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Dettaglio seduta n.336 del 03/03/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Casari Cavallera, Gallarini, Gatti, Pichetto, Suino e Viglietta.


Argomento: Contratti ed appalti

Invito del Presidente del Consiglio regionale ai Consiglieri Chiezzi e Cavaliere di ritiro dei cartelli affissi ai loro banchi relativi all'appalto "Global Service"


PRESIDENTE

Per la normale attività del Consiglio, invito i Consiglieri Chiezzi e Cavaliere a non esporre cartelli in quanto ostativi al proseguimento dei lavori.
Pertanto, prima di dare inizio ai lavori, vi invito cortesemente a rimuovere i cartelli esposti.



CHIEZZI Giuseppe

Su questa richiesta posso fare una dichiarazione?



PRESIDENTE

Faccia una dichiarazione.



GHIGLIA Agostino

Scusi, Presidente, prima faccia togliere i cartelli, altrimenti noi ce ne andiamo!



PRESIDENTE

Solo una dichiarazione, non abbiamo ancora iniziato.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, come vede io ho esposto...



GHIGLIA Agostino

Presidente, faccia togliere i cartelli, altrimenti noi abbandoniamo l'aula! Faccia rispettare l'aula!



PRESIDENTE

Io so far rispettare l'aula.



GHIGLIA Agostino

Presidente, faccia rispettare l'aula, altrimenti noi ce ne andiamo!



PRESIDENTE

Vi chiedo la cortesia di ascoltare il Consigliere Chiezzi che ha chiesto di fare una dichiarazione.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, le stavo dicendo che io ho esposto un cartello un po' più piccolo di quello del collega Cavaliere per spiegarle che non si tratta in realtà di un'intemperanza verbale...



(Vibrate proteste dei Consiglieri Ghiglia e Salerno)



PRESIDENTE

Per cortesia, sentiamo il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sarò breve, non si tratta di un'intemperanza formale, Presidente...



(Reiterate vibrate proteste dei Consiglieri Ghiglia e Salerno)



PRESIDENTE

Per cortesia, non sono ancora iniziati i lavori...



CHIEZZI Giuseppe

Dietro questa intemperanza, vi è un problema, Presidente, che secondo me va affrontato...



GHIGLIA Agostino

Presidente, lei non può aprire la seduta se non ci sono le condizioni.
E non ci sono le condizioni: questa volta lo diciamo noi!



CHIEZZI Giuseppe

Vi è un problema che secondo me va affrontato...



GHIGLIA Agostino

Presidente, usi il Regolamento: gli tolga la parola!



CHIEZZI Giuseppe

...perché non è solo un gesto che io per primo dico che è un gesto irregolare rispetto...



GHIGLIA Agostino

Presidente, usi il Regolamento! Presidente, usi il Regolamento!



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, togliete i cartelli.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, le dicevo che...



PRESIDENTE

Colleghi, vi ho invitato a togliere i cartelli. Non iniziamo i lavori...



(Proteste del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Non abbiamo iniziato i lavori.



(Ulteriori proteste del Consigliere Ghiglia)



CHIEZZI Giuseppe

Lei mi ha dato la parola e Ghiglia non me la toglie! Presidente, lei mi ha dato la parola e Ghiglia non me la toglie!



(Proteste dai banchi del Gruppo Alleanza Nazionale)



CHIEZZI Giuseppe

CHIEZZI Giuseppe (rivolgendosi al Consigliere Mancuso)



CHIEZZI Giuseppe

Vieni a togliere il cartello! Vieni a toglierlo!



PRESIDENTE

Consiglieri, per cortesia! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.46 riprende alle ore 16.48)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Apro la seduta solo per dare la seguente comunicazione.
Per garantire il miglior funzionamento dell'aula, ricordo che nell'ultima riunione dei Capigruppo era stato concordato di esaminare oggi la discussione dei punti 6) e 7) all'o.d.g. che recano rispettivamente: "Situazione relativa ad EXPO 2000" e "Situazione concernente la crisi della risicoltura piemontese - Iniziative regionali", nonché di dare le risposte ad altri provvedimenti.
Proprio perché questa mattina c'è già stata una serie di difficoltà per quanto concerne la conduzione dei lavori in aula, chiedo alla cortesia dei Capigruppo di riunirsi con la Presidenza per affrontare il prosieguo dei lavori del Consiglio.
Credo che nel giro di una decina di minuti potremo ritornare in aula.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.49 riprende alle ore 17.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Cortesemente, colleghi, aiutatemi a mantenere condizioni che possano permettere la ripresa dei lavori.
Chiedo intanto all'Assessore Bodo di prepararsi per la relazione sulla risicoltura.
Consigliere Cavaliere, chiedo nuovamente alla sua cortesia di aiutarmi ad instaurare le condizioni per dare inizio ai lavori.



GHIGLIA Agostino

L'ha già chiesto un'ora fa e non è successo niente!



CAVALIERE Pasquale

Cosa è stato deciso sul Global Service?



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere, mi aiuti, così possiamo iniziare i lavori.



GHIGLIA Agostino

A che richiamo siamo arrivati?



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, le ho chiesto di contribuire ad introdurre delle condizioni che ci permettano di iniziare i nostri lavori. Vedo che lei si sta attivando... Consigliere, per cortesia tolga quel foglio.
Consigliere Cavaliere, per cortesia, tolga quel cartello! Non voglio farne una questione di principio, ma tolga quel foglio.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



GHIGLIA Agostino

Chiedo il rispetto del Regolamento, Presidente!



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Cavaliere, rimuova quel foglio!



(Il Consigliere Cavaliere capovolge il cartello, rendendolo così non più leggibile e visibile)



RIGGIO Angelino

Chiedo la parola, signor Presidente.



PRESIDENTE

L'impegno era di dare la parola all'Assessore Bodo per la relazione sul riso.



RIGGIO Angelino

Sarò brevissimo.



PRESIDENTE

D'accordo.
La parola al Consigliere Raggio.



RIGGIO Angelino

E' solo per fare una breve considerazione.
Io sono un Consigliere regionale che non fa parte della Conferenza dei Capigruppo, che ormai è diventata una cosa permanente ed anche vastissima visto che il numero dei Gruppi si moltiplica in continuazione, e devo dire che mi sento davvero umiliato dalla continua convocazione delle riunioni dei Capigruppo durante le sedute di Consiglio.
Se la Conferenza dei Capigruppo, che - ripeto - è composta da un numero vastissimo di Consiglieri, vuole riunirsi, si riunisca, ma possibilmente al di fuori delle sedute di Consiglio, a meno che non succedano fatti veramente gravissimi e straordinari, perché per gli altri Consiglieri che non partecipano alla Conferenza dei Capigruppo, stare in aula a bivaccare mentre è in corso un altro Consiglio parallelo, è veramente mortificante ed umiliante! Non penso di essere stato eletto dalle persone che hanno voluto eleggermi per fare questo tipo di bivacco! Chiedo quindi alla Presidenza del Consiglio di ripristinare condizioni di agibilità dell'istituzione, non solo dell'aula, ma proprio dell'istituzione.



PRESIDENTE

Questo è il mio obiettivo, e credo di tutti.
La parola all'Assessore Bodo.



RIBA Lido

Chiedo la parola, Presidente.



PRESIDENTE

Abbia pazienza, Consigliere. Avevamo deciso di cominciare con la relazione dell'Assessore Bodo.



RIBA Lido

Sarò anch'io brevissimo.



PRESIDENTE

D'accordo; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Intervengo a nome dei colleghi del Gruppo DS che hanno chiesto la riunione del Consiglio per discutere dei problemi della risicoltura.
Considerato lo stato della riunione e considerato che era circolata la voce che il Consiglio si sarebbe sciolto alle ore 18.'', qualcuno l'ha presa per buona e se ne è già andato.
Sottolineo che non ho partecipato all'ultima fase della riunione dei Capigruppo e mi riservo di valutare se sia opportuno - quando le riunioni hanno questo carattere, che dura praticamente, come oggi, l'intera durata della seduta prevista - parteciparvi. Parlo a nome di un Gruppo che in genere non ha creato problemi sullo svolgimento delle sedute. Non ha creato problemi né intende crearne. Ritengo che adesso noi non possiamo affrontare la discussione del distretto del riso che richiede la pienezza della disponibilità di attenzione e di partecipazione.
Le condizioni politiche non ci sono più, quelle numeriche ne dubito.
Veda lei, Presidente, di risolvere la questione che ha posto, con molto senso di responsabilità, il collega Riggio.
Il mio Gruppo aveva già immaginato un'iniziativa di denuncia con l'abbandono dell'aula da parte dei Consiglieri "rimasti"; cortesemente i colleghi sono rimasti in aula proprio per porre la questione. Non attiene più a noi cercare delle soluzioni. Non so quanti condividano la mia proposta (spero che sia condivisa): non ritengo che adesso possiamo fare un lavoro così serio come per me, per noi, è il dibattito su una questione di rilevanza economica come quella del riso.



PRESIDENTE

Non è che io voglia introdurre un altro argomento, però credo che pochi minuti fa nella Conferenza dei Capigruppo si sia raggiunta un'intesa. A me spiace, ma penso a tutto il Consiglio, che non sia possibile avere una programmazione più rigorosa dei lavori. I dibattiti vengono fatti nelle condizioni in cui è possibile farli; credo che al Parlamento - e non è sicuramente una delle attività da copiare - le interruzioni siano purtroppo abbastanza frequenti. L'interruzione di oggi mi è sembrata assolutamente doverosa in relazione ad una difficoltà che si era manifestata in aula.
Credo che la relazione dell'Assessore possa essere un momento di approfondimento. Con la ripresa dei lavori, in un'altra seduta, ci sarà...
Comunque, mi pare sia un non aver perso...



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

Concordo con le preoccupazioni del Consigliere Riggio e quelle dello stesso tenore che molte altre volte sono state avanzate. Devo per chiedervi di sentire la relazione dell'Assessore.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Presidente, sinceramente sono d'accordo con il Capogruppo dei Democratici di Sinistra. Dopo la vergognosa giornata a cui ho assistito non ho alcuna voglia di parlare di riso; forse sarà anche colpa mia se il Piemonte domani non avrà assimilato una discussione di questa importanza, e dico seriamente una discussione di questa importanza.
A parte che non condivido il fatto che sia stata doverosa l'interruzione - non lo condivido, ma questo è un altro problema, interessa meno - secondo me, veramente, non ci sono le condizioni anche morali per affrontare un qualsivoglia dibattito. Se non si ripristina un ordine dei lavori, che sia anche un ordine minimale di sopravvivenza d'aula Presidente, non riusciremo più a discutere di nulla. Pongo questo problema alla sua attenzione: faccia come crede; personalmente, condivido l'idea che sia assolutamente inutile.



PRESIDENTE

Possiamo sentire altre valutazioni, anche solo con accenni.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Io suggerirei di proseguire ascoltando la relazione dell'Assessore Bodo, in modo da riprendere la discussione in una prossima seduta, così come aveva proposto la collega Carla Spagnuolo alla riunione dei Capigruppo. Mi era sembrato che tale proposta avesse avuto la condivisione dei colleghi, ma probabilmente non riusciamo più a capire...



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



COTTO Mariangela

Sì, qualcuno non c'era più, però secondo me poter sentire la relazione dell'Assessore all'agricoltura, acquisirla, può essere di aiuto per il dibattito successivo.



PRESIDENTE

Vi chiederei, proprio per dare un segnale di lavoro concreto, se fosse possibile iniziare almeno questo dibattito con la relazione dell'Assessore.
Vi chiedo una cortesia personale.



RIBA Lido

Allora prima verifichiamo il numero legale. Io non l'ho mai chiesto...



PRESIDENTE

Se ci sono le condizioni numeriche, proseguiamo, altrimenti, mi spiace sarà stata una giornata poco produttiva.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda pertanto all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
28 Consiglieri.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Dibattito inerente a: "Situazione concernente la crisi della risicoltura piemontese. Iniziative regionali" - Presentazione ordini del giorno n. 911 e n. 940 - Votazione mozione in merito ad una sollecita votazione di tali ordini del giorno


PRESIDENTE

Ha quindi la parola l'Assessore Bodo per la relazione in merito alla situazione concernente la crisi della risicoltura piemontese.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

L'origine del riso pare risalga a 3.000 anni or sono. Nel nostro Paese la coltivazione...



RIBA Lido

Presidente, noi comunque ce ne andiamo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

La coltivazione a metà del XV secolo...



RIBA Lido

Si deve discutere della crisi del riso e non fare un carnevale sul riso! Potete anche concluderlo il dibattito, ve ne assumete tutta la responsabilità! E tu, Bodo, dopo quattro anni che hai nei cassetti il Distretto del riso...



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Non c'entra niente, qui, il Distretto del riso! Tu confondi le cose! Tu fai di ogni erba un fascio!



(Vibrate proteste del Consigliere Riba)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Qui si deve parlare della crisi del riso (discussione che tu hai chiesto in quest'aula), non del Distretto del riso. Smettiamola con le pagliacciate, dai! Qui tu hai chiesto la discussione sulla crisi del riso non sul Distretto del riso.



(Ulteriori vibrate proteste del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Consiglieri, per cortesia!



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Sul Distretto del riso, tu vai a dire a quelli delle tue Province, come gli hai insegnato, che seguano un'altra strada nella contestazione. Va bene? La devi smettere di pontificare!



(Ulteriori vibrate proteste del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Assessore, svolga la sua relazione.



(I Consiglieri del Gruppo Democratici di Sinistra abbandonano l'aula protestando)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consiglieri.
Prego, Assessore, prosegua.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

L'origine del riso pare risalga a 3.000 anni or sono. Nel nostro Paese la coltivazione a metà del XV secolo era già abbastanza diffusa in Piemonte e Lombardia, con risaie che si spingevano fino alla pianura intorno a Saluzzo.
Nel 1475 Gian Galeazzo Sforza dona un sacco di riso ai Duchi d'Este assicurando che se ben impiegato si sarebbe trasformato in dodici sacchi.
L'impulso alla risicoltura italiana inizia nel 1853, per opera di Camillo Benso Conte di Cavour.
Gli agricoltori si organizzarono istituendo uno dei più efficienti sistemi irrigui.
Tuttavia, già nel 1493 era coltivato a Vercelli. L'archivio dell'Ospedale Sant'Andrea di Vercelli conserva tra i suoi atti una lite giudiziaria tra l'Ospedale e certi Signori De Restis, che a quella data chiedevano alla proprietà un bonifico per tutti i miglioramenti apportati e, fra questi, una pista di riso.
Questi brevi accenni storici li ho evidenziati, perché il riso è la pianta più antica e diffusa nel mondo e che, dal punto di vista alimentare sia nel lontano passato, ma ancora oggi, ha avuto ed ha un'importanza ineguagliabile nell'alimentazione umana.
Prima di addentrarci nel vivo della situazione italiana e piemontese alcuni dati sulla situazione mondiale e quella europea mi paiono indispensabili.
A livello mondiale, la produzione è di 570 milioni di tonnellate, di cui solo 30 milioni di tonnellate sono destinate al commercio internazionale e pertanto circolano per trovare possibilmente come acquirenti Paesi forti che siano in grado di pagare.
Tra i bacini produttivi, il più importante è l'Estremo Oriente, con circa l'85% del prodotto mondiale; il Giappone e il Sud America soprattutto come aree di consumo; gli USA come esportatori netti; l'Europa.
La situazione europea ai fini della produzione si presenta in questi termini: Italia: 1.300.000/1.400.000 tonnellate Spagna: 700.000/800.000 tonnellate Grecia: 243.000 tonnellate Francia: 118.000 tonnellate Portogallo: 163.000 tonnellate Totale UE: 2.768.000 tonnellate, pari a quintali 27.680.000 La superficie complessiva europea (dati del 1998) risulta essere: Italia: 222.000 ettari Spagna: 109.000 ettari Grecia: 24.000 ettari Francia: 18.400 ettari Portogallo: 26.700 ettari.
Totale: 401.000 ettari contro i 427.000 della superficie garantita.
Nel nostro Paese, i cui dati statistici risalgono al 1931, data della costituzione dell'Ente Nazionale Risi, la superficie investita da questo cereale è, a quell'anno, di 142.000 ettari.
Oggi si parla anche di coltivazione del riso in asciutta, ma in passato queste varietà di riso messe a punto dalla ricerca non esistevano; motivo per cui, per poter coltivare il cereale alle nostre temperature, è stato necessario creare tutta una struttura irrigua di sommersione dei terreni per creare una mitigazione della temperatura.
La prima situazione di difficoltà per il riso si ebbe attorno agli anni '60, dal 1956 al 1965, quando venne imposto il ridimensionamento della superficie e a coloro che producevano più di quanto assegnato venivano trattenute L. 1.020 (a fronte di possibili introiti, allora, di L. 6.000 al quintale) per ogni quintale di risone venduto (nulla di nuovo sotto il sole quando si parla di quote di produzione, ed anche allora funzionava l'ammasso per il ritiro dal mercato). Il meccanismo della trattenuta funzionava efficacemente ed egregiamente in quanto, per trasportare il risone dall'azienda agricola allo stabilimento industriale, occorreva un buono di autorizzazione al trasporto, e per ottenere questo buono l'acquirente industriale doveva pagare l'intero prodotto acquistato; da qui la possibilità di effettuare la trattenuta in modo certo e sicuro ed, al tempo stesso, il pagamento della merce all'agricoltore era assicurato in anticipo.
In quegli anni la superficie complessiva dei terreni coltivati a risaia si attestò attorno ai 130.000 ettari. Dai dati statistici in nostro possesso risulta che dal 1931 al 1956, in generale, la superficie investita parte da 140.000 per raggiungere i 160.000 e fino ai 180.000 ettari.
Nel 1957 la superficie era di 130.000 e, in tutti gli anni che seguono fino al 1965, con variazioni in più o in meno, la superficie si attesta attorno ai 130.000 ettari. E' la prima situazione di crisi della risicoltura italiana che, allora, non faceva ancora parte della Comunità Economica Europea e che già evidenziava le problematiche che oggi si ripetono.
Nel 1997 la superficie complessiva a risaia nel nostro Paese era di 232.800 ettari, con un incremento complessivo di oltre 100.000 ettari nel trentennio.
Il cereale risultava così coltivato: 80.400 ettari nella provincia di Vercelli e Alessandria 33.800 ettari nella provincia di Novara 82.000 ettari nella provincia di Pavia 15.000 ettari nella provincia di Milano 4.600 ettari in Veneto 11.600 ettari in Emilia e regioni centrali 4.700 ettari nel Sud e nelle isole.
Gli incrementi più rilevanti si sono verificati in provincia di Pavia e di Novara, ove lo stacco fra i due incrementi è rilevante. Ad esempio, dal 1981 ad oggi, si è passati: Pavia: da 48.188 a 82.284 ettari (+ 34.000 ettari) Vercelli: da 75.991 a 80.438 ettari (+ 4.447 ettari) Novara: da 28.392 a 33.845 ettari (+ 5.453 ettari) Milano e Lombardia: da 70.472 a 15.184 ettari (+ 7.712 ettari) si sono raddoppiate le superfici nel Veneto, nell'Emilia e nelle regioni centrali, nel Sud e nelle isole.
Pur raggiungendo, nel 1997, i 232.000 ettari di superficie, non si è superata la superficie massima garantita, oltre la quale scattano le penalizzazioni imposte dall'Unione Europea (239.000 ettari), penalizzazioni stabilite dal Regolamento CE n. 3072/95.
Va detto che nel 1998 la superficie investita a riso si è ridotta di ben 10.000 ettari.
Le aziende agricole risicole italiane nel 1997 erano 6.135 complessivamente e 2.814 in Piemonte, per una superficie di 114.000 ettari.
La superficie media aziendale è di ettari 40/41, la più grande maglia poderale per aziende cerealicole del nostro Paese.
La resa media unitaria è di 6,1/6,2 tonnellate ad ettaro, pari a quintali 61/62.
La produzione totale è di 1.300.000/1.400.000 tonnellate di risone pari a 13/14 milioni di quintali. La produzione piemontese è di circa 700.000 tonnellate, pari a 7.000.000 di quintali di risone.
Gli stabilimenti industriali in Piemonte sono 56 su 120 a livello nazionale, ed alcuni di questi sono multinazionali, le pilerie aziendali sono 11.
La struttura delle aziende agricole si può dividere in una serie di classi da dati E.N.R., anno 1997: fino a 3 ettari: n. 524, pari al 9%, per una superficie di 929.000 ettari da 3 a 10 ettari: n. 1197, pari al 20%, per una superficie di 759.000 ettari da 10 a 25 ettari: n. 1480, pari al 24%, per una superficie di 24.700 ettari da 25 a 50 ettari: n. 1392, pari al 23%, per una superficie di 50.040 ettari da 50 a 100 ettari: n. 1055, pari al 17%, per una superficie di 23.780 ettari oltre 100 ettari: n. 487, pari all'8%, per una superficie di 75.790 ettari.
Appare evidente, già fin dal 1997, con i dati statistici sopra indicati, che 3.201 aziende, complessivamente, coltivano 33.219 ettari. Le altre restanti aziende, per 2.934, coltivano la restante superficie, il che significa che, se nelle prime 3.201 aziende non ci sono altre attività complementari o principali, di fatto queste sono destinate nel breve tempo a scomparire, ad essere inglobate dalle aziende più grandi.
Vorrei ancora evidenziare che il valore aggiunto di risone trasformato in riso bianco è molto modesto e l'industria ha bisogno di lavorare su grandi quantitativi.
Questo è il quadro complessivo della risicoltura italiana e piemontese in cifre che, a valore di prodotto trasformato, è di 1.200/1.300 miliardi complessivamente, e di conseguenza 600/650 miliardi a livello di Piemonte.
Pur avendo avuto la risicoltura un trentennio di favore, va tuttavia rimarcato che il problema di fondo che si è acutizzato maggiormente oggi ma è pure stato presente nel passato, è ed era quello del collocamento della produzione, specie nei Paesi terzi extra-europei.
Si tratta, quindi, di una produzione strutturalmente eccedentaria rispetto al nostro consumo, che trova così il suo collocamento: consumo interno: 400.000 tonnellate esportazioni Paesi UE: 230.000 tonnellate esportazioni Paesi terzi: 200.000 tonnellate.
Totale: 830.000 tonnellate.
Questo per quanto attiene la produzione interna, che noi trasformiamo da risone grezzo in riso bianco. Inoltre, occorre aggiungere che vi sono state importazioni per 160.000 tonnellate di base semigreggio, provenienti da altri Paesi.
Le cose hanno avuto un andamento favorevole fino a quando si è rispettato: a) la preferenza comunitaria b) l'applicazione di dazi (o prelievi) che livellavano il prezzo del prodotto importato ai prezzi del prodotto italiano ed europeo c) si interveniva con le restituzioni (o premi) per le esportazioni verso Paesi terzi e per aiuti alimentari.
Ed infine, ciò che consentiva di dare slancio al settore (ma questo vale per tutta l'agricoltura) erano le continue svalutazioni della nostra moneta, le cosiddette svalutazioni competitive.
Dal cambiamento della politica comunitaria - con l'O.C.M. Riso del 1995 e degli accordi GATT a far tempo dal 1996 - si sono create le condizioni per la crisi del settore.
E' infatti noto che i nostri prezzi non possono reggere a prezzi mondiali che, per svariate ragioni, sono ben poco superiori al 50% dei nostri. Basti consultare i prezzi del mercato Chicago per il riso grezzo: la quotazione nel 1998 risulta essere, nel mese di marzo, di L. 27.855 al quintale; nel mese di maggio di L. 28.826; nel mese di luglio di L. 29.596 nel mese di settembre di L. 26.951; nel mese di novembre di L. 27.353.
Quindi, complessivamente, inferiore alle 30.000 lire al quintale. Sicché il prodotto a livello mondiale ha facile penetrazione sui nostri mercati in condizione di libera concorrenza.
Una battaglia concorrenziale a queste condizioni non può essere sopportata dai nostri produttori.
Quali le ragioni della crisi? a) rivalutazione monetaria b) mancati o diminuiti aiuti all'esportazione verso Paesi terzi e per gli aiuti alimentari c) riduzioni consistenti ed, in alcuni casi, l'azzeramento del prelievo o dazio sul prodotto di importazione da Paesi terzi d) mancata applicazione della preferenza comunitaria.
Si è determinato, pertanto, un ristagno della nostra produzione a cui si sono assommate importazioni dagli USA a dazio zero e/o dazio ridotto e da altri Paesi, quali l'Egitto, con agevolazioni tariffarie (16.000 tonnellate) di prodotto a base semigreggio per i Paesi A.C.P. (Africa Caraibi, Pacifico) e da PTOM (Paesi o Territori Oltre Mare - Antille Olandesi, ecc.).
Alla produzione nazionale ed europea si è aggiunto un notevole quantitativo di prodotto di provenienza extracomunitaria, che ha appesantito il mercato sia in termini di offerta che di riduzione dei prezzi.
Questi ultimi, dal 1995 ad oggi, si sono ridotti mediamente del 30-35 sino a toccare punte massime (per la varietà Arborio) sino al 50%, mentre i quantitativi che risultano invenduti sono di rilevanti dimensioni, che affluiscono all'intervento sia perché non trovano acquirenti sul mercato ed anche perché il prezzo del prodotto conferito all'intervento è superiore a quello realizzabile sul libero mercato.
Nel 1997 sono state conferite all'intervento 214.500 tonnellate (prezzi istituzionali 333,45 ECU/tonnellate per L. 1.973,93/ECU per salire sino a 339/341 ECU/tonnellata.
Questo, a grandi linee, il quadro della situazione e le ragioni della crisi che affliggono la nostra risicoltura. In una parola, lo squilibrio fra domanda e offerta, oltre ad un consumo molto basso (kg 5,5 pro capite annuo di riso, a fronte di kg 33 di pasta pro capite).
Non è per scaricare su altri il problema, anzi, hanno tutto il nostro sostegno umano e politico perché l'impresa a cui sono chiamato non è facile, ma i punti nevralgici della soluzione del problema sono in sede UE a Bruxelles, ed ancora maggiormente in sede GATT, nel contenimento delle importazioni e gli aiuti alle esportazioni.
Tuttavia, le notizie di questi giorni non paiono essere incoraggianti né per la risicoltura né per l'intero settore produttivo agricolo. Il progetto di Fuscler per il 1999/2000 è il congelamento dei prezzi garantiti agli agricoltori, a fronte di spese di produzione che sono in continua lievitazione.
Altri problemi di cui i risicoltori si sono resi conto sono: una riconversione qualitativa delle varietà, che stanno applicando passando dalla produzione di iaponica (riso a grana tonda) a quella di indica (riso a grana lunga), qualità che pare essere più privilegiata, più preferita dai Paesi consumatori nord-europei il contenimento dei costi di produzione una maggiore sensibilizzazione al consumo del riso rinegoziazione in senso più favorevole della O.C.M. Riso ricontrattazione degli accordi in sede GATT aumento dell'integrazione del reddito concesso in cambio della riduzione di prezzo, specie per il riso tipo indica aumento degli stanziamenti per gli aiuti alimentari a favore dei Paesi più poveri, quale strumento di politica estera della UE, così come praticato dagli USA più cautela nelle concessioni tariffarie per l'import di riso da Paesi extraeuropei.
Queste sono le possibili variabili che possono attutire o comunque annullare quella che è la crisi.
La Regione Piemonte si è fatta carico, fin dai primi mesi del 1998, di denunciare questa situazione prima a Bruxelles, poi in pari data sia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiani che al Ministro degli Esteri Dini che al Ministro dell'Agricoltura, per cercare di porre rimedio a questo tipo di situazione.
La Regione che cosa può fare? - approvazione urgente della legge sull'irrigazione e bonifica approvazione della legge sul Distretto del riso, che comunque deve essere ancora discussa in Commissione dove pare che le cose vadano per le lunghe non sicuramente per colpa dell'Assessore, come qualcuno vuol far credere incremento di iniziative volte alla sensibilizzazione del consumo del riso in compartecipazione con altre Regioni produttive, con possibilità urgenti di operare.
Queste sono indicazioni, a mio avviso, che, se correttamente manovrate ed applicate, consentono di riequilibrare l'offerta alla domanda, per poter garantire un prezzo equo alla produzione e salvare la nostra risicoltura da un'involuzione repentinamente negativa che la sta portando al collasso.
Gli eventi di questi ultimi giorni sono noti a tutti: marzo: discussione nuova O.C.M. Riso manifestazioni dei risicoltori non contro il Ministro, ma a sostegno del Ministro nella difficile contrattazione di Bruxelles, per dargli più potere per parte nostra, il sostegno al Ministro affinché sostenga le posizioni ragionevoli dell'Italia e soprattutto ponga il riso fra le produzioni che il Paese Italia intende difendere maggiormente, in quanto notevolmente colpito dalla crisi e da questa situazione di difficoltà dell'agricoltura europea in generale e italiana, per quanto riguarda in generale le produzioni e particolarmente per quanto riguarda il riso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rosso; vorrei sapere a che titolo interviene.



ROSSO Roberto

In quest'aula parlano tutti per qualsiasi motivo; perché io ho la censura?



PRESIDENTE

No, volevo semplicemente conoscere il motivo per cui ha chiesto la parola.



ROSSO Roberto

Stiamo parlando della risicoltura. Nella Conferenza dei Capigruppo si era deciso di affrontare la situazione concernente la crisi della risicoltura piemontese solamente - nella seduta odierna - con la relazione dell'Assessore Bodo (anche se qualcuno ha pensato di non ascoltare la relazione). Penso che alle ore 18 non sia tardi per discutere un problema così importante, per cui chiedo, formalmente, al Presidente del Consiglio di porre in votazione almeno l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri della Lega Nord: dobbiamo dare subito una risposta ai nostri piemontesi.
Oggi in quest'aula non si è fatto nulla! Formalmente le chiedo, Presidente, visto che abbiamo la possibilità di chiudere la seduta con qualche provvedimento approvato, che venga posto in votazione l'ordine del giorno presentato dalla Lega Nord.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Accetto volentieri la provocazione del collega Rosso, aggiungendo che è stato presentato anche un ordine del giorno del Gruppo Forza Italia firmato anche da altri colleghi. Se la maggioranza è d'accordo proporrei di porre in votazione anche il nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Giustamente il collega Rosso ha detto che questo argomento è molto importante. Condivido questo suo giudizio. Proprio perché è importante penso meriti l'attenzione di tutto il Consiglio, non solo di una parte.
Sminuiremmo l'importanza del problema se noi, oggi, provvedessimo ad approvare uno, due o tre ordini del giorno, senza avere il contributo di tutto il Consiglio.
Siccome siamo stati coerenti con quanto deciso nella riunione dei Capigruppo, nella quale si era stabilito di sentire la relazione dell'Assessore - noi lo ringraziamo per averla svolta nonostante le condizioni "climatiche" sfavorevoli - proporrei di rinviare la discussione degli ordini del giorno alle prossime sedute o quando i Capigruppo decideranno di calendarizzarli.



COTTO Mariangela

ROSSO Roberto (fuori microfono)



COTTO Mariangela

Metta in votazione la mia proposta, Presidente! Passiamo alla votazione degli ordini del giorno. E poi, non piangete sempre, assumetevi le vostre responsabilità!



PRESIDENTE

Posso leggere gli ordini del giorno ed esprimere delle valutazioni però, oggettivamente, era stato assunto l'impegno di fare soltanto la discussione generale. Comunque l'aula è sovrana e se riterrà di andare in altra direzione, legittimamente può farlo.
L'ordine del giorno presentato dalla Lega Nord trova anche la mia adesione, ma credo che i due ordini del giorno possano trovare un momento di sintesi ed essere unificati. Il fatto di avere un solo ordine del giorno, approvato da un elevato numero di Consiglieri, rafforza l'efficacia del documento stesso.
Chiederei, pertanto, di valutare se non sia il caso di passare alla discussione in altra seduta.
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Presidente, lei mi conosce, sa che parlo sempre in modo molto chiaro.
Ha ragione il Consigliere Riggio a dire che passiamo la vita consiliare non in Consiglio, ma nelle Conferenze dei Capigruppo. I Capigruppo non decidono nulla. Nel senso che decidono, ma quanto viene deciso non si applica poi in aula, perché bastano cartelli, questioni incidentali, scuse numeri legali, per far saltare tutto.
Siccome il Consiglio non è sciolto, chiedo che gli ordini del giorno vengano posti in votazione.
Capisco che potrebbero essere unificati, ma andiamo nuovamente a perdere tempo, ed è una bellissima scusa per rinviare il problema di tre quattro giorni. Se vuole, li unifichiamo adesso, ma non, come dice lei, di unificarli e poi di votarli e discuterli in altra seduta. Perché nella prossima seduta si discuteranno altri problemi, del Global Service oppure di EXPO 2000. La questione del riso slitterà, come al solito. Presidente, i nostri risicoltori sono furenti.
Le chiedo, Presidente, di sospendere la seduta per dieci minuti per unificare gli ordini del giorno, oppure di votarli tutti e due. Non c'è alcun problema a votarli tutti e due!



PRESIDENTE

Chiedo se l'aula ritiene di superare la discussione e di passare immediatamente alla votazione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Presidente, lei ha detto poc'anzi che la proposta del Consigliere Rosso di sospendere qualche minuto la seduta per l'unificazione degli ordini del giorno...



SALERNO Roberto

ROSSO Roberto (fuori microfono)



SALERNO Roberto

Non deve però essere la scusa per far poi mancare il numero legale!



PRESIDENTE

Io non mi assento, se mi chiedono una sospensione di due minuti, sarà di due minuti. Chiederei se l'aula ritiene di passare alla votazione senza la discussione generale degli ordini del giorno.
La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente, i Capigruppo avevano deciso un certo percorso per questo Consiglio regionale, però questo percorso è stato interrotto dagli stessi Capigruppo che lo avevano deciso. Se sono usciti dall'aula, ad un certo punto è stata una decisione sbagliata proprio da loro che avevano deciso questo percorso. Perciò io chiedo di poter unificare adesso i due ordini del giorno e di portarli in votazione.



PRESIDENTE

Sulla proposta di passare immediatamente alla votazione degli ordini del giorno chiedo al Consigliere Segretario Toselli di procedere all'appello nominale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Si tratta solo della proposta di passaggio alla votazione degli ordini del giorno, dopodiché sospenderò.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire prima della votazione e io le ho dato la parola. Dopo l'intervento della Consigliera Spagnuolo, se ci saranno altre richieste, darò la parola, altrimenti passeremo alla votazione per il passaggio, com'è stato proposto, alla votazione degli ordini del giorno.
Prego, Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Svolgerò un brevissimo intervento. In una delle ultime sedute di Consiglio regionale mi ero permessa di intervenire sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale riferendomi alla difficoltà che esisteva in me e nel mio Gruppo di partecipare a riunioni dei Capigruppo estremamente lunghe e che in qualche modo creano nervosismo nell'aula. Il mio intervento era evidentemente caduto nel vuoto; oggi un intervento del collega Riggio, un po' più appassionato e anche dalla parte di chi passa molte ore in quest'aula, ha riproposto la questione.
Vorrei quindi ricordare che oggi in una lunghissima Conferenza dei Capigruppo ho proposto io stessa, come ha ricordato la collega Cotto, che si facesse la relazione dell'Assessore su una questione molto importante di merito, come quella del riso. Dopodiché io non conoscevo che era circolata la voce che il Consiglio dovesse essere interrotto alle 18, voce che però il Presidente nella Conferenza dei Capigruppo ha confermato.
Dopodiché siamo venuti in aula; vi è stata una richiesta, vi è stato un momento di grande trambusto che io non ho capito, perché nel frattempo mi telefonava il collega Angeli per darmi le informazioni su questa vicenda per cui ho visto i colleghi dell'opposizione uscire, ovviamente sono uscita anch'io (parlo dei colleghi del centro-sinistra). Sono uscita anch'io nonostante la collega Cotto mi volesse "intrappolare" raccontandomi una favola per tenermi lì; ho però seguito, perché mi interessava, dai monitor in corridoio la relazione dell'Assessore Bodo.
Adesso sono rientrata in aula per dire una cosa: il Presidente del Consiglio alla Conferenza dei Capigruppo aveva detto a tutti, quindi anche a me, che questo Consiglio sarebbe terminato alle ore 18 - adesso sono le ore 18,43: bene, io non credo che questo termine del problema si possa cambiare, soprattutto in assenza di una minoranza. Dopodiché il Consiglio si regoli come vuole, mi permetto di dire che questo tipo di comportamento forse non aiuterà. Io ho ascoltato dal monitor anche l'intervento della collega Cotto, che ringrazio, per carità, non sono qui assolutamente a dare valutazioni o voti a nessuno, ma desidero ricordare al Presidente del Consiglio regionale, e per questo sono rientrata, che il Presidente Deorsola ha detto a tutti i Capigruppo che il Consiglio terminava, per richiesta di alcuni Consiglieri, alle ore 18. Pertanto, mi sembrerebbe curioso che quasi un'ora dopo il Consiglio si fermi e voti un documento pur comprendendo che ci sono delle difformità, però il collega Deorsola ha detto questo e io mi sono sentita in dovere di ricordarlo.
A questo punto, chiedo formalmente all'Assessore Bodo di voler consegnare al nostro Gruppo la relazione che ha svolto in aula e che io ho ascoltato, ma non mi sembra - mi permetto di dire - che procedere possa aiutare i rapporti, che sono già molto tesi, in quest'aula.
Ripeto: scelga l'aula, io volevo semplicemente ricordare questo impegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Signor Presidente, intervengo soltanto per dire che i problemi che abbiamo voluto affrontare anche alle 18,43 sono problemi gravissimi di questa Regione, che secondo me non hanno motivo di aspettare e nemmeno sono degni di quello che è successo oggi.
Ritengo quindi doveroso proseguire ed arrivare alla votazione di questi ordini del giorno perché sono quelli per i quali i piemontesi aspettano risposte certe.
Vorrei però chiedere al Presidente: quando vi sono più ordini del giorno su un problema relativamente importante, prima di passare alla votazione degli stessi mi pare che per consuetudine si tenti di unificarli quindi chiedo per quale motivo invece per questi ordini del giorno si debba votare immediatamente. Non crede sia meglio unificarli?



PRESIDENTE

No, io non ho detto che si devono votare immediatamente. Dopo avere ricordato che c'era un'indicazione a livello dei Capigruppo, ma che comunque l'aula è sovrana - questo è ovvio - ho solo chiesto se l'aula votava, non sugli ordini del giorno, ma sul fatto di votare immediatamente poi ho detto che ci sarebbe stata la sospensione.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi permetto di fare un appello ai colleghi della mia maggioranza e un appello al collega Roberto Rosso della Lega, perché, vedete, voi mi dite tante volte di avere un atteggiamento troppo accondiscendente nei confronti dell'opposizione, e questo può darsi che sia anche vero, può darsi che un atteggiamento più duro, più determinato in tante occasioni, possa portare a risultati migliori di quelli che fino ad oggi con il mio atteggiamento ho raccolto. Io ho uno stile ed un convincimento preciso che è quello che quando si prendono degli impegni, questi si mantengono, anche di fronte a persone che così non fanno sistematicamente, perché c'è sicuramente una parte dell'opposizione che ha intenzione di lavorare per restituire un'agibilità democratica a quest'aula, un giusto dibattito, una discussione anche in toni accesi di contrapposizione, ma che ritiene che il rapporto tra maggioranza ed opposizione all'interno dell'aula debba essere gestito attraverso impegni e procedure precise; c'è invece un'altra parte dell'opposizione che ha deciso di non percorrere questa strada.
Ebbene, io ritengo che non si debba cadere - mi rendo conto - in facili percorsi o in percorsi abbreviati; io so di dare in questo senso una delusione al collega Roberto Rosso che però invito ad interpretare questa mia richiesta in maniera costruttiva e non distruttiva. Sarebbe probabilmente una lezione, sarebbe probabilmente una prova di forza quella di approvare gli ordini del giorno questa sera, senza la presenza dell'opposizione, però...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

ROSSO Roberto (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io sono all'opposizione, Presidente!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi scusi, ha ragione: senza tutta l'opposizione. Ha ragione, è stato un lapsus freudiano, diciamo.
Torno a ripetere, perlomeno lo dico per me, l'invito alla mia maggioranza a seguire questa mia indicazione (chiaramente questo non posso chiederlo al collega Roberto Rosso, ma alla mia maggioranza sì): nella Conferenza dei Capigruppo si è deciso di fare una cosa diversa. Il fatto che una parte dell'opposizione abbia abbandonato l'aula deve comunque dare a noi il senso di responsabilità di rispettare questa decisione. Credo che sia un gesto di correttezza che deve andare nella direzione di dimostrare che noi vogliamo l'agibilità democratica dell'aula; se c'è qualcuno che non la vuole, lo si vede in tutte le sedute del Consiglio. Prendiamone atto, ma non mettiamoci sullo stesso piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Intervengo perché il Presidente mi ha tirato "in ballo".
Prima di tutto, il senso di correttezza lo assumo nei riguardi dei poveri risicoltori. Dopodiché andiamo a verificare chi, in quest'aula, è corretto e chi non lo è. Presidente, lei sa come stanno le cose.
Quanti Consiglieri di opposizione hanno posto delle questioni che poi sono state bocciate? Sono di opposizione. Pongo tale questione, visto che gli accordi presi nelle Conferenze dei Capigruppo sono costantemente rimodificati in aula o da nuove Conferenze. Questa volta mi permetto io di sollevare il problema! Siamo andati avanti quattro ore su "cartello sì cartello no"! Io non espongo cartelli, ma potrei sempre farlo, se ci sentite solo con i cartelli, se è questo che volete, se volete cinquanta interventi a Consiglio! Non è che non si interviene perché non siamo capaci: non c'è problema, lo facciamo. Basta dirlo; basta capire se voi siete solo sensibili alle botte, oppure se si può anche ragionare democraticamente! Capisco, Presidente, la tua posizione.
Pongo una questione da umile oppositore: noi abbiamo un ordine del giorno, abbiamo sentito l'Assessore, chiedo che l'aula si pronunci se votare oppure no; se si desidera votare, si voti. Punto! Decidete voi; voi siete la maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Concordo assolutamente con il Presidente Ghigo.
Presidente Ghigo, perché concordo sempre con lei? Perché la democrazia e l'agibilità di un'aula, visto che noi rivendichiamo delle regole, non si fa con i colpi di mano, non si fa con le furbizie. Io e il mio Gruppo comunque non voteremo ordini del giorno, così sgombriamo subito il campo prendendoci la responsabilità, anche di fronte al collega Rosso: lui strumentalmente ha ragione, perché giustamente fa la sua politica legittima e cerca di passare come difensore, alfiere ed unico interessato alla sorte dei risicoltori piemontesi. Vorrei tanto che i risicoltori piemontesi potessero avere un futuro migliore, grazie alla votazione del nostro ordine del giorno, alle ore 18,55 di questo mercoledì 3 marzo. Purtroppo, penso che il nostro ordine del giorno potrebbe avere un'influenza pressoch assolutamente nulla.
Detto ciò e detto che comunque il mio Gruppo non partecipa al voto, il Presidente Ghigo ha ragione: gli accordi vanno mantenuti, anche quando non si è in due a farlo, perché quando si chiede il rispetto delle regole lo si chiede in maniera molto più ferma - Presidente del Consiglio, mi spiace dirglielo - di quanto non sia stato fatto oggi, se dobbiamo essere noi i primi ad applicare questo rispetto delle regole.
Condivido e con il mio Gruppo, ovviamente, siamo disponibili a proseguire ulteriormente questa discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Sono rientrato per verificare se per l'ennesima volta gli accordi, che si è detto che in quest'aula sono disattesi, si volevano ancora una volta disattendere.
Ci troviamo di fronte ad un tema per il quale è stata richiesta la convocazione di un Consiglio da parte della minoranza. Per questo tema nella riunione dei Capigruppo è stato chiesto che si potesse svolgere un dibattito propositivo e costruttivo, che potesse mettere la Giunta e l'Assessore nelle condizioni di gestire una difficile problematica per il nostro Piemonte.
Sono stati presentati degli ordini del giorno e adesso mi si dice che senza quegli ordini del giorno non si possono risolvere le problematiche del riso! Faccio di nuovo il gesto che ho fatto l'altra volta: Presidente se li mette sotto il braccio e se ne va in giro così.
Gli ordini del giorno sono un'indicazione di carattere politico. Le indicazioni di carattere politico vanno riassunte e nascono da una discussione all'interno degli organismi assembleari. La votazione dell'ordine del giorno di maggioranza o la negazione dell'ordine del giorno di minoranza non serve a nulla, se non c'è un minimo di indicazione politica per risolvere un problema.
Adesso sono ancora qui, non ho mai chiesto che il Consiglio terminasse alle sei del pomeriggio, ma oggi ho sentito il Presidente del Consiglio che diceva che alle sei di pomeriggio si sarebbe chiusa la discussione.
Dopodiché nella riunione dei Capigruppo si è discusso se leggere o meno la relazione, per interrompere la seduta subito dopo e concludere l'argomento al più presto, per discutere, prima o poi, anche di EXPO 2000, perché la prossima volta vi annuncio che vengo anch'io qui con un cartello, perché se si può esibire un cartello, possono esibirlo tutti! Allora, vengo qui con il cartello, ma le annuncio anche, Presidente, che, qualora decidessi di farlo, non me ne vado via dall'aula quando lei mi espelle, ma mi fa cacciare lei, a forza, perché così anch'io produrrò il mio spot televisivo! Sono stufo di vedere solo e sempre gli altri che producono spot televisivi ne voglio produrre un po' anch'io! Il riassunto di tutta questa disputa è che in quest'aula consiliare non discuteremo più delle politiche per la Regione Piemonte: produrremo spot televisivi oppure giornalistici.
Posso anche capire che il collega Rosso dica: "Adesso votiamo", ma avrei capito di più che il collega Rosso dicesse: "Adesso discutiamo", non: "Adesso votiamo".



MONTABONE Renato

ROSSO Roberto (fuori microfono)



MONTABONE Renato

Abbiamo votato il bilancio senza discutere.



MONTABONE Renato

Abbiamo votato il bilancio senza discuterlo. Questa è la dimostrazione che non tutte le opposizioni tendono a fare lungaggini o, alias, come qualcuno le chiama, ostruzionismo, ma ci sono differenze sostanziali nell'ambito delle opposizioni. C'è di più: si è votato un bilancio senza discutere perché abbiamo ritenuto che il tempo di discussione sui singoli capitoli del bilancio potesse essere recuperato per discutere argomenti importanti, uno dei quali era la questione del riso.
Chiudo dicendo che ognuno è libero di assumere le proprie responsabilità.
Nell'ambito della maggioranza ho già sentito quattro posizioni rispetto al proseguire o meno sulla votazione degli ordini del giorno. Quattro perché ne avevo sentita una del Consigliere Scanderebech che praticamente diceva: "armiamoci e partiamo"; la posizione della Consigliera Cotto: "calma ragazzi, perché a volte armarsi e partire può significare prendersi una nasata". Infine, c'è la posizione del Presidente Ghigo che vuole, per quanto possibile - in quest'aula non si tiene mai conto delle regole tenere fede agli impegni assunti.
La minoranza, se oggi non ha potuto discutere del riso in termini propositivi e costruttivi, vi riconvoca il Consiglio fra quindici giorni per discutere del riso! Voi avrete votato degli ordini del giorno importantissimi, ma non potrete impedire a nessuno - non al sottoscritto che probabilmente non interverrà sull'argomento - di discutere di alcune tematiche.
E' anche vero che i Consigli, che verranno convocati entro quindici giorni, hanno dei punti all'o.d.g. che imporranno al Consigliere Montabone di venire in aula con i cartelli.



PRESIDENTE

E' stato molto costruttivo, però...



MONTABONE Renato

Sono un moderato di natura, forse un po' impulsivo, probabilmente ci ripenserò. Dopodiché, così come ho avuto la libertà di intervenire, gli altri Consiglieri sono liberi di proseguire nella votazione o meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Come giustamente diceva il collega Montabone, precedentemente ho dichiarato che ero d'accordo nel proseguire i lavori con la votazione dei due ordini del giorno.
Uscendo dalla Conferenza dei Capigruppo non ho sentito - anche perch ho problemi di udito - che cosa era stato deciso circa la chiusura dei lavori del Consiglio. Per cui, se il Presidente conferma che si era stabilito di chiudere i lavori del Consiglio alle ore 18, è giusto che si rimandi la votazione degli ordini del giorno alla prossima seduta di Consiglio. Dopodiché, se questa era un'occasione politica, Consigliere Rosso, per unirci e distinguerci, mi dispiace poterla perdere; vi saranno altre occasioni che noi di Forza Italia auspichiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

E' evidente che in un'assemblea democratica devono esserci sia forze di maggioranza che di opposizione per seguire gli iter di una proposta oppure di un ordine del giorno. Però i Capigruppo avevano deciso un determinato percorso, ma questi stessi Capigruppo, appena arrivati in aula, hanno cambiato subito le ipotesi di percorso. Io non ho ancora capito - prima o poi qualcuno me lo spiegherà - perché le opposizioni hanno abbandonato l'aula. Non so se sono uscite per solidarietà con il Presidente del Consiglio o per solidarietà con il Consigliere Cavaliere che ha esposto il cartello.
Non ho capito il motivo per cui hanno abbandonato l'aula dopo una riunione dei Capigruppo dove si è deciso un determinato percorso. A questo punto, mi chiedo perché vengono convocate le Conferenze dei Capigruppo. A questo punto, mi chiedo se la sceneggiata delle opposizioni era precostituita, quindi qualsiasi risultato si sarebbe ottenuto, loro avrebbero abbandonato l'aula: ci dicano perché sono usciti. O non convochiamo più le riunioni dei Capigruppo - qualcuno in aula cambia quanto deciso nella riunione - oppure, se le convochiamo, deve essere rispettato l'ordine delle discussioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Forse non sono stato sufficientemente chiaro nel precedente intervento.
L'ultimo accordo raggiunto nella Conferenza dei Capigruppo - l'ultimo perché ogni volta cambia - era il seguente: relazione dell'Assessore Bodo.
Erano tutti d'accordo, Presidente?



PRESIDENTE

Avevamo stabilito di fare solo la relazione.



ROSSO Roberto

Perfetto. Per motivi, giusti o non giusti, non sto a discutere, è stato chiesto il numero legale. Se non erano presenti la maggioranza e la Lega se non fossero stati raggiunti i 28 voti - minimo 26 - si sarebbe svolta la relazione dell'Assessore Bodo?



PRESIDENTE

Ovviamente no.



ROSSO Roberto

Qualcuno ha visto che il numero legale c'era; malgrado questo si sono alzati e sono usciti dall'aula: questa non è la rottura di un accordo assunto in Conferenza dei Capigruppo? Nel momento in cui c'è il tentativo di rompere l'accordo e viene rotto allora non si può dire: "Rosso, tu vai contro quanto stabilito nella Conferenza dei Capigruppo" (questo è quanto si legge tra le righe). No, non sono io! Troppe volte mi sono adeguato ad andare avanti fino alle ore 20 21 o 22 quando era prevista la chiusura dei lavori per le ore 18, perch qualche collega della minoranza, giustamente, poneva alcune questioni.
Adesso la pongo io una questione. Quindi, Presidente, adesso abbiamo ascoltato l'aula, le chiedo di seguire la procedura e vedere se è possibile votare gli ordini del giorno.



ROSSO Roberto

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



ROSSO Roberto

Siccome noi siamo rispettosi delle minoranze, rispettiamo gli accordi presi.



ROSSO Roberto

Scanderebech, non è che questo atteggiamento sia un avvicinamento; è semplicemente che la Lega si è stancata di subire decisioni non concordate da parte del centro-sinistra! Siccome la questione della risicoltura l'abbiamo posta anche noi, vogliamo andare avanti su tale questione.
Dopodiché c'è una maggioranza, più o meno trasversale, e una minoranza, più o meno trasversale; decida la maggioranza!



PRESIDENTE

L'intesa raggiunta nella Conferenza dei Capigruppo era la seguente: l'Assessore Bodo avrebbe svolto la relazione e il dibattito sarebbe stato svolto in una riunione successiva.
Ha fortemente sorpreso anche me il fatto che, rientrati in aula, dopo una discussione in Conferenza dei Capigruppo, ci sia stato l'abbandono dell'aula di una parte significativa della minoranza.
Ho letto con attenzione gli ordini del giorno e la mia valutazione sui documenti è di adesione all'ordine del giorno formulato dalla Lega Nord. Ha ragione il Consigliere Rosso nel dire che l'intesa raggiunta nella Conferenza dei Capigruppo è stata "rotta" con l'abbandono dell'aula da parte della minoranza.
Credo - proprio per avere alla fine della discussione un ordine del giorno più forte possibile - che alla relazione dell'Assessore debba seguire una discussione. E' vero che avevamo individuato una riunione più breve del normale - avevamo stabilito la chiusura dei lavori verso le ore 18 - ma se ci sono degli argomenti in discussione si possono completare.
Credo peraltro, e in questo senso chiedo a lei, Consigliere Rosso, di rinunciare alla richiesta di passaggio ai voti degli ordini del giorno (comunque, se lei insiste, li pongo in votazione), che comunque questo sia un cambiamento di quanto è stato deciso nella Conferenza dei Capigruppo.



ROSSO Roberto

Li ponga in votazione, Presidente!



PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta del Consigliere Rosso di votare gli ordini del giorno senza ulteriore discussione.
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 21 votanti 17 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri La votazione non è valida per mancanza del numero legale.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.13)



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