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Dettaglio seduta n.390 del 28/09/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casoni, Cavallera Farassino, Ferrero, Galli, Ghigo, Suino. Il Presidente Ghigo è assente perché convocato a Roma dal Ministro Treu. Ricordo dunque che il numero legale è 27.


Argomento: Difensore civico

Dibattito su relazione Difensore civico anni 1996/1998 - Presentazione ed esame ordine del giorno n. 1070 collegato


PRESIDENTE

Oggi, secondo le intese raggiunte nella Conferenza dei Capigruppo dobbiamo svolgere il punto 14) all'o.d.g., vale a dire il dibattito sulla relazione del Difensore civico degli anni 1996/1998.
Ritengo che per un miglior svolgersi del nostro dibattito sia opportuno innovare rispetto a quanto si è fatto nel passato e avere, oltre le relazioni scritte che con grande tempestività il Difensore civico ci ha fatto avere in questo arco di tempo, anche una valutazione diretta di quello che è e che è stato il suo impegno. Ho personalmente ringraziato il Dr. Brunetti per l'impegno profuso in questi anni, che è stato di grandissima intensità. Credo che dall'aula debba essere affrontato il problema di una modifica, anche parziale, della nostra legge regionale, per permettere al Difensore civico di rispondere in modo più adeguato alle istanze che gli vengono rivolte.
Devo rilevare che l'ipotesi di istituzione del Difensore civico nazionale è ferma in Parlamento, per cui tutto il discorso della difesa dei diritti del cittadino è in un momento di passaggio e sviluppo.
Credo però che noi, relativamente alla figura del Difensore civico regionale, dobbiamo introdurre delle piccole modifiche alla legge, magari con un ordine del giorno. Ora propongo una breve sospensione del Consiglio per permettere al Dr. Brunetti - che ringrazio per la sua presenza - di svolgere la sua relazione.



(La seduta, sospesa alle ore 10.23 riprende alle ore 10.37)



PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori del Consiglio.
Desidero ulteriormente ringraziare in modo particolare, per l'impegno profuso ed anche per la relazione svolta, che non era strettamente dovuta il dott. Brunetti, il quale ha accettato con il solito grande impegno di svolgerla; lo ringrazio anche per le interessanti indicazioni che ha fornito per un migliore funzionamento dell'Ufficio del Difensore Civico.
La parola all'Assessore Masaracchio, per un contributo al dibattito



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, desidero dare un contributo al dibattito nel quadro generale di quanto rappresentato nell'esercizio delle attività del Difensore Civico regionale e dei Difensori Civici locali, in attesa che si possa organizzare una conferenza dei Difensori Civici di tutta la regione. Ciò al fine di affrontare anche le problematiche di un possibile sviluppo, che si riscontrano nell'ambito di tutti i poteri delegati agli Enti locali, a partire dalle Province.
Aggiungo, anche se impropriamente, un altro aspetto: le Prefetture allo stato attuale dell'evoluzione della Pubblica Amministrazione rappresentano ancora parte "del potere" di collegamento con il Governo centrale e con le autorità istituite, ma questo potere incomincia ad essere sempre minore per cui potremmo trovarci di fronte ad un potenziale di cui far tesoro, anche in funzione dell'abolizione dei Co.Re.Co. Cosa c'entrano i Co.Re.Co. con il Difensore Civico? Le problematiche della Pubblica Amministrazione si trovano in un contesto di competenza e responsabilità molto più ampie che non quello della difesa dell'interesse del singolo cittadino, che ricorre nei confronti della Pubblica Amministrazione locale.
In tal senso, il dott. Brunetti ha dato ampio spettro di ciò che è stata l'attività e la quantità delle pratiche, ma è anche vero che, nel contesto generale di una politica che si evolve, tutto ciò che riguarda l'attività del Difensore Civico, così come oggi giustamente è stato richiesto a mezzo relazione dal Consiglio regionale, dovrà avere dimensioni e prospettive non dico diverse, ma comunque di diverso respiro.
Ho qui la relazione del Presidente Ghigo, che leggo personalmente a nome suo, per dar conto di come, anche a livello di Giunta, queste problematiche siano presenti e non certamente per l'occasionalità di una relazione data in Consiglio.
"Cari colleghi, affrontiamo oggi il dibattito che si aprirà sul Difensore Civico, in un contesto di grandi riforme per la Pubblica Amministrazione. Mi riferisco in particolare alla recentissima riforma dei controlli interni nelle Amministrazioni Pubbliche, introdotta dal decreto legislativo n. 286/1999. Un provvedimento fondamentale ai fini della misurazione dell'efficienza e dell'efficacia nelle Amministrazioni Pubbliche, che deve affiancarsi alla garanzia del controllo di legittimità degli atti e dell'azione amministrativa in genere.
In questo contesto, il legislatore nazionale ha rafforzato comunque il ruolo del Difensore Civico, ossia una funzione che può essere svolta anche su semplice sollecitazione di cittadini singoli od associati, di ulteriore e spiccato risalto, quindi l'opera di raccordo del Difensore con i cittadini a favore dei quali è in definitiva rivolta l'intera azione del Difensore Civico.
Ebbene, anche i controlli ulteriori cui si accennava poc'anzi sono finalizzati allo stesso obiettivo, ossia alla garanzia di correttezza dell'azione amministrativa nei confronti dell'utente, che è alla base anche della riforma federalista a Costituzione invariata, che ormai si identifica con tutto quanto fa parte della decretazione Bassanini.
Ho voluto inquadrare la relazione del Difensore Civico in tale ampio contesto, per poter sottolineare come il quadro complessivo degli interventi di modernizzazione della Pubblica Amministrazione che caratterizzano questi anni richieda all'Amministrazione regionale di impostare un'azione di sviluppo a tutto campo; all'interno di quest'azione d'impulso è sicuramente d'obbligo collocare l'opera del Difensore Civico.
Un'azione già di per sé puntuale e garantistica, ma attenta al quadro delle competenze, al rispetto delle autonomie; un valido strumento di garanzia e controllo del funzionamento del sistema e della corretta ed adeguata attuazione delle nuove esigenze di partecipazione, trasparenza ed efficacia delle Pubbliche Amministrazioni.
In questa logica intendiamo quindi riprendere in corso di dibattito alcune sollecitazioni che si ricavano dalla relazione, ma ne vorremmo anche aggiungere e caratterizzare altre.
In primis sottolineando come l'esigenza della ricerca e reinserimento di dati unitari di identificazione della figura, a livello regionale e nazionale, risulti opportuna sia dal punto di vista organizzativo e funzionale sia da quello delle specifiche garanzie individuali. Il coordinamento tra i Difensori Civici (in specie a livello locale) e l'eventuale loro convenzionamento presuppone e comporta infatti il riconoscimento di competenze e di poteri sostanzialmente unitari ed omogenei, proprio a vantaggio dei cittadini.
Il Difensore Civico, come istituzione, non può infatti né essere riassorbita da logiche spartitarie del potere locale né confinata in un malinconico ruolo di organismo burocratico o, peggio, essere considerata una sorta di appositore dell'Amministrazione ovvero uno strumento utilizzato per eventuali compromessi.
Per garantire quindi l'operatività e l'ottimale funzionamento dell'istituto, occorrerebbe che la legislazione in primis prendesse in considerazione alcuni interventi correttivi di adeguamento al contesto di modernizzazione in atto: l'opportunità, ad esempio, che si eviti la proliferazione di Difensori Civici negli stessi e magari ridotti ambiti territoriali, le garanzie di indipendenza e di imparzialità rispetto al ruolo da esercitare, l'adeguatezza del servizio a cui non sono comunque estranei gli aspetti organizzativi.
In conclusione l'imprenscindibile necessità di trasparenza ed efficacia dell'Amministrazione pubblica rendono quanto mai auspicabile un'azione rivolta all'ulteriore sviluppo del ruolo complessivo dei Difensori Civici onde poter valorizzare ulteriormente la loro funzione correttiva sul terreno del funzionamento della Pubblica Amministrazione".



PRESIDENTE

E' aperto il dibattito. Chi chiede di intervenire? Prego, Consigliere Majorino, prenda pure la parola.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, devo innanzitutto ringraziare il Presidente Deorsola e l'intero Ufficio di Presidenza per avere assunto l'iniziativa di mutare la prassi finora in corso, introducendo il dibattito dando la parola alla Giunta e poi ai Consiglieri che la chiedessero. La prassi innovata è stata molto opportuna, poiché nel senso, come abbiamo visto, di far intervenire il Difensore Civico con una sintesi delle sue relazioni.
Si tratta di ben tre relazioni annuali, stilate puntualmente, che per la verità avrebbero richiesto una discussione relazione per relazione. Per tutti i complessi problemi che provoca la gestione dell'aula questo non è stato possibile; comunque, è stato utile apprendere dalla viva voce del Difensore Civico la sintesi dei suoi interventi e soprattutto la presa di posizione rispetto alle problematiche ancora da risolvere.
E' bene ricordare che rispetto all'impianto originario della legge istitutiva del Difensore Civico, nelle Regioni in generale e nella Regione Piemonte in particolare, - la legge istitutiva, come è noto, risale al 1981 i poteri si sono ampiamente estesi, in forza, segnatamente sotto il profilo normativo, delle leggi Bassanini che, come ha ricordato il Difensore Civico, hanno esteso incisivamente e notevolmente le sue competenze fino ad arrivare, per citare la principale innovazione delle Bassanini, a intervenire sulle nomine dei Commissari ad acta dei Comuni.
Attività né facile né semplice, in quanto il Difensore Civico deve fare una valutazione di quelle che sono state le inerzie segnalate dai singoli Comuni o dai cittadini in generale o comunque da lui acquisite per inadempienze dei Comuni tali da dover pretendere di nominare il Commissario ad acta.
Questo un primo esempio, emblematico, dell'aumento delle competenze rispetto a quelle iniziali. Per la verità, la legge regionale non poteva andare oltre; l'art. 2 prevedeva infatti che il Difensore Civico fosse istituito per tutelare il cittadino nell'ottenere dall'Amministrazione regionale quanto gli spetta di diritto.
L'impostazione originaria era quella, appunto, di una sorta di dialogo fra cittadino che si lamenta e Amministrazione regionale presso la quale il Difensore Civico può intervenire.
L'istituto era poi degenerato in tutte le Regioni - anche nella Regione Piemonte - nel senso che il Difensore Civico era diventato un soggetto che giocava il ruolo di "ufficio-reclami": il cittadino andava dal Difensore Civico, lamentava la situazione - senza con questo voler muovere rilievi non ci penso nemmeno, al Difensore Civico dott. De Martino, che aveva per parecchi anni svolto egregiamente le sue funzioni - e c'era poi il dialogo fra il Difensore Civico e il funzionario dell'Amministrazione che in qualche maniera segnalava gli inconvenienti, che sovente poi non venivano presi in considerazione dai Dirigenti preposti, dalla Giunta. Questa non è una critica, ma la constatazione di una situazione di fatto, mutata sensibilmente con la presenza del Difensore Civico dott. Brunetti designato tre anni fa.
Risottolineo l'aumento di competenze rispetto a quelle molto ristrette per loro natura, della legge istitutiva; se consentite, anche un po' per merito mio, perché fu l'unico disegno di legge degli anni '82-'83 - se non vado errato: il provvedimento pubblicato sul Bollettino Ufficiale è dell'aprile 1985 - che, allora all'opposizione, mi riuscì di far approdare in aula.
Una legge - le chiamiamo "leggine", termine brutto, poiché le leggi hanno tutte pari dignità, anche quelle di breve contenuto - che estendeva la competenza del Difensore Civico avverso le doglianze dei cittadini nei confronti degli organi amministrativi del Servizio sanitario e delle Unità sanitarie locali.
Mi risulta, peraltro, anche attraverso le relazioni di tutti questi anni, che di questa facoltà il Difensore Civico si sia avvalso raramente e che non ci siano state in concreto segnalazioni di queste doglianze.
Evidentemente, in quella fattispecie aveva già preso mano il Tribunale dei malati, con la dovuta e necessaria (dal suo punto di vista) pubblicizzazione della propria funzione; talché ci si rivolge più facilmente agli organi competenti, tra virgolette, del Tribunale dei malati anziché al Difensore Civico.
A parte le competenze aumentate sensibilmente, come accennato e come noto, il motivo principale per cui non ci sono state prese di posizione dei vari cittadini (anche se dall'inizio del mandato del dott. Brunetti ci sono stati ben 2.000 casi di accesso al suo ufficio, sembrerebbe non ci sia molto interesse, in generale, da parte dei nostri amministrati) è dovuto alla mancanza della dovuta e precisa pubblicità dell'istituto.
Al riguardo, devo ricordare, per avere un "aggancio" normativo, che l'art. 9 della Legge istitutiva prevede peraltro che "l'Amministrazione regionale deve informare la collettività attraverso gli strumenti a propria disposizione".
Tuttavia, non mi risulta che attraverso le pubblicazioni di provenienza della Regione, dell'Ufficio di Presidenza o della Giunta siano stati pubblicizzati - nel senso di far conoscere ai cittadini del Piemonte, ai nostri amministrati - funzioni, limiti e competenze del Difensore Civico.
Pubblicità che penso dovrebbe essere iniziativa - e la sollecito dell'Ufficio di Presidenza.
Mi pare di aver fatto una sufficiente carrellata su tutte le questioni al riguardo, il collega Capogruppo Ghiglia mi suggerisce di dedicare una pagina di Notizie Regione (ad ogni uscita) al Difensore Civico, alle funzioni che ha svolto e soprattutto alle funzioni che potrebbe svolgere.
A proposito dell'accesso dei cittadini al suo ufficio - accesso tra l'altro numeroso, come dichiarato dal dott. Brunetti - sono convinto che fra le tante proposte prospettate dal Difensore civico nella sua relazione meriti attenzione quella di rendere la sua funzione "itinerante": periodicamente, almeno una volta al mese, dopo averne pubblicizzato l'arrivo, egli dovrebbe potersi recare presso ciascun capoluogo di Provincia - nella sede dell'Amministrazione provinciale o altro - per ricevere i cittadini che intendono muovere doglianze o prospettare loro problemi nei confronti dell'Amministrazione regionale.
Altra questione che mi pare meritevole di essere considerata è l'istituzione, naturalmente attraverso una legge, di un vicario del Difensore Civico - così come, d'altro canto, dispongono i Direttori generali di cui alla nuova e recente legge sul personale. Figura che potrebbe sostituirlo in caso di impedimento o di più che legittima assenza per ferie; ma, soprattutto, per far sì che non possa accadere che, per qualunque tipo di impedimento del Difensore Civico, l'ufficio rimanga - per così dire - "decapitato".
Anche la legge in itinere, che amplierà sensibilmente le competenze dovrà porsi il problema di una diversa e più incisiva dotazione di personale all'interno dell'ufficio.
So che attualmente il personale è sensibilmente aumentato rispetto alla situazione preesistente alla nomina del dott. Brunetti, ma ritengo che anche soltanto per i nuovi compiti "scaraventati" sul Difensore Civico dalle leggi Bassanini, il personale in carico all'ufficio sia ancora modesto, soprattutto se commisurato, come ha segnalato il Difensore Civico più volte, a quello della Valle d'Aosta e a quello della Lombardia.
La mia proposta non intende creare attorno al Difensore Civico una pletora di dipendenti comodamente seduti sulle loro poltrone, ma è finalizzata alla necessità di offrire decisioni rapide alle doglianze segnalazioni e istanze mosse al Difensore Civico.
Ho improvvisato questa rapida carrellata dopo aver sentito la relazione del Difensore Civico, che penso meriti una particolare attenzione.
Concludo chiedendo all'Ufficio di Presidenza, e segnatamente al suo Presidente, una maggiore attenzione verso questo istituto, in particolare sotto il profilo della sua pubblicizzazione erga omnes attraverso - come è stato suggerito - la rivista Notizie della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Sicuramente si farà tesoro di questa indicazione.
Ricordo che, al fine di far meglio conoscere l'istituto del Difensore civico, come Consiglio abbiamo pubblicato un volumetto, distribuito nei mesi scorsi.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, volevo anch'io, a nome del mio Gruppo, ringraziare il Difensore Civico per l'attività svolta in questi anni. Penso però che il miglior ringraziamento non possa che essere la risposta operativa e tempestiva alle giuste richieste che il Difensore Civico ci ha rappresentato.
Ho ascoltato con molto interesse la relazione testé svolta e con attenzione ho seguito anche le relazioni presentate negli anni passati.
Mi spiace che, come Consiglio regionale, non abbiamo potuto, anno per anno, fermarci a discutere sui vari problemi. Duemila casi istruiti, 2.000 cittadini o Enti che in questi ultimi anni hanno dovuto rivolgersi al Difensore Civico per il riconoscimento dei propri diritti. E, questo nonostante il fatto che molti cittadini non sappiano ancora di potersi rivolgere al Difensore Civico, perché, nonostante gli sforzi fatti, manca ancora un'informazione capillare.
Il Difensore Civico cosa fa? Lo ha detto il dott. Brunetti: affronta il problema, chiede informazioni, rappresenta la soluzione: il 90% dei casi è stato risolto positivamente.
Il maggior numero di interventi li ha registrati nei confronti della Prefettura, dell'ANAS, del Provveditorato agli studi, dell'INPS e dell'INAIL.
Questo ci fa riflettere. Se il 90% dei casi è stato risolto positivamente, ci si domanda se per i restanti casi i cittadini sapevano di potersi rivolgere al Difensore civico.
Chiederei all'amministrazione pubblica una maggiore attenzione alle esigenze dei cittadini. Se è vero, ed è vero, che il 90% dei casi è stato risolto, una riflessione approfondita merita di essere fatta.
Dobbiamo partire dal caso singolo per capire le difficoltà di applicazione di una legge nazionale o regionale che sia, e quindi correggerla. Dobbiamo partire dal singolo caso per capire le storture, le sovrapposizioni e l'invadente burocrazia che "disturba" il cittadino: la politica deve dare risposte precise. La politica deve dare risultati tangibili per i cittadini; di conseguenza, dobbiamo dimostrare una maggiore capacità di ascolto.
Sono favorevole alla proposta del Consigliere Majorino, su suggerimento del Capogruppo Ghiglia, di dedicare un inserto del nostro periodico "Notizie della Regione Piemonte", sul Difensore civico. Inserto che potrebbe spiegare i compiti del Difensore Civico e analizzare alcuni casi questo potrebbe aiutare chi di dovere a conoscere più in fretta i problemi e più in fretta a risolverli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, innanzitutto ringrazio il Difensore civico a nome degli anziani, categoria che rappresento. Forse più di tutti gli anziani si rivolgono al Difensore civico per avere il riconoscimento dei loro diritti.
L'art. 2 della legge di istituzione del Difensore civico recita che il Difensore civico ha il compito di tutelare il cittadino nell'ottenere dall'amministrazione regionale - personalmente, ritengo da tutte le amministrazioni - quanto gli spetta di diritto. Quindi, la burocrazia che certe volte affossa i diritti dei cittadini viene combattuta dal Difensore civico. Difensore civico che ha operato in questi anni con grande abilità e capacità; Difensore civico che chiede il potenziamento delle sue strutture che chiede il potenziamento delle sue possibilità di intervento. I 2000 casi risolti, secondo me, sono pochi, perché in Piemonte molti più cittadini potrebbero rivolgersi a questi uffici se conoscessero l'esistenza di questa figura.
Pertanto noi, Consiglio regionale, dobbiamo garantire la necessità di questo ufficio, affinché venga data al Difensore civico la possibilità di poter maggiormente operare e, di conseguenza, porsi maggiormente al servizio della popolazione piemontese. Vi sono infatti ancora molti casi importanti o meno, di persone che si rivolgono a questi uffici per il riconoscimento di un diritto che la pubblica amministrazione non riconosce loro.
Come Partito che rappresenta gli anziani, crediamo che questi Uffici in ogni parte della regione, debbano avere la possibilità di operare maggiormente e di intervenire.
Chiedo al Consiglio una verifica della legge che prevede di aumentare le possibilità di intervento del Difensore civico, che venga posto al suo servizio maggior personale, che venga istituito un Vicario e che venga affidata all'ufficio una funzione maggiore di quella attuale.
Concludendo questo mio breve intervento, voglio nuovamente ringraziare il dott. Brunetti per il lavoro svolto, sperando che possa continuare con spirito di abnegazione e sacrificio, come ha fatto fino ad oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, affinché alcuni uffici e alcune funzioni possano progredire, occorre che le istituzioni credano fortemente negli uffici stessi e nelle funzioni che svolgono. Dico questo perché il Difensore Civico, il dott. Brunetti, che negli ultimi anni ha svolto questa funzione, ha fatto miracoli, a mio modo di vedere, rispetto alle strutture a disposizione - e di questo lo ringrazio.
Ringrazio il dottor Brunetti soprattutto perché lo ha fatto in silenzio e in termini positivi, con la modestia di chi opera tutti i giorni.
Il Difensore civico svolge funzioni importantissime che, oltretutto fanno risparmiare ai cittadini, alla comunità, un sacco di quattrini in avvocati.
Come istituzione regionale, da un lato dobbiamo avere il coraggio di un'informazione capillare sui compiti del Difensore civico, d'altro dobbiamo dotarlo di tutte le strutture affinché possa sopperire alla "valanga" di richieste che potrebbero pervenire.
Mi rendo conto che quanto dirò sarà un pochino dirompente dal punto di vista anche economico. Se credessimo veramente nella figura del Difensore civico regionale, dovremmo prevedere degli uffici decentrati, almeno uno per ogni provincia. E' chiaro che per fare questo occorrono strutture personale, molti collaboratori. Il Difensore civico è una funzione che potrebbe essere svolta dai funzionari che a lui fanno riferimento.
In questa direzione sarebbe utile attivare uno sportello informativo per conoscere quanto avviene nella Regione Piemonte. Lo sapete, colleghi che per gli stessi Consiglieri regionali è difficile sapere a che punto sia una pratica? E' difficilissimo conoscere l'iter di una pratica anche per chi, per tutto il giorno, si occupa di questi problemi. Sono certo che molto spesso è difficile sapere a che punto sia una pratica anche per gli stessi Assessori. Se, quando parliamo d'informazione, la smettessimo di promuovere soltanto gli aspetti propagandistici tangibili! E non lo dico in termini deleteri! Noi oggi ragioniamo per slogan. Slogan come: "Piemonte, Regione europea". Bello. D'impatto. Con degli enormi significati. Ma lo slogan "Piemonte Regione europea" deve calarsi e tradursi nella realtà, in aspetti concreti! Una Regione europea deve prevedere la tutela dei suoi cittadini da parte del Difensore civico. E il Difensore civico, in una Regione europea, deve poter aumentare le sue strutture e trasformarsi in Difensore civico provinciale, o coordinarsi con gli altri Difensori civici. Il nuovo ruolo del Difensore civico regionale potrebbe essere quello di coordinatore dei Difensori civici presenti nei diversi Comuni e nelle Province. Il Difensore civico potrebbe coordinare il lavoro degli altri, avere una sua banca dati ... Non conosco la paternità dell'ordine del giorno che propone l'istituzione di una banca dati, ma condivido la proposta.
Il Difensore civico potrebbe addirittura essere colui che, coordinando i lavori, assume dei dati tali per cui le proprie iniziative possano diventare quasi sentenze d'uso per la comunità piemontese.
Chiudo questo mio breve intervento dicendo che, in vero, riconosco che da ieri ad oggi, per quanto riguarda la figura e le funzioni del Difensore civico, sono stati compiuti passi avanti. Ricordiamo le condizioni in cui il Difensore civico, nella scorsa legislatura, si trovava ad operare. Ma io credo che non ci si debba fermare qui. Dobbiamo proiettarci in avanti per dare maggiori possibilità al Difensore civico di svolgere il suo lavoro: un lavoro estremamente prezioso per la comunità regionale piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano, che interviene in qualità di Consigliere.



PEANO Piergiorgio

Presidente, intervengo non solo in qualità di Consigliere ma anche in quanto membro dell'Ufficio di Presidenza. Per questo penso di dover rivolgere prima di tutto a me stesso l'intervento che farò, rendendomi responsabile di quanto intercorso in tutti questi mesi tra il Consiglio regionale, l'Ufficio di Presidenza e il Difensore civico.
Sentiamo, in primo luogo, la necessità di capire, oggi, quale sia la figura del Difensore civico nella nostra Regione. Per cominciare, credo che dovremmo inquadrare questa figura all'interno di due grandi innovazioni avvenute in questi anni nei nostri ordinamenti. La prima è, appunto l'istituzione del Difensore civico - che anche noi abbiamo istituito nella nostra Regione - e, la seconda, quella del Giudice di pace. L'istituzione di queste due nuove figure è stato un grande momento: sono due grandi istituzioni che hanno dato una nuova realtà al territorio locale e tratti nuovi ai rapporti fra i cittadini e la Pubblica amministrazione. E' anche attraverso esse che il rapporto tra i cittadini e la Pubblica amministrazione è cambiato notevolmente.
Come si sa, a tutto ha contribuito anche la legge n. 241/90, che ha prodotto ulteriori e nuove normative per la pubblicità degli atti e così via.
Mi sento però in dovere di dire a me stesso, all'Ufficio di Presidenza e anche alla stessa Giunta, che è mancata, in questi anni, la volontà, da parte di tutti, di prenderci carico del rapporto del Difensore civico con la Pubblica amministrazione. Non ci siamo presi carico della figura che è l'anello di congiunzione tra il territorio, la gente e i problemi della gente con la PA e, quindi, di noi stessi.
Penso quindi sia mancato un dibattito vero, l'attenzione in tempo reale ai problemi del nostro territorio regionale. Forse ciò è avvenuto per l'incapacità di affrontare un simile dibattito ma, forse, anche per timore per la paura che un dibattito mettesse in evidenza le ragioni oscure e le carenze del territorio nostro, le carenze nei rapporti della Giunta e delle singole amministrazioni.
Credo sia importante che il dibattito di oggi assuma questa nuova capacità, che tutti quanti noi - Consiglio regionale compreso - rivediamo la funzione del Difensore civico nel nostro territorio per metterla in luce in tutte le sue capacità e, perché no, in tutti i suoi limiti.
Si è accennato ad un nuovo ruolo del Difensore civico. Qualcuno ha parlato di un Difensore civico "itinerante" nelle nostre Province. Potremmo addirittura pensare ad un rapporto convenzionale del Difensore civico regionale con le nostre realtà locali, con gli Enti locali, perché diventi di aiuto e supporto anche ai nostri territori più lontani.
Ho sentito che il Dr. Brunetti intende lasciare il suo incarico a fine anno. Probabilmente questo Consiglio regionale, la sua Giunta e la maggioranza troveranno un'altra persona che lo sostituisca. Solo a fatica però, troveremo altre persone che abbiano la sua professionalità e capacità e, soprattutto, la sua serietà, dimostrata nel modo con cui, in questi anni, ha affrontato i temi propostigli.



PEANO Piergiorgio

MAJORINO Gaetano (fuori microfono)



PEANO Piergiorgio

Gli impediremo di lasciare il suo incarico!



PEANO Piergiorgio

Gli impediremo di lasciare l'incarico! Collega Majorino, ti ringrazio per questo tuo intervento brevissimo all'interno del mio. Se tutti faremo in modo che il Dr. Brunetti non ci lasci, daremo ulteriore vigore a questa figura e a quest'istituto all'interno della nostra Regione.
Cosa possiamo fare, collega Majorino, perché il Dr. Brunetti non ci lasci? Due cose. Intanto, rivedere la L. 51/97 laddove istituisce il personale in organico per il Difensore civico. In tal modo consentiremo al Difensore civico di avere il personale in organico necessario per svolgere le sue mansioni con competenza e capacità. Oggi il nostro Difensore civico ha posto delle questioni importanti, quali la necessità d'istituire un osservatorio e una banca dati. Sono cose che non ha potuto fare, in questi anni, proprio per mancanza di personale.
Il nostro modo più appropriato per ringraziarlo sarebbe consentirgli di restare ancora e dargli quel personale di cui ha bisogno per lavorare al meglio. Ripeto: credo sia questo il modo migliore per ringraziarlo.
Presidente del Consiglio, credo che nel prossimo Ufficio di Presidenza che terremo dopo l'ordine del giorno e il Consiglio di oggi, chieder all'Ufficio di Presidenza di proporre un atto deliberativo all'Ufficio di Presidenza stesso e al Consiglio con cui si doti di organico sufficiente l'Ufficio del Difensore civico, assecondando le richieste numeriche che il Difensore ci farà.
Concludendo, Presidente, vorrei ringraziare tutti per gli interventi fatti perché ci sono stati da stimolo. Ci mettono in difficoltà, è vero, ma ci stimolano. Ci stimolano perché l'istituzione del Difensore civico è ormai una realtà nel nostro Piemonte. Essa deve però acquisire un ruolo ancora più importante e di maggior difesa dei cittadini e dell'amministrazione stessa. Penso sia indispensabile dare, finalmente, un ruolo giusto ed effettivo al nostro Difensore civico.
Non credo ci sia più, oggi, alcuna ragione per tenerlo in zona "limits". In "zona Cesarini" non si conclude più nulla: occorre cominciare una partita a tutto campo, che consenta al Difensore di svolgere al meglio il ruolo a cui è chiamato e a noi di proporci come il miglior Consiglio regionale, trasparente nei confronti dei suoi cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, dopo mesi d'insistenza in ogni sede competente, affinché il Consiglio regionale discutesse le relazioni del Difensore Civico (non si tratta di "una" relazione, ma di relazioni di parecchi anni), finalmente oggi ne discutiamo.
Come mai con un ritardo così grande e con questa fatica? E' una riflessione critica che spetta a tutti noi e che non porta ad un giudizio positivo riguardo al ruolo che il Consiglio regionale ha svolto nei confronti di questa istituzione. Probabilmente, il Difensore Civico ha incontrato maggiori difficoltà ad avere rapporti con il Consiglio regionale (che l'ha nominato), di quante forse ne abbia trovate nei casi più difficili che ha affrontato, rivolgendosi ad altri Enti od altre Amministrazioni.
E' una situazione paradossale, che non fa certo onore a questo Consiglio; comunque, alla fine, ci siamo arrivati.
La prima valutazione che esprime il Gruppo dei Comunisti Italiani concerne il merito dell'attività svolta in questi anni.
Il Difensore Civico ha citato casi sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo: 500 interventi in quest'anno, 2000 interventi dall'inizio della sua responsabilità, la massima parte di questi con esito positivo. Ci troviamo allora di fronte - e questa non è una valutazione impropria, ma direi molto pertinente - ad un'attività svolta con ricchezza di impegno (niente ferie, Ufficio sempre aperto) e con una ricca messe di risultati positivi: i cittadini, forse in presenza di un tipo di attività così solerte e capace, credono sempre più nell'Ufficio del Difensore Civico presso il quale si rivolgono in modo crescente e con crescente fiducia, per risolvere i loro problemi, sapendo che in questi anni è cresciuta la capacità di intervento, di chiedere, di informarsi.
Bene ha fatto, secondo me, il Difensore Civico, a non dire "no" a richieste che forse sono andate un po' oltre le sue competenze e responsabilità, perché quella del Difensore Civico è un'attività nella quale i cittadini devono trovare un interessamento; può essere un interessamento non conclusivo, può essere semplicemente un interessamento che va a concorso di responsabilità che non si possono neppure richiamare.
Da questo punto di vista, la proposta di dotare di una banca dati riguardo ai criteri, i luoghi, le forme, l'organizzazione della difesa civica è una proposta giusta, che proviene dallo stesso Difensore Civico che può rendere più pertinente, più snello, meno farraginoso ed onnicomprensivo di problemi il proprio lavoro.
Così pure il problema del personale, che doveva essere risolto parecchio tempo fa; da circa un anno sono a conoscenza di queste esigenze ed è da un anno che non si riesce a parlarne. La struttura del personale consegnato al Difensore Civico è qualitativamente buona - anche qui dopo un certo periodo di tempo - ma quantitativamente insufficiente se pensiamo alla citazione fatta del livello del personale in Regione Lombardia (15 unità rispetto alle nostre 3 unità, più 3 persone a tempo determinato).
Questo è stato uno dei momenti di maggiore sofferenza nell'attività del Difensore Civico, sia interna, nel senso che non si riusciva a far fronte a tutte le necessità, sia verso il Consiglio regionale, che di fronte a questo problema si è attardato parecchio.
Un'altra proposta, che denota vivacità di attività ed attenzione - che portano a chiedere da parte del nostro Gruppo che questo tipo di responsabilità in capo al Difensore Civico continui - è quella di dare conferire possibilità organizzativa al Difensore Civico, nei momenti, nei tempi e nei luoghi che egli ritiene, di avvicinarsi di più all'utente, e quindi di poter svolgere nelle cadenze che crede (possono essere mensili o più ravvicinate o allungate nel tempo) la propria funzione vicino all'utenza, ad esempio nei capoluoghi di provincia, dove maggiori sono le richieste di intervento.
L'ordine del giorno che ho sottoscritto comprende seguenti elementi: innanzitutto, la valutazione positiva del lavoro svolto, una banca dati personale degli Uffici, il congedo, che deve essere previsto (faccio ammenda perché questa situazione non è stata considerata sin da tempi lontani), le sedi distaccate ed i problemi di potere di intervento. Questi ultimi, probabilmente, saranno contenuti in una legge nazionale, che faranno di questa istituzione un Ufficio che merita l'attenzione che non gli è stata prestata.
Nell'ordine del giorno si potrebbe stabilire che, d'ora innanzi, le relazioni del Difensore Civico siano esaminate dal Consiglio, a norma di legge, non come impegno burocratico, ma come impegno solenne di utilità reciproca, di dovere istituzionale, nonché anche di qualità del nostro impegno. Dobbiamo impegnarci tutti a non comportarci più come abbiamo fatto sino ad oggi e a svolgere un dibattito alla scadenza di ogni relazione.
Quello del Difensore Civico può essere uno di quei servizi che tornano a ricostruire tra i cittadini e lo Stato, i cittadini e chi governa, il rapporto gravemente incrinato in questi ultimi anni anno.
Il Difensore Civico è una cerniera di democrazia matura, decisiva. Non sottovalutiamo questo tema e diamo al Difensore Civico, che spero possa continuare nel proprio impegno, tutti gli strumenti che sono stati richiesti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, discutiamo oggi, con un ritardo che si commenta da sé, la relazione del Difensore Civico. Come Gruppo consiliare ci uniamo ai ringraziamenti che ho già sentito fare da altri Gruppi consiliari, in ordine all'attività certamente intensa e qualificata svolta in questi anni dall'attuale Difensore Civico.
Discutere la relazione significa, per un Consiglio regionale, non soltanto approfondire i casi che eventualmente sono stati segnalati e a cui è stato dato un particolare rilievo, ma anche affrontare le forme e le strade possibili per cercare di fare qualche passo avanti in questo istituto.
Ho letto la relazione di apertura e il suo primo approccio è assolutamente condivisibile, laddove si dice che, affrontando il dibattito sul Difensore Civico, occorre farlo nel contesto delle grandi riforme della Pubblica Amministrazione. Indubbiamente, si tratta di un elemento di riflessione dovuto rispetto ad un istituto che in questi anni, a nostro avviso, è vissuto fondamentalmente della qualificazione quasi personale dei soggetti che sono stati chiamati a svolgere la funzione di Difensore Civico.
Non voglio citare, per normale riguardo, la funzione così autorevolmente svolta in questi ultimi anni; voglio ricordare che dalla sua istituzione - rammento a tutti, per esempio, la funzione svolta dal dott.
De Martino - è stata caratterizzata da forti personalità, da tutti riconosciuta.
Dobbiamo dunque guardare in faccia la realtà e ammettere che, fino a questo momento, questo istituto è stato sostanzialmente qualificato dalle persone estremamente autorevoli che ne hanno svolto la funzione.
Non esiste un deficit di informazione dal punto di vista oggettivo: il Presidente Deorsola mi illustrava un libretto - che ho guardato e letto della collana-tascabili di Palazzo Lascaris che indubbiamente pubblicizza la funzione del Difensore civico, ne pubblicizza le finalità e la legge che lo prevede, dà delle informative anche molto operative. Teoricamente, i comuni cittadini, gli Enti, ecc. sono messi nella condizione di essere informati.
Quello che manca, a nostro avviso, è la cultura del rivolgersi al Difensore Civico e, soprattutto, la cultura dell'autorevolezza dell'intervento. Intervento autorevole - ripeto - per le persone che lo hanno messo in piedi e ne danno vita, anche se quest'istituto viene ancora un po' troppo vissuto come l'"avvocato dei poveri" o l'avvocato delle situazioni più marginali.
Deficit che devono essere colmati attraverso due strade: una di carattere culturale; l'altra, probabilmente, può e deve essere un'integrazione di quanto oggi previsto dalla normativa, sia a livello nazionale sia a livello locale.
Si sono susseguiti, in questi anni, Difensori Civici, della Regione Piemonte, poi delle Province e poi ancora dei Comuni: persone sempre molto autorevoli, ma è la funzione stessa che rischia di segnare un pochino il passo, anche perché ad essa, nella sostanza, non è collegato alcun potere sanzionatorio.
La legge istitutiva, quando passa alla definizione dei compiti del Difensore Civico, esprime chiaramente questi obiettivi: "... compito è quello di tutelare il cittadino nell'ottenere dall'Amministrazione regionale quanto gli spetta di diritto". Dopodiché si apre tutta una serie di articoli, in particolare l'art. 4, che mettono in evidenza le modalità e le procedure d'intervento; dal combinato disposto dei commi dell'art. 4 si evince con assoluta certezza che si tratta di compiti, procedure e modalità di intervento collegate alla buona volontà non solo del Difensore Civico ma anche da parte dei funzionari.
Ad un certo punto, infatti, si dice: "Il Difensore Civico, qualora nell'esercizio delle proprie funzioni istituzionali rilevi o abbia notizia che nell'operato di altre Amministrazioni, relativamente all'esercizio di deleghe regionali, si verificano anomalie o disfunzioni, ne riferisce al Consiglio regionale".
Si tratta dunque di un'attività nel quale il Difensore Civico viene messo a conoscenza di situazioni che possono vantare dei diritti; ne informa i funzionari, rispetto ai quali ha sì una corsia preferenziale, ma poi viene a mancare la parte "sanzionatoria" (non mi viene in mente altro termine).
Alla fine, se non succede niente, cosa capita? Probabilmente, tutto resta agli atti, e basta.
Questo è il problema. Bisognerebbe, a nostro avviso, sia nel provvedimento di carattere nazionale che dovrà essere messo a punto sia poi, nel conseguente recepimento o addirittura inasprimento del nostro testo di legge, prevedere qualche elemento sanzionatorio (mi viene da dire così, ma probabilmente non è sanzionatorio, ma cogenza), oggi un po' carente. In realtà, per come l'istituto del Difensore Civico è costruito oggi, ritengo faccia già miracoli.
Tale istituto, infatti, è da un lato collegato a figure estremamente autorevoli, di grande disponibilità, professionalità e competenza, delle quali abbiamo avuto la fortuna, come Consiglio regionale del Piemonte, di poterci avvalere; per contro, la dotazione di organici, di uffici, ecc., è relativamente recente.
Come Gruppo consiliare, siamo stati coinquilini di una realtà esasperata che più volte avevo richiamato ai colleghi di quest'aula. Il nostro Gruppo consiliare, infatti, abitava là dove abitava il Difensore Civico, in una situazione di assoluta inadeguatezza.
Recentemente c'è stato un miglioramento della situazione ambientale e quindi degli uffici; potrebbe essere necessario più personale, però mi sembra che tutto sia relativo, non tanto alle funzioni - chiare ed estremamente utili in una società civile - ma alla norma, che dovrebbe essere migliorata per quanto riguarda gli aspetti della cogenza dei provvedimenti indicati.
Ricordo - sempre per "non" citare l'operato del dott. Brunetti, che è qui e che io ringrazio insieme al mio Gruppo in maniera particolarissima che il dott. De Martino, su una determinata fattispecie, si impuntò. Due anni durante i quali non era riuscito a risolvere il problema, venne da me nella qualità di Presidente del Consiglio regionale, dicendo: "Non riesco più a reggere la figura che stiamo facendo come Ente: mi si dà ragione in tutte le sedi, ma poi non c'è l'atto operativo conseguente".
Probabilmente, il grosso dei problemi dell'istituto del Difensore Civico potrà essere affrontato con una modificazione di natura legislativa che comporterà di per sé una modificazione di natura culturale; mi sembra infatti, che le due cose siano molto collegate.
Se non passiamo di lì, noi possiamo parlare del Difensore Civico come istituto europeo a tutela delle situazioni più deboli, perché - anzi - se avesse più cogenza potrebbe essere collegato ad altri soggetti, che potrebbero attivare la funzione di Difensore Civico: Comitati, Comuni, e tutta la serie di organismi, anche plurimi, che potrebbero avvalersi di questa funzione.
Modificare in questa direzione l'istituto del Difensore civico - che tutto sommato è in un certo senso ai primi passi anche se sono già passati molti anni - facendo lievitare nella Pubblica Amministrazione questo livello di intervento, sarebbe cosa molto importante. Qualora lievitassero anche i compiti di natura legislativa, il numero delle persone addette a coadiuvare il Difensore Civico dovrebbe ulteriormente essere incrementato rispetto a quanto indispensabile già oggi. Duemila casi possono essere tanti o possono essere pochi: dipende dall'angolatura con la quale li si vede.
Duemila casi, nell'attuale situazione, con il personale che sappiamo con il livello di problematiche rilevato, a nostro avviso sono davvero molti. La questione che ci si pone di fronte è come non rendere quello del Difensore Civico un intervento senza ritorno dal punto di vista della cogenza; se vi fosse il dovuto livello di cogenza, probabilmente anche la selezione dell'intervento che lo stesso Difensore Civico deve fare sarebbe molto più elevata. Probabilmente gli interventi sarebbero meno di duemila anche con maggiori competenze - ma altrettanto probabilmente si arriverebbe ad un effettivo risultato.
Concludo ringraziando il dott. Brunetti per la funzione svolta. Il Consiglio regionale ha trattato la questione con notevole ritardo, ma, per onestà, devo dire che anche nella passata legislatura trattammo le relazioni del Difensore Civico con qualche ritardo. Ricordo che lo stesso dott. De Martino ci sollecitò più volte ad entrare nel merito delle questioni.
Da allora, dei passi in avanti sono stati mossi: è stata redatta una legge, sono state affidate strutture, ma anche compiti ulteriori: l'istituto deve lievitare attraverso una più forte previsione di natura legislativa.
Abbiamo avuto, paradossalmente, le persone migliori a fronte di un provvedimento legislativo che deve ancora maturare e dai contenuti ancora troppo deboli: questo, naturalmente, nell'interesse della collettività.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al collega Moro, che l'ha richiesta, credo, con il consenso di tutti i firmatari, di poter apportare una correzione all'ordine del giorno consegnato all'Ufficio di Presidenza. Alla lettera c) sostituire le parole: "supplente anche in caso di temporaneo impedimento" con le parole: "vicario a tutti gli effetti di legge": è una correzione di tipo meramente formale.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

E' in discussione la figura del Difensore Civico del Piemonte e la relazione alla Pubblica Amministrazione per gli anni '96, '97 e '98, con forte ritardo rispetto ai tempi. E' comunque positivo che se ne discuta oggi.
Un'ottima relazione, quella sentita dallo stesso Difensore, il quale ha illustrato le proprie attività e le intenzioni future per quanto riguarda il Piemonte.
La sintesi degli interventi svolti e le problematiche sollevate dimostrano la sua grande capacità giuridica ed il suo delicato lavoro.
Per quanto riguarda le inadempienze dei Comuni verso i cittadini, a volte anche gravi, si vede nella figura del Difensore Civico un grande amico, anche se si tratta di figura ancora oggi in Piemonte poco conosciuta.
I duemila casi citati di risoluzioni di controversie dovute ad errori della Pubblica Amministrazione dimostrano l'importanza di questa figura che - ripeto - è ancora sconosciuta nella totalità del Piemonte.
La legge regionale istitutiva è importante anche se andrebbe ulteriormente migliorata; occorre, come Regione Piemonte, dare pubblicità alla figura del Difensore civico; occorre entrare nelle scuole, sui luoghi di lavoro, nella società tutta per illustrarne e comunicarne l'esistenza.
Come Gruppo di Rifondazione Comunista riteniamo vi sia la necessità di potenziare questa figura giuridica, con l'ausilio di banche-dati aggiornate e precise, e con un organico di personale adeguato per mettere l'ufficio in condizioni di poter svolgere la propria attività, anche se - ripeto - è ancor più importante che una figura così rilevante venga pubblicizzata e divulgata nella società piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, quello di oggi è un dibattito importante per le caratteristiche di democrazia della nostra istituzione.
Se fossimo in un'istituzione privata, vi sarebbero gli istituti dell'autocontrollo a garantire il costante perseguimento del fine dell'impresa, attraverso tutti gli atti e tutti i comportamenti che si svolgono all'interno della medesima.
Ho fatto questo riferimento, che non vuole essere irriverente, per ricordare che la nostra è un'azienda di erogazione - così la definizione giuridica. Considerandola da questo punto di vista, essa deve avvalersi di una situazione di autocontrollo e di perfetta e immediata registrazione dei propri atti, al fine di garantire rispetto delle leggi, tutela dei cittadini, sicurezza democratica, sicurezza istituzionale e processo di crescita complessiva (morale, etica, sociale) della comunità.
In pratica, l'istituto del Difensore Civico - anche questo non è limitativo - è un organo, dal punto di vista della funzione, non interno alla Regione, ma interno all'istituto complessivo dell'Ente Regione, che dovrebbe presidiare costantemente il comportamento degli atti in funzione della finalità superiore alla quale gli atti sono preordinati.
Naturalmente si tratta di un'istituzione per certi versi preesistente alle ragioni stesse di un Ente pubblico e, per altri versi, mutuabile dalle istituzioni private. Guai se in un'istituzione privata non ci fosse un'automatica registrazione dei comportamenti: non funzionerebbe niente.
L'Ente pubblico può invece continuare ad esistere anche in mancanza di un meccanismo di autoregolamentazione: l'istituto del Difensore Civico è privo di poteri cogenti.
Vorrei poi capire meglio - ma è una carenza mia, della quale mi scuso col dott. Brunetti - qualche passaggio della relazione che mi ha ingenerato un po' di incertezza, relativamente ai poteri sostitutivi nei confronti degli Enti minori che il Difensore Civico esercita per conto dell'Amministrazione, e a quanto questo istituto venga utilizzato.
In questo momento, però, mi interessa maggiormente la figura del Difensore civico all'interno dell'Ente regionale; un'istituzione capace, in tempo reale, di rimettere a posto processi deviati o devianti, quelli che evidentemente, rivelano un grosso delta tra i comportamenti e le finalità superiori alle quali dovrebbero essere finalizzati.
L'affermazione di un istituto quale quello del Difensore Civico deriva essenzialmente dai poteri conferiti - pochi -, dal prestigio - elevato, sia per le persone sia per il riconoscimento all'istituzione dall'organizzazione - modesta.
Presidente Deorsola, lei si è dimostrato sollecito nel proporre al Consiglio l'inadempienza conseguente al ritardo con il quale stiamo esaminando la relazione del Difensore Civico. Quest'ultima riporta, per non cito mai la Regione Lombardia come esempio, per l'amor di Dio!, non sarebbe significativo neanche dal punto di vista politico - che il Difensore Civico della Lombardia dispone pur sempre di un ufficio di 15 persone, mentre noi ne abbiamo 4 più "qualcosa" part-time; si tratta di fatti alla portata della Presidenza: sono atti organizzativi, il Consiglio se non per l'anomalia, non dovrebbe neppure discutere questi argomenti.
Inoltre c'è il problema del riconoscimento della funzione che ne definisce l'efficacia. Una cosa è il prestigio, altra è il riconoscimento condizionato dal fatto che consideriamo quest'istituto un po' alla stregua del potere giudiziario. Ente per sua natura distante, certe volte ostile al quale si accede con un atteggiamento passivo o di conflitto.
Infine vi è il problema dell'influenza sugli atti dell'amministrazione.
La collega Spagnuolo ha fatto un richiamo molto opportuno - lei conosce molto bene la materia per averla trattata nella sua precedente funzione di Presidente del Consiglio - io aggiungerei il fatto che non intravedo nella nostra organizzazione il fatto di trattare la materia non come questione da porre in termini di pura opportunità e rivendicazione nei confronti del livello centrale, ma come questione da conquistare all'interno dell'autonomia statutaria della Regione.
Non si incide, infatti, con il potere giudiziario; è un elemento di autoregolamentazione e di immediata rimessa a punto dei comportamenti dell'amministrazione, laddove essi risultino deviati.
Altra cosa è l'attività ad acta nei confronti delle altre amministrazioni; questa può essere derivante, si tratterà poi di capire chi ha autonomia gerarchica nei confronti degli Enti locali.
Nel provvedimento governativo - non so a che punto sia, credo sia stato presentato - e in tutte le proposte di legge (ve n'è una di Alleanza nazionale, ve n'è una nostra alla quale abbiamo lavorato con coscienza e responsabilità) si prevede l'autonomia statutaria per la Regione e la totale autonomia nell'organizzazione dei processi di governo e di controllo interni all'amministrazione.
Se a questo sommiamo l'autorevolezza riconosciuta alle persone - il trascorso, la provenienza, i ruoli, l'esperienza, la capacità di comunicare in termini giuridici, la conoscenza dei processi legislativi, collegata ad una maggiore autonomia, capacità e potestà decisionale della Regione - si potrebbe giungere - speriamo nella prossima legislatura, purtroppo questo processo di riorganizzazione istituzionale subisce un rallentamento che non sto qui a commentare - ad avere presso di noi un ente di autoregolamentazione, mutuabile dalla storia, dal buonsenso dall'ordinamento istituzionale nel suo insieme. E mutuabile perfino dai severi comportamenti dei privati che hanno bisogno, in tempo reale, di riprecisare e di tarare i loro comportamenti sulla base della finalità unica dell'azienda di erogazione: tale, infatti, può essere considerata la Regione.
Concludo il mio intervento ringraziando sentitamente il dott. Brunetti: proseguendo autorevolmente l'attività dei suoi predecessori, ha dato prestigio a questo istituto e ne ha testimoniato, in via preventiva rispetto ad una sua maggiore influenza e maggiore spazio organizzativo l'efficacia, l'efficienza e l'autorevolezza. A noi compete recitare un "mea culpa", la responsabilità collettiva di non essere ricorsi in precedenza a questa riflessione. L'avessimo fatto nel corso della legislatura avremmo potuto correggere alcuni elementi - forse siamo ancora in tempo - in modo particolare la dotazione dell'ufficio e anche "l'attrezzatura" per la possibilità di circolazione sul territorio. Questo per evitare tra l'istituto e il cittadino una transenna come minimo rappresentata da centinaia di chilometri di distanza; transenna che rischia poi di diventare anche barriera psicologica, oltre ad essere incisiva barriera fisica.
Grazie, dottor Brunetti: con il suo lavoro, con il suo prestigio concorre a rendere più agevole per l'amministrazione la necessaria evoluzione verso una maggiore caratterizzazione democratica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, anche il nostro Gruppo intende esprimere alcune considerazioni sull'istituto del Difensore civico.
Nella scorsa legislatura abbiamo avuto la fortuna di partecipare al dibattito al quale accennava la collega Spagnuolo, con il predecessore del dottor Brunetti, il dott. De Martino, che ha fatto un po' da "apripista" da sperimentatore iniziale di quest'istituto che nacque, in effetti, più sulla carta che nei fatti: il dott. De Martino, per anni, ebbe come collaboratrice una sola impiegata, in un ufficio a disposizione part time.
Come Gruppo Socialdemocratico avevamo sede in locali adiacenti all'ufficio del dott. De Martino: ricordo esattamente quali fossero le condizioni da sperimentazione e da esplorazione in cui viveva il dott. De Martino come istituto del Difensore civico.
Condividiamo molte delle considerazioni fatte sui dati esposti nella relazione; certo, se la pubblica amministrazione funzionasse, ed è questo l'obiettivo al quale dobbiamo mirare, il compito del Difensore civico sarebbe molto, molto più lieve.
Se è mancato un tassello fondamentale nel corso di questi anni, non è tanto il ritardo con il quale si arrivò nella scorsa legislatura, e si arriva in quella attuale, a dibattere sulle relazioni presentate dal dott.
De Martino ieri e dal dott. Brunetti oggi, quanto il fatto che è mancato da parte della struttura regionale, un salto di cultura che mettesse a frutto le esperienze, anche solo casistiche, portate avanti allora dal dott. De Martino e oggi dal dott. Brunetti.
Dopo mesi di dialogo, sempre difficile e trasversale all'interno della struttura regionale, il dott. Brunetti oggi è in grado di risolvere l'80 delle questioni; se la mentalità e la cultura della funzione pubblica fosse di un altro tipo, più matura e più cosciente di quella che è l'esigenza del diritto da parte del cittadino che si rivolge all'ente pubblico, noi avremmo un ritorno dell'investimento che l'istituzione "Difensore civico" rappresenta per quanto riguarda la Regione.
Non vedrei invece così opportuna la peregrinazione del Difensore civico o dei suoi Vicari nei capoluoghi di Provincia; non mi sembra questa la strada. Secondo noi va bene che il Difensore civico sia collocato a Torino.
Siamo d'accordo che abbia un Vicario in modo tale da non essere costretto nei tempi esposti nella sua relazione e alla mancanza di momenti, anche solo di respiro. Ma quando parliamo di potenziamento della struttura non dobbiamo fare riferimento alla Lombardia che ha 9 milioni e mezzo di abitanti, quindi più del doppio del Piemonte. Magari, in quel potenziamento, potrebbero esserci degli impiegati già dislocati nella struttura regionale periferica che, part time, potrebbero svolgere una funzione di articolazione con l'Ufficio del Dr. De Martino.
Sarebbe molto semplice e abbastanza funzionale, perché quegli sportelli già rappresentano un sensore periferico dell'istituto regionale. Inoltre non comporterebbe nessun costo per del personale in più o per trasferte.
Purtroppo, sappiamo bene che nella PA - e non c'è Difensore civico che tenga - una delle zavorre che appesantiscono la volontà di procedere verso i cittadini è di natura burocratica. Una zavorra che aumenta laddove si verificano dei costi aggiuntivi, mobilità del personale e così via.
Stando così le cose, noi vedremmo, in sintesi, due soluzioni. Per cominciare, la possibilità che nell'ambito delle strutture decentrate della Regione ci siano dei terminali che, a part time, rispondano al Difensore civico. Basterebbe inserire all'interno dell'organizzazione regionale un'ipotesi di lavoro simile e sarebbe, già questo, un risultato che consentirebbe ai sensori citati di far riferimento all'Ufficio centrale con i suoi quattro o - se necessario potenziare il personale - sei dipendenti.
Nell'ordine del giorno non parliamo espressamente del personale. E' implicito che, nel momento in cui si procedesse con un disegno di legge predisposto dalla Giunta, ciò significherebbe istituzionalizzare questa soluzione.
Noi preghiamo il Dr. Brunetti di rimanere, se possibile, almeno fino a fine legislatura. E' chiaro che non possiamo dettare condizioni per la prossima legislatura, quella che inizierà con le prossime elezioni regionali della primavera del 2000. Presidente del Consiglio Vicepresidente della Giunta, se il Dr. Brunetti rimanesse - e lo preghiamo di farlo - fino alla fine di questa legislatura, perché non pensare, per esempio, di organizzare un convegno (da tenersi prima della primavera 2000) per cercare un primo ritorno dell'investimento su questa istituzione? Quando il Dr. Brunetti si rivolge al funzionario "A" o al funzionario "B", il dialogo è comunque sempre limitato fra i 300 dirigenti della Regione e i suoi 3000 dipendenti. E, fra costoro, quanti sono coinvolti dai provvedimenti che arrivano in porto dal Dr. Brunetti? Pochissimi! Nessuno, praticamente, sa cosa avviene nella stanza accanto. Perch allora, per costruire una nuova cultura e una nuova mentalità della struttura pubblica, non indire un convegno che veda congiuntamente partecipi Consiglio-Giunta e tutti i funzionari - quanto meno a livello di dirigenza - della Regione Piemonte? Così, con lo studio della casistica e delle modalità utilizzati per risolvere i casi sollevati dai cittadini, si potrebbe eliminare, sul nascere, la possibilità che si ripresentino gli stessi casi.
Mi auguro che il lavoro del Difensore civico si riduca, non perché il Difensore civico debba lavorare di meno, ma perché ciò significherebbe che la struttura pubblica - con l'acquisizione di una maggiore cultura - è in grado di dare risposte positive già in partenza, senza il ricorso, da parte dei cittadini, al Difensore civico. Mi sembra sia questo il salto culturale che dobbiamo ricercare. E' un primo, semplicissimo tassello, ed è alla nostra portata: non è necessario ipotizzare i lavori anche per la prossima legislatura.
Concludendo, ribadisco il mio invito al Vicepresidente della Giunta e al Presidente del Consiglio perché si organizzi un convegno. Un convegno potrebbe rappresentare l'occasione per fare il consuntivo ma non solo: potrebbe anche costituire un investimento per lo sviluppo, nella quotidianità, di rapporti migliori tra cittadini e struttura regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Ho ascoltato con attenzione il dibattito di oggi e, soprattutto l'intervento svolto dal Dr. Brunetti. Volevo cogliere l'occasione - così come hanno fatto i miei colleghi - per ringraziarlo del lavoro fin qui svolto. Non intendo assolutamente, anche perché le condivido, ripercorrere riflessioni fatte dai colleghi. In particolare, mi riferisco alle riflessioni del collega Gallarini, appena intervenuto.
Sull'onda di queste riflessioni - che ci devono vedere necessariamente più attenti, come amministratori pubblici, nei confronti dei cittadini vorrei tornare sull'art. 2, che istituisce l'Ufficio del Difensore civico.
Rileggendolo, è palese, secondo me, una grande contraddizione. L'art. 2 recita: "Il Difensore civico ha il compito di tutelare il cittadino nell'ottenere dall'amministrazione regionale quanto gli spetta di diritto".
Questo è il nocciolo di tutta la questione. Perché la PA, che dovrebbe legiferare e far rispettare le sue leggi, in realtà ha necessità, bisogno e urgenza del Difensore civico per la sua inefficienza. I casi citati dal Dr.
Brunetti nella sua relazione sono il palese esempio di quest'inefficienza.
E' inutile fare delle riflessioni ulteriori. E' meglio approfondire, come diceva il collega Gallarini, i vari aspetti del problema, dopo aver avuto ulteriori indicazioni in materia, in un incontro apposito.
In fondo, è giusto che ci riavviciniamo - in qualche modo - ai cittadini. Esiste una distanza tale tra questo ambiente, questa struttura e i cittadini della Regione: lo testimoniano i 2000 casi all'attenzione del Dr. Brunetti in questi anni.
Ecco perché, insieme ad altri colleghi, ho firmato e voterò l'ordine del giorno presentato. Dobbiamo mettere non tanto una pezza al lavoro già fatto, ma cercare di - in questa fase - organizzarlo, per avvicinare sempre di più la PA alle esigenze dei cittadini.
E' un loro diritto, e noi dobbiamo garantirlo e tutelarlo.



PRESIDENTE

In conclusione del dibattito, pongo in votazione l'ordine del giorno n.
1070 presentato dai Consiglieri Deorsola, Angeleri, Ghiglia, Gallarini Chiezzi, Riba, Saitta, Benso, Cotto, Vaglio, Dutto, Majorino, Moro, Pazè e Spagnuolo, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale osservati i risultati positivi ottenuti in questi anni dal Difensore Civico con l'esame di migliaia di pratiche condotte a buon fine nell'interesse dei cittadini e degli Enti interessati constatata al termine del dibattito sulle relazioni degli anni 1996, 1997, 1998, la mole di lavoro in capo all'ufficio stesso e la necessità di assicurare continuativamente l'attività di tale ufficio ai fini di una puntuale risposta alle istanze della collettività considerato che la L.R. 16 dicembre 1981 n. 50 richiede una integrazione anche alla luce delle esperienze maturate e delle nuove competenze attribuite all'ufficio del Difensore Civico dalle Leggi Bassanini ritenuta l'urgenza a provvedere in punto: a) regolamentazione della rappresentanza processuale b) formazione di una banca dati per la difesa civica della collettività c) periodo di congedo del Difensore Civico, con conseguente nomina di un vicario a tutti gli effetti di legge Impegna la Giunta ed il Consiglio regionale a presentare ed approvare in tempi rapidi un disegno di legge che: a) regolamenti la rappresentanza processuale del Difensore Civico b) preveda la formazione di una banca dati sulla difesa civica c) preveda la concessione di un periodo di congedo al Difensore Civico e la conseguente nomina di un vicario a tutti gli effetti di legge d) tenga in considerazione la necessità di incrementare il personale assegnato alla struttura e) renda organizzativamente possibile l'esercizio della funzione del Difensore Civico a cadenza mensile nei capoluoghi di provincia secondo le necessità accertate dal titolare dell'Ufficio infine, il Consiglio regionale esprime vivi apprezzamenti e ringraziamenti per l'opera svolta dal dottor Brunetti in questo triennio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino, per dichiarazione di voto.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, una telegrafica dichiarazione di voto, unicamente per dire - anche a nome del Gruppo - che condivido, in ogni sua parte, il testo dell'ordine del giorno, segnatamente nella sua parte finale, laddove viene espresso apprezzamento e ringraziamento per l'opera svolta dal Difensore Civico in questi tre anni, opera che ha dato prestigio all'istituto.
Nel contempo, poiché è scaduto, nell'agosto scorso, il termine triennale relativo all'attività del Difensore Civico, vorrei ricordare che è nostro obbligo, per rispettare i termini, provvedere alla nomina del nuovo Difensore Civico.
Al riguardo, auspico che ci si avvalga dell'art. 15 della legge istitutiva, laddove si prevede che il Difensore Civico possa essere riconfermato.
Auspichiamo, pertanto, che allorquando, nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, si dovrà provvedere alla bisogna per la scadenza dei termini, ci si avvalga della facoltà di confermare il dott. Brunetti per altri tre anni, fino all'agosto del 2003.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
Colgo ancora l'occasione per porgere il ringraziamento dell'aula e mio personale al dott. Brunetti, per l'attività svolta.
Ritengo che per la restante parte della giornata i lavori possano così articolarsi: sospenderei il Consiglio per la seduta mattutina, chiederei ai Capigruppo di riunirsi in Sala A per esaminare l'attività da svolgere nel pomeriggio.
La nostra attività riprenderà alle ore 14.30, così come previsto.
Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.15)



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