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Dettaglio seduta n.388 del 22/09/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Botta, Farassino Ferrero, Goglio, Spagnuolo e Viglietta.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 2784 dei Consiglieri Angeleri e Casari inerente a: "Lancio razzi antigrandine"


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2784 presentata dai Consiglieri Angeleri e Casari.
Risponde l'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

I Consorzi antigrandine del Canavese (Medio Canavese, Lessolo, Cossano) da oltre un ventennio praticano la lotta antigrandine mediante l'utilizzo di razzi esplodenti.
Questo mezzo si è dimostrato efficace se si tiene conto che questa pratica, negli anni, ha consentito di evitare danni ai raccolti.
I tre Consorzi provvedono direttamente alla difesa dei raccolti senza alcun aiuto da parte del finanziamento pubblico, accollando i costi agli agricoltori, che si dichiarano soddisfatti dei risultati.
Gli agricoltori sono convinti che il sistema dia i suoi frutti, alla luce dell'esperienza, tanto che non si sono mai assicurati contro le calamità atmosferiche, nonostante i benefici dati ai sensi della legge n.
185/92, che, come è noto, riduce il costo assicurativo di circa il 50%.
All'inizio del 1999 l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAV), con proprio provvedimento, ha intimato di far sospendere l'attività dei Consorzi antigrandine a causa del rischio rappresentato per gli aeromobili in atterraggio ed in partenza dall'Aeroporto della Malpensa.
Come spesso accade, gli agricoltori passano in secondo piano rispetto ad interessi molto più "forti"; nel caso di merito si trovano attualmente senza difese contro il flagello della grandine e senza possibili indennizzi, in quanto la decisione dell'ENAV è stata presa dopo che erano scaduti i termini per la sottoscrizione da parte dei produttori agricoli delle polizze assicurative agevolate antigrandine, ai sensi della legge n.
185/92.
La Regione Piemonte ha in atto un contenzioso per l'Aeroporto di Malpensa con la Regione Lombardia e il Ministero dei Trasporti.
Questa problematica farà parte del pacchetto delle ricadute negative sul territorio piemontese, che dovrà essere regolato con le parti competenti, essendo conseguenza diretta dell'ampliamento di Malpensa.
Per gli interessati rimane, comunque, la possibilità di adire a vie giudiziali per ottenere il risarcimento dei danni a loro causati dal divieto del lancio dei razzi.
La Regione Piemonte e l'Assessorato all'agricoltura sono fiduciosi della possibilità di individuare una soluzione che possa adeguatamente contemperare gli interessi delle parti in causa. Si è provveduto a segnalare al competente Assessorato ai trasporti della Regione Piemonte perché il problema del lancio dei razzi antigrandine venga trattato e si cerchi una soluzione conciliativa tra le esigenze degli agricoltori e la sicurezza del trasporto aereo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Grazie, signor Presidente.
Assessore Bodo, la ringrazio per la risposta che ha voluto dare alla nostra interrogazione, predisposta in maniera urgente perché riteniamo che come già lei sottolineava - alla fine, il contesto legato al mondo dell'agricoltura è sempre quello che ci rimette di più.
Prendiamo atto del provvedimento adottato, il quale, tra l'altro, è teso a rendere più sicuri i voli aerei, data anche l'intensificazione del trasporto aereo su Malpensa e Caselle. Con quel provvedimento, gli agricoltori, non solo di quella zona, ma di diverse zone del Piemonte (ad esempio, il Cuneese e l'Astigiano), sono stati bloccati in un lavoro di prevenzione che sicuramente è l'unico mezzo efficace per salvaguardare le colture.
Oggi, il tentativo che si chiede di fare è quello di un intervento efficace da parte della Regione, con aiuti e contributi - e lei lo diceva già nella sua risposta - anche in previsione del prossimo anno. Infatti non potendo più utilizzare le vecchie strumentazioni ed avendo trovato soluzioni purtroppo più costose (si parla di interventi che al Consorzio di cui parlava costerebbero intorno ai 2 miliardi), i Comuni non riescono a sopportare da soli questo grosso esborso e, allo stesso tempo, sono obbligati ad intervenire per salvaguardare le colture.
Vogliamo sottolineare, dunque, alla Giunta - non solo all'Assessore Bodo, ma anche al Presidente Ghigo e all'Assessore ai trasporti Casoni e all'Assessore all'ambiente Cavallera - la necessità di un intervento da parte della Regione Piemonte per cercare di venire incontro alle legittime e sacrosante esigenze di questi territori che purtroppo vivono già una grave crisi economica.
Assessore, lei ricordava, ma ne abbiamo parlato anche ieri, dell'area Canavesana, dell'OP Computer; quella è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché la zona era già in una situazione di grave crisi economica. Se poi aggiungiamo il disinteresse per questi temi - cosa che peraltro non c'è sicuramente la crisi non potrà che peggiorare ed aggravarsi.
La invito, pertanto - come lei già diceva nel suo intervento finale ad intervenire, insieme ai suoi colleghi, per dare risposte al Consorzio e a tutti gli agricoltori che vivono unicamente dei prodotti della loro terra; sappiamo quanto sia pericolosa la grandine per i raccolti e per l'intera economia di quelle zone.



PRESIDENTE

Se il Consigliere Bertoli desidera aderire all'interrogazione, in questo senso può intervenire come interrogante.
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Anche il nostro Gruppo poteva presentare un'interrogazione a questo proposito, ma dal momento che la condividiamo, un modo per affrontare la questione è quello di aggiungere la mia firma all'interrogazione presentata dai colleghi Angeleri e Casari, che ringrazio per aver acconsentito.
Vorrei aggiungere poche parole a questo proposito. La questione si inserisce nel più grosso problema, già molte volte dibattuto in questo Consiglio regionale, delle limitazioni e delle problematiche che nascono per l'esistenza di un nuovo aeroporto in Lombardia ai confini con il Piemonte dove le rotte tracciate dagli aerei in decollo e in atterraggio sono prevalentemente sul territorio della Regione Piemonte. Molti sono i disguidi che si generano. Tra gli altri anche questo: se le rotte sono in una certa parte del territorio, in questa parte del territorio non possono essere lanciati i razzi antigrandine, che potrebbero creare pregiudizio per la sicurezza dei voli e quindi dei passeggeri.
La richiesta che facciamo alla Giunta regionale - naturalmente ci facciamo parte attiva a questo proposito - è di riconsiderare il problema delle rotte che convergono e divergono sull'Aeroporto di Malpensa e fintanto che questa situazione determina limitazioni che danneggiano delle parti di territorio, che la Regione Piemonte aiuti e risarcisca i produttori agricoli che eventualmente saranno danneggiati da grandinate che non possono essere scongiurate con l'utilizzo dei razzi antigrandine.
Rivolgo una sollecitazione all'Assessore e alla Giunta affinch affronti il problema nella sua interezza e, in particolare, anche questo aspetto. Grazie.



PRESIDENTE

Non mi pare che altri Consiglieri intendano sottoscrivere l'interrogazione. In questo caso, consideriamo esaurito l'argomento.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 536: "Criteri generali per l'adesione e per la partecipazione della Regione Piemonte alla costituzione di enti culturali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 536, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto il voto favorevole dei Gruppi AN, CDU, CCD, Forza Italia, PDS e PPI; si è astenuto il Gruppo Lega Nord non ha partecipato alla votazione il Gruppo Rifondazione Comunista.
Il problema è stato sviscerato in Commissione ed è ampiamente conosciuto.



(Interruzione fuori microfono)



PRESIDENTE

Non si tratta di un'interrogazione, ma di una proposta di deliberazione. L'Assessore - se ricordo bene - l'aveva illustrata in una precedente occasione.
La momentanea non presenza dell'Assessore non impedisce la votazione in quanto questa deliberazione è conosciuta e i criteri sono stati valutati. Ritengo che il documento sia conosciuto adeguatamente per portarlo in votazione. Era anche uno dei provvedimenti che i Capigruppo avevano individuato come meritevole di esame e di attenzione.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.


Argomento: Commercio - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame disegno di legge n. 513: "Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte (in attuazione del DL 31/3/1998 n. 114)" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il disegno di legge n. 513, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela, relatrice

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, è opinione assai diffusa che la regolamentazione del settore distributivo italiano, principalmente fondata sulla legge n. 426/71 e sul relativo regolamento di attuazione (DM n. 375/88), fosse non solo datata, ma ormai inadeguata e non rispondente alle reali esigenze di regolamentazione del commercio.
L'iniziativa di una generale riforma del commercio era perciò molto attesa, dopo un dibattito ormai ventennale, cui non avevano però fatto seguito determinazioni definitive da parte del legislatore nazionale.
Nel contempo, il comparto commerciale è stato attraversato da radicali trasformazioni, che ne hanno modificato in modo irreversibile la struttura organizzativa ed occupazionale. Le trasformazioni che hanno inciso in misura diversa da regione a regione hanno portato alla generale diffusione del cosiddetto dettaglio moderno, a scapito delle forme più tradizionali di commercio. Anche in Piemonte, dall'inizio degli anni '90, la grande distribuzione organizzata ha fatto segnare un aumento di punti di vendita superiore al 60%. Parallelamente, si è registrata una massiccia flessione dei negozi fino ad 80 mq di superficie di vendita, soprattutto nel settore alimentare, mentre nel settore non alimentare hanno tenuto gli esercizi di medie dimensioni, tra gli 80 e 200 mq.



COTTO Mariangela, relatrice

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



COTTO Mariangela, relatrice

Si vergogni, Presidente, prende in giro i Capigruppo. Presidente questo è un colpo di mano: avevamo definito di discutere del commercio venerdì! Lei prende in giro i Consiglieri. Va bene, non parteciperemo più alla Conferenza dei Capigruppo!



PRESIDENTE

Stiamo svolgendo la relazione sul commercio! E' un argomento concordato! CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Si era stabilito di discuterne venerdì.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, oggi si farà solo la relazione.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Avevamo calendarizzato questo argomento per venerdì. E' mia intenzione svolgere oggi solo la relazione.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Non c'è alcun colpo di mano! Ritengo che la relazione sul commercio possa essere svolta oggi.
Per puntualizzare questo aspetto, sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 10.33 riprende alle ore 10.38)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La richiesta di svolgere la relazione non è stata accolta.
Come concordato, non solo l'articolato, ma anche la relazione sul commercio verrà svolta venerdì prossimo.
Riprendiamo pertanto al punto 4) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
Chiedo agli Assessori se sono disponibili a rispondere ad alcune interrogazioni ed interpellanze.
Sospendo la seduta per alcuni minuti, per dare modo agli Assessori di recuperare gli appunti per le risposte.



(La seduta, sospesa alle ore 10.42 riprende alle ore 10.47)


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Interpellanza n. 2811 dei Consiglieri Riba e Miglietti inerente a: "Circolare del Presidente della Giunta regionale 19/3/1999 n. 3/LAP pubblicata sul BUR n. 12 del 24/3/1999"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 2811 presentata dai Consiglieri Riba e Miglietti.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo

In ordine all'interpellanza n. 2811 dei Consiglieri regionali Riba e Miglietti, relativa all'emanazione della circolare del Presidente della Giunta regionale n. 3/LAP del 19/3/1999, con qui vengono posti quesiti relativi a "quali fonti giuridiche abbiano legittimato l'emanazione di circolare regionale in materia di opere pubbliche degli Enti Locali, su cui, a parere degli interpellanti, la Regione non ha compito di intervento e quali motivazioni politiche abbiano indotto la Regione ad emanare circolare che, stante le sue statuizioni, si configura come un atto di evidente 'neo centralismo regionale', minando così alle radici il processo di riforma che ha nel principio dell'autonomia il punto di riferimento più alto", si precisa quanto segue.
Alla luce di un quadro nazionale (legge n. 109/94 e s.m.i.), che rinvia al regolamento attuativo le modalità di aggiudicazione degli incarichi di progettazione concernenti lavori pubblici sotto soglia, l'intervento della Giunta regionale nasce dalla necessità di colmare, transitoriamente, e per certi aspetti a livello sperimentale, un vuoto esistente in attesa dell'emanazione del suddetto regolamento.
Quanto al suo ambito applicativo, è opportuno ricordare che la circolare regionale attiene ad affidamenti di incarichi di progettazione e di direzione lavori effettuati direttamente dalle strutture regionali o da enti facenti parte dell'Amministrazione regionale o dai soggetti individuati all'art. 3 della L.R. n. 18/84 esclusivamente e limitatamente alle opere igienico-sanitarie e a quelle ricadenti nell'ambito di applicazione del RD 25/7/1904 n. 523 per cui necessita il parere regionale obbligatorio.
Al di là di questa limitazione formale dell'efficacia vincolante della circolare, dove peraltro non viene previsto alcun tipo di verifica o controllo sull'adeguamento ai criteri suggeriti, la stessa circolare, oltre a regolamentare l'istituto per gli uffici regionali, si propone come modello di riferimento per gli Enti locali e per le altre stazioni appaltanti operanti nel Piemonte che, pur non essendo assoggettati a rispettarne le regole, possono comunque tenerne conto anche al fine di contribuire a definire uno scenario quanto più possibile uniforme di comportamento nell'ambito di una medesima realtà locale.
L'intento perseguito con l'emanazione del provvedimento, ben lungi dall'essere definitivo e comunque certamente migliorabile con il contributo dei soggetti che in prima persona autonomamente applicano le procedure di affidamento degli incarichi, è stato quello di fornire uno strumento in grado di agevolare il lavoro degli Enti locali (soprattutto quelli meno attrezzati a livello di strutture tecniche) in modo da costituire un elemento di riferimento e di omogeneizzazione dell'azione della Pubblica Amministrazione e per contribuire a risolvere qualcuno dei numerosi dubbi di chi, pur esperto, si addentri nella materia complessa dei lavori pubblici.
A tale proposito, si segnala che sono giunte da parte di numerose Amministrazioni attestazioni e riscontri positivi riguardo al tentativo di ricercare uniformità e trasparenza nei comportamenti e di definire un corretto rapporto con le realtà tecniche ed economiche operanti in ambito regionale, spesso con richieste di chiarimenti nel merito dei contenuti della circolare soprattutto dagli operatori che si trovano di fronte alle problematiche di applicazione delle norme legislative alquanto generiche ed incomplete.
In ordine alla facoltà della Regione di attivare funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di lavori pubblici con atti specifici di regolamentazione, è opportuno citare quanto riporta l'art. 117, commi primo e secondo, della Costituzione: "Alla Regione sono demandate le funzioni che attengono ad esigenze di carattere unitario nei rispettivi territori.
La Regione emana per le seguenti materie (...viabilità, acquedotti lavori pubblici di interesse regionale...) norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dallo Stato".
La competenza normativa regionale a cui si riferisce il dettato costituzionale si esplica anche attraverso provvedimenti atti a regolamentare la materia. Pertanto, risulta pienamente legittimo e palese che la Regione possa indicare criteri esplicativi di indirizzo e di dettaglio nell'ambito dei principi generali fissati dalle leggi nazionali tanto più se questi sono previsti per regolamentare essenzialmente la propria attività. Ciò non interferisce assolutamente con i poteri demandati agli Enti locali dalle leggi attinenti al decentramento di funzioni amministrative (legge n. 59/97 e DL n. 112/98). Tali poteri, che si esplicano attraverso il principio di sussidiarietà e di autonomia amministrativa, continuano ad essere esercitati esclusivamente dai singoli Enti competenti.
In conclusione, per quanto su esposto, non pare sostenibile, essendo stato probabilmente frainteso l'intento propositivo alla base del provvedimento in questione, la tesi che gli effetti della circolare possano creare i presupposti per un "neo centralismo regionale" in sostituzione del centralismo statale.
Per completare il quadro informativo in merito all'argomento in oggetto, si allega la nota, prot. n. 6260 del 18/6/1999, predisposta dalla Direzione Opere Pubbliche e indirizzata al Gabinetto della Giunta regionale per fornire elementi di risposta in seguito ad alcune osservazioni pervenute direttamente da parte di alcune Amministrazioni piemontesi.
Non dimentichiamo che, a fronte del panorama di oltre 1.200 Comuni piemontesi, Comunità montane e quant'altre Amministrazioni pubbliche e locali, una funzione di indirizzo, soprattutto nei vuoti di regolamentazione da parte dello Stato, può essere utile. Null'altro intento, neppure di obbligare ciascun Comune a fare quello che può fare senza problemi in modo autonomo. Si consiglia di seguire questa indicazione e questa strada solo per quelle pratiche che devono essere, per ragioni di speciale approvazione o per gestione diretta della Regione, esaminate dagli uffici regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Apprezzo lo sforzo compiuto dall'Assessore e dagli uffici per l'elaborazione della risposta. Immagino che lo stesso Assessore si renderà conto che si tratta di una materia molta ampia e che quindi - non avendo avuto prima l'interpellanza - non posso dichiararmi né soddisfatto n insoddisfatto fino a quando non avrò potuto approfondire tale risposta. Mi riservo, eventualmente, con il Capogruppo Riba, di tornare sull'argomento.


Argomento: Opere pubbliche

Interpellanza n. 2724 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti inerente a: "Affidamento di incarichi di opere pubbliche di importo inferiore a 200.000 Ecu"


PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera risponde ancora all'interpellanza n. 2724 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo

In ordine all'interpellanza n. 2724 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, nella quale vengono poste alcune domande in merito agli effetti della circolare del Presidente della Giunta regionale n. 3/LAP del 19/03/1999, si comunica quanto segue.
A precisazione di quanto espresso nella premessa, e nei primi due quesiti, dell'interpellanza, sono state avanzate osservazioni sulla circolare da parte dei seguenti Enti Locali: - Provincia di Asti Provincia di Torino Comune di Rivalta di Torino Comune di Chivasso Comune di Quincinetto.
Nella fattispecie, la Direzione regionale Opere Pubbliche, in quanto struttura che ha predisposto la circolare, ha trasmesso alle Direzioni regionali competenti comunicazione in merito, con nota prot. n. 6260 del 18/6/1999, al fine di mettere in condizione la Presidenza di rispondere alle osservazioni avanzate dagli Enti Locali su citati.
Inoltre, al fine di avere un quadro informativo completo e corretto, a proposito degli effetti causati dall'emanazione della circolare, è doveroso rendere noto che un numero elevato di stazioni appaltanti, pur non essendo vincolate, hanno adottato come modello di riferimento i criteri esplicativi suggeriti nella stessa, trasmettendo tra l'altro le informazioni significative al Settore regionale Opere Pubbliche (in attesa dell'attivazione dell'Osservatorio regionale dei lavori pubblici da poco istituito) e che contestualmente è attivo un servizio di assistenza presso il medesimo Settore, sollecitato da numerose richieste di delucidazioni da parte di amministratori locali, al fine di applicare correttamente le procedure indicate.
Infine, si ricorda che i funzionari regionali stanno partecipando ad una serie di convegni pubblici sul tema specifico in Piemonte (ad esempio Torino, Asti, Vercelli, Alba, ecc.), aperti a tutti gli operatori pubblici e privati del settore, nel corso dei quali non si sono avvertiti questi segnali negativi, almeno così diffusi come vengono indicati nell'interpellanza.
Si è ritenuto opportuno non attivare un iter consultivo con tutti gli Enti locali nella fase di predisposizione della circolare per le seguenti ragioni.
La circolare, così come è stata proposta, ha innanzitutto una valenza interna di omogeneizzazione dell'attività degli uffici regionali. In subordine, può essere utilizzata, in quanto strumento operativo, salvo che per alcune opere di competenza regionale, come modello di riferimento lasciando piena autonomia e discrezionalità alle stazioni appaltanti di applicare o meno le procedure suggerite.
Inoltre, il provvedimento, di natura meramente esplicativa, interviene nell'ambito degli aspetti tecnici e di dettaglio operativo, sulla base dei principi generali enunciati dalla legge quadro sui lavori pubblici.
Pertanto, il contesto non riguarda l'ambito relativo alla sfera dei rapporti politici e gestionali.
Infine, visto che le caratteristiche del provvedimento attengono ad una fase transitoria, in attesa dell'emanazione del regolamento di attuazione della legge n. 109/94 e successive modifiche (la cosiddetta legge Merloni) che dovrà disciplinare nel dettaglio le modalità di aggiudicazione degli incarichi di progettazione, è stato prioritario rispondere con tempestività alle esigenze di regolamentazione, a fronte di uno scenario alquanto disomogeneo ed articolato che non consentiva su tutto il territorio regionale il rispetto dei principi generali della trasparenza, della concorrenza e della garanzia di proporzionalità tra modalità procedurali e corrispettivo dell'incarico.
Si è provveduto, quindi, nell'ambito della seduta della Conferenza Regioni-Enti locali, tenutasi in data 21/6/1999, ad illustrare le finalità e i contenuti della circolare, rispondendo alle osservazioni e alle richieste di delucidazione avanzate da parte degli auditori rappresentanti le Amministrazioni destinatarie.
Infine, si ricorda che nel corso della predisposizione della circolare è stata consultata la Direzione Affari Istituzionali e Processo di Delega che ha verificato l'insussistenza all'interno della stessa di eventuali incongruenze assimilabili a vizi di illegittimità dell'atto amministrativo.
In sostanza, si convoca preventivamente la Conferenza quando ci sono atti che vincolano in modo inderogabile il rapporto tra la Regione e gli Enti locali o l'attività degli stessi. Qui si è inteso, con urgenza colmare un vuoto che ci auguriamo venga il più possibile colmato dal famoso regolamento di attuazione della legge Merloni, che compete allo Stato, a cui ovviamente tutti saranno tenuti ad adeguarsi. Le sollecitazioni pervenute da parte dei 1.200 Comuni (ovviamente, solo alcune decine di Comuni, soprattutto), in modo verbale al nostro ufficio delle Opere Pubbliche regionali, erano continue e pertanto dai funzionari e dall'Assessore è nata la necessità di regolamentare temporaneamente, anche con un valore di sperimentazione, questa materia. Non c'è nulla di obbligatorio e vincolante per gli Enti locali, ma solamente il tentativo di fornire un aiuto per graduare la pesantezza delle procedure in rapporto al valore o al controvalore dell'importo della progettazione stessa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La risposta mi soddisfa parzialmente, perch l'interpellanza sollevava il problema che il rapporto tra la Regione Piemonte e gli Enti locali non sia stato costruito preventivamente all'emanazione della circolare. Forse l'Assessore avrebbe potuto ammettere questo, ma non l'ha fatto. Come pensa il Gruppo dei Comunisti Italiani poteva organizzare per tutte le attività un rapporto costante di collaborazione e coordinamento con gli Enti locali, che è mancato.
L'Assessore tempera questo guaio dicendo che era solo una circolare consultiva, ma così non è stato per i Comuni e le Province che l'hanno ricevuta, che si sono preoccupati e hanno anche sollevato il problema di questo perdurante neo centralismo regionale, che non si occupa di organizzare da subito i rapporti con gli Enti locali. Il principio di sussidiarietà, da questo punto di vista, rimane un principio che viene enunciato nei convegni o nelle dichiarazioni, ma poi non entra nel corpo vivo del lavoro quotidiano della Regione, nel modo d'essere di questo lavoro, nell'atteggiamento dei funzionari dell'Assessore. Certo, non tutti i Comuni hanno scritto alla Regione, ma una parte significativa l'ha fatto con preoccupazione.
Quindi, invito l'Assessore a non considerare le mie osservazioni campate in aria o inutili. Il ruolo dell'opposizione è anche quello di aiutare la maggioranza in modo critico, segnalando quello che magari l'Assessore non può, per motivi che egli reputa di opportunità, enunciare.
La Regione Piemonte la smetta con questi comportamenti che escludono un preventivo rapporto con il sistema delle autonomie locali in occasione di decisioni o circolari che interessano la vita degli Enti locali stessi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
27 Consiglieri.
Al fine di evitare perdite di tempo, prego i Consiglieri di restare in aula visto che il numero legale sussiste.
Proseguiamo con l'esame delle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Comunico che verrà inviata risposta scritta all'interrogazione n. 1159 dei Consiglieri Spagnuolo ed Angeli inerente a: "Crisi delle aziende alimentari Pai e Pavesi".
L'interrogazione n. 1769 dei Consiglieri Riba, Bortolin, Manica Bellion e Bertoli inerente a: "Iniziative per la tutela dei produttori e dei territori interessati alla coltivazione del riso in Piemonte" è ritirata.
Relativamente all'interrogazione n. 1957 dei Consiglieri Bellion, Riba Bertoli e Bortolin inerente a: "Zone del Piemonte colpite da grandinate ed eventi atmosferici (gelo e neve)", che risale al 13/5/1998, il Consigliere Chiezzi desidera conoscerne il contenuto.
Tale interrogazione interroga il Presidente e l'Assessore competente per sapere quali iniziative siano in atto, al 27/4/1998, per conoscere la reale situazione dei danni e se non ritengano necessario ed urgente richiedere il decreto ministeriale di dichiarazione di zone calamitate per tutti i Comuni colpiti.
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Mi rendo conto che bisogna fare qualcosa, ma intervenire su interrogazioni presentate anni fa, senza che siano state preannunciate, è chiaro che mette in difficoltà sia l'Assessore che gli interroganti.



PRESIDENTE

Anch'io sono in difficoltà, però o le esaminiamo o restano lì una vita!



BERTOLI Gian Pietro

Per quanto mi riguarda, cerco di presentare interrogazioni soltanto in Commissione, perché diversamente diventa un puro esercizio retorico.
A questo punto, l'unica cosa seria da fare è acquisire la risposta scritta. Cosa vuole che le dica!



PRESIDENTE

Così togliamo almeno quelle più vecchie.



(Intervento fuori microfono: "Allora, si chiede di non presentare più interrogazioni!")



PRESIDENTE

No, quella è una libera scelta dei Consiglieri. Anch'io ogni tanto presento delle interrogazioni. Pertanto, all'interrogazione n. 1957 verrà inviata risposta scritta.
Comunico inoltre che all'interrogazione n. 2011 dei Consiglieri Rosso Bellingeri e Dutto inerente a: "Applicazione della legge n. 185/82 per gli agricoltori della provincia di Torino danneggiati dalla siccità", risalente al 3/6/1998, verrà inviata risposta scritta.


Argomento: Zootecnia

Interpellanza n. 2018 dei Consiglieri Riba, Bortolin, Bellion, Bertoli e Chiezzi inerente a: "Protesta allevatori piemontesi finalizzati ad ottenere adeguate quote di produzione e accordo sul prezzo del latte"


PRESIDENTE

In merito all'interpellanza n. 2018, presentata dai Consiglieri Riba Bortolin, Bellion, Bertoli e Chiezzi, risalente al 3/6/1998, il Consigliere Bertoli è d'accordo per ricevere una risposta scritta? La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per chiedere all'Assessore, siccome l'interpellanza è datata e di per sé pone quesiti superati dai fatti, se è disponibile a svolgere una comunicazione sulle quote latte così come si pone oggi.
Si tratta di un problema ancora oggi irrisolto: gli allevatori stanno infatti, riorganizzando azioni di protesta.
Ripeto, sarebbe utile, al di là della risposta all'interpellanza, che l'Assessore facesse una comunicazione in merito.
Presidente, c'è l'Assessore Masaracchio che continua a fare rumore.
Assessore Masaracchio, se vuole io smetto, così fa rumore lei e non lo faccio più io!



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, le chiedo uno sforzo.



CHIEZZI Giuseppe

Come dicevo, chiedo all'Assessore di svolgere una comunicazione, sulla quale possiamo intervenire tutti, sullo stato di fatto delle quote latte problema non ancora risolto e che, probabilmente, vedrà, fra qualche tempo nuovamente delle manifestazioni di protesta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sul problema delle quote latte è in discussione, presso la Commissione Agricoltura della Camera, un progetto di legge il cui testo non è ancora conosciuto. Ci sono stati dei tentativi, a livello ministeriale, di trovare un accordo per un progetto di legge comune tra Regione e Ministero per giungere alla soluzione di questi problemi.
La soluzione non è stata raggiunta malgrado quanto ottenuto dal Ministro dell'Agricoltura De Castro, a Bruxelles, quindi i 6 milioni di quintali di latte in aggiunta alle quote disponibili e i 99 milioni 200 mila quintali, più 1 milione e 300.000 delle revoche. In sostanza, si è presentata la difficoltà che una parte delle Regioni, pur avendo delle quote superiori alle loro produzioni, continuavano a rivendicare una maggiorazione di quote per un eventuale ampliamento delle loro prospettive di produzione del latte.
Questo chiaramente danneggiava, in modo particolare, le Regioni che avevano già superato le quote e veniva a creare anche un danno per quanto riguardava la collettività nazionale. Per cui non è stato possibile raggiungere un accordo. Ho ancora discusso venerdì scorso con il Ministro De Castro, quando lo accompagnai alla fiera di Bra, ma senza alcun esito positivo.
Pertanto, oggi non sono in grado di rispondere in che situazione è la problematica delle quote latte, salvo dire che ho inviato una lettera con le posizioni dell'Assessorato regionale all'agricoltura a tutti i parlamentari piemontesi, di qualsiasi parte politica. La stessa lettera verrà inviata a tutti i Senatori di qualsiasi parte politica per illustrare la posizione del Piemonte in ordine alle materie delle quote latte.
Se il Consigliere Chiezzi gradisce leggere la lettera, venerdì la porterò in aula.



PRESIDENTE

Possiamo ritenere discussa questa interpellanza.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione n. 2284 dei Consiglieri Cavaliere e Saitta inerente a: "Lotta chimica al riso 'Crodo' - Prove sperimentali condotte dalla Regione Piemonte con diserbanti 'Frontier', 'Stratos' e 'Siglato SIAPA (SIP D 97) non autorizzati per la coltura del riso"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 2284 presentata dai Consiglieri Cavaliere e Saitta.
Risponde l'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

In merito a quanto asserito nelle premesse e nelle considerazioni dell'interrogazione urgente n. 2284 si ritiene opportuno formulare alcune precisazioni.
Sul reperimento di tracce di dimetenamide, principio attivo del Frontier, in alcuni campioni di acque prelevati in fiumi e torrenti intorno a Vercelli (0,01 e 0,37 ug/l, cioè pari a concentrazioni variabili da 1 a 37 parti per cento miliardi) non è possibile escludere che possa aver influito anche l'impiego legale del formulato; infatti, il principio attivo è un diserbante registrato dal Ministero della Sanità nel 1994 per la coltura del mais, presente in zona, sulla quale viene utilizzato dagli agricoltori, nel pieno rispetto della legge, per il diserbo in pre-post emergenza precoce cioè nei mesi di aprile - inizio maggio, periodo in cui viene effettuata anche la lotta al riso crodo.
La solubilità in acqua della dimetenamide è pari a 1,17 g/l ed è notevolmente inferiore rispetto a quella del dalapon, prodotto normalmente utilizzato in risaia nella lotta al riso crodo, la cui solubilità in acqua è di 900 g/l; l'eventuale uso illecito del Frontier in risaia per la lotta al crodo deve avvenire sul terreno asciutto, quindi in condizioni analoghe a quelle del mais. Dalla scheda tecnica risulta che il prodotto applicato sul terreno asciutto non comporta rischi di percolazione.
In merito ai quesiti posti, si risponde nel modo seguente.
Quesito n. 1: "Se il Settore Territoriale Agricoltura di Vercelli avesse ricevuto le necessarie autorizzazioni alla sperimentazione da parte del Ministero, USL, Regione Piemonte".
All'epoca dei fatti ed attualmente non vi è alcun obbligo di richiedere autorizzazioni preventive, in quanto, in base alla circolare ministeriale n. 17/95 (punto 6), continuano ad applicarsi le norme nazionali di cui all'art. 36 del DPR n. 1255/68. In base a tali norme, come integrate dalla stessa circolare n. 17/95, chi effettua una sperimentazione con prodotti non autorizzati deve dare preventiva comunicazione al Ministero della Sanità, alla USL e al Servizio Fitosanitario competenti per territorio, ma non è vincolato ad alcuna autorizzazione ministeriale.
A tal proposito, si rileva che il recepimento in Italia della Direttiva n. 91/414/CEE sulla "omologazione europea" dei prodotti fitosanitari è avvenuto con DL n. 194 del 17/3/1995 e circolare del Ministero della Sanità n. 17 del 10/6/1995.
L'art. 22, al punto 1), del DL n. 114/95 assoggetta ad autorizzazione da parte del Ministero della Sanità la sperimentazione di prodotti fitosanitari non autorizzati; inoltre, il punto 5) dello stesso art. 22 prevede che gli interessati a condurre prove sperimentali devono comunicare in tempo utile alla USL ed al Servizio Fitosanitario competente tutti i dati necessari per l'identificazione delle aree e dei periodi di esecuzione delle prove, unitamente a copia dell'autorizzazione rilasciata dal Ministero della Sanità e del fascicolo contenente i dati ecotossicologici.
Tuttavia, l'entrata in vigore in Italia del nuovo sistema normativo è legata tra l'altro all'emanazione, come stabilito dallo stesso DL n.
194/95, di decreti attuativi a cura dei diversi Ministeri interessati.
Sino all'emanazione di questi decreti satelliti ed in assenza della prevista armonizzazione comunitaria, la normativa sulla sperimentazione di fitofarmaci non autorizzati è stata definita tramite la circolare ministeriale n. 17/95 ai sensi della quale (punto 6), continuano ad applicarsi le norme nazionali di cui all'art. 36 del DPR n. 1255/68. In base a tali norme, come integrate dalla stessa circolare n. 17/95, chi effettua una sperimentazione con prodotti non autorizzati deve dare preventiva comunicazione al Ministero della Sanità, alla USL e al Servizio Fitosanitario competenti per territorio, ma non è vincolato ad una specifica autorizzazione ministeriale. Pertanto, attualmente non vi è alcun obbligo di richiedere autorizzazioni preventive.
Il secondo comma dell'art. 36 del DPR n. 1255/68 esonera gli Istituti statali di ricerca e sperimentazione anche dall'invio della comunicazione al Ministero.
Chi ha condotto e redatto il resoconto della prova è un Ispettore fitosanitario, già Delegato speciale per le malattie delle piante, in servizio presso il Settore Territoriale di Vercelli.
Per prassi consolidata, gli Osservatori per le Malattie delle Piante (OMP), organi periferici del Ministero dell'Agricoltura e Foreste, sono stati assimilati agli Istituti sperimentali statali e pertanto non è mai stato loro richiesto di inoltrare la comunicazione di cui sopra.
Ad essi infatti compete, a norma della legge 18/6/1931 n. 987 e del RD 12/10/1931 n. 1700, l'organizzazione delle operazioni di difesa delle colture, studiare e seguire le malattie delle piante nella propria circoscrizione e divulgare le istruzioni per combattere e prevenire le malattie. Anche dopo il trasferimento alle Regioni degli OMP (DPR 24/7/1977 n. 616) si è continuato a livello nazionale ad applicare tale prassi, a cui si è adeguato nell'adempimento dei propri compiti istituzionali anche il Servizio Sperimentazione e Lotta Fitosanitaria (struttura regionale che ha ereditato il personale, le funzioni e gli uffici dell'OMP di Torino). Tali compiti sono stati ulteriormente ribaditi dalla L.R. 8/9/1986 n. 42 e dalla DCR 30/9/1997 n. 442-14210, che ha attribuito tra l'altro al suddetto Servizio (ora Settore Fitosanitario) incarichi di ricerca per la messa a punto di nuovi metodi di lotta contro le avversità biotiche ed abiotiche delle piante, sperimentazione di anticrittogamici ed antiparassitari e verifica del loro impatto ambientale.
Quesito n. 2: "Per quale motivo, nonostante i controlli effettuati dagli organi preposti (ARPA e CFS) su imprenditori risicoli sospettati in questi ultimi anni di avere utilizzato il diserbante Frontier, nel mese di maggio c.a. la redazione dei 'Quaderni della Regione Piemonte Agricoltura' abbia ritenuto di pubblicare l'articolo nella rubrica 'Informazione tecnica' dove si evincono capacità del Frontier 'idonee a garantire un sufficiente controllo dell'infestante' (riso crodo) anche se non confortato da risultati della sperimentazione".
La pubblicazione dell'articolo su "Quaderni della Regione Piemonte Agricoltura" nella rubrica "Informazione tecnica" è stata fatta nell'ambito delle attività di divulgazione dei risultati delle ricerche realizzate dall'Assessorato all'agricoltura e foreste.
La Redazione della rivista certamente non poteva essere al corrente delle indagini condotte dall'ARPA e dal Corpo Forestale dello Stato in merito alla presenza di tracce di dimetenamide in corsi d'acqua del Vercellese in quanto la mozione sull'utilizzo del Frontier in risicoltura approvata dalla III Commissione Agricoltura e IV Ambiente del Consiglio provinciale di Vercelli, è stata inviata alla Regione Piemonte solo il 30/7/1998, due mesi dopo la pubblicazione dell'articolo.
La sperimentazione è stata realizzata in considerazione dell'elevata pericolosità dell'infestante riso crodo, contro il quale oggi è possibile intervenire solo con formulati a base di dalapon, prodotto ad elevatissima solubilità in acqua (900 g/l a 25 gradi) e quindi a forte impatto ambientale anche in considerazione delle alte dosi d'impiego (13.6 kg/ha di principio attivo). La scelta dei formulati saggiati è stata fatta nell'ottica di verificare l'azione di principi attivi potenzialmente efficaci a dosi inferiori e a minore solubilità in acqua e quindi di ridurre l'effetto nell'ambiente di questa pratica fitoiatrica, in ultima analisi per un miglioramento ambientale della risaia e senza pregiudizi per la coltivazione del riso.
Tale tipo di sperimentazione può richiedere l'uso di prodotti non ancora autorizzati o autorizzati per altro impiego. Occorre inoltre rilevare che nella relazione in questione è chiaramente precisato che nella prova sono stati impiegati formulati non ancora registrati per la coltura del riso e formulati contenenti principi attivi in corso di registrazione in particolare, per quanto concerne il Frontier è stato chiaramente indicato che il formulato è un erbicida autorizzato attualmente sul mais e che il principio attivo è stato utilizzato a livello sperimentale per verificare la possibilità di impiego contro il riso crodo. Si sottolinea che il formulato nella sperimentazione è stato distribuito su terreno asciutto e non su risaia sommersa.
Nel 1996 la Società Sandoz aveva allestito tre prove con il Frontier in provincia di Vercelli, di Alessandria e di Pavia, con lo scopo di estendere l'autorizzazione all'impiego del formulato contro il riso crodo.
Furono organizzate visite guidate con tecnici ed agricoltori. La vicenda non ebbe seguito perché la Società Sandoz ha ceduto il brevetto del Frontier alla Società Basf (attualmente è commercializzato in Italia con il marchio Solplant). A detta della Società Sandoz, le parcelle trattate a scopo sperimentale sarebbero state distrutte mediante l'applicazione del diserbante totale Raundup entro il mese di agosto 1996.
Il Settore Territoriale dell'Agricoltura di Vercelli ha intrapreso una sperimentazione per verificare i dati forniti dalla Società Sandoz.
Nella pubblicazione i risultati conseguiti sono stati presentati evidenziando l'attività erbicida. Per quanto riguarda il Frontier impiegato alla dose di 200 grammi di prodotto commerciale per 1.000 mq pari a 160 g di principio attivo, si evince chiaramente che il controllo del riso crodo è stato appena sufficiente.
Quesito n. 3: "Per quale motivo nell'articolo sopra citato vengono menzionati anche i nomi commerciali dei prodotti utilizzati, ravvisando potenzialmente estremi di condizionamento negli imprenditori agricoli ad utilizzare prodotti non autorizzati in risaia, attraverso l'organo di divulgazione della Regione Piemonte".
I nomi commerciali dei formulati vengono utilizzati negli articoli tecnico-scientifici che riportano risultati di prove di confronto di fitofarmaci esclusivamente per completezza di informazione. Non si ravvisa inoltre il condizionamento nei confronti degli agricoltori in quanto l'articolo è stato pubblicato sul n. 11 del mese di maggio 1998 ed è stato spedito dalla tipografia agli utenti il 26 maggio, in un'epoca in cui la lotta contro il riso crodo era da tempo conclusa.
Quesiti n. 4 e n. 5: "Quali accertamenti si intendano effettuare per evitare la diffusione di sperimentazioni condotte dal Settore Territoriale dell'Agricoltura di Vercelli, con l'impiego di prodotti chimici non ancora consentiti e, fatto ancora più grave, nel caso del siglato SIAPA, prodotto ancora non registrato dal Ministero competente" e "Quali provvedimenti si intendano assumere al fine di assicurare che la sperimentazione di prodotti chimici in agricoltura avvenga nel rigoroso rispetto dell'art. 22 c. a) b), punti 1, 2, 3, 4, 5 e 6 del DL n. 194 del 17/3/1995 della Direttiva UE n. 414/91".
L'Assessorato curerà attentamente la scrupolosa applicazione della vigente normativa comunitaria e nazionale nell'ambito della sperimentazione attuata dalle Direzioni regionali e vigilerà al fine di evitare che la pubblicazione di risultati sperimentali possa in qualche modo, anche involontariamente, condizionare l'operato degli agricoltori, inducendoli a scelte non conformi alla legge.
Sarà cura di questo Assessorato disporre affinché nel futuro tutte le sperimentazioni in campo fitoiatrico vengano realizzate direttamente dalla Direzione regionale Sviluppo dell'Agricoltura, attraverso il Settore Fitosanitario, all'uopo proposto.
Si sottolinea comunque che la maggior parte delle sperimentazioni di questo tipo è condotta utilizzando prodotti non ancora registrati dal Ministero competente od autorizzati su altre colture.
Quesito n. 6: "Se siano stati effettuati i controlli per ottemperare a quanto normato dall'art. 22, punto 7 (derrate alimentari trattate a scopo sperimentale) del DL n. 194 del 17/3/1995 e quale destinazione abbia avuto il riso trattato con i prodotti sopra menzionati".
Il Settore Territoriale dell'Agricoltura di Vercelli ha controllato affinché il seme proveniente dalle parcelle sperimentali non fosse destinato all'alimentazione dell'uomo né degli animali. Lo stesso Settore lo ha reimpiegato in serra per prove di germinabilità e potenza germinativa ed in prove sperimentali per la semina dell'anno successivo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Ringrazio l'Assessore per le risposte che avrò modo di leggere con attenzione. Successivamente daremo un giudizio più appropriato. Mi sembra però, come prima impressione, che la risposta data tenda a giustificare l'operato degli uffici del Settore Territoriale dell'Agricoltura di Vercelli. Credo che quella risposta sia stata preparata dagli stessi uffici che hanno evidentemente avviato tutta questa procedura; non credo sia la risposta dell'Assessore Bodo che, come me, non ha competenze specifiche quindi non può che essersi fidato di chi ha avviato la procedura. Se fosse così è come chiedere all'oste se il suo vino è buono.
La risposta risente totalmente del fatto che si vuole giustificare un atteggiamento che ha dei dubbi perlomeno di illegittimità. Sarebbe forse stato più corretto che l'Assessore avesse utilizzato altri canali informativi per dare un giudizio che non fosse quello del servizio che, con questa interrogazione, abbiamo voluto criticare per alcuni aspetti.
Puntualmente non doveva esserci l'autorizzazione alla sperimentazione perché c'è una circolare; però c'è anche una legge che dice che la sperimentazione deve essere autorizzata. Se la questione è così dubbia, non credo che l'autorizzazione o la sperimentazione o l'informazione della sperimentazione che si vuol fare al Ministero, all'USL, sia qualcosa di burocratico; in fondo, il controllo nazionale sanitario è un controllo anche sulla tutela complessiva della salute. Che difficoltà c'era a chiedere l'autorizzazione alla sperimentazione? Non vorrei che richiamare questi fatti esprimesse una difficoltà. Sostanzialmente, non è stata chiesta l'autorizzazione. Questo è il problema vero, utilizzando a posteriori una circolare del Ministero della Sanità. Avrò poi modo di leggere la risposta, però mi sembra che in ogni caso la circolare non possa essere in contrasto con il DL n. 194/95 che parla chiaramente di sperimentazione. In ogni caso, prevale la legge, poi vedremo.
Sarebbe stato più doveroso per la Regione Piemonte, anziché comportarsi come un privato che "tenta" di fare le cose, che ci fosse una comunicazione, un'autorizzazione alla sperimentazione del Ministero della Sanità. Non è che la chiediamo alla Comunità europea o ad un altro Stato: la chiediamo al Ministero della Sanità! Seconda questione: il nostro rilievo era sul fatto che si era data pubblicità a questa sperimentazione su un giornale destinato ai coltivatori, evidenziando i vantaggi del fitofarmaco. Abbiamo detto che probabilmente questo condiziona le scelte, perché vengono dati risultati positivi di un prodotto, che ancora deve essere testato, pur ritenendolo pericoloso sul piano della salute.
L'Assessore ci dice che non poteva sapere delle verifiche dell'ARPA.
Credo che a questo punto sarebbe anche utile la presenza dell'Assessore alla sanità: dovete finirla con il fatto che l'ARPA è un organo a s stante! E' come la questione dei ripetitori in collina: "La Regione Piemonte è stata informata dall'ARPA, ha ricevuto da Guariniello i dati dell'ARPA e da quel momento interverrà".
L'ARPA è un'Agenzia regionale, è uno strumento di verifica, non è un organo in contrapposizione: lo finanziamo completamente e totalmente, il Direttore è nominato dal Presidente della Giunta, Ghigo, e abbiamo il controllo sul bilancio. Non si può dire "non sapevamo dell'ARPA": l'ARPA è la Regione Piemonte.
In ogni caso, c'è un'omissione, perché l'ARPA è Regione Piemonte.
Assessore, non può dire "io guardo l'agricoltura e l'altro guarda la sanità": è la Regione Piemonte in quanto tale. Credo che sotto questo aspetto ci sia stata, da parte dei funzionari, un'omissione di controlli effettuati sicuramente da parte dell'ARPA e non so se da parte del CFS.
Non è neppure certo, per quello che ho capito - probabilmente ho capito poco - che il riso trattato con i prodotti Frontier non sia stato utilizzato nel processo alimentare. Quali sono le certezze? Una dichiarazione del funzionario che deve difendersi dal fatto che non ha chiesto l'autorizzazione alla Sanità, o ci sono elementi di carattere certo? Insieme alla collega Pazé, una volta lette le risposte, le valuteremo con attenzione, però presumo che la questione non si chiuda così ed invito l'Assessore a non farlo, anche perché da parte nostra c'è una determinazione alla tutela della salute dei cittadini. E' una questione che non può ridursi ad una giustificazione da parte dell'Assessore sul comportamento del funzionario che ha avviato tutta la procedura di sperimentazione. Se l'Assessore assume questo atteggiamento e se una responsabilità ci deve essere, ritengo che la sua responsabilità e quella del funzionario siano le stesse.
L'Assessore - ripeto - ha giustificato un comportamento e se devono esserci delle responsabilità, magari riguardo a comportamenti illegittimi ritengo che le sue siano identiche a quelle del funzionario che l'Assessore ha inteso difendere. Pertanto, valuteremo la risposta e poi sicuramente torneremo sull'argomento.
Poiché la risposta è complessa e riguarda questioni di carattere tecnico, chiedo al Presidente di non chiudere la discussione in questa seduta, ma mantenerla affinché si possa discutere nella prima occasione utile.



PRESIDENTE

Tecnicamente non vedo difficoltà, nel senso che possiamo ovviare a questo problema.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze (seguito)


PRESIDENTE

Comunico che verrà inviata risposta scritta alle seguenti interrogazioni: n. 1124 dei Consiglieri Vindigni, Foco e Suino inerente a: "Lavori da eseguire, utilizzo ed apertura al pubblico del Forte di Exilles" n. 1317 dei Consiglieri Rosso e Dutto inerente a: "Contributi finanziari per la promozione e la salvaguardia delle lingue autoctone".


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione n. 1577 dei Consiglieri Benso, Angeleri e Ghiglia inerente a: "Teatro Regio - Preventivo 1997/1998"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1577 presentata dai Consiglieri Benso Angeleri e Ghiglia.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

In riferimento all'interrogazione n. 1577 del 14 novembre u.s. (a noi pervenuta in data 17 dicembre u.s. e protocollata con il n. 10203) presentata dai Consiglieri Benso, Angeleri, Ghiglia, relativa all'audizione avvenuta il 12 novembre u.s. presso la Commissione Cultura, si comunica quanto segue.
Relativamente al capitolo del bilancio preventivo 1998 "Spese non classificabili in altre voci", pari complessivamente a L. 1.460.000.000 esso comprende L. 1.359.000.000 del Fondo di riserva e L. 101.000.000 destinate a spese varie amministrative, ossia quota associativa ANELS (Associazione Nazionale Enti Lirico-Sinfonici) ed eventuali consulenze professionali di natura legale e/o amministrativa (ad esempio quelle necessarie e previste per concludere il processo di trasformazione del nostro Ente a Fondazione di diritto privato - come poi avvenuto egregiamente).
Relativamente al mio stipendio, tengo a precisare che il Consiglio di amministrazione dell'E.A. Teatro Regio, in mia assenza, ha deliberato di reintegrare la diminutio pari al 15% che il precedente Sovrintendente signora Tessore, si era volontariamente autoimposta. Tale stipendio rimane comunque tra i più bassi di quelli corrisposti ai Sovrintendenti degli Enti Lirici italiani ed è stato confermato per il nuovo Sovrintendente.
Relativamente ai criteri di assegnazione degli omaggi, specificamente per la prima rappresentazione, oltre alle persone che per legge e per motivi di servizio hanno diritto ai posti fissi (in totale n. 48 per ciascuno spettacolo), vi è una circolare dell'allora Ministro Veltroni che ha ridotto drasticamente i posti per ogni rappresentazione al 5%. Questa risposta, cari colleghi, è attuale perché molti colleghi, in via informale mi hanno chiesto della vicenda dei biglietti omaggio delle prime rappresentazioni; quindi, soltanto il 5% del totale viene assegnato dalla Presidenza della Sovrintendenza del Regio. Sono invitati le maggiori autorità politiche ed istituzionali di Stato, Regione, Provincia e Città, i Consiglieri di amministrazione dell'Ente, i giornalisti delle testate più prestigiose in ambito nazionale ed internazionale ed infine alcuni esponenti del mondo accademico, culturale ed artistico torinese. Questa prassi è stata confermata dal nuovo Sovrintendente.
Queste sono le indicazioni che potevo dare e come Assessorato siamo soddisfatti delle indicazioni che il Sovrintendente ci aveva dato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Benso.



BENSO Teresa Anna Maria

Grazie, Presidente. Desidero ringraziare l'Assessore Leo per la risposta, che è stata ampia ed esauriente.
Desidero, però, porgli un'altra domanda: visto che nell'ultimo bilancio di previsione c'è stata una differenza di 2 miliardi, per quello che riguarda lo stanziamento, rispetto all'anno precedente, vorrei sapere qual è l'intenzione della Giunta in tal senso. Grazie.



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

Questo fatto è avvenuto quando abbiamo presentato il bilancio preventivo. Intanto, ringrazio per aver richiamato il fatto, molto importante, che anche altri colleghi avevano richiamato (ad esempio, in fase di bilancio, il Consigliere Chiezzi).
Ringrazio anche per l'interrogazione, che consente di intervenire su questa realtà. E' vero, i Consiglieri hanno ragione, l'aveva rilevato il Consigliere Chiezzi, l'ha sottolineato molto bene adesso la collega Benso: in fase di bilancio preventivo, il Regio aveva ottenuto 2 miliardi in meno non dello stanziamento ordinario, ma di quello straordinario che era stato voluto e votato dal Consiglio regionale, insieme ad un ordine del giorno presentato da molti partiti della maggioranza e della minoranza. Pertanto avendo interloquito con il Presidente Ghigo e con l'Assessore al bilancio è nostra intenzione, nella variazione - questo mi sembra molto importante e doveroso dirlo al Consiglio, proprio perché era stato fortemente richiamato reintegrare la cifra, riportandola alla cifra iniziale, che era stata la più alta mai corrisposta alla Regione, quindi reintegrare i 2 miliardi. E' un'informazione importante, anche perché in Consiglio questo era stato sollecitato da più parti anche in fase di discussione di bilancio.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazioni n. 2669 della Consigliera Benso e n. 2670 dei Consiglieri Casari e Angeleri inerenti a: "Soppressione della fermata alla stazione FS di Beaulard" - Esame relativo ordine del giorno n. 1011


PRESIDENTE

Passiamo ora alle interrogazioni n. 2669 e n. 2670 relative alla soppressione della fermata FS nel Comune di Beaulard.
Risponde l'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente. Si tratta di interrogazioni relative alla soppressione della fermata nella Stazione di Beaulard, inizialmente prevista dalle Ferrovie dello Stato nella scorsa primavera.



(Interruzione fuori microfono)



CASONI William, Assessore ai trasporti

Sono interrogazioni relative alla soppressione della fermata FS di Beaulard, presentate da diversi Gruppi.
In merito ai quesiti posti con le interrogazioni suddette, si comunica che il mio Assessorato, in collaborazione con il Comune di Oulx, ha promosso in data 30/6/1999 un incontro, presso la sede regionale, con il Comune, la Comunità montana Alta Valle di Susa e la Provincia di Torino, al quale il mio Assessorato ha provveduto a far intervenire il Direttore regionale delle FS.
In tale riunione, le FS avevano fatto presente che la loro ipotesi di soppressione della fermata di Beaulard era dovuta alla scarsissima affluenza di passeggeri riscontrata attraverso specifiche verifiche sul servizio invernale ed estivo rilevato negli ultimi anni (18 viaggiatori medi nei giorni lavorativi feriali invernali e 7 viaggiatori medi nei giorni lavorativi feriali estivi) e al progetto aziendale di ottimizzare il trasporto ferroviario attraverso la riduzione dei tempi di percorrenza (velocizzazione delle corse ed immissione nel servizio di nuovi treni).
Di fronte alle sollecitazioni delle quali l'Assessorato si è fatto anche parte, quindi alla non condivisione di questa totale soppressione, e in accordo con i Sindaci dei Comuni di Beaulard e Oulx, è stata concordata la riattivazione della fermata di Beaulard nei giorni festivi e prefestivi la maggior parte degli utenti viaggia in questi giorni - con una coppia di corse adeguate alle esigenze dei viaggiatori in partenza da Torino (al mattino alle 7,08 e 7,45) e di ritorno da Bardonecchia (prime ore serali 18,12 e 18,27). Tale ripristino, peraltro, è stato attivato con decorrenza 12/6/1999, quindi è già avvenuto.
In prospettiva dell'assegnazione a Torino delle Olimpiadi del 2006, è stato richiesto alle FS il completamento della realizzazione del sottopassaggio viaggiatori alla Stazione di Beaulard e la disponibilità di riconsiderare l'intero problema alla luce dello sviluppo del traffico turistico collegato all'avvenimento e agli investimenti che verranno realizzati.
Con altra nota del mio Assessorato n. 6026 dell'1/7/1999, il Settore Trasporto Pubblico Locale ha inoltre chiesto alla Direzione regionale FS precisi impegni scritti al riguardo e di riconsiderare la possibilità di ripristino della fermata alla Stazione di Oulx. Siamo in attesa delle proposte delle FS rispetto a quest'ultimo argomento, anche di concerto con la Provincia di Torino, attualmente competente del servizio automobilistico locale, perché sostanzialmente si tratterebbe di verificare la necessità di scegliere una delle due opzioni e si cercherà di approfondire la possibilità di integrare il servizio ferroviario con il servizio autobus.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

La pregherei, dopo aver dato la parola all'interrogante, di iscrivere all'o.d.g. e votare, se possibile, visto che riguarda lo stesso argomento l'ordine del giorno presentato da me e da altri Consiglieri. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Volevo ringraziare l'Assessore per la risposta e per aver immediatamente provveduto ad incontrare le FS per venire incontro ad una legittima, giusta e corretta esigenza delle popolazioni locali e non solo dei cosiddetti vacanzieri. Prendo anche atto del risultato che l'Assessore Casoni ha ottenuto riaprendo la possibilità della fermata nei giorni festivi e prefestivi.
Devo però - ovviamente non è rivolto all'Assessore Casoni sottolineare un aspetto che mi preoccupa, perché se la privatizzazione delle FS significa guardare esclusivamente a quello che è il profitto e basta, qualche punto interrogativo, come Regione Piemonte, lo porrei.
Siamo in Regione Piemonte e penso che interventi di questo tipo siano stati fatti, da quanto ho sentito, anche in altri piccoli Comuni.
Quindi, prendo atto della risposta dell'Assessore, che ovviamente ha una competenza del tutto relativa come Assessore ai trasporti, ma vorrei che l'ordine del giorno del collega Miglietti, che abbiamo firmato, venisse esaminato, affinché le FS non facciano riferimento solo all'aspetto legato al profitto: il settore dei trasporti è pubblico e deve andare incontro alle legittime esigenze di tutta la cittadinanza.
Prendo atto della risposta dell'Assessore, ma non condivido la presa di posizione delle FS, in quanto non solo per la stazione di Beaulard, ma per tutte le stazioni minori, ci dovrà essere una presa di posizione completamente diversa che faccia riferimento ad un servizio pubblico che comunque dobbiamo, come istituzione pubblica, garantire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ringrazio non solo il Presidente per avermi concesso la parola, ma anche i colleghi che mi hanno permesso di sottoscrivere l'interrogazione n.
2670.
Chiedo al Consigliere Miglietti, che ha presentato l'ordine del giorno di poter apporre anche la mia firma, in quanto lo condivido pienamente e anch'io chiedo venga messo in votazione in sede di discussione dell'interrogazione.
Colgo l'occasione per esporre due brevi considerazioni.
Oggi si reclamizzano i benefici delle Olimpiadi del 2006, ma a Beaulard, frazione di Ulzio, sede di una delle attività olimpiche, malgrado ci sia la stazione e quindi la struttura, i treni non si fermano più.
Molto spesso dalle FS noi otteniamo delle risposte tipo "Non ci sono i marciapiedi abbastanza lunghi per poter fermare un treno speciale": non è il caso di Beaulard.
Sempre più spesso chiediamo alla popolazione di muoversi su rotaia anziché su gomma, per non intasare ulteriormente le autostrade, però poi aboliamo una fermata di vitale importanza come quella di Beaulard.
Capisco perfettamente il disagio che prova l'Assessore a rispondere a determinate domande, quando deve attendere che le FS decidano se far fermare i treni a Beaulard, oppure no.
Voi lo sapete che, ad esempio, Exilles si trova nella stessa situazione? Voi conoscete quali sono le condizioni di vita in un paese come Exilles? Innanzitutto, Exilles è stato eliminato dall'elenco dei possibili utenti dei fondi dell'Unione Europea.
Nella scorsa seduta abbiamo discusso in merito ai fondi europei ed erano presenti in aula alcuni Sindaci, venuti per protestare - il Sindaco di Exilles era assente - in quanto esclusi dalla possibilità di poter usufruire di tali fondi. Così come è stato escluso Salbertrand che non ha nulla a che vedere con quelle località dell'Alta Valle di Susa che, secondo me, avrebbero anche diritto, ma che sono state escluse. Mi collego al discorso delle FS, che hanno deciso di non far fermare i treni in questi paesi. Voi sapete che un cittadino di Exilles per andare a prendere il treno deve fare 2 chilometri e mezzo? Voi sapete che la popolazione di Exilles è diminuita negli ultimi anni del 200% proprio perché non c'è più la possibilità di vivere in certi paesi? Pertanto, chiedo all'Assessore ai trasporti, per quanto di sua competenza, di intervenire nel merito con le FS affinché questi paesi continuino a poter usufruire del servizio ferroviario.
Chiedo anche all'Assessore competente, che ci sta ascoltando - unico Assessore insieme al Vicepresidente - che venga rivisto l'elenco dei Comuni esclusi dalla possibilità di avere i fondi dall'Unione Europea. Lo abbiamo già chiesto nella scorsa seduta e lo ribadiamo oggi, in quanto tali Comuni sono stati esclusi senza alcun criterio. La dimostrazione sta anche nel fatto che alla popolazione degli stessi viene tolta addirittura la possibilità di arrivare a casa con il mezzo di trasporto più popolare e più utile: il treno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

In realtà, ho chiesto la parola in merito ad un altro argomento. Se qualcuno vuole ancora intervenire sull'interrogazione, io interverr successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Anch'io firmerò l'interrogazione ed invito coloro che vogliono firmare l'ordine del giorno a farlo, perché i documenti devono essere consegnati alla Presidenza. Comunque io ne ho una copia. Sono state raccolte circa 1.300 firme, nonostante gli abitanti di Beaulard siano 345. Nonostante sia stato smontato l'unico impianto di risalita che c'era a Beaulard, questa località è comunque molto frequentata da famiglie con bambini piccoli.
Abolire le fermate di questa borgata vuol dire farla morire totalmente. Non ci sono più impianti di risalita, per cui chi aveva intenzione di utilizzarla come stazione sciistica invernale ed estiva, oggi non ne ha più la possibilità. Ma, nonostante questo, molte famiglie continuano a frequentare questa località in quanto è idonea per i bambini dai tre mesi di vita ai quattro-cinque-sei anni. Pertanto, mi pare sia stata un'azione un po' imprudente quella delle FS di eliminare tale fermata. Credo che l'Assessore abbia già comunicato che comunque almeno due fermate al mattino in andata e due fermate al pomeriggio per il ritorno siano state ripristinate.
Ringrazio l'Assessore per l'interessamento. Ripeto, comunque, che si tratta di un'esigenza effettiva della popolazione.
Inoltre, credo che si debba anche prendere in considerazione il depliant delle Olimpiadi del 2006 in merito alle piste da bob da realizzare in quella località. Credo che debba essere ponderata la decisione di creare le piste da bob in quella zona, perché sarebbe, almeno dal mio punto di vista, il massacro assoluto di quel pezzo di valle. Quindi, con grande cautela bisogna fare degli interventi che non depauperino più di tanto quello che è il patrimonio di verde e di vivibilità di quella zona. Zona che sicuramente non giustifica né un insediamento, così come abbiamo visto dal depliant delle Olimpiadi del 2006, né tanto meno il fatto di abolire la fermata dei treni, anche se era già stata abolita la stazione ferroviaria (non esiste neanche più la biglietteria). Bisogna trovare il sistema per costruire un sottopasso, visto che ve ne è già uno, ma per realizzare tutto ciò occorre fare uno studio in merito. Il fatto che abbiano abolito la biglietteria ritengo che non basti, perché vi sono altri mezzi per potersi procurare i biglietti, ma abolire la fermata dei treni, su 185 treni che transitano su quella linea tutti i giorni, mi pare veramente un'azione sconsiderata.



PRESIDENTE

Relativamente all'ordine del giorno che non era iscritto all'o.d.g., ma che è collegato all'interrogazione, vi informo che a questo momento sono state aggiunte le firme dei Consiglieri Montabone, Angeleri e Benso.
E' pervenuta la proposta di una piccola modifica nelle premesse di tale ordine del giorno. Chiedo il Consigliere Miglietti, come primo firmatario se ritiene di poter aderire.
Concedo due minuti di tempo per concordare un testo dell'ordine del giorno che possa essere votato all'unanimità dal Consiglio.


Argomento: Varie

Richiesta di informazioni in merito alla Marcia della Pace ad Assisi e al Comitato di solidarietà per il Burkina Faso


PRESIDENTE

Nel frattempo, ha la parola la Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Presidente, ho chiesto la parola non per intervenire sulle interrogazioni in discussione, ma in merito ad un documento consegnatoci questa mattina e da lei firmato. Mi riferisco alla sua comunicazione relativa alla partecipazione della Consigliera regionale Enrica Pazè alla Marcia per la Pace di Assisi.
Ne ho già parlato con la collega a quattr'occhi ...



PRESIDENTE

Non in via esclusiva. Non abbiamo ricevuto altre richieste.



CASARI Raimonda

Oggi è il 22 settembre. La Marcia per la Pace è fissata per il 26 settembre. Voglio essere molto chiara: non ho nulla di personale, sono ben lieta che la collega Pazè partecipi alla Marcia per la Pace di Assisi, ma a lei, Presidente, chiedo: come vengono definite queste iniziative? Io non sono più Capogruppo, però ho chiesto informazioni ai colleghi, i quali mi hanno riferito che questo argomento non è stato trattato nella Conferenza dei Capigruppo.
Personalmente, non ne sapevo nulla e le colleghe e i colleghi che ho interpellato altrettanto. Mi chiedo: come possiamo lavorare in questo modo? Come possiamo essere messi in condizione di decidere se e cosa vogliamo fare? Questo per quanto riguarda la prima pagina del documento in oggetto.
Stesso discorso per la seconda pagina, in cui ci è stato comunicato il fatto che, in questi giorni (dal 20 al 22), abbiamo avuto ospite un rappresentante del Burkina Faso. Anche di questo non ne sapevo nulla.
Ripeto: anche su questa notizia ho chiesto ad altri colleghi e nemmeno loro sapevano nulla! Facendo parte del Comitato di solidarietà, sarei stata interessata a partecipare a questi incontri.
Voglio pertanto sottolineare la mia profonda delusione per come vengono gestite queste iniziative. Non credo che questo sia il sistema giusto per veicolare le notizie. Il fatto che una notizia ci venga data ad incontro concluso (oggi è il 22 settembre) e che ci venga detto chi parteciperà alla Marcia per la Pace senza che prima ci venga chiesto se qualcuno di noi intende partecipare, Presidente, non mi sembra un modo giusto di lavorare.



PRESIDENTE

Le rispondo subito. L'argomento è stato affrontato dall'Ufficio di Presidenza. Si è deciso di aderire a questa iniziativa, come peraltro è avvenuto negli anni passati. Di questo si è occupato un collega dell'Ufficio di Presidenza. Non ne abbiamo parlato nella Conferenza dei Capigruppo, ma la notizia era sufficientemente diffusa, o almeno così ritenevo.
La persona che ho ricevuto due giorni fa è il Presidente di un'organizzazione non governativa, in visita in questi giorni in Italia.
Non credo di dover comunicare preventivamente tutti i miei incontri con i rappresentanti delle organizzazioni non governative o con tutte le persone che ricevo. Mi spiace, comunque, che non ci sia stata un'informazione adeguata.
Quanto alla partecipazione alla Marcia per la Pace, essa non si riduce ad una persona sola: chi ritiene di intervenire, come sempre abbiamo fatto interverrà.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Sulle questioni sollevate dalla collega Casari vorrei esprimere il mio disappunto. In primo luogo, il mio disappunto sul comportamento assunto dall'Ufficio di Presidenza circa le decisioni assunte e, a nostro avviso improprie.
Esiste un Comitato di solidarietà che ha affrontato le problematiche relative al Burkina Faso, alle associazioni non governative e a quanto da ciò deriva. Sarebbe stato obbligo, da parte del Presidente del Consiglio, e da chi di dovere dell'Ufficio di Presidenza, informare della visita del rappresentante del Burkina Faso almeno il Comitato di solidarietà e i Capigruppo. Invece, abbiamo assistito ad una gestione assolutamente monopolistica della faccenda da parte del Presidente del Consiglio. Nel documento che ci è stato consegnato leggiamo che, in questi tre giorni, il Consiglio regionale ha organizzato per l'illustre ospite un fitto programma di incontri con le Associazioni e con gli Enti che si occupano di cooperazione. Di questi incontri il Consiglio regionale non è stato informato.
Presidente, le chiedo: è stata una scelta dell'Ufficio di Presidenza? Vorremmo sapere, Presidente del Consiglio, quali sono le Associazioni e gli Enti incontrati, come sono stati organizzati gli incontri con l'illustre rappresentante del Burkina Faso. Presidente, ci piacerebbe sapere se non ritenga opportuno informare anche il Consiglio, se pure a posteriori, delle scelte fatte.
Ribadisco il nostro pesante disappunto per una gestione assolutamente monopolistica di una vicenda che avrebbe dovuto riguardare il Comitato di solidarietà che, a questo punto, mi sembra espropriato del suo ruolo.



PRESIDENTE

Il collega dell'Ufficio di Presidenza che si è occupato di queste iniziative le risponderà successivamente.



SIMONETTI Laura

Chi è?



PRESIDENTE

Il Consigliere Peano.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazioni n. 2669 della Consigliera Benso e n. 2670 dei Consiglieri Casari e Angeleri inerenti a: "Soppressione della fermata alla stazione FS nel Comune di Beaulard" - Esame relativo ordine del giorno n. 1011 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 1011 collegato alle interrogazioni n. 2669 e n. 2670.
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale appreso che con decorrenza 29/5/1999, termine dell'orario invernale dei treni delle FS, è stata soppressa la fermata alla stazione di Beaulard frazione del Comune di Ulzio, dei treni regionali, peraltro gli unici rimasti ad effettuarla e che, grazie all'intervento della Giunta regionale oggi è stata ottenuta la riapertura nei giorni festivi e prefestivi visto che la frazione consta comunque di 345 abitanti residenti e che di notevole pregio risulta essere la potenzialità turistica dell'intera valle, rimarcata dall'opportunità offerta dalla candidatura per le Olimpiadi di Torino 2006 considerato che Beaulard dovrebbe essere la sede delle piste di bob e slittino per i prossimi Giochi Olimpici e il decremento dell'attività turistica determinato dalla penalizzazione dei collegamenti ferroviari che erano indubbiamente un valore aggiunto per l'intera collettività montana valutato che il progressivo abbandono abitativo della montagna pu essere arginato solo da uno sviluppo turistico delle zone montane divenendo motore di rilancio economico impegna ulteriormente il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente affinch intraprendano provvedimenti, con carattere di estrema urgenza, finalizzati al mantenimento dei collegamenti ferroviari con la stazione di Beaulard promuovendo iniziative politiche destinate ad ottenere adeguato ascolto ed interventi concreti da parte del Governo nazionale".
Questo è il testo dell'ordine del giorno firmato dal Consigliere Miglietti ed altri a cui, da ultimo, si sono aggiunti anche i Consiglieri Montabone, Angeleri, Benso e Gatti.
Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Varie

Richiesta di informazioni in merito alla Marcia della Pace ad Assisi e al Comitato di solidarietà per il Burkina Faso (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Vorrei solo tornare un attimo sul punto precedente sollevato dalle colleghe Casari e Simonetti.
Il Vicepresidente Foco ha spiegato alla collega Simonetti cosa era successo; ero interessata a saperlo anch'io. Se non si ha tempo a spiegare qui in Consiglio, chiederei di riunire al più presto il Comitato di solidarietà. Mi sembra giusto, visto che io e la collega Simonetti ci siamo recate nel Burkina Faso e visto che la Regione Piemonte è impegnata in un progetto di sicurezza alimentare: sarebbe un peccato non avere l'opportunità di incontrare questi rappresentanti.
Per quanto riguarda la Marcia della Pace - chi parla vi ha partecipato due o tre volte - gradirei che se ne parlasse sia alla riunione del Comitato di solidarietà, sia in Conferenza dei Capigruppo. Voglio dirlo per evitare dimenticanze per il futuro; poi va benissimo approfondire al più presto l'argomento nel Comitato di solidarietà.



PRESIDENTE

Vedremo di riunirlo quanto prima. Non ritengo utile oggi entrare ulteriormente nell'argomento, in quanto non è presente il collega che si è occupato di queste iniziative.
I nostri lavori per oggi sono conclusi. Il Consiglio si riunirà venerdì p.v.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.42)



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