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Dettaglio seduta n.353 del 27/04/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Benso, Botta, Cavallera Farassino, Leo e Masaracchio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Comitato di solidarietà in favore del Kosovo


PRESIDENTE

Devo anche ricordare che è stato attivato il conto corrente per i versamenti per la solidarietà. Il conto corrente è il n. 480.111, intestato al Comitato di solidarietà per la Regione Piemonte pro Kosovo. Invito ancora i colleghi a versare almeno l'equivalente di un gettone di presenza.
A questo scopo verrà convocata giovedì alle ore 12.30 - poco prima della chiusura dei nostri lavori del mattino - una conferenza stampa, a cui sono fin d'ora invitati tutti i Capigruppo.
CAVALIERE



PRESIDENTE

Per cosa?



PRESIDENTE

Come è stato ieri indicato in Comitato di solidarietà: una conferenza stampa per dare atto, per chiedere anche ai media di farsi carico di portare a conoscenza questo problema.
Secondo le indicazioni, chiederei alla Giunta di essere presente in modo numericamente più rilevante sui banchi.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Proseguimento esame disegno di legge n. 460: "Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica"


PRESIDENTE

Dobbiamo ora proseguire l'esame del disegno di legge n. 460, di cui al punto 5) dell'o.d.g.
Avevamo già svolto una parte del lavoro; siamo all'esame dell'articolato.
All'art. 1 relativo alle finalità non mi risultano presentati emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Presidente, volevo solo sapere se dopo il dibattito della volta scorsa soprattutto dopo l'intervento dell'Assessore, che non ha - mi pare escluso l'accoglimento di alcune osservazioni emerse durante il dibattito l'Assessore Racchelli ha intenzione di presentare degli emendamenti e se è possibile averli ancora prima della discussione dell'art. 1), perché in qualche maniera c'è una connessione.



PRESIDENTE

Assessore Racchelli, desidera fare una comunicazione? Prego.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

In base alla relazione e al dibattito sviluppatosi successivamente, le valutazioni svolte mi hanno portato a presentare alcuni emendamenti soprattutto in riferimento alla criticità espressa nella fase istruttoria e della gestione dei fondi su Finpiemonte.
L'emendamento recepisce questa indicazione e vuole dare un'apertura più ampia, recependo il DL n. 123: "possono essere demandate alla Finpiemonte e istituti bancari".
Presentando questo emendamento, di fatto, apriamo una gara tra gli istituti bancari, in maniera che ci possano essere...



PRESIDENTE

Per cortesia, bisogna assolutamente abbassare il livello del brusìo altrimenti non riusciamo a sentire.
Prego, Assessore.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Stavo dicendo che con questo emendamento diamo al sistema bancario l'opportunità di partecipare alla gestione della fase analitica di questa legge, dei progetti presentati, e ci garantiamo anche la possibilità di ottenere le migliori condizioni e il miglior servizio.
Il secondo emendamento, che era già stato sollecitato precedentemente è relativo alla fase di redazione del programma annuale. Il testo recita: "La Giunta regionale, acquisito il parere della Conferenza Regione-Enti locali, di cui alla L.R. n. 34/98, della Commissione consiliare competente e sentite le associazioni di categoria, entro il 31 ottobre di ciascun anno definisce il programma annuale degli interventi che, comunque, saranno sempre in conformità con il principio del turismo sostenibile e volti allo sviluppo e alla rivitalizzazione del mantenimento di aree turistiche".
Questo ci dà la certezza di avere un dibattito in Conferenza Regione Enti locali e soprattutto dà alla Commissione competente la possibilità di intervenire e di partecipare alla stesura o alla modifica del piano annuale degli interventi. Questi sono i due emendamenti sostanziali; ce ne sono altri marginali, che sono però puntualizzanti. Per esempio all'articolo 4 comma 1, per dare maggiore identità all'obiettivo che questa legge si propone, è stato inserito alla fine del comma "e il tempo libero", in riferimento agli ambiti di intervento.
Al paragrafo i) - realizzazione, ristrutturazione e riqualificazione di impianti e attrezzature per il turismo - abbiamo aggiunto "e il tempo libero", perché una delle finalità di questa legge è anche quella, oltre di sviluppare ed articolare la ricettività adeguata, di dare la possibilità di avere un'accoglienza adeguata alla ricettività che si vuole realizzare, per cui gli impianti per il tempo libero sono uno dei punti principali di questa proposta di legge.
Nelle finalità va aggiunto un emendamento che inserisce il sostegno degli oneri di urbanizzazione (è vero che vanno in capo ai Comuni rientrano comunque negli ambiti di intervento e quindi dobbiamo specificarlo).
Direi che gli emendamenti sono questi, oltre alla predisposizione di un articolo che dà la possibilità alla Regione di individuare un intervento nell'ambito della fideiussione, quindi dell'incentivo in titolo di garanzia con Ecofidi per attivare nuove imprese turistiche; un altro emendamento modifica la procedura valutativa da una procedura a sportello ad una procedura a graduatoria, perché questo ci garantisce. Quella a sportello permette di fare a chi prima arriva, mentre la procedura a graduatoria ci dà la certezza di poter intervenire valutando con criteri specifici le priorità e le maggiori proposte in termini qualitativi e quantitativi rispetto all'obiettivo che la legge si prefigge (una strutturazione nell'ambito della ricettività e anche dell'accoglienza). Sostanzialmente sono questi gli emendamenti.
C'è poi un emendamento che chiede di inserire gli enti locali nell'ambito dell'art. 3, relativamente ai beneficiari. Siccome l'interesse di questa legge e le finalità sono quelle di dare una copertura di tipo ricettivo oltre che strutturale all'accoglienza, anche se la legge è stata studiata per il sistema privato delle imprese non sono contrario che nell'ambito dei beneficiari rientrino gli enti locali singoli o consociati esercenti attività di impresa. Per cui, se esiste un consorzio pubblico che ha la finalità di impresa e vuole intervenire nell'ambito della strutturazione, non ho alcuna perplessità ad accoglierlo. Certo, non gli enti locali in senso lato, ma esclusivamente quelli esercenti attività di impresa, perché soprattutto nelle zone montane, o nelle zone marginali possono esserci delle realtà che, comunque, fanno capo ad interventi nel campo della ricettività e della qualificazione turistica che possono essere gestite da enti pubblici.



PRESIDENTE

Informo il Consiglio che sono pervenuti degli emendamenti all'art. 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Non so se posso, chiedo l'autorizzazione, se lei me la concede me lo dirà. Io non ho potuto partecipare alla discussione di carattere generale se lei lo ritiene, prenderò l'occasione nell'esame di uno degli articoli magari non l'art. 1, per dire cosa penso rispetto alla normativa di carattere generale.



PRESIDENTE

Potrebbe essere proprio nell'ambito dell'art. 1, sulle finalità.



MONTABONE Renato

Quando lei crede, se vuole concedermi la parola.



PRESIDENTE

Sull'art. 1 è stato presentato un emendamento soppressivo a firma dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti: 1) l'art. 1 è soppresso e sostituito dal seguente: "Art. 1 - Finalità.
1. La Regione Piemonte, in conformità agli indirizzi di programmazione nazionale e regionale, favorisce e sostiene lo sviluppo, il potenziamento e la qualificazione dell'offerta turistica. Gli interventi sono attuati a favore delle attività imprenditoriali del turismo, del tempo libero e dei servizi che operano in stretta connessione ed integrazione dell'offerta turistica.
2. La Regione Piemonte, altresì, in conformità al principio del turismo sostenibile, promuove lo sviluppo di nuove aree a vocazione turistica, la rivitalizzazione di aree turistiche in declino e il mantenimento del grado di attuazione delle aree turistiche forti. In questo ambito gli interventi sono attuati a favore di una pianificata infrastrutturazione turistica che garantisca la compatibilità tra ambiente, società ed economia locale".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Già nel nostro intervento sulla discussione generale della legge avevamo sottolineato come riteniamo sbagliata l'impostazione di questo disegno di legge n. 460. Sbagliata, perché, a nostro parere, assolutamente univoca e cieca rispetto a delle esigenze di riqualificazione complessiva dell'attività, non solo di offerta turistica ma anche di gestione e di promozione turistica da parte degli Enti pubblici.
Quale significato ha, dunque, questo nostro emendamento? Dalla lettura è evidente all'Assessore e a tutti i colleghi come in questa nostra riformulazione dell'art. 1 si tenti di mettere insieme le tematiche affrontate dai due disegni di legge, cioè il n. 460 e il n. 507, i quali pur riguardando da un lato la parte del mantenimento delle aree turistiche e dall'altro l'offerta turistica, quindi il complesso dell'attività turistica nell'insieme, hanno però due finalità assolutamente diverse.
Il disegno di legge n. 507 riprende le tematiche dello sviluppo, della rivitalizzazione e del mantenimento delle aree turistiche, individuando delle tematiche che noi riteniamo fondamentali e primarie; richiama, cioè alla necessità di dare maggiore attenzione al principio del turismo sostenibile, insieme alla necessità - e questo è un tema che noi riproporremo anche in diversi altri nostri emendamenti che ci accingeremo a presentare - di individuare, di dare più attenzione all'elemento della compatibilità: compatibilità tra l'ambiente, la società e l'economia locale.
Questo è quanto abbiamo tentato di riproporre e di inserire nel disegno di legge oggi oggetto della discussione del Consiglio (il n. 460) e che viene ripreso dal disegno di legge n. 507, il quale affronta la tematica turistica, dando maggiore attenzione al ruolo degli Enti pubblici nell'ambito del turismo sostenibile, nell'ambito della compatibilità, e quindi con un nuovo approccio alle tematiche dell'economia locale ed uno sfruttamento del territorio da questo punto di vista. Tuttavia è pure necessaria una compatibilità con la società e con gli elementi storici e culturali di cui la società e quei territori montani sono portatori, il tutto strettamente collegato alle tematiche ambientali.
Viceversa, il secondo comma riprende sostanzialmente tutti gli elementi di rivitalizzazione turistica e di compatibilità ambientale.
Questo articolo - ma, eventualmente, anche sugli altri avremo l'opportunità di sottolineare con degli emendamenti la necessità di unire questi due temi - vuole sollecitare la Giunta rispetto ad un pericolo che a nostro parere, non è da sottovalutare e non è certamente marginale.
Mi riferisco al fatto di individuare nell'intervento turistico, e quindi nello sfruttamento, nella rivitalizzazione delle aree turistiche, un intervento che va unicamente in una direzione, che utilizza unicamente uno strumento tipico degli Enti e che individua delle risorse più o meno sostanziali, a differenza e a seconda degli Enti che devono beneficiare di queste risorse.
Noi riteniamo che debba esserci sì l'offerta turistica, ma unitamente ad una rivitalizzazione ed un'attenzione particolare dal punto di vista della compatibilità delle aree turistiche.
La Regione non può sottrarsi ad una maggiore attenzione all'ambiente alle tematiche ambientali, naturali e paesaggistiche nel loro complesso nonché alle tematiche culturali di cui questi ambienti sono portatori; deve inoltre tenere presente il legame che il territorio ha con la società civile, con il tessuto sociale e i conseguenti effetti sull'economia montana locale, fattore che non può certamente essere sottovalutato.
Questo aspetto - ovvero, il tentare di mettere insieme Enti pubblici e soggetti privati per un'unica finalità, che è lo sviluppo turistico del Piemonte - non può non essere sottolineato nel primo articolo, che è quello che individua le finalità.
A nostro parere, le finalità non devono essere spezzettate in due disegni di legge. Riteniamo che la finalità del turismo sostenibile e quella dell'offerta turistica, che riguarda degli aspetti meramente strutturali e immobiliari, non possano essere disgiunte, ma debbano vedere una sinergia rispetto alla quale l'attenzione della Giunta e dell'Assessore competente devono trovare un punto di arrivo importante.
In proposito chiediamo l'opinione anche degli altri colleghi dell'opposizione, ma certamente gradiremmo una risposta da parte dell'Assessore e della Giunta, visto che non ci sono stati i tempi per poter discutere e confrontarsi su alcuni elementi.
Chiediamo ai colleghi dell'opposizione che cosa ne pensano e se ci possono essere degli elementi ulteriori di discussione che possano vederci propositivi per migliorare un disegno di legge che - ripeto - riteniamo debba tenere insieme questi due aspetti, per uno sviluppo sostenibile del turismo piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Cercando di fare un discorso di carattere generale che non ho potuto fare la scorsa volta, dico subito che l'impalcatura di questa legge e la filosofia che la ispira mi piacciono molto.
Per cui, Assessore, alla fine, sull'art. 1 ma anche su altri articoli il nostro voto sarà prevalentemente positivo.
Perché "prevalentemente positivo"? Ho cercato di seguire bene l'intervento con cui lei ha comunicato quali erano gli emendamenti che avrebbe accettato in linea di massima, e ho cercato di seguire bene anche l'intervento della collega che mi ha preceduto.
Proprio da queste due cose, dalla sua comunicazione e dall'intervento della collega Simonetti, mi sorge un dubbio.
Il dubbio che mi sorge è questo. L'ente pubblico può e deve certamente essere ispiratore di iniziative turistiche, ma non può e non deve, nel modo più assoluto, essere il detentore dell'attività turistica! Questo sarebbe un controsenso enorme, soprattutto nel momento in cui si sta parlando prevalentemente non di promozione, ma di offerta turistica! Qui stiamo parlando di offerta turistica.
Ebbene, l'impalcatura - ho detto prima - e la filosofia che la ispira mi trovano molto consenziente.
Anche in questa, come in altre leggi, credo che sia di estrema importanza la successiva gestione.
Mi riferisco in particolare all'art. 6, che richiama le azioni di indirizzo e di coordinamento che la Regione dovrà assumere.
Assessore, mi stia a sentire - dott.ssa Colombano lasci che l'Assessore stia a sentire - nella legge è giusto che ci sia il quadro complessivo delle iniziative che i privati possono assumere rispetto all'azione turistica; è importantissimo, però, che nell'azione di indirizzo e di coordinamento, di anno in anno la Regione sappia indicare, in filoni ben specifici e precisi, quello che è il suo indirizzo. Diversamente ci troveremmo nuovamente di fronte a domande generiche, molto spesso qualunquiste, di richieste di piccole entità di fondi che non hanno nulla a che fare con il turismo, ma che molto a che fare potrebbero avere con le azioni e manifestazioni solo di carattere locale! L'impalcatura non è fatta in questi termini. E' congeniata con un indirizzo ben specifico, ma lei, Assessore, dovrà gestirla questa legge, e dopo di lei chi verrà al suo posto avrà un compito assai arduo! Perché dico "compito arduo"? Perché le richieste che i privati faranno, saranno le più disparate. Molto spesso lei riceverà richieste di intervento che poi non verranno attuate perché mancheranno i capitali privati da inserire, quindi siccome lei avrà sempre un plafond ridotto rispetto a quello che ci vorrebbe, lei dovrà di anno in anno definire quali sono i filoni più importanti che deve perseguire.
Questo è il primo elemento, importantissimo, che lascio a futura memoria perché sarà determinante sull'attuazione della legge.
Così come è stato determinante, in alcuni anni, che si definissero indirizzi e si elaborassero progetti con i fondi europei. Laddove non si è fatto e si è lasciato libero il campo, non si è mai risolto nulla.
Secondo punto determinante. Io sono assolutamente d'accordo che si inserisca anche l'impiantistica di risalita, però lei tenga conto Assessore, che in Piemonte ci sono impianti di risalita turistici ed impianti di risalita locali. Tenga conto che gli impianti di risalita molto spesso sono stati attuati come ritorno di iniziative di carattere urbanistico specifico che hanno già avuto nel passato dei ritorni, vale a dire: si costruiva la seggiovia, la funivia o lo ski-lift, se a valle si poteva costruire il condominio! Questo bisogna dirlo, e i ritorni non sono stati dati dallo ski-lift, deficitario, bensì dall'attività immobiliare che si è sviluppata! Tenga conto di questo particolare.
In altre condizioni ci sono degli impianti di risalita che hanno sempre investito non avendo il ritorno di carattere urbanistico e palazzinaro! Ripeto: e palazzinaro! C'è poi ancora una terza situazione di impianti di risalita. Ci sono quegli impianti di risalita che vengono chiamati tali e che non sono impianti di risalita. L'ho già detto tante volte in quest'aula: non possiamo scambiare un impianto sciistico con il motorino di una Vespa che trascina su quattro o cinque persone al giorno a sciare! Con questo mi inserisco sul discorso dell'iniziativa pubblica: non ceda, Assessore, all'emendamento che prevede si possano gestire da parte del pubblico impianti di risalita! Si possono agevolare, dal punto di vista pubblico al privato, contributi per mantenerli, ma faccia una mappa degli impianti turistici di risalita e non confonda il trascinamento a fune di alcune "cosette" con impianti di risalita! Perché se ci mettiamo a finanziare anche i motori delle Vespe, ahimè non facciamo attività turistica! Finanziamoli con un'altra legge! Provveda a finanziarli con un'altra legge, Assessore, ma non con questa, che non sarebbe più la legge sul turismo! Ricordo che quando un ex Ministro della Repubblica italiana mi chiamava nelle vallate del Cuneese per cercare di avere un finanziamento su un impianto di risalita e mi diceva "So benissimo che questo non decollerà mai, ma vieni su per farmi un favore", gli ho detto di "andare a stendere"!



SAITTA Antonino

Non si dice così.



MONTABONE Renato

Non si dice così solo perché era un Ministro, mentre per altri si pu dire.
Voglio solo dire "facciamo attenzione a queste cose"! Io ho sentito dalla sua comunicazione che lei accettava l'emendamento rispetto agli Enti pubblico. Guardi, Assessore, che gli Enti pubblici hanno già una serie di occasioni attraverso leggi specifiche di fare interventi di propria competenza, vedasi l'arredo urbano, che è stato uno dei progetti più interessanti che si sia potuto fare, prendendo lo spunto dai Campionati del mondo di sci. Non si mettano gli Enti pubblici a gestire strutture alberghiere! Non si mettano gli Enti pubblici a gestire impianti di risalita! A meno che non lo vogliano fare per un'attività sociale, ma questo non è il turismo! Allora, lei eviti di accettare quegli emendamenti che veicolano una parte di quei contributi su queste cose che di turistico non hanno nulla! Chiudo in questo modo, e ringrazio il Presidente del Consiglio per avermene dato l'occasione: noi siamo ancora in presenza, all'o.d.g., di una delibera che doveva individuare i Comuni turistici. Ve la ricordate? Quella che le Province ci avevano mandato. Io ricordo di essere stato l'artefice del rinvio alle Province di questa cosa, perché avevamo visto che addirittura in Provincia di Torino c'era un Comune in più di quelli che fanno già parte della Provincia, tutti turistici! Per esempio, quella deliberazione, a supporto di questa legge, che individui veramente quelli che sono i Comuni turistici, potrebbe agevolare.
Ultima cosa: quando si dice "creare nuove aree turistiche", cerchiamo di crearle dove ci sono le vocazioni turistiche, perché noi non inventiamo l'acqua calda! Se non si sono create in decenni le aree turistiche, è difficile che qualcuno possa fare un'invenzione! Sarà un'altra cosa, magari ci saranno aree tipicamente culturali, da gestire anche come attività turistica, ma non inventiamo l'acqua calda! Non si inventano le aree turistiche; sarebbe già importante riuscire a dare qualità a quelle che ci sono, affinché queste aree turistiche possano in qualche modo diventare vera e propria attività economica!



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola. Passiamo pertanto alla votazione di questo emendamento sostitutivo dell'art. 1 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.



SIMONETTI Laura

Chiediamo la votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 39 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Non avendo altri emendamenti, passiamo alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 24 voti contrari 3 astensioni 11 L'art. 1 è approvato.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: dopo l'art. 1 è inserito il seguente nuovo articolo: "Art. 1 bis (Pianificazione e programmazione) 1. Lo sviluppo, la rivitalizzazione, il mantenimento delle aree a vocazione turistica sono ricercati ed attuati mediante la pianificazione delle risorse naturali, sociali ed economiche, ed il loro coordinamento con le linee guida che la Regione, previa concertazione con gli Enti Locali di riferimento, adotta per le finalità di cui all'art. 1, comma secondo.
2. La pianificazione delle risorse è il risultato di una concertazione programmatica tra le realtà economico-sociali, imprenditoriali e culturali che insistono sull'area".
La parola alla Consigliere Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento - richiamerei l'attenzione dei colleghi su questo introduce, dopo l'art. 1 delle finalità, un nuovo articolo che propone di introdurre due temi che riteniamo importanti nell'ambito delle forme d'intervento turistico che si vogliono affrontare in questo disegno di legge: la pianificazione e la programmazione.
Sollecito in particolare l'attenzione dell'Assessore.
Sulla base dei ragionamenti che si facevano poc'anzi sulle considerazioni generali dell'impostazione della legge, noi riteniamo che proporre anche un'attenzione particolare, quindi incentrare in modo innovativo l'elemento sui concetti di pianificazione e programmazione sottolineerebbe anche un po' l'elemento di sinergia, rispetto alla forma d'intervento turistico e rispetto alle due forme, che noi individuiamo come tali, di intervento turistico. Da un lato, l'offerta turistica ma dall'altro, anche la necessità del mantenimento delle aree turistiche, la necessità della rivitalizzazione delle aree turistiche, la compatibilità tra ambiente, società ed economia locale del territorio. Legare l'elemento dell'offerta turistica, immediatamente strutturale ed immobiliare all'elemento del turismo sostenibile, incentrerebbe anche un ruolo di coordinamento tra le Regioni e gli Enti locali. Il nostro emendamento individua due commi.
Il primo recita: "Lo sviluppo, la rivitalizzazione, il mantenimento delle aree a vocazione turistica sono ricercati ed attuati mediante la pianificazione delle risorse naturali, sociali ed economiche, ed il loro coordinamento con le linee guida che la Regione, previa concertazione con gli Enti locali di riferimento, adotta per le finalità di cui all'art. 1, comma secondo".
Nel comma secondo, Assessore, noi avevamo individuato esattamente le finalità della legge n. 507 e cioè quella che, facendo riferimento agli enti beneficiari primari, che sono gli Enti locali, individuava un intervento per la rivitalizzazione e il mantenimento delle aree turistiche.
Il secondo comma individua, oltre all'elemento della programmazione e della pianificazione per la sinergia e il coordinamento tra Enti locali e Regione, l'elemento della pianificazione.
Il comma secondo recita: "La pianificazione delle risorse è il risultato di una concertazione programmatica tra le realtà economico-sociali, imprenditoriali e culturali che insistono sull'area".
Presidente del Consiglio, su questo emendamento chiederei qualche secondo di sospensione, se i colleghi lo ritengono, affinché gli stessi possano valutare questi nostri due emendamenti successivi che riguardano l'impianto dell'art. 1, che noi crediamo - lei stesso lo può scoprire - sia l'articolo fondante della legge, in quanto individua le finalità, le prospettive e le motivazioni stesse dell'esistenza di questo disegno di legge. Se i colleghi lo ritengono, potremmo, come Gruppo, spiegare le motivazioni che ci hanno portato ad individuare la necessità di questo nuovo articolo e di questi nuovi emendamenti. Eventualmente, chiederemmo qualche secondo di sospensione. Al momento vorrei sentire il loro parere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Le argomentazioni della collega Simonetti ci convincono. Mi sembrerebbe più corretto, visto che la Regione riconosce la corresponsione all'Ente locale, scrivere "i Comuni". Anche perché i titolari degli oneri di urbanizzazione sono i Comuni.
Riteniamo che questo aspetto della legge sia abbastanza importante, è uno dei motori del possibile potenziamento della ricettività.
Non possiamo non osservare che questa modalità potrebbe, di fatto introdurre degli incentivi molto forti per alcuni soggetti, mentre altri ne goderebbero molto meno. Mi spiego ...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Ma è un altro emendamento?



BERTOLI Gian Pietro

No, non abbiamo presentato alcun emendamento a questo proposito.
Intervengo sull'art. 2.



(Voci in aula)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Siamo sull'art. 1.



BERTOLI Gian Pietro

Scusate, interverrò successivamente.



PRESIDENTE

Gli emendamenti sono stati tutti distribuiti.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo sull'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti. Mi pare che il contenuto della proposta, alla quale siamo favorevoli, possa aiutare a precisare meglio le modalità di intervento.
Infatti, si fa riferimento non soltanto ad una generica, sicuramente utile proposta dei privati, ma si tenta, in qualche maniera, di inserire l'intervento finanziario all'interno di un ragionamento complessivo. Anche se, probabilmente, potrebbe essere meglio collocato e precisato nell'articolo relativo ai programmi annuali degli interventi.
Comunque il nostro voto è favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Ho verificato tutti e tre gli emendamenti presentati dal Gruppo di Rifondazione comunista. Emendamenti che fanno parte di una filosofia che io ho sposato nell'ambito del secondo progetto di legge che è n. 507, che va nell'ottica di una programmazione e di una pianificazione dello sviluppo di nuove aree turistiche.
L'emendamento recita: "lo sviluppo, la realizzazione e il mantenimento delle aree a vocazione turistica.."; sono d'accordo su questo, ma noi qui parliamo di sostegno all'offerta turistica: sono due cose completamente diverse.
Una nasce attraverso la programmazione, la pianificazione e l'intesa tra la Regione e gli Enti locali e, in seconda battuta, le associazioni di categoria. Ma è il presupposto di un'offerta turistica che è finalizzata agli strumenti urbanistici e di programmazione che i Comuni e gli Enti locali si sono gli dati.
Gli emendamenti che voi volete inserire nella discussione di oggi sono una cosa diversa. Infatti, fanno parte dello sviluppo di nuove aree turistiche, di nuovi incrementi di sviluppo sociale ed economico che o sono marginali o sono a vocazione turistica, ma vanno rinsaldate, e fanno parte di un progetto complessivo di sviluppo sociale ed economico delle aree stesse. Anche per noi sarebbe stato più facile redigere un'unica legge, ma la Comunità economica europea, in fase di programmazione di queste due proposte di legge, ci ha chiesto, espressamente, di separarle. Anche perch la seconda proposta di legge anticipa il DOCUP. Si tratta, infatti, di una legge per dotare la Regione e gli Enti locali di uno strumento di programmazione, pianificazione e di investimento capace di interpretare le finalità del DOCUP. Anticipando sia la pianificazione e la programmazione sia la realizzazione di impianti e anche, dal punto di vista finanziario la realizzazione delle opere.
Questo per ottenere due risultati. Primo quello di sviluppare nell'ambito delle comunità locali, una sorta di "patto d'area" al fine di interpretare le effettive esigenze. Secondo, quello di sfruttare tutte le risorse che la Comunità Economica Europea metterà a disposizione.
Pertanto nasce una pianificazione e una programmazione di carattere locale sul turismo sostenibile che noi abbiamo ripreso in questa legge.
Infatti, in un emendamento che ho presentato, volto a creare un rapporto tra la Conferenza Regione-Enti locale, la Commissione consiliare competente e le associazioni, è proprio nel rispetto del turismo sostenibile e nel rispetto del turismo compatibile.
Questi principi fanno parte di un altro progetto di legge di pari dignità per il quale mi impegnerò fin d'ora a dotarlo di risorse finanziarie capaci di dare delle risposte agli Enti locali, per creare una programmazione di sviluppo territoriale, perché è sinergica, è complementare ed è assolutamente compatibile con quest'altra proposta.
In merito al concetto del turismo sostenibile e del turismo ambientale ho presentato un emendamento, presentato nell'ambito dello sviluppo del Piano annuale degli interventi, che deve essere sviluppato e deve contenere i cardini della proposta e anche di come l'offerta turistica si dovrà sviluppare. Esistono già questi concetti, finalizzati però all'offerta turistica e non allo sviluppo e al mantenimento di aree.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2.



SIMONETTI Laura

Chiediamo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 42 hanno risposto SI' 13 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: Dopo l'art. 1/bis è inserito il seguente nuovo articolo: "Art. 1/ter - Strumenti di pianificazione e programmazione.
1. Gli strumenti per una corretta pianificazione e programmazione di sviluppo turistico sono: a) studio di fattibilità per una preliminare valutazione delle caratteristiche ambientali, culturali, socio-economiche, nonché della potenziale valorizzazione del contesto, anche in riferimento ad un recupero di redditività che si concili con il rispetto dello sviluppo turistico sostenibile b) piano integrato sulla base delle risultanze dello studio di fattibilità per individuare le caratteristiche qualitative e quantitative dell'area controllare gli impatti, esaminare l'eventuale insistenza di vincoli e/o riserve, prevedere la ricaduta rispetto alla popolazione residente valutare l'evoluzione nel tempo e l'equilibrato utilizzo delle risorse in rapporto agli obiettivi prefissati, stimare i risvolti occupazionali conseguenti all'applicazione delle misure c) progettazione degli investimenti, nel rispetto della sostenibilità turistica improntata, in conformità al piano di cui alla lettera b), alla infrastrutturazione essenziale per accrescere l'offerta turistica naturale dell'area, con un'attenta valutazione delle problematiche di riduzione dell'inquinamento, della quantificazione dei rifiuti e relativo smaltimento, del fabbisogno energetico e dell'impatto ambientale. Spetta alle Regioni, ci concerto con gli Enti locali di competenza, valutare la progettazione degli investimenti, assicurando un equo temperamento tra la salvaguardia ambientale e la predetta esigenza di infrastrutturazione".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento va ad elencare i tre strumenti che riteniamo gli Enti locali dovrebbero adottare nell'ambito della pianificazione.
Sostanzialmente si tratta, noi crediamo, di uno strumento anche innovativo rispetto ad un bilanciamento che propone tra l'ambiente e le infrastrutture, tenendo conto dell'aspetto sostenibile della sinergia e del coordinamento tra l'ambiente e le infrastrutture.
L'art. 1), che noi abbiamo definito come 1) ter, ma che evidentemente diventa 1) bis, individua in un comma questi tre strumenti...
Chiederei un po' di attenzione da parte dell'Assessore...
Dicevo, individua che (leggo): "gli strumenti per una corretta pianificazione e programmazione di sviluppo turistico sono: a) studio di fattibilità per una preliminare valutazione delle caratteristiche ambientali, culturali, socio-economiche, nonché della potenziale valorizzazione del contesto, anche in riferimento ad un recupero di redditività che si concili con il rispetto dello sviluppo turistico sostenibile b) piano integrato sulla base delle risultanze dello studio di fattibilità per individuare le caratteristiche qualitative e quantitative dell'area controllare gli impatti, esaminare l'eventuale insistenza di vincoli e/o riserve, prevedere la ricaduta rispetto alla popolazione residente valutare l'evoluzione nel tempo e l'equilibrato utilizzo delle risorse in rapporto agli obiettivi prefissati, stimare i risvolti occupazionali conseguenti all'applicazione delle misure c) progettazione degli investimenti, nel rispetto della sostenibilità turistica improntata, in conformità al piano di cui alla lettera b), alla infrastrutturazione essenziale per accrescere l'offerta turistica naturale dell'area, con un'attenta valutazione delle problematiche di riduzione dell'inquinamento, della quantificazione dei rifiuti e relativo smaltimento, del fabbisogno energetico e dell'impatto ambientale. Spetta alle Regioni, ci concerto con gli Enti locali di competenza, valutare la progettazione degli investimenti, assicurando un equo temperamento tra la salvaguardia ambientale e la predetta esigenza di infrastrutturazione".
Noi abbiamo tentato di individuare gli elementi già individuati, in parte, dalla legge n. 507, e certamente non in parte rispetto a questo disegno di legge n. 460, provando ad enumerare come strumenti importanti l'elemento della pianificazione e della programmazione, come necessità anche di trovare un bilanciamento ed una sinergia tra l'ambiente e l'infrastrutturazione, tenendo conto dell'aspetto fondamentale che è quello dello sviluppo turistico sostenibile.



PRESIDENTE

L'orientamento della Giunta su questo emendamento è contrario. Possiamo passare alla votazione.



SIMONETTI Laura

La chiedo per appello nominale, Presidente.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'emendamento n. 3) per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 39 ha risposto SI' 1 Consigliere hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
ART. 2 4) Emendamento presentato dall'Assessore Racchelli: all'art. 2, comma secondo, sostituire "Ente locale" con "Comune territorialmente competente".
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Questa specificazione è sicuramente utile, mi pare che aiuti a comprendere il significato del comma. Volevo sollevare, in questo intervento, un problema più complesso, contenuto nell'art. 2 e nel secondo comma.
Sono d'accordo su questo emendamento, non riesco però a capire come concretamente il Comune possa svolgere queste funzioni, per cui se l'Assessore ci dà qualche spiegazione credo che ci aiuterebbe a comprendere. In sostanza con il primo comma si dice: "L'integrazione della proposta progettuale di cui all'art. 1, comma 2, è coordinata dal Comune territorialmente competente": che cosa fa il Comune? Coordina l'integrazione delle proposte progettuali a favore degli imprenditori? Mi sembra. Chi non conosce bene i meccanismi non riesce a capire concretamente come il Comune possa svolgere questo ruolo di coordinamento. Coordinamento in cosa? Con quale strumenti di carattere amministrativo? Più che un obiettivo mi sembra un'indicazione a che il Comune possa svolgere un coordinamento: ma su cosa? Considerato che il comma 2 dell'art. 1 prevede che siano attuati interventi a favore delle attività in tema di turismo, tempo libero e offerta turistica, non riesco proprio a capire come concretamente questo comma possa essere applicato, anche se abbiamo detto che al Comune questo va bene. Ma che cosa fa il Comune? Una volta che questa legge è approvata il Comune coordina? Mette assieme l'imprenditore, la Regione o chi? Coordinamento tra chi e con quale modalità? Faccio questa osservazione per capire, poi, come applicarla.
Al secondo comma, che è importante, e vorrei chiedere anche l'opinione del Presidente della Giunta regionale, noi introduciamo come strumento di incentivazione il pagamento degli oneri di urbanizzazione. C'è un imprenditore che vuole fare un intervento, per poterlo incentivare la Regione paga gli oneri di urbanizzazione. E' una novità importante, ma è un precedente. Stabiliamo un principio che difficilmente non potremo non estendere ad altri settori produttivi (l'artigiano, il commerciante l'industriale, altri).
La Regione paga gli oneri per la concessione edilizia (non è proprio così perché questo è un contributo); vuol dire che la Regione paga - è improprio dire - le tasse, per conto del privato. Non mi pare che dal punto di vista della legittimità questo sia possibile, anche se capisco l'obiettivo di incentivare; mi chiedo se ci siano altre modalità. Mi sembra, sul piano della legittimità, che non regga molto. Non regge anche perché i colleghi che sanno cosa rappresentano questi oneri, sanno che gli oneri sono commisurati sul costo di costruzione e su alcune tabelle che sono variabili da Comune a Comune, quindi vuol dire che questo intervento varia da Comune a Comune, non è uguale per tutti gli operatori; varia a seconda delle tabelle delle urbanizzazioni che ogni amministrazione regionale ha deliberato, quindi vuol dire che ogni Comune ha dei suoi oneri e che l'intervento di aiuto del Comune, oltre a quello previsto dall'art.
7, varia in base al Comune. Viene quindi stabilita una discriminante e non un'equità, in sostanza.
Io, imprenditore che faccio l'intervento turistico nel Comune di Stresa, ho un aiuto "X" da parte della Regione; se invece lo faccio nel Comune di Avigliana ne ho un altro. E' una diversità, quindi viene introdotto il principio della non equità. In ogni caso, invito a valutare attentamente se la modalità di intervento della Regione debba essere questa. E' un principio pericoloso. Laddove si è attuata in passato una modalità di intervento simile, ad esempio per gli edifici di culto (mi pare la legge n. 15, non ricordo più di che anno), si è adottato un principio diverso. Il meccanismo adottato allora era un meccanismo intelligente "il Comune introita le urbanizzazioni di tutti, una quota delle urbanizzazioni viene destinata per il recupero degli edifici di culto", quindi è una modalità di intervento, il Comune interviene a favore del recupero degli edifici di culto utilizzando le urbanizzazioni. Ma il Comune le introita e poi le ridistribuisce; questa mi sembra una modalità più corretta anche dal punto di vista della legittimità.
Il privato è tenuto a pagare, poi il Comune può decidere e noi possiamo indicare nella legge che il Comune indirizza una parte delle sue urbanizzazioni (come viene fatto per gli edifici di culto) a sostegno dell'intervento di carattere turistico, per alcune urbanizzazioni di carattere primario o secondario. Le possiamo in qualche maniera vincolare.
Questa mi sembra la modalità più corretta. Non so se su questo testo è stata fatta una verifica a livello della Commissione europea; così come è stato indicato è un intervento aggiuntivo rispetto alla soglia prevista perché non mi pare di leggere che questo intervento sugli oneri sia un intervento sostitutivo a quello della Regione. Mi pare di intendere così vero Assessore? C'è l'intervento in contributo conto interessi, in contributo conto capitale che al massimo ha una certa soglia, oltre questa soglia c'è il pagamento degli oneri di urbanizzazione da parte della Regione. Quindi, in realtà, mi sembra che sia un modo per raggirare la soglia massima che deve essere garantita.
Siccome questo è sicuramente illegittimo, invito a valutare l'opportunità di introdurre un meccanismo diverso. Soprattutto invito il Consiglio, che è distratto, all'attenzione su questo aspetto; se ci mettiamo su questa strada vuol dire che la Regione pagherà gli oneri di urbanizzazione per tutti gli interventi. Non so se è stato chiesto un parere di legittimità su questa norma, non so neppure se è possibile. E' come se dovessimo dire, a un certo punto, che come Regione paghiamo la tassa di refezione scolastica ai bambini del Piemonte. Semplifico, perch questo è un contributo; all'art. 52 della L.R. n. 56/77, sugli oneri di urbanizzazione, viene indicato come contributo commisurato alle spese d'urbanizzazione, ma sostanzialmente è il pagamento, il costo della concessione edilizia.
A me sembra fortemente illegittimo: valutatelo. Valutatelo, perché poi non riusciremo più a fermare questa macchina, che è terribilmente pericolosa, perché poi chiunque potrà chiedere, giustamente e legittimamente, che questo principio venga esteso a chi svolge un'attività di carattere economico. Per cui avremo la coda di categorie e di associazioni che ci chiederanno una cosa simile.
Dopodiché dovremmo avere nel bilancio le risorse per poter pagare gli oneri di urbanizzazione e anche il costo di costruzione.
Secondo me, c'è un po' di sottovalutazione nell'introdurre questo principio, anche perché dei 20 miliardi previsti nel 1999 non so quanti siano quelli (se è stata fatta una stima) che servono per pagare gli oneri di urbanizzazione. Gli oneri di urbanizzazione sono consistenti! Quindi, alla fine, questi 20 miliardi diventano una parte di oneri e una parte di contributo: mi sembrano persino pochi. In ogni caso, credo che bisognerà fare una stima, anche per capire se questo è lo strumento giusto.
Io vi invito a riflettere; altrimenti, se non avrò certezze da parte dell'Assessore e da parte degli Uffici, soprattutto di quelli urbanistici e dell'Ufficio legale sulla legittimità di questa norma, far un'indicazione al Commissario di Governo per un'attenta valutazione di questo aspetto.
Il Presidente Ghigo probabilmente è disinteressato a questo tema, ma vorrei sapere da lui, visto che il problema riguarderà altri settori: se domani la Confindustria dovesse chiedere l'estensione di questo principio anche per le attività industriali, che risposta darà? Non credo che la sua risposta sarà negativa.
E se l'Unione Industriale o l'API ci chiedesse questo intervento per le zone a declino industriale o dove è bassa l'occupazione, il Presidente o il Consiglio regionale direbbero di no all'Unione Industriale? E se i commercianti, i quali sono in una situazione di difficoltà rispetto alla grande distribuzione, ci chiedessero un intervento simile finalizzato alla ristrutturazione (e gli oneri sono elevati per il commercio come anche per il turismo) che cosa diremmo loro? Valutatelo.
Invito inoltre a valutare la legittimità di questo fatto. Vorrei che qualche risposta venisse data: in pratica, viene stabilito un intervento diseguale per questioni uguali. Io, imprenditore di un Comune dove gli oneri sono tanti, sostanzialmente ricevo un intervento più alto. Ciò pu provocare una pericolosa tendenza: che dove vi è una prevalenza di carattere turistico, i Comuni, poiché rientra nella loro autonomia, sono portati ad aumentare gli oneri, perché non c'è nessun vincolo.
Lo svantaggio è che il piccolo che fa l'intervento, il privato (che non rientra in questa categoria) si trova ad avere degli oneri molto più elevati, perché la Regione applica un sistema che deresponsabilizza gli Enti locali.
Mi sembra che questo non sia neppure in linea con le modalità che dovrebbe avere una Giunta che si definisce liberista. Cioè, tu garantisci degli oneri, e questo è un incentivo enorme, perché il Comune sa di avere con certezza degli oneri garantiti.
Pensiamo a qualche strumento che sia più responsabilizzante e che permetta, come avviene per gli edifici di culto, di utilizzare le risorse degli oneri affinché ci sia una ricaduta direttamente sull'intervento.
Questo ha un senso, perché consente - e concludo - di svolgere meglio il ruolo di coordinamento dell'Ente locale; in effetti, se il Comune non svolge il coordinamento sulla questione di carattere edilizio-urbanistico non lo svolge da nessuna parte: è soltanto lì che ha la carta per poter giocare.
E allora, se noi inviamo delle indicazioni, facciamo un lavoro interessante; altrimenti, stabiliamo un principio deresponsabilizzante e pericoloso, secondo noi illegittimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertoli; ne ha facoltà.



BERTOLI Gian Pietro

Su questo articolo avevo già iniziato precedentemente a dire alcune cose, non ultima questa piccola modifica a cui avevo accennato e che l'Assessore ha già provveduto a fare per conto suo.
In effetti, parlare di Ente locale come del soggetto che introitava gli oneri di urbanizzazione per la concessione era un termine generale, che comprendeva anche il Comune, ma non si capiva, perché non si diceva. Dal momento che soltanto il Comune è titolare di questo introito, il fatto che non se ne parlasse in modo esplicito lasciava qualche dubbio, ma l'emendamento dell'Assessore ha già provveduto a precisare meglio le cose e non possiamo che convenire con lui.
Invece, in merito al secondo comma dell'art. 2, il nostro modo di pensare si colloca nel filone dell'intervento del Presidente Saitta.
C'è un aspetto legislativo, su cui non aggiungo nulla, anche perché non saprei dire di più a questo proposito. Credo che in alcuni casi l'intervento dello Stato, nelle sue varie articolazioni, per contribuire agli oneri di urbanizzazione ci sia stato, ma in un intervento così esaustivo è sicuramente un precedente da valutare con particolare attenzione.
Quello su cui invece vorrei fare alcune considerazioni è sulla diseguaglianza, perché tra l'altro questo secondo comma è particolarmente pesante, non è una cosa trascurabile: potrebbe essere metà di questa legge quindi da valutare con particolare attenzione. E' chiaro che sono valutazioni di tipo qualitativo, perché non abbiamo modelli a cui fare riferimento, ma è prevedibile che abbia un peso molto grosso.
Ma vediamo dove indirizza questo secondo comma. Già il Consigliere Saitta faceva osservare che si introduce una disuguaglianza tra Comune e Comune; non mi ripeto, anche perché già l'ha detto in modo molto esplicito e quindi è inutile essere ridondanti.
Ma c'è un'altra questione che, a mio avviso, è ancora più pesante: la disuguaglianza tra tipologie e tipologie.
La Regione si sostituisce nel pagamento degli oneri di urbanizzazione per la concessione al beneficiario. Se questo intervento è una ristrutturazione, allora gli oneri di urbanizzazione sono molto bassi; se invece il beneficiario intende costruire un albergo, ad esempio un grande albergo a Bardonecchia, la Regione deve pagare centinaia e centinaia di milioni.
Allora, dove indirizza le risorse economiche questo secondo comma dell'art. 2? Le indirizza nelle zone già turisticamente più forti e verso nuove costruzioni di carattere elitario. Io non dico che queste debbano essere escluse, ma è questo che l'Assessore si propone con questa legge? E' questo che il Consiglio regionale vuole conseguire? Credo che qualche riflessione in più a questo proposito debba essere fatta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

E' un rafforzativo di quanto è stato detto dal mio Capogruppo e in coda all'intervento svolto dal Consigliere Bertoli, cioè un chiarimento sull'applicabilità e sul finanziamento che ne deriva.
Il problema è questo, signor Assessore: il beneficiario può fare un'opera da decine di miliardi, può avere un contributo di poco conto, per se noi riconosciamo gli oneri di urbanizzazione sull'intero ammontare avremo poi un grande contributo sugli oneri di urbanizzazione che non è rapportato invece al contributo.
Questo la dice lunga anche sulla previsione delle spese da inserire alla fine della legge. Possono essere tranquillamente chiesti pochi contributi, sapendo poi di avere un grande ritorno perché se sull'intera opera verranno riconosciuti gli oneri di urbanizzazione è la fine del mondo!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Capisco perfettamente le osservazioni che sono state poste.
Sull'emendamento da me presentato, penso non ci sia da discutere perché è chiaro il significato della proposta ("Comune territorialmente competente").
Sulle osservazioni poste invece, che colgono il contenuto di questo articolo, io devo dirvi che questo tipo di analisi è stata fatta in termini preventivi quando abbiamo discusso con l'Unione Europea questo intervento.
Ho fatto fare adesso una verifica, perché non vorrei che nella battitura del testo ci fosse stato un errore materiale su un articolo, ma questo lo verifico subito.
Questa legge ha come finalità quella di sviluppare la piccola e la media impresa, per cui questa legge, che mette a disposizione una certa quantità di fondi, si darà anche un indirizzo rispetto ai regolamenti attuativi che indichino un tetto massimo di intervento. Se noi non indicassimo un tetto di intervento, di fatto potremmo pensare a un unico grande intervento di una grande catena alberghiera che elabora un megaprogetto e ci chiude quindi tutte le possibilità di intervenire.
Pertanto, il fatto che si possa costruire un mega-albergo e che quindi da parte nostra si vada a sostenere in toto questo tipo di intervento, è abbastanza difficile, perché ponendo questi paletti noi di fatto indicheremo anche - come si fa nei Docup che sono gli strumenti attuativi di finanziamento europeo - i massimali, per cui diremo che si potrà intervenire per ciascun progetto fino ad un massimo di x miliardi o centinaia di milioni. Questo lo fa anche l'Unione europea, ed è all'interno dei vari Docup.
C'è però un altro fatto. Nell'ambito della nostra Regione accade un fatto che è abbastanza anomalo, per cui gli investimenti di carattere turistico, che sono quindi funzionali all'offerta turistica, hanno una valutazione da parte anche dei Comuni stessi che li porta ad applicare degli oneri di urbanizzazione altissimi rispetto a tutte le altre tipologie di investimenti, ad esempio industriali. Di fatto quindi l'industria alberghiera o comunque le strutture dell'accoglienza sono fortemente penalizzate perché su di esse gravano oneri di urbanizzazione molto più alti. Allora, non è vero che non si è mai intervenuto nelle altre tipologie economico-produttive nell'ambito degli oneri di urbanizzazione: quando si fanno i recuperi delle aree industriali o i piani di recupero industriale gli oneri di urbanizzazione sono ricompresi nei contributi che vengono dati per il recupero di queste aree. O comunque, spesso, ci sono stati degli interventi, anche di natura diversa, che sono stati fortemente caratterizzati nell'ambito di tipologie specifiche. Noi abbiamo scelto questo, perché pensiamo che la costruzione di un albergo nell'ambito di un Comune turistico abbia anche un alto valore sociale perché di fatto sviluppa un investimento che crea occupazione e quindi crea, anche sull'indotto e sulle altre attività economico-produttive, una forte valenza positiva.
Pertanto, io intendo dire "oneri di urbanizzazione" innanzitutto come oneri di urbanizzazione e non costi di costruzione, perché voi sapete che gli oneri di urbanizzazione sono divisi in due parti: una è rappresentata dagli oneri di urbanizzazione, l'altra dal costo di costruzione. Io intendo dire "oneri di urbanizzazione".



GATTI Agostino

No, sono oneri di urbanizzazione primaria o secondaria.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Io parlo degli oneri di urbanizzazione primaria.



GATTI Agostino

E' meglio specificarlo.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Se vogliamo specificarlo meglio, io ho fatto fare adesso una verifica perché non vorrei che in questi articoli ci fosse un errore, così lo interpretiamo immediatamente, perché noi vogliamo intendere gli oneri di urbanizzazione primaria. Oneri che hanno una loro valenza, perché noi crediamo fortemente, anche dal punto di vista politico, che la realizzazione di strutture di tipo ricettivo all'interno di un Comune turistico dia una grossa possibilità di espansione alle attività economico produttive nell'ambito del Comune stesso.
Siamo convinti che un incentivo di questo tipo possa far carico anche a una politica di intervento regionale che ritiene di incentivare aree del Piemonte marginali o che hanno una vocazione specifica e che necessitano di una infrastrutturazione rispetto all'accoglienza e alla ricettività che diano l'opportunità di sviluppare un settore economico.
questa è la finalità di questa legge che ci è stata interpretata anche in maniera corretta a livello comunitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Assessore, il problema è questo: negli interventi industriali (penso ai piani degli insediamenti produttivi) la Regione non interviene pagando gli oneri di urbanizzazione. Il meccanismo è diverso: il Comune urbanizza le aree e poi cede i lotti, ecc. C'è comunque un intervento diretto da parte dell'Amministrazione comunale che urbanizza per cui mette sul mercato delle aree a prezzi che sono inferiori rispetto a quelli di mercato. Questa è l'incentivazione, ma è il Comune che è titolare di interventi, magari dell'Unione Europea o del cofinanziamento regionale, per urbanizzare delle aree, quindi non è un intervento attraverso le urbanizzazioni.
Io ripeto, e chiedo scusa dell'ostinazione: innanzitutto si fa riferimento a tutto l'art. 52 della L.R. 56/77, quindi comprende tutti gli oneri, anche l'urbanizzazione e il costo di costruzione. Allora voi capite benissimo che se è così, l'aiuto della Regione è enorme! Mentre il contributo, invece, per l'intervento turistico è piccola cosa! Inoltre, vorrei ricordare all'Assessore e al Presidente Ghigo che le modalità della Regione per aiutare un intervento rispetto a un altro sono le seguenti. Io non so se è stato letto, comunque è stato bene far fare una verifica per quanto riguarda la parte urbanistica, secondo me non regge completamente così come è scritto. L'art. 52 della L.R. 56/77 prevede "la delibera regionale per gli oneri (costo di costruzione ecc, i parametri li conosciamo)". Nulla vieta che la Regione, con una nuova delibera, possa dire che gli interventi di carattere turistico come destinazione costano di meno rispetto agli interventi di carattere rurale. E' lì la modalità di intervento! Siccome sono alti, gli oneri delle strutture commerciali e di quelle turistiche, potrebbe - la Regione - dire: "rivediamo la delibera, la tabella sugli oneri (che è una cosa vecchissima), la aggiorniamo e lì stabiliamo". Questa è la modalità di intervento, ma in ogni caso viene garantito un rapporto diretto tra privato e Comune. Questa mi sembra la modalità più intelligente, perché questa modalità è aggiuntiva rispetto alla soglia, va fuori.
Un'operazione che regga sul piano della politica e della legittimità è quella di rivedere la tabella prevista dall'art. 52 (la delibera del Consiglio regionale) con la quale si possono prevedere oneri minori per gli interventi di carattere turistico. E' lì che si sceglie: vale per i Comuni di tutta la Regione. Non si fa questa selezione che porta a fare gli interventi nei Comuni laddove gli oneri sono più alti: mi sembra un ragionamento molto più equo. Intervenite lì e soltanto su quello! Altrimenti, checché ne possa aver detto la Commissione Europea, resta il fatto che ha una profonda illegittimità anche su questa modalità di intervento. Non so se sia stata valutata bene, perché è una modalità diversa rispetto a quelle delle urbanizzazioni realizzate dagli Enti locali per gli interventi di carattere produttivo. La tipologia è completamente diversa, quindi non è neppure sufficiente fare riferimento soltanto agli oneri di urbanizzazione e tralasciare il costo di costruzione. Il problema è di indicare una metodologia che sia coerente con la L.R. n. 56/77! Lo ripeto: se il testo è questo, il nostro voto sarà contrario. Anche sul primo comma, Assessore, lei deve spiegarsi meglio, perché non abbiamo capito come l'Ente locale competente - in questo caso il Comune, come lei giustamente dice - svolga l'attività di integrazione.
Come la svolge concretamente? Ci faccia un esempio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Saitta.
Scusi, Assessore Racchelli, ma ha ancora chiesto la parola il Consigliere Riba che ha pertanto facoltà di intervenire.



RIBA Lido

Per dire questo, Assessore: ritengo ci voglia, da parte sua, una rivisitazione di questa parte della proposta di legge, perché, come avrà sentito da diverse aree dell'opposizione, che non sta conducendo una battaglia contro la legge, della quale abbiamo anche considerato, per alcuni aspetti, l'opportunità, ai fini di sostenere l'economia turistica che, a quanto pare, continua a ristagnare in una situazione di difficoltà pensiamo che la congruità o meno di una legge si misuri dai risultati e dalle conseguenze.
Naturalmente non attribuiamo a lei la colpa, che in allora non era Assessore (magari avrà dato qualche voto a favore, essendo in maggioranza) però anche in questa legislatura abbiamo fatto delle leggi che non sono andate bene e i risultati sono sempre conseguenze a carico del settore.
Utilizzare la partita degli oneri di urbanizzazione ai fini dell'incentivazione, da qualunque parte lo si guardi è un elemento che non corrisponde a quei criteri di razionalità ed indirizzo politico che devono essere sempre chiari in una legge. Ripeto quanto è stato detto, in modo particolare, dai colleghi Bertoli e Saitta: in realtà, l'onere di urbanizzazione corrisponde, così come tutta la partita urbanistica di un Comune, ad un'opera di indirizzo e programmazione dell'Ente locale (prima questione). La Regione potrebbe neutralizzarla totalmente assumendosi in toto il pagamento dell'onere, cioè trasferendo all'Ente locale l'equivalente che spetta a quest'ultimo per consentire l'edificazione di una struttura a destinazione turistica.
Mi pare un'operazione limitata, anche dal punto di vista dell'efficacia finanziaria della legge regionale, perché in realtà si tratta di un trasferimento dalla Regione al Comune, anche se va sotto la forma di un'esenzione a favore dell'edificatore. Essa contraddice tutti i principi di programmazione, perché naturalmente è quella che si direbbe un'imposta inversamente proporzionale, anziché direttamente proporzionale: si costruisce qualcosa in un piccolo Comune, dove gli oneri sono particolarmente bassi, e si riceve uno sconto assolutamente minuscolo; se invece, si costruisce un grande albergo, di categoria elegante - come ricordava il collega Bertoli - a Bardonecchia si ha una quantità ingente di sconto e di intervento.
Assessore, a questo punto, non è una programmazione indifferenziata dato il carattere inversamente proporzionale dell'agevolazione, intesa come eliminazione dell'imposta, che poi si traduce in una esenzione, in un tipo di intervento che obiettivamente favorisce maggiormente le costruzioni più significative nelle località più agevolate, noi facciamo una programmazione al contrario, cioè tendiamo ad agevolare costruzioni di tipo particolare in località già attrezzate, perché questo è l'incentivo che si ricava dalla neutralizzazione degli oneri di urbanizzazione. In più, diventa un cumulo con l'intervento finanziario, sia in conto interessi sia in conto capitale.
Allora, anche da questo punto di vista - è già stato chiesto - la Comunità Europea acconsente (strano modo di acconsentire della Comunità Europea!); non so se effettivamente acconsenta, ma mettiamo che la Comunità Europea acconsenta, di quanto incide la neutralizzazione degli oneri di urbanizzazione? Acconsente perché si arriva ad un'ipotesi di indifferenza dei suoli, come probabilmente esiste in altri Paesi della Comunità Europea? E' una questione che, in termini razionali e logici, la Comunità Europea non potrebbe consentire, perché tutti gli interventi devono essere definiti in forma certa e in misura percentuale e non in misura approssimativa e con indicazioni aggiuntive rispetto all'indirizzo dell'intervento.
Mi scuso per questa discussione che è un po' dettagliata, ma, dato che investe un aspetto strutturale e portante della legge, credo che, per le cose che sono state espresse, lei debba riformulare questo articolo, per evitare che l'indirizzo programmatorio della legge, che già sottostà a pochissimi indirizzi (naturalmente a lei fa piacere) sia di tipo così liberista, nel senso che distribuisce in forma non vincolata una quantità di risorse limitate nella percentuale, ma consistente negli stanziamenti, a chiunque faccia qualcosa.
Proprio perché siamo nella condizione di aver previsto una distribuzione di risorse abbastanza diffusa a chiunque attivi un procedimento di investimento nel campo turistico, credo che dovremmo...
Capisco, Assessore, che bisogna anche consultarsi, ma probabilmente bisognerebbe sospendere l'esame di questo articolo e magari rivederlo con un approfondimento adeguato, in modo da consentire anche a lei di fare delle riflessioni ed assumere degli elementi di conoscenza.
Penso che la legge ci guadagnerebbe in chiarezza ed in congruità se abbandonassimo la questione degli oneri di urbanizzazione, che - ripeto rischia di essere una incentivazione progressiva alla concentrazione dell'edificazione, laddove questo tipo di principio finisce per creare un elemento di maggior favore, non tanto al turismo - inteso come economia - o alla ricettività - complessivamente intesa - quanto piuttosto alla parte edilizia ed alla parte edificatoria, e lei sa che proprio questa parte edilizia ed edificatoria deve essere trattata con molta cura perch disponiamo già di molte strutture del tutto inadeguate rispetto all'esigenza di sviluppare il sistema turistico).
Forse l'Assessore intende fare una proposta, quindi lo ascoltiamo.



PRESIDENTE

Assessore Racchelli, vorrei portarle a conoscenza che il Consigliere Gatti vorrebbe intervenire. Se comunque lei desidera prendere la parola prima del Consigliere può farlo.
Preferisce parlare dopo; ha dunque la parola il Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Chiedo scusa, Assessore. Volevo fare alcune considerazioni, ma se c'è una proposta che radicalmente modifica, posso anche intervenire successivamente.
Il primo comma letteralmente recita: "l'integrazione delle proposte progettuali, di cui all'art. 1". Ma nell'art. 1 non trovo la dizione "proposte progettuali".
Chiedo quali sono concretamente le proposte progettuali, in modo da capire come si può applicare questo comma primo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Le considerazioni che voi avete avanzato, sono corrette e su alcuni aspetti mi trovano anche favorevole.
Non sono, invece, favorevole ad una difformità di applicazione degli oneri di urbanizzazione rispetto alle altre tipologie economiche della nostra regione. Ci troviamo di fronte a degli insediamenti economici produttivi che pagano notevolmente di meno, rispetto ad insediamenti di carattere turistico: norma che vige in tutti i paesi della nostra regione.
I Comuni sono autonomi nell'applicare le aliquote, ma le applicano secondo una circolare regionale che fornisce degli indirizzi e dei parametri. Sono disposto ad eliminare l'art. 2, dietro la presentazione di un ordine del giorno che impegni il Consiglio e la Giunta ad approvare una deliberazione che ponga le attività del turismo nelle stesse condizioni delle altre attività economiche-produttive della nostra regione.
Quindi, avremmo effettivamente un'uniformità di applicazione delle norme e anche dei costi finanziari delle imprese.
Credo che l'impresa turistica debba avere le stesse garanzie, le stesse certezze, le stesse opportunità che hanno le altre tipologie economico produttive della nostra Regione: pari opportunità e pari oneri.
Eliminiamo, quindi, l'art. 2. e fissiamo nell'ordine del giorno un tempo di 60 giorni, perché se non abbiamo uniformato il tutto, la legge poi è monca.
Per quanto riguarda il primo comma, credo che i Comuni abbiano la possibilità di fare il coordinamento, in quanto dotati di Piani urbanistici e, se sono turistici, hanno interesse a sviluppare un effettivo controllo e anche una sorta di analisi di quelle che sono le proposte di infrastrutturazione a livello comunale. Nell'ambito della Conferenza Regione-Enti locali presenteranno le considerazioni che derivano sia dalle proposte a livello territoriale sia dalla discussione con la Regione. Per cui le proposte che giungeranno saranno articolate e anche mediate nell'ambito della Conferenza Enti locali-Regione per far sì che i progetti presentati abbiano effettiva applicazione ed effettiva realizzazione.



PRESIDENTE

Assessore, se ho capito bene, lei vuole sopprimere il comma secondo dell'art. 2?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Sono disposto ad eliminare l'art. 2, di fronte all'impegno che deve essere rappresentato da un ordine del giorno che impegna il Consiglio e la Giunta, nell'arco di 60 giorni, a votare una delibera che uniformi gli oneri di urbanizzazione per il settore turismo, che dia in sostanza gli stessi criteri per gli investimenti di carattere turistico, al pari delle altre industrie e le altre tipologie economico-produttive della nostra Regione.
Questo al fine di permettere ai Comuni - ripeto - di applicare oneri di urbanizzazione che abbiano gli stessi criteri e lo stesso impatto che hanno per esempio nell'industria pesante, nel commercio o nell'artigianato.



PRESIDENTE

Allora sopprime l'art. 2?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sentiamo l'aula. Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

E' giusta l'ipotesi avanzata dall'Assessore, perché la legge n. 488 sugli interventi a favore delle imprese, mette già il commercio, il turismo, l'industria e l'artigianato sullo stesso piano. Si tratta di attività produttive che vanno collocate sullo stesso piano, pertanto introduciamo un principio di equità e anche di inserimento del turismo a pieno titolo nelle attività produttive.
Mi sembra una scelta giusta; evitiamo di spendere dei soldi per compensare la mancanza di una situazione di applicazione di indirizzi generali già ottenuti con leggi dello Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Mi pare che l'Assessore concordi sul fatto che occorre rivedere la deliberazione del Consiglio sugli oneri di urbanizzazione, previsti dalla L.R. n. 56/77: è soltanto questo lo strumento.
Deliberazione che all'art. 52 recita: "definizione degli oneri di urbanizzazione, dell'aliquota dei costi di costruzione, adempimenti comunali". Al primo comma c'è scritto che la Regione, in attuazione della legge n. 10, con deliberazione del Consiglio, periodicamente aggiornate stabilisce le tabelle parametriche con le relative norme di applicazione relative agli oneri e al costo di costruzione.
Siccome queste tabelle è da parecchio tempo che non vengono aggiornate questa è l'occasione per poterlo fare.



VINDIGNI Marcello

E' implicito, collega Saitta.



SAITTA Antonino

Non è un'operazione semplice, richiede una grande capacità politica e soprattutto un grande impegno da parte dell'Assessore Botta: è una questione urbanistica.
Vuol dire che l'Assessorato all'urbanistica deve compiere un lavoro di rivisitazione dell'art. 52 della deliberazione.
E' chiaro che con questa deliberazione, come già successo per le precedenti, la Regione stabilisce un minimo e un massimo, all'interno del quale poi i Comuni devono deliberare, in base alle problematiche che ogni amministrazione comunale ha.
In ogni caso, mi sembra l'operazione meno costosa per Regione. Nel senso che la Regione avrebbe speso di più per incentivare, invece in questa maniera si spende di meno con un minore introito agli Enti locali per le urbanizzazioni. Questo perché, se vogliamo in qualche maniera garantire questa modalità di incentivazione, i Comuni hanno meno risorse.
Pertanto, l'ordine del giorno, se i colleghi concordano, deve non soltanto fare riferimento alla deliberazione sugli oneri, ma anche alla necessità che le risorse che noi abbiamo previsto in termini di massima vengano utilizzate per gli Enti locali a favore degli interventi turistici (l'altra legge, in sostanza). Quindi, vuol dire che una parte di risorse che noi pensavamo di impiegare con questa modalità per pagare gli oneri, le dobbiamo trasferire sull'altra legge, in modo che i Comuni abbiano anche le risorse per poter fare gli interventi di carattere turistico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Consigliere Saitta, vorrei uscire dall'equivoco. So perfettamente che quando si dice "modificare la delibera, datata 1977", dovrebbe essere aggiornata ogni anno (è datata 1977, quindi ventidue anni fa), però dico che votare un ordine del giorno che ci impegna ad uniformare, nell'arco dei sessanta giorni, non la delibera con tutte le tipologie, ma il turismo alle altre tipologie, che sono già inserite nella delibera del 1977, in attesa che la delibera venga rifatta, significa che occorreranno due, tre o cinque anni, altrimenti la legge non l'applichiamo più.
Nell'arco di sessanta giorni (che è più o meno il tempo di applicazione di una legge come questa, forse è anche novanta) il Consiglio si impegna a far sì che l'industria del turismo abbia la stessa dignità, le stesse opportunità e le stesse procedure che hanno le altre industrie produttive del nostro Paese o della nostra Regione? Questo è quello che vi chiedo, perché fare una norma che dice: "La delibera del 1977 è modificata", in modo da adeguarla alla normativa dell'industria metalmeccanica o dell'industria commerciale o dell'industria artigianale, è questione di un attimo. Invece, non credo che sia così complessa, come invece mi auguro, e possiamo anche inserire nell'ambito della delibera, la rivisitazione di una stesura di una nuova delibera che sia onnicomprensiva.
Pertanto, sono d'accordo. C'è allo studio la modifica di questa delibera, ma visti i tempi e vista questa legge, tolgo l'articolo, per diamoci un tempo per, al limite, uniformare quello che dal 1977 è avvenuto fino ad oggi, e che ha fatto in modo che, per ventidue anni, gli investimenti turistici fossero fortemente e gravemente penalizzati nell'ambito della nostra Regione, al punto che, alla fine, non si è più costruito alcun tipo di accoglienza e di ricettività.
Il secondo punto è legato all'economia. Consigliere Saitta, credo che se avremo un risparmio in quella direzione, avremo maggiori opportunità per dare risposte più valide al sistema dell'accoglienza e del tempo libero in Piemonte.
Vorrei anche ricordarvi che il Piemonte ha 1.518 siti ricettivi, con 35 mila posti letto - questi dati non li ho inseriti nella mia relazione iniziale, ma li voglio fornire esattamente - che sono al pari della sola città di Rimini. Tutto il turismo della nostra Regione è uguale a quello della città di Rimini! Le opere e gli investimenti da realizzare sono enormi e non possiamo pensare di poterli realizzare con questo tipo di investimento, anche perché l'altra legge - mi prendo un impegno perché ne ho già discusso anche con la Giunta - quella che, invece, va incontro al sistema pubblico - quindi vi è, innanzitutto, il discorso della pianificazione e dello sviluppo delle aree - avrà una dotazione economica adeguata, perché intanto è solo un'anticipazione di fondi comunitari che poi ci ritornano.
Credo che, di fronte a 1.518 esercizi alberghieri piemontesi con 35 mila 779 camere, con 65 mila 653 posti letto (che equivalgono alla ricettività della sola città di Rimini), non ci siano discussioni da fare.
Dobbiamo solo cercare di creare degli strumenti che ci permettano di sviluppare questo tipo di attività ricettiva.
Sono d'accordo sul ritiro di questo articolo, previa realizzazione di questo ordine del giorno, che voteremo alla fine, come voi deciderete di votare, e che ci impegni, da oggi, a ridare dignità al turismo e all'impresa turistica, al pari delle altre industrie della nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Le chiederei di formalizzare l'emendamento soppressivo dell'articolo.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Assessore, non ho capito. Prima vorrei una risposta breve.
Lei, quindi, addiviene alla proposta che avanzava il Consigliere Saitta su questo tema?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Addivengo alla proposta che nasce da una valutazione, che mi pare sia stata accettata, che è quella di dare al turismo la stessa dignità delle altre industrie: far sì che questa delibera del 1977 sia adeguata nell'arco di sessanta giorni, tenendo conto dei costi di costruzione, degli oneri di urbanizzazione dell'industria turistica o, meglio ancora...



MONTABONE Renato

Ma la legge rimane tale e quale?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

La legge rimane tale e quale. Sopprimiamo l'art. 2 perché, a questo punto, di fronte a questo impegno, il risultato che noi ottenevamo con l'art. 2 viene di fatto realizzato con un altro percorso. Tenendo sempre presente, Consigliere Saitta, che la sua analisi di diminuzione degli introiti da parte del Comune, riguardo agli oneri di urbanizzazione, è un falso problema, perché se noi realizziamo, nell'ambito dei Comuni turistici, strutture ricettive, sviluppiamo una serie di attività e di presenze che determinano una crescita economica del settore economico del Comune stesso. Quello che, eventualmente, si perde da quella direzione si recupera attraverso la fiscalità e la possibilità di applicare anche tassazioni diverse, che, altrimenti, non sarebbero applicabili in quanto mancherebbero le strutture o le persone con le quali far crescere l'impatto economico produttivo del Comune stesso, rispetto al settore economico commerciale, artigianale e dei servizi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ciò che propone il Consigliere Saitta, secondo me, è interessante perché, intanto, equipara la dignità dell'industria turistica a quella di altre attività economiche. Però si deve fare un po' di attenzione a dire che si sopprime l'art. 2, perché il Comune turistico ha delle caratteristiche particolari: ha 1.000 abitanti residenti, ma ne ha 30.000 nel momento turistico, quindi ha dei servizi da mantenere. Parlo dei veri Comuni turistici, non di quelli enumerati in alcune deliberazioni inviate dalle Province! Molto spesso il Comune turistico non ha altre possibilità, se non gli oneri di urbanizzazione, per fare riferimento ai servizi che deve fornire ai turisti. Per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, immaginiamo le fognature di una città che normalmente ha 1.000 abitanti e che, quando è in piena capienza, ne raggiunge 30.000. Il Comune turistico potrebbe anche essere tentato di non ridurre gli oneri di urbanizzazione rispetto all'iniziativa turistica perché, riducendoli, non può più mantenere il suo status.
Altra cosa, invece, con i suoi pro e i suoi contro, era la soluzione che proponeva l'Assessore, cioè che la Regione pagasse gli oneri al Comune.
Facciamo attenzione, su questo troviamo una mediazione - è proprio interlocutorio il mio discorso - dove si dice al Comune: "Se tu riduci gli oneri di urbanizzazione - quindi dai un incentivo di carattere turistico per l'intervento - la Regione, sulla riduzione, potrebbe intervenire". Non lo so, Consigliere Saitta, se questo è possibile dal punto di vista tecnico, ma non vorrei trovarmi di fronte ad un Comune turistico veramente turistico - che, pur di non rinunciare agli oneri di urbanizzazione, in quanto non ne può fare a meno, negasse la riduzione degli oneri stessi. Altra cosa è quella che proponeva lei, Assessore, cioè: "Gli oneri di urbanizzazione il Comune li prende lo stesso perché li paga la Regione". E' questo? Pensiamoci un momento.
Sono d'accordo sull'ordine del giorno che introduce la pari dignità fra tutte le attività economiche della nostra Regione, ivi compreso il turismo però verifichiamo l'opportunità o meno di cassare questo art. 2 altrimenti, potremmo non incentivare per niente.
In questo momento mi pongo delle domande, non ho riflettuto sufficientemente su questo. Verifichiamo se è opportuno fare l'una e l'altra cosa, oppure aggiungiamo a questo articolo che la Regione, di anno in anno, stabilirà qual è la percentuale che destinerà ai Comuni per sopperire alla mancanza di oneri di urbanizzazione e stabilirà, di anno in anno, qual è... anzi, non di anno in anno, ma di volta in volta, perché se un Comune continua a prendere un tot per cento degli oneri di urbanizzazione, che sono calcolati sull'intervento, anziché ridurlo, quel Comune non riceverà nulla dalla Regione. Se il Comune, invece, riduce gli oneri di urbanizzazione, sì la Regione può intervenire per fare in modo che gli oneri di urbanizzazione il Comune li incassi per intero.
Io non lo so, sto ragionando veramente a ruota libera, ma mi pongo dei dubbi: che l'una o l'altra cosa possano risolvere il problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Per svolgere una considerazione brevissima. Il concetto esposto dall'Assessore lo sposiamo, per cui se la Giunta predispone un ordine del giorno in tal senso, ovviamente lo sosteniamo. Mi permetto però di fare un'osservazione e una considerazione: invito l'Assessore e la Giunta nel suo complesso a valutare fino in fondo tutta la questione. Perché? Perch già l'intervento del Consigliere Montabone sottolineava in un certo modo le questioni - un provvedimento del genere provoca degli indotti: semplicemente valuti la Giunta, prima di formulare e di calibrare l'ordine del giorno, tutti questi indotti. Perché noi ci troviamo a valle dell'approvazione dei bilanci dei Comuni, ovviamente con gli oneri di urbanizzazione che hanno per il 1999; in sostanza, è quanto diceva il Consigliere Montabone. Il Consigliere Saitta diceva ancora prima: "Ma allora, la differenza rispetto ai 20 miliardi la eroghiamo a quali Comuni e con quali criteri?".
Ecco, la questione è delicatissima, se posso un aggettivo che mi sembra appropriato, per cui semplicemente noi sosteniamo e concettualmente sposiamo la tesi e la proposta dell'Assessore.
Ripeto, la questione è delicatissima; invitiamo solo l'Assessore e la Giunta a calibrare anche le virgole, cercando di prevedere tutto l'indotto di una questione di questo genere. Solo questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Dato che stiamo svolgendo un ragionamento importante e fondamentale anche ai fini di ragionare sull'economia turistica e sulle intenzioni urbanistiche dei Comuni, io ho ascoltato attentamente le considerazioni anche interessanti, che ha svolto il collega Montabone, che sono certamente fondate.
Al riguardo, Renato, vorrei però aggiungere questo: un Comune che si inducesse a promuovere lo sviluppo turistico con alberghi ed altro ai fini di incassare le opere di urbanizzazione, svolgerebbe né più né meno che una turbativa urbanistica così come si sta facendo da molte altre parti.
Io sono testimone, come tutti voi, di tanti Comuni, soprattutto quelli piccoli e malandati, che dicono: "Quest'anno, per pareggiare il bilancio metto due pezzi fabbricabili così viene un capannone e risolvo il problema". Anche se si applicano gli oneri previsti per le industrie, sono comunque oneri significativi, data l'ingente cubatura che fanno soprattutto le industrie, ma siccome gli alberghi sono molti di meno l'incidenza è più limitata. Però noi dobbiamo avere l'ambizione di lavorare assieme agli Enti locali, con la Conferenza Regione-Autonomie Locali, affinché lo sviluppo del territorio avvenga per vocazione e non per contingenti e limitati interessi di natura urbanistica.
Tuttavia mi sembra che se abbiamo la disponibilità ad anticipare un flash sull'articolo finanziario che c'è in fondo, noi possiamo già prevedere che, o accantonando una parte di queste risorse per l'altra legge o già destinandole fin da questa legge agli Enti locali affinch predispongano, per la loro parte di competenza, attività di natura urbanistica, interventi di natura urbanistica o architettonica finalizzati a favorire lo sviluppo turistico, realizziamo una valorizzazione della spesa che facciamo. Perché non sono più soldi che vanno in realtà, alla fine, a integrare i bilanci dei Comuni, in quanto l'onere di urbanizzazione è poi questo, sia che li diamo noi sia che li diano i privati, ma vanno a integrare le casse dei Comuni ai fini di pareggiare i loro bilanci di parte corrente o anche di parte investimenti ed invece, comunque entrino nel circuito, questi soldi, vuoi che li dia la Regione sotto forma di intervento ai Comuni o che siano comunque risparmio per gli imprenditori entrano effettivamente al sostegno, vengono finalizzati al sostegno dell'attività turistica.
Quindi io sarei per lavorare nella prospettiva che diceva l'Assessore non escludendo che quando rivediamo la delibera teniamo conto di tutti questi elementi perché è un lavoro di rivisitazione non banale della partita degli oneri di urbanizzazione ai fini di creare condizioni migliori per lo sviluppo del turismo. Ma mi pare che la legge si migliori significativamente se lei, come mi pare, intende accettare la nostra proposta di rimuovere l'articolo così come era formulato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

In effetti non è che con diverse tecniche di spesa - ha ragione il collega Gallarini - modifichiamo il problema. Il problema è che il settore ha bisogno di tutte quelle risorse (parliamo di tutte quelle risorse previste dalla legge); risorse che si immaginava di utilizzare in parte ai privati e in parte ai Comuni pagando gli oneri di urbanizzazione. Mi sembra questo il meccanismo. Quindi i filoni erano due: si indirizzavano ai privati e agli Enti locali. Era difficile stabilire infatti - la legge non contiene una stima, neppure in termini percentuali - cosa andava ai Comuni e cosa andava ai privati, però mi pare che i filoni erano due: ai Comuni attraverso il pagamento degli oneri e ai privati attraverso i contributi in conto capitale e i contributi in conto interesse.
Bisogna che quelle risorse vengano mantenute sia per i Comuni sia per i privati, con quale tecnica? Con le tecniche consolidate. Le tecniche consolidate sono gli oneri di urbanizzazione, che devono pagare i privati e allora lì si interviene, se si vuole incentivare un intervento rispetto ad un altro, riducendo gli oneri. Ma è evidente che un intervento di carattere turistico comporta delle maggiori spese d'investimento da parte dei Comuni, e allora a quel punto scatta il fatto che una parte di quelle risorse che noi destinavamo ai Comuni attraverso il pagamento degli oneri debbono essere date ai Comuni attraverso i meccanismi consolidati d'intervento. I meccanismi consolidati d'intervento quali sono, quali abbiamo? E' che laddove si fa un intervento di carattere turistico e bisogna realizzare delle opere pubbliche, questi Comuni abbiano una precedenza, abbiano un aiuto per realizzare opere pubbliche, che possono essere quelle legate immediatamente alle urbanizzazioni, ma possono essere anche altri interventi utili per il turismo, ne abbiamo parlato con l'Assessore. Allora che cosa occorre? Che queste risorse, che abbiamo nella legge (adesso non ricordo più la cifra complessiva, ricordo soltanto i 20 miliardi per il 1999, faccio dei conti solo per intenderci), 10 miliardi restano alla legge, che sono gli interventi ai privati; dico 10, perché non conosco...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

E' il 10% degli oneri di urbanizzazione.



SAITTA Antonino

Vuol dire che questo 10% andrà a favore dei Comuni o in leggi già esistenti oppure nella legge successiva, dove si prevede che... Però ci che era previsto con gli oneri di urbanizzazione deve essere sempre previsto che venga dato ai Comuni...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Sì, però lasciamo gli oneri di urbanizzazione; non è che noi, con la proposta che facciamo, togliamo gli oneri di urbanizzazione.



SAITTA Antonino

No, ho capito. Il problema è che una riduzione degli oneri, che è importante per quel tipo di intervento di carattere produttivo, metta i Comuni nelle condizioni di poter fare gli interventi utili per garantire quell'intervento attraverso fondi trasferiti da parte della Regione, e allora i criteri di riferimento possono essere diversi, i posti letto ecc., qualche criterio, in sostanza, che normalmente bisogna inventare in modo che il Comune che sopporta quell'intervento di carattere turistico che gli crea sicuramente dei benefici, sull'immediato possa fare interventi di urbanizzazione a supporto.



PRESIDENTE

Credo che a questo punto sia opportuno riprendere i lavori nel pomeriggio per dare modo di svolgere ancora alcune valutazioni.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 997 inerente a: "Interventi sul debito dei Paesi in via di sviluppo"


PRESIDENTE

Chiederei all'aula di iscrivere l'ordine del giorno n. 997 relativo agli interventi sul debito dei Paesi in via di sviluppo, individuato nella riunione del Comitato di solidarietà.
L'ordine del giorno è a firma della stragrande maggioranza dei Gruppi.
Non aderiscono Rifondazione Comunista e Partito dei Comunisti Italiani.
L'ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che l'ammontare del debito dei Paesi in via di sviluppo dagli inizi degli anni '80 ad oggi è aumentato costantemente preso atto che l'inizio di un nuovo millennio dovrebbe rappresentare l'opportunità per dare speranza alle popolazioni povere del mondo, molte delle quali vivono nei Paesi in via di sviluppo consapevole che il carico del debito estero rappresenta uno dei principali ostacoli nella lotta contro la povertà e per lo sviluppo di questi Paesi e che la riduzione del debito è riconosciuto come un elemento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi identificati nei vari Summit delle Nazioni Unite per la lotta contro la povertà e per lo sviluppo sociale considerato che, in molti casi, il debito originariamente contratto è stato rimborsato, ma che i conseguenti tassi di interesse e le fluttuazioni del cambio hanno creato un ingiusto livello del debito richiede al Governo italiano di sostenere le iniziative inerenti la riforma delle relazioni finanziarie internazionali, per la creazione di un organismo internazionale unitario in grado di consentire la rinegoziazione dei prestiti e l'eventuale cancellazione di quei debiti che non possono essere ripagati se non a costi umani e sociali troppo elevati di cooperare con i Governi debitori affinché maggiori risorse finanziarie siano impegnate per la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale di promuovere la partecipazione della società civile ai negoziati per la concessione dei nuovi prestiti così da assicurare che non vengano finanziate la corruzione o attività improprie come il commercio delle armi e che venga garantita la sostenibilità economica, ambientale e sociale dei prestiti".
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. di tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Pongo quindi in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.56)



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