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Dettaglio seduta n.327 del 23/02/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Foco, Rossi e Vindigni.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Conformemente agli impegni assunti nella Conferenza dei Capigruppo, i nostri lavori inizieranno con la questione "Global Service".
Ha pertanto la parola il Presidente della Giunta.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, c'è il numero legale?



PRESIDENTE

Ho verificato che esiste; è assicurato solo dalla maggioranza.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri...



(Richieste di verifica del numero legale da parte di alcuni Consiglieri di minoranza)



PRESIDENTE

Esiste, credetemi.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, avevo già la parola!



CAVALIERE Pasquale

Si può fare una verifica del numero legale?



PRESIDENTE

Consiglieri, il numero legale va assicurato in occasione di votazioni.
Mi creda sulla parola, il numero legale esiste. Se ho iniziato con un'ora di ritardo, è stato per avere il numero legale!



(Reiterata richiesta di verifica del numero legale da parte del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Le chiedo di credermi sulla parola. Se lei insiste, verifichiamo pure il numero legale, ma è un atteggiamento... Se le ho detto che abbiamo atteso un'ora per iniziare i lavori perché ci fosse il numero legale, credo sia inutile verificarlo! Comunque, visto che lei insiste, procediamo pure alla verifica del numero legale che è 28, in virtù dei congedi.
L'auspicio è che questa verifica - che io ritengo inutile, ma data l'insistenza la effettuiamo - possa favorire il miglior svolgimento dei nostri lavori.
Prego pertanto un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
28 Consiglieri.


Argomento: Contratti ed appalti

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla questione "Global Service"


PRESIDENTE

Ha ora la parola il Presidente della Giunta per le comunicazioni in merito alla questione "Global Service".



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Leggerò la relazione che è già stata consegnata ai Consiglieri, ma che ritengo opportuno riprendere nei suoi vari punti.
"L'adozione dell'atto terminale di un procedimento d'appalto sicuramente costituisce l'attuazione di un obiettivo o di un programma deliberato dall'Organo politico (TAR Puglia, Sezione II, 18 novembre 1997, n. 529).
In tale ottica è stata affrontata l'analisi delle procedure relative al cosiddetto (impropriamente) Global Service: due gli appalti presi in considerazione, quello finalizzato al censimento e quello finalizzato alla gestione ed innovazione tecnologica". E' per questo che ritengo venga impropriamente chiamato "Global Service".
"Il seguente elenco dei documenti a base delle due gare d'appalto permette di inquadrare il temporale sviluppo delle procedure.
Documenti a base delle gare d'appalto I° Appalto Licitazione privata - Rilevazione beni immobili e mobili di pertinenza dell'Ente 29/7/1997 - DGR n. 258-21475: affidamento incarico al dott. Sivieri per la redazione degli atti tecnici per l'appalto dei servizi di elaborazione dell'anagrafe patrimoniale e dei progetti di adeguamento degli immobili di pertinenza regionale. Spesa L. 29.750.000.
Dicembre 1997/gennaio 1998: osservazioni scritte degli uffici sulla bozza presentata dal consulente.
27/2/1998: consegna elaborati definitivi da parte del dott. Sivieri.
17/3/1998: nota del Direttore ai Settori interessati avente ad oggetto la richiesta di rielaborazione del capitolato e del bando di gara con esclusione del servizio di progettazione e D.L., al fine di poter indire l'appalto per la metà del successivo mese di aprile.
19/5/1998 - Determina Direttore Arcidiacono n. 532: servizio di rilevazione del patrimonio immobiliare e mobiliare di proprietà o nella disponibilità della Regione. Indizione di gara a licitazione privata. Spesa L. 5.943.135.000 + IVA. Approvazione: bando di gara e relativo estratto disciplinare tecnico, capitolato speciale d'appalto.
25/5/1998 - DGR n. 13-24639: indirizzi alla Direzione Patrimonio e Tecnico per lo svolgimento della gara.
7/7/1998: termine per la presentazione delle domande di partecipazione.
30/7/1998 - Determina Direttore Arcidiacono n. 816: ammissione ditte ed approvazione lettera di invito.
21/9/1998: termine per presentazione offerte.
8/9/1998 - Determina Direttore n. 925: differimento termini presentazione offerte al 2/10/1998.
11/9/1998 - Determina n. 933: rettifica disciplinare tecnico per errori nell'allegato 1.
2/10/1998 - Determina n. 969: nomina Commissione tecnica.
22/12/1998: apertura offerte economiche.
28/12/1998 - Determina n. 1333: aggiudicazione".
Passiamo ora al secondo appalto, quello impropriamente chiamato "Global Service".
"II° Appalto Appalto concorso - Gestione ed innovazione tecnologica 4/11/1996 - DGR n. 195-13624: conferimento al prof. Marco Carlo Masoero e al dott. Stefano Sivieri di incarico per studio di fattibilità ed elaborazione atti tecnici per l'appalto di 'Global Service' relativo ai servizi gestionali e manutentivi che hanno attinenza con i beni mobili ed immobili di pertinenza regionale. Spesa L. 92.000.000.
9/4/1997: lettera congiunta associazioni imprenditoriali al Presidente e all'Assessore al patrimonio; osservazioni critiche alla scelta di un 'Global Service' molto ampio.
5/5/1997: presentazione alla Giunta del progetto elaborato dai consulenti per una spesa presunta di L. 115 miliardi in nove anni (estratto verbale seduta).
10/6/1997: risposta da parte dell'Assessore Burzi all'interpellanza urgente n. 1126 del Consigliere Cavaliere relativa all'ipotesi di appalto 'Global Service'. Replica del Consigliere (estratto adunanza consiliare).
1/7/1997: richiesta del Consigliere Cavaliere di integrazione della risposta da parte dell'Assessore Burzi all'interpellanza urgente n. 1126 (estratto adunanza consiliare).
14/7/1997 - DGR n. 199-21034: parziali modifiche all'incarico di consulenza per la predisposizione dell'appalto di 'Global Service' affidato al prof. Masoero e al dott. Sivieri.
6/10/1997 - DGR n. 18-22600: indirizzi al Settore Patrimonio per limitare la durata contrattuale dei servizi gestionali in corso e degli interventi di manutenzione alla data del 31/12/1998 'in attesa delle determinazioni della Giunta sul Global'.
25/2/1998: nota dell'Assessore Burzi al Direttore ing. Arcidiacono con la quale sollecita l'avvio delle procedure di gara relativamente ad entrambi gli appalti.
17/3/1998: nota del Direttore ai Settori interessati avente ad oggetto la richiesta di predisporre capitolato e bando di gara per poter indire l'appalto entro la metà del mese di maggio.
29/4/1998: nota del Direttore di costituzione del gruppo di lavoro con fissazione del termine dell'11 maggio per fornire la prima relazione in merito al capitolato di gara.
25/5/1998 - DGR n. 13-24639: indirizzi alla Direzione Patrimonio e Tecnico per l'espletamento della gara, per l'adeguamento e la gestione degli impianti tecnologici di durata pluriennale.
16/7/1998 - Determina Direttore Arcidiacono n. 774: approvazione capitolato speciale d'appalto e bando di gara per l'appalto del 'Sistema di servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici e speciali all'interno dell'Ente Regione'. Spesa presunta L. 63.000.000.000.
1/9/1998: termine per la presentazione delle domande di partecipazione.
2/10/1998 - Determina Direttore n. 968: rettifica del capitolato d'appalto, l'ammissione ditte e l'approvazione lettere d'invito.
5/10/1998: lettera di invito; invio ai partecipanti.
8/10/1998: nota del Direttore ing. Arcidiacono ai componenti il gruppo di lavoro con la richiesta di sottoscrivere il capitolato speciale d'appalto rettificato.
9/10/1998: nota dott.ssa Cima e ing. Turinetti e firma del capitolato come rettificato.
15/12/1998: termine per la presentazione delle offerte.
Novembre 1998: richieste di proroga dei termini da parte di più partecipanti tra i quali la Petrolifera Estense S.p.A., che evidenzia che non si sono messi a disposizione di tutti i partecipanti alcuni degli elaborati tecnici relativi ai progetti di adeguamento normativo delle centrali termiche, predisposti da altra ditta potenziale partecipante alla gara.
27/11/1998: nota ing. Turinetti al Direttore Arcidiacono e alla dott.ssa Ferreri che conferma quanto evidenziato dalla ditta e propone una proroga di almeno 60 giorni del termine previsto per la presentazione delle offerte.
27/11/1998: richiesta di parere legale della dott.ssa Ferreri al consulente avv. Piacentini in merito all'opportunità della proroga.
3/12/1998: parere avv. Piacentini, con il quale, pur sottolineando che solo la rinnovazione della gara può garantire la legittimità, si suggerisce la concessione di un'adeguata proroga al fine di compensare il vantaggio acquisito da alcuni partecipanti.
3/12/1998 - Determina Direttore Arcidiacono n. 1299, con la quale viene disposta la proroga del termine per la presentazione delle offerte al 18/1/1999.
7/1/1999 - Determina dott.ssa Ferreri n. 2: nomina della Commissione tecnica.
18/1/1999: presentazione offerte.
19/1/1999: apertura documentazione amministrativa.
Alla ricostruzione della successione cronologica degli atti segue l'illustrazione del processo decisionale.
L'Amministrazione regionale, già nella precedente legislatura (vedi DGR n.160-45890 del 15/5/1995), aveva tentato di cogliere le opportunità collegate ad un outsourcing dando l'avvio alle procedure di gara per l'affidamento di un appalto novennale per la gestione del solo 'servizio energia' (esercizio e manutenzione degli impianti, loro adeguamento normativo, interventi di miglioria e risparmio energetico); tuttavia, per i limiti intrinseci allo stesso capitolato d'appalto, pensato in una logica troppo tradizionale e non in sintonia con i principi innovativi contenuti nel c.d. progetto Redfor in tema di risparmio energetico, l'attuale Giunta da poco insediata, decise di non procedere all'aggiudicazione e di revocare gli atti di gara (vedi DGR n. 1-2367 del 20/10/1995).
A seguito di approfondimenti tecnici condotti con la collaborazione del prof. Masoero (vedi DGR n. 153-8060 del 16/4/1996), la Giunta si orient verso una soluzione di più ampio respiro (vedi DGR n. 195-13624 del 4/11/1996), al fine di considerare la gestione del patrimonio regionale in un'ottica globale nell'ambito della quale il servizio energia si inserisse quale tassello di un più articolato progetto; pertanto, si decise di affidare l'incarico per lo studio di fattibilità e per l'elaborazione degli atti tecnici per l'affidamento in appalto pluriennale ad un unico soggetto di una serie di servizi riconducibili ad un sistema di cosiddetto Facility management (approvvigionamento energia, manutenzione impianti tecnologici ed involucro edilizio, servizio traslochi, servizio pulizia, mense, ecc.).
Nella primavera successiva veniva distribuita alla Giunta la bozza dell'elaborato prodotto dai consulenti che ipotizzava, sulla base di una rilevazione di massima della consistenza del patrimonio immobiliare in proprietà o ad altro titolo in uso all'Ente regionale, l'affidamento della gestione onnicomprensiva dei servizi per un valore di circa 100 miliardi (vedi estratto verbale seduta Giunta regionale del 5/5/1997).
Nello stesso periodo venivano ad evidenza le perplessità del mondo imprenditoriale in merito ad un sistema così innovativo di gestione del patrimonio pubblico, cui veniva imputato di incidere negativamente sulla capacità di competizione della piccola e media imprenditoria piemontese (vedi lettera congiunta associazioni imprenditoriali al Presidente e all'Assessore al patrimonio del 9/4/1997).
Da ciò scaturiva un dibattito politico nell'assemblea regionale (vedi estratto verbale delle sedute del 10/6/1997 e dell'1/7/1997).
A luglio 1997, completato nella sua stesura definitiva il lavoro dei consulenti, la Giunta regionale, con apposita deliberazione (vedi DGR n.
199-21034 del 14/7/1997), prendeva atto che il censimento dei beni era stato solo parzialmente effettuato, ma comunque nella misura sufficiente a consentire la definizione del contenuto dell'appalto e del relativo valore economico, nonché che tale indagine poteva costituire una delle prestazioni tipiche da ricondurre all'attività oggetto dell'appalto e, quindi, da demandare al relativo aggiudicatario.
Nel contempo, la Giunta conveniva con i consulenti che, in luogo di tale mancata prestazione, questi ultimi avrebbero offerto la loro assistenza professionale agli uffici, a gara espletata, nella successiva fase di esecuzione del contratto.
Sempre nel corso del mese di luglio, la Giunta regionale, in considerazione di un diverso ordine di valutazioni, decideva di anticipare il lavoro di censimento dei beni immobili (comprensivi di arredi ed attrezzature d'ufficio) e di elaborazione dei progetti per il loro adeguamento alle vigenti prescrizioni in materia di sicurezza, tenuto conto in allora che i tempi per il completamento da parte degli uffici del necessario lavoro di rielaborazione, anche negli aspetti di dettaglio, dello studio rassegnato dai consulenti in materia di 'Global Service' risultavano incompatibili con l'esigenza di dare celere corso agli adeguamenti predetti. Veniva perci affidato al dott. Sivieri, in ragione delle conoscenze da questi acquisite l'incarico per la redazione del capitolato d'oneri ed annessi elaborati tecnici necessari all'avvio di una gara di appalto (vedi DGR n. 258-21475 del 29/7/1997).
In attesa dell'esito del lavoro di approfondimento degli uffici per quanto riguarda il 'Global Service' e della conclusione dello studio affidato al dott. Sivieri, la Giunta dava indicazioni al Settore Patrimonio (ora Direzione Patrimonio e Tecnico) di limitare al 31/12/1998 la durata contrattuale dei servizi gestionali e degli interventi di manutenzione, in modo da non condizionare in alcun modo le scelte definitive che sarebbero state assunte dalla Giunta stessa in ordine alla gestione di tali prestazioni (vedi DGR n. 18-22600 del 6/10/1997).
Nella primavera del 1998, ormai avviata la nuova organizzazione dell'Ente ed insediatisi i Direttori regionali, l'ing. Arcidiacono, Responsabile della Direzione Patrimonio e Tecnico, su disposizione scritta dell'Assessore Burzi (si veda la nota a firma dell'Assessore del 25/2/1998) indicava ai Dirigenti suoi collaboratori come assolutamente prioritario l'obiettivo di avviare le procedure di gara per il censimento dei beni e per il sistema di gestione ed innovazione tecnologica, richiedendo per la prima gara la rielaborazione del capitolato e del bando predisposti dal dott. Sivieri, in modo da escludere il servizio di progettazione e direzione lavori (si veda la nota del 17/3/1998 a firma del Direttore).
A maggio del 1998 la Giunta confermava la volontà di conseguire l'obiettivo dell'innovazione nelle modalità di acquisizione dei servizi gestionali e manutentivi con il passaggio a contratti di medio e lungo termine per aree omogenee ed ambiti integrati, ed assegnava alla Direzione Patrimonio e Tecnico, fra gli altri, il compito di espletare non solo la gara per il censimento dei beni, ma anche quella per l'appalto pluriennale per l'adeguamento e gestione degli impianti tecnologici 'quale primo tassello del più generale progetto di gestione integrata dei servizi' (vedi DGR n.
13-24639 del 25/5/1998).
In conformità a tali indirizzi, la Direzione - esaurito il lavoro di revisione degli elaborati sul censimento prodotti dal dott. Sivieri e partorito il nuovo capitolato per il sistema di gestione ed innovazione tecnologica, che si differenzia in maniera essenziale dal prodotto consegnato nel luglio 1997 dal prof. Masoero e dal dott. Sivieri provvedeva a bandire le due gare con determine del 19/5/1998 (per il servizio di rilevazione del patrimonio immobiliare ed mobiliare) e del 16/7/1998 (per il sistema di servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici e speciali dell'Ente).
Esaurita l'esposizione delle circostanze che hanno condotto all'avvio delle predette procedure concorsuali, si può entrare nel merito dei rilievi sollevati in ordine all'operato dell'Amministrazione regionale.
Si è detto che non è chiara la strategia perseguita dalla Giunta regionale nello scindere i due appalti (censimento dei beni e global tecnologico).
Dall'esame degli atti in precedenza richiamati risulterebbe l'obiettivo dell'Amministrazione di anticipare l'avvio del censimento degli immobili e di optare per un secondo appalto per la gestione, manutenzione degli impianti tecnologici nonché per la progettazione degli adeguamenti normativi e dell'innovazione tecnologica di tali impianti.
La complessità delle procedure e la necessità di un loro perfezionamento hanno con ogni probabilità influito negativamente sul flusso decisionale rallentandolo fino alla sostanziale contestualità dei due appalti, la cui logica è comunque ravvisabile nella indubbia necessità di attuazione delle azioni primarie di sicurezza e di messa a norma, tenendo altresì presente che la differenza di durata temporale (circa un anno contro nove) permette ai dati conoscitivi del primo di essere recepiti nella rete telematica per attività di consultazione e di aggiornamento nel tempo, man mano che si procede (vedasi anche documento allegato descrittivo dei contenuti degli appalti - allegato C alla presente relazione).
Risulta però evidente che a tale impostazione consegue il problema sollevato nel dibattito consiliare - della coerenza del prezzo posto a base della seconda gara. In carenza di un'analisi strategica iniziale e a fronte delle lacune nella banca dati della Direzione, che non contiene rilevazioni dettagliate sul patrimonio immobiliare né di dati certi sulla spesa storica per tutti i servizi presi in considerazione, è indubbio che la scomposizione del prezzo di riferimento, indicato nel bando, non può che essere la risultante di operazioni di stima di massima. Questo assunto è ancor più vero con riferimento alle prestazioni di riqualificazione tecnologica a forte contenuto innovativo per le quali manca del tutto ogni parametro storico di riferimento. Proprio in ragione della complessità dell'oggetto dell'appalto si è preferito ricorrere ad un appalto-concorso che, per sua natura, rimette ai concorrenti la scelta e la progettazione delle soluzioni tecnologiche, mentre il prezzo posto a base di gara è da intendersi quale limite massimo di riferimento nella predisposizione dell'offerta.
Si rende a questo punto necessario soffermarsi sulla coerenza economica del capitolato d'appalto per 'il sistema dei servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici e speciali all'interno della Regione Piemonte'.
Le difficoltà connesse alla stima di quest'ultimo, dipendono da diversi fattori: a) l'alea connessa alla distinzione tra (i costi delle) prestazioni 'a canone' e 'a misura' (si prenda ad esempio la messa a norma e riqualificazione degli impianti di sollevamento) b) il confronto tra una gestione interna minimale, limitata all'indispensabile, e una gestione esterna caratterizzata da nuovi servizi e da una maggiore qualità attesa degli interventi c) la mancanza, a tutt'oggi, di un censimento aggiornato del patrimonio immobiliare regionale d) la possibilità che il prezzo a base d'asta sia o meno ridotto in sede di gara.
A seguito della comunicazione dell'Assessore Burzi in Consiglio regionale in data 26/1/1999, la Direzione regionale Patrimonio e Tecnico ha provveduto a disaggregare analiticamente i costi ipotetici a canone ed a misura, per permetterne la valutazione.
I dati risultanti dalla stima economica di massima sono 'storici' (quando vi è la disponibilità del valore annuo e non si prevede un incremento dello stesso), 'storici - aggiornati' (quando si dispone di una serie di valori annui e, ipotizzando una gestione interna sottostimata, si prevede un incremento degli stessi), 'di mercato' (quando è possibile ricorrere a prezzi di mercato, ipotizzando che questi non siano distorti), 'stimati' (quando è possibile effettuare delle stime basate su prezzi di mercato e/o valori storici) e 'presunti' (quando non è possibile ricorrere a prezzi di mercato, a stime, né a valori storici, ma ci si basa sull'esperienza).
Il documento è allegato (allegato A alla presente relazione), ma necessita di alcune puntualizzazioni.
Più in dettaglio, a proposito dei costi ipotetici a canone relativi all'adeguamento normativo dell'involucro edilizio e degli impianti tecnologici di I livello organizzativo, la Direzione regionale Patrimonio e Tecnico ha fornito - circa l'adeguamento dei piani dal I al V - il valore medio (L./mq 1.400.000) di due stime, una minima pari a poco meno L./mq 1.300.000 ed una massima pari a poco più di L./mq 1.500.000. Prescindendo dal fatto che le stime sono espresse tutte in mq - anche laddove sarebbe stata forse più opportuna un'altra unità di misura - occorre evidenziare che l'adeguamento presenta un 'range' di 0,8 miliardi, da circa 8,7 miliardi a 9,5 miliardi.
In merito all'adeguamento ai piani terra e sotterranei del Palazzo della Giunta, la stima di mercato di 1,7 miliardi deriva dalle valutazioni effettuate dall'arch. S. Novarino.
La voce 2 'Risparmio energetico e comfort ambientale' si compone di una stima presuntiva di 1 miliardo che non riguarda lo stabile di Piazza Castello; pertanto, le voci 1.3), 1.8) e 1.10) dell'allegato A/1 non rappresentano una duplicazione.
Per quanto riguarda la voce 3.1 'Manutenzione impianti elettrici', sebbene sembri corretto prevedere una stima di mercato (5,7 miliardi) superiore ai valori storici (3,6 miliardi) al fine di aumentare la qualità degli impianti e la conseguente sicurezza, il valore stimato annuo di L. 634 milioni appare un po' elevato, in quanto alla voce 1) dell'allegato A/3 si prevedono ben sei interventi/anno di manutenzione ordinaria.
In merito alla voce 4 'Servizio energia per il riscaldamento invernale e condizionamento estivo' (allegato A/5), viene ipotizzato un costo di L.
4.500/mc, a fronte di un costo di mercato di L. 6.000/mc, con l'abbattimento del 25% dello standard, ma non si distingue tra servizi di energia a gasolio e a metano. Inoltre, non si comprende appieno quale sia la previsione temporale nei nove anni del risparmio energetico, derivante dal miglioramento atteso nella manutenzione, nella revisione e riqualificazione degli impianti termici; infine, non si considerano le economie di scala che la società esterna può ottenere nell'acquisto di un ingente quantitativo di carburante.
In ultimo, la voce 10-11-12 'Fornitura, manutenzione hardware-software ed aggiornamento personale' (allegato A/7) sembra un po' eccessiva per quanto riguarda la formazione iniziale e l'aggiornamento del personale: anzitutto perché alla voce 7) dell'allegato si prevede un aggiornamento per nove anziché per otto anni - dato che il primo anno è garantito dalla formazione iniziale - e poi perché la frequenza dell'aggiornamento (quattro volte all'anno) appare un po' esagerata.
Discorso diverso per la voce 8) dell'allegato A/7 circa i costi di comunicazione connessi all'utilizzo delle reti telefoniche e reti dedicate per la gestione telematica dei dati: sebbene la ditta aggiudicataria abbia l'obbligo di tenere aggiornato il software e la banca dati, non si comprende appieno come sia possibile scorporare i costi telefonici e di connessione telematica imputabili alla società esterna, dai medesimi costi connessi all'utilizzo d'ufficio dell'accesso alle reti telefoniche e dedicate in genere.
Onde supportare il raffronto dei costi si allega altresì la spesa storica di alcuni capitoli della Direzione Patrimonio per gli anni 1995/1996/1997 (allegato B alla presente relazione), riferita comunque ad un 'patrimonio' che necessita senz'altro di interventi urgenti ed adeguati.
Alle predette difficoltà connesse alla stima economica del capitolato occorre comunque aggiungere e tenere in considerazione: 1) l'obbligo imposto al datore di lavoro di immettere nell'ambiente lavorativo quanto di meglio la tecnologia gli consente di fare e di impegnarsi nel miglioramento consentito dall'evoluzione tecnologica; il principio della fattibilità tecnologica (C.C. n. 312 del 25/7/1996) è stato infatti ribadito ancora di recente dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 12863 del 29/12/1998 Sezione lavoro, la quale afferma che l'imprenditore 'è tenuto ad adottare, nell'esercizio dell'impresa', misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale del lavoratore e tale stimolo obbliga anche il datore di lavoro pubblico ad aprirsi alle nuove acquisizioni tecnologiche, garantendo nei luoghi di lavoro sicurezza, comodità e comfort 2) le ragioni complessive che inducono le organizzazioni a ricorrere all'outsourcing ovvero: concentrazione sul 'core business', aumento di flessibilità, riduzione dei costi (in prospettiva, N.B.: per la Regione Piemonte è considerata prioritaria la necessità di adeguamento), aumento di efficienza, riduzione nella struttura di gestione; accelerazione al processo di cambiamento, miglioramento della qualità del servizio apprendimento di esperienze altrui, maggiori ritorni di investimento.
Riassumendo, il motivo principale del ricorso all'esternalizzazione è sì la presunta riduzione dei costi (nel breve termine inversamente proporzionale però, allo 'stato di degrado' del patrimonio), ma anche la maggiore flessibilità dell'impresa, nonché la rinuncia alla gestione di alcune funzioni non strategiche, per concentrare l'attività sugli obiettivi più qualificanti ('core business'). Il presupposto è anche che, in virtù della maggiore specializzazione dell'impresa esterna, l'outsourcing comporta un miglioramento nella qualità dei servizi o dei beni intermedi, permettendo di liberare e riallocare risorse uomo nelle attività ritenute strategiche salvo il mantenimento di un congruo numero di dipendenti in funzione di controllo dell'operato dell'impresa esterna.
Ciò detto ai fini di un possibile ed imprescindibile raffronto, in un'ottica di trasparenza, del rapporto costi-benefici.
E' d'obbligo anche qualche considerazione sui rilievi sollevati da alcuni Dirigenti della Direzione Patrimonio e Tecnico con nota interna.
Le modifiche apportate al capitolato con determinazione dirigenziale del 5 ottobre u.s., che consistono nell'eliminazione di alcune prestazioni 'a canone' (per un importo presunto di L. 1.000.000.000) e nello spostamento di alcune di esse fra quelle 'a misura' (per un importo presunto di L.
1.900.000.000), pur restando invariati sia l'importo complessivo stimato a base d'appalto, sia la sua ripartizione fra ammontare a canone e a misura hanno di certo determinato un incremento della remuneratività del servizio 'a canone', anche se - per le motivazioni precedentemente esposte con riferimento alla coerenza del prezzo posto a base di gara - è arduo quantificare con certezza tale incremento, per la mancanza di dati conoscitivi certi sull'attuale situazione del patrimonio immobiliare regionale.
In ogni caso, la scelta in questione può trovare motivazione nell'intento di incrementare e favorire la presentazione di un maggior numero di offerte, agevolando la comparazione fra più progetti, circostanza che in un campo così fortemente innovativo non può che avere una valenza positiva.
Per quanto riguarda la ridotta incidenza del prezzo fra gli elementi di ponderazione delle offerte, si può evidenziare come ciò contribuisca a disincentivare la presentazione di offerte prezzo anormalmente basse finalizzate a bilanciare la scarsa qualità dei progetti.
Un esame attento della documentazione allegata al capitolato, in particolare gli allegati dal n. 1 al n. 5, consente infine di precisare che gli interventi di manutenzione straordinaria risultano esclusi per tutti gli immobili in affitto per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento e condizionamento centralizzati (allegato 2) e gli impianti di sollevamento (allegato 3), con la sola eccezione dell'immobile sito in Novara, Via Dominioni n. 4, in quanto il contratto di affitto la pone a carico dell'Amministrazione regionale (si veda contratto rep. n. 53312 dell'11/2/1980), e del laboratorio sito in Corso Cento Cannoni n. 4 Alessandria, il cui impianto di montacarichi è stato ripristinato dalla Regione.
Sarebbe tuttavia necessario, accogliendo questa come altre analoghe osservazioni sollevate nella nota interna dalla struttura, procedere alla correzione di errori di coordinamento presenti nel capitolato modificato in sede di stipula del contratto.
Nel caso specifico, ad esempio, non si è tenuto conto che gli interventi di messa a norma e riqualificazione degli impianti di sollevamento erano nella prima versione del capitolato ricompresi negli interventi 'a canone' con le limitazioni espresse nell'apposito allegato 3, che doveva pertanto essere richiamato nuovamente nel punto dedicato agli interventi 'a misura', una volta inseriti in tali interventi anche quelli relativi agli impianti di sollevamento. Resta inteso, però, che gli interventi 'a misura' devono venire eseguiti solo dietro esplicita richiesta del committente.
Per quanto riguarda gli impianti di rilevamento ed antincendio, nonché i sistemi speciali (impianti antintrusione, accessi ed archivi automatizzati), la manutenzione straordinaria è sempre di competenza della Regione, poiché si tratta di particolari impianti installati a suo tempo a spese dell'Ente e per esigenze sue peculiari; per quanto riguarda invece gli impianti elettrici, è vero che la loro messa a norma e manutenzione straordinaria rientrano nelle prestazioni 'a misura', con riferimento quindi a tutti gli immobili detenuti a vario titolo dalla Regione (allegato 1), ma non va dimenticato che la clausola inserita in capitolato in ordine alla variabilità dell'appalto consentirà di escludere gli interventi su quegli immobili rispetto ai quali non sia stato preventivamente concordato con i soggetti proprietari il rimborso delle spese che la Regione dovrebbe sostenere.
In riferimento ai rapporti intercorrenti tra il dott. Sivieri, la STI e la Regione Piemonte, con particolare riferimento ad eventuali vantaggi ottenuti dalla STI, aggiudicataria del primo appalto (Censimento del patrimonio mobiliare ed immobiliare della Regione), proprio in virt dell'attività svolta dal consulente per la predisposizione dei due capitolati d'appalto, si rileva quanto segue.
Il consulente Sivieri operò a più riprese in favore dell'Ente. In un primo momento predispose, unitamente al prof. Masoero, un capitolato generale d'appalto per un sistema di 'Global Service' onnicomprensivo, poi disatteso dall'Ente per molteplici ordini di motivi. Da tale lavoro gli uffici trassero spunto per la predisposizione di un capitolato d'appalto diverso e circoscritto a servizi omogenei (servizi energia, innovazione e manutenzione impianti tecnologici, messa a norma degli immobili). Sul punto si può affermare che, non essendo l'attuale appalto tecnologico in alcun modo riconducibile al progetto Sivieri-Masoero, il lavoro in allora svolto dai consulenti non può di certo aver giovato ad alcuno dei concorrenti eventualmente legato con vincolo di collaborazione al dott. Sivieri - nella predisposizione del progetto posto a base d'offerta.
Il dott. Sivieri poi, in ottemperanza dell'incarico conferitogli dalla Giunta regionale nel luglio 1997, proprio in virtù dell'esperienza da questi maturata in seguito all'affidamento dei precedenti incarichi predispose un progetto di capitolato d'appalto per il censimento del patrimonio immobiliare, per la progettazione degli interventi necessitati e per l'affidamento della direzione lavori ad un unico aggiudicatario. Tale progetto venne poi rielaborato dagli uffici regionali e sostanzialmente ricondotto ad un diverso capitolato d'appalto avente ad oggetto esclusivamente, la ricognizione del patrimonio mobiliare ed immobiliare dell'Ente.
Da tale premessa può quindi desumersi che, stante la natura meramente ricognitiva dell'oggetto di tale appalto, in nessun modo la ditta aggiudicataria, concorrendo altresì all'aggiudicazione del secondo appalto pressoché contestuale al primo, possa trarre vantaggio da tale posizione ovvero, possa trarre vantaggio, sempre al fine dell'aggiudicazione del secondo, dalla consulenza eventualmente prestatale da chi ha collaborato in una fase antecedente e prodromica, alla stesura del testo - poi successivamente rimaneggiato, ridotto e modificato dagli uffici regionali competenti - posto a base della gara d'appalto relativo al censimento regionale.
Valutandosi poi l'ipotesi che il dott. Sivieri abbia effettivamente prestato consulenza contestualmente al committente ed al concorrente appaltatore, tale circostanza, di certo, comporterebbe violazione al codice di deontologia professionale da parte del professionista ed integrerebbe gli estremi del cosiddetto 'conflitto di interessi', anche se, proprio per le considerazioni sopraesposte, la stessa natura del primo appalto porta con ragionevolezza ad escludere in capo alla ditta aggiudicataria ogni conseguente ipotetico vantaggio nella competizione per il secondo.
Relativamente all'ulteriore questione circa il vizio di incompatibilità della STI, in quanto aggiudicataria della prima gara d'appalto, alla partecipazione alla seconda gara, occorre fare riferimento al dettato normativo del D.Lgs. n. 157/95, regolante le procedure di appalto pubblico in tema di servizi. L'art. 23, comma quarto, dispone che: 'l'affidamento della progettazione non è compatibile con l'aggiudicazione, a favore dello stesso affidatario, degli appalti pubblici relativi ai lavori ed ai servizi progettati; della suddetta incompatibilità deve essere data notizia nel bando di gara'. Ciò a dire: chi progetta il servizio da appaltare non pu concorrere alla relativa gara. E' quindi la progettualità che caratterizza quale elemento oggettivo, la fattispecie considerata.
Da quanto sopra evidenziato circa l'effettiva natura degli appalti de quo può senza dubbio affermarsi che il divieto normativo in esame non appare in alcun modo essere conferente. Infatti, l'oggetto della prima gara aggiudicata alla STI ('Servizio di rilevazione del patrimonio immobiliare ed mobiliare di proprietà o nella disponibilità della Regione') si sostanzia in un mero rilevamento geometrico e descrittivo di tale patrimonio, con relativa redazione di perizie, ivi compresa la valutazione dei rischi ex D.Lgs. n. 626/94; tale oggetto non può dunque venire ad essere connotato da valenze progettuali, valenze ricomprese invece nel contenuto dell'appalto più propriamente detto di gestione dei servizi tecnologici, ma, in questo caso, è la stessa tipologia della gara prescelta che osta all'applicazione del precetto normativo de quo. Infatti, la procedura prescelta per la seconda gara ('L'affidamento del sistema di servizi per la gestione ed innovazione degli impianti tecnologici') è l'appalto-concorso che, per sua natura, è esente da progettazione, ma è bensì caratterizzato dalla sola presenza di indicazioni di massima risultando assolutamente privo di un progetto esecutivo del servizio oggetto di gara, bensì risultando tale incombenza esclusivo onere dell'appaltatore.
Può infine rilevarsi che il capitolato del primo appalto prevede espressamente l'esclusione dalla partecipazione alla licitazione privata di coloro che hanno partecipato alla stesura del bando di gara, della lettera d'invito, del capitolato speciale di appalto e dei documenti complementari.
In merito poi all'opportunità di comunque escludere dalla partecipazione alla seconda gara del soggetto risultante aggiudicatario della prima, basti considerare che una previsione di siffatta natura avrebbe comportato la violazione dei più generali principi di libera concorrenza ed iniziativa privata, facendo così prestare il fianco all'Amministrazione ad azioni giudiziarie che l'avrebbero di certo vista soccombente.
Circa poi l'intervenuta proroga dei termini del secondo appalto, ciò è dipeso dall'aver 'riscontrato che la documentazione riportata all'allegato 8 (Progetto di adeguamento normativo centrali termiche) risulta incompleta in quanto in sede di composizione delle tavole sono stati inavvertitamente omessi degli elaborati progettuali, peraltro redatti recentemente da una ditta partecipante alla gara, che potrebbe orientare maggiormente le offerte delle imprese concorrenti' (vedi lettera Settore Tecnico alla Direzione Patrimonio e Tecnico del 27/11/1998). La scelta dell'Amministrazione è stata pertanto quella di mettere a disposizione tale documentazione - redatta dal fornitore pro tempore - in favore di tutti i concorrenti e, in conseguenza, di prorogare i tempi per il deposito delle offerte onde far venire meno il potenziale vantaggio della ditta che già ne disponeva. Rettamente, quindi, l'Amministrazione ha provveduto a concedere congrua proroga proprio al fine di ristabilire la par condicio fra tutti i concorrenti.
Circa la previsione di cui al punto 2.13 del capitolato per la gestione e l'innovazione tecnologica relativa agli incentivi sul risparmio energetico non si ravvisano contrasti con alcuna norma precettiva, risultando peraltro conformi all'obiettivo di enfatizzare l'innovazione tecnologica, anche attraverso il promuovimento dei concorrenti.
Conclusioni.
Dall'analisi delle procedure dei due appalti non sono emersi rilievi di mera illegittimità, se non l'esigenza, anche alla luce del pregresso processo decisionale, ai fini di una puntuale valutazione del rapporto costi-benefici che possa in qualche modo sopperire all'incompletezza dei dati di partenza (finanziari e ricognitivi), di procedere alla valutazione delle offerte in termini di assoluta rigorosità rispetto alle concrete necessità dell'Amministrazione regionale.
A tal fine, facendo proprie le istanze della stessa Struttura competente si propone di potenziare la Commissione tecnica incaricata per tale delicato adempimento con l'allargamento ad ulteriori componenti di qualificata competenza rispetto alle svariate specificità del contenuto dell'appalto, nonché di supportarla con la consulenza, in fase istruttoria di una società di certificazione, in particolare per gli aspetti collegati al sistema dell'outsourcing.
Nella stessa logica, in sintonia con la Struttura competente, sarà opportuno, in caso di aggiudicazione, nelle successive fasi, supportare adeguatamente, sempre attraverso l'ausilio della predetta società, la stessa Struttura sia nella predisposizione del contratto che eventualmente nella successiva fase di esecuzione, al fine di garantire all'Amministrazione il controllo dell'operato della Ditta aggiudicataria nonché la verifica del conseguimento degli obiettivi posti a base della scelta effettuata, con una profonda riqualificazione del personale interno ad essa dedicato".
Questa relazione è stata redatta a cura della dott.ssa Giuliana Bottero, Segretaria di Giunta.
Alla presente relazione hanno collaborato la dott.ssa Laura Bertino, la dott.ssa Laura Faina e l'avv. Marco Piovano della Direzione Affari Istituzionali e Processo di Delega, l'arch. Claudio Tomasini della Direzione Opere Pubbliche e il dottor Giovanni Lepri della Struttura speciale Controllo di gestione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Il mio non è un intervento in ordine alla relazione, ma è un interrogativo che pongo al Presidente della Giunta.
Il Presidente ci ha letto il documento "Relazione sul Global Service della Regione Piemonte", che inizia con un'elencazione di dati.
La domanda che le pongo, Presidente della Giunta, è la seguente: questa relazione è stata chiesta alla dott.ssa Bottero, ritengo da lei, e vorrei chiederle qual è il quesito che dà origine alla relazione medesima, per poter meglio interpretare il tipo di risposta. Traducendo ulteriormente: il Presidente della Giunta ha avuto un colloquio con il Segretario di Giunta a cui ha chiesto verbalmente determinate cose o c'è una lettera di incarico? Dal quesito posto dallo stesso Presidente della Giunta, se volesse farcelo conoscere, riusciremmo a capire meglio se la relazione è stata esaustiva o se, eventualmente, è riduttiva rispetto al quesito.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Vi farò avere in copia la lettera protocollata il 29/1/1998 n. 868, con la quale ho affidato l'incarico e di cui vi do lettura: "A seguito dei problemi sollevati in Consiglio regionale in ordine all'espletamento della gara d'appalto-concorso per l'affidamento del sistema di servizi per la gestione ed innovazione degli impianti tecnologici, interno all'Ente Regione, la invito ad esprimere ogni possibile approfondimento circa le procedure amministrative adottate dagli uffici regionali preposti.
Per l'attuazione di tale approfondimento la S.V. può avvalersi della collaborazione di esperti di sua fiducia da ricercarsi all'interno o qualora ritenuto necessario, anche all'esterno dell'Ente. Le risultanze di tale esame dovranno concludersi entro 15 giorni".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente Ghigo che ha letto il testo della relazione predisposta dalla dott.ssa Bottero aiutata da altre colleghe e colleghi.
Sono, per iniziare, un po' stupito che il Presidente Ghigo non abbia avuto nulla da dire su questa relazione. E' un po' strano: non mi sembra che sia una relazione superficiale, inconcludente, che non metta in luce dei problemi. Mi sembra che sia una relazione che mette in luce molti problemi di carattere politico, proprio quelli di cui lei è responsabile e a cui lei dovrebbe dare risposta.
Io sono preoccupato, Presidente, di questi due appalti e della situazione in cui si è messa la Regione Piemonte. Spero che lei mi creda.
Sono preoccupato perché, leggendo la relazione, della quale condivido alcuni aspetti e sulla quale esporrò alcuni punti interrogativi, esce con chiarezza che non è stata utilizzata la doverosa diligenza che un pubblico amministratore dovrebbe avere quando affronta spese pubbliche e quando decide di indire degli appalti. Non è stata tenuta la doverosa diligenza.
Questo nella relazione c'è scritto, perché sin dalle prime pagine, a pagina 9, si dice che per i motivi più nobili, di introduzione di forme di gestione più complesse, e secondo la Giunta più adeguate alle esigenze questa decisione non è stata sostenuta da un accertamento e un esame della situazione materiale, che voi avete chiamato a gestire e, di conseguenza voi avete consegnato un capitolato e indetto una gara esterna senza consentire alle ditte che partecipavano di disporre con sicurezza su quali oggetti fisici, e come conformati, dovessero svolgersi la gara e l'offerta.
Questo è detto con chiarezza e direi che è una situazione molto preoccupante: indire una gara in una situazione nella quale vi sono difficoltà connesse alla stima del capitolato suggerirebbe di non fare nemmeno un passo in quella direzione, perché la precisione della consistenza dell'oggetto dell'appalto, cioè la precisione sulla conformazione degli edifici (quanti sono, quanto sono grandi e di quali misure abbiano bisogno), è la base di partenza di qualsiasi decisione.
Figuriamoci di una decisione molto complessa come quella che proponete! Lì avreste già dovuto fermarvi, Presidente Ghigo! Io le chiedo: l'Assessore Burzi l'ha informata che stava per predisporre due appalti così importanti? Ed era in presenza di un'incertezza rilevante sulla conoscenza da parte della Giunta regionale dell'oggetto dell'appalto? L'ha informata? Io penso che la decisione di comunque procedere sia stata una decisione molto imprudente e pericolosa per gli interessi dell'Amministrazione.
A questa decisione se ne aggiunge un'altra, molto discutibile ed anomala: l'intervento dell'Assessore Burzi che incrementa, con la propria richiesta, la remuneratività del servizio a canone nell'appalto.
Presidente Ghigo, io non trovo molto opportuno che un politico intervenga nei capitolati per aumentarne la remuneratività. Non lo ritengo un fatto opportuno; lo ritengo un intervento anomalo e indebito! Ritengo che sia un'intromissione della politica negli affari e quindi ritengo che sia una delle azioni che il politico di turno dovrebbe evitare di fare! Perché la remuneratività dei capitolati è cosa da consegnare ai tecnici.
Quindi, c'è un appalto in una situazione di grave lacunosità delle conoscenze dell'appalto; c'è una situazione in cui si aggiunge una modifica per portare il capitolato ad essere più remunerativo; direi che si è cominciato molto, molto male! Ultima osservazione. Con questa situazione, io ritengo di non doverosa diligenza e di eccessiva approssimazione e superficialità nei contenuti dell'appalto, voi avete proceduto. La relazione espone cosa è successo e dà anche delle valutazioni. Ora, vi è una serie di soggetti economici interessati all'appalto che hanno partecipato sia al censimento generale (quello incompleto), sia agli appalti in questione. Allora, Presidente, pur apprezzando il lavoro che è stato svolto da parte della dott.ssa Bottero io ho qualche dubbio. Evidentemente la dott.ssa Bottero la pensa diversamente, ma queste questioni sono poi consegnate alla storia e ad altre sedi. La dott.ssa Bottero segnala che non vi sono incompatibilità in quanto conclude che nell'appalto-concorso non ci sarebbero degli elementi progettuali e quindi se anche un soggetto avesse partecipato all'indagine e al censimento sullo stato dei luoghi e sulla loro sicurezza e avesse successivamente partecipato con un'offerta ad un appalto-concorso, dato che l'appalto-concorso non contiene il progetto, questa incompatibilità non c'è. Io ho dei dubbi forti su questa affermazione, perché è vero che nell'indizione di una gara per appalto-concorso la documentazione che fornisce il committente è una documentazione che prevede un progetto che non giunge a livello di progetto definitivo, ma - Presidente Ghigo - è sicuramente vero che l'offerta che una ditta fa su un appalto-concorso comunque congegnato dal committente, è un'offerta che contiene il progetto.
Su questo io non ho dubbi: vi è il progetto, perché è un'offerta concludente, assolutamente perfetta; è un'offerta che deve stare sul mercato e alla quale corrisponde una prestazione di servizi, quindi chi offre in una gara di appalto-concorso una prestazione, un servizio, dentro quell'offerta c'è il progetto e, se c'è il progetto, allora c'è un'incompatibilità. Su questo sono molto preoccupato, Presidente, e sono anche poco convinto dalla proposta contenuta in relazione, poi - ripeto: ma lei non ha nulla da dire su questa relazione? Sono molto perplesso sulla proposta che si fa alla fine, rispondendo un po' alla domanda: "Come sopperire" - già il fatto, Presidente Ghigo, che una relazione si concluda con "come sopperire" dovrebbe indurla alla prudenza). Si dice: "Continuiamo, rafforzando la Commissione e chiedendo che ci siano strutture molto attente a capire che cosa si farà e via dicendo".
Come fa, Presidente Ghigo, a sopperire, quando lei non dispone dei dati di partenza su cui ha messo in moto questo appalto e su cui si sono formulate le offerte? La Regione non sa ancora in che situazione è il proprio patrimonio! Non lo sapeva e per questo ha indetto un primo appalto! Come fa lei a sopperire a questa carenza? Io non penso che sia diligentemente possibile farlo.
Allora, Presidente Ghigo, per queste ragioni e in forza dei contenuti della relazione, le chiedo di ridefinire completamente questa vicenda. Se la Giunta ha intenzione di gestire il proprio patrimonio con formule complesse che allo stato della situazione io vedo con molto sfavore, perch sono cose poco trasparenti e poco gestibili, ma se la vostra intenzione è comunque quella di intraprendere questa strada, io le chiedo di intraprenderla con cognizione di causa e quindi con l'accertamento preciso della situazione che voi chiedete di governare attraverso un appalto concorso e delle ditte private. Io le chiedo questo: serietà di comportamento, perché già la strada di affidamento in quel modo di una serie di servizi interconnessi, difficilmente identificabili, è una strada molto accidentata dal punto di vista della trasparenza della spesa pubblica! Le chiedo che almeno le cose concrete, e quindi la descrizione dei luoghi, il loro stato, la loro conformazione e la loro sicurezza, siano completamente definite, perché in questa situazione temo fortemente per questi contratti, se dovessero mai essere assegnati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo per chiedere la risposta ai quesiti che avevamo posto. Il Presidente si era impegnato a dare una qualche risposta; ora ha letto una relazione chiesta dal Presidente a supporto della sua risposta, una relazione che mi pare abbia ridotto tutte le questioni poste alle semplici procedure amministrative - questa è stata la domanda fatta dal Presidente alla struttura. Un'investitura del Consiglio a questa Commissione avrebbe senz'altro chiesto di approfondire anche altro, circa ad esempio la congruità che non è stata approfondita, ma solo tratteggiata, mentre quel documento mi pare dovesse essere di supporto alla risposta del Presidente.
Ma io vorrei intervenire sulle considerazioni del Presidente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie. Io parto dal fondo, nel senso che anch'io chiederei al Presidente della Giunta regionale, nel momento in cui viene in aula e ci legge questa relazione - che è una relazione molto problematica - di voler terminare il suo intervento con le osservazioni, le note, le conclusioni, i problemi che questa relazione evidentemente anche in lui avrà sollevato.
Ci auguriamo che alla fine dei nostri interventi, non avendolo fatto in inizio di relazione, il Presidente della Giunta regionale voglia dare le sue considerazioni in proposito, perché non vorremmo trovarci nell'assurdità di avere un autorevole dirigente della Regione Piemonte, la dott.ssa Bottero, che ci fa delle conclusioni di natura politica - perch le ultime conclusioni sono abbastanza su decisioni che debbono essere assunte, anche attinenti alla struttura - e avere invece il Presidente della Giunta regionale che si limita a leggere appunto queste note.
Da quando è nata questa vicenda e da una serie di valutazioni che noi abbiamo acquisito, abbiamo raccolto ed approfondito un'impressione che già evidentemente all'inizio avevamo di una vicenda, questa del Global Service che lungo la sua strada, a partire dall'inizio, ha vissuto tutta una serie di perplessità. Non è una vicenda che nasce con l'Assessore Burzi, è una vicenda che nasce precedentemente, sulla quale c'è stato un avvio di approfondimento, di valutazioni, anche di perplessità, per quello che c'è sembrato di poter raccogliere di valutazioni intorno a tutto questo, e che vede un'accelerazione dalla fine del 1997, nel senso che è dalla fine del 1997 che si cerca di sollecitare il Patrimonio a prendere in esame il progetto del Global Service e a condurlo avanti velocemente. Arriviamo addirittura - si dice sempre nella relazione della dott.ssa Bottero - ad una nota del 25/2/1998 dell'Assessore Burzi al Direttore ing. Arcidiacono con cui si sollecita l'avvio delle procedure di gara relativamente agli appalti.
Vorrei richiamare l'attenzione dei Consiglieri, se non ho quella della Giunta, a prendere in considerazione un aspetto. Mi pare che l'ing.
Arcidiacono sia stato nominato - mi corregga qualcuno se sbaglio - nei primi giorni del 1998; i Direttori sono stati nominati il 31/12/1997.
L'ing. Arcidiacono è una persona che arriva dall'esterno; credo che abbia dovuto entrare in Assessorato, conoscere le segretarie, conoscere il posto di lavoro, le macchine da scrivere, quello che c'era da fare; non mi pare che il Patrimonio sia un settore così delicato in cui vi si entra nell'arco di due settimane - l'Assessore Burzi evidentemente considera un arco di un mese e mezzo, perché si sa che ci sono anche le festività natalizie che rallentano i lavori, perché è il periodo in cui il personale prende le ferie, ecc. Io mi sono configurata questa persona che viene dall'esterno che non conosce la Regione Piemonte, ma che dopo un mesetto che è lì viene sollecitata con nota scritta dall'Assessore al bilancio e al patrimonio leggo qui - ad "avviare le procedure di gara relativamente ad entrambi gli appalti". Mi sembra che, a fronte di una fase lunga, che mi risulta esserci stata, di normali dubbi e perplessità, di normali incertezze, ad un certo punto sia chiaro che c'è stata una sollecitazione di carattere politico signor Presidente, e io non credo che l'Assessore al patrimonio e al personale abbia fatto una nota scritta al nuovo Direttore, assunto dall'esterno - perché sono tutti elementi, questi - senza informare il Presidente della Giunta regionale, quindi la Giunta Ghigo ha deciso ad un certo punto di andare avanti.
Vede, l'impressione che ne ho tratto leggendo con attenzione questa relazione è che per arrivare a fare ciò che l'Assessore Burzi chiede con nota scritta, sollecitando il Direttore, mancassero fondamentalmente proprio le fondamenta di questo progetto. Mancavano le fondamenta perché la dott.ssa Bottero dice in maniera reiterata nella sua relazione che non c'erano i dati di base; lo precisa e lo ridice: ad un certo punto dice che le difficoltà connesse alla stima erano molto gravi, perché non si poteva neanche fare il confronto tra una gestione interna minimale limitata all'indispensabile ed una gestione esterna caratterizzata da nuovi servizi da nuove cose, perché è chiaro che qui si chiede il massimo con il Global Service, non si chiede il minimo, si chiede il massimo, tra l'altro di attività mai svolte, oltretutto, di funzioni mai svolte. Quindi, se non si conosce nemmeno ciò che nella struttura viene fatto, mi chiedo con quali elementi fondati si sia potuto andare ad una gara di appalto chiedendo il massimo, se non si conoscevano neanche gli elementi di minima. Inoltre, la dott.ssa Bottero parla della "mancanza a tutt'oggi di un censimento aggiornato del patrimonio immobiliare regionale".
Ora, voglio dirvi una cosa semplice, che capisce anche un bambino signor Presidente, mi dia un attimo di ascolto. Ho presentato un'interrogazione legata alla problematica dell'Enoteca di Vignale Monferrato, perché lì ci sono dei problemi; la Direttrice dell'Enoteca giustamente si lamenta perché è una bella struttura che va in decadenza ecc. Presidente, sarà un anno che ho presentato questa interrogazione, ma ad oggi non sono ancora riuscita, avendoli sollecitati, ad avere i dati di risposta della gestione del patrimonio di Vignale Monferrato. Quindi esiste una situazione di non censimento della problematica patrimoniale della Regione Piemonte.
D'altro canto, per chi ha un po' di esperienza, la gestione del patrimonio degli Enti pubblici è qualcosa di estremamente difficile in tutte le grandi realtà. Se noi ponessimo l'interrogativo al Comune di Torino per sapere se si conosce tutto sulla gestione del patrimonio del Comune di Torino, credo che anche in questo caso avrebbero delle difficoltà a rispondere.
In realtà, siamo in assenza delle fondamenta che consentono di costruire l'impalcatura. Non avendo i dati di base, sapendo di non averli non capisco perché si sollecita addirittura la gara d'appalto e successivamente il contratto! Sono state evidenziate altre questioni, lo ha detto il collega Chiezzi: riusciamo con difficoltà a capire come collocare l'intervento dell'Assessore Burzi nel quale si sollecita la gara di appalto.
Bisogna ragionare le cose nel loro complesso; probabilmente, il dirigente ha detto all'Assessore che se voleva una cosa doveva richiederla per iscritto; sottolineo che si trattava di un dirigente giunto da pochi giorni. Un dirigente che è arrivato in un posto di lavoro da due-tre quattro settimane, non è assolutamente in grado di gestire una partita di questo tipo: anche se è Mandrake, deve avere il tempo per inserirsi nella realtà.
Pertanto, ancora di più abbiamo difficoltà a capire e a collocare la natura dell'intervento dell'Assessore Burzi.
Nel migliore dei casi non si era in grado di fare questo intervento mancavano i dati di partenza; infatti, la dott.ssa Bottero scrive che mancano le problematiche collegate alla coerenza del prezzo.
Lei, Presidente, nella sua relazione dice che, tutto sommato, questo non era l'interesse principale dell'Amministrazione. Ecco perché il nostro Gruppo chiede - e cerco di concludere anche se ci sarebbero molte cose da dire - una valutazione non politica, Presidente Ghigo, ma di governo: le chiedo una sua valutazione come Presidente della Giunta regionale.
Chi governa la Regione Piemonte, dal punto di vista amministrativo inserito in questa serie di dichiarazioni e di resoconti della dott.ssa Bottero, che cosa dice del governo di questo progetto? Non dal punto di vista politico. La scelta politica è chiara, nel senso che volevate fare il Global Service, magari serviva, magari serve, magari servirà, ma certamente...



(L'Assessore Leo saluta, con un sorriso una coppia che ha preso posto nelle tribune)



SPAGNUOLO Carla

L'Assessore Leo continua a sorridere, ma le ricordo, Assessore Leo, che non c'è tanto da sorridere!



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Leo)



SPAGNUOLO Carla

E' da un po' che ti vedo sorridere! Ti voglio bene, ti ho sempre voluto bene, consentimi di dirti...



LEO Giampiero, Assessore regionale

Stavo salutando i genitori di Sam.



SPAGNUOLO Carla

Ma sì, Leo, una volta ci sono i genitori di un bambino, un'altra volta c'è una mamma, un'altra volta c'è un papà... Consentimi questa battuta visto che è tutta la vita che ti dico che sei bravo: non c'è tanto da sorridere. Sono vent'anni che ti dico che sei bravo, mi sono stufata adesso ti chiedo di non sorridere tanto, prendila bene questa battuta. Non puoi prenderla bene soltanto quando ti dicono che sei bravo, efficiente carino, gentile, capace e tutto quanto.
Chiusa questa parentesi, sottolineo che la questione è stata impostata malissimo. Non c'è tanto da sorridere perché su una vicenda di questo tipo emerge una mancanza di coerenza e di guida di governo.
Vorremo delle risposte di governo sulla relazione della dott.ssa Bottero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non è la prima volta che ci troviamo di fronte ad una situazione simile. A differenza di molti colleghi io ero certo che il Presidente della Giunta regionale si sarebbe limitato alla lettura della relazione della dott.ssa Bottero e che non avrebbe espresso alcuna considerazione di carattere politico. Sottolineo che è frequente che il Presidente Ghigo, su questioni gravi poste dalla minoranze e dai Consiglieri, essendo in difficoltà, si limita a leggere in aula una relazione preparata da qualche dirigente o dal Capo di Gabinetto senza aggiungere considerazioni di carattere politico: semplicemente legge ci che scrivono i funzionari, quindi si limita a ripetere ciò che fanno i funzionari, anche se il suo ruolo è diverso. Tale atteggiamento - secondo me - lo assume anche per cercare di spostare in qualche maniera l'attenzione.
Presidente, le relazioni non devono semplicemente essere lette, ma occorre aggiungere delle considerazioni politiche. Che conseguenze se ne traggono? Che giudizio se ne dà? Questo è il problema politico. Invece limitandosi alla semplice lettura, lei sposta l'attenzione sul problema, e sembra quasi che le minoranze vogliano avere un rapporto in qualche maniera conflittuale con i dirigenti. Non è assolutamente così! Noi non siamo qui per giudicare l'operato dei dirigenti; anzi, io credo che quella della dott.ssa Bottero sia un'ottima relazione. La giudico positivamente, perch conferma i dubbi e le perplessità avanzate nel dibattito in quest'aula chiaramente, evidentemente. E stupisce come lei non l'abbia percepito. Lei non l'ha percepito, perché se avesse percepito che i dubbi sollevati erano veri, oggi avrebbe dovuto assumere una decisione perlomeno nei confronti del suo Assessore. Lei non l'ha fatto: l'ha letta. E quindi spera che noi risolviamo un problema che è suo; magari spera che noi oggi, presentandoci in aula, incominciamo ad accusare l'Assessore Burzi di aver svolto un ruolo non proprio di carattere politico. E' tipico, anche questo: quando ha un problema, aspetta che le minoranze in qualche maniera lo risolvano, per cui magari si aspetta che oggi noi chiediamo le dimissioni dell'Assessore Burzi, perché lei sicuramente, mai e poi mai, ha espresso un dubbio neppure oggi! - sull'operato dell'Assessore Burzi.
Cosa conferma questa relazione? Conferma i dubbi sollevati, conferma tutte le perplessità, conferma un'intromissione dell'Assessore Burzi su questioni tecniche. E' detto chiaramente: su questioni tecniche. La questione dell'appalto a "corpo e misura" è un'intromissione, una pesantissima intromissione che non avrebbe dovuto neppure essere accettata da parte dei funzionari.
Per cui questa finzione, che ogni tanto ci ripetete, che c'è la separazione sulle questioni tecniche e sulle questioni politiche, molto spesso è solo uno spunto per difendervi, perché le intromissioni vengono fatte. E su questioni importanti vengono fatte pesantemente. La dott.ssa Bottero ci conferma che questa intromissione è avvenuta; poi giustifica che l'intromissione non ha effetti sull'appalto - io ho dei dubbi su questa considerazioni - ma l'intromissione c'è stata. E questo è un fatto grave.
Presidente, su questo lei deve dire cosa deve fare l'Assessore Burzi! L'Assessore Burzi non è stato da lei nominato per potersi intromettere sulle questioni tecniche e, se l'ha fatto, qualche motivo c'è, qualche dubbio non si può che avere.
Presidente, come giudica il fatto che questo percorso è stato contraddittorio: modifiche dell'incarico di consulenza (pagina 2, viene dato l'incarico e poi viene modificato subito dopo)? Come giudica rettifiche del capitolato d'appalto (pagina 3)? Come giudica le richieste di proroga dei termini? Come giudica le richieste di modifica - ancora - di appalto? Come giudica questo processo, che è contraddittorio? Ma d'altronde, dalla lettura del Presidente, forse, i colleghi non hanno percepito un aspetto: che questa Giunta, probabilmente, non sa bene cos'è un appalto-concorso. Per fortuna la dott.ssa Bottero glielo spiega bene nella sua relazione! Qui c'è una delibera della Giunta regionale del 14/7/1997 che dice che la Giunta prendeva atto che il censimento dei beni era stato parzialmente effettuato, ma comunque nella misura sufficiente per indire l'appalto e del relativo valore economico, e che il censimento poteva anche essere compreso, addirittura oggetto dell'appalto-concorso.
Ma questo è appalto-concorso? Questa è trattativa privata! L'appalto concorso è una gara pubblica dove, in ogni caso, l'Ente appaltante deve dire che cosa vuole. Io capisco che si ricorra all'appalto perché c'è un problema di progettazione di alta qualificazione; questo sicuramente è un elemento importante e comprendo che si ricorra all'appalto-concorso, ma bisogna quantificare, avere un censimento. Ma come? Io decido di costruire la mia casa e non dico come deve essere, quante camere deve avere, quanti piani, che tipo di porte? E' possibile una cosa di questo tipo? Questo è il problema! Si è deciso di costruire la casa senza dire al geometra, senza dire all'impresa come doveva essere! Si dice: "Voglio una bella casa": questo è il problema! E neppure si è detto: "Voglio un modesto appartamento o un grande appartamento".
Questo non è un appalto-concorso! Questa è irresponsabilità politica ed amministrativa da parte dell'Assessore Burzi, completa e totale. Questo è il problema vero! E anche la Giunta che fa queste valutazioni... Neppure l'amministratore novello di un Comune si limiterebbe a fare considerazioni quali quelle riportate in questa delibera, che sono veramente contraddittorie rispetto al concetto classico di appalto-concorso! L'appalto-concorso si fa senza sapere la quantità, senza avere i progetti senza avere niente, dicendo: "C'è una stima, 63 miliardi, tanto è un massimo, poi vediamo"? Alla fine, si scopre - perché lo dice la dott.ssa Bottero - che persino la struttura, la Commissione è incapace di fare questo lavoro, perché è un lavoro complesso, per cui bisogna potenziarla! Ma che Commissione avete fatto? Quali sono gli esperti? Qui occorrono grandissimi esperti! No: si è messo qualche dirigente e il problema è risolto! Qui bisogna valutare tutto: le quantità, i progetti, la progettazione... E si fa una Commissione così? Inoltre, è scritta un'altra cosa: che la struttura è debole. Questo è il problema vero! La struttura è debole; è debole di per sé; è debole perché c'è stato anche un intervento di carattere tecnico da parte dell'Assessore.
La contraddizione è notata dalla dott.ssa Bottero: si fa l'appalto senza aspettare il censimento, l'appalto del censimento, e si dice: "I percorsi sono stati in qualche maniera incidentali, per cui ci si è trovati in una situazione in cui si fa l'appalto senza sapere qual era l'inventario dei beni". Ma allora a cosa serve l'inventario? A cosa serve un inventario di 5 miliardi, se poi si fa l'appalto non sulla base dell'inventario? Come Giunta, si ritiene che l'inventario può essere oggetto dell'appalto concorso di Global Service? Vuol dire pagare due volte lo stesso lavoro: questo è il problema! Vuol dire pagare due volte lo stesso lavoro, perch l'impresa, nel momento in cui fa un'offerta, deve fare il censimento, per cui avremmo un censimento sostanzialmente inutile.
Ed ancora: siamo in una situazione di "carenza di analisi strategica iniziale": è scritto così? Presidente Ghigo, lei che ha la responsabilità dell'Ente: è scritto, pagina 7, "in carenza di un'analisi strategica iniziale e a fronte della lacuna della banca dati della Direzione, che non contiene rilevazioni dettagliate sul patrimonio immobiliare, non si è in grado neppure di fare una stima di massima". Neppure una stima di massima: è gravissimo, questo! Ma allora su cosa è stata fatta la previsione di 63 miliardi? Come hanno fatto i funzionari a dire: "63 miliardi, va bene".
L'appalto-concorso può essere in aumento o in diminuzione, per carità, ma come si fa a dire "63 miliardi"? Ma dov'è la struttura, Assessore Burzi? Non si hanno i dati neppure della stima di massima!? Si è dunque deciso di appaltare tutto, di appaltare completamente tutto: questa è la realtà.
Inoltre: "Il prezzo di base di gara è da intendersi quale limite massimo di riferimento". Certo, limite massimo: ma quell'indicazione poteva essere anche inferiore? Poteva anche essere inferiore? Se la struttura fosse stata attrezzata, se avesse avuto il censimento, forse facendo una stima di massima - non è stata fatta neppure quella di massima! - avrebbe potuto dire che questo limite massimo poteva essere inferiore. Mi pare logico. Quindi, qualunque imprenditore può fare un'offerta fino a 63 miliardi. Se la Giunta, se la struttura avesse avuto le informazioni avrebbe potuto dire "50 miliardi", avrebbe potuto dire qualunque cifra avrebbe potuto dire di più. Questo manca.
Oggi, dopo che si è svolto il dibattito consiliare, c'è scritto "la Direzione regionale Patrimonio ha provveduto a disaggregare i dati"? Oggi Assessore? O si è incapaci di fare la stima di massima come è stato fatto nel capitolato, e questa è un'affermazione contenuta, oppure vale il secondo principio che la stima è possibile, perché è stata fatta. In ogni caso, non è stata fatta al momento dell'indizione della gara. Questo è un conto successivo, a conferma neppure di una stima di massima: questo è il problema! E' stata fatta una stima successivamente che coincide con il prezzo a base d'asta. Non esisteva prima questa stima, Assessore! Lei avrebbe dovuto preoccuparsi, Presidente Ghigo: è una stima successiva che fa quadrare i conti! E' una stima successiva, non è stata fatta allora e questo è gravissimo! E' di una gravità inaudita! Presidente, le questioni sarebbero tante: si afferma, in questa relazione, che è necessario, per via delle osservazioni sollevate all'interno della struttura, procedere alla correzione di errori di coordinamento presenti nel capitolato modificato. Quindi, c'era un capitolato che è stato modificato, sono stati abrogati i termini nonostante queste modifiche bisogna ancora correggere, perché ci sono errori di coordinamento: Assessore, lei deve rispondere di questo! Lei ne deve rispondere, in quanto ha fatto un capitolato sbagliato, che nonostante le modifiche, è ancora sbagliato e che occorre ancora procedere a modifiche per errore di coordinamento; ma siccome non è più possibile perché sono state presentate le offerte, ci viene detto - e mi stupisce questa affermazione che mi sembra un po' forzata, per la verità - che per sopperire agli errori c'è un contratto! Io ho dei dubbi che il contratto abbia il potere, dal punto di vista giuridico, di correggere degli errori di coordinamento nel capitolato d'appalto, perché chiunque può ricorrere al TAR dicendo che in ogni caso anche dal punto di vista formale il capitolato deve essere uguale per tutti.
Io non credo che questo sia possibile, per cui si è resa una procedura folle, assurda, priva di senso, oltre che pericolosa! Le conclusioni di pagina 15 sono estremamente chiare: la Commissione tecnica deve essere potenziata; bisogna procedere alla valutazione delle offerte in termini di assoluta rigorosità rispetto alle concrete necessità dell'Amministrazione regionale.
Presidente Ghigo, chieda all'Assessore Burzi quali sono le necessità dell'Amministrazione regionale; la Commissione tecnica come valuterà le necessità dell'Amministrazione regionale? O se fosse lei in quella Commissione, come valuterebbe le necessità dell'Amministrazione regionale? Dopo? Oggi? Non è neppure in grado di fare una stima! Non esiste un inventario! A questa Commissione noi diamo un potere discrezionale perch deve essere la Commissione oggi, totalmente all'esterno, che deve valutare le necessità. Quali sono le necessità, Assessore Burzi? Non sono mai state quantificate: altro che appalto-concorso! Questa non è neppure una trattativa privata perché, perlomeno, nella trattativa privata qualche garanzia c'è. Questa è una modalità di affidamento di un appalto da privato con i soldi pubblici, perché un privato non si sarebbe comportato così! E' un appalto da privato che spende i soldi degli altri! Viene detto: "Occorre valutare in modo rigoroso". Giusto! Non credo che sarebbe possibile fare una cosa diversa (non valutare in modo rigoroso), ma mi stupisce che oggi la Commissione debba valutare tutto sulla base delle concrete necessità. Si chiede che venga fatto l'allargamento della Commissione tecnica a componenti di qualificata competenza; io penso che questa affermazione, che condivido, voglia dire che la Commissione tecnica che è stata fatta non era sufficiente. Un altro errore. Forse c'era una qualificazione tecnica, il resto mi sembra proprio di no: "componenti di qualificata competenza rispetto alle svariate specificità del contenuto dell'appalto". Vuol dire che è stata fatta una Commissione che non aveva queste caratteristiche errore amministrativo, errore di carattere politico.
Se il problema non fosse stato sollevato in quest'aula, questa Commissione non totalmente competente avrebbe dovuto giudicare su 63 miliardi. Questo lo deve spiegare, Presidente Ghigo! Se il problema non fosse stato sollevato, la Commissione avrebbe dovuto valutare una questione così complessa.
Alla fine, un altro richiamo: "nella predisposizione del contratto e nella successiva fase di esecuzione, per la verifica del conseguimento degli obiettivi, con una profonda riqualificazione del personale interno".
Di questa relazione ho richiamato solo gli aspetti più contraddittori potevo anche richiamare altro, ma da questi elementi emerge con chiarezza che da questa modalità con cui il Presidente Ghigo finge, si nasconde dietro la relazione dei funzionari, bisogna uscire. Il Presidente Ghigo si assuma le proprie responsabilità! Io sono certo che lei non se la assumerà neppure questa volta. Io sono convinto che lei è totalmente appiattito sulla posizione dell'Assessore Burzi, che ha sbagliato nella gestione di questo appalto, totalmente per la sua intromissione e perché un'azione di vigilanza non l'ha svolta (ad esempio, nella Commissione tecnica). Lei è appiattito totalmente e completamente su questa posizione, altrimenti oggi si sarebbe perlomeno meritata una tirata d'orecchie, benevole, nei confronti dell'Assessore Burzi: "Assessore Burzi, possibile che lei faccia una Commissione di non competenti?". E' possibile che lei dovesse intromettersi nel "corpo", "a misura"? Cosa ne sa lei, Assessore Burzi? Faccia il politico! Almeno questo lei avrebbe dovuto dirlo e invece no, lei lo difende completamente, si lega mani e piedi a questa responsabilità, a questi errori, a questa vigilanza non vigilanza, a questa vigilanza finalizzata a qualche obiettivo non chiaro, perché quando qualcuno interviene sulla questione tecnica qualche obiettivo c'è, altrimenti non si giustifica. Lei si lega totalmente all'Assessore Burzi: ha fatto questa scelta, noi ne prendiamo atto, in ogni caso non possiamo non rilevare che lei ancora in questa occasione non svolge alcun ruolo. Lei non vigila su niente! Ogni Assessore fa ciò che vuole, decide gli appalti, interviene lei ogni tanto viene qui a leggerci le relazioni che le preparano interessanti e anche utili, ma mai si assume una responsabilità! Questa purtroppo è la contraddizione che c'è in Piemonte: un Presidente che rinuncia a svolgere la parte fondamentale del suo lavoro che è quella di vigilare e di garantire l'Ente. Lei non lo fa, preferisce fare altro sicuramente con successo, ma purtroppo non è la prima volta che notiamo questa contraddizione.


Argomento: Varie

Saluto agli allievi e ai docenti dell'Istituto professionale "Silvio Pellico" di Saluzzo


PRESIDENTE

Desidero salutare gli allievi e i docenti dell'Istituto professionale "Silvio Pellico" di Saluzzo che hanno reso visita al Consiglio regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI


Argomento: Contratti ed appalti

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla questione "Global Service" (seguito)


PRESIDENTE

Tornando al dibattito in merito alla questione "Global Service" ha la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Grazie, Presidente. Come era stato concordato, ieri abbiamo ricevuto al Gruppo la relazione e l'abbiamo letta. Questa mattina ci saremmo aspettati oltre alla lettura del documento, anche delle considerazioni; non necessariamente quelle che ho dedotto io, ma senz'altro alcune considerazioni su questa relazione erano attese. Ci saremmo aspettati che il Presidente Ghigo - ripeto - oltre alla lettura della relazione dicesse qualcosa nel merito.
Già altri colleghi hanno sollevato alcuni problemi che emergono dalla lettura di questo documento, il quale fa degli appunti puntuali rispetto a tutta la vicenda. A me pare, però, che il problema di una scelta più politica che tecnica si evinca in vari momenti. A pagina 7 della relazione si dice: "In carenza di un'analisi strategica iniziale e a fronte delle lacune nella banca dati della Direzione, che non contiene rilevazioni dettagliate sul patrimonio immobiliare né dati certi sulla spesa storica per tutti i servizi presi in considerazione, è indubbio che la scomposizione del prezzo di riferimento indicato nel bando non può che essere la risultante di operazioni di stima di massima". Quindi, si fa una stima, si va sostanzialmente "a spanna"; questo avviene perché manca - si dice - un'analisi a monte, un'analisi che si intendeva fare, ma che non è stata fatta per una serie di ragioni. Nella pagina precedente si dice che si arriva contestualmente ad appaltare l'indagine e l'appalto vero e proprio.
Credo che questo sia un fatto non giustificato perché siamo di fronte ad un appalto di grandi dimensioni (63 miliardi), quindi non "andare a spanne", ma effettuare prima un'analisi che permetta di essere precisi, mi pare fondamentale. Non c'era cioè bisogno di decidere l'appalto a fine 1998; si poteva decidere dopo aver istruito un percorso che permettesse all'appalto di avere un'effettiva trasparenza. Questo non avviene! La Giunta, di fronte ai ritardi che qui vengono sottolineati, decide di andare avanti comunque! Questo mi insospettisce, perché all'inizio della relazione si dice che già la Giunta precedente voleva fare un appalto Global Service che poi non si è fatto per una serie di ragioni. Credo che anche questa volta, piuttosto che fare una cosa così lacunosa si poteva posticipare, si poteva istruire un utile lavoro perché chi arrivava dopo potesse decidere.
Si poteva fare tutta una serie di analisi sul patrimonio, con la possibilità quindi di valutare l'appalto in modo preciso. Questo poteva essere fatto e poi consegnare alla prossima Giunta, che potrà essere anche una riproposizione della stessa, la possibilità di decidere con cognizione di causa. Questo invece non è stato fatto e questa, secondo me, è la prima ingerenza politica grave: invece di fare un percorso chiaro che permettesse di spendere i soldi in modo preciso ed attento, si decide che l'operazione va comunque fatta anche se è lacunosa, come dice il documento. Faccio un breve inciso: a me il documento è servito, lo ritengo indubbiamente utile.
Questo fatto comporta una scelta precisa: la decisione di non procedere con il secondo appalto, cioè la decisione di ricostruire un percorso trasparente e decidere che c'è un rinvio rispetto al secondo appalto fino a che non ci sono le condizioni per farlo. Come minoranza avevamo già posto questo problema e mi pare che dalla lettura di questo documento esca rafforzato questo tipo di esigenza.
Questo, secondo me, è il problema centrale, insieme alla necessità di avere da parte del Presidente della Giunta una sua valutazione e non solo la lettura di un documento preparato dalla struttura regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io devo richiamare una questione, senza ripetere le considerazioni, molte delle quali assumo fatte dai colleghi che mi hanno preceduto.
Presidente Ghigo, anziché esporre in modo, per quanto la riguarda asettico la relazione della dott.ssa Bottero, che è stata chiamata a svolgere questo tipo di relazione, lei dovrebbe dire - e questo sarebbe corretto - se la assume, se la fa propria o se la considera una relazione che viene posta al Consiglio senza una pronuncia da parte del Presidente dell'Amministrazione, perché nel merito dell'operazione oggetto della nostra valutazione la relazione assume molte criticità, molti punti problematici e muove alcuni rilievi.
Faccio una premessa che è quella sull'opportunità di adire alle procedure del Global Service. In effetti, io condivido, della relazione e più in generale della procedura che si è adottata, salvo poi la correttezza dei comportamenti, il fatto che l'amministrazione pubblica, similmente all'attività che svolgono diverse aziende in altri settori, dei servizi e privati, cerchi di realizzare una condizione che le consenta di dedicarsi a quello che qui viene definito il core business, attraverso una procedura di outsourcing (anche questa è una definizione ricavata dalla procedura di marketing moderno), in modo da poter realizzare senza un impegno eccessivo e in termini di competenza a volte non adeguato, le proprie strutture per realizzare quelle attività che normalmente dovrebbero essere realizzate attraverso procedure che mettono la struttura in condizione di lavorare.
E' vero che nel 1995 la Giunta di allora aveva in parte considerato la necessità di arrivare all'appalto del servizio della fornitura energetica.
Peraltro, questa procedura è attualmente adottata da diverse Amministrazioni, quindi non era sul merito che si sollevavano questioni, n sono state sollevate in questa sede, sul merito della decisione di indirizzo.
La questione riguarda invece la modalità della procedura che è stata seguita e i limiti che questa procedura ha messo in rilievo. Da questo punto di vista, Assessore Burzi, dica anche lei il perché di quella che è stata evidenziata in diverse circostanze come una sua interferenza. La motivi, la giustifichi, altrimenti assumiamola come un'interferenza o un'iniziativa indebita e, in quanto tale, evidentemente portatrice di una situazione di dirottamento rispetto alle procedure o di interferenza inopportuna e non compatibile con le procedure e con il lavoro di chi doveva svolgere queste procedure.
Rilevo - lo hanno già fatto altri colleghi - che nell'identificazione dell'indirizzo di massima per la formazione del capitolato di spesa ricorrono frequentemente indicazioni che testimoniano come noi non fossimo in possesso di elementi sufficientemente attendibili e come ci siamo avvalsi di valutazioni, di stime, di elementi, tant'è che la procedura attraverso la quale sono stati desunti i costi di riferimento indica quattro tipologie di riferimento: il costo storico, ed è una tipologia certa; il costo di mercato, ed è già una tipologia di costo più opinabile la stima; infine, la valutazione del tutto approssimativa dove non è possibile neanche un'indicazione di stima.
Pare indicare la relazione della dott.ssa Bottero e dei collaboratori che con lei hanno steso il documento, che proprio l'esistenza - se ho capito bene da questa relazione, un'ulteriore specificazione potrà ancora pervenire dalle indicazioni conclusive del Presidente - di questo carattere precario, insicuro, approssimativo degli elementi di definizione della spesa rende sostanzialmente non attendibile, non certa la valutazione come elemento di base per la considerazione delle offerte ai fini della definizione del prezzo. In altre parole, questo è l'elemento che poi viene identificato in termini di carenza con la necessità di un intervento esterno rispetto a quello posto in essere dall'Amministrazione, e cioè l'intervento indicato come necessità di utilizzare un'azienda di certificazione o le aziende che dispongono degli elementi di cui l'Amministrazione non ha disposto nel momento della redazione del suo progetto e di un'indicazione - presumo dall'esterno, ma la relazione non ne fa cenno - di competenze aggiuntive rispetto a quelle che sono state poste in essere dalla struttura che ha determinato gli indirizzi del capitolato.
Detto questo, aggiungo che nessuno di noi crede che il prezzo di riferimento, che il riferimento principale debba essere quello del prezzo più basso. Siamo incorsi ripetutamente in situazioni in cui la preoccupazione dell'Ente pubblico doveva essere quella di provvedere ad un servizio di qualità elevata, con le garanzie per i lavoratori che vengono inclusi, incorporati nell'operazione di prestazione di attività di servizio a favore della Pubblica Amministrazione, pervenendo ad un'operazione che doveva corrispondere a due requisiti, Presidente: da un lato, quello della massima severità nel definire la corrispondenza dei costi rispetto alle prestazioni acquistate; dall'altro, la congruità delle prestazioni acquistate affinché il costo che per questa strada si sostiene sia quello giuridicamente e tecnicamente equo, né sovradimensionato quanto a costo n sottodimensionato quanto a prestazione. Non mi pare, Assessore Burzi, che questa partita sia stata risolta; lei ridirà che proprio per questo serve l'appalto-concorso, ma proprio per questo noi assumiamo una procedura di appalto-concorso alla quale compete di dirimere parecchio della materia che non è stata ancora perfezionata ai fini di indicare qual è l'oggetto esatto dell'appalto, qual è l'ammontare esatto della spesa.
Abbiamo quindi la necessità che in questa operazione - anch'io convengo e converrà anche lei, così come converrà il Presidente - vi sia una correzione della procedura prospettata per la valutazione delle offerte.
Consistendo soprattutto in questo la definizione degli elementi per la stesura del contratto, in questa parte noi registriamo un significativo elemento di approssimazione che deve essere affrontato e gestito.
Come ha detto il Consigliere Saitta, che mi ha preceduto, se non c'era questo tipo di intervento, se non c'era questo tipo di dibattito, come si rimuoveva questa situazione di carenza, come si perveniva ad una situazione di massima o di adeguata o di sufficiente certezza per quanto riguarda la correttezza della procedura dell'elaborato da parte dell'Amministrazione? Perché non è detto, infine, che il costo possa essere quello o debba essere quello dei 63 miliardi definiti in linea di massima, ci sono altri punti di vista all'interno della stessa struttura, e non è detto che non possa essere anche significativamente inferiore.
Su una cosa, comunque, competerà a noi vigilare attentamente, e credo che lo faremo senza particolare aggressività, ma assolutamente senza sconti rispetto al debito di vigilanza che compete al Presidente e che fa capo direttamente al lavoro dell'Assessore, ovvero noi dovremo verificare che questa operazione si traduca in un elemento di convenienza complessiva dell'Amministrazione; come si utilizzano le energie così liberate per altre utilizzazioni in compiti necessari all'Amministrazione; che il complesso della spesa rispetto al ritorno di prestazioni corrisponda effettivamente in modo congruo alle esigenze dell'Amministrazione. Questi sono i capitoli sui quali mi pare debbano essere chiarite da parte del Presidente Ghigo e da parte dell'Assessore Burzi le intenzioni per quanto riguarda il seguito del lavoro da svolgere rispetto a questa prestazione, rispetto alla stesura, alla definizione di questo contratto.
Prendo atto che la relazione dice non esservi elementi di incompatibilità tra l'una e l'altra procedura; tuttavia, la situazione ha sollevato dovuti, debiti e diffusi interrogativi, tant'è che è stata ripetutamente oggetto di ricerca. Prendo atto che la relazione da questo punto di vista si esprime in una maniera che mi pare chiara; resta tuttavia, per quanto riguarda la definizione del contratto riferito ai famosi globali 63 miliardi, tutto l'interrogativo che riguarda il come, il quando, l'integrazione e i soggetti che dovranno essere aggiunti alla Commissione per poter avere quelle caratteristiche di esistenza della professionalità ritenuta indispensabile per giudicare, che allo stato delle cose non esiste. Devo presumere e voglio sperare che invece la professionalità ci sia stata e sia stata considerata sufficiente per definire la misura delle indicazioni dei prezzi e del capitolato di massima della gara d'appalto, perché in qualche maniera un dubbio che si connette tra l'una fase e l'altra è la conclusione della procedura; oggettivamente è un dubbio che la relazione espone e sul quale vorrei ancora sentire se ci sono chiarimenti della Giunta prima della conclusione del dibattito.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Darei ancora spazio ad un intervento, massimo due (non posso valutare prima la durata), perché ricordo che alle ore 13.15 si svolgerà l'incontro con due organizzazioni degli agricoltori, per cui chiuderemo la seduta poco prima delle 13.00.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Presidente e colleghi, intervengo perché ritengo che il Gruppo di maggioranza relativa che esprime il Presidente e l'Assessore non possa politicamente non intervenire. Probabilmente, sarebbe stato più comodo non intervenire, perché fra l'altro oggi pomeriggio sono sentito dal Magistrato. Non voglio quindi entrare nelle questioni, ma sulla relazione sono state dette alcune cose, è stata commentata in un certo modo, per cui ritengo doveroso da parte nostra fare un commento che sia piuttosto letterale rispetto alle conclusioni della relazione stessa, che anche noi giudichiamo scrupolosa, attenta, meticolosa e quindi a tutto il personale dalla dott.ssa Bottero agli altri tecnici amministrativi che hanno partecipato alla stesura, esprimiamo anche noi un grazie sentito perch questa relazione era stata chiesta dal Presidente dopo che ci fu un dibattito in aula consiliare e in seguito a quello questa corposa relazione dice alcune cose.
Per prima cosa dice: "Il procedimento amministrativo seguito è legittimo". Mi sembra un pilastro da non sottovalutare; poi, certo, l'ho letta tutta anch'io, l'ho letta due volte, come penso molti di noi, se non tutti, e quindi non sottovaluto assolutamente i passi citati dai colleghi però non dimentichiamo che all'inizio i quesiti, gli interrogativi, le perplessità suscitate portarono il Presidente Ghigo ad assumere due atteggiamenti: uno, portare alla Magistratura il tutto; secondo, dare l'incarico all'interno della struttura anziché ci fosse una relazione. La relazione dice, lo ripeto: "Dal punto di vista amministrativo il procedimento è legittimo". Direi che tale affermazione è un pilastro sul quale costruire i commenti. Se il Presidente avesse detto che il procedimento non era legittimo perché nel passaggio "A", oppure nel passaggio "B" c'erano delle inesattezze, ci saremmo trovati di fronte ad un altro scenario.
Quindi, il procedimento amministrativo è legittimo; legittimità è un aggettivo che lascia a nudo il vocabolo, non lo arricchisce.
La relazione continua dicendo che la dott.ssa Bottero e lo staff dei tecnici forniscono alcuni suggerimenti: "Alla luce dell'analisi fatta riteniamo che la Commissione debba essere integrata con professionalità specifiche, integrata, numericamente, come non lo sappiamo, ma immaginiamo che la Giunta e la struttura che fa capo all'ing. Arcidiacono vogliano recepire queste indicazioni".
Se noi ci trovassimo nella fase finale del procedimento legislativo, e quindi ad appalto assegnato, sarebbe stato un caso ancora diverso da quello che stiamo esaminando ora. Noi ci troviamo in una fase intermedia, infatti la relazione recita: "integrate la Commissione"; questo è un suggerimento quanto mai opportuno, che ritengo verrà recepito e fatto proprio. Anche noi avvertiamo, all'interno della relazione, quasi come un filo conduttore, la difficoltà di determinare la dimensione esatta delle cifre che la Giunta sarà chiamata a governare. Questo filo conduttore lo si avverte all'interno della relazione, ma lo si avverte - secondo noi - in una fase in cui è possibile afferrarlo ancora; se fossimo stati alla fine dell'appalto, alla stadio terminale, non sarebbe più stato possibile.
Pertanto, è possibile che la Commissione - integrata con i soggetti valuterà la Giunta, noi non vogliamo assolutamente sostituirci all'esecutivo e alle competenze tecniche a seconda di chi avrà titolarità con il numero di esperti che riterrà opportuno, prenderà il bandolo della matassa ed arriverà ad un punto di sintesi tale da mettere l'Amministrazione, la Regione e quindi la "lira" pubblica - di cui parlava il Consigliere Saitta - in condizione di afferrare la controllabilità e quindi l'assegnazione; ma può anche darsi che imbocchi l'altro bivio e non riesca a trovare il punto di sintesi e questa afferrabilità, quindi giungere anche ad altre soluzioni.
Ripeto, il procedimento è ancora in itinere, quindi è ancora possibile recependo i suggerimenti molto precisi, approfonditi e anche molto vincolanti, riuscire ad afferrare quella determinatezza di cifre, quindi il filo conduttore.
Nella relazione è stato detto - come è stato ripetuto anche da alcuni colleghi - che la modalità di percorso è innovativa e noi sappiamo che i percorsi innovativi sono anche costellati da ostacoli e da imprevisti.
Leggevo nei giorni scorsi - penso di non essere stato il solo - la trasformazione del Salone del Libro in "Fiera del Libro". Ho letto con molto entusiasmo quanto sta avvenendo; bene ha fatto il Presidente Ghigo con il Sindaco Castellani e la Presidente della Provincia, Bresso, ad iniziare un percorso di questo tipo. Mi complimento anche con il Consigliere Picchioni (anche se in questo momento non è presente in aula) dando un tocco di inventiva nuova rispetto ad un consolidato stantìo di questi ultimi anni per quanto riguardava il Salone; anche in questo caso però, si tratta di un percorso innovativo e tutto da sperimentare fino alla fine. Se dal 12 al 16 maggio si presenteranno mille visitatori al Salone del Libro, dovremo costatare che si è trattato di un fallimento, ma oggi come oggi non siamo in quelle condizioni. Oggi siamo al punto che, da un logo, che additava la cultura come materia di élite, si passa ad un altro logo, quello di Paulini, che addita la cultura come uno strumento di consumo. Tant'è che anche un intellettuale dissacratore, come Angelo Pezzana, dice meno male che finalmente viene accolta oggi l'idea che lui stesso ebbe già nel 1988 quando invece Testa mise quella porta che bisognava varcare per accedere alla cultura dando una dimostrazione elitaria per quanto riguarda l'accesso alla cultura.



CAVALIERE Pasquale

Stiamo divagando.



GALLARINI Pier Luigi

Stiamo divagando, ma volevo solo dire che ho letto con entusiasmo questo fermento che esiste all'interno del Salone del Libro. Si tratta di un percorso innovativo nel quale crediamo. Non sottovaluterei il fatto di aver strappato a Milano Emilio Tadini e Giuseppe Pontiggia da affiancare a Ferrero, di solito è Milano che strappa qualcosa a Torino o al Piemonte.
Quindi, i percorsi innovativi hanno delle sperimentalità e presentano degli ostacoli.
Riteniamo, quindi - e termino il mio intervento - che alcune cose nella relazione vengono evidenziate, innanzitutto sulla legittimità. I consigli e i suggerimenti sono tali per cui si è in grado di perseguire quell'obiettivo che consiste nell'afferrare una determinatezza di corrispondenza tra le cifre e gli interventi da effettuare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Vorrei delle risposte agli interrogativi posti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Intervengo per fare una proposta. Vista l'ora e l'impegno esistente alla ripresa dei lavori - quando è stata stabilita dal Consiglio, non so quando questa avverrà - farò le considerazioni relative alla relazione rispondendo alle sollecitazioni che sono venute da quasi tutti i Consiglieri che mi hanno chiesto una posizione in merito. Perciò, al rientro in aula, lo farò.



PRESIDENTE

Considerato che alle ore 13.15 si svolgerà l'incontro con le delegazioni degli agricoltori, possiamo chiudere i nostri lavori, che riprenderanno alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.30)



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