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Dettaglio seduta n.323 del 02/02/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'Avvocato Giuseppe Ravasio, Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Inizieremo i nostri lavori con la commemorazione del Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola, avvocato Giuseppe Ravasio, del quale oggi pomeriggio ci saranno i funerali.
E' morto, domenica 31 gennaio 1999, all'età di 74 anni, l'avvocato Giuseppe Ravasio, Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola.
Era nato nel 1925 a Gravellona Toce.
Laureatosi in legge all'Università di Milano con una tesi di filosofia del diritto, ha esercitato la progressione forense per più di quarant'anni.
A questa attività ha affiancato quella di pubblicista dirigendo una rivista di diritto amministrativo ed urbanistica.
Per quindici anni è stato componente della Giunta Provinciale amministrativa della Provincia di Novara.
Dal 1973 al 1978 è stato Presidente del CO.RE.CO. di Novara.
Consigliere ed Assessore del Comune di Verbania, dopo la costituzione del nuova Provincia del Verbano Cusio Ossola, ne è divenuto il primo Presidente.
Fin dal dopoguerra ha militato nelle file della Democrazia Cristiana nella Sinistra di base e, successivamente, ha aderito al Partito Popolare Italiano.
Questi i dati biografici dell'avvocato Ravasio che testimoniano la sua presenza costante nelle Istituzioni ed il suo apporto, in ruoli diversi alla vita amministrativa e culturale della sua zona di origine.
Uomo di grande cultura e dal carattere estroverso che lo portava a volte ad assumere atteggiamenti che potevano essere percepiti quasi come provocatori, ma che testimoniavano invece una grande disponibilità al dialogo ed erano sicuramente indice di una indiscussa lealtà di comportamento.
Amministratore originale con una forte sensibilità umana, profondo conoscitore del mondo della politica e di quello della giustizia, si è connotato soprattutto per il temperamento passionale e senza infingimenti.
Il suo rapporto con i rappresentanti delle altre Istituzioni è sempre avvenuto nell'interesse delle popolazioni di cui era espressione, con grande schiettezza, non incline com'era ai formalismi della politica.
Il suo grande senso dell'umorismo accompagnava la citazione dotta, mai adoperata come sfoggio di cultura, alla battuta di spirito; sapeva dialogare in maniera adeguata con tutti e chi lo conosceva bene dice oggi che con lui era più facile sorridere che arrabbiarsi.
Amante della musica classica, raffinato cultore di arte, non ha tralasciato di valorizzare la cultura e le tradizioni locali.
Quarant'anni di professione, esercitata nella zona, gli avevano consentito di conoscere profondamente il carattere della gente delle Valli Cusiane ed Ossolane, le loro tradizioni e le loro abitudini e, per il recupero delle tradizioni locali, si è fatto sempre promotore di attività culturali che consentissero di tenerle vive ed incoraggiarle.
Le sue ultime energie le ha spese per l'avvio della Provincia del Verbano Cusio Ossola; è una Provincia dalle tre anime che difficilmente si sarebbero riconosciute in un qualsiasi altro Presidente; l'avvocato Ravasio non è stato considerato uomo dell'una o dell'altra zona, ma Presidente di tutti.
Questo atteggiamento lo abbiamo potuto verificare negli ultimi mesi quando, durante la Conferenza degli Stati Generali, quando ci siamo recati nella zona.
La sua lungimiranza nel rappresentare le istanze della sua gente e la sua prudenza nel valutare con grande scrupolo le esigenze dell'ente che rappresentava, devono costituire spunto di riflessione per chiunque si troverà a dover continuare nel delicato compito di amministrare una realtà così complessa.
In questo momento di lutto, mentre rendo omaggio alla memoria dell'amministratore, intelligente e capace, porgo alla famiglia agli amministratori del Verbano Cusio Ossola ed ai colleghi del Partito Popolare, le condoglianze dell'Assemblea regionale del Piemonte.



(I presenti in aula si alzano in piedi e osservano un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benso, Farassino, Racchelli Rubatto e Saitta.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 5) all'o.d.g.. Il punto 6), come da accordi, lo discuteremo in un altro momento; proseguiremo nei nostri lavori con il punto 7) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Intervengo per presentare una questione pregiudiziale.
Questa mattina abbiamo appreso dai quotidiani una notizia importante...



PRESIDENTE

Cortesemente non introduca altri argomenti!



SIMONETTI Laura

L'articolo del quotidiano recita: "La Regione è sotto accusa dal CORESA, che dichiara di non essere stato consultato su tanti atti della sanità." Chiederei semplicemente una comunicazione dell'Assessore alla sanità in quanto ci pare una questione importante, che gradiremmo non venirne a conoscenza tramite gli organi di stampa.



PRESIDENTE

Questa stessa mattina abbiamo calendarizzato degli argomenti da discutere, se l'Assessore desidera fare una comunicazione la potrà fare alla fine della discussione dei punti fissati nella conferenza dei Capigruppo.
Scusate, colleghi, non possiamo iniziare i nostri lavori chiedendo in continuazione delle nuove discussioni. Se la Giunta ritiene di intervenire oggi lo può fare, altrimenti ci sono gli strumenti, come l'interrogazione e l'interpellanza, che i Consiglieri possono presentare.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, sono d'accordo con lei ad iniziare come concordato, per mentre interveniva la Consigliera Simonetti dicendo che le delibere delle UU.SS.LL. sono in gran parte illegittime, l'Assessore ha continuato a parlare, non so neppure se l'Assessore abbia ascoltato. Pertanto chiederei all'Assessore un cenno di disponibilità a fare una comunicazione.



PRESIDENTE

Il Presidente e la Giunta intervengono, a termine di Regolamento quando lo diseredano, però chiederei di non introdurre argomenti nuovi.
L'argomento è stato posto all'attenzione della Giunta, in particolare dell'Assessore competente; quando riterrà, interverrà. Chiederei però, se fosse possibile, di rispettare il nostro o.d.g.. Ovviamente la Giunta pu intervenire quando vuole, ma quando interviene si scatenano immediatamente altre questioni, che personalmente non intendo aprire oggi. Abbiamo delle esigenze.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La disponibilità è doverosa e totale sempre, Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Assessore, non entriamo nel merito. Collega Chiezzi, c'è dunque la disponibilità a rispondere, ma non adesso.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame disegno di legge n. 489: "Modifiche alla legge regionale 14 dicembre 1998, n. 41 'Organizzazione delle funzioni regionali e locali in materia di mercato del lavoro'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 489.
Relatore è il Consigliere Angeleri, che ha facoltà di intervenire.



ANGELERI Antonello, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La legge regionale 14 dicembre 1998, n. 41 'Organizzazione delle funzioni regionali e locali in materia di mercato del lavoro', prevede all'art. 13 gli adempimenti regionali in materia di ammortizzatori sociali a partire dal 1º gennaio 1999; all'art. 15, comma 2, che le Province istituiscano i Centri per l'Impiego entro il 31/12/98 e all'art. 16 prevede altresì la soppressione dei CILO a decorrere dal 1º gennaio 1999, in concomitanza con l'avvio dell'attività dei Centri per l'Impiego.
L'art. 80 della legge collegata alla legge finanziaria 1999 ha disposto la modificazione dei tempi per l'istituzione dei Centri per l'Impiego dal 1º gennaio 1999 al 30 giugno 1999. Fino alla data della effettiva istituzione, rimangono operanti gli uffici statali preesistenti.
La sopravvenuta disposizione di legge statale impone una riflessione sulla portata delle norme contenute nella legge regionale n. 41/98 sia in ordine alla decorrenza della soppressione dei CILO che degli adempimenti regionali in ordine agli ammortizzatori sociali.
Con la legge regionale vigente si intendeva legare la soppressione dei CILO al concomitante avvio dell'attività dei Centri per l'Impiego previsto per il 1º gennaio 1999 ai sensi del decreto legislativo n. 469/97. Lo spostamento di tale avvio implica pertanto una prosecuzione dell'attività dei CILO per evitare un vuoto di operatività.
Con la proposta di legge in esame si prevede: all'art. 13 di sostituire la data del 1º gennaio 1999 con la previsione dell'effettivo trasferimento delle competenze statali; all'art. 15 viene fissata la data utile per l'avvio dei Centri per l'Impiego al 30 giugno 1999; all'art. 16 l'abrogazione della data di riferimento.
E' prevista inoltre la clausola d'urgenza per garantire la continuità dei servizi".
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 35 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 35 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 35 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 35 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 4 è approvato.
Prima di passare alla votazione sull'intero testo della legge, ha chiesto di intervenire il Consigliere Moro per dichiarazione di voto.
Prego.



MORO Francesco

Sarò molto telegrafico, nel senso che volevo dire che il nostro Gruppo voterà contro perché il provvedimento originale spostava solo alcune date ma non andava nella direzione da noi desiderata, quindi il provvedimento lo consideriamo estremamente negativo. Il nostro voto è completamente un no secco.



PRESIDENTE

Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 43 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Nomine - Enti strumentali

Incompatibilità del Presidente del CSI alla carica ricoperta (trattazione ex art. 43, comma 1, lettera b) del Regolamento interno del Consiglio regionale)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto 7) all'o.d.g.: "Incompatibilità del Presidente del CSI alla carica ricoperta".
Ricordo che nella seduta consiliare del 24 novembre 1998 era stato approvato l'ordine del giorno n. 889, che recitava: "Il Consiglio regionale del Piemonte in ordine ai rilievi circa la supposta incompatibilità del Presidente del CSI, demanda alla Commissione nomine del Consiglio regionale la verifica del caso entro il mese di dicembre 1999".
Tale provvedimento era stato approvato con 46 voti favorevoli e 1 contrario.
La Commissione, convocata in più riunioni, alla fine dei suoi lavori ha visto due mozioni: una, a firma Majorino, che ha avuto 26 voti favorevoli e 23 astensioni; l'altra, di minoranza, che ha avuto 23 voti favorevoli e 26 astensioni.
La prima mozione, quella che ha ottenuto la maggioranza, recita: "La Commissione nomine prende atto del parere 18 dicembre 1998 dell'Avvocatura dello Stato, oltreché di tutta la documentazione acquisita a cura della Presidenza per la Commissione nomine e - in coerenza con la conclusione cui è pervenuta l'Avvocatura - la Commissione trasmette gli atti al Consiglio regionale (organo che nominò a suo tempo l'ing. Di Giacomo a componente del CSI) per i provvedimenti di competenza previsti all'art. 14, comma 2, della legge 39/95; trasmettendo altresì gli atti stessi alla Giunta regionale per le valutazioni di competenza".
La relazione di minoranza recita: "La Commissione nomine, preso atto del parere dell'Avvocatura dello Stato in data 18 dicembre 1998 in merito alla situazione di incompatibilità (ex art. 13, n. 4, legge regionale n. 39/95) del Presidente del CSI, ing. Carlo Di Giacomo, lo condivide e lo trasmette al Consiglio regionale per le determinazioni conseguenti".
Questo è l'incarico che aveva avuto la Commissione nomine, che ha espletato nel termine previsto.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Scusi, Presidente, il mio non è un intervento, ma una richiesta di precisazione. "La Commissione Nomine accoglie e fa proprio il parere dell'Avvocatura dello Stato..." Lei ha detto questo?



PRESIDENTE

La mozione di maggioranza che è stata approvata dice: "La Commissione Nomine prende atto del parere del 18/12/98 dell'Avvocatura, oltreché di tutta la documentazione acquisita, e in coerenza con le conclusioni la Commissione trasmette gli atti al Consiglio regionale per i provvedimenti di competenza." Sarebbe l'invito a far desistere da una situazione di incompatibilità.



RIBA Lido

Volevo che lei precisasse quest'elemento, dato che non stiamo svolgendo un dibattito senza ipotesi di decisione o di conclusione. Stiamo svolgendo una discussione su un punto all'o.d.g. che è la proposta, formulata dalla Commissione Nomine al Consiglio regionale, di procedere alla cessazione del Dott. Di Giacomo dall'Ufficio di Presidenza del CSI in quanto incompatibile all'atto della nomina. Volevo fosse chiara questa precisazione, anche perché, da questo punto in avanti, credo che la discussione si debba aprire con una relazione della Giunta o della maggioranza.



PRESIDENTE

Posso far distribuire il documento approvato.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente e colleghi Consiglieri, per chiarire quella che a mio modo di vedere deve essere la procedura, e in replica a quanto detto dal collega Riba, oggi la questione della incompatibilità o non compatibilità del Presidente del CSI è stata rettamente portata in aula senza che sia già stata prefigurata una soluzione, in base all'art. 14 della legge n. 39 laddove si prevede che allorquando si verifichi, o sia ipotizzata un'incompatibilità sopravvenuta, l'organo che ha nominato il soggetto al quale si contesta un'incompatibilità deve provvedere al riguardo e decidere la questione.
La Commissione Nomine, acquisendo documenti, discutendo la questione prendendo atto di tutto quanto è stato acquisito, compreso il parere che l'Ufficio di Presidenza aveva chiesto all'Avvocatura, ha rimesso, e non poteva fare altro, la questione al Consiglio per decidere sul prosieguo della procedura. Prosieguo che sarebbe - spiegherò perché uso il condizionale - nell'ipotesi di ritenuta incompatibilità, di invitare il designato a rimuovere la causa di incompatibilità, se ritenuta, entro giorni quindici.
Nel caso del Presidente del CSI la questione va puntualizzata in questo senso; dopo le discussioni e i pareri acquisiti, un parere del Presidente del CSI steso da un giurista (come diceva Calamandrei, un giurista di parte è una coscienza presa a nolo) non può essere considerato. Per contestualmente c'è un parere che, giustamente, è stato acquisito dall'Avvocatura dello Stato, il quale parere è per il sì all'incompatibilità e il parere del giurista consultato dal Presidente del CSI è per la non incompatibilità, che viene ampiamente dimostrata sotto il profilo tecnico (ampiamente secondo lui) e che non è il caso di ripercorrere in questo momento.
A mio avviso - questo è il punto centrale rilevante - l'Avvocatura di Stato nell'esprimere il proprio parere pro tesi dell'incompatibilità, non ha tenuto conto (non faccio dei ragionamenti arzigogolando sul parere) di un fatto nuovo che nelle more della procedura pendente davanti alla Commissione Nomine si era verificato, cioè a dire che nel frattempo l'incarico di consulenza, in astratto produttore di incompatibilità, si è esaurito.
In questo momento ci troviamo di fronte a una situazione di incarico di consulenza ricevuto dal Presidente del CSI che in astratto, o forse anche in concreto, poteva produrre incompatibilità; ma l'incarico si è esaurito.
Come può, dunque, essere applicata la norma? Lo ricordo soprattutto a me stesso: è vero che questa sarà una decisione politica, che vedrà contrapposta la maggioranza alla minoranza però ricordo che le scelte politiche devono seguire il sentiero della legittimità e della retta interpretazione della norma.
Attualmente, l'incarico è esaurito: che esso fosse o meno fonte o produttore di incompatibilità, quest'ultima per sua natura è caduta: caso da manuale di cessazione della materia del contendere.
Né sarebbe consentito, perché la legge n. 39 non lo consente verificare se vi fosse incompatibilità al momento del conferimento dell'incarico. Se svolgessimo tale esame, arriveremmo esclusivamente ad una domanda teorica: sussisteva incompatibilità al momento del ricevimento dell'incarico? Nel momento del suo svolgimento? Può anche darsi che si possa o si debba assentire - parlo sempre in teoria - ma ormai è calata la tela, il rapporto è esaurito.
Conseguentemente, come può il Consiglio regionale assumere la decisione di invitare il Presidente del CSI a rimuovere la causa di incompatibilità quando su quest'ultima è collocata una pietra tombale, visto che il rapporto si è già esaurito? Potranno esservi valutazioni meramente politiche e - io direi anche accademiche, per verificare se, in quel caso concreto, vi fosse o meno incompatibilità. Sul piano della decisione odierna, però, la conclusione ha da essere - a mio sommesso avviso - in retta e corretta applicazione della L. 39: dichiarare che non c'è da far luogo ad alcun invito al Presidente del CSI a rimuovere la supposta causa di incompatibilità, per il semplice fatto che è cessata la materia del contendere.
Se del caso, interverrò nuovamente; come avrete visto, non sono sceso in dettagli tecnici per dimostrare se sussista o meno incompatibilità: è solo questione di riscontro oggettivo dei fatti, così come si sono svolti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, credo non si sia colto il vero problema politico e tecnico, visto l'addentrarsi, nei precedenti interventi, in questioni da Azzeccagarbugli.
Dunque: vi è stata una determina del Direttore del Servizio competente che prende atto di un incarico precedentemente assegnato in modo diretto evidentemente perché si rilevava l'interesse pubblico del soggetto l'ANCI. Il Direttore sostiene: "L'ANCI, a cui abbiamo dato senza alcuna gara..." Infatti, le gare di appalto, come abbiamo avuto modo di dire diffusamente - il Presidente Ghigo le segue molto bene... - si fanno tramite affidamenti diretti, una volta per un motivo, un'altra per un altro motivo. Nel caso in esame, il motivo è che l'ANCI è soggetto dei Comuni: "non facciamo certo l'appalto..., c'è l'ANCI..., non facciamo nessun appalto, affidiamolo all'ANCI...". Successivamente, l'ANCI invia una "letterina": "Ma quel servizio non lo faccio io, lo fa quest'altra ditta".
Dunque, il Direttore, in una nuova determina dice: "Visto che l'ANCI non fa quel servizio, ma lo fa quest'altra ditta..., diamo i soldi - ecc., ecc.
a quest'ultima. ditta". Procedura - non so come lei la potrà ritenere Presidente, se "l'ha ritenuta", se di queste cose si interessa - un pochino anomala, anzi "anomalissima".
Si è in questo modo aggirata la legge sugli affidamenti; ancora una volta, per la millesima volta, durante la Giunta-Ghigo, viene aggirata la legge sugli affidamenti.
Altro che gare, liberismo, concorrenza: gli amici degli amici! L'incompatibilità è precedente; la "madre" delle incompatibilità si è verificata mettendo al CSI un personaggio che, nel privato, gestisce una ditta d'informatica, mettendo in imbarazzo la Regione e il CSI. Questa è l'incompatibilità! D'altronde - come dire... - Forza Italia mette le persone giuste al posto giusto -: quindi, quanto accaduto è del tutto coerente con la concezione della Pubblica Amministrazione del Presidente Ghigo e del Gruppo di Forza Italia.
Quindi, prima incompatibilità: chi nel privato s'interessa di informatica va a gestire il Consorzio di informatica della Regione; seconda incongruenza: viene aggirata la legge sugli affidamenti e si conferisce un incarico alla ditta di questo signore, Presidente del CSI.
Il Presidente Ghigo, mai - mai! - scopre, rileva quest'incompatibilità.
Strano, perché ultimamente è diventato professionista dell'incompatibilità tra una barzelletta e l'altra, ha trovato l'incompatibilità del dott.
Bruno, segretario dell'UDR, al Co.Re.Co. Guarda caso: quando l'UDR gli ha posto un po' di problemi, ha inviato una lettera al Segretario regionale dell'UDR, dicendogli: "Guarda che tu sei incompatibile come membro del Co.Re.Co.". Allora li conosce, li segue questi problemi, quando ne ha voglia, quando ha interesse! Ma lì non se n'è mai accorto; lì non si è mai accorto di una triplice incompatibilità.
Quando è stato posto, Presidente del Consiglio, il problema dell'incompatibilità del dott. Di Giacomo? Credo assai prima del 18 dicembre. Mi pare che nell'iter, anche cronologico, dei fatti la EUROLOGOS abbia avuto tempo di terminare i lavori e di porre termine, nell'accezione che l'avv. Majorino argomentava...



MAJORINO Gaetano

"Consigliere".



CAVALIERE Pasquale

...che il Consigliere, avv. Majorino, argomentava, e cioè che l'incompatibilità, supposto che vi sia stata, è venuta a cadere. Questo quanto mi è parso di comprendere.
L'incompatibilità - a parte l'incongruenza della deliberazione su cui lei converrà - non era e non è tanto, a mio parere, sul fatto che l'EUROLOGOS svolgesse il servizio tecnico cui era stata preposta, quanto l'accordo di collaborazione con l'ANCI - e con l'ANCITEL in particolare che ha e continua ad avere un rapporto di collaborazione con la Regione.
L'accordo di collaborazione tra EUROLOGOS e ANCITEL è ancora in corso poiché non ci è stata inviata alcuna lettera con cui sia spiegato "Poich esiste questo problema..., non abbiamo questo tipo...": l'incompatibilità sussiste tutta, e piena.
Questo il problema, che a me pare del tutto politico, è abbastanza esemplificato dagli atteggiamenti del Presidente, che si accorge di alcune incompatibilità - e le fa valere - e che non vede altre, utilizzando - mi pare del tutto evidente - il suo ruolo istituzionale, com'è abituato a fare, per scopi prettamente politici di parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ho ascoltato le osservazioni...



PRESIDENTE

Mi scusi un secondo, Consigliere. Qualcuno potrebbe chiedersi se sia il caso che i nostri lavori si debbano svolgere a porte chiuse; a me pare che finora la discussione sia stata tale da poter essere svolta a porte aperte.
Se ci fossero osservazioni in tal senso fatelo presente e valuteremo il da farsi.
Scusi l'interruzione, Consigliere.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ho ascoltato con attenzione le osservazioni del Consigliere Majorino; ritengo che senz'altro non abbia messo a nolo il proprio cervello nel dare un'interpretazione tecnica di quanto è avvenuto. Forse, però, ha messo il proprio intervento non "a nolo", ma "a maggioranza", nel senso che l'ha appoggiato con interpretazioni noleggiate dalla maggioranza - diciamo amichevolmente così.
Se anche quanto detto dal collega Majorino fosse interamente vero - non sono in grado di contestarlo tecnicamente - rimane il fatto politico, vivo e vegeto, che vede il Presidente Ghigo nominare una persona che pare, in modo incontrovertibile da notizie giornalistiche, svolgere attività contigue per argomento a quelle che è chiamato a sovrintendere come Presidente del CSI. Non solo: questa persona giunge anche, attraverso una ditta di cui è parte, a svolgere dei servizi che alla fine vengono utilizzati dalla Regione Piemonte.
Questa vicenda va avanti nel tempo; se ne parla, se ne discute: ad un certo punto, si decide di fare chiarezza, come al solito in tempi assolutamente incongrui rispetto alla necessità di determinare immediatamente una situazione di incompatibilità. La cosa si trascina "per le lunghe" anche nella Commissione appositamente convocata, nella quale vengono fornite documentazioni di vario tipo, in tempi di vario tipo che non corrispondono a quelli tempi in cui certi atti sono emessi. Si giunge ad oggi, quando il Consigliere Majorino si può alzare e dire: "Va beh tutto è finito".
Se anche tutto fosse finito dal punto di vista formale - cosa che io non credo, ma posso sbagliarmi...
MAJORINO Gaetano (fuori microfono) ...non ho aperto bocca.



CHIEZZI Giuseppe

Certo, posso sbagliarmi. Però rimane il fatto che la situazione, dal punto di vista politico e amministrativo - penso - è stata irregolare per tutto il 1998.
Mi chiedo se non sia il caso di accertare eventuali irregolarità: c'è una commistione di ruoli e interessi che mi sembra oggettiva.
Oggi rimane vivo il fatto che il Presidente Ghigo si è reso responsabile di tutto questo. Non mi pare ci siano dubbi sul fatto che si sia determinata un'incompatibilità, per la quale vi è una responsabilità precisa.
Ma allora, questa responsabilità politica viene assunta sino alle ultime conseguenze, o no? Se non viene assunta si apre un ulteriore caso politico di una Giunta responsabile di un accadimento irregolare, Giunta che non si degna neppure di assumerne la responsabilità, facendo ammenda e dicendo qualcosa.
Da questo punto di vista, sono molto rammaricato della situazione.
Avevo fatto un esposto anche alla Magistratura su questo tema, però mi piacerebbe che i problemi politici venissero discussi in quest'aula, salvo la competenza e la tutela dell'attività del magistrato su altri problemi di carattere civile o penale - questo è altro discorso.
Quindi solleciterei che non si facesse "il pesce in barile" su una questione che mi sembra gravissima e ancora tutta aperta dal punto di vista politico.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, ho partecipato con attenzione ai lavori della Commissione Nomine; ho letto anche con attenzione quelli che erano i documenti che ci sono stati sottoposti dal Presidente del Consiglio; sono anche uno di quelli che ha contribuito a votare questi due ordini del giorno, perché poi su uno c'è stata una votazione con l'astensione da parte della minoranza, sull'altro (che pressappoco diceva le stesse cose) c'è stato il voto della maggioranza e l'astensione della minoranza, quindi mi sembra che alla fine la Commissione, se si può così dire, all'unanimità abbia rimandato al Consiglio regionale le valutazioni di conseguenza.
Voglio fare due premesse.
Penso che il Presidente Di Giacomo sia un buon Presidente, non ho nulla da dire sul suo operato riguardo il CSI. Penso anche che - come diceva il collega Majorino - oggi non sia in discussione la questione di incompatibilità del dottor Di Giacomo, perché mi pare un fatto superato.
Presidente Ghigo, c'è un altro fatto che è un fatto etico e politico che lei, Presidente, dovrebbe tenere in considerazione, e lo dico da Consigliere di maggioranza, perché non vorrei essere accomunato a determinate scelte, o meglio, a determinate "non scelte" che la Giunta (di cui non faccio parte e non fa parte nessuno del mio Gruppo) non ha fatto.
Non ho voluto sollevare il problema quando la scorsa settimana è emerso cioè quello della incompatibilità del segretario regionale del mio partito.
Non l'ho voluta sollevare perché ritenevo fosse una questione emersa correttamente. Inoltre, bisogna vedere se i metodi che lei, Presidente della Giunta, si è premurato con molta urgenza di far presente come Presidente della Giunta, sono validi. Queste sono cose su cui si pu sorvolare.
La cosa su cui difficilmente si può sorvolare è il continuo e sistematico utilizzo di un peso e una misura che per qualcuno ha una taratura particolare, per qualcun'altro ne ha un'altra. Questo non mi accomuna mai nelle scelte di questa maggioranza, perché voglio che ci sia un peso ed una misura uguale per tutti coloro che in questa aula e all'interno di questa Giunta da noi delegata devono essere nominati.
Ritengo che sia doveroso, da parte di questa Giunta, fare una attenta analisi sulle eventuali incompatibilità di altri membri da noi nominati nei vari Consigli di amministrazione. E' un invito? Lo prenda così, Presidente o meglio è una richiesta di un gruppo consiliare, che chiede che si faccia una attenta analisi su tutte le nomine. Altrimenti, non si capisce perch qualcuno ha l'onore di vedere le partite di serie A, mentre qualcun'altro invece, va in curva a vedere male le partite di serie B pagando lo stesso biglietto.
Sempre parafrasando e facendo riferimenti calcistici, mi avvio a concludere. A proposito non voglio entrare nel merito, per esempio, di alcune lettere, della Avvocatura distrettuale dello Stato, datate e protocollate il 18 dicembre e presentate alla Commissione Nomine il 31 dicembre. Non voglio parlarne; l'ho detto, ma lo lascio correre. Oppure non parlo di altre lettere, a firma del Presidente Ghigo, che trasmette un parere dell'Ingegner Di Giacomo, datate 28 dicembre, protocollate il 29 dicembre e portate in Commissione lo stesso giorno, perché voglio ricordare la Commissione nomine si è tenuta in due giorni distinti, 30 e 31 dicembre 1998. Lascio a verbale queste dichiarazioni; penso che mia figlia, che ha cinque anni, le capirebbe da sola. Lascio le valutazioni da fare a questo Consiglio sul metodo, il peso e la misura adottati in questo caso.
Torno a ripeterlo: io non ho assolutamente nulla contro il Presidente Di Giacomo, che stimo e apprezzo per il lavoro che sta svolgendo, ma ritengo che su questa vicenda tutti noi potremmo porre un punto interrogativo. Ritornando al paragone calcistico, se fossi un arbitro, dato che sono buono e generoso, non tirerei fuori il cartellino rosso, che corrisponderebbe ad un'espulsione, però quantomeno un cartellino giallo Presidente, se lo merita.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, voglio, con il mio intervento, lasciare una testimonianza rispetto al lavoro svolto in sede di Commissione Nomine, partendo subito dalla dichiarazione della difficoltà che la stessa ha incontrato nello svolgimento del lavoro e nel prendere in esame questa presunta incompatibilità per il susseguirsi di documenti, che in quanto celati e non consegnati alla Commissione, non le hanno consentito sin dall'inizio di lavorare serenamente.
Ci siamo trovati di fronte ad una dichiarazione del Presidente del Consiglio, che ha detto che la Commissione deve subito dire se vuole dichiarare incompatibile e se ritiene incompatibile il Signor Di Giacomo restando il fatto che ha terminato i lavori e ci ha letto una lettera del Presidente della Giunta datata 26 dicembre, se ricordo bene; la data è quella e quindi non esiste più motivo del contendere. La Commissione ha insistito nel prendere visione dei documenti, ripeto in Consiglio, quello che è emerso in Commissione e che abbiamo potuto constatare insieme.
La lettera del Presidente della Giunta prendeva atto di una dichiarazione del Signor Di Giacomo, che aveva terminato il lavoro; non era accompagnata, restando il fatto che il contratto terminava il 31 dicembre 1998, da nessuna determinazione della Giunta stessa che concludesse il contratto, che il contratto che dichiarava che fosse rescisso nella stessa data che il Presidente ci ha comunicato il termine dei lavori. Prima incongruenza, perché la correttezza avrebbe voluto che contestualmente la Giunta ci comunicasse, attraverso un documento ufficiale, una determina una delibera. Quello che era opportuno adottare, che questo signore in quella data comunque non aveva più rapporto con la Giunta perché non esisteva più rapporto di lavoro. Tuttavia, avviata la discussione su questa questione: Presidente del Consiglio, lei ricorda noi in sedute diverse siamo venuti in possesso di documenti che hanno dimostrato che ci è stata celata la verità, perché il Signor Di Giacomo produceva una lettera dell'avvocato di parte, dove diceva: non esiste più l'incompatibilità avendo il Signor Di Giacomo affermato di aver terminato i lavori.
La lettera dell'avvocato di parte era datata novembre 1998. In quella data il Signor Di Giacomo aveva comunicato all'avvocato di parte di aver terminato il lavoro affidatogli e quindi l'avvocato non poteva che dire: la materia del contendere non esiste più, l'incompatibilità non c'è più.
Novembre 1998. Il Signor Di Giacomo, attraverso la lettera che ci ha comunicato il Presidente della Giunta il 26 e il 28 dicembre, ha in effetti terminato il lavoro, adesso non ricordo. E' stata celata la verità da parte degli organi del Consiglio, la Commissione Nomine non ha potuto prendere completamente visione dei documenti, ma soprattutto questo signore non ha detto nemmeno la verità nei confronti dell'avvocato di parte, perché quando si è recato dal suo avvocato ha detto: "In questo momento, non lavoro più per la Regione Piemonte". L'avvocato non ha potuto che concludere che l'incompatibilità non esisteva più. Ma noi sappiamo - e abbiamo documenti in merito - che il Presidente della Giunta ha comunicato alla Commissione Nomine, alla fine di dicembre, che il lavoro era terminato.
Ultima considerazione, Presidente del Consiglio regionale. In effetti la vicenda è preoccupante per la modalità con la quale è stata portata avanti, per il tipo di lavoro che non è stato possibile svolgere correttamente in Commissione Nomine, al punto che noi, sul numero della seduta del 31 dicembre, se non ricordo male, siamo venuti in possesso della lettera che l'Avvocatura dello Stato aveva trasmesso alla Presidenza del Consiglio, su richiesta della stessa, in cui esprimeva parere di incompatibilità nei confronti di questo signore - ripeto: il 31 dicembre.
E' tutto molto strano, anche perché le lettere giunte dal Presidente della Giunta sono state protocollate praticamente durante la notte, in quanto pervenute in tarda serata; comunque, il mattino dopo erano già protocollate. Le lettere dell'Avvocatura dello Stato sono state protocollare a metà dicembre, ma a noi comunicate il 31 dicembre - hanno impiegato un bel po' per essere comunicate alla Commissione Nomine...
Questo signore ha dichiarato la non verità nei confronti del proprio avvocato, ha indotto - uso questo termine - la Commissione, ha tentato la Commissione a dichiarare la non incompatibilità sulla base di presupposti inesistenti, non veritieri. La conclusione è che ci siamo chiesti - qualche Consigliere che mi ha preceduto ha già svolto, anche nel merito, alcune considerazioni - qual è il motivo che ha indotto la Presidenza della Giunta e la Presidenza del Consiglio ad operare in questi termini, togliendo l'opportunità, fin dall'inizio, di avere a disposizione tutti i documenti e di constatare, con la più tranquilla chiarezza, l'incompatibilità esistente nel momento in cui la Commissione Nomine si è riunita per la prima volta.
Ultima considerazione: il tutto è stato sollevato attraverso l'approvazione di un ordine del giorno presentato e votato in questo Consiglio regionale, e non autonomamente, certamente né da parte della Giunta né da parte del Presidente del Consiglio regionale.
Non voglio andare oltre - altri, anche del mio Gruppo, interverranno ma credo che l'evidenziare la difficoltà del lavoro necessario per stabilire un minimo di verità e di correttezza in questo Consiglio regionale sia un dovere anche se suscita grandi preoccupazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Desidero anch'io intervenire sulla delicata vicenda relativa all'incompatibilità del Presidente del CSI.
Innanzitutto desidero ribadire che il CSI è un ente strumentale della Regione, quindi anche del Consiglio regionale e non solo della Giunta regionale. Il CSI si è sempre occupato della fornitura di servizi agli Enti locali, anche in funzione del "monopolio" rispetto ad altri istituti.
Sconcertante è il silenzio assoluto dell'esecutivo della Regione Piemonte in relazione all'incompatibilità.
La vicenda deve essere vista nella sua intierezza, dicendo la verità.
L'incompatibilità del Presidente del CSI è stata sottolineata anche dall'Avvocatura dello Stato il 18 dicembre 1998, così come dalla Commissione Nomine della Regione.
Com'è stato ribadito, il Presidente del CSI ha svolto mansioni che si sono rilevate utili per la Regione: fatto grave che va rimarcato nella sua gravità assoluta.
L'esecutivo deve risolvere l'incompatibilità per il '99 in modo chiaro e politico. Per cui noi, come Gruppo, chiediamo che il problema venga risolto immediatamente con la serietà, chiarezza e verità sulla vicenda che finora non è stata detta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Ho avuto modo in sede di Commissione Nomine - così come ha riferito il collega Angeleri - di manifestare alcune nostre considerazioni e di illustrare la nostra posizione politica in merito. (Il mio breve intervento terminerà con una proposta di ordine del giorno).
In alcuni interventi abbiamo sentito affermazioni tipo "Il Presidente ha fatto pastette"; Consigliere Cavaliere, noi riteniamo che queste insinuazioni o affermazioni...



CAVALIERE Pasquale

Non ho affermato questo...



GALLARINI Pier Luigi

Collega Cavaliere, mi è parso di capire...



CAVALIERE Pasquale

Sono cose che io non ho affermato: poi mi spiegherò!



PRESIDENTE

Il termine "pastetta" non lo ricordo.



GALLARINI Pier Luigi

Chiedo scusa e ritiro il termine.
L'addebitare al Presidente della Giunta alcune questioni relative a determine firmate dai funzionari va rigettato nel modo più assoluto. Le leggi Bassanini, infatti, hanno separato le responsabilità politiche da quelle amministrative e quindi il funzionario - che ha firmato questa come altre determine - è ovviamente il responsabile amministrativo dell'atto stesso.
In sede di Commissione abbiamo avuto modo di esaminare la determina e la correzione della stessa, in quanto, inizialmente, ne era stata stilata una che successivamente è stata corretta. Pertanto questa separazione va rispettata e non si può fare di ogni erba un fascio. Sicuramente è una questione politica - anche il collega Angeleri lo ha ammesso - e nessuno di noi può rifiutarsi di esaminare e di prendersi in carico la questione politica, anche se la politica deve stare fra Scilla e Cariddi, sia per quanto concerne la legislazione di carattere generale sia per quanto concerne le norme relative alla incompatibilità. Il problema è stato discusso ampiamente in Commissione; è stato detto che l'incompatibilità vera o presunta che sia, è cessata, in ogni caso, con il 31 di dicembre.
Quindi noi proponiamo l'ordine del giorno che recita: "Il Consiglio regionale, preso atto che la consulenza, a suo tempo affidata all'ANCITEL e all'EUROLOGOS, si è prima d'ora svolta e totalmente esaurita, rilevato che non può trovare applicazione conseguentemente l'articolo 14, secondo comma (occorre riferirsi a qualcosa di preciso non si può eternamente stare nel vago) legge 39 del 1995, dichiara cessata la materia del contendere (incompatibilità o non incompatibilità sopravvenuta del Presidente del CSI) e, conseguentemente, delibera non esservi luogo di provvedere." Questo è il testo dell'ordine del giorno che noi proponiamo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Gallarini ha ritirato l'espressione che non era mai stata usata.
La parola al Consigliere Cavaliere per fatto personale.



CAVALIERE Pasquale

Però, evidentemente il mio intervento ho dato questa sensazione, anche se ho precisato, fuori microfono, di non aver mai usato questi termini.
Mi attengo invece molto strettamente alle parole che uso, anche perch so che l'Avvocatura della Regione si occupa anche delle parole che proferiscono i Consiglieri regionali e avvia indagini legislative su quanto dicono i Consiglieri regionali. Ma verrò successivamente su questo punto: si tratta di organi del Consiglio, punto che approfondiremo in futuro.



PRESIDENTE

Scusi, quali organi del Consiglio?



CAVALIERE Pasquale

Ho detto al collega Gallarini che sono molto attento alle parole che uso...



PRESIDENTE

No, è l'"organo" del Consiglio che non ho inteso quale sarebbe stato.



CAVALIERE Pasquale

...anche da quando sono a conoscenza che l'Avvocatura della Regione indaga giuridicamente sugli interventi dei Consiglieri per evincerne lesioni o meno alla Giunta regionale.
Allora, siccome questa questione, che affronteremo in altro momento esiste, volevo rassicurare il collega Gallarini, facendogli presente che la legge n. 51 e il ruolo autonomo dei funzionari penso che sia la "barzelletta del mese": la vicenda ultima ha dimostrato intanto che lo scegliere politicamente un Direttore, non conferisce alcuna autonomia al Direttore stesso: se la scelta è politica e discrezionale, ancor di più esterna, quale autonomia può esserci da parte del Direttore? In secondo luogo, le interferenze si verificano ugualmente e i Direttori le accettano.
Altra questione. Mi pare evidente che se non indice una gara secondo quanto previsto dalle nostre leggi nell'affidare incarichi superiori a 50 milioni, poiché si riconosce ad un certo ente, ad una certa ditta quell'interesse pubblico che dà la possibilità di affidare senza gara, non si può poi aggirare questa possibilità mutando la settimana dopo - il mese dopo - il contenuto della determina, della delibera (cosa essa sia) dicendo: "...mi è stato comunicato che adesso il lavoro lo svolge quest'altra ditta". Quell'"altra" ditta è una ditta privata; se le s'intendeva affidare l'incarico la si doveva mettere in concorrenza con altre, attraverso le procedure previste dalla nostra legge.
Io sostengo che la determina è irregolare; l'avrà fatta, nella propria autonomia, il dirigente. Non ho messo in discussione l'autonomia del dirigente; ho solo detto che quella determina è irregolare e che noi non abbiamo alcun organo che si interessa di questi aspetti, per esempio, della congruità delle determine. (Anzi, alle determine neanche ci arrivano: noi non le leggiamo neppure).
Abbiamo letto ieri, in sede di VIII Commissione - dopo un anno - il Regolamento su come ci dovranno arrivare le determine, ecc.: le determine le leggiamo due mesi dopo la loro stesura sul Bollettino Ufficiale, per la fortuna del Presidente Ghigo, perché se le leggessimo tutte sempre, vista la percentuale di irregolarità che contengono le delibere e le determine avremmo troppo da lavorare.



GHIGLIA Agostino

Presidente, ha sentito, vero? Si parla di irregolarità nelle determine e per lei va tutto bene?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo. Prego.



SPAGNUOLO Carla

Presidente Deorsola, utilizzerò due minuti del mio tempo per chiedere la sua attenzione profonda, in quanto già l'altra volta, in apertura del mio intervento, le avevo chiesto se ero libera di intervenire in quanto tutelata rispetto a ciò che prevede lo Statuto e la Costituzione, e cioè che i Consiglieri regionali non sono perseguibili per i voti e le opinioni espresse.
Avevo letto su più quotidiani, "virgolettate", dichiarazioni di un Assessore, che diceva: "Non ci sono problemi; i problemi che ci potrebbero essere sono quelli di turbativa d'asta, di uso improprio di documenti ecc.". Avevo già posto il problema in quest'aula e avevo fatto anche una domanda al Presidente della Giunta regionale per sapere se... Io ho buona memoria, è la ragione della mia infelicità, sa com'è..., Presidente.
Detto questo, avevo anche chiesto al Presidente della Giunta regionale di voler dire all'aula se nel suo esposto alla Magistratura aveva fatto denuncia rispetto a ipotesi di turbativa d'asta e altri reati eventualmente commessi da Consiglieri regionali.
Adesso il collega Cavaliere nel suo intervento ripropone la questione nel senso che dice di essere a conoscenza che si sta indagando - mi pare che così abbia detto, leggerò poi il suo intervento, ma la pregherei Presidente Deorsola, di volerlo leggere lei, per cortesia e per dovere evidentemente...



PRESIDENTE

L'ho già richiesto.



SPAGNUOLO Carla

Dovere al quale sono certa che ella non si sottrarrà: occorre che lei ci dica com'è la situazione; che sia in aula sia alla prossima Conferenza dei Capigruppo lei ci dica se ci sono delle ricerche per vedere di bloccare l'azione politica dei Consiglieri intimidendoli, perché di questo si tratterebbe. Questa è la questione; è la seconda volta che appare in aula ed è comparsa due volte sui giornali; per due volte, di un Assessore, sono state virgolettate delle dichiarazioni. Se non le ha fatte, come sempre le smentisca.
Questo quanto rispetto a parte essenziale della nostra libertà di Consiglieri regionali; altrimenti dovremmo quasi verificare come e perch siamo vincolati nel nostro esprimerci.
Venendo invece - vede che ho preso esattamente due minuti e mezzo sull'argomento? - alla questione oggetto del presente dibattito, vorrei dire una cosa semplicissima: Presidente della Giunta e Assessore competente, su questa questione diteci la verità. Le questioni che abbiamo affrontato la volta precedente, la gestione di Global Service, presentavano al loro interno una componente forte di complessità anche tecnica e quindi di difficoltà, se vogliamo, di valutazione, per cui si poteva anche giungere ad interpretazioni errate in assenza di competenze particolari. La vicenda in esame, invece, perlomeno da come è stata enunciata da parte di colleghi di opposizione e di maggioranza che ne hanno parlato o che hanno seguito nello specifico la questione in sede di Commissione Nomine - come ricordava la collega Bortolin - e nelle Commissioni competenti, è questione relativamente semplicissima: questione di date, di momenti certi.
Semplicemente, diteci la verità; diteci se il Presidente del CSI, dott.
Di Giacomo, è stata affidata una consulenza, quando è finito il suo rapporto eventualmente concorrenziale al CSI stesso, e come stanno le vicende di tipo procedurale rappresentate - ripeto - non da un collega di opposizione, ma addirittura da un collega di maggioranza, vale a dire dal Consigliere Angeleri.
Come Gruppo riteniamo che su questa vicenda la ricostruzione della verità dovrebbe essere cosa semplicissima. Oltretutto, vi è una relazione dettagliata dell'Assessore competente, del Presidente della Giunta regionale, che ricostruisce l'intera procedura: non è possibile che possano esservi degli equivoci su una questione che attiene a rapporti di linearità nell'individuazione di un soggetto che deve occuparsi del più importante centro informatico della Regione Piemonte. Equivoci di piccolissima portata, oltretutto.
Non è possibile! Capisco che le questioni si facciano gravi se subentrano giganteschi interessi, ma non lo giustifico. Posso darne delle letture e capire le motivazioni, ma qui mi sembra che siamo a dei livelli bassissimi; è materia sulla quale si può e si deve pretendere che la Giunta, enunciando date, incarichi, rapporti economici o di consulenza dica esattamente come sono andate le cose. Chiederei al Presidente della Giunta di riepilogare con normalità questa storia. Ripeto, è una questione relativamente piccola, ma significativa dal punto di vista dei rapporti Giunta-Consiglio e credo anche che non sia una vicenda che si pu concludere con un ordine del giorno.
Non è materia di rapporti di maggioranza e di opposizione, è materia di rapporti fra Giunta e Consiglio, è una materia di credibilità. Se i documenti mandati alla Commissione Nomine sono sottoposti ad una regìa tempistica o ad una regìa di giustificazione giuridico-amministrativa da parte di alcune strutture, diventa un problema di credibilità tra Giunta e Consiglio.
Diventa un problema di credibilità di un istituto regionale, che è la Commissione Nomine.
Io credo che su questioni così significative si debba intraprendere una sola strada, da parte della Giunta, cioè quella di dirci la verità. Se per qualche ragione esiste questa incompatibilità, bisogna che la Giunta stessa sia la prima a trarne le dovute conseguenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Grazie signor Presidente, il mio è un intervento doveroso perché alla radice di queste mie poche considerazioni sta il fatto che il caso è stato seguito con particolare attenzione dal mio Capogruppo, che già in diverse occasioni aveva manifestato la nostra posizione.
Tenderei a rimarcare, in questa sede, soprattutto la posizione del collega Angeleri, il quale in altri casi stigmatizzava l'atteggiamento della minoranza sulla politica spettacolo o di denuncia; credo che finalmente ci sia una presa di coscienza su ciò che noi, per diverse volte avevamo manifestato. Qui sta diventando una regola la mancata trasparenza le forzature, i dati incarichi per aggirare le regole degli appalti.
Mi pare anche abbastanza ingenuo e pretestuoso l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza; non si va alla sostanza. Si dice che siccome la cosa è stata fatta in un tempo diverso il fatto non sussiste, non c'è l'inconveniente, forse non c'è il reato. Non può essere considerata una regola "l'ho combinata grossa però rimettiamo a posto le cose". E non è sufficiente, come dice l'amico Angeleri, "palla al centro e ricominciamo": qui la partita va rifatta.
Bisogna che la Giunta mantenga l'impegno preso all'inizio della legislatura, quello della trasparenza, degli uomini giusti al posto giusto.
Mi pare che questa nomina, a suo tempo, sia stata inopportuna, anche per l'attività che lo stesso Presidente del CSI, a suo tempo, ha espletato e che poi è ricaduta durante il mandato del CSI.
Chiedo, sommessamente, qual è la coerenza del Presidente della Giunta quando per casi diversi, in una lettera che noi abbiamo denunciato, dal 14 gennaio ha cercato di sollevare dall'incarico chi era stato nominato al CO.RE.CO.
Un'altra domanda: siccome è stato compiuto un atto di forza, l'ultima volta, dichiarando che il caso sarebbe stato trasmesso alla Magistratura io chiedo se c'è la conoscenza che su questo punto è stato aperto un fascicolo da parte della Magistratura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Vorrei sapere se da parte del Presidente o di qualche Assessore è stata interpellata l'Avvocatura della Regione e come si è pronunciata su questa materia.
Noi abbiamo un servizio legale della Regione. C'è stato un pronunciamento del collega Majorino, ma lo consideriamo a latere, di tipo forense. L'Avvocatura di Stato si è ampiamente pronunciata, sto chiedendo se altrettanto ha fatto l'Avvocatura della Regione.



PRESIDENTE

A me personalmente non risulta.



RIBA Lido

Quindi noi non abbiamo chiesto niente ai nostri avvocati e non c'è stato un loro pronunciamento. E' un fatto da rilevare; il servizio legale da questo punto di vista, è il primo soggetto che formalmente si pronuncia sulle questioni di rilevanza formale e legale che attengono ai rapporti interni ed esterni dell'istituto della Regione.
Sono un po' preoccupato, Presidente Deorsola, dall'atteggiamento svogliato col quale si tiene e si segue questo dibattito. Vorrei ricordare che su questa materia il Consiglio ha la caratteristica del collegio giudicante, rispetto ad un atto amministrativo di straordinaria rilevanza che è passato per le mani del celebre avvocato Barosio (celebre giustamente), dell'Avvocatura dello Stato, della Commissione Nomine e di una serie di pronunciamenti. Tutti, meno il servizio legale della Regione e questo, secondo me, è indice di qualcosa.
So anche che il Presidente Ghigo, all'occorrenza, è persona solerte nel chiedere l'ottemperanza in materia di incompatibilità, e questo lo apprezzo, ma penso che oltre alla solerzia ci voglia la coerenza altrimenti ricadiamo in quella fattispecie, non particolarmente edificante per la quale le leggi per i nemici si applicano e per gli amici si interpretano. Qui siamo esattamente nella situazione della legge che viene interpretata per gli amici. Non ci togliamo da questa pesante condizione.
Il Dott. Di Giacomo viene in possesso di un incarico che non era stato affidato a lui, ma era stato affidato all'ANCITEL. L'ha già chiesto il collega Cavaliere: è del tutto regolare che un incarico affidato all'ANCITEL attraverso una procedura, che sarà di licitazione ma comunque è una procedura formale, venga poi trasferito ad altra azienda attraverso una determina? Determina sulla quale ho diritto e chiedo informazioni sulla perfetta regolarità formale, anche perché, francamente, non mi consta che ci sia la possibilità di trasferire dall'una all'altra azienda, altrimenti se la cessione del contratto valesse così disinvoltamente...! (a meno che fosse previsto nelle clausole).
Prima che si concluda questo dibattito chiedo, Presidente Deorsola, che su queste "regolarità" ci sia anche il pronunciamento dell'Ufficio Affari legali della Regione.
Le questioni di incompatibilità si pongono come elemento di forma a presidio di significativi elementi di sostanza; perché un incarico è reso incompatibile con altro incarico, se non per impedire che l'interessato possa trarre giovamento, o agire al di fuori delle norme formali, o fuorviare per via del suo doppio comportamento e della sua doppia opportunità, atti dell'Amministrazione? Allora, sono stati compiuti atti dell'Amministrazione nel corso di questa situazione di doppio incarico? Sì.
Potrei fare la domanda retorica, per fornire qualche elemento a chi si ostina a dire che la questione è interpretativamente già risolta? Sì perché il dottor Di Giacomo (faccio la domanda come la farei ad un interlocutore se fosse leale e disponibile ad essere franco e sincero nei confronti dell'Amministrazione) ebbe quell'incarico, che era stato dato all'ANCITEL, in funzione della sua libera attività professionale o in funzione del fatto che era anche Presidente del CSI? Quindi, ricoprendo tale carica, poteva certamente avere delle opportunità che il fatto di essere solo titolare della Eurologos non gli avrebbe consentito? Sono tutte domande alle quali bisogna rispondere, ma non rispondere interpretativamente: "L'incarico è già scaduto e quindi non se ne parla più", perché questo noi non lo accettiamo. Va bene! La risposta banale ed elusiva, siccome la situazione di incompatibilità è cessata, il DS non l'accetta, ma ne vogliamo un'altra che stia al merito.
Anche perché se, nel momento in cui è nata l'incompatibilità, ci fosse stata solerzia da parte dell'Amministrazione e quel dovuto debito di vigilanza - così dice il diritto, di cui sono molto ignorante, ma voi siete molto esperti - allora poteva avvenire che un nostro ufficio facesse una determina per assegnare al Presidente del CSI un incarico ad una società di cui lui era titolare (quindi avrebbe firmato per conto di quella società).
Ma noi non ne sapevamo niente? E' una questione di vigilanza? E' una questione di informazione? Poi siamo venuti a conoscenza di tutti i fatti e atti in zona Cesarini secondo l'impostazione tenuta - per cui si fa la richiesta di pronunciamento dell'Avvocatura dello Stato, che arriva verso il finale consentendoci di dire: "Ormai la questione è superata dal fatto che non esiste più la causa di incompatibilità". E beh, no! Potrei avanzare altri dubbi. Ma allora a quale titolo il Presidente del CSI poneva questioni di superamento di quella struttura? Certo, del tutto legittime, non ho assolutamente detto che ci fossero (...), ma gli elementi di sovrapposizione ci sono stati, sono stati effettivi, sono comprovati.
L'Avvocatura dello Stato dice con chiarezza: "La situazione ha creato un dato di incompatibilità" e perciò stesso, da parte nostra, di costituzione delle procedure per la decadenza e la revoca dell'incarico.
Il fatto che questa situazione non sia stata gestita in maniera regolare da parte dell'Amministrazione non può dare adito, oggi, ad una sanatoria. La situazione di incompatibilità deve essere oggetto di una valutazione. Su questo ci si deve rispondere - l'ha già detto la collega Bortolin - ma le parole pro veritate dell'avvocato Barosio costituiscono sicuramente un parere che attiene ad una elaborazione che potrebbe essere eventualmente presa per buona soltanto qualora ci fosse una sentenza di un organo ufficiale che l'assume; perché sono delle motivazioni assolutamente impostate sulla base degli elementi di difesa di una posizione specifica di parte.
Naturalmente io che, come tutti voi, conosco e stimo l'avvocato Barosio, dico che ha fatto bene, a chi gli ha chiesto una memoria di parte fornire una memoria di parte, ma questa rimane tale e non può essere un elemento che interferisce; potrebbe essere un elemento portato in giudizio ma noi abbiamo il parere formale dell'Avvocatura dello Stato.
Vogliamo adire al TAR? Possiamo compiere degli atti rispetto ai quali il dottor Di Giacomo, eventualmente, può interporre ricorso al TAR e avremmo un pronunciamento ufficiale.
Se non vogliamo percorrere questa strada, atteniamoci alle indicazioni fornite dall'Avvocatura dello Stato, sentiamo gli avvocati, il Servizio Legale della Regione, dopodiché avremo gli elementi per deliberare e per decidere - ma non si può concludere questo dibattito con tale ordine del giorno.
Pregherei veramente il collega Gallarini di soprassedere ad un ordine del giorno di questo genere, perché assume, come ultimativo di una riflessione, un elemento che può essere soltanto considerato del tutto parziale, cioè il fatto che oggi non esiste più la condizione, proprio perché la condizione esistita darà luogo alla decadenza, al decadimento e alla incompatibilità. Pertanto è indifferente che termini oggi o un'altra volta. Il dottor Di Giacomo è virtualmente decaduto perché era incompatibile, questo con effetto da parecchi mesi.
Se non sono stati compiuti gli atti, questo potrebbe essere addebitato a quella impostazione di cui mi lamento, per cui la legge per gli amici si interpreta, ma una volta giunti a questo punto della discussione abbiamo il dovere, come Consiglio, di accertare con chiarezza se questa incompatibilità e, di conseguenza, la decadenza, visto che questa incompatibilità c'era, di conseguenza sarà deliberata dal Consiglio, come è suo dovere. Se ci sono altre ipotesi, nel qual caso bisogna supportare con dei pareri o dell'Avvocatura dello Stato o del nostro Servizio Legale, e non soltanto con atti politici, che sarebbero chiaramente illegittimi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rosso; ne ha facoltà.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente.
Innanzitutto direi che sull'incompatibilità non ci sono dubbi. Abbiamo un parere dell'Avvocatura dello Stato che, tra l'altro, devo dire Presidente Deorsola - è arrivato un po' in ritardo alla conoscenza dei membri della Commissione Nomine. Sono uno di quei Commissari che si sono ritrovati la mattina del 31 dicembre per poter esaminare a fondo la questione, che forse avremmo potuto risolvere in anticipo se avessimo appreso alcune cose, come il parere dell'Avvocatura dello Stato.
L'altra questione interessante è che l'ingegner Di Giacomo ha richiesto il parere dell'avvocato Barroccio prima - lo abbiamo agli atti - che il Consiglio regionale rimandasse la questione in Commissione Nomine; quindi devo dire che il Presidente del CSI aveva qualche dubbio.
La mia domanda è questa: non si può dire che l'interessato non sapesse che c'era la questione di incompatibilità, perché altrimenti non avrebbe chiesto un parere al suo avvocato; ma se sapeva che c'era la questione di incompatibilità, perché non ha provveduto subito a rimuoverla? Invece, ha aspettato che la questione arrivasse in Commissione Nomine, dove, con un potere enorme di chiaroveggenza da parte del Presidente del CSI, abbiamo avuto un susseguirsi di lettere dell'ingegner Di Giacomo, che quasi rispondevano alle domande che i commissari facevano in Commissione il giorno prima. Cioè: noi il giorno prima facevamo la Commissione e il giorno dopo arrivavano delle lettere che in pratica rispondevano ad alcune domande che erano state effettuate in Commissione.
Evidentemente non è accettabile - almeno da parte nostra - l'ordine del giorno che ha proposto la maggioranza; l'incompatibilità evidentemente esiste, siamo supportati anche da un parere non di parte, ma dell'Avvocatura dello Stato. Tuttavia, voglio spingermi oltre: non possiamo far passare un concetto semplicissimo quale: "Faccio quello che voglio quando mi 'beccano' pongo rimedio, tanto la carica che conta - la Presidenza - me la tengo".
Se proprio bisognava rimuovere una carica bisognava far sì che si muovesse la Presidenza del CSI; Presidenza troppo importante, di un organismo che avrà un futuro molto importante; non possiamo permettere determinate strategie da parte di questo Presidente, perché fanno sorgere grossi dubbi.
Altra cosa. Mi stupisco che la Giunta non si sia mai accorta di questa incompatibilità, che si stava protraendo nel tempo, alla quale non ha mai posto rimedio. Insomma, è troppo comodo portare la Commissione Nomine ad esaminare la questione a ridosso del 31 dicembre 1998, data in cui decadeva il rapporto di lavoro con la EUROLOGOS. Dobbiamo semplicemente, anche per tutela di questo Consiglio, sancire l'incompatibilità - questo è il primo passo.
Suggerimento al Presidente Ghigo: se fossi il Presidente della Giunta regionale, suggerirei al Presidente del CSI di dimettersi: si tratta di Presidenza importante; il comportamento del Presidente di un ente così importante non deve destare alcun tipo di preoccupazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Avrei una mozione d'ordine: un minuto, non di più.



PRESIDENTE

Una mozione d'ordine...
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Sul tema.



PRESIDENTE

Ritiene che possa essere risolutiva, altrimenti lasciamo parlare...
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Se il Consigliere Papandrea acconsente. Solo un minuto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Papandrea acconsente; proseguiamo con la mozione d'ordine.
Chiedo, a nostra tutela, che vengano affrontati subito gli argomenti presentati (anche le proposte del Consigliere Riba), in particolare il tema della tutela dei Consiglieri regionali, perché mi risulta che alcuni nostri interventi svolti in aula siano stati richiesti e siano stati trasferiti in un luogo che chiederei al Presidente del Consiglio di illustrare in una seduta della Conferenza dei Capigruppo: questa è una novità.



PRESIDENTE

Scusi, non intendo cosa sta dicendo. "Richiesti e trasferiti" che cosa vuole dire?



CHIEZZI Giuseppe

Le chiedo di convocare la Conferenza dei Capigruppo e di spiegarci se quando e come nostri interventi sono stati richiesti al servizio d'aula.
Ritengo questa un'informazione decisiva al fine di tutte le preoccupazioni espresse dai Consiglieri Cavaliere, Spagnuolo, Riba e da tutti gli altri.
Chiedo se i nostri interventi vengono trasferiti dall'Ufficio Aula a qualche parte - o no?



PRESIDENTE

Lo verificheremo.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo che si riunisca subito la Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Chiedo scusa, Presidente Deorsola, mi associo alla richiesta del collega, perché ritengo che sia essenziale, per la vita democratica di quest'Aula e per il rapporto tra l'Ufficio di Presidenza e questo Consiglio regionale, sapere che cosa avviene del nostro diritto democratico, sancito dalla Costituzione e dallo Statuto, di esprimere opinioni e voti.
Se i nostri interventi vengono esaminati dal punto di vista di ipotesi di reato, interventi fatti in aula, ritengo - come ho già detto nella scorsa seduta e nel precedente intervento - sia una cosa di gravissima portata, rispetto alla quale vicenda richiamo l'attenzione non soltanto dei colleghi dell'opposizione, ma anche dei colleghi della maggioranza, perch le opposizioni e le maggioranze cambiano, ma le regole democratiche previste nelle assemblee elettive, devono rimanere a tutela di tutti.
Presidente, se ne faccia interprete perché, come ho già cercato di ricordare le volte precedenti, è una questione di assoluta gravità della quale ci si è anche - volevo dire - vantati, ma comunque che è stata anche sottolineata dai mass-media e che non è stata smentita. Pertanto veramente - le chiedo di approfondire e di convocare una riunione dei Capigruppo in proposito.



PRESIDENTE

Mi dovreste dare dei riferimenti; non mi risulta questo tipo di attività, io non l'ho mai richiesta.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di intervenire soprattutto dopo la presentazione dell'ordine del giorno da parte del Consigliere Gallarini, che mi ha lasciato esterrefatto e che mi pare di una certa gravità, in sé. Si dice infatti: "Un'irregolarità c'è stata, è stata commessa, però - nonostante sia stata sollecitata una discussione in aula ben prima: era novembre quando il problema è stato sollevato e in quel momento sussisteva pienamente l'irregolarità - l'irregolarità non c'è più, è terminata e ormai la vicenda è chiusa, non se ne discute, è tornato tutto a posto".
Se il 15 luglio, il Presidente del CSI o altri commettono un'irregolarità, che chiudono entro il 15 settembre e nel frattempo il Consiglio non può discuterne, tutto torna a posto: è una cosa folle. E' folle pensare che non sussistendo più, in un determinato momento un'irregolarità non possa più essere assunto alcun provvedimento.
Conseguentemente, se un vigile mi ferma dopo che ho attraversato la strada con il semaforo rosso, ma avendolo ormai superato non c'è più neanche un semaforo, non mi dà più alcuna multa. La logica è questa: oggi la cosa non c'è più e quindi facciamo finta che non ci sia mai stata: chiudiamo.
Credo che la maggioranza possa anche cercare di fare salti mortali di vario tipo, tripli e anche di più, ma un Consiglio degno di questo nome non può accettare un'impostazione di questo genere, che personalmente ritengo estremamente grave.
Spero che sull'accaduto si rifletta. Inoltre, il Consiglio si ritrova con due mozioni inviategli dalla Commissione Nomine, nella quali - in entrambe - si afferma cosa diversa. Anche quella votata a maggioranza assume - giustamente - il punto di vista dell'Avvocatura, dicendo: "Bisogna agire in funzione di quanto detto dall'Avvocatura". Questo viene addirittura cancellato; la maggioranza si rimangia anche le sue posizioni.
C'è da chiedersi - e concludo - cosa ci possa essere, sotto una cosa di questo genere, così grave, che dovrebbe essere risolta con estrema tranquillità, assumendo immediatamente le decisioni del caso. Il fatto che ci si arrocchi fa pensare a qualcosa che non è ancora emerso, ad un elemento di gravità ulteriore. O si è trattato di leggerezza estrema, e allora la si corregge, ritirando l'ordine del giorno in esame e proponendone un altro che, come minimo, risponda al suggerimento delle due risoluzioni emerse in sede di Commissione Nomine. Diversamente, si pu pensare a qualsiasi illazione, che non si esplicita per non correre i rischi che ricordava in precedenza la Consigliera Carla Spagnuolo).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Credo che la prima parte, quella legale, che riguarda l'incompatibilità, sia stata ampiamente chiarita e non ci sono più dubbi in merito. Il problema politico che discende esattamente da tutta questa problematica è aver sentito la disquisizione che ha fatto il Presidente Di Giacomo in Commissione sui futuri programmi del CSI. L'esperienza esperienza di connubio tra incarico e professione ha determinato un orientamento che è stato condannato pubblicamente in Commissione e dai giornali dallo stesso Consiglio di Amministrazione del CSI. Basta leggere i verbali per capire di cosa si parla.
Credo che sia sotto il profilo legale, ma ancor di più sotto il profilo della deontologia del potere, si dovrebbe intervenire, per non lasciare qualche "cadavere" in più sulla strada della credibilità politica. Già una volta, in questa aula, avevo sollecitato sia l'Assessore competente che il Presidente, per rimuovere questa incredibile situazione. Anche oggi, faccio un appello, proprio per il profilo programmatico e politico delle audizioni che abbiamo avuto con il CSI; dalla lettura dei verbali sono emerse a cascata, dopo l'esperienza di incompatibilità che c'era tra la professione e gli incarichi, che sono state girati da parte di Angitel allo studio dell'Ingegner Di Giacomo e le sue enunciazioni non condivise, anzi bocciate sia all'interno del Consiglio di amministrazione, sia pubblicamente nell'incontro avvenuto con la Commissione preposta. Grazie.



PRESIDENTE

Non ho altre richieste di intervento. Desidero assicurare tutti i colleghi e l'aula nel suo complesso che sono il difensore di tutti i consiglieri. Non riesco, letteralmente, a intendere a quali fatti si riferiscano i colleghi Spagnuolo e Cavaliere perché, per quanto mi riguarda, firmo, come Presidente, le richieste che i colleghi fanno per ricevere gli interventi altrui e questo nella piena regolarità. Non mi risulta, ma verificherò con attenzione, che ci siano delle richieste di Consiglieri per avere i testi degli interventi suddetti. A questo proposito ritengo, come richiesto, ritengo di convocare i capigruppo per un chiarimento.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 914: "Avvio alla bonifica dei siti ACNA di Cengio e Saliceto"


PRESIDENTE

Propongo pertanto di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 914 presentato dai Consiglieri Cavallera, Picchioni, Angeleri e da altri Consiglieri di tutte le forze politiche.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 43 voti favorevoli.
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte Preso atto della proposta avanzata dal Governo rappresentato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministro dell'Ambiente nel corso dell'incontro svoltosi a Roma in data 29 gennaio 1999 a seguito della decisione dell'Enichem di mettere in liquidazione della società Organic Chemical; richiamate le proprie precedenti risoluzioni sulla vicenda ACNA- Valle Bormida che hanno sempre indicato quali priorità la bonifica dei siti ACNA, il sostegno dell'occupazione ed il rilancio di uno sviluppo socio-economico, rispettoso dell'ambiente attraverso tutti gli strumenti d'intervento disponibili; concorda con la proposta del Ministero dell'Ambiente di dare avvio alla bonifica dei siti ACNA di Cengio e Saliceto ai sensi delle leggi nn. 22/1997 e 426/1998 da attuare efficacemente sulla base di un progetto complessivo che garantisca anche l'assorbimento dei lavoratori attualmente in servizio. In merito alla bonifica, che può es-ere avviata anche attraverso provvedimenti urgenti per la messa in sicurezza, si richiama la necessità di garantire comunque una completa caratterizzazione dei siti ed unprogramma pluriennale di interventi di bonifica rivedendo, in considerazione della cessata produzione, i prelievi di acqua dal fiume Bormida e senza ricorrere all'incenerimento in loco dei rifiuti; chiede che tutte le fasi della bonifica siano garantite da organismi istituzionali e tecnico-scientifici adeguati all'importanza ed alla complessità della bonifica prevedendo il coinvolgimento del sistema ANPA-ARPA; concorda con la proposta di una legge speciale che preveda procedure e finanziamenti, oltre agli oneri gravanti sull'ACNA- Enichem, sia per la bonifica complessiva sia per attività diverse da svolgersi a Cengio ed in Val Bormida escludendo comunque centri di trattamento o smaltimento di rifiuti solidi e liquidi; richia ma infine l'attenzione del Governo sulla necessità di utilizzare tutti gli strumenti della programmazione concertata per sostenere i programmi di sviluppo promossi dagli enti locali della Valle Bormida ricorrendo anche a fondi nazionali ed europei.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 43 voti favorevoli.
Convochiamo immediatamente la riunione dei Capigruppo. Ricordo che io e una delegazione di Consiglieri intendiamo partecipare ai funerali del Presidente Giuseppe Ravasio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.17)



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