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Dettaglio seduta n.371 del 16/06/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 16, 23, 29 e 30 marzo 1999 si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Benso, Cavallera Ghigo, Goglio e Minervini.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Nomina Presidente Commissione permanente


PRESIDENTE

Comunico inoltre che in data 16/6/1999 la Consigliera Raimonda Casari è stata nominata Presidente della VII Commissione permanente.



PRESIDENTE

d) Modifiche di coordinamento all'allegato A) del disegno di legge n. 210: "Testo unico delle leggi sulla montagna"



PRESIDENTE

Comunico infine che l'Ufficio di Presidenza ha approvato, con deliberazione n. 95/99 del 7/6/1999, le modifiche di coordinamento all'allegato A) del disegno di legge n. 210: "Testo unico delle leggi sulla montagna", approvato dal Consiglio regionale in data 1/6/1999.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interrogazione n. 2686 dei Consiglieri Saitta, Cavaliere, Riba e Chiezzi inerente a: "Citazione in giudizio Regione Piemonte da parte del presentatore Ettore Andenna" (rinvio)


PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta Masaracchio in merito all'interrogazione n. 2686, presentata dai Consiglieri Saitta, Cavaliere Riba e Chiezzi, inerente a: "Citazione in giudizio Regione Piemonte da parte del presentatore Ettore Andenna".



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo scusa ai colleghi, ma in merito all'interrogazione n. 2686 che riguarda il problema "Ettore Andenna" vi chiederei la cortesia di accettare che la risposta fosse data con la presenza del Presidente Ghigo. Non è una richiesta fuori luogo, ma ha una propria ragione.
Chiedo scusa, ma non me la sento di rispondere direttamente e penso che sia opportuno che il Presidente Ghigo sia presente in aula nel momento in cui si risponderà sulla questione.



PRESIDENTE

Chiedo cortesemente al Consigliere Saitta di attendere che la risposta venga data direttamente dal Presidente Ghigo.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo è a Seul per motivi istituzionali. Speriamo che ritorni con l'indicazione di Torino come sede delle Olimpiadi.


Argomento: Commercio

Esame proposta di deliberazione n. 661: "Ratifica, ai sensi dell'art. 40 dello Statuto, della DGR n. 2-27125 del 23/4/1999 'Orari dei negozi Individuazione di località ad economia turistica nella fase di prima applicazione del DL 31/3/1998 n. 114'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 661, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

Come i signori Consiglieri membri della VII Commissione hanno potuto notare questa mattina durante la seduta della VII Commissione, questa deliberazione, assunta dalla Giunta regionale con i poteri del Consiglio regionale, venuta a seguito di una proposta di delibera consiliare che per ragioni di tempo non ha potuto avere l'iter ordinario, si era fermata in VII Commissione.
E' stata assunta il 23 aprile alla vigilia dell'entrata in vigore del DL n. 114 per evitare un vuoto essenzialmente nell'individuazione dei cosiddetti "Comuni a valenza turistica", quindi ha fatto il punto a quella data indicando senza entrare nel merito di nuove valutazioni, ma fotografando, alla data del 23 aprile, "i Comuni individuati ad economia turistica" con l'evidente e chiaro scopo di avere natura transitoria di breve o brevissimo periodo, nel senso che questo vale oggi e varrà fino a quando questo Consiglio non avrà approvato i nuovi criteri previsti dal disegno di legge di attuazione del DL n. 114, quindi non ha natura di novità. Nella sostanza, è la delibera che permette a chi apriva alla domenica di continuare a tenere aperto la domenica nelle realtà di rilevanza turistica.
Non è stata fatta alcuna valutazione di merito; esiste una dimostrazione - è stato anche un incidente di percorso, se vogliamo ovvero sono state allegate tali e quali le tabelle delle deliberazioni precedenti che, a seguito dei criteri dettati dal Consiglio regionale nel 1993, individuavano le varie località e nelle quali non si teneva ancora conto delle Province di Biella e Vercelli; la rettifica, letta peraltro dal Presidente del Consiglio Deorsola precedentemente, è quella di cambiare la Provincia ad alcune di queste località, perché a partire dal 1995 sono subentrate le nuove Province.
A questo punto, dunque, la validità di queste deliberazioni è estesa dal 24 aprile ad oggi e ai prossimi giorni, fino alla definizione delle norme di attuazione del DL n. 114, che ha avuto un inizio dell'iter questa mattina in VII Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

E' stato corretto consentire all'Assessore di illustrare in aula questa deliberazione, perché non nascondiamo che in sede di VII Commissione (non voglio fare riferimento ai fraintendimenti precedenti, ma anche stamane con tutta la documentazione pressoché completa a nostra disposizione questo almeno vale per il nostro Gruppo) erano state sollevate delle perplessità e dei dubbi sul fatto di ratificare questa delibera alla vigilia della sua scadenza.
La nostra attenzione è rivolta in modo particolare a far sì che con questo atto deliberativo - e voglio che queste mie parole siano estremamente chiare - non venga modificato nulla rispetto alla situazione attuale.
Questa delibera, infatti, non modifica nulla che non fosse già stato sanzionato a livello di normativa sul nostro territorio regionale con atti precedenti e la Giunta, quindi la maggioranza, non essendo in grado di proporre la nuova normativa che scaturisce dai DD.LL. n. 112 e n. 114 proroga una situazione già esistente.
Sto molto attento a quello che sto dicendo perché, Assessore, non tutte le perplessità sono state eliminate. La sua dichiarazione, quindi, non pu non farne fede, e queste mie parole successive stanno solo a sanzionare il fatto che questo Consiglio, ratificando questo atto, nulla modifica rispetto a quello che esisteva e che era già presente a livello di normativa sul nostro territorio regionale; semplicemente, lo proroga di 60 giorni. Le modifiche, i cambiamenti, ecc., avverranno solo attraverso l'atto che abbiamo iniziato a discutere questa mattina in Commissione.
Questo deve essere estremamente chiaro.
Il nostro voto di astensione su questo provvedimento non è, quindi sull'atto in se stesso, ma per sottolineare il ritardo con il quale, ancora una volta, questa maggioranza giungerà alla vera applicazione del decentramento amministrativo e della riforma per quanto riguarda il comparto commerciale, quindi all'applicazione del DL n. 114.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Presidente e colleghi, noi concordiamo con la delibera e quindi esprimeremo voto favorevole.
Per quanto ci riguarda, ho consultato alcuni colleghi del Gruppo e ci riserviamo - ovviamente entro 60 giorni - di fare ulteriori valutazioni con l'Assessore nell'ambito dell'iter relativo al disegno di legge n. 513.
Per quanto riguarda il provvedimento, ripeto, siamo d'accordissimo ed esprimiamo voto favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 19 voti favorevoli.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Il numero legale è 27.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Come richiesto dal Consigliere Chiezzi, si proceda alla votazione di tale deliberazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 26 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri.
La deliberazione è approvata.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale, come richiesto dal Consigliere Chiezzi.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula 26 Consiglieri anziché 27, la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 15.21 riprende alle ore 15.43)


Argomento: Associazioni intercomunali

Esame proposta di deliberazione n. 636: "Riconoscimento della Consulta dei piccoli Comuni del Piemonte, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 7 comma primo, lettera g), della L.R. n. 34/98"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con il punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 636.
In Commissione tale deliberazione ha avuto il voto favorevole da parte dei Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, all'epoca UDR e PPI; non ha partecipato al voto il Gruppo DS. La proposta è stata emendata in VIII Commissione, perciò il testo alla nostra attenzione è quello approvato nella seduta del 22/2/1999.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ci sono due aspetti relativi a questa deliberazione che vale la pena richiamare all'attenzione del Consiglio. Il primo concerne l'irritualità dell'approvazione del riconoscimento da parte del Consiglio di un'associazione di Comuni. La Consulta dei Comuni è un'associazione di Comuni piccoli, così come ci sono in Piemonte altre associazioni di Comuni (l'ANCI, la Lega dei Comuni e le Associazioni delle Province); che mi risulti, da quando esiste la Regione Piemonte, non è stato mai adottato alcun provvedimento che riconosca l'ANCI, la Lega delle Autonomie locali l'Unione delle Province, che sono libere associazioni. Pertanto, c'è un primo aspetto di anomalia e di irritualità; non si vede, da parte nostra la ragione per la quale dobbiamo riconoscere con voto del Consiglio questa Consulta.
Un secondo aspetto attiene alle modalità attraverso cui l'associazione è stata istituita. Nell'ambito degli Stati Generali e, in particolare della seduta che si è tenuta, se non sbaglio, a Casale Monferrato, era stata proposta la necessità di dare vita ad una Consulta dei piccoli Comuni; però, è altrettanto vero che le indicazioni date in quella sede sono state disattese nel percorso che è stato poi seguito. Basti pensare che all'atto costitutivo degli organi di questa associazione hanno partecipato non più di una trentina di piccoli Comuni, che è ben poca cosa rispetto all'oltre il migliaio di Comuni sotto i 5 mila abitanti che caratterizzano la nostra Regione.
La procedura costitutiva è stata tale da non garantire, a mio parere la necessaria trasparenza, perché in più occasioni gli organi che avrebbero dovuto eleggere la Presidenza di questa Consulta sono stati convocati in maniera irrituale; alcuni dei componenti la Consulta non sono stati informati, quindi non hanno potuto partecipare attraverso un percorso trasparente ed accettabile da parte della Regione che, oggi, con il voto dovrebbe dare riconoscimento all'elezione, per esempio, della Presidenza di questa Consulta.
Per tutte queste ragioni, qualora la Giunta volesse tenere in vita questa deliberazione con i vulnus di cui prima ho parlato, noi non parteciperemo al voto.
Sollecitiamo la Giunta a ritirare la deliberazione, invitando questa associazione che si è costituita - mi auguro che prossimamente possa avere una rappresentanza più larga ed una modalità più trasparente di formazione dei propri organi - a far parte, come ne fanno parte l'ANCI, l'UNCEM l'Unione delle Province e la Lega delle Autonomia locali, della Conferenza Regioni-Autonomie locali, in quanto, a mio parere, non c'è bisogno affinché questa associazione faccia parte della Conferenza, di questo passaggio in aula. Diversa è - e qui concludo - la possibilità di creare una Consulta di Enti locali, per iniziativa del Consiglio regionale, così come è avvenuto nel campo della Consulta per la cooperazione, della Consulta per l'immigrazione e della Consulta per i giovani; ma ciò passa attraverso una legge regionale che trova un suo percorso di formazione attraverso le modalità tipiche della formazione di legge (un disegno di legge, che va in Commissione, viene discusso in aula e così via).
Se si volesse prendere questa strada, potremmo prenderla in considerazione, ma è chiaro che tale percorso, oggi, confligge sia con la costituzione della Conferenza permanente Regioni-Autonomie locali, che di fatto ha lo stesso compito, sia con alcune linee di riforma statutaria della Regione Piemonte, che ad oggi sono giacenti presso la competente Commissione, dove per esempio è pure presente il discorso della Camera delle Autonomie locali a livello regionale.
Dal momento che mi pare che con questa deliberazione si complichino le cose, proponiamo che sia ritirata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Sento di dovere alcune precisazioni all'analisi fatta dal collega Vindigni; alcune precisazioni che tendono a confermare la necessità del percorso seguito dalla competente Commissione.
In Commissione abbiamo fornito tutte le motivazioni, discutendo a più riprese di questa delibera, spiegando quali sono stati i percorsi che hanno portato all'autonoma costituzione della Consulta unitaria dei piccoli Comuni, deliberazione che ci consente l'ingresso, fino ad oggi impedito del Presidente di questa Consulta come membro della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali.
Mi permetto quindi di chiedere ai colleghi la rapida approvazione di questo atto, la cui unica funzione è di consentire ad una consulta, ad un'associazione (se preferite) liberamente costituita, di partecipare, come suo diritto, alla Conferenza permanente Regione-Autonomie locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Il nostro Gruppo, ovviamente, condivide le affermazioni avanzate dall'Assessore. Mi sembra - collega Vindigni ed altri - che sia estremamente importante dal punto di vista istituzionale, al di là degli ammennicoli di corollario, che il Presidente di questa associazione (o chiamiamola, come vogliamo, Consulta) possa sedere al tavolo della Consulta Regione-Autonomie locali.
Non fosse altro che per questo, ci sembra che valga la pena approvare questo atto meramente formale sotto certi aspetti, visto che nella sostanza è già stato espresso parere in Commissione, affinché non solo quel tavolo sia completo, ma affinché abbiano voce al suo interno i piccoli Comuni. Ci sembra fondamentale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Presidente e Assessore, non sono assolutamente contrario a che ci siano associazioni di piccoli Comuni; anzi, potrebbe essere iniziativa dello stesso Assessorato l'unificazione di associazioni di Comuni che, al di là delle rappresentanze associative ufficiali di livello nazionale, possano intervenire alla Conferenza Regione-Autonomie locali. Non sono contrario però bisognerà verificare la legge di costituzione della Conferenza. Nella legge, se ricordo bene, abbiamo garantito una rappresentanza dei Comuni ai vari livelli. Ed è qui che la cosa stride.
Lo ripeto affinché non si confondano le cose: sono d'accordo a che i Comuni - che oggi sono quelli piccoli, domani potranno essere quelli fra i 5 e i 15 mila abitanti, dopodomani quelli tra i 15 e i 30 mila, poi quelli tra i 30 e i 50 mila - si costituiscano in associazioni, più o meno numerose a seconda della rappresentanza dei Comuni che le compongono. Per me va bene; personalmente, intendo fare in modo che questa Conferenza sia il più possibile rappresentativa di forme associative dei Comuni.
Detto questo, si prenda la legge e la si cambi, perché questa nostra ufficializzazione - che va bene, ripeto - è in contrasto con la legge stessa. Se noi diciamo che nella Conferenza Regione-Autonomie locali vi sono di diritto, se ricordo bene, i Presidenti delle Province, il Sindaco del Comune capoluogo e una rappresentanza di Sindaci eletta a livello provinciale fino a 5 mila abitanti, non possiamo dire che altri possono farne parte rappresentando le medesime istanze, altrimenti siamo in contrasto con la legge stessa.
Ufficializziamo finché volete con questa deliberazione, ma vi prego di riflettere per non assumere una deliberazione in contrasto con la legge.
Piuttosto, Assessore, si modifichi la legge e si scriva che ci sono le "Rappresentanze delle associazioni dei Comuni". A quel punto, oltre alle rappresentanze ufficiali, tutti i Comuni costituiranno, per parte loro, due o tre associazioni per ogni categoria di Comuni - perché così è - e noi terremo conto di tutti. Altrimenti, va a finire come in quel paese dove le società bocciofile si dividono perché alcuni giocano a bocce in un certo modo ed altri diversamente. I giocatori hanno una tendenza politica diversa, giocano allo stesso modo secondo le regole del gioco della Federazione italiana bocce, però si dividono. E' così! Non voglio ridicolizzare il problema e non mi riferisco a queste associazioni, ma facciamo attenzione, perché questo può accadere.
Assessore, voterò a favore di questa delibera con tutte le premesse che ho fatto: si cambi la legge, perché mi pare che nella legge ci sia scritto che ci sono le rappresentanze delle associazioni dei Comuni. Nella legge c'è scritto questo? Qualsiasi associazione che si forma nei Comuni pu sedere al tavolo della Conferenza Regioni-Autonomie locali? Datemi solo questa risposta e mi tranquillizzate!



PRESIDENTE

Voglio solo dare comunicazione per quella che è la parte dispositiva di questa deliberazione così come è stata emendata in Commissione.
Il punto 2) del dispositivo dice: "Riconoscere ai fini e per gli effetti" perciò c'è un rinvio di cui all'art. 7 della L.R. n. 34/98 - "l'avvenuta costituzione della Consulta unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte rappresentata dalla Giunta definitiva di cui al precedente punto".



(Intervento fuori microfono del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

Ho chiesto il testo della legge; appena mi arriva provvederò a leggerlo.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

Ho voluto leggere quel punto del dispositivo proprio per dare una risposta indiretta.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Non so in che senso siamo responsabili o autorizzati a riconoscere le associazioni dei Comuni o delle associazioni delle strutture associative degli Enti locali. Fanno già parte della Conferenza Regioni-Autonomie locali? Fanno parte? Il Consigliere Vindigni dice di sì.



PRESIDENTE

Non risulta.



RIBA Lido

Noi non abbiamo mai riconosciuto, ovviamente, l'ANCI, l'UPI, l'UNCEM o altre strutture. Non esiste una ragione per cui dobbiamo riconoscerle formalmente.



PRESIDENTE

Solo ai fini della legge.



RIBA Lido

Sì, ai fini della legge - è quello che diceva anche il Consigliere Montabone - ma si tratta di fare un ragionamento e non di avere una posizione di principio.
I Comuni piccoli, medi o grandi hanno già votato i loro rappresentanti nella Conferenza Regioni-Autonomie locali, secondo le procedure previste dalla legge. Questo è quello che hanno fatto i Comuni: hanno già eletto le loro rappresentanze.
Mi pare che sia così! Se poi devono partecipare alla Conferenza Regioni Autonomie locali, vi sarà un rappresentante delle istituzioni rappresentative a livello nazionale dei Comuni, delle Province e delle Comunità montane. Vedo che state richiamando l'articolo della legge, ma va chiarito a quali fini deve essere riconosciuta un'altra associazione a scopo aggiuntivo, nel senso che queste sono associazioni di ordine generale, riconosciute a livello nazionale come associazioni di ordine generale: l'ANCI è riconosciuta come associazione generale di tutti i Comuni italiani, come pure l'UNCEM, l'UPI e L'URP. Poi andrete a spiegare a livello nazionale e al Parlamento europeo il fatto che queste associazioni rappresentano tutti i Comuni d'Italia meno i venticinque Comuni di un'area della Provincia di Cuneo, perché hanno uno Statuto particolare.
Mi sembra che sia singolare; niente in contrario che partecipino parteciperanno sicuramente - perché i loro rappresentanti, se hanno una certa organizzazione, li hanno sicuramente eletti. Ritengo che sia stato eletto il Presidente o qualcuno dell'esecutivo, ma che dobbiamo costituire una cosa che è diversa.
Presidente Deorsola, non ci richiami soltanto a seguire o a votare un certo numero di delibere, ma veda di partecipare nella comune ambascia per certe proposte che ci sembrano estemporanee.
Allora, tutti d'accordo che partecipino, però, Presidente Deorsola richiamo la sua attenzione, visto che non ho fortuna con l'Assessore su questo punto. Visto che tutti i Comuni partecipano attraverso un processo deliberativo formale, che immagino abbia portato, anche nella Consulta alla presenza di rappresentanti di questa associazione, può darsi - dico può darsi, perché sicuramente è una mia carenza - che ne facciano parte i rappresentanti unitari delle organizzazioni nazionali. Se è così, dovremo spiegare all'Italia e all'Europa che quelli ne fanno parte, ma in Piemonte vi sono 22 o 57 Sindaci che hanno costituito una loro associazione per cui l'ANCI o altre associazioni, a livello della Provincia di Cuneo e del Piemonte, sono rappresentativi, meno questi. Ci penserei un attimo, perch lo dovrete anche spiegare.
Guardate, farei addirittura una nostra associazione dei Sindaci, tanto una volta che è passato il principio ci riconosceranno, quindi avremo un rappresentante in più! Tutto questo mi sembra una soluzione che non sta nell'ordine delle pure ipotesi statutarie - quelle della rappresentanza e della comunicazione che fanno parte della libertà di associazione. C'è qualcosa di più: è intenzionalmente finalizzata ad obiettivi che convenzionalmente potremmo chiamare di potere.



PRESIDENTE

Posso solo ricordare, su dati oggettivi, che la legge regionale del 20/11/1998 "Riordino delle funzioni e compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali", all'art. 7, comma primo, lettera g), prevede che "La Conferenza permanente Regione-Autonomie locali è composta dai seguenti membri: i Presidenti delle delegazioni regionali di UPP, ANCI, UNCEM, Lega delle Autonomie locali e della Consulta unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte da costituirsi con deliberazione del Consiglio regionale".
La preoccupazione che già nelle settimane scorse cercavo di evidenziare era che c'è un obbligo, per legge regionale, in virtù della quale, che non mi permetto di commentare in modo particolare, il Consiglio regionale ha il compito di costituire la Consulta regionale unitaria dei piccoli Comuni.
Le osservazioni che possono avere un loro pregio si scontrano con questa previsione regionale.



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

Allora, noi stabiliamo come deve essere fatta un'associazione, affinch sia unitaria e di tutti i piccoli Comuni; non recepiamo un'associazione che è stata costituita da un'iniziativa soggettiva.



PRESIDENTE

Questa è una scelta.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Non vorrei addentrarmi in una discussione fatta e strafatta. Noi stiamo semplicemente dando corso ad un precetto di legge regionale, l'art. 7 della L.R. n. 34/98, che prevede una deliberazione del Consiglio regionale questa deliberazione, che stiamo per approvare - per consentire alla Consulta regionale di entrare a pieno titolo nella Conferenza permanente.
La storia di come sia stata costituita e a seguito di che cosa sia stata costituita questa associazione forse a qualcuno sfugge. In sostanza c'è stata una forte protesta da parte dei piccoli Comuni che non si sentivano rappresentati, che ha trovato cassa di risonanza ed un orecchio attento nella Presidenza del Consiglio regionale e negli Stati Generali.
Questo fenomeno, se volete, è stato, non dico imbrigliato, ma controllato attraverso la costituzione di questa Consulta permanente, all'interno della quale è prevista la rappresentanza dell'UNCEM, dell'URP, dell'ANCI e della Lega delle Autonomie locali. Questi non sono otto Comuni della provincia di Cuneo, ma sono l'Associazione dei piccoli Comuni di Cuneo, l'Associazione dei piccoli Comuni di Asti, l'Associazione dei piccoli Comuni di Alessandria, l'Associazione dei piccoli Comuni della provincia di Torino e oltre a questi, la rappresentanza di tutti quei Comuni che non si sentivano rappresentati da altre organizzazioni. Questo per consentire a tutti di avere una voce. Punto.
Io non voglio andare a fare la storia di che cosa è successo; dico semplicemente che questa deliberazione è una deliberazione dovuta, prevista da una legge, che porta a compimento un percorso in cui è stato coinvolto tutto il Consiglio dalle sue origini, perché il riconoscimento all'art. 7 della L.R. n. 34/98 corrisponde ad un percorso che ha avuto origine dagli Stati Generali del Piemonte e che è stato seguito, passo dopo passo, dalle organizzazioni tradizionali e storiche dell'associazionismo piemontese ed italiano.
Pertanto, non ritengo che ci siano delle ambasce a cui non sono state date risposte; non ritengo che ci debbano essere delle preoccupazioni. Il percorso è stato seguito linearmente, i garanti all'interno della Consulta ci sono, pertanto ci auguriamo di poter finalmente dare corso ad una legge di cui il Consiglio si è dotato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ringrazio chi mi ha consegnato la lettera mentre parlavo - forse lo stesso Assessore - e mi scuso se non me sono neanche accorto. Ringrazio perché, avendone letto il testo, la legge è abbastanza chiara: si dice che c'è la rappresentanza della Consulta regionale unitaria dei piccoli Comuni ma anche che è "da costituirsi".
Noi prendiamo atto della costituzione, non costituiamo la Consulta; è diverso prendere atto della costituzione di una Consulta che costituire una Consulta, perché oggi dovrei trovarmi di fronte una deliberazione dove c'è scritto... Assessore, tu ridi, ma è così, abbi pazienza... Io sto solo leggendo la legge, non sto neanche assumendo una posizione politica; mi limito a prendere la legge e a leggere: "Consulta regionale unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte, da costituirsi con deliberazione del Consiglio regionale entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
Insomma, noi oggi non stiamo costituendo la Consulta: noi stiamo prendendo atto di una Consulta che è costituita, il che è leggermente diverso, se permettete.
Quando abbiamo istituito le Consulte regionali, non abbiamo detto: "Costituitevi e poi venite qui, noi prendiamo atto della vostra costituzione", ma abbiamo stilato uno Statuto, abbiamo invitato tutti i componenti che dovevano aderirvi perché avevano delle caratteristiche per le quali potevano aderirvi, e abbiamo detto loro: "Questa diventerà la Consulta regionale dei giovani", perché c'erano delle associazioni che avevano determinate caratteristiche, ecc. Infine, siamo venuti qui e abbiamo costituito la Consulta.
Ripeto, prendiamo solo atto di una Consulta che è costituita. Guardate sto facendo addirittura la parte funzionariale, in questo momento; poi, se per voi va bene così, per me questa non è la costituzione della Consulta: questa è la presa d'atto di una Consulta che esiste. Prenderemo atto di tutte le Consulte che si chiameranno unioni di Comuni piccoli, medi e grandi che si costituiranno fin da adesso con le stesse motivazioni che declamava prima l'Assessore, dicendo: "Questi non si sentono rappresentati dagli altri e quindi vengono qui". Da domani mattina due Comuni si metteranno assieme e si chiameranno anche loro "Consulta regionale unitaria dei piccoli Comuni" (perché non c'è scritto da alcuna parte quali sono i piccoli Comuni e quali sono i grandi Comuni); noi dovremo prenderne atto e dare una rappresentanza a tutte queste associazioni.
Quella che ho fatto è solo una premessa strettamente funzionariale niente di più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Assessore, il collega Montabone ha messo in evidenza un aspetto sostanziale: le Consulte regionali in genere sono costituite per iniziativa del Consiglio, con leggi del Consiglio, proposte di solito dall'Ufficio di Presidenza. In questo caso, la legge dice che non si fa per legge, ma si fa per delibera; tuttavia, la natura della Consulta non cambia, cioè è il Consiglio che decide chi fa parte della Consulta, e i diversi organi compresi nella Consulta indicano loro i rappresentanti, se vogliamo fare una Consulta. Quindi, mi pare che su questo il collega Montabone sia stato molto chiaro.
L'Assessore però ha detto due cose. Ha detto che l'associazione definita Consulta dei piccoli Comuni si è costituita perché un numero rilevante di piccoli Comuni del Piemonte non si sentiva rappresentato dalle associazioni generali e comunque la costituzione di questa associazione è stata garantita, nel senso che ci sono dei garanti, che sarebbero le associazioni generali. Allora, vorrei chiedere all'Assessore due cose.
Primo: quanti sono stati i Comuni che hanno risposto alla lettera del marzo 1998, con cui li si invitava a partecipare ad una riunione convocata per il mese successivo, oppure ad indicare in che modo si sentivano rappresentati? Secondo: se formalmente l'ANCI, l'UNCEM e la Lega sono state invitate alla riunione costitutiva della Consulta provvisoria - che, se non sbaglio, si è tenuta il 16/12/1998 o il 16/1/1999 - come sono stati invitati, come hanno partecipato, con chi hanno partecipato?



PRESIDENTE

Ci sono altre puntualizzazioni da fare rispetto a questo problema? Ripeto, in base al testo normativo, questa Consulta non deve essere istituita per legge, ma è previsto che lo sia con deliberazione del Consiglio. L'urgenza di deliberare in proposito c'è, posto che qui viene individuato un termine ordinatorio, ovviamente, di 60 giorni, che sono abbondantemente scaduti. La Conferenza si riunisce e credo che debba essere rispettata, a questo punto, altrimenti aveva ragione prima chi diceva: "Modifichiamo la legge", cioè abbiamo una previsione di legge che forse non rispettiamo in modo totalmente compiuto.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Sembra che non basti spiegarsi con termini assolutamente appropriati al carattere dell'assemblea: a me risulterebbe - e se non è così ne sono ben lieto - che quella Consulta sia stata costituita con la presenza di 30 Comuni su 1.209, di cui almeno 1.000 sono piccoli, ammesso che i 209 siano grandi... Presidente Deorsola, qui si tratta di garanzia istituzionale. Se non è vero, sono lieto di prenderne atto, ma se è esatto che la costituzione è avvenuta con la presenza di 30 Comuni su 1.209, di cui almeno 1.000 sono piccoli Comuni, ammesso che 209 siano grandi, senza che l'ANCI e la Lega fossero stati invitati, mi sembra che questa operazione abbia tutto il carattere di un'aggregazione assolutamente circoscritta! Non ha il carattere della Consulta dei piccoli Comuni, perché della Consulta dei piccoli Comuni, caro Presidente Deorsola, devono far parte tutti i piccoli Comuni ed eleggerla con un'istituzione di rappresentanza. Non è lecito che 30, 50 o 200 Comuni si riuniscano e che il Polo faccia per loro una legge speciale.
Così non ci stiamo e lo dico con durezza: o è stata un'istituzione garantita con la rappresentanza di tutti i piccoli Comuni (ci sarà chi ha votato, chi non ha votato), oppure, se è vero che la presenza dei Comuni si limitava a 30 di essi, non è ammissibile che venga istituzionalizzata la Conferenza dei piccoli Comuni o la Consulta dei piccoli Comuni. Sarà una delle tante associazioni dei piccoli Comuni che si può costituire a livello di altre 40 equivalenti associazioni in tutto il Piemonte. C'è di mezzo l'istituzione, non una delibera di Giunta!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Alla faccia della prassi, interveniamo ad ogni pie' sospinto.
Qui c'è un problema di fondo, colleghi, e io mi dolgo di aver accettato l'emendamento in Commissione che ha ridotto a tre righe incomprensibili un percorso durato quasi due anni. Me ne dolgo perché, qualora il testo originale fosse stato presentato al Consiglio e non solo alla Commissione che ormai è diventata un cenacolo per pochi eletti, i colleghi avrebbero potuto verificare che i membri di diritto di questa Consulta e i verbali di tutte le riunioni sono stati regolarmente presentati e letti alla Commissione.
Dai verbali risulta che erano presenti membri dell'ANCI: ad esempio, il Sindaco del Comune di Alba, che in quella sede rappresentava l'ANCI in un primo tempo, poi sostituito dal Sindaco di Quincinetto; la Presidenza della Lega delle Autonomie locali, che è stata presente praticamente sempre; la Presidenza dell'UNCEM è stata sempre presente, oltre a Sindaci di parecchi Comuni che, a loro dire, non si sentivano rappresentati. Tra questi il Comune di Cavaglià, di Casale Cortecerro, di Roasio, il Sindaco del Comune di Demonte, quindi non è stato qualcosa di organizzato dal Polo a favore del Polo (anche perché l'avremmo organizzato probabilmente in un altro modo).
E' un percorso iniziato l'11/10/1997, che ha portato alla costituzione di questa Consulta, all'interno della quale, come membri di diritto, si annoverano il Presidente dell'ANCI, il Presidente della Lega delle Autonomie locali, il Presidente dell'UNCEM regionale e tutti i Presidenti delle Associazioni dei piccoli Comuni del Piemonte. Non ricordo la consistenza delle singole organizzazioni, ma so che ad oggi sono una per la provincia di Cuneo, una per Alessandria, una per Asti, una sicuramente per Torino. Non ricordo se ce ne sono altre, comunque quattro Province hanno già espresso questa loro organizzazione.
Io rigetto i pareri di parzialità che paiono sortire dal Consiglio anche perché il percorso di questa deliberazione inizia il 21/12/1998, con l'approvazione, nei tempi previsti dalla L.R. n. 34/98, da parte della Giunta regionale.
In VIII Commissione questo provvedimento è stato discusso con la presentazione di emendamenti e di verbali di riunioni, con la consultazione dei singoli membri della Commissione di questa e di quella organizzazione per avere la garanzia che tutto fosse stato eseguito in piena trasparenza.
Ne siamo usciti con questa stringatissima proposta di deliberazione del Consiglio, come oggetto di mediazione, e ci ripresentiamo in Consiglio sollevando le obiezioni che risalgono al 22/12/1998, come se tutto il percorso di Commissione, come se tutta la presentazione dei verbali, come se tutte le consultazioni che ci sono state nel frattempo non fossero mai esistite! Posso eccepire sulla formulazione della delibera che è stata stilata dagli uffici dell'VIII Commissione, che prende atto della costituzione. Credo potesse più opportunamente essere delibera di costituzione della Consulta unitaria dei piccoli Comuni. Devo dire che non è frutto dei miei uffici.
Se qualcuno vuole fare la proposta di rimandare la delibera in Commissione mi opporrò fermamente a questa ipotesi, perché ritengo l'argomento abbondantemente discusso in VIII Commissione: tutte le risposte sono state date. Per buona parte queste risposte le ho replicate; oggi ovviamente non ho tutti i verbali che sono stati presentati in quella sede.
Non ritengo di dover modificare ulteriormente l'atto e, soprattutto, non ritengo di dover continuare a lasciare fuori dalla Conferenza permanente così come prevede la legge regionale, la Consulta dei piccoli Comuni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Ero intervenuto prima, ma non immaginavo che la discussione si incagliasse in questo modo, anche perché io sono fra quei pochi intimi che in VIII Commissione ha seguito l'argomento. Difficilmente si vede una via d'uscita.
Se l'Assessore ritiene che modificando un vocabolo o due, oppure smussando qualche spigolo, la sostanza non cambi, va bene: per noi la sostanza è che finalmente il rappresentante dei piccoli Comuni venga riconosciuto e possa dare voce agli stessi.
In Commissione si è discusso moltissimo su questa questione e alla fine si è accolto un emendamento che ha portato a questa stesura. Troviamo un modo, se possibile, per smussare qualche ulteriore spigolo, se c'è, ma vediamo, nel giro di pochi minuti, di condurre in porto questo provvedimento.



PRESIDENTE

Io ho un'ipotesi - che non deve innovare sulle premesse, ma sul dato formale - di cui vorrei parlare con l'Assessore. Vi chiedo, dunque, solo due minuti di sospensione per poter colloquiare con lui.



(La seduta, sospesa alle ore 16.26 riprende alle ore 16.28)



PRESIDENTE

Provo a proporre un'ipotesi, che a me pare sufficientemente rappresentativa della realtà.
Le premesse rimangono invariate; segue: "...delibera di riconoscere" perché noi, come Consiglio, non possiamo che riconoscere, ai fini e per gli effetti di cui all'art. 7 della L.R. n. 34/98 - "l'avvenuta costituzione della Consulta unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte, rappresentata dalla Giunta definitiva, istituita sulla base del percorso istruttorio descritto nella deliberazione di Giunta regionale n. ... del ...".
Questa può essere più chiara come descrizione di quanto avvenuto e come momento di conclusione di un iter che, comunque, oggi resta in qualche modo scoperto.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Riteniamo che questo percorso, anche se molto discutibile per le ragioni che abbiamo prima esposto, possa trovare un parziale riconoscimento in via transitoria da parte del Consiglio, con delibera del Consiglio. In via transitoria, cioè in attesa che si dia piena attuazione al dettato legislativo, il quale dice che la Regione, non con legge, come sinora ha fatto per le Consulte, ma con delibera, istituisce la Consulta dei piccoli Comuni, il Consiglio decide quali sono gli organi che fanno parte della Consulta.
Magari corrediamo il tutto con un ordine del giorno in cui diciamo che entro sei mesi noi delibereremo, in attuazione della L.R. n. 34/98, la formazione della Consulta dei piccoli Comuni; la Regione decide quale associazione fa parte di questa Consulta e nel frattempo riconosciamo che in via provvisoria, della Conferenza Regione-Autonomie locali facciano parte i rappresentanti e il Presidente della Consulta provvisoria.
Un'intesa di questo tipo ci potrebbe trovare d'accordo, ma non possiamo accettare di ratificare la costituzione di un'associazione volontaria facendola passare come Consulta regionale, perché le Consulte regionali sono tutt'altra cosa.
Se l'Assessore è d'accordo, possiamo trovare una formulazione di questo tipo; se non è d'accordo, manterremo la nostra posizione di non partecipazione al voto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Penso che la Giunta possa sicuramente accettare la formulazione proposta dal Presidente Deorsola, come momento di mediazione.
Come risposta alle osservazioni del Consigliere Vindigni, posso dire che se dalla Consulta dei piccoli Comuni, così come oggi organizzata, come regolamento, come termine di un momento di discussione che veda coinvolti i soggetti che oggi fanno parte di questa Consulta, emergerà un'organizzazione tale da consentirci di fare un delibera del Consiglio prendendo spunto da quanto ci viene suggerito dal territorio, sono d'accordo; se la proposta è quella che il Consiglio vada studiando una sua formulazione che dia voce ai piccoli Comuni, mi piace di meno. Una formulazione "bottom up" la preferisco sicuramente ad una soluzione calata dall'alto.
Se il Consiglio intende proporre un ordine del giorno che rilevi tale necessità e si impegni a tenere conto delle indicazioni che arrivano dal territorio, la Giunta sarà sicuramente favorevole, ed io personalmente sottoscriverò questo ordine del giorno. In caso contrario, se deve essere il Consiglio a verificare qual è la formulazione migliore per dare voce alle Autonomie locali, ebbene, non penso di poter condividere il metodo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Mi pare che la formulazione suggerita dal Presidente non risolva il problema sollevato.
Il problema è questo: o abbiamo una Consulta o abbiamo una libera associazione. Sono due cose diverse.
Noi siamo di fronte ad una libera associazione. Possiamo anche decidere che la libera associazione - si chiami come si vuole, questo non dipende da noi - mandi il Presidente alla Conferenza permanente delle Autonomie locali; possiamo decidere che l'associazione, che ha deciso di chiamarsi Consulta, mandi il Presidente alla Conferenza permanente delle Autonomie locali, ma non possiamo, in modo surrettizio, riconoscere una Consulta fatta da altri: la Consulta è una cosa, questa associazione è un'altra.
Personalmente tratterei la formulazione di un solo punto, l'ultimo, per cui suggerirei che il Consiglio decida che il Presidente dell'associazione denominata Consulta dei piccoli Comuni - quindi dell'associazione, perché è chiaro che si tratta di un'associazione che si chiama in quel modo, che è denominata Consulta dei piccoli Comuni - è membro della Conferenza permanente delle Autonomie locali. In questo modo, si lascerebbe aperto il campo per poter procedere successivamente all'effettiva costituzione di una Consulta. Non so se il collega Vindigni ha sentito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Assessore, ho capito perfettamente e continuo a votare a favore: giriamola come vuole, ma stride rispetto alla legge. Ricordo che quando si è costituita sono stato uno di quelli che si è battuto affinché ci fosse una rappresentanza dei Comuni al di sotto dei 3 mila abitanti (o 5 mila adesso non ho la legge a mie mani). Mi sono battuto per questo.
Siamo riusciti ad ottenere, malgrado molti la pensassero diversamente che ci fossero due, come mi sembra, rappresentanti, per ogni provincia, dei Comuni al di sotto dei 3 mila abitanti.
Adesso, con questa delibera, noi andiamo a dare una rappresentanza all'associazione che - se ho capito bene - da quanti Comuni è composta? Si può sapere da quanti Comuni è composta questa associazione? C'è qualcuno che mi fa un segno con le dita? Quanti Comuni compongono questa associazione? Quanti Comuni ci sono in questa associazione?



PRESIDENTE

Credo che sia a numero variabile.



MONTABONE Renato

Ma, ad oggi, quanti Comuni ci sono?



PRESIDENTE

Alcune centinaia, si può dire.



MONTABONE Renato

Se noi da una parte scriviamo che il Presidente della Giunta regionale convoca tutti i Sindaci dei Comuni al di sotto dei 3 mila abitanti, a questa assemblea devono partecipare almeno il 50% o i due terzi o un terzo dei Sindaci - non ricordo bene - che nominano per ciascuna provincia due rappresentanti, e qui prendiamo un numero non precisato di Comuni che hanno un rappresentante perché hanno costituito un'associazione.
Questo costituisce un precedente, perché domani mattina avremo altre dieci associazioni del genere. Noi verremo in quest'aula e prenderemo atto che queste associazioni, il Presidente, la Giunta temporanea o il delegato temporaneo di queste associazioni siedono nella Conferenza Regioni Autonomie locali. Non possiamo dire "sì" a questi e "no" agli altri.
Dico ancora solo questo: Presidente del Consiglio, è stato bravissimo perché c'era una delibera, diceva qualche collega, con nove righe; lei ne ha cancellate sei, ne ha aggiunta una e si è risolto tutto il problema.



MONTABONE Renato

RIBA Lido (fuori microfono)



MONTABONE Renato

L'aveva detto il Consigliere Chiezzi.



MONTABONE Renato

L'aveva detto il Consigliere Chiezzi, quindi accetto il suo suggerimento. Assessore, tiri fuori la sua delibera iniziale che aveva qualcosa in più, perché su nove righe di delibera, ne cancelliamo sei, ne aggiungiamo una e risolviamo tutto il problema!



PRESIDENTE

C'è l'esigenza di rispettare la previsione normativa. Riprendendo, se è contestata la proposta che è di sei righe, rispetto alle nove iniziali l'intervento del Consigliere Papandrea si potrebbe, per cercare di dare una prima risposta, deliberare solo le ultime tre, perché c'è l'esigenza, in questa prima frase, di giustificare, da una parte, la previsione normativa e, dall'altra, il funzionamento della Conferenza.
Bisogna prendere atto che il Presidente della Consulta partecipa a questa Conferenza. Possiamo dare un termine temporale?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il concetto del provvisorio non esiste? Il Consigliere Vindigni sta preparando una sua proposta?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

E' possibile evitare dei colloqui ad alta voce? Ci sono ancora dichiarazioni su questa deliberazione? La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Nella deliberazione si propone, sostanzialmente, di sostituire la parte deliberativa formata da tre punti con i seguenti due punti: 1) di prendere atto della costituzione dell'associazione denominata Consulta unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte 2) di chiamare il Presidente della suddetta associazione a far parte sino al 31/12/1999 della Conferenza Regioni-Autonomie locali ai fini e per gli effetti di cui all'art. 7 della L.R. n. 34/98.
Questo significa che entro questa data la Regione, con atto autonomo decide di dare vita alla Consulta, con atto autonomo che è la delibera identificandone la composizione, gli organi e le modalità di formazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

La Giunta, ovviamente, non può che respingere un emendamento del genere, che prefigura un'ingerenza del Consiglio regionale nella costituzione di un'associazione. Se associazione è, associazione deve essere, quindi il Consiglio regionale non può avere alcuna competenza nel definire lo Statuto di un'organizzazione associativa di questo tipo.
In più aggiungo che sono d'accordo sulla possibilità di ragionare in termini di regolamento attuativo della Consulta, ma non sono d'accordo di accettare un emendamento che arriva molto in ritardo e steso in aula quando era nella facoltà della Commissione di organizzare l'atto deliberativo e il dispositivo deliberativo in altro modo.
Pregherei, proprio per non incorrere in problemi interpretativi successivi, di non approvare l'emendamento che viene presentato e di procedere all'approvazione del testo così come presentato in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Mi pare che l'Assessore Vaglio non abbia ascoltato con attenzione e spero che, leggendo il testo, capisca quello che c'è scritto. Siamo ancora in tempo utile per intervenire sui provvedimenti.
Certo, non siamo in Commissione, lo so, ma non siamo fuori tempo massimo. Siamo alla discussione della delibera e quindi siamo nel momento in cui il Consiglio discute sulla delibera ed eventualmente la modifica.
L'emendamento non parla assolutamente dello Statuto di un'associazione n dice che il Consiglio deve intervenire nello Statuto di un'associazione: l'associazione è libera, dunque redige lo Statuto che preferisce.
Da questo punto di vista, in quell'emendamento è solo scritto che è un'associazione, è scritto che prendiamo atto che esiste un'associazione che si chiama così, mentre, se non lo diciamo, creiamo una confusione tra una Consulta che una legge decide che deve essere istituita ed un'associazione che si è costituita e si chiama in quel modo.
Noi diciamo che sono la stessa cosa; chiamandola associazione, evitiamo questo livello di confusione, cioè diciamo che quella associazione, che esiste e che quindi ha la sua libertà nell'autodeterminarsi, è un'associazione, quindi non è la Consulta di cui alla legge. Poi l'unico atto su cui...



(Brusìo in aula)



PAPANDREA Rocco

L'unica cosa che dice in più è che il Presidente di quella associazione può, fino al 31 dicembre, ricoprire un determinato ruolo. Noi ci auguriamo che, dopo quella data, ci sia l'effettiva costituzione di quella che deve essere la Consulta, che non è questo, cioè tutto questo può continuare a vivere autonomamente e darsi gli Statuti.
In merito alla Consulta, che dovrebbe essere la Consulta dei piccoli Comuni del Piemonte e non solo di quelli che hanno aderito a questa associazione, ma di tutti quelli che la legge determinerà, la delibera preciserà quali sono le caratteristiche per entrarvi e in quel momento si farà il passo necessario, però eliminiamo quell'ambiguità presente nella delibera presentata dall'Assessore.
In qualche modo, quella delibera ci dice che la Consulta autocostituitasi, e quindi una libera associazione, è la Consulta della legge, come se fossero la stessa cosa. A mio avviso, non lo sono e non possiamo fare l'errore di riconoscere questa libera associazione di Comuni come Consulta, venendo meno ad un ruolo del Consiglio, in questo caso della Giunta con delibera, che dovrebbe essere quello di costituirla e di determinarne le caratteristiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Inviterei l'Assessore a riflettere sull'opportunità di accettare questo emendamento, in forza anche delle seguenti argomentazioni.
La costituzione di questa associazione "Consulta unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte" non so se derivi dal fatto che non si sia costituita la Consulta regionale unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte, prevista dall'art. 7 della L.R. n. 34/98. Non so se questo sia il motivo; in ogni caso, valuti l'Assessore il seguente argomento.
Una legge della Regione prevede l'istituzione della Consulta regionale unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte; un gruppo di amministratori decide di fondare l'associazione Consulta unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte: sono due marchi. Se noi trattassimo questi due marchi secondo le regole del Codice Civile, penso che sarebbe molto facile affermare che i fondatori della Consulta unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte hanno effettuato un'imitazione servile, perché si sono appropriati di un marchio già esistente, mutandolo talmente poco da ingenerare confusione.
La mia opinione personale è che questa sia la situazione, quindi l'affermazione che la Regione Piemonte si deve disinteressare della nascita di associazioni è vera e la condivido, ma non condivido il fatto che la Regione Piemonte debba disinteressarsi della nascita di un'associazione che ha per denominazione un'imitazione servile di un testo di legge e di un altro soggetto. Di questo, secondo me, noi dobbiamo interessarci.
Penso che nelle letture che si fanno, guardando alla sostanza, sia ben difficile capire che la Consulta unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte non sia la Consulta regionale unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte perché le denominazioni degli organismi, tra l'altro, sono denominazioni a volte composte da più parole, ma nella trasmissione comune del concetto tante parole saltano. La Consulta unitaria dei piccoli Comuni è una cosa sola; qui c'è confusione, e questa associazione, se era un'associazione doveva scegliere un nome che non creasse confusione.
Sono dunque d'accordo di trovare una via di mezzo, e la via di mezzo mi sembra quella di scrivere perlomeno quello che è stato proposto con l'emendamento del collega Vindigni, perché ritengo che riconoscere questa denominazione senza dare un termine significhi rinunciare di fatto alla denominazione di legge che rappresenta un altro organismo. Quindi, la mia opinione è che bisognerebbe agire, Assessore, difendendo la Consulta prevista dalla legge da imitazioni servili, richiedendo che cambino denominazione, per cortesia, perché questo crea confusione; non si capisce più niente, penso forse che la nostra disattenzione su questo passaggio derivasse anche dalla confusione di riconoscere un'associazione che era prevista per legge, senza sapere che in realtà era un'altra cosa.
Quindi, Assessore, valuti se non vale la pena di mettere questo termine e specificare che si tratta di un'associazione. La inviterei, in ogni caso ad informare questa associazione dell'opportunità di cambiare la propria denominazione; un invito - per non andare sul Codice Civile - ad assumere una denominazione che non confonda le istituzioni previste delle leggi.



PRESIDENTE

Non vi sono altri interventi. Sull'emendamento la Giunta conferma la valutazione negativa.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento a firma dei Consiglieri Vindigni Papandrea e Montabone.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 24 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Possiamo passare alla votazione della deliberazione nel testo originario ovvero quello licenziato dalla Commissione.



PRESIDENTE

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula 30 Consiglieri.


Argomento: Associazioni intercomunali

Esame proposta di deliberazione n. 636: "Riconoscimento della Consulta dei piccoli Comuni del Piemonte, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 7 comma primo, lettera g), della L.R. n. 34/98" (seguito)


PRESIDENTE

Non essendovi interventi, pongo in votazione la deliberazione test discussa, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri).


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame testo unificato della proposta di legge n. 275 e del disegno di legge n. 291: "Disciplina dei distretti dei vini e delle strade del vino del Piemonte. Modifica alla L.R. 12/5/1980 n. 37 (Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico-enologici, le strade del vino)" - (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) all'o.d.g. che prevede l'esame del testo unificato della proposta di legge n. 275 e del disegno di legge n. 291.
Relatori sono i Consiglieri Riba e Cotto.
La parola al relatore di minoranza, Consigliere Riba. Prego i Consiglieri di non formare capannelli in aula e di mantenere il brusìo ad un livello accettabile.



RIBA Lido, relatore

Presidente, la ringrazio per tentare di convincere l'aula all'ascolto seppur per una decina di minuti.
L'intendimento dell'Assessore, mi sembra, era di non chiedere la discussione di tutto il testo, considerati i tempi e la circostanza. Si tratterebbe solo di svolgere le comunicazioni.



PRESIDENTE

Svolga la relazione.
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Si tratta di un testo di legge molto importante ed innovativo che, a mio modo di vedere, necessita di una trattazione non troppo frettolosa, per cui sarei dell'opinione, considerato che siamo già alle cinque del pomeriggio e penso molti di noi abbiano impegni, di svolgere la relazione generale ed eventualmente gli interventi di carattere generale delle varie posizioni dei Gruppi in Consiglio. Suggerirei, invece, di iniziare l'esame dell'articolato nel corso della prossima seduta.



PRESIDENTE

In effetti, ho sentito che alcuni Consiglieri hanno impegni anche prima di cena, perciò dovremmo chiudere i nostri lavori non a tarda ora.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido, relatore

Colleghi, è con un po' di emozione che svolgo questa prima parte della relazione che la collega Cotto amplierà.
L'iniziativa di costruire una legge che, come ha detto l'Assessore avesse un carattere innovativo ponendosi come uno strumento costruito attraverso la riflessione e l'analisi delle domande e delle valutazioni che emergevano dalle realtà del territorio vitivinicolo piemontese del nord e del sud, attraverso una larga collaborazione tra enti ed istituzioni, ci aveva portato già nella scorsa legislatura ad individuare... Presidente faccio una proposta. Se i colleghi prestano attenzione io svolgo l'intervento in dieci minuti, altrimenti lascio perdere.



PRESIDENTE

Consentite al collega di proseguire.



RIBA Lido

Presidente, faccio una proposta. Se ascoltate, la faccio in meno di dieci minuti, altrimenti...



PRESIDENTE

Credo che sia una mediazione accettabile.



RIBA Lido

Altrimenti mi distraggo e perdo tempo.
Il Consigliere Viglietta, tutte le volte che viene, fa sempre così: quando parlo io, cerca di organizzare l'insurrezione e poi mi attacca...



(Commenti del Consigliere Viglietta)



PRESIDENTE

Signori, consentite al collega di svolgere la sua relazione in un clima che sia predisposto all'attenzione.



RIBA Lido

Presidente, questa legge ha avuto una genesi che vorrei rapidamente richiamare.
Quando il territorio vitivinicolo del Piemonte si è evoluto al punto da costituire, oltre alla capacità di produrre ottime qualità di vino, una risorsa come territorio fruibile dal punto di vista turistico, proponendo un consistente patrimonio di tradizioni culturali, di tradizioni storiche nonché una quantità notevole di risorse architettoniche e paesaggistiche si è ragionato sulla possibilità/opportunità di un'operazione di utilizzazione e sfruttamento integrato di questo tipo di risorsa...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, anche i colleghi della stampa...



RIBA Lido

Presidente, come relatore ho il dovere di attirare un po' di attenzione attorno alla discussione di questa legge, ma probabilmente la colpa di questa distrazione generale è tutta mia.
Comunque, non intendo proseguire l'illustrazione della relazione introduttiva in queste condizioni. Quindi, faccia lei.



PRESIDENTE

Prego. Se vuole svolgere la relazione, credo che adesso ci siano le condizioni.



(Commenti del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Adesso ci sono le condizioni: c'è un clima sufficientemente attento.



(Ulteriori commenti del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Consigliere, credo che adesso ci siano veramente le condizioni per proseguire. La invito a svolgere la relazione; poi la corelatrice Cotto, se intende, potrà...



RIBA Lido

Non è assolutamente una pretesa, è una...



PRESIDENTE

Ha perfettamente ragione. Lei svolga la relazione, non si faccia distrarre...



RIBA Lido

Ricomincio.
E' con un po' di emozione che... A questo punto, per la terza volta l'emozione è del tutto scomparsa, quindi possiamo abbreviare la parte destinata a raccogliere il pezzo più consistente della mia esposizione mentre alla collega Cotto è assegnata la parte più razionale, più fredda.
L'idea di questo progetto di legge, che abbiamo chiamato del Distretto dei vini, era nata dalla volontà/opportunità di utilizzare in modo integrato le risorse, le possibilità produttive, il complesso del patrimonio architettonico, paesaggistico ed ambientale delle aree vitivinicole, ai fini di uno sfruttamento o di una riutilizzazione chiamiamola così - integrata od integrale.
Il vigneto del Piemonte e le terre che lo ospitano hanno acquisito una valorizzazione. Lo dico in termini economici, così è del tutto sintetico: ci sono ormai dei luoghi di produzione di alcune tipicità di vino che hanno raggiunto anche il valore di 500 milioni per ettaro. Ciò significa che quel territorio oggi ha realizzato una sua vocazione ad essere una risorsa, al di là dell'opportunità produttiva della risorsa uva, diventando un sito utilizzato a fini multipli, plurimi e, da questo punto di vista (ed è sbagliato) anche a fini finanziari.
Si è constatato che la risorsa vigneto poteva essere un generatore, in primo luogo, di flusso turistico (naturalmente turismo specifico, di tipo enogastronomico); in secondo luogo, in quanto coltivazione del paesaggio poteva essere un elemento di realizzazione di valori ambientali e paesaggistici in sé, come lo sono quasi tutte le colture, ma certamente in modo particolare quelle vitivinicole (un po' meno lo sono, per esempio, le colture del pioppeto o qualche altra coltura meno fruibile dal punto di vista ambientale).
Terza questione. La possibilità di utilizzare in modo integrato le risorse territoriali dal punto di vista della produzione del vino e della vocazione vitivinicola richiedevano contemporaneamente una notevole organizzazione di imprenditorialità e di preparazione professionale.
Vorrei brevemente richiamare il fatto che ai valori che attualmente realizzano alcune varietà del nostro vino si è giunti attraverso l'introduzione di elementi di natura aggiuntiva, quali la professionalità la promozione, la ricerca di mercato e, ancor di più, la ricerca scientifica, che ha portato a far crescere investimenti in questo settore come condizione per realizzare aziende capaci di produrre un livello elevato di valore aggiunto.
Dovrei anche dire che soltanto una parte del vigneto piemontese oggi si trova in una condizione economica particolarmente significativa e remunerativa, mentre - e l'Assessore lo sa, ma credo anche molti Consiglieri - abbiamo intere zone (per capirci, perlomeno la metà dell'Astigiano e un buon terzo dell'area vitivinicola cuneese) che sono esposte non soltanto ad un rischio di crisi, ma addirittura di capitolazione.
Infatti, mentre siamo in grado di esportare tutti i vini ad alta definizione, abbiamo invece una crisi gravissima nel settore del mercato internazionale del Moscato, cioè del prodotto tradizionale dell'Asti soprattutto in relazione all'introduzione sul mercato di notevole quantità di prodotto analogo da parte degli spagnoli.
Ho richiamato questo fatto, perché gli elementi che riguardano la crisi del settore vitivinicolo legato alla produzione dell'Asti e dell'Asti Spumante non comportano che, contemporaneamente, debba esserci anche crisi del settore enogastronomico, del settore culturale e del settore turistico ciò, naturalmente, a condizione che siamo in grado di realizzare lo sviluppo di questi settori non attraverso l'utilizzazione del valore aggiunto d'impresa nel settore vitivinicolo, che in quel caso non c'è, ma attraverso un intervento di tipo diretto, istituzionale, proveniente da un'operazione di politica economica un po' più complessa.
L'idea del Distretto dei vini nasce quindi da questi precedenti ed essenzialmente propone l'istituzione di un progetto di utilizzazione in maniera integrata di tutte le risorse esistenti sul territorio attraverso un forte potenziamento delle capacità... Presidente, lei non può richiamare i Consiglieri, quando continua a fare il lavoro con i suoi collaboratori.
Ho tenuto il conto: è la quarta volta, da quando sto cercando di svolgere questa breve introduzione, che lei riceve le sue collaboratrici e si intrattiene con loro. Non è in grado di fare questo tipo di lavoro fuori dalla direzione dell'aula?



PRESIDENTE

Guardi che si sta confondendo, perché la collaboratrice stava inserendo un emendamento nel fascicolo.



RIBA Lido

Se lei ritiene di poter dirigere così i lavori dell'aula, le conseguenze sono queste. Naturalmente ci può essere il totale disinteresse per l'argomento e per l'incongruità dell'esposizione.



PRESIDENTE

La mia collaboratrice stava svolgendo un'attività istituzionale...



RIBA Lido

Lei lavori con i suoi collaboratori in un altro momento...



PRESIDENTE

Mi permetta, Consigliere, non posso accettare le sue affermazioni anche nel rispetto dell'attività della dottoressa, che stava inserendo nel fascicolo un emendamento presentato in questo momento. Le garantisco che ci sono le condizioni affinché lei possa svolgere il suo intervento.



RIBA Lido

Lei non può continuare a chiacchierare con i suoi collaboratori pensando che l'aula possa prestare attenzione, perché il suo atteggiamento deve essere di orientamento.
La mia relazione, pertanto, la do per letta.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Ha ora la parola la relatrice di maggioranza, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela, relatrice

E' una legge troppo importante per non intervenire, una legge attesa da tanto tempo (io stessa ho firmato, a suo tempo, la proposta di legge n. 275 e ho visto con molto favore anche la predisposizione da parte della Giunta del disegno di legge n. 291).
Da sempre tutti i Consiglieri regionali, quando si trovano nelle zone piemontesi di produzione enologica, sostengono che l'attività viticola è di fondamentale importanza per l'economia, per la tutela del territorio, per l'equilibrio ambientale e paesaggistico, e che serve da volano per favorire lo sviluppo economico. A riprova, basta pensare all'attività di ristorazione, dei viaggi guidati, di iniziative turistiche e culturali folcloristiche e commerciali.
E' una legge per la disciplina dei Distretti dei vini e delle strade del vino, in un settore dove gli addetti ai lavori chiedono a gran voce meno burocrazia e più libertà di impresa, perché è necessario valorizzare questi operatori impegnati nelle produzioni vitivinicole e nelle attività connesse e indotte.
Il paesaggio viticolo deve essere tutelato; viticoltura, turismo enogastronomia devono fruire di un'integrazione socio-economica. Le enoteche regionali, le botteghe del vino, la realizzazione delle strade del vino, la costituzione di musei enologici renderanno credibile questa legge perché rafforzeranno il ruolo delle singole istituzioni che saranno i punti di riferimento per il turismo, la cultura e la storia locale.
La L.R. n. 37/80, che andiamo a modificare, concepiva le strade del vino solo come percorsi segnalati e pubblicizzati con apposita segnaletica.
Con questa legge si vogliono promuovere e divulgare le risorse dei territori vinicoli e le relative produzioni in forma di offerta enologica gastronomica, turistica, ricreativa e culturale.
Vogliamo favorire la visita e l'accesso alle cantine e non solo.
Pensiamo alle iniziative legate all'enogastronomia identificabili come i percorsi o luoghi del gusto. Le modalità tecniche per la realizzazione delle strade del vino sono demandate ad un apposito disciplinare; ci auguriamo di poter dare presto il previsto parere favorevole in Commissione consiliare perché - come ho detto all'inizio - la legge è attesa da tempo e non si possono aggiungere ritardi ai ritardi.
Il collega Riba all'inizio ha fatto appello al sentimento e all'emozione, ha richiesto giustamente attenzione; io vorrei salvare le strade del vino dal percorso della rassegnazione legislativa. Grazie.



PRESIDENTE

Voglio ritornare brevemente sull'intervento del corelatore Riba, per confermargli...



RIBA Lido

Queste non sono relazioni, Presidente - lo dico per me, non per la collega Cotto, che ha svolto la sua relazione, ma che ritengo non abbia toccato minimamente gli argomenti importanti - grazie al suo modo di condurre la seduta. Lo voglio proprio dire.



PRESIDENTE

Collega Riba, ritengo che dobbiamo dare atto ai collaboratori dell'Ufficio di Presidenza dell'impegno che stavano svolgendo, anche quando lei ha ritenuto che così non fosse... Non confonda una valutazione politica con quella sui collaboratori. I collaboratori stavano svolgendo il loro compito, come svolgono sempre con grande capacità e dedizione alle nostre cause...



RIBA Lido

Certo, loro svolgono la loro attività con dedizione e capacità. Non li coinvolga, Presidente, perché se lei mi dice che io ho espresso degli apprezzamenti sui collaboratori, lei si confonde veramente in modo inadeguato. Io ho detto che lei non doveva ricevere i collaboratori mentre stava presiedendo la seduta, perché ad una situazione di trambusto, che lei non riusciva a comandare, si aggiungeva anche la sua voce al microfono.
Tutto qui. Non chiami in causa i collaboratori; i collaboratori hanno molta stima e considerazione da parte mia.



PRESIDENTE

Mi fa piacere che lei abbia stima dei collaboratori; io non stavo ricevendo nessun collaboratore, stavo presiedendo la seduta e i collaboratori stavano inserendo nel fascicolo d'aula un emendamento che era giunto in quel momento.
Credo che con questa precisazione possa essere concluso questo aspetto che non ho compreso, ma che non ci impedisce di andare avanti.
Dopo questa presentazione, se non si vuole chiamarla relazione (io ho invitato il Consigliere Riba a svolgere una relazione, lui l'ha svolta come ha ritenuto di dover fare), c'è un'illustrazione della Giunta o passiamo alla discussione generale? Ha chiesto la parola il Consigliere Gatti; ne ha facoltà.



GATTI Agostino

Chiedo scusa, signor Presidente, per non mortificare il grande lavoro che abbiamo svolto come gruppo di lavoro (si tenga presente che erano una proposta di legge e un disegno legge che avevamo unificato e che c'era stata anche una lunga trattativa di mediazione per consentire che le due ipotesi di legge fossero portate in Commissione dopo un lavoro che è stato svolto per diversi mesi), mi sembra proprio strano che non ci sia una profonda e determinata illustrazione della legge. In questo clima, date le circostanze che aveva richiamato anche l'Assessore, chiediamo che la discussione generale avvenga all'inizio del prossimo Consiglio che lei convocherà, in modo da avere la naturale cornice che la legge ha diritto di avere in questa sede.
Le chiedo, pertanto, con tranquillità, anche per calmare i bollenti spiriti di questa sera, di garantire la possibilità di procedere alla discussione generale in un clima più sereno. Grazie.



PRESIDENTE

Se l'aula ritiene che non ci sia la sufficiente serenità per affrontare un tema che sicuramente è di grande interesse, possiamo terminare i nostri lavori qualche minuto prima del previsto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Penso che le considerazioni fatte da alcuni colleghi debbano essere condivise, nel senso che respiriamo tutti l'aria che è molto distratta rispetto a quanto si fa qui dentro, ma riteniamo che ciò sia anche comprensibile.
Questo provvedimento è da tempo fermo ed aspettava di essere discusso anche con l'Assessore e il Vicepresidente abbiamo svolto queste considerazioni e ci sembra di poter dire che si possa rinviare il tutto al prossimo Consiglio, purché, come già si è detto ieri in sede di Capigruppo e noi abbiamo sostenuto questa richiesta - ci sia la discussione di questo provvedimento, l'ultimazione ed ovviamente il licenziamento, nonch immediatamente dopo la bonifica delle acque, perché anche questo è un discorso nei confronti del quale il Presidente della Giunta e il Vicepresidente Masaracchio hanno sottolineato l'estrema urgenza.
Ritengo che in queste condizioni potremmo prendere atto, con senso di realismo, di questa opportunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Presidente, le ruberò pochissimo tempo perché ritengo che, quando gli animi sono troppo surriscaldati, non si fa il bene di nessuno e non si lavora neanche bene.
In considerazione del fatto - come già diceva il Consigliere Gatti che si è lavorato molto attorno a questo testo di legge, credo che per fare le cose come secondo me devono essere fatte, si debba riprendere la prossima volta dalle due relazioni, cercando di essere tutti un pochino più tranquilli, ricordandoci che siamo qui ad emanare delle leggi che devono servire - questa è molto importante - per la nostra Regione. Per la nostra Regione, il discorso del vino e del turismo collegato alle strade del vino e al Distretto dei vini è importantissimo.
Quindi le chiederei, signor Presidente, di poter riascoltare le due relazioni, non come è avvenuto oggi. La ringrazio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
Dopo gli interventi che i colleghi vorranno fare, credo che i nostri lavori si concluderanno e verranno aggiornati ad una prossima riunione.
Prego, Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Presidente, lei già ha deciso, per cui io non posso che esprimere il mio non accordo sul fatto che, dopo avere la III Commissione licenziato il provvedimento il 27/11/1998 e dopo aver atteso - i mesi contateli voi - che il Consiglio iniziasse ad esaminare questo provvedimento per questioni che sono estranee al provvedimento stesso, l'aula oggi si dichiara non idonea a proseguire la discussione.
Ritengo che questo sia un provvedimento non di qualcuno, di una zona o di una o due province, ma sia un provvedimento che interessa tutto il Piemonte e per questa ragione - l'hanno già detto i colleghi - molto atteso.
Esprimo davvero il mio rincrescimento per il fatto che, dopo tanti mesi di anticamera, giunto in Consiglio, il provvedimento trovi questa accoglienza da parte di tutti (non voglio assolutamente indicare uno o l'altro Gruppo come responsabile).
Sono altrettanto non d'accordo - e anche qui esprimo rincrescimento sul fatto che oggi l'aula non possa iniziare, come nella riunione dei Capigruppo si era peraltro concordato, l'esame di un provvedimento a lungo discusso, che ha richiesto tanto impegno in Commissione: quello sui Consorzi di bonifica e di irrigazione. La società a cui sempre ci rivolgiamo è in attesa da tanto tempo e anche gli agricoltori, perché c'è questo piccolo particolare: sono i Consorzi che hanno sollecitato il provvedimento, ma sono migliaia gli agricoltori che lo attendono.
Non so più chi difende o non difende le categorie, ma certo è che ancora una volta rinviamo di una settimana; magari la settimana prossima il giorno passerà con questo e non con il provvedimento dei Consorzi di bonifica e di irrigazione che il Piemonte attende.
Sono davvero rincresciuta ed esprimo il mio dispiacere. Sarei per sollecitare l'aula a riprendere la discussione, ma, Presidente, - ripeto lei ha già deciso, mi pare, peraltro sollecitato dagli interventi dei colleghi. Io dissento e lo volevo dichiarare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, anch'io intervengo per dissentire, insieme alla collega Bortolin, rispetto a questa sua decisione, perché ancora una volta le cose che dibattiamo e discutiamo all'interno della Commissione e dei Capigruppo non vengono rispettate, e non è sicuramente per il volere di una parte o dell'altra.
Ritengo anch'io che questo documento interessi tutta la Regione e nessuno in particolare, tanto più qualche Consigliere piuttosto che un altro, quindi penso che su questa materia si possa discutere. Sono le ore 17,30: abbiamo ancora sicuramente almeno due ore per poter lavorare e quindi per portare avanti sia questo importante provvedimento sia quello relativo al punto 17) all'o.d.g., espletando regolarmente il nostro lavoro.
La invito quindi ad andare avanti.



PRESIDENTE

Non è una decisione, come dire, ex officio: è una decisione che prende atto delle dichiarazioni di significative componenti sia della maggioranza che della minoranza, le quali ritengono che non ci siano le piene condizioni per proseguire.
I nostri lavori, per comunicazioni che ho avuto da alcuni Consiglieri avrebbero comunque dovuto concludersi in modo abbastanza anticipato per impegni dei singoli Consiglieri, perciò credo che la decisione sia in qualche modo necessitata. Io, comunque, do la disponibilità a restare, come sempre.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, la legge è importante. Il nostro Gruppo ha presentato una serie di emendamenti, anche di struttura. Io condivido la proposta avanzata dal collega Angeli, a seguito di una situazione che si è creata e che anche per la gestione dell'aula, ha impedito al collega Riba di svolgere su una legge così importante, la relazione che senz'altro aveva in mente di fare, su un argomento che lo vede, tra l'altro, molto competente, perché da anni si occupa in modo approfondito specialmente di questi temi.
La posizione del nostro Gruppo è un po' quella del Consigliere Angeli: bisogna tornare ad affrontare questo tema con la dovuta attenzione e dignità, quindi occorre ricominciare con le relazioni del Consigliere Riba e della collega Cotto, se intende aggiungere anche lei qualcosa, in una situazione di attenzione e di presenza dell'aula.
Non mi pare che ci siano queste condizioni a causa della disattenzione e del disimpegno della minoranza; questo vorrei metterlo in chiaro. La minoranza mi sembra largamente presente, noi siamo in grado di continuare non siamo in grado di accettare questa situazione, determinata dal disinteresse della maggioranza su questo tema, quindi anch'io le chiedo di ricominciare dalla relazione del Consigliere Riba in un'aula degna di questo nome. Se questo succede oggi, meglio; se, per colpa della maggioranza, non succede oggi, cominceremo la prossima riunione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Non ritiro cosa ho detto prima, però rigetto le considerazioni del collega Chiezzi per cui la responsabilità sarebbe della maggioranza: le rigetto e procediamo.
Avete chiesto ripetutamente la verifica del numero legale. E' vero che si è sospeso per trenta minuti, però è altrettanto vero che all'ultima verifica, risultando 28 il numero richiesto, hanno risposto in 30 Consiglieri, quindi era largamente presente il numero legale. Dopodiché si parla di disinteresse, ma qual è lo strumento in grado di misurare l'interesse di un Consigliere di minoranza o di maggioranza? Uno strumento del genere non è ancora stato inventato, quindi rigettiamo questo addebito di responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Devo dire che sono veramente sconcertato. Il Presidente del Consiglio e i Capigruppo di maggioranza devono rendersi conto che non si può andare avanti in questo modo. E' indecente che ci sia sempre questa presenza virtuale all'interno del Consiglio: non c'è la presenza reale! Si viene, si firma, si intasca il gettone, dopodiché si esce e si fanno gli affari propri. Se viene richiesto il numero legale finalmente rientra qualcuno di corsa: è indecoroso! Questa dovrebbe essere un'aula che dà gli indirizzi alla Regione Piemonte, che dovrebbe discutere in modo alto delle grandi questioni del Piemonte e facciamo queste farse da prima elementare.
E' veramente indecente! E' per questo che non ci sono le condizioni per discutere. Chi dovrebbe garantirle? E' vero che è responsabilità di tutti ma chi governa, chi ha la responsabilità della maggioranza si assuma il peso del mancato funzionamento di quest'aula!



PRESIDENTE

Chiedo all'aula se ritiene che ci siano le condizioni per affrontare il provvedimento con la dovuta serenità e serietà. In tal caso, sono disponibile a proseguire fino a quando l'aula lo riterrà.
Al di là delle posizioni di principio, ritengo che il clima di oggi dovuto al ballottaggio elettorale, non aiuti lo svolgimento dei lavori. Le stesse presentazioni dei corelatori, dichiarate tali, e non relazioni, mi inducono a restare su questa valutazione. I nostri lavori avrebbero dovuto chiudersi intorno alle 18; siamo in anticipo di una ventina di minuti e credo che per oggi si possa mettere la parola fine ai lavori d'aula.
Resta confermato che per la prossima riunione del Consiglio i lavori continueranno con l'esame di questo provvedimento e immediatamente dopo del punto 17).


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.38)



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