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Dettaglio seduta n.380 del 23/07/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procedo all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Presidente Deorsola effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
18 Consiglieri anziché 26 (sono in congedo n. 9 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento interno del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 10.04 riprende alle ore 10.35)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito all'ordine dei lavori propongo di esaminare il disegno di legge n. 536: "Sottoscrizione di nuove azioni della Terme di Acqui S.p.A".
di cui al punto 10) all'o.d.g.
Durante la mattinata mi auguro che possa essere data la risposta all'interrogazione relativa alle posizioni organizzative. Non viene data all'inizio dei lavori per un disguido: l'Assessore non ha materialmente la documentazione su cui riferire.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

L'ipotesi di cominciare dal punto 10) è sorta per un sollecito esame del punto 9), che tutti vogliamo che venga approvato al più presto, ma è utile che sia presente in aula il Consigliere Saitta che oggi non c'è.
Mi auguro che nella giornata di martedì, mercoledì o giovedì si possa affrontare questo argomento. Se questa mia ipotesi non è condivisa, fatene un'altra e la sottoporrò ai voti. Credo, però, che l'intesa informale raggiunta possa essere rispettata.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, se l'intesa è quella che lei ha appena enunciato, viste le richieste più che legittime che ci arrivano da parte dei Comuni di approvare il Regolamento edilizio tipo, dopo aver approvato la legge, penso che l'argomento possa essere affrontato la prossima settimana. Vorrei, per chiedere un'assicurazione in questo senso, perché ritengo che sia un argomento ormai indifferibile e che entro la fine di questo mese debba trovare un momento di riflessione in quest'aula.



PRESIDENTE

Avendo formulato la proposta e nessuno opponendosi la do per acquisita.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casoni, Farassino Ferrero, Minervini, Peano, Saitta, Toselli e Viglietta.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 536: "Sottoscrizione di nuove azioni delle Terme di Acqui S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 10) all'o.d.g. che prevede l'esame del disegno di legge n. 536.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la I Commissione ha dedicato più sedute all'esame della sottoscrizione di nuove azioni della Terme di Acqui S.p.A.
In sede di dibattito è stato evidenziato che il disegno di legge proposto vuole conferire alla Società nuovo capitale di rischio al fine di realizzare il programma di interventi volti alla riqualificazione degli stabilimenti termali e delle strutture ricettive.
Per meglio approfondire la materia e per meglio comprendere il dispositivo, la Commissione ha ritenuto di audire la Società e i soggetti aderenti all'Accordo di programma. In particolare, il predetto Accordo vede la Regione, insieme con il Comune di Acqui Terme, a ricapitalizzare la Società secondo quanto indicato nel Piano di rilancio presentato dal Ministero del Tesoro, ai sensi della legge n. 59/97. Aquisita la titolarità del pacchetto azionario di maggioranza della Terme di Acqui S.p.A. (55%), a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative statali in materia di ricerca ed utilizzazione delle acque minerali e termali (comma primo art. 22, legge n. 59/97), la Regione si trova oggi, con il Comune di Acqui Terme, a dover dare attuazione agli obiettivi individuati dall'Accordo di programma su Acqui, approvato in data 30/10/1997, concernenti la Società delle Terme.
La particolarità del disegno di legge sta nel fatto di anticipare l'approvazione dell'atto legislativo che autorizza la spesa rispetto alla delibera di aumento di capitale sociale che avverrà in sede di assemblea straordinaria.
Si tratta di una "prenotazione" di nuove azioni, da effettuarsi con l'osservanza del limite della proporzionalità della quota di spettanza regionale, rispetto al futuro aumento di capitale che verrà deliberato dalla Società.
La spesa massima prevista per dare attuazione alla presente legge, in coerenza con quanto previsto dall'Accordo di programma, ammonta a L. 7 miliardi, di cui metà a carico dell'esercizio finanziario in corso e metà sull'esercizio finanziario del 2000.
A tal proposito, la Giunta regionale ha predisposto un emendamento che va ad integrare l'articolo finanziario relativo alla copertura della spesa per l'anno 2000 con il riferimento al bilancio di previsione della Regione per l'anno 2000.
Considerata la complessità degli adempimenti per il perfezionamento dell'aumento di capitale e valutata l'esigenza di procedere ad una loro sollecita attivazione, la Commissione, nella seduta del 15 luglio, ha licenziato a maggioranza il testo legislativo e lo ha rimesso all'aula consiliare per la sua sollecita approvazione sottolineandone l'urgenza ai sensi dell'art. 45 dello Statuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Grazie, Presidente. Io chiederei l'attenzione dell'aula su questo provvedimento, perché non mi pare un provvedimento marginale.
La relazione del Consigliere Gallarini, a mio parere, va anche letta tra le righe o avendo presente la relazione con la quale il provvedimento è stato presentato in Commissione, perché quella relazione, che mi pare dell'Assessore Masaracchio, era molto ampia e chiariva bene le dinamiche di questo provvedimento.
Se noi approviamo questo provvedimento, inauguriamo una nuova stagione di provvedimenti per quanto riguarda le Società per Azioni. Vorrei che l'aula ne fosse consapevole. Prima che la Società per Azioni, di cui facciamo parte, faccia la scelta dell'aumento di capitale, noi la anticipiamo; prenotiamo già le decisioni, senza che il Consiglio di amministrazione si sia pronunciato. Quindi, prevedo che quanto prima l'Assessore Masaracchio ci porterà un altro provvedimento, simile a questo (quello sul MIAC), di cui discutevamo ieri.
Presidente, vorrei richiamare l'attenzione sul ruolo residuale che ha il Consiglio regionale. Anziché far giungere il provvedimento in aula per una valutazione, dopo che il Consiglio di amministrazione ha votato l'aumento di capitale, ora il Consiglio regionale anticipa questa decisione. E' ovvio che in questo caso, avendo la Regione il 55% delle quote di capitale, approvata la legge, l'assemblea della S.p.A. e il Consiglio di amministrazione non hanno più margini per una decisione autonoma. Vorrei che questo aspetto fosse chiaro.
Perché adottiamo questa prassi abbastanza strana? Non è mai accaduto prima. Stiamo attenti, perché c'è sempre una prima volta. Si adotta questo criterio forse perché la Giunta ha sfiducia nel Consiglio regionale? Non lo ritiene più l'organismo che possa svolgere il suo ruolo democratico, in quanto il precedente aumento di capitale non è stato approvato nei termini previsti? Il precedente aumento di capitale (abbiamo infatti un precedente disegno di legge) non fu approvato dal Consiglio regionale in tempo debito a fine dicembre 1998. Guardando però le date, non mi pare che il Consiglio si sia poi comportato così male, nel senso che il disegno di legge è stato presentato dalla Giunta il 10 settembre, licenziato dalla I Commissione il 29/10/1998, quindi c'era tempo tutto novembre e dicembre per approvarlo. A me non pare, almeno il nostro Gruppo non ha mai ventilato l'ipotesi, che su quel provvedimento di aumento di capitale ci fossero posizioni contrarie od ostruzionistiche; anzi, noi eravamo d'accordo che quell'aumento di capitale venisse approvato e conferito alla S.p.A., perché rientrava nell'Accordo di programma siglato tra Enti (Regione, Provincia, Comune) e S.p.A. Se non si aumenta il capitale della S.p.A. il tavolo diventa solo a tre gambe (che regge sempre, per carità), ma privo della quarta che in questo caso vuol dire risorse finanziarie in più e rispetto dell'Accordo di programma che dovrebbe muovere capitali per 63/64 miliardi. Non è colpa del Consiglio Assessore Masaracchio: qualcuno, con ogni probabilità, si è dimenticato che scadevano i tempi a fine dicembre. A me non risulta che nell'ultima seduta di Consiglio, prima delle vacanze natalizie, qualcuno abbia chiesto l'urgenza per approvare quel provvedimento. Rispetto ad una negligenza e ad una mancanza, ad un non rispetto dei patti che si firmano, adesso ne va di mezzo il Consiglio, che viene "bypassato". E' una procedura inaccettabile! Vuol dire votare la sfiducia dell'organismo democratico principe, del Consiglio. Come si può pensare a priori che il Consiglio regionale non farà in tempo ad approvare l'aumento di capitale che la S.p.A. non ha ancora messo all'o.d.g.? Il Presidente della Acqui Terme S.p.A. - senza dirlo ovviamente - durante l'audizione ha confermato che non avrebbe convocato l'assemblea finché il Consiglio regionale non avesse approvato l'aumento di capitale. Si tratta di convocare un'assemblea che dovrebbe decidere l'aumento di capitale che è già stato approvato dal Consiglio regionale: siamo all'assurdo! Una Società per Azioni che non si convoca finché il Consiglio regionale non approva l'aumento di capitale: scherziamo? Non mi sembra una faccenda di poco conto. Tutt'altro! Ci propone anche un problema di non poco conto.
Il nostro Gruppo è d'accordo sull'impostazione dell'Accordo di programma; condividiamo il rilancio delle Terme di Acqui, fatto all'interno di un discorso di sviluppo dell'economia acquese, ma ci vediamo costretti siamo obbligati ad esprimere voto contrario a questo provvedimento. Siamo all'assurdo! Non è tollerabile che il Consiglio regionale voti un provvedimento di autocastrazione delle proprie possibilità di intervento! Stiamo votando la sfiducia a noi stessi, e il mio Gruppo non ci sta a votare la sfiducia al Consiglio regionale! Caro Presidente Ghigo, non ci stiamo, si tratta di un grave atto. Se verrà varato questo provvedimento, fra qualche giorno ci ritroveremo a discutere di nuovo sul perché non siamo riusciti a far approvare nei tempi dovuti l'aumento di capitale. Ne abbiamo già discusso ieri in I Commissione. D'ora in poi, il Consiglio regionale varerà leggi di delega agli aumenti di capitale senza che i Consigli di amministrazione delle S.p.A. abbiano discusso ed approvato l'aumento di capitale. Il mio Gruppo ritiene che questo provvedimento sia un'assurdità!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Il mio Gruppo, di cui mi faccio portavoce, ribadisce in questa sede quanto già espresso in sede di Commissione.
Noi nutriamo forti perplessità su questo provvedimento. Credo, altresì nonostante i pareri di legittimità espressi dagli uffici competenti, che ci sia anche un elemento di legittimità da vagliare fino in fondo. In genere il Consiglio interviene su una richiesta che proviene dalle varie S.p.A. o dai Consigli di amministrazione.
Con questo caso creiamo un precedente, iniziando, sembra, un nuovo ciclo. In questo caso, entriamo direttamente nella volontà delle diverse compartecipate, dando noi l'indirizzo amministrativo, programmatico e di sviluppo delle varie Società. Creiamo quindi un'intromissione la cui legittimità penso proprio vada contro ogni regola del diritto.
Le nostre perplessità sono anche di ordine politico e di opportunità.
Ho già chiarito in Commissione la mancanza di trasparenza. Non si riesce a capire perché un Consiglio di amministrazione, nominato poco tempo fa dal Presidente Ghigo, i cui tre rappresentanti (di cui uno della minoranza) hanno piena autorevolezza, possedendo il 55% delle azioni, non riesca ad essere determinato e a portare avanti una politica di sviluppo.
Noi alessandrini abbiamo scommesso sulle Terme di Acqui, specialmente nel momento in cui, a livello nazionale, abbiamo chiesto che la proprietà delle Terme andasse alle Regioni. Ci abbiamo scommesso quando abbiamo sottoscritto l'Accordo di programma, quando abbiamo fatto il tifo per la Provincia di Alessandria e per il Comune di Acqui.
A questo punto, ci chiediamo qual è stato il momento in cui si è creata la sfiducia tra noi e il Consiglio di amministrazione; tra la Regione e il Comune di Acqui. Forse i Consigli non sono affidabili? E' il Comune che non rispetta i patti? Tali quesiti vanno chiariti in un'assise chiamata a decidere un aumento di capitale di questa entità, soprattutto per l'effetto che tale aumento dovrebbe produrre sullo sviluppo e sul programma economico della Società.
Si è svolta, in merito, anche un'audizione. Non capisco, però, quale sia l'atteggiamento del Presidente Ghigo nei confronti dei rappresentanti da lui stesso nominati. Perché non chiedere un'udienza a questa Società che non riesce a svolgere le proprie attività e funzioni? E se poi, dopo aver varato una legge di questo tipo, non richiesta, la Società non chiedesse l'aumento di capitale? Quale sarebbe il risvolto politico, quale effetto avrebbe una simile decisione per questo Consiglio? E' la prima volta che ci troviamo a dover fare una simile scelta, ma potrebbe anche essere la prima volta che veniamo disattesi da un Consiglio di amministrazione nominato dal Presidente Ghigo. Su questa falsariga abbiamo tenuto delle conferenze stampa, abbiamo sollecitato l'attenzione della popolazione, di tutte le rappresentanze sindacali ed imprenditoriali della provincia. Vi posso confermare che c'è molta perplessità.
Non riesco a capire perché mai noi dobbiamo delegittimare la volontà del Consiglio regionale e disattendere ad un ruolo che invece ci compete.
Vogliamo capire, Assessore Masaracchio e Presidente Ghigo, quali sono le deleghe di cortile che si nascondono dietro una forzatura di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo provvedimento legislativo sulle Terme di Acqui non soddisfa assolutamente le reali problematiche del turismo curativo e termale della città di Acqui. Al contrario, pone delle gravi perplessità.
Si è giunti al provvedimento in esame oggi dopo una pericolosa e grave mancanza di sottoscrizione di azioni da parte della Regione Piemonte in relazione all'aumento di capitale nei termini previsti. E' un fatto assurdo, che pone delle gravi perplessità. Inoltre, il provvedimento non è stato approvato dal Consiglio regionale per la grave responsabilità dell'esecutivo regionale. E' un fatto senza precedenti, la cui singolarità credo vada rimarcata.
Come Gruppo riteniamo che non sia corretto che l'intera problematica termale di Acqui sia trattata senza che il Consiglio regionale sia, com'è giusto, informato del fatto che viene privato delle sue prerogative.
Credo inoltre che vada sottolineato il delicato caso dei rapporti non corretti tra la Regione e il Comune di Acqui, cioè tra i due soggetti principali delle Terme S.p.A. Rapporti non corretti che continuano da tempo e che pongono la città termale di fronte a gravi preoccupazioni da parte dei soggetti interessati allo sviluppo termale e alla popolazione.
Voglio ricordare che la Regione detiene il 55% delle azioni e il Comune di Acqui il 45%; quindi la Regione ne è, di fatto, la proprietaria e non ci pare, come Gruppo, che questo avvenga nei termini che ciò comporta.
Non sono poi, a nostro avviso, sufficienti e positivi gli Accordi di programma: non stanno assolutamente andando avanti; per cui, tutto lo sviluppo turistico e curativo della città di Acqui ne è fortemente penalizzato e oggi se ne verificano tutte le gravi conseguenze.
Come Gruppo di Rifondazione Comunista affermiamo di essere fortemente perplessi sul provvedimento sia dal punto di vista legale (mancanza anche di trasparenza) che di merito. Ci appelliamo dunque al Presidente della Giunta affinché ponga rimedio a questo pericoloso stato dei fatti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Non ripeterò alcune cose, che condivido, dette dal Consigliere Foco; ho solo qualche dubbio.
Noi, come Gruppo, siamo favorevoli a che si partecipi all'aumento di capitale di una Società come quella delle Terme di Acqui; siamo favorevoli purché tale operazione proceda correttamente. Ossia: il Consiglio di amministrazione è stato nominato dopo il mese di dicembre (ed è per questo secondo il mio modestissimo parere, che non è stato portato l'aumento di capitale entro dicembre 1998); esiste un Consiglio di amministrazione con un Presidente che dice: "Io non convoco l'assemblea per l'aumento di capitale finché non ho la sicurezza" - questa è una mia deduzione - "che la Regione metta questi 7 miliardi".
Cosa vuol dire questo? Vuol dire che, poiché non siamo sufficientemente credibili come Consiglio regionale, il Presidente delle Terme ci dice: "Io non credo che voi possiate aumentare il capitale". Esiste infatti la grave possibilità che il Sindaco di Acqui diventi il socio maggioritario, in quanto, una volta lanciata sul mercato la possibilità di acquisto di azioni, se la Regione non ha ancora avuto la possibilità di deliberare, le azioni potrebbero essere acquistate dal Comune di Acqui. La Regione quindi, anziché avere il 55%, andrebbe al 49%, diventando socio di minoranza. In conseguenza di ciò, la Presidenza non competerebbe più alla Regione, ma a qualcun altro.
Tutte queste alchimie mi lasciano alquanto perplesso. Ritengo che questo sia un tipo di delibera preso con delle cautele che non fanno al caso nostro. Noi siamo un Consiglio regionale e dobbiamo lavorare come tale. Le aziende ci propongano i loro aumenti di capitale e noi, in tempi utili - per quanto riguarda il mio Gruppo - siamo disponibili ad approvare gli aumenti di capitale nei quali ci riconosciamo.
Vi ringrazio, ma credo che questa legge non possa essere votata così com'è stata presentata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il rilancio del complesso termale di Acqui è considerato dal Gruppo dei Comunisti Italiani come una grande occasione, non solo per Acqui e il suo territorio, ma per l'intero Piemonte. Penso che una politica di sviluppo un programma regionale di sviluppo piemontese debba vedere nell'attività con attrezzature e funzioni rinnovate, delle Terme di Acqui un grosso punto focale di una politica complessiva di rilancio economico e turistico della nostra Regione.
Faccio questa dichiarazione per sgombrare il campo da ogni possibile dubbio in materia. I Comunisti Italiani, in questi anni, hanno partecipato a convegni e riunioni e, in tutte queste occasioni, ci siamo resi conto che non solo la città di Acqui, ma tutta l'economia piemontese può trarre beneficio dal rilancio di questa attività.
Quindi, siamo oltremodo favorevoli all'iniziativa di mettere la Società delle Terme in condizione di svilupparsi e all'impiego di risorse in questo senso. Anzi, probabilmente, le risorse non saranno sufficienti. Riteniamo che ad Acqui si debba investire una grossa fetta delle risorse regionali, e quindi siamo in sintonia assoluta con tutte le proposte che intendono mettere in moto la riqualificazione strutturale, amministrativa e funzionale delle Terme di Acqui. Per questa iniziativa mettiamo a disposizione, per quello che abbiamo, tutta la decisione e la volontà del nostro Gruppo.
C'è un problema, però, ad Acqui Terme. La Società delle Terme è formata da due istituzioni pubbliche democratiche ed elettive: la Regione Piemonte e il Comune di Acqui. Il problema è questo: il Comune di Acqui ha dichiarato, anche in sede regionale, nella persona del suo Sindaco, di attendere l'occasione di diventare socio di maggioranza nella Società delle Terme e, se tale occasione verrà a frutto, di coglierla immediatamente per diventare, come Comune di Acqui, il proprietario delle Terme, il socio di maggioranza.
Questo è un problema non da poco, Presidente Ghigo. Siamo - voglio usare il "noi" - in una società pubblica; siamo una delle due istituzioni elettive, per cui penso che la Regione Piemonte in questa fase di avvio debba avere un ruolo importante, un ruolo di maggioranza. Anche su questo non c'è alcun pregiudizio; penso che, sulla base di una politica di sviluppo, le risorse che la Regione Piemonte può impiegare in quella direzione debbano essere notevoli, più grandi di quello che non possa sviluppare in questa fase il bilancio di un Comune.
E' per questo motivo che dico: "La Regione investa ad Acqui". Ritengo che la Regione debba avere questo ruolo. Il fatto che la Regione Piemonte non abbia trovato in questi anni una sintonia con l'altra istituzione amica, identica, di uguale valenza democratica, di uguale importanza e non abbia trovato il modo di coordinare i propri interventi e di agire di comune accordo secondo un interesse generale, è un problema politico.
Come è possibile una situazione in cui un Comune fa la guerra alla Regione per riuscire ad impadronirsi di una Società che si detiene insieme? Questo è quanto il Sindaco di Acqui ha deciso di fare; anzi, ha detto che se non si fa così, c'è "una concezione medievale...". L'ha detto in Commissione: "Io sono qui, sento delle concezioni medievali".
Questo, Presidente, è il problema, però non lo si risolve violando le norme e le prassi che regolano i rapporti tra il Consiglio regionale ed una partecipata: non possiamo risolverlo in questo modo.
Si ha paura che, una volta deciso l'aumento di capitale, la Regione poi non sottoscriva? Ma perché non deve sottoscrivere, quando tutto il Consiglio regionale è d'accordo? Nella paura che questo possa non succedere e in presenza di una dichiarazione del Sindaco, che dice: "Se passa quel giorno, io acquisisco la maggioranza", e si vìolino queste norme, stiamo attenti, Presidente Ghigo: le regole delle Società per Azioni e del diritto civile vanno rispettate, oltre al rispetto del ruolo richiamato dai Consiglieri Foco e Angeli.
Siamo un'assemblea legislativa: deliberiamo e legiferiamo la sottoscrizione di aumenti di capitale quando le nostre Società, sulla base di un programma di sviluppo, l'hanno deciso, e non prima. E' anche una forma sbagliata di rapporto, perché, da un lato, ci rende meschini, ci fa fare una cosa che nessuno ha chiesto e, dall'altro, può essere anche intesa come un modo di estranea prepotenza verso l'assemblea dei soci; quello di convocare un'assemblea con un dato di fatto costituito da una legge approvata di sottoscrizione di un aumento di capitale è proprio un modo distorto che nuoce all'una e all'altra istituzione.
Quindi, sono d'accordo con i colleghi che propongono con forza che si rilancino le Terme di Acqui con atti certi e presi in tempi congruenti con gli scopi.
Allora, dato che, Presidente Ghigo, in quest'aula - nemmeno in Commissione - non ho sentito una sola voce che attenui l'importanza dell'aumento di capitale, le chiedo: non è possibile rimettere le cose al posto giusto, impegnando il Consiglio regionale? Presidente Ghigo, non è possibile seguire una strada di questo tipo, ovvero impegnare il Consiglio regionale con un atto formale pubblico cogente, attraverso l'approvazione di una decisione presa con un ordine del giorno, quindi approvando un ordine del giorno nel quale scriviamo gli impegni che prendiamo? In tale ordine del giorno potremmo scrivere che, nel caso in cui l'assemblea deliberi un aumento di capitale, noi ci impegniamo - possiamo scrivere anche i giorni che impieghiamo a fare questo - ad approvare una legge che immediatamente sottoscriva (e questo ordine del giorno potrebbe contenere una dichiarazione solenne di volontà di rilanciare le Terme dell'importanza di questo atto, in modo che sia inequivoco per tutti, dal Sindaco di Acqui a tutti i cittadini piemontesi) che stiamo lavorando per il rilancio di queste Terme, ma in modo corretto.
La legge può stare qui ferma; è già in aula, ma può essere assunta come hanno detto i colleghi - quando l'assemblea ha deciso. Però siamo seri in questo, siamo corretti, rispettiamo le regole e rispettiamo anche la dignità non solo del Consiglio regionale, ma anche di quell'assemblea dei soci.
Allora, le chiedo, Presidente Ghigo, se questo potrebbe essere un percorso. Diversamente, mi sembrerebbe strano, quasi una forzatura. E' anche una forzatura di regole da parte della maggioranza di questo Consiglio su una questione su cui non ci sono divisioni, se non nel fare sempre meglio e sempre di più, ma quelle non sono divisioni: non c'è divisione, vogliamo farlo, vogliamo farlo al più presto, ma rispettando le regole.
Io suggerisco la strada dell'ordine del giorno; ci possono essere altre strade, ad esempio quella della mozione. Non lo so, vediamo...



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

L'abbiamo capito, anche in Commissione.



CHIEZZI Giuseppe

L'avete capito... Sì, è una cosa che ho proposto anche in Commissione però in Commissione non ho sentito un rilancio, per cui la ripropongo in aula. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, a me pare che non si possa votare questo disegno di legge perché si fonda su un presupposto non vero. Cioè noi, a leggere il titolo del disegno di legge, voteremmo la "Sottoscrizione di nuove azioni della Terme di Acqui S.p.A.": ciò non corrisponde a verità, nel senso che da parte di un organismo autonomo, privato, regolato dal Codice Civile non sono state emesse alcune azioni, per cui semmai bisognerebbe cambiare completamente il provvedimento e votare una scelta preventiva. Anche perch mi pare che ci siano due contraddizioni nel disegno di legge: una è data dall'art. 1, il quale dice che dobbiamo esperire questo provvedimento "al fine di dotare la Terme di Acqui S.p.A. dei mezzi finanziari occorrenti" ecc.; l'art. 2, però, dice che "la Giunta è autorizzata a compiere gli atti necessari... nonché quelli comunque utili a preservare in capo alla Regione la titolarità del pacchetto azionario di maggioranza". E anche dalla relazione pare di capire che il motivo principale sia l'art. 2. Se questo è il motivo principale, il disegno di legge deve essere corretto e modificato, e bisogna fare semmai un provvedimento preventivo al possibile probabile aumento di capitale, che tra l'altro anche nella relazione...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, c'è un livello di brusio inaccettabile: vi chiedo di moderare la voce.
Prego, Consigliere Cavaliere, continui pure.



CAVALIERE Pasquale

In definitiva, non è accettabile che il disegno di legge venga attivato praticamente - come viene detto a chiare lettere nella relazione - per sollecitare un'attivazione dell'aumento di capitale. Questo è il problema.
Noi non possiamo fare un disegno di legge che reca: "Sottoscrizione di nuove azioni di Terme", che in realtà è invece un'azione politica; il disegno di legge viene usato come azione politica atta a sollecitare l'emissione delle quote e quindi poi a sottoscriverle, per motivi che non conosco, ma non mi voglio addentrare.
Quindi, dal punto di vista legislativo - e mi rivolgo al Presidente Deorsola - è un atto che non possiamo compiere noi, Presidente, perché si fonda su presupposti sbagliati, non sussistenti, in quanto non sono state emesse alcune azioni nuove da poter sottoscrivere.
Oltre a seguire la strada che indicava il collega Chiezzi, si potrebbe invece fare un disegno di legge di natura diversa, che metta in riserva per poter eventualmente acquisire subito, ma è un'altra cosa. Questo invece è un atto politico, ma perché sta scritto nelle righe del provvedimento e della relazione, per sollecitare ad emettere: credo che sia inconcepibile.
Un altro ragionamento riguarda invece tutta la questione delle Terme di Acqui, che fu presentata come una delle maggiori attività di riqualificazione dell'Alessandrino da parte della Giunta regionale. Io mi sento solo di dire a questa Giunta e al Presidente: quando dirà qualcosa di liberista? Quando dirà qualcosa di liberista questa Giunta e smetterà di fare provvedimenti e rilanci dove si vede il privato attivarsi, promuovere e fare con i soldi pubblici? Nulla di più antico, di più semplice e di meno rilanciante anche per le Terme di Acqui, ma questa è un'altra questione come dire - è un problema che attiene alla non politica liberista di questa Giunta, che appunto fa tutt'altro di quel che racconta per il Piemonte.
Nella fattispecie, invece, credo che non si possa fare questo provvedimento, perché non è fondato e - usando forse un termine forte falso. Sì, Consigliere Gallarini, perché se noi diciamo...



GALLARINI Pier Luigi (fuori microfono)

Il parere di legittimità!



CAVALIERE Pasquale

Ma i pareri di legittimità non si legano a nessuno in questa Regione.
Quando, però, qualsiasi parere di legittimità sia stato dato, io non li conosco, perché non esistono organismi in questo Ente dopo la legge n. 51 organismi seri di legittimità, perché non si sono voluti creare, ma esistono meccanismi fiduciari di legittimità che sono un'altra cosa.
Quando si dice "sottoscrizione di nuove azioni" e votiamo facciamo un atto non vero, poi si può fare di tutto. Avete già dimostrato di poter fare di tutto, però tocca a noi Consiglieri segnalare che stiamo facendo una cosa che non esiste.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo a titolo personale per esprimere la preoccupazione che con l'approvazione di questo disegno di legge si possa incorrere in un infortunio legislativo. Quindi, con la conseguenza che il Governo, che oggi ha ancora il potere di verificare la legittimità delle leggi regionali, non apponga il visto, perché con l'approvazione di questo disegno di legge manca l'antecedente logico che ci sia una delibera del Consiglio di amministrazione che prevede l'aumento di capitale e la sottoscrizione di nuove azioni. Questa innovazione di far precedere al disegno di legge, che aderisce all'aumento di capitale, dopo che il Consiglio di amministrazione l'ha deliberato, è un'innovazione che "cozza" contro i principi, perché manca questo antecedente logico della previa sottoscrizione e delibera dell'aumento di capitale.
Mi pare che sul piano pratico non sia opportuno in questo momento il disegno di legge, anche se ho sentito dire da alcuni Consiglieri dell'opposizione che siamo tutti d'accordo sulla necessità di impiegare del denaro pubblico, con la sottoscrizione di nuovi azioni, una volta che si sarà verificata la delibera di aumento di capitale.
Questa prenotazione, a sua volta, ben poteva essere fatta in altra maniera - a mio avviso - se c'erano, come pare ci siano state - non ero presente in I Commissione e all'audizione dell'altro azionista Sindaco di Acqui - preoccupazioni che la Regione possa non sottoscrivere. Allora, per evitare questa preoccupazione e quindi per incentivare il Consiglio di amministrazione nel quale, se non vado errato, abbiamo designato nostri componenti di maggioranza, visto che abbiamo il 55%, sarebbe stata sufficiente una manifestazione di volontà della Giunta, consacrata in una delibera, senza arrivare, come è stato detto, ad altri atti consiliari; una precisa manifestazione di volontà della Giunta contenuta in una delibera di Giunta, con la quale si manifesta la volontà di sottoscrivere, una volta che l'aumento di capitale sarà deliberato ed una volta che - questo è importante - saranno lette le motivazioni precise e dettagliate dall'aumento di capitale. Immaginiamo quali possono essere, di larga massima, perché c'era un Accordo di programma, in questo particolare caso delle Terme di Acqui, dove addirittura pare che il Sindaco, così come è stato detto poco fa, se è vero come è vero, annuncia la velleità di poter acquisire la maggioranza.
Occorre, quindi, che la futura delibera del Consiglio di amministrazione sia precisa e dettagliata nell'enunciare la motivazione dell'aumento di capitale. In parole povere: cosa si vorrà fare in futuro con questo aumento di capitale per le Terme di Acqui, prospettive che sappiamo - come dicevo - essere contenute nell'Accordo di programma.
Ripeto, la preoccupazione che ho espresso è nell'interesse della Giunta e della maggioranza, cioè di non incorrere, con l'approvazione dei disegni di legge, in un infortunio legislativo. Una delibera di Giunta avrebbe potuto tranquillizzare, se così si voleva tranquillizzare, il Sindaco di Acqui Terme e il Consiglio di amministrazione: la Giunta è pronta a presentare il disegno di legge, una volta che sarà deliberato l'aumento di capitale per sottoscrivere.
Questa prenotazione poteva essere ben contenuta con le stesse motivazioni e le stesse parole enunciate nella relazione in questa delibera di Giunta, ripeto, per non incorrere in un presumibile, a mio avviso infortunio legislativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Innanzitutto, voglio fare una premessa, anche se la ritengo inutile. Vogliamo il rilancio delle Terme di Acqui, siamo convinti dell'utilità che questo rilancio avrà sul turismo e sull'economia non solo di Acqui, ma dell'intero Piemonte. In questa direzione ci stiamo muovendo sia a livello regionale che a livello locale dove, come sapete, il Sindaco appartiene al nostro movimento. Siamo altresì d'accordo sull'Accordo di programma che è stato siglato dalla Regione con il Comune, altri Enti locali e con la Società Terme di Acqui.
A questo punto, dobbiamo muovere una gravissima critica alla Giunta.
Noi saremmo sicuramente stati d'accordo e avremmo votato a favore del precedente provvedimento per la sottoscrizione delle azioni quando questa sottoscrizione era in linea con un aumento di capitale deliberato sulla base dell'Accordo di programma, che ho già accennato, dalla S.p.A. Terme di Acqui.
A questo punto, la nostra critica, dicevo, diventa pesante, perché aver dimenticato un provvedimento di questo genere sicuramente non fa fare bella figura a questa Amministrazione.
Diversa è la valutazione sul provvedimento che ci viene ora sottoposto.
Noi riteniamo che sia veramente impossibile votare questo provvedimento.
Come si può votare una sottoscrizione di un aumento di capitale che non esiste? Come si può votare una sottoscrizione di un aumento di capitale che è solo sperato per il futuro? Io addirittura ho dei dubbi a livello di legittimità su questo provvedimento, ma lascio valutare agli organi competenti. Resto alla sostanza, per dire che, secondo me, non si pu neanche proporre all'aula un provvedimento di questo genere.
Voteremo pertanto contro, preannunciando però che nel momento in cui la S.p.A. Terme di Acqui deciderà un nuovo aumento di capitale, e da parte della Giunta ci sarà una proposta per sottoscrivere questo nuovo aumento di capitale, saremo i primi a votarlo, ma solo in quel caso. Il provvedimento che viene presentato oggi non è possibile votarlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. L'Assessore Masaracchio mi consentirà di sottolineare che questo disegno di legge è un po' strano. E' strana anche la relazione del Consigliere Gallarini, perché potrebbe apparire che questo è un disegno di legge di grande efficienza della Giunta regionale, che anticipa l'approvazione dell'atto legislativo che autorizza la spesa rispetto alla delibera di aumento del capitale, mentre invece in quest'aula bisogna avere l'onestà di dire che questo provvedimento arriva in ritardo rispetto ad un aumento di capitale che l'assemblea dei soci, se ho capito bene, aveva già deciso e che poi non è avvenuto per i ritardi della Regione Piemonte.
E' successo che manca completamente la fiducia. Questo atto dimostra, a mio modo di vedere, la non fiducia che esiste da parte del Consiglio di amministrazione, del suo Presidente, nei confronti del socio Regione. Dopo che è andato a buca un aumento di capitale, perché la Regione non ha sottoscritto, il Consiglio di amministrazione, nel proporre all'assemblea dei soci l'aumento di capitale necessario, sul quale mi sembra si siano detti tutti d'accordo, aspetta addirittura che la Regione si impegni per la sottoscrizione delle azioni di sua competenza. E' una cosa molto strana soprattutto in una Società per Azioni dove la Regione è socio di maggioranza assoluta.
Non entro nel merito delle questioni giuridiche, tecniche, di legittimità di questo atto, però condivido quanto diceva prima il Consigliere Majorino rispetto alla possibilità di fare un atto del genere che diventa veramente un atto soltanto politico che esclude in qualche modo quelle che sono le legittime libertà che il Consiglio di amministrazione nel proporre, e l'assemblea dei soci nel disporre, deve avere. Credo si possa raggiungere lo stesso scopo con i suggerimenti che sono venuti prima dai Consiglieri Chiezzi e Cavaliere, invitando il Consiglio di amministrazione a proporre, e l'assemblea dei soci (dove siamo soci di maggioranza assoluta) a disporre, l'aumento di capitale, trovandosi il Consiglio regionale nella particolarità che tutti i Gruppi hanno dichiarato la loro disponibilità all'aumento di capitale stesso; quindi, non emaniamo degli atti che devono sembrare l'anticipo di una cosa mentre invece sono il netto ritardo della cosa stessa. Diciamo al Consiglio di amministrazione di provvedere alla proposta e all'assemblea dei soci di disporre l'aumento di capitale.
La settimana successiva (predisponiamo un ordine del giorno che impegni il Consiglio a questo) siamo qui a votare, senza discutere, l'aumento di capitale per le quote spettanti alla Regione Piemonte. Le proposte che sono venute già da altri, che faccio mie, sono proposte di mediazione che permettono di non inficiare questo atto legislativo che potrebbe essere annullato dal Commissario del Governo. Una volta tanto, per una questione sulla quale siamo tutti d'accordo, mettiamo il buonsenso ed arriviamo alle soluzioni proposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Presidente e colleghi, siamo al termine di una discussione che, seppure in modo più amplificato, ha ripercorso oggetti di dibattito già affrontati in I Commissione. La settimana scorsa ci sono state prima l'audizione del Presidente delle Terme e del Sindaco Bosio e poi la discussione.
In questa sede, ci sentiamo di ribadire le posizioni che in termini più sommessi abbiamo già avuto modo di esprimere in Commissione. Il nostro Gruppo è convinto che la strada sia prima di tutto legittima. Si può dire di tutto.
Ho ascoltato l'intervento del collega Majorino, che normalmente apprezzo perché scrupoloso nelle analisi di natura legislativa, però, al di là di questo intervento, mi sento di dire che il parere allegato al disegno di legge, che peraltro è già stato esibito in Commissione, è un parere che dichiara la legittimità di tale provvedimento. Se il provvedimento è legittimo, immaginiamo anche che il Commissario del Governo lo debba approvare. Non è che non consideriamo questa ipotesi di illegittimità perché non ci va di considerarla. Non la consideriamo, così come non consideriamo normalmente un'ipotesi del genere, laddove gli uffici... Il collega Cavaliere adesso non c'è, ma immagino che nel suo intervento quando disquisiva intorno all'attendibilità dei pareri legali, si riferisse soprattutto alla Giunta e quindi al parere legale dell'Ufficio legislativo della Giunta. Lo dico senza presunzione solo perché, in diverse occasioni ho ascoltato altri interventi del collega Cavaliere. In questo caso, il parere di legittimità è proprio del Consiglio, spetta ai funzionari addetti del Consiglio regionale. A maggior ragione, c'è un parere e ce n'è un altro. Mi sembra proprio che questo non possa essere additato come un parere di parte. Del resto, non possiamo entrare, ciascuno di noi, nel merito della legittimità: esistono i tecnici per questo.
Quanto alla seconda questione in oggetto, il Consigliere Foco ha ribadito che si tratta di un atto di sfiducia nei confronti del Consiglio.
In tutta serenità, mi sento di rifiutare anche questa affermazione. Il Consigliere Foco ha omesso di dire che l'Assessore Masaracchio, in Commissione, ha esposto quali sono state le responsabilità per le quali il disegno di legge è stato presentato in Consiglio solo il 25 dicembre quando si stava discutendo di bilancio preventivo e, quindi, ci sarebbe stato anche modo di discuterlo. Questo è quanto ha detto l'Assessore Masaracchio.
Pertanto, non riteniamo assolutamente fondata la sfiducia nei confronti del Consiglio. Non riteniamo fondata né l'illegittimità né la sfiducia nei confronti del Consiglio e sosteniamo che questo provvedimento debba essere adottato, come del resto ha sostenuto anche la Giunta in Commissione e oggi, in Consiglio.
Tutti abbiamo ascoltato le dichiarazioni del Sindaco Bosio. Ciascuno ovviamente, è libero di impostare la propria azione politico-amministrativa come ritiene più opportuno. Ma fa specie sentire un Sindaco dire che il suo Comune è interessato ad acquisire la maggioranza all'interno della Società per Azioni non attraverso il canone normale, democratico e corretto consistente nel fare un investimento di capitale più consistente per acquisire la maggioranza assoluta. Non sembra essere questa la strada che intende perseguire il Sindaco.
La strada sulla quale si è immesso è quella di giocare ad una sorta di "rubamazzetto": se sul tavolo da gioco si offre una buona possibilità come abbiamo sentito tutti quanti - la si gioca! Abbiamo provato a chiederci cosa succederebbe se, per esempio, domani mattina ci trovassimo in una situazione in cui la Regione, che al momento ha il 55%, perdesse la sua maggioranza perché il Sindaco di Acqui con un artifizio, un colpo di mano - e dico "colpo di mano" perché se investisse a sufficienza tanto da passare dal 45% al 51% sarebbe invece perfettamente legittimo - ha acquistato la maggioranza. Il Sindaco ha fatto capire che una volta ottenuto il 51%, si comporterebbe conseguentemente, designando lui stesso il Presidente e i membri del Consiglio di amministrazione della S.p.A., quindi mettendo in minoranza gli esponenti designati dalla Regione.
Mi sembra quindi che l'atteggiamento della Giunta, nel proporre questo disegno di legge, sia assolutamente responsabile. Da quando la proprietà delle Terme è passata dallo Stato alla Regione, la Regione responsabilmente ha pensato di rilanciarle, in vista della nascita di un indotto notevole.
Non mi voglio dilungare sull'argomento, poiché tutti hanno riconosciuto e condiviso la validità di questo importante progetto di investimento. Mi sembra che la preoccupazione e la prudenza della Giunta nella redazione di un disegno di legge di questo tipo vadano viste come segno di grande responsabilità, affinché un'azione, che sta andando avanti in una certa direzione, che può portare le Terme di Acqui ad essere polo di attrazione all'avanguardia come qualità in Europa, non solo in Italia, possa essere supportata da un Consiglio di amministrazione coerente e da azioni coerenti, che non passino attraverso terremoti, provocati da artifizi perché in trenta secondi il Sindaco di Acqui ritiene di accaparrarsi la maggioranza non attraverso un aumento del proprio capitale come Comune di Acqui, ma semplicemente attraverso un artifizio contingente.
Pertanto, mi sembra che la responsabilità, contenuta nell'iter di questo provvedimento, sia fuori discussione. E' inutile disquisire sui rapporti - come diceva il Consigliere Moro - corretti o meno fra Regione e Comune in quanto Enti pubblici. Certo, i rapporti sono corretti. Per quanto riguarda la Regione non ha mai manifestato alcuna volontà di sconvolgere la correttezza dei rapporti, mentre l'affermazione del Sindaco Bosio ci sembra vada vista con prudenza.
Pertanto, esprimiamo voto favorevole e convinto su questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

E' chiaro che la situazione della Società termale è certamente anomala: c'è stata tensione tra i soci, tra il Comune e la Regione. Credo che la giustificazione di arrivare oggi a determinare l'impegno di spesa da parte della Regione sia una necessità. Infatti, è perfino previsto dagli Accordi di programma che la Regione arrivi ad un impegno.
Trovandoci inoltre nell'eventualità di una deliberazione di aumento di capitale - il collega Chiezzi richiamava il diritto privato delle Società per Azioni, delle società commerciali - e nella stessa l'assemblea determini un periodo entro il quale i soci devono versare proporzionalmente alle quote, la propria parte di capitale - e magari questo termine è molto breve, potrebbe essere trenta giorni - credo che la Regione non abbia alcuna possibilità di pensare di mettere in cantiere una legge e di approvarla. La Regione rischierebbe di essere inadempiente per il versamento di capitale. Potrebbe, quindi, succedere quanto ipotizzava il collega Gallarini e cioè che la Regione figurerebbe inadempiente e l'altro socio versare al posto suo. Eventualità che si potrebbe verificare nel momento in cui i soci che hanno aderito all'aumento di capitale, all'atto pratico, non lo versano, quindi non rispettando la deliberazione dell'assemblea.



SALERNO Roberto

GATTI Agostino (fuori microfono)



SALERNO Roberto

E' già successo!



SALERNO Roberto

Credo che sia giusto che la Regione, finalmente, dimostri un certo anticipo dei tempi, un certo meccanismo che si adegua anche al diritto commerciale di tipo privato. Questo è un elemento positivo. Anticipiamo un evento, che già è stato preventivato, messo in cantiere, che già fa parte di un Accordo di programma in cui la Regione deve far fronte.
L'aspetto fondamentale - ripeto - è quello di non pensare di giungere ad un'assemblea straordinaria senza avere in cassa ciò che serve per poi adempiere alla deliberazione stessa. Nel momento in cui la Regione sottoscrive un versamento di "X" miliardi non può pensare di impiegare sei mesi per approvare ed avere questa somma da spendere, perché saremmo inadempienti e avrebbe ragione il Comune di Acqui, a questo punto, a sottoscrivere al posto nostro. Per cui, a mio parere, la legittimità c'è non solo nella sostanza, ma anche nel merito e nella forma.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Il Consiglio mi consenta di non entrare nel dettaglio del dibattito perché sarebbe come partecipare a valutazioni che sono di ordine politico ancorquando rappresentate sotto forma di responsabilità amministrativa e quindi di liceità o meno dell'atto amministrativo. Oltretutto, in Commissione abbiamo avuto modo di confrontarci e quindi "nulla di nuovo sotto il sole".
Tuttavia, era necessario ribadire le dichiarazioni in Consiglio regionale: sono state registrate; dopodiché ciascuno ha fatto la propria parte. Quindi, farò soltanto delle affermazioni, dalle quali ciascun Consigliere potrà rilevare le ragioni di questo atto amministrativo che viene proposto dalla Giunta.
Premetto - ma questo può essere motivo di riflessione nei confronti della mia persona come Assessore - che ho partecipato alle assemblee di Acqui Terme per rappresentare la Giunta. L'Accordo di programma non è da stendere: è già stato steso. E' qui; ciascuno - penso - può averne copia credo che ciascuno sia fornito di copia. L'Accordo di programma prevede una spesa per i soci della Società per Azioni di 20 miliardi. Già prima della scadenza del 1998, la Giunta, per un deliberato dell'assemblea dei soci aveva deliberato la partecipazione all'aumento di capitale con 3 miliardi e mezzo. Questo rappresenta comunque un dato di fatto ineccepibile, anche se da ripetersi, ovviamente.
Noi sappiamo che cosa è accaduto in Consiglio da giugno alla scadenza dello scorso anno. Non era ancora il tempo in cui si rappresentavano presso la Conferenza dei Capigruppo le cosiddette urgenze, così come vengono ora presentate. Nulla vieta di pensare o di credere che l'Assessorato abbia chiesto alla Presidenza del Consiglio, prima della scadenza, di far votare quel provvedimento di aumento di capitale di 3 miliardi e mezzo, in tempo utile entro la fine dell'anno. E' stato risposto, in termini bonari chiamiamoli così, sempre che ciò si possa accettare per un consesso quale il Consiglio o l'Amministrazione regionale - di lasciar perdere, perch c'erano altri mille problemi da risolvere: "Per carità, non mettiamoci anche questo!". Chiuso. Ci siamo pertanto rivolti all'Avvocatura della Regione, all'Ufficio legislativo regionale, all'assemblea dei soci per ovviare al problema, e quindi ci è stato detto che si poteva ovviare al problema in analogia con gli accantonamenti, con un disegno di legge che avrebbe prefigurato una prenotazione. Nel frattempo, per via di quell'altro deliberato dell'assemblea dei soci, il Comune di Acqui aveva sottoscritto non dovendo fare alcun disegno di legge, le proprie quote, e dichiar apertamente, anche con conferenza stampa, che si riteneva maggioritario.
Poiché l'Accordo di programma non era ancora attivo - vedremo quando potrà esserlo - questo prefigurava tutto ciò che riguarda la questione di Acqui Terme, ovvero la macro politica di interessi forti, tutti in positivo, partendo dalle responsabilità di un'Amministrazione comunale per quanto riguarda i problemi urbanistici fino al coinvolgimento della Provincia (perché non può che essere così, per lo sviluppo nel territorio della Regione Piemonte di un'attività economica attraverso le Terme), in maniera tale da darci quanto di più sul piano internazionale ed anche intercontinentale. Così, in sede di assemblea dei soci, la Regione, con tanta correttezza e quindi con tanto rispetto delle prerogative del socio di minoranza, ha persino votato i rappresentanti indicati dal Comune di Acqui Terme al Consiglio di amministrazione delle Terme, ancorquando non fosse ancora pronta a nominare i propri, a supplenza di tutto ciò che era stato operato prima, per ovviare a problemi di ordine politico, che sono sempre quelli della concertazione e quindi del giusto modo di affrontare la partecipazione per i titoli che si hanno, e sono i titoli della maggioranza nel rispetto dei titoli della minoranza.
Di fronte a questo panorama generale, era stato presentato un disegno di legge con una relazione molto trasparente, che dettagliava le cose. Ed è stato detto che quel dettaglio rappresentava sfiducia al Consiglio regionale.
Dopodiché, rileggendo fra le righe, ci siamo convinti che poteva essere data un'interpretazione di questo genere, ad onore e vanto di chi l'aveva fatta rilevare (il Consigliere Foco). Per cui abbiamo sostituito quella relazione con un'altra, onde evitare che si ribadisse ancora una volta che la Giunta non rispetta il Consiglio. Se il Consiglio questa mattina ha detto che è pienamente d'accordo sul provvedimento, perché è ineluttabile anche in funzione di un Accordo di programma, benissimo, questo è il miglior rispetto verso il Consiglio che ha dimostrato di voler votare.
Vuole votarlo in un'altra seduta? Indipendentemente dai sei mesi che sono intercorsi da giugno a dicembre 1998, è anche vero che il processo logico della presentazione di un nuovo disegno di legge dopo che il Consiglio di amministrazione, d'accordo con l'assemblea dei soci, avesse indetto l'assemblea per poter poi determinare quello che è detto in questo disegno di legge, significa avere di fronte tutto il dibattito che ci porta attraverso la Commissione, attraverso la riunione del Consiglio, per superare le vacanze. Problemi che comunque non andrebbero a risolvere il vero problema, affrontato dal Comune di Acqui che si è appellato anche ad organi esterni per capire se per caso avesse avuto titolo ad autodichiararsi socio di maggioranza per aver sottoscritto già a quel tempo le azioni, di operare in maniera tale da creare non dico un fastidio alla maggioranza dell'assemblea dei soci, ma comunque un inghippo alla politica della Regione che vuole fare questi investimenti investimenti che devono dare ragione all'Accordo di programma, che deve essere visto attraverso tutta la progettualità che è già presente nell'ambito del Consiglio di amministrazione.
Se poi dobbiamo portare qui tutto ciò che è già fatto come progettualità che compete all'attività intrinseca della ristrutturazione dell'albergo e di parte delle Terme, andando anche a rivedere quanto è stato fatto da altri tecnici, che hanno presentato tutti quegli strumenti operativi che sono in atto, questo è un altro problema: è un problema di pratica, ordinaria attività per concludere tutto quello che deve essere fatto.
Dopodiché mi appello al Consiglio, e non alla maggioranza, di non supporre che ci sia né dolo, né malafede, né incapacità amministrativa, n leggerezza amministrativa, perché è un atto di assoluta responsabilità.
Magari ce lo diciamo addosso, perché ciascuno crede alle proprie prerogative, ma - credetemi - non c'è sconfessione del Consiglio, non c'è sconfessione dell'Accordo di programma.
Noi stiamo ad attendere a tutto quello che ci è dovuto, e i 7 miliardi che sono prenotati in questo modo rappresentano la nostra quota parte nell'ambito dei 20 che dovranno essere spesi secondo quanto è stato concordato con il Ministero competente.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame dell'articolato. Ci sono state delle proposte di emendamento, che però non mi pare abbiano avuto la formalizzazione necessaria.
ART. 1 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Foco; ne ha facoltà.



FOCO Andrea

Dichiarazione di voto sull'art. 1. Ho ascoltato gli interventi dei Consiglieri Gallarini e Salerno e, da ultimo, quello dell'Assessore Masaracchio: non mi hanno convinto. Il fatto che noi, con l'art. 1 approviamo un provvedimento che usa il tempo futuro per quanto riguarda un atto dell'assemblea della Società ("delibererà un numero di nuove azioni di importo complessivo non superiore a L. 7.000 milioni") fa aumentare tutte le mie perplessità. E qui non vorrei ripetere i ragionamenti fatti precedentemente.
Per una dimenticanza - può succedere, è stato ammesso in Commissione, e quando le cose vengono ammesse fa onore a chi lo riconosce - dobbiamo capovolgere, non la prassi, ma quello che fino a prova contraria è anche l'aspetto autonomo della S.p.A. Non stiamo votando un ordine del giorno; se fosse un ordine del giorno useremmo il futuro, auspicheremmo, daremmo delle indicazioni, ma noi stiamo votando una legge di aumento di capitale, e usiamo il tempo futuro. Il futuro sappiamo che è il tempo dell'incertezza non è quello della certezza, è una cosa che avverrà, ma potrebbe anche non avvenire. Il fatto che lo si metta in una legge e che l'art. 1 non sia invece il primo comma di un ordine del giorno, confesso che mi lascia adesso non uso più altri termini - forti perplessità.
C'è stata una dimenticanza: ammettiamola, ma non stravolgiamo quello che è il ruolo, la funzione istituzionale dei singoli organismi.
Quindi - e termino la dichiarazione di voto - con forte rammarico esprimo voto contrario sul primo articolo di un provvedimento che avrebbe avuto il nostro voto favorevole. E non mi stanco di ripeterlo, perch quell'Accordo di programma, Assessore, lo conosciamo, anzi, avevamo chiesto più volte in I Commissione di poterlo esaminare e discutere con tranquillità, ma non ci siamo mai riusciti. Sappiamo che questo aumento di capitale sta in quella linea, in quella indicazione di impegni: non si vede perché dobbiamo stravolgere la prassi quando, mi pare, non c'è un Gruppo in quest'aula - non ho sentito nessuno, e penso che nessuno parli per parlare che abbia detto che è contrario ad un provvedimento di aumento di capitale della Terme di Acqui S.p.A.
In questo momento non è presente il Consigliere Salerno, il quale diceva che non abbiamo tempo 30 giorni. Guardate che stiamo approvando un provvedimento dove la riserva finanziaria di 3.500 milioni è già a bilancio, non abbiamo bisogno di inventarla, dobbiamo solo adottare il provvedimento - lasciatemi usare questo termine - di assegnazione, quindi non dobbiamo rifare il bilancio della Regione. Anche su questi aspetti spieghiamoci in termini giusti. Se poi i rappresentanti della Regione all'interno della Terme S.p.A. sono così poco avveduti da dare dei tempi talmente brevi per mandare la Regione fuori tempo massimo, lasciateglielo fare una volta, ma la volta dopo sostituiteli, perché vuol dire che non sono nostri rappresentanti: sono rappresentanti di qualcun altro. Se sanno che il tempo normale non può essere 30 giorni, pregherei di avvertirli prima, in modo che se fanno una delibera di aumento di capitale - questo valga per le altre S.p.A. - non facciano delle operazioni per sbatterci fuori dalle stesse S.p.A.; se invece si comportano in modo diverso, vuol dire che stanno lavorando contro chi dovrebbero rappresentare all'interno della S.p.A.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Sfrutto la dichiarazione di voto sull'art. 1 per dare per scontate le affermazioni che ho svolto nel dibattito generale e anche per richiamare l'attenzione questa volta non più dell'Assessore Masaracchio, che tratta questo aspetto con le deleghe alle partecipate, ma dell'Assessore al turismo, Racchelli, e magari del Presidente della Giunta regionale.
E' stata ribadita in passato, e anche oggi, l'importanza che hanno le Terme di Acqui rispetto a tutto l'impianto turistico della zona dell'Acquese. Io credo che quando si parla di un aumento di capitale, si debba parlare sì dell'impalcatura di carattere finanziario, ma si fa un aumento di capitale anche perché si crede in quella che è la prospettiva principale dell'intervento che si vuole realizzare.
Penso che se si vogliono riqualificare gli stabilimenti termali e le strutture ricettive, questo abbia uno scopo principalmente di carattere turistico, commerciale, economico per l'economia del territorio dell'Acquese. Pertanto, chiedo all'Assessore Racchelli - lo chiedo all'Assessore al turismo perché vorrei chiederlo al Presidente della Giunta, ma sta telefonando: Assessore, non le sembra strano che su un intervento tipicamente di ricaduta turistica ci siano soltanto due soci nelle Terme di Acqui che sono esclusivamente pubblici? Come è pensabile che, per esempio, gli albergatori dell'Acquese, che vivono prevalentemente in funzione delle logiche termali, non vengano chiamati a partecipare non soltanto all'attività economica della riqualificazione delle Terme stesse ma anche alle decisioni che si devono assumere nel merito? Perché dico questo? Perché appare da questo aumento di capitale, di nuovo prevalentemente pubblico, che non sia gestita a sufficienza quell'azione di carattere turistico importantissima nei confronti dei privati, che poi hanno le maggiori ricadute.
Dico questo, Assessore, perché fa parte della filosofia sul turismo che ho sempre dichiarato in quest'aula, che sostanzialmente è quella che interventi del genere hanno un significato importante se si prevedono delle ricadute. E chi ha il vantaggio delle ricadute stesse secondo me non pu non partecipare all'azione delle volontà politiche che si attuano attraverso dei Consigli di amministrazione. Allora, si faccia questo aumento di capitale. Noi ci asterremo soltanto su questo provvedimento perché, come abbiamo detto prima, è inusuale che si agisca in questi termini.
Saremo disposti a votare subito dopo la richiesta dell'assemblea dei soci di aumento del capitale stesso, però lei, Assessore al turismo cerchi, attraverso i nostri rappresentanti nel Consiglio di amministrazione e attraverso l'azione che noi come soci possiamo fare nell'assemblea dei soci, di fare in modo che delle quote, siano esse del Comune di Acqui siano esse della Regione, siano sottoscritte da soci privati che hanno degli interessi rilevantissimi rispetto alla riqualificazione delle Terme di Acqui. Altrimenti, sembrerebbe che la Regione e il Comune, Enti pubblici, stiano facendo delle cose che dovrebbero gestire tipicamente i privati. Facciamoli partecipare non soltanto per quanto riguarda la ricaduta, ma anche per gli oneri che dovranno mettere all'interno, secondo me, di una Società per Azioni come questa.



PRESIDENTE

Informo l'aula che è pervenuto un emendamento a firma dei Consiglieri Chiezzi, Foco, Angeli e Gatti: 1.1) all'art. 1, sostituire "7.000 milioni" con "10.000 milioni".
Il Consigliere Majorino interviene per dichiarazione di voto.



MAJORINO Gaetano

In questa dichiarazione di voto, nonostante le affermazioni del relatore Gallarini, rimango convinto del fondamento di quanto ho detto prima, ossia che vi sia quanto meno un dubbio, la certezza no - non è mia non voglio essere così iattante da dire che c'è la certezza dell'illegittimità del provvedimento.
Ci sono dei dubbi, perché si contendono le due tesi: l'una esposta da me che ha peso almeno tanto quanto quella esposta dal Servizio legislativo della Giunta.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Gallarini)



MAJORINO Gaetano

Non per quello. Io sto dicendo che ci sono due tesi che si contendono il campo. Ciò premesso, sono io il primo a dire che spero vivamente di sbagliarmi e di non essere Cassandra, però ci sono dei dubbi e se ci sono dei dubbi era molto più lineare quello che mi ero permesso di suggerire cioè che la Giunta anziché il disegno di legge motivasse una manifestazione di volontà nel senso di dire: il giorno dopo l'approvazione dell'aumento di capitale provvedo a presentare il disegno di legge di sottoscrizione dell'aumento di capitale.
Non mi si dica che c'è il precedente di un disegno di legge del 1993 in merito a Texilia, perché riguardava un caso ben diverso. Qui non ci sono precedenti, è la prima volta che si procede a questa innovazione e, nel dubbio che sia valida, era meglio lasciare le cose come stavano.
Ciò premesso, è la seconda volta, auspicando di non essere Cassandra nonostante le riserve che ho fatto, esprimerò parere favorevole alla legge perché nella sostanza mi va bene che questa sottoscrizione si faccia, non in questa forma prenotatoria, ma ciò nonostante esprimerò voto favorevole sia pure obtorto collo - se mi consentite - e facendo, come diceva in altre occasioni il poeta Montanelli, a proposito di votare per la Democrazia Cristiana: "Tappandomi il naso e chiudendomi gli occhi". Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento prevede un aumento di spesa. Chiedo ai presentatori di indicare a quale capitolo viene portato in detrazione. E' un emendamento all'art. 1 e comporta una modifica anche all'art. 3 e comunque deve essere valutato dalla I Commissione a termini di Regolamento.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Indipendentemente dal processo della Commissione, la Giunta non pu approvare questo emendamento, perché il disegno di legge è tutto incentrato sui 3 miliardi e mezzo - in Commissione ho detto: "Mi assumo la responsabilità di averlo dimenticato", ma era un'affermazione per ovviare alla dichiarazione che invece ho fatto in Consiglio regionale. E' difficile che si possa credere che uno abbia veramente dimenticato qualcosa, ciò di cui si faceva proponente. Quindi, sono 3 miliardi e mezzo per quest'anno.
L'accantonamento degli altri 3 miliardi e mezzo è in funzione di quanto richiesto dall'Accordo di programma. Non c'è l'Assessore Racchelli, ma, per quanto ha detto il Consigliere Montabone, vi è una macroeconomia che si svilupperà e che non interesserà solo i pochi albergatori locali, ma anche i grandi gruppi alberghieri internazionali, ragion per cui la Regione Piemonte deve mantenere, fin quando l'Accordo di programma non sarà realizzato, la maggioranza delle azioni certamente non contro il Comune di Acqui Terme. Successivamente, si aprirà il processo della privatizzazione se così dovrà essere definita, o del coinvolgimento dei privati, ma coinvolgere in questo momento i privati, prima ancora che le Terme di Acqui siano ristrutturate e risanate, sarebbe un errore, perché l'attuale struttura delle Terme di Acqui è una vergogna, indipendentemente dal numero di camere che si potrà mettere a disposizione.
Non confondiamo le cose nell'ambito di un processo logico, rigoroso ed amministrato nelle Terme di Acqui per lo sviluppo dell'economia regionale sul piano internazionale. Oggi dobbiamo approvare ciò che comunque sarebbe stato approvato entro la fine di dicembre: 3 miliardi e mezzo; poi vedremo nel 2000, di passare all'altra operazione per stare nei tempi dell'Accordo di programma.
Queste risorse saranno spese per quello che c'è scritto nell'Accordo di programma e non per quello che ci si inventa oggi, prima ancora che nel futuro. In seguito, vedremo cosa dovranno essere le Terme nel territorio del Comune di Acqui, della Provincia di Alessandria e nel Piemonte partendo dalle infrastrutture, dalla mobilità, dal turismo, dalla cultura e così via di seguito.
Stiamo alle regole rigorosissime dell'amministrazione, per cui non pu essere accettato questo emendamento, anche perché contraddice ciò che è stato detto dai colleghi Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sull'emendamento tornerò più avanti, perché a me non pare che non sia accettabile per il semplice fatto che questo emendamento non tocca lo stanziamento dei 3 miliardi e mezzo su 99, che rimane lì.
Il resto del finanziamento si farà con il bilancio 2000, quindi non capisco perché non cambia nulla, il capitolo è il medesimo e si rimanda al bilancio. Questo emendamento, però, segnala con immediatezza che su questo problema del rilancio delle Terme non è che ci sia in Consiglio un'opposizione che nega la necessità di fare questo. Facciamolo; anzi, vi diciamo: fate di più, fate molto di più, impiegate anche più risorse.
Il Consiglio vi segue, non è un'invenzione estemporanea. Anzi, il modo estemporaneo di amministrare è quello dell'Assessore Masaracchio, che non ha ancora pagato i due imprenditori a cui ha affidato il compito di gestire il Salone della Formazione: quello è un modo estemporaneo di agire, caro Masaracchio.



(Intervento fuori microfono dell'Assessore Masaracchio)



PRESIDENTE

Di quella vicenda si occupa la Magistratura.



CHIEZZI Giuseppe

Gli imprenditori aspettano ancora di essere pagati dopo che hanno lavorato per un anno mentre tu li sospingevi nel lavoro. Proprio tu parli di estemporaneità!



(Intervento fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



CHIEZZI Giuseppe

Dica al Consigliere Ghiglia di stare zitto, per favore!



(Ulteriore intervento fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Chiezzi, le ho già detto che di questa vicenda si sta occupando la Magistratura.



CHIEZZI Giuseppe

Siccome l'Assessore Masaracchio ha parlato di estemporaneità, per analogia ho pensato ad estemporaneità di cui lui è stato responsabile.
Questa proposta non è estemporanea, perché corrisponde ed è in coerenza con tutto quello che qui abbiamo detto sulla necessità di rilanciare. Vogliamo dimostrarlo al punto che se è possibile, e se la Giunta è d'accordo, noi proponiamo di rilanciare con maggiore forza sin d'ora, in modo che la Regione Piemonte possa impegnare proprie risorse anche in misura maggiore di quelle che voi avete ipotizzato.
Questo è un tipico ruolo propositivo di aula: se la Giunta ritiene di dire "no", va bene, noi diremo che, di fronte ad una proposta di un maggiore impegno di risorse regionali nella zona di Acqui, la Giunta ha risposto "no". Pazienza, ognuno farà la politica che crede! Per quanto riguarda l'art. 1 anch'io ho il dubbio che una legge possa essere scritta usando i verbi al futuro. Sono contento che sia anche un dubbio di persona competente in materia. Mi sembra che le leggi siano decisioni per il presente, decisioni che entrano immediatamente nel circolo, nella realtà, che cambiano la realtà stessa. Una legge che dice "cambierò se qualcun altro cambierà" mi sembra una legge priva di cogenza immediata, quindi ho dei dubbi.
Per quanto riguarda l'emendamento, Presidente, penso che sia ricevibile, penso che non richieda l'esame della I Commissione, perché per l'anno finanziario 1999 non si cambia nulla e l'elemento di diversità riguarda l'art. 3, comma terzo, dove attualmente si dice: "Alla copertura finanziaria della residua quota, pari a..." - bisogna cambiare i 3.500 milioni - "si provvede in sede di predisposizione di bilancio della Regione per l'anno 2000"; quindi si vedrà.
Chiederei una risposta sulla ricevibilità di questo emendamento, che mi sembra non abbisogni di nessuna variazione di bilancio, di nessuna riunione della Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Anche noi come Gruppo della Rifondazione Comunista riteniamo importante l'emendamento che va ad aumentare a 10 miliardi le quote azionarie. Lo riteniamo importante perché, come è già stato detto in I Commissione, la Regione Piemonte deve assolutamente qualificarsi e dare maggiori risorse finanziarie alle Terme di Acqui per lo sviluppo termale di questa zona che, voglio ancora ricordare, è sempre stata penalizzata o quanto meno non tenuta nella dovuta considerazione da parte del governo piemontese in questi anni.
La Regione Piemonte ha fatto delle progettazioni, ma queste progettazioni non vanno nella giusta direzione, anche se negli Accordi di programma ci sono lodevoli propositività che, comunque sia, non sono ancora nella logica dello sviluppo termale e del termalismo curativo di Acqui.
Secondo noi, la Regione Piemonte si deve qualificare con maggiori finanziamenti e soprattutto con maggiori capitali che vadano a sviluppare questa importante area, tenendo anche conto degli impegni della Regione (il 55% delle azioni, quindi è proprietaria dello stabilimento).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Presidente, abbiamo ritenuto di presentare questo emendamento, non solo limitandoci al ragionamento fatto nell'art. 1, ma se abbiamo la pazienza di guardare anche l'art. 2 ci renderemo conto che con il nostro emendamento cerchiamo di fornire in termini chiari, a nostro parere - mentre prima erano nebulosi - quegli elementi che appaiono nell'art. 2.
L'art. 2 recita: "La Giunta regionale è autorizzata a compiere gli atti necessari a dare attuazione a quanto previsto dall'art. 1, nonché quelli comunque utili a preservare, in capo alla Regione, la titolarità del pacchetto azionario". Cosa si intende per quelli "comunque utili a preservare"? Collega Gallarini, sicuramente la Regione non vuole fare "rubamazzo", come invece si prevede possa fare qualcun altro con un atteggiamento non rispettoso. L'istituzione Comune resta e i Sindaci passano. Volevo anche capire cosa si intende per: "fare quelle azioni utili". Vorrà dire che la Regione ha bisogno di più risorse. Vorrei mi fosse chiarito, quando ragioneremo in proposito e l'Assessore ci illustrerà l'art. 2, quali sono "quelli comunque utili a preservare".
Francamente dalla legge non lo capisco e che si debba sanzionare questa impostazione mi sembra strano. Collega Majorino, aiutami, ho sostenuto solo qualche piccolo esame di diritto amministrativo. L'art. 2 mi sembra strano Assessore: cosa vuol dire "quelli comunque utili a preservare"? L'unica cosa è acquistare maggiori azioni o che il capitale lieviti. Quell'aumento di capitale non è avvenuto perché lei ha dimenticato di far approvare quel provvedimento al Consiglio. Per questa negligenza sanzioniamo per legge addirittura aspetti non chiari: francamente rinnovo le mie perplessità.
L'intervento era per motivare perché da 7.000 milioni riteniamo di poter passare a 10.000, così almeno l'aumento è tangibile. Mettiamo 3.000 milioni in più!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Intervengo per dire perché non ho firmato questo emendamento. Perch secondo la logica e la filosofia che ho cercato di spiegare prima all'Assessore al turismo - e ringrazio invece l'Assessore Masaracchio per avermi dato la risposta, anche politica, rispetto a quanto sostenevo - mi sarebbe piaciuto che rispetto alla presunzione, perché ad oggi si parla di presunzione, di 7.000 milioni di aumento di capitale per quelle quote spettanti alla Regione, ci fosse stata l'indicazione e la volontà politica per esempio, di lasciare 100 milioni liberi per una sottoscrizione dei privati. Chi gestirà quelle strutture ricettive che oggi, con i soldi del Comune e della Regione, si metteranno in funzione? Chi le gestirà? Spero siano i privati!



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali (fuori microfono)

Le cose saranno normate.



(Voci in aula)



MONTABONE Renato

Ma certo, ci saranno i privati. Non credo che il Presidente Ghigo o i suoi funzionari o l'Assessore Masaracchio o l'Assessore Racchelli vadano a fare gli albergatori! Verranno gestite dai privati. Il fatto che oggi non ci sia nessuno che, con un minimo di iniziativa privata, voglia andare a sottoscrivere lo 0,1% delle quote azionarie di un aumento di capitale, che già il Consiglio di amministrazione dovrebbe proporre e che già l'assemblea dei soci dovrebbe disporre con delle quote libere lasciate per la sottoscrizione ai privati stessi, per me è la non gestione di una volontà politica che dovrebbe essere forte rispetto all'attività turistica di un'intera zona.
Ecco perché, Consigliere Foco, non ho sottoscritto l'emendamento. Avrei sottoscritto un emendamento che chiedeva di riportare non a 10.000 milioni le quote, ma a 6.900 milioni, per lasciarne 100 liberi per la sottoscrizione di altri.
Seconda questione. Ho prestato molta attenzione all'intervento del Consigliere Foco: ha ragione. Con l'art. 2 noi diciamo che se non saranno sufficienti i 7.000 milioni, la Giunta regionale potrà sottoscriverne anche di più. Certo, verrà varato un altro provvedimento di carattere finanziario. Se ad oggi non abbiamo la decisione dell'assemblea dei soci dell'aumento di capitale scritto per 7.000 milioni, l'aumento di capitale proposto potrebbe essere anche di 10.000 milioni. Non possiamo tenere conto dell'aumento di capitale che è stato proposto prima, ma che non è stato attuato. Il Consiglio di amministrazione potrebbe proporre e l'assemblea dei soci disporre che all'aumento di capitale non sono sufficienti 7.000 milioni, ma 10.000.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali (fuori microfono)

Ma noi siamo maggioranza.



MONTABONE Renato

Anche adesso, Assessore Masaracchio, sei in maggioranza. Mi domando allora come mai quel Consiglio di amministrazione e tu, socio di maggioranza, non hai fatto in modo che l'aumento di capitale venisse proposto non con delle scadenze di sottoscrizione di 30 giorni. Ma fate dimettere quegli amministratori! Chi è che fa un aumento di capitale e propone all'Ente pubblico di sottoscrivere in 30 giorni quando si sa bene che per l'attuazione di una legge perlomeno ci vogliono 20 giorni affinch passi al vaglio del Commissario del Governo! Ripeto, fateli dimettere, sono degli improvvisati amministratori! E' gente che si è presentata con la valigetta dicendo che era anche disposta a fare il Presidente della Repubblica! Questo è quanto dobbiamo cominciare a dirci.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



MONTABONE Renato

Il Consigliere Scanderebech dice che non tutti hanno la valigetta perché c'è chi ne ha tre e chi non ne ha nessuna.
Scusate, non provocatemi!



PRESIDENTE

Il tempo a disposizione per la dichiarazione di voto viene controllato.



MONTABONE Renato

Presidente, mi provocano! Per protesta termino il mio intervento.



PRESIDENTE

Non c'è nessuno che la provoca.
La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Farò una breve dichiarazione di voto.
Leggendo l'art. 2 viene spontaneo pensare che domani l'assemblea dei soci potrebbe benissimo decidere che l'aumento di capitale invece di essere "X" sarà "Y" e quindi, in base al Codice Civile, una parte delle quote azionarie dovrebbe essere riservata ai soci. Essendo così ci sono 30 giorni per convocare l'assemblea più altri 30, dopodiché si determina il tempo per la possibilità di aumento di capitale.
Per i motivi prima addotti dal collega Majorino, il mio Gruppo, obtorto collo, darà un voto contrario a questo articolo. Era mia intenzione dare un voto favorevole a questa legge, ma ritengo, come il collega Majorino ha precisato, non corretto presentarla in questi termini.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n.
1.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 25 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 1, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 26 voti contrari 14 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Foco; ne ha facoltà.



FOCO Andrea

Proseguo il ragionamento svolto sull'art. 2. Avrei però bisogno di spiegazioni da parte dell'Assessore. Se l'art. 1 era un ordine del giorno l'art. 2 è una raccomandazione: fai ogni cosa per... Cosa significa all'interno di una S.p.A., fare qualunque cosa affinché la maggioranza resti a te? Si tratta di una raccomandazione, perché adesso avete stanziato 7.000 milioni; vuol dire che il tavolo da gioco, il "rubamazzetto", come è stato definito dal Consigliere Gallarini, avviene su 7.000 milioni. Ma cosa vuol dire in termini di rapporti societari? Capisco la filosofia di questo articolo, ma non capisco in che termini e in che modi si possa attuare. Quindi, chiedo all'Assessore che me lo spieghi. Posso immaginare perché è stato messo questo articolo, ma per principio sono contrario alla ratio che sta dietro questo articolo.
Infatti, se andiamo a rileggere la relazione con la quale l'Assessore Masaracchio ha presentato il disegno di legge in Commissione, si capisce tutto. Si tratta del conflitto tra Regione Piemonte e il Sindaco pro tempore del Comune di Acqui - mi permetto di dirlo così, in termini espliciti - che diventa conflitto istituzionale.
Allora, caro collega Montabone, tu hai posto un problema importantissimo, quello che noi abbiamo sollevato in Commissione, come ricorderai: come è possibile, di fronte a questo aspetto di conflittualità tra i due maggiori protagonisti (Regione e Comune), che stanno giocando a "rubamazzo"...



GALLARINI Pier Luigi (fuori microfono)

No, la Regione non ha mai giocato a "rubamazzo".



PRESIDENTE

Per cortesia, non dialogate.
Consigliere Foco, svolga l'intervento e poi darò la parola ad altri.



FOCO Andrea

Non userò più questa immagine, che comunque ha il copywrite di Gallarini; forse non la so usare bene. So solo che per giocare a "rubamazzetto" bisogna essere in due.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Gallarini)



PRESIDENTE

Non dialoghi con i colleghi, Consigliere Foco.



FOCO Andrea

E' il Consigliere Gallarini che mi interrompe. Presidente, protesto!



PRESIDENTE

Lasciamo svolgere l'intervento al collega.



FOCO Andrea

Non dimentichiamo che la presenza dei privati in questa S.p.A. è importantissima. Di fronte a due contendenti pubblici istituzionali che stanno bisticciando, crediamo che il privato possa essere interessato? Qui c'è un altro aspetto, e colgo l'occasione per fare una domanda all'Assessore. Assessore, in termini di mancata immagine, di mancati investimenti, di mancato rilancio delle Terme, quanto è costato quel mancato aumento di capitale a dicembre? Che tipo di immagine abbiamo dato all'esterno? Il socio di maggioranza, che redige un articolo di legge per mantenere la maggioranza, è un socio che dimentica che doveva fare l'aumento di capitale. E adesso stiliamo una legge prima per prenotare secondo per raccomandare? Gradirei avere risposte a queste domande, perché mi paiono abbastanza importanti e dirimenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Intervengo anche se fuori luogo, perché qui siamo alle dichiarazioni di voto e quindi al passaggio al voto, ma, poiché è stato espressamente chiesto che io dessi una spiegazione, rientriamo nel dibattito, purché sia l'ultima occasione per dibattere ancora questo disegno di legge, anche per non nasconderci dietro un dito. Io ho detto che comunque è stato sollecitato il voto al disegno di legge entro la fine di dicembre; che poi in Commissione abbia detto che me ne ero scordato assumendomene la responsabilità...



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

FOCO Andrea (fuori microfono)



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Io non vorrei interrompere, ma non è ammesso discutere un articolato di legge in aula? Un Consigliere non può entrare nel merito dell'articolato?



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Sì, ma si possono presentare degli emendamenti, anziché ritornare al dibattito. A me sembra, signor Presidente, che entrare nel merito dell'articolato in questi termini, ribadendo cose già dette e comunque alle quali è già stata data risposta dall'Assessore competente, significhi riaprire il dibattito.
La logica è logica e la dialettica è dialettica, che è a suffragio anche del rapporto politico tra chi governa e chi si contrappone o comunque concerta con il governo.
Nella logica dell'art. 2, chiarissima, è detto che "la Giunta regionale è autorizzata a compiere gli atti necessari a dare attuazione a quanto previsto dall'art. 1" - che è quello di aumentare il capitale di 7 miliardi, di cui 3 miliardi e mezzo entro questo esercizio finanziario e 3 miliardi e mezzo nel 2000 - "nonché quelli comunque utili a preservare...".
Certamente, la Giunta, in funzione di quanto è stato dibattuto e chiarito e quindi per dare ragione anche a quanto è stato dibattuto e chiarito da parte dell'opposizione, dovrà comunque deliberare, per vincolare chi rappresenterà il 55% della Regione Piemonte all'assemblea dei soci. Perché non è così semplice: facciamo l'assemblea e quindi è tutto risolto; ancorquando ci sia la maggioranza della Giunta, la delibera o le delibere della Giunta per vincolare chi andrà a rappresentare la Regione perché per un colpo apoplettico durante l'assemblea può anche far disattendere, come ho detto in Commissione per ovviare a talune dichiarazioni, sbagliando e quindi commettendo un atto che non dovrebbe commettere.
Naturalmente, oltre al mantenimento della maggioranza azionaria, con l'aumento di capitale c'è anche l'inscindibilità dell'aumento di capitale.
Infatti tutto ciò che è accaduto non è stato un mero contrasto con il Comune di Acqui, ma un vero contendere di macro operazione economica del Comune di Acqui che vorrebbe essere oggi maggioranza nell'ambito dell'assemblea societaria.
L'inscindibilità dell'aumento di capitale, ancorquando sia stata comprovata all'esterno dell'amministrazione da atti provocati dal Comune di Acqui, dovrà essere ribadita con un atto formale della Giunta. Quindi niente di più e niente di meno, ma soltanto cautela, perché tutto quello di cui oggi si è dibattuto sia garantito e perché la Regione Piemonte non pu sottrarsi al dovere delle proprie responsabilità, mantenendo la maggioranza.



PRESIDENTE

L'art. 2, secondo me, era chiaro anche prima.
Non vi sono altri interventi, per cui posso portarlo in votazione.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Foco; ne ha facoltà.



FOCO Andrea

Quindi, dall'argomentazione dell'Assessore, "nonché quelli comunque utili a preservare" vuol dire l'inscindibilità del... Al limite, si scriveva quello.
No, le motivazioni sono altre. Non mi convince, perché se in una legge metto "nonché quelli comunque utili a preservare", non so quali sono e continuo a mantenere il dubbio che le leggi vengono redatte con una valenza troppo temporale.
Noi dobbiamo fare una legge che onora il rapporto istituzionale tra Regione e Comune, l'Accordo di programma, che è stato firmato a quattro (Provincia di Alessandria, Comune di Acqui, Regione Piemonte e Terme S.p.A.), non badando a chi regge pro tempore questi Enti locali.
Vorrei ricordare all'Assessore, non per ritornare sui 10.000 milioni se ben ricordo, ma posso anche sbagliare - che in quell'Accordo di programma l'aumento di capitale non prevedeva solo 15 miliardi, ma 20 miliardi, e noi, tra l'altro, con questo provvedimento non raggiungiamo questa cifra.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'art. 2 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 26 voti contrari 12 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 27 voti contrari 14 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 27 voti contrari 14 L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 28 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Commercio

Esame disegno di legge n. 461: "Osservatorio regionale del commercio" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Desidero portare all'attenzione dell'aula la richiesta dell'Assessore Pichetto e del Presidente della Giunta di rinviare in Commissione il disegno di legge n. 461: "Osservatorio regionale del commercio", di cui al punto 30) all'o.d.g.
Con il consenso dell'aula, rinviamo il provvedimento in VII Commissione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Alle ore 12.30 avevamo previsto l'incontro con i rappresentanti dell'Associazione Produttori Avicunicoli; credo che possiamo spostarci chiudendo i lavori per la giornata odierna, nella Sala Morando.
Successivamente effettueremo anche la Conferenza dei Capigruppo.
Come dice, Consigliera Spagnuolo?



SPAGNUOLO Carla

Scusi, Presidente, non si potrebbe fare prima la Conferenza dei Capigruppo?



PRESIDENTE

Sì, se i Capigruppo si spostano in Sala Morando, facciamo subito la Conferenza dei Capigruppo, chiedendo ai rappresentanti dell'Associazione Produttori Avicunicoli di attendere qualche minuto.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.52)



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