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Dettaglio seduta n.344 del 30/03/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Mancuso e Rossi.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Richiesta di comunicazioni alla Giunta regionale in merito alla sottoscrizione del Patto per lo sviluppo regionale


PRESIDENTE

I nostri lavori del pomeriggio prevedono il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 392.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Non è una questione pregiudiziale. Abbiamo rilevato - parlo delle minoranze - che per domani è prevista la sottoscrizione del Patto per lo sviluppo regionale. Vorrei sapere se la notizia può essere confermata.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Mi sta facendo una domanda?



RIBA Lido

Sì.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Vuole che le risponda subito?



RIBA Lido

No, volevo...



PRESIDENTE

La domanda non è ancora stata fatta.



RIBA Lido

Ritengo che, anche in relazione al fatto che abbiamo svolto un dibattito sul Patto per lo sviluppo - dibattito che, tra l'altro, è stato seguito attentamente anche da lei, Presidente - dovremmo essere informati su quello che si firma, sui contenuti. Dagli uffici abbiamo avuto informazioni parziali: "E' ancora in itinere, si sta predisponendo, sono elementi parziali". Data la dimensione della materia, che è sicuramente di rilievo esterno, giornalistico e politico, credo che su questa questione sia necessaria un'informazione. Capisco che ci sia un ordine del giorno, ma non è per sottrarci ad esso: è proprio perché, se domani c'è la firma abbiamo bisogno di poter essere informati oggi con qualche riflessione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi confermava ancora adesso la dottoressa Leddi, che è in contatto con il Ministero, che non esiste alcuna possibilità che il 31 marzo ci sia la sottoscrizione di questo Patto e che tutto verrà rimandato a data da definirsi, nel senso che sarà siglato dopo Pasqua.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Riba)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Nel senso che domani non è prevista alcuna sottoscrizione del Patto.
Voglio anche dire che siamo ancora in fase di definizione per quanto concerne gli elementi di richiesta, anche di carattere finanziario, da presentare al Governo nei confronti delle iniziative che nel Patto vengono sottoscritte. Non so quando, se durante la prossima settimana, verrà deciso di svolgere il Consiglio, ma in quella sede, siccome avremo di fatto definito completamente il contenuto dei documenti del Patto, penso che potrò dare informazione al Consiglio. Comunque, mercoledì 31, cioè domani non vi sarà alcuna sottoscrizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Ringrazio per questa comunicazione.
Volevo soltanto far notare al Presidente Ghigo e ai colleghi che c'è un interesse non soltanto ad avere un'informazione sui contenuti che la Regione introdurrà nel Patto per lo sviluppo, ma c'è un riferimento anche a questioni di carattere economico-finanziario. Nel senso che nella prima variazione di bilancio, che mi sembra sia stata approvata dalla Giunta presa all'indomani dell'approvazione del bilancio per onorare gli impegni politici, c'è una riduzione dell'importo che il Consiglio ha deliberato nel bilancio per il Patto. Mi pare che nel bilancio si erano indicati 20 miliardi, mentre in occasione della prima variazione l'importo è stato ridotto di circa un miliardo e mezzo...



SAITTA Antonino

RIBA Lido (fuori microfono)



SAITTA Antonino

Un miliardo e ottocento.



SAITTA Antonino

Un miliardo e ottocento. Sembra quasi una sorta di disimpegno rispetto ad un impegno collegiale da parte del Consiglio; anzi, da parte delle minoranze c'era un'indicazione per un finanziamento maggiore. Credo che queste valutazioni vadano evidenziate, soprattutto in termini di coerenza con il bilancio e con il Piano triennale, anche perché probabilmente alcuni impegni, per forza di cose, porteranno ad una variazione del Piano triennale. Quindi, credo che un'informazione preventiva sia estremamente utile e mi pare anche interessante l'impegno del Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Il Consigliere Saitta ha anticipato, in realtà, un documento che noi stiamo apprestando. Intendiamo allegare alle schede tecniche - che probabilmente il Consigliere avrà visto perché il documento è composto da schede tecniche - gli stanziamenti, relativi al bilancio approvato, che la Regione Piemonte ha destinato alla realizzazione degli impegni, e allegare anche quelli che saranno gli impegni - lei sa, mi riferisco in maniera particolare alla formazione professionale - che la Regione assumerà nell'ambito dell'assestamento di bilancio. Pertanto, ci sarà un quadro preciso di quelle che sono le risorse del bilancio e degli impegni sull'assestamento di bilancio che la Regione assume in relazione al Patto.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Saitta)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Certo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Vorrei precisare che noi abbiamo certo discusso il Piano triennale e il Piano per lo sviluppo, ma da qualche parte abbiamo potuto realizzare le proposte e le schede del Patto per lo sviluppo. Nel senso che sappiamo che queste schede sono compilate da parte della Giunta, ma su questo non c'è stata alcuna consultazione od informazione. La prerogativa della Giunta rimane intatta, ma un'informazione al Consiglio, visto che ci sono anche degli evidenti strafalcioni, credo che possa essere data.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Non ci sono delle schede finite, ma una fase concertativa con le parti sociali che dovrà approdare ad un punto d'accordo; nel momento in cui sarà raggiunto il punto d'accordo tra parti sociali, Regione, Ministero ed Enti locali, subentreranno le schede.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ci sono già delle schede che voi avete presentato alle parti sociali.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

No, non ci sono delle schede che abbiamo presentato. Lei probabilmente confonde la parte illustrata questa mattina, che è la costituzione del Comitato per il DOCUP, dove ci sono...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

No, no.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Perché in questo caso non ci sono schede, ci sono delle bozze di documenti relative a tre tavoli: al tavolo prefettizio, che riguarda la Pubblica Amministrazione; al tavolo che riguarda le politiche attive del lavoro e al tavolo che riguarda le infrastrutture per la difesa dell'ambiente. Sono documenti formulati dai gruppi di lavoro, ma non c'è ancora la fase definitiva e politica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Abbiamo letto nei giorni scorsi che veniva firmato a fine mese.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Probabilmente ha letto male, secondo una fonte non corretta.



PRESIDENTE

Non risponde alla verità dei fatti.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Diciamo che la data di firma del Patto non è stata definita in quanto mancano ancora, anche da parte regionale e di alcuni altri soggetti, alcune verifiche e, in particolare, manca la verifica che il Ministro del Lavoro deve svolgere con gli altri Ministeri, perché il Patto impegnerà il Governo, non solo il Ministro del Lavoro. Di conseguenza, deve verificare la compatibilità...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Sta dicendo un mucchio di "balle".



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

No, le "balle" le racconta lei, per cortesia!



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Le sta raccontando lei adesso.



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo finire l'intervento dell'Assessore.
Scusi, Assessore, vorrei pregare di non aprire oggi un dibattito su questi temi. Doverosamente, sono state richieste delle risposte, però...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Lasciamo terminare l'Assessore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ripeto: i tavoli hanno prodotto delle bozze di documento che sono al vaglio delle singole parti. La Regione sta valutando le bozze da parte sua per gli impegni che si assumerebbe come tale. Il Ministero del Lavoro si è impegnato a fare la verifica sugli altri Ministeri per poter assumere gli impegni come Governo e non solo come Ministero del Lavoro. Le parti sociali da parte loro stanno facendo delle valutazioni. Nei prossimi giorni l'insieme di queste valutazioni sulle bozze che sono frutto dei gruppi di lavoro, perché i tavoli non sono più stati riconvocati, verrà riassunto nella sintesi che dovrà trovare, speriamo concordi, tutte le parti demandate. Ecco qual è lo stato dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non capisco il nervosismo di certi Assessori, in quanto la notizia che il Patto per lo sviluppo sarà firmato a fine mese è stata una dichiarazione della Giunta, riportata dai giornali. Non l'abbiamo inventata noi.
Chiediamo di poter avere un'informazione su ciò che si firma: l'Assessore ci dice che le schede sono oggetto di gruppi di lavoro che le stanno analizzando. Io so anche che ci sono proposte della Giunta regionale. Posso sapere quali sono le proposte della Giunta regionale?



PRESIDENTE

Non oggi.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Non è definito il giorno di scadenza preciso, perché dipende dai tempi di verifica, in particolare da parte del Ministero. Il Ministero del Lavoro deve consultare almeno sette-otto altri Ministeri.
Le proposte e le disponibilità che la Giunta regionale ha portato ai tavoli di trattativa siamo pronti a discuterle in qualsiasi sede, ritengo di Commissione, e quando il Consiglio lo voglia. C'è piena disponibilità su questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, la risposta è evasiva, perché la risposta non evasiva potrebbe essere quella che l'Assessore dica in quale giorno di questa o della prossima settimana intende svolgere l'informativa.



PRESIDENTE

Lo calendarizzeremo insieme.



CHIEZZI Giuseppe

E' evasiva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Chiede ancora di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Le chiedo, Presidente del Consiglio, di ricordare al Presidente della Giunta che aveva promesso di rispondere all'interpellanza sul comportamento dell'Assessore Masaracchio in occasione della realizzazione del Salone della Formazione. Chieda al Presidente della Giunta se intende onorare questo impegno.



PRESIDENTE

Per la giornata di oggi avevamo previsto al mattino interrogazioni e al pomeriggio atti deliberativi. Ricordo che abbiamo ancora la giornata di domani, solo al pomeriggio, che sarà divisa in metà.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La risposta è preparata; mi sembra che nella giornata di oggi pomeriggio siano iscritti altri argomenti in discussione. Domani potr tranquillamente rispondere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Volevo chiedere se il Presidente Ghigo ha intenzione di dare una risposta sulla questione politica relativamente alle lettere inviate dal Gruppo dei Federalisti. I Capigruppo hanno deciso per oggi di esaminare dei provvedimenti. Insieme alla questione Masaracchio, nella giornata di domani, chiederei di affrontare anche questa risposta da parte del Presidente Ghigo.


Argomento: Province - Comuni - Comunita' montane - Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 392: "Riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, alimentazione, sviluppo rurale caccia e pesca" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 392, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La relazione introduttiva è stata svolta ieri pomeriggio.
Questa mattina, prima dell'inizio dei lavori, è stato nuovamente verificato l'impianto per la votazione elettronica, che mi si dice funzioni. Raccomando ai Consiglieri di ritirare il proprio badge, perch proveremo ad effettuare le votazioni con sistema elettronico.
E' aperta la discussione generale sul disegno di legge.
La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Mi conceda, Presidente, prima di entrare nel merito del dibattito generale sul provvedimento riguardante le deleghe in agricoltura trovandoci a discutere del cosiddetto settore primario, di sottolineare in premessa l'apprezzabile risultato ottenuto dal nostro governo nell'ambito dell'accordo su Agenda 2000; risultato che noi giudichiamo politicamente ed economicamente positivo. I contenuti di questo accordo vanno considerati anche alla luce del riequilibrio che va ad operare nei settori agricoli cosiddetti di "Capital intensive", come i cereali; un equilibrio a favore dei settori invece "Labour intensive", come il vino, dovrei ricordarlo perché la nostra Regione è particolarmente attenta a questo settore...



BELLION Marco

RIBA Lido (fuori microfono)



BELLION Marco

Presidente, faccia fare un po' di silenzio!



BELLION Marco

Dicevo, Presidente, un settore come il vino, che vede la nostra Regione da sempre protagonista, ha ottenuto 1.300 miliardi in più da destinare alla riconversione e alla ristrutturazione per i prossimi sette anni.
In generale, forse per la prima volta, i costi di questo accordo per il nostro Paese sono inferiori alle maggiori entrate che l'Italia avrà, sia dal capitolo agricoltura, sia dalla voce "Fondi strutturali": cifra quantificabile in circa 1.700 miliardi.
Ho voluto ricordare questo recente accordo - è della scorsa settimana proprio perché non è così distante, così non attinente al dibattito che faremo oggi sui "Bassanini agricoltura".
Partendo dalla premessa che questa riforma - la riforma più ampia in generale, la riforma federalista - non consiste in un puro e semplice trasferimento di poteri dal centro alla periferia (come il nostro Gruppo ha già ricordato in quest'aula in occasione dell'approvazione della legge madre regionale), bensì in un contestuale cambiamento sia delle istituzioni centrali che delle istituzioni periferiche, per cui, proprio partendo da questo giudizio, e quindi presa sul serio l'attuazione delle Bassanini Assessore Bodo... Dico questo, perché nella relazione del collega Toselli avvenuta ieri in tarda serata, che abbiamo dato per letta (ma che veramente ci siamo letti bene), è evidente come sia fin troppo facile - come fai tu fare leva sull'insufficienza della legislazione nazionale, sia per trovare degli alibi a questa maggioranza sia per dare vita ad una serie infinita di rinvii e rimpalli reciproci di responsabilità.
Una sorta di gioco a rimpiattino che la Giunta, in questi mesi, ha avuto modo di effettuare non solo su questa parte dei Bassanini; un gioco a rimpiattino per i diversi livelli istituzionali, il cui esito per vogliamo sottolinearlo - può essere solo una sconfitta strategica della prospettiva federalista del nostro Paese e, più in generale, della capacità del sistema pubblico, in particolare il nostro, quello regionale, di produrre quell'innovazione dei processi di trasformazione economica e sociale che la nostra Regione ormai non solo chiede, ma urla.
Faccio questa affermazione, perché il potere sostitutivo, che abbiamo dovuto subire dal Governo per i ritardi, di cui parlavo, nell'emanazione da parte della nostra Regione della normativa che siamo qui oggi a dibattere ad un anno circa dalla sua scadenza, è potuto avvenire proprio perché i sei mesi - Assessore Bodo - che avevamo a disposizione sono stati considerati da lei e dalla Giunta come un vincolo e non come un'opportunità.
Tuttavia, ciò non significa che io non sia consapevole dei limiti dei provvedimenti adottati fin qui anche dal Governo in attuazione alla legge n. 59, limiti che le Regioni hanno evidenziato, in particolare per quanto riguarda la questione finanziaria. Anche perché, per quanti accorgimenti siano stati adottati, c'è il rischio, che noi non neghiamo, di un trasferimento verso le Regioni e gli Enti locali di quelle contraddizioni di quegli squilibri storici della finanza statale.
Riteniamo fondamentale il decentramento a livello regionale per un settore così importante come l'agricoltura. Credo che, per misurarne l'importanza, per rivelarne la primarietà, basti dare un'occhiata alle cifre della nostra agricoltura, che più volte sono state ricordate in quest'aula dal nostro Gruppo, e dal nostro Capogruppo in particolare.
E' evidente che questo settore così importante avrebbe richiesto un disegno di legge organico ed unitario, soprattutto mirato alla definizione di un nuovo assetto del governo del settore agricolo della nostra Regione.
Avrebbe dovuto, cioè, anzitutto definire i lineamenti di fondo sotto il profilo dell'applicazione dei principi di sussidiarietà e di adeguatezza nel riparto delle funzioni tra i diversi Enti territoriali: chi fa e che cosa.
Sulla carta, apparentemente, questo è stato fatto. Infatti, l'art. 2 elenca le competenze della Provincia; l'art. 3 quelle della Regione, e via dicendo. Oltre a questo, però, avremmo dovuto determinare, in maniera formale, la distribuzione delle competenze tra gli Enti territoriali riguardanti i diversi settori del composito mondo agricolo.
L'intera operazione di riforma avrebbe quindi dovuto tradursi nell'alleggerimento dell'apparato pubblico regionale, nella semplificazione amministrativa, nella delegificazione secondo una dimensione orizzontale del principio di sussidiarietà che ricordavo prima. Si sarebbero dovuti stabilire dei forti raccordi operativi, in particolare con le Province destinandole ad assumere anche, in particolare per ciò che concerne l'agricoltura, delle funzioni direttamente gestionali.
Su questa parte, il disegno di legge della Giunta è insufficiente. I nostri emendamenti, Assessore, in particolare quelli che riguardano la caccia, l'irrigazione, la bonifica e soprattutto la parte relativa alle risorse e al personale, vogliono andare proprio in questa direzione. E ci Assessore, stiamo attenti - per evitare che questo decentramento si traduca in una sorta di "balcanizzazione" - un termine, purtroppo tristemente di attualità - della Pubblica Amministrazione, ovvero in una frammentazione di soggetti responsabili delle funzioni di governo spostando, in sostanza, come appare, esclusivamente sui territori, una mole ingovernabile di conflitti.
Questo è ciò che non vogliamo e i nostri emendamenti tendono - ripeto a fare in modo che questo non avvenga.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Svolgo ora alcune piccole considerazioni che saranno poi arricchite nel corso del dibattito da emendamenti presentati sia da parte nostra che di altri Gruppi politici (vedo anche da parte della maggioranza), per cui troveremo momenti di riflessione aggiuntivi.
La legge n. 59 del marzo 1997 aveva un obiettivo principe: quello di normare, programmare e controllare da parte della Regione e soprattutto di consegnare l'autonomia e la gestione amministrativa agli Enti locali.
Questo è un obiettivo che noi non dobbiamo dimenticare, mentre invece credo che, con molta obiettività e senza alcuna polemica, venga abbastanza disatteso, comunque non pienamente accettato e adottato dal disegno di legge in esame.
Un'altra considerazione riguarda il ritardo con cui la Giunta è arrivata in aula con un disegno di legge. Come ha già ricordato il Consigliere Bellion, noi abbiamo anche dovuto subire l'infamia dei poteri sostitutivi, in quanto con il DL n. 60 del 6/3/1998 la Regione è stata "commissariata".
Ricordo altresì che lo spirito della legge è quello di raggiungere gli obiettivi che riguardano in particolare i seguenti principi: il principio della sussidiarietà, della completezza, dell'adeguatezza dell'efficienza e dell'economicità, non ultimo l'unità e l'omogeneità dell'amministrazione pubblica. Obiettivi che la legge non sempre raggiunge pienamente, anzi, è il giudizio che abbiamo ampiamente denunciato, assegnato a verbale e alla discussione della Commissione Ad onor del vero (è un alibi parziale), posso dire che sono stati compiuti dei passi avanti sul testo originale. Dopo approfondite ed ampie discussioni, svoltesi durante l'attività della Commissione, sono stati presentati alcuni emendamenti misurativi del provvedimento.
Assessore, signor Presidente, il risultato sarebbe stato molto diverso se il problema della redazione di questo disegno fosse stato affrontato in modo radicale dalla stesura originale, se si fosse data un'interpretazione autentica dello spirito della legge n. 59 che, non dimentichiamolo, è stata emanata dal Parlamento, con una precisa direttiva ed uno spirito che la Regione non doveva disattendere.
Prima di concludere, ribadisco la nostra attenzione per il dibattito che si terrà in quest'aula, attenzione che sarà focalizzata soprattutto alle considerazioni e all'esito degli emendamenti che abbiamo presentato insieme ai Democratici di Sinistra, che intendono portare ulteriori miglioramenti alla legge.
Circa la messa a disposizione delle risorse finanziarie dei beni e del personale, ci riserviamo un ulteriore giudizio e, soprattutto, un'attenta valutazione della procedura che si svolgerà nell'applicazione della L.R. n.
34 a cui, purtroppo, si è demandato il discorso di questo importante comparto.
A prima vista, gli emendamenti della maggioranza, appena arrivati sembrano aggravare la situazione, togliere ulteriore autonomia alle Province. Ci riserviamo di tornare sull'argomento e, al termine della discussione sulla legge, faremo una dichiarazione di voto comprensiva di tutto ciò che ho esposto in questo breve lasso di tempo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

La ringrazio, Presidente. Ci apprestiamo a valutare il disegno di legge n. 392 con grandissimo ritardo. Peraltro, siamo enormemente in ritardo su tutte le leggi di delega alle Province e ai Comuni. Probabilmente, tutte le Regioni, e non solo la Regione Piemonte (non intendo dare colpe a nessuno) forti del passato, hanno pensato di dover continuare a gestire anzich governare. Cerco di spiegarmi.
Si tende sempre ad ottenere un certo risultato: avere il coltello dalla parte del manico, vale a dire avere nei confronti dei Comuni la possibilità di condizionamenti. Vedendo questa legge in I Commissione, e ora in questa discussione generale, sono abbastanza perplesso sulle funzioni delegate alle Province, che dovrebbero restare alle Regioni, e viceversa. Questa è la realtà. Non è stato fatto, secondo me, un lavoro del tutto in linea con quelli che erano, e che sono, i dettami della legge nazionale.
Credo che il concetto base, che deve trasmettere a noi amministratori Consiglieri ed Assessori regionali, lo slancio necessario per incamminarci verso un decentramento vero, non corrisponda allo spirito di questa legge.
Siamo ancora troppo indietro, non riusciamo a disarticolarci completamente da un metodo radicato, non riusciamo a dare alle Province e ai Comuni uomini e mezzi che si occupino della gestione. La Regione dovrebbe solo ed esclusivamente programmare: dovrebbe fare una programmazione completa e reale.
Tanti emendamenti, come quello sulla caccia, ad esempio, lasciano grandi perplessità. Noi non abbiamo partecipato al voto di questa legge così come è stata approvata, per riservarci di sentire in aula se ci saranno ulteriori coalizioni e la possibilità di rendere la legge più pregnante, affinché vada incontro alle scelte e alle aspettative originarie delle Province e delle organizzazioni degli agricoltori. Le aspettative originarie sono state disattese.
Il risultato da noi ottenuto, grazie anche alla Regione Piemonte e a tutte le altre Regioni, a Bruxelles, è figlio di un grande confronto, del giusto modo di rapportarsi al decentramento amministrativo. I nostri agricoltori ci hanno dato l'occasione per un grande momento di verifica: lo stesso dobbiamo fare con questa legge, senza paura, senza infingimenti dimostrando una volta per tutte che il nuovo modo di governare e rapportarsi alla popolazione è finalmente trasparente. In caso contrario non possiamo dire di aver svolto il nostro compito di amministratori.
Ciò che oggi dobbiamo fare è andare nella direzione prefissata dalla legge Bassanini: il decentramento a tutti i livelli.
Pensiamo al Piano di sviluppo, slegato dal Piano territoriale riflettiamo sul fatto che non utilizziamo realmente gli strumenti di cui disponiamo - diverse agenzie non vengono mai utilizzate: credo che questo fosse il momento più importante per imboccare questa direzione. Pertanto io ed il mio Gruppo ci auguriamo che in aula si possa ancora cambiare opinione, si possa ancora affermare che questa legge può essere migliorata e, solo dopo, probabilmente anche votata. Se così non fosse, ne trarremo le conseguenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, su questa legge che arriva così in ritardo, tanto da essere commissariata alla Regione Piemonte, sottolineo e condivido le critiche che rimarcano la distanza tra quanto previsto da questa legge e quanto invece presupposto dalla legge quadro nazionale in termine di conferimento di deleghe e funzioni alle Province e agli Enti locali. In ogni caso, la legge è stata finalmente redatta dalla maggioranza e portata in quest'aula.
Colleghi, adesso sento dire che anche da parte della maggioranza ci sono ulteriori emendamenti che mettono in crisi il punto più importante di questa legge, relativo all'equilibrio tra deleghe conferite ed attribuzioni mantenute in capo alla Regione, che è il problema dei problemi riguardo alla legge.
Dato che, se non mi sono distratto, l'Assessore Bodo non ha detto nemmeno una parola - o sbaglio? - e dato che l'Assessore Bodo, come tutti noi, è al corrente del testo di legge uscito dalla Commissione e degli emendamenti giacenti, che non sono irrilevanti perché mutano strutture importanti nell'equilibrio delle deleghe, io - Presidente del Consiglio le dico solo che mi parrebbe conveniente (quando l'Assessore ritiene, il mio suggerimento è subito) che la Giunta chiarisca il proprio atteggiamento nei confronti di questi emendamenti strutturali. Non mi sembra siano emendamenti da trattare a foglia di carciofo, uno ad uno. Qui c'è una struttura di decentramento; allora, la Giunta, la maggioranza, per cortesia, dica all'opposizione come si colloca rispetto agli emendamenti perché questa decisione della Giunta implica delle considerazioni di carattere generale. E' nel dibattito generale che possiamo dire che la struttura del decentramento della delega è di un certo tipo; in questo momento, facciamo un dibattito generale su una struttura di delega che non si sa quale sia e non penso possa essere determinata semplicemente dal voto al buio, emendamento per emendamento.
Dato che sono convinto che l'Assessore abbia, invece, visto tutti gli emendamenti e abbia la propria opinione di sintesi, io lo pregherei, per aiutare i colleghi che devono ancora intervenire, anche a nome del mio Gruppo, di esplicitare la sua filosofia riguardo questa legge, visto che è in presenza di emendamenti sui quali sappiamo che il Presidente del Consiglio chiederà il parere della Giunta. Chiedo pertanto che la Giunta si esprima, in modo che negli interventi successivi si possa articolare un giudizio anche sulla base delle intenzioni della Giunta stessa riguardo agli emendamenti presentati.



PRESIDENTE

Rispetto alla puntualizzazione del Consigliere Chiezzi, se la Giunta e l'Assessore ritengono di dare una valutazione, ovviamente lo possono fare.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. E' oggi in discussione l'esame del disegno di legge regionale n. 392, relativo al riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative delegate, in materia di agricoltura, alimentazione, sviluppo rurale, caccia e pesca, aspetto importantissimo di decentramento amministrativo. In questo ambito di recepimento regionale della legge Bassanini, voglio subito ricordare - anche se è già stato fatto - che l'esecutivo regionale è in forte ritardo rispetto ad altre Regioni. Ciò è veramente grave perché vanifica in parte le grandi aspettative degli Enti locali minori nel settore importante dell'agricoltura.
La Regione Piemonte deve, a mio avviso, essere un Ente legislativo e di programmazione, mentre le Province, in particolare, e gli altri Enti locali minori devono gestire e realizzare le progettazioni socio-economiche produttive previste dalle leggi regionali, dai Piani di sviluppo e dai Patti territoriali.
La Regione Piemonte è in difficoltà ed in forte ritardo anche nel conferimento delle funzioni delega in materia di agricoltura montana, altro aspetto molto preoccupante. Credo che si debba provvedere a risolvere questo problema e che il passaggio delle deleghe dalla Regione sia significativo per dare attuazione piena alle finalità istituzionali; tale passaggio deve avere riferimenti sicuri, a partire dalle risorse economiche che devono essere cospicue e certe, e dal personale regionale sensibilizzato al passaggio, assieme alle strutture regionali di appartenenza - mi riferisco soprattutto ai laboratori chimici, all'ARPA ecc. Bisogna, quindi, definire meglio il decentramento affinché sia valorizzato in modo ottimale il ruolo dei Comuni a vocazione agricola, per un diverso controllo del territorio, spesso in forte dissesto idrogeologico; la recente drammatica calamità alluvionale ne ha evidenziato gli aspetti e le problematiche, anche per la sicurezza dei fiumi.
Il passaggio delle deleghe, in forte ritardo, andava dunque a colmare anche vuoti istituzionali. Il Piemonte - voglio ricordare - ha oltre 1.200 Comuni, di cui moltissimi inferiori ai 1.000 abitanti, e 8 Province; molti di questi Comuni sono situati in aree collinari, in aree degradate; vi sono 47 Comunità montane. Per via di questa realtà sarebbe stato importante decentrare subito le deleghe in materia di agricoltura e di agricoltura montana - cosa che non è stata fatta - per dare l'autonomia di gestione agli Enti locali e soprattutto per le doverose progettazioni in agricoltura.
A mio avviso, è anche opportuno che i Comuni si associno per svolgere certi servizi insostituibili, a partire da quelli socio-assistenziali, di ragioneria, ma soprattutto in materia di agricoltura. Le deleghe devono avere il pieno rispetto del principio di adeguatezza e sussidiarietà devono sburocratizzare in materia di agricoltura e quindi avviare una nuova fase storica, anche per adeguarsi all'Europa. Il Piemonte è ancora in forte ritardo e questo è uno degli aspetti più gravi che penalizza ed umilia il lavoro di questo Consiglio regionale che ha delle prerogative legislative.
E' necessaria quindi una diversa politica di governo regionale sull'agricoltura, con leggi più mirate, con progetti, programmi e finanziamenti in tutti i settori in conformità con le direttive CEE rivolti alle reali esigenze delle aziende agricole, singole od associate che spesso e volentieri sono penalizzate.
Tutta questa tematica va trattata e migliorata con il disegno di legge n. 392, già in forte ritardo. Tutto questo non è avvenuto, fatto di gravità estrema per un settore così delicato ed importante quale l'agricoltura sempre più in crisi. Constatiamo purtroppo che le istituzioni al massimo livello, come la Regione, non sono all'altezza della situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo, Presidente, solo sulla parte relativa alle deleghe in materia di caccia e pesca. Nel senso che, così come è conformato il testo c'è un grosso problema. Non perché non si debbano e non si possano delegare queste funzioni, ma così come vengono delegate in questo testo sono un disastro.
Sono assolutamente contrario, perché dire - come si dice al punto b) del secondo comma - che le Province approvano i Piani di ripopolamento ed abbattimento in materia di caccia e pesca, significa modificare completamente la legge regionale. O si precisa, si dice come avviene, in che ambito, in che contesto, altrimenti è una questione che fa saltare dieci anni di dibattito sulla materia, così, di colpo. E questo non è possibile.
Anche i titoli successivi, così come composti, non possono assolutamente vederci concordi e sarebbe veramente una grave questione che modificherebbe profondamente la gestione dell'attività venatoria in questo momento.
Presidente, presenterò degli emendamenti su questi punti specifici affinché non si diano tout court queste deleghe, o perché, se le si vuole dare - io non sono contrario - si diano in un contesto e con delle precisazioni più profonde che possano permettere di gestire il problema. In questo modo, diventerebbe ingestibile per le stesse Province, in quanto si troverebbero di fronte a pressioni veramente impossibili che manderebbero in corto circuito la gestione della fauna.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Vorrei fare alcune brevi considerazioni sulle precedenti valutazioni.
Mi permetto però di far rilevare che le valutazioni vengono fatte a seconda dei punti di vista.
Per quanto riguarda la struttura e i contenuti della legge, credo che questo disegno di legge non faccia altro che ricalcare i progetti presentati dalle altre Regioni, in modo particolare da quelle Regioni che prima del commissariamento, intervenuto per la Regione Piemonte, avevano indicato, così come la legge Bassanini prevede, quali e di chi erano le competenze. Tanto per intenderci: nella prima tornata le Regioni che avevano redatto una legge compiuta erano la Calabria, l'Emilia, la Lombardia e le Marche.
L'aspetto dei ritardi. E' vero che le altre Regioni non hanno avuto ritardi o commissariamenti, però hanno fatto una legge di principio demandando al Consiglio regionale l'attribuzione delle competenze ai vari Enti locali nell'ambito dei sei mesi dall'approvazione della legge. Quindi anche i ritardi sono una questione di carattere limitato, senza con ci voler mettere in dubbio che la Regione Piemonte ha avuto dei ritardi su questo disegno di legge.
Per quanto riguarda alcune questioni sollevate in merito alle risorse e al personale, vorrei precisare che questa legge non entra nel merito delle stesse, perché c'è una legge di carattere generale che risolve questi aspetti: questa legge si occupa, sostanzialmente, delle materie che devono essere date per competenza ai Comuni e alle Province e di quelle che devono essere trattenute dalla Regione. Sul testo e sulle materie delegate od attribuite si può essere d'accordo o meno. Io credo, però, che il testo abbia il merito di precisare punto per punto - rispetto agli altri testi di legge che ho visto - in modo dettagliato le materie delle Province, dei Comuni e della Regione: dare troppo o dare poco fa parte di un altro tipo di valutazione.
In merito alle problematiche poste dal Consigliere Chiezzi relativamente alla Giunta, c'è la presentazione di un unico emendamento che dovrebbe essere quello che si aggancia all'art. 7, comma primo, che recita: "E' istituito, ai sensi dell'art. 7, comma ottavo, della L.R. n. 34/98, il Comitato composto dall'Assessore regionale all'agricoltura, dai Presidenti di Provincia o loro delegati e dai rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale".
E' un emendamento che è stato concordato tra le Province e le Organizzazioni agricole e che, al fine di andare nella direzione indicata anche dal collega Chiezzi - dovrebbe poi risolvere le successive implicazioni legate alla legge di delega, quando sarà approvata, per le questioni tra Regione e Province.
Altri due emendamenti presentati dalla Giunta sono di carattere...



(Il Consigliere Gatti richiede il testo degli emendamenti)



PRESIDENTE

Mi dicono che sono stati distribuiti tutti.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Negli emendamenti presentati dalla Giunta si tratta di sostituire la parola "delegato" con la parola "attribuito" relativamente all'art. 2 commi primo e terzo. All'art. 3, sostituire nel titolo la parola "delegate" con "conferite" e al comma primo la parola "delegato" con la parola "attribuito".
Questioni di esclusiva razionalizzazione tecnica si riferiscono all'art. 5, punto 2), lettera l): dopo la parola "interventi" aggiungere la parola "ripristini". Al punto 2), lettera m), dopo la parola "interventi" aggiungere la parola "ripristini".
C'è invece un emendamento presentato dalla maggioranza che andrebbe a modificare un compito che nel testo della legge veniva attribuito alle Province e che ora verrebbe trattenuto dalla Regione. Io non credo che da questo punto di vista ci siano delle contraddizioni per quanto riguarda gli emendamenti della Giunta od ulteriori chiarimenti da farsi.
Per quanto riguarda complessivamente altri emendamenti, salvo valutazioni da vedersi caso per caso, mi pare che gran parte di essi siano riassorbiti nel contenuto di questo testo e principalmente nel contenuto della L.R. n. 34.



(Richiesta fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sulla caccia c'è un emendamento. La variazione per la caccia riguarderebbe il punto b) dell'art. 2, comma secondo, che recita: "Approvazione dei piani di ripopolamento ed abbattimento in materia di caccia e pesca...", che nel testo a vostre mani verrebbe delegato od attribuito alle Province, verrebbe spostato nella competenza della Regione sotto l'art. 5, aggiungendo la lettera v): "Approvazione di piani di ripopolamento e di abbattimento...", quindi la prima parte verrebbe spostata lì.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

E il punto c)?



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Il punto c) rimarrebbe nella competenza delle Province.
Ci sarebbe in qualche modo uno sdoppiamento del punto a) in questi termini: "Rilascio di concessioni per nuove aziende faunistiche venatorie ed agrituristiche venatorie, sentito il parere delle Comunità montane, se in territorio montano". Quindi, per le nuove aziende la competenza rimarrebbe alle Province. Invece, per quanto riguarda i rinnovi di concessioni di aziende faunistiche e faunistiche venatorie, le competenze verrebbero ancora trattenute dalla Regione e si aggiungerebbe il punto z) all'art. 5, comma secondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per una puntualizzazione.



CHIEZZI Giuseppe

Presento una mozione d'ordine.
Il fatto che la Giunta sostituisca con un proprio emendamento in aula la parola "delegato" con la parola "attribuito" è un fatto che cambia strutturalmente il senso di tutto il provvedimento: non è una cosa da poco.
A mio avviso, delegare od attribuire questo elenco di funzioni è il cuore della legge. Dato che il passaggio dalla delega all'attribuzione è un passaggio tecnicamente e sostanzialmente rilevante, non mi sembra che si possa arrivare in aula, prendere una legge, nata come legge di deleghe di funzioni, che è un tipo di conferimento, e trasformare queste deleghe, che mi sembra possano ancora prevedere un ruolo regionale, in attribuzioni che non lo prevedono più: è il cuore della legge. Come si fa a cambiare le carte in tavola all'ultimo minuto? Forse, Presidente, sarebbe meglio tornare in Commissione, perché se la discussione è stata se delegare o meno certe funzioni, discutere se attribuirle, non è una discussione da poco, perché ogni funzione ha la propria caratteristica. Grazie.



PRESIDENTE

Su questa puntualizzazione, che mi pare abbia un suo spessore formale ha la parola l'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Tento di dare una precisazione alle obiezioni sollevate.
Il termine "deleghe" vuol dire delegare competenze che sono proprie della Regione ad altri Enti; il termine "attribuire" vuol dire che quelle competenze sono poi degli Enti a cui vengono attribuite.
Per quanto riguarda...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

E' diverso.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sì, è più sostanziale.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

E' sostanziale.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

In effetti è una...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Cambia la legge.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Non cambia la legge, è un'accettazione della posizione delle Province piemontesi che rivendicavano... Siccome ho sempre sentito dire che noi davamo poco alle Province, abbiamo ritenuto di...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Ma fare questo in aula è uno scardinamento completo della filosofia della legge.



PRESIDENTE

Le do la parola per questa puntualizzazione; non parliamo fuori microfono.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Ritiriamo gli emendamenti se non le vanno bene!



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Bisogna discutere l'emendamento, non ritirarlo. Cambia la filosofia!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Voglio fare un intervento da Consigliere e non da esponente della Giunta. Voglio sottolineare un fatto che è del Consiglio.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



VAGLIO Roberto

Sottolineo un fatto derivato da scelte del Consiglio. Perché questo emendamento non è dell'ultimo momento?



VAGLIO Roberto

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



VAGLIO Roberto

Ma è dell'Assessore Bodo.



VAGLIO Roberto

Non dell'ultimo momento.



VAGLIO Roberto

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



VAGLIO Roberto

Ma è dell'Assessore Bodo.



VAGLIO Roberto

E' il recepimento da parte della Giunta di una volontà chiaramente espressa da questo Consiglio con la L.R. n. 34.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



VAGLIO Roberto

Ce ne siamo accorti e, dato che ce ne siamo accorti, abbiamo presentato l'emendamento. Il Consiglio, con la L.R. n. 34, ha dato dei chiari intendimenti su come avrebbero dovuto essere organizzate le leggi Bassanini. Ci siamo fermati per mesi e mesi a discutere della L.R. n. 34 (che qualcuno addirittura aveva definito legge madre), la quale indicava la via dell'attribuzione delle competenze e non delle deleghe. Quando i funzionari hanno rilevato che su questa legge c'era una discrasia rispetto ad una volontà del Consiglio, hanno suggerito alla Giunta di applicare così come è giusto, le volontà del Consiglio. Ora, mi sembra per lo meno poco praticabile la via di ridiscutere qualcosa che deriva dalla volontà del Consiglio.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



VAGLIO Roberto

Fatemi terminare!



PRESIDENTE

Lasciamo completare l'intervento.



VAGLIO Roberto

La prego. Sto semplicemente ricordando come una legge sia un prodotto del Consiglio e che quindi, come Consiglio, si debba pretendere che ne sia rispettata la volontà. La Giunta ha seguito una determinata prassi perch il Consiglio ha indicato di seguire quella prassi.
Quindi, ritengo che l'emendamento, come forza politica di maggioranza sia non solo sacrosanto ma che, se non fosse stato presentato, avrebbe reso la legge sull'agricoltura anomala rispetto alle volontà già espresse dal Consiglio.



(Intervento fuori del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Siamo ancora in fase di discussione generale. Nonostante il fatto che la Regione Piemonte sia stata tra le prime Regioni - ricordo anche il confronto con le altre Regioni del nord - a presentare la proposta, finisce per essere tra le ultime ad approvare questa legge di decentramento. Questo succede in un momento particolare, Assessore, perché noi adesso siamo di fronte all'accordo di Bruxelles, accordo di principio che realizzerà la riforma della politica agricola dal 2000 in avanti, per cui il momento è piuttosto delicato.
Io mi chiedo per quale ragione in Commissione, che pure in tante sedute ha approfondito l'argomento, i tecnici e la Giunta non hanno ritenuto di porre il problema della corrispondenza tra questo testo e quello di carattere generale approvato in Commissione. Le motivazioni le abbiamo discusse a lungo. Non credo che si possa cambiare tra "delegato" ed "attribuito": non è assolutamente la stessa cosa, anche a fronte delle notevoli preoccupazioni delle Province di avere deleghe, ma di avere anche personale e finanze a sufficienza per poter svolgere il compito che stiamo attribuendo loro.
Chiedo se in questa sede sia il caso di apportare modifiche che per una parte cambiano anche il senso della legge stessa. Ne abbiamo discusso prima, dal punto di vista del significato, quindi bisogna anche essere chiari. La delega può essere temporanea, c'è la vigilanza, ne abbiamo discusso tanto in Commissione. L'attribuzione è totale.
Noi diamo alle Province una competenza in modo totale, è chiaro che le Province possono anche avere richiesto una modifica di questo genere, ma tra Assessori avete già dato una versione diversa. Fateci capire perch l'Assessore Bodo dice di essere stato sensibile ed attento alle ulteriori richieste delle Province (ne abbiamo discusso in Commissione e in consultazione): adesso l'Assessore dice di essere più sensibile ed "attribuisce".
L'Assessore Vaglio parla invece semplicemente di adeguamento burocratico tra la legge generale e la legge attuale; "adeguamento", ha detto l'Assessore. Nella legge generale abbiamo parlato di attribuzioni: adesso i funzionari hanno fatto la correzione e qui anziché "delegare" scriviamo "attribuire" per essere corrispondenti. Non mi pare sia un chiarimento di carattere politico nel contesto che molto brevemente ho cercato di delineare. E' un contesto delicato, di grandi trasformazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Per il nostro Gruppo è già intervenuto il collega Bellion. Io ho condiviso ampiamente il suo intervento, che ha anche approfondito i temi sui quali intendiamo svolgere la nostra iniziativa in ordine a questa legge.
Vorrei sottoporre a lei, Presidente, e all'Assessore alcune rapide riflessioni sulla questione agricola.
Nel 1987, relativamente all'agricoltura, abbiamo constatato mediamente la perdita del 5% degli incassi delle agro-industrie di rifornimento di prodotti all'agricoltura nel settore zootecnico. Questo vuol dire che se mediamente il settore zootecnico avrà incassato il 4-5%, la perdita dell'agricoltura sul settore zootecnico sarà almeno del 6-7%.
Io, però, intendo fare qualche considerazione se interessa all'aula; se non interessa, Presidente, questa legge non passerà mai. O si parla di agricoltura o si fa un altro mestiere. Grazie! E' vergognoso discutere in questo modo di un settore con enormi problemi! Tutto il problema diventa se abbiamo dato là, ottenuto qui quattro funzioni con "delegato" od "attribuito". Non le facciamo più passare così le leggi, nel "casino" generale! O si parla effettivamente con la dovuta attenzione di provvedimenti significativi o noi non partecipiamo ai lavori. Però, che non ci vengano a sollecitare quando passano i provvedimenti! Non passano più!



PRESIDENTE

Il provvedimento ha avuto un lungo esame in Commissione...



(Proteste del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Le chiedo cortesemente di svolgere il suo intervento. Mi pare che l'attenzione sia tornata a livelli accettabili.



RIBA Lido

Io sono uno di quelli che aveva chiesto, quando presiedeva ancora il Presidente Picchioni, che in aula si schermasse l'accesso dei telefonini come succede anche a Montecitorio. Proviamoci almeno! Lei deve intervenire Presidente: non possiamo ritrovarci alle cinque del pomeriggio a chiederci se è opportuno procedere. Per me non è opportuno andare avanti così! Abbiate pazienza, io all'agricoltura devo qualcosa per il lavoro che ho sempre svolto in questo settore e devo anche fare in modo che non si discuta con l'approssimazione e l'indifferenza dimostrata finora. Ognuno naturalmente è referente per un settore o anche più di uno.
Cerco di riprendere. Lei ha diversi strumenti a disposizione Presidente: che l'accesso al pubblico sia regolamentato, che i telefonini siano utilizzati in un certo modo, che i rappresentanti di cui lei è espressione più diretta la aiutino: chieda - come fa spesso - alla minoranza di darle una mano e, come vede, lo stiamo facendo. Queste condizioni dell'aula creano molto disagio in chi deve svolgere l'intervento.
Tornando all'agricoltura. Il settore di rifornimento di mezzi zootecnici e mezzi per l'allevamento ha perso l'anno scorso mediamente il 4 5%, il che vuol dire che la zootecnia regionale ha avuto un crollo degli incassi che supera sicuramente questa entità, e basta conoscere un po' il settore degli allevamenti suini per sapere che sono crollati totalmente: 30% in meno degli incassi su un settore che era portante. Poi c'è stata la questione della "mucca pazza": ogni tanto gli uomini di D'Ambrosio si affannano a rassicurare, ma ormai sono questioni che non rassicurano più.
Nel settore dei vegetali - visto che il nostro Assessorato con un inaccettabile ritardo mantiene ancora la suddivisione per produzioni vegetali e produzioni animali - credo che il calo degli incassi sia nell'ordine del 15-20%, se devo considerare il riso l'elemento che produce il 30% del settore cereali.
Nel settore delle patate, alla manifestazione promozionale ci dicono che quest'anno sono sotto mediamente del 20%; quindi, siamo di fronte ad una situazione di crisi consistente dei ricavi e delle prospettive. Se non ci sono ricavi, vuol dire che le aziende possono sopravvivere nel breve periodo, perché l'organizzazione delle aziende agricole prevede una certa elasticità, sono aziende di tipo familiare, hanno dei costi che sono contraibili nel breve periodo; ma vuol dire che nel medio e lungo periodo non sono in grado di fare investimenti negli ammortamenti, quindi è una situazione che si profila in termini di riduzione del 20% dei prezzi medi.
Nonostante Agenda 2000, nonostante quello che abbiamo portato a casa per l'apertura di alcuni mercati che ci invadono, non siamo in grado di affrontare in termini di un minimo di competitività questo tipo di prospettiva. Questo settore riguarda il 4% circa del prodotto interno della Regione; poi ce ne sono tanti altri che hanno risultati di questo genere.
Nel momento in cui affrontiamo il problema del riordino gestionale, mi aspetterei e riterrei fondamentale che la Regione - singolare collettivo ci esponesse le linee di una politica agraria: "Teniamo questo alla Regione, perché ci serve, perché intendiamo realizzare questi indirizzi di politica agraria; vogliamo la programmazione perché abbiamo queste idee da spendere; vogliamo la direzione del comparto, ad esempio dell'assistenza tecnica, delle certificazioni" - dico cose che ho suggerito, alcune sono state anche accolte - "perché abbiamo questi progetti da mettere in campo".
Ciò, però, partendo dalla crisi del settore, dalle sfide che attendono il settore e dalla necessità di fronteggiarle in termini non tradizionali, non burocratici. Altrimenti, io potrei fare un'affermazione molto semplice e propagandisticamente di tipo incisivo: "Nell'epoca della Giunta Ghigo essendo Assessore Bodo, abbiamo realizzato una perdita media sui prezzi agricoli del 20%". Potremmo spiegarla così: sarebbe semplice e sarebbe vero. Dopodiché, poiché non l'ho mai fatto e non è assolutamente al vertice delle mie aspirazioni rilevare semplicemente il problema, ma - ogni tanto riuscire a discutere di un fenomeno, di un indirizzo politico; poich l'agricoltura è uno dei comparti economici che sono attribuiti per intero alla competenza della Regione; poiché nell'agricoltura lavorano 280/300 dipendenti della Regione (approssimativamente) e si spendono 600 miliardi di spese libere, mi pare che abbiamo un certo spazio per fare un ragionamento maggiore.
Ciò che non va bene di questo provvedimento è che è elusivo del nocciolo della questione principale, cioè come ed attraverso quali strutture organizziamo una politica agraria di attacco, una politica agraria aggressiva. E' bene, per esempio, che noi ci teniamo i marchi, e tutti non fanno altro che pensare a come trovare un marchio, una definizione di qualità, una linea di percorso privilegiato sui mercati per poter valorizzare la qualità dei nostri prodotti.
Per quanto riguarda i formaggi, abbiamo sette dei diciotto DOC di tutta Italia: sette, forse otto, sono piemontesi, se contiamo il gorgonzola, che è un po' nostro e un po' di tutti, e il grana padano; quindi, abbiamo uno sproposito di protezioni che ci sono state assicurate nel tempo. Abbiamo anche una legge sulle produzioni di qualità, cioè noi abbiamo delle strumentazioni, ma bisogna vedere se ragioniamo rispetto a questo 4-5 negli stessi termini in cui dobbiamo ragionare oggi rispetto alla produzione automobilistica, rispetto alla formazione dei quadri così come sono richiesti, rispetto alle infrastrutture, ecc.
Assessore Bodo, ha la mia solidarietà. Io non so se lei ci provi: certamente, è molto difficile riuscire a far assumere questa come una delle questioni apicali della politica regionale. Ma non ce la caviamo più dicendo che abbiamo fatto una bella legge di trasferimento di competenze amministrative senza una lira con tutti i dipendenti rimasti qui e con un carico di Direzioni generali che non sta né in cielo né in terra! Abbiamo voluto farle? Avete voluto farle! Adesso giustifichiamo le tre Direzioni generali! Io capisco che, quando discutiamo dell'applicazione dei decreti Bassanini relativi ai trasporti, possiamo anche dire: "Tutto sommato c'è una Direzione generale, non abbiamo un apparato burocratico, non c'è niente da trasferire, per cui faremo un'altra legge dove trasferiremo".
Per quanto riguarda l'applicazione dei decreti Bassanini sul lavoro non so se l'abbiamo votata, ma abbiamo dato un contributo significativo può darsi che votiamo anche l'altra.
Questo per dire che sui Bassanini investiamo elementi sostanziali della nostra idea, della nostra opinione dell'organizzazione della Pubblica Amministrazione. La legge di applicazione dei Bassanini sul lavoro l'abbiamo anche votata, ma sapevamo bene che lì hai una Direzione generale forse due, non c'è un apparato da trasferire, per cui non l'abbiamo messa in croce, dicendo che doveva trasferirlo oggi.
Ma qui, dove abbiamo circa 300 dipendenti e tre Direzioni generali tre! - organizzate soprattutto per funzioni amministrative, non possiamo traguardare questa operazione dicendo che ne parleremo un'altra volta: abbiate pazienza! Poi verranno delle questioni che sono importanti o meno a seconda di come le si guarda; io non nascondo, per precisione e per correttezza, che la mia opinione sul trasferimento delle competenze della caccia è parzialmente diversa da quella del collega Cavaliere, ma siamo nel merito: è legittimo avere opinioni diverse.
Però, con questa premessa, il quadro della situazione politica dell'agricoltura e della prospettiva economica, l'organizzazione di una materia di questo genere e il fatto di mettere mano ad un po' di ridefinizione della struttura amministrativa della Regione, è una questione che non può essere fatta a prescindere! Noi siamo qui a chiedere se voi intendete veramente andare avanti a prescindere, perché andare avanti a prescindere significa effettivamente fare un'operazione che non è all'altezza delle attese, delle esigenze. Si tratta della prima, significativa operazione di riforma della Regione sul piano del suo apparato e delle sue strutture tecniche, che evidentemente non può essere elusa e non può essere rinviata ad un'altra epoca, perch sappiamo bene che ciò vorrebbe dire rinviare certamente ad un'altra legislatura. Dire adesso che rinviamo ad un'altra volta, significa rinviare ad un'altra legislatura.
Allora, abbiate pazienza, ma se vogliamo veramente affrontare questo argomento, lo facciamo tutto assieme e lo facciamo adesso; se lo vogliamo rinviare ad un'altra legislatura, assumiamoci anche la responsabilità di dire che ci sono pezzi significativi del provvedimento che non sono anticipabili. Poi, Assessore, lei sa che in Commissione ci abbiamo lavorato, con tutta la dedizione che ci era possibile, dando atto ai colleghi che hanno lavorato di più, non solo del mio Gruppo, ma di tutti i Gruppi. Siamo qui anche per verificare se le nostre ipotesi possono trovare, prima di tutto, una sensibilità politica nella maggioranza e nella Giunta, perché se c'è quella, alcune cose sono consequenziali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Intervengo rispetto alle considerazioni che già faceva il collega Chiezzi sull'emendamento che, di fatto, cambia l'impostazione di tutta la legge, quindi sulla richiesta che questo disegno di legge torni in Commissione.
Poiché anche la relazione del Consigliere Toselli individua nella funzione di delega alcune considerazioni precise ed importanti, chiederei al relatore cosa ne pensa di questa proposta di modifica, in quanto l'emendamento cambia, di fatto, i processi di delega in attribuzioni.
Crediamo che questo sia un elemento fondamentale che debba essere discusso dal Consiglio, per cui debba tornare in Commissione; chiedo, se può, di illustrarci alcune sue considerazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Voglio riprendere le osservazioni del collega Riba, Capogruppo dei DS perché le sue considerazioni tentano di porre il dibattito che stiamo facendo in aula, che è un dibattito importante, al di là delle modifiche puntuali che si vogliono apportare, come le questioni politiche di fondo che, in ogni caso, non sono eludibili quando si approva un...



(Rumori dagli altoparlanti)



SAITTA Antonino

C'è un rumore di fondo nelle casse... Come dicevo, l'intervento del collega Riba solleva un problema politico che è di carattere essenziale nel momento in cui l'aula si accinge ad approvare un provvedimento così importante.
Le questioni che lui pone le condivido tutte, ma ne riprendo essenzialmente due.
La politica agricola della Regione Piemonte non è irrilevante per un testo di questa portata, perché la modalità di organizzazione del settore agricolo tra Regione, Province e Comuni dipende da cosa si fa.
E' chiaro che la nostra legge è diversa rispetto a quella della Sicilia o a quella dell'Emilia. Questo in termini relativi, ma anche in termini puntuali per quanto riguarda la Regione Piemonte. Cioè le leggi soprattutto di questo tipo, non sono soltanto dei compiti puri e semplici di interpretazione della legge Bassanini, indipendentemente dalla realtà ma intendono creare - e questo è l'obiettivo della legge - e mettere a disposizione strumenti più utili per il raggiungimento di alcuni obiettivi nel settore pubblico nel suo complesso, cioè Regioni, Province, Comuni ed Organizzazioni. Questo è il tema.
Credo che il primo elemento di riferimento per giudicare la bontà o meno di una proposta, sia la conoscenza degli obiettivi di politica agricola che si intendono raggiungere nei settori interessati al trasferimento o alla ridistribuzione dei compiti, ecc.
Ricordo il dibattito che si fece durante l'approvazione della L.R. n.
34, la legge madre. Mi sembra - e il Presidente Ghigo lo ricorda perfettamente - che in quel dibattito la questione del personale sia stata affrontata. In diverse occasioni si era constatato che c'era un limite nel misurare la quantità di personale che poteva essere trasferito, in connessione e congiuntamente al trasferimento di funzioni e compiti. Si era anche detto: "Nella legge madre diamo un'indicazione di principio, di carattere generale".
Il Presidente Ghigo, ad un convegno dei Popolari, ci spiegò che effettivamente, bisogna procedere per singoli passi, perché riuscire a progettare tutto nella L.R. n. 34 era obiettivamente un compito difficile e complesso. Oggi siamo in una fase più avanzata, è già passato del tempo e la legge madre è stata redatta. Oggi parliamo di agricoltura, e se non siamo in grado di valutare cosa capita nel settore vuol dire che le nostre leggi si ridurranno ad una pura e semplice descrizione e puntualizzazione dei compiti della Bassanini. Non produrranno quindi alcun effetto, semmai produrranno un incremento della spesa pubblica, perché le Province e i Comuni non vorranno assumersi funzioni e compiti senza le risorse necessarie, senza che prima non siano smontate e riviste completamente alcune strutture regionali. Non è pensabile, occorre rendersene conto, che oggi l'Assessore organizzi una struttura che non può essere più questa, in termini di Direzioni e dipendenti (mi sembra che i dipendenti all'Assessorato siano 400/500). E' arrivato il momento in cui i principi non sono più sufficienti. Le questioni come i trasferimenti e la riduzione delle Direzioni vanno affrontate adesso, è adesso che i Settori o cambiano o non cambiano.
Sono questioni essenziali, altrimenti la legge non serve a niente.
Quando le affronteremo? Prima non potevamo affrontarle perché non eravamo nella condizione per farlo, però, Assessore, se lei non ha misurato l'entità di questi problemi, ha perso il suo tempo.
La questione della Bassanini non è una questione di pochi giorni.
L'Assessore Vaglio dice: "Io impianto il sistema", gli Assessori di competenza dovevano occuparsi di questo compito. Questo compito non è stato assolto, e oggi approviamo lo stesso questa legge, ma... non va così! Pertanto, il nostro Gruppo non approva questa legge, perché è una legge inutile, serve soltanto a legittimare quello che ha fatto il Governo nel momento in cui ha commissariato la Regione.
Dopodiché, gli obiettivi grandiosi da tutti citati, "Trasferimento federalismo e Costituzione invariata", cioè in sostanza la migliore gestione di alcune funzioni e l'attribuzione al livello più adatto delle funzioni corrispondenti (che è quanto ha chiesto prima il collega Gatti) rischiano di essere delle prerogative inutili.
Concludendo il mio intervento, ribadisco la mia posizione. Se lei Assessore, non ci dice quanto personale viene trasferito e qual è la nuova organizzazione che deriva da questi trasferimenti, noi contrasteremo questa legge in tutte le maniere possibili. Lei deve dirci qualcosa, qual è il suo disegno, quali le sue idee, cosa intende smantellare o creare, come vengono attribuite le funzioni e cosa succede nelle strutture a cui tali funzioni vengono assegnate. Dal punto di vista politico, il problema è questo.
Se lei non ci dà queste informazioni, noi la contrasteremo puntualmente. Credo sia giunto il momento, e ritengo lo creda anche il Presidente Ghigo, avendoci chiesto di rinviare al momento delle leggi di settore, di avere un'idea più precisa.
Durante la fase generica, l'Assessore Vaglio ci spiegava che il personale da trasferire agli Enti oscillava dal 20 al 50%. Era un'oscillazione enorme, ed eravamo al mese di agosto dello scorso anno.
Quando noi dicevamo "50" ci rispondeva: "No, potrebbe essere 20": era una discussione complessivamente inutile.
Se a tutt'oggi l'Assessore non sa darci dei dati precisi, sarebbe inutile arrivare fino a settembre. Assessore, credo sia suo dovere darci insieme al Presidente, queste informazioni precise.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Quando si fanno discorsi sull'agricoltura si tende ad ampliarli, e questo credo sia umano.
Primo punto. Abbiamo accennato ai risultati della trattativa di Bruxelles, ad una politica agraria che dovrebbe essere diversa da quella perseguita dalla Regione. Si è chiesto all'Assessore di quantificare il personale, di apportare delle modifiche.
Credo che alcune questioni debbano essere sciolte successivamente al discorso del conferimento della delega. Intendo le questioni attenenti elementi che oggi l'Assessore non è in grado di valutare, riguardanti giusto per citare il principale, i trasferimenti dallo Stato alla Regione o la normativa latte.
Secondo punto. Io non ho fatto, almeno con i colleghi con cui ho parlato, alcuna chiusura in ordine al discorso "Direzioni". Ho detto che il discorso sulle Direzioni avrebbe potuto essere valutato in modo più sereno e corretto nel momento in cui avessimo avuto tutte le competenze e lo Stato avesse trasferito parte delle sue alla Regione. Solo allora ci sarebbe stata la possibilità di studiare l'organizzazione a livello regionale.
Più specificatamente per quanto riguarda il discorso delle politiche agricole regionali, sono convinto che le stesse non si risolvano con il trasferimento di competenze o deleghe alle Province. Semmai, possiamo impostarle in un momento successivo: si è parlato di organizzare per il prossimo mese di novembre una Conferenza sull'agricoltura, per sapere come organizzarci.
Comunque, vorrei chiudere questo discorso dicendo che noi pensavamo che sostituire il termine "delegato" con "attribuito" fosse una questione di carattere migliorativo. Ci sono delle difficoltà, comprensibili, per cui ritiro l'emendamento che avevamo presentato all'art. 2, commi primo e terzo, e l'emendamento che avevamo presentato all'art. 3, sia per il titolo che per il comma primo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, ho assistito con attenzione alla discussione che si è svolta con le varie sollecitazioni e sensibilità che sono state espresse e devo dire che sono assolutamente sconcertata, nel senso che mi sembra molto strano che l'Assessore presenti un emendamento nel quale propone di sostituire la parola "delegato" con la parola "attribuito". Mi sembra di aver sentito che in Commissione, per la parte in cui si è discussa questa normativa, si è a lungo dibattuto sul significato profondamente diverso che i due termini rappresentano, che è la linea politica della Giunta, rispetto all'agricoltura, nel rapporto tra Regioni e Province. Poi viene presentato un testo, lo si discute in Commissione, lo si difende in aula, si fanno due o tre interventi e tranquillamente l'Assessore dice di passare nuovamente al termine "delegato", ritirando l'emendamento su un tema centrale, che è stato oggetto di diversi interventi.
Cito un intervento - quello della collega Bortolin - che ha fatto riferimento a cosa vuol dire, in maniera specifica, un'attribuzione piuttosto che un'altra: se la Regione intende spogliarsi completamente di competenze o se la Regione intende mantenere una propria attività di indirizzo rispetto alle Province, su queste politiche. Francamente, esprimo un po' di perplessità, nel senso che mi sembra che non ci sia stato un sufficiente approfondimento. Se si può cambiare da un momento all'altro un termine così significativo che sintetizza la volontà di una Regione in un senso o in un altro, mi sembra che questo provvedimento, pur essendo stato molto discusso in Commissione - di questo ne dò atto - sia arrivato qui senza una base sufficiente di elaborazione politica di settore e di competenza.
Mi permetta, Assessore Bodo: le motivazioni che lei ha portato non rappresentano né lo sposare una linea né lo sposarne un'altra. Mi sembra piuttosto che il problema sia quello di portare a casa, entro un certo termine, questo provvedimento e non quello di valutare il modo e i contenuti con i quali questo provvedimento così importante viene licenziato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi. Le raccomando, Consigliere, essendo già intervenuto, di stare nei termini dei dieci minuti. Grazie.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Mi rivolgo al Presidente del Consiglio e al relatore: la Giunta presenta in aula un emendamento importante dal punto di vista dell'impianto della legge e dice di trasformare le deleghe in attribuzioni. Bene; nasce un dibattito, l'Assessore Bodo ci spiega che l'ha presentato perché, su richiesta delle Province, riteneva opportuno farlo.
L'Assessore Vaglio - che non c'è - si alza e dai banchi dei Consiglieri viene a dirci: "No, cari colleghi, questo è un emendamento dovuto per legge; se non l'avessimo fatto, la legge non sarebbe stata in piedi". Il dibattito è proseguito e adesso l'Assessore Bodo dice di ritirare gli emendamenti che l'Assessore Vaglio (mi sembra stiano nella stessa Giunta) ha appena detto essere emendamenti necessari per rendere la legge coerente con le altre leggi esistenti.
Presidente del Consiglio, non ritiene di sospendere almeno un momento la seduta, in modo che noi possiamo capire dove siamo e cosa stiamo facendo? Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto. Poi farò una valutazione su questa richiesta.



COTTO Mariangela

Intervengo sperando di riuscire a chiarire a me stessa la situazione perché in effetti sono un po' confusa.
Si è parlato di delegare, si è parlato di attribuire, si è fatto riferimento alla legge madre (L.R. n. 34); io sono andata a consultarla in modo che, rileggendola, potessi fare memoria locale su quello che abbiamo approvato il 20/11/1998. La legge provvede al conferimento...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliera. Non voglio interferire nell'espletamento del lavoro dell'Ufficio Stampa, però chiedo un po' di silenzio.



COTTO Mariangela

Ma la maggioranza non fa notizia, quindi...! Dicevo, l'art. 1 della legge dice: "La Regione, nel rispetto...", ecc., "...provvede al conferimento agli Enti locali", quindi abbiamo un altro termine: "conferire". Anche per noi Consiglieri di maggioranza (ovviamente ci siamo consultati) è un po' una sorpresa arrivare in aula e trovare il termine "attribuire". Ma non è tanto su questo che voglio intervenire, quanto sul discorso del personale.
Ricordo il dibattito avvenuto in occasione della legge madre e ricordo che anch'io avevo chiesto, con molta chiarezza, proprio ricordando il programma della Giunta Ghigo del 1995 che parlava di sburocratizzare, di snellire e quant'altro, che, insieme alle competenze, alle attribuzioni alle deleghe, ai conferimenti, fosse trasferito anche il personale.
Infatti, l'art. 11 della L.R. n. 34 "Risorse umane" dice: "Con decorrenza dall'esercizio delle funzioni conferite e stabilite ai sensi dell'art. 16 comma terzo, la Regione assegna funzionalmente agli Enti locali dipendenti ad essi addetti o ne mette a disposizione le strutture, previo parere della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali". Penso che in questo ambito si debba pretendere una risposta dalle strutture, perché l'Assessore non può risponderci esattamente sul discorso delle risorse umane; sono le Direzioni che dovrebbero farci sapere cosa succede, perché, non appena approvato questo documento, tutti gli SDA, tutti gli Uffici, tutte le Province, tutti gli Enti locali e le Organizzazioni di categoria ci chiederanno perché abbiamo dato delle funzioni e abbiamo trattenuto il personale. Per farne cosa? Su questo dobbiamo essere precisi, capire i tempi in cui si vogliono fare le cose. Questo lo dico senza voler fare polemica, ma proprio perché, essendo Consiglieri regionali, abbiamo prima di tutto il diritto di capire.
Ho partecipato a tutte le riunioni della Commissione Agricoltura quindi, Assessore, le chiedo, anche sul piano umano, di comprendere il mio disagio nel trovarmi in una situazione diversa rispetto a quanto abbiamo detto in Commissione.



PRESIDENTE

Se l'Assessore vuole intervenire, altrimenti farò una mia valutazione su questa prima parte della discussione.
E' stata richiesta la verifica del numero legale; noi abbiamo la prassi di verificare il numero legale in ogni momento! Non voglio entrare in una polemica, anche se questo dovrebbe avvenire in occasione di una votazione.
Ma non entriamo in una polemica, verifichiamo il numero legale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda pertanto all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula 27 Consiglieri anziché 30 (sono in congedo 2 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento interno del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 17.07 riprende alle ore 17.49)


Argomento: Province - Comuni - Comunita' montane - Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 392: "Riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, alimentazione, sviluppo rurale caccia e pesca" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Durante l'interruzione abbiamo riflettuto, come maggioranza, sulla questione deleghe ed attribuzioni. Anche a nome degli altri colleghi, mi sento di leggere la lettera, che probabilmente molti di voi conoscono, che la Presidente dell'Unione delle Province Piemontesi, Bresso, ha inviato al Presidente della Regione, al Presidente del Consiglio regionale e all'Assessore Bodo, contenente due richieste. In base a questo noi chiederemmo alla Giunta, e all'Assessore Bodo in particolare, di accedere a tali richieste.
Vi leggo lo stralcio che interessa: "Per quanto riguarda la posizione complessiva dell'Unione delle Province Piemontesi sul disegno di legge n. 392 richiamo la vostra attenzione sulla necessità di prevedere che la legge regionale: 1) proceda nell'attribuzione delle funzioni sulla base dei principi indicati dal legislatore nazionale e dalla L.R. n. 34/98 2) garantisca il trasferimento agli Enti locali delle necessarie risorse umane, finanziarie e strumentali contestualmente al conferimento delle funzioni".
Ovviamente, sul secondo punto deve rispondere l'Assessore, ma sul primo punto, per quanto ci riguarda, come Gruppo e come maggioranza, riteniamo che, al fine di procedere nell'attribuzione, si possa sostenere l'emendamento della Giunta che chiede di trasformare il vocabolo "delega" nel vocabolo "attribuzione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

I Capigruppo della minoranza chiederanno di fare un giro di brevi interventi su questo punto, perché la complessità e la consistenza della legge che stiamo esaminando richiede naturalmente che si risolvano alcuni problemi nel corso dell'operazione di approvazione, prima di valutare articolo per articolo.
E' del tutto evidente che prima o poi dovranno essere trasferiti personale e risorse e, di conseguenza, ridotti o ridimensionati gli organici dell'Assessorato. Mi sembra di capire che voglia essere considerata l'intenzione della Giunta di procedere con questa operazione questa operazione non è eventuale, ma è assolutamente dovuta e costitutiva dei provvedimenti Bassanini. Ne abbiamo parlato per mesi.
Siamo al termine della legislatura, mancano meno di 200 giorni di lavoro, la proiezione della nostra situazione ci consente di essere assolutamente certi che difficilmente ciò che inseriamo in modo cogente in una legge sarà effettivamente realizzato. Siamo invece assolutamente certi che ciò che assumiamo come impegno politico potrà essere esperito in un'altra fase.
Presidente Ghigo, siamo arrivati in una fase cruciale dell'applicazione dei Bassanini; finora abbiamo approvato quelli che avevano come oggetto la materia. Adesso ne abbiamo uno che ha come oggetto la consistenza di organico e di risorse finanziarie: riteniamo che sia elemento imprescindibile, all'interno della legge, l'indicazione sufficientemente precisa di ciò che si intende trasferire alle Province, alle Comunità montane o ad altri Enti, come risorse e come personale.
All'interno dei 500 dipendenti, rettifico un dato grossolano che avevo citato, assumendomene la responsabilità, perché avrei dovuto essere informato: non 280 come avevo detto, ma credo che almeno 250 siano già stati decentrati. Si tratta di mettere le strutture a disposizione. Questi dipendenti continuerebbero a dipendere funzionalmente dalle Province, ma dal punto di vista giuridico ed economico, in sostanza, la richiesta dell'Assessore è in merito alla possibilità di fruire delle loro prestazioni. Questo è un dato di confusione organizzativa che credo l'Assessore non intenda attivare, non l'ho mai sentito orientarsi in questa direzione.
Ritengo che il dibattito di oggi ci abbia consentito - per me positivamente - di inquadrare un po' lo stato dell'agricoltura, la condizione del settore per il quale presentiamo questa iniziativa di legge e di capire che una legge di questo genere non può essere costituita da una sola parte normativa che prescinda dalle parti economiche e dalle parti di attribuzione del personale. Non vorremmo assumerci la responsabilità perché non abbiamo gli strumenti per dire di quanti dirigenti deve essere ridotto l'organico dell'Assessorato e quanti, tra funzionari, dirigenti ed impiegati, devono essere trasferiti agli Enti locali, però riteniamo, sulla base del dibattito che si è svolto, che l'Assessore e la Giunta possano proporre uno o più articoli che affrontino questa materia, in modo da metterci nella condizione, avendo indicato dei principi che mi sembrano sufficientemente condivisi anche dalla maggioranza, di esaminarli ed integrarli nella proposta di legge. A questo punto della legislatura e di decorrenza di termini, ci sembra che la legge sia troppo elusiva e quindi prospettiamo un'altra soluzione: la Giunta propone uno o più articoli sulla base degli elementi che ha a disposizione, li esaminiamo e, se la condizione è realizzata, i tempi non si allungano oltre quelli che sono assolutamente e tecnicamente indispensabili per approvare la legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Prendendo atto della discussione emersa prima della sospensione e dell'ultimo intervento, mi sento di poter svolgere, a nome della Giunta due osservazioni. Innanzitutto, mi sembra recepibile, nell'ambito di qualche tempo, la riduzione delle Direzioni a due. In secondo luogo, penso che il personale si possa considerare trasferito - o, come si dice delegato - per quelle che sono le competenze, sicuramente non per quelle che sono le dipendenze, perché mi pare che la normativa preveda diversamente (immediatamente la situazione di consistenza numerica e di dirigenza dei servizi territoriali esistenti nelle varie Province).
Ovviamente, vanno valutate le residue possibilità che ci sono, perch chiaramente altro personale, che oggi è in Assessorato, dovrà assumere un ruolo presso i servizi territoriali delle varie Province. Quindi, come minimo, direi la consistenza attuale, che è quella che opera a livello delle varie Province. Successivamente, credo che dovrà essere affrontato anche il problema dell'eventuale numero di addetti che oggi sono al centro e che in seguito dovranno operare presso i servizi territoriali.
Per quanto riguarda le risorse finanziarie, al momento non sono in grado di poterle quantificare; a decorrere dall'anno finanziario 2000 credo che vadano espressamente indicate in bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo di aver capito che l'Assessore non pensa ad un trasferimento di risorse e competenze alle Province, bensì ad un decentramento del personale, che rimarrebbe regionale, sul territorio. Però credo che non si possa agire al buio: è necessario che la legge, insieme alle risorse preveda di stabilire la quantificazione, al di là dei tempi di applicazione, del personale coinvolto in tale decentramento, dunque non solo i tempi, perché i tempi possono riguardare uno, cento o trecento lavoratori. Occorre che il provvedimento indichi la dimensione del decentramento per quanto riguarda il personale e le risorse. E' chiaro che il problema del numero delle Direzioni dipende da questo presupposto: non è che prima uno decide le Direzioni per poi stabilire in base a questo l'entità della nuova struttura regionale che rimane; alla fine, si vedrà il tipo di Direzioni che devono o meno rimanere in Regione, il tipo di ristrutturazione che si deve fare anche da un punto di vista delle Direzioni. Se la legge non prevede questo, è una legge che non si pu applicare, è una legge che va applicata in un secondo momento, quindi assolutamente inutile.
Chiediamo - come ha già fatto il Consigliere Riba; siamo d'accordo perché lo abbiamo discusso - che si preveda, all'interno di questa legge la quantificazione del decentramento e che la Giunta ci dia un'idea di cosa vuol dire decentrare queste funzioni da un punto di vista della struttura regionale e da un punto di vista delle risorse regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sull'intervento di tipo generale concordo con i colleghi Riba e Papandrea.
Sulle osservazioni dell'Assessore, c'è un problema che riguarda la modalità del trasferimento di queste funzioni: il problema attribuzione delega, conferimenti - come diceva la collega Cotto riferendosi alla L.R.
n. 34. Questo è un problema di carattere tecnico-giuridico, anche se non è irrilevante una modalità o l'altra che indichiamo nella legge, perché, per quello che so, parlare di attribuzione è una cosa diversa rispetto alle deleghe, anche in relazione alle funzioni che può svolgere la Regione successivamente.
Quindi, indipendentemente dalle richieste della Presidente della Provincia di Torino, Bresso - che rispetto, ma che in ogni caso rappresenta un Ente che fa delle proposte alla Regione - noi dobbiamo valutare qual è la modalità più utile per il trasferimento di queste funzioni: è un problema giuridico e dovremo valutarlo con attenzione. Quindi, non è risolvibile dicendo: "Lo chiede la Presidente Bresso, lo chiede l'Assessore Bodo, oppure lo chiede qualcun altro"; bisogna valutare le implicazioni che derivano dal fatto che nella legge - ha ragione la collega Cotto indichiamo conferimento oppure delega.
Sulla questione più generale del personale, credo che la modalità che abbiamo richiesto per affrontare questo tema non sia quella di una trattativa oppure di un'indicazione sommaria in aula di quanti dirigenti possano aumentare o diminuire. L'Assessore dice: "C'è un impegno a ridurre a due il numero delle Direzioni", ma ci sembra una modalità molto insufficiente per affrontare la questione; in qualche maniera, dobbiamo fare astrazione dall'organizzazione attuale ed immaginare l'organizzazione futura applicando la legge, che può portare, come risultato banale, ad avere due, tre, quattro o cinque Direzioni, ossia un'altra organizzazione.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo, non accettiamo neppure la modalità di affrontare questo argomento dicendo: "Bene, c'è un impegno su due Direzioni. Di cosa discutiamo? Dei numeri", perché mi sembra un modo veramente insufficiente di affrontare la questione.
Anche per l'altra questione, l'Assessore dice: "Incominciamo ed immaginiamo di trasferire alle Province il personale decentrato"; se leggo il testo della legge, noi trasferiamo anche delle competenze attualmente non gestite soltanto dal personale decentrato, ma anche dagli uffici centrali, quindi quel tipo di risposta, anche sotto questo aspetto, è insufficiente.
Allora, riaffermo una posizione: la proposta di disegno di legge, così come presentata e licenziata dalla Commissione, deve descrivere in modo puntuale e preciso un'organizzazione diversa del settore agricoltura della Regione Piemonte. Questa è la richiesta.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Non c'è alcuna legge di delega in Italia che richieda questo.



SAITTA Antonino

Questo è quello che chiediamo noi. Assessore, si convinca; ogni tanto faccia uno sforzo banale, come quello che le stiamo chiedendo: glielo sta chiedendo anche la sua maggioranza. E' tanto chiedere che, nel momento in cui lei immagina di trasferire delle competenze, ci dica anche il numero di personale che deve essere trasferito? E' una cosa impossibile? O siamo dei marziani, Assessore? Qui dobbiamo definire chi è il marziano.
Credo che questo fosse il compito principale di cui lei doveva occuparsi: trasferire ed immaginare un'organizzazione diversa.
Probabilmente, ci ha pensato: tre, due - dice qui - ecc.; però questo è fondamentale.
La L.R. n. 34, d'altronde, dice chiaramente che, in ogni caso, una volta approvata la legge, lei deve trasferire immediatamente il personale.
Poiché questa è un'operazione complessa, che lei deve poi portare all'attenzione della Conferenza, ecc., per assumere comunque una decisione se non è pronto oggi a dirci quanto personale è possibile trasferire e non ha ancora un'idea in merito (io non dico 31-32-235, ma quanto personale si può trasferire), non l'avrà neppure fra 30 giorni! Noi la vogliamo aiutare, sinceramente, per evitare che questo tema...



(Commenti dell'Assessore Bodo)



SAITTA Antonino

No, Assessore, si lasci aiutare, faccia qualche ragionamento politico anche se lei ogni tanto sfugge da questa logica. Se non fa un ragionamento del genere in una situazione quale quella di un dibattito politico d'aula lei sarà, per forza di cose, su questi temi, oggetto di pressioni e di esigenze non di carattere politico.
Quindi, se oggi in aula ci dice: "Questo è l'orientamento", lei subirà meno pressioni, che sono comprensibili e legittime, perché lei non pu chiedere ai suoi funzionari di prendere qualche provvedimento in cui, in qualche maniera, sottoscrivano il suicidio o il trasferimento. Ma lei non riuscirà neppure a farlo, perché questo non è un tema di trattativa sua con qualche dirigente o con qualche funzionario. E' un problema politico complessivo, per cui lei, al di là dei nomi... Bisogna uscire dai nomi. Lei invece è fermo sui nomi. Da quanto ho capito, facendo da tre a due, lei ha fatto una riflessione soltanto sui nomi. Esca per un attimo dai nomi: immagini un'organizzazione del personale indipendentemente dai nomi, perch bisogna fare così, indipendentemente dai nomi. Se questo avviene pubblicamente, in modo trasparente, lei riesce a fare un'operazione interessante; se invece la sua operazione è collegata ai nomi, farà un'operazione, per forza di cose, collegata ad aspirazioni legittime di qualche dirigente, qualche funzionario o qualche direttore regionale.
Quello che noi chiediamo non è avere l'elenco dei nomi, di cui non ci importa nulla; chiediamo che lei, come Regione, arrivi qui, prima dell'approvazione della legge, con un quadro ben definito. Per tutta la minoranza questo è un fatto fondamentale, altrimenti la legge, così com'è è insignificante, e la contrasteremo fino a quando la maggioranza non si convincerà che bisogna partire dal dato del personale; la contrasteremo in aula e cercheremo di far capire fino in fondo, da parte di tutta la minoranza collegialmente, che questo è un presupposto fondamentale.
Assessore, arrivi qui, ma non per applicare la L.R. n. 34! Quando vedo il modo con cui lei affronta questo tema, e chiede consigli ai funzionari che danno evidentemente delle spiegazioni di legittimità, mi convinco che lei deve fare un salto di qualità politico: non deve far spiegare quali sono le leggi, perché questo è un problema politico. La modalità con cui lei, un po' da funzionario, affronta questo tema è sbagliata.
Spero che, ad un certo punto, arrivi il Presidente Ghigo e ci dica che vuole mantenere l'impegno che si era assunto: lo chiediamo, checché ne pensi l'Assessore Bodo. Immaginare un'organizzazione indipendentemente dalle persone è così difficile? E che venga pensata contemporaneamente alla legge di trasferimento è così assurdo? Quando lo volete fare? Assessore e, soprattutto, Presidente Ghigo, che sicuramente in questo momento ascolta, poiché siamo giunti ad un punto tale in cui il problema ha soltanto ed esclusivamente una caratterizzazione politica forte, non si tratta soltanto di chiedere ai funzionari cosa prevede la L.R. n. 34 perché potranno spiegargliela, ma in ogni caso, se non ci dice come intende organizzare la sua struttura con questo trasferimento di compiti lei fa una proposta notevolmente insufficiente.
Inoltre, ci deve spiegare se intende avvalersi o meno di una possibilità indicata nella legge, che a suo tempo abbiamo giudicato negativamente e che era una via di uscita per mantenere formalmente il trasferimento, ma nella sostanza accentrandolo, mettendo a disposizione delle Province il personale regionale.
Lei ci deve dare una risposta precisa e puntuale; ce la dia il Presidente Ghigo se lei non è in grado di farlo. In ogni caso, fino a quando non ci sarà un'indicazione precisa e puntuale, credo di poter dire a nome di tutti i colleghi della minoranza qui presenti, che questa legge non passerà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Grazie, Presidente. Io sono perfettamente d'accordo con quanto ha affermato il collega Saitta, in quanto non credo nemmeno che all'interno dell'Assessorato non si siano fatti dei conti, dei programmi o delle prospettive. Credo che questi ci siano. Non mi interessa molto quello che chiedono i Presidenti delle Province; mi interessa che la Regione faccia la sua parte e dica effettivamente in quale direzione si vuole orientare e come faremo a gestire l'agricoltura nelle nostre Province nel prossimo futuro.
Ritengo che qualche previsione debba essere stata fatta per forza di cose, altrimenti perché facciamo la legge? Andiamo verso la delega ritengo anch'io che debbano essere delle deleghe e non degli accrediti alle Province e alle Comunità montane devono essere attribuite deleghe piene - ma credo che, parimenti, bisogna trovare il sistema per poter dire prima di approvare questa legge, che verranno trasferiti uomini e mezzi.
Non hanno importanza i nomi, ma le figure e le funzioni delle persone che verranno trasferite. Io credo che questa analisi sia stata fatta; mi meraviglierei tantissimo se non fosse così.
Chiedo pertanto che l'Assessore, o chi per esso, la Giunta, ci dicano effettivamente quali sono state le scelte fatte per il futuro dell'agricoltura nella nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Anche noi ci uniamo alle preoccupazioni dei colleghi rispetto al fatto che l'Assessore continua a non dare risposte a quesiti fondamentali che sono stati posti. Ciò con un gioco di rimbalzo rispetto ad un emendamento che era stato presentato e che, di fatto, modificava l'impianto stesso e il significato di alcune deleghe inizialmente attribuite agli Enti locali. La legge stessa individuava gli Enti che dovevano svolgere alcune funzioni. A tale proposito, avevamo manifestato la necessità che la legge tornasse in Commissione.
Secondo l'impianto fondamentale di questa legge, la Regione si ostina e l'Assessore su questo non ha offerto né argomentazioni né garanzie - a continuare a svolgere un ruolo di gestione e non, viceversa, di programmazione, individuando un decentramento solo formale. Di fatto secondo il Gruppo Comunista, ciò rappresenta uno spostamento soltanto formale di competenze e funzioni, in parte discutibili. Al riguardo avevamo presentato degli emendamenti di merito, su cui non vogliamo soffermarci, ritenendo di essere adesso in una fase pregiudiziale rispetto all'impianto e all'entrata nel merito del disegno di legge stesso.
Non si sono individuate le risorse finanziarie né gli elementi funzionali o i supporti necessari affinché gli Enti preposti possano svolgere un ruolo di effettivo decentramento, supportando quel ruolo di utilità sociale a cui devono adempiere. La Regione, nell'evidente incapacità di programmazione della sua Giunta, e in particolare di questo Assessorato, ci propone un testo di questo tipo, svuotato degli elementi che noi riteniamo fondamentali.
L'Assessore, a nome della Giunta, deve fornire delle garanzie rispetto ai supporti necessari su cui questa legge deve poter contare, deve offrire un significato concreto all'attuazione di una legge così importante. In caso contrario, Presidente, è inutile procedere con la discussione di questo testo che, è vero, individua alcuni presupposti e principi in parte condivisibili, ma che non prevede gli strumenti per poter attuare i principi individuati.
Concludendo, anche il mio Gruppo si unisce alle precedenti considerazioni svolte da alcuni colleghi. Anche noi vorremmo che la Giunta si esprimesse in tal senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sinceramente, devo confessare di avere qualche problema, e vi spiego perché. A suo tempo, predisposi un testo di deleghe da conferire alle Province, che prevedeva tutta una serie di articoli (tra cui quello per il personale, per le risorse finanziarie e per i tempi). In seguito, lo dovetti modificare, convinto che questa materia non dovesse entrare in questo specifico provvedimento. Nel frattempo, era stata approvata una legge regionale di riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali. Mi sembra che le sollecitazioni da voi indicate siano in gran parte comprese in quella legge.
L'art. 10 parla di disposizioni finanziarie, a decorrere dall'anno finanziario 1999: agli oneri finanziari connessi al conferimento di funzioni si fa fronte mediante l'istituzione di un fondo per le spese di funzionamento connesse all'esercizio delle funzioni conferite, in attuazione della legge n. 142/90 e della legge n. 59/97, nonché mediante l'istituzione di un fondo per l'esercizio delle funzioni conferite.
L'art. 11 dice che, con decorrenza dall'esercizio delle funzioni conferite e stabilite ai sensi del comma terzo e dell'art. 13, la Regione assegna funzionalmente agli Enti locali i dipendenti ad essi addetti e ne mette a disposizione le strutture, previo parere della Conferenza permanente regionale dell'autonomia locale, con delibera della Giunta regionale da adottarsi almeno 30 giorni prima.
Il ragionamento era questo: la legge di carattere generale doveva risolvere i problemi che riguardavano le disposizioni finanziarie e le risorse umane. La richiesta, a norma delle leggi Bassanini, alla Regione, e per essa al Consiglio regionale, era la puntuale indicazione delle competenze e delle funzioni da demandare alle Province e agli altri Enti locali e quelle che dovevano rimanere alla Regione.
Io mi sono attestato su queste condizioni, ma credo che non possano essere disconosciute perché, in linea di massima, si possono dare delle indicazioni. Se però esistono già delle normative regionali, diventa più difficile capire come inquadrarle in un testo di legge, le cui richieste originate dalla legge generale, sono di altra natura.
Premesso che esiste una Conferenza di carattere generale a cui bisogna fare riferimento, premesso che la Giunta ha proposto un emendamento che, se accolto, determinerebbe la creazione di un organismo costituito dall'Assessore, dai Presidenti delle Province suoi delegati e dalle Organizzazioni agricole, mi sembra che questi meccanismi siano tranquillamente garantiti.
Già qualche tempo fa, su esplicita richiesta di un componente della Commissione, nella stessa Commissione esposi il mio orientamento personale sulla consistenza di personale da trasferire alle Province. Nella stessa occasione indicai i compiti da assegnare. Ovviamente, bisogna anche tenere conto delle valutazioni successive, perché nessuno ritiene, tanto meno l'Assessore, che questo provvedimento debba imbrogliare le carte in tavola.
La mia opinione è che le cose vadano fatte in modo che le Province funzionino, che la Regione assegni loro il personale ed i mezzi sufficienti per il loro buon funzionamento, perché, in ogni caso, è comunque la Regione la responsabile della politica sul territorio. Non a caso, la Regione ha il potere di surrogazione qualora le Amministrazioni provinciali non facciano quello che, per legge, compete loro.
Credo di aver già espresso, anche in altre sedi e in differenti occasioni, la mia disponibilità: non ho intenzione di ritirarla.



PRESIDENTE

Con questo chiarimento potremmo passare alla votazione dell'art. 1...



(Commenti del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

A mio parere, potremmo tranquillamente approvare l'art. 1. La discussione si articolerà quindi sugli articoli successivi. Avendo esaurito la discussione di ordine generale, o procediamo ad un approfondimento o si ritiene soddisfacente la risposta dell'Assessore. Non è possibile continuare con la discussione di ordine generale...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

*****


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intanto, verifichiamo il numero legale!



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula 29 Consiglieri anziché 30 (sono in congedo 2 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
(La seduta, sospesa alle ore 18.33 riprende alle ore 18.54)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prendo atto che non ci sono Consiglieri disponibili a proseguire i lavori.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.03)



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