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Dettaglio seduta n.374 del 07/07/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casari, Farassino Ferrero, Leo, Minervini, Pichetto e Viglietta.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Procedo all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Presidente Deorsola effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
18 Consiglieri anziché 27 (sono in congedo n. 8 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 9,52 riprende alle ore 10,29)


Argomento: Opere di bonifica e consorzi - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Proseguimento esame disegno di legge n. 374: "Norme in materia di bonifica ed irrigazione"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 374, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Non essendoci richieste di intervento in sede di discussione generale passiamo all'esame dell'articolato.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Procedo personalmente all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Presidente Deorsola effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
26 Consiglieri ed in congedo n. 12 Consiglieri.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

Rispetto alla precedente comunicazione, devo informare che hanno chiesto congedo anche i Consiglieri Angeli, Cavallera, Marengo e Riggio.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Proseguimento esame disegno di legge n. 374: "Norme in materia di bonifica ed irrigazione"


PRESIDENTE

Se non vi sono interventi, possiamo procedere all'esame dell'articolato del disegno di legge n. 374.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.



(Il Consigliere Riba interrompe fuori microfono la votazione per chiedere che venga svolto il dibattito generale sul provvedimento in esame)



PRESIDENTE

Consigliere, ho chiesto se qualcuno avesse intenzione di intervenire.
Procediamo con la votazione, se vorrà potrà intervenire in merito all'art.
2.
In merito all'art. 1, l'esito della votazione è il seguente: presenti 29 votanti 25 voti favorevoli 22 voti contrari 1 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Mi dispiace di non essere stato vigile nel considerare il modo in cui lei stava procedendo.
Francamente, mi sembra inverosimile che su una legge di ottanta articoli, con tutta la consistenza e la portata che ha, non si svolga un dibattito generale a partire dalla presentazione da parte dell'Assessore.
Mi era sfuggito che stessimo procedendo senza avere svolto quella parte introduttiva. Non so se lei ritiene che debba essere svolta adesso, prima di passare alla discussione dell'art. 2 o se, ancora meglio, consideriamo precaria la votazione ed avviamo subito il dibattito.
Procederemo nel modo da lei ritenuto più opportuno, ma non rischiamo di affrontare una partita così significativa in modo inadeguato.



PRESIDENTE

Vorrei chiedervi di svolgere gli interventi nella misura e con le modalità più adatte.
Non posso, però, smentire ciò che è stato detto, perché corrisponde alla verità dei fatti. Nella discussione dell'art. 2, ciascuno intervenga con le solite modalità di una discussione generale.



RIBA Lido

Presidente, non è improbabile che, a seconda di come si proceda, alcuni emendamenti possano trovare una risposta già a partire dal dibattito generale. Può anche darsi che invece debbano essere fatti degli approfondimenti in itinere, ma non è questo che mi preoccupa.
Io e il mio Gruppo vorremmo che su questa legge si svolgesse un dibattito generale, e vorremmo che anche la maggioranza e l'Assessore avessero un analogo interesse.
Un dibattito introduttivo normalmente non ha mai sottratto tempo particolarmente prezioso al normale svolgersi dei lavori soprattutto se contenuto in tempi ragionevoli.



PRESIDENTE

Consigliere, l'ho già detto prima: credo che il provvedimento sia ampiamente conosciuto, ma a questo punto sono anche convinto che sia utile richiamare in aula i principi informativi di questa legge. Signori Consiglieri, chiedete la parola e io ve la do. Così, possiamo ridiscutere degli approfondimenti che, comunque, sono già stati discussi.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, lei è andato un po' veloce, e ha fatto bene. La colpa è nostra per non aver seguito attentamente quanto diceva.
In ogni caso, penso che in giornata, e non a pochi minuti dalla fine della seduta, tutta una serie di questioni debba essere discussa. Sono questioni che, a mio avviso, necessitano di una risposta immediata.
Mi riferisco, in particolare, alla questione riguardante la Clinica privata Bidone, convenzionata con la Regione...



PRESIDENTE

Consigliere, cortesemente, individui i punti che intende portare in discussione.



CAVALIERE Pasquale

Le devo dire dov'è la Clinica Bidone?



PRESIDENTE

No. Appurato che un punto da porre in discussione è la questione della Clinica Bidone, gli altri quali sono?



CAVALIERE Pasquale

L'altro punto che vorrei proporre all'attenzione dell'aula è quello riguardante la legge sul finanziamento e l'offerta alle strutture turistiche votata lo scorso mese.
Lei sa bene che questa legge ha destato una serie di polemiche riguardanti il suo ruolo e quello del Consiglio regionale.
E' stato constatato che il Consiglio e la Commissione competente non sono stati messi a conoscenza di alcuni passaggi fondamentali per l'elaborazione del testo di legge come, ad esempio, il parere della Comunità Europea. Sembra, quindi, che non avessimo tutti gli elementi necessari per la sua approvazione.
Presidente, questi punti oscuri vanno chiariti immediatamente.
Inoltre, mi sembrava che i Capigruppo si fossero impegnati ad affrontare tre questioni che, invece, ieri non sono state affrontate, ad eccezione di una.



PRESIDENTE

Vorrei puntualizzare che non sono io ad assumere gli impegni per le risposte della Giunta.
Sono stati proposti tre argomenti, ad uno di essi è stata data risposta; agli altri, quando la Giunta lo riterrà opportuno, darà la sua risposta.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Il nostro Gruppo voleva chiedere all'Assessore eventualmente prima della seduta, un'informativa su fatti accaduti in questi ultimi giorni, riportati da tutti i giornali ormai da ieri. Fatti che riguardano un fatto grave, un'apertura d'indagine per...



PRESIDENTE

Lei mi segnali, come ho chiesto al Consigliere Cavaliere, i punti...



CHIEZZI Giuseppe

Ma come, il Consigliere Cavaliere può parlare per dieci minuti, e la Consigliera Simonetti viene interrotta dopo tre parole!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la Consigliera Simonetti non ha bisogno di difese...



CHIEZZI Giuseppe

La Consigliera Simonetti ha bisogno che lei rispetti i suoi diritti!



PRESIDENTE

La Consigliera Simonetti gode dello stesso rispetto di cui godono tutti gli altri Consiglieri. Io l'ho soltanto invitata ad esporre i punti che desidera portare in discussione.



SIMONETTI Laura

Presidente, era mia intenzione proporre al Consiglio la discussione anche in uno spazio breve, di questa questione, così come era mia intenzione chiedere all'Assessore un'informativa in tal senso.
Sono ormai passati tre mesi dall'apertura di un'indagine sulla Clinica privata Bidone, con cui la Regione non ha rapporti di convenzionamento n di accreditamento.
Considerato però che la Regione è l'Ente garante della tutela della salute dei cittadini, e che ad essa spetta vigilare e predisporre dei controlli che non vengono mai effettuati, considerato infine che spetta alla Regione definire i rapporti delle strutture private con le AA.SS.LL.
noi chiediamo, su questa vicenda, un'informativa all'Assessore.
Lo stesso Procuratore Aggiunto Guariniello ha chiesto, da circa tre mesi, delle risposte precise alla Regione.
Noi riteniamo che spetti al Consiglio regionale affrontare per primo questi problemi: non aspettiamo, come sempre accade, Presidente, di prendere atto di avvenimenti tragici e drammatici a posteriori.



PRESIDENTE

Valuteremo queste questioni più avanti.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Proseguimento esame disegno di legge n. 374: "Norme in materia di bonifica ed irrigazione"


PRESIDENTE

Torniamo ora all'esame dell'articolato del disegno di legge n. 374.
ART. 2 La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Vorrei fare alcune considerazioni di carattere generale circa il provvedimento in esame.
Questo provvedimento è stato pensato per dare copertura e sostegno alle numerose necessità che si manifestano in varie zone del Piemonte, nella consapevolezza che la L.R. n. 63/78 si sta rivelando non più all'altezza della situazione.
Inoltre, per quanto riguarda i Consorzi di bonifica, la Regione Piemonte è la sola che fino ad oggi non ha prodotto una normativa specifica. Si è pertanto elaborato il testo del disegno di legge n. 374 che comprende due parti, la bonifica e l'irrigazione.
La legge presenta una serie di innovazioni: in primo luogo, il concetto di bonifica, che non è più quello originario di risanamento di un determinato territorio, ma le opere di bonifica sono previste dall'art. 12 e riguardano la canalizzazione della rete scolante, le opere di stabilizzazione, di difesa, di regime dei corsi d'acqua; le opere di captazione, provvista, adduzione e distribuzione delle acque, utilizzate prevalentemente ai fini agricoli ed intese a tutelare la qualità; gli impianti di sollevamento e di derivazione delle acque, le opere di cui all'art. 27, comma primo, della legge 5/1/1994 n. 36 "Disposizioni in materia di risorse idriche", le opere idonee ad assicurare la funzionalità di quelle sopraddette, le opere finalizzate alla manutenzione o ripristino ambientale e di protezione delle calamità naturali, il riordino fondiario.
Si tratta di una serie di interventi di rilevante importanza.
La legge è stata costruita tenendo conto di alcune norme nazionali emanate negli ultimi tempi, quali la legge 5/1/1994 n. 36 "Disposizioni in materia di risorse idriche"; la legge 27/12/1977 n. 984, denominata legge Quadrifoglio; la legge 18/5/1989 n. 183 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"; il DPR 23/1/1962 n. 947 "Norme sui Consorzi di bonifica"; la legge fondamentale RD 13/2/1933 n. 215 "Nuove norme per la bonifica integrale". Si è anche tenuto conto dell'emanazione di due sentenze della Corte Costituzionale del 14 e 24/7/1998 n. 326 e della sentenza della Corte Costituzionale 24/2/1992 n.
66. Di conseguenza, in esse sono recepite norme che prevedevano queste leggi; ne cito una per tutte: il recepimento all'art. 6 dal titolo "Collaborazione, concertazione ed accordi di programma, patti territoriali ed intese interistituzionali".
In tutto questo i Consorzi di bonifica ed irrigazione possono offrire una fondamentale collaborazione nell'incrementare l'attuale disponibilità di risorse idriche, sia attraverso un'idonea politica di nuovi sfruttamenti delle risorse esistenti, sia attraverso l'ammodernamento degli impianti e delle strutture esistenti. Cito un solo caso, che costituisce un problema da diversi anni, quello che viene posto dall'impianto di Mazzé, sulla Dora Baltea, quale struttura di derivazione, in quanto per la sua articolazione appare soggetto idoneo a cooperare per una corretta gestione delle risorse idriche collegate ad un governo del territorio ed alla tutela dell'ambiente.
Con il disegno di legge n. 374 non si è assolutamente inteso attribuire ai Consorzi funzioni di organizzazione e pianificazione dei servizi funzioni che rimangono indiscutibilmente in capo alla Regione.
Per quanto riguarda i Consorzi di irrigazione, nella nostra Regione si fa tuttora riferimento ad un censimento fatto a suo tempo dall'Ente di sviluppo agricolo. Risulta che siano ben 500, disseminati in ogni parte del territorio regionale; si va da un'estensione di 209.000 ettari fino a poche centinaia per quelli più piccoli. Quelli di dimensione considerevole sono pochissimi. Tutto il resto è di dimensioni territoriali poco significative o addirittura insignificanti.
I compiti di questi Consorzi sono quelli di irrigare il territorio di loro competenza, esercitandoli in forma collettiva e con l'approvazione della legge per collaborare con le autorità competenti in materia di controlli sulla qualità delle acque. La legge si pone anche il problema delle dimensioni dei medesimi, per renderli più economici, in termini di gestione, prevedendo l'ampliamento della loro territorialità ed anche la fusione o la costituzione di coutenze, previste dall'art. 51.
Questi, in estrema sintesi, sono gli obiettivi che si intendono perseguire, condivisi dal mondo della bonifica e dell'irrigazione e necessari, anzi indispensabili, per il miglioramento e la diffusione dell'irrigazione. Ci sono ancora ampi territori di pianura nel Cuneese e nell'Alessandrino che attendono l'irrigazione, che per l'attività agricola è paragonabile al sangue per il corpo umano.
Questo Consiglio, con realismo e senso costruttivo, saprà dare alla nostra Regione questo provvedimento, che si rivelerà uno dei migliori del nostro Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Noi concordiamo sulla necessità di questa legge. Abbiamo qualche elemento di rilievo da sollevare su alcuni aspetti dei contenuti dell'articolato, che naturalmente discuteremo in modo puntuale in fase di valutazione dei singoli articoli. Su un piano più generale voglio dire perché il Gruppo DS condivide la necessità di varare una legge per la gestione delle bonifiche e per il potenziamento del sistema di governo del territorio rurale in Piemonte.
Noi in Piemonte produciamo, ci dicono le statistiche, 12 miliardi di metri cubi d'acqua all'anno, calcolata alle fonti dei fiumi prima dell'immissione nel Po e del trasferimento fuori dalla Regione. Di questi 12 miliardi di metri cubi di acqua all'anno il Piemonte ne utilizza meno di 5 miliardi (a seconda delle stime, perché si tratta di stime che variano dai 5 ai 6 miliardi), cioè poco più del terzo di quello che viene prodotto.
Di questa parte si calcola che 4,5 miliardi di metri cubi siano utilizzati per l'irrigazione. Credo che il 60-70% sia utilizzato nel territorio del Vercellese, dai bacini del Sesia, dal deflusso delle acque del Monte Rosa della catena alpina della parte più alta delle Alpi. Però nella parte sud del Piemonte abbiamo un deficit annuale di acqua, stimata attorno ai 500 milioni di metri cubi, che comporta una perdita di produzione agricola anche questa stimata attorno ai 20/30 miliardi all'anno a causa della siccità e tra questi costi bisogna inserire anche quelli aggiuntivi. Se pensate che è concentrata in alcune aree molto ristrette della pianura del sud del Piemonte è una cifra molto significativa.
A questa perdita bisogna aggiungere i costi e le perdite che comunque si verificano dove l'acqua la integriamo con il sollevamento dai pozzi; ma l'acqua che si recupera con il sollevamento dai pozzi pare abbia un costo stimabile attorno alle cento lire al metro cubo, mentre le normali produzioni agricole non riescono più a tollerare le 5 lire al metro cubo al massimo, a seconda delle produzioni e quindi l'acqua di sollevamento pu essere considerata soltanto a titolo di integrazione.
Ho detto questo perché questi 500 milioni di metri cubi d'acqua, che da quando esiste la Regione, vengono periodicamente conteggiati come deficit, si potrebbero realizzare soltanto con un sistema ecologico di invasi (per ecologico intendo dire di invasi a grappolo, di invasi piccoli e non di invasi devastanti), che richiederebbe investimenti non a portata dell'area irrigua; mentre gli invasi industriali, quelli dell'ENEL, ormai non si fanno più, per quanto riguarda la produzione di energia elettrica attraverso il deflusso, per cui questo problema è rimasto irrisolto da più di trent'anni.
Mi risulta che le Regioni che dispongono di una legislazione adeguata per le bonifiche possono annualmente usufruire di una quota parte dello stanziamento nazionale destinato alla bonifica del territorio.
Quindi, abbiamo un grande problema da risolvere; non credo che sarà questa legge a risolverlo, ma affrontarlo organicamente e predisporre uno strumento idoneo per governare questo tipo di questione è sicuramente un passo utile.
Voglio aggiungere - perché una volta varata questa legge non se ne parlerà più, ma credo che l'occasione ce lo imponga - che una parte tra le più fertili del territorio regionale (esattamente il territorio delle Langhe ed alcuni pezzi del Monferrato) subisce annualmente devastazioni per frane, con danni pari a parecchie decine di miliardi; devastazioni che, di norma, non possono essere fronteggiate, perché vanno molto al di là delle disponibilità per l'ordinaria amministrazione.
Si sa che la bonifica, che noi identifichiamo in genere per l'irrigazione, vuole anche dire messa in sicurezza dei terreni, dei territori. In modo particolare, suggerisco - anche perché credo che nella legge bisognerà trovare il modo di avere un riferimento specifico a questo problema - la bonifica come il consolidamento, naturalmente con sistemi adeguati, dei territori franosi, cioè degli accumuli terrosi sui quali abbiamo gli insediamenti, gli impianti produttivi migliori. Le montagne, in parte, "reggono" dal punto di vista delle frane, perché sono pietre; le colline sono terra e quindi franano per conto loro, al di là degli eventi franosi e di quelli di eccezionale portata.
Di sicuro, abbiamo storicamente un lavoro da affrontare in questa Regione, che riguarda in parte l'irrigazione (quindi il sistema delle acque) e in parte il consolidamento dei terreni (quindi l'esigenza di una bonifica).
Aggiungerei anche che in alcune aree particolarmente basse ed esposte dell'Alessandrino e del Vercellese ci sono problemi di bonifica che non riguardano zone paludose, ma zone particolarmente fragili ed assimilabili per qualche verso, ai terreni bonificati in Lazio e in Toscana. Si tratta sicuramente di aree che richiedono un'attenzione particolare, per le condizioni di particolare fragilità dei terreni.
Rilevo, come elemento problematico, che la legge è essenzialmente concentrata sul problema dell'irrigazione, che anch'io ho richiamato prima degli altri, perché lo considero la nostra principale preoccupazione per le immediate conseguenze sul nostro sistema produttivo ed occupazionale.
Tuttavia, trattandosi di una legge che deve avere un respiro complessivo non bisogna disgiungerla dall'attenzione agli altri aspetti che configurano, nella versione piemontese, la portata, i problemi, le attinenze di un'operazione complessiva di governo del territorio attraverso una legge delle bonifiche.
Forse c'è anche qualche aspetto problematico laddove ai Comprensori di bonifica viene attribuita una funzione di Enti globali che ha portato, in fase di discussione della legge, ad evidenziare, da parte degli Enti locali, un qualche problema di suddivisione della sovranità sulla materia dell'impostazione, della realizzazione e del governo delle opere di bonifica tra i Comprensori di bonifica e gli Enti locali. Si tratta infatti, di opere di grande rilievo di governo del territorio e quindi, in quanto bonifiche, possono fare capo ad Enti tecnici; contemporaneamente, in quanto governo del territorio, sono anche di pertinenza del sistema degli Enti locali, in particolare delle Province. Ma naturalmente vedremo questi aspetti nella disamina dei singoli articoli.
Ritengo tuttavia che questa legge debba essere affrontata con la consapevolezza del rilievo che può assumere per affrontare alcune delle nostre problematiche storiche; naturalmente questo comporterà anche un'operazione di tipo finanziario, che non ho visto prospettata nel bilancio per l'esercizio in corso, e che deve essere vista in sincronia con le possibilità e le disponibilità della legge nazionale sulle bonifiche.
Ciò al fine di individuare un project financing - Assessore Bodo - se vogliamo che qualcosa si faccia e non si viva l'attesa di finanziamenti messianici dal Governo nazionale che ci consentano di ripetere il "miracolo" di interventi che hanno consentito di fare le dighe dell'Ingagna e la bonifica della Baraggia: non credo che oggi questa condizione si possa verificare negli stessi termini.
credo che tra finanza locale (regionale, provinciale e quelle minori) finanza nazionale, finanza privata (ovviamente), sistema bancario e sistema di imprese, noi dobbiamo studiare, a corredo di questa legge, indirizzi di project financing per intervenire in maniera significativa su aree vaste attraverso un governo democratico da un punto di vista sia finanziario che politico degli interventi. Quindi, è una legge di avvio di una procedura dobbiamo renderla il più congrua possibile rispetto alle ambiziose finalità che in qualche maniera la ispirano e alla grande massa irrisolta di problema che la nostra Regione espone su questo versante del governo del territorio, del sistema idraulico, ricordando quella massa d'acqua che se ne va senza produrre alcuna utilità.
Una volta un tecnico mi ha riferito un dato, che riporto, ma che pu anche essere rozzamente sbagliato: ci vogliono 100 mc d'acqua per fare un kg di bistecca, considerata la produzione foraggera e il consumo alimentare degli animali. Questi sono dati che possono anche essere sbagliati, non li assumiamo acriticamente, ma è sicuramente vero che per una zona, per una regione che vive sulla cerealicoltura di qualità, sulla zootecnia e sull'ortofrutta, la risorsa dell'acqua è la componente essenziale per l'espansione di alcuni sistemi produttivi agricoli che, a prescindere dall'acqua, non possono neanche essere immaginati.
Noi - e chiudo su questo argomento - proveniamo da una tradizione rurale ed agricola, caratterizzata, per una metà, da coltivazioni cerealicole asciutte, senza irrigazione, con il riposo di un anno nella rotazione dei terreni (la famosa rotazione in quattro anni). Adesso che le produzioni cerealicole asciutte tipo il frumento sono praticamente scomparse dalla gamma produttiva, perché assolutamente prive della possibilità di assicurare un corrispettivo, in quanto riproducibili in tutto il mondo, là dove non c'è la possibilità di irrigare, noi siamo nella condizione di dover trovare in fretta 200 milioni di mc d'acqua prendendoli tra quelli che confluiscono annualmente nell'Adriatico nell'ambito di quei miliardi di mc d'acqua che vanno ad ingrossare le piene del Polesine, oppure siamo destinati a non fornire gli strumenti di organizzazione del territorio che l'agricoltura oggi sarebbe in grado di utilizzare dal punto di vista produttivo ed occupazionale. Quindi l'urgenza si è fatta notevole.
In un dibattito del 1975 del Consiglio regionale, quando si era già posto questo problema, si suggeriva di spendere meno per alzare gli argini del Polesine e di spendere di più per fare delle dighe di trattenimento dell'acqua nel sistema delle vallate, in modo da poter utilizzare l'acqua per una funzione plurima. Se affrontiamo seriamente il problema, non in termini così meccanici, ma sicuramente nella prospettiva del governo della risorsa acqua non soltanto dal punto di vista delle conseguenze sul sistema ambientale ed ecologico, ma anche della sua fruibilità dal punto di vista produttivo, anche noi potremo adottare questa impostazione.
Per finire, ricordo che - sempre nell'ambito di questi argomenti che ogni tanto ci capita di considerare dal punto di vista idraulico - pare che gli americani utilizzino l'acqua del Tennessee per otto volte prima di disperderla nelle falde. Noi in genere utilizziamo l'acqua, quando va bene una volta sola o per l'agricoltura o per l'alimentare o per l'idropotabile o per l'uso industriale, e non arriviamo ad una ripetizione dell'uso dell'acqua.
Quindi, dal punto di vista della tecnologia c'è spazio per una quantità di sviluppi di ricerca e di utilizzazione di intelligenze anche per l'occupazione di professionalità moderne. Tutto questo può rappresentare degli elementi che vorrei si componessero nel filo conduttore di una legge che per la prima volta ci accingiamo ad adottare per il Piemonte ai fini dell'uso integrato e completo delle risorse idriche.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo dei Comunisti Italiani ritiene utile e necessario legiferare in questa materia sia per la riforma conseguente al decentramento dello Stato sia per conseguire quei risultati, da un lato, di tutela e razionale organizzazione del territorio e, dall'altro, di permettere al settore produttivo agricolo di avere, per il verso della risorsa dell'acqua, una capacità di sviluppo che manca soprattutto in quelle aree - come ricordava il Consigliere Riba - al sud del Piemonte, in cui vi è una perdita di produzione agricola rilevante, in conseguenza di una cattiva gestione delle acque. Quindi siamo favorevoli ad affrontare il tema.
Segnaliamo due aspetti.
Primo. Questa legge, sia nella relazione svolta dal collega Griffini che nel testo, segnala una stridente contraddizione tra le proposte avanzate dalla Giunta - su questa legge in particolare - e i comportamenti tenuti dalla Giunta sulle stesse materie. La cattiva amministrazione svolta da questa Giunta è scritta in questi articoli di legge, nei quali si conferma, per gestire la bonifica dei territori e l'irrigazione degli stessi, che questo diventa possibile se si inseriscono queste azioni da parte degli strumenti che la legge individua negli strumenti di programmazione che devono governare gli interventi sul territorio.
Nella legge - e anche nella relazione - si indica che il Programma regionale di sviluppo e i Piani di bacino della legge n. 183 devono essere le guide fondamentali per tutte le azioni che i Consorzi e il Piano regionale per l'attività di bonifica individuerà. Allora è stridente questo fatto: la Giunta regionale continua a produrre leggi nelle quali si indicano certe necessità di programmazione e la stessa Giunta regionale, a quattro anni dal suo insediamento, non si è sognata di fare in modo di dotare la Regione Piemonte di un Programma regionale di sviluppo e anche di altri programmi di settore - ricordo quello dei trasporti, che non è proprio ininfluente sul territorio e interseca più volte Piani di questo genere, perché sappiamo che la regimazione delle acque è condizionata non poco dalla viabilità stradale, e noi non abbiamo un Piano regionale dei trasporti.
Allora voglio segnalare questo fatto, dicendo che sono d'accordo per questi aspetti che la legge richiama di necessità di un'attività di programmazione; nel contempo, devo non occultare, come farà la maggioranza ma evidenziare, il fatto che siamo in piena contraddizione con lo stato di cose esistenti.
Un'altra osservazione è la seguente. Nell'art. 1 si mette in primo piano il tema della valorizzazione delle produzioni agricole. Il Gruppo Comunista avrebbe preferito, in ogni caso, anche nell'avvio di questa legge segnalare che questo tipo di attività è volta in primo luogo a tutelare il territorio e a salvaguardarlo e che questa tutela e salvaguardia è anche uno degli aspetti che permetterà alle produzioni agricole di poter stare sul mercato, di potersi sviluppare, mentre qui i termini sono capovolti nell'ordine di elencazione. Avremmo preferito un altro modo di porgere questa legge.
Per quanto riguarda poi la bonifica, chiederei al relatore all'Assessore, alla maggioranza e agli altri colleghi se non si possa rendere un po' più mirato il significato di questo termine, distinguendo chiaramente che questo termine ha significato non di bonifica di aree inquinate, perché anche lì c'è un Piano delle bonifiche, ma riguarda la bonifica dei terreni, la regimazione delle acque e via dicendo. In sostanza, se al termine "bonifica" non sia utile - magari non è così, ma segnalo questa esigenza - sin dal titolo, chiarire di che tipo di bonifica si tratta.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Se ne parla nell'art. 12.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, nell'art. 12 ho visto in cosa consiste la bonifica. Dato che il termine bonifica si riferisce anche ad altri interventi, come la bonifica di un'area nella quale sono sotterrati dei fusti nocivi - e anche lì c'è un Piano delle bonifiche - suggerisco solo di riflettere se non sia il caso di specificare, sin dal titolo della legge e dai titoli degli articoli - non nell'art. 12, dove è chiaro di cosa si tratta, ma nei richiami sintetici "bonifica" - un termine che qualifichi il tipo di bonifica che stiamo normando in legge. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola; aggiungo soltanto alcune brevissime riflessioni a quanto i colleghi hanno già ampiamente detto, il collega Riba in termini molto globali ed interessanti direi anche dal punto di vista delle indicazioni numeriche che forniva e dei problemi di questo nostro Piemonte, e poi anche il collega Chiezzi.
Direi che anche noi siamo consapevoli che la legge era di estrema attualità, di estrema importanza, Assessore, dovevamo raggiungerla, quindi il fatto che oggi sia in aula è di estrema importanza per questo nostro Consiglio. Direi che va ad incidere su situazioni che hanno una storia consolidata, che dovranno affrontare l'impatto della novità della legge.
Quindi, attenzione ai grandi Consorzi, ma attenzione soprattutto alle nostre piccole realtà.
Vorrei ancora compiere un'osservazione, non molto positiva, sulla normativa di cui oggi discutiamo. Purtroppo, la Regione mantiene ancora nel proprio assetto, la centralità di tutti gli interventi. Non abbiamo l'afflato di consentire alle Province una maggiore libertà di autorizzazioni nei loro territori.
Se approvassimo la legge così com'è, una volta vista la programmazione ci accorgeremmo di quanto controllo ancora disporrebbe la Regione.
La mia preoccupazione è che la normativa non sia stata affrontata ed elaborata tenendo conto dell'esigenza dei territori di confrontarsi più al loro interno che non direttamente e soltanto con la Regione. Dovremmo ridefinire il ruolo centrale, negli interventi - programmativi ed autorizzativi - che a tutt'oggi la Regione Piemonte conserva.
Assessore, la invito a tornare su questa mia proposta di ridefinizione di tale ruolo, ed invito il relatore della legge a fare lo stesso.
E' vero che la sentenza della Corte Costituzionale è favorevole, ma essa è relativa soprattutto alla programmazione e all'approvazione. Ma se lei ponesse attenzione all'articolato, noterebbe che troppi elementi sono ancora sotto il controllo della Regione. Questo al di là della sentenza stessa.
C'è bisogno di una maggiore liberalizzazione, le Province dovrebbero avere una propria autonomia, non tanto nell'approvazione stessa quanto nella gestione. La Regione desidera mantenere il controllo di tutto.
E', questa mia, un'osservazione che sentivo di dover fare oggi, in questa sede.
Un'altra situazione su cui vorrei focalizzare l'attenzione è quella relativa ai tempi di applicazione. Scorrendo l'articolato della legge, ci accorgiamo di quanto i tempi di applicazione delle varie normative siano, a volte, eccessivamente lunghi.
Riassumo, citando velocemente: "Il Consiglio regionale approva... entro dodici mesi... il Piano regionale per le attività ... La Giunta regionale... approva entro 120 giorni un programma triennale... che verrà trasmesso alle Province e ai Comuni... I Comuni formulano eventuali osservazioni... e le trasmettono alle Province che esprimono il proprio parere e lo inviano alla Giunta regionale che, valutati i pareri e le osservazioni ricevute, definisce la delimitazione e la trasmette al Consiglio regionale per l'approvazione...".
Sono passaggi burocratici che richiedono tempi di applicazione eccessivamente lunghi. Forse, in qualche modo, potremmo sfoltire tutta questa serie di passaggi per migliorare l'applicazione della legge.
Prendiamo, per esempio, l'art. 11, relativo alle procedure per l'approvazione del Piano generale di bonifica e di tutela del territorio rurale. Salta agli occhi come sia troppo articolato in passaggi tra Comuni Province e Giunta.
Questo per farle capire, Assessore, come siamo ancora troppo centralisti in tutti questi passaggi. Mi sembra di leggere il testo di una nostra vecchia legge regionale, articolata in decine e decine di passaggi.
Non siamo riusciti, oggi, ad elaborare un articolato più leggero, più snello, che riuscisse a dare alla nostra Regione una leggerezza in più.
Troppa burocrazia.
Un ultimo aspetto, affrontato bene dal Consigliere Riba, è relativo ai finanziamenti. I finanziamenti saranno necessari ed importanti, Assessore.
Su questa partita lei può giocare il futuro della nostra Regione, e sa bene che è una partita estremamente interessante ed importante. I finanziamenti saranno fondamentali per poter giocare "al meglio" questa partita. Non saranno sufficienti i 350.000.000, così come non saranno sufficienti i finanziamenti nazionali. Dovrà essere la Regione stessa, anche attraverso contrazioni di mutui, ad affrontare il problema con la dovuta consapevolezza e serietà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Già i colleghi hanno evidenziato la portata di questa legge che ci apprestiamo a varare.
Alcuni suoi aspetti, però, credo valga la pena siano ancora evidenziati. In particolare, mi riferisco all'argomento affrontato dall'art. 2, cioè ai contenuti del Piano regionale per le attività di bonifica e di irrigazione.
Credo valga la pena sottolineare come negli ultimi decenni si sia assistito a processi di radicale trasformazione - anche nella nostra Regione - oltre che ad un'urbanizzazione spesso selvaggia del territorio e a conflitti sull'uso del suolo, in particolare quello agricolo, che hanno profondamente inciso sul quadro ambientale.
Questo è uno degli aspetti che vorrei porre in evidenza. La posizione che oggi culturalmente sta avanzando, e mi sembra sia prevalente, è proprio quella di operare nella prospettiva di uno sviluppo economico compatibile.
Ricordo la legge sul turismo, approvata solo dopo l'inserimento del concetto di ecocompatibilità. Credo che, anche per questa legge, sia da applicare lo stesso principio ideatore, perché sono convinto che questa sia la soluzione corretta, in grado di favorire il benessere e la qualità della vita, non solo della nostra, ma anche di quella delle future generazioni.
Proprio per questo, con questa brevissima premessa, vorrei dire che la bonifica, operando sull'intero territorio, non solo quello di pianura ma anche quello di montagna, non può estraniarsi da queste problematiche.
Tanto più se si considera che incide profondamente sui tanti ambienti nei quali si attiva. I Consorzi di bonifica, come già ricordava il collega Peano, sono gli Enti che più hanno e posseggono una conoscenza profonda del territorio rurale. Sono perciò chiamati, da sempre, a svolgere una funzione attiva nella tutela ambientale degli ecosistemi agrari, recependo quelle indicazioni che a livello nazionale e, oggi, a livello regionale, andiamo a dare.
La bonifica, proprio per la tradizione pianificatoria che ricordavo poc'anzi, appare come il settore più idoneo a correggere, almeno in parte quei guasti pregressi e, naturalmente, nei limiti delle sue competenze, ad individuare e promuovere usi diversi del territorio agricolo. L'acqua, già lo ricordava il collega Riba, è una risorsa di primario interesse che, se fatta defluire ordinatamente, può essere utilizzata a pieno.
In passato, pur essendo i Consorzi di bonifica abilitati anche al controllo qualitativo delle acque di scolo, essi concentravano la loro attenzione principalmente sulla qualità delle acque utilizzate per il settore agricolo. Oggi, credo che invece - causa il crescente degrado di cui gli agricoltori principalmente pagano i costi - i Consorzi di bonifica se adeguatamente coinvolti in queste problematiche, così come prevede l'art. 2 del Piano regionale, non possono che assumere un ruolo attivo. Noi dobbiamo fare in modo che questo avvenga e che contribuiscano, per quanto nelle loro possibilità, al risanamento delle acque.
La salvaguardia ambientale, uno degli aspetti che mi sembra siano stati oggi poco evidenziati, si può realizzare dunque anche attraverso questo Piano. E non solo: essa si realizza attraverso questo Piano, ma attraverso anche una quotidiana azione di manutenzione del territorio con quei piccoli, ma costanti interventi, già ricordati, di manutenzione, con tempestivi e ricorrenti piccoli interventi riparatori, di conservazione che fanno parte dell'azione di bonifica.
Voglio concludere ripetendo quanto più volte detto, riaffermando cioè che le ricorrenti emergenze ambientali che il nostro territorio presenta con sempre maggiore frequenza, ripropongono l'esigenza di assicurare l'esistenza e l'operatività sul territorio di un valido e costante presidio da parte di un soggetto istituzionale dotato di specifiche competenze. Mi sembra che i Consorzi di bonifica siano i soggetti più adatti. I Consorzi hanno piena conoscenza del territorio, delle infrastrutture di difesa e di regolazione delle acque: dobbiamo dare loro, con questa legge, gli strumenti affinché possano svolgere quell'efficace azione quotidiana dobbiamo dare loro una specifica investitura, un giusto riconoscimento e naturalmente, le opportune risorse finanziarie.



PRESIDENTE

Sono pervenuti all'Ufficio di Presidenza due emendamenti, a firma dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti: 2.1) all'art. 2, comma terzo, lettera a), sopprimere le parole "comma primo" 2.2) all'art. 2, comma terzo, lettera b), aggiungere alla fine le parole "e di irrigazione".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

L'art. 2 definisce i contenuti del Piano regionale, che comprende sia le attività di bonifica che di irrigazione.
Considerato il richiamo all'art. 1, contenuto nel comma terzo, che recita: "Il piano regionale... definisce gli indirizzi generali e le linee fondamentali dell'azione della Regione per il conseguimento delle finalità di cui all'art. 1", non capisco perché ci si debba limitare al solo comma primo. Chiederei che almeno si inserisca il comma terzo, importante perch inserisce queste attività dentro gli strumenti di programmazione nazionale e regionale. Quindi, o aggiungiamo il comma terzo, oppure con l'emendamento che ho presentato togliamo il comma primo, cioè ci riferiamo all'art. 1 e basta.
Seconda osservazione. Ci chiediamo se non sia utile, nella lettera b) segnalare anche le opere di irrigazione, perché qui dice: "Il piano conterrà la tipologia degli interventi e delle opere di bonifica". Perch non si aggiungono le opere di irrigazione, visto che è sempre scritto "di bonifica e di irrigazione" dappertutto? Questo è il secondo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. Entrambi gli emendamenti vengono accolti dalla Giunta.
Chi è favorevole all'emendamento n. 2.1) è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Chi è favorevole all'emendamento n. 2.2) è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
C'è un'errata corrige: al secondo comma dell'art. 2, sostituire "art. 44" con "art. 45".
Si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 29 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questo articolo fissa un termine di 120 giorni. Non mi è chiaro a partire da quando. Chiederei una precisazione; non so se sia più chiaro scrivere che approva il Programma triennale.



PRESIDENTE

La Giunta intende rispondere?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

I 120 giorni li intendiamo dall'approvazione del Piano regionale per le attività delle bonifiche di cui all'art. 2. Però non sappiamo quando il Piano regionale sarà approvato.



CHIEZZI Giuseppe

Mettiamo una scadenza, altrimenti non è ancorato a nulla.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

C'è un inciso da aggiungere: "dall'approvazione del Piano regionale un Programma triennale di opere di irrigazione".



PRESIDENTE

Per cortesia, formalizzate l'emendamento.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

No, quello che hanno suggerito di fatto è una ripetizione. Chiedo scusa, è già indicato nella prima riga: "La Giunta regionale in attuazione del Piano regionale...", quindi appena attuato il Piano regionale a 120 giorni, "per un Programma triennale di opere di bonifica e di irrigazione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Assessore, potrebbe intenderlo così, se ritiene: "La Giunta regionale in attuazione del Piano regionale, nei successivi 120 giorni dalla sua approvazione... approva il Programma triennale di opere di bonifica". E' semplice. Anche quel "in conformità all'art. 54" che poi è successivo siamo solo all'art. 3, mi pare un po' lontano, per cui lo toglierei.



PRESIDENTE

Do lettura dell'emendamento presentato dall'Assessore Bodo, che propone il nuovo testo dell'art. 3: 3.1) il testo dell'art. 3 è sostituito dal seguente: "La Giunta regionale, in attuazione del Piano regionale per le attività di bonifica e di irrigazione, di cui all'art. 2, nei 120 giorni successivi alla sua pubblicazione sul BURP, in conformità di quanto previsto dall'art.
54, approva il programma triennale di opere di bonifica e di opere di irrigazione".



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Se non ci sono osservazioni su questo emendamento sostitutivo dell'intero articolo, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 23 Consiglieri presenti.



(Commenti in aula)



BORTOLIN Silvana

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si associa qualcun altro a tale richiesta?



CHIEZZI Giuseppe

Sì, io.



PRESIDENTE

Si proceda dunque alla votazione del nuovo testo dell'art. 3 per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI' 27 Consiglieri L'emendamento, nonché il nuovo art. 3, è approvato.
ART. 4 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Si tratta di un articolo che non spiega le questioni che solleva.
Infatti, si legge: "Gli ambiti territoriali da riconoscere quali Comprensori di bonifica... sono individuati secondo i criteri e le procedure di cui agli artt. 7 e 44". Nell'articolo non si capisce chi è che deve riconoscere questi ambiti territoriali, e quindi lascia nel dubbio: letto questo articolo, non si sa qual è la responsabilità.
Se si va a leggere l'art. 7, si capisce che i Comprensori di bonifica sono delimitati dalla Regione, ecc. Allora, forse questo articolo è superfluo e scritto così non se ne capisce l'utilità. Se deve diventare utile, allora dovrebbe spiegare meglio le responsabilità, ma la prima ipotesi, che sia un articolo superfluo, è quella che, per adesso, mi sembra più attendibile. Chiedo spiegazioni all'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sostanzialmente, svolgo delle considerazioni analoghe. Poiché già nell'art. 1 si dice che si riconoscono i Consorzi di bonifica e i Comprensori di irrigazione e bonifica, non si capisce perché bisogna ripeterlo qui. Il rimando doveva essere fatto prima. Nel momento in cui arriviamo all'articolo si specifica, ma mettere in una legge un articolo per rimandare ad altri due articoli, mi pare che appesantisca la legge.
Possiamo fare settantanove articoli anziché ottanta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Era stato codificato in questo modo per introdurre il concetto degli ambiti territoriali. In sé e per sé effettivamente l'articolo rimanda ad altri articoli, quindi...



CHIEZZI Giuseppe

Ma questi ambiti territoriali dove li troviamo?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Negli artt. 7 e 44.



CHIEZZI Giuseppe

Ma non c'è il termine "ambiti territoriali".



BORTOLIN Silvana

C'è all'art. 44 e riguarda l'irrigazione.



CHIEZZI Giuseppe

Bisogna definirli, allora, questi ambiti territoriali.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Il meccanismo era che con l'art. 4 si introduceva il concetto e con gli artt. 7 e 44 lo si andava a definire.



PRESIDENTE

Quindi, Assessore, lei è per mantenere l'art. 4?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sì.



PRESIDENTE

Sull'art. 4, dunque, non ci sono emendamenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.



CHIEZZI Giuseppe

Ma come, viene posto in votazione così com'è? Chiedo la verifica del numero legale!



PRESIDENTE

Consigliere, siamo in votazione, mi spiace.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo l'appello nominale!



PRESIDENTE

Siamo già in corso di votazione.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 26 voti favorevoli 25 astensioni 1 L'art. 4 è approvato.


Argomento:

Richiesta inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, possiamo verificare il numero legale?



PRESIDENTE

Il numero legale risulta dalla votazione. Dalla votazione risulta che c'è il numero legale in aula, perché hanno votato 26 persone. La verifica è avvenuta.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo la verifica del numero legale sulla proposta di sospendere la seduta.



PRESIDENTE

Mi vuole formalizzare la sua proposta, per favore? Parli nel microfono affinché venga verbalizzata.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la verifica del numero legale sulla proposta di cambiare l'o.d.g. dei lavori per passare ad altro argomento.



PRESIDENTE

Quale altro argomento, Consigliere?



CHIEZZI Giuseppe

Il turismo. Grazie.



PRESIDENTE

C'è una proposta del Consigliere Chiezzi di passare dall'esame del disegno di legge n. 374 all'esame del disegno di legge sul turismo.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Siamo contrari.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Pongo in votazione...



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la verifica del numero legale prima della votazione.



PRESIDENTE

Prego il Consigliere Toselli di procedere all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Verificato che il numero legale esiste in aula, pongo in votazione...



CHIEZZI Giuseppe

Il risultato?



PRESIDENTE

Sono presenti in aula 30 Consiglieri, per cui il numero legale sussiste.


Argomento:

Richiesta inversione punti all'o.d.g. (seguito)


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione la proposta di inversione dei punti all'o.d.g.
ovvero di sospendere la discussione del disegno di legge n. 374 e di iniziare l'esame del disegno di legge relativo al turismo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è respinta all'unanimità dei 26 Consiglieri presenti.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Proseguimento esame disegno di legge n. 374: "Norme in materia di bonifica ed irrigazione"


PRESIDENTE

Possiamo dunque riprendere l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 374.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astenuti 2 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astenuti 2 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astenuti 2 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astenuti 2 L'art. 9 è approvato.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo che la votazione dell'art. 10 avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 10 per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI' 31 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 31 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 12.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Riba e Bellion: alla lettera i), eliminare le parole da "il riordino" a "viabili conseguenti".
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, tra le opere di bonifica il riordino fondiario per favorire il contenimento dei fenomeni di polverizzazione e frantumazione della proprietà, compresi gli studi delle opere irrigue e viabili conseguenti, è senz'altro un procedimento anomalo.
Non perché non sia d'accordo sulla necessità di questo tipo di lavoro.
Semplicemente, se mettessimo il riordino fondiario tra le opere di bonifica senza ulteriori precisazioni, ci fermeremmo ad uno stadio platonico dell'idea. Lo stesso accadrebbe se lo inserissimo tra i compiti da attribuirsi alle Comunità montane o fra tutta la legislazione prodotta in Regione.
Di questa materia occorre - e in questo senso solleciterei l'Assessorato affinché assuma una sua iniziativa legislativa specifica, se necessario con una legge che richieda l'approvazione a livello parlamentare fare l'oggetto di un programma collaterale di una specifica legge sulla bonifica.
La polverizzazione maggiore della proprietà si ha nell'area non compresa nelle bonifiche. In montagna, mancando un'incentivazione di tipo economico, le frammentazioni mappali originarie sono rimaste tali e non si sono mai ricomposte. La frase piemontese che si usa in tutto l'arco alpino della nostra Regione, dalle Alpi Marittime alle Alpi Graie, è una frase che suona bene in tal senso: "Non comprano, non vendono né affittano": nulla cambia! Non si fa niente, perché tanto la terra non vale niente, né da vendere né da affittare. Quel bene rimane lì ed è un grande impedimento giuridico e geografico per le attività produttive.
Non possiamo affrontare il problema con questa semplice indicazione: non è possibile affrontare giuridicamente la questione con un'indicazione così vaga. Il problema va affrontato con la destinazione di risorse elaborando un Piano specifico, avvalendoci dei Comprensori di bonifica delle Comunità montane, per tentare di utilizzare le opportunità e le leggi di mercato. Altrimenti, dovremmo intervenire con prerogative giuridiche ma, siccome noi non siamo più collettivisti, mentre voi non lo siete mai stati, dubito che potremmo avere un sistema che, a prescindere dalle iniziative, risolva il problema.
Concludendo, toglierei questo elemento, questa indicazione che rischia di essere fuorviante. La inserirei invece in un documento di indirizzo da far approvare al Consiglio e alla Giunta. Sarebbe necessario - entro sei mesi a partire da adesso - un provvedimento organico che risolva il problema della polverizzazione aziendale nell'intero territorio regionale partendo da uno studio che dia le dimensioni della media delle maglie poderali. Sappiamo che la loro dimensione media è pari ad otto ettari per azienda, ma potrebbe anche essere di dodici. Però sono dati assolutamente privi di verifica.
Troviamo il sistema migliore per affrontare la questione, facciamo un'operazione come si deve! E' con questo intento che ho deciso di sollevare il problema.



(Interruzioni)



RIBA Lido

Lo so che il problema più grosso è proprio in montagna, ma è proprio lì che non si risolve.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Al comma secondo...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere, stiamo discutendo l'emendamento al comma primo.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento del Consigliere Riba?



PRESIDENTE

Sì! La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Non posso che condividere il pensiero del Consigliere Riba, perché i vari tentativi per fare le ricomposizioni fondiarie, diciamo così, sono sempre naufragati. Tuttavia, almeno come indicazione, trattandosi di una legge che proviene dal Regio Decreto n. 215 del 1933 ed essendo prevista chiederei al Consigliere Riba di ritirare questo emendamento.



PRESIDENTE

Consigliere Riba è stato chiamato in causa.



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ritirarlo e non accoglierlo è la stessa cosa.



PRESIDENTE

Non è accolto.
Pongo in votazione l'emendamento n. 12.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 21 contrari e 3 astensioni.
12.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Bellion, Miglietti e Bertoli: al comma primo, inserire la seguente lettera: "l) le opere per la sistemazione ed il consolidamento delle zone e dei terreni collinari dissestati da fenomeni idrogeologici".
L'emendamento viene illustrato dal Consigliere Riba.



RIBA Lido

Io e il collega Bellion l'avevamo già richiamato nel corso del dibattito generale. Uno dei limiti che questa legge, pur nella sua completezza, per altri aspetti registra è quello di avere e di risentire della collocazione geografica dell'Assessore.
Lui si sforza di essere un uomo del Monferrato. Ieri ha ricordato alcune cose, ma se invece di essere circondato, nel bene e nel male, dai problemi della risaia e dell'inondazione, dovesse vivere sulle colline franose delle Langhe e del Monferrato avrebbe sicuramente posto con maggior rilievo il problema del consolidamento o della manutenzione dei versanti franosi delle Langhe. Solo per dare una maggiore documentazione, vi informo che il Servizio Geologico della Regione ci assicura che sono pericolosamente franosi tutti i versanti a nord del sistema orografico collinare delle Langhe. Tutti! Questo vuol dire che ogni collina ha la metà di se stessa esposta a rischio di frana. Tutto il versante a nord.
Immagino che l'emendamento che proponiamo di inserire nelle competenze del Piano delle bonifiche il consolidamento, la manutenzione l'osservazione e il monitoraggio delle frane dei versanti collinari, sarà accolto. Suppongo! Ciò nondimeno, anche con questo accoglimento la legge su questo punto registra una sua parzialità. Se facciamo una legge sulle bonifiche, dobbiamo sapere che una delle critiche forti che si fanno su questa legge è che conferisce molto potere ai Consorzi di bonifica a scapito dei Consorzi di irrigazione, cioè si interviene a favore della struttura pesante a scapito della struttura leggera. Dato che la circostanza ci consente un ragionamento anche in questa sede, mi pare sia più corretto far assumere ai Comprensori di bonifica la funzione globale di governo delle emergenze del territorio che gli è proprio. Allora, si spiega meglio una dimensione anche più ampliata della bonifica, mentre per l'irrigazione ci sarebbe l'esigenza di transitare attraverso un corrispondente Consorzio di bonifica.
Quindi, prima del termine della discussione della legge, dovremmo radunare più risultati in ordine agli elementi di attenzione e coinvolgimento di governo del territorio a rischio della nostra Regione.
Concludo, ricordando che dalla Regione Toscana i nostri tecnici hanno derivato qualche elemento della nostra proposta di legge. Dico "qualche" perché la Toscana presenta essenzialmente un problema di governo dell'assetto del territorio dei versanti collinari, più che delle acque e del sistema irriguo, quindi è chiaro che in quella legge il governo della stabilità dei territori è individuato. Se ci riferiamo di più a questa parte miglioriamo la nostra legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento modifica non di poco l'assetto di questa legge perché introduce una serie di attività che non rientrano in quelle previste inizialmente dalla legge stessa, che sono di tutt'altra natura.
Le attività introdotte da questo emendamento sono tra le più vaste possibili, perché si chiede di introdurre dentro la classificazione di opere di bonifica e dentro gli strumenti atti ad affrontare questo problema, anche la messa in sicurezza di tutto il territorio, di tutti i terreni collinari dissestati.
L'emendamento propone "dissestati da fenomeni idrogeologici" e quindi l'erosione dei versanti, ma anche le alluvioni.
L'inserimento di questi interventi, dentro questa legge, consegna la responsabilità di realizzarli alle strutture che questa legge individua: i Consorzi.
La domanda che faccio all'Assessore è questa: può verificare se questo modo di agire è congruente con quanto prevede, ad esempio, la legge n. 183 in materia di Piani di bacino e sistemazione dei bacini stessi? Questo tipo di inserimento è una parte di attuazione di un Piano di bacino, perché la sistemazione di tutti i versanti insieme alla regimazione delle acque fa parte di quella materia. Non vorrei che altre leggi, in particolare la legge n. 183, prevedessero delle strutture di intervento attuativo delle previsioni di Piani di bacino diverse da quelle di questa legge e non vorrei introdurre avventatamente una materia che è già trattata in altro modo da altre leggi di settore che sono leggi che si occupano in modo proprio della sistemazione e del consolidamento del nostro territorio quale esso sia. Vorrei quindi avere questa informazione, perché se dai Piani di bacino si individuano delle competenze che non vanno verso i Consorzi di bonifica nati per captare e distribuire le acque, per la sistemazione idraulico-agraria, qui si snaturano quei Consorzi, nel senso che si aggiunge a questi Consorzi la nuova natura, non irrilevante rispetto alla precedente.
Vorrei essere sicuro che stiamo legiferando nel rispetto delle competenze in materia di sistemazione idrogeologica, legata ai Piani di bacino, previste dalle altre leggi. Questo inserimento non è marginale anzi, secondo me snatura (non dando a questo termine un valore peggiorativa, ma innovativo) gli attuali Consorzi di bonifica. Gli fa fare altre cose, che possono essere anche dominanti per spese ed impegno di risorse rispetto alle precedenti. Le colline del nostro Piemonte sono uno degli elementi molto vasti ed impegnativi del dissesto idrogeologico che anche la nostra Regione ha. Andiamo con i piedi di piombo e cerchiamo di fare questa verifica: non assegnare ai Consorzi di bonifica delle acque un compito che è già assegnato ad altri Enti, con rischi di sovrapposizione parallelismi e confusione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Devo rispondere ad un problema che ha posto il collega Chiezzi. Mi pare che proprio la legge 18/5/1989 n. 183 all'art. 11, che ha per titolo "Enti locali ed altri soggetti", reciti: "I Comuni e le Province e i loro Consorzi ed Associazioni, le Comunità montane, i Consorzi di bonifica, i Consorzi di bacino imbrifero montano e gli altri Enti pubblici di diritto pubblico, con sede nel bacino idrografico, partecipano all'esercizio di funzioni regionali in materia di difesa del suolo nei modi e nelle forme stabilite dalle Regioni, singolarmente o d'intesa tra loro, nell'ambito delle competenze del sistema delle autonomie locali".
Non vedo sovrapposizione, siamo nel filone della legge n. 183 e, se mi consente, Presidente, vorrei esprimere la valutazione sull'emendamento Riba.
Non posso che accettarlo; mi pare che la discussione sia già stata fatta in Commissione e in quella sede ci eravamo espressi favorevolmente.
Può darsi che ora ci si sia espressi in modo più ovattato. Comunque sono favorevole all'emendamento Riba, perché lo condivido.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie l'emendamento, lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 23 Consiglieri presenti.
Visto il risultato della votazione, constato la mancanza del numero legale per cui sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 12,32 riprende alle ore 13,02)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La seduta riprende.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Considerato che la seduta è stata sospesa per mancanza del numero legale, prego i Consiglieri e l'Ufficio di Presidenza di prendere posto, in modo da consentire una nuova verifica, al fine di affrontare utilmente l'esame dei provvedimenti all'o.d.g.
Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
23 Consiglieri anziché 25 (sono in congedo n. 12 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 13,08 riprende alle ore 13,35)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori - Presentazione mozione d'ordine


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i colleghi di rientrare per la parte finale della giornata.
Ricordo che avevamo l'impegno di chiudere i lavori intorno alle ore 14 impegno che, come sempre, intendo rispettare.
Vista l'ora, propongo di sospendere l'esame del disegno di legge n. 374 e di proseguire con la risposta alle interrogazioni ed interpellanze sollecitate in apertura di seduta, relative alla Clinica privata Sedes Sapientiae.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Una mozione d'ordine. Vorrei far notare che il diritto che hanno le minoranze di porre urgentemente delle questioni non può essere utilizzato nell'organizzazione dei lavori, come una sorta di tappabuchi - non si riesce a fare qualcosa, allora si dà una soddisfazione alla minoranza tanto siamo alla conclusione.
Siccome le questioni sono di una certa rilevanza, Presidente, la inviterei a non adottare questo metodo e a dare anche alla minoranza lo stesso ruolo e peso che viene dato quando si discute di questioni amministrative, perché le questioni che vengono poste richiedono un'attenzione tale e quale agli altri problemi. Per cui personalmente essendo questo il metodo, mi allontano dall'aula in quanto non mi pare neppure corretto.



PRESIDENTE

Io ho fatto una proposta, non ho imposto; se l'aula decide diversamente, andiamo avanti nei lavori.
Se gli interroganti ritengono che non sia sufficiente questo periodo lo aggiorniamo; credo che, a costo di comprimere, l'esigenza dell'immediatezza possa prevalere.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ieri il nostro Gruppo ha presentato un'interrogazione su queste questioni e mi risulta che questa mattina alcuni colleghi dell'opposizione abbiano presentato analoga interrogazione su questioni che sono molto gravi e sulle quali un'immediatezza sarebbe stata e sarebbe del tutto auspicabile, nel senso che io stessa avevo chiesto sia al Presidente del Consiglio che all'Assessore D'Ambrosio di poter intervenire.
Tuttavia, mi sembra che in venti minuti una questione così importante sia costretta ad essere trattata - senza essere una comunicazione dell'Assessore, perché poi noi non potremo intervenire nemmeno per i due minuti che il Regolamento prevede - nemmeno come un'interrogazione altrimenti la sottoscritta vorrebbe illustrarla, avendola presentata ieri come i colleghi che hanno presentato l'interrogazione - ritengo - debbano illustrarla ognuno ponendo il proprio punto di vista.
Pertanto, non è che io intenda chiedere un rinvio, però mi rammarico che l'organizzazione dei lavori ci abbia fatto aspettare un'oretta e in questo momento ci impedisca di trattare bene un argomento di grande interesse collettivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Vedo che c'è grande interesse per questo argomento, Presidente. Questa mattina ho letto su La Stampa che si sono registrati 17 mila posti di lavoro in meno: la ritengo un'emergenza ancora più emergenza di quella evidenziata dalla minoranza.
Oltre a questo, ci sono le crisi gravissime che non ricordiamo più tipo Olivetti ed altri licenziamenti. C'è un problema grave, quello dell'inquinamento da parte di centinaia di TIR che stanno percorrendo la Valle di Susa e distruggono l'ambiente. Ci sono altre emergenze, quali le ondate di violenza da cui è sommersa la città di Torino.
Dunque, se dobbiamo dire di che cosa dobbiamo parlare di attualità penso che anche questi siano argomenti legittimi.
Quindi, se la minoranza crede di incidere in questa maniera, allora anch'io rivendico questi argomenti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Non penso che la minoranza e chi ha sollecitato la discussione di questi argomenti questa mattina l'abbia fatto pensando di sollevare un qualsiasi argomento, e il collega Salerno è invitato a sollevare questioni importanti su cui sicuramente il nostro Gruppo avrà qualcosa da dire, come la disoccupazione, i posti di lavoro in meno, ecc., quindi avanti a sollevare ed iniziare a discutere anche di provvedimenti.
Io chiederei, invece, Presidente del Consiglio, visto che manca un quarto d'ora - poi sarà convocata la IV Commissione che ha all'o.d.g. delle consultazioni - di procedere alla discussione della legge che stavamo esaminando, in quanto non è opportuno affrontare nel quarto d'ora rimanente una questione così importante, nonostante la disponibilità dell'Assessore.
Riteniamo che questa questione, che è stata sollevata da diversi colleghi - anche noi ieri abbiamo presentato un'interpellanza urgentissima per verificare il livello e il comportamento della Regione su questi fatti e quindi, in generale, anche il rapporto della Regione con le strutture e le cliniche private - potrà essere sollevata e posta all'o.d.g. del Consiglio in un'altra seduta, certamente non in dieci minuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi sembra che i colleghi che avevano chiesto un tempo congruo per discutere il problema su cui attendono una risposta dall'Assessore D'Ambrosio, giustamente rilevino che questi pochi minuti non bastano a trattare la materia.
Chiedo che, salvo decisione contraria del Consiglio, si prosegua previa verifica del numero legale, alla trattazione della legge, così come stavamo facendo. Abbiamo già perso un'ora, per cui cerchiamo di andare avanti con la legge, presente il numero legale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Voglio solo fare una considerazione, legandomi anche a ciò che il Consigliere Salerno ha proposto come tema, quasi minacciando temi di discussione in questo Consiglio.
Io sono per auspicare che le questioni sollevate - non come minaccia ma seriamente - come temi politici siano calendarizzate ed affrontate in questo Consiglio regionale perché sono argomenti sui quali noi continuamente sollecitiamo anche la maggioranza e complessivamente il Consiglio affinché si possa approfondire l'attualità, che non è solo sanità, ma certo è lavoro, certo è inquinamento, certo è violenza, certo sono i problemi della quotidianità, nel senso corretto del termine, che ci coinvolge tutti.
Devo però dire che la questione della sanità, sollevata con interpellanza - se altri problemi sono sollevati e non di iniziativa propria del Consiglio, della Giunta vengano portati alla nostra attenzione è un tema che richiede un minimo di serenità e di tempo necessario per la discussione. E' questa la considerazione che ha portato i colleghi a chiedere il rinvio. Tuttavia, devo dire che altrettanta serenità e disponibilità richiede la legge sui Consorzi di bonifica ed irrigazione.
Non credo, Assessore, che cinque minuti in più, riprendendo l'articolato - essendoci noi dimenticati del dibattito fino a mezz'ora un'ora fa, perché abbiamo poi dovuto attendere non si sa che cosa - non sia produttivo, per cui credo di non poter accogliere personalmente la richiesta fatta dai colleghi Comunisti Italiani, ma di richiamare la dignità del Consiglio e la forza di sospendere i lavori.
Presidente, abbia la forza e l'autorità di sospendere i lavori e di aggiornarli alla prossima seduta.



SALERNO Roberto

Presidente, chiedo la parola.



PRESIDENTE

Se è per fatto personale; poi vorrei procedere, altrimenti a forza di parlare... Le do la parola.



SALERNO Roberto

E' una domanda sulla verifica del numero legale. Le chiedo se il Consigliere che ha chiesto la verifica del numero legale è presente in aula durante la verifica stessa e se le risulta che siano presenti in aula gli altri Consiglieri regionali che non rispondono. Le faccio questa domanda lei poi mi sappia rispondere.



PRESIDENTE

Le avevo già dato una risposta in modo non ufficiale, cioè non da questa posizione: il nostro Regolamento non consente interpretazioni diverse rispetto a quelle che abbiamo sempre fatto.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Procedo personalmente all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
26 Consiglieri.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Proseguimento esame disegno di legge n. 374: "Norme in materia di bonifica ed irrigazione"


PRESIDENTE

Riprendendo l'esame degli emendamenti all'art. 12 del disegno di legge n. 374, pongo nuovamente in votazione l'emendamento n. 12.2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.
Il Consigliere Chiezzi interviene sul comma secondo.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Leggo il comma secondo dell'art. 12: "Gli Enti locali, che per l'esercizio di funzioni di loro competenza utilizzino le opere di bonifica di cui al presente articolo, sono chiamati a contribuire alle spese per la realizzazione, l'esercizio e la manutenzione delle stesse, in misura proporzionale al conseguente risparmio della spesa che sarebbe altrimenti a loro carico".
Non riesco a capire cosa significa questo e come sia misurabile in modo univoco, perché si fa riferimento ad un contributo che è legato a fattori del tutto arbitrari, discrezionali e variabili. Il risparmio della spesa è riferito ad un complesso di situazioni che non vedo come possano essere individuate, perché se si usa un servizio di una struttura si riferisca al contributo, alla quantità di uso di questa struttura o a qualcosa di misurabile e non ad un evento indefinito - contribuisco secondo quanto risparmio - rispetto a cosa? Quell'"altrimenti" cosa illustra? Ci sono tanti "altrimenti" possibili nei comportamenti di un Ente locale: pu farseli lui, può fare un appalto, può fare tanti appalti o può trovare dei ribassi. C'è una serie di ipotesi molto varia. Come fa il Comune a sapere quanto ha speso? Per saperlo dovrebbe fare un progetto, pagarlo, fare un appalto, eseguire l'opera e sapere quanto avrebbe speso.
Mi sembra che in una legge non si possa lasciare indefinito il modo in cui i Comuni contribuiscono e, dato che contribuiscono ad opere (a realizzarle, alla gestione o a mantenerle), si riferisca il contributo a qualcosa di certo e non a comportamenti che non vengono indicati.
Quindi, prima di presentare un eventuale emendamento sentirei la risposta dell'Assessore e chiederei anche un parere ai tecnici se pu reggere un'indicazione di contributo così aleatoria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

E' una condizione prevista dal Regio Decreto del 1933 n. 215 che recita: "Quando dall'esecuzione delle opere di bonifica sia per derivare a Province e a Comuni un risparmio di spese che sarebbero altrimenti a loro carico, lo Stato può esigere un contributo da questi Enti indipendentemente dalla loro eventuale qualità di proprietari nei limiti del risparmio presunto e in ogni caso in misura complessivamente non superiore al quarto del contributo statale".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il caso citato del 1933, con tutto il peso del tempo, riferisce un rapporto tra Stato ed Enti locali. In questo rapporto è compreso un contributo che lo Stato versa agli Enti locali - cosa che qui non c'è: è un rapporto tra due Enti pubblici (lo Stato e gli Enti locali). Lo Stato dice: "Do un contributo agli Enti locali", poi aggiunge che, nel caso in cui gli Enti locali utilizzino delle strutture di proprietà dello Stato, se ho capito bene, si fissa il contributo, legandolo anche ad una percentuale nota che è quella del contributo che lo Stato dà agli Enti locali. Quindi non è indeterminato, c'è una parte che è indeterminata, ma quella indeterminatezza comunque è riferita a soggetti pubblici e non a Consorzi.
In ogni caso, c'è un livello di base che non può essere oltrepassato quindi c'è la certezza che il contributo sta dentro una certa cifra. In questa legge non abbiamo questo "paletto" che tranquillizza - prova a contare un risparmio in qualche modo - ma, comunque sia, il contributo non può essere, adesso non ricordo la cifra, superiore o inferiore ad un tanto per cento ad una cifra certa.
Inseriamo anche in questa legge un meccanismo di questo genere. Non è aleatorio quello scritto nel Regio Decreto, era misurato perfettamente, poi lasciava all'interno di una soglia la possibilità di fare altri conteggi ma c'era comunque la certezza di un conteggio. In questa legge questa certezza non c'è. Ogni Comune può dire che ha risparmiato tanto: ma come si fa a sindacare un risparmio che non può essere accertato da un'esecuzione di lavori, da costi e preventivi? Diventa sfuggente la norma. Invece ancoriamola ad un dato minimo, che sia individuabile, oltre o sotto il quale si lascia la libertà alle parti di determinarlo con più precisione ma una certezza sul "quantum" di questo contributo in legge bisogna darla.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Un altro comma della legge dice: "Nelle spese delle opere di competenza statale che non siano a totale carico dello Stato sono tenuti a contribuire i proprietari dell'immobile del Comprensorio che traggono beneficio dalla bonifica, compresi lo Stato, le Province ed i Comuni per i beni di loro pertinenza".
Mi sembra che la codificazione della nostra norma non vada in contrapposizione a quanto previsto dalle normative stabilite dal Regio Decreto n. 215 del 1933.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, non voglio tarpare le ali al dibattito. Io le do la parola, ma non è possibile avere sei interlocuzioni sul punto, conviene presentare un emendamento. L'Assessore ha dato una sua valutazione, lei chiede che ci sia una presa di posizione formale sull'emendamento. La finalizzazione dei nostri lavori è l'approvazione di una norma, non la produzione di pezzi di carta.
12.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 12, comma secondo, le parole da "in misura" fino "a loro carico" sono soppresse.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo di illustrare l'emendamento, perché deriva dall'ultimo intervento dell'Assessore che ci ha informato - e lo ringrazio - del contenuto del Regio Decreto.
L'Assessore, con la prima risposta, ha letto un testo del Regio Decreto che vincolava questo contributo ad una percentuale di altra cifra nota dietro la mia replica, dove facevo presente la cifra nota, l'Assessore nel suo secondo intervento ha citato un altro punto del Regio Decreto in cui lo Stato dice che i privati devono contribuire, senza più nessun aggancio.
Allora, con questo emendamento che presento, ma condivido solo in parte, sposo l'ultima tesi dell'Assessore che dice "contribuiscono". Si scelga quello che dice lo Stato; vorrà dire che il contributo qualcuno poi lo determina. Oppure si ancori, cosa che preferirei, il contributo ad una cifra certa, non dico fissa, ma certa, attorno alla quale lasciare alle parti la determinazione del contributo. Così è una dizione che non è n quella dello Stato, né rispecchia le due versioni: è una cosa assolutamente aleatoria che non darà alcun aiuto né ai Consorzi né ai Comuni per capire il risparmio che devono accertare. Mi sembra di scaricare sugli Enti di gestione un contenzioso e delle difficoltà.
La legge deve essere chiara su questi aspetti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Vorrei leggere un testo di legge della Regione Toscana, che all'art. 3 che ha il titolo "Interventi pubblici", al quarto comma dice: "Gli Enti locali che per l'esercizio di funzioni di loro competenza utilizzino le opere di bonifica di cui al presente articolo, sono chiamati a contribuire alla realizzazione e manutenzione dell'esercizio delle stesse in misura proporzionale al risparmio della spesa che sarebbe altrimenti a loro carico".
Noi ci siamo limitati a copiarlo. A me va bene l'emendamento del Consigliere Chiezzi che sopprime le parole "in misura proporzionale al conseguente risparmio della spesa che sarebbe altrimenti a loro carico".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 12.3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 12 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 25 astensioni 3 L'art. 12 è approvato.
A questo punto, voglio informare che cortesemente la I Commissione domani dovrebbe dare una valutazione sull'art. 65, perché c'è un impegno di spesa in aumento, in modo che alla ripresa dei lavori su questo articolato il Consiglio possa correttamente deliberare.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,06)



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