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Dettaglio seduta n.373 del 06/07/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana i Consiglieri Bellingeri, Casari, Farassino, Ferrero e Minervini.
Il numero legale è pertanto pari a 28.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Produzione e trasformazione dei prodotti - Organizzazione turistica - Musei

Esame testo unificato della proposta di legge n. 275 e del disegno di legge n. 291: "Disciplina dei distretti dei vini e delle strade del vino del Piemonte. Modifica alla legge regionale 12 maggio 1980, n. 37 (Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico enologici, le strade del vino)" - seguito


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del punto 6) all'o.d.g.
L'Assessore Bodo è presente; credo abbia potuto verificare con i funzionari i punti sui quali desiderava avere un ulteriore approfondimento pertanto gli cedo la parola.


Argomento:

Verifica numero legale


CHIEZZI Giuseppe

Presidente, può verificare il numero legale? Non c'è nessuno Presidente! Facciamo una verifica veloce, così da essere tranquilli.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
20 Consiglieri anziché 28 (sono in congedo n. 5 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 14.39 riprende alle ore 15.02)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Abbiamo verificato la presenza di numeri sufficienti per dare inizio ai lavori. Prego i colleghi che sono ancora nel corridoio di prendere posto.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, come ha potuto verificare questa presenza?



PRESIDENTE

L'ho verificato dal registro delle firme di presenza dei Consiglieri in numeri adeguati.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Appena, tra pochissimo, ci saranno le condizioni prego l'Assessore di svolgere l'intervento che intendeva svolgere prima.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



(Proteste del Consigliere Chiezzi per l'assenza dei Consiglieri di maggioranza)



RIBA Lido

Relativamente al numero legale che si raggiunge con affanno e che non si mantiene da parte della maggioranza, desidero esprimere un giudizio anche a nome dei colleghi delle minoranze con i quali abbiamo riflettuto sullo stato di gravissima disfunzione che incombe sul Consiglio regionale a seguito della ripetuta circostanza di non mantenimento del numero legale da parte della maggioranza. Relativamente ai lavori di oggi, in particolare su questo provvedimento che è atteso da qualche anno e che ha visto la collaborazione di tutti i Gruppi, della minoranza in particolare, per definire un progetto di legge sul distretto dei vini che ha un valore emblematico di organizzazione di una modalità di intervento regionale a supporto dello sviluppo di questo settore, noi definiamo di non chiedervi la verifica del numero legale perché relativamente a questo provvedimento lo manteniamo noi.
Naturalmente prendendo atto che la verifica già svolta nel pomeriggio ci ha portati a interrompere i lavori fino alle 15, quando la convocazione era prevista per le 14 e che il tempo rimasto sarà appena sufficiente nell'arco della giornata, per concludere l'esame e la discussione del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, anch'io mi associo all'intervento che ha test svolto il Capogruppo dei DS.
Il nostro atteggiamento e quello complessivo delle minoranze è di grandissima responsabilità, perché consente l'approvazione di un provvedimento che altrimenti non si sarebbe potuto approvare. Avremmo potuto continuare a chiedere la verifica del numero legale, constatare per l'ennesima volta che la maggioranza è disattenta ai lavori del Consiglio regionale. Non lo facciamo e credo che indipendentemente dagli interventi che il Presidente Ghigo e gli altri vorranno fare per sottolineare l'importanza della minoranza nel mantenimento del numero legale, resta di fatto che oggi i lavori del Consiglio regionale sono garantiti dalla presenza della minoranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie Presidente. Io devo dire che mi trovo in doppio imbarazzo.
Il primo imbarazzo è perché in effetti per due volte la maggioranza non ha assicurato il numero legale, ma i Consigli sono stati ripresi dopo mezz'ora. Adesso non l'abbiamo ancora ripreso, ma stamattina abbiamo ripreso dopo mezz'ora e credo che non sia un ritardo assolutamente significativo, tenendo presente - lo ripeto ogni volta, ma penso non guasti che in questa maggioranza, come in tutti i Consigli regionali, gli Assessori fanno numero legale.
In secondo luogo mi trovo in imbarazzo per le dichiarazioni del collega Riba. A parte questa disponibilità "caritatevole" che personalmente non condivido, il collega Riba quando legittimamente - legittimamente, ci mancherebbe altro! - ritiene di fare l'opposizione, non si fa indicare come correlatore a una legge! Perché se uno fa il correlatore a una legge, che è condivisa da maggioranza e minoranza, firmata Cotto e Riba, non è una concessione graziosa che il correlatore tenga il numero legale! E' un dovere che il correlatore, se fa parte della minoranza e si è fatto indicare come correlarore, tenga il numero legale! Non è una concessione, è un dovere! Altrimenti il collega Riba dice: "io faccio la scelta di fare opposizione, vi do i voti per il bene del Piemonte, ma non faccio il correlatore a un provvedimento", perché questo - mi consenta il collega Riba - non mi sembra un atteggiamento coerente. Se si fa su un provvedimento l'opposizione, si fa l'opposizione; se un provvedimento si ritiene sia tanto importante da essere un provvedimento talmente condiviso da imporre il fatto che un esponente qualificatissimo della minoranza faccia da correlatore, allora - ripeto, ribadisco - il numero legale non è una concessione graziosa in salvataggio della maggioranza, ma un atto doveroso e indispensabile per il buono e proficuo andamento dei lavori.
E' con questo spirito che a mio avviso si prosegue sul provvedimento non per concessione! Questo volevo ribadirlo, perché è una questione di coerenza. Dopodich un sacco di volte io stesso ho stigmatizzato qualche assenza da parte della maggioranza, come ho stigmatizzato i ritardi di tanti Consiglieri abituati a fare un po' troppo part-time e tante volte ho riconosciuto il ruolo indispensabile e costruttivo dell'opposizione.
Tutto riconosciuto, per carità, però su questo fatto specifico la coerenza ci impone dei distinguo doverosi.



PRESIDENTE

Mi auguro, ovviamente, che questo provvedimento possa essere approvato oggi. Do la parola al Consigliere Riba che è stato citato. Per fatto personale quindi, ritengo.



RIBA Lido

No!



PRESIDENTE

Ne ha comunque facoltà.



RIBA Lido

Sarebbe stato meglio che a questo intervento rispondesse lei o il Presidente della Giunta, perché si tratta di funzionalità dell'istituzione.
Quello che invece devo dire, non per un rimando immaginabile nei confronti del collega Ghiglia, è che io mi sono espresso a titolo di Capogruppo del Consiglio e non parlavo a titolo personale; tant'è che ho precisato, collega Ghiglia, che noi intendiamo - quando parlo di me dico "io" e non uso l'altro termine - e ho anche detto "anche da parte della minoranza".
Detto questo, caro collega, ho l'impressione che tu abbia preso uno svarione, dovuto naturalmente anche all'irritazione per la situazione in cui ti trovi per questa ripetuta mancanza del numero legale. Non esiste nessuna differenza tra un provvedimento che è stato presentato da uno o che è stato presentato dall'altro, questo è un provvedimento al quale la Commissione ha richiesto a due colleghi...



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



RIBA Lido

Ma questo non c'entra niente! Stai parlando di un'altra cosa! Non sei lucido in questo momento, stai parlando di un'altra cosa, caro collega!



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



RIBA Lido

Vedi che per non far degenerare la situazione stai parlando di una questione che mette in dubbio la tua capacità di ragionare serenamente!



(Apostrofi del Consigliere Ghiglia all'indirizzo del Consigliere Riba)



RIBA Lido

Sei alla ricerca di un pretesto polemico, caro Ghiglia! Ti dispiace che oggi, come tante altre volte, su un provvedimento importante sia la maggioranza a garantire l'agibilità dell'aula!



GHIGLIA Agostino

Sei tu che non sei lucido perché hai detto "maggioranza"!



RIBA Lido

Volevo dire minoranza! Non ho parlato a titolo personale; ho parlato a titolo della minoranza; questa situazione in ogni caso è sanzionata da una verifica sui numeri. Avrai già fatto un'indagine e avrai constatato che neanche adesso il numero legale lo avreste! Abbiamo deciso - ripeto: abbiamo deciso! - di partecipare, di garantire il numero legale a delle leggi sulle quali non eravamo né relatori n correlatori né controrelatori.
Si tratta di una questione che attiene semplicemente alla modalità di trasferire nell'aula una proposta di legge, e quindi hai usato un argomento per niente attinente! Dopodiché, siccome noi abbiamo garantito il numero legale per poter lavorare sul provvedimento, io credo che si possa passare a quello, ma francamente rilevo con disappunto che si è cercato di minimizzare ed anche in qualche maniera di controvertire contro di me, in particolare contro di me, un atto che era di responsabilità su una questione importante che la maggioranza dimostrava di non considerare per quello che era.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi; poi mi auguro che la responsabilità dell'aula ci possa permettere di andare avanti e di approvare un provvedimento che, come è stato richiamato in precedenti dichiarazioni, è atteso da tutto il Piemonte.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, mi sembra che sia acquisito che quest'aula non ha il numero legale da parte della maggioranza. Mi sembra un dato acquisito, perché...



GRIFFINI Massimo

No, non è acquisito; adesso lo chiediamo!



CHIEZZI Giuseppe

Lo chiedete? Allora lasciamo che la maggioranza verifichi il proprio numero legale! Noi non lo chiedevamo, perché era acquisito che non c'era: se la maggioranza lo chiede...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Quando eventualmente verrà chiesto...
Vi formulo l'invito ad approvare il provvedimento che è molto atteso.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Produzione e trasformazione dei prodotti - Organizzazione turistica - Musei

Esame testo unificato della proposta di legge n. 275 e del disegno di legge n. 291: "Disciplina dei distretti dei vini e delle strade del vino del Piemonte. Modifica alla legge regionale 12 maggio 1980, n. 37 (Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico enologici, le strade del vino)" - Seguito


PRESIDENTE

Passiamo alla relazione che l'Assessore intende svolgere, dopo aver fatto gli approfondimenti presso i suoi uffici.
Prego Assessore.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

L'attività istruttoria degli uffici per quanto riguarda le enoteche regionali si rifà alla delibera n. 213 del 4 giugno 1991. La deliberazione ha un allegato A...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Piano, piano, Assessore! Lei legge troppo in fretta; ci può dare il testo?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Leggerò più lentamente.
La delibera ha un allegato A che contempla le procedure. Pi specificatamente ed in modo concentrato, posso dire che alle enoteche e botteghe del vino vengono concessi contributi annuali di funzionamento per la realizzazione di programmi di attività.
Le domande si presentano entro il 28 febbraio di ogni anno, allegando il programma delle attività dell'anno in corso, il bilancio preventivo nonché il rendiconto dell'attività dell'anno precedente e relativo bilancio consuntivo.
Gli uffici, a tutt'oggi, hanno erogato il saldo 1998 ed è in istruttoria il contributo dell'anno 1999. Preciso che in Piemonte le enoteche riconosciute sono 10 e le botteghe del vino 18.
Sono inoltre concessi contributi per la costituzione di nuove enoteche e botteghe del vino; allo stato attuale, ci sono quattro domande di enoteche tese ad ottenere il riconoscimento più due di botteghe del vino.
Vi sono poi domande di enoteche per la concessione di contributi per spese di carattere straordinario, che riguardano la manutenzione l'abbellimento e l'acquisto di arredi.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
39 Consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.
Poi vi chiederei di passare all'esame dell'articolato. Prego.



MONTABONE Renato

Mi sento un po' confuso, Presidente.



(Commenti in aula)



MONTABONE Renato

Dicevo che mi sento un po' confuso, Presidente, perché si richiamano sempre all'aula dei gesti di distensione. Non c'è, spesso, il numero legale; c'è un provvedimento che si vuole discutere, ma che si condivide nell'importanza; le minoranze tutte si mettono d'accordo per, anche nel caso in cui non ci fosse il numero legale, dare aiuto alla maggioranza che non c'è quasi mai, e qui si pongono delle questioni all'aula! Si fanno delle questioni muscolari anche in questo caso.
Allora, scusate, diteci chiaramente che d'ora in avanti vi chiederemo il numero legale ogni qualvolta non ci siete! Ditecelo chiaramente questo!



MONTABONE Renato

GALLARINI E basta!



MONTABONE Renato

Ma come "basta!" Gallarini! Un quarto d'ora fa eri lì che tremavi e che telefonavi per far venire l'uno e l'altro: adesso facciamo gli altezzosi! Ma siamo qui dalle due, Gallarini! E stamattina abbiamo cominciato alle 11! Abbiate pazienza!



MONTABONE Renato

GALLARINI



MONTABONE Renato

Alle dieci e un quarto!



MONTABONE Renato

Va bene! Chiudo il mio intervento; prendo atto che anche quando c'è l'accordo a mandare avanti i provvedimenti, voi ritenete di fare le azioni muscolari.
Poiché al sottoscritto è stato chiesto più di una volta di mantenere il numero legale, d'ora in avanti, per favore, non chiedetemelo più!


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Produzione e trasformazione dei prodotti - Organizzazione turistica - Musei

Esame testo unificato della proposta di legge n. 275 e del disegno di legge n. 291: "Disciplina dei distretti dei vini e delle strade del vino del Piemonte. Modifica alla legge regionale 12 maggio 1980, n. 37 (Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico enologici, le strade del vino)" - Seguito


PRESIDENTE

Credo comunque che l'aula sia concorde nell'approvare il provvedimento sia pure con le opportune discussioni e con gli approfondimenti che saranno ritenuti necessari.
Mi pare che avessimo esaurito gli interventi, per cui possiamo passare all'articolato. All'art. 1...



CHIEZZI Giuseppe

No, Presidente!



PRESIDENTE

Ci sono ancora interventi? L'Assessore ha dato una sua risposta.
Consigliere Chiezzi lei vuole intervenire? Ritira gli emendamenti? La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Nel documento che mi è stato fornito dall'Assessore leggo che sui contributi concessi alle domande presentate entro il 28 di febbraio vengono erogati degli anticipi sino all'80% del contributo stesso.
Mi chiedo se questi anticipi siano stati dati, perché l'informazione che c'è stata resa in Consiglio, che ha portato tutti noi ad avere preoccupazione per l'impossibilità nel caso di incorporamento della legge 37 in questa legge di erogare i contributi, sarebbe di natura diversa se in effetti l'80% dei contributi fosse già stato erogato, così come dice l'allegato A della delibera del 1991.
L'allegato A della delibera del 1991 dice che i contributi devono essere richiesti entro il 28 febbraio; su questi contributi si può erogare l'80% di anticipo e poi il 20%. Volevo capire se era così, perché se è così l'80% è già stato dato. Anche perché l'Assessore ha detto che adesso è stato dato il saldo dei contributi del '98, per cui volevo sapere i tempi di questa cosa.
Se ci troviamo di fronte al pericolo di perdere tutti i contributi è un conto, ma se ci troviamo di fronte - Consigliere Gatti - al problema di erogare il saldo, dato che il saldo citato mi sembra sia stato erogato adesso, sicuramente a luglio del 2000 penso che la legge sarà ben approvata, altrimenti ci sarebbero altri problemi; di conseguenza, non ci sarebbe più l'inciampo né di fermare l'80% che è già stato dato né di fermare il 20% che è un saldo dato a metà dell'anno successivo.
Non so se i colleghi... compresa la Consigliera Cotto, perché su questo problema nessuno non vuole dare i contributi, quindi siamo tutti alla pari.
Volevo capire questo, perché se l'80% è versato e il 20% va a saldo di un consuntivo presentato il 28 febbraio del 2000, allora tutti quei pericoli cadrebbero. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Non è che l'80% sia stato dato. Si fa l'istruttoria e, una volta fatta l'istruttoria - siccome i contributi variano di anno in anno e quindi, se dovessimo applicare un metodo di quel genere, potremmo anche trovarci ad erogare dei contributi superiori ai contributi aventi diritto - viene erogato un contributo dell'80%; il saldo (20%) avviene nell'anno successivo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Qui non sono stati erogati nemmeno gli anticipi.



PRESIDENTE

Dopo questo chiarimento, all'art. 1 risultano presentati due emendamenti.
1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
All'art. 1, comma 1, inserire la seguente lettera: "i) di incentivare, indirizzare e coordinare le attività delle Enoteche Regionali, delle Botteghe del vino o Cantine Comunali, dei Musei Etnografico-enologici".
Credo che questo primo emendamento, per il discorso che lei ha fatto possiamo considerarlo ritirato.
2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: All'art. 1, comma 1, aggiungere alla fine comma la lettera l): l) "promuovere iniziative di informazione, educazione sanitaria, formazione e prevenzione sul problema delle alcoldipendenze, diffondere una corretta informazione sui rischi alla salute connessi ad un consumo eccessivo ed improprio di sostanze alcoliche".
3.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: All'art. 1, comma 1 aggiungere alla fine del comma il punto l): "l) la realizzazione di campagne di informazione sui rischi derivanti dall'abuso di alcool".
L'emendamento 2.1) rimane?



CHIEZZI Giuseppe

Sì.



PRESIDENTE

La Giunta?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

La Giunta è contraria e spiego la ragione. Perché nell'allegato alla delibera 213 del 4/6/91, a cui avevo fatto riferimento pochi istanti fa c'è un punto che il Consigliere Chiezzi può controllare - l'ultimo paragrafo prima del n. 3 delle procedure - che dice: "La realizzazione di campagne di informazione sui rischi derivanti dall'abuso dell'alcol da parte dei soggetti richiedenti rappresenta elemento preferenziale nell'assegnazione di contributi da parte della Giunta regionale".
In questo modo riteniamo un po' soddisfatto quell'aspetto; d'altra parte questa materia è in via di normativa da parte del Parlamento nazionale, di cui esistono molte proposte che sono state unificate in un testo unico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Io insisto perché l'allegato A della delibera segnala un'intenzione della Giunta, nel gestire i contributi, di dare la preferenza a coloro che realizzano anche campagne di informazione. Questo elemento di gestione probabilmente corrisponde a un ordine del giorno che era stato votato in Consiglio regionale e che ha prodotto nei comportamenti della Giunta questo inserimento di preferenza a chi svolge campagne antiabuso di alcol. Diverso è inserirlo in legge, tra le finalità di questa legge.
L'efficacia, l'importanza della norma legislativa supera di gran lunga la decisione di una Giunta di privilegiare questo o quell'intervento, che è decisione che può essere modificata dalla Giunta stessa senza chiedere nulla al Consiglio, che può essere fatta a seconda dei cambiamenti delle Giunte e via dicendo, quindi una decisione politicamente molto debole molto labile, che può finire da un momento all'altro, basta che la Giunta lo decida.
Diverso è se noi nella legge diciamo che tra le nostre finalità - e quindi di qualunque Giunta venga e comunque sia gestita - vi è quella di promuovere iniziative di informazione, educazione sul problema dell'abuso di alcol.
Quindi tecnicamente, concettualmente, politicamente sono due cose molto diverse.
Direi che la decisione della Giunta di dare quel privilegio va bene, ma è un fatto puramente di gestione, revocabile in qualsiasi momento. Qui invece la proposta che fa il nostro Gruppo è di inserire questo tra gli obiettivi, di avere iniziative di informazione ed educazione. Quindi segnalo all'Assessore che si tratta di due cose completamente diverse.



PRESIDENTE

Mi pare che sull'emendamento l'orientamento della Giunta fosse negativo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Vorrei richiamare la compatibilità con la cultura in essere ed anche con una linea di comportamento che questo Consiglio regionale aveva già tenuto. Nella scorsa legislatura, infatti, si discusse - qualche testimone c'è, il Consigliere Gallarini sicuramente - la proposta di aggiornamento dei contributi alle enoteche. Ci fu la proposta di inserire un richiamo alla necessità che l'enoteca fosse anche un luogo di promozione di una sana cultura del rapporto con i prodotti alcolici. L'Assessore Lombardi sanzionò, a titolo di rappresentante della Giunta, e poi del Consiglio, la compatibilità di questa impostazione.
Mi rendo conto, Assessore Bodo, che questo non sta nell'ortodossia dell'approccio, però inviterei a considerare che sta nell'attesa diffusa ed anche nell'ambito di una maggiore popolarità e di una maggiore capacità di rappresentare e di comunicare riguardo alle enoteche, su questioni attinenti. Poi, la saggezza, il senso della responsabilità ed anche la serenità che nasce dalla convergenza su questi argomenti, ci consentono sicuramente di fare un uso di questa indicazione - prevista per legge assolutamente finalizzato a valorizzare l'enoteca come luogo didattico e non semplicemente come l'antitesi all'abusivismo e alla repressione, per quanto riguarda l'uso del prodotto vino.
Non vedo, pertanto, questa antinomia e contraddizione o, meglio, la vedo, ma so che è compatibile e forse ne ricaveremo un vantaggio complessivo utilizzabile adeguatamente anche a favore di una maggiore diffusione dell'enoteca come luogo di educazione al consumo alimentare o luogo della civiltà del bere (richiamo quello che ho già detto stamattina citando il titolo di una famosa rivista che si occupa di questa materia).



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Su questo argomento, sul non confondere l'uso con l'abuso, sul considerare il vino come un elemento di alimentazione, si è detto molto in Commissione e si è scritto molto sui giornali. C'è stato sollievo, da parte di molti, quando si temeva che venisse scritto sulle etichette: "Il vino nuoce alla salute"; il collega Riba ricorderà le battaglie da lui stesso sostenute.
Nel momento in cui si fa una legge innovativa, che può aiutare i nostri settori, lo spirito dovrebbe essere positivo, perché è giusto dare una corretta informazione, ma occorre anche valutare l'opportunità di non scrivere qualcosa che, seppur condivisibile, potrebbe arrecare un danno.
Personalmente, unitamente al collega Gallarini, penserei di riportare in positivo l'emendamento del Consigliere Chiezzi, suggerendo di promuovere iniziative di informazione ed educazione alimentari.
Se le enoteche devono diventare, come ha detto il collega Riba - e io concordo -, dei laboratori didattici sul vino e sugli alimenti in generale ricordando che un abuso del vino nuoce alla salute, occorre anche ricordare che, ad esempio, anche un abuso di zuccheri può portare al diabete. Se andiamo a calcolare quanti cittadini muoiono a causa del diabete, scopriamo magari che il numero è superiore a quello dei cittadini che muoiono a causa dell'abuso del vino.
In quest'aula molto disattenta, dove magari se dicessi altre cose nessuno se ne accorgerebbe, proporrei questo emendamento: "Promuovere iniziative di informazione ed educazione alimentare". Se il Consigliere Riba lo approva, lo può anche sottoscrivere.



PRESIDENTE

L'ipotesi sarebbe di limitarsi alla prima parte dell'emendamento sostituendo al termine "sanitaria" il termine "alimentare"?



COTTO Mariangela

Sì, anche perché si lascia alla sensibilità delle autonomie delle singole enoteche, dei Comuni e dei vari soggetti che operano sul territorio, l'attuazione di quanto emendato. Mi sembra anche più rispettoso nei confronti del territorio. Ovviamente, ho chiesto al collega Riba essendo correlatore, ma la stessa domanda la pongo al collega Chiezzi e a tutti gli altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, non penso ci siano rilevanti differenze di impostazione sul problema.
Il problema va nominato. Bisogna nominare ciò di cui si parla: stiamo parlando dell'alcool e non della pasta, perché il problema dell'abuso di alcool è un problema che genera decine di migliaia di morti all'anno.
Apprezzo la proposta della collega Cotto che, però, secondo me nasconde il problema.
Proviamo, allora, a riproporre quello che è già stato scritto, perch su questo siamo tutti d'accordo: la Giunta l'ha scritto e l'ha approvato la maggioranza anche, perché sostiene la Giunta, noi siamo d'accordo. Dato che la questione è stata posta dall'Assessore Bodo, a pag. 3 della delibera di Giunta, proporrei di scrivere esattamente quanto l'Assessore Bodo (o Lombardi, a suo tempo) ha presentato.
Leggo il testo della delibera, al punto l), tra le finalità: "...la realizzazione di campagne di informazione sui rischi derivanti dall'abuso di alcool".
Propongo, pertanto, di inserire nel testo della legge almeno questa frase della delibera e rinuncio al mio testo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Vorrei cercare di interpretare una via di mediazione, pensando a quanto ha detto la collega Cotto, cioè di ragionare in positivo. Pertanto, invece di parlare di rischio di abuso, parlare di un equilibrato uso delle sostanze alcoliche.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Penso che possiamo essere vicini alla soluzione, se la Giunta è d'accordo, però chiederei di inserire nell'emendamento la parte che ho proposto e poi, eventualmente, aggiungere "la realizzazione di iniziative" riprendendo dall'ordine del giorno votato.
Secondo me aggiungere "promuovere iniziative di informazione ed educazione alimentare" è positivo; non volevo nascondere il problema vorrei che si dessero queste informazioni sull'educazione alimentare. Per me educazione alimentare significa abbinare bene i cibi al vino e penso che le enoteche debbano dare questo tipo di informazioni. Dopo questo primo punto, relativo all'educazione alimentare, manterrei la frase come già approvata con l'accordo della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Pur di andare avanti con i lavori accetto l'emendamento, anche se non sono convinto, perché mi sembra che andiamo ad attenuare enormemente le finalità di questo provvedimento, che al punto b) recita "di valorizzare la produzione dei vini e la denominazione d'origine". Soprattutto mi convince poco, perché venerdì scorso - vorrei chiamare a testimone il collega Moro con il quale ci siamo trovati casualmente allo stesso convegno - ad Acqui c'era un convegno sul Brachetto e un professore di medicina dell'Università di Torino, a cui era stata demandata una relazione, ha affermato che il problema della cirrosi si può manifestare dopo trent'anni che una persona beve mediamente un litro e mezzo al giorno di vino.
Detto questo, accolgo l'emendamento.



PRESIDENTE

Chiederei ai firmatari dell'emendamento di formulare una versione definitiva da sottoporre all'aula. Potrebbe essere questo il testo di mediazione: "Realizzazione di iniziative di educazione alla salute per la prevenzione dell'alcolismo e per favorire un corretto rapporto con la bevanda alcolica" "Promuovere iniziative di informazione ed educazione alimentare e la realizzazione di campagne di educazione alla salute per la prevenzione dell'alcolismo e per favorire un corretto rapporto...".
Consigliera Cotto, i due emendamenti possono essere unificati? Diventano quindi un emendamento unico: 4.1) all'art. 1, comma 1 aggiungere la lettera i): "i) promuovere iniziative di informazione ed educazione alimentare e la realizzazione di campagne di educazione alla salute per la prevenzione dell'alcolismo e per favorire un corretto rapporto con la bevanda alcolica".
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli (non hanno partecipato al voto 2 Consiglieri).
Gli emendamenti 2.1) e 3.1) sono ritirati dai proponenti sullo stesso punto.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, dell'art. 1 come modificato ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Si può esprimere qualche critica su questo testo? E' uno degli articoli per i quali mi sembra si inseriscano alcune questioni, nelle indicazioni del piano di distretto, in modo un po' slabbrato. Si dice che nel piano di distretto si definiscono indirizzi urbanistici. Questo fatto è da misurare meglio: cosa significa indirizzi urbanistici? Si aggiunge anche "di architettura del paesaggio". Mi sembra che affidare a un piano di distretto anche il compito di dare indirizzi urbanistici sia molto problematico e forse anche inopportuno, perché gli indirizzi urbanistici vengono indicati dai piani regolatori dei comuni.
Stiamo attenti, perché l'indirizzo urbanistico è di competenza di un comune, sulla base di uno strumento del piano regolatore, sulla base di procedure precise, perché comporta vincoli, edificazioni, cambiamenti di destinazione d'uso. Non so se sia utile, insieme a tutte le altre cose scritte, inserire in questo modo, dentro il piano di distretto, una responsabilità che mi sembra il piano di distretto non possa avere, anche perché chi approva il piano di distretto - all'articolo 6 - è un Consiglio di distretto conformato nel modo che vedremo.
Nel Consiglio di distretto non c'è un solo urbanista, non è richiamata una sola competenza di carattere urbanistico. Dire che dentro il Piano di distretto ci sono indirizzi urbanistici e che questo Piano di distretto è fatto da un organismo che con l'urbanistica ha nulla a che vedere, mi sembra un problema.
Di urbanistica si parla e si straparla; di Piani a sfondo urbanistico ce ne sono delle decine.
C'è da chiedersi: questi indirizzi urbanistici in cosa consistono? Sono proposte di variante al Piano regolatore? Sono dei Piani particolareggiati? Sono dei Piani di recupero? Cosa sono? A me sembra che questo sia troppo generico, e quindi che sia un elemento di confusione.
Si danno poteri che interferiscono con altri; si danno poteri non definiti (cosa mai saranno questi indirizzi urbanistici?); non solo, ma chi approva questo strumento è un organismo in cui non vi è segnalata questa competenza.
Credo di poter parlare, perché penso che l'aula debba servire anche a sentire critiche che non si sono concretizzate materialmente in un emendamento, cosa che potevo fare.
Ma dato che, come ho premesso all'inizio, anche il Gruppo dei Comunisti italiani vede con favore l'approvazione di una legge di questo tipo sollevo questi dubbi.
Ho pensato di sollevare questo elemento di critica, anche per sentire nel dibattito in aula il parere dei colleghi.
Mi chiedo se non concordino sul fatto che sia meglio non mettere questa definizione di "indirizzi urbanistici".
Oppure, se vogliamo metterla, forse dovrebbe essere messa in modo diverso e, in tal caso, dovrebbe essere variato anche l'art. 6 del Consiglio di distretto.
Quindi, io non scelgo una strada piuttosto che l'altra; però segnalo che, così come è messo, crea dei problemi, perché gli indirizzi urbanistici non li può fissare un Consiglio di distretto che non ha quelle competenze inserite, ma non può nemmeno rimanere così nel vago la dizione "indirizzi urbanistici".
L'urbanistica è già una materia complessa, ma vive di strumenti precisi per definizione.
Se si vuole assegnare la competenza di uno strumento urbanistico, la si chiami con nome e cognome; l'indirizzo urbanistico scritto così non serve a niente. Cos'è? Il Consiglio di distretto dirà che c'è un'area che deve diventare edificabile? Oppure il Consiglio di distretto potrà dire che un'area che sul Piano regolatore è edificabile deve diventare vigneto? C'è anche l'inverso.
Io penso che questo non stia nelle competenze del Consiglio di distretto così come formato.
L'art. 6 lo vediamo poi dopo, però riprende anche questo elemento; sono correlati.
Se i colleghi credono, posso anche presentare un emendamento, per prima volevo sentire le loro opinioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Sul piano formale, forse, l'osservazione del collega Chiezzi può essere giusta: anziché parlare di definizione, si può mettere "il Piano recepisce", perché la materia urbanistica non è competenza del Piano.
Però io voglio sottolineare come sia importantissimo tenere questo punto.
Non so se ricordate le varie polemiche nate dalle "Città del vino" sul nostro paesaggio. Il nostro paesaggio è collinare, molto bello, per abbruttito tante volte da delle costruzioni che non tengono conto della bellezza del paesaggio. Quindi è giusto raccogliere questa sensibilità per l'architettura del paesaggio.
Questo è un punto molto importante. In tanti Piani regolatori - mi corregga l'Assessore se sbaglio - incominciano a parlare anche del Piano regolatore dei vigneti, perché il nostro paesaggio è la ricchezza di questi Comuni del vino.
Quindi io proporrei di mantenere senz'altro il punto c) e di vedere se correttamente deve essere modificato, scrivendo "Il Piano recepisce la definizione di indirizzi urbanistici": chiedo dunque ai funzionari come bisogna scriverlo.
Quando abbiamo discusso questo punto nel gruppo di lavoro e in Commissione volevamo sottolineare la sensibilità di salvaguardia dell'architettura del paesaggio, e quindi è veramente necessario che questo punto di sensibilizzazione rimanga, scrivendolo correttamente, lasciando la competenza dei Piani regolatori a chi ce l'ha.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Forse è opportuno che si puntualizzi il senso, cioè la portata di questo comma, che è solo di indirizzo.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Ringrazio il collega Chiezzi per aver richiamato il dibattito su un punto che è sicuramente tra quelli più significativi delle prerogative delle attribuzioni che gli operatori del settore enogastronomico e vitivinicolo, i sindaci, gli operatori del territorio intendevano attribuire al Piano di distretto.
Lo dico perché era una di quelle cose ricavate attraverso una serie di riunioni con gli operatori e sicuramente deve essere detto in una maniera diversa. Adesso, Pino, bisognerà vedere come si può formulare, come si pu esprimere tale volontà.
La volontà era questa, sostanzialmente. Naturalmente, il Piano di distretto o il Consiglio di distretto non hanno nessuna funzione cogente n operativa nei confronti dell'urbanistica: ce l'hanno sul piano culturale.
Si trattava di tradurre in una norma ciò che di fatto si sta realizzando in una serie di aree comprensoriali della vitivinicoltura delle Langhe, credo anche del Monferrato, dove una serie di Comuni si stanno riunendo per definire una specie di Piano regolatore delle città del vino dei territori del vino.
L'obiettivo è quello di salvaguardare il paesaggio e di creare una subordinazione, naturalmente soltanto dal punto di vista culturale, perch dal punto di vista giuridico i Comuni hanno la loro sovranità; però, dal punto di vista culturale, c'è l'esigenza del settore ambientale enograstronomico, paesaggistico di proporre alcuni canoni che tendenzialmente, se osservati e volontariamente applicati, possono portare alla formazione di un paesaggio di alta valenza unitaria e di alta definizione dal punto di vista ambientale.
Questo è un po' come il discorso dell'arredo urbano. L'arredo urbano era di stretta competenza del Comune, ma se un organo collegiale di rappresentanza di un territorio vasto dà alcuni indirizzi che possono essere liberamente accettati, questi vengono elaborati in una sede che unifica un territorio vasto; per cui ad Asti, magari, può venir fuori un arredo urbano che sia più confacente alle caratteristiche dell'insieme del territorio, fermo restando che se il Comune non vuole, ovviamente, non c'è cogenza.
Si trattava quindi di valutare come conferire un'autorità culturale diciamo dotata di poteri di indirizzo ma senza nessuna cogenza, per individuare le caratteristiche di una gestione urbanistica finalizzata ad una valorizzazione del territorio, con particolare riferimento ad una riduzione o quanto meno al contenimento degli elementi di dissipazione ambientale che si sono compiuti.
Voglio dire una cosa ai colleghi che sono interessati a questo punto.
Si è parlato - ed è stato una delle ipotesi che se qualcuno lavorerà sulla materia urbanistica (noi lo stiamo facendo) può essere ripresa nell'ambito della legge urbanistica - di rottamazione dei manufatti incompatibili o di modifica e trasformazione dei manufatti per renderli più compatibili.
La collega Cotto, all'inizio della legislatura, aveva posto il problema della riutilizzazione delle cantine sociali, perché sono oramai dei monumenti incompatibili; altri, addirittura, sono dei capannoni che con la restituzione della cubatura in altro luogo o con un manufatto diverso potrebbero portare ad un miglioramento del paesaggio. Quindi la cultura è andata abbastanza avanti, e direi positivamente; adesso si tratterebbe di capire come possiamo inserire queste opportunità nell'ambito delle competenze di un Consiglio di distretto, senza che si dia adito, in qualche modo, a confusioni sulle competenze e sulla cogenza della titolarità della gestione urbanistica del territorio e dei Piani regolatori.



PRESIDENTE

Se intendo, il senso è di fare delle proposte, insomma.



RIBA Lido

Sì, ma non solo questo, ovviamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Presidente, mi pare che l'osservazione del collega Chiezzi sia condivisibile, nel senso che, così com'è formulato questo punto c) - non completamente, per la verità, ad ogni modo questa può essere un'interpretazione possibile - pare quasi la cessione di una quota di sovranità sulla materia urbanistica al Consiglio di distretto, che in ogni caso non avrebbe mai la titolarità perché non può essere ceduta.
Quindi credo che questa norma, così com'è scritta, vada in qualche maniera in conflitto con la legge urbanistica, perlomeno per la parte che norma i Piani regolatori intercomunali, sede per uniformare e avere un disegno complessivo.
Però da quello che ho capito, anche in base a quello che diceva prima il collega Riba e ancora prima la collega Cotto, mi pare che il Consiglio di distretto, approvando il Piano, possa sicuramente fornire delle indicazioni, cioè degli indirizzi urbanistici di architettura del paesaggio, questo sì; allora questo può restare.
Dunque, credo che questo punto c) - ne parlavamo prima con il collega Gatti - a un certo punto potrebbe fermarsi ed essere così: "c) la definizione di indirizzi urbanistici e di architettura del paesaggio, la formazione di progetti di arredo urbano e di ogni altra iniziativa volta a caratterizzare le città e i paesaggi del vino". Punto.
Mi pare che questo stia all'interno della legge urbanistica; non c'è come dire, la sensazione di togliere un potere che è delle Amministrazioni comunali, e teniamo conto del problema dell'architettura del paesaggio, che mi sembra un fatto prevalente.
Penso che poi che queste indicazioni, così come sono segnalate, possano essere acquisite dalle Amministrazioni locali, se intendono farlo attraverso uno strumento più semplice di quello della Variante al nuovo Piano regolatore, ovvero il Regolamento edilizio, dove c'è una parte sull'arredo urbano. Quelle indicazioni possono essere recepite immediatamente e più velocemente rispetto a una Variante al Piano regolatore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gatti; ne ha facoltà.



GATTI Agostino

Chiedo scusa, ma intervengo proprio per completare anche in modo lessicale l'intervento.
Quando si dice "la definizione di indirizzi", io pensavo di promuovere considerazioni e suggerimenti per la definizione di indirizzi e quindi che non sia un organo tecnico che abbia una sovranità e che possa essere poi vincolante, fermandosi poi ai "paesaggi del vino". Basta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo per la replica.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Intanto devo dire che condivido perfettamente le osservazioni che ha fatto il Consigliere Chiezzi, perché altrimenti ci troveremmo in contrapposizione due autorità che vorrebbero decidere le stesse cose (anche a mio avviso è comunale).
Se ho colto bene quelle che sono le osservazioni che sono venute fuori presenterei questo emendamento all'art. 3, comma 2, lettera c): sostituire la parola "definizione" con "proposte". Poi: sopprimere dalla parola "ivi" fino alla fine del periodo.



PRESIDENTE

Scusi, solo per comprensione: il comma diventerebbe...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Diventerebbe: "c) proposte di indirizzi urbanistici e di architettura del paesaggio, la formazione di progetti di arredo urbano e di ogni altra iniziativa volta a caratterizzare le città e i paesaggi del vino". Va bene così? L'ho recepita o no? La specificazione "del vino" mi sembra che ci voglia; là dove hanno fatto le strade del vino, ci sono, in materia di urbanistica, degli indirizzi che effettivamente... le case hanno un determinato spiovente ecc.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Colleghi, però, sapete cos'è? Che la parola "urbanistica", nel dire comune, significa destinazione d'uso delle aree. Non c'è niente da fare quando si parla di indirizzo urbanistico, significa quello: mi sembra pericoloso.
Se invece vogliamo evidenziare le cose che diceva il Consigliere Riba ovvero salvaguardia e valorizzazione del paesaggio, allora bene, facciamo questo e parliamo di "attività di salvaguardia del paesaggio, dell'arredo urbano".



PRESIDENTE

La proposta è di "architettura del paesaggio"?



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

La proposta è che un terreno diventi edificabile oppure no.



PRESIDENTE

La preoccupazione è il concetto di indirizzo urbanistico? Allora, se potessimo dire "per proposte di architettura del paesaggio di progetti di arredo urbano e ogni altra iniziativa volta a caratterizzare città e paesaggi del vino"?



CHIEZZI Giuseppe

Di salvaguardia e valorizzazione...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Io la metterei così: "la definizione di indirizzi per la salvaguardia del paesaggio", e sono d'accordo a chiuderla, come diceva prima l'Assessore, con i "paesaggi del vino".



ANGELI Mario

RIBA Lido (fuori microfono)



ANGELI Mario

Scusate, ma la ratio della legge non è solo la salvaguardia del paesaggio. Salvaguardia è riduttivo perché la salvaguardia è la risultante di un'operazione di sviluppo dell'architettura complessiva...



PRESIDENTE

Per favore, diamo la voce al collega...
Se per cortesia il collega Angeli mi trasmette il...



PRESIDENTE

ANGELI Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io direi: "per la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio".



PRESIDENTE

Paesaggi del vino? Non lo precisiamo? Paesaggi, okay.
Cortesemente, scrivetemelo, per gli uffici, altrimenti abbiamo difficoltà...
Su questa ipotesi l'Assessore concorda.
Do lettura dell'emendamento presentato dai Consiglieri Angeli e Deorsola: 5.3) all'art. 3, sostituire il testo della lettera c) con seguente: "c) la definizione di indirizzi per la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio, la formazione di progetti di arredo urbano e di ogni altra iniziativa volta a caratterizzare le città ed i paesaggi del vino".
Allora, il testo è stato illustrato, il contenuto è stato illustrato posso portarlo in votazione? Chi è favorevole all'emendamento, che chiamerò Angeli per comodità, è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli.
Sull'art. 3 ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Al punto e) si scrive: "Il miglioramento delle capacità di competizione dell'economia del distretto, tenendo conto dell'evoluzione dei territori del vino in ambito europeo".
Chiedo ai colleghi se non è meglio, invece di riferirsi ad un modo d'essere - cioè alla competizione - riferirsi ad un obiettivo, cioè quello della vitalità, della crescita dell'economia. La competizione, in sé, non vuol dire ancora nulla, mentre profonda è l'esigenza che l'economia funzioni, che cresca, che generi profitti, redditi, posti di lavoro, cosa che il semplice incremento di una competizione non garantisce.
Si potrebbe scrivere, pertanto: "Il miglioramento delle capacità di crescita e qualificazione dell'economia del distretto", sostituendo il modo di fare, che è il competere, con l'obiettivo del fare, che è il crescere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Va bene. L'emendamento diventa: "All'art. 3, comma 2, lettera e) sostituire la parola 'competizione' con la parola 'sviluppo'".



PRESIDENTE

Pertanto, il testo dell'emendamento diventa: 6.3) all'art. 3, comma 2, lettera e) sostituire la parola "competizione" con la parola "sviluppo".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 3, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Due osservazioni: la prima è sull'uso del termine "adottato" nei commi 2 e 3, quando si dice che il Piano di distretto deve essere adottato.
Questo termine è usato, di solito, per l'adozione degli strumenti urbanistici da parte del Comune ed è un termine che comporta certe procedure (pubblicazione, osservazione, ecc.). Non userei questo termine per un'approvazione, da parte del Consiglio di distretto, di un atto come il Piano di distretto; userei un altro termine, sempre per non ingenerare confusioni terminologiche. L'adozione riguarda solitamente un atto urbanistico, mentre gli altri atti si approvano, quindi penso sia meglio scrivere "deve essere approvato". Ci sarà pertanto un'approvazione del distretto, che vale per il distretto, e poi ci sarà l'approvazione della Giunta, che vale per la Giunta, perché l'adozione mette in moto dei meccanismi mentali di riferimento impropri, rispetto al Piano di distretto.
La seconda osservazione è una richiesta di chiarimento sul rapporto con il programma annuale. Il quarto comma dice, cioè: "Il Piano di distretto si attua mediante i programmi annuali di attuazione". I programmi annuali sono adottati entro il 31 dicembre, cioè c'è una concatenazione di atti che non so se sono funzionali; chiederei, pertanto di verificarlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Riguardo all'osservazione fatta, effettivamente c'è qualche problema però il primo Piano di distretto deve essere predisposto (lasciamo stare per il momento il termine "adottato") e redatto entro sei mesi dall'insediamento del Consiglio (di cui all'art. 6) ed ha durata triennale.
In seguito, deve essere approvato dalla Giunta. Bisogna, poi, cercare la concatenazione con il programma annuale.



PRESIDENTE

Presenta un'ipotesi di emendamento?



(L'Assessore si consulta con i propri dirigenti)



PRESIDENTE

Non appena il testo è definitivo lo annuncio all'aula per la votazione.
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Il problema non è risolto. Qui si dice: "Il piano di distretto deve essere assunto entro sei mesi dall'insediamento del Consiglio, di cui all'art. 6, e ha durata triennale. Per i successivi piani triennali si procede con la modalità di cui al comma tre".
Il comma 3 dice: "Il piano di distretto adottato dal Consiglio di distretto, di cui all'art. 6, è approvato dalla Giunta regionale previo parere della competente Commissione del Consiglio regionale. Il piano di distretto si attua mediante i programmi di attuazione di cui all'art. 5".
All'art. 5, il comma 1, dice: "I programmi annuali di attuazione del piano di distretto sono assunti dal Consiglio di distretto entro il 31/12 di ogni anno per l'anno successivo".
Il problema è come congegnare il primo anno, non sappiamo quando viene fuori il piano triennale, con i successivi piani triennali.
Mi fanno presente che il problema sarebbe risolto dall'art. 17, ultimo comma, dove dice: "In fase di prima applicazione della presente legge i programmi di attuazione dei piani di distretto per l'anno '99 sono adottati entro tre mesi dall'approvazione dei piani di distretto".



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Assessore, è opportuno che sospenda per qualche minuto la seduta? E' un momento di riflessione.



(Breve sospensione)



PRESIDENTE

Comunico che sono pervenuti due nuovi emendamenti presentati dalla Giunta regionale: 7.4) all'art. 4, comma 2 la parola "adottato" viene sostituita con la parola "assunto".
8.4) all'art. 4, comma 2 aggiungere le parole "e ha durata per due anni solari successivi. In seguito i piani avranno validità triennale e dovranno essere adottati entro il trenta giugno del terzo anno con le modalità di cui al comma 3".
Non scorre molto, forse è al comma 3.
La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Se scrivessimo, al comma 3: "Il piano di distretto è assunto entro il 31/3 dell'anno di competenza", credo che sarebbe la soluzione. E' il comma 3 che deve essere modificato.



PRESIDENTE

Provo a riassumere i due emendamenti che riguardano entrambi il comma due, che verrebbe così congegnato: "Il primo piano di distretto deve essere assunto entro sei mesi dall'insediamento del Consiglio di cui all'art. 6 e ha durata triennale. Per i successivi piani triennali si procede con le modalità di cui al comma 3 entro sei mesi dalla scadenza di quello precedentemente adottato".
Entro sei mesi dalla scadenza vorrebbe dire che resterebbe un periodo vacante di sei mesi. Direi "nei sei mesi precedenti la scadenza".



(Breve consultazione tra l'Assessore Bodo il Presidente Deorsola e i dirigenti del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Io preferirei lasciare il comma 2 così com'è, con le modifiche sulla parola; se credono, "assunte" invece di... Però, mi sembra che la proposta del Consigliere Angeli sia più corretta, per questo motivo.
Noi dobbiamo tentare di ragionare a regime, con un Consiglio del Distretto che da anni è in carica e quindi produce Piani triennali all'interno dei quali vi sono i Piani annuali di realizzazione; occorre cioè, normare questo regime.
Dato che questo regime prevede la scadenza del 31/12 per uno degli atti che è il programma annuale, fissata questa scadenza - 31 dicembre - è bene nell'arco di quell'anno, prevedere la scadenza entro la quale il programma il Piano di distretto deve essere approvato, in modo che ci sia poi il tempo di fare il primo Piano annuale, il secondo, e il terzo.
Quello che manca è questa scadenza. Penso che sarebbe bene indicarla sia essa il 31 marzo, come propone il Consigliere Angeli, o il 30 giugno ma - ripeto - è bene fissarla, in modo che il Consiglio di distretto sappia che, scaduto il vecchio Piano triennale, occorre predisporre il nuovo Piano entro il 31 marzo, in modo che il 31 dicembre, visto il Piano, ci sia l'altra procedura.
Quindi la norma transitoria la lascerei tale e quale, perché al momento non sappiamo questa legge quando sarà approvata. Ben venga dunque la norma del comma 2 che dice: "Per la prima volta, si faccia l'approvazione entro sei mesi", così come va bene la norma transitoria dell'art. 17 che prevede che anche i programmi di attuazione vengano fatti entro tre mesi dall'approvazione...
Il primo entro tre mesi; però lasciamo lì questo regime transitorio e non leghiamolo ad una routine, come mi sembra porti a fare l'aggiunta al comma 2 in coda, dicendo: "In ogni caso, scaduto il Piano di distretto...".
In questo caso è il primo Piano di distretto che non sappiamo quando scadrà, perché non sappiamo quando la legge andrà in vigore, per cui per una volta potrà anche può cadere in modo balzano all'interno dei 12 mesi.
Pazienza (per una volta), ma non leghiamo questo fatto in modo stabile dicendo che "comunque bisogna approvare il nuovo Piano di distretto entro sei mesi dalla scadenza del primo", perché il primo non so quando scadrà, e magari scadrà in una situazione che non sta a fagiuolo con la scadenza del 31 dicembre Segniamo dunque le scadenze pulite, quelle a regime: 31 dicembre e un'altra data a metà anno, grosso modo, per il programma triennale di Distretto, quindi fatto una volta ogni tre anni. Il regime transitorio lasciamolo transitorio; poi le cose si metteranno a posto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Il problema è che dovremmo arrivare al 31 dicembre, quindi il primo Piano ha una validità che invece di essere triennale ha una validità ed una durata per i due anni successivi; per cui, se tu lo adotti ad aprile maggio o giugno ha una validità per altri due anni, così arrivi al 31 dicembre. Successivamente, il Piano ha una durata triennale e deve essere approvato al 31 marzo.



PRESIDENTE

Mi pare che questo chiarisca...



GATTI Agostino

Quindi, la dizione finale sarebbe: "Il primo Piano di distretto deve essere adottato entro sei mesi dall'insediamento del Consiglio e ha durata per i due anni successivi. Successivamente, i Piani avranno validità triennale e dovranno essere adottati entro il 31 marzo con le modalità di cui al comma 3".
Per cui, è l'anello di congiunzione al 31 dicembre.
Ripeto: viene adottato ed ha validità due anni successivi. Può avere due anni e due mesi, due anni e sei mesi, due anni e sette mesi, la prima volta; successivamente, ha validità tre anni. Quindi il problema è risolto con "la durata per i due anni successivi": completa il primo anno con i due anni.



PRESIDENTE

Se cortesemente lo può mettere per iscritto, in modo da lasciarlo agli uffici...
Questo emendamento risponde anche alle valutazioni della Giunta?



(Commenti e consultazioni in aula)



PRESIDENTE

Forse abbiamo trovato la soluzione: chiederei conferma ai colleghi più interessati al problema. L'Assessore propone che il termine "adottato" venga sostituito con "approvato".
Il comma 2 viene ad essere "Il primo piano di distretto deve essere approvato entro sei mesi dall'insediamento del Consiglio di cui all'art. 6 e ha durata per i tre anni solari successivi. In seguito, i piani avranno validità triennale e dovranno essere adottati entro il 30 giugno del terzo anno con le modalità di cui al comma 3".
Questo mi pare che riassuma adeguatamente la proposta leggermente modificata del collega Gatti; preciso che la sostituzione è valida ogni qualvolta compare all'interno dell'intero testo unificato del progetto di legge la parola "adottato".
L'emendamento è dunque il seguente: 7.4) all'art. 4, comma 2 la parola "adottato" viene sostituita con la parola "approvato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione la seguente modifica apportata all'emendamento n.
8.4): 8.4) all'art. 4, comma 2 aggiungere le parole "e ha durata per i tre anni solari successivi. In seguito i piani avranno validità triennale e dovranno essere approvati entro il 30 giugno del terzo anno con le modalità di cui al comma 3".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Il comma 3 rimane invece inalterato.
Si proceda dunque alla votazione per alzata di mano dell'art. 4 come emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 9.5) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: All'art. 5, comma 1 sostituire la parola "adottati" con la parola "approvati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 5 come emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 10.6) Emendamento presentato dal Consigliere Riba, Angeli e Miglietti: All'art. 6, comma 2, lettera g), sostituire le parole "due Sindaci" con le parole "tre Sindaci".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Prima ci sarebbe la discussione generale sull'art. 6.



PRESIDENTE

Siamo sull'art. 6: discussione generale.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Avrei da fare delle osservazioni di carattere generale su questo articolo, anche legate a questo emendamento Riba.
Scorrendo la composizione del Consiglio di distretto, mi sembra che ci siano previste delle delegazioni sulle quali è difficile fare una previsione quantitativa.
Ci sono delle lettere - la m), la n), la r) - dalle quali non si capisce quanti rappresentanti possano derivarne. Io penso che un organismo di questo genere debba avere un numero definito di componenti. Non sono in grado di sapere, leggendo la composizione del Consiglio di distretto, di quante persone è formato lo stesso: penso che in legge questo debba essere precisato.
In particolare, mi sembra che occorra modificare i punti m), n) e r) precisando il numero di componenti. Grazie.



PRESIDENTE

Quello che pone il collega è un problema di tecnica legislativa; in sostanza, lui dice: o li determiniamo immediatamente o li determiniamo in relazione a quanti saranno questi organismi. La richiesta è per una maggiore certezza nel determinarli, anche a costo di ridurli.
Se i Consorzi di tutela fossero - non lo so - dieci, il collega dice: noi diciamo dieci. Però se poi se ne aggiunge un altro, abbiamo difficoltà ad escluderlo. Cioè la sua proposta è di individuare il numero di Consorzi o di individuare un numero minore rispetto ai Consorzi esistenti? Solo per comprensione.



CHIEZZI Giuseppe

Individuare un numero; sia quel che sia, ma un numero deve esserci. Ad esempio, la lettera l) dice: "fino a tre rappresentanti delle botteghe del vino": è un modo, però è un modo preciso. Io non so se le botteghe del vino siano due o una o dieci, però è corretto scrivere fino a tre; si potrebbe scrivere fino a cinque, fino a quindici, ma allora è certo il numero massimo di componenti.
Invece, nelle tre lettere che ho citato, questo è assolutamente indeterminato, anche per i risvolti di spesa successivi, il costo di attuazione di questa legge, che dipende dal numero di componenti e via dicendo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sulla lettera m) e sulla lettera n) conosciamo il numero: sono rispettivamente dieci e due. Invece dove credo che in questo momento non sia possibile dare un numero è sulla lettera r).
Mettiamo uno o due sulla lettera r)? Fino a due? Allora diciamo: fino a dieci per i Presidenti di tutte...; fino a due per un rappresentante di ognuna delle due Associazioni di produttori agricoli nel settore vitivinicolo riconosciute ai sensi della legislazione vigente; uno, due o tre rappresentanti degli organismi associativi formalmente costituiti per l'attuazione e la gestione delle strade del vino.
Consigliere Riba, cosa ne pensa? E' poi un consiglio, questo; due in più o due in meno non credo che cambino molto la situazione.



RIBA Lido

I Consorzi per la tutela dei vini d.o.c., sulla base della nota legislazione e della situazione di fatto, si sa quali sono e si sa che per un organismo del Distretto dei vini è difficile escludere qualche Presidente dei Consorzi di tutela. Sono dieci in tutto il Piemonte, per la verità, divisi in due Distretti, e sono già quattro o cinque da una parte e quattro dall'altra. Per esempio: il Consorzio di Barolo, Barbaresco Dolcetto, Nebbiolo è un Consorzio solo; volendo potrebbero anche farne quattro, ma è più probabile che ne facciano uno solo, però è un organismo che può avere una geometria, dal punto di vista del numero, variabile.
Sarebbe assolutamente non funzionale escludere un Presidente di un Consorzio di tutela, anche perché i Consorzi di tutela non sono robe piccole, sono robe mastodontiche, dal punto di vista della prerogativa e della rappresentatività.
Per quanto riguarda le strade del vino, c'è un disciplinare che ne prevede la costituzione; non avere nell'organismo di Distretto i rappresentanti dei Consorzi per le strade del vino che si sono costituiti sulla base della legge stessa, diventerebbe anche difficile da sostenere in qualche maniera. Poi non lo so, se l'orientamento è che bisogna precisare il numero... Ma perché bisogna precisare il numero, se si tratta di funzioni assolutamente definite e chiaramente non modificabili attraverso degli atti di scarsa rilevanza?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Solo per ricordare che questa discussione è già avvenuta, non so se nel gruppo di lavoro o in Commissione, e si era convenuto sull'opportunità di non limitare il numero, per quanto riguarda il Consiglio, tenendo presente che poi, al punto 4), c'è scritto che "il Consiglio elegge al suo interno il Presidente e il Comitato esecutivo composto da 12 membri"; di conseguenza, può poi essere un organismo snello che decide, che va avanti prende iniziative. E quindi eravamo per allargare la partecipazione.



PRESIDENTE

Praticamente, essendo individuabile per relazione, può restare anche la formulazione attuale, se l'aula lo ritiene. Cioè non sarebbe un elemento di confusione.
Allora possiamo portare all'attenzione dell'aula e votare l'emendamento col quale si chiede di portare da due a tre i Sindaci per ciascuna delle Province, designati a maggioranza semplice? Mi pare che la Giunta sia d'accordo.
Pongo pertanto in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli.
L'altra osservazione formulata dal Consigliere Chiezzi può essere ritirata? Possiamo lasciare così com'è il testo? D'altronde non è che ci siano elementi di confusione, perché gli elementi per individuare chi ha titolo...



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, il Consigliere Riba ha appena proposto una modifica alla composizione del Consiglio di distretto, modifica che ha una ragione politica. Infatti, proponendo di portare a 3 il numero dei Sindaci, intende aumentare il loro peso all'interno dell'organismo che approva il Piano di distretto.
Questo è un organismo politico in cui i pesi delle rappresentanze hanno loro ragioni ed un loro equilibrio.
Indicare questi pesi vuol dire semplicemente avere contezza di cosa si sta costruendo; non so se il Consigliere Riba sarebbe d'accordo se, ad esempio, i rappresentanti degli organismi di strada fossero, in maggioranza, del Consiglio di distretto, cosa che, in via teorica, pu avvenire.
Ognuno fa la sua strada, elegge il suo rappresentante e alla fine, su 55 membri, può darsi che ci siano 50 altri membri di associazione di strada che decidono il Piano di distretto.
Il numero, allora, è politica; non so se l'associazione di strada moltiplicando la propria presenza, possa contare più dei tre Sindaci che il Presidente Riba ha proposto.
Per questo motivo chiedo il numero, per me potrebbero anche essere 100 i rappresentanti delle strade del vino, ma diciamocelo. Non si può dire che non conta, perché altrimenti non contano nemmeno i 3 Sindaci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Per quanto riguarda i Presidenti dei consorzi di tutela e i rappresentanti dell'associazione, possiamo lasciar stare perché non è un grosso numero; limitare, invece, i rappresentanti degli organismi associativi a 3 o a 2. E' d'accordo, Consigliere Chiezzi? Effettivamente la tutela dei vini è una cosa importante.
L'emendamento sarebbe allora alla lettera r), inserendo: "3 rappresentanti degli organismi associativi".



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, se mettiamo il numero 3, perché manteniamo, per le botteghe del vino, "fino a 3"?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Mettiamo 3 anche lì.



PRESIDENTE

L'Assessore è d'accordo nel modificare il punto l), che diventa: "3 rappresentanti delle botteghe del vino".
Do pertanto lettura dell'emendamento presentato dalla Giunta regionale: 11.6) All'art. 6, lettera r) aggiungere la parola "tre" e alla lettera l) sopprimere le parole "fino a".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 30 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione dell'art. 6, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 ART. 7 La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, solo per osservare che non vengono quantificate queste spese. Mi sembra che una legge che non chiarisce i propri costi sia una legge priva di un elemento essenziale di giudizio. Di questi organismi (i Presidenti dei distretti, il Presidente dell'enoteca, i componenti degli organismi esecutivi dei distretti) non si dice nulla circa i compensi e i rimborsi, quindi non si dice quali siano le spese a cui la Regione va incontro, in conseguenza della formazione di questi organismi. Secondo me vista anche la dimensione di questi organismi, sarebbe utile invece dare qualche indicazione e mettere qualche paletto, perché così la Giunta potrebbe decidere qualunque cosa. E' una legge in cui non si sa l'impegno di spesa neppure per questi organismi a cui diamo vita; penso che dei riferimenti bisognerebbe trovarli. Poi, la Giunta delibera, ma dei riferimenti bisogna trovarli.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

A me sembra che non venga quantificato in nessuna legge. Qui si faceva riferimento ad un provvedimento della Giunta per avere una visione complessiva degli emolumenti e i rimborsi spese che vengono applicati in linea generale alle varie Commissioni. Oggi una quantificazione mi pare difficile poterla fare.



PRESIDENTE

L'esigenza sottolineata è di avere una chiarezza sul limite massimo, ma credo anche sul limite minimo, nel senso che sia il giusto compenso.
Tecnicamente, chiedo solo se al punto 2) spetta "il" rimborso delle spese che può essere poi stabilito in misura forfettaria, o "un" rimborso spese.
Il concetto, in genere, del rimborso spese è che sia a fronte di documento giustificativo, che può avere poi una forfetizzazione.
La proposta del Consigliere è di collegare a qualche compenso in atto?



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non sappiamo se ciò comporterà una spesa di un miliardo oppure di un milione!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Gli uffici mi fanno presente che solitamente si fa riferimento alla legge n. 33, per quanto riguarda la questione dei gettoni di presenza. Poi vorrei far presente che, in questo caso, bisogna distinguere quali sono gli organi esecutivi da altre componenti. Secondo il mio parere è una materia che dovrebbe essere regolata dalla Giunta, come vengono regolate altre situazioni di questo genere.



PRESIDENTE

La richiesta del Consigliere Chiezzi era di trovare un collegamento ad attività similari che possono essere - non voglio suggerire - attività di Commissione, di gettone.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, dato che dobbiamo decidere se dare un compenso o meno posso essere d'accordo a darlo o a non darlo se conosco il livello del compenso. Se si decide di dare un miliardo al mese io presento un emendamento contrario, ma devo saperlo. Come posso accettare di votare che si darà un compenso mensile? Chiedo quanto, grosso modo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai beni ambientali

Il problema è sapere come si danno i compensi; per quanto una valutazione di carattere politico, purché sia detto, non è un'attività gratuita. Nell'ambito di tutto ciò che va compensato le determinazioni vengono regolamentate dagli stessi partecipanti alle strutture, non tanto per autogratificarsi, ma per il calcolo esatto dell'impegno che viene mantenuto.
L'impegno che viene mantenuto si svolge sia a livello di attività operativa, sia a livello di riconoscimento del livello di qualità attraverso la partecipazione.
Ho chiesto di intervenire perché nell'ambito della questione è in atto non dico una revisione, ma una rilettura di tutto ciò che rappresenta i compensi agli amministratori delle partecipate. Nella fattispecie si tratta di una società partecipata. Bisogna riconoscere un compenso fisso oltre i gettoni di presenza? Il compenso fisso è giustificato da spese intrinseche che chi partecipa a questo livello deve sopportare. Mi sono trovato di fronte a due occasioni, quindi non intervengo né pro né contro per dire come il problema potrebbe essere esaminato, fermo restando che deve essere detto che comunque il compenso va riconosciuto e non quantificato adesso tranne che non ci siano tutti gli elementi oggi per quantificarlo.
Per l'IPLA si è determinato che l'attività del Presidente è tale che comporta una presenza che diventa proprio di attività di lavoro quantificando anche le ore, mentre i Consiglieri, che avevano il fisso potrebbero essere coinvolti maggiormente se il livello del compenso delle sedute va a dare ragione all'attività di lavoro così determinato.
Ieri c'è stata l'assemblea della SITO e durante l'assemblea nell'approvazione del bilancio si sarebbe dovuto determinare il nuovo modo di considerare il compenso: ci siamo trovati di fronte, tutti quelli che partecipavamo all'assemblea avendone il titolo, alla richiesta di aumento del compenso fisso, aumento del compenso del gettone di presenza. Mi è parso di dovermi opporre, a nome e per conto della Regione (si è allineata con questa impostazione anche la Finpiemonte); essendo un'aliquota bassa quella da cui si parte per avere il compenso, ma su un'attività molto alta pur essendo dell'1,7% l'aliquota che dava i compensi, il compenso era altissimo.
Mi sono quindi permesso di dire che non avrei votato l'aumento di tutte le aliquote di compenso, che mi sarei astenuto perché non volevo incidere più di tanto quando già il Consiglio determina per proprio conto. Chiedendo una sospensione di sei mesi si può trovare il modo per giustificare tutto ciò che riguarda i compensi.
E' stato fatto così, quindi ho chiesto di intervenire per dire che in effetti nel testo della legge non è del tutto errato dire che comunque il compenso va dato, ma se ci sono elementi anche di proposta da parte del Consiglio per determinare la quota del compenso, indipendentemente dal fatto che l'Assessore abbia o no esplicitato qual è il valore del compenso che potrebbe essere dato, che venga fuori! Non può essere un'ipotesi.
Per le partecipate vogliamo leggere tutte le aliquote dove c'è uno sfalsamento continuo fra una partecipata e l'altra? Da cosa determiniamo il valore? Attraverso una percentuale per quello che rappresenta il valore amministrativo che il settore rappresenta? Sono domande retoriche, non chiedo scusa per essere intervenuto, ma siccome il problema è scottante, mi pare che il contendere potrebbe trovare una soluzione ragionevole nel dare giustificazione alla proposta dell'Assessorato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

E' vero che nè i compensi nè i rimborsi sono quantificati, tuttavia faccio presente che all'art. 17, che è il dispositivo finanziario, il comma 3 dice sostanzialmente che per tutte le spese di distretto, quindi per i due Presidenti dei distretti e il Presidente dell'enoteca, per tutti i componenti i Consigli esecutivi, per tutte le spese che riguardano la redazione dei piani, complessivamente l'ammontare è sui 300 milioni. In ogni caso quella cifra non può essere superata.



(Commento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Noi abbiamo un precedente nella nostra legislazione regionale che è quello dei Consigli direttivi dei parchi in cui si individua uno spazio.
Non voglio dare un suggerimento, ma voglio solo ricordare che la nostra legislazione regionale conosce l'art. 15 della legge relativa ai parchi e riserve, la legge 12/90 che individua questa ampiezza da un tredicesimo ad un quarto dell'indennità lorda del Consigliere regionale. Questo per il Presidente dei parchi.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Credo sia abbastanza difficile da individuare, perché la Giunta non ha al momento ancora la cognizione di quello che sarà il vero impegno che, in particolar modo, i tre Presidenti dovranno esercitare nell'ambito delle attività dei distretti dei vini e delle enoteche regionali.



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi ritiene di presentare un emendamento?



CHIEZZI Giuseppe

All'art. 7 si dice "spetta un compenso mensile...": se non siamo in grado di mettere un riferimento, anche a forcella, di cifra, allora torniamo in Consiglio, si scriva "con deliberazione del Consiglio regionale" in modo che torni in aula.



PRESIDENTE

Non per diminuire il ruolo del Consiglio, ma dato che è più materia d'esecutivo, potrebbe esserci anche un passaggio in Commissione.



CHIEZZI Giuseppe

No, no: il compenso si vota in Consiglio.



PRESIDENTE

La proposta del Consigliere è di sostituire "Giunta regionale" con "Consiglio regionale".



RIBA Lido

Devo porre una questione.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Riba.



RIBA Lido

Quando si è discusso di questo aspetto, che aveva una sua complessità ed è riemerso in più discussioni, si era inteso affermare l'impostazione (neanche il principio) che l'attività di partecipazione agli organismi di distretto avesse un carattere sostanzialmente gratuito, con il solo rimborso spese (ovvero i chilometri, ecc.): il "rimborso spese" ha un significato, una definizione ed un tetto ben preciso).
Relativamente ai due Presidenti, si era inteso parlare di un compenso nell'ambito di quelli normalmente - e riduttivamente fin che si vuole riconosciuti per gli Enti strumentali della Regione, perché non si tratta di Enti di natura economica, che possono definire il compenso autonomamente; avendo la natura giuridica della società privata ai sensi del Codice Civile, se non è previsto dalla norma istitutiva, non può essere attribuito un compenso in misura forfettaria o inteso come rimborso forfettario.
Ciò può essere fatto prendendo come riferimento il più piccolo tra i nostri Enti strumentali oppure i gettoni delle Commissioni, comunque prendendo una forma la cui definizione non era stata ritenuta di competenza del Consiglio, in quanto, sulla base di una quantità di situazioni, per analogia, la Giunta poteva utilizzare quella più congrua; eventualmente se lo si ritiene - riferendone a qualcuno, ma mi sembrerebbe persino riduttivo che sia il Consiglio a definire il compenso del Presidente di distretto, che tutt'al più può essere di 500.000 o un milione al mese.
Vediamo se non è possibile giuridicamente definire questo adempimento in una maniera che, alla fine, non sia neanche mortificante per il Consiglio: fare una legge in cui si delibera che il compenso è compreso tra 500 e 700 mila lire, tra 1 milione e 2 milioni al mese...



PRESIDENTE

Diciamo "sentita la Commissione "...



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



RIBA Lido

Credo che non sarebbe proponibile, perché bisogna pure che ci sia una razionalità analogica. Non trattandosi di Enti economici, non possono essere utilizzati compensi...



(Commenti in aula)



RIBA Lido

In questo caso si trattava di consentire... Altrimenti non ne trovano nessuno, se non qualcuno che ci va per un interesse personale.
La soluzione potrebbe essere quella di restare all'interno di una situazione analogica, riferendo in qualche maniera preventivamente ad un organo del Consiglio, alla Giunta...
Vediamo come metterlo, ma senza inserirlo nella legge...



CHIEZZI Giuseppe

Io non ho chiesto questo; ho chiesto: quanto fa?



RIBA Lido

Facciamo in modo che nella legge non ci sia un carico, perché l'ordine a cui si pensava era di quell'entità; forse 500.000 sarà un po' poco perché al netto delle imposte non gli resterà niente, ma...



PRESIDENTE

Sentiamo la proposta dell'Assessore; prego.



(Commenti in aula)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

La proposta che intendo fare al comma 3 dell'art. 7, è quella di aggiungere a "sono definite dalla Giunta regionale", la frase "informata la competente Commissione consiliare".
Se questo può essere di mediazione fra le varie posizioni...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Peraltro "sentita" non è vincolante.
Pongo dunque in votazione l'emendamento testé formulato, il cui testo recita: 12.7) all'art. 7, comma 3 dopo le parole "Giunta regionale" sono introdotte le parole "sentita la Commissione consiliare competente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto, dell'art. 7 come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 10 è approvato.
13.III) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: il titolo del Capo III è così modificato: "CAPO III. Disciplinare delle strade del vino. Enoteca del Piemonte".
L'emendamento è ritirato dai proponenti.
ART. 11 Come dichiarato inizialmente, sono altresì ritirati i seguenti emendamenti sempre presentati dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: 14.11) all'art. 11 sostituire il Titolo con il seguente Titolo: "Enoteche regionali".
15.11) All'articolo 11 prima del comma 1 inserire il seguente comma: "1. L'amministrazione regionale, riconosce, promuove, e incentiva le Enoteche Regionali che presentino i seguenti requisiti: a) siano costituite con atto pubblico, con la partecipazione di Enti pubblici o di diritto pubblico b) presentino vini piemontesi a denominazione d'origine controllata, a denominazione d'origine controllata e garantita e a denominazione geografica, in idonea sede, aperta al pubblico, che possieda requisiti storici, artistici e architettonici c) sviluppino un'azione di conservazione e documentazione della cultura contadina, anche al di fuori dell'ambiente vitivinicolo d) svolgano, senza fini di lucro, un'azione tendente a valorizzare e a promuovere la conoscenza e il consumo, anche in relazione agli accostamenti con la tradizionale gastronomia piemontese e) ciascuna Enoteca Regionale, per le selezioni dei vini, si avvale di una commissione tecnica, che opera secondo la metodologia stabilita dalla Giunta regionale ai sensi del successivo art. 6".
Tali emendamenti vengonoritirti dai proponenti.
16.11) Dopo l'articolo 11 inserire il nuovo articolo 11 bis: "Art. 11 bis. (Botteghe del vino o Cantine comunali) 1. L'Amministrazione Regionale riconosce e incentiva le Botteghe del vino che abbiano i seguenti requisiti: a) siano promosse da Enti locali, da viticoltori associati o da Cantine sociali cooperative b) adottino per la selezione dei vini la metodologia stabilita dalla Giunta regionale ai sensi del successivo art. 6".
17.11) Dopo l'articolo 11 inserire il nuovo articolo 11 ter: " Art. 11 ter. (Musei etnografico-enologici) 1. L'amministrazione regionale riconosce, promuove, incentiva, secondo la normativa statale e regionale in materia di Musei, i Musei Etnografico enologici che presentino i requisiti richiesti dalla normativa suddetta.
2. L'Amministrazione regionale può acquisire, attraverso donazione comodato o lascito testamentario, Musei di privati." 18.11) Dopo l'articolo 11 è inserito il nuovo articolo 11 quater: "Art. 11 quater. (Criteri, metodologie, piano delle Enoteche, Botteghe Musei, coordinamento) 1. La Giunta regionale, sentito il Comitato consultivo regionale per la vitivinicoltura di cui alla legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63, art.
22, stabilisce: a) i criteri per la composizione delle commissioni tecniche di cui all'art.
2 della presente legge b) la metodologia per la selezione dei vini, di cui agli art. 2 e 3 della presente legge.
Inoltre la Giunta regionale elabora il piano delle Enoteche regionali delle Botteghe del vino e dei Musei etnografico-enologici, assicura il coordinamento delle attività delle Enoteche Regionali".



PRESIDENTE

Tali emendamenti vengono ritirati dai proponenti.



PRESIDENTE

Si proceda dunque alla votazione dell'art. 11 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 11 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 12 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 13



PRESIDENTE

Sull'art. 13 ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sull'art. 13 ho qualche dubbio sulla proposta che il Consiglio di distretto disciplini, tra le altre cose, anche questa: "Il Consiglio di distretto stabilisce standard minimi di qualità delle strade del vino".
Stento a capire questa indicazione, in cosa consista lo standard minimo di qualità delle strade del vino. Cos'è? Fissa una sezione di carreggiata? Deve avere una carreggiata di almeno 6 metri e 50? La strada deve avere una banchina? Deve avere una banchina ciclabile? Il pietrischetto bitumato deve avere una certa granulometria? In cosa consiste? Oltre tutto, gli standard minimi devono poi essere osservati. E allora, è un Consiglio di distretto che decide di allargare le strade? Di raddrizzare le strade? Di attrezzarle con quale tipo di...? Capisco la segnaletica; capisco tante cose, però questa è molto generica, tanto generica quanto poi cogente. Stabilisce standard minimi: tutte le strade del vino devono essere larghe 10 metri e 50. Lo stabilisce e poi? Mi sembra che le caratteristiche delle strade del vino siano già ampiamente descritte nell'art. 12: "Le strade del vino sono percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi sistemi indicatori, lungo i quali insistono valori naturali e culturali, vigneti, cantine, ecc. ... Le strade costituiscono uno strumento... hanno tra i loro scopi... Le attività di accoglienza, ecc., ecc.".
E poi non capisco. Io, questo, proporrei di toglierlo: o precisiamo a cosa ci riferiamo, "che stabilisce standard minimi"... però, se non è così... Non riesco a farvi qualche esempio che abbia una possibilità di essere realizzato, se non quelli già scritti nell'art. 12, ben scritti direi. Per cui proporrei di togliere questo comma b).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Compagno Chiezzi, ci legano tanti rapporti complicati, non li complichiamo con le strade del vino. Comunque, il problema era questo adesso vediamo se una lettura collegiale del Consiglio riesce a definire il concetto meglio di come c'era riuscita la lettura della Commissione con la precedente impostazione dei tecnici con vari compiti.
Il problema era questo. Per quanto riguarda le strade del vino, c'è una legge nazionale in itinere, ed è stato utilizzato il testo della legge nazionale; la legge è in itinere, non è ancora stata approvata, che io sappia, non so se in seguito sia intervenuta un'approvazione. E' stata approvata? Non è stata approvata.
Dato che qui continuavano ad andare avanti con l'idea della legge nazionale, che utilizzava i criteri delle strade del vino francesi, che sono gli unici che le hanno fatte (Borgogna e dintorni), allora nel testo si è utilizzata una parte della definizione che è nel testo di legge nazionale, che ha dei significati indubbiamente più comprensibili per gli addetti ai lavori che motivano il tuo dubbio e sul quale ho una spiegazione, ammesso che possa essere in parte sufficiente.
Dicendo "stabilire gli standard minimi di qualità delle strade del vino", si intendeva esattamente stabilire quali sono gli standard minimi di qualità di offerta, di organizzazione, di allestimento delle aziende vitivinicole che chiedono di far parte delle strade del vino.
In Italia l'idea delle strade del vino è nata dalla Toscana, dove hanno creato dei percorsi lungo un asse di cantine fatte in strutture medioevali e post medioevali; la Toscana si basa molto su grandi aziende (il Chianti è tutto così) e loro hanno una segnaletica della strada non intesa nel senso materiale, ma intesa nel senso dell'organizzazione concettuale di un percorso, dove è indicata quella dei Conti tali, quella dei Marchesi tali quella degli altri meno Marchesi, ma comunque che abbiano dei quarti di lignaggio da proporre.
Ovviamente non si voleva fare una questione che avesse questo tipo di aristocratico distacco dalla realtà delle nostre situazioni, ma nello stesso tempo che indicasse un minimo di standard per cui non qualsiasi azienda che chiede di aggregarsi possa essere aggregata perché magari il cortile non è igienico, ecc. Quindi il concetto è questo: dirlo; bisogna vedere come lo si dice, in modo che sia chiaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente Riba anche perché ha chiarito che, come avevo inteso io, era proprio del tutto un errore. Allora forse, se ho capito bene, si potrebbe scrivere una cosa di questo genere: "stabilisce standard minimi di qualità delle funzioni e delle attività servite dalle strade del vino". La qualità è che io, se invoco una strada del vino, il fatto che sia larga dieci metri o sei metri non conta nulla, però so che troverò aziende qualificate, enogastronomia, paesaggi e via dicendo.
In prima approssimazione ho scritto "delle funzioni e delle attività economiche delle emergenze culturali servite dalle strade del vino". Il concetto è questo; possiamo chiedere agli uffici che scrivano qualcosa di questo genere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Faccio un tentativo di proposta, per vedere - Consigliere Chiezzi - se si può trovare una soluzione idonea.
Il tentativo di proposta sarebbe: aggiungere un termine dopo la parola "qualità", e il termine è "caratterizzanti". In sostanza: "stabilisce standard minimi di qualità caratterizzanti le strade del vino".



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

No, bisogna dire la qualità è rivolta verso la qualità delle funzioni delle attività delle aziende; possiamo utilizzare anche il termine "aziende", se vogliamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

A nome della legge ringrazio, perché adesso c'è un'attenzione che non avevamo avuto sulla relazione.
Si tratta di questo: se lungo la strada che ha delle caratteristiche culturali e paesaggistiche ci sono delle aziende vitivinicole che non hanno gli standard, è chiaro che non sono segnalate. Quelle che hanno gli standard vengono segnalate come elemento costitutivo della strada, così come il paesaggio, l'arredo, la segnaletica, ecc.



PRESIDENTE

L'Assessore intende puntualizzare questo aspetto?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Non riesco mentalmente a recepire il concetto del collega Chiezzi; mi riesce difficile, anche perché mi sembra che le lettere successive - c) d) ed e) - dovrebbero dare l'idea complessivamente al Distretto di che cosa si intenda per standard minimi di qualità.
Comunque io, al momento attuale, trovo estrema difficoltà a formulare un emendamento che possa andare bene. Chiedo scusa, però ho particolare difficoltà.



PRESIDENTE

Se posso solo riassumere, una proposta era: "stabilisce standard minimi di qualità delle funzioni e delle attività delle strade del vino"...



RIBA Lido

"Stabilisce standard minimi di qualità per l'ammissione delle aziende"...



RIBA Lido

VAGLIO, Assessore al coordinamento politiche per la montagna



RIBA Lido

Questo mi sembra ammissibile.



CHIEZZI Giuseppe

Si potrebbe anche scrivere: "di qualità dei territori e delle aziende servite"...



PRESIDENTE

Allora, la proposta dell'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti sarebbe la seguente: 19.13) all'art. 13, comma 2, lettera b) dopo "qualità" aggiungere le parole "delle funzioni, delle aziende, delle emergenze culturali e paesaggistiche servite dalle strade del vino".
A me piaceva di più la prima proposta, che era sempre sua, Consigliere Chiezzi: "funzioni e attività delle strade del vino", comunque...



CHIEZZI Giuseppe

Potrebbe essere ancora: "di qualità dei territori e delle attività servite dalle strade del vino".



PRESIDENTE

"Dei territori e delle attività delle strade del vino"... La Giunta rispetto all'ultima proposta Chiezzi ("qualità dei territori e della attività delle strade del vino")?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Aziende in generale o aziende agricole?



PRESIDENTE

La proposta della Giunta è: "stabilisce standard minimi di qualità delle aziende da segnalare per le strade del vino". E' incentrata più sull'attività economica, se intendo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Se va bene, formalizzo l'emendamento.



PRESIDENTE

Possiamo?



RIBA Lido

Mettiamo "dei territori e aziende".



PRESIDENTE

Ritorno alla proposta di prima: "stabilisce standard minimi di qualità dei territori e delle attività delle strade del vino".



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

"Dei territori e delle aziende".



PRESIDENTE

"Dei territori e delle aziende".



RIBA Lido

Come fate a normalizzare i territori?



PRESIDENTE

E' un'indicazione, è uno degli elementi per...
Se invece di "territori" mettiamo "ambiente", potrebbe essere: "standard minimi di qualità dell'ambiente e delle aziende delle strade del vino".
Consideriamo ritirati gli altri emendamenti.
Pongo in votazione questo emendamento, che ripeto: 20.13) all'art. 13, comma 2, lettera b) dopo la parola "qualità" vengono aggiunte le parole "dell'ambiente e delle aziende".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 21.14) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: All'art. 14, comma 5 modificare le parole "per un periodo di 7 anni" con le parole "per un periodo di 5 anni" modificare le parole "per i successivi 6 anni" con le parole "per i successivi 4 anni" sono soppresse le seguenti parole ";34% nel sesto anno; 28% nel settimo anno".
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

E' unicamente un adeguamento alle richieste della competente Commissione della comunità. Questo, per evitare di farci cassare nuovamente la legge o perlomeno, se troveranno dei difetti, ne trovano in numero minore.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 30 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione dell'art. 14 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 All'art. 15 ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, rispetto alla lettera a), mi sembra che possa essere migliorata. Si dice che gli interventi sono finalizzati al recupero folcloristico...



PRESIDENTE

Possiamo mettere "del folclore".



CHIEZZI Giuseppe

Va bene.



PRESIDENTE

Possiamo considerarla una correzione di coordinamento e, pertanto, con il vostro consenso, correggere subito l'articolo 15, che diventa: "Recupero del folclore".
La Giunta è d'accordo.
22.15) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: All'art. 15, comma 1, la lettera c) viene soppressa e così sostituita: "c) per iniziative di adeguamento strutturale che non riguardano attività di produzione e trasformazione possono essere concessi, a favore di enti ed istituzioni pubbliche, contributi fino all'ottanta per cento della spesa ammessa".
La parola all'Assessore Bodo, per l'illustrazione.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Anche questo, come gli altri due emendamenti della Giunta, è un adeguamento derivante dalle osservazioni fatte dall'Unione Europea, quindi ci si adegua ad esse.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 30 voti favorevoli.
23.15) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: All'articolo 15 vengono aggiunti i seguenti commi: "4. Per gli interventi di adeguamento strutturale nell'ambito delle iniziative delle strade del vino i soggetti privati hanno, a parità di tutte le altre condizioni, priorità di finanziamento nella concessione degli aiuti amministrati dalla Regione.
5. gli interventi previsti dal presente articolo sono elaborati ed attuati nel rispetto delle normative e degli orientamenti comunitari e nazionali".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 30 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione dell'art. 15, così come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 24.16) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: L'art. 16 è soppresso e così sostituito: "Art. 16 - Disposizioni finanziarie 1. Il finanziamento degli interventi previsti dalla presente legge pu basarsi su risorse finanziarie di provenienza comunitaria, nazionale regionale e degli enti locali nonché su contributi dei privati.
2. Per l'attuazione dei piani di distretto sono autorizzate, a carico del bilancio regionale, spese per lire 3.600 milioni per l'esercizio 1999, per lire 3.700 milioni per ciascuno degli esercizi dal 2000 al 2001.
3. Per gli oneri di carattere generale per l'attuazione della legge comprese le spese eventuali per la partecipazione a progetti comunitari, è autorizzata la spesa di lire 300 milioni per ciascun esercizio dal 1999 al 2001. Nello stato di previsione della spesa del bilancio 1999 è istituito un capitolo con denominazione: "Oneri di carattere generale per l'attuazione della legge regionale che disciplina i distretti dei vini e le strade del vino del Piemonte".
4. Per i contributi per le spese di funzionamento dei Consigli di distretto, di cui all'articolo 6, e dell'Enoteca del Piemonte, di cui all'articolo 14, per i compensi di cui all'articolo 7 e per le spese di predisposizione dei piani di distretto, di cui agli articoli 3 e 4, è autorizzata la spesa di lire 300 milioni per l'esercizio 1999 e di lire 400 milioni per ciascun esercizio dal 2000 al 2001. Nello stato di previsione della spesa del bilancio 1999 è istituito un capitolo con denominazione: "Contributi ai Consigli di distretto, alle Province, all'Enoteca del Piemonte, alle enoteche regionali e ad altri soggetti per le spese di funzionamento per l'attuazione della legge regionale che disciplina i distretti dei vini e le strade del vino del Piemonte".
5. Per i contributi per gli interventi previsti nei piani di distretto è autorizzata la spesa di lire 3.000 milioni per l'esercizio 1999 e di lire 3.000 per ciascun esercizio dal 2000 al 2001. Nello stato di previsione della spesa del bilancio 1999 è istituito il seguente capitolo: 'Contributi alle Province, ad altri enti locali, all'Enoteca del Piemonte, alle enoteche regionali e ad altri soggetti pubblici e privati per interventi connessi all'attuazione della legge regionale che disciplina i distretti dei vini e le strade del vino del Piemonte'.
6. Alla spesa per l'anno 1999 si fa fronte mediante riduzione di Lire 600 milioni dal capitolo n. 15910 e di Lire 3.000 milioni dal capitolo n.
27170; alla spesa per gli anni 2000 e 2001 si fa fronte mediante riduzione di Lire 700 milioni dal capitolo 15910 e di Lire 3.000 milioni dal capitolo n. 27170 dei rispettivi esercizi. Per gli anni successivi gli stanziamenti saranno definiti con le relative leggi di bilancio".
La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Vorrei solo chiedere se si possono spostare le cifre, previste per il 1998, al 1999.



PRESIDENTE

L'emendamento in esame fa riferimento proprio a questo. Con esso, cioè non si dispone più per il 1998, ma per il 1999.



ANGELI Mario

Devono essere sommati; 2.200 milioni per l'esercizio '98 e 3.900 milioni per l'esercizio 1999 ed i successivi. Noi diciamo, cioè di sommare i 2.200 milioni ai 3.900 milioni.



PRESIDENTE

Il problema è tecnico, di capienza.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Ritengo di dover fare alcune considerazioni: primo, mi sembra che non sia consuetudine sommare; secondo, credo che se facciamo quello che si chiede, non riusciamo a spenderli; terzo, c'è un problema di bilancio.
Quindi li spostiamo al 1999, 2000 e 2001.



PRESIDENTE

Ci sarà, sostanzialmente, uno scorrimento, altrimenti ci saranno dei problemi.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Questo vale per il provvedimento in oggetto ed anche per quello successivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

La parte finanziaria - e complessivamente credo che l'Assessore Bodo ne convenga, perché sono le imposizioni dell'altro Assessore che adesso si è prudentemente assentato - è contenuta rispetto all'ampiezza degli interventi previsti, che riguardano sostanzialmente il governo, la costituzione e l'attrezzatura di un programma notevole, destinato a mutare significativamente il panorama di redditività complessiva, quindi ai fini dell'occupazione e della potenzialità economica di tutti i territori (Langhe, Monferrato, Roero, e parte nord, Lame del Sesia, le colline novaresi, fino alla Valle di Susa e al Pinerolese). Magari la nostra astensione può essere di sollecitazione all'Assessore ai fini di una sua maggiore possibilità di incidere nella Giunta. Non potendolo fare oggi, si recuperino nella fase dei prossimi bilanci quei fondi che per quest'anno, e sostanzialmente per questa legislatura, sono rimasti liberi. So che il '99 probabilmente non consentirebbe di utilizzarli integralmente, ma sul bilancio '2000 resterebbe questa segnalazione di recuperare quello che si è risparmiato nel '98. Se c'è questo impegno anche solo verbale ne prendiamo atto e manteniamo una posizione di sollecitazione su questo articolo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Questo è possibile, c'è un mio impegno per quanto riguarda questa legge, di recuperare il non speso nel 1999 a favore del '2000.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 21 voti favorevoli e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 16, come modificato ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 21 astensioni 12 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: 25.17) All'art. 17, dopo il comma 2), aggiungere il seguente comma 2 bis: "2 bis. La Giunta regionale può concedere alle Enoteche regionali, alle Botteghe del vino o Cantine comunali, ai Musei Etnografici-enologici contributi per la loro costituzione, per il restauro, la manutenzione l'arredamento delle sedi e per il funzionamento".
26.17) Dopo l'art. 17 è aggiunto il seguente art. 18: "La legge regionale 12 maggio 1980, n. 37 è abrogata".
Tali emendamenti sono ritirati dai proponenti.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 17, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 22 astensioni 12 L'art. 17 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Una breve dichiarazione di voto, intanto per ringraziare il personale che ha lavorato con noi per quattro anni attorno a questo provvedimento.
Qualcuno persino cinque anni, perché questo provvedimento ha avuto una genesi nella precedente legislatura.
Vorrei rilevare di fronte all'aula consiliare che abbiamo sicuramente fatto un lavoro significativo anche dal punto di vista sperimentale, perch siamo riusciti a costruire un provvedimento che ha tutte le condizioni per introdurre degli elementi di qualità nella gestione del territorio e nello sviluppo delle imprese vitivinicole, collegando esperienze che singolarmente esistono già nella Regione Toscana, in Borgogna, ma che nella razionalizzazione della Regione Piemonte mi sembra possano diventare più efficaci.
Auspico che le quantità finanziarie, come si è impegnato a sostenere l'Assessore, possano essere adeguate.
Assessore, sono il primo ad essere convinto che se il procedimento avrà successo diventerà naturale destinare delle risorse, perché frutteranno adeguatamente dal punto di vista del risultato in termini di crescita dell'economia dei territori. Se l'esperimento dovrà essere aggiornato e rettificato avremo ancora il tempo per attuare quel tipo di indicazione.
Concludo esprimendo soddisfazione naturalmente anche personale. Vorrei formulare un apprezzamento da parte dei territori che effettivamente non avevano più quella grande istintiva generale fiducia nella possibilità di disporre di questo provvedimento; tutto sommato, arrivando prima della pausa estiva, siamo in tempo utile per affrontare una stagione autunnale che si presenterà impegnativa per la nostra enologia.
Consentitemi solo questo: forse i colleghi Consiglieri ritengono che l'enologia viva oggi una fase di particolare espansione ed una congiuntura di mercato favorevole. Questo è vero solo in parte. Stiamo andando incontro ad un rischio di prospettive fallimentari - l'espressione non l'ho usata io per quanto riguarda il mercato del moscato, stretto da concorrenze internazionali che mettono a durissima prova la realtà delle nostre aziende, soprattutto dei produttori, perché la trasformazione resiste solo in mano a grosse aziende. Quindi credo che una puntata ulteriore, per questa legislatura, sulla questione della vitivinicoltura la dovremo fare a settembre, discutendo l'emergenza del mercato del moscato che rappresenta un buon 30% della viticoltura regionale e in qualche maniera caratterizza e definisce l'andatura media del settore.
Grazie ai colleghi che hanno cooperato in modo particolare per questo risultato che considero utile per il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Il giudizio è sostanzialmente positivo per questo provvedimento. E' un provvedimento che ha incontrato soddisfazione da parte del nostro Gruppo che da protagonista è venuto a partecipare al gruppo di lavoro. Una serie di iniziative sporadiche e frammentarie che venivano dal territorio credo che siano state soddisfatte, ovviamente sempre con il principio che sulla risorsa finanziaria ci sia il mantenimento dell'impegno dell'Assessore.
Soprattutto dalle nostre parti ci sono state iniziative che vengono dalla base e credo che abbiano ottenuto in questo momento un riscontro positivo.
Riteniamo di aver iniziato un percorso che valorizza il territorio e soprattutto un prodotto dell'agricoltura e che sia un primo paletto, la prima pietra miliare, per altri provvedimenti di legge che abbiamo in cantiere e che abbiamo già presentato in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Noi voteremo a favore di questo provvedimento. Anche noi abbiamo lavorato in questi anni per arrivare alla definizione di questa legge e riteniamo che possa portare effettivamente un modo nuovo di essere per le colture vitivinicole del Piemonte.
Auspichiamo che anche questa legge sui distretti del vino e sulle strade del vino possa contribuire a riportare il Piemonte in un settore che, come qualcuno ha ricordato, in Toscana ha già portato un grande turismo e un grande afflusso di persone, con conseguente ricchezza alla stessa Regione.
Mi auguro che questo sia il principio che ci ha portato fino qui e che riteniamo debba proseguire per altre situazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo comunista vota a favore di questa legge, che ha un buon impianto, carente nella parte finanziaria, a causa della volontà della Giunta di non aumentare gli stanziamenti. La votiamo comunque.
Facciamo una richiesta al Presidente del Consiglio: di informare i parlamentari europei eletti in Piemonte dell'approvazione di questa legge e di chiedere loro di seguire la vicenda presso l'Unione Europea, in modo da facilitarne la comprensione presso gli organismi competenti e fare anch'essi da tramite tra la Regione Piemonte e la Comunità europea per la sua tempestiva approvazione. Dalla tempestività di questa approvazione deriva la capacità effettiva di dotare il Piemonte di una legge che regoli e dia slancio al distretto dei vini.
Se così non sarà; se per un motivo o per l'altro questa legge dovesse rimanere all'esame della Comunità europea troppo a lungo, la fatica che tutti insieme abbiamo fatto per riuscire finalmente a costruire una legge di settore capace di dare sviluppo all'economia di questi territori rimarrebbe monca.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Una brevissima dichiarazione a nome di tutta la maggioranza, per esprimere soddisfazione per la conclusione dell'iter di una legge, iter durato quattro anni. E' veramente una legge di tutto il Consiglio. Tutto il Consiglio ha collaborato per l'unificazione del DDL e del PDL; si è discusso molto; c'è stato veramente il lavoro di parecchi componenti la III Commissione, sia nel gruppo di lavoro sia durante l'attività della Commissione, e lavoro si è visto ancora oggi in Consiglio per sistemare le ultime cose.
Abbiamo impiegato 4 anni per varare una legge molto attesa nel settore.
Anch'io auspico che i tempi della Comunità europea possano essere brevi e mi auguro che la Giunta, in fretta, possa poi adempiere alle competenze prescritte, in modo da poter verificare al più presto se questa legge è veramente efficace sul territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Siamo ormai al termine del dibattito sul testo unificato per la disciplina dei Distretti dei vini e delle strade del vino del Piemonte. E' una legge regionale che i produttori vitivinicoli, i Comuni del vino piemontesi aspettavano da anni e ci auguriamo dia i frutti sperati per i prossimi anni e soddisfi le aspettative che ha creato.
Con questo provvedimento si favorisce la conoscenza, la valorizzazione della cultura vitivinicola, enograstronomica, turistica e paesaggistica del territorio piemontese.
Si cerca altresì di valorizzare i vini DOC, quelli garantiti, assieme alla tradizione agro-alimentare, l'integrazione del reddito, che è molto importante per le aziende.
Nei vari articoli, si promuove l'assistenza tecnica per incrementare il turismo del vino che davvero valorizzi le caratteristiche dei territori del vino del Piemonte, determinando anche gli indirizzi dei Piani regolatori comunali e intercomunali.
Così pure si tenta di valorizzare le risorse umane, il recupero delle tradizioni culturali, storico-paesaggistiche e urbanistiche e di arredo urbano. Iniziative che garantiscono e devono garantire i paesaggi del vino in un'integrazione corretta tra vitivinicoltura, turismo e cultura piemontese.
Come Gruppo di Rifondazione comunista, riteniamo di dare un positivo contributo politico al delicato settore agricolo piemontese, votando a favore del testo di legge relativo ai Distretti del vino e delle Strade del vino del Piemonte.
Tuttavia riteniamo dover ancora rilevare che questo settore, strategico e importantissimo per il futuro socio-economico e produttivo del Piemonte è da sempre emarginato e disatteso dai vari Governi centrali e regionali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Brevemente, desidero manifestare il mio apprezzamento, unitamente alla mia soddisfazione nel vedere questo provvedimento arrivare al termine: manca solo più l'espressione del voto del Consiglio regionale.
Anche se io passo per un Assessore delle zone del riso dell'irrigazione, ecc., ho avuto, nel corso della mia vita, la possibilità di fare qualche esperienza in quel di Mombello Monferrato, in un'azienda viticola e non dimentico mai - credo di averlo detto nelle premesse - che uno dei punti più fondamentali che i politici debbono difendere è l'agricoltura e soprattutto i territori dove è più difficile esercitarla.
Confesso che, dal mio punto di vista personale, fare dell'agricoltura e della viticoltura nel Monferrato e nei territori collinari non è sicuramente facile. Sono convinto che questo provvedimento verrà accolto dagli operatori economici che si attengono al settore, in particolar modo quindi ai viticoltori a cui la Regione ha già avuto la possibilità di dare un ampliamento della base produttiva, con soddisfazione.
Credo che, a questo punto, con oggi, un certo impegno di non poca rilevanza sia stato soddisfatto dai politici regionali e quindi bisognerà richiamare tutte le componenti economiche che in questo settore operano affinché ognuna dia il proprio apporto, faccia il proprio dovere in modo serio: da ciò deriveranno gli ulteriori passi che possiamo fare nel campo della viticoltura.
Un autorevole personaggio diceva: "Stiamo facendo bene, ma occorre fare meglio". Faccio mia questa considerazione e, nel fare meglio, intendo perseguire una maggiore affermazione dei vini piemontesi in Italia nell'Europa e nel mondo, proprio per dare ristoro ai produttori e a tutti gli operatori e ai nostri territori. Infine, ringrazio i colleghi che hanno collaborato in ogni modo al miglioramento del testo.



PRESIDENTE

Bene. Possiamo dunque passare alla votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 41 Consiglieri La legge è approvata.
Ringrazio l'aula per questa votazione, perché il provvedimento era atteso da tutto il Piemonte.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame disegno di legge n. 374: "Norme in materia di bonifica ed irrigazione" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto 7) all'o.d.g. prevede l'esame disegno di legge n. 374: "Norme in materia di bonifica ed irrigazione". Incardiniamo il provvedimento; poi ci sarà la risposta da parte della Giunta all'interrogazione sulla questione Andenna, così come avevamo definito.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

"Incardiniamo il provvedimento" vuol dire che diamo per letta la relazione; questa mi pare che fosse l'intesa.
Punto 7) all'o.d.g.: "Esame disegno di legge n. 374". Relatore è il Consigliere Griffini; col vostro consenso, possiamo dare per letta la relazione? Domani, alla ripresa dei lavori, passeremo alla discussione generale e all'esame dell'articolato.
Il Consigliere Griffini dà per letta la seguente relazione: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri i sostanziali cambiamenti che sono intervenuti all'ex Ministero dell'Agricoltura e Foreste e le profonde modificazioni che le Leggi Bassanini stanno apportando all'intero apparato statale, con quello dell'agricoltura in prima linea, hanno fatto venir meno i 'tradizionali riferimenti' normativi e applicativi per il finanziamento dei diversi interventi, che si rendono tuttavia sempre più necessari in agricoltura per consentire di adeguarne la produttività a quella degli altri paesi comunitari ed extracomunitari.
Al venir meno di tali 'riferimenti' non sempre è stato possibile far corrispondere l'individuazione e l'organizzazione di strutture decentrate con uguali e auspicabilmente migliori potenzialità funzionali e finanziarie ed assai spesso il trasferimento di funzioni non ha dato origine al trasferimento dei mezzi necessari per il loro espletamento.
I mutamenti istituzionali cui si è fatto cenno hanno fatto emergere la necessità di formare nuovi strumenti in grado di colmare i vuoti normativi strutturali e finanziari, che si sono sommati, impedendo quegli interventi organici, necessari per l'economicità delle produzioni agricole.
In Piemonte esistono sul territorio realtà diverse alle quali occorre garantire tutte le condizioni per continuare ad operare nel migliore dei modi, attraverso lo snellimento burocratico e l'adozione di provvidenze finanziarie idonee a superare le sempre più difficili prove imposte dalla concorrenza.
In questo contesto, appena accennato, la Regione si è attivata, con un disegno di legge sulla bonifica e l'irrigazione, che si articola in due parti fondamentali.
La prima parte, colmando una lacuna normativa in merito ai consorzi di bonifica, dota il Piemonte, al pari di tutte le altre Regioni italiane, di un testo di legge che regoli la costituzione e tutte le successive fasi della vita di detti consorzi.
La seconda parte, dedicata al tema dell'irrigazione, introduce concetti innovativi ed un regime contributivo regionale incentivante la ristrutturazione del settore, attuata con la formazione di organismi irrigui i cui comprensori siano costituiti da ambiti territoriali che raggiungano le necessarie soglie di produttività ed economicità gestionale.
Normando l'attività di bonifica e ristrutturando l'attività irrigatoria diventerà possibile abbandonare la politica di finanziamento a pioggia dei contributi regionali e perseguire un'organica programmazione per la realizzazione delle opere, attraverso la pianificazione e secondo i principi di concertazione e collaborazione con gli interventi messi in atto da altri enti sul territorio regionale.
I consorzi di bonifica.
Nel corso del tempo, la bonifica ha assunto contenuti diversi secondo il mutare delle esigenze territoriali. Si è così assistito al passaggio dalla bonifica igienica di risanamento e di riscatto delle terre dalle paludi alla bonifica idraulica di difesa e di sistemazione dei terreni, alla bonifica economica e di valorizzazione attraverso l'irrigazione, fino all'ulteriore fase di bonifica a tutela delle risorse naturali, che ha iniziato uno specifico e nuovo corso negli ultimi anni. Sui contenuti attuali dell'azione di bonifica, le funzioni dei consorzi di bonifica sono oggi profondamente cambiate rispetto alla situazione esistente solo pochi decenni or sono; in particolare, la bonifica è ormai uno strumento ordinario di gestione del territorio ed alle originarie funzioni consortili di sviluppo delle potenzialità produttive e di garanzia della sicurezza idraulica, si sono affiancate quelle relative alla tutela del suolo, alla qualità e quantità delle acque ed alla salvaguardia del paesaggio e dell'ecosistema agrario, come del resto affermato anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 66 del 1992.
La profonda urbanizzazione degli ultimi decenni ha determinato una situazione per cui l'equilibrio idraulico garantito dai consorzi non si limita a tutelare e a favorire soltanto i terreni agricoli, bensì anche i fondi urbani, ed in tale prospettiva è intervenuto il legislatore, che con la legge quadro sulla difesa del suolo (legge 18 maggio 1989, n. 183) ha configurato i consorzi di bonifica come una delle istituzioni principali per la realizzazione degli obiettivi di difesa del suolo, di risanamento delle acque, di fruizione e gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, di tutela degli interessi ambientali ad essi connessi.
Occorre altresì tenere presente la recente legge quadro in materia di risorse idriche (legge 5 gennaio 1994, n. 36) che, nel confermare il ruolo fondamentale dei consorzi nella gestione delle acque ad usi prevalentemente irrigui, affida ad essi anche funzioni relative agli usi plurimi, con riguardo sia alla realizzazione e gestione di impianti per l'utilizzazione delle acque reflue in agricoltura, sia alla facoltà attribuita ai consorzi stessi di utilizzazione delle medesime per altri usi, anche a beneficio delle infrastrutture civili, industriali e commerciali.
Del resto la Corte Costituzionale con la citata sentenza, riconosce espressamente che le attività di bonifica sono 'attinenti allo sviluppo economico della produzione agricola, all'assetto paesaggistico e urbanistico del territorio, alla difesa del suolo e dell'ambiente, alla conservazione, regolazione e utilizzazione del patrimonio idrico. In altri termini, poiché le funzioni concernenti la bonifica sono dirette al consolidamento e alla trasformazione di un territorio sul quale si esplicano varie altre attività rivolte a fini identici od omologhi, essi costituiscono un settore della generale programmazione del territorio, e più precisamente, di quella riguardante la difesa e la valorizzazione del suolo, con particolare interesse verso l'uso di risorse idriche: un settore, che presenta molteplici aspetti di connessione con altre materie assegnate alle competenze regionali'.
La bonifica viene così definita come attività pubblica che ha per fine la conservazione e la difesa del suolo, l'utilizzazione e tutela delle risorse idriche e la tutela dell'ambiente.
Per il conseguimento di tali finalità, il presente disegno di legge introduce il 'piano regionale di bonifica e di irrigazione', che costituisce una componente del 'piano di bacino' e nel contempo prevede una proposta di delimitazione dei comprensori di bonifica; ad esso si devono richiamare i 'piani generali di bonifica' elaborati dai singoli consorzi.
Il piano regionale di bonifica e di irrigazione è finalizzato ad impostare organicamente le azioni della bonifica: nell'ambito dei comprensori e dei bacini idrografici, tenendo presenti sia le esigenze di tutela del suolo che quelle per la valorizzazione e tutela delle risorse naturali nell'ambito della nuova politica per la gestione del territorio, il piano illustra le azioni connesse all'esigenza di tutela del territorio rurale e delle acque.
L'obiettivo di assicurare su tutto il territorio regionale un idoneo ed organico intervento di bonifica, superando la distinzione tra bonifica di pianura e bonifica di collina e di montagna, è perseguito nel presente disegno di legge, attraverso l'azione coordinata dei consorzi di bonifica con le Comunità montane limitrofe.
Il disegno di legge affronta, come sopra riportato, il problema della pianificazione, in armonia con la legge quadro n. 183 del 1989 sulla difesa del suolo, che introduce nell'ordinamento il piano di bacino quale fondamentale strumento di pianificazione che riguarda l'intero ambito territoriale del bacino idrografico del Po e al quale devono adeguarsi tutti gli altri strumenti di pianificazione, ivi compresi i piani generali di bonifica, essendo essi coordinati dal piano regionale di bonifica e di irrigazione.
Per quanto concerne la natura giuridica i consorzi di bonifica vengono qualificati dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione enti pubblici economici e in dottrina è stata posta in rilievo la prevalenza dell'interesse pubblico (con riferimento all'articolo 44 della Costituzione) nonché il loro carattere associativo. Ai consorzi è attribuita pertanto, personalità giuridica pubblica in relazione alle funzioni ad essi affidate, che giustificano i poteri di vigilanza e controllo da parte della Regione.
Devono essere sottolineati gli importanti servizi che l'attività agricola fornisce al di fuori dei tradizionali prodotti destinati al consumo: cura dello spazio rurale, azione sul paesaggio, riciclo di acque inquinate riciclo di reflui vari, prevenzione degli incendi.
La stretta connessione tra agricoltura ed attività consortile rappresenta il più importante collegamento tra bonifica ed ambiente.
Numerose direttive comunitarie e leggi nazionali e regionali hanno sottolineato la necessità di salvaguardare anche attraverso l'attività agricola, le risorse non rinnovabili, ed in questo quadro, i consorzi di bonifica sono oggi coinvolti nelle problematiche relative alla protezione dello spazio rurale, alla tutela delle acque, alla riqualificazione degli ecosistemi agrari anche sotto il profilo paesaggistico.
Si può senz'altro affermare che, per realizzare una valida politica delle acque e del suolo, che tenga conto dei fondamentali bisogni dell'agricoltura, i consorzi di bonifica svolgono una funzione di primaria importanza.
In merito allo svolgimento delle funzioni istituzionali, va ricordata l'attuale validità della struttura dei consorzi come enti di autogoverno e di partecipazione attraverso i quali si realizza un reale coinvolgimento dei privati, anche finanziario, in un'azione pubblica per la gestione del territorio.
I consorzi di irrigazione.
In Piemonte, secondo il censimento effettuato dall'Ente di Sviluppo Agricolo risulta che vi sono oltre 800 organismi consortili gestori di irrigazioni collettive, un consorzio di miglioramento fondiario con funzioni di bonifica - l'Associazione Irrigazione Est Sesia di Novara - ed un solo consorzio di bonifica - il Consorzio di Bonifica della Baraggia Vercellese.
Se dagli oltre 800 organismi irrigui consortili censiti si tolgono i 'distretti e altri organismi di dimensioni trascurabili', ne rimangono circa 600, di cui due superano i 100.000 ettari (Est Sesia 209.000 compresa la parte lombarda; Ovest Sesia 112.000) e due superano i 10.000 ettari (De Ferrari 28.500; Sinistra Stura 13.300); tutti gli altri risultano di poche migliaia - e spesso di poche centinaia - di ettari.
Per quanto riguarda la natura giuridica di tali organismi, un centinaio circa sono 'consorzi di miglioramento fondiario', i rimanenti sono consorzi costituiti con semplici atti notarili, oppure consorzi di fatto, in base a scritture private, oppure 'utenze comunali'.
In una situazione di tal genere appare ormai improcrastinabile l'intervento di uno strumento normativo rivolto alla risoluzione della problematica relativa all'eccessiva frammentazione dell'attività irrigatoria, con particolare riguardo alle zone ovest e sud del territorio regionale, dove essa viene spesso esercitata da consorzi irrigui che, formatisi in epoche storiche remote, non sono in grado di aggregarsi in organismi ottimali ai fini dell'efficienza funzionale e dell'economia di gestione e per i quali il finanziamento pubblico si riduce ad intervento a pioggia al di fuori della necessaria programmazione.
Il presente disegno di legge definisce il 'consorzio di irrigazione e bonifica' assumendo a modello l'assetto organizzativo e normativo consolidato ormai da decenni e che ha dimostrato piena funzionalità rappresentato dall'Associazione Irrigazione Est Sesia di Novara. Tale tipologia di organizzazione consortile è costituita dal consorzio di miglioramento fondiario - e pertanto figura di diritto privato - che dotandosi di una 'speciale gestione bonifica' ottiene la delimitazione di bonifica al fine di svolgere funzioni di bonifica, prevedendo in tal caso la presenza pubblica con il ruolo di rappresentanza istituzionale.
Vengono quindi previsti per la realizzazione delle opere irrigue contributi finanziari incentivanti per i consorzi irrigui, siano essi costituiti ai sensi dell'articolo 918 del Codice Civile oppure consorzi irrigui di secondo grado o coutenze irrigue nonché consorzi irrigui costituiti ai sensi dell'articolo 71 del Regio Decreto 215/1933, il cui comprensorio sia riconosciuto dalla Regione quale ambito omogeneo sotto il profilo idrografico e funzionale all'ottimizzazione della produttività agricola.
E' il caso di evidenziare un assunto del presente disegno di legge con cui viene riconosciuta la piena autonomia degli organismi irrigui esistenti e pertanto l'assenza di alcun diritto da parte dei costituendi consorzi di bonifica nei confronti dei consorzi irrigui limitrofi preesistenti, di qualsiasi natura essi siano.
E' stata infine introdotta una norma che prevede la possibilità della concessione di finanziamenti per la manutenzione straordinaria ai consorzi o alle coutenze gestori dei canali trasferiti, ai sensi dell'articolo 12 della legge n. 984/1977, dal demanio statale a quello regionale, i quali, a causa della mancata devoluzione di risorse da parte dello Stato, in alcuni casi sono venuti a trovarsi in pericoloso stato di degrado.
Scendendo ad un'analisi dell'articolato, s'illustrano, anche se per sommi capi, i punti più rilevanti del provvedimento.
Capo I - Disposizioni generali.
L'articolo 1 (Oggetto) definisce l'oggetto della legge consistente nell'attività di bonifica e irrigazione quale mezzo permanente finalizzato allo sviluppo, alla tutela, e alla valorizzazione delle produzioni agricole, con particolare riguardo alla qualità, alla difesa e conservazione del suolo, alla regolazione delle acque ed alla salvaguardia dell'ambiente e delle risorse naturali. La Regione riconosce altresì nei consorzi di bonifica, nei consorzi d'irrigazione e nei consorzi d'irrigazione e bonifica l'organismo più idoneo allo svolgimento, da parte degli utenti interessati, delle attività di bonifica e di irrigazione.
L'articolo 2 (Piano regionale per le attività di bonifica e irrigazione) si prevede la redazione del piano regionale per le attività di bonifica e irrigazione con cui la Regione formula una proposta organica relativa agli indirizzi generali ed alle linee fondamentali dei provvedimenti per la bonifica e l'irrigazione. Tale piano sarà redatto in armonia con la normativa nazionale in materia di assetto del territorio e di gestione delle risorse idriche.
Ai sensi dell'articolo 3 (Programma triennale regionale della bonifica e dell'irrigazione), in attuazione del piano regionale sopra citato, la Giunta regionale approva un programma triennale di finanziamento di opere di bonifica e irrigazione.
Con l'articolo 4 (Ambiti territoriali per l'irrigazione e la bonifica) la Regione individua gli ambiti territoriali quali aree omogenee sotto il profilo idrografico e funzionale corrispondenti ai comprensori di bonifica ed ai comprensori d'irrigazione ottimali.
L'articolo 5 (Riordino irriguo volontario) introduce un'importante novità normativa al fine incentivare il riordino irriguo: la concessione di un contributo finanziario in caso di trasferimento volontario dei diritti d'acqua in capo al consorzio di appartenenza od al consorzio che garantisca la massima economicità ed efficienza.
Con l'articolo 6 (Collaborazione, concertazione e accordi di programma), in ordine all'articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142 (Ordinamento delle autonomie locali), la Regione promuove accordi di programma, patti territoriali, e intese interistituzionali allo scopo di realizzare la più ampia collaborazione e concertazione tra consorzi ed enti locali.
Capo II - Comprensori e consorzi di bonifica.
Dall'articolo 7 all'articolo 43 è trattata l'intera normativa relativa ai consorzi di bonifica, disciplinando in modo dettagliato la realizzazione e la gestione delle opere di bonifica, gli oneri e gli obblighi spettanti rispettivamente ai soggetti pubblici e a quelli privati, l'individuazione la formazione ed i compiti degli organi consortili.
Sono da rilevarsi, tra le altre, le determinazioni di cui ai seguenti articoli: l'articolo 8 (Comprensori di bonifica), con il quale si definisce che l'intero territorio regionale, con esclusione di quello cui si applica la normativa regionale relativa alle zone montane, può essere suddiviso, con le procedure previste nell'articolo in oggetto, in comprensori di bonifica l'articolo 10 (Piano generale di bonifica e di tutela del territorio rurale), che definisce i contenuti della programmazione degli interventi e delle opere da realizzarsi a livello comprensoriale l'articolo 12 (Opere di bonifica), con il quale vengono individuate le tipologie specifiche delle opere di bonifica nonché il concorso finanziario a carico degli enti locali che ne beneficiano l'articolo 13 (Consorzi di bonifica), che specifica la natura giuridica di ente pubblico dei consorzi di bonifica, prevede l'esistenza di un solo consorzio per ciascun comprensorio di bonifica e stabilisce che la costituzione di un consorzio di bonifica non comporta la cessazione dei consorzi irrigui esistenti sul territorio, i quali continuano ad esercitare la loro attività conservando l'autonomia di gestione e le loro competenze sul territorio interessato: per le eventuali vertenze tra consorzi limitrofi si prevede l'intervento della Consulta regionale per la bonifica e l'irrigazione e, in seconda istanza, della Regione l'articolo 16 (Costituzione su iniziativa degli interessati), con il quale viene individuata, nel terzo della proprietà immobiliare complessiva del comprensorio, la soglia minima di proprietà immobiliare rurale, per la costituzione volontaria del consorzio di bonifica l'articolo 17 (Costituzione su iniziativa della Regione), che prevede un'incentivazione da parte della Regione a costituire i consorzi di bonifica gli articoli 41 e 42, che prevedono rispettivamente le procedure per il controllo regionale sugli atti consortili di maggior rilievo (organizzazione, assunzione di mutui, piani di classifica per il riparto degli oneri consortili di bonifica, documenti di bilancio), la vigilanza da parte della Regione nonché i poteri sostitutivi.
Capo III - Comprensori e consorzi di irrigazione.
Con l'articolo 44 (Comprensori di irrigazione) è introdotto il nuovo e fondamentale concetto di comprensorio di irrigazione, identificato quale ambito territoriale corrispondente ad unità omogenea sotto il profilo idrografico e funzionale, in relazione alle esigenze di coordinamento delle utenze, di organicità degli interventi irrigui, dell'unitarietà delle fonti di approvvigionamento e delle reti di adduzione collettive.
L'articolo 45 (Consorzi di irrigazione) identifica il consorzio d'irrigazione con il comprensorio corrispondente all'ambito territoriale riconosciuto dal precedente articolo. Viene inoltre precisata la natura giuridica dei consorzi di irrigazione e le procedure per acquisirla.
Con l'articolo 46 (Funzioni dei consorzi di irrigazione) vengono individuate le funzioni dei consorzi d'irrigazione, anche in ottemperanza della recente normativa statale in materia di tutela del suolo e di gestione elle risorse idriche.
Con l'articolo 47 (Consorzi di irrigazione e bonifica) si istituzionalizza il consorzio irriguo di miglioramento fondiario costituito ai sensi dell'articolo 71 del r.d. 215/1933 o riconosciuto con apposito provvedimento, che, ottenuta con la procedura di cui al precedente articolo 7 la classifica di bonifica del territorio interessato, attraverso la costituzione di una separata gestione bonifica può svolgere anche attività di bonifica.
L'articolo 48 (Funzione dei consorzi di irrigazione e bonifica) attribuisce ai consorzi di irrigazione e bonifica di cui al precedente articolo, oltre alle funzioni dei consorzi di irrigazione definite con il precedente articolo 46, anche le funzioni dei consorzi di bonifica di cui agli articoli 14 e 25.
L'articolo 49 (Costituzione di coutenza e partecipazione a società) prevede la costituzione con atto pubblico delle coutenze tra consorzi titolari della stessa utenza di acqua pubblica, anche con la partecipazione di altri interessati alla realizzazione di nuove iniziative nel settore delle utenze idriche. Alle coutenze sono riconosciuti contributi regionali.
Con l'articolo 50 (Canali demaniali di irrigazione), ai consorzi, alle coutenze ed agli enti pubblici che gestiscono i canali trasferiti dallo Stato alla Regione ai sensi dell'articolo 12 della legge 27 dicembre 1977 n. 984 vengono concessi i contributi previsti all'articolo 52.
Con l'articolo 51 (Incentivi per i consorzi di irrigazione) la Regione promuove la formazione di consorzi di irrigazione (siano essi consorzi costituiti ai sensi dell'articolo 918 del c.c., consorzi irrigui di miglioramento fondiario costituiti ai sensi dell'articolo 71 del r.d.
215/1933, consorzi irrigui di secondo grado, coutenze), i cui comprensori corrispondano ai requisiti previsti dall'articolo 44, attraverso la concessione di contributi regionali in conto capitale.
Con l'articolo 52 (Finanziamenti regionali per l'irrigazione) vengono definiti i contributi regionali a favore dei consorzi irrigui, i cui comprensori corrispondono alle caratteristiche di cui all'articolo 44, sia per la realizzazione di opere irrigue che per il riordino irriguo volontario.
Capo IV - Norme comuni.
Nel presente capo viene trattata la normativa di validità comune ai due settori del capo II e del capo III: consorzi di bonifica e consorzi di irrigazione.
L'articolo 53 (Consorzi di secondo grado) definisce, tra l'altro, la possibilità dei consorzi di formare consorzi di secondo grado, anche con la partecipazione di enti pubblici (in particolare Comunità montane) e privati.
Con l'articolo 54 (Attuazione del programma triennale regionale della bonifica e dell'irrigazione) sono definiti i contenuti e la validità temporale del programma triennale regionale delle opere di bonifica e d'irrigazione nonché il regime transitorio nelle more dell'attuazione di detto programma.
Con l'articolo 55 (Procedure per la redazione dei programmi annuali) è individuato l'iter procedurale di formazione dei programmi annuali per la realizzazione delle opere di bonifica e irrigazione, elaborati dai consorzi ed approvati dalla Giunta regionale.
L'articolo 56 (Finanziamento delle opere pubbliche di bonifica e irrigazione) individua le modalità procedurali per il finanziamento delle opere pubbliche di bonifica e irrigazione.
L'articolo 57 (Contributi regionali per gli interventi di competenza privata) prevede il concorso finanziario da parte della Regione per le opere di bonifica di competenza dei consorziati.
Con l'articolo 58 (Contributi regionali per la fusione di consorzi) la Regione concede contributi in conto capitale connessi alla fusione di più consorzi.
Nell'articolo 59 (Interventi urgenti) è previsto l'intervento finanziario regionale, al di fuori della programmazione, nel caso della realizzazione di opere di bonifica e irrigazione che si rendano necessarie per cause urgenti ed indifferibili.
Con l'articolo 60 (Interventi della Giunta regionale) la Giunta regionale promuove e finanzia studi e ricerche in materia di bonifica e irrigazione anche per la formazione del piano regionale per le attività di bonifica e irrigazione.
Ai sensi dell'articolo 61 (Relazione triennale), la Giunta regionale presenta al Consiglio la relazione triennale relativa all'attuazione del programma triennale regionale della bonifica e dell'irrigazione.
L'articolo 62 (Sistema informativo bonifica e irrigazione) istituisce il sistema informatico regionale relativo al monitoraggio dell'intera attività di bonifica e irrigazione svolta sul territorio piemontese.
Con l'articolo 63 (Consulta regionale per la bonifica e l'irrigazione) è costituito l'organo consultivo della Regione per gli adempimenti connessi all'attuazione della presente legge.
L'articolo 64 (Competenze della Consulta regionale per la bonifica e l'irrigazione) individua le materie su cui la Consulta esercita funzione propositiva e quelle su cui esprime parere obbligatorio non vincolante.
L'articolo 65 (Norme finanziarie) prevede i capitoli da istituire, nel bilancio regionale, per la gestione della presente legge.
Infine, nell'articolo 66 (Norma transitoria) è stata inserita la clausola di salvaguardia per cui la concessione degli aiuti previsti dal presente provvedimento sarà disposta solo a seguito del parere favorevole dell'Unione europea sulle misure di aiuto previste.
La Commissione III ha svolto sul provvedimento in oggetto una lunga e approfondita disamina, anche con la consultazione dei soggetti interessati.
Considerata l'importanza che le misure in esso contenute rivestono per il settore agricolo piemontese, se ne raccomanda una celere approvazione da parte dell'Aula consiliare".


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Esame interrogazione n. 2686: "Citazione in giudizio della Regione Piemonte da parte del presentatore televisivo Ettore Andenna" Esame interpellanza n. 2754: "Citazione in giudizio della Regione Piemonte da parte del presentatore televisivo Andenna a causa di mancato compenso per prestazioni e redazione di articoli sul quotidiano Tuttosport in occasione dei campionati Mondiali di Sci '97"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 3) all'o.d.g. che prevede "Interrogazioni ed interpellanze".
La Giunta risponde all'interpellanza urgente n. 2686, di cui al punto 3) all'o.d.g., presentata dal Consigliere Saitta. Si è aggiunta l'interpellanza urgente a firma dei Consiglieri Papandrea e Moro sullo stesso argomento; il dibattito attrae anche l'interrogazione n. 1105 del Consigliere Cavaliere e anche la vecchia interpellanza n. 1112 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Mi pare che lei abbia citato e collegato a questa discussione anche l'interrogazione di alcuni Consiglieri che sono assenti. Dopo quello che abbiamo ormai votato e le decisioni che abbiamo assunto, mi pare che si stia determinando una certa distrazione attorno a questo argomento.
Per favorire la presenza dei Consiglieri assenti e che non sapevano della discussione in questo momento, suggerirei che il tema venisse dibattuto domattina all'inizio della seduta.



PRESIDENTE

Non voglio contraddirla, ma abbiamo spostato in chiusura di riunione la risposta dell'Assessore proprio perché non c'erano alcuni Consiglieri, in particolare non c'era lei, che aveva posto l'interpellanza. Credo che l'impegno che abbiamo preso questa mattina debba essere rispettato peraltro, i Consiglieri Moro e Papandrea sono presenti.
Io ho citato altre due interrogazioni che ho detto che vengono attratte da questa discussione perché riguardano sempre i Giochi senza Frontiere, ma un aspetto marginale, per cui credo che l'aula sia in condizioni di sentire ancora questa... Era l'impegno...



SAITTA Antonino

La marginalità o meno...



PRESIDENTE

Marginalità nel senso che, poiché riguarda l'utilizzo di personale dell'Ospedale Umberto I, ecc., possiamo anche dare una risposta in un'altra occasione. A me pare che, essendo queste interrogazioni ferme dal febbraio '97, possano essere attratte; se così non è, le teniamo da parte e la Giunta darà la risposta solo all'interpellanza n. 2686, presentata dal Consigliere Saitta, e a quella che è stata presentata oggi dai Consiglieri Papandrea e Moro sullo stesso argomento. Le altre due vecchie interrogazioni le teniamo da parte e verrà data risposta successivamente.
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Egregi Consiglieri, rispondo all'interpellanza n. 2686, presentata dal Consigliere Saitta, in merito alla citazione in giudizio del presentatore televisivo Ettore Andenna.
Lo scenario della prestazione oggetto del giudizio è quello dei Campionati Mondiali di Sci Alpino del 1997.
La partecipazione regionale all'evento, deliberata con atto n. 2-16250 del 28 gennaio 1997, prevedeva, tra i vari corrispettivi elencati in allegato, il pagamento di L. 80.000.000 per l'utilizzo di testimonial sportivi e televisivi, includendo la prestazione di presentazione della serata inaugurale.
L'ammontare complessivo degli adempimenti per i Campionati Mondiali di Sci ammonta a L. 2.400.000.000 (L. 1.150.000.000 all'APT della Valle Susa e L. 1.250.000.000 all'APT del Pinerolese), da liquidare previa presentazione di dettagliati consuntivi delle spese sostenute corredati da idonei giustificativi.
Il pagamento in questione e di cui il Consigliere Saitta chiede notizia, non è stato liquidato prima della vertenza perché Andenna, allora cittadino monegasco, non risultò aver presentato fattura all'APT.
A seguito della soppressione delle APT, la Regione è subentrata nel debito.
Tuttavia, considerata la mancanza agli atti della pezza giustificativa fu data la precedenza al pagamento di altre fatture, esaurendo così i fondi sul capitolo competente.
Ettore Andenna, considerato il dilatarsi dei tempi di pagamento collegato ai motivi di cui sopra, andò in giudizio, certamente sicuro di ottenere soddisfazione, dal momento che la prestazione era stata effettuata e testimoniata televisivamente.
Di fronte alla citazione, l'Amministrazione regionale mantenne la posizione assunta in precedenza e, tramite Avvocatura, confermò la disponibilità a liquidare il dovuto dietro presentazione di regolare documentazione, come del resto richiesto nella citata deliberazione n. 2 16250 del 28 gennaio 1997.
In data 30 aprile, come da documentazione conservata agli atti, in seguito a presentazione di fattura, venne comunicata la disponibilità dell'Amministrazione alla liquidazione del debito e, con atto deliberativo n. 83-27325 del 10/5/99, la Giunta regionale autorizzò il pagamento in via stragiudiziale, considerando il diritto maturato a seguito della regolare prestazione, nonché il ritardo nel liquidare, per i motivi sopra esposti.
La documentazione citata è conservata agli atti delle Direzioni Turismo, Sport, Parchi e Avvocatura.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

L'interpellante intende prendere la parola? Prego.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, l'Assessore Racchelli ha ripreso soltanto alcune delle osservazioni che abbiamo formulato in questa interpellanza urgente, e ha ripreso soltanto alcuni aspetti del problema, forse quelli meno interessanti. Mi sembra che abbia più ripreso le questioni di carattere formale e amministrativo che non le questioni sostanziali, quelle che stanno più al nostro cuore, al cuore del Partito Popolare Italiano.
Constatiamo come ci sia una differenza di atteggiamento da parte della Giunta rispetto a questa vicenda, cioè rispetto ad Ettore Andenna, e nei confronti, ad esempio, del collega Masaracchio: due atteggiamenti diversi.
Verso l'Assessore Masaracchio si è assunto un atteggiamento di rinuncia a sanare una situazione, relativamente al Salone della Formazione Professionale - cosa che noi contestammo - mentre, nei confronti del sig.
Andenna, si sana.
Questo è uno dei misteri della Giunta, che preferisce sanare una situazione nei confronti di un privato anziché sanare la situazione relativa al Salone, organizzato dalla Regione Piemonte, attraverso il suo Vicepresidente e l'Assessore alla Formazione Professionale.
Questa disparità di atteggiamento risulta evidente: si trattava di un debito fuori bilancio per il sig. Ettore Andenna e si tratta di un debito fuori bilancio per l'Assessore Masaracchio. Nel caso del sig. Andenna, il Presidente Ghigo si è dato da fare per sanarlo subito, mentre per l'Assessore Masaracchio non l'ha fatto.
Non so quali siano le opinioni ed i pensieri del collega Masaracchio che mi pare stia seguendo nonostante dia la sensazione di essere impegnato a leggere un opuscolo...



(Intervento, fuori microfono dell'Assessore Masaracchio)



SAITTA Antonino

Per questo motivo dicevo che, anche se sta leggendo un opuscolo, credo si senta vittima di un atteggiamento discriminante nei propri confronti.
Infatti, abbiamo discusso lungamente del problema che lo riguarda, ma quando si tratta di immagine, di spettacolo, il Presidente Ghigo (con la sua Giunta, ma in modo particolare il Presidente Ghigo) ha una grande capacità nel trovare le soluzioni amministrative, le più disparate, che portino ad una soluzione. Il problema del sig. Ettore Andenna è stato risolto, con una differenza che aggrava maggiormente la situazione, perch l'incarico ad Ettore Andenna è stato conferito verbalmente; non so in quale sede ed in che momento, ma c'è stato un incontro - da quello che leggo nell'atto di citazione - tra il sig. Andenna, il Presidente Ghigo e l'Assessore - che qui non vedo. Gli è stato chiesto (a voce): "Vuoi organizzare? Quanti milioni vuoi?". Una stretta di mano, senza delibera, e l'accordo è stato concluso.



CHIEZZI Giuseppe

C'era anche il Presidente Ghigo?



SAITTA Antonino

C'era il Presidente Ghigo, almeno dice così, e c'era anche Garrone.
Dall'atto di citazione risulta evidente che si è trattato di un atto quasi da mercato: "Qual è il prezzo?". "Vanno bene 20 milioni, spese forfettarie: lire 3.500.000". "Qui la mano!".
E il sig. Andenna è andato, ha presentato, ha scritto articoli per Tuttosport.
Tutto è stato concordato con una stretta di mano; del resto, l'onore impegnandosi sulla parola - bisogna mantenerlo! Per la verità, l'Assessore Masaracchio è stato un po' più prudente perché ad un certo punto, resosi conto della situazione, ha proposto: "Facciamo una delibera", ma il Presidente Ghigo - d'altronde è il Presidente - quando prende un impegno lo mantiene sicuramente! Prende un impegno e parte! Mi pare, però, che così non sia avvenuto. L'Assessore Racchelli ci ha detto che non è avvenuto così, ci ha spiegato - e qui vengono in mente alcune osservazioni che fece a suo tempo il collega Angeleri - che, per quanto riguarda la vicenda dei campionati, l'incarico forse è stato dato dal Presidente Ghigo, perché è improbabile che l'APT di Susa abbia chiamato il sig. Andenna per conferirgli l'incarico.
Quindi, è il Presidente Ghigo che ha dato l'incarico, che formalmente però, è stato formulato dall'APT di Susa. L'APT di Susa, per le note vicende che abbiamo conosciuto, ad un certo punto non ha potuto pagare il sig. Ettore Andenna, perché l'incarico gli era stato affidato dal Presidente Ghigo. Tra l'altro, questa attività, anche sul piano amministrativo, doveva essere un supporto tecnico-organizzativo, dato dall'APT, all'evento; invece, non è stato un supporto tecnico organizzativo, ma una scelta, quindi è stato un incarico dato dal Presidente Ghigo.
Assessore Racchelli, credo che lei abbia sufficiente esperienza anche per non considerarci degli sprovveduti. Lei non deve considerarci degli sprovveduti, nel darci quelle risposte! Vuole farci credere che la Regione Piemonte ha avuto un comportamento lineare, corretto? Lei ci ha detto: "Quando il sig. Andenna ha presentato la fattura abbiamo pagato!". Ma scusi, Assessore, vuole credere a questa interpretazione forzata dei fatti? Il problema è che il sig. Andenna vi ha chiamato in giudizio e voi avete pagato anche le spese legali. Il sig. Andenna ha avuto un compenso di lire 34.320.000, comprensivo delle spese legali.
Perché la Regione - collega Chiezzi, tu che hai esperienza - dovrebbe pagare le spese legali del sig. Andenna, se ha avuto un atteggiamento corretto? Assessore Racchelli, questo ce lo deve spiegare! E' di qui che nasce il quesito; le risposte che lei ci ha dato sono le cose formali che chiunque un impiegato o un funzionario - potrebbe dirci rispetto alla delibera.
Perché, invece, abbiamo dovuto pagare le spese legali? Perch probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa! Perché la Regione deve sopportare queste spese? La questione è più complessa! Questa non è neppure la categoria del debito fuori bilancio, Assessore Masaracchio, perché la categoria del debito fuori bilancio è un ordine dato da un Assessore per un'attività della Regione. In questo caso, è un ordine dato dall'APT, su indicazione del Presidente Ghigo, che ha determinato l'importo, ma l'APT non ha potuto pagare perché non aveva dato l'incarico.
Non si tratta, pertanto, di un debito fuori bilancio; noi paghiamo, per conto di altri, un'attività che non è stata data da parte della Regione Piemonte. Questo aspetto è ancora più grave della vicenda "Formazione e Salone del Libro".
Inoltre, Assessore, ci spieghi quali sono i 24 articoli pubblicati su Tuttosport. Sulla rassegna stampa c'è scritto: "Il sig. Andenna svolgeva tutta l'attività concordata e redigeva 24 articoli che venivano pubblicati su 'Tuttosport'". Grazie a questa dichiarazione si è liquidato, quindi qualcuno ha certificato che il sig. Andenna ha scritto e pubblicato 24 articoli su Tuttosport.
Di che articoli si tratta? Sono articoli redazionali? Sarebbe interessante poterli leggere, mi stupisco che lei non abbia avuto la diligenza a procurarseli ed a rispondere con precisione.
Io posso anche fermarmi e rinviare a domani la discussione di questo problema, così come avevo chiesto. Se volete fare una riunione di Giunta o dello staff dei dirigenti...
Il sig. Andenna - dicevo - svolgeva tutta l'attività concordata e redigeva 24 articoli che venivano pubblicati su Tuttosport.
La domanda è questa: Assessore, lei ha visto gli articoli pubblicati su Tuttosport? Chi ha fatto la transazione avrà visto che c'erano gli articoli; erano articoli che il sig. Andenna ha scritto come giornalista di Tuttosport? A me non pare che il sig. Andenna fosse un giornalista di Tuttosport credo che avesse tutte le caratteristiche del giornalista, ma non di giornalista sportivo. Quindi vuol dire che lui ha curato la pubblicazione di redazionali a pagamento per conto della Regione Piemonte? Se c'è un evento sportivo particolare, si fa l'articolo di cronaca; ma questo lo fanno i giornalisti di Tuttosport. In questo caso, cosa ha fatto Andenna? Ha preparato dei redazionali a pagamento, suppongo.
Come sono questi articoli, quando sono comparsi, con quale motivazione? Erano redazionali? Se erano redazionali da chi sono stati pagati? Dall'APT dal Presidente Ghigo, dall'Assessore Racchelli, dal VicePresidente Masaracchio? Un po' di informazione in più credo non sarebbe sbagliata.
Concludo con un'ultima considerazione: se la Regione Piemonte, e di questo ha la responsabilità lei, Assessore Racchelli, perché oggi lei ha vigilanza sui suoi uffici, non ha pagato nonostante i numerosi solleciti lei oggi ci ha detto una cosa grave. Dicendo: "non ha presentato la parcella" o "non ha presentato la fattura", lei ci ha raccontato soltanto un pezzo della questione. Non ha pagato non per questo motivo, che è contenuto nella delibera, non ha pagato, nonostante i solleciti, perché la Regione non poteva pagare.
La Regione, in sostanza, ha detto al signor Andenna: "E' vero, ti ho dato quell'incarico, citami in giudizio e poi transiamo". E' un suggerimento, Masaracchio: "Si faccia in qualche maniera quasi condannare" e poi a un certo punto, se Ghigo vorrà, potrà dire "transiamo". Questo è il problema: si poteva far condannare il Presidente Ghigo? Si faceva condannare Garrone? Sono questi i personaggi che in qualche maniera allora avevano un ruolo importante nelle iniziative di immagine della nostra Regione.
Quindi, Assessore Racchelli, lei con questa risposta evasiva, non puntuale, senza elementi, si assume una responsabilità pesante, perché non si è neppure informato.
Lei oggi ci ha detto delle cose totalmente diverse rispetto alla chiamata in giudizio nell'atto di citazione del signor Andenna. Nessuno della Regione Piemonte, nè lei nè il Presidente Ghigo nè tantomeno Masaracchio (perché non avrebbe potuto, per non cadere in contraddizione e per non cadere nel ridicolo evidentemente) ha contestato questo fatto.
Posso anche capire la transazione, ma si contesta il contenuto. Con la transazione viene confermato il contenuto: "Il signor Andenna accettava l'incarico e concordava con i Presidente della Regione, on. Ghigo, un corrispettivo di 20 milioni imponibili oltre al rimborso delle spese forfettarie di tre milioni e mezzo. Del contenuto di detto accordo potranno darne conferma anche l'allora Assessore al turismo Angeleri e il responsabile della comunicazione signor Garrone. Il signor Andenna svolgeva tutta l'attività come in ipotesi di contestazione potrà essere provato nella produzione in causa".
Questo è quello che è avvenuto. Per questo la Regione ha pagato e nessuno ha contestato.
Non ho più parole, faccio fatica ogni tanto a cercare di sollevare l'attenzione di questo Consiglio, distratto su questi temi, e credo anche che queste parole resteranno in qualche maniera parole al vento. Non mi rassegno, però, ad assistere a comportamenti di questo tipo che sul piano amministrativo e sul piano della leggerezza sono veramente gravi. Le mie valutazioni fanno riferimento a qualche metodo, ma io ritengo gravi questi comportamenti. Il comportamento del Presidente Ghigo è un po' da film western: lo sceriffo che dice "Venti milioni e vai!".
Presidente, le delibere le deve fare anche lei, lei non è la persona che può dare incarichi a qualcuno, lei non ha fatto la delibera.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non faccia il giustiziere; è lei che ha la pistola puntata!



SAITTA Antonino

Lei la delibera l'ha fatta? Lei la delibera non l'ha fatta!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non sono io che devo fare la delibera! Deve farla la mia struttura!



SAITTA Antonino

Presidente, se l'atteggiamento del Presidente Ghigo ritiene questa una stupidata, sottolineo questo fatto e mi rammarico che non c'è neppure il dubbio sull'atteggiamento. Il Presidente ha pagato perché è stato chiamato in giudizio, chiederò alla Corte dei conti di poter intervenire su questo fatto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ho ascoltato le considerazioni fatte dal collega Saitta su questa interpellanza che firmo.
Devo dire al Presidente Ghigo solo due cose; la prima riguarda il prezzo politico che ciascuno di noi pagherà o non pagherà presso l'elettorato. Il Presidente Ghigo ha trascinato la Regione Piemonte in giudizio in diverse occasioni, noi non mancheremo di segnalare con le nostre forze, di gran lunga inferiori a quelle del Presidente Ghigo, questo fatto ai piemontesi; non ci stancheremo di dire che il Presidente Ghigo fa buona propaganda ma cattiva amministrazione.
Se riusciremo a far passare questa informazione nel modo dovuto, spero che raccoglieremo i frutti di un giudizio dell'elettorato sul comportamento del Presidente Ghigo, viceversa il Presidente Ghigo cercherà di non mettere in evidenza questa caratteristica della sua amministrazione di andare in giudizio con terzi e di perdere pagando.
Questi sono gli aspetti politici, poi ci sono gli aspetti strettamente amministrativi e la cosa che volevo dire era proprio la conclusione a cui giunge il collega Saitta. Secondo me, Saitta, là c'è arroganza e noncuranza, c'è il potere, lo gestiscono così: facciamo solo una verifica se i soldi dovuti ad Andenna non debba tirarli fuori il Presidente Ghigo.
Secondo me il problema è solo questo: io non capisco perché la collettività debba pagare le cose fatte da Andenna su ordine di Ghigo. Se le paghi il Presidente Ghigo! Io sono d'accordo a fare questa semplice verifica: se sia proprio vero che la collettività, i contribuenti debbano riconoscere al signor Andenna dei lavori che la Regione Piemonte non ha mai ordinato, perché è questa la situazione.
Non avendo la Regione Piemonte ordinato questi lavori, perché deve pagarli? Presidente Ghigo, se non ha ordinato questi lavori, come mai la Regione Piemonte li paga? Io penso che questa sia una verifica da fare nell'interesse di tutti.
Inoltre, non comprendo la disparità di trattamento tra il signor Andenna e i due imprenditori che ancora aspettano di essere pagati.
La situazione dal punto di vista del Salone della Formazione è ancora più complessa, nel senso che i rapporti, le strette di mano erano quasi settimanali per lunghi mesi con la Regione Piemonte, l'Assessore competente e via dicendo. In quel caso, la situazione non si è risolta.
Mistero; mistero che il Presidente Ghigo in un caso paghi attraverso la Regione e nell'altro no.
Anche questo fa parte di un comportamento politico che noi segnaleremo però dico al collega Saitta che riterrei importante chiedere una verifica urgente alla Corte dei Conti, affinché ci dica se le somme che noi abbiamo pagato come Regione Piemonte siano effettivamente dovute dalla Regione e non da chi ha detto: "Fai" o "Non fai".
Chiedo dunque che questo venga verificato. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Non voglio ripetere le considerazioni che sono state già svolte dai colleghi che mi hanno preceduto.
Sottolineo comunque un aspetto: è strano che la Regione arrivi ad un accordo extragiudiziale e si paghino le spese quando si poteva evitare questo percorso; non si capisce perché si vada ad un giudizio e poi lo si interrompa. Non si capisce come mai, anche da questo punto di vista, ci sia un utilizzo improprio delle strutture e delle risorse della Regione.
Ma la cosa che invece mi premeva sottolineare - scusi, Assessore - è che, sia nell'interpellanza presentata dal Consigliere Saitta che da quella presentata da noi, c'erano dei quesiti che nella risposta non sono stati neanche presi in considerazione.
Da questo punto di vista, riteniamo che la risposta a queste interpellanze non sia stata ancora data o - almeno - è parziale, per cui c'è un'insoddisfazione nel merito delle risposte che sono state date.
Chiediamo che vanga data risposta a tutti i punti sollevati; in particolare, a quello relativo alla collaborazione con il giornale Tuttosport di cui non si capisce la natura e di cui si fa cenno sia negli atti giudiziari che negli articoli comparsi sui giornali: se si risponde ad un'interpellanza, si risponde in toto ai quesiti posti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Io credo che il problema stia in chi ha chiesto all'APT di incaricare quel signore; perché tutto filerebbe, nella versione dell'Assessore Racchelli, se l'APT avesse commissionato la prestazione d'opera (che poi vorremmo capire se sono redazionali, inserzioni pubblicitarie, però la qualità del lavoro è ancora un altro aspetto).
L'APT, attraverso i suoi vari responsabili, ha detto - ed è anche scritto nel documento della Commissione del Consiglio - di non aver commissionato una serie di cose; però non dice di non aver commissionato quello.
Genericamente, ha detto: "Certe cose non le abbiamo commissionate noi ci venivano chieste dall'Assessore"; poi l'Assessore ha chiarito in aula che alcune partite non sono state gestite da lui, ma direttamente dal Presidente e dal signor Garrone.
Questo è stato detto in aula, quindi io non posso dire - e tanto meno l'Assessore Racchelli, a meno che non si informi - chi ha commissionato.
Quindi, l'APT non ha pagato perché non c'era la fattura e costui aveva la residenza a Montecarlo? O non ha pagato, come ha dichiarato alla Commissione, perché non ha commissionato lei il lavoro? Questo è il punto della questione.
Lei ci dica qualcosa di chiaro su questo punto; poi noi agiremo conseguentemente nell'essere soddisfatti o meno del procedimento della questione.
Assessore, ci può dire chi ha incaricato questa consulenza? E' stata l'APT o all'APT è stato chiesto da un soggetto politico altro quale la Giunta nella persona dell'Assessore o del Presidente o di collaboratori diretti? Questo è il punto, che noi dobbiamo conoscere, perché come lei vede sulla questione siamo informati.
Noi ci ricordiamo i verbali del Consiglio, e quindi la sua risposta è lacunosa su questo punto. Spero che lei colmi questa lacuna adesso: altrimenti, faccia rispondere il Presidente, che è informatissimo sulle questioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Presidente, al di là del merito della questione, l'esposizione dell'Assessore Racchelli è stata reticente, approssimativa ed elusiva. Ha ragione il Consigliere Saitta a rimarcarlo e a farne oggetto di una sua protesta.
E' da questa protesta, che io condivido e faccio mia, che è nato anche un elemento spiacevole, perché per quanto si tratti di una situazione di conflitto, non devono essere superati i toni di un confronto. Invece mi è sembrato che, in modo inconsueto, il Presidente sia addivenuto ad un atteggiamento di insofferenza.
Presidente, in modo assolutamente sereno come credo si possa fare, le dico che non può, su una questione che ha questo spessore, spessore che nasce dal punto di vista del costume, che nasce - come altre - da un incarico dato verbalmente...
Io capisco che si sono succeduti degli Assessori, che c'era un comunicatore... Capisco... Conosco. Con ciò, non è che questa questione possa trovare particolare comprensione; tuttavia, è evidente che si è pervenuti ad una situazione che ha avuto una gestione anomala rispetto ad altre analoghe.
L'interpellanza che ho sottoscritto per poter intervenire formalmente non poneva delle questioni di "incriminazione": poneva delle questioni di chiarimento rispetto a delle situazioni che sono state oggetto di comunicazione al pubblico.
Assessore Racchelli, quando approviamo un provvedimento di legge come il n. 460 (se ricordo bene il numero), in pendenza di una comunicazione della Comunità Europea, e poi ci viene detto "Ma tanto non era importante" io le dico che non è così.



(Commenti dell'Assessore Racchelli)



RIBA Lido

No, non si insista su questo. Tali questioni rappresentano un dato di autoparzialità, di trattamento di autofavore, mentre sono questioni - tutte che devono essere oggetto di un comportamento particolare.
Questo modo, poi, di respingere le considerazioni espresse attraverso un po' di comprensione (devo faticare, mi tocca anche questo, ogni giornata ha la sua pena)... Guardi che per noi ogni giornata ha delle pene anche maggiori, comprese quelle di vedersi avvicinare la fine di una legislatura in cui continuiamo a fare delle cose, anche sul suo settore, Assessore Racchelli, magari sì importanti, ma non collegate con un pezzo o, se volete, uno straccio di piano di sviluppo o di progetto organico di ordinamento della spesa.
Questi per noi sono elementi di grande tensione, di grande pena quotidiana, ai quali tuttavia ci sottoponiamo perché in ogni caso compete a noi, come opposizioni, di vivere anche delle questioni che noi considereremmo gestibili in altro modo e che tuttavia la maggioranza in qualche maniera impone in questo modo.
La risposta che lei ha dato, dunque, è una risposta reticente rispetto alle questioni che sono state chieste. Lei consideri i quattro punti che sono stati oggetto dell'interpellanza e dica se ha risposto integralmente se ha risposto esaurientemente, se ha risposto fedelmente, perché la risposta - come lei sa - deve essere completa, fedele, totale, non reticente: questo manca completamente. Allora ce lo dica lei come ci si dovrebbe comportare, sulla base di un atteggiamento di questo genere, che sottende alla difficoltà, evidentemente, ad affrontare un problema imbarazzante, ma oggetto di attenzione e di presa d'atto da parte di tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

Dal punto di vista formale, il punto all'o.d.g. è esaurito.



CAVALIERE Pasquale

Ma l'Assessore dovrebbe rispondere qualcosa, Presidente!



PRESIDENTE

Ho detto che l'argomento, dal punto di vista formale, è concluso; se l'Assessore intende rispondere, risponda pure.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Ho ascoltato le considerazioni che avete fatto e, per quello che è nella mia possibilità e quindi nel mio ruolo, posso cercare di capire se nelle APT trovo gli articoli e tutto quello che serve o quello che pu illuminare maggiormente le vostre domande; una volta fatta questa ricerca più approfondita, posso venire a farle presenti al Consiglio o fare una nota per presentarvele. Posso farlo tranquillamente.
Quella che vi ho dato è una risposta che è in linea con quella che è stata la vicenda della chiamata in giudizio della Regione Piemonte da parte del signor Andenna.
Perché la Regione è stata chiamata in giudizio dal signor Andenna? Il motivo era che il signor Andenna non era stato pagato. Infatti, quando hanno liquidato le APT, non hanno trovato la fattura e, non trovando la fattura, hanno pagato solo quello che era in fattura e hanno finito i loro pagamenti. Quando poi è intervenuto il Commissario liquidatore probabilmente la cosa è rimasta lì e ce la siamo ritrovata noi.
Logicamente il signor Andenna ha chiamato in giudizio la Regione; la Regione ha detto al signor Andenna: "Non ti hanno pagato perché non c'era la fattura; presentaci la fattura, che ti paghiamo". La fattura lui non l'aveva presentata; a un certo punto, l'ha presentata e la Regione l'ha pagato, perché in effetti la prestazione l'aveva fatta.
Adesso voi mi chiedete delle cose che vanno ricercate... Io allora non c'ero; andrò a fare una verifica, cercherò di capire, cercherò di sapere e, se emergerà qualcosa di nuovo, il mio impegno è quello di venire in aula a riferire nel senso che non voglio tenere nascosto nulla, non c'è nessun motivo per farlo.



CHIEZZI Giuseppe

Sul Salone della Formazione?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

No, io lì non c'entro; non lo so, non me ne sono interessato, non lo conosco. Io vi rispondo su questo; siccome non c'ero, vi ho dato una risposta su quello che abbiamo trovato e sul percorso più limpido che ci ha portato a questo.
Prendo atto delle vostre considerazioni, che sono anche legittime, per cui non c'è nessun motivo per cui io non le interpreti; cercherò di vedere nei vari settori e soprattutto nelle APT se c'è stato un percorso o qualcosa che non abbiamo potuto scoprire o che non sappiamo e che valga la pena di essere riferito nell'ambito di questo Consiglio, in modo che tutti siano informati. Questo è l'impegno che mi posso prendere; lo faccio volentieri, non c'è nessun problema.
Farò la ricerca nelle APT di competenza per capire e per vedere se c'è qualcosa di particolare che possa essere interessante per tutti noi.



PRESIDENTE

I nostri lavori sono conclusi. Ricordo che domani mattina l'impegno è di chiudere il Consiglio entro le ore 14.
Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,09)



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