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Dettaglio seduta n.34 del 23/01/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Benso e Riggio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Modifica atto di assegnazione delle deleghe assessorili


PRESIDENTE

Comunico inoltre che, con lettera pervenuta a questa Presidenza in data 22/1/1996, il Presidente della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 36 comma quinto, dello Statuto, con decreto n. 183 del 17/1/1996, ha modificato il precedente atto di assegnazione delle deleghe assessorili assumendo la delega in materia di beni ambientali che l'Assessore Botta ha rimesso in via definitiva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 74: "Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1996 degli interventi previsti da leggi regionali nonch disposizioni finanziarie per l'anno 1997" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 74, di cui al punto 5) bis all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Pichetto, che ha pertanto facoltà di intervenire.



PICHETTO FRATIN Gilberto, relatore

Grazie, Presidente. Nel fare la relazione alla legge, devo dire che molti dei punti che citerò sono stati richiamati dalla relazione dell'Assessore Gallarini, che ha affrontato sia la parte numerica che la parte prettamente politica.
La I Commissione, dopo avere esperito le consultazioni con le categorie economiche e sociali, e dopo aver acquisito i pareri delle altre sette Commissioni permanenti competenti per materia, ha esaminato ed approvato a maggioranza il disegno di legge n. 74, recante "Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1996 degli interventi previsti da leggi regionali nonché disposizioni finanziarie per l'anno 1997".
Questo disegno di legge predisposto dalla Giunta regionale integra la manovra di bilancio per l'anno finanziario 1996, destinando le disponibilità sui fondi regionali discrezionali, accantonati nel disegno di legge n. 75 "Bilancio di previsione per l'anno 1996" nei fondi globali.
Le risorse complessive per l'anno 1996 sono pari a 436 miliardi di cui 130 accantonati nel fondo globale di parte corrente, 226 in quello di conto capitale per spese di investimento e 80 miliardi nel FIP (Fondo Investimenti Piemonte).
I fondi utilizzati provengono dalla ripartizione dei seguenti capitoli inseriti nella legge di bilancio che il Consiglio regionale ha approvato nella seduta del 21 dicembre u.s.: capitolo 15910 relativo al fondo globale di spesa corrente capitolo 27160 relativo al FIP capitolo 27170 relativo al fondo globale di spesa in conto investimenti.
Va rilevato che per una corretta utilizzazione e rappresentazione degli investimenti proposti, che vanno oltre il 1996, la Giunta regionale ha indicato le quote di disponibilità 1997 correlate a detti investimenti, che sono complessivamente di 118 miliardi. Riguarda investimenti che hanno durata pluriennale, e quindi, correttamente, è stato indicato il vincolo sul bilancio 1997 di 118 miliardi. Quindi, complessivamente la manovra del disegno di legge n. 74 è di 554 miliardi, 436 relativi al 1996, 118 relativi al 1997.
Questi valori di disponibilità sono stati stanziati in diversi capitoli relativi ai settori delle tabelle di seguito descritte.
Le disponibilità correnti sono state collocate su capitoli immediatamente spendibili per 128,5 miliardi, mentre 1,5 miliardi sono stati accantonati nei fondi globali per essere attivati con il disegno di legge relativo ai distretti industriali, per i quali troveremo anche 3 miliardi nella parte degli investimenti, e con il progetto di legge relativo ai contributi alle scuole materne autonome per 1 miliardo. Quindi le disponibilità per investimenti hanno avuto questa collocazione: 235 miliardi immediatamente attivabili e 25 miliardi al fondo globale per prenotazione per leggi che prevedono spese di investimento. Sono gli allegati all'art. 10 del disegno di legge n. 75 approvato il 21 dicembre che riguardavano l'allegato 4) alla parte corrente e l'allegato 5) alla parte di investimento.
Di conseguenza, allegate al disegno di legge n. 74 ci sono due tabelle di riferimento, una riguardante la parte corrente con l'indicazione delle scelte di settore. Tra queste scelte vi sono: 2.180 milioni per i sistemi informativi; 3.220 milioni per gli enti strumentali - parliamo di spesa corrente; 16.068 milioni per turismo, sport e parchi; circa 3.000 milioni per l'agricoltura e 9.000 milioni per l'ambiente, 23.000 milioni per l'assistenza, 39.000 milioni per la cultura e l'istruzione, 21.000 milioni per trasporti e lavoro, un'integrazione al fondo per la montagna di 5.800 milioni, che è un recupero di quello del 1985 a seguito dell'approvazione della legge sulla montagna, 5.000 milioni per l'artigianato, commercio caccia e pesca.
Dall'altra parte, abbiamo la ripartizione dei 295 miliardi relativi alla parte di investimento, ove le voci più rilevanti riguardano il turismo e lo sport (28 miliardi), l'agricoltura (25 miliardi), la cultura e l'istruzione (30 miliardi), i trasporti, il lavoro e la formazione professionale (77 miliardi).
I residui 11 miliardi, risultanti dalla differenza tra le previsioni di entrata con indebitamento di 306 miliardi e il riparto a stanziamento della tabella 1/2, allegata al disegno di legge n. 74, di 295 miliardi, sono un valore iscritto al FIP ma da utilizzare solo a seguito dell'approvazione del Piano regionale di sviluppo.
Una considerazione merita il Fondo Investimenti Piemonte.
Gli 80 miliardi del FIP, inseriti nella legge di bilancio, sono stati quantificati come previsto dall'art. 11 della L.R. n. 43 del 1994 (80 delle addizionali regionali) con riferimento alle addizionali regionali che nel bilancio rigido erano di 100 miliardi.
In questa fase, per consentire l'avvio del FIP, era necessario comunque approvare le schede relative al 1995 ancora giacenti per 33,5 miliardi, e poi sono stati aggiunti 11 miliardi di una disponibilità relativa al fondo di sviluppo.
Tutto ciò ha determinato comunque una modifica della quantificazione alla legge FIP, ancorché transitoria, per poter derogare all'80% delle addizionali. Questa modifica è inserita espressamente nell'articolato di legge e permette di portare l'importo del FIP ad essere inferiore agli 80 miliardi, che è l'80% dei 100 miliardi scritti nel disegno di legge n. 75 approvato nel mese di dicembre.
Tutto questo ha visto l'impegno della Giunta in Commissione a riportare, appena approvato il Piano di sviluppo regionale, le condizioni del FIP alle previsioni originarie della legge sul Fondo Investimenti Piemonte.
Nel merito, gli stanziamenti più rilevanti del disegno di legge n. 74 sommando parte corrente ed investimenti (ricordando che sul bilancio regionale non c'è una rigida divisione, almeno per quanto riguarda la spesa la legge non vincola strettamente la parte di investimento e la parte corrente), riguardano il settore turistico - culturale - sportivo per oltre 140 miliardi, l'assistenza per oltre 40 miliardi, l'agricoltura per 28 miliardi, l'ambiente e le opere pubbliche per 34 miliardi e i settori lavoro, formazione professionale e trasporti per 100 miliardi.
A seguito di questa ripartizione, per chiarezza tabellare ho ritenuto di fare per i colleghi un'aggregazione dei dati del disegno di legge n. 75 approvato e del disegno di legge n. 74 in approvazione, chiarendo senza distinzione fra partite correnti e partite di investimento, anche con la ripartizione a grandi linee per settori del FIP; questo permette di avere un riferimento del totale.
Ad esempio, per il personale, patrimonio e finanze, lo stanziamento originario del disegno di legge n. 75 di 188 miliardi, ha trovato un incremento di 46 miliardi (che in realtà in questo caso è un po' anomalo perché era già il fondo globale) e va a 235 miliardi; l'assistenza sociale che aveva 60 miliardi nel disegno di legge n. 75 approvato, è stato incrementato di 40 miliardi e va a 100 miliardi; la cosiddetta spesa rigida del settore parchi e turismo (e qui richiamo la relazione al disegno di legge n. 75, che dava queste quantificazioni) ha un'integrazione di 45 miliardi e va a 69 miliardi; il settore trasporti ha uno stanziamento originario di 72 miliardi e trova un'integrazione di 99 miliardi per riparto di questo disegno di legge n. 74 e va a 171 miliardi; il settore cultura ed istruzione nel disegno di legge n. 75, che non aveva nessuno stanziamento specifico, con il disegno di legge n. 74 ha 69 miliardi e rimane a 69 miliardi. In sostanza, vi è un'integrazione, una spalmatura su tutti i vari settori di intervento che ci sono. Ancora per fare un esempio il fondo per la montagna, che nel disegno di legge n. 75 aveva la quota fissa di 30 miliardi stabilita con riferimento alle addizionali, trova un'aggiunta di 5,8 miliardi e va a 35,8 miliardi.
Rispetto al disegno di legge originario presentato a dicembre - voglio precisarlo - c'è stata una serie di variazioni sia per il travagliato iter algebrico-burocratico che per valutazioni ed approfondimenti politici della Giunta regionale, anche a seguito delle consultazioni; alcune variazioni dunque sono state determinate da ragioni algebriche, altre per scelta politica della Giunta.
A grandi linee, e senza pretesa di corretta valutazione di ordine d'importanza, mi pregio ricordare: l'espressa riserva relativa al FIP che transitoriamente ha uno stanziamento di 44,5 miliardi inferiore all'80% delle addizionali, di cui 33,5 miliardi utilizzabili con le schede 1995 l'incremento dello stanziamento a favore di alcuni settori culturali e politiche giovanili il trasferimento di fondi nell'ambito delle leggi su immigrazione e disoccupazione l'incremento degli interventi a favore dell'artigianato, a seguito delle consultazioni prenotazioni, come già richiamato in precedenza, per nuove leggi relative a: a) distretti industriali, 500 milioni di spesa corrente e 3 miliardi spesa di intervento b) contributi ai Comuni per scuole materne autonome, L. 1 miliardo aggiuntivo c) ristrutturazione nel campo dell'edilizia sanitaria e partecipazioni.
Concludendo questa esposizione, mi sia consentita una considerazione.
Come purtroppo si è avuto già occasione di dire nell'esame del disegno di legge n. 75, le disponibilità di finanza propria libera sono molto esigue e ciò ha come conseguenza una forte rigidità del bilancio regionale, che riduce lo spazio di discussione politica a poche decine di miliardi per la spesa corrente e limita la possibilità di indebitamento a poche centinaia di miliardi.
Prescindendo da quelle che potranno essere le nuove e future competenze e finanze delle Regioni, è fondamentale che questo Consiglio indipendentemente dalle scelte di sostanza che la maggioranza ritiene di fare, inizi un approfondimento del metodo di proposta e delle tecniche legislative, per evitare che l'aggiungersi di norme con stanziamenti prenotati sui bilanci futuri renda impotenti le future Amministrazioni ed inefficace il ruolo della Regione nell'affrontare le mutevoli esigenze della nostra società moderna.
Rammento all'assemblea che in sede di I Commissione non vi è stata presentazione di emendamenti da parte delle forze politiche e gli unici emendamenti, tutti approvati, sono venuti dall'Amministrazione.
La I Commissione ha rassegnato a maggioranza il disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Quando sono stato eletto per la prima volta nell'aprile scorso avevo una certa preoccupazione per quella che sarebbe stata la nuova Amministrazione regionale. Se già numerosi episodi in questi mesi avevano pienamente confermato che queste mie preoccupazioni erano più che legittime ora, visto l'iter e il contenuto di questo nostro provvedimento finanziario, devo dire di essere più preoccupato che mai. Preoccupato per le sorti del nostro Piemonte, naturalmente.
Mi aspettavo un provvedimento finanziario fatto di programmi, di proposte, con precisi obiettivi da raggiungere e con l'indicazione di come attuarli, un testo preciso e coordinato di politica economica, un indirizzo per lanciare la ripresa produttiva del Piemonte. Non solo non ho trovato nulla o ben poco di tutto ciò, ma mi è parso di tornare indietro nel tempo in piena I Repubblica, quando ho avuto la conferma che questo provvedimento finanziario altro non era che una semplice spartizione di fondi fra Assessorati. Una cosa che a questa Giunta doveva apparire del tutto normale, visto che veniva se non proprio ufficializzata almeno resa pubblica con un documento consegnato in Commissione che ben metteva in evidenza proprio i fondi suddivisi per Assessorati.
Con queste premesse molte cose, molti incidenti procedurali trovano non dico le loro giustificazioni, ma le loro motivazioni: superficialità approssimazione, soprattutto fretta; fretta dovuta ad essere arrivati all'ultimo momento. Certo non deve essere stato facile accontentare proprio tutti gli Assessori.
Sin dall'inizio qualcosa non ha funzionato. Questo disegno di legge porta il n. 74 ed è un provvedimento di variazione del bilancio, bilancio che però reca il n. 75, quindi si deve dedurre che si sia deciso di modificare il bilancio 1996 quando questo non esisteva ancora: preveggenza? D'accordo è stato solo un piccolo incidente nella presentazione dei disegni di legge ma anche la forma vuole la sua parte.
Qualche volta la forma diventa anche sostanza, ed era sostanza la prima tabella allegata al disegno di legge; tabella che riportava l'imputazione ai singoli capitoli di spesa delle variazioni di bilancio. E mentre il testo della legge prevedeva lo stanziamento di 436 miliardi (prelevati da tre diversi fondi), la tabella ne ripartiva qualcuno in meno. Certo, la spiegazione era che somme sostanziose sarebbero rimaste ancora appostate ai fondi e non imputate, forse erano ancora da ripartire, o meglio da spartire. Certo è stata una sorpresa trovare un Consigliere, anzi due visto che l'operazione è stata eseguita anche dal collega Ferraris, che avesse voglia di battersi con la calcolatrice tutti quei numerini. Ma così è successo e veramente certe gaffe non avrebbero dovuto accadere.
E scendiamo ora ancor più nella sostanza per analizzare un'operazione che, se proprio sul piano formale non rappresenta un'illegalità, sotto il profilo politico non può che essere definita un grave errore. Mi riferisco alla manovra sul FIP.
Con la L.R. 18/10/1993, n. 43, veniva istituito il FIP (Fondo Investimenti Piemonte). Doveva essere lo strumento finanziario direttamente finalizzato all'attuazione degli investimenti previsti dal Programma regionale di sviluppo. Serviva cioè a finanziare investimenti produttivi sia pubblici che privati, quindi investimenti che avrebbero permesso un reddito che consentiva poi la restituzione al FIP del contributo versato in un massimo di dieci anni con interessi non maggiori del tasso di inflazione (questo prevedeva la legge).
Il FIP si presenta quindi come un volano per la ripresa economica del Piemonte. Il FIP doveva avere la sua provvista tramite lo stanziamento dell'80% delle somme provenienti dal gettito delle addizionali, nonché da altre fonti.
Nel nostro bilancio troviamo fra le previsioni di entrata 100 miliardi di addizionali sul gas metano e, giustamente, fra le uscite il bilancio prevedeva gli 80 miliardi del FIP. Con questo provvedimento però il FIP verrebbe ridotto di 33,5 miliardi. Vero è che trovano un indirizzo di investimento solo 44,5 miliardi degli 80 del FIP (altro elemento che proprio non fa far bella figura alla Giunta), ma non per questo i 33,5 miliardi, oggi privi di destinazione, possono così diventare soldi spendibili in mille rivoli, come invece ci viene proposto.
Ed è scandaloso, a mio parere, il comma sesto del disegno di legge n.
74 che deroga palesemente la precedente L.R. n. 43/93.
Dunque ci opporremo a questo disegno di legge e già preannuncio il voto contrario del Gruppo consiliare Lega Nord Piemont, ma ci opporremo con spirito costruttivo presentando una serie di emendamenti, primo fra tutti quello per abrogare il succitato comma sesto dell'art. 2 e per riportare il FIP agli 80 miliardi così come doveva essere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Dopo aver approvato il disegno di legge n. 75, che sostanzialmente conteneva la parte fissa degli stanziamenti di bilancio, ci apprestiamo oggi a discutere il disegno di legge n. 74 che contiene le scelte che la Giunta ha compiuto in termini di stanziamenti discrezionali sulle scelte politiche di priorità e delle esigenze regionali.
Prima di entrare nel merito del disegno di legge n. 74, oggetto dell'odierna discussione, è doveroso ricordare quanto sia stato scarso in ogni caso il margine di manovra che la Regione ha avuto sulle proprie scelte politiche, stante la reale disponibilità di fondi discrezionali che nel nostro caso, per esempio, corrispondono a meno del 2% sul totale di bilancio.
Venendo al disegno di legge n. 74, oggetto dell'odierna discussione, è possibile, scorrendo gli stanziamenti globali tra spesa corrente ed investimenti, verificare dove sono state orientate le scelte politiche di fondo compiute dalla Giunta, in particolare mi riferisco ai settori lavoro e formazione, piccole e medie imprese, cultura, istruzione, patrimonio turismo e sport.
Credo che questa sia stata una scelta politica significativa, che manifesta il tentativo della Giunta di diversificare gli investimenti verso settori che si allontanano dall'ormai passata visione della Regione Piemonte come prettamente industriale, per concentrarsi invece sulla piccola e media impresa, sulla riqualificazione storica della nostra Regione e sulla grande opportunità turistica che il nostro territorio così variegato ci offre.
Queste scelte sono in sintonia con la volontà pubblicamente espressa di prestare particolare attenzione ai possibili mutamenti che avverranno nella nostra Regione. In una società post-industriale come la nostra si sarà sicuramente tenuto conto per esempio di che cosa potrebbe accadere se il più grande gruppo industriale torinese chiudesse. Se questa ipotesi si abbina alla continua innovazione tecnologica che il mercato richiede e alla continua ricerca della qualità, sia nella produzione che nella ricerca di nuovi prodotti, diventa fondamentale concentrare gran parte delle risorse sullo sviluppo della piccola e media impresa, non solo concepita come indotto, ma come autonoma realtà in grado di stare al passo con l'evoluzione continua del mercato.
Questo quadro dovrebbe anche indurci a riflettere sul ruolo importante che in questa fase di transizione svolgerà la formazione come strumento per riqualificare in tempi brevissimi manodopera carente della specializzazione che man mano verrà richiesta nei vari settori.
Ho ascoltato con attenzione l'intervento dell'Assessore Gallarini e ho notato che spesso parla di qualità: per esempio, quando si riferisce alla scelta, che sostanzialmente è stata fatta, di qualità di servizio, che sta alla base dello stanziamento previsto per il palazzo della Regione. Se effettivamente il Comune di Torino, come ci è stato detto, e la Provincia di Torino fossero interessati a valutare la possibilità di un centro comune cui il cittadino potrebbe rivolgersi, questo a mio avviso sarebbe un primo esempio di atteggiamenti delle istituzioni, come ricordava all'inizio il Presidente, che agevolano il contatto con il cittadino utente.
Sempre per rimanere in tema di infrastrutture, a mio avviso si dovrebbe cominciare a parlare di qualità anche nel settore dell'edilizia pubblica e in particolare dell'edilizia agevolata e sovvenzionata, finora gestita con costi altissimi, ma con un ritorno di beneficio qualitativo estremamente carente.
Bisognerà predisporre dei meccanismi, a cominciare per esempio dalla revisione dei bandi, che tengano in considerazione anche la garanzia della qualità nelle costruzioni.
L'Assessore parlava anche di tendenza da parte della popolazione piemontese a spostarsi verso la periferia; io ritengo che la tendenza sia addirittura quella di spostarsi al di fuori dalla Regione Piemonte. Questo elemento dovrebbe far riflettere, sempre nell'ambito di questa discussione sulla programmazione che si andrà a fare in questo settore (mi riferisco appunto all'edilizia pubblica), valutando l'effettiva domanda di questo tipo di edilizia.
Infine è apprezzabile il tentativo, da parte di questa Giunta, di dare corso alla programmazione nei vari settori, per dare veramente avvio al Piano regionale di sviluppo, al Piano sanitario regionale, al Piano per la rilocalizzazione dei siti per i rifiuti e quindi con un approfondimento della legge n. 59, o comunque di quant'altro necessario per passare dalla gestione dell'ordinario a scelte fondate su una linea anche politica maggiormente definita.
Questo permetterà a tutti i Gruppi di questo Consiglio di dare un apporto propositivo e sostanziale al lavoro che con queste scelte si è intrapreso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

Signor Presidente, colleghi, l'intervento del Presidente Ghigo in apertura di dibattito ha impresso qualche sussulto ad una giornata che pur essendo di grande rilievo politico ed amministrativo, riguardando l'approvazione del primo bilancio politico della Giunta di centro-destra correva però il rischio di essere avvolta nelle nebbie di un faticoso tecnicismo che in genere i complessi documenti finanziari portano con sé.
Nel giorno, quindi, del primo grande appuntamento strategico della Giunta insediata da sette mesi, il Presidente ha annunciato un suo personale stato di disagio, e lo ha fatto con una sincerità che non può non essergli riconosciuta e che sul piano umano richiama simpatia.
Non essendo, però, Enzo Ghigo un semplice cittadino ma il Presidente del Piemonte, eletto grazie ad un sistema elettorale nuovo e che lo ha chiamato a guidare una precisa maggioranza, con un programma annunciato e definito, la sua dichiarazione non può essere accolta come un semplice sfogo, dopo mesi di difficoltà che gli sono state inflitte o forse, come altri ritengono, che ha provocato. E' la dichiarazione evidente e confessata di uno stato di malessere forte, presente nella maggioranza regionale dal suo insediamento e dovuto al condizionante e crescente ruolo di Alleanza Nazionale, alle sempre più accentuate confusioni politiche o programmatiche, alla complessiva debolezza della compagine di Giunta. Sono vicende che abbiamo ripetutamente denunciato come opposizione, non pregiudizialmente, ma nel corretto rispetto del ruolo che gli elettori ci hanno assegnato: controllare l'operato della maggioranza e proporre, nella distinzione dei ruoli, contenuti e progetti in grado di chiarire le posizioni alternative e di contribuire al rafforzamento del Piemonte. Non ci meraviglia quindi la posizione assunta dal Presidente della Giunta ma a lui ricordiamo che il ruolo del centro-sinistra è stato un ruolo di opposizione forte e positiva.
Sul bilancio e sul personale abbiamo proposte alternative, su cui potremmo confrontarci e crediamo anche, senza presunzione, nettamente migliorative. Su tanti problemi, come coalizione o come singoli Gruppi abbiamo presentato proposte con la sincera e ferma convinzione non di compiere chissà quali ostruzionismi, ma di aiutare il Piemonte e la sua gente a crescere, in civiltà personale e collettiva.
Respingiamo quindi gentili rimbrotti che forse ci sono stati rivolti e che sicuramente non meritiamo e sollecitiamo il Presidente a chiarire fino in fondo il suo pensiero, ad approfondire con la franchezza che sempre lo contraddistingue, le ragioni profonde del malessere della sua Giunta. C'è l'invadenza ossessiva di una politica appariscente ed ipercomunicativa, che trasmette superficiali sensazioni, che frastorna e disinforma i cittadini che promette quanto non sarà mai possibile mantenere, che annuncia rivoluzioni che rimangono solo delineate nei titoli degli slogan, ma che in questi sette mesi non abbiamo mai avuto il piacere di vedere trasformarsi in azioni amministrative. E' sulle contraddizioni di questa politica superficiale e spettacolare, è sull'approfondimento di contenuti che non sono adeguati al Piemonte del 2000, è sul rispetto delle regole e della dignità di ciascuno che attendiamo di condurre il chiarimento.
Non accettiamo, almeno noi Popolari, non avendo avuto il tempo di confrontarmi con i colleghi del centro-sinistra, che le vicende molto serie del Piemonte vengano affrontate scimmiottando vicende politiche nazionali che hanno consistenza e rilievo diversi. Gli inciuci lasciamoli a Montecitorio. Abbiamo il diritto di sapere con chiarezza se questa è l'opinione unanimemente condivisa da tutta la maggioranza o se è in discussione la sua maggioranza, Presidente.
Che senso ha la delimitazione di diciotto mesi nella richiesta di comportamenti che obiettivamente mi paiono consociativi? Che cosa si dovrebbe fare dopo i diciotto mesi? Per quanto detto finora in aula mi pare, francamente, tutto molto confuso. Occorre dire parole molto chiare ce l'ha insegnato chi ha voluto un sistema politico bipolare e lo richiede l'elettorato.
Presidente, lei ha fatto un passo, ma ci deve chiarire tutto il cammino. Non può richiedere solo comprensione in una vicenda politica che riconosce di fatto l'esaurimento o comunque l'estrema debolezza di un'alleanza e di una politica. Le sarò grato se avrà questo rigore intellettuale e morale e non lascerà che al degrado della politica si aggiungano altri giochetti che la rendono sempre meno nobile e sempre più invisa ai cittadini. Grandi alleanze per grandi sfide sono possibili solo se sono finite le precedenti alleanze e le precedenti sfide e se aprono stagioni nuove, probabilmente anche tutte da riscrivere, come lo è giorno per giorno, la vita del nostro Paese in questi tempi.
Ciò di cui non sentiamo più francamente bisogno sono le finte l'occhiolino, il corridoio, che serviranno solo a perpetuare ad abili e spregiudicati giocolieri la propria posizione di potere. Il Paese non ne può più: cogliamo questo messaggio e rimettiamo al centro della politica le scelte concrete che determinano il futuro delle persone che ci hanno affidato la loro speranza e la loro fiducia; il disinteresse verso le posizioni di parte, la riaffermazione di grandi principi etici e democratici che sappiano restituire agli italiani un'identità non cinica e spregiudicata.
Anche in Piemonte non è impossibile che tutto ciò avvenga, ma perch accada occorre che ognuno viva con chiarezza e trasparenza il ruolo che gli è stato affidato dai cittadini. Vedremo nei prossimi giorni se tutto ciò è possibile o se sarà ancora un modesto teatrino. Non mi attarderò a riesaminare il tragico percorso che ci ha portato all'approvazione di alcune parti del bilancio 1996. Recuperata, con qualche tensione, la certezza delle cifre, emerge però la verità.
La Giunta regionale aveva deciso di spendere circa 35 miliardi in più di quanto aveva dichiarato ed autorizzato con un'apposita legge, il disegno di legge n. 75, pochi giorni prima di Natale. Il poco lodevole tentativo di scaricare sui funzionari la responsabilità non cancella purtroppo la realtà di una maggioranza disinvolta con i numeri e con gli equilibri finanziari smemorata nel rispettare gli impegni assunti e indifferente, come vedremo tra poco, verso le regole scritte. Ciò che finora è accaduto, la confusione e i pasticci con i numeri, sono sicuramente rilevanti, ma alla fine è poca cosa rispetto alla novità assoluta che ci viene oggi imposta dal centro destra piemontese. Di fronte a 35 miliardi che non si sanno recuperare correttamente, cioè tagliando le spese decise con troppa facilità, o aumentando l'indebitamento, la Giunta Ghigo ha scelto di sospendere l'unica norma di rigore finanziario che possiede il Piemonte, il FIP, e che ha il compito, se alimentato, di ridurre poco alla volta i contributi a fondo perduto e l'indebitamento, liberando nuove risorse.
Certo, occorre un polso forte, la convinzione salda di chi, con pazienza e lungimiranza, sa che dal risanamento finanziario di oggi verranno domani opportunità di investimento superiori ai sacrifici fatti: ma la Giunta Ghigo non pare avere questa tempra, è arrendevole alle tentazioni della spesa facile, al cogliere subito qualche opportunità succube di una logica politica di corto respiro, ma di forte potere.
E allora, nascondendosi dietro ad una foglia di fico, si recuperano i 35 miliardi riducendo il FIP, violando con ciò una norma di principi che si sarebbe potuto tranquillamente rispettare con tagli oculati della spesa come tra poco, peraltro, dimostreremo. Si dichiara che verrà poi tra qualche mese reintegrato, ma allora perché non farlo subito, visto che è possibile? Si dice che subito è inutile, perché non c'è il Programma regionale di sviluppo pronto, perché, in soldoni, non ci sono idee.
E qui viene fuori un'altra scomoda verità: la ipercomunicativa Giunta Ghigo non sa cosa fare. Dopo oltre sette mesi il Programma regionale di sviluppo è un ricordo, si opera senza un quadro complessivo e senza indirizzi, che pur si promettono tra un po'.
Se anche così fosse, un dato è comunque certo. Per un anno si è proceduto allo sbando, con gli antichi cabotaggi della spesa clientelare.
So che è un'impresa ardua, forse senza speranza, ma con i colleghi del centro-sinistra sentiamo il dovere di compiere l'ultimo tentativo rivolgendoci a lei, Presidente Ghigo, e a lei, Presidente Picchioni.
Questo è il primo segno dell'apertura che oggi ha fatto, perché si eviti di smarrire per strada una politica virtuosa.
Certo, quando discuteremo di modifiche dello Statuto chiederemo che questi principi vengano più nobilmente ricompresi e garantiti nella Carta dei Piemontesi, ma oggi non possiamo non richiamarvi ad un piccolo, ma significativo, atto di lungimiranza, che preservi intanto le regole, e poi le regole sagge, sottraendo questa assemblea alla logica delle piccole ritorsioni che producono grandi miopie.
Attendiamo quindi una risposta, senza però non sottolineare, ancora una volta, come non è comprensibile la modalità con cui la Giunta affronta la discussione e l'approvazione del bilancio.
Dopo non avere adottato l'esercizio provvisorio, dopo avere trasformato il disegno di legge n. 74 da finanziaria a variazioni di bilancio, dopo averne rinviato la discussione per quindici giorni, è incomprensibile come questo documento non sia diventato il documento contabile finale e completo. La finanziaria ora è legge, sappiamo cosa ci consente dall'ecotassa, alla benzina, alle tasse sui diritti universitari, cosa ci promette nell'impianto di una nuova Regione depositaria di funzioni ampie ed entro pochi mesi.
Sono compiti vasti che dovrebbero imporci una rigorosa e tempestiva definizione delle nostre attività. E invece niente di tutto ciò! Ma una manovrina, che, per burla del Consiglio, programma alcune spese per il 1997, quando non ha ancora completato, dopo due leggi, il bilancio del 1996.
E' evidente che le debolezze formali di questo bilancio sono il segno di una ben più grave debolezza strutturale, come ha sottolineato il Presidente; come emerge se entriamo, dopo un mese e mezzo di schermaglie nell'esame di merito delle scelte che ci sono state sottoposte.
Con i colleghi del centro-sinistra abbiamo provato a ricostruire i bilanci del 1995 e del 1996, considerando soltanto le voci corrispondenti a programma ed omettendo gli oneri finanziari, le spese in qualche modo vincolate come i trasporti e i vari fondi di riserva.
Sono componenti rigide che determinano però circa il 40% delle risorse libere del bilancio regionale e dalle quali purtroppo non si pu prescindere in una valutazione globale.
Ci pareva però più interessante esaminare in quel 60% residuo quali erano le scelte di indirizzo che emergevano, perché era lì che potevamo finalmente scoprire le reali volontà programmatiche del centro-destra.
Sapevamo che il 1995 era stato un anno difficile, povero di risorse anche se aveva appena recuperato l'equilibrio finanziario, ed un anno nel quale si erano introdotte significative svolte rispetto al passato, in particolare in materia ambientale, in direzione del sostegno alla ripresa occupazionale ed economica, ed un anno, infine, che comunque per la metà era stato gestito già dal centro-destra.
Nonostante ciò ci sembrava un ragionevole punto di confronto. E così è stato e le sorprese sono sbocciate numerose.
Fatto 100 il totale delle spese nel 1996, ci proponete di aumentare le spese per il funzionamento degli uffici facendole lievitare dal 34 al 35 del totale.
Nonostante un tentativo di recupero nelle ultime ore, le spese per l'occupazione e le imprese non superano il 27,7% del 1995 e si attestano al 27,5%; quelle per l'ambiente scendono fortemente dal 7,24 al 5,44%; quelle per l'assistenza e la sanità dal 16,52 al 15,75%.
Crescono solo le spese per la cultura e l'istruzione: dal 10,36 al 10,97%.
Con tutta franchezza, per una Regione che ha uno sviluppo economico più lento ed un apparato produttivo meno dinamico rispetto al nord-est, che ha con la Liguria, la percentuale di anziani più elevata d'Italia, che ha una situazione ambientale difficilissima essendo il sistema di smaltimento dei rifiuti prossimo al collasso finale, ci paiono scelte di enorme debolezza.
Il bilancio 1996 è sciatto, è sbagliato negli obiettivi e senza l'impennata di un'idea forte in relazione alle questioni cruciali del Piemonte.
Potete mandare ai mass media tutti i comunicati che volete, ma questa è la cruda realtà delle cifre.
Per correggere questa situazione proponiamo oggi una manovra correttiva, che si pone come obiettivo primario di incrementare le risorse per l'occupazione e l'economia, per i servizi alla persona e per l'ambiente. Ed il tutto in un contesto finanziario che non solo reintegra il FIP e gli 80 miliardi iniziali, ma lo porta a ben 136 miliardi, che vuol dire: fra due anni avere 26 miliardi di nuove risorse a disposizione; fra tre anni 33 miliardi; e così via a crescere e senza considerare il ritorno dei 55 miliardi impegnati nel 1995.
La manovra che proponiamo fa un passo in avanti rispetto alle indecisioni incomprensibili della Giunta ed applica la cosiddetta ecotassa nella misura obbligatoria decisa dalla finanziaria.
Con i 30 miliardi di entrate aggiuntive, ma ragionevolmente saranno sicuramente di più, è possibile trasferire i 3 miliardi dovuti alle Province, e destinare 27 miliardi ad interventi per l'ambiente, circa 5 in più di quanto proposto dalla Giunta, le risorse indicate dalle quali vengono a loro volta fatte riconfluire nel FIP per ricostituirlo.
Grazie ai 30 miliardi di nuove entrate è possibile accendere nuovi mutui per 40 miliardi che proponiamo di destinare ad interventi per la riduzione dei rifiuti, che è un'operazione preliminare per ridurre l'esigenza di inceneritori o di impianti di distruzione, di arduo impatto ambientale e sociale.
Prevediamo inoltre, e ci ritorniamo con ulteriore decisione, un incremento modestissimo dell'addizionale sul metano: un più 6% che, con i mutui attivabili, può formare una massa di 16 miliardi da destinare a politiche di bonifica dall'amianto.
Non indichiamo nelle nostre proposte il ritocco della tassa universitaria, peraltro obbligatoria, perché a destinazione vincolata e che comunque potrà innalzare l'efficacia delle politiche di diritto allo studio. Non indichiamo soprattutto l'addizionale sulla benzina che, come abbiamo più volte detto, è inutile allo stato dei comportamenti della Giunta.
Con queste correzioni, e recuperando 4 miliardi dalle riserve, possiamo disporre di ben 90 miliardi in più, e soprattutto possiamo offrire una manovra sostanzialmente completa e ben più robusta.
Se a questi 90 miliardi aggiungiamo altri 68 miliardi di risorse già esistenti, ma delle quali proponiamo una diversa allocazione, ci troviamo di fronte ad una manovra di ben 158 miliardi pari al 15% del bilancio e capace soprattutto di trasformarlo dandogli una forte caratterizzazione.
Le spese di funzionamento degli uffici, secondo le nostre proposte scendono dal 35% al 29,3%; la cultura, in attesa di reintegrare le proprie disponibilità con i fondi con il diritto allo studio, cala, ma non in modo significativo. L'assistenza e la sanità salgono dal 15,7% al 17,3 l'occupazione e l'economia salgono dal 27,5% al 29,90%; l'ambiente, per effetto di un'entrata molto mirata e tutta destinata ad essere reimpiegata in tale campo (e mai imposta di scopo fu più chiara), sale dal 5,44% al 10,48%.
Senza entrare nel dettaglio specifico di ogni intervento che proponiamo cosa che sarà fatta in sede di illustrazione degli emendamenti da parte di altri colleghi - mi sembra però opportuno riassumere, all'interno dei tre grandi settori di intervento, quali sono i progetti proposti.
Per l'economia e l'occupazione vengono destinati: 11 miliardi alle politiche per creare lavoro (nuove imprese, fondo occupazione ricollocazione e tutoraggio dell'imprenditoria femminile); 11 miliardi all'area di crisi di Ivrea (nuove imprese, innovazione tecnologica ed aree industriali); 8 miliardi all'area di crisi di Acqui Terme (nuove imprese e ristrutturazione degli alberghi). Ulteriori 4 miliardi per l'innovazione tecnologica; 6 miliardi per l'artigianato, 2 miliardi per il commercio e 10 miliardi (da utilizzare con il FIP) a sostegno delle imprese per l'applicazione del DL n. 626, come ci siamo impegnati quindici giorni fa in quest'aula.
Ai servizi alla persona vengono indirizzati: 17,5 miliardi per la politica per la famiglia (di cui il 12,5 con il FIP); 5 miliardi per incrementare le dotazioni per i presidi socio-assistenziali; 5 miliardi per gli interventi ulteriori in edilizia sanitaria; 1 miliardo e mezzo per l'edilizia scolastica e 5 miliardi per immigrati, a fronte di una vergognosa gogliardata razzista della Giunta che riduce a 500 milioni gli stanziamenti, quando la Lombardia, con un'analoga Giunta di centro-destra stanzia ben 12 miliardi.
Per le politiche ambientali, come ho già detto, ci sono 40 miliardi per la riduzioni dei rifiuti, 16 miliardi per le bonifiche dell'amianto, 8 miliardi per acquedotti e fognature, 3 miliardi per le Province e 5 miliardi per ulteriori e vari interventi in particolare nei parchi.
Accanto ai quattro progetti proposti dalla Giunta per il FIP e che ripetono quattro progetti del 1995, ne proponiamo altri otto e siamo pronti, se la Giunta li accetterà, a collaborare per la predisposizione della scheda operativa.
Ciò che ci pare rilevante è che con la nostra proposta gli investimenti crescono di 102 miliardi, tutti sul FIP. Per la prima volta il FIP diventa il 35% della politica di spesa in conto capitale della Regione. La strada di una finanza virtuosa è possibile se solo la si vuole percorrere.
Sul piano dei contenuti, la manovra che proponiamo raccoglie le indicazioni e i suggerimenti che sono emersi dalle consultazioni con le categorie economiche sindacali. Anche in questo caso, senza provocare alcuno scasso finanziario, anzi recuperando comportamenti finanziari rigorosi, per la prima volta si accolgono in modo significativo le richieste avanzate dal Piemonte; trasformarle in legge ci sembrerebbe un bel balzo in avanti in credibilità: noi ve lo proponiamo.
Una cosa non riusciremo a mantenere con la manovra che abbiamo presentato; sono le promesse che avete disseminato in tutto il Piemonte: 69 miliardi alla Getrag, come si legge sui giornali, 10 miliardi per l'amianto, 100 miliardi per l'informatica, 50 miliardi per le terme di Acqui, 10 miliardi per il museo del ciclismo, 10 miliardi per la Casa dello studente ad Alessandria, 200 miliardi per la nuova sede unica della Regione, 100 miliardi per la metropolitana di Torino - ma questa è un'eredità del passato - 31 miliardi per la ricapitalizzazione della Finpiemonte, 6,5 miliardi per la Scuola di amministrazione industriale di Cuneo e così via.
Sono già 586 miliardi, ma sono probabilmente solo la punta di un iceberg che emergerà poco alla volta.
Sono promesse dimenticate tutte nel bilancio. Ciò depone a sufficienza circa la serietà con cui sono state fatte. A dire il vero, alcune siamo riusciti ad onorarle, ma è veramente curiosa la vicenda di una maggioranza che promette e di una minoranza che mantiene.
Prima di chiudere, vorrei rapidamente fare una considerazione su un tema sul quale da troppo tempo in quest'aula non si discute e che è il punto principale relativamente all'impiego delle risorse: la sanità.
Ho letto qualche giorno fa che il Presidente Ghigo vanta miracoli.
Visto che il centro-destra ha fatto poco o nulla - anzi sta lasciando andare allo sbando le UU.SS.LL. - maturando risultati positivi, è evidente che il Presidente ha subito pensato al miracolo. Non è così, e ci soccorre Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa che ha pubblicato l'elaborazione dell'Agenzia Sanitaria Italiana su dati del Ministero della Sanità e del Tesoro: in Piemonte tra il 1993 e il 1995 il deficit delle UU.SS.LL. è sceso da 464 a 236 miliardi. Il deficit anno pro capite è di 74.000 lire il più basso del centro-nord (il sud non è comparabile per qualità dei servizi). Se oggi non si discute con preoccupazione della sanità non è quindi per caso.
E' il risultato delle leggi di riforma, dell'operato di Bianca Vetrino e di Enzo Cucco, del Consiglio che ha vagliato attentamente e delle Giunte che hanno risposto prontamente; di quei funzionari sui quali si scaricano oggi troppe volte ed ingiustamente le responsabilità: altro che lottizzazione e clientelismo. Negli ultimi tre anni la sanità piemontese è stata la meglio gestita nel nostro Paese. Vedremo se la nuova Giunta e l'Assessore alla sanità sapranno fare meglio: per ora non prendete meriti che non avete.
Concludo dicendo che la proposta che abbiamo avanzato è vasta, ed è una risposta alle osservazioni del Presidente di stamane. Mi auguro che il confronto sia senza riserve, che non ci sia soltanto alla fine il furbesco accoglimento di qualche emendamento per dimostrare una generosa disponibilità verso le minoranze; è sul disegno complessivo che occorre dare risposte, perché è su quello che si dimostrerà se le grandi sfide che si lanciano sono tali, oppure sono un attimo di una piccola politica da spettacolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Presidente e Consiglieri, noi ci siamo trovati questa mattina davanti a due bilanci: da una parte il bilancio politico di sei mesi di Giunta dall'altra la discussione sul bilancio vero e proprio che, sicuramente, è il suo più importante atto politico. Sul primo bilancio ci saranno altri interventi del mio Gruppo. Io interverrò nella discussione sul bilancio finanziario. Discussione che riprendiamo dopo un mese, poiché già un mese fa ci eravamo trovati qui a discutere il bilancio e già un mese fa come Gruppo di opposizione avevamo denunciato il metodo con cui si era giunti a questo dibattito.
Dopo un mese le nostre preoccupazioni e le denunce sono più forti, sono rafforzate. Una Giunta che ha sicuramente operato male, in modo raffazzonato con danni alla sua immagine; voleva darsi un'immagine di efficienza, invece è emerso l'opposto.
La tanto sbandierata trasparenza è il contrario di quello che ci siamo trovati, perché già il dividere il bilancio in due è stato un atto grave ma poi anche tutta la vicenda così come si è svolta con colpi di scena, con il fatto che ancora l'ultima Commissione di bilancio si è trovata di fronte ad emendamenti, dimostra, appunto, il modo poco serio, modo che rende difficile una discussione organica, in quanto le cose venivano fuori una per volta, a poco a poco, ed erano cose importanti che cambiavano lo scenario in cui ci trovavamo ad agire. Questo - ripeto - rende difficile non solo capire, ma soprattutto rende difficile un'azione di controllo che la minoranza dovrebbe portare avanti.
Teniamo conto che nel nuovo anno ci siamo trovati di fronte alla modifica delle cifre di tre grossi capitoli presentati inizialmente con la legge. Da parte nostra avevamo suggerito di prendere più tempo, di arrivare ad una fase di bilancio provvisorio, per potere poi discutere quello definitivo; si è voluto a tutti i costi fare in fretta. Comunque, i tempi si sono allungati lo stesso, all'interno di un'operazione che invece di essere più chiara è diventata un grosso pasticcio.
Come già altri hanno ribadito, penso sia stato incredibile affidare la responsabilità ai funzionari: ci troviamo di fronte ad un operato della Giunta, non ad errori dei funzionari. E' la Giunta che, con questo metodo ha agito.
Personalmente, ritengo che uno degli aspetti più gravi è la modifica delle cifre e la vicenda FIP. Gravissima per vari aspetti; innanzitutto ci è arrivata come incidente di percorso; l'8 gennaio, di fronte al fatto che le cifre non tornavano, esce dal cappello la soluzione: "Modifichiamo la legge n. 43, così i conti tornano". La legge n. 43/94, istitutiva del FIP, non è una leggina qualunque; anzi, era stata pensata come legge fondamentale della Regione Piemonte, in particolare sul problema del bilancio. Una legge che avrebbe dovuto accompagnare, ispirare e condizionare il modo con cui si stilava il bilancio.
All'ultimo momento, surrettiziamente, senza alcuna valutazione, si propone un emendamento modificativo della legge, relativamente all'entità del FIP. Chiunque legga la legge n. 43 si rende conto che la legge è un tentativo di metodo con cui stilare il bilancio, che accompagna l'elaborazione del bilancio, condizionandolo. Ebbene, l'esistenza di tale legge non è stata tenuta in minimo conto; sembra quasi che la Giunta non ne conoscesse l'esistenza. O si tratta di ignoranza - ed è grave ed intollerabile per chi governa - oppure si esprime la volontà politica di cancellare lo spirito di quella legge: introdurre elementi di programmazione, di controllo, di indirizzo della spesa. Nella fase attuale è dunque indispensabile intervenire per correggere gli errori rinvenuti.
Il bilancio proposto prevede spese a pioggia, non introduce alcun elemento rivoluzionario - così come si ipotizzava - non emergono indirizzi chiari né scelte significative: distribuisce risorse per soddisfare gli appetiti dei vari Assessori e le clientele degli stessi, in perfetta continuità con gli stili precedenti. Personalmente, non so che tipo di Repubblica stiamo vivendo, sicuramente, però, lo stile è quello di sempre.
Entrando più nel merito - tra l'altro abbiamo presentato una serie di emendamenti - ci troviamo di fronte ad un aumento della spesa regionale decisamente al di là del tasso d'inflazione registrato l'anno scorso, circa del 6%. Valutando i settori cui sono imputati tali costi, ci rendiamo conto che la maggioranza dell'incremento di spesa va al personale, alle spese della macchina regionale. Si diceva che ci si sarebbe mossi all'opposto che si intendeva snellire la macchina e renderla più operativa: il grosso dell'incremento della spesa - quasi il 50% - viene invece "mangiato" da questa voce. Si riducono le voci cosiddette "sociali", sia per quanto riguarda il settore lavoro sia per quanto riguarda più in generale l'occupazione; si riduce la spesa sanitaria. In alcuni casi siamo a riduzioni consistenti, assolute, in altri ad incrementi nettamente al di sotto dell'inflazione, quindi a riduzioni effettive di spesa.
La Regione Piemonte dimostra notevole insensibilità verso chi ha più bisogno di un intervento della Regione: i più deboli, i malati, gli anziani, gli immigrati: i più esposti, i meno tenuti in considerazione.
Abbiamo da una parte l'aumento della voce cultura e dall'altra il grosso aumento della voce relativa alla macchina regionale; aumento che ritengo in parte dovuto al progetto della Giunta rispetto al personale - su cui interverremo quando sarà all'o.d.g. - anche se più che ad una razionalizzazione del personale è una legge che tende a far sì che la macchina regionale sia maggiormente subordinata agli interessi politici di chi governa.
Per i suddetti motivi è una proposta per noi assolutamente inaccettabile; in tal senso, abbiamo presentato una serie di emendamenti al fine di correggerla e far sì che vi sia una qualificazione della spesa indirizzata in particolare verso i settori che ricordavo prima.
Infine, abbiamo prestato grande attenzione al problema ambientale ed a quello drammatico, esploso nell'ultimo periodo, dello smaltimento rifiuti.
Uno dei modi per difendere la popolazione - e coloro, all'interno della stessa, che stanno peggio - è sicuramente quello di garantirle una vita accettabile. Anche in questo caso, invece, le spese sull'ambiente sono tra quelle che subiscono il taglio più importante.
Il nostro tipo di voto dipenderà ovviamente dal dibattito e dagli interventi sulla legge stessa; se l'impianto legislativo non verrà modificato il nostro sarà un giudizio negativo, un voto contrario.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Consigliere Papandrea, il bilancio indica delle aree di intervento ben precise; indica un aumento di spesa per la cultura - scusami se è poco più spese per il turismo e per il rilancio dell'immagine del Piemonte, e più spese e più sostegno per la piccola e media impresa. Non capisco come il collega non abbia individuato queste aree di intervento rispetto al bilancio precedente.
La piccola e media impresa, oltre ad avere goduto dello stesso stanziamento in bilancio dell'anno precedente attraverso il cofinanziamento dell'Obiettivo n. 2081, avrà 60 miliardi a disposizione.
Personalmente ritengo che si tratti di interventi molto significativi ed importanti.
Riguardo al famigerato art. 43 - che avremmo modificato alla legge n.
89 - non vedo alcun dramma. Non viene rivoluzionato alcuno dei metodi di applicazione della legge n. 43, ovvero il principio di applicazione delle addizionali, ma semplicemente viene indicato che il 10% del suo ammontare anziché andare, in parte, al FIP andrà ad altre spese oggi individuate.
Personalmente, non sono d'accordo a mantenere il FIP a 80 miliardi quando in mancanza di un Piano regionale di sviluppo non si sono individuate spese - oggi - che possono già essere individuate altrove.
Perché si dovrebbero congelare quasi 35 miliardi per il FIP al buio, in attesa del Piano regionale di sviluppo? Inoltre, relativamente all'intervento del Consigliere Ferraris, vorrei far presente che non si è trattato di un anno amministrativo, ma di sei mesi! Lo ha ribadito il Presidente Ghigo: si è trattato di sei mesi di amministrazione.
Io che mi occupavo di bilancio professionalmente, riesco a capire quel certo disagio del Presidente, ma lo esorto a mantenere carattere e grande volontà di conduzione di questa Giunta. In sei mesi, i tempi tecnici per realizzare un bilancio credo siano realmente pochi per incidere in maniera definitiva ed altamente visibile non solo sul bilancio ma sullo sviluppo a breve della Regione Piemonte. E in questo mi ricollego all'intervento del Capogruppo di Forza Italia, Angelo Burzi, quando ha detto che il tempo a disposizione della Giunta per la predisposizione del bilancio è stato realmente poco.
Ciò nonostante credo che il bilancio, privilegiando le aree di intervento relative alla cultura e al turismo e sostenendo la piccola e media impresa, abbia invece dimostrato la bontà di questa Amministrazione.
Perché - mi domando - non ci preoccupiamo non tanto del bilancio politico che comunque si è mosso in queste direzioni importanti, ma di quello tecnico e di che tipo di Regione ha ereditato questa maggioranza? C'è un clima romano, non ve ne rendete conto? Riusciamo a fare duecento provvedimenti legislativi all'anno; è un clima romano.
Facendo un discorso anche sulla riorganizzazione del personale, il prof.
Terna, il prof. Bruno, che insegnano Economia e Commercio alla Scuola di amministrazione aziendale, sono seriamente preoccupati.
Perché non ci preoccupiamo di che cosa è oggi la Regione, e non ci preoccupiamo immediatamente di andare ad un certo cambiamento che la Giunta si è impegnata a fare? Concludo invitando il Presidente Ghigo a mantenere fermo il carattere e la volontà della Giunta. Anzi lo esorto a radunare attorno a sé tutta la maggioranza, tutti i Consiglieri affinché siano primi loro ad essere l'alleanza che questa maggioranza può esprimere attraverso le idee di tutti noi.
Quindi, credo che il bilancio sia da approvare come gesto simbolico, ma anche sostanziale da parte del mio Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

"Stavo meglio a casa mia, almeno là non si passa il tempo a crescere e a restringersi e ad essere messi in riga da topi e conigli! Quasi quasi era meglio se non cadevo apposta in quella tana!".
Non è il prosieguo del discorso di questa mattina di Enzo Ghigo, ma Carrol in "Alice nel Paese delle Meraviglie", anzi è quasi la stessa cosa nel senso che il Presidente stamane con molto disincanto nella presentazione del bilancio dell'Amministrazione ha voluto fare anche un bilancio della propria esperienza di questi pochi mesi.
In questo suo bilancio, dove qualcuno ha voluto interpretare il lancio delle larghe intese piemontesi, ci troviamo semmai di fronte a larghe pretese, nel senso che rispetto ad un atteggiamento amministrativo abbastanza deludente da parte di questa compagine, si aggiunge una sorta di vittimismo e anche la pretesa di voler in un certo qual modo non affrancare quell'opposizione che si giudica non costruttiva.
Molto vittimismo, quindi. Vorrei sottolineare un aspetto. Si è parlato molto in queste ultime settimane - forse meno in quest'aula, ma varrebbe la pena parlarne un po' di più - del ricorso alla Magistratura come mezzo di lotta politica.
Posso rassicurare il Presidente - per quel che chiaramente compete al sottoscritto - che le questioni sulle attività dell'Amministrazione regionale l'opposizione le porta qui dentro.
C'è stato, credo, solo un richiamo alla Magistratura, ma è stato solamente da parte del Consigliere Ghiglia, il quale ha chiesto perché la Magistratura non interviene sui suoi esposti.
Noi, Presidente Ghigo, non abbiamo presentato esposti, anche se da tante piccole cose - e non si è trattato solo di piccole cose - abbiamo potuto vedere che sui beni ambientali, sulla sanità qualcosa di interessante, di cospicuo e anche di poco chiaro è avvenuto. Ma sono quelle piccole cose di pessimo gusto che danno il segno delle grandi politiche dei grandi stili! Anche in quello si intendono e si intravedono le caratteristiche di uno stile e di una capacità di governo.
Detto questo, credo che le cose dette dal collega Ferraris meritino poche aggiunte. Vorrei però evidenziare il fatto che su delicate politiche del nostro Ente avvengono, di fatto, delle riduzioni di impegno.
Sono stati citati gli immigrati, i parchi. E' preoccupante che su temi come questi, ma soprattutto su una grande questione come quella ambientale richiamata più volte, non ci sia quell'impegno che il problema vorrebbe ci fosse.
Nei prossimi anni, anzi nel prossimo anno, avremo dei problemi più gravi di quelli odierni. Nel momento in cui non interveniamo, questo problema diventa dieci volte più grave ed aumenta anche la necessità di un impegno finanziario.
Abbiamo 10 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e rifiuti tossico nocivi industriali; ne stimiamo ufficialmente 7/8, ma in realtà sono 10 milioni, e probabilmente anche di più.
Questa è una delle vere gravi emergenze della nostra Regione. Su questo problema, Assessore Cavallera, non c'è alcun tipo di intervento, ma rimaniamo nella normale amministrazione. Ciò significherà non riuscire più a gestire il problema ed avere, tra pochi mesi, un'emergenza, come già abbiamo oggi, e come avremo maggiormente in futuro.
Come ha indicato tecnicamente in maniera molto precisa il collega Ferraris, proponiamo di prevedere la cosiddetta "ecotassa", che in questo bilancio non è stata prevista. E' una tassa che se introdotta darebbe la facoltà di utilizzare almeno il 20-30% degli introiti per il motivo per cui viene attivata, cioè per i rifiuti. E proprio la legge cita il recupero e il riutilizzo dei rifiuti.
Abbiamo questa tassa attivata con la finanziaria, di cui non è prevista l'entrata in bilancio, che permetterebbe un investimento di qualche decina di miliardi proprio su ciò che occorre, cioè sulla riduzione del rifiuto perché l'unica politica che possiamo portare avanti è quella della riduzione del rifiuto, ma su questo non mi voglio dilungare.
Dell'altro aspetto ne discuteremo nelle prossime sedute consiliari quando valuteremo le linee organizzative per il disinquinamento del nostro territorio dall'amianto, ma queste linee direttrici si poggeranno sul nulla se non finanzieremo questo tipo di intervento. A fronte di questo, si aumentano i capitoli d'immagine.
La cultura. Io non sono contrario al Grinzane Cavour, al Castello di Rivoli, al Nefertari; non sono contrario a queste cose, in quanto la cultura è anche la rappresentazione delle necessità nelle sue espressioni più alte, a volte anche più elitarie. Non sono contrario a questo tipo di politiche, ma vedo uno iato - mi viene in mente questo termine orientale tra il grande impegno culturale di queste grandi rappresentazioni, anche importanti, e la vita quotidiana della gente, dei giovani della nostra Regione. E il Presidente questa mattina ricordava emblematicamente il nefasto episodio di Chivasso, proprio per rappresentare la più cruda degenerazione degli atteggiamenti giovanili, della cultura, ma anche della morale, dei problemi che attraversano oggi i giovani.
Questa politica culturale molto d'immagine, molto basata sui grandi eventi, che ricadute ha sulle fasce giovanili, sui 5 mila giovani che erano nella discoteca che abbiamo visto chiudere alla televisione l'altra notte? Che ricadute ha sulla stragrande maggioranza delle persone? Questo credo che sia uno dei punti fondamentali. Io vedo delle ricadute in una maggiore crescita culturale della gente della nostra Regione, più attenta a certe problematiche. Questo credo che sia un punto importante.
Questi sono i rilievi generali che poniamo al bilancio, crediamo abbastanza negativo, della Giunta Ghigo, al cui Presidente dedico l'ultimo passaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie: "...e poi qui non c'è spazio per diventare più grande".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, nel registrare personalmente enormi difficoltà nella lettura delle cifre di bilancio di previsione 1996, relative a tutti i settori di competenza dell'Ente, vorrei però sottolineare le forti carenze di investimenti e di scelte politiche nel settore delicato dell'agricoltura sia di pianura che di collina e di montagna, per rimarcare l'enorme importanza di questa tematica nel contesto economico, politico, sociale ed occupazionale.
Non sono assolutamente sufficienti gli stanziamenti finanziari proposti e le integrazioni pari a circa 166 miliardi per il 1966, così come risulta dall'Assessorato competente, per far decollare l'agricoltura piemontese nell'area europea. Infatti circa 29 miliardi sono attribuibili a fondi regionali di spesa rigida; circa 136 miliardi sono fondi statali e Feoga per Regolamenti CEE; n. 2328/91 per 47 miliardi; 44 miliardi per fondi investimenti dell'ex 752/86; 41 miliardi su capitali diversi di spesa (21150, 23360, ecc.). Tanti capitoli con insufficienti stanziamenti, anche perché non tutti i previsti finanziamenti a bilancio 1996 sono certi alcuni, quelli statali, dipendono dalla regolarità di versamento dello Stato, però sono a bilancio e quindi previsti per il 1996.
Desidererei ribadire fermamente che il Piemonte, per la sua importante realtà agricola, la sua strategica ubicazione geografica rispetto all'Europa, i suoi eccellenti prodotti agricoli, alimentari e vitivinicoli di altissima qualità, deve avere una diversa considerazione dalla Giunta con una più seria ed organica programmazione. Un preciso piano di progetti per un diverso sviluppo agricolo, occupazionale e sociale.
In particolare, bisogna potenziare e promuovere precise scelte economiche verso la cooperazione, l'associazionismo nella zootecnia precisamente della pregiata razza bovina piemontese; di allevamenti alternativi caprini e ovini; del potenziamento della vitivinicoltura ponendo fine alla distruzione di importanti zone vitivinicole attraverso i nefasti contributi CEE di distruzione dei vigneti piemontesi di finissima qualità. Occorre anche incentivare e valorizzare l'agriturismo.
Da questa schematica illustrazione, balza evidente che troppo pochi sono stati i finanziamenti previsti a bilancio 1996 per un vero rilancio dell'agricoltura piemontese. Se poi si considerano doverosamente i ritardi inspiegabili nel pagamento dei gravissimi danni alluvionali alle aziende agricole, singole o associate, duramente colpite dalla tragedia alluvionale del novembre 1994 (ancora da risarcire ed è una vergogna!); il fatto che la nostra Regione è deficitaria di acqua per l'irrigazione od opere idrauliche in agricoltura, che va potenziata celermente; il necessario potenziamento della sperimentazione, dei viaggi-studio, di maggiore collaborazione tecnico-scientifica con l'Università (Facoltà di Agraria e Veterinaria), il quadro tecnico-politico si fa ancora più critico e preoccupante.
Per la montagna occorre potenziare la politica di salvaguardia dei parchi, dell'ambiente montano, dei prodotti del bosco, degli allevamenti alternativi (caprini e ovini), dell'agriturismo. Occorre che le Comunità montane piemontesi realizzino concreti Piani di sviluppo socio - economico occupazionali per dare maggiore reddito; incentivare l'artigianato, la commercializzazione di prodotti agricolo-montani.
Infine vorrei sottoporre all'attenzione della Giunta regionale la vergogna dello stato delle strade provinciali alessandrine, impercorribili perché piene di profonde buche che decretano la rabbia e la preoccupazione oltre che per l'incolumità, per le varie emergenze. Difficile e serio è anche lo stato franoso di molti Comuni alessandrini: è urgente e necessario che la Giunta e l'Assessorato competente intervengano subito e prendano i giusti provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente del Consiglio, signori Assessori, colleghi Consiglieri, finalmente possiamo dibattere in questo Consiglio il "Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1996" con gli emendamenti presentati dalla Giunta regionale. Dico finalmente perché ormai è noto a tutti il lungo e poco lusinghiero travaglio che ha accompagnato la tormentata preparazione del documento che oggi viene sottoposto al nostro esame e al dibattito consiliare.
Per capire che quando il sottoscritto parla di tormentoso travaglio nella preparazione del presente documento da parte della Giunta, non si dà un'interpretazione falsa o forzata della realtà, basta osservare le tabelle riassuntive della distribuzione tra le varie voci, sia della spesa corrente che della spesa di investimento.
A fronte di una tabella originaria approvata dalla Giunta regionale, ci troviamo davanti ad una serie di variazioni e correzioni che toccano quasi tutte le voci di ripartizione della spesa e che nella tabella riguardante la spesa di investimento, che include anche le tabelle previste dagli emendamenti ai commi quinto e sesto dell'art. 2, rasenta quasi l'incomprensibilità.
Ma tutto questo travaglio noi saremmo invece ben disposti a comprenderlo - scusate il bisticcio - se fosse indice di complesse discussioni e valutazioni in seno alla Giunta regionale circa le varie voci e settori di spesa da potenziare o da ridimensionare.
Ci sembrerebbe più che corretto, politicamente parlando, il comportamento di una Giunta che, anche dopo aver presentato una prima proposta, riprenda l'esame delle proposte di spesa per l'intero anno finanziario e che, a fronte di una serie di valutazioni politiche e magari anche di un serrato ed approfondito dibattito politico fra le varie componenti della maggioranza, pervenga ad elaborare una successiva proposta che modifichi anche di molto la proposta iniziale.
Noi come forza di opposizione potremo dissentire dalle valutazioni politiche che hanno portato la Giunta a proporre certe determinazioni di impegno di spesa e le loro variazioni ritenendole di volta in volta eccessive o insufficienti; potremo magari batterci in quest'aula, insieme ad altre forze di opposizione, per ottenere quelle argomentate modifiche che riteniamo utili e vantaggiose per le popolazioni della nostra Regione e questo è quello che noi faremo e questo è quello che sia le forze di maggioranza che di opposizione di questa democratica assemblea sono chiamate a fare.
Nell'accingermi a fare questo non posso però non manifestare il mio disappunto di fronte ai documenti di bilancio che sono stati sottoposti alla nostra attenzione; le tabelle riassuntive delle varie ripartizioni di spesa, oltre a tutta una serie di colonne di variazione alla proposta iniziale della Giunta, riportano tutta una serie di ulteriori correzioni fatte a penna sia sulle varie voci che sui relativi totali, tanto che l'impressione che si ricava dall'esame di questi documenti è che invece di una grossa e magari tormentata elaborazione politica, questi documenti siano più il frutto di un faticoso lavoro di ragioneria per la quadratura dei vari totali, per di più fatto da mani non troppo esperte. Ma tant'è! Volendo dunque giungere ad un esame particolareggiato di alcuni punti del documento finanziario che ci viene proposto voglio subito sottolineare alcune insufficienze di previsione che per il mio Gruppo risultano particolarmente gravi: 1) la mancata previsione di un impegno preciso di spesa, sia corrente che di investimento, per quanto riguarda il settore della neuropsichiatria.
Dopo che le successive modifiche di legge hanno definitivamente equiparato le malattie di tipo neuropsichiatrico a tutte le altre malattie, prevedendo conseguentemente la competenza specifica ed unica all'intervento da parte del comparto sanitario, esautorando ogni altra residua competenza quale quella delle Province, e a chiunque abbia visitato le strutture sanitarie della nostra Regione, non può non essere balzata agli occhi la complessiva insufficienza di strutture, di personale e di finanziamenti che penalizzano fortemente e quasi ovunque questo settore della sanità pubblica. Chiunque abbia potuto parlare con degli operatori del settore, dopo essersi stupito dell'abnegazione con cui il personale addetto fa fronte alle necessità nonostante le gravi carenze di strutture e di personale, non può non essere rimasto colpito dalle argomentazioni degli operatori circa l'assoluta inadeguatezza dei fondi disponibili.
Tutti gli operatori da me interpellati facevano presente come la malattia neuropsichiatrica non possa non prevedere un momento di prevenzione, di cura e di reinserimento; orbene, tutti mi sottolineavano come al momento di cura, a fronte della cronica mancanza di strutture e di personale, gli operatori stessi riescono a far fronte in qualche modo con il sacrificio e l'abnegazione personale.
Non è però possibile realizzare dei seri progetti di reinserimento peraltro obbligatori per legge, a fronte di stanziamenti che molto spesso nei singoli centri, sono insufficienti per uno o due veri progetti di reinserimento del malato sul territorio. Per questo ci sembra indispensabile un piano di ristrutturazione e di potenziamento su tutto il territorio regionale del settore di prevenzione e cura della malattia neuropsichiatrica e un adeguato rifinanziamento dei fondi previsti per i progetti di reinserimento degli stessi. Per queste finalità noi chiediamo che sia inserito nelle previsioni di spesa per il 1996 uno specifico stanziamento per il settore da quantificare in almeno 7 miliardi in più.
2) Anche per quanto riguarda la spesa di investimento per ammodernamento ospedali come prevista nella tabella relativa all'emendamento integrativo all'art. 2, comma quinto, prevista in 15 miliardi, non solo la previsione ci sembra estremamente bassa in senso assoluto e in senso relativo rispetto al bilancio 1995, ma essa risulta già ampiamente insufficiente rispetto alle proposte discusse in Commissione sanità (Valletta e Eremo di Pecetto). Chiediamo pertanto l'elevazione dello stanziamento a 20 miliardi.
3) Anche per quanto riguarda la voce assistenza, l'insieme delle disponibilità previste ci sembra insufficiente a fronteggiare le necessità reali del settore; in particolare analizzando le varie voci di spesa previste risulta l'insufficienza o l'assenza di stanziamenti specifici per i cittadini anziani sia a livello di strutture che di servizi predisposti per l'assistenza sul territorio. Risulta pertanto evidente la non sufficiente attenzione e volontà da parte della Giunta circa l'assunzione di un serio impegno per una grande politica sul versante della popolazione anziana, una politica a tutto campo che con tempestivi e lungimiranti investimenti in studi e ricerca, in strutture e in servizi, possa mettere in grado la Regione Piemonte di affrontare e risolvere in maniera positiva e costruttiva quella che se non affrontata per tempo potrebbe divenire una delle grandi emergenze del nostro Paese: il grande aumento percentuale della popolazione anziana che rappresenterà tra pochi anni più del 50 della popolazione complessiva.
Chiediamo pertanto alla Giunta regionale di prendere coscienza della gravità del problema che andiamo segnalando e conseguentemente prevedere un adeguato stanziamento per provvedere in tempo la nostra Regione sia di adeguati progetti che di adeguate strutture.
Non ci convincono d'altra parte alcuni piccoli giochetti di bilancio fatti con le cifre, come lo spostare la cifra di 2 miliardi e 230 milioni del comparto assistenza dalla previsione della spesa corrente alla previsione della spesa di investimento, né tantomeno ci convincono il relativo incremento, rispetto al bilancio 1995, di alcuni articoli di spesa corrente del comparto assistenza quali: il capitolo 11875 - finanziamento relativo al funzionamento e alle attività del Consiglio regionale del volontariato: + 3 milioni rispetto al 1995 il capitolo 11876 - spese per attività di formazione, informazione e progetti nel settore socio-assistenziale: + 100 milioni il capitolo 11890 - spese per lo sviluppo del sistema informativo socio assistenziale della Regione: + 75 milioni e così via, procedendo per altri successivi e significativi articoli di spesa, mentre tutti questi incrementi di spesa sociale vengono ampiamente annullati dal dimezzamento del contributo per i Comuni a favore delle persone handicappate previsto al capitolo 11905 (meno 3 miliardi e 400 milioni) o dall'azzeramento del contributo previsto al capitolo 12141 a favore di centri di prima accoglienza e di servizi per lavoratori extracomunitari (meno 2 miliardi e 374 milioni).
Concludendo, ritengo di poter anticipare che il voto del Gruppo Pensionati non potrà che essere negativo sulle proposte di bilancio che la Giunta ci propone, a meno che nel corso del dibattito con delle proposte concrete la Giunta e la maggioranza non diano forti segnali di maggior impegno programmatico e finanziario nelle direzioni che ho testé segnalato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, credo che in quest'aula una cosa sulla quale dovremmo essere tutti d'accordo e che dovremmo rimarcare con meno sufficienza è senz'altro l'esiguità delle somme delle quali noi andiamo a discutere. Mi preme ricordare e sottolineare, come ho già fatto la scorsa volta, che a fronte di un bilancio di 20.000 miliardi oggi noi stiamo discutendo di spese libere e cioè spese sulle quali abbiamo la facoltà di scelta limitate a 436 miliardi. Ricordo ancora che una delle azioni che noi dovremmo condurre in modo unitario - e non intendo soltanto unitariamente come Consiglio regionale del Piemonte, ma insieme a tutte le Regioni d'Italia - da rivolgere nei confronti del Governo di ieri, di oggi e di domani, è di realizzare una volta per sempre quello che è il principio ispiratore di alcuni articoli della Costituzione che delegano alle Regioni delle competenze specifiche.
Quando si parla di competenze specifiche non vuol dire solo essere delegati ad assumere impegni sulla soluzione dei problemi, ma dovrebbe comportare il trasferimento di fondi liberi alle Regioni affinché queste possano risolvere i problemi che le proprie popolazioni hanno. Credo che oggi, in quest'aula, sarebbe stato necessario dibattere su questi argomenti, oltre che su altro, ovviamente, perché se noi non riusciamo ad essere compatti ed unitari nei confronti dei Governi centrali, come altre Regioni sono già riuscite a fare, ci troveremo sempre qui a dividere quattro soldi rispetto alle esigenze della nostra Regione. Rispetto alle problematiche che riguardano nello specifico la Regione Piemonte, metto in evidenza la necessità di avere più finanziamenti.
Noi siamo stati relegati per anni a Regione marginale, rispetto ad un centralismo che faceva riferimento alla Roma capitale, al Governo centrale.
Ebbene, ritengo che in questo momento abbiamo una grossa carta da giocare perché siamo riusciti, attraverso i processi di integrazione europea, a collocarci strategicamente al centro di questa Europa per riconquistare la nostra centralità perduta negli anni passati. La centralità si riacquista non soltanto per posizioni geografiche, ma anche per impostazione e per importanza, politico-culturale, che la Regione deve avere se vuole essere Regione cardine fra il nord e il sud Europa, fra l'est e l'ovest d'Europa.
Allora, ripeto, occorrerebbe una giornata di Consiglio per verificare le azioni politiche che le nostre Regioni dovrebbero intraprendere nei confronti del Governo centrale, affinché questo tenga in considerazione la nuova realtà socio-politica.
Bisogna considerare inoltre che negli anni la vocazione della nostra Regione si è via via trasformata. Verifichiamo come da una Regione a vocazione prevalentemente industriale, con una monocultura industriale che la differenzia ancora da quella che è la vocazione della vicina Lombardia il Piemonte sta avviandosi, proprio per decremento di queste posizioni economiche, verso delle soluzioni che debbono essere necessariamente diverse. Dobbiamo riflettere su come spendere questi 436 miliardi che sono divisi in 226 miliardi per investimenti, in 130 per spese in conto capitale e in 80 miliardi per il FIP. Mi dispiace che non sia più presente il Consigliere Ferraris, perché io reputo che uno dei meriti che nella scorsa legislatura abbia avuto come Assessore alle finanze e al bilancio sia stata l'istituzione dei FIP, perché attraverso i FIP la Regione può intervenire dal punto di vista economico, andando ad aiutare quelle che sono le nostre piccole e medie imprese e nello stesso tempo può avere negli anni dei ritorni finanziari rispendibili successivamente. Lo dico con molta forza.
Così come si sono stupiti il Consigliere Ferraris e alcuni Capigruppo delle minoranze, rispetto a quel decremento sul FIP, anch'io devo dire che non ero decisamente d'accordo sull'impostazione. Va tenuto in considerazione che per i 35 miliardi circa che mancano per costituire quel fondo di 80 miliardi - quindi l'80% dei 100 miliardi che erano stati previsti per il FIP - ci sono delle garanzie politiche dichiarate che verranno inserite in questo bilancio e verranno inserite non appena si conoscerà fino in fondo quali saranno i trasferimenti provenienti dallo Stato. Al di là dell'emendamento che è stato presentato (anziché investire 80 miliardi subito investirne soltanto 33, 5 più 11), non si può non considerare che c'è la volontà politica di attuare fino in fondo quelli che erano gli obiettivi originari e le valutazioni che tutti avevamo fatto istituendo i FIP.
Un'altra considerazione. Sempre tenendo conto dell'esiguità delle nostre finanze e delle poche possibilità di spesa e di investimento attuali, dobbiamo seguire con particolare attenzione un altro tipo di intervento, già ricordato da altri, che è l'attuazione del Regolamento CEE n. 2081. L'attuazione del 2081 certo aiuta, in vari settori dell'economia italiana, gli imprenditori del nostro Piemonte. Io credo che non sia stato sufficientemente sottolineato quello che l'Assessore ha detto prima rispetto all'aumento di capitale di Finpiemonte: ci saremmo trovati, in questo momento, nell'attuazione del 2081 nello specifico, per alcuni interventi, nell'impossibilità di recuperare, da parte dei privati, le quote parte per completare l'intero finanziamento del Regolamento n. 2081.
Credo che l'aumento di capitale, che la Giunta e l'Assessore ci hanno annunciato oggi, sia una cosa estremamente positiva per poter far sì che quegli investimenti, quei quattrini che ci arrivano dall'Europa, dallo Stato italiano e che in parte sono anche nostri, possano essere spesi ed investiti fino in fondo, perché sappiamo tutti che se ciò non avvenisse non soltanto non avremmo un investimento immediato, ma probabilmente Bruxelles ci vieterebbe anche quel plafond di spesa che ci permetterebbe di investire su un prossimo Regolamento CEE. E' stato rimarcato da alcuni Capigruppo di minoranza come nello specifico non ci siano fondi sufficienti, per esempio sull'ambiente (cito dall'ultimo intervento del Consigliere Cavaliere).
Certo che non ci sono fondi sull'ambiente, ce ne sono pochissimi rispetto alle esigenze in materia, ma ancora una volta dobbiamo prendere atto che su questo tema lo Stato centrale vuole tenere la lunga mano e i trasferimenti su questi fondi, nello specifico, che sono estremamente necessari, non pervengono da Roma e sono quindi poca cosa rispetto a quello che dovremo investire.
E' stata fatta una scelta riferita a quella Regione che io reputo debba necessariamente divenire veramente una Regione d'Europa.
Ebbene, la scelta che è stata fatta, in prevalenza, è quella di attribuire fondi su alcuni settori. E quei settori che sono stati privilegiati su questo bilancio - mi sembra di poter dire ed altri lo hanno già detto - sono nello specifico: turismo, sport, parchi, cultura e piccola e media industria. Credo che si siano centrati, tenendo conto dell'esiguità delle risorse che abbiamo, quegli aspetti che veramente possono catapultare e possono far crescere questa Regione, che è centrale rispetto all'Europa.
Ebbene, credo di dover dire alcune cose anche sull'intervento che ha fatto il Presidente Ghigo questa mattina.
E' un intervento politico molto forte. E' l'intervento di un Presidente che si rende conto che in questo momento c'è la necessità di tutti di concorrere al bene del Piemonte. Lui stesso ha detto: "Propongo un patto ai partiti della maggioranza, a quelli della minoranza, ai sindacati, alle forze sociali".
Non credo che lui ritenesse di dover fare il consociativo, l'ha anche detto questa mattina, ma io credo che possa avere rilanciato, e bene ha fatto a farlo, l'esigenza di quel tavolo delle regole da più parti invocato: da parte del Consigliere Burzi in alcune occasioni e da parte del Consigliere Marengo in altre occasioni affinché ci si possa confrontare sulle cose reali e non sulle cose fittizie, come purtroppo abbiamo fatto per molte ore in Commissione discutendo del bilancio.
Mi rincresce dirlo, ma non ci siamo confrontati in Commissione sulle questioni inerenti al bilancio, ma sull'iter burocratico che il bilancio ha comportato. Ben poca cosa è il fatto che gli uffici o chi altri abbiano trasmesso, in tempi staccati, i documenti sul bilancio. Ben poca cosa è tutto questo se noi invece vogliamo fare la battaglia rispetto al fatto che ben pochi sono i fondi sui quali possiamo decidere il futuro della nostra Regione.
Chiudo questo intervento riservandomi, successivamente, di fare la dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Presidente della Giunta Ghigo ha voluto introdurre il dibattito sul bilancio preventivo 1996 con una propria relazione di carattere politico che, ancora mentre la recitava ha suscitato commenti e qualche movimento agitato da parte del Capogruppo di Alleanza Nazionale, Ghiglia. Penso che su questo suo intervento si stiano dipanando commenti e, probabilmente, si stiano costruendo le notizie di fondo sui giornali, sui mezzi di comunicazione di quanto è successo oggi.
Il Presidente Ghigo termina in queste settimane i suoi primi sei mesi di lavoro. Un bilancio anche questo che lui ha voluto fare e, in questa occasione, ha fissato le linee del bilancio 1996 aggiungendo curiosamente ci sarà pure una ragione - un traguardo alla propria azione politica: quello dei diciotto mesi.
Che mancherebbero a cosa? Perché non diciannove, non ventiquattro? Fissa un traguardo - ed è molto curioso questo fatto - per la propria azione amministrativa, fissandolo là dove un eventuale cambiamento dell'attuale maggioranza non provocherebbe la decadenza del Consiglio regionale e nuove elezioni.
E' chiaro che tutto questo non può passare inosservato, nel senso che il Presidente Ghigo è stato eletto per una legislatura e ha presentato insieme ai suoi alleati, un programma per una legislatura. Che adesso, al primo bilancio, cominci a fissare date, che sono più brevi dell'intera legislatura, non può non far dire a tutti i Gruppi che l'hanno sentito, e anche ai giornali che ascoltano i nostri lavori, che questa affermazione di certo non rende più solida la maggioranza.
Lo si è anche visto fisicamente. Poi ci si può agitare sui banchi e tacere nelle parole, per carità! Ma il fatto rimane, e questa scadenza pesa politicamente sul nostro confronto.
Nella sua relazione il Presidente Ghigo dedica una prima parte al fatto che la politica in Italia e anche qui in quest'aula non vola alto come il Presidente della Repubblica Scalfaro vorrebbe. In questo volare basso, il Presidente Ghigo si è confidato con tutti noi e si è lamentato, come farebbe un po' con suo figlio, magari, che viene trattato male, che non viene capito, che basta che ci sia una parola messa magari storta che immediatamente ci sono illazioni e via dicendo.
Caro Presidente Ghigo, ricordi, a sua consolazione, che il fastidio che lei prova, per molte critiche che le vengono fatte anche dal nostro Gruppo è pari a quello che si prova per i fatti da lei messi in opera e che tali critiche hanno provocato. E quindi sopporti queste critiche come noi sopportiamo i suoi fatti, fastidiosi per entrambi. Fanno parte di un rapporto democratico, e meno male che viviamo in una democrazia in cui queste cose si possono fare da una parte e dall'altra con fastidio.
Detto questo, il Presidente Ghigo cosa dice? Cosa annuncia? Chiede un po' di aiuto. Diciamolo pure così perché si capisca: dopo sei mesi, in cui viene tormentato, forse da dentro e da fuori, non riesce, evidentemente, a fare tutto quello che lui pensava di bene di poter fare per il Piemonte in questi sei mesi; viene in quest'aula e dice, in pratica, all'opposizione: "Ma state un po' più tranquilli, lasciatemi un po' lavorare", "Collaboriamo insieme". Cita i diciotto mesi, e questo, evidentemente, è un ammiccamento sapiente che trova delle orecchie molto, molto attente e vogliose, perch fra diciotto mesi qui si potrà fare quello che si vuole.
Allora il Presidente Ghigo dice: "Se in questi diciotto mesi l'opposizione viene a patti, la smette semplicemente di punzecchiare, di trovare i falli, ma ci sediamo attorno ad un tavolo, ognuno con le proprie proposte, e ci lascia lavorare, allora chissà che dopo diciotto mesi non possa cambiare tutto, anche perché le nostre vicende" - quello che segue è un elemento brutto, di subordinazione a fatti di politica nazionale, per l'ha citato - "dipendono anche da cosa succede a Roma.
E se a Roma D'Alema e Berlusconi si mettono d'accordo, chissà che anche da noi qualcosa non possa muoversi e qualcosa non possa succedere".
Quindi, aiuto, richiesta di aiuto, ammiccamento, con riflessi romani e proposta di un patto. Il Gruppo di Rifondazione Comunista su questo patto su questo tavolo delle regole, dice che non gli interessa proprio per niente: il tavolo delle regole e il patto ci sono già.
Noi viviamo dentro un patto e dentro delle regole che sono quelle fissate dai nostri Regolamenti, dalla Costituzione repubblicana, dalle nostre leggi, all'interno dei quali vi è un confronto politico.
Ed è qui il nocciolo della questione. Noi non veniamo a patti con la politica, e non abbiamo bisogno di nascondere le nostre differenze politiche inventando tavoli delle regole. Ma che regole e regole! Non ci dividono, caro Ghigo, né le regole né i patti, che siamo in grado di sottoscrivere mille volte, di reciproco rispetto, di battaglia politica anche se non c'è tavolo delle regole che possa eliminare le nostre differenze politiche profonde che noi continuiamo ad avere. Ci divide la politica, non il fatto se a sedere ai banchi di governo ci sia una persona o un'altra o una forza politica in astratto o un'altra forza politica in astratto. Ci interesserebbe capire se ci sono tavoli in cui sia possibile costruire un ribaltamento di alcune scelte politiche fondamentali sulle quali noi non siamo d'accordo.
Per quanto riguarda i "tavoli da ribaltare", sottolineo che voi lavorate, giorno per giorno, su alcuni progetti, in parte ereditati, ma continuate ostinatamente ad eludere i principali atti amministrativi e legislativi di competenza della Regione Piemonte; questo è un primo e profondo baratro che ci divide. Non avete fatto il Piano regionale di sviluppo, lo farete, tutti dicono che lo faranno, vediamo quando ci avverrà. Non avete il Piano territoriale e il Piano dei trasporti, non avete il Piano dei rifiuti, avevate il Piano territoriale paesistico, ma lo avete fermato e rimandato; manca un Piano socio-sanitario, manca un'idea di sviluppo del Piemonte che, a nostro parere, si fonda su un progetto di sviluppo. A vostro avviso - ed è emerso anche dagli interventi di maggioranza - su questo tema c'è uno scostamento che per noi è una differenza politica incolmabile. C'è, viceversa, da parte vostra l'intenzione di poter fare fronte a problemi del Piemonte non con questi Piani, progetti di sovietica memoria e via dicendo, di cui il Gruppo di Rifondazione Comunista ancora per ultima in occidente tende a perpetuare la validità, ma attraverso la flessibilità dei progetti. Questo è un discrimine che non si risolve sedendoci ad un tavolo delle regole, a meno che uno dei due non rinunci a questo. Noi, non siamo disponibili a rinunciare.
Quindi manca una capacità di governo secondo dei criteri che noi riteniamo fondamentali, ad esempio l'ambiente. Noi riteniamo che la qualità della vita debba essere il più grosso investimento su cui impegnare un governo regionale. Voi cosa state facendo? Lasciamo stare il fatto che riducete i soldi per i parchi e via dicendo, ma voi state per accingervi a votare un provvedimento strutturale che peggiorerà la qualità della vita dei cittadini piemontesi: eliminare dalla legge urbanistica la previsione che era contenuta, e che dotava ciascuno di noi di tanto verde, di tante scuole, di tanti spazi per lo svago, di tanti spazi per lo sport. Voi annunciate che non se ne può più, che tutti questi spazi è difficile trovarli, costano un mucchio di soldi, i costruttori non riescono a fare i loro investimenti lucrando quando chiedono e voi proponete, come futuro per il Piemonte, il taglio agli standard urbanistici della legge regionale.
Questo è un altro abisso che ci divide fortemente e contro cui noi lotteremo; viceversa voi - in questo non distinguendovi da chi vi ha preceduto - partecipate ad una sorta di pensiero unico che unisce la stragrande maggioranza delle forze politiche, vi accoccolate su alcuni progetti.
Vi accoccolate sul progetto di Alta Velocità - ne parleremo domani - vi accoccolate sul progetto di realizzare quindici chilometri di autostrada rumorosa e puzzolente che attraverserà Torino sopra la ferrovia - un vecchio progetto che va avanti - progetto che voi, in modo trionfale propagandate. Noi riteniamo che, viceversa, l'occasione offerta dalla copertura di una ferrovia, investimenti per 800 miliardi - non due lire poteva essere una scelta non portata a conseguenze aberranti (copro la ferrovia e ci faccio passare un'autostrada in Piazza Statuto che inquinerà e che spaccherà in due la città), ma poteva essere l'occasione non per dividere la città, ma per cucirla. Viceversa voi tranquillamente vi accodate su scelte che porteranno congestione, che farà costruire qualche grattacielino, così scimmiottiamo l'America in Piazza Statuto.
Su queste scelte di fondo noi svolgiamo una critica, che non è pregiudiziale; possiamo commettere i nostri errori, possono esserci errori di valutazione, errori politici, ma sono strutture di progetto radicalmente diverse per le quali noi vogliamo batterci fino in fondo.
La nostra alternativa, lo ha detto il Consigliere Papandrea, è rappresentata dalla formazione e dall'istruzione soprattutto, oltre che dall'occupazione e dall'ambiente. Non abbiamo ritrovato tali scelte, quindi il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Inizialmente gli interventi era prettamente indirizzati ad analizzare dati e cifre, poi si sono diretti verso un discorso più prettamente politico; io riprenderò il discorso sui dati e sulle cifre.
Stiamo chiaramente vivendo un periodo politico molto particolare specialmente sotto l'aspetto economico, per cui non ci dobbiamo stupire più di tanto se i bilanci non hanno quel clamore, quel ridondare di cifre che possono balzare all'onore delle cronache: sono, infatti, bilanci che devono tener conto del momento contingente.
Per quanto riguarda il settore assistenza, a cui faceva riferimento il Consigliere Rubatto, io ho riscontrato - esaminando le cifre - che tutto sommato, anche di fronte a questa innegabile difficoltà di cui abbiamo detto prima, sono previste in questo settore risorse pari a 117 miliardi con un incremento dell'8,35%, comunque superiore agli indici ISTAT. Si tratta di un incremento - rispetto all'anno 1995 - di importanza determinante; sarebbe sufficiente questo dato per dare una sostanza al provvedimento che si deve esaminare. Scendendo nei particolari, si registra un incremento dell'8,86% delle risorse destinate alle spese correnti e ad un incremento del 5,8% delle risorse per le spese di investimento. Quindi abbiamo un investimento maggiore per le spese correnti, un aumento di investimento. Il fatto che una cifra sia collocata da una parte o dall'altra è comunque sempre indicativo di un crescente finanziamento a favore dell'assistenza.
In particolare, si rileva come il fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziale da destinare ai Comuni singoli o associati (UU.SS.LL Consorzi o associazioni di Comuni) è pari a 62 miliardi, rispetto ai 60 miliardi dell'anno precedente ai quali bisogna aggiungere 2 miliardi e 600 milioni per i contributi destinati al riscaldamento (legge che ha approvato il Consiglio qualche seduta fa).
I contributi destinati ai Comuni per gli asili nido sono aumentati da 16,2 miliardi a 17 miliardi per la gestione e da L. 300 milioni ad un 1 miliardo per la costruzione e la straordinaria manutenzione.
Aumenti di una certa consistenza sono previsti per contribuire ai progetti presentati dalle Associazioni di volontariato, da 900 milioni del 1995 a 1,5 miliardi per il 1996; nonché i progetti di sviluppo delle cooperative sociali, che inseriscono al loro interno delle persone svantaggiate.
Aumento consistente da 1,5 miliardi a 3 miliardi si registra anche sui fondi da trasferire alle Province per le funzioni ex OMNI che queste gestiscono istituzionalmente, mentre si assestano sui 3,4 miliardi le risorse destinate ai Comuni singoli o associati per la realizzazione di progetti ed interventi che questi intendono realizzare a favore dei soggetti portatori di handicap (ai sensi della legge quadro nazionale n.
104).
Particolare rilievo hanno le dotazioni finanziarie destinate alle UU.SS.LL. per l'attività di vigilanza sulle strutture e sui servizi socio assistenziali su delega della Regione al fine di favorire il miglioramento della qualità della vita all'interno di tale strutture. E' previsto un aumento di risorse da 930 milioni per il 1995 a 2,5 miliardi per il 1996 quindi si tratta di una maggiorazione consistente.
E' anche assicurata un'adeguata copertura finanziaria per le altre attività delegate alle UU.SS.LL. La formazione professionale è destinata a coprire i servizi socio-assistenziali, per la quale è previsto uno stanziamento di 1 miliardo e 250 milioni.
Le risorse destinate alla costruzione dei presidi socio-assistenziali a parte il miliardo che abbiamo già visto degli asili nido - si assestano complessivamente sui 15 miliardi come per l'anno 1995, garantiscono comunque il soddisfacimento di buona parte delle richieste che pervengono dal territorio. Quindi ci siamo basati per questa cifra su quali erano le richieste che pervenivano dal territorio.
Si registra invece un aumento da 2 miliardi a 2 miliardi e 750 milioni per i contributi destinati alle opere di straordinaria manutenzione delle strutture socio-assistenziali.
Tutti gli altri capitoli di bilancio, relativi al settore assistenza registrano un incremento rispetto al 1995 che ci consentono di affermare che il settore, allo stato attuale della legislazione vigente, ha risorse sufficienti per attuare il proprio programma di attività.
Evidentemente il settore è in continua evoluzione a partire dalla legge che abbiamo attualmente all'esame in Commissione per il sostegno della famiglia e si tratterà, per il futuro, di compiere delle scelte politiche e finanziarie coraggiose che vadano a privilegiare il soddisfacimento dei bisogni assistenziali che sempre più prepotentemente emergono dal territorio per il sostegno delle fasce più deboli della popolazione piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Ho chiesto la parola, ma avrei potuto dare per esaurito il mio intervento della scorsa seduta consiliare quando discutemmo di bilancio.
Infatti avendo riletto il mio intervento di allora mi pareva che potesse essere assolutamente esaustivo.
Vorrei ringraziare il Presidente Ghigo perché nella scorsa seduta mi ero lamentato di non avere preso la parola e di non aver detto assolutamente nulla in uno dei più alti consessi che riguardano la nostra istituzione, cioè l'approvazione del bilancio.
Il modo di rapportarsi tra maggioranza e minoranza è un problema molto sentito; sono stato Sindaco per qualche tempo, e talvolta anch'io mi sono dovuto lamentare con la minoranza perché mi davano delle ripassate non sempre condivisibili e non sempre giuste. Credo però che nella libertà di ognuno vi sia il dovere primario di dire sempre con sincerità quello che si pensa, anche sbagliando e talvolta andando a toccare la suscettibilità di altre persone, naturalmente assumendosi tutte le responsabilità, anche personali, se si supera il giusto limite di essere delle persone e di non essere qualcos'altro.
Con la poca cultura che mi ritrovo alle spalle, tento di fare un intervento a braccio; infatti ho rinunciato a redigere gli interventi per iscritto perché faccio sempre molta fatica. Quando ero Sindaco avevo qualche problema in meno, perché c'era uno staff che mi aiutava; ora che sono un Consigliere regionale faccio grande fatica.
Credo che se il Presidente Ghigo - con la collaborazione della sua Giunta e dello staff di cui può dotarsi - si fosse impegnato un tantino di più nel mettere la mente a fuoco su tutti i diversi problemi che riguardano questa Regione, anziché fare solo un richiamo al modo di rapportarsi tra maggioranza e minoranza, avrebbe scoperto una serie di cose.
Ho visto la sua sorpresa a seguito dell'intervento del Consigliere Chiezzi, che lo richiamava a che cosa voleva dire la "Spina", e quindi mi sono detto: "probabilmente non conosce perfettamente tutto il Piano regolatore che riguarda il problema della 'Spina', o forse lo conosce, ma è rimasto sorpreso per il fatto che il Consigliere Chiezzi l'abbia richiamato a questo".
Il bilancio deve richiedere ad ognuno di noi il massimo dello sforzo, e nell'approfondimento si riescono a scoprire, anche senza esperienza determinate cose. Quello che deve essere acclarato alla sua Presidenza di sei mesi è una mancanza di memoria storica, quella che manca a me all'interno del ruolo regionale; ho una memoria storica all'esterno, ma non all'interno. Quindi, tutte le volte che leggo di un finanziamento relativo ad una legge, devo andare a cercare la legge per capire meglio.
Questo succede anche perché non c'è alcuno sforzo da parte della Giunta in questo senso. Quindi, invito la Giunta ed i suoi funzionari a fornire più elementi per consentire una valutazione più completa, perché ci darebbe modo di non perdere troppo tempo e ci eviterebbe di rincorrere la nostra non memoria storica; forse fra un anno ne sapremo qualcosa in più.
Ho riletto in questi giorni per più volte l'intervento di presentazione del governo Ghigo. Certo, l'ho letto con la mia ottica, ed è sempre una lettura soggettiva e mai oggettiva, ma ho individuato tre punti fondamentali del suo impianto. Il primo punto è quello dello sviluppo economico del Piemonte. Il secondo punto è quello del sostegno alla famiglia, mentre il terzo punto riguarda il risanamento, anzi la qualità della vita in termini ecologici.
Credo che l'abbia scritto lei; magari l'hanno aiutata nello scriverlo perché sarebbe troppo impegnativo scrivere tutto di proprio pugno. Proprio per le parole che sono state usate, credo che l'impegno e l'input riveli la sua caratteristica di imprenditore - anch'io sono stato imprenditore e cerco di ragionare come tale - per cui ha tentato di dare un'organizzazione di questo tipo.
Ma ho letto un'altra cosa di estremo interesse: che il tutto è basato in primo luogo su una programmazione, perché con la programmazione vi è il ritorno della trasparenza e della chiarezza. Senza programmazione non vi è né trasparenza né chiarezza, ma soltanto confusione.
Dopo l'intervento del Consigliere Chiezzi le voglio chiedere se lei ancora sottoscrive questa impostazione, oltre a quella su cui si basa l'impianto organizzativo del suo governo. La nostra funzione, la funzione del Governo che sta a Roma, la funzione dei parlamentari eletti dal popolo e la funzione di tutto l'impianto dello Stato è quella di essere soltanto ed esclusivamente al servizio dei cittadini. Il cittadino è definito anche utente, ma il cittadino è un cliente perché noi eroghiamo dei servizi e chi li riceve, che siano pagati o meno, è un cliente che va rispettato, perch come si suol dire "il cliente ha sempre ragione", per tanti torti che abbia ha sempre ragione.
Allora se i principi fondamentali del suo governo sono chiarezza e trasparenza attraverso la programmazione, accogliamo il suo invito e sempre nella distinzione dei ruoli istituzionali di maggioranza e di minoranza, presentiamo una serie di emendamenti che vanno esattamente a recepire i dettami della finanziaria.
L'Assessore Gallarini questa mattina ha detto: "A febbraio diremo come utilizzeremo i fondi che, oggi, non abbiamo preso in considerazione"; ma la finanziaria li ha presi in considerazione, non sono fondi optional come le 20 lire della benzina verde, ma sono fondi obbligatori che verranno destinati alle casse della Regione Piemonte, perché previsti nella finanziaria in termini obbligatori.
Il che vuol dire che 40/50/60 o più miliardi sono fondi che per una parte potevano già essere iscritti, e che noi, per una parte, abbiamo tentato di scrivere attraverso i nostri emendamenti.
Allora qui si vede se l'appello che lei ha fatto questa mattina va nella direzione di logiche chiare e nette, e non consociative ed obsolete recependo ciò che noi abbiamo compreso in una serie di emendamenti di alto profilo e di alta qualità, e che avrebbero potuto essere preventivamente ed eventualmente discussi.
Abbiamo tentato di avanzare qualche proposta all'interno delle Commissioni, e respingo quanto ha detto il Consigliere Montabone secondo cui in Commissione abbiamo soltanto fatto della melina, dicendo che sono le procedure. Abbiamo tentato anche di dire come si sarebbe dovuto chiudere questo bilancio, e in tal senso abbiamo anche avanzato delle proposte concrete. Non sono state recepite in Commissione, e quindi le abbiamo riformulate in aula. Nella votazione degli emendamenti vedremo quali sono le vere volontà.
Ultima battuta: mi è giunto sul tavolo un ordine del giorno che è curioso, molto curioso; un ordine del giorno che dice: "...impegna la Giunta regionale a reperire, nel corso della gestione del bilancio 1996: a), b), c), d), e), f), g)". In sostanza, si tratta di ciò che noi abbiamo proposto. Di conseguenza, il fatto che un Gruppo di maggioranza di non poco conto, come è quello di Alleanza Nazionale, presenti in questa sede questo ordine del giorno, che sta all'interno di una serie di emendamenti che noi abbiamo già presentato al Consiglio, persino sollecitando il Consiglio e la Giunta a prendere atto di una parte di non iscrizione al bilancio di fondi previsti dalla finanziaria, mi sembra quanto meno curioso.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Non essendovi altri iscritti a parlare, possiamo considerare chiusa la discussione generale.
L'Assessore Gallarini si riserva di rispondere domani mattina ovviamente gli emendamenti saranno illustrati e discussi.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 110 relativo all'ACNA di Cengio


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. della seduta odierna il documento riguardante l'ACNA di Cengio, sottoscritto da tutti i Gruppi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Il testo di tale ordine del giorno, che reca il n. 110, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte viste le conclusioni cui è pervenuta la Commissione nazionale VIA relative all'impianto Re-Sol presso l'ACNA di Cengio preso atto del lavoro della Commissione medesima nell'acquisizione delle informazioni disponibili e nella ricostruzione della tormentata vicenda ACNA rilevato che le conoscenze acquisite hanno condotto la stessa Commissione pur nella dichiarata carenza e disomogeneità delle informazioni, ad accertare la persistenza della situazione di rischio, e di ritenere conseguentemente necessario: completare la conoscenza della situazione del suolo e del sottosuolo del sito, al fine di accertarne il reale stato di contaminazione, derivante dai rifiuti ivi ammassati nel tempo e concludere lo studio sul rischio idraulico effettuare interventi di risanamento e di prevenzione, da inserirsi in un apposito piano di risanamento del sito ridurre il prelievo delle acque dal fiume Bormida e lo scarico di liquidi inquinanti organici ed inorganici dato atto che la stessa Commissione ritiene indispensabile, anche in caso di 'eventuale' realizzazione del Re-Sol, l'attivazione di bacini di riserva dei lagunaggi, stante il tempo necessario al loro svuotamento considerato che la Commissione ha inequivocabilmente ritenuto l'ACNA responsabile dell'inquinamento complessivo e ha conseguentemente previsto che la stessa debba procedere a realizzare il piano di risanamento e le azioni urgenti volte alla sicurezza del sito e del fiume dato atto che la stessa Commissione ritiene che gli interventi debbano essere autorizzati congiuntamente dalla Regione Liguria, competente amministrativamente, e dalla Regione Piemonte, su cui si riversa l'impatto ambientale ritenuto contraddittorio che in tale situazione, in mancanza di una completa conoscenza dello stato di inquinamento del sottosuolo e in assenza di un organico piano di risanamento e di un programma di interventi urgenti, possa procedersi all'attivazione dell'impianto Re-Sol, che potrebbe risultare incompatibile con le stesse azioni di risanamento ribadita la ferma opposizione manifestata da sempre dalla Regione Piemonte e dalle popolazioni interessate alla realizzazione dell'inceneritore, che introduce nella rilevata situazione di persistente rischio ambientale, non ancora conosciuto nella sua interezza, ulteriori elementi di inquinamento confermati dalle stesse preoccupate limitazioni poste dalla Commissione nazionale VIA dato atto che non risultano sufficientemente indagate le possibili alternative alla termodistruzione, in particolare la inertizzazione biologica ritenuto indispensabile che venga presentato un piano di risanamento basato sulla conoscenza reale del sottosuolo e delle caratteristiche del suo carico inquinante di milioni di tonnellate di rifiuti non ancora identificati e solo in questo contesto venga risolto anche il problema dei 300.000 metri cubi di lagunaggi chiede al Ministero dell'Ambiente che nell'esprimere il giudizio di compatibilità ambientale tragga le corrette conclusioni discendenti dagli accertamenti fin qui effettuati, e conseguentemente di: non approvare la costruzione dell'impianto Re-Sol promuovere da parte dell'ACNA un piano di bonifica complessiva del sito basato sulla reale conoscenza della situazione del sottosuolo e l'adozione di misure urgenti per la sicurezza ambientale del sito e del fiume, così come indicato dalla Commissione nazionale VIA".
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, volevo sottoporle, in quanto è di sua specifica competenza, l'eventualità di organizzare nelle settimane a venire, cosa che del resto mi è stata sollecitata da alcuni Consiglieri, un Consiglio regionale aperto nella zona per dibattere ed affrontare l'argomento in maniera più ampia e più vicina alla realtà.



PRESIDENTE

Valuteremo questa sua istanza nella prossima Conferenza dei Capigruppo.
Pongo in votazione l'ordine del giorno di cui ho dato lettura.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Esame disegno di legge n. 76: "Modifica dell'art. 13 della L.R. 23/3/1995 n. 39 'Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 76, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco, relatore

Con il disegno di legge n. 76 (presentato dalla Giunta regionale il 6/12/1995), di modifica all'art. 13 della L.R. 23/3/1995, n. 39, si vuole sostanzialmente reintrodurre la disciplina sulle nomine, incarichi e sulle incompatibilità dei dipendenti regionali prevista dalla L.R. 23/1/1989, n.
10: legge organica che stabilisce le situazioni di incompatibilità con lo status di dipendente regionale.
La L.R. n. 10/89, infatti, disciplina all'art. 1 i casi di incompatibilità con lo status di dipendente regionale; agli artt. 2 e 3 le deroghe e i limiti delle stesse; negli articoli seguenti disciplina, poi altre specifiche situazioni come ad esempio i casi di partecipazione a Commissioni di concorso, gli incarichi per collaudi, insegnamento, perizie consulenze tecniche, ecc. Quindi, una legge regionale completa nel prevedere e nel disciplinare le diverse situazioni in cui può trovarsi il dipendente della Regione Piemonte e per le quali, appunto, il legislatore regionale nel 1989 ha ritenuto di dover prevedere una specifica regolamentazione.
Con la recente L.R. n. 39/95, il legislatore regionale ha ridisciplinato, per pochi specifici casi (vedi ad esempio le lettere a) e b), comma primo, dell'art. 13), la materia sulle incompatibilità del dipendente regionale, derogando in modo implicito a quanto previsto dall'organica disciplina sulle incompatibilità dei dipendenti regionali, di cui alla legge n. 10/89.
La disciplina attualmente in vigore differenzia, poi, di fatto il dipendente regionale da tutti gli altri dipendenti pubblici per i quali la legge dello Stato prevede che si possa accedere ad incarichi esterni all'Amministrazione di appartenenza previa autorizzazione e consentendo il collocamento in congedo o in aspettativa, facoltativa ed obbligatoria a seconda dei casi.
Di qui si pone, inoltre, l'esigenza di proporre anche l'altra modifica all'art. 13 della L.R. n. 39/95 e cioè quella della soppressione delle parole "anche se in congedo o in aspettativa".
L'esito della votazione in Commissione è stato il seguente: favorevoli Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD, Patto dei Popolari; astenuti Lega PDS e Rifondazione Comunista.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato composto di un unico articolo.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 31 astensioni 19 L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 hanno risposto SI' 31 Consiglieri si sono astenuti 19 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Protezione civile

Esame ordine del giorno n. 103 relativo alla difficile situazione in cui versa il Corpo dei Vigili del Fuoco di Torino


PRESIDENTE

Propongo inoltre di iscrivere all'o.d.g. della seduta odierna l'ordine del giorno n. 103 sulla difficile situazione nella quale si trova il Corpo dei Vigili del Fuoco, sottoscritto da tutti i Gruppi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la difficile situazione nella quale si trova il Corpo dei Vigili del Fuoco, da tempo denunciata dagli stessi Vigili: carenza di organici obsolescenza degli automezzi e delle attrezzature, carenza delle attrezzature per il soccorso e di protezione dei Vigili stessi preoccupato per le conseguenze che possono derivare alla sicurezza dei cittadini da tale difficile situazione e per i rischi che ogni giorno corrono i Vigili del Fuoco si impegna ad agire nei confronti del Governo affinché si soddisfi rapidamente la necessità di restituire, attraverso interventi finanziari e legislativi, al Corpo dei Vigili del Fuoco la indispensabile condizione di efficienza e sicurezza, per poter adeguatamente svolgere il servizio antincendio e di Protezione Civile".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Commercio

Esame proposta di deliberazione n. 203: "Individuazione, ai sensi dell'art. 5 della L.R. 23/3/1995 n. 39, di associazioni, enti ed istituti idonei a designare i soggetti per la costituzione delle Commissioni consultive provinciali e regionale ex legge n. 112/91 'Norme in materia di commercio su aree pubbliche'. DM n. 248/93 'Regolamento di attuazione' e L.R. 13/2/1995, n. 17"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame della proposta di deliberazione n. 203, di cui al punto 7) bis all'o.d.g.
Tale deliberazione è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione competente.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 193: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione del piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 193, di cui al punto 7) ter all'o.d.g.
Su tale deliberazione in sede di Commissione hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei Gruppi di Forza Italia, Alleanza Nazionale CDU, Lega Nord Piemont, PDS, PPI, Patto dei Democratici; non ha partecipato al voto il rappresentante del Gruppo di Rifondazione Comunista.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri è verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 194: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione del piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Cuneo"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 194, di cui al punto 7) ter all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 195: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione del piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Asti"


PRESIDENTE

Esaminiamo inoltre la proposta di deliberazione n. 195, di cui al punto 7) ter all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 196: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione del piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nelle province di Vercelli e di Biella"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 196, di cui al punto 7) ter all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 197: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione del piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 197, di cui al punto 7) ter all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 198: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione del piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola"


PRESIDENTE

Passiamo infine all'esame della proposta di deliberazione n. 198, di cui al punto 7) ter all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.
Prima di sciogliere la seduta, ricordo al Consiglio che domani mattina alle ore 9, è previsto l'incontro con una delegazione dei lavoratori dell'Aspera.
Inoltre, comunico che l'Associazione per l'ambiente di Foglizzo ha domandato di incontrare il Presidente della Giunta e gli Assessori. Come i Consiglieri sanno, la prassi è quella di non ricevere le delegazioni durante i lavori del Consiglio; per cui abbiamo deciso di aggiornare questo incontro alle ore 14,30 di domani.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,50)



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