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Dettaglio seduta n.335 del 03/03/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Gallarini Vaglio e Viglietta.



(Il Consigliere Cavaliere espone un cartello relativo all'appalto "Global Service")


Argomento: Contratti ed appalti

Invito del Presidente del Consiglio regionale al Consigliere Cavaliere di ritiro del cartello esposto relativo all'appalto "Global Service" e conseguente espulsione dall'aula del Consigliere stesso


PRESIDENTE

Chiederei, com'è nella nostra prassi, di non esporre cartelli impropri anche se attengono ad una discussione che è stata fatta e che potrà essere ulteriormente rifatta.
Prego il Consigliere Cavaliere di riporre il cartello. C'è un cartello improprio, Consigliere: la prego di volerlo rimuovere.
Prego i Consiglieri di prendere posto in modo che ci siano le condizioni per svolgere normalmente i nostri lavori.
Consigliere Cavaliere, la invito a rimuovere il cartello o, se non lo vuole chiamare cartello, quel foglio che è davanti a lei.
CAVALIERE Non è un cartello: è un mio documento di lavoro.



PRESIDENTE

Nella nostra prassi operativa non è previsto che si manifestino in questo modo...
CAVALIERE Non sto manifestando, mi serve per lavorare...



PRESIDENTE

La prego di voler rimuovere il cartello, altrimenti non ci sono le condizioni per iniziare i lavori.
CAVALIERE Le ripeto che non è un cartello, è un mio documento di lavoro.



PRESIDENTE

Non è un documento di lavoro. Abbiamo già avuto altre ipotesi di questo genere; la invito in modo informale, amichevole, a rimuovere questo documento, in modo che si possa iniziare il regolare svolgimento dei lavori...
CAVALIERE Le ripeto che è uno strumento di lavoro; mi serve per prendere appunti.



PRESIDENTE

Questo non è uno strumento che la nostra prassi prevede per il dibattito politico. Non posso accettare l'esposizione di questo cartello perché disturba il regolare andamento dei lavori, anche perché, se questa prassi fosse valida per tutti, questa non sarebbe più un'aula consiliare ma sarebbe qualcosa di diverso, il che non voglio succeda.
CAVALIERE E' già qualcosa di diverso!



PRESIDENTE

Consigliere, la richiamo formalmente - prima ho fatto degli inviti amichevoli - a rimuovere il cartello.
CAVALIERE Presidente, formalmente le dico che non è un cartello: è un foglio per i miei appunti.



PRESIDENTE

Lo qualifichi come vuole; io la invito a rimuovere quel pezzo di carta o di cartone che io qualifico cartello; la invito a rimuovere quell'oggetto che è davanti al suo corpo.
Consigliere, l'ho richiamata formalmente, la prego di voler ottemperare a questa indicazione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,59 riprende alle ore 11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Voglio ricordare il disposto dell'art. 55 (Disciplina delle sedute) del Regolamento interno del Consiglio regionale: "Se un Consigliere pronuncia parole sconvenienti oppure disturba, con il suo contegno, la libertà della discussione e l'ordine della seduta, il Presidente lo richiama formalmente" ritengo che questa ipotesi si sia verificata e ho provveduto ad effettuare un richiamo formale - "Dopo un secondo richiamo all'ordine avvenuto nella stessa seduta, il Presidente può deliberare l'esclusione del Consigliere dall'aula per tutto il resto della seduta. Sulla decisione del Presidente non è ammessa discussione. Tale esclusione può essere deliberata dal Presidente anche dopo un solo richiamo all'ordine o quando il Consigliere provochi tumulti o disordine o trascenda ad oltraggi e vie di fatto".
Desidero informarla, Consigliere Cavaliere, che l'ho invitata formalmente a rimuovere quell'oggetto (lei lo qualifichi come vuole, io lo qualifico un cartello o comunque un foglio di formato ampio). In questo senso, a termine dell'art. 55, l'ho richiamata. La invito a rimuoverlo immediatamente per poter dare inizio ai nostri lavori.
CAVALIERE Presidente, lei dovrebbe invitare a rimuovere...



PRESIDENTE

Questo è un altro problema. Lei, cortesemente, dopo il richiamo, esegua il richiamo del Presidente. La invito a voler rimuovere il cartello, perch questo non è un modo per la dialettica interna.
CAVALIERE Non sto "dialettizzando" nulla, Presidente. Non sto disturbando nessuno.



PRESIDENTE

Questo lo valuta il Presidente. Ritengo che l'esposizione del cartello non sia una modalità che consenta il normale svolgimento dei lavori. L'ho richiamata formalmente una prima volta e la invito nuovamente a rimuovere quel foglio di carta o cartello o come lo si voglia qualificare. Devo richiamarla una seconda volta, se lei non lo rimuove immediatamente. Le chiedo di eseguire l'indicazione che le ho chiesto.
Consigliere, la richiamo una seconda volta formalmente...
GRIFFINI Ma quante "seconde volte" ci sono?



(Proteste dai banchi dei Consiglieri di Alleanza Nazionale)



PRESIDENTE

La richiamo una seconda volta e, se lei non esegue, la devo espellere dall'aula per la restante parte della seduta.
Consigliere Cavaliere, la invito a lasciare l'aula.



(Il Consigliere Cavaliere esce dell'aula)



PRESIDENTE

Prego il Consigliere Questore Peano di provvedere alla rimozione del cartello.



(Il Consigliere Questore Peano provvede alla rimozione del cartello)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Se ho ben capito: lei ha espulso dall'aula un Consigliere perché ha esposto il cartello che sto tenendo in mano davanti al proprio banco e si è rifiutato di toglierlo?



PRESIDENTE

E' così.
CHIEZZI Io trovo questo fatto molto grave, anche perché ci sono dei precedenti in quest'aula di esposizione di cartelli - ricordo che avevo esposto un cartello recante la scritta "Nuove elezioni subito" - che sono stati gestiti dalla Presidenza del Consiglio in modo tale da non giungere ad un provvedimento amministrativo di questo genere. In quei casi, a seguito di una discussione e di un tentativo fisico, materiale da parte di membri dell'Ufficio di Presidenza e a seguito di colloquio, dopo una breve sospensione del Consiglio, si era ugualmente arrivati alla rimozione dei cartelli.



PRESIDENTE

Questo è stato fatto, lei non era presente. Il Consiglio è stato sospeso brevemente e ho invitato personalmente il Consigliere Cavaliere a rimuovere il cartello.
CHIEZZI Presidente, bisognava insistere - questa è la mia opinione - sino alla risoluzione non amministrativa del problema. Lo considero un brutto incidente perché è una scelta estrema che priva il Consiglio regionale di una forza e quindi non condivido questa decisione.



PRESIDENTE

Il nostro Regolamento non prevede che ci sia discussione sulla decisione che io credo di aver adottato dopo svariati richiami, anche cortesi.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ad un sollecito esame delle problematiche relative al I Salone dell'Educazione e della Formazione e ad EXPO 2000


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Pichetto; ne ha facoltà.
PICHETTO, Assessore al commercio Non ho nulla da eccepire sulla possibilità di iniziare con la discussione sulla questione del riso, che è grave ed importante, ma chiedo se il Consiglio avesse dieci minuti preliminari alla questione riso, se fosse possibile esaminare il provvedimento relativo alle norme che riguardano i distributori di carburanti, perché la questione sta assumendo una certa gravità sul territorio. E' un provvedimento che la Commissione ha dibattuto a lungo e dovrebbe incontrare l'unanimità del Consiglio. L'aula è regolarmente costituita; lascio a lei, Presidente, o ai Gruppi, le valutazioni in merito alla mia richiesta.



PRESIDENTE

Non nella mattinata, questo problema lo potremo vedere nel pomeriggio.
I provvedimenti di legge li esaminiamo nel pomeriggio; questa mattina affrontiamo la discussione che era prevista.
PICHETTO, Assessore al commercio Faccio solo presente quella che è una situazione di emergenza, perch sono comunque in previsione cinquecento chiusure.



PRESIDENTE

Questo lo conosciamo, credo però che sia opportuno iniziare come previsto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.
RIBA Dato che fra gli argomenti all'o.d.g., senza che ne avessimo definito una gerarchia, abbiamo la conclusione della discussione e le relative deliberazioni concernenti la questione che cito come titolo "Masaracchio" io propongo, anzi, richiedo, di cominciare da questo argomento, che è un argomento politico che era già stato avviato in una precedente seduta, per cui è dovuto che noi concludiamo con un argomento che era già stato chiesto, che era già stato avviato e che è di natura politica.



PRESIDENTE

Vorrei insistere - poi, se lei ritiene, mettiamo ai voti l'inversione dei punti all'o.d.g. - sul fatto che in questo momento - e credo che tarderà ancora, perché l'ho sentito telefonicamente - il Presidente Ghigo non è presente in aula e, di conseguenza, non credo sia opportuno affrontare questo argomento.
Se, Consigliere Riba, lei mi chiede formalmente di votare sull'inversione dell'o.d.g., la pongo in votazione, però consiglierei, per il migliore svolgimento dei lavori, di iniziare con la relazione dell'Assessore Bodo e poi si potrà eventualmente interrompere.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.
SAITTA Presidente, la questione "Masaracchio" non è iscritta all'o.d.g. Dal punto di vista formale, è un problema che tutti quanti, compreso il Presidente, abbiamo deciso di dover affrontare per la gravità della situazione. Quindi, credo che occorra cominciare proprio da quel punto.
Sospendiamo il Consiglio; il Presidente ci aveva promesso addirittura la discussione nella giornata di ieri pomeriggio, poi nel pomeriggio il dibattito è stato lungo, però diventa una questione pregiudiziale per affrontare qualunque tema all'o.d.g.
Mentre ho la parola, ricordo che all'o.d.g. sono ormai iscritti tre argomenti richiesti con una lettera da parte di quindici Consiglieri: c'è il problema del CSI...



PRESIDENTE

Anche il riso è uno di questi.
SAITTA Anche il riso è uno di questi, lo so, però la questione "Masaracchio" era una questione pregiudiziale. Io la ripropongo, altrimenti...



PRESIDENTE

Non era questa la conclusione dei Capigruppo.
SAITTA Non era questa la conclusione dei Capigruppo?



PRESIDENTE

Ai Capigruppo io ricordo che si era detto di fare prima la discussione su riso ed EXPO 2000 e dopo questa.
SAITTA Presidente, le chiedo scusa, la questione "Masaracchio" era una questione essenziale. Lei ricorda perfettamente, come ricordano i colleghi che nel momento di approvazione del bilancio fu detto chiaramente che si ricominciava in aula da quel punto con l'impegno da parte di tutti.
Non si può continuare a rinviare la questione "Masaracchio"; mi pare un metodo abbastanza chiaro di non affrontare una questione essenziale.



PRESIDENTE

Io poi ho rappresentato la circostanza che il Presidente Ghigo in questo momento è assente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.
GHIGLIA Presidente, è veramente degradante intervenire su queste questioni.
Intervenire su queste questioni è degradante; è umiliante per l'assemblea e per le istituzioni ed è degradante a livello personale! In effetti, la Conferenza dei Capigruppo non aveva assolutamente fissato che oggi si dovesse ricominciare dalla cosiddetta questione "Masaracchio"; era invece stato determinato che si dovesse iniziare con la questione riso. Dopodiché, non c'è il Presidente Ghigo? Si vuole iniziare con la questione "Masaracchio"? Purché nella mattinata noi concludiamo, e oggi possiamo, magari più utilmente, continuare i nostri lavori votando anche qualche provvedimento importante e fondamentale come quello proposto dall'Assessore Pichetto, altrimenti non è soltanto degradante ed umiliante ma diventa anche offensivo nei confronti dei piemontesi continuare in queste gazzarre che sono veramente indegne ed indecorose.
Quindi, se vogliamo fare prima... Va bene, purché si concluda in mattinata e oggi pomeriggio si lavori anche, altrimenti questo non è più un Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Se questa è una proposta di inversione dei punti all'o.d.g., sottolineo il fatto che l'assenza del Presidente Ghigo mi pare una circostanza che attenua un po' l'importanza della discussione. Se c'è la proposta di iniziare con il problema "Masaracchio", la pongo ai voti. Ricordo che ai Capigruppo si era detto di fare: riso, EXPO 2000 e poi gli altri problemi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.
MONTABONE Presidente, da circa due mesi sto aspettando che si discuta la questione EXPO 2000 e l'unica richiesta che ho fatto in questi ultimi tempi è che mi si dicesse con molta chiarezza quando la si discuteva. L'ultima volta avevamo concordato sul fatto che questa mattina si aprisse la seduta con EXPO 2000. Sono anche disposto a rinunciare al dibattito su EXPO 2000 questa mattina, però mi si dice, qui, in quest'aula, che non si sa quando verrà trattato, perché ognuno ha i propri impegni: il Presidente Ghigo ha i suoi, istituzionali; io ho i miei.
Oggi pomeriggio non sarò in Consiglio; se questa mattina non si discute EXPO 2000, chiedo che mi si dica, questa mattina, quando lo si discute. Mi si dica che lo si discute martedì prossimo al mattino; se è così, verrò qui con le mie carte - che ormai sono sgualcite, perché me le sto portando avanti e indietro - e discuterò questo tema con assoluta tranquillità quando ci sarà il tempo. Non voglio che questa sera, alle cinque e mezza si dica: "Adesso discutiamo anche EXPO 2000"...



PRESIDENTE

Consigliere Montabone...
MONTABONE No, io oggi...



PRESIDENTE

Ci siamo parlati prima dell'inizio di questa riunione. E' lei che mi ha chiesto... L'on. Picchioni mi ha chiesto se potevamo...
MONTABONE Lasci stare. Se non si discute subito EXPO 2000, chiedo che questo argomento venga fatto slittare ad un prossimo Consiglio, ma vorrei che mi si dicesse quando. Altrimenti, le riunioni dei Capigruppo non facciamole più - non facciamole più! - perché là non si decide una cosa e qui si decide l'inverso della cosa non decisa là, quindi questo Consiglio si trova nella più completa anarchia! Le chiedo soltanto di partire in questo momento con EXPO 2000; se si vuole fare "Masaracchio" prima, sono d'accordo; anzi, se volete, lo richiedo anche. A condizione che mi confermiate che martedì prossimo, in apertura - ancora prima delle interrogazioni ed interpellanze, che intanto non si discutono più - il Consiglio inizi con la discussione su EXPO 2000 così sarò d'accordo.



PRESIDENTE

Cortesemente, colleghi, qui, sugli appunti - che non ho preso io quindi sono sicuramente precisi - c'è scritto: "Si parte con EXPO 2000 riso, argomenti richiesti dai colleghi".
MONTABONE Esattamente quello che ho detto io.



PRESIDENTE

Riassumendo, ho proposto in questo senso.
Perché ho proposto di partire con il riso? Perché c'è stata una richiesta del suo Gruppo; non l'ha fatta lei, ma il Gruppo; un collega...
MONTABONE Di un Consigliere.



PRESIDENTE

Dell'on. Picchioni, di poter essere presente alla riunione e avendo l'on. Picchioni, un impegno, mi sembrava di...
MONTABONE L'on. Picchioni ha un impegno questa mattina, io ho un impegno oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

Un impegno istituzionale.
MONTABONE Decidete quando volete discuterne.



PRESIDENTE

La mia proposta corrisponde all'intesa dei Capigruppo: "EXPO 2000 riso, argomenti richiesti dai colleghi". Il Consiglio, ovviamente, è sempre libero di modificare questo ordine dei lavori.
La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Non per perdere tempo, lo abbiamo anche dimostrato che non si vuol far perdere tempo, e neppure ostruzionismo. La questione "Masaracchio", anche se era stata appuntata, era stata ritenuta, anche dallo stesso Presidente con dichiarazioni... - lo so, si sospenda.
Credo che i colleghi che hanno esperienza amministrativa sappiano perfettamente e si rendano conto della gravità del fatto: se qualunque amministratore comunale si fosse comportato come il signor Masaracchio sarebbe andato in galera - sarebbe andato in galera! Questo è il problema.



PRESIDENTE

La galera non siamo noi che la decretiamo.
SAITTA Scusi, Presidente, lei che ha memoria...
GHIGLIA (fuori microfono) Ma cosa dice questo disturbatore! Presidente, non permetta queste cose! Guardi che noi ce ne andiamo!



PRESIDENTE

Non è quest'aula che stabilisce chi deve andare in galera.
SAITTA D'accordo, però si rende conto, Presidente, della gravità del fatto che un amministratore regionale si comporti contro la legge? Cioè, affidi degli incarichi senza una delibera di impegno? Individui delle ditte con degli estranei all'Amministrazione regionale?



PRESIDENTE

Non introduciamo l'argomento, qui siamo solo... Cortesemente Consigliere. Quello che io ho riassunto...
SAITTA A me pare che fosse abbastanza chiaro, anche se non era iscritto all'o.d.g., che dopo l'approvazione del bilancio si sarebbe partiti da questo punto. Se la maggioranza ritiene di non dover discutere questo argomento, come mi pare, da parte nostra, da parte del Gruppo dei Popolari non parteciperemo più ai lavori dell'aula sino a quando non si ricomincerà da quell'impegno, che è indice di una gravità enorme che deve essere rimossa dal punto di vista politico.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.
FERRERO Chiedo scusa, Presidente, se ho chiesto di intervenire, ma ogni tanto dubito che la Conferenza dei Capigruppo, a questo punto, sia ancora utile se noi riportiamo le stesse discussioni in Consiglio! Il discorso che volevo fare era solo di questo tipo: mi pare che la maggioranza abbia dato ampia disponibilità a parlare, nella mattinata, di ciò che la minoranza decide di discutere; decida la minoranza a quale argomento dare priorità. Chiediamo soltanto che nel pomeriggio si riesca a discutere almeno di qualche provvedimento legislativo. Più di questo immagino che, a livello di disponibilità, non si possa dare; però cercate di trovare un punto di sintesi e decidete di che cosa volete parlare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.
ANGELERI Signor Presidente, avendo partecipato al dibattito e avendolo ascoltato, non tutto, ma in parte, nella giornata di ieri e nell'ultimo Consiglio, mi ero illuso che fosse ritornato in quest'aula un clima - nel rispetto delle posizioni - in cui si potesse dialogare, dibattere e discutere da un punto di vista politico. Mi accorgo che così non è, perch abbiamo passato due Consigli regionali (quello in cui si è discusso del problema dell'OP Computer e quello di ieri) in cui, nel rispetto - torno a ripetere - delle posizioni, c'è stato un dibattito civile che appartiene alle competenze di quest'aula. Mi accorgo che invece quest'aula - l'ho ripetuto più volte - è diventata qualcos'altro, come vuole sempre farci ricordare il Consigliere Cavaliere. Non posso che amaramente prenderne atto.
Per quanto mi riguarda, mi allineo ovviamente sulla posizione della maggioranza di quest'aula.
Ritengo, come ha già detto la Consigliera Ferrero, che probabilmente sarebbe utile che il Presidente del Consiglio non convocasse più i Capigruppo, perché non serve assolutamente a nulla e non pone alcun paletto per una discussione organizzata ed ordinata all'interno del Consiglio. A questo punto, conviene venire direttamente in aula ed improvvisare. Questo non mi pare un sistema democratico, di agibilità e di servizio nei confronti dei cittadini piemontesi, ma mi sembra una scelta che stanno facendo alcuni Consiglieri regionali in quest'aula - alcuni, una netta minoranza - a cui io, personalmente, non mi assocerò mai.
Mi pare che nell'ultimo incontro dei Capigruppo siano state decise alcune cose, per cui chiedo che almeno vengano rispettate le ultime decisioni dell'ultima Conferenza dei Capigruppo. Se così non fosse, la prego di non convocarla più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Penso che non si possa negare il fatto che la questione politica aperta dalla costituzione in giudizio del Vicepresidente della Giunta e del Presidente della Giunta, su una vicenda legata ad incarichi realizzatisi da parte...



PRESIDENTE

Siamo sull'o.d.g., non sull'argomento.
CHIEZZI Certo.



PRESIDENTE

Questa è una premessa per trarre tali valutazioni? CHIEZZI Sì. Dicevo, incarichi che hanno trovato realizzazione senza apposito apparato deliberativo: è innegabile che sia stata una questione aperta dagli scorsi Consigli regionali e non risolta. Nel senso che né il Presidente della Giunta regionale né l'Assessore Masaracchio hanno fornito riscontri ed argomentazioni a questo punto, che è di enorme sofferenza.
Adesso sono anche in imbarazzo al posto dell'Assessore Masaracchio costretto al silenzio, perché per carattere non è il suo modo di comportarsi; posso immaginare che sentire esprimere critiche ed ipotesi di lavoro dai colleghi, senza interloquire, non sia situazione simpatica e neppure congrua. Però, visto il perdurante silenzio dell'Assessore Masaracchio, ritengo - come ha detto il Consigliere Saitta - che l'episodio sia talmente grave ed importante, anche se la maggioranza tenta di nasconderlo, da essere risolto immediatamente.
Pertanto, chiedo di iniziare i nostri lavori immediatamente da questo punto. Non avrebbe senso passare ad altri punti in discussione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Presidente, ho appreso che qualche momento fa è stato espulso un collega Consigliere. Indubbiamente ci saranno state, se lei ha assunto un'iniziativa così rilevante e severa, delle motivazioni. Tuttavia, ritengo necessario riunire la Conferenza dei Capigruppo...



PRESIDENTE

Il provvedimento non è oggetto di discussione.
SPAGNUOLO Il provvedimento non è oggetto di discussione, nel senso che il provvedimento lei lo ha già assunto, ritengo, però, possa essere oggetto di qualche riflessione. Pertanto, la proposta che rivolgo all'aula è di riunire la Conferenza dei Capigruppo perché le due questioni poste dai colleghi Riba, Saitta e Chiezzi, hanno un qualche collegamento.
E' evidente che se su un tema così delicato, posto dal collega Cavaliere, non si hanno delle risposte - non necessariamente delle risposte che vorrebbe il collega Cavaliere - e, quindi, non si affronta la questione politica, che è gigantesca e che riguarda il collega, Vicepresidente della Giunta regionale, la nostra presenza in quest'aula è una presenza che continuiamo a dare, ma con un fortissimo imbarazzo e anche con una qualche vena di non correttezza da parte della Giunta.
Noi abbiamo motivato, in maniera esplicita, che il nostro passaggio al voto sul bilancio era uno strumento importante per consentirci di affrontare poi con calma, e senza la problematica che la mancanza del voto poteva comportare, la discussione in aula di queste questioni, in particolare la questione che attiene al modo con il quale la Giunta opera.
Non vogliamo usare toni severi o troppo spiacevoli, ma la condizione di imbarazzo è veramente notevole.
Peraltro, mi risulta che sia stata presentata una richiesta di convocazione della Giunta delle Elezioni...



PRESIDENTE

E' stata convocata per lunedì 8 marzo, alle ore 14.
SPAGNUOLO Noi non ne abbiamo ancora avuto notizia, ci perverrà; comunque la ringrazio della notizia.
Questo è comunque un passaggio utile, ma riteniamo che la questione politica sia una questione a tutto campo. Faccio anche un appello alla cortesia politica dello stesso Vicepresidente della Giunta regionale di voler anche, con una sua decisione di carattere autonomo, liberare l'aula da questa impasse. L'Assessore Masaracchio deve rispondere all'aula ed assumersi le proprie responsabilità.
Consigliere e Vicepresidente Masaracchio, affrontiamo questa questione per quello che è, senza interposte persone e in relazione a quelle che sono le sue dirette responsabilità. Non fare questo passaggio significa ledere un rapporto di fiducia tra lei, Consigliere e Vicepresidente Masaracchio, e l'aula che, tutto sommato, nei suoi confronti ha sempre espresso, nell'arco di questi tre anni, un rapporto quanto meno di cordialità sia dal punto di vista politica che umano. Faccia una scelta e rimetta le condizioni là dove le abbiamo lasciate, togliendo questa parentesi, non negativa, oltretutto del suo rapporto personale con ogni Consigliere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Il "giochetto" è fin troppo chiaro e sta in questi termini (giochetto irrispettoso della dignità dell'aula, del Consiglio e dell'istituzione!): "Noi vogliamo parlare di Masaracchio, però, visto che non c'è il Presidente Ghigo, che è uno dei due obiettivi, noi dobbiamo tirarla alla lunga sperando che il Presidente Ghigo arrivi".
Questo è il giochetto chiaro, evidente, banale e palese. Detto questo mi auguro che il Presidente della Giunta arrivi per porre fine a questa vergognosa prediscussione, come vergognosa sarà la discussione che seguirà dopo. Se il Presidente della Giunta non arriva - spero ci venga comunicato le chiedo comunque, a questo punto, di mettere in votazione l'inversione dei punti all'o.d.g., di affrontare la questione "Masaracchio" e di terminare il punto in mattinata.
Se così non sarà, il mio Gruppo, conscio anche delle difficoltà e della gravità di questa scelta, abbandonerà l'aula, perché significherebbe che in quest'aula, altro che agibilità democratica, non ci sono i presupposti minimi per la permanenza! Non si tratta di agibilità democratica, ma di mancanza dei presupposti minimi per la permanenza.
La seconda richiesta che le rivolgo formalmente - se vuole le scrivo una lettera, ma cerchiamo di evitare di appesantire i protocolli ovviamente non oggi, ma nella prossima seduta dell'Ufficio di Presidenza, è di valutare una censura sulle dichiarazioni fatte oggi dal Consigliere Saitta nei confronti del Vicepresidente Masaracchio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'inversione dei punti all'o.d.g. previsto iniziando dal punto relativo alla questione "Masaracchio".
SAITTA Tale punto non è nemmeno iscritto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Quindi, pongo in votazione la questione incidentale per iniziare i lavori con il problema "Masaracchio". Ricordo di aver detto delle cose diverse.
Chi intende iniziare i lavori del Consiglio con il problema "Masaracchio", è pregato di alzare la mano.
SAITTA Lei non lo deve mettere ai voti perché era un argomento da discutere subito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Sostengo quanto detto dal Consigliere Saitta. Apprezzo che anche da parte della maggioranza si sia, magari ad altro titolo, colto che la questione "Masaracchio" - mi scuso per l'indicazione fatta - debba essere discussa. Anch'io confermo che c'è sempre stato, verso il collega Masaracchio, un rapporto di cordialità (indicare in questo modo il punto è solo un modo scorrevole e succinto). Sottolineo che il Consiglio, per essere agibile, per poter svolgere la sua parte di attività nell'interesse della Regione, oggi deve iniziare i lavori da questo problema.
Noi, Gruppo DS, siamo quelli che ieri hanno particolarmente caldeggiato una giornata di discussione su una questione di grande rilevanza e, come vede, non abbiamo né noi né le altre opposizioni, cercato a tutti i costi di avere solo questo argomento all'attenzione nostra come lavoro del Consiglio. Ma oggi la questione era comunque indicata come argomento da affrontare; la razionalità e le esigenze politiche convincono tutti - mi pare - che deve essere avviata come primo argomento all'o.d.g.; è una questione incidentale; è una questione politica, non ha bisogno di una preliminare votazione di ammissibilità. Il ragionamento del collega Saitta da questo punto di vista, è calzante, e credo che convinca anche lei Presidente Deorsola, che immagino sia quanto noi preoccupato del fatto che quest'aula svolga una parte del lavoro che si era assegnato per la giornata, cominciando certamente dal più delicato, ma anche da quello che non può essere preceduto da altre cose, che pure ci stanno a cuore, lo dico io in particolare, essendo tra quelli che hanno sollecitato gli altri argomenti, nella speranza che nel corso della giornata potremo discutere anche gli altri.
Quindi, direi di cominciare senza procedere con una votazione, avendo colto che - mi pare - ci sia il consenso ed assumendo in questo senso il carattere politico della procedura.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Dibattito in merito al I Salone dell'Educazione e della Formazione - Esame ordine del giorno n. 939


PRESIDENTE

Sulla mozione d'ordine - chiamiamola così - avendo colto per fatti concludenti che l'indicazione è di iniziare con questo argomento, iniziamo pure con questo argomento.
Chi chiede di intervenire? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.
SAITTA Presidente, il problema del Salone della Formazione, così come è stato gestito, non è un problema della minoranza o del Gruppo del Partito Popolare: è un problema che riguarda la maggioranza, che riguarda la Giunta, che riguarda il Presidente Ghigo, che riguarda il suo Vicepresidente, che riguarda tutta la Giunta che ha votato quelle delibere.
Quindi, credo che l'intervento necessario per assumere qualche decisione utile sia l'intervento da parte della maggioranza, perch nell'interrogazione che abbiamo presentato il 18 febbraio avevamo posto al Presidente Ghigo sei questioni; lui rispose soltanto ad una, dicendo sostanzialmente che, di fronte al fatto che un Assessore organizzi un Salone per circa - mi pare - 400 milioni, senza una delibera che assuma degli impegni nei confronti delle ditte, che un estraneo all'Amministrazione regionale frequenti gli uffici dell'Assessorato avendo un ruolo determinante, di fronte a queste questioni il Presidente Ghigo ci disse sostanzialmente: "Non preoccupatevi; l'Assessore Masaracchio ha la mia fiducia; probabilmente ha sbagliato in qualcosa, ma complessivamente ha la mia fiducia completa e totale".
I quesiti erano molto più precisi ed ampi, quindi il Presidente Ghigo non ci diede delle risposte, e infatti nell'intervento di replica feci questa conclusione: non avendo Ghigo risposto al fatto che non aveva vigilato - la domanda era perché non aveva vigilato sull'intera vicenda dell'organizzazione del Salone dell'Educazione e della Formazione, pur essendo stato informato da Masaracchio e dai mass media - non disse nulla.
Per cui sono arrivato alla conclusione, che non è stata smentita - spero che la smentisca quando arriverà - che il Presidente Ghigo non ha vigilato sull'intera vicenda. Era stato informato, ma non ha svolto un ruolo di vigilanza; non ha fatto assolutamente nulla, e questo lo pongo al Consiglio per sapere se venne ritenuto un fatto di una certa importanza oppure una banalità.
La seconda domanda che avevamo posto era la seguente: per quale motivo pur sapendo che questo consulente, il signor Peretti, era estraneo, dato che aveva terminato la sua consulenza, il Presidente Ghigo gli ha consentito di frequentare gli uffici, di entrare ed uscire dagli uffici dagli uffici dell'Assessore, parlare per conto della Regione, andare nelle Associazioni di formazione professionale presentandosi come Regione Piemonte per l'organizzazione del Salone? Perché, pur sapendo queste cose il Presidente Ghigo consente ad estranei di svolgere una funzione per conto della Regione? La domanda era per quale motivo il Presidente Ghigo, di fronte a questi fatti, non ha mai assunto un'iniziativa di contestazione.
Io credo che nell'Assessorato alla formazione professionale esista un dirigente alla formazione professionale, per cui il Presidente Ghigo avrebbe dovuto rivolgersi a quel dirigente, dicendogli: "Ma come? C'è un estraneo che gira in questa Regione? Qual è il motivo? E' possibile che un estraneo sia all'interno della Regione?". E' possibile? Avrebbe dovuto censurare questo fatto! Invece non l'ha fatto, quindi il Presidente Ghigo ha favorito, ha avuto una certa complicità nel fatto che un estraneo rappresentava la Regione e frequentava gli uffici.
Il Presidente Ghigo - abbiamo notato la volta scorsa - sapeva perfettamente di questa presenza, completamente e totalmente, e quindi ha messo la Regione, un pezzo della Regione, al servizio di un privato. Non per nulla, nella difesa in costituzione in giudizio, questo signor Peretti parla come se fosse Assessore della Regione Piemonte, l'Assessore alla formazione professionale! Dice: "Noi Assessorato avevamo deciso; noi Regione Piemonte avevamo fatto". Lui stesso afferma che era un estraneo.
Il Presidente Ghigo, anche qui, ha avuto una complicità su questa vicenda.
L'altra domanda che avevamo posto - poi arrivo alle conclusioni, non riprendo soltanto le questioni che probabilmente non interessano - era: per quale motivo non si era fatta una delibera in sanatoria? La Giunta aveva promesso ripetutamente - ci sono i verbali - che avrebbe sanato la questione, però il Presidente Ghigo e la sua Giunta, pur sapendo di questo fatto, non sanarono la questione e non assunsero alcun provvedimento nei confronti di chi organizzò il Salone. Quindi, c'era una complicità: si sapeva e non venne sanata. Non venne sanata - lo abbiamo scoperto dalle risposte un po' parziali del Presidente Ghigo - perché non era sanabile perché la situazione non era sanabile! Quando si dice che una situazione non è sanabile vuol dire che è gravissima, in sostanza. Quindi, lei sapeva che era stata organizzata una questione gravissima; l'Assessore aveva organizzato un Salone senza dire niente a nessuno, scegliendo le ditte e promettendo a destra e a sinistra come se fosse la persona più irresponsabile - il signor Masaracchio, che frequentava casualmente la Regione Piemonte...



PRESIDENTE

Intende dire il signor Peretti.
SAITTA No, il signor Masaracchio. Se ad un certo punto Ghigo dice "ma questo signor Masaracchio parla per conto suo", vuol dire che questo signor Masaracchio è passato casualmente in Regione e si è messo a dire "Organizziamo questo Salone" (Salone della Regione), e cose di questo tipo.
D'altronde, la dimostrazione dove sta, Presidente Ghigo? E' che lei non l'ha potuta sanare. Lei non ha potuto sanare questa situazione e quando non l'ha potuta sanare perché gli è stato detto che non era sanabile da parte dei dirigenti, lei è venuto a conoscenza nei mesi di settembre-ottobre 1997 che questa organizzazione era fatta dal signor Peretti. Non solo non assunse alcuna determinazione nei confronti del signor Peretti, estraneo ma questo venne premiato dalla Giunta, essendo stato poi nominato Presidente di EC-BIC! Fu premiato! Presidente Ghigo, lei premiò il signor Peretti. Lo premiò. Non solo organizzò il Salone assumendo delle decisioni per conto della Giunta, ma l'Assessore lo premiò per il lavoro che aveva fatto senza titolo. Io non so, Presidente, se lei se ne rende conto! Non solo non censurò il dirigente che consentì che qualche estraneo entrasse ed uscisse dagli uffici, non solo non censurò il Vicepresidente Masaracchio e questo è un fatto grave - ma in più premiò un estraneo che era stato illegalmente presente nella Regione ed illegalmente aveva assunto delle decisioni per conto della Regione. Non so se ci rendiamo conto di questo! Fu premiato. Il Presidente Ghigo in quel caso ha premiato l'illegalità.
Presidente, vada a leggersi cosa vuol dire quando un estraneo frequenta un Ente pubblico. Vada a consultare il diritto amministrativo. Quando un estraneo frequenta un Ente pubblico si impossessa dei ruoli. Vada a vedere se è soltanto una questione civile o se è una questione penale. Si informi attraverso i suoi potenti uffici legali, che cosa vuol dire.
Il premio qual è stato? Peretti Presidente ed Amministratore delegato di EC-BIC! Io questo lo noto, perché, Presidente, non avendo assunto lei una separazione, una distinzione di responsabilità, ma avendo condiviso tutto l'operato del signor Masaracchio, credo che a questo punto le responsabilità siano tutte sue. Quindi, lei premiò un atto illegale. Per questo premio, è chiaro che esistono delle responsabilità, che non sono soltanto politiche ed amministrative.
L'altra domanda che noi ponemmo, per la quale non abbiamo avuto una risposta, era come giustifica il fatto che l'Assessore Masaracchio ricopra tuttora la carica di Vicepresidente delle Giunta regionale, pur non godendo della sua fiducia. Lei ci rispose che godeva della sua fiducia. Non posso che ribadire, ancora una volta, la contraddizione tra l'affermazione fatta da lei nella comunicazione della volta scorsa e il contenuto della memoria difensiva di quando lei, a nome della Regione, si è costituito in giudizio.
Lei si è costituito contro Events, Futura, Publikompass e Masaracchio. Si è costituito contro, quindi non gode della sua fiducia. Magari gode della sua fiducia su un piano umano. Ma credo che se le nostre riflessioni politiche si basassero tutte sugli aspetti umani, se dovessimo dare un giudizio sulle persone, non faremmo molti dei rilievi dovuti. Noi però facciamo politica e, questo è compito dell'opposizione, cerchiamo di verificare se i comportamenti, al di là delle simpatie o delle antipatie, corrispondono a quelli previsti dalla Pubblica Amministrazione.
Il fatto è, Presidente, che lei qui ha dichiarato una posizione diversa, in contrasto con quella contenuta nella sua costituzione in giudizio. In essa lei ha affermato che Masaracchio risponde in proprio, per suo conto, ma allora è vera una cosa o l'altra? Rilevo il fatto che, se è vera la comunicazione fatta da lei qui, Presidente, che Masaracchio gode della sua fiducia, lei ha dichiarato delle cose imprecise e contraddittorie rispetto alla dichiarazione presentata in tribunale. Vada lei a controllare, Presidente. Io non sono a conoscenza, controlli lei cosa comporta fare delle dichiarazioni imprecise in tribunale. Faccia verificare da qualche suo avvocato se la comunicazione fatta pubblicamente in aula ha qualche elemento diverso rispetto alla dichiarazione rilasciata al tribunale.
Lei ha firmato tale dichiarazione, ne ha la responsabilità completa.
Non credo che lei sia come il signor Masaracchio, che non sa quello che fa.
Se così fosse, avremmo una Giunta davvero strana. Lei sa quello che fa credo che legga gli atti che firma, sa ciò che fa quando nomina un avvocato di sua fiducia per difendere la Regione Piemonte. Quindi, lei dovrà dare delle risposte.
Concludo. Se la maggioranza non ne vuole parlare, io ripeto le questioni. Lei dovrà, in qualche modo, rispondere a qualcuno, al Consiglio non so a chi, dovrà cominciare dal Consiglio, evidentemente. Dovrà spiegare per quale motivo fa delle dichiarazioni che si contraddicono, tra quelle fatte in aula e quelle fatte in tribunale.
L'ultima questione che avevamo posto è tra il politico e il tecnico giuridico. Si tratta di come porre rimedio al fatto che la vicenda giudiziaria, per forza di cose, per l'impostazione difensiva della Regione Piemonte, porterà sicuramente a posizioni divaricanti tra il signor Masaracchio e la Regione Piemonte. A meno che la Giunta non cambi la sua posizione difensiva. In tal caso, potrebbe sostenere che, come Regione Piemonte, non paga nulla perché non c'è alcuna delibera e se il signor Masaracchio ha fatto qualcosa, sono affari suoi. Il signor Masaracchio, per difendersi, per non dover pagare, dovrà per forza di cose dire, come ha detto e come sostiene, che il Salone è stato fatto, è stata fatta la pubblicità, è stato inaugurato dalla Regione Piemonte, sono state pubblicate le interviste dell'Assessore Masaracchio, tutti lo sapevano esistono delle lettere. Quindi, in qualche maniera e ad un certo punto, il signor Masaracchio dirà che è la Regione Piemonte a dover pagare, poich lei ha organizzato il Salone. Evidentemente, le posizioni sono, per forza di cose, divaricanti.
Non è vero, Presidente Ghigo, non credo, avendo letto le memorie difensive, quelle del signor Peretti, del signor Masaracchio e della Regione Piemonte, che ci sia una posizione comune. Non c'è una posizione comune. Se ci fosse stata, sarebbe stato persino preoccupante. Quando lei afferma che esiste una posizione comune, fa un'affermazione gravissima.
Vuol dire che le difese sono state coordinate e, se le difese sono state coordinate, vuol dire che lei era a conoscenza, in contraddizione con la dichiarazione fatta in tribunale, che il Salone era stato organizzato con il suo beneplacito.
Anche qui lei ha fatto delle affermazioni gravi, anche queste in contraddizione. Resta il fatto che la posizione del signor Masaracchio, in ogni caso, dal punto di vista tecnico-giuridico, sarà valutata dalla Giunta delle Elezioni. A questo punto, dal punto di vista politico, la presenza del signor Masaracchio in quanto Vicepresidente della Giunta regionale mi pare contraddittoria.
Vicepresidente di cosa? Di una Giunta che non sana le sue delibere? Vicepresidente di un Presidente che gli dice che deve rispondere delle sue decisioni a titolo personale? Vicepresidente del Presidente Ghigo che non ha assunto alcuna iniziativa nei confronti del suo operato, neppure di censura? Tutti questi fatti e non risposte ci portano ad una conclusione politica di notevole gravità. Il Presidente di una Giunta regionale, nel momento in cui, pur sapendo che all'interno dell'Amministrazione si compiono degli atti illegali, non interviene, non censura (non perché non sapesse, ma perché non ha voluto o saputo) è come se affermasse davanti al resto della Giunta "Non preoccupatevi, se avete commesso qualcosa". Ora ciò che ha commesso il signor Masaracchio è enorme. Le altre questioni sono meno rilevanti. Cosa volete che sia la questione dell'Assessore Vaglio, che indìce un appalto attraverso la sua Segreteria particolare? E' una bazzecola. In fondo, quella era la Segreteria particolare di un Assessore.
Qui non parliamo di Segreterie particolari, perché, in sostanza, si trattava di un estraneo all'Amministrazione regionale. Una bazzecola quindi.
E' chiaro che l'Assessore Vaglio si sente confortato. Dice: "Se Masaracchio fa questo, cosa volete?". Se l'Assessore Vaglio decide di nominare un professionista, un consulente, attraverso una delibera, magari giocando sugli importi, ma cosa volete che sia? Sono sciocchezze.
Lei sta facendo passare all'interno dell'Amministrazione regionale dei comportamenti di un livello morale molto basso, anzi, bassissimo! Non c'è rigore e neppure tensione morale. Il Presidente di una Giunta deve innanzitutto, garantire il rispetto della legalità. Deve fare in modo che all'interno dell'Amministrazione regionale passi questo messaggio: rispettare le leggi, non fare gli appalti e non affidare i lavori senza delibere! Questo fatto è gravissimo! Nella mia vicenda personale amministrativa, Presidente, ho avuto un avviso di garanzia, come Sindaco, perché avevo firmato la giustificazione di presenza di un Assessore all'interno dell'Amministrazione comunale, pur essendosi assentato per mezz'ora. Essendo stato scoperto che l'Assessore era assente dalla sede comunale per quella mezz'ora, ho ricevuto un avviso di garanzia.
Mi sento nelle condizioni, da un punto di vista morale e sulla base delle mie esperienze, di chiedere un forte rigore, perché non è possibile che per sciocchezze, per banalità o per questioni formali, tanti amministratori comunali siano stati chiamati in giudizio e abbiano avuto vicende giudiziarie complesse, mentre per questioni così sostanziali ci sia l'impunità! Non può esserci l'impunità, Presidente! Decida lei cosa vuol fare! Continuo a chiedere le dimissioni e il ritiro delle deleghe dell'Assessore Masaracchio. Presidente, questo lo deve fare e l'Assessore Masaracchio ne è convinto, perché questa difesa nei suoi confronti mi sembra molto formale.
Presidente, se lei non procede in questo senso, si assumerà tutte le responsabilità dell'Assessore Masaracchio. Per quanto ci riguarda, per quel poco che contiamo, il nostro Gruppo non può accettare che regni l'illegalità e che venga coperta. Quindi, per forza di cose, noi non potremmo non chiamare il Presidente della Giunta regionale a rispondere per aver coperto e per non aver garantito quella legalità che è indispensabile e necessaria all'interno dell'Amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Visto il silenzio del Presidente Ghigo e dell'Assessore Masaracchio, illustro le preoccupazioni del Gruppo. Questa vicenda, al momento attuale, vede tre soggetti: la Regione Piemonte, nella persona del suo Presidente pro tempore, l'Assessore Masaracchio e il signor Peretti, chiamati dalla Società Events ad essere condannati, "chiamati" in tribunale, così è scritto. La richiesta per voi è di essere dichiarati tenuti e condannati "in solido". Si chiede la condanna dei tre convenuti quindi vi è una situazione nella quale una ditta cita questi tre soggetti ma li cita per chiedere la condannata "in solido" di tutti e tre. Non so bene cosa significhi tecnicamente e giuridicamente "in solido", non so se poi paga uno o l'altro o tutti e tre. Questi tre soggetti - non in solido con un'unica difesa, ma ognuno per sé - vanno in giudizio.
La questione non è irrilevante, perché chi ritiene di avere subìto un danno economico si rivolge a questi tre soggetti in quanto si sono comportati univocamente a giudizio della ditta, nel determinare un'aspettativa. I tre soggetti si dividono l'un contro l'altro e questo rende evidente il conflitto fra questi tre soggetti.
Siccome uno di questi tre soggetti è la Regione Piemonte con la sua difesa, ne consegue che gli altri due soggetti sono in lite con la Regione Piemonte. Se i tre soggetti sono dichiarati colpevoli e condannati a pagare "in solido" senz'altro questo presuppone che qualcuno di questi tre soggetti dica a quell'altro, visto che lo ripetono le difese, ed esclusivamente l'Assessore Masaracchio lo dice nella sua difesa. Questa è "la difesa esclusivamente volta alla tutela della persona del professor Antonino Masaracchio", come è specificato nella sua difesa. Presidente, lei può essere il più disattento, il più rilassato, ma di fronte ad una situazione di questo genere non può mantenere un rapporto di fiducia con la persona Antonino Masaracchio costituita in giudizio.
Questa situazione deve sollevarla pro tempore da questo rapporto di fiducia, pesantemente messo in discussione da un giudizio in corso.
Presidente, deve togliergli la delega, ma deve anche allontanarlo dalla Giunta regionale, perché il collega Saitta ha usato delle metafore forti ma non è che la Giunta regionale non abbia deliberato niente. Poi, magari l'avvocato del Presidente Ghigo, in giudizio, starà più attento di quanto lo sia Ghigo stesso, ma il Presidente Ghigo e tutta la Giunta hanno deliberato una scelta che non è equivoca.
Assessore Masaracchio, forse conosce meglio di altri la delibera. Voi avete deliberato. Leggo testualmente: si parla di "aderire alla realizzazione del progetto" - queste sono parole pesanti come pietre.
Aderire alla realizzazione non è dare un patrocinio, è qualcosa di molto più chiaro, esplicito ed univoco.
A me pare che un soggetto privato che ha in mano una delibera dove c'è scritto "aderire alla realizzazione" ha qualcosa di molto concreto Presidente Ghigo, molto concreto. A questa delibera dovevano seguirne delle altre, ma se non ne sono seguite vuol dire che si sono omesse delle deliberazioni che da questa prima delibera erano previste. Questo apre un altro capitolo: come mai senza revocare questa delibera, voi non avete fatto le altre. Io posso fare ragionamenti campati in aria; sono sempre ragionamenti che, basta toccarli nel punto giusto e van giù, ma se non li si ascolta, non si riesce nemmeno a sgonfiarli.
Questo - dicevo - è quanto avete scritto in delibera. Dopo questa delibera, succede che l'Assessore ed un suo amico - perché il signor Peretti si dichiara tale in tutta questa attività, essendo finita la consulenza - incominciano ad avere rapporti con una ditta, ditta che conosce la delibera, ditta che frequenta l'Assessorato, che partecipa a riunioni con l'Assessore e il signor Peretti e che discute, per un po' di tempo, del modo in cui riorganizzare il Salone. Evidentemente, parlandone in Assessorato regionale con un Assessore ed un'altra persona (che si comporta come persona competente in materia ed anche affidabile), discutono cosa e come fare. Questo non è un fatto di poco conto, Presidente: una ditta è chiamata nei locali ufficiali, sede della Regione Piemonte, alla presenza di un Assessore e di una persona alla quale la ditta probabilmente non ha nemmeno titolo per chiedere chi è o chi non è, si prendono degli impegni, ci sono degli assensi anche verbali; è un fatto non da poco.
Riuscire a dividere la Regione Piemonte come soggetto che stipula contratti solo con delibere e la Regione Piemonte come soggetto che per fare ci mette in atto dei rapporti di tipo amministrativo a carattere personale ed interlocutorio è un confine che è finito in tribunale. E' finito in tribunale, perché una ditta che ha questo tipo di rapporto nei confronti di un Ente ed una delibera che dice "realizzerò l'iniziativa", "aderire alla realizzazione, quindi fare le cose", non è una questione molto semplice.
Tant'è che le vostre sono difese molto nette e dure: tutte e tre. Perché la Regione dice: "Non è il caso di fare cenno alla posizione del signor Peretti, per quanto risulta privo di ogni e qualsiasi qualifica nell'ambito dell'Ente"? Ma lei, Presidente Ghigo, che provvedimenti ha preso nei confronti di questa persona che lei adesso sa aver frequentato l'Assessorato, discutendo di eventuali impegni della Regione? Lei dice di non fare neppure cenno, ma ha preso dei provvedimenti: si è informata a che titolo questa persona ha fatto le cose che sono scritte in giudizio? E nei confronti dell'Assessore che ha autorizzato questa persona in quel modo avrà qualcosa da dire o no? C'è poi la difesa dell'Assessore Masaracchio che precisa: "Io difendo il mio cliente; lo difendo su una linea difensiva personale, perché nulla si può richiedere al mio cliente. Gli altri facciano loro...". Il signor Peretti, nella sua difesa che lei, Presidente Ghigo, avrà anche letto, dice: "L'Assessorato regionale diede il suo appoggio". Questo scrive il signor Peretti. Lei, invece, dice che non è il caso di fare cenno alla sua posizione.
Presidente Ghigo, in sede giudiziaria ve la vedrete, ma in Consiglio lei non può non fare cenno politicamente al fatto che c'è una persona che ha frequentato l'Assessorato e insieme all'Assessore ha svolto un lavoro promozionale che non ha avuto esito, che ha messo in causa la Regione Piemonte, che dice "frequentavo", che parla a nome dell'Assessore. Non poteva? Perché? Chi era? Senza incarichi e senza ruoli non si lavora nella Pubblica Amministrazione! Lei non può tacere su questo fatto. Nella sua difesa, il signor Peretti aggiunge di avere facilitato l'iniziativa. Dove? Dentro la Regione, usando i locali della Regione! C'è, poi, la richiesta da parte della Events. Presidente, la questione è talmente pesante che non vale neppure la pena di alzare la voce, perch la questione è dura come la pietra. In una situazione così pesante, il mio suggerimento è quello di incominciare a riordinare l'assetto di questa istituzione che è stata chiamata in giudizio e quindi di dare, dal punto di vista dell'assetto politico-amministrativo, una conformazione ad oggi che escluda l'attuale assetto di Giunta da problemi giudiziari. Ripeto Presidente Ghigo: che escluda un assetto di Giunta da legami e conflitti di carattere giudiziario. Questo glielo chiedo, oltre che come misura cautelativa e di tutela per tutti voi, da ogni punto di vista (di codici di vario tipo), glielo chiedo soprattutto dal punto di vista politico: come misura politica, come atto di chiarezza e come atto che consenta un'estraneità totale del governo regionale da vicende che sono in tribunale. Si renda questa Giunta estranea a questa vicenda. Quando si sarà risolta la vicenda - e personalmente auspico sempre che si risolva secondo gli interessi della Regione - lei potrà prendere le decisioni che crede.
Perché, anche solo dal punto di vista politico, lei non ha l'accortezza di dire ai cittadini piemontesi: "C'è una vicenda, siamo tutti innocenti..."? Vi difendete, ma è pur sempre una difesa singola, che voi tenete in modo separato. Da questo punto di vista, liberi l'azione del governo regionale da questi fatti, da queste polemiche. Può darsi che ci sia qualche problema con l'Assessore, ma personalmente non penso che l'Assessore Masaracchio per quel che lo conosco, abbia da eccepire sul fatto che l'Ente che lui adesso gestisce è meglio che si liberi da questo impaccio. Sinceramente non lo penso; a nessuno di noi fa piacere uscire per un certo periodo dalla Pubblica Amministrazione, ma, per come conosco l'Assessore Masaracchio, non penso che questo indurrebbe in lui troppi tormenti. Per come l'ho visto lavorare, penso abbia sempre un ruolo dell'istituzione; siamo sempre persone dentro le istituzioni, che sono più grandi di noi, quindi alle volte i nostri percorsi possono essere percorsi che personalmente ci segnano. Ma non penso che ci sia questo ostacolo da parte sua.
Per questo motivo mi rivolgo al Presidente Ghigo richiedendogli un gesto, suo o dell'Assessore Masaracchio, che consenta loro di svolgere questa vicenda giudiziaria nel modo migliore e consenta a quest'aula di smetterla con polemiche che non sono purtroppo pretestuose. Esse sono, più che polemiche, delle illustrazioni, delle letture della realtà, così com'è.
Dicevo: senza nemmeno alzare la voce, perché, Presidente Ghigo, questa è una grana grossa, molto grossa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO La vicenda politica relativa alla questione del Salone della Formazione è molto delicata e seria e in tal senso andava già affrontata e risolta a partire dalla stessa maggioranza regionale. Ma non è stato così e si tenta ancora oggi di allungare i tempi. Ciò è inspiegabile e pericoloso.
Si è motivata da tempo l'importanza politico-istituzionale dell'argomento per l'attività e il ruolo del Vicepresidente della Giunta anche per i suoi alti e delicati compiti istituzionali. E' vero che la delicata vicenda è già giudiziaria, però il ruolo istituzionale del Consiglio regionale va garantito assolutamente, anche per il ruolo di vigilanza nei confronti dell'esecutivo e del prestigio dello steso Ente Regione e del suo governo di centro-destra.
E' già stata convocata la Giunta delle Elezioni per lunedì 8 marzo però è certamente doverosa la richiesta del ritiro delle deleghe. Vi è stata anche la mancanza, a nostro avviso, di vigilanza del Presidente dell'esecutivo nella vicenda, dove un signore poteva accedere agli uffici dell'Assessorato e procedere come fosse un dirigente. E' quindi una vicenda istituzionale grave, che va risolta celermente per il prestigio del Piemonte, a partire dal ripristino della piena legalità istituzionale, con le dovute dimissioni per gli esclusivi interessi della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.
MIGLIETTI La ringrazio, signor Presidente. Mi permetta di esprimere alla Giunta e al Presidente Ghigo lo stupore che si prova di fronte ad un problema inequivocabile. E' così perché le cose che sono state dette e che si sono dibattute e i documenti che sono stati portati alla conoscenza del Consiglio sono quelli, non altri; la mia meraviglia è che non vi sia stato non vi sia e continui a non esserci né da parte del Presidente Ghigo né da parte dell'Assessore Masaracchio un intervento nel merito per dire: "Sì, le cose sono andate così, ci siamo sbagliati". Ci possono essere quarantamila ragioni, ma tutto il dibattito non può essere racchiuso all'interno di chi ha rilevato il problema e lo ha fatto emergere e non vi sia da parte della Giunta il minimo desiderio di intervenire per dire: "Guardate, le cose sono così, sono cosà", oppure: "Va bene, è andata così e in qualche modo ne risponderemo sia politicamente sia in sede giudiziaria". Questa è la cosa che mi stupisce.
Per cose molto meno problematiche mai nessuno si è rifiutato di intervenire, dire, puntualizzare ed eventualmente controbattere delle ragioni che sono state portate. E si è dovuto arrivare al punto - e finalmente, meno male, io dico - di rinviare questa documentazione, e quindi l'approfondimento del dibattito, nella Giunta delle Elezioni.
Vi dico che, sotto un certo profilo, sono un po' preoccupato dell'andamento delle cose. Badate, se le cose stanno così, sono così e non ci sono santi che tengono; se le cose che sono state dette dai documenti sono così, sono così, e allora tanto vale affrontare - a mio modo di vedere, poi posso anche sbagliarmi - tranquillamente il dibattito in aula visto che in aula è stato sollevato, senza andare alla Giunta delle Elezioni a fare tutta una serie di altre considerazioni per poi ritornare in aula, in quanto la conclusione di questo dibattito potrà avvenire, sotto il profilo politico, solo in aula.
Presidente Ghigo, Vicepresidente Masaracchio, credo che oggi siano state dette delle parole molto pacate, molto tranquille, molto meno focose di altri momenti; intanto è qui che si dovrà risolvere la questione, almeno per quanto riguarda i rapporti politici, è in aula consiliare.
Credo che avreste fatto bene, nel momento in cui è nato il problema, ad affrontarlo immediatamente, sapere e dire qual è il vostro pensiero nel merito, e le cose sarebbero anche state molto meno trascinate (mi pare che siano quasi due mesi che siamo in ballo su questo problema).
Vi invito ancora una volta ad affrontare il problema in aula tranquillamente e serenamente. Visto che le cose si sono così evolute, è inutile nascondere la testa sotto la sabbia come fa lo struzzo, perché lo struzzo si nasconde sotto la sabbia, ma poiché è alto e ha le gambe lunghe il sedere gli rimane fuori e quindi è assolutamente visibile. Per cui vi invito ancora una volta a definire questo dibattito qui in aula, perché ci avanzerebbe la pena di continuare a girarci attorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Di questa questione ne abbiamo parlato molto; io non vorrei assolutamente fare di nuovo un lungo intervento, perché lo scorso dibattito ciò che abbiamo detto era chiarissimo, i documenti parlano con assoluta certezza, gli interventi d'aula che sono stati fatti ancora questa mattina dai colleghi che mi hanno preceduto illustrano ulteriormente una situazione chiarissima.
Voglio dire semplicemente al Presidente della Giunta regionale che in questa vicenda i piani sono due. Esiste un piano che attiene alla Giunta delle Elezioni, e la Giunta delle Elezioni lo vedrà, lo valuterà, lo studierà, in ordine anche ad una giurisprudenza che in proposito potrà portare degli elementi di chiarezza. Questo è un piano che prescinde dal dibattito che l'aula ha potuto portare e che prescinde dalle valutazioni politiche dell'opposizione; questo piano dipende semplicemente dai comportamenti che la Giunta ha assunto, nel senso che nel momento in cui la Giunta si è costituita e nel momento in cui il Consigliere Masaracchio si è costituito in opposizione alla Giunta, da questi comportamenti di altri deriva la vicenda eventuale, della quale noi siamo convinti - ma in questa materia bisogna sempre fare delle valutazioni più approfondite - della decadenza. Questo è un piano.
Esiste però - e in questo senso deve essere coinvolto appieno il Presidente della Giunta regionale - la valutazione di carattere politico nel senso che noi abbiamo una situazione di forte sofferenza di un comportamento di carattere amministrativo che ha riguardato quell'Assessorato, rispetto al quale - ripeto - l'Assessore interessato in questo caso il Vicepresidente della Giunta regionale - si è anche attivato, per la verità - l'abbiamo già detto nella seduta precedente chiedendo alla Giunta di assumere una deliberazione in sanatoria; questa deliberazione in sanatoria sembra non essersi potuta assumere, non soltanto per le ragioni di una valutazione a posteriori degli obiettivi di questo Salone forse non rispondenti alle valutazioni più positive che inizialmente erano state fatte, ma perché probabilmente è stata scelta una società, sono stati avviati dei comportamenti tali per cui la sanatoria si sarebbe determinata in un regime di non legittimità e quindi i funzionari sono stati contrari e quindi tutte le cose che voi, meglio di noi, sapete.
Ad un certo punto, interviene il Presidente della Giunta regionale dando mandato ai suoi più stretti collaboratori di esaminare questa vicenda; ne è derivata semplicemente una causa civile, nella quale la Giunta è stata coinvolta con tutte le conseguenze.
Noi riteniamo che comunque il rapporto di fiducia tra il Vicepresidente della Giunta regionale e il Presidente della Giunta regionale sia venuto meno. E' venuto meno per come si è sviluppata la vicenda di carattere amministrativo e per come si è sviluppata la vicenda delle varie costituzioni in giudizio.
Noi chiediamo, con brevità e chiarezza, che il Presidente della Giunta regionale faccia un atto chiaro; nel senso che, rispetto a quelle deleghe del Vicepresidente della Giunta regionale, assuma un'iniziativa che renderà più trasparente l'operato della Giunta, il rapporto con il Consiglio, il rapporto con soggetti terzi: congelare, quanto meno, quelle deleghe all'Assessore, Vicepresidente della Giunta regionale, in modo da consentire all'aula di poter riconoscere una decisione politica in capo al Presidente della Giunta, perché su questo il Presidente della Giunta - che pure anch'egli è parte in causa - si è interessato e ha assunto delle decisioni.
Il Presidente della Giunta regionale dia un segnale che intende, sulle questioni del buon governo della sua Giunta, essere chiaro ed avere posizioni che siano facilmente leggibili. Esiste quindi una responsabilità del Vicepresidente della Giunta regionale, ma esiste anche una responsabilità del Presidente stesso. Sottrarsi a questo, significa davvero che non siamo neanche più ai due pesi e due misure; ormai c'è una sfaccettatura di posizioni, che il Presidente della Giunta regionale, in questi tre anni, ha assunto. Voglio dire: si è sentito parlare da parte della maggioranza, come anche da una parte dell'opposizione, ma vengono esaminate in aula delle questioni di carattere scandalistico. Non è che noi esaminiamo in aula - volutamente - le questioni di carattere scandalistico è che il mal governo c'è, c'è stato, è stato riconosciuto. Il Presidente della Giunta regionale - ripeto - ha assunto una sfaccettatura di posizioni, richiedendo le dimissioni di alcuni Assessori e facendo quadrato intorno ad altri; esiste una situazione di forte malessere, che ha riguardato l'Assessore Vaglio, tuttora in piedi; esiste questa grave situazione, che riguarda il Vicepresidente della Giunta regionale, ma che riguarda anche, in qualche modo, il Presidente della Giunta regionale.
Esiste una situazione non chiarita a livello delle procedure per quello che riguarda il Global Service. Noi diciamo che la relazione della dott.ssa Bottero non chiarisce quelle situazioni e, pertanto, vediamo che esistono proprio, su questioni più lievi, comportamenti molto severi da parte del Presidente della Giunta regionale, e invece, su questioni gravi comportamenti tali che ci fanno dire che viene messo il silenziatore su alcune questioni.
E' un giudizio politico questo? Quali sono le motivazioni? Non riusciamo a capirle, non riusciamo veramente a capirle! Pertanto, la decisione, che adesso vorrà assumere il Presidente della Giunta regionale potrà contribuire a fare quell'indispensabile chiarezza nei rapporti Giunta Consiglio e su una vicenda che ha dei risvolti, davvero, estremamente delicati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Vorrei considerare questo imbarazzante senso di rassegnazione con il quale una parte del Consiglio segue questo dibattito. Ho perfino l'impressione che la rassegnazione sia un po' ovunque, ma non è un elemento che possa rapidamente condurre alla soluzione del problema; potrebbe eventualmente, condurre alla rimozione del problema - il che non sarebbe autorevole. Se posso, se non chiedo troppo ai Consiglieri della maggioranza, abbiamo parlato tanto di alcune questioni, ma consentitemi di riprenderle.
Sapete che è un po' una mia abitudine, bene o male che sia, ma certe volte preferisco rivolgere qualche invito alla comunicazione: diciamoci le cose, in sostanza. Lo dico sul serio.
Oggi ho ascoltato le parole che ha detto, per ultimo, il collega Saitta, espresse anche con correttezza, che sottoscrivo tutte. Non credo che il collega Saitta abbia trasceso, né vogliamo pensare che i termini, in qualche maniera, siano delle pietre: i termini sono termini di un linguaggio che esprime un'apprensione ed una preoccupazione, ma io sottoscrivo l'intervento in tutte le sue parti. Però, se noi cerchiamo di rimuovere questo problema senza risolverlo, non rendiamo più grande il Consiglio regionale, non facciamo il bene dell'istituto regionale; ci troveremo, fatalmente, costretti a vivacchiare i trecento giorni di legislatura che ci rimangono, sperando che gli ostacoli, in qualche maniera, si possano aggirare, che le grandi questioni abbiano un carattere intermittente ed episodico e che questa quotidianità, di assai basso profilo, ci conduca, come un salvacondotto, fino al termine della legislatura. Alla quale, probabilmente, il Presidente Ghigo, forte di un consenso che gli deriva dall'immagine - non usurpata, non dico questo, non l'ho mai detto, perché l'immagine è uno strumento come gli altri - potrà puntare a rivolgere un messaggio ai piemontesi, a prescindere dai contenuti. Lo dico con convinzione, lo dico anche perché la responsabilità di guidare un Gruppo significativo dell'opposizione mi crea molte preoccupazioni che - credetemi - non devono essere soltanto mie. Quando tutti i Gruppi pongono delle questioni che attengono complessivamente al Consiglio, se le pongono altri, io li ascolto e, in genere, faccio mie queste preoccupazioni, a prescindere dalla condivisione del dettaglio perché sono questioni significative.
Ieri c'è stato un dibattito, del quale ringrazio l'aula, perché, in una situazione che manifestava tutta la mancanza di abitudine ad affrontare materie che magari abbiamo tutti quanti gestito - ma altrove, non qui abbiamo affrontato un vero dibattito politico. Nonostante tutto, è stato un buon dibattito, anche se un po' trascurato dall'informazione, ma non dalla RAI, che peraltro ha, secondo me, eccessivamente sottolineato il ruolo del Presidente, il che è vero, ma c'era anche altro. E' una battuta scherzosa perché coloro che si occupano di informazione sono persone che lavorano molto bene e con molta professionalità.
Risolvere le questioni, come quelle che abbiamo all'o.d.g. di oggi, è una prova di capacità del Consiglio. La seduta di ieri, in qualche maniera faceva emergere luci ed ombre; quella di oggi - usiamo un termine molto distensivo - fa emergere tante ombre e poca luce: un significativo imbarazzo.
L'imbarazzo è di natura politica e nasce dal fatto che l'Assessore Masaracchio non parla a quest'aula: francamente, questo atteggiamento non lo posso accettare.
Ho assistito in quest'aula, nel 1983, alla discussione di grandi questioni, e c'era la partecipazione della gente che aveva da dire o non aveva da dire, ma questo è il rispetto delle istituzioni! Rispetto nel senso che non può essere in nessun modo "scippato" il diritto ad avere un'informazione; un'istituzione non può essere snobbata, Assessore Masaracchio! La mia stima, se tu non parli, sarà di tipo diverso, la riconsidero.
E' necessario avere informazione sul seguente dilemma: è stato Masaracchio, più Peretti, che ha aggirato le ditte, o sono state le ditte che adesso cercano, in qualche maniera, di aggirare la Regione? Dobbiamo avere delle risposte. Una volta che questo è il terreno posto ed è il terreno posto - e se ne occupa perfino la Magistratura, non è sufficiente dire che di questo con voi non parlo; detto, tra l'altro, da una persona positivamente loquace, come hai l'abitudine di essere tu, vuol dire che qui sotto gatta ci cova.
Qui sotto c'è qualcosa che non rassicura, e se non ci rassicura, noi non possiamo voltare pagina.
In ogni caso, siamo in presenza di una circostanza che ha costretto la Giunta nel suo insieme a costituirsi contro una richiesta di pagamenti dicendo: "Noi non abbiamo fatto niente; noi non vi dobbiamo niente; ma se qualcosa vi è dovuto, vi è dovuto dall'Assessore Masaracchio, eventualmente con Peretti".
Assessore Masaracchio e Presidente Ghigo, "il vento le più alte cime più percuote" (frase meno plebea della precedente, in quanto detta da Dante). Certe volte voglio anche rispettare, nel linguaggio, la complessità della nostra Regione, dove c'è un po' di questo e un po' di quello, ma non siamo assolutamente secondi ad altre Regioni, che possono, volendo, fare anche un buon dibattito in Consiglio regionale, come ne abbiamo visti e letti tanti.
Il vento è così. Lei non può non sentirsi chiamato alla responsabilità di dire perché codesto Peretti girava e si aggirava, rappresentava e contraeva e comunque accreditava di essere il rappresentante della Regione.
Almeno questo lo dica! Il Consigliere Saitta lo ha detto due o tre volte. E' una situazione familiare? Una famiglia di fatto? Dove c'è anche un altro che agisce? E' questa l'impressione.
Io vado al nocciolo della questione: perché costui era anche un rappresentante a qualche titolo? Noi non possiamo passare sopra questi avvenimenti e voltare pagina.
Ricordo un intervento del Consigliere Angeleri, il quale ha detto: prima c'era Viglietta (il Consigliere Angeleri usò un'espressione che mi ha colpito, perché, essendo Viglietta cuneese, mi è venuto per un attimo in mente che essere di Cuneo era una grande fatica all'epoca, oggi speriamo un po' di meno, ma di tanto in tanto è perfino faticoso essere di Torino); e chi è Viglietta? Hai usato tale affermazione come per dire: Viglietta questo Carneade pervenuto qui, lasciamolo ai margini! Già, Viglietta lasciamolo ai margini. Angeleri se ne va ai margini perché è in grado di ricominciare dai margini un'operazione di ordine politico. Vaglio rimane lì perché ci sono delle questioni. Masaracchio, tutti i giorni, con la trivella dà un giro di vite e mette un po' di vischio alla poltrona, perch se crolla quella poltrona, crolla l'alleanza. Eh, no, tutto questo non è onorevole per nessuno! Che il Consiglio regionale si senta nelle posizioni delle opposizioni non diventa alcune volte un elemento di eccessiva sottolineatura? Il Consigliere Saitta ha detto di me: "Riba" - e sottolineando - "non è un irresponsabile". Ci tengo a ricordare questa frase, perché guai se dovesse succedermi di sentirmi tale; i miei compagni di partito farebbero bene a farmelo rilevare subito, e lo farebbero.
Nel pieno di una consapevole responsabilità, noi non possiamo permettere, non dico due pesi e due misure, sull'altare di questioni di assemblaggio politico, che sono questioni né squallide né auliche, ma che devono sottostare alle regole della correttezza istituzionale, che in questo Consiglio, in qualche maniera, ci sia una situazione per cui Consigliere Ghiglia, ti chiedo scusa per il riferimento - se si toccano gli uomini di Ghiglia (è un grande complimento, magari fossero tutti così compatti e potenti) si fermano tutti gli elementi sia della deontologia sia del ragionamento, perché non ci si sottopone neanche al giudizio che, in genere, è un elemento per uscire con le proprie ragioni ed, eventualmente con un ruolo riproposto, riconfermato ed anche risottolineato. Ma questa è la condizione che consente al Consiglio di sapere che qui nessuno è in qualche modo legibus solutus.
In questo Consiglio regionale, nessuno può considerarsi, rispetto alle leggi della correttezza istituzionale, legibus solutus, né Masaracchio, n il sottoscritto: questa è la condizione.
Presidente Ghigo, la nostra posizione permarrà a lungo in quanto è una battaglia per la correttezza, per la trasparenza e per l'autorevolezza del Consiglio regionale, su cui non abbiamo intenzione di ammainare bandiera bianca. Trattandosi, peraltro, non dell'ultimo dei Consiglieri, ma del Vicepresidente che rappresenta la Presidenza della Giunta in sua assenza che la rappresenta nei rapporti con l'aula e che, comunque, è la seconda autorità amministrativa del Consiglio regionale, in questo caso il vento percuote una cima che è stata innalzata ad un ruolo che oggi implica assolutamente adeguate risposte. Dopodiché, Presidente, noi non sappiamo più come dirvelo! C'è anche un elemento di sconforto: non sappiamo più come dirvelo.
Comunque non siamo rassegnati; questa non è una battaglia sulla quale ci si rassegna. Vede, Presidente Ghigo, io provengo da un partito che ne ha prese tante di batoste; abbiamo fatto tante battaglie, che non abbiamo vinto, ma la storia ci ha anche dato ragione, alla fine.
SPAGNUOLO (fuori microfono) Non mi sembra.
RIBA Non del tutto. Come dicevo, vengo da un partito che ha fatto tante battaglie, che ha registrato tante sconfitte e che oggi ha fatto tante scelte, sulle quali ha avuto ragione... Se vuoi la correzione... Per carità.
SPAGNUOLO (fuori microfono) Ma non la storia: mi sembra un po' forte.
RIBA Posso continuare? Magari facciamo questo dibattito fra di noi...
Potremmo fare un dibattito Togliatti-Vittorini.
Io comunque continuo a ritenere, Presidente, che il mio partito abbia fatto tante battaglie e riportato tante sconfitte, ma abbia fatto anche tante battaglie rispetto alle quali ha avuto spesso ragione, soprattutto quando si trattava di questioni che attenevano al modo di concepire le istituzioni, di difendere le istituzioni e di proporre un'etica dei comportamenti istituzionali. Ho anche il dovere di richiamarmi ad una nostra cultura, ad una nostra deontologia istituzionale. Questo tipo di battaglia, per noi, attiene alla categoria delle grandi questioni.
Quindi, concludo davvero, chiedendo anche a lei, Presidente Ghigo, se ritiene di contribuire affinché questo dibattito e questa iniziativa possano avere una conclusione utile per il Consiglio regionale. Ciò in quanto la consistenza dell'argomento è tale da non consentirci di rimuoverlo soltanto perché non abbiamo ancora ottenuto l'ascolto e gli elementi di conseguenti decisioni che questo richiede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Intervengo per dichiarare un clima di mortificazione presente in quest'aula questa mattina; una mortificazione che a me personalmente viene non tanto per il dibattito che si sta svolgendo, ma per la stessa mortificazione a cui è obbligato un collega di questo Consiglio regionale: il collega Masaracchio.
Perché dico questo? Perché quando vengono fatte delle domande così precise; quando le domande rasentano un'accusa così pesante; quando il dibattito si svolge su posizioni addirittura scritte (che sono le memorie difensive dei vari attori di questo episodio), vedo nel silenzio del collega Masaracchio una sua mortificazione, che faccio anche mia.
Perché questo? Perché in quest'aula si sono dibattuti dei fatti che, a gravità, non sono neanche paragonabili a quello che stiamo discutendo in questo momento; ma, ad ogni dibattito, colui che era "accusato" è stato lasciato libero di potersi politicamente difendere. Se in politica non c'è più questa libertà, e quindi la libertà di difesa attraverso lo sfogo, le parole, l'affermazione dei propri principi, l'affermazione della propria verità, l'affermazione delle spiegazioni che si devono e si vogliono dare ebbene, siamo al massimo della mortificazione nostra, ma anche della mortificazione personale di chi qui dentro è presente.
Faccio dunque mia la mortificazione del collega Masaracchio in questo momento.
Sono poi mortificato - e certamente questa è una mortificazione diversa da un altro fatto: che di fronte a quelle stesse domande veleggianti accuse così gravi, non ci sia nessuno che si senta in dovere in quest'aula di difendere prima un proprio collega, poi un proprio Assessore. E' gravissimo, a mio modo di vedere, che la Giunta - non dico neanche il Presidente della Giunta - gli Assessori che hanno come collega l'Assessore Masaracchio, non si sentano in dovere di fare corpo unico nella difesa di un loro collega. Non solo non si sente il dovere di difendere un proprio collega, ma lo si accusa.
Colleghi, se voi leggete - mi rivolgo a tutti colleghi del Consiglio le memorie difensive della Giunta regionale, le memorie difensive dell'Assessore Masaracchio e la memoria difensiva del signor Peretti su questo tema, vi accorgerete che la Giunta, e quindi i colleghi dell'Assessore Masaracchio, si sono sentiti in dovere non di difendere, ma di accusare un proprio collega. E' scritto a chiare lettere.
Io non so come, con quelle memorie difensive, l'Assessore Masaracchio possa pensare, magari fra dieci anni, in una causa civile, di avere ragione delle proprie idee. E' impossibile. E' la Giunta regionale che, prima del giudice, lo condanna politicamente; lo condanna con delle memorie difensive giuridiche che faranno sì che civilisticamente (non so se questo è il termine giusto) verrà condannato anche dopo.
Siamo veramente al massimo, perché non solo non ci si sente in dovere di difendere, ma ci si sente in dovere di accusare. E questa è la Giunta della Regione Piemonte! Credo che tale questione, minimale rispetto ai fatti di una gravità enorme che si sono dibattuti negli anni scorsi in quest'aula, si sarebbe potuta risolvere in mille modi. In mille modi, ultimo anche quello di riconoscere un debito su un impegno che un Assessore e un suo collaboratore (non so se è tale, certo non viene chiamato tale nelle memorie difensive) avevano assunto nei confronti di una ditta esterna che, in quel momento collaborava con la Regione Piemonte. Invece no. Si fa una delibera dove si dice che si vuole attuare il progetto che ha fatto quella ditta, si demanda ad una delibera successiva il pagamento del progetto, dopodiché si dice: "Tutto questo non è vero". Ma ci sono gli atti! Ci sono gli atti, che sono consequenziali uno all'altro e che... Sorge dunque il sospetto: perché non si è fatta una delibera in sanatoria per coprire un debito che la Regione per conto dell'Assessore Masaracchio, aveva assunto con un privato? Spiegatemi perché non si è fatto questo. Ci sarà un motivo! Io voglio conoscere questo motivo, ed è nelle domande che all'inizio del dibattito ha posto il collega Saitta. Diteci perché, altrimenti il sospetto può essere di cose ancora più grosse di quelle che sono. E io non voglio lasciare quest'aula con il sospetto! Io voglio che mi si dica perché non si è sanata quella situazione! E non mi si dica - come si è detto da parte del Presidente della Giunta regionale la scorsa volta - che il progetto non era confacente alle indicazioni dell'Assessore, perché ancora una volta si accuserebbe di più l'Assessore di aver fatto un altro sbaglio.
Io vi prego affinché non si debba uscire mortificati da quest'aula magari pensando che sarà la Giunta delle Elezioni a risolvere questo problema. Guardate che è gravissimo, questo; nella storia della Regione Piemonte, ma forse nella storia di tutte le Regioni d'Italia, non si è mai verificato che fosse rimosso un Consigliere per incompatibilità! Non si è mai verificato perché le incompatibilità venivano rimosse prima; altra cosa sono le ineleggibilità, quelle che si vanno a verificare all'inizio della tornata legislativa, ma le incompatibilità venivano rimosse prima. Invece in questo caso si dice: qui ci sono le memorie difensive, l'incompatibilità eventuale la verificherà il giudice civile nel momento in cui condannerà l'Assessore Masaracchio, e non si prende neanche atto che attraverso quelle memorie difensive c'è un contenzioso netto, chiaro fra Regione, Giunta regionale ed un proprio Assessore! Ma voi volete che sia la Giunta delle Elezioni a risolvere questo problema, magari a maggioranza o a minoranza? Veramente siamo arrivati ad un punto di inciviltà della politica che è assurdo! Qui si mette in gioco il fatto che un collega possa continuare ad essere un collega, e cioè un Consigliere regionale, demandando un fatto politico od amministrativo da risolvere alla Giunta delle Elezioni, che poi porterà questo contenzioso a maggioranza o a minoranza in Consiglio regionale? Dobbiamo vergognarci, lo dico per me stesso! Ritirate quelle memorie difensive che sono indecenti, fate la sanatoria e difendete il vostro Assessore, se potete difenderlo! Altrimenti diteci perché non potete difenderlo, ma ditecelo! Diteci perché non potete difenderlo e, anzi, lo volete accusare! E lo accusate indirettamente perfino con degli atti scritti che circolano da Gruppi ad Assessori. Ma, per favore, non scherziamo! Il fatto che il Consigliere Masaracchio possa continuare o meno ad essere il Consigliere Masaracchio alla Giunta delle Elezioni invece di rimuovere la questione politica, è disumano, è una cosa che non si riserva neanche al peggior nemico, altro che ad un componente della propria Giunta che va difeso fino in fondo (se lo si può difendere)! Altrimenti, guardate io le responsabilità che il Presidente può avere le ho già dette più di una volta, ma in questo momento le responsabilità addirittura di tipo amministrativo le distribuisco a tutti i componenti della Giunta, anche a coloro che erano assenti in quel momento, e già questo fa pensare; il fatto che il collega Cavallera in quel momento fosse assente fa già pensare.
Sappiamo la cabala cosa ci riserva, ma, al di là di questa battuta colleghi Assessori di questa Giunta, per favore difendete il vostro collega; Presidente, difenda il suo Assessore; Consiglieri della maggioranza, difendetelo a ragion veduta. Oppure diteci perché non lo volete difendere.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Masaracchio.
MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Ringrazio i colleghi per tutti gli apprezzamenti e per le tante altre osservazioni di tono politico che sono state fatte per la mia persona; ci significa che questo dibattito - chiamiamolo così - dai banchi del Consiglio verso la Giunta è un dibattito squisitamente politico e, come tale, spero possa rimanere anche nel senso che, data non la mia risposta ma l'informazione che debbo al Consiglio, alla fine non mi si chieda di reiterare ulteriori spiegazioni per rientrare nel vivo di un dibattito perché nei dibattiti, quando siamo di fronte a motivi di così delicata natura, alla fine il contendere diventa un'altra cosa. Dato il livello politico cui si è fatto appello, non soltanto in questa seduta, ma anche in altri momenti, oltre a quello della chiamata della mia persona per un rapporto di tipo particolare in un momento in cui, finito il dibattito in Consiglio, i Capigruppo della minoranza, gentilmente - io l'ho considerata come un'espressione di cortesia - mi hanno chiamato per dire: "Ne vogliamo parlare in separata sede?". In quel momento, ho detto ciò che ribadisco adesso.
Essendo che nella cosiddetta mia difesa, presentata dall'avv. Berrino è scritto tutto ed essendo stata oggetto di lettura e di meditazione cos'altro devo ribadire? Questo è stato il motivo per il quale ho presentato la difesa, non ci sono altri argomenti diversi.
Premesso questo, andiamo alla puntualizzazione dei momenti.
La delibera del 1996 chiedeva di aderire ad un progetto che si sarebbe dovuto realizzare a mezzo la Camera di Commercio di Torino. Erano interessati, oltre che la Regione Piemonte (quindi Assessorato, quindi funzione assessorile), anche il Comune di Torino e la Provincia di Torino ma, nell'ambito dei Saloni o del Salone o del I Salone della Formazione che si sarebbe realizzato in Italia, c'era un contendere politico di una certa natura. Bologna faceva forti pressioni affinché questo Salone della Formazione fosse realizzato presso la Fiera di Bologna, giustamente; alla luce dei fatti, uno può dire: "Ma quando mai abbiamo conteso a Bologna il privilegio, riconosciuto dal Ministero della Formazione nel lavoro, di fare a Torino il Salone della Formazione, come Regione leader per via della L.R.
n. 63, non certamente perché noi abbiamo sempre avuto, pur nell'eccellenza un'attività della formazione comunque eccellente e riconosciuta nel contesto nazionale e nel contesto europeo?". E' accaduto che l'Assessorato che l'Assessore sia stato coinvolto ad interessarsi a che non fallisse il tentativo di avere il Salone della Formazione a Torino. E' anche accaduto che, indipendentemente da tutto quello che poi si è sviluppato nel tempo l'Assessore, non certamente a titolo personale, ma per tutto quello che pu rappresentare nell'esercizio di una delega - fra parentesi, nella fattispecie io con me stesso, il collega Montabone l'ha riconosciuto parlando d'altro, ma comunque incideva in positivo in questi termini, io sono stato per trentacinque anni sindacalista, e già ricordo quando con la CISNAL ci opponevamo fortemente affinché la formazione fosse attribuita alle Regioni, perché già sin da allora si sarebbe dovuto attivare tutto quello che oggi è nella richiesta globale di tutti: la formazione nell'istruzione, la formazione collegata all'economia del territorio e quindi con il mondo produttivo. La formazione come elemento produttivo visto che, nel frattempo, si era abolito l'apprendistato. Tutte cose di cui tutti noi abbiamo molta contezza; non dobbiamo ripeterle tutte le volte altrimenti non siamo un consesso politico elettivo all'interno di una tradizione storica.
Una competenza ed una conoscenza specifica di cui mi vanto, checché se ne dica per i fallimenti che mi si addebitano e che mi si potrebbero addebitare, a ragion veduta fallimenti per altre deleghe, ma io so quanto ho operato e cosa ho fatto, nell'ambito dell'innovazione della Pubblica Amministrazione, per dare ragione a quella che oggi è la richiesta unanime di tutti per avere qualcosa di più per il 2000.
L'avocato Peretti, e non quel signor Peretti, oppure quel tale, come lo avete definito, perché ci vuole un minimo di rispetto verso le persone comunque siano da giudicare, in quanto c'è un tribunale (quello divino e quello degli uomini) che giudicherà, frequentava gli uffici della Regione Piemonte in quanto consulente per la revisione della L.R. n. 28. Espletato il suo mandato, non fu nominato Presidente di EC-BIC dalla Giunta, ma fu eletto dai soci di EC-BIC.
Ho avuto il mandato, per delega ricevuta, di salvare EC-BIC, perché gli Assessori competenti qualche volta sono impegnati altrove (può succedere come capita anche a me), perché EC-BIC si trovava in una situazione fallimentare gravissima - lo sapete tutti: c'era 1 miliardo e 300 milioni di debiti. La conduzione di BIC, fino a quel momento, non era stata adamantina. In quella assemblea, essendo un componente con tanto di mandato, dissi che un consulente per la Regione non poteva essere eletto a Presidente di EC-BIC senza una definizione dei tempi e che, se era indispensabile, si poteva eleggerlo per 45 giorni, durante i quali si sarebbe sciolto il Consiglio di amministrazione, si sarebbe creato un triumvirato, in modo da poter presentare i bilanci e le progettualità. Poi si sarebbe provveduto a capire il ruolo di EC-BIC nel contesto generale della presenza dei BIC in tutte le Regioni. Alcune Regioni hanno BIC collegati con la loro finanziaria, altre hanno BIC non collegati con la finanziaria regionale: tutta materia del contendere della politica dell'Europa, delle Regioni e delle varie Amministrazioni. Sono problemi che si conoscono o per informazione dovuta o perché c'è la trasparenza degli atti. Quando non si conoscono i problemi, i dibattiti non nascono: nascono quando ci sono le informazioni, le opportune e le giuste informazioni anche in sede della competente Commissione consiliare. A parte il carattere delle persone o la conoscenza che se ne ha per il loro trascorso politico avevo dimostrato di non aver fatto caso al trascorso politico, ma di appellarmi a possibili capacità, comunque confortate dalla realtà. Ci fu anche una Commissione consiliare, come ho detto, entro la quale il Presidente di EC-BIC fece la relazione sulla situazione.
Data la situazione di interesse affinché il Salone della Formazione si realizzasse, poi si è verificato nel tempo, indipendentemente dalla delibera del 1996, il coinvolgimento di tutto ciò che nella struttura di EXPO 2000 risultò ineluttabile - non conosco, non conoscevo e continuo a conoscere malamente la società Events, per cui non posso dare giudizi negativi sulla stessa, né ho mai conosciuto Futura e non ho mai dato, n come Assessore, né come persona, alcun incarico, ma per EC-BIC si trovò, si concordò e si concertò la presenza della funzione della Regione.
Allora non c'erano i Direttori, ma i dirigenti dei vari Settori. Nelle concertazioni, qualche volta, con la mia presenza e per la qualità della mia impostazione politica, si discuteva su come avrebbe dovuto essere quel Salone e come ottenerlo per il secondo anno. Questo avrebbe consentito alla Regione di avere il Salone interregionale italiano anche per il terzo anno a livello europeo. Questo era il contenuto politico a cui mi ero riferito per quanto riguardava l'attesa della Fiera di Bologna. A EC-BIC risultò il mandato di segreteria amministrativa. Infatti, anche se si leggono tutti i documenti, anche nella comparsa di chi chiama in giudizio la Regione per inadempienza, è detto che, dato il fax di EC-BIC, si è dato un incarico e così via.
C'è un elenco che non vi fornisco, ma che, vi prego di credere comprende gli incontri avuti a tutti i livelli e chiarisce tutta questa organizzazione, che partiva, non dico da EXPO 2000 come Ente, ma nell'ambito di questo interesse, con la certezza che si verificava di volta in volta - senza l'impegno preciso, da parte della Regione, di assumersi altre responsabilità tranne quella di ottenere in seguito un contributo come da tutti gli altri Enti.
E' stata fatta una conferenza stampa nella sala del palazzo della Giunta, dove erano presenti tutti gli "attori" del Salone: la Camera dei Deputati, oltre alla Regione Piemonte, l'Assessorato alla formazione professionale - forse per dare più lustro alla mia persona, verso la quale si accampa tanto titolo e tanto diritto - la Provincia di Torino, il Comune di Torino e il Presidente del Comitato Einstein; con una partecipazione attiva delle Direzioni generali della Commissione dell'Unione Europea, del Ministero della Pubblica Istruzione, del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, l'ISPON, il Politecnico di Torino e l'IRRSAE Piemonte.
Era organizzata una nutrita serie di incontri in quei tre giorni, che avrebbero visto impegnati: COVISFOR; IRRSAE; CGIL, CISL e UIL; ANISA; BIT Comune di Torino-Provveditorato agli Studi di Torino; Coordinamento insegnanti educazione fisica; CGIL, CISL e UIL (ancora una volta, su un altro argomento); CNOS-FAP Piemonte; FIAT per la scuola - Psicologia al volante; Commissione Cultura Camera dei Deputati, in merito a "Le proposte di legge di riforma degli organi collegiali"; CIDI su "La scuola media nella società che cambia", e via di seguito, secondo un calendario e secondo degli argomenti che erano stati, non dico suggeriti, ma comunque portati avanti da quella che era la "fallimentare funzione di un Assessore incapace ed incompetente"; a chi non sa mai nulla, che non capisce mai nulla, ma tanto alto che è considerato molto di più fuori da questa Regione e che dovrebbe portarsi più vanto di colui che riesce ad adoperare anche partendo dai vanti di questo Consiglio! Allestito il Salone, sono stato chiamato con tanto onore a tagliare il nastro. Ho aperto alcuni dibattiti per non essere lì soltanto a portare il saluto. Ho constatato che per l'anno successivo qualcosa si sarebbe dovuto non rimediare, ma impostare in termini diversi. Addirittura ho attivato immediatamente il rapporto - come Assessore alla formazione - con tutti gli Enti già coinvolti. Il dottor Grisotto non era più dirigente dell'Assessorato, si dimise e andò nel privato, per sua opportunità, senza andare a riprendere quello che ha detto EC-BIC. Mi dispiace che non sia presente il Consigliere Cavaliere, che ieri diceva: "Abbiamo avuto storie anche con la questione dell'indagine, che poi è rimasta lettera morta nell'ambito della struttura assessorile, dove c'è la gestione di un grande giusto ed opportuno interesse non soltanto finanziario, ma, di tanto di più, fra pubblico e privato!".
Grisotto si dimise da dirigente e, adesso, è collaboratore in un'organizzazione privata: l'Associazione degli Industriali. Ieri è stato citato qualcosa a proposito dell'industria: quali rapporti con la Regione perché si facesse qualcosa di più con il Sindacato degli industriali, in modo che la Regione produca un progetto che faccia partire l'insediamento dell'industria; tutte cose che nella battaglia politica hanno un valore cui attendere. Poi tornerò indietro per dire che le responsabilità sono molto limitate, tranne quelle politiche e morali che io mi assumo perch riconosco che qualcuno deve pur guardarsi allo specchio (alludevo altre volte al fatto che i colleghi dovrebbero guardarsi allo specchio, questa volta tocca a me; mi guardo allo specchio e vedo come ci si pu arrampicare). Le risposte politiche ci sono: o si pagano direttamente per la propria incapacità, o si pagano perché la politica coinvolge, in questo tempo di non cruente rivoluzioni, in termini di rivoluzioni poco cruenti ma questo è il sangue che si è versato.
Durante questi dibattiti ed incontri (questa volta, sì, da me programmati e voluti con lettera di invito) si è cercato di attivare tutto quello che sarebbe stato il II Salone della Formazione. Nell'ambito delle politiche attive del lavoro (le cosiddette Agenzie per l'impiego che dovevano essere sciolte, e nella legge che avete votato, sollecitandola quella di Torino diventa addirittura Ente strumentale della Regione) c'è tutto quello che capita durante la liquidazione: c'è il personale che, pur essendosi sempre adoperato a fin di bene e con ottimi risultati, alla fine viene comunque liquidato. Il Ministero del Lavoro, coinvolgendo le Agenzie per l'impiego o lasciandosi coinvolgere dalle Agenzie per l'impiego, si inventa che Torino, che aveva potuto o saputo malamente fare, con tutto quello che è - uso ancora un termine che mi è stato contestato per talune risorse di finanza - lo "svarione" della cosa fatta "da cani", ma certamente non dall'Assessorato, perché le cose vanno fatte a volte con leggerezza e dietro la spinta di interessi particolari; si inventa il suo I Salone della Formazione e sceglie Torino come città leader, che aveva dato prova con il I Salone di essere l'eccellenza per il Salone della Formazione. Avete visto tutti cosa è stato quel II Salone della Formazione.
Io feci di tutto per cercare di salvare noi, quantomeno - ecco qui gli interessi! - non facendo assegnare all'azienda di Roma la gestione delle risorse per questo Salone del Ministero fatto a Torino. Ma come? Noi abbiamo già l'esperienza della Events (pensando che la Events non fosse fallimentare, come poi è risultata). Ho detto: chiamiamo la Events addirittura mi sono fatto fare un progetto di intervento. Non mi rendevo conto, non sapevo, non era competenza mia, era competenza della funzione era competenza di EC-BIC Piemonte che nel frattempo è stato sciolto. Di lì forse nasce il disguido della non continuità di attenzione dell'allora Presidente pro tempore della EC-BIC. E' andata male: abbiamo perso non soltanto il secondo anno, quindi il Salone interregionale (e non fu interregionale, ma fu un saloncino del quale tutti si lamentarono), ma abbiamo perso la futura possibilità di avere il Salone per il terzo anno che sarebbe stato europeo. A titolo di informazione, le vicende politiche portano ai fatti elettorali; qualcuno sarà eletto, non ci sarà questa Giunta, ci sarà un'altra Giunta, qualcuno potrebbe farsene arma di battaglia o cavallo per la vittoria. E' necessario che nell'ambito dei Saloni della Formazione si concepisca la cittadella del mercato del lavoro che coordini, attraverso la funzione della Regione, non prevaricante, ma di grande programmazione, tutti i soggetti che nel mercato del lavoro devono operare, portando il progetto a livello di Comunità Europea, rendendolo un progetto leader. Noi a Torino abbiamo le spine, i settori del Comune di Torino a declino, che spinge affinché ci sia la realizzazione; in uno di quei territori si può creare la cittadella del mercato del lavoro e attraverso la digitazione e la telematizzazione del tutto in tempo reale il rapporto con il mondo. Ed allora ecco che emergono tutte le possibilità per le aziende che nella mondializzazione del mercato possono andare a dimostrare che non abbiamo bisogno di rendere prodotto da vendere nel mercato, ma di rendere know-how, tecnologia: il Piemonte, testa di ponte dell'Europa, che va nel mondo con il suo know-how. C'è stata, attorno a questa immagine di produzione politica, qualcosa che abbia congiurato? Io non so! Se i risultati sono questi! Certo, a me dispiace che la Regione Piemonte, con tutti voi compresi, non possa vantarsi di aver potuto realizzare qualcosa che non sia andato in contestazione. Quando la società fallimentare - se si va a leggere la citazione della società, dice che la Compass è stata incaricata dalla Events, mentre la Events non è stata incaricata dalla Regione - ha premuto, io mi sono preoccupato di chiedere se fra tutti i comparenti del Salone qualcuno avesse dato qualche contributo...
SAITTA C'è la sua lettera, in cui dice...
MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Ci sto arrivando. Quando le pressioni furono tali anche sul piano umano, feci subito una comunicazione agli interessati. Io, sul piano umano posso anche interessarmi a risolvere in qualche modo qualche problema posso anche sperare che si faccia il II Salone; sul piano umano posso anche dirvi: "Andate a cercare chi vi copre i debiti", perché è un fatto aziendale, in quanto - e le responsabilità le cercherà il Magistrato, al di là di quelle che sono le dichiarazioni di chiamata in correo delle persone oppure degli uffici - i bilanci di una società che lavorava per il Salone devono prima dimostrare quanto si è introitato nel vendere gli stand. Anche se per caso, per millantato credito, un Assessorato abbia detto: "Vi copriamo le spese", che ne è di tutto ciò che rappresenta il ricavato dell'azienda? Non è detto e non può essere possibile credere che un Assessore dica: "Io pago il Salone affinché la Regione faccia il Salone".
Semmai, la Regione Piemonte, così come il Comune di Torino, così come la Provincia, così come tutti gli altri Enti, darà un proprio contributo. Non c'è dubbio. La funzione, però, non si rese conto - e questo lo dico a chiarissime lettere - che il Salone durò quattro giorni e, finito il Salone, non essendo un'associazione interessata nell'ambito amministrativo ma un'azienda, la funzione comunica a me, avendo io fatto la richiesta di intervento per dare un contributo (c'è un intervento anche presso la Camera di Commercio che a titolo di credibilità personale è stato l'unico Ente che diede un contributo; non poteva non darlo perché la Camera di Commercio aveva realizzato lo stand che quindi ha pagato); gli altri Enti non hanno pagato neanche lo stand, appellandosi alla responsabilità politica di Masaracchio come persona e come Assessore. Ma pensate voi! Sottrarsi a questo impegno, quando nell'apertura della conferenza stampa addirittura il Comune di Torino è stato leader della conferenza stampa. Qualcuno ha detto: ma come, il Comune di Torino sta facendo tutto? Ma che c'entra, tutti stiamo facendo qualcosa: noi abbiamo dato l'ospitalità attraverso quelli che poi sono stati i comunicati stampa, non fatti solamente dalla Regione.
Ciascuno, cioè, ha espletato il proprio titolo di amministratore delle proprie cose.
In questo momento, si dice che non si può fare la sanatoria o, meglio non si può dare il contributo perché sarebbe una sanatoria per un'azienda.
Nel frattempo, chi si era rivolto all'avvocato ha fatto pervenire dall'avvocato stesso la richiesta di un chiarimento. Io, per la mia responsabilità, ho trasmesso tutto all'Avvocatura della Regione. Vi dico di più: mi sono anche rivolto all'Avvocatura dello Stato per capire se la responsabilità era del tutto personale e se c'era una responsabilità politica e quali erano i livelli, i limiti della responsabilità.
L'Avvocatura della Regione ha stabilito che la pratica da seguire era questa. Non mi sono limitato solo a chiedere questo. Ho detto: le comparse per le varie difese devono essere concertate? Mi è stato risposto - e forse questo lo sto imparando adesso - che non poteva essere così perché ciascuno presenta la propria. Benissimo. Ma dico: "Io presento la mia come individuo?". Sì. Dopodiché mi dite che sono stato contro me stesso e fesso? Benissimo! Ma che venga coinvolta la Regione, il Presidente della Giunta che ha presentato una comparsa secondo quello che giuridicamente è detto che sia, perché la causa è fatta attraverso atti e non dibattiti politici: questo mi pare troppo! Non tanto per piaggeria o comunque per ringraziare il Presidente della fiducia che mi ha voluto qui confermare ufficialmente ma quanto perché - santo Dio - si va in tribunale e ciascuno adotta i mezzi di rito; poi, se si è condannati, si è condannati! Tutto questo rappresenta una défaillance politica di grande denuncia; poi l'avete fatta, vuol dire che il Consiglio ne prenderà atto. Io potrei appellarmi a me stesso per la mia dignità, ma vi dico, francamente, è come se confessassi di essere nel torto; io non credo di essere nel torto, sono stato manco nella leggerezza ma comunque coinvolto da interessi politici di altra natura, che non riguardano la Giunta regionale.
SAITTA Presidente, presento un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Lo faccia pervenire e io provvederò a farlo distribuire.



(Il documento viene consegnato dal Consigliere Saitta al banco della Presidenza)



PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno. Primo firmatario è il Consigliere Saitta, che ha chiesto di poterlo illustrare; ne ha facoltà.
SAITTA Presidente, intervengo brevemente per illustrare questo documento; lo farò in pochissimi minuti, però credo che sia anche doveroso da parte nostra rilevare come le osservazioni, i rilievi che sono stati fatti non interessino il Presidente Ghigo, il quale non ritiene neppure di dover intervenire. Non solo, ma il Presidente Ghigo, avendo dato la parola al Vicepresidente Masaracchio, forse si è illuso che le parole da lui pronunciate costituissero in qualche maniera una sorta di assoluzione politica. Per la verità, credo che i colleghi si siano resi conto che l'Assessore Masaracchio ha parlato di altro, non ha parlato dei rilievi che sono stati formulati.
L'Assessore Masaracchio sa perfettamente e credo... Presidente, se questa questione anche lei la ritiene banale, tanto siamo rassegnati ormai come dire, non solo a fare rilievi politici, ma anche di procedura, e pare che non interessino più a nessuno, soprattutto non interessano a chi ha la responsabilità massima. Però, Presidente, il signor Peretti - lei lo sa perfettamente, che è amico del signor Peretti - finì il suo incarico professionale - Assessore Masaracchio, lei ha detto cose non vere anche questa volta - finì il suo mandato di consulente nel mese di marzo 1996. Il Salone venne fatto nel 1997. Nel lasso di tempo che va dal 1996 al periodo dell'organizzazione il signor Peretti era nessuno, non è stato eletto nel mese di marzo 1996.
MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Ma era Presidente di BIC! Fu eletto nel...
SAITTA Nel mese di marzo 1996? Dica la verità, non siamo proprio...



PRESIDENTE

Ci sono dati oggettivi; verranno riscontrati.
SAITTA Ritenerci proprio ingenui, incapaci, che non sappiamo proprio leggere che inventiamo le cose, mi sembra proprio esagerato.
Peretti era estraneo; nell'organizzazione del Salone Peretti era estraneo. Presidente, vigili, verifichi se è vero, perché si è detta una cosa non esatta adesso e ancora lei continua a sostenere queste cose? Non era consulente, era nessuno, era il signor Peretti. Ma poi, Assessore signor Masaracchio...
MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale E come poteva essere BIC, allora, ad organizzare il tutto? SAITTA Infatti, è questo che mi chiedo. Signor Masaracchio, mi spieghi quale fu l'incarico che la Regione diede a EC-BIC, in quale momento; mi faccia vedere la delibera.
MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Nessun incarico, se lo sono preso.
SAITTA Nessun incarico, quindi totale illegittimità anche sotto questo aspetto.
La Regione Piemonte dice a voce, con il piccione viaggiatore - non so con quale meccanismo, perché non c'è protocollo, non c'è niente - l'ha detto Masaracchio, affacciandosi dalla finestra: "Signor EC-BIC Peiretti organizza il Salone, fa la segreteria tecnica". Presidente Ghigo, le pare corretto, questo? Lei deve risponderne! Questa è questione di illegalità.
Ha detto adesso l'Assessore Masaracchio che non c'è alcuna delibera di incarico a EC-BIC, che ha fatto la segreteria organizzativa. E il signor Peretti si presentò - non ancora consulente, non ancora Presidente di EC BIC - alla Publikompass (c'è il fax) ordinando la pubblicità. E anche il contenuto, non è che lei fu lì a tagliare il nastro, lei concordò il testo delle interviste, concordò tutto.
MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Io? SAITTA Ma sì. Quella è un'inserzione pubblicitaria, non è un articolo di cronaca. Lei concordò tutto. EC-BIC non fu incaricata da nessuno e quindi c'è una presenza estranea in quanto Peretti era nessuno, estranea perché EC BIC non è stata incaricata, estranea successivamente quando EC-BIC fu messa in liquidazione.
Assessore Masaracchio, credo che i suoi colleghi di maggioranza ormai si rendano conto del grande imbarazzo, anche se mi pare più che logico che ci sia una difesa d'ufficio, ma mi pare che la sua difesa ormai stia vacillando sul piano politico, non s'illuda.
Lei ha detto un'altra cosa non vera. Vuole che gliela legga? Ha detto: "La Events? Ma io non ho incaricato nessuno". Scusi, Presidente, è logico che un suo Assessore, che non ha incaricato nessuno, chieda a lei Presidente, di pagare la Events, che non è stata incaricata? Non ha incaricato nessuno, però cosa fa l'Assessore Masaracchio? Prende la lettera di Events che chiede i soldi e si rivolge alla Regione Piemonte, dicendo: "Pagate Events". Lei ha fatto così. Non solo, ma ha mandato al Presidente Ghigo anche la lettera di Events.
Non ci dica cose false, Assessore. Lei continua a dire cose false.
Vuole che legga la lettera? Gliela leggo. Ma lei ci considera tutti proprio stupidi? MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Ma perché, sono stupido io per lei? SAITTA Ma no! Siccome non stiamo discutendo di ideologia, bensì di fatti, il 16 ottobre 1997 lei, Assessore Masaracchio - questo lo ha omesso - cosa fa? Scrive al Presidente della Giunta, Ghigo, all'Assessore Burzi; scrive ad EXPO 2000, scrive anche alla Events! Sapete che cosa ha fatto l'Assessore Masaracchio? E' come se l'Assessore Masaracchio ad un certo punto avesse detto: "Pagate l'impresa 'x'. Regione, pagate l'impresa 'x'". Perché? "Ma perché sono miei amici".
"Ma non ha avuto nessun incarico". "E' vero, non l'ha avuto, per pagateli". Il Presidente Ghigo cosa dice, dopo questa lettera? Adesso vengo al contenuto della lettera. Non è che si preoccupa di capire chi era questa Events, lo dà come fatto acquisito. Si rivolge ai dirigenti e dice: "Cerchiamo di pagare l'Events". Che non è stata incaricata, secondo ciò che ha detto l'Assessore Masaracchio, da nessuno, neppure da lui. Non è stata incaricata! Allora, in questa lettera del 16 ottobre l'Assessore Masaracchio, che è andato via, perché credo che ci sia anche un problema di pudore finalmente è scattato un po' di pudore.



PRESIDENTE

No, è un problema personale.
SAITTA Mi auguro che ci sia anche un problema di pudore, perché se non c'è neppure più il pudore la questione diventa grave.
La lettera dice: "Egregio Presidente, nella scorsa primavera si è svolta la prima edizione del Salone dell'Educazione. Al progetto di realizzazione presentato dalla Camera di Commercio la Giunta regionale ha aderito con delibera n. 218, accettando di far parte del Comitato organizzatore" - di fatto, quindi, la Regione ha partecipato al Salone! - "sia per la parte organizzativa, sia assicurando la propria presenza alle iniziative che si sono svolte nell'ambito del Salone stesso (conferenze stampa, work-shop dibattiti); fino ad oggi, tuttavia, non è ancora stata redatta la delibera con il relativo impegno di spesa che, informalmente, era stato definito nella misura di 200 milioni. La società che si è incaricata di organizzare il Salone...". Ripeto: la società che si è incaricata di organizzare il Salone! Spontaneamente, perché c'è stato un periodo in cui chiunque poteva organizzarsi un Salone! C'è stato un periodo, mi pare verso aprile o marzo durante il quale chi passava in Regione e diceva: "Io sono disponibile ad organizzare il Salone", l'organizzava! Cosa fa l'Assessore Burzi? No, lui non ha dato incarichi: "Ah, si è presentata Events per organizzare il Salone, lo organizzi, poi vediamo". Ha fatto così.
Riprendo a leggere: "...la società che si è incaricata di organizzare il Salone ha ritenuto di inviare una lettera, che trasmetto in allegato nella quale esprime viva preoccupazione per la mancata erogazione del finanziamento regionale".
Dice questo: esprime e condivide la preoccupazione di Events, perch non ha ricevuto i soldi. Quindi, vuol dire che Events non era sconosciuta all'Assessore. Poi - voglio dire - se le ha dato l'incarico qualcun altro per quale motivo deve rivolgersi alla Regione? Se le ha dato l'incarico qualcun altro che non è stato nominato, è qualche estraneo: si rivolga a chi ha dato l'incarico! Perché l'Assessore Masaracchio sponsorizza il pagamento di una società a cui non ha dato l'incarico? E' questo il problema.
Concludo la lettura: "nel condividere...". L'Assessore Masaracchio farebbe bene a venire qui, l'Assessore Masaracchio farebbe bene a venire qui! Collega Cotto, c'è scritto: "nel condividere questa raccomandazione della società Events"! Il vostro Assessore vi ha detto cose non vere! "Nel condividere questa raccomandazione, a fronte di un impegno assunto dalla Giunta regionale" - mi pare una difesa proprio banale. Dice: "Pagate". Ha dato l'incarico a EC-BIC e la Regione avrebbe dovuto pagare. E lei, Presidente, avrebbe pagato. Il problema è questo. Se non fosse arrivata qualche...



(Cenni di diniego da parte del Presidente della Giunta, Ghigo)



PRESIDENTE

SAITTA



PRESIDENTE

Adesso le spiego. Lei non può dire sempre così; adesso le spiego anche le lettere, tutto! Lei avrebbe pagato; non ha pagato per alcune questioni che sono emerse successivamente e che il collega Ghiglia conosce, perché ha chiesto una relazione completa e tutta la documentazione all'Assessore Masaracchio! Non ha pagato perché, ad un certo punto, qualche dirigente le ha detto che c'era qualche problema. Adesso le spiego i problemi che lei non ha indicato nella sua relazione la volta scorsa: le è stato detto che c'era qualche problema, perché, se non ci fosse stato questo rilievo, la Giunta avrebbe sanato e lei avrebbe accettato l'invito dell'Assessore Masaracchio di pagare una ditta che non era stata incaricata da lui. La Regione avrebbe pagato: "Paga". Lei questa preoccupazione non l'ha neppure avuta, perché nelle lettere che ha inviato agli uffici e ai dirigenti dice: "Ricevo dall'Assessore Masaracchio questa lettera. Si chiede di relazionare tempestivamente in ordine a tale questione, fornendo indicazioni tecniche per la definizione della stessa". Lei non si preoccupa di sapere chi è questa Events! Non si preoccupa di scrivere all'Assessore Masaracchio! Non censura l'Assessore Masaracchio, perché gli chiede di pagare una società che lui non ha neppure incaricato! Lei non si preoccupa di questo! No, non riguardano la Regione, queste sono questioni banali! Non si preoccupa di questo! Non si preoccupa assolutamente di questo! Viene a sapere, perché un dirigente gli risponde, che il Salone dell'Educazione ha raggiunto, nel corso della progettazione, un tal livello di confusione da produrre una presa di posizione negativa da parte della Provincia e del Comune di Torino. L'organizzazione di questa nuova versione del Salone è stata assunta da EC-BIC. Lei, Presidente, ha verificato dov'era la delibera per cui EC-BIC ha assunto l'organizzazione del Salone? Lei è stato informato dai suoi dirigenti nel mese di novembre 1997. Lei non si è preoccupato dell'esistenza di un incarico a EC-BIC. Assolutamente! Inoltre, dopo avere rilevato questo fatto - che mi sembra anche di una certa gravità, a meno che queste cose non interessino nessuno - propongo anche a nome dei colleghi, che una parte dell'ordine del giorno sia votata per appello nominale, di modo che i Consiglieri possano dissociarsi da comportamenti evidentemente e chiaramente illegittimi, a questo punto compiuti non soltanto dall'Assessore Masaracchio, ma anche dal Presidente della Giunta regionale! Lei non si è preoccupato di sapere chi è Events.
Sapeva di EC-BIC e non si è preoccupato di sapere se esisteva la delibera.
Lei avrebbe pagato, la Giunta avrebbe pagato se non ci fosse stata una lettera contenente un rilievo di carattere tecnico, ma non sulla ditta.
Presidente, concludo, chiedo scusa: il signor Peretti, estraneo all'Amministrazione, completò il suo lavoro nel mese di marzo. Assessore Masaracchio, ci dica se il signor Peretti era meritevole di ricevere altro incarico sulla base del lavoro che aveva compiuto come consulente per sei mesi. Non ha ricevuto l'incarico, ma fu uomo di fiducia. La Regione è stata soddisfatta e contenta per il lavoro che aveva compiuto il signor Peretti? Ci spieghi lei.
A questo punto, per le cose che lei ha detto, confesso di non avere più elementi tali da potermi rivolgere ad un Assessore che raggira il Consiglio regionale - raggira il Consiglio regionale! Il Presidente a questo punto ci dovrebbe dire...



PRESIDENTE

Questa è una valutazione, non è un'affermazione.
SAITTA Sì, nel senso che io sono disponibile, in qualunque momento, a dimostrarlo; come ho tentato di dimostrare che ha raggirato il Consiglio regionale dicendoci delle cose non vere, sulla base di una lettera da lui sottoscritta - non da me sottoscritta, da lui sottoscritta! - ci spieghi se questo signor Peretti, non incaricato dalla Regione, era meritevole della sua fiducia, sulla base della consulenza che ha offerto.
MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale E' una domanda retorica la sua! Se gliel'ho data, era meritevole.
SAITTA No, non è retorica.



PRESIDENTE

Il Consigliere Saitta sta illustrando l'ordine del giorno.
SAITTA Si presenti la volta prossima e ci spieghi questo.
Concludendo: Assessore, un po' di pudore! Se vuole, leggo la lettera lei ha sponsorizzato una società...



PRESIDENTE

Per cortesia, non facciamo dialogo. Il Consigliere Saitta sta illustrando l'ordine del giorno. La invito a tenere presente il tempo a sua disposizione.
SAITTA L'Assessore Masaracchio è fuori dall'aula.
MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Sono qui, ho sentito.
SAITTA Ripeto, in quanto in qualche maniera questo è il raggiramento del Consiglio. Lei ha chiesto alla Regione Piemonte, al Presidente Ghigo di pagare una società che neppure lei aveva incaricato e nel documento dice che condivide la richiesta della Società Events.
Vuole che le legga un'altra lettera che il Presidente Ghigo ha ricevuto, e della quale non ha parlato neppure la volta scorsa? Tale lettera, datata 15 ottobre 1997, recita: "Egregio Assessore, mi permetto di rivolgermi direttamente a lei per farle presente i problemi insorti in merito al finanziamento che la Regione Piemonte si era impegnata ad erogare per l'organizzazione del I Salone dell'Educazione e della Formazione presso il Lingotto.
A tutt'oggi, ad attività conclusa, e nonostante il sollecito interessamento del dottor Peretti" - Peretti si interessava per far pagare la Società Events? Peretti si interessava per far pagare un privato? Un privato si interessa verso un privato per chiedere alla Regione che lo paghi? - "l'erogazione del finanziamento non è stata ancora formalizzata con atto deliberativo".



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, le ricordo ancora il tempo a sua disposizione.
SAITTA "La pressione dei fornitori coinvolti nella manifestazione si fa ormai insostenibile, mi vedo perciò costretto a richiedere il suo intervento mediatore con le parti coinvolte (Events e le altre società) al fine di concordare una soluzione che non faccia degenerare la situazione. Ringrazio per la risposta".
Sapete cosa ha fatto l'Assessore Masaracchio? Anziché rispondere alla Events, dicendole di rivolgersi a chi le aveva affidato l'incarico...
Peretti? Cosa c'entra Peretti? Peretti avrebbe dovuto rispondere: io ho affidato l'incarico? No. Invece, l'Assessore Masaracchio prende questa lettera, l'allega alla lettera che ho letto precedentemente e chiede al Presidente Ghigo di pagare.
Il Presidente Ghigo avrebbe pagato, ma, fortunatamente, due dirigenti hanno fatto notare che quell'organizzazione era stata un fallimento.
E' una cosa insanabile sotto tutti i profili: questa è la verità! Dopo questo parere lei, Presidente Ghigo, è stato fermo: è un classico! Non è intervenuto sull'Assessore, non è intervenuto su Events, non è intervenuto su nulla, non ha fatto assolutamente nulla! Non si è scandalizzato che il signor Peretti trattasse per conto della Regione? Il signor Masaracchio sorride di questo fatto, credo non ci sia nulla da sorridere! Credo che questo dibattito possa essere concluso non con un'assurda ed anomala richiesta di dimissioni dell'Assessore Masaracchio, perché questo mi sembra esagerato. Il modo migliore per concludere il dibattito lo suggerisce l'Assessore Masaracchio: una bella risata, perché c'è veramente da ridere!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Intervengo per dichiarazione di voto, quindi con tempi brevi.
Noi voteremo l'ordine del giorno con assoluta convinzione: siamo giunti al disastro amministrativo.
Forse è meglio che non mi stupisca più. Nel senso che ancora in questo secondo dibattito, che avviene a più di dieci giorni dal precedente, sempre sullo stesso argomento, ci vengono dette delle cose non vere e documentabili circa le date, gli incarichi e i comportamenti. Così come mi sembrava che un momento fa il Presidente della Giunta regionale si stupisse di avere lui stesso chiesto ai funzionari come comportarsi. I funzionari parlano in maniera estremamente chiara, dando un giudizio sul Salone e dicendo chiaramente che una delibera in sanatoria non si può fare su quella vicenda.
Collega Saitta, noi non abbiamo approfondito tutto, ma abbiamo notizia che si tentò di pagare Events; si sarebbe tentato di pagare Events anche attraverso contatti per realizzare un secondo Salone.
Quindi, la questione è ben lungi da quella "favoletta" che ha costituito la prima risposta del Presidente della Giunta regionale. Nella prima risposta all'interrogazione da parte del Presidente Ghigo in aula sono state dette delle cose non rispondenti al vero. Questo è, purtroppo un aspetto drammatico. Se di fronte ad una vicenda di questo tipo si dicesse che avete deciso di agire in questo modo perché siete convinti e ritenete di non aver sbagliato, se le cose dette fossero vere, il giudizio rimarrebbe un giudizio politico, rimarrebbe un giudizio di grave valutazione, di grave danno alla Pubblica Amministrazione, ma saremmo all'interno di un rapporto accettabile. Dobbiamo, purtroppo, registrare che il rapporto che si sta verificando tra Giunta e Consiglio non è più accettabile! Perché tutta la documentazione, che non abbiamo neanche esaminato in maniera particolarissima o presentata all'aula in maniera particolarissima, testimonia che le risposte date, al di là del fatto che l'intervento del collega Masaracchio arriva molto in ritardo, non sono vere. Questo può essere dimostrato, come l'ha dimostrato in parte adesso il collega Saitta, leggendo quella lettera, ma ci sono anche altri elementi.
Per cui noi sottolineiamo il fatto che voi date all'aula delle risposte non vere.
Ma su una questione, che è una lacuna amministrativa, continuo a stupirmi. Ho letto la difesa che ha depositato il collega Masaracchio, che contrasta totalmente con il senso della lettera che adesso ha letto anch'io ne ero a conoscenza - il collega Saitta. Quindi, c'è tutto un contrasto con cose documentabilissime. Vedete voi, noi non possiamo che votare favorevolmente quell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

E' stata richiesta la votazione dell'ordine del giorno per parti separate e per appello nominale.
Tale ordine del giorno, a firma dei Consiglieri Saitta, Spagnuolo Chiezzi, Montabone e Riba, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conclusione del dibattito svoltosi in data odierna sull'organizzazione del I Salone dell'Educazione e della Formazione, tenutosi a Torino dal 7 all'11 maggio 1997 venuto a conoscenza dei gravi atti di illegittimità emersi nell'organizzazione del Salone si dissocia dalle procedure adottate chiede pertanto le dimissioni dell'Assessore Masaracchio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.
GHIGLIA Presidente, da quello che riesco a leggere e a capire - le spiegazioni di Perry Mason non mi hanno convinto - credo che sia impossibile votare l'ordine del giorno per parti separate. Perché votare la semplice parte "si dissocia dalle procedure adottate" non ha significato, oppure è una dissociazione strana sulle procedure: noi possiamo dare qui una valutazione di tipo politico, non una valutazione di tipo amministrativo.
Quindi, credo che, da sola, questa frase non stia in piedi, per cui sono contrario a votare l'ordine del giorno per parti separate. Io non mi posso dissociare da una procedura di tipo amministrativo, che non è una mia competenza: io posso dare un giudizio politico. Quindi, a mio avviso, non può essere votato per parti separate, perché - ripeto - non sta in piedi.



PRESIDENTE

Non saprei come dividerlo diversamente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.
SAITTA Riformulo e confermo la richiesta di votazione per parti separate. Mi rendo perfettamente conto del significato delle parole e credo se ne renda conto perfettamente anche il collega Ghiglia. Se ne rende perfettamente conto! Ha questo significato: mettere ogni Consigliere di fronte ai fatti di fronte alle responsabilità! I dibattiti hanno un senso, le parole hanno un senso, altrimenti sono delle cose generiche.
Per cui richiedo che ci sia un'espressione per appello nominale su quella parte: credo che sia utile anche per gli sviluppi della questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.
COTTO Intervengo solo per un chiarimento, per riuscire a capire meglio. Cosa significa, in particolare: "Si dissocia dalle procedure adottate"? Significa: "Noi vogliamo che vengano rispettate le norme, venga rispettata la legge", ed è una cosa ovvia per tutti.
Penso che nessuno possa dire, in nessun consesso "Vogliamo che non si rispettino le norme". Sono state rispettate? Non sono state rispettate? Chi sostiene una tesi, chi ne sostiene un'altra. E il nostro imbarazzo aumenta sempre.
Tutta la questione è nelle mani della Magistratura...
SPAGNUOLO Magistratura civile.
COTTO Sì, certo. Come giudizio politico è chiaro che noi non possiamo chiedere le dimissioni dell'Assessore Masaracchio.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni, passiamo alla votazione dell'ordine del giorno.
I primi tre punti potrebbero essere la prima parte da votare. La seconda parte chiede le dimissioni dell'Assessore Masaracchio...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Se persiste la richiesta di votazione per parti separate, la prima parte potrebbe comprendere i primi tre punti: questo ha vagamente un senso logico.
Il secondo punto: "chiede le dimissioni".
GHIGLIA Va benissimo, è sacrosanto.
SPAGNUOLO Lei ha migliorato la nostra richiesta e la ringraziamo molto.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione, per appello nominale, la prima parte dell'ordine del giorno: dall'inizio del testo fino alle parole "si dissocia dalle procedure adottate".
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI' 16 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 20 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La prima parte dell'ordine del giorno è respinta.
MONTABONE Chiedo la parola.



PRESIDENTE

No, perché siamo in fase di votazione.
Pongo ora in votazione, sempre per appello nominale, la seconda parte dell'ordine del giorno: "chiede pertanto le dimissioni dell'Assessore Masaracchio".
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 15 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La seconda parte dell'ordine del giorno è respinta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.
MONTABONE Ritengo non sia conforme al Regolamento il fatto che mi sia stata negata la parola prima di una votazione, essendo la votazione per parti separate. Ogni singolo Consigliere avrà ancora il diritto di dire, in una votazione per parti separate, perché vota in un modo piuttosto che in un altro.
Avrei voluto dichiarare perché avrei votato "sì" alle dimissioni di Masaracchio, a maggior ragione dopo la prima votazione, che fa seguito a tutto quanto ho detto prima.
Come ho detto prima, nessuno difendeva l'Assessore Masaracchio, e proprio su questo tema, sulla votazione e su quell'astensione, vorrei ringraziare coloro che hanno avuto il coraggio di dire "no", perch perlomeno sono quattro che hanno difeso un Assessore.
Quindi, Assessore, non si dimetta perché glielo chiede la minoranza, si dimetta perché la sua maggioranza ha dimostrato, con un voto chiaro, che non ha fiducia in lei! Ha avuto quattro voti a sostegno, neanche quelli del suo Gruppo, neanche quelli degli Assessori che siedono con lei sui banchi! Questa è una questione di dignità che nella Prima Repubblica, cari signori nella Prima Repubblica! - certamente si sarebbe tenuta in conto! La Seconda Repubblica ragiona invece in un altro modo: l'importante non è neanche tanto salvare l'onore, quanto piuttosto salvare la sedia! Questa è la dimostrazione di questo voto! Mi dispiace, Ghiglia, perch proprio tu, con un voto del tuo Gruppo, non hai difeso il tuo Assessore da un punto di vista politico...
GHIGLIA Se vuoi ti faccio un disegno e te lo spiego...
MONTABONE Tu puoi spiegare tutto a quelli del tuo Gruppo, che forse non capiscono certe volte - non a tutti, a qualcuno - ma non pretendere di spiegarlo...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Lasciamo l'autonomia dei Gruppi.
MONTABONE Se tu vuoi spiegare tutto, mi dovresti spiegare anche i dubbi che hai dimostrato di avere su questa questione, anche con il tuo voto! Spiegami veramente tutto, fino in fondo, e spiegamelo con un disegno se non vuoi spiegarmelo a voce! GHIGLIA Non sono così intelligente da spiegartelo! MONTABONE Spiegamelo per iscritto, proprio come hai fatto quando hai chiesto chiarimenti con una lettera ufficiale, che io non ho mai visto, ma che è stata qui, in questo Consiglio, ufficialmente denunciata! Mi piacerebbe avere questa lettera, me la date? Dobbiamo considerarla un atto? Se è un atto, volete darmela? Così posso anch'io conoscere il motivo per cui è stata presentata ed inviata, perché non è prerogativa...



(Proteste fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

MONTABONE



PRESIDENTE

In politica tu, Consigliere Ghiglia, non puoi insegnare niente a nessuno!



PRESIDENTE

GHIGLIA



PRESIDENTE

Credo che tu non sia in grado di dare lezioni sul rispetto delle istituzioni!



PRESIDENTE

MONTABONE



PRESIDENTE

Ripeto, dato che sono stato interrotto più volte: guardate che il fatto politico si evince in tutta la sua chiarezza dopo questa votazione.
L'Assessore è stato difeso da quattro persone, con un voto chiaro e che io ringrazio per aver assunto una posizione chiara. Il resto era perlomeno di dubbio, e non si rimane Assessori con un voto che non è favorevole, ma di dubbio!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
SPAGNUOLO Molto brevemente, Presidente, perché effettivamente l'ora è tarda. E' altrettanto vero che quello che è avvenuto non può non essere sottolineato seppure con assoluta brevità, dal punto di vista politico. E' clamoroso il fatto che il Presidente della Giunta regionale si astenga sulla questione delle procedure amministrative che egli deve garantire. Scusate, ma questo è il problema! Ghiglia, permettimi - con la cordialità di sempre - di dire che la questione che ti sottopongo è assolutamente clamorosa, e la sottopongo a te dal momento che sei oppositore in Comune e che qui, in Consiglio regionale, sei capo di un partito della maggioranza - è un giudizio politico - certamente molto rispettato e che riesce a blindare i suoi Assessori.
Puoi blindarli politicamente, ma quando il Presidente della Giunta regionale si astiene sulle sue procedure amministrative, consentitemi di dire questa frase: "Ragazzi, è la fine del mondo!", nel senso che lui dovrebbe garantire le procedure amministrative! MANCUSO E' il testo del vostro ordine del giorno che è la fine del mondo! SPAGNUOLO Fate un'indagine demoscopica su questa questione e vedete quanti fra gli amministratori, ammesso che capiscano la questione amministrativa, non siano esterrefatti. Non chiediamo ai cittadini che, se studiassimo un quesito semplice, anche loro capirebbero. Gli amministratori del Piemonte ci verrebbero a chiedere, in una Commissione, di stabilire se certi comportamenti siano giusti o meno! L'astensione del Presidente della Giunta regionale - che in questo momento non vedo in aula, nonostante abbiamo chiesto la parola mentre era in corso la votazione - è un'ammissione di colpevolezza. Questi sono i fatti e non altro; non sto commentando dichiarazioni, ma i fatti! C'è però un altro fatto, Assessore Masaracchio, un altro fatto molto chiaro, chiaro anche a lei: nei fatti la maggioranza l'ha sfiduciata! MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Sulle dimissioni ha votato "no"! SPAGNUOLO Con questo voto cosa ha voluto dire la maggioranza? "Politicamente non possiamo non sostenerti e quindi non possiamo chiedere le tue dimissioni ma rispetto a quello che hai fatto noi corriamo molto, molto distante".
Sulla questione di carattere amministrativo, lei è pesantemente sfiduciato dalla sua maggioranza! MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Non hanno voluto sfiduciare l'ordine del giorno.
SPAGNUOLO Vede, Vicepresidente, se così va bene a lei, a questo punto non so nemmeno se valga la pena di continuare a fare altre esemplificazioni. Mi auguro che nell'operato quotidiano della Giunta non vi siano troppe altre iniziative assunte senza delibera.
Vorrei sapere se ci sono altre liti pendenti tra il Presidente della Giunta ed altri Assessori, e quali altre confusioni di carattere amministrativo.
Assessore Masaracchio, il voto di astensione del Presidente della Giunta regionale, non rispetto a questo provvedimento, ma a questa vicenda è un sostanziale voto di sfiducia politica anche nei confronti della sua persona.
Mi dispiace, ma lei rimarrà, fino a quando tutta questa vicenda non sarà chiarita, una persona che siede lì, ma che non ha più autorevolezza politica, perché gliel'hanno tolta, prima di tutto, il Presidente della Giunta regionale e poi i suoi colleghi di maggioranza e di Giunta! Mi sembra, ma andrò a controllare, che una buona parte degli Assessori si siano ugualmente astenuti. Al Presidente lei ha addirittura scritto, quindi la sfiducia esiste. Ritengo che in Giunta di questa questione si sia parlato a lungo in occasione della vicenda della costituzione di parte civile. Pertanto, lei si trova in una situazione sostanziale di sfiducia politica, non tanto da parte nostra. Nel dibattito abbiamo riconosciuto le sue doti personali ed umane che, probabilmente, l'hanno spinta ad assumere quella lettera, oltre che per ragioni di carattere amministrativo. Si trova, comunque, in una situazione sostanziale di sfiducia da parte della sua Giunta, del suo Presidente e della sua maggioranza. Mi permetto di dire questo stupisce anche me - persino da una parte del suo Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Signor Presidente, l'ordine del giorno recita: "A conclusione del dibattito svoltosi in data odierna sull'organizzazione del I Salone dell'Educazione e della Formazione tenutosi a Torino dal 7 all'11 maggio 1997 venuto a conoscenza dei gravi atti di illegittimità emersi nell'organizzazione del Salone il Consiglio regionale si dissocia dalle procedure adottate".
Pertanto, il Consiglio regionale ha espresso di essere venuto a conoscenza di gravi atti di illegittimità e di dissociarsi. Rispetto a questa questione che, di per sé, giustificherebbe, anzi, richiederebbe l'allontanamento dei responsabili, il Consiglio regionale - dato significativo di ordine politico, amministrativo e materiale - per la parte che riguarda le minoranze, ha risposto "sì".



PRESIDENTE

Questa parte dell'ordine del giorno non è stata accolta.
RIBA C'è stata l'astensione sui primi tre punti, Presidente!



PRESIDENTE

La prima parte è stata respinta con l'astensione.
RIBA La minoranza ha detto "sì" e la maggioranza si è astenuta. Presidente vogliamo scherzare! Sono stupefatto da questa interruzione! Si è astenuta nel senso che non ha affatto respinto e non ha negato l'esistenza di questi atti!



PRESIDENTE

E' un dato formale, non politico.
RIBA Presidente, adesso ci spiegherà anche che nella storia sono capitati eventi tali per cui Gesù Cristo, come si dice, morì di sonno! Siamo molto, molto lontani da ciò che può essere comunemente accettato da persone che hanno una normale esperienza di fatti ed eventi politici! Astenersi su questi elementi di constatazione implica che la maggioranza non esclude e non nega che esistano questi fatti. La maggioranza nega la conseguenza, ossia la richiesta delle dimissioni dell'Assessore Masaracchio. Attenzione colleghi! Se fossimo ancora nell'ambito di un'istituzione che ha una normalità di comportamenti, la conseguenza sarebbe il fatto automatico dell'Assessore che dà le sue dimissioni o si autosospende. Decide lui o decide d'intesa. La conseguenza è un fatto automatico, non si chiede.
Naturalmente, la maggioranza non può trarre questa conseguenza e non la può dedurre, perché, come abbiamo detto ed è constatato da tutti, c'è un diritto di "veto" che viene esercitato dal partito di appartenenza dell'Assessore Masaracchio, che impedisce i normali rapporti politici di un'istituzione.
Capisco che l'istituzione si regga su una conventio ad includendum, per cui questi fatti ed altri possono comunemente essere acquisiti come situazioni da tollerare, perché fanno parte di un contesto generale sul quale non esiste il diritto di pronunciamento e di indagine. E' chiaro che è stato riconosciuto implicitamente dal Consiglio con il voto di astensione. E' un elemento che non potrà, in seguito, non orientare i comportamenti di tutti e, certamente, della minoranza, perché oggi siamo in presenza di un Assessore direttamente sfiduciato a causa dei suoi comportamenti e che, per una serie di ragioni che ho richiamato prima potrà continuare a rimanere in carica per la possibilità di "veto" che oggi è riconosciuta al suo partito, ma così siamo molto lontani da una normalità istituzionale! Questo va pesantemente sottolineato con molta preoccupazione!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA I colleghi di minoranza che mi hanno preceduto hanno rilevato la gravità dell'atto. Io non posso che constatare un fatto a margine che, se non avesse questi aspetti di sconforto, dovrebbe far sorridere. Il Presidente Ghigo - mi pare due settimane fa - venne qui a darci una risposta e concluse rivolgendosi con forza al Consiglio, quindi alla maggioranza ed agli Assessori, dicendo che c'era trasparenza e linearità in tutti gli atti compiuti dall'Assessore Masaracchio. Questo ha detto. Il fatto è che non ha convinto la sua Giunta, perché la Giunta non ha creduto alle parole del Presidente Ghigo. Diversamente, la Giunta avrebbe dovuto dire: "Ho fiducia, Presidente, gli atti compiuti sono legittimi". Il Presidente Ghigo non ha convinto la sua Giunta, non ha convinto la sua maggioranza, ma ciò che è divertente - sì che ci sarebbe da ridere Assessore Masaracchio - è che il Presidente Ghigo non ha convinto neppure se stesso! Ha detto: "E' tutto a posto". Non ci hanno creduto i suoi, ma non ci ha creduto neppure lui, perché durante la votazione si è astenuto! Siamo in una situazione incomprensibile, paradossale, è il teatro dell'assurdo! Il Presidente Ghigo difende il suo Assessore dicendo: "E' tutto lineare e trasparente, credetemi". La sua maggioranza non ci crede e non ci crede neppure lui. Infatti non vota! Non solo, se ne va via, tanto è una banalità.
Io chiedo al Presidente Deorsola - signor Masaracchio, credo che con questo voto non ci possiamo più rivolgere a lei come Assessore - di spiegare al Presidente Ghigo questa contraddizione nel suo comportamento questo fatto politico, perché nel pomeriggio o nella prossima seduta non si potrà incominciare dicendo: "L'Assessore Masaracchio è assolutamente al suo posto, anche se ha compiuto degli atti che dubitiamo siano legittimi". Il Presidente Ghigo, fin quando non si toglierà quei dubbi che non ha sciolto (perché anche lui li ha), sospenda l'Assessore Masaracchio. L'Assessore Masaracchio non può continuare a fare il Vicepresidente tranquillamente. Il voto è grave e non si può immaginare che questo voto chiuda un capitolo Assessore Masaracchio - semmai ne riapre un altro, dal punto di vista politico, che il Consiglio riprenderà immediatamente! Suppongo che tutti si rendano conto di questo fatto e penso che nessuno potrà venirci a dire collega Ghiglia - che si sta prendendo tempo perché ci sono fatti più importanti. Credo che anche tu che hai esperienza...
GHIGLIA Si rivolga al Presidente.
SAITTA Quale Presidente? GHIGLIA Quello del Consiglio.
SAITTA Lo sto facendo. Mi rivolgerei anche al Vicepresidente, se avesse la tua fiducia, ma non ha neppure la tua fiducia! Io capisco che lo volete sostituire, però probabilmente non siete ancora completamente a posto! A parte queste questioni banali, vorrei che il Presidente Ghigo informasse del fatto che si apre una questione politica, sulla quale si ricomincerà immediatamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Hanno ragione i colleghi: condivido. Chiedo solo per cercare di cambiare registro e vedere se per altre strade si riesce ad avere una sintonia, che si pensi un po' anche alla tutela delle vittime politiche del Presidente Ghigo. Questo accadimento ha una chiara vittima politica, alla quale occorre pensare. E provo ad interpretare i sentimenti e la situazione dell'Assessore Masaracchio, che oggi è senz'altro privato di un sostegno leale, convinto, appassionato da parte della sua maggioranza. Mettiamoci nei suoi panni e cerchiamo di fornirgli un modo di operare che gli permetta di riflettere. Non so se interpreto correttamente il pensiero dell'Assessore Masaracchio, ma penso che si debba concedergli qualche minuto di pausa, di riflessione, affinché si renda conto della situazione in cui si trova, in cui l'ha messo la propria maggioranza. Non è semplice.
Quindi, Presidente, mentre condivido in pieno le osservazioni rivolte al Presidente Ghigo, dico ai colleghi di pensare anche un po' all'Assessore Masaracchio, che senz'altro, se rifletterà un momentino, può darsi che giunga a certe conclusioni, perché non è persona politicamente sprovveduta né personalmente priva di senso pratico, di buonsenso e via dicendo.
Spezzo dunque una lancia a favore dell'Assessore Masaracchio e chiedo che si sospenda questa seduta per tornare sull'argomento nel primo pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.
SALERNO Era solo per rispondere, Presidente, alla collega Spagnuolo. Non in senso polemico, ma per dire serenamente che l'autorevolezza l'Assessore Masaracchio ce l'ha, eccome, in nome di un'onestà intellettuale, morale e materiale e di trent'anni di attività politica estremamente corretta lineare ed onesta; virtù queste che nella Prima Repubblica, un po' troppo esaltata dal collega Montabone...



PRESIDENTE

Le valutazioni storiche non le tiriamo noi...



(Proteste fuori microfono della Consigliera Spagnuolo)



PRESIDENTE

SALERNO



PRESIDENTE

Scusi, Presidente! E' mai possibile che non si possa finire un intervento?



PRESIDENTE

Lasciamo concludere il Consigliere Salerno.
SALERNO Mi lasci concludere. Non c'era intenzione di fare alcun riferimento ai presenti, ma visto che è stata citata la Prima Repubblica... Il mio "no" è stato un "no" di passione, in nome di queste virtù che riconosco all'Assessore Masaracchio, comunque ed in ogni caso!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Presidente, come battuta: dovremmo inserire il fatto personale del "Consigliere Prima Repubblica"! Nella Prima Repubblica c'erano le maggioranze, ma c'erano anche le opposizioni. Certo, la Prima Repubblica è una cosa complessa, ma come battuta mi consenta questa, perché è anche troppo semplice: quanti di noi non sono della Prima Repubblica!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Presidente, dopo la dichiarazione d'amore del collega Salerno, sono in difficoltà a spiegare il motivo per cui noi abbiamo respinto con convinzione la richiesta di dimissioni dell'Assessore Masaracchio. Io cerco di spiegare per la seconda volta, ma dopo la seconda volta non cercherò più di spiegare perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire - disse il proverbio - anche al collega Montabone...
MONTABONE Fai un disegno...
GHIGLIA Purtroppo disegno male e parlo peggio, quindi ti devi adeguare - non ti dico come penso perché sarebbe una battuta vergognosa! Detto questo, per la seconda volta cerco di motivare il voto di astensione - servisse proprio per la chiarezza, la tranquillità e la serenità dell'aula - che io stesso ho dichiarato. Perché? Perché in una parte relativa alle procedure adottate noi non solo siamo incompetenti, ma anche perché la causa davanti alla Magistratura Civile è proprio sul fatto se ci siano state o no, eventualmente, delle procedure sulle quali appigliarsi. Quindi, il nostro voto - "sì" o "no" - sarebbe stato un voto insensato. Dico di più, io non sono assolutamente in grado di fare il difensore del Presidente Ghigo, ma ha fatto bene, secondo me, il Presidente Ghigo ad astenersi. Abbiate pazienza: non è una sfiducia all'Assessore Masaracchio, ma c'è una causa in corso su cui il Presidente Ghigo, per la Giunta, ha preso una determinata posizione. La stessa posizione per la quale, attraverso la quale e sulla quale, si è montata una causa dove ci sono posizioni divergenti, pretese da una parte e risposte di non accoglimento di tali pretese, dall'altra. Quindi, come avrebbe dovuto votare il Presidente Ghigo, se non è neanche certo che ci siano state delle procedure? Allora, a parte questa critica, che è del tutto strumentale, credo che sia molto chiara la posizione del Gruppo e credo che questa tesi sia condivisa anche dal resto della maggioranza: c'è assoluta fiducia nell'Assessore Masaracchio e l'astensione è su un fatto tecnico, che è diventato anche un fatto giudiziario di fronte alla Magistratura Civile.
Detto questo, Presidente, credo che, a differenza di quanto richiesto prima dal collega Saitta, noi, con questo voto, abbiamo definito la questione, che non credo possa essere riaperta in alcun modo, con tentativi più o meno fantasiosi di tornarci sopra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Per dire molto brevemente che non sono io che mi esalto come rappresentante indegno, perché perlomeno ero già nato, come molti di voi quando vigeva la Prima Repubblica. Non si capisce quale sia la data della fine della Prima Repubblica. La storia ci dirà qual è la data di inizio che conosciamo - e quale la data di fine. Poi ci dirà anche chi è stato a cavallo tra le due Repubbliche, e cioè chi era ben inserito all'interno della Prima, chi nel momento di transizione l'ha condannata inneggiando a tutti quei giudici che la stavano cancellando e, subito dopo, chi ha condannato perché in qualche modo attaccavano l'ultima! Qui bisogna...



PRESIDENTE

E' un dibattito che solo la storia potrà chiarire.
MONTABONE No, il dibattito l'ha innescato l'intervento del Consigliere Salerno!



PRESIDENTE

Era una battuta incidentale.
MONTABONE Io mi sento esaltato - mi sento esaltato oggi! Mi sento esaltato perch fatti del genere, come quelli di oggi, con spiegazioni del genere (a disegno o a voce), allora non sarebbero avvenuti, a costo di rischiare un po' in proprio.
La fiducia non viene dalle cose che si sono fatte nel passato, ma la si dà per il futuro - Consigliere Salerno - perché sulle cose che ha fatto l'Assessore Masaracchio per il passato, per quanto ne so io, gliela esprimo a pieno titolo. Oggi ho cercato in quest'aula di esprimergliela anche a pieno titolo per il futuro, salvo che poi mi è stato dimostrato che saremmo stati in cinque anziché in quattro, e cinque non sono la maggioranza di un Consiglio, ma un'umilissima minoranza! Assessore, non sono fazioso per niente in questo momento - non sono fazioso per niente! Lei mi dica cosa succedeva nella Prima Repubblica quando accadevano fatti del genere.
Sa che cosa è stato detto oggi a lei? E' stato detto: "Sì, Assessore Masaracchio, ti sei sbagliato, ma noi cercheremo in qualche modo attraverso le nostre difese, di aggiustare questo sbaglio; al massimo, tra dieci anni pagherai di tasca tua - ma magari sei pure assicurato per le questioni di carattere civile. Nel frattempo, noi avremo finito questa legislatura e saremo forti e bravi, abbiamo risolto tutti i problemi del nostro Paese. Nel frattempo, senza dare troppo fastidio, stai lì, perch così non crei degli scossoni".
Ecco, in sintesi, senza fare disegni, senza saper parlare l'inglese o il latino, questo è il succo di questa giornata! Politicamente può essere letta in un modo o nell'altro. Alle persone, non dico intelligenti, ma solo di buonsenso - almeno, anche le persone di scarso buonsenso, come il sottoscritto - questa giornata appare in questo modo.
Guardi che quando alcuni Assessori si alzano e vanno in corridoio per non votare, è un fatto significativo! E quando si fanno dei distinguo sulla documentazione che è stata approvata e quando, oggi, con un voto di astensione, si esprime esattamente il contrario di quella fiducia che gli si concede qui, a parole e, fuori, non gliela si concede, è un fatto significativo che, fra persone oneste, dal punto di vista intellettuale dovrebbe avere un significato. Non ce l'ha questo significato? Chiudo, come ho aperto.
Ebbene, la Prima Repubblica era tanto deleteria per tante cose, ma almeno questi significati li coglieva. Qui non si colgono neanche! La questione non è che non gli si dia fiducia, ma che certe sfumature non si colgono è gravissimo questo!



PRESIDENTE

Credo che questa parte dei nostri lavori possa terminare qui. La sessione pomeridiana inizierà alle ore 16.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,38)



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