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Dettaglio seduta n.343 del 30/03/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo con qualche minuto di ritardo rispetto all'ora prevista per il protrarsi della riunione dei Capigruppo.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Galli, Ghigo e Mancuso.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 10, 13, 17, 20 e 24 novembre 1998, 1, 15, 17, 28 e 30 dicembre 1998 e 19, 26 e 28 gennaio 1999, si intendono approvati.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale in merito alle interrogazioni n. 2530, n. 2545 e n. 2553 inerenti all'utilizzo scorretto dell'Ufficio Posta del Consiglio regionale da parte di un Assessore all'abbandono dell'aula della Consigliera Carla Spagnuolo nella seduta pomeridiana del 23 marzo 1999 e alla sovrapposizione di alcune iniziative esterne rispetto allo svolgimento dei lavori d'aula, con particolare riferimento alla Fiera del Libro


PRESIDENTE

Conformemente agli impegni che si era assunto l'Ufficio di Presidenza relativamente alla vicenda che aveva interessato l'aula il 23 marzo u.s.
dò lettura di quanto ha rilevato lo stesso Ufficio di Presidenza riunitosi ieri: "L'Ufficio di Presidenza riunitosi in data 29 marzo a seguito del dibattito svoltosi il 23 marzo scorso in Consiglio regionale in ordine ad un'interrogazione del Gruppo della Lega Nord Piemont per l'Indipendenza della Padania relativa ad una lettera inviata dal Gruppo Federalisti Liberali esaminati i documenti relativi ed in particolare: l'interrogazione n. 2545 in data 23 marzo 1999 del Gruppo della Lega Nord nonché le interrogazioni dei Consiglieri Saitta, Riba e Cavaliere (n. 2530 in data 16 marzo 1999) e dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti (n. 2553 del 23 marzo 1999) il resoconto stenografico del dibattito svoltosi nella seduta consiliare citata tre lettere originali consegnate in visione dal Consigliere Rosso Presidente del Gruppo della Lega Nord, da cui emerge che ognuna di esse è stata firmata in originale dal Consigliere Vaglio la lettera in data 25 marzo 1999 (prot. C.R. n. 3886 del 26 marzo 1999) del Consigliere Vaglio rilevato che il Consigliere Vaglio riconosce che le lettere così come sono state inviate sono state spedite a seguito di un errore ritiene di conseguenza che la spedizione di cui sopra non sia compatibile con la normativa regionale vigente in materia di spese di spedizione e postali effettuate dai Gruppi consiliari".
Devo inoltre precisare, considerati gli avvenimenti accaduti nella seduta pomeridiana del 23 marzo e a seguito dell'esito della riunione con i Capigruppo di minoranza, che le mie parole potevano forse essere interpretate in più modi: sicuramente lo spirito con il quale le ho pronunciate non può essere in alcun modo considerato come una mancanza anche minima, di rispetto ed attenzione nei confronti di chicchessia. In particolare, la mia stima - non solo da oggi - nei confronti della Consigliera Carla Spagnuolo è completa. Credo, con questa precisazione, che il senso di apprezzamento e di stima per l'attività da lei svolta non solo in questo Consiglio, ma anche per tutto quello che ha svolto in passato sia pieno e completo.
Questa mattina si è creato un problema di sovrapposizione di alcune iniziative esterne rispetto allo svolgimento dei lavori d'aula. E' un problema che è già stato sollevato più volte e dovremo cercare di affrontarlo nel migliore dei modi, per consentire, ai Consiglieri che intendessero partecipare ad iniziative esterne, di poterlo fare.
A questo punto, chiederei di procedere con le risposte ad interrogazioni ed interpellanze in modo che ci possa essere uno svolgimento regolare dei nostri lavori.
La parola al Consigliere Chiezzi sulle mie dichiarazioni.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Per quanto riguarda la sua comunicazione sulla vicenda che ha coinvolto tutta l'aula la penultima seduta del Consiglio vicenda che ha portato all'abbandono dell'aula da parte della Consigliera Carla Spagnuolo e del sottoscritto per solidarietà - ritengo che le scuse alla Consigliera Spagnuolo, almeno per quanto mi riguarda, siano del tutto dovute e a nome di tutti. Il Presidente potrebbe esternarlo con chiarezza.
Oggettivamente, la Consigliera Spagnuolo merita delle scuse, al di là delle interpretazioni.
Per quanto riguarda la seduta di oggi, noi abbiamo ricevuto comunicazione che da qualche minuto è in corso una manifestazione ufficiale, una conferenza stampa nella quale viene presentata un'importante attività regionale. Si tratta della Fiera del Libro, attività che viene presentata anche in una forma nuova, in nuova circostanza, con un nuovo progetto, un nuovo programma ed un nuovo responsabile: il collega Picchioni. Sarebbe bene che i Consiglieri che lo ritengono potessero partecipare a questa conferenza stampa, per sentire di cosa si tratta e non dover semplicemente leggere sui giornali in cosa consista la prossima Fiera del Libro. Tra mezz'ora il Presidente Ghigo e l'Assessore Leo, insieme alla regista Wertmüller, faranno un'altra vetrina televisiva e presenteranno l'anteprima del film che questa sera sarà proiettato, sempre con la loro presenza. Mi pare che il Presidente Ghigo passi da una manifestazione all'altra e che anche l'Assessore Leo fra qualche minuto se ne andrà: questa conferenza stampa porterà due importanti componenti della Giunta regionale e lo stesso Presidente fuori dall'aula. Mi sembra che questo potrebbe essere un altro momento importante di partecipazione per i Consiglieri regionali che lo ritenessero.
Quindi, le chiedo formalmente di segnalare con forza sin da questo momento che quest'aula, per la propria dignità, non avvierà i propri lavori se componenti della Giunta organizzano delle manifestazioni esterne. Le chiederei di sospendere la seduta consentendo ai Consiglieri regionali di partecipare a questa conferenza stampa e di scrivere al Presidente della Giunta, per cortesia, che nei giorni di Consiglio non si svolgano attività importanti. Se comunque questo dovesse accadere per motivi dipendenti o indipendenti dalla volontà del Presidente della Giunta, chiedo che si prenda il solenne impegno in quest'aula di non svolgere più i lavori in assenza della Giunta regionale o di suoi componenti.
Pertanto, le chiedo formalmente di aggiornare i lavori ad oggi pomeriggio alle 14 e anche di prendere questa decisione rapidamente per consentire ai colleghi di andare là dove sono il Presidente e l'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. La ringrazio per la sua comunicazione relativa alla decisione presa all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza. Non ho per sentito che procedura si vuole seguire, perché le spese non sono compatibili. L'Assessore Vaglio ha dichiarato, se non ho capito male, che si è trattato di un errore. Però bisogna trovare una via d'uscita, visto che queste spese non erano compatibili.
Chiedo che l'Ufficio di Presidenza studi una procedura che consenta di rifondere alla Regione la spesa che non era, come lei ha detto, compatibile questo per chiudere il discorso relativo all'Ufficio di Presidenza.
Aspetto sempre - gradirei che questo venisse fatto dal Presidente della Giunta, che purtroppo è assente - la risposta alla prima parte della nostra interrogazione, che era una risposta politica. Cioè se il Presidente della Giunta ritiene politicamente ed eticamente corretto questo sistema di reclutamento che esula dal discorso che lei ha fatto sulla giustificabilità delle spese.
Presidente, ieri sono stato disponibile a rinviare questo argomento però vorrei che in giornata ci fosse anche una risposta da parte della Presidenza della Giunta sulla seconda parte dell'interrogazione. In più lei dovrebbe indicarci - non so se ne avete già parlato nell'Ufficio di Presidenza - una soluzione, perché se le spese non erano compatibili evidentemente vuol dire che non si potevano effettuare e, se non si potevano effettuare, vanno almeno recuperati i soldi spesi in modo ingiustificato.



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza ha fissato il principio, poi le conseguenze sono oggettive.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Tre questioni.
La prima è relativa all'introduzione del Presidente Deorsola: abbiamo apprezzato che nell'incontro svoltosi questa mattina tra il Presidente del Consiglio e i Capigruppo di minoranza, segnatamente la collega Spagnuolo e il collega Chiezzi, si sia trovato un accordo, e mi sembra che le parole del Presidente pongano probabilmente fine ad un equivoco o, comunque, al fatto che era stato ingigantito un certo intervento. Al di là delle sue parole, il Presidente ha precisato, quindi esprimiamo apprezzamento poich si è ricomposta questa questione. Quest'aula necessita quanto mai di armonia, altrimenti abbiamo davanti un anno che è difficile immaginare come potrà trascorrere. Quindi, riteniamo che questo tassello sia un punto di ricomposizione e di ricucitura molto importante.
La seconda questione è relativa alla richiesta del collega Roberto Rosso: immagino che il Presidente della Giunta, che sarà presente oggi pomeriggio in Consiglio, intenda sicuramente andare incontro alla richiesta del collega.
Invece, per quanto riguarda la richiesta del collega Chiezzi Presidente e colleghi, mi permetto di esprimere il dissenso nella forma più categorica rispetto all'impostazione e alla richiesta del Consigliere. Non è possibile! Scusate, mi permetterei di prospettare al collega Chiezzi e ad altri di considerare il Presidente della Giunta regionale secondo l'angolatura di chi rappresenta l'istituzione e la Regione. Ritengo che a volte sia molto più produttivo che partecipi, come rappresentante della Regione Piemonte, dunque non a titolo personale, a "n" manifestazioni che si svolgono a Torino, in Piemonte, a Roma e così via, anziché passare molte volte le giornate, dal mattino alla sera, qui dentro, a fare quello che tutti sappiamo che si fa. Sicuramente c'è del positivo, ma ci sono anche "tiritere" che, a volte, ci portano a sera senza che si riesca a capire esattamente cosa si è concluso dal mattino, a prescindere dal fatto che si inizi alle nove e mezza o alle undici e mezza.
I Capigruppo avevano fissato per questa mattina l'esame di interpellanze ed interrogazioni dalle dieci all'una; riteniamo che così debba essere e così il Consiglio debba fare e che nel pomeriggio si affronti la continuazione del Bassanini Agricoltura iniziato ieri sera.
D'altra parte, sul fatto che questa mattina sia stata fissata la conferenza stampa circa la Fiera del Libro, osservo prima di tutto che il martedì è una giornata canonica; non si può dire che è mercoledì o sabato mattina, oggi è martedì e in questa legislatura nel 95% dei martedì è stato convocato il Consiglio regionale. Non voglio assolutamente andare a toccare la suscettibilità dell'on. Picchioni o di altri che hanno fissato la conferenza stampa. Sicuramente avranno avuto le loro ragioni, ma non si pu scusate - arrivare a dire: "Allora, visto che il Presidente non c'è visto che c'è la conferenza sulla Fiera del Libro, non facciamo Consiglio rinviamo"! Nella forma più categorica mi sento di rigettare un'impostazione di questo genere; mi auguro e sono anche convinto che ci sia un vasto consenso intorno alla mia posizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Concordo assolutamente con la posizione del collega Gallarini. Interpreto la riaffermazione del collega Chiezzi come un'interessante provocazione e come un interessante modo per intrattenerci.



GHIGLIA Agostino

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Ma che provocazione, ma cosa dici! E' inaccettabile, ho espresso un'esigenza, è una valutazione, io reagisco alla provocazione!



PRESIDENTE

E' una valutazione.



GHIGLIA Agostino

Consigliere Chiezzi, tu lo sai che provocare vuol dire chiamare a sé.



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo svolgere l'intervento, siamo nei limiti normali.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

No!



GHIGLIA Agostino

Allora, se non lo sai, imparalo, perché vuol dire questo, non vuol dire altro.



GHIGLIA Agostino

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Imparalo tu, impara la democrazia. Consigliere Ghiglia, è ora che la impari!



GHIGLIA Agostino

Lo so che tu sei imbarazzato perché devi sostenere il Governo che fa la guerra ai Serbi, però non è colpa mia, è colpa vostra.
Allora, fammi finire il mio intervento, perché sei un po' "poco" democratico. Presidente, garantisca l'agibilità democratica dell'aula perché il collega Chiezzi è un po' intollerante.



PRESIDENTE

Lasciamo svolgere l'intervento.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Purché non mi tiri in ballo. Parli al Presidente, non citi, per cortesia, e parli all'aula.



GHIGLIA Agostino

Presidente, però, io non lo tiro in ballo se non...



PRESIDENTE

Consigliere, lasci svolgere...



GHIGLIA Agostino

Prometto di ignorare il collega Chiezzi. Lo ignoro.



GHIGLIA Agostino

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Grazie. Benissimo.



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo svolgere l'intervento al Consigliere.



GHIGLIA Agostino

Sono molto contento di ignorarlo, posso dirlo? Lo ignoro. Non l'ho menzionato, quindi lo ignoro.



PRESIDENTE

E' una sua scelta.



GHIGLIA Agostino

Detto questo, prendo quello che hanno detto alcuni colleghi che mi hanno preceduto come una vera e propria provocazione. Lo dico perch riferendomi e riprendendo quello che diceva il collega Gallarini, non esiste il fatto che il capo di un esecutivo, il Presidente della Giunta non possa rappresentare il Piemonte, insieme con gli Assessori di riferimento, nelle manifestazioni che rappresentano l'espressione e l'esposizione di avvenimenti importanti. E' una cosa che sta fuori dal mondo, com'è fuori dal mondo bloccare e paralizzare l'attività di un'assemblea democratica, perché il Presidente, che nella sua funzione garantita dalla Costituzione e dallo Statuto ha i compiti della rappresentanza, si reca all'esterno a svolgere il suo lavoro - saremmo veramente al paradosso. Allora, noi il paradosso in politica, soprattutto quando si tratta di assemblee legislative, che dovrebbero perseguire gli interessi della comunità, lo respingiamo con forza e non lo accettiamo assolutamente.
Siamo ovviamente contrari a sospendere il Consiglio regionale e chiediamo di proseguire con l'ordine dei lavori che si era deciso in sede di Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Mi pare che il collega Gallarini e il collega Ghiglia questa mattina abbiano dato il loro contributo per rasserenare il Consiglio, perch vede, Presidente - la questione che lei ha posto in relazione ai fatti avvenuti in coda dell'ultimo Consiglio non ha dato una soddisfazione chiara, almeno nelle parole del Presidente del Consiglio.
Un altro problema, posto parzialmente dal collega Chiezzi, è che il Presidente e gli Assessori non facciano il martedì azioni di propaganda.
Sono impegnati da settimane non nell'adempimento dei loro incarichi istituzionali, ma in azioni che non hanno nulla a che fare con ciò, come disinformare le realtà periferiche della nostra Regione parlando in termini negativi del Consiglio regionale e di disegni di legge che non esistono e che non sono stati depositati in Giunta.
La reazione di alcuni Capigruppo è stata che, se succede questo, almeno il martedì il Presidente e gli Assessore devono essere in Consiglio. Questo è il punto, collega Gallarini. Il Consiglio regionale, senza parlare di altre questioni gravi che succedono, è così distorto nel suo ruolo dalla Giunta che non dà neppure quelle risposte minime.
Mi associo alla critica sul fatto che la Giunta non è presente. Non capiamo come si possa rispondere alle interrogazioni o alla questione urgente dei trasporti, dei trafori e delle questioni di cui l'Assessore Casoni sta andando a parlare altrove e che noi vorremmo conoscere. Come bisogna intervenire sulla grave emergenza del Monte Bianco o su altre questioni? Vorremmo sapere quale Assessore risponderà alle interrogazioni visto che, fra poco, se ne andrà anche l'Assessore Leo. Questo è un punto politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, non riesco a capire, alla fine, il significato di questo dibattito e come le cose si stanno evolvendo.
Ritengo di dover fare una precisazione ed esprimere stupore per l'intervento del collega Gallarini, che ha sempre dimostrato una grande attenzione nei confronti dell'aula, ma in un passaggio del suo intervento ha detto una cosa veramente grave: che senso ha che il Presidente venga in aula se poi le nostre giornate le passiamo senza punti prefissati?



GALLARINI Pier Luigi (fuori microfono)

Succede molte volte.



SAITTA Antonino

Anche molte volte. Credo che il compito di un Consigliere e soprattutto, di un Capogruppo di maggioranza debba essere quello di fare in modo che l'aula acquisti un ruolo anziché ratificare e legittimare che c'è una posizione prevalente dell'esecutivo che domina e una posizione amministrativa che è una posizione di secondo piano.
Questo è un problema che riguarda tutti, anche il Presidente del Consiglio. Non sono stupito che il Presidente della Giunta partecipi ale manifestazioni, che rappresenti la Regione e che cerchi di sottolineare i risultati positivi raggiunti dalla maggioranza. Mi sembra un fatto più che legittimo. Il problema è un altro e il collega Chiezzi l'ha posto.
L'assemblea legislativa è importante, per cui, quando l'assemblea legislativa è riunita, non debbono essere organizzati dall'esecutivo altre iniziative che mettono in secondo piano il lavoro legislativo. Questo è il fatto. Se viene ritenuto di secondo piano come, in effetti, la Giunta ritiene l'attività legislativa e l'attività del Consiglio, quasi come un fastidio, e nello stesso giorno la Giunta organizza manifestazioni attraenti da un punto di vista giornalistico, l'attività del Consiglio diventa irrilevante. Pensate al dibattito di ieri e alla grande eco che ha avuto sui giornali.



GALLARINI Pier Luigi (fuori microfono)

Questa è responsabilità della Giunta!



SAITTA Antonino

No. Il problema è che tutto il Consiglio, la Presidenza, ecc., devono valutare il ruolo di questo Consiglio. Mi pare un fatto importante che il martedì non debbono essere convocate altre iniziative. Il martedì si sta in Consiglio e gli Assessori rispondono.



GALLARINI Pier Luigi (fuori microfono)

Ma non l'ha fissato lui!



SAITTA Antonino

Ci sono altre cose e non è la prima volta! Quante volte gli Assessori non erano presenti il martedì perché erano impegnati altrove? Non è che sia l'Italia, ma è la Regione Piemonte, per cui il martedì lo dobbiamo dedicare all'attività del Consiglio anche perché, collega Gallarini, ieri ho partecipato ad una manifestazione sulla Formazione professionale. Vengo a conoscenza di questioni varie solo girando, fonti informative attendibili non esistono più in questa Regione, perché in Consiglio gli Assessori rispondono leggendo biglietti preparati qualche giorno prima e non seguono l'evoluzione delle vicende. In questa manifestazzione ho saputo che, per quanto riguarda la Formazione professionale, non c'era l'Assessore Goglio perché non poteva, ma il Presidente Ghigo e il Direttore regionale ci hanno detto che nel Patto per lo Sviluppo, che si sottoscriverà alla fine del mese, c'è un impegno della Regione Piemonte, relativo ai prossimi anni, che riguarda tutto il Consiglio.
Vorrà l'Assessore o qualcuno ad un certo punto dirci se stiamo andando a firmare il Patto per lo Sviluppo, in cui chiederemo un impegno maggiore o minore in un settore rispetto ad un altro, rispetto al bilancio approvato e abbiamo questa intenzione? Chiedere un parere! Qualcuno vuole informarci? Sottoscriveranno il Patto per lo Sviluppo assumendosi degli impegni neppure comunicati, oltre a non essere compatibili. Dicendo: "Faremo l'assestamento e rifaremo tutte le modifiche". Collega Gallarini, questo è un atteggiamento corretto nei confronti dell'aula? Espongo questa situazione al Presidente e chiedo che nella giornata di martedì si svolga solo l'attività del Consiglio. Il Presidente intervenga nei confronti della Giunta affinché il Consiglio abbia il suo ruolo.
Al di là delle interrogazioni che i colleghi presentano e che tutti presentiamo, ci sono questioni importanti che richiedono che gli Assessori e i Presidenti, nel momento in cui si assumono un impegno forte, come nel caso del Patto per lo Sviluppo, informino l'aula. Il Patto per lo sviluppo non è una cosa che capita tutti i giorni.
Partecipo a queste riunioni esterne e provo una sensazione di impotenza per non essere a conoscenza di vicende che riguardano il Consiglio regionale. Alcuni Assessori partecipano annunciando iniziative che non sono neanche state comunicate. C'è un problema di censura che riguarda il Presidente, che deve agire nei confronti degli Assessori che intervengono annunciando provvedimenti inesistenti ed iniziative non conformi agli atti deliberativi del Consiglio. Se questo non viene risolto, è vero che il Consiglio non conta più nulla. Allora, collega Gallarini, non si pu pretendere che quest'aula abbia la sua dignità se gli Assessori non ci sono, non rispondono e stanno muti perché la consegna è: "Meno si parla meglio è": una consegna data dal Presidente Ghigo, che oltretutto ha dato a se stesso.
Noi vogliamo fare politica, non vogliamo fare ostruzionismo. Non possiamo neppure essere accusati di fare ostruzionismo quando le presenze sono quelle che sono. C'è un limite a tutte le questioni. Lo dico per testimonianza, ma se il problema si riduce soltanto ad organizzare manifestazioni esterne vuol dire che il Consiglio, per lo meno la minoranza, dovrà prendere atto che questo Consiglio è inutile, organizzare una carovana per inseguire gli Assessori e denunciare le bugie che spesso raccontano. Se è questa l'attività che dobbiamo fare, facciamola!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, mi sembra che rispetto alle valutazioni che abbiamo fatto nell'incontro da lei concesso alle minoranze in relazione agli eventi che avevano caratterizzato la chiusura della seduta burrascosa della settimana scorsa, forse, ha omesso qualche aspetto che noi ci aspettavamo venisse esposto, anche come elemento conclusivo di un ragionamento, di una comunicazione più completa all'aula.
La pregherei di voler ritornare sul punto, dato che stiamo svolgendo un ragionamento su questa materia, oltre che sul funzionamento del Consiglio.
A mio parere - e colgo l'occasione per dirlo anche qui l'atteggiamento che, magari in modo del tutto involontario, è stato tenuto nei confronti della collega Spagnuolo richiede un'ulteriore rettifica.
Seconda questione. Mi rivolgo direttamente al collega Gallarini, che è persona attenta e in genere partecipe delle comuni ambasce della vita del Consiglio.
La sensazione che abbiamo esposto al Presidente prima, e che si evidenzia nella crescita di una situazione di crisi istituzionale nella Regione, è che l'assemblea regionale abbia un ruolo parziale, secondario ed eventuale nella vita della Regione. Sto rilevando una situazione per quanto mi concerne: disponibile ad assumere la mia parte di responsabilità, se questo serve a creare un punto di vista comune per rilanciare l'istituzione.
Però mi si deve consentire una riflessione altrettanto obiettiva nei confronti di tutti i pezzi dell'istituzione. Adesso, c'è una certa presenza di Giunta che, data la tradizione, consideriamo già abbondante; però - e il Consigliere Gallarini ne è testimone assieme a molti altri Consiglieri presenti nella scorsa legislatuta, quali Leo, Masaracchio, Peano ed altri se per caso in quei banchi mancava un Assessore, l'allora Presidente Brizio ci staccava le orecchie, oltre ad invitarci a fare un altro mestiere! Ma questa era l'autorevolezza dell'istituzione in quanto tale, colleghi! Non prendetevela! Certo, non c'erano i telefonini, c'era una situazione più umana nei rapporti, ma questo per dire che la presenza in aula era un elemento primario.
E' vero o non è vero, Leo? Tu lo puoi confermare: hai sentito anche tu le sfuriate del Presidente Brizio in Giunta: "Guai se manca ancora un Assessore ad una riunione del Consiglio!". Ed aggiungeva: "Il giorno del Consiglio non ci sono altre questioni che tengano: vale per me, vale per voi". Penso che Brizio sia mancato alle sedute di Consiglio forse una volte o due, e sempre per ragioni di malattia e non per altri motivi. E questo per cinque anni. E per quattro anni ho fatto opposizione su tutto, ma su quello non la potevo fare, perché gli Assessori erano sempre presenti. Tu eri in maggioranza, Gallarini: me ne puoi dare atto anche tu. Ripeto: si sarà assentato una, due o comunque poche volte, quando si recava alle Molinette a causa della sua malattia.
Con riferimento a quello che hanno detto i colleghi Chiezzi, Saitta ed altri - che hai ripreso, Gallarini - dico che la presenza in Consiglio non è "eventuale, se non c'è altro...", bensì dovrebbe esserci sempre, a meno che non ci sia qualche evento imprevedibile ed inderogabile. Comprendo le assenze per le assemblee nazionali delle Regioni ed altri avvenimenti analoghi, ma qui ci siamo ridotti ad avere delle presenze eventuali.
Per cui, se non si ripristina il fatto che il martedì - almeno quello! per gli Assessori prima di tutto e per la maggioranza è il giorno del Consiglio, che altro...? Allora, le cose poi diventano quelle che fanno rumore! Seconda questione, lo ripeto al Consiglio, dopodiché posso considerare chiusa la partita e le sconfitte, in democrazia, si sopportano, ma poi si vede come si reagisce. Consigliere Gallarini, capisco che non si possa attribuire la colpa alla maggioranza se le discussioni sul Patto per lo Sviluppo o sul Kosovo, comunque discussioni di grande respiro o di qualche ambizione, non trovano riscontro. Tuttavia, qui nasce una questione politica seria, perché anche il pubblico che ci ascolta lo sa bene; tutti i giorni sente cosa dice D'Alema, cosa dice Berlusconi, per cui le vicende che costituiscono la politica del Paese sono note: noi non possiamo essere conosciuti soltanto se la notizia fa scandalo (tra virgolette o senza virgolette)! Questa è anche una questione che si è creata in questa legislatura. Se lo dico è perché penso che ci siano ancora dei margini altrimenti non lo direi più, mi adatterei. Comunque, siamo anche noi al di fuori della cosiddetta, classica, drammatica zona Cesarini.
Ecco perché la vicenda del Consiglio diventa eventuale rispetto ad altre, nella quale si gioca il progetto, il lavoro, le ambizioni, le affermazioni, gli interessi e quant'altro di una rappresentanza politica che oggi costituisce la maggioranza. Per cui, se non ci sono rettifiche sotto questo profilo e non ci sono delle assunzioni autonome di linee di comportamento da parte della Giunta, da parte della maggioranza, è chiaro che premiamo sulla Presidenza, con il risultato di schiacciarla sotto un contrapposto confronto che vede, da una parte, tutte le ragioni (diciamo così, qualcuna esclusa) e, dall'altra, un'impostazione diversa ed una conseguente reticenza.
Se non affrontiamo questo... E poi, l'intasamento nelle Commissioni. Mi viene quasi da dire che ci sono solo tre Commissioni che hanno il lavoro in ordine: quelle dell'ambiente, dell'agricoltura e l'VIII Commissione; in tutte le altre il lavoro si ammassa. Ma nelle Commissioni chi ci va a lavorare? Gallarini, tu sempre, qualcun altro anche, la collega Cotto la vedo sempre. Se continua così, diventano sede di confronto tra noi e la maggioranza "eventualmente" presente.
Non voglio andare oltre. Giudichi lei la situazione di questa mattina Presidente: la vogliamo considerare l'ultima della vecchia serie o la prima di quella nuova? Se la vuole considerare l'ultima della vecchia serie d'ora in avanti si assuma che, se al martedì ci sono dei "buchi", se ne trarranno delle conseguenze politiche; se la vuole considerare la prima della nuova serie, allora sospenda la seduta fino alle ore 14. Prendiamo atto che c'erano troppi buchi per svolgere un lavoro che, comunque - è vero non impegna tutta la presenza del Consiglio, ma, in ogni caso, impegna pur sempre l'opportunità di partecipare ad un lavoro assolutamente circoscritto nella sua funzione.
Un'ultima considerazione, che rivolgo agli Assessori, alla maggioranza al Presidente: continuate pure a fare propaganda alla Giunta attraverso la presenza sui giornaletti, sui giornali locali. La legga, Presidente, poi mi dirà se è propaganda o meno; la legga per due mesi come ho fatto io e poi mi dirà se è o non è propaganda. Articoli scritti dalla Regione, dove non figura una volta, neppure per ragioni polemiche, l'intervento della minoranza. Ripeto, pagati dalla Regione: ma scherziamo? O la si pianta lì o ci si dà una regolata, altrimenti si cambia veramente! Come ve le dobbiamo dire queste cose? Masaracchio, tu c'eri nell'altra legislatura, e adesso lo fai. Ti saresti immaginato se all'epoca l'avessimo fatto noi? Giustamente, avreste creato dei problemi! Eh no! Obiettivamente, i segni si colgono tutti. Dopodiché voi, in questo momento state sentendo una delle minoranze che ha cercato sempre di fare del lavoro cosiddetto costruttivo. La polemica non è nei confronti di nessuno, ma è perché l'istituzione è il valore per il quale siamo qui e in funzione del quale siamo qui a svolgere il nostro mestiere.
Noi abbiamo il dovere di lavorare affinché venga respinto l'attacco all'istituzione, e questo al di là della volontà. Quello che si sta svolgendo è un attacco alle istituzioni che è già arrivato ad un punto così elevato di efficacia da fare incombere su di noi una pesantissima e, se continuiamo così, entro breve, inevitabile crisi istituzionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Al fine di chiarire che cosa si può rappresentare, in nome e per conto della Giunta, facendo tesoro, così com'è stato detto dal Consigliere Riba della storia politica che ciascuno di noi ha potuto mettere in campo rivolgo ai colleghi presenti un appello accorato, anche sotto l'aspetto emozionale che mi sta coinvolgendo in questo momento; come si suol dire: siamo fatti tutti di carne ed ossa. Non ci sono facce di creta, n modellatori di un possibile modo diverso di rappresentare la realtà da presepe. L'allusione, per l'intelligenza dei colleghi, può essere di acchito nel rapporto che c'è, sul piano di quello che rappresentiamo legislativamente, in un'assemblea che si chiama Consiglio regionale.
Prendere atto e coscienza del fatto che ci troviamo in un momento storico che coinvolge anche le istituzioni della Regione Piemonte, di crisi profonda della credibilità della politica. Questo potrebbe far dire a qualcuno che siamo alla fine di un secolo, che coincide con la fine di un millennio, e che coincide con la fine del ventesimo secolo, i cui fondamentali principi ideologici hanno fatto il loro tempo.
Anche qui il riferimento potrebbe essere foriero di un vero, effettivo e profondo dibattito in Consiglio regionale su quella che è definita giustamente, la guerra del Kosovo.
Lo scadimento, per cui nasce il disinteresse, a volte dai banchi della minoranza, a volte dai banchi della maggioranza - se la maggioranza la si vuole indicare come non minoranza, e se la minoranza la si vuole indicare come non maggioranza, ciascuno ne ricava il giudizio che può esserci in queste affermazioni - è dovuto al fatto che da troppo tempo in Consiglio regionale non si dibattono provvedimenti amministrativi. Vi sono coloro che, anche attraverso gli interessi dei settori territoriali, quasi costringono ad essere presenti affinché il provvedimento passi o comunque perché il provvedimento, passando, possa rappresentare anche la posizione della non maggioranza, o in opposizione o, addirittura, in concertata opposizione. Le riunioni dei Capigruppo, indipendentemente da quello che rappresenta la lettura del Regolamento, di volta in volta, concertano come condurre i lavori del Consiglio. E nel concertare come condurre i lavori del Consiglio, essendoci la libertà, senza alcun limite di tempo, per tutti gli interventi del dibattito, così come accade per la minoranza quando gli argomenti interessano poco, e si vedono colleghi della minoranza che prendono la borsa e se ne vanno - quando l'argomento in discussione non è di loro interesse - si vedono colleghi della minoranza che rimangono presenti perché la loro presenza utilmente rappresenta un momento di forza nei confronti della maggioranza.
Così accade con i colleghi della minoranza. Quindi, i riferimenti al passato sono opportuni per farci ricordare che un altro tempo, in un altro sistema, la dignità del Consiglio, esercitata attraverso i Consiglieri che furono, era diversa.
Oggi la dignità di questo Consiglio, in questo tempo, è esercitata da tutti quanti in maniera diversa: ricaviamone le conseguenze.
Se poi vogliamo ancora una volta disquisire sulle manifestazioni che sono momento di propaganda, certo, sul piano delle valutazioni tutto pu essere propaganda, così come tutto può essere partecipazione responsabile.
O meglio, quando si diffondono le notizie, queste sono oggetto e soggetto di propaganda. Per cui, a seconda delle posizioni, si dà quella che si pensa sia la giusta definizione.
Ci troviamo in una società in cui le manifestazioni esterne - così chiamiamole - in fondo sono le cose che organizza la società civile, fosse anche attraverso le partecipate, gli Enti strumentali della Regione. Sono così concitate perché, nell'ambito della più dilatata concertazione, il privato all'esterno manifesta tanto di più del passato.
La partecipazione di chi viene eletto a rappresentare la collettività nei pubblici consessi può essere o globale, da parte di tutti per partecipare alla propaganda, utilmente, o per delega a qualcuno che nel Gruppo può rappresentare il Gruppo. Questo non è un discorso che vale per i Gruppi che hanno una sola persona. Questo vale anche per tutte le partecipazioni, a tutti i livelli, partendo dai Capigruppo, da tutte le Commissioni, da tutti i rapporti che vengono ad essere la politica attiva nel territorio.
La presenza della Giunta, compatta ed unita, quasi come per dover prendere posizione per fronteggiare, è un appello giustificatissimo da parte della minoranza. Però è da considerare anche, così come accade in Parlamento, che è necessario che ci sia l'Assessore interrogato ed interpellato per dire ciò che è nella sua amministrazione: questo è importante. L'Assessore non parla mai, o comunque non dovrebbe mai parlare a titolo personale. L'Assessore parla a titolo di ciò che gestisce la Giunta e quindi a titolo di globalità della Giunta. Si può anche non tenere nella dovuta considerazione, per un motivo politico, così come potrebbe essere considerata meramente politica la funzione del Vicepresidente, ma in ogni caso, quando il Presidente è assente, o per giustificato motivo o perché si trova in congedo, per motivi anche personali, ove occorressero i motivi personali, la Vicepresidenza è qui per prendere atto di quanto si dice, riferire in Giunta, nel caso in cui è possibile intervenire e dare non dico un giudizio, ma dichiarare che cosa intende fare la Giunta.
Torniamo a questa mattina. E' stato concordato che questa mattina si sarebbe svolto un incontro per definire il problema, non la questione della collega Spagnuolo. Il Presidente del Consiglio disse che l'incontro sarebbe avvenuto 30 minuti prima dell'inizio del Consiglio. La riunione io non ero presente - opportunamente si è dilungata fino al punto che il Consiglio è iniziato alle ore 11.30.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

PAPANDREA



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Di solito inizia puntuale?



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Quando avevo chiesto di convocare il Consiglio regionale alle ore 8.30 non in termini provocatori, ma per tenere conto delle lungaggini dell'inizio del Consiglio, avevo indovinato, perché convocare, per iscritto, il Consiglio alle ore 8.30 ebbe come conseguenza, come avvenne in quell'occasione, che alle ore 9.30 il Consiglio ebbe inizio.
Questa mattina, anziché liberare il Consiglio di tutto ciò di cui comunque, ampiamente, si è parlato con delle semplici dichiarazioni che dessero soddisfazione o insoddisfazione, siamo qui a dibattere sulla filosofia del rapporto del Consiglio e sull'opportunità di quanto questa Giunta debba e possa rappresentare, in funzione della presenza o dell'assenza del Presidente Ghigo. Io stesso, che mi sto dilungando con queste mie dichiarazioni, sto facendo perdere tempo, perché avrei potuto non parlare, magari per sentire sottovoce che l'Assessore Masaracchio, come collega nel Consiglio e facente parte ì della Giunta, è stato tacitato e deve stare zitto. Ora, qual è la risoluzione che bisogna prendere? Quella di rispondere sempre, perché poi dalle risposte si possono avere dibattiti che non finiscono più, o quella di incassare tutto ciò che viene detto in termini, non dico ostativi, ma a volte anche offensivi, per prenderne atto e capire come amministrare questa Giunta? Per quanto riguarda le problematiche che vengono esplicitate nei convegni e nei dibattiti, non bisogna dimenticare che a monte c'è l'elaborazione progettuale che a volte coinvolge l'Amministrazione regionale. Tutto ciò che è nel provvedimento del Ministero competente, per quanto riguarda gli investimenti per la politica attiva del lavoro partendo da Napoli, è un problema che è stato ampiamente dibattuto, per cui alla fine bisogna trovare, nelle giuste pieghe del bilancio, le risoluzioni finanziarie che consentano la partecipazione della Giunta. Dopodich bisogna, nella ristrettezza dei tempi, aprire un dibattito in Consiglio oppure adottare un provvedimento legislativo che venga portato, attraverso gli organi del Consiglio, partendo dalle Commissioni, al voto del Consiglio? Ci sono atti autocratici nell'ambito dell'amministrazione governativa della Regione? Talmente autocratici da far pensare che qui ci stia una dittatura che fa quello che vuole fare? O comunque gli atti amministrativi sono collegati, partendo dalla legge n. 51, a tutta la corresponsabilizzazione di quanto l'atto amministrativo rappresenta? Dopodiché, nel ruolo e nel compito sacrosanto della non maggioranza, la vigilanza e l'appunto continuo deve essere la costante di un'attività che viene controllata. Ma da qui ad andare a definire che c'è la inanità assoluta della Giunta, che produce atti amministrativi che sono di pubblica ragione, mentre, dall'altra parte, nella crisi del sistema bisognerebbe prendere atto che ciascuno di noi è talmente incapace di intendere e volere per cui farebbe bene a dimettersi, io dico che effettivamente, pensando a quanto ho potuto dire anche all'interno del mio Gruppo da due anni a questa parte, quando lo scadimento è veramente così tale e tanto, sarebbe opportuno ricorrere al giudizio del voto popolare, per capire se nell'ambito della crisi del sistema, le responsabilità che ciascuno deve assumersi debbano avere un giudizio democratico con il voto, anziché stare qui a reggere la pubblica amministrazione perché l'economia del Piemonte non vada, come si suol dire, "a ramengo". E qui il problema del bilancio e dei provvedimenti amministrativi non può non essere valutato così come merita, anziché essere sottovalutato.
Quante altre cose si potrebbero dire, ma, a conclusione, ripeto quello che ho detto all'inizio: mi sento profondamente coinvolto ed emozionato sul piano politico esistenziale, dalla vicenda che tutti noi stiamo vivendo in questo Consiglio regionale, che chiuderà i suoi battenti fra un anno, un anno e mezzo, certamente non con decoro, ma il non decoro non è solo di una parte; può essere quel tale non decoro che coinvolge tutto il Consiglio regionale. Quando si parla male della Regione, si parla male della Regione: nella Regione ci siamo tutti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore regionale

Voglio soltanto dire sinceramente a tutti i Consiglieri del Consiglio che comprendo una cosa e la considero molto importante, cioè che il Consiglio regionale è il momento centrale di tutta l'attività. Il Consiglio regionale indubbiamente merita la centralità; se non ci fosse questo, tutto il resto non avrebbe né senso né legittimità, perché quello che dà ad ognuno di noi, anche agli Assessori di maggioranza, legittimità soprattutto una volta eletti, è il Consiglio regionale, essendo rappresentanza di tutto il Piemonte, quindi dell'unica assemblea che rappresenta tutto il Piemonte.
Colgo l'occasione per scusarmi se oggi è stata programmata questa conferenza, alla quale non parteciperò per rispetto al Consiglio. Cerco di evitarlo scrupolosamente; del resto, se guardiamo le presenze del Consiglio, non sono uno dei meno presenti. C'era un'unica ragione di questo incontro e cioè che la regista Wertmüller arriva soltanto oggi a Torino.
Comunque, il Consiglio regionale è più importante, per cui seguirò i lavori in tutto il modo che può essere inteso da parte mia utile a sottolineare la centralità di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Credo che, per riprendere un intervento, oggi possa essere considerata l'ultima volta in cui accade un fatto di questo genere, anche perch venerdì scorso io avevo sollevato il problema di questa sovrapposizione e non mi era sembrato che fosse ritenuto un fatto incompatibile con lo svolgimento dell'attività prevista nella mattinata. Per completare la risposta, devo anche dire che i margini di miglioramento che esistono nella funzionalità dell'aula sono molto ampi e l'impegno sarà quello di noi tutti 60 Consiglieri, cioè quello di rendere i lavori sempre più rispondenti alle esigenze della nostra Regione.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e ai docenti della Scuola elementare "Sclarandi" di Torino


PRESIDENTE

Saluto gli alunni e gli insegnanti della Scuola elementare "Sclarandi" di Torino che ci rendono visita.


Argomento: Calamità naturali

Interrogazione n. 2106 dei Consiglieri Vindigni e Riba inerente a: "Lavori eseguiti nel Comune di Quincinetto con fondi della Protezione Civile e regionali a seguito delle alluvioni del 1981, 1993 e 1994"


PRESIDENTE

Credo che possiamo proseguire con i punti all'o.d.g. dopo avere ricordato che all'interrogazione n. 2106 presentata dai Consiglieri Vindigni e Riba, relativamente ai lavori eseguiti nel Comune di Quincinetto con i fondi della Protezione Civile, è stata data risposta scritta, come da informazione pervenuta dall'Assessore qualche minuto fa.



RIBA Lido

Scusi, Presidente, abbiamo chiesto di rispondere questa mattina e non ci interessa la risposta scritta.



PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera dice che c'è stata una risposta scritta, con soddisfazione. Se così non è...



CAVALIERE Pasquale

Presidente, a quali interrogazioni si dà risposta?



PRESIDENTE

A quelle che avevamo stabilito nell'ultima riunione dei Capigruppo: la n. 2106 e la n. 2368, che erano state espressamente richiamate.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Nell'ultima riunione dei Capigruppo, questo Gruppo, che in genere richiama in aula poche interpellanze, prevedendo una selezione, chiese che venisse data risposta in aula a questi due quesiti.
L'Assessore Cavallera avrà esposto per cortesia le linee della sua risposta al collega Vindigni, che però richiede che la risposta all'interrogazione sia data in aula.



PRESIDENTE

C'è stato un equivoco. L'Assessore Cavallera mi aveva detto, se ho inteso bene, che c'era stata piena soddisfazione; invece non era così e risponde in questo momento.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla protezione civile

Io avevo solo consegnato un'anticipazione scritta al Consigliere Vindigni.
Questa interrogazione fa seguito ad una precedente a cui si era già dato risposta e naturalmente proprio dall'intervento di replica del Consigliere interrogante era poi emersa la necessità di alcuni approfondimenti che sono stati effettuati dalle Direzioni regionali delle Opere pubbliche e della Difesa del suolo che hanno preso contatto con l'Amministrazione comunale e hanno compiuto dei rilievi sul luogo.
Al fine di rispondere all'interrogazione di cui all'oggetto, si ritiene utile riassumere per sommi capi quanto già avvenuto in precedenza.
Con riferimento alle precedenti interrogazioni n. 1617 del 2/3/1998 e n. 1792 del 24/2/1998 riguardanti il Comune di Quincinetto, era stata formulata risposta in sede di II Commissione consiliare in data 2/4/1998.
A seguito della discussione in ordine a tale risposta, formulata sulla base delle indicazioni fornite dai vari uffici tecnici regionali competenti, è emersa l'opportunità di ulteriori approfondimenti e di un generale allargamento dell'indagine conoscitiva sui problemi evidenziati relativamente alle opere finanziate al Comune di Quincinetto sia da parte del Dipartimento nazionale della Protezione civile, sia da parte della Regione Piemonte.
In particolare, si è disposto un accertamento generalizzato da parte del Settore decentrato OO.PP. di Torino sullo stato di attuazione degli interventi finanziati a seguito degli eventi alluvionali del 1993/1994 l'esito di tale accertamento, che non ha evidenziato problemi particolari è stato riassunto al Direttore regionale alle Opere Pubbliche, e quindi all'Assessore, con nota in data 20/5/1998 n. 2028.
Successivamente è stata formulata la nuova interrogazione n. 2106 del 6/7/1998, oggetto della presente risposta, che precisa in termini puntuali l'ambito conoscitivo richiesto.
Al fine di fornire adeguata risposta, le Direzioni regionali interessate si attivavano nell'ambito delle rispettive competenze e per quanto di loro conoscenza.
E' emerso subito, peraltro, che per alcuni quesiti era indispensabile attingere ulteriori informazioni dirette dal Comune interessato, che veniva pertanto invitato dalla Direzione regionale Difesa del Suolo, Settore Difesa Assetto Idrogeologico, con nota del 14/10/1998 n. 5950, a fornire dati integrativi supportati da indicazioni cartografiche a completamento di quanto già noto all'Amministrazione regionale.
Il Comune di Quincinetto, in data 4/11/1998, comunicava di avere richiesto la collaborazione dei progettisti dei lavori per fornire i chiarimenti del caso, ed inviava quindi in data 27/11/1998 nota esplicativa corredata di due tavole cartografiche essenziali e di tabella riassuntiva con i riferimenti degli interventi di sistemazione del Rio Renanchio a fronte di finanziamenti programmati dalla Regione Piemonte.
Il Comune, inoltre, faceva pervenire indicazioni sintetiche circa un contributo di L. 2.000.000.000 ottenuto con decreto del Ministro della Protezione Civile n. 408 del 29/4/1992.
Non ritenendo esaurienti le risposte formulate dal Comune di Quincinetto con la nota succitata, venivano richiesti, in data 16/12/1998 e nuovamente sollecitati in data 1/2/1999, gli ulteriori approfondimenti ritenuti utili per individuare correttamente i vari elementi di risposta.
Il Comune di Quincinetto rispondeva con nuova documentazione, formata da schede di sintesi e da cartografia con riferimenti numerici ai vari interventi, ritenuta ancora insufficiente, incompleta, imprecisa ed incomprensibile a chi non fosse a conoscenza approfondita dei fatti e dei luoghi.
Al fine di giungere ad un risultato concreto, il 26/2/1999 è stato tenuto un incontro operativo direttamente presso la sede comunale, durante il quale, con l'aiuto dei rappresentanti del Comune e con il supporto degli atti tecnici, si sono potute redigere le schede di ogni singolo intervento nonché le cartografie di riferimento a scala sufficientemente leggibile.
Tutta la documentazione così predisposta viene allegata alla risposta scritta all'interrogazione e verrà consegnata ai Consiglieri interroganti.
Tutto ciò premesso, in base alle informazioni acquisite, si ritiene di poter fornire le risposte di seguito elencate.
Punto a). I finanziamenti stanziati dal Ministero per la Protezione Civile pervennero direttamente al Comune di Quincinetto senza il coinvolgimento dell'Amministrazione regionale. Le opere così finanziate sono state realizzate dal Comune in deroga a tutte le vigenti disposizioni comprese quelle in materia di autorizzazioni e pareri tecnico-economici e hanno risentito, sul piano della conoscenza, del mancato coinvolgimento diretto della Regione sia nella fase di programmazione, sia nella fase di esecuzione.
A questo proposito, in riferimento al punto a) dell'interrogazione desidero fare una precisazione. Parliamo del periodo che va dall'istituzione della Protezione Civile fino a qualche anno fa. In tale periodo, l'intervento del Ministero verso le Amministrazioni comunali era diretto e, se pur legittimo, a mio avviso era da restringere ai casi di assoluta emergenza. Invece, in sostanza, nella gestione preesistente al prof. Barberi, forse qualche anno prima, vi era questa gestione stralcio o integrativa della Difesa del suolo con interventi diretti da parte del Ministero. Una delle prime azioni compiute dopo l'alluvione del 1994 (quindi riguarda me e, nel periodo precedente, il mio predecessore) è stata di rafforzare le procedure di coordinamento e da quando il Sottosegretario prof. Barberi, è incaricato di gestire questa partita, il tutto avviene con ordinanze che coinvolgono sempre la Regione, salvo casi particolari (quello della Sindone che aveva visto affidare l'incarico al Prefetto, ovviamente sempre d'intesa con la Regione). Questo ci fa dire che negli ultimi anni la situazione è migliorata. Non dimentichiamo però che nel periodo precedente erano state emanate circa 2 mila ordinanze e per ogni ordinanza è stata effettuata dalla Protezione Civile un'opera di ricognizione, con conferma o revoca di finanziamenti laddove i lavori tardavano o non venivano completati. Questo ho ritenuto opportuno precisarlo, anche per inquadrare queste modalità di intervento diretto della Protezione Civile in un sistema generalizzato che allora era vigente.
Punti b) e c). Non si era a conoscenza dell'ultimo finanziamento da parte della Protezione Civile al Comune di Quincinetto dell'importo di L.
2.000.000.000, né dell'affermazione del Sindaco circa la sufficienza di tali fondi ad eliminare definitivamente i pericoli incombenti; non si è pertanto in grado, ora per allora, di formulare giudizi circa tale affermazione. Non si è infine preso parte ad alcun sopralluogo del Gruppo di Lavoro Nazionale Grandi Catastrofi relativo ai dissesti in questione.
Non solo vi era un intervento diretto della Protezione Civile verso i Comuni, ma, addirittura, la Protezione Civile operava attraverso un braccio tecnico del tutto indipendente, che può anche avere la sua funzione in momenti particolari per fare dei controlli, ma certamente non può essere uno strumento tecnico e propedeutico ad atti di assegnazione di fondi.
Questo è un altro aspetto che in qualche modo deve essere valutato.
Intorno al 1995, quando il Direttore della Protezione Civile era il Generale Manfredi, avevamo scambiato delle lettere mediante le quali si sono presi impegni da parte della Protezione Civile. Ogni volta che vi è una situazione da verificare, si deve interessare la Regione competente nel caso particolare la Regione Piemonte, e promuovere eventuali sopralluoghi, sempre d'intesa tra il Gruppo di Lavoro Nazionale Grandi Catastrofi e le Regioni, tanto più le Regioni come la nostra che sono dotate di un settore geologico, di strutture cioè che sono in grado di esprimere pareri assumendosene ovviamente le responsabilità.
Devo dire, in ordine a queste dichiarazioni - non dico semplicistiche ma ultimative - se c'è il rischio o se non c'è. Sanno bene i Consiglieri tanto più se sono tecnici, che il rischio al massimo lo si riduce, ma l'azzeramento del rischio è ancora tutto da verificare, in contesti particolarmente delicati come le zone pedemontane e le zone a cui si fa riferimento.
Punto d). Per tutte le opere eseguite a fronte delle diverse fonti di finanziamento, si rimanda alla documentazione allegata alla risposta scritta - la documentazione è costituita da una scheda per ogni lavoro (per lavoro si intende un'unità di intervento dotata di un progetto, di un progettista, di un affidamento, di approvazioni e di contabilità finale) quindi la scheda comprende, mi sembra, ventidue lavori per quanto riguarda le opere della Protezione Civile; poi ci sono gli interventi aggiuntivi da parte della Regione, predisposti sulla base degli accertamenti eseguiti in loco insieme all'Amministrazione comunale - naturalmente parliamo di accertamenti d'ufficio, certamente non si è andati a fare un collaudo lavoro per lavoro. Si precisa che i suddetti accertamenti hanno riguardato essenzialmente la verifica dello stato di attuazione delle opere e la corrispondenza tra i lavori, l'oggetto del finanziamento e le previsioni progettuali.
Punto e). Dagli accertamenti eseguiti non risultano sovrapposizioni di opere a fronte dei vari successivi finanziamenti, come risulta anche dagli ingrandimenti cartografici predisposti a maggior chiarimento ed interessanti le località con maggiore concentrazione di interventi diversi.
Punto f). Da informazioni assunte presso il Settore regionale Protezione Civile, risulta che il Comune di Quincinetto abbia in itinere la predisposizione di un piano intercomunale in materia. A questo proposito volevo integrare con due osservazioni.
La prima osservazione è che, stante la legge n. 225 di Protezione Civile, il Piano comunale di Protezione Civile viene predisposto dal Comune e viene praticamente inserito all'interno del Piano di emergenza di Protezione Civile, che al momento è di competenza della Prefettura. In questi anni, la Regione ha elaborato uno schema tipo di Piano comunale di Protezione Civile che è stato messo a disposizione dei Comuni ma, appunto vi è questa organizzazione coordinata dal Prefetto attraverso i Piani comunali e la costituzione dei Centri operativi misti.
La seconda osservazione è che proprio ieri si è svolta in Piemonte una riunione del Comitato di bacino per la predisposizione del Piano di emergenza a difesa dai rischi naturali e dal rischio idrogeologico. Sono state consegnate le nuove linee guida a cui dovranno attenersi, per ora, le Prefetture e i Comuni per l'adeguamento del Piano di Protezione Civile a difesa dai rischi naturali. E' chiaro che se attueremo la "Bassanini" regionale nel nostro schema questa funzione passerà alle Province, per cui sarà poi la Provincia che coordinerà i Piani comunali di Protezione Civile.
Punto g). Allo stato attuale delle conoscenze del territorio e dell'assetto idrogeologico del bacino del Rio Renanchio, non appaiono necessari ulteriori finanziamenti a breve termine per opere di completamento di quanto già finanziato. Infatti, risultano già realizzate o in corso di realizzazione le opere più urgenti che si sono finanziate a tutt'oggi, a tutela dell'abitato nel quadro delle indicazioni di priorità poste alla base dell'intera programmazione regionale, conseguente agli eventi alluvionali degli ultimi anni.
In sostanza, come Assessorato, abbiamo predisposto gli accertamenti che erano stati richiesti, abbiamo cercato di riassumerli dal punto di vista tecnico ed amministrativo, di inquadrarli dal punto di vista cartografico e, naturalmente, il commento che si può fare da parte dell'Assessore regionale è proprio quello che occorre confermare questo orientamento di programmazione unica di questi interventi, di un'assoluta necessità di assunzione di responsabilità, riconosciuta da parte di tutti i dicasteri statali, dei compiti di programmazione, di pianificazione e di coordinamento degli interventi che competono alla Regione stessa. Il passato è stato quello che è stato, qui certamente ci troviamo di fronte ad una situazione dalla quale, indubbiamente, emergono segnali contraddittori.
Faccio presente che con l'imminente approvazione, da parte dell'Autorità di bacino, del Piano dell'assetto idrogeologico del bacino del Po, disporremo, per tutti i Comuni del bacino padano (quindi per tutti i Comuni del Piemonte), di una carta dei dissesti, che avrà un importante significato per l'adeguamento dei Piani Regolatori Comunali; soprattutto il Piano dell'assetto idrogeologico che formula i criteri per definire le priorità di intervento in tutti i contesti. Ovviamente abbiamo contesti di pianura dove vi sono nodi idraulici importanti, quindi occorre in qualche modo governare il reticolo naturale e anche l'ampio ed importante reticolo artificiale, realizzato nella nostra regione in questo secolo e nel precedente, per quanto riguarda l'irrigazione. Abbiamo i contesti di collina con tutti i loro problemi di stabilità e abbiamo i contesti di montagna, come questi, che sono indubbiamente i più delicati. Noi abbiamo cercato di concentrare per quanto possibile la nostra attenzione con tutte le risorse che abbiamo potuto governare negli ultimi due anni (delibere CIPE, non delibere CIPE, interventi straordinari di questo tipo), perch riteniamo che queste zone alpine e prealpine siano certamente quelle dove possono verificarsi eventi che possono avere gravi ripercussioni per le infrastrutture e anche per l'incolumità delle persone. Però è altra cosa da interventi a pioggia, non organizzati in modo organico, a cui, a mio avviso, dobbiamo tendere. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Per una breve replica.
Oppurtunamente l'Assessore nel suo intervento ha voluto richiamare la situazione dell'assetto idrogeologico regionale, che è stata affrontata negli ultimi anni con impegno straordinario, dal punto di vista economico e delle risorse umane impegnate in questa direzione, sia da parte della Regione, sia dal mondo universitario che dal CNR. L'Assessore ha anche opportunamente richiamato il fatto che nelle situazioni più critiche si deve partecipare con interventi di carattere organico e non frammentario.
Nel caso oggetto dell'interrogazione non siamo di fronte ad un contesto nel quale il problema dell'assetto idrogeologico è stato affrontato con queste attenzioni e cautele. Le ragioni sono dovute al fatto che gli interventi sono stati per la gran parte di competenza del Dipartimento per la Protezione Civile, almeno fino al 1994, e solo successivamente di competenza della Regione. Questi interventi sono avvenuti senza che ci fosse un adeguato scambio di informazioni fra questi due organi, grazie all'atteggiamento tenuto dall'Amministazione comunale a cui le risorse venivano destinate, che non si è preoccupata di presentare un piano organico agli Enti che assegnavano risorse e di informare, l'uno e l'altro dell'utilizzo complessivo delle risorse medesime.
Vorrei far presente ai colleghi che non ci troviamo in presenza di un episodio limitato, ma di una quantità di risorse significative considerando la specificità, la particolarità e, per alcuni aspetti, anche la limitatezza del caso nel contesto regionale. Infatti, attraverso questo meccanismo di evidenziazione (alla Protezione Civile da una parte e alla Regione dall'altra) delle caratteristiche locali, l'Amministrazione comunale di Quincinetto è riuscita ad avere contributi per 16 miliardi, che sono stati spesi in maniera discutibile. Ancora oggi - la relazione dell'Assessore mi pare lo confermi laddove segnala le difficoltà che gli uffici regionali hanno avuto nell'acquisire le informazioni - non sappiamo come sono stati spesi questi 16 miliardi. Il fatto stesso che il mio Gruppo abbia presentato ben tre interrogazioni su questo tema mi pare dimostri la delicatezza dell'argomento, come il fatto che, nonostante le tre interrogazioni presentate (di cui l'ultima, che stiamo discutendo, tale da innescare anche un'azione di ispezione da parte dell'Assessorato regionale competente - che ringrazio per l'ampiezza delle informazioni fornite) e questa attività ispettiva, sia stato necessario richiedere, da parte dell'Assessorato (in due occasioni, sia nel mese di novembre che nel mese di dicembre), la trasmissione di informazioni complete e, ancora una volta ci siamo trovati di fronte - se ho ben inteso la relazione dell'Assessore ad un atteggiamento reticente da parte di questa Amministrazione e di questo Sindaco. Evidentemente se questo Sindaco ha tenuto questo atteggiamento riteneva di godere di una sorta di impunità e protezione; un Sindaco che peraltro si muove con sicumera e anche con una certa arroganza dimostrate dal fatto che, per esempio, ha attribuito al sottoscritto la responsabilità dell'aumento della quota dell'ICI ai propri concittadini, in quanto costretto da un'interrogazione del sottoscritto a restituire alla Regione 50 milioni. In effetti, un altro Assessorato aveva dato allo stesso Comune due volte un contributo per la stessa opera ed avendo presentato un'interrogazione in cui segnalavo questa anomalia la Regione ha preteso la restituzione di uno dei due contributi per 50 milioni.
Come vedete, ci troviamo di fronte ad una situazione anomala che manifesta sicumera ed arroganza da parte di personaggi di periferia.
Inoltre, anche nei confronti delle richieste di informazione da parte della della Giunta regionale e dello stesso Assessore, si risponde in maniera evasiva.
Sottolineo inoltre che l'Assessorato non ha proceduto a quell'azione di raccolta di informazioni presso il Dipartimento della Protezione Civile che pure andava e poteva essere fatta, in quanto i rapporti tra Dipartimento ed Assessorato sono quotidiani, costanti. L'Assessore Cavallera, nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni ha un'autorevolezza che gli viene riconosciuta anche nei confronti degli organi governativi tant'è che presiede il gruppo di lavoro degli Assessori regionali in questo campo - e avrebbe potuto spenderla in questa occasione per acquisire informazioni adeguate su come sono stati spesi i miliardi assegnati dalla Protezione Civile a questo Comune. Questo non è avvenuto perché nella relazione l'Assessore si limita a dire che non c'è stata alcuna comunicazione in quanto la prassi era questa.
Stando così le cose, voglio rilevare che, avendo potuto dare una scorsa alle schede che corredano la risposta all'interrogazione (che poi l'Assessore mi fornirà), ho anche riscontrato un altro fatto: questi 11 miliardi di lavori (di cui abbiamo descrizione) sono stati ripartiti in una quantità anomala di lotti, di appalti, quasi a voler scoraggiare una pluralità di offerte. E' chiaro che se la Protezione Civile assegna ad un Comune 2 o 3 miliardi, per effettuare questi lavori si aprono due strade: o si appaltano i lavori nel proprio insieme, oppure si frammentano in tanti singoli lotti. Se si appaltano i lavori nel loro insieme possono esserci più imprese interessate a fare l'offerta (in quanto sanno che opereranno nello stesso territorio, dovranno impiantare un cantiere, hanno delle economie di scala), ma se si frammentano i 2 miliardi in tre, quattro cinque, sei, sette lavori, naturalmente le imprese, venute a conoscenza del singolo appalto e non avendo il quadro d'insieme delle opportunità che vengono offerte in quel Comune, tendono a non partecipare perché si tratta di affrontare disagi, allestimenti di cantieri, di uffici, ecc.
Perché questo Comune ha scelto la strada della frammentazione dei lavori? La spiegazione la trovo leggendo la lista delle ditte che hanno avuto aggiudicati i lavori, che nell'80% dei casi sono sempre imprese dello stesso gruppo - guarda caso! Quindi, ci sono anche degli aspetti che andrebbero approfonditi.
Concludo dicendo che, non avendo avuto una risposta adeguata nonostante la buona volontà dell'Assessore, attraverso le vie ordinarie del confronto politico ed amministrativo, noi ci riserviamo come Gruppo di attivare altri organi per fare chiarezza su questa vicenda, come dimostrato dal fatto che, a fronte dei 16 miliardi di investimenti che sono stati assegnati a questo Comune, le informazioni dettagliate fornite dall'Assessore su come sono stati spesi questi soldi riguardano solo i due terzi della cifra (poco meno di 11 miliardi). Pertanto, ci sono elementi di non chiarezza e di incompletezza che devono essere acquisiti.
Per quanto ci riguarda, abbiamo fatto di tutto affinché questa acquisizione avvenisse attraverso lo strumento ordinario del confronto con la Giunta: abbiamo presentato tre interrogazioni e abbiamo dato tutto il tempo per rispondere. Non avendo avuto risposte adeguate, siamo costretti a prendere in considerazione l'ipotesi di percorrere altre strade.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vindigni. Possiamo considerare discussa l'interrogazione n. 2106.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Passiamo alla seconda interrogazione, la n. 2368, inerente a: "Programmazione dei fondi strutturali 2000/2006", alla quale risponde l'Assessore Pichetto.
Informo che l'Assessore D'Ambrosio ha chiesto, o dopo la discussione di questa interrogazione o all'inizio della seduta pomeridiana, di fare una comunicazione sulla peste suina che si sta verificando a Vercelli.



RIBA Lido

Il nostro Gruppo ha l'esigenza di interrompere i lavori alle ore 13 quindi, Presidente, se ritiene, chiediamo di chiudere a tale ora.



PRESIDENTE

Ho detto "o in apertura di seduta": volevo solo annunciarlo, perch l'Assessore voleva che si sapesse.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Interrogazione n. 2368 dei Consiglieri Vindigni, Riba, Foco, Marengo e Bellion inerente a: "Programmazione dei fondi strutturali 2000/2006"


PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore Pichetto per la risposta all'interrogazione n. 2368.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

In riferimento alle questioni poste dagli interroganti - ricordo che l'interrogazione verteva su più punti, comunque relativi ai fondi strutturali e al Seminario di Catania dedicato alla Programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2000/2006, denominata "Agenda 2000" - devo comunicare che tale Seminario è stato dedicato prevalentemente alle questioni attinenti al nuovo Ob. 1 che - come noto - era dedicato alle Regioni del Mezzogiorno, almeno per quanto riguarda l'Italia; una parte del Seminario, al quale ha partecipato la Regione Piemonte, verteva sull'Ob. 2 o meglio sul nuovo Ob. 2. A tal fine, ricordo che il nuovo Ob. 2 2000/2006 - comprenderà il declino industriale (veccho Ob. 2) e il declino rurale che, precedentemente, era inquadrato come Ob. 5B.
All'Italia, nella nuova programmazione 2000/2006, toccherà una quota di popolazione di gran lunga inferiore a quella attribuita nel periodo precedente. Si passerà - come somma Ob. 2 e Ob. 5B - dagli oltre 11 milioni di abitanti (ricordo che si tratta in particolare delle Regioni del centro nord Italia, perché il sud Italia è Ob. 1) a 7 milioni e 400 mila abitanti.
La riduzione cospicua a livello nazionale determinerà certamente una contestuale riduzione per tutte le Regioni attualmente oggetto di intervento degli Ob. 2 e 5B.
Il negoziato, se così si può chiamare, tra le Regioni e il Ministero del Bilancio è attualmente in corso; dico se si può chiamare tale, perch non c'è un vero e proprio negoziato. Diciamo che da parte del Bilancio sono state proposte delle simulazioni, ma non delle proposte formate; è lo stesso Ministero del Bilancio che parla di "simulazioni tecniche".
Naturalmente, consegno agli interroganti, come richiesto, le conclusioni del Seminario di Catania ed altresì la delibera CIPE n. 140 del 22/12/1998, riguardante il sistema di programmazione a livello nazionale del periodo 2000/2006; peraltro, ricordando che, successivamente alla deliberazione CIPE, che di per se stessa non era chiara, il Ministero del Bilancio ha comunicato che la delibera CIPE era vincolante per le aree Ob.
1, mentre non lo era per le aree Ob. 2 (nuovo Ob. 2).
Questo, naturalmente, perché il Ministero del Bilancio ha previsto per le aree Ob. 1 la formazione del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS), in quanto mell'ambito delle aree Ob. 1 sono ammesse al finanziamento le grandi infrastrutture che, invece, vengono escluse dalle aree Ob. 2 o 2R ed ex 5B.
Quando si parla di grandi infrastrutture, si parla di autostrade, di grandi sistemi idraulici, di acquedotti, ecc.
Un'altra valutazione, che determina i QCS solo per le aree Ob. 1, si può legare al fatto che queste aree sono unitarie, cioè tutte le Regioni del sud sono completamente aree Ob. 1; si tratta di un ragionamento a livello di Regione, che crea quindi un tutt'uno con la necessità e la possibilità, in questo caso, di una programmazione nazionale.
La Giunta regionale ha comunque ritenuto di assumere una deliberazione che recepisce le indicazioni fornite dal CIPE con la delibera n. 140 del 22/12/1998; tale percorso era peraltro già stato avviato quando ancora non c'era la comunicazione da parte del Ministero del Bilancio sulla non obbligatorietà per le aree non Ob. 1, per cui si è ritenuto di mantenere in vigore la struttura creata per la definizione della programmazione, del rapporto interinale come prima fase della stesura del DOCUP per il 2000/2006, naturalmente senza il vincolo così stretto dei tempi.
Infatti, al fine di evitare i cronici ritardi evidenziati nelle passate gestioni, di avvio e realizzazione dei programmi del DOCUP, il Ministero del Bilancio - anche a seguito del Seminario di Catania - aveva approvato questa deliberazione ed invitato tutte le Regioni ad attenervisi.
Ai fini del procedere è necessario, a questo punto, valutare quelle che saranno le caratteristiche del nuovo DOCUP rispetto al vecchio. Ci ricordando che i vecchi documenti unici di programmazione avevano la caratteristica di essere articolati in due parti: una prima parte dedicata all'analisi socio-economica dell'area, alla descrizione delle cause del declino industriale o del declino agricolo, nonché all'individuazione delle strategie e degli assi di intervento che la Regione intedeva porre in essere per invertire il declino industriale o rurale. La seconda parte era dedicata all'individuazione più puntuale delle misure, ovvero delle iniziative concrete che venivano attuate.
Il nuovo documento unico di programmazione dovrà essere oggetto di approvazione e di notifica all'Unione Europea, ma sarà limitato sostanzialmente alla prima parte di quella che era la vecchia procedura (precedentemente, tutto il vecchio documento era sottoposto all'Unione Eurpea), cioè all'individuazione delle strategie e dei grandi assi di intervento e all'individuazione di massima dei finanziamenti attribuiti per ogni asse di intervento.
Successivamente, è previsto un nuovo documento, un nuovo strumento denominato "Complemento di programmazione", che conterrà in modo dettagliato ed articolato l'insieme delle misure per l'attuazione del documento unico di programmazione. Il "Complemento di programmazione" viene solo comunicato a Bruxelles e non è più assoggettato ad approvazione da parte dell'Unione Europea, che si limita ad approvare la prima parte.
La deliberazione CIPE fissa tempi e procedure per la definizione del nuovo DOCUP, che dovrà trovare attuazione a partire dal gennaio 2000.
L'obiettivo che ci poniamo è quello di consentire alle Regioni di partire effettivamente dall'1/1/2000, di rispettare le scadenze previste per la realizzazione e di utilizzare tutte le risorse disponibili. Per fare ciò è necessario rispettare la prima scadenza, importante e decisiva, che è quella della trasmissione all'Unione Europea del documento unico di programmazione, che deve avvenire entro luglio 1999.
Le procedure e le scadenze, che dipendono anche dalla struttura organizzativa, in attuazione a questa deliberazione, sono due.
La prima è che il DOCUP deve essere elaborato dalla Giunta regionale ed approvato con deliberazione del Consiglio regionale. Procedura già adottata precedentemente dalla Regione Piemonte. La deliberazione dovrebbe essere assunta in tarda primavera, entro la fine di giugno - questo per avere la possibilità di avere i tempi tecnici per trasmetterla entro fine luglio all'Unione Europea.
La seconda procedura da seguire riguarda le modalità di eleborazione del DOCUP, che deve essere redatto rispettando i principi della concertazione e del partenariato con le forze sociali, con il terzo settore, con gli Enti locali e con gli altri interlocutori potenzialmente interessati alla realizzazione del DOCUP.
Conseguentemente, ogni Regione deve istituire un Comitato regionale al quale sono presenti gli interlocutori più rappresentativi delle categorie sopra richiamate.
Al Comitato regionale è assegnato il compito di attivare iniziative di confronto programmatico, di approvare un "Rapporto interinale regionale" che conterrà indicazioni di massima circa i fabbisogni da soddisfare; gli obiettivi da conseguire (rappresentati in modo quantitativo) e le linee di intervento prioritarie per conseguirli (con un'indicazione di massima del loro costo); le questioni di assetto istituzionale e procedurale da risolvere per conseguirli; le informazioni da raccogliere per valutare l'effettiva conseguibilità degli obiettivi, il metodo con cui si intende proseguire l'attività di selezione dei programmi nei mesi successivi.
Vediamo ora la proposta organizzativa che la Giunta regionale si è data. Innanzitutto, la costituzione del Comitato regionale, presieduto dal Presidente della Giunta regionale o da un Assessore suo delegato. Quindi l'istituzione di una Conferenza dei Direttori regionali composta da: Industria Economia montana e Foreste Formazione professionale - Lavoro Programmazione e Statistica Programmazione e valorizzazione dell'agricoltura Territorio rurale Commercio ed Artigianato Turismo - Sport - Parchi Tutela e risanamento ambientale Difesa del suolo Beni culturali Bilanci e Finanze Politiche sociali Pianificazione delle risorse idriche.
La Conferenza dei Direttori regionali avrà il compito di raccogliere valutare e proporre al Comitato regionale le varie iniziative (raccolta delle schedature e delle proposte delle singole Direzioni). Ogni Direzione potrà raccogliere, per le materie di competenza, proposte anche da interlocutori esterni ritenuti idonei; ciò al fine di allargare e rispettare i principi della concertazione e del partenariato.
La Conferenza dei Direttori è presieduta dal Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta regionale.
Tenuto conto che i due organismi citati rischiano di essere scarsamente operativi, dato l'alto numero di componenti e i variegati settori di interesse di cui sono portatori, è istituito un Segretariato Tecnico composto da: 1) Responsabile della Direzione regionale Industria 2) Responsabile della Direzione regionale Economia Montana e Foreste 3) Responsabile della Direzione regionale Formazione Professionale Lavoro 4) Responsabile della Struttura Speciale "Supporto al coordinamento delle politiche comunitarie per l'accesso ai Fondi strutturali - Ufficio di Bruxelles" con il compito di coordinare l'intera attività dei due organismi citati, di elaborazione concreta ed operativa da portare ai diversi tavoli di collegamento operativo con il livello politico-istituzionale.
Il Segretariato è presieduto dal Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta regionale.
Al di là delle scadenze intermedie fissate dalla deliberazione del CIPE, che, come ho detto, sono vincolanti, per le aree Ob. 1, ma non per l'Ob. 2, le scadenze che indicativamente la Giunta si è data sono: entro il mese di aprile, la definizione del rapporto interinale, ed entro il mese di maggio la definizione del DOCUP da portare all'esame delle Commissioni del Consiglio a partire dai primi giorni di giugno. Questo per permettere al Consiglio di poter svolgere un esame e un dibattito completo.
Certamente, stiamo ragionando in un contesto che ha alcune difficoltà.
Stiamo valutando delle linee di documento di programmazione unica e quindi degli interventi, in particolare per i fondi strutturali legati alle aree. Diversa è la valutazione se andiamo sull'Ob. 3, sul Fondo Sociale Europeo, che non ha un riferimento territoriale, senza conoscere né le aree elette né le quote né, tanto meno, l'entità esatta delle risorse comunitarie.
A seguito dell'accordo di venerdì sera, è possibile intuire quali potrebbero essere le entità, però è legato alle quote-abitanti che vengono assegnate ai vari territori e alle varie Regioni.
Ricordiamo che stiamo ragionando su 7 milioni e 400 mila abitanti e non più su 11 milioni e mezzo. In secondo luogo, tra le Regioni che entrano nel nuovo Ob. 2 c'è l'Abruzzo. La quota per l'Abruzzo - elemento importante per gli interroganti - è sicuramente superiore al mezzo milioni di abitanti.
Successivamente, il Governo nazionale ha espresso la volontà politica - che non può trovare opposizioni da parte delle Regioni, essendo la valutazione delle aree eleggibili, e quindi delle quote di assegnazione regionale, sui dati del 1995 e del 1996, anni in cui non era ancora stato conteggiato il terremoto - di fare una "scrematura" a favore delle Regioni colpite dal terremoto. A grandi linee dovrebbe essere 179 mila abitanti aggiuntivi oltre la quota ordinaria per l'Umbria, e 120 mila per le Marche. Quindi sono altre 300 mila e siamo a circa 800/900 mila. Poi ci sono i vari interventi particolari che vanno dalla pesca, alle zone frontaliere, in particolare il Friuli con un rapporto con i Paesi dell'est che, in base al Regolamento europeo, devono avere alcune quote particolari scremate precedentemente.
Alla fine, come potete notare, la valutazione che dovrà essere fatta al Ministero del Bilancio, in contraddizione con le Regioni e nell'ambito delle Regioni, ci porta a ragionare sui circa 6 milioni di abitanti; circa la metà della quota assegnata precedentemente.
A tutto questo va aggiunto che il Piemonte si è battuto - adesso pare accolto a livello nazionale - affinché i calcoli del declino industriale particolare vengano fatti tenendo conto della cassa integrazione speciale.
Strumento che in Italia viene utilizzato quale surrogato dell'indennità di disoccupazione. Quindi, così come gli altri Paesi hanno un'indennità di disoccupazione, in Italia certamente, ancorché uno strumento legato agli occupati, in realtà riguarda dei soggetti che di fatto non svolgono attività, e questo pare accolto, almeno nelle prime considerazioni del Ministero.
Altro elemento aggiuntivo. Si tratta di definire se le aree che usciranno, e che erano invece in area Ob. 2 e 5B, andranno in una fascia denominata "phasing out" per tre-quattro anni; anche questo non è ancora chiaro, ma dovrebbe essere accolto verbalmente dall'Unione Europea, perch anche al Seminario di Catania i funzionari hanno detto che quattro anni pu andare bene, quindi il "phasing out" permetterà a queste aree di avere un ombrello con delle risorse, ancorché ridotte, ma per quattro anni. Si tratta di capire se il Governo italiano ritiene di tenere, a livello di Regioni, una quota minima rispetto a quanto avevano precedentemente. Si sta discutendo se, rispetto alle quote assegnate, debba esserci una quota minima pari a zero, come la Regione Piemonte ha dichiarato di essere disponibile ad accettare, o del 40% di quella che era la quota precedente.
Una cosa è certa: a livello di Regioni un accordo è molto difficile perch in una situazione di calo generalizzato, di dimezzamento delle quote abitanti e delle risorse, diventa difficile dire ad alcune Regioni che sono ridotte a zero o ad altre Regioni che passano da un milione e mezzo a 200 mila abitanti. La Regione Piemonte, sia nei rapporti con le altre Regioni sia con il Ministero, chiede che venga tenuto conto della situazione attuale; non ha alcuna logica fare un riparto basandosi solo su dati storici del periodo 1988/1989. Noi chiediamo una verifica precisa con i sistemi locali del lavoro, che è una scelta che deve fare il Governo italiano, cioè decidere se calare le aree con il sistema delle Province (ma ci rendiamo ben conto che le Province non rappresentano delle realtà socio economiche omogenee, essendo un residuo di ripartizioni amministrative storiche), oppure il sistema locale del lavoro: sono delle aree individuate dall'ISTAT per aggregazioni di pendolarismo, rispetto alle attività produttive. Se individuasse queste, così come pare, e se il Ministero del Governo nazionale seguisse un risultato di quello che è lo stato di declino industriale e di declino rurale delle varie regioni, noi saremmo ben contenti. Di sicuro, non possiamo accettare una ripartizione che faccia solo riferimento ad una quota riferita ai dati storici, nel senso di dire che sono dimezzate le quote abitanti e i fondi, quindi si dimezza la quota preesistente. Il Piemonte aveva 2.309.000 abitanti tra aree Ob. 2 e 5B quindi una delle simulazioni che circolavano era quella di dire che si diminuisce del 45%, quindi che il Piemonte ha 1.225.000 abitanti. Non si può accettare di escludere completamente la realtà lavorativa del sistema locale di Torino, perché la realtà di Torino è quella che ha il maggiore declino industriale del nord Italia. Quindi, se sono fondi di riequilibrio non si possono sviare le finalità degli stessi a livello europeo. E nemmeno il Governo italiano può scendere oltre certi limiti, altrimenti sarebbe in palese contrasto con il Regolamento dell'Unione Europea.
La Regione Piemonte ha dichiarato la propria disponibilità - qualora il metodo di ripartizione fosse quello serio, i dati sulle condizioni reali di declino industriale ed agricolo e qualora il risultato fosse in qualche modo da correggere per valutazioni anche di solidarietà tra le varie Regioni del nord o di equilibri - a discutere e ad accogliere. Possono esserci delle simulazioni che ci portano anche a 2 milioni e mezzo di abitanti, si tratta di utilizzare, secondo i meccanismi, in modo opportuno però chiaramente ci sono dei limiti minimi che non possono essere accettabili. Il Presidente della Giunta regionale l'ha fatto presente nella Conferenza dei Presidenti, è stato fatto presente al Ministero del Bilancio e negli elaborati finali del Patto per lo Sviluppo l'abbiamo ribadito proprio perché, se è un accordo con il Governo, riteniamo che il Governo sicuramente onorerà e rispetterà prima di tutto i Regolamenti europei ed in secondo luogo la funzione di riequilibrio delle aree Ob. 2 e 5B.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Intanto intendo rilevare che questa interrogazione è stata presentata il 17/12/1998, vale a dire cinque giorni prima della sottoscrizione del Patto per lo Sviluppo, che ha un allegato (l'allegato 2) riguardante la partecipazione dell'Italia al processo per la ripartizione dei fondi strutturali europei, e prima della pubblicazione della delibera CIPE richiamata dall'Assessore, che regola tutta la materia. Di conseguenza l'interrogazione non poteva essere puntuale nelle richieste, come avrebbe potuto esserlo. Mi auguravo francamente che l'Assessore colmasse questa carenza di cui non si poteva tenere conto nella presentazione dell'interrogazione per le ragioni che ho prima detto.
Fatta questa considerazione di metodo, vorrei affrontare un problema politico: i fondi strutturali sono di grande importanza per la nostra Regione, non tanto per gli aspetti quantitativi, quanto per gli effetti qualitativi che il loro utilizzo impone. In effetti, la nostra Regione, che è stata trainante nello sviluppo del Paese per quasi un secolo, oggi vive una situazione di difficoltà concentrata in talune zone - difficoltà che ogni tanto vengono enfatizzate ed edulcorate a seconda degli obiettivi che ci poniamo, e questo non è elemento di grande serietà - che costituisce una delle ragioni per cui il nostro territorio fa fatica a definire una nuova fase di sviluppo. Ciò deriva dal fatto che per troppo tempo lo sviluppo si è basato sul successo delle grandi imprese, per cui la società e il sistema economico che era collaterale alle grandi imprese viveva di riflesso rispetto alle capacità strategiche e alla capacità di individuare prodotti innovativi da parte delle grandi imprese. Le difficoltà che viviamo da una ventina di anni derivano dal fatto che il sistema economico e il sistema istituzionale non si sono adeguati a questa novità, cioè sono rimasti in qualche modo orfani.
Solo i sistemi locali, che pure in Piemonte esistono numerosi e vitali più autonomi rispetto alla grande impresa e quindi ai sistemi di altre province, hanno saputo affrontare le novità con successo, facendo crescere la loro attività e senza avere i problemi occupazionali di cui oggi soffriamo, soprattutto nella provincia di Torino. I fondi comunitari e le politiche comunitarie per la gestione dei fondi strutturali hanno questo aspetto importante, cioè costringono ad innovare le procedure, le politiche, la capacità di dialogo fra le diverse componenti di un sistema.
Se sono utilizzati solo come uno dei tanti canali di finanziamento pubblico tradizionale non raggiungono lo scopo per cui sono date queste risorse cioè innovare procedure, prodotti, modo di lavorare.
Il periodo che abbiamo davanti a noi (2000/2006) dovrebbe essere l'occasione per introdurre questi grandi elementi di innovazione nella nostra regione e in questo siamo certamente aiutati dal fatto che le procedure e il quadro di riferimento indicato dal Governo per il periodo 2000/2006 è molto più netto, l'assistenza è molto più stringente che in passato. Non a caso il Governo ha voluto fare questa grande assise di Catania, che purtroppo ha visto assente il Consiglio regionale - su questo dirò qualcosa dopo in rapporto alla relazione che si deve stabilire su questo tema fra Giunta e Consiglio - proprio per consentire a tutte le Regioni di potersi preparare per tempo all'utilizzo dei fondi strutturali.
A Catania, nei diversi gruppi di lavoro, ce n'era uno specifico riguardante l'utilizzo dei fondi stutturali nelle zone del nord Italia. I documenti successivi, l'allegato al Patto per lo Sviluppo e la delibera CIPE indicano delle procedure che l'Assessore ha correttamente espresso. Però, oltre al discorso delle procedure e quindi del rapporto fra Governo e Giunta regionale, c'è un problema di rapporto su questi temi fra Giunta regionale e Consiglio regionale.
Questa mattina si è parlato della scarsa visibilità e della scarsa proiezione esterna dei nostri lavori fuori dall'aula; non serve a nessuno tenere distinti su questi temi l'impegno della Giunta dall'impegno del Consiglio. La questione delle aree eleggibili e dei territori regionali che potranno godere dei benefici strutturali non può essere risolta con qualche comunicato, con qualche presa di posizione, assieme alle altre Regioni in sede di Conferenza Stato-Regioni, ma richiede un impegno convinto di tutto il sistema regionale del Piemonte. Non abbiamo bisogno di primi della classe, non abbiamo bisogno di piazzare delle bandierine, è tutto il sistema regionale che deve rivendicare dall'Unione Europea e dal Governo un'attenzione nei confronti del problema del Piemonte maggiore rispetto a quella che c'è stata in questi mesi sulla questione delle aree eleggibili che in concreto significa quantità di territori e, quindi, di popolazione che potranno avvalersi dell'aiuto dei fondi strutturali - che, ripeto hanno forse più importanza dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista quantitativo - senza dimenticare che i fondi nazionali sono sempre di più assegnati in cofinanziamento rispetto ai fondi comunitari. Quindi avere più possibilità di risorse comunitarie per il nostro Piemonte significa avere più possibilità di risorse nazionali.
Su questi temi, Assessore - il fatto che il Presidente non sia qui a discutere un argomento di questa importanza mi pare non torni a suo onore dal punto di vista politico - la discussione non può avvenire solo per impulso del Consiglio, ma dovreste essere voi a sollecitare il Consiglio quasi costringendolo a misurarsi su questi temi. Non si possono affrontare queste discussioni solo perché le chiede il Consiglio, se volete fare sistema, cioè se volete far funzionare il Piemonte e farlo pesare di più.
Le politiche hanno successo se si fa squadra, se si fa sistema, anche nella differenza dei ruoli, perché chi ha la responsabilità di governo deve fare sistema per impulso proprio, non per sollecitazione della minoranza o dei singoli Consiglieri. C'è la grande occasione costituita dal rapporto interinale intermedio, i cui contenuti l'Assessore Pichetto ha richiamato.
Io chiedo e mi auguro che, non appena questo rapporto interinale sarà pronto - e avrebbe dovuto essere preparato per metà marzo, ma l'Assessore ci ha detto che sarà pronto per la fine di aprile - lo stesso giorno in cui la Giunta lo approva e lo trasmette al Governo dovrà essere trasmesso al Consiglio e ai Gruppi e dovrà essere oggetto di discussione, perché se vogliamo che il Consiglio dica la sua prima dell'edizione definitiva e completa, prevista per il mese successivo, la discussione deve avvenire in tempo utile affinché i suggerimenti vengano recepiti, se si vuole un confronto. Da questo punto di vista, Assessore, non siamo all'anno zero.
Purtroppo scontiamo una scarsa attenzione rispetto a questi temi da parte della Giunta, che ha sottovalutato - non lo dico con spirito polemico - gli impegni presi nei confronti del Consiglio, per esempio, sulla gestione del DOCUP per il periodo 1997/1999. Il 2/4/1997, quando fu approvato il DOCUP con una discussione rapidissima - proprio perché c'erano delle scadenze ciò avvenne perché il Consiglio approvò all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Giunta a dare un'informazione tempestiva con rapporti semestrali sullo stato di attuazione del DOCUP. Questo non è mai avvenuto! Scordatevi di fare la stessa operazione nel 1999, dicendo che, siccome bisognerà presentare il DOCUP per il 2000/2006 entro il 31 luglio, allora bisogna dargli una corsia privilegiata, perché questa credibilità l'avete persa. L'abbiamo fatto nel 1997, vi eravate impegnati a dare un'informazione, a dire come sarebbero state utilizzate le risorse che su certe misure non tiravano, ma questo non è avvenuto.
La mia non è una minaccia, ma un invito a creare, nelle prossime settimane, un rapporto di informazione precisa e puntuale su come sono stati impegnati i fondi del DOCUP 1994/1999 e, in particolare, dell'ultimo triennio, e su come si costruisce il DOCUP 2000/2006. Io credo che questo sia l'argomento, non il solo, ma uno degli argomenti più importanti dell'agenda del Consiglio delle prossime settimane e dei prossimi mesi.
Probabilmente, dovremo anche trovare una connessione fra la discussione sul DOCUP 2000/2006 e gli altri principali atti di programmazione dello sviluppo regionale che sono sul tappeto. Allora, l'organizzazione dei lavori della Giunta e del Consiglio, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, credo che non potrà sfuggire a questo nodo.
Pongo questo problema alla Giunta, ai Gruppi, ai Capigruppo e al Presidente del Consiglio affinché si trovi la risposta giusta su come mettere in relazione i principali atti di programmazione dello sviluppo che abbiamo sul tappeto e su come mettere in relazione il Consiglio con la società piemontese, per attuare questa operazione di sistema che dà credibilità alla Regione e che porterà anche gli organi di informazione a prestare un'attenzione maggiore ai nostri lavori rispetto a quello che è avvenuto in passato.
Assessore, nel prendere atto degli impegni che lei ha prospettato al Consiglio, poniamo una serie di paletti e facciamo una serie di richieste non con spirito polemico - ribadisco - o per segnare i falli, ma per costruire positivamente il percorso dei prossimi mesi di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Abbiamo esaurito quella che almeno formalmente era un'interrogazione.
Visto che sono quasi le ore 13.30 chiudiamo la seduta.
C'è la disponibilità dell'Assessore D'Ambrosio a fare la comunicazione sulla peste suina, ma credo che possa essere fatta anche per iscritto.
Oggi pomeriggio riprendiamo i lavori alle ore 15.00, perché si deve dare il tempo alle Commissioni III e VIII di svolgere i propri lavori.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.27)



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