio.
Ho potuto seguire alcuni dibattiti sulla Sanità dei tempi passati, ma non ho sentito lanciare sassi contro la sfacelo che era in atto, anzi, ho letto tanti proclami a nuovi programmi, a nuove scelte, a nuovi interventi.
Chi parla è sempre stato ed è ancora critico nella valutazione di tante risoluzioni, di tanti programmi in questo settore, ma tra l'essere critico di una criticità costruttiva nel battersi per ottenere il miglioramento dell'efficienza operativa e delle strutture e lanciare messaggi inesatti vi è un abisso.
La Sanità è in deficit. La Regione Piemonte spende pro capite per la Sanità 1.960.000, 160.000 in più del previsto della media nazionale.
L'Emilia - Regione all'avanguardia per eccellenza e che tutti considerano la più aperta nelle scelte della Sanità - spende 2.158.000 pro capite; la Regione Marche spende pro capite 2.146.000; la Regione Toscana spende pro capite 2.008.000.
Da queste poche cifre si evidenzia che il Piemonte non spreca nulla anzi, spreca molto meno - se di spreco si vuol parlare - di altre Regioni italiane che nulla hanno a che fare con le Giunte del Polo.
Certamente, il deficit esiste, ma non in misura così macroscopica come si vuol far credere. Se gli interventi statali fossero stati tempestivi ed equi per ogni Regione, esempio 2.000.000 pro capite, non si sarebbe incorsi in tali difficoltà e, probabilmente, risulterebbe addirittura in attivo.
Chi rappresenta un Partito di anziani, che si è battuto per migliori strutture, per la non soppressione dei piccoli ospedali nelle zone più periferiche del nostro Piemonte, che si è battuto contro la richiesta del pagamento dei ticket, in particolare per le persone anziane, che si è battuto per garantire un'organizzazione più efficiente nella scelta dei servizi a disposizione degli anziani, non può che rallegrarsi quando il deficit accompagna investimenti, quando il deficit accompagna migliorie quando il deficit è, in definitiva, concausa di un miglioramento dello stato di salute della popolazione, in particolare di quella anziana.
Appurato che il deficit esiste, non si è trovato di meglio che, facendo scontare tale pena al cittadino, condannarlo al versamento di L. 700.000 per persona. Il deficit esiste, ma è minimo: non occorrono L. 700.000 pro capite, bambini compresi, serve molto meno. E' necessario che lo Stato adempia ai suoi impegni e che si assuma le proprie responsabilità.
Ma quale disastro? Oggi, ovunque, è meglio che negli anni passati. Non ho mai lesinato accuse all'Assessore alla sanità quando era ora di garantire ai nostri cittadini servizi migliori. Oggi non siamo il meglio ma il Piemonte è una Regione all'avanguardia nel settore della Sanità all'avanguardia in questo settore, assunto nel 1995, allo sfacelo e portato a livelli che ritengo, se non ottimali, certamente buoni ed apprezzati da molti.
Certo, qualcuno dirà che molti cittadini bisognosi di cure ancora emigrano in località extra-regionali per interventi e cure sanitarie di vario genere. Tali movimenti migratori si sviluppano maggiormente dai centri più vicini ai confini della nostra regione e sono da imputare più a ragioni di percorrenza chilometrica che da motivazioni dettate dall'esigenza di trovare altrove migliore accoglienza e maggiore professionalità.
Nel 1995 la mobilità passiva era di 240 miliardi, nel 1998 è scesa a 40 miliardi.
Non è certamente questa, colleghi, la Sanità che noi desideriamo perché ancora molto deve essere migliorato, ma auspichiamo che quanto intrapreso dall'Assessore alla sanità e dalla Giunta regionale possa essere portato a compimento per dare sempre di più, per aumentare i livelli di efficienza, di sicurezza, per infondere fiducia nei cittadini per evitare che questi quando si trovano nelle corsie di un ospedale, certamente allertati da informazioni allarmistiche su una presunta malasanità, temano più questa che l'intervento che eventualmente dovranno affrontare aumentando, inevitabilmente, la tensione preesistente in tale contesto.
Continueremo a batterci per il miglioramento del settore, ma nessuno si illuda che condividiamo prese di posizione allarmistiche, prese di posizione che risultano essere solo ostruzionismo, prese di posizione che gridano all'emergenza, ove non vi è, che sbraitano contro l'Assessore alla sanità reclamandone a gran voce, di volta in volta, le dimissioni.
Noi chiediamo di lavorare unitamente per migliorare ciò che c'è ancora da migliorare, ma per migliorare costruttivamente non si deve perdere tempo in ore e ore di inutile ed assurdo ostruzionismo.
Questo è quanto chiediamo e che desideriamo fare per portare avanti i programmi per la Sanità del nostro Piemonte.
A conclusione di questo mio breve intervento vorrei ancora soffermarmi su alcuni argomenti che in questo dibattito ci stanno a cuore e sui quali chiediamo l'esame tempestivo della Giunta.
Niente ticket sanitari ai vari Pronto Soccorso; le Unità di valutazione geriatrica devono essere presiedute da un medico geriatra; tempestiva applicazione del Piano sanitario con la creazione dei reparti di riabilitazione, come abbiamo richiesto nel Piano sanitario regionale controlli a tappeto nelle residenze per anziani e nelle case di cura convenzionate con la Regione Piemonte.
Basta con sterili ostruzionismi, con il lanciare il sasso e nascondere la mano e poi fare da spettatore, contemplando lo scompiglio che si è creato. Questo è un gioco assurdo quando è in gioco la salute del cittadino! Cerchiamo di non dimenticarlo. Il cittadino è il sovrano, noi siamo i suoi servitori: non scordiamolo, colleghi! Facciamo in modo che il nostro compito non sia quello di stare qui a parlarci addosso in quest'aula, ma di fare qualcosa al servizio del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Chiedo scusa ai colleghi Consiglieri e alla Giunta di quanto dir perché tenterò di richiamare anche delle responsabilità individuali in ordine a fatti patrimoniali e contabili. Un discorso è ragionare in termini generali sul bilancio della Sanità pubblica, ma nel momento in cui il Consiglio regionale, e non soltanto la Giunta, viene a conoscenza di un deficit di circa 3.000 miliardi, ogni singolo Consigliere ha anche una responsabilità di carattere contabile.
Preannuncio che su questo argomento, che mi sembra centrale del nostro dibattito, chiederemo, come centro-sinistra, il pronunciamento di ogni singolo Consigliere, un'espressione, un giudizio singolo, attraverso un appello nominale.
Consigliere Rubatto, ci pare che sia giunto il momento di uscire da un dibattito; io non commento le tue parole, perché mi pare che il più critico verso l'Assessore D'Ambrosio sia sempre stato tu, anche se capisco questa immediata conversione nei confronti dell'Assessore D'Ambrosio e questa immediata conversione nel giudizio positivo sulla Sanità. Tutto è comprensibile nella vita, pertanto si capisce anche questo.
Riprendo ora i temi trattati e preannuncio che presenteremo, alla fine di questo dibattito, un ordine del giorno, per la cui votazione chiederemo l'appello nominale, in quanto riteniamo, per le informazioni avute, che ci siano delle responsabilità anche personali, dal punto di vista patrimoniale.
Qual è il ragionamento? Il Presidente Ghigo non è presente: d'altronde stiamo trattando l'argomento della Sanità. Il Presidente Ghigo, con la sua grande capacità di affrontare le questioni, con la sua grande leggerezza che lo connota, anziché dire che c'è un deficit di 3.000 miliardi, dice che c'è una sottostima. Ha introdotto un nuovo vocabolo dal punto di vista normativo e finanziario: c'è una sottostima, non c'è un deficit.
L'Assessore D'Ambrosio ci dice che c'è una criticità. Noi abbiamo una situazione critica, una situazione sottostimata. Il Consigliere Gallarini ci dice che la finanza è sana, allora credo che questo dibattito potrebbe essere concluso, Presidente Deorsola, con un applauso...



BURZI Angelo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

Già questa mattina si è applaudito!



SAITTA Antonino

Applausi! C'è da essere contenti dei 3.000 miliardi di deficit: abbiamo fatto tante cose, abbiamo fatto bene, tutto è aumentato, la minoranza ci crea qualche problema, ma tutto è andato bene, la situazione è perfetta! A questo punto, potremo concludere non soltanto con un applauso, ma dicendo che l'Assessore D'Ambrosio, così come ha detto prima il collega Rubatto, è stato il miglior Assessore regionale della Regione Piemonte e che l'Assessore Burzi ha una grandissima competenza sul piano tecnico perché è riuscito a contenere e a controllare il disavanzo. Oggi l'Assessore Burzi ha dato la dimostrazione di conoscere il problema con precisione, in modo puntuale! Ci ha infatti detto: "Centomila miliardi! Cosa volete che siano, troviamo un modo... ma non adesso. Poi, nel 2000 chi verrà dopo di noi...". E noi per questo dovremmo applaudire il Presidente Ghigo, l'Assessore D'Ambrosio e l'Assessore Burzi? Vi rendete conto di quale sia il tema di cui stiamo discutendo? Avete letto la relazione del gruppo di lavoro? No, non credo. Perché il Presidente Ghigo ha parlato d'altro! Il Presidente Ghigo, da Vicepresidente della Conferenza Stato-Regioni, ci ha parlato di cose che ormai lui conosce; ci dà lezioni di macroeconomia; ci dice che le cose vanno un po' male, ma che complessivamente, dobbiamo essere contenti. E' questo che sostanzialmente ci dice.
Anche l'Assessore D'Ambrosio non parla di cifre. Ci dice che la spesa è aumentata del 20-30%, che abbiamo aumentato i servizi, per cui tutto è giustificabile.
Assessore D'Ambrosio, non credo che lei consideri i Consiglieri qui presenti persone incapaci di leggere dei dati. Ho qui la relazione del gruppo di lavoro. Credo che anche il Presidente Ghigo la conosca, anche se l'ha ignorata. A questo punto, però, nessuno può ignorarla. La relazione è firmata dal dottor Pier Luigi Lesca, Responsabile della Direzione regionale Bilancio e Finanza, dal dottor Luigi Robino, responsabile della Direzione Programmazione Sanitaria e dal dottor Roberto Seymandi, Amministratore unico della Società Pitagora Revisione S.r.l. La situazione è così magnifica e favolosa da indurre il gruppo di lavoro a dire, per prima cosa: "Non ci assumiamo alcuna responsabilità sulla limitatezza dei controlli da noi svolti". Quindi, il gruppo di lavoro afferma che la questione dei controlli non è un problema di cui ha avuto l'incarico. Comincia a mettere le mani avanti, ad usare precauzioni: "Non sono state richieste conferme a terzi sui dati". Anche questa è una precauzione, che è giusto dichiarare perché bisogna essere corretti. Essa indica però una certa difficoltà ad esprimere un giudizio complessivo sui dati che sono stati raccolti.
Tenuto conto di queste limitazioni - non poter fare i controlli - il gruppo incaricato per verificare aggiunge: "Non escludiamo che possano esistere altre operazioni non conformi alle linee guida regionali e non evidenziate nella presente relazione". Il titolo di questo commento è la verifica sulla compatibilità con la legge della contabilità. Il gruppo non dice che è una buona situazione, non dice che è felice; solo i Consiglieri Rubatto e Gallarini dicono che la situazione è felice. Nel risultato aggregato, punto 4.1, si dice che il conto è fatto sui bilanci non definitivi: "Perdite dichiarate dalle Aziende relative ai bilanci non definitivi per il periodo dall'1/1/1997 al 30/6/1999". Cosa vuol dire Assessore, "bilanci non definitivi"? Stiamo parlando del 1997!



SAITTA Antonino

MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)



SAITTA Antonino

Vuol dire che non sono definiti!



SAITTA Antonino

Vicepresidente, lei è sicuramente una persona di grande umorismo, ma c'è un pizzico di incoscienza nel sorridere sul fatto che la Regione, di cui lei è Vicepresidente, non ha approvato i bilanci del 1997. Questo documento dice ancora che la relazione sulla gestione degli esercizi 1997/1998 è pervenuta in due casi su ventinove. Ripeto: due casi su ventinove! Assessore D'Ambrosio, doveva dircelo! Adesso dobbiamo interpretare noi questa relazione. Il gruppo di lavoro ci dice che ha ricevuto informazioni e relazioni solo su due casi su ventinove. L'Assessorato alla sanità è stato l'Assessorato della Regione Piemonte o della Regione Lazio? Non doveva avere questa relazione sulla gestione degli esercizi 1997/1998? Non è un problema l'entità della cifra? Si può discutere di questo. Il problema è quello della conoscenza e del controllo della spesa sanitaria. Non è neppure nota la situazione della gestione dell'esercizio 1997/1998 e neppure il gruppo di lavoro, costituito da persone esterne ed interne, è venuto a conoscenza di questo perché soltanto in due su ventinove hanno trasmesso i dati.
Altro dato. Nessuna relazione è invece pervenuta all'Assessorato con riferimento alla situazione semestrale al 30/6/1999, come peraltro previsto dall'art. 14 della L.R. n. 10/95. Assessore, lei cosa fa? Questo gruppo di lavoro ci dice che non è pervenuta una relazione prevista per legge. Il collega Gallarini dice che la situazione è felice; l'Assessore Burzi è nella completa e totale incoscienza rispetto ad un dato di questo tipo.
Assessore Burzi, questo è compito suo. Lei non deve solo studiare la questione dei fondi immobiliari e darci lezioni; lei deve essere garante della correttezza del bilancio di previsione, che comprende anche il bilancio della Sanità. Rispetto a questo tema, lei deve dirci qualcosa, e il Presidente Ghigo deve saper vigilare. Se lei, con l'Assessore D'Ambrosio, non ha richiesto queste relazioni, previste dalla L.R. n.
10/95, si tratta di un'omissione di legge! Non sono pervenute, e non lo dico io, ma questo gruppo di lavoro da voi incaricato.
Altra questione. Relativamente ai dati economici relativi al primo semestre 1999 non tutte le Aziende hanno contabilizzato gli acquisti di prestazioni sanitarie in mobilità. Ma qual è il sistema di contabilità reale? Ce lo spieghi, Assessore! Dove vengono contabilizzati? In che maniera? Siamo all'età della pietra? Qualcuno lo fa manualmente, a matita? Spero che non venga inciso sulle pietre! Non siamo in grado, nel sistema sanitario piemontese, di conoscere oggi gli acquisti di prestazioni sanitarie in mobilità? Inoltre, relativamente alle questioni di immobilizzazioni materiali sembra che i costi relativi ai programmi meccanografici e alle spese per migliorie sui beni e terzi sostenuti in data anteriore all'1/1/1997 non siano stati attivati e regolarmente iscritti a bilancio, al netto del relativo fondo di ammortamento. Collega Burzi, sa bene cosa significa essendo Assessore! Non sono state iscritte delle voci a bilancio. Cosa vuol dire che non sono state iscritte? Inoltre, per quanto riguarda le questioni sull'immobilizzazione, è scritto, sempre in questa relazione, da voi presentata, che c'è una mancanza di corrispondenza dei dati tra la nota integrativa e i saldi patrimoniali ed economici riportati in bilancio: incompletezza dei dati, errori nei totali, errori di classificazione incongruenze tra il valore finale delle immobilizzazioni in corso ed il valore iniziale di quelle successive. Cosa vuol dire, in termini di bilancio pubblico? Riguardo alle immobilizzazioni materiali: "Emergono perplessità" dicono il dottor Lesca, il dottor Robino e il dottor Seymandi, dite voi "in merito alle modalità di determinazione dei costi storici iniziali ed alla ricostruzione dei rispettivi fondi di ammortamento, alla data dell'1/1/1997. Non è stato possibile quantificare gli eventuali effetti solamente con un controllo accurato in loco della documentazione contabile risulterebbe possibile verificare la corretta determinazione del valore netto contabile all'1/1/1997".
C'è, poi, la parte sulle spese di manutenzione: "E' emersa l'esistenza di singole realtà ancora legate ad una gestione" - Assessore D'Ambrosio lei l'ha letta e credo che qualche sussulto l'avrà avuto - "manuale delle schede di prodotto, con implicazioni contabili sulla valutazione delle giacenze di fine esercizio". Quindi, vuol dire che non conosciamo niente o che conosciamo poco ed in modo impreciso.
Ancora: "Tenuto conto della procedura adottata dalle Aziende, le sopra menzionate posizioni sulla parte debitoria necessitano di accurato controllo, al fine di eliminare la duplicazione di registrazioni ed arrivare ad ottenere una posizione netta reale".
Ma la parte più divertente è quella sul personale. A parte alcune questioni che poi la collega Simonetti dirà, c'è scritto che il numero delle persone indicate in forza all'1/1/1998 non corrisponde al numero di quelle indicate in forza al 31/12/1997. Al 31/12/1997, cioè, c'era un numero di dipendenti diverso da quello esistente all'1/1/1998. Quindi presumibilmente, nella notte di Capodanno i Direttori delle AA.SS.LL., e soprattutto l'Assessore alla sanità e il Presidente Ghigo, hanno fatto delle assunzioni! Questo è quanto risulta dai dati: il numero delle persone indicate in forza all'1/1/1998 non corrisponde al numero di quelle in forza al 31/12/1997! I totali non risultano corretti, le informazioni non sono complete.
Sul sistema di controllo interno, poi - non sono giudizi miei, è la relazione presentata - l'addebito per i servizi prestati è sottostimato a causa di: "fuga di pazienti prima della compilazione dei dati ad essa relativi" - non so cosa voglia dire, poi l'Assessore ce lo spiegherà "difficile identificazione degli extracomunitari non regolarizzati; mancate rilevazioni di persone che hanno usufruito dei servizi sanitari" - non sono state identificate delle persone! - "errore di compilazione delle schede da parte del personale; gestione manuale della scheda dei pazienti; ritardi nell'aggiornamento dell'anagrafica", ecc.
Mi pare che questa relazione, che non credo sia una relazione di parte costituisca di per sé una descrizione precisa della questione che noi indichiamo con maggiore forza, al di là dell'entità, e cioè che la spesa sanitaria non è sotto controllo. Non dico che non si possano superare le previsioni, ma che si è "andato fuori" non conoscendo l'evoluzione della spesa sanitaria. Invece, si è finanziato tutto e se oggi si scopre quanto vi ho detto è perché, con molta probabilità, - anzi, ormai ne abbiamo la certezza - l'Assessore alla sanità, per la parte sanitaria, e l'Assessore al bilancio, per la sua parte, non avevano gli strumenti per un controllo della spesa. Questo è il problema! Si può anche fare il confronto con le altre Regioni, ma, a differenza di altre Regioni, perlomeno i dati del consuntivo 1997 erano chiari. Perlomeno le altre Regioni hanno governato il sistema del deficit. Noi, invece, ancora oggi non siamo in grado di conoscerlo, perché il sistema di contabilizzazione delle singole AA.SS.LL.
non è uniforme, è diverso da ASL ad ASL, ed è impossibile capire concretamente e precisamente - lo dice la relazione - l'entità del disavanzo. Disavanzo che può essere quello indicato, ma può anche essere diverso. Questo è il dato drammatico! Non è che la Regione Piemonte abbia avuto una situazione eccezionale; è che le altre Regioni hanno saputo governare questo processo.
Cosa succederà nel 2000? Vorrei che ci fosse almeno la minima consapevolezza che bisogna porre qualche correttivo. C'è la preoccupazione su cosa capiterà nel 2000 o ci disinteressiamo di questo? Se non sono previsti interventi, vuol dire che nel 2000 la situazione sarà almeno identica al 1999. Sarebbe stato più utile, agli effetti del dibattito dire: "La situazione del deficit esiste, ci sono delle cause, stiamo intervenendo, facciamo queste proposte al Consiglio per poter intervenire nel 2000". Invece, il giudizio è quasi di enfasi. Si dice: "La situazione è così un po' da tutte le parti; complessivamente noi non stiamo peggio; c'è un deficit, ma non interveniamo neppure per il 2000, tanto...". Io non penso che il tema possa essere affrontato in questi termini.
Concludo l'intervento chiedendo che ci venga data una risposta rispetto alle questioni indicate nella relazione - che sono questioni precise soprattutto in riferimento al disavanzo del prossimo anno. Certo, c'è la descrizione su come finanziare tutta l'operazione, ma non si può dire che tutto va bene e quindi non si fa alcun intervento, perché la troppa enfasi porta a giustificare tutto, come lei - Assessore - ha fatto. Occorre intervenire sul disavanzo perché ritengo che il futuro ci riservi di uscire da una fase in cui si paga a pie' di lista. Mi pare che già adesso il Governo cerchi di legare la copertura del disavanzo a qualche elemento di responsabilizzazione e noi dobbiamo dimostrare, se vogliamo veramente sostenere la proposta di cui parlava il Presidente Ghigo, nei confronti del Governo, due cose: innanzitutto che conosciamo il deficit, la limitazione come la chiama lui - la criticità; in seguito, dobbiamo dimostrare di saper governare questo processo. Se non si dimostra questo, è inutile chiedere al Governo di pagare tutte le spese che avremo anche nei prossimi anni. E' questo il tema del nostro confronto e non credo che si concluderà nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Sono veramente atterrito dalla paura, nel senso che sono talmente spaventato dal dover votare, per appello nominale, una delle tante cose per lo più confuse - che ha detto il Consigliere Saitta poco fa, che quasi non riesco ad intervenire! Lui, che di bilanci se ne intende, mi ha rassicurato sul fatto che non ci sia alcun problema ed io sono contento di votare per appello nominale; sarei contento se magari la Corte dei Conti un giorno chiamasse qualcuno a rendere conto di quanto ha fatto, così ognuno può dimostrare le proprie capacità o incapacità.
Quello che mi spiace è che, invece, non ci possa mai essere una sanzione alla menzogna, perché oggi, in quest'aula, di menzogne ne stiamo raccogliendo un sacco enorme.
Io vorrei Presidente - non so se posso o se si debba riunire l'Ufficio di Presidenza - che lei comprasse una teca da mettere all'ingresso del palazzo, perché un granchio grosso come quello che hanno preso nelle settimane scorse le opposizioni rispetto al problema della Sanità piemontese non si è mai visto. Capisco, come diceva giustamente il collega Rubatto, che qui ci sia bisogno di farsi un po' di propaganda elettorale anche e soprattutto da parte di partiti che hanno difficoltà a raggiungere le cifre da prefisso telefonico di bossiana memoria; capisco che siamo in clima pre-elettorale, per cui qualcuno, straparlando per 20/25/32 minuti tenti di convincerci che sono state commesse le cose più esecrabili nella Sanità piemontese; comprendo che, in qualche modo, chi ha pochi argomenti tenti di controbattere i dati - ne do qualcuno anch'io, dopo, se permettete in maniera verbosa e fasulla. Questo fa tutto parte di un certo di tipo di atteggiamento propagandistico di antica memoria: battiamo continuamente con convinzione, la grancassa della menzogna perché, continuando a vendere questa menzogna per vera, qualche dubbio si creerà. E allora il paginone de La Stampa, il paginone su Repubblica: bufale, "balle", cioè cifre di pura fantasia.
Ho sentito parlare di proiezioni sul 2000: qui si sta parlando di film cioè di proiezioni intese come film di fantasia o magari demenziali comunque fantasia. Dico questo perché non ci si può addossare la colpa se il Ministro della Sanità ha sottostimato le cifre e continua a sottostimarle, solo perché poi - magari - in qualche Regione, nelle Regioni più importanti, governa il centro-destra, quindi si fa un po' il gioco delle parti, tentando di mettere in difficoltà le Regioni.
Questa è una realtà fattuale: che il Governo, il Ministro Bindi abbia sottostimato la spesa sanitaria è un dato di fatto! Allora, noi ci chiediamo: l'ha sottostimata per dolo? L'ha sottostimata per ignoranza? L'ha sottostimata per politica? L'ha sottostimata per convinzione? Per cosa ha sottostimato la spesa sanitaria? Perché continua a sottostimarla? Questo è un problema! Perché se noi usassimo lo stesso metro di ragionamento che hanno usato alcuni colleghi, dovremmo dire che anche il Governo nazionale ha omesso le cifre nei bilanci, nel senso che ha previsto delle cifre assolutamente insufficienti. Quindi, potremmo dedurre che o c'è stato un errore di programmazione o c'è stata una volontà dolosa di mettere le Regioni in difficoltà. Chissà: magari la Corte dei conti si occuperà anche di altri conti - ci auguriamo! - però purtroppo in questo Paese non sempre la verità viene a galla.
Esiste una sottostima. Parliamo di sottostima, perché io sono d'accordo che non si debba gioire se le cose non vanno benissimo; io non sono per la logica "tutti colpevoli, nessun colpevole". No: ognuno ha le sue responsabilità gestionali. Però un dato c'è, ed è l'unico incontestabile: se tutte le Regioni italiane si trovano in pesantissime difficoltà, e se tutte le altre Regioni - consentitemi - senza voler offendere nessuno perché io sono un nazionalista - federalista, ma nazionalista (spero che Vaglio non mi bacchetterà) - in cui la sanità ha un livello di decenza...
Non voglio dire che le altre siano indecenti, però se leggiamo i nomi delle Regioni comprendiamo che la spesa pro capite del Piemonte, con dei servizi credo notevoli - e ne parliamo dopo - è minore di quella di tutte le altre Regioni in Italia dove la sanità non è solo malasanità... Mi spiace, ma purtroppo sappiamo degli esempi quotidiani della malasanità in Sicilia Calabria, Puglia, Basilicata, Molise e quant'altro, che hanno spese pro capite inferiori; la sanità però - consentitemi di dire - è a un livello...
Lo possiamo considerare primordiale? E' la verità.
E allora, sulle cifre ci giochiamo tutti. Noi abbiamo meno soldi delle altre Regioni del Nord: è un dato di fatto. E il fatto di dire che noi abbiamo il 5,21% del rapporto spesa sanitaria-PIL non significa buttare lì una cifra, perché se anche noi ragioniamo in termini di popolazione, da questa cifra si desume che ci sono Regioni con popolazione inferiore a quella piemontese che hanno un rapporto spesa-PIL più alto. Quindi, vuol dire che questo è un dato assolutamente attendibile.
Noi abbiamo meno soldi anche rispetto alla popolazione esistente sul territorio, e questo è un dato di fatto, ed è incontestabile.
E poi c'è un altro dato fondamentale, cari colleghi. Io mi chiedo anzi, pongo una domanda che non è retorica: evidentemente, la sinistra vuole tagliare i servizi offerti dalla Sanità perché, preso atto che la Sanità e la buona Sanità hanno un costo - poi consentitemi anche una piccola divagazione sul tema! - preso atto che questo è un costo elevato, e preso atto che, come dimostrato anche dalla relazione, sono aumentati i servizi di assistenza sanitaria territoriale, sotto tutti i profili, è ovvio che siano aumentati i costi, a fronte di maggiori servizi e maggiore qualità.
Abbiate il coraggio di dire che volete tagliare i servizi! La sinistra abbia il coraggio di dire che vuole tagliare i servizi! Il Ministro Rosy Bindi abbia il coraggio di dire che dà meno soldi rispetto a quella che è l'esigenza reale delle Regioni di poter assicurare un servizio sanitario decente! Il Governo di sinistra abbia il coraggio di evidenziare che la spesa pubblica per la salute in percentuale sul PIL è la più bassa d'Europa, perché la sinistra è quella che dà per la salute dei cittadini meno soldi: è scritto nella relazione! Ne desumo che il centro-sinistra in Piemonte vuole ulteriormente tagliare i servizi sanitari, perché reputa ancora troppo alta la spesa sanitaria che, dissennatamenente, viene erogata a favore dei cittadini italiani e piemontesi. Leggo? Non ce n'è bisogno! Allora: 5,7 dell'Austria; 6,7% del Belgio (l'hanno già detto altri); 7,7% della Francia; 8,1% della Germania: rapporto spesa pubblica per la salute-PIL. Il Governo del centro-sinistra: 5,3%, quasi tre punti percentuali in meno della Germania. Volete ancora meno, colleghi del centro-sinistra? Se andrete al Governo voi, non vorremmo essere costretti a riemigrare verso altre Regioni, perché non ci darete più nulla.
Tra l'altro, un altro dato importante, che ha citato il collega Rubatto e che credo la dica lunga sullo stato di salute della Sanità piemontese, è quello rispetto alla mobilità passiva, che è enormemente, verticalmente precipitato dal 1994 ad oggi. Questo vuol dire che la Sanità funziona meglio. E' un altro dato di fatto. Sono dati che sono stati ricordati questa mattina, ma che non possono essere omessi, lanciando poi accuse più o meno generiche; richiami più o meno fondati a leggi di bilancio o dicendo che "qui, tanto, nessuno sa, nessuno controlla, ecc.".
E' aumentata l'assistenza sanitaria di base del 12% (più 164 miliardi) è aumentata l'assistenza domiciliare del 57%; quella semi-residenziale per i tossicodipendenti del 7%; quella semi-residenziale per i malati psichiatrici del 13% e l'emergenza territoriale del 34%.
Capisco che a voi dia fastidio che ci siano dei "più" in termini di migliore assistenza, maggiore assistenza e maggior livello qualitativo dell'assistenza. Lo so che vi dà fastidio, ma non è colpa nostra se il Presidente non sorveglia e l'Assessore alla sanità non ha saputo fare meglio: 8 RSA per 279 posti letto nel 1994; 32 RSA con 1.215 posti letto alla fine del 1998. Non è male! Queste cose hanno un costo! Visto che siamo tutti responsabili e che qualcuno ci vuole chiamare davanti al tribunale della Corte dei Conti a pagare - i miei soldi sono già qui - dateci anche qualche consiglio su dove volete tagliarci! Dove volete tagliare l'assistenza? A proposito, forse qualche collega - visto che ho sentito citare il tema extracomunitari che ogni tanto mi appassiona dimostra una certa ignoranza, perché il Governo di centro-sinistra, per legge, ha imposto l'assistenza agli extracomunitari anche quando non declinano le generalità.
Dire che è una cosa inaudita fare un ricovero è sbagliato, dato che è un obbligo e non si può non fare! Non stupiamoci se poi queste cose hanno un'incidenza enorme sulla Sanità. Capisco che qualcuno di voi è troppo democratico per dirlo, basta andare a vedere l'incidenza degli extracomunitari, anche clandestini, sulle spese di pronto soccorso, di ricovero e quant'altro. Andiamo a vedere o presentiamo un'interrogazione! Vediamo se le Prefetture hanno ottemperato ai loro obblighi, andiamo a fare qualche discorso che dispiace un po' di più, ma che va fatto, perché così si continuano ad ingenerare menzogne, varie e svariate, perché la Sanità è facile da attaccare.
In campagna elettorale diventa un leit motiv: attacchiamo la Sanità qualcosa si trova sempre! Tra l'altro, visto che qualcuno ha l'abitudine di dare lezioni, ho recuperato i disavanzi relativi all'assistenza sanitaria degli anni passati: nel 1990 il disavanzo era di 606 miliardi; nel 1991 di 430 miliardi e nel 1992 di 462 miliardi. Faccio buon peso e lascio da parte anche l'inflazione. Non mi sembrano cifre così rassicuranti a fronte di minori servizi, anzi, se andiamo a paragonare servizi-spesa si andava decisamente peggio anni fa, quando governavano altre Giunte in Regione Piemonte.
Oltre a questo c'è un dato - noi non siamo appassionati dai sondaggi da questo ci distacchiamo dai colleghi di Forza Italia che invece fanno della sondaggiocrazia un elemento forte, ma evidentemente vincente, delle loro campagne elettorali: non veniteci a dire che i ricercatori dell'IRES sono di estrema destra. Ogni anno conducono l'indagine sul tasso di soddisfazione per la Sanità piemontese e hanno trovato che nel 1998 il 54 dei piemontesi era soddisfatta della Sanità piemontese e nel 1999 il 63 perché sono stati oggettivamente aumentati i servizi e quindi sono aumentate le spese.
Ma il Ministro Bindi che fa? Quando si apprende che un Governo non ha ancora ultimato il ripiano per gli anni 1993/1994, e siamo nel 1999, altro che cifre aleatorie dei bilanci preventivi e consuntivi nei DPEF! Sembra quasi che la fantasia di taluni interventi sia stata mutuata in fotocopia dalla fantasia con cui il Governo di centro-sinistra, in questi anni, ha dato i numeri, anzi, non li ha neanche dati giusti rispetto al 1993/1994! Pensate a quanto sono arretrati. Chi sa cosa dirà la Corte dei Conti collega Saitta, di fronte a queste marchiane inadempienze del Governo centrale. Chi sa se avrà un livello tale di indipendenza da poter anche sanzionare queste che sono delle mancanze, delle inadempienze assolutamente banali. Purtroppo, dico una banalità: la qualità e la quantità hanno un costo; che questo costo sia assolutamente sottostimato lo dipinge in maniera incontestabile il rapporto della spesa sanitaria rispetto a quella delle altre Nazioni europee, le quali o sono più stupide o non si capisce perché mettano più soldi per la Sanità, mentre i nostri, che sono più furbi, mettono dei soldi che non bastano mai! E così il centro-sinistra va nelle Regioni, dove governa il Polo, a dire: "Guardate, guardate hanno il disavanzo!". Certo, date meno soldi! E' il gioco delle tre carte? Continuo a stupirmi della capacità con cui si cambia giacca a seconda delle situazioni. Continuo a stupirmi! Anche questi sono dati. Ognuno fa un po' il gioco delle parti e tira le cifre dalla sua parte, ma credo che anche questi dati siano incontestabili, così come sono incontestabili i dati pubblicati da Sole 24 Ore sulla spesa pro capite USL che ho già citato.
Per concludere, vorrei citare un dato: lo scostamento dello 0,0% del Piemonte rispetto alla media nazionale secondo i dati del Ministero della Sanità del 1998. Credo che il Ministro fosse lo stesso di oggi, quindi questi dati ci dicono che non c'è scostamento neanche alla media nazionale.
Allora, cosa volete da noi? Visto che voi avete influenti Ministri e vi sta a cuore la Sanità del Piemonte, la salute, il grado di soddisfazione del Piemonte, fateci dare qualche soldo in più, perché non si può tagliare di là e poi protestare di qua, perché qua non si taglia per garantire un servizio.
Bisogna uscire dall'ipocrisia e soprattutto bisogna uscire dalla menzogna. Se la battaglia deve essere a colpi di pagine pagate sui quotidiani nazionali e locali, vorrà dire che d'ora in avanti anche noi faremo degli sforzi di fantasia con una differenza: metteremo delle cifre vere, reali e comprovate e non cifre di pura fantasia come quelle pubblicate a pagamento nei giorni passati su alcuni quotidiani.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Oggi è una giornata un po' speciale, perché a questo punto, verso le ore 17.00, mi sentirei di dire che ne abbiamo sentite di tutti i colori.
Sentite e anche viste.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Salerno)



SPAGNUOLO Carla

Vado avanti con il permesso e la cortesia del collega Salerno.
Questa mattina abbiamo assistito ad una delle operazioni di immagine di cui il Presidente Ghigo è molto capace. Nel senso che il Presidente Ghigo che io oggi soprannominerei affettuosamente "l'ineffabile", in quanto ci ha letto una relazione che inizia con il testo della Società Pitagora - ha citato semplicemente la parte relativa alle sottostime finanziarie e i costi sostenuti dal sistema per soddisfare le esigenze dei cittadini piemontesi. Il Presidente Ghigo, comprensibilmente, si è ben guardato dal riferire al Consiglio che questa relazione - che chiamerò "Pitagora" per semplicità - contiene un'ulteriore serie di dati che non sono stati citati.
Inoltre, nella relazione è stato sottolineato che nemmeno alla Società Pitagora e ai funzionari autorevolissimi, come per esempio il dottor Lesca sono stati forniti dei dati ritenuti importantissimi.
Per quanto riguarda le immobilizzazioni materiali, si parla di mancanza di corrispondenza dei dati tra le note integrative e i saldi patrimoniali di incompletezza dei dati, di errori nei titoli, di errori di classificazione, di incongruenze tra il valore finale delle immobilizzazioni in corso di un esercizio e il valore iniziale di quello successivo.
Vi invito a leggere la parte relativa ai crediti e ai debiti verso le altre Aziende; vi invito a leggere la parte relativa al personale; vi invito a leggere, in maniera particolarissima, la parte relativa al sistema dei controlli interni, laddove si dice che le osservazioni emerse nel corso degli incontri, presso le singole Unità, mostrano una carenza di efficacia del sistema di controllo interno delle singole Aziende.
Per accertare tutto questo si è dovuti giungere al 28/9/1999, dopo che per mesi, se non per anni - e dirò perché per anni - nella Commissione Sanità i colleghi hanno sottolineato che si era in questa situazione. In merito voglio ricordare un'interrogazione, presentata dal collega Angeli il 20/8/1998, riferita all'ASL n. 22. Il collega Angeli sottolineava quanto stava avvenendo e che la situazione è tale in tutte le AA.SS.LL. del Piemonte. Questo ci viene confermato soltanto a fine settembre 1999, dopo che comunque - mi dispiace che il collega Chiezzi in questo momento non sia presente - a detta delle opposizioni, e ognuno si prenderà le proprie responsabilità, noi abbiamo battuto la grancassa della menzogna, abbiamo preso un granchio formidabile, abbiamo straparlato, abbiamo sviluppato un marchingegno verboso e fasullo e abbiamo detto delle cose di fantasia.
Il nostro Gruppo ha presentato un ordine del giorno nel quale si chiedeva venissero affrontati i problemi della Sanità, anche alla presenza del Ministro Bindi. Guarda caso, avevamo visto giusto, perché il vero responsabile dei problemi del Piemonte, per quello che dice la maggioranza che non sa quale altro argomento tirare fuori, è il Ministro Bindi, il quale - secondo il Presidente Ghigo, e lo dice anche in veste di Vicepresidente della Conferenza dei Presidenti - avrebbe sottostimato le cifre.
Come mai l'Assessore D'Ambrosio e l'Assessore, non affatto interessato alla discussione, Burzi - Assessore al bilancio - non si sono accorti di questa situazione? Il Ministro potrebbe anche aver fatto questo errore, ma a me risulta di aver sentito la collega Suino, la collega Manica, il collega Riggio, tutti i colleghi che si occupano di Sanità, i quali terminata la Commissione Sanità, dicevano: "Noi diciamo all'Assessore che c'è questa situazione di disavanzo, ma i dati non ci vengono assolutamente forniti". Il Ministro potrebbe aver sottostimato i fondi, ma lei, Assessore D'Ambrosio, questi dati non ce li ha mai dati. Certamente lei, Assessore D'Ambrosio, e la Giunta regionale avete aspettato che la questione venisse sollevata per far fare rapidissimamente un'indagine. In maniera responsabile questa indagine viene presentata per difetto, perché la situazione della Sanità, per come dicono i tecnici, è molto più grave.
Mi stupirei, collega Ghiglia, nel momento in cui si ammette che ci sono 3.000 miliardi di sbilancio nella Sanità, che la Sanità non fosse neppure migliorata. A questo punto, veramente dobbiamo dire all'Assessore non solo di andare via, ma lo portiamo via! Se, dopo 3.000 miliardi di sbilancio, la Sanità non fosse neanche migliorata un pochino, ci sarebbe da dire qualcosa di più grave.
C'è un'altra questione. Si dice che la sinistra vuole tagliare i servizi, che dei problemi del Piemonte è responsabile il Ministro Bindi che il Piemonte non ha una buona Sanità. A me risulta che questo l'abbia detto il Consigliere Ghiglia adesso, ma che non sia stato contestato dall'Assessore competente. Infatti, il collega Riba dice che il Ministro Bindi a Mondovì, presente l'Assessore D'Ambrosio, ha dichiarato che il nostro Paese, per i problemi della salute, è al quarto posto nel mondo.
Quindi, questo non vuol dire, evidentemente, che noi vogliamo, come sinistra, ridurre la qualità e la quantità dei servizi.
Presidente Ghigo, sottolineo che lei è responsabile della conduzione politica della Regione Piemonte. Il collega Ghiglia ha detto le seguenti parole: "Leggo che nel 1993, 1994 e 1995 c'era questo sbilancio della Sanità". Ha detto leggo, ma noi dove leggiamo? Mi domando se lei Presidente della Giunta, abbia prodotto una lettera, una cartolina, una delibera, un bilancio, un qualcosa nel quale io, che non capisco niente posso leggere dov'è questo "sbilancio" della Sanità. Insomma, c'è qualcosa che non funziona nel controllo della Sanità, nel governo della Regione Piemonte su questi problemi; c'è qualcosa di gravissimo che non funziona nella formazione dei bilanci che attengono alle problematiche sanitarie.
Voi ci potete raccontare la favola del lupo, ci potete dire che la colpa è del Ministro Bindi, ma una cosa finora non siete riusciti a dircela: dove Carla Spagnuolo può leggere le cifre relative al disavanzo della Sanità. Nemmeno tu, Gallarini - permettimi di darti del tu in quanto vecchia Consigliera - sei riuscito a dircelo! Collega Gallarini, dopo aver sentito l'intervento del collega Ghiglia che ci ha riempito di contumelie, mi verrebbe voglia di darti del lei.
Questo per stare dalla parte della civiltà. Che queste siano "balle" e fantasie non siete riusciti a contestarlo. Anzi, voi avete una relazione che dice che la situazione, in realtà, è molto, molto più grave di come è stata descritta. E non è stata descritta perché non ci sono i dati. Allora sono problemi seri.
Collega Gallarini, a cui continuo a dare del tu - nonostante quello che ha detto il collega Ghiglia - questo modo di approcciarsi rispetto alle opposizioni, che sono un elemento di democrazia per ogni Paese democratico non è complessivamente accettabile. Io ne ho fatto esperienza da poco pertanto sono più sensibile a come si trattano le opposizioni, perché sono sempre stata al governo. Il collega Ghiglia non tratta le opposizioni in modo democratico: mi permetto di dirlo, sempre molto sommessamente. Per anche tu, collega Gallarini, questa mattina nell'intervento politico che hai fatto... Non si può fare, rispetto alle vostre relazioni, che un intervento di natura politica, perché i dati non ce li fornite: si possono solo fare interventi di natura politica! Ho compreso l'intervento del collega del Gruppo dei Pensionati, che è stato colto nei suoi confronti, Assessore D'Ambrosio, sulla via di Damasco: è stato folgorato! Sono curiosa dell'atteggiamento del collega del Gruppo dei Pensionati, perché è curioso questo ragazzo di nome Rubatto! Presidente, questo ragazzo è curioso! E' uno dei suoi; probabilmente, lei deve allungare quella lista che mi pare sia già in difetto! Perché è curioso questo ragazzo di nome Rubatto, Presidente? Perché è un ragazzo che è nella sua maggioranza e ve ne dice di tutti i colori! Quando l'Assessore D'Ambrosio si spezza in due per andare in tutti gli ospedali del Piemonte a "promettere" - di questo gli do atto - comincia a dire che l'Assessore è bravissimo quando scopriamo che ha 3.000 miliardi di passivo e che non si sa perché li ha, e che non sono iscritti in nessun bilancio! Ragazzo mio rileggi un po' il verbale di questa riunione! Per questo ho detto che sei stato folgorato sulla via di Damasco! Perché dal punto di vista della razionalità non si spiega! Non si spiega! Si spiega solo con la lista! Va bene. Siamo grandi. Voglio concludere...



(Commenti in aula)



SPAGNUOLO Carla

Le mie non sono battute! Nessuna di queste è una battuta! Sono gravi verità! Colleghi, sono gravi verità! Questi dati non sono scritti da nessuna parte! Tirateli fuori!



(Commenti ironici del Vicepresidente della Giunta regionale, Masaracchio)



SPAGNUOLO Carla

Stai buono tu! Sai che non mi impressiono di niente! Guarda che ti rispondo! Mi conosci! Ciascuno farà la figura che può fare! In quel momento lì siete tutti veramente come mamma vi ha fatto! Quindi, non fate delle battute! Detto questo, voglio dire che, seriamente, ciascuno si prenderà le proprie responsabilità. Verrà il momento in cui nessuno potrà più dire che la colpa è del Ministro Bindi! Verrà un momento in cui l'Assessore Burzi...
E' assente, si starà occupando del Giornale di Forza Italia che deve uscire prossimamente, e probabilmente sta cercando di capire come fare, o sarà con il collega Rubatto per metterlo nella lista. La mia impressione, Presidente Ghigo, è che di liste se ne stanno facendo due! Una la fa lei e qualcun'altra la fa qualcuno del suo partito! Ma non ha importanza. Succede anche questo! E il Consigliere Scanderebech vuol subito essere informato (il punto è questo) perché ha capito. Questa l'ha capita, e vuole subito essere informato! Detto questo, verrà il momento in cui anche il collega Burzi - che è un collega del bilancio fantasma perché, a sentirlo questa mattina, il nostro Assessore si occupa di tutto tranne che di bilancio (un Assessore che fa un intervento come quello di questa mattina è veramente fantasioso! Lui sì che è fantasioso!) - dovrà assumersi le proprie responsabilità. Verrà il momento in cui ciascuno si prenderà le proprie responsabilità, perch questa situazione è ben lungi dall'essere finita. Se anche il Ministro Bindi avesse torto, l'Assessore D'Ambrosio non se ne è accorto, l'Assessore Burzi si occupa dell'altra lista, il Presidente Ghigo è impegnato a governare l'Europa, oltre che il Piemonte, ma verrà un momento nel quale noi dovremo dare una risposta sui 3.000 miliardi. E su quelli che ci saranno dopo? Questo è l'altro problema! E su quelli che ci saranno dopo? Da questa relazione emerge che voi non avete strumenti per invertire la tendenza. Non c'è alcun elemento di controllo. Bisogna, per primo luogo oltre alle questioni che ha ricordato il collega portavoce del centro sinistra, che voi diate un supplemento ulteriore di indagine per vedere come togliervela rispetto alle spese future. Ognuno - ripeto - si prenderà le proprie responsabilità! Rimandando al mittente - ripeto - una parte della relazione precedente che ho sentito, perché la strada è lunga e probabilmente, queste affermazioni, in un quadro così complicato e buio sarebbe meglio non farle.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Non riesco, come altri colleghi, a vedere la parte comica del dibattito su questo sbilancio della Sanità. Non lo vedo questo aspetto comico, perch finora, molto correttamente, i colleghi del centro-sinistra hanno sottolineato lo stato del disavanzo della Sanità non solo sulla base di affermazioni di carattere politico, ma ormai certificato da documenti che si possono dire frutto di menzogna di non so chi (non so se il dottor Lesca e gli altri che sono stati incaricati di redigere questa relazione possono essere considerati tali), ma anche perché, finora, non ho visto da parte della maggioranza e della Giunta regionale, e men che meno da parte dell'Assessore, la minima volontà di approfondire quali siano stati i motivi che hanno prodotto un disavanzo di tale entità a fronte - e questo mi sento di affermarlo abbastanza tranquillamente - di servizi non sufficientemente erogati ai cittadini del Piemonte, e a fronte, per alcune parti dei servizi stessi, di un peggioramento delle prestazioni sanitarie.
Quando dico "peggioramento" penso, ad esempio, al fatto che, rispetto ad un impegno nel Piano sanitario regionale, ad un impegno politico enunciato anche in sede di questo Consiglio, si è condivisa la richiesta da parte delle opposizioni, di privilegiare il territorio, di attuare quella necessaria e indispensabile operazione di decentramento del servizio ospedaliero, dalla cura del malato in fase di acuzie a tutta la parte di cura preventiva e poi di supporto a quelle famose dimissioni che devono essere il cardine della riduzione della spesa delle Aziende Sanitarie Ospedaliere del Piemonte.
Ho visto dei dati che non credo siano menzogneri, perché sono forniti dall'Assessore, anche se devo dire che, se qualcuno pagasse una sanzione alla menzogna, l'Assessore alla sanità sarebbe poverissimo, perché di sanzioni ne avrebbe pagate tante, ma questa è solo una breve parentesi.
Ho visto - dicevo - i dati relativi all'assistenza domiciliare integrata, servizio per cui il Ministero e il Governo nazionale destinano risorse mirate, che è poi l'obiettivo che l'Assessore si è dato e che noi abbiamo sollecitato e condiviso: arrivare a 18.000 dimissioni protette nella nostra regione, nell'anno 2000. A fronte di questo impegno, oggi siamo a poco più della metà di servizi prestati a livello domiciliare nella nostra regione, e questa è una spesa che ricade sugli ospedali e che potremmo definire sicuramente e tranquillamente impropria.
Ho letto i risultati di un'indagine eseguita dai servizi dell'Assessorato rispetto alle Aziende ospedaliere e agli Ospedali delle AA.SS.LL., dalla quale risulta che i "day hospital" impropri - per quanto riguarda le Aziende ospedaliere, ad esempio - sono 85.575, che negli Ospedali delle AA.SS.LL. sono 103.621 e che gli interventi impropri nei Presidi di vario tipo sono 18.881. Arriviamo, così, a 319.990 prestazioni improprie o non appropriate, che costano alla comunità circa 1 milione al giorno per una prestazione ospedaliera, che potrebbe costare meno della metà se erogata a livello domiciliare o se erogata a livello di prestazione territoriale non sotto forma di assistenza domiciliare integrata, ancora meno costosa.
Leggo, poi, sempre da questa indagine, che sicuramente l'Assessore ha sottomano, che i ricoveri ripetuti nei nostri ospedali sono 268.302, e sappiamo cosa significhino i ricoveri ripetuti: spese improprie e non risposta adeguata al bisogno del cittadino.
Io, come credo molti altri Consiglieri (Rubatto a parte, che in giro per il Piemonte ne ha dette di cotte e di crude - collega Spagnuolo - nei confronti dell'Assessore, cose che io, che sono opposizione e qualche volta opposizione dura all'Assessore alla sanità, non mi sono mai permessa di dire, non ho mai usato le valutazioni che ha usato il collega Rubatto) sono andata in giro per il Piemonte per verificare la situazione esistente.
Le posso dire, Assessore - forse al Presidente della Giunta non interessa men che meno all'Assessore al bilancio - che quando parliamo di riconversione della spesa, che è uno degli obiettivi, insieme all'aziendalizzazione, che voi - Presidente della Giunta e Assessore alla sanità - avete sottolineato nella presentazione del Piano sanitario regionale (quello dell'avvio dei distretti), ci riferiamo ad un servizio meramente virtuale. Non c'è Azienda che abbia dato la responsabilità prevista dalla legislazione regionale e nazionale, ai responsabili dei distretti, che non hanno autonomia e non hanno risorse. Non c'è Azienda che abbia destinato risorse ai distretti, non c'è stato il travaso dagli ospedali al territorio, non c'è l'appropriatezza dell'uso delle risorse non c'è l'autonomia - lo ribadisco - e non c'è soprattutto il controllo e la verifica di come la spesa viene realmente sostenuta, rispetto alle intese di programma ed agli accordi presi con le Direzioni generali delle AA.SS.LL. Non c'è il controllo e la verifica di come, infine, questa spesa per molti aspetti impropria - si riversi nella tutela della salute dei cittadini.
Ci presenti, Assessore, lo stato di salute dei cittadini piemontesi e non le indagini commissionate - lo sappiamo bene! - attraverso società che magari fanno comodo o di comodo, ma che della Sanità non sanno nulla. Non so quali cittadini intervistino, ma basta uscire per la strada e chiedere ai cittadini che opinione hanno riguardo ai servizi sanitari piemontesi per rendersi conto del contrario! Certo, ci sono anche i servizi che funzionano, ci mancherebbe! Spendiamo 8.000 miliardi e mi sembra scontato pretendere un minimo di funzionamento del servizio! Vi sono ospedali che non garantiscono assolutamente la tutela, la sicurezza ai cittadini e, men che meno, la tutela e la sicurezza a chi vi lavora. Il D.lgs. n. 626 non viene applicato, i luoghi di cura non rispettano il minimo di igiene indispensabile per non rischiare di morire di malattia contratta all'interno dell'ospedale e non per quella per cui si è stati ricoverati.
Di fronte ad una situazione del genere, anziché cercare di capire qual è l'intervento che tutti insieme possiamo fare, anche con la collaborazione delle opposizioni e di chi opera sul territorio, in primis dei Direttori generali che in questa situazione diventano le vittime predestinate a pagare i disservizi della Sanità, invece di prodursi in una ricerca di questo genere, ho sentito delle banali difese, mentendo anche di fronte ad una certificazione (credo che tale si possa definire), cioè la relazione della Società Pitagora, incaricata nei confronti dei bilanci delle AA.SS.LL.
Ho letto, riguardo al personale, che non ci sono dati certi. E' stato fatto un ragionamento interessante rispetto alla quota capitaria: il Piemonte rispetto ad altre Regioni, il Piemonte e l'Italia rispetto ad altri Stati europei.
Nell'ultima pagina della relazione - il collega Saitta l'ha già letta il dottor Lesca, il dottor Robino e il dottor Seymandi certificano che abbiamo dei ritardi nell'aggiornamento dell'anagrafica della popolazione residente in Piemonte. Non sappiamo nemmeno quant'è la popolazione, non conosciamo i numeri per i quali andare a contrattare con il Governo nazionale! Si dice: "Tale fattispecie determina una differenza fra i dati riportati sulla scheda di ciascun paziente" - questo dato ha una ripercussione non di poco conto - "e quelli acquisiti presso il CSI, quindi l'impossibilità di fatturare la prestazione".
Questa mattina ho riferito di AA.SS.LL. che nel loro bilancio hanno una differenza di dati rispetto alle prestazioni erogate che ammonta a decine di miliardi; vorrei che l'Assessore smentisse queste affermazioni, così come ha potuto smentire all'esterno affermazioni certificate da documenti banalizzando problemi gravi e reali.
Di fronte a questa situazione, che è una delle cause principali di malgoverno della Sanità, che produce il deficit, l'unica capacità di questa maggioranza è stata quella di banalizzare tutto e di rinviare la soluzione dei problemi, per quanto riguarda il bilancio, ma anche per quanto riguarda nel merito la gestione della Sanità, a non si sa quando, tirando, ancora una volta - come scelta politica - a campare, fintanto che le questioni si risolvano. Io mi auguro che si risolvano in modo diverso, mandando a casa non solo l'Assessore alla sanità, ma anche una Giunta che complessivamente si dimostra insensibile ai problemi gravi che il Piemonte sta vivendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, rubo pochi minuti perch vorrei dire anch'io alcune cose su questo dibattito relativamente alla guerra di cifre che, sinceramente, sconvolge anche il sottoscritto.
Infatti, alcuni dichiarano - con foga, quindi credendoci - che il deficit della Sanità piemontese si attesta intorno ai 3.000 miliardi; dall'altra parte, invece, si dice che così non è. Questo non fa altro che confondere le idee, non solo ai cittadini piemontesi, ma anche a coloro che si dovrebbero occupare dell'amministrazione di questa Regione.
E' proprio vero che in quest'aula ne abbiamo sentite di tutti i colori Consigliera Spagnuolo - e non solo in occasione di questo dibattito voglio, per esempio, ricordare che cosa si è detto in occasione dei fondi comunitari. Anche in quel caso si è scambiato l'interlocutore. C'era una Giunta regionale; c'era una responsabilità statale: mi sembra di rivedere quel dibattito, che ha come obiettivo il recupero di consenso elettorale.
Mi pare che questo poco interessi ai cittadini piemontesi. Ai cittadini piemontesi - a mio avviso - in questa fase interessano due cose: la prima è che la Sanità funzioni. E i risultati che citava poc'anzi il Consigliere Ghiglia sembrano dare ragione a questa Giunta, quando, citando appunto alcuni dati di un'inchiesta, 63 cittadini su 100 hanno risposto di essere soddisfatti della Sanità piemontese.
La seconda cosa che interessa ai cittadini piemontesi è che l'effetto di questi 2.000/3.000/5.000 miliardi non ricada su di loro, ossia che non ci siano nuove tasse da pagare rispetto a questo ipotetico buco, a prescindere da chi ne abbia la responsabilità. Mi pare che anche su questo il Presidente, ma in particolare l'Assessore Burzi, abbiano fatto delle precise dichiarazioni: non ci saranno nuove tasse per i piemontesi.
A questo punto, potrei anche concludere il mio intervento, ma c'è ancora una questione che rimane nell'immaginario collettivo rispetto al dibattito di oggi in quest'aula, ed è la pagina de La Stampa e de La Repubblica, che l'opposizione ha acquistato con i fondi dei Gruppi consiliari regionali - immagino, così era firmata. Una pagina che possiamo definire tranquillamente di terrorismo psicologico: "Dobbiamo colpire nell'immaginario collettivo, per far capire che questa situazione disastrosa della Sanità piemontese ricade su ogni singolo cittadino".
Ha ragione il Consigliere Rubatto quando dice: "Mi hanno telefonato i miei amici pensionati chiedendo: 'E' vero che dobbiamo pagare ciascuno come dice la pagina del quotidiano La Stampa 700.000 lire in più?'". Questo è un atto che si commenta da solo. Io non voglio neanche definirlo, ma è ovvio che queste sono cose che rimangono.
Ovviamente, ognuno si assume le proprie responsabilità nel bene e nel male, ma è quello che rimane, così come rimane quella conferenza stampa in cui le opposizioni dissero: "Non sono 3.000 miliardi, ma probabilmente sono 3.400 miliardi e forse saranno anche di più". Il Consigliere Riba in questo momento mi conferma che, secondo loro, sono proprio 3.400 miliardi.
Da quanto ho sentito, mi pare che, in realtà, alla fine, se dobbiamo parlare di dati precisi, l'ipotesi che noi dobbiamo far pagare - sempre seguendo il messaggio della sinistra - ai cittadini piemontesi ammonta a 1.000 miliardi; ma questo lo si evince anche dalla relazione. Anzi, nella relazione la Giunta è stata addirittura troppo generosa, perché ha parlato di 1.932 miliardi di deficit e non ha neppure citato - e questo lo potete rilevare a pagina 5 della relazione datata 28 settembre relativa all'incarico per la revisione del sistema contabile delle Aziende sanitarie regionali - il fatto che "Il disavanzo complessivo del settore sanitario nazionale... A tal riguardo, la Regione Piemonte ha ricevuto, nei primi mesi del 1999, a copertura del disavanzo relativo all'anno 1997, un importo ovviamente a titolo di acconto - pari a 93 miliardi...". Allora, se avessimo voluto, da parte nostra, fare campagna elettorale, questi 93 miliardi li avremmo tolti ai 1.932, ma non lo abbiamo fatto, lo abbiamo citato, in quanto ci sembrava corretto. Questo sta a testimoniare che stiamo parlando di dati che, purtroppo, non sono ancora certi, ma non perché noi non li vogliamo dare o non abbiamo delle risposte da dare, ma perché a nostra volta aspettiamo - come ha già detto qualcuno prima di me che altri ci diano delle risposte che non ci hanno ancora fornito.
Se queste risposte - mi pare che l'Assessore Burzi l'abbia detto con chiarezza - fossero nella misura più bassa, cioè il 60% del Fondo sanitario, ammonterebbero al 40% della cifra ipotetica di circa 2.000 miliardi.
Il Consigliere Riggio poco fa ha detto all'Assessore: "Non sai fare i conti". Ci siamo dunque messi a fare i conti: il 40% di circa 2.500 miliardi dà come risultato 960 miliardi (circa 1.000 miliardi).
La questione è che, rispetto a questa cifra, che si è assommata in tutti questi anni, per la prima volta abbiamo notato un miglioramento nei servizi. Non sto a ripetere i dati forniti dall'Assessore, dal Presidente e dal collega Ghiglia nei loro interventi; ne cito uno per tutti.
Sulla questione degli anziani - lo diceva prima il collega Rubatto - si è passati, per quanto riguarda le cure domiciliari, dai 1.000 casi del 1995 ai 16.000 casi del 1998. E queste cose, chi è membro della Commissione Sanità, le conosce: sono dati veritieri. Ripeto: cito questo e non ne cito altri.
Qualcuno, a questo punto, si chiede: di chi è la responsabilità? Si sente tuonare sempre, dalla stessa parte che ha accusato e comprato pagine a carattere cubitali di giornali come La Stampa e La Repubblica, che la responsabilità è unicamente di questa Giunta: dell'Assessore alla sanità dell'Assessore al bilancio e del Presidente.
Io ho fatto un po' di esperienza amministrativa prima in Consiglio comunale a Torino e, insieme a molti di voi, mi ritrovo qui, ma la responsabilità quando ci sono queste questioni è sempre più diffusa.
Collega Lido Riba, ho ascoltato con attenzione il tuo intervento: quando dici che bisognerebbe prendere esempio da alcuni Direttori generali delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO. e cercare di seguire il loro esempio nella buona amministrazione, ti dico che sono d'accordo con te, ma parallelamente ci sono altri Direttori di AA.SS.LL. e di AA.SS.OO. che probabilmente non vanno bene. Andiamo a guardare l'elenco di questi Direttori che hanno sperperato e che hanno fatto il contrario di tutto.
Andiamo a vedere queste cose, perché le responsabilità non sono solamente della Giunta, ma sono di coloro che amministrano sul territorio. Le responsabilità, Consigliere Lido Riba, sono diffuse.
Ho grande rispetto per i Direttori generali delle AA.SS.LL., per i tre Direttori qui presenti, però dico con molta chiarezza che le responsabilità devono essere spalmate responsabilmente - scusate il gioco di parole - tra chi lavora su queste cose.
Direi forse che la risposta migliore è quella che abbiamo dato all'inizio. Ai cittadini piemontesi interessa che la Sanità sia migliorata ed è stata migliorata - e che non ci siano nuovi balzelli nei loro confronti. Questo lo abbiamo già detto e chiarito fortemente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Condividendo gli interventi di alcuni colleghi, oggi ci troviamo un po' in una situazione paradossale, in quanto dobbiamo discutere del deficit di bilancio, già annunciato da molte settimane, di fronte al quale inizialmente l'Assessore aveva annunciato di non essere in grado di definirne l'ammontare.
L'Assessore alla sanità piemontese, che avrebbe dovuto governare la Sanità piemontese da quattro anni e mezzo, non è stato in grado di definire i limiti e le cifre di un eventuale deficit del bilancio della Sanità, come se la Sanità partisse dall'anno zero, come se egli stesso non avesse governato la Sanità piemontese e avesse proceduto alla cieca senza alcun strumento di controllo sulla spesa sanitaria. Poi ci siamo trovati di fronte ad una sintesi di contraddizioni permanenti e di dichiarazioni mai smentite dall'Assessore alla sanità.
L'Assessore, il giorno prima della visita del Ministro, ha annunciato con grande sicurezza che il deficit poteva ammontare a circa 2.000 miliardi secondo organi giornalistici e stampe locali ovviamente - e che questo deficit era ampiamente previsto. Oggi, infatti, leggiamo su alcuni quotidiani che era ampiamente previsto, perché sono stati potenziati servizi territoriali, perché la Sanità pubblica ha beneficiato di investimenti da parte della Regione Piemonte e via di seguito; quindi, il problema è di una sottostima da parte del Governo e del Fondo sanitario nazionale. Se era ampiamente previsto, l'Assessore avrebbe dovuto disporre di strumenti di controllo della spesa tali da fargli assumere la dichiarazione per cui aveva già previsto questo sforamento e questa grande voragine della spesa sanitaria che ha portato ad un disavanzo che oggi ammonta a circa 3.000 miliardi. Anche i dati che il centro-sinistra aveva annunciato nella propria conferenza stampa trovano assoluto conforto nei dati che questa relazione vuole sottolineare. Viceversa, questo Assessore non è stato nemmeno attendibile per la sua maggioranza: la Giunta regionale ha ritenuto di istituire con propria delibera un gruppo di lavoro che potesse andare a verificare in modo preciso i bilanci delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO. Questo era l'evidente segnale, Assessore, di voler vedere chiaro e di voler capire cosa stava succedendo all'interno della finanza regionale, tutt'altro che sana in questo momento.
L'andamento della spesa sanitaria, come già evolve in altri Paesi ed in altre Regioni, assumeva degli aspetti davvero preoccupanti: siamo partiti da una situazione di pareggio nel 1995, fino ad accumulare un disavanzo di 360 miliardi. Si tratta di cifre che sono state fornite dall'Assessorato intorno al 1996 e così nel 1997 si è accumulato un debito, senza alcun controllo sulla spesa sanitaria, fino a 3.000 miliardi.
Questa mattina, dopo aver sollecitato la questione in IV Commissione in quanto ritenevamo che non fosse marginale, ma che i 3.000 miliardi di deficit andassero ad influire pesantemente sui servizi del territorio e sulle prestazioni offerte ai cittadini della nostra Regione - e dopo aver sollecitato con forza una dichiarazione da parte dell'Assessore, chiedendo delle spiegazioni, l'Assessore ha risposto che si trattava di un'indiscrezione assolutamente giornalistica e ha rimandato a questo dibattito in sede di Consiglio regionale.
Noi, questa mattina, attendevamo una relazione precisa sullo stato del bilancio e della Sanità piemontese, una verifica utopica dello stato di attuazione del Piano sanitario regionale su cui oggi non abbiamo alcun dato ed alcuna relazione, mentre l'Assessore ha parlato d'altro: ha individuato un aumento che è stato assolutamente percepito dai cittadini piemontesi; un aumento nei servizi territoriali ed altro.
Assessore, noi abbiamo avuto un aumento nella spesa del personale, un aumento nella spesa per beni e servizi. Nel frattempo, la Regione Piemonte ha accumulato un deficit di quasi 3.000 miliardi e le liste di attesa sono rimaste invariate. Non si può individuare un miglioramento dei servizi nella maggior parte dei casi, anzi, sono ridotti e depotenziati.
La politica regionale del centro-destra ha individuato come unico obiettivo il depotenziamento delle strutture che facevano parte della cintura di Torino facendole fluire tutte negli Ospedali polispecialistici di Torino.
Vorrei, però, a differenza di altri colleghi, sottolineare come sia palese, a nostro parere, un legame tra il deficit qui annunciato e le condizioni di privilegio, una politica ormai chiarissima anche nei confronti dei privati.
I Comunisti Italiani non vogliono puntare l'attenzione su altri, ma visto che questa mattina la relazione del Presidente della Giunta ha sottolineato come un aspetto centrale e una peculiarità di questa amministrazione, per la Sanità piemontese, l'apertura di una ospedalità privata, l'avvio di una sana imprenditoria privata, vorrei informare perché forse a qualcuno della maggioranza è sfuggito, che durante i primi giorni di settembre ci siamo trovati di fronte ad una situazione in cui la Giunta regionale ha finanziato il doppio delle prestazioni ad una nota clinica privata torinese per l'importo di 47 miliardi, non autorizzati neppure con una propria deliberazione. La Giunta regionale, nel momento in cui ha erogato tale cifra, pari - ripeto - a 47 miliardi, non ha neppure provveduto ad utilizzare lo strumento amministrativo previsto per sanare la situazione, come, viceversa, aveva già fatto nei confronti della stessa clinica privata nel 1995. Si tratta di 47 miliardi erogati senza alcuna autorizzazione, senza alcun provvedimento amministrativo e che evidentemente, non risulteranno neanche a bilancio, come non risulta a bilancio il deficit e il disavanzo che esiste tra le entrate e le uscite rispetto ai finanziamenti alle AA.SSLL.! Un disavanzo pari a 3.000 miliardi non verificabile e neppure imputabile a documenti di bilancio: è gravissimo! Questo individua le grandi responsabilità di questa Giunta, non solo dell'Assessore D'Ambrosio, che è gravemente responsabile, perché è evidente (evidente anche secondo valutazioni delle stesse AA.SS.LL. ed AA.SS.OO.) che il deficit è imputabile ad un'assenza di programmazione regionale. Non importa se l'Assessore D'Ambrosio e il Presidente della Giunta continuano a sostenere che ricorreranno al Governo. Il Governo risponde per due terzi nel momento in cui questo corrisponde ad una sottostima del Fondo sanitario nazionale, ma non quando non c'è stato un assoluto non controllo della spesa sanitaria da parte di questa Regione. Esistono strumenti, esiste un Assessorato, esiste un doppione dell'Assessorato, che è l'Agenzia dei servizi sanitari, ai quali il Consiglio regionale, per legge, avrebbe dovuto attribuire compiti importanti che vanno dalla programmazione al controllo della spesa. A tutt'oggi non riusciamo neppure ad avere dei documenti attendibili che ci illustrano la situazione.
Assessore, dopo tre anni e mezzo, abbiamo un Piano sanitario quasi del tutto inattuato, attuato neppure nella misura del 25%. Dopo tre anni e mezzo non abbiamo neppure la relazione sullo stato di salute dei cittadini piemontesi che lei dovrebbe fornirci annualmente.
Divago su alcune questioni oggetto delle nostre sedute in Commissione Sanità, che sono sicuramente importanti perché rappresentano i problemi concreti della popolazione relativamente all'accessibilità ai servizi nonostante il Consigliere Ghiglia si confonda, perché dice che il problema riguarda la programmazione, non avendo ben chiaro che dovrebbe essere attuata dalla Regione, non dallo Stato, che, invece, deve definire delle linee guida.
Quando si interviene con grande foga bisogna avere presente la situazione. Non si deve scaricare il problema sugli immigrati dicendo che non dovrebbero essere assistiti, ma lascio a voi ogni commento! Quanto è stato detto non merita alcun commento.
Tornando alla relazione, noi abbiamo atteso fino al 29 settembre per discutere della Sanità, perché attendevamo il documento del gruppo di lavoro istituito dalla stessa Giunta regionale, che voleva verificare in modo puntuale l'attendibilità dei bilanci delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO.
A questo documento non è stato fatto alcun riferimento né dall'Assessore n dal Presidente della Giunta né dall'Assessore Burzi.
Sono d'accordo con il collega Saitta: si tratta di responsabilità individuali e collettive.
Riprendendo il discorso sulla Commissione, vorrei aggiungere che la stessa ha individuato che l'incarico è stato svolto con una documentazione assolutamente parziale, perché la documentazione, richiesta dal gruppo di lavoro, per poter svolgere una valutazione attendibile, non è stata fornita nella data utile.
Sempre dalla relazione - come già altri colleghi hanno ricordato - si evincono incompletezze di dati, errori nei totali: sono stati assunti 72 dipendenti nella notte tra il 31/12/1997 e l'1/1/1998. Inoltre, si legge: "La Regione versa mensilmente" - dato fornito rispetto ai crediti e al rapporto delle Aziende - "una quota di contributi concordati a 'budget'".
Qualora una ASO non raggiunga tale obiettivo dovrebbe mantenere tra i debiti la differenza tra il totale dei contributi ricevuti dalla Regione e la valorizzazione a consuntivo. Invece è emerso che alcune AA.SS.OO. hanno direttamente contabilizzato a conto economico ricavi e tutti i contributi.
Da questi dati emergono delle responsabilità. Mi domando, nel momento in cui la Giunta regionale, periodicamente, svolge ed approva - con proprie delibere, propri atti amministrativi, che devono avere un'attendibilità - i bilanci delle AA.SS.OO. e delle AA.SS.LL., con quali criteri e su quali fondamenta esprimerà un giudizio positivo su bilanci che ad oggi, per una Commissione esterna istituita dalla Giunta regionale, sono inattendibili pieni di errori contabili, con inesattezze di dati.
La contabilità per centri di costo, tanto sbandierata dall'Assessore non esiste: quasi mi pareva di essere in un'altra Regione.
L'Assessore dice che è stata potenziata, quasi al 60%, l'assistenza domiciliare; nel frattempo, però, gli anziani continuano a vivere in grandi difficoltà e le RSA richiedono ai parenti degli assistiti contributi incredibili.
Pertanto, Assessore, non può dipingerci una situazione della Sanità che non esiste! Oggi, in questo territorio, la Sanità vive pesanti condizioni drammatiche e lei ha delle gravi responsabilità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Rinuncio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Presidente, quando, per la prima volta, ho sentito parlare di questi 3.000 miliardi, che l'opposizione aveva fatto riportare su un paginone di giornale - loro sì possono "sparare" delle cifre - mi domando come possa il Consigliere Riggio chiedere certezze su delle cifre.
Ripeto, qualche giorno fa è stato facile per l'opposizione dire 3.000 miliardi senza avere un riferimento, non tanto al meccanismo con il quale i piemontesi avrebbero dovuto pagare 700.000 lire al mese, ma neanche all'impianto di tassazione, se era una fiscalità locale o generale, per capire se tutti i piemontesi avrebbero dovuto pagare questa cifra "inventata", buttata lì tanto per scrivere qualcosa di propagandistico sul giornale.
In ogni caso, comunque, era avvertita, anche dalla nostra maggioranza la necessità di verificare qual era il problema legato al bilancio della Sanità. Mi ero preoccupato subito - lo dico onestamente - che non ci trovassimo di fronte ad un problema di malasanità, e cioè la cosiddetta spesa vuota, inutile, il classico pozzo nero dove si buttano miliardi miliardi, centinaia e migliaia, a cui però non corrisponde nulla, ma solo sperpero. Di questo mi ero preoccupato, e allora cosa ci troviamo di fronte? Di fronte a questo tipo di problema di malasanità, oppure no? La risposta l'avete quasi data voi, colleghi dell'opposizione. Non è malasanità, è una spesa assolutamente necessaria, assolutamente indispensabile per dare ai piemontesi una degna copertura sanitaria. Questa Regione, nonostante una quota pro capite inferiore a tutte le altre Regioni del Nord, è riuscita ugualmente a dare una copertura sanitaria degna di questo nome. E' pura propaganda dire: "Le grandi responsabilità dell'Assessore...". Avete fatto degli interventi di pura propaganda! Andiamo a vedere i dati, oltretutto non dichiarati adesso: se leggete attentamente gli atti di questa Regione del 5/8/1998, l'Assessore portò in Giunta regionale, in Piazza Castello, il quadro preciso di quello che era lo sforamento (non tanto "deficit" quanto "sottostima"), che già allora fu indicato attorno a 1.600 miliardi. Vorrei sapere come fa l'opposizione a dire oggi che la Giunta regionale non aveva già allora diagnosticato una cifra di scostamento, di sottostima - io preferisco chiamarla così. Non è vero, collega Chiezzi, che bisogna cambiarle il nome e la sostanza è sempre uguale. Un conto è parlare di "buco" - termine che si usa per cercare di mettere il dito su qualcosa - altro conto è andare a vedere che c'è una quota pro capite di spesa che ha obbligato, per poter sostenere comunque una copertura sanitaria degna di questo nome, a riscontrare, alla fine del 1998, questa sottostima.
Sono diversi i termini ed è diversa la sostanza, caro Chiezzi. Non è assolutamente un "buco". E' chiaramente una sottostima, una quota pro capite, una quota di spesa sanitaria sul PIL, e ha una sostanza diversa una terminologia diversa; corrisponde ad un fatto diverso, nella sostanza nella forma, in tutto quello che potete creare di significato attorno a questo nome, completamente diverso.
Ho letto anch'io la relazione della Società Pitagora. Non è un documento che contiene delle bombe che scoppiano! E' un documento che dice apertamente, con estrema onestà, che il tempo messo a disposizione non era sufficiente per creare una certezza. Quando una società di revisione entra in una qualunque società commerciale - perché la Pitagora Revisioni fa revisioni di società commerciali - in una banale società per azioni o a responsabilità limitata con 20/30/40 miliardi di fatturato annuo, ci mette 15/20 giorni. Qui si parla di 8/9 mila miliardi di fatturato, giro d'affari, entrate, uscite, poi andiamo a vedere cosa significa impiantare un sistema economico-contabile, e quale invece era quello precedente entrate/uscite; come sarebbe possibile aggregare ad un bilancio contabile di contabilità pubblica, quale quello della Regione, un dato che scaturisce da un sistema di tutt'altro genere e natura, che è quello economico patrimoniale delle imprese. E' come mettere insieme patate e carote.
Andiamo poi a vedere come si determina questo deficit. Ma intanto una cosa è certa: il tempo non c'era. Ottomila miliardi di pezze giustificative documenti, perché la revisione non viene fatta controllando documento per documento - altrimenti, credo, occorrerebbero quattro o cinque anni - ma per campionatura. Se ci si mette quindici giorni o un mese per una piccola società, quanto avremmo dovuto metterci per fare una revisione certa accurata, secondo le procedure contabili previste per le società di revisione? Avremmo dovuto impiegarci degli anni. Tant'è che la revisione nella sua premessa, dice: "Non possiamo rispondere oltre, in quanto molti documenti richiesti non sono ancora pervenuti". Alcuni documenti sono pervenuti il giorno in cui dovevamo consegnare il lavoro. Ho sentito delle voci che dicevano che delle AA.SS.LL. non hanno prodotto: non sono ancora arrivati, perché ci sono le poste e i documenti che vanno protocollati.
Un documento, anche quando esce da un'Azienda sanitaria, deve avere come minimo un vaglio da chi lo produce, anche solo una questione burocratica, che qui va riconosciuta, perché implica responsabilità.
Ebbene, in questa relazione viene riportato che il tempo non è stato sufficiente e il tipo di riferimento alle poste di bilancio (abbiamo quattro o cinque poste di bilancio, le immobilizzazioni, le spese per l'ammortamento e tutto il resto). C'è un bilancio lungo da qui fino a Piazza Castello, un bilancio che andrebbe, posta per posta, dettagliato.
Invece, ne abbiamo quattro o cinque.
Però sono convinto, al di là della questione principale, che era quella di cui ho parlato nella mia premessa, che questo sia un discorso che si pu riferire a quel triste termine di "malasanità". Abbiamo ribadito, è stato approvato, quasi certificato, non tanto dall'IRES, ma dai Direttori sanitari, quanto in questi anni è stato prodotto. Anche sul campo è risultato che non si è trattato di malasanità, ma di pura spesa sanitaria degna di questo nome, alla quale la Regione Piemonte e l'Assessorato hanno fatto fronte partendo dal presupposto che non c'era una quota pro capite.
Credo che sia una scelta il fatto che il Piemonte debba avere 1.800.000 mentre l'Emilia Romagna deve avere 2.100.000. Se voi andate a fare il calcolo dei deficit di quelle Regioni, collega Saitta, tu che sei molto attento, se prendi questa quota pro capite unica dalla quale tutte le Regioni sono riuscite a discostarsi, se tu vai ad applicare il nostro coefficiente pro capite all'Emilia Romagna, essa in un anno avrebbe sforato di 1.500 miliardi. La Liguria, nel suo piccolo, avrebbe sforato di 600 miliardi, il Lazio di 1.000 miliardi. Se noi andiamo per analisi di fattori e grandezze omogenee, dovremmo applicare quel valore pro capite a tutte le Regioni. Andiamo a ridere su come quelle Regioni in realtà oggi non hanno deficit non perché sono più brave, ma perché hanno ricevuto 250.000 lire in più pro capite! Moltiplicato per i milioni di abitanti di ogni Regione andiamo a gonfie vele! C'è questo aspetto che, a mio parere, ritengo non solo ragionieristico ma di sostanza: ci sono degli elementi di crescita "incontrollata" che non dipendono da una politica sanitaria, quali il contratto di lavoro e il trattamento economico della questione dirigenziale. Certamente, questo è un fattore incontrollato: non viene determinato da alcun Assessore qual è il trattamento sindacale dei dirigenti o l'aumento dell'IVA su alcuni farmaci.
Alcuni di questi elementi possono dirsi incontrollati, ma sicuramente non determinano e non sono determinati da una politica sanitaria.
Vorrei concludere con una breve considerazione. Noi abbiamo determinato per il 1997/1998 e per il primo semestre del 1999 un deficit applicando come Regione (non tutte le Regioni, ma solo cinque o sei lo hanno applicato), questo impianto contabile. Abbiamo determinato una cifra di deficit che deriva da costi-ricavi / attivo-passivo. E' un sistema del tutto diverso dal sistema classico di contabilità pubblica entrate/uscite.
Nel determinare in questa maniera, a partire dal 1997/1998 e primo semestre 1999, il deficit - chiamiamolo così - o comunque la perdita di esercizio deriva non da quanto si è speso, ma da quanto si è imputato, dal punto di vista economico, all'esercizio.
Se andiamo a leggere la relazione, che considero accademicamente esatta, direi quasi perfetta, c'è scritto che alcuni dati non sono coerenti. Mi spiego: quando dice che "Le Aziende avrebbero disatteso il principio contabile indicato nel Regolamento di contabilità" - quello cosiddetto economico-patrimoniale - "che prevede la capitalizzazione delle spese per immobilizzazioni materiali aventi durata pluriennale", vuol dire che se io compro ed investo, non devo spesare nell'esercizio, ma devo spesare la quota di ammortamento relativo a quel bene. Se speso nell'esercizio l'acquisto di un fabbricato che vale un miliardo appesantisco il conto economico di quell'anno di un miliardo. In realtà dovrei metterlo a patrimonio, cioè capitalizzare, e scaricare in quell'anno la quota di ammortamento che normalmente è il 3,4%, quindi avrei dovuto caricare sul conto economico dell'esercizio non un miliardo, ma 30 milioni.
Questa relazione dice la stessa cosa quando sostiene che le spese di manutenzione straordinaria, secondo il sistema economico-patrimoniale andrebbero imputate al cespite e non spesate nell'esercizio. Voi sapete quali sono state in questi tre anni le spese di manutenzione straordinaria delle AA.SS.OO. e delle AA.SS.LL. (cioè le spese - secondo la relazione che andavano capitalizzate e quindi messe non in conto economico come uscite, come costi, ma nel conto patrimoniale come attivo di bilancio e scaricate per quote - anche qui, il 4,5%)? Provate a dire una cifra. La cifra per le spese di manutenzione straordinaria è di circa 470 miliardi.
Se mettiamo insieme questi dati, si può fare un ragionamento diverso. A mio parere - ho un po' di esperienza in tema contabile - se si vanno ad imputare queste spese per immobilizzazione, queste spese straordinarie per manutenzioni straordinarie, probabilmente non si chiude in perdita così come accade oggi, anche con 1.800.000 lire pro capite. Secondo me, dobbiamo togliere dal "costi e ricavi" cifre che vanno dai 600 ai 700 miliardi metterle nel relativo patrimoniale e scaricare dal 5 al 10% di quel valore.
Si riduce, così, la perdita di almeno 400 o 500 miliardi a consuntivo per il 1997/1998.
La mia morale su questo argomento è che forse andrebbe rifatta la contabilità delle AA.SS.LL., perché impiantare un sistema di contabilità di impresa è un fatto culturale - lo dicevano anche i dirigenti - non facile da assimilare. Chi ha contabilizzato le entrate e le uscite secondo il sistema di contabilità pubblica fino al 31/12/1996, non incomincia facilmente l'1/1/1997 il sistema di contabilità economico-patrimoniale. Non ci riesce, non è in grado, lo considera molto difficile o rischia di compiere degli sfasamenti che alla fine determinano un risultato negativo assolutamente non veritiero (lo dico e ne sono convinto, mi bastano queste quattro voci che la relazione mi ha indicato). Quindi, secondo me, non si può parlare di malasanità; al contrario, abbiamo offerto un'assistenza che si è rivelata migliore. Lo ha ribadito questa mattina il mio Capogruppo anche l'IRES ha ribadito che i piemontesi hanno riscontrato un miglioramento della qualità e della quantità della prestazione sanitaria globale nei loro confronti. Pertanto, non si tratta di malasanità. Secondo me, il dato ragionieristico e tecnico va sgonfiato di 400 o 500 miliardi per cui non ci troviamo di fronte a 800 miliardi di deficit, ma a meno della metà.
In conclusione, abbiamo operato bene ed hanno operato bene le AA.SS.LL.
e le AA.SS.OO. Non ci troviamo di fronte ad alcun problema e questa è stata un'occasione per rilanciare la Sanità, sperando che essa venga gestita così anche in futuro e non come è accaduto negli anni 1990/1993, grazie ai quali, con il beneficio dell'inflazione, oggi avremmo migliaia di miliardi di disavanzo. Fortunatamente così non è stato. Se oggi abbiamo merito, è perché finalmente abbiamo messo in luce un sistema diverso di gestire la Sanità, non come accadeva prima, "a babbo morto", ma con dati alla mano con consuntivi, con bilanci veri. Questi sono bilanci certi, perché il sistema economico-patrimoniale è infallibile nel determinare la perdita o l'utile di esercizio, a patto che vi sia il rispetto di alcune norme che forse per un fatto di inesperienza, i Direttori sanitari non hanno osservato. In conclusione, dunque, è un bilancio ultra positivo, Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, non per una questione di presunzione, ma per il rispetto dell'aula, chiedo, nello svolgere il mio intervento, la presenza del Presidente della Giunta regionale e dell'Assessore al bilancio.
Diversamente, rinuncio. Presidente, mi può dare atto di fare estrema economia degli interventi in questo Consiglio; avrei piacere di essere ascoltato da chi, in questo caso, deve assumersi le responsabilità.
Il problema, secondo me, riguarda l'etica della irresponsabilità, che certe volte sembra guidare questa Giunta; il problema è capire, non se esistano delle questioni da affrontare, ma se esista o no una via di fuga politica. So che ci sono state giornate tempestose - giustamente tempestose tra il Presidente della Giunta e l'Assessore alla sanità, D'Ambrosio. Si è parlato di teste che dovevano cadere tra i dirigenti dell'amministrazione sanitaria. Ovviamente, come sempre si fa nelle buone famiglie, dopo aver litigato si esce insieme a braccetto, con il vestito buono della domenica specialmente quando si è trovata la soluzione.
Oggi la soluzione, con grande spudoratezza, l'ha trovata il Presidente della Giunta regionale. Ho piacere che il Presidente Ghigo sia presente perché non sono abituato a dare dello spudorato, o in generale a parlare male di una persona in sua assenza.



RIGGIO Angelino

MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)



RIGGIO Angelino

Spudorato in termini politici, altrimenti la cosa è grave!



RIGGIO Angelino

In termini politici, ovviamente.
Sono convinto che oggi il Presidente della Giunta regionale abbia letto una relazione spudorata, nel senso che non ha avuto nemmeno il pudore di contenere ciò che è successo.
Vogliamo ricostruire i fatti? Se mi date un po' di attenzione, ricordo che il centro-sinistra ha fatto una conferenza stampa, annunciando che probabilmente ci sarebbero stati 3.400 miliardi di disavanzo. Con il solito garbo e la solita cortesia tipica che lo contraddistingue, il Consigliere Ghiglia su La Stampa, l'indomani, ha dichiarato che "il centro-sinistra tira fuori cifre del cavolo". Ognuno è responsabile del proprio stile.
"Cifre del cavolo". Ahimé, sarà che noi abbiamo sollevato un problema ("per demagogia, perché ci sono le elezioni"), fatto sta che siete stati costretti ad andare a vedere se effettivamente queste cifre erano tali.
E' vero: le cifre che avevamo riferito come centro-sinistra non erano perfette, ma lo erano in difetto, non in eccesso: non erano 3.400 miliardi come dicevamo noi, e ce lo dice l'Assessore D'Ambrosio nella sua relazione.
Nel 1997 il disavanzo è stato di 379 miliardi; noi avevamo scritto sbagliando, 358 miliardi: chiediamo scusa, Assessore, ci siamo sbagliati di 21 miliardi (in meno!).
Nel 1998 l'Assessore alla sanità ci comunica che il disavanzo è stato di 1.025 miliardi. Avete ragione, ha ragione il Consigliere Ghiglia, erano "cifre del cavolo", perché noi avevamo parlato solo di 885 miliardi avevamo sbagliato, questa volta, di quasi 200 miliardi (in meno!).
Dopodiché noi abbiamo ipotizzato 975 miliardi nel 1999. L'Assessore D'Ambrosio ci informa sul primo semestre - che notoriamente non contiene la maggior parte delle spese, perché in genere queste sono accumulate nel secondo semestre (e vedo che l'ing. Robino annuisce) - e dice che nel 1999 il disavanzo sarà di 501 miliardi; noi ne avevamo previsti 975, quindi prevedibilmente sarà di più.
In questo elenco di cifre, l'Assessore D'Ambrosio non cita quella che è la proiezione per il 2000, che è facilmente intuibile. Noi avevamo ipotizzato 1.205 miliardi, ma questa cifra non c'è. Facendo la somma, siamo oltre i 3.400 miliardi, quella "cifra del cavolo", come aveva detto il collega Ghiglia.
Ci dicono: "Il centro-sinistra ha lanciato un allarme-allarmismo perché ha fatto una conferenza stampa, dicendo che ogni cittadino piemontese avrebbe dovuto pagare 700.000 lire di balzello in più". Ma non ce la siamo "tirata fuori" noi questa faccenda delle 700.000 lire! Ha un po' torto la collega Bortolin dicendo che l'Assessore D'Ambrosio è bugiardo. Non è vero! L'Assessore D'Ambrosio dice tutto e il contrario di tutto. Dovete sentire cosa diceva l'Assessore D'ambrosio il 9/12/1998 abbiate pazienza, devo leggere: "Da quest'anno" - è la relazione tecnico politica sul bilancio 1999 - "in seguito all'adozione del Piano sanitario nazionale 1998/2000, sono state definite le quote capitali di finanziamento per gli anni di validità dello stesso nella seguente misura: 1998/1999/2000".
L'Assessore riconosce l'utilità di questa indicazione: "Finalmente ci sono delle indicazioni precise e in anticipo", e ne ha dato atto al Ministro della Sanità Bindi in Commissione; qui, ovviamente, bisogna fare il gioco delle parti.
Proseguo nella lettura: "Questa utile indicazione consente, per la prima volta, di prevedere, a livello regionale, la quota di finanziamento per gli anni interessati e di tenerne conto in sede di approvazione del bilancio annuale e pluriennale. Si ritiene pertanto utile esplicitare le somme, prudentemente calcolate come prevedibili per gli anni 1999 e 2000, e richiederne l'iscrizione in bilancio, al fine di poter disporre, in assonanza, l'adozione del bilancio pluriennale delle Aziende sanitarie in sede di attuazione del Piano sanitario regionale".
Più avanti si dice: "Si rammenta che l'attuazione del Piano sanitario regionale, attualmente in corso di definizione per pervenire alla sottoscrizione delle intese di programma (Regione e Aziende sanitarie) qualora non si adottino correttivi di natura organizzativa ed adeguamenti della capacità produttiva ospedaliera, comporta la necessità di avere a disposizione ulteriori risorse finanziarie per la copertura delle spese di gestione. Infatti, le stime aziendali, riviste e ritrasmesse alla Regione in seguito alla prima tornata di approfondimenti, comportano una maggiore spesa rispetto alle disponibilità regionali".
Di fronte a questa maggiore spesa, due sono le strade: intervenire in modo organizzativo-programmatorio ed intervenire in modo economico finanziario. E qui l'Assessore ci spiega qual è il percorso virtuoso: quello, appunto, di carattere organizzativo-programmatorio, perché "...di contro, l'azione incentrata sugli aspetti finanziari opera sugli effetti del sistema, senza incidere direttamente sulle cause dei fenomeni gestionali, che è un modo di agire che ripete modelli consolidati, con i quali negli anni scorsi non sono stati raggiunti risultati soddisfacenti se non nel contingente, lasciando che gli effetti gestionali si concretizzassero comunque".
L'Assessore D'Ambrosio, che tutto sapeva, ci spiega ancora: "Questo approccio è di più facile attuazione operativa. Infatti, consente di non risolvere definitivamente i problemi, ma li sposta nel tempo, con un effetto a cascata fino a quando non esplode comunque la crisi". La crisi forse, sono i 3.400 miliardi di debito.
"In conclusione, qualora la scelta dell'azione da perseguire fosse di esclusiva natura economico-finanziaria, si rende necessario reperire ulteriori fondi per il finanziamento degli oneri di gestione, atteso che le scelte delle Aziende sanitarie per l'attuazione del Piano sanitario regionale non sono razionalmente coerenti con il principio del travaso da un settore all'altro delle risorse disponibili" - poi spiegherò questo principio del travaso ai colleghi che non si occupano dei problemi della Sanità.
"Questa somma dovrebbe gravare sul bilancio della Regione; infatti sarebbe riconducibile a costi di un Sistema sanitario regionale strutturato ed organizzato per garantire un livello assistenziale non allineato a quello previsto dalle norme nazionali (circa 200 ricoveri per 1.000 abitanti invece di 160). Considerata l'entità della somma" - lo dice l'Assessore D'Ambrosio e noi abbiamo solo recepito quello che ci ha spiegato - "non resterebbe altra via che imporre nuovi balzelli da parte della Regione".
Ahimé, Presidente della Giunta regionale: noi ci basiamo sugli atti che voi producete. Dovete mettervi in regola, perché, prima che il centro sinistra tirasse fuori questa boutade elettorale, voi, di questi 3.400 miliardi, non avete scritto da nessuna parte.
Mettetevi in regola! Dovete scrivere degli atti ufficiali, in cui sia chiaro che ci sono questi 3.400 miliardi; poi discuteremo se sono di sottostima o se sono di disavanzo.
Noi ci siamo basati su quello che ci suggeriva l'Assessore: se c'è un disavanzo, la Regione deve imporre nuovi balzelli. Per cui abbiamo diviso 3.400 miliardi per il numero degli abitanti del Piemonte: 700.000 lire a testa.
A questo punto, subentra la "trovata" del Presidente della Giunta regionale, il quale ha a mano una relazione veramente terribile. Chiedo che questa relazione venga fatta propria dal Consiglio.
Cosa ci dice il Presidente della Giunta regionale, avendo letto questa relazione? Nulla in merito alle problematiche sollevate. Addirittura, nella sua relazione, il Presidente della Giunta regionale non cita nemmeno le cifre del disavanzo, di cui ci riferirà l'Assessore D'Ambrosio.
La trovata è geniale: è sottostima del Governo. Allora, poiché molti Consiglieri non conoscono la differenza tra disavanzo e sottostima, noi ce lo facciamo spiegare di nuovo dall'Assessore D'Ambrosio.
Leggiamo nel Piano sanitario regionale, a pagina 88, capitolo 4, Spesa: "Nello specifico la Regione assume una diretta responsabilità economico finanziaria, qualora adotti un modello organizzativo e dei livelli di assistenza sanitaria diversi e superiori a quelli previsti dallo Stato.
Infine, la Regione è comunque tenuta a ripianare gli eventuali disavanzi di gestione delle Aziende sanitarie, se gli stessi derivano dal mancato rispetto delle norme nazionali finalizzate al risparmio o delle norme che indicano precisi adeguamenti strutturali del servizio sanitario. Lo Stato si accolla i disavanzi che derivano dalla sottostima della spesa relativi ai livelli uniformi di assistenza". E' stato chiaro? Lo ripetiamo.
La Regione deve farsi carico delle eventuali spese maggiori che hanno fatto le Aziende sanitarie rispetto ai livelli uniformi di assistenza che lo Stato ha emanato.
Assessore, vogliamo spiegare quali sono questi livelli uniformi di assistenza? Spieghiamoli! Questi livelli uniformi di assistenza ci dicono che noi dobbiamo spendere il 5% della nostra spesa regionale per la prevenzione, il 48,5% per le attività territoriali e il 46,5% per la medicina ospedaliera. Ahimé, non è stato così! L'Assessore si è vantato nella relazione - è la solita storia: dire solo alcune cose, dire tutto e il contrario di tutto; è un modo per dire bugie - di aver aumentato i servizi territoriali. Non è vero perch leggendo quello che dice l'Assessore, dato che ci accusano che noi del centro-sinistra facciamo propaganda, nel biennio 1997/1998 la spesa per l'assistenza sanitaria di base è aumentata a livello regionale di circa il 12%.
Assessore, questo fa parte di un adempimento contrattuale nei confronti dei medici di base, dei pediatri di base e dei medici di guardia medica.
Sono 164 miliardi. Attenzione, perché l'aumento della spesa territoriale in totale - abbiamo fatto la somma di tutte le voci citate dall'Assessore - è pari a 327 miliardi per la spesa territoriale; togliendo questi 164 miliardi, restano solo 163 miliardi, in un anno in cui il disavanzo è stato, così come detto dall'Assessore, di 1.052 miliardi. Se da questi 1.052 miliardi togliamo i 327 miliardi spesi per l'incremento della spesa sul territorio abbiamo, per quello che riguarda la spesa ospedaliera anziché un decremento, come avrebbe dovuto esserci (eravamo, Assessore, a 180 ricoveri per 1.000 abitanti e dovevamo scendere a 160 miliardi) addirittura un aumento di 700 miliardi della spesa ospedaliera in quell'anno. L'abbiamo aumentata di 700 miliardi! Il che significa che non andiamo nella direzione dei livelli uniformi di assistenza, dunque siamo inadempienti.
Presidente della Giunta regionale, non si tratta di sottostima, ma di disavanzo.
L'Assessore è anche simpatico quando ad un certo punto dice che il prossimo Piano sanitario dovrà preoccuparsi di diminuire il numero dei ricoveri ordinari e di aumentare i ricoveri in "day hospital". Ma questo non era l'obiettivo principale del Piano sanitario che abbiamo approvato tre anni fa? Consigliere Gallarini, Consiglieri che siete con me in IV Commissione, non vi sembra che fosse così? Poi, magari, andiamo a rileggere il Piano sanitario. Dopodiché si dice che si è speso di più, ma che la Sanità è migliorata.
La collega Bortolin mi ha insegnato a fare il Consigliere regionale e ad occuparmi di Sanità, quindi non vorrei aggiungere nulla. La collega Bortolin mi ha spiegato che non è vero che è migliorata la Sanità. Mi sono portato questa pagina de La Stampa di sabato 20 marzo, dove, nell'articolo intitolato "La mia Sanità tra eccellenze e disastri", l'Assessore si confessa per quell'abile peccatore che è, perché sembra che a questa Giunta interessi non solo non risolvere i problemi, ma cercare una via di fuga e comparire bene.
Mi sono preso la briga di verificare le eccellenze che attengono tutte alla grandissima professionalità dei nostri operatori (trapianti record pelle artificiale, due cuori, il citoplasma, ecc.). I disastri attengono tutti all'organizzazione dei servizi: legionella in corsia, obitorio vergogna, guerra fra Direttori.
A proposto di guerre fra Direttori, Assessore, lei è responsabile di qualcosa di gravissimo. Quando ho cominciato la professione, ricordo che a Torino vi era la possibilità di fare la TAC solo al CTO e alla Clinica Fornaca. Misteriosamente, l'apparecchiatura del CTO si rompeva ogni cinque minuti e bisognava andare a fare la TAC, che costava cifre da capogiro anche adesso costa, ma allora costava in proporzione molto di più - alla Clinica Fornaca.
Assessore, ho molto rispetto di come lavorano nel Reparto di cardiochirurgia alla Clinica di Villa Maria Pia, ma perché lei è stato a guardare quando il nostro Centro di cardiochirurgia dell'Ospedale Molinette raddoppiava sulla carta il numero degli interventi, mentre in realtà li dimezzava? Non è vero che è migliorata la Sanità! Presidente della Giunta regionale, ribadisco le nostre richieste.
Ribadisco che questa relazione, elaborata dagli esperti, venga assunta come primo atto formale con cui la nostra istituzione prende atto di un disavanzo di 3.400 miliardi, e chiedo che sia mandata alla Corte dei Conti.
Seconda questione, chiediamo che l'Assessore sia finalmente adempiente perché, se avesse fatto quello che è stato chiesto dalle colleghe Simonetti e Bortolin (migliorare gli interventi sul territorio e deafferentare - che parola complicata! - il ricorso all'ospedale, al Pronto Soccorso, al ricovero ordinario, agli interventi ad alta complessità e tecnologia) avremmo avuto delle sensibili riduzioni di spesa.
Collega Salerno, è vero, non è malasanità. Preferirei mettere la mano sul fuoco piuttosto che credere che l'Assessore D'Ambrosio sia un corrotto! Non ci credo, non lo si sta accusando di corruzione, ma di incapacità perché sono incredibili le duplicazioni dei servizi, la mancanza di interventi per riportare sul territorio quello che non dovrebbe essere portato in ospedale.
E' incredibile come non si sia fatta una politica di hub and spoke per quello che riguarda gli interventi sanitari.
Hub and spoke - lo spiego ai colleghi che non si occupano di Sanità vuol dire qualcosa di molto semplice: quanto più un intervento è ad alto contenuto tecnologico e professionale, tanto più deve essere concentrato quanto più un intervento è a basso contenuto tecnologico e professionale tanto più deve essere diffuso sul territorio.
Sapete quali sono - dati che ho già riferito in altre occasioni - gli interventi più frequenti nel nostro più grande ospedale di eccellenza, le Molinette? Sono per ipertrofia prostatica, per appendicectomia, per colecistectomia: interventi che possono essere fatti "dap-per-tut-to"! Non me la voglio prendere - non sia mai! - con i Direttori delle Aziende ospedaliere. Stiamo facendo un dibattito politico e sono contrario all'atteggiamento di chi scarica le responsabilità sui funzionari della Regione o sui Direttori generali. Però l'Assessore ha la responsabilità delle scelte: quando si sceglie un Direttore che, nell'Azienda che accorpa Regina Margherita e S. Anna, ha lasciato un buco di 60 miliardi e lo si promuove per farlo diventare Direttore delle Molinette, beh, c'è una precisa scelta strategica! Ritornando alle nostre richieste, accusiamo l'Assessore non per malasanità, Consigliere Salerno, ma per incapacità. Presidente della Giunta regionale, le avevamo già detto che, come Assessore all'assistenza l'Assessore D'Ambrosio proprio non andava bene e credo che su questo ormai siano tutti d'accordo. Qualcuno addirittura mi ha chiesto: ma non è stato sostituito Goglio? Praticamente nessuno si è accorto che l'Assessore D'Ambrosio aveva anche questa delega. Non è giusto che, per andare a mettere ordine, sia delegata la stessa persona che ha creato questo disordine.
Noi le chiediamo di accantonare, almeno fino a quando non sarà messa in ordine questa situazione, che in ogni caso è grave, indipendentemente da quanto ripianerà lo Stato, l'idea di accendere un mutuo. Io sono stato Sindaco: i mutui si accendono per le opere pubbliche, non si accendono per contrastare la spesa corrente. Quando la spesa corrente ha innescato dei circoli viziosi, possiamo tamponare la spesa di oggi, ma come si farà per quella dell'anno prossimo, chiunque sia colui che si occuperà della Sanità? Si sono innescati dei circoli viziosi pericolosissimi, la cui risoluzione richiederà parecchio tempo. Il mutuo è un inganno, perché non volete mettere i balzelli che proponeva l'Assessore D'Ambrosio. Ripeto l'Assessore D'Ambrosio, non il centro-sinistra: qui ci sono i documenti, è lui che ne ha parlato.
La logica del mutuo è la seguente: per il momento ce la prendiamo con il Governo, nel frattempo tamponiamo, poi ci saranno le elezioni.
Queste sono delle responsabilità! Assessore, sono due anni che aspettiamo la relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario, sullo stato di salute della popolazione piemontese e sull'indice di ricorso agli ospedali (articolato per ricovero al Pronto Soccorso, ricovero ordinario e ricovero ad alta complessità e tecnologie). E le famose code sui tempi di attesa che continuano ad essere un mistero? Con il giornalista Tropeano abbiamo cercato di avere la documentazione su queste liste di attesa, ma non le ha nessuno. Non ce le danno le AA.SS.LL., non ce le dà l'Assessorato e così via. Penso che avere queste informazioni sia un diritto dei cittadini.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Il giornalista Tropeano non può essere addentro a tutte le questioni!



RIGGIO Angelino

Ho piacere di averle io, come Consigliere regionale, queste informazioni! Possiamo averle? Lei aveva l'impegno, ogni anno, di presentare la relazione. Sono passati due anni e mezzo, ma non abbiamo visto uno straccio di questa relazione. La vogliamo avere.
Mettetevi in ordine con i conti; mandiamo tutto alla Corte dei Conti.
La Giunta regionale, per cortesia, inviti l'Assessore D'Ambrosio, se non l'Assessorato all'assistenza, che si è fatto da parte da solo, a presentare la relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario. Qualcosa di vero, però, non il giornalino sulle tossicodipendenze! Oggi ci sono più tossicodipendenti di prima? Sono di più, sono di meno? Li curiamo meglio? Quanti si ammalano di AIDS? E' così che si fa il bilancio del Piano sanitario. Per cortesia, non siamo alla bocciofila!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Intervengo per richiedere una risposta a due domande poste questa mattina all'Assessore al bilancio.
Vorremmo conoscere la cifra del consuntivo che riguarda la Sanità del 1998 e la posta inserita nella legge finanziaria del bilancio del 1999. Non abbiamo avuto una risposta, mentre sarebbe utile averla.
Quando noi abbiamo insistito, in occasione dell'approvazione di tutti i bilanci, preventivo e consuntivo, per avere una relazione nel merito delle diverse competenze, delle funzioni assegnate al governo regionale, abbiamo anche chiesto, in occasione del bilancio preventivo 1999, una documentazione sul consuntivo 1997 della Sanità e abbiamo denunciato che avevamo rilevato un disavanzo di 1.237 miliardi.
Ci è stato risposto che vi sarebbero state delle relazioni da parte degli Assessori, ma quasi fosse una richiesta di una documentazione superflua, perché il bilancio era quello. Ebbene, dalla dichiarazione che ha fatto testé il Consigliere Salerno - se non ho capito male - si evince che nel mese di marzo era stato portato in Giunta un documento che faceva rilevare il disavanzo del settore Sanità. Credo che tutti i Consiglieri di questa Regione dovrebbero essere preoccupati perché non siamo stati messi al corrente della situazione economica che era determinata dal bilancio preventivo 1999 e da quello consuntivo 1998.
Credo che anche i Consiglieri di maggioranza dovrebbero...



(Voci in aula)



MIGLIETTI Franco

Un documento portato in Giunta. Mi Chiedo come possa essere stato portato in Consiglio il preventivo 1999 senza essere corredato di una relazione che facesse rilevare lo stato della Sanità.
Non credo ci siano giustificazioni nel merito. E' vero che il responsabile era l'Assessore D'Ambrosio, per quanto riguarda il suo settore, ma era anche l'Assessore Burzi per quanto riguarda la gestione del bilancio e il Presidente della Giunta per la completezza e l'unitarietà del bilancio. Mi chiedo perché non avete informato il Consiglio di questa situazione. Mi sembra un'omissione di una gravità tale da non essere assolutamente giustificabile. Non credo che nessun Sindaco si permetta di far approvare il bilancio preventivo senza dichiarare quali sono le sofferenze del bilancio. Poi si fanno dichiarazioni da parte dei Consiglieri della maggioranza, come se noi dicessimo cose non reali: ma sono dichiarazioni che finalmente siamo riusciti ad avere da chi ne ha la competenza, cioè il governo regionale! Le chiedo, intanto, di darmi quelle due risposte affinché si riesca a capire qual è il consuntivo 1998 al di là del disavanzo, qual è il disavanzo reale del bilancio 1998 e quanto è stato iscritto per il bilancio del 1999, in modo che possiamo comprendere almeno il documento reale che abbiamo votato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Voglio ringraziare l'Assessore D'Ambrosio e il Presidente Ghigo per avere, con i rispettivi interventi, dimostrato che la Sanità piemontese gode di buona salute.
Indubbiamente, anno per anno, i costi dei servizi sanitari sono lievitati, ma questi costi sono ampiamente giustificati dall'aumentata gamma di servizi offerti sul territorio piemontese. Abbiamo indicatori importanti che evidenziano i miglioramenti ottenuti nel periodo 1995/1999 oggi alla nostra attenzione e oggetto di critiche inusitate - e soprattutto infondate - da parte dei colleghi del centro-sinistra.
Innanzitutto, il grado di soddisfazione dei cittadini piemontesi per i servizi erogati è passato, come è stato ricordato, dal 54% del 1998 al 63 del 1999. La fonte è l'IRES e non, come qualcuno poco informato ha ricordato, altre società che si occupano di sondaggi. Inoltre, il saldo della mobilità passiva-attiva è passato dai 240 miliardi di passivo del 1995 ai 40 miliardi del 1998. Se il "trend" si confermerà, nel 1999 e nel 2000 avremo che il consuntivo di questa mobilità registrerà, probabilmente un saldo attivo.
Le linee guida della politica sanitaria, che troviamo anche nel più volte citato e vituperato Piano sanitario regionale, mirano a ridurre diseconomie periferiche e, se applicate, come è stato dimostrato dagli interventi dell'Assessore e del Presidente, su tutto il territorio garantiscono la diminuzione dei tempi medi di ricovero (ricorrendo al "day hospital" per le patologie chirurgiche che lo consentono, per la gran parte delle prestazioni diagnostiche), nonché investimenti sul territorio ricorrendo meno al grande ospedale perché esistono strutture poliambulatori, laboratori, consultori che rispondono a molti dei bisogni e delle necessità a breve distanza dalle case dei cittadini piemontesi e senza sottoporli a lunghe code. Inoltre: la prevenzione, attraverso maggiori controlli sugli alimenti, sugli animali che entrano nella catena alimentare, sui praticanti di attività sportive, la prevenzione di ampie fasce di popolazione quale si ottiene applicando i due screening (penso a quello avviato nel 1998 sulle patologie della sfera genitale femminile senza dimenticare la prevenzione dei tumori del colon retto), la campagna di sensibilizzazione per la donazione di sangue, organi, midollo e cordone ombelicale.
Parlavo prima di investimenti sul territorio, ma non possiamo dimenticare l'assistenza in regime residenziale per pazienti non autosufficienti, coniugata al servizio di cure domiciliari infermieristiche e fisiatriche, che è terreno border line nella gestione con gli Enti gestori dei servizi socio-assistenziali.
Inoltre, non possiamo non ricordare il servizio di emergenza-assistenza del 118, che in questo quadriennio ha avuto il suo completamento e radicamento con le cinque basi di Elisoccorso, le centrali operative, le ambulanze medicalizzate, oltre a quelle tradizionali. Potrei continuare a lungo questo elenco, ma preferisco fermarmi qui.
Ho sentito quasi tutti gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, ma ero soprattutto interessato a sentire le argomentazioni dei colleghi di minoranza che, più o meno, si sono arrampicati sugli specchi con parole, parole e parole, per criticare tutto e tutti.
Certo è che se la Sanità in Piemonte oggi funziona ed è di livello medio-alto rispetto alla media nazionale, non è merito di chi critica, di chi spacca il capello in quattro, di chi produce interrogazioni pensando di battere qualche record, infischiandosi di fare terrorismo psicologico e distruggendo reputazioni di strutture qualificate distribuite sul territorio piemontese pur di creare scandali o pseudoscandali, sui quali lucrare elettoralmente.
Alcuni colleghi hanno continuato a chiedere conto di una programmazione e della spesa sanitaria che non esiste, semplicemente perché non viene deciso quasi nulla - in Piemonte come nelle altre Regioni - essenzialmente perché siamo succubi e sudditi del Governo nazionale, quindi di D'Alema, di Bindi e compagnia. Con la Riforma Ter della Sanità hanno dato una sterzata in senso verticistico e dirigista, tutt'altro che federalista, impedendoci di poter essere artefici delle scelte attraverso le risorse economiche.
Il mio Capogruppo continua a stupirsi - lo diceva nel suo intervento di come alcuni cambino giacca a seconda delle situazioni. Io non mi stupisco più. Ormai, dopo quattro anni, ne ho viste troppe in quest'aula, e per me è una certezza.
Collega Saitta, dato che domani si svolgerà il vostro Congresso a Rimini, potrebbe chiedere al Ministro Bindi più attenzione verso i fondi destinati al Piemonte per la Sanità. Se riuscisse ad ottenere qualcosa anche se appartiene ad uno schieramento diverso dal mio, io gliene renderei merito pubblicamente. Soprattutto, non sareste obbligati, voi del centro sinistra, a fare il gioco delle tre carte, a seconda delle giacche che indossate di volta in volta.
E' stato detto, e va comunque ribadito, di 700.000 lire di tasse in più all'anno, vero atto di cialtroneria e di allarmismo gratuito, attraverso le pagine dei giornali che avete comprato con i fondi dei Gruppi, ma sono notizie assolutamente prive di fondamento: non ci saranno nuove tasse.
Credo che poi, nella replica, l'Assessore D'Ambrosio o altri membri della Giunta puntualizzeranno meglio. Comunque, con una contabilità finanziaria che è diversa nel Nord rispetto al Centro-Sud, con fonti di finanziamento che sono, per il 98%, di provenienza statale, con la costruzione aritmetica del sistema di finanziamento, e quindi delle finanziarie dello Stato, che sono vere approssimazioni (lì sì non viene fatta la programmazione e un monitoraggio serio per capire i bisogni e stabilire la spesa in base alle necessità), otteniamo quella che, noi della maggioranza, a più voci abbiamo definito "sottostima" del Fondo sanitario regionale e che purtroppo, ci vede tra le Regioni che, negli anni passati, rispetto ad alcune Regioni più coraggiose, hanno sfondato la previsione delle stime nazionali. Pertanto, ci troviamo a dovere recuperare di più.
Io cerco sempre di essere concreto nel mio ruolo di amministratore.
Prima ancora del Consiglio regionale, ho avuto esperienze nel Comune e nella Provincia di Novara. Ritengo di poter dire, senza tema di essere smentito dai fatti, che, durante la VI legislatura, il territorio novarese (la cui situazione, anche dal punto di vista sanitario, conosco meglio di altri) ha avuto una realtà che mai ha visto in passato, certamente non paragonabile a quella esistente durante la V o la IV legislatura, quando altri governi si sono succeduti. A mero titolo di esempio, non posso non ricordare che in questi quatto anni è stato avviato il secondo Centro dei trapianti di rene del Piemonte, che in meno di un anno ha già realizzato trenta trapianti e si proietta a raggiungere la cifra di cinquanta trapianti all'anno; nel giro di poco tempo ci renderà, insieme ai cento trapianti all'anno delle Molinette, autonomi per quanto riguarda la richiesta dei trapianti di rene della nostra regione. Senza dimenticare la chirurgia vascolare, la nuova risonanza magnetica, il fatto di aver portato entro le mura dell'ospedale l'Ostetricia Ginecologia e, via via, una serie di altre novità.
Sul fronte dell'ASL 13, ricordavo prima il servizio di emergenza ed assistenza, il 118, che ha consentito di mantenere la base dell'Elisoccorso e di avere quattro postazioni di ambulanza medicalizzata.
Ancora, gli ospedali di Borgomanero, Arona e Galliate, che fanno parte dell'ASL 13, in questi quattro anni hanno avuto attenzioni e risorse per migliorare, certo non tutte le situazioni che andavano migliorate, ma sicuramente una buona parte. Merita di essere ricordata anche la definitiva chiusura della partita dell'ex Ospedale Psichiatrico, che era aperta da vent'anni e che ha trovato una sua conclusione durante il quadriennio della gestione della Sanità della Giunta Ghigo. Salto alcune parti perché l'ora è tarda e credo di aver già dato il senso del mio pensiero su questa vicenda.
Concludo dicendo che spesso i cittadini piemontesi hanno aspettative dagli Enti, senza forse sapere quali sono le loro effettive competenze perché c'è molta confusione riguardo alle competenze della Regione, delle AA.SS.LL., delle AA.SS.OO. e di tutti i soggetti destinati ad erogare i servizi. Servizi che sono di qualità, diffusi sul territorio e facilmente fruibili.
La Giunta regionale ha oggettivamente lavorato - ottenendolo - per il miglioramento delle situazioni pregresse trovate nel 1995. Tutto il resto è fumo.



PRESIDENTE

Hanno chiesto di intervenire i colleghi Grasso, Cotto e Gallarini.
Ovviamente, non voglio limitare gli interventi, dico solo che avevamo l'impegno di chiudere i lavori ad una certa ora.
Il Consigliere Grasso e la Consigliera Cotto rinunciano ad intervenire li ringrazio.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Grazie, Presidente. Nonostante l'ora e il clima, la relazione che avevo preparato è un po' freddina rispetto al clima vissuto oggi. Ci tengo, per che restino agli atti alcune considerazioni, che ritengo valide, contenute all'interno di questa relazione.
Ovviamente si finirà con il ripetere concetti già citati, perché emerge un dato che possiamo condividere tutti: non ho sentito due colleghi, a proposito dello stesso argomento, pronunciare la stessa cifra. Ognuno ha usato un numero di miliardi diverso rispetto al collega seduto davanti o dietro.
Stiamo parlando di 8.000 miliardi all'anno; in cinque anni di gestione sono 40.000 miliardi, questo è comprensibile, non lo dico assolutamente in tono dispregiativo, ma dà l'idea di quale sia il clima.
Un recente forte interesse verso gli spot pubblicitari ha determinato la trattazione dell'argomento Sanità della nostra Regione in modi e termini del tutto manipolati rispetto alla realtà e, soprattutto, alla verità, che deve pertanto essere ribadita nella sua essenzialità, affinché il governo del Piemonte testimoni una presenza di lucidità, che altrove sembra oscurata dalle passioni dei prossimi confronti elettorali.
E' largamente noto, infatti, che, in tutto il mondo occidentale, la spesa sanitaria cresce più velocemente del Prodotto Interno Lordo ed assorbe ogni anno quote maggiori di ricchezza. I Paesi industrializzati sono così chiamati a dedicare quantità crescenti di risorse pubbliche e private al finanziamento della Sanità.
Richiamo una recentissima pubblicazione de Sole 24 Ore (qualche dato è già stato citato, io vorrei citare, per completezza, tutti quelli comparsi sul quotidiano, che si riferiscono al 1997, l'ultimo anno noto): negli Stati Uniti, la spesa sanitaria complessiva, pubblica e privata rappresenta il 13,9%; in Germania il 10,7%; in Svizzera il 10%; in Italia il 7,6%. La media dei Paesi dell'Unione Europea è l'8%; la media OCSE è il 7,8%.
Per quanto riguarda la spesa sanitaria pubblica (visto che stiamo parlando di spesa pubblica), sempre riguardo al 1997 e sempre in percentuale sul PIL, in Germania è l'8,3%; in Svezia il 7,2%; in Francia il 7,1%, in Italia il 5,3%.
Per quanto concerne l'Italia, il dato allarmante non risiede solo nell'essere collocata al di sotto della media dell'Unione Europea, ma di aver compiuto tale discesa - questo è importante - negli anni che vanno dal 1992 al 1997, dopo averlo raggiunto nei primi anni '90. Quindi, prima del 1990 le medie erano allineate, dal 1990 in poi c'è stata questa compressione delle erogazioni nazionali rispetto alle esigenze (se fare una cosa costa dieci e si dà, invece, nove, ovviamente non si può fare la cosa che costa dieci; questo mi sembra di un'evidenza lapalissiana).
Inoltre, la riduzione della spesa sanitaria sul PIL non è dovuta alla spesa privata dei cittadini, che, anzi, è in crescita, ma alla riduzione costante della spesa pubblica. Il differenziale di tre punti tra la spesa pubblica della Germania e quella dell'Italia è particolarmente significativo.
Deve, poi, considerarsi che il nostro Paese si avvicina ai livelli greci di spesa (5,4% per quanto riguarda la Grecia), dovendo fare i conti con il più alto tasso di invecchiamento della popolazione in Europa.
Questo è un dato che dimostra come, essendo più anziana la popolazione la cifra dovrebbe essere maggiore, invece è minore. Se pensiamo, poi, che il Piemonte (ma questo l'abbiamo detto a proposito di altre mille discussioni) nel nostro Paese è la regione che invecchia maggiormente, a maggior ragione questo fenomeno è esasperato.
Ciò determina due effetti: riduzione dei contributori al finanziamento del sistema ed incremento della domanda, in quanto la popolazione anziana manifesta una più alta propensione al consumo sanitario (più del doppio rispetto alla consistenza del gruppo sul totale della popolazione). Tutti questi fenomeni sono presenti in Italia con particolare intensità. Infatti il nostro Paese ha il più basso tasso di natalità del mondo e la più alta percentuale di anziani in Europa, alla pari con la Germania.
In una situazione di tale gravità, il Governo, non della Regione Piemonte, ma del nostro Paese, va da tempo riducendo, non i valori monetari, ma, rispetto al PIL, che è ciò che conta in termini reali, il finanziamento pubblico, determinando una situazione di disavanzo strutturale, causato dalla sottostima della spesa con ripiano ciclico dell'indebitamento (questa è la realtà che abbiamo sotto gli occhi in questi anni).
Si tratta, in sostanza, della stessa politica che si realizza in materia di previdenza, fondata sul rinvio dei problemi che vengono occultati nella loro consistenza, nella speranza che qualcun altro prima o poi li affronti e li risolva.
Nella finanziaria 1999 - questo passaggio è molto importante - la legge n. 448 del 23/12/1998, la questione è trattata all'art. 28, segnatamente dal comma nono al comma quindicesimo, laddove, secondo le linee guida già riferite per il passato, si dispone (al comma nono), di pervenire al definitivo accertamento dei disavanzi del Servizio Sanitario Nazionale presentati dalle Regioni per gli esercizi finanziari anteriori al 31/12/1997. Ogni Regione e Provincia autonoma trasmette al Ministero della Sanità, entro il 20/2/1999, sulla scorta di una metodologia concertata entro il 20/1/1999, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, la relazione sullo stato di attuazione dei provvedimenti per il ripiano della maggiore spesa sanitaria di competenza regionale sino al 31/12/1994, nonché i riepilogativi regionali e i consuntivi delle Unità Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere per ciascuno degli esercizi finanziari del triennio 1995/1997, accompagnati dall'illustrazione dell'andamento della spesa, con particolare riferimento a quella del personale, beni e servizi, assistenza farmaceutica ed assistenza convenzionata.
Su proposta del Ministro della Sanità - questo è sempre contenuto nella Finanziaria - la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, individua, entro il 31/3/1999 - ripeto, questo recita la Finanziaria nazionale relativa al 1999 per ciascuna Regione, anche tenendo conto di quanto previsto dall'art. 1 comma 34, della legge 23/12/1996, n. 662, la quota di maggiore spesa per il 1997 attribuibile a provvedimenti di carattere nazionale e quella attribuibile a provvedimenti regionali. Quindi, sdoppia sostanzialmente i provvedimenti di competenza del Governo e i provvedimenti di competenza delle Regioni, per quanto ci riguarda.
Pertanto, organizzato l'iter per il ripiano del passato, si dispongono commi 10, 11 e 12 - le procedure per la verifica della gestione nelle singole Regioni, entro il 28/2/1999; la determinazione, in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni, entro il 30/6/1999, delle linee generali di rientro e di ripiano, nonché la connessa relazione del Ministro al Parlamento; ed infine, entro il 30/9/1999 - questo è sempre inserito in Finanziaria - gli accordi interministeriali Sanità, Tesoro e Bilancio, con le singole Regioni, per la garanzia degli equilibri gestionali del sistema.
Il che significa: definizione delle quote di fondo regionale spettanti e pesatura degli ipotetici disavanzi con le previste misure di assorbimento di parte nazionale e regionale sulla base delle analisi tecniche compiute.
Orbene, tutta la minuziosa procedura di cui sopra risulta inattuata.
Questa è la Finanziaria 1999: questa procedura risulta a tutt'oggi inattuata - quindi, la competenza ovviamente è del Governo e non delle Regioni - con tutte le conseguenti incertezze sulle risorse disponibili per la Regione Piemonte per quanto concerne sia il 1997 che il successivo triennio. Questo per risalire alla fonte della situazione della quale abbiamo dibattuto in questa giornata.
Su queste incertezze possono fondarsi speranze, illusioni, fantasie e anche propaganda, ma non certezza in positivo e neanche in negativo, anche se il nostro Paese da tempo è abituato a convivere con l'assenza di certezze.
In siffatto contesto si colloca il Piemonte che, assieme al Veneto, ha la più bassa spesa capitaria per la Sanità, pari a 1.960.000, accertata al 1998, nel Nord Italia, cioè nell'area geografica cui, per ragioni di composizione demografica e sociale, appartiene la nostra Regione. L'Emilia Romagna, per fare un esempio, presenta per il 1998 una spesa capitaria superiore per L. 200.000; L. 200.000 pro capite significa il 10% in più; il 10% in più su 8.000 miliardi significa una somma di 800 miliardi in più sul 1999 che, se proiettata sul Piemonte, determinerebbe una maggiore spesa annua di 900 miliardi.
Occorre dunque domandarsi da quale ragionamento traggano origine gli "imputati" 3.000 o 3.400 miliardi, ribaditi ancora oggi nei vari interventi dell'opposizione, di disavanzo della Sanità piemontese.
Noi proveremo a chiarire le serie ipotesi od illazioni che ne hanno permesso la costruzione, ma vorremmo in ogni caso richiamare due punti fermi.
Il primo è che i cittadini, e soprattutto gli anziani piemontesi devono avere il riconoscimento finanziario dello Stato alla pari degli altri, e pertanto le quote capitarie che lo Stato dovrà riconoscere non potranno certo essere diversificate. Il secondo è che una Regione che ha una spesa capitaria inferiore del 10% non può che esporsi ad un disavanzo tendenziale del pari inferiore ed essere conseguentemente meno esposta al finanziamento integrativo locale.
Ciò premesso, vogliamo ricordare che l'ipotizzato disavanzo deriva dalla sommatoria dei presunti disavanzi 1997/1998/1999/2000, gli ultimi due derivanti dalla stima formulata dai Piani aziendali, comprensivi dei Piani di investimento e quindi ancora da approvarsi.
E' stato più sopra chiarito che il percorso della Finanziaria 1999 volto a definire le risorse per il Piemonte a partire dal 1997 e per tutti i successivi, è ancora da realizzarsi, e pertanto la partita è tutta da giocare, risultando ogni previsione allarmistica e del tutto fuori luogo sia perché manifestamente strumentale al confronto elettorale, sia soprattutto perché la Sanità ha bisogno di un minimo di serenità e di concordia per affrontare le - queste sì certe - prove difficili che verranno.
Sotto questo profilo, nessuno - ma proprio nessuno - può avere interesse a sospingere allo sbando la Sanità piemontese; anzi, tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione non possono che essere interessate all'avvio concreto del riordino della Sanità piemontese che nonostante i governi regionali succedutisi dalla prima riforma del 1980, ha mantenuto alcuni limiti di fondo, quali l'alto tasso di spesa ospedaliera e il basso profilo di dimensione della spesa di investimento in strutture anche del territorio, ed attrezzature; limiti il cui recupero richiede largo impegno e sforzo comune, al di sopra e al di là dello spirito di parte, specie per ricondurre ai servizi sanitari piemontesi l'utenza che migra verso le Regioni vicine, in particolare la Lombardia. Non possiamo infatti dimenticare che la nostra Regione confina con la Lombardia che notoriamente, ha un servizio sanitario di un certo tipo.
Il dato citato dal collega Ghiglia oggi, ed anche dal Consigliere Rubatto - se ricordo bene - sul fatto che dal 1995 al 1999 la spesa verso l'esterno è passata da 250 a 40 miliardi, riteniamo sia un dato estremamente significativo di come sia aumentato il livello del servizio sanitario all'interno della nostra Regione. Questo perché la gente, se prima andava in Lombardia - io vivo in Provincia di Novara, come il Consigliere Mancuso, quindi sappiamo come vanno le cose - e oggi si ferma in Piemonte è perché trova un servizio quanto meno equivalente.
E' riconosciuto che la Lombardia è ad un livello altissimo. Chi ha letto il Corriere della Sera di oggi avrà visto che era in visita al "Pirellone" di Milano una delegazione giapponese, che vuole prendere spunto dalla riforma - contestata dalla Bindi, ma in ogni caso andata in porto della Giunta Formigoni; la riforma attuata costituisce esempio addirittura per una delegazione giapponese! Ciò significa che è una riforma all'avanguardia in campo mondiale.
Il fatto che il Piemonte abbia frenato l'emorragia verso la Lombardia in questi quattro anni, trattenendo prestazioni sanitarie, significa che ha alzato il livello delle prestazioni; questo mi sembra automatico altrimenti la gente non è fessa e va dove il servizio offerto è migliore.
Inoltre, è a tutti noto che, ad esempio, razionalizzare i nostri ospedali non può che significare toccare e ferire interessi locali o i gruppi e corporazioni, pur legittimi e comprensibili, ma talora dissonanti dall'esigenza del riordino volto a dare ai cittadini le migliori prestazioni possibili al minimo costo. Tale opera, difficile nel passato non è certo facile al presente, anche se è nell'interesse di tutti.
Dobbiamo pertanto ritenere più utile che il governo regionale sia fortemente impegnato, in primo luogo, a recuperare i finanziamenti dovuti dallo Stato, secondo le procedure previste dalla Finanziaria - quello che hanno detto, sostanzialmente, il Presidente Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio questa mattina - ponendo la massima attenzione ad evitare ogni discriminazione negativa dei cittadini piemontesi nelle valutazioni e criteri di riparto nazionale.
Se, come crediamo ed auspichiamo, prevarrà l'equità del riparto, il Piemonte soffrirà meno di altri, che spendono ben più di noi nella Sanità.
In parole povere, non vorremmo che nelle 700.000 lire ipotizzate dall'inserto pubblicitario dell'opposizione, ci fosse una quota parte a carico dei cittadini piemontesi per ripianare quel 10% in più per l'Emilia Romagna rispetto alla cifra pro capite che il Piemonte prende da Roma (tanto per rendere l'idea).
In ogni caso, il trattamento finale dello Stato al Piemonte dovrà essere reso noto all'assemblea regionale, che potrà in tale sede valutare e proporre le misure necessarie su un quadro chiaro e definito, e non già su ipotesi teoriche.
In quella stessa sede potranno essere comparati i livelli di eventuali disavanzi tra le Regioni della nostra area, per trarne tutte le deduzioni del caso, ivi comprese quelle politiche sul buon utilizzo delle risorse e quelle sull'attenzione ad evitare atti di fiscalità aggiuntiva rispetto a quelli che già ogni giorno i cittadini subiscono al proprio risveglio e non certo a causa del governo piemontese.
Quante 700.000 lire pro capite hanno già versato i cittadini del Piemonte in questi anni per imposte di carattere nazionale, tassa europea (poi restituita solo al 50%) e così via? Né, infine, le esposte problematiche possono compromettere il miglioramento dei servizi attivati in questi anni nel territorio regionale, quali l'assistenza domiciliare integrata. Il Consigliere Ghiglia ed altri colleghi hanno citato addirittura le percentuali, che io non cito, ma sono percentuali significative rispetto al monitoraggio di questa qualità aumentata della prestazione all'interno della nostra Regione: il sistema di emergenza del 118 che rappresenta un esempio a cui si ispirano altre Regioni a livello nazionale; il sostegno all'attività di prevenzione e di riabilitazione; la promozione dei numerosi progetti in atto (anziani, materno-infantili salute mentale, disabili, ecc.), i cui valori possiamo ritenere siano di generale condivisione anche se di costi non certo ininfluenti, ma di contenuto civile tale da non essere toccati dagli effetti della conflittualità politica.
Sotto tale profilo, sarebbe di grande utilità per il presente e per il futuro fare in modo che, ferma restando la massima espressività dei giudizi e delle libere valutazioni di ciascuno, per la pubblica sanità il metodo del confronto venisse privilegiato allo scontro di parte, trattandosi di questioni la cui natura non può che rifuggire dall'improvvisazione, per rivolgersi verso argomentazioni attente e commisurate ai valori collettivi in discussione.
In sostanza, chiudendo, ci sembra di poter dire questo, in merito a quegli inserti pubblicitari che andrebbero rettificati rispetto alle cifre che pure, con questa contraddizione e con questa pletora di articolazioni sono emerse oggi. Innanzitutto, andrebbero rettificate, perché non attuali rispetto alle cifre. Siamo preoccupati per la situazione. Penso che la Giunta, la maggioranza e l'assemblea nel suo complesso siano preoccupati per la serietà della situazione, ma serietà della situazione non significa situazione fuori controllo, ma semplicemente che, ad esempio, da quella relazione che la Società ha fornito si possono trarre le premesse per impostare un'azione migliorativa che tenda, dal punto di vista dei costi, a razionalizzarli al massimo.
In quella pletora di cifre articolate, un dato è certo: al di là di quanto ha detto il Consigliere Riggio - certo, il caso scandalistico lo si può trovare in ogni situazione - in Piemonte la Sanità funziona. Se avessimo speso la giornata di oggi a parlare di casi come quello, ad esempio, di un cittadino piemontese che si è rotto la gamba sinistra l'hanno portato in ospedale e gli hanno ingessato la destra, allora saremmo preoccupati.
Così come, se volessimo, ma non lo facciamo, rispondere con un semplice "slogan", allo "slogan" delle 700.000 lire a pagamento, potremmo dire che siamo felici e sottoponiamo al giudizio dei cittadini una Giunta che, in questi quattro anni, non ha posto ai cittadini del Piemonte il costo "salute". Guai se fosse apparso uno "slogan" secondo cui, in questi quattro anni, la Giunta Ghigo ha fatto sì che la Sanità in Piemonte sia costata ai cittadini la salute. Sembra che le cose abbiano funzionato! Ci sono dei costi, si vedrà come affrontarli e penso che i contenuti di molti interventi e anche del nostro abbiano dimostrato come la situazione ha una nascita ed una crescita di un certo tipo, per cui probabilmente è stata una cantonata politica e non amministrativa quella di aver intrapreso alcuni giorni fa, ai primi di settembre, un'azione tendente a dimostrare che la Giunta Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio hanno gestito con leggerezza, hanno dilapidato, di fronte ad altre Regioni che hanno impostato piani di rientro seri, rigorosi, ecc., mentre qui si è andati allo sbaraglio.
Non è così! Le cifre sono impietose, ma dimostrano che la gestione della Sanità in Piemonte ha speso quattrini in misura unitaria inferiore a tutte le altre Regioni del nostro Paese. Questo è un dato! Non si è parlato di malasanità, perché da nessuno degli interventi di oggi, al di là di qualche caso scandalistico che può esistere in tutto il mondo, è emerso che nel nostro Paese, e in Piemonte in particolare, che ha una popolazione anziana di gran lunga superiore al resto dei Paesi dell'Unione Europea, vi siano casi eclatanti.
In tutta questa elasticità di interpretazioni, alcuni numeri sono pilastri fissi e da qui bisogna partire, e penso che la Giunta lo farà sicuramente, per valutare, alla luce di quella relazione e di quella situazione, cosa fare per portare i conti all'interno di un binario di rientro per i prossimi anni, tenendo conto del fatto che fra poco tempo l'istituto regionale avrà anche la competenza di predisporre le norme di gestione e di erogazione delle cifre disponibili.
Oggi come oggi, le regole vengono dettate da Roma per esigere i balzelli; se ai balzelli bisognerà ricorrere, il Governo centrale delega gli Enti locali: i Comuni per quanto riguarda l'ICI e le Regioni per quanto riguarda la benzina, il metano e così via.
Questo ci sembra un metodo che, certo, porta le Finanziarie nazionali ad affrontare quote inferiori rispetto a quelle che sarebbero necessarie ma scarica poi sulle Regioni i compiti di esazione.



PRESIDENTE

Con quest'ultimo intervento abbiamo concluso la parte riservata alla discussione. L'Assessore D'Ambrosio desidera fare una comunicazione.
Prego, Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente. Cortesi Consiglieri rimasti in aula, è stato sottolineato da alcuni, sia nei giorni scorsi che oggi, che la Sanità del Piemonte ha goduto in passato di una sorta di privilegio perché, per merito degli Assessori, si chiudeva il bilancio in pareggio.
Questo non è assolutamente vero, perché dal 1985 i bilanci della Sanità piemontese sono stati sempre in passivo: 1985, l'Assessore Bajardi fino al mese di giugno (45 miliardi) 1986, l'Assessore Olivieri: 198 miliardi 1987, l'Assessore Olivieri fino al mese di giugno; l'Assessore Maccari dal mese di giugno in poi (187 miliardi) 1988, l'Assessore Maccari (234 miliardi) 1989, l'Assessore Maccari (129 miliardi) 1990, l'Assessore Maccari (606 miliardi) 1991, l'Assessore Maccari (440 miliardi) 1992, l'Assessore Maccari (462 miliardi) fino al mese di febbraio, poi Vetrino, Cucco e Bonino 1993/1994/1995/1996 sono ancora soggetti a ripiano, ma sicuramente la cifra del passivo non è inferiore ai 300/400 miliardi.
Quel che ho detto può essere evidenziato dalle delibere di quei tempi che sono in mio possesso e a disposizione dei colleghi.
Ciò premesso, devo dire, anche per rispondere al collega Riggio, che il sottoscritto non è abituato al gioco delle parti, per cui posso non condividere alcuni articoli del decreto del Ministro Bindi, ma le sono grato per l'impegno che profonde nel farci avere i fondi della sottostima.
Il Ministro Bindi chiede più risorse per la Sanità. Questa è una cosa di cui sono grato, perché lei, più che ogni altro, proprio perché si documenta, sa che la Sanità ha bisogno di questi fondi.



(Voci in aula)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Richiamo i colleghi a prestare attenzione.
Prego, Assessore, prosegua pure.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Quindi, nessuna colpa, per quanto attiene la sottostima del Fondo sanitario, al Ministro Bindi, alla quale mi rivolgerò nei prossimi giorni unitamente al Presidente della Giunta regionale.
Sottolineo inoltre che, contrariamente a quanto è stato sostenuto da qualche collega, nessun Direttore generale ha sperperato; se qualcuno ha male amministrato, questo qualcuno è tornato a casa.
Devo inoltre sottolineare che nessun Direttore regionale ha disatteso come qualcuno, anche subdolamente, ha fatto palesare in qualche intervento.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

BORTOLIN Silvana (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' stato Ghiglia!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'invito che rivolgo al Ministro pro tempore è che occorre evitare la continua riforma della Sanità, come giustamente ha evidenziato il Consigliere Miglietti. Cambiando lo scenario, le regole e le politiche sanitarie, è inevitabile che i processi di governo della spesa sanitaria subiscano delle variazioni. Non si può quindi utilizzare strumenti di controllo e di valutazioni comparative tra il vecchio sistema, a pie' di lista, e il nuovo sistema, a budget. Comunico altresì ai Consiglieri regionali che tutte le Aziende Sanitarie Regionali sono partite con la contabilità per centro di costo, però, per la difficoltà del processo di aziendalizzazione - è stato sottolineato questa mattina - alcune AA.SS.LL.
sono a buon punto di questo processo, mentre altre meno. Comunque, è un processo continuo che ha solo bisogno di molto tempo per normalizzarsi e concretizzarsi.
Ai colleghi Riba e Saitta devo dire che alla Corte dei Conti sono stati già inviati i preconsuntivi e ci riproponiamo di inviare, quanto prima, i consuntivi provvisori.
Molti colleghi hanno sottolineato il non adempimento della chiusura del bilancio 1997/1998. In questa fase sperimentale - queste affermazioni sono presenti nella relazione di questa mattina - non è stato possibile per la nostra Regione approvare il bilancio 1997 dopo la sua chiusura con la deliberazione, che ho a mie mani, dell'aprile 1998. Questo perché non si può certificare un bilancio economico-patrimoniale per un solo anno, ma occorrono almeno due esercizi a confronto. Si è pertanto attesa la chiusura del bilancio 1998; la chiusura del bilancio 1998 avviene entro il 30 giugno dell'anno successivo. Questo per procedere, come ha fatto la Regione Veneto, con la costituzione di una Commissione composta da funzionari interni e professionalità esterne per certificare, sotto il profilo qualitativo, il primo biennio di confronto.
Soltanto al termine di questa attività di revisione e certificazione qualitativa dei bilanci si potrà procedere con la loro approvazione, quindi si potrà affermare che il nuovo sistema contabile è stato adottato in modo appropriato.
Innanzitutto, mi scuso con il colleghi che non citerò nella replica anche perché l'ora è tarda.
Il collega Riggio ha sottolineato che è una vergogna accendere un mutuo. Voglio ricordare al Consigliere Riggio - qualora non lo sapesse che per quanto riguarda la Sanità hanno già acceso mutui le Regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Sicilia. Vedremo come accendere tale mutuo, ma saremmo, comunque, in buona compagnia. Quindi dire che accendere un mutuo è una vergogna non è corretto.
Parliamo delle Aziende sanitarie che devono, indubbiamente differenziarsi dagli ospedali territoriali e si invoca, da più parti, la libera scelta del cittadino, ma poi quando si parla delle Molinette subentra il fatto che le appendicectomie non devono essere praticate in tale ospedale. In linea di massima, sono d'accordo con lei, Consigliere Riggio, ma voglio ricordarle che alle Molinette c'è anche l'Università e quindi l'insegnamento universitario non può prescindere oltreché dalla didattica e dalla ricerca da quella che è la parte pratica.
Inoltre, il Consigliere Riggio ha sottolineato - e di questo mi rammarico molto - la carenza dei servizi territoriali, i quali non sono assolutamente aumentati. Le ricordo, Consigliere Riggio, solo due questioni. Questa sera, alle ore 21.00, mi recherò a Mirafiori, dove l'altro ieri è stata inaugurata una scuola del Comune - colgo l'occasione per ringraziare gli amministratori comunali - che è veramente eccellente.
Non voglio parlare poi della struttura Valletta, di Via Farinelli perché ormai è proprietà di tutti i partiti, tranne di chi, visto che è la causa di tutte le malefatte della Sanità, può farsene vanto, perché quella decisione è stata assunta dal sottoscritto e dal Presidente Ghigo. Per cui grazie ai 32 miliardi ricevuti, in base all'art. 20 della legge n. 67/88, a cui si aggiunge il 5% della Regione, noi potremo avere fra trenta mesi un presidio sanitario decorosissimo per la zona di Mirafiori che, oltretutto ne aveva bisogno.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Questi soldi, in base all'art. 20, in quale momento li ha sbloccati?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ma cosa c'entra, sono fondi del 1988! In Italia siamo abituati ad aspettare anni per ottenere qualcosa! Non è che i fondi li ha sbloccati questo Governo! Se io personalmente mi sono rivolto al sen. Mingone e all'on. Morgando è perché, purtroppo, nonostante la delibera fosse pronta non ho mai ottenuto risposta.
Ritorno al discorso dei servizi territoriali, a partire dalla ASL 8 dove, grazie al cielo, ci sono quattro RSA, due sedi residenziali per malati Alzheimer, due centri diurni per Alzheimer, poliambulatorio e nel tuo Comune - Consigliere Riggio - fra poco sorgerà un "day service". Chieri e Moncalieri, di qui a non molto, avranno degli ospedali con tutte le caratteristiche.
Chiaramente è sorprendente il fatto che tu - Consigliere Riggio - dica che niente è stato fatto per i servizi territoriali.



(Voci in aula)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Alla Consigliera Simonetti devo solamente ricordare il problema della cardiochirurgia. Sicuramente ne parleremo dettagliatamente in aula quando risponderò all'interrogazione presentata dalla collega. Devo per sottolineare che nel pubblico sono state attivate le cardiochirurgie delle Molinette e del Regina Margherita (cardiochirurgia pediatrica). Mi permetto di ricordare queste iniziative perché fanno parte di quello che si è attuato in questi quattro anni e mezzo. La cardiochirurgia del Regina Margherita è stata prevista con decisione della Giunta precedente così come l'attivazione della cardiochirurgia al Mauriziano che, finalmente, partirà in forma concreta quest'anno.
Inoltre, è stata attivata la cardiochirurgia di Alessandria ed è stato dato ulteriore impulso alla cardiochirurgia di Novara e, agli inizi del prossimo anno, si attiverà la cardiochirurgia di Cuneo.
Queste cinque cardiochirurgie sono sufficienti per dare risposte a tutti i cittadini, visto che si considera che, generalmente, sono ottocento i cittadini per ogni milione di abitanti che necessitano di tale servizio.
Se Villa Maria Pia ha effettuato delle prestazioni in più, sono state prestazioni che l'ASL 4, alla quale Villa Maria Pia appartiene, conosceva benissimo. Sa benissimo che tutte quelle prestazioni sono state effettivamente fatte e debbo dire che esistono a bilancio della ASL 4 sicuramente tutti i conti e tutto ciò che è stato pagato per Villa Maria Pia.
Un'ultima considerazione per il collega Riggio. Mi rivolgo a lei collega Riggio, ma informo anche tutti gli altri Consiglieri che ho qui con me la relazione sullo stato di salute della popolazione in Piemonte. Devo aggiungere che è pronto lo studio circa lo stato di attuazione del Piano sanitario.
Ribadisco, colleghi Riba e Saitta, che abbiamo già trasmesso alla Corte dei Conti il preconsuntivo e che stiamo per trasmettere i consuntivi provvisori.
Dunque, cosa può succedere riguardo alla situazione venutasi a creare? Io preferirei non parlare di "buco": preferirei usare qualunque altro termine tranne che "buco". Credo sarebbe meglio parlare di "sottostima".
Che cosa ho chiesto, a tal proposito, al Presidente Ghigo? Gli ho chiesto, assieme ai colleghi della Giunta, che si provveda ad attivare un tavolo di trattativa con il Governo centrale, affinché siano riconosciute quote capitarie coerenti con i livelli medi di spesa registrati nelle Regioni del Centro-Nord. Ho chiesto inoltre che siano attivati i necessari interventi legislativi ed amministrativi per: 1) garantire un volume di risorse alle Aziende sanitarie piemontesi in linea con quelle delle Regioni della stessa area geografica 2) seguire le necessarie razionalizzazioni e recuperi di efficienza nella dotazione dei servizi da parte delle Aziende sanitarie migliorando la qualità delle prestazioni fornite ai cittadini piemontesi 3) garantire, nell'attesa dei provvedimenti nazionali di rifinanziamento del fondo sanitario, un regolare trasferimento di fondi alle Aziende piemontesi.
E' chiaro che il Presidente Ghigo ed il sottoscritto informeranno il Consiglio regionale su quanto accadrà di qui a non molto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Pregherei l'Assessore, mentre trasmette i preconsuntivi alla Corte dei Conti - come ha testé dichiarato - di fornirne copia anche al Consiglio, in modo che siano a disposizione di chi intende consultarli. Questo per non incorrere in quella colpa grave, di cui oggi discutiamo, che è il non aver informato il Consiglio del problema che si stava verificando nella Sanità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Prendo rapidamente la parola solo per rispondere agli interventi - di natura prevalentemente tecnica - fatti in parte questa mattina e in parte questo pomeriggio.
La legge di contabilità nazionale n. 335, che presidia, con le sue leggi regionali, la redazione dei documenti di bilancio dell'Ente Regione è di natura finanziaria, e ha la stessa formulazione del D.lgs. n. 502 che presidiava la Sanità.
La legge di natura finanziaria "obbliga", nel senso che non consente alternative - pena una rottura formale - l'iscrizione delle poste nei documenti soltanto quando essi sono certi e definiti. Questo vale per le entrate e per le uscite. Con la stessa logica, quindi, non sarebbe stato possibile iscrivere, neanche volendolo, né in termini di entrate né di uscite, fenomeni riguardanti - in questo caso, perché è di essa che stiamo parlando - la Sanità. Faccio un esempio.
Com'è stato ricordato anche recentemente, alcuni atti furono prodotti lo dico in senso costruttivo - già attorno all'agosto 1998 in sede di Commissione. Ma lo stesso bilancio di previsione del 1999, pur approvato dal Consiglio intorno a marzo, riporta nella sua formulazione tecnica la data approssimativa di settembre/ottobre dell'anno scorso.
Dunque, non sarebbe stato possibile, se non nelle sedi gestionali iscrivere qualcosa a bilancio. Ricordo che, in tal senso, alcune sessioni di IV Commissione discussero o cominciarono a discutere problemi che stavano emergendo dal primo anno di sperimentazione del D.lgs. n. 502. Ma ripeto: l'iscrizione a bilancio, sia in termini di entrate che di uscite si fa quando i documenti sono certi e definiti. Per questo non abbiamo iscritto nulla, per esempio, dell'ipotesi di riparto dei 35 mila miliardi.
Allo stesso modo, non abbiamo iscritto nulla per quanto attiene a documenti in uscita finché essi non saranno definiti.
Altra è la logica dell'attuale legge che presidia la Sanità, che ha trasformato la legge di natura finanziaria in una legge di natura economico patrimoniale. Certo, questo non può essere edotto come un motivo per considerare lodevole il fatto che nella relazione si dica - comunque, a mio avviso, utilmente - che molte cose sono ancora da fare. Si è anche riflettuto sul fatto che il processo di aziendalizzazione, ispiratore del D.lgs. n. 502, non è certamente completo. Credo però che chi ha vissuto la complessità di una legge finanziaria, qualunque essa sia, e conosce dunque la difficoltà di trasformare istituti contabili-finanziari in istituti economico-patrimoniali, può comprendere non il fatto che l'aziendalizzazione non sia ancora a posto (molto deve ancora farsi, e in tal senso delibereremo ed opereremo), ma che non si può originare da ci alcuna forma di criminalizzazione, perché, se non altro, sarebbe prematura.
Quando si parla di budget di spesa dobbiamo riferirci al presidio assegnato alle Direzioni generali della Sanità come forma alternativa a ci che era un tempo un atto autorizzatorio, di delibera, che limitava per autorizzazione il limite di spesa. Tale presidio, oggi, nel dettato istruttivo della legge, è previsto come budget di spesa: esso sarà evidentemente lo strumento sotto cui e controllando il quale verrà sempre più e meglio gestita non solo la Sanità piemontese, ma quella italiana tutta. Evidentemente, nell'aziendalizzazione in corso, la gestione dei dati, il flusso degli stessi e la loro precisione non è ancora quella che questo Ente si prefigge. Noi agiremo in tal senso.
Mi auguro di essere riuscito a spiegare perché non è possibile mettere per ora, sui documenti di previsione, fenomeni riguardanti ciò che abbiamo discusso oggi. Il che non significa affatto che non ce ne si debba occupare.



PRESIDENTE

In conclusione del dibattito, sono stati presentati due ordini del giorno ad esso collegati.
Il primo documento (n. 1073), a firma dei Consiglieri Chiezzi, Paz Spagnuolo, Bortolin, Riba, Moro, Saitta e Simonetti, recita: "Il Consiglio regionale letta la relazione prevista dalla delibera della Giunta regionale n. 94 28055 del 2/8/1999, la approva".
Il secondo documento (n. 1072), a firma dei Consiglieri Gallarini Ghiglia, Cotto, Vaglio, Angeleri, Benso e Rubatto, è più articolato e recita: "Il tema della spesa sanitaria da tempo viene dibattuto, sia a livello nazionale sia a livello regionale, a causa dell'evidente insufficienza delle risorse effettivamente disponibili per garantire i livelli assistenziali previsti dal Piano sanitario regionale atteso che la Regione Piemonte richiede alle Aziende sanitarie l'attuazione del Piano sanitario regionale 1997/1999, che presuppone un livello di risorse adeguate agli obiettivi da perseguire e tenuto conto che il Piemonte, tra le Regioni del Centro-Nord Italia, presenta una spesa capitaria tra le più basse in quanto allineata alla media nazionale preso atto che l'insufficienza delle risorse attualmente disponibili per la Sanità è oggetto di contenzioso tra Regioni e Stato per un importo di oltre 30 mila miliardi e che nel frattempo le Aziende sanitarie, per garantire i livelli assistenziali raggiunti, hanno bilanci che presentano disavanzi ritenuto necessario garantire ai cittadini piemontesi livelli assistenziali in linea con quelli delle altre Regioni della nostra area geografica, senza gravarli di imposte e tasse aggiuntive, nell'attesa che lo Stato quantifichi correttamente le risorse necessarie per il Servizio Sanitario Regionale considerata la necessità del rispetto delle leggi nazionali in merito al Patto di Stabilità previsto dalla legge finanziaria 1999 impegna la Giunta regionale ad attivare immediata trattativa con il Governo centrale perché siano riconosciute quote capitarie coerenti con i livelli medi di spesa registrati nelle Regioni del Centro-Nord Italia ed attivare altresì i necessari interventi legislativi ed amministrativi per: garantire un volume di risorse alle Aziende sanitarie piemontesi in linea con quelle delle Regioni della stessa area geografica perseguire le necessarie razionalizzazioni e recuperi di efficienza nell'erogazione dei servizi da parte delle Aziende sanitarie, migliorando la qualità delle prestazioni in favore dei cittadini piemontesi garantire, nell'attesa dei provvedimenti nazionali di rifinanziamento del Fondo sanitario, un regolare trasferimento di fondi alle Aziende piemontesi.
Dei provvedimenti e delle azioni intraprese per effettuare le indicazioni di questo ordine del giorno, la Giunta regionale informerà il Consiglio regionale".
Passiamo, pertanto, alla votazione di tali ordini del giorno, per appello nominale.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, chiedo la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
25 Consiglieri, anziché 27 (sono in congedo n. 8 Consiglieri), la seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.55)



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