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Dettaglio seduta n.346 del 08/04/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'editore Giulio Einaudi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo i nostri lavori con la commemorazione dell'editore Giulio Einaudi.
Colleghi Consiglieri, come voi tutti sapete l'editore Giulio Einaudi è morto, lunedì scorso, all'età di 87 anni, nella sua casa di campagna vicino a Roma.
Einaudi ha legato il suo nome ad oltre sessant'anni di cultura italiana. Nato a Torino nel 1912, fonda nel 1933, a 21 anni, la casa editrice che porta il suo nome e che, oggi, ha in catalogo circa 6.000 titoli.
Ora, nella sede istituzionale del Piemonte, vogliamo ricordarlo come giustamente merita, poiché al di là di ogni giudizio è indubbio che Giulio Einaudi abbia contribuito, nella sua vita, attraverso la sua casa editrice a far conoscere al mondo Torino e il Piemonte.
E' stato scritto, in questi giorni, che il vero merito dell'editore Einaudi è stato quello di sapersi circondare di collaboratori di eccelso valore. Non si può negare che ciò sia vero dal momento che alcuni dei nomi che hanno fatto la storia della casa editrice sono, solo per citarne alcuni: Italo Calvino, Elio Vittorini, Cesare Pavese, Norberto Bobbio.
La qualità imprenditoriale ed umana di Einaudi risiedette, forse proprio in questa sua capacità di individuare e far coagulare in un "unicum", nell'ambito della storia dell'editoria italiana, uomini di ingegno di tale spessore.
Fin dal suo esordio il modello culturale che ispira il giovane Einaudi è Leone Ginzburg ed il liberalismo di Piero Gobetti. Durante il fascismo come ha ricordato in questi giorni Norberto Bobbio, la casa editrice Einaudi ha il pregio - e il coraggio sottolineo - di tenere fermi i principi di una libera cultura in Italia, nei limiti concessi dalla censura.
La stagione migliore della casa editrice è proprio il periodo del dopoguerra quando (anche con una buona dose di azzardo e preveggenza mescolati assieme, quasi sempre poi premiati dalla critica e dal mercato) arricchisce via via il suo catalogo sia con testi di autori stranieri, sia dando spazio ad una allora "sconosciuta" schiera di giovani autori destinati a diventare poi autori "classici" della letteratura italiana basti citare per tutti Primo Levi e Italo Calvino - e promuovendo anche quel breve, ma intenso tentativo di rivista culturale intitolata "Politecnico".
Lascio ai critici letterari ed agli storici l'analisi del ruolo e del peso della Einaudi nel nostro dopoguerra ed, in particolare, nel variegato e sfaccettato mondo culturale nazionale. Ritengo però giusto e doveroso ricordare che grazie ai "tipi" dell'Einaudi si sono formati tanti giovani di ieri e di oggi che attraverso questi volumi hanno potuto conoscere meglio la realtà nazionale ed aprirsi a quelle poste fuori dai nostri confini.
Dunque, l'Einaudi ed il suo editore sono stati per molti di noi la porta, seppur su carta stampata, di accesso al mondo della cultura e, più in generale, al mondo propriamente detto.
Qualcuno ha scritto che ogni libro è una porta. Una porta sull'anima e sulla realtà, su uno o più aspetti di questa. Giulio Einaudi l'editore è stato uno degli strumenti che hanno permesso a molti di noi di intraprendere questo indispensabile viaggio verso gli altri, verso il sapere e la cultura.
Per questa sua attività, che è stata tutt'uno con la sua stessa esistenza, l'Università di Torino, il 13 ottobre 1998, ha conferito a Giulio Einaudi la laurea in lettere "honoris causa" con la seguente motivazione: "quale autore di uno dei centri editoriali e culturali più vivi ed importanti dell'Italia e dell'Europa in quest'ultimo mezzo secolo".
Quindi, in questo senso il nostro grazie va a questo piemontese, a questo italiano che è stato capace, insieme alla sua inimitabile équipe, di aprire l'Italia al mondo e il mondo all'Italia, svolgendo, nel concreto quel ruolo di cerniera che il Piemonte ha nella sua natura geografica di ponte tra il nostro Paese e l'Europa.
Dunque per il Piemonte, per l'Italia e per la cultura del nostro Paese la scomparsa di Giulio Einaudi è un vuoto difficile da colmare.
Vorrei concludere con la citazione - che condivido - di quanto ha detto martedì scorso l'editore Giuseppe Laterza su Einaudi: "E' stato un rinnovamento forte dell'editoria italiana, un'apertura nei confronti di tradizioni lontane dalle nostre sia nella letteratura che nella saggistica".



(I presenti, in piedi un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Farassino, Ghiglia Ghigo, Peano e Spagnuolo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

I progetti di legge presentati saranno riportati nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

I progetti di legge vistati dal Commissario del Governo saranno riportati nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 2, 12, 16, 19, 23, 24, 25 e 26 febbraio 1999 e del 2, 3, e 9 marzo 1999, i quali verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Nomine

Interrogazione n. 2399 dei Consiglieri Manica, Riggio, Bortolin, Suino Simonetti, Rubatto e Moro ed interpellanza n. 2599 del Consigliere Saitta inerenti a: "Caso di incompatibilità per il Direttore generale dell'Azienda ospedaliera Maggiore della Carità di Novara, dottor Airoldi" - Esame ordine del giorno n. 979


PRESIDENTE

Nella Conferenza dei Capigruppo si era definito che oggi avremmo iniziato i nostri lavori con il punto 3) all'o.d.g. "Interrogazioni ed interpellanze".
Ieri, nella riunione della IV Commissione, è stata avanzata la richiesta alla Giunta di fare una dichiarazione sui problemi relativi al dottor Airoldi, Direttore dell'ASL di Novara.
Su tale punto sono stati presentati due documenti: interrogazione n. 2399 a firma dei Consiglieri Manica, Riggio, Bortolin Suino, Simonetti, Rubatto e Moro interpellanza n. 2599, presentata oggi, a firma del Consigliere Saitta.
Risponde ad entrambe l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Colleghe e colleghi, desidererei integrare la risposta all'interrogazione n. 2399, alla quale avevo già in parte risposto in IV Commissione.
Ritengo opportuno riferire della vicenda in toto, e quindi di riportare in aula quanto detto in IV Commissione.
A seguito di una lettera aperta del dottor Mario Del Piano, primario nell'Azienda ospedaliera di Novara, inviata al sottoscritto e ad altri l'Assessorato ha richiesto al dottor Airoldi, Direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Novara, con nota protocollo n. 86/D028 dell'8/1/1999, chiarimenti urgenti in merito al rispetto delle clausole contrattuali (art. 3) concernenti l'obbligo di esclusività.
Il dottor Airoldi ha risposto in data 12/1/1999, dichiarando che, pur mantenendo la titolarità dello studio di commercialista meramente formale ha affidato la gestione dello stesso alla moglie e alla figlia, entrambe ragioniere, che si avvalgono di altri due collaboratori. Il dottor Airoldi aggiungeva che certificava, inoltre, di non essere mai venuto meno all'esclusività del rapporto con il Servizio Sanitario Regionale. Questo è quanto riferito nella corrispondenza avuta con il dottor Airoldi.
Viste le suddette dichiarazioni, con l'intento di procedere all'accertamento dell'art. 3, comma primo, del contratto (obbligo di esclusività), l'Assessorato, con nota del 2/2/1999, ha richiesto al dottor Airoldi, con l'invito ad una sollecita risposta, ulteriori chiarimenti sulla compatibilità asserita tra l'espletamento dell'incarico di Direttore generale, che finora in effetti è stato svolto con il raggiungimento del 100% degli obiettivi, e la titolarità di uno studio professionale di commercialista.
A tali ulteriori richieste, il dottor Airoldi ha risposto con nota del 2/2/1999, trasmettendo parere legale del dottor Carlo Emanuele Gallo, che escludeva gli inadempimenti contrattuali nella situazione prospettata.
L'Assessorato, con nota del 10/2/1999, ha richiesto allora un parere al Settore Attività Giuridico-Legislativa a supporto della Giunta regionale e delle Direzioni regionali in merito alla sussistenza di condizioni di incompatibilità e di conseguente violazione di norme di legge (DPCM n.
502/95) del contratto in materia di esclusività del rapporto di lavoro di un Direttore generale di Azienda Sanitaria Regionale che risulta titolare di studio professionale di commercialista.
Il parere reso dal Settore suddetto in data 18/3/1999 sostiene che la previsione dell'art. 3, comma primo, del contratto stabilisce il divieto di intraprendere qualsiasi attività estranea all'oggetto del contratto, anche se di scarsa rilevanza, e che pertanto l'apporto all'attività dello studio professionale da parte del dottor Airoldi concretizzerebbe una forma di inadempimento contrattuale.
A seguito di quanto sopra, con nota 1/4/1999, è stato inviato al dottor Airoldi l'atto di diffida ad adempiere entro 30 giorni all'obbligo di esclusività del rapporto di lavoro con l'Azienda sanitaria, rinunciando pertanto alla titolarità dello studio di commercialista.
Il dottor Airoldi ha risposto in data 7/4/1999 (ieri), dichiarando di avere adempiuto come richiesto: dall'1/4/1999 non è infatti più titolare dello studio di commercialista.
Debbo aggiungere che la procedura seguita è del tutto analoga ad un altro precedente caso, quello dell'ing. Alberto Sola, allora Direttore generale dell'USL 6 di Ciriè, per cui gli Affari Istituzionali e l'Assessorato hanno proceduto allo stesso modo del 1994.



PRESIDENTE

Gli interroganti? Prego, Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Noi abbiamo chiesto che si svolgessero oggi in aula questo dibattito e la comunicazione dell'Assessore, ma in realtà ieri in IV Commissione avevamo richiesto che ci fosse una comunicazione del Presidente della Giunta, data la dimensione, la delicatezza e il livello di preoccupazione che questa situazione determina.
Noi presentammo, nel lontano febbraio - fine gennaio, un'interrogazione in seguito alla lettera, comparsa su tutti i giornali, di un primario dell'ASL Ospedale Maggiore di Novara ed inviata all'Assessore regionale alla sanità della Regione, la quale segnalava una presunta incompatibilità del Direttore generale della seconda Azienda ospedaliera del Piemonte e non di una struttura qualsiasi. Rispetto a questo avevamo fatto più volte presente all'Assessore D'Ambrosio come una vicenda quale questa dovesse essere accertata nel più breve tempo possibile, nell'interesse di una struttura di tale importanza e degli operatori che vi lavorano (ricordo che si tratta di una struttura clinicizzata, quindi la presenza ospedaliera è affiancata dalla presenza universitaria della seconda università, quella del Piemonte orientale, la Facoltà di Medicina dell'Università del Piemonte orientale), e di come questo fosse nell'interesse degli operatori e della struttura che doveva poter lavorare. Questo era nell'interesse delle stesse persone interessate e dello stesso Direttore generale, che doveva vedere chiarita al più presto la sua posizione per avere un minimo di autorità e di legittimità ad operare all'interno di una struttura. Ma questo soprattutto nell'interesse delle utenti e degli utenti che, davanti ad una struttura governata con difficoltà, in cui elementi di tensione e di anarchia si susseguono, certamente sono coloro che ne ricevono una sensazione di minore interesse, di minore attenzione nei confronti delle loro problematiche, della loro salute.
Debbo dire che quella richiesta e quell'esigenza di celerità per stabilire quali fossero le regole, quelle da rispettare e se fossero state rispettate, non è stata ottemperata dalla Giunta regionale. No, non lo è stata proprio, perché a nostre ripetute richieste viene data innanzitutto risposta ad una prima parte con una prima risposta all'interrogazione. Ci viene detto, di settimana in settimana, che alla fine la Direzione Affari Istituzionali del Settore Attività Giuridico-Legislativa si sarebbe espressa, ma di settimana in settimana siamo arrivati al 18 marzo.
Mi sembra difficile dover credere - però l'Assessore lo dimostrerà in modo inoppugnabile - che una Direzione Affari Istituzionali e un Settore Attività Giuridico-Legislativa a supporto della Giunta regionale e delle Direzioni regionali non fossero suscettibili di una sollecitazione pressante da parte dell'Assessore davanti ad un problema di questa dimensione.
Quindi, i tempi sono andati oltre. Non solo, ma sono andati oltre anche l'assunzione di alcune decisioni in sede di verifica dei Direttori generali, decisioni che sono state assunte invece per altre AA.SS.LL. dove non si configurava neanche un fatto di queste dimensioni.
L'Assessore ci relaziona in Commissione ed assume decisioni sulla questione dei Direttori generali; penso all'ASL di Vercelli, penso all'ASL di Verbania, dove vengono assunti provvedimenti straordinari e nominati straordinariamente, fino alla fine dell'anno, dei Commissari per situazioni particolari, determinatesi in quelle realtà, mentre la questione dell'ASL di Novara viene sempre stralciata per ragioni di tempo. E poi arriviamo ad una coincidenza che, se non fosse per la data che ci crea dei problemi potrebbe veramente sembrare tale, ma il fatto che sia in data 1 aprile ci ha fatto chiedere sostanzialmente se non avesse una strana coincidenza particolare con credenze popolari legate a quella data stessa. Infatti solo il 18 marzo, rispetto ad una richiesta del 10/2/1999 da parte della Direzione della Sanità e dell'Assessorato Sanità, la Direzione Affari Istituzionali e Processo di Delega risponde dicendo che - sintetizzo, ma il testo ci è stato distribuito ieri in Commissione, l'Assessore ne ha anche parlato - l'incompatibilità sussiste a termini di leggi nazionali e di applicazione delle stesse in sede regionale. Solo in data 1 aprile avviene da parte dell'Assessorato regionale, una diffida ad adempiere nei confronti del Direttore generale, che - dice l'Assessore - pare, nella stessa data (1 aprile, lasciando perdere le credenze popolari attorno a questa data), aver risolto da quel momento le sue questioni di incompatibilità.
Assessore, questa sequenza di date è veramente significativa, perché ci ha messo due mesi per accertare un'incompatibilità che per legge è una delle cose più automatiche dal punto di vista dell'applicazione dei decreti e delle leggi nazionali, mentre ci ha messo molto meno per risolvere questioni che riguardavano valutazioni di ordine amministrativo, politico direzionale; in alcune Aziende non è riuscito ad arrivare ad una coincidenza di queste due cose. Delle due l'una: o la seconda Azienda sanitaria del Piemonte dopo le Molinette per lei è un problema di poca importanza (forse non ha sufficienti informazioni sui livelli di tensione e difficoltà all'interno di quella struttura e sulla necessità che possa operare al meglio rispetto ai momenti di sviluppo e ad un'integrazione con una convenzione che si sta aspettando da anni tra ospedale ed Università) oppure ha informazioni diverse, rassicuranti rispetto a questa struttura ma che non corrispondono alla realtà dei fatti e allo stato di tensione esistente.
Inoltre, la cosa che ci chiediamo è come mai si sia proposta una procedura singolare, quale quella proposta ieri in Commissione, che dall'1 aprile e dalle rassicurazioni di parte che vengono date dalla Direzione generale dell'Azienda la questione fosse risolta, e invece l'incompatibilità accertata dalla Direzione Affari Istituzionali sarebbe un fatto che riguarda un passato rispetto al quale non ci può essere niente da dire. Assessore, o il Direttore generale, che ha siglato con lei, che lo nominava, un contratto per diventare Direttore generale, con cui si impegnava ad assumere un rapporto di lavoro a tempo pieno come la legislazione nazionale prevede, ha dichiarato il falso, oppure è la Direzione Affari Istituzionali e il Settore Attività Giuridico-Legislativa che ha accertato un'incompatibilità che non esiste. Io lo vedo come un atto ufficiale e mi pare chiaro da questo punto di vista. Cosa ne è stato di quei due anni in cui lei, per ben non solo due, ma tre volte, l'ha rinominato? Cosa avviene, che cosa sono, cosa rappresentano? Come pensa che in una situazione come questa una Direzione generale possa rapportarsi ad una struttura ospedaliera e far valere la legislazione nazionale, così complessa in merito alla questione dell'incompatibilità dei medici tra attività intra ed extra moenia? Come pensa che si possa risolvere giuridicamente, e non so se penalmente, una questione quale quella che riguarda tutti gli anni di Direzione generale dell'Ospedale Maggiore da questo punto di vista? Ci pare sostanzialmente che non solo si sia dilazionato, e si continui a dilazionare, ma che la sua proposta sia sufficientemente reticente, Assessore. Reticente perché non assume il livello di difficoltà della situazione e non consente, a nostro avviso, una soluzione, ma apre una questione di non credibilità per quella struttura e di non credibilità generale su tutta la vicenda complessa della nomina dei Direttori quale è stata in questa Regione, che quasi tutti con grande travaglio (, non siamo in una situazione definitiva lei in particolare) abbiamo vissuto in questi anni, tant'è che ancora oggi, quasi a fine legislatura in merito alla nomina dei Direttori generali.
La proposta che noi facciamo, in sostanza, è che a questo punto l'Assessore sospenda il Direttore generale, nomini un Commissario all'Azienda sanitaria Ospedale Maggiore di Novara e faccia ulteriori accertamenti. Per quanto ci riguarda, dal testo della Direzione Affari Istituzionali e Settore Attività Giuridico-Legislativa ci pare già oggi assolutamente chiaro che debba essere nominato un nuovo Direttore generale.
Se questo è un Commissario che viene nominato per ulteriori accertamenti che l'Assessore vuole fare, non ci interessa, ma ci pare che l'atto semplice di diffida ad adempiere, così come è stato fatto, ritenendo la questione assolutamente chiusa o chiudibile, non sia invece dimensionato alla gravità del fatto che ci troviamo davanti. Pertanto, la proposta che formalizzo è questa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, non mi pare che la questione della quale stiamo discutendo sia sufficientemente valutata nella sua gravità; ritengo che il Consiglio sia chiamato a riprodurre il dibattito che forse è stato fatto ieri - non ero presente, ma il collega Peano mi ha riferito - e pensa di limitarsi a registrare posizioni diverse.
Il fatto che di questo tema si discuta in Consiglio regionale indica la gravità della questione; questione abbastanza chiara, Presidente, perché ci troviamo di fronte ad un rapporto di lavoro con il Presidente dell'Azienda ospedaliera Maggiore della Carità di Novara che è viziato sin dall'origine perché il dottor Airoldi, Direttore generale, non ha dichiarato, al momento della firma del contratto, di svolgere un'attività professionale e di continuare a svolgerla.
Il problema è questo. Quindi, non ha informato il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore alla sanità di un fatto che esisteva, al quale era richiamato nel momento della firma. La legge prevede che l'attività di Direttore generale sia a tempo pieno e con impegno esclusivo.
Il Direttore ha continuato a svolgere la sua attività e, nel momento in cui sono stati chiesti chiarimenti, l'ha confermato. Per due anni questo Direttore generale si è trovato in una situazione di reale incompatibilità e, soprattutto, non ha dichiarato un elemento importante per la firma del contratto. Alla fine penso di proporre, insieme ad altri colleghi, un appello nominale su un ordine del giorno per dare un giudizio su ciò che è capitato, perché secondo me da questa vicenda emergono delle questioni di responsabilità che sono anche di carattere individuale.
L'altro aspetto grave, Assessore, è che il parere dell'Ufficio legale della Giunta da lei richiamato non si conclude suggerendo alla Giunta di fare una diffida, ma si conclude suggerendo l'estinzione del rapporto contrattuale.
Chiedo al Presidente del Consiglio, che è anche un esperto di diritto oppure all'avv. Majorino, un chiarimento. L'Ufficio legale ha esaminato la situazione, ha verificato il contratto e le leggi di settore, e suggerisce alla Giunta regionale, responsabile della Direzione Programmazione Sanitaria, l'estinzione del rapporto contrattuale perché, al di là del fatto se l'esclusività sia forte o meno, c'è una situazione di incompatibilità già dal 1997. L'Ufficio legale ha dichiarato che, per farla decadere, è necessaria l'estinzione del rapporto contrattuale. La Giunta non ha accolto il parere dell'Ufficio legale e che cosa fa? Fa una diffida una semplice diffida, per la verità anche in contraddizione con le premesse, perché nelle premesse viene riportato tutto - che si conclude chiedendo all'interessato la cessazione dell'attività professionale quale titolare di uno studio commerciale.
Non so perché la Giunta non ha voluto accogliere il parere dell'Ufficio legale. Questo deve essere spiegato, Assessore. Qui c'è uno stacco.
L'Ufficio legale chiede una cosa, suggerisce una cosa; voi avete scelto una forma un po' più prudente, più attenta, più attendista, che mi sembra più in linea con il dibattito di ieri, dove alcuni Consiglieri della maggioranza - mi è stato riferito - ritenevano che, in fondo, il fatto che un professionista faccia il professionista e anche il Direttore non fosse una cosa così grave. Mi sembra quasi un atteggiamento di giustificazione di ciò che è capitato: hai sbagliato, ma, in ogni caso, cerca di risolvere la situazione, magari facendo in modo che lo studio commerciale, anziché in capo al Direttore sia in capo a qualcun altro. E' un po' come è stata trattata la questione del CSI, in sostanza: si dà il tempo, si suggerisce una modalità per risolvere un'incompatibilità.
Assessore, credo che lei si renda perfettamente conto di questi due elementi. Nel momento in cui il dottor Airoldi ha stipulato il contratto ha dichiarato il falso: ha dichiarato che il suo rapporto di lavoro come Direttore era esclusivo. Quando viene dichiarato il falso bisogna fare qualcosa, non è che si diffida qualcuno. Assessore, dica lei cosa ritiene opportuno fare per il fatto che, nel momento della sottoscrizione del contratto, il dottor Airoldi ha dichiarato una cosa non vera. Assessore, ci dica per quale motivo non ha voluto accogliere l'invito dell'Ufficio legale. Ci spieghi con qualche elemento di carattere giuridico perché non si è voluto estinguere il rapporto contrattuale, ma soltanto suggerire di risolvere la questione dell'incompatibilità.
Le questioni sono gravi e, siccome da questo momento ne è coinvolto il Consiglio regionale in quanto tale, penso di dover proporre con gli altri colleghi di minoranza, se saranno d'accordo, un ordine del giorno, dove si fa notare che la Giunta non ha ritenuto di applicare un parere dell'Ufficio legale.
A questo punto, credo che i Consiglieri debbano esprimersi. Per quanto mi riguarda, voglio esprimere la mia contrarietà per il fatto che la Giunta si comporta più su elementi di carattere politico che di carattere legale perché se si fosse comportata più su elementi di carattere giuridico avrebbe estinto il rapporto contrattuale. Credo che per le caratteristiche della diffida, per questa intimazione, la Giunta si sia comportata più su elementi di carattere politico e non di carattere giuridico-legale, e su questo voglio esprimere la più completa e totale estraneità. Per cui, se ci sarà un ordine del giorno, permettere di poterlo formalizzare con un voto mi sembra fondamentale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Simonetti, che ha aggiunto la propria firma all'interrogazione n. 2399.
Prego, Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Ieri, in IV Commissione, l'Assessore si è reso disponibile a rispondere all'interrogazione presentata dai colleghi del Gruppo Democratici di Sinistra e in quella sede abbiamo potuto affrontare questa questione, dalla quale emergono responsabilità gravissime che sono innanzitutto della Giunta regionale e dell'Assessore. Ci troviamo di fronte ad un'incompatibilità che è stata dichiarata alla firma, per quattro volte: con la nomina di Direttore generale, con la nomina (quindi l'attestazione scritta) di Commissario, successivamente la rinomina del Direttore generale e poi, in seguito, all'esito del Consiglio di Stato con la riconferma.
Quattro atti nei quali il dottor Airoldi sostanzialmente attestava e dichiarava il falso, perché si giustificava e sottoscriveva forme contrattuali nelle quali era evidente la necessità di ribadire una forma di compatibilità, che di fatto non c'era.
Nella discussione che ieri ha coinvolto la IV Commissione non sono emersi fatti nuovi. L'Assessore sostanzialmente non ha risposto se non acconsentendo con gli atti che ci sono stati forniti ieri in Commissione quindi con documenti formali dell'Assessorato alla sanità, che attestavano un'incompatibilità dichiarata e di cui l'Assessorato alla sanità era in possesso. L'Assessore non ha detto altro, si è limitato a dire: "Faremo degli accertamenti", ma nell'attesa non c'è stata neppure l'enunciazione di una necessaria, auspicabile, più che mai opportuna, sospensione dall'incarico del dottor Airoldi, attuale Direttore generale di un'Azienda importante della Regione Piemonte. La maggioranza su questo ha fatto quadrato. Non ci sono stati elementi di discussione che potevano per lo meno portare la IV Commissione a dissociarsi complessivamente rispetto ad un metodo che certamente non ha garantito la trasparenza della Pubblica Amministrazione. Questi non sono fatti tecnici: la trasparenza rispetto alla quale non sono state osservate delle indicazioni degli Affari Istituzionali dell'Avvocatura della Regione, ma anche documenti stessi che enunciano preoccupazioni fondate da violazioni legislative e che sono state firmate dall'Assessore alla sanità con carta intestata dell'Assessorato.
Rispetto a questo c'è stato silenzio ed una dissociazione, viceversa, dei componenti della IV Commissione, dell'opposizione, rispetto ad un metodo che certamente non ci sentivamo neppure di giustificare con una forma di silenzio. Abbiamo ritenuto opportuno che fosse il Consiglio regionale la sede propria per affrontare una questione di tale gravità; gravità che già altri colleghi l'hanno sottolineato - rappresenta un un'assenza un'inadempienza, un mutismo ed una reticenza dell'Assessore e della Giunta.
Vorrei citare alcuni passaggi del documento che ieri è stato portato dall'Assessore in IV Commissione; documento al quale fa riferimento lo stesso Assessore quando annuncia che la titolarità formale dello studio commercialistico da parte del dottor Airoldi comunque non pregiudica l'esclusività del rapporto con il servizio sanitario. Le norme vigenti, dal punto di vista legislativo, viceversa, ribadiscono alcune questioni.
Intanto dal documento della Direzione Affari Istituzionali risulta come l'accordo (quindi l'accordo firmato dallo stesso Direttore generale) contenga una clausola specifica che pone inequivocabilmente a carico del Direttore generale l'obbligo di svolgere l'incarico a tempo pieno con impegno esclusivo. L'impegno esclusivo, Assessore, riguarda - e non ci pu essere opinabilità da questo punto di vista - l'evidente intenzione, anche del contraente, di stabilire un preciso divieto (quindi il contraente è la Regione), a carico del prestatore d'opera intellettuale, di esercitare qualsiasi altra attività. Se andiamo a prendere l'atto di diffida firmato dall'Assessore D'Ambrosio e dal Presidente della Giunta, Enzo Ghigo, si potrà notare come nelle premesse vi siano alcuni passaggi che lasciano un perplessi.
Prima questione: viene sottolineato giustamente, con i riferimenti legislativi, che fra le clausole riportate dal contratto vi è l'impegno, in base all'art. 3 del DL n. 502, a svolgere le funzioni di Direttore generale a tempo pieno con impegno esclusivo a favore dell'Azienda predetta.
Successivamente si dice che, dalle note inviate dal dottor Airoldi, e quindi anche dagli atti in possesso di questa Amministrazione - quindi l'Assessorato aveva degli atti dai quali risultava un'evidenza implacabile da qualsiasi punto di vista e da qualsiasi ragionamento che può indicare un'opinabilità (e viene citato nel documento firmato da lei e dal Presidente della Giunta) - risultava che lo stesso è titolare di studio di commercialista e, allo stesso tempo, fa capo alla relativa attività, sia pure svolta con il supporto dei familiari e dei collaboratori.
Successivamente, in relazione a questo commento, si individua come la concomitanza dell'esercizio della suddetta attività professionale con l'incarico di Direttore generale configura un inadempimento dell'obbligo di esclusività stabilito dall'art. 3. Sono documenti firmati dall'Assessore e dal Presidente della Giunta, che attestano le indicazioni fornite dalla Direzione Affari Istituzionali. Dopo aver enunciato che l'Assessorato alla sanità e l'Amministrazione regionale sono in possesso di atti che determinano e giustificano l'incompatibilità del dottor Airoldi rispetto al doppio ruolo che svolge, intima semplicemente ad adempiere, entro il termine di 30 giorni, alla cessazione dell'esercizio dell'attività professionale.
Noi, non solo ci uniamo alle preoccupazioni, ma ci dissociamo da questo metodo, perché queste - Assessore - sono responsabilità sostanziali di contenuto e non di forma, sono politiche e sono gravi. Il Direttore generale ha firmato atti falsi; di fronte ad elementi ed atti in possesso dell'Amministrazione regionale stessa, dai quali risultava un'evidente incompatibilità e quindi un'inadempienza ed una violazione delle leggi (ci troviamo infatti di fronte ad una violazione dell'art. 3 del DL n. 502, che stabilisce che "in caso di violazione, la Regione risolve il contratto dichiarandone la decadenza e provvede alla sostituzione del Direttore generale"), il minimo che lei, come Assessore alla sanità, doveva fare, per dovere di trasparenza, perché non mi pare che rispetto a questo metodo ci sia stata un'evoluzione ed un percorso di trasparenza da parte della Giunta regionale, era sospendere immediatamente il contratto e provvedere alla sostituzione del Direttore generale con una nuova nomina.
Tutto questo non è stato fatto, si procede ad accertamenti, ma penso che il minimo che si debba fare è che questi atti vengano inviati immediatamente alla Procura della Repubblica, perché ci sono evidenti violazioni di leggi.
Assessore, tragga lei le conseguenze. Certamente, quello che ha ripetuto in aula, dopo non aver detto quasi nulla in Commissione, non ci basta. Assessore, lei ha responsabilità gravi e deve dire qualcosa in più rispetto a quanto non ha fatto e rispetto al fatto che, procedendo ad accertamenti, la Regione si ostina a non sospendere e a non ribadire degli atti che seguono perlomeno quanto indicato dall'Amministrazione regionale e che lei stesso ha firmato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rubatto, che ha aggiunto la propria firma all'interrogazione n. 2399.
Prima di dare la parola al Consigliere, desidero richiamare l'attenzione dei colleghi sul fatto che, se nel corso degli interventi venisse trattato l'operato di persone, nel caso specifico della persona del Direttore dovremmo passare a trattare l'argomento in seduta segreta. Le questioni riguardanti l'operato di persone vanno trattate in seduta segreta. Non l'ho detto finora perché mi è parso che gli interventi riguardassero l'operato della Giunta ed il contratto e non la persona del Direttore.
Prego, Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Grazie, Presidente. Grazie anche di questo avvertimento, ma io non pronuncerò alcun nome.



PRESIDENTE

Non è un avvertimento, è solo un richiamo a quanto previsto dal Regolamento.



RUBATTO Pierluigi

Ancora una volta siamo crollati su un problema della sanità piemontese.
Al Piano sanitario non applicato, ai problemi dei vari ospedali che non funzionano, ai problemi dei Pronto Soccorso che non funzionano, arriviamo anche a dover dire che ci sono situazioni perlomeno improprie nelle nomine dei Direttori generali. Ho già premesso ieri in Commissione che la Commissione ed il suo Presidente non sono responsabili di queste nomine che sono di competenza della Giunta regionale e che l'unica responsabile di queste nomine è la Giunta regionale o l'Assessore alla sanità.
Vengo alla situazione del Direttore generale dell'Azienda Sanitaria Locale di Novara. Parto dalla conclusione del mio intervento, che è questa: chiedo che venga immediatamente revocata questa nomina e venga nominato un Commissario all'Ospedale di Novara. Immediatamente, perché ci sono quattro anni di inadempienze e sappiamo benissimo tutti, in questo Consiglio regionale, che eventuali atti di incompatibilità devono essere rimossi entro il trentesimo giorno dalla nomina. Questo non è stato fatto, quindi per due anni abbiamo avuto un Direttore generale - pur adempiente ai suoi provvedimenti e pur avendo fatto il Direttore generale nella maniera migliore - nominato con un provvedimento non legale. Mi chiedo: altre Aziende sanitarie sono nelle stesse condizioni dell'Azienda sanitaria di Novara? Mi chiedo perché si sia preso un provvedimento immediato circa la nomina di tre Commissari al posto di Direttori generali, mentre qui si è fatto nulla.
L'Assessore deve rispondere a queste domande, perché non può condurre delle iniziative nella sanità regionale a suo uso e consumo. Il Consiglio e i Consiglieri regionali devono sapere quello che si sta facendo nell'ambito della sanità piemontese.
Concludendo, chiedo all'Assessore di spiegarci quali sono le iniziative che intende prendere per far conoscere i criteri di nomina o i criteri di revoca dei Direttori generali. Questo è stato chiesto più volte anche da interrogazioni, ma non è stata data risposta. Ripeto: chiedo e chiederò che si proceda e si continui a rispondere alle interrogazioni ferme, perch anche quelle sono interrogazioni sulle difficoltà che ci sono nella sanità piemontese. Difficoltà che non sono, evidentemente, tutte colpe dell'Assessore, questo è ovvio; però l'Assessore è il primo responsabile di questa situazione, la Giunta è la prima responsabile di questa situazione per cui deve assumersi l'onere di emanare dei provvedimenti.
Quindi, io continuerò a chiedere la revoca immediata e la nomina di un Commissario all'Azienda Sanitaria Locale di Novara. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro, il quale ha aggiunto la propria firma all'interrogazione n. 2399.
Prego, Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. La vicenda relativa al Direttore generale di Novara è incredibile e sconcertante per la sanità piemontese. Vi sarebbero state pericolose violazioni di legge contrattuale tra il Direttore generale e la Regione Piemonte e quindi un problema di principio giuridico e di moralità.
Tutta la delicata e complessa vicenda è stata discussa in IV Commissione, anche con toni fortemente polemici, per l'interrogazione presentata dal Gruppo DS, che ho firmato.
Si doveva accertare la verità della questione in termini brevi, per l'interesse esclusivo degli utenti novaresi e dei cittadini piemontesi interessati alla propria salute. Purtroppo, ciò non è avvenuto e quindi è inspiegabile politicamente tutta la vicenda.
Questo Direttore generale ha svolto - si dice - per due anni un ruolo istituzionale che aveva dei contorni seri di incompatibilità. Non è con la diffida - il parere dell'Avvocatura legale della Regione - che si risolve il problema istituzionale; si doveva quanto meno sospendere l'interessato in attesa degli accertamenti dovuti.
Tutto ciò è grave e pericoloso, per cui, come Gruppo della Rifondazione Comunista, ci dissociamo dal metodo usato.
Il Piemonte, per una vera e chiara politica sulla sanità territoriale ha bisogno di chiarezza e trasparenza, a partire dai Direttori generali.
Quindi, noi chiediamo chiarezza e soprattutto provvedimenti importanti e subito.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. A seguito di queste risposte, è pervenuto in questo momento l'ordine del giorno n. 979, a firma dei Consiglieri Suino, Saitta, Miglietti, Cavaliere, Dutto, Rubatto, Manica, Bertoli Vindigni, Moro, Angeli, Simonetti, Gatti, Foco, Bortolin e Riggio, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte sentita la comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio a nome della Giunta regionale del Piemonte in seduta odierna in merito al dottor Airoldi Direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Novara; - preso atto del parere espresso il 18/3/1999, prot. n. 2842, dalla Direzione Affari Istituzionali e Giuridico-Legislativa, e in particolare del passaggio conclusivo, che cita testualmente 'determinino in ogni caso, sebbene attraverso modalità diverse, l'estinzione del rapporto contrattuale' si dissocia dall'azione intrapresa in data 1/4/1999, prot. n. 3723, dalla Giunta regionale richiede l'immediata sospensione del contratto relativo al dottor Airoldi, come indica il parere espresso dalla Direzione Affari Istituzionali, prot. n. 2842, del 18/3/1999".
Si proceda alla fotocopiatura di questo testo. Possiamo portarlo in votazione subito?



SUINO Marisa

No, prima faccia distribuire le copie.



PRESIDENTE

Va bene, lo facciamo distribuire.
Consigliere Gallarini?



GALLARINI Pierluigi

Ne chiedevo una copia.



PRESIDENTE

Sì, sì, lo facciamo distribuire subito.



CAVALIERE Pasquale

Ma l'Assessore non risponde qualcosa?



PRESIDENTE

Il tempo tecnico di poter riprodurre il documento.



CAVALIERE Pasquale

Scusi, Presidente, ma sull'omissione di atti d'ufficio l'Assessore non risponde?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Posso, Presidente?



PRESIDENTE

Lei ne ha facoltà quando ritiene. Prego.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Debbo dire ai colleghi che sono venuto a conoscenza della presunta incompatibilità, e dico presunta perché i pareri di illustri giuristi (torinesi e non) danno spazio anche a quelle che sono state le dichiarazioni e quanto lo stesso dottor Airoldi ha pensato; mi riferisco al prof. Scaparone, al prof. Gallo e a quanti altri i quali, ancorch esprimendo risposte a pareri di parte, hanno in realtà sostenuto che non esistesse in assoluto l'incompatibilità. Ovviamente, mi attengo agli atti della Regione, i cui Affari Istituzionali - Affari Giuridici hanno sottolineato che, alla luce di questa incompatibilità, se la stessa non veniva rimossa in tempi brevissimi, ovviamente il contratto di natura privatistica doveva essere considerato annullato e quindi il Direttore generale dichiarato decaduto dalle sue funzioni.
Ripeto che occorrono tre mesi per verificare questa incompatibilità.
Debbo parlare di tre mesi perché io ne sono venuto a conoscenza a fine dicembre dell'anno scorso, aspettando le varie risposte ai miei quesiti siamo arrivati in realtà a fine marzo e quindi l'1 aprile abbiamo adottato quell'atto di diffida ad adempiere, cosa che - ho sottolineato nel mio precedente intervento - era stata già fatta in un caso analogo con l'ing.
Sola, Direttore generale dell'ASL 6, e questa notifica di atto di contestazione d'addebito porta la firma del collega Cucco e del Presidente Brizio. Quindi, il procedimento adottato nei confronti del dottor Airoldi è stato lo stesso che era stato adottato nei confronti dell'ing. Sola, al quale era stata evidenziata la sua incompatibilità perché era componente di Consigli di amministrazione ed altro.
Per quanto riguarda la data dell'1 aprile, indubbiamente non è il caso di far riferimento a quello che è l'1 aprile; in realtà, dall'1 aprile il dottor Airoldi ha rinunciato a quella titolarità per la quale egli sostiene non venisse a configurarsi l'incompatibilità poiché - è quello che sostiene il dottor Airoldi e quindi va verificato - egli dice che era solamente un prestanome del suo studio, mentre la sua attività era svolta in modo esclusivo per l'Azienda ospedaliera. Però tutto questo sarà oggetto di riflessioni di tipo giuridico, per cui in questo momento debbo dire che avendo il dottor Airoldi adempiuto all'atto di diffida, noi per il momento soprassediamo a quella che è stata la richiesta di revoca immediata della nomina, in attesa dei pareri di illustri giuristi e, se è il caso, così come è stato sottolineato ieri in IV Commissione, procederemo sollecitamente ad avere anche un parere da parte del Consiglio di Stato che potrebbe veramente essere dirimente per quanto riguarda questa situazione.
Senza entrare in dettagli e senza voler rispondere a chi, convinto com'è - io rispetto il parere di tutti - continua a dire che la sanità piemontese è allo sfascio totale (penso che neppure a volerlo, in quattro anni, si possa portare una sanità allo sfascio, così come evidenziato soprattutto da un collega), debbo dire che altra cosa è la revoca e la nomina degli attuali Commissari. La revoca delle nomine è stata fatta seguendo criteri che ci indicavano anche le disposizioni nazionali; se vi sono errori, i Tribunali amministrativi, cui i tre Direttori generali hanno fatto ricorso, ci diranno se si è sbagliato o meno.
Debbo altresì ribadire, anche in questa sede, che avendo nominato tre Commissari non dovevano esserci, in assoluto, dei criteri né di comparazione né di altro tipo, in quanto la nomina del Commissario è di esclusiva fiducia, è una nomina che viene effettuata con discrezionalità della Giunta. Per cui ribadisco che sulla nomina dei tre Commissari, che sono in realtà persone conosciute nell'ambito della sanità piemontese avendo tra le altre cose l'idoneità a ricoprire il ruolo di Direttori generali delle Aziende (mi riferisco al dottor Fabbricatore, al dottor Lombardi e al dottor Vannini), si può discutere quanto si vuole, ma se si vuol essere veramente obiettivi e si recepisce che la nomina degli stessi essendo un atto di alta amministrazione, è di discrezionalità della Giunta non penso ci possano essere grandi obiezioni.
Debbo dire alla collega che ha parlato di tensione e di anarchia nell'ambito della sanità novarese che, in realtà, a noi - ma non solo perché siamo poco lontani da Novara, ma perché sono convinto che sia mio dovere recepire queste cose e di essere presente anche in tutta la Regione non risulta che nell'Azienda ospedaliera di Novara vi sia una situazione di anarchia e tensione tale per cui i cittadini novaresi usufruiscano di servizi scadenti o comunque carenti. Non ho altro da aggiungere per il momento. E' chiaro che debbo ribadire che ci saranno ulteriori approfondimenti dal punto di vista giuridico, per verificare se la posizione attuale della Giunta debba essere perseguita o se bisogna prendere provvedimenti diversi da quelli adottati fino ad oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, e soprattutto Assessore, io credo che lei abbia risposto contestando alcune argomentazioni, su dei punti che non sono l'oggetto del contendere, cioè la discrezionalità di scelta della Giunta, ecc., ma sono cose pacifiche, non messe in discussione dal problema sollevato. E anche la richiesta, la diversa interpretazione che ci può essere della norma, per cui qualche esperto può dare un parere e qualche altro esperto un parere diverso, è ancora un'altra questione, perché credo che lei, molto probabilmente in buona fede, sia incorso in un errore e - credo - in una procedura amministrativa non lecita, perché nel momento in cui lei Assessore, o chi per lei, il Presidente o chi ha fatto questo atto, si rivolge all'Avvocatura della Regione, all'Ufficio legale, e dice: "Rispetto a questo problema, cosa devo fare?", e l'Ufficio legale risponde, in maniera inequivocabile: "Devi fare così", lei vi si deve attenere, perch ha attivato, in questo modo, una procedura istituzionale. Diverso sarebbe stato se lei avesse chiesto dei pareri e rimandato alla conoscenza di questi pareri l'assunzione della decisione. Invece, avendo - ripeto chiesto, con una procedura amministrativa molto precisa e anche corretta all'Ufficio legale "Cosa devo fare, siccome questo incorre in questa situazione", l'Ufficio legale le risponde "E' incompatibile", lei doveva agire di conseguenza. Non importa se nel caso dell'ing. Sola o nel caso di qualche altro ha agito in un altro modo: la procedura messa in essere in questo caso la doveva portare non già a rimandare il problema, perché sa cosa potrebbe succedere? Potrebbe succedere che lei potrebbe essere accusato, molto probabilmente ingiustamente, di aver voluto favorire la situazione personale, giuridica, ecc., di questo Direttore, mettendolo nelle condizioni di risolvere positivamente per l'incarico la sua situazione. E poiché questa situazione si risolve solo con il tempo, lei potrebbe essere accusato di aver dato il tempo sufficiente per risolvere in modo diverso la questione, non avendo invece proceduto linearmente alle determinazioni che lei ha preso.
Quindi, l'ordine del giorno si dissocia, in qualche modo, dall'azione sbagliata, ritenuta dai proponenti dell'ordine del giorno sbagliata, di decisione che avete preso, perché non era né conseguente né lineare n coerente. Doveva essere coerente quell'altra decisione: rimuovere e poi semmai, approfondire. Si poteva reintegrare, si attivava un'altra procedura, però poi si poteva vedere se era proprio così da reintegrare, ma nel momento in cui lei attuava, come ha fatto, questa procedura, non poteva, a mio modestissimo parere, attuare degli atti diversi quali quelli che avete fatto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Penso sia doveroso dire che in seguito alla risposta dell'Avvocatura la Giunta non ha adottato nessunissima decisione, tanto che anche la conferma del Direttore generale rimaneva sub iudice per quanto riguardava la...
CAVALIERE Pasquale (fuori microfono) Mi scusi, solo per spiegarmi. Lei, secondo me - poi può darsi che mi sbagli - da quello che capisco, avrebbe dovuto sospendere l'interessato perché l'Avvocatura ha individuato un'incompatibilità...



PRESIDENTE

Scusi, una domanda sola... Volevo fare io una domanda, perché non mi ritrovo con i documenti.
CAVALIERE Pasquale (fuori microfono) Rispetto al quesito posto, credo dall'Assessore o dal Presidente, è stata chiesta l'estinzione del rapporto contrattuale. L'Assessore avrebbe potuto aprire un approfondimento e tutto quello che voleva, ma doveva risolvere il rapporto contrattuale, e non intimare all'interessato, come ha fatto, di mettersi in regola: "Mettiti in regola, che manteniamo il contratto".
Il contratto era stato violato - involontariamente, in buona fede, non è questo il problema - per cui si doveva estinguere e poi si poteva riaggiustare. Lei, invece, ha saltato quel passaggio e ha detto: "Mettiti in regola".
Questo non è amministrativamente corretto, a parere del sottoscritto e degli altri firmatari dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La domanda che volevo porre è la seguente. Ho sentito più volte fare riferimento al parere dell'Ufficio legale, ma io non lo conosco. Si tratta del parere dell'Ufficio legale o della Direzione Affari Istituzionali? Conosco solo una lettera, prot. n. 2842, ma ci sono altri documenti in merito?



CAVALIERE Pasquale

Dell'Ufficio legale.



PRESIDENTE

Dell'Ufficio legale non ho documentazione. Si tratta del prot. n. 2842?



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Volevo capire se si tratta di un parere dell'Ufficio legale o di una Direzione diversa.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Presidente, vista la questione, chiederei ai colleghi cinque minuti di sospensione per confrontarci come maggioranza.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.50 riprende alle ore 14.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Siamo in discussione generale sull'ordine del giorno n. 979.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Non sono intervenuto, Presidente e colleghi Consiglieri, in precedenza perché non avevo firmato l'interrogazione dei colleghi. Intervengo ora sull'ordine del giorno presentato dall'opposizione, che chiede la sospensione del contratto relativo al dottor Airoldi, perché, al di là del parere che è stato dato dalla Direzione Affari Istituzionali della Regione Piemonte, penso che in questo caso specifico il problema sia un altro. Mi spiego meglio. C'è un problema di incompatibilità che è stato rimosso, da quanto è stato dichiarato dall'Assessore e dai dati che sono in nostro possesso. C'è però, prima di questo parere rimosso, un periodo, direi anche abbastanza lungo, in cui questo Direttore ha operato anche su un altro fronte. Ed è un problema del dottor Airoldi per quanto riguarda le dichiarazioni che ha sottoscritto e firmato e che sono relative al fatto che lui ha dichiarato assolutamente non esistenti, al momento della firma nessuna causa ostativa e nessuna incompatibilità in ordine al contratto che stava per firmare.
Il problema è un altro. La fiducia della Giunta regionale è caduta su una persona che aveva attestato delle cose che non andavano in quella direzione. Pertanto, rispetto a questo, forse, sarebbe utile, Assessore D'Ambrosio - ma non mi rivolgo unicamente a lei, ma a tutta la Giunta e in particolare al suo Presidente - che rispetto a questi atti si prestasse un po' più di attenzione. Queste cose non le conosciamo dal primo di aprile ma da parecchio tempo.
Forse sarebbe utile che questa fiducia, nei confronti di una persona che rappresenta la sanità piemontese in un capoluogo importante, quale Novara, fosse riposta in maniera, non dico migliore, ma correttamente rappresentata. Cosa che, non so se per non conoscenza del problema e della materia da parte di tutti gli Assessori o per superficialità della valutazione effettuata, non è avvenuta.
Penso che l'interrogazione dell'opposizione sia lacunosa e, sotto certi aspetti, anche strumentale, ma fa parte della legittima possibilità dell'opposizione voler contestare ed aprire il dibattito su alcuni argomenti. Sono riportati solo alcuni tratti di questo parere; riportando solo i quali si dà un'interpretazione a questo parere che è assolutamente parziale e non imparziale.
Quindi, non giudico il parere dato dalla Direzione Affari Istituzionali, non entro nel merito di questo parere, perché il problema come ho sottolineato, è un altro, ed è un problema strettamente di tipo politico ed amministrativo, che la Giunta doveva conoscere ed affrontare in maniera preventiva.
Pertanto, concludo dicendo che dobbiamo evitare, Assessore, Presidente e colleghi del Consiglio, di affrontare alcune tematiche in questo modo facendo sì che non arrivino all'interno di questo Consiglio regionale senza averle conosciute, affrontate e correttamente valutate all'interno dell'organo che ci rappresenta, che è organo esecutivo. Penso che questo sia un modo di lavorare e di concepire il potere esecutivo che non mi pu vedere assolutamente consenziente e che, in qualche modo, voglio denunciare pubblicamente in quest'aula.
Mi auguro, rispetto a quest'ultima affermazione, che non si ripresenti l'occasione di dibattere in questo modo all'interno di quest'aula, con argomenti che ovviamente sono imbarazzanti non soltanto per la maggioranza ma ritengo per tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Avendo chiesto prima ai colleghi, che ancora ringrazio, di accedere a quella sospensione che certo non è stata di cinque minuti perché il discorso è complesso, per quanto ci riguarda noi voteremo contro questo ordine del giorno per alcune ragioni. Non voglio ripercorrere quanto ha detto Angeleri (pezzi che si citano rispetto al parere legale, quindi estrapolati rispetto al resto), non entriamo nel merito; ma laddove egli si dissocia dall'azione intrapresa in data 1/4/1999 dalla Giunta regionale noi rigettiamo con il nostro voto contrario questa dissociazione in senso politico.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 979 per appello nominale, di cui ho già dato lettura.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 hanno risposto SI' 17 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'ordine del giorno è respinto.


Argomento:

Sull'ordine del lavori, con particolare riferimento alla discussione in merito all'ordine del giorno n. 979 testé approvato


PRESIDENTE

A questo punto, la Consigliera Benso mi fa notare che c'era l'impegno dell'aula ad affrontare il punto 13) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, non mi sono permesso di interrompere la votazione, per vorrei dire che non solo l'Assessore non ha motivato certi atti, ma neanche perché non vuole motivarli. Questo voto della Giunta è preoccupante. Al di là del fatto che si avallino le cose che non funzionano anche dal punto di vista amministrativo, nella fattispecie cosa farà l'Assessore? Almeno questo dobbiamo saperlo. Inoltre, ci sono altre questioni prioritarie che i Capigruppo hanno deciso di discutere.



PRESIDENTE

La Consigliera che mi ha rappresentato la questione non è presente in aula. Intendevo solo informare l'aula. Il punto 13) all'o.d.g. riguarda la proposta di deliberazione n. 631: "Riparto per l'anno 1998 del Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alle leggi regionali n.
62/95 e n. 24/92". La mia era solo una correttezza nei confronti della Consigliera che in questo momento non è presente.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

C'è stata una votazione.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, il punto 13) all'o.d.g. era un punto che avevamo già avuto modo di affrontare in un Consiglio precedente e che poi era stato interrotto, ma penso sia di una certa urgenza, in quanto stiamo parlando del riparto delle spese socio-assistenziali del 1998, non del 1999. La Consigliera Benso aveva richiesto un'attenzione rispetto a questo argomento e mi pare che anche i Capigruppo, le volte precedenti, avessero sottolineato, tra gli altri, questo punto.
Credo che questo punto, se ci fosse il consenso da parte del Consiglio possa essere affrontato e, ci auguriamo tutti, approvato nella seduta odierna.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Mi rendo perfettamente conto che abbiamo votato un ordine del giorno ma l'ordine del giorno, nel momento in cui viene respinto, lascia aperta la questione iniziale, sulla base della quale siamo arrivati al dibattito di oggi. Nel senso che, ieri, in Commissione, sulla base di una presa di coscienza o di assunzione comune del fatto che era insufficiente il percorso prospettato, si è deciso, si è proposto e si è accolto, da parte della Commissione, di venire in aula per individuare un percorso. Si era anche chiesto che fosse il Presidente della Giunta - che invece non c'è ad assumersi una responsabilità in questa direzione.
Il fatto che quell'ordine del giorno sia stato respinto lascia il tutto alla situazione quo ante, cioè ad un'insufficiente risposta iniziale da parte della Giunta e dell'Assessore competente ad un percorso non delineato ed insoddisfacente, in quanto in contrasto con i pareri degli uffici e della Direzione Affari Istituzionali; inoltre, la mancata individuazione di un percorso successivo.
Questo è un problema di grande rilevanza per la Giunta, perché noi in Consiglio le responsabilità che ci dovevamo assumere ce le siamo assunte anche con una votazione. A questo punto, dica la Giunta cosa vuole fare su una questione di tale delicatezza, perché non può pensare di uscirne così.



PRESIDENTE

Ritengo che questo problema potremo affrontarlo domani nella Conferenza dei Capigruppo.
MANICA Giuliana (fuori microfono) Penso che per l'Assessore D'Ambrosio sia già troppo tardi.



PRESIDENTE

Se la Giunta vuole intervenire, ne ha facoltà quando ritiene.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente e cortesi colleghi. Innanzitutto, devo rilevare che in realtà il parere, fornitoci dalla Direzione Affari Istituzionali e Processi di delega, indicava alla Giunta dei percorsi e, tra questi, quello della diffida ad adempiere, così come è successo con una precedente Giunta anni fa, per cui la conclusione in realtà è estrapolata dal contesto del parere ed è stato questo il motivo per cui (oltre al fatto che non potevamo dissociarci da noi stessi) si è votato "no" all'ordine del giorno. Ci saranno ulteriori approfondimenti giuridico-legali e, così come era già stato proposto ieri in IV Commissione, chiederemo con urgenza un parere al Consiglio di Stato.
Devo altresì sottolineare che - il problema si allarga a tutte le Regioni, oltreché al Piemonte - alla luce dei pareri di illustri giuristi (il prof. Scaparone e il prof. Gallo) il problema dell'esclusività del rapporto di lavoro comporta una serie di problematiche che il DL n. 502 non aveva preso in considerazione perché, se le cose andranno in una determinata direzione, non si esclude che i Direttori generali vengano a trovarsi nella condizione di dipendenti della Regione, e quindi ci sarà tutta una serie di problematiche che ovviamente andranno affrontate (forse saremo i primi in Regione Piemonte a farlo) per quanto attiene la posizione dei Direttori generali - dei quali, per la verità, si sta già occupando la Cassazione, proprio per questa non esatta definizione di quello che è il rapporto esclusivo di lavoro.
Con questo non voglio dire che nel contratto privatistico sottoscritto dal Direttore generale non ci fosse questa clausola; questa clausola c'è ma ci sono tutti questi "però" che vanno definiti sollecitamente. E' stato questo il motivo per cui noi non abbiamo ritenuto di sospendere temporaneamente l'attività del Direttore generale che, devo ricordare, era uno dei Direttori generali che aveva avuto il massimo della valutazione dalle famose cinque società esaminatrici, ed è anche uno dei Direttori generali che ha raggiunto in modo ottimale gli obiettivi che gli erano stati attribuiti.



PRESIDENTE

La risposta rende ancora necessario l'intervento della Consigliera Simonetti? SIMONETTI Laura (fuori microfono) Sì.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Presidente, l'intervento dell'Assessore praticamente non aggiunge nulla di nuovo, se non una reticenza assoluta di questa Giunta rispetto ad un fatto grave.
L'Assessore dice: "Procederemo con ulteriori accertamenti legali".
Intanto, non capiamo ancora cosa ci voglia per porre in essere un atteggiamento di responsabilità e di trasparenza da parte di questa Giunta nel sospendere immediatamente dall'incarico il dottor Airoldi, la cui incompatibilità è evidente dagli atti (atti peraltro già da tempo in possesso dell'Amministrazione regionale).
L'Assessore fa riferimento a considerazioni che possono essere opinabili o a nuove interpretazioni di articoli del DL n. 502, ma gli articoli del DL n. 502, rispetto all'incompatibilità professionale, sono assolutamente chiari: non ci sono dal nostro punto di vista delle possibili diverse interpretazioni, ma sono presenti delle violazioni di legge; ma violazioni di legge, Assessore, che sono già illustrate dal parere richiesto dall'Amministrazione regionale agli Affari Istituzionali. Al termine dei pareri si dichiara infatti: "L'unica soluzione rispetto ad inadempienze e ad evidenti violazioni legislative è la risoluzione del contratto". Rispetto a queste premesse, di cui l'Assessore si fa portavoce ed è lo stesso firmatario, l'Assessore annuncia: "L'unico strumento che noi ci sentiamo di utilizzare è la diffida, quindi ad adempiere entro 30 giorni alla cessazione del contratto". L'unico Ente che, da questo punto di vista può essere investito per una regolare trasparenza rispetto ad un percorso è la Procura della Repubblica! L'Assessore ci deve dire cosa intende fare; quali forme di interpretazione, che ci paiono assolutamente chiare, e quali pareri legali deve ancora utilizzare e di cui ancora si intende avvalere, visto che ormai i pareri legali non dichiarano una diversa e possibile interpretazione; e alla luce delle considerazioni fatte e delle incompatibilità emerse - ormai dichiarate ed evidenti, alla luce del sole - cosa intende fare oggi. La Giunta non può limitarsi ad esprimere una diffida con cui si sottolinea l'incompatibilità del dottor Airoldi, che ha firmato quattro contratti falsi in cui non annunciava un'incompatibilità di cui era assolutamente a conoscenza, perché era titolare lui stesso; non può limitarsi ad una diffida in cui temporeggia e dà limiti e proroghe, rispetto alle quali, ad un certo punto, il dottor Airoldi dovrà cessare la propria attività.
Pur individuando la Giunta delle strade - di cui non siamo a conoscenza e di cui l'Assessore non ha messo a conoscenza il Consiglio - non si capisce perché siamo stati dalle 13,30 fino ad ora a discutere di una questione delicata, se poi, a questo punto della situazione, non sappiamo che cosa intende fare la Giunta e di quali accertamenti l'Assessore vorrà avvalersi. Ci chiediamo cosa faccia il dottor Airoldi e se l'Assessore non intenda, da un punto di vista di trasparenza, sospenderlo dall'incarico che oggi svolge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Chiedo, se possibile, di sospendere il Consiglio, perché il Gruppo di Alleanza Nazionale deve assentarsi in quanto, alle ore 16 sarà presente a Torino il Presidente del partito, on. Fini, e noi dovremmo partecipare a questa manifestazione.



PRESIDENTE

Credo che questo rientri nelle prassi normali: dopo la dichiarazione del Consigliere Saitta.
Prego.



SAITTA Antonio

Intervengo soltanto per rilevare come la questione sollevata dall'interrogazione e attraverso l'ordine del giorno - credo se ne renda conto anche il Presidente della Giunta regionale - non si chiude con questa votazione. La Giunta - e mi rivolgo al Vicepresidente e al Presidente Deorsola - e l'Assessore D'Ambrosio devono riferire al Presidente della Giunta regionale che il prossimo Consiglio si riparte da questo punto: non vi è soluzione ad una non applicazione delle norme perché si approva un ordine del giorno dal punto di vista politico.
Collega Gallarini, che hai tantissima esperienza, credo che ti sarai reso perfettamente conto che l'ordine del giorno presentato, così come è stato formulato, non contenendo alcun giudizio di carattere politico, ma facendo riferimento soltanto ad un parere dell'Ufficio amministrativo e facendo riferimento alla diffida, era finalizzato a suscitare un'attenzione da parte di chi ha responsabilità, soprattutto la maggioranza, rispetto ad un atto che, a nostro avviso, crea qualche dubbio - e credo ne abbia creato qualcuno anche all'interno della maggioranza.
L'ordine del giorno è invece stato interpretato soltanto dal punto di vista politico ed è stato votato (non da parte della maggioranza). Credo che questo sia stato un errore, ma ciò rientra nelle valutazioni.
La maggioranza, votando "no", che cosa ha fatto? Ha sostanzialmente detto: "Assessore, sei stato bravo: hai votato una diffida, nonostante l'Ufficio legislativo ti abbia detto che dovevi rescindere il contratto".
In pratica, avete dato un parere contrario - anche voi come maggioranza rispetto a quello espresso dalla Direzione Affari Istituzionali.
Ritengo che buonsenso e cautela avrebbero richiesto, per lo meno da parte della maggioranza, un attimo di riflessione prima di esprimere un voto, perché con questo voto l'Assessore D'Ambrosio è rafforzato nella sua opinione di aver fatto bene; è rafforzato nella sua opinione che il dottor Airoldi, avendo dichiarato cose non vere, ha fatto bene.
Assessore, lei qui non ci ha detto una parola, un giudizio sul fatto che il dottor Airoldi ha detto cose non vere al momento della stipula del contratto! Lei non ha neppure censurato questo fatto e non ha risposto in merito al parere della Direzione Affari Istituzionali, che lei ha citato ma ha omesso nella costruzione della diffida: quel parere arriva alla conclusione della rescissione del contratto.
Lei cita un atto che non rispetta; dopodiché - io non so se i colleghi l'hanno letta bene - la diffida, nelle premesse, è tutta un atto di autoaccusa dei comportamenti della Giunta regionale. Al terzo punto, c'è scritto: "Tra le clausole, l'impegno a svolgere le funzioni a tempo pieno e con impegno esclusivo..." (quindi lo confermate anche voi: "a tempo pieno e in modo esclusivo" - punto 3) della diffida). Al quarto punto: "E' titolare di uno studio commercialista e allo stesso tempo fa capo alla relativa..." (è stato scritto dal Presidente Ghigo). Un ultimo punto dice che "la concomitanza dell'esercizio porta all'inadempimento dell'obbligo dell'esclusività".
Questo è scritto nella diffida, nelle premesse. Possibile che nessuno si ponga il problema di una difformità delle premesse rispetto alle conclusioni? Io non vorrei esagerare in un'opinione, e cercherò di essere molto cauto, ma ho la sensazione, per le cose che ha sostenuto l'Assessore in questa sede, che più che una valutazione dell'interesse complessivo della Regione e della tutela dell'Ente regionale (perché l'intervento della Regione in casi di questo tipo è di tutela dell'Ente) - Assessore, mi permetta di affermarlo - mi sembra che lei voglia tutelare il Direttore dell'Ente.
Ha ragione il collega Cavaliere, quando pone questo problema: probabilmente, per i tempi e per la modalità, si tende a tutelare un interesse personale, altrimenti il comportamento sarebbe stato diverso.
Assessore, lei ha contestato al dottor Airoldi di non aver dichiarato che svolgeva un'attività privata al momento della sottoscrizione del contratto? L'ha fatto? Che cosa ha fatto? L'ha contestato, dopodiché la contestazione...



PRESIDENTE

Non dobbiamo introdurre altri elementi. Può presentare un'interrogazione o un'interpellanza in merito.



SAITTA Antonio

Questo per dire che i problemi, da parte del mio Gruppo, saranno riproposti tutti, attraverso un ordine del giorno, dove, a questo punto rimarcheremo anche responsabilità individuali rispetto ad un fatto che è stato posto oggi, chiedendo un intervento ed anche una precisazione individuale da parte del Presidente Ghigo, che oggi ha la fortuna di non essere presente. E credo che questo, in qualche maniera, sia un elemento a suo vantaggio, perché il voto è stato un voto molto disattento.



PRESIDENTE

Abbiamo ancora un intervento.
Prego, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Chiedo dieci secondi, perché l'intervento del collega Saitta merita dieci secondi, in questo senso. Innanzitutto, io ho precisato che noi non entravamo nel merito delle questioni, in quanto non siamo titolati a farlo non vogliamo farlo e non abbiamo elementi per poterlo fare.
Ho detto che il nostro voto contrario è un voto che si esprime contro questa dizione: "Si dissocia da quanto ha fatto la Giunta". Noi, che siamo la maggioranza che sostiene questa Giunta - ho detto, dal punto di vista politico - esprimiamo un voto di fiducia a favore della Giunta. Punto e basta.
Poi, abbiamo sbagliato, non abbiamo sbagliato: è un altro discorso. Io sono convinto che non abbiamo sbagliato, altrimenti avremmo deciso in un altro modo; non penso di essere il solo, anche gli altri 25 che hanno votato sono convinti, ovviamente, di non avere sbagliato; per politicamente, si sa che quando esistono due versanti, ognuno assume il suo e poi la storia dirà in che direzione vanno le cose.



PRESIDENTE

Accogliendo la richiesta, come consuetudine, chiudiamo i lavori.
Però, prima vorrei invitare, come ho già fatto in sede di Comitato di solidarietà, a devolvere almeno il gettone di presenza odierno per gli interventi che la Regione svolgerà nel Kossovo. Come avete visto dal comunicato stampa, esiste un apposito conto corrente della Regione.
Il Consigliere Rosso desidera ancora intervenire. Prego.



ROSSO Roberto

Sinceramente, mi chiedo se esista ancora un Consiglio regionale. Questa questione della sospensione, perché c'è Fini, con tutto il rispetto dovuto a Fini... ma c'è un congresso? Perché un conto è il congresso di un partito... Ma non mi risulta che ci sia un congresso.
Stiamo stabilendo un precedente per cui, quando un leader nazionale viene in Piemonte, si sospende il Consiglio regionale. Me lo dica, perch l'on. Bossi, ogni settimana, fa un comizio in Piemonte, al quale mi piacerebbe partecipare, ma se c'è Consiglio, giustamente rimango qui.
Fossimo in una situazione in cui si lavora! Ma oggi si è fatto ben poco, Presidente. Mi sembra che si fosse deciso di andare avanti: non che convoca il Consiglio a mezzogiorno, si inizia alle 13 e si finisce alle 15,30 senza aver fatto nulla! Pertanto, sono contrario alla sospensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, il collega Rosso ha ragione perché la consuetudine a cui lei ha fatto cenno si riferisce alla richiesta, alla Conferenza dei Capigruppo, di partecipare a questi avvenimenti. Credo che non avremmo convocato il Consiglio a mezzogiorno, per terminarlo alle 15,30, se avessimo saputo di questo fatto. Considero del tutto opportuno, visto che l'intero Gruppo di Alleanza Nazionale partecipa a questo avvenimento sospendere il Consiglio, però vorrei sottolineare come la maggioranza non si coordini neanche nelle proprie iniziative per convocare il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Minervini, che interviene in qualità di Consigliera.



MINERVINI Marta

Ho ascoltato diligentemente quanto è stato detto. Convengo con coloro che pensano di aver detto giusto (e probabilmente hanno detto giusto), per cui noi ringraziamo chi vorrà aderire alla nostra richiesta che avviene una tantum, perché il nostro Presidente non viene a Torino una volta alla settimana, bensì una volta ogni sei mesi. Se qualcuno aderisce, li ringrazio... Simonetti, non ridere per ogni cosa, così come io non rido per le tue! Comunque, ringrazio chi vorrà aderire; in ogni caso, noi andiamo via. Grazie.



PRESIDENTE

Devo dare notizia che i Consiglieri Chiezzi e Simonetti mi hanno chiesto di comunicare la loro volontà a che i gettoni presenza vengano versati alla Croce Rossa serba. Io, in sede di Comitato di solidarietà avevo sottolineato, e lo ribadisco oggi, che venissero indirizzati - ma ovviamente questo è un invito, non è un obbligo - al conto corrente della nostra Regione.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Ricordo che domani alle ore 12.00 avrà luogo la normale Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta



(La seduta ha termine alle ore 15.33)



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