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Dettaglio seduta n.340 del 23/03/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Botta, Casari, Farassino Goglio e Majorino.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 10, 13, 17, 20 e 24 novembre 1998, 1, 15, 17, 28 e 30 dicembre 1998, 19, 26 e 28 gennaio 1999, i quali verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1626 del Consigliere Rubatto inerente a: "Disfunzioni nella Sanità", interrogazione n. 2539 del Consigliere Rubatto inerente a: "Sicurezza degli anziani nei vari reparti degli ospedali", interpellanza n. 2540 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti inerente a: "Decesso all'Ospedale Molinette di Torino", interrogazione n. 2541 della Consigliera Spagnuolo inerente a: "Caso di Encefalopatia spongiforme a Volpiano", interrogazione n. 2542 dei Consiglieri Rosso e Dutto inerente a: "Casi di morte in Piemonte per infezione da Creutzfeldt-Jakob" ed interrogazione n. 2546 dei Consiglieri Spagnuolo e Chiezzi inerente a: "Malfunzionamento della sanità piemontese"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
Iniziamo con la risposta all'interrogazione n. 2535 presentata dai Consiglieri Angeleri, Benso e Rubatto.



PRESIDENTE

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, si accorpano tutte le interrogazioni sul turismo?



PRESIDENTE

Mi si dà la disponibilità, comunque verrà svolta in mattinata.
Passiamo all'interrogazione n. 2539, all'interpellanza n. 2540 e all'interrogazione n. 2546.



CHIEZZI Giuseppe

I firmatari chi sono?



PRESIDENTE

Dell'interrogazione n. 2539 il Consigliere Rubatto; dell'interpellanza n. 2540 i Consiglieri Chiezzi e Simonetti; dell'interrogazione n. 2546 la Consigliera Spagnuolo.
La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Ribadisco quanto ho chiesto prima: visto che nel frattempo è arrivato anche l'Assessore D'ambrosio e mi sembra ci sia disponibilità da parte della Giunta e anche dello stesso Presidente a chiarire questo "incidente di percorso" nell'intervista riferita alla sanità e in particolare agli Ospedali Valdesi, chiedo se sia possibile dare la parola all'Assessore per un breve chiarimento.



PRESIDENTE

Questo l'ha ribadito. Se però l'Assessore intende dare la risposta alle singole interrogazioni, sveltiamo i lavori. L'Assessore è momentaneamente impegnato, perciò le darà la risposta in mattinata.



ANGELERI Antonello

Presidente, mi dà la parola?



PRESIDENTE

Certo.



ANGELERI Antonello

Presidente, io vorrei, per cortesia, solo l'assicurazione che l'interrogazione n. 2535, visto che era stata preventivata per prima, venga comunque discussa oggi. Dato che lei ha aggiunto che "si fanno le due ore mattutine" e ora passa ad altre interrogazioni, non vorrei che, per il prolungarsi delle altre interrogazioni, questa non venisse discussa.



PRESIDENTE

L'Assessore è presente...



ANGELERI Antonello

Lo dico solamente per il verbale, perché gradirei che si mantenesse fede a quanto abbiamo concordato nella Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Cercheremo di fare in modo che sia così.
Prego, Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente. Cortesi colleghi, prima di rispondere alle interrogazioni ed interpellanze, debbo comunicare che, per quanto attiene la non appropriatezza dei ricoveri, soprattutto per i ricoveri in day hospital, ho dichiarato che tutti gli ospedali del Piemonte indubbiamente hanno fatto un numero di ricoveri in day hospital che non hanno tutti i requisiti di appropriatezza e, parlando di ospedali che ne avevano qualcuno in più, avevo detto che anche a Torre Pellice c'era stato qualche ricovero in day hospital in più, senza con questo voler dare delle colpe specifiche ad un Ospedale come il Valdese di Torre Pellice o quello di Pomaretto; di assoluta impropriatezza, anche se è stato riportato che il 100% dei ricoveri in day hospital aveva qualcosa da approfondire.
Ieri ho parlato con i responsabili, sia con il Pastore responsabile della Tavola, sia con la Direttrice della CIOV, dott.ssa Queisson, alla quale ho ribadito che, così come lei aveva dichiarato il giorno dopo, nel 1997 - perché il riferimento a queste inapproprietezze nei ricoveri è del 1997 - c'era stato qualche ricovero in più in day hospital, vuoi per il gran numero di anziani nella zona, vuoi per la zona montana e quant'altro.
Debbo ribadire, Consigliere Bellion, che sicuramente nel 1997 c'è stata qualche inappropriatezza di ricoveri in day hospital, ma che non il 100 degli stessi sono non appropriati; comunque lo stiamo verificando.
Ho assicurato, sottoscrivendo anche un ordine del giorno presentato dai Consiglieri Benso, Angeleri e Rubatto, che entro il 10 giugno conto di poter avere quell'esame comparativo tra schede di dimissioni ospedaliere e cartelle cliniche.



PRESIDENTE

Cortesemente, Assessore, se può rispondere citando il numero delle interrogazioni ed interpellanze, in modo da...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Debbo dirle che, mentre risponderò a tutte le altre interpellanze debbo purtroppo riservare per lunedì prossimo una risposta per l'interpellanza sulle Molinette, perché è un'interpellanza complessa articolata, che in realtà deve mettere non a nudo, ma deve chiarire in Consiglio regionale qual è la situazione di tale ospedale.
I quesiti sono molteplici; non c'è stato il tempo di documentarsi in assoluto perché, oltre allo spiacevole incidente della paziente morta (inizialmente si era detto per una trasfusione sbagliata), i quesiti posti sono di grande attualità ed importanza, perché vanno dalla richiesta di quante unità di forza sia composto il ruolo sanitario presso il Presidio ospedaliero alla richiesta di quanto ammonta la carenza di organico in relazione ai parametri delle indicazioni legislative; quali strumenti intendono attivare per la copertura delle figure professionali sotto organico; se l'Azienda ospedaliera abbia o no predisposto un piano di organizzazione aziendale interna; se è stato presentato un piano di riqualificazione del personale e quando intendono stipulare il protocollo delle intese con la Sanità. Una serie di quesiti ai quali bisogna rispondere con la massima attenzione. Ho qui una prima documentazione, ma devo sintetizzarla per poterla esporre in Consiglio. Mi scuso con gli interpellanti, i colleghi Chiezzi e Simonetti, ma su questa interpellanza risponderò lunedì.



PRESIDENTE

Sta rispondendo all'interpellanza n. 2540?



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha risposto che non vuole rispondere.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ho detto che darò la risposta lunedì.



PRESIDENTE

L'Assessore mi ha trasmesso la sua disponibilità a rispondere ad alcune interpellanze. Su quelle che non è pronto a rispondere non deve dare una particolare giustificazione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

In questo caso, sì.



PRESIDENTE

Assessore, risponda all'interrogazione che ritiene di rispondere altrimenti ci impantaniamo su questioni di metodo.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Accorpo le due interpellanze sulla sindrome di Creutzfeldt-Jakob, detta impropriamente "Mucca pazza". I due argomenti sono diversi e li esporr nella risposta dettagliata. Rispondo, contemporaneamente all'interrogazione urgente dei Consiglieri Dutto, Farassino, Rosso e Bellingeri e a quella, altrettanto urgente, della Consigliera Spagnuolo.
In merito all'interrogazione n. 2542, si precisa quanto segue.
L'Assessorato alla sanità ha puntualmente contrastato le informazioni di parte della stampa di cui gli stessi interroganti, pur evidenziando la grossolana superficialità, sono cadute vittime.
Si informa pertanto che, allo stato attuale, i casi di morte per sospetta (e non confermata) sindrome di Creutzfeldt-Jakob sono due, di cui uno risalente al 1998 ed uno al 1999. Si tratta di un riscontro assolutamente nei limiti delle attese (un caso ogni 800.000 abitanti) per il morbo CJ nella sua forma classica, preesistente all'insorgenza dell'encefalopatia spongiforma bovina (BSE).
Il prione che causa la BSE è stato collegato con una variante della malattia di CJ che finora non è mai stata diagnosticata nell'uomo in Italia. Rimane tuttavia fondamentale mantenere uno stretto livello di sorveglianza, che non può prescindere da una rete diagnostica efficiente inclusa l'istituzione di un centro di riferimento (già esistente presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino per il settore veterinario) che entrerà in funzione a breve presso l'Ospedale Amedeo di Savoia, mentre sale anatomiche di sicurezza saranno operative presso ogni quadrante. Attualmente, si è comunque garantita la possibilità di far fronte ad eventuali richieste di autopsie per morti sospette. Sale di questo tipo sono presenti presso l'Ospedale Maria Vittoria, il S. Luigi di Orbassano, l'ASL 9 di Strambino e all'Ospedale di Biella, la cui sala ha i requisiti richiesti per questo tipo di esame autopico. Ve ne sarà poi una per quadrante, una ad Alessandria ed una a Cuneo.
Quanto al rilievo "della mancanza in sede regionale di attrezzature e strumentazioni adeguate per eseguire la ricerca del prione sull'uomo e negli alimenti carnei", è evidente che si tratta di un fraintendimento.
Infatti, attualmente non esistono al mondo metodi per queste finalità nonostante le numerose ricerche in corso sull'argomento.
Si rileva che le carni bovine comunemente intese non sono considerate a rischio, essendo il prione prevalentemente concentrato nel cervello e nel midollo allungato. Va comunque sottolineato che la Regione Piemonte è l'unica in Italia che ha varato un articolato piano di controllo della BSE con l'obiettivo di conseguire, attraverso il rispetto delle linee comunitarie, la qualifica di regione ufficialmente indenne.
Esistono peraltro gravi carenze dell'Amministrazione centrale, che non ha ancora messo in atto una strategia di sorveglianza per la BSE, né ha preteso dall'Istituto Superiore di Sanità l'indicazione di metodi inoppugnabili per evidenziare la presenza illegale di farine di carne nei mangimi.
D'altro canto, va evidenziato che il controllo delle importazioni di carni e dei loro prodotti da Paesi a rischio, vietate o limitate da tempo sono svolte dagli uffici periferici del Ministero della Sanità, non essendo la materia trasferita alle Regioni.
Infine, appare del tutto arbitraria l'affermazione secondo la quale senza un test di controllo, valutare la sicurezza della carne bovina sarebbe un'operazione demagogica. In realtà, la salute dei consumatori di carne è assicurata da una rete capillare di controllo (ogni animale è visitato prima della macellazione anche al fine di rilevare sintomi neurologici, che portano all'esclusione del capo dall'abbattimento) mentre tutti gli animali importati dai Paesi dove è stata assegnata la BSE sono sistematicamente privati degli organi a rischio, secondo i protocolli comunitari.
In merito all'interrogazione n. 2541, si precisa quanto segue.
Allo stato attuale non esiste alcun rischio di epidemia di Creutzfeldt Jakob, in quanto i due casi segnalati, peraltro sospetti e non accertati rientrano nel novero dei casi attesi.
Infatti, la frequenza di riscontri del morbo, noto fin dal 1920, è di un caso ogni 800.000/1.000.000 di abitanti, statistica che vale anche per il Piemonte.
La notizia data alla stampa sui due casi è stata eccessiva e a volte impropria, soprattutto per quanto si riferisce a possibili collegamenti con il cosiddetto "morbo della vacca pazza". Infatti, la variante della sindrome di CJ, la cui origine è stata messa in relazione con l'encefalopatia spongiforme bovina (BSE), ha caratteristiche cliniche, di decorso ed epidemiologiche molto diverse, in quanto colpisce persone di età compresa tra i 16 ed i 50 anni. Non vi è in Piemonte una situazione di gravità né sussistono situazioni che possono essere considerate foriere di epidemie. Ciò nondimeno, sono state date disposizioni alle strutture di mantenere un alto livello di vigilanza, che consenta di identificare immediatamente eventuali evoluzioni sfavorevoli della situazione. La non corretta informazione data agli organi di stampa - nel senso che si è confusa la sindrome di Creutzfeldt-Jakob con la sindrome della "Mucca pazza", per cui c'è stato un notevole allarmismo e un calo della vendita di carne bovina - è stata smentita, nei giorni scorsi, dal Direttore della Sanità Pubblica, dottor Valpreda, che è anche uno studioso del problema con dichiarazioni ufficiali.
Tuttavia, poiché la vicenda presenta aspetti complessi e che richiedono una conoscenza che non può essere approssimativa e superficiale, si resta a disposizione per eventuali approfondimenti in sede di IV Commissione, dove mi avvarrò del supporto dei tecnici della Direzione Sanità Pubblica.



PRESIDENTE

Volevo sapere se su queste interrogazioni i Consiglieri Spagnuolo Rosso e Dutto volevano intervenire.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Volevo dire ancora che presso l'Istituto Zooprofilattico del Piemonte esiste un'attività di riferimento nazionale, per quanto riguarda l'encefalopatia spongiforme bovina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Non sono soddisfatto della risposta, perché, Assessore, è una dichiarazione di intenti. Ricordo la vicenda delle camere iperbariche: faremmo i controlli, vedremo... Commissioni di inchiesta. Il problema è che sul caso specifico della donna deceduta al Giovanni Bosco, martedì 9 marzo la sanità piemontese non sa, non è sicura al 100% sulle cause del decesso.
Il punto fondamentale è sulle cause del decesso. Lei ci dice che ci stiamo attrezzando per le autopsie, ma il punto fondamentale rimane che in questo momento noi non siamo in grado, come sanità piemontese, di verificare di che cosa è morta la donna. Così come altri casi sospetti: sospetti perché non è stato verificato.
Sappiamo qual è l'impatto che hanno queste notizie sulla stampa e il risalto che ne danno i giornali. Quindi, il problema da risolvere non è solo dei controlli, ma è anche di dare certezze affinché non si crei il panico nella popolazione.
Pertanto, ci vorrebbe, anche da parte dell'Assessorato, una campagna di informazione. Lei, giustamente, diceva di non confondere questo episodio con la "mucca pazza". Non mi sembra che sia stata fatta una campagna di informazione per spiegare ai cittadini quali sono le differenze.
Dopodiché c'è un discorso sulle farine animali. Che cosa abbiamo fatto per verificare che i mangimi degli allevamenti vengono certificati e non provengono soprattutto dalla Gran Bretagna? Vorrei fornire solamente due dati affinché tutti si rendano conto del grave problema. Sono stati, nella sola Gran Bretagna, abbattuti 2 milioni e 616 mila capi di bestiame di età superiore a 30 mesi, e 1 milione e 75 mila vitelli considerati a rischio.
Capite che la questione è estremamente ampia; sono state riaperte le frontiere e le importazioni. Assessore, abbiamo la certezza che, al di là dei controlli ufficiali, non ci sia la possibilità di qualche importazione illegale? Questo è anche un tema importante, perché è sufficiente che ci sia qualche importatore in grado di passare le frontiere senza controllo e la statistica da lei ipotizzata - due casi che ci aspettavamo perch rientrano nella percentuale di un caso su ottocentomila - potrebbe non essere poi solo più statistica, ma cambiare notevolmente.
Pertanto, la invito non solo a curare, ma a volte a prevenire. Non è possibile che, nell'ambito della sanità, il settore più importante di cui si occupa la Regione, continuino a verificarsi degli scandali e lei ci venga a raccontare che vi state attrezzando.
Non si doveva aspettare delle morti sospette per attrezzare le sale per le autopsie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ho preso atto della risposta dell'Assessore D'Ambrosio; ci faremo consegnare il testo scritto. Torneremo su queste questioni in maniera più dettagliata, in quanto riteniamo che debbano essere avviati tutti gli accorgimenti del caso, per cercare di ovviare a quel tipo di episodi che noi abbiamo indirettamente citato nella nostra interrogazione e che, per la loro particolarità, creano nella popolazione delle condizioni di allarme generalizzato e addossano alla sanità piemontese un'immagine peggiore di quella che in effetti ha. Infatti, ci sono centinaia e centinaia di operatori che lavorano bene, che sono responsabili nello svolgimento della loro attività. Probabilmente, ci sono dei problemi organizzativi e di responsabilità che devono essere meglio affrontati.
Nella nostra interrogazione, Assessore D'Ambrosio, non volevamo assolutamente drammatizzare quegli episodi, ma sottolineare l'importanza che si addivenga a dei correttivi di carattere organizzativo e che si seguano soprattutto quelle due entità ospedaliere importanti, come le Molinette e il S. Luigi, che effettivamente sono un punto di riferimento per i cittadini piemontesi.
Anche in Commissione sanità torneremo a parlare di queste questioni per l'importanza che rivestono per la comunità.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 1626 presentata dal Consigliere Rubatto.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'interrogazione in oggetto fa riferimento all'attesa di un paziente giunto al CTO.
Leggo l'interrogazione presentata dal Consigliere Rubatto: "Viste le notizie di stampa del 29/11/1997 mediante le quali si apprende che un anziano pensionato ha dovuto attendere oltre dodici ore prima di essere operato alla mano maciullata da una sega circolare visto che, sempre da queste notizie di stampa, si apprende che queste dodici ore sono trascorse per cercare un ospedale che fosse disponibile a ricoverarlo nell'attesa di essere operato si interroga l'Assessore alla sanità della Regione Piemonte per venire a conoscenza: perché i mezzi di soccorso non hanno il piano delle strutture sanitarie disponibili all'accettazione delle forme di interventi da praticare sui pazienti perché non vengono allertati con 'reperibilità urgente' i vari chirurghi specializzati in ogni settore perché la disponibilità di accettazione da parte del CTO è pervenuta dopo così tanto tempo".
Rispondo che la sera del 27/11/1997, alle ore 18 circa perveniva al CTO dall'Ospedale di Cuorgnè la richiesta di trasferimento del signor Aguzzi il cognome si conosce perché era stato citato dagli organi di stampa - per il trattamento di una lesione multidigitale da sega circolare.
Il medico di turno, esperto in microchirurgia, faceva presente che era in corso un delicato intervento e che ne stava per iniziare un secondo altrettanto delicato. Pertanto, in quel momento, non era possibile attivare una terza sala operatoria, in quanto i microchirurghi che potevano effettuare quel tipo di intervento erano già impegnati nei due casi sopra citati.
Come previsto dai protocolli 118 in caso di lesioni contemporanee di questo tipo, venivano contattati gli altri centri di microchirurgia del nord Italia (Modena, Savona, Legnano, Brescia, Bologna e Pordenone), i quali non accettavano il paziente, che veniva pertanto trasferito al CTO pur sapendo che vi era un tempo d'attesa.
Appena giunto al CTO, il signore in questione veniva visitato e il medico accertava che si trattava di un'urgenza differibile, senza cioè la necessità di un'immediata ricostruzione vascolare microchirurgica, pur trattandosi di una lesione complessa, Quindi, il signore in oggetto entrava in sala operatoria alle ore 5 - erano trascorse in effetti quasi dodici ore, come rileva l'interrogazione - del 28 novembre e ne usciva alle ore 12,30, con esiti ottimali.
Quanto sopra a dimostrare che al signore in questione sono state prestate con competenza e buon livello organizzativo le cure necessarie nonostante la concomitanza di più interventi e la particolare tipologia degli stessi.
Mi è gradita l'occasione per rivolgere pubblicamente in Consiglio regionale un plauso ai medici del servizio di microchirurgia del CTO, che così bene si stanno distinguendo negli ultimi tempi e che, tra l'altro, in quell'occasione hanno operato ininterrottamente dal primo pomeriggio (ore 14 del 27 novembre) alle 12 del giorno successivo; quindi, va dato merito alla professionalità e all'impegno che hanno profuso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Prima di tutto, mi unisco anch'io al plauso dell'Assessore verso i medici del servizio di microchirurgia dell'Ospedale CTO di Torino.
Voglio dirle, Assessore - può darsi che si stupirà - che sono soddisfatto della sua risposta, anche se arriva in ritardo di un anno purtroppo, la situazione contingente non le ha permesso di rispondere prima.
Le chiederei, però, sempre maggiori interventi per coordinare i servizi di emergenza, perché probabilmente, andando prima al CTO, si poteva anticipare l'operazione perlomeno di qualche ora. Se i servizi di emergenza anche se non so come operano - quali il 118 o l'Elisoccorso fossero maggiormente coordinati, secondo me si potrebbe, in caso di interventi urgenti, anticipare i tempi.



PRESIDENTE

Assessore, a quale interrogazione intende rispondere adesso?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

All'interrogazione della collega Spagnuolo per quanto riguarda il caso del S. Luigi di Orbassano, dove un uomo è stato trovato cadavere nel parco dell'ospedale tre mesi dopo la sua scomparsa misteriosa.



PRESIDENTE

La n. 2546?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, la n. 2546.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Questa la firmiamo anche noi.



RUBATTO Pier Luigi (fuori microfono)

Ce n'è pure una mia.



PRESIDENTE

Prego, Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La collega Spagnuolo evidenzia che è paradossale che il corpo del pensionato, rimasto per terra dal 22 dicembre dello scorso anno, sia stato notato da un passante che viaggiava sull'autobus e non dal personale addetto alla sorveglianza o da quello addetto alla normale manutenzione del parco.
Io vi riferisco quanto mi è stato sottolineato dai responsabili; le relazioni sono le stesse che sono state date all'autorità giudiziaria che sta indagando sullo spiacevolissimo avvenimento.
Il signor - cito il nome perché è stato fatto da tutti - Luigi Gallesio risulta essere giunto al Pronto Soccorso alle ore 12,30 del giorno 22/12/1998, proveniente dall'Ospedale Maria Vittoria. E' stato trasferito presso l'Unità operativa autonoma di pneumofisiologia in barella verso le ore 13,30.
Il paziente veniva fatto sostare in barella nel corridoio, non essendo disponibile alcuna unità letto per accoglierlo, cosa che si sarebbe realizzata di lì a qualche ora. Infatti, alle ore 15 circa veniva assegnato il posto letto al signor Gallesio.
Era presente il dottor Gaetano Cristaldi, responsabile del reparto, il quale prendeva visione della documentazione dell'Ospedale Maria Vittoria ed eseguiva un'iniziale anamnesi. Il dottor Cristaldi riferisce che il colloquio fu molto difficile, perché il paziente era piuttosto scontroso e poco comunicativo; il colloquio avvenne solo in dialetto piemontese. Era peraltro tranquillo e clinicamente non grave, per cui il medico non ha ritenuto necessaria una particolare sorveglianza; aveva peraltro prescritto una blanda terapia neurolettica, sulla base delle notizie acquisite.
Verso le ore 16,15, l'infermiera del reparto notava l'assenza ed informava lo stesso dottor Cristaldi. Venivano intraprese ricerche in reparto, nei servizi e nelle camere, poi nel soggiorno, appena fuori del reparto, ed anche nei corridoi.
Risultate negative tali ricerche, verso le ore 17,30 il dottor Cristaldi avvisava il servizio sorveglianti, mentre le infermiere proseguivano le ricerche in ospedale.
Lo stesso dottor Cristaldi riceveva, verso le ore 19, la telefonata dei sorveglianti che comunicavano di non aver ritrovato il paziente. Egli stesso, pertanto, avvisava telefonicamente i Carabinieri di Orbassano.
L'errore fondamentale è stato quello di ritenere che, data la condizione sociale del paziente, lo stesso - così mi viene sottolineato non sono note del sottoscritto - potesse essere uscito per ritornare in strada, perché appunto viveva da solo e viveva in strada quotidianamente.
Nelle varie relazioni che ho a disposizione per voi, viene poi evidenziata la situazione del parco del S. Luigi. Il parco del S. Luigi ha una superficie di 320 mila metri quadrati, con una tipologia accidentata del terreno ed una vegetazione notevole. Si precisa altresì che la manutenzione viene fatta in tutto il parco nelle zone che non sono frequentate - il rinvenimento del cadavere è avvenuto appunto in una zona non frequentata - nelle stagioni primaverili ed estive, stagioni in cui gli interventi sono necessari ai fini del taglio dell'erba in un contesto di terreno boscoso. Pertanto, nel periodo in cui il fatto è avvenuto (dicembre marzo) non vi era la necessità di eseguire i lavori sopra indicati. Non è evidenziato nelle varie relazioni quali ricerche abbia fatto la forza pubblica, ma tutto è agli atti della documentazione inviata al Giudice.
E' un caso indubbiamente grave, con contemporanee disattenzioni di responsabili; è un caso che purtroppo viene annoverato tra i casi della malasanità piemontese.
Il rammarico del sottoscritto non può essere che notevole e sono in attesa, ovviamente, di quella che sarà la decisione dell'autorità giudiziaria sull'accaduto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Grazie, Presidente. Non so qual è l'intendimento dei colleghi che hanno presentato l'interrogazione su questo argomento; il mio intendimento era e rimane solo provocatorio. Purtroppo siamo a conoscenza che casi del genere si sono verificati anche in altri ospedali, in residenze per anziani.
Sollevandolo, volevo far parlare del problema affinché l'Assessorato competente faccia qualcosa per intervenire.
E' evidente che non vogliamo gli ospedali come campi di concentramento dove la gente non può più uscire, ma può solo entrare, però occorre qualche struttura, specialmente per i pazienti anziani, che hanno malattie tali da far dimenticare loro dove sono e dove vanno, che controlli maggiormente i reparti, affinché fatti come quello di cui discutiamo non succedano più.
E' evidente che il corpo di un deceduto che rimane tre mesi nel parco di un ospedale fa più sensazione del corpo di un deceduto che rimane due tre, cinque mesi in una scarpata.
Non voglio però soffermarmi su questa interrogazione; voglio chiedere che ci sia una direttiva dell'Assessorato regionale affinché ospedali e case di riposo per anziani controllino maggiormente i pazienti specialmente gli anziani, in modo che non possano andare e venire come vogliono, ma siano molto più seguiti e si sia molto più attenti ai loro movimenti. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e ai docenti della Scuola Santorre di Santarosa di Torino


PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla Consigliera Spagnuolo, desidero porgere il benvenuto ai docenti e agli allievi della Scuola Santorre di Santarosa di Torino che ci rendono visita.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2539 del Consigliere Rubatto inerente a: "Sicurezza degli anziani nei vari reparti degli ospedali" ed interrogazione n. 2546 dei Consiglieri Spagnuolo e Chiezzi inerente a: "Malfunzionamento della sanità piemontese" (seguito)


PRESIDENTE

Ritornando alle interrogazioni n. 2539 e n. 2546, ha la parola la Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Già prima, intervenendo, ho detto qualcosa rispetto alle problematiche del S. Luigi (nella nostra interrogazione citavamo anche le Molinette), e cioè che indubbiamente c'è un'indagine della Magistratura e bisognerà vedere come si conclude per capire qual è stata la dinamica, quali sono state le effettive responsabilità e se il fatto poteva essere evitato.
Credo si debba mettere in piedi un servizio - Assessore - soprattutto in queste grandi strutture, come certamente è quella del S. Luigi, affinch quei pazienti che magari entravano ed uscivano dall'ospedale, in quanto la loro malattia glielo permetteva, si trovino nelle condizioni di poter essere più seguiti anche da un punto di vista sociale.
Non c'è dubbio che la vicenda stupisce ed è - come dicevo anche nella prima parte del mio intervento - una di quelle questioni che colpisce l'opinione pubblica e che dà una sensazione di grave carenza.
La casualità e la fatalità possono avere la sua incidenza - per carità ne diamo atto. La nostra interrogazione - come ho ricordato anche prima non era tesa a drammatizzare, ma è indubbio che, per la dimensione di queste strutture ospedaliere, si devono mettere in piedi dei servizi di assistenza sociale all'interno della struttura ospedaliera stessa, dove per struttura ospedaliera si intende il complesso in cui si svolge un'attività prettamente sanitaria ed altresì il complesso in cui si svolge il tempo libero connesso alla permanenza in ospedale.
Molti, anche fra noi, avranno sicuramente avuto un parente o un anziano ricoverato in una struttura ospedaliera, per un breve periodo o per una lunga degenza. A me è successo abbastanza recentemente al CTO (avevo anche relazionato all'Assessore D'Ambrosio, dicendo di aver trovato una situazione discreta in quella struttura), però mi sono resa conto che il malato magari cammina, si può muovere, ma trascorre moltissime ore al giorno un po' in solitudine.
Se si potesse avere, allora, all'interno della struttura ospedaliera una forma di assistenza sociale, di volontariato, di presenza che possa seguire i malati, probabilmente anche questi episodi di cui parliamo, anche se quest'ultimo è certamente di natura del tutto eccezionale, potrebbero essere affrontati e prevenuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Di fronte ad un fatto di questo genere dobbiamo sentirci tutti responsabili, perché una persona è riuscita a trovare la morte in un ospedale, senza che di questo fatto la struttura che la stava assistendo si accorgesse.
Faccio due osservazioni, Assessore, non dico che la risposta non mi ha soddisfatto.
Prima osservazione: l'Ospedale S. Luigi è un ospedale composto da strutture fisiche e da territorio e questo malato è morto in ospedale.
Questa affermazione è corretta? E' morto nell'area verde di pertinenza dell'ospedale e sappiamo che l'Ospedale S. Luigi, nato ai confini della città, allora in aperta campagna, proprio per questo motivo era stato un ospedale progettato mettendo al servizio dei malati e della struttura sanitaria anche quegli spazi liberi verdi che mancano in moltissimi altri ospedali e strutture pubbliche, come le scuole (le nostre scuole non hanno di norma, spazi verdi, se non piccoli cortili).
Penso che un segno di civiltà sia anche quello di dedicare a scuole ed ospedali, quando si costruiscono, degli spazi che aiutino gli addetti ai lavori e i malati nel loro difficile percorso di guarigione (a volte).
La prima assunzione di responsabilità è allora quella di dichiarare che un paziente ricoverato ufficialmente in una struttura ospedaliera è morto in quella struttura ospedaliera senza che nessuno se ne accorgesse.
Una società nella quale succedono questi episodi deve dichiararsi responsabile, dall'Assessore all'opposizione più dura, e dire di non accettare tale situazione, perché una persona che entra in un ospedale è assistita per definizione di struttura.
Questo non è avvenuto, e questa assunzione di responsabilità è possibile se noi consideriamo l'ospedale per quello che è e che ho descritto. Certo che se il modo di pensare all'ospedale, da parte di tutti (poi, chi ha più potere è più responsabile, gli altri meno) è quello di considerarlo il luogo fisico in cui le strutture murarie iniziano e fuori delle quali non è più un ospedale, allora questo è un deficit di cultura e anche un deficit di gestione dell'ospedale stesso, perché non è accettabile che un direttore generale ed un primario (scendiamo giù nella scala) consideri ospedale solo la porta d'ingresso dell'edificio: al S. Luigi l'ospedale è più ampio.
Assessore, quello che io desidererei che lei avesse fatto o che facesse è che questo venga dichiarato dall'Assessorato e che l'Assessore, a nome di tutti i piemontesi, scriva una circolare, dia un ordine a tutti i responsabili, cominciando dai famosi Direttori generali affinché tengano in conto che loro sono responsabili dell'organizzazione, della cura e della vita dei malati all'interno della loro struttura così come essa è conformata. E al S. Luigi, se un malato non lo si trova dove è stato ricoverato, nella stanza e nel letto in cui è stato ricoverato, la circolare dica che non lo si cerchi solo nei corridoi, nelle altre stanze nei servizi igienici o appena lì fuori sotto la finestra, perché questo è inaccettabile.
La struttura che ricovera una persona malata sa che ricovera uno di noi in una situazione di massima debolezza, di grande ansia che caratterizza tutti noi quando, per un motivo o per l'altro, veniamo ricoverati in un ospedale, luogo dal quale tutti noi un po' vorremmo uscire al più presto e magari qualche volta anche scappare. I ricoverati sono persone deboli fragili, che non possono essere abbandonate e che, se non si trovano nel letto, non devono essere cercate solo all'interno dell'edificio, ma vi è l'obbligo per tutto il personale sanitario di cercarle in tutta l'area su cui insiste l'ospedale e poi di fare, se non le trovano, tutti gli atti di ricerca esterna.
Trovo veramente odiosa una situazione di questo genere: l'abbandono della ricerca nell'ambito ospedaliero. Forse la catena di insufficienze è molto lunga, perché parte dal fatto che forse ospedale...



(Scampanellìo del Presidente per richiamare i tempi)



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ho finito. Grazie, Presidente, di questa sua sensibilità.



PRESIDENTE

Passiamo adesso alla risposta all'interrogazione n. 2535 presentata dai Consiglieri Angeleri, Benso e Rubatto.
L'Assessore Racchelli?



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, scusi, se insisto su questa proposta, perché il tema non mi sembra che sia stato trattato in modo strumentale e non mi sembra da poco.
Allora, dato che la risposta dell'Assessore si è limitata a dire "sì, è grave" punto, modestamente ho sollevato una proposta diversa, quella che la Regione scriva una circolare in cui si dica a tutto il personale... Su questa proposta si potrebbe avere una risposta anche solo per dire che non funziona da parte dell'Assessore? O all'Assessore proprio non importa nulla di quello che si dice in aula e prende solo atto delle persone che muoiono nei giardini dell'ospedale? Io chiederei all'Assessore una risposta. Dica qualcosa, dica che è sbagliato. L'Assessore può sempre parlare...



PRESIDENTE

La Giunta avrà...



CHIEZZI Giuseppe

La Giunta parla quando vuole, l'Assessore può alzarsi e dire "sì" "no", "non so".



PRESIDENTE

Abbiamo altri momenti in cui questa risposta potrà essere data. Il problema non finisce qui, ovviamente; questa era solo un'interrogazione parziale. Credo che l'Assessore si farà ulteriormente carico di questo problema.



(Proteste dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Abbiate pazienza, mi mettete in difficoltà. Su questo argomento ritorneremo, mi faccio carico del problema.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2535 dei Consiglieri Angeleri, Benso e Rubatto inerente a: "Turismo in Piemonte" ed interpellanza n. 2549 dei Consiglieri Saitta Cavaliere, Bellion, Riba e Moro inerente a: "Agenzia regionale del turismo"


PRESIDENTE

Passiamo finalmente alla risposta all'interrogazione di competenza dell'Assessore Racchelli, cui do la parola.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Signor Presidente e signori Consiglieri, rispondo all'interrogazione n.
2535. Sullo stesso argomento ne ho avuta anche un'altra e non so se devo rispondervi o limitarmi a questa.
Presidente, mi limito a rispondere a questa?



PRESIDENTE

Risponda alla n. 2535, poi risponderà alle altre.



PRESIDENTE

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PRESIDENTE

E le altre?



PRESIDENTE

Stiamo cercando di capire se ci sono altre interrogazioni sulla materia. Assessore, cominci a rispondere a questa. Comunque, se sulla stessa materia ci sono altre interrogazioni, si ritengono collegate.
L'interrogazione era la n. 2535, presentata dai Consiglieri Angeleri Benso e Rubatto; adesso stiamo cercando le altre collegate.



PRESIDENTE

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ci sono altre interrogazioni.



PRESIDENTE

Le stiamo cercando.
Per cortesia, Assessore, risponda all'interrogazione.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Signor Presidente e signori Consiglieri, nell'interrogazione n. 2535 ci sono alcune richieste ed alcune considerazioni o, perlomeno, la richiesta di alcune considerazioni su quello che è stato l'indirizzo politico dell'Assessorato al turismo; successivamente, ci sono alcune valutazioni rispetto ad una situazione che concerne all'Agenzia per la promozione turistica del Piemonte.
Inizierei a rispondere partendo dal primo punto, che mi pare sia una richiesta giustificata e soprattutto sulla quale si possa fare il punto della situazione a sei mesi dal mio insediamento in Assessorato, quindi da quando ho ricevuto la delega dal Presidente della Regione Piemonte.
Credo che la consapevolezza che per il Piemonte il turismo sia un'industria interessante ed importantissima sia una consapevolezza che nasce dalla valutazione di elementi che, a livello internazionale, ci fanno capire quanto questo tipo di industria sia determinante per la crescita non solo del nostro Paese o della nostra Regione, ma per il complesso dell'economia internazionale.
Il fatturato dell'industria turistica nel mondo è stato di 3.800 miliardi di dollari nel 1996, per cui ha fatto sì che l'industria del turismo diventasse la prima industria a livello mondiale, superando l'industria petrolifera e quella automobilistica.
L'industria del turismo nel 1997 ha visto al suo interno una cifra record di occupati (261 milioni), che rappresentano il 20% degli occupati nei servizi, il 7% di tutti i lavoratori.
Le previsioni a livello internazionale sul settore turistico dicono che il trend porterà a circa 383 milioni di occupati nel 2007, con un incremento del 46,7%.
In Europa il turismo costituisce il settore economico più vasto rappresentando il 6,5% del prodotto interno lordo, con 8 milioni di occupati, il 7,5% degli investimenti di capitale e il 17% della spesa dei consumatori.
I maggiori studiosi a livello internazionale dicono che nei prossimi anni il turismo sarà l'industria che, insieme alle telecomunicazioni e l'informatica, rappresenterà uno dei trampolini di lancio per un effettivo sviluppo dell'economia, soprattutto nelle zone fortemente in crisi o nei Paesi fortemente in crisi, per una sorta di crisi post-industriale o comunque per la necessità di ampliare la propria potenzialità economica.
Il turismo ha forti effetti indiretti e indotti sulle altre attività economiche, potendosi stimare che ogni volta che un turista spende una lira nel turismo, l'industria ne spende la metà per acquisire beni e servizi, e che ogni posto di lavoro generato nel turismo fa sì che, nelle altre industrie o negli indotti, si verifichi un'altrettanta opportunità.
L'aumento della domanda internazionale è stimolata da molteplici fattori, per esempio l'aumento dell'età media... Presidente, non posso continuare!



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, prestate attenzione! Questi sono argomenti che con forza, è stato chiesto che si discutessero per la loro importanza, per si deve dimostrare di avere interesse alla discussione.
Assessore, prosegua.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

L'aumento della domanda internazionale di turismo è stata stimolata da molteplici fattori, primo tra i quali l'aumento dell'età media della popolazione, l'aumento dei nuclei familiari a doppio reddito, l'incremento del numero delle lavoratrici, i bassi indici di natalità, l'aumento del tempo libero, maggiori interessi culturali e maggiori possibilità di viaggi.
I due elementi, che ci devono convincere che tutte queste considerazioni sono quelle che portano ad un effettivo sviluppo di questo settore, sono dati dalla forte espansione dei flussi stessi che, negli ultimi trentacinque anni, sono aumentati di sette volte, passando dai 61 milioni del 1992 ai 582 milioni del 1996, con previsioni di incremento fino ad un miliardo per il 2007.
Tutto questo non poteva fare altro che convincere l'Assessorato al turismo che in questa industria si dovesse cominciare a pianificare una politica di investimenti, un'infrastrutturazione e, soprattutto investimenti capaci di dare opportunità di sviluppo al nostro settore economico produttivo. Per cui la necessità è stata valutata in più settori e in più ambiti, cercando di realizzare quelli che sono i sistemi economici e produttivi nel settore del turismo.
Le gravi lacune del settore turistico piemontese dipendevano dalla mancanza di un sistema di ricettività qualificato, che facesse in modo che il nostro prodotto turistico, altamente qualificato, potesse avere un'effettiva espansione, per il semplice motivo che, una volta offerto e promosso sui mercati, potesse accogliere e ricevere i turisti; cosa che non avviene sistematicamente, perché la Regione Piemonte è poverissima di sistema recettivo, tranne alcune eccezioni, localizzate a macchia di leopardo, che nella nostra regione comunque esistono, soprattutto per quanto riguarda la montagna piemontese. A fronte di un prodotto turistico importante quale la montagna, si è fortemente carenti quanto a capacità di accoglienza.
Il secondo grande elemento del sistema dell'industria del turismo è dato dal sistema dell'accoglienza, che è un sistema composito, perché fa in modo che il turista, una volta scelta la nostra regione per la grande e straordinaria qualità del prodotto turistico e, una volta giunto in Piemonte, possa, alla fine, essere accolto in strutture idonee a trascorrere il proprio tempo libero. Ora, in Piemonte questo sistema di infrastrutture per il tempo libero e per l'accoglienza del turista non c'è o è molto marginale.
Un altro dato che voglio darvi, che noi abbiamo analizzato...



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Assessore, la media!



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Va bene, ha ragione, collega Chiezzi.



PRESIDENTE

Non interloquisca, Consigliere Chiezzi.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Stavo dicendo che, per individuare la difficoltà insita nel sistema dell'accoglienza, il dato che ci deve portare alla convinzione che questo sistema era assolutamente da sviluppare è dato dalle giornate di presenza.
In Piemonte siamo scesi a 3,7 giornate di presenza, rispetto ad una media nazionale che è di 5,7/5,9 giornate.
Affrontati i temi della recettività e dell'accoglienza, un altro tema importante è quello della formazione. Sulla formazione, nell'ambito del turismo, c'è molto da fare perché, effettivamente, le forze lavoro (quindi i segmenti produttivi nell'ambito delle imprese) sono fortemente penalizzate perché non hanno avuto o non hanno potuto avere una formazione adeguata. Tale formazione è molto particolare, perché significa lavorare nell'ambito dell'accoglienza, saper accogliere il turista con un determinato tipo di impostazione e, soprattutto, significa accettare e finalizzare la propria attività ai tempi dell'impresa, che non sono i tempi dell'impresa tradizionale, per cui il lavoro è festivo, oppure va al di là delle otto ore, cosa che richiede una sorta di disponibilità che va insegnata e quindi formata.
L'altro sistema importante da realizzare era quello della qualità quindi un sistema che desse la certezza al turista che sceglie di venire in Piemonte di poter arrivare in una struttura o in un ambito che si era prefigurato e si era immaginato nel momento in cui, leggendo su un giornale o su una rivista notizie sul Piemonte, avesse scelto di venire da noi.
Spesso questo non accade, perché il sistema di controllo di qualità non esiste.
Poi ci sono tante altre cose, come, per esempio, il sistema dei trasporti, questione che oggi non vorrei affrontare, perché è un sistema più complesso; magari avremo occasione di discuterne in un dibattito più avanti.
Il sistema della promozione. Una volta realizzata la recettività l'accoglienza, la formazione, la qualità, la promozione è uno degli elementi importanti e fondamentali per far conoscere nel mondo il prodotto turistico piemontese, che - voglio ricordare - è molto qualificato e diversificato, capace di raccogliere un turismo che non è solo stagionale (di monostagionalità), ma è un polo turistico che invita il turista a venire in Piemonte anche in stagioni diverse, quindi facendo in modo che tutta l'economia piemontese volta al turismo abbia possibilità di espandersi e di crescere. Mi riferisco al prodotto montano, che è straordinario per la sua bellezza, ma anche per la sua composizione, perch offre un turismo di tipo invernale, ma anche di tipo estivo; al prodotto dei laghi, che è un turismo importante e consolidato, con più di una nicchia importante nell'ambito della richiesta di turismo internazionale al turismo ambientale, che in Piemonte spesso non è considerato un turismo di grandi numeri, mentre dalle ricerche di mercato emerge che 200 milioni di turisti al mondo dicono che il turismo del 2000 sarà il turismo ambientale.
Da una ricerca di marketing effettuata in Italia, tra l'offerta di turismo piemontese e la domanda di turismo italiano, il dato che straordinariamente emerge è che il 67% dei turisti italiani reputa che il Piemonte valga la pena di essere visitato, perché è una regione a straordinaria qualità ambientale (per la qualità del suo ambiente e per la qualità del suo territorio).
Poi abbiamo uno straordinario patrimonio culturale, come le città d'arte. Torino ne è un esempio, insieme a tante altre città, che rappresentano un patrimonio culturale del nostro Paese ed una grandissima qualificazione del prodotto enogastronomico ed agroalimentare, che ha definito un prodotto enogastronomico di altissima qualità, di altissimo livello, e che oggi ci porta, pure in una nicchia di mercato molto bassa perché rappresenta il 4% del turista fatto 100, ma è un turista qualificato, ricco, che è disposto a spendere e che è ad un certo livello nel suo standard di vita, per cui predilige la qualità del prodotto enogastronomico.
A fronte di tutto questo, l'Assessorato al turismo si è mosso con una programmazione e pianificazione che ha portato ad uno sviluppo di proposte di legge, che voi conoscerete senz'altro in quanto sono state già dibattute nell'ambito del Consiglio regionale e della Commissione competente (sono già iscritte all'o.d.g. del Consiglio regionale), per individuare una forma di recupero e di sviluppo della recettività e dell'accoglienza in Piemonte stimolando le imprese (soprattutto il sistema privato), le associazioni e le società a ritornare ad investire in questo settore per qualificarci e darci l'opportunità di venderci a livello internazionale con una rete di recettività, di alberghi ed un sistema di accoglienza, quindi di sviluppo del tempo libero, che sia almeno al pari della qualità del prodotto turistico che noi abbiamo.
Il secondo grande progetto di legge che abbiamo presentato e che va nell'ottica di questa politica del turismo e che l'Assessorato sta portando avanti è la proposta di legge n. 507, iscritta in Commissione, che vuole essere una sorta di punto di partenza per lo sviluppo del Piemonte turistico in generale. Spesso il Piemonte ha dovuto sopportare uno sviluppo a due velocità perché abbiamo un Piemonte ad obiettivi comunitari ed un Piemonte a non obiettivi comunitari, ma il Piemonte turistico è il Piemonte in generale.
Noi ci siamo trovati di fronte alla necessità di incentivare in maniera forte. Se da una parte l'avevamo fatto per l'impresa privata, con questa proposta l'abbiamo fatto per movimentare e per convincere gli Enti locali quindi i Comuni, i Consorzi di Comuni, le Comunità montane e le Province che nella ricerca e nello sviluppo di nuovi bacini turistici, nella rivitalizzazione dei bacini esistenti o nella manutenzione di quelli che già hanno una loro identità, si possa tornare ad investire con fondi regionali destinati allo sviluppo di un settore economico-produttivo.
La valenza di questa iniziativa di legge è doppia. Da una parte vogliamo anticipare quelli che sono i fondi comunitari. Spesso, nel turismo, si è arrivati ad investire sulla base ed in attesa dei fondi comunitari, quindi realizzando i progetti avendo la certezza dei fondi, ma realizzando i manufatti successivamente.
Questo, secondo noi, non è più corretto: dobbiamo anticipare i fondi comunitari e dare possibilità agli Enti locali di individuare potenzialità di sviluppo, fornendo risorse regionali affinché si possa iniziare a progettare e a realizzare; una volta che il DOCUP verrà pubblicato e che la Comunità Europea ci destinerà i fondi, questi verranno ridestinati. Si tratta di una sorta di grande fondo di rotazione, che ci permetterà di intervenire su quei territori; sugli altri, invece, si interverrà direttamente con fondi regionali, dando dunque al Piemonte uno sviluppo omogeneo.
Un altro intervento lo stiamo realizzando e sarà di prossima presentazione con una proposta di legge per la formazione professionale all'interno del settore turistico, in maniera che vi sia un'identità forte tra gli addetti o tra le persone che vogliono impegnarsi nei servizi e nel settore turistico.
Un'ulteriore proposta, realizzata e già consegnata alla Commissione competente, è quella di una legge sulla rivalutazione e sullo sviluppo del prodotto turistico delle dimore storiche. Questo, in Piemonte, è un prodotto turistico importante, che crediamo vada offerto a livello internazionale in maniera coordinata, convincendo soprattutto i proprietari di questo patrimonio culturale a metterlo a disposizione del pubblico permettendo la fruibilità come prodotto turistico anche di questi grandi patrimoni che, fino ad oggi, sono rimasti chiusi. E questa è un'altra iniziativa di politica turistica che noi abbiamo evidenziato.
L'ultima cosa che voglio dirvi, per darvi l'idea del percorso politico che stiamo portando avanti, è quella di una necessità di dotare la Regione Piemonte (e quindi anche il turismo) di una legge che ci permetta di programmare e di pianificare i grandi eventi internazionali, sia in termini culturali che in termini sportivi e turistici. Ciò ci consentirebbe di programmare oggi per tre anni, mettendo a calendario una serie di iniziative di carattere mondiale destinate al Piemonte, avendo un fondo a cui attingere per poter garantire gli interlocutori - che, di solito sono dei soggetti organizzatori - sulla volontà della Regione Piemonte di acquisire tutte queste iniziative.
Credo di aver fatto una panoramica - ci sono altre iniziative, ma è un'interrogazione e non vorrei dilungarmi oltre - su quella che è la politica di sviluppo turistico che l'Assessorato sta offrendo.
Per entrare nel dettaglio della seconda parte della vostra interrogazione, quindi dell'Agenzia per la promozione turistica del Piemonte (l'ATR), devo dirvi che sono stato nominato Assessore o eletto Assessore - come meglio preferite - con 31 voti nel luglio 1998, prendendo atto soprattutto di quello che prima di me era stato fatto. Sono dunque partito da un ordine del giorno approvato dal Consiglio che, in quanto tale, era vincolante dal punto di vista politico e morale, per cui ho cercato di capire in che modo si potesse operare e muoversi per risolvere un punto di criticità.
Molti, anche in questo ordine del giorno, criticavano e criticano la L.R. n. 75/96. Tutto è criticabile, tutto è perfettibile e tutto è modificabile, senz'altro. Tuttavia, nella L.R. n. 75/96 ci sono due concetti che devono essere assolutamente considerati capisaldi: la promozione unica del Piemonte e, soprattutto, il coinvolgimento del sistema privato nella promozione del prodotto turistico piemontese.
Al di là dell'interpretazione politica data dalla maggioranza ed espressa con una legge, questi sono due valori, due capisaldi che credo facciano anche parte di una cultura, che io condivido, di un modo di considerare la politica della promozione turistica del Piemonte.
Logicamente, credo che tutto non nasca perfetto o intoccabile; credo che tutto possa essere migliorato ed attualizzato, magari rapportato alla dinamica che ha portato ad una metamorfosi della promozione turistica piemontese.
Devo però dirvi che, all'interno di questo ordine del giorno, ho fatto alcune riflessioni di carattere generale, che ho avuto modo di sottoporre anche alla mia maggioranza e ad alcuni Consiglieri che hanno voluto interloquire con me; ma soprattutto a chi, nell'ambito della maggioranza aveva il dovere e il diritto di interpretare una legge e soprattutto un'eventuale modifica o dibattito che portasse a migliorare la legge stessa.
In sostanza, fatti sempre salvi i due valori che reputo fondamentali la promozione unica del Piemonte ed il connubio, il coinvolgimento pubblico privato - personalmente, anche in funzione dell'impegno che l'ordine del giorno mi imponeva come membro di questo Consiglio, ho provato ad abbozzare una sorta di proposta che meglio interpretasse il ruolo dell'Agenzia stessa.
Ho notato che questa proposta non è stata valutata in termini positivi perché da parte della maggioranza si continua a considerare quella attuale un'esperienza ancora da perseguire, da proseguire, almeno da valutare, non essendo ancora - secondo la maggioranza - un'esperienza valutata e resa operativa.
La mia proposta, che significa avere ottemperato a questo ordine del giorno, sarà frutto di discussione forse nei sei mesi successivi o magari nella prossima legislatura.
In sostanza, io esprimevo alcune criticità o alcune valutazioni non rispetto ai concetti della L.R. n. 75/96, che reputo ancora fondamentali ma al tipo di contenitore, che desse delle garanzie sulla possibilità che lo strumento fosse adeguato ad una promozione pubblica del prodotto Piemonte.



(Commenti del Consigliere Moro)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Dopo parliamo anche di questo, se vuoi.



PRESIDENTE

Per cortesia, ritorniamo alle condizioni per cui si possa concludere l'intervento.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

La seconda parte dell'ordine del giorno votato dal Consiglio impegnava "a riformulare gli organi direttivi ed esecutivi".



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

SAITTA Antonino (fuori microfono)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Quando lo diceva questo?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Il 27 maggio 1998. Per quanto di mia competenza, non avendo alcun problema, come non ne ho avuti nel presentare le proposte per la politica del turismo in questi mesi, ho fatto, all'interno della mia maggioranza tutto quello che dovevo per far sì che tutto questo avesse una sua definizione ed una sua conclusione.
Oggi come oggi, al di là di tutte le considerazioni espresse dalla maggioranza e dalla Giunta, io ho ricevuto dalla maggioranza e quindi dalla Giunta una valutazione politica che esprime la necessità di provare questo strumento in termini operativi, per saperlo giudicare anche in maniera complessiva e complessa rispetto a quello che era l'obiettivo, il desiderio o comunque la finalità di questo passaggio della L.R. n. 75/96. Credo che se mi si presentasse un ordine del giorno o, comunque, uno strumento che mi permettesse di essere svincolato da questo ordine del giorno che è stato presentato - non posso fare altro che adattarmi e, soprattutto, sostenere anche questa posizione per fare in modo che l'Agenzia possa partire. Faccio un excursus dicendo che non è vero che l'Agenzia non ha lavorato e non ha prodotto.
L'Agenzia ha lavorato nelle condizioni in cui ha potuto lavorare, con il budget disponibile e con i finanziamenti che le sono stati assegnati. Ha lavorato fino al 31 dicembre, ma disponendo di mezzi limitati. Ha garantito alla Regione una serie di iniziative in campo di promozione, che fanno parte del suo programma, che è un documento pubblico, e ha operato sui fondi italiani ed esteri con una serie di iniziative.
Quest'anno non è stato possibile avere dall'Agenzia stessa un programma di promozione perché, come voi sapete, per votare il programma avremmo dovuto avere il bilancio, per cui l'Agenzia non è nelle condizioni di operare.
Credo che le condizioni per fare delle modifiche strutturali non ci siano e si possa, dietro una presa di coscienza di tutti, fare una valutazione di analisi, di sviluppo e di prova di questa Agenzia su delle basi che sono di coinvolgimento anche degli Enti locali; l'opportunità è stata data con una modifica dello Statuto che ha ricompreso, nell'ambito del Consiglio direttivo dell'Agenzia stessa, anche le forze locali. In questo modo, nel prossimo futuro si potrà dare una valutazione complessiva dell'operato di uno strumento di cui sono ancora oggi perplesso, ma che di fatto non ha le condizioni per essere modificato.



PRESIDENTE

Per connessione riteniamo di trattare anche l'interpellanza n. 2549 o desidera subito rispondere? Se desidera rispondere esauriamo l'interrogazione e poi passiamo all'interpellanza. Direi che per connessione si potrebbe fare tutto. Gli interpellanti ritengono di illustrare l'interpellanza? La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, mi pare che l'Assessore, nella sua risposta, abbia spaziato parecchio. Per quanto mi riguarda, l'interrogazione può essere trasferita nel campo di un dibattito che può coinvolgere, anzi, deve coinvolgere, tutte le forze del Consiglio regionale. Mi pare che il Consigliere Saitta abbia presentato un'interpellanza. Non so se concorda con me, ma, visto il tenore dell'intervento dell'Assessore, mi pareva fosse naturale che l'argomento fosse concluso, viste le firme che si sono aggiunte in calce all'interrogazione, e che si potesse entrare... Mi rimetto alle decisioni del Consiglio, ovviamente.



PRESIDENTE

Questa è un'interrogazione. Un'interpellanza richiede altri tempi perché c'è anche l'illustrazione.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

L'Assessore Racchelli non fa politica da molto tempo, per quel che ne so io, ma ha imparato molto in fretta a rispondere in termini politici. E' un complimento, non è un fatto negativo.



(Intervento fuori microfono dell'Assessore Racchelli)



ANGELERI Antonello

Devo dire però che quella dell'Assessore è stata una risposta, in particolare per la prima parte, completa, perché ha dato l'esatta dimensione del fenomeno turismo a livello mondiale, nel senso che oggi è la prima industria al mondo. Una realtà che vede, in Europa, una posizione dominante e preminente.
E' ovvio che i dati enunciati dall'Assessore sono molto incoraggianti anche in termini di prospettiva. C'è però, immediatamente dopo, entrando nel merito della politica turistica della Regione Piemonte, qualcosa che evidentemente stride, se pensiamo all'impegno effettivo che questa maggioranza profonde per questo settore, giudicato dalla stessa maggioranza come il primo settore a livello mondiale e su cui il Piemonte potrebbe dovrebbe e deve puntare, sempre citando le parole dell'Assessore Racchelli.
Stride, perché rispetto a questa mia affermazione, forse, è utile fare un minimo di cronistoria, che riguarda la politica e l'indirizzo politico del turismo in questa Regione. Indirizzo politico che è nato all'inizio della legislatura. Lo sappiamo tutti, basta rileggere il documento del 1995, con cui questa maggioranza si è presentata agli elettori.
Un capitolo del documento parlava del turismo nella nostra Regione come di una valvola di sfogo importante e di investimenti su cui puntare. Cosa che poi, tra il 1995 e il 1997, ha caratterizzato anche i bilanci dell'Assessorato al turismo e, in particolare, dell'Assessorato alla cultura. Infatti, come diceva l'Assessore Racchelli, le mete turistiche più importanti di questa Regione sono collegabili alla storia e alla realtà in cui viviamo: la città capoluogo e la storia di questa nostra Regione, che ha segnato anche la storia del nostro Paese.
Ricordo che quel programma richiamava proprio due elementi fondamentali: il primo, citato dall'Assessore Racchelli, sottolineava la necessità di puntare su una promozione unica del Piemonte; il secondo sempre citato dall'Assessore Racchelli, di stabilire un rapporto sempre più stretto tra il pubblico e il privato. Programma - oltretutto - sottoscritto dai 33 Consiglieri dell'allora maggioranza del Polo. Una riforma che voglio ricordare, è stata dibattuta in quest'aula, in Commissione e con le Province per circa un anno e mezzo; può sembrare tanto tempo, ma in realtà una riforma di quel genere è stata dibattuta in un tempo del tutto ragionevole. Una riforma che è stata avviata circa un anno e mezzo dopo la sua presentazione e che ha avuto diverse occasioni di dibattito, al di là della L.R. n. 75/96, dibattuta in aula e che ha visto precisi impegni da parte di questo Consiglio regionale. Impegni che si sono concretizzati con la presentazione di due ordini del giorno; il primo, del 4/5/1998, firmato da una quantità di Consiglieri, che al punto 4) recita: "impegna la Giunta a far sì che l'ATR possa espletare interamente le proprie possibilità di intervento attraverso un'operatività concertata tra pubblico e privato secondo le finalità della L.R. n. 75/96. Ne consegue l'impegno ad affrontare immediatamente le criticità emerse con la conseguente nomina di un amministratore di sicura professionalità nel rispetto comunque delle competenze di coordinamento, di indirizzo, di vigilanza, di esclusiva competenza istituzionale dell'Amministrazione regionale".
A questo ordine del giorno ne segue un altro, quello citato dall'Assessore Racchelli, che noi abbiamo riportato nella nostra interrogazione, che citava una serie di impegni nei confronti della Giunta nel rispetto delle esigenze di promozione e valorizzazione delle risorse turistiche del Piemonte.
Dopo l'intervento dell'Assessore, su questa parte non riesco più a comprendere quale sia la linea della Giunta regionale; da una parte l'Assessore porta determinati argomenti e, dall'altra, parla di ATR come di un punto di criticità (vorrei capire su cosa si sostanzia il punto di criticità). Vorrei spiegazioni sull'affermazione dell'Assessore quando dice di aver avuto una proposta in questa direzione (che, mi pare di capire, la Giunta non abbia condiviso) e sull'affermazione in base alla quale l'Assessore vorrebbe essere svincolato dall'ordine del giorno del 27 maggio firmato dall'allora maggioranza.
Su questi argomenti vorrei un minimo di chiarezza; mi avrebbe fatto piacere, ma dipende dalla sensibilità politica delle singole persone, che fosse presente a questo dibattito anche il Presidente, perché non dimentichiamo che il Presidente, che è impegnato esternamente, dal 24/9/1997 fino all'entrata in Giunta dell'Assessore Racchelli, è stato per nove mesi Assessore al turismo.
Avrei avuto piacere di capire, rispetto alla proposta dell'Assessore se l'Assessore precedente, ossia il Presidente Ghigo, condivideva o meno la proposta che l'Assessore Racchelli, tra l'altro, non ci ha dettagliato in quest'aula. Vorrei chiarezza su alcuni dati di cui, probabilmente per la crudezza degli stessi, non ho compreso il significato. L'ATR, che è stata istituita nel settembre 1997 con un Consiglio di amministrazione di tre membri, aveva presentato all'inizio del 1998 un bilancio di previsione per rispettare la L.R. n. 75/96 e la filosofia della stessa.
Cito gli articoli per evitare di sbagliarmi. All'art. 14 la L.R. n.
75/96 prevedeva che la Regione concedesse annualmente all'APT e all'Agenzia di accoglienza e promozione turistica locale contributi diretti ad agevolare l'assolvimento dei loro compiti istitutivi secondo gli indirizzi ed i criteri previsti. Il bilancio di previsione dell'ATR dell'inizio 1998 fu presentato con dati estremamente precisi e i contributi previsti allora tra Regione, privati e contributi straordinari previsti dall'art. 14 prevedevano 10 miliardi e 500 milioni, di cui 1 miliardo e 900 milioni di spese di carattere gestionale e generale e 8 miliardi e 600 milioni come quota disponibile per svolgimento attività del Consorzio da utilizzare interamente a pareggio. Quindi, si parla di un bilancio preventivo all'inizio del 1998 di 10 miliardi e 500 milioni e successivamente di un bilancio a consuntivo non ancora approvato dall'ATR, che si attesta su 1 miliardo e 900 milioni.
Assessore, lei è entrato in carica il primo luglio 1998, pertanto non voglio nel modo più assoluto darle delle responsabilità che non le competono per i mesi precedenti, ma ricordo che il bilancio della Regione Piemonte nel 1998, a differenza di questo anno, fu approvato il 2/5/1998 per cui precedentemente l'attività degli Assessorati era fortemente limitata. Voglio dire che lei è entrato in carica proprio quando il bilancio è diventato realmente operativo e lei ha avuto la disponibilità delle cifre per intero da poter spendere. Sotto questo aspetto deve assumersi la responsabilità di non aver contribuito a far sì che l'ATR potesse realmente funzionare, a far sì che l'ATR non potesse dare quei risultati che, non solo la L.R. n. 75/96 aveva previsto, ma si auspicava attraverso confronti con le altre realtà regionali. Si era previsto che funzionasse: posso citare, infatti, la realtà del turismo marchigiano, che all'epoca era il termine di paragone con la L.R. n. 75/96.
All'epoca il contributo della Regione Piemonte - cifra complessiva 10 miliardi e 500 milioni - fu solo di 1 miliardo, ovviamente, con i contributi dei privati e delle Camere di Commercio.
L'unico stanziamento straordinario dato all'Agenzia turistica regionale fu quello per organizzare la BIT di Milano e fu una questione di carattere prettamente organizzativo, in quanto l'Assessorato non era in grado all'epoca di gestire le cose, per cui si decise di dare un contributo straordinario di 400 milioni.
Fu poi organizzata, nonostante i pochi contributi, nel 1998 - bisogna riconoscerlo - una serie di iniziative, che non avevano un minimo di coordinamento - e lo dice una deliberazione del Presidente Ghigo, allora facente funzioni di Assessore al turismo - nonostante la lenta applicazione della L.R. n. 75/96. Cito una deliberazione del 28/4/1998 dell'allora Presidente Ghigo. Infatti, la mancanza del programma 1998/2000 proroga tutte le decisioni per l'attuazione della L.R. n. 75/96 e non consente di assumere decisioni in modo congruo, in quanto mancanti di un organico sistema di riferimento.
Nel frattempo, l'ATR, dopo la messa a regime degli organi statutari, ha cominciato ad operare senza il previsto riferimento al programma triennale senza un programma di supporto al bilancio di previsione da sottoporre alla vigilanza della Regione, come prevede espressamente lo Statuto e la legge regionale.
Questa è una deliberazione del 28/4/1998 a firma del Presidente Ghigo.
Ritengo che l'Agenzia turistica regionale, con i fondi di cui disponeva e con lo scarso supporto da parte dell'Assessorato regionale, abbia fatto fin troppo. Infatti, ha partecipato all'ITB di Berlino, ha partecipato alla BIT di Milano, ha fatto sì che il Piemonte fosse presente all'organizzazione del Turin-Marathon e che fosse presente a Zurigo, a Trieste, a Ginevra e a quella famosa crociera sul Reno dell'anno scorso che costò alla Regione Piemonte 700 milioni e che prevedeva la visita in cinque città tedesche.
Ritengo che in quest'ottica, senza alcun supporto, l'Agenzia turistica regionale abbia fatto più di quello che in realtà doveva fare. Non voglio dilungarmi oltre - e chiedo scusa se sono andato oltre il tempo a disposizione - ma come possiamo definire il bilancio di questo ultimo anno sul turismo, vista questa situazione? Sarebbe interessante chiedere ai privati, all'epoca entusiasti di un'operazione sul territorio e di coinvolgimento nell'Agenzia turistica regionale, cosa ne pensano delle attuali prospettive del turismo nella nostra regione.
Penso che un atteggiamento del genere possa essere riassunto in una battuta: come farli scappare! Penso che sia soprattutto grave che in questo Consiglio regionale - lo dicevo già in un mio intervento della scorsa seduta - si continuino a prendere degli impegni con degli ordini del giorno e questi impegni, puntualmente, non vengano rispettati. Questo è un fatto gravissimo, che testimonia che in questo Consiglio si può dire tutto e il contrario di tutto, tanto non c'è alcuna conseguenza.
Dico questo con amarezza, perché significa che in aula spesso perdiamo del tempo prezioso.
E' estremamente grave, a mio giudizio, un altro aspetto: converrebbe non più presentare ordini del giorno che impegnano la Giunta, perché alla fine il risultato è che a distanza di dieci mesi, rispetto al primo ordine del giorno che ho citato, non si è concluso assolutamente nulla. Il vero fatto grave è che un amministratore pubblico disattenda una legge che è espressione di un dibattito avvenuto all'interno di questo Consiglio regionale, ma è ancora più grave che a disattendere una legge sia l'Assessore competente per materia. Nella L.R. n. 75/96, Assessore, sono espressi, con molti chiarezza, i compiti che la Giunta regionale deve espletare. Se io li cito, lei si accorgerà di quanti punti di questa legge vengono rispettati e di quanti punti, invece, non sono neanche considerati.
Penso che l'ATR non sia un punto di criticità, ma il punto di criticità è all'interno della Giunta. All'interno della Giunta ci deve essere una sostanziale chiarezza su questa materia, altrimenti le cose che continua a dire il Presidente Ghigo, ma anche lei, Assessore, sui futuri impegni ed investimenti turistici nella nostra Regione, sono parole al vento prive di conseguenze, perché c'è un deliberato tentativo di boicottarli. Sono trascorsi mesi tra l'approvazione della legge e gli ordini del giorno presentati ed approvati da questa maggioranza e anche dall'opposizione, ma a distanza di un anno e mezzo noi siamo qui a discutere di un'ATR che se in questo momento, interpelliamo, forse risponde la donna delle pulizie. Mi chiedo se, rispetto ad un progetto che abbiamo avallato in questo Consiglio regionale, sia possibile arrivare al punto, a distanza di un anno e mezzo dalla costituzione dell'Agenzia turistica regionale, di avere una realtà che non ha un Consiglio di amministrazione, che non ha più un dipendente che non ha più un direttore, che non ha assolutamente niente e che ringraziando il cielo, dispone almeno di una donna delle pulizie che risponde al telefono e che magari ci dirotta verso il Presidente Ghigo che a sua volta, potrà dare informazioni più corrette sul futuro del turismo regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Impreparato a fare un dibattito sul turismo, ma ormai abituato.
Impreparato nel senso che è vero che come risposta ad un'interrogazione l'Assessore ha voluto esporre a tutto campo quella che è la programmazione del suo Assessorato. L'Assessore ci ha detto, papale papale, come intende gestire l'Assessorato al turismo da oggi alla fine della legislatura.
Ebbene, io di questo lo ringrazio perché l'Assessore non ha aspettato che la minoranza, non ottenendo risposte sulle varie materie, dovesse preparare una richiesta di Consiglio ad hoc su un tema così specifico, ma ci ha dato l'opportunità, anche attraverso l'interrogazione dei colleghi Angeleri Benso e Saitta, di discutere un tema estremamente importante.
Devo dire, Assessore, di condividere al 90% la sua relazione perch rispetto alle idee che ho io in testa, lei ha esaminato le problematiche del turismo piemontese in modo chiaro ed assoluto rispetto al punto saliente dell'interrogazione, che è l'attuazione della L.R. n. 75/96.
Lei ha riassunto bene quelli che sono stati i principi ispiratori di quella legge, mettendo in risalto i due principi fondamentali: la promozione unica del Piemonte turistico e il connubio importantissimo dell'attività pubblica e del privato sulla promozione turistica ed in campo turistico.
Credo che, per vedere se la legge è stata attuata o è ancora attuabile bisognerebbe analizzare se questi due pilastri fondamentali sono stati attuati e se sono attuabili. Per quanto riguarda la promozione unica del Piemonte, dicevo in passato, come dico ora - il collega Angeleri ricorda sicuramente - che questa legge avrebbe avuto bisogno di un costante monitoraggio, per capire se era attuabile oppure no, e mi riferivo ad alcune capacità di coinvolgimento che si potevano avere da parte del pubblico sull'iniziativa privata - mi ascolti, Assessore, perché di solito è il Presidente che non mi ascolta; io vorrei che l'Assessore, almeno su questo tema mi sentisse - cioè la capacità che aveva il pubblico di coinvolgere il privato sul tema della promozione.
Per quanto riguarda la promozione unica del Piemonte, verifichiamo se essa, in questi anni, è stata attuata.
Partiamo, dunque, dalla promozione unica del Piemonte. Per quanto riguarda la Regione Piemonte, Assessore, o lei diventa il coordinatore di tutte le iniziative promozionali - che si tradurranno in iniziative turistiche successivamente - di tutti i suoi colleghi Assessori che ne hanno voce in campo, oppure lei non farà mai l'Assessore al turismo. Dico questo perché l'Assessore al turismo ha una funzione di coordinamento sugli Assessorati che riguardano la montagna (quello del suo collega Vaglio), che riguardano la cultura (quello del suo collega Leo), che riguardano la viabilità (dell'altro suo collega), che riguardano le risorse da mettere in campo nel piano sanitario rispetto alle attività turistiche (di un altro suo collega ancora).
Siccome il turismo è sempre stato preso come aria fritta, è arrivato il momento di incominciare a pensare che lei, Assessore, dal punto di vista turistico è il ministro coordinatore di tutte le iniziative promozionali del Piemonte. Invece così non è. Non ne faccio colpa a lei, ma così non è perché la promozione turistica, all'interno di questa Giunta, è sempre stata ben separata e ben lottizzata.
La promozione turistica, ad esempio, si attua attraverso gli uffici che fanno riferimento alla Giunta ed al Presidente della Giunta regionale: è così o non è così? La promozione turistica la si fa attraverso gli uffici dell'Assessorato alla cultura; la promozione turistica la si fa attraverso gli uffici dell'Assessorato alla montagna. Nessuno - e non ci riuscirà neanche lei, con queste deleghe, date in questo modo - riesce a gestire il coordinamento del turismo in Piemonte.
Questo è un fallimento che nasce già qui, senza guardare al privato.
Qui c'è il fallimento perché lei non ha il potere di coordinamento.
Se vogliamo che il turismo venga gestito in modo determinante da qualcuno, diciamo che lo gestisca il Presidente della Giunta, così coordina tutti gli Assessorati, ma abbiamo visto com'è stato gestito dal Presidente della Giunta nel periodo di vacatio dell'Assessorato al turismo! C'è chi confonde la promozione turistica con la dispensa di contributi a pioggia su manifestazioni che, come caratteristica, non hanno altro che quella tipica della manifestazione parrocchiale, della festa di quartiere, della festa del sottocampanile, della fiera locale, del mercato.
Il pubblico e il privato: l'ATR. L'ATR - collega Angeleri - nasceva con questo secondo pilastro. Quando io ho votato quella legge, dicendo che doveva essere monitorata - e tutti qui lo sanno perché l'ho sempre detto a tutti - ho detto che la capacità della Regione non può essere altro che quella di coinvolgere il privato in modo tale che metta le sue risorse di rischio di impresa assieme a quelle pubbliche di Regione, Province e Comuni di un certo rilievo, affinché si possa fare la promozione unica non in Piemonte, perché la promozione unica non serve in Piemonte, ma in Europa e nel mondo.
Devo ancora sapere adesso a quanto ammonta, in percentuale, il coinvolgimento finanziario del privato nell'ATR; quanto hanno messo, cioè i privati nell'ATR.
Quanto hanno messo? L'8%. Bene, allora i casi sono due: o noi non abbiamo saputo coinvolgere il privato, oppure gli operatori turistici privati continuano a farsi la loro promozione da soli, senza farla passare attraverso l'ATR.
I casi sono due, ma il risultato è uno solo: i privati nell'ATR non ci sono. Spiegatemi, allora, a cosa serve l'ATR oggi, che ha assunto ormai quelle caratteristiche. Quale che sia la causa, non mi interessa, ma oggi c'è un'ATR che non esiste neanche per rispondere al telefono.
Quella legge diceva altre tre cose, che qui non sono state sottolineate: distingueva le voci fondamentali del turismo in Piemonte e cioè distingueva la promozione dall'offerta e distingueva l'accoglienza turistica.
In quella legge abbiamo istituito le ATL: mi spiegate voi se le ATL stanno svolgendo azioni di promozione turistica o se fanno solo l'accoglienza turistica, come in quella legge era scritto? Le ATL continuano a fare esattamente quello che facevano le APT prima, soltanto che hanno dimensioni un pochino più grosse. E all'interno delle ATL c'è stata la stessa spartizione non per quote azionarie, ma per quote politiche delle Presidenza delle ATL.



PRESIDENTE

La inviterei a non sforare i tempi. Anche intendendolo come dibattito sarebbero dieci minuti.



MONTABONE Renato

Va bene. Cerco di chiudere nel più breve tempo possibile.
Ricordo quando il Consigliere Angeleri, giustamente, diceva: "Ma c'è un APT che è stata gestita da un privato", e io dicevo: "Meno male che ci sono delle APT che sono gestite da privati", perché vuol dire che in quella particolare località un privato aveva messo del suo rispetto alla gestione e alla promozione turistica.
Qui oggi c'è ancora un'ATL che è gestita da un privato? Per privato intendo un operatore turistico privato. C'è forse a capo di qualche ATL qualche tour operator? A capo di qualche ATL c'è qualche Presidente degli albergatori piemontesi o qualsiasi altro tipo di operatore turistico? Non ne esiste uno: le ATL sono state oggetto di una spartizione politica fatta sul territorio tale e quale o peggio ancora di com'era fatta prima.
Allora, questa legge divideva la promozione dall'offerta - ritorno a questo punto. Oggi le ATL fanno la promozione turistica della loro piccola parte di territorio. Questo vuol dire che la promozione unica per tutta la Regione non è stata attuata.
Nei sogni che io enunciavo in quest'aula dicevo: "Si promuova il Piemonte negli Stati Uniti", ma non volevo dire promuovere il laghetto o la montagnetta. Qui c'è ancora qualcuno che pensa, Assessore, che siano degli impianti di risalita quegli impianti fatti a fune che funzionano con il motore di una vespa, in questo Piemonte; questi sono gli impianti di risalita - non tutti, ovviamente - che pensano ancora di prendere i contributi per arrivare all'onor del mondo, poi si accorgono che invece, in piena stagione sciistica, non è venuta la neve e che quell'impianto di risalita che funziona con il motore di una vespa può servire al massimo per andare a raccogliere le viole. Questa è la situazione dell'operatore turistico in Piemonte.
Hanno raggiunto le ATL gli obiettivi per cui erano state formate? L'accoglienza turistica: chi gestisce i corsi di formazione per l'accoglienza turistica? A mio modo di vedere, li dovrebbero gestire le ATL. Chi li gestisce, oggi? Lei, Assessore, non gestisce neanche il Formont, che in questa Regione continua ad essere gestito dalla Formazione professionale, che non sa neanche che esiste il Formont. Lei pensi a che livello siamo! Siamo al livello che c'è un settore importantissimo della formazione turistica regionale, che è quello turistico di Formont, che è gestito dalla Formazione professionale, che non sa neanche di avere il Formont. Questo sì che è un guaio! Allora stiamo ancora a discutere qui...



PRESIDENTE

Lo spirito e i tempi europei, Consigliere.



MONTABONE Renato

Dopo questi monitoraggi ci deve essere ancora l'ATR? Guardi, io un ordine del giorno lo saprei inventare sul momento: "Sentiti gli interventi di oggi, si chiuda immediatamente l'ATR, che fa né più né meno di quello che dovrebbe fare l'Assessorato al turismo regionale e che non riesce a fare perché l'Assessorato al turismo regionale ha già degli altri concorrenti che sono: il Presidente della Giunta regionale, l'ATR l'Assessore alla montagna, l'Assessore alla cultura, tutti gli Assessori che se ne occupano un poco".
Consigliere Angeleri, dopo aver monitorato per qualche anno questa legge, posso dire che, per mancanza di chi l'ha gestita o per mancanza di chi non la vuole gestire, la legge è fallita. E allora bisogna come minimo azzerare, mettere in piedi un qualche cosa che coinvolga i privati e quando ci saranno i privati dentro, si comincerà di nuovo a dire: "Daremo qualche incarico che costa tanto quanto un Assessorato", altrimenti sono soldi buttati via.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e ai docenti della Scuola media statale di Dogliani (CN)


PRESIDENTE

Prima di passare ad altri interventi, desidero salutare gli insegnanti e gli allievi della Scuola media statale di Dogliani che ci hanno reso visita.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2535 dei Consiglieri Angeleri, Benso e Rubatto inerente a: "Turismo in Piemonte" ed interpellanza n. 2549 dei Consiglieri Saitta Cavaliere, Bellion, Riba e Moro inerente a: "Agenzia regionale del turismo" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame delle interrogazioni relative al turismo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Scusi, Presidente, l'ordine dei lavori?



PRESIDENTE

L'ordine dei lavori è... Innanzitutto, desidero invitare coloro che intervengono a rispettare i tempi del nostro Regolamento e anche i tempi europei. Credo comunque che sia opportuno, anche se sforiamo di qualcosa rispetto all'una, concludere questo dibattito, altrimenti dovremo rinviarlo, ma non al pomeriggio in quanto abbiamo già preso un altro impegno. Mi pare quindi più opportuno concludere in mattinata la discussione su queste interrogazioni.
Chi ha chiesto la parola? Prego, Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Grazie, Presidente. Cercherò di stare nei tempi, come da lei suggerito.
Noi abbiamo sottoscritto queste interrogazioni ed interpellanze perch abbiamo ritenuto - oltreché condividerle, naturalmente - che potessero essere propedeutiche ad un dibattito che, a sua volta, era anch'esso propedeutico alla futura discussione che avremo modo di fare su quei provvedimenti, in particolare su quello che è già all'o.d.g. del Consiglio ma che già da tempo è molto esplicitato ed annunciato sulla stampa piemontese, che riguarda il settore del turismo.
Un dibattito che anche questa volta - credo che ormai sia la settima ottava volta - ci vede, in un'aula abbastanza annoiata e poco concentrata già lo ricordava il collega Angeleri nel suo intervento - dibattere un argomento come quello del turismo, particolarmente importante per lo sviluppo del nostro territorio e delle nostre popolazioni.
Io credo che la relazione dell'Assessore, che ha fatto una fotografia già lo ricordava nel suo intervento il collega Montabone - della situazione, debba però andare un po' oltre; una fotografia che, se dovessimo rappresentare la situazione del turismo nel nostro Paese potrebbe vedere - sempre per immagini, come dicevo prima - le Regioni suddividersi in tre categorie: quelle che sono in corsa, quelle sedute e quelle in ginocchio.
Se andiamo a guardare le cifre che l'Assessore ci ha citato, oltre quelle segnalate dalla relazione dell'ISTAT, vediamo il Piemonte non solo segnare il passo anche quest'anno, ma regredire a metà classifica a livello nazionale. In questo caso, potremmo definirci seduti: la nostra è una Regione che sta seduta.
L'Assessore è da pochi mesi seduto anche lui su quella poltrona, quindi sconta una situazione che si è venuta a creare in questi anni. Seduti sì ma non su una comoda poltrona, bensì sulle spine e con una tendenza, se guardiamo sempre questi dati, all'inginocchiamento che l'economia (parliamo del commercio e di altri settori collegati al turismo), nel suo indotto sta avvertendo. Credo che queste spine possano essere rappresentate non solo dalla drammatica situazione dell'Azienda turistica regionale, sotto gli occhi di tutti e così ben evidenziata nell'interrogazione e dal precedente intervento del collega Montabone. Anche noi ci uniamo alla richiesta di soppressione di un Ente che possiamo considerare inutile.
Il turismo montano di cui parlava l'Assessore è un turismo che si è fermato agli anni '60 e che ha visto lo spopolamento del suo territorio in questi trent'anni. Un turismo montano che, fermandosi agli anni '60, ha prodotto quello che qualcuno già raccontava: gli impianti di risalita degni di questa qualifica, credo che si possano contare sulle dita di una mano (Alagna, Sestrière e pochissimi altri); mentre c'è un numero infinito di realtà deboli (non a norma) che, quotidianamente, vedono spegnersi ogni possibilità di futuro e, con esso, non solo il futuro del motore della vespa - come lo definiva il Consigliere Montabone - ma centinaia e centinaia di posti di lavoro.
Parlavo degli anni '60: siamo fermi lì. Allora ci si dimentic sarebbe meglio dire che si volle dimenticare - delle grandi risorse che quei territori offrivano sotto l'aspetto culturale, storico e soprattutto ambientale; probabilmente anche perché non erano propedeutici all'uso indiscriminato di cemento, come avvenne e come ancora avviene in qualche situazione. Oggi, altre realtà europee ci dimostrano, con una politica molto aggressiva (basta osservare quello che sta avvenendo in Francia ai nostri confini) e mirata proprio su queste risorse e su questi aspetti quanto grandi furono quegli errori.
Assessore, ho esaurito il mio bonus, ma credo che, se posso fare un'osservazione ed un'aggiunta alle sue iniziative (in buona parte riassunte in quel disegno di legge che ci apprestiamo a discutere e ad approvare), ciò che manca non sia tanto la promozione. E' stato ben detto: la promozione ormai la fanno tutti, dalle Pro Loco alle Associazioni della bocciofila, per arrivare fino alla Regione e al suo Assessorato, però è una promozione che vede un grande spreco di risorse, non solo umane, ma anche economiche, fatta di messaggi forti, che prevalgono su quelli più deboli, e che producono quel dispendio e quello spreco di cui parlavo.
Noi lo diciamo da tempo, Assessore: è necessaria una politica sull'"incoming" ed un'organizzazione, che non compare in alcun provvedimento; è questo ciò che manca. L'organizzazione, ovviamente, deve corrispondere anche allo spirito di ciò che ci stiamo apprestando a fare per altri settori; non per questo deve vedere escluso il settore del turismo - sto parlando dei Bassanini, Assessore, anche se non mi sta ascoltando, ma termino il mio tempo - ma, necessariamente, deve vedere presenti Enti come le Province. Noi non possiamo pensare di programmare pianificare e gestire tutto quanto qui, in modo accentrato, e di presentare progetti che escludono questi Enti, che invece sono gli Enti del futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, intervengo come presentatore, insieme ad altri colleghi dell'interpellanza n. 2549. Mi pare che il dibattito, per motivi diversi sia un dibattito unico. D'altronde, l'Assessore ha già fornito delle risposte ai quesiti posti nell'interpellanza.
L'interpellanza nasce soltanto dalla constatazione della notizia del non funzionamento e dell'inesistenza completa dell'Agenzia regionale del turismo. Il collega Angeleri ha fatto un ragionamento molto più ampio, ma credo anche che il contenuto della nostra interpellanza in alcune parti ci consenta di fare qualche riflessione un po' più ampia, al di là della notizia che nessuno risponde al telefono per conto dell'Agenzia regionale al turismo.
Sarò molto breve perché molte cose sono già state dette. Non posso che constatare che, per quanto riguarda questo settore, la Giunta regionale nel suo complesso, in questi quattro anni - ormai sono quattro anni - ha dimostrato un'incapacità complessiva ad affrontare le questioni turistiche ma soprattutto a dotarsi di strumenti utili per raggiungere qualche obiettivo. Ricordo perfettamente il dibattito che si fece nel 1996 sulla legge del turismo, una legge approvata da un'ampia maggioranza. Credo che il Gruppo dei Popolari fu uno dei pochissimi Gruppi che votò contro quella legge. Ricordo perfettamente che Paolo Ferraris fece rilevare come, in fondo, con la nuova legge regionale otto carrozzelle (che erano le Agenzie provinciali del turismo) venivano sostituite da un grande carrozzone. Fu questo il rilievo forte che Paolo Ferraris fece, in diversi interventi su quella legge. Abbiamo avuto ragione: nonostante l'ampio consenso che ci fu intorno a quella legge, in effetti, si è rivelata uno strumento incapace.
La questione di carattere politico e più complessiva è che la Giunta dovrebbe avere programmi ed obiettivi sulla questione del turismo. Qui c'è una continua oscillazione, vuoi per il cambiamento di Assessori, vuoi per le assenze, per cui questo settore continua ad essere sofferente, dato che dopo un Assessore ne succede un altro, che ha idee diverse. Pertanto, c'è grande discontinuità ed una certa superficialità, perché quando le questioni non vengono affrontate con attenzione, non vengono approfondite e ci si limita soltanto a dettare e propagandare qualche slogan, dicendo che il turismo è importante, senza indicare strumenti concreti di realizzazione, per forza gli slogan restano tali. Chi governa deve indicare gli strumenti per raggiungere dei risultati. Credo che in questi anni, dal Presidente Ghigo in poi, si siano soltanto dettati degli slogan ai giornali. Questo è il punto, anche perché il turismo non ha arrecato nulla dal punto di vista economico, per la crescita della nostra regione.
Credo sia noto - mi pare che il collega Riba lo abbia ricordato qualche dibattito fa - nonostante tutte le cose che sono state dette sul turismo e sugli impegni assunti, che il turismo della Regione Piemonte è uno dei settori economici di coda, soprattutto nei confronti di altre Regioni.
Siccome questo era stato e continua ad essere il motivo costantemente sollevato da parte del Presidente Ghigo in tutte le dichiarazioni riguardanti i problemi economici - si ignora l'industria (la grande industria), non si parla dell'automobile e si dice che il turismo sarà quello che produrrà occupazione - mi sembra una grande banalità ritenere che soltanto il turismo sia in grado di risollevare l'economia piemontese.
Quindi, c'è anche una valutazione errata di questo settore e i risultati ad oggi, sono negativi.
Posso ammirare la buona volontà degli Assessori che si sono succeduti ma, dal punto di vista pratico, non è successo niente, non c'è proprio niente. "Faremo le leggi, finanzieremo, 100 miliardi, 1.000 miliardi": mi sembra quasi una corsa a chi vuole finanziare di più.
Assessore, credo che la questione dell'Agenzia del turismo non solo noi la facemmo rilevare al momento dell'approvazione della legge (che fu un errore), ma constatiamo che la Giunta continua, nonostante i risultati negativi, a non avere né la forza né la voglia né la capacità politica di mettere mano alla L.R. n. 75/96. Questo è il problema.
Le questioni si affrontano soltanto quando si deve apportare una modifica, quando si riconosce un errore.
Mi pare che l'Assessore Racchelli si renda conto degli errori commessi ma non ha la forza - lei non ha la forza, Assessore - di mettere mano alla L.R. n. 75/96. Lei, infatti, dice: "L'Agenzia per il turismo così non va ecc.: bisogna modificare la L.R. n. 75/96". Ma le modifiche non si fanno con le dichiarazioni. Un Assessore parla con gli atti amministrativi e con le proposte di legge, non parla con altri fatti: questo è il fatto! Maggio 1998: è stato ricordato l'ordine del giorno approvato dalla maggioranza, che era già un modo di esprimere le questioni, anche con qualche eufemismo, ma dove in realtà si diceva che bisognava rivedere la funzione dell'Agenzia. Per cui o la si rivede modificando la legge altrimenti resta così com'è, perché la constatazione è che oggi la legge non è stata applicata.
Se l'Agenzia non funziona, pur essendo prevista per legge, vuol dire che non applicate la legge. Mi sembra di una banalità unica! Vogliamo fare qualcosa di diverso? Ben venga, ma bisogna modificare la legge. Non mi pare che lei, Assessore, e neppure il Presidente Ghigo, abbiate approvato delle proposte in Giunta per modificare la legge.
Credo dunque che si impongano alcune questioni, per evitare di discutere così inutilmente, sebbene io abbia l'opinione che molte cose non saranno modificate.
In primo luogo, il Consiglio non può che constatare che c'è stata una disapplicazione della legge regionale. L'ATR non funziona: non avete applicato la legge.
La seconda constatazione è che bisogna modificare la legge.
La terza constatazione è che se proprio questa ATR non funziona - così mi pare - e se è proprio un grande carrozzone, bisogna in qualche maniera fino a quando la legge non viene modificata, congelarla. Non credo ci siano altri ragionamenti da fare.
Posso aggiungere un ragionamento politico: se da maggio 1998, da quando si è detto "Rivediamo le funzioni", non è stato fatto nulla da parte dell'Assessore che ha la competenza - io adesso non ricordo quando l'Assessore è stato insediato, mi pare successivamente, ma da quel momento in poi non è stato fatto nulla - vuol dire che il Presidente Ghigo e l'Assessore Racchelli non hanno rispettato le indicazioni dell'aula, della sua maggioranza, non della minoranza (perché la minoranza aveva una posizione ancora più radicale).
Non ho sottomano il testo, ma nell'ordine del giorno del maggio 1998 in cui si dichiarava "non soddisfacente l'attuazione della L.R. n. 75/96 e non corretta l'interpretazione della legge da parte dei soggetti preposti" si invitava il Presidente della Giunta a riconsiderare la funzione dell'Agenzia stessa.
Quindi, partendo dalla constatazione che non è stata rispettata un'indicazione del Consiglio regionale, votata a maggioranza, significa che c'è una responsabilità politica. E' così.
In altri tempi, in tempi antichi, si sarebbe detto: "Non hai rispettato l'ordine del giorno? Lascia perdere, fa un'altra cosa, lascia perdere quel settore, dimettiti". Secondo me, questa valutazione antica ha ancora un significato, perché non ci sono giustificazioni che tengano.
Se un Assessore e un Presidente della Giunta non hanno rispettato un ordine del giorno, vuol dire che il rapporto fiduciario è mancato. Cosa dobbiamo fare quando un ordine del giorno non è rispettato? Modificare l'ordine del giorno, dicendo: "Poiché non è stato rispettato, lo cambiamo"? Non lo so! Obiettivamente, non possiamo cadere in questo paradosso! L'ordine del giorno è ancora valido, a meno che non venga modificato ma non mi pare, per le questioni che ho sentito oggi, che la maggioranza intenda modificarlo. Semmai ci sono stati elementi aggiuntivi come quelli comparsi ieri su "La Stampa", che rafforzano un giudizio negativo fortemente negativo, anche da parte della maggioranza; la minoranza almeno, la nostra minoranza - era totalmente contraria.
Per questo - e concludendo - credo che la maggioranza non possa che discutere più attentamente - è un consiglio - su un tema delicato come quello delle Agenzie. Si parla di applicazione della legge n. 112, ne vengono pensate tante: ma guardate che le Agenzie si stanno dimostrando un disastro, tutte! Questi fatti dovrebbero in qualche maniera indurre a qualche riflessione.
Qui ci troviamo nel caso più esemplare di un'Agenzia che non risponde ad alcun obiettivo e, soprattutto, è una struttura che sfugge dal controllo politico.
Probabilmente ne state progettando altre; sicuramente in Giunta ne avete progettate altre, ma il problema è questo: va per conto suo; non risponde ad alcuna logica. Alla fin fine, sono organismi che possono sicuramente risolvere qualche questione piccola, banale, di bassa cucina (l'incarico, la consulenza, il comunicatore, il direttore), come abbiamo visto in questi anni, ma - ripeto - sono questioni di bassa cucina, che non soddisfano l'obiettivo secondo il quale dovevano essere uno strumento operativo per una politica raccordata a livello regionale.
Concludo, annunciando che il nostro Gruppo sottoscriverà un ordine del giorno su questo tema, chiedendo che si metta mano ad una modifica della L.R. n. 75/96 relativamente al problema dell'Agenzia.
Contemporaneamente, non si può che prendere atto di un fallimento in questi mesi, della mancanza di impegni assunti da parte del Presidente Ghigo e dell'Assessore poi (sulla scia del lavoro fatto dal Presidente Ghigo).
Di conseguenza, a questo punto credo che non si possa che chiedere le dimissioni dell'Assessore e del Presidente Ghigo per quanto riguarda questa materia. Non mi pare che ci siano altre considerazioni da fare.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Cerchiamo di concludere il dibattito.
Ho ancora iscritti a parlare i Consiglieri Riba e Cavaliere.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, chiedo la verifica del numero legale. Non capisco perché la maggioranza debba andare a mangiare e io no.



CAVALIERE Pasquale

MORO (fuori microfono)



CAVALIERE Pasquale

E' un'ora che ho chiesto di parlare! PRESIDENTE



CAVALIERE Pasquale

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constato la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula 23 Consiglieri.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
I nostri lavori sono aggiornati alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.16)



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