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Dettaglio seduta n.339 del 16/03/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, Farassino e Goglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

c) Dimissioni della Consigliera Spagnuolo dalla Commissione di indagine sui progetti INTERREG


PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza, in data 11/3/1999, ha preso atto delle dimissioni della Consigliera Spagnuolo dalla Commissione di indagine sui progetti INTERREG.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

d) Modificazione consistenza numerica Gruppo consiliare


PRESIDENTE

Comunico infine che l'Ufficio di Presidenza ha preso atto della lettera con la quale la Consigliera Bortolin ha comunicato di non far più parte dal 9/3/1999, del Gruppo consiliare Democratici di Sinistra (che passa così da 11 a 10 Consiglieri) e di aver aderito, dalla stessa data, al Gruppo Misto (che passa da 1 a 2 Consiglieri).


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 2508 del Consigliere Cavaliere inerente a: "Global Service"


PRESIDENTE

Secondo le indicazioni avute dalla Conferenza dei Capigruppo iniziamo i lavori con la risposta all'interpellanza n. 2508, presentata dal Consigliere Cavaliere e sottoscritta in seguito anche dal Consigliere Chiezzi, relativa all'appalto Global Service.
Risponde l'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

In via preventiva informo il Consiglio che il testo della risposta che leggerò è scritto. Pertanto, i Consiglieri che desiderano averne copia potranno richiederla agli uffici al termine della risposta.
In linea preliminare, si rileva una certa confusione nel testo dell'interpellanza dove vengono alternativamente richieste notizie circa i due appalti: "Censimento immobiliare" e "Sistema dei servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici e speciali" genericamente ed impropriamente definiti nell'oggetto della stessa quali Global Service".



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, scusi se la interrompo, ma dato che l'interpellanza era rivolta al Presidente della Giunta e vedendo che lei sta leggendo una relazione scritta a velocità elevata, chiedo - dato che sono firmatario anch'io - se non sia il Presidente della Giunta regionale a dover rispondere a questa interpellanza che era rivolta a lui.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta risponde o direttamente o tramite un componente della Giunta.
Assessore Burzi, dato che ha un testo scritto potremmo consegnarne copia ai Consiglieri.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Come ho detto all'inizio, i Consiglieri che desiderano avere copia della relazione potranno richiederla al termine della mia esposizione perché dispongo solo di questa, a meno che non si decida di sospendere brevemente la seduta per fotocopiarla.



PRESIDENTE

No, proseguiamo pure. La prego soltanto di leggere la relazione in modo più comprensibile, chiedendo naturalmente l'attenzione adeguata da parte del Consiglio.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

D'accordo, riprendo la lettura.
La stessa formulazione di alcuni quesiti sotto il profilo lessicale risulta di difficile comprensione. Mi riferisco, in particolare, a quelli relativi all'applicazione tecnico-giuridica di normative non soggette ad interpretazione e chiarimenti di natura diversa rispetto a quella giuridico procedurale stessa. Gran parte dei quesiti trova piena risposta nella relazione conclusiva presentata dalla Segreteria della Giunta regionale ciò nonostante si procederà a fornire ulteriore risposta, in alcuni casi giocoforza ripetitiva, distinguendo di volta in volta i due appalti oggetto di approfondimento.
Per utilità degli interlocutori leggerò di volta in volta il quesito posto dall'interpellanza e la risposta ad esso relativa.
Quesito n. 1. Per quale motivo l'Assessore competente non ha dato seguito all'impegno consiliare per un approfondimento in Commissione della problematica.
Premesso che non mi risulta essersi finora formalizzato un impegno consiliare per approfondire in Commissione la problematica relativa all'appalto che, per comodità, chiamiamo del Global Service, non ritengo di aver potuto disattendere a tale impegno.
Nel corso dell'adunanza del Consiglio dell'1/7/1997, di cui ho in allegato l'estratto del verbale di seduta, ho ribadito la mia disponibilità all'approfondimento della tematica dell'appalto in I Commissione, delegando in tal senso i Capigruppo all'organizzazione di tale sessione. Peraltro convenni, e ho convenuto, sull'opportunità che tale approfondimento avvenisse in tempi brevi.
Atteso che, pur non essendo mai venuta meno la mia totale disponibilità a fornire ogni chiarificazione si fosse ritenuta necessaria, non si è definita in sede di Capigruppo la gestione della seduta in I Commissione la stessa non ha più avuto luogo.
In proposito, posso solo ripetere ciò che venne detto nella seduta dell'1/7/1997 a seguito della seduta precedente del 10/6/1997 in cui si parlò di questo argomento, che su intervento mio dissi: "Sono ovviamente disponibile a che ciò avvenga (mi riferivo all'approfondimento); credo che la Commissione interessata sia la I per naturale collocazione delle deleghe al patrimonio. Sentirò quindi la Presidente della I Commissione e insieme ai Capigruppo organizzeremo la modalità e l'iter della riunione. Sarebbe molto utile e credo che su questo si possa convenire da parte dei richiedenti che tale approfondimento avvenisse nel corso dei prossimi giorni. Quindi, ripeto, delegherei i Capigruppo alla gestione e all'organizzazione dell'approfondimento". Su tale ipotesi convenne anche il Consigliere Cavaliere che ringraziò l'Assessore per questa disponibilità.
Quesito n. 2. Quali e quanti incarichi di ricognizione e censimento o studi similari sono stati commissionati dalle Giunte regionali negli ultimi sei anni, con quali risultati e con quali costi complessivi.
Con DGR n. 195-13624 del 4/11/1996 (allegato n. 1) è stato affidato al prof. Marco Carlo Masoero e al dott. Stefano Sivieri della Pantha Trading s.a.s. l'incarico per lo studio di fattibilità e per l'elaborazione degli atti tecnici per l'appalto di Global Service relativo ai servizi gestionali e manutentivi che hanno attinenza con i beni mobili ed immobili di pertinenza regionale e con le attività che vi si svolgono.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, se la interrompo, ma dato che non vedo in aula il Consigliere Cavaliere, che è il primo firmatario dell'interpellanza, la invito a sospendere un momento la lettura della relazione in attesa che rientri il Consigliere interpellante.
Sebbene l'audio della sala sia diffuso anche nei locali e corridoi attigui inviterei il Consigliere Cavaliere a rientrare in aula per comodità di dibattito.



(Il Consigliere Cavaliere non rientra in aula)



PRESIDENTE

Assessore, quando ritiene, riprenda l'esposizione.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

D'accordo.
Sempre in merito al quesito n. 2.
La convenzione rep. n. 7054 del 27/11/1996 (allegato n. 2), stipulata in esecuzione della predetta deliberazione, prevedeva che i professionisti dovessero anche provvedere al censimento dei beni di pertinenza regionale e dei relativi impianti nonché ad altri accertamenti ed analisi, secondo le indicazioni e le modalità specificate nell'art. 2. La spesa complessiva prevista era di L. 122 milioni, di cui L. 100 milioni per onorario e L. 22 milioni per oneri fiscali e previdenziali.
Il suddetto onorario era peraltro comprensivo della somma di L. 7 milioni, oltre oneri fiscali, dovuta al prof. Masoero per le prestazioni che egli aveva svolto in attuazione di precedente incarico conferitogli con la DGR n. 153-8060 del 16/4/1996, relativa ad una consulenza in materia di servizio energia per gli impianti di riscaldamento e di condizionamento delle sedi regionali (v. art. 9 della convenzione sopracitata).
In assolvimento dell'incarico di cui alla DGR n. 195-13624 del 4/11/1996, i professionisti hanno consegnato gli atti tecnici, consistenti in relazione finale, disciplinare di gara, avviso di gara e capitolato speciale d'appalto (allegato n. 3) per l'affidamento della gestione dei beni di proprietà o nella disponibilità della Regione (censimento beni mobili ed immobili, servizio energia, progettazione ed esecuzione degli interventi di adeguamento normativo delle strutture e degli impianti tecnologici, manutenzione edile, impiantistica e dei beni mobili, servizi di pulizia, traslochi, aree verdi, ecc.).
La rilevazione dei dati e l'effettuazione delle indagini previste dall'art. 2 della convenzione n. 7054 è stata eseguita dai professionisti solo parzialmente per le ragioni e le considerazioni esposte nella loro nota del 3/7/1997 (allegato n. 4).
La Giunta regionale, con deliberazione n. 199-21034 del 14/7/1997 (allegato n. 5), ne ha preso atto e ha quindi modificato la convenzione suddetta, incaricando i professionisti di fornire, in luogo delle prestazioni parzialmente non eseguite, l'attività di consulenza per l'esame e la soluzione delle problematiche relative alla fase d'avvio del Global Service e per la valutazione dei progetti che sarebbero stati predisposti dall'impresa aggiudicataria nel corso dell'appalto. All'attività di consulenza di cui sopra è stato, con la stessa deliberazione, attribuito il valore di L. 10 milioni oltre IVA, incluso nel corrispettivo di L. 100 milioni di cui all'incarico originario. Poiché all'appalto del Global Sevice non è stato dato corso, la suddetta consulenza non è stata prestata e il relativo onorario non è stato corrisposto.
Con DGR n. 258-21475 del 29/7/1997 (allegato n. 6), è stato poi conferito al dott. Stefano Sivieri l'incarico per la redazione degli atti tecnici occorrenti per appaltare i servizi di elaborazione dell'anagrafe dei beni di pertinenza regionale e dei progetti relativi agli interventi per il loro adeguamento alle vigenti disposizioni normative nonché di direzione dei relativi lavori. L'onorario è stato determinato in L. 25 milioni oltre IVA corrispondente ad una spesa complessiva di L. 29.750.000 i contenuti dell'incarico sono definiti nella convenzione rep. n. 8465 del 13/8/1997 (allegato n. 7), stipulata in esecuzione della richiamata deliberazione. Gli atti redatti dal dott. Sivieri, in attuazione dell'incarico, consistono nella seguente documentazione: avviso di gara disciplinare tecnico, informazioni ed istruzioni per i concorrenti e relativi allegati, capitolato speciale d'appalto (allegato n. 8).
Con determinazione n. 98 del 23/10/1997 (allegato n. 9), in parte modificativa dalla precedente n. 56 del 16/10/1997 (allegato n. 10), è stato affidato alla STI S.r.l. Ingegneria di Pinerolo l'incarico per lo studio delle soluzioni tecniche per l'adeguamento normativo dei locali sede del Museo Nazionale del Risorgimento siti nel Palazzo Carignano. L'importo della relativa spesa è di L. 75.000.000 oltre IVA e quindi di complessive L. 90.000.000. Le prestazioni da svolgere, elencate nella convenzione rep.
n. 8943 del 24/11/1997 (allegato n. 11), consistevano essenzialmente nel rilievo geometrico e descrittivo dei locali, degli impianti tecnologici e degli arredi, nella predisposizione degli elaborati da sottoporre all'esame progetto dei VV.FF., nell'individuazione degli interventi per adeguamento normativo e loro preventivazione economica. A seguito della presentazione degli elaborati tecnici redatti dalla società, è stata inoltrata al competente Comando dei Vigili del Fuoco domanda di parere di conformità sulle previste opere di adeguamento alle prescrizioni di prevenzione incendi; ad avvenuto rilascio di detto parere, sarà possibile procedere all'indizione di apposita gara per l'affidamento di incarico professionale per la progettazione esecutiva delle opere da realizzare.
Con determinazione n. 182 del 13/11/1997 (allegato n. 12) e conseguente convenzione rep. n. 9080 del 5/12/1997 (allegato n. 13), è stato conferito alla STI S.r.l. Ingegneria, relativamente al Palazzo Lascaris, un incarico professionale di contenuto identico a quello sopracitato, per una spesa di L. 70.000.000 oltre IVA, e quindi di complessive L. 84.000.000. Gli elaborati tecnici sono stati consegnati alla competente Direzione Amministrazione e Personale del Consiglio regionale, che ha provveduto ad inoltrare al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino la domanda di parere di conformità sulle opere di adeguamento alla normativa di prevenzione incendi.
Con determinazione n. 187 del 18/11/1997 (allegato n. 14) e successiva convenzione rep. n. 9079 del 5/12/1997 (allegato n. 15) è stato affidato all'arch. Silvio Novarino lo svolgimento di analoghe prestazioni per i piani terreno, primo e secondo interrati dell'immobile sito in Torino Piazza Castello n. 165, sede della Giunta regionale. L'importo dell'onorario è di L. 48.000.000 oltre IVA e la spesa complessiva, quindi di L. 57.600.000. Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino, al quale sono stati presentati gli elaborati redatti dal professionista, ha chiesto, anche a seguito dell'entrata in vigore dei DD.MM. 10/3/1998 e 4/5/1998, che gli atti venissero rielaborati in conformità ai disposti della nuova normativa, mediante una loro diversa articolazione e la loro estensione a dettagliati riferimenti alle restanti parti dell'edificio.
L'adempimento di quanto richiesto avrebbe comportato l'integrazione della convenzione stipulata con il professionista con la previsione di prestazioni aggiuntive e l'adeguamento del corrispettivo. Tuttavia, con la determinazione n. 5 del 12/1/1999 (allegato n. 16) si è disposto di non procedere a detta integrazione e di considerare assolto ed esaurito l'incarico svolto dal professionista in conformità alla normativa vigente al momento del suo espletamento, essendo le prestazioni aggiuntive da considerare ricomprese nell'appalto del "Sistema di servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici e speciali all'interno dell'Ente Regione", le cui procedure di gara erano all'epoca già avviate e il cui capitolato prevede, per la sede della Giunta regionale, la progettazione e l'esecuzione dell'adeguamento normativo del sistema impianti-involucro edilizio.
Quesito n. 3. Quali gli incarichi specifici del consulente dott.
Sivieri in ordine all'appalto per la rilevazione degli immobili.
Lo specifico incarico conferito al dott. Sivieri in ordine all'appalto per la rilevazione degli immobili è quello oggetto della convenzione rep.
n. 8465 del 13/8/1997, stipulata in esecuzione della DGR n. 258-21475 del 29/7/1997 (allegati n. 6 e n. 7, punto 2), già citate in precedenza.
Con tali atti è stato affidato al professionista il compito di redigere un capitolato di oneri, da utilizzare per l'esperimento di pubblica gara che disciplinasse i servizi di rilievo degli immobili e dei relativi impianti, delle loro caratteristiche costruttive e del loro stato di fatto di verifica della conformità dei beni alle normative vigenti; di rappresentazione grafica degli edifici; di creazione di un sistema informativo atto a costruire idoneo supporto per la gestione tecnica ed amministrativa del patrimonio; di progettazione e di direzione dei lavori di adeguamento ivi incluse le prestazioni di cui al D.lgs. n. 494/96.
Gli atti tecnici redatti dal dott. Sivieri non sono stati direttamente utilizzati per l'espletamento di una gara per l'aggiudicazione dei servizi in essi disciplinati, ma hanno rappresentato un utile strumento per gli uffici che, procedendo alla loro rielaborazione con l'esclusione dei servizi di progettazione e di direzione lavori, hanno redatto il nuovo capitolato, poi approvato con la determinazione n. 532 del 19/5/1998 ed utilizzato per l'affidamento del servizio di rilevazione del patrimonio mobiliare ed immobiliare.
Quesito n. 4. Quali le relazioni tra il dott. Sivieri e la Società STI.
In proposito nulla si conosce e si dà lettura della nota n. 295 del 25/1/1999, trasmessa dalla STI alla cortese attenzione dell'ing.
Arcidiacono: "Come da lei telefonicamente richiesto, confermo che il dott. Stefano Sivieri non è mai stato nostro socio né nostro dipendente".
Quesito n. 5. Quali le applicazioni da parte delle strutture regionali del D.lgs. 17/3/1995 n. 157 in ordine all'appalto in oggetto.
A) Procedura ristretta per l'affidamento del servizio di rilevazione del patrimonio immobiliare e mobiliare di proprietà o nella disponibilità della Regione.
Le disposizioni del D.lgs. n. 157/95 si applicano per l'aggiudicazione da parte delle Amministrazioni aggiudicatrici di cui all'art. 2 del medesimo decreto, nel cui ambito soggettivo rientra l'Ente Regione, degli appalti di servizi il cui valore di stima sia pari o superiore al controvalore in ECU di 200.000 DSP (Diritti speciali di Prelievo, unità di conto conseguente agli accordi dei negoziati multilaterali dell'Uruguay Round 1986/1994, nell'ambito del World Trade Organisation - ex GATT approvato dal Consiglio dell'Unione Europea con decisione n. 94/800/CE del 22/12/1994 e dal GPA di Marrakech del 1994). Tale decisione è stata poi trasposta nella direttiva n. 97/52 del 13/10/1997, entrata in vigore il 13/10/1998. Gli appalti pubblici di servizi sono contratti a titolo oneroso, conclusi per iscritto, tra un prestatore di servizi ed un'Amministrazione aggiudicatrice ed aventi ad oggetto la prestazione di servizi elencati negli allegati n. 1 e n. 2. Per gli appalti di servizi di cui all'allegato n. 1, nel cui ambito ricadono i servizi di cui all'appalto "censimento", si applica interamente il D.lgs. n. 157/95. Per gli appalti di servizi di cui all'allegato n. 2 invece il citato decreto si applica limitatamente ai soli artt. 8, comma terzo, 20 e 21.
B) Appalto-concorso per l'affidamento dei servizi per la gestione degli impianti tecnologici.
Nel caso di specie si è applicato il D.lgs. n. 157/95 "Attuazione della Direttiva 92/50/CEE in materia di appalti pubblici di servizi" in quanto i servizi richiesti rientrano nell'allegato n. 1 (categoria 1, 7, 11 e 12) che richiedono l'applicazione in toto del succitato D.lgs. n. 157/95 ed in conformità a quanto previsto all'art. 3, comma terzo, stesso decreto legislativo, che testualmente recita: "Gli appalti che, insieme alla prestazione di servizi, comprendono anche l'esecuzione di lavori, sono considerati appalti di servizi qualora i lavori assumano funzione accessoria rispetto ai servizi e non costituiscano l'oggetto principale dell'appalto".
Quesito n. 6. Quali le motivazioni della richiesta di rielaborazione del capitolato e del bando di gara con esclusione del servizio di progettazione e direzione lavori; se queste richieste potevano essere effettuate dall'Assessore competente senza pregiudicare le autonomie tecniche dei dirigenti incaricati.
Le ragioni della rielaborazione del capitolato e del bando di gara predisposti dal consulente circa la gara del censimento immobiliare sono derivate dalla necessità per l'Amministrazione di provvedere con ogni urgenza possibile alla messa a norma degli impianti tecnologici, secondo quanto previsto dalla vigente normativa (vedi D.lgs. n. 242/96, art. 30 dove si pone come limite temporale per la messa a norma ed in sicurezza secondo il D.lgs. n. 626/94, degli ambienti di lavoro, l'anno 1997).
Occorre altresì ricordare come sia obbligo imposto al datore di lavoro di immettere nell'ambiente lavorativo quanto di meglio la tecnologia gli consente di fare e di impegnarsi nel miglioramento consentito dall'evoluzione tecnologica; il principio della fattibilità tecnologica (C.C. n. 312 del 25/7/1996) è stato infatti ribadito ancora di recente dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 12863 del 29/12/1998 Sezione lavoro, la quale afferma che l'imprenditore "è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa" misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale del lavoratore, e tale stimolo obbliga anche il datore di lavoro pubblico ad aprirsi alle nuove acquisizioni tecnologiche, garantendo nei luoghi di lavoro sicurezza, comodità e comfort.
Pertanto, non l'Assessore, bensì il Direttore regionale, con nota n.
320 del 17/3/1998, che si allega, ha espressamente invitato i Dirigenti dei Settori preposti ad una rielaborazione del CSA, ed atti conseguenti escludendo la progettazione e D.L. che sono stati inseriti nell'appalto concorso "tecnologico", attesa anche l'unicità della progettazione e dell'esecuzione del servizio oggetto di gara. Come è noto, infatti, i due appalti sono radicalmente diversi e preme in questa sede sottolinearne, per memoria comune, le profonde diversità. A tale proposito, sono state predisposte le schede A e B esplicative dei due appalti e conseguentemente della loro diversità.
Se consentite, non do lettura di questi due allegati di carattere tecnico che specificano i contenuti radicalmente diversi dell'appalto A rispetto all'appalto B.
Quesito n. 7. Quali i motivi del differimento termini della presentazione delle offerte per l'appalto in oggetto.
"Procedura ristretta per l'affidamento del servizio censimento immobiliare".
Il differimento dei termini per la presentazione delle offerte è stato dovuto: 1) ricezione della lettera d'invito alla gara da parte dei concorrenti in periodo prossimo alla chiusura per il periodo feriale 2) plurime richieste di informazioni da parte dei concorrenti alla gara su molteplici argomenti (vedi nota n. 3244 del 4/9/1998; n. 32445 del 4/9/1998; n. 3321 dell'11/9/1998) 3) esigenza di inviare a tutti i concorrenti puntualizzazioni in merito alla creazione del data-base, necessario per consentire il funzionamento del programma che i concorrenti dovevano proporre e l'armonizzazione del medesimo con i programmi informatici SIRE e SIIS a suo tempo adottati dalla Regione Piemonte.
Il differimento dei termini di presentazione delle offerte per la gara ad appalto-concorso "sistema tecnologico" viene trattato in maniera più specifica ed esauriente con la risposta al quesito n. 15.
Sono allegate le documentazioni inviate alle ditte invitate alla gara d'appalto con tutti i quesiti che i concorrenti hanno voluto sottoporre all'Amministrazione e le risposte che l'Amministrazione a tutti i concorrenti ha inviato.
Quesito n. 8. Quali gli errori tecnici che hanno portato alla rettifica del disciplinare tecnico dell'appalto in oggetto con determina n.
933 dell'11/9/1998.
"Procedura ristretta per l'affidamento del servizio censimento immobiliare".
Il Settore tecnico preposto alla collezione degli allegati al CSA Ha segnalato che per errore di trasposizione dati la superficie da censire del Museo di Scienze Naturali era stata indicata in 60.000 mq anziché in 6.000 mq e che non doveva più essere computato il CFP di Vercelli. Ci comportava, conseguentemente, la rideterminazione della superficie complessiva da censire, la riduzione dell'importo posto a base di gara, la rettifica del modello sub. L, allegato al disciplinare tecnico, e la rideterminazione dell'importo della garanzia fideiussoria richiesta, per tale motivo, ai concorrenti.
Quesito n. 9. Quali i criteri di scelta dei membri della Commissione tecnica.
"Procedura ristretta per l'affidamento del servizio di censimento immobiliare".
1. Secondo quanto previsto dalla normativa vigente e da giurisprudenza costante, i membri della Commissione di gara devono essere esperti nelle materie oggetto di appalto ed agire in assoluta imparzialità. I soggetti prescelti, in possesso di professionalità altamente tecnica e di assoluta probità morale, garantiscono l'osservanza ed il rispetto dei principi costituzionali di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa.
Nella fattispecie, due membri ricoprono l'incarico di Direttori regionali ingegneri uno meccanico e l'altro impiantista, ed il terzo è Professore Ordinario del Politecnico di Torino, cui si allega curriculum vitae. Si tratta del prof. ing. Marco Filippi.
2. Appalto-concorso per l'affidamento del servizio impianti tecnologici.
I criteri che hanno ispirato la scelta dei componenti della Commissione tecnica sono ovviamente i medesimi. A seguito del dibattito consiliare dell'incarico affidato alla Segreteria della Giunta regionale di rilettura degli atti concorsuali e della relazione conclusiva messa a disposizione dei colleghi Consiglieri, la Giunta regionale ha invitato la Struttura competente ad integrare la Commissione tecnica con l'allargamento ad ulteriori componenti di qualificata competenza rispetto alle svariate specificità del contenuto dell'appalto nonché di supportarla con la consulenza, in fase istruttoria, di una Società di certificazione, in particolare per gli aspetti collegati al sistema dell'outsourcing. In armonia con quanto sopra indicato, sono stati individuati i seguenti professionisti che hanno confermato la loro disponibilità a collaborare.
Sono posti in allegato i curricula vitae dell'ing. Giancarlo Gonnet e del prof. ing. Roberto Pomè.
Quesito n. 10. Quali motivi per la determinazione dei punteggi per l'aggiudicazione dell'appalto in oggetto.
"Procedura ristretta per l'affidamento del servizio censimento immobili regionali".
Trattandosi di un appalto da aggiudicare "non" con il criterio del prezzo più basso, bensì con il criterio dell'offerta economica più vantaggiosa sono stati indicati nel bando di gara gli elementi tecnici ed economici delle offerte che hanno formato oggetto di valutazione. Gli stessi elementi sono ricavabili dall'art. 23, comma primo, lettera b), del D.lgs. n. 157/95, che testualmente recita: "1. Fatte salve le disposizioni legislative, regolamentari o amministrative riguardanti la remunerazione di particolari servizi, gli appalti pubblici di servizi di cui al presente decreto sono aggiudicati in base ad uno dei seguenti criteri: a) unicamente al prezzo più basso b) a favore dell'offerta economicamente più vantaggiosa, valutabile in base ad elementi diversi, variabili secondo il contratto in questione, quali, ad esempio, il merito tecnico, la qualità, le caratteristiche estetiche e funzionali, il servizio successivo alla vendita, l'assistenza tecnica, il termine di consegna o esecuzione, il prezzo".
Pertanto, il criterio di aggiudicazione prescelto comporta una combinazione del profilo tecnico e del profilo economico dell'offerta e prevede che, come da giurisprudenza prevalente, al profilo tecnico vada riservato maggior apprezzamento rispetto al profilo economico.
Quesito n. 11. Quali i criteri di aggiudicazione dell'appalto in oggetto e quali le motivazioni per l'assegnazione del massimo dei punteggi per le proposte tecniche della ditta aggiudicataria dell'appalto.
"Procedura ristretta per l'affidamento del servizio censimento immobiliare".
Per quanto attiene questo punto sono allegati tutti i verbali relativi alla gara che ha visto poi, alla fine della suddetta procedura, la valutazione di dieci o dodici offerenti con i punteggi complessivi ottenuti dagli stessi.
Quesito n. 12. Quali i motivi per cui si è proceduto all'appalto per la gestione ed innovazione tecnologica senza prima disporre del rilevamento degli immobili sui quali intervenire.
I due appalti, per loro natura, così diversi in quanto il censimento ha come obiettivi primari la conoscenza, dei beni immobili e mobili l'informatizzazione di tali conoscenze, aspetti conoscitivi peritali e di valutazione del rischio, mentre il sistema di servizi tecnologici ha come obiettivi primari la progettazione, la realizzazione e la gestione di processi innovativi, di messa a norma e manutenzione di impianti tecnologici e speciali. Tali circostanze hanno permesso l'indizione delle gare quasi coeva, consentendo, da una parte, una "forte riduzione" dei "tempi" di attuazione delle "azioni primarie di sicurezza e di messa a norma" e, dall'altra, tenendo altresì presente che la differenza di durata temporale (circa un anno contro nove), permette ai dati conoscitivi del primo di essere recepiti nella rete telematica per attività di consultazione e di aggiornamento nel tempo, man mano che il secondo procede (cfr. Relazione dott.ssa Bottero, Segretario della Giunta regionale).
Quesito n. 13. Quale la motivazione della richiesta in data 27/11/1998 di parere legale al consulente avv. Piacentini.
"Appalto-concorso per l'affidamento dei servizi per la gestione degli impianti tecnologici".
L'intervenuta "proroga dei termini" è dipesa dall'aver "riscontrato che la documentazione riportata all'allegato n. 8 - Progetto di adeguamento normativo centrali termiche - risulta incompleta in quanto in sede di composizione delle tavole sono stati inavvertitamente omessi degli elaborati progettuali, peraltro redatti recentemente da una ditta partecipante alla gara, che potrebbe orientare maggiormente le offerte delle imprese concorrenti" (vedi lettera Settore Tecnico alla Direzione Patrimonio e Tecnico del 27/11/1998). La scelta dell'Amministrazione è stata pertanto quella di mettere a disposizione tale documentazione redatta dal fornitore pro tempore - in favore di tutti i concorrenti e, in conseguenza, di prorogare i tempi per il deposito delle offerte onde far venire meno il potenziale vantaggio della ditta che già ne disponeva.
Rettamente, quindi, l'Amministrazione ha provveduto a concedere congrua proroga proprio al fine di ristabilire la par condicio fra tutti i concorrenti. La struttura responsabile del procedimento di gara, alla luce dell'art. 1 della legge n. 241/90, con particolare riguardo ai principi di economicità ed efficienza dell'azione amministrativa, apprendendo dell'incompletezza documentale messa a disposizione dei concorrenti per ragioni riconducibili alla struttura tenuta alla predisposizione degli atti in argomento, formulava il quesito di cui si dà lettura: "Sistema di servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici e speciali all'interno dell'Ente Regione.
La gara è stata indetta ai sensi dell'art. 6, comma primo, lettera c) del D.lgs. n. 157/95 - Appalto-concorso - applicando il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa (art. 23, comma primo, lettera b), D.lgs. n. 157/95). Importo presunto a base di gara L. 63 miliardi, di cui 48 miliardi a canone e 15 miliardi a misura - durata nove anni. Il bando di gara, approvato con determina dirigenziale unitamente al capitolato di gara è stato regolarmente pubblicato in data 20/7/1998 sui quotidiani, sulla Gazzetta Ufficiale, sul BUR, ecc. Nei tempi prestabiliti dal bando e cioè entro l'1/9/1998 sono pervenute n. 14 richieste di invito.
A seguito di approfondimenti, promossi anche dall'Assessore Burzi, circa la pluralità di offerte e la necessità di garantire la migliore qualità del servizio, la struttura valutava di proporre una modifica. Veniva deciso di computare a misura, anziché a corpo, la messa a norma e riqualificazione degli impianti di sollevamento senza mutare l'importo presunto posto a base di gara. Questa modifica, che peraltro non incideva in alcun modo sul bando di gara già pubblicato, né sull'effettività della concorrenza, né sulla par condicio dei concorrenti, insieme con altre modifiche di natura secondaria furono oggetto di approfondimento all'interno della struttura. Il capitolato così modificato e la lettera d'invito furono approvati con determina dirigenziale in data 2/10/1998. Il capitolato, sottoscritto dall'ideatore del progetto ing. Berti, dal Responsabile del Settore Sicurezza, ing. Arcuri e dal Direttore regionale ing. Arcidiacono, fu inviato in data 5/10/1998 per la prima ed unica volta agli undici concorrenti qualificati. I responsabili del Settore Tecnico, ing.
Turinetti, e del Settore Patrimonio, dott. Cima, sottoscrivono il medesimo capitolato in data 9/10/1998 presentando, contemporaneamente, su richiesta del Direttore regionale, una nota in cui segnalano alcune perplessità circa le modifiche apportate al CSA, pur approvandolo nel suo complesso. I termini per la presentazione delle offerte, fissati per il 15/12/1998, sono stati differiti in quanto alla fine del mese di novembre l'ing. Turinetti segnala di non aver inserito, per mera dimenticanza negli allegati al capitolato inviato alle ditte, alcuni elaborati tecnici. Con nota che si allega si è conseguentemente provveduto a differire la scadenza di presentazione delle offerte fissandola per il 18/1/1999. Entro tale termine sono pervenute cinque offerte. In data 19/1/1999 in seduta pubblica di gara si è proceduto all'esame della documentazione amministrativa inviata dai concorrenti. Tutti e cinque i concorrenti sono risultati in possesso dei requisiti prescritti dalla lettera d'invito. Le buste contenenti il progetto tecnico e l'offerta economica sono tuttora chiusi in attesa di essere trasmesse alla Commissione tecnica già all'uopo nominata. Le procedure di gara finora svolte sono state espletate nel rispetto della vigente normativa e di tutte le norme di settore".


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e ai docenti della Scuola "Santorre di Santarosa" di Torino


PRESIDENTE

Mentre l'Assessore prende un attimo di fiato, colgo l'occasione per salutare gli alunni e i docenti della Scuola "Santorre di Santarosa" di Torino in visita al Consiglio regionale.


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 2508 del Consigliere Cavaliere inerente a: "Global Service" (seguito)


PRESIDENTE

Tornando all'interpellanza n. 2508, prego l'Assessore Burzi di proseguire.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

D'accordo.
Quesiti n. 14 e n. 15.
14) Per quali motivi non si è proceduto a seguire il parere legale richiesto.
15) Per quale motivo non si è proceduto a concedere una proroga più ampia e più coerente con il sopracitato parere legale.
"Appalto-concorso affidamento servizi tecnologici".
Contrariamente a quanto affermato dal Consigliere interpellante l'Amministrazione ha condiviso appieno il parere fornito dal legale dando una proroga di ben 34 giorni, proporzionata anche al termine dilatorio previsto in prima battuta per la presentazione delle offerte (n. 71 giorni rispetto ai minimi 40 giorni, previsti dalla legge, art. 10, comma quarto D.Lgs. n. 157/95: "Nella licitazione privata e nell'appalto-concorso il termine di ricezione delle offerte, stabilito dalle Amministrazioni aggiudicatrici, non può essere inferiore a 40 giorni dalla data di spedizione della lettera d'invito"). Complessivamente, pertanto, i concorrenti hanno avuto a disposizione n. 105 giorni per la formulazione dell'offerta. Peraltro, i termini per impugnare la proroga presso il Tribunale Amministrativo Regionale sono scaduti. Si allega la lettera all'ing. Arcidiacono e ai Dirigenti di Settore, Ferreri e Bertolini, con la risposta dello Studio Legale Brosio, Casati ed associati, in associazione con Allen Overy, sul tema specifico della proroga.
Quesito n. 16. Se il Presidente della Giunta regionale era a conoscenza del parere diverso di alcuni dirigenti della struttura in ordine al capitolato in oggetto e alle sue modifiche.
Non so se il Presidente Ghigo fosse a conoscenza dell'esistenza di quello che viene definito nell'interpellanza un "parere diverso di alcuni dirigenti della struttura in ordine al capitolato d'appalto" in questione ma che ritengo invece essere l'espressione di un rapporto dialettico tra dirigenti incaricati di svolgere il proprio lavoro.
In altre parole, ritenendo che l'episodio rientrasse nella totale competenza della Direzione, trattandosi di una fase del procedimento di formazione del capitolato e del bando di gara, pur caratterizzato dalla compresenza di opinioni diverse, ma dialetticamente confluenti in un risultato unitario, che poi venne formulato nella sottoscrizione da parte di tutti del capitolato speciale d'appalto, non ricordo se il Presidente ne fosse venuto o meno a conoscenza e comunque certamente non in via formale per i motivi di assenza di merito e di competenza non appena citati.
Quesito n. 17. Quali gli adempimenti tecnici in rispetto al contratto deve realizzare la società che attualmente gestisce per il nostro Ente il servizio di riscaldamento degli immobili.
Gli adempimenti tecnici da realizzare dalla Società Petrol Company, che attualmente gestisce per il nostro Ente il servizio di riscaldamento degli immobili, consistevano per l'anno 1997/1998 in: servizio energia e manutenzione ordinaria degli impianti di riscaldamento, condizionamento, aspirazione ed umidificazione negli edifici di competenza dell'Amministrazione regionale ed assunzione del ruolo di "terzo responsabile" redazione di una relazione sullo stato di fatto di ciascun impianto per evidenziare eventuali inadempienze normative o mancanza di autorizzazioni o nulla osta, anche mediante ricerca presso gli uffici ed Enti competenti. Nel caso di conformità degli impianti alle normative vigenti doveva essere rilasciata, a firma di tecnico abilitato, apposita certificazione attestante quanto sopra, corredata di tutte le autorizzazioni e nulla osta necessari. Nel caso di riscontrate difformità dovevano essere predisposte le progettazioni di adeguamento normativo corredate da relazioni, disegni, schemi impiantistici, computi metrici capitolato speciale d'appalto e quant'altro necessario per l'esecuzione delle opere debitamente firmate da tecnico abilitato lavori straordinari sugli impianti da eseguirsi su richiesta dell'Amministrazione e da liquidarsi a misura.
Per la stagione 1998/1999 l'appalto per la gestione del servizio energia è stato prorogato agli stessi prezzi, patti e condizioni alla stessa ditta.
Quesito n. 18. Quali le motivazioni dell'Assessore competente per la richiesta di modifica del capitolato d'appalto e se tale richiesta non sia estranea alle competenze dell'Assessore e limitativa delle prerogative dei funzionari.
Le riunioni tecniche del gruppo di lavoro all'uopo istituto si conclusero con la predisposizione di un capitolato e dei conseguenti atti di gara che prevedevano un importo complessivo, presunto a base di gara pari a L. 70 miliardi, di cui 50 miliardi a canone e 20 miliardi a misura.
Su tale importo, del tutto orientativo trattandosi, come è opportuno ricordare, gara ad appalto-concorso ove il prezzo può definirsi quale importo massimo che l'Amministrazione ritiene di spendere nel corso del periodo contrattuale, vengono rappresentate dal Responsabile del Settore Tecnico al Direttore regionale alcune problematiche, immediatamente prima della pubblicazione del bando di gara.
Al termine di una dialettica interna sul tema, la struttura decise di ridurre gli importi nel seguente modo: canone 48 miliardi misura 15 miliardi per un totale complessivo di L. 63 miliardi.
Le successive perplessità dell'Assessore riguardavano essenzialmente l'appaltabilità e la conseguente auspicabile ampia e qualificata partecipazione all'appalto, anche a fronte di tale riduzione. Tali perplessità, condivise dalla maggioranza della struttura tecnica, hanno comportato, nel mese di settembre, dopo l'arrivo di quattordici richieste di partecipazione, lo spostamento di alcune prestazioni previste nella prima stesura retribuite a canone nella parte retribuita a misura.
La segnalazione di cui sopra è riconducibile all'attività di indirizzo e di individuazione degli obiettivi ascrivibili all'esecutivo ed è stata comunque valutata, recepita e trasposta nell'attività di gestione dalla struttura tecnica competente.
La stessa relazione predisposta dalla dott.ssa Bottero, su questo passaggio testualmente recita "...in ogni caso, la scelta in questione pu trovare motivazione nell'intento di incrementare e favorire la presentazione di un maggior numero di offerte, agevolando la comparazione tra più progetti, circostanza che in un campo così fortemente innovativo non può che avere una valenza positiva".
Quesito n. 19. Quali le conseguenze nella gara in corso se fossero attuate le recenti normative della Legge Merloni in ordine alle incompatibilità di partecipazione alla gara.
L'art. 23, comma quarto, D.Lgs. n. 157/95 statuisce l'incompatibilità tra chi progetta un servizio (ad esempio, servizio mensa, servizio di pulizie, servizio di progettazione di un'opera pubblica) e chi - in qualità di aggiudicatario - deve eseguire il servizio stesso (gestione servizio mensa, gestione servizio di pulizia, realizzazione dell'opera). In quest'ultimo caso, il legislatore ha rafforzato l'incompatibilità tra chi progetta e chi esegue l'opera vietando la partecipazione agli appalti o alle concessioni di lavori pubblici ed ai relativi subappalti non soltanto dell'affidatario dell'incarico di progettazione, ma anche di soggetti controllati, controllanti o collegati, ex art. 2359 Codice Civile, con l'affidatario stesso. Tali divieti sono inoltre stati estesi, con la legge n. 451/98 (cosiddetta Merloni ter) anche ai dipendenti dell'affidatario dell'incarico di progettazione, ai suoi collaboratori nello svolgimento dell'incarico e ai loro dipendenti, nonché agli affidatari di attività di supporto alla progettazione e loro dipendenti (attività di supporto al responsabile unico del procedimento per le fasi della progettazione affidamento ed esecuzione dei lavori). Nel caso di specie ci si trova comunque nell'ambito degli appalti pubblici di servizi e pertanto la normativa di riferimento non può che essere l'art. 23, comma quarto, del succitato D.Lgs. n. 157/95.
Detto ciò, l'oggetto della gara "Servizio di rilevazione del patrimonio immobiliare e mobiliare di proprietà o nella disponibilità della Regione" consiste in un mero rilevamento geometrico e descrittivo di tale patrimonio, con annessa redazione di perizie, ivi compresa la valutazione dei rischi ex D.lg. n. 626/94, la restituzione di tale rilevamento su supporto informatico e la conseguente realizzazione di data-base dinamico.
Servizi tutti non ricadenti nella fattispecie di servizi che necessitano a monte di una progettazione ed a valle di una separata, autonoma e distinta fase di esecuzione. Per converso, la gara per "l'affidamento del sistema di servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici e speciali all'interno dell'Ente Regione" concerne un oggetto completamente diverso da quello della gara precedente, così come chiaramente si evince dagli allegati A e B compiegati alla presente. Per cui, nel caso di specie l'incompatibilità statuita dall'art. 23, comma quarto, D.Lgs. n. 157/95 non rileva. Infatti, il rilievo geometrico e descrittivo del patrimonio regionale non costituisce il progetto che dovrebbe essere eseguito dall'affidatario del servizio tecnologico. Questo a maggior ragione in quanto la procedura relativa alla gara per "l'affidamento del sistema di servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici" è un appalto-concorso, caratterizzato dalla mancanza di un progetto esecutivo del servizio oggetto di gara, e dalla sola presenza di indicazioni di massima che ben legittimano il ricorso alla procedura concorsuale in parola caratterizzata dall'unicità in capo al medesimo appaltatore della progettazione di dettaglio del servizio e della sua esecuzione.
Il ricorso alla procedura dell'appalto-concorso trova giustificazione in caso di servizi di particolare complessità tecnico-scientifiche e mezzi di esecuzione speciali, come nella fattispecie in argomento, attesa anche la complessità e l'innovazione dell'intervento richiesto. Il medesimo concetto è stato ribadito nella relazione della dott.ssa Bottero che testualmente recita: "L'art. 23, comma quarto, dispone che 'l'affidamento della progettazione non è compatibile con l'aggiudicazione, a favore dello stesso affidatario, degli appalti pubblici relativi ai lavori ed ai servizi progettati; della suddetta incompatibilità deve essere data notizia nel bando di gara'".
Ciò a dire: chi progetta il servizio da appaltare può concorrere alla relativa gara. E' quindi la progettualità che caratterizza, quale elemento oggettivo, la fattispecie considerata.
Da quanto sopra evidenziato circa l'effettiva natura degli appalti de quo, può senza dubbio affermarsi che il divieto normativo in esame non appare in alcun modo essere conferente. Infatti, l'oggetto della prima gara aggiudicata alla STI ("Servizio di rilevazione del patrimonio immobiliare e mobiliare di proprietà o nella disponibilità della Regione") si sostanzia in un mero rilevamento geometrico e descrittivo di tale patrimonio, con relativa redazione di perizie, ivi compresa la valutazione dei rischi ex D.Lgs. n. 626/94; tale oggetto non può dunque venire ad essere connotato da valenze progettuali, valenze ricomprese invece nel contenuto dell'appalto più propriamente detto di gestione dei servizi tecnologici, ma, in questo caso, è la stessa tipologia della gara prescelta che osta all'applicazione del precetto normativo de quo. Infatti, la procedura prescelta per la seconda gara ("L'affidamento del sistema di servizi per la gestione ed innovazione degli impianti tecnologici") è l'appalto-concorso che, per sua natura, è esente da progettazione, ma è bensì caratterizzato dalla sola presenza di indicazioni di massima risultando assolutamente privo di un progetto esecutivo del servizio oggetto di gara, bensì risultando tale incombenza esclusivo onere dell'appaltatore.
Può infine rilevarsi che il capitolato del primo appalto prevede espressamente l'esclusione dalla partecipazione alla licitazione privata di coloro che hanno partecipato alla stesura del bando di gara, della lettera di invito, del capitolato speciale di appalto e dei documenti complementari.
In merito poi all'opportunità di comunque escludere dalla partecipazione alla seconda gara del soggetto risultante aggiudicatario della prima, basti considerare che una previsione di siffatta natura avrebbe comportato la violazione dei più generali principi di libera concorrenza ed iniziativa privata, facendo così prestare il fianco all'Amministrazione ad azioni giudiziarie che l'avrebbero di certo vista soccombente.
Quesito n. 20. Quali i criteri per la scelta dei consulenti della Giunta regionale per la predisposizione dei capitolati d'appalto per le gare in oggetto.
I criteri cui si è ispirata la Giunta regionale per la scelta dei consulenti sono evidenziati nelle relative deliberazioni d'incarico n. 195 13624 del 4/11/1996 (allegato n. 1, punto 2), che si richiama, per il prof.
Masoero, alla n. 153-8060 del 16/4/1996 (allegato n. 1) e n. 258-21475 del 29/7/1997 (allegato n. 6, punto 2).
In particolare, il prof. Masoero è stato scelto per le conoscenze tecniche e l'esperienza professionale in materia di energia, in quanto docente di termodinamica applicata presso il Politecnico di Torino consulente di Enti pubblici nel settore delle tecnologie impiantistiche dell'energetica e dell'impatto ambientale, autore di pubblicazioni specialistiche e titolare di incarichi di prestigio (v. curriculum vitae allegato n. 2); il dott. Sivieri per le sue specifiche competenze in materia di consulenza organizzativa, progettazione di interventi di terziarizzazione sotto il profilo organizzativo e di comunicazione e formazione delle risorse, di ricerca di tipo organizzativo e gestionale sulle attività di manutenzione in multiservizi (v. curriculum vitae allegato n. 3).
Quesito n. 21. Quali provvedimenti intende prendere la Giunta per ovviare alle incongruità economiche emerse anche dalla relazione della dott.ssa Bottero.
La relazione predisposta dalla dott.ssa Bottero non evidenzia, in alcun modo, incongruità economiche circa l'indizione dell'appalto "Sistema dei servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici e speciali". Risulta pertanto necessario evidenziare alcune puntualizzazioni tecniche. Infatti, il Sistema di servizi - impropriamente definito Global Service tecnologico - è un modello prestazionale di servizi e non corrisponde ad un semplice appalto di lavori pubblici.
La tipologia della gara - in relazione alla richiesta di creatività complessità ed innovazione tecnologica - è l'appalto-concorso.
Il capitolato speciale d'appalto fissa gli obiettivi del Sistema, e non i percorsi per raggiungerli. I percorsi - ovvero i lavori/servizi offerti per giungere agli obiettivi predefiniti dal capitolato, saranno indicati in sede di gara, dalle aziende concorrenti. Pertanto, solo al momento della valutazione delle offerte - ovvero quando saranno puntualmente noti i lavori/servizi proposti - sarà possibile un giudizio di congruità economica tra le proposte e l'importo a base di gara. Di converso, i valori indicati nella "Stima economica di massima" si devono intendere in parte presunti, e tanto più incerti laddove le tecnologie proposte sono fortemente innovative. L'incertezza dei valori dipende dal fatto che per la loro determinazione si è dovuto scegliere un percorso (modello organizzativo dei lavori/servizi) ipotetico, che certamente non corrisponderà ai percorsi che indicheranno le aziende concorrenti. In altre parole, il valore totale della "Stima economica di massima" esprime solamente il limite monetario che l'"Ente committente" intende dedicare, nei prossimi nove anni, alla gestione, innovazione e messa a norma degli impianti tecnologici.
Scendendo nei dettagli possiamo affermare che: 1. circa il 90% degli impianti termici in uso all'Ente Regione funziona a metano, con un prezzo di mercato variabile tra L. 1.057 e L. 1.009 al metro cubo, contro il valore di circa L. 1.000 al metro cubo della "Stima economica di massima". Nei dettagli, ed in relazione alla fornitura di metano per il riscaldamento, dobbiamo notare che nel costo unitario non si è tenuto conto dell'economia di scala perché inesistente; infatti, come risulta da fonti Italgas, il costo unitario del metano oscilla tra i valori di mercato di cui sopra; pertanto, considerato un consumo di circa 6/7 metri cubi di gas per riscaldare un metro cubo di edificio per l'intera stagione, e considerato un costo per il combustibile di L. 1.000 al metro cubo, si ottiene un costo complessivo di circa L. 6.000/7.000 al metro cubo di edificio riscaldato per l'intera stagione, che coincide con il valore assunto nella "Stima economica di massima".
2. Appare arduo fare oggi una previsione sul risparmio energetico atteso nei nove anni poiché dipende dalle tipologie degli interventi di risparmio energetico proposti dalla ditta che risulterà aggiudicataria. E' ovvio che, qualora la ditta eseguisse, a proprio carico, una serie di interventi, il rispettivo costo consentirà un risparmio nelle spese di esercizio a favore della ditta medesima. Al termine dell'appalto, comunque l'Amministrazione regionale usufruirebbe del beneficio di tale investimento.
3. La previsione sull'intervento complessivo in Piazza Castello n. 165 (edificio di primo livello organizzativo) presenta, oltre all'incertezza del percorso realizzativo presunto, anche l'incertezza dovuta alla richiesta di tecnologie fortemente innovative che hanno un mercato complesso, legato puntualmente ai valori di cambio, con forte valore aggiunto e con un breve ciclo di vita. Inoltre, ricordando che si tratta comunque di una stima di massima, pare ragionevole utilizzare i costi unitari riferiti al metro quadrato, come d'uso nella corrente pratica professionale.
4. Per quanto riguarda i costi delle comunicazioni in rete, si intende che saranno a carico dell'azienda vincitrice, la quale, oltre a costruire le reti, dovrà attivare delle linee dedicate di cui pagherà i relativi canoni.
5. Nel caso della manutenzione ordinaria degli impianti elettrici, la previsione di sei interventi/anno è ipotetica, in quanto dipende senz'altro, dalla tipologia degli interventi che la ditta intenderà far rientrare nel quadro delle manutenzioni ordinarie.
6. Per tutte le prestazioni in cui la frequenza degli interventi appare eccessiva (vedi formazione), senz'altro, le economie di spesa possono essere recuperate nelle restanti prestazioni i cui costi sono presunti e/o in un maggiore livello di qualità dei servizi in generale.
Ho così completato la risposta all'interpellanza n. 2508 presentata il 4 marzo u.s.
Ribadisco che, oltre al documento che lascio ora al Presidente del Consiglio con gli allegati, ci sono ulteriori allegati che sono citati in relazione che per la loro onerosità (nel senso proprio di volume) non ho portato in aula e che gli uffici provvederanno, nel corso della giornata odierna, a completare fornendone copia all'Ufficio di Presidenza in modo che i Consiglieri ne possano disporre.
Concludo dicendo che tutto questo documento è ovviamente in fase di trasmissione alla Magistratura per completare il dossier che è in esame sull'argomento in oggetto.



PRESIDENTE

La Giunta ha dunque risposto all'interpellanza presentata dal Consigliere Cavaliere, a cui si sono aggiunte le firme dei Consiglieri Chiezzi, Spagnuolo e Saitta.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, di quanto tempo posso disporre per argomentare circa le risposte della Giunta?



PRESIDENTE

Una decina di minuti.



CAVALIERE Pasquale

Va bene, Presidente. Chiedo di poter disporre di questo mio tempo rispondendo nell'unico modo a cui si può rispondere alle forme e ai contenuti che questa Giunta ha deciso di dare alle domande poste, cioè con il silenzio.



(Il Consigliere Cavaliere, in piedi rimane in silenzio)



PRESIDENTE

E' una modalità inconsueta di risposta, questa.
Se lei ritiene di utilizzare tutto il tempo, potremmo anche darne solo atto a verbale, ma...



CAVALIERE Pasquale

Mi scomputi i secondi di questa sua interruzione, signor Presidente per cortesia.



(Prosegue il silenzio del Consigliere Cavaliere, in piedi, per dieci minuti)



CAVALIERE Pasquale

Presidente, concludendo, per questi motivi sono insoddisfatto della risposta della Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri firmatari che intendono intervenire? Hanno diritto di replica per dichiararsi soddisfatti o per motivare l'insoddisfazione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Per il fatto che il Presidente della Giunta non abbia risposto ed abbia consegnato una risposta arrogante anche alla lettura dell'Assessore, raccolgo i miei pensieri... Quanto tempo ho? Anch'io dieci minuti?



PRESIDENTE

Il tempo è di cinque minuti, ma ne ho concessi dieci, perché la risposta, come la domanda, era stata particolarmente articolata.



CHIEZZI Giuseppe

Sono firmatario anch'io, quindi ho cinque minuti. Consegno anch'io una riflessione silenziosa al mio intervento e farò un commento negli ultimi trenta secondi.



(Il Consigliere Chiezzi, in piedi rimane in silenzio)



PRESIDENTE

Stanno per scadere i cinque minuti, Consigliere Chiezzi. Lei mi aveva detto che riteneva di utilizzare solo il tempo canonico, vero?



CHIEZZI Giuseppe

Lei aveva detto dieci minuti, Presidente.



PRESIDENTE

Cinque minuti è il tempo canonico.



CHIEZZI Giuseppe

Però, riguardo all'interpellanza, gli argomenti non utilizzati dal Presidente Ghigo sono stati molto rilevanti.



PRESIDENTE

La manifestazione di volontà normalmente avviene - come dicevano i Romani - expressis verbis. Lei intende manifestarla per fatti concludenti in questo senso raccogliamo la sua manifestazione di volontà.



(Il Consigliere Chiezzi, in piedi, continua a rimanere in silenzio per altri cinque minuti)



CHIEZZI Giuseppe

In conclusione, Presidente, chiedo che il Presidente Ghigo rompa il suo silenzio. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, esprimerò la mia volontà con lo stesso sistema adottato dai colleghi che mi hanno preceduto.
Vorrei sapere quanto tempo mi dà ed interverrò nell'ultimo minuto.



PRESIDENTE

Forse incautamente pensavo di lasciare il tempo necessario per esprimere una valutazione all'articolata domanda e perciò all'articolata risposta. Il tempo previsto è di cinque minuti; se lei permette, le concederei cinque minuti, creando una disparità di trattamento - me ne rendo conto - rispetto agli altri.



SPAGNUOLO Carla

No, io gliel'ho chiesto e mi atterrò alla sua decisione. Le chiedo solo di azzerare il tempo.



PRESIDENTE

La ringrazio.



(La Consigliera Spagnuolo, in piedi, rimane in silenzio per quattro minuti)



SPAGNUOLO Carla

L'ultimo minuto è per dire che questa è un'evidente forma di protesta a fronte del fatto che riteniamo che il Presidente della Giunta non abbia mantenuto un impegno politico che si era assunto, che era quello di rispondere ai quesiti posti. Questo è un impegno che il Presidente della Giunta si era assunto in tutte le sedi di Capigruppo alle quali ho partecipato e pertanto non abbiamo compreso perché questo impegno non sia stato rispettato.
Vi è una seconda valutazione che ho già fatto in quest'aula, che riguarda invece l'Assessore Burzi quando, intervenendo nei primi momenti di questa interpellanza, la maggioranza fu silenziosa, dicendo: "Vi è un'indagine della Magistratura in corso, non possiamo intervenire". In quell'occasione vi fu il silenzio; nella seduta successiva, sempre la maggioranza fece un intervento nel quale disse: "Abbiamo avuto la relazione della dirigente della Giunta e pertanto bisognerà attenersi a quella relazione", e non ci sembra questa una valutazione né politica né di merito.
Oggi desidero osservare che, in realtà, ancora una volta l'Assessore Burzi su questa questione è stato lasciato assolutamente solo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente, anch'io ritengo di utilizzare questa modalità di protesta anche se lo faccio a malincuore, perché mi pare che sia una risposta estrema ad una non-volontà di rispondere alle questioni, al di là del contenuto, cioè un'altra modalità alla quale siamo abituati in cui si pongono quesiti al Presidente e il Presidente non risponde.
Le questioni poste dal collega Cavaliere, al di là del contenuto, sono interrogazioni rivolte al Presidente. L'Assessore ci ha risposto, dicendo: "Io non so se il Presidente non sapeva o sapeva queste cose", ma lui non era titolato a rispondere: era il Presidente che doveva rispondere. Siccome questo ormai è un metodo, cioè alle questioni poste il Presidente risponde con il silenzio, non esistono più parole per sottolineare questo suo metodo di non affrontare le questioni e non ci resta altro strumento che quello del silenzio. Per cui anch'io intendo utilizzare e contrapporre alla politica del silenzio del Presidente il silenzio da parte di un Gruppo di minoranza.



(Il Consigliere Saitta, in piedi, rimane in silenzio per alcuni minuti)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Considero esaurito il punto. Passiamo al dibattito sulla sanità, come da richiesta...



CHIEZZI Giuseppe

Posso intervenire, Presidente?



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni, sull'o.d.g.? L'impegno era di passare al punto 6).



CHIEZZI Giuseppe

Posso prendere brevemente la parola, Presidente?



PRESIDENTE

Prego.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie. Per chiedere ufficialmente al Presidente Ghigo se ritiene di fare tre comunicazioni al Consiglio: 1) sulla questione, ancora oggi sul giornale, che l'ha visto coinvolto nella cessione di una tessera SAGAT 2) sulle dichiarazioni del Presidente Ghigo contro lo Stato della Svizzera 3) sulla concessione del Salone della Musica al signor Cazzola.
Chiedo inoltre una comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio sulle nomine e sulle revoche di nomine dei Direttori generali.
Chiederei ai colleghi se hanno intenzione di svolgere queste quattro comunicazioni nella seduta di oggi.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, ritengo che, secondo un'intesa, secondo il nostro Regolamento, queste domande debbano essere portate attraverso interrogazioni od interpellanze, altrimenti viene annullato ogni impegno che si può assumere e che abbiamo assunto come Conferenza dei Capigruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta, ma io vi pregherei di utilizzare gli strumenti...



CHIEZZI Giuseppe

Ho fatto una richiesta al Presidente della Giunta, non a lei!



PRESIDENTE

Ho dato una risposta perché abbiamo l'impegno di affrontare il dibattito sulla sanità.



CHIEZZI Giuseppe

Ho fatto una richiesta al Presidente della Giunta, che può sempre parlare!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Intervengo con la stessa sinteticità del Consigliere Chiezzi.
Un'altra questione sulla quale inviterei la Giunta a fornire qualche informazione, altrimenti poi si ricorre allo strumento dell'interrogazione è il progetto di ammodernamento della ferrovia Torino-Bardonecchia, per il quale il Ministro dell'Ambiente, Ronchi, ha comunicato che esiste un progetto sostanzialmente appaltabile. Se ha queste caratteristiche, bisogna valutare l'opportunità che questo progetto di ammodernamento sia inseribile all'interno del Patto per lo sviluppo del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sui punti sollevati dal Consigliere Chiezzi non ho motivo di sottrarmi.
Ritengo, come ho già detto più volte, che debba essere seguita la procedura che anche il Presidente del Consiglio ha ricordato. Il Consigliere Chiezzi cioè, proponga delle interrogazioni e delle interpellanze su questi temi e in aula io risponderò.
Sulla questione sollevata dal Consigliere Saitta, mi permetto invece di fare subito un chiarimento perché, obiettivamente, è un aspetto di una certa rilevanza. Questa notizia è stata anche da me assunta attraverso i giornali, perché io non ho partecipato a quel convegno. Quello che le posso dire è che proprio in relazione a questa notizia avremo un incontro con il Ministro Ronchi il giorno 24 p.v. che si svolgerà - non abbiamo ancora definito l'agenda - o presso la Regione Piemonte, ma nell'ambito del tavolo del Patto sociale che riguarda le infrastrutture, prendendo in considerazione quella specifica sua affermazione, o a Roma, a seconda delle esigenze e delle disponibilità del Ministro Ronchi.
Pertanto, il giorno 24, prima di arrivare alla sottoscrizione del Patto sociale piemontese - che come voi sapete è demandato alla fine del mese ci sarà l'incontro con il Ministro Ronchi. In quell'occasione noi affronteremo quel problema.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, posso intervenire?



PRESIDENTE

Cortesemente, Consigliere, ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo.



CHIEZZI Giuseppe

E' sulla procedura, Presidente. Intervengo sulla procedura perché ho richiesto tre comunicazioni al Presidente Ghigo e una all'Assessore D'Ambrosio: fatto regolamentare e previsto in aula su vicende che si affacciano alla comunità piemontese.
Il Presidente Ghigo - verifico ancora una volta - si rifiuta di rispondere a certe richieste di comunicazioni ed accede a rispondere ad altra richiesta di comunicazione. Lo trovo un comportamento molto scorretto! Tanto per cambiare!



PRESIDENTE

Questa è una sua valutazione.



CHIEZZI Giuseppe

Molto scorretto! E me ne dolgo. Poi, le interpellanze ci mettiamo mezzo minuto a scriverle! Faremo della carta, daremo da lavorare agli uffici in burocrazia perché il Presidente nega una risposta su fatti di cui è protagonista e sui quali potrebbe rendere un'informazione immediata al Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, cortesemente, c'era un impegno che scaturiva anche da una richiesta dei Consiglieri.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ma l'impegno non era che il Presidente Ghigo prestasse le tessere della SAGAT ai suoi...



PRESIDENTE

Per cortesia, non introduciamo questo argomento.



CHIEZZI Giuseppe

Ma è il Presidente Ghigo che l'ha introdotto! Non siamo noi Presidente! Siamo noi che leggiamo i giornali e vediamo questi episodi di malcostume. Episodi di malcostume rispetto ai quali il Presidente Ghigo dovrebbe egli stesso sentire il bisogno! Capisce? Quindi, mi dolgo di questo comportamento! Presenteremo l'interpellanza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo brevemente su quanto è accaduto, Presidente, perché non si può non rilevare che, a fronte di un utilizzo analogo del Regolamento adottato dal Consigliere Chiezzi e dal Consigliere Saitta, che liberamente hanno scelto questa strada, il Presidente della Giunta risponde spigolando.
Nel senso che risponde laddove ritiene possa fare bella figura e non risponde e si sottrae rispetto ad altri interrogativi che potrebbero mettere in evidenza suoi comportamenti di natura decisamente opinabile. O si prende una strada o se ne prende un'altra, ma questo Consiglio va rispettato in tutte le sue componenti, prima di tutto dal Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ci sono questioni che, senza superare gli impegni di dibattito e i lavori del Consiglio, devono essere discusse rapidamente.
La prassi dell'interrogazione è uno strumento, dove tra l'altro la Giunta non...



PRESIDENTE

Rispettiamo lo strumento, abbia cortesia. E' previsto un dibattito che tra l'altro è stato richiesto dal Consiglio.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, stavo illustrando in trenta secondi le mie argomentazioni non so perché lei mi interrompe sempre! Forse si era abituato al silenzio ma sono ritornato parlante.



PRESIDENTE

Mi fa piacere che lei sia ritornato alla parola.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, il Regolamento va usato nella sostanza. Non si può usare l'argomento del programma dei lavori quando questo è messo in discussione e lei non lo fa rispettare dalla maggioranza, che questa mattina è arrivata alle 11! Saremmo già entrati nel dibattito e avremmo potuto avere altre risposte! Il collega Chiezzi ha chiesto, non di discutere adesso le questioni che ha posto, ma se il Presidente Ghigo si impegna a rispondere. Se poi il Presidente vuole la "carta bollata" lo faremo!



PRESIDENTE

Seguiamo la procedura.



CAVALIERE Pasquale

I problemi però esistono!



PRESIDENTE

I problemi restano, ma li affronteremo secondo le procedure.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Dibattito sulla Sanità - Esame ordini del giorno n. 954, n. 955 e n. 956 Presentazione questione incidentale


PRESIDENTE

Passiamo ora al dibattito sulla sanità, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Do lettura della richiesta di convocazione urgente del Consiglio, ai sensi dell'art. 43, comma primo, lettera b), del Regolamento interno del Consiglio regionale: "A seguito delle dichiarazioni rese dall'Assessore alla sanità sabato 27 febbraio u.s., secondo il quale ogni anno in Piemonte vi sarebbero 250.000 ricoveri impropri e all'ipotesi di riorganizzazione degli ospedali torinesi che potrebbe vedere un netto potenziamento delle Molinette, del Mauriziano e del Gradenigo con forti ridimensionamenti del Martini Nuovo del San Giovanni Vecchio e dell'Oftalmico, i sottoscritti Consiglieri regionali, a norma dell'art. 43 del Regolamento interno del Consiglio regionale, chiedono la convocazione di un Consiglio regionale per discutere l'argomento".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Nel febbraio scorso ho incaricato l'Agenzia regionale per i servizi sanitari di studiare il fenomeno dei ricoveri ospedalieri.
L'obiettivo era quello di avere dei dati sui quali riflettere a proposito di appropriatezza dell'uso dell'ospedale.
L'Agenzia mi ha consegnato un rapporto relativo ai ricoveri del 1997 (il 1998 sarà disponibile a fine mese), in cui vengono analizzati alcuni indicatori ricavati dalle schede di dimissione ospedaliera.
Dico subito che il lavoro dell'Agenzia è un primo approccio al problema in grado di darci una prima idea del fenomeno, non certamente un'analisi compiuta di appropriatezza dei ricoveri.
Per fare ciò è necessario confrontare la scheda di dimissione ospedaliera con la cartella clinica, lavoro lungo che necessiterà di qualche mese per essere completato, ma sarà sicuramente fatto. Perché solo adesso un lavoro di questo genere? Per due motivi: il primo è legato al fatto che solo da quest'anno entra in funzione il sistema di pagamento a tariffa, poiché negli anni passati il sistema è stato sostanzialmente sperimentale e preparatorio. Il secondo motivo è legato alle strutture delle quali dispongo che sono operative da poco tempo: le Direzioni regionali dal 1998 e l'Agenzia da pochi mesi.
Sottolineo anche il fatto che pochissime altre Regioni si sono cimentate in questo tipo di analisi (Friuli e Lombardia sono le due esperienze più significative) proprio per la novità della materia e per il fatto che occorre un po' di tempo per entrare nei complessi meccanismi legati ai ROD, ai codici delle diagnosi, ai sistemi di compilazione delle SDO, ecc.
I risultati del lavoro sono riassunti nella tabella che ho fatto distribuire. Esaminando la stessa emergono alcuni fatti sui quali occorre che innanzitutto il sottoscritto, come Assessore, ma anche tutti i Consiglieri debbano riflettere.
Nel 1997 i ricoveri ospedalieri in Piemonte, tra ricoveri ordinari (prima parte della tabella) e ricoveri in day hospital assommano a 913.177 quindi i ricoveri nel 1997 sono stati 913.177. I 320.000 ricoveri che sono stati accantonati, come vi dicevo poc'anzi (la cifra esatta è 319.990), per essere approfonditi ulteriormente, hanno la necessità di essere supportati nella verifica dalla comparazione con la cartella clinica. Come potete evincere, sempre dalla tabella distribuita, di questi circa 320.000 ricoveri, 200.000 (per la precisione 190.931) sono relativi ai ricoveri in day hospital, che rappresentano il 28% di tutti i ricoveri.
Certamente, non tutti questi ricoveri, che io, impropriamente definisco "accantonati", sono impropri; ma credo che molti lo siano soprattutto quelli in day hospital, che sono in realtà ricoveri per prestazioni ambulatoriali. Debbo dire subito che quanto riferito dal giornale il giorno dopo il mio intervento in un Convegno al quale ero stato invitato, non è esatto.
Non ho mai detto che in Piemonte ci sono 250/300.000 ricoveri non appropriati o impropri che dir si voglia. Io dissi che circa 250.000 ricoveri avevano bisogno di questa ulteriore riflessione ed osservazione per vedere quali di questi 250.000 potevano essere non appropriati.
Perché tutti questi ricoveri in day hospital? Spesso i tempi di attesa degli ambulatori sono eccessivamente lunghi o le strutture extra ospedaliere non sono in grado di rispondere alle reali necessità. Tutto ci induce il medico ad utilizzare il ricovero ospedaliero per accelerare i tempi o per non fare andare più volte il paziente in ambulatorio, un giorno per un esame, un giorno per un altro e così via.
La comodità di concentrare in una sola giornata tutti gli esami, senza pagare il ticket, prevale sulle altre considerazioni (questo è quello che mi auguro).
Spesso però il sistema spinge ad aumentare il numero dei ricoveri - e questa è la parte che preoccupa di più - per incrementare il valore economico complessivo dell'ospedale, allo scopo di avvicinarlo ai propri costi.
Credo che sia più difficile, ma più serio, cercare invece di far rimanere i costi all'interno dei valori dei DRG; ad esempio, se un'appendicectomia è valutata a 4.300.000 (questo è il valore attuale dell'appendicectomia) ed il costo sostenuto dall'ospedale è di 6.000.000 indubbiamente c'è qualcosa che non va. O si riduce il costo, troppo elevato a causa dell'ipertrofia dei fattori produttivi (compreso l'elevato numero di personale, dove questo si verifica), oppure, più facilmente, ma più opportunisticamente, si aumenta il numero di ricoveri per farli pareggiare con i costi sostenuti (questo è quanto purtroppo succede in alcune Aziende).
Analizzando la tabella, altre riflessioni possono essere fatte. Gli ospedali che sono finanziati dai DRG (le Aziende ospedaliere, i Presidi e i privati convenzionati) sembrerebbero avere un comportamento più spinto verso il ricovero presumibilmente improprio (e rimarco "presumibilmente improprio"). In questo scenario, il privato sembra avere un comportamento più corretto rispetto a tutti gli altri erogatori di ricoveri ospedalieri così come si evidenzia dalla tabella: a fronte di una percentuale del 30 per quanto riguarda le Aziende ospedaliere; del 55% per quanto riguarda gli ospedali di ASL, per il privato convenzionato la percentuale di questi supposti ricoveri impropri effettuati in Piemonte è dell'8%.
Al di là dei numeri, però, il rapporto dell'Agenzia induce ad altre riflessioni più di sistema. Se è vero che l'uso del day hospital appare sostanzialmente improprio, allora bisogna spingere su altre soluzioni.
La stessa Agenzia sta lavorando su due progetti. Il primo è quello sulla riduzione dei tempi di attesa per le visite e le prestazioni ambulatoriali, che partirà sperimentalmente in sei AA.SS.LL. (precisamente la 3, la 8 di Chieri, la 9 di Ivrea, la 12 di Biella, la 18 di Alba-Bra e la 20 di Tortona) dal prossimo mese.
Vi anticipo che, in realtà, per evitare che i tempi di attesa penalizzino chi veramente ha bisogno di un esame, saranno indicati - e debbo in questa occasione ringraziare pubblicamente i colleghi di medicina generale - sulle richieste tre codici diversi: il codice A per le urgenze che dovranno essere effettuate entro sette giorni; il codice B per le richieste che debbono essere effettuate entro 15 giorni; il codice C invece, che seguirà quella che è la prenotazione effettiva. Questo per quanto riguarda i tempi di attesa.
L'altro è quello invece relativo al day service negli ospedali. Questo è un argomento sul quale mi sono già confrontato con i Direttori generali e debbo dire che sarebbe di grandissima importanza.
Che cosa significa questo? Significa un poliambulatorio integrato, dove vengono effettuate prenotazioni ambulatoriali, dichiaratamente ambulatoriali, come al day hospital: tutte in giornata, con tempi di attesa contenuti, pagando il ticket (purtroppo), dando però la possibilità al cittadino, in giornata, di avere gli stessi esami che aveva in day hospital; quest'ultimo - e questa è la riflessione doverosa di chi è responsabile di questo settore, quindi della spesa - viene valorizzato mediamente in 500/600 mila lire al giorno. Quindi, a fronte di 500/600 mila lire al giorno (costo di un day hospital), con il day service andremmo a spendere una cifra che è sicuramente inferiore ad un quinto della spesa per il day hospital.
Come pensiamo di proseguire il lavoro per verificare l'appropriatezza o meno di questi ricoveri? L'Agenzia approfondirà i dati relativi al 1997. La Direzione Controllo delle attività sanitarie ha predisposto una batteria di indicatori (dico batteria perché sono circa 100) per affrontare l'analisi dei ricoveri relativi al 1998 ed agli anni successivi.
La sensazione è che già il 1998 sia stato un anno migliore dal punto di vista dell'appropriatezza, grazie ad alcuni provvedimenti del mio Assessorato, soprattutto per quanto riguarda il day hospital. L'attività di verifica è partita operativamente con questo rapporto.
E' intuitivo il fatto che questa ricerca, ancorché doverosa, è stata fatta perché il budget della sanità, il fondo della sanità è obiettivamente sottostimato, ma noi dobbiamo affermarlo pubblicamente e con grande convinzione solo quando potremo dire con altrettanta convinzione che il budget è razionalmente impiegato.
Devo sottolineare, per chi non si addentra nelle questioni della sanità, che il Fondo sanitario nazionale è quello e quello resterà. Potremo impegnare nel livello 2, quello territoriale, e nel livello 3 o - se vogliamo - nel livello 1 e nel livello 2, quello della prevenzione, la percentuale indicata a livello nazionale, ma voluta anche da noi a livello regionale (cioè 5% per la prevenzione e 48% per la spesa territoriale) solo se saremo in una situazione che funzioni a mo' di vasi comunicanti, perch dobbiamo certamente abbattere la spesa ospedaliera, che in Piemonte è del 55% a fronte di un 47% indicato a livello nazionale, e migliorare invece la spesa per il territorio e per la prevenzione, che è relativamente più bassa rispetto alle indicazioni nazionali. Questo per quanto attiene la prima parte della richiesta fatta dai colleghi.
Per quanto attiene, invece, l'ipotetica penalizzazione dell'Ospedale Martini Nuovo, del San Giovanni Vecchio e dell'Oftalmico, debbo dire che i dati che erano circolati circa un mese fa erano da considerarsi come elaborazione di un modello matematico che poteva costituire la base per la discussione con le Direzioni generali. Discussione che si sta molto efficacemente sviluppando e che tiene conto delle specifiche realtà; quindi assicuro pubblicamente in Consiglio che nessuna chiusura di ospedali, ma un dimensionamento degli stessi è necessario in base alle reali necessità della popolazione di riferimento.
La somma complessiva di tutti i ricoveri non può, in Piemonte, essere superiore a 650.000, perché pensiamo che, alla luce di studi fatti a livello assessorile, quello sia il numero effettivamente necessario, tenuto conto delle analisi di appropriatezza dei ricoveri ospedalieri stessi. Se questo fosse - uso ancora il condizionale - l'effettivo numero di ricoveri allora potrei affermare chiaramente in Consiglio che le risorse economiche (circa 8.000 miliardi, penso arriveremo a 8.300 miliardi) sono sufficienti per poter finanziare la sanità regionale.
Debbo altresì dire, concludendo il problema sugli ospedali, che distribuendo i ricoveri fra tutti gli ospedali piemontesi, gli ospedali monospecialistici, e quindi il riferimento va all'Oftalmico e in parte al San Giovanni Vecchio, non possono rimanere con le dimensioni attuali soprattutto in riferimento all'Ospedale Oftalmico il quale ha 130 posti letto, però ha un tasso di occupazione del 50% a fronte di una media regionale dell'80%. Quindi, in questa razionalizzazione non si andrà a penalizzare l'Ospedale Oftalmico, ma o l'Ospedale Oftalmico avrà una programmazione e un'attività diversificata da quella attuale, altrimenti corre il rischio di perdere qualche posto soprattutto alla luce, come dicevo poc'anzi, del tasso di occupazione molto basso che c'è all'ospedale stesso.
Mi fermerei qui, pronto a dare risposta ai colleghi che mi porranno le domande. Debbo dire altresì che nella prossima seduta risponderò al collega Chiezzi per quanto attiene alle nomine dei Commissari nelle tre AA.SS.LL. o in IV Commissione come ritengono più opportuno che si faccia.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Vede, Assessore, abbiamo richiesto la discussione sulla sanità con un Consiglio straordinario, sulla base di due filoni di ragionamento. Il primo è la convinzione di aver avuto una serie di atti mancati nella sede della Commissione e che quindi esistano delle inapplicazioni - poi userò un altro termine - della legge di Piano sanitario regionale.
Il secondo filone è quello relativo alle denunce che lei ha fatto accompagnando da novembre in avanti l'iter di questi lavori complicati della Commissione. Se queste sono le due motivazioni, va anche detto che abbiamo il dovere di fare insieme il punto della situazione, considerato che siamo a quattro anni di governo di questa Giunta e di questo Assessore e siamo ad un anno e mezzo di applicazione del Piano sanitario regionale.
In questo contesto, apprendiamo dai giornali e poi rileviamo dalle varie tabelle e dai dati che, in qualche modo, avrebbero dovuto essere riservati, ma sono giunti a nostra conoscenza, che il buco sanitario sul quale la Regione Piemonte si attesta oggi è di 1.550 miliardi. Questo è stato denunciato dallo stesso Assessore con il ricorso, ma peraltro era già stato segnalato da lei, Assessore, a novembre 1998 agli albori della discussione sul bilancio. Erano comparsi titoli che sostenevano in tal senso almeno 1.000 miliardi di buco nella spesa sanitaria e una serie di denunce che avevamo interpretato come una sorta di "porre le mani avanti" in quel contesto.
A novembre e dicembre 1998, Assessore, noi eravamo già, come Commissione, in presenza di un fortissimo disagio che da mesi si viveva nel contesto della IV Commissione, che più volte abbiamo segnalato e denunciato, perché l'Assessorato aveva intrapreso una serie di provvedimenti, di cui la Commissione e tanto meno il Consiglio erano a conoscenza. Ci riferiamo al primo di questi atti che va a modificare in parte la legge di Piano sanitario senza, con questo, aver predisposto un atto di modifica della legge di Piano.
Il primo di questi atti è la famosa delibera del 5/8/1998 sulla quale per un po' di tempo, tra l'altro, venne negata l'evidenza dell'atto. A questo atto, che non contiene nessuno degli obiettivi e delle priorità del Piano sanitario, segue un'altra serie di azioni e di atti, in particolare la delibera del 21 dicembre "Linee guida di attuazione dell'art. 10", il provvedimento relativo alle intese di programma (che ancora oggi non sono note alla Commissione e al Consiglio) che, anziché essere valorizzate nel loro essenziale significato, quello del coinvolgimento e del lavoro in rete sui territori con gli Enti locali, se una cosa certa hanno fatto è stata quella di non aver colto in alcun modo il contributo degli Enti locali e dei territori.
Questa è stata la sequenza degli atti; il 12 gennaio lo stesso Co.Re.SA., che di per sé non è solito esprimersi con atti della gravità alla quale facciamo riferimento, si rivolge alla Giunta regionale e al Presidente Ghigo segnalando il rischio di atti viziati da probabili illegittimità. Anche su questo poniamo in IV Commissione domande per conoscere, perché è nostro dovere istituzionale essere messi nella condizione di conoscere, ma non ci vengono fornite risposte nel merito. Era successo sostanzialmente che la Giunta regionale si era accorta che il Piano sanitario si stava man mano vanificando, dalla primavera dello scorso anno, quindi nella fase dei primi sei mesi di attuazione del Piano regionale. La carenza della pianificazione veniva scaricata sulle programmazioni aziendali, l'esplosione della spesa era in crescita e su questo va detto che non solo ci si è mangiati il credito che questa Regione aveva accumulato nel tempo e che lei, giustamente, ha riconosciuto e valorizzato, ma ci si è anche mangiato il riparto riconosciuto, non sulla base dello zoccolo duro, quindi della cifra storica, ma sulla base di quanto richiesto dalla Regione Piemonte. La spesa esplode e la Giunta regionale si rende conto di questa difficoltà. La massima esplosione di tale spesa la ritroviamo all'interno degli ospedali, all'insegna di una sorta di slogan che recita: "Più ricoveri faccio, più soldi prendo".
Erano state smentite le disposizioni del Piano per quello sviluppo di rete di servizi. Quindi, nuovamente, ci ritrovavamo, Assessore, nella condizione che ci ha visto, purtroppo, per molto tempo, durante la discussione sul Piano sanitario, impegnati a denunciare una serie di nodi.
Vi ricordiamo che quando collaborammo, come Consiglio in sede di Commissione e di aula, per stendere quel Piano sanitario ben quattro volte giungendo poi a quella che è stata la stesura definitiva, approvata dalla maggioranza nel dicembre 1997, noi continuammo ad insistere su tre nodi.
Quel Piano, dicevamo, era eccessivamente concentrato sulla spesa ospedaliera; presentava gravi carenze sul territorio e sulle categorie dei lavoratori interni al sistema sanità-salute e non individuava delle priorità.
Nel frattempo, è successo che, contrariamente a quanto avvenuto in Lombardia o in Liguria o da altre parti, la Regione Piemonte non ha deciso di attrezzarsi e di chiedere che le AA.SS.LL. si attrezzassero sui Centri di costo. I Centri di costo ancora non esistono nella nostra regione, come parametro di valutazione, ma non sono state fornite indicazioni in questa direzione. Non è stata presentata ad oggi una relazione - le informazioni che lei, Assessore, ci ha fornito cinque minuti fa sono certamente utili ma ci voleva la richiesta di un Consiglio per sentirlo dire. Comunque queste sue indicazioni, Assessore, non rispondono a due quesiti. Non è stata prevista, ad oggi, alcuna razionalizzazione, alcun filtro per contenere i ricoveri. Abbiamo toccato la punta del 25-27% in più di ricoveri nel territorio della Regione Piemonte. Così come non è stato previsto un Piano per ridurre le liste d'attesa. Sulle liste d'attesa diciamoci una cosa che tutti quanti i cittadini provano normalmente: la media è dai tre ai cinque mesi. Poi abbiamo delle punte di nove mesi e delle punte di quarantacinque giorni per esami e per visite specialiste.
Questo succede a livello di territorio, basta essere cittadino e muoversi nella sanità pubblica e privata per riscontrarlo.
Quattro anni fa, eravamo in presenza di queste liste d'attesa. Adesso a distanza di un anno e mezzo dall'applicazione del Piano sanitario abbiamo lo stesso zoccolo duro con una percentuale aggiuntiva per difetto.
Evidentemente, questo succede perché non sono state ancora prese delle misure di pianificazione e di programmazione che consentano di contenere di filtrare e di svolgere azioni politiche che evitino questo tipo di disagio, che poi provoca quella esplosione di spesa alla quale facevamo riferimento.
Se dal Governo è arrivato il riparto dei fondi in tempo abbastanza utile, se è stata riconosciuta completamente la cifra richiesta dalla nostra Regione, sono arrivati dei parametri. Lei, Assessore, diceva 5% per la prevenzione; quasi il 50% per la spesa sul territorio; circa il 45-46 per la spesa ospedaliera. Ma quei parametri non li ritroviamo né nel bilancio né nella programmazione di questa Regione. Così come non ritroviamo quella ingente cifra messa a disposizione per realizzare i Distretti - che non abbiamo ancora nel nostro territorio - e per realizzare il progetto "Anziani di Alzheimer" relativo alle lungodegenze.
Assessore, ci sono interrogazioni, che da un anno aspettano delle risposte, sulla situazione della Crocetta e delle diverse Case di cura. Non abbiamo avuto ad oggi una risposta, non abbiamo stabilito una virgola, una riga di intervento sul progetto anziani, né nella normalità né nella situazione di malattia.
Il Governo riconosce anche un altro passaggio importante.
Sostanzialmente dice che non si deve procedere con tagli, ma con la razionalizzazione. Si parla di monitoraggio, di Centri di costo - lei Assessore, lo sa molto bene, essendo al tavolo Stato-Regioni - di corrispondenza tra previsione e fabbisogno. Ma sono dati sui quali noi, per ora, non ragioniamo a livello regionale.
Non solo. Si decide che dal 2000 la sanità verrà autonomamente gestita dalle Regioni. Abbiamo il dovere-diritto di preoccuparci. Se ad oggi abbiamo un buco di 1.550 miliardi e nel 2000 ci ritroveremo a dover gestire autonomamente la sanità, come vi provvederemo? Tagliando, aumentando le tasse, inserendo dei nuovi ticket. Oggi bisogna porsi questo tipo di domanda. La sanità, intesa come risorsa, in questa Regione l'abbiamo assolutamente dimenticata da molti anni; noi continuiamo a predicarlo in Commissione, a volte anche nonostante il silenzio e il sonno da parte dell'Assessore, presente, ma non vigile.
Il 23 febbraio, Assessore - Presidente Ghigo, parliamo solo di sanità situazione sicuramente marginale! - abbiamo presentato un'interrogazione con la quale chiedevamo l'applicazione di quanto previsto dalla legge di piano, cioè la relazione annuale sul Sistema sanitario regionale, liste d'attesa, ricoveri, di cui non dobbiamo leggere sui giornali, perché esiste una legge che prevede che la si faccia in aula e in Commissione.
Non abbiamo avuto risposta, ma abbiamo letto sui giornali di "malati immaginari" - termine assolutamente improprio - e di "250.000 ricoveri impropri". Non abbiamo capito: la Giunta regionale intende scaricare questa responsabilità sui medici, sui cittadini o su chi altri, per fare una denuncia di questo tipo? La programmazione è in capo alla Regione.
Noi affermiamo, con una certa preoccupazione che, se esistono responsabilità di pianificazione e programmazione, queste sono in capo all'Assessorato e ai vertici aziendali. Per quanto riguarda i vertici aziendali, con la contrazione di spesa e con il precariato che hanno vissuto - essendo gerarchicamente dipendenti e sapendo che devono salvaguardarsi una poltrona - forse hanno avuto qualche difficoltà a sviluppare una seria politica all'interno delle loro AA.SS.LL. Tenendo conto che non c'è a monte una programmazione che abbia dato delle linee di merito, delle linee guida, che abbia fissato dei paletti e dei confini.
Ovviamente, anche per i vertici aziendali la Commissione e il Consiglio sono stati esautorati. Ancora questa mattina le abbiamo chiesto, Assessore di conoscere le decisioni in merito. Lei adesso ci ha risposto: "Come volete, quando volete, in Commissione e in Consiglio".
Bene, vogliamo che lo si faccia oggi. Non ci interessa di sapere Assessore, dove va Pinco Pallino, l'altro nome e le poltrone; ci interessa conoscere come è stata fatta la valutazione, perché l'art. 9 del Piano sanitario dice con chiarezza quali sono i criteri, le valutazioni e le verifiche che sono state fatte per giungere a quelle conclusioni. Ma non dobbiamo leggerlo dai giornali, il nostro compito istituzionale è ricevere le informazioni nel tempo necessario e poterle discutere in questa sede democratica.
Gli ospedali continuano a supplire alle carenze della medicina di territorio e il cittadino, di conseguenza, si rivolge a questi ospedali l'Assessore lo sa bene perché lui stesso si è reso protagonista di una denuncia. Questo a discapito delle normali attività di ricovero e di gestione dell'emergenza. A queste condizioni, è normale l'incremento della spesa in un sistema che non pone alternative al ricovero. I letti lasciati vuoti o occupati sono comunque un costo per questa Regione.
Non facciamo una politica sul domiciliare, non facciamo una politica sul territoriale, dopodiché diciamo, come un qualunque cittadino: "C'è un buco di 1.550 miliardi". Eh, no! Non siamo un qualunque cittadino per poterci permettere di dire questo: abbiamo responsabilità di funzione e di istituto.
Su chi va a gravare questo tipo di esplosione? Grava sulle AA.SS.LL.
evidentemente, ed è sotto gli occhi di tutti. Noi - parlo a nome del Gruppo di cui faccio parte - non siamo contrari ad un aumento della spesa per la salute, ma che sia per la salute; che sia all'interno di una cornice che parli di programmazione e che dia delle regole. Qui siamo andati oltre, lo diciamo con estrema franchezza: siamo nel campo del clientelismo più becero! Consiglieri, Vicepresidente, consentitemi di dare ancora qualche elemento.
I lavoratori vivono in una situazione di grave disagio nei nostri Presidi ospedalieri e sanitari. Avete provato a parlare con loro e a fare un giro? Avete provato ad andare, senza ricorrere ai giornali, in qualche Pronto Soccorso? Avete provato a sentire di quali turni si devono fare carico? Avete provato ad andare a trovare qualche amico ricoverato? Dopodiché, non fa bene a nessuno parlare della malasanità in questo modo ma, in assenza della programmazione e dell'informazione, cosa dobbiamo fare? Dobbiamo ricorrere a questi mezzi anche noi? Lo fa già l'Assessore.
Siamo preoccupati perché siamo fuori da una programmazione e dalle regole; siamo andati oltre, si rischia di far saltare l'intero impianto Assessore. L'abbiamo detto al Presidente Ghigo un mese fa, ma si tranquillizzò quando seppe che la cifra richiesta al Governo era stata riconosciuta. No, Presidente Ghigo, non basta questo! Qui si rischia di far saltare l'impianto e ne siamo assolutamente consapevoli.
Non volete che ve lo diciamo noi, perché non ci credete? Chiedetelo allora ai vostri stessi uomini e donne piazzati nei gangli e nei cervelli chiedetelo a loro, in modo ufficioso. Qui si fa saltare l'intero impianto.
I dati recentemente inviati ai Direttori...



PRESIDENTE

Consigliera, cerchi di concludere. Grazie.



SUINO Marisa

Sto avviandomi alla conclusione, ha ragione, Presidente, accelero.
RIBA Lido (fuori microfono) Scusi, Presidente, potrebbe utilizzare il tempo dei Consiglieri del Gruppo.



PRESIDENTE

Va bene, senz'altro.



SUINO Marisa

Ho diritto allora ad altri cinque minuti, ma mi avvio comunque alla conclusione.
Sui dati recentemente trasmessi, Assessore, lei voleva che anche questi dati restassero segreti, ma qui è diventato... sembra di essere dei "carbonari", è tutto segreto! Questi dati dimostrano la preoccupazione altrimenti lei stesso non l'avrebbe denunciata come ha fatto.
Diciamo di più: perché i Direttori devono presentare un Piano di contenimento? Perché bisogna riallineare la spesa: questo sarà a danno delle AA.SS.LL. e degli ospedali più piccoli.
Sinora i soldi spesi in più sono stati presi dal credito e dalla prevenzione; adesso è in corso un'azione di drenaggio occulto. Questa politica di drenaggio occulto ammazza la medicina di territorio, ammazza le valli montane...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Collega, le sarei grato se potesse spiegare cosa vuol dire "drenaggio occulto"?



SUINO Marisa

Non ho più il tempo, Assessore. Devo correre verso la chiusura, perch lì c'è la parte da spiegare, che fa il paio con la premessa.
Ammazza la medicina di territorio, ma ammazza anche le valli montane.
Noi qui abbiamo presente, ad esempio, una realtà dove da subito bisogna provvedere, applicando quelle delibere, a 5 miliardi in meno sulla spesa, e bisogna mettere in strada cento dipendenti - da subito - ed è una realtà montana. Nel Piano sanitario abbiamo scritto pagine e pagine sui Distretti montani, ma non è successo niente. Non ve lo raccontiamo noi: vi sono arrivati i documenti che vi testimoniano questi fatti.
Per quanto riguarda il Regina Margherita, l'altro giorno si leggeva che fosse quasi l'ospedale dei miracoli per i bambini: 60 miliardi in meno.
Cosa vogliono dire 60 miliardi in meno per un ospedale come il Regina Margherita, per fare un esempio in Torino? Ma noi pensiamo di aggiungere Corso Marconi. Quindi, facciamo Lingotto 1, e abbiamo già dato; Lingotto 2 daremo; aggiungiamo Corso Marconi alle Molinette, mentre intanto il nord ovest di Torino e il suo hinterland aspettano da anni un ospedale proporzionale al bacino di utenza che insiste su quel territorio. Forse Presidente Ghigo, concluderemo il restauro della Reggia di Venaria prima di avere un ospedale, degno di quel nome, in quella zona di Torino.
Abbiamo il personale dell'emergenza che lavora per tre turni di seguito senza staccare e, se ha sonno, deve dormire tra una chiamata e l'altra: tre turni di seguito senza staccare! Non è un caso. Se ci allargassimo a parlare del discorso emergenza ci sarebbero un paio di altre cose da dire ma il tempo non me lo consente.
Diciamo però ancora una cosa sul personale. Lo sappiamo che mancano gli infermieri? Intanto consentiamo ventotto nuovi Primariati alle Molinette.
Lo sappiamo che prima di due o tre anni non avremo gli infermieri necessari, perché adesso sono allievi delle nostre scuole? Ce ne servono da subito 300, lo sappiamo? Perché se lo sappiamo noi, che non riceviamo le informazioni, figuriamoci voi che gestite il potere! In sostanza, non esiste una valutazione domanda-offerta.
Presidente, concludo sul serio.
Con questa gestione non si possono programmare né gli investimenti n si fa fronte alla domanda storica di spesa corrente; l'unica certezza è lo sbilancio. Si aspettano i Piani di attuazione 1999 perché non si sa cosa c'è sul territorio. Ecco perché si è fatta tutta questa fretta affinché i Piani di attuazione venissero stilati. Non ci sono gruppi di lavoro che programmino o che valutino. C'è qualche ipotesi per il futuro solo in capo all'Agenzia regionale che, come minoranza, abbiamo contribuito a volere però è rimasta per un anno senza soldi e adesso apprendiamo dai giornali sempre dai giornali dobbiamo ricevere l'informazione - che non ha ancora lo Statuto; ma sappiamo anche che, anziché preoccuparsi di nominare persone di valore - perché è quello uno dei gangli, uno dei nodi della pianificazione e valutazione - si sta pensando di dare vita ad una delle peggiori clientele.
Dopo quattro anni di governo e dopo un anno e mezzo di Piano sanitario non esiste ancora la Convenzione Regione-Università, perché la Regione non ha ritenuto di volerla firmare. Quindi, Molinette, San Luigi e Novara, sedi universitarie, da sole si prendono un terzo della spesa ospedaliera. La Regione non vuole definire la Convenzione con l'Università a fronte della diminuzione della popolazione studentesca e a fronte di un numero chiuso che interessa la Facoltà di Medicina. Quindi cosa succede? Si creano nuove baronie. Dicevo, appunto, dei Primariati alle Molinette, ma facciamo un altro esempio: la III Cardiologia. Due mesi fa l'Assessore disse: "Mandate la gente a farsi operare alle Molinette, perché l'ospedale è vuoto". Forse bisogna domandarsi perché la gente non ci va. O la II Nefrologia al San Luigi che di colpo si trasforma in un centro per dializzati, un polo di eccellenza. Ma dov'è la politica sui poli di eccellenza? Non ho il tempo di fare altri esempi, ma ci penseranno altri colleghi.
Continuando di questo passo, diventiamo come il Policlinico "Umberto I" di Roma, perlomeno riguardo a queste realtà sulle quali la convenzione non è stata firmata.
Presidente Ghigo e Presidente del Consiglio, crediamo di essere in presenza di violazioni alla legge n. 61/97; le violazioni le individuiamo in questi articoli: art. 1, comma primo, in quanto non c'è riferimento nel Piano che lì è previsto; art. 4, commi primo, secondo, punto b) e punto c) la relazione annuale sul 1998 non è pervenuta in aula, i protocolli di intesa Regione-Università non sono stati firmati; il comma terzo prevede che annualmente venga presentata al Consiglio una relazione sullo stato di salute, ma questo non è avvenuto; l'art. 8 della legge sulle deliberazioni settoriali, sentito il Co.Re.SA. e previa comunicazione in Commissione (il Co.Re.SA. ha deliberato su presunti atti di illegittimità, la Commissione non ha avuto comunicazioni sui seguenti provvedimenti: 5 agosto, 21 dicembre, 7 gennaio, 15 febbraio, piani di attuazione 1998, intese di programma); art. 9: relazione annuale sul funzionamento del Servizio sanitario regionale, con particolare riferimento ai tempi e alle liste d'attesa, all'indice del ricorso della popolazione piemontese, alla struttura ospedaliera: sinora abbiamo sentito le parole di questa mattina e la ringraziamo.
Assessore, ho concluso: quattro anni del suo governo, circa 50.000 miliardi di spesa, allargandoci un po'. La conclusione, tra programmazione ed applicazione del Piano, qual è? Presidente Ghigo, Presidente del Consiglio Deorsola, noi ci appelliamo alla violazione della legge n. 61/97 negli articoli che abbiamo descritto.
Vi chiediamo quindi di assumere i provvedimenti conseguenti per riconsentirci di operare in un ambito di democrazia.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Grazie, Presidente. Nel riconoscermi completamente in quanto diceva la Consigliera Suino, vorrei fare alcune riflessioni e cercherò di essere molto più breve rispetto a quello che si dovrebbe dire. Abbiamo passato quattro anni, in questo ambito sanitario, che potrebbero essere definiti come "quattro anni di supplizio", probabilmente supplizio anche per l'Assessore, ma non certo per colpa della minoranza. Pensiamo alla realtà dei Commissari: prima ci sono stati gli Amministratori, poi i Commissari poi di nuovo gli Amministratori e di nuovo i Commissari, adesso ancora gli Amministratori.
All'inizio di questo mandato elettorale si parlava di grande trasparenza nell'operare; la sola trasparenza è questa: credo che avremo da dire e da fare molte cose. Probabilmente, la sanità in Piemonte ha retto perché c'era una struttura pregressa e non è andata al livello di alcune Regioni proprio grazie a questa struttura pregressa, che ha retto...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non esageri.



ANGELI Mario

Non esagero. Dico che probabilmente ha retto perché è andata in questa direzione; non voglio esagerare, credo che abbiamo retto. Non do la colpa all'Assessore di aver sbagliato tutto, ma credo che anche i funzionari che c'erano abbiano dato la possibilità di reggere, anche se poi tutte le cose non sono state fatte come dovevano essere fatte. Per certi versi, smentiamo lo stesso Piano regionale, perché non manteniamo i tempi, i criteri, con comportamenti che sono, a dire poco, contestabili. Lo stesso Co.Re.SA.
contesta l'operato della sanità; arrivano lettere in cui l'Assessore e il Co.Re.SA. spiegano il perché di queste insoddisfazioni da parte di organi che sarebbero di supporto, o che dovrebbero esserlo, al Consiglio e alla Giunta; questi organi, anziché contestare, dovrebbero dire quello che dovremmo fare e farlo bene. Sappiamo a che punto è la realizzazione del Piano sanitario regionale; posso comprendere qualsiasi cosa, che non sono state avviate quelle grandi strutture e giustamente la Consigliera Suino diceva che la stessa Agenzia è partita in ritardo perché non si stanziavano i soldi, ma di chi sono queste responsabilità, alla fine? Se noi decidiamo di costituire un'Agenzia perché faccia delle verifiche e dei controlli penso che questa Agenzia debba essere costituita, finanziata e debba partire immediatamente, per dare una risposta corretta e coerente a tutto quello che è la sanità in Piemonte, cosa che non sta avvenendo, perché ci sono situazioni imbarazzanti.
Questa mattina l'Assessore ha parlato dei ricoveri impropri giustamente perché era stato richiesto a suo tempo, ma la responsabilità di questi ricoveri impropri a chi l'addossiamo? Ci saranno dei responsabili da qualche parte che devono garantire, sì, la sanità, ma non quei ricoveri che servono solo a fare numero e quindi ad aumentare il deficit delle Aziende? A che punto, sul piano di attuazione per le AA.SS.LL. piemontesi? Ci vorrebbe un parere della Commissione consiliare, ma non siamo ancora a questo punto, non si riesce a dare questo parere. C'è un grande ritardo da parte dell'Assessorato nel darci una serie di dati; una parte è stata data questa mattina, ma si tratta di dati abbastanza marginali. Abbiamo bisogno di conoscere cos'è la sanità, non per creare dei problemi o mettere dei paletti; vogliamo cercare di dare una mano perché la sanità è una questione che non è di una maggioranza o di un'altra. La sanità è una questione che comprende tutto il Consiglio regionale.
L'Assessore ci ha detto che quando è avvenuto il pagamento di tariffa non c'erano le divisioni o non era funzionante l'Agenzia; noi abbiamo letto sui giornali di tagli di 60 miliardi. Ho chiesto personalmente all'Assessore di questo fatto e mi ha promesso che mi darà una risposta: voglio proprio vedere come sarà questa risposta. Dovremmo essere molto più consci di quello che facciamo e di quello che vogliamo fare. Io, ad esempio, ho una grandissima curiosità: vorrei conoscere quali sono i risultati della verifica effettuata dalla Commissione predisposta alla valutazione degli attuali Amministratori, quelli che sono stati nominati.
Credo che questi Amministratori - leggo su un giornale di una rappresentanza che si è recata in Assessorato - guardino più all'immagine che alla sostanza. Questi Amministratori pensano principalmente a spendere i loro quattrini, come ho scritto in una mia interrogazione (mia e del mio Presidente) che evidenzia come alcuni Amministratori spendano fior di milioni per pagare giornali e televisioni per farsi pubblicità.
Non voglio insistere più di tanto, ma credo che queste cose debbano essere dette e debbano essere chiare a tutti: una Commissione fa una valutazione, i risultati sono diversi rispetto ai veri concetti della valutazione che dovrebbe essere fatta in base al Piano regionale sanitario a cosa servono tutte queste Commissioni e queste verifiche? A risolvere assolutamente nulla? A lasciare tutto così come stava? Perché ci sono delle protezioni da una parte o dall'altra? Ritengo che questo non vada bene e debba essere contestato violentemente in prima persona dall'Assessore cercando di dare alla sanità quella svolta che si voleva dare quando si è deciso di nominare nuovi Amministratori. Permettetemi di dire che forse era meglio quando andava peggio, forse era meglio quando c'era un responsabile politico che riusciva a rispondere alla sua popolazione e alla sua cittadinanza. Vi ringrazio.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rubatto; ne ha facoltà.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente del Consiglio regionale, signor Presidente della Giunta, signor Assessore alla sanità, colleghe e colleghi, finalmente un dibattito sui problemi della sanità in Piemonte e, visto che l'Assessore ha anche la delega all'assistenza, anche su tale settore.
Dico "finalmente un dibattito su tali problemi" perché, in un dialogo tra sordi o, peggio ancora, "finti sordi", io da più anni ho richiesto tale dibattito, ho richiesto una Commissione d'indagine conoscitiva sulla sanità piemontese, ne ho richiesto interventi migliorativi.
Ho letto alcuni giorni orsono su un quotidiano torinese che un esponente, che di sanità se ne intende, vorrebbe dare "sei mesi di tempo alle Aziende sanitarie ed ospedaliere di Torino per eliminare macroscopiche disfunzioni" e poi ricorda gli interventi del Movimento difesa consumatori.
Liberiamo subito il campo da ogni possibile equivoco: le Aziende sanitarie ospedaliere non elimineranno nulla né in sei mesi e neppure in sei anni: siamo in una situazione tale per cui solo una chiara e precisa direttiva, competenza netta dell'Assessorato e, quindi, dell'Assessore riuscirebbe ad eliminare.
Disfunzioni ovunque. Ogni giorno i giornali cittadini propongono "bollettini di guerra sulla disfunzione della sanità". Se lei lo riterrà opportuno, potrà visitare all'improvviso i servizi di Emergenza, i Pronto Soccorso, le corsie dei vari reparti.
So che lei, signor Assessore, di tanto in tanto visita qualche struttura, ma non bisogna andare negli ospedali per inaugurare i reparti belli e nuovi, ma per sentire la gente, visitare i reparti vecchi, che stanno in piedi forse solo per dirci quale sia la tristezza di una sanità che non funziona.
Tutti diranno che lei non è il responsabile di questo sfacelo, che lei ha ereditato situazioni gravose e dolorose di un passato della sanità che forse è meglio dimenticare. Ma io un'eredità l'accetto oppure vi rinuncio.
Lei sapeva che era un'eredità gravosa, poteva rinunciare. Se ha accettato è segno che aveva sicurezza, forza, capacità, collaborazione per poter fare fronte al disagio sociale dell'utenza sanitaria piemontese e garantire, non dico il meglio, ma qualcosa di più.
Esaminiamo questi termini: sulla capacità, nulla da eccepire, è un medico, proveniente dagli stessi servizi sanitari che avrebbe riorganizzato e diretto. Forse è mancata la forza, il coraggio di essere innovativo, di voler cambiare in meglio, e non in peggio; sulla scelta dei suoi collaboratori, non ho nulla da dire; sulla collaborazione dei suoi colleghi di Giunta, avrei qualcosa da eccepire.
Per tracciare, come riterrei, nel migliore dei modi il problema, mi sarebbe necessario un intervento di alcune ore. Cercherò di essere il più breve possibile. E per essere breve ricorderò che alcuni giorni fa un giornale torinese - che cattivi questi giornali! - riportava a chiare lettere quanto sia grave la situazione della nostra sanità.
Lei, signor Assessore, ci parla di ricoveri impropri (se non erro 250.000 annui), ci parla di esagerazioni nel ricoverare in rianimazione (se non erro, 1.046 in più). Ho già potuto chiarire più volte che non esistono ricoveri impropri, che non esistono esuberi in rianimazione. La sanità è un servizio; mi pare un servizio volto a migliorare la salute dei cittadini.
Lei che ne fa dei 1.046 cittadini che lei dice non debbono essere ricoverati in rianimazione? Che ne fa dei 250.000 o più casi di persone che lei dice ricoveri impropri? Tutti, e gli anziani in prima linea, hanno bisogno di interventi ospedalieri; se le strutture sanitarie non funzionano, si cerchi altrove il capro espiatorio, non certo nei ricoveri, non certo negli anziani! Siamo seri! Non dobbiamo neppure esagerare a dare colpe a chi non ne ha, magari colpe di disfunzioni che vanno trovate altrove e forse nei banchi della Giunta regionale! Non del Consiglio, non della Commissione e non degli anziani che, purtroppo, oggi l'unico diritto che hanno è quello di potersi ammalare e di essere curati, se possibile, in strutture efficienti.
Perché da anni si parla di ospedalizzazione a domicilio, perché si parla di interventi di servizio per gli anziani su tutto il territorio regionale e nulla o poco si è fatto? La mia proposta di legge sull'ospedalizzazione a domicilio, sconosciuta ai più in Piemonte, è ferma da anni e solo oggi sono riuscito a portarla in discussione in Commissione dopo l'azione congiunta con il Gruppo UDR per il bilancio.
L'ospedalizzazione a domicilio aiuterebbe anziani e sanità migliorerebbe i servizi, diminuirebbe le spese, lascerebbe l'anziano alle proprie abitazioni, curato e in famiglia.
Tale mia posizione è suffragata da interventi di molte Associazioni tra le quali l'Assomed, Associazione medici dirigenti, che in un comunicato afferma: "L'attribuzione ai ricoveri impropri di un deficit importante appare quanto meno eccessiva e finalizzata più alla ricerca di un capro espiatorio che ad una seria analisi dei costi" e prosegue: "Il fenomeno dei ricoveri impropri può essere ridotto applicando il Piano sanitario nazionale" - quello regionale non so dove sia finito ed in quale cassetto si è smarrito, perché nessuno lo applica e nessuno parla di applicarlo "con l'ospedalizzazione a domicilio e creando strutture di lungodegenza".
L'Assomed parla di Piano sanitario nazionale, ma anche nel regionale esistono punti che, con grandi battaglie, abbiamo fatto inserire, ma che di questo passo non vedranno mai la luce.
In una mia interrogazione del 10/6/1996, rimasta senza risposta, ma non è l'unica, chiedevo interventi di ospedalizzazione a domicilio. Il 14/8/1996 rivolgevo un'interrogazione a lei, Assessore, per segnalare il caso di un'anziana paziente che viene sballottata da un ospedale all'altro (forse lei lo ritiene un ricovero improprio... ma non lo so, perch l'interrogazione non ha avuto risposta). Il 31/10/1996 "Ritardi mezzi di soccorso": interrogazione senza risposta. Il 27/10/1997 chiedevo interventi per le 45 strutture socio-assistenziali dell'ASL di Susa-Grugliasco, ma non ho avuto risposta. L'1/12/1997 "Dodici ore di attesa per essere operato alla mano maciullata da una sega circolare": nessuna risposta, speriamo che l'intervento sia andato bene. L'1/12/1997: interrogazione per reclamare interventi chiari e controlli circa le dimissioni degli anziani cronici dagli ospedali e richiesta di una Commissione d'indagine: nessuna risposta.
Il 27/2/1998 in un'interrogazione le ho chiesto se vi era la possibilità di realizzare un servizio di Pronto Soccorso in Trino e lei mi rimanda, nella risposta, alle delibere di Giunta. Io mi chiedo: cosa me ne faccio delle delibere di Giunta? Io volevo una risposta chiara e precisa dall'Assessore una risposta politica! E poi parliamo anche degli anziani sballottati da una struttura all'altra. E' ora che finisca questo calvario di persone vaganti nelle varie residenze anziani! L'anziano ha una dignità e quindi vi debbono essere interventi precisi per non trattare gli anziani, in particolare quelli che hanno più bisogno di cure, come pacchetti postali! Alla mia interrogazione del 22/5/1998 non ha mai risposto, ma ha sempre ed ovunque assicurato un suo intervento per ridimensionare tale situazione, che dipende solo da direttive regionali e che va avanti da oltre quattro anni.
Visto che ad una mia interrogazione del 27/5/1998 sul servizio di "convalescenza protetta" lei non mi ha risposto, vorrei sapere se conosce tale servizio e se vi siano garanzie di attuazione su tutto il territorio regionale. Lei sa che è stato sospeso, almeno all'1/6/1998, data di presentazione dell'interrogazione, il servizio a domicilio d'urgenza dell'Unità Coronarica della Croce Verde. Com'è attualmente questo servizio? Anzi, com'era e come sarà, visto che l'interrogazione è ancora giacente in qualche cassetto del suo Assessorato? Il 5/6/1998 in un'interrogazione chiedevo se corrispondevano a verità le notizie di stampa nelle quali si riferiva che l'ASL 17 di Savigliano-Saluzzo ha deciso di trasferire i pazienti cardiopatici acuti dall'Ospedale di Saluzzo a quello di Savigliano. Nella risposta all'interrogazione (questa interrogazione ha ottenuto più successo delle altre!) mi dice che tali notizie sono prive di fondamento, ma che le intese di programma prevedono una centralizzazione dei ricoveri dei pazienti cardiopatici critici presso la Divisione di Cardiologia di Savigliano.
Dimentico altre interrogazioni, perché ci sarebbe da ridere a riferire che ho ottenuto alcune risposte dopo più di un anno. Ma quello che voglio rilevare è che lei continua imperterrito ad affermare che l'Assessorato alla sanità è determinato a perseguire una progressiva riduzione dei tempi di attesa. Ma dove! Ma quando! Ha provato a presentarsi agli sportelli di qualche ASL oppure ASO? Mi pare doveroso rilevare anche gravi carenze nei reparti di Medicina e Geriatria di alcune ASO e rilevare gravi disfunzioni dei vari Pronto Soccorso. Ho potuto rappresentarle più volte, ma non ho avuto successo. Lei ha visitato gli ospedali? Il Maria Vittoria, Il Mauriziano, il Martini ecc.? Ha potuto constatare di persona come sono, come funzionano, quali interventi bisogna effettuare? Il 12/2/1998, un comunicato a firma di medici, e non un'interrogazione del sottoscritto, rilevava che: "Il Pronto Soccorso del Maria Vittoria continua ad essere un luogo ove è difficile svolgere adeguatamente il proprio lavoro...". Lei qualcosa potrà dirci sul Maria Vittoria, sul suo Pronto Soccorso, sui suoi reparti di Medicina, li ha potuti vedere: quali appropriati interventi sono stati fatti? E sugli altri ospedali? Non possiamo parlare di accorpare ospedali, di togliere reparti, di ricoveri impropri quando non si cerca di migliorare l'esistente, di garantire i servizi, di ascoltare gli utenti! Ho potuto visitare ospedali in pessime condizioni ritenuti idonei, ospedali in buone condizioni ritenuti non idonei; ho potuto intervenire con interrogazioni su casi segnalati, che però non hanno ottenuto risposta. Ho dovuto battermi per l'applicazione del Piano sanitario regionale che pare lettera morta. Ho dovuto ascoltare lamentele su lamentele di anziani che sono ricoverati in ospedali in situazioni di disagio; ho potuto visitare reparti di medicina che dovrebbero essere cancellati dalla memoria. Lei dovrà dirci qualcosa su questo! Inoltre, voglio chiedere perché si continua a pretendere, in relazione alle vigenti leggi, contributi economici dai parenti degli assistiti maggiorenni. Lei deve dirci se gli Enti pubblici, richiedendo ai congiunti di un assistito maggiorenne di presentare la documentazione concernente la propria situazione economica, non compiano gravissime violazioni alla riservatezza personale e familiare.
Qualcosa deve dirci, Assessore D'Ambrosio, sulle Residenze Anziani, in particolare su quelle che hanno avuto dei controlli. Cosa ha fatto la Regione per migliorare situazioni in molte strutture per anziani? Cosa fa il suo Assessorato per garantire interventi di servizio ai disabili e l'eliminazione delle barriere architettoniche? Cosa fa il suo Assessorato per la prevenzione dell'utenza e dei dipendenti della Sanità, in particolare anche dopo situazioni di gravità mostruosa quali quelle successe al Galeazzi di Milano? Abbiamo presentato una serie di ordini del giorno: che fine hanno fatto? Lei non ci ha detto più nulla. Cosa è stato fatto in Piemonte? Infine, le chiedo qualche sua considerazione sul Polo Oncologico e sugli interventi della Sanità Pubblica per il Centro oncologico di Candiolo. La Regione interviene con contributi sul Mauriziano? In quale misura e quanto viene erogato, in seconda istanza, a Candiolo? Per ultimo, voglio citare una mia interrogazione circa la mia impossibilità di rendermi conto personalmente della situazione al Pronto Soccorso e nei reparti dell'Ospedale Mauriziano di Torino.
Non ho ottenuto alcuna risposta, ma chiedo a lei, Assessore, quali provvedimenti sono stati presi contro chi, in una struttura convenzionata non ha permesso ad un Consigliere regionale, nel pieno diritto della sua autonomia, di visitare, anche in tarda serata, i reparti di degenza dell'Ospedale Mauriziano di Torino! E' un fatto grave l'operato di tale dirigente sanitario, ma è un fatto grave anche l'operato del suo Assessorato che non solo non risponde alla mia interrogazione, ma nulla fa per stigmatizzare tale operato! E' un diritto dei Consiglieri regionali visitare le strutture sanitarie pubbliche e convenzionate.
Ho chiesto e chiedo su tale episodio una Commissione d'inchiesta e chiedo pure che l'Assessore D'Ambrosio presenti i testi della convenzione tra ASL ed il Mauriziano ed ogni documento circa la situazione di tale ASL del Mauriziano e del Centro oncologico di Candiolo.
Signor Presidente della Giunta, signor Assessore, la situazione della nostra sanità è grave: grave per le famiglie, grave per gli anziani, grave per il personale a causa della mancanza numerica, grave per la pochezza degli interventi! Questo lo abbiamo detto più volte, ma continueremo a dirlo. La gravità della nostra sanità è ormai cronica. Direi quasi "la sanità è una malata incurabile".
Da parte mia, mi sono stufato di fare richieste inevase, di scrivere interrogazioni che non hanno risposta, di battermi in Commissione, nelle audizioni, per sentir dire che i problemi saranno risolti! E' sicuro che se non ci saranno precisi interventi per migliorare tale situazione, tra un anno o meno saremo ancora qui a dibattere nuovamente le problematiche di una sanità che da una gravità passerà lentamente al coma.
Per me, questa politica non è condivisibile e chiedo che con qualsiasi mezzo qualcuno riesca a far cessare questo bollettino di guerra contro le disfunzioni sanitarie, che si ripete quotidianamente.
E' certo che dopo questo dibattito esaminerò la possibilità di rassegnare le dimissioni da Presidente della Commissione come atto d'accusa verso una situazione di gravi carenze nel settore della sanità e dell'assistenza e verso l'incapacità di chi ha il potere di migliorare la situazione e l'impossibilità di poter incidere nelle scelte migliorative e di poter lavorare bene. Mesi di discussione sul bilancio ne sono l'esempio pratico. Grazie, Presidente.
SALERNO Roberto (fuori microfono) Le tue dimissioni per me sono accettate!



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Consigliere, sono iscritti nell'ordine: Moro, Peano e Simonetti.



PEANO Piergiorgio

Chiedo di intervenire molto brevemente per porre una questione pregiudiziale.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Noi chiediamo all'Assessore, dopo questo intervento, che non arriva dai banchi della minoranza, bensì della maggioranza e in particolare dal Presidente della Commissione Sanità che minaccia le dimissioni, vista la gravità delle affermazioni che il Presidente Rubatto ha fatto, la cortesia di dare delle risposte subito, senza attendere la fine del dibattito.



PRESIDENTE

Lasciamo svolgere il dibattito.



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PEANO Piergiorgio

Signor Presidente, a noi sembrano affermazioni molto gravi, quelle del Consigliere Rubatto! Pertanto converrebbe che l'Assessore iniziasse a dare una serie di risposte su tali affermazioni, dopodiché riprenderemo il dibattito. Non possiamo continuare il dibattito, ognuno ripetendo delle cose, su affermazioni così serie e precise, ma anche così gravi, fatte dal Presidente della IV Commissione Sanità, Rubatto, Consigliere di maggioranza.
Ripeto: chiediamo all'Assessore che su queste affermazioni ci dia subito delle risposte. Poi riprendiamo con serenità il dibattito. Direi che questo è doveroso.



PRESIDENTE

Ripeto l'ordine degli interventi: Moro, Peano (se intende ancora intervenire) e Simonetti.



(Commenti dai banchi della minoranza)



PRESIDENTE

L'Assessore può intervenire quando ritiene, ma io credo che dobbiamo sentire prima, nonostante l'intervento del collega Rubatto, gli altri interventi. Sono stato molto attento alle cose che sono state dette, per dobbiamo prima attendere la conclusione del dibattito. Ritengo sia buona norma sentire tutti gli interventi prima di dare delle risposte.



(Ulteriori commenti dai banchi della minoranza)



PRESIDENTE

Non vedo perché dobbiamo interrompere il dibattito.
SPAGNUOLO Carla (fuori microfono) Non si può sempre stare zitti! Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Consigliera Spagnuolo, non capisco, c'è forse una questione incidentale tale per cui...



SPAGNUOLO Carla

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Mi sembra che la questione posta dal collega Peano vada presa in assoluta considerazione. Noi ci rifacciamo alla sensibilità politica dell'Assessore D'Ambrosio, sostanzialmente, perché il Presidente del Consiglio regionale, probabilmente, non ha proprio l'onere di dire: "Prima facciamo tutto il dibattito e poi facciamo altre cose". E' stata posta in quest'aula una questione politica a tutto campo che ritengo non possa non mettere anche in forte imbarazzo gli esponenti della maggioranza.
L'intervento del Presidente della IV Commissione è stato un atto di accusa, da quello che ho sentito, estremamente argomentato.



PEANO Piergiorgio

Un bollettino di guerra!



SPAGNUOLO Carla

Giustamente il collega Peano lo definisce un bollettino di guerra. Devo dire però che è stato argomentato su una serie di atti, di non-risposte, di interpellanze, di interrogazioni, di fatti; pertanto è evidente, Assessore che noi le chiediamo, a questo punto, di prendere atto di questa situazione. Nel senso che non è l'opposizione che ha invertito la logica di questo dibattito, è il rappresentante di un Gruppo consiliare della maggioranza, per cui non è soltanto un componente.
I colleghi che fanno parte della Commissione Sanità, e che quindi sono più attenti, mi fanno rilevare che si tratta del Presidente della Commissione Sanità: ci sembra che questo sia un fatto politico che la sensibilità del Presidente della Giunta, da un lato, e dell'Assessore D'Ambrosio, dall'altro (ma anche quella dei Gruppi di maggioranza, per la verità), non può non mettere in evidenza e trarne le conseguenze. Non è questione che attiene - mi sembra - ad una regolamentazione di dibattito da parte del Presidente del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Salerno: intende parlare a proposito della questione incidentale? Ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Io sfido qualsiasi Consigliere qui presente a dirmi se tutte le interrogazioni presentate, magari con una buona produzione, abbia avuto o meno risposta nell'arco del tempo. La risposta alle interrogazioni è un immane lavoro, anche quando all'interrogante può sembrare importante o importantissimo l'argomento per cui interroga.
La sequela di questioni poste dal collega Rubatto non è diversa da una certa sequela di situazioni che prima ha rappresentato la collega Suino. Il Consigliere Rubatto ha parlato dai banchi del Consiglio regionale come Consigliere regionale; ha posto delle questioni pressoché identiche (su funzionamenti, malfunzionamenti, situazioni critiche, ecc.) a quelle rappresentate dalla collega Suino...



SUINO Marisa

No, molto diverse!



SALERNO Roberto

Se si intende cogliere una nuova occasione per non dare corso al dibattito ed aprire nuovamente una questione preliminare che in qualche maniera vada ad incunearsi, ad allargare ed approfondire il discorso, io non sono d'accordo. Dico di no. Apriamo il dibattito, lo concludiamo con tutti gli interventi e poi, alla fine, potrà anche esserci una considerazione di ordine politico sulle posizioni del Presidente della Commissione.



(Commenti di diniego dai banchi della minoranza)



SALERNO Roberto

Oggi, però, a mio parere, c'è da discutere su questa comunicazione. Se si vuole di nuovo cogliere, signor Presidente, l'occasione per cavalcare di nuovo una questione - la cui natura non so definire, bisognerà poi interpretare le posizioni del collega - per non discutere gli argomenti all'o.d.g., lei, signor Presidente, deve se non altro imporre una disciplina di lavoro. Poi, semmai, si potrà parlare anche delle questioni di ordine politico diverso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti, sempre sulla questione incidentale.



SIMONETTI Laura

La questione posta dai colleghi in relazione all'intervento del collega Rubatto, che non vedo più in aula, è una questione importante, che non pu essere additata - credo da nessuno - in modo strumentale. Le questioni poste dai colleghi e poi dal collega Rubatto, infatti, non sono relative a banali risposte ad interpellanze o interrogazioni; riguardano delle scelte importanti, che non sono state fatte nell'ambito della programmazione sanitaria.
La questione su cui noi intendiamo ribadire un'attenzione specifica della maggioranza oltre che del Consiglio e dell'Assessore alla sanità è che queste osservazioni - critiche pesanti di denuncia di inadempienza politica, prima di tutto, rispetto ad una programmazione regionale - sono state fatte da un componente della maggioranza, peraltro Presidente della IV Commissione. La necessità di venire in Consiglio regionale a discutere delle questioni della sanità è dovuta al fatto che in IV Commissione noi non riusciamo ad avere delle risposte.
Noi chiediamo che l'Assessore D'Ambrosio su questa minaccia del Presidente della IV Commissione di dare le proprie dimissioni (peraltro appartenente alla maggioranza) dia una risposta politica adesso.
Si tratta di questioni importanti, perché questo fatto - Presidente del Consiglio - diventa una pregiudiziale ai contenuti del dibattito; un dibattito che noi abbiamo chiesto, proprio perché come opposizione abbiamo ritenuto importante e fondamentale che questa sede, la sede del Consiglio regionale, discutesse di questioni fondamentali come la sanità l'assistenza e la programmazione regionale. Ciò non perché consideriamo non idonee altre questioni o altre sedi, bensì perché riteniamo che tutti i componenti della Commissione, anche della maggioranza, siano consapevoli del fatto che le opposizioni abbiano sempre portato un contributo costruttivo e di approfondimento in materia di sanità.
Inoltre, occorre rilevare che la Commissione Sanità è da tempo paralizzata, non certo grazie all'opposizione; quindi, risollecito l'Assessore a fornire delle risposte e dei chiarimenti anche in modo preventivo rispetto ad eventuali interventi di altri colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Intervengo ovviamente su tale questione; sul resto, ci riserviamo eventualmente di intervenire successivamente.
A noi sembra - valuti l'Assessore, naturalmente - desueto il fatto che a metà dibattito, si chieda all'Assessore di intervenire per dare delle risposte.



SPAGNUOLO Carla

E' anche desueto che il Presidente della Commissione...



GALLARINI Pierluigi

A proposito della Commissione, ho ascoltato, così come tutti i colleghi, quanto ha detto il Consigliere Rubatto. Se devo esprimere un parere, a me sembra che, dal punto di vista politico, l'intervento più articolato, più pregnante, più politicamente impostato sia stato quello della collega Suino (se devo esprimere un parere personale).
Dopodiché il collega Rubatto ha citato alcuni casi di risposte non date ad interrogazioni; ha fatto molte domande all'Assessore, alle quali penso l'Assessore non si vorrà sottrarre quando poi alla fine darà delle risposte; però mi sembra che l'intervento della Consigliera Suino, così come altri interventi che ci sono stati, ma mi riferisco soprattutto a quello della collega Suino, e l'intervento del collega Rubatto, che io colloco su un altro piano... Capisco che sia facile dire: "Certo, è un collega di maggioranza, per cui è ovvio che abbia una collocazione diversa rispetto all'Assessore e rispetto alla collega Suino". Ma questo è evidente, non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla realtà: è Presidente della Commissione Sanità e quindi penso che una sua parte, un suo ruolo lo abbia potuto pure svolgere.
Collega Simonetti, tu hai detto che la Commissione Sanità - che personalmente, cerco di frequentare - "è paralizzata". Non è paralizzata.
Sotto certi aspetti, apprezzo il fatto che, dopo alcuni anni in questo Consiglio, si affronti, senza rete, il dibattito su un problema fondamentale quale quello della sanità, che vede la Regione impegnata per 7.000 miliardi all'anno. Preferisco ed apprezzo quei colleghi e quei Gruppi politici che vogliono ricondurre quest'aula a sede di dibattito politico su temi fondamentali, e non la solita aula giudiziaria su cui non spendiamo più parole perché ne abbiamo spese per tutto questo ultimo periodo, periodo non di mesi, ma di alcuni anni.
Però, collega Simonetti, non possiamo dimenticare che in Commissione Sanità si sono trascorsi i soliti tre mesi a discutere sui capitoli di bilancio. Sarebbe interessantissimo se, a lato del funzionamento dell'assemblea istituzionale, si istituissero dei corsi di aggiornamento per Consiglieri regionali e dei seminari su ogni capitolo di bilancio spendendo magari anche 5/10 miliardi: varrebbe la pena, per elevare il tono della preparazione, della partecipazione, ecc.
Tuttavia, non si può ricondurre la minuteria di esame sui singoli capitoli ad una sintesi politica quale invece il dibattito di oggi vuole essere. Ovviamente, più che alla sua sensibilità politica, come diceva la collega Spagnuolo, lascio all'Assessore la valutazione sull'opportunità o meno di introdurre un'eccezione alla normale regola dei dibattiti.
Ogni intervento porta un segno più o porta un segno meno; l'Assessore direi diligentemente come ha sempre fatto - registra le osservazioni e le critiche politiche che vengono portate in aula dai Consiglieri, da qualunque parte provengano; dopodiché si riserverà una risposta. Semmai l'articolazione e la profondità di alcune critiche espresse possono portare l'Assessore a rispondere più in là nel tempo anziché in trenta secondi perché in trenta secondi non si può rispondere in modo articolato ad impianti di critica politica così come abbiamo ascoltato stamane. Esprimo semplicemente questo parere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeli; ne ha facoltà.



ANGELI Mario

Il vero problema è un altro, signor Presidente. Questa mattina abbiamo iniziato, in termini costruttivi come ha fatto la collega Suino, a parlare di programmazione ed io stesso ho cercato di seguire una certa linea.
L'intervento del Consigliere Rubatto invece ha spiazzato la stessa minoranza, perché il bollettino di guerra che ha fatto in aula lo fa anche in Commissione! E' ingiusto lanciare un sasso in mezzo allo stagno, stare per due minuti a guardare i cerchi che fa nell'acqua e poi andarsene via come se niente fosse, dopo aver detto qualsiasi cosa! Noi vorremmo che l'Assessore rispondesse subito alle precise accuse mossegli dal Consigliere Rubatto. Se anch'io le ho fatte mi sono sbagliato non era nelle mie intenzioni, e non credo neanche in quelle della Consigliera Suino, fare delle accuse: si voleva lavorare per capire dove si voleva andare a finire, cercando di trovare, se ci sono, le responsabilità e toglierle. Quello che ha fatto il Consigliere Rubatto credo debba avere una risposta immediata, perché - ripeto - spiazza la stessa minoranza.



PRESIDENTE

Sempre sulla questione incidentale hanno chiesto di intervenire nell'ordine, i Consiglieri Saitta, Bortolin, Riba e Montabone.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Sarò breve, anche se questa discussione sulla questione incidentale potrebbe suggerire che sarebbe stato forse più utile dare delle risposte.
Dico solo una cosa al collega Gallarini. Io mi rendo conto delle difficoltà e degli imbarazzi, ma il collega Gallarini sa perfettamente che la normalità a cui fa riferimento richiede che un Consigliere di maggioranza esprima le posizioni della maggioranza, un Presidente di maggioranza della Commissione altrettanto; quando questo non avviene ed un collega della maggioranza esprime posizioni ancora più determinate di quelle della minoranza nasce un fatto politico (d'altronde noi siamo dei politici) e non si può fare altro che registrarlo.
Fatto politico che richiama in causa non tanto le responsabilità del Presidente del Consiglio, ma di chi rappresenta la maggioranza, cioè del Presidente della Giunta. Io non credo che il collega Gallarini o il collega Scanderebech valutino la posizione del collega Rubatto come la posizione di un Consigliere che vale meno rispetto ad altri. Non mi pare.
Io credo che tu, Gallarini, essendo Capogruppo di un partito di maggioranza non possa non rilevare che siamo al di fuori della consuetudine per le cose che sono state dette. Qui facciamo politica, non è che ognuno possa dire qualunque cosa e poi "si torna a casa". Rubatto ha espresso una posizione diversa ed essendo stata espressa dal Presidente della Commissione, con riferimenti precisi, richiede una precisa risposta politica. Dopodiché il dibattito può riprendere, ma perlomeno questo chiarimento politico deve venire e credo che richiami in causa sicuramente l'Assessore, ma ancora di più il Presidente della Giunta che esprime una maggioranza alla quale Rubatto appartiene. Quindi, deve dirci che cosa intende fare rispetto a questa divergenza che si è determinata, altrimenti per forza di cose il dibattito non può assumere le caratteristiche del confronto tra maggioranza ed opposizione, ma diventa una grande confusione dove c'è tutto e il contrario di tutto.
Credo che questa presa di posizione richieda un chiarimento e quindi una risposta, altrimenti non esistono più gli elementi sui quali si costruisce il confronto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Presidente, insisto sul fatto incidentale. E' abbastanza preoccupante che il collega Rubatto si sia allontanato senza ascoltare le osservazioni che i vari Gruppi, maggioranza ed opposizione, intendono fare.
Collega Gallarini, forse stiamo trasformando l'aula del Consiglio regionale in un'aula impropria per il tipo di dibattito, è vero, ma bisogna anche chiedersi perché. Noi abbiamo vissuto in Consiglio regionale questioni e situazioni di carattere giudiziario ben più gravi, mai per siamo venuti meno al dibattito politico, all'impegno di affrontare questioni e problematiche. Il collega Rubatto è tornato, meno male.



RUBATTO Pierluigi

Stavo comunque ascoltando.



BORTOLIN Silvana

Sì, sono certa, però volevamo anche guardarti, Consigliere Rubatto.
Mai però - dicevo - siamo venuti meno alla necessità e all'impegno di discutere anche questioni di carattere politico.
Bisogna domandarsi perché quest'aula sta diventando un luogo dove è impossibile discutere dei problemi; quali sono le ragioni e le responsabilità di chi porta avanti il governo di questa Regione e trarne le conseguenze. Come opposizione credo che responsabilmente ci stiamo interrogando ed arriveremo anche a fare delle proposte, ad assumere un atteggiamento o confermare quello che finora abbiamo avuto.
Un dibattito sullo stato della sanità in Piemonte, tra l'altro non completo perché avremmo bisogno di altri elementi (la relazione sullo stato di salute, l'attuazione del Piano sanitario, lo stato della legge sul Piano socio-assistenziale), non può essere trasformato in un atto d'accusa. C'è una differenza tra quello che può fare l'opposizione e quello che può fare la maggioranza: la differenza è che dalla maggioranza deve venire la difesa dell'Assessore e non l'attacco che abbiamo potuto ascoltare, che è un attacco desueto, non è vero che è norma! Non è vero! Non è norma che da parte della maggioranza vengano dette le cose che sono state dette e poi ci sia il silenzio! Condivido una cosa detta dal collega Gallarini: lasciamo all'Assessore e alla maggioranza la possibilità di meditare su quello che è stato detto ma allora chiediamo la sospensione e alla ripresa dei lavori ci vengano date delle risposte, anche in relazione alla conclusione dell'intervento del Consigliere Rubatto: le dimissioni da Presidente di Commissione. Mi pare che, peraltro, il Consigliere Rubatto abbia davvero aspirato a fare il Presidente della Commissione Sanità; non si capisce perché abbia agito così, se non nel fatto che lui creda fermamente nelle accuse che ha formulato nei confronti dell'Assessore, al punto da dimettersi da Presidente di Commissione.
Insisto sul fatto che siano necessarie queste risposte e dico anche che, anziché sentire interventi quali finora ho sentito da parte della maggioranza, mi sarei aspettata anche qualche parola a difesa dell'Assessore.
Devo esprimere io, Assessore, solidarietà rispetto all'attacco che lei ha ricevuto? Non credo che le sarebbe utile. Vorrei capire, da parte della maggioranza, se volete che l'Assessore D'Ambrosio continui a fare l'Assessore alla sanità e al socio-assistenziale: se è così mi aspettavo di sentirlo. Quello che verrà dopo è riparatorio: doveva avvenire autonomamente da parte vostra, cari colleghi della maggioranza. Le riparazioni a volte sono peggiori del fatto di lasciare che la cosa...



GALLARINI Pierluigi

Stai dando i voti correggendo i compiti!



BORTOLIN Silvana

Noi non stiamo né dando i voti né correggendo i compiti! Interrogatevi sulla situazione in cui vi trovate (nel momento preciso il dibattito sulla sanità); analizzate seriamente le cose dette dal collega Rubatto e poi diteci qualcosa.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ho chiesto la parola all'inizio dell'intervento della Consigliera Bortolin.
Non si può non prendere in considerazione alcuni aspetti che si sono verificati nell'ambito del dibattito. Vorrei anche ricordare (bisogna sempre attenersi al tema stabilito prima di trarre le corrette conseguenze o interpretazioni) che il dibattito di oggi si articola su un tema specifico.
La sanità è sicuramente un tema molto ampio. Mi rendo conto che quando si parla di "ricoveri impropri", si può, obiettivamente, entrare direttamente in tutti quelli che sono i meccanismi della sanità. Infatti l'intervento della collega Suino è un'analisi di quelle che sono - secondo la collega Suino e credo la sua parte politica - le criticità della gestione sanitaria nel nostro territorio e, soprattutto, quelle che secondo l'opposizione, sono le iniziative che l'Assessorato dovrebbe assumere in prospettiva.
Da questo punto di vista, elemento propedeutico per raggiungere un approfondimento su un tema così importante, credo che - e me ne faccio ammenda, perché non ero presente alla Conferenza dei Capigruppo - questo sia un dibattito che richiede una disponibilità di tempo, una possibilità di approfondimento e una preparazione che comunque l'Assessore ha.
Il collega Rubatto oggi ha detto delle cose che io, da lui, ho più volte sentito dire; sono nell'ambito di una dialettica e di una discussione all'interno anche di una maggioranza. Sono elementi di riflessione sul tema della sanità e dell'assistenza e rappresentano, dal punto di vista politico, una parte del suo elettorato.
Personalmente, non credo sia utile - mi appello anche alla sensibilità del Consigliere Rubatto - sospendere questo dibattito per avere dei chiarimenti.
Inoltre, chiedo al Consigliere Rubatto di riflettere sulla dichiarazione di eventuali dimissioni da Presidente della Commissione Sanità.
Nell'intervento del Consigliere Rubatto le argomentazioni addotte sono tali, tante e talmente vaste: sono lo scibile della sanità.
Siccome anch'io ho occasione di discutere di sanità a livello nazionale, come rappresentante della Regione Piemonte, ammetto che le argomentazioni sulla sanità sono obiettivamente molto complesse, articolate e, in alcuni casi, si prestano anche ad essere interpretate soggettivamente e quindi qualche volta si rischia di perdere l'oggettività del problema.
In quest'aula sono stati posti temi e problematiche sulle quali è assolutamente necessaria una riflessione. Mi riferisco, nel caso specifico ad alcuni aspetti citati dalla Consigliera Suino, ma non solo. Ritengo che non sia utile sospendere questo dibattito per dare delle risposte al Consigliere Rubatto. Chiedo al Consigliere Rubatto la disponibilità ad affrontare le risposte di carattere politico in un secondo momento e di approfondire invece quelle legate alle tematiche della sanità, in senso più specifico, nell'ambito del dibattito che si sta svolgendo, secondo me, con una proposizione, da parte anche dell'opposizione, piuttosto costruttiva.
Ascoltando alcuni interventi ho percepito che c'era, obiettivamente, la volontà di dare un contribuito alla gestione della sanità: problematica estremamente complessa e difficile.
In sostanza, mi appello alla sensibilità del Consigliere Rubatto e dell'opposizione, affinché ci sia la possibilità di svolgere completamente il dibattito. Al termine del quale l'Assessore D'Ambrosio, dal punto di vista tecnico, rappresenterà più risposte possibili, sollecitate da quest'aula e io naturalmente cercherò di fornire quegli elementi di risposta politica che il Consigliere Rubatto ha sollecitato nel suo intervento. Proprio per non perdere un'occasione per affrontare un argomento nei confronti del quale, torno a ripetere, mi sembrava l'aula oggi intenzionata finalmente a dare un contributo costruttivo.



SPAGNUOLO Carla

Ci spieghi perché dovremmo dare noi un contributo costruttivo!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Un contributo costruttivo al dibattito! Voi rappresentate i piemontesi come opposizione chiaramente. Va bene, non datelo, io ho fatto una proposta.



PRESIDENTE

Potrebbe essere utile sentire il Consigliere Rubatto che ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.



RUBATTO Pierluigi

Ringrazio il Presidente della Giunta per l'intervento.
Aspettare la fine del dibattito per avere delle risposte non mi crea problemi, ho aspettato due o tre anni, quindi posso aspettare ancora un po'.
Un dibattito sulla sanità dovrebbe essere migliore, anche se purtroppo, certe volte per renderlo migliore si deve, per forza, "accusare" (io non ho accusato nessuno, ho solamente presentato dei problemi, delle situazioni, delle date precise di interrogazioni presentate, che avrebbero dovuto ottenere risposta due mesi fa).
A questo punto, chiedo veramente che il dibattito vada avanti, perché è un dibattito che deve portare frutti migliori per la nostra sanità. Deve portare veramente frutti migliori per la nostra sanità altrimenti se è un dibattito così vuoto che rimane in quest'aula, porta nulla, anzi, porta altre problematiche ed altre situazioni di difficoltà.
Ringrazio il Presidente che, forse, ha capito i problemi che ho sottoposto in quest'aula. Mi scuso con l'Assessore se sono stato un po' "cattivo" e "crudele", però i problemi che ho elencato li avevo sottoposti più volte.
Colgo l'occasione per ringraziare l'opposizione, specialmente i colleghi della IV Commissione. Penso, comunque, di presentare le dimissioni da Presidente della IV Commissione.



PRESIDENTE

Sulla questione incidentale sono ancora iscritti a parlare i Consiglieri Riba, Montabone, Scanderebech, Simonetti (una seconda volta) e Ghiglia.
Ricordo al Consiglio che era stato assunto l'impegno di non portare in votazione provvedimenti in questa fascia oraria.
La parola al Consigliere Riba.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente, chiedo la parola sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Nella Conferenza dei Capigruppo è stato definito che non ci sarebbe stata l'interruzione dei lavori a pranzo, però in aula vedo solo quattro o cinque componenti della maggioranza.
Se questo dibattito interessa il Consiglio regionale, credo che il Presidente del Consiglio debba garantire un minimo di dignità a questo dibattito, perché l'opposizione non può entrare nel merito di questioni importanti mentre la maggioranza va a pranzo!



PRESIDENTE

L'intesa era di proseguire senza interruzione.



SIMONETTI Laura

Ma con una maggiore presenza!



PRESIDENTE

Non avevamo chiesto la continuità di presenza. D'altronde, la Giunta è presente con il Presidente e l'Assessore competente; c'è un normale ricambio, qualcuno è andato a pranzo prima, qualcun altro andrà dopo.



SIMONETTI Laura

Il ricambio vale per tutti, Presidente!



PRESIDENTE

Queste erano le intese.
La parola al Consigliere Riba.



(Proteste della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Cortesemente, collega Simonetti; ho dato la parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Vorrei intervenire in merito alle intese, dato che stiamo intervenendo su una questione procedurale incidentale.
Sulle intese noi avevamo sicuramente convenuto di non fare delle sospensioni per il pranzo, ma questa mattina abbiamo constatato - la collega Simonetti l'aveva già detto prima - che ci poteva essere un rischio, ma adesso non più, perché siamo pervenuti ad una situazione di drammatizzazione. Il rischio era che l'opposizione facesse questo dibattito un po' da sola, con momenti di interlocuzione con l'Assessore competente e grazie alla consueta gentilezza del Presidente Ghigo a prestare un'attenzione che - lo constato - deve costargli non poca fatica, perch con questa attenzione, gli compete anche sopperire ad una latitanza, che è soprattutto nel merito. Non parlo né del Consigliere Gallarini né del Consigliere Ghiglia, che sono sempre presenti e che, dal loro punto di vista, danno un contributo al dibattito.
Sono questioni assolutamente significative. Quindici giorni fa abbiamo tentato di portare nell'aula del Consiglio regionale le questioni del Patto per lo sviluppo. Sono questioni enormi, significative ed incombenti sulle materie più importanti del governo del Piemonte: c'è una situazione di distrazione che francamente debilita la vita di questa Amministrazione ben oltre quelle che possono essere le inevitabili sottolineature, accuse e richieste di chiarimento su atti e comportamenti della Giunta.
Questa mattina l'argomento della sanità è stato avviato con un'introduzione - lo devo dire, non perché è una collega del mio Gruppo, ma perché l'hanno detto anche altri - ottimamente esposta. Quindi, un'ottima relazione sia per i contenuti sia per l'equilibrio, per cercare di porre all'attenzione del Consiglio regionale nel suo insieme una situazione drammatica.
Vedo poche persone tra il pubblico, ma alcuni sono venuti da lontano per vedere se davvero si discute di sanità, oltre ad essere le vittime di una situazione che continua ad avvitarsi su se stessa.
Ci troviamo nuovamente in un contesto in cui anche il Consigliere Rubatto, con il quale talvolta interloquisco scherzosamente, contestandogli un inopportuno trasferimento dall'area dell'opposizione, che lo aveva eletto, a quella della maggioranza, che lo sta ospitando - male, ma queste sono scelte tue, Consigliere Rubatto - è costretto ad usare un'occasione come questa, ed altre, per avere un'opportunità di riproporre problemi a cui è molto attento, ma noi ora abbiamo di fronte due problemi.
Il primo problema, Presidente, è la questione di come lei, loro e noi riusciamo a rimettere questo Consiglio regionale in condizione di assolvere alla sua funzione di discutere, confrontarsi, decidere e fare. Anche fare perché il Piano sanitario, colleghi, è stato fatto. Assessore D'Ambrosio sono alieno a muovere contestazioni. Quando lo faccio, lo faccio su questioni specifiche - se davvero ci sono 280 idee di primariato sulle Molinette, scusate, su una materia...



GALLARINI Pierluigi

Ventotto.



RIBA Lido

Ventotto, pari a 280 miliardi di spese, che alterano significativamente tutta la spesa. E' chiaro che il Piemonte è preoccupato dal fatto che ci si concentri su delle velleità a scapito della sostanza e delle grandi questioni - ma non voglio entrare nel merito.
Il punto è questo: dopo i primi interventi, noi abbiamo già percepito che la situazione della sanità richiede, anche nel prosieguo del discorso e nelle conclusioni, una profonda modifica di indirizzi e anche una pesante inevitabilmente pesante - valutazione sulla situazione che si è venuta configurando.
Non so se il Consigliere Rubatto riprende o non riprende... Te lo avevo già detto a suo tempo, un'altra volta mi insegni come si fa ad uscire dall'opposizione. Si può uscire dalla maggioranza. Tu eri riuscito ad uscire dall'opposizione: un grande caso, che a suo tempo fece epoca.
Innanzitutto, prendiamo atto che la crisi adesso riguarda anche l'assetto operativo, cioè la Giunta; investe in modo molto più cospicuo la questione di come il dibattito si svolgerà; di come la maggioranza si misurerà diffusamente su questo problema e poi, complessivamente, di quali rettifiche di indirizzo, anche finanziario, noi proporremo. Il dibattito di oggi - lo dico per i colleghi di entrambe le aree dell'emiciclo, perché in sede di discussione del bilancio lo avremmo anche fatto, ma complessivamente non ci sono state le condizioni per farlo - mantiene evidentemente tutta la sua drammatica importanza e il suo rilievo. Quindi anche sulla base della discussione di oggi, si dovranno decidere modifiche di indirizzi di spese e di altre scelte - come coerentemente e conseguentemente si dovrà fare, altrimenti il dibattito potrebbe rischiare di essere platonico.
A questo punto, a modifica della posizione, essendo stato uno dei contraenti dell'inutile patto di non rispettare la pausa pranzo - inutile nel senso che tutti la fanno - tanto vale, quanto meno, prenderne atto. Se la montagna è già andata a Maometto, seguiamola. A questo punto, sarebbe meglio reintrodurre il principio di un'inevitabile pausa e riprendere, con la compostezza e la presenza adeguata all'importanza del dibattito, il lavoro tra un'ora, in modo da poterlo svolgere adeguatamente. Il tempo che perdiamo adesso sarebbe probabilmente recuperato in termini di attenzione.
Dopodiché questa è la mia proposta, e ho visto che è abbastanza condivisa.



PRESIDENTE

Non posso nemmeno portarla in votazione perché abbiamo prima preso l'impegno - tutti - di non chiedere votazioni e verifiche del numero legale. La proposta la valuteremo per la prossima riunione, oggettivamente ora non posso portarla in votazione.



RIBA Lido

Consideriamola già valutata: l'esperimento è stato fallimentare, per cui non è il caso di ripeterlo.



PRESIDENTE

Dissento dal giudizio che sia stato fallimentare, perché la discussione vede presente sia il Presidente della Giunta che l'Assessore competente nonché, a rotazione, una presenza numerica congrua di Consiglieri - ma queste sono valutazioni diverse.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Credo abbia ragione il Consigliere Gallarini: necessiterebbe forse un corso di formazione per Consiglieri regionali, che riuscisse a far apprendere a tutti noi queste nuove regole del dibattito democratico in un'assise, in un'assemblea come questa; perché io, che sono stato abituato ad altre regole - più o meno giuste, si tratta solo di discutere - ho enormi difficoltà a capire e mi dichiaro subito disponibile a partecipare a quel corso di formazione. Dico questo perché, oggi, in quest'aula, abbiamo assistito a due situazioni stranissime.
La prima è stata la creazione di una nuova regola non scritta: un Consigliere può prendere la parola e - in modo provocatorio dal punto di vista politico, il che è ammissibile - stare zitto per cinque o dieci minuti. E' una regola che posso anche condividere, che però richiamo al Presidente del Consiglio: è un precedente che potrebbe portare in questo Consiglio uno sconquasso di carattere generale, senza grandi sforzi. Questa è una regola che non capisco molto, ma l'opportunità che questo avvenisse è stata data.
La seconda regola è questa: tutti i Consiglieri, siano essi Presidenti di Commissione o meno, hanno il diritto ad esprimere, in quest'aula, in assoluta libertà e indipendentemente dall'appartenenza politica, le proprie idee. Però c'è un "ma": rispetto all'espressione delle proprie idee Consigliere Rubatto, bisogna essere assolutamente consequenziali. Non è mai successo in alcun Consiglio, neanche quello di un piccolo Comune, che si facesse la minoranza all'interno della maggioranza. Questo fa parte di una regola, vorrei che non sfuggisse ai colleghi presenti, perché la maggioranza ha delle responsabilità e la minoranza ha dei compiti rispetto a quelle responsabilità. Non si può, nel modo più assoluto, credo neanche nella Seconda Repubblica, svolgere l'uno e l'altro compito, altrimenti si svilisce il nostro istituto di Consigliere. Quali sono, allora, i momenti in cui il Consigliere ha la possibilità di portare all'esterno la propria voce? Lo può fare attraverso comunicazioni, attraverso pagine di giornali locali, attraverso la presenza ufficiale, così come può far sapere all'esterno cosa pensa su una determinata materia attraverso gli interventi in Consiglio. Sappiamo che le Commissioni sono per lo più precluse agli organi di informazione e al pubblico, ai cittadini che vogliono partecipare a queste discussioni; il Consiglio, invece, è il momento in cui ciascuno di noi può far conoscere al pubblico le proprie idee.
Se esaminiamo l'intervento di oggi dell'amico e Consigliere Rubatto e se avessimo questa sala gremita, ma anche solo gremita quel tanto che basta, da quattro o cinque cittadini che vogliono sentire cosa pensiamo della sanità, ne uscirebbe questo messaggio: il Consigliere Rubatto ha denunciato delle non risposte di almeno tre anni, ha denunciato casi di malasanità, nei quali io non entro nel merito, ma richiamo solo il fatto politico, e quindi il Consigliere Rubatto è totalmente in disaccordo con le linee politiche che il governo e l'Assessore di questa Regione, in materia di sanità, stanno portando avanti.
Infine, il Consigliere Rubatto, dopo aver detto che valuterà, comunica che darà le dimissioni da Presidente della Commissione. Non è questo il punto, Consigliere Rubatto, lei può benissimo fare anche il Presidente di Commissione di minoranza; il Presidente di Commissione non è mai un Presidente di parte, è un Presidente di tutta la Commissione.
Consigliere Rubatto, se lei pensa quello che ha detto, le conseguenze di cui parlavo prima non sono quelle di dare le dimissioni da Presidente della Commissione, sono quelle di cominciare a svolgere quella funzione che lei ha iniziato nella maggioranza, all'interno della minoranza. Altrimenti lei avrà un bel da fare a girare tutti gli ospedali del Piemonte e a denunciare la malasanità, poi ne parlerà con l'Assessore che fa parte della maggioranza, chiederà che si facciano degli interventi, l'Assessore potrà dirle se è in grado di farli o no. Lei non può denunciare la situazione attuale come una colpa della Giunta, stando in maggioranza, altrimenti vota contro la Giunta. Queste sono le regole alle quali mi richiamo, anche in base all'esperienza del passato; se queste non ci sono più, penso che l'Assessore Goglio, che è l'Assessore alla formazione professionale potrebbe incominciare ad impostare un corso di formazione per i Consiglieri regionali, così cercherò di capire le nuove regole e mi metterò a vostra disposizione.
Per quanto riguarda il fatto dell'accordo rispetto al dibattito di oggi, non mi preoccupo; non ho mai avuto tanti ascoltatori come oggi, e poi c'era l'accordo che a rotazione si sarebbe andati a mangiare un panino. Non mi permetterò più di chiedere che siate presenti per ascoltarmi, perché non siete mai stati così numerosi ad ascoltarmi come oggi. Vi ringrazio veramente di cuore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Mentre parlava il Consigliere Rubatto, tra me e me riflettevo, chiedendomi cosa fosse la sanità piemontese quattro anni fa quando l'Assessore D'Ambrosio ha ereditato il pacchetto sanità. Se ricordate, eravamo su tutti i giornali nazionali: c'era chi entrava ed usciva da Via Tasso e tutti noi avevamo paura di ereditare il pacchetto sanità piemontese. Mi spiace che l'Assessore D'Ambrosio non mi stia ascoltando... Come dicevo, dobbiamo ricordare cos'era la sanità quattro anni fa in Piemonte e l'Assessore D'Ambrosio già allora ebbe coraggio nel prendere in mano la malasanità piemontese che oggi, dobbiamo riconoscere il dottor D'Ambrosio ha saputo migliorare...



RIBA Lido

Scusi, Presidente, voglio capire cosa intende il collega Scanderebech per malasanità piemontese: cosa, come, quando e a che epoca si riferisce!



PRESIDENTE

Lasciamo completare l'intervento, poi capiremo.



SCANDEREBECH Deodato

Io per primo ricordo (se volete, vi porto Repubblica e La Stampa di quei giorni) cosa scrivevano i giornali sulla sanità piemontese; io per primo ho rinunciato, in quella circostanza, a svolgere il ruolo di Presidente della IV Commissione, perché non mi sentivo preparato e all'altezza, pur sapendo e avendo capito che il ruolo del Presidente della IV Commissione è un ruolo istituzionale, quindi un ruolo legislativo.
Scusate, colleghi, la collega Bortolin diceva che nessuno della maggioranza si alza per difendere l'Assessore; nel momento in cui si fa una riflessione politica realistica, una riflessione di quello che era e di quello che è attualmente, stiamo parlando della gestione di un'Azienda di 7.000/7.500 miliardi, volete che funzioni tutto alla perfezione, pur sapendo come funzionava in passato e pur avendo la realtà vivente che tutto il centro-sud d'Italia si rivolge a Torino per qualsiasi tipo di intervento sanitario? E' vero questo? Allora vuol dire che in qualche modo la sanità piemontese funziona, vuol dire che gli ospedali, gli enti attinenti alla sanità funzionano. Certo, ci sono problematiche specifiche, che il collega Rubatto ha elencato, ma ben vengano queste problematiche, ben vengano i quesiti che il collega Rubatto ha posto all'Assessore! Non capisco davvero cari colleghi, tutto il vostro accanimento nei confronti della sanità piemontese, in modo particolare dell'Assessore che la rappresenta. Io non mi addentro, so solo che un mese fa è uscito un sondaggio a livello nazionale dal quale risulta che, in alcuni servizi specifici, la sanità piemontese è tra i primi posti. Non possiamo negare questo...



RIGGIO Angelino

Collega, lo era anche quattro anni fa!



SCANDEREBECH Deodato

Ho avuto la fortuna di leggerlo solo un mese fa, quattro anni fa non c'ero. Tutti ricordiamo i problemi che c'erano sui Direttori...



(Proteste dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, lasciamo completare l'intervento.



SCANDEREBECH Deodato

Non si può nascondere l'operato - ripeto - svolto con coraggio e competenza dall'Assessore alla sanità. Per cui tutto quello che ha enunciato il collega Rubatto è oggetto di discussione. E' bene che se ne parli, perché è giusto che quest'aula affronti i problemi che il Consigliere Rubatto ha messo in evidenza.
Per quanto riguarda il resto, mi chiedo, Consigliere Rubatto, dove sei stato in questi mesi come Presidente della Commissione, perché ti è stata rivolta un'accusa specifica anche da parte della collega Bortolin che diceva che in Commissione non si è fatto niente. Mi chiedo dunque: se in Commissione non si è fatto niente e se l'Assessore non ha fatto niente, chi fino adesso ha svolto il ruolo che doveva svolgere? Non lo so. Ditemelo voi! Non voglio dilungarmi, perché ripeterei quanto hanno detto il Consigliere Gallarini e il Presidente Ghigo. Le riflessioni che ha fatto il Consigliere Rubatto sono coraggiose. Il fatto che si dimetta o meno dalla IV Commissione, come diceva giustamente il collega Montabone, non è un dato politico, perché il ruolo del Presidente della IV Commissione è un ruolo super partes, non è un ruolo politico! Per cui, caro Rubatto, se tu adoperi mezzi e strumenti ricattatori per ottenere qualcosa che ti appartiene come Consigliere regionale, che appartiene a tutti noi, hai sbagliato strada! Non è quella la strada che devi seguire! Hai tutti gli strumenti, come Consigliere regionale, per farti rispettare e per avere le giuste risposte.



PRESIDENTE

Mi pare che stiamo rientrando sulla discussione generale. Ricordo che il primo ad avere diritto di parola in merito alla discussione generale è il Consigliere Moro.
Avevano però chiesto di intervenire ancora i Consiglieri Ghiglia e Papandrea.
Sulla questione incidentale o in discussione generale?



PAPANDREA Rocco

Io parlerò sulla questione incidentale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Sinceramente, Presidente, dovrebbe dirmelo lei su cosa intervengo perché lei è riuscito di più a tenere le fila di queste discussioni, che si sono accavallate, rispetto al sottoscritto che ha invece qualche difficoltà di "telaio". Quando i fili diventano troppi, dato che non ho esperienza in campo tessile, non riesco più a fare la reconductio ad unum della discussione.



PRESIDENTE

La reductio.



GHIGLIA Agostino

Ho sbagliato appositamente.



PRESIDENTE

Ho inteso quello che voleva dire.



GHIGLIA Agostino

Magari ho pure sbagliato, comunque lo vedremo dopo, anche perché questa discussione sul latinismo potrebbe essere altrettanto valida come altre impostate questa mattina.
Mi sono un po' perso fra l'etica della pausa e l'importanza del ripieno del panino e la discussione sulla sanità. Ma dico questo, Presidente, con molta serietà e molta tristezza, perché non si può parlare per otto, nove o dieci minuti su una questione incidentale di sospensione, oppure di richiesta eventualmente alla Giunta di una risposta, prima della fine di un dibattito, visto che la relazione è stata svolta, parlando di qualsiasi cosa! Non è possibile! Bisogna che questi lavori abbiano davvero un minimo d'ordine! Non possiamo alzarci e fare per otto minuti l'etica del panino o della pausa. Abbiate pazienza! Sinceramente è sconcertante e sconvolgente.
A parte che nel momento di maggior calo di zuccheri eravamo in 19, più 12. E se c'era stata l'intesa di non fare la "dannata" pausa del panino (tra l'altro, poi, siamo tutti abbastanza in carne), se non ci fosse stata questa intesa, eravamo comunque con una presenza più che decente soprattutto della Giunta e dell'Assessore! Ora, se poi si vuole strumentalizzare - anche! - sull'intesa della pausa, io credo che un'assemblea un livello più basso non lo possa toccare! Facciamo sempre le pause, per poi discutere mezz'ora - io un minuto e cinque secondi - se farla o non farla.
Io non intervengo sul merito della discussione adesso, interverrò dopo.
Semplicemente per dire, a questo punto, che non è il caso di fare la pausa Presidente, perché siamo in pausa permanente ed effettiva.



PRESIDENTE

Ha ancora la parola il Consigliere Papandrea.
L'orientamento pare sia quello di riprendere il dibattito, perciò se ritiene potrà intervenire ancora dopo.
Prego, Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Infatti non intervengo sulle questioni specifiche, sulle quali interverrà successivamente il collega Moro. Effettivamente, però, credo che non si possa non esprimere un disagio di fronte a certi fatti - mi riferisco all'intervento del Consigliere Rubatto - anche perché non è un fatto isolato. Se il Consigliere Rubatto non si è accorto della stranezza della sua posizione, l'Assessore competente, che è uno degli Assessori più importanti perché si occupa della parte di bilancio più consistente di questa Regione, deve dare dei chiarimenti su questo problema. Se non lo pone il Consigliere Rubatto un problema di chiarimento, lo deve porre l'Assessore D'Ambrosio! Non si può andare avanti così, avendo una maggioranza zoppa e facendo finta di niente.
Devo dire che comincio a non stupirmi di molte cose, perché ho visto domenica, una manifestazione che bloccava l'autostrada e obbligava i cittadini ad andare a piedi all'autostrada - cosa che io ho fatto varie volte nella mia vita - guidata dal Presidente Ghigo! Questo mi ha veramente stupito. Personaggi che di solito si scandalizzano enormemente se dei lavoratori utilizzano certe forme di lotta! Penso che se domenica ci fosse stato un gruppo di lavoratori aeroportuali o di altra natura che faceva un blocco stradale, avremmo avuto un fuoco di fila sulla stampa contro l'interruzione del servizio ("I cittadini, poveri vecchietti, obbligati a farsi chilometri a piedi e perdere l'aereo"). La cosa che mi stupisce è che il centro-destra, che di solito utilizza questi argomenti, e il Presidente di una Regione che ha mille mezzi istituzionali per intervenire sul problema, arrivi ai blocchi stradali! Questa mi pare una cosa incredibile.
I blocchi stradali fateli fare a chi li deve fare.



GALLARINI Pierluigi

Non era un blocco stradale! Era una manifestazione autorizzata!



PAPANDREA Rocco

No, era un corteo che bloccava una strada! Io sono esperto di queste cose: se non si vuole fare un blocco stradale, basta organizzare un corteo e muoversi, l'effetto è il medesimo! Ripeto: siamo in una situazione incredibile! Abbiamo un Presidente della Regione che anziché utilizzare il fatto di essere Presidente della Giunta regionale del Piemonte, si mette alla testa delle proteste in certe forme.



PRESIDENTE

Consigliere, siamo un po' fuori tema.



PAPANDREA Rocco

Ricordavo questo episodio perché, secondo me, fa parte delle stesse stranezze che abbiamo avuto in quest'aula.
Ultima considerazione: mi pare che il Consigliere Scanderebech più che di sanità parlasse della vicenda dei Direttori. Credo che quello che forse è riuscito a fare l'Assessore D'Ambrosio sia stato sistemare la vicenda dei Direttori. Confondere la vicenda dei Direttori con quella della sanità dimostra una conoscenza "approfondita" del problema.



PRESIDENTE

Non divaghiamo.



PAPANDREA Rocco

Però ha risolto il problema Direttori! Di quello si parlava; il problema sanità è un altro, si vive negli ospedali!



SCANDEREBECH Deodato

La qualità dei servizi è migliorata.



PRESIDENTE

Rientriamo nel filone.
La parola al Consigliere Moro, al quale chiedo scusa.
MONTABONE Renato (fuori microfono) Solo una precisazione per il prosieguo del dibattito. Io vorrei solo sapere, visto che ho fatto un intervento molto pacato, cosa si intende per "ricatto" rispetto all'intervento che ha svolto il Consigliere Rubatto perché se siamo in presenza di ricatti...



PRESIDENTE

Nel contesto l'ho inteso come un sinonimo di domanda.
MONTABONE Renato (fuori microfono) Perché se Rubatto non può più liberamente intervenire e viene tacciato di ricatto in aula...



PRESIDENTE

No, era sinonimo di richiesta, domanda.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. E' molto importante, politicamente, la discussione di oggi in Consiglio regionale sulla delicatissima tematica della sanità piemontese, nonostante la parentesi dell'intervento del Consigliere Rubatto.
Certamente, le accuse politiche gravi e precise del Presidente della IV Commissione, che ha promesso le dimissioni, ed è membro della maggioranza che hanno spiazzato la discussione in quest'aula, fanno riflettere e preoccupare. Occorrono quindi risposte precise e tempestive.
Era opportuno, già da tempo, dibattere sull'argomento in modo chiaro e preciso, anche per le responsabilità precise dell'esecutivo regionale in materia di sanità.
La richiesta di convocazione di questo Consiglio regionale straordinario era sorta per le dichiarazioni dell'Assessore regionale alla sanità circa i 250.000 ricoveri ospedalieri impropri e le ipotesi di riorganizzazione degli ospedali torinesi.
Il discorso sulla sanità però va ovviamente esteso a tutto il Piemonte e non solo alla città di Torino. La sanità regionale (anche per i numerosissimi e gravi disservizi territoriali, oltre che torinesi, sia sul sanitario che sul socio-assistenziale) meritava una forte attenzione da parte della massima istituzione regionale e quindi una discussione rapida.
In Piemonte vi sono ventinove AA.SS.LL. in difficoltà, sia nella gestione che nella programmazione, nelle otto Province e nelle quarantasette Comunità montane. Dalla stessa mancata discussione sul bilancio provvisorio 1999, che poi è stato approvato, in relazione ai capitoli della sanità e del socio-assistenziale, emerge chiaramente la grave mancanza di chiari finanziamenti nei settori strategici della sanità (servizi sanitari, chirurgici, psichiatrici, tossicodipendenze, ecc.) quindi interventi più seri e puntuali nelle strutture ospedaliere soprattutto periferiche e nelle zone dimenticate della montagna e delle zone depresse di collina che, è bene ricordare, non sempre sono allo stesso livello della città per quanto riguarda la sanità.
In questi quattro anni di gestione del potere da parte del centro destra si sono concepiti la sanità ed il socio-assistenziale come un mercato aziendale, monetizzando i servizi sanitari su tutto il territorio piemontese. Emerge quindi gravemente la mancanza di un'organica politica di governo regionale sulla sanità e sul socio-assistenziale a partire dalle strutture sanitarie del Piemonte, dalle grandi Aziende ospedaliere ai piccoli ospedali e servizi territoriali.
E' vero, la sanità è materia delicatissima, complessa; però, in tema istituzionale, di competenza, è strategica e decisiva per un Ente territoriale importante quale la Regione Piemonte, perché è in gioco la salute dei cittadini piemontesi, dall'infanzia all'anzianità.
E' mancata, in questi anni, una vera e chiara analisi, nonché delle comparazioni sullo stato di salute dei piemontesi, a partire dal precedente Piano sanitario e socio-assistenziale, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e la psichiatria. Molte AA.SS.LL. sono state anche sbagliate sul piano territoriale; mi riferisco, ad esempio, alla ASL 22 (Acqui-Ovada Novi). In particolare, ad Ovada, vi è una situazione di precarietà per quanto riguarda l'ospedale; la stessa ASL 20 (Alessandria-Tortona), ecc. Ma altre realtà sanitarie di ASL vanno modificate, perché - ripeto - sono sbagliate a livello territoriale.
La stessa figura giuridica dei Direttori generali, ovvero dei già Commissari, è da rivedere per gli eccessivi poteri che hanno nella gestione e nella programmazione sanitaria. Nelle ventinove AA.SS.LL. c'è quindi una crescente preoccupazione della gente, una rabbia per le gravi inadempienze sanitarie e la troppa privatizzazione sanitaria a discapito dei servizi sanitari e socio-assistenziali territoriali. Vi è quindi una divaricazione abbastanza grave tra l'istituzione e le AA.SS.LL., i sindacati dei lavoratori e i cittadini. Ed ancora molta burocrazia nelle richieste dei servizi, nelle prestazioni sanitarie importanti: disabili, dializzati tossicodipendenti, servizi psichiatrici territoriali, interventi chirurgici, sale operatorie, pronto intervento, ecc.
Bisogna snellire le procedure, perché i bisogni della gente, dei lavoratori, dei disoccupati, degli emarginati nel campo della sanità, che vanno dalla prevenzione della malattia alla cura all'intervento chirurgico specie se delicato, meritano risposte rapide e tempestive; altrimenti si rimane ancora nelle raccomandazioni del passato, nelle baronie, nelle gestioni patronali e clientelari, che hanno creato grandi difficoltà e gravi disservizi alla sanità in Piemonte.
E' necessaria una via politica della sanità piemontese totalmente diversa, innovativa, per salvaguardare davvero la salute dei piemontesi che è un bene prezioso e qualificante per l'intera Regione. Auspichiamo dunque che da questo dibattito emerga chiaramente una volontà politica diversa e di governo della gestione della sanità del Piemonte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.
Vorrei chiedere ai Consiglieri che mi ascoltano fuori, di rientrare in aula, perché un nostro collega sta per parlare.
Prego, Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

La ringrazio per aver richiamato l'attenzione di chi è fuori, perch interviene il collega Peano: la ringrazio veramente. Ma, al di là di quanto potrò dire, ritengo importante ricondurci all'o.d.g.; se prima, dopo l'intervento del Consigliere Rubatto, abbiamo avvertito, come minoranza, un momento di difficoltà, dovevamo evidenziarlo. L'abbiamo fatto, perch ritenevamo giusto, in quella fase, metterlo in luce.
Molti, anche da parte della maggioranza, hanno considerato l'intervento della collega Suino molto puntuale; direi che sulla base di quell'intervento dovremmo produrre, da parte del Consiglio regionale e della Commissione, successivi momenti di confronto, perché è stato estremamente importante: ha evidenziato tantissimi fattori e ha messo in evidenza quanto oggi siamo carenti, dal punto di vista consiliare, di risposte.
Credo, Presidente Ghigo, che non ci siano "n" modi di trattare la sanità, ma ci sia un unico modo importante: quello che oggi stiamo affrontando, cioè quello di fare un attimo di consuntivo. Comprendo che parlare oggi di consuntivo possa porre in difficoltà alcuni membri di questo Consiglio, la maggioranza, la Giunta, l'Assessore stesso; anche perché ci si rifà sempre a tempi passati, ma si dimentica che oggi noi stiamo parlando a quattro anni dall'insediamento della Giunta. Giunta che da quattro anni sta cercando di gestire i tanti problemi, le tante deleghe i tanti rapporti con il territorio, ma in particolare anche la sanità.
La sanità, non dimentichiamolo, è forse l'aspetto più importante. Due anni fa abbiamo approvato un Piano sanitario regionale relativo al 1997/1999; ricordate: 1997/1999. Quel Piano era nato nel 1996, poi lo modificammo perché eravamo già a fine anno e ci pareva opportuno approvarlo come Piano 1997/1999: siamo in tempi di un consuntivo, perché già parleremo del Piano 2000, per cui con quest'anno dovremmo concludere quel Piano. E il Piano 2000 dovrà prevedere tutti gli elementi-novità introdotti dal Piano nazionale approvato dal Governo (il Patto per la salute dei cittadini), che ci costringeranno ad un confronto nuovo e serio all'interno di questo Consiglio.
La stessa legge delega, che in questo momento è in itinere al Parlamento, costringerà questo Consiglio, la Commissione e l'Assessorato ad approvare ulteriori atti che modificheranno il Piano attuale, ma che costringeranno sicuramente a prendere posizioni ed aperture diverse. E' importante questo: sui Distretti; sui rapporti con l'assistenza; sui Direttori generali e il rapporto che non avranno più così diretto soltanto con l'Assessorato, ma anche con il territorio e la politica locale. Sono tutti aspetti nuovi che, attraverso la legge delega, il Governo sta, in questa fase, approvando.
Se desidero, ma con tutta serenità, addossare una responsabilità all'Assessore, è soltanto questa, me lo consenta. Non voglio entrare in contrasto con lei, assolutamente; lei sa che quando il Piano arrivò in quest'aula avevamo lavorato mesi per prepararlo e noi ci ponemmo nella condizione anche di non contrarietà; tutta la minoranza si pose in profonda attenzione a quel Piano, ma noi in modo particolare non fummo contrari al voto: ci astenemmo.
Quello che però desidero dire, Assessore, è che lei non ha ancora assunto la responsabilità - che reputo essenziale - di informare la Commissione ed il Consiglio su quanto sta avvenendo, cioè di tenere aggiornati i membri della Commissione sull'intero processo della sanità piemontese. Lei non ha ancora assunto tale responsabilità, e questo lo evidenziammo negli atti deliberativi (i tanti atti) che la collega oggi ricordava: l'atto deliberativo del 5 agosto, quello del 21 dicembre e così via.
Di tutto questo processo, che incide pesantemente sui tempi di questa sanità, noi non siamo informati. E a noi spiace, Assessore, apprendere dai giornali che lei va alle Molinette e dichiara che in Piemonte ci sono 250.000 ricoveri impropri, che poi, dal documento che oggi ha presentato mi pare siano...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Non impropri: da accertare.



PEANO Piergiorgio

Comunque, da rivedere. A noi spiace, perché questo suo intervento denuncia una mancanza di correttezza nei nostri confronti. Noi vorremmo rientrare in questo, vorremmo essere solidali con lei su quello che succede, confrontarci con lei, discutere con lei.
Mi perdoni un passaggio all'indietro: ho vissuto gli anni della precedente Giunta regionale, un pochino mistificati negli ultimi tempi (anche dal collega Scanderebech nell'intervento precedente). In quegli anni, gli Assessori della Giunta arrivavano in Commissione per informare sempre - di quello che stava succedendo e di quello che stavano facendo anche negli ultimi atti. Ricordo, Assessore...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Scusi, ma se ho trovato più di trecento interpellanze ed interrogazioni alle quali il buon Maccari non aveva risposto!



PRESIDENTE

Assessore, lasci terminare il Consigliere Peano, per cortesia, poi risponderà a tutto ciò che vuole. Grazie.



PEANO Piergiorgio

Assessore, mi pare che il collega Rubatto abbia messo nelle stesse condizioni anche lei, quindi è meglio non entrare nel merito. Però direi che questa assunzione di responsabilità da parte sua sia estremamente importante! Colloquiare, dialogare, confrontarsi con la Commissione, che è ha disposizione.
A noi, per esempio, venerdì mattina, è giunta la notizia che lei aveva cambiato i vertici di tre Aziende sanitarie. Si sapeva che era un processo che stava arrivando, era in itinere, ma perché non è avvenuto alla luce del sole? Attraverso un'interrogazione in quest'aula, un paio di Consigli fa le avevamo chiesto la cortesia di non modificare i vertici aziendali senza fare una comunicazione alla Commissione sulle motivazioni e sui criteri.
Possiamo conoscere, ognuno di noi, condizioni particolari, ma quale atto deliberativo lei assumeva: di commissariamento, di Direttori diversi? E' questo che ci spiace.
Sui Direttori generali: tutti abbiamo detto che il primo atto importante di questa Giunta è stato cambiare i Direttori generali. Nella mia Provincia questa Giunta ha cambiato due Direttori generali su cinque perché qualcosa non ha funzionato. Se non ha funzionato è perché assunzioni di responsabilità sulle precedenti nomine ci sono state, qualcuno ha assunto le precedenti nomine.
I costi della sanità li hanno evidenziati i colleghi prima di me. Sul bilancio della sanità non conosciamo ancora oggi i consuntivi; le cifre le leggiamo sui giornali, lei a volte, Assessore, lo ha dichiarato nei suoi incontri (qualcuno ha accennato a 400 miliardi di disavanzo nel 1997, circa 1.000 nel 1998), ma potremmo conoscere delle cifre precise? Vorremmo avere comunicazioni dirette all'interno di quest'aula o nella Commissione.
La programmazione della rete ospedaliera. Nei giorni scorsi, Assessore abbiamo presentato una proposta di legge (se vogliamo in modo un po' provocatorio) che per un'Azienda sanitaria, la 17 in modo particolare tentava di proporre una novità: affiancare le tre Aziende ospedaliere all'Azienda ospedaliera di Cuneo. Manca un anello in questa nostra programmazione della rete ospedaliera, manca l'anello delle Aziende regionali. Abbiamo le Aziende ospedaliere di livello nazionale, abbiamo gli ospedali di territorio, manca l'altro anello. Vogliamo confrontarci su quell'altro anello? Vogliamo capire se in Assessorato si sta lavorando per rivedere tutta la rete ospedaliera, per riprogrammare il territorio.
Vogliamo pensare ad Aziende sanitarie locali senza ospedali, alla rete degli ospedali regionali? Vogliamo confrontarci - è la seconda volta che ne parlo in quest'aula - con l'Agenzia, con la programmazione regionale? In quest'aula e in Commissione ci si confronti su questo.
Qualcuno ha annunciato la mancanza di uno sviluppo di rete di servizi se un aumento di ricoveri forse c'è stato è perché i Distretti non sono decollati, nonostante i fondi a disposizione. E' stata assunta una delibera sui medici di base, sull'attività di assistenza dei medici di Medicina generale agli ospiti in RSA e RAF della Regione Piemonte. E' un atto di estrema importanza, in un rapporto che attraverso l'Assessorato e i medici di Medicina generale di base si tenta di istituire all'interno delle RSA e delle RAF: Direzioni sanitarie ad hoc affidate ad un medico, possibilmente geriatra. Ciascuno di noi ha preso atto di questo atto amministrativo trovando l'ordine del giorno, andandolo a cercare, ma non sicuramente attraverso un confronto in Commissione. Questo è un atto di estrema importanza, che ha modificato e modificherà, anche sul piano economico, le nostre strutture RSA e tutte le RAF, perché appesantirà il problema economico.
Liste di attesa: quanto ne abbiamo parlato! I tempi sono molto lunghi 90/180 giorni.
Il monitoraggio. Esiste oggi una struttura sanitaria regionale in grado di colloquiare in rete con tutte le Aziende sanitarie locali, con tutto il territorio? C'è un collegamento in rete con tutta la programmazione regionale e con tutte le Aziende ospedaliere? Siamo in grado di conseguire questo, l'abbiamo progettato? Se non si arriverà mai ad avere una sanità in rete attraverso la costruzione di un progetto completo non riusciremo mai a gestire in modo totale e definitivo la nostra sanità.
La delibera sui criteri di accreditamento. Assessore, l'avete adottata come Giunta, arrivò in Commissione, furono fatte audizioni e consultazioni con i tanti organismi che nella nostra Regione sono attenti a questa delibera, di estrema importanza; però prendiamo atto che quell'atto, come proposto, aggraverà pesantemente la spesa sanitaria della nostra Regione.
Da qualche conto economico che abbiamo provato a fare, dovrebbero essere inseriti a bilancio circa 8.000 miliardi per le strutture e 1.000 in più ogni anno per la gestione delle future RSA, degli ospedali pubblici e privati e anche delle cliniche private, se quella proposta di delibera così come è stata proposta, va avanti.
Sui ricoveri impropri non mi soffermo, sugli anziani il collega Rubatto ha detto tutto, per cui non aggiungo altro. Credo che la mancanza di collegamento in rete, collega Rubatto, non consenta, ad oggi, alla Commissione Sanità, di avere una programmazione seria su tutti i posti letto, tutte le strutture RSA e RAF che oggi sono in itinere in Piemonte.
Non siamo ancora in grado di avere questo dato.
Così per i problemi dell'handicap, che più volte abbiamo richiamato per i problemi della psichiatria legati all'atto deliberativo che è ancora in Consiglio sui fondi socio-assistenziali del 1998, e per il futuro della psichiatria.
Le convezioni con l'Università sono state richiamate, per cui non intendo intervenire in merito. La preoccupazione che a me rimane è il fatto che siamo partiti molto in ritardo, non per causa esclusiva dell'Assessorato, non lo voglio addebitare all'Assessore, ma certo dovremmo sicuramente tenere conto che mancheranno infermieri nei prossimi anni.
Mancheranno moltissimi infermieri, anche perché la modifica in atto delle normative, il doverci convenzionare con l'Università per il diploma universitario di scienze infermieristiche e chiudere le scuole infermieri che avevamo nelle nostre Aziende sanitarie, ha purtroppo protratto parecchio i tempi di apertura delle scuole stesse. Quindi, il rischio è che nei prossimi anni avremo una forte carenza di infermieri.
Assessore, bisogna prenderne atto e vedere che cosa si può fare.
Ho sentito spesso parlare dell'Amedeo di Savoia, per cui vorrei invitare il Consiglio - non addossando alcuna responsabilità - a svolgere un Consiglio aperto all'interno di quella struttura. Ieri sono stato a far visita ad un ex dipendente regionale là ricoverato, a fianco è ricoverata anche una persona che è dipendente di un nostro Gruppo regionale: Assessore, ieri mi sono veramente vergognato, in prima persona, di essere stato Presidente della IV Commissione, di essere oggi membro della IV Commissione, perché dire che quell'ospedale è ancora oggi in una situazione fatiscente è dire pochissimo. E' veramente disastroso dal punto di vista strutturale, ma anche dal punto di vista di servizio interno. Mi sono veramente vergognato ieri. Non addosso responsabilità, assolutamente, per è opportuno, Assessore, fare una riflessione sulle nostre strutture ospedaliere, sul servizio fornito.
Qualcuno di voi si rechi in quell'ospedale - in questi giorni è ricoverato un nostro funzionario - per vedere lo stato della struttura. Un abbandono totale. Le camere sono in una situazione disastrosa: nessuno di noi si farebbe ricoverare lì.
Non voglio soffermarmi sull'intervento, molto puntuale e preciso, della collega Suino che richiede delle risposte particolari.
Non voglio neppure soffermarmi sull'intervento che, giustamente, il Consigliere Rubatto ha fatto.
Ritengo - come il collega Montabone ha richiamato - che il Consigliere Rubatto debba continuare a svolgere la mansione di Presidente della IV Commissione, per portare avanti la sua battaglia all'interno della stessa.
Collega Rubatto, una battaglia vera, non soltanto di denuncia come oggi.
Una battaglia che costruisca quel rapporto necessario, importante tra l'Assessorato, la Commissione e il Consiglio. Un rapporto aperto che metta in luce tutti gli episodi e, soprattutto, apra un confronto sulle tante tematiche. Altrimenti non giungeremo mai ad una soluzione, sarà sempre un qualcosa fatto da altre parti, ma mai deciso all'interno della politica regionale.



PRESIDENTE

Invito nuovamente i colleghi che sono all'esterno a rientrare in aula.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Innanzitutto, solleciterei l'Assessore, qualora intervenisse, a non scaricare le responsabilità sulle precedenti Amministrazioni, ma a riconoscere le proprie responsabilità. Le responsabilità dell'Assessore D'Ambrosio nell'ambito della sanità sono evidenti e concrete. Ormai è diventato un vizio, sia in Commissione Sanità che in Consiglio regionale non affrontare mai le questione di contenuto, di programmazione sanitaria regionale che vengono poste in modo dignitoso in tutte le sedi proprie.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non capisco come mai lei inizia sempre il suo intervento con queste parole!



PRESIDENTE

Assessore, non interrompa, si annoti tutto e risponderà successivamente.



SIMONETTI Laura

Ci siamo trovati obbligati a discutere, in modo specifico, in Consiglio regionale sulle questioni della spesa sanitaria; anche perché in Commissione Sanità c'è una paralisi dei lavori che si protrae da oltre un anno. Paralisi dovuta all'assenza di risposte rispetto a problemi Assessore e Presidente della Giunta, non dovuti a spinte localistiche, ma all'essenza del ruolo che un Ente locale, come la Regione, deve svolgere: ruolo di programmazione.
L'Assessore non risponde; la Giunta regionale è quasi sempre totalmente inadempiente; infatti, non presenta progetti, non presenta piani di programmazione e piani finanziari, che sostengano le scelte e le promesse che l'Assessore fa sul territorio piemontese. Non viene mai fornito un straccio di documento! Modo, questo, di espropriare la sede propria del Consiglio regionale e della Commissione.
Non viene neppure fornito un documento di analisi con dei dati e un monitoraggio sulla realtà sanitaria; strumento anche per veicolare le politiche regionali nell'ambito della materia sanitaria.
Le notizie relative alle scelte importanti che la Giunta regionale intende assumere ci pervengono tramite gli organi di stampa.
Questo atteggiamento ci ha portato, in modo obbligato, a chiedere al Consiglio regionale di occuparsi di queste problematiche. Si sono sollecitati anche i Capigruppo e tutti i Gruppi ad acquisire dignità rispetto ad una materia che interessa gran parte del bilancio e delle scelte di programmazione regionale: 8.000 miliardi, diceva l'Assessore.
Noi denunciamo, innanzitutto, un'assenza di programmazione, una scelta di fare le politiche sanitarie sulla base, quasi sempre, di spinte localistiche, di interessi e di pressioni corporative. Inoltre, denunciamo l'inattuazione, ad oggi, del Piano sanitario regionale. Un Piano sanitario regionale, Assessore, sul quale noi abbiamo votato contro, abbiamo fatto una battaglia di contenuti, non pretestuosa. Una battaglia di contenuti perché riteniamo, ancora oggi, che il Piano sanitario continui a rimanere una scatola vuota. Nella migliore delle ipotesi disatteso, nella maggior parte dei casi viene addirittura contraddetto rispetto a fatti e scelte che vengono poi effettuati dalla Giunta.
La maggior parte delle scelte importanti vengono rimandate a deliberazioni della Giunta regionale. Questo era uno dei limiti del Piano sanitario regionale che doveva essere il più importante strumento di programmazione regionale per la sanità piemontese. Uno dei limiti più gravi era esattamente che sulle questioni più importanti si rimandava a deliberazioni della Giunta regionale. L'Assessore adesso si sente legittimato ad andare avanti, a procedere con atti importanti che in qualche modo vanno anche a smantellare e a contraddire gli obiettivi di fondo del Piano sanitario regionale che, peraltro, erano anche in parte condivisibili con delle delibere della Giunta. Espropriando, quindi, un ruolo importante, legislativo del Consiglio regionale e non informando la Commissione consiliare competente.
Noi approfittiamo di questo dibattito di contenuto sulle questioni della sanità per chiedere all'Assessore di far riappropriare alla Commissione consiliare il suo ruolo democratico. Non vogliamo più assistere a scelte, ad impegni già assunti, a risorse già impegnate; decisioni queste che vengono prese in Piazza Castello.
Si vìolano le leggi. Già la Consigliera Suino ha affrontato la questione che si disattendono alcuni importanti articoli indicati nel Piano sanitario regionale. In particolare, gli artt. 1 e 4; io mi soffermer sugli artt. 9 e 10. Articoli questi che interessano gli strumenti fondamentali di monitoraggio: la relazione di attuazione del Piano sanitario regionale e la relazione sullo stato di salute della popolazione piemontese. Senza una relazione sullo stato di salute, senza una valutazione epidemiologica sulle emergenze esistenti nel territorio, senza valutare quali sono le aree territoriali che necessitano di un intervento piuttosto che un altro, senza valutare quali sono le caratteristiche della popolazione piemontese, non si capisce sulla base di quali valutazioni - se non quelle che rimangono in documenti riservati in Assessorato alla sanità vengono effettuate le scelte strategiche e vengono impegnate le risorse finanziarie per la sanità piemontese.
Nella legge vengono stabiliti degli obblighi: 31 luglio, presentazione della relazione dello stato di salute della popolazione piemontese e dello stato di attuazione del Piano sanitario.
Tale obbligo, Assessore, era previsto entro il 31 luglio 1997; ora siamo a marzo 1999 e non abbiamo ancora uno straccio di documento con cui il Consiglio regionale possa valutare il livello di attuazione. Il Piano sanitario regionale, che vale dal 1997 al 1999, è in scadenza, ma non pu contare su una valutazione e su un monitoraggio, nonostante siano ancora stati investiti, nelle ultime settimane, 7 miliardi per questa mitica Agenzia per i servizi sanitari regionali.
Ma l'Agenzia per i servizi sanitari regionali, Assessore, fornisce ed offre strumenti di valutazione all'Assessore in privato o fornisce elementi di valutazione su scelte sanitarie importanti che devono anche essere oggetto di discussione? Noi chiediamo sulla base di quali dati l'Assessore si esprime e fa dichiarazioni, anche approssimative e controproducenti, agli organi di stampa - diciamo in modo facile. Allora, sulla base di quei dati, come Gruppi e come Consiglio regionale, vorremmo essere a conoscenza dei documenti, perché non esiste il documento riservato al Consiglio regionale ai Commissari e ai Consiglieri regionali - che poi, in particolare, si occupano delle questioni della sanità partecipando alla IV Commissione.
Noi assistiamo sempre, in modo posticipato rispetto alla lettura degli organi di stampa, a valutazioni importanti come, ad esempio, all'ultima di giovedì scorso della Giunta regionale: la conferma o la destituzione di Direttori generali. Dobbiamo, come dire, accogliere dagli organi di stampa scelte importanti, sulle quali, forse, le Commissioni consiliari competenti e il Consiglio regionale dovrebbero essere informati rispetto alle motivazioni o non motivazioni della conferma o della destituzione di Direttori generali. Direttori generali che lei stesso ha indicato nel Piano sanitario regionale come soggetti di programmazione locale e che stanno diventando, nel territorio e nella sanità piemontese - non esagero - forse i maggiori responsabili, rispetto a scelte di programmazione, che la Regione non fa più e che delega, di conseguenza e in qualche modo, agli stessi Direttori generali che svolgono la programmazione locale e non si limitano ad attuare gli indirizzi di programmazione regionale, adeguando semplicemente le scelte regionali alle caratteristiche di un territorio, ad una definizione dei confini delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO. Queste questioni, Assessore, sono fondamentali.
Abbiamo detto che il Piano sanitario regionale rimane, ad oggi, lettera morta. Non è stata effettuata la più volte auspicata e denunciata razionalizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera. Viceversa assistiamo ad un ruolo improprio anche dell'Assessore che, anziché prendere posizioni ferme, si attesta - mi spiace utilizzare questi termini, ma di questo si tratta - ad atteggiamenti spesso propagandistici, che rilanciano anche la mera immagine della Giunta regionale - ormai è diventata un'abitudine per tutti i componenti, a partire dal Presidente della Giunta andando in giro ad offrire garanzie, anche con promesse spesso non giustificate e non supportate da scelte di tipo finanziario. Di questo si tratta, Assessore! Alla comunità piemontese ormai è noto questo suo atteggiamento nell'affrontare i problemi della razionalizzazione ospedaliera. Peccato che poi le scelte finanziarie non siano supportate e non sostengano questi suoi buoni propositi.
Valga per tutti l'esempio della ridistribuzione dei fondi dell'ex art.
20, che è stata effettuata circa due anni fa in questo Consiglio regionale più volte da noi sollevata come questione a titolo di esempio, ma anche paradossale, rispetto a scelte finanziarie, nell'ambito della sanità.
Vorrei ricordare a tutti i colleghi che nel settembre 1997 è stata presentata una legge di variazione delle risorse finanziarie (circa 2.000 miliardi) per gli interventi sanitari. Inizialmente questa suddivisione di risorse teneva conto della spesa ospedaliera e della spesa territoriale.
Paradossalmente, dopo circa cinque mesi, è stata presentata una variazione di quella iniziale proposta di legge che, viceversa, accentrava, quasi unicamente, le risorse finanziarie - parlo di marzo 1997 - sulla parte ospedaliera, tralasciando colpevolmente una parte importante di investimento, riguardante le strutture territoriali, i Laboratori di sanità pubblica, le RSA psichiatriche, ecc.
La spesa ospedaliera è stata un po' l'oggetto che ha sollecitato alcuni colleghi, tra cui anche noi, a chiedere la convocazione di un Consiglio straordinario, quale quello di oggi. La spesa ospedaliera tiene conto di una sanità che anche in Piemonte, ma non solo, diventa sempre più ospedalocentrica; non è stata attuata di fatto nelle sue linee essenziali ma la legge n. 833 è anche in controtendenza. Rispetto poi alla riforma dell'aziendalizzazione, che noi abbiamo spesso, non a caso, indicato come controriforma sanitaria, vengono di fatto attuati e concretamente realizzati obiettivi consumistici e mercantili. Sempre più vengono tralasciati, invece, gli obiettivi propriamente sanitari.
I DD.LL. n. 502 e n. 517 individuano, anche con il finanziamento attraverso i DRG, quindi tariffe in base a prestazioni, una delle conseguenze più immediate ed evidenti, e anche la concorrenzialità che si realizza fra le Aziende. Questo è uno degli elementi su cui ci troviamo d'accordo per quanto riguarda una riflessione generale sulla sanità.
Quindi, è un dato di fatto e una considerazione non tanto della sinistra ma una considerazione oggettiva, che tiene conto di come sta andando la sanità piemontese, rispetto alla quale forse è necessaria qualche valutazione e anche un bilancio. Si è realizzata una concorrenza fra le Aziende: sono aumentate le prestazioni che generano maggiori incassi lasciando ai margini l'appropriatezza e la necessaria attenzione rispetto alla qualità delle prestazioni. Di conseguenza, il cittadino continua a pagare le spese, anche della condizione di subalternità in cui vengono posti gli obiettivi di salute rispetto al pareggio dei conti.
Non a caso la prevenzione, la medicina territoriale e la riabilitazione sono rimaste ai margini rispetto a scelte importanti. L'ospedale diventa l'unico filtro, un imbuto a cui i cittadini si rivolgono quasi unicamente mi avvio alla conclusione, ma già altri colleghi hanno sforato...



PRESIDENTE

E' già arrivata a diciotto minuti.



CHIEZZI Giuseppe

Cedo dieci minuti.



PRESIDENTE

No, sono diciotto, non undici...



CHIEZZI Giuseppe

Gliene cedo cinque dei miei.



SIMONETTI Laura

Provo a sintetizzare l'ingovernabilità della spesa su cui questa Regione si può attestare.
Intanto partiamo da un dato di fatto: la Regione Piemonte sostanzialmente spende dal 54 al 57% per la spesa ospedaliera, contro le indicazioni che provengono a livello nazionale, che individuano una quota di 46,5% - quindi spende molto di più: dal 7 al 10%. Si spende il 43% per la parte distrettuale, contro il 48,5% sul piano nazionale, quindi spendiamo molto più del 5% in meno. Spendiamo circa il 3% per la prevenzione rispetto ad indicazioni, seppur inadeguate, che sono quelle nazionali, che individuano invece, per la prevenzione, il 5% del tetto.
Rispetto a queste considerazioni, l'Assessore si basa su un documento dicendo che questi sono i dati di fatto, una realtà oggettiva. L'Assessore per poter provare ad inserire dei correttivi rispetto ad una necessità di intervento, ad una spesa ospedaliera che è sbagliata, che va modificata corretta e riqualificata, si basa su dati forniti da una relazione, sempre riservata, che ci è stata fornita oggi in Consiglio regionale, che è la relazione dell'Agenzia sanitaria dei servizi regionali. Su questa relazione vengono indicati dei dati, dei ricoveri; l'Assessore stesso, andando a leggere la pagina 22 della relazione, individua questi dati, che sostanzialmente non sono attendibili, sono inadeguati perché si basano solo ed unicamente sulle schede di dimissione ospedaliera, mentre in realtà i parametri dovrebbero essere più ampi e più larghi. Se il riferimento è unico ed è questo, noi ci chiediamo - Assessore - sulla base di quali dati e quali riflessioni lei può venire in Consiglio, come ha fatto questa mattina, a lanciare ed esprimere il dimensionamento di tre presidi come il Martini, il San Giovanni Vecchio e l'Oftalmico. Speriamo che non sia fatto sulla base di indicazioni di ricoveri impropri, come i dati forniti questa mattina, che lei stesso ha dichiarato "impropri, inadeguati, non precisi" e per questo, noi riteniamo, conseguentemente inattendibili.
Avrei altre cose da dire sulla non realizzazione della rete oncologica piemontese, su una politica sbagliata che viene fatta sulla cardiochirurgia, che apre le porte ai privati (ad esempio, Villa Maria Pia che aumenta i suoi interventi nell'ambito della cardiochirurgia e paradossalmente il Centro cardiochirurgico delle Molinette, punto importante di riferimento regionale, che diminuisce i suoi interventi nonostante abbia raddoppiato le sale operatorie!), ed altre questioni sugli anziani.
Sulla base di una sostanziale inadempienza ed incapacità politica di questo Assessore e di questa Giunta, rispetto alle questioni della sanità inadempienza che si misura sulla mancanza di progettualità e programmazione, sul fatto che vengono disattese le leggi regionali e le indicazioni nazionali, sulla base di tutto questo ci rivolgiamo al Presidente della Giunta regionale, perché inadempienze gravi ed incapacità spesso di gestire la normale amministrazione di un bilancio, che vede un buco di 1.000 miliardi e che vedeva solo qualche mese fa una dimenticanza di 30 miliardi nell'ambito della psichiatria (e questo è a titolo di esempio), abbiano come conseguenza un atto politico importante: le dimissioni dell'Assessore stesso.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Grazie, Presidente. Prendo atto che, rispetto alla corretta richiesta avanzata da numerosi colleghi circa la convocazione di una seduta che avrebbe dovuto occuparsi dei ricoveri cosiddetti impropri e della riorganizzazione degli ospedali torinesi, in realtà siamo andati a parlare un po' a ruota libera. Per carità, questo è lecito, ma forse la richiesta era un pochino più puntuale. Abbiamo davanti a noi un dibattito onnicomprensivo: si parla a ruota libera di sanità e ognuno rappresenta le cose che pensa e che considera negative nella gestione di questa Giunta e di questo Assessore. Non c'è da meravigliarsi se i colleghi dell'opposizione fanno l'opposizione, rappresentando quindi quasi unicamente critiche, anche se nel corso di questi quattro anni abbiamo registrato, sia in Commissione che in aula, spesso apprezzamenti per il comportamento dell'Assessore D'Ambrosio.
Ho sentito dire tante cose; uno dei dati che fra i tanti ho colto è quello dei 1.500 miliardi di buco che avrebbe la sanità piemontese. Io non so quale sia la fonte dei colleghi, ma, dalle informazioni che ho io, mi sembra che il fabbisogno del Piemonte sia di 250 miliardi e lo colloca buon ultimo, fanalino di coda, nella graduatoria dei fabbisogni di cui tutte le Regioni hanno - chi più chi meno - avuto bisogno per ripianare i propri bilanci, riguardo alla sanità. Francamente sono orgoglioso di questo fatto, quindi, caso mai, dovremmo fare un complimento all'Assessore D'Ambrosio per avere contribuito nella gestione ad evitare che il Piemonte fosse "troppo sprecone", come altre Regioni, variamente colorate, hanno fatto. Ricordo che ci sono Regioni governate dal Polo, ma anche dall'Ulivo che hanno realizzato buchi clamorosi di 1.000/2.000 miliardi. Quindi ritengo che noi possiamo essere abbastanza soddisfatti.
Sulle liste di attesa, tempo addietro avevo letto della documentazione e mi sembra che i dati del Piemonte siano sovrapponibili, per esempio, a quelli dell'Emilia Romagna; non mi sembra che ci sia da gridare allo scandalo. Certo, ci sono e sarebbe bello che non esistessero, ma non è un problema del Piemonte, è un problema della sanità nazionale.
Il cenno ai ricoveri impropri: ho letto gli articoli che hanno ripreso le affermazioni dell'Assessore D'Ambrosio e ricordo che lui non ha mai parlato di malati immaginari o usato altri termini che ho sentito riportare. Lui ha parlato di ricoveri impropri e questo vuol dire che probabilmente i medici, ma più in generale tutti gli operatori della sanità ed anche gli stessi cittadini, potrebbero fare di più, nel senso di evitare alcuni ricoveri che non sono necessari. E' giusto che dall'osservatorio dell'Assessore si mettano in evidenza anche queste disfunzioni. Con questo non credo che l'Assessore volesse dire ai piemontesi: "Non fatevi ricoverare se avete bisogno di essere ricoverati". Non voglio fare l'interpretazione autentica del suo pensiero, ma credo che il messaggio fosse un po' più mirato ai medici di famiglia, che probabilmente potrebbero impegnarsi un pochino di più, mentre c'è un grande ricorso al Pronto Soccorso, al 118, ai ricoveri ospedalieri che se, da un lato, riconoscono uno scrupolo professionale, perché è sempre meglio indagare un po' di più di fronte a qualche sintomo e malore, dall'altro, creano il rischio di far spendere molto di più alla sanità. E', quindi, una questione di mentalità e non c'è programmazione che tenga; tutti dovrebbero fare un esame di coscienza e cercare di fare meglio.
L'assistenza domiciliare di cui si è parlato oggi esiste, in alcune realtà funziona meglio che in altre e va indubbiamente potenziata; con le intese di programma che - immagino - saranno presto adottate, il territorio sarà meglio servito rispetto alle realtà ospedaliere, quindi si andrà a sgravare il lavoro a volte eccessivo - come ricordavo poc'anzi - degli ospedali.
Altre informazioni sono circolate oggi, altri pareri di colleghi, per esempio riguardo al discorso dell'organico degli infermieri. E' vero che in un prossimo futuro probabilmente andremo incontro ad una carenza di infermieri, quindi è giusto che si programmi, che si pensi anche a questo però dai dati a mia disposizione risulta che, al momento, grosse carenze di infermieri o di altre figure professionali, nelle piante organiche delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO. non ce ne siano. Certamente, dobbiamo sempre guardare più in là, è una prerogativa dell'amministratore quella di guardare al futuro e quindi di pensare ai bisogni, però mi sembra che i colleghi, forse presi dalla passione dei loro interventi, abbiano accentuato temi ed argomenti che ad oggi non sono effettivamente preoccupanti.
Convenzione Regione-Università: è un argomento che mi interessa particolarmente, anche perché nella mia zona opera la seconda Università del Piemonte. Questa convenzione è quanto mani necessaria, però se vogliamo essere sinceri dobbiamo dire che la precedente ha ormai tredici anni ed era stata sottoscritta dall'unica Università degli Studi del Piemonte, quella di Torino, e all'epoca - per quanto riguarda la realtà territoriale che conosco meglio - dalla USSL 51 che nemmeno esiste più. Sono quindi cambiati i soggetti: da un lato, abbiamo l'Università Avogadro e, dall'altro l'Azienda Sanitaria Ospedaliera Maggiore. In tredici anni è successo tanto e questa realizzazione è rimasta lì, ha dormito un po'. Si è sentita la necessità di recuperare la situazione, soprattutto alla vigilia della partenza del primo anno accademico che, come sapete, si è inaugurato poche settimane fa.
Effettivamente, credo che questa legislatura abbia il merito - faccio un altro complimento all'Assessore D'Ambrosio - di aver ripescato questa vecchia convenzione e di aver integrato la Commissione cosiddetta Paritetica dei membri che dovevano essere inseriti in quella Commissione.
Questa convenzione a me risulta in via di realizzazione, direi quasi pronta.
L'occasione di ricordare numerose interrogazioni, come hanno fatto alcuni colleghi, rimanda - come è ovvio - ad un universo mondo. Moltissime interrogazioni giacciono in attesa di risposta (tra l'altro, anche le mie come quelle dei colleghi), non solo per quanto riguarda gli argomenti della sanità, ma anche su altri temi. Certo, il ricorso all'interrogazione da parte delle opposizioni: io, per esempio, sono oppositore nel mio Comune quindi capisco perfettamente quale sia la filosofia che anima il lavoro di chi svolge il ruolo di oppositore. A volte ci sono delle produzioni talmente abbondanti che non consentono di avere una risposta in tempi brevi. Dico una cosa ovvia: sapete bene che la richiesta di risposta scritta consente tempi più brevi; se si vuole la risposta in aula, occorre tenere presente che l'aula è oberata da mille cose, primo fra tutti il discorso del bilancio che ogni volta prende tempi medio-lunghi e poi una serie di discussioni che vengono sollecitate dai colleghi di opposizione che tolgono spazio a quello che potrebbe essere fisiologicamente dedicato proprio all'esaurimento delle interrogazioni.
Le interrogazioni si riferiscono a situazioni le più varie, relative a volte a singoli esempi di malasanità, ma, a fronte di decine di esempi di malasanità, che i colleghi attraverso un lavoro di controllo puntuale che è loro proprio sono riusciti a sapere, a conoscere, a pescare, a fronte di queste decine, per dare un termine di grandezza, di episodi di malasanità ci sono in un anno centinaia di migliaia, se non forse milioni mettendo tutto insieme, di prestazioni che sono ricoveri, analisi, interventi chirurgici e quant'altro che non fanno notizia proprio per la loro routinarietà e per il fatto che probabilmente sono invece buona sanità e quindi non c'è motivo di allarmarsi e preoccuparsi. Sparare nel mucchio è sempre molto facile, però riconduciamolo nelle giuste dimensioni quantitative per cui si parla sempre di eccezione ad una norma che è, per quanto riguarda il Piemonte, un livello qualitativo soddisfacente delle prestazioni. Tant'è vero, lo ricordava il collega Scanderebech, che esiste anche una mobilità di persone del centro-sud d'Italia che, meno fortunate dei piemontesi, ricorrono, oltre a strutture venete o lombarde, anche a strutture piemontesi. Vuol dire che non siamo "messi così male", come dai toni di alcuni colleghi si è voluto far intendere.
Sappiamo tutti quante risorse assorbano le materie sanitarie per cui è logico che le migliaia di miliardi che vengono assorbite consentono ovviamente le critiche più disparate e per esempio in occasione del bilancio ci sono moltissime occasioni per andare a puntualizzare situazioni e chiedere che per ciascuna delle cose si faccia sempre il massimo.
I brillanti risultati della sanità piemontese però non li ricorda nessuno in quest'aula! Se vogliamo fare un dibattito sulle questioni della sanità in generale e non già su quello che era previsto dalla richiesta dei colleghi, cioè solo i ricoveri impropri e la riorganizzazione di alcuni ospedali torinesi, dobbiamo anche ricordare che il Piemonte ha avuto risultati brillanti, quando non addirittura record internazionali o mondiali nel campo dell'esecuzione di interventi chirurgici che non erano mai stati eseguiti in altre parti del mondo. E vengono eseguiti nelle strutture piemontesi, non altrove.
Per esempio, per quanto riguarda la Cardiochirurgia, i trapianti l'ortopedia. A titolo di flash, ricordo quel bambino a cui pochi giorni fa è stata ricostruita una parte importante del sistema vascolare, prelevando un pezzetto di vena dalla madre donatrice, che mi risulta essere stata una prima in assoluta mondiale.
Ma non solo di prime mondiali vive ovviamente la sanità piemontese.
Vive di tante realtà che poi possiamo conoscere meglio o peggio. Nella fattispecie, forse conosco meno bene la situazione di Torino, essendo novarese, ma conosco meglio la realtà della mia zona, della mia Provincia del settore nord-occidentale del Piemonte. Rispetto a questa realtà, non mi sento di dare giudizi negativi, non vedo tinte così buie e fosche come qualcuno oggi ha dipinto.
A titolo di esempio, per non prendere troppo tempo, l'Azienda Ospedaliera Maggiore di Novara sta interpretando sempre più il suo ruolo di secondo nosocomio piemontese. Sono partiti reparti importantissimi, quali il secondo centro di trapianti del Piemonte, che in quattro mesi ha già realizzato 10/11 trapianti di reni; la chirurgia vascolare e tanti altri servizi che adesso per brevità non ricordo.
Il territorio dell'Azienda 13, lentamente, ma inesorabilmente, va risolvendo i problemi che hanno avuto un po' tutte le Aziende al cui interno esisteva una realtà ospedaliera che è poi diventata Azienda autonoma. Parlo di realtà quali la 13, dove appunto il principale ospedale è diventato Azienda ospedaliera per conto proprio, ma quasi tutti hanno avuto problemi dopo la suddivisione in ASL e ASO. Ormai sono passati tre anni, ma ci sono voluti tutti per recuperare ritardi, disagi, suddivisioni frettolose che hanno creato molti problemi, ma che oggi, come ho detto sono in gran parte recuperati, e che, con le intese di programma ormai prossime all'approvazione, troveranno un loro momento ulteriore di miglioramento dell'erogazione dei servizi.
Sempre a titolo di esempio - e mi avvio alla conclusione - cito il servizio 118, il sistema di emergenza-urgenza, che viene erogato a livelli ottimali, che tante vite tutti i giorni salva e che certamente è partito e si è realizzato puntualmente su tutte le otto le Province durante il mandato di questa Giunta, e quindi di questo oggi vituperato Assessore (non certo da questi banchi vituperato).
Ricordo ancora alcune campagne di prevenzione, quali ad esempio quella lanciata nelle scorse settimane riguardante la prevenzione dei tumori al seno, che mi sembra una cosa guardata con interesse, quando non addirittura invidiataci da altre Regioni.
Con il mio breve intervento ho voluto soltanto portare qualche elemento di valutazione che, evidentemente, va nella direzione opposta a quella della gran parte dei colleghi intervenuti.
Colgo l'occasione per manifestare a questa Giunta e in particolare all'Assessore D'Ambrosio la mia soddisfazione. Visto che il dibattito di oggi è un po', come dicevo in apertura, onnicomprensivo, quindi anche un momento di giudizio globale per quello che ha saputo fare questa Giunta e questo Assessore nel campo della sanità, ed essendo amministratore pubblico da prima di questa avventura che ci vede Consiglieri in quest'aula da circa quattro anni, mi sento di esprimere un giudizio davvero molto positivo specie se paragonato alle gestioni precedenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

In questo dibattito, soprattutto nelle argomentazione della Giunta, da un po' di tempo, forse da sempre, su questa grande questione della vita dei cittadini del Piemonte si sente parlare di ricoveri impropri, di strutture di reparti, di ospedali, di questioni, ecc.
In tutto questo, non si capisce - o meglio si capisce poco - dove sta il malato, cioè dove sta soprattutto il diritto del malato, cioè dove sta soprattutto quel diritto al benessere dei cittadini della nostra Regione che deve essere tutelato, certamente - collega Mancuso - dallo Stato, ma soprattutto dalle grandi competenze che sulla sanità hanno le Regioni, e quindi anche la nostra Regione.
Credo che si sbagli - l'hanno detto anche altri colleghi - il punto di osservazione, la lente attraverso la quale si guardano questi problemi cioè guardiamo il problema dei malati dal punto di vista delle strutture di cui disponiamo o non disponiamo, e non adeguiamo le nostre strutture, le nostre politiche alle problematiche e alle esigenze dei malati.
Questo è il grande problema, Assessore D'Ambrosio, di impostazione che più volte, anche leggendo... Certo, è un rapporto sui ricoveri, sui dati però ci sono delle esemplificazioni, delle impostazioni che urtano con le nostre vere prerogative, con ciò che effettivamente dobbiamo fare, con le risposte che dobbiamo dare.
Partiamo dal fatto che abbiamo migliaia di anziani che non ricevono l'assistenza sanitaria, che sono relegati nell'assistenza, che da soli portano avanti la loro battaglia; insistono, dicono: "Ma perché ad un anziano di settanta-ottant'anni o anche meno o anche di più viene detto 'No, tu sei anziano, non hai diritto a quell'assistenza, perché la tua è cronicità non è malattia, non è una risposta che ti dobbiamo dare, anche se ti sei rotto il femore, anche se hai delle malattie'".
Queste sono le vere questioni che continuano a non essere affrontate e ad essere viste in maniera burocratica, soprattutto dal punto di vista delle strutture e dei poteri delle strutture. A tale proposito, devo dire che se c'è una cosa che io non ho visto modificare in Piemonte è il vero potere della sanità, che continua ad essere in poche oligarchie, molte volte controllate da poteri occulti della nostra Regione, che decidono quale reparto va chiuso, quale reparto va aperto, ecc.
Questo è il punto veramente non governato della sanità nel Piemonte. Il fatto è che poi i voleri di alcuni poteri forti che nella sanità continuano a comandare diventano politiche da attuare: Assessore, questo è il vero problema.
Nella sanità, chi continua a comandare in Piemonte? Certe baronie certi poteri occulti, certe strutture: Assessore, è così purtroppo! E io le dico che non partecipo al rito dell'infilzare l'Assessore di turno che Ghigo butta in pasto all'opposizione (come Nerone, che ogni tanto doveva buttare qualche cristiano nell'arena per fare contenti i romani). Non partecipo a questo rito, ma questo non vuol dire che lei non abbia delle responsabilità, anzi... Ciò per dire che le responsabilità maggiori sono della Giunta e del Presidente Ghigo che determina le scelte più importanti sulla politica sanitaria e anche sui veri poteri da distribuire all'interno della sanità, dove forse l'Assessore dovrebbe far valere di più le sue prerogative - mi riferisco alle nomine dei Direttori e ai tanti e pochi assetti che vengono decisi all'interno della sanità piemontese. Invece decide Ghigo e poi fa sfogare Rubatto contro l'Assessore; però Rubatto deve anche decidersi, perché non può prendere le caramelle da Ghigo e buttare fango sull'Assessore! Volevo semplicemente sottolineare questi aspetti.
Noi non centriamo assolutamente il problema e se non cambiamo la nostra ottica non riusciremo a risolverlo. Nell'efficienza della sanità ci sta anche il costo dell'ospedale, del reparto, dell'intervento e della cura, ma la prima vera efficienza è rispondere ai bisogni dei cittadini. Noi saremo efficienti se sul territorio avremo risposto ai problemi dei cittadini e se avremo dato un maggiore benessere. Questa è l'efficienza, che, certo, si deve commisurare con le risorse. La gente non si va a ricoverare, anche quando lo fa impropriamente, con piacere; lo fa perché quando mancano delle risposte in un sistema di assistenze, l'ospedale diventa il riferimento, la porta aperta. Finché non sarà del tutto privatizzato rimarrà la porta aperta. Per fortuna i privati non vogliono i Pronto Soccorso, per cui le porte aperte della sanità pubblica per un po' ci saranno ancora!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Una prima considerazione di carattere generale: siamo in presenza non solo di una carenza di azione amministrativa da parte dell'Assessore, ma in presenza di una realtà che pian pianino viene alla luce e che evidenzia come la cosiddetta riforma sanitaria sia stata basata e lo è tuttora, su principi e finalità di carattere politico totalmente non condivisibili, almeno dal punto di vista di una forza politica che mette al centro dell'attività sanitaria le reali esigenze di salute della popolazione.
Il fatto che la riforma sanitaria abbia messo a gambe all'aria la natura del problema, ponendo al vertice le esigenze di bilancio e ai piedi le esigenze di salute, trova nelle attività dell'Assessorato la sua ragione. Noi speriamo che nei prossimi anni questa controriforma venga abbandonata; continuiamo a ritenere che il compito della politica dello Stato dovrebbe essere quello di individuare gli obiettivi di salute, prima e al di là di ogni vincolo di bilancio.
Individuati questi obiettivi, la politica scelga quali quote di bilancio, di risorse pubbliche e private, possono essere impiegate e in relazione a quali obiettivi di salute. Qui siamo in una situazione capovolta, che mette in gravissima difficoltà gli utenti e anche gli addetti ai lavori (personale medico, paramedico, amministrativo) che continuano a pensare di aver scelto una collocazione nella sanità pubblica intesa come un servizio al bisogno di salute espresso dalle popolazioni e si trovano molto impacciati.
Sappiamo che questa riforma ha messo a capo della gestione sanitaria dei manager; ho chiesto all'inizio di seduta se l'Assessore non potesse illustrare i criteri alla base delle decisioni di conferma e di non conferma dei Direttori generali. L'Assessore non ne ha sentito il bisogno: peccato, perché sui Direttori generali ci sarebbe parecchio da dire, per i poteri che hanno e per il rapporto che l'Assessore avrebbe dovuto avere con questi Direttori.
Io segnalo una situazione preoccupante; l'Assessore ha deliberato - ho qui il provvedimento - la revoca del contratto con il Direttore generale dell'ASL 11 di Vercelli, che non conosco, ma l'Assessore evidentemente sì e anche bene. Con questa deliberazione l'Assessore non conferma il contratto con delle argomentazioni che se, da un lato, fossero vere richiederebbero di porre all'Assessore la seguente domanda: "Ma lei, se sono vere le cose che ha scritto, cosa ha fatto fino ad oggi nei confronti di una persona che negava in modo così evidente l'utilità del proprio ruolo?"; se sono affermazioni sostenute da un'indiscutibile realtà viene da chiedere se sia l'Assessore ad aver troppo temporeggiato nel tollerare una situazione sulla quale avrebbe dovuto intervenire ben prima, rescindendo il contratto immediatamente. Per altro verso, a ben leggere queste affermazioni, si trova anche dell'altro: vengono sollevate, nei confronti di questo Direttore generale, delle contestazioni in modo contraddittorio basate su un esame di merito molto debole, perché questo Direttore generale ha svolto la funzione di Commissario a lungo. La deliberazione afferma che il periodo preso in considerazione per valutare la bontà del lavoro svolto non comprende il periodo dello svolgimento di attività di Commissario, per nella delibera si citano dei risultati non raggiunti nel periodo in cui egli era Commissario.
Assessore, se era commissario le valutazioni sul periodo di tempo di commissariamento non possono essere valutazioni di insufficienza, così come lei ha scritto.
Altro elemento non di debolezza, colleghi, ma di impudenza, è che si dice che tra le colpe di questo Direttore generale - che non conoscevo e non conosco - vi è quella di non aver tenuto, con il settore socio assistenziale, una collaborazione seria, ma bensì casuale, frammentata episodica e del tutto insufficiente.
Colleghi, una Giunta regionale, che ha separato il Piano sanitario dal Piano socio-assistenziale, e che non ha ancora portato a conclusione in quest'aula l'approvazione di un Piano assistenziale, è una Giunta che ha dell'impudenza nel momento in cui chiede ad un Direttore regionale - ripeto in assenza di un Piano sanitario, di fare chissà cosa nel rapporto tra la gestione della sanità e quella dell'assistenza.
Vergognatevi! Invece di cacciare via i Direttori, andatevene via voi, i due Assessori che non hanno fatto i Piani! Come vi permettete di scrivere in una deliberazione queste fandonie. Vergognatevi! Fate i Piani, invece di scaricare sui Direttori regionali queste colpe! Può darsi che sia successo qualcos'altro; non lo so. Se le cose fossero vere, l'Assessore avrebbe dovuto svegliarsi prima. Inoltre, gli addebiti riguardano un periodo di attività in cui lo stesso non era Direttore generale; allora, come mai questa revoca? Può anche darsi che il Direttore generale abbia pestato i piedi a qualcuno. Può darsi, che abbia dato fastidio a qualche centro di potere, a qualche centro di interesse, a qualche amico di amici...



SALERNO Roberto

Fai il difensore d'ufficio di questa persona? Credevo che si parlasse di sanità!



CHIEZZI Giuseppe

Non so neppure chi sia questa persona, mentre l'Assessore, invece, lo conosce molto bene.
Non so nemmeno, nel caso in cui ci sia stata ripartizione di carattere politico nelle affinità dei Direttori generali, a quale formazione politica tale Direttore appartenesse.
Chiedete al vostro Assessore come mai ha nominato, con tanto entusiasmo, questa persona e come mai - leggete la delibera - sia così tranchant nei giudizi e così debole nell'analisi della motivazione.
Per una persona fuori dai giri, fuori dal governo, che non conosce assolutamente neppure uno di questi Direttori generali - e tanto meno questo - viene da domandarsi se, per caso, abbia toccato qualche centro di interesse. Questa è una delle possibilità. Sappiamo tutti che nella sanità "girano" parecchie risorse, "girano" rilevanti interessi. Sappiamo che la sanità privata è sede di grossi interessi e può anche darsi che questo Direttore, che non ha decapitato i ricoveri ospedalieri, come l'Assessore D'Ambrosio voleva che si facesse, contando anche nella non riduzione dei ricoveri (nel 1997 c'è stato un incremento di duecento ricoveri ospedalieri), ed è politicamente legittimo pensarlo, abbia fatto qualche sgarbo che gli è costato caro.
Se il Consigliere Salerno proponesse qualche indagine sulla vicenda, io sarei d'accordo. Sono d'accordo, perché non mi sono chiare le motivazioni a carico di questo Direttore generale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Il Piano sanitario approvato nel dicembre del 1997 non è stato ancora completamente rispettato, probabilmente in qualche parte è anche superato.
Quindi, bene ha fatto il Gruppo DS, in particolare la collega Suino, a richiedere il dibattito, ad affrontare il problema e a cercare di approfondirlo in modo che da questa discussione l'Assessore possa cogliere tutti gli aspetti positivi; non solo il discorso della protesta, ma anche quello della proposta così come è emersa.
Permettetemi una battuta che non vuole essere di rassegnazione, chi mi conosce sa che non sono il tipo. Ogni giorno noi ci accorgiamo, come si accorgono i cittadini, che tante leggi non vengono rispettate. Faccio un esempio personale. Quando al mattino prendo la macchina e scendo alla stazione vedo tanti automobilisti che non rispettano il Codice stradale probabilmente anch'io; oppure salgo sul treno e trovo porte bloccate e carrozze sporche. Pertanto, tante leggi sulla sicurezza, sull'igiene non vengono rispettate.
Questa sera, quando usciremo da quest'aula, dopo dieci ore chiusi qui dentro, al primo contatto con l'aria pura ci sentiremo un po' sbalorditi e ci chiederemo se le luci sono a norma.
Con questo non voglio difendere nessuno e neppure attaccare.
Parto dalla realtà esistente che deve essere migliorata sempre. Parto da molte considerazioni che considero puntuali e necessarie. In particolare, mi riferisco a molte cose dette dalla collega Suino e dal collega Angeli.
In Piemonte la spesa sanitaria è di 7.000 miliardi; una cifra enorme ma non basta. E' stato detto: abbiamo un buco di 1.550 miliardi. Se dividiamo questa cifra per i quattro milioni di abitanti, abbiamo due milioni di spesa pro capite.
E' stato detto che nelle AA.SS.LL. non esistono i Centri di costo.
Chiedo all'Assessore se è vero. Perché, laddove non esistono, dobbiamo pretendere, con urgenza, che vengano creati, in quanto la spesa deve essere controllata nelle sue singole specificità.
Dobbiamo contenere questa spesa - l'abbiamo detto tutti quanti.
Assessore, cerchi di farlo. Apprendiamo che non rispettiamo i parametri nazionali, laddove definiscono una percentuale del 5% per la prevenzione 50% per il territorio; 45% per la spesa ospedaliera. Ci dobbiamo chiedere se sono corretti questi parametri, ma chiederlo anche agli operatori. Le delibere famose, citate da più parti, del 5 agosto e del 21 dicembre secondo gli operatori delle AA.SS.LL. locali sono difficili da applicare però questo l'Assessore lo sa perché in Commissione glielo abbiamo detto.
Se ne era fatto carico il collega Riggio e anche la collega Suino; io avevo un po' seguito, di questo avevamo parlato in Commissione. Quindi senz'altro, fornirà chiarimenti, perché dobbiamo stare attenti ed evitare che magari qualcuno, nel timore di essere estromesso, dica sempre: "Va tutto bene". Noi abbiamo bisogno di sentire in loco le voci contrarie e cercare di ragionare sul motivo delle contraddizioni.
Il Piano sanitario regionale, è stato anche detto, non individua le priorità. Vorrei che nell'individuare le priorità, che possono cambiare da Torino alle Comunità montane, che possono essere diverse in certi altri posti, concorressero con maggiore coinvolgimento e decisione gli Enti locali. Si ha un po' l'impressione che sia stata data una delega e che qualche Ente locale non abbia più competenza per parlare di sanità. Invece dobbiamo ricordare che il Piano sanitario prevede il loro coinvolgimento per fare in modo che sia più incisivo.
Ci sono episodi di malasanità, è inutile negarlo: ce ne sono a livello nazionale, ce ne sono nella nostra Regione; fanno notizia, si va sul giornale quando si denunciano e, tante volte, andando sui giornali trovano soluzione - però non tutti compaiono sui giornali. Noi dobbiamo cercare di evitare a chi non ha neanche voce sul giornale di dover subire delle ingiustizie.
Voglio anche parlare delle cose positive, quelle che non fanno notizia: di qualcuno che viene dimenticato, perché fa il suo dovere e lavora bene.
Io frequento molto l'ospedale che geograficamente mi è più vicino. Sono andata sovente anche di notte e devo dire che, proprio grazie all'attività del personale (i medici, gli infermieri, gli inservienti; tutti), di un personale che lavora in locali superati - non so, collega Peano, se sono più superati i locali che denunciavi tu o quelli del mio ospedale, per per fortuna, speriamo di avere fra poco l'ospedale nuovo - il cittadino rimane soddisfatto, proprio per la cura che i medici e il personale dedicano all'ammalato.
Anche il Presidente Deorsola, nella sua recente visita all'ospedale ha visto questo, rimanendo un po' stupito nel vedere camere con sei letti al reparto medicina. Così è, così sopportiamo.
Ho detto che parlo della realtà che conosco. Mi sembra molto più corretto, perché parlare di realtà che non conosco, per sentito dire, non mi piace.
Anche ad Asti mancano i letti, anche se sulla carta, secondo i parametri stabiliti dall'alto, magari ce ne sono di più, però di fatto mancano e i cittadini non possono essere ricoverati. Vi sono ricoveri impropri, cittadini che arrivano da altre Regioni per farsi operare. E' chiaro che una soluzione bisogna trovarla. Vi sono lunghe liste d'attesa per le visite ambulatoriali ed è un problema che molti risolvono con il ricorso improprio al Pronto Soccorso, come è già stato detto. Il vero problema è proprio quello del Pronto Soccorso. Penso che la situazione della mia città sia uguale a quella di altre città, a quella di altri ospedali.
Assessore, chiedo veramente che venga fatto un grosso sforzo e non ci si limiti a dire: "Il cittadino si rivolge in modo improprio al Pronto Soccorso", perché sono dieci anni, come minimo, che sento dire questo.
Vediamo se è possibile l'ipotesi di attivare presso il Pronto Soccorso nelle immediate vicinanze, un poliambulatorio integrato, coinvolgendo i medici di famiglia, oppure anche il personale del 118 che, fortunatamente a volte rimane ore ed ore con poco da fare - ripeto: fortunatamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Grazie, Presidente. Colleghi, il mio vuole essere un intervento - più che ripetere le denunce che condivido e che da più parti, in particolare dal nostro Gruppo, sono state esplicitate, anche dall'intervento della collega Suino - più che altro per esprimere una preoccupazione rispetto alla situazione, Assessore...



(L'Assessore D'Ambrosio colloquia con un dirigente della Giunta regionale)



PRESIDENTE

Assessore, volevano rappresentarle alcune valutazioni.



BELLION Marco

La mia vuole essere proprio solo...



(Un funzionario dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale si avvicina all'Assessore)



BELLION Marco

Cercherò di essere brevissimo, anzi, sarò sicuramente brevissimo e per questo, Assessore, richiedo la sua attenzione, anche perché voglio solo esprimere una preoccupazione. Voglio esprimere una preoccupazione, ma voglio esprimerla a lei.



PRESIDENTE

Il Consigliere desidera rappresentare alcune valutazioni, quindi, se possibile, non disturbate l'Assessore.



BELLION Marco

Chiedo solo un minuto all'Assessore.
Parlavo di una preoccupazione che credo vada evidenziata, anche in questa assemblea, rispetto alla situazione su cui rischiano di precipitare quelle strutture ospedaliere ancora operanti sui territori montani.
Ben sa l'Assessore che tale preoccupazione ho avuto modo di esprimerla più volte e devo dire di averlo sentito anche sempre molto attento. Credo che però questa operazione, voluta dall'Assessorato regionale alla sanità che punta alla riduzione del tasso di ospedalizzazione della nostra regione, con conseguente eliminazione dei cosiddetti ricoveri impropri, e che dà scarse possibilità per quanto concerne i correttivi che le varie Aziende possono operare sui propri territori, rischia, dal mio punto di vista, di diventare devastante, in determinate situazioni locali e, in particolare, nelle aree montane. E' il caso delle realtà ospedaliere situate nei territori e nei Distretti montani che - l'abbiamo ripetuto più volte, anche l'Assessore Vaglio ha avuto più volte modo in quest'aula di ripeterlo - fanno parte di quel sistema, di quel mosaico. In questo caso gli ospedali e le strutture sanitarie sono un tassello fondamentale di quel mosaico che è lì, ancora un po' rabberciato, a garantire la permanenza di questa popolazione su questi territori.
Secondo quanto comunicato dalle AA.SS.LL. - penso in particolare a quella che meglio conosco, la n. 10 - si dovrebbero ridurre del 50% o più da subito, i ricoveri presso questi ospedali. E' evidente che le conseguenze dell'attuazione di queste disposizioni, così come nel caso dell'ASL 10, sarebbero gravissime per l'area montana e, più in generale per le aree montane, perché ci sarebbe un'immediata e drastica riduzione delle prestazioni sanitarie in favore di queste popolazioni montane, già danneggiate in questi ultimi anni, e non solo in questo settore. Non ci sarebbe un'immediata sostituzione delle prestazioni venute a mancare perché ciò richiede una riorganizzazione, una riconversione non attuabile in tempi brevissimi e comunque incompatibili con l'immediatezza della riduzione imposta, cui si accompagnano forme di penalizzazione finanziaria che è quella che più ci interessa.
I ritardi denunciati nell'attuazione del Piano regionale, per quanto riguarda i Distretti montani, non possono che far prevedere, in concreto la possibilità di arrivare fin da subito a quegli interventi alternativi che potrebbero risultare migliorativi dell'assistenza sanitaria nelle valli. Senza poi considerare l'impatto che questo potrebbe avere, anzi avrà di sicuro se - ripeto - dovesse venire attuata con questa forma così generalizzata sulla stessa situazione occupazionale che, come ben sappiamo in questi territori rappresenta ed ha tassi ormai al di sopra delle due cifre. Questa era la mia preoccupazione, Assessore, e ho voluto fargliela rilevare.
Credo che questo possa essere un momento in cui noi decidiamo di dare attuazione a quello che nel Piano sanitario abbiamo caratterizzato con il termine di Distretti montani.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Poche parole per sottolineare la necessità, quando si affrontano problemi di carattere generale - l'ho già detto nell'intervento precedente - di preparare il dibattito con le risultanze che peraltro la legge di Piano sanitario prevede. Mi pareva si trattasse di un dibattito relativo alle problematiche degli ospedali torinesi ed ai ricoveri impropri. Invece si è andato oltre.
Sugli ospedali torinesi è stato detto e non voglio riprendere; sui ricoveri impropri ho letto attentamente la relazione predisposta dall'Agenzia regionale per i servizi sanitari e devo dire, Assessore, che la relazione dell'Agenzia, per sua espressa affermazione, vuole essere una prima analisi non completa e non del tutto appropriata. Si devono ancora fare, cioè, molti approfondimenti. Mi fermo qui: con i molti approfondimenti successivi avremo ulteriori elementi per entrare nel merito e per adottare provvedimenti che ci aiutino a superare questa situazione.
Mi richiamo ancora all'Agenzia regionale per i servizi sanitari, per fare un inciso, Assessore: se lo staff che accompagnerà e completerà il lavoro che il Direttore sta facendo, sarà uno staff di parte, scelto dalla maggioranza, con tanto di appartenenza e quindi con la non capacità dell'obiettività nella ricerca, noi non avremo mai una relazione appropriata e lei non potrà avvalersi di un'analisi seria e al di sopra delle parti per adottare dei provvedimenti urgenti e necessari. Faccio questa considerazione come preavviso, perché è inutile venire fra qualche mese a dire che l'Agenzia non funziona; non è la legge istitutiva dell'Agenzia che ha delle pecche o che avrà delle pecche, non sarà certo il lavoro che l'Assessore ed il Consiglio commissionano, ma sono le scelte ancora una volta, che saranno di carattere politico tale da bloccare ogni capacità di analisi e proposta di intervento. Mi fermo sull'Agenzia, ma la prego, Assessore, ci dica in Commissione come stanno andando le trattative all'interno della maggioranza per completare lo staff.
Sulla questione dei ricoveri impropri, voglio fare poche considerazioni: io, a differenza del Consigliere Rubatto, parto sempre valutando il passato con la volontà di considerare le cose positive che sono state fatte, perché se la storia della sanità della Regione Piemonte è tutta da buttare, dico che forse, com'è stato qui affermato con una tale superficialità che davvero non è accettabile e non è un approccio per un dibattito serio, davvero forse quello che auspicava il collega Montabone deve essere ampliato rispetto a ciò che era la sanità nella Regione Piemonte prima del 1970 e a ciò che è oggi ed è stata fino al 1995, se vogliamo datare la nuova gestione del centro-destra di questi quattro anni.
Ritengo che l'aver voluto interrompere bruscamente un'esperienza di riforma seria, iniziata con la legge n. 833, introducendo un cambiamento radicale, senza un minimo di preparazione da parte degli Amministratori locali e del personale che gestiva, per l'Ente pubblico, la sanità, men che meno per quanto riguarda l'aspetto manageriale, ha portato - e tornerò dopo alle conclusioni a cui magari oggi si giunge, valutando il lavoro che questi famosi manager dovevano realizzare sul territorio. E' certo che va portato avanti un dialogo costruttivo, ma di confronto, con il Governo nazionale, affinché oggi si torni a valutare quanto di positivo noi abbiamo cancellato con i DD.LL. n. 502 e n. 517, rispetto al rapporto con il territorio, rispetto al rapporto con gli Amministratori locali, rispetto anche alla capacità di andare ad una programmazione che non sia solo verticistica di carattere regionale o nazionale (il Piano sanitario nazionale ed il Piano sanitario regionale), ma che cresca anche dal basso con l'elemento di più alto valore, che è quello della costruzione di una programmazione, partendo dalla realtà e dalle necessità, rispetto al desiderio di fare della prevenzione l'elemento principale nel nostro territorio e della cura un elemento ed un rapporto con il malato di eccellenza e la capacità di accudire coloro che non hanno bisogno di una cura per acuti, ma che hanno comunque bisogno di molta attenzione (e sono per lo più anziani), anche con una rete di servizi e solidarietà sul territorio che sia davvero degna di una Regione evoluta come la nostra.
Voglio dire che non sono assolutamente d'accordo nel considerare il Piano sanitario regionale, che abbiamo appena approvato, pressoch superato, perché di quanto abbiamo scritto su quel Piano e degli obiettivi che lì sono contenuti non abbiamo realizzato che poche cose, perché siamo ancora qui a chiederci quali sono le intese di programma, Assessore. Qual è il rapporto qualità/prezzo, costo, in questo caso, dei servizi ospedalieri e non, per quanto riguarda la sanità? Che cosa, rispetto allo sforzo che viene fatto a livello nazionale, si fa in direzione di un cambiamento della spesa, anziché rincorrere continuamente la domanda, tamponando con servizi che spesso non sono all'altezza della necessità? Qual è la capacità delle Aziende sanitarie territoriali, ma anche ospedaliere, di prevedere anticipando, di fare ricerca, di fare sperimentazione, dando vita anche a delle sinergie positive con il privato sul territorio, risparmiando andando davvero a realizzare una rete di servizi che veda tutti gli sforzi convergere nella necessità di prevenire, per quanto si può, e di curare al meglio il cittadino e di essere - ripeto - solidali, quando la prevenzione e la cura non sono sufficienti o non hanno risolto i problemi? Ritengo, da questo punto di vista, che l'organizzazione del territorio che pure il Piano sanitario prevede, che pure le leggi vigenti nella Regione Piemonte prevedono, sia il punto cruciale per risolvere il problema dei ricoveri impropri. Fintanto che noi non realizziamo, se non sulla carta, l'assistenza domiciliare integrata e quant'altro a livello di sanità e di socio-assistenziale integrato si può fare, è chiaro che il cittadino come è stato detto da parecchi colleghi - quando ha bisogno di intervento va dove l'unica porta è aperta, cioè l'ospedale.
E' anche chiaro che il numero dei ricoveri analizzati in questo documento che ci è stato consegnato è falsato da obiettivi che non sono reali, che non sono compatibili con l'organizzazione sanitaria in Piemonte del numero di giornate di degenza previste entro le quali i Direttori generali devono far stare i loro servizi! Quindi, abbiamo un numero di ricoveri raddoppiati; molte volte il raddoppio significa anche il ricovero improprio! Non voglio dilungarmi su queste questioni che peraltro da molti colleghi sono già state sollevate, se non, Assessore, per dire che l'organizzazione del territorio, la realizzazione dei Distretti sanitari e socio-assistenziali, il rapporto corretto - corretto! - con il privato competitivo, ma anche collaborativo, può consentirci, con quei due milioni di budget che il Governo nazionale ci assegna per ogni cittadino della Regione Piemonte, di affrontare al meglio l'organizzazione della sanità nella nostra Regione. Ci vuole volontà politica! Io non sono tentata, assolutamente, di far ricadere solo su di lei Assessore, la responsabilità dei disservizi che pure la sanità presenta nella nostra Regione e sono, alcuni, abbastanza gravi, del regresso che il servizio sanitario ha avuto in questi anni nella nostra Regione Piemonte ed è sotto gli occhi di tutti, perché dodici mesi per ottenere una prestazione sanitaria sono davvero troppi, anche sedici mesi per un ricovero in una Residenza sanitaria assistenziale sono inaccettabili! Voglio che invece queste questioni, appunto i disservizi e la non realizzazione degli obiettivi, il non rispetto delle leggi di cui peraltro la Regione si è dotata anche in questa legislatura (il Piano sanitario è una di queste importanti leggi), ricada sulla Giunta, sul Presidente della Giunta che è presente nella Conferenza Stato-Regioni come massimo responsabile! Presidente, io l'ho sentita nel confronto con il Ministro Rosy Bindi e sarei stata felice se non avessi avuto l'esperienza e non fossi una cittadina piemontese e non conoscessi la realtà sanitaria del Piemonte! Io dico: realizzi quello che lei dice essere la realtà sanitaria nel Piemonte! Lo realizzi questo stato di benessere e comunque di buona sanità nella nostra Regione anche in un confronto serrato con il Governo. Facciamoci davvero dare il massimo possibile per consentire la realizzazione delle strutture necessarie per i cittadini della nostra Regione. Non solo dicendo, consentitemi, non solo apparendo o volendo apparire attraverso i pronunciamenti, ma poi comportandoci di conseguenza! Ciò che ha detto il Consigliere Rubatto non lo so perché non conosco tutte le denunce nel merito e i problemi che ha denunciato in quest'aula ma certo è che se sono veri alcuni problemi che lei, Consigliere, ha esposto in quest'aula, che non sono di mia conoscenza e si aggiungono a quelli che conosco, davvero la situazione non è solo grave, ma drammatica! Non è solo grave, è drammatica, anche se poi il piglio con il quale ci atteggiamo è quello del Consigliere Chiezzi. Non voglio assolutamente dare in testa ad uno piuttosto che ad un altro Direttore generale della nostra Regione, però, per quanto mi riguarda, voglio dire che di carenze ne hanno in parecchi! Però preparare manager capaci - l'ho detto all'inizio, non mi ripeto - è anche compito di questa Regione. Se il livello di governo della sanità produce il conflitto fra operatori all'interno di una ASL quale è oggi il conflitto presente nell'Azienda sanitaria della Provincia di Vercelli, se la Direzione sanitaria, il Direttore generale produce il conflitto che oggi è presente tra i cittadini della provincia di Vercelli indipendentemente dalle altre valutazioni, io dico che questo Direttore generale comunque ha mancato un obiettivo di carattere complessivo generale: quello di affrontare il problema di far vivere e convivere le diverse realtà, i diversi bisogni all'interno di un'Azienda, non inasprendo, non dividendo, non operando per dividere, ma lavorando affinch i conflitti trovino nella soluzione dei problemi il motivo di non esistere.
Abbiamo all'o.d.g. di domani, se non ricordo male, la sua informativa Assessore, sui Direttori generali. Prego i Consiglieri di non affrontare con troppa superficialità questi problemi. Direi, Assessore, che una questione del genere, la valutazione che la Giunta ha fatto per chi rimane e per chi per ora se ne va, dovrebbe essere oggetto non solo di valutazione della IV Commissione, ma di valutazione politica forse non in sede di Consiglio Regionale, ma almeno alla presenza dei tanti Capigruppo che siedono in quest'aula. Io sento questa necessità, perché le questioni che non condivido assolutamente e che mi porterebbero ad un conflitto con il collega Chiezzi sulla ASL di Vercelli che lui ha fatto poc'anzi, credo non possano essere - mi consenta, Consigliere - affrontate con il piglio che lei ha in questa sede. Sento la necessità che ho espresso.
Così come sento la necessità, Assessore, di tornare, non spaziando su tutto o generalizzando tutto, sulla questione della sanità dopo un rapporto serio sullo stato di salute della popolazione del Piemonte.



PRESIDENTE

E' ora iscritto a parlare il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Inizialmente non pensavo di intervenire, ma poiché il dibattito si è sviluppato oltre i punti strettamente previsti dalla richiesta di convocazione, ritengo doveroso introdurre nella discussione anche un punto critico, una problematica che riveste e che ha la sua importanza nell'ambito della sanità piemontese. Mi riferisco all'ASL 17, che recentemente è stata commissariata.
Come sapete, l'ASL 17 comprende i territori dei Comuni di Saluzzo Savigliano e Fossano (e ovviamente di tutti i Comuni limitrofi che in qualche modo gravitano su queste tre cittadine). Recentemente il Direttore generale è stato sfiduciato e l'ASL è stata commissariata; se non erro proprio sabato scorso si è insediato il nuovo Commissario.
Io non voglio andare a sindacare i motivi che hanno portato a questo commissariamento; anzi, prendo atto del fatto che, sicuramente, il precedente Direttore generale era stato sfiduciato dalle comunità, in primo luogo dai Sindaci dei Comuni serviti dalla ASL e, in linea generale, dai cittadini (perlomeno, se teniamo conto del livello delle proteste che ne erano scaturite).
Il problema base di questa ASL sta senz'altro nella presenza di tre ospedali, esattamente quelli di Saluzzo, Savigliano e Fossano. Tre ospedali che, nel rapporto con la popolazione servita sul territorio, ovvero con la popolazione residente nel territorio, appaiono senz'altro sovradimensionati. Bisogna però tenere conto che si tratta di un territorio vasto e con una popolazione relativamente bassa o, perlomeno, vi è un rapporto popolazione-territorio basso. Per cui abbiamo un territorio decisamente vasto da servire a fronte di una popolazione insediata su questo territorio numericamente bassa.
Bisogna dunque far quadrare questi due dati, riuscire cioè a dare dei servizi sanitari, in qualche modo distribuiti sul territorio, ma contemporaneamente riuscire a contenere i costi nei livelli accettabili.
Sicuramente la situazione odierna non era più gestibile. E qual era questa situazione? Oggi, se non erro, l'entità territoriale, l'ASL ha accumulato un deficit complessivo di circa 50 miliardi, per cui economicamente o almeno finanziariamente è necessario correre ai ripari cercando un riequilibrio dei costi.
A fronte di ciò, però, sono già stati tagliati numerosi servizi, il che ha provocato dure proteste e dure prese di posizione da parte delle popolazioni interessate, soprattutto da parte dei Sindaci e degli amministratori locali. Sotto il punto di vista a cui facevo cenno prima cioè quello del servizio sul territorio, queste proteste sono più che comprensibili.
Dobbiamo inoltre tenere conto che, essendoci un'aria di attesa, un'aria di dismissioni o comunque di un futuro incerto, che cosa è successo in questi tre ospedali? E' successo che i migliori primari, e non solo i primari, ma anche i migliori medici e addirittura il personale infermieristico, sono - scusatemi il termine - "emigrati" alla ricerca di posti migliori, andando così a lavorare in altri ospedali e lasciando queste posizioni scoperte, cosa che ha acuito la carenza di organici e ha contemporaneamente acuito la carenza di servizi o perlomeno di servizi efficienti in queste realtà.
Scenderei ancora ad analizzare le tre realtà, perché sono a conoscenza di una proposta di legge che, oggi, le accomunerebbe in un'unica sorte mentre, a mio avviso, sono tre realtà molto diverse tra loro. Quello di Saluzzo è un ospedale tipico territoriale; è un ospedale di fondovalle e pertanto, a mio avviso, deve rimanere così com'è, cioè deve rimanere in forza all'ASL 17; anzi, deve essere potenziato con queste finalità: finalità di servizio del territorio. Ricordiamo, come dicevo prima, che è collocato a fondovalle della Valle Po e di altre numerose vallate, oserei dire povere, comunque di un territorio vasto, per cui ha tutti i requisiti per continuare a dare questo servizio.
Diversa è la questione, e il problema, di Savigliano. Tale struttura invece, aveva dei reparti ad alta specializzazione, con dei primari di prima qualità, e svolgeva un compito extra-territoriale, addirittura extra regionale. Era un ospedale che, in alcune specializzazioni, era capace di attirare clientela - permettetemi il termine - anche da altre Regioni.
Dunque, queste possibilità andavano sfruttate e sviluppate, anche in un'ottica economica della sanità. Per una volta che avevamo un ospedale che funzionava bene ed era in grado di dare un ottimo servizio, era giusto sfruttarlo anche a scopi economici, facendo sì che servisse un bacino non solo territoriale, ma il più possibile allargato e - ripeto - ove possibile, anche in via extra-regionale.
Resta l'ospedale di Fossano, che era a metà strada fra i due precedenti ospedali.
Questa è, all'incirca, la situazione attuale o, perlomeno, era la situazione attuale, perché, come purtroppo ho sottolineato affrontando l'argomento, la fuga dei migliori primari e medici che si è verificata ha sicuramente impoverito pesantemente l'ospedale di Savigliano, e così pure gli altri ospedali.
Che cosa chiediamo oggi? Chiediamo all'Assessore che, al di là del commissariamento, prenda delle decisioni; il mio invito oggi non si rivolge solo all'Assessore, ma a tutti i colleghi del Consiglio regionale e alla Commissione: dobbiamo affrontare questo argomento.
Io ho fatto una breve un'analisi che, sebbene per sommi capi, mi pare completa, e vedrei delle soluzioni. So che i colleghi del Partito Popolare vedono delle soluzioni diverse, cioè hanno proposto, in sostanza, di accorpare tutti e tre gli ospedali alla ASL di Cuneo, cioè all'Azienda ospedaliera nazionale di Cuneo, che ne farebbe delle antenne.
Io non condivido questa scelta o, perlomeno, non la condivido completamente, perché, come ripeto, ritengo e sostengo che Saluzzo debba restare un ospedale territoriale a servizio dell'ASL, e pertanto a servizio del territorio; diverso è il discorso dell'ospedale di Savigliano, dove veramente o inventiamo qualcosa di nuovo che oggi non esiste (un'Azienda sanitaria nuova che oggi non esiste e che potrebbe essere l'Azienda ospedaliera regionale) o effettivamente, per salvare questo ospedale, le sue specializzazioni e il servizio che dà al territorio, nonché i posti di lavoro che occupa, è giusto, in questo caso, che venga accorpato a Cuneo in modo da poter dare quel servizio cui ho accennato che potrebbe essere extra-territoriale ed extra-regionale.
Anche per Fossano la proposta di un accorpamento a Cuneo si pu analizzare; sicuramente, sia per Savigliano che per Fossano, queste proposte possono venire accettate solo con delle precise garanzie di mantenimento dei servizi base (parlo di Pronto Soccorso, di Medicina generale ed altri) con funzioni territoriali.
Il mio invito ai colleghi, ma soprattutto alla Giunta, è quello di affrontare finalmente questa decisione, perché il più grosso errore che è stato fatto finora è stato quello di rimandare, cioè di fare il piccolo cabotaggio, di cercare di gestire le situazioni come erano. Dobbiamo invece affrontare il problema e risolverlo. Risolverlo salvaguardando i servizi sul territorio, salvaguardando i posti di lavoro ed utilizzando tutte le potenzialità che le realtà esistenti oggi ci danno e pertanto sfruttare economicamente queste possibilità. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Due parole sul collega Rubatto. Ho capito così la sua dichiarazione circa l'intento di dimettersi da Presidente della Commissione: sicuramente per quanto ha detto forse farebbe meglio a venire con la minoranza, ma probabilmente non è nemmeno l'unico della maggioranza che la pensa così.
Quando Rubatto diceva di volersi dimettere da Presidente della Commissione probabilmente faceva riferimento al richiamo fatto dal collega Peano sulla mancanza di informazione per il Consiglio e la Commissione; è stato richiamato ripetutamente come la delibera del 5 agosto sia stata richiesta in Commissione dai Commissari del Gruppo DS e dalla Commissione nel suo insieme. E' una delibera estremamente importante, perché va a modificare sostanzialmente il Piano sanitario. Così è stato per altri atti deliberativi, così avviene molto spesso, per cui noi siamo informati più dai giornali che non tramite quella che dovrebbe essere la normale dialettica consiliare, legata all'attività di Commissione, alle interrogazioni, alle interpellanze.
Io ho letto così la dichiarazione del collega Rubatto di voler rassegnare le dimissioni da Presidente della Commissione e sotto questo punto di vista devo dire che c'è uno sconcerto da parte di tutti noi Consiglieri quando leggiamo sulla stampa le notizie che riguardano la sanità, molto spesso rappresentate in modo distorto.
Dobbiamo il dibattito di oggi a mia moglie: domenica 28 febbraio eravamo in montagna e su un quotidiano lei ha letto: "Troppi letti ai malati immaginari. Sprechiamo 1.000 miliardi - Dichiarazione dell'Assessore D'Ambrosio". Immediatamente le ho risposto che non credo che D'Ambrosio abbia parlato di malati immaginari, perché sarebbe semplicemente vergognoso. Le persone ricoverate, i 250.000 ricoveri impropri, sono malati che hanno avuto una risposta impropria, il che è cosa diversa. Non credo assolutamente che l'Assessore D'Ambrosio abbia fatto una simile affermazione.
Assessore, è importante che lei comunichi con la Commissione più che con i giornalisti, perché i giornalisti poi la travisano e leggiamo delle notizie anche offensive nei confronti di chi sta male. Certo, su una cosa aveva ragione mia moglie, quando ha detto: "Lui non è un passante qualunque che dice che si sprecano 1.000 miliardi e che i 250.000 ricoveri sono impropri!", perché chi è che deve governare questi processi che riguardano la sanità? Chi se non l'Assessore o l'Assessorato? Chi doveva creare le condizioni affinché queste persone avessero una risposta, come giustamente ha detto la collega Bortolin, prima di tutto sul territorio? La stragrande maggioranza di coloro che fanno ricorso all'ospedale potrebbero avere una risposta dal proprio medico di base, dalla struttura poliambulatoriale di territorio, dall'assistenza domiciliare, da interventi che potrebbero essere fatti tutti sul territorio solo se il territorio avesse avuto la cura adeguata. L'abbiamo scritto sul Piano sanitario che questa sarebbe stata la cura principale. Di fatto, è successo che in realtà l'unica spesa che è aumentata è quella per gli ospedali, per cui le percentuali che abbiamo al momento attuale non ci sono favorevoli. Noi eravamo a 180 ricoveri per 1.000 abitanti e siamo passati, anziché ai 160 dettati dalla direttiva nazionale, a 200 con tendenza a 220. Mesi addietro abbiamo avuto una polemica proprio perché l'Assessore - qui ha ragione Rubatto quando dice che ci sono lamentele perché lui tiene bloccata la Commissione quando si è trattato del bilancio ha portato ben tre relazioni! In una di queste relazioni l'Assessore diceva che c'era un disavanzo di 358 miliardi per quest'anno, con un disavanzo tendenziale per l'anno prossimo di 1.000 miliardi. C'è stata una polemica anche sui giornali. Quando contestiamo i 358 miliardi di disavanzo non vogliamo dire che sono tanti o pochi: probabilmente, rispetto alla spesa globale per la sanità, sono una cifra abbastanza modesta, ma è la linea di tendenza. Una Regione che è sempre stata particolarmente attenta alla spesa, oggi come oggi si ritrova in un circolo vizioso che l'ha portata a 358 miliardi di disavanzo, con tendenza a 1.000 miliardi. Il trend ci preoccupa perché, se è fuori controllo la spesa, in realtà sono fuori controllo i processi. Significa che non c'è un governo della realtà.
Questo dibattito è stato accusato di essere un dibattito omnibus, in cui tutti parlano di tutto; non è vero, perché la questione dei ricoveri impropri è la questione del rientro del disavanzo e questo sta soprattutto nella razionalizzazione dell'intervento. Infatti, quanto denunciato in qualche modo riguarda la razionalizzazione dell'intervento. Si tratta di agire per diminuire la domanda e per conservare, quanto più possibile, lo stato di salute: impedire che si faccia ricorso all'ospedale.
La questione dell'ospedale di Savigliano, sollevata dal Consigliere Dutto, può sembrare estemporanea o semplicemente citata da un collega che parla solo della sua zona. Non è così. E' un problema di gerarchia degli ospedali; non è possibile che tutti facciano tutto.
Non è possibile che oggi come oggi il Direttore generale delle Molinette, fresco fresco di un disavanzo di 60 miliardi dall'Azienda dalla quale proveniva - che è l'Azienda ospedaliera Regina Margherita-Sant'Anna si permetta di istituire ventotto nuovi primariati ed immaginare un incremento di spesa di 160 miliardi per il fabbisogno delle Molinette senza andare a specificare dove e come. Non sono contrario al fatto che sulle Molinette si intervenga in termini di eccellenza; ma le Molinette devono valorizzare gli interventi ad alta tecnologia e complessità.
Sapete qual è l'intervento che maggiormente viene praticato alle Molinette? E' quello di ernia inguinale. Un intervento che può essere praticato in qualsiasi ospedale territoriale, anche il più piccolo, il più modesto in cui ci sia un reparto di chirurgia.
Altri interventi maggiormente praticati sono: l'ipertrofia prostatica l'appendicectomia, la colicistectomia. Non è questo che vogliamo dalle Molinette! Noi vogliamo che ci sia la capacità di impattare le questioni che sono più semplici a livello di ospedali territoriali, via via nelle aziende ospedaliere regionali e nelle Aziende sanitarie ospedaliere. Questa dovrebbe essere la gerarchia, ma non è stata individuata una gerarchia di questo genere.
Altro elemento che preoccupa i Direttori delle Aziende sanitarie della città di Torino è di aver permesso la realizzazione di un meccanismo di gigantismo acritico come quello delle Molinette. Preoccupa parecchio sia i Direttori delle Aziende sanitarie ospedaliere, sia i Direttori delle Aziende sanitarie territoriali.
Noi non abbiamo bisogno di un gigante ipertrofico come le Molinette, ma abbiamo bisogno, invece, di una struttura di eccellenza che sappia fare interventi ad alta complessità e tecnologia. Però, in assenza di organizzazione e di pianificazione, vince il più forte.
L'Assessore può tranquillizzarci finché vuole sul fatto che il San Giovanni Vecchio non chiuderà; però la sostanza è che, in assenza di una pianificazione, si parla di 900 assunzioni all'Ospedale Mauriziano e si stanno costruendo 200 posti letto al Centro di Candiolo che doveva essere un centro di ricerca! Può andare tutto bene, non ho nulla in contrario purché venga pianificato.
Non può prevalere la logica del più forte, per cui il Direttore delle Molinette riceve più contributi e quindi prevarica l'altro. In questo modo si rischia di chiudere un ospedale piuttosto che un altro a seconda di chi ha più aderenze e più capacità.
Al di là della pianificazione, ci sono, inevitabilmente altri elementi: il disavanzo, il disservizio e le liste d'attesa.
Le liste d'attesa sono di fatto aumentate e le carte dei servizi sono puntualmente disattese. Chiedo all'Assessore di relazionare in proposito non in Commissione, ma in Consiglio perché questa è la situazione per la quale la popolazione si lamenta di più. Ho una giovane paziente di 30 anni che fra un mese si sposa; deve aspettare un mese per sottoporsi alla mammografia rivolgendosi a qualunque struttura! Mi chiedo se sia possibile accettare una situazione psicologica di questo genere, bisogna saper dare una risposta. Finalmente l'Assessore ci dice che si farà come si è fatto in Liguria già da circa cinque mesi. Si comincia a parlare delle urgenze, però in modo sperimentale, su alcune Aziende. Spero non con la stessa rapidità con cui si è preparato il Piano di prevenzione della mammella! Piano di prevenzione annunciato sui giornali due anni e mezzo fa, ma di fatto non partito.
Si vogliono diminuire le liste d'attesa, bisogna diminuire la domanda quindi dare una risposta alla domanda.
Riporto un'esperienza fatta sul nostro territorio. Facendo delle riunioni fra medici di base, ortopedici, fisiatri e neurologi siamo riusciti ad abbattere del 30% la richiesta di elettromiografia, che è un esame specifico per una malattia che è la sindrome del tunnel carpale.
Bastava semplicemente far incontrare i medici di famiglia con gli specialisti. Da parecchio tempo dico all'Assessore di costruire un meccanismo di formazione dei medici di Medicina generale. Si dice che debbono essere il centro: diamo loro gli strumenti. Altrimenti si dicono un sacco di cose, ma poi non si fa nulla. Non si è fatto nulla per privilegiare il territorio; non si è fatto nulla per dare ai medici di base gli strumenti per poter diminuire quella che è la domanda. Non si è fatto nulla su alcuni progetti che potevano essere innovativi. La sanità non è andata verso un tracollo, sono convinto che la sanità piemontese complessivamente abbia un ottimo standard rispetto alla media nazionale.
Come riconosciuto dallo stesso Assessore, ciò è stato costruito storicamente per la qualità dei nostri operatori.
Non sono convinto che la nostra sia una cattiva sanità, globalmente è una buona sanità, però abbiamo perduto la capacità di essere innovativi.
Assessore, il discorso del Distretto sanitario montano - richiamato dal collega Bellion - è un'intuizione forte che noi, come Regione Piemonte abbiamo messo a disposizione dell'intero Sistema sanitario nazionale. Ma di fatto, come li abbiamo sostenuti questi Distretti sanitari montani? Non sono stati assolutamente sostenuti e sono in una condizione tale che i servizi in montagna rischiano di chiudere. Abbiamo, inoltre, fornito delle idee innovative per i day service. Assessore, lei ricorderà che tre anni fa presentai un ordine del giorno sul day service. Adesso che lei è disperato cita il day service come se fosse un'idea geniale ed innovativa. Per Dio diamoci da fare, facciamolo! Le questioni veramente innovative non solo non le abbiamo applicate, ma le abbiamo anche perdute. Perché noi, come Regione Piemonte, eravamo all'avanguardia in tutta Italia nell'integrazione sanità-assistenza, ma questa Giunta - ha ragione il Consigliere Chiezzi - ha la responsabilità di avere spezzato questa unità.
Badate, un servizio che non viene affrontato oggi in termini di assistenza ci ritorna poi moltiplicato per cinquanta e anche per cento a livello sanitario: ci costa diecimila volte di più.
Lasciamo perdere che cosa avete fatto per cercare di sanarlo. Avete caricato su una sola persona - l'Assessore D'Ambrosio - due deleghe imponenti: non è questa l'integrazione sanità-assistenza. L'integrazione sanità-assistenza è fare in modo che gli Assessori lavorino insieme secondo progetti comuni: filosofia di questa Giunta.
Quindi, non caricare, in modo assurdo, un Assessore che complessivamente, non aveva nemmeno sfigurato. Non aveva sfigurato anche perché aveva fatto molta politica di immagine; complessivamente, però, ha lavorato bene, ma da quando ha ricoperto anche la delega all'assistenza è completamente nel "pallone" e non ha fatto un solo atto che riguardi l'assistenza. Nemmeno un atto che riguardi l'assistenza è stato fatto motu proprio da questo Assessore all'assistenza! Lo può testimoniare il Consigliere Rubatto che, insieme a me, presiede la IV Commissione.
Le grandi questioni che dovevano essere affrontate dall'assistenza quale la psichiatria, ma anche la questione della rete oncologica, sono completamente per aria. Qui c'è da cambiare completamente registro, è necessario governare i processi, e per fare questo si deve attuare il Piano sanitario.
Assessore, sa cosa le contestiamo - però non lo contestiamo a lei bensì alla Giunta e principalmente al Presidente della Giunta? Il Piano sanitario non è attuato, se non per questioni marginali. Per quanto riguarda le intese di programma, lei, l'anno scorso, a febbraio, ha mandato una letterina ai Commissari di allora dicendo: "Incomincia qui il breve percorso che ci porterà alle intese di programma" che, secondo il Piano sanitario, dovevano essere qualcosa di bello, perché i Direttori generali dovevano incontrare gli operatori e i medici, discutere con loro su cosa fare, valutare, incontrarsi con il socio-assistenziale, con la Conferenza dei Sindaci, ricevere indirizzi, ecc. Cosa ne è stato delle intese di programma lo abbiamo nella delibera del 21 dicembre: sono tre paginette, la cui sostanza, per non annoiare il Consiglio, è in questo art. 1 - tre paginette uguali per tutte le Aziende, alla faccia della capacità di pianificazione dei singoli Direttori generali: "Il Direttore generale si impegna ad attuare le azioni programmate e i progetti-obiettivi identificati nel Piano sanitario secondo i criteri e le modalità definite nei singoli allegati della deliberazione di approvazione del presente schema di intesa di programma", che sono questi allegati preparati dall'Assessorato.
Dove sono finiti gli incontri con i Sindaci, con i medici, con gli operatori, con le Organizzazioni sindacali e con il socio-assistenziale? Tutto finito in fumo.
E le intese di programma? Il Consigliere Mancuso non lo sa, ma visto che sono della stessa maggioranza e dello stesso partito, forse varrebbe la pena che l'Assessore glielo dicesse: "Sono già state firmate" e sono state firmate queste "porcherie", che sono tutt'altro che progetti da fare sul territorio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

I Piani di attività, i Piani triennali, che sono quelli per i quali verranno coinvolti gli Enti locali.



RIGGIO Angelino

Certo. Riepilogando: noi critichiamo. Siamo convinti che questo potenziale miliardo di disavanzo alla fine sarà ricompattato dai vari Direttori generali in modo pericoloso. Con una riduzione dei servizi sul territorio con piccoli trucchi di bilancio; l'Assessore ne aveva proposto uno, che le Aziende fossero in grado di accendere mutui, ma saranno un'eredità abbastanza pericolosa.
Invito l'Assessore a fare una riflessione e ad attuare il Piano.
Nel frattempo, mi rivolgo al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta, perché il Piano sanitario non risulta attuato, non perché lo diciamo noi, ma perché lo dice lo stesso Piano sanitario.
Voglio leggere l'art. 4 del Capo I "Strumenti di programmazione" leggo quali sono gli strumenti di programmazione: "a) La programmazione sanitaria regionale trova il suo fondamento nel Piano sanitario regionale e nel Piano di sviluppo regionale" - che non c'è.
"Gli strumenti attuativi del Piano sanitario regionale sono le deliberazioni settoriali" - più avanti si dice che devono essere sottoposti all'attenzione della Commissione, ma non sono stati sottoposti alla sua all'attenzione.
"b) La relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano sanitario regionale sullo stato di salute della popolazione" - è stato detto ripetutamente, ma lo ripeto, perché il nodo è che questo documento non è stato prodotto dall'Assessore, ma doveva essere prodotto - lo dice più avanti l'art. 9 - entro il 31 luglio dell'anno scorso.
"c) I protocolli d'intesa Regione-Università" - che non ci sono. "3) Annualmente viene presentata al Consiglio regionale la relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario regionale sullo stato di salute della popolazione. La programmazione sanitaria locale si articola nei seguenti documenti: a) la relazione annuale sullo stato di salute della popolazione" - non c'è "b) la relazione annuale dei Direttori generali" - non c'è "c) il Piano di attività annuale adottato dalle singole Aziende sanitarie" - ci saranno, avremmo piacere di conoscerli.
"Costituiscono strumento di raccordo tra la programmazione regionale e la programmazione locale le intese di programma fra la Regione e le Aziende sanitarie" - le quali intese sono la cosa che dicevo prima.
Voglio dire una cosa al Consigliere Gallarini, che diceva: "Siamo stati tre mesi sul bilancio". Siamo stati tre mesi sul bilancio perché...
GALLARINI Pierluigi (fuori microfono) In IV Commissione.



RIGGIO Angelino

In IV Commissione. Ci siamo stati per un motivo preciso: non abbiamo fatto dei cavilli; sono stati presentati dei suggerimenti importanti per dare una correzione di rotta. E noi abbiamo intenzione di mantenere questi suggerimenti e li trasformeremo in un provvedimento che presenteremo in aula, perché abbiamo bisogno di una correzione di rotta.
Lo dico all'Assessore, lo dico soprattutto al Presidente della Giunta: c'è bisogno di una correzione di rotta. Il Presidente vada a leggere il Piano sanitario, che è stato violato agli art. 1, 4, 8 e 9 - come diceva la Consigliera Suino in apertura di questo dibattito.
Un'ultima cosa. Ricordo che l'Assessore D'Ambrosio, appena nominato disse: "Questo ho trovato, scusatemi, ecc.", ma adesso, Assessore, sono passati quattro anni e sono passati due anni dall'approvazione del Piano sanitario regionale. Per cortesia, non faccia, come fa spesso, quando è messo alle strette, dicendo: "In passato si è fatto così, anche male" oppure: "Nelle altre Regioni si fa male". Il fatto che gli altri facciano male non ci giustifica mai, Assessore! Un ultimo cenno sul tentativo che è stato fatto rispetto a questo Consiglio. Il tentativo che è stato fatto era quello di fare di questa convocazione di Consiglio quasi una grossa interrogazione in cui l'Assessore relazionava e i Consiglieri che avevano firmato dicevano: "Siamo soddisfatti, non siamo soddisfatti" e chiuderla così. Un profilo molto basso è un'occasione perduta - lo dico al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio - perché penso che questo Consiglio oggi si sia trovato in modo appassionato e coinvolgente: moltissimi Consiglieri sono intervenuti su un argomento concreto, che riguarda i cittadini. Non faccia scandalo se lo discutiamo qui: è molto meglio che gli scandali siano qui anziché sul territorio, e che poi li debba trovare il Consigliere Rubatto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Non sono un'autorevole esponente del mondo della sanità piemontese, quindi non chiederò certamente l'attenzione di quest'aula, che è stanchissima, avendo soprattutto visto il livello di attenzione, che poteva essere molto più elevato, prestato all'autorevole intervento del collega Riggio, che invece è indubbiamente un'autorità in questo campo: dal punto di vista politico e anche professionalmente, si avvale di questa grande professione e scelta di vita, che è indubbiamente legata alla medicina e all'esercizio della tutela della salute.
Noi siamo degli operatori politici, dei Consiglieri regionali, un Gruppo consiliare, che su questi temi è presente in Commissione. E' già intervenuto il collega Angeli; tuttavia, su questi temi, il mio Gruppo ha sempre cercato di caratterizzare la propria azione politica in maniera concreta.
Desidero ricordare che nel bilancio - Assessore D'Ambrosio - di due anni fa e successivamente in dibattiti specifici, noi abbiamo chiesto, come Gruppo consiliare, insieme ad altri colleghi della minoranza, che venisse per esempio, avviato uno screening sulle donne del Piemonte per la difficilissima e devastante problematica dei tumori femminili. Questo, da parte nostra, è avvenuto nel 1997. Abbiamo appreso che mercoledì 3 marzo al Circolo della Stampa di Torino, il Presidente Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio hanno avviato una campagna di screening per quello che riguarda la prevenzione delle malattie femminili. Noi stessi, alla sera, in televisione possiamo vedere una gentile signorina che, in uno spot pubblicitario abbastanza efficace, dice: "Togliti il pensiero, fai il controllo". E' la campagna di riferimento avviata dalla Giunta regionale.
Il problema è questo: sin dai prossimi mesi, le donne piemontesi riceveranno l'invito, da parte delle AA.SS.LL., agli accertamenti. Credo che questo, che ha cercato di essere un progetto che sta diventando faticosamente operativo, porti in sé uno dei vizi che attengono un po' anche a questo dibattito. Nel senso che porta in sé il vizio della genericità, cioè si lanciano delle ipotesi, si prevedono delle progettualità, si enunciano dei problemi, ma non si riesce (ed anche oggi il dibattito in quest'aula ha questo limite) a tradurre in concretezza, in progetti ed in tempi, gli indirizzi che eventualmente l'opposizione dà e le decisioni che la maggioranza e la Giunta, in questo caso, arrivano ad assumere. Infatti, questo dibattito, che è stato richiesto da molti Consiglieri della maggioranza e dell'opposizione, nasce - ho sotto mano la richiesta del Gruppo DS, che poi ha ampliato la sottoscrizione a molte componenti del Consiglio, credo a tutte quante - a seguito delle dichiarazioni rese dall'Assessore alla sanità, sabato 27 febbraio, secondo il quale ogni anno in Piemonte vi sarebbero 250.000 ricoveri impropri, ecc.
Con queste dichiarazioni, sembra quasi che l'Assessore si ponga in una posizione di osservatore, mentre l'Assessore (la Giunta regionale) è il responsabile. Anche questo dibattito avviene dopo un lunghissimo periodo. I colleghi della Commissione Sanità ed Assistenza (rilevo che l'assistenza nella nostra Regione è una sorta di desaparecidos, nel senso che non se ne parla mai; prima ho anche fatto una gaffe con il collega Riba, perché gli ho chiesto: "Ma l'Assessore all'assistenza dov'è?". In questi anni non ho mai sentito parlare di assistenza o, meglio, ne ho sentito parlare, ma non ho visto impegni concreti, linee e direttive) ci riferiscono di aver passato mesi e mesi del 1998 in Commissione a discutere, a dibattere, ad approfondire. Oggi arriviamo a questo dibattito d'aula e abbiamo - poi lei Assessore, ci dirà - tutte le risposte, che la legge richiede, ancora inevase. Questo è il punto. Assessore, il Presidente della Giunta regionale ama, ovviamente, che le opposizioni facciano l'opposizione costruttiva; io non ho intenzione di fare l'opposizione costruttiva o l'opposizione responsabile, ma ho intenzione di pungulare la Giunta per avere delle risposte utili per il Piemonte. Se queste risposte non ci sono, noi diremo alla Giunta regionale che è assolutamente inadeguata ad affrontare i problemi della sanità piemontese, così come peraltro siamo convinti in tutti i campi. In questo campo, credo che l'Assessore debba, per quanto egli ritenga, dare delle risposte precise in ordine agli adempimenti di legge.
Il collega Riggio ha richiamato gli adempimenti di legge di cui all'art. 1; credo che questo dibattito sarà utile se l'Assessore in aula dirà le cose che non ha assolutamente detto in Commissione e cioè quando procederà agli adempimenti di legge. Questo lo chiederei anche al Presidente della Giunta regionale, perché questa è una legge della Regione Piemonte.
Ritengo che queste norme per la programmazione sanitaria e per il Piano sanitario regionale, per il triennio 1997/1999, siano delle norme che, in primis, il Presidente della Giunta regionale, che è tanto attento ai rapporti con i media e così poco attento alle posizioni delle opposizioni... Vede, Presidente Ghigo, adesso una cosa gliela voglio dire... Il Presidente della Giunta sta parlando con Carlina Gatti, con il personale dell'Ufficio Stampa, anche adesso mentre mi sto rivolgendo a lui...



CHIEZZI Giuseppe

Non c'è più rispetto!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non c'è rispetto neanche nei miei confronti!



SPAGNUOLO Carla

Presidente Ghigo, lei si lamenta - sui giornali, in quest'aula, ovunque che in quest'aula non si fanno i processi e ha distinto e continua a distinguere tra le opposizioni responsabili e le opposizioni irresponsabili e quando noi interveniamo sulle questioni di merito non siamo ascoltati. Si fa la scelta di ascoltare qualcuno, per carità, io sono lieta per i colleghi che riescono ogni tanto ad avere l'attenzione, ma non è vero che voi volete un'opposizione responsabile; voi volete un'opposizione irresponsabile, perché è l'unica opposizione che rispettate! Questo è vero perché in quest'aula, se si fanno delle denunce, si è ascoltati (anche se poi non si hanno le risposte, come per esempio questa mattina sul Global Service), ma se si fanno degli esami di merito dei problemi non si viene ascoltati. Si consente che si sviluppi un rito che tanto non fa male! L'unica opposizione che viene rispettata è l'opposizione che produce danni! Questo è quanto e io faccio un invito anche a coloro che appartengono all'Ufficio Stampa di volerci complessivamente aiutare perché questa situazione è intollerabile! E' veramente un senso di frustrazione che riguarda la maggioranza, perché abbiamo sentito gli interventi del collega Rubatto e ci possono dire quello che si vuole, ma il collega Rubatto ha fatto una denuncia pesantissima! Ed è significativo che l'abbia fatta il collega Rubatto, che è rimasto in maggioranza con la clausola di avere delle responsabilità nel campo dell'assistenza e della sanità! Le responsabilità le ha avute, è rimasto in maggioranza, ma oggi ha fatto un intervento che è un atto d'accusa decisamente più grave di quelli che hanno fatto molti interventi dell'opposizione! Poi, per carità, si può richiamare continuamente il collega, in fondo ne abbiamo viste di tutti i colori, ma rispetto a questa materia, la critica più pesante e più operativa, dal punto di vista politico, è stata fatta da un esponente della maggioranza che ha detto che si dimetterà, non dalla Presidenza di un asilo nido, ma dalla Presidenza della Commissione Sanità, che gli è stata data dalla maggioranza affinché egli restasse nella maggioranza! Abbiamo memoria politica! Se non ci diciamo le cose, non ci chiedete poi di fare le opposizioni responsabili, perché i riti non ci interessano proprio! Se c'è qualcuno a cui interessa perché ne ha dei vantaggi, noi non siamo tra quelli! Detto questo, credo che il modo migliore per concludere questo dibattito, perché non rischi di essere qualcosa di interessante, ma che lascia il tempo che trova, perché questo rischio ci potrebbe essere, anche se è sempre importante approfondire, il nostro Gruppo desidererebbe, come ha già anticipato il collega Angeli, che agli impegni che la legge prevede e che conferisce alla Giunta regionale, la Giunta regionale desse una risposta in ordine a quando li farà, altrimenti siamo nel caso non solo della non rispondenza alla legge, ma della inadempienza! Non voglio usare un termine diverso, ma si tratta di omissione! Se voi non fate le cose che sono previste o se non ci dite quando farete le cose che sono previste agli artt. 1, 4, 8 e 9, siamo nel campo della sanità nelle condizioni di omissione! Questo è il problema! Desidereremmo che a questa questione ci venisse data una risposta di merito e di tempi, altrimenti rischiamo davvero di avere fatto un rito che ripeto - a noi non interessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Confesso di non seguire con grandissima attenzione, credo come tanti forse anche il Presidente Ghigo, le vicende della sanità, però il dibattito mi ha permesso, seguendo gli interventi dei colleghi di maggioranza e di minoranza, di trarre qualche elemento che mi consente di fare una valutazione sui risultati ottenuti o non ottenuti in questi quattro anni.
La prima constatazione che mi sento di fare dal punto di vista gerarchico delle constatazioni è che la Giunta Ghigo è una Giunta fuori legge. L'Assessore D'Ambrosio non applica la legge della Regione Piemonte.
Credo che questa constatazione sia un punto dal quale partire: le leggi che vengono approvate vanno rispettate! Io non so se ne parlate in maggioranza qualche volta, ma a sentire il collega Rubatto mi pare proprio che la discussione non esista all'interno della maggioranza. L'Assessore va per conto suo, ad un certo punto ha qualche incidente. Ad ogni modo, la constatazione, lo diceva questa mattina la collega Suino, è che la Giunta Ghigo non applica la legge n. 61 del 12/12/1997. Non è stata fatta la relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano sanitario; non sono stati predisposti i protocolli d'intesa; non sono stati predisposti tutti gli strumenti previsti dagli artt. 8, 9, 10, 13, 15 e 17. L'Assessore D'Ambrosio non applica la legge! Questo non è un grande merito per un Assessore! L'Assessore deve dirci qual è il motivo! Ricordo, Assessore, quando ci propose l'Agenzia sanitaria.
Stavamo discutendo della L.R. n. 51/98. Qualcuno di noi osservò come probabilmente bisognava pensare a qualche elemento di sovrapposizione tra la struttura regionale e l'Agenzia sanitaria. Si era detto: nel momento in cui si istituisce l'Agenzia sanitaria, probabilmente alcune funzioni assegnate alla struttura bisogna trasferirle all'Agenzia sanitaria o viceversa per evitare sovrapposizioni. Ho la certezza che questo tema non è stato affrontato. Temo che sia stato introdotto qualche elemento ancora di incertezza, oltre che qualche elemento di clientelismo, che è stato denunciato questa mattina, perché la concezione, mi pare abbastanza diffusa da parte della Giunta Ghigo, è quella di ritenere le Agenzie anziché uno strumento utile per la soluzione e per seguire problemi complessi, una modalità invece per aggirare le norme di assunzione del personale rispetto alla struttura pubblica! Lo abbiamo visto per l'ARPA, poi ne discuteremo.
Lo stiamo vedendo per questa questione; probabilmente, lo vedremo fra poco per l'Agenzia per il lavoro. Possiamo anche ritenere, ad esempio, che alcuni strumenti come le Camere di Commercio estero, alcune modalità con le quali vengono dati alcuni incarichi ed alcune consulenze, in realtà siano simili, siano strumenti per garantire una modalità di assunzione non controllata dallo strumento pubblico! Sarebbe interessante che qualche criterio sull'Agenzia sia definito anche sull'Agenzia sanitaria. Non è che l'Assessore possa decidere per conto proprio, o il Presidente Ghigo oppure il Segretario di Forza Italia decide sulle persone che devono far parte dell'Agenzia. In ogni caso, è uno strumento pubblico! Credo che qualche garanzia sulle modalità di assunzione qualcuno le debba dare! Le Agenzie non sono delle diligenze da assaltare per garantire delle assunzioni! Questo è un problema particolare rispetto a quello di tipo generale, ma lo voglio sottolineare perché mi sembra rilevante.
In ogni caso, il punto di partenza è che la Giunta non applica la legge. Non so a chi si può ricorrere; non capisco più nulla quando qualcuno non applica la legge. Comunque questo è un dato di fatto.
Seconda constatazione, leggendo quanto lei, Assessore, ogni tanto racconta ai giornali e che poi smentisce in aula. Ho la sensazione nonostante i suoi sforzi e tentativi di imitare il Presidente Ghigo in una presenza assidua sui giornali, che ci sia un'inadeguatezza complessiva dal punto di vista politico rispetto alla complessità della questione sanità.
Non so se ci sia un'inadeguatezza sua, non vorrei essere troppo pesante nei giudizi, o se ci sia un'inadeguatezza complessiva nella Giunta probabilmente è della Giunta, forse si trova solo, ma ho la sensazione ripeto, da chi non segue con molta attenzione, ma leggendo i giornali sentendo qualche Commissione, il dibattito di oggi - che complessivamente una partita così complessa non venga gestita. Non era inimmaginabile che ci fosse un punto di eccellenza all'interno di questa Giunta. In altri settori abbiamo verificato che è così; a quattro anni dall'insediamento della Giunta Ghigo, dobbiamo constatare che quello che pareva un punto di eccellenza per un'immagine data all'esterno non esiste! Anche l'Assessorato alla sanità rientra nella mediocrità complessiva della Giunta Ghigo.
Perché dico questo? E lo dico con molta chiarezza perché non riesco ad avere molta prudenza in questa riflessione, ma preferisco essere così.
L'Assessore D'Ambrosio, come molti suoi colleghi e come fa il Presidente della Giunta regionale, pensa che governare voglia dire enunciare i problemi. Questo è diventato un metodo diffuso all'interno della maggioranza di centro-destra. Più si enunciano meglio i problemi, più si ritiene di aver assolto un compito di governo. Questo è un modo di essere dell'opposizione! Assessore D'Ambrosio, quello che lei ogni tanto racconta sui giornali è un modo di chi non ha una cultura di governo! Quando un Assessore - è stato richiamato poco fa da tutti i colleghi - ci dà quei dati sui ricoveri da "malati immaginari", che è un termine probabilmente brutto, che non sono 250.000, ma addirittura 320.000. Quindi, una settimana dopo veniamo a sapere che anche lei ha dato una cifra non precisa. In ogni caso, si tratta di una cifra enorme; quando l'Assessore dice che ci sono 250.000 ricoveri che ha definito impropri o da approfondire, oppure malati immaginari, ma sa, Assessore...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



SAITTA Antonio

Dica che non è vero! Dica ai giornali che ogni tanto la stampa viene ad estirpare delle sue dichiarazioni! Che viene legato, incatenato e sotto tortura lei dice che ci sono 250.000 ricoveri... Questa cifra non l'avrà inventata Marco Accossato! Mille miliardi non li avrà inventati qualcuno! O lei si lascia prendere, appena vede un giornalista, di dire cose insensate ma questi dati suppongo che siano veri! Assessore, quando lei fa una affermazione di questo tipo, che ci sono 250.000 - 250.000! - ricoveri impropri, lei fa una dichiarazione di incapacità! Presidente Ghigo, credo che abbia letto, il 28 febbraio 1999, che il suo Assessore ha detto che ci sono stati 250.000 ricoveri impropri. Oggi ci dice che sono 320.000. Si sarà preoccupato di questo fatto, si sarà reso conto che questo vuol dire che in quattro anni questo processo non è stato governato. Sarebbe interessante vedere anche la sede storica dei ricoveri impropri.
La sensazione, e a questo punto credo non soltanto la sensazione, è che lei non governi la sanità. Il processo di gestione della sanità è dunque un processo anarchico.
Un Presidente della Giunta regionale avrebbe dovuto, perlomeno richiamare l'Assessore, dicendogli: "Scusi, Assessore, ma cosa dice? Sprechiamo 1.000 miliardi e poi conclude che le risorse disponibili sono poche, per cui occorre rimediare con una ridistribuzione di funzioni e compiti, ospedali, chiusure, aperture?".
Questa è leggerezza estrema, non cultura di governo. Questa è cultura della denuncia, e lei ne è contento giacché non ha mai fatto delle smentite.
Questo è solo l'ultimo esempio. Potremmo raccogliere molte altre sue dichiarazioni e, se le mettessimo assieme, probabilmente anche lei si stupirebbe di quanto va raccontando. Lei anticipa i problemi denunciandoli e poi sa cosa fa? Cerca di risolverli preannunciando Commissioni di inchiesta. Ho perso il conto delle Commissioni di inchiesta da lei istituite, della cui esistenza ho letto sui giornali. Inoltre, non si sa neppure che fine hanno fatto. Davanti ad un problema, lei annuncia una Commissione di inchiesta. Ma chi sa qual è il lavoro svolto da queste Commissioni di inchiesta! Non si sa, e non si sa neanche da chi sono costituite.
Ricordo le vicende nazionali sul prof. Di Bella, l'altra vicenda scoppiata a Milano, Commissioni a non finire, non so quante ne esistono. Di fronte ad un problema, lei pensa di assolvere al suo dovere annunciando la costituzione di una Commissione di inchiesta. Così il problema è risolto.
Quanto alle conclusioni, nessuno le conoscerà mai. Secondo me, non esistono neppure. Credo anche che queste Commissioni di inchiesta siano state estorte all'Assessore sotto tortura: quando non è in grado di dare una risposta, istituisce una Commissione di inchiesta.
Facciamo un altro ragionamento. Presidente Ghigo, lei è molto attento alla stampa locale, la cura persino con delle pagine apposite, a pagamento.
Sa cosa le consiglio di fare? Metta assieme tutte le dichiarazioni dell'Assessore D'Ambrosio sugli ospedali, sul Piano sanitario, e si renderà conto che, per mantenere le sue promesse, bisognerebbe avere il triplo delle risorse di cui disponiamo a bilancio. L'Assessore promette nuovi ospedali, ne promette tanti; promette ampliamenti di quelli già esistenti poi si reca in un altro posto e nega quanto detto. Potremmo farlo noi questo collage: siamo ormai giunti alla conclusione che sia necessario mettere assieme le promesse fatte dall'Assessore D'Ambrosio per scoprire la coerenza con il Piano sanitario regionale.
Lei questa mattina ci ha offerto un altro pezzo di bravura, dimostrando ancora una volta la sua leggerezza, la sua incapacità di gestire la sanità.
Non so se il Presidente Ghigo è a conoscenza di quanto ha detto questa mattina l'Assessore D'Ambrosio. L'Assessore D'Ambrosio ha detto che per il Martini Nuovo, l'Oftalmico e il San Giovanni Vecchio erano stati forniti dei dati, credo nel Piano sanitario, sulla base di un modello matematico inadeguato. Quindi, ne conclude che per questi ospedali non bisogna più parlare di chiusura, ma di "ridimensionamento".
Presidente, era il Piano Sanitario del 1997! Abbiamo sbagliato il modello matematico del Piano Sanitario? E oggi lei viene qui e ci dice: "Oftalmico: riduciamo i fondi del 50%"! Capisco che lei si ritenga bravissimo nella gestione della sanità, ma questa è leggerezza, è solo una grandissima leggerezza! Nessuno ne sapeva niente, nessuno se n'è accorto, tutto è passato sotto silenzio. Dove è scritta questa riduzione? Ci è stata comunicata oggi. Fa parte del Piano sanitario? Vogliamo poi parlare del San Giovanni Vecchio? O del Martini Nuovo? Ci sono tanti Direttori; l'Assessore si è reso conto che bisognava ridurli di numero. Altro che cultura di impresa! Questa è leggerezza e semplificazione dei problemi.
Presidente Ghigo, richiami la sua Giunta: la sua cultura di impresa è cultura dello sfascio! Se lei consente ad un Assessore di venire qui ad annunciare che i fondi per l'Oftalmico vengono ridotti del 50%, senza neppure aver fatto prima una valutazione in Giunta... Non credo che lei ne sapesse qualcosa o fosse d'accordo...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Consigliere, lei non deve farmi dire cose che non ho detto! Io ho detto che, a fronte di una riduzione dei tassi, non si esclude che...



SAITTA Antonio

Assessore, la sanità non è un fatto "suo" privato! Lei si limiti a gestire il suo portafoglio. La sanità è un fatto pubblico, quindi lei deve rispettare gli organi, che sono il Consiglio e la Giunta! Lei deve attenersi alle leggi. Assessore, rispetti le leggi della Regione Piemonte! Cioè il Piano sanitario regionale e non le sue valutazioni, che anche possono essere interessanti, ma non sono utili! Lei deve attenersi al Piano sanitario, non agli incontri occasionali con qualche Direttore o consulente magari interessato ad un piano di ridimensionamento. Se i processi non si svolgono in modo trasparente, possiamo ritenere che siano in qualche maniera guidati.
Sappiamo che la sanità è un settore complesso, attorno a cui ruotano tantissimi interessi e anche tante lobbies. Chi ci garantisce che se i processi non sono trasparenti non possono essere condizionati dalle lobbies? Questo è un vero problema.
Lei ritiene di avere la verità in tasca, di non essere assoggettabile ad influenze di alcun tipo. Io ho una visione diversa dell'essere umano.
L'essere umano è anche peccatore, può cadere nelle tentazioni.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Questa è l'accusa peggiore che mi potesse fare.



SAITTA Antonio

Per ridurre le tentazioni o per avere maggiori informazioni è opportuno che tutte le scelte siano fatte collegialmente e che siano il più possibile trasparenti.
Lei non deve credersi un dio della sanità: non lo è! Prima di fare un annuncio come quello di oggi, ne discuta perlomeno con la Giunta, con il suo Presidente, con qualcuno! Leggo - e lei non interviene - che il Direttore delle Molinette (che è uno che parla molto, anzi tantissimo) dice: "Trasferiamo le Molinette in Corso Marconi".



(Commenti dai banchi della Giunta)



SAITTA Antonio

E' un'idea. Un Direttore può dire qualunque cosa e non è un problema che riguarda la Giunta? Lei non richiama un Direttore che fa queste affermazioni? I soldi non li stanzia il Direttore: li stanzia la Regione Piemonte! Lei consente che affermazioni di questo tipo vengano dette con estrema leggerezza? Assessore, il problema vero è che lei non governa niente, non vigila assolutamente su nulla! Davanti ad una questione così complessa, quella delle Molinette, di fronte alle affermazioni che abbiamo sentito, alle accuse tra un ospedale e l'altro lei non interviene?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Lunedì mattina è stato convocato in Assessorato alle 9.00!



SAITTA Antonio

Gli interventi sono atti amministrativi! Concludendo, le faccio notare che, dopo quattro anni di sua gestione cominciamo a dare qualche dato, qualche numero, che oggi è emerso, ma che probabilmente si è perso nel dibattito.
I numeri sono questi: 1) la legge non è stata rispettata: questo non è un numero, ma un fatto amministrativo gravissimo 2) è stato detto, scritto e ripetuto che c'è un buco sanitario di 1.250 miliardi. Lei dice 400, a volte dice 600, dipende dal giornale con cui parla. Comunque, resta il fatto che si parla di un buco sanitario di 1.250 miliardi 3) tempi di attesa. Dai colleghi è stato detto con molta chiarezza che si sono allungati: da due-tre mesi sono passati a tre-cinque mesi, con punte di nove mesi. E' questo il "governo della sanità"? Sono stati nominati dei managers, non avrebbero forse dovuto risolvere, razionalizzare e introdurre la cultura di impresa? La situazione è questa, e questi i dati: tempi di attesa allungati buco della sanità, non-governo del processo.
Il vero strumento per governare tale processo, la gestione della sanità, è quello delle intese di programma, come ha detto poco fa il collega Riggio. E' attraverso le intese di programma che vanno definiti gli obiettivi.
In base a cosa lei giudica i Direttori? Lei esprime delle opinioni personali sui Direttori, simpatie, antipatie, tutt'al più chiede qualche parere. Presidente Ghigo, il giudizio sui Direttori deve essere un giudizio sui risultati ottenuti, sulla base delle risorse assegnate e degli obiettivi da raggiungere. In realtà, non è stato assegnato alcun obiettivo.
Torneremo sulla questione dei Direttori. Come ha detto il collega Peano, abbiamo presentato, proprio noi che siamo favorevoli alla rimozione un'interrogazione per conoscere le motivazioni della rimozione. Vorremmo sapere quali erano gli obiettivi assegnati e quali, fra loro, sono stati raggiunti, e questo relativamente non solo all'operato dei Direttori, ma a tutta la sanità piemontese. Lei non ha dato alcun obiettivo: non è stato assegnato alcun obiettivo!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Lei afferma delle cose totalmente false! Ci sono le delibere che parlano! C'è un limite a tutto, Presidente!



SIMONETTI Laura

Questa è la legge!



SALERNO Roberto

Tutto falso!



PRESIDENTE

Consiglieri, per cortesia. Lasciate proseguire l'intervento.



SAITTA Antonio

Gli obiettivi sono definiti nella legge! Se vuole, Assessore, le leggo il testo della legge regionale relativo alle intese di programma che lei stesso ha votato, ma di cui, probabilmente, si è dimenticato.
La L.R. n. 61/97 all'art. 10 (Intese di programma) recita: "1. Al fine di garantire il coordinamento degli interventi necessari a dare piena attuazione degli obiettivi del Piano sanitario regionale, la Regione e le Aziende sanitarie stipulano apposite intese di programma.
2. Le intese di programma riguardano in particolare: a) la specificazione a livello locale degli obiettivi indicati nel Piano sanitario regionale b) l'indicazione delle priorità anche sotto l'aspetto temporale c) la quantificazione delle risorse finanziarie occorrenti, compresi i finanziamenti specifici per il raggiungimento degli obiettivi non realizzabili con le ordinarie quote di finanziamento di cui agli artt. 1 e 2 della L.R. n. 8/55 (Finanziamento, gestione patrimoniale ed economico finanziaria delle Unità Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere) e s.m.i.
d) la definizione degli obiettivi annuali il cui raggiungimento determina la corresponsione, a titolo incentivante, del compenso aggiunto previsto dal contratto di lavoro dei Direttori generali, avuto riguardo al miglioramento dell'efficacia gestionale, con particolare riferimento agli obiettivi di salute e) l'indicazione delle procedure e dei soggetti responsabili per il monitoraggio e la verifica dei risultati raggiunti".
Sono queste le intese di programma! Lei può fare gli incontri che vuole, dire qualunque cosa, ma lo strumento reale di governo è questo, sono le intese di programma. Lei non aveva alcun strumento, per cui la sanità non è stata governata.
Scusi la mia franchezza, ma credo sia giunto il momento di cominciare a trarre delle conclusioni, per evitare di cadere nella semplificazione a cui siamo stati abituati dai mass media.
Dunque, abbiamo da una parte una Giunta regionale mediocre, ma nel campo della sanità un eccellente Assessore. Credo che il dibattito di oggi al di là delle valutazioni fatte, dimostri che versiamo nella normalissima condizione di un Assessore che ha, anche in questo caso, come priorità "l'apparire". Un apparire che si attua con qualche dichiarazione di denuncia e che non corrisponde ad una politica di governo, peggiorando la situazione della sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglietta.



VIGLIETTA Matteo

Grazie, Presidente. Vorrei apportare il mio contributo al dibattito parlando in particolare, come ha fatto il collega Dutto, della ASL 17 che negli ultimi tempi, è stata oggetto di interventi, polemiche e anche di una tornata della Commissione Sanità, convocata sul posto.
La ASL 17 è nata dall'unificazione di tre USL con tre realtà territoriali completamente diverse, con tre ospedali di cui uno in particolare, quello di Savigliano, di ottimo livello, con alcune specializzazioni d'eccellenza come ginecologia ed ortopedia. La ASL 17 comprende zone diverse (pianura, collina e montagna), ciascuna con problemi diversi, anche logistici, per il raggiungimento delle strutture ospedaliere. Problemi così complessi sono stati affrontati dai Direttori generali che si sono via via succeduti, con il fare personale di ciascuno sicuramente diverso l'uno dall'altro. Comunque, non intendo entrare nel giudizio delle singole capacità di ciascuno di essi.
Abbiamo avuto, tra l'altro, l'incendio dell'Ospedale di Fossano: la sua problematica ricostruzione è stata affrontata in maniera egregia dall'allora Direttore generale, così com'è stato riconosciuto dalla stessa Amministrazione provinciale e comunale.
E' poi seguito un periodo che definirei "buio" o, perlomeno, poco chiaro, quando ero ancora in Giunta, in cui furono nominati nuovi Direttori generali, sulla base di fumose interpretazioni da parte dell'Assessore alla sanità, suffragate dal suo staff, avallate dal Presidente della Giunta.
Tali interpretazioni quasi obbligavano la Giunta ad approvare una lista di nomi, preparata dall'Assessore, senza però poter entrare nel merito precludendo alla stessa Giunta ogni discrezionalità di scelta.
Tendo ad evidenziare che la successiva sentenza del Consiglio di Stato ha ribadito la facoltà assoluta di discrezionalità della scelta da parte della Giunta regionale. Ha quindi clamorosamente sconfessato il teorema su cui si basavano le scelte, quasi imposte alla Giunta, dall'Assessore alla sanità.
Sinceramente, in quell'occasione mi sarei aspettato una qualche ammissione da parte dello stesso, ma l'Assessore D'Ambrosio evidentemente non è abituato ad ammettere di aver sbagliato. Siamo così passati, nella ASL 17, al periodo di amministrazione del nuovo Direttore generale, al quale devo fare due appunti che ritengo gravi.
Primo, l'essere stato poco presente nel territorio, anche a livello fisico e, secondo, non aver coinvolto nelle scelte le realtà locali, i Sindaci, gli amministratori.
Capisco che la Sanità non può essere gestita in maniera emotiva e che un aumento della qualità dei servizi comporta razionalizzazione, quindi sacrifici e rinunce sul territorio in nome dell'efficienza. Tutto questo però non vuol dire che occorre portare avanti le scelte fatte in maniera traumatica, senza farle capire ai cittadini, e senza l'aiuto e l'accordo dell'Amministrazione locale. Oserei dire che tutto è stato imposto "a colpi di machete". Perlomeno, in assenza totale di dialogo, questa è l'interpretazione corrente.
Ora siamo passati al nuovo Commissario, al quale vanno i miei più sinceri auguri di buona riuscita. Voi tutti sapete che, al di fuori e al di sopra del nome e del cognome, che costituiscono una garanzia, avrei forse preferito qualcuno con una maggiore conoscenza delle problematiche di questa ASL. Così non è stato. In ogni caso, dovrà rispondere del suo operato, così come dell'operato del suo predecessore dovrà rispondere lo stesso Assessore.
Se posso, vorrei dare un consiglio al nuovo Commissario: stare molto più attento alle realtà locali che alle sollecitazioni dell'Assessore.
Le ipotesi di cui ora si discute hanno due possibilità di soluzione: l'accorpamento dei tre ospedali in uno unico, il Santa Croce di Cuneo, o la costituzione di una nuova Azienda ospedaliera regionale di Savigliano Fossano, lasciando l'Ospedale di Saluzzo abbinato alla ASL come realtà locale.
Sinceramente, non saprei quale sia la soluzione migliore. So che, in ogni caso, la soluzione migliore è quella più veloce, quella che permette la sopravvivenza dei tre ospedali nella ASL 17.
Il mio impegno personale si indirizza in questa direzione. In quest'ottica, proporrei al Consiglio una Commissione di monitoraggio, da affiancare alla Commissione regionale Sanità, in cui possibilmente siano coinvolti anche i Consiglieri della Provincia di Cuneo per verificare e vagliare attentamente e, in itinere, le ipotesi che saranno sostenute dall'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Il collega Viglietta ha dato una valutazione settoriale, relativa alla zona di Cuneo. Vorrei dire invece all'Assessore, dovendo fare una mia valutazione - per quanto possa contare una mia valutazione per l'Assessore di non spaventarsi, perché "tanti nemici tanto onore". Questo ovviamente, in senso politico.
L'Assessore D'Ambrosio si è assunto un compito molto difficile: gestire la Sanità e, nel contempo, anche il settore socio-assistenziale, il che dall'anno scorso, non è certo un compito dei più facili. Al contrario, è un compito difficilissimo. Comunque, noi non abbiamo mai pensato di assegnare un Assessorato così difficile ad un "Superman", perché di "Superman" purtroppo o per fortuna, in questo Consiglio non ne esistono. La gestione che svolge, e che chiediamo di svolgere all'Assessore, è una gestione da buon Assessore, da buon politico e tecnico, non da "Superman". Riteniamo che l'Assessore stia ampiamente facendo quanto demandatogli.
Abbiamo attraversato momenti difficilissimi, come la discussione sul problema dei Direttori generali e dei Commissari. La Giunta (e non è semplice, lo sapete anche voi), è uscita indenne da questo difficile momento.
Abbiamo attraversato, e questo è un fatto importante, il difficile passaggio della definizione del Piano sanitario regionale. Berlusconi avrebbe detto "Fatto!": il Piano Sanitario infatti è stato approvato mentre prima non si era riusciti a farlo.
Nella definizione e nell'applicazione del Piano sanitario, qualcuno dice che non si è applicata la legge in relazione alla stesura puntuale dello stato di salute della popolazione piemontese nè sulla definizione puntuale dell'intesa di programma. Per questo esistono delle scusanti: non devo scusare io l'Assessore, perché è dipeso dalla non-normalizzazione in tempi brevi della questione dei Direttori generali. Quando manca un tassello, non si può completare l'opera totalmente.
Abbiamo attraversato la definizione dei fondi ex art. 20, operazione non facilissima, che implica la destinazione dei fondi alle strutture ospedaliere sul territorio: noi Consiglieri siamo tutti buoni e bravi, ma quando si tratta di individuare dei soldi da destinare a determinati territori, diventiamo un po' tutti campanilistici. E' stato un momento di profonda mediazione e meditazione.
Abbiamo affrontato la definizione degli ex OP (questione che ha richiesto particolare accorgimenti), il problema deflagrante del caso di Bella che, come sapete, in certe Regioni ha comportato, se non la caduta della Giunta, momenti di crisi gravissimi.
Infine, c'è stata l'organizzazione dei Consorzi socio-assistenziali sul territorio. Da tutte queste situazioni siamo usciti a testa alta.
Cosa rimane da fare? Rimane da dare piena attuazione all'ARESS, che ad oggi non è ancora in pieno utilizzo e deve mettersi in quadro in maniera complessiva.
Bisogna approvare il Piano socio-assistenziale, che giustamente è distinto dal Piano sanitario, secondo l'impostazione politica del centro destra, che ritiene che il Piano socio-assistenziale vada distinto dal Piano sanitario regionale, con un continuo interscambio, comunque un'integrazione continua, tra i due Piani. Penso che più che destinare lo stesso Assessore a gestire i due piani, non avremmo potuto fare. Bisogna arrivare a definire la cosiddetta delibera di "accreditamento", cioè l'atto di indirizzo e coordinamento delle Regioni in materia di requisiti strutturali per l'esercizio delle attività sanitarie, con le relative disposizioni di attuazione. A dir la verità, siamo un po' in ritardo bisogna definire la delibera in tempi brevi. In tal senso, vorrei invitare l'Assessore a rifarsi a modelli ormai consolidati in altre nazioni (in America, per esempio), quali la chirurgia del giorno, la chirurgia del ciclo breve o il day hospital. Ne parlava prima anche il collega Riggio, e noi ci troviamo perfettamente d'accordo. Invitiamo l'Assessore a procedere in questa direzione. Riuscirebbe così anche a risolvere il problema dei ricoveri impropri, perché porterebbe ad un'economia di spese, ad un enorme vantaggio psicologico del paziente, allo sfoltimento delle liste di attesa per i piccoli interventi, ad un utilizzo diverso delle strutture, rese libere per le riabilitazioni lungodegenza.
Invito quindi l'Assessore a continuare a procedere sulla strada fin qui tracciata, tenendo comunque conto del dibattito svoltosi in aula e delle considerazioni emerse sia da parte della maggioranza che dell'opposizione.
Deve tenere in considerazione quanto detto, ma attuare una propria filtrazione.
Concludendo, non mi sembra assolutamente che la Sanità piemontese sia qualitativamente inferiore se paragonata a quella di altre realtà regionali. Al contrario, mi sembra indirizzata ad uno standard europeo avanzato.
Poc'anzi il collega Viglietta ha ricordato il suo territorio, anch'io voglio ricordare il mio territorio: l'Astigiano, nel quale stiamo portando a compimento una grossa opera, che deriva dai fondi dell'ex art. 20.
L'opera sta procedendo secondo i ritmi previsti, e questo va detto ad onore dell'Assessore. Spero che la si porti a compimento così com'è stata iniziata, per migliorare la Sanità, non solo astigiana ma di tutto il Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

L'oggetto di questo dibattito avrebbe dovuto essere ben altro che la Torre di Babele quale poi si è rivelato. Si trattava di una convocazione urgente, a seguito di dichiarazioni dell'Assessore circa i ricoveri.
Invece, durante il dibattito, si è parlato di tutto, comprese le varie situazioni localistiche. Non credo che oggi, in questo momento, l'Assessore possa dare una qualunque risposta, considerata l'ampia ricerca degli argomenti più disparati che nulla avevano a che fare con l'argomento centrale del dibattito.
Vorrei dire ai colleghi Riggio e Suino che il Piano sanitario regionale è stato approvato da circa un anno e mezzo. Si può finalmente pensare oggi, di fare il punto della situazione. Qualcosa è andato bene, qualcosa invece male, ma non credo che si debba sollevare una questione così politica, così profondamente politica, quando molto spesso la prosecuzione di questi obiettivi e il perseguirli sono puramente faccende di ordine amministrativo.
Quando tu, Consigliere Riggio, mi dici: "Ho una paziente che da un mese aspetta", vorrei dire che, in questa inefficienza - perché poi colpisce la sanità, colpisce o impressiona, fa sensazione, perché riguarda tutti noi molto spesso c'è un quoziente di omissione non tanto politica da parte dell'Assessore, ma di quegli operatori che, singolarmente e localmente, si trovano a fare il loro lavoro male e che, molto spesso, non lo svolgono.
Molto spesso, Consigliere Riggio, negli ospedali occorrerebbe mandare i carabinieri per risolvere tanti problemi; nulla a che vedere con una questione di direzione politica della questione sanità.
Certamente, non è su quello che si può sentir dire che si devono dare dei giudizi, ma anch'io vado in giro per il Piemonte, anch'io ascolto qualche Direttore e qualche Primario, ma non ce n'è stato uno che mi abbia detto cose tanto gravi come quelle che in quest'aula ho sentito dire dall'opposizione, compresi gli argomenti ribaditi dal Consigliere Chiezzi: si deve vergognare ad usare un documento così, raccogliendolo e dettagliandolo analiticamente. Eppure, nonostante questo, anche in questa sede abbiamo sentito affermazioni di questo genere. Al contrario, nel territorio piemontese, un po' trasversalmente, ho avuto modo di percepire un alto gradimento per questa conduzione amministrativa della sanità. Credo che l'Assessore abbia speso questi quattro anni per fare un Piano sanitario, che erano anni ed anni che doveva arrivare, ma sicuramente ha incontrato una situazione stratificata nel tempo, che è molto difficile cambiare.
Mi auguro che questo Piano sanitario - che non è superato, ma credo debba essere considerato di grande attualità - possa invece procedere senza tante sceneggiate e senza tanto populismo puro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Non sono assolutamente un tecnico e seguo poco per colpa mia, seguendo altre cose - la Commissione Sanità.
Devo dire che, per quello che ho capito, visto che ho seguito il dibattito di oggi quasi integralmente, l'Assessore D'Ambrosio potrà sicuramente uscirne arricchito.
Devo dire che anche da parte di alcuni colleghi della minoranza sono venuti spunti di riflessione e stimoli, sicuramente utili a fare di più e a migliorare. Sicuramente ci sono stati anche i soliti interventi torquemadiani da parte di qualcuno che, ormai, ha fatto dell'astio, quasi personale - non so - e della frustrazione politica un po' il suo modo di fare e di approcciarsi ai problemi e agli Assessori; di qualcuno che porta avanti il leit-motiv, a prescindere dall'argomento, dell'accusa, del puntare comunque il dito più o meno fondatamente. D'altra parte, ognuno compreso il sottoscritto, anzi, prima di tutti, il sottoscritto - fa e dice quello che può, quindi non ci stupiamo neanche di quello: sta nel gioco delle parti.
Se devo sottolineare una cosa che mi è sembrata particolarmente - e in ogni caso - ingenerosa, riguarda alcuni toni usati, perché poi, sul merito di un argomento come questo, si può dire qualunque cosa. Se uno vuole considerare le cifre della sanità piemontese in senso assoluto, pu arrivare a dire che la sanità piemontese fa schifo. Se uno considera le cifre della sanità piemontese in senso relativo, può dire che la sanità piemontese è una delle sanità migliori d'Italia.
Visto che noi vogliamo considerare le cifre in senso relativo e comparato, riteniamo che la sanità piemontese sia una delle migliori d'Italia. Non lo diciamo noi, lo dicono le cifre del Ministero; l'ha detto perfino il Consigliere Riggio - l'ho seguito quel passaggio - quindi ci sono elementi di positività.
Al di là degli stimoli, anche giusti, perché ho veramente seguito il dibattito, ho cercato di fare astrazione dal fatto che l'Assessore è di Alleanza Nazionale e che io sono di Alleanza Nazionale, cercando anche di recepire gli elementi di critica costruttiva, che sicuramente ci sono stati, ma c'è qualcosa di particolarmente immotivato, secondo me: l'attacco alla persona dell'Assessore da parte di qualcuno.
Credo che, su un argomento come la sanità, si possono fare critiche, ma sicuramente non possono essere mosse alla persona, perché l'impegno quotidiano e la conoscenza dell'Assessore D'Ambrosio dei problemi della sanità credo abbia pochi precedenti, anche nella storia di questa Regione.
L'Assessore D'Ambrosio è uno che gira, è uno che sa, è uno che vede le situazioni; però è anche un Assessore che ha dovuto gestire e sta gestendo un momento estremamente delicato della sanità anche nazionale. Pochi hanno ricordato, ad esempio, i traumi che ha provocato e sta provocando la riforma del Sistema sanitario nazionale, così come il malcontento e le difficoltà di creazione di strutture per rendere possibile questa riforma sanitaria. Questo non è stato accennato, ma è un momento di transizione particolare, difficile da gestire, che ha creato e crea scontenti disillusioni, aspettative che poi non sono state rispettate.
Alcuni lo hanno ricordato, però, a mio avviso, giova ricordare ancora tutto il travaglio del passaggio (anche questo difficilissimo) e quel che ne è seguito: i Commissari; i Direttori generali; i ricorsi; i timori ("Oddio, cosa dirà il Consiglio di Stato?"). Tutte queste spade di Damocle sicuramente non hanno giovato alla gestione e al miglioramento delle situazioni - ci mancherebbe altro: tutto è migliorabile nella sanità piemontese - ma sicuramente l'impegno c'è stato. C'è stato con l'approvazione del Piano sanitario regionale, nel quale sono state recepite le idee, la collaborazione e anche gli spunti di gran parte della minoranza, e che viene condotto avanti all'Agenzia regionale per la sanità.
Certo che questo è il livello, a mio avviso, della discussione possibile sulla sanità, che comunque è un problema dal quale non usciremo mai. Credo che parlare di buona sanità sia difficile; è un terreno talmente delicato e difficile che possiamo parlare di sanità possibile e di una sanità migliore possibile per il servizio che presta.
Se poi il livello del dibattito si sposta al problema della corsia della singola corsia - del particolarismo, addirittura del caso particolare, questo non è un terreno di discussione: sarebbe come giudicare il Corpo dei Vigili urbani per un ceppo collocato in maniera non corretta.
E' chiaro che se vogliamo trovare esempi negativi - è già stato detto questa mattina - se ne troveranno a centinaia, perché le migliaia di esempi positivi fanno parte dell'ordinario. Giusto? Ognuno di noi spera e crede di trovare il massimo.
Devo però anche dire che, in questa situazione di non perfezione, ho letto, invece, come un atto di coraggio il fatto che l'Assessore D'Ambrosio abbia anche promosso un rapporto, un approfondimento sui ricoveri e sulla correttezza delle procedure per i ricoveri e per le dimissioni nelle varie AA.SS.LL. Perché è meglio tacere, è meglio dire che ci sono dei ricoveri impropri, è meglio far finta di niente, è meglio muoversi? E' meglio far finta di niente perché magari così non ci si scontra con determinate lobbies, perché se si dice che il medico di base - per fare un'ipotesi eccede in prudenza sul ricovero, ci si scontra con le lobbies dei medici di base; se si dice che le AA.SS.LL. (alcune o tutte) fanno magari troppi ricoveri o troppe dimissioni per poi permettere altri ricoveri, ci si scontra con tutta la lobby dei primari, dei Direttori e quant'altro. A mio avviso, il merito è anche quello di scontrarsi con le lobbies, dicendo: "Signori, qui non si accusa nessuno, però constatiamo che c'è una percentuale di casi che, a nostro avviso, potevano essere risolti diversamente". Questo mi sembra un dato di grande responsabilità.
Un grande merito dell'Assessore è anche quello di aver scagliato dei sassi nello stagno per muovere il problema, perché non si può chiedere e pretendere efficienza, miglioramenti e quant'altro se non si ha il coraggio, oltre che di giubilare l'Assessore, di cercare di responsabilizzare tutti i soggetti che fanno parte della sanità, non escludendone alcuno, affinché tutti, dall'Assessore in giù, dall'Assessore al medico di base, si sentano responsabilizzati a creare una sanità migliore e non eccessivamente dispendiosa.
Sulle considerazioni del collega Rubatto, io "passo", come a "poker".
"Passo", perché ognuno ha il proprio palco o palchetto e può dire delle cose. Se mi possono sembrare legittime le preoccupazioni per il miglioramento, o magari la non assoluta perfezione in campo assistenziale delle strutture e della situazione attuale, se dovessi limitarmi a considerare la pedante elencazione delle singole interrogazioni e delle loro risultanze, ne uscirebbe un quadro abbastanza misero, ma questo fa parte del discorso della corsia che facevo prima, che non ci interessa perché il discorso è globale. Non ripeto, quindi, la frase del collega Grasso, perché solo il collega Grasso poteva dire una frase del genere (l'avessi detta io probabilmente qualcuno avrebbe già chiesto la sospensione del Consiglio regionale affinché l'Ufficio di Presidenza possa utilmente riunirsi per valutare la gravità delle mie affermazioni, semmai rispetto ad un passato storico). Noi, invece, vediamo sicuramente un maggiore impegno, una maggiore trasparenza delle procedure della sanità piemontese; trasparenza delle procedure e confronto continuo con le minoranze e la Commissione che in passato non c'erano. Qui nessuno accusa nessuno in particolare, ma, se volessimo essere tutti onesti, dovremmo riconoscere che, se queste pagine della sanità piemontese sono state definite grigie, quelle degli ultimi vent'anni si potrebbero definire con dei punti di nero - per usare un termine di paragone - ed assolute nella loro gravità. In passato non si parlava neanche di eccessi di spesa nelle AA.SS.LL.; si è parlato, e se ne è parlato tanto, ma per tanti e tanti Assessori alla sanità, di eccessi di introiti nelle loro tasche! Ma questi sono stati conclamati, condannati, imprigionati... Io non voglio fare il paragone del "tanto peggio, tanto meglio", così almeno ci autoassolviamo non è questo l'intento, però bisogna riconoscere che oggi la gestione della sanità piemontese è - scusate se dico poco - sicuramente una gestione trasparente, è sicuramente una gestione in continua discussione anche con le minoranze, è sicuramente una casa di cristallo. Si potrà discutere per mille anni se questo sia il miglior modo possibile di gestire la sanità, ma sull'onestà e sulla trasparenza, sull'impegno dell'Assessore non si discute e oltretutto non c'è la controprova del fatto che qualcuno oggi, con questa situazione, con questi soldi, tentando anche di non spendere troppo, possa fare meglio. Cerchiamo, allora, di separare il piano della critica politica, che è legittima e che serve soprattutto quando è indirizzata in maniera costruttiva, da quella che è invece la polemica politica in quanto tale, perché giustamente l'opposizione deve sempre dire che gli Assessori fanno peggio e che loro sarebbero in grado di fare meglio, ma questo fa parte del gioco delle parti.
Devo dire che ero partito un po' prevenuto nei confronti di questa discussione, perché l'oggetto mi sembrava ampio. Mi sono detto: "E' stata chiesta una discussione che parte dalla realtà di tre ospedali e poi, in effetti, si dice tutto e il contrario di tutto". Devo dire, però, che nonostante i toni di alcuni e nonostante l'enfasi sui tasti negativi che alcuni colleghi hanno acceso da ore, è una discussione che ha arricchito anche me e mi è servita a capire di più un argomento che non conoscevo a fondo, perché faccio altre cose, anche nell'ambito della Regione e, ad esempio, non faccio parte della IV Commissione. Mi ha insegnato delle cose e credo che possa aver fornito molti spunti all'Assessore D'Ambrosio, che ringrazio per essere stato seduto ininterrottamente senza panino, collega Montabone, visto che questa mattina c'è stata la querelle sulla sospensione! Da parte del mio Gruppo - ma non per fare un atto dovuto - vorrei ringraziarlo dell'impegno che ha profuso in questi anni, della trasparenza e della correttezza con le quali ha gestito la sanità piemontese. Questo è importante e se tante critiche devono essere fatte e possono essere fatte in maniera altrettanto corretta occorre riconoscere i meriti. Dei meriti ci sono stati e dei risultati, come è stato detto questa mattina (ma credo che in sede di replica potrà anche essere confermato), sono stati raggiunti.
Per questo motivo, lo ringrazio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente, ho sentito il collega Ghiglia: è evidente che ognuno ha il suo palco, anche lui ha avuto il suo palco tutte le volte che ha "bacchettato" il Presidente Ghigo senza altri risultati. Ognuno in questo Consiglio è padrone di dire quello che vuole, senza ricevere inviti o non inviti, accuse o non accuse. Quello che ho detto questa mattina lo confermo: voterò l'ordine del giorno dei Comunisti Italiani sulla richiesta di dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio e darò le dimissioni dalla Commissione Sanità, giovedì mattina. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per la replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente. Cortesi colleghi, faro senz'altro tesoro di quanto di propositivo è stato sottolineato da alcuni di voi, ma non posso non riscontrare con molto rammarico che molte cose dette sono state frutto - a mio modo di vedere, ovviamente - di valutazioni forzate, direi quasi strumentali e a volte di assoluta superficialità. Mi dispiace deludere le aspettative, io spero bonarie, della collega Simonetti nel non rassegnare le dimissioni da Assessore. Questo perché - così come ha detto il mio collega Capogruppo Agostino Ghiglia, che ringrazio - penso di aver lavorato e gestito la Sanità, in questi quattro anni, con grande impegno, molto onestamente e con totale trasparenza. Sono tre cose di non poco conto, a prescindere dai risultati. Ribadisco di aver lavorato con molto impegno molto onestamente e con totale trasparenza.
In modo sintetico cercherò di dare delle risposte, anche se occorrerebbe molto più tempo, ai colleghi che sono intervenuti. Devo dire al di là delle risposte singole, che le interpellanze e le interrogazioni sono ancora oggi all'o.d.g., in particolare la n. 1439, la n. 1479 e la n.
1708, che sono state portate in Consiglio nel febbraio 1998. Non mi sono mai rifiutato di rispondere a chicchessia. Chi vuole presentare delle interrogazioni o delle interpellanze urgenti mi chiede una risposta scritta, porta la stessa in Commissione, oppure la porta in aula mettendosi d'accordo con la Presidenza del Consiglio.
La collega Suino ha fatto un intervento che alcuni hanno definito puntuale - puntuale senz'altro - viziato però da qualche inesattezza.
Incomincio a dirle che sarei ben lieto di sapere da quale fonte ha tratto la conclusione che il buco della sanità piemontese è di 1.250 miliardi.
Affermo ancora una volta, che per quanto riguarda il 1997, la sanità piemontese ha chiuso - le risultanze non sono ancora definitive - con circa 300 miliardi di passivo. Il che ci fa dire che la Regione Piemonte ha chiuso con un passivo minore, a fronte dei 1.500 miliardi della Lombardia dei 1.200 dell'Emilia Romagna, dei 1.300 della Campania e dei 1.100 del Lazio.
Non penso di aver dilapidato risorse che erano state assegnate alla sanità piemontese. Prevedevamo questo passivo perché c'erano gli oneri che derivavano dal contratto definito nel 1997, con il comparto di 41.000 dipendenti e con la dirigenza di 9.300 dipendenti. Mi permetto di sottolineare ai colleghi che la sanità è l'azienda più grande del Piemonte con circa 51.000 dipendenti.
Devo doverosamente dire il perché delle parziali inadempienze che possono essere anche ritenute inadempienze totali, ma ci sono motivazioni ben precise: stipule dell'impresa di programma, a cavallo tra il 1998 e il 1999 (tra il 30 dicembre e l'8 gennaio sono state sottoscritte le intese di programma tra le ventinove Aziende sanitarie e il mio Assessorato). La stipula non deve essere vista come un semplice atto formale, anzi rappresenta un punto fondamentale nel processo di razionalizzazione dell'intero sistema sanitario regionale iniziato con l'approvazione del nuovo Piano sanitario regionale.
Per la prima volta vengono definite, in accordo con le Aziende, le risorse disponibili - un fatto importantissimo. Devo dire che, alla luce di quanto mi diceva il Direttore regionale Robino, che fa parte dell'apposita Commissione romana, siamo la prima Regione che parte con le intese di programma. Infatti, vengono definite, in accordo con le Aziende, le risorse disponibili per l'intero sistema per ciascuna Azienda, in base alle quali vengono programmate le attività.
In passato è sempre successo il contrario: le attività venivano organizzate ed attuate solo successivamente e solo a fine anno venivano finanziate - il pagamento a pie' di lista che in realtà possiamo dire che è andato avanti fino al 1997. Con l'inversione del processo di finanziamento dovuto alla sottoscrizione d'intesa, si concretizza la metodologia ipotizzata dal Piano sanitario regionale. Le Aziende sanno chiaramente qual è il proprio budget e i limiti entro i quali si dovranno muovere per organizzare le proprie risorse.
Vengono fornite alcune priorità ed alcuni principi di fondo. Vengono definiti gli ambiti da potenziare e quelli da ridurre. Con l'intesa di programma, la Regione acquista quel ruolo fondamentale di governo delle risorse di indirizzo politico che in passato non ha mai avuto e che non è stata in grado di affermare concretamente. Cosa succede, in realtà, con le intese di programma sottoscritte in ritardo? Vi spiego perché sono state sottoscritte in ritardo. In base ai criteri generali e alle risorse definite nelle intese, ogni Azienda predisporrà il proprio Piano di attività annuale per il 1999, entro un mese dalla pubblicazione nella delibera di Giunta, che approva le intese stesse.
Come sapete, le intese sono state approvate dalla Giunta l'8 marzo scorso e, passati 30 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale dovranno essere definiti i Piani di attività annuali e triennali. In tal modo, avremo un quadro chiaro rispetto alle azioni che le Aziende metteranno in atto per raggiungere gi obiettivi fissati dal Piano sanitario regionale e con le risorse definite dalle intese di programma appena stipulate.
Siamo a metà del percorso che mi ero prefissato. Il Piano sanitario regionale, in cui erano state definite le logiche generali e gli obiettivi del sistema, è approvato fino al 1997, ma le intese con le quali le Aziende hanno gli strumenti per poter attuare i Piani di attività annuali su cui saranno esplicitate le azioni concrete, saranno definite entro il 30 aprile.
Si è parlato - la collega Suino soprattutto - dell'art. 9 del Piano sanitario regionale, che in realtà è un articolo che è conseguente ad una serie di atti non definiti, per i quali la relazione stessa perderebbe il proprio significato - mi riferisco alle relazioni annuali sul Piano sanitario regionale.
Soltanto dopo la definizione delle intese e dopo un congruo lasso di tempo, durante il quale le Aziende possono sviluppare i contenuti programmatici, può essere possibile valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi del Piano sanitario generale attraverso la relazione in questione.
Com'è noto, la Giunta ha approvato questa intesa di programma soltanto lunedì 8 marzo e il Piano di attività annuale, relativo al 1999, sarà predisposto nei successivi 30 giorni dalla pubblicazione della delibera.
L'oggettivo ritardo - è quel che volevo sottolineare ai colleghi - rispetto ai tempi previsti dal Piano sanitario regionale non si può non riconoscere.
E' dovuto principalmente alle vicende legate alle nomine dei Direttori generali delle Aziende sanitarie, che si sono concluse soltanto nel settembre 1998 con la sentenza definitiva del Consiglio di Stato. In altre Aziende si sono potuti nominare i nuovi Direttori generali soltanto qualche mese fa. Tutto ciò ha comportato una discontinuità, che certamente non ha contribuito ad accelerare i tempi per la definizione delle intese di programma e degli atti conseguenti, anzi, li ha dilatati non consentendo il rispetto delle scadenze previste dal Piano sanitario regionale.
Soltanto dopo un ragionevole lasso di tempo, come dicevo prima presumo entro la fine dell'anno - sarà possibile predisporre la relazione di cui all'art. 9 citato, per poterla rendere uno strumento sufficientemente utile per capire l'evoluzione dei servizi socio-sanitari e le eventuali modificazioni dello stato di salute della popolazione.
Vorrei ricordare, senza alcun spirito polemico, così come ho già detto in IV Commissione, che a fine 1997 avevo pubblicato una relazione sullo stato di salute della popolazione, che copriva ben dodici anni, durante i quali una simile relazione non era stata prodotta, se non una breve e sintetica relazione, nel 1989. Faccio presente questo per ricordare alla collega Spagnuolo che l'avevo già detto in IV Commissione.
Se il Consigliere Rubatto fosse stato un Consigliere di minoranza - ma mi pare di aver capito che da oggi lo è - gli avrei risposto dicendogli che ha fatto un intervento frutto del più inaccettabile qualunquismo, in un periodo già di campagna elettorale; infarcito, tra l'altro, di un'animosità ingiustificata nei miei confronti, che ho sempre dato disponibilità al colloquio.
Volevo tornare un attimo sul "buco" della sanità piemontese, che buco non è, perché posso dire con la quasi totale certezza che, con i fondi ulteriori che dobbiamo ricevere, riusciremo a sanare il 1997 e prevediamo che, per il 1998, ci sia un deficit non superiore ai 600 miliardi. E ci sempre in rapporto al fatto che adesso c'è un ulteriore rinnovo del contratto; che vi è il 6% di IVA sui farmaci e il 6% di IVA anche sul...



RIGGIO Angelino

Cominciamo a segnare le cifre, perché ogni volta cambiano!



PRESIDENTE

Qui resta tutto verbalizzato.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, segniamole. Io pensavo che fosse solamente il Consigliere Saitta così preciso nel... Ci sei pure tu: mi fa piacere!



RIGGIO Angelino

E' la verità: quante volte sono cambiate?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Io ho sempre detto che il passivo della sanità piemontese non superava i 300 miliardi; se poi voi portate...



RIGGIO Angelino

Ci sono le relazioni!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ci sono le relazioni!



PRESIDENTE

Lasciamo svolgere l'intervento all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri, debbo sottolineare - ma non ce n'è bisogno, ascoltando gli interventi dei colleghi dell'opposizione, mi è parso di... Mi dicevo: "Ma sono proprio convinti di quello che dicono per quanto attiene 'La Stampa'"? Non so quante volte La Stampa o Repubblica abbiano parlato bene della sanità piemontese o dell'Assessore D'Ambrosio né ho un filo diretto con gli stessi. Ero ad un convegno, durante il quale ho detto che molto probabilmente 250.000 ricoveri andavano approfonditi per verificarne la legittimità, soprattutto a livello di day hospital senza aver mai parlato dei cittadini i quali, in questa vicenda, non hanno nessunissima colpa. Io spero che non ne abbiano neppure i Direttori generali, ma il riferimento all'inappropriatezza dei ricoveri va riferito e va fatto - io spero di no - ai Direttori generali.
Questo è dovere mio, perché debbo controllare la spesa ed anche l'appropriatezza dei ricoveri. Quindi, il cittadino, in questa mia dichiarazione, assolutamente... Mi pare che qualcuno di voi abbia sottolineato che il giornale titolava "Malati immaginari": assolutamente non ne ho mai parlato.
Mi pare doveroso sottolineare ai colleghi che il passivo del 1997 delle varie Regioni italiane è stato di 9.260 miliardi e che, per la verità l'attuale Governo ha stanziato 3.500 miliardi, dei quali noi - penso riusciremo ad avere una cifra intorno ai 200 miliardi.
Un'ultima cosa, sempre per quanto attiene all'intervento della collega Suino: i Protocolli di intesa Regione-Università. Io debbo dire, senza autocelebrazione alcuna, che finalmente il rapporto della Regione con l'Università può essere definito addirittura ottimale; che la Commissione paritetica e le intese Regione-Università non venivano fatte da dodici anni. Sono in avanzata fase di predisposizione; è un processo che potrà concludersi dopo la definizione dei Piani di attività annuali degli ospedali, soprattutto degli ospedali di insegnamento.
A tale proposito, debbo dire che per le Molinette non c'è alcuna attenzione particolare, però ci sarà un'attenzione particolare per i tre ospedali di insegnamento - le Molinette, il San Luigi e l'Azienda di Novara che sono sede di corsi universitari.
Debbo dire altresì che nel 1998 sono state approvate dalla Commissione paritetica tre pre-intese, rispettivamente per l'avvio delle procedure e delle intese di programma; per la definizione dei Piani di formazione dei diplomi sanitari universitari e per le specializzazioni mediche.
Mi è parso che il collega Angeli abbia quasi sottolineato la nostalgia per i Comitati di gestione. A mio parere, qualche Comitato di gestione è stato valido, ma la maggior parte di questi sono finiti male, nel senso che molti dei componenti hanno avuto denunce di tipo penale, alcune volte per appropriazioni indebite e così via. Quindi, nessuna nostalgia per i Comitati di gestione; indubbiamente vi è però necessità che gli Enti locali, i Sindaci abbiano una partecipazione maggiore non nella gestione ma nella programmazione globale della sanità.
Aggiungo ancora una considerazione, e con questo rispondo a non so quale dei Consiglieri - forse Chiezzi - che aveva sottolineato la situazione di ritardo nel mandare a casa qualche Direttore generale. Il D.lgs. n. 502 aveva messo i Direttori generali in una vera e propria botte di ferro; fortunatamente, adesso, con i decreti legislativi attuativi della legge delega, verrà fatto un contratto con il quale si istituirà un rapporto fiduciario tra la Giunta e i Direttori generali, ovviamente salvaguardando il Direttore generale, dal punto di vista economico relativamente al periodo per il quale è stato sottoscritto il contratto privatistico. Quindi, in maggio, non appena scadranno i 180 giorni, ci saranno i decreti delegati attuativi della legge delega, ci sarà questo rapporto diverso con i Direttori generali, per cui non debbono essere fatte le valutazioni finalizzate alla conferma o meno.
Non ci saranno delle grandissime difficoltà, perché devo sottolineare ai colleghi che, in almeno quattro Regioni d'Italia, i ricorrenti Direttori generali che erano stati dimissionati sono stati reinseriti. Mi auguro che non succeda la stessa cosa in Piemonte, sperando con questo di smentire quanto detto dal Consigliere Chiezzi.
Non c'è stata alcuna volontà persecutoria di alcun tipo, c'è stata questa valutazione, che lei può dire giustamente tardiva, ma in realtà non avevamo la possibilità di mandarli a casa prima. Anche perché l'eredità peggiore che ho avuto è stata quella dei Direttori generali: se avessi avuto dei Direttori generali in carica avrei impegnato molto del mio tempo appunto - in controlli vari e nel seguire forse ulteriormente la programmazione e quant'altro.
La storia dei Direttori generali si è conclusa solo il primo settembre dell'anno scorso. Debbo dire le Regioni d'Italia ringraziano la Regione Piemonte, perché, solo alla luce del nostro ricorso, nel quale evidenziavamo che non c'era bisogno di comparazione, ma solamente di motivazione, il Consiglio di Stato ha ritenuto che le nomine dei Direttori generali debbano essere atti di alta amministrazione. Da allora, tutte le Regioni d'Italia nominano con discrezionalità i Direttori generali che abbiano, ovviamente, i requisiti.
Il collega Angeli ha evidenziato moltissime cose che sono ampiamente condivisibili, per cui non mi soffermo.
Le carenze sul territorio sono note, però bisogna recepire che il budget della sanità regionale resta lo stesso, per cui noi possiamo supportare in modo diverso il territorio e la prevenzione solo in un'ottica di vasi comunicanti. Se non abbattiamo quel 55% di spesa per gli ospedali e portiamo la stessa al 47%, così come prevede il Piano sanitario nazionale noi non avremo la disponibilità di impegnare sul territorio fondi aggiuntivi. La carenza a livello territoriale c'è; nelle intese di programma cercheremo di attivarci; debbo sottolineare che tra le varie Aziende c'è una notevole comprensione, cercheranno di supportarsi. Alla luce di questo il quadrante di Alessandria e di Cuneo ha già sottoscritto il tutto.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Seguite le conclusioni dell'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Peano ha sottolineato una serie di aspetti condivisibilissimi, ma di non facile attuazione. Quando il collega parla di razionalizzazione della rete ospedaliera, debbo dire che non è che D'Ambrosio vada a promettere ospedali, perché in questi quattro anni non ho mai promesso alcunché a chicchessia, ho solo assunto degli impegni. Sarebbe bello fossimo in Toscana: ventotto ospedali chiusi senza che un Consigliere regionale o un Sindaco abbia detto una sola parola, non perché la progettualità era eccellente, quindi il Sindaco o il Consigliere non hanno reclamato, ma per motivi storici.
Ieri l'Assessore del Friuli mi ha detto che ha chiuso quattro ospedali facendone uno solamente. Quando, sere fa, a Cuorgné, mi sono permesso di dire che poteva essere condivisibile la proposta del Direttore generale che proponeva un ospedale unico del Canavese, quindi un ospedale unico che comprendesse Ivrea, Castellamonte e Cuorgné, il Sindaco di Cuorgné, è letteralmente insorto. La situazione dei campanili in Piemonte è veramente molto critica e quando si parla dell'ASL 11 del Vercellese, oppure di quella di Verbania, oppure di quella di Savigliano, bisogna tenere conto che tutti vogliono tutto e non vogliono lasciare niente.
Caro Peano, quando parliamo di razionalizzazione in un'ottica dipartimentale, il Sindaco di Savigliano, anziché quello di Fossano anziché quello di Saluzzo, fanno finta di non recepire quello che si vuole dire loro. Io condivido quello che tu hai sottolineato, è stato un passo importante.
Debbo dire alla collega Simonetti, la quale continua a ribadire che il Piano sanitario regionale è una scatola vuota, che gli estensori del Piano sanitario nazionale hanno consultato il nostro Piano più volte, il che significa anche un ringraziamento all'opposizione, perché lei, Consigliera ha detto sempre "no" nel corso della stesura del Piano, ma ci sono stati Consiglieri dell'opposizione che hanno contribuito alla stesura del Piano stesso, nel senso di definirlo con emendamenti. L'importante è portare avanti quel Piano e senza le intese non si sarebbe potuto fare.
Debbo sottolineare, senza polemica, che è giusto che i cittadini presenti e i Consiglieri sappiano che i Piani regionali precedenti dopo otto anni erano stati attuati per il 20-25%, e questo non lo dice D'Ambrosio, ma i Consiglieri dell'opposizione. Non date tutte le colpe a chi si è trovato in una situazione particolare, per cui, senza aver fatto le intese di programma e senza aver fatto i Piani di attività annuali e triennali, non ha potuto realizzare appieno quello che il Piano sanitario regionale aveva stabilito.
Il Consigliere Peano ha sottolineato anche il problema delle nomine dei Direttori generali. Resta comunque un problema rilevante, perché nel momento di farle ci sono soprattutto gli amici degli amici che non condividono, ancorché lei stia per scegliere chi, da un punto di vista professionale, reputa il migliore.
Debbo dire grazie al Presidente Ghigo che, quando si è discusso, ad un certo punto ha detto: "Benissimo, D'Ambrosio, fornisci tu i nominativi che secondo te professionalmente sono più idonei per essere Direttori o Commissari di quell'ASL e poi mettiamo in votazione il tutto". Ringraziando Ghigo ringrazio la Giunta, perché anche nelle ultime nomine i tre Commissari sono stati votati con 12 voti all'unanimità, perché mancava il Consigliere Vaglio che era impegnato all'estero.
Il problema sottolineato da molti è quello che l'Assessore D'Ambrosio non si rapporta con la IV Commissione o non informa come deve la IV Commissione. In estrema sincerità devo dire che qualche volta io stesso mi sono reso conto che proprio per mancanza di tempo materiale qualche comunicazione non è stata fatta; però mi sono rapportato con i quattro Direttori regionali, ai quali ho raccomandato che qualsiasi delibera di una certa importanza (e anche quelle di non grande importanza) fosse comunicata alla IV Commissione.
Per quanto riguarda i Direttori generali non è stata portata in discussione la delibera, perché la nomina era un atto di alta amministrazione, quindi competeva alla Giunta. Io però avevo detto, già la scorsa settimana, che domani avremmo discusso del procedimento adottato per la revoca e per la nomina di chi ha sostituito i Direttori uscenti.
L'accreditamento, Consigliere Peano, come è successo in tutte le altre Regioni d'Italia - debbo dirlo perché chi ci ascolta non sa queste cose e potrebbe pensare che le cose più strane succedono qui - ha subìto due o tre rivisitazioni. Il DPR del gennaio 1997 non è stato definito con atto della Giunta in nessuna Regione in modo definitivo. Adesso siamo pronti per ridiscuterlo, ovviamente ci sarà la possibilità di emendarlo ulteriormente so che al settimo punto all'o.d.g. di martedì prossimo è iscritto l'accreditamento.
E' stato sottolineato lo stato di degrado dell'Amedeo di Savoia.
Indubbiamente ci sono dei reparti che hanno carenze strutturali e, oserei dire, anche igieniche gravi, però da qui ad un mese verrà inaugurata l'ala del Birago di Vische con 36 posti per cui, almeno dal punto di vista dello spazio, per gli ospiti le cose andranno molto meglio a brevissimo termine.
Debbo convenire che queste carenze, purtroppo, ci sono.
Così come ci sono carenze a livello di altri ospedali, perché quando si generalizza nel modo in cui ha generalizzato un collega Presidente di Commissione mi pare che la cosa sia veramente qualunquistica e strumentale.
Io non dico che tutto vada bene nella sanità piemontese, ci sono carenze gravissime, ma ci sono anche ampi spazi di miglioramento.
Condivido anche quando è stato sottolineato che il passaggio dalla legge n. 833, che va sotto il nome di aziendalizzazione, a questa riforma è stato troppo brusco e soprattutto, come per tante cose in Italia, si costruisce il secondo piano senza le fondamenta.
Questa riforma è la necessità assoluta di avere dei manager della sanità. Noi invece, senza avere una scuola di management sanitario, abbiamo nominato - mi riferisco a tutti gli Assessori d'Italia - persone che avevano sulla carta i requisiti, ma che poi, nel concreto, non hanno dimostrato di essere all'altezza.
Il Consigliere Cavaliere ha sottolineato le battaglie dell'Associazione CSA. Fintanto che dal Governo non ci viene detto che la cronicità deve essere, ed è, solamente sanità, noi ci atterremo ancora a considerare solo una parte della cronicità come sanità. Qualcuno del CSA sostiene che il cittadino ricoverato in RSA deve essere ricoverato a spese della sanità.
Sapete che attualmente così non è: una quotaparte è sanitaria - la maggior parte - e una quotaparte è degli Enti locali quando il cittadino non ha le disponibilità economiche. Sarebbe opportuno che queste richieste venissero rivolte anche altrove.
Devo altresì dire che sono diventato un convinto assertore del regionalismo e del federalismo. Una sanità che deve gestire una somma ben definita ha bisogno, effettivamente, di avere autonomia nella definizione e nella programmazione della stessa.
Penso che sia necessario che lo Stato centrale abbia il monitoraggio e il controllo generale. La regionalizzazione della sanità penso sia cosa sulla quale ognuno di noi deve fare le proprie riflessioni.
Vediamo ora la questione dell'integrazione sanità-assistenza.
I colleghi della IV Commissione ricorderanno quante decine di ore abbiamo perso senza fare niente. La colpa non è di nessuno, ma non siamo stati operativi, bisogna riconoscerlo. La colpa non è da attribuire né ai Presidenti che si sono alternati alla guida della IV Commissione né al sottoscritto.
Per il socio-assistenziale avevamo iniziato un discorso sul prosieguo della discussione sul Piano socio-assistenziale, ma, per motivi vari, il discorso riprenderà solo - probabilmente non ce la faremo, gli ordini del giorno sono corposi - da mercoledì prossimo.
Avevamo discusso della legge sulla famiglia. Non si sono discussi argomenti di grande importanza a carattere regionale, ma - le assicuro Consigliere Riggio - a livello di cooperativa, a livello di volontariato, a livello di disabili, c'è stato tutto un impegno e un conoscersi. Penso che nessuno abbia la bacchetta magica; prima di poter proporre delle cose bisogna conoscere le realtà. Realtà che sono complessivamente discrete perché il volontariato in Piemonte è veramente una cosa positiva - il collega Saitta mi induce a soprassedere sul volontariato e il no-profit. E' risaputo da tutti che il Piemonte è tra le Regioni d'Italia dove il volontariato è maggiormente presente.
Il collega Chiezzi ha sottolineato che non condivide questa riforma sanitaria. Su tale riforma bisogna anche stabilire che tipo di sistema sanitario si vuole. Noi abbiamo precisato, come Giunta, che eravamo per il Sistema sanitario nazionale, per l'assistenza globale. In realtà, bisogna trovare delle sinergie con il privato per poter superare il momento difficile della situazione economica della sanità nelle varie Regioni.
Sono d'accordo con il collega Chiezzi che le Aziende non debbano fare "profitto", ma produrre "salute". Per giungere a ciò è necessario rivedere le intese, i Piani di attività e quant'altro.
Sui criteri di nomina dei Direttori generali ne discuteremo in IV Commissione domani.
La collega Bortolin, con la serenità che le riconosco da sempre, ha evidenziato le situazioni di maggiore criticità. Ha detto che l'Agenzia deve lavorare, e sta lavorando. Il dottor Morgagni avrà il supporto dei responsabili delle aree, persone che sicuramente saranno professionalmente preparate. Pertanto avrò un supporto tecnico valido in un settore, qual è la sanità, così importante.
La collega Bortolin ha parlato del problema dei ricoveri. L'Agenzia è stata incaricata di redigere una situazione dei ricoveri, appropriati o meno, che ci sono in Piemonte. Il dottor Ferro, addetto al controllo delle attività sanitarie, ha predisposto una vera e propria batteria - mi pare siano cento - di indicatori per verificarne la congruità.
Siccome bisogna comparare le schede di dimissione ospedaliera con le cartelle cliniche, io non posso, se non fra un paio di mesi, fornire comunicazione ufficiale di quale sia l'effettiva situazione in Piemonte per quanto attiene i ricoveri. Posso dire fin d'ora che molti dei day hospital sono impropri e su questo abbiamo già svolto un'ampia discussione con i Direttori generali delle Aziende.
E' stata sottolineata - e non posso non convenire - la carenza, a livello territoriale, dei Distretti. Non sono partiti come avrebbero dovuto e, soprattutto, i Distretti montani non sono partiti affatto.
Voi sapete che sette ASL stanno sperimentando il Distretto montano (a giugno-luglio finisce il periodo della sperimentazione).
Il collega Riggio è stato il promotore di questa innovazione importantissima. I Distretti partiranno con un supporto diversificato rispetto agli altri Distretti.
Il collega Dutto ha sottolineato la situazione di criticità dell'ASL di Savigliano. Così come avevamo concordato in IV Commissione, la Direzione della programmazione e il sottoscritto si avvarranno del contributo diretto, oltre che del Commissario, della Conferenza dei Sindaci e di una Commissione ristretta che verificherà monitorando l'andamento della situazione.
In realtà, collega Riggio, il trend della spesa in Piemonte non è così in rialzo come il Consigliere sottolineava: ci sono solamente spese aggiuntive. Bisogna dirsi, in tutta sincerità, che la sanità piemontese ha bisogno di fondi aggiuntivi soprattutto per il supporto tecnologico, senza il quale non potremmo neppure parlare di abbattimento di liste di attesa né possiamo, alla luce del fatto che molte apparecchiature sono datate hanno circa dieci anni, dire di avere una sanità di eccellenza se non riusciamo a trovare fondi per supportare tecnicamente le Aziende.
Una cosa detta dal Consigliere Riggio, che ovviamente condivido e che con grande difficoltà - vi assicuro - ho trasferito ai Direttori generali è che tutti non possono fare tutto: è necessario che tutti recepiscano che alcuni ospedali devono fare determinate cose, quali le attività di base mentre altri ospedali - perché no, gli ospedali di insegnamento - devono occuparsi dell'alta specialità, unitamente all'attività di insegnamento.
Per quanto attiene il numero, che può sembrare esorbitante, di Primariati alle Molinette, questi incarichi sono stati definiti a livello di Commissione paritetica e l'Università ha fatto esplicita richiesta essendo ospedale di insegnamento, di alcuni Primariati, senza per prevaricare e senza chiedere più di quanto, in realtà, le si potesse dare.
Problema Mauriziano: non penso che il Mauriziano possa - definiremo la questione anche con i responsabili - decidere motu proprio di assumere 900 persone.
Per quanto riguarda Candiolo, quanto prima - mi riferisco ad una scadenza immediata, perché a fine marzo la Commissione oncologica, alla quale mi ero rivolto per avere una proposta per Candiolo, fornirà la sua relazione - riusciremo a partire.
Poi è stato sottolineato - mi pare dalla dott.ssa Spagnuolo - il ritardo anche per quanto attiene allo screening regionale. Dott.ssa Spagnuolo, dopo un suo intervento, fatto qui un anno e mezzo fa, andai in Assessorato, mi arrabbiai moltissimo e dissi: "Come, non siamo ancora partiti?". Ebbene, alla luce di quello che ho visto fare dal CPO e dalla responsabile dello screening, devo dire che i tempi dovevano esserci per forza, perché è stata creata una rete informatica e sono stati fatti dei corsi ai medici di famiglia (ne sono stati istituiti otto). Pertanto, il tempo intercorso, dal momento in cui era stata licenziata la delibera di Giunta ad oggi, se volevamo fare uno screening di massa a livello regionale, era necessario. La cosa importante è che lo screening sarà fatto a livello regionale ed interesserà - come lei sa - tutte le donne dai 50 ai 69 anni, per quanto attiene ai tumori della mammella, e tutte le donne dai 25 ai 63 per quanto riguarda i tumori del collo dell'utero.
La volta scorsa avevo già sottolineato che le donne (1 milione e 350.000) saranno contattate direttamente con lettera dell'ASL e del medico di famiglia. Gli esami, ovviamente, saranno gratuiti. Il costo di questo screening è notevolissimo: soltanto per la preparazione (rete informatica e corsi di formazione) sono stati spesi circa 16 miliardi; annualmente occorreranno 16 miliardi per lo screening della mammella e 13 miliardi e mezzo per lo screening del collo dell'utero. Ci saranno anche dieci pullman mobili per poter venire incontro alle persone che non possono recarsi negli ospedali o negli ambulatori dove sono convocate.
Ancora qualche considerazione, ma mi avvio alla conclusione.
Collega Saitta, lei, che è persona di cultura, alcune volte nei suoi interventi (ovviamente sono interventi politici) vi sono passaggi addirittura offensivi della persona. Mi permetta di dirglielo con cordialità, se mi consente il termine: in nessun momento ho pensato di essere il deus ex machina della sanità né piemontese né tanto meno italiana, però devo sottolineare anche a lei che tutto quello che ho fatto l'ho fatto con grande impegno e con grande serietà. Lei non mi ha riconosciuto neppure questo. Fa parte della politica - pace - però mi permetta di sottolinearlo con cordialità e con la correttezza che tra colleghi bisogna avere.
Per quanto riguarda i giornali, devo sottolinearlo ancora una volta: dall'inizio del mio mandato ho partecipato a trecentoquindici incontri, tra convegni e dibattiti. Siccome il più delle volte sono organizzati da forze politiche o associazioni, partecipano anche i giornalisti. Ecco come vengono fuori le notizie. E' rarissimo che un giornalista mi telefoni per sapere qualcosa e, soprattutto, per raccogliere effettive informazioni. E' chiaro che i giornalisti sono continuamente alla ricerca dello scoop - devo dirlo con rammarico ai signori della stampa - ma nel campo sanitario sarebbe veramente necessario rispettare la deontologia professionale nel modo più assoluto e quindi fare solo informazione, senza rincorrere continuamente lo scoop.
Al collega Miglietti devo dire che la nomina dei Direttori generali nel febbraio 1997, non avvenne su fumose argomentazioni del sottoscritto ma attenendoci a sentenze passate in giudicato. Solo quel modo di procedere alla nomina dei Direttori generali ha fatto sì che il Piemonte - finalmente non assistesse di nuovo alla decapitazione della sanità.
Le ribadisco quello che ho detto poc'anzi: in realtà, proprio in base a quella procedura, il Consiglio di Stato, nell'annullare la decisione del TAR, ci disse ufficialmente che da allora in avanti le nomine dei Direttori generali - solo da allora, però - erano nomine di alta amministrazione quindi di discrezionalità della Giunta.
Devo dire al collega Rubatto che in realtà ero a conoscenza del suo malessere per il fatto che la sanità e il socio-assistenziale non sono al "top" in Piemonte. Devo però anche dirti, caro Consigliere Rubatto, e non a scusante del sottoscritto, che la sanità piemontese - non per merito solo dell'Assessore D'Ambrosio, ma anche di coloro che mi hanno preceduto continua ad essere tra le prime cinque Regioni d'Italia. Anche per quanto riguarda il socio-assistenziale, ancorché il nostro budget è solo di 140 miliardi, nonostante le ultime aggiunte, dobbiamo purtroppo fare i conti con la spesa; è chiaro che una Regione che ha 400 miliardi all'anno, come il Veneto, può gestire il socio-assistenziale in modo diverso da come lo gestiamo noi. Devo però ribadirti che mi ha sorpreso la tua quasi animosità nel denunciare cose in parte vere, ma che comunque non sono la sanità del Piemonte.
Concludo ringraziando il Consigliere Grasso, che ha avuto parole di apprezzamento, che non raccolgo per me, ma per la sanità piemontese.
Vi ringrazio ancora soprattutto per quelle che sono state le sollecitazioni che mi avete dato perché, più che di contributi, devo parlare di sollecitazioni. Vi assicuro che le ho recepite nel modo migliore possibile, senza alcuna animosità, così come ho sempre fatto in questi quattro anni. Grazie.



PRESIDENTE

Sono stati presentati, connessi con il dibattito, tre ordini del giorno. Ne do lettura in ordine di presentazione.
Il primo ordine del giorno (n. 954 "Razionalizzazione del Piano sanitario regionale") reca le firme dei Consiglieri Simonetti, Chiezzi Cavaliere, Spagnuolo e Saitta. Il testo è il seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che ad oggi il Piano sanitario risulta disatteso ed in alcuni casi clamorosamente contraddetto nei fatti dalle scelte del Governo non vi sono indicazioni né piani sull'abbattimento delle liste di attesa non risulta neppure avviata la razionalizzazione e la riqualificazione della rete ospedaliera e viceversa si procede con infondate promesse circa l'insediamento di nuovi presidi ospedalieri la spesa ospedaliera risulta lievitata quasi al 55% rispetto alle quote del Fondo sanitario nazionale (che prevedono viceversa il 46,5%) trascurando colpevolmente la prevenzione (il 3% contro il 5%) e la distrettualizzazione (il 43% contro il 48,5%) risulta un'evidente incapacità persino a realizzare la rete oncologica regionale, consentendo ad altri soggetti le scelte di programmazione sanitaria, in cui la Regione risulta subalterna, limitandosi all'erogazione dei fondi appare fallimentare la politica regionale sulla cardiochirurgia piemontese, che ha consentito l'abnorme aumento dell'attività delle cliniche private (in specie 'Villa Pia', con quasi 1.300 interventi l'anno), di fronte ad un sottoutilizzo e deperimento del principale centro cardiochirurgico regionale delle Molinette alcune scelte di razionalizzazione, emerse dal dibattito del Consiglio regionale del 16/3/1999, su dichiarazione dell'Assessore D'Ambrosio (circa il dimensionamento dei presidi Martini, Oftalmico e San Giovanni Vecchio) vengono giustificate dai dati offerti dalla relazione sui ricoveri in Piemonte del 1997 dell'ARESS, che lo stesso Assessore, in modo contraddittorio, considera una 'fonte informativa inadeguata' ribadito che appaiono gravi inadempienze sul piano politico, programmatorio e legislativo, con una palese disattesa degli obblighi previsti dagli artt.
1, 4, 8 e 9 del Piano sanitario regionale, L.R. n. 61/97 sentito l'intervento del Presidente della Commissione Sanità, Pierluigi Rubatto tutto ciò premesso chiede al Presidente della Giunta regionale di prendere atto delle gravi inadempienze con un atto politico, richiedendo all'Assessore regionale D'Ambrosio di rassegnare le proprie dimissioni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Colleghi, a nome del Gruppo DS, desidero sottoscrivere questo ordine del giorno e fare anche una considerazione. Sono molto deluso, Assessore D'Ambrosio, dalla sua risposta, non perché sia stata reticente rispetto alle questioni sollevate, ma perché è stata elusiva rispetto al cuore delle questioni che le sono state poste. Abbiamo, colleghi, una situazione di crisi, disagio e sfiducia, anche indipendentemente dal voto, espressi in maniera trasversale e diffusa nei settori del Consiglio regionale, che riguarda quel corpo centrale delle competenze della Regione, cioè i settori in cui operano 51.000 dipendenti e per i quali spendiamo tra i 7/8.000 miliardi all'anno, lira più, lira meno, con qualche connesso e qualche trasferimento. Abbiamo una situazione che non ubbidisce ad un disegno ed un disegno che è stato portato avanti con molto impegno; Assessore e colleghi della maggioranza, dovete dare atto di questo ai Gruppi dell'opposizione non voglio essere ingeneroso verso nessuno, ma lo dico in modo particolare per i colleghi compagni che ci hanno lavorato in modo appassionato, per dotare questo Consiglio di un Piano socio-sanitario regionale. La leva, il governo, la gestione di questo strumento si rileva assolutamente infedele rispetto agli indirizzi culturali, alla filosofia ed alle ragioni che avevamo posto a fondamento di tutto; c'era una valorizzazione della medicina territoriale preventiva, della socio-assistenza dell'utilizzazione della cultura diffusa tra i sanitari e gli operatori, a tutti i livelli, per arrivare ad avere un'economia complessiva che ci facesse risparmiare su alcune aree di spesa, a favore di un miglioramento quantitativo e qualitativo diffuso della salute.
Ho colto, Assessore D'Ambrosio - accetti questa preoccupatissima critica - un tentativo di rispondere a tutto, una specie di ansia della giustificazione, ma non è qui che si risolve né si giustifica né si conclude. Qui, oggi, se siamo stati utili, abbiamo acceso i riflettori su un grande problema del Piemonte. Questo è un punto che riguarda tutto e tutti.
Noi avevamo anche lavorato - lo dico per franchezza ed onestà verso tutti - ad un altro ordine del giorno che ponesse degli elementi in maniera uso un termine molto svalutato, ma non lo userò mai più, è l'ultima volta costruttiva. Ma il comportamento costruttivo è un atto delicato in politica, presuppone che ci siano molte volontà e oggi, invece, al di là della sua personale cortesia, che c'è sempre, non ho trovato le ragioni che possano far sperare nella nascita di una nuova fase della sanità. Si gestisce un'emergenza che diventa sempre più grande, sempre più incombente e che pone sempre più drammi della quotidianità, mentre quelli della struttura vengono ignorati e sono quelli che dovrebbero essere affrontati.
Vorrei dirlo anche a lei, Assessore D'Ambrosio, io non sono imparziale l'ho detto tante volte anche al Presidente Ghigo: un po' meno immagine. Ci sono tante questioni di sostanza che richiedono quel senso della misura e del rigore, anche del tono austero e severo con il quale debbono operare soprattutto quegli amministratori che, in virtù della dimensione del loro dicastero e della loro posizione, sono portati ad usufruire di opportunità che peraltro non risolvono o semplificano i problemi, ma spesso li eludono.
Questo è diventato un elemento incombente sulle vicissitudini di questo Consiglio regionale.
Votare un ordine del giorno con il quale si richiedono le dimissioni dell'Assessore è un elemento che ci fa riflettere, ma è un elemento debitamente politico, è un elemento di valutazione non sufficiente dell'impostazione che ci viene prospettata anche per il futuro, a prescindere da giudizi o altro.
Noi abbiamo bisogno di un profondo cambiamento di indirizzo. La questione, ovviamente, non si chiude oggi; più avrà consenso questo ordine del giorno e più sarà significativo ai fini di ottenere questa rettifica della traiettoria. Se invece la traiettoria non sarà adeguatamente rettificata, allora il collega Rubatto e gli altri, man mano che ognuno verrà a contatto con il problema, esprimeranno il proprio disagio. Comunque alla fine si qualificherà in maniera drammaticamente negativa l'esito di questi anni di governo in cui - come diceva la collega Suino questa mattina, svolgendo il primo intervento a nome del Gruppo - avremo speso più di 50.000 miliardi e dovremo pur essere considerati profondamente responsabili dei risultati che potranno aver prodotto al di là della sopravvivenza e della gestione della quotidianità.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione dell'ordine del giorno.



SIMONETTI Laura

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ha chiesto ancora la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Viglietta; ne ha facoltà.



VIGLIETTA Matteo

Ho sentito la replica dell'Assessore, ma ciò nonostante non posso che confermare appieno quello che era il contenuto del mio intervento. E' venuto a mancare quel rapporto fiduciario che permetteva, almeno nei miei confronti, il rapporto con l'Assessore. Ribadisco pertanto il contenuto del mio intervento, cioè che è venuto meno quel rapporto fiduciario.
L'ordine del giorno contiene molte premesse, ma io non le condivido tutte. Pertanto, pur ribadendo il contenuto del mio intervento, solo per direttive di partito e sicuramente controvoglia, possiamo dire, non partecipo al voto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 954, di cui ho dato lettura in precedenza, sottoscritto dai Consiglieri Simonetti, Chiezzi, Cavaliere Spagnuolo e Saitta e, in ultimo, dal Consigliere Riba che ha testé aggiunto la sua firma.
Si proceda alla votazione per appello nominale come richiesto dalla Consigliera Simonetti.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 45 hanno risposto SI' 17 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'ordine del giorno è respinto.
Esaminiamo ora il secondo ordine del giorno (n. 956 "Organizzazione Ospedali torinesi"), presentato dai Consiglieri Gallarini, Benso, Casari Cotto e Ghiglia, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte dopo l'ampio ed interessante dibattito sviluppato sul fenomeno dei ricoveri ospedalieri nella nostra Regione e sull'ipotesi di riorganizzazione degli Ospedali torinesi dato atto che l'Assessorato alla Sanità, per accertare l'appropriatezza dell'uso dell'ospedale e per acquisire una conoscenza puntuale del fenomeno si impegna a completare l'attività di monitoraggio che ci consentirebbe di essere tra le prime Regioni impegna la Giunta regionale ad acquisire tali elementi, al fine di relazionare in merito alla competente Commissione entro la prima decade di giugno".
Come richiesto, si proceda alla votazione per appello nominale.
(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 37 hanno risposto SI' 30 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri L'ordine del giorno è approvato.
Passiamo infine all'esame del terzo ordine del giorno (n. 955 "Mandanti omicidio del dottor Amedeo Damiano"), presentato dai Consiglieri Chiezzi Spagnuolo, Toselli, Peano, Minervini, Bortolin, Cotto, Rubatto, Casari Casoni, Moro, Cavaliere, Riba, Montabone, Gallarini, Benso e Ghiglia, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte al fatto che a dieci anni dall'assassinio del dottor Amedeo Damiano, Presidente dell'USL di Saluzzo, non è stata fatta chiarezza sui mandanti dell'omicidio ritenuto doveroso, accanto alla necessaria solidarietà alla famiglia attivarsi affinché la verità venga a galla impegna il Presidente del Consiglio regionale ed il Presidente della Giunta regionale ad esprimere a tutte le autorità competenti la richiesta del Consiglio regionale di fare chiarezza sui mandanti dell'omicidio del dottor Amedeo Damiano".
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Non prendo più di un minuto. Il tema dell'assassinio del dottor Damiano richiede un attimo di considerazione.
Dieci anni fa - sono fra i testimoni - alle due e mezza di notte ci svegliarono tutti, nel nostro territorio, per comunicarci che avevano sparato al dottor Amedeo Damiano, allora Presidente dell'USL. Gli avevano sparato probabilmente con l'intento di creargli un grosso danno, non si sa se con l'intento di provocarne la morte; ma dopo quaranta giorni di atroce agonia, il dottor Damiano, che era stato ferito alla spina dorsale, morì.
Gli esecutori materiali di quell'assassino, i quali appartengono a categorie di persone dedite al crimine professionista, sono stati arrestati, ma, nonostante dieci anni di indagini svolte dalle Procure di Saluzzo, di Cuneo e poi dalla Procura di Bologna (città nella quale il dottor Damiano morì nell'ultima fase del suo ricovero), la Magistratura non è pervenuta all'individuazione dei mandanti. Peraltro, è del tutto chiaro i colleghi cuneesi conoscono bene la situazione - che delinquenti professionisti, assassini professionisti come quelli che sono stati arrestati e ai quali con certezza è attribuito l'omicidio, non potevano avere alcuna ragione di agire a titolo personale, non avendo né rapporti di contiguità né di vita; non erano saluzzesi e neanche piemontesi.
La tragedia ha colpito la famiglia e tutta la sanità saluzzese, perch si riconosceva al dottor Damiano di essere un determinato e volitivo moralizzatore in una situazione che pare richiedesse ed imponesse un'avventura del genere che, coraggiosamente, egli aveva intrapreso.
Naturalmente, quell'omicidio privò di un papà tre figli piccoli e di una persona di grandi qualità umane e professionali e ideali; un uomo della Democrazia Cristiana - se mi consentite di dire - di quella migliore Democrazia Cristiana che sapeva esprimere (non l'unica) anche uomini di quel valore.
Quindi, oggi c'è una città, una provincia, oltre che una famiglia ed una comunità, che chiedono allo Stato e alle istituzioni la giustizia di vedere almeno individuati i mandanti responsabili, sapendo che probabilmente non devono essere cercati - come ha messo in evidenza un libro del professor Anelli, pubblicato da qualche anno - negli ambiti nei quali il dottor Damiano era venuto ad operare con tanta capacità, tanta misura morale e tanta energia.
Sento di ringraziare sentitamente - lo faccio anche a nome di tutti i colleghi della Provincia di Cuneo, se mi consentono - il Consiglio regionale (e ringrazio il Consigliere Chiezzi che ha avuto l'idea di proporre l'ordine del giorno) per questo atto di considerazione, di solidarietà e di partecipazione ad un'impresa che è ancora tutta da completare, ma che riguarda la, sia pure tardiva, giustizia da compiere nei confronti del dottor Damiano, che ci ha rimesso la vita, e di quanti ci hanno rimesso tanto affetto e che hanno dovuto pagare con tanta sofferenza tutti questi lunghi anni di attese. Purtroppo, non sono ancora coronati da risultati positivi, da una parola definitiva, per cui ci auguriamo che la giustizia possa finalmente dire di aver soddisfatto l'attesa che, nel tempo, è diventata anche più drammatica. Quindi, grazie di cuore da parte dei cuneesi che si sentono tutti coinvolti nel dramma che ha colpito la famiglia Damiano.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 955.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Chiederei un favore ai colleghi, anche se è tardi. La Giunta ci aveva segnalato e ha segnalato alla Presidenza del Consiglio alcuni provvedimenti relativi a bilanci ed assestamenti di Enti strumentali. Si tratta di un atto piuttosto dovuto; eventualmente, l'Assessore Burzi potrà spiegarlo meglio. Entro il 31 marzo, se non si approva il tutto, si creano delle grosse complicazioni. Poiché è una questione abbastanza dovuta e che in moltissime altre occasioni è passata con senso di responsabilità, chiederei al Presidente e ai colleghi se è possibile approvare tali provvedimenti.



PRESIDENTE

Si tratta del punto 45) all'o.d.g. che prevede l'esame del disegno di legge n. 505.
Ricordo l'esito della votazione in Commissione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, CCD...



RIBA Lido

Ci sono altri argomenti, Presidente!



GALLARINI Pierluigi

E' vero, però gli altri argomenti necessitano di discussione; questo è un atto effettivamente dovuto.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Facciamo almeno un provvedimento!



CHIEZZI Giuseppe

Il collega Montabone voleva esaminare il punto relativo ai carburanti.



PRESIDENTE

Se su questo provvedimento c'è l'intesa del Consiglio, passiamo esaminarlo.


Argomento: Distributori carburante

Esame disegno di legge n. 409: "Norme di indirizzo programmatico per la razionalizzazione della rete distributiva dei carburanti per autotrazione"


PRESIDENTE

Passiamo dunque all'esame del disegno di legge n. 409, di cui al punto 7) dell'o.d.g.
Su tale provvedimento sono stati presentati alcuni emendamenti che - mi dice la Giunta - sono accolti.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, ci dica solo quando intende chiudere i lavori.



PRESIDENTE

Tra dieci minuti, un quarto d'ora. Non posso fissarlo con precisione.
Dopo questo provvedimento, ci sono ancora - credo - degli ordini del giorno. Come provvedimenti, solo questo.



RIBA Lido

Il mio Gruppo è favorevole a discutere il disegno di legge sui carburanti.



PRESIDENTE

D'accordo.
Relatore è il Consigliere Salerno, che ha facoltà di intervenire.



SALERNO Roberto, relatore

Signori Consiglieri, il presente disegno di legge, intitolato "Norme di indirizzo programmatico per la razionalizzazione della rete distributiva dei carburanti per autotrazione", consta di ventinove articoli suddivisi in quattro Titoli e di un allegato contenente l'elenco dei Comuni appartenenti alle cinque zone omogenee regionali.
Il testo intende attuare il D.lgs. 11/2/1998 n. 32 recante "Razionalizzazione del sistema di distribuzione dei carburanti, a norma dell'art. 4, comma quarto, lettera c), della legge 15/3/1997 n. 59" che come è noto, ridefinisce le funzioni e le competenze regionali e comunali nella materia.
Infatti, nell'intento di considerare libero l'esercizio dell'attività distributiva e di semplificare il procedimento amministrativo ad essa connesso, viene abolito il regime di concessione regionale basato invece sul presupposto del pubblico servizio dell'attività distributiva medesima e si introduce la più semplice autorizzazione comunale, rimodellando quindi sia l'iter burocratico a cui è soggetto l'imprenditore richiedente, sia la possibilità per lo stesso, terminato il cosiddetto periodo transitorio, di modularsi liberamente gli orari di servizio e i conseguenti turni di riposo.
Pertanto, il decreto se, da un lato, spoglia le Regioni del ruolo attivo di decidere sulla sorte dei singoli impianti di distribuzione mediante il soppresso istituto della "concessione", dall'altro lato invece, conserva in capo alle stesse il potere di emanare norme di indirizzo programmatico a cui è subordinata l'attività amministrativa comunale, oltre che la generale funzione regolamentare di cui all'art. 4 del decreto citato.
Inoltre, le Regioni sono chiamate a verificare annualmente l'evoluzione del processo di razionalizzazione della rete distributiva e riferire al Ministero competente i risultati ottenuti.
Del resto, un'impostazione siffatta di competenze la si ricava già dalla lettera dell'art. 3 della legge n. 142/90 coordinata con il principio di sussidiarietà di cui all'art. 2, legge n. 59/97, in base ai quali la Regione è l'Ente di programmazione, indirizzo e vigilanza mentre il Comune istituzione più vicina al cittadino, diventa il depositario delle funzioni amministrative attive sempre che non vi siano esigenze di carattere unitario da richiedere una soluzione a livello centrale.
Il presente disegno di legge si inserisce a pieno titolo nel quadro così delineato dal legislatore: infatti, da un punto di vista sostanziale esso è lo strumento di indirizzo programmatico per la razionalizzazione della rete distributiva carburanti a cui deve conformarsi la prevista attività comunale, sia per il rilascio delle autorizzazioni che per l'adeguamento degli impianti alla normativa di carattere ambientale e sanitaria.
Dal punto di vista formale, al fine di semplificare e rendere più agevoli le citate funzioni dei Comuni i quali, si sottolinea, fino al 20 marzo scorso (data di entrata in vigore del D.lgs. n. 32/98) giocavano un ruolo marginale nella materia, il presente disegno legislativo pu considerarsi senza dubbio un "Testo Unico" poiché, abrogando le disposizioni contenute in ben quattro precedenti provvedimenti (due leggi regionali e due delibere di Consiglio), raccoglie in un solo testo tutti i precetti di indirizzo programmatico necessari in questa fase di "passaggio delle consegne".
Naturalmente vengono conservate, sebbene rivedute e corrette, le norme in vigore non in contrasto con la nuova disciplina abrogando invece quelle in palese contraddizione con la stessa.
Inoltre, sempre nell'ottica di consentire uno svolgimento ottimale delle funzioni degli Enti locali, il disegno di legge è munito della clausola d'urgenza poiché i Comuni, in virtù del meccanismo generato dal D.lgs. n. 32/98, devono individuare entro 90 giorni criteri e norme per il rilascio delle autorizzazioni, ma soprattutto sono soggetti al cosiddetto silenzio-assenso, di pari durata, a fronte delle richieste di installazione di nuovi impianti.
In particolare, la presente norma regionale consta di quattro Titoli di cui il primo contiene le già evidenziate finalità della legge e l'ultimo, recante "Disposizioni finali", provvede al trasferimento ai Comuni del materiale d'archivio e della documentazione relativa alle istanze in itinere (art. 26), istituisce l'Osservatorio regionale della Rete Carburanti (art. 18) e, come sopra sottolineato, prevede l'abrogazione di precedenti norme regionali (art. 27) e la dichiarazione d'urgenza del testo in esame (art. 29).
I Titoli II e III, invece, costituiscono il corpo centrale del disegno di legge recanti le norme di indirizzo programmatico a cui si faceva sopra riferimento.
Precisamente il Titolo II, intitolato "Piano regionale di razionalizzazione rete distributiva carburanti", riprende i contenuti del precedente Piano regionale adeguandoli, sia nella forma che nella sostanza al nuovo dettato legislativo.
Esso, a sua volta suddiviso in sei Capi, si apre con le disposizioni di principio, i contenuti del Piano stesso nonché la delimitazione, all'art.
5, dei casi in cui l'impianto assolve la funzione di pubblico servizio, in parte mutuata dal D.lgs. n. 32/98 con l'apposita aggiunta del dato chilometrico, al fine di evitare la chiusura di impianti nei piccoli centri.
Il Titolo II prosegue poi nelle definizioni delle "zone omogenee regionali", delle "zone omogenee a livello comunale" e delle "distanze per le nuove installazioni" (artt. 6, 7, 8 e 9), allo scopo di garantire comunque un'articolata presenza del servizio distributivo ed evitare fenomeni di squilibrio territoriale. Viene fatta salva la possibilità di modificare successivamente, con delibera di Giunta, i dati riportati sulla base della domanda ed offerta del servizio nonché delle particolari esigenze delle popolazioni interessate.
Gli artt. 11 e 12 definiscono i concetti di modifica e potenziamento degli impianti al fine precipuo di agevolare l'eventuale intervento comunale nelle operazioni di collaudo che, ai sensi del successivo art. 17 viene predisposto dall'Autorità locale e non più dalla Regione come in precedenza dettava la L.R. n. 25/91.
Il Capo IV reca quindi le norme programmatiche relative agli impianti eroganti GPL e metano per autotrazione indicando le distanze minime tra gli esercizi, differenti a seconda dei Comuni interessati e la percentuale massima del 15% per l'installazione degli impianti GPL stessi. La detta percentuale viene innalzata rispetto a quella prevista del 6% del precedente Piano regionale allo scopo di favorire lo sviluppo di tali carburanti meno inquinanti ed evitare, nel contempo, concentrazioni geografiche degli impianti.
L'art. 18, intitolato "Sistema informativo ed Osservatorio" costituisce una rilevante novità rispetto alla previgente legislazione regionale poiché istituisce un Osservatorio permanente della Rete Carburanti che svolga, oltre al monitoraggio previsto dal D.lgs. n. 32/98 attività di analisi e di studio delle problematiche del settore, di informazione agli operatori pubblici e privati, di raccolta sistematica dei dati.
Infine, il Titolo III detta la disciplina in tema di orari di servizio turni di riposo e ferie, servizio notturno e deroghe.
Sebbene l'art. 7, comma secondo, del D.lgs. n. 32/98 salvi le vigenti disposizioni regionali in materia, si ritiene comunque preferibile inserire nel presente disegno di legge il Titolo citato per due ordini di fattori: da un lato, il provvedimento regionale ancora in vigore (DCR n. 620-11244 del dicembre 1983) necessita di un profondo adeguamento al nuovo dettato legislativo e, dall'altro, si vuole dotare i Comuni e gli operatori del settore di un solo e snello strumento normativo.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Salerno è aperta la discussione.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 25 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 31 voti favorevoli 26 astensioni 5 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Chiedo la votazione per appello nominale.



SAITTA Antonio

Mi associo alla richiesta del collega Cavaliere.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione dell'art. 4 per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI' 26 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Salerno, Ferrero e Bellion: all'art. 5, dopo il comma secondo, aggiungere il seguente nuovo comma: "3. Nei Comuni compresi nelle Comunità montane delle province piemontesi privi di impianti di distribuzione carburanti è possibile autorizzare l'installazione di un punto vendita funzionante esclusivamente con apparecchiature self-service pre-pagamento senza la presenza del gestore, a condizione che il più vicino punto di rifornimento si collochi alla distanza di cui al comma primo".
La Giunta accoglie l'emendamento.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Intervengo per conoscere la collocazione nell'art. 5 dell'indicazione del collega Vindigni, condivisa dalla Giunta.
L'art. 5 definisce gli impianti di pubblica utilità. Viene inserita una norma, condivisibile nell'obiettivo, ma non riesco a capirne la collocazione nell'art. 5, dal titolo "Funzioni di pubblica utilità". I due commi dell'art. 5 definiscono quali sono gli impianti di pubblica utilità che devono essere incentivati.
La domanda che pongo è la seguente: impianti di questo tipo rientrano, per questa collocazione, negli impianti di pubblica utilità? Cioè il self service diventa un impianto di pubblica utilità? Oppure la collocazione serve solo a dare un'indicazione per incentivare questo tipo di impianto? Chiedo al relatore Consigliere Salerno di dirci la sua opinione indipendentemente dall'opinione della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Credo opportuno che l'Assessore verifichi se questa funzione di pubblica utilità, che sarebbe inseribile nell'art. 5, attraverso l'aggiunta di un terzo comma, non sia invece più inseribile nell'art. 12 (Potenziamento), laddove si parla di potenziamento di impianti esistenti di nuovi impianti, di self-service, ecc. Non andrebbe forse inserito più opportunamente all'art. 12?



PRESIDENTE

Chi intende rispondere? L'Assessore o il proponente? Se il proponente condivide e non desidera illustrare l'emendamento, pu rispondere l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

L'emendamento è condivisibile, perché va incontro alle necessità degli utenti delle aree più disagiate. Ecco perché l'emendamento, come possono leggere i Consiglieri, fa riferimento al comma primo dell'art. 5; riguarda proprio quelle aree che devono essere fornite di un servizio di pubblica utilità. Questo è il motivo dell'accoglimento ed anche dell'inserimento nell'art. 5 e non nell'art. 12 (Potenziamento), che è successivo. L'art. 5 riguarda la pubblica utilità, va a regolamentare proprio quelle situazioni che sono di necessità dell'utenza, che potrebbero trovarsi in condizioni disagiate poiché situate ad una distanza chilometrica superiore agli 8 km.
Hanno quindi la necessità di avere un servizio in loco; servizio che qualora non possa essere dato con impianto ordinario, può anche essere dato con moderni sistemi di comando a distanza, mantenendo quindi il servizio per le popolazioni di quelle aree.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Vorrei proporre un subemendamento: per essere funzionale e coordinato con il comma dell'articolo di riferimento, riterrei opportuno abrogare le parole "a condizione che il più vicino punto di rifornimento si collochi alla distanza di cui al comma primo", perché è contraddittorio con il resto del testo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Stiamo attenti, perché questo significherebbe mettere impianti self service ovunque e, di conseguenza, chiudere tutti gli impianti di distribuzione. Al 90% le compagnie sarebbero sicuramente d'accordo, ma se non mettiamo il vincolo del comma primo, rischiamo automaticamente di portare i self-service ovunque, non solo quindi in quelle aree in cui c'è un particolare disagio, dove non c'è un quantitativo di erogato tale da mantenere un impianto tradizionale. Pensate, ad esempio, alle vallate in cui, su 20 km di vallata, ci sono 200 o 300 utenti; un impianto self service comandato a distanza ha un minimo di pareggio economico, un break even raggiungibile, altrimenti non ha senso, rimangono senza impianto completamente. Se, invece, togliamo il vincolo dei chilometri, a quel punto anche su Torino, ovunque, avremo la diffusione di questi sistemi.



CAVALIERE Pasquale

No, perché c'è scritto "nei Comuni compresi nelle Comunità montane".



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Sì, ma è abbastanza estesa. Penso che si creerebbe un disagio notevole sul sistema delle Comunità montane, perché il sistema delle Comunità montane piemontesi prende metà dei Comuni del Piemonte. Comunque Consigliere Cavaliere, esprimo parere negativo sulla sua proposta.



PRESIDENTE

Solo per capire: nella proposta del Consigliere Cavaliere sarebbe possibile installare nei Comuni compresi nelle Comunità montane, dove non c'è l'impianto di distribuzione, un impianto self-service, cioè in tutti i Comuni in cui non c'è un altro impianto, si installerebbe un impianto self service. E' questo il risultato finale della sua proposta?



CAVALIERE Pasquale

Secondo il proponimento dell'emendamento, sarebbe coerente così altrimenti non si capisce il motivo di questo emendamento. Altrimenti restano i due commi dell'art. 5 e basta, che è quanto diceva l'Assessore.
Non capisco la ragione dell'emendamento rispetto a quello che ha detto poc'anzi l'Assessore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Ho spiegato le ragioni per cui non è possibile imporre di mantenere un distributore in aree che non hanno assolutamente neanche il minimo di erogazione con personale, perché a quel punto saremmo costretti a stipendiare del personale, per esempio dei dipendenti regionali. Il nostro interesse è quello di servire quegli utenti, anche nelle condizioni più disagiate.



CAVALIERE Pasquale

Continuo a non capire.



PRESIDENTE

Devo dire che anch'io ho qualche dubbio. Devo rileggere l'articolo perché non intendo il risultato finale.



CAVALIERE Pasquale

Non so se sono solo io che non capisco, però l'art. 5 dice, al comma primo, che "l'impianto assolve funzioni di pubblica utilità quando si colloca ad una distanza superiore a km 8 dal più vicino punto di rifornimento, ecc." e, al comma secondo, che "la Regione incentiva, per il tramite degli Enti locali, il mantenimento degli impianti di cui al comma primo, nei Comuni ad alta e media marginalità". Si riferisce solo agli impianti con personale o a tutti i distributori? Perché se si riferisce solo a quelli con personale, ha una ragione l'emendamento; lo chiedo all'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Visto che abbiamo sottoscritto l'emendamento, cercherò di spiegarlo. E' chiaro che, nel momento in cui al comma primo indichiamo delle distanze e diciamo che se queste distanze sono superate scatta la pubblica utilità, in quel momento gli impianti di self-service possono essere autorizzati contrariamente alla norma che non li autorizza, proprio perché scatta la pubblica utilità. Questo, dunque, va ad integrare il comma secondo laddove si dice che "la Regione incentiva, per il tramite degli Enti locali, il mantenimento degli impianti (con personale, cioè quegli impianti che oggi sono esistenti) di cui al comma primo (cioè quelli che superano gli 8 km) nei Comuni ad alta e media marginalità". Qualora in quel Comune non ci sia neanche l'impianto, ma si vada comunque ad una distanza superiore agli 8 km dall'ultimo impianto esistente, scatta la pubblica utilità che consente di inserire, malgrado una convenienza economica ridotta all'impresa, un self service che va ad abbattere i costi di impianto e di gestione e quindi permette la possibilità di dotare la comunità di quel Comune montano di un impianto, seppure self-service, che possa permettere l'erogazione del carburante durante tutto l'anno. Era questa la motivazione.



PRESIDENTE

Se posso dire come intendo io, credo che l'osservazione del Consigliere Cavaliere sia assolutamente pertinente, cioè la possibilità di avere un impianto self-service in tutti i Comuni di Comunità montane non dotate di impianti tradizionali, essendo una possibilità, mi pare che sia un vantaggio oggettivo.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

L'intervento del Consigliere Bellion mi ha permesso di capire il significato dell'emendamento che condivido.
Noto però che proponendo un terzo comma che prevede la possibilità di installazioni di impianti self-service soltanto nei Comuni montani, si esclude la possibilità che impianti di questo tipo (cioè self-service) possano essere installati nei Comuni ad alta e media marginalità diversi dai Comuni montani.



BELLION Marco

Certo, nei Comuni ad alta e media marginalità dove c'è il personale, il Comune può intervenire su finanziamento regionale.



SAITTA Antonio

Per quale motivo, allora - e in questo senso ha ragione il Presidente non prevedere la possibilità, così come indica il testo di legge dell'incentivazione degli impianti di pubblica utilità in tutti i Comuni indipendentemente dal fatto che siano in Comunità montana o meno, ma che sono Comuni ad alta e media marginalità? L'unica precisazione che bisogna fare è che questo tipo di impianto, indicato nel comma secondo, non è soltanto un impianto fisso, ma anche un impianto self-service. In altri termini, noi estendiamo la possibilità di impianti self-service non solo nei Comuni montani, ma in tutti i Comuni ad alta e media marginalità indipendentemente dall'altitudine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

L'intervento dell'Assessore Pichetto è stato molto chiaro. Credo che le compagnie abbiano tutto l'interesse a togliere il cosiddetto servizio della persona all'impianto e passare completamente agli impianti self-service. Se decidiamo per quel sistema, avremo una proliferazione di impianti self service e verranno a mancare gli impianti tradizionali. Se estendiamo questa possibilità a tutti i Comuni della Regione, è chiaro che la propensione delle compagnie sarà quella di ridurre le spese del personale con tutti i disagi per molte persone di non poter più avere questo servizio. Invece bisogna limitarlo ai Comuni delle Comunità montane che sono comunque una cospicua parte del territorio.



SAITTA Antonio

Perché escludere quelle collinari? Ci sono aree disagiate anche lì.



SALERNO Roberto

Per Comuni montani pensavo che si intendessero zone non particolarmente transitabili, difficili da raggiungere, mentre una zona collinare forse no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

La ratio dell'articolo sul quale in Commissione ci siamo soffermati a lungo è la seguente: nei Comuni ad alta e media marginalità che dispongono di impianti di carburante, essendoci consumi bassi, c'è la tendenza, da parte delle società che hanno installato questi impianti, a chiuderli.
Pertanto, si dice che, laddove la distanza dall'impianto più vicino sia superiore a 8 km., l'impianto è di pubblica utilità, quindi scatta il meccanismo di cui al comma secondo, cioè che l'Ente pubblico può dare un aiuto per consentire la permanenza dell'impianto.
Con il comma terzo che cosa si dice? Che "nei Comuni" - ma a questo punto si potrebbe predisporre un emendamento che può consistere nell'eliminare la frase "compresi nelle Comunità montane delle province piemontesi" - "che distano più di 8 km e che sono privi di impianti di carburanti si può installare un impianto 'self-service'".
In questo modo, l'obiezione fatta dai colleghi Cavaliere e Saitta potrebbe essere recepita, se l'Assessore è d'accordo, eliminando alla prima riga del terzo comma le parole "compresi nelle Comunità montane delle province piemontesi". Quindi, questo beneficio lo si estende a tutto il territorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Il risultato, visto anche con i proponenti degli emendamenti, è frutto di un equilibrio, utilizzando quel poco di poteri che abbiamo nel definire la pubblica utilità ed anche per equilibrarci, da una parte, per mantenere il massimo di impianti presidiati e, dall'altra, il tentativo di dare il massimo del servizio all'utenza. Di qui la prima risposta: il perché solo montani. Ci possiamo attaccare per la dichiarazione di pubblica utilità alla legge nazionale sulla montagna e non possiamo generalizzare troppo passatemi la battuta. In secondo luogo, la distanza: mantenerla o toglierla. Se noi generalizziamo, cioè se creiamo una condizione dove non c'è più la distanza, automaticamente determiniamo la possibilità di avere un impianto automatico in ogni Comune non servito, ma anche la chiusura di tutte le pompe presidiate negli altri Comuni! Senza voler andare a creare o mantenere i posti per legge, ritengo che questa sia una soluzione che pu prestarsi, mi rendo conto, anche ad alcune considerazioni sia dei più restrittivi, sia dei più liberisti, ma che sceglie una forma di equilibrio nel creare le condizioni per mantenere il maggior numero - non tutte perché il Piano nazionale è abbastanza duro in questa direzione - di pompe presidiate. Ed inoltre evitare che ci siano vallate con 20/25 km senza neanche un impianto.
E' una scelta discussa a lungo in Commissione. In questo modo riusciamo a mantenere le pompe presidiate e, laddove non ci sono, dare questo spazio e concedere l'impianto automatico. Spero di essere stato chiaro.



PRESIDENTE

Possiamo dunque portare in votazione l'emendamento, però non ho capito se con la modifica proposta dal Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

L'Assessore ha opportunamente richiamato il fatto che ci dobbiamo agganciare ad una qualche legge nazionale per conservare il più possibile la rete degli impianti presidiati, oppure per estenderla laddove ci sono le condizioni per poterlo fare abbattendo i costi al massimo. La legge di riferimento, anche se non è citata, è la legge n. 97 del 1994.
Fatta questa precisazione, ritiro il mio subemendamento. Eventualmente potrebbe essere sostituito da un riferimento al concetto di alta e media marginalità che è implicito nella legge n. 97/94.
Non so, Consigliere Saitta, se si può trovare un punto di intesa: anziché dire "Nei Comuni compresi nelle Comunità montane delle province piemontesi", si potrebbe dire "Nei Comuni ad alta e media marginalità" sapendo che sono solo le zone montane, perché è solo la legge per le Comunità montane che fa riferimento ad alta e media marginalità. Altrimenti si rischia di vedere rinviato il provvedimento per illegittimità.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



VINDIGNI Marcello

Sì, ad alta e media marginalità, sapendo che l'unica legge nazionale che parla di marginalità è la legge n. 97/94.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Volevo chiarire ai colleghi Vindigni e Saitta che il concetto di marginalità o meno non è esaustivo della necessità o meno di questo, ma è anche una questione orografica, di viabilità, non è solo una questione di marginalità. In un fondovalle può anche non esserci la marginalità, ma se andiamo a togliere l'impianto... Se non è un Comune marginale, che cosa succede?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Mi pare che così come la Giunta e i proponenti l'emendamento hanno formulato l'articolo, se ho capito bene, tendono a prevedere la possibilità di impianti self-service soltanto nei Comuni montani, perché l'Assessore dice che questa è l'unica legge che abbiamo per poterci agganciare; il collega Vindigni dice che è la stessa cosa, perché poi la legge di riferimento parla di alta e media marginalità.
Rilevo soltanto che questa formulazione, proprio perché fa riferimento soltanto ad una legge, lascia irrisolti i problemi di molte zone del Piemonte. Credo che la collega Cotto, che è della Provincia di Asti, lo sappia perfettamente (e credo non soltanto la collega Cotto).
Questa formulazione risolve il problema dei Comuni marginali montani ma resta il problema della marginalità di molte zone collinari. Questa proposta, così come formulata, aumenta la marginalità di alcuni Comuni collinari marginali.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Salerno)



SAITTA Antonio

No, aumenta la marginalità, perché mentre nei Comuni montani marginali possiamo installare un impianto self-service, nei Comuni collinari non lo possiamo fare, quindi si crea una situazione di diseguaglianza.



COTTO Mariangela

Però se l'approviamo in fretta...



SAITTA Antonio

Il problema non è questo. Siccome noi siamo legislatori, non ha senso ed utilità prevedere qualche parametro, qualche indicazione che permetta di definire meglio la marginalità? Uno sforzo per capire quali sono le marginalità di carattere socio-economico territoriale in qualche maniera doveva essere fatto, perché in questa situazione noi creiamo uno squilibrio: le zone marginali montane possono diventare meno marginali, in quelle collinari non è possibile fare niente, perché la possibilità degli impianti self-service la prevediamo soltanto per le zone montane (alle condizioni dettate dai commi primo e secondo).
Lo mantenga pure la Giunta. Noto però che con l'approvazione di questo emendamento, visto che non si è fatto uno sforzo per definire meglio le marginalità, creiamo una situazione di diseguaglianza.
L'invito era quindi a fare uno sforzo (cosa che non è stata fatta nella proposta) per definire meglio le zone alle quali consentire questa possibilità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Possiamo discutere all'infinito. Innanzitutto, ricordiamo il comma primo e cerchiamo di non slegarci troppo: è vero che quando si fa una legge si deve fare riferimento ad una fattispecie generale e non particolare però anche slegarci completamente dalle condizioni orografiche del nostro territorio, mi sembra un po' troppo astratto. Nel momento in cui c'è l'individuazione al comma primo della distanza di 8 km, si è inserito un primo riferimento che ritengo sia per l'area di pianura, della campagna di pianura, e buona parte delle aree collinari, una distanza che può andare bene. Il problema non è solo la distanza, ma la densità di abitanti in alcune zone che sono particolari, ma diffuse in Piemonte, e che riguardano le vallate lunghe, per capirci, andandole proprio ad elencare una per una.
Qui abbiamo dei tratti di 20/25 km con una bassissima presenza di utenti.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Nelle aree collinari, se noi consideriamo il raggio di 8 km prendiamo realtà che... Peraltro, indicando alta marginalità, ci sarà al limite uno spazio di interpretazione, può anche darsi che una forzatura la si possa fare. Io ho detto quali sono i miei timori, all'inizio, non so se in modo troppo velato e quindi non si sono capiti: il mio timore è che il Commissario del Governo bocci questo articolo! Lo dico molto francamente.
Una forzatura vincolistica eccessiva potrebbe portarci veramente a situazioni che degenerano, perché si va contro la norma nazionale, che prevede la liberalizzazione. La norma nazionale prevede la chiusura di 1.000 distributori sul Piemonte! E in realtà il Piano che hanno presentato le società ne prevede fin d'ora 500! Bisogna tenere presente che la cosa va avanti solo calcolando i litri e non le utenze! Quindi, ritengo che questa soluzione, peraltro dibattuta a lungo in Commissione, forse non sia la più giusta, ma sicuramente quella di maggior equilibrio e che riesce in qualche modo a garantire. Questa è la posizione: non è andare a cercare la penalizzazione di Tizio o di Caio; secondo me, questa è la situazione che penalizza meno la Regione Piemonte.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Consigliere, io la lascio libero di esprimere la sua opinione, anche di spaccare il capello in quattro, ma non ritengo che con questa formulazione ci sia la penalizzazione di alcuna area, visto il sistema di distribuzione della nostra Regione. Questa è un'opinione, la sua altrettanto, permetta di contare le opinioni!



(Reiterati commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

Per cortesia, non facciamo dialoghi.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Io ho risposto...



PRESIDENTE

C'è una richiesta di parola da parte dell'Assessore Vaglio; ne ha facoltà.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Probabilmente, la serenità si è un po' persa, considerando l'ora.
Vorrei semplicemente ricordare ai colleghi la giusta preoccupazione dell'Assessore Pichetto quando dice che il Commissario del Governo non pu farci passare una formulazione arzigogolata. Perché? Perché mentre la Costituzione italiana prevede esplicitamente la salvaguardia delle zone montane e la legge n. 97, come ricordava il collega Vindigni, prevede il potenziamento dell'economia delle zone montane, altrettanto non esiste per le altre zone marginali. Questo lo dobbiamo dire a malincuore; stiamo lavorando assieme per porre soluzione a questa carenza legislativa a livello nazionale.
Però voglio anche dire, collega Saitta, che, come diceva giustamente l'Assessore Pichetto, nel raggio di 8 km in una qualsiasi nostra zona collinare non troviamo le fattispecie che troviamo, invece, nelle vallate lunghe, particolarmente della provincia di Cuneo e del Verbano Cusio Ossola. Nelle vallate lunghe abbiamo una densità abitativa di 600/700 abitanti su percorrenze stradali di 20/25 km, per cui questo emendamento così come è stato concepito nella prima versione, ha un senso e forse possiamo sperare che passi; in una qualsiasi modifica, non avendo più alcun riferimento né costituzionale né legislativo, diventa opinabile. Questo è un aspetto che ritenevo di dover sottolineare.



PRESIDENTE

Mi pare che le posizioni siano state tutte sviscerate. Pongo pertanto in votazione l'emendamento nel testo originario.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli e 3 astensioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta per dichiarazione di voto sull'art. 5; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Ho sentito l'intervento dell'Assessore alla montagna. Ho avuto la conferma che alla fine la norma è incompleta. Nel senso che lo stesso Assessore afferma che il problema dell'alta e media marginalità esiste soltanto per le zone montane e non per le zone collinari. E' mia opinione che esiste una media ed alta marginalità anche in altre zone del Piemonte.
Questo articolo, come formulato, affronta soltanto una parte del problema, per cui è incompleto. Non si tratta di una questione di opinione Assessore Pichetto, perché, se qualcuno ponesse la domanda su quali sono i Comuni ad alta e media marginalità, quale interpretazione amministrativa darebbe? Citando la legge emerge chiaramente che ci riferiamo alle zone montane; anche la definizione di alta e media marginalità è una definizione che, indirettamente, si può collegare alla legge sulla montagna. Si potrebbe collegare alla legge sulla montagna se venisse citata, ma così come è definita l'alta e media marginalità nel disegno di legge n. 409 è un criterio che non può essere adottato soltanto per le zone montane: va adottato per tutto il territorio piemontese. L'alta e media marginalità, è una definizione molto ampia, per cui il Commissario del Governo su questa definizione molto ampia può fare gli stessi rilievi che prima l'Assessore Vaglio ha citato. In ogni caso, il nostro voto è contrario, perché la Giunta ha inteso privilegiare soltanto le zone montane e non ha compiuto alcuno sforzo per estendere l'applicazione anche alle altre zone della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

L'Assessore Pichetto ha chiesto di intervenire, ma dato che siamo in fase di dichiarazioni di voto non è possibile.
La parola al Consigliere Vindigni per dichiarazione di voto.



VINDIGNI Marcello

Siccome sono il primo firmatario dell'emendamento devo far presente ai colleghi, e in particolare a quelli che sono intervenuti precedentemente che questa formulazione è stata frutto di un'elaborazione faticosa - anche agevolata dal contributo della struttura tecnica - rivolta a garantire nella quantità maggiore di zone marginali del Piemonte che per il momento legislativamente sono quelle garantite dalla legge n. 97/94, la conservazione massima degli impianti che altrimenti verrebbero chiusi e la diffusione massima del servizio che, per essere tale, deve avere costi di impianto, e soprattutto di gestione, i più bassi possibili.
Quindi, è stato un lavoro faticoso del quale credo, anche in quest'aula, occorra tenere conto. Lavoro al quale tutti possono concorrere partecipando alle discussioni nelle Commissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Il non ampliare la possibilità di installare dei self-service significa salvare qualche posto di lavoro, anche perché ad ogni impianto c'è un lavoratore e probabilmente una famiglia. Se permettiamo alle varie compagnie petrolifere di installare dei self-service, potremmo perdere qualche centinaia di ulteriori posti di lavoro, oltre a quelli già persi per altri motivi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione dell'art. 5, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 astensioni 1 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 6.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Salerno, Ferrero e Bellion: l'art. 6 è sostituito dal seguente: "Art. 6 - Zone omogenee regionali.
1. A garanzia di un'articolata presenza del servizio di distribuzione carburanti su scala regionale e per evitare fenomeni di squilibrio territoriale sono individuate, ai fini della localizzazione degli impianti stradali, le seguenti zone omogenee regionali composte da un insieme di Comuni in funzione di un indicatore definito livello di urbanizzazione, che è determinato dalla densità abitativa, dalla qualità e quantità di infrastrutture di trasporto e dal livello di traffico ove riscontrabile: a) zone ad alto livello di urbanizzazione b) zone di media urbanizzazione c) zone di transizione d) zone prevalentemente rurali e) zone rurali.
L'elenco dei Comuni appartenenti alle cinque zone omogenee regionali è riportato nell'allegato A) alla presente legge".
La parola al Consigliere Vindigni per l'illustrazione.



VINDIGNI Marcello

La dizione originaria, proposta dalla Giunta, richiedeva una precisazione al fine di individuare le zone relative alla programmazione della distribuzione degli impianti.
Pertanto, è stata proposta la zonizzazione di cui al seguente articolo che corrisponde in maniera più precisa ad una lettura del territorio regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 20.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Salerno, Ferrero e Bellion: all'art. 20, comma primo, dopo le parole "52 ore", aggiungere le parole "fatta eccezione per gli impianti di cui al precedente art. 5, comma terzo".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.
20.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Salerno, Ferrero e Bellion: all'art. 20, comma secondo, è eliminata l'opzione "c)" e di conseguenza scalano le altre opzioni.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 20 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 21.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Salerno, Ferrero e Bellion: all'art. 21, comma secondo, dopo la parola "infrasettimanale", aggiungere le parole "salvo per gli impianti di cui al precedente art. 5, comma terzo".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 21 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 astensioni 2 L'art. 29 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI' 25 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Distributori carburante

Esame ordine del giorno n. 456 inerente a: "Prezzo dei prodotti petroliferi per autotrazione nelle zone di confine"


PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 456, di cui al punto 80) all'o.d.g., pu ritenersi collegato, anche se in realtà non avrebbe senso perché impegna a proporre e non propone: è solo una presa di coscienza del provvedimento, è un invito.
Il testo di tale ordine del giorno, presentato dai Consiglieri Racchelli, Galli, Toselli e Gallarini, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte tenuto conto del proprio ordine del giorno n. 175 del 26/3/1996 relativo alla 'Riduzione del costo della benzina', approvato all'unanimità considerato che lo stesso non ha avuto seguito nell'applicazione dei suoi intenti richiamata la validità della normativa sulla determinazione del regime fiscale dei prodotti petroliferi per uso di autotrazione nelle zone di confine si impegna a proporre al Parlamento una proposta di legge di iniziativa regionale avente come finalità: 'Differenziazione del regime fiscale dei prodotti petroliferi per uso di autotrazione nelle zone di confine', con il seguente articolato: 'ART. 1.
Al fine della presente proposta di ordine del giorno, per province di confine si intendono quelle di Biella, Torino, Cuneo e Verbania.
ART. 2.
E' fatto salvo il regime fiscale attualmente in vigore nelle altre province e nelle zone delle province citate all'art. 1 esterne alle fasce di cui al successivo art. 5.
ART. 3.
1. L'imposta di fabbricazione sui diversi tipi di benzina in vendita e sul gasolio di autotrazione, nelle province di cui all'art. 1, è ridotta nella misura del 50% per i soli residenti e per le aziende operanti nei Comuni compresi in una fascia di confine determinata ai sensi dell'art. 5 e limitatamente al contingentamento stabilito all'art. 6.
2. La riduzione dell'imposta si applica se il prezzo medio al consumo dei prodotti, di cui al comma primo dell'art. 3, nella Regione o nel Cantone dello Stato estero immediatamente confinante è inferiore almeno del 15 rispetto al prezzo medio corrente sul territorio italiano.
ART. 4.
La richiesta di applicazione del regime fiscale agevolato dei prodotti, di cui all'art. 3, in presenza delle condizioni stabilite al comma secondo dello stesso articolo, è avanzata al Ministero delle Finanze dalla Regione Piemonte, previa deliberazione da adottarsi entro 120 giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno.
ART. 5.
1. Le Province provvedono con propria deliberazione a delimitare all'interno del territorio di propria competenza, la fascia dei Comuni attigui al confine da ricomprendere nel regime di trattamento fiscale agevolato entro comunque la distanza media di km 30 dal confine.
2. Le fasce territoriali delimitate, ai sensi della comma primo, sono sottoposte a revisioni annuali.
ART. 6.
1. Il limite di contingentamento della benzina e del gasolio ad uso di autotrazione è fissato nella misura di litri 3.000 annui per ogni patente di guida di residente nelle zone di fascia, di cui all'art. 5, e di altrettanti litri 3.000 di carburante per ogni veicolo di aziende con sede nelle predette zone di fascia.
2. A tal fine, il Ministero autorizzerà la stampa di buoni frazionabili per un importo pari al 50% dell'imposta di fabbricazione.
3. I buoni sono utilizzabili solo presso i gestori e i titolari di impianti di distribuzione di carburante compresi nella fascia territoriale determinata all'art. 5.
ART. 7.
1. Le modalità per l'assegnazione dei buoni carburante sono gestite dalla Province con deliberazione.
2. Alle spese di gestione per l'amministrazione dei prodotti contingentati in regime fiscale agevolato si provvede mediante prelievo pari allo 0,5 della residua quota di imposta di fabbricazione introitata dalla Provincia'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 31 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Comunita' montane - Montagna

Esame disegno di legge n. 210: "Testo unico delle leggi sulla montagna" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

L'ultimo adempimento è il rinvio in Commissione del disegno di legge n.
210, di cui al punto 28) all'o.d.g.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.32)



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