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Dettaglio seduta n.392 del 29/09/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casoni, Farassino Ferrero, Rosso e Viglietta.


Argomento: Questioni internazionali

Sull'ordine dei lavori - Richiesta di comunicazione da parte del Presidente della Giunta regionale in merito alle notizie pubblicate su La Stampa relativamente alla Missione Arcobaleno


PRESIDENTE

La riunione di oggi, secondo quanto richiesto da alcuni Consiglieri prevede la trattazione della situazione della Sanità piemontese.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Mi riallaccio alla discussione che abbiamo tenuto ieri all'interno della Conferenza dei Capigruppo, relativamente al fatto che oggi si doveva andare avanti con il provvedimento sul commercio, oppure dibattere intorno al problema della Sanità.
Noi, come maggioranza - parlo anche a nome dei colleghi con i quali abbiamo trovato questa intesa - diciamo responsabilmente che va bene che oggi si affronti il problema della Sanità, nel senso che non lo consideriamo un dibattito di contenuto propagandistico, ma una questione politica fondamentale alla luce della situazione attuale e quindi anche di un'azione politica che in un prossimo futuro la Giunta dovrà impostare.
Ovviamente, il Consiglio dovrà essere coinvolto su questa questione fondamentale, non fosse altro perché la Sanità è un argomento che assorbe più di 8.000 miliardi ogni anno del bilancio della nostra Regione. Per così come abbiamo fatto ieri, direi in modo coerente con la stessa responsabilità, chiediamo anche ai colleghi dell'opposizione, con i quali abbiamo discusso ieri all'interno della Conferenza dei Capigruppo, per affrontare i due provvedimenti sui quali stiamo dibattendo da tempo - il disegno di legge sul commercio e la variazione di bilancio, rispetto alla quale l'opposizione ha chiesto che in modo propedeutico ci fosse prima il dibattito sulla Sanità - di concludere questa sera il dibattito sulla Sanità.
Pertanto, ci saranno le condizioni, con una programmazione stringente relativamente ai Consigli della settimana prossima, visto che domani e dopodomani non se ne possono convocare perché il PPI tiene il suo Congresso nazionale a Rimini, per calendarizzare in modo stringente e cogente all'interno dei Consigli della settimana prossima sia il disegno di legge sul commercio che la variazione di bilancio.
Per quanto riguarda il disegno di legge sul commercio, penso che tutti anche i più distratti in quest'aula, si siano resi conto ieri pomeriggio come anche noi, di quanto sia stato utile tenere la discussione generale.
Abbiamo sentito l'illustrazione critica dei vari Gruppi sul disegno di legge e penso che anche la Giunta abbia tratto dalla discussione di ieri utili indicazioni su alcuni punti, enucleati in particolare dai vari interventi. In questo modo, la Giunta sta facendo una riflessione in seguito alla discussione generale di ieri. Lunedì o martedì compatibilmente con gli impegni dell'Assessore Pichetto, sarà possibile come del resto tutti concordavamo ieri nella riunione dei Capigruppo sviscerare ed ultimare, in sede congiunta di II e VII Commissione, l'intera questione, e sarà possibile affrontare e chiudere questo disegno di legge immediatamente dopo il disegno di legge sulla variazione di bilancio.
Questo è quanto responsabilmente ci sentiamo di dire oggi in apertura di seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, intervengo solo perché il Consiglio possa programmare una comunicazione da parte del Presidente Ghigo in ordine alla notizia apparsa oggi su La Stampa relativamente alla Missione Arcobaleno. Abbiamo letto che ieri Striscia la notizia ha trasmesso un video amatoriale...



PRESIDENTE

Ne prendiamo atto, ma è un argomento....



SAITTA Antonino

Lo dico perché, avendo dato un immagine nazionale come Regione Piemonte su una vicenda, è opportuno che sia salvaguardata l'immagine della Regione anche perché hanno contribuito alla Missione Arcobaleno non pochi piemontesi. E' utile sapere se queste notizie corrispondono al vero, ossia se il Presidente Ghigo concorda sulla risposta che ha dato la Protezione Civile in ordine al fatto che questi mezzi sono alla Mandria, se sono partiti, o se non sono partiti. E' utile che in giornata ci dia qualche comunicazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Sulla proposta ipotizzata dal collega Gallarini, mi sembra che probabilmente stiamo facendo con l'assemblea una parte del lavoro che attiene alla Conferenza dei Capigruppo. Se serve, si chiede soccorso all'assemblea in sostanza, ma sembra che oggi abbiamo un punto importante all'o.d.g., che - ne prendo atto - si discuterà senza remore, perch l'assemblea è convocata a senso di Regolamento, e comunque si tratta di una materia talmente ingente e significativa dal punto di vista politico e finanziario da essere propedeutica allo svolgimento di qualsiasi ragionamento che si connette in qualche maniera alla partita della spesa come avevamo detto nelle specifiche riunioni e come è stato riconosciuto da parte dei Capigruppo della maggioranza.
Prendo atto della disponibilità espressa dal collega Gallarini a ritornare a riprendere la discussione sul provvedimento per il commercio nella sede della Commissione, che avevamo individuato come opportuna e capace di portare a precisazione, se non a soluzione, elementi che avevano bisogno di approfondimento nell'ambito di una o di due riunioni. Va da s ma questo era stato già detto in modo diffuso dai Capigruppo dell'opposizione con diverse accentuazioni, ma questa è la sostanza: possiamo considerare esperito questo passaggio, inevitabile e necessario tanto più in quanto considerato da parte vostra necessario ed opportuno dopo il dibattito di ieri, che ha fornito all'Assessore la dimensione delle esigenze di informazione e di chiarimento, anche se lei, Assessore, ieri lo ha onestamente inventariato come una di quelle questioni alle quali non era in grado di dare subito una risposta. Si aspetta di passare in sede di Commissione, poi si vedrà la dimensione degli interventi, ma non riprendo gli argomenti del dibattito.
Concluso in aula il dibattito sulla questione del commercio e potendosi considerare esperito il dibattito sulla Sanità, il dibattito sulle questioni del bilancio si può riprendere nella sede che si ritiene necessaria ed opportuna. Probabilmente deve essere approfondito in Commissione perché si tratta di inventariare degli elementi, ma si tratta altresì di un provvedimento che va affrontato attraverso una procedura che definiremo in aula dopo aver concluso il dibattito sul commercio. La procedura da seguire potrebbe essere improntata sulla base delle ipotesi che noi avevamo già fatto. Mi permetto solo di dire che avevamo già avanzato una proposta; vediamo se verrà accolta.



PRESIDENTE

Ho ancora la richiesta del Consigliere Chiezzi, ma pare che, avendo convocato oggi il Consiglio su quel punto specifico, credo che si debba entrare nel merito della discussione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Siccome qualche parola è stata detta dal Capogruppo Gallarini, segnalo che sul tema del commercio, come su tutti i temi di un certo rilievo, i problemi non sono tecnici, ma di natura politica.
Dato che ci troviamo di fronte ad una legge della quale l'Assessore Pichetto ha detto: "Non conosco le conseguenze", a provvedimenti che si basano su analisi di diciannove anni fa e ad una situazione in cui la grande distribuzione può aver liberato i propri spazi, non possiamo, come Gruppo, accettare delle camicie di forza di natura tecnica in questo confronto. Per noi il confronto è del tutto aperto, il complesso legge delibera è inaccettabile; camicie di forza non ne accettiamo, il dibattito va avanti, sarà approfondito quanto occorrerà e speriamo che il più presto possibile si possa giungere alla conclusione, ma il più presto possibile dipende dalle risposte che attendiamo.
Mi associo alla richiesta del Consigliere Saitta di verificare tempestivamente oggi, perché girano voci che non sono tranquillizzanti, e di chiarire immediatamente se queste attrezzature della Missione Arcobaleno siano nel sito di cui si è detto, se siano lì perché sono tornate dall'Albania, se siano lì perché dimenticate da qualcuno. Che il Presidente chiarisca subito, perché sono notizie allarmanti, che possono generare discredito e confusione.



PRESIDENTE

Credo però che adesso dobbiamo entrare nel merito della discussione sulla Sanità; penso che i nostri lavori possano organizzarsi con le relazioni della Giunta e dell'Assessore e poi si potrà dare luogo agli interventi.


Argomento: Fondi sanitari

Dibattito in merito alla situazione della Sanità piemontese


PRESIDENTE

Ha pertanto la parola il Presidente della Giunta, Ghigo, che interviene in merito alla situazione della Sanità piemontese.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La relazione della Giunta sul tema in oggetto iscritto all'o.d.g. di oggi, che è quello della Sanità, abbiamo pensato di articolarla in un certo modo. Io farò delle considerazioni di carattere più generale su quello che è il rapporto delle Regioni, naturalmente partendo dalla situazione della nostra Regione, e poi l'Assessore D'Ambrosio entrerà, con la sua relazione in maniera più dettagliata e specifica su quelli che sono gli elementi di ulteriore approfondimento e di eventuale valutazione.
La prima considerazione che chiaramente ho l'obbligo di fare è la seguente.
Le valutazioni e le analisi del gruppo di lavoro che con delibera abbiamo costituito hanno portato di fatto ad evidenziare una sottostima del Fondo sanitario regionale rispetto ai costi sostenuti dallo stesso per fornire i servizi ai cittadini.
Questa considerazione forse richiede un'ulteriore argomentazione.
Quando parlo di sottostima, che cosa intendo - onde evitare degli equivoci? E' ovvio che la maggiore spesa che la Sanità piemontese ha sostenuto negli anni in oggetto (1997/1998/1999) rappresenta evidentemente un dato reale ma rappresenta anche quello che è necessario spendere per dare questo livello di sanità ai cittadini piemontesi. Questa considerazione, che detta così potrebbe rappresentare semplicemente una giustificazione, ha evidentemente degli elementi di sostegno piuttosto significativi, che vanno interpretati e declinati da un dato, che credo essere il più esplicito e il più significativo, che è quello di quanto lo Stato riconosce pro capite per la spesa sanitaria alla Regione Piemonte.
La quota che lo Stato riconosce alla Regione Piemonte per ogni abitante è di L. 1.960.000, che è un dato percentualmente inferiore alla media delle Regioni del Nord. In sostanza, per far funzionare il sistema sanitario regionale, noi riceviamo meno delle altre Regioni. Su questo elemento, che credo sia particolarmente intuibile, tornerò successivamente per rappresentare il percorso che la Regione Piemonte assume e vuole assumere da adesso in avanti per evitare di trovarsi nella situazione di creare debito nella gestione della Sanità piemontese.
Voglio darvi qualche dato un po' più tecnico. Le risorse finanziarie impegnate per la Sanità piemontese nell'ultimo triennio, come vi ho detto non risultano allineate alla spesa delle altre Regioni del Nord Italia.
Quando cito le altre Regioni del Nord Italia chiaramente intendo - lasciamo fuori se vogliamo, ma anche questo sarà un argomento di politica da riprendere, le Regioni a Statuto speciale, perché mediamente queste ricevono un contributo più alto; considerate che noi abbiamo L. 1.960.000 la Provincia autonoma di Bolzano L. 2.508.000, la Provincia autonoma di Trento L. 2.265.000, ma se andiamo alla Valle d'Aosta, che è per certi versi anche concorrente nel principio di aziendalizzazione della Sanità nazionale, vediamo che ha L. 2.176.000, per una Regione che è esattamente al confine con la nostra - la Lombardia (L. 2.020.000, praticamente L.
60.000 in più per ogni cittadino), l'Emilia Romagna e la Toscana: sono tutte Regioni che hanno obiettivamente un riconoscimento di costo pro capite superiore al nostro, in quanto il nostro rapporto spesa sanitaria PIL è pari al 5,21%, mentre la media del Nord Italia è del 5,71%. La differenza di 0,5 punti percentuali del rapporto spesa sanitaria-PIL è di circa 800 miliardi ed è indicativa delle ulteriori necessità finanziarie piemontesi rispetto alle attuali quote del Fondo sanitario regionale riconosciute dall'Ispettorato della Ragioneria Generale dello Stato, come è attestato dai dati ufficiali del Ministero del Tesoro dell'agosto scorso.
Di conseguenza, mi permetto di dire che non è corretto parlare di deficit secondo me, è corretto parlare di sottostima del Fondo sanitario nazionale e, di conseguenza, delle quote assegnate alle singole Regioni dal Ministero.
Credo che tutti voi siate a conoscenza del fatto che sul tavolo c'è un articolato dibattito tra le Regioni e il Governo, il Ministero della Sanità, dibattito che si sviluppa nella sede opportuna che è la Conferenza Stato-Regioni. Voglio ricordare che lo stesso Presidente Chiti (Presidente della Conferenza dei Presidenti), in mia presenza nella veste di Vicepresidente, in alcune visite ufficiali sia al Presidente del Consiglio e ancor prima al Presidente della Repubblica, ha pesantemente denunciato la situazione di fortissima criticità della Sanità e, di conseguenza, del Fondo sanitario nazionale, poi esploso su ogni singola Regione come Fondo sanitario regionale, e della obiettiva difficoltà nelle quali tutte le Regioni si trovano nel gestire questa spesa sanitaria, ma soprattutto la difficoltà nella quale tutte le Regioni si trovano nel definire in che modo fare fronte ai debiti pregressi, perché tutte le Regioni italiane hanno debito sulla gestione sanitaria. Pertanto, questa considerazione collima in maniera precisa con quella che ho fatto precedentemente: se tutte le Regioni hanno debito, c'è da chiedersi evidentemente se il Fondo sanitario nazionale sia sottostimato, perché ci sarà pure una Regione virtuosa. No non c'è. Di conseguenza, questo sta a significare - cosa che io sostengo e che sosteniamo come Regioni - che il Fondo sanitario nazionale è sottostimato.
Voi avete i dati dell'OCSE per quanto concerne la percentuale del PIL che le singole nazioni assegnano alla gestione della Sanità. Anche su questo, per precisa ammissione del Ministro Bindi, l'Italia è obiettivamente al 5,3%, quando la media europea è del 6,02%. C'è obiettivamente una carenza da parte della destinazione e definizione del Fondo sanitario nazionale per la gestione della Sanità; poi è chiaro che le Regioni nel patto di stabilità hanno preso un impegno che vogliono evidentemente portare avanti, nel tentativo di permettere al Governo di mantenere certi impegni, e voi dovete essere ben convinti che l'ingresso in Europa, che è un obiettivo del quale credo tutti noi dobbiamo essere orgogliosi, è un obiettivo raggiunto grazie ai sacrifici che hanno fatto tutti i cittadini, ma dal punto di vista della gestione finanziaria del bilancio dello Stato vi posso garantire che i sacrifici principali per raggiungere quell'obiettivo sono stati proiettati sulla Sanità. E questo è un elemento documentato ed ammesso anche ufficialmente in alcune riunioni da parte del Ministro.
A fronte di queste considerazioni, le Regioni oggi si trovano ad avere una stima del debito, sulla quale stiamo discutendo. Per debito intendo non solo quello della Regione, ma - torno a sottolineare - è sbagliato chiamarlo debito; possiamo semmai convenzionalmente chiamarlo debito, ma in realtà è una sottostima, che è all'incirca di 37.000 miliardi fino al 1999.
Siccome noi, in relazione al decentramento amministrativo e al momento in cui le Regioni saranno obiettivamente nella situazione di avere gettiti diretti per poter gestire la spesa sanitaria e non più trasferimenti da parte del Ministero della Sanità - se arriveremo a questo punto - stiamo chiedendo che su questo debito venga messa la parola fine. Ci venga detto quanto di questo debito viene coperto dal Ministero della Sanità e quanto deve essere accollato alle Regioni. Su questo elemento la discussione è molto ampia. Se voi fate la quota-parte su 37.000 miliardi in percentuale di quello che è il debito che toccherebbe alla Regione Piemonte, vi accorgereste che il debito o, meglio, la sottostima che tocca alla Regione Piemonte è inferiore rispetto a quello che ci toccherebbe nella spartizione in percentuale dei 37.000 miliardi di disavanzo.
Quello che stiamo chiedendo, come Regioni - poi vi dirò quello che evidentemente vogliamo fare come Regione Piemonte - è che sul debito di 37.000 miliardi venga messa una parola definitiva. L'impegno che il Governo si è assunto in questo senso, soprattutto il Ministro, è di definire, in tempi relativamente brevi, le percentuali sulle quali oggi si sta discutendo, che vanno dal 60% all'80% del debito sanitario.
E' chiaro che tra il 60% e l'80% la differenza non è di poco conto anche questo elemento, per le iniziative che noi dobbiamo assumere, ha un significato particolare. Voi ben capite che se il Governo mi rimborsa l'80 dovrò assumere delle iniziative di un certo tipo, ma se me ne rimborsa solo il 60% ne dovrò assumere delle altre, perché la differenza non è di poco conto.
L'aspetto che noi chiaramente vogliamo portare a livello di trattativa all'interno delle Regioni, quando ci troveremo di fronte il Ministero della Sanità che deciderà e dirà - mi auguro - di restituire l'80%, è che questa percentuale non venga distribuita discriminando i virtuosi, cioè quelli che in realtà hanno una spesa pro capite inferiore rispetto ad altri. No quello che la Regione Piemonte chiederà è che il riparto della quota che il Governo deciderà di assegnare per il disavanzo del Fondo sanitario nazionale venga assegnato ad ogni singola Regione, secondo, come minimo una media del debito e non secondo il costo pro capite sanitario. Voi potete immaginare che se mi restituiscono una quota pro capite in base a quello che oggi la Sanità piemontese costa, evidentemente noi avremo meno soldi rispetto ad altri.
Noi chiederemo che invece il Governo faccia i calcoli e che la suddivisione all'interno delle Regioni avvenga sulla spesa che riteniamo essere quella necessaria per sostenere il sistema sanitario regionale quella del 1999. Tale è, secondo noi, il costo che la Regione Piemonte deve sostenere per dare questo livello di servizio ai cittadini piemontesi.
Questo riguarda chiaramente le considerazioni del passato, ma credo che sia importante - a parte che l'Assessore D'Ambrosio entrerà nei dettagli e se lo riterrà opportuno, farà anche alcune considerazioni l'Assessore Burzi, per quanto riguarda le eventuali iniziative di bilancio o di gestione che la Regione dovrà assumere - aggiungere due considerazioni.
Un obiettivo lo abbiamo già raggiunto. Per il 2000 - ed è importante conoscere questo aspetto, perché noi adesso abbiamo parlato della sottostima della spesa sanitaria 1997, 1998 e 1999 - le Regioni hanno già ottenuto che il finanziamento per la gestione del Fondo sanitario nazionale, di conseguenza per i finanziamenti dei Fondi sanitari regionali sia aumentato. Tant'è vero che l'impegno del Governo è di dare alle Regioni 116.000 miliardi e ci sono 2.000 miliardi che sono in discussione nell'ambito della Finanziaria. Con 118.000 miliardi, se riusciremo ad ottenere l'incremento di 2.000 miliardi, la spesa pro capite per ogni cittadino italiano arriverebbe a 2 milioni, che è una cifra che ci mette in un certo senso, sullo stesso livello degli altri Paesi dell'OCSE.
Cosa possiamo ancora dire per quanto concerne le iniziative? Ripeto, io rappresento delle considerazioni abbastanza macro, poi l'Assessore vi fornirà elementi più specifici per darvi tutte le possibilità di valutazione di quanto abbiamo detto e di quanto abbiamo intenzione di fare.
Vorrei solo darvi alcuni elementi, che poi l'Assessore amplierà.
Con i finanziamenti abbiamo aumentato il servizio, abbiamo aumentato la qualità: ad esempio, l'assistenza domiciliare è aumentata del 57 l'assistenza residenziale per anziani del 23%, l'emergenza territoriale del 34%; abbiamo concluso il processo di chiusura degli ospedali psichiatrici.
Sono tutti elementi che hanno dei costi che portano alla considerazione che ho fatto precedentemente. Per fornire questo tipo di servizio la Sanità piemontese costa quello che abbiamo speso nel 1999. Questa è un'affermazione della quale la Giunta si assume tutte le responsabilità.
Che cosa abbiamo intenzione di fare? I piani sono due. Uno è quello del confronto con il Governo per quanto riguarda il debito pregresso di tutte le Regioni e la suddivisione del debito pregresso di tutte le Regioni su ogni singola Regione, con l'obiettivo di farci ripartire questo debito non sull'attuale spesa pro capite, ma sulla media della medesima spesa pro capite, o perlomeno invece sulla quantità del debito o del disavanzo. Poi c'è l'altro piano, relativo alle iniziative della Regione Piemonte per affrontare e per articolare un'azione che possa accompagnare l'eventuale conclusione del confronto con il Governo.
Credo che uno degli obiettivi principali, che rientra però nella prima fase - ma voglio ripeterlo - è l'allineamento della spesa sanitaria pro capite piemontese alle quote capitarie dell'Italia settentrionale. Questo è un punto di contrattazione politica che questa Giunta ha fortemente intenzione di portare avanti, in quanto è l'elemento che ci permetterà di operare. Già vi ho parlato della prosecuzione della trattativa in corso tra Regione e Governo per il riconoscimento della sottostima. La considerazione che invece credo sia di un qualche interesse e significato è che comunque quando questo percorso di confronto con il Governo ci porterà a sapere se il Governo ci riconosce l'80 o il 60% del debito (verrà calcolato sulla spesa pro capite o sulla media della spesa del Nord), solo a quel punto la Regione Piemonte si troverà nella situazione - è in grado di farlo, lo dirà poi eventualmente, se lo ritenete opportuno, l'Assessore Burzi - di farsi carico di quello che è il disavanzo.
Oggi, parlare di disavanzo o impegnarsi su delle cifre è obiettivamente anacronistico, perché non abbiamo gli elementi per farlo. Parlare di 800 1.000, 2.000 miliardi oggi, obiettivamente, non è una considerazione contingente, perché sappiamo quanto è il disavanzo e siamo convinti che quello sia il disavanzo necessario per gestire la Sanità piemontese. Ci sono gli elementi per parlare degli anni successivi e della politica che abbiamo intenzione di assumere per evitare che questo disavanzo esca dal controllo, ma comunque non siamo in grado, oggi, non avendo gli elementi di prendere delle iniziative in questo senso.
Comunque, la Regione Piemonte, dal punto di vista finanziario, è in grado - per usare dei termini semplici - di fare fronte a questo disavanzo con la cessione di mutui senza incorrere in eventuali aumenti di tariffe nei confronti dei cittadini piemontesi.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

SAITTA Antonino (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Allora, rinviamo il dibattito a dopo che il Governo...



PRESIDENTE

Lasciamo che la Giunta faccia la sua illustrazione. Gli interventi seguiranno dopo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

L'altro processo che noi chiaramente vogliamo portare a termine è il processo di aziendalizzazione ed evoluzione della delega gestionale e contabile delle AA.SS.RR. Obiettivamente - perché non avere anche il coraggio di fare delle ammissioni - pur essendo la Regione Piemonte tra quelle Regioni che si sono impegnate ad inserire un controllo contabile nella gestione dell'Azienda, non ha ancora raggiunto il livello ottimale che intende raggiungere.
C'è poi anche un altro aspetto sul quale bisognerà impegnarsi e su cui mettere mano. Mi riferisco alla razionalizzazione delle Aziende sanitarie sul territorio. Penso che in tal senso occorra fare qualche riflessione.
L'altro aspetto è quello dell'attuazione delle Intese di Programma sottoscritte con le Aziende Sanitarie Regionali per il conseguimento graduale degli obiettivi accordati sin dal dicembre 1998. Inoltre l'applicazione immediata della Riforma Sanitaria ter (credo che questo sia un passaggio di particolare importanza), sottoponendo al Consiglio regionale il DDL di attuazione della riforma, sia sul versante di una moderna programmazione partecipata e condivisa, che veda coinvolti gli Enti Locali, sia dal lato di un nuovo assetto istituzionale delle AA.SS.RR.
adeguato alle esigenze di Welfare State dei cittadini piemontesi degli anni 2000. Perciò ci sarà su questa volontà di attuazione della Riforma Sanitaria ter - anche se a ben vedere non si tratta di volontà, perché non è una concessione particolare che la Giunta fa al Consiglio - un momento di discussione, per il quale noi diamo la massima disponibilità.
L'altro aspetto, che credo sia importante, essendo in esso la nostra Regione carente, è l'avvio di nuovi rapporti con il settore privato, che lo renda partecipe al soddisfacimento delle esigenze della nostra Sanità coinvolgendo la sana imprenditoria privata nel processo di modernizzazione del sistema sanitario con innovative opportunità di collaborazione. Sapete che esistono dei privati che si stanno affacciando al mondo sanitario piemontese. Stiamo facendo delle valutazioni, ma credo che questo potrebbe essere un ulteriore elemento nell'ottica della razionalizzazione e della gestione corretta della spesa sanitaria.
Credo di poter annunciare che è mia intenzione proporre un patto ai Direttori generali. Come le Regioni hanno costituito ed accettato un patto con il Governo per la gestione della spesa sanitaria, così noi vogliamo fare un patto con i Direttori generali delle AA.SS.LL. per il buon governo della Sanità piemontese.
Queste sono le mie considerazioni. Forse non sono esaustive, ma proprio per questo ora passo la parola all'Assessore affinché rappresenti in maniera più articolata le considerazioni di carattere generale che ho voluto esporvi.



(Applausi ironici dai banchi della minoranza)


Argomento: Varie

Saluto agli alunni della Scuola media Pacinotti di Torino


PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore D'Ambrosio, devo ringraziare per la loro presenza i docenti e i ragazzi della Scuola media Pacinotti di Torino che sono in visita da noi.


Argomento: Fondi sanitari

Dibattito in merito alla situazione della Sanità piemontese (seguito)


PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore D'Ambrosio per la relazione sulla situazione della Sanità piemontese.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La verifica contabile sui bilanci consuntivi 1997/1998 e primo semestre 1999, eseguita dal gruppo di lavoro istituito con DGR n. 94-28055 del 2/8/1999, ha sostanzialmente confermato le stime precedenti già a conoscenza dell'Amministrazione.
Nel 1997 il disavanzo era di 379 miliardi, nel 1998 di 1.052 miliardi e nel primo semestre 1999 di 501 miliardi, per un totale complessivo di 1.932 miliardi.
Il documento è di carattere prettamente tecnico ed evidenzia la necessità di proseguire nel processo di aziendalizzazione che, come rilevano anche le misure previste dalla Riforma Sanitaria ter, non è affatto concluso. Sottolineo, peraltro, che lo stato dell'arte della contabilità aziendale piemontese, insieme al Veneto, Toscana, Emilia e Friuli è senz'altro più avanzato delle altre Regioni italiane.
Nel 1998 a queste cinque Regioni si sono aggiunte anche la Lombardia e le Marche, ma anche in queste Regioni la contabilità economico-finanziaria non è stata perfezionata. Dico questo perché, come molti di voi sapranno con il 1997 siamo passati dalla contabilità finanziaria - che avveniva solo per flussi monetari - alla contabilità economico-finanziaria complessa.
Nelle risorse delle Aziende bisogna considerare anche il patrimonio, il cui valore può essere quantificato utilizzando diversi parametri. Anche qui ci sono difficoltà notevoli, perché il parametro può essere quello di un valore catastale, di mercato o di perizia.
Così come ha sottolineato il Presidente Ghigo, mi corre l'obbligo di precisare che più che di "disavanzo" o, peggio ancora, di "buco", è preferibile parlare di "sottostima" del Fondo sanitario nazionale e conseguentemente, del Fondo sanitario regionale.
Il Presidente ha sottolineato che vi sono recenti dati dell'OCSE che evidenziano come l'Italia sia in realtà tra i Paesi che utilizzano una percentuale più bassa rispetto al PIL. Vi cito, in estrema sintesi, che a fronte del nostro 5,3% del 1997, la Germania ha utilizzato l'8,1%, la Francia il 7,7%, il Belgio il 6,7, l'Olanda il 6,1%, la Svezia il 7,1 e via di seguito. Mi chiedo come si possa pensare di dare un servizio sanitario omogeneo a quello degli altri Paesi europei quando in Italia il rapporto tra spesa sanitaria e PIL si attesta sul 5,3%, con una media, rispetto a quella europea, di almeno un punto percentuale rispetto al PIL. E' questa una dimostrazione evidente che il Fondo sanitario nazionale è sottostimato rispetto alle reali esigenze di un Paese moderno, cosa peraltro nota al Ministro della Sanità, che ha quantificato, sulla base delle rendicontazioni delle Regioni, questa sperequazione in circa 37.000 miliardi per il periodo 1995/1999, mentre deve essere ancora ultimato il ripiano 1993/1994.
Sembra che alcuni colleghi dell'opposizione si stupiscano oltremodo di questo "sforamento" a livello regionale, come se non avessero sentito il dibattito nazionale sulla necessità di ridefinire l'organizzazione ed il conseguente funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale.
Qual è la situazione in Piemonte? Come ha sottolineato il Presidente Ghigo, il Piemonte è, tra le Regioni italiane, quella che presenta una spesa sanitaria pro capite tra le più basse ed è la più bassa tra quelle delle Regioni del Nord. Una recente pubblicazione su Sole 24 Ore ha evidenziato appunto che il Piemonte, rispetto ad una media nazionale di L.
1.954.000 per ogni cittadino, spende pro capite L. 1.960.000, quindi lo scostamento è praticamente pari a zero. A fronte di questo scostamento pari a zero del Piemonte, abbiamo la vicina Lombardia che spende, ad esempio, il 7% in più, per non parlare delle Province autonome (la Provincia di Trento spende il 22% in più), ma è significativo che anche l'Emilia Romagna e la Liguria spendano il 16% in più rispetto al Piemonte (sono dati che si riferiscono al 1997) e così le altre Regioni del Nord.
E' chiaro che il Piemonte non può far fronte alle proprie necessità in termini di assistenza sanitaria con una quota capitaria di circa 1.800.000 lire. Come ha già sottolineato il Presidente Ghigo, la quota capitaria deve attestarsi almeno intorno ai 2.000.000, allineandosi alla media delle Regioni del Nord Italia; è questo che chiederemo con forza ai Ministri della Sanità, del Tesoro e della Programmazione Economica, quando, di qui a qualche giorno, saremo chiamati a Roma ad evidenziare la situazione del Piemonte.
Devo sottolineare - mi pare che anche il Presidente abbia evidenziato questo passaggio - che, a fronte di una media di utilizzo del 5,71% del Prodotto Interno Lordo di tutte le Regioni del Nord, il Piemonte utilizza il 5,21%, il che significa che utilizziamo lo 0,5% in meno che, tradotto il lire, equivale a 800 miliardi in più all'anno, cifra che ci metterebbe in condizioni di chiudere addirittura in attivo.
Teniamo tutti ben presente che buona parte dello sforamento è dovuto all'incremento dei costi non governabili dalle Regioni. Mi riferisco, ad esempio, al rinnovo dei contratti di lavoro della dirigenza del comparto all'aumento del costo dei farmaci, all'incremento dell'IVA sui beni e servizi.
Devo, poi, sottolineare un'altra cosa: è vero che le attività sanitarie, correttamente stimate, hanno necessità di essere riconvertite dall'ospedale al territorio - ed in tal senso si sta procedendo con l'attuazione del Piano sanitario regionale (poi tornerò su quella che è stata l'attuazione dello stesso, che va distinta in attuazione formale ed attuazione sostanziale), ma, tornando al livello ospedaliero e al livello territoriale, questi non possono essere contestuali. In questa fase pertanto, ci troviamo di fronte ad una tendenza che vede aumentare decisamente le prestazioni di assistenza sanitaria del territorio mentre si inizia lentamente a razionalizzare l'attività ospedaliera. Se fosse stata impostata una drastica riduzione dell'attività ospedaliera finalizzata al pareggio di bilancio, a fronte di un'assistenza territoriale che necessita ancora di una robusta crescita rispetto al fabbisogno, avremmo lasciato i cittadini piemontesi senza i livelli adeguati di copertura sanitaria complessivamente intesa. Per evitare questo, si è accettato di avere, nel breve periodo, una criticità finanziaria dovuta ad un aumento reale e consistente di assistenza sanitaria territoriale.
Con il nuovo Piano sanitario regionale 2000/2002 sarà necessario mettere mano ad un'effettiva razionalizzazione della rete ospedaliera questo è un problema che dovrà essere dibattuto con tutti ed al quale ogni Consigliere, ogni parte politica, dovrà dare il proprio contributo.
La razionalizzazione della rete ospedaliera in Piemonte è di difficile attuazione a causa di situazioni territoriali particolari e di volontà politiche particolari. Io sostengo che, con il nuovo Piano, oltre all'eventuale rivisitazione degli ambiti territoriali, sarà necessario mettere mano ad un'effettiva razionalizzazione di questa rete, anche senza chiudere gli ospedali, ma riconvertendo una parte delle attività da ricovero ordinario a ricovero a ciclo diurno. Questo oggi è possibile grazie alle moderne tecnologie che consentono di trattare un consistente numero di patologie attraverso un ricovero breve, che spesso si riduce ad una giornata. Ho detto "grazie alle moderne tecnologie": qui il discorso diventa di nuovo importante perché il supporto tecnologico che oggi possiamo dare alle Aziende è veramente limitato, se è vero come è vero che in conto capitale per il 1998, quindi per investimenti, la Regione Piemonte ha avuto 18 miliardi; 18 miliardi su 29 Aziende, quindi poco meno di 500 milioni ad Azienda. Considerando i costi delle attrezzature, vi renderete conto di quante e quali difficoltà possono esserci riguardo a questo supporto tecnologico avanzato.
Per quanto riguarda questa razionalizzazione, nel senso di privilegiare i ricoveri a ciclo diurno, la rete ospedaliera consentirebbe di sostenere costi minori a fronte di un'apprezzabile qualità della prestazione. Dicevo poi, dell'incremento dell'assistenza sanitaria territoriale: è già stato accennato dal Presidente Ghigo, ma ritengo opportuno dare ai colleghi ulteriori specificazioni, riguardo a come e dove è aumentata l'assistenza sanitaria territoriale, la cui somma totale per il 1998 è di 320 miliardi.
Vi elenco i dati significativi: nel biennio 1997/1998 la spesa per l'assistenza sanitaria di base è aumentata, a livello regionale, di circa il 12%, pari a circa 164 miliardi; quella relativa all'assistenza domiciliare, come ha sottolineato il Presidente, del 57%, pari a circa 42 miliardi; quella semi-residenziale per i tossicodipendenti del 7%, pari a circa 5 miliardi; quella semi-residenziale per la psichiatria territoriale dell'11%, pari a circa 13 miliardi; quella semi-residenziale per le disabilità del 7%, pari a circa 1,7 miliardi; quella semi-residenziale per gli anziani del 25%, pari a circa 6 miliardi; quella residenziale per anziani del 23%, pari a 36,8 miliardi; quella residenziale per tossicodipendenti del 17%, pari a circa 6,5 miliardi; quella residenziale per la psichiatria del 13%, pari a circa 16 miliardi; infine, quella per l'emergenza territoriale del 34%, pari a circa 29 miliardi, per un totale di oltre 320 miliardi. Questi sono dati concreti inconfutabili. Sono i reali miglioramenti nell'offerta di servizi sanitari piemontesi che non sono sfuggiti alla percezione dei cittadini.
Dico ancora, non per autocelebrazione - me ne guarderei bene! - che nella seconda metà di maggio 1999, come è già avvenuto nell'anno passato l'IRES ha realizzato un sondaggio con l'obiettivo di verificare il giudizio sul funzionamento della Pubblica Amministrazione. Tra i vari giudizi richiesti, ve ne sono alcuni specifici sul funzionamento di taluni servizi pubblici, nonché le preferenze accordate a specifici campi di intervento pubblico ritenuti prioritari. Ebbene, in generale il grado di soddisfazione relativo rimane sui valori dell'anno precedente per i diversi servizi, ma il dato di cambiamento più importante è quello relativo alla significativa crescita della soddisfazione nei confronti dei servizi sanitari, che passa dal 54% del 1998 al 63% del 1999. Un'indagine simile è stata condotta dal CIRM e addirittura il 67% degli intervistati, non solo aveva fiducia nel sistema pubblico, ma era anche soddisfatto del sistema sanitario pubblico piemontese.
Altri fattori che hanno determinato l'aumento dei costi per il biennio 1997/1998 sono la spesa farmaceutica, che ha avuto un incremento dell'11,6%, pari a circa 111 miliardi, e il costo dell'ARPA (Agenzia Regionale per l'Ambiente), pagata per intero dalla Sanità, che riceve l'1 del budget della Sanità regionale. In realtà, nel 1997 e nel 1998 abbiamo dato qualcosa in meno: 64 miliardi nel 1997 e 71 miliardi nel 1998, mentre nel 1999 dovremmo dare all'ARPA 75 miliardi.
Per quanto concerne la procedura adottata per la verifica dei bilanci delle Aziende sanitarie e la mancata approvazione da parte della Giunta regionale del bilancio 1997, mi preme sottolineare - anche perché la cortesia dei colleghi me lo sottopone con domande - che negli anni 1996/1997 la contabilità economico-patrimoniale è stata adottata in attuazione dell'art. 5 del DL n. 502/92 e delle successive integrazioni e modificazioni. La nostra Regione si è proposta immediatamente, mentre le altre Regioni, ad esempio, hanno continuato ad utilizzare, come ho detto all'inizio del mio intervento, la contabilità finanziaria, rallentando il processo di aziendalizzazione del sistema sanitario. In questa fase sperimentale - questo è quello che volevo sottolineare - non è stato possibile approvare il bilancio 1997 dopo la sua chiusura (e nell'aprile 1998 c'è stata una delibera che prendeva atto di questo), in quanto, per verificare e certificare un bilancio economico-patrimoniale, occorrono almeno due esercizi a confronto. Questo è successo anche nelle altre Regioni (abbiamo intrattenuto rapporti di lavoro con il Veneto per quanto riguarda la definizione del bilancio economico-patrimoniale).
Si è pertanto attesa la chiusura del bilancio 1998, il cui assestamento viene definito entro il 30 giugno dell'anno successivo (30/6/1999). Ecco i ritardi per procedere - analogamente alla Regione Veneto, come ho detto poc'anzi - con la costituzione di una Commissione, composta da funzionari interni e professionalità esterne, per certificare sotto il profilo qualitativo il primo biennio di confronto. Soltanto al termine di questa attività di revisione e certificazione qualitativa dei bilanci si potrà procedere con la loro approvazione e, quindi, si potrà affermare che il nuovo sistema contabile sia stato adottato in modo appropriato.
Da più parti si è detto - alcune volte sottolineato con cortesia, altre volte con molto meno cortesia - che il Piano sanitario regionale 1997/1999 è rimasto inattuato. Premetto generalmente che i Piani regionali della Sanità in Piemonte nell'arco di validità non sono mai stati attuati per più del 25% - così mi hanno riferito Consiglieri regionali e tecnici addetti.
Devo dire che l'attuazione del PSR 1997/1999 può essere analizzato sotto due punti di vista profondamente differenti: l'attuazione formale del PSR ovvero l'attuazione sostanziale dello stesso. Un conto quindi è parlare di attuazione in termini sostanziali, altro è parlarne soltanto in termini formali. Un conto è riflettere sui contenuti concreti del PSR e su come questi siano diventati realtà operative, altra questione è concentrare l'attenzione su aspetti formali che si riflettono all'interno di realtà che si possono definire virtuali. Se si decide di affrontare la questione PSR sul piano sostanziale (approccio che sembrerebbe più interessante semplicemente perché ha come oggetto i problemi del cittadino malato e delle strutture del servizio sanitario regionale) occorre entrare nel merito delle previsioni del PSR capitolo per capitolo, argomento per argomento, area per area.
Accenno con estrema sintesi all'attuazione del Piano dal punto di vista sostanziale. Cosa è stato realizzato, come sta cambiando la Sanità piemontese rispetto al passato, attraverso quali strumenti il cittadino ottiene risposte più appropriate e più efficaci, come stanno modificandosi i servizi dedicati alla tutela della salute. Esaminando, ripeto l'attuazione sostanziale del PSR, vorrei sottolineare gli aspetti più significativi attraverso l'analisi di ciò che è stato realizzato nei vari settori.
Per quanto riguarda la promozione e l'educazione alla salute, la Giunta regionale ha recentemente approvato un progetto di ampio respiro che si articola in una serie di interventi che saranno realizzati in collaborazione con le Aziende Sanitarie Regionali. L'obiettivo del progetto è sostanzialmente quello di finalizzare l'attività di educazione e di promozione alla salute sviluppata dalle singole Aziende verso ambiti omogenei attraverso l'individuazione di alcune priorità quali la lotta delle malattie neoplastiche e la lotta alle malattie cardiovascolari. Altre iniziative interessanti sono quelle organizzate dalla Direzione Sanità Pubblica: Alimentazione e salute, che si pone l'obiettivo di migliorare le condizioni di salute della popolazione attraverso una migliore conoscenza dei principi della prevenzione alimentare e la correzione dei comportamenti a rischio, e Invecchiare in salute, che si pone l'obiettivo, istituendo appositi corsi di ginnastica gratuiti, di migliorare la salute degli anziani attraverso un corretto stile di vita, ovvero attività fisica e socializzazione. Tali iniziative sono già operative, grazie anche alla collaborazione dell'Università degli Studi di Torino, ed entrambe si sviluppano, dopo opportuna attività formativa, con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri.
Sul versante della sanità pubblica vale la pena ricordare il Progetto sicurezza in edilizia che riguarderà circa 1.000 cantieri; il Progetto monitoraggio e controllo 626/94; il Progetto controllo acque potabili che vede un investimento di L. 680 milioni; il Progetto sicurezza ospedali; il Progetto sicurezza in agricoltura; il Progetto amianto.
Per quel che concerne il settore acque potabili nel 1998 è stato varato un ambizioso piano di collegamento tra le conoscenze già disponibili sulla qualità delle risorse idriche (acque superficiali, falde) ed il monitoraggio delle acque potabili.
Un'altra attività di rilievo è rappresentata dalla vigilanza sulla ristorazione collettiva - questa è recentissima per quanto si è fatto di recente, ma non è che sia stata tralasciata in passato - e dalla informazione/formazione degli alimentaristi. Il confronto dei dati 1997/1998 indica un netto miglioramento dell'entità dei controlli ed un corretto orientamento verso le attività più a rischio.
Riguardo alla Sanità Pubblica Veterinaria, la prima parte del triennio ha visto realizzati buona parte degli interventi di consolidamento organizzativo dei Servizi Veterinari delle AA.SS.LL. In particolare, l'area C, di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, è stata istituita e ha organizzato autonomamente le attività di propria competenza in tutte le AA.SS.LL. piemontesi. Anche se una completa integrazione dei Servizi del Dipartimento non è ancora realizzata, il solido assetto dei Servizi Veterinari rappresenta un riferimento importante.
Nei settori di attività più consolidati (lotta alle malattie infettive controllo degli alimenti) si sono poste le basi per programmi comuni.
L'attività dei quattro Presidi Multizonali di Profilassi e Polizia Veterinaria, che operano in accordo con la Regione ed al servizio delle AA.SS.LL. del quadrante, è stata riorganizzata con una completa ridefinizione delle funzioni. Tralascio i molteplici obiettivi specifici che sono stati conseguiti, disponibile a trattarli in un momento successivo in IV Commissione o nella sede che riterrete opportuna.
Per quanto riguarda i problemi dei medici di medicina generale vorrei soltanto ricordare come il Piemonte sia stata la prima Regione ad avere definito l'accordo integrativo in via di attuazione della convenzione scaduta e sulla quale si sta lavorando per il rinnovo. Ricordo ancora le iniziative sperimentali intraprese da alcune Aziende sanitarie relativamente alla possibilità di prenotare visite specialistiche ed esami strumentali direttamente dall'ambulatorio del medico di medicina generale.
Tali iniziative sono state normalizzate ed incorporate in un progetto regionale, in avanzato stato di attuazione, che prevede nel prossimo triennio di informatizzare tutti i medici di Medicina Generale e attraverso il loro collegamento, nonché quello delle farmacie, ai CUP aziendali, di rendere disponibile alla cittadinanza 5.500 ulteriori punti di accesso al servizio sanitario regionale.
Allo stato attuale sono stati definiti gli standard tecnologici e funzionali e siamo in procinto di bandire una gara europea per l'acquisto dei software e dei servizi (installazione, assistenza, manutenzione e formazione degli operatori). Tutto ciò, mi preme sottolineare, senza alcun onere per la Regione in quanto sono riuscito ad ottenere il finanziamento integrale del progetto dall'Associazione delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Piemontesi, che pubblicamente ringrazio.
Relativamente alla comunicazione è possibile affermare che in tutte le Aziende sanitarie sono funzionanti gli uffici di relazione con il pubblico che non solo orientano il cittadino verso i servizi disponibili sul territorio, ma ricevono anche i reclami ai quali viene data risposta in tempi prestabiliti. Aggiungo a tali considerazioni il fatto che presso l'Assessorato si è costituito un nucleo di coordinamento con il compito di rendere omogenee le procedure e le modalità di funzionamento degli URP.
Altro aspetto importante è quello della qualità. In tutte le Aziende si è costituito l'ufficio per la qualità in staff al Direttore generale e l'Assessorato, attraverso la Direzione Controllo delle Attività Sanitarie ha elaborato un "pacchetto" di indicatori già testati all'interno di una decina di Aziende sanitarie in grado di rendere oggettivi gli aspetti legati alla qualità delle prestazioni sanitarie. Tutto ciò ha lo scopo di giungere ad una fotografia della situazione esistente per poter successivamente definire obiettivi per i Direttori generali legati al miglioramento qualitativo.
Una delle funzioni maggiormente sviluppate nel servizio sanitario regionale - che tutta l'Italia ci invidia - è quella dell'emergenza urgenza. Lo sviluppo della rete del 118 ha raggiunto i livelli attesi soprattutto attraverso l'attivazione delle ambulanze medicalizzate (64) collegate con le otto centrali provinciali e alla centrale operativa di Grugliasco, ormai sparse in maniera razionale su tutto il territorio regionale.
Il triage non può più essere considerato un fatto sperimentale realizzato soltanto in alcuni ospedali virtuosi. Credo di poter affermare che il filtro nel Pronto Soccorso, finalizzato a trattare i pazienti per gravità clinica e non per ordine di arrivo, è ormai una pratica diffusa in quasi tutti gli ospedali piemontesi. Un'iniziativa interessante, legata agli accessi impropri al Pronto Soccorso, che è stata introdotta la prima volta in Italia grazie alla sensibilità dei medici di Medicina Generale, è la presenza di tali medici all'interno del Pronto Soccorso - a Torino, per la verità, solamente alle Molinette, al S. Giovanni Bosco e al Maria Vittoria - proprio per gestire quei pazienti che non presentano una situazione di particolare urgenza e che impropriamente accedono alle strutture del DEA. Ritengo che l'assetto realizzato in questi anni nei confronti dell'urgenza sia uno dei caratteri distintivi della Sanità piemontese.
L'oncologia è uno degli argomenti più frequentemente oggetto di dibattito sia in aula che in IV Commissione. Ribadisco anche in questa sede che l'oncologia piemontese è all'avanguardia rispetto alla situazione media del Paese. Si sta costituendo una rete articolata in poli e in servizi oncologici, e quando purtroppo mi si chiede e mi si accusa che la rete oncologica non è ancora partita, debbo dire che ci sono state difficoltà molteplici e che finalmente stiamo per partire in tutto il Piemonte con il progetto di rete oncologica, anch'esso preso ad esempio da tutte le Regioni d'Italia. La Commissione oncologica regionale - che in questa sede ringrazio pubblicamente per il lavoro che sta svolgendo e che sta portando a termine (lo porterà a termine in modo definitivo entro l'8 dicembre p.v.) sta lavorando per definire quali poli e quali servizi vadano potenziati e quali attività debbano essere sviluppate. Le cure palliative sono ormai una realtà anche grazie alla regolamentazione che questo Assessorato ha dato agli Hospice. L'attività di screening sul tumore della mammella e su quello dell'utero è ormai decollata anche grazie a specifici investimenti.
Ovviamente tutte queste cose sono decollate con grande difficoltà e necessitano solamente di una migliore organizzazione, ma comunque sono decollate e andranno avanti senz'altro. Penso di poter affermare che mai come in questi anni la Regione ha dato uno sviluppo così forte e così incisivo all'oncologia e, più in generale, alla lotta alle malattie neoplastiche.
Una parola sui trapianti. L'attività è cresciuta sia dal punto di vista quantitativo che dal punto di vista qualitativo. Ha iniziato la propria attività, come molti di voi sanno, il Centro per i Trapianti Renali dell'Azienda Ospedaliera di Novara, che ha effettuato ad oggi 37 trapianti e che, insieme al Centro già esistente presso l'Azienda Ospedaliera S.
Giovanni Battista, deve far fronte alla necessità dei cittadini piemontesi in quanto purtroppo per i trapianti renali c'è ancora una lista d'attesa che si aggira sulle 400 persone. Però anche qui il problema è sempre di costi, perché per le strutture dove vi sono questi illustri trapiantologi non li cito, ma sono tutti nomi noti - quelle strutture hanno bisogno di un supporto tecnologico all'avanguardia, perché a nessuno sfugge la necessità direi quasi l'obbligo, che questi illustri trapiantologi possano avere quanto dagli stessi richiesto. Debbo dire che, accanto alle tradizionali attività di trapianto renale, cardiaco, di cornea ed epatico, si sono recentemente iniziati i trapianti di altri organi (polmoni, intestino pancreas), impensabili fino a poco tempo fa. Il trapiantato di pancreas dell'agosto scorso - trapianto contemporaneo di pancreas e di reni - è persona che gode oggi buona salute e gli formulo, penso a nome di tutti gli auguri migliori.
Questione anziani. Le cure domiciliari sono aumentate da poco più di 1.000 nel 1995 a 16.000 nel 1998: i numeri si commentino da soli. Per quanto riguarda le RSA, posso affermare che entro la fine dell'anno avremo un numero di posti letto, in alcune zone del Piemonte, superiore rispetto a quello che è stato definito il fabbisogno (un posto letto ogni cento cittadini ultra sessantacinquenni). Debbo dire che le carenze maggiori sono presenti nella città di Torino, ma con l'apertura di qui a non molto delle tre RSA di Via Plava, Via Tirreno e via Botticelli, la situazione anche a Torino centro migliorerà di molto.
Tutela materno-infantile. I Dipartimenti materno-infantile sono stati realizzati e regolamentati in tutte le Aziende Sanitarie Locali. Mi pare che questa revisione organizzativa possa consentire di affrontare in maniera più efficace i problemi legati alla tutela materno-infantile.
Ricordo ancora come alcune previsioni del Piano, quali i bilanci di salute e il pediatra di comunità, sono già realizzate, mentre qualche problema permane ancora rispetto alla revisione dei punti nascita.
Salute mentale. Con qualche difficoltà, soprattutto per quanto attiene Collegno, il Piemonte ha superato in questi anni gli Ospedali Psichiatrici.
Non è stato agevole, i tempi sono stati leggermente più lunghi rispetto alle attese - solo per Collegno - e gli investimenti, in termini economico finanziari, sono stati soddisfacenti.
In questi ultimi anni si è sviluppata la rete delle strutture residenziali e semi-residenziali per soggetti psichiatrici. I Dipartimenti di salute mentale hanno consolidato il proprio assetto organizzativo e più in generale il modello della psichiatria piemontese può essere definito migliorabile, ma certamente tra i più efficaci nel programma nazionale.
Debbo altresì dire che con l'apertura nell'aprile scorso dell'SPDC di Ciriè restano ancora due sole AA.SS.LL. senza SPDC, la n. 7 di Chivasso e la n.
12 di Biella.
Un ultimo accenno al lavoro sulle tossicodipendenze. Il Ministero della Sanità ha avviato un progetto per l'attivazione di una rete nazionale di Centri per la valutazione delle attività e dei servizi pubblici per le tossicodipendenze. Il progetto è suddiviso in due sottoprogetti: La valutazione della qualità nei SERT - debbo ricordare ai presenti che i SERT in Piemonte sono 63 e che adesso hanno un orario di apertura di almeno 8 ore e che le comunità terapeutiche sono 64 - e Studio multicentrico di valutazione dell'efficacia degli interventi terapeutici sui tossicodipendenti. La Regione Piemonte partecipa a livello decentrato ad entrambi i progetti e ha attivato un gruppo di lavoro composto da operatori dei SERT e del privato sociale. E' stata realizzata inoltre una rivista Dal fare al dire, frutto dei contributi e delle esperienze lavorative di tutti gli operatori piemontesi che, nell'ambito delle dipendenze, permette di facilitare lo scambio di esperienze e di individuare e promuovere nuove strategie per il contrasto del fenomeno, in linea con quanto previsto dal Piano sanitario che indica di incrementare momenti di informazione sulle risultanze epidemiologiche e sulle attività svolte.
E' stato attivato il progetto regionale Nuove droghe: attraverso la costituzione di un gruppo tecnico regionale composto da operatori dei servizi pubblici e del privato sociale si sta elaborando un progetto per la definizione di linee guida per il trattamento dei consumatori di nuove droghe, con l'intento di avviare il processo di crescita professionale degli operatori SERT e di altri servizi coinvolti (Pronto Soccorso, Guardia Medica, 118, Psichiatria) che si confrontano con il nuovo fenomeno. Debbo ricordare che di recente è stato inaugurato, in collaborazione con le istituzioni del Piemonte (Prefettura, Questura, Comune), un autobus definito Can go - mi dicono che significa "ti seguo". Questo pullman, a differenza dei camper, non staziona più in singole zone, ma va lì dove c'è purtroppo il maggior numero di tossicodipendenti e dove maggiore è lo spaccio, proprio per supportare coloro che fanno uso di droga con cambio di siringhe, con consigli, con la possibilità di ospitare queste persone nel pullman.
Debbo dire un'altra cosa, che sicuramente farà a piacere a qualcuno dei colleghi. Il progetto alcoldipendenze, che secondo l'indicazione del Piano sanitario regionale dispone l'intervento delle AA.SS.LL., è stato attivato e va avanti. Questa scelta permette agli operatori di servizi diversi di lavorare in modo integrato per offrire risposte complete ed efficaci nell'ambito della prevenzione, cura e riabilitazione delle alcoldipendenze.
Questo è un sintetico accenno a quanto è stato realizzato dal punto di vista sostanziale del Piano. Non affermo che tutto sia risolto e che la Sanità piemontese sia la migliore Sanità esistente. Dico soltanto che molto è stato fatto e che attraverso questa modalità di gestione dei problemi in accordo con le Aziende sanitarie è possibile migliorare e portare a termine alcuni progetti complessi la cui fase di definizione è iniziata in questo periodo.
Se al contrario si vuole analizzare il Piano Sanitario dal punto di vista formale, è evidente che quanto previsto all'art. 11 della L.R. n.
61/97 e cioè la definizione del piano di attività annuale non è ancora stato rispettato in termini temporali ed è altrettanto evidente il ritardo con il quale sono state definite le Intese di Programma di cui all'art. 10 ancorché le stesse siano state sottoscritte nel dicembre scorso.
Credo, però, che ciò che interessi ai cittadini non sia tanto se sono stati rispettati i tempi delle Intese di Programma o se i piani di attività annuali vengono definiti in ritardo. Ciò che interessa è invece la situazione rispetto ai trapianti, la possibilità di accedere ad un nuovo servizio, la possibilità di prenotare direttamente dallo studio del medico di base e via dicendo.
Se poi si volessero analizzare le motivazioni che rendono ragione dei ritardi formali - che hanno anche influito sullo sforamento - potrei evidenziare alcuni aspetti.
La discontinuità dei vertici aziendali: a tutti è noto il travagliato iter che ha consentito di poter definire la vicenda dei Direttori generali avanti al Consiglio di Stato soltanto nel settembre 1998. Fino a quell'epoca è mancato un interlocutore certo per poter concordare programmi ed attività.
Un secondo importante aspetto è certamente legato all'entità del Fondo sanitario regionale, definito dallo Stato con grande ritardo - questo fino all'anno scorso, perché adesso, fortunatamente, il fondo stabilito viene erogato senza aspettare l'anno successivo - - e, ripeto, chiaramente sottostimato rispetto a quelle che erano le attese.
In terzo luogo, sottolineo - e questo è un fatto importante - che la Regione Piemonte ha affrontato per la prima volta in sede di attuazione del PSR 1997/1999 la programmazione basata su attività a fronte di risorse certe e definite. In passato, la consuetudine era quella di definire programmi ed attività per poi scoprire a posteriori la carenza dei necessari finanziamenti e conseguentemente contrattare con lo Stato il ripiano dei disavanzi. Oggi questo approccio non è più consentito - la Finanziaria questo vuole - però bisogna arrivare a questo famoso anno zero ed è importantissimo quindi che con i Ministeri competenti, Sanità, Tesoro e Programmazione, si arrivi alla definizione di quelli che sono i debiti pregressi, per poi poter delegare finalmente le Regioni alla programmazione della Sanità, ancorché il sottoscritto pensa che un Ente centrale, per quanto attiene alla Sanità, deve persistere, se non altro per i controlli doverosi.
Alla luce di quanto esposto, e soprattutto in base all'oggettiva sottostima del FSR, sarebbe auspicabile che la voce dell'opposizione potesse unirsi alla nostra nel pretendere che lo Stato ci riconosca le risorse che sono indispensabili per erogare un servizio sanitario efficace ed efficiente e per arrivare a quel famoso anno zero, dopo del quale si potrà, attraverso l'auspicato federalismo fiscale e regionale, gestire in prima persona la Sanità programmandola a livello regionale.
Accoglierò i rilievi che l'opposizione riterrà opportuno avanzare e spero che mi sarà concessa la possibilità di replicare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Cercherò di essere velocissimo e nel completare gli interventi che si sono succeduti prima del mio, quello del Presidente e quello dell'Assessore D'Ambrosio, cercherò di riconnettere le cose dette con le deleghe che ricadono nelle competenze del mio Assessorato.
Inizio con una precisazione di natura tecnica. Molte volte vengo accusato di essere l'uomo dei numeri, ma in questo caso i numeri sono importanti, perché nell'intervento del Presidente c'è stata una piccola imprecisione tecnica; correggendola, non farò che riavvalorare ciò che è già stato detto.
La spesa capitaria attualmente riconosciuta alla Regione Piemonte è di L. 1.783.000; il 1.960.000, che è stato giustamente oggetto di buona parte dell'intervento iniziale del Presidente, è, occhio e croce, il consuntivo 1998, la fotografia dell'esistente, perché emerge con maggiore evidenza la distanza, non solo in termini di quanto oggi è pattuito, organizzato e concordato tra Regione Piemonte ed Amministrazione centrale. Come è stato più volte detto, vi è la necessità che l'adeguamento della spesa capitaria faccia oggettivamente fronte a quelle che sono - è stato ampiamente detto quindi su questo non mi soffermo - le necessità che la Sanità piemontese si pone come struttura socio-demografica di questa Regione. Molte volte sono stati citati andamenti e profili delle necessità di questa Regione, che non possono che essere oggettivamente crescenti, mentre l'incidenza, per certi versi in maniera estremamente fortunata della componente degli anziani della nostra Regione, è andata crescendo e lo sarà ancora di più nel prossimo periodo.
Quindi, su questo voglio solo precisare la necessità di adeguamento della quota capitaria, come è stato detto, che avvenga prima della definizione del riparto dei 35/37.000 miliardi, che sono oggetto della discussione con il Governo per quanto attiene ai deficit fino al 1999, e avvenga, a nostro avviso, su basi di equità e quindi discutendo prima quali sono le quote capitarie e, poi, ripartendo le disponibilità - sia ben chiaro - con un ruolo di responsabilità da parte delle Regioni, ma senza che il riparto premi indistintamente virtuosi e meno virtuosi rispetto ad un recente passato.
Se avrete occasione di leggere la relazione, che credo sia disponibile per tutti - fortemente tecnica - noterete che l'applicazione dei DD.LL. n.
502 e n. 517, dal punto di vista della forma contabile - ma questo non è una sorpresa - non è completa.
E' stato detto dal Presidente che il processo di aziendalizzazione, sia dal punto di vista sostanziale che dal punto di vista formale, deve essere completato. Dal punto di vista formale ha da essere completato perché - non dimentichiamo che la Regione Piemonte scelse di essere, insieme ad altre quattro Regioni, capofila nella gestione anche formale di questo importante tessuto legislativo a partire dall'1/1/1997 - non è certamente in linea con l'esigenza formale, ma è comprensibilmente in linea con la situazione di tutte le Regioni che possiamo considerare paragonabili alla nostra come tessuto socio-economico.
C'è da fare un completamento del processo anche di gestione contabile e formale, perché questo corrisponde soltanto ad un obbligo. Tutto il lavoro svolto, non soltanto in questo ultimo periodo, fa ritenere che il cercare di coniugare l'efficacia, che era il modello di sanità pubblica prevista ex ante 502, con l'efficienza, che è quanto previde il legislatore nel 502 non è ancora del tutto realizzato. In qualche modo, viene velocizzato parrebbe di capire - dalle esigenze della ter, che è in corso di imminente applicazione, ma tutto questo ci impone di constatare dei fatti oggettivi: la Sanità italiana non è mai stata in pareggio da nessuna parte, nemmeno prima del 1996; le esigenze sono oggettivamente crescenti, non sono sufficienti le risorse comunque distribuite e il coniugare l'efficacia del servizio svolto con esigenze di servizio maggiore con un'efficienza di costi è - e questo credo non sfugga a nessuno, di qualunque parte politica e a qualunque livello di amministrazione appartenga - un esercizio non semplice.
Questo permetterà alla Regione Piemonte e al Consiglio regionale del Piemonte di continuare su un intervento che completi la gestione, anche formale e contabile, dei dati relativi al DL n. 502, perché, come dicevo non tanto la sola formulazione dei dati e la velocità della disponibilità di essi consente l'adempimento di un obbligo, ma perché la disponibilità dei dati, la gestione di essi diventa elemento di gestione dei costi e quindi elemento di ricerca di ulteriore efficienza.
Risorse: è una delle attività dell'Assessorato che io al momento presiedo. E' stato detto, e credo che non sia inutile sottolinearlo: la Regione Piemonte è, già oggi, e non da ora, in grado di fare fronte agli obblighi che le provengono da una definizione finale - almeno nei tempi modi e nelle quantità - del riparto del Fondo sanitario nazionale. Perché? Perché la Regione Piemonte ha una finanza pubblica sana. Ma siccome non è chiaro - ed è stato detto - quanto sarà necessario, da quando e per quanto tempo - perché questi sono gli elementi che a nostro avviso oggi sfuggono non soltanto all'amministrazione attuale, ma a qualunque amministrazione che cosa faremo? Predisporremo il tavolo in modo che le finanziarie della prossima legislatura, chiunque governi, possano vedere il governo e il Consiglio liberi di decidere nei tempi e nei modi le misure che dovranno essere prese, garantendo già oggi che comunque qualunque livello di misura può essere preso e che quindi si tratterà di scegliere.
Per quanto riguarda noi, stabilito che - e l'ha già detto il Presidente il mutuo, che è la forma più semplice, peraltro adottata da moltissime Regioni, è compatibile con le casse dell'Ente, riteniamo si possa, forse fare qualcosa di più evoluto aggiungendo qualche componente di efficienza che, nel patto di buon governo, come correttamente è stato ricordato, dovrà trovare spazio nei rapporti tra Giunta regionale ed amministratori della Sanità piemontese. Visto che la ricerca dell'efficienza è implicita nel DL n. 502 e lo è ancora di più nella ter del Ministro Bindi, un raggiungimento di disponibilità di risorse, e lo dico con chiarezza, è volontà di questa Giunta proporre ai colleghi di Giunta e del Consiglio la creazione di un fondo immobiliare pubblico, che tutte le analisi che abbiamo completato sia per quanto attengono al patrimonio della Regione Piemonte che per quanto attengono al patrimonio immediatamente disponibile della Sanità piemontese, ne consentono la realizzabilità non solo tecnico-giuridica, ma anche sostanziale. Quando dico "sostanziale" intendo dire che i consulenti che accompagnarono all'epoca il Governo Dini - credo fosse il Governo Dini quello che realizzò la Finanziaria dell'epoca, quella del 1996, mi aiuteranno i colleghi a ricordare chi era allora il primo Ministro, so che il Ministro era Ciampi...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Non la seguo, Consigliere Saitta, e non che la cosa mi preoccupi moltissimo ...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Non la seguo, Consigliere Saitta... E continuo a non sentirla probabilmente perchè al di là dell'interrompermi ...



PRESIDENTE

Lasciamo che la Giunta e l'Assessore concludano la presentazione, poi interveniamo nel dibattito.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Dicevo che nell'ambito dei fondi immobiliari pubblici, non ricordo chi fosse primo Ministro, ma il Ministro del Tesoro era l'attuale Presidente della Repubblica, Ciampi. La Richard Ellis, che fece lo stesso studio per il Governo centrale, l'ha completato per la Regione Piemonte ed oggi per la Sanità garantisce che i livelli di quantità che vengono stimati da 300 a 500 miliardi sono immediatamente disponibili. Ovvero, esistono le disponibilità fisiche e reddituali per poter garantire un processo legislativo di creazione di un fondo immobiliare pubblico, percorso che tra l'altro stiamo confrontando oltre che all'interno dell'Amministrazione dell'Ente anche con gli Enti locali che ci sono fisicamente più vicini quindi con il Comune e la Provincia di Torino, riscuotendo da entrambi interesse e disponibilità, essendo il problema comune.
Allora dico, e concludo, che, essendo il bilancio della Regione Piemonte...



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Può precisare che cosa hanno detto il Comune e la Provincia di Torino?



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Consigliera, dopo, quando interverrà, mi chiederà, se lo ritiene, tutte le precisazioni. I colleghi della I Commissione hanno più volte informalmente, sentito che questa Amministrazione sta lavorando sulla possibilità di realizzare un fondo immobiliare pubblico. Lo ripeto, ad adiuvandum, perché magari qualcuno non ha sentito tutto: così previde la Finanziaria 1996. Noi ci stiamo lavorando ormai da un anno e mezzo.
Per quanto attiene al patrimonio della Regione le analisi sono finite.
Le abbiamo estese oggi ad un intervento sul patrimonio della Sanità che come credo voi ben sappiate, non appartiene direttamente alla Regione Piemonte, ma il DL n. 502 definì il passaggio di proprietà alle Aziende (era uno dei dettati del processo di riorganizzazione) e, in concomitanza a ciò, siamo rimasti in contatto con il Comune e la Provincia di Torino perché le problematiche di gestione patrimoniale e di recepimento di risorse sono ovviamente comuni.
Da questo punto di vista, dicevo, pur potendo la Regione oggi agire da sola per volumi e per tempi, con un suo processo legislativo, credo che sarebbe utile, e in tal senso informavo che c'è disponibilità, coinvolgere altri livelli di Enti locali che riteniamo potrebbero ancor più garantire l'efficacia di questo strumento. Lo scopo di questo strumento è evidentemente quello di rendere disponibili risorse per l'Amministrazione pubblica. Perché, come ho già citato, la carenza di risorse è il punto su cui tutte le Amministrazioni si confrontano e si confronteranno. Da un lato, questa Amministrazione garantisce che i fabbisogni della Sanità quelli che si attestano sui consuntivi 1998/1999 - sono già oggi recepibili sulle esigenze e sulla disponibilità della finanza locale, fatta salva la definizione temporale e quantitativa del riparto del pregresso deficit del 1999 e della suddivisione del DPEF 2000/2003, che è oggetto in questo momento di discussione. E' stato anche ricordato che il Governo D'Alema e il Ministro Bindi definiscono in 116.000 miliardi il tetto, peraltro già significativamente in incremento rispetto alle attuali disponibilità. Ci nonostante, mi sembra che le Regioni stiano chiedendo un ulteriore ritocco verso l'alto, portando il tetto a 118.000 miliardi.
Quindi, e concludo, l'ultima delle manovre di bilancio per quanto attiene al 1999 è quella che tecnicamente viene chiamata "assestamento". Mi vorranno scusare coloro che l'hanno già sentito in altre sedi: l'assestamento non è altro che una legge di bilancio, esattamente come tutte le leggi che toccano il bilancio regionale, con una variante che segue un obbligo di legge, derivante dalla legge n. 335 sulla contabilità: è obbligato a recepire gli esiti del consuntivo. Quindi, l'assestamento è una legge di bilancio che in più riprende i dati del consuntivo.
La legge di bilancio che noi porteremo come assestamento non iscriverà nuove risorse. Le risorse che oggi sono oggetto dell'esame del Consiglio sono quelle che ci sono, ulteriormente sposterà l'impiego di capitali nel corso degli anni in cui i capitali serviranno, in ciò cercando di completare un tema che a me e a questa Amministrazione è molto caro, ma che sembra stia diventando condiviso da tutte le Amministrazioni: quello di rendere disponibili le cifre quando hanno da essere cantierate, e non inutilmente accantonate, perché l'accantonamento è oneroso, rendendo disponibile quindi un tavolo pulito, non indebitato e, a nostro avviso senza nessunissima esigenza di nuove tassazioni per l'Amministrazione che seguirà.
Quando l'accordo con il Ministero e con il Governo centrale avrà stabilito nei tempi e nei modi quanto arriverà alla Regione Piemonte per il pregresso, quanto arriverà dal 2000 in poi, all'interno di un patto di buon governo che continui a coniugare efficienza con efficacia, le esigenze di servizio, se pure incrementate, dovranno ancora incrementarsi. Le cifre in gioco sono compatibili con il bilancio attuale. Credo che oltre alla semplice - ma magari indispensabile, certamente per quote indispensabile accensione di un mutuo, la lunghezza del quale sarà evidentemente in funzione dei tempi di garanzia delle cifre disponibili dal DPEF, dovrà essere coniugato con i recuperi di efficienza del sistema attuale, con altri livelli di risorse e con altri strumenti, uno dei quali l'ho già citato, quello del fondo immobiliare pubblico, che l'Amministrazione potrà rendere disponibile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Mi rivolgo all'Assessore semplicemente per un'esigenza che sentiamo.
Assessore, nella sua relazione non ci ha fornito dei dati, anzi, ha contestato i dati inizialmente fornitici dal Presidente della Giunta regionale. Per questo, Assessore, le chiediamo di fare una chiosa alla sua relazione e, considerato che lei ha fatto più filosofia che un'analisi di bilancio, dirci cosa significa, per lei, "coniugare efficacia con efficienza". Lei ha detto: "Nelle precedenti tornate amministrative si parlava di efficacia, noi abbiamo cercato di coniugare l'efficacia con l'efficienza". Questa non è proprio materia di bilancio, ma le chiedo comunque di spiegarci la questione in modo che possiamo tradurla nelle logiche del bilancio, che, certo, sono politica, ma anche numeri, che per non abbiamo trovato. Se lei potesse rispondere, la domanda è questa.
L'altra questione che pongo riguarda la relazione dell'Assessore Burzi che non contiene oggettivamente dei dati - pensavo che l'Assessore facesse un'analisi precisa della situazione che sembra, invece, non esista, sembra quasi che l'abbiamo inventata noi! Chiederei di avere il resoconto stenografico dell'intervento dell'Assessore Burzi, in modo da poterlo leggere, e la documentazione riguardante l'analisi da parte di quella società che avete coinvolto, di cui si era parlato, ma che non è mai arrivata ai Gruppi. Grazie.



PRESIDENTE

I documenti che ricevo li trasmetto nel tempo tecnico necessario per riprodurli in modo xerografico. Il resoconto stenografico, quando sarà pronto, verrà distribuito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Chiedo, anche a nome dei colleghi, che una volta in possesso delle relazioni scritte e del resoconto stenografico dell'Assessore Burzi, si sospenda la seduta per una valutazione attenta della documentazione che ci viene fornita.
Se è possibile, Presidente del Consiglio, chiedo ancora una comunicazione, da parte dell'Assessore Burzi, in ordine alle responsabilità che esistono per un organo di governo, laddove - Assessore D'Ambrosio - i bilanci consuntivi della Regione Piemonte 1997, e quello presentato del 1998, non contengono spese dei bilanci sanitari. Siccome il bilancio è unico - non per nulla ha risposto il Presidente Ghigo - non essendo stati approvati i bilanci (i consuntivi 1997/1999) e non risultando il disavanzo presumo, Assessore Burzi, lei che è molto preciso e tecnico nei suoi interventi, che il non aver indicato il disavanzo nei bilanci 1997/1998 lei lo interpreti come un'omissione. Il bilancio non risponde, dunque, ai criteri generali con i quali i bilanci devono essere fatti, quelli dell'unicità e dell'universalità. Probabilmente, lei ci può dire di chi è la responsabilità, ma il fatto che non siano indicate delle cifre l'ho sempre inteso - da quello che conosco della contabilità pubblica - come una pesante omissione. Se l'Assessore ci risponde in questa fase, abbiamo il quadro completo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Intanto, la relazione alla quale è stato fatto riferimento negli interventi della Giunta è disponibile da ieri - giorno più, giorno meno - e credo che non ci siano difficoltà - ed è stato detto almeno tre volte - a leggerla.
In tale relazione i colleghi troveranno molti numeri, ai quali non ho alluso perché li davo per presenti. Ma, ad adiuvandum, per rispondere alla collega Spagnuolo, un pezzo della relazione (mi pare alle pagine 4 e 5) dice che, fatta salva una serie di annotazioni che vorrete leggere, e che quindi toccano alla bontà del sistema di gestione contabile dei dati, su cui sono intervenuto precedentemente, al 30/6/1999 il numero su cui parrebbe di poter convenire, certamente, in ordine di grandezza, è il 1.932. Questo è un dato noto della relazione. Da questo derivavo una serie di riflessioni, che però trovano questo dato come punto dirimente: in primis, che il dato 1999 si sta allineando, e il 1999 non è ancora chiuso sui consuntivi 1998 e quindi il sistema sta trovando, ad avviso delle persone che ci stanno lavorando, una sua stabilità, non definitiva, perch va detto - ed è stato ripetuto in tutti gli interventi - che il servizio è aumentato, ma non è sufficiente, l'efficienza è stata incrementata, ma il recupero di essa non è finito. Questo come primo elemento.
Secondo, c'è una differenza di risorse, che è stata leit motiv di tutta la comunicazione della Giunta, tra disponibilità di risorse da parte delle definizioni con il Governo, oggettivamente inferiore alle necessità, e i consuntivi, che a mio avviso sono allineati addirittura verso il basso rispetto a tessuti regionali simili - basta guardare i numeri, che peraltro sono stati citati, rispetto ai dati previsionali e consuntivi di Regioni paragonabili - e il problema delle risorse, qualunque possa essere. Quale può essere il problema delle risorse? Supponiamo che al 30 giugno ci siano circa 2.000 miliardi; con che dato si chiuderà il 1999? Siccome credo che un buon amministratore debba essere pessimista, direi 2.400/2.500. Credo che essere pessimisti in questo caso sia più utile che essere ottimisti: la trattativa - è stato ricordato - sta in questo momento orientandosi tra un 60-80%; scegliamo il dato pessimista (per la Regione, quindi per la Sanità piemontese) che non è quello giusto, ma stiamo facendo un ragionamento prudente; il 60% vuol dire che, nella peggiore delle ipotesi, questa Regione si dovrebbe trovare a recuperare un pregresso del 30% di 2.400 miliardi, che sono circa 850 miliardi (miliardo più, miliardo meno).
Questo numero è - e questo era l'esito politico che intendevo comunicare - assolutamente compatibile con la finanza regionale attuale. Il che non significa affatto che io pensi o auspichi che questo sia il mutuo da aprire e tanto meno domani mattina.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Assessore, il calcolo che lei ha fatto non è esatto; anche chi parla dovrebbe ascoltare e non solo chi ascolta...



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Certo, ho calcolato il 30% e non il 40%; chiedo scusa per il calcolo percentuale errato. In ogni caso, stavo parlando io, o sbaglio? Normalmente sto a sentire quando i colleghi parlano, nelle sedi, nei modi e nella forma che richiede il momento.



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo svolgere l'intervento all'Assessore Burzi e poi ci sarà tutto lo spazio per il dibattito.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

La compatibilità delle risorse, ripeto, che era stato il punto da cui ero partito, esiste ed esisterà, il che non significa affatto che si debba andare in tal senso, bensì coniugando la copertura del disavanzo, che dovrà anche essere definita nel tempo. In quanti anni lo copriremo e quando è funzione degli accordi che verranno istituiti con il Governo. E' stato detto del patto di buon governo, che verrà stabilito con i Direttori generali, un insieme di recupero formale e sostanziale di efficienza, che evidentemente si sposa con le Intese di Programma, cosa che mi pare sia stata uno degli argomenti fondanti dell'intervento del collega D'Ambrosio.
La relazione credo sia in corso di distribuzione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non so quale decisione assumerà il Presidente del Consiglio.
In attesa che vengano distribuiti i documenti richiesti, vorrei rappresentare al Presidente del Consiglio e all'aula che, nel caso si volesse occupare il tempo che rimane a disposizione, sono disponibile a rispondere alla sollecitazione che questa mattina è giunta da due rappresentanti di questo Consiglio in merito al caso Striscia la notizia Missione Arcobaleno.



PRESIDENTE

La ringrazio per la sua disponibilità.
Sono stati richiesti dei documenti per la migliore effettuazione del dibattito, i quali hanno un tempo tecnico di riproduzione di qualche minuto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Ripeto che non è ininfluente, per il dibattito, sapere dall'Assessore Burzi o dal Presidente Ghigo - a questo punto credo dal Presidente Ghigo come giudicano il fatto che nel bilancio di previsione e soprattutto nel bilancio di consuntivo della Regione Piemonte, non risulti un passivo del bilancio della Sanità. Normalmente, quando questo avviene - i colleghi che sono amministratori lo possono confermare - viene ritenuto un fatto grave in termini di responsabilità, perché una posta risulta falsa. La domanda è questa, dato che si parla di 3.000 miliardi e lo sappiamo solo adesso e non prima, il che vuol dire che nei bilanci che abbiamo approvato non è stata omessa una spesa.
Questo è grave perché, non omettendo una spesa, il Consiglio regionale è stato distorto nelle sue valutazioni per finanziare delle spese obbligatorie come quelle della Sanità - bisognava finanziare quelle anzich altre spese. Sotto questo aspetto mi pare, ma spero di sbagliarmi, che ci sia una pesante responsabilità.
Presidente del Consiglio, ce lo spieghi lei sulla base delle leggi regionali esistenti e non soltanto di quella nazionale. Dopodiché il dibattito è più utile, altrimenti è soltanto generico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi associo alla richiesta della sospensione, perché abbiamo bisogno di avere i documenti e di valutarli.
Abbiamo bisogno almeno di 30 o 45 minuti per avviare il dibattito nel merito, però, data la reticenza - mi sembra un termine troppo tecnico chiamiamola evanescenza, dato che ha preferito stare alla filosofia più che alla parte finanziaria - dell'intervento dell'Assessore Burzi, mi ricollego alla richiesta fatta dal collega Saitta, e aggiungo che dobbiamo sapere se i debiti della Sanità, che con tutta evidenza sono stati scoperti soltanto adesso, non si è avuto l'onestà di ammetterli nelle relazioni.
Si è parlato di una situazione di insufficienza della quota nazionale salvo avere riscontro dalla documentazione che ci avete consegnato; si è detto che la somma assegnata al Piemonte è più alta, come somma pro capite rispetto alla media nazionale e comunque più alta di quella del Veneto e di altre Regioni.
Vorrei sapere se l'Assessore Burzi intende inserire nell'assestamento di bilancio in corso di discussione e nelle variazioni di bilancio questo debito ai fini di attestarlo dal punto di vista amministrativo-contabile.
Desidererei anche sapere se è in grado di dire attraverso quali artifizi giuridico-finanziari venne consentito il flusso di spesa della Sanità in una situazione di non copertura, il che è tassativamente vietato da tutte le normative che regolano la spesa pubblica.
Devo dire, inoltre, sempre a completamento della domanda che può avere una risposta assolutamente breve e preliminare al dibattito, che mi consta che le Regioni, almeno alcune qui richiamate, avevano sotto controllo la spesa sanitaria, ancorché in deficit fin dal 1996/1997, e per ogni esercizio hanno previsto le relative modalità di copertura.
Voglio, infine, che l'Assessore Burzi, qualora la quota a carico della Regione, visto che siamo a 2.400 miliardi, come avevamo denunciato evidentemente, avete fatto un lavoro di controllo per verificare le nostre affermazioni, naturalmente senza incarico e senza spesa, quindi il tutto risulta essere un artifizio per cercare di prendere tempo - e tenuto conto che i 2.000 miliardi non sono sotto controllo, quindi arriveremo a 3.000 o a 4.000, ci dica se ritiene se ciò debba comportare l'esistenza di una quota a carico della Regione, anche soltanto per un terzo, ma per oltre 1.000 miliardi, e ci dica come ritiene fronteggiare questa somma con i mutui, visto che avevate dichiarato che il massimo della spesa dei mutui contraibili era ancora pari a 800 miliardi, salvo quelli che sono già stati impegnati.
Solo per avere qualche dato dal punto di vista finanziario, perché su questo doveva vertere il dibattito di oggi sulla Sanità.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni della Scuola media A. Manzoni di Nichelino


PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Chiezzi, desidero salutare gli insegnanti e i ragazzi della Scuola media A. Manzoni di Nichelino che ci hanno reso visita.


Argomento: Fondi sanitari

Dibattito in merito alla situazione della Sanità piemontese (seguito)


PRESIDENTE

Ha ora la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi associo alle richieste dei colleghi. Le cifre che sono state date sono quelle che noi avevamo paventato, a fronte delle quali, con qualche sufficienza, anche l'Assessore Burzi ha risposto. Invece, il deficit c'è! Cambiare il nome alle cose non cambia le cose! Sono pannicelli, sono foglie di fico. Cambiare "non riconoscimento di" è un fatto preciso.
Voi rimandate la palla all'indomani per sapere se sarà il 60% o l'80 che viene ripianato dallo Stato, ma come minimo una cifra esiste di sicuro.
Chiedo allora all'Assessore al bilancio di fare l'Assessore al bilancio e di indicarci già ora la cifra minima, qualunque essa sia - già oggi noi siamo in dovere di ripianare il deficit - e che cosa pensa di fare.
Il secondo punto che voglio affrontare è: "efficienza ed efficacia".
Non avete detto una parola sullo scandalosa situazione in cui si trova o si trovava, fino a pochissimo tempo fa, l'Assessorato alla sanità, perché un immobile che fa parte del patrimonio della Sanità della Regione è completamente abbandonato ed incustodito: vi sono sparsi oggetti di valore pratiche preziose riservate sono abbandonate per terra in mezzo alla polvere. Caro Assessore Burzi, non so se questa sia in parte responsabilità tua o no, se sia dell'Assessore D'Ambrosio, se del Presidente Ghigo ...



CHIEZZI Giuseppe

SALERNO (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Non c'entra nulla! Fai solo propaganda!



CHIEZZI Giuseppe

Qualcuno c'entrerà, perché le pratiche del Piano sanitario dell'ASL cari colleghi, sono accessibili a tutti per terra all'interno di questo fabbricato.
Capisco che si irritino - trovati con le mani nel sacco, diventa un po' difficile difendersi - ma questo problema di efficacia e di efficienza lo avete risolto? La situazione è ancora quella descritta nelle foto e nell'interpellanza? Siete intervenuti? Il locale è ancora in quello stato con le pratiche di invalidità di cittadini, recanti cognomi e nomi scritti in copertina, accessibili a chiunque? Siamo ancora in quella situazione di efficienza ed efficacia o ve ne siete altamente disinteressati, perché intanto qui basta prenderci in giro con discorsi filosofici? Avete preso atto di quel punto di pericolo, di incuria, di sporcizia e di spreco di denaro pubblico che vi è stato sottoposto qualche giorno fa? E' vero o non è vero? Avete informato i vostri colleghi di maggioranza? Chiederei che nel pomeriggio, quando riprenderemo i lavori, si dicesse qualcosa di più, in tema di efficienza ed efficacia, su questa faccenda (1.000 metri quadrati di edificio gettati via). A che punto siamo? Siete intervenuti o no? Grazie.



PRESIDENTE

Attendiamo una voce della maggioranza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Vorrei svolgere due considerazioni brevissime. Non voglio sostituirmi ovviamente al Presidente o all'Assessore Burzi. L'Assessore ha dato delle risposte; il Presidente, se lo riterrà, potrà intervenire.
Dal punto di vista politico e come Gruppo voglio fare alcune considerazioni sulla domanda che è stata fatta dal Consigliere Saitta e ripresa dal Consigliere Riba: i consuntivi contengono o non contengono? La seconda domanda - l'inserimento del Consigliere Chiezzi mi sembra che non abbia nulla a che vedere con il problema di cui stiamo parlando però...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



GALLARINI Pier Luigi

L'hai detto e, anche se non aveva nulla a che vedere, hai buttato sul tavolo l'argomento, quindi voglio fare una considerazione anche su quello che hai detto tu, molto pacata, ma mi sembra responsabile.
Non penso che l'Assessore e il Presidente siano i soggetti più indicati, perché hanno meno tempo del Consigliere Chiezzi, che può partire e andare là a fare le foto, fermarsi, ecc. Penso che il Presidente e l'Assessore abbiano tanti impegni da affrontare, per cui non possono fare questo.
Ci sono, nell'ambito di quel comparto, quattro Direttori regionali, ma ci sarà un Direttore regionale da cui dipende quella questione e quella serie di questioni. Immagino che quando il Presidente e l'Assessore avranno accertato le responsabilità - che sono ovviamente funzionariali e non politiche - saranno anche in condizione, come Giunta, di assumere i provvedimenti che riterranno opportuni. Chiudo questa parentesi.
Questione bilancio. Penso che i colleghi come Saitta e anche Riba - il Consigliere Riba non mi sembra che abbia fatto il Sindaco, Saitta sì, ma in ogni caso anche Riba ne sa quanto uno che nella sua vita politico amministrativa abbia fatto il Sindaco - sappiano benissimo, come sappiamo noi in quest'aula, che in bilancio si possono inserire, a maggior ragione nei consuntivi, cifre certe e consolidate. Fino ad oggi - perché fino ad oggi le cose stanno così - il Governo ha sempre ripianato la spesa sanitaria a pie' di lista; la spesa sanitaria di tutte le Regioni, sia dell'Emilia Romagna, che negli anni scorsi sfondava di 2.000 miliardi, sia del Piemonte, che sfondava di 150/200 miliardi. Questo è sempre avvenuto a pie' di lista. Allora, considerazione politica: come mai, alla vigilia delle elezioni politiche regionali del 2000, il Governo dice: "Non ripiano più a pie' di lista"? Perché, fisse le regole di assegnazione - perché le regole non sono cambiate, la Regione Piemonte e le altre Regioni hanno da Roma le cifre con gli stessi parametri consolidati degli ultimi dieci quindici anni...



(Commenti del Consigliere Saitta)



GALLARINI Pier Luigi

Scusa, Saitta, voglio finire, dopo ascolterò volentieri le considerazioni che farai tu.
Perché, a parità di regole, si cambia il sistema di attribuzione alle Regioni in corso d'opera prima delle elezioni? Nell'intervento che faremo nel pomeriggio cercheremo di dimostrare tutta l'incastellatura che ha portato questo Governo - non lo dico per polemica, ma per constatazione ad una svolta, questa sì, storica: anziché determinare, proporre Finanziarie che facciano fronte ai problemi esistenti... Perché se la sanità costa 10, i casi sono due: se ricevo 8 o faccio una sanità da 8 e comprimo quella da 10 e quindi il livello dei servizi si deve abbassare oppure chi mi detta le regole con le quali devo gestire la sanità... Perch la Regione Piemonte, come le altre Regioni, non è autonoma nel determinare le cifre da erogare nella Sanità; se una ASL è più e un'altra meno, i parametri sono comunque quelli omogenei romani e non può andare a premiare i virtuosi e a punire chi invece gestisce meno bene. Allora, perché se le regole restano queste, le cifre erogate sono minori (o comunque si sta ancora discutendo)? Quindi, non era possibile, secondo me, correttamente inserire nei consuntivi dei bilanci quali cifre, se si sta ancora trattando? E io penso che le Regioni inizieranno ad avere l'intero, così come è avvenuto negli anni scorsi, altrimenti verrebbe da pensare che il ripiano a pie' di lista non avviene oggi solo perché a sei mesi dalle elezioni fa comodo delegare le Regioni ad applicare balzelli e tasse impopolari, in modo tale che soprattutto le tre Regioni del Polo (Piemonte Lombardia e Veneto) siano in una qualche difficoltà ad affrontare l'elettorato.



(Accesi commenti dai banchi dell'opposizione)



GALLARINI Pier Luigi

Questa è una lettura che politicamente è corretto fare da parte nostra perché mentre si sta giocando con certe regole, non si cambiano le altre regole, quelle a cui accennavo prima.
Sul fatto, poi, della finanza sana, su cui tu, Saitta, hai fatto una battuta, mi sento di dire, per quel che conosco della finanza regionale per avere avuto le deleghe al bilancio fino ad un paio d'anni fa, che è vero e molti colleghi qui presenti, cito la Consigliera Spagnuolo perché è la prima che vedo sotto gli occhi, che era Presidente del Consiglio nella scorsa legislatura con la Giunta Brizio, quindi Forza Italia non c'era ancora, non stiamo avocando dei meriti - che la Giunta Brizio risanò il bilancio a sudore e sangue: 150 miliardi di disavanzi nelle reimpostazioni a 35 miliardi al colpo in bilanci preventivi e in assestamenti di bilancio fu risanata la situazione. Per quel che conosciamo, la situazione è sana oggi, non lo era cinque-sei-sette anni fa perché esistevano questi disavanzi di 150 miliardi in spesa corrente e quindi rappresentavano l'80 della discrezionalità di spesa corrente di cui può usufruire la Regione nel corso di un esercizio finanziario.
Queste sono alcune precisazioni che ho ritenuto doveroso fare. Non si possono iscrivere cifre a bilancio nella aleatorietà; chi ha fatto il Sindaco lo dovrebbe insegnare.



GALLARINI Pier Luigi

SAITTA Antonino (fuori microfono)



GALLARINI Pier Luigi

Ma scusa, il Sindaco i consuntivi li... o no?



GALLARINI Pier Luigi

RIBA Lido (fuori microfono)



GALLARINI Pier Luigi

Veramente noi abbiamo fatto la domanda a Burzi!



GALLARINI Pier Luigi

Veramente io non ho voluto e non voglio sostituirmi né al Presidente n all'Assessore, che sanno il fatto loro e sanno cosa dire: Burzi l'ha già dimostrato, perché lo ha già detto. Semplicemente, volevo dire che le insinuazioni tipo "Ma qui ci sono omissioni, ci sono dei falsi...": ma quali omissioni e quali falsi!



GALLARINI Pier Luigi

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GALLARINI Pier Luigi

Quelli delle spese delle AA.SS.LL.!



GALLARINI Pier Luigi

La Regione Piemonte fino ad oggi ha il diritto di pretendere che il Governo centrale eroghi le cifre che ha erogato fino all'altro giorno.
Chiudo la questione in questo modo; nel pomeriggio faremo l'intervento di merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Colleghi Consiglieri, credo che sia importante che il clima si sia un po' ravvivato, in modo che anche i nostri ospiti del pubblico capiscano e vestano il clima ...



(La scolaresca ospitata nella zona riservata al pubblico esce)



MONTABONE Renato

Scappano perché sono spaventati, forse spaventati dal fatto che la situazione poteva peggiorare, che potessero volare - che so io! semplicissime biro da una parte all'altra; hanno detto: "Ci ritiriamo".
A parte queste battute, Presidente, credo che questa mattina ci debba servire per raccogliere la documentazione di un dibattito serio che si svolgerà nel pomeriggio.
Pur apprezzando il suo modo filosofeggiante nel gestire dei numeri e la sua dialettica, all'Assessore Burzi chiederei di scendere un po' più nel tecnico. Perché, prendendo spunto dalle parole del Consigliere Gallarini proprio le ultime, condivido che non si possano iscrivere delle cifre a bilancio quando c'è una situazione di non certezza, però non so come si possano spendere delle cifre che non sono iscritte a bilancio. Allora chiedo tecnicamente - questo lo chiedo all'Assessore Burzi - una spiegazione.



PRESIDENTE

La chiede alla Giunta, non all'Assessore.



MONTABONE Renato

No, la chiedo all'Assessore Burzi, non alla Giunta. Chiedo una spiegazione, non contesto la cosa: se le cifre non sono state messe a bilancio, vorrei sapere qual è il sistema tecnico che ci permette di spendere delle cifre che non sono messe a bilancio. Ci sarà una documentazione di carattere amministrativo, la Giunta avrà approvato delle autorizzazioni di spesa che ci hanno portato - e vedremo poi nel pomeriggio, quando tirerete fuori le carte - ad un deficit. Non può essere la sottostima; il disavanzo non è una sottostima. La sottostima, forse, è quella prevista a bilancio; il disavanzo, invece, corrisponde alle cifre in più che si sono spese rispetto a quelle previste a bilancio.
La domanda che pongo è la seguente: quali sono gli atti amministrativi che permettono ad una Giunta regionale di spendere 3.000 miliardi in più rispetto a quelli previsti a bilancio? Ci sarà pure stato un momento in cui la Giunta si è assunta la responsabilità di una maggiore cifra rispetto a quelle messe a bilancio.
Questa è una domanda che richiede una risposta tecnica. Praticamente voglio capire come si fa a spendere queste cifre. Nell'Ente pubblico magari, ci sono delle regole rigide, ma certamente quando si spendono delle cifre, che non sono iscritte a bilancio, chi le spende ha delle responsabilità. Non ho detto che non si possono spendere, ma sono necessari degli atti che lo permettano.
Ho sentito dall'Assessore che anche l'impalcatura finanziaria potrebbe prevedere il ripiano di una parte del deficit, qualora lo Stato non ripianasse tutto il deficit accumulato dalla Regione Piemonte.
Credo che quel bilancio risanato, a cui si faceva riferimento prima della Giunta Brizio, permetta oggi di prevedere, per il futuro, come ha previsto lei, prima sul giornale di questa mattina e poi in aula, la possibilità di un risanamento attraverso un mutuo. Assessore, il mutuo è un indebitamento sia per l'attuale Giunta sia per le Giunte che seguiranno.
Ricorrendo al mutuo lei lascerà un bilancio a zero, prevedendo, però, degli impegni per le future due Amministrazioni regionali. Questo non è un bilancio a zero, ma significa impegnare dei fondi che con difficoltà dovranno essere gestiti da altri.
Per ora mi limito a porre delle domande tecniche, ma nel pomeriggio, in fase di discussione generale, mi riservo di intervenire.



PRESIDENTE

Credo che si debba lasciare, come è stato richiesto da più parti politiche, un minimo di tempo per l'esame dei documenti distribuiti.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Avrei preferito intervenire dopo l'interruzione dei lavori del mattino per poter leggere con più attenzione quelle che sono state ...



PRESIDENTE

Valuti lei, Consigliere, se intende intervenire ora o dopo la pausa del Consiglio.



MIGLIETTI Franco

Visto che avrò diritto ad un ulteriore intervento in fase di discussione generale, intervengo ora.
Sottolineo che non è vero che non si conoscesse l'ammontare del deficit della Sanità in fase di approvazione del consuntivo 1997; già allora noi sollevammo il problema. Dai dati forniti dall'Assessorato alla sanità rilevammo che nel 1997 il disavanzo era di 1.237 miliardi (ASL per ASL ed ASO per ASO), poi i conti definitivi hanno rilevato che - mi auguro che i dati riportati siano quelli reali - la differenza tra il finanziamento alle AA.SS.LL., una per una, e il finanziamento alle AA.SS.OO., una per una, e la spesa avvenuta all'interno delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO. era meno 1.237 miliardi.
Sollevammo il problema in Consiglio, in Commissione, ma continuarono a dirci che non era vero. L'Assessore Burzi ci dovrebbe dire a quanto ammonta a bilancio preventivo del 1999 la voce sulla Sanità. Quando ho letto l'importo scritto a bilancio preventivo del 1999 ho fatto un sobbalzo perché alla chiusura, dichiarata sul documento che ci avete consegnato del consuntivo 1998, i miliardi erano 8.116. Il bilancio preventivo - se non ricordo male i dati - mi pare fosse di 7.400 miliardi.
Gradirei che l'Assessore Burzi ci dicesse - anche dopo la pausa del Consiglio - a quanto ammonta il consuntivo dichiarato del 1998. Mi rendo conto che l'Assessore Burzi è in estrema difficoltà a portare in approvazione il consuntivo 1998. Per non iscrivere le cifre reali nel consuntivo 1998 è necessaria un'autorizzazione del Ministero e del Governo perché occorre aspettare che lo stesso - ed è quanto ha sempre fatto l'Assessorato alla sanità - predisponga la preriforma... della riforma...
della riforma del Servizio sanitario nazionale. E' una storia infinita quella della riforma: ogni volta che se ne fa una si toglie trasparenza e democrazia e si ritorna al vecchio sistema, che è peggio del pie' di lista! Sono in dissenso totale sull'"assassinamento" della riforma della legge n. 833, considerata la miglior riforma varata a livello mondiale in senso democratico. Tutti i Ministri che si sono succeduti da quella riforma - non voglio neppure conoscere la loro collocazione politica - hanno fatto di tutto affinché il sistema sanitario ritornasse nelle mani dello stesso potere. Il sistema sanitario vale nel nostro Paese 200.000 miliardi l'anno compresa la parte pubblica e la parte privata.
I cittadini sostengono un intervento di 200.000 miliardi. Voi pensate che lo facciano gestire in senso democratico? Ma manco morti! L'abbiamo visto e vediamo che cosa sta succedendo: non c'è neppure più il pie' di lista. Non esiste neppure più una ASL, una USL, e una ASO che abbia messo in piedi un sistema di monitoraggio delle prescrizione farmaceutiche e di prescrizioni di analisi cliniche o di interventi specialistici. Mettere in piedi un sistema di monitoraggio vorrebbe dire controllare l'operato dei medici in generale, e i medici non hanno assolutamente intenzione di essere controllati da nessuno.
Quanto dirò non sarà condiviso, ma mi assumo le mie responsabilità. Nel periodo in cui io fui amministratore di una USL, tentammo di mettere in piedi dei sistemi di monitoraggio chiari, limpidi e partecipati. E' stato impossibile. Per non parlare poi dei convegni in giro per il mondo, a cui si partecipa in tanti. Non fate finta di non saperlo, siete tutti degli esperti e navigati navigatori del sistema pubblico. Praticamente, succede che non c'è più l'autorizzazione al pagamento a pie' di lista. Ma poi, alla fine, cosa succede? Che il pagamento a pie' di lista c'è! Bisogna risolvere questo problema! Inoltre, se un'amministrazione è congeniale al Governo, va bene, ma se non lo è dice: "Tutta colpa del Governo, mondo ladro!".
Non è così che si amministra! Non è questa la funzione che siamo chiamati a svolgere qui! Anche la maggioranza di questo governo, e i suoi membri in Consiglio, devono svolgere la loro funzione, devono capire ed aiutare il governo, non proteggerlo. Qualunque sia la maggioranza e qualunque sia la minoranza, esse hanno il compito di analizzare e fare tutto il possibile per redarre delle buone leggi ed avere un buon governo.
Non sempre questo succede.
Alla denuncia del Consigliere Chiezzi di aver assistito al verificarsi di un qualche disastro, i Consiglieri di maggioranza dovrebbero controllare e poi dire: "Scusate, cosa fate, non l'avete visto? Non ve ne siete accorti?". Così si conduce un buon governo! Bisogna usare questo metodo altrimenti da queste impasse non si uscirà mai! Ci si scaglia, maggioranza e minoranza, l'una contro l'altra, ma per tentare di salvare cosa? Noi dobbiamo salvare la Sanità piemontese, e dare un servizio ottimale al minore costo possibile. Questo è il compito di tutti. Noi abbiamo denunciato 1.237 miliardi di deficit. Probabilmente, facendo i conti esatti, i miliardi sono diventati quelli che avete oggi dichiarato: vogliamo sapere le cifre certe, quante ne avete iscritte a bilancio nel 1999, quanti sono i numeri del consuntivo 1998 e se avete avuto l'autorizzazione del Governo di lasciare questo deficit. Altrimenti, tutti i discorsi che stiamo facendo, accendere i mutui o no per aiutare lo sviluppo del Piemonte, non hanno fondamento. Di certo, esistono solo i debiti. Per questo tutti assieme dobbiamo per prima cosa denunciare questi fatti, affinché diventino di dominio pubblico, e poi trovare il metodo per cambiare questo stato di cose e voltare pagina. Tutto ciò deve avvenire a prescindere dall'imminenza delle elezioni, perché i cittadini piemontesi si aspettano, da tutti coloro che qui sono stati chiamati, un'amministrazione corretta, si aspettano di sapere qual è la situazione reale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi aggiungo anch'io alla richiesta fatta dai miei colleghi per sapere come possa conciliarsi il bilancio consuntivo della Regione con il disavanzo della Sanità.
Mi sono presa la briga di leggere tutti i documenti di programmazione della Sanità di quest'ultimo anno, dalla seconda metà del 1998 alla prima metà del 1999. E' vero, forse sono un po' matta, ma è stato molto interessante.
Le deliberazioni della Giunta regionale - mi riferisco, ad esempio, a quella del 21/12/1998 - e i successivi documenti di programmazione dell'Assessorato alla sanità, quando si riferiscono alle risorse economiche di riferimento per le Intese di Programma, parlano di cifre che dovrebbero essere certe. Dovrebbero essere certi i miliardi da iscrivere sulla base della disponibilità della programmazione nazionale, i miliardi da iscrivere per quanto riguarda le risorse nette per il sistema sanitario regionale, la destinazione di queste risorse, obiettivo per obiettivo, progetto per progetto. Ad esempio, quello di fine 1998 è un documento estremamente interessante, perché entra analiticamente nel lavoro che dovrebbe essere prima di tutto, di efficienza e, successivamente, anche di efficacia, degli interventi previsti delle Aziende sanitarie.
Assessore al bilancio, credo che questo principio valga per tutti: se si sottoscrive un accordo, ed esiste una legge a cui fare riferimento nella quale si prevede il pareggio di bilancio, bisogna sottostare all'accordo sottoscritto. Mi riferisco all'accordo stipulato dalla Regione e dalle Aziende sanitarie, in cui, appunto, si prevedeva il pareggio di bilancio.
Ogni Azienda sanitaria - e forse è anche questo il motivo per cui il disavanzo non è stato iscritto a bilancio - ha comunicato e sta comunicando disavanzi cospicui. E' l'ammontare di questi disavanzi a formare le cifre che sono state qui sottolineate.
Vorrei affrontare - se mi consentite - un altro aspetto: il caos della gestione economica della Sanità, del bilancio della Sanità. E parlo di caos in quanto il 24/6/1999 un autorevole Direttore generale ha scritto alle varie autorità che non è in grado di quantificare e di comunicare al CSI i dati delle prestazioni ambulatoriali fatte da un'Azienda sanitaria rilevante, non indifferente in Piemonte, e che molta parte dei dati dell'attività ambulatoriale non è possibile trasmetterla al CSI perché non c'è. Avete visto i bilanci delle Aziende sanitarie? Ci sono delle prestazioni considerate zero-ambulatoriali (immunologia, pediatria microbiologia, dermatologia ed altre di questo tipo) che i primari quantificano in decine di miliardi, perché devono ottenere anche dei risultati! Abbiamo, allora, prestazioni che nel consuntivo del bilancio risultano pari a zero e, invece, quantificate dai primari, sono 4 miliardi e mezzo, 7 miliardi, ecc. Ma come è possibile gestire i bilanci in questo modo? Chi controlla, chi verifica? Quali sono gli strumenti che avete a disposizione per conoscere quello che sta avvenendo nelle AA.SS.LL.? Ritengo che tutte le non verità che qui sono state dette, anche in riferimento alla gestione del bilancio, siano omissioni gravi da parte di questa Giunta. Non è necessario prendere le cose alla larga, per non dire qual è la situazione che ha trovato - credo - anche tutti voi stupiti di fronte ad un buco che, come entità, non conoscevate e che può anche andare oltre, perché la gestione dei bilanci delle AA.SS.LL. è in questa situazione, perché i controlli non ci sono e perché non c'è la capacità di capire e seguire come i Direttori generali attuino le leggi, le direttive le delibere e rispettino gli accordi che hanno sottoscritto con voi. Altro che patto di buon governo per la Sanità in Piemonte!



PRESIDENTE

I nostri lavori sono così terminati. Aggiorno la seduta alle ore 14.30.
Ricordo che la documentazione richiesta è disponibile presso gli Uffici competenti.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno presentati all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.03)



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