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Dettaglio seduta n.350 del 15/04/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Bellingeri, Botta Cavaliere, Farassino, Marengo, Peano, Pichetto, Rubatto, Vaglio e Viglietta.


Argomento: Comunita' montane - Norme generali sull'agricoltura - Caccia - Pesca

Proseguimento esame disegno di legge n. 392: "Riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, alimentazione, sviluppo rurale, caccia e pesca" (rinvio)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame degli emendamenti all'art. 2 del disegno di legge n. 392, di cui al punto 7) dell'o.d.g.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al comma primo, lettera d), dopo l'espressione "nonché di formazione professionale" è aggiunta l'espressione "rivolta specialmente, mediante l'istituzione di appositi fondi di finanziamento, ai giovani operatori agricoli ed ai giovani disoccupati".
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Con la lettera d) trasferiamo alle Province la competenza relativamente a "Interventi di assistenza tecnica, divulgazione e consulenza alle aziende agricole nonché di formazione professionale, compresi i necessari supporti a livello provinciale", quindi tutto ciò che riguarda l'istruzione professionale in campo agricolo. Pertanto l'istituzione di fondi di finanziamento ai giovani operatori agricoli o ai giovani disoccupati, a me sembra che non rientri nel compito del trasferimento in se e per se. E' solo un'individuazione di competenze quella che noi facciamo e basta.



PRESIDENTE

Riassumendo, accetta o non accetta?



BODO Giovanni, Assessore ai trasporti

No, non accetto, perché è solo un trasferimento di compiti.
Nei compiti che vengono trasferiti ci saranno poi i discorsi dei finanziamenti e dei non finanziamenti, ma questo è solo uno articolo dove si dice che l'istruzione professionale viene demandata alle Province.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio innanzitutto l'Assessore per aver accolto l'emendamento precedente e quindi sgomberiamo il campo da problemi di rapporti politici.
Ho un dubbio, Assessore: lei precisa una questione sulla quale non eccepisco, dicendo che noi stiamo delegando l'esercizio di funzioni amministrative, quindi quello che richiede l'emendamento - mi pare di capire - lei sottolinea che è un'indicazione di intervento e quindi è da un'altra parte.
Sollevo però un problema: il testo di questo comma non è che si presti semplicemente all'interpretazione che lei dà, perché scriviamo: "é delegato l'esercizio delle funzioni amministrative", ma quando descriviamo queste funzioni amministrative delegate, guardi che anche nelle lettere precedenti, quanto è scritto non è così rivolto unicamente a un esercizio di funzioni amministrative, ma ha una dizione molto generale che, per un Consigliere che legge, assume - quella dizione - una valenza anche di carattere generale. Si dice infatti "interventi relativi al miglioramento dell'efficienza delle strutture agrarie"; non si dice "funzione amministrativa legata al miglioramento". Ecco il motivo del nostro emendamento, perché si parla di interventi.
Quando diciamo "interventi", il comma dà modo di pensare che le Province abbiano come trasferimento gli interventi e non la semplice...



(Commenti dell'Assessore Bodo)



CHIEZZI Giuseppe

Sì, lo so che c'è il cappello, dato però che nella descrizione della funzione amministrativa in realtà si deborda un po' (fa presupporre interventi), io penso che la richiesta di inserire all'interno di questa funzione amministrativa anche quella di istituire appositi fondi di finanziamento possa rientrare, perché anche all'interno di questo ci saranno funzioni amministrative. E' chiaro che noi trasferiamo solo esercizio di funzioni amministrative; perché non dire che la formazione professionale, della quale noi trasferiamo la gestione amministrativa, è particolarmente rivolta mediante l'istituzione di appositi fondi ecc.? Perché non scriverlo? E' chiaro che il "trasferimento" è solo di "esercizio di funzioni", ma mi sembra che noi descriviamo delle funzioni che hanno un contenuto politico evidente anche nelle altre lettere. Non sono lettere seccamente circoscritte al fatto che si delega l'esercizio di una funzione amministrativa, altrimenti scrivevamo "funzioni amministrative legate alle pratiche di miglioramento dell'efficienza". Eravamo netti in questo modo.
Dicevamo: "è solo una pratica amministrativa delegata", invece diciamo "interventi relativi a". Cosa sono questi "interventi"? E' un po' di più che non l'esercizio di una funzione amministrativa; presuppone un'area vasta di interventi.
Poi si dice "trasferimenti sulla funzione", ma allora non mi pare disomogeneo rispetto alla descrizione degli altri articoli che possono essere anche da lei criticati in quel senso.



PRESIDENTE

Questo intervento fa mutare la valutazione della Giunta? La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Ho sottomano i testi di altre Regioni. Se va bene al collega Chiezzi invece di mettere "interventi" possiamo scrivere "attività", come hanno fatto altre Regioni.
Faccio però presente che coerentemente in tutto il testo laddove è scritto "interventi" bisogna scrivere "attività".



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Attendiamo un momento, l'Assessore Bodo si sta consultando.
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Al punto d), accolgo le parole "attività relative alla formazione" invece di "interventi relativi alla formazione".



CHIEZZI Giuseppe

Aggiunge anche le parole, "rivolte particolarmente ai giovani"?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

No, in quanto farà parte delle questioni complessive delle attività anche se, di fatto, le attività relative alla formazione sono rivolte ai giovani.
Queste sono indicazioni di carattere operativo, più che legislativo.
Consigliere Chiezzi, comunque il termine "intervento" è più ampio del termine "attività".
Noi offriamo la competenza per quanto riguarda la formazione professionale, poi, nell'ambito di quella competenza, rientra quanto ha detto lei, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Perché non inseriamo le parole "specialmente rivolta ai giovani operatori"?



PRESIDENTE

Mi sembra questo un discorso tecnico da svolgere in Commissione e non in Consiglio.
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Accettiamo parzialmente l'emendamento, ovvero la parte "rivolta specialmente ai giovani operatori agricoli e ai giovani disoccupati".



PRESIDENTE

Mi sono permesso di cancellare l'inciso.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento nel testo modificato: 3) al comma primo, lettera d), dopo l'espressione "nonché di formazione professionale" è aggiunta l'espressione "rivolta specialmente ai giovani operatori agricoli e ai giovani disoccupati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al comma primo, lettera d), è aggiunta in coda l'espressione "l'attività di formazione professionale di cui sopra viene attuata nel rispetto delle Direttive regionali annualmente approvate in materia, alla stesura delle quali si provvede sentite le Province interessate alla medesima attività formativa".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La parte interessante di questo emendamento è la seconda.
Questo emendamento, come altri, tende a rafforzare l'attività di coordinamento della Regione. L'emendamento nella seconda parte recita che per la stesura delle direttive regionali, in materia di formazione professionale, si provvede sentite le Province. Chiedo se sia utile inserire le parole "nel rispetto delle direttive regionali, alla stesura delle quali si provvede sentite le Province".



PRESIDENTE

Solo "sentite" non è vincolante, bisogna eventualmente motivare; è un problema di coordinamento.



CHIEZZI Giuseppe

Ci sono una serie di nostri emendamenti tesi a migliorare il coordinamento, non so se ci riusciremo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

C'è da tener presente che abbiamo presentato un emendamento all'art. 7 che recita: "è istituito ai sensi dell'art. 7, comma ottavo, della L.R. n.
34/98 il Comitato, composto dall'Assessore regionale all'agricoltura, dai Presidenti di Provincia o loro delegati e dai rappresentanti le organizzazioni professionali agricole, maggiormente rappresentative a livello regionale".
Comitato che dovrebbe occuparsi di tutte le questioni relative all'impostazione di indirizzo, di delega, di competenza. Non so se supplisca a quanto non è stato detto o "sentito le Amministrazioni provinciali". Di fatto, la Regione, prima di rendere espliciti gli indirizzi, sente le parti interessate che in questo caso sono le Province e il mondo agricolo.



CHIEZZI Giuseppe

Le Direttive sulla formazione la Regione le approva "sentite le Province" o no? Riteniamo importante che vengano sentite le Province, per questo abbiamo proposto l'emendamento. Dato che noi emaniamo delle direttive, mi sembra importante, tanto più nel momento in cui la competenza amministrativa è trasferita, che vengano sentite le Province prima di approvare direttive.
Adesso le direttive vengono emanate "sentite le Province"? Questa procedura è prevista in qualche legge, oppure è lasciata alla buona volontà dell'Assessore di turno o della struttura di turno? Se non è prevista in alcuna legge, varrebbe la pena scriverlo, sapendo che chiunque sia l'Assessore è a conoscenza che c'è una legge che stabilisce che prima di emanare delle direttive deve sentire le Province. Se c'è già scritto in qualche legge, allora ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

E' scritto nella L.R. n. 34/98.



PRESIDENTE

Possiamo inserire questo coordinamento in un ordine del giorno di accompagnamento?



(Il Consigliere Chiezzi si avvicina al banco dell'Assessore Bodo)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Non ho capito perché ci siamo fermati. Chi chiede la parola? La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho sentito le spiegazioni dell'Assessore e dei funzionari. Risulta che la Regione Piemonte, in forza di norme di legge deve obbligatoriamente seguire la procedura di sentire le Province prima di approvare le direttive sulla formazione professionale. Questo è un elemento aggiuntivo che può essere eliminato. Ritiro questo emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 4) è pertanto ritirato.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al comma primo, lettera f), è aggiunta in coda l'espressione "di ambito provinciale, nel rispetto delle funzioni già attribuite ai Comuni ai sensi dell'art. 1, comma terzo, lettera c), del DL 5/3/1998 n. 60".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento corrisponde alla necessità di coordinare meglio le funzioni delegate alle Province e quelle attribuite ai Comuni. Rientra nel rafforzamento del principio di sussidiarietà.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Avevamo previsto di delegare alle Province gli interventi relativi alle infrastrutture rurali, perché i Comuni (nella stragrande generalità) non sono nelle condizioni di assumersi tale compito. Tuttavia non sono nemmeno contrario ad aggiungere "di ambito provinciale".



PRESIDENTE

Lei propone di limitare l'emendamento alle parole "di ambito provinciale"?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

I tecnici mi dicono che aggiungendo "di ambito provinciale" la questione diventerebbe molto complessa e farraginosa nella sua applicazione pratica. Molti Comuni non sono nelle condizioni di accollarsi tale onere.



CHIEZZI Giuseppe

Ma allora non rispettiamo le funzioni già attribuite ai Comuni ai sensi della legge...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Noi dobbiamo fare una legge che dia funzionalità alle questioni che deleghiamo. Anche le Camere di Commercio, avendo loro un registro reclamavano la qualifica.
Abbiamo preferito scegliere il Comune in quel caso.
Dobbiamo anche avere, come obiettivo, l'efficienza del funzionamento della macchina che mettiamo in moto ex novo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore ha detto che accetterebbe di aggiungere "di ambito provinciale"; in un secondo momento si è corretto dicendo che forse complicherebbe troppo le cose. Nel nostro emendamento si precisa che, in ogni caso, occorre rispettare le funzioni già attribuite ai Comuni ai sensi dell'art. 1 del DL n. 60. Che difficoltà c'è ad affermare questo principio? E' una situazione nella quale l'Assessore, viceversa, ritiene che il rispetto di queste funzioni non debba essere osservato? E' questo il problema? Quindi del decreto legislativo 60 non ne teniamo conto? E' questo che si vuole dire?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Essendoci queste difficoltà, a livello comunale con l'approvazione del DL 60 di fatto noi non daremmo queste competenze ai Comuni perché il comune, non essendo nelle condizioni di svolgerle, provocherebbe disfunzioni che sarebbero di carattere ostativo. La delega è per avvicinarci all'operatore, ma è anche per dare maggiore funzionalità.
Diversamente, non ci sarebbe una motivazione sostanziale, sarebbe solo un cambio di targa dell'ente, ma qui, oltre al cambio di targa dell'ente, è prevista anche una funzionalità superiore: questo è il problema e la preoccupazione che noi abbiamo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Rispetto all'art. 4, riconfermiamo le funzioni amministrative già conferite agli Enti comunali. L'art. 4 ci dice che la Regione conferma l'esercizio degli Enti locali e le loro funzioni, conferite con precedente disposizione. Il senso dell'art. 4 che recita...



PRESIDENTE

Cortesemente, si deve usare il microfono, altrimenti gli interventi non restano verbalizzati.
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Per quanto ne so, ci sono già delle funzioni che sono state delegate agli Enti locali. Con questo richiamo dell'art. 4 si intendono confermare quelle funzioni che già prima dell'entrata in vigore di questa normativa gli Enti locali effettuavano.



PRESIDENTE

Scusi, per agevolare la comprensione a beneficio di tutti i Consiglieri. Di questo emendamento, la Giunta ritiene di accettarne una parte?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Se non creava difficoltà per molti Comuni, ero orientato ad accettare la dicitura "di ambito provinciale". Però poi mi è stato detto che questo aggraverebbe enormemente la questione delle pratiche e la possibilità per molti Comuni di operare; chiaramente, di fronte ad un fatto di questo genere, diventa ostativo accettare "di ambito provinciale". Perché? Perch mentre qui attribuiamo, per una ragione di funzionalità, questi compiti siamo alla lettera f) - che riguardano gli interventi relativi alle infrastrutture rurali, noi li daremmo tutti alle Province, per una ragione di funzionalità. Anche perché alle Province noi confermiamo il personale mentre ai Comuni no. Questa è anche un'altra ragione di fondo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

I Comuni sono tutti d'accordo?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

I Comuni, generalmente, siccome sono in difficoltà su questa partita non fanno grosse questioni; poi ci saranno...



PRESIDENTE

Un dialogo così è più da Commissione, ci deve essere una proposizione chiara.
La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Volevo solo cercare di comprendere quello che si intende per "infrastrutture rurali". Per "infrastrutture rurali" intendo le strade e quant'altro è necessario per il funzionamento e quindi la possibilità di accesso ai fondi, ai poderi, tutte le infrastrutture che sono necessarie nell'ambito del territorio provinciale.
Dire "nell'ambito del territorio provinciale" vuol dire nulla e vuol dire tutto, ossia - vorrei fare una chiosa - esistono le strade rurali di tipo comunale, però non sono comunali, sono le cosiddette strade vicinali.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sono strade consorziali.



ANGELI Mario

Neanche consorziali; strade vicinali.
Se noi diciamo "tutte le infrastrutture" le intendiamo tutte, anche le strade vicinali, oppure intendiamo solo quelle previste dalla legge, che recita che le strade vicinali e comunali sono di competenza dell'agricoltura? C'è una serie di aspetti sui quali bisogna essere molto puntuali.
Riesco a capire quando il Consigliere Chiezzi dice: "Cosa deleghiamo ai Comuni?". Credo che i piccoli Comuni non abbiano alcuna possibilità di poter intervenire, ma i Comuni di un certo rilievo ne hanno la possibilità allora cosa facciamo, cosa diciamo? Lasciamo alle Province la decisione finale, dopo che abbiamo conferito loro la delega, o no? Io penso di sì però non vorrei interferire più di tanto sulle scelte che vengono fatte da parte del collega Chiezzi che, giustamente, dice che le infrastrutture comunali che possono essere gestite devono essere gestite.
Credo che questo modo di approcciarsi alla legge e agli emendamenti crei dei problemi di comprensione. Ci devono essere risposte chiare sia in un senso che nell'altro, perché credo che questa confusione crei problemi a tutti i Consiglieri, non solo a me, e forse anche al Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

L'Assessore ritiene di sentire prima l'intervento della Consigliera Bortolin, per poi dare una risposta unica.
Prego, Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Il dibattito con il Consigliere Angeli era solo per rifiutare coralmente il ritorno in Commissione del provvedimento, quindi non era perché doveva intervenire...



PRESIDENTE

Non era nelle mie intenzioni.



BORTOLIN Silvana

Grazie. Sentendo bene gli interventi relativi alle infrastrutture rurali, non ci sono solo le strade - adesso non ho potuto ascoltare completamente l'intervento del collega Angeli - ma anche le fognature e l'illuminazione. Le infrastrutture si intendono complessivamente. Solo le strade? Se sono un amministratore comunale e mi si parla di infrastrutture penso a tutto ciò che per infrastruttura si intende: complemento per vivere in un luogo, ciò che mi consente di vivere e lavorare in un luogo e non solo di accedervi.
Chiedo un chiarimento, Assessore. Se così è, va bene che siano funzioni amministrative conferite alle Province, ma che le Province devono svolgere in accordo con i Comuni! Questa è una competenza che svolge totalmente la Regione per le infrastrutture rurali? La Regione oggi si fa carico di tutti i costi delle infrastrutture rurali? Mi pare di no. Se così è, allora trasferiamo anche i soldi; se così non è, sono servizi che vanno coordinati con i Comuni altrimenti carichiamo le Province di compiti enormi! Chiariamo che cosa si intende per infrastruttura, a meno che in agricoltura l'infrastruttura sia qualcos'altro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Parto dalle strade. Per quanto ne so - chiedo venia se non conosco a fondo il problema - ci sono strade vicinali, che sono proprietà dei frontisti dei fondi; poi ci sono strade consorziali, i cui proprietari si sono consorziati; infine, ci sono le strade comunali.
Credo che le strade comunali esulino da questo contesto, perché questo è un contesto che riguarda l'agricoltura, quindi la strada comunale è una strada pubblica, civile.
Per quanto riguarda le infrastrutture, è precisato che siano di "carattere agricolo". Allora, per infrastrutture...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

BORTOLIN Silvana (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Dove è precisato che sono agricole?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Infrastrutture rurali.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

BORTOLIN Silvana (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Ma cosa vuol dire?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Per "infrastrutture rurali", per quanto ne so sempre io, si intendono le strade, gli acquedotti e gli elettrodotti. Il sistema fognario è già opera di carattere civile, dove i Comuni provvedono normalmente.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

BORTOLIN Silvana (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Chi provvede all'acquedotto?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

L'acquedotto quando è comunale provvede il Comune. In molti casi si sono consorziate le aziende agricole, attraverso il consorzio per fare l'acquedotto che poi, solitamente, cedono al Comune, perché c'è un acquedotto unico pubblico. Quel poco che conosco è in questi termini.



PRESIDENTE

In definitiva qual è la valutazione della Giunta?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sarebbe quella di non accogliere l'emendamento, ma voglio precisare che non è per ragioni che attengono a questioni di carattere politico, ma solamente perché accogliendo l'emendamento noi andremmo a creare una serie di difficoltà ai Comuni che anziché far funzionare la macchina, la farebbero inceppare.
Questa è la ragione. Non ci sono ragioni di ordine politico nel non accoglimento dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, mantengo l'emendamento perché, sentite anche le osservazioni del Consigliere Angeli e della collega Bortolin, mi sembra ci sia un problema di equilibrio tra funzioni svolte dalle Province e dai Comuni.
Lo mantengo ed invito i colleghi a votarlo.
Sottolineo invece un'altra osservazione. Le infrastrutture rurali, se ho capito bene, comprendono gli acquedotti, ma non le fognature. Qui c'è un elemento di inadempienza di questa definizione di infrastrutture rurali per quanto riguarda l'applicazione della Legge Galli. Dalla nascita della Legge Galli in poi, il ciclo delle acque è uno: acquedotti, fognature, adduzione depurazione.
Il fatto che l'infrastruttura rurale, nonostante l'emanazione della Legge Galli, continui ad essere considerata, per la parte ciclo delle acque, solo l'acquedotto, mi stupisce. Mi stupisce perché vuol dire che vi è una extraterritorialità della Legge Galli! La Legge Galli trova cioè un limite nella sua applicazione addirittura nella definizione di infrastrutture rurali! Adesso, Assessore, mentre capisco che ci possono essere situazioni nelle quali la fognatura non esiste ed esistono i pozzi neri, però una cosa è dire che c'è il pozzo nero, in una situazione di non applicabilità della Legge Galli, altra cosa è dire che le infrastrutture rurali, cioè tutte escludono la fognatura. Questo non è possibile, perché ci sono situazioni rurali in cui la fognatura c'è.



(Commenti dell'Assessore Bodo)



CHIEZZI Giuseppe

Non attiene a questa legge, è una riflessione che io le propongo: veda lei se è il caso di aggiornare e meglio specificare il concetto di infrastruttura rurale. Grazie.



PRESIDENTE

Vediamo se ci sono delle precisazioni da parte della Giunta.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Credo si possa formulare qualche precisazione. Bisogna distinguere quelle che sono le questioni relative ai principi o quelle che sono le attuazioni pratiche che si fanno nelle leggi di settore.
L'obiettivo finale è quello di governare tutto il ciclo delle acque naturalmente in tutti i comparti: potabile, industriale ed agricolo, per realizzare la tutela integrale di tutto il ciclo delle acque e quindi di tutti gli acquiferi.
Nel contingente, lo stesso Consigliere Chiezzi sottolineava l'importanza di formulare un ragionamento complessivo. Se l'intervento del Consigliere Chiezzi tende ad indicare un obiettivo di ricomposizione del ciclo, sono d'accordo. Dal un punto di vista invece della possibilità effettiva di usare gli strumenti della Legge Galli da subito, noi sappiamo che la Legge Galli, in primis, si riferisce all'uso potabile e alle gestioni pubbliche o comunque in concessione. Per cui, in base alla nostra legge n. 13, noi abbiamo precisato mille volte che gli acquedotti rurali non ricadono, ope legis, sotto la giurisdizione dell'autorità territoriale d'ambito, ma possono ricadere a discrezione, cioè nel momento in cui le gestioni degli acquedotti rurali si trasferiscono ai Comuni e, in conseguenza, possono confluire con le altre. Vi è quindi un percorso obbligatorio per tutte le gestioni pubbliche e parapubbliche degli acquedotti, delle fognature e della depurazione. Vi è un percorso in crescendo e comunque a discrezione delle gestioni stesse. Sono tuttavia convinto che in futuro, senz'altro, ci sarà la domanda di confluenza perché per mille ragioni ci sono grandi difficoltà a mantenere in esercizio gli acquedotti rurali che all'inizio hanno beneficiato del contributo per la realizzazione, ma poi in caso di rinnovo impianti o altre situazioni di manutenzione hanno grandi difficoltà a far gravare i costi solamente sugli utenti della piccola frazione o della zona, ecc.
Penso che non sia il caso adesso di andare a precisare più di tanto in questa sede, fermo restando che l'obiettivo è certamente quello a cui faceva riferimento il Consigliere Chiezzi, ma che va perseguito in altre sedi.
Abbiamo presentato il piano direttore delle acque, che è all'attenzione delle Commissioni, insieme a tanti altri provvedimenti. In quella sede daremo le direttive per i tre grandi comparti: l'irrigazione l'agricoltura, l'approvvigionamento potabile nelle zone rurali, il momento centrale del ciclo delle acque gestito dalla mano pubblica che confluisce nell'ambito territoriale ottimali e la possibilità di realizzare acquedotti industriali e quindi un riciclo che non gravi più solo sulla falda sotterranea.
Questa è la situazione nella quale si iscrive quella questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore Cavallera.
Invito tutta la Giunta a riflettere su questo fatto. L'infrastruttura come diceva la collega Bortolin, dovrebbe riassumere nel senso comune tutte quelle opere e quei servizi che rendono vivibile un territorio.
Segnalo che si considera vivibile il territorio rurale, genericamente inteso, anche in assenza di fognatura. Questo è un elemento di sofferenza secondo me, nel senso che tra le infrastrutture rurali in senso generale non luogo per luogo, ma in senso generale - ritengo sia una grave mancanza non inserire le fognature, sia per un'impostazione di carattere generale sia per rispetto delle esigenze del mondo agricolo.
Segnalo agli Assessori questo elemento di riflessione e magari di intervento normativo, non so se a livello regionale o statale. Per riflettete, perché la fognatura è un'infrastruttura primaria. Non venitemi a dire che non possiamo fare fognature in un territorio in cui c'è una cascina ogni dieci chilometri (cosa che, tra l'altro, in Italia non è perché ne abbiamo una ogni 500 metri)! Anche con insediamenti puntiformi radi, ci possono essere situazioni in cui non si arriva a fare la fognatura, ma non si può dire che non è un'infrastruttura primaria, anche in zona rurale.
Facciamo in modo che anche per le zone rurali si affermi il principio non la realtà, che tra le infrastrutture rurali dovrebbe esserci la fognatura, perché le falde vanno anche "sotto" le zone rurali e il fatto che non ci siano fognature nelle zone rurali non fa del bene all'acqua di falda! Quindi non attacchiamoci a una definizione e a un confinamento delle infrastrutture rurali che escludano le fognature.
Se potete lavorarci, facciamo una riflessione su questo fatto: lo spurgo dei pozzi neri (sappiamo come vengono eseguiti e gestiti) non è un grande fatto ambientale, quando viene fatto! La falda non guarda in faccia la definizione di zone (rurali, urbanizzate o via dicendo); la falda è sotto il nostro territorio! Per proteggerla bisognerebbe che tutti avessero la fognatura! Allora critichiamo anche questa definizione di infrastrutture rurali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion per dichiarazione di voto.



BELLION Marco

Credo che questo dibattito ci porterebbe molto lontano. Ha ragione il collega Chiezzi: sicuramente la vivibilità nelle zone rurali - e la collega Bortolin già lo ricordava molto bene - implica il fatto di dotarsi di infrastrutture e fra queste, le fognature possono essere considerate tali.
Forse, però, scontiamo degli equivoci. Noi parliamo di sviluppo rurale nell'ambito di una legge che prevede finanziamenti non tanto per la ruralità, quanto per le aziende agricole che nell'ambito rurale operano. E' ovvio che questo è un equivoco che in altri tempi aveva meno ragione d'essere, essendo molto più di oggi sviluppata l'imprenditoria agricola e il numero delle aziende sul territorio. Oggi, soprattutto in alcune realtà cosiddette rurali, penso alla montagna, le aziende agricole sono venute a mancare, però si sono insediate altre figure di cittadini che, pur abitando in zone che continuano ad essere definite rurali, non hanno più il brevetto di imprenditori agricoli o di agricoltori.
Questo è un equivoco che sovente è stato oggetto, e lo sarà sempre di più, di questo tipo di inconveniente.
Sono convinto che tutti i cittadini che abitano nelle zone rurali hanno diritto ad avere un servizio di fognatura e oggi devono pensarci - da cittadini di serie B! - il più delle volte per conto loro. Diversamente dal cittadino di Torino o di altre città della Regione.
Provvedimenti in tal senso l'Unione Europea ha cominciato a farne intravedere. Credo che con la riforma di Agenda 2000 e la diversa considerazione rispetto allo sviluppo della ruralità, probabilmente dovremo ritornare su questo argomento per riaffrontarlo.
Nel frattempo, però, la situazione è quella, cioè un equivoco che individua l'equivalenza fra ruralità ed agricoltura; non è più così.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 23 contrari e 7 astensioni.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al comma primo, lettera g), è aggiunta in coda l'espressione "nella necessità di coordinamento con le funzioni attuative riservate alle Regioni, ai sensi dell'art. 1, comma secondo, lettera a), del D. Lgs.
5/3/1998, n. 60".
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Non capisco che tipo di coordinamento ci dovrebbe essere sulla lettera g).
Per quanto riguarda infatti gli interventi per l'applicazione delle misure comunitarie, i produttori presentano la domanda, dopodiché viene istruita e in questo caso, anziché istruirla la Regione, la istruiscono gli stessi uffici della Provincia che danno luogo all'intervento.



PRESIDENTE

La Giunta non è d'accordo.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ho aspettato un po' a fare questa considerazione, però ora la svolgo.
Sono un po' rammaricato, signor Presidente, del fatto che a questo punto mi sembra di poter affermare, con una certa probabilità di dire il vero, che l'Assessore Bodo legge questi emendamenti per la prima volta in questi minuti. Ho aspettato a dirlo perché poteva darsi che fossero emendamenti particolarmente intriganti, ma mi sembra, invece, non sia questa la ragione.
Questo mi dispiace perché, evidentemente, non si dà peso agli emendamenti che ho presentato a nome del Gruppo; pazienza. Questo comporta una certa perdita di tempo, perché se l'Assessore deve cominciare adesso a vedere gli emendamenti...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Non è così.



CHIEZZI Giuseppe

Se mi sbaglio chiedo scusa, ma l'impressione che ho è proprio questa.
Sentite comunque le osservazioni dell'Assessore, ritiro, insieme alla Consigliera Simonetti, questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Vorrei solo precisare al collega Chiezzi che non è così perché, se vuole venire a vedere, ho fatto delle annotazioni sui singoli emendamenti...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Ha le pezze giustificative? Va bene, chiedo scusa.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

In quel momento, avevo perso l'orientamento specifico.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie.



PRESIDENTE

Possiamo passare alla votazione.



CHIEZZI Giuseppe

No, è ritirato.



PRESIDENTE

Va bene, l'emendamento n. 6) è ritirato.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al comma primo, la lettera l), è così sostituita: "l) interventi per l'applicazione di misure agro-alimentari commisurate alle esigenze dei vari distretti agricoli individuati in ambito provinciale, compresa l'agricoltura biologica".
La Giunta? Prego, Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Noi avevamo previsto interventi per l'applicazione di misure agro ambientali, compresa l'agricoltura biologica. Qui si parla di misure agro alimentari. Secondo noi è un'altra cosa; l'emendamento è più ristrettivo rispetto al testo che noi proponiamo.



PRESIDENTE

Il concetto pare questo, come credo. Possiamo considerare ritirato l'emendamento?



CHIEZZI Giuseppe

No.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Io lo concepisco più restrittivo rispetto al nostro testo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Ecco, però se lei ci dice che noi...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Lo interpreto in maniera più restrittiva, perché agro-ambientale vuol dire tutto l'ambiente agricolo; l'alimentare...



CHIEZZI Giuseppe

Non escludo neppure un errore materiale su quell'aspetto, non lo escludo; però mi sembra che la parte importante non sia tanto "alimentare" o "ambientale", quanto i distretti agricoli, cioè di segnalare che c'è l'esigenza di avviare la costituzione degli stessi. Penso che sia proprio un errore di battitura il resto.
E' sui distretti agricoli che gradiremmo avere un parere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

C'è una proposta di legge della Giunta per quanto riguarda i distretti agricoli, depositata già da molti mesi.
Oggi come oggi, evidentemente, i distretti non sono ancora definiti motivo per cui non mi sembra che sia così trasferibile nel testo di una legge l'individuazione di distretti che dobbiamo ancora costituire. C'è però un testo di legge - ripeto - proposto dalla Giunta sui distretti agricoli.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Si può mettere, però.



PRESIDENTE

Cerchiamo di limitare al massimo gli interventi, Consigliere Chiezzi.
Le do la parola per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Correggo l'emendamento. Dato che distretto agricolo è un termine che ha una connotazione precisa - Assessore, quando dico "distretto agricolo" non parlo di un'entità che non esiste, parlo di entità che esiste - poi la si deve disegnare sul territorio. La vostra legge disegnerà sul territorio i distretti agricoli.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura (fuori microfono)

Più che noi, l'IRES.



CHIEZZI Giuseppe

Comunque, disegneremo i distretti agricoli.
Questo emendamento, come lo correggo, vorrebbe solo inserire, dopo "interventi per l'applicazione di misure", l'espressione "commisurate alle esigenze dei vari distretti agricoli individuati in ambito provinciale".
Non è che li individua, ma cita il fatto che questo trasferimento si riferisce a interventi, a misure agro-alimentari, e citiamo, già in questa legge, i distretti agricoli come entità che esiste. Oltretutto, se lei dice: "Stiamo già per discutere una legge che li istituisce", mi sembra allora proprio utile richiamare il concetto di "distretto agricolo", in questa legge perché è un fatto strutturale organizzativo importante, non vedo controindicazioni. Cioè aggiungere solo: "commisurate alle esigenze dei vari distretti agricoli individuati in ambito provinciale". Citiamo già qui che la politica passerà attraverso l'utilizzazione di questi ambiti territoriali idonei a gestire una politica agricola.
Penso che, togliendo il resto, sia di maggiore aiuto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Probabilmente, c'è una diversa concezione. Noi partiamo dal discorso "trasferiamo a chi e quali competenze". Il collega Chiezzi introduce cose che sono sicuramente accettabili da un punto di vista di carattere generale (così come aveva sottolineato, per altri aspetti, il collega Bellion), ma che a mio modo di vedere, non essendoci ancora trasferite, non possono essere oggetto di trasferimento in questo momento. E' solo una questione credo - di concezione relativa a questo provvedimento.
Sulle questioni di carattere generale posso anche convenire, ma nello specifico no. Ad esempio, stando alla discussione che abbiamo fatto prima per quanto riguarda le infrastrutture rurali, nella legislazione agraria del nostro Paese non ci sono le fognature!



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Male! Votiamo un ordine del giorno in cui chiediamo che siano immesse! Pronunciamoci!



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sarà sicuramente una défaillance, però noi dobbiamo stare attenti a certi tipi di realtà.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Grazie. Intervengo per dichiarazione di voto su questo emendamento.
Condivido la formulazione della proposta nel disegno di legge per quanto riguarda misure agro-ambientali e quindi non modificherei in agro alimentari. Ma sono altrettanto d'accordo sull'estensione, che fa nell'emendamento il collega Chiezzi, non solo al trasferimento, ma anche alla forma organizzativa e all'entità, nell'ambito della quale commisurare gli interventi, che per noi, in futuro, saranno sicuramente i distretti.
E' vero che non c'è ancora la legge ed è altrettanto vero che la proposta è già pronta, però si può anche esprimere una volontà senza fare riferimento ad una legislazione che non c'è. Esprimere la volontà che anche l'agricoltura sia individuata, dal punto di vista della gestione e dell'organizzazione, nel distretto, mi pare corretto.
Io questo lo condivido e lo condivide anche l'Assessore. C'è solo da capire per quale ragione noi, se vi è una ragione seria, non possiamo anticipare, non richiamando - ripeto - una legge, ma una forma organizzativa, un'entità gestionale, in questo provvedimento che ci auguriamo duri nel tempo e sia completamente attuato. Nel frattempo arriveranno anche le leggi di settore dei distretti e la legge di carattere generale.
Non vedo una contraddizione. Vedo invece un'indicazione che si dà oggi alle Province dicendo sostanzialmente che avranno questa competenza, ma dovranno rispettare degli ambiti, e noi gli ambiti li indichiamo già saranno i distretti. Non citiamo la legge, ovviamente, perché non c'è.
Se non c'è una contrarietà e una contraddizione di carattere burocratico e amministrativo di questo tipo, non vedo dal punto di vista politico la difficoltà di accogliere questa parte dell'emendamento.
Io lo voto, solo per la seconda parte.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, consideri corretto l'errore materiale.



PRESIDENTE

Lo rileggo corretto: 7) al comma primo, la lettera l) è così sostituita: "l) interventi per l'applicazione di misure agro-ambientali commisurate alle esigenze dei vari distretti agricoli individuati in ambito provinciale, compresa l'agricoltura biologica".
Praticamente, si cambia solo la parola "agro-alimentari" con "agro ambientali".
Dopo tutta la discussione, quale valutazione esprime la Giunta?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Ritorna il discorso dei distretti, cioè che non ci sono e non ci saranno dappertutto sul territoriale provinciale. Questo è il problema!



(Commenti dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Noi dobbiamo trasferire ad un altro Ente, la Provincia, cose che oggi fa la Regione. Questo è il compito di questo provvedimento.
Indubbiamente, da un punto di vista generale, capisco il discorso che viene fatto dai colleghi, però non mi pare che questo discorso debba essere contenuto in questo provvedimento.
Scusate, ma io non riesco ad inserire mentalmente quello che voi proponete. Questo provvedimento ha un solo scopo: quello di dare delle funzioni che svolge oggi la Regione alle Province o ad altri Enti! Mi sta bene il discorso di carattere agricolo generale, però nello specifico occorre agire diversamente. Bisognerà senz'altro porre mano a qualche normativa di modifica che abbiamo già in itinere, ma non vedo la possibilità di inserirla in questo provvedimento.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione.



SIMONETTI Laura

Chiediamo la votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione dell'emendamento n. 7, modificato per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 11 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al comma primo, lettera n), viene aggiunta in coda l'espressione "finalizzate all'elaborazione di piani programmatici provinciali rivolti prevalentemente allo svolgimento delle funzioni di cui alle lettere a), b) e c) di questo comma, nonché in generale allo svolgimento delle funzioni attribuite alle Province ai sensi della presente legge".
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Fermo restando le concezioni diverse, la Giunta è disposta ad accettare l'espressione "rivolte prevalentemente allo svolgimento delle funzioni attribuite alle Province".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Mi è sorto un dubbio, Assessore, ma è veramente questa della lettera n), comma primo, dell'art. 2, materia trasferita? Cioè la rilevazione statistica nazionale e regionale è veramente materia trasferita o non solo delegata? Cioè lo Stato trasferisce alla Regione e la Regione alle Province?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Rispondo alla collega Bortolin. L'Istituto Nazionale di Statistica ogni qualvolta ha bisogno di dati statistici fa una convenzione con la Regione Piemonte per effettuare i rilievi necessari che vengono poi rimborsati.
Noi, sostanzialmente, questa materia la trasferiamo alle Province con questo tipo di normativa.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

BORTOLIN Silvana (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Non è un trasferimento!



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Se loro lo chiedono a noi, noi lo giriamo alle Province! Se non abbiamo più gli uffici, mi volete dire come possiamo svolgere tutti i compiti? Qui bisogna chiarire la questione dell'entità numerica del personale e degli uffici!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.
Vi pregherei però, signori Consiglieri, di mantenere il dibattito a livello di aula, se fosse possibile, e non di Commissione.
Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore ha detto: "se loro lo chiedono a noi, noi lo chiediamo alle Province". Però, se la materia è trasferita, loro non lo chiedono più a noi. Se noi trasferiamo non ci chiedono proprio più niente! A questo punto chiedono direttamente alle Province, a noi non chiedono più nulla.
Sono un po' perplesso che ci sia un trasferimento su questa materia.
Era uno dei tre punti di cui parlavo all'inizio: secondo me di questa lunga elencazione, per quanto riguarda tre lettere ho qualche dubbio a pensare che il trasferimento sia la cosa giusta da fare. Questa era una delle tre.
Continuo ad avere dei dubbi.
Potrebbe spiegarmi la nuova concatenazione degli eventi?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Nella prima stesura era nella logica della delega. Adesso, accogliendo parzialmente l'emendamento - direi migliorativo - presentato dal Gruppo Comunista, rientra nelle competenze che vengono trasferite.



PRESIDENTE

Provo a leggere l'emendamento nella versione modificata proposta dall'Assessore: 8/A) al comma terzo, lettera e), viene aggiunta in coda l'espressione "finalizzate all'elaborazione di piani programmatici provinciali rivolti prevalentemente allo svolgimento delle funzioni di cui alle lettere a), b) e c) di questo comma, nonché in generale allo svolgimento delle funzioni attribuite alle Province ai sensi della presente legge".



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

No, non è così.



PRESIDENTE

Il Consigliere Angeli intende portare un contributo; ne ha facoltà.



ANGELI Mario

Voglio portare un contributo in questo senso: chiederei al Consigliere Chiezzi di ritirare l'emendamento presentato e di trasferire questa dicitura, così com'è, nelle deleghe.



CHIEZZI Giuseppe

Concordo. Viene trasferito come emendamento pari pari al comma 3: diventa un emendamento aggiuntivo al comma 3, lettera e). Pertanto ritiriamo l'emendamento al comma 1, lettera n).



PRESIDENTE

La dicitura "rilevazione statistiche nazionali e regionali" diventa lettera e) del comma terzo.
Cosa ne pensa l'Assessore?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sono d'accordo su tale formulazione.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 8) così formalizzato: 8) all'art. 2, comma terzo, lettera e), viene aggiunta in coda l'espressione "finalizzate all'elaborazione di piani programmatici provinciali rivolti prevalentemente allo svolgimento delle funzioni di cui alle lettere a), b) e c) di questo comma, nonché in generale allo svolgimento delle funzioni attribuite alle Province ai sensi della presente legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al comma primo, lettera q), viene aggiunta in coda l'espressione "ferme restando le funzioni già attribuite ai Comuni ai sensi dell'art. 1, comma terzo, lettera b), del DL 5/3/1989 n. 60".
Chiedo se questo emendamento può intendersi ricompreso nell'art. 4.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 9) è pertanto ritirato.
9/A) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: al comma primo, sono aggiunte le seguenti lettere: "s) ex testo, comma terzo" "t) ex testo, comma terzo" "u) ex testo, comma terzo" "v) ex testo, comma terzo".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 9/A) è pertanto ritirato.
10) Emendamento presentato dai Consiglieri Bellion, Bertoli, Riba e Gatti: al punto 1), dopo la lettera r), è aggiunto il seguente punto: "s) interventi riguardanti irrigazioni e bonifiche in ambito locale".
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Al più presto si dovrebbe discutere il testo di legge in materia di consorzi di irrigazione e bonifica. Pertanto, non accolgo l'emendamento anche perché dovrebbe essere compreso nell'art. 5.2, punto 1), delle competenze che rimangono alla Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Le considerazioni dell'Assessore le riteniamo valide. Intendiamo per ribadire e sottolineare che l'emendamento tratta gli aspetti legati all'irrigazione esclusivamente locale.
Comunque, siamo disponibili, non solo alla luce del fatto che esiste un provvedimento di legge, ma anche un ordine del giorno che seguirà alla discussione del testo di legge, a ritirare l'emendamento riservandoci di presentarne uno analogo sul testo attualmente in discussione in Commissione.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 10) viene ritirato.
10/A) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al punto 2), la parola "attribuito" è sostituita dalla parola "delegato".
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Credo non sia accoglibile, perché dopo tutta la mattinata passata a discutere su questi punti l'emendamento non mi sembra accettabile. Abbiamo detto che rimane "attribuito", dopo una lunga discussione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin, che illustra l'emendamento.



BORTOLIN Silvana

Esprimo la difficoltà ad accettare quest'ultima osservazione dell'Assessore, stante il fatto che, a quanto risulta, la Giunta aveva accolto gli emendamenti presentati dal collega Cavaliere.
Ieri sera l'Assessore si era espresso in quei termini. C'è un ripensamento che crea ovviamente dei problemi. Lei, Assessore, ieri ha detto che avrebbe accolto tutti gli emendamenti del collega Cavaliere: tra "attribuito" e "delegato" la diversità l'abbiamo sentita, è materia abbastanza delicata. Manca anche il Consigliere Viglietta: credo che l'intenzione dei colleghi fosse proprio quella di non trasferire alle Province, ma di delegare mantenendo un ruolo forte da parte della Regione in tutta la materia. Io non posso proseguire nella discussione se si cambia il giudizio della Giunta, dopo che ieri sera - credo la registrazione possa confermarlo - ha accolto questi emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Mi pare che esprimere un giudizio immediatamente non ci permetta di tener conto della realtà complessiva, perché gli emendamenti successivi, di fatto, dovrebbero eliminare le preoccupazioni del collega Cavaliere.



BORTOLIN Silvana

Non possiamo soprassedere su questo emendamento, non portandolo in votazione e accogliendo gli altri? Eventualmente, prima del termine dell'esame della legge, con il Consigliere Cavaliere si può fare una valutazione. Non è prassi questa, lo capisco. Però l'Assessore ieri ha detto che accoglieva tutti gli emendamenti.



PRESIDENTE

Da un punto di vista tecnico non possiamo uscire dall'articolo.
Possiamo lasciarlo indietro fino a quando restiamo all'interno dell'esame dell'articolo.



BORTOLIN Silvana

Lei ha ragione. Possiamo cercare di sentire il Consigliere Cavaliere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ieri sera l'Assessore aveva accettato questi emendamenti.
Oggi abbiamo iniziato una discussione; a seguito di questa discussione abbiamo chiarito i termini contenuti nei tre commi. Adesso, giustamente, la collega Bortolin dice che l'Assessore aveva accettato l'emendamento che ora respinge; io prendo atto di questo cambiamento, non mi esprimo sulla congruità di questa decisione, però ritengo che a questo punto occorra aspettare la presenza del Consigliere Cavaliere.
Se c'è stato un accordo ufficioso presso il tavolo della Presidenza con il collega Cavaliere, direi di sospendere l'esame di questa legge.



PRESIDENTE

Sospendo due minuti il Consiglio per una verifica.



(La seduta, sospesa alle ore 17,06 riprende alle ore 17,23)



PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
La parola alla Consigliera Bortolin per una puntualizzazione rispetto all'emendamento n. 10/A, presentato dal Consigliere Cavaliere, che è in discussione.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Non siamo riusciti a raggiungere il Consigliere Cavaliere, ma abbiamo potuto sentire il Consigliere Viglietta che con Pasquale Cavaliere ha discusso a lungo questi emendamenti e ci ha garantito che significativi sono gli emendamenti successivi, di cui la Giunta mantiene l'accoglimento e che intendevano la delega, in quanto più leggera come attribuzione alla Provincia. Accogliendo gli emendamenti successivi il significato viene confermato.
Con la sottoscritta il Consigliere Viglietta si impegna a discuterne con il Consigliere Cavaliere che non è, ripeto, raggiungibile. Ci sentiamo entrambi di fare da garanti rispetto alla non accettazione di questo emendamento.



PRESIDENTE

Di conseguenza, la valutazione della Giunta sull'emendamento da "attribuito" a "delegato" resta negativa; non viene accolto dalla Giunta.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Io e il mio Gruppo ci dissociamo da questo modo di agire; prendiamo atto che vi è un Consigliere regionale che viene evocato e garantito da altri colleghi. Non posso entrare nel merito, se un patto è stato stipulato a voce sulla base della buona fede e della reciproca fiducia sull'accoglimento di questo emendamento, penso che il patto vada mantenuto.
Se così non è mi sembrerebbe che la procedura corretta dovrebbe essere quella di fare incontrare le parti che hanno pattuito e trovare una soluzione. Sento che una delle parti è al momento inconsapevole di quanto l'aula sta per decidere.
Ritengo questa una situazione di non correttezza. Ci dissociamo da questo modo di procedere.



PRESIDENTE

Ricordando quello che era stato detto in aula ieri e sentita la sostanziale linea convenuta, che è stata chiarita dalle parole della Consigliera Bortolin, credo si possa procedere.
Pongo in votazione l'emendamento n. 10/A).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 21 voti favorevoli.
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, dato che ci sono delle incertezze sul voto, chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Credo di dover passare all'appello nominale, perché non si capisce nulla...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Consigliere Cavaliere, nella parte finale dei lavori di ieri, aveva lasciato alla Presidente di Commissione di "gestire", se si può dire così la procedura d'aula degli emendamenti.
La Consigliera Bortolin, qualche minuto fa - dopo aver sentito telefonicamente il Consigliere Viglietta e tentato inutilmente di farlo anche con il Consigliere Cavaliere - ha ritenuto che l'accoglimento degli emendamenti successivi potesse rendere compatibile l'intesa. In questo senso, le chiedo se vuole ribadirlo, perché non vorrei usare parole diverse da quelle che lei ha pronunciato.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Ripeto all'aula quanto ho detto e sottolineo la responsabilità che la Giunta e l'Assessore si assumono nel venir meno ad un impegno che hanno preso nei confronti del Consigliere Cavaliere, anche perché credo difficile delegare materie che altre leggi invece attribuiscono.
Assessore, prima di impegnarsi ad approfondire l'argomento, mi consenta di rivedere il comma secondo dell'art. 2 così come risulterà, una volta che saranno approvati gli emendamenti. Per intendere, anche come Consiglio, che l'attribuzione alle Province in materia rimarrà poca cosa. Quindi rimane alla Regione la definizione del piano faunistico e le Province non possono definire le zone di protezione se non sulla base del piano regionale.
L'attribuzione della lettera e) "Autorizzazioni per lo svolgimento di corsi in materia di caccia e pesca", non credo che comprometta la politica sulla caccia che i colleghi sostengono e che noi condividiamo. La lettera f) riguarda le autorizzazioni per l'istituzione di centri di riproduzione per il recupero della fauna selvatica, sentito il parere delle Comunità montane, se in territorio montano. L'ulteriore modifica, al punto g) "Autorizzazioni per la cattura, l'inanellamento e l'utilizzo della fauna a scopo scientifico...", rimane così com'è. Il punto h), "Diritti esclusivi di pesca e relativi usi civici", altrettanto. Il punto i) diventa "Attività ispettive in materia di caccia e pesca ai sensi dell'art. 51 della L.R. n.
70/96", cioè anche in presenza delle attribuzioni si sottolinea la responsabilità di programmazione, di pianificazione e di rispetto delle leggi regionali.
Per cui mi sento sufficientemente tutelata perché la politica complessiva che il Consigliere Cavaliere voleva esprimere con questi emendamenti viene esplicitata totalmente. Voglio che quanto ho detto rimanga a verbale, perché è quanto abbiamo sottolineato anche con gli altri colleghi.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, credo che le parole della Consigliera rendano chiaro il comportamento da assumere.
Votiamo per appello nominale per chiarezza, mi pare che sia doveroso.
Stiamo votando, avevamo fatto una votazione, ma c'erano stati dei dubbi di interpretazione.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Se, ovviamente, le opposizioni rifiutano in modo compatto questa definizione, questo percorso diventa difficile. Credo che il Consigliere Chiezzi, visto che molti dell'opposizione erano assenti prima, espliciti la posizione che ha sostenuto all'inizio, che era quella di rinviare alla prossima settimana l'esame del provvedimento, in attesa della presenza del Consigliere Cavaliere.
Vorrei però che su questo si pronunciassero tutti, perché diventa difficile, anche per una piccola parte dell'opposizione, sostenere un parere contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, avevo chiesto la parola prima che lei indicesse la votazione per fare questa proposta. Mi rivolgo in particolare al Presidente Ghigo. Riterrei conveniente ed opportuno che, a fronte di una questione che rimane delicata, perché stiamo parlando di emendamenti in assenza di due colleghi che li hanno firmati, come in presenza di una collega che si fa carico di rappresentare le loro ragioni, di cui non dobbiamo dubitare, per la questione rimane un po' delicata lo stesso, perché il peso caricato sulla collega (rappresentare ragioni di altri) non è un peso leggero, e probabilmente i due colleghi assenti gradirebbero essere presenti a questa discussione. Dato che la legge è ormai in porto (c'è ancora qualche discussione da fare, però è una legge che alla fine è arrivata in aula ed è stata già discussa), la sua discussione terminerà, ma riterrei più conveniente, prudente e corretto sospendere l'esame di questo provvedimento di legge, attendere la prossima settimana, quando saranno presenti i colleghi Viglietta e Cavaliere, e con loro dipanare la matassa.
Riterrei questa soluzione la più prudente anche perché è una legge che giunge con molto ritardo. Una settimana in più non cambia assolutamente nulla e possiamo procedere tutti insieme su una questione sulla quale c'è dibattito in corso; non dibattito fazioso tra maggioranza e minoranza, ma dibattito fra tutti noi.
Quindi, inviterei il Presidente Ghigo a riflettere sull'opportunità di rimandare l'approvazione della legge alla prossima settimana. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Ho chiesto la parola affinché non ci siano fraintendimenti a interpretazioni da dare alle posizioni del nostro Gruppo.
Noi, come abbiamo anticipato, non siamo d'accordo su questo testo di legge, rispetto al quale voteremo contro. Consideriamo però utile che ci sia stata una convergenza della Giunta, della maggioranza e dell'Assessore su un ordine del giorno che definisce il rispetto di alcune scadenze e di elementi significativi di definizione dei trasferimenti da effettuare agli Enti locali. Pertanto, relativamente a questo aspetto, prendiamo atto che la legge non corrisponde in parti significative al nostro orientamento ed esprimiamo il nostro voto contrario.
Nello sviluppo di questo dibattito il collega Cavaliere ha richiesto alcuni elementi di modifica della legge che, dal nostro punto di vista costituiscono un elemento di notevole arretramento rispetto alla sua capacità di corrispondere ad una legge di devoluzione, attribuzione trasferimento o delega di funzioni agli Enti locali.
Questa è un'intesa che si è definita tra il collega rappresentante di un indirizzo culturale sulla materia della caccia e della pesca, che ha trovato la convergenza con la posizione, in modo particolare, del Consigliere Viglietta, che è un esponente informato di quella partita. La convergenza non è casuale perché l'uno e l'altro, per motivi diversi vogliono che la materia della caccia sia gestita in maniera apicale e centralistica dalla Regione - gli uni e gli altri. C'è un'idea di gestione dirigistica e centralistica della caccia. Si può essere d'accordo, non d'accordo, io ho detto che questa non è la nostra posizione, ma ho "consigliato" - è un termine assolutamente improprio - che se questa era la posizione che si voleva assumere, non c'era alcuna obiezione da parte nostra.
Il nostro voto che era contrario alla legge, rimane contrario magari per questa ulteriore ragione, ma non cambia niente.
Vorrei rivolgermi ai colleghi che hanno posto la questione alle minoranze di assumersi o non assumersi delle responsabilità. Non è un problema, Presidente della Commissione, delle minoranze o quanto meno della nostra minoranza di votare degli emendamenti finalizzati a definire una posizione di modifica della legge sulla base di una intesa intercorsa tra alcuni Gruppi, rispetto alla quale noi non abbiamo obiezioni sennonché non è la nostra posizione.
Credo che i Gruppi che hanno definito quell'intesa possano sicuramente votare quell'emendamento in modo particolare la maggioranza, lo dico andando oltre quella che sarebbe la funzione del mio atteggiamento su questo argomento, dopodiché la legge rimane modificata sulla base di quella intesa, ma per noi sostanzialmente non cambia la nostra posizione di voto.
Vorrei essere però molto franco: come faccio a votare un emendamento che arretra la posizione della legge essendo la posizione già arretrata tanto da indicarci, in qualche maniera, un voto negativo sull'articolo. Mi sembra assolutamente chiaro. Chi ha definito l'intesa, ovviamente vota l'emendamento, la legge è modificata di conseguenza. Il problema non mi sembra ostativo alla prosecuzione del lavoro di esame della legge dopodiché la posizione del nostro Gruppo rimane comunque assolutamente quella che avevamo già definito.
Rispetto a quegli emendamenti credo che non possiamo che astenerci dalla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Grazie, Presidente. Stavo dicendo prima alla Consigliera Bortolin che questa legge mi sta costando un sacco in telefonate, visto che abbiamo sentito il Consigliere Viglietta a Parigi col mio telefono, perché il suo l'ha dimenticato. Comunque, a parte la battuta, c'è l'assenso di Viglietta per andare avanti.
Io però esprimo una posizione diversa: mi preoccupa moltissimo il ragionamento di procedere su questa legge senza la presenza dei Consiglieri che hanno presentato e concordato degli emendamenti. Mi rendo conto che la questione dell'attributo, come è stato detto questa mattina, sembrava una cosa scontata e che fosse, in base alla legge n. 142, definita in quel senso. Seguendo un certo tipo di ragionamento, visto che il Consigliere Riba si è addentrato su quella che sarà la votazione finale della legge credo che anche il nostro Gruppo voterà contro questa legge, perché la riteniamo, come già abbiamo espresso più volte in Commissione, ancora arretrata, non certo per quello che diceva il Consigliere Cavaliere, col quale posso essere più o meno d'accordo su alcuni aspetti particolari degli emendamenti successivi. Non sono d'accordo su tutti gli emendamenti presentati e quindi mi riserverò, lo dico a titolo personale, di votarli o di non votarli.
Su questa questione particolare, credo che se si pone in votazione questo emendamento ("attribuito" e "delegato") il nostro Gruppo non parteciperà al voto.
Faccio anch'io la richiesta che ha avanzato il Consigliere Chiezzi di rinviare la discussione di questa legge alla prossima settimana, quando sarà presente il Consigliere Cavaliere.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per entrare nel merito di questi emendamenti che hanno trovato una convergenza, come diceva il Consigliere Riba, fra due filosofie contrapposte (quella del Consigliere Viglietta per quanto concerne la caccia e quella del Consigliere Cavaliere), è chiaro il fatto che i due Consiglieri non siano presenti. D'altro canto però, noi come maggioranza possiamo farci carico di quelle che sono le istanze e poi l'Assessore assumerà una proposta di cui si farà garante. La Consigliera Bortolin, che è stata incaricata dal Consigliere Cavaliere, è in un certo senso su questa posizione che si riferisce al primo emendamento. Dal momento che gli emendamenti più significativi sono tutti i successivi che verranno accettati dalla Giunta, io personalmente propongo, anziché di rinviare l'esame, di fare uno sforzo e di procedere nell'esame del testo di legge.
Credo che l'impegno che si assumerà l'Assessore possa essere dirimente sulla volontà di mantenere completamente l'impegno che ieri si è assunto nei confronti del Consigliere Cavaliere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Mi assumo l'intera responsabilità se non accolgo in questo momento l'emendamento del collega Cavaliere che propone di sostituire la parola "attribuito" con "delegato".
Credo di essere in buona fede, perché penso che tutti gli altri emendamenti che il collega Cavaliere ha proposto, di fatto annullino questo tipo di problema. In tal senso, mi assumo la responsabilità, sperando di poter chiarire con il collega Cavaliere che questo non è un atto né di voler cambiare le carte in tavola né di disattendere quelle che erano le sue indicazioni. Vedremo come andranno le cose, per cui ognuno avrà le sue responsabilità.



PRESIDENTE

Chiedo all'aula se ritiene compatibile un percorso che ritengo che in quest'aula sia già stato fatto, anche se non ne sono sicurissimo, comunque non lo ritengo incompatibile con il nostro Regolamento.
La proposta è di passare, con il consenso dell'aula, all'esame degli articoli successivi, cioè esaurire tutti gli articoli tranne l'art. 2, per il quale c'erano questi emendamenti che sono oggetto di discussione e sui quali potrebbero esserci stati dei fraintendimenti e perciò inviare alla successiva riunione l'esame e la votazione dell'art. 2 e la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.



CHIEZZI Giuseppe

Su questa procedura vorrei sentire il parere degli uffici.



PRESIDENTE

Questo ragionamento - comunque sentiamo gli uffici, Consigliere Chiezzi lo ritengo compatibile, in quanto in coda all'articolato previsto è sempre possibile inserire un nuovo articolo che per coordinamento va a variare il testo degli articoli precedenti. Non voglio comunque dare interpretazioni di stretto diritto.
Chiedo agli uffici se ritengono compatibile la procedura proposta.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Questa ipotesi, è una mia valutazione, credo che sia possibile, perch negli articoli successivi non ci sono riferimenti espliciti all'art. 2.
quindi all'articolo che terremmo in sospeso.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La mia proposta pare non abbia incontrato grande interesse, la ritiro.
La Giunta ritiene di poter andare avanti, rispettando la sostanza degli impegni assunti con la votazione degli emendamenti. Questo è il senso che la Giunta ha espresso, me lo conferma con un cenno di assenso il Presidente Ghigo.
Si proceda quindi alla votazione dell'emendamento n. 10/A) per appello nominale, in quanto c'era stata un'incertezza sull'espressione di voto.



(Il Consigliere Segretario Toselli procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 25 hanno risposto NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri L'emendamento è respinto.



CHIEZZI Giuseppe

Chi non partecipa alla votazione, come viene computato?



PRESIDENTE

I Consiglieri che dichiarano di non partecipare alla votazione non vengono computati ai fini del risultato.
10/B) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma secondo, sono abrogati i punti a) e b) modificando le lettere alfabetiche degli altri punti.
La Giunta accoglie tale emendamento.
Lo pongo pertanto in votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Con calma, Presidente! Noi non abbiamo partecipato a questo patto; n ieri né oggi!



PRESIDENTE

E' un emendamento che la Giunta ritiene di accogliere; ci sono dichiarazioni di voto?



(Commenti dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti)



PRESIDENTE

E' un emendamento che abroga i punti a) e b), conseguentemente si modificano gli altri.



CHIEZZI Giuseppe

Bisogna spiegarlo perché non si capisce! Non è che si abroga un pezzo di legge, così! Perché è abrogato?



PRESIDENTE

Consigliera Bortolin vuole illustrare la ratio come Presidente della Commissione in quanto conosce il senso dell'emendamento? Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

E' meglio che riordiniamo le idee.
Il comma secondo recita che ai sensi di un articolo della Legge n. 142 è attribuita alle Province una serie di funzioni amministrative.
Come è stato rappresentato questa mattina dall'Assessore, questa è la trascrizione di una previsione di legge nazionale, non soggetta quindi a discussione. Così è andata questa mattina, infatti il mio Gruppo non ha discusso questo comma, perché registrava semplicemente le attribuzioni previste dalla Legge n. 142.
Adesso - se capisco bene! - le lettere a) e b) vengono eliminate dall'attribuzione alle Province, in base alla Legge n. 142. Allora io mi chiedo: ma è possibile che noi eliminiamo la previsione di legge della Legge n. 142 in materia di attribuzione di funzioni amministrative alle Province? Mi sembra di no. Non possiamo con una legge regionale cambiare la legge nazionale che invochiamo come legge dalla quale deriva questa normativa! Come facciamo a togliere due attribuzioni della Legge n. 142? Primo.
Secondo: facendolo, cosa succede di queste due attribuzioni? Dove vanno?



(Commenti dell'Assessore Bodo)



CHIEZZI Giuseppe

Queste cose vanno spiegate! E' tutta la mattina che ci avete impedito di discutere il comma secondo! Era intoccabile! Noi abbiamo - senza discutere! - acquisito questa informazione di cui non eravamo a conoscenza, e abbiamo detto: "va bene, i commi secondo e terzo non si toccano".
Adesso voi addirittura abrogate due lettere del comma secondo! Spiegateci per cortesia cosa stiamo facendo! Spiegatecelo però, perch abbiamo lavorato tutto il giorno, mi sembra con intenti collaborativi.
Spiegateci il senso di questa modifica: dove finiscono quelle attribuzioni della Legge n. 142? Da qualche parte andranno!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

In modo molto sintetico, il significato dell'emendamento a firma del Consigliere Cavaliere, non solo di questo, ma anche di quelli successivi, è di mantenere in ambito regionale l'attribuzione, ad esempio, per il "rilascio di nuove concessioni di aziende faunistico-venatorie" e l'approvazione dei piani di ripopolamento ed abbattimento in materia di caccia e pesca. Di mantenere le attribuzioni nell'ambito della Regione: di questo si tratta!



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



BORTOLIN Silvana

Si ritiene che tali attività, per essere autorizzate, e i piani di ripopolamento, per essere approvati, necessitino di una visione di carattere generale e di una limitazione che la Regione meglio può fare rispetto alle Province; questo è il senso degli emendamenti.
Per quanto riguarda l'art. 14 della Legge n. 142, mi pare di ricordare che non sia obbligatoria l'attribuzione, ma che sia facoltativa - se è diverso ce lo ricordate - e pertanto può essere mantenuta in ambito della Regione.



PRESIDENTE

E' sufficiente questa spiegazione della Consigliera Bortolin o qualche Consigliere intende ancora chiedere la parola? Se non vi sono richieste di parola passiamo alla votazione.



CHIEZZI Giuseppe

No, no. Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Abbiate pazienza, colleghi. E' stato rifiutato l'emendamento precedente che semplicemente delegava alle Province materia che la Legge 142 attribuiva, cosa che è stata respinta, perché se la Legge n. 142 attribuisce, si è detto, anzi avete detto, che non si può delegare.
Quell'emendamento, probabilmente, era un emendamento di riserva, di salvataggio, perché era l'unico modo di venire incontro alle proposte che facevano i colleghi, era l'unico modo, molto discutibile, tant'è che l'avete respinto! Rimaneva comunque l'unico modo, di certo il modo non pu essere quello di un emendamento soppressivo di competenze che la Legge n.
142 dà alle Province! Questo non è possibile! La Legge 142 è vigente: attribuisce quelle competenze! Al massimo, la via traversa era quella di dire "invece di attribuire, deleghiamo" e i colleghi, mi sembra, che potevano aver proposto questo come elemento ultimo di tutela, atteso che gli altri emendamenti non potevano essere approvati in quanto demolivano una competenza di legge nazionale.
La cosa si ingarbuglia sempre di più, colleghi. Questa rischia di essere una legge che verrà rimandata a casa.



PRESIDENTE

Vi sono altri interventi?



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, io richiedo di sospendere la discussione e rinviarla ad altra data. Chiedo il voto per appello nominale su questa proposta formale.



PRESIDENTE

Visto che sono investita della Presidenza accetto anche questa proposta. Verifichiamo se è il caso di sospendere e rinviare ad altra data anche se personalmente non ne vedo l'utilità.
Presidente Deorsola, visto che lei è il Presidente del Consiglio ed è in aula, vorrei che si facesse carico di questa decisione, in quanto presente in questo momento e quindi con più autorità di me.



(Il Presidente Deorsola suggerisce di sospendere brevemente la seduta)



PRESIDENTE

Chiedo una sospensione di cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18.03 riprende alle ore 18.09)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Possiamo riprendere i nostri lavori. Ho sentito la Giunta, credo sia opportuno che l'esame del disegno di legge n. 392 prosegua in una prossima riunione.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Gruppi consiliari

Comunicazione del Presidente del Consiglio relativa alla costituzione del Gruppo regionale "Partito Democratici - l'Ulivo"


PRESIDENTE

Desidero nel contempo portare a conoscenza dell'aula che si è costituito il Gruppo consiliare "I Democratici L'Ulivo" che fa riferimento alla collega Bortolin, che pertanto lascia il Gruppo Misto.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame disegno di legge n. 460: "Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica" (rinvio)


PRESIDENTE

Propongo quindi di passare al punto 9) dell'o.d.g. e cominciare a incardinare l'esame del disegno di legge n. 460 con la relazione in modo che si possa successivamente avviare la discussione generale.
Relatore è il Consigliere Rossi al quale chiedo se è possibile dare la relazione per letta. L'Assessore desidera fare una puntualizzazione sul provvedimento?



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Possiamo dare per letta la relazione e l'Assessore svolgerebbe un intervento sul punto, col consenso dell'aula.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Allora il relatore svolge la relazione e poi l'Assessore, se ritiene potrà intervenire. In qualche modo avevo raccolto una non contrarietà.
Il Consigliere Chiezzi chiede la parola, immagino non per la relazione perché relatore è il Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, qui nell'emiciclo lei ha raccolto una non contrarietà allo svolgimento della relazione in modo da "incardinare", come lei ha detto questo progetto di legge. A me va bene, però lei ha parlato di lettura della relazione: questo è l'incardinamento. Dopo la relazione sospendiamo e l'Assessore in una prossima seduta, forse anche più acconcia, farà una prolusione. Gradirei pertanto che venisse letta la relazione perché non la conosco.



PRESIDENTE

Chiedo al relatore, Consigliere Rossi, di svolgere la relazione.



ROSSI Giacomo

Possiamo darla per letta, visto che ho male alla gola e dovrei leggere otto pagine? Grazie.



PRESIDENTE

A questo punto diamo per letta la seguente relazione: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, il sistema turistico del Piemonte presenta nel suo complesso caratteri di staticità e di contraddizione tipici di tutto il comparto turistico italiano. Le caratteristiche socio - economiche della nostra Regione (alto livello di sviluppo economico e industriale, area prevalentemente esportatrice di turismo) hanno comportato che certi fenomeni si siano rilevati in anticipo e in modo più accentuato rispetto alla tendenza nazionale. Si è pertanto avuto in questi ultimi lustri una riduzione in Piemonte sia di posti letto che di presenze turistiche in strutture ricettive, a fronte di un notevole incremento della domanda e di flussi turistici in generale.
L'incremento della mobilità turistica ha banalizzato le località e le risorse turistiche più vicine al luogo di residenza dell'utenza riservandone la fruizione a brevi periodi e all'uso pendolare giornaliero.
La trasformazione e la caduta della domanda interna non sono inoltre state compensate da un flusso di domande esterne al territorio regionale non attratte da motivazioni turistiche sufficientemente forti e qualificate.
Dopo il boom degli anni '70 delle stazioni turistiche, per la verità abbastanza effimero e mai consolidatosi anche per il negativo andamento meteorologico degli anni '80, non si sono affermati in Piemonte nuovi elementi di attrattiva turistica in grado di accentuare la dinamicità del settore turistico e fornire un impulso di crescita per sostituire i segmenti turistici in fase di contrazione. Solo i maggiori laghi si sono confermati come prodotto turistico di punta del Piemonte, che ha seguitato a rinnovarsi e mantenere le sue posizioni.
Lo sviluppo del turismo congressuale e del turismo di affari in genere ha consentito di migliorare i conti economici e ha favorito la qualificazione delle strutture alberghiere di alcun aree, senza tuttavia fornire un impulso determinante per la realizzazione di nuove strutture ricettive e per l'incremento delle presenze turistiche: questo vale soprattutto nell'area metropolitana che avrebbe dovuto beneficiare in misura maggiore della crescita del segmento turistico citato.
Alla crisi del turismo montano invernale fa riscontro una certa riscoperta della domanda nei confronti del turismo montano estivo la cui offerta presenta tuttavia connotati di accentuata obsolescenza e staticità al pari di quella termale che, solo laddove ha saputo rinnovarsi e riqualificarsi, ha recuperato quote di mercato.
Gli elementi turistici per i quali vi è stata negli anni '80/'90 una forte crescita di domanda sono la natura, l'ambiente e l'agriturismo risorse di cui il Piemonte e ricco.
Tuttavia, tali potenzialità non dispongono di un tessuto di strutture turistiche sufficienti sia in termini quantitativi che qualitativi a far assumere a questo settore un peso determinante per la crescita complessiva del turismo in Piemonte.
La presente legge intende dotare la Regione di uno strumento sufficientemente flessibile per poter coglier le varie opportunità di sostegno finanziario con un taglio programmatico e progettuale.
L'innovazione non deriva esclusivamente dall'applicazione del disegno di legge n. 123/98 (contenente disposizioni per la razionalizzazione degli interventi di sostegno pubblico alle imprese) bensì all'individuazione dell'offerta come prodotto turistico da implementare, migliorare e qualificare.
Sarà infatti compito della Regione, attraverso lo strumento programmatico annuale, governare tale processo favorendo gli interventi in un'ottica di sistema turistico.
Al fine di favorire la crescita dei sistemi locali, l'integrazione, il completamento e l'equilibrio delle varie componenti dell'offerta complessiva, si intende consentire alle piccole e medie imprese (ditte individuali, società, società cooperative) operanti nei settori del turismo, della ristorazione e dei servizi a supporto del tempo libero, ivi compresi gli impianti di risalita, di ottenere finanziamenti per ampliare la propria attività o crearne delle nuove. Di notevole rilievo può essere considerato l'inserimento della ristorazione nell'offerta turistica quale punto d'arrivo di un'enogastronomia di altissima qualità. Importante risulta inoltre l'attenzione agli impianti di risalita, essenziali per un'effettiva politica di sviluppo infrastrutturale.
Dal punto di vista finanziario, è intenzione della Regione di stanziare 150 miliardi in cinque anni, con la previsione di sviluppare investimenti per circa 1.000 miliardi. Si tratta pertanto di un provvedimento da ritenersi di fondamentale importanza per l'effettiva realizzazione di un'industria piemontese del turismo.
L'articolato originario del provvedimenti è stato emendato in sede di Commissione, al fine sia di migliorare la formulazione di alcune disposizioni normative sia di conformare il testo alle osservazioni emerse da un confronto tra la Giunta regionale e la Direzione generale V della Commissione UE.
Di seguito si dà luogo ad una breve illustrazione degli articoli (14) che compongono il testo del provvedimento.
Nell'art. 1 sono individuate le finalità, consistenti nel favorire e sostenere lo sviluppo, il potenziamento e la qualificazione dell'offerta turistica mediante interventi a favore delle attività imprenditoriali del turismo, del tempo libero e del commercio che operano in stretta connessione nel settore turistico.
In sede di Commissione è stato aggiunto il nuovo art. 2 che, oltre ad attribuire agli Enti locali il coordinamento integrato delle proposte progettuali, tende a distinguere in modo netto e inequivocabile, in accoglimento delle osservazioni dell'UE, il regime di aiuto alle imprese dal supporto pubblico agli Enti locali che si concretizza mediante la corresponsione a questi ultimi degli oneri di urbanizzazione derivanti dagli investimenti dei beneficiari della presente legge.
Tali beneficiari sono individuati all'art. 3 nelle piccole e medie imprese (come definite dalle disposizioni dell'Unione europea) che operano a favore dell'offerta turistica: come già ricordato sono ricompresi tra i beneficiari del provvedimento gli esercizi della ristorazione e gli impianti di risalita.
L'art. 4 stabilisce gli ambiti di intervento da realizzarsi in forma tale da favorire la crescita di sistemi turistici locali nonch l'integrazione, il completamento e l'equilibrio delle diverse componenti dell'offerta turistica. I contributi potranno essere concessi, tra l'altro per la formazione di nuova ricettività, l'ampliamento di quella esistente la ristrutturazione - con incremento di posti letto - di immobili già destinati all'uso ricettivo, l'adeguamento a fini ricettivi di dimore storiche, la creazione e l'adeguamento di servizi di affittacamere in case private, la realizzazione, ristrutturazione e riqualificazione di impianti e attrezzature per il turismo gestito da imprese.
Tra gli interventi sono stati aggiunti, nel corso dell'esame in Commissione, la realizzazione - anche mediante recupero di immobili esistenti - di parcheggi a supporto delle strutture ricettive e l'acquisto di immobili finalizzati alla ricettività. Relativamente ai servizi di affittacamere è stato inserito un riferimento al Titolo V della L.R. n.
31/85 (Disciplina delle strutture ricettive extralberghiere), al fine di ricondurre l'esercizio di tale attività a norme certe in attesa dell'emanazione di più precisi criteri regolamentari.
L'art. 5 affida ad un programma annuale, da realizzarsi in stretta connessione con le Province e le associazioni di categoria, il governo degli interventi previsti dalla legge, tramite l'individuazione degli obiettivi di sviluppo dell'offerta turistica, le specifiche iniziative da finanziare, le priorità degli interventi e gli ambiti territoriali, i criteri per la presentazione delle domande, il piano finanziario delle risorse.
Con l'art. 6 vengono definite le azioni di indirizzo e di coordinamento che la Regione è tenuta a svolgere tramite il programma annuale degli interventi. E' inoltre precisato che la valutazione istruttoria, da svolgersi sulla base di criteri di tipo strettamente economico (efficacia efficienza, esecutività e sostenibilità economico - finanziaria), e l'erogazione dei contributi sono affidate alla Finpiemonte S.p.A., previa stipula di apposita convenzione.
L'art. 7 definisce gli aiuti alle imprese che, nel corso dell'esame di sede di Commissione, sono stati individuati in conformità della normativa europea in materia di aiuto alle piccole e medie imprese nonché delle norme che regolano il de minimis (200 milioni in tre anni), nelle seguenti tipologie: finanziamenti agevolati, previsti per la durata di diciotto anni al fine di estendere la possibilità di accedere al finanziamento anche agli affittuari, il cui tasso annuo di interesse non potrà eccedere il tasso di inflazione, attivabili tramite un fondo di rotazione; contributi in conto capitale definiti ogni anno dal programma annuale degli interventi nei limiti consentiti dai regimi di aiuto approvati dalla Commissione europea.
L'art. 8 istituisce il fondo regionale per la qualificazione dell'offerta turistica la cui gestione sarà affidata alla Finpiemonte S.p.A. Tale fondo costituisce lo strumento essenziale per la gestione di tutte le risorse derivanti da stanziamenti della Regione, da fondi conferiti dallo Stato, da disponibilità non utilizzate, da rientri di capitale, dagli interessi e da ogni altra disponibilità pubblica o privata.
L'art. 9 definisce le modalità di monitoraggio annuale, da parte della Finpiemonte S.p.A., della gestione di tali fondi e sancisce alla Regione un ruolo di controllo e verifica sulla corretta attuazione del programma annuale degli interventi.
L'art. 10 prevede, sulla base dei dati di monitoraggio, la presentazione da parte della Giunta regionale di una relazione annuale alla competente Commissione consigliare al fine di un aggiornamento sull'andamento gestionale e sugli obiettivi raggiunti.
Nell'art. 11 è sancito il principio che le agevolazioni della presente legge non sono cumulabili con altri aiuti concessi da Regione, Enti pubblici ed Unione europea per le medesime iniziative, fatti salvi particolari casi espressamente previsti.
L'art. 12 recepisce la disposizione dell'art. 8 della legge 17/5/1983 n. 217 (Legge quadro per il turismo) che fissa il vincolo di destinazione d'uso collegato ad investimenti sovvenzionati con contributi pubblici: la durata minima di tale vincolo, nel rispetto della normativa dell'Unione Europea, è stata prevista in dieci anni.
Nell'art. 13 vengono indicati il termine per la presentazione delle domande di finanziamento - sessanta giorni dalla pubblicazione del programma annuale degli interventi sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte - e l'Ente cui le stesse devono essere indirizzate - Finpiemonte S.p.A. Viene inoltre introdotta espressamente la procedura valutativa a sportello, ai sensi dell'art. 5, comma terzo del DL n. 123/98. E' stata infine inserita la clausola che la concessione degli aiuti previsti dal presente provvedimento sarà disposta solo a seguito del parere favorevole dell'Unione europea sulle misure di aiuto previste.
Infine, l'art. 14 definisce le norme finanziarie con l'istituzione nello stato di previsione del bilancio della Regione per l'anno finanziario 1999, di un apposito fondo regionale per la qualificazione dell'offerta turistica avente la seguente dotazione: 20 miliardi per l'anno 1999 40 miliardi per l'anno 2000 40 miliardi per l'anno 2001.
La III Commissione ha svolto sul provvedimento in oggetto un approfondito esame, anche con la consultazione dei soggetti interessati.
Considerata l'importanza che le misure in esso contenuto rivestono per il settore turistico piemontese, se ne raccomanda una celere approvazione da parte dell'aula consiliare".


Argomento: Telecomunicazioni - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 951 inerente a: "Regolamentazione e verifica dell'installazione di impianti radio base per telefonia" ordine del giorno n. 905 inerente a: "Ripetitori per telefonia mobile ed elettrosmog" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Prima di sciogliere la seduta propongo di esaminare ancora gli ordini del giorno relativi all'elettrosmog, se è stato redatto l'ordine del giorno unificato. Chiedo lumi al Presidente della Commissione, Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Dato che l'Assessore D'Ambrosio è arrivato solo adesso, chiedo se possiamo incontrarci cinque minuti con l'Assessore per valutare e concordare ancora due aspetti e poi procedere alla votazione dell'ordine del giorno unificato.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è relativo all'inquinamento elettromagnetico, sul quale credo ci sia un ampissimo consenso. C'è solo il problema di redigere un documento unitario. Sentiamo poi i contributi di tutti i colleghi che si erano interessati di questo argomento; credo ci siano le condizioni per approvare almeno questo ordine del giorno che riguarda un argomento di grande interesse e di potenziale pericolosità per le nostre esistenze.
La seduta è brevemente sospesa per il coordinamento tecnico, dopodich porterò all'attenzione dell'aula il documento unitario.



(La seduta, sospesa alle ore 18.14 riprende alle ore 18.33)



PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Dovevamo trovare un'intesa su un ordine del giorno che rassicurasse noi tutti, in particolare il Comitato i cui rappresentanti sono presenti tra il pubblico. Mi rivolgo ai colleghi che si erano incontrati al fine di trovare un'ipotesi di ordine del giorno unitario. Innanzitutto, devo dire che c'è l'intenzione, da parte del Consiglio, delle Commissioni e della Giunta, di seguire con attenzione quest'argomento e di trovare delle ipotesi di soluzione al problema che siano quelle che possono meglio tutelare la salute dei cittadini. Si è trovata l'intesa per una formulazione dell'ordine del giorno, che possa essere il più ampio possibile? Ricordo che dobbiamo ancora iscriverlo, perché non era stato richiesto.
La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Possiamo vedere, anche per evitare di fare cose affrettate, che poi non risultano fatte nel migliore dei modi, domani mattina, poiché la V Commissione si riunisce...



PRESIDENTE

Se vuole brevemente delineare le linee.



GRIFFINI Massimo

Ci sono due o tre punti che andrebbero ridiscussi. Domani mattina, in Commissione, in coda al piano d'area della Mandria, che non dovrebbe prendere troppo tempo perché c'è solo da prendere atto di alcuni documenti che ci porta l'Assessorato, potremmo definire questo ordine del giorno e presentarlo al prossimo Consiglio come ordine del giorno della Commissione.
Secondo me, sarebbe la soluzione migliore e avremmo anche più tempo a disposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Certo, credo sia una soluzione di buon senso e che ci sia il consenso dell'aula a questa indicazione: individuare in Commissione un ordine del giorno che poi porteremo a conoscenza dei rappresentanti del Comitato.
Grazie, i nostri lavori si concludono qui.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,36)



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