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Dettaglio seduta n.311 del 01/12/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benso, Cavaliere, Cotto, Farassino Marengo, Rubatto, Simonetti e Spagnuolo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2254 dei Consiglieri Foco, Griffini, Angeli, Gatti e Moro inerente a: "Notizie stampa dell'ipotizzata costruzione dell'ospedale unico Tortona-Novi Ligure" ed interpellanza n. 1025 dei Consiglieri Chiezzi Moro, Simonetti inerente a: "Chiusura reparti di ostetricia e pediatria all'ospedale di Tortona"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2254, presentata dai Consiglieri Foco Griffini, Angeli, Gatti, Moro, e la n. 1025 dei Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti sullo stesso argomento.
La parola al Vicepresidente Foco, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



FOCO Andrea

L'interpellanza ha dato motivo di rilievo: alcuni Consiglieri si interessano solo dei problemi appartenenti alla loro realtà. Per parte mia invece, ribadisco il fatto che quali Consiglieri regionali siamo Consiglieri dell'intera regione. E' significativo che sull'interpellanza figurino solo le firme dei Consiglieri eletti nella provincia di Alessandria. Questo perché il dover "apprendere" improvvisamente delle notizie o delle non notizie su un problema così delicato come quello della costruzione di un nuovo ospedale, effettivamente non può non sollevare scalpore.
Tutti i Consiglieri si sono sentiti un po' "by-passati", non perché il Consigliere regionale debba essere per forza interpellato, in quanto l'Assessore può ritenere più opportuno discuterne con i Direttori Generali e non coinvolgere i Consiglieri regionali, ma la cosa che nel caso specifico, ha sollevato stupore è che l'argomento non è stato mai trattato né durante la discussione sul Piano sanitario regionale né in altri momenti.
Quando ne abbiamo discusso, è sempre emersa, innanzitutto, la preoccupazione per la carenza di risorse per rendere confortevoli e adeguati non solo gli ospedali della provincia di Alessandria, ma in modo particolare quelli di Novi Ligure e Tortona.
L'Assessore sa benissimo che parallelamente ad un investimento previsto nel Piano sanitario-regionale deve corrispondere l'impegno prioritario delle risorse. Questo è sicuramente il caso del progetto chiamato "Borsalino 2000": un Centro Polifunzionale di Riabilitazione con una unità spinale che dovrebbe servire non solo una realtà provinciale, ma una realtà di quadrante, che vede interessato tutto il basso Piemonte.
Questo quanto, Assessore, le volevamo chiedere: avere chiarezza su un argomento importante nella sede opportuna: il Consiglio regionale e non durante interviste o in altre occasioni.
D'altronde, ne abbiamo già parlato nel corso della Conferenza dei Servizi dell'Azienda ospedaliera di Alessandria. Le posso assicurare che in seguito a quella riunione, l'agitazione per quanto riguarda la realtà di Novi Ligure e Tortona non è affatto terminata. E, in modo particolare, non è terminata l'agitazione di alcuni Primari, che al sottoscritto non hanno detto alcunché - probabilmente non sono persona di fiducia - ma che ne hanno parlato con altri medici e altre persone. Lo stesso Assessore aveva garantito loro che l'ospedale sarebbe stato costruito. Queste le notizie di pochi giorni fa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, l'interpellanza urgente presentata dai Consiglieri regionali del Piemonte sud ha rivelato lo stupore determinato dalla notizia dell'edificazione di un nuovo ospedale nel territorio di Tortona per quanto riguarda il quadrante Novi-Tortona.
Stupore derivato innanzitutto dal fatto che le risorse della sanità regionale piemontese non contemplano adeguati finanziamenti per costruire un'Unità spinale a livello di quadrante, e per la decisa smentita dell'Assessore regionale competente. Negli ultimi giorni, però, come ha detto il Vicepresidente Foco, c'è stata una riconferma della notizia riconferma che ha alimentato nuove difficoltà e determinato bruschi ripensamenti anche da parte degli addetti ai lavori e, conseguentemente una certa preoccupazione.
Chiediamo quindi all'Assessore di essere più preciso, anche nello smentire notizie che certi Primari stanno diffondendo nel nostro territorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente e cortesi Consiglieri, in merito all'interpellanza presentata, com'è stato sottolineato dagli stessi Consiglieri Foco Griffini, Angeli, Gatti e Moro, mi preme evidenziare che tutti gli interpellanti provengono dell'alessandrino. Ancorché il Vicepresidente Foco sottolineasse il fatto che non c'è motivo di appartenenza provinciale poiché lo spirito è molto più alto, nell'interesse della sanità piemontese il collega mi permetterà di nutrire qualche dubbio sulla sua affermazione.
Personalmente, invece, debbo essere l'Assessore di tutti i piemontesi.
Devo innanzitutto precisare che nella Conferenza dei servizi dell'ASL di Tortona, il giorno 16 ottobre u.s. il Direttore Generale, dott.
Vogliolo, ha lanciato l'idea di un ospedale unico per Tortona e Novi nell'ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera, tenendo conto del passivo dell'ASL di Tortona e di quella di Novi, dovuto soprattutto alla mobilità verso le regioni confinanti, Lombardia e Liguria. La proposta è stata inserita nella programmazione a lungo termine dell'Azienda medesima, a seguito di considerazioni sia di ordine economico-finanziario economie di scala che ne deriverebbero - sia legate al miglioramento della qualità cui fanno riferimento gli interpellanti.
Il sottoscritto, debbo precisare, non era presente alla Conferenza del 16 ottobre, causa inderogabili impegni istituzionali - sto infatti cercando di essere presente a tutte le Conferenze dei Servizi che, ormai da circa 20 giorni, si susseguono in tutta la Regione. Trovo pertanto assurdo e forse pretestuoso - questa la prima risposta all'interessamento doveroso da parte dei Consiglieri dell'alessandrino - quanto affermato dal giornale Il Piccolo che, facendo riferimento all'ipotesi del dott. Vogliolo, riporta mie presunte dichiarazioni che avrei fatto, addirittura, nel corso della stessa conferenza, alla quale, come ho già detto, non ho potuto partecipare.
Il giornale Il Piccolo, quindi, virgolettava alcune mie dichiarazioni mai rese in quella sede.
Debbo invece precisare - e con questo rispondo al collega Griffini che nel pomeriggio del 16 ottobre ho ricevuto la telefonata di una giornalista de La Stampa di Alessandria, alla quale ho testualmente dichiarato che i politici e gli amministratori, in genere, hanno il dovere oltreché di dare risposte ai bisogni dei cittadini, di programmare il futuro. Pertanto, l'ipotesi del Direttore generale dell'ASL di Tortona sarebbe, come in effetti stiamo facendo, attentamente valutata soprattutto in vista di quando, con il nuovo Piano sanitario regionale 2000/2002 saranno rivisitati gli ambiti territoriali e razionalizzata la rete ospedaliera. Dunque, un progetto a lungo termine che nulla ha a che fare con il breve e medio termine, cui le intese di programma devono far riferimento.
Non ho assolutamente parlato di costi, né, tanto meno, di impegni a breve e/o medio termine, ma ho altresì sottolineato che una soluzione di tal genere potrebbe essere assunta solo dopo aver ricevuto la maggioranza dei consensi dei politici locali, degli Enti locali, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria e di volontariato.
Questo quanto ho dichiarato alla giornalista de La Stampa di Alessandria. Ribadisco che non ero presente alla Conferenza dei Servizi e che quindi quanto riportato dal giornale Il Piccolo è pura invenzione del giornalista.
Debbo pertanto far rilevare agli illustri firmatari che, con tanta sollecitudine, hanno presentato giustamente l'interpellanza chiedendone altresì la pubblicazione sui giornali, ciò rappresenta un'iniziativa inopportuna evidenziata anche al signor Presidente della Giunta regionale on. Ghigo, e al signor Presidente del Consiglio. E' ormai invalso l'uso infatti che qualsiasi interpellanza debba essere propagandata sui quotidiani di Torino, e, cosa ancor più grave, che la stessa, presentata da Consiglieri di opposizione, venga riportata su RAI3, televisione di Stato come fatto già acclarato, ancorché la stessa possa essere priva di ogni fondamento. E' questa una situazione per la quale inviterei il Presidente della Giunta ad intervenire; si tratta indubbiamente di situazione anomala poiché ingenera nel cittadino piemontese tutta una serie di dubbi e perplessità ancorché - ripeto - qualche volta la notizia è priva di qualsiasi fondamento.
Per quanto attiene ai quattro quesiti dei colleghi, debbo dire che il Piano sanitario regionale non è stato assolutamente accantonato e non lo sarà fino al termine della sua validità. Questo quanto mi auguro e mi impegno a fare; le risorse per l'eventuale futura realizzazione dell'ospedale non sono state individuate in alcun documento contabile - sto rispondendo ai quattro quesiti contenuti nell'interpellanza - i lavori previsti e finanziati con l'art. 20 della legge n. 67/88 saranno portati a termine in tutti i presidi ospedalieri di Alessandria e provincia.
Ribadisco che, non essendo stato presente alla succitata Conferenza dei Servizi, non potevo, non avendo ancora il dono dell'ubiquità, fare dichiarazione alcuna; quanto affermato dal giornalista de La Stampa è stata quindi una libera semplificazione e interpretazione giornalistica: questo il mio modo di vedere. Debbo pertanto supporre che sia la stampa locale dell'alessandrino a voler far perdere credibilità all'istituzione regionale e, quindi, alla Giunta, non certamente il sottoscritto.
Per quanto attiene, invece, al Borsalino, ho proprio, nei giorni scorsi, parlato con il Direttore generale dell'ASL, dott. Toffanini, il quale mi ha assicurato - siccome la ristrutturazione del Borsalino, dove verrà allocata la seconda Unità spinale del Piemonte, verrà realizzata con fondi in parte regionale ed in parte della fondazione - che, comunque, i lavori dovrebbero partire entro febbraio. Questo è quanto assicuratomi dal dott. Toffanini, Direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Alessandria.
C'è dunque un impegno della Giunta regionale a che il Borsalino parta sollecitamente.
Per quanto attiene all'interpellanza, spero di aver riposto sufficientemente a tutti e quattro i quesiti; resto comunque a disposizione per eventuali altre domande.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Prendo atto con piacere che l'Assessore sia Assessore di tutta la Regione Piemonte, così come noi siamo tutti Consiglieri della Regione Piemonte: se vale per gli uni, deve valere anche per gli altri. Anche perché tutti siamo stati eletti, compresi gli Assessori, in una zona ben definita e si sa che un occhio di riguardo per la propria zona lo si dà perché è una cosa naturale; l'unico che non è stato eletto in una zona ben definita è il Presidente Ghigo, che è stato eletto in tutto il Piemonte.
Sul fatto delle dichiarazioni che diceva l'Assessore D'Ambrosio, leggo su La Stampa del 17/10 una dichiarazione del dott. Vogliolo che, parlando di questo ospedale, dice: "Il Dirigente dell'Azienda Sanitaria 20, Bruno Vogliolo, sottolineando che gli input arrivano dalla Regione...". Mi sembra strano, però, che il dott. Vogliolo, di sua iniziativa, voglia andare ad aprire una finestra a casa del vicino, visto che la sua ASL finisce a Tortona e con comprende Novi Ligure. Non riesco a capire bene come il dott.
Vogliolo, di sua iniziativa, possa decidere anche quello che dovrà succedere nell'ASL del suo vicino.
Sul problema delle dichiarazioni del Piccolo, io concordo con l'Assessore, perché effettivamente non era alla Conferenza dei servizi e il Piccolo probabilmente si è sbagliato. Però sempre La Stampa del 17/10 riporta un articolo: "D'Ambrosio conferma: si tratta di un progetto sugli ambiti territoriali". E dice: "Detto così può sembrare senza senso, si deve approfondire il progetto di rivisitazione degli ambiti territoriali" - cosa sacrosanta, oltretutto noi questi ambiti territoriali ce li siamo trovati non li ha decisi l'Assessore, mi sta bene.
Poi, proseguendo: "Si tratta di un progetto nell'ottica di fornire servizi migliori agli utenti", aggiunge l'Assessore, "in realtà è un progetto che va definito nei dettagli e che, ribadisco, deve essere legato alla rivisitazione degli ambiti territoriali, quindi legato anche ad altri cambiamenti all'interno delle Aziende Sanitarie della provincia".
"Quali altre aziende potrebbero cambiare?".
"Per esempio Acqui Terme, che ha pochi legami con Novi. Per questo si è pensato all'ospedale unico Novi-Tortona", risponde l'Assessore D'ambrosio.
"L'Azienda acquese, a questo punto, potrebbe essere legata ad un'altra ASL anche fuori dalla provincia di Alessandria".
Domanda: "Asti?".
"Tutto questo comunque sarà sottoposto agli Enti locali, come già dicevo; ci saranno incontri con loro e i loro rappresentanti, ecc.".
Non mi sembra che quanto è riportato sui giornali sia esattamente quello che ha detto lei, non mi sembra sia la stessa cosa. E siccome io dico che con la legge attuale, se lei si accorge che una sua dichiarazione viene male interpretata, riportata virgolettata, se le fanno dire una cosa che non ha detto, sono perlomeno obbligati a pubblicare anche una smentita.
Io di smentite non ne ho lette.
Non riesco veramente a capire. Allora, lei ha detto che questo ospedale si può fare, che è possibile farlo? Perché io in un primo tempo le avevo chiesto se lei aveva parlato e lei mi ha risposto: "Io non posso aver rilasciato queste dichiarazioni perché ero via", ma dopo i piccioni viaggiatori sono nati i telefoni e ci si può sentire anche a distanza.
Io non penso che un giornalista riporti frasi virgolettate che non siano state dette, anche perché non ce ne sarebbe motivo.
Io vorrei solo riuscire a capire se lei è d'accordo, in un futuro prossimo o più lontano, con la costruzione di questo ospedale e se lo reputa opportuno, conoscendo anche il problema. Qui i Consiglieri lo conoscono e sta entrando il Consigliere Angeli, che conosce benissimo il problema di Novi. In realtà non ci sono rapporti tra Novi Ligure, Ovada e Acqui Terme; gli stessi rapporti non esistono fra Novi e Tortona, perché ci sono conflittualità fra Novi e Tortona che risalgono al passato, per cui la cosa mi sembra difficile.
Poi, un'altra cosa: dove lo facciamo questo ospedale? A metà strada? Lo facciamo a Rivalta? Non lo so, vorrei solo capire se questa è un'operazione che lei reputa possibile, se la ritiene necessaria.
Vorrei sapere anche se gli investimenti che sono stati programmati per gli ospedali di Novi e di Tortona si fanno o se si sospendono, in attesa di questo nuovo ospedale.
La mia perplessità è questa. Sono sicuro che saprà rispondermi adeguatamente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio Foco, che interviene in qualità di Consigliere.



FOCO Andrea

Francamente, sono preoccupato delle risposte dell'Assessore e voglio dire che, in generale, la cosa mi preoccupa moltissimo. Lasciamo perdere quello che può riportare il giornale Il Piccolo: tra l'altro, molti di noi erano presenti a quella Conferenza dei servizi; personalmente, senza far torti ad alcuno, alla notizia apparsa su Il Piccolo non ho dato peso, mi sono molto più preoccupato di quella de La Stampa.
Stiamo parlando del fatto che l'Assessore in un'intervista riprende il discorso degli ambiti territoriali, "buttandolo lì".
Innanzitutto, il nostro Gruppo non è contrario all'edificazione di nuovi ospedali; non vorremmo però essere fraintesi, poiché qualcuno, nella nostra realtà, su questa polemica ha cominciato a dividere i responsabili politici tra coloro che sono per i nuovi ospedali edificati e coloro che vogliono solo ospedali edificati entro edifici storici precedenti al 1400 1500. Su questa cosa sgombriamo il terreno: noi siamo, all'interno di una corretta programmazione, affinché vengano edificati nuovi ospedali tuttavia non vogliamo che questo possa essere un alibi per non terminare gli annosi lavori, legati all'applicazione della Legge 626, per mettere in sicurezza gli ospedali esistenti e renderli funzionali.
E' chiaro che l'Assessore non poteva non fare riferimento ad una ridefinizione degli ambiti territoriali, perché il nuovo ospedale Novi Tortona sarebbe a cavallo di due ASL. Ma l'Assessore non può buttare sul piatto il problema, sapendo che si tratta di faccenda spinosa, affrontata tra l'altro, venerdì negli interventi di coloro che erano presenti (noi eravamo presenti) alla Conferenza dell'ASL 22. Non ci siamo certo nascosti dietro un dito sulla questione di un nuovo ridisegno.
Però, Assessore, è davvero convinto che sia possibile toccare la territorializzazione di un'unica Unità Sanitaria Locale senza ridefinire l'intera provincia di Alessandria o tutto il Piemonte? E allora quando si fanno queste dichiarazioni pubbliche vuol dire almeno per un Assessore responsabile, che ha già avviato questo discorso all'interno della Giunta. Noi per primi, come Gruppo, non abbiamo problemi ad affrontare, ma non in modo demagogico, questo problema, pur sapendo che non è discorso facile. Chi ha già vissuto l'esperienza della Legge di riordino, lo sa. Allora bisogna partire da un'indagine sul territorio in merito al funzionamento dei servizi e non limitarsi a tirare nuove righe sulla cartina geografica del Piemonte, perché in questo modo "risolviamo" un problema ma ne creiamo mille altri.
Pertanto, Assessore, si tratta di problemi di estrema delicatezza. Lei sostiene che sino al 2000 non se ne parla, ma dopo se ne riparlerà? Lei mi dà la piena conferma che di questo argomento ha parlato con i suoi Direttori generali - allora probabilmente Commissari straordinari - e che è da un po' di tempo che ne state discutendo. Ma è possibile lasciare all'oscuro - mi permetto di dire - non tanto la nostra realtà, ma la realtà del Consiglio? Abbiamo appena terminato di discutere il Piano sanitario regionale: non sarebbe più utile che l'Assessore completasse il discorso invece - non vorrei usare un termine "forte" - di buttare questi "pallini" per cercare di distogliere l'attenzione e non portare avanti il Piano socio assistenziale, che sarebbe molto più importante ed in ogni Conferenza dei Servizi se ne sottolinea l'urgenza? Stiamo attenti! Forse l'Assessore non si rende conto della gravità di alcune sue affermazioni. Effettivamente c'è da essere preoccupati.
Assessore, richiami i Consiglieri - non è probabilmente il nostro caso al non diffondere l'interpellanza o l'interrogazione - mi è parso di capire così. Alcune volte, aprendo il giornale, leggo che in Regione Piemonte operano già delle leggi che non sono ancora nemmeno state presentate in Commissione. Eppure, dalla Giunta, in conferenza stampa vengono annunciate come se già fossero state approvate dal Consiglio Regionale.
Facciamo pure il punto, su questo argomento, Assessore, perché ce n'è per tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Egregio Assessore, ho firmato l'interpellanza non perché sia contrario all'eventualità di nuove costruzioni di ospedali o di riperimetrazioni che, a mio modesto parere, sono necessarie. Ne ho anche presentato un'altra relativa ad altre importanti questioni, come quella che riguarda l'ASL n.
22 di Novi Ligure. Comunque, per quanto riguarda il funzionamento dell'ospedale, quando sarà il momento ne discuteremo. (Non vado per nulla fuori tema, le assicuro che cerco di restare solamente nel merito dell'interpellanza in discussione relativa alla costruzione del cosiddetto ospedale di Tortona-Novi).
Premettendo che non sono contrario, faccio rilevare che se si pensa di costruire un ospedale nuovo e di rimettere a posto quelli che già esistono l'entità delle spese previste fanno tremare i polsi. Pertanto, credo opportuno chiarire una volta per tutte quanto intende fare l'Assessore, che ha smentito alcune sue dichiarazioni, ed avere maggiori informazioni e chiarezza.
Eventualmente, se si va nella direzione di una ristrutturazione complessiva degli ospedali esistenti - magari obsoleti, non più sufficientemente in grado di affrontare la situazione sanitaria del Piemonte - nonché della costruzione di nuove strutture di avanguardia credo che sarebbe opportuno verificare quanto è possibile risparmiare.
E' pur vero che nel Piano sanitario regionale si sono diminuiti i posti letto, con un risparmio nei tempi di ricovero, ma c'è ancora una situazione che lascia abbastanza imbarazzati per quanto riguarda le strutture esistenti, in quanto non sono sufficientemente preparate per assolvere questo compito.
Credo che una riperimetrazione delle AA.SS.LL., dopo l'avvenuto periodo di rodaggio, sia opportuna per rivedere le necessità effettive dei vari territori: vi sono territori confinanti, ma che non hanno nulla da spartire l'uno con l'altro; ve ne sono altri che, pur essendo confinanti ed inseriti in altre AA.SS.LL., sarebbero, secondo il mio modestissimo parere, più conformi ad essere uniformati ad altri.
Quindi, nel ragionare da oggi al 2000 su eventuali nuove riperimetrazioni, non credo vi sia nulla di cui spaventarsi. Perlomeno nel settore della sanità, si deve andare in una direzione tale da garantire il miglior servizio ai cittadini piemontesi. Non siamo nella situazione di certe AA.SS.LL. italiane; non siamo in una situazione così disastrosa come vogliamo far sembrare a volte, però abbiamo gravi problemi di funzionamento e disavanzi di amministrazione che mi lasciano perplesso e preoccupato.
La situazione che si è venuta evolvendosi in Piemonte è abbastanza difficile: prima i Commissari, poi i Direttori generali, poi di nuovo i Commissari ed infine i Direttori generali. Come vengono attuate le programmazioni? Ho assistito all'ultima Conferenza dei Servizi dell'ASL n.
22 e sono rimasto alquanto perplesso: si continua a parlare di programmazione senza render noto alcun dato di riferimento: sull'ammontare effettivo delle spese, su quanto si è realizzato, sui costi e sugli eventuali recuperi.
Il mio vuole essere un flash: lei approfondirà sicuramente più di quanto possa fare io in questo momento.
Credo, Assessore, che ragionare insieme per trovare soluzioni confacenti alle esigenze dei piemontesi sia nostro dovere: dobbiamo curare gli interessi non solo delle AA.SS.LL. n. 22/20/21, ma di tutto il Piemonte, in termini concreti e costruttivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, credo sia giunto il momento di dire tutta la verità politica sull'ipotesi incredibile di costruire un nuovo ospedale Tortona Novi.
Se vi è stato fraintendimento su Il Piccolo (giornale alessandrino) l'Assessore smentisca chiaramente, in modo categorico, poiché l'articolo apparso su Il Piccolo - letto e commentato dal Consigliere Griffini - ha destato effettivamente molta preoccupazione e sconcerto nell'area del Piemonte sud.
Se c'è stata una nuova presa di posizione autonoma dei Primari e dei due Commissari generali dell'ASL senza precisi impegni dell'Assessorato, lo si dica chiaramente, senza demagogia.
Non è possibile fare politica sanitaria regionale in questo modo; sono in gioco precise responsabilità e, soprattutto, la salute dei Piemontesi in un'area del Piemonte spesso dimenticata - lo dico con amarezza.
Pertanto invito l'Assessore ad essere categorico, a dire la verità e a smentire quanto di non corretto è stato detto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, si è praticamente giunti ad un dibattito consiliare partendo da un'interpellanza; ne sono ben lieto: la sanità ha bisogno di questi contributi.
Probabilmente, alcuni Consiglieri - e sicuramente il Consigliere Griffini - erano distratti nel momento in cui ho fornito le risposte alle quattro domande poste nell'interpellanza.
Il Piano Sanitario Regionale non è stato assolutamente accantonato e non lo sarà fino al termine della sua validità. Si è detto - e su questo il collega Angeli mi conforta - che sarebbe opportuno che con il nuovo Piano sanitario 2000-2002 si rivedessero gli ambiti territoriali delle Aziende Sanitarie. In realtà, ad oggi, è stato affidato l'incarico al Direttore dell'Agenzia di attivarsi per formulare una proposta all'Assessore. Con tale proposta, alla luce delle mie conoscenze del territorio, mi farò parte attiva presso gli organi politici, gli Enti locali, le organizzazioni sindacali e le associazioni di volontariato.
Penso che una rivisitazione degli ambiti territoriali, alla luce delle situazioni addirittura fibrillanti a livello territoriale, vada sicuramente realizzata, ma nei termini suddetti: assicuro il Vicepresidente Foco che procederò in tal senso.
Penso di essere persona estremamente responsabile, in un settore di estrema delicatezza, per cui non accetto accuse di leggerezza.
Su quanto apparso sui quotidiani, ribadisco che la maggior parte dei giornalisti se non spettacolarizza la notizia non scrive neppure l'articolo. Sarebbe opportuno - proprio alla luce delle trasformazioni intervenute in campo sanitario - che la stampa e le emittenti televisive fossero più precise nel fornire le informazioni e non spettacolarizzassero sempre le notizie.
La seconda domanda posta nell'interpellanza - Presidente, mi devo ripetere perché alcuni Consiglieri erano disattenti quando fornivo le risposte - è relativa alle risorse per l'eventuale futura realizzazione di un nuovo ospedale, che agli interpellanti risultano non essere individuate in alcun documento contabile. I presentatori l'interpellanza, infatti scrivono "...perché dell'ospedale l'Assessore non ne ha parlato, se non accennandolo alla giornalista..." Ribadisco che la giornalista voleva sapere - assolutamente... - se ero a conoscenza di alcune dichiarazioni del Direttore generale dell'ASL 22. Dichiarazioni assolutamente non corrette.
Innanzitutto, prima di fare una proposta del genere, ancorché condivisibile dal punto di vista dell'economia di scala e per tanti altri motivi, occorre interpellare l'Assessore, ma, soprattutto, devono essere interpellati gli Enti locali per non creare ulteriori fibrillazioni in un'ASL indubbiamente "vivace" per conflittualità campanilistiche, fatto comunque positivo, non me ne vogliano i cittadini della zona.
I lavori previsti - cosa che ribadisco a prescindere dal fatto che si è già in campagna elettorale - e finanziati dall'art. 20 della legge 67/88 sia per Novi sia per Ovada sia per Acqui, saranno portati tutti a termine non c'è alcuna intenzione, da parte dell'Assessorato, di non concluderli.
Ribadisco come ultima cosa, e me ne dava conferma l'Assessore Cavallera (Assessore Cavallera mi sorprende il fatto che lei non sia tra i firmatari dell'interpellanza), che la Fondazione ha assicurato la disponibilità dei fondi; vi è quindi, oltreché l'augurio, la quasi certezza che entro il mese di febbraio avranno inizio i lavori all'ospedale.
Presidente, ribadisco che, secondo quanto a mia conoscenza, le interpellanze dovrebbero concludersi con l'illustrazione dei presentatori e la risposta dell'Assessore; oggi, invece, si è aperto un vero dibattito generale sulla Sanità, anche se, personalmente, ne sono ben lieto.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benso, Cavaliere, Cotto, Farassino Galli, Marengo, Rubatto, Simonetti e Spagnuolo.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 27, 28, 29, 30 aprile 1998 e del 4, 5, 6, 12, 19 maggio 1998, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Abbiamo discusso un'interpellanza; dovremmo ora passare all'esame di qualche deliberazione; in sede di Conferenza di Capigruppo si era deciso di discutere una serie di provvedimenti.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ricordo la serie di interrogazioni segnalate da tutti i Gruppi. Propongo pertanto che la mattinata venga dedicata al punto inerente alle interrogazioni e interpellanze.



PRESIDENTE

Colleghi, vorrei togliere spazio al dibattito, ma ricordo che si tratta di proposte di deliberazione che dovrebbero passare all'unanimità; potremmo esaminarle subito e riprendere successivamente il punto inerente alle interrogazione e interpellanze.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sono dell'opinione di mantenere la consuetudine dell'esame delle interrogazioni durante la mattinata. Colgo l'occasione per risegnalare un'interrogazione già segnalata in sede di Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

In quella sede, in realtà, non avevamo fissato alcun termine. Quando in sede di Conferenza dei Capigruppo, si individuano degli argomenti, credo debba essere lasciato al prudente apprezzamento del Presidente individuarne i tempi.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, credo sia impossibile proseguire in questo modo. Si è detto che si sarebbero discusse le interrogazioni; mi rendo conto che è difficile condurre i lavori di questo Consiglio, però non può passare dall'esame delle interrogazioni a quello di una serie di deliberazioni e poi ritornare alle interrogazioni. Concluda il punto inerente alle interrogazioni e interpellanze, dopodiché, se ritiene passiamo ai punti da lei elencati quali argomenti che hanno già ricevuto il consenso della quasi totalità dei Gruppi Consiliari.
Ammesso che sia così - personalmente, su alcune deliberazioni vorr intervenire - le chiedo di proseguire con l'o.d.g. così com'era stato detto; diversamente, creeremmo un precedente che potrebbe portare ancor più confusione ai futuri lavori del nostro Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, a questo punto diventano inutili le riunioni della Conferenza dei Capigruppo. Si era stabilito che la mattinata sarebbe stata dedicata alle deliberazioni e ad eventuali proposte di legge e che il pomeriggio, invece, si sarebbe passati alle interrogazioni ed interpellanze.
Inviterei a proseguire l'esame dei provvedimenti; diversamente, anzich essere un'assemblea legislativa, la nostra diventa esclusivamente un'assemblea che si perde solo in discussioni, il che non mi sembra opportuno.



PRESIDENTE

Se non si trova un accordo, potremmo presentare una mozione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea, ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Concordo con il Consigliere Ghiglia: la Conferenza dei Capigruppo aveva deciso di discutere in primo luogo le deliberazioni. Questa mattina per non a causa nostra - si è cambiato o.d.g., non potendo esaminare deliberazioni e leggi. Vista l'inversione dell'o.d.g. credo la si debba mantenere e proseguire con l'esame delle interpellanze.
Ripeto: non siamo noi ad aver proposto l'inversione dell'o.d.g., ma il Presidente del Consiglio, poiché la maggioranza non era in grado di garantire il voto alle leggi. Per parte nostra, Il numero legale l'abbiamo garantito - nessuno ha chiesto la verifica del numero legale; mancavano i voti della maggioranza, e questo non è problema nostro. Questo il motivo dell'inversione dei punti all'o.d.g.
Poiché l'inversione è stata accettata, credo si debba proseguire in questo senso fino in fondo: non è serio che quando la maggioranza raggiunge il numero legale decida quello che vuole. E' altrettanto poco serio che il Consigliere Ghiglia, normalmente attento a queste cose, sollevi il problema adesso e non l'abbia fatto all'inizio di seduta, quando si è decisa l'inversione - comprendendone il motivo.



PRESIDENTE

Credo siano stati individuati degli argomenti che non dovrebbero suscitare particolari criticità.
Tra le interrogazioni richiamate c'è la n. 2106 del Consigliere Riba relativa al Comune di Quincinetto, per la quale, però, non c'è la disponibilità della Giunta.
Scusate, io non chiedo mai il silenzio totale ma, realisticamente, un brusio contenuto, per cortesia! Come dicevo, sull'interrogazione n. 2106 non c'è la disponibilità della Giunta. Dovremo quindi esaminare l'interrogazione n. 2332 del Consigliere Saitta, relativa alla Rete Telematica Piemontese. Vi sono anche alcuni ordini del giorno da iscrivere all'o.d.g.
Possiamo passare all'iscrizione di questi ultimi.



(Intervento del Consigliere Montabone fuori microfono)



PRESIDENTE

Prassi conosciuta da quest'aula è l'intervallare interpellanze e interrogazioni con deliberazioni, non è la prima volta che succede.



MONTABONE Renato

E' una prassi conosciuta soltanto da lei, Presidente!



PRESIDENTE

No, è conosciuta dall'aula, è conosciuta dall'aula da quasi tre anni.



MONTABONE Renato

Verifichiamo quante volte abbiamo seguito questa procedura. Mai!



PRESIDENTE

La prassi è conosciuta, mi creda.



MONTABONE Renato

Conosciuta da lei!



PRESIDENTE

No, è conosciuta dall'aula, da me, come da lei.



MONTABONE Renato

Io non l'ho mai visto fare.



PRESIDENTE

Allora non ha memoria attenta.
Chiederei di passare al punto 5) all'o.d.g.



MONTABONE Renato

Scusi, Presidente...



PRESIDENTE

Vuole presentare una mozione d'ordine?



MONTABONE Renato

Certo.



PRESIDENTE

Bene. Chi è d'accordo nel...



MONTABONE Renato

No, Presidente, vorrei discutere la mozione, se lei permette.



PRESIDENTE

La invito a ricordare gli impegni assunti in sede di Conferenza dei Capigruppo. Comunque, le do la parola: ponga la sua mozione.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, intanto alla Conferenza dei Capigruppo non ho assunto l'impegno da lei rilevato: probabilmente, sono andato via prima.
Non importa: l'impegno è stato assunto. Questa mattina, quando ci siamo presentati in aula, la maggioranza non ha permesso che venisse mantenuto.
Lei è quindi passato alla discussione delle interrogazioni; prosegua dunque, con le interrogazioni; successivamente si proseguirà con le deliberazioni. Oppure dica che il punto relativo alle interrogazioni è interpellanze è concluso.



PRESIDENTE

Lei vuole formalizzare l'inversione dell'o.d.g.? Perché, vedete, cari colleghi...



MONTABONE Renato

E' lei che deve formalizzare l'inversione!



PRESIDENTE

No, non c'è alcuna esigenza di formalizzazione. Si era deciso di individuare degli argomenti (interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno), dando poi una successiva indicazione; credo spetti al prudente apprezzamento del Presidente, per favorire la più ampia rappresentanza di tutte le forze e i Gruppi politici in aula, iniziare i lavori del Consiglio con l'esame delle interrogazioni, come normalmente viene fatto, anche se ci sono esempi in senso contrario.
Credo anche non fosse questo lo spirito con cui si doveva svolgere la riunione di oggi, ovvero interferire con delle capziosità - mi permetta Consigliere.



MONTABONE Renato

Presidente, io me ne vado via!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta, ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

E' lei che è capzioso, non noi, abbia pazienza, Presidente! Presidente, prosegua i lavori come vuole: lo giri, lo disfi, tanto...



PRESIDENTE

Consigliere Montabone, lei non ha la parola. Chieda la parola; gliela darò come ho sempre fatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Credo che il collega Montabone abbia perfettamente ragione...



(Il Consigliere Montabone interviene fuori microfono e successivamente abbandona l'aula)



SAITTA Antonino

...che il Presidente debba attenersi ad una consuetudine già consolidata; non può decidere, sul momento, l'andamento dei lavori.
Nella Conferenza dei Capigruppo non è stato assunto alcun impegno così come lei lo ha formalizzato; sono stati invece individuati degli argomenti (le deliberazioni) sui quali non avrebbe dovuto esserci discussione, in quanto si immaginava una votazione unanime. Questo, naturalmente, non vuol dire che dovessero essere anticipati al mattino.
Ritengo utile, anche per il buon andamento dei lavori, mantenere la consuetudine di dedicare la seduta del mattino alle interrogazioni. La invito a rispettare questa modalità ed anche a chiedere al Consigliere Montabone di rientrare in aula.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione n. 2332 del Consigliere Saitta, inerente a "Rete Telematica Piemontese"


PRESIDENTE

La Giunta è disponibile a rispondere all'interrogazione n. 2332 relativa alla Rete Telematica Piemontese.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Visto che l'interrogante non la illustra, faccio io la parte dell'interrogante?



PRESIDENTE

L'interrogazione non viene illustrata poiché è conosciuta dalla Giunta.
Assessore Masaracchio, può rispondere.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Ma non posso chiedere nulla? Loro chiedono tutto. Sto chiedendo la cortesia di illustrare l'interrogazione, perché quello che ho letto sui giornali...



PRESIDENTE

Dia la risposta, Assessore.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

No, signor Presidente, e mi rivolgo anche ai colleghi Consiglieri: le gabbie devono valere per tutti; questo Consiglio regionale è diventato un tribunale ostativo nei confronti della Giunta e comunque non si tiene in considerazione che nel dibattito ci possono essere opportunità e convenienze. Di volta in volta, se interviene un certo tipo di elasticità s'instaurano buoni rapporti che nella politica non possono essere sottovalutati solo perché c'è dell'acrimonia nei confronti di una politica "politicantata", anche attraverso i giornali, che si traducono in strumento di politica e non d'informazione. Non mi riferisco soltanto all'argomento in questione, ma anche, per esempio, - i colleghi Consiglieri mi scuseranno se tratto altro argomento per un attimo - per quanto riguarda i cosiddetti "viaggi" in Australia (con i canguri) o altrove, senza verificare per quale motivo la Giunta, per espletare le proprie attività amministrative, si sposta fuori dai confini del Piemonte, foss'anche in Lombardia o in altra Regione...



SAITTA Antonino

Questa è la risposta all'interrogazione?



SUINO Marisa

E' fuori tema, Assessore!



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Ho chiesto scusa e venia! Ho detto: "chiedo scusa ai colleghi se parlo anche di questo".



SAITTA Antonino

E' una sua valutazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

...dopodiché nessuno mi ha detto di non parlare, me lo state dicendo adesso! Comunque, ho detto quanto volevo dire! Insomma!



(Commenti dei Consiglieri Saitta e Suino)



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Siamo in politica tutti almeno dall'altro ieri; non siamo nuovi nemmeno all'opposizione! A volte ci capita - chiedo scusa ai colleghi se dico anche questo - di essere oppositori di noi stessi.
Do lettura della risposta all'interrogazione.
"Premesso che: nella seduta del Consiglio regionale del 17 novembre u.s. è stato approvato a maggioranza l'aumento di capitale della RTP S.p.A., proposto dalla Giunta regionale a fine settembre, per una spesa di oltre mezzo miliardo di lire Evidenziato che il Consiglio d'amministrazione di RTP nel 1997 aveva accolto la proposta del suo Presidente...



SAITTA Antonino

Questo è il testo dell'interrogazione!



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Come! Non posso leggerla? Non posso leggere le interrogazioni? Mi è proibito anche di leggere le interrogazioni?



SAITTA Antonino

Ma no! Io ho chiesto la risposta...



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Non posso io ri-registrare nel mio cervello gli argomenti per essere più puntuale?



SAITTA Antonino

Allora le illustro l'interrogazione!



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Il Presidente non ha voluto; i Consiglieri non hanno voluto: quindi, lo faccio io.



SAITTA Antonino

No, io volevo! Mi è stato impedito.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Ma è ostativo il fatto che io legga il testo della sua interrogazione?



SAITTA Antonino

Ma no, assolutamente.



PRESIDENTE

Per favore, colleghi! Non deve essere una chiacchierata fra voi.



SAITTA Antonino

Appunto! Io avevo chiesto di illustrare l'interrogazione, dopodiché ho chiesto la risposta.



PRESIDENTE

Assessore, dia la risposta.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Ma io la do come la so dare, signor Presidente! Permettete che dia la risposta come la so dare?



(Commenti del Consigliere Saitta)



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

E allora! Ho bisogno di rileggere il testo, parola per parola, onde evitare di andare nel pallone.



PRESIDENTE

Vada avanti, Assessore.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Quando "va in pallone" un Consigliere della maggioranza oppure un Assessore diventa un fatto gravissimo; quando succede ai Consiglieri dell'opposizione è tutto normale! "Evidenziato che: il Consiglio d'amministrazione della RTP nel 1997 aveva accolto la proposta del suo Presidente ed amministratore delegato, signor Massimiliano Motta, dal 1996 rappresentante della Regione Piemonte nel Consiglio d'amministrazione, di aumentare la sua indennità annua da 20 milioni a 80 milioni di lire nell'ottobre scorso, il rappresentante dell'azionista San Paolo ha espresso dubbi circa la legittimità di tale procedura, dal momento che la decisione dell'aumento di indennità avrebbe dovuto essere di competenza dell'Assemblea dei soci".
Risposta sic et simpliciter: non esiste a verbale una dichiarazione del rappresentante del San Paolo di Torino; il Presidente della RTP, a nome e per conto della RTP, ha segnalato al responsabile e al San Paolo la cosa perché nel procedimento di tutto ciò che riguarda il normale rapporto di competenze si provveda a verificare se questo risulta a verità oppure no.
Dopodiché su questo punto non devo dare alcuna risposta diversa da quella che ho dato.
Poi ci saranno anche, nel caso in cui non si sia adempiuto esattamente alla propria responsabilità a latere, procedure che si vorranno attivare non certamente da parte della Giunta o della Regione, ma dal Consiglio d'amministrazione e dallo stesso Presidente della RTP.
"Appreso inoltre che in relazione all'attività della società in oggetto, lo stesso Presidente della RTP, sig. Massimiliano Motta, si sarebbe rivolto ad esponenti politici nazionali per intervenire sulle scelte della Giunta regionale, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta, Ghigo...



MIGLIETTI Franco

Presidente, non si riesce a capire che cosa dice il Vicepresidente della Giunta! Dato che ci sono problemi sulla questione, vorrei per cortesia che fosse scandita in modo chiaro ogni parola in modo che io possa capirla!



PRESIDENTE

Vicepresidente Masaracchio, mi consenta. Io non posso...



MIGLIETTI Franco

Io ho chiesto di poter firmare l'interrogazione del collega Saitta. Mi dica, Presidente, perché ciò non è possibile!



PRESIDENTE

Consigliere Miglietti, io le farò firmare l'interrogazione quando arriverà la copia autentica. Non posso farle firmare una fotocopia, la prego! Gliel'ho anche detto.
Il Vicepresidente Masaracchio risponde con la voce che ha.



MIGLIETTI Franco

Allora, per cortesia, faccia zittire l'aula: vogliamo sentire!



PRESIDENTE

Io tento sempre, e lei lo sa. Prego l'aula di stare in silenzio.



MIGLIETTI Franco

E poi se per cortesia ci fa avere una copia della risposta dell'Assessore...!



SALERNO Roberto

Usa un altro tono, però!



PRESIDENTE

Consigliere Miglietti, provvederò a soddisfare la sua richiesta.



SALERNO Roberto

Non sei a casa tua! Usa un altro tono!



MIGLIETTI Franco

Io uso il tono che voglio!



PRESIDENTE

Per favore, Consiglieri!



SALERNO Roberto

Abbassa il tono della voce!



PRESIDENTE

Consigliere Salerno, lascia perdere! Sono io che dico di abbassare il tono della voce! Per gentilezza, cerchiamo di andare avanti nei nostri lavori con un po' di calma. Grazie.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Mi chiedo come possa succedere che gli atti del Consiglio messi a disposizione dei colleghi Consiglieri dalla Segreteria della Presidenza del Consiglio non siano a conoscenza dei colleghi. Me lo chiedo. Potrei avere anche una voce diversa e un timbro diverso di voce, ma è certo che è un atto ufficiale di cui si dovrebbe avere conoscenza.
L'altro quesito, che viene posto al Presidente della Giunta, è in questi termini: "come giudichi tale atteggiamento e se non ritenga di stigmatizzarlo ufficialmente ritirando la fiducia espressa al signor Motta quando lo ha indicato suo rappresentante, soprattutto in relazione al fatto che in un recente caso analogo, per l'aumento degli emolumenti ai componenti dell'esecutivo di Finpiemonte, la decisione era stata assunta dall'assemblea della società su proposta del Presidente Ghigo".
Per quanto riguarda questo punto è la differente impostazione dello Statuto dell'uno o dell'altro Ente che impone una cosa anziché un'altra.
Quindi Finpiemonte aveva tutti i titoli e il Presidente ha avuto tutti i titoli di interferire per l'aumento della retribuzione, del riconoscimento a un nominato.
Invece, per quanto riguarda RTP, nello Statuto questo elemento non esiste e ci ha pensato il Consiglio d'amministrazione.
Queste le risposte fornite in un ambito di semplicità. D'acchito, posso fornire al collega Consigliere l'intera relazione che riguarda i casi trattati, e, se del caso, una brochure da cui si rileva che quelle della RTP sono attività congruenti e che vanno trattate con il dovuto rispetto.
Per quanto riguarda la richiesta relativa alla lettera interferente con personaggi politici o con rappresentanti politici, le faccio presente egregio Consigliere Saitta, che la partita riguarda anche il settore sanità in quanto il CSI aveva ricevuto dall'Assessore D'Ambrosio, in data 12 marzo 1997, una richiesta per un programma che coinvolgesse i medici di base: quindi, attività nel sociale di collegamento con le attività della sanità.
Il CSI in data 2 aprile 1997 ha scritto alla RTP in riferimento a: "indagine su i prodotti informatici di supporto all'attività dei medici di medicina generale", chiedendo di creare un programma che soddisfacesse questa esigenza.
Il 23 aprile 1997 il CSI riscrive alla RTP ribadendo i concetti di base per il programma, trascinandosi le attese da parte dell'Assessorato alla sanità che avrebbe voluto approfondire l'argomento con altri possibili fornitori: così è nata l'iniziativa personale del Presidente della RTP di interessare quanti nella politica e nel sociale, e quindi nelle attività produttive, si occupano di tali problematiche.
Ne approfitto per evidenziare quanto riguarda l'attività del CSI poiché durante lo scorso dibattito consiliare se n'è fatto caso specifico quasi si trattasse di una partecipata del tutto fallimentare; faccio rilevare, con l'occasione, che la RTP si trovava già dal 1990 in una condizione piuttosto pesante sul piano della gestione.
Infatti, la perdita di esercizio del '90 è stata di 210 milioni e mezzo, nel '91 di 787 milioni 887 mila, nel '92 di 1 miliardo 294 milioni nel '93 di 822 milioni, nel '94 di 497 milioni. Successivamente, subentrata la gestione della RTP da parte del nuovo Consiglio di amministrazione presieduto dal dott. Massimiliano Motta, si è invece registrato un incremento di 23 milioni nel '95 e di 39 milioni nel '96. Nel '97 considerando tutti i progetti e i programmi a disposizione dell'utenza, nel caso in cui si archiviasse il contratto di sviluppo delle attività, la perdita sarebbe di 151 milioni.
Si è quindi determinata la necessità di un potenziamento strutturale che darebbe ragione a quanto richiesto da parte del CSI alla RTP.
Allo stato attuale delle cose (ovvero al 19/10/98: non ne ero a conoscenza in precedenza poiché il bilancio viene chiuso, verificato e reso ufficiale alla fine di dicembre di quest'anno) la RTP si ritrova ricavi che ammontano a 776 milioni, ripartiti nel modo seguente: ricavi per prestazioni di servizi 537 milioni, ricavi per vendita hardware 117 milioni, ricavi per noleggio hardware 41 milioni e ricavi per vendita software 68 milioni. Addirittura è in corso un'attività di collaborazione con la Regione Lombardia per un contratto di 3 miliardi: il CSI avrà un utile di 1 miliardo di incasso.
Tutta questa attività di produzione nell'ambito della ristrutturazione e del potenziamento della RTP - che si spera maggiore di quanto non sia stato nel passato, anche in collegamento con il CSI - sta determinando la funzione del tutto positiva di una nostra partecipata, così come avevo accennato in Commissione in altra occasione.
Vedremo, nell'ambito del monitoraggio di tutti gli enti strumentali quale dovrà esserne il destino produttivo, considerandone anche l'utilità nel territorio per gli Enti locali - per il pubblico e per il privato - al fine anche di un ritorno nel Piano di sviluppo regionale, che si spera venga approvato dal Consiglio.
Metto a disposizione del Consigliere Saitta la relazione, assai articolata, che ci è giunta dalla RTP.
Sappiamo che il giorno 11 ci sarà la riunione del Consiglio di amministrazione della RTP davanti a un notaio, com'è prescritto per la parte straordinaria. In quella sede si provvederà all'esame dell'aumento di capitale, in piena collaborazione fra i componenti del Consiglio di amministrazione, responsabili rappresentanti dei soci dell'assemblea della stessa RTP. Come si sa, si tratta di soci altamente qualificati e dei quali non si può assolutamente dubitare.
Farò pervenire la relazione; ho anche una copia della brochure di RTP da cui si possono rilevare elementi utili per un'attenta valutazione diversa da quella che è stata fatta fino ad ora. Se il Presidente del Consiglio lo riterrà opportuno, sarà fatta richiesta perché tutti i Capigruppo ne abbiano una copia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, sapendo benissimo quanto sto dicendo e non lasciandomi prendere dalla foga, credo di dover subito accusare l'Assessore Masaracchio di essere incompetente e bugiardo.



PRESIDENTE

Vorrei che lei moderasse i termini, grazie.



SAITTA Antonino

Ribadisco quanto ho detto e lo dimostrerò; non si può rispondere in questa maniera ad un'interrogazione. Dimostrerò perché è bugiardo e perch è incompetente.
Incompetente perché non sono gli Statuti a stabilire qual è l'organo che decide l'indennità del Presidente del Consiglio di amministrazione.
Tale indennità è definita dalle assemblee degli azionisti - Codice Civile e non dagli Statuti delle società. L'Assessore delegato alle partecipate dovrebbe saperlo; mi pare sia così, Codice Civile alla mano. Io non so cosa "racconta" questo signor Motta, ma è il Codice Civile che stabilisce queste cose.
Rilevo inoltre una grande contraddizione, laddove si parla, ad un certo punto, di "assemblea" e poi di "Consiglio di amministrazione". Si è trattato, in realtà, di decisione del Consiglio di amministrazione, che successivamente ha richiesto una ratifica. In ogni caso, nella seduta preparatoria dell'assemblea per ratificare l'aumento dell'indennità del Presidente da 20 milioni a 80 milioni e del Consiglio di amministrazione da 200 a 300 ila lire per seduta (in una società in cui il costo del personale ammonta a 14 milioni), il rappresentante della Fondazione San Paolo - e non solo lui - ha espresso qualche dubbio e perplessità sul fatto che il Consiglio di amministrazione avesse deciso una cosa simile. Non per nulla poi, si è deciso di farla ratificare successivamente dall'assemblea, che è la sede più adatta.
L'Assessore, quindi, sotto questo aspetto è incompetente.
Bugiardo: perché, Assessore? Bugiardo perché lei, la volta scorsa, ci ha fatto credere e ci ha spiegato che l'aumento di capitale era necessario perché sicuramente alla RTP sarebbe stato affidato il progetto di informatizzazione dei medici di base - se ritiene, le leggo il suo intervento. In seguito, ci ha fatto pervenire il materiale con cui il dott.
Motta illustra il progetto, in collaborazione con il CSI.
L'Assessore D'Ambrosio ha detto chiaramente che non v'è volontà di affidare alla RTP alcunché e che procederà ad indire una gara d'appalto.
Personalmente, non so a chi fare riferimento; lei ci ha detto che l'aumento di capitale era in funzione di tale commessa e che, quindi, la Regione aveva già assunto una propria decisione; lei è Assessore della Regione Piemonte, non è il segretario del Presidente della RTP. Lei Assessore agli Enti strumentali, ci ha più volte ribadito che una delle commesse di RTP per riprendere quota, per un possibile aumento del capitale stava proprio nel progetto di informatizzazione dei medici di base.
L'Assessore D'Ambrosio mi ha telefonato e mi ha detto che non è assolutamente questa la volontà della Giunta: allora, perché l'aumento di capitale? Per pagare lo stipendio al Presidente della RTP? Per quale motivo? Che senso ha che si immagini - com'è stato - di affidare un lavoro al CSI e che quest'ultimo ne deleghi una parte alla RTP? E' questa la funzione strategica della RTP? La funzione strategica della RTP è lavorare per qualche circoscrizione di Torino? Fate l'elenco delle commesse di questa società! Non ultima, la banalità con la quale lei sostiene che il Presidente della RTP si è rivolto ad organismi sociali e politici: tutto ciò è assai grave. Personalmente, rispetto al comportamento del Presidente della RTP immaginavo una sua censura e, soprattutto, una censura da parte del Presidente Ghigo.
I fatti sono andati diversamente. Le lascio tutta la documentazione che forse il Presidente della RTP, di cui lei si fida ciecamente, non le ha consegnato.
Cos'è capitato? Il Presidente della RTP, nella disperata ricerca di commesse per l'inesistente società fantasma - senza personale - ha concordato con i funzionari dell'Assessorato regionale alla sanità, nel mese di febbraio del 1997, il progetto di informatizzazione degli studi di medicina generale e delle farmacie, con il consenso dell'Assessore D'Ambrosio. Il signor Motta si è dunque recato presso i nostri uffici e si è incontrato con gli Assessori con i quali ha concordato il progetto di informatizzazione. Non per nulla l'Assessore alla sanità inviò lo stesso progetto al CSI per chiedere un'offerta economica...



(Intervento fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



PRESIDENTE

Assessore D'Ambrosio, lasciamo finire l'intervento al collega Saitta.



SAITTA Antonino

Le do tutte le dimostrazioni, Assessore, se me ne dà il tempo.
Lei concordò, l'Assessorato concordò, i suoi Uffici concordarono; se vuole le dico anche i nomi dei funzionari e dei suoi consulenti...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sono io che concordo, non i miei funzionari...



SAITTA Antonino

Bene: lei, con i suoi consulenti d'informatica, concordò il progetto di informatizzazione degli studi di medicina generale e delle farmacie attraverso la RTP; progetto che venne inviato al CSI per un'offerta tecnica ed economica.
Non vorrei sembrare presuntuoso, ma desidererei la presenza del Presidente della Giunta regionale, che ritengo fortemente chiamato in causa visto che è stato totalmente ignorato dai suoi Assessori - spero non sia così. Richiedo dunque la presenza del Presidente perché quanto dirò è molto grave.



(Il Consigliere Saitta sospende brevemente il proprio intervento aspettando che il Presidente della Giunta regionale, Ghigo, entri in aula)



SAITTA Antonino

Stavo rilevando, Presidente Ghigo, che alcuni comportamenti dei suoi Assessori non sono coerenti con i fini istituzionali della Regione.
Probabilmente, come Gruppo richiederemo un suo intervento, per sospendere alcune deleghe attribuite ai suoi Assessori.
Vedo che il Presidente non è ancora rientrato: avrà modo di leggere quanto dirò o qualcuno gli riferirà; spero non lo faccia il Vicepresidente Masaracchio, poiché, come parte in causa, penso non sia in grado di riferire con obiettività.
Dunque: nel febbraio 1997 venne inviata dall'Assessorato alla sanità al CSI Piemonte la richiesta di offerta tecnica economica del progetto concordato con la RTP. Nell'estate 1997 la Regione ricevette l'offerta richiesta, che venne esaminata dagli Uffici dell'Assessorato alla sanità ed in modo particolare dal Settore Verifica Servizio Sanitario Nazionale successivamente, il dirigente scrisse all'Assessore alla sanità D'Ambrosio, naturalmente riferendosi al progetto di cui si è detto. Quindi l'Assessore era perfettamente al corrente di questo fatto.
Cosa rileva questo funzionario nell'agosto del 1997? Rileva che l'offerta del CSI, dal punto di vista economico, non è assolutamente vantaggiosa e che in alcune ASL del Piemonte, in modo particolare una, per un lavoro simile le offerte erano state assai più basse.
Inoltre, ritiene improprio e persino illegittimo - ma questa è una valutazione del dirigente - che un progetto, in un primo tempo affidato al CSI, venga successivamente, seppure in parte, assegnato alla RTP - questo quanto scritto nella lettera del dirigente - e che venga stabilito un programma ed un sistema di informatizzazione che consenta soltanto ad un altro privato della RTP di poter intervenire. Si conclude l'osservazione dicendo: "Consiglio di non procedere in questo senso: è meglio indire una gara pubblica"; quindi, è meglio ricorrere al mercato sia per stabilire il progetto nella sua complessità di informatizzazione sia per poterlo realizzare.
In ogni caso, dopo l'incontro con il dirigente della RTP e con il CSI si ritiene che il passaggio alla Rete Telematica Piemontese (da parte del CSI) sia illegittimo. Lettera datata 4 agosto.



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, le ricordo che è in discussione un'interrogazione: la prego di rispettare i tempi previsti.



SAITTA Antonino

Lo so, Presidente, chiedo scusa se oltrepasso i termini: credo però ne valga la pena. Se lei non ritiene, non parlo.



PRESIDENTE

Continui, Consigliere.



SAITTA Antonino

Il 9 agosto, con tempestività incredibile, il Presidente della RTP interviene sulla relazione del dirigente. Quindi, il signor Motta (un estraneo, non un Consigliere regionale, un Assessore regionale o il Presidente della Giunta: il signor Motta) riceve una lettera contenente rilievi e contestazioni di un dirigente della Regione, che contesta, punto per punto.
Immagino che nei quattro giorni dal 5 al 9 agosto l'Assessore alla sanità, oppure qualcun altro, abbia portato a conoscenza della lettera un estraneo all'Amministrazione regionale. Non ci sono altre spiegazioni.
Questa la domanda che vorrei porre al Presidente della Giunta regionale, se fosse presente: è questo il metodo usato? Le lettere di valutazione delle offerte economiche vengono portate a conoscenza di esterni? (per esempio, della RTP, società per azioni a partecipazione regionale, ma anche privata?) E' questa la modalità? Come giudica Presidente, questo fatto? E cosa dice, di questo, il signor Motta? Dice cose gravissime: che il Vicepresidente Masaracchio "sa", che l'Assessore D'Ambrosio "sa", che il collega Ghiglia "conosce", che l'Avvocato Majorino "conosce". Il signor Motta - Presidente della RTP - su carta intestata RTP, scrive all'Assessore D'Ambrosio e, per conoscenza, anche all'onorevole Ugo Martinat. La lettera inizia dicendo: "Il presente documento ha lo scopo di manifestare il nostro disappunto riguardo alla relazione del dirigente del 4/8 ultimo scorso".



PRESIDENTE

Noto che qui si stanno facendo diversi nomi; dovremmo passare in seduta segreta. Se l'aula non lo ritiene, non lo faccio.



SAITTA Antonino

Sto leggendo lettere note anche all'esterno, ne è a conoscenza persino l'on. Martinat...



(Commenti del Consigliere Ghiglia fuori microfono)



SAITTA Antonino

L'Assessore Masaracchio avrebbe potuto rispondere in modo puntuale...



(Commenti del Consigliere Ghiglia fuori microfono)



SAITTA Antonino

Capisco il tuo fastidio per il collega Motta, del tuo partito: capisco perfettamente.
Il signor Motta, Presidente della RTP, il 9 agosto scrive: "Il presente documento ha lo scopo di manifestare il nostro disappunto riguardo alla relazione del dirigente del 4/8". Motta contesta punto per punto, accusa il dirigente di voler turbare la procedura per l'affidamento dei lavori contesta tutte le osservazioni mosse e conclude sostenendo che l'unica strada possibile è la realizzazione del suo progetto attraverso il CSI e la RTP.
Questa la situazione: la valutazione la lascio ai colleghi. Che senso ha che il signor Motta scriva all'onorevole Ugo Martinat e ai Consiglieri di AN? Per informare i colleghi di partito? O forse si tratta di modalità per poter intervenire sulle scelte che dovrà compiere l'Assessorato alla sanità? E' mia opinione che quella lettera qualche effetto l'abbia sortito visto che la relazione del collega Masaracchio della scorsa seduta informava che la commessa per l'informatizzazione non avverrà secondo le indicazioni del dirigente regionale, ma sarà affidata al CSI e alla RTP.
Leggete, colleghi, sul verbale della volta scorsa le dichiarazioni del collega Masaracchio e la relazione presentata e allegata al bilancio leggete la motivazione dell'aumento di capitale.
Dunque, la lettera scritta dal signor Motta all'onorevole Martinat qualche effetto l'ha sicuramente provocato, a meno che non sia vero quanto detto dall'Assessore Masaracchio la volta scorsa (e sia vero, invece, ci che sostiene l'Assessore D'Ambrosio). Ma se il Vicepresidente ha mentito in realtà ci ha chiesto di votare un aumento di capitale basato su una commessa inesistente.
Se ha ragione l'Assessore Masaracchio, quest'ultimo ci ha mentito e ci ha costretti ad assumere una decisione su un fatto inesistente. Se è vero quanto sostiene invece l'Assessore D'Ambrosio, ovvero che si procederà con una gara d'appalto, la situazione evidenzia un'incoerenza e un'incompatibilità tali per cui credo che il Presidente della Giunta regionale debba intervenire, ritirando la delega a uno dei due Assessori per aver spudoratamente mentito in quest'aula.



PRESIDENTE

Vorrei precisare una cosa. A me, che appartengo allo stesso partito del sig. Motta, non è arrivata alcuna lettera. Lei, collega Saitta, ha detto che è arrivata a tutti i consiglieri del mio partito: a me, invece, non è arrivato alcunché.
All'interrogazione in esame si è aggiunta la firma del Consigliere Miglietti, che ha pertanto facoltà di intervenire.



MIGLIETTI Franco

Mi scuso per lo "scatto" avuto prima, poiché ritenevo mi fosse negato il diritto di apporre la mia firma all'interrogazione. Normalmente, sono più sereno.
Non ho alcunché da aggiungere a quanto detto dal Consigliere Saitta, se non un suggerimento, già dato la volta scorsa agli Assessori competenti e alla Giunta, sull'assoluta inopportunità dell'aumento di capitale soprattutto in virtù di un bilancio (stamattina il Vicepresidente Masaracchio ha rilevato dati diversi, che dovremo analizzare) che non giustifica nel modo più assoluto che il Presidente di una società, dopo che l'assemblea ha stabilito un compenso di 20 milioni l'anno, si veda riconoscere dal Consiglio di Amministrazione tre tranche da 20 milioni portando il compenso stesso a 80 milioni - che l'assemblea avrebbe sicuramente respinto. Si è quindi adottato lo stratagemma del far approvare l'aumento di 60 milioni annui al Presidente al Consiglio di Amministrazione, per poi portarlo in ratifica all'Assemblea, a cose fatte.
Di fronte a certi comportamenti chiedo una censura da parte del Governo regionale; ci sono fatti che possono essere tollerati, ma ve ne sono altri che superano ogni limite.
Personalmente, ritengo che la RTP possa avere una sua funzione - quando sarà "sfrondata" da tutte le cose che sono state testimoniate - come compartecipata del CSI; infatti, non esiste una sola ragione che permetta di mantenere la RTP come compartecipata della Regione Piemonte, visto che il CSI è lo strumento che si è dato la Regione Piemonte per quanto riguarda l'informatica e la telematica: il trattamento dei dati. Probabilmente, non sarebbe avvenuto quanto è avvenuto se si fosse intrapresa la strada maestra anziché quella "di campagna" - ovvero che la compartecipazione fosse assegnata al CSI S.p.A. Dunque, compartecipazione dei privati alla gestione di un settore attualissimo, quello del software, e conseguentemente necessità di specializzazione in campo informatico.
Chiedo che il problema venga ripensato e che ci sia una risposta all'interrogazione nel senso seguente: è negli obiettivi dell'Assessore competente portare le azioni della RTP in capo al CSI - e quindi svincolare la Regione dalla compartecipazione - ovvero al Consorzio che la Regione si è data per quanto riguarda il trattamento dati? Lascio alle considerazioni dell'aula e alla valutazione degli stessi Assessori il contenuto dell'interrogazione e della relazione sostenuta in precedenza dal Consigliere Saitta. Chiedo all'Assessore di dare all'aula una risposta di merito.
Credo che da quest'aula, stamattina, si debba uscire con idee più chiare, visto che la volta scorsa su alcune omissioni e relazioni assolutamente non pertinenti alla situazione della RTP quest'aula ne ha votato, con la nostra totale contrarietà, l'aumento di capitale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il problema dell'aumento di capitale della RTP (società informatica), secondo il Codice Civile italiano, spetta all'assemblea e al Consiglio di amministrazione. Questo è un dato certo. E' perciò assurdo, politicamente, che l'Assessore regionale non conosca questa precisa norma del Codice.
Come Gruppo non per niente soddisfatti dalla risposta resa dall'Assessore; chiediamo quindi che l'argomento venga approfondito anche per la delicatezza e la complessità della materia, come ha evidenziato il collega Saitta.
Inoltre, secondo informazioni rese dallo stesso collega - in base a quanto detto anche dall'Assessore D'Ambrosio - l'Assessore era informato del fatto che un dirigente regionale del settore sanità ritenesse inopportuno l'affidamento alla RTP del progetto di informatizzazione delle Aziende sanitarie ospedaliere. E' fatto gravissimo che un Assessore regionale porti a conoscenza di estranei privati, nella fattispecie del Presidente della RTP, un documento di valutazione interna all'amministrazione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Chi gliel'ha detto che sono stato io?



MORO Francesco

Abbiamo sentito poco fa quanto ha riferito il collega Saitta.
Il nostro Gruppo si riserva di valutare le iniziative da intraprendere per vagliare non solo l'opportunità, ma anche la legittimità sotto il profilo amministrativo nonché penale, del comportamento dell'Assessore.
Analoga valutazione vale anche per il comportamento del Vicepresidente della Giunta regionale.
Riteniamo necessaria, dopo alcune affermazioni fatte in quest'aula, una valutazione più attenta e complessa. Il Gruppo di Rifondazione Comunista si riserva quindi di valutare le iniziative e le soluzioni da adottare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, spero, con il mio intervento di dirimere affermazioni, dubbi e soprattutto alcune insinuazioni fuori luogo, emerse anche nell'ultimo intervento del collega Moro, dal quale si evince che potrei essere stato io a portare degli estranei a conoscenza della risposta del funzionario regionale.
All'inizio del mese di marzo del 1997, la RTP S.p.A. presentava all'Assessorato alla sanità un progetto per l'informatizzazione delle cartelle cliniche dei medici di medicina generale e delle farmacie, con la funzione di teleprenotazione delle visite specialistiche.
Tale progetto fu realizzato in collaborazione con la Federazione italiana medici di medicina generale e con le due organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative degli stessi medici.
Successivamente, in data 12/3/97, unico mio atto ufficiale in tutta la vicenda - ripeto: unico mio atto ufficiale in tutta la vicenda - fu commissionato uno studio di fattibilità al CSI Piemonte, ente strumentale della Regione, nonché gestore di parecchie procedure informatiche delle A.S.L. e dell'Assessorato alla sanità.
Il 24 marzo 1997 pervenne all'Assessorato alla sanità una nota del CSI Piemonte che esplicitava la disponibilità a realizzare lo studio di fattibilità.
Penso sia doveroso leggere quest'unico mio atto ufficiale nella vicenda, quello del 12/3/97, cui accennavo poc'anzi.
Spett. CSI Piemonte - Direzione commerciale/Assistenza clienti.
Oggetto: progetto di informatizzazione degli studi dei medici di medicina generale e delle farmacie.
Nel Piano sanitario regionale per il triennio 1997/1999, attualmente in fase di perfezionamento, è prevista, fra le azioni programmate, una nuova definizione del ruolo del medico di medicina generale e del pediatra.
Nell'ambito di tale azione programmata, uno degli obiettivi è la diffusione della informatizzazione degli studi dei medici di medicina generale e delle farmacie ed il loro collegamento telematico al sistema informativo delle A.S.L., che renda possibile la prenotazione telematica delle visite specialistiche, degli esami di laboratorio o di eventuali ricoveri ospedalieri.
S'invita pertanto il CSI Piemonte a far conoscere a quest'Assessorato la possibilità di avviare uno studio di fattibilità per la realizzazione dell'obiettivo su esposto, tenendo presenti le diverse realtà regionali e nazionali esistenti. (Si tratta di atto pubblico: è a disposizione di chi ne volesse prendere visione).
Nel giugno 1997 pervenne il documento in questione - la risposta del CSI - accompagnato da un'offerta tecnica. In tale offerta il CSI proponeva la realizzazione del progetto in partnership con l'Olivetti-Sanità.
L'offerta non fu accettata perché diversamente - punto molto, molto importante che può dirimere i vari dubbi e le varie ipotesi o altro formulati anche dagli organi di stampa - si sarebbe instaurata tramite l'intermediazione del CSI una trattativa privata con soggetti terzi, in violazione della normativa europea in materia di appalti e di servizi.
(Questo vale anche per la RTP: non è stato fatto con l'Olivetti-Sanità, non poteva essere fatto con la RTP E' noto infatti a tutti voi che solo nei confronti del CSI Piemonte è possibile non applicare tale normativa europea, avvalendosi della sua natura di ente strumentale).
A seguito delle considerazioni di cui sopra, il CSI Piemonte present un'ulteriore offerta tecnico-economica nel novembre 1997, ma decisi di soprassedere, soprattutto per due ordini di motivi. L'offerta economica era sovradimensionata rispetto ai prezzi praticati sul mercato; in secondo luogo era prossima l'approvazione del Piano sanitario regionale, nel quale era stata prevista la costituzione di un'apposita Commissione tecnico regionale, operante presso l'Assessorato alla sanità, con il compito di definire contenuti, tempi di realizzazione e costi previsti per i diversi progetti informatici, fra cui il sistema delle teleprenotazioni. Questo rendeva quindi opportuna la gestione di tale progetto da parte della Commissione medesima, per la quale c'è stato qualche ritardo nella definizione, ma che sicuramente entro il mese di dicembre sarà definita.
In relazione alle dichiarazioni del Consigliere Saitta in aula ed esplicitate attraverso la stampa, e che successivamente il TG3 ha riportato come cosa conclamata e non come oggetto dell'interpellanza presentata dallo stesso Consigliere, riguardante un mio presunto tentativo di favorire la società a partecipazione regionale RTP, commissionandole la realizzazione del collegamento telematico dei medici di famiglia con le Aziende Sanitarie attraverso lo strumento della trattativa privata, mi sento in dovere di precisare quanto segue: Dal mio Assessorato - ribadisco quanto ho detto poc'anzi - non è stato assunto alcun atto in tal senso. I rilievi critici dell'Assessorato facevano riferimento ad un'offerta tecnica che avevo commissionato al CSI Piemonte e non certo alla RTP. Ho deciso comunque di non procedere con il metodo della trattativa privata per l'affidamento di tale commessa al CSI Piemonte - ribadisco, unica realtà, data la sua natura di Ente strumentale con la quale ci è consentito di non applicare la normativa europea in materia di appalti e di servizi - in quanto, a parte alcuni rilievi tecnici sollevati in merito alla formulazione della proposta, la medesima non era economicamente vantaggiosa. Dunque: rilievi tecnici sollevati dai funzionari dell'Assessorato e offerta non vantaggiosa.
Ho quindi deciso di soprassedere, definendo nel Piano sanitario regionale approvato nel dicembre '97 gli obiettivi da raggiungere nell'ambito del sistema informativo sanitario con relativi strumenti (costituzione di un'apposita Commissione tecnica regionale, così come evidenziato al cap. 21 del Piano sanitario regionale).
Per tutte queste considerazioni, ampiamente documentabili, le dichiarazioni del Consigliere Saitta sono da considerarsi prive di fondamento per quanto riguarda atti assunti dal sottoscritto.
Dato che la decisione di procedere con gara europea è maturata nel novembre '97 (mi riferisco alle altre note di stampa), la circostanza che invece, secondo il Consigliere Saitta, tale gara sia stata in realtà sollecitata dalle critiche dallo stesso sollevate, è sicuramente non vera e non trova alcun riscontro oggettivo.
Posso comunicare infine al Consiglio che stiamo per costituire - come ho detto poc'anzi - la Commissione prevista dal Piano sanitario regionale e che l'attuazione del progetto in questione, considerato strategico al fine di offrire un servizio migliore agli utenti, verrà gestito dalla Commissione medesima attraverso lo strumento della gara europea, per le ragioni espresse poc'anzi.
Questo quanto doverosamente dovevo esporre al Consigliere Saitta e al Consiglio in particolare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore D'Ambrosio.



SAITTA Antonino

Presidente, chiedo la parola.



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, trattandosi della discussione di un'interrogazione penso di non poterle ridare la parola.



SAITTA Antonino

Sarò brevissimo.



PRESIDENTE

Farò uno strappo alla regola, da non prendere come abitudine, poich non è cosa simpatica. Prego, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

La ringrazio, Presidente.
Pur non dubitando assolutamente sulle affermazioni dell'Assessore, mi permetto però di rilevare l'enorme contrasto con le decisioni e le posizioni assunte dall'Assessore Masaracchio. questo.
Ho a mie mani il verbale del 17/11/98, con il quale l'Assessore ci illustrava i progetti della RTP al fine di sviluppare la società; tra questi, il progetto MMG (e non Motta, Assessore Masaracchio).
Il Vicepresidente Masaracchio ha detto cose totalmente diverse da quanto affermato oggi dall'Assessore: "Le commesse della RTP sono: informatizzazione della clinica Bernini; servizi alle cliniche; progetto MMG (medici di medicina generale); corsi di formazione" ...
Il progetto ha un proprio dettagliato studio, conforme alle esigenze dei medici di medicina generale". Si sosteneva inoltre che la realizzazione di queste commesse avrebbe consentito alla società un attivo di bilancio.
Il Vicepresidente Masaracchio ci ha riferito cose diverse; non ci ha detto che si sarebbe indetta la gara d'appalto, ci ha detto che il progetto sarebbe stato realizzato dalla società RTP e, a conferma, ci ha successivamente distribuito la relativa documentazione, che ha richiamato in aula la volta scorsa - pag. 14: progetto MMG: questo quanto scrive la RTP il 17/11/98 (e non '97).
Il Piano sanitario regionale, per il triennio '97/99, prevede azioni programmate per una nuova definizione del ruolo del medico di medicina generale e del pediatra. Nell'ambito di tale azione programmata c'è il problema dell'informatizzazione: "... richiamato tutto il processo di informatizzazione, di prenotazione unificata" - e si conclude dicendo: "Questo ... vede la società particolarmente attiva e impegnata grazie ad un accordo specifico di collaborazione con il CSI-Piemonte per la realizzazione della cartella clinica".
Il 17/11/98 l'Assessore Masaracchio ci dice che la RTP ha un accordo e lo dice la Regione, non lo dice il signor Nino Masaracchio, ma il Vicepresidente della Regione - specifico di collaborazione, quindi...



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Infatti, ci sono le lettere di correlazione.



SAITTA Antonino

Scusate, colleghi; capisco l'imbarazzo, ma se ha ragione l'Assessore D'Ambrosio - come io credo - significa che l'Assessore Masaracchio ha detto cose non vere, chiedendo un aumento di capitale su una commessa che RTP non avrà. L'assessore D'Ambrosio ha giustamente deciso di indire una gara, il Vicepresidente ci ha invece detto - il 17 novembre 1998 - che la società arriverà ad un utile individuato per 44,6 milioni proprio per questa commessa di informatizzazione.
L'equivoco - e non solo: la contestazione che mi pare più che consentita, avendo due voci diverse - deriva dall'affermazione del Vicepresidente Masaracchio, tramite il quale il Presidente Ghigo - la Giunta regionale - ci ha informati dell'affidamento alla RTP della commessa.
Dunque, ci è stata chiesta un'opinione sull'aumento di capitale della RTP su un dato falso, che dovrebbe indurre l'assemblea a non dare il proprio assenso, ma a ripensarvi, per porre rimedio, in qualche maniera, ad una palese falsità: la società, senza questa commessa regionale, non riuscirà a realizzare quanto ci è stato indicato.


Argomento: Varie

Visita della scuola elementare Statale "G. Allievo" di Torino , Borgo Vittoria


PRESIDENTE

Consiglieri, non prendete la parola da soli; chiedetela, per gentilezza.
Voglio salutare la scuola elementare "G. Allievo" di Torino Borgo Vittoria, che è venuta a trovarci: "Buongiorno, bambini".


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione n. 2332 presentata dal Consigliere Saitta, inerente a "Rete Telematica Piemontese" (seguito)


PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ovviamente è nella facoltà della RTP, presentando un Piano di sviluppo, prospettare le commesse sulle quali la stessa conta; debbo però ribadire che la RTP, come tale, non poteva avere una commessa direttamente dall'Assessorato - una commessa che si aggira, tra le altre cose, sul miliardo e mezzo/due, non meno.
Ribadisco che questo è fattibile solo con il CSI: in quanto ente strumentale ci è consentito di non applicare la normativa europea in materia di appalti e servizi.
In conclusione, volevo solamente ribadire - e questo, penso, era il motivo per cui l'Assessore Masaracchio aveva fatto riferimento alla commessa sulla quale la RTP conta - che nel Piano di sviluppo, a pag. 10 c'è scritto che le principali commesse sulle quali si conta di operare durante l'anno in corso sono l'informatizzazione di una clinica, servizi alle cliniche e corsi di formazione. Ribadisco inoltre che l'Assessorato non poteva dare direttamente la commessa ad una partecipata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Mi rendo conto che nell'ambito di una contestazione il discorso diventa "tra sordi", tergiversando sulle parole.
Ho detto e ribadito che la RTP è una nostra partecipata, dando tutti gli elementi scritti di comunicazione per la trasparenza, in modo che ciascun Consigliere o i Gruppi avessero contezza degli argomenti di cui si va parlando. Ho detto inoltre che nell'ambito di una rete telematica l'attività non può che distinguersi in due fasi: la produzione dei programmi e la vendita o l'attivazione degli stessi.
Questa mattina ho ricordato che dal 1990 al 1995 la realtà della RTP è stata del tutto deficitaria per la conduzione che se ne era fatta. Ho per dimenticato di dire che sono state ridotte le funzioni del Consiglio di amministrazione non in quanto tale, ma in quanto prevedeva ed aveva un numero di partecipanti maggiore di quanto non ne abbia adesso, al fine di ridurre le spese. Quindi, non sono più gli undici di prima. Addirittura nell'atto costitutivo era stata data alla RTP un'attività incompatibile: quella della rete Itaca, che in seguito è stata messa a posto.
Ho detto che la RTP ha rapporti con il CSI, non soltanto perché il CSI lo dico adesso - abbia l'1% delle azioni, quanto perché il CSI è l'Ente strumentale cui si riferisce la RTP. Nell'ambito di questo rapporto il CSI ha chiesto alla RTP di produrre dei programmi per le attività che ho delineato, e sono quelle di cui si è parlato. Tutto questo ha prodotto delle attività e quindi la necessità di una ristrutturazione di tutto il complesso. Tutto questo, che è nella progettazione e quindi nei programmi può essere portato a compimento vendendo i programmi - chiamiamo volgarmente così le cose come stanno, perché poi alla fine è una ragione di mercato.
Nell'ambito di questa attività l'Assessorato alla sanità vuole provvedere diversamente: non è detto che il CSI, nell'ambito di tutto quello di cui si sta discutendo oggi, anche in funzione dell'evoluzione del CSI, non possa, nell'ambito della telematizzazione dei servizi della sanità, anche dopo riprendere l'argomento indipendentemente dallo specifico argomento che è stato trattato dalla sanità. Tutto questo fa parte della tecnica delle cose, la risposta politica è tutt'altra cosa.
Per quanto riguarda - un ultimo accenno devo pur farlo - l'aumento delle competenze, rileggo quanto viene comunicato da uno studio legale a cui ci si è riferiti per avere una risposta precisa: "Tale aumento è pienamente legittimo ed è stato deliberato durante l'assemblea ordinaria degli azionisti" - pur essendo stato concordato in sede di Consiglio di amministrazione, è logico, altrimenti non ci sarebbe neanche il rispetto di colleganza - "che ha avuto luogo il 27/10/1997.
Questa deliberazione, tra l'altro, è stata assunta all'unanimità. Non solo.
L'attuale Presidente della società, con delibera del Consiglio di amministrazione, era stato nominato anche Amministratore delegato della Società. A seguito di tale nomina sempre il Consiglio di amministrazione aveva già deliberato ex art. 2389 del Codice Civile, comma secondo, un compenso di L. 20.000.000 per il primo quadrimestre 1997 (delibera del 24/3/1997) e di L. 20.000.000 per il secondo quadrimestre 1997 (delibera del 24/7/1997). L'Assemblea dei soci non ha fatto altro che recepire l'indicazione del Consiglio di amministrazione rideterminando l'importo a favore del Presidente - Amministratore delegato. Non risponde quindi al vero quanto sostenuto dalle interrogazioni e dalle interpellanze laddove si contesta che l'aumento sia stato posto in essere con una semplice delibera del Consiglio di amministrazione. Siffatto comportamento ha chiaramente leso la reputazione del Presidente della Società RTP recando grave danno alla sua immagine personale e a quella della Società stessa. Il fatto aggravato dall'esserne stata data notizia alla stampa potrebbe integrare il reato di diffamazione a mezzo stampa".
Questo è quanto dice un avvocato consulente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



MAJORINO Gaetano

Solo per mia curiosità personale e non politica: qual è questo studio legale?



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Non il tuo, Majorino! Chiarirò che non è il tuo studio legale! Si tratta dell'avv. proc. Maurizio Tosi, dell'avv. proc. Danilo Garella dell'avv. proc. Sonia Andriani e della dott.ssa Cristina Cravero.



SAITTA Antonino

L'ha chiesto lei il parere?



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

L'ha chiesto l'interessato.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Saitta)



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Vi sto dando delle informazioni ricavate... Io vi do delle informazioni, voi ricavatene il giudizio che volete! Volete delle informazioni o non le volete?



SAITTA Antonino

Io voglio che lei abbia un'opinione! Lei ha letto un parere!



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

La mia opinione non può essere personale. Io qui devo amministrare una delega, non posso avere opinioni personali. Quando uscirò da quest'aula avrò le mie opinioni personali, così come potrà averle lei, Consigliere Saitta!



(Ulteriore interruzione fuori microfono del Consigliere Saitta)



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Ma io lo comunico! Tenetene conto, così come io devo tenere conto dell'impostazione dell'opposizione! Non è possibile che non si possa esprimere quello che si pensa di dover fare per la trasparenza dei dati.



PRESIDENTE

Assessore, dia la risposta che ritiene di dare.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Lasciamo perdere! Nell'ambito di quanto ho comunicato questa mattina, mi pare giusto che sia ribadito che dal 1990 al 1995 la situazione della RTP non era una situazione tale da consentire un giudizio positivo. Dal 1995 ad oggi il giudizio può essere positivo perché sono stati prodotti dei programmi che saranno immessi nel mercato. Se volete, nel caso in cui possa essere di interesse del Consiglio, posso leggere il curriculum del Presidente della RTP, siccome si parla di competenze e si storpiano persino i nomi.



PRESIDENTE

Sono conosciuti.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Sono conosciuti? Va bene. Quindi, mi pare chiaro che l'Assessorato alle partecipate ha attinto le notizie...



SAITTA Antonino

Quindi, lei ritiene che io abbia diffamato...



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Io non ritengo niente, veda lei se deve ritenere che la sua sia stata una diffamazione o meno. Io non ritengo niente. A questo punto, non riesco nemmeno a ritenere tutto ciò che è necessario per capire se amministrare di volta in volta significa fare le cose così come le nostre partecipate chiedono di fare nell'evoluzione. Poi il giudizio finale su tutte le partecipate - infatti c'è un ribollimento in quanto non sono nate ieri o tre anni fa, ma alcune hanno una storia di vent'anni - sarà dato quando avremo la lettura esatta di tutte le partecipate e quindi di tutto ciò che vi si spende e che cosa rappresentano sul piano dell'economia della Regione.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n 617: "Adesione della Regione Piemonte al Comitato Promotore per la realizzazione di un Parco Antropologico regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 617, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato esaminato in V Commissione ed è stato approvato all'unanimità dei Gruppi consiliari presenti: Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, DS, Gruppo Comunista, Pensionati e Lega Nord.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 30 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Commercio

Esame proposta di deliberazione n 609: "Indirizzi provvisori ai Comuni in materia di commercio su aree pubbliche in attuazione della legge 112/1991 e L.R. 17/1995"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 609, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Il provvedimento in VII Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Misto, CDU; non ha partecipato alla votazione il Gruppo Comunista. i Gruppi PDS e Rifondazione comunista.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, si tratta di una deliberazione caratterizzata essenzialmente da due elementi. Il primo l'attuazione o comunque la regolamentazione per il rilascio, da parte degli uffici, delle autorizzazioni relative al commercio su area pubblica di tipo B) e di tipo C) prevista dalla legge n. 112/1991. Ricordo che tale regolamentazione era rimasta invariata per ben sette anni, anche per il "rimbalzo" di responsabilità con il Governo nazionale, cui spettava emanare i relativi decreti ministeriali di attuazione.
Con il decreto legislativo n. 114 il Ministro Bersani ha varato la nuova regolamentazione, richiedendo contemporaneamente alle Regioni di superare l'eventuale stato di blocco delle autorizzazioni.
L'iniziativa della Giunta regionale in merito è stata di proporre la regolamentazione prevista, che avrà durata temporale di 3/4 mesi. Qualora non si procedesse con l'esame delle domande relative agli itineranti licenze di tipo C) - il tutto, automaticamente, si riverserebbe sui 1207 Comuni del Piemonte, cui non spetterebbe secondo la nuova programmazione prevista ex decreto legislativo 114, mentre invece sarebbe a loro carico con la legge n. 112/1991.
Già in sede di Commissione ebbi modo di illustrare quanto la situazione sarebbe caotica per i Comuni. Gli stessi necessitano invece di risolvere il problema, tenendo anche presente che dal 1999, in particolare per le autorizzazioni di tipo C), a seguito del decreto n. 114 si giungerà alla liberalizzazione completa, con conseguente immissione - dalla Liguria piuttosto che dalla Lombardia, o dalla Valle d'Aosta - di soggetti che invece, per quella realtà, hanno ottenuto le autorizzazioni.
C'è stata una larga concertazione con le realtà comunali, con l'ANCI, e in particolare con i grandi Comuni, che hanno problemi di adeguamento dei mercati. In merito, c'è stata una successiva modifica in Commissione, per cui non si è più imposto ai Comuni il controllo automatico della rispondenza delle caratteristiche dei mercati. Chiaramente, questo non esula i Comuni dal rispettare la normativa nazionale sulle norme igieniche e sanitarie. Sarà a discrezione dei Comuni segnalare i posteggi a disposizione nei vari mercati. Questo è un problema in particolare dei grandi Comuni - Torino e capoluoghi di Provincia - che contano un numero più elevato di mercati.
Ricordo che in merito ci sono state diverse sollecitazioni da parte del Difensore Civico, di alcuni Gruppi consiliari e Consiglieri, per giungere ad una soluzione.
La seconda parte della deliberazione pone mano ad un problema che è una constatazione di una realtà di fatto. Anche in questo secondo caso, è sentita l'esigenza di regolarizzazione: si tratta dei mercati che riguardano il collezionismo, l'usato, l'antiquariato. Chiaramente, non si tratta di regolarizzare forme di abuso delle norme nazionali, in particolare in materia fiscale e commerciale, ma di permettere ai Comuni l'istituzione dei mercati stessi nonché una forma di legalizzazione dei soggetti cosiddetti "hobbisti", che partecipano a questi mercati.
In merito a quest'ultimo punto, in seguito alla concertazione di cui ho detto poco fa anche con le categorie produttive, si sono raggiunte 6 partecipazioni di soggetti hobbisti. Si tratta di una mediazione, di un numero che ritengo possa comunque permettere di raggiungere un equilibrio tra quella che è l'attività dell'hobbista - sei mercati all'anno - e quella che invece viene considerata - compatibilmente con la legislazione fiscale nazionale - l'attività professionale del commerciante con l'esercizio abituale di arte, impresa o professione.
Questo, a grandi linee, il contenuto della deliberazione discussa preliminarmente in Commissione. Confido nell'approvazione, poiché si tratterebbe, prima di tutto, di un servizio notevole per coloro che hanno presentato le domande e che nutrono la legittima aspirazione a svolgere l'attività. Si tratta quindi di un segnale anche in termini di occupazione.
Ricordo inoltre che la scommessa "occupazione=lavoro autonomo" va anche incontro alle necessità della nostra regione, visti i livelli di disoccupazione esistenti.
In secondo luogo, è una regolarizzazione, anche a tutela degli amministratori, di una realtà che sta diventando punto importante per la qualificazione e promozione delle aree di molti Comuni e delle borgate di molte città. Grazie.



PRESIDENTE

E' stato distribuito un emendamento a firma dei Consiglieri Bellion Riba e Vindigni: al termine della lettera d) del capo 3 del capitolo II dell'allegato A si aggiungano le parole: "Il regolamento di mercato, adottato dal Consiglio comunale, deve prevedere una distinzione precisa tra la categoria dei produttori agricoli e quella degli allevatori, delimitando all'interno delle aree mercatali collocazioni distinte. Le aree mercatali destinate ai produttori dovranno essere contigue a quelle degli operatori ambulanti con uguali caratteristiche o tipologia merceologica e questo anche in occasione delle fiere-mercato".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

La Giunta è favorevole all'emendamento; chiedo solo ai proponenti di limitare l'emendamento alle parole: "uguali caratteristiche", perch ritengo che la parte finale - "o tipologia merceologica, e questo anche in occasione delle fiere-mercato" - potrebbe creare problemi di ordine logistico, laddove i mercati avvengono per "via" e non per "piazza". Il senso rimarrebbe comunque compiuto e completo, ma non vincolante su situazioni che potrebbero creare alle Amministrazioni difficoltà oggettive di applicazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Grazie, Presidente.
Abbiamo voluto formulare l'emendamento in esame all'interno di una proposta di deliberazione che, come abbiamo avuto modo di illustrare in Commissione, condividiamo, anche perché viene a supplire e a mettere ordine in un settore che, come ricordava l'Assessore, tocca quasi l'intero territorio del Piemonte. Purtroppo passerà del tempo prima che venga recepita dai Comuni; ben venga comunque, nonostante la brevità del tempo in cui opererà (o speriamo possa operare).
L'emendamento è sostanzialmente finalizzato a far sì che la categoria di produttori agricoli, che sovente viene marginalizzata all'interno delle aree mercatali insieme ai produttori e agli allevatori, possa trovare maggiore possibilità di concorrenza e divisibilità rispetto agli ambulanti che hanno uguali caratteristiche.
Accogliamo la proposta dell'Assessore; l'importante è che venga riconosciuta pari dignità tra produttori agricoli e ambulanti con stesse caratteristiche.



PRESIDENTE

Il Consigliere Peano ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Non intervengo sull'emendamento in quanto sono ampiamente d'accordo sulla modifica richiesta ai proponenti.
Vorrei invece rilevare che sarebbe opportuno che lei ampliasse la sua brevissima ma completa relazione, dandoci indicazioni su cosa succederà in futuro.
L'attuale è una fase transitoria che consente ai Comuni di recuperare il tempo perso; contiamo migliaia di domande, inattese da anni; situazioni che si sono in qualche modo incancrenite, con grosse difficoltà sul territorio. Oggi si dà finalmente una risposta, che però fra qualche tempo in base al provvedimento Bassanini, dovremo rivedere. Oggi approviamo un regolamento-tipo che consente ai Comuni di riordinare la materia; ma fra qualche mese, in Commissione, ci ritroveremo a ridiscutere con lei il passaggio successivo: come metteremo mano alla materia secondo quanto previsto dai provvedimenti-Bassanini? Quanto durerà la transizione? Quanto durerà il regolamento che i Comuni adotteranno? Quale tempo di attuazione avrà? Assessore, a giugno voterà la maggioranza dei Comuni piemontesi, quindi da aprile in poi non si farà più nulla nelle nostre amministrazioni comunali ed è probabile che molti Comuni non avranno il tempo di adeguarsi al regolamento. Quanto durerà la transizione? E in quanto tempo lei prevede di riuscire a portare in Commissione un testo che contempli il passaggio di competenza ai Comuni in modo più definitivo? Desidero comunque ringraziarla poiché - ripeto - è materia ferma da troppo tempo e l'evoluzione in atto delle normative ha creato grosse difficoltà; non sempre siamo stati così presenti e così puntuali nel riuscire a dare risposte alle numerose domande pervenute. La ringrazio quindi, per la proposta, estremamente importante, anche se ancora in fase transitoria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Un breve intervento per annunciare in primo luogo che siamo favorevoli all'emendamento proposto dai Consiglieri Bellion, Vindigni e Riba. Voteremo dunque a favore del provvedimento, anche se avrà una durata limitata perché, come già ricordava il Consigliere Peano, bisognerà mettere mano alla materia in modo più ampio nel prossimo periodo. Era un provvedimento atteso e mi pare che affronti sufficientemente il problema.
Per questi motivi daremo voto favorevole al provvedimento, che sana una situazione di incertezza in cui versano migliaia di persone.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Innanzitutto, ringrazio i colleghi che sono intervenuti.
In merito ai quesiti posti dal collega Peano, ritengo la transitorietà sarà di due/tre mesi; penso infatti che in questo periodo gli uffici riusciranno a smaltire l'arretrato.
Le bozze di regolamento allegate sono compatibili con quelle che saranno le proposte di nuova normativa regionale, quindi di attuazione del decreto legislativo n. 114. Naturalmente, l'aula sarà sovrana nel determinare le nuove linee per il commercio su area pubblica. Per parte mia, mi riferisco a quelle che saranno le proposte della Giunta e quindi dell'Assessorato.
Ricordo che si tratta di bozza di regolamento per i Comuni; non è una coercizione, ma un ausilio ai Comuni per poter operare, in particolare tenendo conto che a volte gli stessi non dispongono della struttura per elaborare in proprio un regolamento. La bozza è studiata in modo da essere compatibile con quelle che saranno le proposte di attuazione del decreto legislativo n. 114; proposte che penso di poter licenziare come Giunta entro il mese di dicembre o, al limite, nei primi giorni di gennaio e che quindi vedranno il Consiglio e le sue Commissioni impegnati nei mesi di gennaio e febbraio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Pongo quindi in votazione la proposta di deliberazione, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale della adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame disegno di legge n. 449: "Sospensione dell'obbligo di formazione del programma pluriennale di attuazione"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 449 di cui al punto 7) dell'o.d.g.
Ricordo che tale provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione competente.
La parola al relatore, Consigliere Galli.



GALLI Daniele, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri la Regione interviene, per la terza volta e con un provvedimento forzatamente ancora non definitivo, sulle conseguenze di decisioni assunte dallo Stato con tecniche legislative non ineccepibili.
Il complesso intreccio di norme statali e regionali che regolano l'obbligo di dotarsi di programma pluriennale di attuazione potrebbe infatti, in mancanza di intervento correttivo da parte della Regione creare difficoltà amministrative nei 61 comuni con popolazione superiore ai diecimila abitanti e, anche, determinare dal 1° gennaio 1999 una limitazione nel rilascio delle concessioni edilizie.
Permangono infatti le conseguenze di incertezza causate prima dalle reiterazioni, protratte per oltre due anni, del decreto legge contenente "Misure urgenti per il rilancio economico ed occupazionale dei lavori pubblici e dell'edilizia privata" ed oggi dalla sua mancata conversione e dall'impossibilità di reiterarlo per la decisa presa di posizione della Corte Costituzionale nei confronti dell'abitudine della reiterazione dei decreti legge.
Nella successione dei decreti-legge l'istituto del programma pluriennale di attuazione è stato: "abrogato" dal 26 luglio 1994 al 26 gennaio 1995, (tre reiterazioni); "sospeso", per un termine sempre variabile, nei successivi sei decreti, con scadenza ultima al 15 marzo 1996, quindi "ripristinato" in anticipo a partire dal 25 gennaio 1996 infine confermato con obbligo per le regioni, entro un anno dalla futura conversione del decreto, di aggiornare la propria legislazione in materia ed oggi, decaduto l'ultimo decreto, rivive per i comuni con popolazione superiore a diecimila abitanti l'obbligo di predisporlo, stabilito dalla legge 25 marzo 1982, n. 94.
Ancora in pendenza delle prime controverse indicazioni la Regione Piemonte era intervenuta, con la legge 3 luglio 1996, n. 43, sospendendo l'obbligo di redigere il programma pluriennale di attuazione nei dodici mesi successivi all'entrata in vigore della legge regionale, confidando in una sollecita approvazione della legislazione statale con definitivi indirizzi sulla sopravvivenza dell'istituto che avrebbero consentito ai comuni di operare con certezza. Il termine di sospensione era infine stato prolungato, con altra legge regionale, 17 giugno 1997, n. 33, fino al 31 dicembre 1998.
L'atteso chiarimento nella legislazione statale sulla sorte del programma pluriennale di attuazione è ulteriormente rinviato mentre, per contro, sono numerosi i provvedimenti legislativi che richiedono interventi sul territorio con tempi di realizzazione ed uso di finanziamenti non compatibili con le cadenze stabilite dalla legislazione sui Programmi di attuazione.
Accordi di programma, programmi integrati, piani di riqualificazione urbana, programmi triennali delle opere pubbliche, e in genere gli interventi da attuare utilizzando, in tempi brevi, risorse finanziarie comunitarie, mal si conciliano infatti con le modalità ed i tempi regolati dalle attuali disposizioni in materia di programmi pluriennali di attuazione.
La necessità di intervenire ancora sulla legge regionale è dettata dal fatto che l'effetto di sospensione dell'obbligo di redigere il programma pluriennale di attuazione cesserà il 31 dicembre 1998, e che molti comuni assoggettati a tale obbligo saranno in difficoltà, non avendo approvato tempestivamente il PPA, ad attuare non solo il piano regolatore generale ma anche interventi approvati con procedure d'urgenza, quali quelle prima ricordate.
Per tali motivi la Giunta regionale ha proposto al Consiglio di deliberare una ulteriore proroga della sospensione dell'obbligo di redigere il programma pluriennale, fatta per consentire ai comuni che ancora non lo hanno predisposto di rientrare nel regime PPA senza traumatiche interruzioni dell'attuabilità degli strumenti urbanistici vigenti.
La proposta risulta, peraltro, coerente con il progetto di legge n.
3455 di iniziativa del Ministro dei Lavori pubblici - già approvato dalla Camera dei deputati in data 15 luglio 1998 e, ora, all'esame della VIII Commissione del Senato - il quale, all'articolo 20, assegna alle regioni il compito di aggiornare la propria legislazione in materia di programmi pluriennali di attuazione secondo principi che ne circoscrivano la funzione alla programmazione della formazione dei piani attuativi di nuovi insediamenti o di rilevanti ristrutturazioni urbanistiche; la sospensione dell'obbligo di formazione del PPA pare quindi quanto mai opportuna proprio per non contraddire l'esigenza di riforma della materia attribuita alla potestà legislativa delle regioni.
Il disegno di legge presentato dalla Giunta regionale in data 16 settembre 1998, é stato assegnato in sede referente alla 2 Commissione consiliare permanente con il numero 449.
La Commissione ha trattato l'argomento in tre sedute: dopo l'illustrazione generale da parte dell'Assessore competente, ha provveduto a consultare i soggetti coinvolti dalla nuova normativa: i Comuni piemontesi con popolazione superiore a diecimila abitanti e le Associazioni dei Comuni.
E' bene rilevare che tutti i consultati che hanno risposto all'invito della Commissione a fornire elementi di riflessione e osservazioni d'interesse utili alla definizione del provvedimento, hanno espresso una sostanziale condivisione del testo, sottolineando, contestualmente l'esigenza di un intervento di revisione globale dello strumento. La Commissione ha quindi proceduto nell'esame di merito e, in data 22 ottobre 1998, ha licenziato all'unanimità dei presenti il testo che oggi viene presentato per l'approvazione da parte di quest'Aula.
Il testo è composto da tre articoli: all'art. 1 è prevista la sospensione dell'obbligo di formazione fino al 31 dicembre 2000 e la prescrizione, per i comuni che ancora non hanno provveduto, di approvare il PPA entro tale termine all'art. 2 è indicata l'abrogazione della precedente legge regionale in materia che sospendeva, limitatamente nel tempo, l'obbligo del PPA all'art. 3 è dichiarata l'urgenza ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione e dell'articolo 45 dello Statuto della Regione Piemonte con la previsione di immediata entrata in vigore della norma.
Auspico che quest'Aula condivida il lavoro svolto e approvi tempestivamente il disegno di legge.".



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Ho già espresso la posizione del Gruppo l'anno scorso o due anni fa...
Non ricordo esattamente quando è avvenuta la presentazione della sospensione dell'obbligo per i Comuni di redigere il piano pluriennale di attuazione... Vedo però che l'Assessore non è presente...



PRESIDENTE

Per cortesia, verifichiamo se l'Assessore può essere presente, visto che è iniziata la discussione di ordine generale.



MIGLIETTI Franco

Mi rendo conto che l'Assessore ha ottenuto il consenso di tipo generale sul provvedimento e che la posizione di chi dissente sia poco interessante ma dato che la legge me lo consente, così come la prassi, cercherò di esprimere il mio pensiero.
Credo sia un errore sospendere l'obbligo della redazione del Piano pluriennale di attuazione, viste le difficoltà cui vanno incontro i Comuni nella programmazione dell'organizzazione del territorio, pur con l'obbligo di redigere tali piani.
Faccio un esempio banalissimo: per chi deve provvedere alla realizzazione dei sottoservizi relativi all'approvvigionamento delle acque allo smaltimento delle acque reflue, alla raccolta dei rifiuti e a quant'altro riguardi le esigenze di una collettività, in assenza di una programmazione in merito diventa estremamente difficile poter successivamente programmare l'organizzazione dei servizi. Pur sapendo che il piano pluriennale di attuazione non sempre viene realizzato, dato che è facoltà delle amministrazioni inserire i loro programmi nell'ambito dello sviluppo dell'attività urbanistica e non essendovi che obblighi quasi sempre disattesi - ad esempio, l'acquisizione da parte dell'Ente pubblico di chi non ha ottemperato alle previsioni del piano pluriennale di attuazione - credo si tratti ancora di uno strumento estremamente utile alla programmazione della sistemazione del territorio. Vale per la rete stradale, ma anche per tantissimi altri servizi inerenti a insediamenti sia produttivi sia civili. Il fatto di sospendere l'obbligo in esame snellisce sicuramente una serie di pratiche, poiché le licenze edilizie vengono rilasciate direttamente dal Comune in base al piano regolatore, ma sicuramente porta ad una visione molto più ristretta del percorso di programmazione complessiva del territorio, anche se pur sempre riferita ai dettati del piano regolatore.
Per tutte queste ragioni il mio voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeli; ne ha facoltà.



ANGELI Mario

Signor Presidente, intervengo solo per ribadire il mio voto favorevole anche se condivido le osservazioni del Consigliere Miglietti: sarebbe opportuna una programmazione costante per conoscere quali obiettivi si prefiggono i Sindaci in quest'ambito molto difficoltoso.
E' assai difficile pensare ad una situazione globalizzata per quanto riguarda le infrastrutture e i lavori pubblici; tuttavia, oggi come oggi, è necessaria una proroga. Secondo il mio modesto parere, molti Comuni non sono pronti, non avendo provveduto a predisporre un piano pluriennale come hanno ribadito durante le audizioni in Commissione.
La situazione è ancora abbastanza confusa anche a livello nazionale; ci auguriamo che molto presto si possa avere uno strumento, forse anche più snello del PPA, che possa permettere di dare indicazioni certe. In ogni caso, una proroga di attuazione a mio parere è assolutamente necessaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, siamo alla terza reiterazione del provvedimento, non ancora definitivo, relativo ai programmi pluriennali di attuazione e all'obbligo delle Amministrazioni comunali di redigerli.
Siamo al terzo provvedimento di sospensione di proroga: questo certamente non è elemento che ci conforta particolarmente nell'affrontare problematiche di questa importanza, perché preferiremmo - l'abbiamo detto anche in Commissione - che si arrivasse a una definizione di ordine più complessivo ed organico, non procedendo a successive proroghe.
Ci rendiamo conto, peraltro - e da qui la ragione per la quale abbiamo votato a favore del provvedimento in Commissione e ripeteremo questo voto in aula - che la situazione generale, con decreti-legge successivamente reiterati e non convertiti, e la necessità della definizione di regole più complessive a livello nazionale che diano indicazioni alle Regioni e, da queste ultime, alle Amministrazioni comunali, determinano complessivamente per tutti i livelli istituzionali, una situazione di assoluta incertezza.
Sappiamo anche - e lo ricordava il collega Angeli - che nel corso delle consultazioni i Comuni piemontesi che a noi si sono rivolti hanno avanzato non poche osservazioni in ordine a questa problematica, facendoci presente la situazione di estrema difficoltà in cui versano: il rischio di blocco di tutta una serie di attività e, in assenza di accordi di programma programmi integrati, piani di riqualificazione urbana, programmi triennali la non la possibilità di utilizzare, a tempi brevi, risorse e finanziamenti comunitari.
E' una problematica di grande rilievo; senza un'ulteriore sospensione dell'obbligo di redazione del programma pluriennale di attuazione moltissimi Comuni (mi riferisco ai 61 con popolazione superiore ai 10.000 abitanti) non avendo ancora determinato il PPA, si trovano in una situazione di estrema difficoltà. Per questa ragione, in sede di Commissione abbiamo espresso un tipo di voto che reiteriamo in aula.
Ovviamente, l'indicazione che diamo all'Assessore è di sollecitazione in direzione di una più certa normativa nazionale, ma non solo: richiediamo uno sforzo maggiore dell'Assessorato nel definire nuove norme, nuove regole, individuando gli strumenti, dai Piani regolatori ai Piani di attuazione in materia di legislazione urbanistica regionale, al fine di un adeguamento alle esigenze del territorio, prestando un contributo vero ed autonomo, come Regione, senza esclusivamente attendere la normativa nazionale.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 31 voti contrari 2 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 31 voti contrari 2 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 31 voti contrari 2 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 345: "Modifiche alla legge regionale 3 giugno 1993, n. 21 'Istituzione della Riserva naturale speciale della Val Sarmassa' e all'art. 9 della legge regionale 22 marzo 1990, n. 12 'Nuove norme in materia di aree protette (Parchi naturali, Riserve naturali, Aree attrezzate, zone di pre-parco, zone di salvaguardia)', da ultimo modificato dall'articolo 29 della legge regionale 13 aprile 1995, n. 65"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 345, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di intervento, passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 24 astensioni 12 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 24 astensioni 12 L'art. 2 è approvato.
La parola al Consigliere Bertoli, per dichiarazione di voto sull'intero testo.



BERTOLI Gian Pietro

Una breve dichiarazione di voto da parte del Gruppo DS. In termini generali, siamo contrari a variazioni dei confini delle aree protette in maniera episodica, senza adeguati studi che rendano evidente, necessario e accettabile dal punto di vista scientifico determinate modifiche.
Nel caso in esame, si tratta di richiesta episodica avanzata da due Comuni; uno chiede di togliere un laghetto dall'interno del confine dell'area protetta del suo territorio e l'altro chiede di inserirne un altro pezzo. E' un esempio, peraltro senza grosse motivazioni: essendo l'Ente Parco favorevole a queste richieste, non abbiamo sollevato problemi specifici, ma, come facevo intendere in premessa, ci asterremo.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 29 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 81: "Modificazione dell'art. 6 della legge regionale 23 gennaio 1989, n. 13"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 81, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Questo progetto di legge è stato approvato in V Commissione dai Gruppi di Forza Italia, AN, CDU, DS, Democratici e PPI. Non hanno partecipato alla votazione il Gruppo di Rifondazione Comunista e dei Verdi. E' una proposta di legge presentata dalla Provincia di Alessandria e dai Comuni di Bosio Fraconalto, Voltaggio, Mornese, Casaleggio, Boiro, Tagliolo Monferrato e Lerma fin dal 20 dicembre 1994. D'Ufficio procederemo a specificare il titolo della legge regionale citata.
Relatore è il Consigliere Griffini, che ha facoltà di intervenire.



GRIFFINI Massimo, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La modificazione dell'articolo 6 della legge regionale 23 gennaio 1989, n. 13, si rende necessaria in quanto nella sua formulazione attuale dispone che il Piano dell'area del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, approvato con deliberazione del Consiglio regionale 20 ottobre 1987, n. 636-13402, esplica i suoi effetti anche al di fuori del territorio del Parco stesso.
Tale disposizione comporta che mentre è possibile, da parte dell'Ente Parco, modificare il Piano dell'area all'interno dei confini del Parco, non è possibile modificarlo al di fuori di questi, né d'altra parte è possibile, da parte dei Comuni interessati, modificare detta porzione del Piano dell'area perché, in quanto stralcio del Piano territoriale, tale modifica è di competenza regionale.
In base a quanto sopra enunciato, non si ritiene che la Regione, vista la modesta entità del territorio su cui dovrebbe intervenire, abbia interesse e disponibilità a predisporre e deliberare le varianti relative al territorio esterno al Parco, ma interne al perimetro del Piano dell'area attualmente in vigore. Questa situazione verrebbe di fatto, da un lato, a sclerotizzare una normativa che anche all'interno del Parco si potrebbe ritenere non attuabile e superata e, dall'altro, a togliere agli Enti locali la facoltà di gestire il proprio territorio sotto il profilo urbanistico.
La V Commissione ha recepito le richieste avanzate in questo progetto di legge dalla Provincia di Alessandria e dai Comuni di Bosio, Fraconalto Voltaggio, Mornese, Casaleggio Borio, Tagliolo Monferrato e Lerma ritenendo opportuna la modifica avanzata e lo ha licenziato a larga maggioranza dei Consiglieri componenti.
Durante un successivo passaggio, la V Commissione ha preso atto del parere espresso dall'Assessorato Gestione dei beni ambientali ed ha nuovamente licenziato il testo all'unanimità dei votanti.
Contestualmente all'approvazione, la V Commissione raccomanda al Consiglio regionale di individuare il territorio su cui esplica gli effetti il Piano d'Area del Parco, con la cartografia già allegata alla legge regionale 13/1989, modificando il testo dell'articolo 1, comma 1 sostituendo le parole: 'in scala 1:25000 allegata alla presente' con le parole: 'di cui all'articolo 2'".
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dai Consiglieri Griffini, Gatti e Bertoli: "Al comma 1 del nuovo art. 6 della legge regionale n. 13/89, le parole: 'in scala 1:25000 allegata alla presente' sono sostituite con le parole: 'di cui all'articolo 2'".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 33 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione dell'art. 1, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI' 43 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame proposta di legge n. 358: "Proposta di legge al Parlamento: 'Norme per la salvaguardia economica e biogenetica della razza canina del lupo italiano e del suo impiego in compiti di pubblica utilità'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di legge n. 358, di cui al punto 10) all'o.d.g.
In Commissione la proposta di legge ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, CDU, Federalisti, DS.
Relatore è il Consigliere Mancuso, che ha facoltà di intervenire.



MANCUSO Gianni, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: Illustre Presidente, Egregi Consiglieri, a Cumiana, in Provincia di Torino, ha sede ed opera l'Ente per la tutela del Lupo Italiano (ETLI) riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica del 25 giugno 1987 e così denominato ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica del 21 dicembre 1988.
L'Ente, escludendo ogni finalità di lucro, "si propone con studi ricerche, allevamento pratico, di conservare, perpetuare e proteggere la razza del Lupo italiano (Canis lupus italicus familiaris)" (articolo 2 dello Statuto dell'Ente).
L'ETLI, oltre sulla base del decreto del Presidente della Repubblica del 21 dicembre 1988, opera secondo le norme previste dal disciplinare emanato con decreto del Ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali del 29 aprile 1994, che ne stabilisce le competenze e sancisce il valore ufficiale dei suoi atti. E' inoltre iscritto alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della protezione civile, tra gli organismi di volontariato a livello nazionale.
In particolare, l'ETLI: - gestisce il Registro anagrafico ufficiale del Lupo italiano, istituito con decreto del Ministro dell'agricoltura e foreste del 30 marzo 1988, con i relativi controlli funzionali; - nel proprio Centro di selezione amministra il pool genetico della razza realizzando linee di sangue idonee a tutti i compiti di soccorso - in superficie, sotto macerie, sotto valanga - alla ricerca di animali feriti ad azioni antibracconaggio; - con propria Divisione SCAUP (Studio comparato addestramenti di utilità pubblica) per gli addestramenti di utilità pubblica e con le proprie Delegazioni volontarie locali svolge attività di protezione civile a livello nazionale e locale, in particolare organica collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, ed intrattiene anche uno stretto rapporto operativo con l'Action d'urgente internazionale (AUI) di Parigi; -istituisce e gestisce corsi di addestramento alle varie specialità operative, anche in sedi staccate e itineranti, rilascia brevetti e convalida brevetti rilasciati da scuole da esso riconosciute; - è assistito da una Commissione scientifico-tecnica ufficiale, con funzioni di indirizzo e di controllo, istituita dal D.M. del 30 marzo 1988, della quale fanno parte, oltre a scienziati, cattedratici ed esperti, anche rappresentanti dei Ministri e delle Amministrazioni regionali.
E' noto che il lupo selvaggio è classificato come Canis lupus e il cane domestico come Canis familiaris: la terminologia Canis lupus italicus familiaris indica dunque un animale domestico, strettamente apparentato con il lupo selvaggio e di appartenenza italiana.
la razza è nata infatti da una casuale, e fortunata, combinazione genetica avvenuta nel 1966 con l'accoppiamento di un pastore tedesco e di una delle ultime lupe selvatiche provenienti dall'Appennino nell'Alto Lazio, ed è stata perpetuata con criteri selettivi naturali e rigorosi, che hanno portato a risultati eccezionalmente favorevoli sotto il profilo morfologico, fisico, psichico: il "Lupo Italiano" ha una notevole stabilità di carattere, una totale affidabilità nei rapporti con l'ambiente umano che lo rendono particolarmente idoneo all'addestramento e al lavoro in tutti i compiti di utilità, in particolare in quelli di soccorso.
Il "Lupo Italiano" ha riscosso encomi e riconoscimenti in tutto il mondo proprio per le grandi qualità dimostrate nelle attività di soccorso in superficie, sotto macerie e sotto valanga -, nella ricerca di persone ed animali feriti, nonché nelle azioni antibracconaggio ed in altri impieghi di interesse pubblico. Un esempio di queste qualità, sottolineato dai mass media di numerosi paesi, venne dato in occasione del terremoto del Cairo nel 1992: Lougy, un "Lupo Italiano" affidato ad una volontaria francese salvò la vita di una persona sepolta tra le macerie da oltre ottanta ore.
Negli ultimi tempi, il "Lupo italiano" è stato utilizzato in operazioni di soccorso nelle zone terremotate dell'Umbria e nei comuni della Campania interessati dall'evento franoso avvenuto la primavera scorsa.
Nonostante i numerosi riconoscimenti ottenuti, la razza canina denominata "Lupo Italiano" rischia oggi di scomparire: esso è infatti il solo animale al mondo allevato senza scopi di lucro o di ambizione personale, ma per fini di utilità pubblica.
Al fine di preservare l'integrità genetica della razza il disciplinare ne vieta in modo assoluto la commercializzazione e la riproduzione al di fuori dell'ETLI. Per questa speciale razza canina è previsto solo l'affidamento sotto il controllo dell'Ente stesso.
Oltre ai compiti di preservazione delle linee genetiche, l'ETLI, come più sopra ricordato, provvede ad addestrare esemplari di "Lupo italiano" per la finalità di pubblica utilità e svolge esso stesso, mediante le proprie delegazioni volontarie locali, attività di protezione civile a livello nazionale e locale. In occasione dell'alluvione che ha colpito la nostra Regione nel 1994, la delegazione dell'ETLI di Clavesana ha partecipato alle operazioni di ricerca e salvataggio nei territori dell'Alta Langa interessati dall'evento.
L'interesse che la Regione Piemonte pone nella preservazione di questa razza canina non è soltanto dettato dall'esistenza sul territorio regionale dell'unica sede deputata alla riproduzione del "Lupo italiano", ma anche da un debito di riconoscenza che tutti i piemontesi hanno verso questo animale, debito solo parzialmente estinto con la delibera della Giunta regionale che ha individuato nell'effigie del cane "Lupo Italiano" la mascotte della protezione civile regionale (delibera n. 186/12785 del 7/10/1996).
L'ETLI è sopravvissuto fino ad oggi grazie a mezzi economici privati che si sono, nel corso degli anni, esauriti: la sopravvivenza dell'Ente, e con essa anche quella del "Lupo italiano", è oggi gravemente minacciata.
Si ricorda che la Regione Piemonte, con legge regionale 3 aprile 1989 n. 18, ha deciso di ricorrere alle spese dell'Ente prevedendo l'erogazione di un contributo che, se è da ritenersi un rilevante impegno finanziario qualora venga rapportato alle ristrette del bilancio regionale, risulta tuttavia del tutto insufficiente a coprire le spese di funzionamento dell'ETLI. E' assolutamente indifferibile pertanto l'intervento finanziario da parte dello Stato, al fine di preservare questo patrimonio biologico scientifico, culturale e di utilità sociale, dal valore inestimabile.
Tre disegni di legge di finanziamento, presentati rispettivamente dal Deputato Zaniboni (atto Camera dei Deputati n. 5885 della X legislatura 1991), dal Deputato Torchio (atto Camera dei Deputati n. 715 della XI legislatura, 1992), dai Senatori Tapparo ed altri e dal Deputato Zacchera (rispettivamente atto Senato n. 275 e atto Camera dei Deputati n. 688 della XII legislatura, 1992) sono decaduti per scioglimento anticipato del Parlamento.
Nel corso dell'attuale legislatura sono stati presentati quattro disegni di legge: rispettivamente dai Senatori Monteleone ed altri Asciutti e Baldini; Russo Spena e Carcarino (rispettivamente atti del Senato n. 1631, n. 1083, n. 1450, n.811 della XIII legislatura, 1996).
A seguito di ampio dibattito di approfondimenti tecnici, la Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, nella seduta del 29 luglio 1997, è pervenuta all'approvazione all'unanimità del testo unificato dei provvedimenti suindicati.
La presentazione di una proposta di legge in materia da parte della Regione Piemonte rivestirebbe, in questa delicata fase dell'iter parlamentare, un valore di impulso affinché si pervenga finalmente alla conclusione del processo legislativo. In caso di ulteriore ritardo infatti, ogni futuro intervento potrebbe rilevarsi inutile.
In sede di Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale il testo originario della proposta di legge n. 358 (presentata dal Gruppo Consiliare AN) è stata ampiamente modificata, tenendo debito conto di quanto avvenuto al Senato.
Il presente provvedimento riprende pertanto all'interno degli articoli 1 e 2 le norme contenute nell'articolo 1 del testo unificato sopra ricordato. In particolare, l'articolo 1, dopo avere ricordato la specificità della razza canina denominata "Lupo italiano" e le finalità perseguite dall'ETLI, prevede che l'Ente, già attualmente operante senza scopo di lucro, assuma a tutti gli effetti le caratteristiche giuridiche delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, ai sensi del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460.
Si è inoltre ritenuto opportuno riprendere le norme contenute nel comma 3 dell'articolo 1 del testo unificato in un articolo a se stante (articolo 2) della proposta di legge, al fine di porre nel dovuto rilievo la non commerciabilità del Lupo italiano, per il quale, al fine di porre nel dovuto rilievo la non commerciabilità del Lupo italiano, per il quale si richiede che venga esclusa l'efficacia delle disposizioni di cui all'articolo 1, lettera d) e all'articolo 5 del decreto legislativo sulla disciplina della commercializzazione degli animali di razza. Come sopra ricordato il Lupo italiano è infatti protetto da una normativa ufficiale dello Stato che, per motivi di conservazione genetica, ne vieta la commercializzazione e la riproduzione al di fuori dell'ETLI. Lo stesso Disciplinare del Registro anagrafico ufficiale del Lupo italiano, approvato con decreto del Ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali del 20 aprile 1994, prevede che sia perseguito a norma di legge chiunque venda o ceda o detenga abusivamente soggetti di Lupo italiano nonché chiunque spacci per Lupo italiano un soggetto non iscritto nel Registro anagrafico ufficiale. Per questo motivo esistono soltanto 650 esemplari e ogni anno nascono poche decine di cuccioli. In sostanza, è possibile soltanto l'affidamento gratuito, tassativamente regolamentato, sotto il controllo dell'ETLI (una cinquantina di esemplari sono stati affidati al Corpo Forestale dello Stato).
Infine nell'articolo 3 sono individuate le risorse da riconoscere all'ETLI, a partire dall'anno 1998, da parte dello Stato per il raggiungimento delle finalità contenute nel provvedimento.
Occorre sottolineare che si tratta di uno stanziamento minimo e del tutto indicativo, la cui entità si auspica venga incrementata nel corso della discussione in Parlamento, al fine di risolvere almeno in parte la cronica carenza di risorse finanziarie di cui l'ETLI può valersi per il proprio operato.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 31 Consiglieri voti favorevoli 31 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 31 Consiglieri voti favorevoli 31 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 31 Consiglieri voti favorevoli 31 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno risposto SI' 38 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere



PRESIDENTE

Essendo una proposta di legge al Parlamento si è deciso che la legge verrà inviata al Senato.


Argomento: Floricoltura - Fiere, mostre e mercati - Turismo: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 470: "Mostra internazionale sul giardino 'Un Po di fiori a Torino' che si svolgerà a Torino nel 1999, nel periodo compreso tra il mese di maggio e il mese di ottobre. Partecipazione della Regione Piemonte al Comitato promotore-organizzatore della manifestazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 470, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi

Esame proposta di deliberazione n. 531: "Legge regionale n. 51/97, art. 8 'Regolamento per la disciplina della pubblicità degli atti della Regione Piemonte'" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 531, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Alla deliberazione è stata presentata una serie di emendamenti.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non ricordo se se gli emendamenti cui ha fatto riferimento sono passati in Commissione. Mi pare però siano tanti e corposi: forse sarebbe maggiormente opportuno ripresentarli in Commissione, visto che modificano la deliberazione sostanzialmente.



PRESIDENTE

Gli emendamenti non sono passati in Commissione, visto che hanno la data di oggi.



MIGLIETTI Franco

La ringrazio dell'informazione.
Dato visto che la Commissione è convocata tutte le settimane, mi sembrerebbe opportuno esaminarli in tale sede, per una valutazione più serena.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Nulla osta per il passaggio in Commissione. Il motivo per cui gli emendamenti sono stati presentati oggi è l'estremo ritardo con cui il provvedimento è stato portato all'attenzione del Consiglio. Ricordo che, a suo tempo, la deliberazione era passata all'unanimità in Commissione.
In ogni caso, gli emendamenti sono di ordine squisitamente tecnico indispensabili vista l'evoluzione del rapporto amministrativo (vedi l'introduzione della figura del Direttore generale) che riguarda, anche il bollettino ufficiale.
Con il consenso dell'aula, rinviamo la proposta di deliberazione in Commissione.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 554: "Legge 24 dicembre 1993, n. 560: 'Stralcio dal piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella Provincia di Alessandria di un alloggio di proprietà del Comune di Alessandria'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 554, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione è stato licenziato all'unanimità.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 595: "Legge 24 dicembre 1993, n. 560: 'Ulteriore integrazione del piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella Provincia di Alessandria'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 595, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, DS, PPI; si è astenuto il Gruppo Rifondazione comunista.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 35 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame testo unificato delle deliberazioni nn. 568, 600, 607: "Legge 24 dicembre 1993, n. 560: 'Ulteriori modifiche al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella Provincia di Torino'"


PRESIDENTE

Esaminiamo il testo unificato delle deliberazioni nn. 568, 600, 607, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, CCD; si è astenuto il Gruppo Lega Nord; non hanno partecipato al voto i Gruppi Socialisti del Patto dei democratici e DS.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale testo unico di deliberazioni, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 33 voti favorevoli e 3 astensioni (n. 1 Consigliere non partecipa alla votazione.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 579: "Legge 24 dicembre 1993, n. 560: 'Approvazione delle linee generali del programma di reinvestimento dei proventi delle alienazioni operate dall'Agenzia territoriale per la casa della Provincia di Cuneo'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 579, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, CCD; si è astenuto il Gruppo Lega Nord; non hanno partecipato alla votazione i Gruppi Socialisti del Patto dei democratici e DS.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 580: "Legge 24/12/1993, n. 560. Approvazione delle linee generali del programma di reinvestimento dei proventi delle alienazioni operate dall'ATC di Vercelli"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 580, di cui al punto 17) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 620: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Cuneo"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 620, di cui al punto 18) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Fiere, mostre e mercati

Esame proposta di deliberazione n. 537: "L.R. 32/87 - Art. 11 - Indirizzi e programma di politica fieristica" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 537, di cui al punto 19) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, CCD, Federalisti; non hanno partecipato alla votazione i Gruppi DS, Lega Nord, Rifondazione Comunista PPI, Patto dei Democratici (2 febbraio).
Chiedo al Consiglio se ritiene di metterla in votazione.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Personalmente, mi rimetto alle decisioni assunte alla Conferenza dei Capigruppo, nella valutazione dei quali, probabilmente, c'è stato un disguido: nella valutazione dei Capigruppo: quello in oggetto non è il programma delle fiere, ma l'adeguamento alla normativa nazionale sul rilascio dell'autorizzazione per la classificazione delle stesse.
Di conseguenza, mi sembra abbastanza fuori luogo l'eccezione addotta mentre potrei comprendere eventualmente quella sul programma, poich implica una precisa scelta politica. Nel caso in cui le eccezioni riguardassero questa regolamentazione, mi rimetto - ripeto - alle decisioni della Conferenza dei Capigruppo.
Ricordo che si tratta di una deliberazione del 30 gennaio.



PRESIDENTE

Dato che si tratta di provvedimenti sostanzialmente unanimi, quello in oggetto può essere portato all'attenzione dell'aula? Prego, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, credo che lei ricordi perfettamente la discussione sulla questione. Qualche Gruppo oggi assente aveva richiesto - proprio perché l'assenza di oggi era prevista - di discutere questo tema un'altra volta.



PRESIDENTE

Se questa è l'intesa...



SAITTA Antonino

Da parte mia, non ho alcun problema. Però mi sembra...



PRESIDENTE

Non voglio venir meno a quanto deciso; l'esame della deliberazione è sospeso.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno n. 884 presentato dai Consiglieri Deorsola Minervini, Foco, Gallarini, Ghigo, Angeleri, Cotto, Rossi, Papandrea Rosso, Scanderebech, Montabone, Rubatto, Ghiglia, Benso, Mancuso, Saitta Cavaliere e n. 885 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Simonetti, Moro: "Usura"


PRESIDENTE

Relativamente al punto 44) all'o.d.g., esaminiamo l'ordine del giorno n. 844 dei Consiglieri Deorsola, Minervini, Foco, Gallarini, Ghigo Angeleri, Cotto, Rossi, Papandrea, Rosso, Scanderebech, Montabone, Rubatto Ghiglia, Benso, Mancuso, Saitta e Cavaliere.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preoccupato per le notizie secondo cui nella legge finanziaria e nei provvedimenti collegati attualmente all'esame del Parlamento, non sarebbe previsto, o sarebbe previsto solo in maniera parziale, il rifinanziamento della legge 108/1996 in materia di usura, che ha introdotto i fondi di prevenzione e di solidarietà ritenendo che tali fondi, vera novità della legge 108, costituiscono, pur nella rilevate difficoltà di avvio dell'operatività, un utile e necessario strumento per prevenire e combattere il fenomeno dell'usura soprattutto nei confronti delle categorie più a rischio (artigiani, commercianti, piccole imprese) preso atto delle preoccupazioni sollevate da chi opera nel settore sul permanere e l'aggravarsi, al di là del mero dato statistico, del fenomeno usura nel nostro Paese con preoccupanti collegamenti con il settore della criminalità organizzata invita il Parlamento a prevedere nella legge finanziaria 1999 congrui finanziamenti che permettano alla legge 108 di continuare ad operare sempre più efficacemente per prevenire e combattere l'usura".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 36 voti favorevoli e 1 contrario.



PRESIDENTE

C'è un secondo ordine del giorno, il n. 885, sempre sullo stesso argomento, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ritenendo necessario avviare una strategia di lotta serrata contro i poteri occulti ed economici che, attraverso l'aberrante fenomeno dell'usura attanagliano e rendono difficile il libero esplicarsi delle attività produttive, specialmente da parte delle categorie economicamente meno forti impegna la Giunta regionale ad attivarsi per quanto di competenza, invitando il Parlamento a prevedere nella legge finanziaria 1998 congrui finanziamenti che mettano in grado la L. 108/96 di continuare ad operare sempre più efficacemente per prevenire e combattere l'usura".
La parola al Consigliere Moro, per l'illustrazione.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, nell'ordine del giorno n. 885 ribadiamo la necessità di avviare una strategia di lotta serrata contro i poteri economici occulti che operano attraverso l'aberrante fenomeno dell'usura. Impegniamo quindi la Giunta regionale, per quanto di sua competenza, ad invitare il Parlamento a tenerne conto nella legge finanziaria e ad operare sempre più efficacemente per prevenire e combattere il fenomeno.
Rimarco che abbiamo presentato un ordine del giorno alternativo a quello votato in precedenza, perché riteniamo importante incidere ulteriormente sul problema.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo ho letto precedentemente.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 1 voto favorevole e 28 astenuti (12 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Musei

Esame ordine del giorno n. 865 inerente a: "Cessione della Certosa di Collegno all'Università degli Studi di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla votazione dell'ordine del giorno n. 865, presentato dai Consiglieri Suino, Picchioni, Gallarini, Miglietti, Deorsola Spagnuolo, Ferrero, Saitta e Cavaliere, di cui al punto 107) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della proposta di nuovo assetto delle sedi universitarie nel territorio metropolitano torinese, predisposto dal Senato Accademico dell'Università di Torino e concordato con i Comuni interessati in data 24 aprile u.s.
del fatto che in tale piano è prevista tra l'altro la 'rifunzionalizzazione della Certosa di Collegno', prevedendo la localizzazione al suo interno di 'attività museali e strutture universitarie di III livello' della scelta, effettuata da tempo, da parte dell'Università di Torino e della Regione Piemonte, di localizzare all'interno della Certosa medesima il 'Museo dell'Uomo' della predisposizione da parte del gruppo incaricato dall'Università del progetto culturale del Museo suddetto, progetto che peraltro prevede la presenza di strutture universitarie e culturali, e dell'avanzata fase di realizzazione da parte dei professionisti incaricati dal Comune di Collegno, su incarico della Regione, del progetto di recupero edilizio di parte della Certosa per la collocazione del Museo suddetto delle affermazioni effettuate più volte dal Magnifico Rettore dell'Università torinese, secondo il quale la Certosa di Collegno ha la sede che l'Università di Torino ha individuato quale sede dell'Università italo-francese, Università che sarà costituita a seguito degli accordi intercorsi tra i Governi italiano e francese siglati il 6 ottobre u.s. a Firenze valutato che la Certosa di Collegno, per il suo pregio di carattere culturale ed architettonico, nonché per gli spazi e le possibilità che offre, deve essere recuperata con un utilizzo di alta qualità, per poter porsi quale polo di attrazione di livello sovraregionale ed elemento di riqualificazione che si inserisca positivamente in un disegno di pianificazione territoriale comprendente il polo scientifico dell'Università di Torino previsto in Grugliasco, nonché la Reggia di Venaria che occorre assumere le decisioni conseguenti in tempi rapidi per impedire che, a causa del progressivo svuotamento dell'ex Ospedale Psichiatrico avente sede nell'area suddetta, si accentuino fenomeni di occupazioni abusive degli stabili che la proprietà degli stabili è stata conferita all'ASL n. 5 con apposita legge regionale la scelta di trasformare la Certosa di Collegno in strutture ad uso universitario ed in particolare la proposta del Magnifico Rettore di localizzare nella Certosa suddetta la sede dell'Università italo-francese impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale: a far presente in tutte le sedi competenti la posizione assunta dal Consiglio regionale a concordare con il Comune di Collegno, l'Università degli Studi di Torino e l'ASL n. 5, le modalità e i tempi della cessione della Certosa all'Università, nonché la qualità degli insediamenti universitari, anche proponendo al Consiglio regionale gli eventuali provvedimenti legislativi che si riterranno necessari garantendo comunque le risorse affinché l'ASL possa completare il processo di superamento dell'Ospedale Psichiatrico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame mozione n. 876 inerente a: "Commissione speciale per la candidatura olimpica Torino-2006" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto 105) all'o.d.g. prevede l'esame della mozione n. 876 presentata dai Consiglieri Gallarini, Scanderebech, Grasso, Viglietta e Toselli.
Con tale mozione si richiede che venga istituita, ai sensi dell'art.
19, lettera a), una Commissione speciale per i giochi olimpici invernali del 2006 allo scopo di promuovere con la maggior efficacia possibile la candidatura di Torino a sede dei giochi stessi. Però, l'art. 19, lettera a), del nostro Statuto prevede che le Commissioni speciali devono esperire indagini conoscitive su argomenti ritenuti di particolare interesse e storicamente e statisticamente sono sempre state utilizzate per scopi diversi da quello qui richiesto. Pertanto, propongo di sospendere l'esame della mozione per dare la possibilità di verificare meglio e di rinviarlo ad oggi pomeriggio come primo punto all'o.d.g.
I lavori del mattino sono terminati e riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 15.
Prego i Capigruppo di riunirsi in Sala A).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,12)



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