Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.32 del 09/01/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Data l'assenza di Assessori e Consiglieri, interessati all'esame dei vari punti iscritti all'o.d.g., sospendo temporaneamente i lavori.



(La seduta, sospesa alle ore 14,40 riprende alle ore 15,10)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Cotto, Farassino, Peano e Riba.


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

In merito al punto 11) all'o.d.g. si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.
Scuola di amministrazione aziendale (DPR n. 616/74) - Consiglio direttivo. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Mario Boero.
Consiglio Nazionale per l'Ambiente (art. 12, legge n. 349/86). Nomina di un rappresentante della Regione.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Ugo Cavallera.
Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta (L.R. n. 29/79) - Comitato di Controllo. Nomina di un dipendente regionale.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Dichiaro non eletto il signor Mario Valpreda in quanto non ha riportato voti sufficienti.
I Commissione preposta alla formazione delle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica della Provincia di Torino (art. 10, L.R. n. 64/84). Sostituzione del signor Ernesto Stramesi membro supplente dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Sergio Crescimanno.
II Commissione preposta alla formazione delle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica della Provincia di Torino (art. 10, L.R. n. 64/84). Sostituzione del signor Ernesto Stramesi membro effettivo dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Sergio Crescimanno.
Commissioni provinciali in materia di commercio su aree pubbliche (art. 4, legge n. 112/91 e artt. 13, 14 e 15 DM n. 248/93) - Provincia di Asti. Nomina di un esperto supplente (Integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Angelo Dabbene.
Commissioni provinciali in materia di commercio su aree pubbliche (art. 4, legge n. 112/91 e artt. 13, 14 e 15 DM n. 248/93) - Provincia di Biella. Nomina di due dei tre esperti supplenti previsti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Rocco Emilio Imboldi e Ornella Bosco.
Commissioni provinciali in materia di commercio su aree pubbliche (art. 4, legge n. 112/91 e artt. 13, 14 e 15 DM n. 248/93) - Provincia di Novara. Nomina di un esperto effettivo (Integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Piero Campana.
Commissioni provinciali in materia di commercio su aree pubbliche (art. 4, legge n. 112/91 e artt. 13, 14 e 15 DM n. 248/93) - Provincia di Vercelli. Nomina di un esperto effettivo (Integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Angelo Dabbene.
Commissione tecnica e di vigilanza farmaceutica per la Provincia di Torino (art. 13, DPR n. 89/94). Sostituzione della signora Pieranna Guagnini componente con funzioni di Segretaria (dimissionaria).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Maria Nicoletta Ricci.
A.N.A.BO.RA.PI. - Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese (art. 16 Statuto) - Consiglio direttivo. Nomina di un rappresentante (seconda votazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Maurizio Gorgo.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Artigianato - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordini del giorno n. 86 e n. 99 relativi al DL n. 626/94 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 86, presentato dai Consiglieri Salerno e Ghiglia, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Salerno per l'illustrazione di tale documento.



SALERNO Roberto

L'ordine del giorno sul DL n. 626/94 nulla obietta all'importanza della sicurezza sul lavoro. Verte, invece, su un momento molto delicato per la piccola e media impresa in quanto la legge sulla sicurezza sul lavoro, più che la grande impresa, peraltro già attrezzata per le opportune verifiche di questa legge, tocca appunto la piccola e media impresa.
In Piemonte, secondo l'Osservatorio regionale dell'Assessorato, sono impiegati all'incirca 600.000 dipendenti nella piccola e media impresa.
Quando va in crisi una media o grande impresa, facciamo tanti ordini del giorno. Proviamo allora ad immaginare la crisi di una piccola o media impresa, che può nascere da una carenza di liquidità dovuta ad un peso fiscale in generale o da questi provvedimenti che pare appesantiscano di circa 25.000 miliardi le casse già povere delle piccole e medie imprese sarebbe un vero dramma.
Mi sono anche preoccupato di consultare la Confcommercio, la Confesercenti, le Associazioni di categoria delle piccole e medie imprese per accorgermi subito che le modifiche da apportare sono tantissime.
Non è nello spirito dell'ordine del giorno quello di entrare nel merito delle modifiche da apportare; lo spirito è essenzialmente quello di chiedere una proroga di almeno sei mesi.
La Confesercenti, la Confcommercio, l'Ascom, la Confartigianato, hanno già opportunamente presentato delle modifiche essenziali che non voglio citare in questa sede. Fondamentalmente si tratta di ridurre gli obblighi che sono tantissimi, per quanto riguarda la revisione e la ristrutturazione. La piccola e media impresa vive oggi, in un momento reddituale molto in crisi, grosse difficoltà. E' pertanto necessario per le piccole e medie imprese che hanno meno di cinque dipendenti (si tratta quindi di imprese familiari) uno slittamento dei termini di presentazione dei vari documenti. Alcune ristrutturazioni non sono possibili, perché nei centri storici non vengono nemmeno concessi i permessi per fare i relativi lavori.
Quindi è una legge che ha essenzialmente bisogno di una proroga di almeno sei mesi, per dare un po' di fiato, visto che novembre è stato pesantissimo: acconti IRPEF, acconti ILOR, acconti IVA. L'ultima spremitura è stata rappresentata dal concordato fiscale. Credo che sia veramente essenziale dare sei mesi di proroga per una legge che - come ho detto prima pare, come stima, abbia un peso economico di circa 25.000 miliardi su scala nazionale.
Pertanto, invito anche l'opposizione a votare questo ordine del giorno che oggi più che mai rappresenta un fatto strategico ed opportuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io invito invece l'opposizione e la maggioranza a riflettere bene su quello che si vota, in particolare su questo ordine del giorno.
Con i Consiglieri di Rifondazione Comunista avevo già presentato un'interpellanza perché avevo letto sui giornali che due Assessori della nostra Giunta, tra cui credo l'Assessore Masaracchio, avevano espresso posizioni simili a quelle illustrate adesso dal Consigliere Salerno. Ogni giorno leggiamo che qualcuno muore sui posti di lavoro, mentre non leggiamo delle centinaia di lavoratori e lavoratrici che invece si feriscono. Tra l'altro, anche dei morti se ne parla ogni tanto, perché dei casi che avvengono al di fuori del Piemonte e che non sono eclatanti non si parla.
Si tratta comunque di diverse migliaia di lavoratori che ogni anno muoiono sui posti di lavoro; decine di migliaia si feriscono. E' una vera strage! Il DL n. 626 è una legge complessa nel panorama legislativo italiano che, tra l'altro, ha già una serie di leggi relative alla tematica della sicurezza sul lavoro. Il DL n. 626, in parte, ha portato ad un abbassamento dei criteri di sicurezza che erano fissati in altre leggi e, guarda caso alcuni di questi, per esempio quelli sulla rumorosità, sono stati immediatamente accolti e sono diventati applicativi. I peggioramenti delle condizioni di sicurezza che erano contenuti nelle leggi italiane sono stati immediatamente modificati in peggio recependo la direttiva CEE che non è recentissima. L'Italia è uno degli ultimi Paesi che la sta portando in applicazione, quindi ci sono già stati degli slittamenti, e io credo che chiederne ulteriori sia criminale, cioè sia rendersi complici di quello che accade.
Abbiamo parlato poco fa dell'amianto; quando avviene un incidente, come è successo a Porta Nuova (molti incidenti mortali continuano ad avvenire nelle grandi aziende, non solo e più che nelle piccole), si tratta di fenomeni che hanno a che fare non solo con la sicurezza del lavoro, ma anche dell'ambiente. In Piemonte è solo della scorsa settimana il caso del petrolio che si è riversato nel fiume e ha portato tutti i disagi che conosciamo. Tra l'altro, questi incidenti comportano anche costi sociali perché non dimentichiamo che gli infortuni - è vero che non costano direttamente all'imprenditore che li provoca o comunque all'azienda in cui questo accade - costano pesantemente allo Stato, perché comportano casi di ospedalizzazione e pensionamenti, quindi l'infortunio sul lavoro ha anche un elevato costo economico oltre che sociale.
Credo che la strada da percorrere debba essere perciò un'altra rispetto a quella proposta dall'ordine del giorno. Se si crede che ci siano dei punti qui e là correggibili di una legge, si intervenga, ma chiedere che per sei mesi, la legge non venga applicata e si vada ad un'ulteriore proroga nella sua applicazione è un errore perché significa assumersi la complicità rispetto ad elementi di gravità e di pericolosità che continuano a permanere nei luoghi di lavoro.
Teniamo conto che, negli ultimi anni, sono aumentati gli incidenti sul lavoro e ciò anche nelle grandi aziende. Abbiamo il paradosso per cui nelle aziende l'occupazione diminuisce, ma gli infortuni crescono. Il che vuol dire che la pericolosità del lavoro cresce e questo perché c'è disattenzione, perché dietro il paravento, l'alibi del problema economico non si fanno quegli investimenti necessari per garantire la sicurezza del lavoro.
Credo che invece si debba fare altro: chi lavora deve avere garantite le condizioni minime di sicurezza, che sono appunto contenute in questa legge e in queste direttive. Così come siamo solleciti nel recepire le direttive CEE quando interessa, anche se attaccano le condizioni sociali della popolazione - anche in questo caso si tratta di una direttiva CEE che interessa la stragrande maggioranza della popolazione - si deve agire per il suo accoglimento ed intervenire per la sua applicazione.
Altro problema può essere quello che poneva il Consigliere Salerno, ma si devono trovare altre soluzioni, magari aiuti e sostegni; non si può per affermare che, per il fatto che ci sono problemi economici, chi corre rischi continui pure a correrli.
Questa non è la strada da seguire. La legge va applicata, semmai si pu intervenire in altro modo; sicuramente non con il rinvio proposto dall'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Ho sentito l'appello alle opposizioni. Alla richiesta di voto favorevole all'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Salerno e Ghiglia rispondo no.
Rispondo no per due motivi principali. In primo luogo perché sono convinto - l'abbiamo anche fatto in termini politici, di proposte e di realizzazioni - che le piccole e medie imprese abbiano dei problemi diversi dalle grandi imprese; le piccole imprese hanno ancora problemi diversi rispetto alle medie imprese. Credo che rappresentino uno dei tessuti fondamentali del nostro apparato produttivo, anche dal punto di vista della risposta occupazionale.
Per questo motivo ritengo ci sia bisogno di una moderna politica industriale che sia in grado di rispondere alle esigenze della piccola impresa. In questo Paese la politica industriale non è mai stata fatta; gli unici interventi che sono stati fatti dai Governi che si sono succeduti sono stati nei confronti della grande impresa: grandi finanziamenti (cassa integrazione o altro) senza mai verificare le finalità e l'utilità degli stessi. Nei confronti della piccola impresa, invece, dal punto di vista occupazionale si è data la possibilità di praticare una flessibilità del lavoro fino a sfiorare il lavoro nero. Credo che questa non sia la moderna politica industriale di cui ha bisogno la piccola impresa. La piccola impresa ha bisogno di una politica industriale che sia fondata su una politica creditizia favorevole, questo è il primo punto, su una politica di innovazione e di ricerca alla quale contribuiscano le istituzioni pubbliche, su una politica di ricerca dei mercati attraverso un ruolo diverso dello Stato e delle istituzioni locali, in particolare della Regione. Questi sono i fondamenti di una politica industriale in grado di rispondere alle esigenze della piccola impresa.
Vedo quindi l'ordine del giorno presentato come una proposta vecchia cioè che il tutto - è il secondo motivo fondamentale per cui non sono d'accordo con questo documento - si fa pagare ai lavoratori dipendenti, in termini di diversità di sicurezza del lavoro tra la grande impresa e la piccola impresa. Questo non funziona più e non è accettabile. In questo modo, cioè con la proroga di sei mesi rispetto alla piccola impresa proposta con l'ordine del giorno, non si farebbe altro che continuare ad attuare questa politica che non risponde intanto in termini di equità sociale rispetto ai lavoratori dipendenti, ma non risponde neanche a quelle che sono le aspettative e le possibilità di sviluppo della piccola impresa.
Per questi motivi dico no all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Io condivido gran parte delle cose che sono state dette dal Consigliere Marengo.
Il motivo che ci ha spinti a presentare questo ordine del giorno è esattamente il contrario della seconda parte di quanto ha detto il Capogruppo del PDS, perché lungi da noi l'idea, il tentativo, la volontà di far pagare qualsivoglia tipo di costo sociale ai lavoratori dipendenti delle piccole e medie imprese. Il problema è esattamente l'opposto: è quello di tentare di dare il nostro contributo affinché migliaia e migliaia di piccole e piccolissime imprese non chiudano! Cosa che si sta già verificando proprio a causa dell'attuazione di questa legge. Attuazione che noi non vogliamo assolutamente, né avremmo la possibilità di farlo impedire; tentiamo semplicemente di spostarla nel tempo per cercare di favorire queste piccole e piccolissime imprese anche nel reperimento dei fondi necessari, affinché non chiudano! Per noi il vero dramma è nel momento in cui queste imprese sono costrette a chiudere perché non ce la fanno in questo momento ad ottemperare agli obblighi di legge e quindi il lavoratore si trova poi di fronte non al pericolo della propria incolumità che noi tutti vogliamo salvaguardare, ma di fronte al pericolo di trovarsi in mezzo ad una strada senza il posto di lavoro! E' chiaro che noi non abbiamo la possibilità di incidere sulle leggi nazionali, la legge n. 626 è una legge che peraltro verrà modificata perch è già in sede di revisione a livello governativo; né vogliamo cancellarla perché è una legge tutto sommato che condividiamo. Il nostro è un tentativo dettato dall'allarme che ci è giunto da molti e molti piccoli e piccolissimi imprenditori che non riescono a tirare avanti e che sperano procrastinando l'applicazione di questa legge, di riuscire a reperire i fondi necessari. E' di tutta evidenza che qualora non ci riuscissero o molti non ci riuscissero (stiamo parlando di migliaia e migliaia di persone, non dei singoli) noi non potremmo chiedere la proroga sine die di una legge che comunque è giusta, però diciamo che in un momento che è oggettivamente molto difficile per l'economia nazionale, questo ci sembrava un tentativo per evitare che ai pericoli, che certamente possono concretizzarsi, ma che sono presunti, si risponda con la certezza di chiusure che provocherebbero dei drammi e dei problemi sociali decisamente maggiori.
Questo era il nostro unico intendimento. Non c'era assolutamente la volontà di far pagare ai lavoratori un costo sociale, era il tentativo opposto. Capisco però che la chiave di lettura possa essere diversa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Mi dichiaro pienamente favorevole all'ordine del giorno proposto dai colleghi, condividendo tutte le motivazioni testé richiamate dal collega Ghiglia. Effettivamente, quello dell'adeguamento è un problema di ordine economico-finanziario, non di discussione della serietà della legge n. 626 ancorché in questa legge ci siano parti che sono in revisione, altre che potrebbero essere discutibili, ma è una legge importante che ci avvicina all'Europa e permette alle nostre imprese (quando parliamo di imprese, lo facciamo in senso lato perché riguarda anche gli studi professionali e ogni altro luogo di lavoro) di attrezzarsi in modo tale da dare tutte le necessarie garanzie ai lavoratori di trovarsi in un ambiente sicuro. Il problema è quello di come accompagnare queste leggi nazionali con una politica industriale, e su questo sono d'accordo con il collega Marengo.
Quando si predispone una legge che impone coercitivamente un adeguamento bisogna indicare i tempi, ma d'altra parte bisogna anche valutare considerato che comunque l'Italia non è ancora un libero mercato in pieno se esistono le condizioni perché la struttura delle imprese possa adeguarsi. E le condizioni in questo momento non esistono per molti settori della piccola e media impresa. Troppo frequentemente affrontiamo i problemi della grande impresa e si interviene per la politica industriale dal livello nazionale con soluzioni di ordine legislativo e finanziario sulla grande impresa perché il problema viene fatto emergere in modo più preciso più marcato, più pressante. Molto meno ci si accorge quando il problema è generalizzato su fasce che non lo fanno emergere in modo così pressante o che comunque diventa solo una rivendicazione di associazioni che sono sempre viste come associazioni imprenditoriali.
Il problema del finanziamento in questo momento, nel settore di una parte dell'artigianato e di una parte della piccola e media industria, è pesantissimo. Il costo del denaro con il sistema bancario nazionale e i tempi stretti sono ancora tali da provocare, forzatamente, la chiusura di alcune imprese e si tratta di una chiusura non voluta dall'imprenditore, ma che è costretto a fare per non cadere (siamo nel nord Italia, ma chissà cosa succede al Sud) in mano ai settori del credito nero, dell'usura e di tutto quello che ci sta dietro.
Pertanto, un ordine del giorno che preveda solo uno slittamento dei termini ci vede favorevolissimi, ma io andrei anche oltre. Non so se come Regione possiamo anche valutare forme di intervento nei margini della politica industriale, con le competenze regionali, da portare avanti eventualmente con l'utilizzo del FIP di cui abbiamo parlato a iosa nella giornata di ieri, naturalmente con i tempi un po' più rapidi di quelli che si prevedono: un intervento a favore di alcune fasce o di particolari situazioni per l'adeguamento alle norme di sicurezza previsto dalla legge n. 626.
Rivolgo quindi un invito alla Giunta a prendere in considerazione questo tipo di intervento, che sarebbe in conto interessi, con l'utilizzo del FIP, volendo rovesciare il concetto, oppure altre modalità che permettano comunque di adeguarsi il più in fretta possibile, ma non dovendo ricorrere a forme di finanziamento che in questo momento sono molto strette.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Ritengo che non si possa aderire a questo ordine del giorno, subito dopo la discussione che abbiamo appena svolto, ricordandomi delle battaglie che sono state fatte nel Basso Piemonte per l'amianto.
Aderire a questo ordine del giorno vuol dire che in sei mesi si riescono a risolvere i problemi finanziari per queste piccole e medie aziende? Io non credo. Bisogna individuare delle soluzioni diverse per cercare di aiutarle immediatamente ad adeguarsi, perché le famose morti bianche e gli invalidi del lavoro rappresentano un costo per la nazione e giornalmente capitano queste cose. Prima abbiamo parlato della cava di Balangero e dell'Eternit di Casale; spesso abbiamo parlato delle varie aziende che hanno fatto dei rifiuti tossici e nocivi la loro professione nel Basso Piemonte: credo quindi che non stiamo facendo un buon servizio a nessuno, neanche a queste piccole e medie aziende. Sono d'accordo con il collega Pichetto che dobbiamo intervenire per aiutare queste aziende ad adeguare le loro fabbriche, le loro strutture, alle sicurezze che sono necessarie sul lavoro.
E' per questo motivo che non possiamo votare l'ordine del giorno presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

A me pare che ogni parte politica su questa materia abbia espresso delle ragioni condivisibili.
Credo che alla fine il rinvio sia inevitabile, salvo che, come spesso succede in questo Paese, si faccia finta che i termini di legge non siano scaduti e che quindi per un po' di tempo si dimenticano le cose, non si controlla e così via.
Ciò che mi sembra essenziale non è tanto il dividerci sui termini o meno della legge, quanto capire se questa Regione, che ha promesso molte cose al settore della piccola e media impresa, sia in grado di dare un contributo - in questo senso è utile il riferimento del Consigliere Pichetto - affinché da una semplice discussione in termini esortativi si riesca a passare ad una politica attiva di sostegno alla piccola e media impresa. Soltanto in questo modo noi abbiamo la garanzia che le piccole e medie imprese riescano a sottrarsi alla morsa di un'impossibilità di realizzare queste opere e si mettano invece sulla strada della concreta realizzazione.
Mi sembra questo l'impegno veramente più utile ed importante sul quale lavorare.
A tal proposito mi permetto di presentare un emendamento a questo ordine del giorno che aggiunge al fondo dello stesso le seguenti parole: "ed impegna altresì la Giunta regionale a stanziare risorse adeguate per sostenere le piccole imprese commerciali, artigianali ed industriali nell'applicazione della normativa del DL n. 626/94".
In questo modo non abbiamo soltanto un'impostazione declamatoria sul rinvio dei termini, che è un'espressione molto italica per affrontare le questioni, ma con una politica attiva riusciamo a rimettere in moto un settore garantendo, tra l'altro, altri investimenti che creino occupazione ed ulteriore slancio alle imprese della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Certamente la legge n. 626/94 parte dal presupposto di sanare tutta una serie di situazioni tipicamente italiche dove si passa da una situazione di anarchia ad una legiferazione addirittura soffocante che presuppone di arrivare a livelli inaccettabili, soprattutto per le piccole e piccolissime imprese. Intendendo, per queste, tutte le aziende costituite da professionisti, commercianti, piccoli artigiani, pressati da un fisco insaziabile e da una situazione economica che non è delle migliori e quindi non favorisce la possibilità, per queste attività, di incamerare ulteriori fondi. Oltre a questa situazione generale, l'azienda si trova a dover rispettare tutta una serie di incombenze asfissianti che comporteranno oneri importanti nell'ambito delle singole attività.
Quindi, non solo è il caso che con questo ordine del giorno il Consiglio regionale chieda uno slittamento dei termini, ma auspichiamo che questa legge - come si dice per ora sottoforma di voce di corridoio - non venga poi applicata alle imprese familiari o piccole imprese che assorbono una, due o tre unità.
Considero importante tutto ciò che è stato detto in merito alla sicurezza dei luoghi di lavoro, evitando così le morti bianche, ma ci sono molte attività dove il rischio professionale è veramente vicino allo zero ciò nonostante vengono richieste tutta una serie di osservanze, di requisiti così particolari che comportano delle spese, a mio modo di vedere, eccessive e non giustificate. E' un vizio tipicamente italico quello di passare, su una determinata materia, dall'anarchia alla legiferazione addirittura asfissiante.
Pertanto invito i colleghi a riflettere sull'importanza che il Parlamento abbia tutto il tempo necessario per rivalutare questa importante partita, considerando anche che durante le prossime settimane il Parlamento avrà tutta una serie di impegni, per cui la scadenza del 20 gennaio è vicinissima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellingeri.



BELLINGERI Gian Franco

Egregi colleghi, la nostra posizione è abbastanza favorevole ad accettare questo richiamo dei Consiglieri Salerno e Ghiglia. Faccio alcune precisazioni emerse dal dibattito in corso. Noi siamo favorevoli alla legge n. 626/94 che riteniamo una buona legge in quanto sta tentando di far diventare il nostro Paese sempre più moderno sia dal punto di vista di ci che devono fare le aziende sia dal punto di vista della salvaguardia dei lavoratori.
Siamo però sensibili al richiamo dei fattori economici e finanziari che vanno ad appesantire, e in alcuni casi a mettere in crisi, certe nostre realtà.
In questo caso riteniamo che la richiesta di proroga di sei mesi sia davvero un palliativo da poco, se non è suffragata da un impegno di questa Giunta ad intervenire con qualche mezzo di tipo finanziario, contributivo (possiamo arrivare anche ad una richiesta di detassazione degli investimenti necessari per la messa in opera di queste misure di sicurezza) a sostegno di queste imprese.
Quindi siamo favorevoli e sensibili a questo richiamo, chiediamo per un impegno della Giunta a provvedere in questo periodo con un intervento.
Faccio un'annotazione a margine: nella premessa del documento non ci piace il richiamo a quello che è stato l'appesantimento finanziario delle aziende per il concordato fiscale: lo riteniamo un autogol. Le aziende che fiscalmente erano in regola potevano non fare il concordato, quelle che lo hanno fatto hanno messo a tacere qualche cosa di negativo, quindi sarebbe più elegante non introdurre questo richiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Chi avesse sentito il dibattito fin qui svolto potrebbe avere avuto l'impressione che la destra difende le piccole e medie imprese e la sinistra difende i lavoratori contro i rischi per la sicurezza. Mi sembra invece che ci sia più accordo di quanto non si possa credere, nel senso che è stato dichiarato esplicitamente che la legge n. 626/94 - e su questo siamo tutti d'accordo - è una buona legge e mi sembra che nemmeno la sinistra, il centro-sinistra abbia nulla da rimproverarsi se è stata fatta una legge quadro sull'artigianato, se sono stati compiuti una serie di interventi dalla precedente Giunta a favore della piccola e media impresa.
Personalmente, non sono d'accordo sulla formulazione dell'ordine del giorno. Se vi fosse richiesto, com'è naturale (ricordiamo che non siamo noi che stiamo legiferando in merito alla legge n. 626), che Governo e Parlamento si facciano carico di sostegni e di eventuali defiscalizzazioni nei confronti delle imprese che applicano integralmente e in tempi rapidi la legge n. 626, saremmo assolutamente concordi. Richiedere semplicemente un rinvio tout court dal mio punto di vista è scorretto e fa nascere una falsa contrapposizione che può apparire soltanto strumentale, visto che non stiamo discutendo di qualcosa su cui legiferiamo noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Desidero fare alcune brevi considerazioni, visto che l'argomento mi interessa molto, avendo un'impresa con meno di cinque dipendenti.
Il problema non è quello del rispetto delle norme di sicurezza; la gran parte delle attività è a norma: nessuno vuol farsi del male o ne vuole provocare ad altri. Tutti, anche se qualcuno con fatica, riescono a mettersi a norma con un piccolo - o grosso - sforzo finanziario. Il problema è un altro. Faccio l'esempio di un'attività di alimentari in un centro storico. Se la stessa impiega marito e moglie, necessita di un servizio igienico, magari in cortile per problemi di spazio. Se l'attività impiega anche la figlia continua ad avere bisogno di un servizio igienico se la figlia si sposa e quindi fa parte di un altro nucleo familiare, i servizi igienici devono diventare due. Mi dite dove? E se fa della manipolazione di alimenti, la ditta deve installare anche una doccia perché si presume che il dipendente, finito di lavorare, debba fare una doccia: è impossibile. Queste ditte devono chiudere: ecco dov'è il vero problema, non è tanto nel mettersi a norma.
I sei mesi servono per risolvere questa situazione; diversamente, se la legge entra in vigore, queste attività chiudono. Pensateci bene: chiuderanno decine di negozi nei centri storici, perché non avranno la possibilità materiale, di spazio, di potersi mettere a norma, se la legge viene applicata. Pensateci bene.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ferraris ha presentato il seguente emendamento all'ordine del giorno dei Consiglieri Salerno e Ghiglia: in fondo all'ordine del giorno aggiungere le seguenti parole: "ed impegna altresì la Giunta regionale a stanziare risorse adeguate per sostenere le piccole imprese commerciali, artigianali ed industriali nell'applicazione della normativa del DL n. 626/94".
La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

A nome del Gruppo dichiaro che accettiamo l'emendamento del Consigliere Ferraris e ci impegniamo a presentarne un altro, al bilancio, affinch siano stanziati dei fondi per l'applicazione della legge n. 626. Ribadisco la piena fiducia alla legge; si tratta solo di una proroga affinché alcune modifiche abbiano il tempo di essere discusse ed approvate.
Invito il collega Riggio a leggere i documenti di Confcommercio Confesercenti ed Ascom, che raccolgono le istanze di migliaia di piccoli imprenditori, che per motivi di tempo non hanno possibilità, entro il 20 gennaio, di adeguarsi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Viglietta.



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

Desidero soltanto aggiungere che per quanto riguarda il commercio e l'artigianato, ma in particolare per quanto riguarda il commercio, la legge n. 57 concede la possibilità di intervenire sulla legge n. 626 per quanto concerne gli investimenti. Tant'è che nel bilancio di previsione del 1996 nel settore del commercio è già stata prevista una somma che sarebbe stata indirizzata per la messa a norma prevista dalla legge n. 626.
Per quanto riguarda il settore artigianato, sia sulla legge n. 17, che riguarda i contributi in conto interessi attraverso l'Artigiancassa, e sia sulla legge n. 30, che riguarda il Fondo di rotazione regionale, con una piccola modifica interpretativa da parte del Consiglio, si potrebbero inserire norme specifiche di contributo, sia in conto capitale sia in conto interessi - sia sulla legge n. 17 sia sulla legge n. 30 - per quanto riguarda l'artigianato.
La Giunta si è già mossa in questo ambito; occorre solo perfezionare quelli che possono essere gli strumenti per l'attuazione specifica del settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo solo per dire che anche il Gruppo di Forza Italia è favorevole a recepire l'emendamento proposto dal Consigliere Ferraris, che tra l'altro riprende il pensiero del Consigliere Bellingeri ed in parte del Consigliere Marengo nel sostegno alla piccola e media industria.
Personalmente, preferirei - non ne faccio una questione di forma - che invece della dizione "stanziare risorse adeguate" vi fosse "e/o iniziative più idonee" ove, nell'ambito di tali iniziative, siano anche compresi gli stanziamenti. Penso infatti che non siano solo gli stanziamenti di Giunta le uniche possibilità, come peraltro l'Assessore Viglietta ricordava nell'interpretazione estensiva della legge n. 57: credo esistano più forme di possibili iniziative, tra cui gli stanziamenti nell'ambito del bilancio onde sostenere le piccole e medie imprese in senso lato e specificamente nell'ambito del discorso espresso dal Consigliere Ferraris.
Mi piacerebbe quindi la dizione "risorse adeguate e/o iniziative idonee", ma non ne faccio una questione pregnante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Intendo puntualizzare taluni concetti. Se tutte le aziende devono correre ai ripari, mi chiedo quanto possa essere la spesa per intervenire in loro favore: non si può demagogicamente affermare che bisogna intervenire a favore delle aziende se non si sono quantificate tutte le risorse loro necessarie. Potrebbero occorrere parecchi miliardi.
Se invece fossero poche le aziende che devono mettersi in regola, non è il caso di parlare di "morti bianche", di tutti i rischi che ci sono nel mondo del lavoro, giacché non dipendono dalla sicurezza in opificio, così come noi lo conosciamo per la tradizione che caratterizza l'Italia, nazione di operatori, partendo dagli artigiani, di piccole e medie aziende.
Sono considerazioni su cui vorrei che il Consiglio ponesse la propria riflessione prima di votare a favore di questo ordine del giorno, che non chiede altro che suffragare l'intenzione da parte del Parlamento di spostare dal 10 maggio a fine giugno il provvedimento per ripuntualizzare le cose che sono nell'ambito del dibattito parlamentare. Tant'è vero che in uno dei due rami del Parlamento per quanto riguarda gli Enti locali già di slittamento si sta parlando a iosa, e allora perché questo privilegio per gli Enti locali? La condizione del lavoro negli Enti locali addirittura è da Terzo Mondo! Basterebbe guardare in taluni uffici della Regione Piemonte dove sono costretti, coloro i quali devono lavorarvi, in due o in tre (addirittura si sta facendo un censimento per recuperare nelle strutture altre stanzette per uffici). Poi ci lamentiamo perché le deliberazioni o gli atti amministrativi hanno da attendere tempi più lunghi del normale. La sicurezza nell'ambiente non è soltanto il rischio dell'amianto che, credo non debba far parte della sicurezza nel settore del lavoro. Mi riferisco ad esempio all'amianto accatastato dentro i vagoni ferroviari che possiamo vedere venendo da Milano verso Torino in talune stazioni, al quale nessuno può e deve pensarci.
Quello dei rischi nell'ambiente del lavoro è un grande problema. Il problema vero invece per la sicurezza è quello della formazione del personale, ragion per cui, quale Assessore, mi sono dichiarato favorevole non dico ad uno slittamento, ma ai tempi che occorrono perché ci sia un programma che dia i formatori, i quali, a loro volta poi, devono formare una rete di rappresentanti indicati dai sindacati perché ci sia nel mondo del lavoro la vigilanza da parte dei lavoratori per la sicurezza nel lavoro. Ed è un problema di alta civiltà politica molto interessante, un problema che già ha richiesto un forte investimento da parte della Regione attraverso la formazione professionale, e che coinvolgerà i lavoratori i quali saranno i diretti responsabili nell'indicazione delle condizioni del lavoro nell'azienda.
Quindi, l'ordine del giorno non mi pare sia l'occasione per determinare che cosa in Italia è accaduto fino ad oggi sulla sicurezza nei posti di lavoro. Magari c'è qualche termine non dico errato, ma da aggiustare per quello che riguarda il riferimento alle condizioni fiscali, e qui è bene dire che basterebbe defiscalizzare gli investimenti per ovviare a tutti i problemi, senza imporre alla Regione un intervento che diventi la panacea di un'occasione utile per coloro i quali dalle disgrazie traggono pure qualche opportunità.



PRESIDENTE

E' stato presentato un ulteriore emendamento all'ordine del giorno, a firma dei Consiglieri Bellingeri e Rosso.
Il testo originario recita: "che lo stato di salute economico-finanziario delle piccole e medie imprese nella Regione Piemonte già in profonda crisi strutturale e ciclica è stato ulteriormente appesantito dalla ben nota manovra fiscale rappresentata dal 'concordato fiscale di massa' con scadenza 15 dicembre".
L'emendamento così modifica il terzo comma: "che lo stato di salute economico-finanziario delle piccole e medie imprese nella Regione Piemonte già in profonda crisi strutturale e ciclica è stato appesantito dalle manovre fiscali".
Comunico altresì che è stato testé presentato l'ordine del giorno n. 99 dai Consiglieri Spagnuolo e Marengo, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale si impegna a discutere immediatamente la proposta di legge 'Testo unico dell'Artigianato' giacente in VII Commissione impegna la Giunta a stanziare le risorse finanziarie necessarie per rilanciare la piccola impresa della Regione impegna la Giunta a sviluppare l'iniziativa nei confronti del Governo affinché venga effettuata una politica industriale fondata su agevolazioni creditizie innovazioni tecnologiche, ricerca di mercato nei confronti della piccola impresa".
Su tale ordine del giorno ha chiesto la parola l'Assessore Viglietta ne ha facoltà.



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

Penso che da parte della Giunta non ci sia alcuna preclusione nei confronti della seconda parte dell'ordine del giorno.
Per quanto riguarda la discussione immediata in Commissione del Testo Unico sull'Artigianato, è stato già spiegato nella Commissione competente la Consigliera Spagnuolo era presente - che da parte della Giunta c'è l'intenzione di presentare questo Testo Unico come proposta autonoma.
Come sappiamo molto bene la vecchia Giunta aveva dato un incarico di consulenza per la messa a punto di un Testo Unico sull'Artigianato. Questo incarico di consulenza si è concluso alla fine di giugno, quando è stato presentato all'Assessorato all'artigianato da parte del consulente, e quindi penso che la nuova Giunta, entrando in carica i primi giorni di luglio, avesse il dovere di prendere in esame la proposta della vecchia Giunta e valutare quelle che potevano essere le opinioni condivisibili o meno e gli eventuali aggiornamenti.
Ho preso in esame questa bozza di Testo Unico e la condivido al 99%.
Ritengo però legittimo e doveroso che da parte della Giunta ci sia un inserimento di proposte autonome che possano essere sintomatiche di una maniera diversa e legittima di vedere le cose.
La proposta di legge della minoranza non è nient'altro che la riproposizione pari pari della proposta presentata dal consulente: tale e quale non solo negli articoli, ma addirittura nella relazione allegata, se non nella forma e nella punteggiatura, quanto meno nello spirito e nell'interpretazione piena, con firma del consulente che è stato pagato dalla Giunta per fare questo studio.
Non so se sia legittimo o meno, ma non voglio entrare nel merito, lo lascio fare ad altri. Comunque noi abbiamo richiesto alla Commissione presso la quale è stata depositata questa proposta di Testo Unico di soprassedere all'inizio della discussione di questa proposta perché da parte della maggioranza e della Giunta ci fosse la possibilità di presentare una proposta autonoma di Testo Unico sull'Artigianato, cosa che ci impegniamo a fare nel più breve tempo possibile (un mese, un mese e mezzo) per poter poi discutere in Commissione le due proposte abbinate nelle quali - ripeto - non c'è niente di stravolgente. Condivideremo sicuramente delle percentuali altissime del contenuto della proposta della minoranza, comunque pensiamo sia doveroso e legittimo inserire le nostre eventuali considerazioni sull'argomento che riteniamo importanti ed indispensabili.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Riassumendo il suo pensiero, mi pare di capire che per quanto riguarda l'ordine del giorno è contrario al primo comma, mentre è favorevole al secondo e al terzo comma.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, il Gruppo Rifondazione Comunista chiede una cortesia ai firmatari del primo ordine del giorno che hanno peraltro accettato già due emendamenti, uno a firma del Consigliere Ferraris, l'altro a firma dei Consiglieri Bellingeri e Rosso. Noi chiederemmo la possibilità di votare separatamente i due emendamenti, per i quali ci sarebbe in tal caso il voto favorevole di Rifondazione Comunista, mentre non votiamo il resto dell'ordine del giorno di maggioranza. Sul documento presentato dai Consiglieri Spagnuolo e Marengo, voteremo a favore, rimarcando con disappunto che il comportamento della Giunta regionale, in questo caso dell'Assessore Viglietta, in tutta la giornata odierna, dal rifiuto a discutere il bilancio alle cose dette adesso, è un'orrenda clonazione dei comportamenti da Prima Repubblica.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei non può votare gli emendamenti a parte, deve votare per parti separate l'ordine del giorno.



CHIEZZI Giuseppe

Sui concetti conclusi in entrambi gli emendamenti noi siamo d'accordo votare per parti separate mi sembra possa consentire alla nostra forza politica di dichiararsi d'accordo su un commento ed un'iniziativa, e in disaccordo sul resto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo per dichiarazione di voto.



MARENGO Luciano

Mi associo alla richiesta del Consigliere Chiezzi di votare per parti separate l'ordine del giorno e in quel caso anche il nostro Gruppo voterà a favore dei due emendamenti proposti.
Sono state dette delle cose molto gravi da parte dell'Assessore Viglietta; ha fatto delle affermazioni come se l'unica entità che ha il diritto di avere degli atti ufficiali di questa Regione fosse l'attuale maggioranza e l'attuale Giunta. Queste sono affermazioni gravi, gravissime! Non so fino a che punto gli Assessori che intervengono si rendono conto delle cose che dicono. Caro Viglietta, hai fatto delle affermazioni gravissime in questo Consiglio regionale, lesive della dignità e dell'autonomia del Consiglio stesso! Se la Giunta non è capace nel merito di fare una sua proposta, non è responsabilità nostra, è responsabilità unicamente della Giunta regionale.
Allora, chiedo che si voti in questo Consiglio a favore dell'ordine del giorno che è stato presentato, anche della prima parte, proprio perch questo restituisce dignità al Consiglio e dà la possibilità di discutere senza attendere ulteriormente le incapacità di questa Giunta regionale.
Chiedo questo anche alle forze consiliari della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Svolgo una breve dichiarazione di voto complessiva. Evidentemente voteremo l'ordine del giorno che abbiamo presentato insieme al collega Marengo e voteremo gli emendamenti che sono stati presentati al primo documento perché sono coerenti con l'ordine del giorno che noi abbiamo presentato.
Voglio commentare le dichiarazioni che ha fatto l'Assessore Viglietta che aveva peraltro già reso alla Commissione consultiva per l'artigianato mettendo in evidenza che proprio l'urgenza richiamata dal documento presentato oggi dai Consiglieri Salerno e Ghiglia, dal documento che abbiamo presentato noi e da tutta una serie di emendamenti, imponeva probabilmente alla Giunta di muoversi con celerità su questo terreno avendo già gli strumenti.
Sono già passati molti mesi e soprattutto a fronte di uno studio, di un'elaborazione che già esisteva, che peraltro era stata esaminata a fondo anche dalle componenti dell'artigianato che siedono alla Commissione consultiva, si imponeva di agire con una certa rapidità.
Colgo l'occasione di questa dichiarazione di voto per fare una considerazione di carattere generale, anche se essa cade un po' nella distrazione, che è abbastanza normale in quest'aula, legata alla discussione. Quella di oggi è stata per certi versi una giornata "kafkiana", perché non ci accorgiamo e forse stiamo già un po' digerendo in maniera eccessiva un atteggiamento che si va ripetendo e che ci porta ad una conclusione: mi spiace dirlo, il governo Ghigo che vuole presentarsi come efficientissimo, che si presenta all'opinione pubblica in maniera incessante con continui messaggi e comunicazioni, di fatto segna una serie di rinvii costanti su temi che sono determinanti. Oggi ne abbiamo esaminato uno, ma ritengo di dover dire (non l'ho detto questa mattina perché ero impegnata con la commemorazione del nostro ex Presidente del Consiglio Rossa) che la seduta odierna del Consiglio era sostanzialmente convocata per l'esame del bilancio politico della Regione Piemonte che invece, in silenzio, si è fatto slittare senza dire nulla e spiegare le ragioni. Oggi stiamo parlando di cose molto interessanti, ma non parliamo dell'atto fondamentale che è stato presentato come atto avvenuto, come atto di rilevanza politica, atto che però non si può discutere oggi perché la Giunta si è resa conto che non era in grado di presentarsi all'aula per la discussione di questo provvedimento. Ha chiesto spiegazioni il Consigliere Chiezzi, ha ripreso la questione il Consigliere Ferraris, ma alcune abilità di carattere politico che intervengono talvolta da parte della maggioranza a salvare questa Giunta si sono nuovamente messe in moto.
Nella vicenda dell'artigianato sentiamo nuovamente ripetere da parte della Giunta regionale che poi ne parleremo e quasi diventa una colpa l'avere già presentato da parte nostra un documento ampio, esaustivo, che regolamenta la normativa dell'artigianato.
Credo che oggi sia stata una giornata non bella per la Giunta, sulla quale riflettere dal punto di vista politico.
Ho colto questa occasione, perché tale dichiarazione di voto rientra all'interno di un ragionamento politico per il quale noi votiamo i due emendamenti e il nostro ordine del giorno, che consideriamo provvedimenti politici necessari alla normativa dell'artigianato, del commercio e della piccola e media impresa. Non votiamo, invece, dei rinvii che di fatto non sono rinvii da parte della maggioranza, ma una sostanziale richiesta di modificare la normativa sulla sicurezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi per dichiarazione di voto.



BURZI Angelo

Intervengo per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Marengo e Spagnuolo. Questo ordine del giorno - che non possiamo che ritenere utile, evidentemente, per il fatto che ha suscitato tanti argomenti - nasce come un puzzle di tante componenti, ma vedremo poi di ricostruirle; sulla parte specifica presentata dai Consiglieri Marengo e Spagnuolo, preannuncio, se si votasse su questo, il voto contrario da parte del Gruppo di Forza Italia, perché mi permetto di dire che è chiaramente strumentale.
Se dall'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Salerno e Ghiglia che inizialmente ha visto la disamina delle morti sul lavoro, poi si è passati anche a vedere quante gambe le sedie dovessero avere, è implicito che entrambe le componenti, piaccia o non piaccia, sono parte della legge n. 626. Legge che io stesso giudico fondamentalmente buona, ma non del tutto idonea, soprattutto per le piccole, piccolissime e medie imprese; mi fa piacere che tutte le parti politiche oggi, e credo sinceramente, siano interessate a supportarle.
Nell'ambito della discussione dell'ordine del giorno, dagli interventi dei Consiglieri Marengo, Ferraris e Bellingeri, mi era sembrato che venisse considerata non sufficiente, da parte del Consiglio regionale, l'attenzione che si deve porre alle piccole e medie imprese. Siccome ogni attenzione, a questo mondo, da parte nostra non è mai sufficiente - e non lo sarà mai perché non ci sarà mai una soluzione definitiva, ma sarà un susseguirsi di iniziative - c'è stata però, mi è parso, da parte della maggioranza, una disponibilità sia nella discussione, ma soprattutto nell'accettazione di emendamenti tali che servissero ad iniziare o a completare un percorso di aiuto. Tant'è vero che nel mio precedente intervento di commento dissi che mi piacerebbe sostituire, nell'emendamento Ferraris, il termine "stanziamenti di risorse idonee" con "e/o". A questo punto dico solo "o iniziative da parte della Giunta", perché se l'italiano non è un'opinione "iniziative da parte della Giunta" è molto più ampio e onnicomprende in esso, eventualmente, anche gli stanziamenti; mentre gli stanziamenti sono un aspetto riduttivo e non totalmente esaustivo di tutte le iniziative.
Prima ho detto "e/o", adesso dopo la proposta Marengo dico solo "o" e quindi sostengo che dobbiamo dire solo "iniziative idonee da parte della Giunta", così eliminiamo anche un altro aspetto.
Le iniziative che occorre mettere in cantiere, e non soltanto da parte di questo Ente, ma anche a livello centrale e di altre istituzioni, a supporto delle piccole e medie imprese, sono e devono essere davvero tante.
Quindi, o ne facciamo un'elencazione di possibilità, e sarebbe davvero lunga (l'artigianato di cui si è per un attimo discusso è una delle possibili, ma non l'unica, molti sono i mondi che a tale segmento di mercato fanno riferimento), o lasciamo il tutto sul generale, dando delega o impegnando, da parte del Consiglio, la Giunta a muoversi in questa direzione. In questo non posso che associarmi, perché questo mi era parso fosse lo spirito dell'emendamento Ferraris e fosse anche lo spirito dell'intervento di Bellingeri.
Se invece impegniamo la Giunta su temi specifici, dove secondo me nel rispetto istituzionale delle parti ci deve essere differenziazione - alla Giunta fare l'esecutivo e al Consiglio dibattere nell'ambito delle proprie autonomie - allora credo che nell'adeguarsi all'emendamento Ferraris e quindi allargandolo, perché a me pare un allargamento dire "iniziative idonee", e nell'accettare integralmente il punto di vista di Bellingeri oltre che votare a favore dell'originario ordine del giorno, che semplicemente dava respiro, per queste motivazioni voterei no sull'ordine del giorno Marengo e Spagnuolo, perché troppo puntuale, troppo specifico e in questo caso, io lo vedrei come limitativo dell'autonomia della Giunta e non certo di quella del Consiglio.



PRESIDENTE

Intende riformulare, con le sue osservazioni, l'emendamento Ferraris?



BURZI Angelo

Per quanto riguarda il Gruppo di Forza Italia saremmo favorevoli a votare o per parti separate o complessivamente l'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Alleanza Nazionale, accettando l'emendamento Bellingeri, che mi pare ne sopprima una parte, integrandolo con l'emendamento Ferraris dove al posto di "stanziamento di risorse adeguate" venga sostituita la formulazione - evidentemente se accettata dal proponente Ferraris - "di iniziative idonee".



PRESIDENTE

Il Consigliere Ferraris accetta questa formulazione?



FERRARIS Paolo

Riteniamo che la formulazione "stanziare risorse adeguate ed assumere iniziative idonee" sia quella più comprensiva e generale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 86 per parti separate.
La prima parte recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che in recepimento della Direttiva CEE, emanata in materia, è entrato in vigore il DL n. 626/94 più conosciuto come legge sulla sicurezza del lavoro che fissa per il 20 gennaio prossimo l'adeguamento strumentale alla nuova disciplina secondo i rilievi delle varie associazioni di impresa la maggior parte delle piccole e medie imprese dovranno affrontare rilevanti sforzi finanziari per adeguare le proprie strutture alle normative ivi contenute lo stato di salute economico-finanziario delle piccole e medie imprese nella Regione Piemonte già in profonda crisi strutturale e ciclica è stato appesantito dalle manovre fiscali non si è assolutamente tenuto conto già per il concordato delle altre scadenze fiscali di fine anno quali gli acconti IRPEG, ILOR ed IRPEF del 30 novembre nonché l'acconto IVA del 20 dicembre, che rappresentano per le imprese un fattore di reale e grave impoverimento finanziario il sistema economico, ed il comparto piemontese in particolare, non pu sostenere, in questo momento congiunturale di crisi, un ulteriore e rilevante costo derivante dall'adeguamento alla nuova normativa rappresentata dal DL n. 626/94 posto per il 20/1/1996 tutto ciò premesso impegna i Presidenti del Consiglio e della Giunta regionale ad inviare un messaggio al Presidente del Consiglio, affinché il termine per l'adeguamento alla normativa sulla sicurezza sul lavoro venga differito ulteriormente e indispensabilmente nei suoi termini di scadenza attraverso una proroga di sei mesi e cioè al 30/6/1996".
Questa è la prima parte che si dovrebbe votare, che è già comprensiva al terzo comma, dell'emendamento Bellingeri.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Non si può votare solo un emendamento se non si vota un testo. Su che cosa vota? Lei sa benissimo, Consigliere Chiezzi, che non può votare una cosa che non esiste, che non è supportata da un contesto logico. E' un tavolo senza gambe. Lei allora non vota per parti separate? Rileggo l'emendamento aggiuntivo proposto dal Consigliere Ferraris: "ed impegna altresì la Giunta regionale a stanziare risorse adeguate ed assumere iniziative idonee per sostenere le piccole imprese commerciali, artigianali ed industriali nell'applicazione della normativa del DL n. 626/94".
Questo emendamento, fatte le premesse oppure salve le premesse potrebbe essere una parte separata con un suo ubi consistam autonomo.
Pongo in votazione la prima parte dell'ordine del giorno, precedentemente letta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La prima parte dell'ordine del giorno è approvata con 36 voti favorevoli 13 contrari e 1 astensione.
Pongo ora in votazione l'emendamento del Consigliere Ferraris che costituisce la seconda parte dell'ordine del giorno e di cui ho più volte dato lettura.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La seconda parte è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 99 presentato dai Consiglieri Marengo e Spagnuolo, di cui ho dato lettura in precedenza.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 18 voti favorevoli, 16 contrari e 11 astensioni.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordini del giorno n. 90 e n. 100 relativi alla costruzione di una nuova discarica RSAU in località Fornace SLET di Chivasso (risposta alle interpellanze n. 298 e n. 302)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 90 presentato dai Consiglieri Marengo, Chiezzi, Spagnuolo Cavaliere e Ferraris.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, su questo argomento, oltre all'ordine del giorno, sono state presentate anche due interpellanze: una dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea, Simonetti e Moro; l'altra dei Consiglieri Spagnuolo e Cavaliere.
Chiedo pertanto, dal momento che ho avuto "fresco fresco" un appunto anche se sintetico, vista la fase in cui si trova la pratica - di poter rispondere a queste interpellanze. Quindi, nell'economia generale dei nostri lavori, chiedo alla Presidenza del Consiglio e ai Consiglieri interpellanti se ritengono di accedere alla richiesta di trattare l'ordine del giorno rispondendo altresì alle interpellanze.



PRESIDENTE

Certo.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Ora leggo la risposta solo per fissare lo stato dell'arte, poi possiamo fare anche qualche commento.
Con le interpellanze n. 298 e n. 302 i Consiglieri regionali vogliono ottenere notizie ed approfondimenti circa il progetto di discarica di prima categoria per rifiuti solidi assimilabili agli urbani presentato dalla Società Servizi Torino S.p.A. da ubicarsi a Chivasso in località ex Fornace SLET di regione Pozzo.
In proposito si riferisce quanto segue.
Il progetto dell'impianto di cui trattasi è stato presentato il 2/11/1995 e la relativa conferenza istruttoria, per l'esame ai sensi dell'art. 3 bis della legge n. 441/87, è stata convocata il giorno 1 febbraio p.v. alle ore 9.
Alla conferenza, come da disposizione di legge e di regolamento, già attuata fin dal 1988, saranno presenti il Comune sede di impianto (Chivasso) e i Comuni limitrofi, oltre alla Provincia di Torino, alla competente Azienda sanitaria e i vari Servizi regionali e statali interessati.
Trattandosi di discarica di prima categoria per rifiuti assimilabili agli urbani (quindi non tossici e non nocivi) il progetto non è assoggettato alla speciale procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che si svolge presso il Ministero dell'Ambiente.
Pertanto, in sede di conferenza, saranno svolte tutte le valutazioni di compatibilità ambientale e territoriale del progetto, ivi compresi i problemi di ubicazione, accesso e dei possibili impatti sull'area sull'acqua, sul suolo, sul sottosuolo e sull'ambiente umano.
Circa le problematiche connesse alla "questione rifiuti" nella nostra Regione è da precisare che, in attuazione della L.R. n. 59/95, promulgata come è noto, nello scorso mese di aprile 1995, in chiusura di legislatura la Giunta regionale ha approvato, nella seduta del 6 dicembre u.s., le deleghe alle Province ai sensi degli artt. 27 e 28 della stessa legge.
L'atto (questa deliberazione di Giunta regionale che delega totalmente le autorizzazioni alle Province, ad eccezione di quelle pratiche che sono soggette a Valutazione di Impatto Ambientale) è divenuto esecutivo ed è stato notificato alle Amministrazioni provinciali in data 4/1/1996 con lettera raccomandata e ricevuta di ritorno; quindi - Poste permettendo dovrebbe ad oggi essere stato già recepito dalle varie Province.
Infine, il nuovo Piano regionale di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti, che prevede le nuove delimitazioni dei bacini di utenza, è in avanzata fase di stesura e quanto prima sarà presentato alla Giunta regionale e all'esame del Consiglio.
Queste sono le notizie che, d'urgenza e anche un po' telegraficamente si possono dare oggi ai colleghi sullo stato di attuazione della pratica.
Nel momento in cui vengono formulati dei richiami alla massima attenzione da parte della Giunta regionale e di tutti i Servizi della Regione sull'argomento, questi possono essere recepiti; così pure è da recepire ogni e qualsiasi sottolineatura sull'argomento che giungesse anche in modo informale, come ad esempio la preoccupazione che oggi il Vicesindaco di Chivasso, che transitava qui in Consiglio, mi ha personalmente ripetuto.
Personalmente ritengo non corretto votare un ordine del giorno che formalmente dica "Bisogna dire sì" o "Bisogna dire no" ad un determinato impianto nella fase preliminare allo svolgimento degli iter tecnici.
Credo che si dovrebbe avere l'accortezza di aspettare l'espletamento delle conferenze, ferma restando la manifestazione del pensiero politico di ogni Gruppo che legittimamente si sviluppa in questa sede.
Quindi, ogni cosa che verrà detta in questa sede, come responsabile politico dell'Assessorato all'ambiente, sarà mia cura trasferirla agli addetti ai lavori che stanno operando per l'organizzazione di questa conferenza. Posso ribadire l'attenzione complessiva della Giunta, e dell'Assessorato in particolare, sulle problematiche ambientali, con particolare riferimento a Chivasso che - come mi ricordava il Vicesindaco è una città che di impatti ambientali, per servizi sovraccomunali, ne ha già pagati parecchi.
Un conto però è esprimere un'opinione, delle valutazioni e segnalare delle questioni; altro è, per disposizione politica del Consiglio, dire "sì" o "no" ad una pratica amministrativa che deve compiere il suo iter e che, a mio avviso, deve essere lasciata alla sede propria distinguendo correttamente i ruoli tra sede politica e sede tecnico-amministrativa.
Comunque, sulla parte dispositiva dell'ordine del giorno, lascio ai Gruppi di intervenire; mi sembrava che anche il Consigliere fosse già orientato in questo senso. Ovviamente manifesto la mia perplessità in ordine ad una presa di posizione preventiva da definirsi in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Ritengo, per completare, cogliendo anche quanto stava dicendo l'Assessore Cavallera a commento dell'ordine del giorno, di dover presentare un emendamento che modificherebbe la parte finale del documento laddove si dice "impegna la Giunta regionale a respingere" che ci sembra eccessivamente drastico senza aver prima esaminato.
Proponiamo la seguente riformulazione: "impegna la Giunta regionale a considerare prioritaria ed ineludibile l'esigenza di tutelare l'ambiente e il territorio a valutare con estrema attenzione la compatibilità della richiesta presentata dalla Servizi Torino S.p.A. in relazione alla situazione di grande concentrazione di impianti evidenziata in premessa".
Vorremmo che venisse emendato l'ordine del giorno in discussione sostituendo la parte dell'impegna in maniera più discorsiva, quindi prima si esamina e poi si prendono le decisioni più idonee, che mi sembra fosse anche lo spirito dell'intervento dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, visto che discutiamo anche le interpellanze, vorrei cercare prima di inquadrare il problema - e mi dispiace che non sia presente il Presidente Ghigo che ultimamente si è piuttosto interessato dei rifiuti e degli inceneritori - e fare poi qualche ragionamento. Infatti Assessore Cavallera, abbiamo l'occasione di fare un ragionamento più generale: non si tratta cioè di discutere solo di Chivasso, perché analoga condizione la possiamo trovare anche in altre situazioni, però Chivasso ci serve per ragionare perché proprio da qui sono storicamente partiti tanti fili sulla problematica dei rifiuti in Piemonte. Sono infatti state pianificate da Chivasso più che da quest'aula tantissime cose nella politica dei rifiuti della nostra Regione. Non possiamo continuare a discutere caso per caso delle discariche, degli inceneritori, delle varie situazioni, senza capire quale vuole essere la politica del nostro Ente sui rifiuti. Apprendiamo che il Presidente Ghigo dice "adesso faremo gli inceneritori", l'ho letto dai giornali, minimizzo forse la questione, per così la apprendiamo. Non comprendiamo quali siano i disegni generali: attendiamo un piano dei rifiuti che questo sì davvero - mi spiace che non sia presente l'Assessore Masaracchio - potrebbe essere la tela di Penelope attendiamo anche dei pensionamenti che non arrivano mai; attendiamo di capire se si vuole, con un investimento che non sarebbe poi neanche molto oneroso per la nostra Regione, ridurre il rifiuto a monte, perché questa è la politica adeguata che si sta facendo nei Paesi europei. E' la politica cui siamo obbligati perché non si può continuare a pensare che non sono adeguati - checché ne dica il Presidente Ghigo - gli inceneritori (perch sposteremmo il problema dell'inquinamento dalla terra all'aria) e non sono adeguate le discariche, perché in tutti e due, al momento, si vanno ad immaginare i rifiuti nel gergo tal quale, cioè l'attuale rifiuto intero che viene immaginato o in discarica o nell'inceneritore! Questa cosa non funziona, perché la condizione geomorfologica del nostro Paese in particolare non sopporta più le discariche; tra l'altro, le politiche scellerate del nostro Ente hanno fatto sì che non ci sia più fiducia nella popolazione di un programma, di un piano effettivamente equo, per cui a chi tocca tocca e nessuno, evidentemente nella non chiarezza e nella non pianificazione ideale, accetta; così come non è adeguato l'incenerimento.
Quindi a me hanno sorpreso le dichiarazioni del Presidente Ghigo: "Basta con le discariche, faremo gli inceneritori". Se è così come ho letto non posso condividerlo, ma credo che non possa condividerlo neanche l'Assessore all'ambiente se ha un po' di "sale in zucca" - mi conceda questa licenza.
Nel senso che noi dobbiamo e possiamo selezionare a monte non solo la carta (della quale si parla molto), ma anche la plastica, che si può riutilizzare per tre-quattro volte e che possiamo recuperare in gran parte. In Italia si producono 4,5 milioni di tonnellate di plastica all'anno: di queste il 40 va nell'immondizia, proprio nell'usa e getta; il 60% di questo 40% è recuperabile senza fare ricorso a grandi tecnologie, ma con tecniche poco costose. Lo stesso discorso vale per il ferro e per tanti altri materiali.
E qualsiasi tecnica, sia essa la discarica o l'incenerimento, non è adeguata se non vi è una selezione a monte! Questo è ormai l'abc del ragionamento sui rifiuti, ma permane una situazione di stasi, di indeterminatezza, di confusione. Per questo Assessore, non accetto che si discuta in questo modo di Chivasso, dove una tale impresa ha presentato un tal progetto, facendo finta di non sapere che la tale impresa l'ha presentato anche a Ceresole d'Alba, a San Giorgio, a Foglizzo e chi più ne ha più ne metta! Facendo finta di non sapere chi sono costoro e cosa hanno fatto a San Giorgio e a Ceresole d'Alba! Con il consenso e con la copertura anche degli atti di questa Regione! Separando facendo finta di non vedere un pezzo di pratica, perché tanto non compete vederla, e guardandone solo un altro pezzo! Non si può far finta di non sapere queste cose, Assessore Cavallera! Così come è intollerabile - mi si permetta la digressione - che il problema continui ad essere gestito da chi si è trovato pesantemente coinvolto in una gestione che ha creato scandalo tra l'opinione pubblica della nostra Regione; giusto scandalo, purtroppo.
Pertanto, noi possiamo votare questo ordine del giorno, magari trovando la formula tecnica giusta, possiamo sospendere questo, come tutti gli altri progetti, e capire cosa fare con il Piano regionale. Non possiamo per permetterci che nelle attese del Piano regionale succeda quello che è successo tante volte. Tutti i grossi guai sui rifiuti della nostra Regione sono avvenuti prima di dare le competenze alle Province, in quanto, allora sui rifiuti tossico-nocivi vennero concesse quattro-cinque autorizzazioni che sono poi state quelle che hanno determinato, nella nostra Regione, il bello e il cattivo tempo per quanto riguarda i rifiuti.
Pertanto voglio chiedere all'Assessore, visto che siamo anche in sede di discussione di interpellanze, se è a conoscenza di queste richieste, che tipo di pratica istruttoria è stata fatta, che non può essere solo una pratica istruttoria tecnica, ma deve essere una pratica istruttoria anche politica complessiva che riguarda l'affidabilità gestionale di questi soggetti.
Faccio un esempio per tutti. Siccome una discarica era da costruire vicino ad una chiesa del 1100 dei Templari, e siccome se c'era quella chiesa non si poteva costruire la discarica, nottetempo è stata abbattuta la chiesa dei Templari del 1100! Sono cose accertate, scritte anche sui giornali: questo per dirvi dei personaggi, dei soggetti sui quali noi decidiamo di approvare o meno la loro pratica. Non possiamo semplicemente affrontare il problema tecnico, dobbiamo considerare anche gli aspetti generali quando prendiamo certe decisioni.
Pertanto chiedo, nelle more dell'attesa del Piano regionale dei rifiuti, che venga presentato in Commissione, come più volte abbiamo richiesto, lo statu quo delle autorizzazioni, per capire il panorama, cosa sta succedendo, quali sono le domande, quali sono i siti autorizzati sui tossico-nocivi e via dicendo: avere cioè un quadro generale e poi, credo sia inderogabile, prendere delle decisioni serie nell'ambito del Piano regionale dei rifiuti.
Questo punto riguarda anche - mi consenta, Presidente, visto che siamo ancora in sede di interpellanza - il Comune di Foglizzo. Non può la Regione, usando le sue prerogative, minacciare il Comune di Foglizzo perch non rientra e non fa gioco a certe politiche, perché si sono rifiutati uscendo dal consorzio, di costruire la discarica, quindi è stato loro vietato di portare i rifiuti alla SMC di Chivasso, mentre viene permesso a tutti gli altri Comuni. Tra l'altro, gli abitanti di questo Comune stanno effettuando il 30% della raccolta differenziata dei loro rifiuti.
Questi sono alcuni problemi, non la summa delle problematiche che abbiamo di fronte. Questo dobbiamo inserirlo in un ragionamento generale dove vorremmo non leggere estemporanee prese di posizioni pseudo tecnico gestionali dei problemi, ma sapere chiaramente quali sono le linee direttrici della nostra Regione per ridurre, nei prossimi anni, il volume dei rifiuti - questo è possibile - e sapere cosa fare degli altri residui.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Di fatto il discorso del Consigliere Cavaliere è già stato formalizzato in quanto è stato presentato un ordine del giorno dove si richiedeva alla Giunta, e all'Assessore all'ambiente in modo specifico, di presentare questo Piano per il trattamento dei rifiuti in Piemonte, in termini complessivi. E' evidente che non si può procedere a spizzichi, così come sta avvenendo, per mille ragioni. E' necessario che con serietà si avvii un'azione di informazione, di coinvolgimento dei cittadini, senza la qual collaborazione la raccolta differenziata non darà frutti. Questo sforzo non credo sia di breve durata, ma sarà molto lungo. Proprio per questa ragione almeno per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani, il problema delle discariche deve essere risolto.
C'è un'urgenza indilazionabile, si deve arrivare quanto prima alla definizione di questi bacini.
Una volta definiti i bacini, la scelta politica di dove ubicarli la faranno i consorzi stessi e la Regione si toglierà questa grossa responsabilità che in questo momento ha, non soltanto la responsabilità tecnica, ma anche la responsabilità di decidere dove la discarica deve essere collocata. Credo che questa responsabilità se la debbano assumere se il Piano verrà fatto - le comunità locali, i consorzi previsti dalla legge n. 59, i consorzi obbligatori.
Quindi c'è urgenza affinché si vada in questa direzione. Anche noi abbiamo presentato un ordine del giorno con il quale si tratta di lavorare con determinazione perché questo Piano approdi quanto prima in Commissione e successivamente in aula perché permetta al Piemonte, almeno in modo parziale, di affrontare questo problema in modo organico e coinvolgendo maggiormente le popolazioni locali.
Ci sono poi le questioni più complesse di una visione globale ed integrata del problema rifiuti, che avremo occasione di trattare, mi auguro quanto prima, con il Piano regionale dei rifiuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, ritengo che di fronte al gravissimo ritardo che la Giunta regionale ha realizzato nell'attuazione della legge dell'aprile scorso su riduzione, riciclo e smaltimento dei rifiuti, sia necessario non più procedere caso per caso sotto la spinta dell'urgenza, ma esaminare in dettaglio la politica che si propone e, in coerenza con quest'ultima, una volta decisa ed approvata dare luogo a tutti gli atti amministrativi che consentono di realizzare impianti di smaltimento. Se ci sarà una modifica dell'ordine del giorno in tal senso, saremo favorevoli.
Respingiamo invece l'ipotesi di mantenere la discussione solo sul Comune di Chivasso sulla base degli elementi che abbiamo a disposizione.
Potrei accettare di rivolgere un "invito" alla Giunta, invece di "impegno".
Abbiamo però, come Gruppo, la certezza che si tratta di una scelta sbagliata; se "l'impegno" va contro procedure amministrative, "l'invito" ha rilevanza politica, e basta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Arriviamo a questa discussione in coda ai lavori del Consiglio certamente non per disattenzione rispetto ad uno dei problemi centrali non soltanto nella politica della Regione Piemonte, ma nell'attenzione delle comunità piemontesi.
Argomento difficile di per sé, ormai urgentissimo e molto complesso rispetto al quale i tanti errori del passato hanno determinato grandissima sfiducia da parte della popolazione. Errori sommati alla non chiarezza di moltissime situazioni e realtà, che hanno visto nel business dei rifiuti una grande possibilità di presenza ed anche, molto esplicitamente, di arricchimento.
Insieme al collega Cavaliere ho presentato un'interpellanza sul caso specifico; Chivasso è una realtà territoriale che ha visto crescere grandemente tutta una serie di insediamenti e pertanto deve essere esaminata con grande attenzione.
Comprendo - per venire alla concretezza della discussione - che la dizione proposta nell'ordine del giorno che abbiamo presentato, di "impegno" alla Giunta di respingere la richiesta, possa essere considerata una formulazione incoerente con le procedure in corso; mi associo quindi a quanti hanno proposto la dizione "invita" la Giunta a respingere la richiesta presentata dalla Servizi Torino S.p.A. Se il testo, così come mi è sembrato, fosse in fase di elaborazione e si parlasse di una riflessione di carattere generale su questa problematica, sarei anche d'accordo.
L'Assessore Cavallera ha dichiarato la sua disponibilità a venire a parlarne in Commissione: cerchiamo di capire in quella sede lo stato dell'arte, non soltanto sulla presentazione del Piano regionale di smaltimento dei rifiuti, ma anche sulla problematica affrontata dalla Giunta di delega della materia alle Province. Chiediamo che l'Assessore venga in Commissione perché il problema non si risolve scaricando - non voglio dire che questa sia l'intenzione - alle Province un compito ingrato ma cercando di governare un fenomeno di carattere difficilissimo per il quale occorrono scelte assai complesse. Fenomeno che, purtroppo anche in questa Regione, ha visto avvenire tutta una serie di scelte determinanti che hanno impegnato punti diversi del territorio piemontese, svolte a cavallo di legislature, creando una marea di guai alla Regione Piemonte e al territorio, guai che hanno portato alla Procura della Repubblica e che sono sfociati in condanne per amministratori e società. Troppo spesso si è trattato di scelte che sostanzialmente avvengono - magari demandando alle Province - modificando le procedure o, ancora, cavalcando l'emergenza, che esiste, ma che non deve essere strumentalizzata.
Sulla questione specifica di Chivasso chiedo all'Assessore di prestare un'attenzione particolare, visto che questo territorio è già stato fortemente gravato dall'impatto ambientale determinato da altri insediamenti.
Chiedo inoltre all'Assessore di venire in tempi brevissimi in Commissione per parlare del Piano di smaltimento dei rifiuti, delle scelte che abbiamo letto sui giornali in materia di discariche - oggettivamente fonte di inquinamento e di preoccupazione permanente da parte delle popolazioni - degli inceneritori ed anche delle procedure, il cui eventuale cambiamento deve avvenire attraverso una volontà della Regione di governo della materia, estremamente complessa e che richiede attenzione e sviluppo di una cultura della comunità piemontese che oggi non esiste. E ciò non soltanto per cattiva volontà dei cittadini, ma per scelte politiche sbagliate da parte delle Amministrazioni - in parte anche della Regione Piemonte - e da tutta una serie di vicende gravissime anche sotto il piano giudiziario che hanno coinvolto e che coinvolgono permanentemente questo settore non soltanto nella nostra Regione, ma anche a livello nazionale ed internazionale, rispetto al quale non possiamo chiudere gli occhi.
Assessore Cavallera, credo che uno dei punti che ha richiamato il collega Cavaliere debba essere esaminato attentamente da questa Amministrazione; non è demandandolo ad altri che riusciamo a risolvere il problema: devono essere proposti degli indirizzi e si deve valutare bene anche l'affidabilità delle società, degli organismi e dei privati che chiedono di intervenire sul territorio: questa, comunque, resta una nostra responsabilità.
Chiedo che nella Commissione di venerdì mattina si individuino i termini entro i quali queste questioni possono essere affrontate con l'attenzione e l'urgenza che esse impongono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellingeri.



BELLINGERI Gian Franco

Signor Presidente, signori Consiglieri, intervengo quasi per aggiungermi al coro di quanto è stato detto finora. Noi riteniamo infatti che l'argomento sia da rivedere: concordiamo con le sollecitazioni mosse dalle altre forze politiche affinché la Giunta prenda in considerazione il fatto di prevedere un piano strategico ambientale globale che risolva in modo uniforme la problematica dei rifiuti a livello regionale.
A questo proposito desidererei fare anche una fuga in avanti, ma visto che abbiamo all'o.d.g. anche la discussione del termodistruttore, ritengo che lo stesso intervento potrà essere fatto quando tratteremo questa materia. Non ci sentiamo, in effetti, di discutere una valutazione particolare di un sito e di una tecnologia nel momento in cui la Regione deve decidere la delega decentrata alle Province - e quindi ai Consorzi di questa materia. E' proprio in questo momento che la Regione deve dimostrare di essere un Ente che pianifica in termini globali, rilasciando poi le decisioni operative ad altri enti, e quindi definendo bene le linee guida cui la Regione si rifà.
Se è vero che una legislatura si qualifica per gli interventi che attua per migliorare la qualità della vita di coloro che albergano nella Regione il discorso dell'ambiente diventa uno dei punti fondamentali e qualificanti. Invito quindi la Giunta, e l'Assessore Cavallera in particolare, a prendere in considerazione il fatto di soprassedere a tutte le urgenze e le pressioni che si stanno verificando, perché ci sono le operazioni in corso, gli investimenti, delle decisioni da prendere, le necessità contingenti: occorre rifarsi al più presto ad un piano ambientale globale che definisca tecnologie, siti e modalità.
E' una decisione qualificante per tutta la legislatura che stiamo vivendo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Intervengo doverosamente come Assessore alla sanità e non per spirito campanilistico o localistico.
So che l'Assessore Cavallera - lo dico anche al Consiglio - sta lavorando al progetto globale di smaltimento rifiuti, cosa tutt'altro che semplice.
Indubbiamente è necessario che la pratica riguardante l'ulteriore discarica a Chivasso segua il suo iter, però non posso esimermi dal segnalarvi un aspetto sintomatico della situazione di Chivasso, che è passata da zona felice dal punto di vista economico a zona ad alto declino industriale. E' una zona che, con tutte le discariche presenti, sta diventando la "pattumiera d'Italia".
L'aspetto che vorrei sottolineare è la vicinanza dell'acquedotto di Montanaro alla discarica di zona Pozzo. L'acquedotto è stato chiuso per la presenza di atrazina e in tutti i pozzi dei contadini delle zone Mosche e Pogliani c'è biogas, per cui in quei luoghi si vedono delle fiammelle che sono, tra l'altro, pericolose per altri motivi (possibilità di scoppio).
Questa è una cosa che doverosamente dovevo segnalare.



PRESIDENTE

I sottoscrittori dell'ordine del giorno n. 90 hanno modificato la parte dispositiva finale dove si diceva "impegna la Giunta regionale a respingere la richiesta presentata dalla Servizi Torino S.p.A. e a promuovere immediatamente un incontro con l'Amministrazione provinciale e i Sindaci di Chivasso e dei Comuni limitrofi" con "impegna la Giunta regionale a sospendere le procedure autorizzative relative al caso citato in premessa nonché di tutte le altre pratiche relative ad analoghe situazioni finch non venga approvato il Piano regionale sui rifiuti".
Questo è un ulteriore elemento di valutazione.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In materia ambientale ogni problema riconduce all'esame del tutto all'interno del quale collocare il particolare. Credo che non possa che essere così, anche perché è una materia con un alto impatto sociale e, ogni giorno, il dibattito si svolge in tutte le sedi.
Non dobbiamo meravigliarci ogni volta nello scoprire che, nel campo dei rifiuti, nel passato abbiamo visto di tutto; addirittura c'è una Commissione parlamentare d'inchiesta sul malaffare nel campo dei rifiuti che si è interessata anche del Piemonte, alla quale abbiamo concorso come Giunta a fornire degli elementi di valutazione. Nello specifico, il sottoscritto a nome degli Assessori regionali all'ambiente è stato udito da questa Commissione ove ha portato una serie di proposte. Sono state consegnate deliberazioni che saranno esaminate.
Per quanto riguarda la responsabilità di questa Giunta in materia di ambiente, come in ogni altra materia, le deliberazioni possono essere esaminate da chiunque - errare humanum est - sotto il profilo formale; dal punto di vista sostanziale, tranquillizzo i colleghi riferendo che siamo a posto sotto ogni profilo.
La situazione pregressa può anche aver rovinato il rapporto con le comunità locali, riconducibile ad una cattiva gestione, così come evidenziato da alcuni. In questo periodo frequento molto l'Astigiano e l'Acquese e so benissimo cosa significhi, perché dobbiamo lavorare molto per recuperare il terreno perduto.
Al di là delle maggioranze e delle minoranze, in questa materia è necessario impegnarsi tutti insieme per superare una certa tendenza al catastrofismo, condita anche da disinformazione.
E' chiaro che ci sono delle situazioni particolari, come quella verificatasi recentemente a Biella, dove vi è stato uno scoppio che ha provocato un gravissimo infortunio. Come ha ricordato il collega D'Ambrosio, ci sono situazioni che devono richiamare la nostra attenzione quella delle Province e di tutti gli operatori per cercare di bonificare in termini politici, amministrativi e anche in termini ambientali, l'intero territorio.
Questo è il gravoso peso del pregresso, che dobbiamo tutti sentire sulle nostre spalle e tenere in conto nell'operare quotidiano nella costruzione del "nuovo". Il nuovo, per quanto mi riguarda, è per buona parte l'applicazione della legge n. 59; mi meraviglia un po' l'osservazione del collega Cavaliere quando dice: "Si devono privilegiare o meno i consorzi obbligatori?". La legge n. 59 in qualche modo privilegia i consorzi obbligatori. Personalmente non ho mai minacciato nessun Comune, ho avuto parecchi incontri, anche con l'Amministrazione comunale di Foglizzo.
Bisogna compiere una scelta: nel momento in cui si sceglie una modalità, questa deve essere resa nota agli interlocutori; poi, in Italia c'è l'autonomia dei Comuni e ben venga, ogni Comune può fare ciò che vuole nel rispetto della legge, e i Sindaci e i Consiglieri comunali sono responsabili delle proprie azioni.
Abbiamo anche precisato agli amministratori di quel Comune che, per tradizione consolidata delle varie Giunte che ci hanno preceduti, non si sono mai adottati provvedimenti di emergenza a favore del singolo Comune ma ci sono sempre state disposizioni a favore di consorzi.
Pertanto, nel caso particolare, si ritiene di confermare la linea precedente, quando si dice che il Sindaco, in base all'art. 12 del DPR n.
915, provvede in via eccezionale a superare l'emergenza.
Vi è poi la disponibilità a mediare attraverso un dialogo che abbiamo cercato di portare avanti anche fra il Comune di Foglizzo e il consorzio o un'azienda consortile, così come ieri ci siamo trovati presso il Comune di Torino, con da una parte il Comune e l'AMIAT e dall'altra gli Astigiani e gli Acquesi per cercare di trovare soluzioni transitorie, mentre si affronta il problema nel suo complesso.
Prego quindi i colleghi di tenere conto della pesante realtà; dobbiamo operare una svolta, ma abbiamo il pregresso che ci condiziona notevolmente anche in termini di tempo fisico, per dedicarci alla predisposizione delle carte. Comunque io penso di poter assumere gli impegni che mi sono stati chiesti, come ho già detto prima intervenendo per l'amianto.
Il giorno 19 p.v., se il Presidente della Commissione è d'accordo, sono disponibile a riferire sullo stato dell'arte delle autorizzazioni in essere, della situazione come è vista oggi, come chiedeva anche il collega Cavaliere. Il Presidente Griffini sarà senz'altro d'accordo a fissare una seduta di Commissione per parlare di questa materia.
Sottolineando l'intervento del Presidente Ghigo, prima si è accennato ad inceneritori e discariche, ma nessuna delle due è la soluzione ottimale: io dico che tra i due litiganti il terzo gode, nel senso che l'obiettivo numero uno, come intervento principale e prioritario, è il trattamento.
Ricordo le discussioni che sono state fatte per il famoso programma di emergenza dello smaltimento rifiuti del 1990/1991: quel programma è fallito, comunque qualcosa è rimasto, cioè la normativa di quel piano che impone, nel campo dei rifiuti industriali, l'obbligo del trattamento quindi l'impossibilità del conferimento tal quale a discariche od altri impianti di smaltimento finale.
Credo che bisogna cogliere le osservazioni tecniche di coloro che ci fanno presente che non si può sostituire un inceneritore o una discarica ma l'inceneritore o la discarica devono essere la stazione terminale di un processo nuovo che inizia dalla raccolta differenziata, e il piano dovrà dare anche delle indicazioni tecniche e dovremo, comunque, discuterne all'interno del Consiglio. Sono d'accordo con il collega Bellingeri che questa è la sede delle grandi scelte. Dando seguito alla legge n. 59 anche la logica consiglia così - è bene demandare alle Province addirittura ai bacini, la scelta delle specifiche localizzazioni, fermo restando, ovviamente, un quadro di grande compatibilità che dobbiamo fissare noi.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Noi stiamo attuando la legge n. 59, collega Cavaliere; se non le va bene presenti una modifica alla legge n. 59! La Giunta regionale, per obbligo statutario, deve attuare le leggi regionali e nazionali vigenti nel limite del possibile, e non solo le parti che ci piacciono! Avevamo il termine di fine novembre; ahimé, siamo arrivati in ritardo, l'abbiamo fatto ai primi di dicembre. Ma l'avevamo anche detto, qualcuno era intervenuto in aula dicendo che i termini fissati dalla legge n. 59 non sono facilmente rispettabili: si proponevano dodici mesi anziché sei, ma noi stiamo faticosamente arrancando, per dei problemi che ci sono, per attuare la legge n. 59. Dopodiché, se ci sono delle cose da modificare, discutiamone anch'io ho qualche perplessità su taluni punti della legge n. 59, però noi la dobbiamo attuare ed è quello che stiamo facendo. Informo il Consiglio che periodicamente ho degli incontri con gli Assessori provinciali; la delega alla Provincia in materia di rifiuti, che in modo semplicistico pu essere vista come il passaggio della "patata bollente", a mio avviso è anche il segnale che si va avanti nella direzione di coinvolgere tutti i livelli di governo nell'affrontare un problema importante responsabilizzandoli. Può darsi che responsabilizzando più livelli, le situazioni negative del passato possano anche essere, in qualche modo allontanate.
Venendo allo specifico, dico che siamo all'interno di una procedura (la domanda del richiedente, a cui fa riferimento l'ordine del giorno, è stata presentata) e vi sono norme di legge non solo regionali, ma anche nazionali, che impongono lo svolgimento di un certo iter. Il Consiglio è sovrano, può votare quello che ritiene, però credo che non si possa legittimamente, in questa sede, bloccare un procedimento. C'è un procedimento di cui sono responsabili i Capi Settore, tant'è che la convocazione per la Conferenza non l'ho neanche firmata io. Secondo le procedure vigenti la convocazione compete alla responsabilità di settore vi è un regolamento, perché ci mancherebbe ancora che si potesse stabilire una procedura di volta in volta, a seconda dei casi. Quindi credo che a questo punto, se vogliamo cogliere la sollecitazione che viene dall'ordine del giorno, così come modificato dal collega Cavaliere, possiamo fare l'ipotesi A e l'ipotesi B. Se l'ipotesi A è che la pratica si ferma già in sede tecnica, stando all'orientamento che emerge in questa sede, problemi non ce ne sono più. Se prevalesse l'ipotesi B, è chiaro che, in sede di Giunta regionale, alle valutazioni tecniche della Conferenza si devono aggiungere le valutazioni di ordine complessivo e magari più caute.
In questo senso, con questo spirito, mi sembra che tutto sommato l'emendamento Burzi sia, a mio avviso, più consono e per quanto mi riguarda più accettabile. Formulare la richiesta di sospendere una procedura che è stata attivata non per atto discrezionale, ma per legge, credo che non sia corretto. Non è possibile fermare questa procedura se non modificando precise normative di legge regionale, cosa che invece qui è solo un auspicio, fermo restando il quadro.
Per quanto riguarda il Piano, così come ho lavorato con il Settore Risorse Idriche per far arrivare al più presto la legge di attuazione della legge Galli in Consiglio, sto operando perché arrivi al più presto in Consiglio il Piano rifiuti. Faccio presente ai colleghi, però, che in materia di smaltimento rifiuti continuano ad essere emanati decreti legge che declassificano i rifiuti facendoli diventare cosiddetti residui. Tutto ciò va ad incidere sulle modalità di smaltimento, sulle quantità e sulle procedure operative. Vi è un quadro nazionale di incertezza che è quotidiano: basta seguire Il Sole 24 Ore per avere cognizione di quello che sto dicendo. Qualcuno potrebbe anche dire che il Parlamento è alla vigilia del varo della nuova legge nazionale di smaltimento rifiuti e dunque di aspettare un attimo per vedere cosa capita. No, assolutamente.
Noi dobbiamo arrivare a presentare al più presto l'aggiornamento del piano facendo leva sulla legge n. 59, tenendo presente che un piano, anche se superato, anche se da aggiornare, è comunque vigente in questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Non sono d'accordo su alcune considerazioni dell'Assessore Cavallera perché mi pare che ci si trovi di fronte ad una situazione analoga a quella che si verificò tra il 1986 e il 1987, quando nelle more, appunto, si autorizzarono dei siti che poi furono delegati. Siccome, Assessore Cavallera, l'unico atto di applicazione della legge n. 59, fra i tanti atti che sono già scaduti nei dettami della legge, è stata la delega alle Province, mi pare una ragione sufficiente perché si sospendano le procedure autorizzative, anche quelle tecniche. C'è infatti una ragione molto chiara: se deleghiamo la gestione ad altri enti, occorre sospendere perché le autorizzazioni saranno poi date da altri. Non vorrei, cioè, che la sua procedura portasse al fatto che l'iter tecnico si svolga interamente mancando solo il parere politico della Giunta, ma sappiamo anche che quei tipi di ricorsi al TAR porterebbero a situazioni autorizzative che, chiavi in mano, consegniamo ad altri che non le possono più modificare. Questo è Assessore D'Ambrosio, il punto che propone l'Assessore Cavallera. Io credo che ci siano tutte le ragioni tecniche, politiche e giuridiche affinch venga presa una decisione politica della natura che proponiamo noi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Devo fare una breve precisazione: la legge n. 59 prevede che la competenza delle Province decolli dal giorno in cui è notificata la deliberazione; la deliberazione è diventata esecutiva e il 4 gennaio abbiamo fatto la notifica. Dal 4 gennaio decolla, quindi, la competenza delle Province. Le pratiche che erano giacenti noi le portiamo in porto però a questo punto, dato che non sono né cieco né sordo, raccolgo la sollecitazione di approfondimento giuridico e quindi di coinvolgimento dell'Ufficio legale, e chiedo anche - l'ho detto prima - grande cautela nel vivere questa fase.
Il collega Cavaliere è abituato a fare il processo alle intenzioni; io assicuro il Consiglio che come procedure, sia tecniche che di Giunta, si farà ciò che è possibile, senza alcuna forzatura. Raccolgo comunque questa ulteriore sollecitazione, perché il dibattito fa emergere degli spunti che devono essere raccolti, ma voglio intraprendere, né più né meno, quelle che sono le procedure possibili. Questo è per tranquillizzare il Consiglio.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 90, il cui testo modificato così recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la domanda presentata dalla Servizi Torino S.p.A. per la costruzione di una nuova discarica di RSAU di complessivi 738.000 mc, in località 'Fornace SLET', nel territorio del Comune di Chivasso considerato che nella medesima località è già in funzione la discarica della S.M.C., per complessivi 1.200.000 mc di RSAU di cui 215.000 destinati a RSU visto che a sud della Fornace SLET ed a valle del flusso delle acque di falda sono situati i pozzi per l'approvvigionamento idrico della città, già attualmente soggetti a rischio di inquinamento considerato che nelle vicinanze del sito scorre la Gora di Chivasso importante acqua pubblica per l'irrigazione dei terreni agricoli del Comune e che la distanza dalla roggia sarebbe di circa 50 metri con necessità di deroga dalla legge (Galasso) visto il dissesto idrologico dei torrenti Malone e Orco, del Po, delle rogge e dei canali minori che attraversano il territorio chivassese, reso drammatico dall'alluvione del novembre 1994 considerato che anche nei Comuni limitrofi di Torrazza e Rondissone hanno sede numerose discariche e che la definizione del Piano d'area del Parco del Po individua in piena zona fluviale il terreno dell'ex deposito AGIP quale 'zona per insediamenti produttivi o specialistici di interesse territoriale', sul quale era già stato presentato un progetto per un inceneritore di rifiuti tossico-nocivi che desta tuttora gravi preoccupazioni impegna la Giunta regionale a sospendere le procedure autorizzative relative al caso citato in premessa, nonché di tutte le altre pratiche relative ad analoghe situazioni finché non venga approvato il Piano regionale sui rifiuti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 18 voti favorevoli, 2 contrari e 27 astensioni.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 100, presentato dai Consiglieri Deorsola, Ghiglia, Casari, Ferrero, Montabone e Burzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la domanda presentata dalla Servizi Torino S.p.A. per la costruzione di una nuova discarica di RSAU di complessivi 738.000 mc, in località 'Fornace SLET', nel territorio del Comune di Chivasso considerato che nella medesima località è già in funzione la discarica della S.M.C., per complessivi 1.200.000 mc di RSAU di cui 215.000 destinati a RSU visto che a sud della Fornace SLET ed a valle del flusso delle acque di falda sono situati i pozzi per l'approvvigionamento idrico della città, già attualmente soggetti a rischio di inquinamento considerato che nelle vicinanze del sito scorre la Gora di Chivasso importante acqua pubblica per l'irrigazione dei terreni agricoli del Comune e che la distanza dalla roggia sarebbe di circa 50 metri con necessità di deroga dalla legge (Galasso) visto il dissesto idrologico dei torrenti Malone e Orco, del Po, delle rogge e dei canali minori che attraversano il territorio chivassese, reso drammatico dall'alluvione del novembre 1994 considerato che anche nei Comuni limitrofi 25di Torrazza e Rondissone hanno sede numerose discariche e che la definizione del Piano d'area del Parco del Po individua in piena zona fluviale il terreno dell'ex deposito AGIP quale 'zona per insediamenti produttivi o specialistici di interesse territoriale', sul quale era già stato presentato un progetto per un inceneritore di rifiuti tossico-nocivi che desta tuttora gravi preoccupazioni impegna la Giunta regionale a considerare prioritaria ed ineludibile l'esigenza di tutelare l'ambiente ed il territorio a valutare con estrema attenzione la compatibilità della richiesta presentata dalla Servizi Torino S.p.A. in relazione alla situazione di grande concentrazione di impianti evidenziata in premessa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 27 voti favorevoli e 18 astensioni.
Comunico al Consiglio che le prossime sedute avranno luogo i giorni 23 24 e 25 di questo mese.
La riunione dei Capigruppo è prevista per venerdì 12 alle ore 12.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,15)



< torna indietro