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Dettaglio seduta n.384 del 29/07/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bodo, Casari Farassino, Gallarini, Minervini e Rosso.


Argomento:

b) Approvazione da parte del Senato del disegno di legge relativo all'elezione diretta del Presidente della Regione


PRESIDENTE

Intendo comunicare che il Senato ha approvato, nel testo licenziato dalla Camera, il disegno di legge relativo all'elezione diretta del Presidente della Regione. Il testo è disponibile per chi ne fosse interessato.



(La Consigliera Simonetti chiede la verifica del numero legale)


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Procedo all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Presidente Deorsola effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
29 Consiglieri.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 523: "Sottoscrizione di nuove azioni della Texilia S.p.A." (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'art. 4 del disegno di legge n. 523, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ricordo che la Giunta ha espresso parere negativo in merito all'emendamento n. 4.1), presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba e Miglietti, il cui testo recita: dopo l'art. 4, aggiungere il seguente nuovo articolo: "ART. 5 - Delegificazione.
Il comma primo dell'art. 4 della L.R. n. 47 del 30/8/1984 è soppresso".
Come richiesto dal Consigliere Chiezzi, si proceda alla votazione di tale emendamento per appello nominale.
(Il Consigliere Segretario Toselli inizia l'appello nominale)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Toselli, ho un dubbio sulla procedura.
Questa mattina abbiamo votato l'art. 3, ma non l'art. 4.
Devo fare una puntualizzazione: questo emendamento è aggiuntivo, quindi va votato dopo l'art. 4.
Si proceda pertanto alla votazione dell'art. 4 per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI' 28 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Informo i colleghi che le prossime votazioni verranno effettuate mediante sistema elettronico; chi intende esprimere il proprio voto è invitato a munirsi del "badge".
Riprendiamo ora l'esame dell'emendamento aggiuntivo.
La Giunta è contraria. Lo pongo in votazione.



VINDIGNI Marcello

Voglio illustrarlo.



PRESIDENTE

In realtà, lei l'aveva già illustrato questa mattina. Può intervenire per dichiarazione di voto. Prego.



VINDIGNI Marcello

Non c'è alcuna intenzione di voler intralciare i lavori: i colleghi non si preoccupino.
Nel corso della sua replica, l'Assessore Masaracchio ha anticipato il voto contrario della Giunta a questo emendamento, dicendo che non era questa la sede nella quale si modificava la legge madre, cioè la n. 47 del 30/8/1984, che istituiva la Società Texilia.
Voglio solo fare presente che nell'art. 4 testé votato si modifica un articolo della legge madre, in quanto si porta dal 31/12/1999 al 31/12/2002 la durata della Società. Quindi, l'argomento utilizzato prima dall'Assessore è palesemente contraddetto dal voto precedente.
Inviterei l'Assessore a motivare la sua opposizione a questo emendamento con altri argomenti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Dopo questo intervento, la Giunta conferma il voto negativo? La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Innanzitutto, ciò che è scritto nell'art. 4 è stato voluto dalla Commissione competente.
Per quanto riguarda invece quello che si è detto per tutto il contesto della legge, ribadisco che, finché non si modifica tutto il contesto generale della legge, non si può operare, altrimenti verrebbe ad essere inficiato l'intero provvedimento dell'aumento del capitale.
Onde evitare questo equivoco e che la legge venga rinviata dal Commissario del Governo, è necessario "cabotare" - scusate il termine - in questo senso.
Quindi, un conto è quello che ho detto per il contesto generale della legge, altra cosa è quanto ho detto in ordine all'emendamento in discussione, che è non del tutto influente sulla logica dello sviluppo dell'azienda e su come dovrà essere riorganizzata la Società.



PRESIDENTE

La Giunta conferma l'orientamento negativo.
La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Credo che sarebbe utile avere un'interlocuzione più seria con la Giunta, nel senso che un articolo che chiede di prorogare di due anni la durata di una Società è una modifica rilevante. E' vero che si modifica una data, ma si tratta di una modifica rilevante, e non mi sembra assolutamente che si possa dire che altre modifiche alla legge, come quelle proposte creino problemi di approvazione da parte del Commissario del Governo, a meno che non si spieghi quali e perché questo avviene.
Si può dire che un emendamento va bene o non va bene, ma inventarsi i motivi per cui non va bene non credo sia serio. Non mi sembra che esista quel problema del Commissario del Governo, cioè non vedo perché il Commissario del Governo debba rinviare la legge; d'altronde, si sono modificate altre parti, oltre a questa, che non è secondaria, anzi, è sicuramente una modifica estremamente rilevante.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione nominale su tale emendamento, su cui la Giunta è contraria, mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 hanno votato SI' 10 Consiglieri hanno votato NO 23 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.



(Commenti dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti in merito alla presenza del numero legale in aula)



PRESIDENTE

Il numero legale è garantito perché sono presenti 36 Consiglieri.
La votazione è assolutamente regolare: 10 favorevoli, 23 contrari, 2 astenuti, non votanti 1.
Indìco ora la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno votato SI' 30 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 676: "Cessione di parte delle azioni della SAGAT S.p.A." - Esame ordini del giorno n. 1036 e n. 1045 (connessa interpellanza n. 2326)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 676, di cui al punto 8) all'o.d.g.
E' stato presentato un ordine del giorno collegato, che provvedo a far distribuire.
Ricordo che questo provvedimento è stato licenziato dalla Commissione competente con il voto favorevole dei Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU e CCD; non hanno partecipato al voto i Gruppi DS, Lega Nord Rifondazione Comunista, PPI e Comunisti Italiani.
Ci sono richieste di intervento su questa proposta di deliberazione? Prego, Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Mi pare che per fare la discussione generale occorra prima conoscere gli emendamenti che l'Assessore intende presentare.



PRESIDENTE

Sono stati presentati degli emendamenti da parte della Giunta e del Gruppo Comunisti Italiani; li faccio riprodurre e distribuire almeno ai Capigruppo.
Passiamo pertanto all'esame di tali emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: alla seconda pagina della proposta di deliberazione l'ottavo comma è soppresso.
2) Emendamento presentato dall'Assessore Masaracchio: nella premessa, il capoverso 21 è soppresso.
E' chiaro ai colleghi?



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Ho informato l'aula che ci sono questi emendamenti.



(Voce fuori microfono: "La seduta è sospesa?")



PRESIDENTE

La seduta non è sospesa. Ci sono questi emendamenti. Il primo è presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, di cui mi pare sufficientemente chiaro il senso. Lo posso portare in votazione?



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

L'Assessore non spiega il proprio emendamento? Non sappiamo di che si tratta.



PRESIDENTE

Desidera un'illustrazione da parte dell'Assessore? Desidera illustrarlo, Assessore Masaracchio? Prego, prenda pure la parola.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Leggo il capoverso 21, che non condivido, per cui dalla richiesta di toglierlo si capisce qual è la motivazione: "La società di gestione potrà inoltre acquisire e sviluppare le competenze necessarie per attuare politiche territoriali ed immobiliari, favorendo opere di urbanizzazione e localizzazione di insediamenti produttivi, con benefici per l'occupazione nel settore del lavoro (la realizzazione del Polo Integrato di Sviluppo Torino Aeroporto - PISTA S.p.A., nel cui ambito sarà insediato il 'Cargo village', ne è un esempio), e contribuendo altresì allo sviluppo dei collegamenti stradali con Torino e le zone limitrofe".
Dato il dibattito che si è sviluppato in Commissione, dove si faceva rilevare che in effetti tutto questo è di competenza degli Enti locali e di chi amministra il territorio con delle competenze dirette, anche delegate dal Governo centrale, alla fine il fatto che la Società interferisse - in positivo, io avevo detto - con proprie risorse non sarebbe stato male. Onde evitare equivoci, si è detto: "Lo togliamo perché quando questo dovesse accadere, ne prenderemo atto". Dopodiché evitiamo che si possa immaginare sin da questo disegno di legge che ci sia la Società che debba interferire attraverso ciò che è di competenza della Regione Piemonte e del Comune di Caselle e quindi del territorio che corre da Torino fino all'Aeroporto.



PRESIDENTE

Mi pare chiaro. Posso passare alla votazione. Ripeto, sono due emendamenti: tecnicamente possiamo considerarli assorbiti? No? La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Scusi, Presidente, poiché gli emendamenti sono scritti facendo riferimento alla numerazione dei capoversi e poiché il testo che abbiamo non ha numerazione di capoversi, vorrei sapere se ho ben contato, se i capoversi di tutto il testo sono 48, in maniera tale da poterli collocare nel punto giusto.



PRESIDENTE

Cortesemente, chiamiamoli commi, altrimenti ci complichiamo l'esistenza. Il punto che si propone di espungere comunque è chiaro; lo rileggo: "La società di gestione potrà inoltre acquisire e sviluppare le competenze necessarie per attuare politiche territoriali ed immobiliari favorendo opere di urbanizzazione e localizzazione di insediamenti produttivi, con benefici per l'occupazione nel settore del lavoro (la realizzazione del Polo Integrato di Sviluppo Torino Aeroporto - PISTA S.p.A., nel cui ambito sarà insediato il 'Cargo village', ne è un esempio) e contribuendo altresì allo sviluppo dei collegamenti stradali con Torino e le zone limitrofe".
Si chiede di togliere questa parte; mi pare che sia di una chiarezza totale.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, io continuo a stupirmi e forse sono l'unico: si propone al Consiglio di sopprimere un capoverso che può darsi non dica assolutamente nulla o che dica tutto, e il problema non è stato posto in Commissione. Quando mai è stato posto questo problema? Abbiamo discusso in Commissione di sopprimere questo capoverso con un emendamento esplicitato? Non si tratta di una deliberazione semplice, di quattro soldi, è di importanza strategica. Assessore, sono stupito.
In Commissione avevamo anche chiesto che ci fosse fatto recapitare, se era possibile, quanto previsto all'ultimo comma della seconda o terza pagina: "Tornando all'ipotesi di 'partnership', alla sua realizzabilità e convenienza, va precisato che la SAGAT, su richiesta degli azionisti, ha incaricato una nota società di consulenza direzionale specializzata nel settore dei trasporti (la Roland Berger Partner) di procedere ad una sua valutazione". Abbiamo chiesto se era possibile avere una nota su questa ricerca, in quanto non ne siamo a conoscenza. Personalmente, non ritengo di essere in grado di dare una valutazione se quel comma debba o non debba essere soppresso. L'emendamento che propone di sopprimere il capoverso 21 o dà delle spiegazioni ampie, in modo che tutti ne comprendiamo il senso anche a quelli che avevano chiesto di eliminare questo comma, altrimenti credo che da parte mia vi siano delle oggettive difficoltà a capire se questo emendamento debba essere votato a favore o meno. La prego Assessore...



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Siccome la spiegazione l'ho data così come ho potuto e saputo darla non intendo replicare a questa richiesta; se poi non è accettata perché io non sono capace di spiegarmi, ne prendo atto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Per evitare che la situazione procedesse in modo disorganico, avrei ritenuto necessario che il dibattito fosse introdotto con un minimo di relazione complessiva, che a questo punto diamo per avvenuta.
Dato che adesso lavoriamo su un testo che viene modificato attraverso un emendamento organico che, a quanto mi consta, è già stato approvato dal Comune di Torino, credo che, Assessore Masaracchio, anche per omogeneità dei testi, debba essere ripresa la variazione introdotta dal Comune di Torino. Credo inoltre che ci fosse anche un emendamento del collega Chiezzi che appunto riprendeva lo stesso adattamento del nostro testo a quello del Comune di Torino. Anche l'intervento del collega Miglietti andava nella direzione di avere un'illustrazione delle motivazioni che hanno portato ad individuare questo emendamento organico. Sarebbe necessario effettuare un minimo di dibattito in termini anche di conclusione e di dichiarazione di voto perché la rilevanza di questa materia si perde; in ogni caso, anche la funzionalità del dibattito non si realizza se non procediamo con ordine.
Chiediamo, pertanto, un'illustrazione della connessione tra le valutazioni svolte in sede di dibattito dal Comune di Torino e gli emendamenti proposti dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

L'anomalia di questa impostazione sta nel fatto che io chiamavo capoversi quelli che vengono definiti commi.
Pertanto, tutto ciò che è introduzione a "delibera" è l'illustrazione di tutto ciò di cui abbiamo discusso anche in Commissione. Siccome si è anche dibattuto il problema in Commissione, mi sembrava non fosse necessaria una relazione illustrativa, in quanto, politicamente, sono nati dei rapporti "correttivi" con il Comune di Torino, che ha deliberato in questi giorni; non pensavamo avesse avuto i tempi per deliberare in tal senso.
Gli emendamenti non sono scaturiti soltanto da un'intelligente lettura dopo il rapporto in Commissione da parte della Giunta, ma da concertazioni con il Comune di Torino, affinché fosse uniforme l'impostazione di tutta la deliberazione, coinvolgendo nella fattispecie anche la Camera di Commercio che ha cambiato i termini della propria deliberazione. Ripeto, comunque che è nel pieno della concertazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 1) presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, con il quale si chiede di sopprimere l'ottavo comma, alla pag. 2.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno votato SI' 41 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri L'emendamento è accolto.
Pertanto, l'emendamento n. 2) presentato dall'Assessore Masaracchio è assorbito dall'emendamento testé accolto.
3) Emendamento presentato dall'Assessore Masaracchio: premessa - capoverso 42, le parole "così come definito dalla Società" sono sostituite con le parole "così come ulteriormente dettagliato dal Consiglio di amministrazione della SAGAT".
Nutro delle incertezze sulle parole "ulteriormente dettagliato". Quando leggiamo, ad approvazione della deliberazione, "così come ulteriormente dettagliato", ci potrebbe essere il dubbio che questo dettaglio subentri successivamente all'approvazione della deliberazione.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Che ci siano dei dettagli in seguito, ma che non siano nello specifico progettuali, non vi è dubbio. Ma l'equivoco c'è, per cui accogliamo il suggerimento del Presidente del Consiglio. L'emendamento è stato ripreso sulla base di quello votato dal Consiglio comunale, pur con una diversa articolazione della delibera.
Possiamo pertanto formularlo nel seguente modo: "così come il Consiglio di amministrazione della SAGAT vorrà rappresentare".



PRESIDENTE

Era semplicemente per una mia migliore comprensione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3) nel testo modificato dall'Assessore Masaracchio.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 39 hanno votato SI' 33 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è accolto.
4) Emendamento presentato dall'Assessore Masaracchio: dispositivo - punto 1), lettera a), sostituire le parole "Camera di Commercio... pari al 23,62% dell'intero capitale sociale" con le parole "Camera di Commercio... 394.000 azioni, pari al 20% dell'intero capitale sociale".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno votato SI' 34 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri L'emendamento è accolto.
5) Emendamento presentato dall'Assessore Masaracchio: dispositivo - punto 1, lettera b), aggiungere le parole "e l'impegno a sottoscrivere gli eventuali aumenti di capitale sociale che dovessero rendersi necessari".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno votato SI' 38 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'emendamento è accolto.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della deliberazione.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Si tratta di una delibera significativa ed importante di cui si è discusso, anche approfonditamente, al di là della situazione di calendario in cui la discussione cade e si affievolisce quasi automaticamente.
Vorrei osservare che si avvia un'operazione di riposizionamento dell'Aeroporto di Torino quanto mai necessaria. Naturalmente gli esiti di tale operazione si giudicheranno a posteriori.
Il Gruppo DS sottolinea la necessità che l'Aeroporto della Città di Torino si metta significativamente e convintamente in concorrenza con il sistema aeroportuale che sta realizzando non soltanto grandi elementi di rafforzamento, ma anche di trasformazione e riorganizzazione del sistema.
In modo particolare, Presidente, leggevo nella relazione e nelle premesse alcuni elementi che, avendo il tempo, sarebbe interessante approfondire, ad esempio relativamente all'aumento significativo di traffico a Torino nel 1997 rispetto al 1996, anche se poi siamo scesi ad appena il 3% nel 1998 rispetto al 1997.
L'Assessore di riferimento, Masaracchio, porta in discussione il testo di una delibera relativa ad un rimaneggiamento del capitale sociale di una società partecipata della Regione, con una quota abbastanza ridotta rispetto alla funzione che la stessa dovrebbe avere in quella struttura. In realtà, dovrebbe essere il capo dell'esecutivo... Mi fermo un attimo per richiamare l'attenzione del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Il Presidente sta seguendo.



RIBA Lido

Non può, perché parla con Pichetto. Noi abbiamo avuto una proposta dell'Assessore Masaracchio, l'Assessore di riferimento, che ha posto il problema del rimaneggiamento del capitale di una società: è il suo compito ma sarebbe compito della Giunta esporre le linee strategiche di sviluppo del sistema aeroportuale come elemento fondamentale del sistema delle comunicazioni regionali. Lo dico perché credo che avremo modo di ritornare sull'argomento, considerato anche l'ordine del giorno che il nostro Gruppo assieme ad altri colleghi ha presentato, che spero possa essere accolto dalla Giunta come ordine del giorno di indirizzo di una procedura di lavoro.
Ho fatto questo richiamo perché nelle premesse si dice che l'Aeroporto di Torino ha lavorato bene in quanto nel 1997 rispetto al 1996 ha aumentato il suo traffico del 15/16%; ma nel 1998 rispetto al 1997 l'incremento è stato solo del 3%. Questo significa che ormai è in essere una ristrutturazione significativa del sistema aeroportuale e, se aggiungiamo questo dato al fatto che l'Aeroporto di Lione, città grande come Torino, ha un traffico che è esattamente il doppio di quello dell'Aeroporto di Torino noi abbiamo un'indicazione di strada assolutamente in salita. Lione è più piccola, ma il suo aeroporto ha un traffico che è il doppio di quello di Torino. Considerata la struttura aeroportuale come una struttura economico produttiva e non soltanto trasportistico-logistica, noi in quell'infrastruttura abbiamo un grande lavoro di recupero da svolgere.
Ho sentito che il Comune ha in mente operazioni di sinergia, ma non vorrei che liquidassimo l'operazione di oggi come un fatto connesso ad un disinvestimento di capitale da parte degli Enti; qualche parte di questo disinvestimento sarà tale anche in via definitiva, perché in realtà quell'aeroporto ha bisogno di una grande ricapitalizzazione e di un grande rilancio come struttura di sistema.
La costituzione del sistema aeroportuale è da noi richiamata nell'ordine del giorno come elemento rispetto al quale ancora una volta sorge un limite; non si può discutere di questa operazione senza discutere contemporaneamente di quella relativa alla costituzione del sistema aeroportuale regionale. Non parlo di materialità dei tempi, parlo di connessione politico-strategica, evidentemente.
Abbiamo toccato, in tono un po' distratto, un argomento strutturale per l'economia e lo sviluppo delle caratteristiche complessive organizzative della comunità economica piemontese.
Noi abbiamo presentato un ordine del giorno nel quale chiediamo un coinvolgimento maggiore ed inevitabile - credo - del Consiglio rispetto a tutte le fasi successive e, per quanto concerne la Regione, gli elementi finanziari ricavati dall'alienazione di quote siano reinvestiti totalmente nel potenziamento del sistema aeroportuale piemontese.
Lasciamo agli atti due osservazioni, perché in seguito ci riserviamo di controllare la conduzione e la gestione complessiva di tutto il percorso.
La prima, è la perplessità sull'opportunità dell'ingresso di nuovi soci attraverso un'alienazione di quote, anziché con il metodo che ci sarebbe apparso più naturale, che era quello dell'aumento del capitale.
Comprendiamo che c'è anche un problema di riallineamento e quello di un socio che vorrebbe disinvestire (a quanto pare), ma, in ogni caso, ad esito definitivo dell'operazione, l'aumento di capitale non potrà non esserci altrimenti il tutto si ridurrà soltanto ad una riorganizzazione della partecipazione, senza l'adduzione delle inevitabili, imprescindibili nuove risorse.
L'altra questione riguarda la necessità che i soci, che verranno ricercati attraverso la procedura qui prevista, siano effettivamente portatori di contributi esterni rispetto all'attuale compagine istituzionale, sia di apporti esterni che di capitale, di tecnologie, di capacità operative, e che non si realizzino operazioni di pura manovra attraverso tecniche finanziarie. A tale proposito, è importante il controllo della Regione, perché è uno dei soggetti che partecipano con la determinazione di reinvestire il proprio capitale. Quindi, chiediamo che venga messa un'adeguata cura nel vigilare sull'approvazione, sulla predisposizione del bando di gara e sull'approvazione dei relativi contenuti.
Per quanto riguarda l'operazione della vendita proposta con la delibera, comunico il voto favorevole del Gruppo dei Democratici di Sinistra, con quelle considerazioni che ho brevemente espresso e che riprenderemo nelle sedi e nelle occasioni successive di discussione attorno al sistema aeroportuale del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi non voteremo a favore di questa delibera per una serie di ragioni.
La prima è che non condividiamo l'impostazione di fondo, cioè quella di associare il rilancio delle attività aeroportuali a livello regionale con un'idea che ciò possa essere favorito della riduzione del peso del pubblico.
Credo che ormai ci sia un furore ideologico da parte di chi attacca il pubblico, per cui il pubblico, aprioristicamente, viene considerato negativamente. Ritengo invece che, in una serie di settori importanti e strategici, il pubblico debba rimanere e possa gestire meglio, con più lungimiranza e con una maggiore attenzione agli interessi strategici generali che non il privato.
Faccio un esempio per quanto riguarda l'Europa. Credo che nessuno possa dire che le ferrovie inglesi funzionino meglio di quelle francesi o tedesche. Le ferrovie inglesi sono state privatizzate e, non solo non funzionano meglio, ma funzionano peggio di prima o, perlomeno, la sensazione dei viaggiatori è esattamente questa.
L'idea che la gestione privata porti ad un miglioramento è dunque messa in dubbio; forse porta ad un miglioramento dei conti gestionali, dei profitti che realizza una società, ma il problema è vedere anche attraverso quali forme ciò avviene. Queste possono essere diverse: il ricorso a forme di lavoro molto più precario, peggio pagato, e ad un peggioramento del servizio; la conseguenza - ripeto - è che coloro che viaggiano su quei mezzi pensano di viaggiare peggio di come viaggiavano prima.
Se in questo modo si pensa di gestire meglio i servizi, dico che c'è un problema di ottica diversa. C'è chi ha come ottica un servizio e chi invece pensa che il trasporto sia semplicemente un "business", un affare su cui lucrare e realizzare profitti. Noi pensiamo di no.
Inoltre, il settore aeroportuale, il trasporto aereo è quello più dinamico ed importante da un punto di vista dei trasporti; è il settore che si sta sviluppando di più ed è anche molto più a rischio. Per cui, da questo punto di vista, deve essere gestito con molta più attenzione. Il problema della sicurezza è importante in genere, ma nel campo del trasporto aereo ha un'importanza ed una sensibilità sicuramente più significativa.
Da questo punto di vista, riteniamo che il pubblico garantisca sicuramente una gestione più attenta agli elementi di sicurezza del lavoro e di sicurezza in generale. D'altro canto, la nostra Regione è coinvolta da un certo tempo su problemi di tale natura, su problemi di sicurezza in senso ampio, perché abbiamo visto come il varo del nuovo Aeroporto Malpensa 2000 abbia creato tutta una serie di problemi di impatto ambientale e di convivenza con le popolazioni che vivono nelle vicinanze.
Siamo dunque preoccupati per una delibera che avvia un processo di dismissione; segnaliamo il fatto che si mantiene una maggioranza pubblica (e questo indubbiamente è rilevante), avviando però un processo con quel tipo di filosofia alle spalle, cioè che la presenza dei privati è un bene quindi da questo punto di vista si tende a proseguire. Se lo guardiamo con un'ottica di programmazione, di gestione su un'area territoriale, ciò vale ancora di più, perché se in futuro si andrà verso una privatizzazione maggiore ed una prevalenza dei privati, a questi non si potrà chiedere di interessarsi del territorio e della sua programmazione: questi si interesseranno dei loro affari e non d'altro.
Quindi, l'unica garanzia che abbiamo è che non si vada ulteriormente su questa strada, occorre cioè bloccare questo tipo di percorso.
Questa è la ragione di fondo che ci porta a dire che siamo contrari a tale impostazione e che ci farà astenere sulla delibera. Ci asteniamo perché nel corso della discussione al Comune di Torino è stata introdotta una serie di emendamenti, in parte su sollecitazione del nostro Gruppo, che sono stati riportati anche in quest'aula, cosa che apprezziamo.
Vogliamo però rilevare - e lo abbiamo segnalato nell'ordine del giorno che abbiamo presentato - che, nonostante i problemi legati a Malpensa 2000 e a quelli che potrebbero sorgere con i futuri ampliamenti, l'Aeroporto di Torino possa e debba avere uno sviluppo, che però non dovrà confliggere con le sensazioni e le sensibilità delle popolazioni locali.
L'Aeroporto di Torino, tra l'altro, è collocato in un contesto particolare, con dei Comuni vicini, con delle abitazioni vicine, e noi riteniamo che si debba pensare ad un sviluppo dell'Aeroporto medesimo che cerchi di eliminare il più possibile i problemi con i Comuni e le popolazioni che vivono intorno.
Per questo motivo, nel nostro ordine del giorno suggeriamo che alla gestione della SAGAT si associno i Comuni consorziati dell'area. Noi pensiamo che le strade possano essere due: o dare già oggi in via prioritaria a questi Comuni consorziati una parte delle azioni che si intende dismettere, oppure utilizzare quella percentuale non dismessa da parte della Camera del Commercio - abbiamo votato un ordine del giorno che riduce la quota di dismissione della Camera di Commercio - per associare i Comuni della zona consorziati nella gestione della SAGAT e quindi dell'area aeroportuale, proprio perché questo è, a nostro avviso, il modo più lineare per favorire la conciliazione dei problemi di sviluppo dell'Aeroporto con quelli delle popolazioni che vivono in questi territori nei Comuni limitrofi. Tra l'altro, sarebbe un passo in più per rafforzare e non diluire ulteriormente la presenza pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei brevemente aggiungere qualcosa alle considerazioni dei colleghi che mi hanno preceduto, i quali si sono soffermati ad esprimere giudizi anche critici, sul problema oggetto di questa proposta di deliberazione che è quello relativo alla vita di questa Società, che si decide in parte di privatizzare, pur mantenendo una quota pubblica, con tutti i problemi connessi.
Non intendo ripetere cose già dette o aggiungere a questi argomenti alcuni punti di vista, che pure ci sono; vorrei invece parlare dell'assenza di una politica regionale dei trasporti e dei riflessi negativi che la Giunta del Presidente Ghigo, con la propria incapacità di governare questo tema, getta su questa vicenda.
E' per tutti ovvio che parlare del sistema dei trasporti in Regione Piemonte vorrebbe dire, se lo si facesse chiaramente, parlare dell'intreccio tra il sistema aeroportuale del Piemonte e le altre modalità di trasporto, perché l'intreccio è indubitabile ed è forte. L'intreccio tra il ruolo che dovrebbe o potrebbe avere un sistema aeroportuale e il resto del sistema dei trasporti può essere verificato, progettato, proposto all'interno del Piano dei trasporti.
Penso che l'opposizione debba denunciare che questa Giunta si presenta ad un appuntamento importante, come quello della politica sulla SAGAT sguarnita dello strumento di governo di questo problema: il Piano dei trasporti. Si presenta altresì sguarnita dell'altro strumento fondamentale che è il Programma regionale di sviluppo.
Ritengo che l'aula, almeno dal punto di vista dell'opposizione, non debba trascurare questo elemento, che ha generato anche una situazione di grave compromissione, ad esempio per quanto riguarda tutta la vicenda dell'Aeroporto Malpensa 2000.
Cari colleghi e cara Giunta, sull'Aeroporto di Malpensa la Giunta e il Presidente Ghigo si sono svegliati molto in ritardo, si sono svegliati quando oramai l'Aeroporto era stato organizzato nel funzionamento interno e anche nei riflessi economici sul territorio, unicamente secondo gli interessi della Lombardia, in assenza di una Regione Piemonte che si preoccupasse di richiedere, di informarsi e di battersi presso i Ministeri e presso tutti gli Enti competenti affinché, nel momento in cui Malpensa si sarebbe messo in moto, ciò potesse avvenire anche con la tutela degli interessi piemontesi e, in particolare, con la tutela e il rispetto degli interessi delle popolazioni che vivono accanto.
Invece la Giunta Ghigo è rimasta silente ed assente per anni, ha lasciato che gli equilibri di interesse e i pesi dei poteri si consolidassero lungo gli interessi rappresentati dalla Regione Lombardia che ha portato a casa interessi sia in minori danni ambientali e sia in maggiori effetti economici, perché mi risulta che sia ancora aperto il fatto che la società che gestisce Malpensa assorbe personale soprattutto dalla Regione Lombardia.
Bisogna parlare anche di questo, perché l'assenza di una politica regionale dei trasporti impinge anche sul problema della SAGAT. Bisogna dire: "Meno male che della SAGAT non si interessa solo la Regione Piemonte ma ci sono anche il Comune e la Provincia di Torino; meno male che c'è qualcuno che se ne occupa, che c'è un Comune di Torino che in questi anni ha cercato di realizzare un collegamento ferroviario veloce tra la città e l'Aeroporto". Certo, se ci fosse stata una politica della Regione Piemonte anche la SAGAT sarebbe rimasta meno sola a gestire i propri problemi di sviluppo, perché si sarebbe trovata di fronte ad una Giunta regionale che ad esempio, per tempo in questi anni avrebbe dovuto considerare non solo l'Aeroporto di Torino come un problema di trasporto, di efficienza e di sviluppo, ma avrebbe potuto inserire nel sistema degli aeroporti torinesi anche quello di Cerione - secondo me - oltre quello di Levaldigi, e proporre al Piemonte una politica aeroportuale dei propri aeroporti. Se così avesse fatto, l'uscita del Presidente Ghigo di richiedere una politica per il nord Italia come sistema di aeroporti sarebbe stata, dal mio punto di vista, non una scappatoia demagogica e basta, un modo per comparire in televisione una volta in più facendo finta di saper risolvere un problema ma in presenza di un Piano dei trasporti, di un Programma regionale di sviluppo e di una proposta piemontese di rete di aeroporti per soddisfare le diverse esigenze in questo settore, a quel punto sì che poteva uscire dal Piemonte una voce con fondamenta solide, una politica solida di una rete di aeroporti che erano già stati collegati all'interno di un progetto.
A quel punto, si poteva proporre questo progetto, ma a quel punto non siamo. Siamo fermi semplicemente alla SAGAT.
Apprezzo che questa Giunta abbia fatto propri gli indirizzi che il Comune e la Provincia di Torino hanno proposto e che condivido; ci troviamo però di fronte ad una gravissima insufficienza progettuale di questa Giunta che fa poco sperare, nei pochi mesi che ormai ci rimangono da qui alle elezioni, che possa essere superata.
Per questo motivo, con la preoccupazione di consegnare in quest'aula questo voto ad una Giunta così inadempiente su punti programmatici o di programmazione fondamentali, il mio Gruppo si asterrà nel voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Ricordo, parecchi anni fa, quando il Sindaco di Torino, Castellani, si vantava di essere riuscito a portare a Caselle, Aeroporto di Torino, un volo per New York, pensando che questo fosse realmente chissà quale grande obiettivo in questa grande politica ed attenzione del Comune di Torino: meno male che ci fu lui a riuscire ad ottenere un volo diretto per New York. Chissà quanto doveva durare, in un'immaginaria politica dei trasporti, un volo intercontinentale, quando a dieci minuti d'aria c'era l'Aeroporto di Milano, tant'è che fu la classica vittoria di Pirro e non ce l'abbiamo più.
C'era anche un orientamento di pensiero che diceva che Malpensa, tutto sommato, non era così indispensabile, ma uno sviluppo sensato del trasporto regionale avrebbe dovuto prevedere il collegamento Torino-Milano in Alta Velocità e tutto l'intasamento, il congestionamento dell'Aeroporto di Linate avrebbe dovuto, con un collegamento di Alta Velocità, essere dirottato su Caselle e far sviluppare parallelamente in maniera più intelligente tutto il trasporto e il sistema viario e trasportistico regionale, nazionale ed internazionale.
Questo era un orientamento, era un certo modo di pensare, Consigliere Chiezzi, che non arrivava da Castellani e non arrivava nemmeno dai Presidenti delle Province di allora, ma meno male che, in assenza di una politica regionale, intervenne questa politica nazionale dei trasporti.
Arrivò - ricordo - l'on. Fassino, che ottenne finalmente la possibilità di costruire Malpensa, che io considero uno dei più grandi errori nazionali di questi ultimi decenni. Meno male, quindi, che è venuta, in soccorso di questa assenza di politica regionale, questa grande e lungimirante politica nazionale dei trasporti, che ci ha regalato così un grande bubbone Malpensa, che ha rovinato la vita sicuramente a migliaia di cittadini e che farà buttare via l'Aeroporto di Linate: basta andare a Linate a vedere che cosa c'è adesso, sembra una di quelle città del Far-West che vengono abbandonate; butteremo via tutto e Caselle continuerà ad essere un aeroporto che non riesce a decollare. Grazie a questo tipo di politica nazionale dei trasporti, abbiamo di nuovo prodotto un grande imbarazzo nell'amministrazione pubblica; anche se la responsabilità è del Governo alla fine tutti mettiamo la nostra faccia, perché il pubblico siamo anche noi. Quindi, grazie a questo grande errore, siamo di nuovo in imbarazzo per tanti anni continueranno a dire che la politica non è in grado di gestire e programmare nulla bene grazie anche a questo Governo, grazie all'on. Fassino, che è riuscito a dare questa brillante prova di sé.
Non c'è altro da dire. Sulla deliberazione, il voto favorevole di Alleanza Nazionale: finalmente vediamo un approccio più sostanziale, più funzionale dei privati in un settore che deve essere sempre più privato e sempre meno pubblico.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, una breve dichiarazione di voto per dire che ci asterremo sul provvedimento, non tanto sul contenuto, ma sul fatto che riteniamo che la politica della Regione Piemonte nella materia aeroportuale sia stata complessivamente vaga e rinunciataria. Noi abbiamo poco peso e poco ruolo nella SAGAT; non è stata chiara, anzi, è stata decisamente confusa tutta la vicenda che riguardava Malpensa.
E' stato presentato, oltre che dai colleghi di Rifondazione Comunista anche un ordine del giorno di una parte dell'opposizione o comunque dell'opposizione, che richiede - e non è un caso - un ulteriore dibattito e di riferire ulteriormente in merito agli indirizzi che la Regione intende dare sulla problematica degli Aeroporti di Caselle e Levaldigi. Quindi, ci troviamo di fronte ad una situazione di carenza della Regione Piemonte, una carenza di gestione, una carenza di programmazione e di politica sostanzialmente, in un campo così importante come quello del sistema aeroportuale.
Mi sembra un po' semplicistico dire che Caselle non è decollato, che Malpensa crea dei problemi, ecc.; si tratta di avere una politica collegata con il resto dei sistemi di trasporto, che invece assolutamente non è decollato in questi anni e non potrà realisticamente decollare in quel poco che resta di questa legislatura.
Pertanto, per questa ragione, il nostro Gruppo si asterrà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Volevo solo fare una precisazione ad uso e consumo del collega Salerno.
Il potenziamento di Malpensa, inteso come secondo grande aeroporto italiano, è stato introdotto per la prima volta dall'Unione Europea nel piano dei quattordici interventi trasportistici di interesse europeo ed è stato approvato dal Consiglio dell'Unione Europea tenutosi a Corfù nel 1992, quindi ben prima che Fassino diventasse Ministro. Capisco che qui siamo tutti nuovi, però non si può negare la storia.



PRESIDENTE

Non ho altre richieste di intervento, per cui posso portare in votazione la deliberazione, il cui testo modificato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chiedo ai colleghi di rientrare in aula.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno votato SI' 36 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri La deliberazione è approvata.
Il Presidente Ghigo desidera fare una dichiarazione.
Prego, prenda pure la parola.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Prendo la parola semplicemente per affermare che l'ordine del giorno presentato da alcuni colleghi dell'opposizione vede anche la partecipazione della Giunta nel sottoscriverlo e, di conseguenza, nel votarlo.



PRESIDENTE

L'Assessore Masaracchio desidera fare una comunicazione. Ha facoltà di intervenire.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Intervengo per puntualizzare che nel dibattito sembra che ci siano degli elementi non ravvisati o comunque malgovernati da parte della Giunta o dalla competenza dell'Assessore alle partecipate, da un canto, ai trasporti, dall'altro canto.
Nella deliberazione che andiamo a votare è detto chiaramente che per lo sviluppo di...



(Voci dall'aula: "L'abbiamo già votata!")



PRESIDENTE

Avendo votato, l'Assessore ha chiesto di fare una comunicazione e io...



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Se non la gradite, la comunicazione non la faccio. Ho visto anche che il collega Bodo, dopo che è stata votata la sua legge, ha espresso compiacimento per quanto accaduto in positivo, per cui io dico... Allora mi appoggio a quanto è detto nel contesto della delibera, per dichiarare che in effetti tutto ciò di cui si fa carico la Giunta è nell'ambito dello sviluppo di Caselle. Non mi pare sia il caso di andare a rivedere quali possono essere le posizioni delle responsabilità per i trasporti, in quanto nell'ambito dei trasporti la cosiddetta legge sui trasporti è giacente e dovrà essere votata dal Consiglio; poi, se saremo commissariati, è un altro fatto della logica e dei tempi che occorrono alla politica amministrata. In quel contesto, tutte le cosiddette gronde sono viste e considerate nello sviluppo di tutto ciò che parte da Torino per Caselle, tant'è che siamo riusciti ad individuare, attraverso le "lentezze" del Governo, 30 miliardi presso il Tesoro, da utilizzare per la linea di velocizzazione per Caselle per la quale la Regione Piemonte ha contribuito per 6 miliardi.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno a cui aderisce anche la Giunta sottolineo che le azioni nominali della Regione ammontano a circa 673 miliardi e 740 milioni che possono essere investiti nel contesto interaeroportuale. Ma c'è da notare una cosa: quando andremo a trasferire l'Aeroporto di Levaldigi - sempreché quella legge sul trasporto aereo avrà suffragio anche da parte del Consiglio - noi trasferiremo le azioni a SAGAT, dove, pur perdendo quota del loro valore, andranno a riacquistarlo perché la SAGAT avrà un grande sviluppo.
Pertanto, la deliberazione della Giunta è quanto di più e di meglio si possa aver fatto, tanto da considerare le astensioni un punto di riferimento positivo, anziché negativo, visto che le astensioni funzionano in negativo come voto contrario.
Chiedo scusa per questa interferenza a posteriori e ringrazio anche l'opposizione per il credito che ha dato alla nostra deliberazione.



PRESIDENTE

Con l'approvazione della deliberazione si intende assorbita l'interpellanza n. 2326 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 1036 presentato dai Consiglieri Papandrea e Moro, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: la SAGAT è stata fondata nel 1956 e il Comune di Torino le ha affidato la gestione dell'Aeroporto di Torino Caselle con tale affidamento si è voluto coniugare l'interesse ad un'efficienza produttiva con quello del soddisfacimento di un servizio pubblico questa scelta 'rivoluzionaria' (il Codice della Navigazione non prevedeva e non prevede forme gestionali demandate a Società di Diritto Privato) fu sanata nel 1965 con la legge n. 914 che sancisce la 'privatizzazione' del nostro scalo l'attuale composizione azionaria risulta così strutturata: Comune di Torino 50,76%; Camera di Commercio di Torino 24,71%; Regione Piemonte 11,42%; Provincia di Torino 10,15%; Sogespar S.p.A. 2,00%; Sea S.p.A. 0,96 nell'ambito della propria missione aziendale la SAGAT gestisce tutta l'area aeroportuale e quindi: la realizzazione e manutenzione delle infrastrutture legate al traffico aereo (pista, illuminazione, apparati di radioassistenza al volo, ecc.) i servizi di handling (assistenza a terra dei passeggeri, delle merci e degli aerei) la progettazione, realizzazione e manutenzione delle infrastrutture e degli immobili utilizzati dai passeggeri e dagli operatori (aerostazioni con relative aree commerciali, parcheggi, uffici, impianti, ecc.) è formalmente 'titolare' delle attività svolte in area aeroportuale, che subconcede di volta in volta a soggetti economici diversi (gestori di ristoranti, bar, negozi, impianti di carburante, agenzie per la vendita di spazi pubblicitari, ecc.).
Preso atto che: i tre Enti pubblici territoriali (Città di Torino, Provincia di Torino e Regione Piemonte) e la Camera di Commercio di Torino, suoi azionisti intendono procedere al coinvolgimento, nella gestione della SAGAT stessa di un insieme di investitori strategici, anche attraverso la cessione diretta di azioni della Società. A tale proposito: la Città di Torino intende cedere una parte delle proprie azioni pari al 12,76% dell'intero capitale sociale la Provincia di Torino intende cedere una parte delle proprie azioni pari al 5,15% dell'intero capitale sociale la Regione Piemonte intende cedere una parte delle proprie azioni pari al 3,42% dell'intero capitale sociale la Camera di Commercio intende cedere una parte delle proprie azioni pari al 23,67% dell'intero capitale sociale.
Constatato che: le procedure poste in essere in nessun caso prevedono il coinvolgimento degli Enti locali territorialmente interessati che insistono direttamente o indirettamente sull'area aeroportuale.
Considerato inoltre che: le leggi e i provvedimenti emanati dal Parlamento e dal Governo (legge n.
165/90 e DPR n. 434/93 sull''imposta erariale sui diritti di approdo e di partenze degli aeromobili' - legge n. 447/PS e suoi decreti attuativi su 'l'inquinamento acustico' - art. 18 Finanziaria 1998 e art. 60 Finanziaria 1999 su 'soprattasse erariali a favore delle Regioni e dei Comuni interessati per interventi di disinquinamento acustico ed atmosferico') potrebbero, mediante il coinvolgimento diretto dei Comuni interessati nella partecipazione azionaria della SAGAT, ricevere nuovo impulso per una loro piena attuazione; azione questa sicuramente in grado di prevenire e limitare i danni alla salute dei cittadini residenti nelle immediate adiacenze dell'aeroporto.
Premesso inoltre che: tale coinvolgimento significativo, oltre a riconoscere il ruolo insostituibile dei Comuni dell'area aeroportuale, potrebbe porre le premesse per realizzare una migliore convivenza tra aeroporto e comunità locale, soprattutto sui problemi della salute e del lavoro.
Tutto ciò premesso e considerato impegna il Presidente e la Giunta regionale a sollecitare un incontro urgente con la Provincia, il Comune e la Camera di Commercio di Torino affinché: sia garantito all'auspicabile Consorzio dei Comuni dell'area aeroportuale un diritto di prelazione sul 3% delle azioni cedute dagli Enti pubblici diritto da esercitarsi mediante l'acquisizione della quota parte di azioni con valutazione pari al loro valore nominale venga siglato un patto sindacale in grado di garantire stabilmente la maggioranza assoluta (54%) in capo agli Enti locali interessati (Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino e Consorzio dei Comuni dell'Area Aeroportuale), sia con la previsione statutaria del diritto di prelazione a favore degli Enti locali citati, sia (con apposito patto sindacale tra gli Enti locali) di valorizzazione delle azioni a non più del loro valore nominale ai fini dell'esercizio di detto diritto di prelazione si proceda contestualmente alla ridefinizione della convenzione SAGAT Ministero e della convenzione SAGAT-Città di Torino si subordini la cessione coordinata di azione da parte di Enti pubblici territoriali all'individuazione di uno o più partner strategici in grado di sostenere: il piano di sviluppo predisposto dalla SAGAT attrarre nuove quote di mercato incrementare l'occupazione sia diretta sia indiretta, con la garanzia che, nell'ambito dei processi di esternalizzazione dei servizi, sia assicurato ai lavoratori l'inquadramento nel contratto di riferimento degli scali aeroportuali si condizioni la cessione coordinata delle azioni da parte degli Enti pubblici al proporzionale recupero delle risorse economiche investite negli anni dallo Stato e dagli Enti pubblici territoriali per la realizzazione e l'ammodernamento delle infrastrutture aeroportuali si operi in modo tale che agli Enti locali, come sopra individuati, sia riservata la nomina di almeno i due terzi del Consiglio di amministrazione del Collegio sindacale e del Comitato esecutivo (se attivato), nonché di almeno uno degli Amministratori delegati, ove previsti".
Mi pare che una parte si possa intendere superata.
Chiedo al primo firmatario se lo poniamo in votazione nella stesura originale, oppure intende cancellare delle parti.
Il Consigliere Papandrea chiede che l'ordine del giorno venga posto in votazione nella formulazione originale.
Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale ordine del giorno.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 34 hanno votato SI' 2 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 1045 presentato dai Consiglieri Riba Miglietti, Bertoli, Orrù, Riggio, Suino, Manica, Foco, Vindigni, Marengo Gatti, Angeli, Chiezzi e Simonetti, e sottoscritto dalla Giunta, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conclusione del dibattito sulla proposta di deliberazione avente per oggetto la cessione di parte delle azioni della SAGAT S.p.A., impegna la Giunta regionale a: a) riferire alla competente Commissione sui contenuti del bando di selezione di cui si fa cenno nell'atto deliberativo al paragrafo 1, lettera f), sulle caratteristiche dei soggetti da invitare e sulla specificazione dei criteri di valutazione che saranno oggetto di successiva deliberazione della Giunta b) operare perché, contestualmente all'attività di cui al precedente punto il Presidente della SAGAT riferisca alla competente Commissione in merito ai piani di sviluppo della società così come enucleabile dal piano investimenti 1998/2002 del Business Plan e del Master Plan c) riferire in merito agli indirizzi che la Regione intende dare circa le modalità di formazione dell'unica società di gestione degli Aeroporti di Caselle e Levaldigi d) utilizzare totalmente il ricavo della cessione delle quote per il finanziamento dei piani di sviluppo del sistema aeroportuale piemontese".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Artigianato

Iscrizione ed esame disegno di legge n. 435: "Modifiche alla L.R. 9/5/1997 n. 21 'Norme per lo sviluppo e la qualifica dell'artigianato"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il disegno di legge n. 435: "Norme per lo sviluppo e la qualifica dell'artigianato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Passiamo ora alla discussione generale del disegno di legge.
Il provvedimento in Commissione ha avuto il voto favorevole dei Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU e CCD.
Poiché il relatore, Consigliere Gallarini, oggi è in congedo. do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, nel mese di maggio 1997 è entrata in vigore la L.R. 9/5/1997 n. 21 (Norme per lo sviluppo e la qualificazione dell'artigianato), definita anche testo unico dell'artigianato poiché è la risultante, in un solo provvedimento, di tutte le norme di settore contenute in ben dodici leggi regionali.
Tale legge non costituisce però solo un semplice lavoro di razionalizzazione ed unificazione legislativa ma, al contrario, si è cercato con la stessa di compiere un reale sforzo per incrementare e migliorare gli strumenti di cui disponeva la Regione ai fini della promozione e tutela delle imprese artigiane piemontesi.
L'ampio e continuo confronto con le forze economico-sociali e le loro organizzazioni rappresentative, l'esperienza maturata in questi mesi attraverso la gestione delle misure agevolative e, dato sicuramente imprescindibile per un'ottimale programmazione giuridico-amministrativa l'entrata in vigore delle numerose disposizioni statali in attuazione delle leggi Bassanini, inducono a dover proporre alcune modifiche al testo unico e ad introdurre nuove norme che rappresentano un adeguamento normativo regionale al quadro generale nazionale.
Tutto ciò al fine precipuo di migliorare l'incisività del sostegno regionale alle imprese e potenziare le forme di aiuto mediante interventi più selettivi, oppure sostenere le profonde trasformazioni che coinvolgono i settori produttivi, consentendo un elevato livello competitivo delle imprese stesse.
Questi sono gli obiettivi generali di fondo che, nella sostanza intende perseguire il presente disegno di legge.
Esso si compone di trentadue articoli di cui gli ultimi tre costituiscono rispettivamente disposizioni finanziarie ed abrogative nonché disposizioni transitorie finalizzate alla salvaguardia dei diritti derivanti dai procedimenti avviati in attuazione delle norme che si intendono abrogare.
Da un punto di vista squisitamente formale e metodologico, in ossequio ai principi di semplificazione e chiarezza delle disposizioni da adottare ad ogni articolo del disegno di legge corrisponde la modifica o l'integrazione di un articolo del testo unico, oppure l'introduzione di una nuova norma. Occorre inoltre sottolineare che in alcuni casi, al fine di perseguire la maggiore chiarezza possibile nei confronti del cittadino utente, si è valutata l'opportunità di riscrivere interamente gli articoli della L.R. n. 21/97: ciò sia quando gli stessi sono stati oggetto di numerose modifiche, sia nel caso in cui è stata sostituita una sola parola dell'articolo originario, ma la stessa ricorreva più volte all'interno del suo testo.
Di seguito si dà luogo ad una breve illustrazione degli articoli che compongono il provvedimento oggetto di esame.
Art. 1. L'attuale normativa prevede che tutte le imprese, ai fini della richiesta delle agevolazioni, provvedano preventivamente all'iscrizione presso il competente Albo provinciale per le imprese artigiane trascrivendone poi gli estremi nella relativa domanda di contributo.
Pertanto, i soggetti non ancora iscritti, ma che intendono farlo, sono esclusi dal novero dei beneficiari dei provvedimenti finanziari agevolativi.
Al fine di non penalizzare tali imprese viene offerta loro la possibilità di accedere ai contributi ancor prima del dato formale dell'iscrizione e le iniziative promosse dalle stesse possono formare oggetto di istruzione e proposta per le agevolazioni previste.
Naturalmente, l'impresa richiedente deve formalizzare la propria posizione entro il termine perentorio di dodici mesi dalla presentazione della domanda e comunicarlo, pena la decadenza del beneficio ottenuto nelle forme e nei modi stabiliti dalla delibera sui criteri. Del resto un'impostazione siffatta riflette l'orientamento recente del Ministero dell'Industria, Commercio ed Artigianato espresso nella circolare del 13/5/1998 attuativa della legge n. 488/92.
Art. 2. Si tratta di un richiamo generale alla necessità dell'adeguamento degli interventi previsti dalla L.R. n. 21/97 a quanto disposto dal DL n. 123/98 in materia di aiuti alle imprese.
Art. 3. Viene aggiunto un nuovo art. 3 bis nel testo della L.R. n.
21/97. Con tale norma si intende disciplinare l'attività della Giunta regionale ai fini del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia degli interventi concessi, nonché della successiva relazione al Consiglio regionale.
Di conseguenza, viene abrogato il comma secondo dell'art. 8 della L.R.
n. 21/97.
Artt. 4, 5, 6, 7 e 8. Le modifiche apportate da tali articoli sono finalizzate alla possibilità di utilizzare lo strumento del Fondo regionale, istituito presso Finpiemonte S.p.A., per interventi di finanziamento agevolato rivolti anche ad altre tipologie di piccola impresa, a fronte di risorse specifiche previste da altre leggi regionali che alimentino apposite sezioni del Fondo.
L'utilizzo di un fondo unico consentirà la razionalizzazione dal punto di vista gestionale e dei rapporti contrattuali con l'Ente gestore, mentre la specificità dei vari tipi di finanziamento in relazione ai diversi beneficiari è salvaguardata dalla previsione di distinti programmi di intervento (art. 6) in cui devono essere stabiliti criteri, priorità e limiti degli interventi medesimi, nonché dalla costituzione di distinti organismi tecnici di valutazione (art. 7).
Inoltre, con l'art. 6 si snellisce l'attività programmatoria in tema di finanziamenti agevolati così come definita dall'art. 5 della L.R. n. 21/97.
Fermo restando infatti il programma degli interventi già approvato dal Consiglio regionale e tuttora operante, la Giunta risulta sicuramente l'organo più adatto nel predisporre o aggiornare il citato programma, al fine di correggere in tempo reale le eventuali manchevolezze esistenti o di perseguire con immediatezza gli obiettivi di fondo illustrati in premessa.
Al Consiglio regionale compete l'obbligo di esprimere il proprio parere entro 45 giorni dalla trasmissione dei programmi di intervento: trascorso tale termine il parere si intende acquisito favorevolmente. Viene di conseguenza abrogato il comma terzo dell'art. 5 della L.R. n. 21/97.
Infine, l'art. 8 del presente provvedimento, modificando le lettere a) e b) dell'art. 9 della L.R. n. 21/97, estende ai consorzi e alle cooperative di garanzia collettiva fidi la possibilità di beneficiare dei contributi per programmi di assistenza tecnica alle aziende artigiane, di cui all'art. 21 della legge stessa.
Art. 9. In ossequio al principio della semplificazione delle norme legislative nonché, laddove possibile, della delegificazione, l'articolo sostituisce il comma terzo dell'art. 10 della L.R. n. 21/97, rinviando la definizione dei criteri e delle modalità del concorso regionale al fondo rischi dei Confidi ad apposita deliberazione annuale della Giunta, da assumersi previo parere del Consiglio regionale.
Artt. 10 e 11. In tali norme si vuole dare concreta attuazione alla separazione tra attività politica e tecnica. Infatti, sebbene la designazione dei rappresentanti regionali in seno ad organismi esterni sia di competenza della Giunta, sicuramente la proposta del Direttore costituisce un momento propedeutico alla designazione stessa, in quanto pu suggerire all'organo politico la nomina di soggetti che, per esperienza acquisita e professionalità nel settore, siano i più adatti a svolgere in modo ottimale l'incarico all'interno degli Enti di cui agli artt. 11 e 12 della L.R. n. 21/97.
Inoltre, il comma secondo dell'art. 10 del presente provvedimento aggiungendo il comma secondo bis all'art. 11 della L.R. n. 21/97, precisa a quali condizioni i benefici previsti dal testo unico siano validi nel caso di eventuale fusione dell'Artigianfidi con altri consorzi di garanzia fidi.
Art. 12. Il limite percentuale massimo di intervento del Fondo regionale per il finanziamento di programmi di investimento di imprese artigiane viene elevato al 70%. All'interno di tale limite sarà possibile articolare maggiormente gli interventi del Fondo attraverso i criteri e le priorità stabilite dal programma degli interventi di cui all'art. 5 della L.R. n. 21/97, come sostituito dalla presente legge.
Artt. 13 e 14. Tali articoli intendono realizzare gli obiettivi illustrati in premessa in tema di politiche regionali di sostegno alle imprese artigiane. Infatti, la modifica proposta sposta l'ambito di intervento agevolativo ponendo l'impresa quale diretto interlocutore dell'ente erogatore, mediante contributi in conto capitale per la localizzazione e rilocalizzazione delle aziende in aree di nuovo impianto o interessate da programmi di recupero e riqualificazione urbana.
Viene definita in particolare la tipologia delle aree e si delineano i potenziali collegamenti dei processi localizzativi e rilocalizzativi sul territorio regionale con programmi di recupero di complessi già esistenti nonché con programmi comunitari di sostegno all'artigianato, oppure con i processi indotti dall'applicazione della normativa nazionale in tema di eventi calamitosi ai sensi della legge n. 228/97.
Le norme vigenti, invece, prevedono un sostegno economico a favore di Enti locali per il finanziamento degli oneri di urbanizzazione con linee di garanzie fideiussorie inattuabili nella pratica.
Gli Enti locali, del resto, sono già beneficiari delle provvidenze previste dalla L.R. n. 9/80 (Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale), punto di riferimento per gli insediamenti produttivi industriali ed artigianali.
Vengono conseguentemente anche abrogati gli artt. 17 e 19 della L.R. n.
21/97.
Art. 15. Con le modifiche contenute in questo articolo si intende semplificare la nozione di spese ammissibili in tema di sistemi di qualità e certificazione e snellire pertanto le procedure.
Art. 16. Si è ritenuto opportuno - nel comma secondo del nuovo art. 21 della L.R. n. 21/97, così come sostituito dalla presente legge - prevedere la possibilità di attivare iniziative dirette della Regione in materia di assistenza tecnica alle imprese, con particolare riferimento a servizi di tipo avanzato che utilizzino le tecnologie informatiche e telematiche, che l'Amministrazione regionale ritiene strategiche per lo sviluppo delle attività imprenditoriali. Si vuole inoltre ricomprendere tra i soggetti beneficiari delle misure agevolative in tema di assistenza tecnica anche il Consorzio regionale di secondo grado tra i Confidi di cui all'art. 12 della L.R. n. 21/97.
A seguito di tali modifiche, è stato pertanto abrogato il comma terzo dell'art. 21 della L.R. n. 21/97.
Art. 17. Con tale norma si sopprime, al comma quarto dell'art. 23 della L.R. n. 21/97, il termine del 31 dicembre per la presentazione, da parte dei soggetti interessati agli interventi per la tutela ambientale, del programma delle iniziative, demandando alla Giunta la fissazione dello stesso nella delibera relativa ai criteri.
In tale modo, si vuole armonizzare, da un lato, la misura in oggetto con gli interventi di cui agli artt. 20 e 21 della L.R. n. 21/97 e dall'altro lato, consentire la normale predisposizione dei capitoli di spesa nella stesura del bilancio di previsione, abolendo il citato termine di fine anno.
Artt. 18 e 19. Sopprimendo la parola 'commerciale' dalla rubrica del Capo V e dell'art. 24 della L.R. n. 21/97, viene eliminata una ridondanza nell'attuale stesura del testo.
Nell'art. 24 è stata inoltre sostituita la parola 'servizi', ovunque ricorresse, con la parola 'interventi', in quanto ritenuta più esaustiva e maggiormente conforme alla tipologia di azioni messe in atto. Al fine di agevolarne la lettura, soprattutto da parte degli utenti, si è ritenuto opportuno riscrivere l'intero art. 24 della L.R. n. 21/97.
Art. 20. Viene meglio specificata la tipologia dell'azione regionale in materia di iniziative di promozione dell'artigianato ed è inoltre prevista la necessaria individuazione dei criteri da parte della Giunta.
Si è preferito riscrivere l'art. 25 della L.R. n. 21/97 per facilitarne una migliore comprensione.
Art. 21. La precisa individuazione dei componenti delle Commissioni per i disciplinari di produzione, prevista dall'art. 27 della L.R. n. 21/97, ha reso necessario apportare delle modifiche che evidenziano la natura tecnica delle stesse. Si è inoltre modificata la procedura per la nomina delle Commissioni e per l'individuazione di alcuni loro membri, in ottemperanza alle attribuzioni spettanti alla dirigenza regionale ai sensi della L.R. n.
51/97 (Norme sull'organizzazione degli uffici e sull'ordinamento del personale regionale). Le Commissioni sono chiamate a collaborare nell'ambito dell'Amministrazione regionale con un'attività che consente la definizione di regole di riconoscimento delle imprese ad elevato contenuto artistico e tipico ed esplicano pertanto funzioni tecniche di supporto alla Giunta regionale a cui compete l'approvazione finale dei disciplinari di produzione.
Artt. 22, 23 e 24. Le modifiche introdotte riguardano il Capo VIII della L.R. n. 21/97, relativo all'Osservatorio regionale dell'artigianato.
In particolare, l'aggiunta proposta all'art. 36 della L.R. n. 21/97 intende affermare la necessità del coordinamento e dell'integrazione fra le diverse funzioni di osservatorio in campo economico svolte in ambito regionale.
Con l'art. 23 del presente disegno di legge vengono introdotte modifiche all'art. 39 della L.R. n. 21/97, volte ad ampliare l'analisi del comparto artigiano anche con riferimento alle problematiche che le imprese si trovano ad affrontare nei rapporti con i mercati, soprattutto esteri nonché ad implementare il coordinamento dell'Osservatorio con analoghe strutture di studio, indagine e ricerca sul territorio nazionale.
La diversa formulazione dell'art. 41 della L.R. n. 21/97 - prevista dall'art. 24 del presente provvedimento - deriva da due ordini di motivi: il primo, si riferisce al nuovo modello organizzativo derivante dalla L.R.
n. 51/97 per il quale tutti i settori devono adottare provvedimenti di carattere programmatorio circa le proprie attività; il secondo, di tipo operativo, discende dal fatto che l'attività dell'Osservatorio solo in parte è suscettibile di una programmazione annuale poiché dipende dalle disponibilità finanziarie ed organizzative, da esigenze espresse dal mondo artigiano, dalla sussistenza di progetti nazionali e/o interregionali dalla dinamica dei rapporti con altri Enti. Ne consegue pertanto la necessità di un documento di programmazione adottato con procedure snelle e modificabile nel corso dell'anno.
Art. 25 e 26. Le modifiche proposte, in tema di Albo delle imprese artigiane, tengono conto delle prescrizioni contenute nel regolamento in materia della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In particolare, si vuole uniformare il comportamento delle Commissioni provinciali per l'artigianato (CPA) in merito alle domande di iscrizione alle denunce di modifica e cessazione attività, sulla base di modelli conformi a quelli approvati dal Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, dando la facoltà alla Regione di integrarli con appositi intercalari.
Al fine di semplificare ulteriormente le procedure amministrative e venendo incontro ad una specifica richiesta delle stesse CPA, si è reputato utile definire meglio e razionalizzare il rapporto tra l'attività istruttoria delle Commissioni e quella del Comune, attribuendo alle CPA la facoltà di richiedere al Comune l'istruttoria di competenza e di rilasciare le relative attestazioni ai sensi dell'art. 63, comma quarto, lettera a) del Decreto del Presidente della Repubblica n. 616/77.
Inoltre, sempre nell'ottica della semplificazione delle procedure e di uniformità di comportamento delle CPA, gli effetti costitutivi dell'iscrizione, quelli relativi alla modifica dello stato di iscrizione e alla cancellazione dall'Albo delle imprese artigiane, si fanno decorrere per tutti dallo stesso momento, precisamente dalla data di inizio attività o di effettiva cessazione della stessa.
Art. 27. All'art. 46, comma primo, lettera a), della L.R. n. 21/97 si è reso necessario prevedere sanzioni, oltre che per l'omessa domanda di iscrizione all'Albo delle imprese artigiane, anche per l'omessa denuncia di attività.
E' stata inoltre prevista la nuova ipostesi sanzionatoria relativa al ritardo delle denunce, applicando tuttavia sanzioni di entità inferiore alle ipotesi di omissione di denuncia.
Art. 28. Si è ritenuto necessario riformulare l'art. 49 della L.R. n.
21/97 in merito alle funzioni della Commissione regionale per l'artigianato.
In particolare, si precisano le funzioni della Commissione regionale in materia di ricorsi avverso le decisioni delle Commissioni provinciali per l'artigianato sul riconoscimento delle imprese del settore artistico e tipico di qualità e in materia di iscrizioni negli elenchi nominativi tenuti a fini previdenziali.
Inoltre, verificata la necessità di fornire la Commissione regionale per l'artigianato, quale organo regionale, di adeguata difesa processuale nei casi di impugnazione delle sue deliberazioni davanti all'autorità giudiziaria, si prevede che la Commissione stessa decida in merito all'opportunità della costituzione in giudizio e che la rappresentanza processuale spetti di norma alla struttura speciale dell'Avvocatura della Regione.
Art. 29. Si tratta di una norma di adeguamento in vista dell'emanazione del regolamento di semplificazione delle procedure di costituzione funzionamento ed organizzazione delle Commissioni provinciali per l'artigianato, in attuazione dell'art. 20, comma ottavo, della legge n.
59/97.
Art. 30. L'art. 65 della L.R. n. 21/97, relativo alle disposizioni finanziarie, è stato modificato prevedendo l'istituzione, nello stato di previsione della spesa del bilancio regionale, di appositi capitoli resisi necessari a seguito delle modifiche introdotte nel testo unico dal presente disegno di legge e relativi in particolare ai contributi in conto capitale per la localizzazione e rilocalizzazione delle imprese artigiane e alle spese per interventi diretti della Regione in materia di assistenza tecnica alle imprese.
Art. 31. Oltre alle abrogazioni citate nella presente disamina si prevede in particolare: a) l'abrogazione della L.R. n. 84/96 poiché modificatrice di una norma a sua volta eliminata dalla L.R. n. 21/97 b) l'abrogazione del comma quinto dell'art. 12 della L.R. n. 21/97: il Consorzio regionale tra i Confidi può ottenere contributi per la realizzazione di programmi di assistenza tecnica alle imprese artigiane ai sensi dell'art. 21 della L.R. n. 21/97, così come modificato dal presente provvedimento c) l'abrogazione dell'art. 13 (Promozione della cooperazione di garanzia collettiva) della L.R. n. 21/97 poiché determina un tipo di intervento non facilmente controllabile dalla Regione d) l'abrogazione dell'intero Capo VII (Interventi in dipendenza di eventi calamitosi) e della lettera l), comma secondo, dell'art. 2 della L.R. n.
21/97, poiché la legislazione statale ha prodotto strumenti attuativi più rispondenti alle esigenze delle imprese danneggiate e non circoscritti al solo settore artigiano. E' pertanto opportuno dotarsi di uno strumento legislativo valido per tutte le categorie produttive danneggiate dagli eventi calamitosi e a tal proposito si intende procedere allo studio di una riforma delle leggi regionali in materia e) l'abrogazione del comma secondo dell'art. 46 della L.R. n. 21/97: si tratta di una semplificazione procedurale in materia di sanzioni relative all'Albo delle imprese artigiane, a seguito dell'introduzione, da parte del presente provvedimento, della fattispecie della ritardata denuncia di inizio attività di cui al comma primo dell'art. 46.
Art. 32. Si è ritenuto opportuno aggiungere ai contributi già previsti l'ulteriore concessione di un contributo iniziale da conferire, una tantum all'atto dell'approvazione dello Statuto del Consorzio regionale tra i Confidi di cui all'art. 12 della L.R. n. 21/97, come modificato dal presente provvedimento, in considerazione dell'importanza strategica attribuita all'Ente citato ai fini del coordinamento e potenziamento del sistema delle garanzie collettive.
Viene inoltre chiarita la proceduta da seguire nei procedimenti amministrativi in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, avviati in attuazione delle norme dalla stessa abrogate.
La Commissione VII ha svolto sul provvedimento in oggetto un approfondito esame, anche con la consultazione dei soggetti interessati.
Considerata l'importanza che le misure in esso contenute rivestono per il settore artigiano piemontese, se ne raccomanda una celere approvazione da parte dell'aula consiliare".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

Questo disegno di legge interviene su tutto il testo della L.R. n.
21/97, testo unico dell'artigianato. Si tratta, peraltro, di un impegno assunto dallo stesso Consiglio regionale nel maggio 1997 quando è stato approvato il testo unico dell'artigianato.
Si trattava di verificarne l'attuazione nel primo anno di attività e poi intervenire su quelle che potevano essere le criticità di un testo che unificava tutta la precedente normativa.
Occorreva intervenire su queste criticità per adeguare il testo e renderlo il più pratico possibile. Nel contempo, si è resa necessaria una serie di adeguamenti, oltre a questi sostanziali di procedura, a seguito di modifiche sulla legge nazionale n. 443 e a seguito degli stessi decreti Bassanini che hanno modificato alcune modalità di intervento.
Quindi, questa norma, che non è una norma di novità, ma di primo adeguamento del testo unico sul commercio, ha la caratteristica di intervenire puntualmente su una ventina di articoli rendendola più snella più aderente alla realtà e alle esigenze degli artigiani.
Ricordo ai Consiglieri che all'interno del testo c'è la novità della costituzione del Consorzio di garanzia di secondo grado. Ci si è resi conto della necessità di allargare la quota di copertura del fondo di garanzia dell'artigianato, ma ciò non era più fattibile solo con il sistema delle ventisei cooperative di primo grado: era necessario offrire una condizione di subgaranzia alle cooperative di primo grado con un consorzio di secondo grado.
Il Consorzio di secondo grado è stato costituito e pertanto è stato necessario modificare il precedente intervento della Regione sui fondi di garanzia per le cooperative, portandolo invece direttamente sul fondo di secondo grado. Con questo passaggio si crea immediatamente un aumento del 50% della quota di garanzia concepibile al sistema delle 120 mila imprese artigiane e quindi una possibilità di rotazione anche più attiva del fondo che si è creato con la L.R. n. 21/97, che dà la possibilità di superare gli attuali 55 miliardi (è l'importo che era stato visto nella relazione della VII Commissione); è possibile che i 55 miliardi, con il passaggio di una quota (una decina di miliardi) in prima fase (5 miliardi più la raccolta dagli altri consorzi), aumenti la capacità di caduta di un 30%, come se si avesse un fondo di primo grado di circa 80 miliardi. Questo dà la possibilità di ampliare notevolmente le quote di garanzia.
Altro intervento, che ritengo opportuno citare, è la modifica, con possibilità di oscillare nelle percentuali delle quote, data dal fondo regionale rispetto al credito bancario, fino al 70%, permettendo al Consiglio regionale, con i vari piani di intervento, di incentivare maggiormente alcune categorie o iniziative a seconda delle finalità politiche che la Regione in futuro vorrà darsi rispetto alle emergenze di carattere settoriale o territoriale che si verificassero.
C'è stato anche uno stralcio relativamente agli articoli dedicati agli eventi calamitosi: sono stati stralciati innanzitutto perché inapplicabili per come erano stati formulati in prima fase. Ci si è resi conto, proprio nel quotidiano operare, della necessità di riportare tutto questo ad un'unica legge, quindi alla legge n. 38 che riguarda gli eventi calamitosi.
Queste sono le grandi novità che, prese complessivamente, diventano rilevanti e ci permettono di dare al sistema dell'artigianato un testo adeguato alle attuali esigenze.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Foco, che interviene in qualità di Consigliere.



FOCO Andrea

Per quanto ci riguarda, il nostro è stato un atteggiamento positivo nel senso che la sollecitazione alla discussione di questo provvedimento è venuta dal nostro Gruppo. E' un provvedimento atteso, visto come adeguamento ed aggiornamento di una legge, la n. 21/97, largamente condivisa. Ricordo che i relatori, proprio per sottolineare questo aspetto furono uno della maggioranza e uno dell'opposizione, per sottolineare il lavoro svolto in commissione e il risultato conseguito.
Dico queste cose per richiamare l'estrema attenzione del nostro Gruppo nei confronti di questo comparto e per ricordare che per primi, all'inizio della legislatura, presentammo una proposta di legge di riordino, ma dovemmo attendere un anno prima che la Giunta presentasse un provvedimento pressoché fotocopia di quello presentato da noi, per poter iniziare la discussione ed unificare i due testi.
Viglietta, tu fai segno di no con la testa, però la storia è questa. Ne discutemmo allora e siamo disposti a riprendere la discussione anche oggi.
Ma non è questo il senso del mio intervento.
Stiamo arrivando, anche con questo provvedimento di riadeguamento, sul filo di lana, all'ultimo minuto. Ed è grazie all'atteggiamento responsabile, tenuto da tutte le forze in Commissione, che oggi approviamo un provvedimento così atteso da parte della categoria. Vorrei ricordare un incontro avvenuto tra le categorie interessate, i Capigruppo e l'Ufficio di Presidenza proprio per sollecitarne l'approvazione, ma non vogliamo far perdere ulteriore tempo, sia a livello di discussione che di interventi in aula. Ritengo che questo mio intervento possa essere l'unico e quindi considerato anche come dichiarazione di voto.
Il nostro è un voto di astensione, motivato dal fatto che per alcuni provvedimenti (mi riferisco alla legge n. 63 sulla formazione professionale, per esempio) abbiamo visto quale sia l'importanza e il ruolo che può giocare l'esecutivo; anche provvedimenti validi e significativi alle volte non trovano da parte dell'esecutivo la capacità e la tempestività per poter essere realizzati.
Il nostro voto di astensione non significa non riconoscere la validità dei problemi che questo testo di legge affronta; anzi, torniamo a ripetere che confidiamo che nella giornata di oggi il Consiglio regionale approvi questo testo, ma è sulle capacità operative della Giunta che permangono tutti i nostri dubbi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei sporgere un'osservazione: con l'approvazione di questa legge, la Regione Piemonte, invece di avere una sola legge sull'artigianato, ne ha due. Ripeto: con l'approvazione di questa legge, avremo due leggi sull'artigianato, e non più una sola.
Considero questo fatto, questo aumento di entropia legislativa un fatto negativo; forse in occasione della predisposizione di questo testo si poteva esemplarmente consentire l'esistenza di una sola legge sull'artigianato, e non di due. E quindi si poteva almeno verificare se non fosse opportuno riapprovare interamente la legge sull'artigianato.
Avevamo la L.R. n. 21/97 che era "la" legge sull'artigianato, ma sono intervenuti fatti nuovi, per cui occorre adeguare per i più diversi motivi.
Dopo due anni, la Regione Piemonte dice a tutti i cittadini e a tutti gli artigiani: "Eccovi la nuova legge sull'artigianato", che è composta da un'ossatura che ha resistito all'usura di questi due anni e da elementi di novità strutturali. Ma la legge sull'artigianato è questa: non è più la L.R. 21/97, ma sarà quella del 1999.
Le forze del nostro Gruppo non ci permettono di essere presenti in tutte le Commissioni e a tutte le discussioni, quindi non ho potuto svolgere questa considerazione in Commissione. La consegno all'aula, senza tentare la risoluzione di questo problema, che mi dispiace però non sia stata pensata dalla Giunta, la quale, tra le novità di cui si dichiarava portatrice sin dall'inizio della legislatura, aveva promesso di avere occhio ai testi unici, alla non proliferazione delle leggi, e via dicendo.
Può darsi che abbiamo mancato un'occasione importante per segnare un percorso che non è facile.
A proposito della legge sul commercio (argomento che è stato portato all'esame abbastanza in tempo), stiamo provando, con il prezioso aiuto degli uffici, a verificare se sia possibile evitare duplicazioni o sostituzioni di leggi. Gli uffici stanno in effetti mettendo in luce le forti difficoltà che emergono da un'iniziativa legislativa attenta alla proposizione di testi unici, alla non frammentazione di leggi, difficoltà che si frappongono nel mettere concretamente in atto questa volontà.
Sul commercio ci stiamo lavorando; è difficile, vengono fuori notevoli elementi di perplessità e difficoltà, forse anche di impossibilità, però ci stiamo provando. Forse sull'artigianato, dove già avevamo fatto il lavoro di ridurre ad una tutte le leggi - mi dispiace, sono il primo a dispiacermene - valeva la pena provare a realizzare la "nuova legge" sull'artigianato: probabilmente, avremmo potuto riuscirci.
Esprimo dunque perplessità su una legge che, pur avendo elementi positivi, ha ancora degli elementi di insufficienza; in merito, faremo solo un'osservazione su un articolo in particolare, rispetto al quale presenteremo un emendamento e chiederemo qualche chiarimento, in quanto lo riteniamo un articolo importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglietta.



VIGLIETTA Matteo

Io non volevo intervenire, però mi è sembrato di essere stato tirato in ballo dall'intervento del Consigliere Foco. Mi sembra che sia abitudine, da un po' di tempo, in particolare della minoranza, ma in particolare dei DS di volersi appropriare di tutti i provvedimenti che questa maggioranza ha portato a buon fine in questa legislatura.
E quindi, per dare a Cesare quel che è di Cesare, vorrei solo puntualizzare questo. Ad inizio di questa legislatura, quando ricoprivo la carica di Assessore all'artigianato, venne portato a buon fine un incarico dato ad un consulente riferentesi al testo unico sull'artigianato (quindi quando questa legislatura era già iniziata). Questo testo, nella maniera più integrale, venne adottato (non dico appropriato) dai DS, allora PDS, e fatto proprio.
Ritengo che questo non fosse proprio tutta farina del sacco dei DS, ma soprattutto del consulente, dell'esperto a cui era stato affidato l'incarico. Il provvedimento, e quindi il testo unico, fu modificato in maniera integrale, con degli inserimenti che hanno modificato alla radice il provvedimento originario proposto dal consulente, il quale logicamente lavorava per conto della passata maggioranza (almeno, non ritengo a nome e per conto dei DS, che oggi ne reclamano la paternità).
Credo che da parte nostra, da parte di questa maggioranza sia stato fatto tutto quanto era necessario affinché questa bozza venisse migliorata e, in maniera determinante, modificata. Questa ulteriore modifica è, a maggior ragione, un intervento di questa maggioranza.
Mi suona strano che tutto quanto di buono viene fatto da questa maggioranza venga rivendicato come un qualcosa realizzato invece dalla minoranza. Volevo solo puntualizzare questo, perché ritengo che "dare a Cesare quel che è di Cesare" sia dovere di tutti quanti.
Quindi, anche se siamo quasi in campagna elettorale per le prossime regionali, ci vorrebbe un po' di coerenza nel riconoscere chi ha fatto di più o di meno; perlomeno, bisognerebbe dare i giusti pesi e le giuste misure di quello che è stato realizzato.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 26 votanti 25 voti favorevoli 25 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n. 25 Consiglieri, la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento interno del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 17.17 riprende alle ore 17.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiederei alla cortesia dei Consiglieri che intendono votare di restare al proprio posto, altrimenti si creano le difficoltà che hanno già dato origine all'interruzione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno votato SI' 28 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 27 astensioni 5 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 27 astensioni 5 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 27 astensioni 5 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 27 astensioni 5 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 27 astensioni 5 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 27 astensioni 5 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 21.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 21, comma terzo, lettera a), sostituire le parole "un esperto" con le parole "due esperti".
Mi pare chiaro nell'obiettivo, per cui lo posso portare in votazione.
La Giunta?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

La Giunta lo accoglie.



PRESIDENTE

Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno votato SI' 32 Consiglieri L'emendamento è accolto.
Relativamente a questo articolo, verranno apportate delle correzioni di coordinamento a seguito dell'emendamento testé approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
21.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno votato SI' 28 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 28 astensioni 6 L'art. 32 è approvato.
Indìco infine la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno votato SI' 28 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Commercio

Esame proposta di deliberazione n. 642: "Piano di attività triennale 1999/2001 in materia di difesa e tutela del consumatore, ai sensi dell'art. 1 bis della L.R. 25/3/1985 n. 21 (Provvedimenti per la tutela e la difesa del consumatore), introdotto dalla L.R. 12/7/1994 n. 23"


PRESIDENTE

Avevamo ancora l'intesa di passare all'esame della proposta di legge di modifica sui Gruppi; su questo, però, occorre un momento di chiarimento anche per le compatibilità finanziarie.
Era stato anche richiesto di portare in votazione la proposta di deliberazione n. 642.
Ci sono delle richieste di chiarimento, delle dichiarazioni di voto? Non essendovi richieste di parola, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno votato SI' 34 Consiglieri La deliberazione è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Adesso discutiamo in merito ad "Agenda 2000"?



PRESIDENTE

Avevamo ancora l'impegno sui Gruppi. I Capigruppo mi dicano se quello relativo alla modifica alla legge sui Gruppi è un provvedimento che pu essere esaminato. Ci sono altre deliberazioni o provvedimenti che possono essere portati all'attenzione dell'aula? Forse se intervalliamo con la discussione su "Agenda 2000" e poi riprendiamo i provvedimenti che possono essere unanimi, nel senso che...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma, Presidente, c'era un accordo tra i Capigruppo.



PRESIDENTE

Ricordo benissimo: "Agenda 2000".
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Volevo sapere da lei, Presidente, quali sono le ragioni per cui non facciamo la legge sui Gruppi, che era un provvedimento da esaminare prima delle comunicazioni.



PRESIDENTE

Ci sono delle ragioni collegate con il finanziamento, mi si dice, di questo provvedimento.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vengano rese note.



PRESIDENTE

MIGLIETTI Franco (fuori microfono)



PRESIDENTE

E' andata in Commissione, è stata discussa, è stata votata: non ci sono ragioni per non farla. Se vi sono ragioni, ce le spieghi.



PRESIDENTE

Io non ho difficoltà. Da parte degli uffici mi si dice che il... Chiedo conforto all'Assessore: l'art. 4, che prevede l'onere, ha capienza?



PRESIDENTE

MIGLIETTI Franco (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, l'abbiamo modificato in Commissione, presente il Responsabile del Settore Bilancio. Quindi, non vi sono ragioni per non portarlo in approvazione.



PRESIDENTE

L'Assessore Burzi vuol portare un contributo a chiarimento?



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Stavo per dire quanto un attimo fa ha detto il Consigliere Miglietti.
Mi pare che ci sia stata una sessione di I Commissione, credo ieri o l'altro ieri pomeriggio; in questa avevo dato un parere finanziario che è allegato e come tale fa testo per quello che c'è scritto. Credo - ma esprimo un'opinione che volendo, se mi date due minuti, posso formalizzare che sia collegato il prelievo a copertura del disegno di legge dal fondo riserve spese obbligatorie finché un nuovo stanziamento di bilancio non vada a coprire l'idoneo capitolo. Questa copertura completa, che nulla sposta rispetto al parere finanziario dato in I Commissione, quando sarà resa agibile? Nel momento del dibattito in aula il fondo riserve spese obbligatorie, che in questo momento anche per altri prelievi è molto basso sarà rimpinguato. Solo questo. Non c'è quindi contraddizione con un parere dato in I Commissione nella seduta idonea. Però vorrei, se è consentito chiedere un minuto per potermi confrontare, perché fino a ieri pensavo potesse essere oggetto del dibattito di quest'aula un disegno di legge che è collegato al bilancio e relativamente al quale, come i Capigruppo sanno l'ho detto questa mattina - avrei portato un emendamento di Giunta; la decisione è stata di non discutere in questa sessione la variazione di bilancio. Voglio solo vedere se tra queste due fasi c'è connessione.



PRESIDENTE

Due minuti di sospensione, per cortesia, senza abbandonare l'aula.



(La seduta, sospesa alle ore 17.59 riprende alle ore 18.06)


Argomento: Gruppi consiliari

Iscrizione ed esame proposta di legge n. 564: "Modifiche alle LL.RR. 11/11/1998 n. 33 (Nuovo assetto organizzativo dei Gruppi consiliari e modifiche alla normativa sul personale dei Gruppi) e 1/12/1998 n. 39 (Norme sull'organizzazione degli uffici di comunicazione e sull'ordinamento del personale assegnato)"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

L'ultima parte dell'interruzione dei lavori è stata in qualche modo utile.
La ricostruzione dei fatti è la seguente.
La copertura finanziaria al disegno di legge, che potrebbe essere oggetto del dibattito, è garantita, se non sbaglio, per una cifra di poco superiore ai 200 milioni con prelievo dal capitolo 10030. Dalla formulazione del testo, e conseguentemente dal parere finanziario, non si evince automaticamente che questa sia necessariamente una spesa incrementale. Inoltre, il capitolo 10030 è uno dei tanti che ha un accesso al fondo riserva "Spese obbligatorie", come la maggior parte dei capitoli.
Da questo punto di vista, il disegno di legge è coperto e il parere finanziario è stato idoneamente relazionato in senso positivo.
Dal momento che il capitolo 10030 fa accesso al fondo riserva "Spese obbligatorie", che è uno dei capitoli del bilancio, in maniera formale informo tutti - lo avevo già detto in altre sedi e ad altri interlocutori che in questo momento ha una giacenza di circa 800 milioni, perché rispetto alla legge finanziaria, approvata nel tempo, sono stati effettuati tutti i prelievi da tale fondo resisi necessari.
Aggiungo che, al momento del dibattito in I Commissione, due pomeriggi fa - se non ricordo male - era nelle possibilità delle attività del Consiglio esaminare alcuni temi relativi al bilancio. Qualora questo fosse avvenuto, la Giunta avrebbe provveduto a suggerire un emendamento ad integrazione di due fondi riserva che, al momento, hanno una capienza inadeguata.
Questa seconda parte è stata oggetto di dibattito con i Capigruppo e verrà riproposta con una comunicazione di Giunta il 7 settembre, quindi con un dibattito in Consiglio che avverrà dal 10 settembre in poi.
Riassumo quanto detto. La legge è tecnicamente a posto e il parere finanziario correttamente dato. Quindi è esaminabile.
Se il Consiglio non provvederà ad esaminare idoneamente le tematiche di bilancio, la copertura del capitolo 10030, che dovrebbe avvenire dal fondo di riserva obbligatorio, non avrà sostanziale copertura.
Questi sono i fatti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Ritengo che l'esposizione dell'Assessore Burzi sia accettabile, purch non si blocchi il provvedimento. Il provvedimento, per sua natura, se non vi è la copertura finanziaria, rimane bloccato. Noi lo deliberiamo e quando vi sarà la disponibilità di cassa diventerà operante, come tanti altri provvedimenti che sono stati deliberati, ma giacenti in attesa della copertura economico-finanziaria.
Dato che poi la copertura economico-finanziaria, per quanto non sarà capiente al momento dell'erogazione, potrà avvenire con atto amministrativo, dal fondo di riserva "Spese obbligatorie" noi abbiamo autorizzato, nella legge di bilancio, i capitoli che possono essere prelevati con atto amministrativo. Il che vuol dire che nel momento in cui vi sarà la capienza di bilancio, il funzionario, con atto amministrativo potrà prelevare dal fondo di riserva per la copertura finanziaria.
Quindi, possiamo approvarlo tranquillamente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Concordo con le osservazioni del collega Miglietti. Fra l'altro, queste questioni non sono state poste nella sede competente della I Commissione quando la legge venne esaminata nella scorsa seduta.
Al di là di tutto, l'Assessore dice sostanzialmente che la legge tecnicamente è esaminabile, ha una copertura finanziaria - così è stato detto - ma il capitolo di riferimento di istituzione della legge stessa che trova la sua completezza nel fondo di riserva, vede un fondo di riserva non sufficiente.
Innanzitutto, poniamo la questione al Presidente del Consiglio, perch questa questione poteva essere posta nella sede competente della I Commissione, in quanto riguarda un aspetto finanziario, una difficoltà in termini di copertura finanziaria di una legge. La legge è stata esaminata in I Commissione, ma questa questione non è stata posta.
Inoltre, la legge può essere esaminata tecnicamente e la copertura finanziaria relativa al fondo di riserva la si troverà nel momento in cui il fondo di riserva potrà, in modo esaustivo, coprire tutta la legge. Nel frattempo, la legge può essere esaminata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Ribadisco in parte quello che ho già detto. Il capitolo sul quale questa legge è prevista nell'articolato è il 10030 relativo al "Fondo del personale". Sia che abbia una capienza per se stesso o no, può fare riferimento al fondo "Spese obbligatorie" di cui, invece, dubitiamo che abbia una capienza sufficiente. Per poter variare una capienza del fondo "Spese obbligatorie" dobbiamo agire sulla legge di bilancio e ho specificato anche quando il Consiglio si potrà occupare di tale argomento.
A mio avviso, la legge è votabile. Ma qualora, ad adiuvandum, si volesse si potrebbe effettuare uno spostamento su un capitolo del Consiglio per un periodo, in modo da essere sicuri, non soltanto della copertura formale già oggi assolutamente garantita, ma anche, fino a settembre, di una copertura sostanziale.
A mio avviso, la legge si può benissimo votare. Non sussistono problemi: la capienza del fondo riserve la possiamo variare soltanto agendo sulla legge di bilancio, cosa che faremo a settembre. Se, ad adiuvandum, si vuole scegliere un'altra strada, si può; invece di utilizzare un capitolo del personale, che agisce sul fondo riserve, suggerirei un altro capitolo e di fare uno spostamento interno.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, rispetto ad una legge di questo tipo, che non vede le firme di tutti i Gruppi, credo sia bene adottare il percorso più rassicurante e presentare quel tipo di emendamento di cui parlava poc'anzi l'Assessore Burzi.
Credo che tale emendamento potrebbe essere sottoscritto da tutti i Capigruppo, conché si prepari.



PRESIDENTE

Al momento, non conosco il capitolo che potrebbe essere utilizzato.
Propongo una breve sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 18.16 riprende alle ore 18.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La soluzione che dovrebbe tranquillizzare tutti, sentiti gli uffici dovrebbe essere questa: sostituire il capitolo 15950 con il capitolo 10000 che ha oggi un'idonea consistenza. Il capitolo 10000 riguarda le indennità dei Consiglieri.
Chiedo ai firmatari della proposta di legge di sottoscrivere l'emendamento. Sarebbe opportuno che tutti coloro che hanno presentato la proposta di legge firmassero questo emendamento. L'esame che c'è stato in Commissione credo sia stato esaustivo di ogni problema.
Propongo dunque di iscrivere all'o.d.g. la proposta di legge n. 564: "Modifiche alle LL.RR. 11/11/1998 n. 33 (Nuovo assetto organizzativo dei Gruppi consiliari e modifiche alla normativa sul personale dei Gruppi) e 1/12/1998 n. 39 (Norme sull'organizzazione degli uffici di comunicazione e sull'ordinamento del personale assegnato)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritta all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 41 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 41 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 41 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato da tutti i Capigruppo dei Gruppi consiliari presenti: all'art. 4, sostituire il capitolo 15950 con il capitolo 10000.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno votato SI' 36 Consiglieri L'emendamento è accolto.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come modificato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 36 L'art. 4 è accolto.
Indìco infine la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno votato SI' 36 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito ad "Agenda 2000"


PRESIDENTE

Secondo le intese, passiamo ora alle comunicazioni rispetto alla questione "Agenda 2000".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

In merito alla programmazione dei fondi strutturali 2000/2006 il Ministero del Bilancio, al fine di evitare i cronici ritardi evidenziati nelle passate gestioni di avvio della realizzazione dei programmi, anche a seguito del Convegno tenutosi a Catania nei primi giorni del mese di dicembre 1998, aveva approvato una deliberazione CIPE del 22/12/1998 con la quale definiva le linee programmatiche, le procedure e le scadenze a cui attenersi per la definizione del DOCUP.
Per quanto riguarda tale procedura, ricordiamo che innanzitutto si tratta dell'elaborazione del documento unico di programmazione da parte della Giunta regionale e dell'approvazione da parte del Consiglio regionale.
La redazione del DOCUP deve avvenire nel rispetto dei principi di concertazione e partnerariato con le forze sociali, con il terzo settore con gli Enti locali e con altri interlocutori individuati dalla delibera CIPE del 22/12/1998.
La scissione del documento unico di programmazione vecchio stile avviene su due documenti, di cui il primo contenente l'analisi socioeconomica delle aree, le cause di declino, le strategie, gli assi di intervento e il fabbisogno finanziario che dovrà essere oggetto di approvazione da parte della Commissione dell'Unione Europea.
Su questo ricordo che noi siamo in grado di distribuire una bozza - non è il documento unico di programmazione, in questo momento è solo la bozza di lavoro, ma la Giunta ha ritenuto di doverla distribuire - che contiene le ipotesi di scenario, le cause di declino, le strategie che si intendono perseguire e gli assi d'intervento; non contiene il fabbisogno finanziario o comunque la ripartizione finanziaria e non contiene la zonizzazione per i motivi che dirò successivamente. E' comunque l'elemento base sul quale dando modo ai colleghi di effettuare un'attenta lettura durante il mese di agosto, è possibile ad inizio settembre confrontarsi e verificarne naturalmente la congruità politica, per poi assumere le deliberazioni conseguenti.
A questo DOCUP per suddivisione di assi seguirà un secondo documento che sarà denominato complemento di programmazione; anche questo, approvato a livello regionale, è solo comunicato alla competente Commissione europea e non più soggetto ad approvazione da parte della stessa.
A seguito della deliberazione CIPE del 22/12/1998, la Giunta regionale ha istituito, con una deliberazione dell'1/2/1999, una serie di organi ed organismi che dovevano procedere alla preparazione delle prime bozze, allo scenario, alla concertazione del documento unico di programmazione. Allora in prima battuta - i colleghi ricorderanno che ho già avuto modo di fare una comunicazione a questo Consiglio - doveva essere anche la predisposizione del rapporto preliminare, perché si riteneva che tutte le Regioni dovessero procedere ad un rapporto preliminare; in fase successiva noi abbiamo redatto comunque il rapporto preliminare e siamo arrivati quasi alla fase finale di approvazione, ma poi ci è stato comunicato da parte del Dipartimento di Coesione del Ministero del Bilancio che ciò non era necessario per le Regioni Obiettivo 2, ma era solamente riservato alle Regioni Obiettivo 1, in quanto le Regioni Obiettivo 1 hanno un quadro di raccordo unitario gestito a livello di Ministero e pertanto il rapporto preliminare serviva al Ministero per poi coordinare la redazione dei documenti unici di programmazione da parte di queste Regioni.
Con la nostra deliberazione dell'1 febbraio sono stati costituiti: il Comitato regionale per il DOCUP, la Conferenza dei Direttori generali e un Segretariato tecnico.
Il Comitato è presieduto dal Presidente della Giunta regionale o suo delegato e ha le rappresentanze delle autonomie locali, delle associazioni imprenditoriali, delle associazioni sindacali dei lavoratori, delle associazioni rappresentative di interessi ambientali, delle pari opportunità e del terzo settore.
La Conferenza dei Direttori aveva un lungo elenco di Direttori praticamente tutte le Direzioni che hanno inerenza con la programmazione che, fra l'altro, era stato tenuto aperto anche con buona possibilità di essere integrato con quei Direttori che, di volta in volta, fossero stati utili, necessari o interessati ad intervenire.
Inoltre, nell'ambito di questo organismo è stato creato un Segretariato tecnico, con il compito di garantire un coordinamento e una maggiore fertilità delle decisioni proprio sotto l'aspetto procedurale. Tale Comitato tecnico è presieduto dal Capo di Gabinetto della Giunta regionale ed è composto dalle Direzioni Industria, Economia Montana e Foreste Formazione Professionale e Lavoro, Programmazione e Valorizzazione dell'Agricoltura. La segreteria è assicurata dalla struttura di supporto al coordinamento delle politiche comunitarie.
Le tappe più significative sono state le seguenti. La fase operativa della programmazione 2000/2006 ha avuto immediatamente inizio dopo l'approvazione della deliberazione di inizio febbraio; le prime riunioni del Segretariato tecnico sono state finalizzate all'analisi delle prime proposte di regolamento e di riforma dei fondi. Quindi, è stata una fase preliminare di studio degli elementi di base, delle procedure e delle modalità di concertazione, anche attraverso la richiesta di nomina dei soggetti che dovevano intervenire.
Le risultanze di questa prima analisi sono state portate in una Conferenza delle Direzioni regionali tenutasi l'11/2/1999 e in questa sede c'è stata una prima discussione di integrazione. In tale occasione, sono state distribuite delle schede predisposte dal Segretariato tecnico finalizzate alla redazione di un primo elaborato delle linee d'intervento.
In questo caso, questo primo elaborato era in riferimento al documento interinale che doveva essere predisposto.
Il Comitato regionale ha tenuto la riunione plenaria il 5 marzo; in quell'occasione sono state illustrate le modalità operative e le metodologie di lavoro al fine di predisporre questa prima bozza di documento interinale che doveva poi trasformarsi nel DOCUP.
Successivamente, sono pervenute dalle varie Direzioni le schede di intervento. E' stato fatto un doppio lavoro: da un lato, un discorso di scenario di studio da parte dell'IRES; dall'altro, a verifica e a praticità, una libera raccolta di schede, che vorrei proprio chiamare così (peraltro è stata distribuita copia di questa raccolta ad alcuni colleghi che l'hanno richiesta e una copia è stata depositata anche in VII Commissione): era il primo documento interno di lavoro, quindi erano schede in libertà, proprio perché era un'espressione di esigenza o di bisogni che dovevano essere valutati nella consistenza e quindi non erano state oggetto di alcuna valutazione politica precedente, in quel momento.
Da questa raccolta di schede e di documenti si è giunti successivamente ad un documento unitario, diciamo, che era questa bozza di rapporto interinale. Bozza di rapporto interinale che era la raccolta dei filoni di intervento, e nel contempo la Conferenza dei Direttori in riunioni successive (in questo caso, riunione del 28 maggio) ha cominciato a definire quelle che dovevano essere le linee del DOCUP.
E' stata anche una definizione politica, ma io parlo di una sequenza tecnica. In realtà, le riunioni del Comitato, che era presieduto dal Presidente o dal sottoscritto con il collega Vaglio, hanno avuto un'indicazione anche dalla Giunta. E l'indicazione della Giunta era questa: una volta fatta la raccolta delle schede delle esigenze, valutato lo scenario socioeconomico in cui ci muovevamo, procedere per un documento unico di programmazione che si muovesse su pochi assi rappresentanti i grandi sistemi di intervento nelle aree a declino industriale o rurale.
Il Comitato regionale si è riunito in data 30 aprile, 28 maggio e ad inizio luglio, e alla fine, pochi giorni fa, è stata definita con un'ultima riunione del Comitato (avvenuta in data 20 luglio) la bozza di Documento Unico di Programmazione - la bozza parziale di Documento Unico di Programmazione - che è stata distribuita almeno in una copia per Gruppo in questo momento (è andata alla stampa ieri o questa mattina).
Sottolineo che questo non rappresenta il testo definitivo, ma la prima bozza di lavoro sulla quale dovremo aggiungere i criteri di selezione delle aree in cui favorire la riconversione economico-sociale. Pur indicando delle modalità di intervento per misura, non ha la definitività delle misure di intervento, perché è la parte delle misure puramente indicativa le misure andranno definite nel momento di redazione del complemento di programma.
Fin d'ora esprimo l'opinione che ho già espresso in Giunta lunedì quindi è l'opinione della Giunta, che vuole rappresentare la necessità di ridurre al massimo il numero delle misure, allargandole, ma questo per avere una maggiore possibilità di essere flessibili, avendo noi a che fare con un programma unico 2000/2006 e non con programmi triennali come nei precedenti periodi, quindi la necessità di poter correggere il treno in corsa, qualora lo scenario 2003/2004 fosse diverso e non compatibile con quanto in questo momento il Consiglio regionale nella sua valutazione politica riesce a prefigurare per il futuro.
Pertanto, il documento che viene presentato ha una prima parte che è il quadro socioeconomico e territoriale e una seconda parte che rappresenta il quadro ambientale; poi c'è un piano operativo e naturalmente dovremo aggiungere la parte di individuazione delle zone di sostegno e il piano finanziario.
Per quanto riguarda le valutazioni nell'individuazione delle fondamentali degli assi, gli assi che voi trovate sul documento sono quattro e questa è la proposta politica della Giunta regionale sulla quale nel mese di settembre il Consiglio dovrà confrontarsi.
Il primo asse, cosiddetto dell'"Internazionalizzazione", ricomprende l'insieme degli interventi atti a collegare il sistema Piemonte alle reti internazionali della produzione di beni e servizi.
L'asse 2 è denominato "Qualificazione e sostegno del sistema" e riguarda un gruppo di azioni atte a migliorare e qualificare le risorse e le potenzialità dei settori produttivi e culturali del territorio: è la parte degli incentivi.
Il terzo asse, denominato "Sviluppo locale e valorizzazione", riguarda gli interventi integrati mirati a favorire la partecipazione dei soggetti locali allo sviluppo sostenibile e durevole del territorio; ricomprende anche tutta la parte ambientale, delle aree urbane e la valorizzazione dell'ambiente.
Il quarto asse, denominato "Coesione sociale", riguarda le azioni mirate per l'attivazione di servizi collettivi che permettano di realizzare percorsi individualizzati per la lotta all'emarginazione sociale ed occupazionale. Questo asse è quello che deve generare il raccordo tra il FESR e il Fondo Sociale Europeo. Il Fondo Sociale Europeo andrà come Obiettivo 3 su tutta la Regione, non ha zonizzazioni. Al momento, la quota stimabile di Fondo Sociale Europeo è di circa 1.800 miliardi per il periodo 2000/2006.
La quota di FESR che dovremo calcolare dipende dalla quota abitanti che avremo in Piemonte nel periodo 2000/2006.
Le notizie stampa, anche di oggi, riportano dell'intesa che il Presidente della Giunta regionale ha avuto, o meglio della non intesa che c'è stata in sede di Conferenza delle Regioni, per quanto riguarda la ripartizione delle quote abitanti.
Su tutto ciò devo dire che sono iniziati incontri tra le varie Regioni e il Ministero, a partire da quella sciagurata comunicazione del Ministero che assegnava alla Regione Piemonte, come proposta di riparto, 1.200.000 abitanti su tutto l'Obiettivo 2. Devo ricordare che la quota abitanti per l'Italia è passata da 11.500.000 a 7.402.000. Quindi, c'è stata questa prima riduzione.
In secondo luogo, gli elementi portati al tavolo di discussione da parte del Ministero sono stati i seguenti: una quota di scelta politica al Governo italiano di circa 280.000 abitanti da assegnare in sovrappiù a quanto veniva di quota ordinaria alle Regioni terremotate, quindi a Marche ed Umbria. Questo perché tutti i calcoli sono stati fatti sul periodo 1994/1996 e non c'erano quindi i dati del terremoto per queste Regioni; una quota di riserva per la pesca e una quota di riserva per le zone transfrontaliere. Complessivamente è una quota di circa 400.000 abitanti.
Inoltre, per mesi si è sperato che l'Abruzzo non rientrasse nelle aree Obiettivo 2. Si è sperato per mesi perché questo era stato un mezzo impegno dell'allora Ministro del Tesoro, on. Ciampi.
Purtroppo la settimana scorsa è arrivata, da parte del Ministero, la comunicazione formale che l'Abruzzo non solo rientrava nelle zone Obiettivo e quindi a tutti gli effetti era un commensale in più a dividerne le quote ma chiedeva e aveva contrattato con il Ministero stesso una quota di almeno 1.150.000 abitanti.
Su questo si è tenuto l'incontro della Conferenza dei Presidenti la settimana scorsa, che ha portato ad una prima ipotesi di disaccordo, come ho voluto chiamarla prima, che è stata trasmessa al Ministero, che darebbe al Piemonte 1.338.000 abitanti di area Obiettivo 2: un risultato che certamente ci vede diminuire molto rispetto a 2.300.000, ma ci vede anche diminuire meno di altre realtà. Ad esempio, per elencare le maggiori: la Toscana aveva 1.776.000 abitanti e va a 830.000; l'Umbria, che aveva 633.000 abitanti, pur con i 200.000 di terremoto, va a 646.000; la Liguria aveva 1.026.000 abitanti e va a 509.000. In sostanza, sono tutte dimezzate noi non siamo dimezzati, ma abbiamo un po' di più perché su questo bisogna ammetterlo - da parte delle altre Regioni si è riconosciuta una situazione particolare della realtà piemontese per quanto riguarda la necessità di riequilibrio delle aree a declino industriale.
A questo noi aggiungiamo una forte richiesta al Ministero del Bilancio di avere aree di aiuto di Stato differenziate, disassate rispetto alle aree di Obiettivo 2, perché abbiamo rappresentato, già anche per iscritto oltre che sui verbali di Conferenza, la necessità che la realtà della città di Torino e della cintura di Torino abbia un'attenzione diversa da altre situazioni, in quanto trattasi di un'area metropolitana dove vi è una concentrazione industriale notevole ed importante per il Paese, che sta vivendo un momento di grandissima trasformazione, quindi, la necessità che abbia anche un ombrello dagli aiuti di Stato è fondamentale.
Spero che nei prossimi giorni il Ministero del Bilancio ci comunichi la possibilità di avere una quota cospicua di aree cosiddette 92-3C in prima fase, 87-3C attualmente, del trattato di Roma, aree che permettano quindi di giocare con le aree Obiettivo 2.
In aggiunta, devo dire che si è pure modificato un attimo il quadro delle aree cosiddette "Phasing-out", cioè di quelle aree che non sono più in Obiettivo 2 ed escono sulla programmazione 2000/2006. C'è un programma di uscita morbida che prevede comunque dei finanziamenti, ancorché in misura ridotta rispetto alle aree Obiettivo 2, ed è...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

RIBA Lido (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Quando parla di Obiettivo 2, vuol dire anche 5B?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Sì, Obiettivo 2 e 5B messi assieme, quindi io ragiono globalmente.
Queste aree, che non saranno più nel nuovo Obiettivo 2, rimangono nella cosiddetta fascia di "Phasing-out" e avranno la disponibilità di 17,60 Ecu a cranio (circa 500 miliardi) di cofinanziamento nel periodo 2000/2005, che possono significare l'attivazione (dipende poi dalle modalità di utilizzo delle misure che saranno definite nel complemento di programma) o comunque la possibilità non solo di completare le iniziative già assunte, ma anche di avere nuove iniziative e nuovi investimenti, quindi è un ombrello più che discreto.
Dunque, in questo scenario, se il Ministero del Bilancio ci comunica una quota cospicua - non voglio fare dei numeri per scaramanzia, perch spero di più dei numeri che penso, comunque penso una quota cospicua - di disponibilità di teste per aiuti di Stato, si potrebbe per il Piemonte creare la condizione, in particolare sull'area di Torino, dove c'è la necessità più importante sotto l'aspetto industriale, di avere una quota di Obiettivo 2 (da concertare sicuramente anche con il Comune di Torino) e di 92-3C o 87-3C, se si vuole utilizzare la nuova denominazione, garantendo comunque le altre realtà del Piemonte con il criterio delle aree.
Quali saranno i criteri di zonizzazione? L'indirizzo scelto è stato quello dei sistemi locali del lavoro, per cui si farà una graduatoria dei sistemi locali del lavoro con i parametri ISTAT, con un'unica grande deroga per Torino, concordata anche questa con il Ministero; la deroga per Torino è che non possiamo prendere il sistema locale del lavoro di Torino completo in Obiettivo 2 - questo bisogna dirselo francamente - in quanto è un sistema locale del lavoro di 1.300.000 abitanti che ci prenderebbe tutto.
Ecco perché parlavo della necessità di calibrare il 92-3C e l'Obiettivo 2 con le aree di "Phasing-out", quindi diventa un qualcosa che potrebbe anche interessare una quota di abitanti in Piemonte molto superiore a quella di prima; potremmo anche, se prima eravamo a 2.3, andare a 2.5, 2.6 o 2.7 aree di aiuto, però per scaramanzia non vorrei andare oltre nelle presunzioni.
Con questo quindi fare una ripartizione sulle aree di sistemi locali provinciali, chiedendo anche la deroga di poter intervenire per subaree in alcuni sistemi del lavoro prendendo le Comunità montane. E' una trattativa ancora in fase di sviluppo e io devo dire che - questa è anche un po' una risposta ad una richiesta avanzata questa mattina dal collega Riba - ho ricevuto ancora un telegramma questa mattina da parte della Provincia di Cuneo. Sinceramente non ho capito il motivo, in quanto ho visto l'altro ieri due rappresentanti della Provincia di Cuneo - l'Assessore Giachino ed un altro collega Assessore di cui mi sfugge il nome - e ho detto loro esattamente queste cose, per cui non è cambiato molto dall'altro ieri; ho detto che la valutazione di cosa ci sta dentro e cosa ci sta fuori in questo momento è molto difficile: al momento, si possono fare solo delle congetture e quindi, dato che la valutazione sui Comuni di fondovalle andrà concertata anche con queste realtà, tutto dipenderà dalle condizioni in cui ci troveremo.
Lo stesso discorso vale per la realtà di Torino. Io non mi sogno neanche di andare a calare l'area Obiettivo 2 sulla città di Torino senza un confronto con l'Amministrazione comunale di Torino; volendo estremizzare (è l'estremizzazione che uso sempre): se mi si dice che la Crocetta è la zona più degradata di Torino e Barriera di Milano e la Falchera sono le migliori, vorrà dire che la Crocetta è Obiettivo 2 e Barriera di Milano e la Falchera sono invece fuori da ogni Obiettivo, sempre volendo estremizzare tutta la questione.
Il Ministero sollecita per le zonizzazioni Obiettivo 2 e dovrebbe trasmetterci i dati perché vorrebbe chiudere la partita ad agosto addirittura una lettera del Ministero delle Politiche Comunitarie dice di chiudere entro il 31 luglio, ma il problema è che - ho già avuto modo di dirlo - non c'è tanto rapporto e feeling (probabilmente non funzionano le poste anche a Roma) tra Ministeri. Ricordo che noi abbiamo il Ministero degli Esteri che tratta a Bruxelles, il Ministero delle Politiche Comunitarie che svolge la funzione di coordinamento e il Ministero del Bilancio che fa i conti e dà le zone, per cui ogni tanto ci sono delle difficoltà di raccordo anche tra Ministeri o tra funzionari di questi Ministeri, quindi è difficile avere un po' di precisione nelle notizie.
Spero che, se ci comunicano i dati di 92-3C e il minimo dei criteri di intervento dei dati ISTAT, durante il mese di agosto possiamo fare il tutto, definendo le zonizzazioni, naturalmente attraverso il confronto con chi sarà presente. Mi rendo conto che il 15 agosto non è la data più idonea per tutto questo.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore Pichetto è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vindigni; ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

Ringrazio l'Assessore per questa comunicazione che dà la possibilità di esprimere il punto di vista di ciascuno di noi.
Vorrei fare una breve considerazione. E' stato detto, soprattutto in questi ultimi mesi, che bisogna passare dall'Europa dell'economia all'Europa della politica, all'Europa sociale. Ora, i fondi strutturali sono stati utilizzati dal momento della loro istituzione proprio per cercare di rendere più coesa l'Europa e la coesione si è tradotta anche in un trasferimento di risorse dai Paesi ricchi ai Paesi poveri.
Per un certo numero di anni l'Italia è stata un Paese debitore, nel senso che prendeva dall'Unione Europea più di quello che dava; ora è diventato Paese creditore. I Paesi creditori tradizionalmente (l'Inghilterra, la Germania, i Paesi del Nord Europa) per un certo periodo di tempo hanno contribuito allo sviluppo delle Regioni del Sud; invece oggi assistiamo in Europa al tentativo da parte di ciascun Paese creditore di portare a casa il massimo dei risultati. Io sono per le risorse di se stessi! Basta vedere quello che ha fatto l'Inghilterra nel periodo 1994/1997, al modo in cui ha contrattato il suo ingresso in Europa. Io credo che non sia in questo modo che si costruisce l'Europa! Perché dico questo? Perché i ragionamenti che noi siamo chiamati a fare qui, in Piemonte, si collocano strettamente all'interno di questa logica.
Intanto, voglio affermare che avere nel nostro territorio zone assistite cioè zone che si avvalgono di aiuti comunitari, non è un elemento di forza! E' un elemento di debolezza, perché avere aiuti comunitari sta a significare che ci sono pezzi del Piemonte che hanno bisogno di aiuto per uscire da zone di sottosviluppo o di declino. Quindi, agitare la quantità di risorse che riusciamo ad accaparrarci non è un grande merito politico! E' merito politico dire che attraverso l'utilizzo di queste risorse, ma anche di quelle nazionali, siamo riusciti a ridurre la quantità di popolazione assistita! Quando i Governi del Portogallo e dell'Irlanda dicono che sono riusciti a passare da zona Obiettivo 1 a zona Obiettivo 2, oppure quando certe Regioni italiane si fanno merito di essere passate da zone Obiettivo 1 a zona Obiettivo 2 o di essere uscite da zona Obiettivo 2, mostrano di avere realizzato un grande obiettivo politico, cioè quello di aver portato i loro territori dall'area dell'assistenza all'area dello sviluppo autonomo ed autosufficiente! Allora, la questione della ripartizione delle risorse nella nostra Regione va affrontata con questa logica. Non può essere una ricerca spasmodica di sistemi locali che hanno le loro rappresentanze politiche rivolta a portare nel proprio territorio il massimo possibile di risorse comunitarie. L'aiuto deve essere dato a chi ne ha bisogno, non a chi ha la rappresentanza politica più forte, a danno di chi ha la rappresentanza politica meno forte! Per questo è importante che nelle prossime settimane, che sono quelle in cui occorrerà individuare i territori corrispondenti a quel milione e 342.000 abitanti che sono stati riconosciuti come popolazione assistibile per il Piemonte, le scelte siano fatte con criteri rigorosi! Dobbiamo avere il coraggio, tutti noi, di indicare dei criteri e poi far sì che l'applicazione di questi criteri non comporti un mercanteggiamento! Dobbiamo avere anche il coraggio - tra l'altro, è abbastanza semplice perché con il 2006 probabilmente questi meccanismi di assistenza salteranno di dire che per noi l'obiettivo del 2006 deve essere un obiettivo per il quale i territori del Piemonte che hanno bisogno di aiuto si ridurranno.
Dobbiamo porcelo come obiettivo! Il 2006 deve essere l'anno in cui la crisi che il Piemonte ha sofferto, sia direttamente che indirettamente, in relazione alle modifiche industriali, alle trasformazioni che il superamento del modello "fordista" ha comportato in quello che era il motore del Piemonte, sia superata! Per il 2006 poniamoci questo obiettivo: pensiamo di poter superare questa crisi.
Pertanto, in funzione di questo obiettivo, noi dobbiamo utilizzare bene le risorse e le opportunità che si offrono: dalle risorse che arriveranno con le Olimpiadi all'utilizzo intelligente delle risorse nazionali che possiamo acquisire attraverso le intese di programma e attraverso gli accordi fra Regione e Stato, conseguenti al Patto di Natale.
Quindi, dovete avere, come Giunta, la capacità di proporre un disegno integrato di un utilizzo razionale ed intelligente delle risorse che si pensa di portare avanti, compresa la capacità moltiplicatrice delle risorse proprie regionali che consentano, territorio per territorio, settore per settore, di identificare un percorso virtuoso! Un percorso che porti ad un aumento dell'economia e dell'occupazione! Questo è, a mio parere, il disegno con il quale ci dobbiamo misurare.
Detto questo, certamente ci sono anche delle scadenze su cui l'Assessore è bene che sia più preciso. Sole 24 Ore di oggi dà notizia che è stato raggiunto un accordo in sede di Conferenza delle Regioni; poi il Presidente ci dirà i termini di questo accordo e le cose che sono ancora incerte, però in un articolo de Sole 24 Ore (che è sempre molto informato) si dice: "Sarà compito di ogni singola Regione: monitorare il territorio definire le aree che godranno dei benefici europei e presentare nelle prossime settimane la programmazione regionale con la zonizzazione degli interventi".
Occorre pertanto che questo passaggio molto delicato, che comporterà di fare delle scelte politiche, ma che sarà il segnale di essere noi classe dirigente di una Regione e non solo portatori delle istanze localistiche dei singoli territori, sia adeguatamente preparato e motivato! Chiedo all'Assessore di dire esattamente quali saranno i tempi e le fasi attraverso cui si costruirà questo passaggio, cioè si arriverà all'individuazione delle zone che saranno eleggibili e che potranno godere dei benefici comunitari.
Concludo, sottolineando un limite della relazione. L'oggetto della relazione era "Agenda 2000". Con "Agenda 2000" si intende solitamente la politica che l'Unione Europea intende attuare per l'utilizzo dei fondi strutturali. Ora, noi sappiamo che i fondi strutturali si impiegano sia nelle zone Obiettivo sia attraverso i programmi di iniziativa comunitaria.
La relazione dell'Assessore è stata solo incentrata sull'utilizzo dei fondi nelle zone Obiettivo 2. Occorre un complemento di informazione che attenga anche al capitolo molto importante non solo in termini quantitativi, ma anche in termini qualitativi, dei programmi di iniziativa comunitaria. Per questo la Regione Piemonte è molto interessata perché potrà avvalersi dei fondi del Programma comunitario Interreg che è stato salvato, del Programma Leader con il quale si potrà intervenire nelle zone ex Obiettivo 5b e di altri programmi speciali.
Se abbiamo la capacità di vedere complessivamente la materia probabilmente potremo in qualche modo rassicurare anche i territori che possono essere - come dire - "sacrificati" in questa fase relativa all'Obiettivo 2. Non gridiamo quindi "al lupo, al lupo!"; vediamo la questione complessivamente e in questo modo, ripeto, probabilmente riusciremo a portare avanti un processo di sviluppo equilibrato del nostro territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Grazie, Presidente. Intervengo per fare un piccolo commento alla relazione dell'Assessore, che ritengo positiva.
Credo che il Piemonte sia una delle Regioni d'Italia che paga più di tutte il fattore dell'evoluzione dei rapporti industriali, che paga forse più di tutti un problema occupazionale in relazione al progresso tecnologico e alle politiche industriali, non solo piemontesi, ma in termini più generali. Basta ricordare le crisi di grandi complessi industriali della regione Piemonte, non dettate sicuramente da politiche regionali, ma da politiche nazionali. Basta pensare all'Alenia, crisi avvenuta sostanzialmente perché c'è un indirizzo strategico della difesa che non investe più in alcuni settori specifici come poteva essere quello dell'Alenia. Quindi, cambi di indirizzi che sfuggono ad una dinamica regionale.
Nella relazione si accenna brevemente al discorso dell'impatto occupazionale; essendo un punto nevralgico, al di là dei patti sociali, di politiche governative di largo respiro o di altre questioni propagandistiche, legate a patti di altro genere, credo che il discorso dell'impatto occupazionale debba essere più approfondito.
Nell'età di primo impiego al lavoro, dai 20 ai 25 anni, il Piemonte registra il più alto tasso di disoccupazione (siamo quasi al 20%), per poi scendere al 10% se consideriamo un'età più avanzata, 30/35 anni (siamo quasi nella media nazionale).
In relazione a questa eccessiva disoccupazione giovanile, in relazione ad un impatto occupazionale generale, che dovrebbe essere più approfondito nella relazione, chiederei all'Assessore una maggiore attenzione sia nella relazione che negli indirizzi di destinazione.
Abbiamo una fonte di impiego che non ha precedenti: 3.000/3.800 miliardi sono cifre che, in relazione a quelli della Regione Piemonte, che sono circa 600/700, rappresentano una ricchezza enorme. Si gioca probabilmente una partita fondamentale non solo per lo sviluppo industriale, ma per lo sviluppo di qualità che, se indirizzato in un certo modo, può veramente cambiare il sistema di sviluppo della piccola e media impresa.
L'attenzione maggiore è alla piccola e media impresa o alla solita Società per azioni con 1.000/2.000 dipendenti? Società che ogni anno sicuramente merita di poter avere fondi strutturali, ma forse bisognerebbe cominciare a pensare se la politica principale è da fare sulla piccola media impresa, che oggi si trova più in difficoltà rispetto a tutto il panorama produttivo dell'iniziativa privata che abbiamo nel Paese.
Sostanzialmente, Assessore, abbiamo un problema di disoccupazione grave, un problema di sottoccupazione altrettanto grave e di disoccupazione giovanile tra le più alte del Nord. Le chiedo un'attenzione maggiore, nel prosieguo di questa analisi, per caratterizzare meglio l'impiego dei fondi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per questa prima relazione.
Posso aggiungere, alle considerazioni dei colleghi, che condivido in parte e che riprendevano gli elementi di difficoltà dell'economia piemontese, che in effetti siamo in una situazione in cui, in modo particolare per il nostro Piemonte (e per l'Italia complessivamente), ci sono aspetti negativi: il fatto che siamo una Regione che invecchia e che non cresce, unitamente al declino industriale, la scarsità di risorse umane impiegate nel lavoro (rispetto all'Europa la percentuale di persone impiegate nel lavoro è più bassa che altrove); siamo una Regione in cui anche il livello della disoccupazione è molto elevato.
I problemi esposti dall'Assessore Pichetto derivano anche da cosa è oggi questa nostra Europa: il fatto che l'Europa sia nata riferendo le proprie politiche essenzialmente ad aspetti monetari, di equilibri di bilancio, sta pesando. La riduzione delle zone Obiettivo 2 e 5b, la riduzione delle risorse che l'Europa impegna nei propri Paesi per risolvere quelli che oggi sono stati inseriti come nuovi impegni politici (trattato di Amsterdam), quello dell'occupazione, questo tentativo di dare un indirizzo all'Europa che non sia solo quello monetario e del bilancio, ma sia, come ricordava il collega Vindigni, "l'Europa che fa politica", che si occupa dei riflessi sociali e dell'importanza dei contenuti sociali ai fini dello sviluppo economico, vengono purtroppo inseriti nella vecchia situazione che deriva dai parametri del trattato di Maastricht e dalla strada che l'Europa ha imboccato.
Da parte di molte forze, anche a livello europeo (direi forse di tutte), si segnala la necessità di far fronte ai problemi sociali, alla coesione e all'occupazione. Però c'è questa inerzia dell'Europa che si porta dietro dei riferimenti economici duri a scomparire, duri anche ad essere semplicemente modificati. Stiamo dentro questa gabbia.
Una delle cose che si potrebbe discutere, e qualche iniziativa che si potrebbe anche prendere, è quella di verificare se in questo Consiglio regionale ci sono le forze per richiedere in modo progettuale una svolta in sede europea; sapere se in questo Consiglio regionale ci sia una maggioranza, e che tipo di maggioranza, che chiede che almeno la gestione e l'interpretazione dei parametri di Maastricht permetta sia ai Paesi membri che alla stessa Unione Europea di destinare maggiori risorse per lo sviluppo e l'occupazione. Questa è una riflessione che il mio Gruppo farà in rapporto agli altri Gruppi e che potrebbe essere uno degli elementi che correda poi la vera discussione sulle questioni poste dall'Assessore Pichetto.
Un'altra questione che vorrei sottolineare è la seguente: questi grandi programmi a sostegno dello sviluppo, l'utilizzo dei fondi strutturali, che effetti concreti hanno avuto? Quando si pone questa domanda in sede europea si ottiene come risposta un bel punto interrogativo.
Uno degli elementi di innovazione nel modo d'essere dell'Europa è proprio quello di capire quali siano stati gli effetti di queste politiche soprattutto sui parametri più importanti e tra questi su quello dell'occupazione.
So che in Europa questo è un tema che è stato affrontato: l'Europa si vuole impegnare non solo a destinare risorse a "fin di bene", vuole anche capire, e adesso non è in grado di farlo, quanto sia (di che tipo, di che qualità, in che direzione) il "bene" che è stato fatto. Anche su questo forse, potremmo come Regione Piemonte decidere di fare qualcosa - per il passato, dico - per capire in cosa è consistito lo sviluppo, in cosa sono stati modificati alcuni parametri, alcuni riferimenti di questo sviluppo dagli interventi strutturali europei.
Potremmo dare un contributo, intanto, di conoscenza nostra, utile per la nostra politica, e anche un contributo ad un'Europa che anche su questo sta cercando di capire e di attrezzarsi, non solo a versare dei soldi, ma anche ad effettuare delle verifiche puntuali sugli effetti concreti economico-sociali, che questi soldi hanno creato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Vorrei chiedere all'Assessore Pichetto (visto che si sta cimentando con l'elaborazione del DOCUP 2000/2006, in base a quelle che sono le disposizioni comunitarie) di prendere i verbali di questa seduta, anche se non è stata così approfondita, elaborata e decisiva, per tentare di dare delle risposte ad una serie di domande che qui sono state poste dai Consiglieri che sono intervenuti, perché sinceramente devo dire che vi sono delle cose che non riesco a capire. Oltre a dare queste risposte probabilmente, utilizzando il sistema degli Stati Generali del Piemonte bisogna tentare di dare una soluzione nel merito, soluzione che bisognerebbe dibattere almeno per alcuni giorni (ognuno la pensa a modo suo; le informazioni che abbiamo sono le più disparate).
La prima domanda che le pongo è la seguente. Ho sentito fare delle considerazioni che dicono che il Piemonte è una delle Regioni a maggior invecchiamento e minore natalità, quindi a minore sviluppo demografico, ma è anche una delle Regioni che ha maggiore disoccupazione giovanile.
Pertanto, qualcuno deve dare una risposta a questo problema, perché non è possibile che la popolazione invecchi, che non vi sia natalità e che i disoccupati siano i giovani! C'è qualcosa che non funziona, quindi bisogna dare delle risposte a questi problemi, perché poi, sapete, nel DOCUP si usa il verbo politichese, tecnocratico, in cui nessuno capisce assolutamente nulla! Io sono stato molto attento, Assessore: lei ha detto delle cose che potrei condividere, ma se dovessi ripeterle, se non mi desse la sua velina non ne sarei assolutamente in grado: non ho capito quasi nulla. Per fortuna che invece i miei colleghi hanno capito tutto! Vorrei vedere qual è quel Paese che non auspica di uscire dagli aiuti! Parlo di aiuti, perché quelli comunitari sono soltanto aiuti: sono elargizioni di cui si fanno carico gli Stati membri dell'Europa per convogliare su ragionamenti che hanno fatto i grandi Soloni della finanza dell'economia e della socialità, per capire dove devono mandarli per tentare di risolvere dei problemi. Ma qual è quel Paese che non sarebbe orgoglioso di non avere bisogno di aiuti? E badate che il nostro Paese probabilmente non avrebbe bisogno di aiuti! Vi sono almeno tre condizioni per non aver bisogno di aiuti. La prima condizione è non avere 2 milioni e mezzo di miliardi di debito pubblico che per quindici anni sono costati 240.000 miliardi l'anno alla rendita finanziaria e parassitaria e che non hanno creato assolutamente alcuno sviluppo! Secondo. Il nostro Paese può permettersi di diventare un Paese arabo senza il petrolio? Non può permetterselo! Allora, deve stare nell'ambito dei Paesi industrializzati. Qualcuno - lei, Assessore, che ha la responsabilità della Regione Piemonte, una delle Regioni marginali, siamo stati una grande Regione industriale con tutto quel che eravamo, ma siamo passati in quindici anni a Regione marginale all'interno del sistema mitteleuropeo - ci dica quali sono le soluzioni a questi problemi e le contraddizioni di questi problemi! Io vorrei capire chi è che non sarebbe d'accordo che noi al Sahel, anziché portare cibo, anziché garantirne la sopravvivenza, fossimo in grado di renderlo autonomo a provvedersi il cibo da solo! Credo che sia l'obiettivo di tutti. Perché non si fa? Qualcuno deve dare una risposta al perché non si fa! Al perché noi abbiamo bisogno degli aiuti comunitari per poter tentare di avviare uno sviluppo che non si avvia nel modo più assoluto! E guardate che per rispondere non ci vuole tanto! Assessore, secondo lei uno che guadagna 15 miliardi l'anno viene ad abitare a Torino? Ma neanche morto! Va ad abitare a Milano, a Roma, a Parigi o a Francoforte, certamente non a Torino! Nella vostra concezione del liberismo, ognuno arraffa quel che può (in piemontese si dice "un a ciapa lòn ca i è e per j'àutri se a na i è"); per noi abbiamo delle responsabilità. Anzi voi, principalmente voi che siete seduti al governo di questa Regione, avete la responsabilità di trovare le soluzioni per invertire questa situazione! Ma soluzioni concrete per invertire questa situazione! E dare una risposta alle contraddizioni che un qualunque cittadino ragionando immediatamente riscontrerebbe, perché sono lì, palesemente davanti a tutti! A Torino non si trovano gli alloggi, ma ci sono 16.000 sfratti in atto e c'è qualcuno che possiede 300 o 400 alloggi dai quali ricava dalle 800.000 al 1.200.000 lire al mese! Intanto c'è gente che viene sfrattata e buttata in mezzo alla strada! Fa parte dello sviluppo questo?



MIGLIETTI Franco

SALERNO Roberto (fuori microfono)



MIGLIETTI Franco

E' compito del tuo Governo questo!



MIGLIETTI Franco

E' compito del mio Governo?



MIGLIETTI Franco

SALERNO Roberto (fuori microfono)



MIGLIETTI Franco

Sì, è compito del tuo Governo!



MIGLIETTI Franco

No, è compito vostro prima di tutto! Perché qui siamo in Piemonte e c'è un governo della Regione Piemonte! Siamo quindi noi che governiamo la Regione, se vogliamo quel tanto auspicato federalismo! Cominciate allora a proporre delle soluzioni come governo regionale, altrimenti fate la cortesia di andare a fare i Sindaci di qualche paese di 3.000 abitanti invece di star lì seduti al governo! L'abbiamo detto molte volte: noi siamo degli artisti a dire "andate a dirlo al Governo a Roma" perché prima c'erano i democristiani e i socialisti! Quelli hanno fatto 2 milioni e mezzo di miliardi di deficit pubblico! Io credo che questa sia una responsabilità che da parte nostra non c'è; che tentiamo di risolvere problemi perché io ho sempre detto che la disgrazia più grande che ci poteva capitare era quella di vincere le elezioni e di andare in questo momento a governare il Paese...



(Commenti dai banchi della maggioranza)



MIGLIETTI Franco

Avete ragione, perché infatti le figuracce le avete fatte e vi bruciano ancora sulla pelle! Allora, lei, Assessore, e la Giunta - perché credo che qualche volta vi parliate pure! - venite a dare delle risposte che siano comprensibili dalla gente comune, senza utilizzare il "burocratese" e il "politichese"! Questo vuol dire che quelle risorse, che sono pagate da tutti coloro che contribuiscono al sistema europeo, sono risorse che devono avere come fine quello dello sviluppo dell'occupazione, cosa che hanno già detto altri che sono intervenuti prima di me.
Pertanto, Assessore, cerchi di individuare qualcuno che ci spieghi come si ottengono questi risultati.



PRESIDENTE

Non ho altre richieste di intervento. Possiamo pertanto considerare esaurito questo argomento.
C'è ancora l'impegno da parte della Giunta di svolgere una comunicazione sull'attuazione del Patto per lo sviluppo.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

C'era l'impegno di una comunicazione della Giunta sul Patto per lo sviluppo. E' lei, Assessore Pichetto, che deve intervenire o il Vicepresidente Masaracchio?



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, chiedo la parola.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Va bene che questo dibattito lo riprenderemo a settembre per gli elementi di continuità, così come sul Patto per lo sviluppo, perché a questo punto sarebbe soltanto un'annotazione, però noi abbiamo bisogno di sapere alcune cose. Sulla base di dati impegnativi espressi, che porterebbero ad immaginare che le decisioni vengano prese nel mese di agosto, abbiamo bisogno di sapere come, dove, con chi, perché non possiamo derogare come Consiglio, certamente non intendiamo come Gruppo, alla partecipazione, alla responsabilità, ma anche al ruolo di decidere e di sapere dove, alla fine di tutta questa premessa, si colloca la drammatica mannaia delle esclusioni o comunque il lavoro di inclusione. Io posso condividere - lo hanno già detto i colleghi Vindigni e Miglietti l'impostazione e l'esposizione che ha fatto l'Assessore, ma adesso c'è tutta la parte decisionale. Quindi, su questo vorremmo sentire una proposta operativa e valutarla rapidamente.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Pichetto)



RIBA Lido

Spero di no, ma non vorrei neanche che succedesse che questa questione venga decisa nella solitudine di qualche assolato ufficio che, in pieno agosto, magari vittima della stagione, decida chissà che cosa e poi abbiamo il Piemonte che ci rincorre! Parlo anche delle tue vallate, collega Toselli, che potrebbero anche ricorrere ad armadi di strumenti che non sono proprio le cornamuse!



RIBA Lido

TOSELLI (fuori microfono)



RIBA Lido

E' vero, è un problema.



RIBA Lido

Con l'allarme lanciato su questo punto non si parla d'altro!



PRESIDENTE

Vuol dare una risposta, Assessore? Ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Nell'intervento precedente ho dovuto fare, per forza di cose, una sintesi e quindi alcuni aspetti li ho tralasciati: vi chiedo scusa. Ho dato il percorso di come ci siamo mossi; il documento, chiamandolo bozza, di quello che è stato prodotto. Devo dire che gli interventi dei colleghi permettono una serie di valutazioni che possono e dovranno essere approfondite, alcune più inerenti il Fondo Sociale Europeo, quando si parla ad esempio dei collegamenti tra i giovani e gli anziani.
Ho dato un percorso, collega Miglietti, non sono entrato nel merito politico delle soluzioni che saranno oggetto - vale anche per l'intervento del collega Salerno - del complemento di programma. E' lì che bisognerà determinare le misure e quindi le modalità di intervento, per capirci sulla richiesta del fabbisogno.
Voglio ancora dire qualcosa sui tempi. Se domani ci comunicano la quota formale di abitanti 92-3C e quindi il criterio di calata sulle realtà di 92 3C (le realtà di aiuto industriale alle imprese), che io vedo essenzialmente su Torino, pur ammettendo la mia scarsa conoscenza dei parametri di aiuto di Stato e una lettura da ignorante di questi parametri penso che in 48 ore o poco più (il tempo di elaborare una serie di dati che sono purtroppo aride elencazioni di dati ISTAT per sistemi locali del lavoro) avremo il primo scenario. Su questo primo scenario, sul sistema locale del lavoro di Torino si potranno fare alcune modifiche, Ministero del Bilancio permettendo. Sugli altri abbiamo chiesto e abbiamo l'ok almeno verbale di intervenire modulando sulle Comunità montane. Poi, se ci saranno difficoltà, in uno stretto confronto con il Ministero, vedremo di risolvere la questione di alcuni Comuni od altri, ma non sono in grado di dire in questo momento qual è il margine di discrezione politica. Questo non sono in grado di indicarlo, perché in linea teorica non c'è un margine di discrezione politica! L'unico margine di discrezione politica forse c'è per la realtà del sistema locale del lavoro di Torino perché, essendo molto grande, è anomalo rispetto ai criteri dell'Unione Europea e quindi è il Governo italiano che si assume, chiamiamola così, la responsabilità di dire "questo lo ripartiamo in un certo modo".
Posso anche dirvi che il 5 agosto, ma potrebbe anche essere il 7, pu darsi che possiamo avere l'esplosione di questi dati in stretto contatto con il Ministero. Proceduralmente, signor Presidente del Consiglio, io sar anche qui per la seduta del 15 agosto! Chiedo solo di farla presto al mattino, alle sei e mezza, per avere poi la giornata libera! Non ne faccio quindi una questione.
Manifesto però una grande difficoltà, perché io non ho voluto fare considerazioni di ordine politico sul Governo, ma - signori - le aree di aiuto di Stato dovevano essere notificate entro il 31 marzo! E i funzionari che si occupano di questo non si fanno neanche trovare al telefono! Il fatto che l'Abruzzo sarebbe entrato era certo per alcuni, almeno per l'Unione Europea, e i funzionari dell'Unione Europea ce lo hanno detto due mesi fa! Ma noi la comunicazione formale l'abbiamo avuta la settimana scorsa e ci hanno detto che in tre giorni bisognava risolverla! Le Regioni hanno trasmesso questa ipotesi di mediazione che non vede tutti d'accordo, ma qualcuno deve dire se va bene o non va bene! Cioè se il Governo ci dice "va bene 1.338.000", al massimo il Piemonte fa la marcia su Roma o su Frosinone, però a questo punto qualcuno l'ha deciso! Ad oggi vi dico che io lo so avendo letto "Sole 24 Ore" e sulla base dell'ipotesi di mediazione non accettata! Quindi, ci vuole qualcuno che la prenda e la notifichi! C'è una serie di procedure che mancano. Dal momento in cui avr gli elementi penso che gli uffici, con la collaborazione dell'IRES, che ci segue strettamente su tutta l'operazione di informatizzazione di questi dati più strani, in due, tre, cinque giorni possano aprire il confronto con Torino e vedere quali saranno le altre criticità. Questa è la misura dei tempi.
In quanto al petrolio, ho anche, con il decreto n. 112, se va in porto oltre che cave e miniere, gli idrocarburi, quindi potrebbe valere l'altra alternativa: quella di cercarlo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

MIGLIETTI Franco (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Quello che l'ha trovato l'hanno ammazzato!



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

E allora non lo cerchiamo, altrimenti ne ammazzano un altro!



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

RIBA Lido (fuori microfono)



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

E' chiaro un fatto: che non può essere varata un'operazione così, con la sola responsabilità della Giunta. O decidiamo che arriviamo ad una certa data, o prima di una certa data o dopo un certa data - io sono qui ovviamente disponibile come un militare - ma vorrei che...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Adesso non vedo il Presidente della Giunta. Posso dire questo: non appena avremo gli elementi, contatteremo tutti i Capigruppo e il Presidente del Consiglio. In base però anche ai tempi, perché se a me il Governo dice: "Trasmettimeli per il 15 settembre"... o se mi dice: "Li voglio per il 15 agosto alle ore 12 e a mano a Roma"...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

RIBA Lido (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Trasmettili un po' prima, così ce la facciamo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Se è solo per questo, basta una telefonata.



PRESIDENTE

Per cortesia, non facciamo dialogo.



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

L'impegno deve essere che non si va a questa operazione senza consultare la IV Commissione. Voi capite che per il Piemonte la riduzione di un milione di abitanti è una questione di una certa rilevanza.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

E' vero che proceduralmente la zonizzazione è con atto amministrativo però politicamente posso impegnare la Giunta a comunicare e poi si riunirà chi si riesce a riunire.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

RIBA Lido (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

E' probabile che si farà anche all'inizio di settembre.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

VAGLIO, Assessore regionale



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ce lo auguriamo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Qui ho una lettera ricevuta oggi che mi dice 31 luglio.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

RIBA Lido (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Tutti sanno che c'è questa lettera...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Sì, perché è stata mandata a tutti, è stata mandata il 27 luglio a tutti.



PRESIDENTE

Informiamo magari anche con una copia di questa lettera.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Cosa c'è scritto, da chi è inviata?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

E' inviata dal Ministero del Bilancio, e dice: "Oggetto: Obiettivo 2 Considerato l'accordo recentemente raggiunto in sede di Conferenza Stato Regioni in quanto a plafond di popolazione da ripartire... si sollecitano le Amministrazioni a comunicare a questo Ministero le definizioni delle aree ammissibili entro il 31 luglio p.v., così come concordato in sede di riunione tecnica lo scorso 14 luglio".



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Firmata?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Firmata dal Direttore generale, dottoressa Gabriella Pallocci.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

RIBA Lido (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Non credo che la Regione si metta sull'attenti.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ma no, infatti non è che... Io vi ho detto che è il 31 luglio, per non... C'è una questione politica.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Consigliere Riba, parli nel microfono, per cortesia.



RIBA Lido

Ritengo che, al fine di poter avere l'atteggiamento adatto per affrontare questo problema, occorra segnalare al Ministero del Bilancio il fatto che oggi il Consiglio regionale ha esaminato il problema in assenza degli elementi che dovevano pervenire dall'ISTAT, per cui non è stato possibile concludere un dibattito che si ritiene imprescindibile per poter assumere degli orientamenti sulle decisioni da prendere e sulle comunicazioni da fornire al Ministero e cioè che il Consiglio si riunirà all'inizio di settembre e che quella è la data nella quale si ritiene possibile riprendere la questione, proprio in mancanza di questi elementi.
Se poi ci saranno delle emergenze, resta inteso che si opera previa convocazione dei Capigruppo, delle Commissioni, ecc., ma io attuerei questo indirizzo, altrimenti rischiamo di affrontare un argomento che decide di questioni determinanti per l'economia e per la società piemontese per i prossimi cinque anni in una situazione assolutamente impropria. Non so se gli Assessori convengono, ma abbiamo bisogno di essere rassicurati su questa procedura.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Dobbiamo sapere quali sono le aree ad aiuto di Stato.



RIBA Lido

Allora, occorre mandare una lettera di questo tenore al Ministro, al Sottosegretario, a chi segue questi argomenti, se volete anche al Direttore generale, ma insomma trovando un interlocutore più responsabile!



RIBA Lido

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



RIBA Lido

Il Presidente Ghigo ci rassicura?



PRESIDENTE

Consideriamo esaurito l'argomento?



RIBA Lido

No, Presidente, come può essere esaurito se non sappiamo quali decisioni formali e vincolanti abbiamo preso per la procedura che ci separa da qui all'adesione ad un piano che riduce di un milione di abitanti le aree soggette a benefici degli interventi delle Agende comunitarie?



PRESIDENTE

La Giunta ritiene di informare su quello che sta facendo?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ci impegniamo, come Giunta, ad informare la Presidenza del Consiglio appena zonizziamo.



PRESIDENTE

Appena ricevo comunicazioni, nel giro di poche ore le farò avere...



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, la prego di considerare meglio i tempi del Consiglio. Su una questione di questa natura non ci può essere un atto amministrativo della Giunta che dice...



PRESIDENTE

Prego gli addetti di accendere il microfono del Consigliere Riba.



RIBA Lido

Su una questione di questa natura richiedo alla Giunta di pronunciarsi formalmente su un impegno a decidere, dopo aver sentito - sulle sue proposte, evidentemente - la Commissione consiliare competente, e sarebbe quasi imprescindibile il Consiglio.
Si tratta di capire se questa esigenza è salvaguardata dagli impegni procedurali che si prendono questa sera, perché non basta che l'Assessore Pichetto dica che informerà la Presidenza del Consiglio. Poi la Presidenza del Consiglio cosa farà? Telefonerà a tutti? Troverà tutti in ferie, perch non staranno tutti qui ad aspettare la telefonata né dell'Assessore n della Presidenza del Consiglio evidentemente, in questa situazione.
Quindi, voglio capire in quali tempi possiamo stabilire che può esserci questa esigenza prima di una certa data e dopo una certa data.



PRESIDENTE

Anch'io voglio fare una domanda per migliore comprensione. La Giunta ritiene di rispettare il termine del 31 luglio, nel senso di accedere all'invito di far avere la documentazione entro tale data? Perché se così è, abbiamo due giorni e non possiamo... Se invece la Giunta ritiene di andare oltre tale termine, abbiamo una procedura diversa.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta non rispetterà il termine del 31 luglio perché la Giunta ne fa un fatto politico con il Governo italiano che deve comunicarci le aree ad aiuto di Stato.
Noi non incominciamo a zonizzare fin quando non avremo, almeno nel numero, le aree che sono ad aiuto di Stato, altrimenti sarebbe una cosa assurda. Ci rendiamo conto che il Governo italiano dovrebbe comunicare entro il 31 agosto a Bruxelles le zonizzazioni italiane; peraltro, doveva comunicare entro il 31 marzo le aree ad aiuto di Stato italiane e non l'ha fatto. Questo è il motivo per cui abbiamo chiesto un incontro con il Sottosegretario D'Amico.
A questo punto - ne parlavo con il Presidente questa sera - è necessario al limite richiedere un incontro con il Ministro del Bilancio Amato o con il Presidente del Consiglio, perché assolutamente non mi sento di fare una proposta alla Giunta di altro tipo.



PRESIDENTE

La trasmissione di questa documentazione, allora, avverrà entro il 31 agosto o verosimilmente a metà settembre?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Telefoniamo a D'Alema; vale la telefonata a D'Alema da parte del Consigliere Riba.
E' chiaro che si tratta di un atto amministrativo che prende atto dei risultati che si ottengono. Se il Governo italiano ci trasmette i dati entro una certa data, noi facciamo l'elaborazione e si concorda quando dovrà essere consegnata, anche con le altre Regioni italiane.
Comunque, noi facciamo una questione politica nei confronti del Governo il fatto di non avere le aree 92-3C, ma dopo che ce le comunica, a quel punto non abbiamo più l'elemento per dire... Possiamo dire che dobbiamo informare politicamente il Consiglio, ma se le altre diciannove Regioni italiane, o comunque le altre dieci-undici aree Obiettivo 2, assumono un comportamento, anche noi ci dobbiamo adeguare. Quanto posso fare e dire è che appena avremo gli elementi li comunicheremo al Presidente del Consiglio. Sono personalmente disposto ad un confronto, con la Commissione con il Consiglio, nella Conferenza dei Capigruppo; sono disponibile ad ogni tipo di confronto politico, ma il fatto procedurale è abbastanza rilevante per cui devono essere rispettati i tempi che il Governo italiano concorda con l'Unione Europea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Chiedo all'Assessore qual è la procedura di comunicazione delle aree che possono beneficiare degli aiuti di Stato, ex art. 92. Si passa attraverso concertazione in sede di Conferenza Stato-Regioni, oppure è una comunicazione che il Governo fa alle Regioni? Nel primo caso, è poco probabile che la Conferenza Stato-Regioni sia convocata nel mese di agosto. Nel secondo caso, potrebbe anche accadere che qualche Direttore generale invii una lettera, tipo quella dell'Assessore e in questo caso, è chiaro che l'azione di moratoria, che l'Assessore ha annunciato, verrebbe meno e la Regione dovrebbe, nei tempi che si darà rispondere anche alla dottoressa Pallocci.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Per quanto di mia conoscenza le aree dovrebbero essere definite dal Governo con decreto ministeriale, ma è una scelta governativa su parametri che l'ISTAT ha sul Governo. Noi abbiamo chiesto che ci consultassero almeno a livello tecnico-informale: spero che ci consultino. Però, ripeto dovrebbe esserci un decreto ministeriale. Anche se il decreto non è formalmente emanato, è sufficiente che il Ministero ci dica qual è l'importo in modo da poter lavorare sulle aree Obiettivo 2. Se il termine da rispettare è quello del 31 agosto... Però in questo momento sono in oggettiva difficoltà a dire cosa può fare il Governo e quali tempi abbiamo.



PRESIDENTE

Come Presidente del Consiglio, mi impegno, tramite gli uffici, a consegnare la documentazione e le notizie fra pochissime ore, appena le riceverò.
Potrebbe essere opportuno, se non ci sono dei termini perentori che prevedano delle difficoltà, che la risposta possa essere data verso la metà di settembre.
Le pongo una domanda, Assessore: il termine del 31 agosto, citato prima, è un termine che, qualora non rispettato, viene sanzionato? La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Non lo so, ma non voglio nemmeno che il Governo venga messo in mora...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Nel momento dell'approvazione del DOCUP 1997/1999 si sosteneva che occorreva approvare questo documento, se ricordo bene, entro il 31/3/1997 perché era già prevista, dopo qualche giorno, ai primi di aprile, la riunione della Commissione che doveva recepire il nostro DOCUP. In questo contesto, la discussione è stata affrontata in modo insistente: i margini di discrezionalità sono stati elevatissimi, i controlli preventivati non sono stati nemmeno attuati. La conseguenza è che oggi noi non conosciamo nemmeno quali sono gli effetti dell'uso ingente di risorse sulle economie e sull'occupazione. Dopodiché l'esame del DOCUP, da parte della Commissione competente, è stato attuato nel mese di luglio 1997. Quindi, dobbiamo evitare di dire "al lupo, al lupo".
Fissiamo tra noi un programma che ci impegniamo a rispettare sulla base di un corretto rapporto fra maggioranza e minoranza, dopodiché lo comunicheremo al Governo. Diciamo al Governo che la Regione Piemonte risponderà alla circolare della dottoressa Pallocci solo dopo "x" giorni dalla comunicazione formale delle aree che godranno dei benefici comunitari. Ci sarà una lettera a firma congiunta del Presidente del Consiglio e del Presidente della Giunta in cui si dirà che noi, Regione Piemonte, risponderemo a quella lettera solo quando ci saranno le condizioni che ho testé citato. L'unico modo serio di agire è questo.
Altrimenti è probabile che qualche Direttore regionale del Piemonte scimmiottando il Direttore generale del Ministero, troverà, magari, il modo di trasmettere le aree superando le volontà politiche, e questo noi dobbiamo evitarlo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Vivo nella Repubblica italiana, quindi credo ancora all'unità. Posso essere disponibile ad ogni serrato confronto politico con il Governo nazionale, perché politicamente sono di parte opposta, ma sinceramente ritengo debba esserci la comprensione delle difficoltà che sta attraversando il Governo nazionale in questo momento: sembra infatti un'armata Brancaleone un po' disordinata. Non possiamo, come Repubblica italiana, se davvero il Governo italiano ha delle scadenze da rispettare fare una brutta figura nell'ambito europeo.
In questo momento, non posso assumere alcun impegno personale di lettere congiunte con il Presidente del Consiglio e mi scuso. Posso solo assumere l'impegno di comunicare al Presidente del Consiglio e, tramite lui, a tutti i Consiglieri quello che sarà l'andamento procedurale. Non sono in grado di assumere altri tipi di impegni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente e colleghi, non stiamo ponendo un problema sproporzionato rispetto alla questione che dobbiamo gestire.
Presidente Deorsola, sui giornali locali non si parla d'altro che dell'intenzione della Giunta regionale di fare un grande "pacchetto" ai danni del territorio. Voglio smentire tale notizia in quanto non ci credo ripeto, non ci credo, perché se ci avessi creduto avrei sollevato la questione ad inizio seduta.
Comunque c'è, nelle Amministrazioni locali, allarme rosso. Quando il Presidente di una Provincia invia un telegramma, dopo che l'ha già inviato l'Assessore, è soltanto perché l'allarme è rosso. Credo che potrebbe essere un allarme rosso se dovessimo decidere di questioni che riguardano la sorte di almeno 600 Comuni, senza avere il tempo di sottoporre quella decisione ad una riflessione e ad un apporto da parte dell'organismo Giunta regionale, Consiglio regionale e, per la parte istruttoria, le Commissioni.
Pongo il problema a tutti i colleghi. I cittadini potrebbero domandarci cosa ci stiamo a fare in Consiglio se, di fronte ad una questione di questa dimensione, decisa nel mese di luglio e nel giro di una settimana... dopo aver ricevuto dei pacchetti e aver messo un timbro di convalida senza la quale gli stessi rimangono soltanto delle proposte cogenti fin che si vuole, fra di loro, ma niente affatto se non vengono adottate.
Diversamente, c'è il commissariamento.
Apprezzo l'Assessore Pichetto che sottolinea di non voler avere, su questo punto e in una sede impropria, un rapporto di conflitto e di denuncia nei confronti del Governo, perché ci sono le sedi politiche questo è corretto da parte dell'Assessore e lo apprezzo. Così come neanche noi non facciamo su questo punto una questione di addebito alla Giunta di una volontà di procedere in un determinato modo. Abbiamo altre sedi per confrontarci politicamente; qui dobbiamo gestire una partita di enorme delicatezza, di grande spessore territoriale e di grande portata materiale economica.
Allora, la proposta sulla quale chiediamo un ragionamento, in sostanza non è un atto di arroganza - capisce, Assessore Pichetto? - nei confronti del Governo: "non vi rispondiamo se... ecc.". Ci mancherebbe che fossimo noi a sollecitare un atto di insubordinazione da parte della Giunta! Non alimentiamo una situazione che peraltro è anche ipoteticamente scoordinata ma è oggettivamente difficile, questo lo sappiamo.
Allora, fino a comunicare, in una forma assolutamente rispettosa ossequiente se del caso, che il Consiglio regionale di una Regione, che ha questo impatto con quel problema, si è riunito e ha esaminato tutto ciò che poteva esaminare, ma ritiene di non poter dare corso a proposte definitive se non previa valutazione di ciò che emergerà dai documenti, ivi compresi gli interventi statali, che ci consentono di avere il quadro di una situazione, il che, tenuto conto dei giorni di festa e di ferie, del fatto che se non sono arrivati oggi è probabile che non arrivino domani e comunque ipotizziamo che arrivino alla fine della settimana prossima questo richiede un mese di tempo, lavorando in un sistema di tempi assolutamente stretti per cui, nella migliore delle ipotesi, ai primi di settembre (questo è possibile) noi saremo in grado di comunicare la posizione della Regione Piemonte, dopo aver sentito il Consiglio: mi sembra una posizione rispettosa di una metodologia democratica che anche il Governo evidentemente comprenderà.
Dopodiché, se la pressione comunitaria o altre questioni impongono ritmi da guerra del Kossovo, per l'amor di Dio, non li addebiteremo all'Assessore Pichetto, saremo qui pronti ad essere convocati nel mese di agosto e a fare i "soldati" per rispondere all'esigenza. Però, se è così abbiamo una metodologia che ci rassicura. Se non è così, noi lasceremo la seduta di questa sera con la preoccupazione che da un momento all'altro questa situazione debba essere recepita, timbrata, rimandata con una comunicazione fatta al Presidente Deorsola, che magari sarà in ferie anche lui (non lo so se sarà così, ma sarebbe anche possibile), con i Consiglieri che non sapranno come rendersi partecipi e con il Piemonte che giustamente dirà "allora l'avete proprio fatto apposta a farlo nel mese di agosto e avevate già pronta una situazione" che inevitabilmente taglierà, in qualche maniera risponderà negativamente a parecchie aspettative.
Voi capite che noi preferiamo fare la nostra parte, l'ha già detto il collega Vindigni, anche ricordando che non deve essere ripetuto sempre: non è il massimo dell'obiettivo continuare a restare nell'obiettivo, per bisogna che la metodologia ci garantisca.
Ecco, se si capisce questo, allora possiamo immaginare che ragionevolmente all'inizio di settembre discuteremo di questo; in via emergenziale potremmo discuterne anche prima, ma sempre con quindici giorni di tempo per poterne parlare, per poter far circolare l'informazione, e in questo caso abbiamo deciso un'impostazione che mi sembra un atto di responsabilità comune e anche di convergenza di tutti sulla necessità di fare in fretta.
Non vorrei che la cosa fosse come dire - scusatemi se concludo così: "Mandiamo la comunicazione al Presidente Deorsola e poi vediamo...".



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

No.



RIBA Lido

Decidiamo noi; il Presidente Deorsola sarà anche lui impegnato in una sua situazione personale, può darsi che sia qui, ma non potrà stare qui ad aspettare questa ora "x" che potrebbe anche arrivare a settembre.



PRESIDENTE

Io dispongo di telefonino, nel senso che posso essere presente in sede nel giro di tre ore e mezza.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Penso che nel giro dei prossimi tre, quattro, cinque giorni le idee un po' più chiare le avremo, saremo riusciti a parlare con Amato, D'Amico D'Alema... Nel frattempo, i funzionari stanno cercandosi tra di loro quindi penso che per il 3/4 agosto le idee chiare, almeno sulla tempistica le avremo. Quindi, posso dire che per il 3, 4 o 5 agosto saremo in grado di comunicare la tempistica che, compatibilmente con le esigenze del Governo nazionale, stabiliremo. Personalmente, vorrei anch'io andare qualche giorno a fare altro, almeno una decina di giorni, dal 12/13 fino al 24/25 agosto quindi anch'io sono coinvolto nelle esigenze che molti colleghi hanno nel mese di agosto.
Però l'unica cosa che posso dire è questa: posso chiarire le idee nel giro di quattro-cinque giorni e spero proprio di chiarirmele, altrimenti non so...



PRESIDENTE

Credo che possiamo prendere questo impegno, cioè entro appunto questi tre-quattro giorni l'Assessore si rapporta con la Presidenza, che ovviamente si rapporterà in via telefonica o con dei fax, nel senso che se potessimo avere dalla Giunta una breve memoria di una paginetta in modo che poi riusciamo a trasmetterla ai Gruppi, ovviamente anche con un colloquio telefonico, in modo che se occorre facciamo la riunione. Io mi auguro che questo problema possa essere affrontato a fine agosto - primi di settembre ma se ci fosse quella "emergenzialità", a cui faceva riferimento il collega Riba, ci può essere anche una circolazione di questa procedura, di queste notizie.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Forse posso dare un aiuto. Intanto, se voi fate un'azione con tutte le Regioni, sappiamo almeno come si può lavorare. A tutto siamo disposti, ma non a rinunciare allo spazio necessario per gestire un problema di questa natura. Francamente, problemi ce ne saranno per tutti. Quindi, bisogna vedere con il Governo se questa questione non possa essere gestita in tempi che siano quelli dei primissimi giorni di settembre.
Io, Presidente Deorsola, direi così: se voi nella settimana prossima avete risolto il problema, nel senso che siamo a conoscenza di un ragionevole posizionamento dei tempi come abbiamo detto, non ci dite niente, anzi ce lo dite soltanto. Se invece siete a conoscenza di altro allora convochiamo i Capigruppo e i Presidenti delle Commissioni interessate magari venerdì prossimo per non stare ad aspettare tutta la settimana, tanto da lunedì a venerdì non succederà la fine del mondo. Si convocano i Capigruppo per venerdì e si esamina la situazione. Io preferirei esaminarla in una sede che certo mi è scomoda da fissare piuttosto che ricevere un fax e non capire che cosa possiamo fare e lasciare a questo punto alla Giunta anche la circostanza di dover gestire il tutto. Tra l'altro, voi sapete bene il destino che incontrano quei documenti così urgenti quando vengono trasmessi via fax. Al massimo per venerdì prossimo può essere prevista una convocazione: non siamo riusciti a fare il Consiglio, faremo quella, cosa volete che vi dica! Resterà agli atti come un estremo atto di eroismo, fatto per salvare l'amministrazione...



PRESIDENTE

Non credo che dobbiamo scomodare l'eroismo per questi argomenti.
Mi pare un'ipotesi perseguibile, Vicepresidente Masaracchio. Se la questione accelera, possiamo riunire i Capigruppo; se la questione invece può essere risolta ai primi di settembre, sarà in quella data.
Credo che con questo possiamo considerare esaurito il punto.


Argomento:

Sull'ordine del lavori, con particolare riferimento alla richiesta di informazioni del Consigliere Angeleri in merito ai programmi relativi alle nomine


PRESIDENTE

Avevamo ancora l'intesa di dare una comunicazione relativamente al Patto per lo sviluppo, che però non esaurisce il punto - questa era l'intesa - perché credo che sarà necessario un Consiglio straordinario di un'intera giornata, considerata anche tutta una serie di impegni non rispettati; posso chiamarli così: impegni non rispettati.
Riteniamo utile avere oggi questa comunicazione o aggiorniamo i lavori? Consigliere Angeleri, vuole intervenire su questo punto?



ANGELERI Antonello

Presidente, da circa un anno e mezzo c'è all'o.d.g. il punto relativo alle "Nomine", adesso al centodiciannovesimo posto. E' un anno e mezzo che non esercitiamo più il nostro diritto, qui nell'aula consiliare, tant'è che si accettano le nomine, mi pare, delle Commissioni provinciali dei Beni ambientali - peraltro con molta fatica, e si trattava di una nomina dovuta visto l'arretrato e la mole di lavoro accumulata.
Volevo sapere quali erano le sue intenzioni per procedere poi a tutte le nomine arretrate, cioè se si convocherà un Consiglio regionale ad hoc per effettuare tutte le nomine. Ritengo sia un nostro diritto non tanto del Consiglio regionale, quanto della Regione avere la possibilità di dire una parola su tutte queste realtà che attendono e che ormai si sono dimenticate della presenza regionale.
Questa è la mia richiesta.



PRESIDENTE

Non era previsto che questo argomento venisse svolto oggi, anche perch non ne abbiamo la possibilità pratica. Io, come sempre, se ci sono delle emergenze, provvederò come ho fatto finora - quando il Regolamento lo consentiva, in pochissimi casi - e continuerò a seguire quell'orientamento.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Scusi, Presidente, vorrei capire meglio. Lei avrebbe intenzione di esercitare la facoltà del Presidente del Consiglio di sopperire alla mancanza di nomine effettuate in Consiglio regionale? E' questa la sua risposta?



PRESIDENTE

Non lo escludo. Anche se, ripeto...



ANGELERI Antonello

Era per saperlo.



PRESIDENTE

Non lo escludo. Nel senso che voglio valutare se ci sono delle emergenze...



ANGELERI Antonello

Allora, vorrei che rimanesse agli atti, visto che le nomine non sono state più effettuate da un anno e mezzo a questa parte, con un sistema direi democratico, la mia richiesta di svolgere un Consiglio regionale appositamente convocato, prima di procedere a qualsiasi tipo di nomina proprio per esercitare il nostro diritto democraticamente.



PRESIDENTE

Quanto da lei detto rimarrà agli atti. Vogliamo avere ancora una notizia....
Vedo tutti con la borsa in mano.



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

La relazione sul Patto per lo sviluppo sarà molto gradita all'inizio di settembre.



PRESIDENTE

Possiamo almeno lasciare copia del...



(Voci in aula: "Sono appunti")



PRESIDENTE

Sono solo appunti, non c'è una relazione. Non mi pare che l'attenzione dell'aula sia tale da recepire delle informazioni su un argomento che considero di grandissimo interesse, anche perché sul punto "Patto per lo sviluppo, Patto sociale" ci sono state delle inadempienze.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Abbia pazienza, Presidente, io dal Presidente del Consiglio non accetto assolutamente la risposta "L'attenzione è tale che non possiamo recepire...". Scusi, Presidente, io - ripeto - voglio, visto che è un mio diritto, che rimanga a verbale che desidererei, come Consigliere regionale parlo a nome del mio Gruppo consiliare, quindi non a titolo personale che potessimo esercitare in quest'aula un diritto che da un anno e mezzo non esercitiamo. La pregherei, quindi, di astenersi da ogni possibile improvvida iniziativa.



ANGELERI Antonello

RIBA Lido (fuori microfono)



ANGELERI Antonello

Mi associo.



ANGELERI Antonello

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



ANGELERI Antonello

Pure io.



PRESIDENTE

Devo dire che non posso rinunciare a quella che è una prerogativa del Presidente. L'utilizzo di questa prerogativa è sempre stato fatto con grandissima attenzione e scrupolo e solo in casi di emergenza. Non posso rinunciare... Questo è un problema, se volete possiamo convocare la Conferenza dei Capigruppo...



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, siamo in chiusura, vi chiedo di prestare ancora un po' di attenzione.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Noi siamo assolutamente convinti dell'assoluto rispetto del Regolamento, delle priorità, delle competenze da parte del Presidente del Consiglio. Tuttavia, credo veramente, vista la delicatezza dell'argomento che sarebbe inopportuno, da parte della Presidenza, esercitare dei poteri sostitutivi rispetto all'aula. Dico anche che in caso di assoluta emergenza e necessità sarebbe opportuno - e noi lo chiediamo - informare preventivamente i Capigruppo di questa emergenza di indifferibile necessità, al fine di, eventualmente, sempre in sede di Conferenza dei Capigruppo, provvedere ad un Consiglio straordinario per l'effettuazione delle nomine medesime.



PRESIDENTE

Ripeto, non posso rinunciare in via preventiva a quella che è una competenza della Presidenza. Credo che in questi due anni, cioè nel periodo in cui ho rivestito il ruolo, ci sia sempre stato un utilizzo forse inferiore delle prerogative della Presidenza, ma sicuramente non debordante. Con questo intendimento continuerò a comportarmi. Non è possibile una rinuncia in via preventiva.
Credo che il Patto per lo sviluppo...



(Proteste fuori microfono del Consigliere Angeleri)



PRESIDENTE

Consigliere, ho risposto, non posso rinunciare a quello che è un mio diritto.



ANGELERI Antonello

Lei mi sta dicendo, Presidente, che eserciterà...



PRESIDENTE

Consigliere, non le sto dicendo questo, ho semplicemente detto che non escludo di poterlo esercitare se ci saranno le condizioni. La risposta è ovvia, non posso darle risposte diverse.



ANGELERI Antonello

Per carità, le sto semplicemente dicendo che, dato che per un anno e mezzo, cioè da quando lei è stato eletto Presidente del Consiglio, non è stata portata alcuna nomina all'attenzione del Consiglio regionale affinch venisse votata, ma le nomine hanno anche una scadenza, quindi conseguentemente... Se fosse una cosa consequenziale, ma dato che non penso che sia così, non voglio neanche pensarlo, ritengo che, proprio per il fatto che per un anno e mezzo non si sono portate assolutamente nomine all'interno del Consiglio regionale - siamo al mese di agosto, sono convinto che non si concluderà niente nel mese di agosto - per quanto riguarda settembre, ci possa essere un interessamento da parte sua, che vedrà coinvolti tutti i Capigruppo, affinché su questa materia, che ormai ha accumulato gravi ritardi, si possa fare un minimo di chiarezza. Non mi sembra una richiesta astrusa e fuori dalla logica. Pretendo solo una risposta.



PRESIDENTE

Ho preso nota di quello che resta verbalizzato e mi comporterò seguendo la linea che ho seguito in questi anni, non rinunciando al principio.
Vedo che vi siete alzati tutti dai banchi, deduco che... Non è che dobbiamo aprire un dibattito io e lei, Consigliere Angeleri, né mi pare che ci siano le condizioni per proseguire sul Patto per lo sviluppo.



(Voci in aula)



ANGELERI Antonello

E' lei che deve tenere l'aula, non io; io sono al mio posto!



PRESIDENTE

Vedo che lei è al proprio posto, ma siamo in pochi seduti ai nostri posti.



ANGELERI Antonello

Lei, volendo, può tranquillamente fare...



PRESIDENTE

Ho chiesto alla Giunta se ritiene di svolgere ancora il punto relativo al Patto per lo sviluppo...



ANGELERI Antonello

No, c'è un altro punto che l'Assessore Leo richiederebbe di affrontare e di cui molti Consiglieri sono convinti...



PRESIDENTE

Ma siamo rimasti in pochi!



(Voci in aula)



ANGELERI Antonello

Lei deve procedere!



PRESIDENTE

Non si può procedere, siamo troppo scomposti! Questa mattina si era concordato di svolgere due punti. Uno era relativo ad "Agenda 2000", che è stato svolto. Vi chiedo se possiamo ancora sentire la relazione in merito al Patto per lo sviluppo o rinviare tale punto a settembre. E' una domanda che vi pongo, io sono disponibile.



(Commenti fuori microfono del Vicepresidente della Giunta, Masaracchio)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo di discutere la deliberazione di istituzione del Comitato per la Sindone.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Consigliere Riba chiede la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Procedo all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Presidente del Consiglio effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula 13 Consiglieri anziché 28, la seduta è tolta, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta ha termine alle ore 20.32)



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