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Dettaglio seduta n.383 del 29/07/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Nella riunione di ieri è stato sostanzialmente esaurito l'esame della proposta di deliberazione n. 406. Questa mattina dovrebbe ancora esserci una comunicazione da parte dell'Assessore Botta relativamente alle piste ciclabili, dopodiché procederemo alla votazione dell'intero testo della stessa.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Benso, Farassino Gallarini, Majorino, Minervini, Rossi e Rosso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 406: "Approvazione del Regolamento edilizio tipo, ai sensi dell'art. 3, comma primo, della L.R. 8/7/1999 n. 19 'Norme in materia di edilizia e modifiche alla L.R. 5/12/1977 n. 56 (Tutela ed uso del suolo)'" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo quindi l'esame della proposta di deliberazione n. 406, di cui al punto 5) all'o.d.g.
E' stato presentato in questo momento un emendamento che aggiunge l'art. 47 bis, relativo alle piste ciclabili, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Angeli, Gatti e Peano.
Provvedo a far distribuire immediatamente questo emendamento, il cui testo recita: "Art. 47 bis - Piste ciclabili.
1. Il Comune favorisce la realizzazione di itinerari ciclabili.
2. In caso di nuova edificazione e di ristrutturazione edilizia ed urbanistica ed in tutti i luoghi previsti dall'art. 7 della L.R. n. 33/90 sono previsti parcheggi per le biciclette.
Istruzioni.
Il Comune che intende realizzare piste ciclabili si attiene alle prescrizioni ed alle integrazioni tecniche contenute nelle leggi 28/6/1991 n. 208 e 19/10/1998 n. 366; nella L.R. 17/4/1990 n. 33; nella deliberazione della Giunta regionale 26/5/1997 n. 85-19500.
Il Comune può dettare nel Regolamento edilizio anche specificazioni di materiali e finiture con i quali realizzare tracciati ed arredi delle piste".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento inserisce ufficialmente le piste ciclabili nel nuovo Regolamento edilizio tipo. Questo tema è oggi regolato da leggi nazionali da una legge regionale del 1990 e da successive delibere della Giunta regionale, una delle quali riguarda la conformazione delle piste ciclabili.
Insieme a tutti i colleghi che hanno firmato l'emendamento e che ringrazio per la loro attenzione e per il loro contributo di lavoro riteniamo di evidenziare questo tema che non ha ancora dignità di presenza nel dibattito politico concernente i problemi della città. Dobbiamo dirlo: non ha ancora dignità politica, nel senso che sollevare il problema di realizzare ed utilizzare le piste ciclabili in generale in Italia, ma non in tutta Italia, in particolare qui in Piemonte e molto in particolare a Torino, è ancora un tema che vede, quando viene sollevato, qualche sorrisetto di compatimento.
Uno dei ritardi che la cultura - chiamiamola così - "urbana" in Italia ha rispetto alla cultura urbana in Europa è senz'altro quello nei confronti di questo argomento, che è considerato serissimo in larga parte d'Europa ed è un argomento considerato importante per risolvere i problemi che le città, grandi e medie, hanno in ordine alla possibilità di muoversi, allo sviluppo dell'inquinamento, al benzene e via dicendo.
Noi, per ragioni storiche, di fronte a questo problema abbiamo delle difficoltà che però occorre rimuovere in fretta. Bisogna smetterla con i sorrisini e pensare che, ad esempio, in una città come Torino l'uso della bicicletta potrebbe dare un contributo notevole alla riduzione dell'inquinamento, alla riduzione del traffico e alla qualità della vita.
L'uso della bicicletta in una città come Torino e in molte città del Piemonte potrebbe essere incentivato, aiutato e si potrebbe consentire di esercitare l'uso della bicicletta in modo superiore all'attuale. Non vogliamo sostenere che dobbiamo andare tutti in bicicletta, ma che l'uso della bicicletta potrebbe raddoppiare, triplicare o quadruplicare. Non voglio vantarmi, ma io oggi sono venuto in bicicletta, e non perché si parlava di piste ciclabili; uso la bicicletta abbastanza costantemente anche con il freddo (si può fare, non è così faticoso).
Pertanto, si tratta di organizzare la rete urbana di piste ciclabili non solo la rete del tempo libero, perché quello è un altro aspetto dell'uso della bicicletta. Il problema è che c'è un'alta percentuale di popolazione che oggi potrebbe percorrere i due-tre chilometri tra casa e posto di lavoro in zona pianeggiante se fosse sicura di poterlo fare senza correre grossi pericoli. Il pericolo non è il freddo o il caldo; oggi andare in bicicletta è piuttosto pericoloso e faticoso perché, per andare in bicicletta sicuri - io mi autodenuncio - occorre salire sui marciapiedi andare contromano, fare degli atti contrari al Codice della Strada: certo è difficile.
Allora, il fatto di inserire nel Regolamento edilizio tipo questo tema è di per sé importante, non solo perché richiama i Comuni all'osservanza di una legge regionale, ma perché segnala che questo tema entra a far parte delle novità che si richiedono nel momento in cui si interviene nell'organizzazione della città. I richiami sono molto asciutti; con i colleghi abbiamo concordato di non fare tante parole, perché sono richiami che affermano comunque la necessità che tutte le volte che si costruisce una casa o si fa una ristrutturazione pesante, lì debba esserci un parcheggio per le biciclette, che è uno dei problemi dell'uso della bicicletta (chi ce l'ha in cantina o chi ce l'ha in soffitta è difficile che la usi, chi ce l'ha in un parcheggio al piano strada, all'interno del condominio o anche fuori, è facilitato).
Quindi, questa norma richiama la legge, dice che in ogni edificio pubblico devono essere previsti parcheggi. Sono norme di Regolamento edilizio importanti; se i Comuni le riporteranno sui propri Regolamenti edilizi è una novità che consentirà, insieme ad altre, di avere un procedimento di approvazione del Regolamento edilizio più semplice.
Ringrazio ancora i colleghi perché insieme abbiamo fatto questa riflessione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Il mio intervento è per dichiarare il voto contrario di Alleanza Nazionale a questo emendamento, in quanto non sono assolutamente convincenti le motivazioni che abbiamo ascoltato finora e perché le piste ciclabili, a nostro avviso, devono esistere, però debbono esistere e devono crescere con la crescita delle città, con la crescita degli insediamenti urbani. Le piste ciclabili ex post, come dimostrano quelle attuate a Torino, rischiano di diventare soltanto dei monumenti allo spreco, rendere più difficoltosa la viabilità, sottrarre parcheggi ed essere anche, come alcune che vediamo, oggettivamente pericolose, perché sono percorsi che si interrompono, sono percorsi che comunque debbono attraversare degli incroci pericolosi nei quali non proseguono, tant'è che sono assolutamente - basta girare per la città di Torino - inutilizzate.
Non è che noi siamo contrari alle piste ciclabili, però bisogna anche basarsi sulle esperienze storiche, non si può favorire così indiscriminatamente la creazione di piste ciclabili. Io mi stupisco anche che un emendamento di questo tipo - importante nell'ambito di questa legge possa essere eventualmente recepito con leggerezza, senza essere stato prima debitamente approfondito in Commissione, perché questa non è una questione di secondo piano. Comunque, la Giunta si collocherà come riterrà su questo emendamento; noi ribadiamo il nostro voto contrario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Intervengo per dire che la proposta di emendamento che, tra l'altro, è stata in parte anche vista dall'Assessorato, la ritengo condivisibile e quindi, come Giunta, esprimo parere favorevole, al di là del merito di come si siano realizzate le piste ciclabili nelle singole realtà cittadine (pensiamo in modo particolare al Comune di Torino).
Detto questo, mi pare invece che il dire che il Comune favorisce la realizzazione di itinerari ciclabili nel proprio territorio, così come previsto da leggi statali, da leggi regionali e dalla stessa delibera di Giunta regionale, che nel 1997 ha dato attuazione alla legge regionale, sia accettabile e condivisibile, quindi da parte della Giunta un parere favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli e 7 contrari.
Per motivi di coordinamento l'articolo aggiunto diventerà art. 48.
Passiamo ora alla votazione dell'intero testo della proposta di deliberazione.
Desidera intervenire, Consigliere Angeli? Prego.



ANGELI Mario

Molto brevemente. Siccome c'è stato un lavoro molto costruttivo da parte del Consigliere Chiezzi, gli chiedo formalmente di firmare questa proposta di deliberazione.
Chiedo al Consigliere Chiezzi di firmarla, perché questa proposta di deliberazione è stata firmata da quasi tutto il Consiglio e il lavoro svolto dal Consigliere Chiezzi è stato molto importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Ci associamo alla richiesta del collega Angeli.
Un ringraziamento va al collega Chiezzi per il lavoro svolto in questi giorni in quest'aula, proponendo una serie di emendamenti costruttivi importanti ed interessanti, che credo abbiano dato una diversa impostazione a determinati aspetti del Regolamento edilizio, soprattutto nella prima fase, quando ha ricordato a tutti che la mancanza di un Regolamento igienico-sanitario metteva in difficoltà i Comuni e che il Consiglio regionale stava approvando un Regolamento monco. Ha concesso a tutti di fare una riflessione approfondita, al punto che abbiamo rimarcato il fatto di consentire che questo Regolamento venga attuato soltanto se entro fine anno sarà approvato un Regolamento igienico-sanitario, altrimenti comunque, entrerà in funzione il primo gennaio 2000.
Credo che il lavoro svolto in questi giorni, prima in Commissione e ora in Consiglio, sia di estrema importanza: molti Consiglieri hanno cercato di far sì che il Regolamento che ne esce sia importante per i nostri Comuni.
E' un lavoro che negli anni il Consiglio regionale aveva cercato di approvare, ma mai era arrivato ad una conclusione. Oggi ci siamo arrivati.
Credo che sia un lavoro che la minoranza, in modo particolare, sente come un lavoro proprio. Consentirà ai Comuni di poter avere in futuro un documento base che migliorerà le condizioni urbanistiche del nostro Piemonte.
L'Assessore D'Ambrosio si è impegnato a far sì che il Regolamento igienico-sanitario sia portato in Commissione al più presto - mi pare a settembre - per poter pervenire all'aula in tempi brevi, perché, come abbiamo ricordato, la mancanza di un Regolamento igienico-sanitario non consente l'attuazione definitiva e totale dei Regolamenti edilizi tipo. La mancanza di quella seconda parte è da colmare, ma la Giunta si è impegnata in tal senso.
Siamo tutti disponibili, da settembre in poi, a collaborare affinch questo Regolamento possa al più presto arrivare in aula e che il tutto si attui nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Grazie, Presidente. Pur annunciando il voto favorevole sull'intero testo della deliberazione, lamento come anche in questa occasione si sia dimenticato di dare risposte politiche precise e si sia stati, alla fine indulgenti verso quelle proposte che riteniamo nel merito e nella sostanza non accettabili. Faccio l'esempio delle piste ciclabili, che sono riuscite ad entrare in questa maglia larga di indulgenza e che noi crediamo siano state un cattivo esempio laddove sono state costruite.
Lamentiamo non tanto una rigidità che doveva essere dovuta, quanto l'aver perso l'ennesima occasione per dare delle risposte politiche precise, forti e rigide, laddove altre maggioranze, nella fattispecie quella di Torino, hanno invece dato dimostrazione di agire non nell'interesse della città e della salute pubblica di chi quelle piste ciclabili usa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mancuso. Ricordo che come dichiarazione di voto bisogna differenziarsi. Non è che non voglia dare la parola, ricordavo solo il Regolamento.
Prego, Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Non credo che siamo proprio noi ad abusare del tempo in quest'aula.
Presidente, giudichi lei come considerare questa mia brevissima dichiarazione.
L'occasione è per dire che voteremo favorevolmente questo provvedimento, che va a completare l'iter di una legge che era già stata approvata diversi mesi orsono. Con questa proposta di deliberazione, che entra nel merito della questione, si va a completare un provvedimento che è una risposta concreta alle esigenze delle Amministrazioni locali.
Occupandomi di amministrazione di Enti locali da almeno quindici anni ricordo che già almeno quindici anni fa si parlava della necessità di addivenire ad una regolamentazione che fosse il più possibile omogenea sul territorio e come la regolamentazione più puntuale fosse alle volte troppo dirigista, e troppo rigida, rispetto alla posizione di altri che ritenevano dovesse essere uno strumento più aperto e di più facile costruzione ed utilizzazione nel seguito.
Importante lavoro è stato fatto con il contributo di quasi tutti i Gruppi; è quindi particolarmente importante il fatto che una volta tanto non ci sia una divisione netta tra maggioranza ed opposizione, ma si sia riusciti a costruire un provvedimento indubbiamente utile per numerosissimi Comuni piemontesi.
E' stato ricordato dal collega Peano - e forse altri lo faranno - che è stata fatta la scelta di costruire un provvedimento che si occupa delle questioni urbanistiche non affrontando nel merito le questioni più meramente igienico-sanitarie. C'è l'impegno, entro l'anno, di colmare questa lacuna, che esiste da moltissimi anni; così come era atteso il provvedimento sul versante urbanistico, c'è altrettanta attesa sul versante igienico-sanitario.
La VI legislatura e questo Consiglio hanno dato un contributo determinante, attuando progetti che in altre legislature non si era riusciti a concludere.
Confermo il voto favorevole del Gruppo Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi Angeli e Peano per l'invito a sottoscrivere il testo del Regolamento edilizio e per l'apprezzamento al lavoro svolto. Apprezzamento che ricambio sinceramente, perché il lavoro che abbiamo svolto in aula, positivo per molti punti importanti, è stato reso possibile dal lavoro di altri colleghi, che hanno portato elementi di innovazione visibili ed importanti. L'ultimo, raggiunto oggi, relativo alle piste ciclabili e quindi all'utilizzo delle due ruote non motorizzate, è legato ad alcuni elementi importanti di salubrità che oggi si affacciano sulla scena. Il Regolamento edilizio non analizza questi aspetti.
Sicuramente è più adeguato alle novità in atto; probabilmente, è migliorato sotto alcuni aspetti tecnici che rimangono importanti ai fini della natura delle città che andiamo a costruire: sicuramente fatti tecnici che hanno grande rilevanza qualitativa.
Desidererei firmare questo Regolamento edilizio, una firma a valenza politica, di riconoscimento reciproco di un lavoro d'aula importante.
Voteremo, comunque, questo Regolamento edilizio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Credo che il voto sulla deliberazione di approvazione del Regolamento edilizio tipo sia un atto importante. Si tratta di una deliberazione di cui c'era bisogno da tempo. E' appunto per questo che all'inizio della legislatura, come Gruppi di minoranza, avevamo immediatamente presentato la proposta di deliberazione come uno dei primi atti.
Certamente, quattro anni per far giungere in aula un provvedimento sono veramente tanti. Sono molti per un funzionamento amministrativo corretto e adeguato; sono molti rispetto alle richieste e ai bisogni degli Enti locali. Sono anche molti in un momento in cui i processi di decentramento di semplificazione degli atti amministrativi verso i cittadini sono l'elemento all'ordine del giorno, sono richiesti, in particolare è una delle grandi esigenze nelle aree del nord del Paese.
Si tratta di una deliberazione che non solo fissa delle regole e determina un Regolamento edilizio tipo - dopo molto tempo - ma nello stesso tempo opera un processo di semplificazione, qualora le Amministrazioni comunali lo adottino. Evitiamo, in questo modo, un passaggio che era sempre stato faticoso, complesso e soprattutto lungo, che era il rinvio in Regione del testo e l'esame da parte della Regione stessa. Questo determina un processo vero di semplificazione e un concreto aiuto alle Amministrazioni comunali. Insieme a questi elementi di soddisfazione, si sono verificati tempi lunghi.
L'altro problema ancora oggi esistente e poco spiegabile - già lo ricordava il collega Peano - è la mancanza del Regolamento igienico sanitario a fine legislatura. Gli impegni assunti, in particolare dall'Assessore alla sanità, non possono in alcun modo essere derogati. Il testo del Regolamento igienico-sanitario, com'è stato detto dall'Assessore deve essere ancora rivisto per quanto riguarda le parti ambientali.
Nel momento in cui, a settembre, verrà portato in Commissione, essendo un documento piuttosto ponderoso, occorrerà che i nostri tempi di lavoro siano mantenuti ed abbiano certe caratteristiche. Non è affatto detto che gli impegni, dato l'andamento dei lavori in IV Commissione, la capacità di gestione da parte dell'Assessore alla sanità di queste problematiche possano essere mantenuti. Preoccupazione in questa direzione ve n'è.
Il provvedimento, comunque, migliorato da un lavoro d'aula, certamente più adeguato, rispetto a come era stato licenziato dalla II Commissione, ci pare positivo e va ricordato come un momento di proficuo lavoro comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Il nostro Gruppo riconosce che il lavoro svolto nel corso del dibattito ha prodotto un miglioramento del testo.
Inizialmente eravamo critici, però apprezziamo il lavoro svolto dal Consigliere Chiezzi, in particolare rispetto a questo miglioramento, anche se non tutte le indicazioni degli emendamenti sono state accolte.
Il nostro atteggiamento, di conseguenza, è meno ostile rispetto all'inizio, quindi il nostro voto sarà di astensione. Un voto di astensione soprattutto per un elemento più volte sottolineato negli interventi che mi hanno preceduto: l'assenza del Regolamento igienico-sanitario. Era sicuramente meglio adottare una formula che rinviasse l'entrata in vigore di questo Regolamento al momento in cui il Consiglio avesse approvato il Regolamento igienico-sanitario. Il fatto che a partire dal primo gennaio il Regolamento entri comunque in funzione porta il nostro Gruppo ad una valutazione pessimistica, ma ciò non significa che ostacoleremo l'adozione di un Piano igienico-sanitario, anzi, chiediamo all'Assessore D'Ambrosio di presentarlo immediatamente al Consiglio, aspettando che le modifiche dell'ambiente vengano introdotte nella fase di discussione in Commissione con un iter accelerato. Non aspettare, quindi, di avere già le indicazioni dell'ambiente, ma di presentarlo immediatamente. Da questo punto di vista non c'è, da parte nostra, l'intenzione di frenare il lavoro. Il fatto che all'inizio del prossimo anno vi siano le elezioni fa sì che questa legislatura difficilmente vedrà l'approvazione del Piano igienico sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Intervengo per annunciare che anche il mio Gruppo voterà a favore di questo provvedimento, che sappiamo molto atteso dai Comuni, anche perch andrà a semplificare la burocrazia e a rendere più agevole il compito dei Comuni in materia edilizia.
Effettivamente ci rammarichiamo che questo provvedimento abbia avuto un iter lunghissimo, perché, come già accennato, era atteso con urgenza comunque, meglio tardi che mai! Prendiamo atto che è stato costruito con l'apporto di diversi Gruppi di maggioranza e di opposizione, e ciò va sicuramente a suo favore.
Permettete una piccola battuta relativamente alle piste ciclabili e al dibattito che è appena avvenuto fra altri Consiglieri: li inviterei a non considerare solamente il problema nella città di Torino, dove in effetti le piste ciclabili incontrano una situazione urbanistica sicuramente non adatta alla loro realizzazione, ma a guardare l'insieme di tutto il Piemonte, dove cittadine come Cuneo e molte altre località possono dotarsi tranquillamente di piste ciclabili.
Gli esperimenti svolti hanno dato risultati estremamente positivi: sono frequentate, servono effettivamente ad eliminare il traffico dalla città e a renderla più vivibile. Per cui la raccomandazione è di continuare su questa linea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

In coerenza con il lavoro svolto dal nostro Gruppo, in particolare dal Capogruppo, su materie di natura urbanistica, esprimo soddisfazione e quindi dichiaro il voto favorevole a questo provvedimento. E' una testimonianza che viene da lontano, con diversi progetti in materia urbanistica. Ricordiamo all'Assessore Botta di aver sollecitato in diversi frangenti anche una modifica sostanziale e radicale della L.R. n. 56/77 nonché un provvedimento che utilizzi i rustici agricoli, che è un'esigenza soprattutto del territorio più marginale, come la collina e la montagna.
Auspichiamo dunque che in futuro ci sia la possibilità di poter svolgere questo intervento.
Una piccola riserva sugli emendamenti alla delibera che abbiamo presentato per quanto riguarda l'utilizzo e l'emanazione del Regolamento igienico-sanitario. Spero che ci sia da parte dell'Assessorato la volontà di mantenere l'impegno assunto.
Riteniamo, assieme a tutti i Gruppi di minoranza, di aver apportato al provvedimento decisivi miglioramenti. Mi rammarica il fatto che dai banchi della maggioranza, per un distinguo che forse non aveva motivo di essere in questa sede, non si sia voluto accogliere l'emendamento sulle piste ciclabili.
Tengo anche a precisare che, per esempio, per quanto riguarda le nostre Province, in questi giorni sono stati finanziati quattro importanti provvedimenti per le piste ciclabili, per cui questo è in perfetta coerenza con l'intendimento dei Comuni. Credo soprattutto che il provvedimento vada a favore dei piccoli Comuni.
Ribadisco che si tratta di uno dei temi cari al nostro Gruppo e quindi in questo senso, daremo parere favorevole al provvedimento.



PRESIDENTE

La parola a Consigliere Galli.



GALLI Daniele

E' bene ed è sempre auspicabile che provvedimenti che hanno grande ricaduta sul territorio siano firmati da tutte le parti politiche che compongono questo Consiglio. Dalla concertazione sicuramente scaturisce qualcosa di più completo e di più omogeneo possibile.
E' chiaro che, al di là di un semplice adeguamento alle normative CEE che era dovuto, questo Regolamento edilizio pone alcune questioni e tenta di risolverle sul territorio piemontese. Essenzialmente l'uniformità l'interpretazione delle norme, che è importante, perché dall'applicazione dal primo gennaio, o quanto prima, se venisse approvato il Regolamento edilizio sanitario, tutti i Piani regolatori e le Commissioni edilizie della Regione Piemonte si dovranno uniformare a questa impostazione, il che può essere ottimale dal punto di vista del parlare lo stesso linguaggio consentendoci di applicare e di porre in atto successivamente anche delle evoluzioni concrete all'attuale impostazione. Quindi, nulla è fermo, nulla è bloccato: questo è un punto da cui si può partire e si può costruire quanto meglio possibile per l'avvenire urbanistico ed edilizio-sanitario della Regione Piemonte.
Il collega Dutto poc'anzi parlava di una visione torinocentrica, che molte volte è emersa in quest'aula e anche in Commissione. Il Piemonte non è solo Torino: è bene che tutti lo ricordino. Il Piemonte è essenzialmente una grande e diversa omogeneità di sistemi, di aree, per quanto Torino ne rappresenti il centro, e pertanto tutto deve essere modulato in maniera da essere accettato anche dalla periferia. Questo è un principio di sussidiarietà, il principio presente nei discorsi di tutti, il principio insito nel federalismo.
Concludo dicendo che è un provvedimento ottimale, per cui Forza Italia darà un voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole a questo provvedimento, voglio sottolineare l'importanza dello stesso, che è scaturito dagli intendimenti comuni di quest'aula con l'Assessore all'urbanistica Botta.
Questo provvedimento riesce finalmente a riordinare un settore molto discusso e per il quale i Comuni, più volte, si sono trovati in difficoltà.
Secondo me, sarebbe stato anche opportuno rendere più fattibile il provvedimento, dando anche ad altri settori la stessa importanza; mi riferisco, ad esempio, alle piste ciclabili, per le quali si potevano dare delle garanzie affinché nei Comuni fossero realizzate al servizio dei giovani e degli anziani.
Ritengo opportuno che la richiesta fatta all'Assessore alla sanità per la presentazione in Commissione del Regolamento igienico-sanitario venga portata avanti, affinché la Commissione, con gli intendimenti comuni di tutti i Gruppi di maggioranza e di opposizione, possa votare nel più breve tempo possibile anche il Regolamento igienico-sanitario. Uniformità di intendimenti, il cui risultato auspicabile è che, prima della chiusura di questa legislatura, si possa portare il provvedimento relativo al Regolamento igienico-sanitario prima in Commissione e successivamente in aula.
Per questo il voto del mio Gruppo è favorevole; voto favorevole ad un provvedimento comune che, come ho già sottolineato, è conseguenza di un lavoro svolto da tutti i Gruppi consiliari con gli Assessori all'urbanistica e alla sanità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per una risposta immediata in merito alle problematiche emerse.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Presidente, cortesi colleghi, più che una risposta il mio è un intervento a chiarimento di alcune affermazioni di un giornalista sul quotidiano La Stampa di questa mattina che, in modo non so fino a che punto corretto, dichiara che "l'Assessore D'Ambrosio assicura che il documento è pronto, ma nessuno l'ha visto e non è arrivato in Commissione". In effetti non è arrivato in Commissione, ma il documento è qui, per cui il documento c'è: aspetto solo osservazioni da parte dell'Ambiente; dopodiché ieri stesso ho chiesto al Presidente di mettere il provvedimento all'o.d.g. per il 15 settembre, alla ripresa dei lavori della IV Commissione.
Non mi nascondo le difficoltà che ci saranno, ovviamente, perché non è cosa facile...



ANGELI Mario

L'aiuteremo.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ringrazio l'opposizione fin da adesso, ma mi premeva dire che il documento c'è; c'è stato un lungo lavoro di quattro mesi da parte dei funzionari: aspetto solo le osservazioni dell'Ambiente che - mi è stato garantito - mi perverranno entro la prima settimana di settembre. Spero quindi che il 15 settembre si possa andare in Commissione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Intervengo per una brevissima dichiarazione di voto.
Anche il nostro Gruppo voterà a favore di questo provvedimento, che è atteso da più di vent'anni, tant'è vero che diventava proverbiale giustificare i ritardi legislativi con la frase "...con l'approvazione del Regolamento edilizio tipo". E' giusto dare gli indirizzi generali per un riordino della materia, ma è altrettanto giusto rispettare l'autonomia dei Comuni, che potranno opportunamente integrare il presente Regolamento con norme finalizzate a conseguire una migliore qualità del prodotto edilizio nel rispetto dell'ambiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il mio sarà un intervento molto breve, soltanto per confermare i motivi di soddisfazione da parte del nostro Gruppo - lo dicevo già nell'intervento precedente - perché quella di oggi è da considerare, non tanto quella dell'altro ieri quando abbiamo iniziato la discussione, veramente una data storica, perché dopo ventun anni e mezzo riusciamo a dare un indirizzo, un Regolamento edilizio tipo ai Comuni della nostra Regione.
Devo dire che questo è avvenuto dopo mesi di discussione all'interno della Commissione a cui hanno collaborato tutti i Gruppi e dopo una discussione in quest'aula dove io personalmente, che non mi intendo di urbanistica, ho avuto modo di avere alcune lezioni in questo senso da coloro che sono molto più ferrati di me in materia.
Mi pare quindi che il Regolamento che ne scaturisce vada nella direzione che in particolare l'Assessore Botta auspicava, che era quella di una sostanziale sburocratizzazione con la conseguente attivazione di tutta una serie di procedure di approvazione particolarmente rapida.
Penso che questo non possa che essere apprezzato dai Comuni della nostra Regione e rispetti quella che era l'indicazione iniziale di questo Consiglio nel 1995 quando il Presidente Ghigo dichiarò di voler indirizzare il proprio lavoro verso un processo di sburocratizzazione.
Dicevo prima al collega Chiezzi che io non sarei stato capace di entrare così nel merito, né ritengo che la politica debba entrare così a fondo, dopodiché per alcuni aspetti lo ringrazio perché ho appreso alcune indicazioni che non conoscevo.
Ritengo che un buon lavoro sia stato svolto, grazie anche alla collaborazione di tutti i Gruppi. Ritengo inoltre che anche con l'emendamento di questa mattina, proposto prima dall'Assessore e rivisto dai colleghi Chiezzi e Angeli, sulle piste ciclabili, si sia completato un indirizzo di cui - torno a ripetere - i Comuni non potranno che essere soddisfatti.
Quindi, su questa deliberazione, oltre ad esprimere la nostra soddisfazione, esprimiamo ovviamente il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Presidente e colleghi, dichiaro il voto favorevole del nostro Gruppo al Regolamento edilizio tipo per due ordini di motivi.
Il primo è che i Comuni della nostra Regione attendono questo Regolamento ormai da anni. Per loro un Regolamento tipo che potranno approvare vorrà dire sostanzialmente avere delle linee guida sulle quali non avere discrezionalità perché non di loro competenza, quindi non assumersi delle ulteriori responsabilità nella farraginosa e delicata materia urbanistica. Quindi, quando si dice sburocratizzare nell'approvare un Regolamento edilizio si può sottolineare la sburocratizzazione perch dettando delle regole tipo, probabilmente i Comuni si sentono più di prima supportati dall'Ente Regione e non solo osteggiati per quello che eventualmente sbagliano.
Inoltre, questo Regolamento edilizio mi piace per un secondo motivo: lascia la libertà ai Comuni di regolamentare a seconda delle esigenze e delle necessità socioeconomiche che i singoli Comuni, che noi sappiamo essere diversi, molto diversi gli uni dagli altri nella nostra Regione potranno attuare. Questo è un segno di maturità che la nostra Regione dà in questo momento: maturità da parte di chi propone è riconoscere la maturità degli Enti locali, troppo spesso sottovalutati rispetto alle proprie capacità. Per i piccoli Comuni questo è un fatto essenziale; parlo dei piccoli Comuni perché sovente non sono sufficientemente attrezzati per indicare delle linee guida senza incorrere in errori che molto spesso si traducono anche nelle posizioni che si assumono nelle aule giudiziarie.
Ebbene, il nostro voto favorevole è per queste motivazioni.
Questo è il Regolamento tipo, Assessore, e il Regolamento tipo presuppone anche che, con la capacità di autoregolamentarsi, i Comuni possano inserire e cambiare alcune cose. E allora la Regione, a mio modo di vedere, deve verificare, rispetto ai Comuni che vorranno fare queste variazioni, quello che si può accettare.
Io spero che, considerando sempre la maturità dell'Ente locale, la Regione abbia, rispetto ai Regolamenti che verranno modificati dai Comuni in alcune sue parti, a seconda delle proprie capacità, un approccio di tipo liberale, aperto e senza pregiudizi. Molti Consiglieri sono intervenuti a supporto delle logiche degli Enti locali e molto spesso si può anche considerare che quegli interventi porrebbero dei vincoli e dei dubbi agli amministratori locali, ai Sindaci, alle Commissioni edilizie locali mettendo queste ultime nella posizione di non decidere.
Ho ancora un dubbio, però voto a favore perché non so come si possa risolvere. Quando si prevede la composizione di una Commissione edilizia laddove i membri che vi partecipano sono certamente membri esperti nelle singole discipline (architettura, urbanistica, edilizia, ecc.), i termini non possono che essere così, ma sono sempre molto vaghi. Molto spesso vediamo che alle Commissioni edilizie partecipano professionisti non tanto per migliorare la situazione urbanistica locale, ma per portare avanti le proprie istanze progettuali. Mi sarebbe piaciuto, ad esempio, che nella composizione della Commissione edilizia non soltanto il membro che porta propri progetti non potesse partecipare in quel momento al voto della Commissione edilizia stessa, ma anche - mi rendo conto di dire una cosa estremamente delicata - che il professionista che partecipa ad una Commissione edilizia di un Comune non dovrebbe progettare nulla: non dovrebbe progettare nulla! Dico una cosa estremamente delicata, ma che chi è stato amministratore...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Galli)



MONTABONE Renato

Lo so, lo so. Quindi, andremo a verificare quelle che sono le forze e le volontà politiche che i singoli Consigli comunali avranno nell'indicare le persone. Demandiamo questo criterio di maturazione agli Enti locali, ai Consigli comunali; sarà poi interessante vedere - lo dico all'Assessore statisticamente, senza voler fare il guardiano di nessuno, quali saranno i Comuni che hanno indicato dei professionisti che non solo non hanno portato in prima persona dei progetti, ma che, attraverso degli studi associati non hanno progetti nei Comuni.
Questo è il problema estremamente delicato dei singoli Enti locali.
L'ho detto in premessa: non so come risolvere questa questione, perché, pur pensandoci da tanti anni, si dimostra irrisolvibile. Soltanto la maturità degli Enti locali e, ad esempio, un'indagine statistica condotta dall'Assessorato all'urbanistica dopo un primo triennio, potrebbe invogliare, per non essere additati di beneficenza, i singoli Comuni a non nominare professionisti che fanno il bello e il cattivo tempo sul territorio dove poi vanno a giudicare le loro pratiche.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 43 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ai fondi strutturali relativi ad "Agenda 2000"


PRESIDENTE

A questo punto, la mia proposta è di proseguire nell'o.d.g. con l'esame della proposta di deliberazione n. 676.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori solo per una questione che ritengo di sottoporre a lei, al Presidente Ghigo e all'Assessore Pichetto per l'assoluta urgenza che il problema riveste.
Esiste nel nostro territorio una situazione di disinformazione sugli atti che sta compiendo la Giunta regionale in merito alla ridefinizione dei territori marginali o dei territori richiamati da Agenda 2000 per quanto riguarda una riduzione massiccia di abitanti da ricomprendere nel perimetro.
In sostanza, circola un'informazione, di cui riferisco sottolineandone la gravità; si tratta di notizie che proverrebbero dagli uffici dell'Assessore Vaglio e dell'Assessore Pichetto, relativamente alle quali ci sarebbe addirittura un'esclusione pressoché totale di intere Comunità montane del territorio regionale. Credo che questo vi sia noto, quanto meno come elemento di ragionamento che è stato riportato sul territorio.
Ciò evidentemente crea una situazione di grande allarme e una situazione di grave giudizio nei confronti dell'ipotizzato comportamento della Regione, in modo particolare dei due Assessorati che ho citato. Per cui è necessario un chiarimento in termini urgenti.
Al riguardo, il mio Gruppo ha presentato un'interpellanza a firma di vari Consiglieri, ma non solo il mio Gruppo, e comunque suppongo che nell'intenzione e nell'attenzione ci sia tutto il Consiglio regionale quanto meno tutta l'opposizione. Vi è assolutamente bisogno che su questo elemento oggi il Consiglio, prima di sospendere la sua attività o comunque questa seduta, divulghi un'informazione assolutamente certa, attendibile su ciò che si sta facendo - scusate la ripetizione, se è certa è anche attendibile - e sullo stato reale dell'arte.
Anche gli articoli di questa mattina su "Sole 24 Ore", che richiamano la situazione del Piemonte, oltre a quella di altre Regioni, e la nota dell'ANSA, riportano elementi che segnalano la grande attualità del problema e la necessità che se ne discuta.
Allora, Presidente, non so più come dirlo; mi sono preso la libertà, e me ne scuso, di interferire a questo punto del posizionamento dell'o.d.g.
perché riterrei un atto irresponsabile se noi non raccogliessimo queste informazioni da parte degli Assessori interessati e non dessimo - non pretendo di farlo io, assolutamente, facciamolo come Consiglio, lo faccia la Giunta, ma è meglio che lo faccia il Consiglio - delle informazioni rassicuranti. Per giunta, si dice che entro il 31 di luglio la Regione Piemonte comunicherà al Ministero i territori che ha incluso o escluso dai benefici dei futuri provvedimenti comunitari. Ricordo a questo Consiglio che, in una precedente Giunta - credo che l'Assessore Vaglio possa confermare, anch'io appresi quella notizia in virtù del mio lavoro di Assessore per un breve periodo - in una precedente operazione, noi abbiamo rinunciato ad una quota di abitanti che avremmo ancora potuto inserire nell'Ob. 5b, che è andata a favore di altre Regioni, non so se dell'Italia o dell'estero, ma comunque noi avevamo rinunciato a qualche decina di migliaia di abitanti inseribili nell'Ob. 5b. Tutto questo per dire che l'allarme è tutt'altro che ingiustificato, perché ha anche un precedente non ascrivibile a voi, ma ascrivibile ad un precedente atto di governo di questa Regione, che addirittura ci aveva portati a non inserire territori per qualche altra decina di migliaia di abitanti e a farci perdere, di conseguenza, qualche decina di miliardi di benefici nel corso di quinquennio di vigenza del Regolamento n. 2081-5b.
Quindi, spero che il Presidente del Consiglio, il Presidente della Giunta e certamente gli Assessori vogliano dirimere questa partita, al di là di considerare la risposta alla nostra interpellanza nel corso di questa seduta.



PRESIDENTE

La Giunta mi ha informato che darà la risposta nel corso di questa seduta. Io ho fatto una proposta operativa: proseguire i lavori con il punto relativo alla SAGAT; se viene accettata, andiamo avanti, altrimenti riuniamo i Capigruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Ricordo che nella riunione dei Capigruppo avevamo deciso di dedicare una parte significativa delle sedute ai provvedimenti di legge, ma anche una parte all'attività più generale del Consiglio, compresa quella sollecitata dai Gruppi.
Pertanto, credo che la Conferenza dei Capigruppo dovrebbe avere un senso e quindi decidere, a questo punto, quando si fanno quelle parti oppure se non le si fanno, ma non può il Presidente decidere che quella parte salta. In sostanza, noi avevamo sollecitato una serie di risposte su problemi che avevamo sollevato noi ed altri Gruppi; si era detto che nell'arco delle sedute ci sarebbe stata una mattinata per trattarli, ma dato che questa è l'ultima mattinata...



PRESIDENTE

Consigliere, ho convocato il Consiglio anche domani alle ore 10 per eventuali esigenze. Nelle intese, ancorché non formalizzate con tempistiche rigide, l'accordo era che questo Regolamento potesse trovare attuazione.



PAPANDREA Rocco

Infatti sul Regolamento non c'è stato... Finito il Regolamento...



PRESIDENTE

Non abbiamo potuto svolgere l'attività di Consiglio martedì mattina per un fatto assolutamente imprevedibile, perciò credo che si possa continuare domani mattina.
Ripeto, io ho proposto di andare avanti con la SAGAT e poi di riunire i Capigruppo; se questo non è accettato, riuniamo subito i Capigruppo e definiamo i nostri impegni.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Avevo presentato, assieme ad altri colleghi, credo nel mese di maggio un'interrogazione in merito all'attuazione del Regolamento comunitario riguardante l'utilizzo dei fondi strutturali per il periodo 2000/2006 meglio conosciuto come "Agenda 2000".



PRESIDENTE

La Giunta è disponibile a rispondere in merito a questo argomento.



VINDIGNI Marcello

Bene. Siccome era stato concordato che la discussione si sarebbe svolta oggi, vorrei sapere quando la Giunta risponderà, perché la questione posta dal collega Riba è perfettamente inseribile nella risposta all'interpellanza testé richiamata.



PRESIDENTE

Ho proposto di continuare con l'esame della proposta do deliberazione n. 676. Se l'aula non è disponibile, convochiamo i Capigruppo per definire gli argomenti da trattare.



(Commento fuori microfono del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Non possiamo perdere ore per definire l'ordine dei lavori. La proposta che ho fatto deve avere un ampio consenso, che mi pare non ci sia. Credo opportuno convocare i Capigruppo per evitare perdite di tempo. Cortesemente invito i Capigruppo in Sala A).
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.26 riprende alle ore 12.59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Si è raggiunta un'intesa. Mi auguro che il lavoro possa essere proficuo: questa è l'ultima riunione prima di un periodo di ferie estive. I lavori riprenderanno venerdì 10 settembre e l'o.d.g. sarà quello che decideremo in sede di Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Comuni

Esame proposta di deliberazione n. 679: "Ritiro del disegno di legge n. 482 del 9/12/1998 e conseguente proposta del Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 7, comma quarto, della L.R. n. 51/92 di rettifica degli attuali confini esistenti fra i Comuni di Front e Rivarossa, in Provincia di Torino, mediante unificazione della frazione Grange all'interno dei confini del Comune di Front"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la proposta di deliberazione n. 679, di cui punto 6) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto il voto favorevole dei Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, DS, CCD e Rifondazione Comunista.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 523: "Sottoscrizione di nuove azioni della Texilia S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 523, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto il voto favorevole dei Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU e CCD; non hanno partecipato alla votazione i Gruppi DS, Lega Nord, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani.
Relatore è il Consigliere Gallarini, oggi in congedo.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Se i Consiglieri consentono leggo io la relazione, preparata dal Consigliere relatore Gallarini, oggi in congedo.
"Signor Presidente, signori Consiglieri, la I Commissione ha esaminato approfonditamente il disegno di legge n. 523 'Sottoscrizione di nuove azioni della Texilia S.p.A.' e ha ritenuto di procedere all'audizione del Presidente e del Consiglio di amministrazione della Società. Dal dibattito in Commissione è emerso che la Texilia S.p.A., nata nel 1984 su iniziativa della Regione Piemonte allo scopo di costituire un complesso integrato di funzioni e di interventi volti al miglioramento e allo sviluppo delle attività produttive del settore tessile, ha focalizzato in tale ambito la propria attenzione sulla formazione professionale.
Alla Società partecipano oltre alla Regione, che detiene la parte più consistente del pacchetto azionario, altri soci pubblici come il Comune di Biella, la Provincia di Biella e i privati, tra cui la Città degli Studi S.p.A. Da quanto previsto a livello legislativo e dall'imminente scadenza del patto sociale è stato riconsiderato il ruolo della Società nel quadro dell'intervento regionale nel sistema economico.
In tale ottica si inseriscono gli adempimenti e le verifiche previsti all'art. 3 in capo alla Giunta regionale e le modifiche statutarie previste all'art. 4.
In particolare, l'art. 3 impone alla Giunta, attraverso il suo Presidente, di riferire alla competente Commissione consiliare, entro quattro mesi dall'entrata in vigore della legge, sui possibili scenari riguardanti il futuro di Texilia. A tal proposito, è stato formulato un emendamento accolto dalla Giunta che ha ridotto i mesi da sei a quattro.
Inoltre, è emersa in Commissione la disponibilità a far sì che altri soci privati e pubblici incrementino la consistenza delle rispettive partecipazioni in modo da riequilibrarle rispetto alla consistenza regionale.
E' stato ribadito in seduta che a tal fine due soci, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Biella e la Camera di Commercio di Biella hanno già espresso la loro disponibilità ad aumentare le loro quote di partecipazione al capitale sociale.
In riferimento poi all'art. 4 l'intervento della legge per disciplinare le modifiche statutarie della Società trova le sue ragioni di opportunità nel disposto contenuto nel comma terzo dell'art. 1 della legge istitutiva di Texilia (L.R. n. 47/84), che demanda all'organo legislativo l'approvazione delle modifiche statutarie.
In considerazione delle motivazioni espresse e al fine di dotare la Società dei più ampi mezzi finanziari per fare fronte alla crisi di liquidità, la Regione ha ritenuto di aderire all'aumento di capitale deliberato dall'assemblea straordinaria limitando la sua sottoscrizione ad un numero di azioni inferiore a quelle di spettanza allo scopo di iniziare da subito quel processo di inevitabile riduzione della partecipazione.
Inoltre, essendo preesistente un debito della Società nei confronti della Regione ammontante, al 31/12/1997, alla somma di L. 1.108.252.048, si è considerata la partecipazione alla sottoscrizione dell'aumento di capitale deliberato attraverso il meccanismo privatistico della compensazione, come sostenuto dalla più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione per ciò che riguarda i rapporti interni tra Società e soci (Cass. 5/2/1996 n. 936).
La I Commissione nella seduta del 12 luglio c.a. ha licenziato a maggioranza dei Consiglieri presenti e all'unanimità dei votanti il testo del disegno di legge e lo rimette all'aula per la sua approvazione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Credo che l'operazione che stiamo facendo sia quella di sottoscrivere azioni a compenso delle somme che la Regione Piemonte ha in credito nei confronti di Texilia. Non credo che sia la prima volta che facciamo la ricapitalizzazione di questa Società e, in un'audizione che avemmo alcuni mesi fa con il precedente Consiglio di amministrazione, si era prospettata una diversa posizione della stessa Società per quanto riguarda le sue competenze all'interno del proprio indirizzo statutario.
Credo che ciò non sia avvenuto. Mi pare inoltre previsto che, entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge, il Presidente della Giunta riferirà alla competente Commissione.
Su questo provvedimento ci asteniamo, perché riteniamo che vi sia ancora un ruolo di Texilia. Ma affinché Texilia possa riassumere questo ruolo - è passata dalla progettazione ed innovazione (che credo non abbia mai conseguito) al conto terzi (che ha indebitato) - vi dovrà essere una presenza più determinante e maggiore da parte di chi fa degli studi, che ha già una parte di capitale sottoscritto.
Dato che Società degli studi per la maggior quota è l'Unione Industriale di Biella e Texilia si occupa del suo intervento, della sua capacità di iniziativa nell'ambito tessile, credo che vi sia ancora un ruolo per Texilia, se l'Unione Industriale del Biellese si farà carico in modo cospicuo del capitale sociale di Texilia.
Ritengo dunque che vi sia una ragione perché la Regione Piemonte rimanga ancora all'interno di questa S.p.A. Se ciò non avverrà, vuol dire che vi è una sfiducia totale da parte dell'imprenditoria biellese e quindi vi sarebbero sufficienti ragioni per uscirne totalmente.
Se verrà mantenuto questo indirizzo e se avremo una relazione nel merito sul rilancio di Texilia e sulle modifiche statutarie che si intendono apportare, allora il nostro voto potrebbe risultare, a quel punto, favorevole.
Ci asteniamo, per non votare contro, proprio perché riteniamo che vi possa essere questo ruolo. Tuttavia, questo ruolo deve essere dimostrato un ruolo che, se non a pareggio - perché potrebbe anche essere in disavanzo deve essere comunque un incentivo da parte della stessa Società per la riqualificazione nell'ambito del Biellese, nonché un vero supporto del settore tessile.
Se sarà così, si potrà ragionare anche sul pareggio della S.p.A., sulla necessità di mantenerla in pareggio o di ulteriori finanziamenti per svolgere quel ruolo; però - ripeto - quel ruolo può essere determinato soltanto in un'accorta ed avanzata programmazione della sua attività a supporto del settore tessile biellese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ci troviamo di fronte ad un provvedimento contraddittorio ed assolutamente incompleto. E' questo il motivo che ci ha spinto, nel corso della discussione in Commissione, ad approfondire l'argomento, ad avere una serie di chiarimenti e che ci porta ad una sostanziale opposizione al provvedimento: il nostro Gruppo voterà contro.
Si tratta di un provvedimento contraddittorio, perché nella relazione introduttiva si dice che si tende a ridurre il peso della Regione in questa Società e a far sì che intervengano nuovi soci, in particolare soci privati. Nello stesso tempo, però, si prevede un aumento di capitale che sostanzialmente mantiene il ruolo della Regione, cioè chi sottoscrive la maggior quantità di azioni, in modo netto, anche di questo aumento di capitale, è la Regione stessa.
Quindi, da una parte, si dice che ci si dovrebbe "sganciare" da questa Società, ridurre il nostro peso e, dall'altra, si fa un aumento di capitale che lo mantiene. Inoltre, nel provvedimento iniziale, ma anche in quello licenziato dalla Commissione, si dice: "Entro tot mesi, bisogna capire che cosa fare di Texilia". Infatti, questo provvedimento nasce da un sostanziale esaurimento di quello che è stata Texilia, non voglio dire del suo fallimento, ma da un esaurimento di cosa è stata finora Texilia e dal venir meno del suo ruolo.
Texilia, sostanzialmente, rimane una Società che ha una serie di proprietà, di immobili, e un debito nei confronti della Regione. La ragione di questo aumento di capitale è proprio questo debito, ma non c'è un progetto nuovo.
L'aumento di capitale in questione non va nella direzione auspicata n si incontrano soci nuovi, perché nessuno entra in una società che ha esaurito un suo ruolo e per la quale non si definisce il ruolo futuro.
Probabilmente, un aumento di capitale da parte di altri soggetti richiede l'esatta definizione a priori del futuro e del progetto successivo di questa Società: cosa che non c'è, cioè si dice che nei prossimi mesi si deve fare questo progetto. Quindi, nei prossimi mesi, una volta definito questo progetto, se questo risulterà valido, probabilmente si riuscirà a quel punto a variare la percentuale della Regione, a ridurre il ruolo della Regione nella Società e a cambiare la compagine. Quindi, a quel punto sarà necessario un nuovo aumento di capitale in funzione del progetto.
Pertanto, questo aumento di capitale ha una sola ragione: c'è un debito di Texilia nei confronti della Regione, si trasforma questo debito in azioni.
Noi riteniamo però che la Regione si dovrebbe comportare come gli altri, cioè aderire ad un aumento di capitale solo in presenza della definizione di un progetto e non fare semplicemente questa operazione, che ritengo più che altro tecnica, di trasformare il suo debito in azioni.
Dovrebbe mantenere il debito ed eventualmente trasformarlo in azioni se lo riterrà opportuno quando si vorrà ricapitalizzare la Società, perché si è ridefinito il ruolo che può avere. Oppure non farlo perché non se ne vedono le ragioni, oppure, ancora, non farlo perché si vuole lasciare strada a nuovi soci. Oggi come oggi, riteniamo però che sia un aumento di capitale del tutto ingiustificato in assenza di un progetto che permetta di capire cosa sarà Texilia nel futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ho chiesto di intervenire perché il nostro Gruppo ha presentato degli emendamenti a questo disegno di legge e, di conseguenza, occorrerà quanto meno illustrarli. Ovviamente, la presentazione degli emendamenti presuppone un inquadramento della tematica Texilia, Società nata nel 1984 con delle finalità molto ampie.
Se dovessi attualizzare le scelte fatte in allora, potrei dire che a Texilia era stato affidato dalla Regione un compito, una missione, cioè quella di agire come agenzia di sviluppo locale del territorio biellese che allora era travagliato da una crisi profonda in quanto l'industria tessile doveva accettare le sfide dell'innovazione, della competizione con mercati nei quali il costo del lavoro era molto più basso e aveva bisogno di forti iniezioni di innovazione. Per la verità, l'industria tessile biellese ha saputo innovarsi e crescere, tant'è che è diventata uno dei distretti più importanti d'Italia, sostanzialmente con le proprie forze, non tanto per l'azione di Texilia, anche se oggi noi troviamo nel Biellese un indice di disoccupazione preoccupante (nel 1998 siamo arrivati all'8%), ma credo che questo sia un fatto passeggero.
Le finalità molto ampie di Texilia di fatto sono state dimenticate e limitate solo ad un'attività di formazione di base che sovente ha assunto caratteristiche di tipo assistenziale ed attività di tipo produttivo abbastanza marginali perché la Società ha operato come contoterzista. Ci in presenza di costi che si presumono elevati perché la Società oggi - se ho ben capito gli allegati che sono stati consegnati - ha ventiquattro dipendenti ed in questo contesto era inevitabile accumulare delle perdite a cui si faceva fronte con aumenti di capitale, come ha ricordato il collega Miglietti.
Ma l'aiuto dato dalla Regione a questa Società (di cui oggi ha l'80% di azioni) è un aiuto duplice, sia sotto forma di sottoscrizione di aumenti di capitale in taluni momenti, soprattutto nella fase iniziale, sia con il conferimento di un immobile avvenuto nel 1993 in cambio di un affitto che avrebbe dovuto essere pagato, ma che invece non è stato pagato e che ha portato ad accumulare un debito della Società nei confronti della Regione padrona di casa, di circa 1 miliardo e 108 milioni.
Di fronte ad una situazione chiaramente pesante e nell'imminenza della scadenza dell'attività sociale (lo Statuto prevedeva che la Società cessasse la propria attività a dicembre 1999), il 14/5/1998 l'assemblea dei soci ha deliberato un aumento di capitale di 2.073 milioni. A fronte di questa decisione, la Regione poteva sottoscrivere un aumento di capitale di circa 1.600 milioni, pari appunto alla quota che attualmente detiene di circa l'80%.



VINDIGNI Marcello

GALLARINI



VINDIGNI Marcello

No, è il 75%.



VINDIGNI Marcello

Di conseguenza, su 2.073 milioni il 75% è all'incirca 1.560 milioni. Se ho ben capito, con questa legge la Giunta propone di limitare la sottoscrizione dell'aumento di capitale a 1 miliardo e 108 milioni. Su questo però vorrei avere una conferma esplicita da parte dell'Assessore cioè se l'aumento di capitale viene fatto senza l'esborso di una lira, ma conferendo il credito che la Regione vanta nei confronti della Società stessa. E questo è già un passo in avanti, perché, da una parte, comporta una riduzione della presenza della Regione nel capitale azionario dall'altra, libera delle quote a disposizione del sistema delle forze locali.
L'Assessore ha detto che la Camera di Commercio, le Banche e l'Unione Industriale locali sono disponibili ad entrare nel capitale della Società ma che finora non lo hanno fatto perché la Regione dispone di una quantità di azioni superiore al 51%. Questa situazione ha impedito alle forze locali di entrare nella Società.
Quindi, ripeto, già così facciamo un passo in avanti perché non sottoscriviamo totalmente le quote in nostro possesso. Per consentire per ai privati di entrare in questa Società occorrono due iniziative.
Primo: dovrebbe essere previsto un piano di rilancio adeguato.
Secondo: dovrebbe diminuire la quota di partecipazione della Regione.
Ora, con questo disegno di legge la Giunta si impegna a presentare alla competente Commissione consiliare, entro quattro mesi dall'entrata in vigore della presente legge - quindi si presume entro la fine dell'anno le posizioni che intende assumere in ordine al futuro della Società.
Quindi, ci sarà, presumo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, una discussione sul piano di rilancio.
Devo dire che gli elementi che finora sono stati forniti a me paiono abbastanza deboli e se il piano di rilancio fosse quello che finora ci è stato illustrato, difficilmente a mio parere sarebbe giustificata una continuazione dell'attività di questa Società ed una presenza della Regione nella Società stessa.
Ma al fine di poter dare delle indicazioni più precise in merito al lavoro che c'è da fare nei prossimi mesi, noi crediamo che si debbano presentare degli emendamenti.
Noi abbiamo presentato due emendamenti, di cui il primo al punto b) terzo comma, dell'art. 3. Tale comma recita: "Le valutazioni di cui al secondo comma dovranno essere effettuate tenendo conto: a) dell'esigenza di attualizzare il ruolo della Texilia S.p.A. nel campo della formazione professionale adeguandolo ai principi introdotti dalla nuova disciplina normativa di settore b) dell'opportunità di diversificare l'attività sociale ampliandone i settori di intervento in modo da valorizzare, oltre che la funzione peculiare della Società, la formazione professionale, le funzioni di ricerca applicata e di trasferimento delle tecnologie".
Come se finora questa Società tendesse solo ed esclusivamente ad occuparsi di formazione. In realtà, lo Statuto della Società stabilisce che "la Società ha per oggetto la formazione professionale delle maestranze dei tecnici, dei quadri e dei dirigenti superiori; la formazione e l'aggiornamento dei formatori; l'orientamento professionale; la sperimentazione e la ricerca applicata dei prodotti, delle tecnologie e dei sistemi di produzione; il trasferimento delle tecnologie; lo studio e la ricerca economica relativa al settore tessile; la divulgazione scientifica dei risultati delle ricerche e degli studi economici; l'esercizio dell'industria tessile a completamento e a supporto della formazione quant'altro possa essere ritenuto utile al perseguimento delle finalità indicate all'art. 21 della legge regionale".
A me pare che la Società non abbia bisogno di questa indicazione, basta fare quello che già l'oggetto sociale prevede. Quindi, la formulazione attuale del disegno di legge presentato dalla Giunta è assolutoria nei confronti di questa Società, perché riconosce il fatto che la stessa ha effettuato solo formazione. No, la Società ha fatto solo formazione per sua scelta. Quindi, proponiamo che questo articolo sia modificato, introducendo il seguente emendamento: sostituire le parole "diversificare l'attività sociale" con le parole "sviluppare tutte le attività comprese nell'oggetto sociale".
Il secondo emendamento è altrettanto importante, perché propone la soppressione del comma primo dell'art. 4 della L.R. 30/8/1984 n. 47. Tale articolo recita: "La Regione, nell'ambito dell'atto della costituzione di Texilia sottoscrive azioni nella misura massima del 70% del capitale nominale, ma comunque in misura non inferiore al 51% dello stesso".
Nella relazione si dice che "nel più recente passato due soci fondatori, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Biella e la Camera di Commercio di Biella, hanno già espresso la loro disponibilità ad aumentare le loro quote di partecipazione al capitale sociale" e che "tale intenzione non si è successivamente tradotta in atti perché la legge istitutiva di Texilia non riconosce un ruolo di parità ai soci, riservando all'azionista Regione comunque il 51% della partecipazione". Se noi non modifichiamo questo articolo della legge istitutiva, permane la condizione che ha impedito finora alle banche locali di entrare in Texilia, per cui proponiamo che il primo comma dell'art. 4 della legge istitutiva di questa Società sia soppresso, per far venire meno la condizione che finora - se è vero quello che c'è scritto nella relazione che avete proposto - ha impedito l'ingresso di queste banche.
Concludo dicendo che noi attendiamo che la Giunta faccia quanto si è impegnata a fare con quanto scritto nel primo comma dell'art. 3: "Entro quattro mesi dall'entrata in vigore della presente legge, il Presidente della Giunta riferisce alla competente Commissione consiliare sulle iniziative che la Giunta, nell'approssimarsi della scadenza del patto sociale, intende assumere in ordine al futuro della Società".
Voglio solo ricordare all'Assessore Masaracchio che un impegno simile fu assunto circa un paio d'anni fa nei confronti della Società Consepi.
Allora (estate 1997), sottoscrivendo l'aumento di capitale, la Giunta assunse l'impegno di riferire entro maggio/aprile 1998, cioè prima della stagione delle assemblee di approvazione dei bilanci, sulle sue intenzioni in merito a Consepi. Questo, però, non è mai avvenuto.
Ormai non mi faccio tante illusioni rispetto a quello che si dice in quest'aula; ritengo comunque che ci sia un problema di credibilità nostra nei confronti della Società. Tuttavia, questa limitata credibilità che noi abbiamo all'esterno di quest'aula nasce anche dal fatto che c'è una limitata credibilità all'interno, perché si prendono degli impegni che poi non vengono mantenuti.
Mi auguro che l'impegno contenuto in questa legge venga mantenuto e che quindi, fra qualche mese, si possa tornare sull'argomento in maniera più precisa e puntuale.
Chiediamo che siano messi in votazione i due emendamenti illustrati dopodiché esprimeremo un nostro giudizio di merito, che peraltro è già stato anticipato.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 33 astensioni 6 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 33 astensioni 6 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 3.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba e Miglietti: all'art. 3, comma terzo, punto b), sostituire le parole "diversificare l'attività sociale" con le parole "sviluppare tutte le attività comprese nell'oggetto sociale".
L'emendamento è già stato illustrato. La Giunta?



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Intervengo in merito agli emendamenti illustrati poc'anzi dal Consigliere Vindigni per dare, anche se molto brevemente, una risposta a quanto è stato esposto dall'intervenuto sul contesto generale della legge.
Non possiamo accettare questi emendamenti perché, soprattutto per quello che vuole già determinare sin da adesso il 49%, bisogna attendere la modifica della legge istitutiva perché, ancorquando questo sia un disegno di legge, non può assolutamente essere un provvedimento che modifica tutta la legge istitutiva.
Per essere più chiaro, nel contesto di quanto è stato qui pronunciato e che è accolto pienamente dalla Giunta sotto l'aspetto di quanto di critico rappresenta la partecipata Texilia, lo sviluppo della stessa, concertato anche a livello di assemblea dei soci - e tutto è verbalizzato - può essere verificato con l'assunzione di responsabilità da parte della Giunta nel correlarsi direttamente con le vere, effettive intenzioni di chi ha fruito di Texilia fino ad oggi per la trasformazione della stessa, in modo che il tutto sia inserito nell'ambito di un mercato più vasto.
Il fatto che in passato Texilia abbia goduto maggiormente delle risorse assegnate alla Formazione, anche impropriamente, può essere oggi motivo di riconoscimento e di vantaggio, perché senza quella forte, pregnante attività formativa oggi non dovremmo far polemica per l'evoluzione stessa di quanto la formazione rappresenta. Tant'è che gli Enti di formazione li stiamo consorziando tutti, in quanto c'è anche un provvedimento dell'Unione Europea che trasforma tutto il pacchetto della Formazione. Quindi, non è che non si accettano gli emendamenti perché non hanno la ragione politica della giusta impostazione per fare di Texilia ciò di cui si sta dicendo oggi. Oggi non è possibile attivarci in tal senso.
E' stato detto, nella lettera b) dell'art. 3, dell'opportunità di diversificare attività sociali ampliandone i settori di intervento, in modo da valorizzare anche la funzione peculiare della Società, che non risulta dalla legge istitutiva, ma come dato di fatto per ciò che la stessa Società ha operato sul piano di una formazione non certamente distaccata dalle attività produttive. Infatti, tutta la formazione di Texilia è sempre stata correlata con le esigenze delle attività industriali. L'11% della Società rappresenta gli industriali, che alla fine hanno fruito di questa posizione di vantaggio, avendo una Regione che finanziava per tutti. Questa funzione di Texilia deve essere portata certamente nell'ambito di quanto previsto dalla stessa legge, come funzione di ricerca applicata e di trasferimento della tecnologia. Addirittura avevo anche suggerito il rapporto possibile di apertura con l'estero, perché Texilia deve diventare il "know-how" del Piemonte in rapporto a tutti quei protocolli di intesa con talune Nazioni soprattutto con l'Australia, per i rapporti che si hanno per la lavatura della lana.
Non approfondirò più di tanto queste considerazioni, indipendentemente dalla somma che avremmo dovuto stanziare (1 miliardo e 536 milioni), pari alle risorse adeguate al 75%-76% delle quote della Regione. Ma il miliardo e qualcosa di risorse serve per poter recuperare, con quanto è previsto dal Codice Civile, quei crediti che comunque rappresentano per Texilia un patrimonio non aggiudicato. Quindi, ci riprendiamo quel credito che rappresenta il debito da parte di Texilia e non influiamo in una risorsa che possa essere prevaricante nei confronti di quanto si sta concertando affinché il privato subentri, da quella operazione, nell'arco di quattro mesi.
Come è stato detto anche in Commissione, la Giunta non verificherà, e questo è il caso preciso per dire quanto non si è fatto per Consepi, ma non mi addentro oltre sulla vicenda: lo sviluppo di Texilia fornirà le opportune verifiche. Sempreché tutto ciò che viene proposto nell'ambito del privato, con la correlazione del Comune e della Provincia, possa offrire garanzie di credibilità per poter operare con questo disegno di legge, che non è un atto dovuto, ma un'operazione amministrativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Mi auguro che queste ultime affermazioni dell'Assessore Masaracchio siano riprese in una prossima discussione, in quanto mi sembrano totalmente ed assolutamente pretestuose. Variamo delle leggi che modificano leggi precedenti; non capisco perché non possano essere accolti, tirando fuori dei pretesti, gli emendamenti da noi presentati.
Non abbiamo detto che siamo contrari e che Texilia debba essere liquidata; abbiamo semplicemente detto che riteniamo che, se il valore di Texilia in quella direzione è quello di far partecipare i privati, si deve rimuovere la causa che finora, per dichiarazioni fatte dal relatore, ha impedito la partecipazione dei privati.
Non capisco perché la Giunta voglia nascondersi dietro qualcosa per impedire che ciò che avete definito un impedimento venga rimosso: mi è totalmente incomprensibile! Non so se altri colleghi lo hanno compreso, ma mi pare proprio un'arroganza del potere che nega anche quello che sostiene.
Tra qualche mese, quando si discuterà dell'argomento - e lo faremo in seduta pubblica, in quanto credo che sarà organizzato un convegno nel merito - renderò noto, di fronte a quelli che sono i nostri partner compartecipanti, il disastro che è stato finora Texilia.
Pertanto, Assessore e Presidente della Giunta, accogliete almeno i nostri suggerimenti operativi per riportare anche questa Società per Azioni all'onore del mondo, affinché non si continui a dire che l'Ente pubblico dove mette le mani, crea dei disastri! Cerchiamo di essere un po' più modesti e di accettare anche i suggerimenti che vengono dalla minoranza - che si augura, domani, di essere maggioranza.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 3.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 27 contrari e 3 astensioni.
3.2) Emendamento presentato dai Consigliere Vindigni, Riba e Miglietti: all'art. 3, comma terzo, dopo il punto b), aggiungere il seguente punto: "c) sottoscrivere azioni nella misura massima del 49% del capitale, ma comunque in misura non inferiore al 20% dello stesso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 27 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 3, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 33 astensioni 6 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dai Consigliere Vindigni, Riba, Miglietti: dopo l'art. 4, aggiungere il seguente nuovo articolo: ART. 5 - Delegificazione.
"Il comma primo dell'art. 4 della L.R. 30/8/1984 n. 47 è soppresso".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Esiste il numero legale?



PRESIDENTE

MIGLIETTI Franco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la votazione dell'emendamento per appello nominale.



PRESIDENTE

Come richiesto, pongo in votazione tale emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 25 hanno risposto SI' 24 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La votazione non è valida, mancando il quorum minimo.
Aggiorniamo i lavori alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.50)



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