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Dettaglio seduta n.37 del 25/01/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Buongiorno signori, abbiamo una giornata intensa di lavoro, vi prego di prendere posto.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bodo, D'Ambrosio e Riggio.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 74: "Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1996 degli interventi previsti da leggi regionali nonch disposizioni finanziarie per l'anno 1997" (seguito) Esame relativi ordini del giorno


PRESIDENTE

Abbiamo terminato l'esame dell'articolato relativo al disegno di legge n. 74, di cui al punto 5 bis) all'o.d.g. Possiamo procedere con le dichiarazioni di voto, salvo che il Presidente e l'Assessore vogliano fare le loro controdeduzioni e la comunicazione relativa al bilancio.
La parola, quindi, all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

Signor Presidente e signori Consiglieri (quei pochi presenti), più che controdeduzioni vorrei fare una considerazione di sintesi rispetto al dibattito che c'è stato sulla finanziaria. Innanzitutto, per quanto riguarda gli emendamenti, penso che siano stati uno strumento molto opportuno: ognuno di questi è stato praticamente una sonda che ci ha consentito di scandagliare all'interno della finanziaria e di far emergere degli squarci di argomenti, di settori e di politiche settoriali, che sicuramente hanno contribuito a rendere il dibattito chiaro ed approfondito e di sviscerare l'impostazione - condivisibile o meno - della finanziaria presentata dalla maggioranza e dalla Giunta. Penso sia emerso che si tratta di una finanziaria sana, prudente, nel senso che non abbiamo assolutamente forzato. Si vedrà nel corso dell'anno, a seconda di come vanno le entrate se sarà possibile ampliare la potenzialità degli interventi. Direi che è anche solida e chiara, nel senso che si è fatta chiarezza su alcune questioni che inizialmente potevano preoccupare alcuni settori, al di là delle posizioni politiche che ogni Gruppo, giustamente, esprime all'interno del Consiglio.
Ricordo che in passato il Consigliere Chiezzi sovente sollecitava dicendo "quando si faranno le scelte": direi che questo dibattito ha dimostrato che, in modo condivisibile o meno, all'interno di questa finanziaria le scelte sono state fatte e sono scelte precise. Quindi ci sentiamo di dire che dal dibattito questa finanziaria esce anche arricchita.
Sostanzialmente sono gli stanziamenti su due aree, in particolare, che hanno consentito di arricchirla: basterebbe citare gli stanziamenti sulla famiglia, i 5 miliardi e i 6 miliardi sul settore artigianato e il DL n.
626, per capire come il dibattito abbia contribuito ad un arricchimento.
Ricordo anche il miliardo e mezzo dato all'edilizia scolastica.
Potrei citare altre voci, ma ritengo che queste siano le più caratterizzanti, per cui, la finanziaria, che è entrata in aula in un certo modo, ne esce, se così sarà approvata, sicuramente arricchita in queste aree sulle quali il Consiglio ha puntato l'attenzione. Oltre che l'attenzione sono stati appuntati anche dei finanziamenti: 5 miliardi in un caso, 6 miliardi in un altro caso, un miliardo e mezzo sull'edilizia sanitaria e non sono sicuramente finanziamenti irrilevanti.
Per quanto riguarda lo scorporo che abbiamo inteso fare inizialmente fra bilancio rigido e finanziaria direi che questo dibattito, secondo noi ha dimostrato anche come quella scelta fu felice come intuizione, perché se non avessimo fatto in questo modo molto probabilmente non saremmo ancora in esercizio normale, saremmo in provvisorio e se fossimo ancora oggi in provvisorio molto probabilmente lo saremmo stati fino a fine marzo. Quindi avremmo avuto alcuni mesi in cui la Regione avrebbe dovuto girare ad un numero di giri molto inferiore a quello potenzialmente consentito. Avremmo affrontato il Piano regionale di sviluppo e, soprattutto, l'assestamento di giugno che secondo la normativa regionale vigente deve essere presentato entro tale mese, nel momento stesso in cui l'avremmo presentato.
Riteniamo quindi che la nostra sia stata una scelta felice, vuoi per l'impostazione che ha consentito di arrivare a questo tipo di gestione vuoi perché ha consentito anche di decantare le spese libere discrezionali per gli investimenti e per la spesa corrente, rispetto invece alle spese vincolate, fisse, rigide che riguardano il funzionamento dell'Ente. Quindi se il Consiglio oggi approverà, come ci auguriamo, questa finanziaria, e se domani, come sembra, arriverà dal Commissario di Governo il visto sul disegno di legge n. 75, penso proprio che ci saranno le condizioni per far sì che la Regione funzioni a pieno regime e di conseguenza potrà impostare le proprie politiche, soprattutto in questo momento particolarmente opportuno, visto che siamo all'inizio della legislatura, per partire con la propria progettualità e gestire quanto dal punto di vista politico intende impostare.
Altro punto importante che mi sembra di dover sottolineare è che un po' tutti, penso, viviamo la realtà locale delle nostre province; sappiamo che in questo periodo gli Enti locali, le Province soprattutto, stanno facendo quelle consultazioni che noi abbiamo iniziato con le conferenze economiche a novembre. Quindi stanno raccogliendo dati e materiale per poter impostare i propri bilanci. Se tutto va come impostato, cioè entro domani sia il bilancio rigido che la finanziaria saranno approvati, noi ci poniamo autorevolmente come punto di riferimento nei confronti degli Enti locali i quali, avendo tempo per l'impostazione dei propri bilanci fino al 29 febbraio, avranno più di un mese a disposizione per poter impostare le proprie politiche avendo a riferimento il punto certo del programma di bilancio della Regione Piemonte.
Non ci sembra secondario un punto di riferimento di questo genere. Se fossimo stati in esercizio provvisorio sicuramente avremmo offerto sabbie mobili agli Enti locali e non invece un pilastro di riferimento in base al quale calibrare e programmare le loro risorse e le loro iniziative.
Ultimo punto: penso che tutti i Consiglieri, a prescindere dai Gruppi e dalle posizioni su questa finanziaria, si siano resi conto che la Regione sta vivendo un momento di svolta. Faccio un esempio soltanto: penso proprio che i prossimi mesi dovranno essere dedicati, e per quel che ci riguarda lo faremo, ad una nuova metodologia dei finanziamenti. Nel reperire i finanziamenti al nostro interno, e attraverso i prelievi sulle addizionali dovremo sicuramente riadeguare il nostro modo di finanziare i provvedimenti rispetto a quanto è avvenuto nell'erogazione dal centro alla periferia. E' cambiato molto.
Faccio un esempio di cui abbiamo parlato anche ieri, esempio che sicuramente è molto significativo: ARIET-Ecotassa. Gli introiti di ARIET di cui parlavamo ieri (Addizionale Regionale alle Imposte Erariali di Trascrizione), i famosi 68 miliardi, fino al 31/12/1995 venivano alle Regioni come quota annuale di 68 miliardi per quanto ci riguarda come Piemonte ed erano risorse libere. Il che significa che noi potevamo attingere a quei 68 miliardi per destinazioni in base a politiche e scelte discrezionali.
Oggi, con la finanziaria romana, ultima approvata, per il 1996, non e più così; c'è stato un grosso peggioramento. Prima di tutto, non siamo ancora sicuri se arriveranno i 68 miliardi: molto probabilmente arriverà qualche miliardo in meno (potrebbero essere 62/63), ma questo è il dato ancora meno rilevante dal punto di vista istituzionale e politico.
Il dato più rilevante, secondo noi, è questo: il 10% di questa cifra poniamo pure che fosse di 68 miliardi - deve andare alle Province, quindi una parte è a destinazione vincolata; il 20% del rimanente (cioè il 18% dei 68 miliardi) deve essere destinato all'ambiente, al recupero dei rifiuti quindi è pure vincolata; il 18 più il 10 fa il 28%. Questo significa che mentre prima il grado di libertà era 100 all'interno di quei 68 miliardi per quanto riguardava l'utilizzo, oggi sul bilancio 1996 il grado di libertà è 70, in quanto il 30 è vincolato. Questo lo riteniamo un peggioramento. E non è che l'esempio più eclatante! Diciamo che è un federalismo al contrario.
Questo è un dato politico molto importante, che ci fa arrivare ad un'ultima considerazione già ripresa sostanzialmente dall'intervento del Consigliere Montabone. Aspetto che è stato sviscerato dal collega Montabone, ma che è apparso, seppure di striscio, in quasi tutti gli interventi dei Consiglieri circa l'inadeguatezza del grado di libertà politica di azione e di autonomia delle Regioni nei confronti del ruolo che le stesse rivendicano rispetto a quel federalismo fiscale che avanza sempre più come una necessità. Necessità per articolare le risposte affinch l'efficacia delle stesse sia maggiore rispetto alle risposte che arrivano dal centro e che non possono essere calibrate alle realtà diversificate dalle Alpi alla Sicilia.
Quindi, mi sembra proprio - riprendendo il discorso come Giunta, ma sarà il Consiglio, ovviamente, a decidere - che varrebbe la pena, a fronte delle considerazioni del Consigliere Montabone, di dedicare un Consiglio regionale, o momenti di Consiglio regionale, a questo problema, così come ha fatto la Lombardia recentemente (nei prossimi giorni avrà un Consiglio regionale ad hoc), per discutere e proporre disegni di legge al Parlamento affinché finalmente le finanziarie e i provvedimenti non siano del tipo ARIET-Ecotassa di cui abbiamo parlato prima, che portano a grosse marce indietro rispetto alla direzione di marcia necessaria per conquistarsi una maturità e un'autorevolezza federale verso la quale vogliamo andare.
Sarebbe sicuramente il caso di dedicare molta attenzione e fare delle proposte - come stanno facendo un po' tutte le Regioni - che quanto meno servirebbero come pressione politica per avere delle risposte che vadano nella direzione giusta e non ci ricaccino invece indietro verso i fondi di destinazione vincolata che, da una parte, si afferma di voler modificare come concetto di impostazione, mentre, dall'altra, nei progetti reali (tipo l'esempio macroscopico di cui abbiamo parlato prima) si va in direzione esattamente opposta.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io voglio esprimere il compiacimento per l'iter e - speriamo - per l'approvazione della finanziaria nel suo insieme, perché, pur essendosi svolta una discussione molto corretta e molto articolata, e avendo comunque come maggioranza accolto alcuni emendamenti, ritengo che le linee-guida, che hanno ispirato questa finanziaria, siano salve e che il significato politico delle nostre scelte possa intraprendere la sua applicazione e la sua esecuzione.
Colgo anche l'occasione per dare una notizia che credo sia abbastanza importante. Ieri al Senato è stata approvata la legge comunitaria e finalmente, come Regioni abbiamo l'autorizzazione ad aprire le sedi a Bruxelles. Cosa che abbiamo auspicato per tanto tempo; cosa sulla quale si è combattuto molto. Adesso, finalmente (nonostante alcune Regioni avessero trovato degli escamotage per avere delle rappresentanze, che però non erano ufficiali), secondo questa legge del Senato, che era già stata approvata alla Camera ed è stata ieri ratificata dal Senato, potremo avere una rappresentanza a Bruxelles. Credo che questo sia importante.
Le altre considerazioni naturalmente le voglio fare sul mio intervento dell'altro giorno. Intervento che ha suscitato, l'altro ieri - come era giusto che fosse, perché in realtà uno dei miei obiettivi era proprio quello - reazioni da parte di tutti i rappresentanti dei Gruppi consiliari.
Questo mi conferma che era assolutamente necessario alzare il tono del dibattito, riportarlo ad un confronto politico che è mancato spesso in quest'aula (e che, invece, mi sembra che in questi ultimi giorni ci sia stato), magari a favore di battibecchi o di situazioni che di politico avevano poco.
Nondimeno sento la necessità, da parte mia, di fare alcuni chiarimenti considerato che ad alcune mie affermazioni si è voluto dare, in buona fede o strumentalmente, un significato diverso da quello che era mia intenzione attribuirvi.
Iniziamo dalla scadenza temporale a cui ho fatto cenno nel mio intervento: non ho mai pensato che, al termine dei diciotto mesi, si dovesse o si potesse rimettere in discussione il concetto di maggioranza, anzi ho sempre pensato che questa maggioranza dovesse governare cinque anni, cioè quattro anni e mezzo (sei mesi sono già passati).
Come ho già avuto modo di dire ieri non ho alcuna tentazione né di neoconsociativismi né di ribaltoni né tantomeno - per usare un termine che è stato usato da qualche Consigliere, riportandolo in scala regionale - di "inciucini", perché se c'è un "inciucio" a livello nazionale non ho nessuna intenzione di fare un "inciucino" a livello regionale.
Ho troppo rispetto per il mandato dei cittadini per poter pensare di venir meno ad impegni assunti sulla base di precise alleanze e di precisi programmi.
Ho voluto invece ribadire che, proprio perché, fortunatamente, la legge ci mette al riparo per due anni, cioè per diciotto mesi, da qualunque tentativo di ribaltone, era bene giungere ad una collaborazione sui contenuti e sui programmi nell'interesse dell'intera comunità piemontese.
Credo che questo concetto molto semplice non possa essere interpretato in maniera diversa.
Questa proposta è stata indebitamente definita, dagli organi di informazione, un'apertura alla sinistra dal punto di vista politico. Cosa che chiaramente non corrisponde a verità. Si tratta invece di costruire un'unità di intenti per "fare", cioè parlare delle cose.
Lo ripeto: il Piemonte ha tutte le energie economiche, umane e sociali per uscire, prima di altre Regioni, dal tunnel della crisi: per creare occupazione, per rilanciare lo sviluppo, per irrobustire le tante vocazioni presenti sul suo territorio.
Sprecare questa grande opportunità consumando gran parte del nostro tempo in inutili schermaglie e diatribe sarebbe politicamente delittuoso.
Non è neanche un atto di debolezza, come qualcuno ha sottolineato, come ha voluto fare intendere qualche Consigliere: è atto invece nell'interpretazione che dò io, di responsabilità e di coraggio esattamente il contrario.
La mia proposta non ha nulla a che vedere con quanto sta accadendo in queste ore a Roma, che rappresenta, invece, la logica conseguenza di un sistema elettorale imperfetto che permette alle forze politiche di utilizzare il mandato ricevuto dai cittadini secondo la loro convenienza ed utilità, in barba ad ogni coerenza politica e programmatica.
Ecco perché - nonostante tutti si rendano conto della necessità che siano varate delle riforme che assicurino stabilità ed efficienza al Governo salvaguardando nel contenuto i diritti dell'opposizione - cresce nei cittadini la richiesta di andare verso nuove elezioni politiche esprimendo in tal modo la volontà di riprendersi il proprio diritto di scelta.
Ringrazio, quindi, quanti fra i Consiglieri intervenuti hanno colto l'esatto spirito del mio intervento ed hanno dichiarato la loro disponibilità ad un costruttivo confronto sui contenuti. Evidentemente nemmeno in loro è presente un'inclinazione verso "papocchi" e compromessi ma è vivo invece il sincero spirito di collaborazione al di là delle normali contrapposizioni tra le forze politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, solo poche parole per confermare quanto detto nel mio precedente intervento sul bilancio: voter contro questo bilancio della Giunta regionale, in quanto in esso non trovano spazio tutte quelle richieste avanzate dal mio Gruppo e da altri Gruppi di opposizione.
Non basta l'inserimento di qualche miliardo, spostato da un capitolo all'altro, per dire che si vuole intervenire per la creazione di iniziative atte a migliorare il servizio sanitario, ad operare nel settore dell'assistenza, con la realizzazione di residenze per anziani, per autosufficienti e per non autosufficienti, per intervenire nel settore della psichiatria, della famiglia, degli anziani, ecc.
La sanità piemontese, malata da sempre, con quei pochi interventi proposti non potrà certo curare se stessa e quindi come possiamo pretendere che curi gli altri! Il bilancio è programma. Quando un programma è deficitario non pu essere sostenuto perché si farebbe solo il male e non il bene delle nostre Regioni.
Alle piccolissime aperture della Giunta regionale in pochissimi settori rispondo con la certezza dell'attesa. A precisi interventi programmatici nel settore della sanità, dell'assistenza, delle famiglie, dei giovani potrò, un domani, considerare la mia disponibilità per un voto positivo.
Questo bilancio non può essere considerato positivo ed utile alla nostra Regione. Per questo il mio voto è contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Presidente, colleghi, in questi giorni si sta consumando quello che io chiamo "il rito della coperta corta". Nel senso che in tutte le assemblee si stanno analizzando i bilanci, questo scontro tra le esigenze che sono riconosciute dalle forze, sia di maggioranza che di minoranza, e le risorse che dovrebbero coprire queste esigenze. Noi abbiamo, come moltissime assemblee elettive, uno scarto tra esigenze che riconosciamo dovrebbero essere affrontate e le risorse per affrontarle.
Questo è un problema generale che coinvolge non tanto la capacità di analisi delle forze politiche, ma proprio un rapporto strutturale. Già nell'intervento, prima di Natale, sull'altro documento relativo al bilancio, il nostro Gruppo aveva evidenziato il problema di fondo del rapporto tra la finanza regionale, per quanto ci riguarda, e la finanza nazionale. L'esigenza cioè - che non è stata particolarmente ripresa negli altri interventi - di intraprendere delle azioni per giungere ad un federalismo fiscale, aumentare la quantità che oggi è assolutamente modesta di federalismo fiscale, ovvero di possibilità di imposizione fiscale regionale.
Questo è il vero problema. Mi rendo conto che è un problema nazionale noi possiamo essere solo di appoggio; le forze politiche però si rendano conto dell'esigenza di introdurre forme di federalismo fiscale. Solo così potranno veramente essere messe a confronto quelle volontà di intervenire e si ridurrà quel rito che definivo prima della "coperta corta".
Noi abbiamo dato un voto di astensione su molte proposte della minoranza che ci avrebbero visti favorevoli, ma per l'impossibilità di trovare poi copertura abbiamo manifestato la nostra attenzione con l'astensione.
Dobbiamo intraprendere delle azioni per giungere al federalismo fiscale.
Comunque il nostro voto al bilancio sarà favorevole e appoggeremo il Presidente Ghigo e la maggioranza che lo sostiene.
Le parole pronunciate qualche minuto fa dal Presidente Ghigo ci trovano consenzienti, il rapporto con la minoranza deve essere inquadrato in un rapporto di chiarezza. Ci sentiamo compartecipi con il Presidente sull'appello all'unità di intenti, è un richiamo questo alla minoranza per una chiarezza dei ruoli, che mi pare perfettamente coerente e doveroso.
Confermo pertanto il nostro voto favorevole al documento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, già nei miei interventi precedenti ho sottolineato come, su un punto basilare di questo provvedimento finanziario, non ci trovavamo d'accordo: la riduzione di 33,5 miliardi del FIP.
Abbiamo presentato un emendamento, a nostro avviso opportuno e realizzabile poiché non sconvolgeva il bilancio nel suo complesso, ma semplicemente rinviava lo stanziamento per la nostra nuova sede - oggi non spendibile consentendo al FIP di funzionare nella misura prevista dalla legge - 80 miliardi.
Purtroppo l'emendamento è stato bocciato, così come altri che, seppur di importo più limitato, avevano a nostro parere pari importanza e dignità.
Considerando quindi questo atteggiamento di chiusura da parte della Giunta nonché la mancanza di considerazione verso importanti e inderogabili problemi del Piemonte - quali la crisi dell'area canavesana, il problema della famiglia, lo smaltimento dei rifiuti e dell'amianto e altri problemi più vasti - non resta che comunicare il voto contrario del mio Gruppo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dutto.
Chi chiede la parola? Siamo tutti in surplace, come nelle gare di pista.
Consigliere Chiezzi, vuole intervenire? Personalmente, vorrei richiamare ad un criterio che potrebbe essere oggettivo: quello dei piccoli Gruppi. Credo che il Gruppo di maggioranza relativa abbia diritto a rispondere per ultimo. E' un criterio... molto maggioritario.
Signori, se nessuno domanda la parola io devo andare ai voti. E' un po' kafkiana questa situazione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Devo precisare che rifiuto il criterio, però ho chiesto la parola essendomi trovata tante volte nella sua situazione, Presidente: solidarietà proveniente da ruoli antichi! La scorsa legislatura - lo dico per i Consiglieri più giovani - è stata straordinariamente tormentata; molti Consiglieri erano al termine della loro vita politica, e dato che - come dicevo ieri al Presidente Ghigo - la politica è anche "malattia", visto il tipo di impegno, molti Consiglieri si sentivano "malati terminali", e soffrivano molto. La politica, infatti, dà una sorta di carenza e di astinenza, alla quale pare che il nostro Presidente della Giunta non si sia ancora abituato.
Il suo intervento, Presidente, unica novità della vicenda di bilancio ritengo vada esaminato, sostanzialmente, da due punti di vista: c'è il punto di vista umano, che è anche modo di fare politica - penso, spero che è apprezzabile. Lei ha infatti detto con sincerità, a prescindere da quanto ha poi detto nella replica - scontata, a mio avviso - tante cose diverse: ed è legittimo, naturalmente, che ognuno le interpreti in modo diverso.
Personalmente, ho avuto la fortuna di leggere il suo intervento, e non solo di sentirlo, ma ho avuto la sfortuna di non vedere i colori del Consigliere Ghiglia, cartina di tornasole meravigliosa: a seconda del fatto che sia rabbuiato - grigio e pallido - oppure che sia rabbuiato in maniera più furente - di colore più fulvo - noi comprendiamo, al di là delle sue parole, quello che ha dentro.
Di questo noi la ringraziamo molto! Sa perché le parlo così? Perché io sono abbastanza simile: sono una persona che, nemmeno volendo, riuscirebbe a nascondere il proprio stato d'animo: è per questo che, con serenità, mi sono permessa di dire quanto ho detto.
Dunque, non ho visto i colori del Consigliere Ghiglia, che man mano cambiavano, ma che andavano tutti in una direzione sola - e, d'altro canto le sue parole, Presidente, checché sia la sua replica, non potevano prevedere altro. Ho però letto l'intervento, che ha avuto anche la...
piacevolezza, ingenuità di scrivere: lei ha espresso, in quel suo intervento, le piaccia o no, una seria preoccupazione per il futuro politico suo e di questo Piemonte. Personalmente, la ringrazio di quell'intervento e in special modo delle riflessioni avanzate, oggettive e realistiche. E' legittimo pensare - o interpretare - che ci siano due atteggiamenti: da un lato, la preoccupazione vera, seria, delle inadeguatezze che fino a questo momento il centro-destra ha espresso (non intendo usare parole più pesanti: non è il mio modo di fare politica né mia volontà) e che peraltro nella vicenda di bilancio sono venute fuori tutte.
Nella vicenda di bilancio, Presidente della Giunta regionale e maggioranza di centro-destra, le inadeguatezze sono venute fuori tutte. Una straordinaria confusione prima di Natale, che il Capodanno non ha fatto cessare; anche la vicenda successiva, infatti, è stata caratterizzata da confusione e da quella che il collega Ferraris chiama "non correttezza delle regole".
In questa Regione, per esempio, ci siamo dati dei principi, uno dei quali è la programmazione del FIP: su tutto questo si tende a dire "siamo nuovi, cambiamo". Però, il fatto di essere nuovi non significa dover cambiare regole di principio.
Un'inadeguatezza del centro-destra, che in qualche modo traspare come consapevolezza magari anche inconscia. La mia impressione politica - che è andata crescendo man mano - è che questa Giunta di centro-destra abbia due caratteristiche sostanziali: l'una, di avere una serie di Assessori minima - che sanno fare il loro mestiere per antica tradizione politica l'altra è che la dominante politica di questa maggioranza di centro-destra è Alleanza Nazionale.
Probabilmente l'una e l'altra cosa stanno un po' strette, e lei Presidente, ha fatto quelle dichiarazioni. Dico questo ovviamente nella mia autonomia politica di piccola forza - se mi è permesso.
Siamo in un tempo politico nel quale la politica è spettacolo, nel quale ormai contano sempre meno le persone.
Ieri sera, in qualche tratto di serata, ho potuto ancora vedere - anche se poi spengo il televisore, perché lo spettacolo è sempre abbastanza scontato un pezzo di D'Alema, di Berlusconi e di Fini; e questo non mi ha stupito.
Quello che mi ha stupito - e lo richiamo all'attenzione di quest'aula è stato il telegiornale delle ore 7,30 di stamani. Stamani il telegiornale delle 7,30 ha fatto una di quelle cose che finora raramente sono avvenute ma che penso verranno riprese con forza prossimamente - e non lo ritengo positivo - nel senso che il commento politico del telegiornale è la ripresa in diretta del dibattito televisivo di ieri sera.
Sono segni dei tempi nei quali si ha l'impressione che i singoli, che le forze anche più piccole, che i ruoli periferici contino sempre meno, e questo in parte è vero. Personalmente sono tra quelli che pensa e si batterà affinché le differenze, le posizioni anche minori, le culture laiche e i ragionamenti tornino in questo Paese, che di ragionamenti ha bisogno, ad avere più spazio; è un Paese che ha bisogno anche delle sfaccettature di posizioni e che ha una tradizione culturale che si rifà anche alle sfaccettature di posizioni.
E' sulla base di questa impostazione culturale mia, che continuo a difendere come persona laica e riformista, che dico che voteremo no a questo bilancio, perché facciamo parte di un'opposizione nella quale ci collochiamo in maniera convinta. Voteremo no, perché i contenuti del bilancio di centro-destra non sono contenuti che riteniamo adeguati allo sviluppo del Piemonte, anche se alcune cose sono state fatte.
Sono stati accolti alcuni emendamenti; penso alle questioni dell'artigianato, del commercio, in modo prioritario alle grandi tematiche dello sviluppo sociale che, con l'accoglimento dell'emendamento dei 5 miliardi - seppure finanziati in maniera diversa da quella da noi proposta le ritengo positive, non per i 5 miliardi, che è un dovere, a mio avviso ma perché aprono un dibattito politico positivo intorno a temi molto importanti.
Voto no nei confronti di questo dibattito, anche se faccio parte di quella cultura politica che, di per sé, non rifiuta mai un confronto e non rifiuta quella parte di autenticità che ci sarà nelle sue parole, Presidente perché ci vuole rispetto anche per le preoccupazioni e anche per le consapevolezze di inadeguatezza che, magari, le fanno dispiacere, ma che io invece vedo nella sua dichiarazione. Io comunque ho rispetto per l'atteggiamento di apertura che il Presidente ha voluto avere su grandi temi.
Su questi grandi temi da una posizione chiara, precisa di opposizione che ci riguarda all'interno del centro-sinistra, saremo attenti a dare un contributo, che sarà di incalzare una Giunta di centro-destra che, in realtà, dopo sei mesi, continuiamo a ritenere una Giunta con troppa forte prevalenza di contenuti di destra rispetto ai grandi temi e alle culture.
Sui grandi temi una larga parte di questa maggioranza vorrebbe dire delle cose, vorrebbe farle, ma non le fa, perché c'è un condizionamento.
Questo è un giudizio che si è aggravato ed è ovvia la sua replica - se mi è permesso - e almeno io la ritenevo assolutamente scontata, perché lei è il Presidente eletto per una Giunta di centro-destra.
Credo sia molto importante che si dica al Piemonte, anche attraverso questo voto di bilancio, che c'è un'inadeguatezza, che c'è questo pesante e preminente ruolo di Alleanza Nazionale.
C'è stata una sua riflessione in quest'aula e una sua volontà di confronto sui contenuti, che da posizioni corrette di opposizione valutiamo tuttavia con rispetto e che vorremmo comunque ci fosse sempre sui temi grandi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ritengo estremamente positivo il dibattito svoltosi in aula nei due giorni in cui abbiamo discusso sul bilancio con la finanziaria regionale.
E' stato un dibattito che, in alcuni momenti ed in alcune circostanze, ha messo in risalto le differenti posizioni delle parti in causa. Credo che far emergere anche le differenze sia estremamente positivo, perché è un fatto di chiarezza.
Peccato che queste nostre differenze - e parlo di differenze di carattere politico - non vengano riportate sufficientemente all'esterno. E così la gente che sta fuori da queste mura non riesce a cogliere bene il significato profondo di quello di cui stiamo discutendo in questo momento.
Anzi, all'esterno sembra che si riportino soltanto le beghe, le diatribe che avvengono tra i vari Gruppi, che sono spesso necessarie, perch esprimono il nostro carattere, la nostra impulsività, la nostra vivacità e le nostre reazioni umane.
Credo che un altro lato positivo della discussione sul bilancio regionale sia venuto in quanto si è verificata l'opportunità di dare dei segnali di tipo economico, certo non sufficienti a provvedere alle richieste provenienti dall'esterno, ma sufficienti a dire che politicamente si è attenti a questi problemi.
In altre occasioni - io l'ho dichiarato a più riprese ieri intervenendo su alcuni emendamenti - si è dovuto constatare e rimarcare che molte cose si vorrebbero fare, ma siccome l'autonomia finanziaria, il federalismo fiscale - parola che sta a cuore a molti ed anche a noi - che da più parti si richiede per le Regioni, purtroppo, dopo più di venticinque anni, non è stato ancora attuato, si è dovuto, pur condividendo alcuni emendamenti sottolineare con degli ordini del giorno - presentati per sensibilizzare la Giunta su questi temi - che non siamo d'accordo e che ci dobbiamo astenere sul bilancio.
Credo, quindi, siano stati due giorni positivi, così come è stato positivo l'intervento di tipo politico che ha voluto fare il Presidente Ghigo.
Devo dire che non avevo dato interpretazione diversa da quella che lui ha voluto sottolineare questa mattina; avevo interpretato esattamente le sue parole quando ha detto: "Smettiamola di discutere su quelli che non sono i problemi del nostro Piemonte. Tutte le parti in causa, e cioè le maggioranze, le minoranze, i sindacati, gli imprenditori, le parti sociali si mettano intorno ad un tavolo come una sorta di patto, per cercare di risolvere i problemi". Ed io questa interpretazione la ritengo ancora una volta estremamente positiva.
Nell'intervento introduttivo del Presidente c'è stato anche un richiamo ai Gruppi consiliari e al Consiglio a fare delle proposte - credo infatti che questo sia il nostro compito - ad aiutare la Giunta a proseguire sulle linee politiche che si era data con il suo programma, soprattutto se le si condivide, senza fare delle distinzioni di maggioranza o di minoranza sui problemi.
Da questi banchi oggi, però, voglio fare un richiamo alla Giunta: deve essere più propositiva e dare un indirizzo più preciso sulle cose che vuole fare. Molto spesso - ed io, in parte, condivido l'intervento svolto precedentemente dalla Consigliera Spagnuolo - le inesperienze fanno sì che si verifichino delle dimenticanze anche gravi all'interno, per esempio, di un documento come il bilancio. L'inesperienza si può anche capire e ciò che ha prodotto in questi primi sei mesi si può capire; dopodiché non ci deve più essere. Bisogna allora che la Giunta sia propositiva sotto questo aspetto e dia l'indirizzo al Consiglio sulle cose che intende fare.
Chiudo così questo mio intervento, dichiarando il voto favorevole del mio Gruppo, ritenendo di dover dimenticare tutte le polemiche che si sono fatte in quest'aula e cogliendo appieno l'invito del Presidente Ghigo nella sua introduzione politica al bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io farò alcune considerazioni politiche a nome del Gruppo che rappresento, mentre lascerò al Consigliere Marengo il compito di tracciare il giudizio delle forze dell'Ulivo su questo bilancio.
Le considerazioni politiche. Io ho sbagliato qualche mese fa a regalare l'immagine di Santa Dorotea al Presidente Ghigo, perché gli ha trasmesso degli influssi magnetici tali da procurargli delle capacità antiche, che ha riverberato prima il Consigliere Montabone, come ad esempio, quella di dire: "Litighiamo, sì, però abbiamo chiaro cosa fare" e soprattutto di parlare a nuora perché suocera intenda, di aprire a sinistra per bastonare a destra, ecc.
Non che nelle parole del Presidente non ci siano state anche delle sincere preoccupazioni, però mi pare che, alla fine, si sia scoperta un pochino l'acqua calda. Ovvero il Presidente ha detto tutto quello che ha detto per affermare alla fine: "Noi governiamo, voi fate l'opposizione; sui grandi temi, sui problemi della nostra Regione collaboriamo". Siamo qui apposta; siamo qui, ognuno nei propri ruoli, ad affrontare i problemi dei cittadini della nostra Regione, e questi problemi riusciremo ad affrontarli se chi è stato chiamato a governare riesce ad espletare il suo ruolo quindi a governare, e chi è stato chiamato, nel ruolo di minoranza, a svolgere l'opposizione a controllare e proporre, espletando il suo ruolo di controllo e di proposta.
Quale tavolo delle regole? Cosa c'è da regolare? Semmai bisogna che ognuno faccia fino in fondo il proprio ruolo! Governate, se siete capaci noi dobbiamo svolgere il nostro ruolo: solo così riusciremo ad affrontare i gravi problemi della nostra Regione; poi i cittadini daranno il loro giudizio. E se sui grandi temi, come sarebbe giusto, si vogliono aprire dei dibattiti, questo tocca a voi.
Voglio capire se la legge urbanistica, ad esempio, nella nostra Regione è o non è un grande tema; se su questo tema si deve aprire un dibattito in questo Consiglio oppure se è giusto che si diano le consulenze al club i Bardonecchia. Questo è il problema! Siete voi che dovete dimostrare se c'è una volontà di dialogo sulle grandi questioni della nostra Regione! Sono queste le questioni, questo è il tavolo delle regole! Se in questo Paese ognuno facesse il proprio mestiere (i giornalisti facessero i giornalisti, chi deve governare governasse e chi si deve opporre si opponesse), forse questo Paese funzionerebbe un po' meglio.
Mi si consenta ancora una battuta sui diciotto mesi. Pensavo prima: è il tempo di gravidanza degli elefanti. In questo caso, questi diciotto mesi hanno veramente partorito il topolino.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, svolge la dichiarazione di voto?



CHIEZZI Giuseppe

Accetto questo invito del Presidente come atto di buona volontà che spero di non dover ripetere altre volte, perché non abbiamo sottoscritto alcun patto che segni l'ordine degli interventi. Abbiamo invece sottoscritto e firmato regole secondo le quali gli interventi avvengono nell'ordine in cui sono richiesti.
Io non intendevo ancora intervenire, perché volevo aspettare un ulteriore sviluppo del dibattito. Per questa volta non mi impunto e lo faccio liberamente, ma segnalo il problema perché non vorrei che questa prassi divenisse una regola: la politica è fatta anche di tempi e di scelte di tempi. La scelta del Gruppo di Rifondazione Comunista, dunque, non era di parlare adesso, ma dato che sono passati solo sei mesi ed una certa fase di rodaggio può essere anche un elemento della nostra realtà, su invito del Presidente Picchioni, parlo ora anziché dopo.
Avrete potuto osservare che il Gruppo di Rifondazione Comunista non condivideva le linee essenziali di questo bilancio: ha cercato con settantatré emendamenti di introdurre sia proposte di modifica sia argomenti politici, per oggi e per domani, cercando di delineare quelle che possono essere linee alternative di bilancio o linee settoriali su cui chiediamo l'impegno della Giunta.
Qualche piccolo risultato lo abbiamo ottenuto e ne siamo soddisfatti ma il giudizio sul bilancio rimane per noi negativo perché compie scelte diverse da quelle ritenute da noi fondamentali (l'occupazione, l'ambiente la sanità), ma va da sé che il dibattito sulla grande struttura del bilancio separa l'opposizione dalla maggioranza. Così rimangono i fatti come rimane un rapporto dialettico di confronto tra maggioranza ed opposizione che il nostro Gruppo, credo, ha svolto egregiamente.
Restano da esaminare poi le altre questioni, quelle politiche, aperte dalla prolusione del Presidente Ghigo, che oggi ha dovuto chiarire la propria posizione.
Il Presidente Ghigo, secondo me, ha detto due cose interessanti: ha tranquillizzato Alleanza Nazionale (non poteva fare diversamente) e ha lodato il PDS (questo poteva anche non farlo). Un PDS che ha ben inteso le parole di Ghigo, perché è l'unico Gruppo, in quest'aula, che si è alzato per fare le affermazioni che ha fatto. Nessun altro Gruppo, nemmeno il PPI ha espresso apprezzamento su questa cosiddetta o così interpretata apertura di Ghigo.



MARENGO Luciano

Non ho ancora parlato oggi.



CHIEZZI Giuseppe

Ma hai parlato ieri, dopo le dichiarazioni di Ghigo, tant'è che Ghigo soddisfatto, ti ringrazia.



MARENGO Luciano

Ma se devo ancora parlare!



CHIEZZI Giuseppe

Ti ripeto che hai parlato ieri e Ghigo ti ha ringraziato per quel che hai detto ieri; poi magari non ti ringrazierà per quello che dirai oggi. In effetti, mi interessava sentire anche ciò che dicevi oggi, ma non chiedendo il PDS la parola ed avendo il Presidente Picchioni, in modo conviviale invitato tutti noi ad intervenire, io - ahimé - ho accettato di parlare prima di sapere se il PDS confermerà quello che ha detto ieri e che ha reso tanto felice il Presidente Ghigo.
Da questo punto di vista, Presidente Ghigo, c'è senz'altro, secondo me un'ansia di governo, sia in chi è al governo adesso (e magari teme di non esserlo più domani), sia in chi può lavorare guardando il calendario, cioè guardando oltre la siepe dei diciotto mesi ricordati da Ghigo, che non ha rinnegato questa sua dichiarazione. Quindi ci può essere l'attenzione e l'ansia di sapere come, fra diciotto mesi, l'interporto della politica potrà funzionare, se si possono caricare e scaricare nuovi soggetti.
Uno degli elementi di riflessione è proprio il peso che all'interno dell'attuale coalizione di governo ha il Gruppo di Alleanza Nazionale, peso che si vede e non si vede, che è riconoscibile in modo intermittente, e ci induce a considerarlo un peso che ci può essere o non essere: fra diciotto mesi, oltre la siepe, questo tema sarà in discussione.
Qual è dunque la nostra posizione di fronte a tanta ansia di governo? Il Gruppo di Rifondazione Comunista continuerà a fare l'opposizione sui contenuti con durezza anche maggiore, Presidente Ghigo, perché anche noi siamo in rodaggio. E' una linea che seguiamo da quando il Gruppo è nato: a noi non interessa chi formula le proposte, a noi interessano le proposte.
Se noi siamo ad esse favorevoli le votiamo, al di là di schieramenti e di maggioranze, perché il nostro intendimento, il nostro obiettivo strategico non è quello di andare al governo per parteciparvi in forma astratta. Non è nostra la convinzione che l'andare al governo sia l'obiettivo fondamentale mentre i contenuti dell'azione di governo sono un elemento accessorio.
Capite, allora, che per noi diciotto mesi contano e non contano: ci che ci preme, e per cui il nostro impegno si svolge con le capacità che abbiamo, ovviamente, è individuare possibili sbocchi alternativi di una politica, non legati semplicemente all'astratto cambiamento delle forze politiche nella partecipazione o meno al governo. Per questo chiediamo un confronto su alcuni fatti fondanti di una politica. Noi esprimiamo linee diverse da quelle della Giunta regionale, attorno alle quali speriamo di poter raccogliere gran parte del mondo della sinistra e di avere un colloquio, un confronto aperto con tutto il settore dell'Ulivo e del centro sinistra.
Noi non nutriamo quindi ansia di governo, mentre rileviamo sin da ora all'interno di questo Consiglio, su fatti fondamentali del governo della Regione, un accostamento di parte dell'opposizione con la maggioranza.
Accostamento che forse vedremo ripetersi su altre scelte fondamentali e che ci fa male, nel senso che non condividiamo i contenuti su cui poggia.
Dall'analisi sul bilancio è emerso secondo me un dato politico importante: l'accostamento, già di fatto oggi, di una parte dell'opposizione - il centro-sinistra o l'Ulivo, non lo so - con l'attuale maggioranza sul tema della famiglia. Si tratta evidentemente di un tema importante, che pu essere affrontato da vari punti di vista, ma quello di cui è portatrice la maggioranza di questo Consiglio - e che non è stato esplorato all'interno della manovra di bilancio - è un punto di vista che preme in direzione della famiglia come alternativa o succedaneo di uno Stato sociale depotenziato, quando non smantellato. Allora, sul tema della famiglia un accostamento c'è già: centro-sinistra e centro-destra colloquiano amichevolmente, e già sui giornali si legge della possibilità di giungere a larghe intese.
Oggi pomeriggio esaminiamo il tema dell'Alta Velocità.
Su questi progetti concreti noi siamo interessati al confronto e ai cambiamenti, non su condizioni astratte di partecipazione o meno a governi purché sia. Anche perché quanto accade a Roma non è detto che non venga suonato anche in Piemonte, cambiando semplicemente l'ottava della partitura; ma rimanendo tale e quale la partitura, non ci interessa proprio.
Ieri sera, piuttosto di assistere al confronto televisivo D'Alema Berlusconi, ad esempio, il sottoscritto è andato a fare una passeggiata a San Salvario, quartiere "malfamato", trovandolo molto più istruttivo del dibattito politico. Questa è un po' la nostra posizione: disincantata sul piano politico, ferma sui contenuti per discutere e, quando saremo d'accordo, votare anche a favore di essi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente, chiedo innanzitutto un'indennità aggiuntiva per essere il barometro ufficiale di questo Consiglio regionale, perché i miei colori danno non solo la possibilità di vedere che aria tira all'interno delle maggioranze, ma danno anche - e questo è molto più grave la possibilità alla minoranza di modulare i propri interventi. Quindi, se ho veramente questo ruolo così importante, che non c'entra niente con il peso politico di Alleanza Nazionale, gradirei che mi venisse ufficialmente riconosciuto.
Al di là delle battute, ho modificato parecchie volte i punti e gli appunti che avevo segnato in questi giorni grazie alla ricchezza del dibattito e alle numerose sollecitazioni politiche che sono venute da più parti.
Devo innanzitutto ringraziare il Presidente della Giunta non per averci tranquillizzati, perché io personalmente mi preoccupo soltanto quando all'ottantanovesimo la Juventus sta perdendo 1 a 0, ma per aver voluto chiarire in maniera inequivocabile che questa maggioranza, la maggioranza eletta nell'aprile 1995, che ha dato la fiducia a lui e che ha dato la fiducia al centro-destra e non ad altri, governerà per il rimanente tempo della legislatura. Questa è l'unica cosa che a me interessava. Purtroppo io, a differenza di altri colleghi, anche di maggioranza, non interpreto non avevo interpretato le parole del Presidente, mi ero limitato a leggere il documento e la relazione, ad ascoltarla e a prendere gli appunti.
Quando non riesco ad interpretare - visto che non sono molto bravo nelle arti divinatorie - mi limito a leggere, quindi dò l'interpretazione letterale. E da questa interpretazione letterale non mi sembrava così chiaro che questa maggioranza non avesse scadenza se non con il prossimo turno elettorale; il Presidente l'ha chiarito molto bene, quindi io sono non soltanto tranquillo, perché lo ero già prima, ma sicuramente anche soddisfatto, perché noi in alcun caso saremmo stati disponibili a vivacchiare per diciotto mesi, a fare una politica del contentino o a intraprendere un'azione politica di basso profilo, di piccolo cabotaggio per arrivare alla scadenza ferale.
Per noi i diciotto mesi - devo dare ragione al Consigliere Cavaliere possono essere il tempo della gestazione di un elefante, non una scadenza temporale politica; per noi i diciotto mesi sono una parte della legge elettorale regionale che non esiste, che ha senso solo in quanto evita che certe vergogne, che capitavano l'anno scorso a livello nazionale, si ripetano e che serve appunto come monito alle forze politiche prima di allearsi in coalizione per affrontare una campagna elettorale affinch queste forze politiche nel patto che fanno con i loro elettori sappiano che questo patto non può essere né disatteso, né tradito, né ribaltato. Questo è il senso della scadenza temporale.
Il tavolo delle regole. Questo è un punto molto delicato; devo affrontarlo perché Alleanza Nazionale, in un certo senso, è sempre sotto esame. Noi veniamo sempre chiamati in causa e allora ogni parola deve essere ponderata, misurata, altrimenti la fin troppo facile polemica su presunte intemperanze verbali e mentali o presunte velleità estremistiche o di estremizzazione del dibattito politico ci vengono rivolte in gran copia e quindi voglio togliere un argomento. E' per questo che sul tavolo delle regole devo cercare di esprimere il nostro pensiero in maniera chiara netta, ma garbata come d'altronde il tema richiede.
La prima regola è rispettare i patti. La prima regola per un partito politico, o per una coalizione, è quella di rispettare i patti con gli elettori che hanno votato quel partito politico, che hanno votato quella coalizione, che hanno votato quel programma. Non fare questo o disattendere questo patto non è una regola, o comunque è una regola che non appartiene al nostro decalogo morale, etico e politico. Quindi cos'è il tavolo delle regole? Nulla. Il tavolo delle regole, se non lo si riempie a priori di contenuti non è nulla, è aria fritta, e noi non amiamo l'aria fritta, anche perché ti impregna i vestiti e poi sei costretto a lasciarli fuori.
La seconda regola è il rapporto maggioranza-minoranza. La prima è rispettare i patti con gli elettori, non con i partiti, perché la regola del patto con i partiti, non sancito dal patto elettorale, è consociativismo, non ha altro termine. Discorso parzialmente diverso è il rapporto maggioranza-minoranza. Anche qui non facciamo della teoria, ma parliamo di cose concrete. Io sfido chiunque in quest'aula a dire sostenere e comprovare con dei fatti concreti che Alleanza Nazionale non è stata, in questo Consiglio, sin dal primo giorno, favorevole non solo ad un rispetto del ruolo fondamentale della minoranza, ma anche ad un'apertura istituzionale alle minoranze.
Facciamo sempre il solito esempio - qualcuno dice che comincia ad invecchiare, ma visto che qui diamo delle date - dell'apertura avvenuta con l'assegnazione della Presidenza di alcune Commissioni istituzionali alla minoranza. Credo, quindi, che su questa prima correttezza del rapporto politico e della volontà di non prevaricazione non ci possano essere dubbi.
Altra questione: i grandi temi, le grandi alleanze. Questo era un altro passo letterale del Presidente della Giunta. Di grandi alleanze noi ne conosciamo di un modello solo: quelle - lo dicevo prima parlando di patti con gli elettori. Non esistono grandi alleanze e - permettetemi di dire non esistono unità di intenti, perché se esistessero unità di intenti saremmo al partito unico: esistono diversità di vedute, diversità e profonde differenze culturali e quindi legittime, profonde differenze nei programmi e nell'attuazione degli stessi.
Quale può essere la collaborazione sulle grandi sfide del Piemonte tra una maggioranza ed una minoranza? Vi dico, in maniera molto schietta, quello che credo, senza artifizi politici, perché non sono capace a farli: collaborazione è quella per cui sui temi concreti, la minoranza aiuta la maggioranza a portare avanti il proprio programma. Il primo dovere di una maggioranza è quello di portare avanti il proprio programma, perché quel programma essa ha presentato agli elettori. Se le grandi alleanze non significano questo; se le grandi alleanze significassero una confusione programmatica, una cedevolezza su punti essenziali, sostanziali e basilari del programma; un compromesso sulle cose da realizzare; noi questa grande alleanza la rifiuteremmo e la combatteremmo. Il dialogo costruttivo sui problemi, nella chiarezza e nella distinzione dei ruoli, per cercare di risolvere le grandi questioni aperte ci trovano e ci hanno trovato sempre disponibili purché non si trasformino in uno snaturamento delle promesse e dei patti - e io tengo a ribadire che sono le uniche cose che ci tengono qui dentro - che abbiamo fatto con gli elettori. Tutto il resto - che non sia questo rapporto aperto, schietto e diretto - è consociativismo che, al di là delle dichiarazioni o al di là dello scritto, noi così interpretiamo e, ovviamente, così non accettiamo.
Ancora una considerazione sulle regole. Vedete, colleghi, le regole bisogna farle in una situazione di equilibrio e serenità. Vi chiedo scusa: ma - pur essendo disponibile a quanto ho detto prima sui temi concreti come è possibile discutere con grande serenità ed equilibrio quando parte della minoranza continua a sfrucugliare la maggioranza e Alleanza Nazionale sul fatto che "noi abbiamo il dominio politico", che "abbiamo troppo peso" che "abbiamo qui" e che "abbiamo là". Ma che regola è? Le regole con chi le volete fare? Siamo un Gruppo della maggioranza, siamo un Gruppo che ha sempre riconosciuto, e alla minoranza e anche ai Gruppi della maggioranza che hanno un numero ristretto di Consiglieri, una pari dignità totale. Non abbiamo mai prevaricato alcuno: né nei discorsi, né negli atteggiamenti, n nelle dichiarazioni pubbliche. Quindi, se vogliamo fare la regola, facciamo la regola anche nei comportamenti e smettiamola di provocarci e di punzecchiarci, altrimenti noi - che credo siamo determinanti in questa maggioranza - con chi ci sediamo a parlare di cose concrete? Con quelli che continuamente ti provocano: "Ah, ma tu conti troppo!"; "Ah, ma tu tiri Ghigo per la giacca"; "Ah, ma tu obblighi Ghigo a tranquillizzarci". No! Non è così! La prima regola è il comportamento. Il comportamento si vede anche dalle dichiarazioni. Quindi, se facciamo un passo avanti anche sul non sfrucugliamento, forse riusciremo anche a essere tutti più tranquilli.
Apro una parentesi. Sto diventando rosso, solo perché ho caldo.
Oltretutto rosso! Anche qui un'avanzata totale verso le regole.



(Interruzione)



GHIGLIA Agostino

No, il grigio non mi piace. Il grigio ammazza tutto, compresa la politica e la passione; quindi - potrei dire - meglio rosso che grigio.
Sperando di non essere frainteso! Tornando alle regole: facciamo attenzione, altrimenti di regole ne parliamo, ma ne parliamo solo e sempre.
Ultimo punto sulle regole, poi passerò brevissimamente al bilancio.
Chiedo qualche minuto di venia.



PRESIDENTE

Sì, anche perché lei si è avocato un'indennità maggiore, in funzione dei colori. Adesso gliela do in funzione dei minuti.



GHIGLIA Agostino

Vi dico ancora una cosa. E' una provocazione, però, equilibrata e schietta. Le regole - lo dico ai colleghi del centro-sinistra - non chiedetele solo a noi. Cominciate a dimostrare, là dove governate, in maniera - consentitemi di dire - totalitaria, che di regole non ne parlate soltanto, ma che siete disposti a praticarle. Perché così non accade al Comune di Torino, dove una maggioranza bulgara, e bulgarizzata, soffoca e non tiene in alcuna considerazione le minoranze! Così come avviene al Consiglio provinciale di Torino e in altri Consigli provinciali dove la sinistra alle minoranze non dà neanche le Vicepresidenze delle Commissioni! Allora: di regole parliamone, facciamole, sediamoci, facciamo i tavoli apparecchiamoli, mangiamo (io no, perché sono a dieta!), per pratichiamole! Altrimenti è facile chiedere al centro-destra le regole. Le regole! Le regole! Sì, ma dateci una dimostrazione, visto che voi le sapete fare e avete un'idea chiara ed inequivocabile di cosa sono, cominciate a insegnarcele e a darci l'esempio negli Enti in cui il centro-sinistra è maggioranza. Perché mi sembra - e questo lo dico per esperienza diretta e indiretta - che questo non accada assolutamente.
Quindi - per sintetizzare in maniera inequivocabile - larga disponibilità a parlare di problemi concreti nel rispetto del programma che abbiamo sottoscritto con gli elettori.
Alcune considerazioni sul bilancio.
Vorrei ringraziare l'Assessore Gallarini e i funzionari - lo dico senza alcuna volontà provocatoria - perché hanno fatto veramente un grosso lavoro. C'è stato qualche errore puramente tecnico: questi errori tecnici secondo me, hanno un'importanza estremamente relativa; il lavoro c'è stato c'è stato un lavoro pesante di approfondimento anche nelle Commissioni su tutti i temi che erano oggetto di questo bilancio; c'è stata una disponibilità totale dei dirigenti e dei funzionari nell'aiutare i Consiglieri a capire meglio le cifre; c'è stata una disponibilità totale da parte dell'Assessore ad andare incontro a quelli che erano i suggerimenti di tutti; le categorie sono state più volte interpellate; i partiti hanno avuto modo di discutere, approfonditamente, in tutte le Commissioni su ogni singola cifra del bilancio. Quindi, credo che questo bilancio sia stato condotto in maniera inappuntabile.
Noi siamo, ovviamente, favorevoli al bilancio anche perché ha voluto dare alcuni segnali forti dimostrando che è una maggioranza che non si sente in scadenza e che non ha il timore di firmare le deliberazioni. Dico solo una cosa al Presidente Ghigo e agli Assessori di Alleanza Nazionale: guai se ci accorgessimo che avete paura di firmare le deliberazioni! Voi non dovete avere alcuna paura. Voi state facendo bene. Voi potete andare avanti tranquillamente per la vostra strada. Questa maggioranza ha saputo dare dei segnali importanti, realizzativi e concretizzativi del programma che si era data: l'aiuto alle piccole e medie imprese; una grande attenzione nei confronti del sociale, non dimentichiamo quello che dicevamo non tanto sull'avviamento di grandi progetti, come le protesi sociali, ma anche i contributi agli anziani per il riscaldamento, e nello stesso tempo non ha fatto una politica assistenziale perché è riuscita a ridurre le spese. Questo mi sembra un grande passo avanti nel rigore di quello che avevamo promesso agli elettori.
Un altro segnale forte è stato dato alla grande importanza della politica culturale di questa Regione, alla politica turistica in questa Regione, alle grande opere; oggi, infatti, discuteremo di Alta Velocità e di grandi infrastrutture.
Questa Giunta in questi pochi mesi ne ha fatti tanti di passi in avanti di costruzione, non credo abbia solo parlato. Vedo delle cose realizzate vedo degli accordi, sento parlare addirittura di accordo sul passante ferroviario di Torino in cui la Regione si impegna pesantemente a far sì che il Comune di Torino - che non sarebbe in grado di farvi fronte direttamente - reperisca i fondi e fa l'accordo con le ferrovie. Sento parlare di Alta Velocità e sento che partiranno i lavori. Queste sono cose importanti, che mi spingono a dire sì al bilancio: attenzione verso i giovani, con un incremento dei fondi a disposizione di questa categoria purtroppo nei nostri anni iperedonistici, tremendamente a rischio, di attenzione nei confronti degli artigiani, dei commercianti. Abbiamo voluto dare anche un segnale di grande equilibrio nel non cancellare i contributi per l'immigrazione. Abbiamo chiesto una riduzione dei contributi sull'emigrazione perché - come avevamo già detto - noi riteniamo che debbano essere finanziati soltanto i centri di prima accoglienza e l'assistenza diretta, tutto il resto per noi è sovrastruttura, e questi soldi - come abbiamo chiesto e nel bilancio è stato recepito - sono stati spostati sui fondi a favore dei lavoratori in cassa integrazione.
Sfido chiunque a dire che questa non è una politica sociale nei confronti delle fasce deboli della nostra popolazione.
Con questo ribadisco il voto positivo di Alleanza Nazionale al bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Giacomo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la finanziaria che stiamo approvando è un documento che condivido nell'impostazione e nei risultati che intende conseguire. Nella difficoltà finanziaria di questi ultimi anni è encomiabile la volontà di investire la maggior parte delle risorse disponibili per la promozione dell'economia e dell'incentivazione nell'occupazione.
Questa maggioranza ha inoltre avuto la fermezza di non cedere alle pressioni di interessi particolari o locali, indirizzando le proprie azioni nel superiore interesse del Piemonte.
Il mio Gruppo ritiene che questa maggioranza debba proseguire sulla strada della realizzazione di obiettivi di legislatura. Nulla è cambiato rispetto all'aprile 1995, ed abbiamo ancora più di cinquanta mesi per concretizzarli.
Annuncio quindi il voto favorevole dei Federalisti liberaldemocratici che con questo voto vogliono anche sottolineare l'immutato sostegno, di qui alla primavera del Duemila, all'alleanza che ha dato vita al governo Ghigo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Colleghi Consiglieri, premetto che il giudizio e il voto che esprimer sul bilancio sarà anche degli altri Gruppi consiliari che fanno parte dell'Ulivo.
Non riprenderò, per esprimere giudizio e voto, le argomentazioni che, a nome dell'Ulivo, ha sviluppo il collega Ferraris nella sua relazione introduttiva di martedì scorso.
Mi limiterò ad alcune considerazioni per motivare questo voto contrario al bilancio. La Giunta ha accolto parzialmente, e in modo assolutamente insufficiente, alcuni degli emendamenti che abbiamo proposto come centro sinistra. Emendamenti che erano appunto la conseguenza diretta del ragionamento generale che abbiamo sviluppato sull'impostazione di bilancio inoltre le risposte della Giunta sono del tutto insufficienti.
Di qui una prima considerazione: non ci siamo sul piano generale di impostazione del bilancio. Non ci siamo e non è stata corretta questa impostazione neanche dopo il dibattito, le proposte e i ragionamenti che sono stati fatti in quest'aula consiliare.
La riflessione di fondo che pongo alla Giunta, in particolare, e anche alla maggioranza in generale, per lo sviluppo di confronto che dovrà esserci anche successivamente in questo Consiglio regionale, è la mancanza di un rapporto tra scelte programmatiche, innovazioni, scelte finanziarie necessarie da apportare per rispondere ai problemi del Piemonte.
Non si intravvede un progetto organico rispetto alle questioni dello sviluppo complessivo di tutte le aree e di tutti i settori della nostra Regione.
C'è un'approssimazione dove, di volta in volta, si può dare una risposta, quantitativamente maggiore o inferiore a questo o a quel settore a questo o a quell'intervento, ma non c'è una risposta organica complessiva che riesca a mettere insieme - dato che sono inscindibili tra di loro scelte programmatiche, innovazioni, scelte finanziarie e quindi scelte politiche.
Mancano alcune scelte fondamentali che sono strategiche per il Piemonte, per esempio la diminuzione del FIP, in quanto non siamo ancora alla definizione, da parte della Giunta, del Piano regionale di sviluppo: questo è il motivo spiegato dall'Assessore Gallarini, ma poi è il motivo evidente.
Credo che questa sia una grossa carenza che renderà probabilmente necessario a questo Consiglio, a questa Giunta, proporre da qui a giugno altre due o tre sedute per discutere di bilancio, perché ci sarà la legge finanziaria, i problemi del Piano regionale di sviluppo e l'assestamento.
Credo che questa frammentazione sia sbagliata per un governo, per il merito delle scelte politiche che il governo vuole portare avanti.
Manca un altro punto fondamentale che pure, con grande forza, abbiamo proposto negli emendamenti e nei ragionamenti, in modo particolare dal Consigliere Cavaliere, e da altri Consiglieri intervenuti: l'ecotassa della quale si sa qual è l'entrata certa, e rispetto alla quale non ci sono gli impegni fondamentali per intervenire, in questa Regione, sulle questioni necessarie ed urgenti.
Ieri di fronte al palazzo regionale si è svolta una manifestazione degli abitanti di Foglizzo. Abbiamo un problema enorme, rispetto al quale peraltro c'è un'unità concreta, non solo d'intenti, rispetto alla vicenda ACNA.
Credo, ad esempio, che sull'ACNA si debba fare una proposta multiforme che riguardi la nostra Regione, la Regione Liguria, il Governo ed anche la CEE, perché è un intervento di bonifica complesso.
Ma come possiamo pretendere qualcosa da interlocutori a livello nazionale ed europeo se non siamo noi i primi a compiere delle scelte che diano un segnale preciso e concreto che vada in quella direzione? Il lavoro. Il lavoro è la questione prioritaria che abbiamo di fronte ed è prioritaria per tutti i valori che ha; non mi riferisco solo al valore economico, ma anche al valore sociale che ha il lavoro per i giovani e non solo per loro. Intanto è un valore per i giovani, perché rappresenta la speranza, la prospettiva, il futuro.
Questa è la priorità vera sulla quale dobbiamo intervenire, su cui invece c'è insufficiente interesse, evidente per il fatto che non sono stati accolti alcuni emendamenti fondamentali che avrebbero risposto al problema, certamente in modo non esaustivo, perché con le sole risorse regionali non si può rispondere in modo esaustivo a tale problema. Peraltro neanche solo in termini di risorse finanziarie si risponde al problema del lavoro. Me ne rendo conto e lo so bene. Ma credo che dei segnali che andassero in quella direzione fosse, comunque, possibile darli anche con le scelte di bilancio, e non sono stati dati.
Sono questi gli elementi prioritari e generali che ci fanno dire no al bilancio. E io dico questo no, tanto più forte e con tanta più convinzione dopo aver sentito la relazione del Presidente Ghigo prima della presentazione del bilancio.
Mi riferisco alla prima parte, poi vengo anche al giudizio politico rispetto alle questioni poste.
La prima parte è relativa all'analisi della situazione politica riguardante non solo il Piemonte, ma generale, e cioè il distacco tra cittadino ed istituzioni, i rischi che questa democrazia corre, la ricerca della risposta con l'uomo forte.
Sono affermazioni che ha fatto giustamente il Presidente Ghigo nella sua relazione introduttiva, e credo che questa analisi sia condivisibile perché rappresenta la situazione reale.
In primo luogo però occorre rispondere, in termini propositivi, alla realtà di questa analisi per andare in un'altra direzione, cioè verso la capacità delle istituzioni di rispondere al malessere dei cittadini, dei giovani in primo luogo, per l'importanza che hanno.
Bisogna rispondere ai giovani in termini di lavoro, in termini di formazione, di possibilità reale per creare loro delle sedi di confronto e di incontro.
Non mi riferisco ai centri sociali, e non voglio fare polemica al riguardo mi riferisco a sedi di incontro e di confronto che siano in grado di valorizzare le culture, le opinioni e le idee anche diverse tra di loro.
La nostra Regione ha bisogno di sviluppare una politica culturale e sociale non in grado di rispondere alle clientele, ma in grado di rispondere alle grandi questioni del nostro tempo, della nostra era. E dobbiamo rispondere, parafrasando Francois Mitterrand, "qui ed ora". Penso alle politiche dell'immigrazione, alle politiche di sostegno per i soggetti sociali più deboli nel mercato del lavoro e nella società. In questo l'impegno della maggioranza è stato assolutamente scarso, insufficiente anzi, per certi versi, con grandi contraddizioni.
Ancora sentendo il Consigliere Ghiglia sembrava quasi fosse un favore rendere possibile la non ulteriore riduzione di 500 milioni agli immigrati.
Quando si parla in questo modo, si parla in modo ideologico di una questione vera, concreta che rappresenta una risorsa per la nostra Regione come per l'insieme delle società occidentali contemporanee.
Oggi ci sono interi settori riguardo al lavoro - penso al settore edile nei quali se non ci fosse l'immigrazione non ci sarebbero più lavoratori da destinarvi; e posso continuare l'elenco rispetto ad altri settori.
Credo che l'immigrazione sia una risorsa anche per ciò che di proficuo pu dare rispetto alle diverse etnie, alle diverse culture in termini di arricchimento dei valori.
La diversità è un valore, non è un demerito, e come tale va affrontata e valorizzata! Non ci sono favori, ci sono da affrontare le grandi questioni del nostro tempo. Ecco perché siamo contrari a questo bilancio.
Ma veniamo all'altro punto. Il Presidente Ghigo, partendo dal riconoscimento della difficoltà della maggioranza, ha sottolineato una sua autonomia nelle scelte, rispondendo in questo senso alla legge elettorale e ai principi della legge elettorale.
Qui si è parlato di barometri, di colori anche in modo un po' allegro. In realtà, andando alla politica - e lo si legge dalle dichiarazioni dei giornali, più che dai colori che possono variare con la temperatura Alleanza Nazionale ha avuto una reazione scomposta, caratterizzata da molto nervosismo durante l'intervento del Presidente e anche nelle dichiarazioni fatte ai giornali. Questo era palese.
Io non sono stupito; credo di comprendere la cultura egemonica di Alleanza Nazionale che, quando si sottolinea l'autonomia delle scelte da parte di altri, si sente messa in discussione. Io questo lo capisco, e voglio sottolineare ulteriormente che i rapporti nella maggioranza certamente interessano anche le opposizioni, ma in modo particolare riguardano la maggioranza, le sue discussioni politiche e le diversità che ci possono essere, così come ci sono nelle minoranze, fortunatamente. Per proprio partendo da questa reazione politica - non mi riferisco certo a reazioni personali, anche perché a queste credo poco, credo di più alle reazioni dettate da principi politici, da obiettivi e da finalità sottolineo una questione politica ed istituzionale che questo mi impone.
Ritengo che questo Consiglio regionale abbia e debba avere sempre di più piena autonomia nel fare le proprie scelte: questo è il federalismo vero. Quando, invece, in questa sede sento riportare pedissequamente delle opinioni, delle scelte che sono quelle un po' da portavoce di leader nazionale (mi riferisco all'on. Fini, in questo caso), sono preoccupato perché ciò mi ricorda una fase politica che credevo cancellata, sepolta ovvero quella del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani) quando impose a tutti gli Enti locali il pentapartito perché questo era l'ordine di scuderia nazionale e perché permetteva di reggere il Governo nazionale. Credo che questo sia inaccettabile sul piano politico ed istituzionale. Mi ricorda cioè, una fase molto negativa della I Repubblica, e mi spiace sentir dire certe cose proprio da chi sostiene che siamo nella II Repubblica e che tende a buttare via anche quello che di positivo c'era nella I Repubblica perché credo che dobbiamo incominciare a dircele queste cose.
Da questo punto di vista, anche se in modo soft, il Presidente Ghigo nella prima parte (quella alla quale faceva riferimento prima) ha sottolineato alcune questioni: i tecnici, i partiti, l'importanza dei partiti e via di seguito. Anch'io credo che siano punti che dobbiamo valorizzare.
C'è stato un periodo nel quale c'era quasi una sorta di vergogna da parte di coloro che facevano politica di professione a presentarsi. A questo proposito, io credo che in questa Repubblica - e parlo del cinquantennio della nostra Repubblica - i partiti abbiano avuto un ruolo fondamentale per la costruzione della democrazia in questo Paese, affinch la politica potesse essere di tutti e che quindi non c'è da vergognarsi semmai c'è da averne merito, e il giusto merito, che questo ruolo, questa passione e questa militanza hanno avuto in questo cinquantennio.
Ritornando alle questioni più concrete, nel senso di più attuali (e non perché quelle di prima non siano concrete), il Presidente Ghigo ha proposto un patto per diciotto mesi (questa mi pare la dizione esatta della relazione). Io voglio essere molto chiaro rispetto a questo intento. Tutto ciò non può preludere a confusioni tra maggioranza o minoranza (mi pare peraltro, che la precisazione fatta oggi vada in quella direzione) o ad ammorbidimenti dell'opposizione nel merito dei problemi; questo non ci sarà mai, neanche se a Roma faranno le larghe intese (cosa che io auspico) perché in Piemonte noi siamo all'opposizione e staremo all'opposizione.
Farò più avanti alcuni esempi concreti, ma prima voglio dire un'altra cosa, rispondendo ad alcuni interventi che ci sono stati in quest'aula.
Vedete, io e il mio Gruppo non abbiamo ansia di governo, però ci teniamo a governare, cioè ci teniamo a vincere le elezioni per governare. Noi, caro Pino Chiezzi, non siamo per l'opposizione sempre; noi siamo per fare l'opposizione quando gli altri vincono presentando i loro programmi alle elezioni, ma se possiamo vincere noi per governare, siamo per farlo. La questione sulle cose da fare, da non fare, su quello che può fare l'uno e quello che può fare l'altro, sarebbe molto lunga; comunque ribadisco che noi non abbiamo ansia di governo, ma siamo per governare.
Vedete, io non riesco neanche ad appassionarmi all'opposizione aggettivata: l'opposizione dura, morbida, costruttiva. Io credo che l'opposizione debba essere adeguata all'opposizione che si intende fare al governo che si ha di fronte in quel momento, perché l'opposizione non pu che partire dal merito dei problemi e dal modo in cui il merito dei problemi viene affrontato da quel governo. Allora un'opposizione è un'opposizione forte nella misura in cui riesce a fare un'opposizione adeguata a quel governo, non è un'opposizione che è viva per sempre allo stesso modo (e gli aggettivi, a volte, servono solo agli sfogatoi verbali non ad altro).
Voglio fare un esempio concreto sul bilancio. Il bilancio è un compito che spetta alla Giunta. Io dico che sul bilancio faccio la battaglia di merito (come abbiamo fatto), ma non sono disponibile a trovare una consociazione sul bilancio; credo che questo sarebbe sbagliato: il bilancio è un compito che spetta alla maggioranza, al governo. Certo, le opposizioni che fanno opposizione, se riescono, lo modificano, ma deve essere un'opposizione chiara sul bilancio come su altre questioni.
Ho fatto l'esempio del bilancio proprio per dire come il patto non deve rispondere. E su quali problemi il patto non deve rispondere, per non avere confusioni? A questo proposito, ritengo che sia utile un tavolo di confronto. Non parlo più di tavolo delle regole, perché è un termine abusato, tirato da destra, da sinistra, dal centro, da sotto il tavolo (e quando è tirato da sotto il tavolo non si riesce mai a capire chi è che lo tira), ma di un tavolo di confronto sulle regole e sulle scelte strategiche del Piemonte. Anche qui, però, non credo che dobbiamo scimmiottare Roma.
Ieri sera ho rinunciato a dormire per guardare ed ascoltare D'Alema e Berlusconi in una trasmissione televisiva, perché credo che, quando si discute di scelte che riguarderanno non il mio partito o il mio gruppo, ma la società e le istituzioni di questo Paese, sia importante informarsi.
Nel merito delle scelte, il dibattito è stato interessante, al di là di quel tanto di spettacolo che c'è sempre in una trasmissione televisiva.
Devo dire che quello che D'Alema ha definito "il servizio d'informazione che faccio", illustrando l'accordo redatto dai costituzionalisti (come amanuense Domenico Fisichella), io lo condivido pienamente. Non vorrei condividerlo più io di Agostino Ghiglia, essendo Domenico Fisichella non esattamente un iscritto del PDS, ma comunque condivido la proposta che ha fatto D'Alema.
Per ritornare alle scelte strategiche del Piemonte, credo che questioni come (elenco solo dei titoli, ovviamente, altrimenti dovrei farla molto lunga) l'ambiente, le grandi infrastrutture, l'urbanistica siano questioni strategiche importanti per il Piemonte, rispetto alle quali ci sono approcci politici (ma anche culturali) diversi, che tuttavia possono tendere alla possibilità di trovare delle soluzioni utili per tutti.
Il tavolo di confronto deve essere su queste questioni, sulle questioni che riguardano la partecipazione democratica (quando parlo di regole, parlo di questo) della gente, dei cittadini, delle istituzioni; il confronto deve avvenire sulle grandi questioni della sburocratizzazione dell'efficienza e dell'efficacia della Regione. Non mi riferisco alla legge sul personale questa è una questione che riguarda innanzitutto - e lo voglio porre qui un rapporto contrattuale Giunta e sindacato, ed io auspico e credo che sia utile riprendere questo rapporto e questo dialogo da parte della Giunta.
Mi riferisco ad una questione più grande, che riguarda il ruolo originario della Regione, cioè quel ruolo di legislazione per il Piemonte e rispetto al quale ci sono degli approcci politici, ma anche culturali diversi, che però possono tendere alla possibilità di trovare delle soluzioni che siano utili per tutti. Il confronto deve avvenire sulle questioni che riguardano la partecipazione democratica (quando parlo di regole mi riferisco a questo) dei cittadini e delle istituzioni; sulle grandi questioni della sburocratizzazione dell'efficienza e dell'efficacia della Regione.
Non mi riferisco alla legge sul personale (questa è una questione che riguarda innanzitutto un rapporto contrattuale Giunta e sindacato, io auspico e credo che sia utile riprendere questo rapporto e questo dialogo da parte della Giunta), ma ad una questione più grande che riguarda il ruolo della Regione originario, cioè quel ruolo di legislazione, di indirizzo e di programmazione, togliendo gli elementi di gestione che rappresentano il vero appesantimento burocratico che ha questa Regione, ma come avrebbe qualsiasi altro Ente (mi riferisco, ad esempio, alla presenza negli innumerevoli Consigli di amministrazione di enti a partecipazione regionale). Bisogna affrontare queste questioni (cito ancora il processo delle deleghe) che non riguardano solo questa o quella maggioranza, ma riguardano tutti perché rappresentano il ruolo fondamentale della Regione.
Sulla priorità che sottolineavo prima siamo disponibili a fare, nella misura delle competenze e delle risorse che abbiamo, un patto per il lavoro. Il Presidente Ghigo ha proposto un patto che riguarda le forze politiche, ma anche il sindacato, gli imprenditori. Il lavoro è la prima questione che dobbiamo affrontare. Ritengo che intanto andrebbe definito da parte della Giunta in modo definitivo - scusate il bisticcio di parole l'istituzione del CREL, che è già un organismo importante da questo punto di vista, per dare delle risposte, per avere una sede di carattere complessivo, ma quella del patto per il lavoro è una questione sulla quale è necessario il contributo da parte di tutti.
Un'altra questione è quella dell'avvio di un processo di autoriforma in senso federalista di questa Regione.
Noi siamo d'accordo e disponibili ad affrontare queste questioni sulle quali credo, e concludo, non ci sia un problema di collocazione e di schieramento. La collocazione e lo schieramento c'è sulle scelte di merito sul modo come applicarle, sui metodi, e su quello ci confronteremo in termini molto chiari, trasparenti, ma con la necessaria, appunto, chiarezza e trasparenza tra ruolo della maggioranza e ruolo dell'opposizione.
Le questioni alle quali facevo riferimento prima, ma possono essercene anche altre, sarebbe delittuoso non coglierle perché ritengo che siano tutte questioni utili al Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nell'annunciare il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia al disegno di legge n. 74, dico anche che, con questo annuncio che è ovvio, finiscono le buone notizie, perché il disegno di legge n. 74 ha dimostrato - e alcuni degli interventi che si sono succeduti sia qui oggi che nell'ambito della discussione del disegno di legge n. 75 lo hanno evidenziato - la quasi impotenza che ha in questo momento l'Ente Regione, non questa maggioranza, a rispondere a quelle che sono le effettive esigenze, da molti condivise, non soltanto dalla nostra parte, di questa Regione.
Il disegno di legge n. 74 è il meglio che poteva fare, secondo il nostro Gruppo, questa maggioranza nell'ambito delle risorse, totalmente inadeguate nella quantità, e della forma non sempre così facile da essere utilizzata per poterla esprimere. Allora, o vogliamo continuare, e qui mi richiamo ai colleghi Consiglieri che in altre legislature hanno partecipato alla stessa fase, a dirci che la coperta è corta - lo sappiamo, lo sapevamo, credo che sia ormai noto da tempo - oppure è il momento di definire con chiarezza, con l'autorevolezza che questo Consiglio può e deve avere, che senza una sufficiente, adeguata disponibilità quantitativa di risorse, questa Regione, questa maggioranza, qualunque maggioranza, non potrà rispondere in maniera neanche parzialmente esaustiva a quelle che sono le esigenze reali, anche soltanto quelle elencate nell'ultimo intervento del collega Marengo.
Non tanto e non solo noi per il rispetto del nostro ruolo, ma per il rispetto del mandato che abbiamo ricevuto, chi in minoranza e chi in maggioranza, dai cittadini, dobbiamo far capire loro con chiarezza che se non ci sono le risorse, se queste sono comunque inadeguate, nessuna risposta potrà essere esaustiva delle obiettive esigenze.
Passo ora alla parte che voglio considerare il punto di partenza nell'ambito di questa legislatura, di un percorso di rinnovamento. Dico subito con chiarezza che voglio ringraziare a nome non soltanto mio personale, ma dell'intero Gruppo di Forza Italia, il Presidente Ghigo per quello che io considero il contributo politico più importante, non soltanto perché avvenuto nella discussione del disegno di legge n. 74. Il suo intervento, che peraltro condividevo integralmente ancora prima che venisse pronunciato, è non soltanto nobile, sincero e generoso, ma pu politicamente costituire un punto di partenza. Perché può e secondo me quindi deve costituire un punto di partenza? Perché se si può fare di più si deve fare di più; dò così anch'io un'interpretazione, ragionevolmente autorevole, dal momento che in questa maggioranza il Gruppo che ho l'onore di rappresentare ha una sua autorevolezza che deriva anche dal numero valutiamo pertanto che cosa abbia voluto significare l'intervento del Presidente e che cosa noi prendiamo da ciò come impegno per il futuro.
Diciotto mesi sono, piaccia o non piaccia, una delle prime conseguenze legislative di una legge, quella delle elezioni regionali, che io considero assolutamente inadeguata alle esigenze dei cittadini, non dimenticando che è l'ottava delle leggi che in questo momento i nostri cittadini sono costretti di volta in volta faticosamente ad apprendere per poi esercitare quello che è un loro primigenio diritto, quello del voto. Ebbene, questa conseguenza nasce dal ribaltone che qualcuno fece non riconoscendo allora la sua negatività, anche se oggi l'on. D'Alema (lo abbiamo visto ieri sera in televisione) dà per ovvie, per scontate, cose che dire soltanto un anno fa apparivano "deriva plebiscitaria", "ricerca di modelli salazaristi o peronisti".
Noi apparteniamo ad un movimento che non è un partito; io me ne dolgo ma questo deve rassicurare chiunque tema una riedizione impositiva del CAF perché credo che nessuno all'interno del nostro movimento possa imporre nulla a nessun altro, proprio perché l'assoluta carenza di strutture organizzative lo rende impossibile. Io mi riconosco nel modello partitico mi riconosco in ciò che i partiti hanno fatto di buono in quella che è stata la I Repubblica di questa nostra nazione e spero che, evitando gli errori e le degenerazioni che tutti coloro che qui con più esperienza di me, hanno vissuto, si possa riprendere il percorso soltanto interrotto.
Diciotto mesi sono un obbligo perché la legge ci obbliga a governare senza tante altre discussioni per ventiquattro mesi, di cui sei l'apprendistato, sono passati.
Il messaggio che ha voluto dare il Presidente Ghigo è che noi non abbiamo problemi sui prossimi diciotto mesi; abbiamo chiarezza ed idee sul che cosa fare nei prossimi diciotto, nei prossimi trentasei, nei prossimi sessanta, possibilmente anche nelle prime due legislature del terzo millennio, e che cos'è che intendiamo fare? Intendiamo fare quello che c'è scritto nel programma, ma siccome parlare di programma talora non è sufficientemente chiaro, allora cerchiamo di esprimerlo.
Noi riteniamo, in questo periodo di apprendistato, di aver capito che la legge n. 56 ha uno scheletro interamente da rivedere, anche se ci comporterà una serie di difficoltà perché questa è una legge per la quale ci è voluto più di un decennio per la sua elaborazione. Evidentemente nessuno può avere la presunzione di modificare, o ricostruire, nello spazio di pochi mesi. Pare che la legge n. 59 sull'ambiente sia una legge che la precedente amministrazione sia stata probabilmente costretta a dare frettolosamente alla stampa, agli elettori o ai cittadini e che probabilmente, vista a nostro parere la difficoltà di applicazione, è da rivedere onde non creare nuovi problemi.
Che la legge n. 64 sia il vero unico modo, ridiscutendone l'impianto per rispondere alle esigenze dei cittadini del Terzo Mondo (non è il problema di mezzo miliardo in più o in meno, ma neanche dei 12 miliardi della Giunta lombarda) è innegabile. Il problema è di vedere l'impianto della legge nell'ambito di un'ampia discussione, verificare l'ovvia necessità di finanziamento; temo però che l'entità della cifra che dovr indicare, al di là dei voleri e dei poteri della Giunta e che comunque non sarà disponibile, da qualunque capitolo si prendano 430/450 miliardi, non sia assolutamente significativa per qualunque disegno politico di qualunque colore.
Quindi, dal mio punto di vista questo è un bilancio addirittura eccessivamente omogeneo, perché non si poteva creare discontinuità laddove vi erano le risorse per poterlo fare. Dopo la legge n. 59 posso citare l'applicazione della legge n. 61; l'applicazione della legge Galli sarà un momento fondamentale per questa nostra Regione. Certamente, occorre una riflessione sulle leggi del FIP, sulla legge n. 43, che forse troppo velocemente sia maggioranza che minoranza, anche in questa fase, hanno esaminato. Bene, noi vogliamo fare tutte queste cose, ci deve essere una profonda riflessione sulle Agenzie regionali che costituiscono, nella loro costituzione e nel loro essere messe in operatività, un punto fondamentale del nostro programma.
Se il problema non è il "che cosa" fare, perché ce n'è più che a sufficienza per contraddistinguere il modello politico cui questa maggioranza fa riferimento, non è nemmeno un problema "con chi" farlo perché il "con chi" è stato chiaramente individuato dagli elettori nell'ambito di una maggioranza che, al di là delle speranze più o meno comprensibili, più o meno gestite strumentalmente, sia all'interno che all'esterno è una maggioranza solida. Qualcuno ha confuso e tende tuttora a confondere disponibilità con debolezza. Vorrà dire che se questa confusione continuerà dovremo dimostrare con i numeri che la sincera volontà a discutere non è debolezza, collega Ferraris, ma è disponibilità.
Come pure, per fare un altro veloce accenno al discorso del bilancio continuo ad insistere che quando dei documenti di bilancio non quadrano trattasi di errore tecnico; attribuire quindi l'errore a chi l'ha fatto trattasi di attribuzione di responsabilità e non di scarico di colpe.
Sembrano le stesse cose, ma non lo sono affatto, quindi il "con chi" è con l'attuale maggioranza. Allora, il vero problema è quello di cui ha parlato Ghigo, "il come".
Il Presidente Ghigo ha detto con chiarezza che le difficoltà che abbiamo incontrato non derivano dalla debolezza della maggioranza, non derivano dalla mancanza di programmi, ma dalle difficoltà di tradurre i programmi in azione. Per carità, ci sarà certamente, anzi c'è stata e, comunque, se c'è stata, deve essere considerata conclusa una fase di apprendistato, ma è certo che chi anche più di me ha operato in quest'aula, in queste Commissioni, in questo esecutivo, sa che esistono difficoltà obiettive "sul come" fare e qui si apre l'interessantissimo discorso che - credo tra i primi come movimento in Italia - abbiamo aperto, quello delle regole.
Mi piace ricordare che la distanza tra Costituzione di fatto e Costituzione formale è stato uno dei temi che soltanto un anno fa suscitava, per quanto detto dall'on. Berlusconi, incredibili ire da parte dei commentatori politici; ieri sera D'Alema diceva con assoluta tranquillità che questo è uno dei punti su cui finalmente si trova d'accordo con noi. Mi piace ricordare che l'on. Urbani è stato il primo, al momento del tentativo di elezione dell'on. Napolitano come Vicepresidente della Camera, a parlare della necessaria distinzione, alla Camera, tra fase di esecutivo e fase costituente. Mi piace ricordare che siamo stati tra i primi a dire dell'inutilità del sistema bicamerale, quando dirlo suonava non soltanto impopolare, quando i nostri richiami ad un presidenzialismo modello Sartori, Fisichella od altri - inappuntabilmente venivano giudicati come ricerca dell'uomo forte che, invece della camicia nera, avrebbe indossato il doppio petto.
E' passato un anno, ma mi permetto di dire che forse non avevamo tutti i torti. Se il problema è "il come" io credo, al contrario anche di alcuni miei colleghi della maggioranza, che "il come" sia invece un problema da affrontare velocemente. Non c'è l'esigenza di scrivere le regole che sono già scritte, quando ci sono; non c'è l'esigenza di richiamare la necessità dei pacta servanda perché questo deve essere una forma culturale che credo insita nella maggior parte della deontologia professionale di ciascuno di noi, ma non basta e non basta neanche dire, come qualcuno ha detto, "il governo governi e l'opposizione faccia l'opposizione", perché c'è modo e modo di governare e c'è modo e modo di fare opposizione. Per esempio abbiamo imparato e continueremo ad imparare, ma imparando in fretta vorremmo anche poter cominciare a mettere a frutto ciò che abbiamo imparato, che non tutte le opposizioni sono uguali e che evidentemente faremo dei distinguo nell'ambito delle collaborazioni, nel rispetto delle parti, tra chi ci obbliga a parlare di cioccolatini e chi ci richiama giustamente ad esigenze che noi riteniamo ben più alte.
E' stato detto dal collega Montabone ieri che per molti degli emendamenti presentati c'è il rammarico sincero di questa maggioranza di non averli potuti discutere e, qualora discussi e concordati, approvare per il noto motivo della mancanza dei fondi. Mi permetto di dire "ma siamo proprio sicuri che il tempo che noi Commissari abbiamo impiegato, al di là delle più o meno strumentali sottolineature di confusione, l'abbiamo speso bene?". Siamo proprio sicuri che, se invece di discutere legittimamente che sia ben chiaro, in Commissione - se tutti i documenti erano arrivati a tutti e dell'inevitabile esigenza di riproporre consultazioni, nella maggior parte dei casi - ahimé, piaccia o non piaccia - solamente di valore formale, anche se la legge ci obbliga a fare ciò, forse non sarebbe stato meglio o non potrebbe essere meglio concordare una prassi per cui gli emendamenti vengano presentati in un tempo idoneo, concordato evidentemente? Ci deve essere l'impegno della Giunta a studiarli in un tempo idoneo concordato, e credo che da questo esame - può darsi che mi sbagli probabilmente sarebbero passati più emendamenti della minoranza senza che nessuno provasse a fare non tanto delle furbate, perché furbata era il tentativo da parte nostra, ieri sera, di porre rimedio ad un errore, ma certamente non un colpo di mano, collega Ferraris, perché se volessimo parlare di colpi di mano credo che, come esercizio culturale, basterebbe vedere che cosa ha fatto l'ultima Giunta nei due mesi da quando l'on. Ghigo venne designato a quando ci insediammo, e credo che lì ci sarebbe sufficiente materia di discussione e di esame sui colpi di mano.
Allora, esistono argomenti in discussione come la procedura del bilancio lo Statuto, la procedura delle nomine che gestisce la Commissione delle Nomine; siamo proprio così convinti che nella forma attuale siano i migliori possibili? Io no.
Il discorso dei testi unici e soprattutto, oltre a ciò, il rapporto nell'ambito delle regole tra questo Ente, che deve essere - in questo concordo totalmente - riportato alla sua funzione primigenia di legislatore e non di gestore, e gli Enti locali e la Provincia. Concordo totalmente con quanto ha detto Marengo anche perché fa parte di uno dei nostri programmi di maggioranza. Noi siamo ricchi di una pletora di comitati, consulte, enti strumentali, partecipazioni, controllate: abbiamo nominato intorno ad ottobre 400/500 candidati che poi sono diventati rappresentanti della Regione Piemonte in diversi enti. Sono certo che sul totale dei 60 Consiglieri un'ampia maggioranza non prenderebbe la sufficienza se ci fosse un'interrogazione su quale sia la missione istitutiva di questa Commissione piuttosto di quest'altra. Allora credo che si possa e si debba riflettere se davvero tutte queste Commissioni e questi comitati abbiano tuttora ragion d'essere nella forma attuale.
Credo che questa discussione debba essere fatta con la minoranza non perché abbiamo esigenze di voti - se questo verrà richiamato talora lo dimostreremo - ma perché è un'esigenza di crescita. Credo che il tavolo delle regole debba diventare realtà nell'esigenza dei cittadini; noi riteniamo come maggioranza, e questo è il messaggio forte, on. Ghigo, che tale tavolo possa aiutare questa maggioranza a governare meglio "nel come".
Noi non abbiamo problemi "nel che cosa", non abbiamo nessun problema "nel con chi". Quindi siamo e rimarremo tranquilli da adesso in poi su queste cose. Riteniamo che chiarire "il come" sarebbe utile non solo a noi, ma a tutti, perché l'esigenza del gioco dei ruoli comporta - ripeto - rispetto non consociativismo, ma crescita.
Da questo punto di vista considero l'intervento di Ghigo il punto di partenza politico e l'impegno anche sollecitato da parte nostra, come parte politica della Giunta, per elevare gli obiettivi in cui ci siamo impegnati rispettosi di coloro con cui abbiamo contratto un patto, che evidentemente manterremo. La discussione sul come è aperta a tutti coloro che sinceramente e costruttivamente vogliono da ieri collaborare. Grazie.



PRESIDENTE

Le dichiarazioni di voto sono terminate. Ringrazio tutti i colleghi per il contributo di chiarezza, compostezza e civiltà che hanno voluto dare a questo importante appuntamento.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 55 hanno risposto SI' 31 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri La legge è approvata.
Esaminiamo ora gli ordini del giorno in ordine cronologico di presentazione.
Il primo ordine del giorno è il n. 105 ed è firmato dai Consiglieri Burzi Racchelli, Toselli, Ferrero, Benso, Grasso, Pichetto e Scanderebech.
La parola al Consigliere Racchelli per l'illustrazione.



RACCHELLI Ettore

In questa richiesta che il Gruppo Consiliare di Forza Italia pone alla Giunta si evidenziano campi diversi di intervento, ma che raggruppano settori importanti sia nell'aspetto sociale che in quello economico della Regione Piemonte.
Il primo intervento che viene richiesto è quello di porre attenzione verso il mondo dei lavoratori frontalieri, i quali, di fatto, fino ad oggi non hanno ricevuto risposta adeguata al contributo economico che trasferiscono nell'ambito della Regione.
Situazioni occupazionali che hanno privilegiato questo settore e che quindi hanno permesso di fatto di non gravare sulle strutture nazionali hanno peraltro creato delle storture all'interno della previdenza che, sia in campo nazionale sia in campo regionale, oggi, nella situazione di crisi nell'economia svizzera, determinano grandi tensioni e gravi pericoli.
Un intervento che viene richiesto a livello nazionale è quello sull'indennità di disoccupazione che, come voi sapete, è stato discusso anche a livello nazionale. Una questione che, invece, sta diventando inderogabile - e che, secondo me, la Regione Piemonte deve affrontare - è la copertura sanitaria di questi lavoratori, i quali sono completamente scoperti dal punto di vista del pronto intervento, del ricovero d'urgenza.
Si tratta di lavoratori italiani, residenti in Italia, che svolgono quotidianamente il loro lavoro all'estero, quindi sono lavoratori frontalieri, ma che di fatto trasferiscono e pagano i loro contributi a livello nazionale all'INPS per avere queste coperture.
Poiché il Piano di intervento sul discorso sanità è regionale, credo che la Regione debba impegnarsi nel reperire i fondi, ma soprattutto nel rivedere anche la legge che regola il lavoro e soprattutto l'emigrazione e l'immigrazione.
Inoltre, noi chiediamo un intervento ed un impegno della Giunta muovendo dalla proposta di legge di interventi regionali, avanzata da questo Gruppo consiliare, sulla legge n. 44, che è la legge sull'imprenditorialità giovanile. Si tratta di una legge nazionale, di fatto trasferita alle Regioni con la legge n. 95, che concede contributi rilevanti per tutto quello che è il settore del'imprenditoria giovanile.
Ho chiesto, in un mio intervento, l'attivazione, all'interno della Conferenza Stato-Regioni per la ripartizione dei fondi, che venisse creato un comitato per esaminare le pratiche che pervengono alla Regione, in modo da poter poi dare l'assenso alla famosa società per l'imprenditoria giovanile, a Roma. So che il Presidente della Regione Piemonte si è attivato per far sì che ci sia un incontro con il Presidente di questa società, però all'interno di questa legge c'è anche la possibilità di attivare i patti territoriali. I patti territoriali sono una grande possibilità che si concede alla Regione. Di fatto la stessa diventa promotrice di attività e di interventi a livello regionale con collaborazioni e soprattutto impegni che possono essere assunti sia con gli enti pubblici, quindi con le Province, con le Comunità montane, con i Consorzi, e sia con i privati. E' sufficiente che all'interno delle società private o dei consorzi la quota di imprenditoria giovanile sia superiore al 51%.
E' chiaro che la Regione Piemonte, per questo tipo di attività, ha bisogno di fondi, quindi è importante che la Giunta recepisca questo impegno, altrimenti ci troveremmo di fronte ad una legge - che sta per essere discussa e presentata in VII Commissione - che di fatto non avrebbe le risorse finanziarie per poter essere applicata.
Il terzo campo di intervento è sull'istruzione. Noi sappiamo che esiste, soprattutto nel programma elettorale di questa Giunta e del Polo un'indicazione verso una parificazione e un'equalizzazione di quella che è la scuola pubblica e privata. Di fatto la scuola privata oggi è in una situazione di grande difficoltà e di grande crisi. Non dimentichiamo che la scuola privata ha fatto sì che si verificasse la crescita, l'istruzione, la formazione delle attuali classi dirigenti ed è anche una scuola gestita per lo più dal mondo cattolico. Le grandi scuole private, i grandi collegi sono comunque di derivazione cattolica; secondo me dimenticare questa realtà è una grande penalizzazione che si dà all'istruzione in generale.
Quindi anche in questo settore chiediamo che la Giunta si impegni a reperire fondi, o perlomeno a favorire una parificazione tra la scuola pubblica e privata. Questo era l'intento del nostro ordine del giorno che crediamo possa essere accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Intervengo per chiedere ai proponenti e al Presidente del Consiglio se è possibile votare l'ordine del giorno per parti separate.



PRESIDENTE

I proponenti sono d'accordo.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

La Giunta è d'accordo. Non siamo invece intenzionati - lo dico anche se non riguarda questo ordine del giorno - a recepire cifre in ordini del giorno perché ci sembra un modo che ipoteca risorse che non sappiamo ancora se, e quando, ci saranno. Quindi dal punto di vista sostanziale la Giunta è d'accordo su questo ordine del giorno e sugli altri che sono già stati presentati e preannunciati in sede di discussione; ovviamente dal punto di vista politico ci esprimeremo, faremo il possibile laddove esistono delle cifre indicate, affinché si possa dare risposta concreta alle stesse, senza però impegnarci in modo fiscale e matematico su quelle cifre perché ci sembra non solo inopportuno, ma scorretto ed irresponsabile.



PRESIDENTE

Lo accettiamo come raccomandazione?



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

No, in questo caso non ci sono cifre, quindi lo accettiamo interamente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione, per parti separate, ordine del giorno n. 105, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta a reperire, in corso di gestione del bilancio 1996 nell'ambito del Piano regionale di sviluppo in corso di definizione, risorse adeguate per i singoli campi di intervento sottospecificati creando appositi capitoli di spesa: 1) adeguata copertura per le spese di ricovero ospedaliero urgente per i lavoratori frontalieri nella nazione di lavoro 2) finanziamenti all'imprenditorialità giovanile piemontese attraverso la promozione e la partecipazione della Regione a 'Patti territoriali' 3) promozione di finanziamenti al fine di favorire la parificazione tra scuola pubblica e privata con interventi a favore delle scuole private di ogni ordine e grado".
Pongo in votazione la prima parte dell'ordine del giorno, dalle parole "impegna la Giunta" fino alle parole "Patti territoriali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La prima parte è approvata all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno, dalle parole "promozione di finanziamenti" fino alle parole "ordine e grado".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La seconda parte è approvata con 34 voti favorevoli e 15 contrari.
Passiamo all'ordine del giorno n. 104 presentato dai Consiglieri Spagnuolo Ferraris, Marengo, Cavaliere, Rubatto, Simonetti, Chiezzi e Rosso.
La parola alla Consigliera Spagnuolo per l'illustrazione.



SPAGNUOLO Carla

Si tratta di un documento molto chiaro. Noi non abbiamo presentato emendamenti nel corso del bilancio su questo tema centrale dell'AIDS perch vi sono moltissime risorse nazionali che riguardano, in parte rilevante l'Ospedale Amedeo di Savoia (100 miliardi) e vi sono rilevanti stanziamenti nazionali, non ancora spesi, per le strutture sedi di DEA che possono svolgere questo tipo di attività che è cura e anche prevenzione. Noi desideriamo, però, che il Consiglio regionale approvi un documento, nel quale si impegna la Giunta a realizzare tutte le attività di carattere finanziario, regolamentare e legislativo che siano necessarie perché in materia di AIDS si vada avanti.
Noi abbiamo recentemente visitato il repartino dell'Amedeo di Savoia, dove vengono curati i malati di AIDS, e ci siamo resi conto della drammaticità e dell'urgenza di questo tipo di intervento.
Personalmente ho ribadito questa esigenza all'Assessore alla sanità della Regione Piemonte, ma credo che la Giunta nel suo insieme si debba impegnare, accogliendo questo invito del Consiglio, in tempi rapidissimi.
Questa emergenza sta crescendo ulteriormente perché i malati di AIDS vanno crescendo e sono preoccupanti le caratteristiche con le quali i malati aumentano, perché sono malati non solo i soggetti portatori di problematiche di sieropositività, ma anche i soggetti che hanno delle patologie specifiche (tossicodipendenze, ad esempio). Abbiamo degli eterosessuali; un numero crescente di donne che, senza alcuna problematica di tipo sociale, ma all'interno della propria vita familiare, vedono aumentare la sieropositività e il contagio dell'AIDS.
Pertanto crediamo che questi interventi debbano essere fatti con immediatezza.
Mi dispiace che non sia presente il Presidente della Giunta, anche se per la verità l'Assessore D'Ambrosio mi ha assicurato, almeno per quello che ci riguardava, un'immediatezza, perché non si può perdere nemmeno un minuto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

Siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 104, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in occasione della discussione sul bilancio 1996 considerato che l'AIDS ha raggiunto nazionalmente dati allarmanti considerato che nella nostra Regione i casi di questa gravissima malattia sono in crescita e che il Piemonte si trova al quarto posto fra le sette Regioni maggiormente a rischio (si calcolano, a giugno 1995, 2.003 casi di malati di virus HIV) considerato che da uno studio, contenuto nella relazione presentata al Parlamento del Centro Operativo del Ministero della Sanità, emerge che sono in aumento i casi di AIDS nelle donne; nel 1989 erano 18 i casi su 100 mentre nel 1995 la percentuale delle malate è salita al 24,6 considerata l'attenzione e la preoccupazione crescente nell'opinione pubblica e l'esigenza urgente di adeguate risposte sul piano dell'informazione, prevenzione ed intervento operativo vista l'attenzione recente anche da parte di una folta delegazione di Consiglieri regionali che ha visitato il repartino dell'Ospedale Amedeo di Savoia che ospita i detenuti ammalati di AIDS visto il programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS del 5/6/1990, n. 135 visto il progetto direttivo 'AIDS - 1994' DPR 7/4/1994 visto che all'Amedeo di Savoia (ospedale per le malattie infettive) spettano circa 100 miliardi stante il fatto che dall'approvazione della legge nazionale sono trascorsi cinque anni, ma i letti non sono ancora i 240 realizzabili secondo le previsioni considerato lo stanziamento di circa 80 miliardi previsto nel Piano nazionale per la rete ospedaliera sede di DEA vista la deliberazione della Giunta regionale del 10/6/1995 impegna la Giunta regionale ad adottare tutte le misure, i provvedimenti amministrativi e quant'altro necessario per l'attuazione regionale del programma nazionale di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS con i relativi stanziamenti ed erogazione dei fondi esistenti di cui in premessa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 107 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Questo non è un ordine del giorno esclusivamente sull'AIDS, ma sulla spesa sanitaria in generale, nella quale rientrano anche gli stanziamenti previsti per l'AIDS.
Abbiamo presentato l'ordine del giorno per impegnare la Giunta ad un'apposita seduta nella quale discutere in modo approfondito gli iter anche autorizzativi, che impediscono alla maggior parte delle risorse delle spese sanitarie di essere spese.
La Regione Piemonte ha solo in minima parte autorizzato la spesa e gli stanziamenti dei finanziamenti delle proprie risorse per la difficoltà degli iter legislativi, che pare abbiano delle notevoli difficoltà sia a partire da progetti e proposte cantierabili, sia anche per le difficoltà che sussistono tra le varie autorizzazioni del CIPE, ecc.
Le risorse stanziate per la spesa sanitaria sono notevoli; abbiamo 1.200 miliardi non ancora spesi derivanti dalla finanziaria del 1988, dalla deliberazione dell'aprile 1994, soldi che non sono stati spesi per le residenze sanitarie assistenziali, 187 miliardi per i malati di AIDS, oltre ad una serie di stanziamenti da progetti sia spesa vincolata sia del FIO.
Crediamo di trovare la disponibilità di tutto il Consiglio a discutere approfonditamente in una seduta i migliori iter organizzativi e legislativi che, nell'ambito della spesa sanitaria, possano portare questi progetti ad essere attuati ed autorizzati al finanziamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

In questo momento il collega D'Ambrosio non è presente, ma penso che si possa dare la disponibilità della Giunta a presentare in Consiglio regionale un approfondito esame.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 107, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in occasione del dibattito sul bilancio preventivo 1996, esprime la più viva preoccupazione per l'ingente quantità di risorse destinata agli investimenti sanitari rimasta inutilizzata: si tratta complessivamente di circa 1.200 miliardi di lire, risorse previste dall'ex art. 20 della legge finanziaria 1988, dalla delibera quadro della spesa in conto capitale dell'aprile 1994, dalla legge n. 135 per la lotta all'AIDS, dai progetti della spesa vincolata e, persino, del Fondo Investimenti Occupazione.
Infatti: 1) in base al Programma straordinario di investimenti in sanità (ex art. 20 legge finanziaria 1988) il CIPE ha finora assegnato alla Regione 616 miliardi di lire ma, alla data del 3/8/1995, solo 129 miliardi erano i finanziamenti effettivamente autorizzati, il 21% delle risorse assegnate a) solo 4 Presidi ospedalieri, dei 37 che attendono i finanziamenti, hanno avuto il parere favorevole del CIPE e l'autorizzazione al finanziamento b) solo 20 Residenze Sanitarie ed Assistenziali, delle 69 strutture previste, hanno concluso positivamente l'iter autorizzativo c) nessun Centro di Terapia Psichiatrica e nessuna Comunità Protetta sono stati autorizzati d) le risorse, previste in circa 780 miliardi per il primo triennio (1989/1991), per edificare nuovi ospedali, ristrutturare quelli esistenti realizzare RSA per anziani, per disabili, per malati psichici poliambulatori e laboratori di sanità pubblica, rese disponibili con otto anni di ritardo, ancora oggi solo in minima parte sono spendibili e finora, non una sola lira è stata spesa e) nella graduatoria delle Regioni che maggiormente hanno fruito delle risorse nazionali, il Piemonte si situava agli ultimi posti; nei successivi sei mesi questa drammatica situazione è rimasta sostanzialmente invariata 2) dei 187 miliardi previsti dalla legge n. 135 per la lotta all'AIDS, non una sola lira è stata spesa 3) solo una parte dei circa 200 miliardi della spesa in conto capitale (delibera quadro aprile 1994), è stata spesa 4) oltre un centinaio di miliardi sono rimasti inutilizzati in questi anni sia per progetti di spesa vincolata sia per progetti finanziati dal FIO.
Il Consiglio regionale, allarmato dal disastroso bilancio di attuazione dei finanziamenti in conto capitale per la sanità, caratterizzato da imperdonabili ritardi dei Governi nazionali e delle Giunte regionali succedutesi, che compromette gravemente il funzionamento del Servizio Sanitario Regionale impegna la Giunta a presentare al Consiglio regionale, riunito in un'apposita seduta, un approfondito esame della situazione e le relative proposte capaci di accelerare l'iter autorizzativo; ad avviare le opere cantierabili e a superare i gravi ritardi nell'impiego di risorse, la cui entità continua ad essere erosa dall'inflazione e dall'aumento dei costi di realizzazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 24 voti favorevoli e 12 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 108, presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Minervini, Mancuso, Salerno e Griffini, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta a reperire nel corso della gestione del bilancio 1996, e tenuto conto del futuro Piano regionale di sviluppo, risorse adeguate per i sottoelencati ambiti d'intervento: a) interventi di sostegno e di indirizzo finalizzati al reinserimento di lavoratori in mobilità e di giovani in cerca di prima occupazione b) interventi a favore degli agricoltori non associati in cooperative o consorzi c) interventi di sostegno e valorizzazione, in campo turistico e culturale dei parchi e delle dimore sabaude d) interventi di assistenza, in campo sanitario e sociale, a favore degli anziani, con particolare riguardo ai pensionati sociali e ai portatori di handicap e) interventi di valorizzazione del piccolo commercio e delle imprese familiari f) maggiori interventi di sostegno a favore della piccola e media impresa g) interventi volti a garantire la reale parificazione e libertà d'accesso tra scuole pubbliche e private".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 29 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 15 Consiglieri).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 109, presentato dai Consiglieri Casari, Montabone, Deorsola e Cotto, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta a reperire, nel corso della gestione del bilancio 1996, e tenendo conto del futuro Piano regionale di sviluppo, adeguate risorse per: a) interventi finalizzati a garantire la reale parificazione tra scuola pubblica e scuola privata b) interventi volti al sostegno della famiglia c) interventi atti a risolvere il problema della disoccupazione d) interventi a sostegno della piccola e media impresa, del commercio dell'agricoltura e dell'artigianato e) interventi di assistenza a favore degli anziani, con particolare riferimento ai pensionati sociali e ai portatori di handicap".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 32 voti favorevoli e 2 contrari (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri).
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 112 presentato dai Consiglieri Marengo, Ferraris, Cavaliere, Chiezzi, Spagnuolo, Rubatto e Foco.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

Come Giunta siamo contrari, ma questo l'abbiamo detto ieri in sede di dibattito, non perché non si vogliano privilegiare determinati orientamenti.
Dal punto di vista politico stiamo predisponendo il Piano regionale di sviluppo; all'interno di quel Piano sicuramente troveremo il modo di andare in una direzione che opportunamente vedrà di accontentare tutti, ma al momento non è possibile fissare (così come per le cifre) aprioristicamente delle gabbie di questo tipo che poi potrebbero metterci in condizione o di non poter rispettare i termini o di rispettarli a scapito di chissà quali altre risorse e destinazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Io ho davvero difficoltà a capire la Giunta e la maggioranza, perch due minuti fa si sono votati due ordini del giorno finalizzati a reperire risorse nella gestione del bilancio 1996 e nel Piano regionale di sviluppo: mi si deve dire che cosa c'è di diverso tra quegli ordini del giorno e questo.
Se non si è d'accordo sull'estensione dei finanziamenti alle zone che non hanno gli interventi di politica comunitaria, lo si dica; per Assessore Gallarini, non si può motivare in quel modo, avendo voi votato quegli ordini del giorno. Poi, figuriamoci, le contraddizioni esistono, ma voglio solo farle notare.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

Così come è emerso nel dibattito, sono state sottolineate alcune esigenze di alcuni settori ed alcune questioni nei confronti delle quali dal punto di vista politico, non si può essere insensibili: questa è l'adesione che intendiamo dare. Quando invece - torno a ripetere - si tratta di andare in direzioni di un certo tipo in modo assoluto, che possono pregiudicare la possibilità di dare risposte ad altre questioni semplicemente ci riserviamo di valutarle in corso d'opera.
Quindi, dal punto di vista politico, attenzione sì, ma non ce la sentiamo di predisporci una gabbia che non sappiamo ancora in modo responsabile se saremo poi in grado di rispettare, a scapito di chissà cosa.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 112, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerata l'imponente quantità di risorse che vengono destinate dalle politiche comunitarie (in particolare dal Regolamento n. 2081, Obiettivi 2 e 5b) ad alcune aree del Piemonte ritenuto che tale assegnazione provochi elementi di squilibrio verso altre aree del Piemonte, anch'esse necessitanti di interventi e che - a volte per poca differenza - non godono dei requisiti necessari ad usufruire delle risorse comunitarie impegna la Giunta ad assegnare le risorse stanziate dal disegno di legge n. 74 ed in via prioritaria ad iniziative che si svolgano in Comuni del Piemonte non beneficiari del Regolamento n. 2081, Obiettivi 2 e 5b, adattando, se necessario, i preesistenti meccanismi di riparto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 16 voti favorevoli, 5 contrari e 27 astensioni.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 113 dei Consiglieri Marengo Ferraris, Rubatto, Spagnuolo, Cavaliere e Chiezzi.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Non si può essere contrari a questo ordine del giorno, sempre nella speranza che poi queste risorse possano essere effettivamente erogate.
Si dovrebbe non accettare questo ordine del giorno, in quanto è in atto un piano di risoluzione, nell'ambito di tutto il territorio del Canavese concertato con i Sindaci del territorio e con i Presidenti delle Comunità montane.
Di conseguenza, nel caso in cui dovesse veramente poi occorrere che la Regione Piemonte abbia delle risorse disponibili per intervenire in quel piano, sempreché non intervengano altre strutture finanziarie a livello europeo (ecco perché sono stato contrario al precedente ordine del giorno) noi possiamo votare favorevolmente questo ordine del giorno; in seguito si vedrà come realizzare questa politica di investimenti diretti, dopo aver verificato da dove poter ricavare queste risorse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Sono d'accordo con l'Assessore quando dice che non si dovrebbe votare contro l'idea di svolgere un'azione forte rispetto alle difficoltà occupazionali che sta vivendo in questo momento il Canavese, per l'espressione di cifre significativamente inserite in capitoli di bilancio per un apposito scopo è un compito gestionale della Giunta. Queste parrebbero essere indicazioni alla Giunta per un'area che ne ha estremamente bisogno, ma ciò vuol dire ipotecare, magari in modo limitato delle cifre che potrebbero essere anche ben di più rispetto all'azione che si vuole svolgere.
Di conseguenza, sono dell'avviso che questo ordine del giorno si possa votare come intento politico, togliendo però le cifre che vengono indicate.
Sono disposto a votarlo come indicazione forte di intervento da dare alla Giunta su un'area che ne ha necessariamente bisogno purché i presentatori eludano il problema delle cifre; in tal modo non si andrebbero ad inficiare in meno o in più le cifre che dovranno essere stanziate come risorse nell'area stessa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

Dall'ottica del bilancio, sono d'accordo con quanto detto dal Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

A questo punto, presenterei un emendamento, ma non so se posso.



PRESIDENTE

Allora volete votarlo per parti separate?



MONTABONE Renato

Tanto per intenderci, se questo ordine del giorno nel primo e nel secondo capoverso...



MARENGO Luciano

Noi siamo disponibili a votare il documento per parti separate.



MONTABONE Renato

Sì, però la terza parte, quella che dice di "destinare nell'area Canavese, e con vincolo di priorità, le seguenti risorse del bilancio regionale" non dovrebbe più prevedere l'indicazione delle cifre.



PRESIDENTE

Non si può indicare una cifra globale, senza nessuna imputazione dei capitoli di spesa? O ancora, non si può dire: "...destinare nell'area Canavese 'adeguate risorse' del bilancio regionale"?



MONTABONE Renato

Sì, noi siamo per questa dicitura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Farassino; ne ha facoltà.



FARASSINO Giuseppe

Volevo associarmi ad una richiesta, perché ieri noi abbiamo ritirato tre emendamenti che sono praticamente decaduti a seguito della votazione sull'altra legge; ingenuamente abbiamo fatto un'azione di presentare degli emendamenti e di trasformarli in un ordine del giorno. Ora ci si mette in una situazione molto imbarazzante, perché noi, pur essendo sicuramente d'accordo sul discorso di destinare delle risorse al Canavese, come possiamo prima aver addirittura rinunciato ai nostri emendamenti e adesso votare e veder passare un ordine del giorno con delle cifre ben precise tratte da determinati capitoli di spesa? Ad un certo momento, anche politicamente si fa la figura dell'allocco e, d'altra parte, vorremmo votare, perché siamo d'accordo che delle risorse devono essere destinate al Canavese, tant'è vero che avevamo presentato tre emendamenti in questa direzione. Quindi invito anche gli estensori di questo ordine del giorno a modificarlo in modo che vada bene per tutti, in sostanza sopprimendo da "le seguenti risorse" a "L. 1 miliardo sul capitolo 20110" e sostituendo con "congrue risorse del bilancio regionale".



PRESIDENTE

Sentiamo i proponenti.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Per me "congrue risorse" va bene.



MARENGO Luciano

Anche per me.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno, come modificato in base all'emendamento presentato, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la grave crisi occupazionale dell'area Canavese in seguito alle difficoltà produttive della Olivetti considerato che esiste un potenziale tessuto produttivo ed imprenditoriale sia per la presenza di piccole aziende che per la disponibilità di risorse umane altamente specializzate impegna la Giunta a destinare nell'area canavese e con vincolo di priorità congrue risorse del bilancio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 114 presentato dai Consiglieri Ferraris, Moro, Cavaliere, Rubatto, Spagnuolo, Marengo e Foco.
Anche per questo documento si tratterebbe di modificare la parte finale sostituendo le parole "lo stanziamento di L. 3.000.000.000 sul cap. 20155" con le parole "congrue risorse del bilancio regionale".
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno, il cui testo, così modificato, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto che la grave crisi occupazionale dell'area Acquese ha toccato percentuali elevatissime, trascinata dalle difficoltà del settore termale e dal ridimensionamento di importanti aziende industriali considerato che su Acqui Terme pesa il condizionamento ambientale dell'ACNA di Cengio e l'inquinamento del fiume Bormida che ha avuto impatto negativo sia sull'agricoltura che sull'attività turistica del suo hinterland visto inoltre che nell'area Acquese è modesto il contributo delle politiche comunitarie considerato infine che è assolutamente prioritario sostenere politiche per la creazione di nuove imprese impegna la Giunta a destinare all'area Acquese e con vincolo di priorità congrue risorse del bilancio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 115 presentato dai Consiglieri Cavaliere Ferraris, Rubatto, Marengo e Angeli.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

Siamo d'accordo per quanto riguarda la rapida iscrizione, ma la destinazione totale non ci sentiamo di garantirla per il ragionamento che ho fatto questa mattina - ma più che un ragionamento è una constatazione.
Questa mattina ho detto che l'ecotassa sostanzialmente viene in sostituzione dell'ARIET (che non c'è più) e probabilmente sarà addirittura di minore importo. All'interno di quel minore importo ci saranno dei vincoli relativamente alle Amministrazioni provinciali e a politiche di settore, quindi c'è un grado di rigidità notevole che deve lasciarci liberi su altre questioni.
Pertanto, io suggerirei di cancellare l'aggettivo "totale" dopo la parola "destinazione" e di aggiungere al termine le parole "nel rispetto delle esigenze generali di bilancio".



PRESIDENTE

Assessore, possiamo trovare una mediazione con "destinazione prioritaria"?



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

No.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

E' una questione importante perché al di là del ragionamento fatto dall'Assessore relativamente all'ARIET, si tratta di finalizzare i proventi di alcune tasse, altrimenti anche noi nei confronti dei cittadini abbiamo un atteggiamento vessatorio, al di là ancora del nostro rapporto complessivo con le risorse governative. In questo caso abbiamo una tassa sul rifiuto e noi dobbiamo in qualche modo investire questa tassa per risolvere il problema del rifiuto: è molto semplice, anche perché tra l'altro queste risorse ci permetterebbero di risolvere adeguatamente il problema del rifiuto nella nostra Regione.
Ha detto molto bene questa mattina nella sua dichiarazione di voto il collega Marengo che noi abbiamo una posizione politica, ma anche tecnica sull'ACNA (questo problema emblematico) perché rifiutiamo l'inceneritore come modello di smaltimento dicendo che il problema del rifiuto industriale, in quel sito ed altrove, lo affronteremmo in modo diverso.
Se noi diciamo queste cose ci assumiamo anche la grande responsabilità di dare alcuni modelli di risoluzione del problema.
Per dare dei modelli di risoluzione del problema dobbiamo investire non buttare delle risorse! Le risorse investite sul rifiuto possono, tra l'altro, dare anche degli introiti futuri. Non si tratta cioè di avere quell'impegno di spesa per sempre: un adeguato finanziamento di un anno o due permetterebbe di far diminuire il costo sociale ed economico del rifiuto. Questo è il problema ed è per questo che noi chiediamo che l'introito dell'ecotassa nel 1996 sia finalizzato ad una grande politica per la riduzione e il riciclaggio del rifiuto.
Questo problema credo abbia delle ragioni obiettive e abbastanza sensate. Le politiche, così come ha detto l'Assessore Gallarini, normali di adeguamento al bilancio, non servono ad affrontare questo problema. Avremo un'emergenza maggiore il prossimo anno!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dichiaro la mia perplessità sul destinare in questo modo nuovi fondi derivanti da tassazioni senza avere un piano preciso di dove andarli a collocare.
Capisco il discorso generale del Consigliere Verde per quanto riguarda il problema dei rifiuti che ci trova estremamente sensibili in quanto noi abbiamo già proposto più volte la totale revisione della legge n. 59 che non riteniamo adeguata alle esigenze dei rifiuti della Regione Piemonte però potremmo essere solidali con questa richiesta se preventivamente venisse realizzato un piano che servisse realmente ad eliminare i rifiuti nel senso di creare davvero le condizioni per avere la minor percentuale possibile di rifiuti prodotti.
In questi termini noi saremmo disposti verso un futuro ordine del giorno a dare la nostra approvazione, altrimenti lo reputiamo inutile perché andrebbe a collocarsi nell'ambito di una legge n. 59 che non vedo oltre a quello che sta producendo adesso, come potrebbe ulteriormente impegnare questi fondi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Solo per chiedere la cortesia dei colleghi di mettere in votazione per parti separate tale ordine del giorno, staccando l'ultima frase, sulla quale noi saremmo d'accordo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Non intervengo tanto per sostenere l'ordine del giorno, perch evidentemente noi lo sosteniamo, quanto per rispondere al collega Galli. Il fatto che non ci sia ancora il Piano dei rifiuti non mi sembra un problema perché quello che noi chiediamo è che l'insieme della destinazione vada in quella direzione. Vorrei però sentire su questa questione che è molto rilevante qual è la posizione dell'Assessore all'ambiente, se è disponibile ad esprimerla.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La mia posizione è quella di cercare di destinare più risorse possibili ad interventi nel campo ambientale, secondo l'ottica che prospettava prima il collega, in un quadro di pianificazione e di programmazione. E' inutile girare intorno all'argomento: stiamo ragionando di questioni condizionate dalla legislazione nazionale, che ha consentito che una serie di balzelli ed ammennicoli vari siano utilizzati con una impostazione di tipo marcatamente centralistico per tamponare esigenze della finanza pubblica in generale.
La mia presenza in Giunta sarà rispettosa della dialettica presente all'interno di tutte le compagini amministrative, ma rigorosa. Soddisfatti i vincoli di tipo finanziario, che non abbiamo inventato noi, ma sono contenuti nelle leggi ed emergono anche nei chiarimenti dei decreti ministeriali che devono dare il via alla riscossione di questa imposta cercheremo di dare una risposta di maggior efficacia dell'investimento rispetto all'esiguità o alla disponibilità effettiva della cifra, per realizzare quegli interventi che, nel confronto sul piano di smaltimento definiremo prioritari. Quindi figuriamoci se l'Assessore all'ambiente è contrario, tuttavia il problema è stato posto correttamente dal collega Gallarini. Qui siamo in sede di bilancio e il bilancio è stato redatto con determinati criteri; dovrà essere adeguato per scelta dell'amministrazione ma anche per necessità di livello nazionale. Pensate che a livello nazionale hanno fatto la manovra, poi subito dopo si parla della manovrina.
Si vive in un'epoca in cui i conti in corso d'anno devono essere adeguati progressivamente, quindi la risposta alla collega Spagnuolo è "massimo impegno da parte dell'Assessore all'ambiente per avere, in un quadro di compatibilità di bilancio, più risorse possibili". La dizione cautelativa proposta dall'Assessore Gallarini mi sembra debba essere accolta, perché tiene conto della problematica complessiva del bilancio.



PRESIDENTE

C'è stata una richiesta di votazione per parti separate. I proponenti l'ordine del giorno sono d'accordo.
La prima parte va dalle parole "considerato che" fino alla parola "ecotassa".
Chiede la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Affermare che sarà iscritto a bilancio credo che sia un obbligo di legge.



PRESIDENTE

I proponenti si sono dimostrati d'accordo.
Pongo pertanto in votazione per parti separate tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la legge n. 549/95 prevede un 'tributo speciale sui rifiuti conferiti in discarica' e che il Consiglio regionale non ha ritenuto, in sede di approvazione del disegno di legge n. 74, di prevedere per ora l'iscrizione in bilancio atteso che tale norma prevede chiaramente un'imposta di scopo i cui proventi non possono non essere totalmente destinati ad interventi ambientali e che quindi, non si può chiedere alle famiglie piemontesi di versare nuove tasse per affrontare emergenze ambientali e poi non destinarle a tale scopo considerato infine che la situazione, che si sta verificando nel settore dello smaltimento dei rifiuti, è ormai prossima al collasso e che non si può più frapporre ostacoli ad una rapida approvazione di interventi che riducano la quantità dei rifiuti impegna la Giunta ad una rapida iscrizione nel bilancio delle entrate relative all'ecotassa alla destinazione totale dei proventi ad interventi nel settore ambientale".
Pongo in votazione la prima parte dell'ordine del giorno che va dalle parole "considerato che" alle parole "relative all'ecotassa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La prima parte è approvata con 46 voti favorevoli e 4 astensioni.
Pongo in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno che va dalle parole "alla destinazione totale" alle parole "nel settore ambientale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La seconda parte è respinta con 21 voti favorevoli e 32 astensioni.
Passiamo all'ordine del giorno n. 117 presentato dai Consiglieri Bortolin Saitta, Spagnuolo e Rubatto.
La parola alla Consigliera Bortolin per l'illustrazione.



BORTOLIN Silvana

Presidente, non illustro nel merito l'ordine del giorno perché è già stato fatto ieri e l'argomento è stato ripreso dal Presidente del mio Gruppo, Marengo.
Abbiamo ascoltato la sollecitazione della Giunta, espressa dall'Assessore al bilancio, di non indicare somme. Su questo ordine del giorno non indicare somme diventa abbastanza difficile in quanto già ieri l'Assessore ha chiesto di non indicare somme nemmeno per il futuro, quindi nemmeno per l'assestamento, se ho capito bene.
Il problema che vogliamo sollevare è di ordine politico, al di là della somma qui indicata.
Assessore e Giunta - mi riferisco anche all'Assessore Goglio - ieri si è accennata l'eventualità di prelevare gli importi, necessari ad affrontare questo problema, dal bilancio complessivo dell'assistenza. Ciò, a nostro parere, non può essere consentito e vorremmo sentire anche il parere dell'Assessore, perché le somme assegnate all'assistenza sono le minime necessarie indispensabili per fare fronte alle leggi già approvate, quindi si tratta di soldi già destinati, se non spesi. Pertanto l'indicazione dei 5 miliardi potrebbe anche essere tramutata in somma adeguata, ma a condizione che ci sia la garanzia di somma adeguata e reperibile da altri capitoli, non quelli riferiti all'assistenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

La risposta è in coerenza con quanto abbiamo sostenuto finora a proposito di altri argomenti. Mi diceva il collega Goglio che è in gestazione la nuova legge per quanto riguarda il settore. Nel momento dell'entrata in vigore della legge saranno rese disponibili risorse adeguate, compatibilmente con il quadro generale. Questo è quanto il collega mi ha riferito; più in là di così non ce la sentiamo di andare.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin per dichiarazione di voto.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, una dichiarazione di voto brevissima per dire che manteniamo questo ordine del giorno, così come formulato.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte sottolineata la necessità di intervenire in modo adeguato nei confronti di cittadini provenienti da Paesi non appartenenti all'Unione Europea che per lavoro soggiornano nel territorio della regione Piemonte o che intendano dar corso al ricongiungimento familiare con il coniuge o con figli considerati minori per la legge italiana, come prevede il DL n. 22 del gennaio 1996 che il Parlamento deve tramutare in legge impegna la Giunta a stanziare, nell'ambito dell'assestamento di bilancio, la somma di L. 5 miliardi da gestire in accordo con i Comuni dove è particolarmente significativa la presenza di cittadini extracomunitari".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 20 voti favorevoli e 35 contrari.
Passiamo all'ordine del giorno n. 118 presentato dai Consiglieri Bortolin Cavaliere, Simonetti, Saitta, Rubatto e Spagnuolo.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo ancora non per illustrare questo ordine del giorno, perché è già stato illustrato ieri dalla collega Spagnuolo e dalla sottoscritta, ma solo per puntualizzare che accoglieremmo una formulazione sostitutiva della somma 5 miliardi. In questo caso potremmo anche definire: "impegna la Giunta, nell'ambito dell'assestamento di bilancio, a reperire i fondi necessari per il potenziamento delle strutture, ecc.".
Su questo ordine del giorno, con questa modifica, noi siamo d'accordo.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

Sareste d'accordo se scrivessimo: "somme adeguate finalizzate al potenziamento"?



PRESIDENTE

Mi pare che tale proposta sia accettata.
Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 118, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevata la necessità di intervenire adeguatamente nel settore della prevenzione e della cura delle malattie psichiche, con particolare riguardo nei confronti delle persone anziane e delle famiglie che se ne assumono l'onere della cura preso atto che la L.R. n. 61/89, la L.R. n. 39/94 e la L.R. n. 10/95 prevedono, nell'ambito dell'organizzazione dei servizi territoriali adeguate risposte di prevenzione e di cura delle malattie psichiche evidenziato che sono attualmente 1.396 i cittadini ricoverati in ex ospedali psichiatrici, con un costo annuo di circa 23,5 miliardi e che entro il 31/12/1996, tali ospedali devono essere chiusi ed assistiti in altri luoghi i malati ancora presenti in tali strutture sottolineato inoltre il ritardo con il quale si attivano sul territorio i servizi di supporto ed alternativi al ricovero ospedaliero impegna la Giunta a reperire, nell'ambito dell'assestamento di bilancio, somme adeguate finalizzate al potenziamento delle strutture territoriali: centri di igiene mentale, comunità alloggio, centri di accoglienza, assistenza domiciliare integrata e aiuto alle famiglie".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 119 presentato dalle Consigliere Spagnuolo, Manica, Ferrero, Minervini, Suino, Bortolin, Simonetti, Cotto Casari, Benso ed altre, già esaurientemente illustrato ieri.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, un breve intervento. Abbiamo trasformato l'emendamento, così come l'Assessore Gallarini aveva suggerito in ordine del giorno.
Abbiamo già anche anticipato la raccomandazione che l'Assessore sta facendo a non indicare cifre precise. Ci siamo semplicemente permessi di dire: "non inferiore ad un miliardo", perché un miliardo è una linea di partenza.
Quindi, speriamo che questa proposta venga accolta.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

La accettiamo con quell'aggiunta di cui parlavo prima: "compatibilmente con le esigenze generali di bilancio".



SPAGNUOLO Carla

Questo è implicito. E' evidente che lei non può stanziare un miliardo senza compatibilità.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

Se è scritto, è più leggibile.



PRESIDENTE

Assessore, siamo arrivati alla fine della nostra fatica. Accettiamolo.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

D'accordo, ma con questa aggiunta: "compatibilmente con le esigenze generali di bilancio".



SPAGNUOLO Carla

Lasciamo almeno che si parta da un miliardo, perché ieri c'era una proposta di stanziare 100 milioni.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

La dicitura, così com'è, la lasciamo; quindi resta il miliardo minimo.
Aggiungiamo solo: "compatibilmente con le esigenze generali di bilancio".



SPAGNUOLO Carla

E' assolutamente pleonastico dire "compatibilmente con".



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

Lo so, però mi sembra responsabile aggiungere questa dicitura.



PRESIDENTE

E' un pleonasmo responsabile. Va bene.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, voterò a favore di questo ordine del giorno. Potrei, però, per dichiarazione di voto, fare lo stesso intervento che feci nel momento in cui alcuni colleghi del Cuneese raccolsero delle firme su un ordine del giorno, dicendo che i problemi del Cuneese non sono problemi soltanto dei Consiglieri dell'area cuneese, ma sono problemi del Consiglio regionale intero.
Faccio questo perché su questo tema, come su quello della famiglia, ritengo che i Consiglieri comunali tutti - siano gli uni di un sesso e le altre di un altro sesso - si debbano trovare impegnati.
Credo che l'imprenditorialità femminile non sia cosa soltanto delle donne, ma di tutto il Consiglio regionale, senza fare differenze di sesso.
Di conseguenza, chiedo alle Consigliere che hanno sottoscritto questo ordine del giorno, in una prossima occasione, quando si parla di un problema, che è sì inerente al sesso femminile, ma solo relativamente perché non credo che questa debba essere una distinzione per argomentare l'esigenza che l'imprenditoria femminile, come tutta l'imprenditoria, sia in qualche modo agevolata, chiedo veramente alle sottoscrittrici su questo tema, come su altri, come chiedo ai Consiglieri di alcune aree territoriali del Piemonte, di fare partecipi tutti i Consiglieri affinché possano sottoscrivere ordini del giorno di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, intervengo semplicemente per dichiarazione di voto. Noi voteremo contro questo ordine del giorno perch lo riteniamo discriminante. Da sempre ci siamo battuti per la parità di diritti e per la non distinzione tra uomo e donna. Se la qualifica di imprenditore è tale, imprenditori sono le signore, come lo sono i signori quindi, non vedo le ragioni di uno stanziamento a favore dell'imprenditoria femminile, che riteniamo discriminante. Il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Le stimolanti osservazioni del Consigliere Montabone prima e del Consigliere Farassino dopo ci inducono, forse, a fare una riflessione su questo ordine del giorno che ritengo l'insieme dei Gruppi consiliari abbia fatto proprio e ritengo - lo sapremo presto dall'esito della votazione possa essere fatto proprio dall'intero Consiglio.
La prima questione. Giustamente, Consigliere Montabone: le donne non sono una lobby o un pezzo della società. Essendo l'umanità costituita da due sessi, sono il 50% dell'umanità, quindi le questioni degli uomini, come quelle delle donne, sono per un verso entrambe parziali, certo, e con una loro specificità, ma per l'altro questioni generali. E noi rivendichiamo che queste siano questioni generali, pertanto ben venga l'accoglienza dell'altra parte del Consiglio e dell'intero Consiglio rispetto a questioni da noi sollecitate che vengono assunte come questioni di politica generale che hanno la stessa importanza delle altre questioni che sono messe all'o.d.g.
La seconda questione. Certo: le poniamo come questioni di ordine generale ritenendo che le reciproche differenze siano un valore costitutivo di una concezione ricca dell'umanità, ma sappiamo anche che storicamente esistono differenti condizioni sociali e materiali. Ad esempio, per quanto riguarda il discorso dell'occupazione, molte donne oggi vogliono lavorare, ma ancora troppo poche riescono a farlo rispetto alle loro richieste e ai loro livelli di scolarizzazione. Ad esempio, rispetto all'imprenditoria femminile, le risposte concrete, che poi il mercato e la società riescono a dare, sono limitate e scarse.
Pertanto, un'azione come questa si chiamerebbe - la definiscono così gli anglosassoni che hanno inventato questa politica, anche con una certa dose di pragmatismo - una politica di pari opportunità, diremmo un'azione positiva da parte del Consiglio per promuovere un'importante forma di imprenditoria che nelle aspettative è grande, ma nella realtà ancora non lo è.
Per questa ragione una politica di pari opportunità e di azioni positive ha, in questo senso, una valenza generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Con il Consigliere Montabone decideremo di costituire un comitato per la difesa del maschio, visto che c'è il comitato per la difesa del lupo.
Ormai questa aggressione, da parte delle donne, è tale che non ci permette neppure più di firmare degli ordini del giorno.
Al di là di questo, io non condivido l'intervento del Consigliere Farassino, anche se in linea teorica e generale vi sono le motivazioni per cui si possa sostenere tale tesi. Ma è molto difficile sostenerla in un Paese come il nostro dove l'aggressione al genere femminile è costante sotto tutti gli aspetti, e in termini assolutamente negativi; ne parlo per esperienza perché nel mio harem ci sono sette donne. Non c'è sufficiente attenzione al problema, ci devono essere convergenze da parte del sesso maschile, una profonda autocritica da parte dello stesso; non parlo poi di alcune mentalità che vanno da quella piemontese a quella meridionale.
Mentalità piemontesi basate - io sono un piemontese - su un patriarcato di un certo tipo; di questo tutti ne siamo consapevoli.



(Voci in aula)



MIGLIETTI Franco

Badate che il Piemonte non è soltanto costituito dall'area metropolitana torinese: mia madre è di origine cuneese, mio padre è di origine biellese.
Credo che da parte nostra ci debba essere una maggiore attenzione, per esempio ad una politica degli orari, perché la politica degli orari riguarda principalmente proprio quella che è la funzione femminile all'interno della nostra società che è una delle più penalizzate. Basta pensare a che cosa succede in una famiglia dove la donna lavora e il marito lavora: il carico di lavoro che ricade sulle spalle del genere femminile è grandissimo.
Quindi, Consigliere Farassino, le donne nell'imprenditoria avrebbero della grande intelligenza e della grande capacità se noi fossimo in grado di mettere in moto dei sistemi che permettano loro di esplicare questa loro potenzialità. Lo abbiamo visto dove vi sono state alcune opportunità che sono anche opportunità verso la famiglia in cui si vive per quantità economica e per qualità intellettuale. Noi dobbiamo mettere in moto tutti gli accorgimenti per dare un grande supporto allo svilupparsi, anche in termini imprenditoriali, delle capacità femminili.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Consigliere Montabone, io, che sono stata la sua Presidente del Consiglio, quando lei era Vicepresidente, rivendico il diritto in quest'aula di non lasciarmi intenerire dalle sue osservazioni che io mi aspettavo, conoscendola.
Quindi a questa occasione una risposta seria e una risposta scherzosa.
La risposta scherzosa è che in quest'età, che io ritengo per me ancora abbastanza giovane, perché per la verità le donne rimangono sempre giovanissime soprattutto in questo nostro tempo, mi accorgo di essere un po' memoria storica di questo Consiglio regionale, e voglio ricordare ai nuovi Consiglieri e a tutti noi che ci fu addirittura un Consigliere "pi avanti ancora del Consigliere Montabone", il che è tutto dire, che si candidò per la Commissione per le Pari Opportunità dicendo: "Nessuno meglio di me, che ama così tanto le donne, e soprattutto che non vuole perdere i voti dell'elettorato femminile, può capire questa cosa". Quindi le premesse sono tante, si trattava del simpaticissimo collega Marchini.
L'altra questione invece più seria è la seguente. Se nella storia di questi cinquant'anni, ma non solo di questi cinquant'anni di vita politica italiana, ma internazionale, le donne non avessero trovato il livello di intesa, e voluto dimostrare il livello di intesa, quanto meno propositiva che anche questo ordine del giorno testimonia, le grandi conquiste che noi abbiamo fatto in questo Paese non avrebbero trovato realizzazione.
Quindi noi continueremo con questo modo di lavorare, prima di tutto dell'unità della proposta femminile; se poi questa unità della proposta femminile riesce a crescere ulteriormente con gli indispensabili consensi dell'altra metà del cielo, noi siamo d'accordo.
L'arrivare alla prima parte e cioè all'unità femminile in questo Paese è stato qualcosa di straordinariamente importante che ha fatto fare un passo di civiltà nel suo insieme a tutti, uomini e donne, ma questa unità delle donne è stata comunque un grande valore, la condizione di partenza e qui la vogliamo richiamare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Giustamente quando si affrontano dei temi di questo genere si allarga sempre molto il discorso. Io mi limiterò ad intervenire sul provvedimento.
Il provvedimento è atto ad incentivare l'imprenditoria femminile. Ho ascoltato gli interventi che mi hanno preceduto, parlavano di orari di lavoro, di nomine in Commissione, che non c'entrano con il provvedimento sull'imprenditoria femminile. Inoltre se c'è un campo dove le donne corrono esattamente alla pari con gli uomini è il campo della libera imprenditoria: è l'unico campo dove corrono alla pari. Quando si parte per un'impresa si possono avere le idee migliori e vincono quelle. Dichiaro pertanto il voto favorevole al provvedimento.



PRESIDENTE

L'Assessore Gallarini ha proposto il seguente emendamento: dopo le parole "L. 1.000.000.000" aggiungere le parole "compatibilmente con le esigenze generali di bilancio".
Le proponenti accettano? La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Non l'accettiamo, la subiamo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale a che nell'elenco n. 6 sia inserito un intervento per 'Tutoraggio dell'imprenditoria femminile' per importo non inferiore a L.
1.000.000.000, compatibilmente con le esigenze generali di bilancio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 44 voti favorevoli e 5 contrari.
Passiamo infine all'esame dell'ordine del giorno n. 121 presentato dai Consiglieri Montabone, Cotto, Benso, Suino, Ferrero, Rosso, Casari Spagnuolo, Manica, Bortolin, Saitta e Minervini.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte alla luce dei numerosi progetti di legge in discussione presso la IV Commissione inerenti alla politica regionale di sostegno alla famiglia e all'esigenza emersa in Consiglio regionale di interventi a favore di situazioni di disagio psichico-fisico, con urgenza di approfondimento della L.R. n. 61 impegna la Giunta regionale a tenere conto dell'impegno di spesa congruo alla copertura degli interventi che saranno previsti nelle norme ri-chiamate".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 45 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale in merito all'irricevibilità di un ordine del giorno


PRESIDENTE

E' stato presentato, da parte dei Consiglieri Ferraris, Cavaliere Saitta e Scanderebech, un ordine del giorno che io, ai sensi dell'art. 5 comma quinto, del Regolamento interno, non ritengo ricevibile. L'articolo dice che il Presidente giudica della ricevibilità formale dei testi, delle mozioni, di altre proposte fatte dal Consiglio ai fini dell'applicazione del Regolamento. E' il Presidente che decide; potrete, eventualmente iscriverlo nella Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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