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Dettaglio seduta n.354 del 27/04/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benso, Cavallera, Farassino Ghiglia, Leo e Rossi.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Proseguimento esame disegno di legge n. 460: "Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli emendamenti presentati all'art. 2 del disegno di legge n. 460, di cui al punto 5) dell'o.d.g.
4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 2, comma secondo, sostituire "Ente locale" con "Comune territorialmente competente".
5) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: l'art. 2 è soppresso.
Tali emendamenti sono ritirati dai proponenti.


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

Su richiesta dei Consiglieri Cavaliere e Simonetti, si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
22 Consiglieri anziché 27, la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 comma quarto, del Regolamento interno del Consiglio regionale.



MONTABONE Renato

Mi rendo conto delle difficoltà di mantenere il numero legale perché so che c'è un certo attivismo, da parte di molti Consiglieri, rispetto alle future elezioni. E' comprensibile, ma ci vuole un minimo di rispetto per quello che capita in aula! Se si deve andare avanti così, di mezz'ora in mezz'ora, tanto vale che i Consigli non si convochino più, perché teniamo impegnata della gente senza che si concluda nulla! Siamo di fronte ad una legge estremamente importante, che per la maggioranza potrebbe anche costituire un vanto rispetto all'azione politica che si svolge, e neanche rispetto a ciò si riesce ad ottenere il numero legale! Io me ne vado e non torno più! Vado via per protesta, perché non è pensabile che si possa condurre in questo modo l'azione legislativa di un Parlamento come vorrebbe essere il Parlamento regionale piemontese! Sono estremamente dispiaciuto di questo fatto, è una considerazione che ho già fatto anche in Commissione e che so essere condivisa dai Consiglieri sempre presenti in aula e nelle Commissioni, mentre non può essere condivisa, invece, da coloro che credono di fare il Consigliere regionale per hobby! Questa è una considerazione che intendo fare, perché mi sento preso in giro.



(La seduta, sospesa alle ore 15.27 riprende alle ore 16.01)


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Proseguimento esame disegno di legge n. 460: "Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima dell'interruzione, avevo informato che l'Assessore ha ritirato gli emendamenti nn. 4 e 5. Ora ne ha presentato uno nuovo: 6) l'art. 2 è così sostituito: "Art. 2 - Integrazione dell'offerta turistica.
1. I Comuni concorrono a sostenere, sviluppare, potenziare e riqualificare l'offerta turistica coordinando e sostenendo gli investimenti delle imprese turistiche e di tempo libero, nell'ottica del turismo sostenibile, mediante opere di riqualificazione primaria e secondaria.
2. La Regione sostiene gli oneri derivanti dalle opere di urbanizzazione primaria e secondaria per l'assetto e la riqualificazione delle aree sulle quali si sviluppano i singoli investimenti di cui all'art. 4, mediante la corresponsione ai Comuni di contributi nella misura massima pari al 10% del costo complessivo delle opere di riqualificazione".
Il testo è stato distribuito; credo che la formulazione proposta vada incontro alle indicazioni emerse nel dibattito di questa mattina.
A tale emendamento è stato, in questo momento, presentato, a firma dei Consiglieri Saitta e Riba, il seguente subemendamento: 6/sub) all'art. 2, comma secondo, sostituire "10%" con "20%".
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Capisco il discorso, però vi prego di tener presente che esiste già un procedimento che è in essere e che darà tutto lo spazio possibile ed immaginabile nell'ambito della programmazione agli Enti pubblici.
Per fare un ulteriore sforzo, anche in un'ottica generale, non ho problemi a capire che un incremento vada fatto, però non andiamo oltre certi numeri, altrimenti si snatura il concetto della legge stessa.
Vi propongo - e credo possa essere una mediazione che accontenta tutti di arrivare al 15% dei fondi destinati ai Comuni, e quindi all'Ente che ha il compito di svolgere l'intervento di riqualificazione.



PRESIDENTE

Questa ipotesi può incontrare l'adesione dei presentatori del subemendamento? La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Mi rendo conto del fatto che un'indicazione del 10-15-20% è un'indicazione di massima, nel senso che non è sicuramente frutto di una stima analitica. E' chiaro che l'entità del contributo dovrebbe essere commisurato alla riduzione degli oneri che comporta la delibera.
Poiché tra le attività produttive, ad esempio quelle industriali, e le attività turistiche c'è una forte differenza, soprattutto per quanto riguarda gli oneri - non so quale sia il rapporto, ma in ogni caso la differenza è superiore al 20% e bisogna anche vedere il peso complessivo del turismo sul resto, quindi è difficile fare una valutazione l'indicazione del 20%, in qualche maniera, tiene conto della differenza che è forte, tra gli oneri.
In ogni caso, anche se fosse leggermente superiore, è un incentivo nei confronti degli Enti locali oltre ad esserlo anche per il settore privato.
Il subemendamento ha dunque questo significato; per cui, se anche il collega Riba è della mia opinione, manterremmo il 20%.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Sono d'accordo con il collega Saitta, quando dice che è un incentivo così come è un incentivo il 10%. Mi riallaccio al discorso che facevo questa mattina: se i Comuni vogliono essere Comuni turistici devono anche dimostrare di volerlo essere. E allora il problema non sta nel 10 o nel 20 di intervento che devono avere da parte della Regione, sta non solo nella volontà, ma nel fatto che siano o meno Comuni turistici. Se lo sono, è esattamente come quando si ragiona sull'insediamento di un impianto produttivo.
I Comuni, almeno in passato, chiedevano, cercavano l'insediamento produttivo sui loro territori, perché questo aveva delle ricadute di carattere occupazionale, economico e sociale notevoli. Se noi facciamo il parallelo sull'intervento di carattere industriale con l'intervento di carattere turistico, è noto anche i Comuni qualche cosa devono mettere di proprio. E' dunque questione di volontà.
Assessore, quando esaminerà quell'elenco famoso che non so più dov'è dei Comuni a rilevanza turistica, vada a verificare negli ultimi anni quanti interventi di tipo turistico su quei Comuni sono stati fatti negli ultimi anni! Per essere un Comune turistico non basta avere la sagra o la fiera paesana, bisogna anche avere una ricettività, una vocazione turistica (anche naturale), in modo da poter offrire l'opportunità ai turisti di risiedere almeno una notte in quel Comune.
Detto questo, le Regioni stanno di nuovo in mezzo. Non si può dire 10 o 20%, l'ha detto anche il collega Saitta. Per me, la soluzione che ha trovato l'Assessore è già una soluzione mediata, che dimostra di aver capito il problema che stamane è stato affrontato.
Quindi sull'emendamento proposto dai due colleghi mi asterrò, ma non in maniera negativa; mi astengo proprio perché è una percentuale non discendente da un calcolo matematico: non si può cambiare il 10 in 20 perché quel cambio non è calcolato da nessuna parte.



PRESIDENTE

Su tale subemendamento ci sono state delle dichiarazioni; la Giunta non è disponibile; lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli e 24 contrari.
Pongo dunque in votazione l'emendamento n. 6), nel testo modificato dall'Assessore Racchelli: sostituire "pari al 10%" con "pari al 15%".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli, 1 contrario e 12 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 2, comma secondo, è aggiunta in coda la seguente espressione: "purché i suddetti investimenti ottengano, da parte degli Enti locali di riferimento, la certificazione di attenta e costruttiva valutazione delle problematiche di cui all'art. 1/ter, lettera c)".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
Si proceda dunque alla votazione dell'art. 2 nel testo emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 24 voti contrari 1 astensioni 12 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 8) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: l'art. 3 è soppresso e sostituito dal seguente: "Art. 3 (Beneficiari) 1. I beneficiari degli interventi previsti dagli artt. 4, comma 1 e 7 della presente legge sono le piccole e medie imprese operanti nel settore del turismo, ivi compresi, purché qualificabili come piccole o medie imprese gli esercizi della ristorazione, i servizi di supporto alle attività del tempo libero dei turisti e gli impianti di risalita. Ai fini della presente legge sono piccole e medie imprese quelle definite come tali dalle disposizioni dell'Unione Europea.
2. I beneficiari degli interventi previsti dagli artt. 4, comma 2 e 7/bis della presente legge sono i Comuni, le Comunità montane e i Consorzi di Comuni".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Attraverso questo emendamento proviamo a dare una riformulazione dell'art. 3, tenendo in considerazione che i beneficiari di questa legge devono essere entrambi i soggetti di riferimento per la promozione e l'offerta turistica ossia gli Enti locali e i privati.
Anche nelle considerazioni svolte nell'ambito della discussione generale di legge, l'Assessore ha parlato della necessità di abbinare i finanziamenti per gli Enti locali ai finanziamenti previsti per i soggetti privati. Pertanto, noi individuiamo una nuova formulazione dell'art. 3 che tenga in considerazione i due beneficiari. Da un lato, nel primo comma, i beneficiari sono sostanzialmente le piccole e le medie imprese operanti nel settore turistico, ivi compresi, purché qualificabili come piccole e medie imprese, gli esercizi di ristorazione, i servizi di supporto all'attività del tempo libero e tutti gli altri servizi che in qualche modo si ricollegano a servizi da proporre all'utenza, quindi le piccole e medie imprese come definite dalle disposizioni dell'Unione Europea.
Questo fa riferimento al testo legislativo che è il testo di legge sostanzialmente originario. A questo aggiungiamo, per affermare la necessità di abbinare i finanziamenti alle piccole e medie imprese (soggetti privati) a quelli previsti per gli Enti pubblici (soggetti pubblici)i, individuiamo nel secondo comma, come beneficiari della presente legge anche i Comuni, le Comunità montane e i Consorzi di Comuni.
Riteniamo che introducendo questo nuovo comma si possa concretizzare quegli ospici che anche questa Giunta ha individuato come propri. Quindi seppur questo testo di legge abbia delle precise finalità che sono evidentemente quelle relative all'offerta turistica, non bisogna comunque escludere la possibilità che i beneficiari siano anche soggetti pubblici.



PRESIDENTE

Qual è il parere della Giunta?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Saitta ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Non sono in grado di esprimere l'opinione su questa diversa formulazione del primo comma, però sul secondo comma invito l'Assessore a riflettere, perché avendo previsto nel nuovo art. 2 che i beneficiari dei contributi per le opere di riqualificazione sono i Comuni, credo che occorra introdurre un comma che preveda che i beneficiari degli interventi di cui al comma secondo sono anche le comunità montane e i consorzi di Comuni (a parte che probabilmente è già sottinteso nella formulazione).
Nell'art. 2, comma secondo, abbiamo previsto soltanto i Comuni. Pu anche essere, non so se esiste un caso di questo tipo, magari è difficile prevederli tutti, ma la collega avendo proposto "Consorzi di Comuni", credo che dà un'indicazione utile anche per consentire ai Comuni di mettersi d'accordo su qualche intervento che magari ha più consistenza se fatto insieme, oppure anche le comunità montane. Il comma secondo perlomeno lo capisco e ha un senso.



PRESIDENTE

La posizione della Giunta resta contraria.
Si proceda pertanto alla votazione dell'emendamento.



SIMONETTI Laura

Chiediamo la votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione dell'emendamento n. 8) per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI' 13 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Riba, Bellion, Angeli Bortolin e Gatti: all'art. 3, dopo le parole "presente legge sono", aggiungere le parole "gli Enti locali".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Concordo su questo emendamento. Volevo soltanto far rilevare all'Assessore, se consente questa formulazione, anche un'altra modalità di intervento per un settore che riteniamo sia utile da seguire: l'ipotesi di un'associazione che gestisca ostelli della gioventù. Normalmente, per quello che so io (non conosco la situazione in Italia, conosco maggiormente quella all'estero), gli ostelli della gioventù erano gestiti da associazioni non profit. Mi pare, addirittura, che in Europa ci sia una catena che gestisce gli ostelli. Per quello che ho visto qualche anno fa quando ero Sindaco della mia città, c'era anche l'intenzione, da parte di queste associazioni, di aprire degli ostelli della gioventù, in modo di far parte di questo circuito internazionale che favorisce un turismo giovanile.
Mi chiedo se questa formulazione lo consente, per le caratteristiche che hanno queste associazioni, che sono associazioni di non profit. Altrimenti possiamo trovare una formulazione, al limite qualche aggiunta, che consenta anche a queste associazioni di poter utilizzare questi fondi per gli ostelli della gioventù.
La domanda è questa, poi formulo l'emendamento. Volevo sapere se, così come è stato scritto, le sta bene.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Per quanto riguarda questa preoccupazione direi che è legittima, perch fa parte di un discorso più complesso che è legato anche a tutta la qualificazione e la strutturazione degli ostelli, e direi che è già ricompresa perché anche tutto il sistema non profit è ricompreso nell'ambito di questa formulazione. Comunque ha un'identità d'impresa essendo iscritto ai registri, e può intervenire in richieste di intervento rispetto a questa formulazione poiché la finalità è volta a tutte le tipologie di ricettività, ricomprese nella 217. Per cui nella legge quadro sono ricomprese tutte queste tipologie di intervento. Per esempio, quel famoso percorso degli ostelli, che esiste a livello internazionale soprattutto in Inghilterra o in Francia (anche in Italia), ma che comunque ha bisogno di essere qualificato e messo in sicurezza, soprattutto rispetto alle nuove normative, viene già ricompreso, come viene ricompreso tutto il sistema no-profit.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

SAITTA Antonino (fuori microfono)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

E' già compreso per definizione?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

E' già compreso, assolutamente, certo.



SAITTA Antonino

E l'agriturismo anche.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

La legge individua le tipologie d'intervento alla legge madre, per cui tutto quello che fa parte della ricettività (quindi anche gli ostelli fanno parte della ricettività) è ricompreso nell'ambito di tutto il sistema no profit. Chi infatti volesse fare degli interventi di impiantistica per il tempo libero, se collabora un'associazione no-profit che, nell'ambito di una località turistica, vuole sviluppare un'attività di tempo libero perch riesce a gestirla in modo da sfruttare il tempo turistico, quindi anche la stagionalità, per poi averla a disposizione per tutto l'anno e renderla fruibile anche per altri interventi, fa parte di questo tipo di tipologia di intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

E' già stato accennato, discutendo l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi, che, in un certa misura, gli Enti locali sono ricompresi, con la riformulazione dell'art. 2, in modo implicito, come beneficiari di questa legge. Penso che sia opportuno, attraverso una rapida considerazione che farò, riconoscere in modo esplicito che anche gli Enti locali rientrano tra i beneficiari di questa legge.
Convengo con l'Assessore, con il suo pensiero non dichiarato, che non possono nel modo più assoluto gli Enti locali gestire... non è compito loro, non ne sono in grado in alcuni casi. I risultati di anni di esperienza dicono che questo tipo di coinvolgimento degli Enti locali non compete loro e non funziona. Però, escludere dai beneficiari di questa legge gli Enti locali mi sembra improprio, anche perché le finalità definite con l'art. 4, degli ambiti di intervento, rivelano che alcune di queste finalità sono raggiunte e sono perseguibili soltanto se anche gli Enti locali danno il loro contributo.
Ad esempio, il punto d): "Realizzazione di parcheggi a supporto delle strutture ricettive anche mediante il recupero di immobili esistenti".
Perché gli Enti locali non possono concorrere alla realizzazione di questo obiettivo? Credo che anche loro possano, anzi debbano, dare un contributo in questa direzione.
Il punto f): "Adeguamento a fini ricettivi di dimore storiche". Non ho statistiche sotto mano, ma credo che la maggior parte dei castelli, delle ville, delle dimore storiche del Piemonte, siano di proprietà degli Enti locali. Mi chiedo come mai la legge in oggetto non permetta anche a loro di realizzare questi adeguamenti e queste ristrutturazioni. E' chiaro che non dovrebbero essere gli Enti locali ad occuparsi della gestione, ma i privati. Concedere la possibilità agli Enti locali di adeguare questo ingente patrimonio, dovrebbe essere uno degli obiettivo che ci proponiamo con questa legge.
Escludere gli Enti locali, significa escludere dalla possibilità del recupero metà delle dimore storiche, castelli e ville del Piemonte.
Pertanto, è opportuno che, in modo esplicito, gli Enti locali facciano parte dei beneficiari di questa legge.



PRESIDENTE

Sono pervenuti in questo momento altri emendamenti.
10) Emendamento presentato dai Consiglieri Saitta, Gatti, Simonetti e Riba: all'art. 3, comma secondo, dopo le parole "le piccole e medie imprese" aggiungere le parole "anche enti non profit".
11) Emendamento presentato dai Consiglieri Saitta, Gatti, Simonetti e Riba: all'art. 3, dopo la parola "ristorazione", aggiungere le parole "gli ostelli della gioventù".
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Questi emendamenti sono già ricompresi nelle leggi che normano e indicano qual è la ricettività turistica. Inserire questa dicitura denota che non abbiamo capito cosa significa ricettività. Se volete introduco tale dicitura, mi sembra, però, superflua. Gli ostelli sono già ricompresi nella legge n. 217 come attività ricettive.



RIBA Lido

Inseriamo le associazioni non profit.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Ma le associazioni no-profit sono imprese che hanno una loro identità giuridica.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, è necessario individuare bene i beneficiari.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Sono le imprese. Facciamo come volete, votiamo gli emendamenti.



PRESIDENTE

Prima di porre in votazione l'emendamento n. 9) non accolto dalla Giunta, do la parola al Consigliere Riba per dichiarazione di voto.



RIBA Lido

Non sono convinto che la Giunta non sia d'accordo su tale emendamento.
Respingendo la possibilità di accesso degli Enti locali alle opportunità consentite alle gestioni imprenditoriali e - giustamente - alle associazioni no-profit che operano nel settore...



(Voci in aula)



RIBA Lido

Sì, abbiamo detto che lo consentiamo alle associazioni non profit, alle attività di impresa classica, ma non lo consentiamo agli Enti locali. Ben sapendo che in tutte le zone dove il turismo è ancora in fase di costituzione e di espansione, gli Enti locali spesso svolgono una notevole attività per costituire i primi nuclei di insediamento.
Pertanto, mi chiedo perché dobbiamo escludere un Ente locale quando agisce in regime di attività di impresa, su una determinata forma di organizzazione economica.
In un'altra legge ci sono altri interventi che riguardano gli Enti locali; mi domando se non sia il caso di discutere contemporaneamente anche l'altra legge.
Dopodiché non abbiamo scelto questa strada, però dovremo, comunque considerare gli Enti locali per la parte che riguarda un'attività economica.
Se per esempio, lo diceva già il collega Bertoli, c'è da creare il "turismo d'atmosfera", questo comporta la possibilità per l'Ente locale di organizzare una situazione d'atmosfera, come indica la stessa espressione ormai di uso comune. Si tratta di una tipica attività che fa capo a dei soggetti d'impresa, in questo caso Enti locali che diventano soggetti di impresa.
In una situazione di turismo più industriale, più evoluto può darsi che la situazione dell'Ente locale debba essere contenuta soltanto ad alcune attività che sono proprie dell'Ente locale.
Vorrei un'ulteriore riflessione da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Ho colto quanto ha detto il Consigliere Miglietti. Mi pare - a memoria d'uomo - che ci siano pochi castelli gestiti dagli Enti locali, forse ruderi, però lo spunto è positivo e illuminante, perché si potrebbero inserire le Fondazioni culturali. Le Fondazioni culturali gestiscono castelli, palazzi, ricordo solamente la Fondazione culturale Cavour di Santena. Le Fondazioni culturali fanno attività di reception, attività museale, attività di ostelleria.
Voglio solamente precisare che ci sono anche queste tipologie di intervento che possono essere considerate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Vorrei che si facesse mente locale. Questa è una legge che va incontro al sistema delle imprese. Una fondazione, che è anche di carattere culturale, se svolge un'attività d'impresa rientra nelle finalità di questa legge. Sfido un Comune o un Ente locale ad investire o ad incrementare la propria attività con una legge come questa. Sarebbe deleterio per il nostro sistema, perché noi porremmo un Ente locale nella condizione di accedere a contributi molto limitati rispetto alle opportunità che un Comune ha perché un Comune, al di là di questo, prende un contributo del 15% e non può più chiederne altri. Solitamente, quando un Ente pubblico accede a dei contributi, non può più fare nulla e si preclude il passaggio di andare a chiederne altri ben più ampi, che fanno parte di leggi comunitarie o non comunitarie, che invece incrementano fortemente la possibilità di realizzazione degli interventi stessi. Se, poi, continuiamo a dire che la parte pubblica non deve gestire, come facciamo a far sì che una legge finalizzata allo sviluppo dell'impresa sia adottata da un Comune? E' questo il contraddittorio.
Sono disponibile a capire e capisco quando, per esempio, negli ambiti di intervento mi si chiede di inserire l'agriturismo o il no profit, perch fanno parte dell'attività d'impresa, ma dobbiamo svincolare la parte pubblica in modo da avere il minimo incentivo ad andare a fare attività di impresa, che deve essere un compito dell'impresa, la quale deve essere posta nella condizione di poterlo svolgere.
Dovremmo cercare di sensibilizzare gli Enti a promuovere le imprese a sviluppare attività imprenditoriali nell'ambito dei Comuni che hanno una finalità turistica per il recupero di beni e di patrimonio anche di proprietà comunale, perché in questo modo si sviluppa un'attività economica produttiva. Ecco dove c'è la volontà di proseguire e mantenere questa forte prevalenza dell'impresa, perché secondo me è un beneficio forte anche per gli enti che devono stimolare l'impresa ad acquisire un patrimonio pubblico per poterlo riqualificare e porre nell'ambito dell'economicità e dello sviluppo economico del Comune stesso. Questa è la necessità di una legge come questa, tenendo presente - e questo è un impegno formale che prendo che negli interventi che sono stati fatti, e che voi conoscete, c'è ampio spazio, anche in termini finanziari per l'Ente pubblico, per sviluppare un sistema che faccia parte degli interventi di carattere pubblico e per qualificarsi fortemente nell'ambito della proposta turistica; non direi che una legge finalizzata all'impresa e allo sviluppo delle imprese, e quindi dell'economia, debba far parte o debba includere delle tipologie di intervento o degli attori che non sono finalizzati a questo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 9).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
La parola all'Assessore Racchelli in merito all'emendamento n. 11).



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Non ho motivo per non includerli, anche se ritengo sia insito nella legge che gli ostelli, gli alberghi, le pensioni ne facciano già parte. In ogni caso, non ho nulla in contrario a specificarlo, ma, se volete, potete ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Consideriamo quindi ritirato questo emendamento.
Pongo in votazione l'emendamento n. 10).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
12) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 3, comma primo, dopo la parola "turismo", sostituire "esercizi" con "esercenti la ristorazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
13) Emendamento presentato dai Consiglieri Bellion, Riba e Bertoli: all'art. 3 (Beneficiari), comma primo, dopo le parole "della ristorazione", aggiungere le parole "le aziende agrituristiche".
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Preferirei inserire "le aziende agrituristiche nell'ambito di intervento", per dare un rafforzativo, all'interno dell'art. 4. Le aziende agrituristiche sono imprese, per cui metterei "gli ambiti di intervento" specificando "le imprese agrituristiche".



PRESIDENTE

Lei ritiene di individuarlo come un ambito di intervento, piuttosto che un soggetto? All'art. 4 esiste già questo emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bellion; ne ha facoltà.



BELLION Marco

L'osservazione dell'Assessore può anche essere recepita, in quanto avevamo già presentato un apposito emendamento conseguente al precedente quello che è attualmente in discussione sull'art. 3, anche per quanto riguarda l'art. 4, cioè per quanto concerne gli ambiti di intervento. Ci pareva però significativo far rientrare il settore dell'agriturismo, quindi le aziende, fra i soggetti beneficiari in quanto, se non andiamo errato non sono compresi nel 217.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

L'emendamento è accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 3, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 22 voti contrari 9 astensioni 3 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 14) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: l'art. 4 è soppresso e sostituito dal seguente: "Art. 4 (Ambiti e tipologie di intervento) 1. Gli interventi e gli aiuti di cui all'art. 3, comma primo, sono indirizzati a migliorare e potenziare l'offerta turistica, favorendo la crescita dei sistemi turistici locali, l'integrazione, il completamento e l'equilibrio delle varie componenti dell'offerta attraverso l'ampliamento della ricettività, da ottenersi mediante: a) la ristrutturazione ed il recupero di immobili e di dimore storiche purché i suddetti interventi non vìolino vincoli e riserve e non mutino la destinazione dell'immobile medesimo b) la realizzazione di parcheggi destinati a favorire l'accesso alle strutture ricettive, purché compatibili con un'adeguata salvaguardia dell'equilibrio ambientale e dell'ecosistema naturale della zona c) la creazione di strutture ricreative di supporto alle strutture ricettive, purché realizzate nel rispetto della compatibilità di cui alla lettera b) 2. Gli interventi e gli aiuti di cui all'art. 3, comma secondo, sono indirizzati a sostenere lo sviluppo, a rivitalizzare e mantenere le aree a vocazione turistica mediante finanziamenti agli Enti locali destinati alla definizione degli strumenti di programmazione di cui all'art. 1/ter ed alla redazione di progetti infrastrutturali finalizzati alla fruizione di circuiti, percorsi ed aree attrezzate, alla riqualificazione ambientale ed urbana, alla costruzione di impianti ricreativi compatibili con l'ecosistema della zona, ivi compreso l'acquisto e la trasformazione delle relative unità immobiliari".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Prima di porre in votazione l'articolo chiedo la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
25 Consiglieri, la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52, comma quarto del Regolamento interno del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 16.56 riprende alle ore 17.26)


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Proseguimento esame disegno di legge n. 460: "Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo l'esame dell'emendamento n. 14) a firma dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, che chiede di sostituire integralmente l'art. 4. La Giunta è contraria.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 24 voti contrari e 10 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
15) Emendamento presentato dai Consiglieri Bellion, Riba e Bertoli: all'art. 4, comma primo, dopo le parole "potenziare l'offerta turistica" aggiungere le parole "e agrituristica".
Chiedo ai firmatari se mantengono l'emendamento.
La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Manterremmo questo emendamento all'art. 4, proprio per le considerazioni che l'Assessore Racchelli ha fatto prima.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Lo accolgo.



PRESIDENTE

Lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 1 contrario (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
16) Emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Riba, Bellion, Angeli Bortolin e Gatti: all'art. 4, comma primo, il punto a) è soppresso.
L'emendamento non è accolto dalla Giunta regionale.



BELLION Marco

Lo ritiriamo.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 16) è dunque ritirato.
17) Emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Riba, Bortolin e Bellion: all'art. 4 è aggiunto il seguente punto: "c/bis) Sviluppo del turismo 'plein-air'".
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Non è possibile inserire continuamente degli aggettivi. Turismo ricettivo significa campeggio, ostelli, alberghi, ecc.
La ricettività è un qualcosa di complessivo nell'ambito del panorama dell'offerta turistica. Non possiamo scindere e dire che il campeggio non fa parte della ricettività.
"Plein-air" significa ricettività all'aria aperta e sviluppo del turismo all'aria aperta. E' compreso: sarebbe pazzesco fare una legge come questa e non inserire i campeggi.



RIBA Lido

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 17) è dunque ritirato.
18) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 4, comma primo, lettera i), dopo la parola "turismo", aggiungere le parole "e il tempo libero".
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Come vi dicevo anche nella relazione, questa proposta di legge vuole andare verso la realizzazione di un sistema di ricettività, ma anche di un sistema di accoglienza, con impianti per il tempo libero finalizzati al divertimento e all'accoglienza del turista.
Abbiamo dunque voluto rimarcare ancora nell'ambito di questo, che era il comma in cui finalizzava questo tipo di intervento, specificando maggiormente che si trattava di impianti per il turismo e il tempo libero ovvero il sistema dell'accoglienza.



SIMONETTI Laura

Quali limiti ha il tempo libero?



PRESIDENTE

Consigliera, se vuole parlare le do la parola. Prego, Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Volevo capire, in questa dizione "tempo libero", quali sono i limiti delle strutture e degli interventi che poi, di fatto, possono beneficiare perché si possono porre delle limitazioni rispetto ad alcune aree che possono essere aree sportive, ecc., ma si può anche ampliare.
Se l'Assessore può ampliare il significato di questa dizione, magari entriamo più nel merito e possiamo formulare anche delle limitazioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Gli impianti per il tempo libero sono finalizzati al divertimento di un turista o comunque di una persona che si trova in un posto, ha scelto di andare in un posto e poi, dopo aver visto quelle che sono le caratteristiche di un posto, decide anche di svagarsi con delle attività di tipo sportivo, culturale...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

CHIeZZI Giuseppe



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Il golf.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Calcio, golf, tennis, piscina, vela, nuoto, palestra, pattinaggio, cioè tutto il tempo libero, il che vuol dire anche cultura, mostre d'arte: tutto quello che una persona può essere interessato a svolgere nell'ambito del tempo libero e quindi della sua possibilità di dedicare il proprio tempo al divertimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Noi abbiamo ritirato la definizione del "plein air" perché accogliamo l'esposizione dell'Assessore che dice: "E' comunque compreso, in quanto si tratta di un elemento, di una specie, all'interno di una categoria". In sostanza, quella del turismo, con questa intesa che sicuramente viene poi registrata a verbale, per cui domani, ai fini di un'interpretazione autentica l'elemento che volevamo fosse chiarito è chiarito.
Invece, quando si introduce "e il tempo libero", dietro ad un ampliamento in sé innocente come "strutture per il turismo e il tempo libero" c'è oggettivamente il rischio che si inserisca invece un'altra categoria di attività e quindi di spese.
Le strutture per il tempo libero possono essere tranquillamente la palestra, la sala da ballo, ecc., tutta la categoria delle spese per le attività sportive, perché sono inserite in una tipologia così ampia, che è un'indicazione più di natura letterale che di chiarimento della categoria economica. Con la questione "tempo libero", praticamente, estendiamo l'intervento possibile per il turismo a tutto ciò che, in qualche maniera diventa un elemento di intrattenimento.
E allora non è più l'intrattenimento d'ambiente, l'atmosfera e le altre cose, ovvero ciò che si riferisce al turista inteso anche in un confine, in un'accezione ampia, ma introduciamo il concetto di tutto il tempo libero.
Non che per me non vada bene; dico solo che, se è così, la legge pu essere utilizzata per fare una palestra, per fare una piscina... E' così.
Se introduciamo "il tempo libero" è così, perché il turista, per definizione, ha tutto il tempo libero, in quanto non è impiegato altrimenti non fa il turista.
Invece, il tempo libero è quella accezione dell'attività ricreativa parziale non utilizzato dal lavoro; nell'antica definizione dicevamo: "tempo di vita e tempo di lavoro". Nel tempo di vita c'era il tempo libero il tempo libero dà accesso a tutta una serie di domande e quindi di servizi.
Per cui io, per non ingenerare degli elementi, non dico aggiuntivi e sicuramente di dubbia interpretabilità, dato che lo spirito della legge non mi sembrava quello di un'estensione e comprensione variegata di opportunità, ai fini di questo finanziamento - Assessore, noi abbiamo ritirato degli emendamenti perché ci avete spiegato che erano ridondanti direi di ritirarlo, perché è fuorviante e aggiunge surrettiziamente, magari in maniera non voluta, una categoria di spese estranee agli oggetti di questa legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 18) è pertanto ritirato.
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Bertoli e Bellion: all'art. 4, la lettera l) è soppressa.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

L'impianto della spesa pubblica è sempre finalizzata alla produzione e alla realizzazione di nuove strutture, intese come nuove risorse, perch c'è un principio di interesse generale al finanziamento concesso ai privati. Concedere ai privati un finanziamento per realizzare una nuova struttura, in qualsiasi campo del tempo libero, dell'agricoltura e dell'industria, è un elemento che favorisce il privato, ma contiene anche un interesse pubblico, che è quello di vedere aumentato il patrimonio disponibile per la realizzazione di attività produttive, commerciali e turistiche. In questo caso, proprio perché la situazione, la cultura e la dottrina sulla materia è questa - l'Assessore Bodo potrebbe aiutarmi ricordando che in nessun caso l'Assessorato all'agricoltura consente di acquistare dei manufatti già realizzati, ma finanzia la realizzazione di un'azienda o di una stalla, ma non consente di comperarla, ed è anche chiara la ratio, perché l'acquisto è semplicemente un trasferimento tra privati - l'intervento pubblico serve, in qualche maniera, a favorire un'operazione di tipo commerciale e non ad aumentare la quantità della disponibilità.
Capisco che per l'imprenditore potrebbe essere un'operazione, al limite, più conveniente e, comunque, si tratterebbe di una riutilizzazione dell'immobile, ma è finanziabile il riadattamento, è finanziabile tutto ci che cade nella tipologia del miglioramento del patrimonio, sia pure privato, perché, in ogni caso, attiene ad una finalità e ad un interesse pubblico. L'acquisto, che non so se rientrerebbe in una categoria ammissibile anche dalla Comunità Europea - né dubito che lo sia dalla legislazione italiana - mi sembra che, anche in questo caso, amplierebbe una gamma di attività e di operazioni che non sono più quelle che abbiamo interesse a realizzare. In ogni caso, non sono quelle che attengono all'interesse collettivo.
Pertanto, il punto dell'acquisto di immobili, così come dell'acquisto di aziende, secondo noi, dovrebbe essere soppresso. Per questo motivo, mi sono permesso di prendere due minuti per illustrare che non si trattava di una sottovalutazione di un'opportunità, ma di un'incompatibilità e di un'inammissibilità nell'ambito del nostro sistema degli interventi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Siccome avevo sentito questa osservazione, ho voluto documentarmi per rispondere in maniera compiuta. Il problema sollevato dal collega Riba in sé non sussiste: prova ne è che l'acquisto di immobili è consentito dalla Comunità Europea, purché strettamente legato all'investimento e nel limite del 10% dell'investimento complessivo. Mi spiego meglio: ad un operatore che acquista un immobile per un costo di lire mille e prevede di investire altre lire mille per la ristrutturazione, sarà riconosciuto il 10% su lire duemila, ovvero lire duecento, che si sommano alle mille, investimento per la trasformazione dell'attività ricettiva, e il contributo viene dato calcolandolo su mille e duecento lire. Quindi, non sul costo dell'acquisto intendiamoci - ma sul costo dell'acquisto al valore 10%, rispetto al discorso globale dell'investimento. Con questo metodo, peraltro consolidato, non solo negli aiuti ai siti industriali degradati, ma anche alle imprese turistiche nell'ambito del DOCUP Obiettivo 2, si possono avviare tutti i tentativi di speculazione immobiliare. E' una prassi già consolidata anche nei DOCUP degli Obiettivi 2, perché la proporzione non viene stimata sul costo dell'acquisto, bensì sul discorso generale calcolandolo solo al 10%.
Qual è la finalità che ci siamo dati? Essendo molto marginale l'intervento per l'acquisto, è quella di incentivare i titolari di immobili in disuso, abbandonati o non immessi nel circuito produttivo, inserendoli all'interno del circuito produttivo nel settore turistico. Si possono così raggiungere due obiettivi: non urbanizzare ulteriormente il territorio usufruendo di immobili già esistenti e distribuire l'incentivo all'interno dell'impresa che, piuttosto di costruire una struttura nuova, può pensare con un minimo intervento, di acquisire una struttura già edificata.
Per cui respingiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Abbiamo sentito che la Giunta non condivide l'emendamento. Se non ci sono dichiarazioni di voto, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione.
20) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 4, aggiungere un ulteriore punto: "m) sostegno degli oneri di urbanizzazione".
Tale emendamento viene ritirato, in quanto era collegato ad una parte dell'articolato che non c'è più.
Si proceda alla votazione dell'art. 4, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 25 voti contrari 1 astensioni 10 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 21) Emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Riba, Bellion, Angeli Bortolin e Gatti: all'art. 5, sostituire il comma primo con il seguente: "1. La Giunta regionale, acquisito il parere vincolante della Conferenza Regione-Enti locali, di cui alla L.R. n. 34/98, in collaborazione con le Associazioni di categoria, entro il 31 ottobre di ciascun anno, definisce il programma annuale degli interventi".
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Farei una proposta su questo emendamento e lo formulerei in questi termini: "La Giunta regionale, acquisito il parere della Conferenza Regione Enti locali di cui alla L.R. n. 34/98 e della Commissione consiliare, e sentite le associazioni di categoria, entro il 31 ottobre di ciascun anno definisce il programma annuale degli interventi che comunque saranno sempre in conformità con il principio del turismo sostenibile e volti allo sviluppo, alla rivitalizzazione e al mantenimento delle aree turistiche".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Ritiriamo l'emendamento n. 21).



PRESIDENTE

D'accordo.
22) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 5, sostituire il comma primo con il seguente: "La Giunta regionale, acquisito il parere della Conferenza Regioni-Enti locali di cui alla L.R. n. 34/98 e sentite le Associazioni di categoria entro il 31 ottobre di ciascun anno, definisce il programma annuale degli interventi, che comunque saranno sempre in conformità con il principio del turismo sostenibile e volti allo sviluppo e alla rivitalizzazione e al mantenimento di aree turistiche." Questo emendamento si inserisce all'art. 5 e sostituisce il comma primo.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Denoto che c'è un'applicazione estensiva della L.R. n. 34/98, la cosiddetta legge madre Bassanini, laddove è stata istituita la Conferenza Regione-Enti locali. Durante la discussione era emerso il problema se la conferenza dovesse essere lo strumento per verificare i passi che venivano fatti per il decentramento amministrativo per gli Enti locali, oppure se doveva essere un organismo, istituzionalizzato, al quale sottoporre il tutto.
Dalle proposte avanzate sia in Commissione che in aula ho la sensazione che a questa Conferenza si stanno attribuendo tantissime funzioni: troppe funzioni. Si stanno attribuendo anche delle funzioni che competono ad alcuni Enti locali, penso alla legge sui trasporti. La Conferenza delle autonomie locali è quella che deve definire i servizi minimi ed essere sentita sui programmi. Non so se stiamo costruendo un sistema efficiente oppure stiamo burocratizzando una struttura. Ho la sensazione che la stiamo burocratizzando.
Bisogna valutare se questa conferenza sia lo strumento per dare attuazione alla Bassanini, oppure se sia uno strumento quasi di gestione.
Significa forse che attraverso la conferenza non facciamo più incontri con le Province? Escludiamo il rapporto con le Province che hanno delle competenze in materia di turismo? Il parere della Commissione - parere ampio perché sono rappresentati diversi Enti locali - è un parere che può impegnare le Province anche su delle competenze che sono proprie? Mi sembra che quando siamo di fronte ad un problema di concertazione difficile, che richiede una mediazione, ci salviamo rimandandolo alla Conferenza che esprimerà il parere.
Voi pensate che i componenti della Conferenza, che sono persone con nome e cognome, siano così onniscienti da poter esprimere un parere sui trasporti, sul turismo, sull'urbanistica, sulle scuole? Obiettivamente mi sembra che stiamo assegnando dei compiti eccessivi.
Significa, forse, che non sentiremo più le associazioni degli Enti locali? Assessore, non si illuda che un parere della Conferenza per le autonomie locali sia in grado di rappresentare le esigenze, in questo caso delle Province che hanno delle competenze. L'Assessore potrà rispondere che il parere la Commissione lo ha dato, ma la Provincia può avanzare le sue osservazioni, perché non è detto che lì, all'interno di un organismo collegiale, riesca ad esprimere tutte le sue esigenze.
Non so come possa essere risolto il problema, noto che sul piano legislativo si è burocratizzato, e si continua a burocratizzare, una struttura.
Che competenza volete che abbia il rappresentante di un Comune, con meno di 5 mila abitanti, per esprimere un parere sugli interventi nel settore turismo? Mi sembra un po' paradossale. Dopodiché possiamo risolvere il problema lasciando che qualcuno esprima un parere.
Sottolineo che stiamo assegnando a tale Conferenza troppe funzioni anche quelle ordinarie: stiamo istituendo un nuovo Consiglio, un nuovo organismo che esprime pareri, alcuni vincolanti, altri non vincolanti.
Vedremo come funzionerà, ma così come si sta realizzando, mi sembra una cosa esagerata che non risolve i problemi della mediazione, dei rapporti con i Comuni, che continuano ad esprimere dei pareri. Questi poveri componenti della Commissione dovranno dire più di quanto sono in grado di dire i Consiglieri regionali. Sul programma annuale degli interventi si esprime, addirittura, la Conferenza dei Piani territoriali e non il Consiglio regionale. Va bene, ma perché non ci esprimiamo noi? Perch probabilmente non abbiamo tutti gli elementi, mentre pensiamo che questa Conferenza sia in grado di potersi esprimere.
Per la formulazione di questo emendamento siamo contrari perché stiamo burocratizzando una struttura e pensiamo di risolvere i problemi della mediazione, che fanno parte della politica, individuando dei compiti secondo quanto previsto dalla L.R. n. 34/98. Per questo motivo, siamo contrari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

L'emendamento nasce da un problema considerevole che non si è risolto nella fase istruttoria e nel lavoro della Commissione, ma che in diversi avevamo sollevato costantemente. Il problema è di stabilire in quale maniera la Regione produce un Piano di interventi turistici, un Piano di attuazione annuale della legge, d'intesa con gli Enti locali (cioè le Province, i Comuni e le Comunità montane, ma segnatamente ed in modo precipuo le Province, come soggetti rappresentanti delle aree vaste).
Effettivamente, anche riprendendo le considerazioni che svolgeva il collega Saitta - che in parte condivido - non è possibile manovrare sui beni ambientali, sui generatori di flusso turistico, su tutto quello che è il patrimonio che deve essere fruito ed utilizzato come elemento costitutivo dell'area turistica, senza un adeguato coinvolgimento e collaborazione con gli Enti locali e le Province.
L'intervento della Conferenza Regione-Autonomie locali effettivamente è un soggetto che deve dare un parere; naturalmente il parere ha un suo significato finale, ma non è sostitutivo dell'istruttoria, della costituzione, dei passaggi che vanno composti, perché il parere si può dare in modo favorevole o contrario, ma se il parere è contrario è una sintesi di un'opinione che può essere recepita, e si ricomincia da capo, insomma ci vuole un'istruttoria che veda il coinvolgimento degli Enti locali. Così la funzione del Consiglio regionale o della Commissione regionale competente.
Qui è scritto: "sentita la Commissione competente, la Giunta predispone il programma"; caso mai è diverso, cioè: predisposto il programma ipotizzato il programma, c'è una discussione in Commissione e la Giunta lo adotta (se non vogliamo delegare al Consiglio) e io posso condividere il fatto che il Consiglio può essere troppo ampio per un ritorno annuale su un problema. Ma, allora, non può essere soltanto un parere raccolto preliminarmente da parte della Commissione e degli Enti locali, sentite le categorie, e poi la Giunta definisce, da sola, il programma, perché questo probabilmente non è neanche nelle intenzioni dell'Assessore. Penso, allora che la riproposizione di questa parte del testo vada riformulata.
Visto che ho la parola, ricordo al Presidente Deorsola - e lo faccio a nome degli altri colleghi con i quali, nella riunione dei Capigruppo avevamo posto il problema della discussione dell'ASL di Novara, chiedendo di discuterne oggi, alle ore 18 - che, per avere un dato minimo di accordi sulle procedure dei lavori, dovremmo rispettare l'impegno assunto di discutere tale questione, così come giovedì dovremo discutere il disegno di legge sulle Comunità montane.
Vedo il disappunto dell'Assessore Bodo; abbiate pazienza, si incominciano i lavori alle 10,30, si sospende perché non c'è il numero legale, noi siamo qui a tutelare soltanto per noi, per voi e per un po' di utenza che si rispettino due impegni minimi come quello di discutere adesso, alle 18.00 il problema dell'ASL di Novara - perché questo era l'impegno - e la settimana prossima iniziare con le Comunità montane auspicando di finire con tutti i provvedimenti sospesi. Questo è l'impegno che abbiamo preso con la popolazione e non possiamo più dire: guardate che ancora una volta, il Consiglio regionale non mantiene l'impegno che prende in questo caso nei confronti della gente.



PRESIDENTE

Stiamo esaminando un emendamento; concludiamo l'emendamento e poi valuteremo.



RIBA Lido

Propenderei per una riflessione su questo emendamento; credo ci sia la possibilità di formularlo in maniera più accoglibile, perché così non corrisponde - credo - neanche all'intenzione dell'Assessore.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

A parte che mi pareva che questa formulazione fosse completa e complessiva, comunque, se ho bene intuito, lei dice: la Giunta regionale presenta il Piano alla Conferenza Regione-Enti locali, ne acquisisce il parere e poi lo discute con la Commissione. E' questo che lei sta dicendo?



RIBA Lido

Per questo ha bisogno di un minimo di riformulazione, ma cerco di adeguarmi alle esigenze del Presidente Deorsola, anche se questo minuto strappato così, non risolve certo il problema.
Affinché ci possa essere un Piano annuale che abbia un minimo di dimensione istituzionale, pertanto accettabile, ancorché si possa essere d'accordo o meno, occorre che sia fatto d'intesa con le Province e gli Enti locali. Il parere della Commissione Regione-Enti locali si può inserire o non inserire nella legge, perché è automatico in base alla legge istitutiva della Conferenza Regione-Enti locali, ma ai fini della nostra legge ci interessa che avvenga d'intesa con le Province, perché è l'unico elemento che ci garantisce un certo tipo di ragionamento con e su tutto il territorio. Poi, sentita la Commissione competente, la Giunta lo adotta, ma non prima.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Se me la lascia formulare, la mia proposta era questa: "La Giunta regionale, in collaborazione con le Province, acquisito il parere della Conferenza..." e poi va avanti l'articolo come l'abbiamo scritto. L'avevo già formulato così prima; mi pare recepisca perfettamente sia la filosofia sia quello che deve essere il senso di buona amministrazione, quindi di rappresentanza delle istanze di livello periferico che, insieme alla Regione, devono fare un minimo di programmazione, in relazione anche ad interessi di carattere generale. Per cui, questo passaggio lo propongo in questi termini. Ho qui l'emendamento: "La Giunta regionale in collaborazione con le Province, acquisito il parere della Conferenza Regione-Enti locali di cui alla l.r. 34/98 e della Commissione consiliare competente, sentita la...". Così, ci sarebbe la perfetta realizzazione di un sistema che ci dà la certezza di aver interloquito con i protagonisti di una proposta che, in origine, doveva essere non solo di programma, ma anche di sintesi.



RIBA Lido

Mi sembrerebbe più corrispondente così: "La Giunta regionale, d'intesa con le Province, sentite le categorie, predispone il programma annuale degli interventi e lo adotta dopo l'espressione del parere obbligatorio della competente Commissione consiliare".



PRESIDENTE

Per cortesia, non parlate fuori microfono.
La parola alla Giunta.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

In questo modo lo articoliamo e lo rendiamo complesso, oltre che di difficile attuazione. "La Giunta regionale, d'intesa con le Province predispone il programma annuale degli interventi e lo adotta dopo il parere obbligatorio...", ma se non lo esprime nella Conferenza Regione-Enti locali, cosa facciamo? Noi lo presentiamo d'intesa con le Province, che sono gli interlocutori di programmazione dell'ente regionale. Cerchiamo di non inserire dei passaggi che articolano e complicano tutto. In questa legislatura abbiamo sempre sentito parlare di rapporto tra la Regione e le Province, perch sono stati intesi come enti di programmazione, di pianificazione e anche di indirizzo. Giusto? La Giunta regionale, d'intesa con le Province stabilisce e realizza.



RIBA Lido

E le Commissioni non le sentiamo più?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Se vogliamo la Commissione consiliare lasciamo perdere il resto.
Se decidiamo che gli interlocutori sono le Province, lasciamo perdere la Conferenza Regioni-Enti locali. Concedetemi un minuto, grazie.



(Il Consigliere Riba consegna all'Assessore copia dell'emendamento)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

La formulazione potrebbe essere questa: "La Giunta regionale, in collaborazione con le Province, predispone il programma annuale degli interventi, e sentito il parere della competente Commissione consiliare entro il 31 ottobre di ciascun anno approva il programma annuale degli interventi che comunque saranno sempre in conformità con il principio del turismo sostenibile, volto allo sviluppo, alla realizzazione e al mantenimento delle aree turistiche".



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

"In collaborazione" non è un termine tecnico.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

E "d'intesa" cosa vuol dire? Se due votano contro, perché non sono d'accordo, cosa succede? Più disponibilità del termine "collaborazione" non ne esiste.



PRESIDENTE

Scusate se intervengo, ma è il mio ruolo istituzionale. Dovremmo riuscire ad individuare dei termini tecnici. La collaborazione è un concetto un po' sfumato.



PICCHIONI Rolando

Scriviamo: "in accordo".



PRESIDENTE

"In accordo" vuol dire che tutte le delibere delle Province devono esprimersi nello stesso senso. Mi sembra sia un meccanismo estremamente complesso. Nulla vieta, però...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Io direi che quando si riunisce un tavolo in cui la Regione e le Province realizzano questo piano, questo rappresenti la massima apertura per un dibattito. Diversamente non abbiamo altre possibilità, non possiamo far deliberare ogni Consiglio provinciale che approva il Piano.
"D'accordo" significa che dobbiamo far fare la delibera; "in collaborazione"...



PRESIDENTE

Forse andrebbe meglio "sentite le Province", perché "in collaborazione" e anche "d'intesa" implicano l'espressione delle delibere nello stesso senso; diventerebbe un meccanismo molto articolato. L'aula è ovviamente sovrana, però.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Credo che la dizione migliore sia "sentite le Province" o "consultate le Province".



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Assessore, vuole qualche secondo per riformulare l'emendamento?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Il testo sarebbe questo: "La Giunta regionale, in collaborazione con le Province, predispone il programma annuale degli interventi, sentito il parere della competente Commissione consiliare entro il 31 ottobre di ciascun anno, approva il programma annuale degli interventi che comunque saranno sempre in conformità con il principio del turismo sostenibile volti allo sviluppo, alla riorganizzazione e al mantenimento delle aree turistiche". Il coinvolgimento delle Province è totale: in collaborazione significa fare un programma insieme.



PRESIDENTE

Occorre avere un testo scritto. Non possiamo avere un dibattito in aula a più voci.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Condivido l'opinione del collega Riba. Ho la sensazione che la qualità legislativa non sia molto elevata, se questa è la modalità.
Mi sembra di notare che ci sia una grande confusione e il collega Vaglio non ci sta aiutando rispetto ai principi della legge regionale 34/98 in merito alla Conferenza delle Autonomie locali. Nessuno di noi si ricorda più a cosa doveva servire.
La Conferenza delle Autonomie locali, a cosa doveva servire? A fare tutto, a darvi tutti questi compiti, oppure a verificare l'attuazione delle Leggi Bassanini? Col collega Pichetto, poco fa, parlavamo di questa questione. A me pare che la sua sollecitazione, che concorda con la mia valutazione, può forse indurci a migliorare le proposte. Il collega Pichetto osservava che stiamo mettendo in piedi un meccanismo che ci vincola enormemente. Lei ha perfettamente ragione. Io mi rendo conto, ma per quale motivo la Giunta continua a fare delle proposte con queste caratteristiche? Perché questa è una proposta della Giunta, non è una proposta di qualcuno della minoranza! Noi abbiamo varato la L.R. 34/98, ma poi, negli strumenti di attuazione per materia - tra l'altro non si tratta neppure dell'applicazione della Bassanini, che fa riferimento alla Conferenza, ecc. - mettiamo in piedi dei meccanismi... Cioè, stiamo attenti a uniformare la metodologia, i rapporti con gli Enti locali a qualche criterio chiaro.
Gli Enti locali li dobbiamo sentire? Li dobbiamo consultare? Li dobbiamo coinvolgere? Dobbiamo concertare? La Conferenza delle Autonomie locali ha significato per tutte le materie? E' una questione che ancora non abbiamo risolto, per cui nella confusione più generale costruiamo la legge nel dialogo in aula, e secondo me la qualità è pessima.
La qualità complessiva della proposta nei rapporti con gli Enti locali rischia di essere di una qualità pessima, perché non abbiamo ancora chiaro qual è il rapporto che dobbiamo avere con gli Enti locali e con la Conferenza. Io continuo a dire che la Conferenza non vincola assolutamente la Provincia, per cui il problema resta.
Invito anch'io, come ha fatto il collega Riba, ad una riflessione attenta attorno a questi temi. Credo che la fretta non sia utile, perch costruiamo dei mostri.
Assessore, valuti anche un altro aspetto: ha senso mettere in moto un meccanismo di Consultazione, di Commissione, ecc., per un bilancio annuale? Non era forse utile prevedere una durata più lunga del Piano? Un meccanismo così complesso - le Province, la Consultazione - fatto anno per anno probabilmente non ha molto senso; probabilmente ha senso per una durata un po' più lunga; probabilmente ha senso per una durata almeno biennale, triennale, almeno per il tempo di validità di questa legge. In sostanza, rischiamo di passare sette o otto mesi a mettere in piedi qualcosa che, alla fine, è già superata.
Forse le mie parole cadono nel vuoto, e chiedo scusa se sono un po' insistente, ma alla fine stiamo mettendo in moto un meccanismo dove ci si spoglia di tutto; lo dico, non perché mi senta spogliato di un ruolo, ma perché in realtà noi deleghiamo il ruolo politico a dei rapporti di concertazione, di verifica, ecc., di burocrazia.
Dopodiché, dove potremo esprimere il massimo della nostra capacità politica nel settore del turismo, che è il Piano degli interventi? Non riusciremo mai ad esprimerlo, perché lo riduciamo ad un atto amministrativo di rapporto tra l'Assessore e gli Enti locali.
Riflettiamoci. anche su questa legge; ragioniamoci, perch nell'indifferenza più completa, come mi pare di capire tranne qualche collega che segue, ci stiamo spogliando di compiti assegnandoli all'esterno della Regione.
E quando li assegniamo all'esterno della Regione, gli diamo un potere poi si arriva qui e si dice "La Conferenza ha espresso il suo parere"; "Le Regioni hanno dato questo parere"; dopodiché noi possiamo fare osservazioni e la risposta che ci viene data è: "Ma come? La Conferenza ha espresso il suo parere, le Province hanno espresso il loro parere!".
Ma quand'è che facciamo politica? Se il Piano annuale è sempre un fatto della Giunta, il Consiglio non fa più nulla.
Credo che questa sia l'occasione per riflettere un po' meglio su questi rapporti e ritornare sui principi ispiratori della L.R. n. 34/98 (se avevamo dei principi).
Io ricordo che allora c'era parecchia confusione. Se ci ritorniamo probabilmente possiamo modellare interventi non soltanto sulle proposte di legge e sui disegni di legge di attuazione dei Bassanini, ma anche su materie come queste.
Se si decide di andare avanti, io sarò nettamente contrario. La Giunta si assuma la responsabilità di creare un meccanismo infernale e incontrollabile, che ci spoglia di ruolo e di competenze.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Io ho formulato questa proposta: "La Giunta regionale, tenuto conto del Piano provinciale turistico, predispone il programma annuale degli interventi, e sentito il parere della competente Commissione consiliare approva, entro il 31 ottobre di ciascun anno, il programma annuale degli interventi, che devono sempre essere in conformità con il principio del turismo sostenibile per lo sviluppo e la rivitalizzazione e il mantenimento delle aree turistiche."



SAITTA Antonino

Questo è sbagliato.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Scusate, perché è sbagliato?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Finisco. Il ragionamento è questo: noi non possiamo, come Regione acquisire i Piani provinciali e ritenere che il Piano regionale sia la somma di quelli provinciali.
Noi dobbiamo dare delle indicazioni - concertandoli con le Province tramite il Piano regionale, sulla base del quale vengono redatti i Piani provinciali.
Ma se il nostro ragionamento è di acquisizione dei Piani provinciali cosa facciamo? Continuiamo ancora ad essere nella confusione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Francamente, l'interlocutore dell'Ente Regione o è la Conferenza Regione-Enti locali, perché, scusate, se la Bassanini va in quella direzione... Capisco che avrà tanti adempimenti, ma comunque glieli hanno dati e questa Conferenza Regione-Enti locali dovrà dare delle risposte (primo).
Secondo. L'interlocutore della Regione chi può essere, se non le Province? Possiamo anche trovare un altro meccanismo, degli altri interlocutori, delle altre soluzioni, ma non abbiamo strade diverse: i nostri interlocutori sono questi.
O accettiamo che sia la Conferenza Regione-Enti locali, perché comunque nell'andare avanti nell'amministrazione sarà così, oppure gli interlocutori naturali sono le Province.
Il problema delle Province. O queste hanno un Piano di sviluppo turistico (e credo che se lo dovrebbero anche dare), o se non ce l'hanno "sentite le Province" (quindi le indicazioni che le Province ci daranno) la Regione Piemonte - che ha il dovere di fare la programmazione, la pianificazione, quindi di fare i programmi di investimento - fa un programma annuale, lo sottopone alla Commissione consiliare e dopodiché lo approva. Non ci sono altre alternative, non ne abbiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Intervengo per mozione d'ordine, perché mi pare che alla riunione dei Capigruppo si fosse preso l'impegno di discutere della questione del Direttore generale dell'ASL di Novara (il caso Airoldi) intorno alle ore 18.
Sono le ore 18,30; mi pare che su questo emendamento le questioni siano complesse ed importanti, per cui risolvere in qualche intervento questioni così complesse (anche a fronte di posizioni dell'Assessore che mi paiono assolutamente discutibili) appare difficile.
Chiedo dunque che questa partita venga sospesa, per passare al punto che era stato individuato in sede di Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Chiedo semplicemente cinque minuti di interruzione del Consiglio regionale per conferire all'interno della maggioranza.



PRESIDENTE

Acconsentiamo alla richiesta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.26 riprende alle ore 18.41)



PRESIDENTE

La breve interruzione è terminata. Proporrei il proseguimento dei lavori. Concludiamo il discorso sull'art. 5 e passiamo al caso Airoldi e alla comunicazione che l'Assessore fornirà.
Assessore Racchelli, può formulare l'emendamento? E' in arrivo un ulteriore emendamento.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Lo presenta il Consigliere Salerno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Presidente, l'emendamento all'art. 5 prevede di riformulare il primo comma, dando alla Giunta regionale un'autonomia d'intervento su questo programma annuale e limitando il momento di consultazione alla Commissione consiliare competente del Consiglio regionale. Il nuovo articolo sarebbe: "La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare entro il 31 ottobre di ciascun anno, definisce il programma annuale degli interventi".



PRESIDENTE

Se vuole cortesemente consegnarmelo, lo faccio distribuire.
Il testo dell'emendamento proposto recita: 23) all'art. 5, il comma primo è così sostituito: "La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare entro il 31 ottobre di ciascuno anno, definisce il programma annuale degli interventi".
Questo riassume adeguatamente quello che è stato proposto.
L'emendamento n. 22) è pertanto ritirato.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Concordo sul fatto che i programmi annuali siano competenza della Giunta, che poi definisce le modalità di consultazione, quello che vuole in sostanza. Resta scoperto un aspetto, che è quello del piano pluriennale del piano triennale. Questo è il programma degli interventi, definiamo gli interventi, la Giunta definisce gli interventi da finanziare, ma le scelte di carattere turistico, che una Giunta regionale e un'amministrazione regionale vuole compiere, dove vengono indicate? Il problema è questo. Non è sicuramente il programma annuale d'intervento. Il programma annuale d'intervento è uno strumento di applicazione di scelte politiche più generali.
Lo schema, per fare riferimento ad altra legislazione regionale, è di questo tipo: nello schema di Programma di sviluppo regionale vengono definiti gli obiettivi che si vogliono raggiungere per quanto riguarda il settore turistico, ma allora questo programma è l'attuazione di parte del Programma di sviluppo regionale, può essere questo. Può dire che il Programma di sviluppo conterrà un capitolo, non generico come quello che è stato presentato, ma preciso sugli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Se questo è lo schema, non sempre viene attuato perché, per altra legislazione, oltre al Programma di sviluppo regionale, c'è anche un programma settoriale. Facendo questa scelta, la Giunta rinuncia a preparare un piano settoriale che faccia riferimento al Programma regionale di sviluppo. Credo che occorra anche aggiungere un riferimento al Programma regionale di sviluppo, nel senso che il programma annuale d'intervento è l'attuazione di scelte politiche che vengono compiute nel Programma regionale di sviluppo. Non è così naturale, perché qui non c'è alcuna indicazione. Il nesso tra la scelta politica, che è una scelta di Consiglio, concertata ed ampia, ha luogo sul documento più ampio: questa è l'attuazione. Si giustifica un intervento snello e immediato da parte della Giunta regionale all'interno di obiettivi che sono stati definiti in un documento più condiviso e che ha una durata non soltanto annuale. Così come viene indicato anche nell'emendamento che è stato presentato, noi facciamo soltanto riferimento al programma annuale degli interventi. Vuol dire che la Giunta ha la libertà più completa di definire, anno per anno, i suoi interventi, senza fare riferimento ad un documento di obiettivi più generali, che devono avere una durata molto più lunga del programma annuale.
Il problema resta aperto. Così come viene definito, il programma è un fatto scollegato da un documento più lungo, in sostanza. Questo lo noto perché, come Consigliere, ho il dovere di esprimere le mie valutazioni sugli obiettivi generali che voglio raggiungere, e le voglio esprimere su un documento ampio; dopodiché la Giunta fa le scelte che deve fare, anno per anno, in sostanza, come ritiene, però occorre il riferimento al documento più ampio. Il programma annuale d'intervento è il documento di attuazione di una scelta politica di una durata più lunga al quale si deve fare riferimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Questa legge, anche nel piano finanziario, ha un piano che è pluriennale, per cui, di fatto, un'indicazione di carattere pluriennale viene già data nell'approvvigionamento finanziario che deve anche determinare lo sviluppo dei piani. E' insito il fatto che nell'ambito di un programma annuale d'intervento si fissino gli obiettivi di sviluppo dell'offerta turistica. E' una programmazione che dobbiamo fare.
Per quanto riguarda le specifiche iniziative oggetto di finanziamento vedremo, di anno in anno, in funzione delle scelte d'intervento fatte e realizzate, come aggiornare il piano dell'anno successivo alle esigenze del mercato che si evolve. Il mercato del turismo si evolve enormemente e deve avere una flessibilità molto forte. Rispetto alle priorità degli interventi territoriali negli ambiti territoriali, dobbiamo anche capire, di anno in anno, se avremo ricevuto, in funzione degli obiettivi che ci siamo dati una serie di interventi che ci hanno dato la certezza di avere qualificato un determinato ambito più di un altro. Nel piano annuale dovremo essere in grado di recepire questo e di proporre una variante, quindi un adeguamento a quelle che sono le necessità del settore turistico delle imprese. E' evidente che quello che così avvieremo diventerà una parte integrante del Piano regionale di sviluppo. Credo che la programmazione e la pianificazione vadano fatte dando alla Regione dando alla Regione il compito di farla e di discuterla nell'ambito di una Commissione preposta alla verifica e alla fase consultiva con gli Enti e con le associazioni.
Ho il timore che le Commissioni, dotate di una loro specifica competenza, non facciano il confronto e la consultazione con gli Enti locali o con le associazioni. Perché non rendiamo forte una Commissione consiliare che discuta, nell'ambito delle proprie funzioni, con gli Enti e le strutture periferiche il piano presentato dalla Giunta per dare poi un parere compiuto? Se così non fosse, Consiglieri, rimarrebbe un grande e forte dubbio: andando avanti di questo passo, attribuiremo il compito che è proprio del Consiglio e delle Commissioni consiliari alla famosa Conferenza Regione Enti locali, incapaci di acquisire e mantenere la nostra forza, che consiste nel fare la programmazione e la pianificazione degli interventi.
La Giunta elabora il programma e indica gli obiettivi, le strategie e gli interventi, la Commissione consiliare ha il dovere di esprimere un suo giudizio e parere, dopodiché la Commissione si dota degli strumenti necessari per fare la concertazione e la consultazione. E' solo in questo modo che la Regione Piemonte può conservare una forte capacità di programmazione e di pianificazione.
In caso contrario, fra cinque anni la Conferenza Regione-Enti locali avrà esautorato il compito e le funzioni del Consiglio regionale e delle Commissioni consiliari. Ci troveremo di fronte ad iniziative, di carattere legislativo e gestionale, che ci verranno proposte come votate dalla Conferenza Regione-Enti locali. Potremo sentirci dire, ad esempio: "Tale decisione è stata votata da 1.200 Comuni e 8 Province, come potete dire di no?".
Avremmo perso il potere e il dovere dell'Ente Regione, quello di fare la programmazione e la pianificazione, attivando e realizzando una forte discussione tra i vari elementi di questo Consiglio regionale, la Giunta e la Commissione consiliare.
La famosa Conferenza (lo ripeto perché vorrei fosse ben chiaro dove ci condurrà quella conferenza) ci porterà ad esautorare - per la sua debolezza i compiti e le funzioni del Consiglio regionale e delle Commissioni competenti. Occorre saper esercitare la forte capacità di programmazione dell'Ente: è la Giunta che deve governare, fare le proposte, i piani, ed è la Commissione che è tenuta ad analizzarli, discuterli, consultarli per esprimere poi il suo relativo parere! Questi sono atti forti di consapevolezza e governo, di capacità, di confronto. Questa è la via da seguire, se non vogliamo essere totalmente deboli: temo che in quella famosa Conferenza ci verrà detto, anche in termini gestionali, cosa dovremmo fare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Ho risposto ad un emendamento presentato da alcuni Consiglieri, che mi hanno proposto anche la Conferenza.
Il mio discorso tende a ribadire la posizione di forza che deve tenere la Giunta regionale, a cui compete l'elaborazione delle proposte politiche e della Commissione consiliare che deve discuterle e concertarle: successivamente le proposte vanno realizzate ed applicate come azioni di governo.
La nostra dev'essere la difesa assoluta di un'istituzione: se pure fossimo d'accordo nel delegare la gestione, dovremmo comunque conservare il ruolo di programmazione e pianificazione, altrimenti cosa ci stiamo a fare noi qui? Io sono profondamente convinto di ciò che vi dico. Accetto questo emendamento e lo reputo corretto, perché ripropone e riafferma il principio di un Consiglio regionale e delle istituzioni forti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

L'emendamento proposto dal Consigliere Salerno, per dirlo in breve secondo me porterà al fallimento di questa operazione.
Vedo aleggiare il fantasma del fallimento di quattro anni di politica turistica della Regione: francamente, spero riusciremo ad evitare questo rischio.
Per un po', anche nella discussione di questa legge, ci siamo fatti carico delle preoccupazioni che rappresentano ormai, sulla base di quattro anni di esperienza, un patrimonio comune di conoscenze su ciò che è fattibile e ciò che è opportuno evitare.
Se ci limitassimo alla semplice erogazione di somme di denaro, con l'elaborazione solo successiva da parte della Giunta di un programma annuale (sulla base di quali principi non si sa), affermeremmo il principio della deregulation. La Giunta non può elaborare un programma annuale poiché esso sarebbe di tipo finanziario e non politico: i programmi di tipo politico hanno un'estensione maggiore e, caso mai, si possono ricondurre a un Piano di Sviluppo pluriennale.
Però, questo Piano di Sviluppo a tutt'oggi non esiste: solo per mezza carità di patria abbiamo evitato di dire, finora, che la discussione doveva basarsi sulla base di un Piano che, però, non c'è, di una legge di allocazione di spese ancora mancante.
Potremmo essere accusati di eccessiva accondiscendenza. Da questo punto di vista, hanno ragione i colleghi, come il Consigliere Griffini, che sostiene che c'è "accondiscendenza" con la maggioranza. Consigliere Griffini, ha ragione. Per non essere accondiscendenti bisogna cominciare col dire "C'è il programma di sviluppo?" Attuatelo! Solo dopo potremo discutere delle coerenze. Non so nemmeno se dobbiamo destinare 100 miliardi al turismo o se li dobbiamo destinare ad un'altra iniziativa: il programma non c'è, le Province non l'hanno ancora approvato noi non lo abbiamo discusso.
Cerchiamo di capire. Quando parliamo di cento miliardi di allocazioni che possono mettere in moto 2/3 mila miliardi, dobbiamo fare in modo che tali somme non vadano a favore di quelle aziende che, in ogni caso farebbero dei loro investimenti (sebbene quel dieci per cento sia un elemento di alleggerimento sulla loro partita finanziaria). Ci sono tante altre aziende che avrebbero necessità di aiuti per decollare: tali aiuti possono essere decisi solo in presenza di una forte azione coerente cogente, degli Enti locali, delle Province, dei Comuni. Sono le Istituzioni che devono elaborare e proporre un insieme di opportunità, come è avvenuto nelle località dove è nato il turismo. Nei luoghi in cui il turismo si espande, esso nasce in condizioni molto empiriche e faticose, correlate ad elementi di intuizione abbastanza rudimentali dal punto di vista imprenditoriale. Sono esse però quelle che portano alla nascita di nuovi spazi, mentre noi pensiamo, in modo sbrigativo, di mettere a disposizione venti miliardi, più quaranta miliardi, più altri quaranta miliardi, e di distribuirli sulla base di un Piano finanziario annuale.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Ma non è così!



RIBA Lido

Assessore, non è questo quello che lei voleva, lo so bene.
Se lei approvasse questo emendamento, alla fine sarà ciò che lei non voleva ad esserle imposto. Siamo andati avanti sempre così. Io mi faccio carico di essere stato distratto nella Commissione, non dovevamo licenziare una legge così lacunosa nelle definizioni di tipo strategico e politico. La legge è stata comunque licenziata, ed è arrivata qui, in Consiglio.
Ritengo che l'Aula, dotata di una consapevolezza numericamente e politicamente maggiore rispetto alla Commissione, possa esprimersi sull'opportunità di allocare cento miliardi attraverso un programma di tipo puramente finanziario, senza il coinvolgimento degli Enti locali, senza la predisposizione di elementi di programmazione.
Noi non chiedevamo una programmazione di tipo bulgaro, chiedevamo semplicemente una metodologia che rappresentasse almeno in qualche misura una certa corrispondenza con le valutazioni comparate.
Formulo di nuovo la nostra proposta.
Presidente, le ricordo che si sta disattendendo all'impegno da tutti assunto di discutere un altro argomento alle ore 18.00. C'è ancora un'ampia parte di questa legge da discutere: sarebbe preferibile soffermarci cinque minuti in più su questa parte della legge. E' uno dei nodi più importanti da sciogliere, ce ne saranno anche altri, è vero, ma prima di tutto vediamo se riusciamo a definire bene la questione in oggetto. Solo dopo possiamo essere più tranquilli sulle possibilità che ha questa legge di perseguire i suoi scopi.
In caso contrario, è meglio porla subito in votazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente. Intervengo sugli emendamenti presentati per fare anch'io alcune considerazioni in ordine alle osservazioni fatte dai colleghi Saitta e Riba. Intanto, l'osservazione del collega Saitta cercando di interpretarla dal punto di vista di chi, nell'ambito di un'attività regionale, gestisce la parte esecutiva - qualora fosse mantenuta, mi sembra abbastanza scontata, nel senso che non immagino un'attività di destinazione di fondi così consistente, fatta ad hoc, senza un minimo di collegamento con i Piani di programmazione regionali e addirittura, qualora si arrivasse al Piano regionale di sviluppo definito e discusso, collegata direttamente a questo.
Ricordo la discussione che si è tentato di fare su alcuni argomenti tra i quali, per esempio, il bilancio; non era soltanto una preoccupazione della minoranza, ma complessivamente si è giunti a discutere di eventuali collegamenti fra il Piano regionale di sviluppo e scelte parziali nei bilanci, perché un ragionamento di questo tipo è abbastanza scontato. Mi sembra dunque eccessivo voler inserire tale collegamento, che considero abbastanza scontato.
Sul discorso un po' più specifico, proposto con l'emendamento del Consigliere Riba (cito lui come riferimento perché non so quali siano gli altri firmatari), ritengo di essere d'accordo con le considerazioni dell'Assessore, in questo senso: ritengo che la Conferenza che si cita nell'emendamento debba essere consultata quando si tratti di provvedimenti legislativi veri e propri, che coinvolgano l'impianto di lavoro sul territorio dei vari enti, tra cui Regione ed Enti locali. Quando si tratta di destinazione di fondi, che sono una prerogativa della scelta regionale essendo fondi che la Regione destina, si può andare, piuttosto, a vedere come migliorare il tipo di documento che la Giunta presenta in Commissione.
Vale a dire che, se si ritiene che il tipo di documento che l'Assessore ha immaginato di presentare è troppo sintetico, nel senso che la Commissione si dovrebbe solo ed esclusivamente trovare a dire "va bene" o "non va bene" e aver destinato gli x miliardi in questo modo, allora piuttosto cerchiamo di pensare insieme come potrebbe essere migliorato questo documento, magari chiedendo una specifica maggiore di criterio o cose di questo tipo.
Io, però, non esautorerei - come diceva l'Assessore - il compito della Regione in questo specifico senso. Ho sentito l'elenco di quello che l'Assessore immaginava di inserire nel documento e non mi pare di avere percepito una semplice destinazione di fondi, senza un preambolo delle scelte compiute alla base.
Se posso fare una proposta, lavorerei piuttosto mantenendo ferma l'ipotesi che sia la Commissione consiliare a discutere di questo, magari cercando di pensare al modo in cui la stessa potrebbe lavorare meglio utilizzando, ad esempio, un documento un po' più completo. Se questa pu essere un'ipotesi sulla quale potersi trovare, è una proposta che faccio giusto per non esautorarci completamente da certi compiti che, secondo me ed in questo caso, sono prettamente nostri. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Voglio solo aggiungere, in merito alle considerazioni che faceva il collega Riba, che forse lui sta un po' esagerando nel dare a questa interpretazione e a questo emendamento una specie di viatico quasi fallimentare. Non credo sia così, credo che il collega Riba stia esagerando.
Il problema è capire se questa Giunta debba o no avere una sua autonomia di gestione e di progetto. Quando si tratta di fare un programma annuale è impossibile pensare a vincoli, pareri vincolanti, concertazioni ed altri strumenti che possono soltanto fare male a quell'iniziativa e a quell'autonomia che la Giunta regionale deve avere. Non stiamo parlando di scelte pluriennali, di grandi strategie, ma di programmi di breve periodo.
Questo è un emendamento che va nella direzione contraria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Volevo far presente che, nell'ambito di questo Piano annuale degli interventi, esistono comunque, e non potrebbe essere altrimenti, anche indicazioni di carattere di sviluppo turistico, per cui alcune schede sono già all'interno di quel Piano. Ho già sentito affermare un paio di volte che questo è uno strumento che resta unicamente un qualcosa di funzionale allo sviluppo di una politica legata ad un consenso o ad una piccola partecipazione finanziaria; io non lo credo.
Guardate, noi abbiamo di fronte delle realtà che ci vengono incontro in maniera molto forte. Pensate solo a quello che rappresenterà "Torino 2006" cosa rappresenterà lo sviluppo della zona delle Langhe e del Monferrato cosa rappresenta l'incremento e lo sviluppo della montagna piemontese.
Gli indirizzi che questa legge ha sono molto chiari: sono quelli di andare incontro alla qualificazione del sistema ricettivo e di accoglienza dove il prodotto turistico è già affermato o dove abbiamo progetti di sviluppo o d'interesse che ci danno la certezza di poter effettivamente fare investimenti di tipo produttivo? Credo che, se esiste un problema di individuazione di criteri o di obiettivi da raggiungere, è facilissimo dirlo all'interno di questa legge perché noi vorremmo raggiungere gli obiettivi di qualificare un'offerta turistica all'interno dei prodotti turistici consolidati, che sono chiari: sono la montagna piemontese, in parte anche tutto quello che riguarda le città d'arte, che sono determinanti, e una fascia che è il prodotto del turismo lacuale.
Dobbiamo intervenire in settori "micronicchia" - l'ho detto anche nel mio intervento iniziale, nella discussione della legge - dove stiamo realizzando, ad esempio, investimenti termali, oppure nel sistema ecomuseale o museale piemontese.
Il settore nel quale, per esempio, siamo debolissimi è il settore del turismo ambientale, legato alle nostre aree protette.
In ultimo, vogliamo mettere le risorse...



PRESIDENTE

Sarà poi un discorso del Piano specifico...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Certo, il Piano annuale ci dice questo, però capite che se in un Piano annuale di intervento, che centri gli obiettivi e ci permetta di approvare una serie di interventi ed investimenti in un settore specifico e ci dia la certezza di avere risolto un determinato ambito, dobbiamo avere - non solo la Giunta, ma anche il Consiglio - l'intuito e la capacità, l'anno seguente, di individuare gli obiettivi che non si sono raggiunti con il primo Piano annuale.
Non è detto, poi, che le risorse destinate vengano effettivamente investite, come non è neanche facile spingere il sistema delle imprese a investire in un simile settore.
Io credo moltissimo nella proposta di legge n. 507 che il 30 aprile avrà le audizioni, e credo anche che tale proposta vedrà un'ampia partecipazione degli Enti locali. Essa sarà effettivamente capace di attingere alle risorse destinate se anche l'altra sarà in grado di convincere gli imprenditori che vale la pena di investire nel settore turismo. Convincere gli imprenditori che vale la pena di investire nell'ambito dell'offerta del prodotto turistico ambientale piemontese non è certo facile! Occorre che l'altra proposta convinca il sistema delle imprese, e che anche i Comuni e gli Enti locali credano in quel sistema. Non si pu prescindere da questo.
Non so certo morendo dalla voglia di approvare adesso l'art. 5, ma ne abbiamo discusso in maniera approfondita, durante la giornata, come abbiamo fatto, del resto, anche per altri articoli. Se però è funzionale che ci si aggiorni a giovedì mattina, ripartendo da questo provvedimento, sono d'accordo.
Vorrei fosse chiara la finalità della legge, ben rappresentata nella mia relazione di introduzione e negli interventi da me fatti, registrati e facenti parte integrante dell'interpretazione autentica degli obiettivi che la legge si propone.
Credo che nessuno possa approvare questo testo a prescindere da quanto ho sostenuto, da quanto la Giunta stessa e il Consiglio hanno sostenuto durante la sua discussione. Penso che quanto detto costituisca l'interpretazione autentica delle finalità, degli obiettivi, criteri desideri, aspirazioni, necessità di una legge come questa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin per dichiarazione di voto.



BORTOLIN Silvana

In Commissione, noi abbiamo accettato la sfida posta da questo disegno di legge, quella di fare della Regione Piemonte una Regione capace di creare iniziative sul turismo tali da far cambiare rotta alla sua economia turistica, di introdurre elementi di novità. Con un investimento di cento miliardi in tre anni, anche la nostra potrebbe ritrovarsi tra le Regioni con una politica attiva e un'economia attiva in campo turistico.
E' vero, non abbiamo condiviso alcune impostazioni dell'Assessore, ma lo spirito della legge sì e credo più o meno all'unanimità.
Quanto si discute dell'art. 5 noi lo abbiamo approfondito con l'art. 1 della legge, laddove la Giunta propone: "La Regione Piemonte in conformità con gli indirizzi di programmazione nazionale e regionale...". Forse, c'è stata un po' di disattenzione, perché avremmo potuto mettere: "Di programmazione nazionale e del Piano di sviluppo regionale".
E' chiaro, Assessore, che è necessario un momento di alta programmazione, capace di prevedere, non solo nel triennio, ma anche nell'arco dell'intero governo della nostra maggioranza, iniziative a lungo respiro.
Abbiamo riconosciuto nel Piano di sviluppo il realizzarsi di questo momento, e ne è seguita la sfida, il confronto tra opposizione e maggioranza, le dichiarazioni circa la sua inadeguatezza ed incapacità, che non ci vedono d'accordo, ma questo è il confronto politico.
Sono abbastanza d'accordo sul fatto che occorre uno snellimento: non complichiamo le procedure sull'art. 5, non esautoriamo il Consiglio. A meno che tutti noi non pensiamo di far parte di Assemblee provinciali e lì di riappropriarci di determinate competenze. Finché siamo qui, la Regione deve conservare il suo ruolo e la sua capacità di promuovere lo sviluppo, le iniziative, le proposte, anche nel momento del confronto con le Province e i Comuni Forse, semplicemente, all'emendamento si potrebbe richiamare l'art. 1 laddove nella finalità si afferma il rispetto è della programmazione nazionale e regionale. Questo ampio respiro va dato. Se si parla semplicemente di Piano annuale, laddove si definiscono i programmi degli interventi, si perde questo ampio respiro che la Giunta e la Commissione hanno a lungo discusso e poi inserito nell'art. 1.
Presidente, io non posso votare l'emendamento, perché manca di questo richiamo, che ritengo necessario e indispensabile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 23).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astensioni.
24) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 5, dopo il comma secondo, è inserito il seguente comma terzo: "3. Il programma annuale degli interventi di cui al comma precedente deve essere redatto nel rispetto del principio del turismo sostenibile di cui all'art. 1, comma secondo, della presente legge." Tale emendamento è ritirato.
Si proceda alla votazione dell'art. 5, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 24 voti contrari 11 astensioni 2 L'art. 5 è approvato.
L'esame del disegno di legge n. 460 è sospeso.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio in merito all'interrogazione n. 2612 inerente a: "ASO Maggiore di Novara - Vicenda relativa al dottor Airoldi"


PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio in merito alla vicenda del dottor Airoldi.
Prego, Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, rispondo contemporaneamente alle due interpellanze dei Consiglieri Manica, Saitta, Moro, Bortolin Chiezzi, Rosso e Spagnuolo e a quella del Consigliere Saitta.
Per quanto riguarda la prima interpellanza, devo dire che non risponde a verità che "il caso", come dicono gli interpellanti, fosse noto all'Assessorato fin dall'8/9/1998 attraverso la raccomandata con ricevuta di ritorno n. 2546.
La raccomandata a cui si fa riferimento è stata effettivamente registrata dall'Ufficio Posta di Piazza Castello in data 11/9/1998. Ma contrariamente a quanto asserito nell'interpellanza, la raccomandata in oggetto non è mai pervenuta alla Giunta regionale, ma è pervenuta all'Ufficio Posta in Piazza Castello, in data 11/9/1998. Non è mai, per giunta al mio ufficio di comunicazione, né risulta pervenuta nelle segreterie delle Direzioni regionali del mio Assessorato, così come si evidenzia dalle note che distribuirò dopo la discussione sull'interpellanza.
In conseguenza del fatto che il sottoscritto non era assolutamente a conoscenza del contenuto di questa raccomandata, che - ripeto - è arrivata all'Ufficio Posta di Piazza Castello, ma non è mai pervenuta al mio Assessorato, debbo altresì dire che da accertamenti fatti, la raccomandata partita l'8 settembre dalla Posta centrale di Novara, era intestata "Assessore Sanità Piemonte, corso Regina Margherita n. 153/bis". Quindi, il contenuto di questa raccomandata non è stato mai di mia conoscenza.
Sulla discussione, invece, relativa a come la Giunta si era regolata penso che le dichiarazioni del Presidente possano essere sicuramente dal sottoscritto riconfermate. Si è ritenuto che l'apporto...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Prendiamo la macchina della verità.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Comunque, non è una novità che una raccomandata non arrivi al destinatario.



(Commenti in aula)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sull'apporto pieno o marginale, la Giunta aveva ritenuto marginale l'apporto dato al suo studio professionale dal dottor Airoldi, per cui si era proceduto alla diffida ad adempiere, cosa che - come sapete - è stata fatta dal dottor Airoldi in data 1/4/1999.
Non si è dunque ritenuto di procedere con la sanzione massima, che era quella della risoluzione automatica del rapporto di lavoro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Debbo dire che questa vicenda è singolare ed assume degli aspetti più grotteschi, se non fossero sconcertanti dal punto di vista amministrativo.
Prima assistiamo all'uso di una procedura molto particolare che - se vogliamo essere compiacenti - possiamo definire benevola rispetto a quanto l'Ufficio legale della Regione avesse invece indicato come percorso.
Inoltre, tutta quella procedura veniva dopo che erano arrivate lettere sui giornali, tante interrogazioni, con tempi molto lunghi.
Poi, ad un certo punto, sempre dentro questa vicenda, scopriamo sempre dai giornali - che esiste una raccomandata dell'8/9/1998, la quale è arrivata a Torino in data 11/9/1998; si è fermata - si dice - in Piazza Castello e dall'Ufficio Posta non è mai stata inoltrata a nessuno. Cioè, si è persa, perché sul tavolo del Presidente della Giunta non è mai arrivata (eravamo in Piazza Castello!); sul tavolo dell'Assessore regionale, cui era indirizzata, non è arrivata mai.
Allora, rispetto alla risposta tacitiana e succinta dell'Assessore regionale, noi vorremmo sapere sostanzialmente questo: quali procedure lui ha messo in atto, per capire che cosa sia successo di questa raccomandata se ci siano eventuali responsabilità nell'averlo così gravemente tenuto all'oscuro e messo in una condizioni di tale difficoltà, disagio ed imbarazzo e come, rispetto a questo, intenda procedere. Capisce bene Assessore, che uno smarrimento come questo, di raccomandata di questo significato, mette lei, il suo Assessorato e l'intera Giunta in una condizione di grave imbarazzo.
Infatti, se quella situazione fosse stata conosciuta a settembre, molto probabilmente non si sarebbe ulteriormente aggravata fino a lettere dei primari; non si sarebbe ulteriormente aggravata fino al lungo percorso che questa vicenda ha avuto.
Pertanto, dichiarandomi assolutamente insoddisfatta rispetto alla risposta che lei ci ha dato, la cosa che io mi chiedo è se lei e la Giunta non intendano, davanti ad una cosa come questa, di tale gravità, non semplicemente prendere atto che la raccomandata si è persa e che le raccomandate si perdono, ma che si è persa una raccomandata come questa, di questi contenuti e con questa rilevanza rispetto agli atti che lei doveva compiere e che non ha compiuto, essendo - a quando abbiamo capito completamente all'oscuro di questa vicenda - e questo sarebbe l'elemento che ci premerebbe capire fino in fondo - fino a quando non ha letto, come noi, sui giornali una lettera successiva di un primario dell'Ospedale Maggiore di Novara.
Quello che noi vorremmo capire è come lei ricostruisce questo, quali responsabilità vede e ravvisa, quale percorso e quali provvedimenti intenda assumere rispetto ad una situazione come questa, sapendo che la situazione a questo punto, diventa sempre più grottesca e molto grave.
Ad ogni modo, in questa prima parte di dibattito sull'interrogazione queste sono le prime domande cui io vorrei una risposta: sostanzialmente lei era completamente ignaro, così come il Presidente della Giunta e la Giunta rispetto a questo fatto, fino al momento in cui non ci sono stati gli articoli sui giornali e noi abbiamo presentato le interrogazioni? Se ho capito bene, lei questa raccomandata non l'ha vista, e quindi la Giunta e l'Assessore ignoravano, per cui non potevano intervenire in nessun modo, neanche con una richiesta di chiarimento al dottor Airoldi.
Come intende procedere rispetto allo smarrimento di atto così grave? Noi ci chiediamo - legittimamente, Assessore - se è stata persa una raccomandata come questa, su un argomento come questo, per caso non avverrà che ne vengono perse altre, altrettanto importanti, che mettono gli Assessori e la Giunta nell'impossibilità di compiere doverosi atti d'ufficio? Queste sono le prime domande rispetto alle quali non ho avuto una risposta soddisfacente dall'interrogazione e che chiederei all'Assessore di precisare ulteriormente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Esprimo chiaramente insoddisfazione, non soltanto per le informazioni succinte date dall'Assessore, ma per il paradosso rispetto alle cose dette.
L'Assessore dice: "Tra le tante cose che capitano, proprio quella raccomandata non è arrivata sul tavolo dell'Assessore".
Verrebbe da dire - ma non voglio fare processi alle intenzioni - che probabilmente il dottor Airoldi aveva qualcuno all'interno dell'Ufficio Posta di Piazza Castello che ha letto la lettera, ne ha capito la gravità e non l'ha mandata all'Assessore. Si possono fare tante supposizioni.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Questo sì.



SAITTA Antonino

Qualcuno, all'interno dell'Amministrazione regionale, voleva favorire il dottor Airoldi, ha ricevuto la raccomandata, l'ha presa, l'ha buttata non l'ha fatta avere all'Assessore. Questa può essere una supposizione.
Seconda supposizione: è stata data all'Assessore; l'Assessore non ha valutato l'importanza della lettera (però questo è impossibile, perch l'Assessore ha detto di non averla mai ricevuta). Quindi mi pare da escludere il fatto lei l'abbia letta; che lei l'abbia ricevuta.
Invece, mi pare da confermare il fatto che la lettera è stata ricevuta dalla Regione Piemonte e non è stata trasmessa a nessun Direttore. Questo è grave: nessun Direttore della Regione Piemonte ha ricevuto una raccomandata.
E' un fatto gravissimo, questo! Significa che chi riceve la posta ha preso la lettera e l'ha buttata nel cestino. Quindi, c'è una responsabilità da parte di qualcuno. Qualcuno deve avere una responsabilità! Ha ragione la collega Manica a chiedere quale intervento lei ha assunto, una volta che è venuto a conoscenza che una lettera diretta a lei qualche funzionario - a questo punto credo qualche funzionario, perché non mi pare che possano esistere altri interventi se non quelli dei funzionari della Regione - le ha sottratto questa lettera e magari l'ha cestinata.
Quale intervento? Quale intervento il Presidente Ghigo, che sottovaluta questo aspetto, ha preso nei confronti del suo Assessore? Il problema è questo, Assessore, non le fanno vedere neanche le lettere, non le fanno vedere le raccomandate! Presidente Ghigo, cosa ha fatto nei confronti del suo Assessore? Viene messo alla berlina, da parte dell'ultimo funzionario della Regione che riceve le lettere - perché lei è messo alla berlina - e viene qui a dirci: "Io non sapevo di questa raccomandata". Il Presidente Ghigo in qualche maniera, deve garantire la vigilanza. Continuo a ripetere: "La vigilanza nei confronti della Regione". Lei non ha vigilato nulla! Lei non ha fatto niente! Se ho capito bene, lei, dopo aver appreso che ha ricevuto la lettera, non ha fatto niente nei confronti di nessuno! Non credo che lei abbia censurato, richiamato, scritto, fatto qualche intervento nei confronti dei funzionari perché, a questo punto, qualcuno l'ha fatta sparire questa lettera.
Non voglio fare il Sherlock Holmes della situazione, ma quello che è successo è grave, è enorme, è gravissimo! Spero che l'Assessore ci dica qualche parola in più rispetto alle cose dette e, soprattutto, ci dica qualcosa in più il Presidente della Giunta regionale. Deve dirci qualcosa in più perché ho un po' il timore, per una serie di coincidenze di fatti, che questa vicenda del dottor Airoldi fosse un po' nota prima della pubblicazione della lettera - tutto lascia supporre questo: "Sparisce la lettera, non sapevo proprio niente".
Mi sembra che, in qualche maniera, l'Assessore alla sanità onnipresente, perché conosce, mi pare, attraverso il Consigliere Mancuso molto bene la situazione - non sapesse nulla di questa vicenda, prima della pubblicazione della lettera. E' un fatto al quale bisogna credere, ma è un po' un miracolo, in sostanza. Credo ai miracoli, ma credo che i miracoli li faccia soltanto una persona alla quale credo fermamente, ma agli Assessori ancora non credo proprio. Quindi, tutta questa coincidenza mi sembra proprio un fatto eccessivo.
Sono sempre più dell'opinione che lei sapeva della situazione prima e sapeva della situazione anche il Presidente Ghigo. Le modalità con le quali è stata fatta la diffida da parte della Giunta regionale confermano questa opinione perché, rispetto alle indicazioni date dall'Ufficio Legislativo lei ha detto poco fa: "Abbiamo scelto la sanzione minore". Perché ha scelto la sanzione minore?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non ha recepito bene.



SAITTA Antonino

No, lei ha detto: "Abbiamo scelto la sanzione minore". Perché ha scelto la sanzione minore? Mi sembra che lei continui a difendere la posizione del dottor Airoldi, anziché difendere la Regione. Perché ha scelto la sanzione minore? Perché non ha scelto la sanzione maggiore? Lo deve spiegare. Avendo la possibilità, come le hanno detto gli uffici, di scegliere la sanzione maggiore, lei ha scelto la sanzione minore. Se ha fatto questa scelta probabilmente, qualche riflessione l'avrà fatta.
Assessore, ci dica la verità. Credo che convenga essere chiari su ci che è capitato. Conviene che dica chiaramente le cose come si sono svolte indipendentemente dall'aver ricevuto o meno la raccomandata. Posso anche capire che la raccomandata magari non l'abbia ricevuta e che qualcuno l'abbia fatta sparire, però qualche responsabile va rintracciato.
Questi sono fatti gravi! Un atto della Regione che viene cestinato e sparisce è grave per un funzionario della Pubblica Amministrazione. E' gravissimo! Qui c'è il licenziamento nei confronti del funzionario, non c'è altra modalità: il licenziamento. Quando sparisce una raccomandata, che ha un effetto con tali caratteristiche sulla diffida, è gravissimo. Qualcuno deve, in qualche maniera, pagare. Non vi è arrivato nulla, magari poi lei ci darà qualche lettera dove viene spiegato: "Io non ho ricevuto nulla, è arrivato lì, poi (...)".
Assessore, non stiamo scherzando! Lei è un pubblico amministratore! Alla Pubblica Amministrazione è arrivato un atto con una raccomandata con ricevuta di ritorno che è sparita. Quell'atto avrebbe potuto determinare un altro decorso della situazione, sicuramente un'anticipazione della decisione, indipendentemente dalla modalità, dalla sanzione minore e maggiore.
Trovo conferma, per le cose che lei ha detto e per le risposte non date, che la posizione dell'Assessore - la conferma l'abbiamo avuta in Commissione, quando ne ha parlato il collega Mancuso - è totalmente appiattita in difesa delle posizioni del dottor Airoldi, rispetto a quelle della Giunta regionale, perché ha scelto la sanzione minore. Lei deve spiegarci perché non ha scelto la sanzione maggiore.
Stesso giudizio vale per il Presidente Ghigo perché, la volta scorsa ci ha spiegato, anche lui, che è stata scelta la sanzione minore. Ho chiesto al Presidente della Giunta regionale: "Scusi, perché ha accolto i suggerimenti del dottor Airoldi e dei suoi avvocati, che le dicono che, in ogni caso, l'incompatibilità non è forte, e non ha accolto i suggerimenti degli uffici regionali?".
E' veramente assurdo questo. Come fanno un Presidente della Giunta regionale e un Assessore ad accettare il parere legale del dottor Airoldi e non accettare il parere dell'Ufficio Legislativo della Regione? Qui siamo al massimo del paradosso.
Ma da che parte state? C'è proprio da chiederselo. Scusate la gravità dell'affermazione, ma c'è da chiederselo: da che parte state? Se ci sono due pareri, uno della Regione e uno del dottor Airoldi, prendete in considerazione quello del dottor Airoldi.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' bravissimo.



SAITTA Antonino

No, non sono bravissimo, è così. Il dottor Airoldi - lei lo ha spiegato la volta scorsa e lo riprendo - ha fatto pervenire un parere di un grande avvocato, che diceva che l'incompatibilità non è così pressante. Sulla base di quel parere, avete fatto la diffida. Lei ci ha detto questo la volta scorsa.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non è vero; voi dite le cose come se fossero...



SAITTA Antonino

E anche il Presidente Ghigo ci ha detto la stessa cosa. Avete utilizzato il parere dell'avvocato del dottor Airoldi e non il parere dell'Ufficio Legislativo della Regione, che avete citato e che vi portava alla conclusione che il contratto doveva essere rescisso.
Voi vi siete mossi in funzione delle decisioni, delle opinioni e degli interessi del dottor Airoldi; non in funzione di quelle della Regione. La vicenda della raccomandata, secondo me, lo dimostra. Sarà una coincidenza non voglio fare processi alle intenzioni, ma, in ogni caso - per evitare che si possano fare supposizioni maligne, alle quali ogni tanto sono portato - per dimostrare che non è così, credo che l'Assessore e il Presidente della Giunta regionale abbiano il dovere di intervenire pesantemente nei confronti dei funzionari, arrivando anche ad atti estremi.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interroganti che ritengono di fare delle valutazioni, do la parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ribadisco che ero completamente ignaro del contenuto della raccomandata, non essendo la stessa mai pervenuta sul mio tavolo. Devo dire che la procedura, per quanto riguarda il mio Assessorato, ma credo anche presso gli Assessorati dei colleghi, è la seguente: la posta arriva in Piazza Castello, dopodiché viene smistata (al mio Assessorato arrivano sacchi di posta) ai vari Assessorati. La posta a me indirizzata viene portata sul tavolo di due addetti di segreteria, che smistano la stessa alle varie Direzioni. Ed è stato questo il motivo per cui ho chiesto esplicitamente alle Direzioni se fossero a conoscenza della raccomandata e se risultasse protocollata una raccomandata nel periodo dall'11 settembre al 31 dicembre - ho qui le risposte dei signori Direttori regionali.
Mi rendo conto che sembra tutto un artefatto e quant'altro: è veramente strano che "questa" raccomandata non sia pervenuta. Non più tardi di tre mesi fa una raccomandata è giunta in Corso Stati Uniti dopo un mese e mezzo. Purtroppo, ci sono delle situazioni di disfunzione per quanto riguarda la posta e l'arrivo della stessa sulla scrivania dell'Assessore.
In seguito a questo caso ho dato disposizioni che tutte le raccomandate dovranno essere protocollate dal mio ufficio: tutte le raccomandate dirette all'Assessorato alla sanità. Ovviamente, le lettere non raccomandate saranno distribuite ai vari Settori; sono decine sia le lettere che le raccomandate che giungono nel mio ufficio.
Devo dire al collega Saitta che in realtà, fin dai tempi della nomina del dottor Airoldi, non è stata accordata alcuna preferenza nei suoi confronti. Per chi non ne sia a conoscenza, il dottor Airoldi era il secondo nelle famose graduatorie. E' doveroso dirlo, perché spesso qualcuno insinua che è amico di Mancuso o di D'Ambrosio. Era il secondo in graduatoria, aveva un punteggio elevatissimo, ed era in ottimi rapporti anche con la Consigliera Manica che, ovviamente, quanto fa lo fa per motivi di correttezza istituzionale, ma anche la Consigliera Manica ha reputato e considerato il dottor Airoldi come uno dei Direttori generali più idonei a gestire un'azienda come quella di Novara.



MANICA Giuliana

Non ho mai fatto delle affermazioni né in un senso né in un altro: lo ha scelto lei!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Devo dire al collega Saitta che in realtà la lettura integrale del parere del Settore Giuridico legale, se non si limita ad estrapolare dal contesto le sole conclusioni, ma tiene conto delle premesse, lascia intendere in modo inequivocabile le due soluzioni ipotizzate, che non sono le soluzioni di benevolenza, ma sono le due soluzioni indicate dal parere: o apporto pieno o marginale allo studio professionale. Abbiamo pensato che l'apporto, anche in base alle risposte del Direttore generale, sia stato marginale e non pieno.
Questo penso sia sostanziale per giustificare il modo in cui la Giunta ha proceduto.



PRESIDENTE

Abbiamo così concluso il dibattito sulla comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio. Pertanto, l'interrogazione n. 2612 è da considerarsi esaurita.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.42)



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