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Dettaglio seduta n.372 del 06/07/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Il Consiglio era convocato per le ore 9,30. Pertanto, essendo già trascorso un quarto dall'inizio previsto, procedo personalmente all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Presidente Deorsola effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
17 Consiglieri (sono in congedo n. 7 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 09.46 riprende alle ore 10.19)


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 31 marzo; 8, 14, 15 e 20 aprile 1999; i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Faccio solo le comunicazioni.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casari, Ferrero, Galli Goglio, Leo, Majorino e Minervini (alla quale formuliamo nuovamente auguri di pronta guarigione).


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Riassegnazione funzioni ai componenti la Giunta regionale


PRESIDENTE

E' stata revocata la DPGR n. 34 del 14 maggio 1999 con contestuale riassegnazione all'Assessore Ugo Cavallera delle funzioni individuate con DPGR n. 39 del 6 luglio 1998 a far tempo dal 29 giugno 1999.


Argomento:

e) Provvedimenti ritirati


PRESIDENTE

Sono stati ritirati i seguenti provvedimenti: proposta di deliberazione n. 460: "Ente nazionale per strade ANAS.
Programma triennale degli investimenti 1997/99. Indicazione degli interventi prioritari" disegno di legge n. 448: "Sottoscrizione di nuove azioni della "Terme di Acqui S.p.A."



CHIEZZI Giuseppe

Perché è stata ritirata la proposta di deliberazione n. 460?



PRESIDENTE

E' una comunicazione pervenuta dalla Giunta: gliene farò avere copia.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione di Mario Soldati


PRESIDENTE

Se ponete un attimo di attenzione, desidero commemorare la figura di Mario Soldati.
Colleghi consiglieri mi sembra doveroso aprire la seduta di oggi del Consiglio regionale dedicando un ricordo ad un grande piemontese che ci ha lasciati.
Mario Soldati è morto sabato 19 giugno nella sua villa di Tellaro, in provincia di La Spezia. Aveva novantatré anni.
Possiamo affermare con orgoglio che lo scrittore, il viaggiatore, il regista, lo sceneggiatore Soldati è stato un grande intellettuale del Piemonte. Un uomo che ha attraversato il secolo e ha lasciato la sua impronta poliedrica, estrosa e geniale nei più diversi linguaggi della vita culturale italiana.
Con questa commemorazione, l'Assemblea regionale del Piemonte intende rendergli un omaggio sincero e non rituale. Un ricordo che non vuole in nessun modo intervenire o rinfocolare polemiche - peraltro già sopite sulla presenza e il ruolo avuto dalle istituzioni nei suoi confronti, ma vuole essere soltanto un sincero "grazie" della nostra Regione a un grande piemontese.
Soldati era nato a Torino il 17 novembre 1906. Allievo dei Gesuiti all'Istituto Sociale, fu un "seminarista eretico", come ebbe a definirlo in un epigramma Indro Montanelli.
Di dichiarata fede socialista fin dai tempi del delitto Matteotti rifiutò di prendere la tessera del partito fascista e dovette per questo rinunciare a una promettente carriera giornalistica.
L'intera sua formazione culturale è un paradigma della vocazione del Piemonte. Quell'essere al tempo stesso internazionali e radicati nella propria città, quell'impasto inestricabile e ironico di "qui" e di "altrove", di provincia e cosmopolitismo, che è un po' il codice genetico del nostro essere piemontesi. E non c'è dubbio che "internazionale" il percorso di Soldati lo sia stato assai presto.
Fin dal 1929, subito dopo la laurea in Lettere, parte da Torino per gli Stati Uniti con una borsa di studio. Sono gli anni del crollo della Borsa di New York e della Grande Depressione.
Soldati raccoglie impressioni e appunti che - dopo la prima raccolta di racconti apparsa nello stesso '29 - diventeranno il suo primo, grande libro: "America primo amore", del '35.
Ma la cifra di Soldati è stata anche quella di saper raccontare, con tono visionario e colloquiale, disincantato e appassionato, la grande provincia italiana. Solo chi conosce veramente il mondo sa dare voce e orecchio alle storie minime e ai loro protagonisti.
Viste oggi, alcune sue intuizioni appaiono addirittura profetiche, vere fughe in avanti.
Il suo Viaggio lungo la Valle del Po alla ricerca dei suoi sapori tradizionali, allora minacciati dall'omologazione consumistica del boom, ha anticipato di decenni quella cultura del gusto oggi diventata fenomeno di moda e quasi di massa. Anche i Racconti del Maresciallo, del 1968, sono tuttora ben saldi nella memoria collettiva come prototipo del "poliziesco all'italiana": padri nobili di tanti protagonisti della più recente fiction televisiva di successo.
La grande capacità narrativa di Soldati ha dato il suo meglio in libri come "A cena col commendatore", del '50, "Le lettere da Capri" che hanno vinto il Premio Strega nel 1954, La confessione del 1955. Ed anche la sua produzione cinematografica, oggi così fascinosamente démodé, con i suoi precisi richiami alla nostra grande tradizione letteraria ci fa rimpiangere tempi in cui l'Italia sapeva scrivere e produrre un cinema colto ma popolare, didattico ma non pedante, sentimentale ma non stucchevole.
Torino è stato per lui il primo amore: una città, una terra che Soldati si è sempre portato dentro il cuore, pur vivendone lontano da quasi settant'anni, in America prima, a Roma poi e infine sul golfo di La Spezia.
Mai come per Soldati la distanza fisica ha accorciato quella intellettuale. Il paesaggio, la gente, i colori del Piemonte sono stati per Soldati un luogo dello spirito. E come tutti i luoghi dello spirito possono essere trasportati in ogni luogo senza sbiadire o perdere consistenza.
Da questa tensione nasce il volume Le due città, del 1964: Torino e Roma, due grandi capitali, due genti, due modi di vivere diversi e spesso antitetici. Un testo al quale ancora oggi si ritorna per intuizioni illuminanti e attuali.
E non a caso, è proprio di Mario Soldati la versione cinematografica del più grande testo del teatro dialettale piemontese: Le miserie `d monssù Travet di Vittorio Bersezio, realizzata nel 1945.
Forse è l'unico caso in cui il carattere dignitoso, lo spirito di laboriosità senza clamori ed ostentazioni che sono propri del miglior carattere piemontese trovano dignità d'opera d'arte, diventano archetipo universale.
In fin dei conti, è un po' la stessa lezione di laboriosità silenziosa di tenace concretezza di cui Travet è diventato eponimo, che ha consentito a Torino di imporsi sulle città concorrenti per l'assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2006.
Nei giorni in cui il Piemonte inizia il lavoro per trasformare questo sogno in realtà, il pensiero corre spontaneamente ai pini e alle nevi delle stazioni invernali dell'Alta Valle di Susa, il romantico paesaggio già voluto da Soldati come candido fondale del suo film E' l'amor che mi rovina, del 1951.
E c'è lo stesso capoluogo del Piemonte al centro dell'ultimo cammeo cine-televisivo di Soldati: il poetico ritratto in forma di documentario dedicato a Torino, realizzato a ottantaquattro anni d'età per i Mondiali di calcio del 1990.
Soldati lascia al Piemonte un'eredità impegnativa. Quella di trovare nella propria storia e cultura un posto di giusto rilievo per l'opera e la figura di un intellettuale popolare, una persona che aveva molto da raccontare e lo riusciva a dire a tutti nel modo migliore. Di questi tempi un dono sempre più raro.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, possiamo fare la verifica del numero legale?



PRESIDENTE

Certo, procedo personalmente ad effettuare l'appello nominale.



(Il Presidente Deorsola procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

I presenti sono 28, per cui il numero legale è garantito.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interpellanza n. 2686 presentata dal Consigliere Saitta in merito a "Citazione in giudizio della Regione Piemonte da parte del presentatore televisivo Ettore Andenna" (Rinvio)


PRESIDENTE

La Giunta si era impegnata a dare risposta all'interpellanza urgente n.
2686, di cui al punto 3) dell'o.d.g. Mi pare che vengano attratte da questa interpellanza anche due vecchie interrogazioni, una del Consigliere Cavaliere, l'altra dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, per cortesia, può leggere il testo?



PRESIDENTE

D'accordo: "Premesso che: in data 10 maggio u.s. la Giunta regionale del Piemonte (assente il Presidente Ghigo) ha approvato la delibera n. 83-27325 nella quale, a relazione dell'Assessore regionale al turismo Racchelli, si autorizza il pagamento di L. 34.320.000 al presentatore televisivo Ettore Andenna in relazione alla sua prestazione per i Mondiali di Sci 1997 svoltisi a Sestriere dalla delibera in questione si apprende che la somma di L. 34.320.000 è comprensiva delle spese legali sostenute dal sig. Ettore Andenna per la promozione di un giudizio avanti il Pretore di Torino nei confronti della Regione Piemonte e che, a fronte di tale pagamento, il sig. Andenna si impegna a rinunciare alla lite di cui sopra.
Evidenziato che: dall'atto di citazione in giudizio della Regione Piemonte promosso dal sig. Andenna avanti il Pretore di Torino si apprende che 'in occasione dei Mondiali di Sci la Regione Piemonte ha contattato il sig. Andenna proponendogli di presentare alcune serate, di organizzare e condurre giochi di intrattenimento e di redigere alcuni articoli da pubblicarsi su Tuttosport', che 'il sig. Andenna accettava l'incarico e concordava con il Presidente della Regione on Ghigo un corrispettivo di 20 milioni di lire imponibili oltre al rimborso delle spese forfetarie quantificate in L.
3.500.000', che 'il sig. Andenna svolgeva tutta l'attività concordata...
redigeva 24 articoli che venivano pubblicati su Tuttosport'...
nell'atto di citazione del 18 febbraio u.s. il sig. Andenna sostiene che 'a tutt'oggi la Regione Piemonte nonostante vari solleciti non ha ancora provveduto al pagamento del corrispettivo concordato'.
Il sottoscritto Consigliere regionale del Gruppo PPI Antonio Saitta interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente per sapere: con quale atto formale di Giunta - al di là degli accordi verbali del Presidente Ghigo - si sia deciso di affidare al sig. Ettore Andenna l'incarico per i Mondiali del Sestriere 1997, dal momento che in nessun documento compare questo necessario riferimento per quale motivo la Regione Piemonte non intendeva pagare il corrispettivo concordato tra l'on. Ghigo e il sig. Andenna di 20 milioni di lire più il rimborso spese, nonostante i continui solleciti cui si fa riferimento nella citazione per quale motivo la Regione Piemonte abbia poi deciso di transare ed abbia, 3 giorni prima dell'udienza in Pretura, concordato il pagamento al sig. Andenna di L. 34.320.000 come mai la Giunta abbia deciso in questo caso di sanare la situazione di lite pendente mentre in altri, recenti casi analoghi (si veda il caso del I Salone della Formazione Professionale e della lite con la società Events) la Giunta non ha deciso di sanare".
Questo è il testo, che peraltro è già stato distribuito.
La parola all'Assessore Racchelli per la risposta.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

Egregi Consiglieri, rispondo all'interpellanza n. 2686, presentata dal Consigliere Saitta, in merito alla citazione in giudizio del presentatore televisivo Ettore Andenna.
Lo scenario, nella prestazione oggetto del giudizio, è quello dei Campionati Mondiali di Sci Alpino del 1997.
La partecipazione regionale all'evento, deliberata con atto n. 2-16250 del 28/1/1997 prevedeva, tra i vari corrispettivi elencati in allegato, il pagamento di L. 80 milioni per l'utilizzo di testimoni sportivi e televisivi, includendo la prestazione di presentazione della serata inaugurale.
L'ammontare complessivo degli adempimenti per i Campionati Mondiali di Sci ammonta a L. 2.400.000.000 (L. 1.150.000.000 all'APT della Valle di Susa e L. 1.250.000.000 all'APT del Pinerolese), da liquidare previa presentazione dei dettagliati consuntivi delle spese sostenute, corredati da idonei giustificativi.
Il pagamento in questione - di cui il Consigliere Saitta chiede notizia non è stato liquidato prima della vertenza perché il signor Andenna allora cittadino monegasco, non risultò aver presentato fattura all'APT.



CAVALIERE Pasquale

Scusi, Presidente, ma non c'è l'interpellante!



PRESIDENTE

E' vero che non c'è l'interpellante, ma abbiamo altre interrogazioni sulla stessa materia che permettono la discussione.
Le avevo citate prima: una presentata dal Consigliere Cavaliere l'altra dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.



CHIEZZI Giuseppe

A noi sembra opportuno aspettare il Consigliere Saitta.



(Commenti dai banchi di Alleanza nazionale)



(Proteste del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consiglieri, questo argomento era stato concordato.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

Potrei rispondere alla fine dei lavori della giornata.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, non le abbiamo chiesto di sospendere il Consiglio, ma solo di passare all'interrogazione successiva.



PRESIDENTE

Se ritenete, per favorire una migliore discussione, possiamo differire l'esame di questa interpellanza.
La Giunta è disponibile a rispondere ad altre interrogazioni? Lo chiedo perché finora non mi è stata confermata questa disponibilità.
Ricordo che in sede di Conferenza dei Capigruppo era stata avanzata la richiesta di trattare tre punti nella prima ora indicativa di attività del Consiglio.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Richiesta di chiarimenti in merito al convegno organizzato per il 25mo anniversario della Federpiemonte


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, posso farle una domanda?



PRESIDENTE

Prego.



CHIEZZI Giuseppe

Io ho ricevuto un invito per il 16 luglio ad un incontro in cui lei Presidente del Consiglio, concluderà il dibattito.
E' il programma di festeggiamento del venticinquesimo anniversario della Federpiemonte.
Ricevendo l'invito, ho visto che si tratta dell'organizzazione di un dibattito tra il governo regionale e la Federpiemonte. Vorrei chiederle notizia su questo, perché mi stupisce che lei concluda da solo, come Presidente del Consiglio, senza alcuna presenza dei Capigruppo, un dibattito su questioni inerenti al governo regionale.
Vorrei una spiegazione sulla sua presenza ad un convegno così articolato, perché mi sembra un po' imbarazzante. Grazie.



PRESIDENTE

Mi è stata chiesta la disponibilità a portare alcune valutazioni, cosa che io ho fatto: ho dato la mia disponibilità a portare delle conclusioni.
Non mi pare assolutamente imbarazzante. Comunque, potremo valutare successivamente la questione.
Ripeto: la Giunta è disponibile a rispondere ad altre interrogazioni? In sede di Capigruppo sono state fatte tre richieste alla Giunta: la prima era questa relativa al problema Andenna, più altri due punti.
La Giunta è disponibile a dare oggi questa risposta, che si era riservata, o intende farlo in una seduta successiva?



(Il Vicepresidente della Giunta, Masaracchio, si avvicina al banco del Presidente Deorsola)



PRESIDENTE

Dopo una breve consultazione, ritengo opportuno posticipare il problema.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Non vorrei che ci trovassimo di fronte al ripetersi di un rituale di una situazione dispersiva. Prima di tutto, vorrei capire se la maggioranza ritiene di avere il numero legale, perché questa è una condizione attesa dopo tutte le questioni, gli intervalli ecc.



PRESIDENTE

Questo l'abbiamo appena verificato.



RIBA Lido

Sì, ma ho l'impressione che ci sia una situazione...



(Commenti dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti)



RIBA Lido

Qualcuno ritiene che così non sia, quindi sarebbe il caso che questa situazione venisse, come atto dovuto nei confronti del Consiglio regionale garantita a priori, in sostanza, con un accertamento all'interno della maggioranza, per poter disporre i lavori sulla base di una certezza.
Anche perché - voglio chiarire questo, Presidente - io non sono interessato a costanti verifiche, ma nello stesso tempo non possiamo neanche sostituirci ad una funzione dovuta della maggioranza, che è quella di garantire il numero legale per lo svolgimento di un certo numero di ore dei nostri lavori, dato che li programmiamo cercando di tenere conto di tutte le situazioni che possono incorrere.
Questo lo chiedo a lei, Presidente, perché è preliminare alla definizione dell'intenzione di eseguire l'o.d.g., che prevede due provvedimenti particolarmente consistenti e - aggiungo io - attesi dall'utenza regionale.
Pregherei di verificare se esiste questa condizione in modo che da parte nostra si possa rinunciare a fare degli accertamenti ricorrenti, ma da parte vostra ci sia la condizione di poter garantire che la sostanza del numero legale c'è, indipendentemente dal fatto che un collega possa mancare due minuti.
La seconda questione che vorrei porre - la sollevo perché siamo ancora nei preliminari - è una questione che non dovrebbe avere il rilievo di una trattazione in Consiglio regionale, ma tant'è, si è posta, quindi la riprendo.
In effetti ha sorpreso un po' tutti questa iniziativa, peraltro apprezzabile. Io sono proprio convinto dell'opportunità di dibattere questi temi, ma non con un allestimento tutto svolto dalla Giunta, dalle relazioni e dall'attività degli Assessori, e poi concluso dal Presidente del Consiglio. Presumo quindi si sia trattato di un'iniziativa concordata con la Giunta e con il Presidente del Consiglio: non ho niente da rimproverare ci mancherebbe! - alla Federpiemonte e neanche al Presidente della Giunta, ma al Presidente del Consiglio chiedo se non fosse il caso (dato che l'iniziativa coinvolge anche il Consiglio) di informare i Capigruppo affinché potesse essere adeguatamente utilizzata questa opportunità.
E' una richiesta del tutto istintiva, a prescindere dal fatto che l'avrei sollevata in altra sede e non in quella del Consiglio, ma dato che si è posta, credo che possa essere oggetto di una sua eventualmente rassicurante comunicazione.



PRESIDENTE

Il problema della verifica del numero legale l'abbiamo appena affrontato. Il numero legale si verifica facendo l'appello.



(Commenti del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Collega Riba, non dobbiamo fare dialogo. Io le ho dato una risposta...



RIBA Lido

Io ho posto il problema in termini molto meno fiscali. L'avevo posto in questi termini: la maggioranza ritiene di avere per un certo numero di ore il numero legale in modo che sappiamo quante ore eventualmente possiamo prevedere di dedicare il nostro lavoro a importanti argomenti all'o.d.g.
sui quali, data anche l'importanza e l'attesa, non vorrei che fossimo costretti a degli stop-and-go dovuti a delle verifiche che stanno nella aleatorietà di stabilire se in una certa fase il numero c'è e in un'altra il numero non c'è.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini, che credo potrà darle la risposta.



GALLARINI Pierluigi

Rispetto a questa vicenda il Presidente del Consiglio ha dato la versione degli atti e ovviamente quanto ha detto corrisponde a verità, ma nella sostanza politica, se è a questo che si mira, ritengo sia corretto che venga detto questo da parte nostra. Il numero legale dovrebbe essere 27: al primo appello hanno risposto sì anche i colleghi Picchioni e Farassino, altrimenti la maggioranza da sola non sarebbe arrivata a 27. Il Presidente della Giunta adesso ha fatto chiamare l'Assessore Goglio, che è a rappresentare il Presidente ad un convegno, entro 5/10 minuti sarà presente, quindi saremo 27 di maggioranza più altri Consiglieri che si sono aggiunti al primo appello e che volessero aggiungersi agli appelli successivi. Questa è la sostanza..



(Commenti del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

E' una risposta che non potevo darle io, quindi opportunamente è intervenuto il Consigliere Gallarini.
Possiamo quindi passare alla fase dei provvedimenti.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Produzione e trasformazione dei prodotti - Organizzazione turistica

Esame testo unificato della proposta di legge n. 275 e del disegno di legge n. 291 "Disciplina dei distretti dei vini e delle strade del vino del Piemonte. Modifica alla legge regionale 12 maggio 1980, n. 37 (Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico enologici, le strade del vino)"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 6) dell'o.d.g. che prevede l'esame del testo unificato della proposta di legge n. 275 e del disegno di legge n. 291 relativi ai distretti dei vini e alle strade del vino del Piemonte.
Relatori sono i Consiglieri Riba e Cotto.
Avevamo già affrontato, ma eravamo proprio ai primissimi passi, questo provvedimento. Chiedo quindi al collega Riba e alla collega Cotto se intendono svolgere la relazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, voglio solo farle rilevare che era stato preso l'impegno di dedicare un'ora, un'ora e mezza dei nostri lavori all'esame di una serie di interrogazioni.



PRESIDENTE

Abbiamo detto che le differiamo in chiusura di giornata, perché per rispondere occorre - per evitare di dare un'interpretazione formale burocratica e far cadere l'interrogazione - che sia presente anche chi ha posto la domanda.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, credo che sia pure nei termini succinti che aveva consigliato la situazione del momento, per quanto mi riguarda l'illustrazione del provvedimento è stata svolta, quindi non riterrei opportuno tornare su considerazioni generali. Eventualmente all'occorrenza, su qualche articolo ci si può soffermare brevemente per sottolinearne le caratteristiche a tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

Anche la collega Cotto concorda su questa linea; passiamo pertanto alla discussione di ordine generale.
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Vorrei fare qualche considerazione su questo provvedimento. La legge sul distretto del vino è una legge innovativa, perché non esistono nel nostro paese leggi omologhe e perché propone una nuova visione degli interventi.
Noi abbiamo l'esempio di altre leggi di distretto (la legge dei distretti industriali, che sino ad oggi ha funzionato bene) e ci auguriamo che questa legge funzioni bene. E' necessario per alcune ragioni di fondo perché diretta alla viticoltura ed ai territori del nostro Piemonte caratterizzati da questa coltura e da tutto un indotto che ad essa è connesso, a cui si è aggiunta in questi ultimi anni la gastronomia (creando l'enogastronomia) e attirando via via una crescente attrazione turistica che è stata la ricchezza dell'intero territorio riversata per suo riflesso su numerose altre attività (artigianato, gastronomia, turismo, servizi e maggiori consumi).
Possiamo sottolineare che le zone a viticoltura più redditizia sono state in grado di mantenere all'attività agricola un numero doppio di imprenditori rispetto ad altre zone, con la caratteristica importante che gli imprenditori sono principalmente giovani, il che può garantire il recepimento immediato delle innovazioni ed al contempo una solida prospettiva negli anni a venire di una sicura continuità dell'impresa, del mantenimento e miglioramento del territorio.
La seconda importante ragione che mai dobbiamo dimenticare è quella che fare agricoltura in territorio di collina e di montagna non è una professione facile; occorre sacrificio, perché il lavoro è duro e difficile e la spinta è determinata dal conseguimento di un determinato reddito e da condizioni ambientali di vita accettabili.
La legge divide i terreni viticoli del Piemonte in due distretti, l'uno enormemente più importante e costituito dai territori delle Langhe, Roero e Monferrato, l'altro molto meno importante costituito dal Canavese, dalle colline del Biellese e Vercellese e dalle colline novaresi. Sono previsti i piani di distretto che hanno il compito di affinare le iniziative, gli strumenti e gli interventi tecnici e finanziari, il tutto volto a promuovere la valorizzazione delle risorse umane, la formazione professionale, la divulgazione, l'informazione, le conoscenze di mercato sia quelle direttamente appartenenti al settore viticolo, che quelle che attengono più propriamente alla sfera di altre componenti produttive quali il turismo, l'enogastronomia, iniziative culturali ed altro.
La norma detta poi procedure e tempi dell'attuazione di detti Piani.
Amministrativamente sono previsti gli organi dei Distretti, i soggetti attuatori e strutture tecnico-operative.
La norma posta alla vostra attenzione, oltre ai Distretti del vino prevede altre due realizzazioni importanti: Le strade del vino e l'Enoteca regionale. Le strade del vino sono percorsi segnalati con appositi indicatori, che fanno vedere ai turisti e visitatori i luoghi ove si possono degustare vini ed altri prodotti gastronomici, con possibilità di accedere alle cantine e ad altri punti di promozione gastronomica.
L'Enoteca regionale o del Piemonte. E' previsto il consorziamento delle enoteche attualmente esistenti, per dare vita all'Enoteca regionale del Piemonte, il cui scopo , così come statuito dal testo di legge che vi sottoponiamo, ha lo scopo della promozione e valorizzazione dei vini piemontesi a livello regionale, nazionale ed anche internazionale. A questo organismo, oltre che alle enoteche, è consentita l'adesione delle Associazioni dei produttori vitivinicoli piemontesi e dei Consorzi di tutela dei vini DOC e DOCG.
La nostra convinzione è che il provvedimento che sottoponiamo alla vostra attenzione risponda pienamente alle aspettative degli operatori e del territorio e che sarà in grado di dare nuovo slancio ed entusiasmo per l'ulteriore miglioramento dei redditi di coloro che vi operano, un miglioramento del territorio, un miglioramento dei prodotti già ottimi che facciamo.
In altre parole, migliorare ulteriormente le nostre produzioni già molto apprezzate per raggiungere ulteriori e più elevati livelli qualitativi per l'affermazione a livello internazionale delle produzioni dei territori produttivi e turistici piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo dei Comunisti italiani porta il proprio contributo all'esame di questa legge che nella stesura attuale mi pare sia sottoscritta da tutti, da Alleanza Nazionale fino a Rifondazione comunista.
Il giudizio che noi diamo sull'attuale testo di legge è il seguente. Si tratta di un provvedimento utile, perché rivolto alla valorizzazione di territori che possono svolgere, nel panorama economico e sociale del Piemonte, un ruolo di gran lunga maggiore di quello che oggi svolgono, se diventano territori oggetto di particolari provvedimenti, attenzioni e cure.
Diamo quindi un giudizio positivo sull'idea di disciplinare i Distretti dei vini e delle strade del vino.
Tuttavia, esprimiamo alcune critiche, con l'intendimento di giungere ad un miglioramento del testo.
La prima proposta che facciamo, sulla quale mi dispiace non aver udito neppure una parola da parte dell'Assessore, è la seguente.
Con questo testo unificato, noi proponiamo di abrogare una legge - che viceversa, questo testo semplicemente emenda - già vigente sulla medesima materia, ovvero la legge che ha per titolo "Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografici enologici, le strade del vino". Questa è una legge che già esiste.
Se ricordate, colleghi, ad inizio di legislatura ci eravamo riproposti nella nostra attività legislativa, di cercare di non complicare l'attuale assetto legislativo, e quindi di non legiferare in modo da continuare ad ampliare il numero di leggi vigenti, ma di cercare, tutte le volte che sarebbe stato possibile, di giungere alla definizione di testi unici.
Ciò, però, non è stato fatto. Questa legge si aggiunge ad una esistente che, in parte, normava già le stesse situazioni.
Allora - Presidente del Consiglio, mi rivolgo anche a lei, che è garante della qualità del nostro lavoro d'aula - una serie di emendamenti che noi abbiamo presentato sono rivolti a realizzare con questa legge un testo unico; questi emendamenti, in parte, sono rivolti ad abrogare gli articoli della legge "Le enoteche regionali" (la L. 37/1980) e ad inserire gli articoli della L. 37, non abrogati o modificati da questa legge, nel corpo di questa legge, abrogando la legge di 19 anni fa.
E' una proposta che ha una valenza politica non di parte, ma dell'intera aula, in virtù dell'impegno che era stato preso all'inizio della legislatura. Inoltre, a parte questa valenza politica (che non è di parte), è una proposta che ha un contenuto di tecnica legislativa.
E' per questo che mi sono stupito che l'Assessore non abbia tenuto in alcun conto questa nostra proposta, alla quale, però, noi teniamo molto e sulla quale speriamo di avere l'opinione dei colleghi, a iniziare dai colleghi relatori.
Ci parrebbe un modo sbagliato di procedere quello di aggiungere, nel modo in cui viene proposto, una legge sulla stessa materia ad una già esistente, creando una duplicazione, una confusione, una difficoltà di conoscere la normativa. Viceversa, se non abbiamo sbagliato le nostre proposte, penso che possiamo riportare tutto all'interno di questa legge.
Seconda considerazione di carattere generale. Vi è una certa sovrapposizione di ruoli e una qualche confusione di responsabilità insieme a qualche disarmonia di competenze negli articoli di questa legge che tentano di riunire e finalizzare e rendere coerente un insieme di interventi provenienti da più fronti, da diverse materie, da diverse responsabilità. Mi rendo conto della difficoltà di riuscire, con una legge a dominare tutte le attività che si svolgono su un territorio.
L'idea è buona: quando noi pensiamo ad una valorizzazione di un Distretto del vino, pensiamo a quel paesaggio, pensiamo a quelle economie pensiamo a quelle strade, pensiamo a quei problemi ambientali. Ma come pu una sola legge dominare interventi che hanno radici e ragioni tra loro distanti e competenze tra loro distinte? Bisogna inserire delle norme capaci di legare in modo armonico competenze dei Comuni, interessi di privati, attività dell'ANAS, attività delle Soprintendenze, senza sovrapporsi ad esse, senza tentare di eluderle senza complicare le cose. Ci sembra che questo non avvenga; alcuni emendamenti proporranno delle modifiche. Ho parlato di disarmonie di competenze: vedremo che ci sono articoli nei quali il Piano di distretto contiene rilevanti decisioni di carattere territoriale, di gestione del territorio; tuttavia vediamo che l'organismo che decide i contenuti del Piano di distretto non ha neppure una competenza che sorregge queste decisioni. Quindi, ci sono questi tipi di disarmonie.
La terza considerazione di carattere generale è quella di riproporre nel momento in cui valorizziamo questo comparto territoriale e socio economico, nel momento in cui valorizziamo i distretti del vino, le strade del vino, che noi non dimentichiamo un impegno - che spero sia corale - a segnalare l'esigenza di una corretta informazione riguardo il consumo di bevande alcoliche.
Sappiamo che l'abuso di bevanda alcolica è fonte di gravi dipendenze e gravi danni alla salute. Penso che, in una legge che si propone di valorizzare questo comparto economico, si possano riprendere, all'interno di questi articoli, gli impegni che il Consiglio regionale ha già intrapreso negli anni scorsi, impegni rivolti agli stessi soggetti che beneficiano di questa legge, impegni a fare in modo che sulla bevanda alcolica ci sia una corretta informazione e quindi ci sia una serie di iniziative e attività accanto alla valorizzazione dei vini e delle loro strade per un'analoga attenzione affinché questo tipo di consumo sia un consumo congruo, misurato, un consumo che non sia portato in modo generale a essere considerato un consumo come gli altri.
Il consumo di bevanda di alcolica non è un consumo pari ad altri: è un consumo che, se avviene in eccesso, porta a situazioni di gravissima dipendenza e anche di gravissima malattia. I casi di morte per cirrosi epatica dovuta all'abuso di alcol si calcolano in decine di migliaia all'anno in questo nostro Paese e sono di dieci, cinquanta, cento volte superiori a quelli derivanti da consumo di altre sostanze che generano tossicodipendenza.
Quindi il nostro è un altro emendamento, penso in forma aperta, rivolto a cercare di inserire, tra le varie attività e iniziative, anche questa iniziativa, che in questo Consiglio regionale ha già avuto un'approvazione qualche anno fa. Nell'emendamento che abbiamo proposto credo che abbiamo ripreso una formulazione attenta, non per generare effetti negativi, ma per segnalare l'utilità di questo tipo di attività.
Questa è un po' la critica di carattere generale che il Gruppo dei Comunisti Italiani porge agli altri colleghi.



PRESIDENTE

Il collega Moro ha facoltà di intervenire.



MORO Francesco

E' certamente importante e significativo sul piano politico discutere oggi in Consiglio regionale il testo unificato che riguarda la disciplina dei distretti dei vini e delle strade del vino del Piemonte. E' una legge regionale che si aspettava da tempo nella nostra Regione e che speriamo corrisponda veramente alle aspettative della popolazione contadina della nostra Regione.
Nel testo legislativo sono anche comprese le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei enologici, le strade del vino, quindi temi molto importanti sul piano della vitivinicoltura, sul piano della valorizzazione dei nostri vini.
Molto positivo è stato anche il dibattito in III Commissione nell'elaborazione del testo legislativo.
Con la presente legge, la Regione Piemonte, pur con una forte carenza di politica di governo regionale sullo sviluppo agricolo, favorisce la conoscenza, la valorizzazione della coltura e delle tradizioni vitivinicole, enogastronomiche, turistiche e paesaggistiche del territorio piemontese. E' anche utile cercare di valorizzare la produzione degli eccellenti vini piemontesi a denominazione di origine controllata e garantita e degli altri prodotti derivati dalle utilizzazioni delle uve e dei vini e di altri prodotti tipici della tradizione agroalimentare piemontese, che potrebbe sviluppare maggiormente il settore agricolo anche con un'integrazione del reddito alle aziende contadine, le quali sono poi l'elemento prioritario e fondamentale per la presenza e lo sviluppo delle aziende.
Necessita anche, attraverso i 17 articoli della legge, promuovere la formazione professionale, l'assistenza tecnica per incrementare il turismo del vino attraverso i distretti del vino, che devono valorizzare le caratteristiche dei territori dell'ottimo vino del Piemonte, determinando gli indirizzi dei Piani Regolatori comunali ed intercomunali dei Comuni dei territori del vino.
Riteniamo anche importante la valorizzazione delle risorse umane, il recupero delle tradizioni culturali, storiche, paesaggistiche urbanistiche di arredo urbano e di iniziative che garantiscano i paesaggi del vino in un'integrazione più corretta tra la vitivinicoltura e il turismo della coltura piemontese.
Noi, come Gruppo della Rifondazione Comunista, riteniamo che questa legge regionale possa dare davvero un positivo scossone alla vitivinicoltura piemontese e al turismo del vino per i prossimi anni nell'esclusivo interesse del Piemonte; ribadiamo, però, che per un vero sviluppo socio-economico-produttivo dell'agricoltura piemontese occorra cambiare la linea politica dell'attuale maggioranza di centro-destra, che non ha dato positivi risultati nel delicato settore dell'agricoltura, che invece noi riteniamo sia fondamentale e prioritario nell'attività di una Regione.
Però nell'immediato e per le brevi osservazioni politiche che ho positive - sul testo di legge che ho appena detto, testo di legge unificato e che disciplina i distretti del vino e le strade del vino del Piemonte noi voteremo a favore, certi di dare un fattivo contributo politico in un delicato settore - quello agricolo - sempre disatteso ed emarginato dalle politiche errate dei governi centrali e di quelli regionali.



PRESIDENTE

Chi desidera intervenire? Prego, Consigliere Angeli, prenda pure la parola.



ANGELI Mario

Credo che il lavoro già svolto all'interno del gruppo di lavoro scusate il bisticcio di parole - sia stato un lavoro importante per questa legge, che ritengo una modifica della legge 37, come diceva prima il Consigliere Chiezzi, perché già in questa legge ci sono le modifiche alla legge 37 del 1980.
Credo che queste modifiche portino questa legge all'avanguardia rispetto ad altre Regioni, rispetto alla stessa Toscana, che in questi anni ha dato una dimostrazione lampante di che cosa può significare fare delle strade del vino: le hanno fatte da anni e sono funzionali. L'augurio che mi faccio io e che faccio a tutto il Piemonte è quello che questa legge possa effettivamente servire per rilanciare la nostra viticoltura, che in effetti è già abbastanza estesa, ma la qualità del nostro vino solo per alcuni posti è conosciuta e conosciuta anche all'estero. Questo deve servire per riuscire a rilanciare una certa situazione economica dei nostri viticoltori che possa dare quelle risposte a livello internazionale che tutti ci aspettiamo.
Credo che il Piemonte debba, sia obbligato a fare questa scelta, e ben venga questa legge; se ci sono ancora modifiche, come diceva il Consigliere Chiezzi, per cercare di promuovere ancora meglio quelle che sono le istanze per la produzione e il consumo del vino, un consumo che per certi versi sentiti anche alcuni specialisti, porta un beneficio alla salute se consumato nel dovuto modo, credo che per il Piemonte questo debba significare una possibilità in più rispetto ad altre cose, messe assieme ad altre leggi che devono ancora essere applicate per quello che riguarda l'agricoltura.
Ci sarà l'Agenda 2000, che mi pare dia già un risvolto diverso a quelli che sono i finanziamenti, a quelle che sono le possibilità per quanti vogliono fare delle colture particolari. Credo che la legge sul distretto del vino sia un momento importante. Per questo motivo daremo un voto favorevole alla legge, pur restando molto attenti alle possibilità di modifiche positive che potranno avvenire. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Un breve intervento, per rimarcare e testimoniare l'importanza che il Gruppo del Partito Popolare dà al progetto di legge. Vogliamo ricordare di essere stati protagonisti nel tentativo di unificare i due testi di legge: quello presentato dalla Giunta e quello presentato dalle altre forze politiche. E' stato un lavoro duro, lungo, determinato e concertato finalizzato anche a colmare un'attività lacunosa, da parte della Giunta nei confronti del settore agricolo.
Ricordo che già altre volte avevamo sollecitato un intervento del Consiglio provinciale, con una sessione ad hoc per i problemi dell'agricoltura, che fino ad ora non è ancora stata assegnata. Tuttavia devo anche riconoscere all'Assessore la volontà di addivenire alla soluzione di alcuni obiettivi che ci eravamo posti all'inizio, soprattutto in seguito ad un'ampia discussione avvenuta in III Commissione.
Il gruppo di lavoro, scaturito in seguito all'intervento della III Commissione, ha cercato di dare una risposta positiva a questa importante parte del settore agricolo - che noi riteniamo esclusiva - della nostra regione, collaborando anche con altre regioni che considerano, il territorio ed i prodotti che esso emana, determinati per lo sviluppo.
Ritengo si debba fare uno sforzo successivo per una serie di altri interventi, che prevedano altri distretti. In tal senso, sono stati depositati, in III Commissione, altri disegni e progetti di legge che dovranno essere esaminati al più presto. Mi riferisco al "distretto della patata", al testo unificato sulla tartuficoltura, al disegno di legge sulla pioppicoltura, che sarà presentato quanto prima.
Ritengo, inoltre, di poter esaminare con interesse gli emendamenti presentati dal Gruppo Comunista, per consentire un successivo miglioramento di tutto l'articolato.
Pertanto, anche prima di esaminare l'intero testo di legge, la nostra forza politica esprime il proprio giudizio positivo. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, passiamo all'esame dell'articolato.



(Il Consigliere Chiezzi chiede di poter intervenire)



PRESIDENTE

Ho detto che, non essendoci altre richieste di intervento, saremmo passati all'esame dell'articolato. Consigliere Chiezzi, lei nel dibatto generale è già intervenuto; il suo è un problema metodologico?



CHIEZZI Giuseppe

Ho posto alla Giunta una questione di struttura legislativa.



PRESIDENTE

Se permette, la interpreto io: come viene valutata dalla Giunta la questione metodologica che, in linea generale, deve essere privilegiata cioè quella di avere dei provvedimenti il più possibile raccolti e comprensibili? Possiamo recepirli adesso, oppure aggiungere un ordine del giorno con il quale si chiede un testo unico.
Assessore, ritiene di dare una sua valutazione?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Nel mio intervento avevo detto che era un provvedimento di carattere innovativo, che non si trovavano, allo stato dei fatti e degli atti omologhi disegni di legge e che l'unico provvedimento che poteva avere qualche riferimento era quello dei distretti di carattere industriale.
Penso che non sia possibile fare un testo unico in questa sede; siamo disponibili, una volta approvata la legge, a valutare se questa legge quella sulle enoteche regionali, la n. 37 del 1980, ed altri provvedimenti legislativi si possono riunificare in un testo coordinato, più semplice sia per la consultazione che per gli operatori e per tutti coloro che si occupano del settore.
In questo momento, pertanto, non vedo questa opportunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo anche perché sono sopraggiunti altri colleghi che hanno avuto un ruolo importante in questa legge.
Ripropongo la questione che il mio Gruppo considera fondamentale.
Ritengo che l'Assessore non abbia risposto in modo convincente, perch questa legge (al capo 3) modifica, in due articoli, la legge n. 37.
All'interno della legge n. 37, che di articoli ne ha 7, prende 2 articoli e li elimina. Rimangono, pertanto cinque articoli, in parte ancora validi.
La legge sul distretto dei vini tocca, quindi, un'altra legge che parla di materie identiche od affini. Io chiedo che non ci sia una legge che ne tocca un'altra e la lascia in vita, ma ci sia una legge che assuma i contenuti invariati della legge precedente, li comprenda nel proprio testo e, nel proprio testo, vari i contenuti di quella legge che intende variare.
Alla fine del percorso, dunque, non si abbia una legge che ne modifica un'altra, ma ci sia una nuova legge, formata dai nuovi articoli e dagli articoli della legge n. 37 ancora validi. Le altre leggi che non vengono toccate dalla legge sul distretto dei vini non c'entrano, quindi continuano la loro vita autonoma.
Presidente, chiedo che non si giunga ad una complicazione e ad una moltiplicazione dei testi legislativi, che questa Regione detiene già in numero superiore al decente. L'abbiamo detto anche all'inizio della legislatura: disboscare, quando è possibile, e, quando non è possibile fare nuove leggi che non provvedano la moltiplicazione delle leggi esistenti.
Questo mi pare un caso esemplare in cui, con nessun problema politico si riesce a consegnare ai cittadini piemontesi una sola legge sul vino sulle enoteche e sui distretti dei vini.
Insisto presso i colleghi relatori affinché si eviti questa sovrapposizione legislativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Grazie, Presidente. Intervengo in qualità di relatore per rispondere ai quesiti posti dal collega Chiezzi in ordine alla possibilità di trasferire in questa legge di definizione dei distretti e delle strade del vino e anche del regime delle enoteche, i residui tre, quattro articoli - peraltro non variati perché non sostanziali, sono tecnici operativi - della vecchia legge sulle enoteche regionali, botteghe e strade del vino, che era la legge dell'allora Assessore Ferraris, integrata successivamente nel lungo periodo in cui fu Assessore Emilio Lombardi. Faccio un breve cenno di quel periodo per lei, Presidente Deorsola, e anche per quei colleghi che si sono un po' sorpresi della richiesta del collega Chiezzi di inserire nel provvedimento anche una clausola che in qualche maniera tuteli la dovuta attività di informazione sui disagi e sulle controindicazioni del "bere male", dico io. Allora ero contrario ad inserire questa dichiarazione, ma l'Assessore Lombardi, più moderato, aveva accettato di inserire nella legge di rifinanziamento delle enoteche anche l'impegno a svolgere, attraverso le enoteche, un'attività di informazione sul pericolo dell'alcolismo e sui rischi del "bere male". Naturalmente bisogna presentarlo in una maniera congrua.
Rientra in quella che in un titolo ad effetto, ma ben assortito, è "La civiltà del bere", che è anche il titolo di un giornale che noi addetti ai lavori leggiamo mensilmente. La civiltà del bere mi pare che vada bene.
Assessore, le rivolgerei una sollecitazione a considerare la proposta del collega Chiezzi circa l'opportunità di unificare in questo testo tutta la normativa delle enoteche; assieme ad altri colleghi ero estensore di una delle due proposte di legge e in quella sede ci eravamo già posti il problema di non lasciare una legge con quattro articoli residui, peraltro di carattere operativo e non di discrimine politico e di indirizzo. Li riproporrei, eventualmente, all'interno del testo, in modo da avere una legge organica che tratta distretto, strade, botteghe, enoteca regionale.
Mi sembra che la richiesta si collochi in questa riflessione, che per la verità avevamo fatto anche con lei, Assessore; poi si era ritenuto di non ampliare eccessivamente la materia, ma ai fini di comporre un provvedimento sul quale mi pare ci sia stato un largo sforzo, ritengo ci sia stata un'ampia convergenza sulla base delle modalità del lavoro svolto e delle disponibilità emerse in Commissione, che questa richiesta possa essere presa positivamente in considerazione. Si tratta di reinserire quattro articoli della vecchia legge sulle enoteche (e sopprimerla in quanto riproposta qui) sotto il titolo del capitolo III Enoteche e strade del vino.
Dal punto di vista politico sicuramente sarebbe una semplificazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Colleghe e colleghi, ho ascoltato con attenzione le giuste osservazioni del collega Chiezzi dei Comunisti italiani. Mi pare che il suggerimento che ha proposto al Consiglio sia da accogliere, per una semplice considerazione: aiuta a semplificare il nostro sistema legislativo.
Il Presidente Ghigo, che da quattro anni ha promesso una semplificazione del sistema legislativo regionale e non riesce a mantenere questo impegno, non può che accogliere un suggerimento da parte della minoranza in questo senso. Suggerisco all'Assessore Bodo di cogliere questa opportunità, di semplificare il sistema legislativo, quindi di tenere conto della legge n. 37 e inserirla nel testo che viene qui presentato. Forse pu anche essere l'occasione, io non conosco bene la materia e chiedo scusa se faccio una considerazione sbagliata, per una valutazione dell'art. 7 della legge 37 relativamente ai finanziamenti, per valutare se i finanziamenti allora previsti si sono dimostrati sufficienti oppure è necessaria una rivisitazione di quegli importi tenendo conto delle risorse del bilancio '99 oppure delle risorse degli anni successivi.
Suggerirei, se si intende procedere in questo senso, una sospensione di qualche minuto per consentire all'Assessore Bodo e ai suoi tecnici di poter formulare una proposta tesa ad accogliere i suggerimenti del collega Chiezzi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Dichiaro che non ho nulla in contrario, successivamente all'approvazione della legge, ad operare per un testo unico. Oggi come oggi mi crea una serie di problemi dal punto di vista finanziario. Soprattutto creerebbe una serie di problemi per il fatto che noi questo testo l'abbiamo trasmesso alla Comunità economica europea che ha fatto alcune osservazioni e adesso andandolo a modificare verrebbe nuovamente bloccato per un altro periodo di tempo.
Invito il Consiglio a valutare questo aspetto; vorrebbe dire rimandare nel tempo, e credo per parecchi mesi, la possibilità di avere approvata questa norma che già per parecchio tempo è stata congelata in Consiglio per una serie di ragioni.
Queste sono le ragioni per le quali insisto: sono disponibile ad accettare un ordine del giorno che preveda un lavoro di unificazione dei due testi che, credo nel momento in cui lo presenteremo, sarà approvato velocemente.
Credo che dal mondo della viticoltura, e non solo, si attenda da mesi il varo del provvedimento e con l'operazione che viene proposta di fatto lo sposteremmo nel tempo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola alla correlatrice, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Non nascondo un certo imbarazzo nell'intervenire perché in effetti, è vero, abbiamo sempre parlato di snellire, di sburocratizzare, quindi comprendo le ragioni dell'intervento di Chiezzi e degli altri colleghi.
Avevamo parlato di questo problema anche durante il gruppo di lavoro: il problema non è nuovo, come capita nel corso delle Commissioni se ne parla poi l'argomento torna in aula e sembra dover bloccare tutto.
Siamo al paradosso: dopo che questa legge è stata salutata un po' da tutti i gruppi, ad eccezione del Gruppo comunista, come legge innovativa che risolve molti problemi e molte attese da parte dei viticoltori piemontesi, doverne bloccare l'iter per un problema che si era già affrontato in Commissione e che non ha potuto avere risposta proprio per i collegamenti che abbiamo con la Comunità europea, mi sembra fuori luogo.
Chiederei ai colleghi di procedere nell'approvazione di questa legge d'accordo con l'Assessore eventualmente su un ordine del giorno che impegni, veramente in tempi brevi, ad unificare quanto si può unificare.
Chiederei però di non bloccarci su questo punto, proprio perché l'avevamo già affrontato nel gruppo di lavoro e avevamo deciso - se ricordo bene - di andare avanti in aula e di approvare la legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per una precisazione il Consigliere Saitta ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Vorrei soltanto far rilevare come, rispetto ad una questione che il collega Bodo ha posto con l'intenzione di non accogliere i suggerimenti che vengono da parte dell'aula, egli abbia fatto riferimento alla Commissione europea. Credo - non so a chi rivolgermi - che occorra riportare ad unità le diverse interpretazioni, che variano da Assessore ad Assessore, in ordine al rapporto con la Commissione europea.
A sentire il collega Racchelli, non importa ciò che c'è prima, perch tanto si manda tutto dopo; oggi ci spiega, su un giornale, che non importa il parere che la Commissione europea ha espresso prima: bisogna approvare le leggi e, una volta sono approvate, si mandano alla Commissione europea.
A me non pare che questa sia l'interpretazione...



(Commenti dell'Assessore Bodo)



SAITTA Antonio

Però qualcuno glielo deve dire. Io non so chi glielo debba dire; non credo l'Assessore Bodo, forse il Presidente Ghigo, ma qualcuno deve spiegare all'Assessore Racchelli che la procedura non è questa, che bisogna avere il parere prima: vero Assessore Bodo?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Anche dopo, però dopo...



PRESIDENTE

Sulle procedure però... Ne parliamo magari alla Conferenza dei Capigruppo.



SAITTA Antonio

Tuttavia, il rilievo dell'Assessore Bodo mi sembra giusto; una legge un disegno di legge, un progetto deve avere il parere preventivo della Commissione europea.
In questo caso, però, non viene modificato l'impianto del testo unificato, perché si tratta di inserire alcuni articoli che sono già legge in sostanza; quindi, non modifica sostanzialmente l'impianto, cioè il meccanismo degli aiuti alle imprese, che è l'elemento sul quale la Commissione europea si esprime. Sotto quell'aspetto non debbono dunque esserci preoccupazioni.
Per questo invito ancora l'Assessore a riflettere sulla proposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Credo di non poter non tenere conto delle osservazioni che ha fatto la Comunità economica europea sul testo di legge inviato, perché, se lo lascio com'era prima e rimando il testo, la Comunità me lo boccia (prima questione). Per cui, se la Comunità puntualizza alcune questioni, noi ne dobbiamo tenere conto.
Per quanto riguarda l'altra valutazione fatta dal collega Saitta, la penso diversamente, perché so che la Comunità, nella misura in cui si modifica il testo, lo considera un testo ex novo, per cui riparte da capo tutta una nuova procedura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gatti per ulteriori precisazioni.



GATTI Agostino

Desidero fare alcune brevissime precisazioni in quanto ritengo di dover ascrivere anche al sottoscritto un certo lavoro fatto insieme ai correlatori.
Effettivamente, il disagio che emerge è dovuto al fatto di riprendere un intero lavoro, posticipando quindi l'approvazione della legge.
Tuttavia, leggendo gli emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, ritengo che sia sufficiente una breve sospensione, perché si tratta di un lavoro che, praticamente, è fatto.
In sostanza, accogliendo gli emendamenti viene abrogata la legge che c'era prima: non modifica nel merito, se non per alcuni elementi.
Chiedo però la sospensione perché a mio parere occorre puntualizzare l'art. 7 relativo ai finanziamenti regionali. Vorrei far comprendere ai colleghi che, accettando gli emendamenti del Partito comunista, viene fuori un testo unico, viene snellito il testo legislativo, riuscendo ad ottenere un risultato che mi sembra consono agli obiettivi che ci siamo posti.
Credo che, con una piccola sospensione di chiarimento con i relatori e chi si è interessato del problema in III Commissione, nel corso della giornata si possa addivenire ad un risultato positivo: questa è la mia impressione.



PRESIDENTE

Se la Giunta ritiene che possa essere utile, facciamo pure una sospensione per 10 minuti, in modo da consentire un chiarimento più approfondito ed un'approvazione in tempi rapidi.



(La seduta, sospesa alle ore 11.42 riprende alle ore 12.39)



PRESIDENTE

Chiederei ai correlatori di voler riassumere il risultato dell'incontro; mi rivolgo ai colleghi Cotto e Riba. Pur non avendo partecipato interamente all'incontro, mi pare che ci siano le condizioni per approvare il testo così come è stato presentato, seppure con alcuni emendamenti.
Mi pare comunque che la prospettiva generale del testo unico possa essere affidata ad un momento successivo di lavoro.
E' così, Consigliere Chiezzi? Ci sono le condizioni per affrontare in un secondo momento il problema - che personalmente condivido - di avere un testo unico? Mi pare che queste possano essere le condizioni, con alcune precisazioni.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Io ringrazio l'Assessore e i colleghi, e soprattutto i funzionari. La situazione, per come l'ho capita, è la seguente: abrogando la legge 37, che è una legge che prevede finanziamenti a enoteche e Comuni, noi determiniamo la seguente situazione. La Giunta regionale non ha versato i contributi del 1999 a queste enoteche e a questi altri soggetti. Abrogando questa legge perché la inseriamo nel nuovo testo di legge, ed inviando la nuova (comprensiva della legge n. 37) all'Unione Europea, noi dobbiamo aspettare il visto dell'UE per poter ricominciare a dare quei finanziamenti sulla legge 37.
Le procedure presso l'Unione Europea - io non gestisco le materie, ma ho sentito un po' i discorsi fatti - sono procedure difficili, che generano insicurezze negli uffici, negli Assessori. In sostanza, questa Unione Europea, della quale si parla molto facilmente come finalmente l'ambiente economico e istituzionale nel quale lavoriamo, vista poi da vicino ha tutte altre sembianze: è un'istituzione occhiuta, lenta, imprevedibile.
Per cui è stato anche utile questo confronto, perché ho capito che l'Unione Europea non è vista dai nostri amministratori come un elemento di pulizia amministrativa, di possibilità di slancio economico, ma è vista proprio come un "nemico". La cosa un po' stupisce, però è così.
Allora, il problema qual è? E' quello di capire, proprio per dare un'espressione politica a questa vicenda, se questi contributi che la Giunta non ha erogato erano contributi che la Giunta doveva erogare in questo periodo oppure no. Perché noi ci troviamo nell'impossibilità di dare ai cittadini piemontesi una legge semplificata a causa di una gestione amministrativa, non per altro, perch poi mi sembrava che tutti i Gruppi fossero d'accordo, anzi l'avessero già tentato in precedenza in Commissione, nella quale era stato detto che non era possibile.
Allora, se questo non è possibile perché la Giunta regionale è in ritardo nell'erogazione dei contributi, ci sarà un giudizio politico; se questo non è possibile perché invece la situazione data oggettivamente è quella per cui al 6 di luglio i contributi la Regione Piemonte comunque non li può dare perché le procedure sono tali che i contributi si danno a fine anno, allora il giudizio è un altro.
Rimane il fatto che è sempre, per una ragione o per l'altra, molto difficile evitare il crescere esponenziale delle leggi che noi approviamo che si affastellano sulle leggi vigenti. E questo diventa un male nazionale, regionale dal quale vedo che è molto difficile affrancarsi.
Nel momento in cui, viceversa, il fatto che l'Italia è in Europa la nazione che ha oltre 150 mila leggi, a fronte della Francia che mi sembra ne abbia 30 o 40 mila, forse anche meno, forse anche 15 mila, di fronte a questo problema siamo un po' sguarniti e smarriti, nel senso che un bandolo bisognerà pure riuscire a trovarlo. Tutti i tentativi che abbiamo fatto di riuscire a evitare di aggiungere legge a legge sono stati impossibili a realizzarsi e riusciamo solo, una volta per lustro, come abbiamo fatto per la montagna, a prendere un argomento e a dipanare tutti i suoi aspetti e giungere a un unico testo, mentre invece non riusciamo, nel procedere legislativo ordinario, neppure ad accorpare due leggi semplici come in questo caso.
Questo è un elemento di riflessione che ripropongo al Consiglio, nel senso che ricordo il primo colloquio che avevo avuto con l'allora Capogruppo di Forza Italia Burzi nell'ufficio di Vicepresidenza; ricordo che tra i temi che avevamo trattato c'era quello da Burzi particolarmente sostenuto, di dire: "So che nella passata legislatura c'era stato un tentativo di semplificare..." e via dicendo "...in effetti non riusciamo a fare questo".
L'impegno del mio Gruppo continua ad esserci, come vedete, nel tentare ogni volta, sia in Commissione che in aula, di verificare la possibilità di farlo, e poi gli inciampi sono molti.
Chiederei al Presidente, prima di capire cosa farne di questa proposta di sapere solo perché questi contributi nel '99 non sono ancora stati dati perché se non sono stati dati per carenze di gestione, allora ci sarà un giudizio politico e un atteggiamento; viceversa, se è diverso, ci sarà altro giudizio politico e altro atteggiamento.



PRESIDENTE

Questa risposta, se non fosse possibile darla subito, possiamo rinviarla alla discussione finale, in modo che il giudizio politico sia comunque possibile effettuarlo?



CHIEZZI Giuseppe

In un caso ritiro l'emendamento, nell'altro caso no.



PRESIDENTE

La ringrazio. E' possibile dare questa indicazione?



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ripeto: in un caso ritiro l'emendamento; nell'altro caso lo mantengo.
A parte il giudizio politico.



PRESIDENTE

Ho inteso.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Siccome durante la riunione era stato detto da parte del dirigente che si sarebbe informato sulla procedura e non era possibile dare subito una risposta, per non perdere ulteriormente tempo io proporrei eventualmente visto che sono le ore 12.49, se è possibile ritornare sulla risposta all'interpellanza del collega Saitta e riprendere oggi pomeriggio con la risposta dell'Assessorato e l'esame della legge. Se permangono le stesse condizioni che ci sono state anticipate durante la riunione.



PRESIDENTE

Se la Giunta ritiene di dare una risposta subito, possiamo andare avanti, altrimenti potremmo anticipare di qualche minuto l'intervallo e rivederci alle ore 14, sempre che alle 14 ci sia questa possibilità.



(Commenti del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Un attimo solo, Consigliere. Chiedo alla Giunta: ritiene di dare subito questa risposta o ha bisogno ancora di approfondimenti, di verifiche? La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Dovrebbe arrivare il funzionario a dirci esattamente come stanno le cose. Io, ovviamente, cerco di dare una risposta per quel poco che mi è stato riferito, cioè che le enoteche hanno la possibilità di presentare le domande fino alla fine di febbraio, poi ci sono le istruttorie in atto per la verifica dei documenti, ecc.
Non sempre la documentazione è corrispondente; in generale, per quanto riguarda i tempi, occorre qualche mese sostanzialmente. Di qui il fatto che negli anni precedenti - direi in tutto questo lasso di tempo dall'approvazione della legge del 1980 in poi - solitamente gli uffici hanno completato tutti gli iter per l'emissione dei pagamenti verso novembre.
Questo è quello che so io; sto aspettando il dottor Gullo che mi venga ad informare un po' più compiutamente.



PRESIDENTE

Ritengo che questo chiarimento possa essere risolutivo, nel senso che normalmente questi contributi vengono attribuiti successivamente.



CHIEZZI Giuseppe

Sentiamo il funzionario, Presidente.



PRESIDENTE

I funzionari poi daranno i contributi che ritengono o, meglio l'Assessore riterrà di utilizzare i contributi dei funzionari nel modo più opportuno.
Le chiedo, collega Chiezzi: possiamo proseguire nell'esame dell'articolato e riservarci sulla discussione, prima del voto, queste valutazioni politiche, più o meno in linea con l'operato della Giunta e della maggioranza? Le chiederei questo per facilitare i nostri lavori. E' possibile? Solo per rendere produttivi i nostri lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Per me va bene qualsiasi procedura. Se non vi è una risposta precisa alla domanda che ho posto, a me va bene lo stesso: io mantengo gli emendamenti.
Se invece mi giunge una risposta precisa da parte del funzionario, e questa risposta mi convince, io ritiro gli emendamenti su questa materia.
Veda lei, Presidente, l'intervento dell'Assessore non è stato nemmeno posto in termini di risposta; anche l'Assessore ha detto di avere un'informazione di massima, ma di riservarsi di essere più preciso. Se diamo modo all'Assessore di essere più preciso, sentito il funzionario, se questa precisione è convincente io gli emendamenti relativi alla L.R. 37 li ritiro. Se lei intende invece procedere così, dato che io aspetto una risposta e quindi non so collocarmi politicamente su quella risposta, devo mantenere gli emendamenti e discutiamo gli emendamenti. Veda lei, per me è uguale.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, per quanto era nelle mie aspettative di approfondimento, io credo che la risposta sia stata sufficientemente chiara già adesso.
Possiamo procedere alla votazione sugli emendamenti, in modo che resti certificato questo atteggiamento, ma con una illustrazione - quella che ovviamente lei riterrà - diciamo "semplice".
E' possibile? Proviamo?



CHIEZZI Giuseppe

No. Se volete inasprire una vicenda, inaspriamola! Non ci sono motivi di inasprimento.



PRESIDENTE

Non so cosa potrebbe aggiungere di più l'Assessore.



CHIEZZI Giuseppe

Ci sono le scadenze!



PRESIDENTE

Le scadenze - l'Assessore l'ha detto - vanno normalmente a finire a novembre. Non so cosa potrebbe aggiungere.
L'Assessore conferma questa impostazione?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sto aspettando che mi portino un documento; se lo sapessi lo avrei già detto.



PRESIDENTE

Va bene, allora aggiorniamo i lavori alle 14.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.55)



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