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Dettaglio seduta n.367 del 01/06/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito alle "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Casoni e Viglietta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consiglio regionale è stato convocato oggi per discutere, in seduta straordinaria, il disegno di legge n. 210: "Testo unico delle leggi sulla montagna", collegato con l'ordine del giorno n. 978, e per concludere l'esame del disegno di legge n. 460: "Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica". Tale convocazione, ai sensi dell'art. 43, comma primo, lettera b), del Regolamento interno, segue alla richiesta di quindici Consiglieri.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
32 Consiglieri.


Argomento:

Richiesta inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Desidero informare che sul disegno di legge n. 210 sono stati presentati 83 emendamenti e sul disegno di legge n. 460 sono stati presentati 11 emendamenti di merito e 50 emendamenti di ordine finanziario che chiedono di variare la somma a disposizione di questo provvedimento.
Ho già avuto modo di chiedere, anche in via informale, ai Capigruppo di trovare un'ipotesi di lavoro che ci consenta, nella giornata odierna, di approvare i due provvedimenti, al di là di quelle che sono le questioni più formali.
C'è l'esigenza che l'aula sappia dare una risposta utile alle emergenze della nostra Regione. Invito che rivolgo all'intera assemblea.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come abbiamo già annunciato e illustrato ieri, durante la Conferenza dei Capigruppo, chiediamo, come Gruppo di Forza Italia, ma a nome di tutta la maggioranza, l'inversione dei punti all'o.d.g. Ovvero, di discutere inizialmente il disegno di legge n.
460 - del quale abbiamo già discusso e votato otto articoli su quattordici e successivamente il disegno di legge n. 210 sulle Comunità montane.
Sottolineo, affinché la nostra richiesta di inversione dei punti all'o.d.g. non venga strumentalizzata, che ci sembra questa una buona soluzione, visto che la maggioranza in questi ultimi due mesi ha sostenuto sempre, con la Giunta, la priorità del disegno di legge n. 460 per i notevoli stanziamenti - 100 miliardi nel triennio da destinare all'attività turistico-ricettiva.
Quindi, non è una questione di arroccamento su posizioni di principio.
Immaginiamo che le stesse Comunità montane necessitino di investimenti di questo genere per "catturare" flussi finanziari ed economia, quanto mai necessari alla nostra Regione in questo periodo storico.
Pertanto, la richiesta non è assolutamente strumentale e non accettiamo che venga interpretata in tal senso.
Noi chiediamo all'assemblea di discutere il provvedimento affinché la Giunta possa erogare i contributi e mettere in moto tutto il volano economico. Ci auguriamo, non solo che questo provvedimento possa essere ultimato e votato nella giornata odierna, ma siamo disponibili - così come abbiamo fatto nelle ultime sedute di Consiglio - affinché subito dopo l'approvazione di questo provvedimento si discuta il disegno di legge n.
210 relativo alle Comunità montane. Disegno di legge per il quale vediamo la presenza in aula di Sindaci e amministratori mai così numerosa. Quindi ci auguriamo che nella seduta straordinaria di oggi, richiesta da alcuni Consiglieri di opposizione - nonostante inizialmente si fosse concordato di sospendere le attività del Consiglio in queste settimane prima delle elezioni europee del 13 giugno - si giunga all'approvazione di questi due provvedimenti dei quali la nostra Regione, le Comunità montane la popolazione hanno estremamente bisogno.


Argomento:

Saluto ai Sindaci presenti in aula


PRESIDENTE

Prima di dare la parola agli altri colleghi, desidero salutare i numerosi Sindaci oggi in aula, la cui presenza ci sarà di stimolo per il nostro lavoro; mi riservo di salutarli personalmente durante un intervallo della seduta, non avendo potuto farlo prima.


Argomento:

Richiesta inversione punti all'o.d.g. (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Presidente, di fronte alla richiesta del Consigliere Gallarini, lei dovrebbe dare una risposta che risolva subito il caso, perché ci troviamo di fronte ad un precedente che potrebbe essere gravissimo per la legittimità e la funzionalità del Consiglio.
Non voglio entrare assolutamente nel merito, ma se una tesi quale quella esposta (con tutte le ragioni che può avere il Consigliere Gallarini) potesse mai avere un'accettabilità da parte sua, lei capisce che i diritti della minoranza sarebbero assolutamente conculcati, non ci sarebbe alcuna possibilità di fare convocazioni straordinarie perché subito dopo si potrebbero accampare motivazioni altrettanto valide, anche se, dal punto di vista della legittimità, certamente discutibili.
Ritengo, quindi, che lei dovrebbe pronunciarsi in maniera assolutamente inequivoca.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere.



RIBA Lido

Scusi Presidente, ma...



PRESIDENTE

Ho detto prima di aver convocato il Consiglio in una sola giornata perché c'è stata una precisa presa di posizione dei Capigruppo che avevano chiesto, in seguito ad una mia proposta di 15-20 giorni fa, nella programmazione dei lavori, di non far svolgere riunioni negli ultimi 15 giorni prima delle consultazioni elettorali. Per questo motivo, avevamo anticipato i lavori della settimana precedente.
Al termine della giornata di venerdì 27 scorso, però, è pervenuta una richiesta che io ho visto solo il giorno 28, insieme ad un'altra richiesta che è stata presentata il giorno 28 stesso. Per rendere compatibili i lavori...



RIBA Lido

Una richiesta di chi, Presidente?



PRESIDENTE

Consigliere Riba, l'ho comunicato anche ieri ai Capigruppo: il giorno 27 è pervenuta la seguente richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale: "I sottoscritti Consiglieri regionali, a norma dell'art. 43 dello Statuto della Regione Piemonte, chiedono la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio regionale per discutere il disegno di legge n.
210: 'Testo Unico delle leggi sulla montagna'. F.to: Riba, Foco, Bellion Bertoli, Suino, Riggio, Manica, Rosso, Dutto, Papandrea, Moro, Miglietti Peano, Bortolin, Vindigni, Montabone, Angeli e Chiezzi".
Inoltre, è stata protocollata il 28 maggio la seguente richiesta: "I sottoscritti Consiglieri regionali, con la presente chiedono, a termini di Regolamento, art. 43, la convocazione straordinaria del Consiglio regionale per la conclusione della discussione sul disegno di legge 460.
F.to: Grasso, Toselli, Mancuso, Casoni, Galli, Viglietta, Rossi, Ferrero Angeleri, Gallarini, Salerno, Ghiglia, Minervini, Casoni, Griffini e Scanderebech".
Queste sono le richieste alle quali ho fatto riferimento prima ricordando l'impegno che i Capigruppo avevano assunto, cioè di non effettuare riunioni nei 15 giorni precedenti le elezioni; andando peraltro, a cadere i 15 giorni entro i quali il Presidente del Consiglio ha l'obbligo di convocare, su richiesta di almeno 15 Consiglieri (che normalmente sono di minoranza, ma possono anche essere un numero di Consiglieri trasversale, non è detto che debbano essere Consiglieri di minoranza), la seduta straordinaria, ho ritenuto opportuno convocare il Consiglio in una sola giornata, per tenere conto di entrambe le esigenze: da una parte, la dichiarazione che non si sarebbe fatto Consiglio nei 15 giorni e, dall'altra, la richiesta di convocazione straordinaria.
Se avessi dovuto rispettare i 15 giorni - ripeto - il Consiglio sarebbe stato convocato per il giorno 11 giugno, quindi prima della consultazione elettorale e periodo che ritengo non produttivo per i nostri lavori; di conseguenza, ho ritenuto opportuno convocarlo appena possibile, cioè oggi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

Adesso voglio sentire i colleghi e poi le darò una risposta più articolata. Siamo abituati a far parlare i colleghi.
Prego, Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, non credo che questa questione possa essere oggetto di dibattito. Vi sono un Regolamento ed uno Statuto; se fosse come lei dice verrebbe a mancare un diritto delle minoranze sancito dallo Statuto, cioè quello di poter richiedere di discutere una tale questione. Posta, invece come l'ha posta lei, e cioè mettere un punto richiesto dalle minoranze ed un punto richiesto dalla maggioranza nello stesso giorno, lede la facoltà del Consiglio e delle minoranze del Consiglio di poter richiedere la discussione di un determinato punto.
Questo è il problema: non può essere oggetto nemmeno - collega Gallarini - di inversione dell'o.d.g. Non può essere un'inversione perch sono due Consigli, due sessioni distinte che sono state richieste a norma di Statuto e, come tali, debbono essere fatte. Sono entrambe legittime secondo il Presidente, ma il Presidente ha sbagliato nell'accorparle e nel farle diventare due punti dello stesso Consiglio regionale. C'è una richiesta su un punto ed un'altra richiesta su un altro punto; si deve procedere a discutere il punto per cui è stato richiesto il Consiglio e poi esaminare l'altro punto in una seduta diversa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Intendo associarmi alle ripetute insistenze affinché lei, nella sua qualità di Presidente sia anche garante del rispetto dello Statuto del Consiglio e del Regolamento, che recita - in maniera inequivoca - che un quarto dei Consiglieri, avendo richiesto una convocazione per un argomento specifico da porre all'o.d.g., hanno diritto, ai sensi dell'art. 43, a che si indica una seduta.
Lei ha indetto una seduta sovrapponendo inopportunamente due argomenti.
E' stata una scelta che certamente ha qualcosa di inopportuno e - dal punto di vista giuridico - di inammissibile, perché entrambi gli argomenti avevano diritto, ai sensi del Regolamento, ad una specifica seduta.
In ogni caso, le ho chiesto di leggere la convocazione che le è pervenuta il giorno 27 perché la convocazione successiva le è pervenuta il giorno 28. La convocazione del giorno successivo era chiaramente preordinata a riproporre un qualche argomento con la finalità di discutere eventualmente un'inversione dell'o.d.g., qualora lei accedesse a rendere labile, insicura e non garantista l'interpretazione dello Statuto. Non credo, quindi, che siamo nell'ambito di una discussione ammissibile.
Successivamente è stata presentata un'istanza di convocazione, alla quale lei avrebbe potuto dare corso convocando una seduta, anzi, l'avrebbe dovuta convocare ai sensi dello Statuto, ma successivamente perch successivamente è stata presentata la richiesta; quella richiesta di inversione non è né legittima né ammissibile né politicamente perseguibile.
Quindi, io insisto perché lei si pronunci immediatamente sull'inammissibilità, come hanno già richiesto i Consiglieri che mi hanno preceduto.
Non entro nel merito della discussione perché siamo di fronte al ragionamento su un atto che è di sua inequivocabile competenza, sulla base di un'indicazione dello Statuto che non è oggetto di interpretazione eventuale, e non è stato mai interpretato in modo diverso. Veda lei di pronunciarsi prima, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Le chiedo, a nome del mio Gruppo, insieme agli altri Gruppi, di considerare non ammissibile questa richiesta di inversione dell'o.d.g.
Lei deve essere il garante di tutti i diritti che ci sono in quest'aula, non solo dei diritti della maggioranza, ma anche di quelli delle minoranze.
L'art. 43 dello Statuto è chiaro e netto, perché assegna il potere a una minoranza consiliare di poter vedere, discutere propri argomenti in una precisa seduta di Consiglio.
Lei rispetti questo diritto. Se poi la maggioranza ha chiesto anch'essa un Consiglio per discutere di un argomento, anche la maggioranza avrà il diritto di vedere convocato un Consiglio specifico su quell'argomento, per rispetti i diritti delle minoranze, perché se così non è, allora le minoranze cosa possono fare in quest'aula, se non hanno più diritti? Quindi, respinga questa richiesta del collega Gallarini.



PRESIDENTE

Sa che è sempre stato un mio obiettivo primario quello di difendere i diritti di tutti i Consiglieri, della minoranza e della maggioranza.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Per noi la sua decisione è assolutamente legittima come è assolutamente legittima e statutariamente ineccepibile la nostra richiesta di convocazione di un Consiglio straordinario sulla 460.
Il Regolamento non è una "maglia bernarda" che ognuno tira a suo piacimento, anche se questo Regolamento, che noi vogliamo modificare da anni, è ormai assolutamente insufficiente e inadatto per la gestione dei nostri lavori.
Qualche collega, forse in un eccesso di impeto pseudodemocratico, crede che la convocazione dei Consigli straordinari serva soltanto per tutelare le minoranze.
La convocazione dei Consigli straordinari serve, semmai, per porre l'attenzione dell'aula, dell'assemblea verso i problemi che si ritengono importanti e/o prioritari per l'interesse comune.
Nel sostenere assolutamente la richiesta del collega Gallarini dovremmo anche dirci in un minuto i motivi che hanno spinto a due richieste di Consiglio straordinario contrapposto.
C'erano tutte le possibilità - questo lo dico per tranquillità di tutti, anche dei Sindaci che sono intervenuti - di votare due provvedimenti importanti, il 460 per gli incentivi al turismo e la legge sulle Comunità montane, ma questo accordo, che era di gran parte dell'aula, è stato impossibile perché qualche Gruppo, ovviamente, tentava di fare ostruzionismo solo su un provvedimento, mentre era disponibile a far passare l'altro.
Allora, visto che in democrazia vanno tutelati i diritti di tutti, noi abbiamo creduto di continuare a porre all'attenzione dell'aula il 460. Non si può sfruttare strumentalmente, da parte di qualche partito, il tentativo di emergenza, che poi emergenza non è.
Quindi noi ribadiamo la nostra richiesta di inversione dell'o.d.g., che è - lo ripeto - assolutamente legittima e statutariamente ineccepibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Intanto, Presidente, anch'io mi appello a lei perché garantisca innanzitutto il rispetto delle regole e, in questo contesto, anche il rispetto dei diritti e delle richieste delle opposizioni e delle minoranze.
A proposito della convocazione del Consiglio straordinario, ricordo che oltre un mese e mezzo fa, forse più, c'è stata una richiesta da parte di diversi Consiglieri di convocazione di un Consiglio straordinario sulla rete oncologica regionale, in relazione al centro di Candiolo, su cui - il Consiglio lo sa - premono interessi e anche, come dire, il futuro stesso della rete oncologica a livello regionale. Quindi, Presidente, forse una sensibilità del Consiglio rispetto a dei pazienti e a delle famiglie centinaia e centinaia, che hanno un problema come quello del cancro dovrebbe sensibilizzare un pochino di più il Consiglio regionale nel suo complesso.
La richiesta di Consiglio straordinario è stata posta da diversi colleghi dell'opposizione per il motivo che - credo - tra poche settimane verrà stipulata una convenzione tra la Regione e l'Ordine del Mauriziano rispetto alla gestione - forse - del centro di Candiolo. Questo implicherebbe delle evidenti conseguenze anche sul futuro della rete oncologica regionale.
Io mi appello a lei, Presidente, perché venga rispettato l'ordine di presentazione, e anche alla sensibilità rispetto ad argomenti di una certa importanza; comunque mi appello alla Giunta affinché le decisioni rispetto alla convenzione con l'Ordine del Mauriziano e la gestione del centro di Candiolo vengano assolutamente sospese, in attesa di un dibattito che coinvolga il Consiglio regionale.
Perché presentare richieste straordinarie...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Simonetti, si sta discostando dall'argomento di oggi.



SIMONETTI Laura

No, Presidente del Consiglio; visto che questa cosa è stata posta ai Capigruppo e non ha trovato sensibilità e interesse, evidentemente, perch non è un tema particolarmente propagandistico...



PRESIDENTE

Torniamo al tema; se lei vuole fare dei riferimenti con quell'altra richiesta, è stata inserita all'o.d.g.



SIMONETTI Laura

Se innanzitutto il Presidente del Consiglio, prima di ogni altro lascia concludere l'intervento ai Consiglieri...



PRESIDENTE

Richiamavo solo la trattazione di cosa stiamo parlando oggi. Prego, la lascio concludere.



SIMONETTI Laura

Posso concludere? Grazie, Presidente.
Volevo solo appellarmi all'Assessore, alla Giunta, ma innanzitutto al Presidente del Consiglio perché questa questione venga sospesa, in attesa di un dibattito, prima in Commissione consiliare e poi in Consiglio regionale, sulla rete oncologica. Venga sospesa qualsiasi decisione sulla quale poi la Regione non può più tornare indietro; una decisione che sarebbe a lungo termine e sulla quale il futuro della stesse rete oncologica sul territorio regionale piemontese sarebbe inevitabilmente anche compromesso.



PRESIDENTE

Voglio solo ricordare che il punto richiamato è all'o.d.g., è stato inserito immediatamente...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, l'obbligo qui è di inserirlo; siamo non dico fuori argomento, ma è un richiamo che la Giunta ha sentito. Ricordo solo che siamo... Scusate, quel punto è già inserito all'o.d.g. come trattazione su richiesta straordinaria.
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente, però noi continuiamo ostinatamente a prenderci in giro, in quest'aula.
Presidente, io gliel'avevo anche detto che era un errore convocare un unico Consiglio per questi due argomenti; dopodiché, visto che l'ha fatto e non ha voluto convocare - come sarebbe stato opportuno - due Consigli visto che lei stesso ha fatto un ordine del giorno, che aveva un ragionamento dietro, siccome la richiesta pervenuta dai 15 Consiglieri di minoranza è arrivata prima, si discute prima di quello.
Comunque, esaurita la discussione sulla legge n. 210, se ai 15 firmatari di maggioranza sta bene discutere anche quella sul turismo nella stessa giornata di oggi, sta bene anche a noi - per carità! Dobbiamo per garantire il rispetto della democrazia: se 15 Consiglieri chiedono di poter discutere un argomento, bisogna garantire tale discussione; diversamente tutto diventa una farsa. Dunque, stracciamo quell'articolo del Regolamento! Se un Consigliere raccoglie delle firme per poter discutere un progetto di legge e parallelamente può essere mossa richiesta analoga da parte della maggioranza su altri venti provvedimenti, che si accetta vengano discussi nella stessa giornata tramite un'inversione dei punti all'o.d.g., la minoranza non potrà mai arrivare a discutere l'argomento per cui ha raccolto le firme. Allora stracciamo quell'articolo di Regolamento che prevede tale possibilità! La Lega è disponibile a sveltire il percorso dei disegni di legge n.
210 e n. 460. Sono anche disponibile a non fare alcun intervento ed arrivare immediatamente al voto. Però, si seguano le regole.
Prima si discute la legge sulla montagna e dopo quella sul turismo. Se si inizia a discutere seriamente, senza le solite scaramucce, noi staremo in aula, garantiremo il numero legale, affinché, finalmente, si parli di questioni serie.
Presidente, non commetta l'errore di accettare la richiesta di inversione dei punti all'o.d.g., poiché precluderebbe la possibilità, per oggi, di parlare di qualcosa.
Mi viene il sospetto, come ho già detto alla Conferenza dei Capigruppo che si metta in atto tutta questa farsa per dare soddisfazione ai signori Sindaci presenti fra il pubblico, per dimostrare un certo interessa; poi facciamo le solite pessime figure, per cui l'istituzione viene delegittimata.
Non stupiamoci che i giornali scrivano solo degli scandali del Consiglio, perché quando si deve discutere di questioni serie c'è sempre solo casino. Presidente, veda lei.
Io faccio un appello alla maggioranza: discutiamo della montagna, se poi a qualcuno, in maggioranza, non va, prenda il coraggio di dirlo e voti contro.



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Il Gruppo di Rifondazione Comunista ritiene che non sia assolutamente accettabile la richiesta di inversione dell'o.d.g.
Infatti, il riferimento preciso è all'art. 43 dello Statuto, che recita: "Il Consiglio regionale si riunisce in via straordinaria per la trattazione di oggetti determinati su richiesta: a) del Presidente della Giunta regionale b) di un quarto dei Consiglieri in carica.
2. La seduta deve avere luogo entro 15 giorni dalla data in cui la richiesta è pervenuta alla Presidenza del Consiglio...".
Quindi, noi le chiediamo di attenersi al Regolamento e riteniamo sia politicamente inaccettabile l'inversione dell'o.d.g. Se ciò avvenisse sarebbe una grave mancanza nei confronti dei diritti delle minoranze, fatto inaccettabile e gravissimo, sicuramente con ripercussioni negative in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Io la prego di riflettere molto seriamente sulla decisione di accettare o meno questa proposta. E' vero che il Regolamento non parla di Consiglieri di maggioranza o di minoranza, ma dicendo che 15 Consiglieri hanno diritto di convocare una seduta straordinaria del Consiglio, garantisce, per un minimo di 15 Consiglieri assieme, la democraticità di discutere di un argomento.
Lei non deve interpretare il Regolamento, lo deve solo applicare e non è l'aula che a colpi di maggioranza o di minoranza può modificare il Regolamento. Il Regolamento è chiarissimo. Lei deve assumere una decisione importante che, qualora non andasse nell'ottica dell'applicazione del Regolamento, creerebbe un precedente in quest'aula. Non sto parlando di 15 Consiglieri di minoranza, ma di 15 Consiglieri che esprimono la volontà di discutere in una seduta straordinaria un tema specifico e si trovano di fronte a due leggi (che certamente hanno avuto un iter molto faticoso) entrambe proposte dalla Giunta regionale! La legge sulla montagna giace tra Commissione e Consiglio addirittura da quattro anni e se non altro per questo, senza voler dare interpretazioni al Regolamento, ha la precedenza assoluta.
Forse non tutti i colleghi si sono accorti non del momento elettorale ma del momento elettivo degli Enti locali, che a tempi brevi dovranno ricomporre le loro Comunità montane a seconda di come questa legge uscirà da quest'aula. Lo dice uno che ha cercato fino in fondo una mediazione su questi temi e voterà a favore sia dell'una che dell'altra legge, ritirando tutti gli emendamenti presentati per sveltire il procedimento.
Però sarebbe interessante sapere quale è l'intenzione della Giunta regionale, quindi dei due Assessori preposti alle leggi proposte, rispetto a quello che si vuole fare. Il Presidente della Giunta venga in aula e provi a trovare delle giustificazioni rispetto alla richiesta della maggioranza di un'inversione di o.d.g., al di fuori dell'applicazione del Regolamento del Consiglio.
Presidente, noi in quest'aula possiamo dire ciò che vogliamo, sta solo a lei interpretare un Regolamento che nella fattispecie è chiarissimo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente, non solo ai cittadini piemontesi, ma anche ai Consiglieri regionali penso dia molto fastidio parlare tanto per decidere di non decidere. I due provvedimenti per cui è stata chiesta la convocazione, da tempo licenziati dalle rispettive Commissioni, sono ben presenti all'attenzione di tutta la maggioranza. Da alcune settimane cerchiamo di approvare la legge sul turismo, da tempo non riusciamo e penso che poco importi sapere di chi è la colpa. Sta di fatto che siamo paralizzati, la maggioranza vuole approvare una legge e non ci riesce.
Tant'è vero che, proprio su mediazione del collega Montabone, ad una riunione di Capigruppo si è deciso di evitare la discussione (qualcuno pu chiamarla perdita di tempo) sempre sullo stesso argomento, di approvare altri provvedimenti concordati e rinviare le due leggi al dopo elezioni dopo il 13 giugno. A sorpresa, ma non molto, arriva la richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio da parte della minoranza. Non molto a sorpresa, perché già prima si sapeva, tant'è vero che colleghi della maggioranza volevano chiedere la convocazione straordinaria per discutere della legge sul turismo.
Io stessa li avevo dissuasi, perché mi sembrava che potesse rasentare il ridicolo la richiesta di una convocazione straordinaria da parte della maggioranza per discutere un argomento che già da settimane è all'o.d.g.
Penso che tutti i Sindaci comprenderanno che una maggioranza (penso che nei loro rispettivi Comuni capiti lo stesso), abbia diritto di decidere cosa inserire all'o.d.g., di discuterne e di passarne all'approvazione impiegando il tempo necessario: nessuno infatti, vuole togliere spazio al dialogo e al dibattito.
E' vero, vorremmo evitare i mille emendamenti ostruzionistici, ma non possiamo perché il nostro Regolamento non lo prevede. Siamo costretti a subire ore e ore di discussione, che non è mai fatto inutile, ma non è produttivo per il nostro Piemonte. Nell'ultima riunione del Consiglio regionale concordavo con il collega Riba sulla proposta di discutere immediatamente il disegno di legge della montagna: il mio Gruppo è sempre stato d'accordo con il disegno predisposto dalla Giunta - cui è quindi favorevole - che vorrebbe approvare oggi, così come avrebbe voluto già 15 giorni fa.
Chiederei a tutti uno sforzo di mediazione per dare dignità alla politica, la quale, ricordiamoci, è mediazione. Oggi dobbiamo approvare i due provvedimenti di legge; diversamente, forniremmo l'ennesimo brutto esempio ai piemontesi. C'è la volontà politica, parlo per il mio Gruppo, ma so che allo stesso modo si erano espressi i Capigruppo di maggioranza sia alla riunione dei Capigruppo che in altra occasione. Diversamente, si genera un meccanismo strano: la maggioranza è costretta, ogni volta che vuole discutere un argomento, a chiedere la convocazione straordinaria del Consiglio.
Chiedo uno sforzo a tutti e faccio una proposta provocatoria a titolo personale: sorteggiamo l'ordine di discussione.



(Proteste in aula)



COTTO Mariangela

Rivendico il diritto di poter dire quello che penso. Piuttosto di passare ore e ore per discutere di non decidere, lancio questa proposta provocatoria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Anch'io, come il collega Picchioni, ritengo che la discussione sia di scarsa utilità, perché compete al Presidente il rispetto dell'o.d.g. e dei diritti della minoranza.
Credo che il diritto di convocazione di assemblea straordinaria sia fuori discussione. Lei Presidente, si rende perfettamente conto che se questo principio venisse leso, verrebbe meno il diritto di richiesta di convocazione da parte della minoranza. Infatti, in qualunque momento la maggioranza potrebbe richiedere la discussione di altro argomento, con la neutralizzazione di un diritto garantito.
Non ha senso, collega Cotto, che relativamente ad una richiesta garantita dal Regolamento si ricorra al fato, agli dei e alla fortuna.
Presidente, dal momento che lei ha richiesto è l'opinione dei Gruppi il Gruppo popolare ritiene che debba essere rispettato l'o.d.g. così come deciso alla Conferenza dei Capigruppo.
Sono convinto che la discussione sia anche servita per confortare la decisione che si assumerà; non è certo da mettere ai voti il rispetto di un diritto della minoranza, che diversamente verrebbe calpestato da parte della maggioranza.
Sono convinto - perlomeno lo spero - che anche il Presidente Ghigo vista la sua responsabilità istituzionale, condividerà l'impostazione prevista dal Regolamento, perché ha l'autorevolezza per poter contrastare una posizione tattica da parte della sua maggioranza. In quanto Presidente della Giunta può dire alla sua maggioranza, "non affidiamoci al destino" come hanno ricordato alcuni colleghi, faccio rilevare che si tratta di un disegno di legge predisposto dalla Giunta regionale. Sembra, invece, una proposta della minoranza. E' un disegno arricchito dalle minoranze, ma è un disegno della Giunta.
Se si dovesse mettere in votazione la proposta in esame, cosa farebbe la Giunta? Voterebbe contro l'approvazione di una sua proposta? Raggiungeremmo l'assurdo. Presidente della Giunta, mantenga l'o.d.g. e il ruolo di autorevolezza che le compete per fare in modo che la sua maggioranza assuma una posizione di rispetto e di tutela dei diritti delle minoranze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, credo che con un lavoro efficiente ed ordinato, in sette/otto ore di Consiglio entrambi i provvedimenti sarebbero approvati e licenziati. Non prendiamoci in giro: il testo di legge, quando arriva in aula, è stato già stato esaminato in Commissione nel suo insieme, nei suoi contenuti e nei suoi principi. Tutte le difficoltà di esaminare un provvedimento anziché un altro non esistono.
Purtroppo, da qualche anno, non si riesce a lavorare con continuità; ci troviamo sempre invischiati in polemiche strumentali che impediscono al Consiglio di assolvere il suo compito principale: l'esame e il licenziamento delle leggi.
Signor Presidente, la legge sul turismo è un provvedimento del quale è stata esaminata e licenziata buona parte dell'articolato: ci troviamo a metà dell'opera. Alla vigilia di un'altra stagione turistica, sarebbe un segnale importante l'approvazione definitiva del provvedimento soprattutto per gli operatori turistici. L'area del turismo è in crisi; non vedo perch non si debba raccogliere quest'urgenza "sacrosanta".
Il Consigliere Chiezzi, oltre a pensare alla salvaguardia dei di diritti dei Consiglieri, dovrebbe prima di tutto interessarsi dei diritti dei piemontesi.
Ribadisco che in sette/otto ore di Consiglio si potrebbero licenziare entrambi i provvedimenti, se la minoranza, come al solito, non tenterà di impedirlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, vorrei fare una premessa. Tutte le assemblee, per etica comportamentale, siano esse più o meno serie di questa, chiudono i battenti quindici/venti giorni prima di qualsiasi tipo di tornata elettorale. Questo perché si corre il rischio che i Consigli regionali diventino Consigli elettorali, perdendo di vista il reale mandato che gli elettori hanno affidato a noi Consiglieri.
Ho fatto tale premessa, poiché quanto oggetto di discussione, è molto vicino a questo ragionamento. Dopodiché sono tra coloro che hanno firmato la richiesta di convocazione di seduta straordinaria (ai sensi dell'art. 43 del Regolamento) affinché venissero discussi e approvati i disegni di legge n. 460 e n. 210.
Sarebbe bene che venisse chiarito questo aspetto: non c'è divisione o muro di Berlino che divide i "buoni" dai "cattivi", ovvero coloro che vogliono approvare il disegno di legge sulle Comunità montane e coloro che sono contrari; specialmente dopo che la Giunta lo ha predisposto e la Commissione lo ha licenziato all'unanimità. Mi sembra abbastanza chiaro dagli interventi che si sono susseguiti in quest'aula, che c'è, da parte di tutta l'assemblea, la volontà di approvare il disegno di legge sulla Comunità montane.
Ha ragione il collega Salerno quando dice di lasciar perdere i formalismi, che poco interessano alla gente, e di iniziare a lavorare affinché in setto/otto ore si raggiunga un risultato importante. Anche il collega Gallarini ha ragione quando sostiene che il disegno di legge sulla montagna interessa anche le Comunità montane per gli effetti di ricaduta e per gli aiuti che le stesse possono ricevere.
Penso che alla fine in quest'aula debba prevalere il buon senso.
Pertanto, Presidente, le chiedo di procedere immediatamente alla discussione e alla votazione dei due disegni di legge in oggetto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ancora una volta siamo trascinati in una discussione non utile e inconcludente. Condivido l'affermazione del Consigliere Picchioni. Lei, immediatamente, doveva far rispettare il Regolamento. C'è un ordine cronologico di presentazione dei punti da discutere nella richiesta di Consiglio straordinario, che dirime ogni e qualsiasi questione che qui è stata posta. Sono d'accordo che il provvedimento sul turismo venga discusso e votato, ma subito dopo il disegno di legge relativo alla montagna; infatti, si tratta di un provvedimento altrettanto importante. Noi abbiamo presentato la richiesta di convocazione di Consiglio straordinario in quanto il provvedimento non può essere discusso e votato dopo le elezioni: l'organizzazione territoriale delle Comunità montane è urgente.
Forse quest'aula ha dimenticato che per parecchi anni le Comunità montane, che nel provvedimento erano stralciate, non sapevano cosa fare dei loro bilanci, del loro personale; le stesse hanno fatto attendere progetti e programmi importanti per lo sviluppo della montagna. Siamo ormai giunti a giugno, sospendere il provvedimento fino a settembre è davvero un atto grave che il Consiglio compie nei confronti di Comuni e di Comunità montane, che già vivono con estrema difficoltà e precarietà.
Non so se la maggioranza sia vittima dell'ostruzionismo, Consigliera Cotto; secondo me, la maggioranza è vittima di se stessa.
Sottolineo che in quest'ultimo mese - è bene che il pubblico lo sappia non sempre la stampa lo riporta - per diciassette volte la maggioranza in quest'aula ha fatto mancare il numero legale, anche sull'importante e urgente provvedimento del turismo, presentato dall'Assessore Racchelli: alcune verità vanno sempre ricordate e sottolineate.
Ribadisco, si sospendono i provvedimenti perché la maggioranza non è presente in aula e l'opposizione decide che non ha motivo per sopperire per sostenere la maggioranza. Non ha motivo sia perché in quest'aula non vengono date risposte politiche su questioni rilevanti sia perché il rapporto della maggioranza, e della Giunta in particolare, con l'opposizione, non è un rapporto sostenibile a livello di minima collaborazione, nemmeno su provvedimenti importanti.
Anziché convocare il Consiglio straordinario sarebbe bene che la maggioranza prevedesse - lo possiamo aggiungere nel Regolamento - un nuovo articolo nel Regolamento che consentisse di precettare i Consiglieri, di obbligarli ad essere in aula, a cominciare dal Presidente della Giunta.
Su un argomento di tale rilevanza che comporta più di un'ora di dibattito - che io ritengo non risolutivo in quanto se non c'è il corretto rispetto del Regolamento da parte del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza non ne veniamo fuori - desidero ascoltare l'opinione del Presidente.
Qual è l'urgenza per la Giunta di approvare il provvedimento, al di là degli interessi particolari dei due Assessori? Forse il Presidente della Giunta non si rende conto - secondo me sì - dei problemi che crea la non approvazione del testo unico sulla montagna.
Presidente esprima la sua opinione in merito. Dopodiché si svolgerà la seduta di Consiglio sulla base del rispetto del Regolamento, delle urgenze e di un rapporto chiaro tra maggioranza ed opposizione in questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Foco, che interviene in qualità di Consigliere.



FOCO Andrea

Signor Presidente, ho chiesto di intervenire poiché mi pare che non tutti i Consiglieri abbiamo presente il problema e l'argomento che andremo a discutere.
Ho voluto nuovamente intervenire in aula - ho già avuto modo, poco fa di farlo in Ufficio di Presidenza - per sottolineare la gravità della decisione, nel caso in cui venisse assunta. Sottolineo che innanzitutto non riguarda tanto le minoranze e le maggioranze, in quanto queste cambiano, ma riguarda lo Statuto del Consiglio regionale e il Regolamento del Consiglio regionale.
Infatti, nel Regolamento viene prevista la richiesta di convocazione di Consiglio straordinario - in questo caso viene richiesta da quindici Consiglieri - per permettere che un argomento, che interessa appunto un quarto dei Consiglieri, possa essere iscritto all'o.d.g. e discusso. Se oggi passasse il principio di poter iscrivere le richieste di Consiglio straordinario nello stesso Consiglio, quindi con un unico Consiglio straordinario o, nel caso in cui questo fosse già avvenuto, fosse possibile l'inversione dell'o.d.g., noi vanificheremmo la richiesta che è presente sia nello Statuto che nel Regolamento perché l'altro tre quarti dei Consiglieri potrebbe sempre respingere o fare l'inversione dei punti all'o.d.g.
Non mi dilungherò su altre tematiche e problematiche.
Ribadisco che, al di là delle parole, se passasse la richiesta avanzata oggi in aula o altre richieste provocatorie, cambieremmo l'aspetto di legittimità e democrazia di questo Consiglio. Quindi, Presidente, mi rivolgo nuovamente a lei perché venga tutelata la possibilità, che un quarto dei Consiglieri ha, di poter iscrivere e discutere un argomento di loro interesse. Qualsiasi altro provvedimento richiesto dagli altri tre quarti dei Consiglieri impedirebbe di discutere quell'argomento, anche se la legittimità viene mantenuta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Toselli, che interviene in qualità di Consigliere.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. Esprimo la mia contrarietà alla convocazione di questo Consiglio straordinario, non perché non ritenga legittima tutt'altro - la richiesta formulata da parte dei quindici Consiglieri, che poteva anche essere una richiesta trasversale, di tutto il Consiglio regionale o di una parte di alcuni Gruppi, o più Gruppi rispetto ad altri.
Ma non capisco più cosa sia straordinario e cosa sia ordinario, quando abbiamo dei provvedimenti iscritti all'o.d.g. (circa un centinaio) e ne vengono estrapolati un paio che vengono considerati straordinari. Mi chiedo, allora, se gli altri 98 sono straordinari oppure no, se dobbiamo fare 98 richieste specifiche di convocazione di altrettanti Consigli regionali, al fine di renderli straordinari per discutere ed approvare i 100 punti all'o.d.g.
Signor Presidente, i Capigruppo hanno deciso che nei 15 giorni antecedenti alle elezioni non avremmo assolutamente discusso alcun provvedimento, in quanto si riteneva di non convocare il Consiglio regionale. Mi chiedo, pertanto, se non sia necessario sottolineare in un'altra riunione dei Capigruppo le scelte che gli stessi Capigruppo decidono di fare e poi non vengono applicate.
Ringrazio, signor Presidente, per aver voluto convocare questo Consiglio regionale straordinario, per dar modo di intervenire in aula e dibattere sulle procedure da attuarsi, ribadendo la disponibilità sul disegno di legge n. 210, previa la discussione e l'approvazione del disegno di legge n. 460.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente, per Statuto e Regolamento dell'aula, il Consiglio straordinario può essere richiesto, quindi ben venga che lei l'abbia convocato.
Mi chiedo, però, se sia giusto che i Consiglieri regionali perdano tempo in molteplici iniziative e procedure durante i Consigli ordinari, per poi convocare un Consiglio straordinario.
I progetti di legge, le proposte di legge, tutte le iniziative che sono ferme dovrebbero allora essere attuate e svolte con altrettante convocazioni di Consigli straordinari.
Il Consiglio straordinario richiesto per la legge sulla montagna è importante, perché la legge stessa è importantissima (e noi vogliamo che i progetti relativi vengano attuati), così come consideriamo altrettanto importante la legge sul turismo, per la quale è stata richiesta un'altra convocazione.
E' necessario, però, che il Regolamento dell'aula sia ferreo, che non vi siano procedure che impegnino i Consiglieri e i Capigruppo in snervanti riunioni, trascorrendo ore ed ore senza operare per il bene del Piemonte.
Quindi, sì ai Consigli straordinari, ma sì anche a riunioni di Capigruppo che prevedano programmi che poi verranno attuati e non riunioni di Capigruppo nelle quali alcuni Capigruppo presenti concordano per non attuare in aula o per voltare pagina in aula su altri programmi e progetti.
Per questo motivo, signor Presidente, non posso che dirmi favorevole alle convocazioni straordinarie, che sono previste dal nostro Statuto e Regolamento, ma dico anche che dobbiamo operare meglio nelle riunioni ordinarie, che normalmente sono uno sfacelo. Grazie.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola.
La mia valutazione è che questo Consiglio, con i due argomenti richiesti, sia assolutamente legittimo. Può piacere o meno, ma la convocazione è assolutamente legittima.
Non è la prima volta che portiamo i due problemi all'attenzione dell'aula; credo pertanto che si debbano fare delle osservazioni di sostanza, da una parte, ma anche assolutamente rispettose delle questioni giuridico-regolamentari, dall'altra.
Il diritto dei quindici Consiglieri o più (che io continuo a chiamare a termini di Regolamento, un quarto dei Consiglieri e non quindici Consiglieri di minoranza o di maggioranza o misti), è previsto dal Regolamento. L'obbligo della Presidenza del Consiglio è quello di far effettuare questa trattazione entro 15 giorni, perciò non c'è alcun diritto che la trattazione sia al quinto giorno o al quarto, ecc., ma entro i 15 giorni.
Ho ritenuto di inserire insieme i due punti all'o.d.g. e non fare delle convocazioni in giorni diversi (qualcuno chiedeva anche perché non ne abbia prevista una al mattino e una al pomeriggio), perché intendo richiamare l'attenzione sulla sostanza e sulla capacità dell'aula di dare risposte.
I due argomenti sono all'attenzione da mesi, sono entrambi urgentissimi ed il riconoscimento dell'urgenza è dato dal fatto che il "lodo Montabone" permettetemi di chiamarlo così, dal nome del collega che ha avanzato questa proposta - di non far svolgere più Consigli, sul momento era stato accettato.
Poi i Consiglieri - 15 o 16 in un senso, 15 o 16 nell'altro - hanno ritenuto di chiedere questa convocazione straordinaria, e io l'ho immediatamente, come era mio preciso dovere, convocata. Credo, però, non sia contrario a nessun tipo di diritto di qualunque Consigliere, che non leda assolutamente nessun diritto il fatto che l'aula decida di portare uno prima dell'altro, l'importante è che ci sia la possibilità che nei 15 giorni la trattazione avvenga.
Questa credo sia una decisione che va nel senso di tener presenti quelle che sono le questioni giuridico-regolamentari e quelle che sono le questioni politiche.
Poiché esistono 83 emendamenti sul Testo Unico della montagna e un numero non molto diverso sull'altro Testo, vorrei invitare prima di tutto i firmatari di questi emendamenti a ridurne drasticamente il numero dopodiché ritengo compatibile e ovviamente avrò ben presente che la trattazione dell'argomento che viene portato per secondo possa comunque aver luogo nei 15 giorni. Questo è il diritto che hanno i Consiglieri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Mi stupisce, Presidente, che lei abbia dato questa risposta, avendola già preventivamente elaborata, dopo una discussione che, secondo quanto io ho recepito, era del tutto inutile, avendo lei consolidato il suo pensiero e il suo atteggiamento.
Credo che, al di là di tutto il filisteismo con cui lei ha voluto giustificare queste sue motivazioni, rimane comunque il diritto dell'assemblea (o del quarto che è presente in questa assemblea) a ritenere prioritaria la discussione di un argomento che non può essere legato formalmente al sedicesimo giorno, ma che viene invece riproposto all'attenzione del Consiglio con tutti i caratteri di urgenza che sono stati motivati.
Vede, in questo Consiglio ci sono dei problemi, signor Presidente, che io non ho mai voluto evidenziare per ragioni di gusto e di stile. E non ho nemmeno voluto partecipare a quella che è stata la ritrattazione della sua lettera, la scorsa settimana, per una questione di fair play, perch essendo io ex Presidente, come la collega Spagnuolo, crediamo che forse un certo distacco ci voglia, ci debba essere in certi tornanti del Consiglio.
Però, signor Presidente, qui si pone un problema, che è quello della legittimità del suo agire. Qui si sta inverando giorno dopo giorno una Costituzione, uno Statuto, un Regolamento materiale, che lei innova seduta dopo seduta, con grave pregiudizio per la legittimità dell'assemblea. E lo innova attraverso questo lassismo, questo permissivismo, questo attendismo questo moderatismo consiliare con cui crede di poter conciliare gli opposti e i distinti, non accorgendosi invece che il punto di caduta di questa assemblea è talmente così gravido di conseguenze per cui questa assemblea o cambierà tutto o in parte il suo personale politico, oppure questa assemblea troverà difficilissimo riscattarsi dai momenti estremamente perniciosi in cui è caduta.
Signor Presidente, non siamo mai arrivati a questo; non gliel'ho voluto dire per carità di Patria, ma quando lei permette a qualunque Consigliere di utilizzare i suoi dieci minuti per fare del silenzio e non per esprimere il proprio pensiero politico, lei si è preso una responsabilità gravissima che è data soprattutto dalla sua incapacità a governare questa assemblea secondo quelle che sono sia pure le falle del Regolamento.
Ora, io mi pongo e ci dobbiamo porre tutti i Consiglieri, della maggioranza e della minoranza, di fronte ad un fatto gravissimo, che comporta non solamente la vivibilità di questo Consiglio e la sua agibilità democratica, ma la sua rispondenza all'opinione pubblica. E questo comporta certamente le responsabilità della minoranza - ripeto, le responsabilità della minoranza - come tutte le latitanze estremamente pericolose e perniciose della maggioranza, quando la Consigliera Bortolin ha ricordato le 11 volte in cui la maggioranza, signor Assessore al turismo, signor Presidente della Giunta, ma il problema è di una cabina di regia, per cui se una maggioranza non esiste, non ci può essere nessun alibi da parte della minoranza.
Pertanto tutti quei provvedimenti che vengono mandati così, sine die, e che non trovano un approdo, che non trovano un porto, che non trovano una possibilità di essere ricomposti, vengono certamente da un esercizio collettivo di autoresponsabilità e di referenzialità all'opinione pubblica però vengono anche dalla capacità - vivaddio! - di essere presenti per far sì che questa amministrazione, che non appartiene né alla destra né alla sinistra né a un partito piuttosto che ad un altro, sia una amministrazione effettivamente del governo piemontese e della cittadinanza piemontese.
Allora, signor Presidente del Consiglio, come può lei oggi, attraverso dei ragionamenti tartufeschi, dire che un quarto del Consiglio sì ha diritto, ma ha diritto al sedicesimo giorno? Ma cosa crede, poi? Di essere furbo, talmente furbo da impedire ad una minoranza di non fare un ostruzionismo ad oltranza sulla legge sul turismo? Ma lei crede che questa sia una soluzione politica? Oppure una soluzione veramente da retroscena politico con la quale certamente non si misura né l'intelligenza sua, n l'intelligenza di questo Consiglio, né tanto meno la possibilità che questa legge sul turismo vada in porto.
Come ha detto Montabone, io sono perché queste leggi vadano in porto ma di fronte a quelli che possono essere gli eccessi di mestiere della sua Presidenza, come della sua militanza politica, noi non ci stiamo. E se oggi potesse mai essere inverato il principio che un quarto della minoranza pu essere spogliato del suo diritto-dovere, come ha detto il collega Foco, di determinare quelli che sono i rispetti cronologici di questo Consiglio credo che effettivamente lei si ponga in un problema non di atto di sfiducia da parte di questo Consiglio, ma di una censura politica che credo noi avanzeremo, perché a questo punto l'agibilità del Consiglio non pu continuare in un assoluto lassismo che porterebbe questa assemblea, fra un anno, ad essere un'assemblea che non farebbe onore a noi come classe dirigente, ma soprattutto non è rispettosa dei diritti e dei doveri dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Credo di non dovere accogliere tutto il suo intervento. Lei ha detto delle cose che sono state già da me richiamate in altre occasioni: l'esigenza che quest'aula sia più efficace. Per l'altra parte non le rispondo semplicemente perché sono assolutamente nell'ambito del Regolamento.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, non voglio assolutamente fare un lungo intervento, anzi sarò brevissima, perché spiace dire, dopo parecchio tempo in cui si è cercato di collaborare quando si poteva, che l'intervento del collega Picchioni, così accalorato e così appassionato dal punto di vita della difesa istituzionale, non può che trovarci d'accordo.
Le dico soltanto questo, Presidente: cerchi di essere sempre super partes e cerchi sempre di applicare rigorosamente il Regolamento e lo Statuto. Non innoviamo perché una parte politica o la sua maggioranza, o la maggioranza alla quale lei si richiama, ha determinate esigenze. Questo purtroppo è il compito che qualunque Presidente di Consiglio regionale è chiamato a fare. Con questo problema qualunque Presidente di Consiglio regionale ha dovuto confrontarsi.
A questo punto, l'unica cosa che le posso dire, ad adiuvandum per quello che mi può competere, è che lei stia sopra le parti; non guardi chi interviene. In questi mesi molto sovente abbiamo visto che lei partiva con un orientamento, poi bastava che si alzasse qualche autorevole rappresentante della maggioranza che l'ha eletta per farle cambiare atteggiamento.
Noi glielo diciamo per quello che ci riguarda, come Gruppo consiliare glielo diciamo in punta di piedi: il compito di un Presidente è quello di essere super partes e di applicare rigorosamente Statuto e Regolamento.
Anche in questa circostanza non dobbiamo che richiamarla in questa direzione.



PRESIDENTE

Sono assolutamente d'accordo nel rispettare il Regolamento.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Mi scuso con il Presidente e con l'aula se intervengo ancora, mentre pensavamo di avere espresso le nostre opinioni all'inizio, con quella richiesta che abbiamo formulato e sulla quale ovviamente ci siamo attestati come maggioranza.
L'intervento del collega Picchioni ci costringe ad intervenire. Non l'avremmo fatto, ma dobbiamo farlo. E non per polemica nei confronti del collega Picchioni o di altri colleghi, ma perché il collega Picchioni si è scagliato contro la Presidenza Deorsola di questo Consiglio; non vogliamo assolutamente scandagliare quanto il collega ha detto e andare alla ricerca di cause e di motivazioni.
Riteniamo profondamente ingiuste le accuse di distorsione del Regolamento, perché non siamo all'anno zero di questa assemblea regionale eletta nel 1995. Fossimo all'anno zero si potrebbero assumere quelle innovazioni, o pseudo innovazioni: ogni volta che succede qualcosa che non è mai successo in passato è ovvio che ci si debba atteggiare.
L'atteggiamento fa letteratura, è ovvio.
Di fronte all'intervento di colleghi dell'opposizione, che hanno speso dieci minuti in silenzio davanti al microfono, il Presidente ha ritenuto di dare una certa interpretazione. Non entriamo, a mesi di distanza, nel merito di quella decisione; sta di fatto che questo precedente, se innovazione può essere, è stato assunto da colleghi di opposizione e non di maggioranza, fino ad oggi. Può darsi che da domani mattina si generalizzi e gli atteggiamenti che rappresentano un germe iniziale trovino consenso all'interno dell'aula e, di silenzio in silenzio, si passi a sancire maggiormente il nulla che quest'aula sta producendo da anni, non da mesi.
Dicevo che non siamo all'anno zero, perché se fossimo all'anno zero una qualche attendibilità l'intervento del collega Picchioni, e le ragioni portate al suo obiettivo, probabilmente potevano anche averla. In questo modo, secondo me, non ne hanno assolutamente.
Noi riteniamo che il Presidente abbia interpretato ed interpreti in modo corretto. Il Presidente ha sentito la responsabilità, e ha avuto la sensibilità, di convocare questa mattina l'Ufficio di Presidenza. A 14 giorni da una tornata elettorale che interessa 45 milioni di italiani non si può pretendere che si raggiunga in modo soft e superficiale l'unanimismo che in occasioni non sospette e non critiche, come quella che stiamo vivendo dal punto di vista elettorale, è anche facile raggiungere! Abbiamo tutti esperienza di vita e di mondo politico in quest'aula e tra noi queste cose non dobbiamo contarcele.
Questa è un'aula in cui, per la prima volta dalla nascita della Regione, quindi in quasi trent'anni, si è approvato un bilancio nel 1998 a maggio, bilancio preventivo, Sindaci: voi sapete, forse più di noi, quanto sia importante, in teoria, dal primo di gennaio, avere l'esercizio finanziario approvato in modo tale da poter governare.



(Proteste dai banchi dell'opposizione)



GALLARINI Pier Luigi

Quest'anno, per una fortunata coincidenza, lo si è potuto approvare a marzo. Quindi, l'interpretazione del Presidente Deorsola di questa mattina non è un punto di partenza, è un traguardo volante all'interno di cinque anni di giro di assemblea che, purtroppo, abbiamo vissuto tutti insieme a una certa degenerazione. Probabilmente, questa assemblea non è altro che un tassello collocato nel mosaico generale all'interno del quale viviamo in questo periodo storico nel nostro Paese.
Dire che il Presidente Deorsola distorce il Regolamento, che lo interpreta in modo dissennato a favore della maggioranza, non ci sembra sia assolutamente il caso.
Il Presidente Deorsola, stamattina, prima che iniziasse il Consiglio ha convocato l'Ufficio di Presidenza; per quanto ci risulta ha avuto il supporto dell'Ufficio di Presidenza sull'impostazione data al Consiglio e quindi riteniamo ingenerosi ed ingiusti gli attacchi che il collega Picchioni ha fatto.



GALLARINI Pier Luigi

PICCHIONI Rolando (fuori microfono)



GALLARINI Pier Luigi

Bisogna avere il coraggio di dire a voce alta quello che si dice a voce bassa.



GALLARINI Pier Luigi

Di coraggio bisogna averne molto e sempre, in ogni occasione. Per arrivare ad imputare alla Presidenza del Consiglio che questa assemblea è "conciata" come è (perché siamo "conciati" da qualche anno, non da qualche mese) ci sembra ingiusto ed ingeneroso.
Il Presidente Deorsola ha detto prima che su quei due disegni di legge ci sono 83 e 64 emendamenti. I Sindaci, e chi assiste al Consiglio, devono sapere che all'interno di quegli 83 emendamenti, o dei 64, ce n'è una sessantina che sono come quelli presentati per il bilancio preventivo 1998 come quelli presentati sul bilancio preventivo 1999 e non sono altro che emendamenti che spostano di una virgola decimale alcune questioni di carattere finanziario! Quindi, non sono emendamenti tesi a migliorare il provvedimento legislativo; nei confronti di emendamenti di questo tipo penso che la Giunta e la maggioranza non si siano mai dimostrati sordi e chiusi, non hanno mai abbassato le saracinesche.
Quante volte siamo arrivati in porto con dei provvedimenti con il supporto di tutta, o di una grossa parte dell'opposizione! Riteniamo, con disponibilità e con coscienza, che portare in porto un provvedimento che avesse una base ampia all'interno dell'assemblea e delle forze politiche sociali della nostra Regione fosse utile alla società piemontese, ma molti di quegli emendamenti non hanno questa natura e quindi non possono essere utilizzati per dimostrare di migliorare ed arricchire i provvedimenti stessi. Grazie.



PRESIDENTE

Informo l'aula che sono stati presentati altri due emendamenti in merito alla legge sulla montagna.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sono due ore che discutiamo di una richiesta di modifica dell'o.d.g.
avanzata dal Capogruppo di un Gruppo di maggioranza e non dalla minoranza.
Ci stiamo abituando da un po' di tempo ad avere atteggiamenti ostruzionistici quali l'abbandono dell'aula e la richiesta del numero legale da parte della maggioranza, a parte l'ostruzionismo costante dell'assenza del numero legale ad opera della maggioranza.
Sono due ore che si poteva discutere i provvedimenti e, invece, la maggioranza, che sembra non interessata a discuterli, soprattutto questo della montagna, che l'ha varato, fa ostruzionismo e fa sì che il Consiglio regionale si trovi per due ore a discutere di una modifica dell'o.d.g.
Inoltre, ci siamo trovati di fronte ad un fatto gravissimo, a mio avviso che mi porta a condividere completamente l'intervento del Consigliere Picchioni e a dire che, come Gruppo, non abbiamo più fiducia nei confronti di questo Presidente del Consiglio e faremo gli atti conseguenti.
Credo che si ponga un problema serio, perché non si è applicato il Regolamento. Il Presidente del Consiglio, anche il giorno prima delle elezioni, non può comportarsi da politico, ma da Presidente del Consiglio che applica un Regolamento, ed è incredibile che una richiesta di convocazione straordinaria fatta il 27 sia stata messa sullo stesso piano di una richiesta fatta il 28, in un momento diverso e si applichi il Regolamento in modo tale per cui in un solo giorno si mettono insieme varie richieste di convocazione straordinaria e la maggioranza decide qual è importante e quale no. Questo è un problema politico di quest'aula, un problema di democrazia e di applicazione del Regolamento.
Per quanto riguarda la non applicazione del Regolamento da parte del Presidente, non credo che sia solo un problema delle minoranza. Tutti i Consiglieri devono riflettere se questo è il Presidente che dobbiamo continuare ad avere. La mia risposta è no. Invito tutti, a partire anche dalla Giunta, a non aderire ad una richiesta di inversione dell'o.d.g.
Credo che la Giunta di questa Regione dovrebbe comportarsi in modo responsabile. Invito, quindi, a non aderire ad una richiesta che è partita da una ventina di Consiglieri, ma non di tutti quanti, ma non deve impegnare la Giunta ed invito tutti i Consiglieri di maggioranza a riflettere su quanto sta avvenendo. A riflettere sulla violazione dei diritti che sono di tutti, e non solo di questa parte dell'aula.
Credo che nel momento in cui è stata fatta la scelta molto grave di votare, la cosa si poteva risolvere in cinque minuti ed invito, ripeto tutti i Consiglieri a respingere questa richiesta proprio perché lesiva dei diritti di ogni Consigliere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

E' il secondo intervento che faccio, ma credo che il copione reciti che "bisogna accalorarsi". Io, sinceramente, non riesco ad accalorarmi più di tanto sulle battaglie di plastica. Questa è una battaglia di plastica e strumentale. Se qui vogliamo darci lezione reciproche di democrazia e di interpretazione regolamentare possiamo andare avanti giorni con maggiore o minore abilità.
Ragioniamo per paradosso, ma paradosso non è. Se è vero quello che sostiene parte della minoranza, le richieste di un Consiglio straordinario sono un diritto per mettere all'attenzione dell'aula degli argomenti che si ritengono prioritari. Il nostro Regolamento consente - ragiono per paradosso, ma non troppo - di presentare, ad esempio, venti richieste di Consiglio straordinario, per cui al quel punto è un quinto dei Consiglieri e non la Conferenza dei Capigruppo a determinare l'o.d.g.
E' un paradosso, ma è estremamente realistico. Se si vogliono bloccare i lavori del Consiglio e se si vogliono mandare avanti provvedimenti che interessano solo una parte di noi, e magari provvedimenti che interessano certi collegi elettorali, è chiaro, proprio perché i nomi che vengono eletti non ci sfuggono. Indipendentemente dal fatto che il disegno di legge sia della Giunta o no, non ci sfuggono, perché se dobbiamo accalorarci ce le diciamo tutte, il paradosso ci porta a questo.
E' la minoranza che detta l'o.d.g. Di fronte a due richieste di proseguire sui lavori del Consiglio, la minoranza sta tentando di alzare il livello dello scontro. La minoranza, a nostro avviso, irresponsabilmente cerca di far convocare un Consiglio straordinario su un argomento importantissimo che è un disegno di legge di maggioranza, come quello sulla montagna, che noi abbiamo votato, che ci siamo dichiarati pronti a sostenere fin dal primo giorno in cui è stato presentato in Commissione e non solo, che è stato licenziato in aula; quindi, da questo punto vista siamo tranquilli. Peccato, però, che a fronte di giorni e giorni di tentativo di mediazione in cui si diceva: siamo a metà del disegno di legge sugli incentivi al turismo, non concludiamo il disegno di legge sugli incentivi al turismo.
Votiamo il disegno di legge sulla montagna, ci è stato sempre risposto "picche", perché anche quella parte della minoranza che attacca i "pasdaran", quelli che presentano centinaia di emendamenti sempre e comunque per bloccare i provvedimenti, si accoda a loro: tutti sono sempre pronti a difendere la democrazia, poi vanno dietro a quelli che invece fanno soltanto campagna elettorale. Anche a questo proposito, questo Consiglio era inevitabile, ma era meglio non convocarlo perché tutti stiamo facendo una campagna elettorale autoreferenziale per la distruzione delle istituzioni, perché il "casino", come ho detto l'altra volta, non serve a nessuno. Il termine "casino" l'ha usato il collega Rosso; non sono padano ma credo di aver lo stesso diritto di un padano di usare il termine "casino", quindi usiamo questa parola al nord e al centro, oppure non lo usiamo del tutto.



PRESIDENTE

Non usiamola da nessuna parte.



GHIGLIA Agostino

Da questo punto di vista non ci sentiamo moralmente impegnati e non ci vogliamo neanche fare schiacciare in un angolo, perché tutto quello che viene detto qui oggi, signori miei, è bassa politica strumentale.
Questa è la verità. Non siamo stati abbastanza responsabili per non convocare un Consiglio regionale in campagna elettorale, perché oggi anche i più moderati tra noi, urlano. Oggi è la giornate delle urla e delle grida, ma è una giornata elettorale e noi non facciamo un buon servizio a nessuno.
Avevamo addirittura, proposto in un eccesso di mediazione, di arrivare all'ultimo articolo del disegno di legge n. 460, per poi portare avanti tutto il disegno di legge sulla montagna fino all'ultimo articolo e fare le votazioni sull'intero testo alla fine, per la massima garanzia di tutti anche se magari il disegno di legge sulla montagna era osteggiato da elementi della maggioranza. Va bene! Abbiamo proposto anche questo in un eccesso di mediazione! Sarebbe andato bene se fosse stato condiviso. In realtà, qui non ci pu essere condivisione perché c'è soltanto una minoranza distruttiva, per cui passa quello che vuole lei o in quest'aula non passa niente. Questa è la denuncia che dobbiamo fare.
Su questo ci dobbiamo accalorare, non su interpretazioni più o meno capziose di un Regolamento che, per tanti anni hanno contribuito a non modificare, perché faceva comodo, mentre noi da due anni abbiamo presentato una proposta di modifica del Regolamento, ma questo ormai ho la nausea di ripeterlo, non lo ripeto neanche più. Le lezioni non le accettiamo da nessuno. Le lezioni di democrazia se le tengano, non siamo disposti a tollerarle. Se oggi dobbiamo fare questo teatrino vergognoso per gettare ulteriore discredito sulle istituzioni piemontesi, facciamolo.
Qualcuno nella sua zona si ecciterà, perché riuscirà a strappare mille voti in più, ma con queste iniziative non facciamo un buon servizio né ai Sindaci, né al Piemonte, né alla legge sulla montagna e né agli incentivi del turismo, perché diamo soltanto un contributo alla vergogna dell'istituzione.



PRESIDENTE

Invito l'aula ad essere efficace e produttiva.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente - come le ha già ricordato il Consigliere Picchioni - è del tutto evidente che lei aveva in qualche modo raffazzonato una sua compiacente, nei confronti della maggioranza, interpretazione del Regolamento. Atteggiamento che mi amareggia e mi pone in imbarazzo, poich sarei l'ultimo a convincermi della necessità che lei debba essere considerato il Presidente di una sola parte, anche se so bene che è stato votato da una parte.
A questa convinzione dovrei, inevitabilmente, pervenire, se lei in qualche modo continuasse - come sta facendo - a guadagnarsi una specie di legittimazione quotidiana da una maggioranza che, forse, non la sostiene più con tanta convinzione, sulla base di una compiacente interpretazione dei Regolamenti.
Il collega Ghiglia può urlare quanto crede, ma io siedo su questi banchi da più anni di lui, e posso garantire che questo Regolamento e sempre andato bene, finché non è arrivato lui. O meglio, fino a quando non siete arrivati voi, che pretendete di usarlo in un determinato modo. Anche il collega Gallarini, per esempio, potrebbe garantire che il Regolamento è sempre andato bene e che non è equivoco, affermando un diritto non delle minoranze ma dei Consiglieri, mandatari di un'elezione diretta del popolo i quali possono agire a prescindere dai raggruppamenti, sulla base di un quarto delle presenze.
Questo diritto, Presidente, non è opinabile. Se lei volesse interpellare tutti i giuristi a sua disposizione, sulla base di una prassi consolidata e di un imprescindibile diritto delle minoranze (intese come minoranze di Consiglieri, non minoranze politiche) lei avrebbe comunque la conferma che le quindici firme, esposte sotto ad una richiesta di convocazione, in base all'art. 43 successivi del Regolamento e art. 26 dello Statuto e successivi, danno diritto alla convocazione di una seduta.
Poi, se lei voleva farne due o se era sua intenzione far discutere una cosa prima dell'altra, ne avrebbe avuto il diritto e l'autorità. Avrebbe avuto il diritto di convocare le due sedute, ciascuno si sarebbe preso quella che voleva, che gli conveniva.
Presidente, vengo alle questioni di fatto. Vorrei ricordare ciò che avrebbe letto il Consigliere Gallarini, come relatore del disegno di legge n. 210, se questa mattina gli fosse stato consentito di svolgere il suo lavoro. Avete molto da ridire, e non lo neghino quei Consiglieri della maggioranza che sono andati dicendo "Quel provvedimento non passerà mai prima delle elezioni".
Io mi assumo la responsabilità delle cose che dico. Non ho mai detto che il disegno di legge n. 460 non passerà né ora, né domani né dopo, e per quanto ne so, non ho neanche un emendamento sul quel provvedimento, anche se è un provvedimento inammissibilmente propagandistico ed elettorale.
Perché, prevedere 20 miliardi di stanziamento per i contributi in conto interessi sul 1999, sapendo che il conto interessi scatta dall'anno dopo (per cui non si spenderà né si potrebbe spendere nemmeno una lira) è puramente propagandistico. E' un provvedimento inammissibile dal punto di vista della logica economica, ma tant'è.
Ho fatto opposizione, ho fatto ostruzionismo, devo rispondere di ci che va oltre i comportamenti del mio gruppo o di altri gruppi, ognuno risponda per il suo, e se avete delle indicazioni, datele, perché anche noi le dobbiamo dare nei confronti di chi, da un po' di tempo, utilizza come una bottega privata il Consiglio regionale.
Se vogliamo venire alle questioni di fatto, cari colleghi, ed è bene che lo sappiano anche i Sindaci, perché se pure per voi non contano niente per noi contano, perché questi Sindaci rappresentano trecento di quei Comuni che devono andare alle elezioni, senza sapere a quali Comunità montane appartengono.
Questo provvedimento reca il numero 210 di legislatura, quello sul turismo il numero 460. Si è cominciato a discuterlo il 13 marzo, l'altro successivamente. Come vedete, non c'è alcuna ragione di far precedere l'altro, se non quella, purtroppo, elettoralistica.
Se non fate così noi puniremo... ma chi? Il Piemonte? L'aula? Qual è la destabilizzazione a cui mirate con questo tipo di atteggiamento. Di fatto sulla Comunità montana della Valle Bormida esisteva, da tempo, una convergenza unanimemente approvata.
Collega Cavallera, proprio tu, poco fa, hai fatto delle proposte allora cerca di ricordartele, a meno che tu non le abbia fatte solo perch è presente il tuo amico, il Presidente della Comunità montana: non è corretto nei confronti di un Consiglio regionale. Va bene farle, le proposte, ma anche farle approvare.
Questo vuol dire comportarsi da uomini, in un momento come questo, da Consiglieri, da gente al di sopra della propria parte, né personale n politica.
Il collega Gallarini avrebbe detto: "La delimitazione risultante a seguito dell'esame deriva dall'accoglimento delle richieste pervenute dal territorio". Infatti, i Comuni situati nella zona dell'Alta Valle Tanaro hanno sollecitato l'istituzione di una Comunità montana autonoma.
L'individuazione della zona omogenea delle Valli Mongia, Cevetta e del Cebano, dà invece una risposta alla richiesta, contenuta in una proposta di legge, presentata nell'ottobre del 1994, dai Comuni di Paroldo, Torresina ecc.
Così il Consigliere Gallarini esponeva, in quanto relatore. Esponeva correttamente, indicava, prevedeva. Allora, vedete, io posso accettare tante cose, perché questo Consiglio regionale ritrovi una sua autorevolezza complessiva, ma non potrei accettare, Presidente Ghigo, un baratto un'ipotesi, dico soltanto "ingenerosa", ma mi piacerebbe usare un termine più grave, per cui si accosterebbe il disegno di legge n. 460 sul turismo a quello sul riordino delle Comunità montane. Non può esistere un mercato di queste cose, abbi pazienza, collega Gallarini! Sai bene che polemizzo raramente con te, perché capisco gli sforzi che fai, non sei l'unico, ma queste sono due cose che non appartengono all'ambito del mercato, anche volendo fare delle forzature.
Il disegno di legge n. 210 sul riordino delle Comunità montane, risale a un progetto di questa Giunta, che si era prefissa di creare un Testo Unico, per cui è ricco di articoli ed emendamenti, che avrebbero anche potuto non essere riproposti, perché esistevano già. Risale ad un'ambizione dell'Assessore Vaglio, se vogliamo non smodata, elaborare un suo testo recante la sua firma.
Su questo si è lavorato, e si è lavorato lungo un percorso che risale addirittura all'inizio della legislatura. Lo si è riproposto in un progetto organico ma, di rinvio in rinvio siamo arrivati ad oggi. La data ultima non può essere dopo le elezioni, ma deve essere prima.
Il disegno di legge n. 460 è uno dei 110 provvedimenti iscritti all'o.d.g. del Consiglio di oggi. Come sapete, non c'è stata alcuna opposizione all'iscrizione da parte delle minoranze.
Assessore Racchelli, giustamente ci metti tanta passione, ma non è colpa nostra se in una fase così delicata, non so se tu o il Presidente Ghigo, siete giunti alla proposta di far presiedere l'ATR, un Ente da tempo in grave difficoltà, per l'abuso politico che se n'è fatto, da un signore milanese, estraneo al Piemonte e, a quanto so, anche estraneo alle sue problematiche, il cui titolo, oltre la conoscenza delle lingue, è certamente l'essere stato un deputato non riproposto di una forza politica della maggioranza. E' un po' clamoroso e non bisogna, allora, puntare il dito con troppa asprezza verso quei colleghi che hanno detto: "Diteci qualcosa, perché è materia connessa con l'approvazione del disegno di legge n. 460".
Detto questo, una procedura regolamentare, un'esigenza politica, un problema dei territori, un fatto di democrazia ci portano ad individuare e riproporre la necessità che il provvedimento sul riordino delle Comunità montane sia discusso oggi (com'è stato richiesto), in questa seduta che gli è stata indicata come propria anche dall'ordine di precedenza della convocazione del Consiglio, espressa dal Presidente. Altre interpretazioni sarebbero lesive del Regolamento, dello Statuto, della reciproca affidabilità all'interno di questo Consiglio.
Credo che i Sindaci presenti, quel pubblico autorevole e qualificato che una volta tanto individua nel Consiglio regionale un punto di riferimento, non potranno tornare ai loro ambienti dicendo: "Ci hanno detto di andare a casa e tornare un'altra volta". Probabilmente, chiederanno di essere ascoltati e ritengo legittimo dare voce anche a questa parte della democrazia. Il Presidente Ghigo non ha mai mancato di questa sensibilità rispetto al Presidente Deorsola - invece - non so.
Voglio vedere atti riparatori rispetto a questo elemento di vulnerabilità del nostro diritto e comunque le chiedo, per una conclusione legittima della discussione, di aprire il dibattito sul provvedimento n.
210, senza inoltrarsi sugli emendamenti. Infatti, grazie al lavoro svolto nell'ambito della Commissione ed ai contatti avvenuti per la preparazione dell'esame in Consiglio, molti emendamenti potranno essere discussi rapidamente.
Questo è un provvedimento totalmente perfezionato, al quale si è lavorato con diligenza e senso di responsabilità. Adesso tocca a lei Presidente, altrimenti aggiungeremo - ma non voglio ipotizzarlo - alle ambasce che già contraddistinguono la nostra situazione, un elemento di oggettivo impedimento alla prosecuzione dei lavori.
Le chiedo, pertanto, di mettere in discussione il provvedimento n. 210.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, prima che lei intervenisse ho detto che avrei sentito i Sindaci, della cui presenza ringrazio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il nostro Gruppo non ha bisogno di accalorarsi per dimostrare l'interesse ad approvare subito questa legge. Per noi parlano i fatti, perché forse i Sindaci non sanno - mi rivolgo anch'io a loro sbagliando, come hanno fatto i colleghi precedentemente, ma l'hanno fatto e lo ripeto - che il Gruppo Comunista è un mese che chiede, all'inizio di ogni seduta, di dare la precedenza alla discussione di questo provvedimento; forse non sanno che la maggioranza di questo Consiglio ha sempre rifiutato la nostra richiesta. E allora, chissà chi è che non vuole discutere questa legge? Non uso altri argomenti (condivido quanto ha detto il collega Picchioni) per ribadire al Presidente del Consiglio quanto ha già accennato il collega Riba: mi risulta che i Sindaci chiedano di essere ricevuti dal Presidente del Consiglio.
Rinuncio, pertanto, al mio intervento ed invito il Presidente del Consiglio a sentire subito i Sindaci, perché le loro ragioni sono anche le ragioni del nostro Gruppo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.
Chiedo alla cortesia dei Sindaci di permettere che si esaurisca questa prima fase, dopo la quale li sentirò volentieri.
Prego, Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. E' la prima volta che intervengo e sarò brevissimo.
Faccio solo notare che sono le 12.19 e a quest'ora il provvedimento n. 210 sarebbe potuto essere tranquillamente approvato.
Abbiamo sprecato una mattinata in disquisizioni del tutto inutili sui regolamenti o in scaramucce politiche tra di noi.
Ritengo si sia perso il buonsenso; le chiedo, pertanto, Presidente quanto hanno già chiesto diversi miei colleghi: per una volta, faccia il Presidente e metta in discussione il provvedimento n. 210. Non dia più la parola ad altri Consiglieri che continuerebbero a far perdere ancora del tempo.
Aggiungo ancora che forse è addirittura inutile che lei senta i Sindaci, perché sappiamo benissimo che sono qui per vedere approvato il provvedimento n. 210. Iniziamo, allora, a discutere questo provvedimento e non perdiamo altro tempo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Non entro nel merito della conduzione generale dei lavori dell'aula, ma mi riferisco alla soluzione che viene proposta riguardo alle Comunità montane e, in particolare, a quelle zone che più direttamente sono state oggetto della nostra attenzione per tante altre questioni.
Posso anche capire che la foga dell'intervento del collega Riba abbia richiamato confronti o dibattiti con rappresentanti istituzionali, non con semplici cittadini, con i quali tutti hanno ipotizzato quelle soluzioni che poi si trovano all'interno del testo alla nostra attenzione e sul quale personalmente, mantengo tutto il mio consenso.
Ritengo, quindi, non sia il caso di aggravare in questa sede il clima di tensione che già si respira (che è collegato ovviamente anche ad altre vicende), ma sia opportuno porre all'attenzione i problemi della nostra comunità, che sono problemi di riorganizzazione ed adeguamento delle strutture delle Comunità montane, e i problemi di promozione economica e turistica della nostra regione. Rinnovo, pertanto, l'invito a trovare una convergenza.



PRESIDENTE

Prima di procedere con i lavori, ritengo opportuno sentire i Sindaci presenti.
Sospendo il Consiglio e chiedo ai Sindaci di riunirsi in Sala Viglione al primo piano.



BORTOLIN Silvana

Scusi, Presidente, solo una puntualizzazione. Non ci sono solo Sindaci ma anche Presidenti di Comunità montane. Ritengo che lei debba invitare tutti. Grazie.



PRESIDENTE

Certo, invito i Sindaci e i Presidenti delle Comunità montane.
Il Consiglio è aggiornato alle ore 13.00.



(La seduta, sospesa alle ore 12.23 riprende alle ore 13.00)



PRESIDENTE

Aggiorno i lavori del Consiglio alle ore 14.30 e convoco la Conferenza dei Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 13.01 riprende alle ore 14.55)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Devo informare che, secondo quanto è emerso alla Conferenza dei Capigruppo, i nostri lavori proseguiranno anche nella giornata di domani e occorrendo, dopodomani, sempre con convocazione alle ore 10, per esaminare il disegno di legge n. 210: "Testo unico delle leggi sulla montagna", con il collegato ordine del giorno n. 978 e per concludere la discussione sul disegno di legge n. 460: "Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica". Si proseguirà con il disegno di legge n. 392: "Riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di agricoltura alimentazione, sviluppo rurale, caccia e pesca" e con la proposta di legge n. 244: "Norme in materia di edilizia e modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 'Tutela ed uso del suolo'".
Questi i punti che verranno affrontati nelle prossime giornate di lavoro.


Argomento: Comunita' montane - Montagna

Esame disegno di legge n. 210: "Testo unico delle leggi sulla montagna" Rinvio esame ordini del giorno n. 974 e n. 978


PRESIDENTE

Diamo senz'altro inizio ai nostri lavori affrontando il disegno di legge n. 210: "Testo unico delle leggi sulla montagna".
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, l'aula consiliare nella seduta del 16/3/1999 ha ritenuto opportuno rinviare alla III Commissione il disegno di legge n. 210, relativo al Testo unico delle leggi regionali sulla montagna per un ulteriore approfondimento in merito alla delimitazione di alcuni territori montani omogenei situati rispettivamente nella provincia di Cuneo e nella provincia del Verbano Cusio Ossola.
Nel corso dell'esame in sede congiunta da parte delle Commissioni III e VIII si è pertanto ritenuto di procedere alle seguenti modifiche delle zone omogenee come individuate nel disegno di legge n. 210.
Nella provincia di Cuneo, la prevista Comunità montana dell'Alta Valle Tanaro e delle Valli Mongia e Cevetta è stata suddivisa nelle seguenti: Comunità montana dell'Alta Valle Tanaro, comprendente dieci Comuni per un totale di circa 9.000 abitanti Comunità montana delle Valli Mongia e Cevetta e del Cebano comprendente complessivamente diciotto Comuni nonché il territorio classificato montano dei Comuni di Ceva e Lesegno, ed una popolazione di circa 5.500 abitanti: sono entrati a far parte di tale zona omogenea i Comuni di Castellino Tanaro, Cigliè, Cigliano, Marsaglia, Murazzano Paroldo, Roascio, Rocca Cigliè, Sale delle Langhe, Torresina già assegnati nella precedente stesura del disegno di legge, alla Comunità montana dell'Alta Langa.
La nuova Comunità montana dell'Alta Langa comprende pertanto i rimanenti ventidue Comuni per un totale di circa 8.300 abitanti.
La delimitazione risultante a seguito dell'esame deriva dall'accoglimento delle richieste pervenute dal territorio. Da una parte infatti, i Comuni situati nella zona dell'Alta Valle Tanaro hanno sollecitato l'istituzione di una Comunità montana autonoma, con sede a Garessio, rispondente alle esigenze delle autonomie locali di tale territorio che presenta tutti i requisiti previsti dalle leggi vigenti per lo svolgimento delle funzioni di programmazione, promozione e valorizzazione della zona montana interessata.
L'individuazione della zona montana omogenea delle Valli Mongia e Cevetta e del Cebano dà invece una risposta alla richiesta, contenuta in una proposta di legge regionale presentata nell'ottobre 1994 dai Comuni di Paroldo, Torresina, Bastia Mondovì, Castellino Tanaro, Igliano, Niella Tanaro, Roascio, Murazzano, Marsaglia e Cigliè (facenti parte dell'attuale Comunità montana dell'Alta Langa), di dare vita ad un'autonoma Comunità montana dell'Alta Langa Monregalese. La costituzione di tale Comunità risultava tuttavia impossibile in quanto non soddisfaceva al requisito dei 5.000 abitanti previsto dall'art. 28 della legge n. 142/98. Si è pertanto optato per la soluzione di unire i Comuni compresi nella zona del Cebano con i Comuni gravitanti su Murazzano, costituendo una zona omogenea rispondente ai requisiti sia della popolazione sia di uno svolgimento adeguato della programmazione sovracomunale e della gestione associata dei servizi comunali.
Il Comune di Rocchetta Belbo - facente parte, nel testo del disegno di legge n. 210 inviato in aula in data 26/10/1998, della Comunità montana Alta Langa Montana - è stato invece inserito, per omogeneità geografica nel territorio della Valle Bormida Cuneese che sale in tal modo a dodici Comuni.
Ulteriori modifiche alle zone montane omogenee riguardano la provincia del Verbano Cusio Ossola.
Si è nuovamente proceduto a suddividere la Comunità montana della Bassa Valle del Toce, delle Valli Ossola, Antrona ed Anzasca, così come individuata nella stesura del disegno di legge rinviata dall'aula, nelle seguenti tre zone omogenee: Comunità montana della Valle Antrona, comprendente cinque Comuni con una popolazione complessiva di circa 8.500 abitanti Comunità montana della Valle Anzasca, con sette Comuni e circa 7.500 abitanti Comunità montana della Valle Ossola, composta da undici Comuni per una popolazione di 34.500 abitanti.
L'istituzione quali zone omogenee autonome delle Comunità montane della Valle Antrona e della Valle Anzasca, già prevista dalla L.R. n. 28/92, era stata rivista, nel disegno di legge n. 210, a causa della mancata ottemperanza di entrambe al requisito minimo dei 5.000 abitanti richiesto dalla legge n. 142/98: si era pertanto proceduto all'accorpamento delle stesse con la Valle Ossola. A seguito di adeguati approfondimenti, si è ora deciso di accogliere la richiesta, proveniente dai Comuni interessati, di procedere nuovamente alla costituzione di due Comunità autonome, aggregando alla zona omogenea della Valle Antrona il Comune di Villadossola (in tal modo la popolazione aumenta dagli originari 1.600 abitanti a circa 8.500) e ricomprendendo nella Comunità della Valle Anzasca i Comuni di Piedimulera e di Pieve Vergonte (la popolazione passa dagli attuali 3.500 abitanti a 7.500).
L'estensione della zona della Valle Ossola, i cui confini territoriali vengono ridefiniti con il passaggio dei Comuni suddetti alle costituende Comunità montane, si configura comunque come una delle maggiori del Piemonte.
La soluzione rinvenuta, oltre ad avere incontrato l'assenso degli Enti locali interessati, risponde all'attuale situazione che vede già lo svolgimento dell'esercizio associato dei servizi comunali da parte degli organismi montani esistenti.
Nel complesso, la nuova delimitazione delle zone montane (che diventano 45) risponde maggiormente ai requisiti di omogeneità territoriale e, pur ottemperando all'esigenza di formare aggregazioni con una consistenza di popolazione e di Comuni tale da consentire un adeguato svolgimento delle funzioni di programmazione territoriale ed economica, tiene debito conto delle istanze di autorganizzazione delle comunità locali.



PRESIDENTE

La ringrazio. Non essendovi richieste di parola, possiamo procedere con l'esame dell'articolato.
ART. 1 Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 1, comma primo, aggiungere in coda "assicurando il perseguimento di uno sviluppo strutturale ed infrastrutturale sostenibile, compatibile con l'ecosistema territoriale delle varie zone". - all'art. 1, comma secondo, dopo l'espressione "territori classificati montani", aggiungere l'espressione "e parzialmente montani".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Illustro i due emendamenti di merito che abbiamo presentato all'art. 1 e che tentano di offrire un ragionamento ed una garanzia di tutela in più per le aree ed i territori montani.
Il comma primo fa riferimento al ruolo della Regione nella promozione e nella salvaguardia del territorio, con particolare attenzione all'ambiente naturale e alla valorizzazione delle risorse umane, culturali ed economiche delle zone montane, anche in prospettiva del disegno di legge sul turismo e quindi tenta di offrire una garanzia e una salvaguardia del territorio non solo rispetto alle attività culturali ed economiche, ma anche ad un adeguamento sostenibile delle strutture e delle infrastrutture in vista della salvaguardia dell'ambiente naturale, di cui il territorio montano è espressione. L'esigenza è quella di aggiungere, in coda al ruolo di promozione, da parte della Regione, del territorio montano, l'assicurazione del perseguimento e anche di uno sviluppo strutturale ed infrastrutturale sostenibile e compatibile con l'ecosistema territoriale delle varie zone montane.
Questo primo emendamento vuole inserire, nell'ambito del ruolo di promozione della Regione, rispetto alla salvaguardia del territorio montano, l'aspetto territoriale, naturale, culturale ed economico, dunque sollevare l'attenzione sulla necessità di guardare allo sviluppo strutturale ed infrastrutturale sostenibile e di garantire il più possibile una compatibilità con l'ecosistema territoriale delle varie zone. Questo ci pare un emendamento che tenta di garantire il più possibile una tutela ed una compatibilità ambientale e una valorizzazione dei territori montani nel rispetto delle regole e delle compatibilità ambientali di cui i territori montani sono espressione. Con il secondo emendamento è prevista l'introduzione dei territori parzialmente montani che pure sono considerati ai fini dell'articolato della legge. L'esigenza era, da un lato, di ampliare questa garanzia e questo ruolo di promozione e di valorizzazione della Regione rispetto al territorio che è beneficiario del testo legislativo, dall'altro, tenere in considerazione non solo alcuni aspetti fondamentali, ma anche altri che sono gli aspetti infrastrutturali e strutturali, di cui la legge del turismo porta alcuni elementi aggiuntivi.
Il tentativo era che, anche da questo punto di vista, nell'ambito del territorio montano la Regione si facesse promotrice di un piano di programmazione più ampio possibile e che potesse garantire e tutelare questi territori che di per sé già partono svantaggiati.



PRESIDENTE

La Giunta non concorda.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul primo emendamento. L'Assessore Vaglio vuole intervenire durante la votazione elettronica. Non può dare la risposta sul secondo emendamento? E' un problema tecnico, non posso farla intervenire perché il sistema elettronico è già partito. L'Assessore Vaglio può dare una breve risposta fuori microfono.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna (fuori microfono)

Sul secondo emendamento il problema è che i territori "parzialmente" montani non esistono, esistono territori montani.



PRESIDENTE

Siamo sul primo emendamento, Assessore Vaglio!



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna (fuori microfono)

Il primo emendamento è stato oggetto di una lunga discussione...



PRESIDENTE

La votazione mediante procedimento elettronico è conclusa.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 16 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Pongo ora in votazione il secondo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 16 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni.
La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto sull'art. 1.



SAITTA Antonino

Intervengo per esprimere il parere favorevole del mio Gruppo sull'art.
1, ma anche per far notare il grandissimo senso di responsabilità da parte della minoranza che garantisce il numero legale, cosa che la maggioranza non riesce a garantire. L'ho voluto evidenziare perché resti agli atti e non per aprire polemiche.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 1 (nel testo originario).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 hanno risposto SI' 38 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dai Consiglieri Galli, Toselli e Grasso: all'art. 2, comma primo, nell'allegato A, Provincia di Novara, dopo "Nebbiuno" aggiungere "Ameno, Miasino, Invorio, Colazza, Pisano".
La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
Emendamento presentato dall'Assessore Vaglio: all'art. 2, allegato A, Provincia di Biella, eliminazione dei Comuni di Pistolesa e Mosso S. Maria e viene invece inserito il Comune di Mosso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI' 38 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'emendamento è approvato.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Intervengo per segnalare un errore tecnico. Nell'allegato A, per un errore degli uffici, mancano alcuni Comuni della Provincia di Biella ovvero Occhieppo Inferiore, Cerreto Castello, Piatto, Quaregna, Cossato Lessona e Vigliano.
Sottolineo che si tratta di un errore tecnico.



PRESIDENTE

Con il vostro consenso provvedo, come Ufficio di Presidenza, alle opportune modifiche di coordinamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
2, come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 38 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 2 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 3 Emendamento presentato dai Consiglieri Montabone e Toselli: l'art. 3 viene sostituito dalle parole "I territori di cui all'art. 2 rimangono quelli delimitati dalla legge 28/8/1979 n. 50".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Tale emendamento è pertanto ritirato.
Subemendamento presentato dai Consiglieri Bortolin e Montabone: all'art. 3, il punto 8) è sostituito dai seguenti punti: "8) Comuni de La Bursch: Campiglia Cervo, Piedicavallo, Quittengo, Rosazza San Paolo Cervo 8/bis) Comuni della Valle del Cervo: Adorno Micca, Miagliano, Pralungo Ronco Biellese, Sagliano Micca, Tavigliano, Ternengo, Tollegno, Zumaglia".
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Desidero illustrare l'emendamento affinché risultino chiare le motivazioni per cui è stato presentato. Si tratta semplicemente di un emendamento che ripristina le Comunità montane dell'Alta e Bassa Valle Cervo, punti 41) e 42), della legge n. 28 del 18/6/1992.
Noi chiediamo che rimangano distinte queste due Comunità montane. Chi ha ascoltato la relazione del collega Gallarini si è reso conto delle modifiche intercorse nella definizione dei confini dei territori delle Comunità montane. Sono stati apportate tutte le modifiche necessarie per mantenere tutte le Comunità montane, tenendo conto che la Giunta regionale non vuole venir meno ai 5.000 abitanti per istituire una Comunità montana.
Questo emendamento ripropone le due Comunità montane: Alta Valle del Cervo e Bursch e Bassa Valle del Cervo.
L'Alta Valle del Cervo è composta da cinque Comuni che hanno un'identità storica e caratteristiche montane di eccellenza rispetto alla montanità del Piemonte. L'altitudine minima dei Comuni è di 700 metri, il massimo poco meno di 3.000 metri.
Prendendo come baricentro il Comune di Biella il territorio comprenderebbe all'incirca 5.400 ettari, trattandosi della parte di valle che unisce la Valsesia e la Val Sessera alla Valle di Gressoney in Valle d'Aosta. Dall'Alta Valle del Cervo sono emigrati, alla fine dell'800 inizio '900, migliaia e migliaia di abitanti - erano ottomila all'inizio del '900 - verso l'Europa e verso altri continenti.
Ci sono esempi di grande operosità di questa popolazione. Per fare un esempio la Stazione di Porta Nuova è stata progettata dall'ing.
Mazzucchetti che proviene da un Comune dell'Alta Valle del Cervo; anche il senatore Rosazza proviene da questa valle. Si tratta di una Comunità montana che ha una storia significativa: ha una casa-museo, a Rosazza, ha un santuario che ha la stessa importanza del santuario di Oropa e fa parte dei santuari del Biellese, che sono un fiore all'occhiello della nostra regione.
I tentativi di "cancellare" l'Alta Valle del Cervo e Bursch sono stati innumerevoli durante questi anni. Prima di tutto la durezza delle condizioni di vita. L'inverno in questa valle dura otto mesi, non ci sono strade di grande comunicazione e non ci sono funivie che portano alle vette. E' una valle dove è durissimo vivere e, di conseguenza, la permanenza è stata altrettanto difficile. Solo qualche anno fa si è realizzato un collegamento importante con la panoramica Zegna che dà sbocco sciistico al Biellese: il bocchetto Sessera, l'oasi Zegna, momenti importanti anche per lo sviluppo.
Si tenta quindi di riportare a vita anche turistica l'Alta Valle del Cervo con le collaborazioni con altri Comuni e con altre Valli contigue.
Le risorse locali non ci sono; poche cave e molta emigrazione hanno decimato la popolazione. Come dicevo già prima, sono rimasti donne e uomini anziani, poco meno di mille abitanti.
Il lavoro che la Comunità montana ha svolto - è questo il punto che vorrei sottolineare ai colleghi Consiglieri - ha consentito di mantenere lì comunque la vita, la residenza; diversamente, è una valle che andrà inesorabilmente spopolandosi, lasciando all'abbandono una parte importante della montagna di questa provincia.
Pochi ne risiedono di giovani; si tenta, con l'impegno della Comunità montana, di riportare la residenzialità a giovani coppie. La nascita di un bambino è un grande avvenimento, però con lo sforzo e il contributo della Comunità montana si torna anche ad avere eventi del genere in questa valle.
L'obiezione che ha fatto l'Assessore - ne abbiamo discusso a lungo in Commissione, devo dire con atteggiamenti altalenanti - è che mille abitanti sono troppo pochi, che c'è una legge nazionale, che è vero che è montagna ma che non si può mantenere lì una Comunità montana.
Certo, è vero quanto l'Assessore obietta, ma l'Alta Valle del Cervo Assessore, non ha avuto l'opportunità di fare quelle operazioni di rivisitazione delle Comunità montane che il collega Gallarini ha ricordato nella sua relazione, consentendo anche a Comunità al di sotto dei 5.000 abitanti di aggregare altri Comuni per poter continuare a vivere.
Questa l'Alta Valle non l'ha avuta, come opportunità. C'è un grande sforzo da parte di questi cinque Comuni per gestire in consorzio tutti i servizi e c'è stato un grande sforzo da parte di questi Comuni nella correttezza della gestione della Comunità montana, per far sì che le risorse - scarsissime - per mantenere servizi, soprattutto sociali, rivolti alla popolazione potessero vivere.
Il contributo che viene dalla legge nazionale sulla montagna è determinante, è vitale per questa popolazione. Unendosi le due Comunità montane, si perde questa provvidenza, che può far ridere, ma che invece in quella località è importante per mantenere un foyer invernale per gli anziani, e quindi non spopolamento della valle, per far sì che anche quel barlume di sviluppo turistico possa trovare nella Comunità montana un appoggio, un veicolo di promozione. Tant'è che i soldi stanziati per far rivivere il Santuario di S. Giovanni D'Andorno sono un elemento determinante per riprendere il turismo religioso, e non solo in quella vallata. E' però la Comunità montana che può gestire questo intervento, la Comunità montana dell'Alta Valle.
Certo, l'Assessore obietta: non sono bravi - me l'ha detto personalmente - questi amministratori dell'Alta Valle del Cervo, non sono stati bravi a progettare e quindi non vale la pena di mantenere questa Comunità montana. Forse, se anziché registrare i falli delle Comunità montane, l'Assessorato e l'Assessore fornissero l'aiuto concreto per un buon governo anche delle piccole realtà montane, sarebbe estremamente importante.
C'è stato un tentativo di cancellare l'Alta Valle del Cervo non solo da parte della Regione Piemonte, ma anche di una grande impresa che ne voleva fare un'unica realtà per estrarre materiale che pare oggi prezioso, il fespato. Questa valle si è mobilitata, ha raccolto 12.000 firme e ha impedito che fosse distrutta per meri interessi di poche persone.
Lo spopolamento, che non può che far seguito alla mancanza di servizi favorirà inevitabilmente ancora una volta l'assalto da parte di questi imprenditori, perché certamente se non vi è residenza, non vi è difesa di queste realtà montane.
E' una popolazione che non si è organizzata per fare sotterfugi, per sistemazioni salvifiche e apparentemente risolutive, perché non si pu stare insieme forzatamente, perché c'è una storia che va rispettata, anche se i numeri non danno ragione.
Mi rendo conto che si tratta di un emendamento che non desta interesse da parte del Consiglio, né l'ha destato in Commissione, che io ho voluto ripresentare per testimoniare ciò che in modo del tutto non appropriato voterà il Consiglio regionale oggi: la cancellazione di un'unica realtà montana - e se ci sono altre accezioni, si facciano avanti - che sarà appunto, con il nuovo Testo unico, del tutto abbandonata, del tutto cancellata.



PRESIDENTE

Questo emendamento, tecnicamente, lo considero un subemendamento dell'emendamento più grande.



BORTOLIN Silvana

No, no: è un emendamento e basta.



PRESIDENTE

Un emendamento puro e semplice, d'accordo. La Giunta?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Non è d'accordo.



CHIEZZI Giuseppe

Ma l'emendamento a firma del Consigliere Montabone e Toselli?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

E' stato ritirato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento presentato dai Consiglieri Bortolin e Montabone.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 38 hanno risposto SI' 10 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dall'Assessore Vaglio: all'art. 3, lettera c), i punti 6, 7, 8 e 9 sono sostituiti dai seguenti: "c) nella provincia di Biella: 6) i Comuni della Val Sessera: Ailoche, Caprile, Coggiola, Crevacuore Guardabosone, Portula, Postua, Pray Biellese, Sostegno 7) i Comuni della Valle di Mosso: Bioglio, Callabiana, Camandona, Mosso Pettinengo, Selve Marcone, Soprana, Trivero, Vallanzengo, Valle Mosso Valle S. Nicolao, Veglio 8) i Comuni della Valle del Cervo - La Bursch: Andorno Micca, Campiglia Cervo, Miagliano, Pralungo, Ronco Biellese, Piedicavallo, Quittengo Rosazza, Sagliano Micca, S. Paolo Cervo, Tavigliano, Ternengo, Tollegno Zumaglia 9) i Comuni della Valle dell'Elvo: Donato, Graglia, Magnano, Muzzano Netro, Pollone, Sala Biellese, Sordevolo, Torrazzo, Zimone 10) i Comuni della Bassa Valle dell'Elvo: Camburzano, Mongrando, Occhieppo Inferiore, Occhieppo Superiore, Zubiena 11) i Comuni delle Prealpi Biellesi: Casapinta, Cerreto Castello, Crosa Curino, Mezzana Mortigliengo, Piatto, Quaregna, Strona, Valdengo, nonché i territori classificati montani dei Comuni di Cossato, Lessona e Vigliano Biellese".
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

E' molto semplice. L'emendamento prevede l'attuale perimetrazione delle Comunità Val Sessera, Valle Mosso, Valle Cervo, Valle Elvo, Bassa Valle dell'Elvo e Prealpi biellesi: è, né più né meno, l'attuale configurazione.
Riportiamo, quindi, il testo di legge all'attuale configurazione, meno La Bursch.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Voglio solo far presente, su questo emendamento, l'incongruenza del ragionamento che sta a monte. L'errore all'art. 2 - Assessore - non era un errore, ma una modifica: lo scioglimento della Prealpi. Si ripristinano Comunità montane che di montano hanno ben poco e si è voluto, invece, con un voto negativo, cancellare la Comunità montana per eccellenza dalla provincia di Biella.
Caro Assessore, con un serio lavoro i 5.000 abitanti li avremmo raggiunti, come è stato fatto altrove, anche per La Bursch.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Pongo una domanda tecnica: all'art. 3, gli emendamenti che lei svolge sono riferiti al Biellese? Ha altri emendamenti su ogni provincia?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

No.



MONTABONE Renato

E' tutto qui l'emendamento all'art. 3?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

C'è solo un adeguamento sulla Valsesia.



MONTABONE Renato

Allora faccio una domanda molto chiara: il famoso problema del Comune di Battifollo, dove si risolve?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

C'è un emendamento a firma Peano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Toselli, che interviene in qualità di Consigliere.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. Solo una questione tecnica: l'Assessore Vaglio, in un suo precedente intervento, in risposta ad un emendamento, ha sostenuto e concordo con lui - che esistono Comuni montani e Comuni non montani. La collega Bortolin, invece, sostiene che viene soppressa un'intera Comunità montana di 5.000 abitanti, che è effettivamente montana, e che, viceversa si vanno ad inserire Comuni che di montano hanno poco.
Desidero pertanto capire se questi Comuni sono montani, oppure no.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Rispondo ad una serie di imprecisioni. La prima: la Comunità montana de La Bursch, dell'Alta Valle Cervo, conta 850 abitanti e non 5.000.
Relativamente alle altre domande, quelli della Prealpi Biellese sono Comuni censuariamente di bonifica montana e quindi in tutto e per tutto assimilabili a Comuni montani che hanno costituito Comunità montana fino ad oggi. All'epoca in cui si assegnava a queste aggregazioni una funzione molto particolare è stata accesa un'annosa questione. Oggi, mentre il Piemonte ha bisogno di aggregazioni reali, provate, funzionali e funzionanti, non abbiamo ritenuto - credo che il Consiglio non lo ritenga di dover procedere allo scioglimento di Comunità montane attualmente funzionanti per mettere in piedi delle unioni di Comuni o altre aggregazioni che non avrebbero la stessa sortita.
Per quanto riguarda, invece, le domande dei Consiglieri, devo precisare che la Giunta non ha presentato altri emendamenti a questo articolo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin per dichiarazione di voto.



BORTOLIN Silvana

Faccio una dichiarazione di voto su questo emendamento, che sicuramente voto risottolineando l'ingiustizia: non è vero, Assessore Vaglio, che questi sono Comuni assimilabili ai Comuni montani. Sfido, e chiedo a testimoniare l'Assessore Pichetto, se i Comuni di Cerreto Castello, di Cossato o qualche altro Comune può essere dal Piemonte considerato montano.
La sfido, Assessore, a portare i dati della montanità di questi Comuni.
Dopodiché, dato che si è ripristinato tutto, va bene ripristinare la Comunità montana Prealpi, ma risottolineo la grande ingiustizia che, per caparbia, l'Assessore Vaglio vuole perseguire.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento presentato dall'Assessore Vaglio.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 37 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: all'art. 3, punto 16), dopo "Montaldo Mondovì", aggiungere "Niella Tanaro".
L'emendamento è accolto dalla Giunta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 36 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: all'art. 3, punto 17), "i Comuni dell'Alta Valle Tanaro": togliere "Battifollo".
L'emendamento è accolto dalla Giunta.



RIBA Lido

Scusi, Presidente, una parte degli emendamenti è già stata discussa in Commissione; ai sensi del Regolamento, è legittimo presentarli anche in aula, ma questo comporta la necessità di capire, perché tutti i colleghi possano partecipare, soprattutto quelli che vi hanno lavorato.
Relativamente alla questione di Niella Tanaro, il mio Gruppo ha votato "sì" all'emendamento, perché il Comune di Niella Tanaro è un territorio intercluso nell'area del territorio montano e può fare parte, dal punto di vista della previsione del 1102, di territori in qualche maniera connessi.
Questo, si è spiegato prima, poteva essere un elemento valutabile da parte di tutti.
Sulla questione del territorio di Battifollo, penso che l'emendamento vada illustrato da chi l'ha proposto. Se non c'è nessuno disposto ad illustrarlo, posso occuparmene io, convenendo sull'emendamento. Però, non avendolo proposto, preferirei che lo illustrasse il proponente. In merito alla definizione degli accorpamenti, essendo un'operazione complessa e delicata, è meglio che i relativi emendamenti siano illustrati ed eventualmente oggetto di considerazione.



PRESIDENTE

Ricordo che stiamo discutendo l'emendamento dei Consiglieri Peano e Saitta, con il quale all'art. 3, punto 17), si chiede di togliere il Comune di Battifollo. Inoltre, ve n'è un altro al punto successivo, in cui si chiede invece di inserirlo.
La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Presidente, stavamo già votando su Battifollo e il collega Riba ha chiesto di dare spiegazione del perché, ma nel contempo ha spiegato anche il precedente emendamento, che inseriva Niella Tanaro e il perché di tale inserimento. Era un emendamento che avevamo concordato tra varie forze politiche con l'Assessore, perché si riteneva che questo Comune, ai sensi della legge n. 142, fosse l'unico Comune inseribile, in quanto circondato da Comunità montane. Abbiamo così proposto l'emendamento, che ormai era conosciuto da tutti. Per quanto riguarda Battifollo, si tratta di un Comune che, all'epoca della nascita della Comunità montana Val Tanaro, non aveva accettato di inserirsi in quella Comunità, ma preferiva rimanere nella precedente Comunità del Cebano. Era uno di quei Comuni che non avevano sottoscritto la richiesta di una nuova Comunità montana. E' per questo che sentendo i Sindaci, era opportuno proporre ancora oggi al Consiglio che Battifollo non fosse inserito nella Comunità montana Val Tanaro, ma rimanesse nella precedente Comunità del Cebano, che è anche sicuramente modificata dall'art. 3.
La proposta è di due emendamenti successivi: il primo che elimina Battifollo dalla Comunità Val Tanaro, il secondo che lo inserisce nell'altra Comunità montana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Toselli, che interviene in qualità di Consigliere.



TOSELLI Francesco

Dichiaro la mia astensione in merito all'emendamento presentato dal collega Peano in quanto notizie storiche da me assunte includono il Comune di Battifollo nella Val Tanaro; inoltre, mi astengo non soltanto per questo motivo, ma anche perché è stato frazione di Bagnasco dal 1929 al 1947.
Quindi, tenendo conto della storia di questo Comune e del fatto che servizi di interesse generale per la popolazione gravitano intorno alla Comunità montana Val Tanaro, non mi sento di dare il benestare a questo emendamento e mi asterrò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Conoscendo la situazione di quel territorio aderisco alla proposta di emendamento formulata dal Consigliere Peano, perché avevamo in un primo momento, nel lavoro di Commissione, proprio su un'ipotesi del collega Toselli, inserito Battifollo tra i Comuni della Val Tanaro, ma il Sindaco il Comune e le tradizioni comportamentali di quel paese lo vogliono iscritto al territorio del Cebano: difatti, geologicamente e geograficamente, il territorio di Battifollo non fa parte dell'area omogenea dei Comuni della Val Tanaro gravitanti attorno a Garessio.
"Ideogeologicamente", il territorio di Battifollo non fa parte del territorio della Val Tanaro, ma fa parte del territorio del Cebano.
Questa è l'opinione dei territori cebani, del Sindaco di Battifollo e degli stessi Comuni della Val Tanaro. Non sposta, nella nostra definizione la sostanza delle aggregazioni dal punto di vista numerico, ma è giusto così.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: all'art. 3, punto 18), dopo "Cigliè" inserire "Battifollo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e ai docenti della scuola ungherese Lajosmisze


PRESIDENTE

Ringrazio e saluto gli studenti e gli insegnanti della scuola ungherese Lajosmisze che sono venuti a farci visita.


Argomento: Comunita' montane - Montagna

Esame disegno di legge n. 210: "Testo unico delle leggi sulla montagna" Rinvio esame ordini del giorno n. 974 e n. 978 (seguito)


PRESIDENTE

Viene ritirato l'emendamento presentato dai Consiglieri Galli, Toselli e Grasso, il cui testo recita: all'art. 3, lettera e), punto 21), dopo la parola "Nebbiuno", si aggiungono le parole "Armeno, Miasino, Invorio, Colazza, Pisano".
Emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Bellion, Vindigni, Riba e Bortolin: all'art. 3, paragrafo 1, punto 35), dopo "Varzo, aggiungere "Bognanco Domodossola".
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Sono stati proposti degli emendamenti all'Assessore. La forma potrebbe essere più congrua. Io riproporrei verbalmente, se è una procedura ammissibile, due perfezionamenti che riguardano il punto 18). Mi rivolgo anche ai Presidenti delle Commissioni III e VIII, che hanno gestito questo aspetto nelle riunioni congiunte delle Commissioni, nonché in Giunta relativamente alle denominazioni precise delle Comunità. Al punto 18) l'indicazione qui prevista è: "I Comuni delle Valli Mongia, Cevetta e del Cebano". Si tratta di territori che ideogeologicamente, storicamente e culturalmente fanno parte di quell'amplissimo territorio che si chiama Langa, così come c'è il Monferrato e il Canavese, e che hanno questa denominazione in tutti gli atti di identificazione del proprio territorio.
Questa identificazione finisce per essere quella prevalente, più congrua e più individuabile, per cui la denominazione che proporrei al punto 18) sarebbe: "I Comuni delle Valli Mongia, Cevetta e Langa Cebana".
Al punto 20), sempre per il motivo già richiamato dell'appartenenza all'area della Langa, anziché scrivere "i Comuni della Valle Bormida Cuneese", siccome è compresa la Valle Uzzone ed è una denominazione che riguarda tutti i Comuni della Langa, propongo una denominazione più congrua "i Comuni di Langa: Valli Bormida e Uzzone". Chiedo se può essere accolta come indicazione al perfezionamento del testo. Grazie.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie questo emendamento proposto sul momento? La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Il Presidente del Gruppo DS mi ha chiamato in causa in qualità di Presidente della VIII Commissione, nella quale si sarebbe dovuto esaminare la questione della partizione delle Comunità montane, oggetto dell'art. 3 del disegno di legge n. 210. La questione delle ripartizioni è di fondamentale importanza, soprattutto oggi, in relazione all'attuazione della legge n. 59 e in particolare del DL n. 112. Questo problema non riguarda solo le zone montane, ma l'intero territoriale regionale.
In questi ultimi anni è emerso chiaramente il ruolo delle Comunità montane per lo sviluppo dei propri territori, grazie anche alla particolare politica di trasferimento di risorse che la Regione ha adottato con la costituzione del Fondo regionale della montagna e a taluni programmi comunitari come l'Interreg.
In una parte del Consiglio si è consolidata l'opinione che siano solo le Comunità montane quelle per i quali occorre avere questa attenzione rispetto al problema delle partizioni e poiché le Comunità montane sono diventate centri importanti di spesa e di costruzioni del consenso spiega l'attenzione che si sta rivolgendo a questa parte del territorio regionale e spiega anche l'attenzione degli spostamenti dei singoli Comuni in questa o in quella comunità che sovente nasce dalla visione ideologica e politica che mi ha portato a coniare il termine "ideogeologico".
Detto questo, anche per rispondere alla sollecitazione che è stata fatta, devo dire che tutta questa tematica e soprattutto per quanto riguarda gli emendamenti che sono illustrati in aula, questi non vengono discussi in VIII Commissione e nelle Commissioni in sede congiunta, per cui ritiro la mia firma sugli emendamenti relativi all'art. 3.
Mi astengo su tutti gli emendamenti dell'art. 3 e, in proposito, per dare forza, caro Assessore Vaglio, ai miei ragionamenti, invito a leggere le osservazioni fatte dall'ANCI sul disegno di legge n. 467, che rischierebbe una particolare attenzione anche dal punto di vista politico.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vindigni ritira la propria firma dagli emendamenti all'art. 3.
Emendamento presentato dai Consiglieri Riba e Montabone: all'art. 3, punto 18), sostituire l'intestazione della Comunità montana con: "I Comuni delle Valli Mongia, Cevetta e Langa Cebano"; al punto 20) sostituire l'intestazione della Comunità montana con: "I Comuni di Langa: Valli Bormida e Uzzone".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 1 astensione.
L'emendamento all'art. 3, paragrafo 1, punto 35), di cui ho dato lettura in precedenza, viene ritirato dai proponenti.
L'emendamento presentato dai Consiglieri Rosso e Dutto, all'art. 3, comma primo, lettera g), relativo alla provincia del Verbano Cusio Ossola, viene ritirato dai proponenti in quanto superato e già inserito nel testo del disegno di legge.
L'emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Bellion, Riba e Bortolin all'art. 3, paragrafo 1, punto 39), che propone di eliminare le parole "Bognanco, Domodossola", viene ritirato.
Emendamento presentato dall'Assessore Vaglio: all'art. 3, lettera h), nella Provincia di Vercelli il punto 45) è sostituito dal seguente: "45) i Comuni della Valsesia: Alagna Valsesia, Balmuccia, Boccioletto Borgosesia, Breia, Campertogno, Carcoforo, Cellio, Cervatto, Civiasco Cravagliana, Fobello, Mollia, Pila, Piode, Quarona, Rassa, Rima S.
Giuseppe, Rimasco, Rimella, Riva Valdobbia, Rossa, Sabbia, Scopa, Scopello Valduggia, Varallo, Vocca".
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

La legge nazionale ci impediva di avere delle Comunità montane transprovinciali, per cui Postua e Guardabosone, che sono in Provincia di Vercelli, e non di Biella, avrebbero dovuto far parte della Comunità montana Valsesia. Il testo di legge, approvato in prima istanza dal Senato ci permette di mantenere questi due Comuni nella Comunità montana di origine, pertanto Postua e Guardabosone rimangono inglobate nella Comunità montana Val Sessera e non nella Comunità montana Valsesia.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Sono d'accordo sull'emendamento. Vorrei che l'Assessore mi riferisse in base al punto 6, non modificato, quale popolazione avrebbe avuto la Comunità montana Val Sessera.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

I dati richiesti dalla Consigliera Bortolin sono i seguenti: 11.500 prima delle scissione e 9.700 poi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI' 30 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica e Bertoli: all'art. 3, punto 40), ai Comuni del Cusio Mottarone sono aggiunti: "Casale Corte Cerro, Germagnano, Gravellona Toce, Loreglia, Massiola, Val Strona" il punto 41), "i Comuni della Val Strona", è soppresso.
La Giunta è contraria a tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 14 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'art. 3.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, anche sull'art. 3 il Gruppo dei Popolari è d'accordo.
Intervengo per ricordare ai colleghi della maggioranza che hanno il dovere di essere presenti. Sottolineo il fatto che anche su questo articolo il numero legale è garantito dalla minoranza. Per cui questa legge se continua il suo iter è anche merito della minoranza che partecipa non solo soltanto alla costruzione dell'articolato, ma anche alla sua votazione.
Il Presidente dovrebbe anche rendersi conto di una certa gravità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
3, come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 34 Consiglieri hanno risposto NO 1 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 4, comma secondo, aggiungere in coda "e delle potenzialità recettizie evidenziate sulla base dell'attività di programmazione e pianificazione elaborata dagli Enti locali di competenza".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento vuole richiamare un po' le competenze in materia programmatica da parte degli Enti locali; la necessità è infatti introdurre nel secondo comma, dove si individua la classificazione dei territori nelle fasce altimetriche a marginalità socio-economica, ecc. (e avviene sotto i parametri sottoelencati, quindi fa riferimento alla legge n. 142, tenendo conto in particolare degli andamenti demografici), anche le potenzialità ricettive evidenziate sulla base di attività, programmazione, ecc.
Si vogliono dunque richiamare le competenze in materia programmatica da parte degli Enti locali; infatti anche qui tentiamo di offrire un collegamento col disegno di legge sul turismo, il quale esprime chiaramente anche questo ruolo pianificatorio degli Enti locali.
Con questo emendamento, noi riteniamo quindi di individuare negli Enti locali l'organo, la modalità anche per intervenire all'interno delle opere di classificazione dei territori nelle fasce altimetriche e nella marginalità socio-economica, che qui viene individuata al comma secondo.
Anche questo, Assessore, è un emendamento di merito, che prova ad offrire un collegamento rispetto a un disegno di legge importante, con il quale c'è anche un'inevitabile sinergia e collegamento, rilanciando un ruolo di programmazione che parta da delle condizioni di classificazione dei territori, come viene evidenziato nel comma secondo dell'art. 4, ma individuando anche in questo un legame rispetto alle attività ricettive come già nell'emendamento precedente all'art. 1 avevamo posto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Devo sottolineare un paio di questioni relativamente a questo emendamento.
La prima. Noi classifichiamo le fasce altimetriche e di marginalità in base all'art. 28 della legge n. 142, che di per sé non conteneva indicazioni circa la vocazione turistica dei territori. Dietro una ricerca approfondita, che è stata più volte illustrata in Commissione, effettuata dall'IRES, abbiamo identificato i parametri sensibili; tra i parametri sensibili, abbiamo inserito - così come vedete al termine del comma secondo la vocazione turistica. All'interno della vocazione turistica ci sono anche delle considerazioni sulle capacità ricettive; le capacità ricettive in sé e per sé, però, non possono costituire parametro, ma fanno parte di un parametro più generale. Per cui sono dolente di dovere annunciare che la Giunta non è in grado di recepire l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi sembra un po' una risposta per partito preso, in quanto il nostro emendamento chiede - mi sembra sensatamente - di inserire tra gli elementi atti a decidere se ci si trovi in una situazione di marginalità o meno anche le potenzialità che gli atti di pianificazione degli Enti locali hanno previsto su quel territorio. Mi sembra difficile poter prescindere da quanto risulta in atto come programmi da parte degli Enti locali nell'individuare se si tratti di una situazione marginale o meno.
Quindi questo emendamento tendeva ad ancorare un concetto molto labile di vocazione turistica, difficilmente padroneggiabile; si cercava di ancorarlo alle attività degli Enti locali, che sono di programmazione e di pianificazione, perché altrimenti l'interpretazione di vocazione turistica non ha dei riferimenti concreti, misurabili, accertabili, diventa un'interpretazione che può avere la massima discrezionalità e quindi pu essere anche soggetta a non essere congruente con la situazione che si vuole descrivere.



PRESIDENTE

La valutazione della Giunta resta negativa.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Avrei bisogno di un chiarimento da parte del Consigliere Chiezzi.
Se ho ben capito, il collega Chiezzi sostiene quanto segue.
I Comuni che, nell'ambito delle proprie previsioni urbanistiche ritengono di avere una certa possibilità di espansione edilizia, sono Comuni che non si considerano marginali, altrimenti non avrebbero capacità di attrarre popolazione o comunque di attrarre investimenti. Invece i Comuni che hanno una capacità ricettiva limitata, lo fanno perché ritengono di essere in una condizione di marginalità, quindi autocertificano con lo strumento urbanistico la loro marginalità e si candidano ad avere i benefici connessi con lo stato di marginalità.
Vorrei chiedere al collega come considera il caso di Comuni che per scelta ed orientamento culturale, ma anche commerciale, contano sul recupero edilizio, anziché sulle nuove costruzioni. In questo caso, il suo emendamento come si colloca?



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, se ritiene, può fare un completamento dell'intervento... una dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il collega Vindigni. L'emendamento propone un riferimento agli atti di pianificazione come riferimento di legge al fine di prendere quella decisione sulla marginalità o meno, riferimento che oggi non c'è.
Occorrerà verificare, nella legge così com'è scritta adesso, caso per caso in cosa consista la vocazione turistica, termine di difficile padronanza.
Noi chiediamo che, caso per caso, si decida la vocazione turistica sulla base degli atti di programmazione e di pianificazione.
Se uno volesse fare degli esempi pratici, è difficile pensare che un Comune che prevede di decuplicare il proprio territorio con nuove costruzioni sia un Comune marginale; viceversa, un Comune che non prevede un'espansione di edilizia nuova, ma un recupero dell'edilizia esistente può essere un Comune - anzi, probabilmente lo è - a marginalità economica che cerca di fare leva sulle risorse esistenti, evidentemente non utilizzate, abbandonate o sottoutilizzate, per risalire la china economica.
Ho fatto due esempi estremi per dire che le attività di previsione programmazione e pianificazione sono gli unici elementi che chiediamo che la legge dia come riferimento a chi deciderà, al decisore pubblico come riferimento per esaminare le cose.
Se invece togliamo il riferimento agli atti, alle politiche che i Comuni hanno intrapreso, quali ancoraggi ci saranno alla marginalità economica? Ne avremo di meno, sarà più vago e quindi questo concetto potrà essere maggiormente stiracchiato a proposito o a sproposito in ogni direzione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 14 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Bellion, Vindigni, Riba e Bortolin: all'art. 4, il comma terzo è sostituito dal seguente: "3. I territori montani, così come definiti all'art. 1 della L.R. n. 50/79 e successive modifiche, sono ripartiti su base comunale nelle classi di cui al paragrafo 1 come descritti nell'allegato elenco A".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
4.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI' 35 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 5, comma primo, aggiungere in coda "nonché l'esercizio delle funzioni amministrative che la Regione, ai sensi dell'art. 4, comma quinto della legge 15/3/1997 n. 59, conferisce alla Comunità montana rispettando il principio di sussidiarietà di cui all'art. 4, comma terzo, della medesima disposizione normativa".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

E' una dichiarazione di voto favorevole. Continuo a sottolineare la grandissima responsabilità da parte della minoranza, che garantisce il numero legale.



PRESIDENTE

Devo ricordare all'aula nel suo complesso di farsi carico di questa esigenza e di essere produttiva ed utile al Piemonte.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
5.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI' 36 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 6, comma primo, aggiungere in coda "previa intesa con la Conferenza permanente Regioni-Autonomie locali di cui all'art. 6 della L.R.
n. 34/98".
L'emendamento è accolto dalla Giunta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 44 Consiglieri L'emendamento è accolto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: all'art. 6, comma terzo, dopo le parole "una di esse", aggiungere le parole "previo consenso dei Comuni interessati".
La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Questo emendamento intende soltanto ribadire un concetto, Assessore.
Nel comma primo parliamo di variazione delle zone omogenee dei territori montani, sentite le Comunità montane e i Comuni interessati. A me pare opportuno cambiare il concetto da "sentito" a "previo consenso" rafforzativo nei confronti dei Comuni. E' una proposta che riteniamo interessante per i Comuni stessi. Riteniamo di ribadire che, qualora sia opportuno e necessario modificare le zone delle Comunità montane, tutto questo avvenga con il consenso e non soltanto "sentito" il parere dei Comuni stessi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Non sfugge ai colleghi e a nessuno dei presenti che, se abbiamo bisogno del consenso, questo deve essere formalizzato e la formalizzazione altro non può essere che una delibera di Consiglio. Quindi, con il consenso espresso dei Comuni interessati, ad oggi credo che non saremmo riusciti a modificare assolutamente il quadro della situazione. Comprendo il garantismo che anima il collega Peano nel presentare questo emendamento, ma spesso il meglio è nemico del bene. Sono costretto a non accettare l'emendamento.



PRESIDENTE

Il Consigliere Peano ritira l'emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
6, come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 39 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 40 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 8, comma primo, alla fine del primo periodo, aggiungere l'espressione "previa audizione della competente Commissione Consiliare e di intesa con i Presidenti delle Comunità montane preesistenti".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento, Presidente, è proposto al comma primo dell'art. 8 che introduce il concetto di nomina dei Commissari da parte del Presidente della Giunta regionale, con proprio decreto, in caso di Comunità montane che derivino dalla fusione e dalla scissione di altre.
Con questo emendamento, quindi con l'aggiunta di prevedere un'audizione da parte della Commissione consiliare competente, prevediamo un coinvolgimento del Consiglio regionale nella definizione della nomina di un Commissario, nel caso in cui le Comunità montane vedano prevista la nomina di un Commissario da parte della Regione, in seguito alla scissione o alla fusione con altre Comunità montane.
Ci pare importante ribadire il ruolo del Consiglio regionale ed anche la presenza di un'audizione della Commissione competente, anche rispetto all'approfondimento di alcuni temi nei confronti dei quali alcune Comunità montane possono trovarsi in difficoltà.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria all'emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 8 Consiglieri hanno risposto NO 32 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: all'art. 8, comma secondo, sostituire le parole "dal Presidente della Giunta regionale" con le parole "dal Presidente della Provincia".
La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Brevemente, Presidente. Non è solo una sostituzione di un Presidente quanto soprattutto il dare al territorio la giusta dimensione, ritenendo opportuno conferire alle Province, nell'ottica di nuova affermazione delle politiche (con i Bassanini e le nuove deleghe che stanno arrivando alle Province stesse), la delega di questi nuovi insediamenti.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, non si riesce a sentire nulla.



PEANO Piergiorgio

Chiedo, scusa, forse ho il tono della voce un po' basso.
Ripeto: pensavamo di proporre, al comma secondo, la sostituzione del Presidente della Giunta regionale con il Presidente della Provincia, nella seduta di insediamento del Consiglio delle Comunità montane.
Riteniamo, cioè, opportuno (nell'ottica delle nuove Bassanini e delle deleghe conferite alle Province) dare alle Province stesse l'autorità di insediamento delle Comunità montane del loro territorio.
Pensavamo di fare questa proposta come emendamento sostitutivo al comma secondo dell'art. 8.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ho bisogno di un chiarimento: è il Presidente del Consiglio provinciale o il Presidente della Giunta provinciale?



PRESIDENTE

Scritto così, io intendo della Giunta provinciale.



PEANO Piergiorgio

Se è opportuno e necessario chiarirlo, è il Presidente della Giunta provinciale.



PRESIDENTE

Su sua indicazione, Consigliere, mi permetto di specificare: "dal Presidente della Giunta provinciale".
La Giunta è contraria all'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questo emendamento è molto importante perché l'atto di insediamento ha una grande rilevanza dal punto di vista dell'immagine e del ruolo che si intende assegnare ad un soggetto. Non ha rilevanza di carattere gestionale.
Respingere questo emendamento, che consegna al territorio decentrato quindi alle Province, il compito di dare il via all'attività delle Comunità montane, sottende una volontà centralistica al di là di ogni buon senso.
Già prima l'Assessore, che evidentemente considera i Comuni qualcosa di pericoloso ed incapace di prendere decisioni come quella di aggiungersi o togliersi ad una Comunità montana, ha respinto l'emendamento dei colleghi Peano e Saitta, che chiedevano il consenso dei Comuni per ridefinire le appartenenze che oggi definiamo (e mi è dispiaciuto che i colleghi abbiano ritirato l'emendamento). E' il segnale di un atteggiamento occhiuto dell'Assessore Vaglio, il quale pensa che i Comuni debbano stare sotto il proprio controllo. Va bene, lì c'era una decisione da prendere, Assessore Vaglio; evidentemente non ti fidi dei Comuni nel momento in cui i Comuni possono decidere da soli un cambiamento di Comunità montana, quindi ci pu essere un aspetto di merito.
In questo caso, però, aspetti di merito non ce ne sono; questo è l'insediamento. Perché, allora, si vuole mantenere in capo alla Giunta regionale il compito di insediare le Comunità montane? Se il principio di sussidiarietà deve essere un elemento congruente alla volontà di decentrare il più possibile tutte le attività ed anche e soprattutto - perché questa è senza oneri - l'attività di dare il via alle nuove Comunità montane, non capisco perché non possano essere le Province a farlo. Evidentemente si vuole mantenere al centro anche la politica di immagine di insediamento.
Diamo, invece, alle Province questo potere, affacciamole sul loro territorio, creiamo degli interlocutori stretti anche nel momento di insediamento delle nuove Comunità montane.
Perché dovete perdere tempo, come Assessori regionali e Presidente della Giunta regionale, ad insediare le Comunità montane? Date questo compito alle Province perché non si toglie nulla alla gestione, ma si dà enfasi ad un ruolo più stretto tra gli Enti istituzionali decentrati sul territorio. Sostengo con molta convinzione questo emendamento e lo ritengo molto importante e significativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Volevo dire ai colleghi del Consiglio, in modo particolare della maggioranza che si accingono ad assumere una decisione in merito a quest'emendamento che ha un valore anche di carattere simbolico, nel senso che si tratta di una seduta di insediamento e non è niente di eccezionale ma assume qualche gesto simbolico che restituisce l'insediamento di un'attività territoriale che riguarda un insieme di Comuni, alla Provincia che è l'ente sovracomunale più vicino. Mi pare che questo abbia un grande senso simbolico e non è niente di particolare.
La Giunta e l'Assessore non devono sentirsi espropriati di un ruolo.
Continuo a ripetere che l'attività politica vera e propria e la Regione non esercita con atti formali l'insediamento.
L'attività politica viene esercitata attraverso gli strumenti della programmazione. Restituire questo gesto, questo atto simbolico alla Provincia, mi pare che sia una indicazione positiva. Invito i colleghi della maggioranza a valutare nella giusta dimensione questo problema che è piccolo, ma ha un grande valore simbolico. E' importante non assumere una posizione pregiudiziale, ma credo che, dopo i chiarimenti, concorda anche l'Assessore Vaglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Grazie, Presidente. Anche noi sottoscriviamo l'emendamento proposto dal collega Peano e ci uniamo all'invito fatto dal collega Saitta poc'anzi alla Giunta e all'Assessore di riconsiderare il suo parere negativo su questo emendamento, non solo alla luce delle considerazioni che sono state fatte dai colleghi che mi hanno preceduto, ma anche proprio perché, se c'è una specificazione simbolica rispetto al fatto della convocazione della prima seduta del Consiglio della Comunità montana è anche vero che, scorrendo gli articoli di questo provvedimento che abbiamo in discussione oggi in quest'aula, molti dei provvedimenti che vengono intrapresi con questa specifica legge fanno riferimento molto spesso agli stessi organismi ed Enti provinciali: parlo del turismo, delle piccole opere di manutenzione ambientale e di tutta una serie di provvedimenti che hanno visto le Province adoperarsi in favore delle Comunità montane.
L'invito che facciamo all'Assessore Vaglio, proprio perché è un emendamento che non comporterebbe né aumenti di spesa né ulteriori cariche ma solamente l'attuazione del principio della sussidiarietà, a modificare il proprio parere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Capisco le sollecitazioni a dare una soddisfazione alle Province. Le capisco, ma non le posso condividere perché, purtroppo, il nostro operato è vincolato dalla legge dello Stato.
La legge dello Stato dice che è compito delle Regioni perimetrare e istituire le Comunità montane. Una legge regionale deve aver il suo "incipit" da un provvedimento regionale e questo per l'insediamento di un nuovo Ente istituito per legge regionale è compito del Presidente della Giunta regionale.
Possiamo pensare di decentrare qualsiasi cosa, ma non le nostre responsabilità, così come è responsabilità del Prefetto e, non potrà delegare ad altri, quello di ufficializzare l'insediamento dei Sindaci.
Possiamo cercare tutti le soluzioni di questa terra per dare maggior peso alle Province, ma non sarà certo attraverso questo che daremo maggior autorevolezza alle Province nei confronti del territorio. Questi sono compiti del tutto formali che devono rispondere a logiche legislative. Non posso materialmente recepire l'emendamento, non è che non voglia negare alle Province un qualche cosa che potremmo dare. Ribadisco che non è materialmente possibile accedere a questo emendamento.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria all'emendamento.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore Vaglio dice che non è possibile accedere a questo emendamento. Se è così, poiché la convocazione è compito della Regione presento un emendamento che aggiunge dopo le parole "è convocata dal Presidente della Giunta regionale" le parole "è presieduta congiuntamente al Presidente della Provincia".



(Intervento fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



CHIEZZI Giuseppe

E' nel potere, perché la presidenza di un'assemblea e la Regione Piemonte può decidere di gestirla insieme al Presidente della Provincia e non c'è nulla che lo possa vietare ed è comunque un segnale importante. Se la Regione deve convocare, convochi, ma poi consegni la presidenza di un'assemblea e la gestisca congiuntamente all'altro organo.



PRESIDENTE

C'è anche il comma quarto da coordinare in quella impostazione.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Presidente, non so più cosa dirvi, nel senso che la convocazione è atto formale. Al comma quarto è scritto: "Nella seduta di insediamento presieduta dal Consigliere più anziano di età, il Consiglio elegge", così come succede nei Consigli comunali e provinciali.
Con l'atto formale del Presidente, perché così deve essere convochiamo. Gli diciamo che entro tanti giorni dovete convocarvi. Il Consigliere più anziano, come di prassi, in tutte le assemblee presiede e gli eletti decidono. Non c'è alcuna imposizione.



PRESIDENTE

La Giunta si dichiara contraria all'emendamento.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento dei Consiglieri Peano e Saitta.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 16 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si è astenuto1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, il cui testo recita: all'art. 8, comma secondo, dopo le parole "dal Presidente della Giunta regionale", aggiungere le parole "è presieduta congiuntamente al Presidente della Provincia".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 35 hanno risposto SI' 7 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri L'emendamento è respinto.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, qual è il numero legale?



PRESIDENTE

Il numero legale è 29.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Il Consiglio è stato convocato come seduta unica e i congedi del pomeriggio non possono essere calcolati; di conseguenza, non è che la maggioranza non garantisce il numero legale - non lo garantiamo rispetto al dato ufficiale - ma la presenza relativa c'è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Come ho già avuto modo di dire in altre situazioni, la maggioranza non garantisce il numero legale. Ma, anziché assumere questa posizione "giustificazionista", credo che il Presidente della Giunta regionale dovrebbe sottolineare la responsabilità della minoranza che sta permettendo, con la sua presenza, l'approvazione di questo provvedimento.
Lo faccia, Presidente.
Se il Presidente vuole riconoscere l'importanza politica dell'approvazione di un provvedimento grazie alla presenza della minoranza noi ne prenderemo atto, considerandolo come un fatto politico.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ritengo di dover sottolineare il senso di responsabilità dell'opposizione nel mantenere il numero legale in aula, ma voglio anche precisare, non per trovare le solite giustificazioni, che l'Assessore Cavallera questa mattina era presente, ma adesso è assente. Per obiettivamente, non me la sento di colpevolizzare completamente la maggioranza per non poter garantire la presenza in una situazione contingente, critica come quella...



CHIEZZI Giuseppe

Comunque non garantite il numero legale!



PRESIDENTE

Credo debba essere comunque ringraziata l'aula per la disponibilità.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
8 (nel testo originario).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 33 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bellion, Bertoli e Riba: all'art. 9, comma primo, dopo le parole "dei piani pluriennali", aggiungere le parole "di sviluppo, dei programmi annuali operativi".
La Giunta accoglie tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 hanno risposto SI' 35 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è approvato.
".
Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bellion, Bertoli e Riba: all'art. 9, comma primo, dopo le parole "progetti integrati", aggiungere le parole "di intervento speciale per la montagna Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 hanno risposto SI' 35 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: "il terzo comma dell'art. 9 è soppresso." La Giunta non accoglie tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 37 hanno risposto SI' 7 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
9.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 39 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
La parola al Presidente Ghigo per una comunicazione.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Volevo semplicemente rivolgermi all'aula per dire che purtroppo mi devo assentare a causa di un impegno istituzionale. Chiedo scusa all'assemblea e prego gentilmente di non considerare questo mio impegno come una mancanza di partecipazione, in quanto era antecedente, ed essendo istituzionale con la Prefettura, non può essere rimandato. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente Ghigo per questa informazione. Chiedo al Presidente Ghigo, anche per riportare in questo Consiglio una certa serenità e un certo rispetto della realtà, se non ritenga di ringraziare i Gruppi, in particolare il mio Gruppo, che continuerà a lavorare in una situazione in cui la maggioranza non mantiene il numero legale. Se non ritiene corretto segnalare che i Gruppi consiliari di opposizione stanno consentendo al Consiglio, al posto dei Gruppi di maggioranza, di lavorare.
Se non ritiene, allontanandosi, viste le bugie che sono state dette in quest'aula, e anche fuori, circa i Gruppi di opposizione o alcuni Gruppi che impedirebbero di lavorare, di ringraziare per il lavoro svolto, che sarà svolto anche dal nostro Gruppo, pur in una situazione che potrebbe essere politicamente denunciata come una situazione ostruzionistica da parte della maggioranza. Se lei non ritiene di dare atto di questo. Grazie.



PRESIDENTE

Il Presidente intende intervenire?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Voglio sottolineare che il mio è comunque un impegno istituzionale e non un impegno personale. Cionondimeno, credo di aver fatto questo riconoscimento già nel mio intervento precedente.
Ritengo che il Consiglio, nella riunione dei Capigruppo di oggi, abbia ampiamente dimostrato, attraverso i suoi rappresentanti, di aver intenzione di intraprendere un percorso nell'interesse complessivo del Piemonte abbandonando quelle frizioni che nei giorni scorsi hanno contraddistinto i nostri lavori.
Alla fine del percorso che dovrà vedere domani o dopodomani la conclusione di un iter di approvazione di alcuni provvedimenti relativamente importanti, mi impegno fin da adesso a prendere la parola e a ringraziare a quel momento l'impegno di tutti i Gruppi all'interno di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Possiamo riprendere l'esame degli articoli del disegno di legge n. 210.
ART. 10 Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bellion, Bertoli e Riba: all'art. 10, comma primo, dopo "1990", aggiungere "della legge n. 59/97 e della L.R. n. 34/98".
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Possiamo chiedere l'assimilazione dell'emendamento a firma dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti?



PRESIDENTE

L'emendamento a firma dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti recita: all'art. 10, comma primo, aggiungere in coda l'espressione "in stretta applicazione del principio di sussidiarietà di cui all'art. 4, comma terzo della legge 15/3/1997".
Questo emendamento può essere assimilato.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

La Giunta accoglie l'emendamento nella formulazione relativa alla legge n. 59/97 e alla L.R. n. 34/98.



PRESIDENTE

Allora, Consiglieri Chiezzi e Simonetti, possiamo aggiungere all'emendamento presentato dal Consigliere Vindigni ed altri le vostre firme e ritirare il vostro? Bene.
L'emendamento è accolto dalla Giunta.
Indìco pertanto la votazione, mediante procedimento elettronico sull'emendamento a firma dei Consiglieri Bellion, Bertoli e Riba.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 31 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'emendamento è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bertoli, Bellion Bortolin e Riba: "all'art. 10, eliminare il comma secondo all'art. 10, eliminare il comma terzo" La Giunta è d'accordo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Scusi, Presidente, se viene accolta la soppressione del comma secondo dell'art. 10, bisogna modificare il comma terzo dell'art. 10, perché fa riferimento al comma secondo.



PRESIDENTE

Possiamo considerare un emendamento solo per il comma secondo e il comma terzo? Possiamo votarli assieme? Allora li accorpo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 36 Consiglieri L'emendamento è accolto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 10, comma terzo, aggiungere in coda l'espressione "nell'ambito dell'attività di programmazione e pianificazione unitaria elaborata dalla Regione".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
10 come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 35 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 35 astensioni 5 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 12, dopo il comma quarto, aggiungere il seguente nuovo comma: "5. Qualora la Comunità montana non provveda all'adozione dello Statuto entro i termini di cui al comma primo, di questo articolo, si applica l'istituto del controllo sostitutivo da parte del Difensore Civico regionale, come disciplinato dall'art. 17, comma quarantacinquesimo, della legge 15/5/1997 n. 127".
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Se posso esprimere un parere, che vorrei confortato dai colleghi, lo Statuto è l'atto più importante di un Ente. Se non lo nomina non credo, in tutta onestà, che possiamo prevedere un istituto che supplisca per l'atto più importante dell'Ente. Lo faranno, l'hanno sempre fatto in tutti i Comuni e in tutte le Comunità montane, senza prevedere un istituto del genere. Ricordo al collega Chiezzi proprio una sua osservazione in merito al commissariamento delle Comunità montane. Il collega mi ricordava che probabilmente l'istituto del commissariamento, quando ne discutemmo in Commissione, non era un istituto idoneo perché ledeva in un certo senso l'autonomia dell'Ente. In questo caso, lede in modo definitivo l'autonomia di un Ente nell'atto più importante dell'Ente stesso. Capisco il senso della proposta, la condivido, ma avrei qualche pudore a recepirla in legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non mi sembra ci siano contrasti. Il problema è posto in astratto. E' possibile che lo Statuto non venga adottato ed è un problema che deve comunque far parte degli interessi di chi fa la legge, nel senso che ogni atto amministrativo deve essere coperto dalla legge. L'impressione del gruppo è che, nel caso in cui non avvenisse l'adozione dello Statuto l'organo competente a decidere il commissariamento, e quindi l'organo che ha il potere del controllo sostitutivo, è il Difensore Civico, che piaccia o non piaccia, in base alla Bassanini. E semplicemente lo scriviamo in legge, non perché ci piaccia o non ci piaccia, non perché il commissariamento è un elemento di sostituzione. Se non cambia niente, per chiarisce in legge qual è il percorso migliore dal punto di vista amministrativo. Si adotta lo Statuto, ma si sappia che, se non adotta lo Statuto, il Difensore Civico nominerà un commissario, quindi è solo un elemento di chiarezza, non di scelta politica, ma di chiarezza legislativa.



PRESIDENTE

La Giunta conserva dei dubbi, perciò si esprime in senso contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 35 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
12 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 32 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
ART. 13 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo all'Assessore se non ritiene opportuno fissare un tempo nell'adozione dei Regolamenti. Il tempo, infatti, non è stabilito e i Regolamenti sono importanti per il funzionamento della Comunità montana.
Diamo dei tempi che siano ragionevoli, ma fissiamoli, altrimenti anche la Comunità montana non troverà un percorso definito.
Proporrei di scrivere, dopo la parola "adotta", le parole "entro 30" o "60" o "90" o "120 giorni", o, comunque, scrivere un termine. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Per quanto riguarda il diritto di accesso dei cittadini agli atti amministrativi, chiedo all'Assessore se non sia opportuno fare riferimento alla legge n. 241 (la legge degli Enti locali), che obbliga gli Enti locali ad emanare un Regolamento per il diritto di accesso dei cittadini agli atti amministrativi.



PRESIDENTE

La Giunta?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Non c'è un emendamento formalizzato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

L'emendamento verbale del Consigliere Chiezzi mi porta a ricordare un argomento più volte affrontato in Commissione. La costrizione, nei confronti degli Enti locali, in questo caso Comunità montane, all'interno di tempi che prestabiliamo noi, significa perpetuare quell'atteggiamento negativo nei confronti degli Enti locali stessi, che non trova più cittadinanza nemmeno in questo Consiglio regionale.
Sono i Comuni che danno vita alle Comunità montane e sono quei Comuni che tanto hanno a cuore il funzionamento delle Comunità montane stesse, che accelereranno al massimo l'iter per dotarsi di Regolamenti, Statuto e quant'altro.
Sono personalmente contraria a che permanga in noi questo atteggiamento di sfiducia che, fino a prova contraria, non ha motivo di esistere.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, desidera formalizzare l'emendamento?



CHIEZZI Giuseppe

No, rimango dell'opinione che sarebbe utile per tutti avere un termine di riferimento, proprio per assolvere pienamente la funzione propria.
Le affermazioni fatte dalla collega Bortolin sono di carattere propagandistico e quindi riguardano se stessa. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 13.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 29 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 5 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
ART. 14 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI' 31 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 14 è approvato.
ART. 15 Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: all'art. 15, i commi primo e secondo sono così sostituiti: "1. Qualora il numero dei Comuni ricadenti in tutto o in parte nella zona montana omogenea sia superiore a 15, il Consiglio della Comunità montana è costituito da due rappresentanti per ciascuno dei Comuni stessi. Sono rappresentanti del Comune in seno al Consiglio della Comunità montana: a) il Sindaco o un Consigliere delegato b) un Consigliere espresso dal Consiglio comunale in rappresentanza della minoranza, ove paresente.
2. Se il numero dei Comuni ricadenti in tutto o in parte nelle zone montane omogenee è inferiore o pari a 15, il Consiglio della Comunità montana è costituito da tre rappresentanti per ciascuno dei Comuni stessi. Sono rappresentanti del Comune in seno al Consiglio della Comunità montana: a) il Sindaco o un Consigliere delegato b) due Consiglieri espressi dal Consiglio comunale, di cui uno della minoranza ove presente".
La parola al Consigliere Peano per l'illustrazione.



PEANO Piergiorgio

Chiedo scusa, Presidente, mi sono consultato con l'Assessore solo perché la proposta di emendamento ai commi primo e secondo dell'art. 15 che avevo presentato, è in parte recepita da un emendamento proposto dall'Assessore stesso.
Vorrei dare ugualmente alcune indicazioni. Avevo proposto l'emendamento perché ancora oggi - è sufficiente scorrere il testo - troviamo Comunità montane, per esempio quella della Valle Mongia, con circa 20 Comuni, o la Comunità montana della Val Chisone con 16 Comuni o, ancora, la Comunità montana della Valsesia con 30 Comuni. C'era quindi la preoccupazione - che più volte molti di noi hanno verificato sul territorio - che i Consigli delle Comunità montane risultassero ingestibili a causa del numero dei Consiglieri che le rappresentano. Pensiamo, ad esempio, alla Comunità montana dell'Alta Langa, oggi composta da 43 Comuni e da un Consiglio di Comunità montana composto da quasi 130 Consiglieri. La mia era una proposta che tentava di rivedere il Consiglio della Comunità montana, diminuendone il numero e stabilendo che, nelle Comunità composte da un numero di Comuni non superiore a 15, potessero esserci ancora tre Consiglieri rappresentanti per ogni Comune e, ove superino i 15 Comuni, soltanto due Consiglieri. Era un'ipotesi presentata come emendamento. Comprendo, però, la difficoltà di una proposta così formulata, pertanto ritiro la mia proposta. Vedo che l'Assessore in parte l'ha recepita come un suo emendamento che ha presentato, dove viene cancellato il numero dei 15 Comuni; dice: sono rappresentanti della Comunità montana e dei Comuni, il Sindaco o un Consigliere suo delegato e due Consiglieri eletti dal Consiglio comunale di cui uno della minoranza ove presente. Rimane la formulazione attuale niente di più.
Deve prendere atto che, nell'attuale formulazione delle zone omogenee sono diminuiti i numeri dei Comuni presenti all'interno della Comunità montana, salvo il caso più emblematico che riguarda la Comunità montana della Valsesia. Ritengo che questo emendamento possa essere superato.



PRESIDENTE

La Giunta come si dichiara? La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Il collega Peano avendo ritirato il suo emendamento, devo solo segnalare che è stato richiesto da parte di alcune Prefetture e di alcuni segretari di Comunità montane un chiarimento in ordine a chi dovesse eleggere i due membri, uno di maggioranza e uno di minoranza, del Consiglio.
Abbiamo specificato: due Consiglieri eletti dal Consiglio comunale, di cui uno di minoranza ove presente. Quest'articolo chiarisce che ogni Comune ha diritto a due Consiglieri eletti dal Consiglio, se c'è la minoranza, uno di questi due deve essere di minoranza. E' un chiarimento dovuto e abbiamo voluto recepirlo.



PRESIDENTE

L'emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta è pertanto da considerarsi ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bellion e Riba: all'art. 15, comma secondo, lettera a), dopo la parola "Sindaco" sopprimere le parole "o un Consigliere nominato dal Sindaco stesso".
La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Il nostro emendamento vuole che, con la soppressione del delegato, i Sindaci di diritto vadano a far parte dei Consigli delle Comunità montane.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

A me sembra una fatica di Sisifo, perché di queste cose ne abbiamo discusso nella passata legislatura e la legge non era passata perché il Commissario di Governo l'aveva rinviata. Ne abbiamo ridiscusso all'inizio di questa legislatura quando con l'allora Presidente della III Commissione Riba e con gli altri colleghi avevamo detto "Certo, sarebbe l'ideale però..." ed eravamo arrivati a questa formulazione. Oggi, mi trovo di nuovo con il dire "E' vero, però..." non sfugge a qualche collega che alcuni Presidenti di Comunità montana non sono Sindaci e non sfugge ai colleghi che certi Sindaci sono talmente oberati di avere la necessità di... In omaggio a quanto il Consiglio regionale ha stabilito tre volte, non mi sento di recepire questa buona volotà, ottima intenzione che però rischia di trasformare le Comunità montane in un Ente dove difficilmente riusciamo a mantenere il numero legale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Forse non ho chiarito sufficientemente il significato dell'emendamento.
Stiamo lavorando come Consiglio, attraverso le Commissioni, su alcune proposte di legge affinché si vada verso una politica di unione dei Comuni.
Con le Comunità montane questa politica da anni si è affermata nei territori delle Comunità montane e i compiti che noi stiamo andando a dare alle Comunità montane in termini di servizi socio-assistenziali e in termini di settori produttivi, quali l'agricoltura, il commercio l'artigianato, ecc., fanno sì che, da parte dell'Amministrazione comunale ci sia sempre più la necessità di partecipare attivamente a quegli Enti come le Comunità montane, attraverso i quali la maggior parte dei finanziamenti vanno a confluire.
Non necessariamente ciò significa che il Presidente della Comunità montana, con questo emendamento, debba essere un Sindaco, diciamo che i Sindaci devono far parte del Consiglio della Comunità montana. Cosa ben diversa! Diciamo questo perché, come nelle Assemblee dei Sindaci per la raccolta dei rifiuti, come abbiamo istituito le Assemblee dei Sindaci per le Aziende sanitarie e come abbiamo istituito le Assemblee dei Sindaci per il socio-assistenziale, crediamo che i Sindaci debbano, all'interno dei Consigli delle Comunità montane, essere presenti proprio per garantire una forma di gestione da parte delle stesse Comunità montane che sia partecipata con l'Amministrazione comunale di cui la Comunità montana è formata.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 15, il comma secondo è sostituito dal seguente: "2. Sono rappresentanti del Comune in seno al Consiglio della Comunità montana: a) il Sindaco o un suo delegato b) due Consiglieri eletti dal Consiglio comunale, di cui uno della minoranza, ove presente".
La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Chiediamo all'Assessore Vaglio cosa intenda nel momento in cui alla lettera a)...



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Ritiro l'emendamento e invito i colleghi a fare altrettanto.



BELLION Marco

Volevo solo chiedere perché vengono eliminate le parole "Consigliere nominato dal Sindaco o un suo delegato".



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Ripeto: ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento presentato dalla Giunta regionale è pertanto ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: "L'art. 15 comma 3 è soppresso".
La Giunta è contraria a tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 votanti 25 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
15 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
ART. 16 Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bellion, Bertoli e Riba: all'art. 16, comma secondo, punto b), dopo le parole "Piano pluriennale di sviluppo socio-economico", aggiungere le parole "la Carta di destinazione d'uso del suolo".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bellion, Bertoli e Riba: all'art. 16, comma secondo, punto b), dopo le parole "programmi di settore", aggiungere le parole "progetti integrati di intervento speciale per la montagna".
La Giunta è contraria a tale emendamento.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Non accolgo l'emendamento in quanto ritengo sia una competenza della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Non so da che cosa l'Assessore tragga questa convinzione. Le competenze che la legge n. 142/90 attribuiva alla Giunta sono state progressivamente attribuite ai Consigli, soprattutto quando attengono a programmi che riguardano lo sviluppo socio-economico e l'organizzazione dei servizi sul territorio.
I progetti integrati speciali, a norma della legge n. 97, hanno chiaramente queste caratteristiche, quindi sono di competenza dei Consigli.
Pertanto, l'Assessore nel fare tale affermazione si basa su una lettura della legge n. 142 datata. Perché le successive "letture" della legge n.
142, e l'interpretazione di legge che il Parlamento ha votato, vanno nella direzione da noi indicata.
Se l'Assessore intende mantenere tale formulazione può farlo, ma probabilmente, in sede operativa, ci saranno i Consigli di Comunità montane che chiederanno di avere loro questo potere, perché la legge lo permette.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi pare che si stia procedendo rapidamente su una legge molto difficile. Stiamo procedendo rispettando la posizione della Giunta che, a sua volta, rispetta quella dei Consiglieri. Non vorrei che insorgessero delle difficoltà a comprendere il lavoro che stiamo svolgendo come riproposizione di elementi di contrapposizione, al di là di quelli che sono stati oggetto di discussione. Stiamo garantendo un po' di tutto, numero legale, lavoro ecc., mi affido al Presidente del Consiglio e all'Assessore affinché si possa procedere come si è proceduto finora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento in discussione è condivisibile. Infatti, nell'elencazione dei compiti del Consiglio, alla lettera b), ci sono anche i programmi di settore. Penso che i progetti integrati di intervento speciale per la montagna rientrino, ampiamente, nelle competenze del Consiglio che sono, in termini più generali, già comprese nella legge. Quindi, non capisco perch l'Assessore Vaglio non voglia approvare questo emendamento.
Il Consiglio ha una montagna di competenze (i bilanci, la contrazione di mutui, ecc.): non si capisce perché non voglia inserire progetti integrati, che sono chiaramente compiti del Consiglio e non della Giunta.



PRESIDENTE

Credo che una valutazione complessiva possa permettere anche l'inserimento di questo punto, però valuti la Giunta. Io credo, considerati l'esigenza e il rispetto che dobbiamo al Piemonte e ai Sindaci e ai Presidenti di Comunità che sono qui presenti, che se riuscissimo, come avevamo definito, ad andare avanti velocemente - come stiamo andando, e di questo ringrazio tutti i Consiglieri - sarebbe un segno assolutamente positivo dell'istituzione.
Chiedo alla Giunta, in quanto questo lo considero un elemento che permette comunque di procedere speditamente, se può valutare con attenzione, con benevolenza questo emendamento.
La Giunta può riconsiderare, alla luce di una velocizzazione dei nostri lavori, la propria valutazione?



CHIEZZI Giuseppe

Metta ai voti l'emendamento, Presidente.



PRESIDENTE

Ricordo che stiamo trattando l'emendamento a firma dei Consiglieri Vindigni, Bellion, Bertoli e Riba.
Indìco la votazione nominale, mediante procedura elettronica, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI' 14 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: "all'art. 16 è soppressa la lettera c) del comma secondo." La Giunta?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Non ho capito il motivo dell'emendamento.



PRESIDENTE

Lo vogliono illustrare, cortesemente, il Consigliere Chiezzi o la Consigliera Simonetti?



SIMONETTI Laura

Presidente, la lettera c) del comma secondo individua, tra le competenze del Consiglio, l'accettazione di deleghe connesse all'esercizio di funzioni delegate dai Comuni, dalla Provincia o dalla Regione.
Noi chiediamo la soppressione di questa lettera, in quanto potrebbero verificarsi delle condizioni in cui le Comunità montane, in alcuni casi potrebbero discostarsi da alcune delle funzioni delegate. Questo potrebbe andare anche nella direzione opposta secondo il principio, invece, di sussidiarietà stabilito dalla legge Bassanini madre.



PRESIDENTE

L'Assessore?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Allora non è che non avevo capito, avevo capito.Seguendo il filo della logica che ha motivato l'intervento precedente del Consigliere Vindigni, io ritengo che invece rientri, a questo punto, pienamente nelle competenze del Consiglio il recepimento, la presa d'atto delle deleghe, perché non capirei come potrebbe essere, questa, una competenza della Giunta.



SIMONETTI Laura

Ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento è dunque ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
16 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 31 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 31 astensioni 11 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 18, comma secondo, è soppressa l'espressione "sulla cessazione dalla carica di Consigliere".
Consigliera Simonetti, desidera illustrarlo? Prego.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento si ricollega al fatto che ci pare che la cessazione sulla carica del Consigliere sia individuata e stabilita attraverso leggi atti legislativi e non attraverso Statuti, che ci pare non abbiano la competenza di decidere su questo punto, quindi sulla cessazione dalla carica di Consigliere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Questa è una norma di attuazione comune; è quella norma degli Statuti che prevede che quando un Consigliere non si presenta per più di tre o di cinque volte senza giustificazione, decade e il Comune che l'ha designato deve designarne un altro. Per cui questo è il senso, questo è il motivo questa è la prassi. La Giunta chiede di non procedere all'approvazione di questo emendamento.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.



SIMONETTI Laura

Lo ritiriamo.



PRESIDENTE

L'emendamento è dunque ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
18 nel testo originario L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 31 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi del'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 23 è approvato.
ART. 24 Emendamento presentato dai Consiglieri Toselli, Montabone e Gallarini: all'art. 24, aggiungere il seguente comma 1/bis: "Le Comunità montane possono, nell'ambito della propria autonomia statutaria (art. 11) e regolamentare (art. 13), dotarsi di un Direttore Segretario, attribuendogli le funzioni previste e consentite dalle norme vigenti".
Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: all'art. 24, dopo il comma primo, aggiungere il seguente comma secondo: "2. Le Comunità montane possono, nell'ambito della propria autonomia statutaria e regolamentare, dotarsi di un Direttore - Segretario attribuendogli le funzioni previste e consentite dalle norme vigenti".
La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Assessore, garantisco che ritirerò gli emendamenti successivi, salvo un paio sull'art. 27, per non prolungare la durata dei lavori.
Ho una preoccupazione di fondo su questo articolo, al di là dell'emendamento che ho presentato, che riguarda tutto il personale oggi in servizio presso le Comunità montane, in quanto nell'art. 24, che i Consiglieri hanno sottomano, è scritto nell'unico comma che il trattamento giuridico ed economico normativo del personale di ruolo delle Comunità montane è determinato da contratti collettivi di diritto privato, ai sensi della legislazione vigente. La mia preoccupazione è per l'attuale personale. Come salvaguardiamo l'attuale personale, che credo sia assunto in contratto di diritto pubblico degli Enti locali? Su questo vorrei avere chiarimenti. Posso ritirare l'emendamento, Assessore, ma vorrei un chiarimento su questo aspetto, perché ho una preoccupazione di fondo per tutto il personale che oggi è in servizio presso le Comunità montane, che è personale che lavora in regime di contratto pubblico degli Enti locali mentre noi scriviamo che tutto il personale sarà in contratto collettivo di diritto privato. E' un problema di lana caprina che dobbiamo capire e soprattutto, valutare. Il personale attualmente in servizio, comunque dovrà decidere di passare in diritto privato, oppure dobbiamo salvaguardare almeno quello che oggi è in servizio? Ritiro però l'emendamento che ho presentato sul Direttore segretario, ma su tutto il personale vorrei un chiarimento in merito.
Chiedo scusa di non aver presentato prima l'emendamento, ma vorrei che l'aula fosse attenta.



PRESIDENTE

E' ritirato anche l'emendamento a firma Toselli, Montabone e Gallarini.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Devo sottolineare, a tranquillità del Consigliere Peano, che questo testo è stato presentato parecchio tempo fa ed è stato oggetto di esame da parte delle Organizzazioni sindacali e da parte delle Associazioni dei direttori e dei tecnici di Comunità montana. A questa sua preoccupazione loro non hanno mai dato alcuna voce e questo significa che il testo elaborato risponde alle esigenze. Qualora ci fossero state delle osservazioni, come ci sono state sulla figura del Direttore segretario, le avremmo sicuramente accolte. In prima stesura avevamo previsto diritto pubblico o privato e la segnalazione che ci era arrivata era che la stesura era quella giusta. Non ho questa preoccupazione, ma se la ritenete maggiormente garantista potremo tornare alla dizione "di diritto privato".
O solo "contratti collettivi", probabilmente ha ragione il Consigliere Papandrea.



PEANO Piergiorgio

La proposta che il collega Papandrea ha fatto è quella di eliminare l'espressione "di diritto privato" e lasciare soltanto "contratti collettivi", che sono comprensivi del pubblico e del privato, quindi con tranquillità ognuno potrà scegliere e decidere all'interno di istituti che siano garanti per coloro che oggi sono in servizio.



PRESIDENTE

La prima correzione è l'emendamento con il quale si sopprimono le parole "di diritto privato", presentato dalla Giunta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI' 33 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è approvato.
Emendamento presentato dall'Assessore Vaglio: all'art. 24 è aggiunto il seguente comma: "1 bis. Le Comunità montane, nell'ambito della propria autonomia statutaria e regolamentare, possono dotarsi di un Direttore che svolga anche funzioni di Segretario, secondo quanto previsto e consentito dalle norme vigenti".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI' 22 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 9 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione dell'art. 24 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 22 voti contrari 1 astensioni 9 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 22 voti contrari 1 astensioni 9 L'art. 25 è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Bellion, Vindigni Bortolin e Riba: al titolo del Capo IV, dopo la parola "integrati", aggiungere le parole "di intervento speciale per la montagna".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 30 voti favorevoli e 3 astensioni.
ART. 26 Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: all'art. 26, il comma primo è così sostituito: "1. Entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, la Comunità montana adotta il nuovo Piano pluriennale di sviluppo socio-economico di cui all'art. 29 della legge n. 142/1990 o la revisione di quello vigente se adottato dopo l'approvazione dello Statuto".



PEANO Piergiorgio

Presidente, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Va bene.
C'è la possibilità di trovare una sintesi sugli altri emendamenti?



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe(fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, votiamo gli altri emendamenti.



PRESIDENTE

D'accordo.
Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bellion, Bertoli e Riba: all'art. 26, sostituire l'intero articolo con il seguente: "1. La Comunità montana, entro un anno dall'approvazione della presente legge, adotta il Piano pluriennale di sviluppo socio-economico, che ha durata triennale e rappresenta, per l'ambito territoriale di competenza, lo strumento d'attuazione delle linee e degli obiettivi della programmazione regionale e subregionale.
2. Il Piano pluriennale di sviluppo socio-economico si configura come un programma di opere e di interventi, contenente l'individuazione e l'illustrazione dei progetti d'interesse sovracomunale prioritari per lo sviluppo dell'area: i progetti sono individuati con riferimento alle linee e agli obiettivi della programmazione regionale e subregionale, alle risorse finanziarie derivanti dal fondo regionale per la montagna nonché ad altre risorse finanziarie pubbliche e private disponibili.
3. Il Piano pluriennale di sviluppo socio-economico è adottato dal Consiglio della Comunità montana su proposta della Giunta, sentiti i Comuni che ne fanno parte.
4. Il Piano adottato è trasmesso alla Provincia per l'approvazione.
5. La Provincia, entro 60 giorni dal ricevimento del Piano, ne verifica la coerenza con le linee e gli obiettivi della programmazione provinciale e regionale e, a seguito di valutazione positiva, lo approva.
6. In caso di valutazione negativa, entro la stessa scadenza dei 60 giorni dal ricevimento, il Piano di sviluppo socio-economico non coerente con le linee e gli obiettivi della programmazione provinciale e regionale è motivatamente rinviato alla Comunità montana che provvede alla sua modifica, alla sua successiva edizione e alla nuova trasmissione al Consiglio provinciale per l'approvazione.
7. Trascorso il termine di 60 giorni senza che la Provincia abbia provveduto all'approvazione del Piano, ovvero al suo motivato rinvio alla Comunità montana, il Piano è da ritenersi approvato.
8. Il Piano pluriennale di sviluppo socio-economico approvato è inviato alla Regione.
9. Nel periodo di validità del Piano, la Comunità montana può adottare varianti in relazione a nuove motivate esigenze di sviluppo economico e sociale dell'area. Tali varianti sono sottoposte alle stesse procedure di approvazione di cui ai commi precedenti".
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

L'emendamento è sostitutivo, nel senso che si è preferito indicare una procedura più dettagliata rispetto all'iter di formazione e di approvazione del Piano di sviluppo della Comunità montana, rispetto al testo proposto dalla Giunta. Mi pareva vi fosse un assenso da parte dell'Assessore rispetto a questa procedura e non so se la presentazione di un emendamento da parte dell'Assessore voglia significare che, al di là di un consenso di carattere generale sull'impostazione data all'emendamento, la Giunta ritiene di respingerlo.
E' questa l'interpretazione da dare?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

No, l'interpretazione non è giusta. Abbiamo ritenuto di recepire la sostanza del primo comma contenuto nell'emendamento del Consigliere Vindigni.
Il primo comma che proponiamo, cioè, è questo: "La Comunità montana entro un anno dall'approvazione dello Statuto", perché riteniamo che la dizione più precisa sia quella riferita allo Statuto e non all'adozione di questa legge, "adotta il Piano pluriennale di sviluppo socio-economico, che ha durata quinquennale..." e abbiamo voluto riportare alla durata della legislatura per ovvi motivi. La nuova legge, infatti, prevede una durata di cinque anni e, dunque, il Piano deve avere durata quinquennale.
Per il resto, abbiamo recepito le indicazioni del collega Vindigni; se volete, possiamo votare l'emendamento per parti separate.
Non riteniamo di poter recepire il comma secondo perché esso è già contenuto nel successivo art. 27, mentre pensiamo sia una buona idea quella di organizzare il testo dal punto 3) al punto 9).
Pertanto, la nostra proposta è l'approvazione del comma primo, proposto dalla Giunta, e dei commi terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo e nono, proposti dall'emendamento del Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Scusi, Assessore, può indicare i commi dell'art. 27 che comprenderebbero il comma secondo dell'art. 26 (perché può darsi che abbia ragione lei ed in questo caso l'accordo è quasi raggiunto)?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Il primo comma dell'art. 27.



VINDIGNI Marcello

Per la verità, c'è una piccola differenza - scusi, Presidente se interloquisco in questo modo - perché nel testo da noi proposto c'è uno specifico riferimento, nell'individuazione dei progetti che devono corredare e caratterizzare il Piano pluriennale di sviluppo, sia alle linee ed agli obiettivi della programmazione regionale e subregionale che alle risorse che si pensa di utilizzare per la realizzazione di questi progetti.
Si vuole dare, cioè, al Piano di sviluppo, non solo un carattere di indirizzo, ma anche un carattere operativo. Su questo tutti conveniamo; che sia previsto nell'art. 26 o nell'art. 27, che sia nel testo proposto dall'Assessore o dal Consiglio, per noi è esattamente la stessa cosa.
L'importante è che si diano indicazioni precise alle Comunità montane su come istituire questi Piani di sviluppo.
Oppure, siccome c'è una delibera della Giunta regionale che dà queste indicazioni, se l'Assessore prende l'impegno di recepire i contenuti di questo comma nella delibera regionale eventualmente aggiornata, noi ritiriamo il secondo comma, richiedendo, però, questo impegno.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Va bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Qui si smonta totalmente l'art. 26.
Dato che il nostro Gruppo non ha partecipato a trattative a lato dell'aula, diventa difficile capire i termini delle modifiche proposte, che non sono piccoli e scompaginano un equilibrio.
In particolare, non si capisce quale sia l'organo che approva il Piano.
Mentre nel testo originario si capiva che era il Consiglio, nel testo emendato su proposta dei Consiglieri Vindigni e Bellion ed accettato dall'Assessore, non c'è più il Consiglio, perché dal comma terzo al comma nono...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Vindigni)



CHIEZZI Giuseppe

Il comma quarto dell'"articolo Vaglio" diceva che la Provincia approva il Piano con deliberazione consiliare entro 90 giorni. Si capiva.
Se l'Assessore Vaglio cancella questo comma e lo sostituisce con parte dei commi proposti dal Consigliere Vindigni, questa chiarezza non c'è più perché, come al solito, non è chiaro se per Provincia si intende la Giunta o il Consiglio. E' la solita ambiguità.
Ancora, al comma terzo della legge arrivata in aula si precisano i contorni di questo Piano pluriennale che, viceversa, vengono perduti nella nuova stesura. Tali contorni erano: un Piano pluriennale di sviluppo socio economico, tenendo conto delle previsioni degli strumenti urbanistici esistenti a livello comunale ed intercomunale, della pianificazione territoriale di settore vigente, nonché delle indicazioni derivanti dalla consultazione dei Comuni interessati.
Era una descrizione che faceva capire l'ancoraggio di questo Piano. Nei nuovi sei commi proposti al posto di questo, non mi sembra ci sia questa chiarezza.
Viceversa, nel "testo Vaglio", non c'era chiarezza per quanto riguardava le variazioni e gli aggiornamenti al Piano, perché nel comma secondo si diceva: "il Piano potrà essere variato".
In che modo? Non era chiaro! Nella proposta del collega Vindigni, viceversa, al nono comma, si chiarisce giustamente quali sono le procedure che devono regolare le varianti.
Chiedo allora una omogeneità di indirizzo, che non si perdano, cioè, le parti del testo vigente che sono chiare, come il comma terzo, che senz'altro il comma nono proposto dal collega Vindigni è un comma da salvare e comunque chiedo che venga mantenuta la chiarezza esistente in capo all'organismo che approva il piano che è il Consiglio, se non si è cambiata idea.
Chiedo che ci sia la possibilità di avere un testo definitivo dell'art.
26, perché non ho capito come si possa votare un articolo sul quale c'è la proposta di intera riscrittura; l'articolo passa da cinque a nove commi, di cui alcuni approvati ed altri accetti dall'Assessore Vaglio. La Giunta ci faccia una proposta sintetica tenendo conto delle modifiche al testo proposto dalla Giunta che non sono irrilevanti, ma sono peggiorativi da un lato e migliorativi dall'altro.



PRESIDENTE

C'è l'intero testo che ci aiuterebbe per la comprensione e l'espressione del voto. Abbiamo il testo che dovrebbe riassumere adeguatamente in modo che possano essere ritirati gli altri emendamenti.
L'art. 26 è sostituito dal seguente: "1. La Comunità montana, entro un anno dall'approvazione dello Statuto adotta il Piano pluriennale di sviluppo socio-economico, che ha durata quinquennale e rappresenta, per l'ambito territoriale di competenza, lo strumento di attuazione delle linee e degli obiettivi della programmazione regionale e subregionale. 2. La Giunta della Comunità montana predispone il Piano pluriennale di sviluppo socio-economico tenendo conto delle previsioni degli strumenti urbanistici esistenti a livello comunale ed intercomunale, della pianificazione territoriale e di settore vigenti nonché delle indicazioni derivanti dalla consultazione dei Comuni interessati. 3. Il Piano pluriennale di sviluppo socio economico è adottato dal Consiglio della Comunità montana su proposta della Giunta, sentiti i Comuni che ne fanno parte".
Da questo punto inizia l'emendamento del Consigliere Vindigni: "4. Il piano adottato è trasmesso alla Provincia per l'approvazione. 5. La Provincia, entro 60 giorni dal ricevimento del piano, ne verifica la coerenza con linee e gli obiettivi della programmazione provinciale e regionale e, a seguito di valutazione positiva, lo approva. 6. In caso di valutazione negativa, entro la stessa scadenza dei 60 giorni dal ricevimento, il Piano di sviluppo socio-economico non coerente con le linee e gli obiettivi della programmazione provinciale e regionale, è motivatamente rinviato alla Comunità montana, che provvede alla sua modifica, alla sua successiva edizione e alla nuova trasmissione alla Provincia per l'approvazione. 7. Trascorso il termine di 60 giorni senza che la Provincia abbia provveduto all'approvazione del piano, ovvero al suo motivato rinvio alla Comunità montana, il piano è da ritenersi approvato.
8. Il Piano di sviluppo socio-economico approvato è rinviato alla Regione.
9. Nel periodo di validità del piano, la Comunità montana può adottare varianti in relazione a nuove motivate esigenze di sviluppo economico e sociale dell'area. Tali varianti sono sottoposte alle stesse procedure di approvazione di cui ai commi precedenti".
Il silenzio-assenso, Consigliere Vindigni, lo ha valutato adeguatamente? La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Nel testo dell'art. 26, propongo di sostituire la parola "Provincia" con la parola "Giunta provinciale", poiché il Piano di sviluppo deve essere coerente con gli strumenti urbanistici della provincia e i Piani di sviluppo provinciali, è chiaro che sono di competenza del Consiglio, tocca alla Giunta verificare se il piano delle Comunità montane siano coerenti con strumenti già approvati dal Consiglio e la Giunta ci pare l'organo più idoneo a svolgere questo compito.



PRESIDENTE

Questo possiamo effettuarlo come coordinamento: dove c'è la parola "Provincia" si intende "Giunta provinciale".
Può il Consigliere Vindigni suggerire la sua ipotesi di modifica al punto 5), comma quinto? La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Vorrei avanzare una proposta all'Assessore e ai Consiglieri che stanno seguendo l'argomento.Si potrebbe demandare alla Giunta provinciale la parte istruttoria, prevista al comma quinto e al comma sesto, mentre l'approvazione al Consiglio provinciale. E' evidente che in questo modo il Consiglio provinciale si deve attivare.



PRESIDENTE

In buona sostanza, lei propone di scrivere al comma quinto e al comma sesto le parole "Giunta provinciale" e al comma settimo "Consiglio provinciale".
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Se ho capito bene il comma quinto verrebbe formulato nel seguente modo: "La Giunta provinciale, entro 60 giorni dal ricevimento del Piano, ne verifica la coerenza... e a seguito di valutazione positiva il Consiglio provinciale lo approva..." la restante parte del comma rimarrebbbe invariata.
Ciò significa che la Giunta si occupa della fase istruttoria e il Consiglio provinciale dell'approvazione del piano.
Vi chiedo di recepire l'articolo nella formulazione testé letta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Troviamo una formula che sia giuridicamente elegante e fondata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il chiarimento dell'Assessore Vaglio su questo nuovo comma quinto mi convince. C'è ancora un punto che forse bisogna formulare meglio. Nel testo presentato dall'Assessore Vaglio si prevedeva una procedura, che mi pare utile mantenere, che nel nuovo testo non trova spazio. Infatti, il nuovo testo prevede solo due strade. Nella prima il piano va in istruttoria, è coerente con gli altri strumenti, e il Consiglio lo approva; oppure seconda strada, il Piano viene rinviato perché ha una valutazione negativa.
Ma nel testo originale c'era una terza possibilità, che secondo me va mantenuta, perché non è detto che il Piano sia da approvare così come è, e non è neppure detto che sia tutto sbagliato e che sia da rinviare. Il testo originale dell'Assessore Vaglio recitava che il Piano si intende anche approvato, salvo che pervengano richieste di chiarimento o elementi integrativi di giudizio, anche attraverso procedura di audizione. A me sembra quest'ultima possibilità una flessibilità importante da mantenere.
Nel caso contrario si va da un estremo all'altro: o il Piano viene approvato, altrimenti si rinvia il Piano alla Comunità montana con un allungamento dei tempi eccessivo, soprattutto se il rinvio è motivato da alcuni aspetti di chiarimento, di integrazione del tutto parziali che possono essere risolti, come diceva il testo dell'Assessore Vaglio, anche attraverso audizioni.
Certo il Piano può anche essere rinviato, ma manteniamo anche il punto nel quale si possono chiedere solo chiarimenti.
Mi pare anche, Assessore Vaglio, che il termine di 60 giorni potrebbe essere portato a 30 se vogliamo fare della demagogia. A me sembra un termine che non sarà possibile rispettare: 90 giorni era un tempo congruo.
Vogliamo scrivere 60 giorni, propongo 30 giorni.
Non è possibile che un Piano, così complesso, venga assoggettato al silenzio-assenso. Ritenevo il termine di 90 giorni più serio e corretto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

La parte a cui fa riferimento il collega Chiezzi è esattamente il comma settimo. Il collega Vindigni aveva recepito dicendo "trascorso il termine di 60 giorni, il Piano si intende approvato, salvo che pervengano alla Comunità montana richieste di chiarimenti o elementi integrativi di giudizio anche attraverso procedure di audizione". Se siamo tutti d'accordo potremmo aggiungere quella frase al posto del comma settimo e passare all'approvazione del testo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Chiederei all'Assessore di sospendere l'esame dell'art. 26, sulla base del ragionamento fatto finora, e di proseguire con l'esame degli altri articoli. Appena il testo dell'emendamento è pronto lo possiamo esaminare ed approvare.



PRESIDENTE

Preferirei non sospendere, aspettiamo qualche minuto per permettere ai firmatari di stilare l'emendamento.
Sottolineo che non c'è una sospensione del Consiglio.
Il testo distribuito prima verrebbe così precisato: "Al comma quinto la Giunta provinciale - e non la Provincia - entro 60 giorni dal ricevimento del Piano, ne verifica la coerenza con le linee e gli obiettivi della programmazione provinciale e regionale e, a seguito di valutazione positiva, il Consiglio provinciale lo approva".
E' chiaro? C'è un'osservazione in sottofondo del Consigliere Vindigni ma non riesco a capirla.



VINDIGNI Marcello

Suggerirei che sia la stessa Giunta a proporne l'approvazione al Consiglio provinciale.



PRESIDENTE

Allora, anziché "lo approva", lei suggerisce di scrivere "ne propone l'approvazione al Consiglio provinciale".
Il testo prosegue: "In caso di valutazione negativa, entro la stessa scadenza...".
In sostanza, rimane tutto come prima, con una nuova trasmissione ovviamente - al Consiglio provinciale, per l'approvazione.
Il comma settimo viene così modificato: "7. Trascorso il termine di 60 giorni, il Piano si intende approvato, salvo che pervengano alla Comunità montana richieste di chiarimenti o elementi integrativi di giudizio, anche attraverso procedure di audizione".
E' chiaro, Consigliere Vindigni?



VINDIGNI Marcello

Chiederei se fosse possibile avere una fotocopia del testo che sta leggendo, perché la questione è un po' delicata: è un problema di procedura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, non è nostra intenzione intralciare il lavoro che, con fatica, l'aula sta compiendo sull'art. 26, però volevamo che restasse agli atti anche una valutazione sullo schema che viene adottato attraverso questo articolo per l'approvazione del Piano.
Ho la sensazione che probabilmente stiamo mutuando un meccanismo simile a quello dei Piani Regolatori, che è un meccanismo complesso ed articolato e che, in sostanza, bisogna snellire.
Ho l'impressione che stiamo rimettendo in movimento e stiamo disegnando un percorso ad ostacoli, che crea qualche problema. Penso ai Piani Regolatori: approvazione della Regione, istruttoria, ecc., qui aggiungiamo anche il Consiglio, per cui mi sembra che le cose diventino molto più complesse. Dopodiché, credo che i colleghi che hanno più esperienza saranno in grado di fare delle valutazioni più precise, ma prevedere che il Piano della Comunità montana sia oggetto di dibattito del Consiglio provinciale mi sembra una forzatura, e non perché questo non sia possibile, ma perch io credo che la Provincia abbia soltanto un compito: di verificare la compatibilità con il Piano provinciale, soltanto questo, soltanto di verifica. Quindi è un compito quasi istruttorio e niente di più, di verifica di compatibilità, perché il dibattito in Consiglio provinciale solleva delle questioni che sono diverse, che sono più politiche - ma questa è una valutazione che ci sentiamo di fare a margine, perch probabilmente, magari non rendendoci conto di ciò che stiamo costruendo ricostruiamo un meccanismo identico che mi pare un po' tutti riteniamo che debba essere in qualche maniera semplificato.
Così come quando si parla sulla legge urbanistica, il ragionamento è semplice: c'è il Piano regionale, si verifica la compatibilità, ma questo è un fatto non politico, in sostanza, è un fatto amministrativo.
Resti agli atti che noi non vogliamo assolutamente creare dei problemi ma in ogni caso, così come si sta costruendo, è un meccanismo che non ci sentiamo di condividere, per cui ci asterremo.



PRESIDENTE

Sull'ultima formulazione, la Giunta concorda.
Consigliere Vindigni, desidera intervenire? Prenda pure la parola.



VINDIGNI Marcello

Lo sforzo che stiamo facendo potrebbe arrivare ad un punto di incontro che salvaguardi la preoccupazione del collega Saitta, cioè di far sì che il Piano di sviluppo della Comunità montana sia approvato nei tempi più rapidi possibili, con una procedura molto stringata nel rapporto fra Comunità montane e Provincia, con un coinvolgimento pieno del governo provinciale passando però attraverso un momento di conoscenza del Consiglio provinciale.
Poiché il Consiglio provinciale dovrebbe esaminare questioni di interesse dell'intero territorio provinciale, l'obiezione che fa il collega Saitta è fondata. Quale potrebbe essere, però, la sede nella quale il Consiglio provinciale viene a conoscenza dello strumento predisposto dalle Comunità montane? Potrebbe essere la Commissione consiliare provinciale competente. Quindi, è la Giunta che approva il Piano, dopo averne dato comunicazione alla competente Commissione provinciale.
Non so se questo potrebbe essere un punto di incontro nel quale la preoccupazione del Consigliere Saitta e quella del Consigliere Chiezzi possono trovare risposta positiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Da un punto di vista generale di obiettivo, le preoccupazioni del collega Saitta sono anche le mie; riflettiamo, però, sui contenuti del Piano della Comunità montana, perché questi contenuti sono descritti nell'articolo successivo, che è l'art. 27.
Io penso che noi non possiamo evitare la competenza e la responsabilità del Consiglio provinciale, perché il Piano della Comunità montana non è semplicemente un Piano di realizzazione di previsioni consolidate.
Se voi leggete l'art. 27, le indicazioni contenute nel Piano pluriennale di sviluppo della Comunità montana sono indicazioni urbanistiche che concorrono alla formazione del Piano territoriale - di qui non si scappa, siamo dentro a un Piano territoriale. Cioè le Comunità montane stilano un Piano e danno indicazioni urbanistiche che concorrono al Piano territoriale. E il Piano territoriale è del Consiglio provinciale tant'è che si dice che i Comuni devono adeguarsi.
Secondo me, possiamo anche scriverlo, ma poi qualcuno ci correggerà perché fossero solo dei Piani che stanno all'interno di coerenze, va beh stanno all'interno di coerenze, ma questi sono Piani che determinano scelte di Piano territoriale. E allora come facciamo? Da un lato, ci sarà un pezzo di Piano territoriale che viene approvato dalla Giunta provinciale e dall'altro, ci sarà il Piano territoriale che va in Consiglio? Bisogna rendere omogeneo il trattamento di una stessa materia, altrimenti apriamo un distacco pericoloso.
Faccio mie le preoccupazioni di sveltire, però, visto che questo piano delle Comunità montane presenta degli aspetti di valenza e cogenza urbanistica a livello di piano territoriale e dato che il piano territoriale lo approva il Consiglio provinciale, anche questo piano deve essere approvato dal Consiglio provinciale. Viceversa il Consiglio provinciale approva un piano territoriale e poi la Giunta provinciale ne fa un altro: no, tutto deve poi finire in Consiglio.
Quindi non penso sia praticabile una scorciatoia di questo genere, a meno che non si tolga questa valenza al piano delle Comunità montane. Se si toglie questa valenza regge il ragionamento che il percorso si ferma in Giunta: ma questa valenza è consegnata dalla legge n. 142, che prevede, nel programma delle Comunità montane, il concorso alla determinazione delle scelte del piano territoriale. Bisogna lavorarci ancora un po', però non si può, secondo me, evitare l'approvazione in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

E' molto difficile fare un lavoro di fino, in aula, attraverso un colloquio fra pochi Consiglieri che mette gli altri colleghi in una condizione certamente non simpatica.
Nella sostanza mi pare ci sia una convergenza sul testo proposto dall'Assessore, quindi noi ritiriamo i nostri emendamenti.
Dell'art. 26, secondo la stesura che avevamo predisposto, riteniamo potrebbe stare in piedi il comma nono, perché tratta una materia che non era stata prevista e sulla quale anche il collega Chiezzi, se ho ben capito, conveniva. Quindi, il comma nono potrebbe diventare l'ultimo comma dell'art. 26 nella stesura predisposta dalla Giunta.
Ritiriamo tutti gli emendamenti ai commi dal primo all'ottavo, tenendo in piedi il comma nono e presentandolo come emendamento all'art. 26.



PRESIDENTE

Tutto quello che ho letto finora viene ritirato. Se intendo bene nella proposta si tratterebbe di aggiungere un comma sesto. Il comma quinto diventa il comma nono: "Nel periodo di validità del piano..."?



VINDIGNI Marcello

Il comma quinto, nella proposta della Giunta, viene sostituito da questo testo: "Nel periodo di validità del piano la Comunità montana pu adottare varianti in relazione a nuove motivate esigenze di sviluppo economico e sociale dell'area. Tali varianti sono sottoposte alla stessa procedura di approvazione di cui ai commi precedenti".



PRESIDENTE

Questo fa cadere tutti gli emendamenti, compreso quello presentato dai Chiezzi e Simonetti.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Questo testo mi sembra più coerente rispetto a quello che abbiamo costruito a più mani. Restano due questioni che, se non verranno chiarite ci vedranno non favorevoli. Sull'approvazione con deliberazione consiliare sotto alcuni aspetti ha ragione il collega Chiezzi quando dice che 90 giorni, se noi prevediamo la deliberazione consiliare, non sono sufficienti. I tempi del Consiglio sono sicuramente diversi.
Voglio esprimere la contrarietà rispetto al fatto che l'atto sia quello della deliberazione consiliare, mentre ritengo sufficiente una deliberazione da parte della Giunta.
L'altra considerazione che voglio fare è relativamente al nuovo comma quinto, che sarebbe il nono della proposta Vindigni, dove si prevede che per fare delle varianti bisogna seguire le stesse procedure, se ho capito bene, del piano vero e proprio. Anche qui non vorrei mutuare l'esperienza che abbiamo fatto per l'edilizia. Lo dico perché resti agli atti, ma non tutte le varianti sono uguali. Ci sono cose semplici e cose importanti.
Le cose importanti è giusto che seguano questa procedura: quelle meno importanti, che sono aggiustamenti o questioni che non si è potuto vedere in tempo, questioni che non entrano in contrasto con l'impianto del piano provinciale, possono rientrare nell'autonomia. Mi rendo conto che a questo punto (chiedo scusa se non abbiamo sviluppato in Commissione questi ragionamenti) bisogna valutare questi aspetti: rischiamo di fare una normativa che per alcuni aspetti è più arretrata rispetto ad alcune tendenze che abbiamo adottato per l'urbanistica. Chiedo scusa per non aver dato un contributo in Commissione, noto che è un arretramento, per cui il nostro voto non sarà favorevole.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Vindigni.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Possiamo presentare tutti gli emendamenti che vogliamo, però credo sia l'Assessore a dover chiarire questo problema. Dato che non è un problema di semplice routine, ma è un problema fondamentale, la formazione del Piano pluriennale di sviluppo socio-economico (dovrebbe essere l'Assessore a darci questo supporto) proviene da atti predeterminati. Non è un atto autonomo, è un atto che deve tenere conto di tutto ciò che è avvenuto all'interno dei Consigli comunali della Comunità montana e nel Consiglio della Comunità montana, i quali devono tenere conto ed agire nell'ambito della legge generale che si dà la Regione Piemonte, a cui deve fare riferimento il Piano di sviluppo provinciale.
E', quindi, una successiva emanazione di atti già predeterminati a cui si è vincolati.
Perché dobbiamo mandare il Piano all'esame del Consiglio provinciale quando non c'è nessun Piano Regolatore, neanche quello della Città di Torino, che viene assunto dal Consiglio regionale, ma viene deliberato dalla Giunta regionale perché deve stare all'interno delle norme precedentemente assunte? Perché il Piano deve fare tutta la trafila, deve essere istruito dalla Giunta provinciale, deve andare nelle Commissioni competenti, deve ritornare in Consiglio su un problema che è già stato predeterminato? O non è stato predeterminato? Ma allora si dice quali sono gli atti non predeterminati (ce lo dice l'Assessore), altrimenti non capisco perch dobbiamo caricare di questo onere la Giunta provinciale quando i Piani regolatori, anche dei Comuni di 1 milione di abitanti, non tornano in Consiglio regionale per l'approvazione, ma vengono assunti direttamente dalla Giunta.
Vorrei capire questo meccanismo, perché non vorrei che si introducesse una procedura che rallenta quanto oggi pare essere una soluzione da tutti acquisita, cioè lo snellimento delle procedure.
Vorrei che mi aiutaste a capirlo perché personalmente non sono riuscito a farlo; abbia pazienza, Assessore, se mi sono permesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Colleghi, oggi ho enormi difficoltà a gestire la discussione, per il fatto che, alla proposta della Giunta regionale di delegare addirittura alle sole Comunità montane la verifica del rispetto delle pianificazioni, e quindi la propria approvazione esclusiva del Piano, i colleghi in Commissione, progressivamente, hanno spostato il tiro prima sulla Provincia, poi sulla delibera di Consiglio provinciale.
Ricordo che la questione è passata almeno attraverso tre discussioni nell'arco di questi quattro anni e l'ultima versione era la delibera di Consiglio.
Nessuno più felice di me nel recepire uno sgravio di procedura. Mi risulta, però, estremamente complicato seguire il percorso mentale del Consiglio, che un giorno mi chiede una cosa, il giorno dopo me ne chiede un'altra e il terzo giorno me ne chiede un'altra ancora. Per carità, se non diamo adito a tutta una serie di discussioni, che ci portano a non approvare la legge, il fatto di demandare alla Giunta l'approvazione dei Piani per me va benissimo, perché non fa altro che ribadire quanto succede per i Piani Regolatori in Regione. Però, che sia una decisione definita e definitiva.
Presidente, sarei di nuovo a porre un ulteriore emendamento a quello che lei ha: non "con deliberazione consiliare", ma "con deliberazione di Giunta".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Cari colleghi e caro Assessore, faccio due considerazioni, la prima un po' legata al nervosismo dell'Assessore.
Relativamente al richiamo dell'Assessore - ai quattro anni di lavoro alla preipotesi di legge, che lo portano, nel discutere questo articolo, a dire quel che ha detto - se il testo arrivato in aula è il testo da votare (l'abbiamo anche detto e scritto ad un Sindaco), cioè se la Giunta si presenta in aula (e poteva farlo già all'inizio) chiedendo, dopo quattro anni, che questo testo, nel bene o nel male, venga posto ai voti, allora il mio Gruppo - insieme agli altri Gruppi ed anche alla Giunta - ritirerà tutti gli emendamenti.
Ripeto: se su questo articolo ci dite: "ognuno rimanga con le proprie opinioni, abbiamo fatto un accordo per approvare la legge", noi siamo pronti, in questo minuto, ad alzare la mano dicendo "sì" o "no" alla legge.
Ritengo, però, non sia così perché è dall'inizio della discussione che sia la Giunta che i Gruppi, presentano emendamenti; abbiamo passato ore a discutere sui Comuni che fanno o non fanno parte di una Comunità montana e tutti abbiamo presentato emendamenti.
Allora, se si decide che il testo della legge è quello uscito dalla Commissione, ritiro tutti gli emendamenti e procedo alla votazione; se invece, non è così, allora si discute e, dovendo discutere, segnalo al collega Miglietti, al collega Saitta e all'Assessore che temo non sia possibile, con questo testo di legge, evitare il voto del Consiglio sul Piano pluriennale di sviluppo.
La mia non è un'impuntatura, è per essere coerenti con quanto abbiamo scritto.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Miglietti)



CHIEZZI Giuseppe

Assessore Vaglio, il collega Miglietti si chiedeva come mai, se le scelte sono già state compiute, si debba andare in Consiglio provinciale.
Il problema, collega Miglietti, è che quelle scelte che la legge dice siano contenute nel Piano, sono scelte nuove. L'art. 27, ad esempio, dice che nel Piano pluriennale c'è una tavola denominata "carta di destinazione ed uso del suolo", che individua le aree di prevalente interesse agro-silvo forestale. Individua quella carta perché, diversamente, non ci sarebbe bisogno di dire che quelle previsioni concorrono alla formazione del Piano territoriale.
Noi abbiamo consegnato alle Comunità montane - questa è una discussione che facemmo anche nella scorsa legislatura - dei compiti di pianificazione.
Quando si prendono queste decisioni - e questa era una decisione imprudente da consegnare alle Comunità montane, perché ogni volta che definiamo un soggetto come soggetto capace di pianificare, inseriamo questo atto nel complicatissimo sistema di pianificazione che dovrebbe essere - viceversa semplificato. Dato che abbiamo deciso che nei Piani ci sono atti urbanistici di valenza di piano territoriale, è inevitabile che questa scelta ti porta in Consiglio provinciale. Sarebbe diverso se decidessimo che il Piano pluriennale di sviluppo delle Comunità montane realizza le previsioni degli strumenti urbanistici e del piano territoriale vigente.
A quel punto lì, si regge una posizione che dice - si fermi in Giunta perché non c'è nulla di nuovo. Non è così Consigliere Miglietti, se si vuole mettere del nuovo possiamo scrivere quello che vogliamo, ma l'organismo di controllo farà in modo che tutto torni a coerenza, perché il piano territoriale lo approva un Consiglio provinciale e non una Giunta.
Dato che vogliamo inserire queste competenze che, a parere mio sono improprie, perché le Comunità montane potrebbero benissimo lavorare all'interno delle previsioni vigenti, allora, dobbiamo andare in Consiglio provinciale. Tutto ciò premesso, se la legge è quella che è uscita ritiriamo tutti gli emendamenti. Se la si cambia, si ragiona tutti insieme per cercare di fare una legge che abbia una struttura di coerenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Avevamo proposto alcuni emendamenti che avevano l'intento di far ragionare e eventualmente recepire alcune condizioni che, a parere nostro potevano essere operative e migliorative. Se questi emendamenti ed altri eventualmente successivi determinano una discussione che ripropone elementi di impianto della legge, allora, ritiriamo l'emendamento all'art. 26, ma vedremo i successivi. Consentiteci solo di valutare articolo per articolo così possiamo procedere speditamente.
Se questo significa ridiscutere elementi di impianto e di carattere strutturale e ancora di più aprire a questo punto e in questa fase della nostra vicenda politica una discussione di ordine generale sulla programmazione e su altre questioni, è chiaro che non era questa la nostra intenzione e volontà. A nome del Gruppo gli emendamenti sull'art. 26 sono ritirati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Grazie, Presidente e colleghi per la disponibilità.
Chiedo di porre in votazione questa formulazione dell'art. 26 a cui siamo arrivati con tanta fatica e dichiaro fin da ora che la Giunta, in assenza di emendamenti da parte delle opposizioni, non rivendica nessun emendamento. Sono pronto a ritirarli subito, senza passare ad articolo per articolo! Se i colleghi dell'opposizione ritengono di voler seguire questa linea sono felicissimo di accettare le indicazioni che sono arrivati dalle Commissioni.



PRESIDENTE

E' una proposta che ci permetterebbe di affrontare l'esame del provvedimento con grande celerità. Devo intendere ritirati tutti gli emendamenti compreso la sostituzione del comma quinto?



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Tutti!



PRESIDENTE

Tutti gli emendamenti sono ritirati anche quello della Giunta.
Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 26 nel testo licenziato dalla Commissione.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 35 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
ART. 27 Sull'ipotesi che tutti gli emendamenti presentati vengano ritirati possiamo operare? La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ho avanzato per primo questa proposta, ma voglio solo capire se il ritiro degli emendamenti è accettato da tutti i Gruppi e su tutti gli emendamenti da quest'articolo alla fine. Dato che, questo articolo secondo me non funziona, ritiro gli emendamenti, ma poi non discuto gli emendamenti sugli articoli successivi di altri Gruppi. Ritiro tutti gli emendamenti che ho presentato e mi impegno a votare gli articoli così come sono. Questo è l'impegno del Gruppo Comunista. E' l'impegno di tutti i Gruppi? Presidente, vorrei sentirlo dire!



PRESIDENTE

La proposta per rendere più operativo il nostro lavoro è che tutti gli emendamenti che sono stati presentati vengano ritirati in modo che l'aula possa esprimersi sul testo così come licenziato dalla Commissione.
Cortesemente, chi ha presentato degli emendamenti faccia una breve dichiarazione.
La parola al Consigliere Segretario Peano, che interviene in qualità di Consigliere.



PEANO Piergiorgio

Avevamo già provveduto a comunicare il ritiro di circa ventidue emendamenti proposti. Se questa è l'ipotesi che emerge da quest'aula, pur avendo ancora a disposizione alcuni emendamenti che riguardano i rischi ambientali, gli insediamenti familiari, ecc., riteniamo opportuno ritirarli tutti per raggiungere il voto finale.



PRESIDENTE

Sul presupposto che tutti ritirino gli emendamenti, lei è disposto a ritirarli. Pare che ci sia la disponibilità piena - se così non è ditelo subito - a ritirare tutti gli emendamenti.
Votiamo gli articoli come licenziati dalla Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
27, ne l testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 32 hanno risposto SI' 28 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Gli emendamenti che abbiamo presentato fino all'art. 51, riteniamo che si possano liquidare previo un richiamo che è praticamente quello del superamento.
Riteniamo necessario porre una sola questione. Chiedo al collega Chiezzi se lo può ritenere compatibile con l'atteggiamento che ha assunto che considero utile ai fini della correttezza che anche noi cerchiamo di imitare, tutto questo fino all'art. 51 che riguarda il fondo regionale per la montagna...



PRESIDENTE

Cortesemente, Consigliere Riba, siamo in votazione!



RIBA Lido

Presidente, era solo una risposta a quanto ci era stato sollecitato.
Quindi, da questo punto fino all'art. 51 dobbiamo solo leggere e ritirare gli emendamenti? Chiedo se la proposta di Chiezzi può essere compatibile perché avremmo qualcosa da dire...



PRESIDENTE

Consigliere, poi affronteremo il problema.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

I nostri emendamenti corrispondono ad argomenti, non un solo emendamento è scollegato da un'idea di questa legge. Non vedo perché io debba rinunciare a delle idee. Pertanto, su tutti gli articoli noi interverremo. Sul turismo rurale avevo presentato delle osservazioni ugualmente sulle proporzioni seguite per l'assegnazione del fondo; c'è secondo noi, una ripartizione sbagliata tra percentuale di popolazione e percentuale di territorio. Non so che cosa devo ancora fare! Andiamo avanti con la discussione sui nostri emendamenti.
Io non rinuncio a niente, se tutti rinunciamo a tutto allora va bene rinunciamo, ma non è che poi alzo la mano....Io chiedo la parola per cambiare questa legge, ci posso anche rinunciare se tutti ci rinunciano altrimenti andiamo avanti. Già sono dispiaciuto di non essere intervenuto sull'art. 27.



PRESIDENTE

Il provvedimento è stato licenziato dalla Commissione con una sua logica. Se vogliamo approvarlo in tempi stretti, occorre rinunciare ai possibili miglioramenti. Non possiamo chiedere solo ad una parte dei Consiglieri di rinunciare... Ho inteso che il ritiro degli emendamenti avvenisse sul presupposto che tutti gli emendamenti di tutti i Gruppi venissero ritirati.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Chiedo cinque minuti di sospensione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.34 riprende alle ore 19.55)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Avevo chiesto la sospensione della seduta. Visto il protrarsi dei tempi di una discussione che dovrebbe vedere affrontate significative e fondamentali questioni di merito nell'ambito di questa legge, era preoccupazione del nostro Gruppo valutare la compatibilità dei tempi che richiederebbero l'approfondimento degli articoli sui quali stiamo discutendo adesso: la programmazione, le modalità della gestione dei piani i finanziamenti, ecc.
Innanzitutto, abbiamo definito un patto che riteniamo necessario onorare, che è quello di concludere la discussione sulle Comunità montane passare alla discussione sul disegno di legge n. 460 ed esaminare il punto relativo all'agricoltura e gli altri punti iscritti all'o.d.g.
Ci rendiamo conto che probabilmente, non per volontà del Presidente del Consiglio o dell'Assessore, ma per l'oggettiva complessità della materia il tempo per l'approfondimento manca. Probabilmente, la materia doveva essere perfezionata meglio in Commissione; sicuramente c'è stato del tempo ma non è stato sufficiente per trovare tutte le convergenze necessarie.
Riteniamo, comunque, prioritario l'obiettivo di varare questa legge.
Quindi, sia pure con il rammarico di vedere del tutto compromessa dalla proceduta che andremo ad adottare, la nostra possibilità di una maggiore e per noi auspicata convergenza sul testo finale, riteniamo comunque di dover cooperare all'obiettivo di giungere alla fine della discussione della legge, ritirando gli emendamenti presentati sui vari articoli. Naturalmente questo non significa affatto che noi riteniamo il prodotto adeguato; lo riteniamo, per molti aspetti, inadeguato, per alcuni aspetti invece congruo. Vedremo la valutazione finale del testo, ma comunque il Gruppo DS, che ha certamente lavorato seriamente e con impegno per arricchire il testo con elementi di integrazione e di perfezionamento che riteniamo fondamentali, intende concorrere alla correttezza dei nostri lavori con il ritiro dei propri emendamenti.



PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame dei singoli articoli.
ART. 28 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 29 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 28 è approvato.



RIBA Lido

Scusi, Presidente, relativamente a quegli articoli dove noi abbiamo presentato e ritirato degli emendamenti che riteniamo significativi, il nostro voto non può essere che contrario, in qualche caso di astensione.



PRESIDENTE

Va bene. Procediamo con la votazione.
ART. 29 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 26 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 27 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 27 voti contrari 10 astensioni 1 L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 37 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 37 astensioni 3 L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 37 astensioni 3 L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 37 astensioni 3 L'art. 42 è approvato.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 37 astensioni 3 L'art. 43 è approvato.
ART. 44 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 37 astensioni 3 L'art. 44 è approvato.
ART. 45 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI' 28 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 45 è approvato.
ART. 46 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 34 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 46 è approvato.
ART. 47 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 astensioni 3 L'art. 47 è approvato.
ART. 48 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 astensioni 3 L'art. 48 è approvato.
ART. 49 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 astensioni 3 L'art. 49 è approvato.
ART. 50 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 astensioni 3 L'art. 50 è approvato.
ART. 51 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 hanno risposto SI' 23 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 51 è approvato.
ART. 52 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 35 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 52 è approvato.
ART. 53 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consigliere L'art. 53 è approvato.
ART. 54 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 54 è approvato.
ART. 55 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 55 è approvato.
ART. 56 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 56 è approvato.
ART. 57 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 astensioni 3 L'art. 57 è approvato.
ART. 58 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 29 Consiglieri si sono astenuti 8 Consigliere L'art. 58 è approvato.
ART. 59 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'art. 59 approvato.
ART. 60 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 35 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 60 è approvato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Semplicemente per dire che, prima o dopo la votazione, si discuterà un ordine del giorno firmato con larghe intese, collegato alla discussione che andrebbe votato.



CHIEZZI Giuseppe

E' presentato solo dalla maggioranza o da altri Gruppi?



GALLARINI Pier Luigi

E' a firma dei Consiglieri Riba, Toselli, Dutto ed altri, comunque si può distribuire; è l'ordine del giorno n. 974.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 974: "Integrazione nell'elenco dei Comuni montani dell'intero territorio di Ceva e Lesegno" a firma Riba, Toselli Dutto, Rosso, Rossi e Vaglio è in distribuzione.
C'è, inoltre, un secondo ordine del giorno, il n. 978 "D.D.L. 210 T.U.
delle leggi sulla montagna", a firma dei Consiglieri Dutto, Vaglio e Rosso.
I due ordini del giorno sono collegati.
Ci sono dichiarazioni di voto prima del passaggio alla votazione sull'intero testo della legge? La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente e colleghi, come ho già avuto modo di dire, è una legge che avremmo voluto migliore.
Il tempo che abbiamo dedicato all'elaborazione di questa legge richiedeva un prodotto finale che recepisse più modernità, che avesse maggiormente presente la nuova dinamica di organizzazione del sistema delle Autonomie locali. Questo non era presente nel testo iniziale, che risale a quattro anni fa; nei passaggi successivi ci sono state emergenze da discutere...
Presidente, per cortesia riesce a far fare un po' di silenzio? Per cortesia, abbiamo sorvolato sui contenuti, però vogliamo codificare, prima della votazione finale, le nostre valutazioni.
Dicevo, Presidente, Assessore e colleghi, che da questa legge ci aspettavamo qualcosa in più. E' una legge alla quale si è lavorato per un periodo lungo, ma il fatto che il testo iniziale sia stato presentato tempo fa ha impedito al testo medesimo di recepire una parte di cultura, di indirizzi ed orientamenti che più modernamente oggi sono espressi dai nuovi indirizzi sui sistemi locali, sul sistema del governo locale, sui sistemi economici locali.
Avevamo raccolto queste necessità in una serie di emendamenti che era ancora possibile collocare nel testo finale, prima del suo definitivo licenziamento da parte del Consiglio. Per una serie di ragioni è mancata questa opportunità ed il tempo per farlo.
Tuttavia, anche a titolo personale (il mio Gruppo me lo consente), non posso non ricordare che l'80% del testo di questa legge è quello che aveva predisposto la precedente Giunta, della quale io facevo parte.
Devo dire onestamente che si è riproposto un testo di quattro anni fa che, se fosse stato redatto adesso, sarebbe stato sicuramente migliore.
L'Assessore Vaglio aveva l'ambizione di presentare un proprio testo di legge sulla montagna. Fin dall'inizio della legislatura - tutti lo sanno l'Assessore Vaglio ha esordito con l'impegno di raccogliere i testi delle leggi sulla montagna (tre) in un unico testo di legge.
Questo ha fatto sì, colleghi, che per tanto tempo si sia ridiscusso ci che era già operante, con la conseguenza di non discutere ciò che invece mancava in quelle leggi, perché il tempo era passato e le circostanze ci offrivano materiale migliore di iniziativa. Il mio Gruppo, ad esempio, in occasione della discussione della legge Galli, propose che il ritorno del provento finale dell'acqua a favore della montagna fosse almeno del 10%.
Invece venne stabilita una percentuale inferiore e l'Assessore Vaglio ricorderà che su quella mia proposta lui convenne, ma la Giunta fu tentennante e si arrivò ad un'intesa inferiore. Comunque il problema rimane.
Devo riconoscere che qualche operazione è stata fatta; considero positivo che, dopo una situazione di precarietà indotta nel sistema delle Comunità montane, durata tanto tempo, si pervenga ad una definizione che possiamo considerare finale. Abbiamo recepito che le Comunità montane non possono essere al di sotto dei 5.000 abitanti; abbiamo anche recepito - e ci tengo ad evidenziarlo - che non possono essere neanche al di sopra di un indistinto numero di popolazione. Questo poteva valere nei confronti delle Comunità dell'Alta Langa, dell'Ossola, di quelle Comunità che si erano rivelate ingovernabili a causa della loro dimensione.
Aver definito questa partita - di questo do atto all'esigenza politica della Giunta e anche del Consiglio - essere pervenuti alla conclusione di un'operazione iniziata con l'Assessore Nerviani nel 1993, pur lasciando in sospeso alcune realtà come Ceva o Lesegno - che rimarranno ancora in sospeso perché gli strumenti per chiudere quel passaggio non li abbiamo ritenendo di aver fatto un lavoro inferiore rispetto alle esigenze, alle possibilità, un lavoro forse inferiore rispetto alle aspettative, un lavoro che ci soddisfa solo in parte (diversi articoli del testo li avevo scritti io stesso e poi sono stati ripetuti), nel ritenerlo comunque un testo datato, lo considero un testo particolarmente iniquo.
Considerato, pertanto, che questa non è una legge della sola maggioranza, ma è una legge che il Consiglio regionale avrebbe potuto e dovuto fare meglio (noi avremmo voluto fosse fatta meglio), ci asterremo sul voto finale per sottolineare i disappunti su diverse questioni, per considerare che abbiamo lavorato anche noi, ma che è un testo impreciso imperfetto, limitato, che ha alcuni elementi utili che ho già richiamato altri semplicemente datati che, per quanto ci riguarda, si possono compensare in un giudizio finale di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Peano, che interviene in qualità di Consigliere.



PEANO Piergiorgio

Come Gruppo, voteremo a favore di questa legge, perché riteniamo Assessore, che, al di là di ogni situazione che è venuta a crearsi in questo periodo, questo sia un appuntamento estremamente importante per il suo mandato e per tutti noi.
Abbiamo condiviso la proposta di legge, la proposta di un dipartimento della montagna che nasceva con questa Giunta ed abbiamo apprezzato il lavoro che in questi anni lei ha cercato di vitalizzare su tutto il territorio montano, troppo spesso abbandonato. Anche se spesso non ho condiviso alcune scelte e la troppa vivacità a volte incontrollabile dei suoi interventi, devo dire però che questa legge è di estrema importanza.
Ricordo all'Assessore e a tutta la Giunta un appuntamento che sarà di estrema importanza, la legge sulla collina, che non deve essere molto posticipato. Era un impegno preso da questa maggioranza di affiancare le due proposte di legge. Oggi approviamo la legge sulla montagna, ma al più presto, deve essere un impegno morale anche nei confronti di chi l'aveva proposto al suo tempo, affrontare quella sulla collina. Il percorso di questa legge non è stato sempre molto lineare; l'art. 3, che ha mutato l'assetto della legge, è cambiato sovente. Anche oggi stesso, se vogliamo con un emendamento, in Provincia di Biella, abbiamo completamente mutato l'assetto della legge riportandola a quello iniziale.
Chiedemmo a volte di discutere l'art. 3, ma non sempre fu possibile e non sempre siamo riusciti a capire quale era la proposta che nasceva all'interno della Commissione stessa e dalle cose che lei ci riportava all'interno. Non trovavamo sempre quella omogeneità socio economica di cui lei voleva essere espressione.
Abbiamo trovato a volte fermezze irremovibili, qualche difficoltà a cambiare la proposta, però, ripeto, siamo disponibili a far sì che la proposta diventi attuativa sul territorio.
Voteremo a favore anche se il testo non apporta grosse novità perché al suo interno ha assemblato una serie di normative regionali già vigenti.
C'era stato il tempo per riuscire ad interrogarci meglio sul ruolo delle Comunità montane, forse non ci siamo interrogati a sufficienza sul ruolo che avrebbero potuto avere o che potevano avere in futuro, in particolare su alcuni aspetti di estrema importanza: alla vivibilità, ai problemi ambientali, alla stanzialità delle persone, alla garanzia del territorio e del patrimonio ambientale, all'abbandono che tutti quanti in questi anni ne abbiamo verificato i guasti, ad esempio, nei periodi alluvionali.
Assessore, dovremmo ancora interrogarci, entro il termine di questa legislatura, sul ruolo futuro delle Comunità montane, perché sovente si è dato per scontato quello che loro stesse si erano ritagliato in questi anni e che si erano in qualche modo consolidato: c'è un ruolo in più che dobbiamo cercare per dare più fiato alle stesse.
Penso che questa normativa, anche se può avere qualche aspetto ancora da contemplare e migliorare, consentirà ai Sindaci di poter esprimere e coagulare al meglio una risposta a tutto il territorio. Buon lavoro a tutti!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Intervengo, nonostante il lavoro che è stato fatto per questa legge, su tre punti.
Il primo punto è stato ed è un impegno di questa legislatura, non di una parte politica particolare, ma di questa legislatura, il dare un'organizzazione, ma soprattutto il riconoscimento ai territori marginali della nostra Regione. Non è cosa da poco in un mondo dove l'economia tende ad essere sempre più globalizzata e le aree deboli tendono ad essere stemperate all'interno di sottosistemi più ampi che non fanno emergere i veri problemi, il fatto che questa legislatura regionale abbia capito e si sia dedicata alla marginalità dei nostri territori, è una cosa importante.
Un pezzo lo abbiamo portato a casa, come diceva giustamente il Consigliere Peano, dobbiamo portare a casa l'altro pezzo, quello sulla collina.
Il secondo punto è che, sarà una legge di risulta, come diceva il Consigliere Lido Riba, ma ciò non toglie che è una legge che abroga sedici provvedimenti legislativi regionali, mette finalmente il punto alla vacanza dell'applicazione della legge n. 28 e risponde ad una riorganizzazione territoriale che, questa volta, vedo moderna.
Le Comunità montane che ne sono risultate nonostante tutte le difficoltà e i problemi che ci hanno visto a volte scontrarci, oggi hanno una funzione precisa nella gestione dei servizi al cittadino, nella soluzione dei problemi del cittadino e nell'affrontare lo sviluppo dell'economia delle zone su cui insistono.
Il terzo punto che è importante: mentre in Regione Piemonte si discuteva su questa legge, più volte la sorte delle Comunità montane a livello nazionale è stata messa in forse. L'UNCEM ha avuto dei profondi tentennamenti, dei problemi e a volte non ha trovato la capacità di essere propositiva come organizzazione sindacale degli enti di montagna.
L'esempio di come si stavano muovendo le Comunità montane del Piemonte è servito da stimolo al lavoro svolto, a livello nazionale, a favore della montagna italiana. Questo non è un merito nostro, ma del territorio, che ha voluto veramente, con grande forza, affermare non solo la propria specificità, ma anche la propria capacità di autogoverno. Non so se questa sia o meno la legge migliore possibile, sicuramente si poteva fare meglio! Quello che siamo riusciti a produrre è figlio dei tempi e di questa legislatura; ha avuto sicuramente dei grossi problemi, ma è un prodotto finito che dà molte risposte (anche se forse non tutte) e, l'aver voluto oggi responsabilmente portare a casa tutti assieme questo provvedimento è uno dei momenti, credo, più belli e più alti di questa nostra legislatura.
Non lo dico perché riguarda la mia delega, ma perché i territori verso i quali è indirizzato il provvedimento hanno bisogno di grande solidarietà da parte di tutti e di grande attenzione da parte dei legislatori.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 32 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri La legge è approvata.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 974, "Integrazione nell'elenco dei Comuni montani dell'intero territorio di Ceva e Lesegno" presentato dai Consiglieri Riba, Toselli, Dutto, Rosso, Rossi e Vaglio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Mi dispiace dire che non ho letto questo ordine del giorno. I colleghi della provincia di Cuneo ne hanno parlato in Commissione. Conosco dei Comuni che potrebbero essere inseriti in questo ordine del giorno, mi riferisco alla zona dell'Astigiano, e non so se altre Province si trovano di fronte a casi analoghi. Penso sia opportuno integrare l'ordine del giorno con altre realtà, peraltro note all'Assessore, perché sono diversi i Sindaci che hanno scritto alla Presidente anche della Commissione, oltre che all'Assessore.



PRESIDENTE

Possiamo portarli all'attenzione dell'aula domani?



COTTO Mariangela

Chiedevo appunto un approfondimento da parte dell'Assessore, anche perché nel documento si dice che nel 1982 la Regione Piemonte aveva già avanzato delle richieste alla Commissione. Penso che dopo diciassette anni sia necessaria un'informativa sulla risposta della Commissione interpellata, ripeto, nel 1982.



PRESIDENTE

Dopo questo intervento ritengo opportuno portare in votazione gli ordini del giorno domani mattina.


Argomento: Comunita' montane

Esame proposta di legge di iniziativa di Enti locali n. 85: "Delimitazione delle zone montane omogenee - Modificazioni territoriali" - Proposta di non passaggio al voto


PRESIDENTE

Le Commissioni III e VIII hanno deliberato all'unanimità di richiedere all'aula il non passaggio al voto relativamente all'iniziativa di delimitazione delle zone montane omogenee - modificazioni territoriali.
Credo che l'aula, come materia collegata al precedente punto, ne debba prendere atto.
Ripeto, le Commissioni III e VIII hanno deliberato all'unanimità di richiedere all'aula il non passaggio al voto di questa proposta di legge che riguarda la delimitazione di zone montane omogenee.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Nel 1994 alcuni Comuni avevano chiesto la costituzione di una Comunità montana. Dopo una lunga e faticosa gestazione finalmente, con il provvedimento approvato poc'anzi, questa richiesta ha trovato attuazione.
E' chiaro che nella discussione avvenuta in III e VIII Commissione su una proposta di legge limitata ad un pezzo del territorio regionale, che era superata dalla discussione generale, abbiamo detto che poteva essere inviata in Consiglio, sicché successivamente all'approvazione del disegno di legge n. 210 vengono meno i presupposti per l'esame della proposta di legge dell'iniziativa dei Comuni. Quindi, per cortesia, Presidente, quando propone al Consiglio di votare dei provvedimenti li motivi.



PRESIDENTE

Ho semplicemente citato una lettera che riporta la sua firma Consigliere Vindigni, come Presidente dell'VIII Commissione. Tale lettera recita: "Il Consiglio regionale, premesso che in data 13/12/1995 è stata assegnata all'esame in sede referente la proposta di legge n. 85 di iniziativa relativa alla delimitazione delle zone montane omogenee - Modificazioni territoriali, presentata in data 11/10/1994, dichiarata ricevibile ed ammissibile dall'Ufficio di Presidenza in data 7/12/1995 preso atto che è stato espletato in merito alla proposta l'iter procedurale previsto dalla L.R. n. 4/73, in particolare audizione dei proponenti consultazione, acquisizione dei pareri dei Comuni interessati alle rispettive Comunità montane considerato che le Commissioni III e VIII hanno licenziato in data 26/10/1998 il disegno di legge n. 210 considerato che in tale disegno di legge si è proceduto, tra l'altro, ad una nuova delimitazione delle zone montane omogenee, e che per la provincia di Cuneo non si è ritenuto opportuno individuare una distinta zona montana omogenea dell'Alta Langa Montana Monregalese, come richiesto delibera il non passaggio al voto della proposta di legge n. 85, ai sensi dell'art. 79 del Regolamento interno".
Si proceda alla votazione della proposta di non passaggio al voto di tale provvedimento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti i Consiglieri che hanno permesso questa approvazione; credo che l'aula, finalmente, abbia dato un segnale positivo.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellan ze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.50)



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