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Dettaglio seduta n.31 del 09/01/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 161 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Simonetti e Papandrea relativa all'emergenza chirurgia cardio-vascolare - Circolare Assessorato sanità del 28/8/1995 - Decisioni relative attività Casa di cura Villa Maria Pia


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prego i Consiglieri di prendere posto, auguro loro buon anno e buona giornata.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 161 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro Simonetti e Papandrea.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, questa è un'interpellanza che avevamo presentato urgentemente ad ottobre e che riguarda il problema delle cardiochirurgie, in particolare prende in considerazione il problema che aveva investito la Casa di cura Villa Maria Pia.
Siamo stati informati che con una circolare del 28/8/1995 l'Assessorato alla sanità riteneva che l'attività svolta dalla suddetta Casa di cura, a partire dall'1/1/1995, rientrasse nelle fattispecie di attività previste dalla legge n. 724 e in riferimento alla quale doveva remunerarsi secondo le tariffe stabilite per la Regione, quindi attraverso la Casa di cura privata. Questa forma di accreditamento è avvenuta in modo automatico e retroattivo sulla base di una relazione dell'Unità sanitaria locale competente per territorio e in riferimento ai requisiti della Casa di cura e che a questa sono poi seguiti degli approfondimenti in ordine all'organico dei medici cardiochirurghi ed anestesisti operanti nella Casa di cura, effettuati dal prof. Mazzucco dell'Università di Verona. Lo stesso professionista, il 28/7/1995, ha relazionato all'Assessorato all'assistenza sanitaria, confermando il parere positivo rispetto a questa forma di accreditamento della Regione, raccomandando però di richiedere un potenziamento del personale medico cardiochirurgo ed anestesista, al fine di soddisfare tutte le esigenze e gli interventi che sarebbero stati effettuati in regime di accreditamento.
Di questa esigenza l'Assessore si è fatto portatore; queste assicurazioni sono state fornite il 25/8/1995 e il 28 agosto è scattata la forma di accreditamento, seppure provvisorio. Evidentemente l'Assessore si è accontentato solo di assicurazioni semplicemente verbali, visto che dopo tre giorni è scattata la forma di accreditamento verso questa clinica privata, non tenendo in considerazione i requisiti, che a mio parere, in termini di requisiti minimi, sono insufficienti per far scattare una forma di accreditamento, seppur - ripeto - provvisorio, ad una clinica privata. I requisiti dovrebbero essere strutturali e non semplicemente funzionali.
Chiedo quindi all'Assessore quale sia la struttura medico-specialistica attualmente in funzione, se siano in atto delle modificazioni (sappiamo che oggi c'è un nuovo cardiochirurgo) e conoscere anche la situazione più generale rispetto alle cardiochirurgie in Piemonte. Ho sentito qualche giorno fa al telegiornale regionale la novità con la quale l'Assessorato vuole in qualche modo rassicurarci riguardo al nuovo progetto delle tre cardiochirurgie piemontesi, ma vorrei ricordare che ci sono 10 miliardi fermi dall'aprile 1994 e che queste assicurazioni ci sono già pervenute dagli altri Assessorati nelle scorse legislature. Sta di fatto che attendiamo queste cardiochirurgie da otto o nove anni e anche in riferimento a Villa Maria Pia credo che non sia una soluzione, nel senso che per snellire la lunga lista di attesa dei pazienti in cardiochirurgia (di cui noi sappiamo che più del 5% muore già in lista d'attesa) questo non è sufficiente. E' necessario rivolgersi a cliniche e centri qualificati italiani e anche esteri, per poter snellire questa lunga lista d'attesa.
Inoltre vogliamo conoscere le casistiche, perché sono ormai troppi i parenti che si rivolgono alla Magistratura per denunciare casi di operazioni che sono riuscite male, per non dire altro. Siamo quindi preoccupati rispetto alla notizia che abbiamo avuto pochi giorni fa dal telegiornale secondo la quale si intende creare una nuova cardiochirurgia nei locali dell'Ospedale Mauriziano, quando esistono già degli spazi che potrebbero essere ristrutturati e quindi utilizzati, per cui si accorcerebbero i tempi.
Vorrei capire qual è la situazione sia rispetto a Villa Maria Pia, che è stata ben descritta nella nostra interpellanza, sia rispetto all'atteggiamento che l'Assessorato vuole assumere riguardo alla nuova realtà cardiochirurgica; infine, quali tempi vogliono assicurarci, oltre alle mere assicurazioni, perché queste - ripeto - sono già state date ormai da nove anni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente, cortesi colleghi, è opportuno rifare un'ampia disamina della situazione cardiochirurgica in Piemonte. Debbo dirle Consigliera Simonetti, che io sono fortunato perché in realtà le mie non saranno solo promesse, ma andranno a realizzarsi di qui a poco; ovviamente il merito non è mio, ma di quanti mi hanno preceduto, io sto solamente sollecitando e sono impegnato affinché le cose vadano diversamente per il Piemonte.
Inizio dalla cardiochirurgia infantile, quella dell'Ospedale Regina Margherita, dove per la verità c'è stato il mio zampino, nel senso di sollecitare il più possibile la soluzione e infatti il cardiochirurgo che ha vinto il concorso si insedierà e comincerà a lavorare dall'1 febbraio.
Per quanto riguarda la situazione generale della cardiochirurgia in Piemonte, nei giorni scorsi il prof. Disumma, stimatissimo ed apprezzatissimo chirurgo, ha parlato, quasi nelle vesti di un Assessore, al telegiornale e io me ne sono compiaciuto perché ha detto cose vere, anche se la Regione non è stata mai menzionata. La cardiochirurgia in Piemonte ad oggi ha tre soli centri: quello delle Molinette, quello di Novara e Villa Maria Pia, della quale parlerò di qui a poco. Fortunatamente, c'è stata Villa Maria Pia, le dirò.
La cardiochirurgia delle Molinette ha effettuato quest'anno 1.186 interventi: ha la potenzialità di farne almeno 1.500 per l'anno prossimo e tra l'altro ho avuto assicurazione dal Direttore generale, dott. Carnevali che saranno attivati entro il mese di aprile 100 posti per la libera professione intra moenia, il che è una cosa interessantissima per la cardiochirurgia piemontese.
Novara ha effettuato 580 interventi quest'anno: ha la potenzialità di effettuarne dai 700 agli 800.
Villa Maria Pia ne ha effettuati 351.
Prima di parlare ancora della cardiochirurgia voglio subito entrare nel merito dell'accreditamento di Villa Maria Pia. Avendo questa clinica effettuato interventi di alta chirurgia sin dall'1/1/1993 ed avendo quindi avuto un rapporto di convenzionamento con la Regione, automaticamente in base all'art. 6, punto 6), della legge n. 724/94, risultava convenzionata.
Nel maggio scorso era stata richiesta, da parte dell'Unità sanitaria locale territoriale n. 4, una verifica da parte di una Commissione che accertasse non solo le strutture, non solo la parte strumentale, ma anche e soprattutto se medici e paramedici fossero in numero sufficiente ed idoneo per espletare il loro lavoro.
Questa Commissione, presieduta dalla dott.ssa Presbitero, cardiologa dell'Ospedale Giovanni Bosco, aveva evidenziato che la struttura era ottima e la strumentazione, parimenti, era eccellente; c'era la carenza di un cardiochirurgo e di un anestesista. Per la verità avevano già cinque cardiochirurghi, però solamente uno aveva autonomia in assoluto.
Immediatamente ho provveduto a far fare un'altra verifica dal prof.
Mazzucco di Verona, che lei ha menzionato, il quale ha detto che la struttura era eccellente e che sarebbe stato opportuno, ovviamente soprattutto se avevano intenzione di incrementare i loro interventi, che venissero assunti un anestesista e un cardiochirurgo. Cosa che di lì a venti giorni è stata fatta: ho l'elenco dell'organico attuale che dopo mi premurerò di fornirvi.
Il responsabile della cardiochirurgia è un professore noto, è il prof.
Angelo Actis Dato. Il primo operatore è il dott. Marco Diena di San Donato Milanese ed il secondo operatore è il dott. Mauro Cassese. L'aiuto è il dott. Gianluca Martinelli e vi sono due assistenti, due cardio-anestesisti ed un cardiologo di reparto: tutti i professionisti operano esclusivamente con la clinica privata.
Mi è parso quindi doveroso concedere l'accreditamento, anche se lei mi dice che l'ho fatto solamente tre giorni dopo il colloquio con i responsabili di Villa Maria Pia, ma siccome c'erano questi precedenti di convenzionamento e c'era stata questa assicurazione, non solo formale, ho ritenuto di darne informazione.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

No, l'anestesista fu assunto subito. Il cardiochirurgo mancava e infatti gli interventi di cardiochirurgia erano limitati, tanto che quando poi è arrivato il prof. Diena con la sua équipe - ci sono anche i nominativi degli infermieri - hanno operato circa 55 interventi mensili tanto che, come dicevo, la clinica ha raggiunto i 360 interventi circa.
Non penso quindi che l'Assessore D'Ambrosio abbia privilegiato, in alcun modo, Villa Maria Pia; anzi, debbo dire pubblicamente grazie a questa clinica, alla quale si rivolge tra l'altro un hinterland di circa un milione di cittadini che vengono da Ivrea, da Chivasso e dallo stesso Giovanni Bosco. La presenza di Villa Maria Pia ha fatto sì che 350 cittadini piemontesi non si rivolgessero in altre strutture extra-regionali o addirittura fuori dall'Italia.
Sono sicuro che questa situazione della cardiochirurgia sarà definitivamente risolta entro il primo semestre 1997, perché quei fondi cui lei accennava, Consigliere, i 10 miliardi, purtroppo sono stati utilizzati tutti, anzi da Cuneo si chiede un ulteriore sovvenzionamento di circa 2 miliardi per ultimare le opere entro fine 1996.
Il Mauriziano sta procedendo e Alessandria si sta attivando molto: quasi certamente per fine anno avremo questi reparti, il che ci porterà a poter effettuare in Piemonte più di 3.000 interventi, che è il numero di interventi necessario, perché viene calcolato che su ogni milione di cittadini vi sono circa 800 pazienti che hanno bisogno della cardiochirurgia. Quindi, mediamente, noi avremo bisogno di 3.200/3.300 interventi di cardiochirurgia in Piemonte.
Spero di essere stato esauriente, non superficiale, così come lei Consigliere, nell'interpellanza mi ripete più volte.
Penso che tutto in sanità sia molto serio, ma soprattutto è oltremodo seria la cardiochirurgia, perché effettivamente c'è di mezzo, più che negli altri settori, la vita dei pazienti. Abbiamo chiesto ed otterremo, di qui a poco, tutto il numero di interventi effettuati e le percentuali di mortalità non solo di Villa Maria Pia, ma anche delle Molinette, dove il problema, purtroppo, è quello che preoccupa di più l'Assessore e penso la sanità piemontese, perché quella conflittualità alla quale accennai in quest'aula tre mesi fa non si è affatto risolta e sicuramente non ci sono gli estremi perché la stessa si possa risolvere nonostante le nomine ad un quinto, ad un terzo o ad un piano periferico dei primari che sono ivi impegnati.
La mortalità a Villa Maria Pia negli ultimi tre mesi, su 130 interventi, è stata di 3 pazienti; un dato eccellente, perché la media nazionale è 5/6 pazienti ogni 100 operati.
Sono pronto a replicare se ve ne fosse bisogno e se richiesto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Non sono soddisfatta della risposta dell'Assessore, proprio perché mi conferma che rispetto all'accreditamento di Villa Maria Pia il problema era notevole, cioè riguardava il cardiochirurgo. Rispetto alla relazione del prof. Mazzucco sembrava che tutto andasse bene, che fossero stati soddisfatti i requisiti strutturali perché la struttura c'era, ma i requisiti minimi strutturali rappresentano il minimo necessario per poter aprire una clinica sanitaria, non per farla funzionare! Ora, nel momento in cui il medico mancava, o comunque l'Assessore ci dice che solo un medico su quattro poteva essere autonomo (vorrei poi capire cosa significa questa autonomia di medico: significa che forse era l'unico che rispettava le casistiche a livello nazionale? Era il risultato degli interventi?), far scattare una forma di accreditamento dopo tre giorni, quando questo potenziamento - a livello funzionale e non strutturale - non era ancora avvenuto, è una questione molto grave e l'Assessore non può evadere o eludere il problema! Inoltre vi è un altro problema: lo staff di riabilitazione di Villa Maria Pia. Vorrei sapere dall'Assessore come è organizzato questo staff come funziona e se c'è.
Ancora un'altra questione: quella delle casistiche.
E' necessario che siano rese note tutte le casistiche. I cittadini della Regione Piemonte hanno il diritto di sapere di ogni clinica sanitaria, pubblica, privata, convenzionata o accreditata dalla Regione Piemonte, quale sia il risultato e quali siano le casistiche degli interventi.
E' un problema molto forte, ma al riguardo non ho sentito alcunché.
Per quanto riguarda invece le cardiochirurgie - se non ho capito male perché sono stata interrotta alcune volte - l'Assessore ha parlato di una sezione cardiochirurgica a livello regionale che, per fine 1996 - inizio 1997, sarà in grado di operare circa 3.000 interventi per le situazioni da lui annunciate. Terrò conto e metterò a scadenzario questa sua promessa soprattutto mi auguro che possa essere realizzata.
Non ho sentito nulla invece riguardo al Mauriziano. Anziché il Mauriziano, ritengo vi siano locali più facilmente ristrutturabili che, in più breve tempo, potranno permettere una sezione cardiochirurgica.
Vorrei ricevere assicurazioni dall'Assessore sia rispetto alle casistiche - perché ritengo fondamentale che i cittadini abbiano il diritto di conoscere - sia rispetto alla situazione ristrutturabile e sia ancora rispetto allo staff di riabilitazione di Villa Maria Pia.
Pertanto, in generale non posso ritenermi soddisfatta. Per quanto riguarda l'accreditamento di Villa Maria Pia la risposta è stata molto carente e comunque mi ha confermato le denunce che sono state fatte e che sono state enunciate nell'interpellanza: l'accreditamento è scattato prima del controllo e del potenziamento che doveva essere effettuato.
Riguardo ai tempi l'Assessore ci ha dato un'assicurazione che mi auguro sia rispettata perché potrebbe dare grandi risultati.
Rispetto alla cardiochirurgia, la risposta è stata inesistente per ci che riguarda le casistiche.
La risposta ha eluso, in parte, i problemi che sono stati affrontati dall'interpellanza.



PRESIDENTE

Per Regolamento l'Assessore non potrebbe più replicare; purtuttavia gli concediamo alcuni secondi per una breve replica.
Prego, Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Come le ho detto prima, noi siamo in attesa della casistica relativa a tutte le strutture piemontesi, e in particolar modo per quanto riguarda la cardiochirurgia.
All'Ospedale Mauriziano, Consigliera Simonetti, sono già stati assegnati 8 miliardi. Per allestire una sala di cardiochirurgia con locali idonei bisogna spendere cifre notevolissime. Ritengo quindi che per quanto riguarda il problema Mauriziano non sia il caso - almeno da parte mia - di discuterne.
Per quanto riguarda lo staff di riabilitazione di Villa Maria Pia ho avuto assicurazioni che si tratta di uno staff valido. Comunque le assicuro che mi premurerò nei prossimi giorni di verificare personalmente la situazione.
Accetto con piacere la sua polemica - alcune volte strumentale, altre "cattivella" - per quanto riguarda l'accreditamento, del quale se ne era parlato già ad aprile dello scorso anno. La Commissione, presieduta dalla dott.ssa Presbitero, aveva stabilito che vi erano tutti i requisiti per l'accreditamento.
Dato che era intenzione della proprietà (Villa Maria Pia) accentuare il numero degli interventi proprio in funzione della lunghissima lista di attesa esistente in Piemonte, il sottoscritto - nonostante la comunicazione da parte della Commissione, richiesta dalla Unità sanitaria locale di competenza - ha fatto venire da Verona il prof. Mazzucco, cardiochirurgo al di fuori di ogni possibilità di interessi o di che altro con Villa Maria Pia o con la cardiochirurgia piemontese. Il suddetto professore, nella sua relazione, ha evidenziato che in realtà a Villa Maria Pia le cose stavano benissimo, ma che se avevano intenzione di effettuare un maggior numero di interventi c'era bisogno di un anestesista a tempo pieno e di un altro cardiochirurgo. L'anestesista fu trovato immediatamente. Per l'altro cardiochirurgo mi dissero che l'avrebbero avuto entro fine settembre e che comunque ciò non andava ad intaccare il numero degli interventi che avevano programmato in quanto era un numero limitato.
Si ritenne quindi opportuno dare l'accreditamento in base a cose documentate e non per mia iniziativa.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'onorevole Emilio Pugno


PRESIDENTE

Procediamo ora, come è convenuto, alla commemorazione dell'onorevole Emilio Pugno. Ringraziamo i familiari per essere presenti in quest'aula e rinnoviamo loro le sentite condoglianze del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Foco per la commemorazione ufficiale.



FOCO Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, signore e signori, domenica 3/12/1995 a Torino è morto all'età di 73 anni, stroncato da un ictus Emilio Pugno, partigiano, operaio specializzato, sindacalista parlamentare.
Con questo mio intervento, nel porgere le più sentite condoglianze da parte del Consiglio regionale ai familiari - sono qui presenti la moglie Cornelia, il figlio Ruggero con la moglie Wanda, oltre ad altri familiari e amici - desidero rendere omaggio ad una figura tra le più emblematiche e significative del Movimento Operaio Torinese.
Con Pugno non scompare solo un protagonista di primo piano della storia dei lavoratori del Sindacato Subalpino, ma una parte importante - mi verrebbe quasi di dire: un pezzo importante - della cultura di Torino di questi ultimi cinquant'anni, perché da sempre la vita della grande fabbrica ha permeato e condizionato, nel bene e nel male, quella di tutta la città.
Emilio Pugno rappresentava ed era - si badi bene - un rappresentante classico di quella che è stata definita l'aristocrazia operaia torinese.
Volutamente all'inizio del mio intervento ho definito Emilio Pugno "operaio specializzato", perché in quel "specializzato" sta e si definisce la vicenda umana di tanti lavoratori consci dei loro diritti, pronti a difenderli, pronti a pagare di persona, come accadde, ma pure fieri della loro particolarità: appunto quella di essere non numeri di una grande catena, ma persone capaci di fare al meglio - perché preparati - il loro lavoro.
Emilio Pugno fu uno di loro e, proprio perché le sue radici erano nella grande fabbrica, da sindacalista non dimenticò mai queste sue origini questo suo essere operaio per gli operai. Difese con fermezza i diritti dei suoi compagni in un'epoca, quella degli anni '50, che - come è stato scritto - fu di poche sfumature e di scontri aperti, di licenziamenti per rappresaglia, di picchetti e di scioperi.
Componente di Commissione interna, Segretario prima della FIOM e poi della Camera del Lavoro di Torino e della CGIL regionale: queste le tappe dell'impegno sindacale di Pugno fino alla fine degli anni '60.
Infine, nel decennio successivo, parlamentare per due legislature nel Partito Comunista Italiano.
Colleghi Consiglieri, desidero porgere ai familiari di Emilio Pugno, in particolare alla moglie Cornelia, al figlio Ruggero e alla nuora Wanda alla CGIL del Piemonte e alla Camera del Lavoro, a nome di tutta la nostra assemblea e mio personale, le più sentite partecipi condoglianze.
Il ricordo e l'esempio di quest'uomo libero, indipendente ed autorevole, sono destinati a non sfumare nel tempo poiché sono destinati a rimanere per sempre nella storia dei lavoratori, non solo torinesi, ma di tutto il movimento operaio italiano.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Prende ora la parola il Presidente del Gruppo del Partito Democratico della Sinistra, Luciano Marengo.



MARENGO Luciano

Ricordare Emilio Pugno per me vuol anche dire ricordare alcune vicende e una parte della mia vita. Ho lavorato per parecchi anni in modo diretto con Emilio Pugno nella CGIL di Torino prima e nella CGIL regionale poi.
Alla fine degli anni '60, un'intera generazione di giovani tra i 20 e i 25 anni si avvicinò al sindacato operaio torinese guidato da Emilio Pugno.
Con il suo insegnamento diventammo militanti e dirigenti di quel sindacato di classe.
Emilio era, come scrisse in quegli anni L'Espresso il grande capo riconosciuto da tutti, amici ed avversari, di quel grande movimento sindacale torinese. Era così riconosciuto per la sua storia di operaio comunista, di combattente antifascista, licenziato per rappresaglia nei duri anni '50, diventato dirigente e segretario del Sindacato metalmeccanici, della FIOM-CGIL e poi della Camera del Lavoro di Torino e successivamente segretario regionale della CGIL. Ma era riconosciuto così soprattutto per la sua capacità di essere dirigente sindacale e politico rigoroso, coerente con le proprie idee, pronto a battersi contro gli avversari, ma anche ad assumersi le proprie responsabilità pagandone i prezzi conseguenti anche nella propria organizzazione, la CGIL, e nel suo partito, il Partito Comunista Italiano.
Quelli furono gli anni della grande avanzata sindacale, delle conquiste operaie, ma furono anche gli anni del duro confronto di linea politica all'interno del sindacato, della CGIL e del Partito Comunista Italiano; il confronto tra chi voleva i delegati di gruppo omogeneo nei luoghi di lavoro eletti tra tutti gli iscritti e i non iscritti al sindacato e chi pensava che i delegati dovessero essere solo i rappresentanti sindacali. Emilio Pugno guidò il sindacato torinese insieme a Cesare Del Piano, Segretario della CISL, e a Ferruccio Ferraris, Segretario della UIL, per affermare la linea della partecipazione democratica di tutti i lavoratori alle decisioni del sindacato.
Fu una battaglia dura, difficile anche nel Partito Comunista Italiano anche con la Segretaria nazionale della CGIL. Emilio non si tirò mai indietro e dette un contributo fondamentale per l'affermazione di quella linea politica. Quando Emilio era già in Parlamento, un giorno a Torino Luciano Lama, con il quale c'erano stati tanti confronti e scontri politici molto aspri, mi disse: "E' uno dei cinquanta dirigenti politici che si sono sempre assunti in prima persona le loro responsabilità".
Ma per ricordare ancora il tratto del dirigente sindacale e politico dell'uomo, voglio dire che alcuni anni dopo, quando lui aveva già addirittura finito la sua vicenda parlamentare, io ero allora Segretario della Camera del Lavoro di Torino, ebbi modo di incontrare dei dirigenti dell'Unione Industriale di Torino ai massimi livelli, che durante le varie vicende sindacali ebbero occasione di fare tante trattative con Emilio Pugno. Ebbene, uno dei più autorevoli dirigenti dell'Unione Industriale mi disse: "Emilio Pugno era uno di quegli uomini con il quale quando si trattava non c'era bisogno di firmare l'accordo, bastava la parola e la stretta di mano. Era un grande e duro avversario, ma era un leale avversario".
Emilio Pugno è stato sempre, fino alla morte, un comunista. Un comunista rigoroso e contemporaneamente interprete di quell'anima democratica ed anche libertaria che era presente nel movimento operaio internazionale e soprattutto nel movimento comunista italiano e torinese.
Pugno fu uno dei firmatari, insieme a Italo Calvino, Antonio Giolitti ed altri, del documento proposto al Comitato federale del Partito Comunista Italiano di Torino in quel terribile 1956 di critica all'Unione Sovietica per l'invasione dell'Ungheria. Questo tratto politico fu presente in Emilio sempre: nelle sue idee, nelle sue elaborazioni, nelle sue iniziative, nelle finalità ed obiettivi delle lotte dei lavoratori. Lui, comunista rigoroso fu un convinto sostenitore dell'unità sindacale: unità come elemento essenziale per un sindacato dei lavoratori, come diceva Emilio, e non per i lavoratori.
E' giusto oggi ricordare Emilio Pugno nelle istituzioni perché Emilio non fu solo un grande dirigente sindacale della classe operaia, ma fu portatore di una grande cultura di partecipazione e di emancipazione della società.
All'inizio degli anni '70 lui, convinto assertore della centralità della fabbrica come punto centrale dello scontro per dare più potere ai lavoratori, ebbe la grande intuizione di capire che bisognava affrontare anche i grandi problemi sociali nel territorio. Non bastava risolvere i problemi dell'ambiente di lavoro se si voleva garantire il diritto alla salute, bisognava affrontare il problema del funzionamento delle strutture sanitarie e della partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardavano la politica sanitaria. Bisognava affrontare i problemi dell'emarginazione, di cui il manicomio, definito allora la "fabbrica della follia", era il simbolo più evidente di una cultura che tendeva ad emarginare i diversi e i più deboli. Bisognava affrontare il problema della cultura operaia (le 150 ore e la formazione). Nacquero allora per iniziativa, per decisione di Emilio Pugno, alla Camera del Lavoro di Torino i centri per la lotta contro la nocività, il Centro Scuola Fabbrica, il Coordinamento Assistenza, proprio per dare corpo e strumenti a quella linea politica che ricordavo prima.
Ecco perché Emilio Pugno è stato e deve essere ricordato come un uomo che, pur essendo di parte, ha dato un contributo politico e culturale più generale.
Cara Cornelia, caro Ruggero e cara Wanda, noi, suoi amici e compagni lo ricorderemo sempre così, perché così avrebbe voluto Emilio, per ciò che concretamente ha dato, per l'affermazione dei diritti sindacali, politici e sociali dei lavoratori.



PRESIDENTE

Salutiamo la famiglia Pugno e rinnoviamo ancora le nostre condoglianze.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 183 del Consigliere Mancuso relativa all'USSL n. 51 (NO) - Ufficio Contabilità - Reintegrazione nell'incarico del Responsabile dopo breve periodo di carcere ed arresti domiciliari dello stesso


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 183 presentata dal Consigliere Mancuso, alla quale risponde ancora l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'interrogazione del Consigliere Mancuso attiene alla riammissione in servizio del dott. Ansaloni Mario da parte dell'Amministratore straordinario dell'ex USSL n. 51 di Novara, ora Unità sanitaria locale n.
13.
Il provvedimento n. 3297 del 6/12/1994, con il quale il Commissario straordinario dell'estinta USSL n. 51 di Novara ha colto l'istanza di riammissione in servizio del dott. Ansaloni Mario, era stato adottato dall'Amministrazione interessata che nella sua discrezionalità aveva ritenuto opportuno il reinserimento dell'ex dipendente nella pianta organica dell'ente assegnandolo ad altro servizio, in quanto erano cessate le misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti dell'ex dipendente e in attesa degli sviluppi del procedimento penale pendente a suo carico e dell'eventuale procedimento disciplinare da iniziarsi per gli stessi fatti ad avvenuta pronuncia di sentenza definitiva.
La cessazione delle misure di restrizione della libertà personale non comporta peraltro automaticamente la riammissione in servizio, ma tale provvedimento può essere disposto in corso di procedimento penale in quanto rientra nel potere discrezionale dell'Amministrazione nella forma di sospensione cautelare e facoltativa.
Dal contenuto del provvedimento di che trattasi emerge che l'Amministrazione non aveva ritenuto di dover continuare nella sospensione cautelare, in quanto, a parere della stessa Amministrazione, gli effetti della permanenza in servizio del dipendente non apparivano così gravi da giustificarla, dato che il dott. Ansaloni sarebbe stato assegnato a diversa sede e servizio da quello dove era stato consumato il reato contestatogli e quindi in ambiente, attività e anche rapporti interpersonali diversi.
Non parrebbe inoltre possibile ricorrere ad un nuovo provvedimento di sospensione del dirigente per gli stessi fatti contestatigli e comunque considerare illegale l'atto adottato nella sua discrezionalità dall'Amministrazione precedente. Solo in presenza di ulteriori elementi di valutazione, nel frattempo intervenuti, l'Amministrazione attuale potrebbe addivenire a diversa determinazione al riguardo.
Trattandosi peraltro di atto adottato nell'ambito dell'autonomia amministrativa dell'ente, lo stesso non risultava soggetto a controllo da parte di questa Regione.
Da informazioni pervenute risulterebbe infine che l'interessato sia stato ora destinato al Servizio socio-assistenziale con precisi incarichi lavorativi, per cui non dovrebbero più avere ragione di sussistere le lamentele apparse al riguardo sui giornali locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Mi ritengo soddisfatto della risposta.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 184 dei Consiglieri Vindigni e Foco, interpellanza n. 225 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti ed interrogazione n. 356 del Consigliere Cavaliere relative al progetto di variante della SS n. 24 per Clavière - Tratto territorio Comune di Cesana


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare le interrogazioni e le interpellanze relative alla circonvallazione del Comune di Cesana.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Premetto che la lettura di questo documento è quanto risulta nel tempo anche precedente alla stesura dei due documenti. Degli sviluppi ci sono stati e alla fine del mio intervento dirò quali sono per questo tratto di strada molto importante anche perché riguarda le questioni dei Campionati mondiali di sci del 1997.
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 184, circa il primo quesito che poi è anche ripreso nell'interpellanza n. 225, si ribadisce che il Servizio regionale Difesa Suolo Opere Pubbliche di Torino, con nota 13/9/1995 richiedeva la sospensione della deliberazione regionale del 2/11/1994 n. 22 39632 con la quale si autorizzava fra l'altro in linea idraulica, ai sensi del T.U. n. 524/25, con prescrizioni l'esecuzione dei lavori relativi alla variante ovest all'abitato di Cesana Torinese della SS n. 24 "del Monginevro" ed in particolare l'attraversamento della Piccola Dora di Clavière con un manufatto di scavalcamento a raso campagna.
Il Servizio regionale non riteneva più adeguati i valori del trasporto liquido e solido adottati dal progettista ANAS, ing. Venturini, alle direttive emanate dall'Autorità di bacino del fiume Po a seguito dell'alluvione del novembre del 1994.
Il Servizio regionale si riteneva confortato in questa decisione da ulteriori due fatti: 1) l'esame della relazione idrogeologica predisposta dal geologo, dott.
Dellarole, su incarico del Comitato per la salvaguardia ambientale della Piccola Dora costituitosi in opposizione al progetto ANAS, fatta pervenire in Regione il 4/7/1995 che adottava valori di riferimento per il trasporto liquido e solido assai superiori a quelli adottati dall'ing. Venturini.
Su questi fatti ci sono stati incontri, anche a livello di Prefettura di Torino e poi a livello governativo, anche perché l'alluvione del 1994 essendo subentrata, ha determinato la presa di posizione del Servizio geologico della Regione e l'opportunità di sospendere il progetto dell'ANAS.
2) Il confronto con i valori di trasporto liquido e solido, analogamente assai più elevati, assunti dal prof. Calleri per il dimensionamento di un ponte da realizzarsi sulla Piccola Dora a monte di Cesana Torinese nell'ambito del progetto predisposto per l'ANAS per la sistemazione e l'adeguamento della SS n. 24 tra Cesana e Clavière, sempre nell'ambito dei lavori di cui alla legge n. 235/95 sui Campionati mondiali di sci alpino del 1997 e approvato anch'esso nella Conferenza dei Servizi convocata a tal fine dal Commissario straordinario del Governo.
Perciò, anche a seguito della relazione del Settore Trasporti e Pianificazione Infrastrutture, inviata il 3/10/1995 al Presidente della Giunta regionale ed agli Assessori competenti ai trasporti e comunicazioni e Opere Pubbliche Difesa Suolo il Presidente della Giunta regionale convocava una serie di incontri tecnici, tra l'ANAS ed i competenti Settori e Servizi regionali ed in particolare il Servizio Opere Pubbliche Difesa Suolo di Torino, per esaminare se fosse possibile studiare una soluzione tecnica soddisfacente.
Ciò al fine di esaminare la possibilità di non sospendere la deliberazione regionale già resa, anche su parere favorevole con prescrizioni dello stesso Servizio Opere Pubbliche Difesa Suolo di Torino nell'ambito della Conferenza dei Servizi regionali convocata l'11/10/1994 ai sensi dell'art. 18 della L.R. n. 27/94 (parere acquisito agli atti della Conferenza dell'11/10/94 prot. 11215/11545 e successiva integrazione del 17/10/1994 prot. 11678), avendo nel frattempo l'ANAS, agli inizi del mese di agosto, pubblicato il bando di gara per l'affidamento dei lavori a licitazione privata, come previsto dalla legge n. 235/95.
Nel corso delle riunioni l'ANAS, a seguito dei pareri espressi dai propri consulenti, prof. Butera e prof. Grasso, docenti presso il Politecnico di Torino, ha ritenuto di dover rivedere il progetto, non risultando praticabili altre soluzioni di adattamento del progetto predisposto dall'ing. Venturini, per l'attraversamento della Piccola Dora sospendendo gli esiti della gara di appalto del relativo progetto, già nel frattempo pervenuti alla fase di prequalifica, predisponendo una nuova progettazione per l'attraversamento di detto torrente, rispondente ai valori di trasporto solido e liquido di molto superiori ai precedenti valori adottati per il dimensionamento dell'opera d'arte, secondo le indicazioni dei succitati consulenti, condivise dal Servizio Opere Pubbliche Difesa Suolo di Torino.
Detta nuova progettazione implica una riespressione generale di tutti gli Enti tenuti ad esprimere parere, tra cui Regione, Comune di Cesana Sovrintendenza, per cui il Commissario straordinario per i Campionati mondiali di sci del 1997 ha deciso di riconvocare la Conferenza dei Servizi ai sensi della legge n. 235/95, per l'esame del nuovo progetto, sostitutivo del precedente approvato dalla Conferenza dei Servizi, al fine di accelerare al massimo le procedure autorizzative per poter permettere all'ANAS il riappalto delle nuove opere e la conclusione dei lavori nei tempi stabiliti dalla legge.
Circa il secondo quesito dell'interrogazione n. 184: al momento non è dato sapere se le modifiche progettuali saranno tali da non consentire all'ANAS il rispetto delle scadenze della legge sui Campionati mondiali di sci del 1997.
Detto aspetto, non trascurabile, sarà oggetto di esame e di valutazione da parte del Proponente ANAS e del Commissario, il quale potrà avvalersi del Comitato di consulenza previsto dall'art. 6 della legge stessa, una volta conclusasi la fase di riprogettazione in corso. Infine, circa i finanziamenti, la legge n. 235/95 non attribuisce finanziamenti speciali finalizzati espressamente alla realizzazione delle opere viarie per i Campionati mondali di sci, limitandosi ad autorizzare il ricorso a procedure accelerate per l'autorizzazione (art. 2, Conferenza dei Servizi) e l'affidamento dei lavori (art. 3, comma terzo, appalti a licitazione privata con procedura accelerata ai sensi degli artt. 15 e 29, comma primo del DL 19/12/1991, n. 406).
Per quanto riguarda il terzo quesito dell'interrogazione: indipendentemente dalla realizzazione della variante ovest di Cesana Torinese alla SS n. 24 nell'ambito della legge sui Campionati mondiali di sci 1997, si ritiene che le risorse finanziarie relative debbano comunque essere utilizzate per la realizzazione della stessa, anche con tempistica diversa, trattandosi di un'opera comunque necessaria e già inserita nel Piano stralcio attuativo triennale 1991/1993, in quanto opera fondamentale per il miglioramento del collegamento internazionale del Monginevro (SS n.
24 e RN n. 94 tra Oulx e Briançon), oggetto di precisi impegni ministeriali, assunti nell'accordo intergovernativo italo-francese siglato tra i Ministri dei Lavori Pubblici Merloni e dell'Equipment Bosson per la realizzazione del nuovo collegamento Cuneo-Nizza e la ricostruzione del tunnel del Colle di Tenda in occasione del summit di Governo del 26/11/1993.
In aggiunta a queste dichiarazioni che sono, come ho detto, in ordine di tempo già registrate nelle opportunità di quanto accaduto per la variante di Cesana nell'ambito dei collegamenti per la gestione dei Campionati mondiali di sci e per la risoluzione dei problemi riguardanti la SS n. 24 e la RN n. 94 tra Oulx e Briançon, allo stato attuale delle cose c'è il problema del sovrappasso nei pressi del Comune di Cesana, per il quale è stato determinato un prossimo incontro il 23/1/1996, che possa risolvere il problema della circonvallazione leggera, così la si chiama senza negare quanto dovrà essere realizzato in ogni caso, così come nella vecchia progettazione, che dovrà attendere alle nuove problematiche emergenti per via dell'alluvione del 1994.
In questa Conferenza dei Servizi si stabilirà se in ogni caso quel tratto dovrà essere in galleria, dopo aver determinato il costo di un'opera di questo genere, e nel frattempo, per dare la possibilità di non intralciare tutto ciò che riguarda i Campionati mondiali di sci, potrebbe essere adottata una soluzione a raso sullo stesso tracciato di prima, che potrebbe anche rimanere nel caso in cui nello stesso tempo avvenisse la realizzazione della galleria che è in previsione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ringrazio l'Assessore Masaracchio per le ampie informazioni fornite, in particolare nella parte finale dell'intervento, sulle quali ritornerò.
Sul punto principale della breve interrogazione che avevo presentato vale a dire se l'opera potrà essere ultimata entro il 31/12/1996, quindi entro, ormai, poco meno di dodici mesi, l'Assessore non ha risposto.
Non credo si possa accettare questo silenzio, questo mancato impegno da parte dell'Assessore, in quanto la legge n. 235, che finanzia l'opera, su tale scadenza è tassativa: i fondi della legge n. 235 devono essere utilizzati per opere realizzate entro il 31/12/1996.
L'Assessore ci ha detto che il progetto non è stato ancora approvato che deve essere convocata la Conferenza dei Servizi. Di conseguenza occorrerà rifare la gara di prequalificazione prima di eseguire i lavori: tutto ciò mi fa pensare, nelle condizioni attuali, che difficilmente potrà essere rispettata la legge. E' chiaro che se si vogliono rispettare i termini di legge bisognerà pensare a penali molto forti, che garantiscano un rilevante impegno da parte della ditta esecutrice; diversamente, ci troveremo di fronte all'ennesima burla delle indicazioni di legge vanificate nei fatti.
Mi chiedo se di fronte a questa situazione non convenga muoversi nella direzione che indicavo nel terzo quesito posto nell'interrogazione: utilizzare le risorse disponibili, così come peraltro consente, a mio parere, la legge n. 235, per altre opere di viabilità connesse strettamente con la realizzazione dei Campionati mondiali di sci, per i quali, per quello che mi risulta, esistono già progetti che sicuramente saranno realizzati nei termini, in quanto si tratta di opere puntuali. Opere, cioè che non sono concentrate, ma distribuite su un determinato nastro stradale di importi relativamente modesti che certamente hanno maggiore possibilità di realizzazione entro il termine del 31/12/1996.
Mi riferisco in maniera specifica agli interventi da realizzarsi sulla SS n. 23, nel tratto dell'Alta Valle Chisone, che invece, ad ora, sono assolutamente trascurati sia nella programmazione dell'ANAS sia in quella del Commissario.
E' questa una questione sulla quale è bene che la Giunta rifletta e dia una sua precisa indicazione, anche attraverso la sua presenza nel Comitato di consulenza che prima richiamava l'Assessore Masaracchio. Vi invito a riflettere su tale punto; non è strumentale questa posizione, è molto chiara e netta.
Se proprio vogliamo affermare i principi della buona amministrazione, il primo fondamentale principio è che le leggi vanno rispettate. Siccome la legge dice che l'opera deve essere realizzata entro il 31/12/1996, mi si dica se, stando così le cose, questo obiettivo è garantito.
Avevo detto prima che ringraziavo l'Assessore per le altre informazioni che ha dato; in particolare, quella molto chiara e palese secondo la quale l'opera è comunque necessaria, perché deriva da un accordo internazionale fra i Governi.
Capisco la posizione ferma e rigorosa nella difesa degli accordi intergovernativi di un rappresentante di Alleanza Nazionale, ma vorrei che in questa sede si ragionasse anche rispetto agli interessi reali della nostra Regione, a come si impiegano le risorse pubbliche nella nostra Regione, e se possiamo accettare che le poche risorse per la viabilità vengano decise sulla base di accordi intergovernativi.
Questi accordi intergovernativi hanno anche qualcosa di misterioso, se non di fantomatico, perché ad esempio l'accordo intergovernativo qui richiamato (quello stipulato nell'ottobre 1993) guarda caso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale solo a fine ottobre 1995. Non vorrei che si fosse messa una toppa ad un guasto, temendo che qualcuno potesse avanzare delle obiezioni sulla legittimità degli atti conseguenti a questi presunti accordi. Questo significa che gli accordi intergovernativi probabilmente sono di scarsa conoscenza da parte della Regione e degli enti interessati; non vorrei che questi accordi fossero fatti ad uso esclusivo della Francia e rispondessero alle logiche e alle pressioni di singoli territori francesi, che impongono agli italiani, troppo solerti nell'esecuzione di questi accordi, di fare opere e di investire, senza vedere dall'altro lato un'azione conseguente. Basti vedere quello che è successo nei giorni scorsi in Valle Roya, dove i servizi dell'Equipment francese non hanno tolto la neve, creando tanti disguidi ai turisti italiani. Quindi, sugli accordi intergovernativi è bene fare chiarezza.
Chiedo all'Assessore di procurarsi il testo; personalmente ho cercato in tutti i modi di averlo, chiedendolo anche al Ministero degli Esteri, ma non ci sono riuscito. Quindi, quando si richiamerà l'argomento, vorrei sapere se il testo è noto alla Regione, se l'Assessore lo ha a sue mani e se eventualmente lo può fornire al sottoscritto e ai Gruppi consiliari.
C'è un altro aspetto connesso agli accordi intergovernativi per gli attraversamenti alpini in generale: una decisione ed una valutazione che la Regione deve fare rispetto a quali devono essere i collegamenti internazionali attraverso l'arco alpino, che vanno fatti e potenziati. Non possiamo "correre dietro a tutte le lepri".
Occorre che la Regione Piemonte, che è l'unica Regione che ha una frontiera comunitaria, e di conseguenza è quella che si può avvalere al massimo degli effetti degli accordi del Consiglio europeo di Milano - che aveva portato a prendere le decisioni relative alla libera circolazione delle merci e delle persone, quindi effetti economici anche convenienti per le imprese - si faccia portatrice di un'istanza nelle sedi competenti, in collaborazione con le altre Regioni e a livello governativo e comunitario affinché per gli attraversamenti alpini si faccia chiarezza, si decida quali vanno fatti e quali caratteristiche devono avere.
Non possiamo recepire acriticamente tutto quello che ci viene imposto da accordi intergovernativi, che sovente sono fatti sulla base di pressioni di lobby, che scavalcano completamente le volontà locali e popolari.
Inoltre, il problema degli attraversamenti alpini solleva anche un'altra questione, quella della mobilità e dell'accessibilità dei nostri centri turistici.
Pensare che l'accessibilità e la mobilità nei centri turistici dell'arco alpino piemontese possa essere realizzata esclusivamente con i mezzi privati è un errore colossale. I modelli turistici che si stanno affermando puntano ad altri sistemi, ad esempio alla valorizzazione dell'ambiente naturale, storico e paesaggistico costruito nel passato. Ed è chiaro che tale ambiente è fortemente violentato da un'accessibilità e da una mobilità veicolare.
Di questo se ne sono accorti gli austriaci e gli svizzeri, che riescono ad attrarre flussi turistici su questi centri proprio perché utilizzano altri sistemi di mobilità e di accessibilità.
Certo i piccoli Comuni, dove c'è ancora scarsa sensibilità rispetto a questi temi e che pensano che tutto lo sviluppo sia legato alle seconde case, fanno fatica ad intraprendere strade nuove. Quindi, sarebbe opportuno che fosse la Regione a stimolare, a fare degli studi e a proporre delle realizzazioni pilota in questa direzione.
Per queste ragioni non posso dichiararmi soddisfatto della risposta data dall'Assessore Masaracchio, innanzitutto per l'approccio generale rispetto ai temi che ho prima indicato; inoltre perché ci si lava le mani come Ponzio Pilato - rispetto alla scadenza del 31/12/1996, che è come un macigno, e rispetto alla quale si rischia di disperdere e vanificare l'uso delle risorse.
Invito quindi la Giunta ad intervenire rapidamente, affinché le risorse assegnate al Piemonte vengano effettivamente spese in Piemonte, o venga indicata una precisa direzione nella quale ciò è possibile nei tempi previsti dalla legge n. 235.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo Rifondazione Comunista è preoccupato del rischio che i finanziamenti straordinari, concessi alla Regione Piemonte per la realizzazione di opere di vario tipo connesse ai Mondiali di sci del 1997 si trasformino in un ulteriore violento attacco all'ambiente naturale montano.
Questa è la nostra prima preoccupazione: che la "pioggerellina" di soldi si trasformi in un ulteriore degrado per la nostra Regione. La preoccupazione nasce dal fatto che molto spesso amministriamo le opere pubbliche sotto la specie dei finanziamenti straordinari, dell'emergenza e dell'urgenza.
L'amministrazione da un ambiente siffatto - provvedimenti straordinari scadenze ridotte, procedure eccezionali, scavalcamento di ogni tipo di esame serio delle varie situazioni - non può produrre buon governo. Quindi siamo preoccupati dal fatto che, ancora una volta, esista una scadenza magica e che su questa si avvii un volo di avvoltoi, che cominciano a drenare risorse purché sia, per realizzare le solite opere.
Sembra che nel nostro Paese il pietrischetto bitumato sia l'unica materia che alcuni ritengono in grado di soddisfare certe esigenze.
L'esigenza di usufruire, di godere dei Campionati mondiali di sci pu essere risolta in tantissimi modi, che con il pietrischetto bitumato possono non avere alcuna attinenza.
All'interno della nostra preoccupazione c'è anche la vicenda relativa alla circonvallazione ovest di Cesana Torinese, che l'Assessore abbastanza chiaramente ha spiegato che si tratta di un'opera che si sarebbe realizzata sulla base di un progetto inadeguato. Quando si progetta un ponte su un fiume, la prima cosa che bisogna fare è calcolare la portata di massima piena. E' la prima operazione che qualunque progettista fa per il primo e l'ultimo rigagnolo della regione Piemonte; si calcola il bacino, si vanno a vedere i dati pluviometrici e si fanno quei conti di idraulica che qualunque ingegnere è costretto a fare se vuole progettare un ponte.
Assessore, in base a questo clima di emergenza che prende parossisticamente tutti quanti, mi pare sia successo un fatto gravissimo: che tutto, cioè, sia andato a rotoli e che l'appalto debba essere sospeso perché ci siamo trovati di fronte ad un progetto, con committenza ANAS inadeguato. L'emergenza non deve impedire l'assunzione di responsabilità.
Quello che chiedo all'Assessore è di capire e di intervenire, perché se un progetto è sbagliato e il committente responsabile di questo progetto ha sbagliato, io chiedo che ci sia modo di fare fronte a queste responsabilità, di chiunque esse siano. Se ricordate, colleghi, sulla vicenda della circonvallazione ovest di Cesana, la prima notizia che hanno riportato i giornali in tono allarmistico era che i funzionari della Regione Piemonte avevano inventato delle questioni in base alle quali non si poteva procedere nei lavori. L'Assessore mi sembra abbia detto il contrario, cioè che i funzionari della Regione giustamente avevano esaminato la questione e avevano dimostrato che era un progetto non adeguato, tant'è che bisogna ricalcolare le portate di massima piena e i valori di trasporto liquido e solido. Chiedo allora che l'Assessore faccia una verifica precisa su questo fatto perché ci sono delle manchevolezze tali che ci preoccupano, non tanto per un minore volume di pietrischetto bitumato buttato alla svelta in occasione dei Mondiali di sci - si potrebbe usufruire di questa occasione in altro modo - ma per il fatto che non è possibile, con o senza emergenza, avere progettazioni che vengano condotte in modo talmente sbagliato e superficiale da costringere all'interruzione di una procedura quando questa è giunta fino alla fase di appalto.
Per questi motivi non siamo soddisfatti della risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere che ha presentato un'interrogazione anche se non ne risulta il testo, in merito a questo problema.



CAVALIERE Pasquale

Forse l'interrogazione non risulta perché è di una decina di giorni fa.
Comunque, visto che siamo in argomento, vorrei dire che io sono stato abbastanza stupito di apprendere dichiarazioni e prese di posizione dell'Assessore al turismo, Angeleri, in merito a questioni che riguardano in maniera preminente la viabilità e i trasporti. Questa credo che sia abbiamo già avuto modo di dirlo al Presidente Ghigo - la questione centrale di tutta la vicenda dei Mondiali di sci. Il Consiglio non ha avuto un interlocutore preciso all'interno della Giunta per poter discutere tutti gli interventi relativi ai Mondiali di sci e soprattutto qual era il nostro contributo, quali erano l'indirizzo e le posizioni del nostro Ente nell'organo consultivo di cui facciamo parte.
Quando abbiamo posto delle questioni all'Assessore Angeleri in sede di Commissione, lui ha risposto che non lo riguardavano, che la sua competenza è solo il turismo, che quelle questioni riguardavano la viabilità. Poi per vediamo che l'Assessore Angeleri firma, dichiara, esterna anche sulla viabilità e in ultimo apprendiamo che si dovrebbe effettuare l'opera nel tratto discutibile della circonvallazione di Cesana in galleria, con un onere di diverse decine di miliardi in più e questo viene affermato tranquillamente con una situazione che vede, ad esempio, ancora in fase di stallo il nodo della Torino-Pinerolo. Questo è il problema di fondo: non si capisce come si vogliano indirizzare le risorse e quali effettivamente siano il ruolo e gli intendimenti della Giunta rispetto a tutto il problema.
Credo, ed è questo ciò di cui abbiamo esigenza, che ci debba essere un coordinamento reale delle politiche del nostro Ente, affinché si capisca in modo chiaro chi è che porta le posizioni della Regione all'interno del gruppo di consultazione per avere un confronto trasparente e chiaro, e per capire quali sono le effettive posizioni, anche tecniche, su cui confrontarsi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio per diritto di replica, poiché la materia è complessa e problematica.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Quella dell'ecologia, del rispetto dell'ambiente e dei Campionati mondiali di sci è una storia infinita. Purtroppo, non è bella come quella vista nel film con quel mostro che viaggiava fra le nuvole fino a raggiungere dimensioni ottimali, tali da compensare anche il disagio di una vita in un mondo disastrato! A parte questa considerazione, che non è impertinente, c'è anche da dire che in effetti questa Giunta non si sta inventando né i Campionati mondiali di sci né le opere da realizzare per i Campionati mondiali di sci. Tutto proviene da un processo logico che ha avuto una data e dovrebbe avere una scadenza. E' vero che i funzionari hanno scoperto che la campata delle arcate dei ponti sui fiumi non è adeguata dopo le alluvioni del 1994, ma è anche vero che l'opera in questione sarebbe stata già appaltata se non fosse subentrato l'intervento del Settore Ambiente regionale che ha riveduto e corretto o comunque indicato la correzione dello strumento che avrebbe dovuto avere una conclusione d'appalto.
Dopodiché noi dovremmo chiedere una penale all'ANAS, quando il Servizio Difesa Suolo Opere Pubbliche di Torino, con sua nota, richiede la sospensione della deliberazione, non perché l'opera fosse stata appaltata in termini errati, ma perché l'alluvione del 1994 ha suggerito che bisognava rivedere l'appalto?



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Sì, è così perché io in sede di confronto...



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

No, non è affatto vero, tu sei un tecnico e dovresti sapere che la previsione in proiezione di tempo delle alluvioni non è da un anno all'altro, ma è di cento anni in cento anni.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Quando al tavolo delle trattative o del confronto in questa Regione dove i Settori sono dei comparti ideologici, si è studiato il caso, avremmo dovuto avvertire l'ANAS che non aveva pensato che ci sarebbe stata, dopo cento anni, un'altra alluvione. Allora, questo significa tessere la tela come faceva Penelope, disfacendo tutto di notte e di giorno cercando di costruire qualcosa.
Io ho partecipato, appena nominato Assessore a queste mansioni molto pesanti, alla prima riunione-confronto con i responsabili.
I Campionati mondiali di sci sono stati richiesti in Piemonte, a suo tempo, senza alcuna reazione da parte delle opposizioni - come sarebbe stato opportuno - sapendo che ci avrebbero portato la realizzazione di quelle opere che sono necessarie. Non si venga a dire, adesso, che le opere da realizzare disturberanno l'ambiente e che i Campionati mondiali di sci potrebbero essere fatti ugualmente senza le necessarie programmate infrastrutture. Nella cosiddetta ideologia o filosofia della sinistra i due settori - quello di Rifondazione Comunista e quello del PDS - dovrebbero mettersi d'accordo, sempre che esista una corrente ideologica di sinistra su questi fatti. Queste opere devono essere realizzate o non devono essere realizzate? Se devono essere realizzate, il Servizio regionale Difesa Suolo Opere Pubbliche avrebbe potuto soprassedere a quanto ha avvertito che da qui a cento o centocinquant'anni ci sarà un'altra alluvione. Io non sono n un ingegnere, né un architetto, né un tecnico, né un imprenditore dell'ANAS, né uno che va a procacciare affari per coloro i quali, con il pietrisco o con l'asfalto, dovrebbero mettere a posto il territorio o distruggerlo. Io sono un politico e ragiono sulla logica degli atti amministrativi. La logica degli atti amministrativi mi dice questo: l'opera oggi sarebbe già non dico in appalto, ma in cantiere, se non fosse subentrato l'avvertimento per quello che è accaduto nel novembre 1994, cioè di soprassedere perché le previste opere idrauliche non sono adeguate, o non sarebbero adeguate.
Un calcolo su quanto viene apportato dal pietrisco tracimato dai corsi d'acqua in montagna, ad oggi, non è stato fatto: è a valle che noi abbiamo avuto tutto il disastro dell'alluvione, non a monte. In montagna, disastri non ce ne sono stati, l'acqua ha confluito regolarmente. Vi assicuro che i tecnici affermano che quest'opera se non fosse riveduta e corretta sarebbe ugualmente adeguata alla natura della zona montana. Se poi queste mie affermazioni politiche non sono di riscontro ad una credibilità di natura amministrativa...



(Interruzione del Consigliere Vindigni)



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Lasciami dire, Vindigni, perché il nostro non deve essere un battibecco: hai detto la tua? Ora io dico la mia. Dopodiché, se non sei soddisfatto, pazienza; tanto le opere saranno eseguibili quando sarà possibile. Non può esserci una Giunta regionale che con piglio stabilisce in quattro e quattr'otto, di eseguire l'opera entro il 1996, quando i tempi non ci sono più.



(Commenti del Consigliere Vindigni)



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Ma questo non l'avevi capito, Vindigni? E' anche stabilito dagli atti amministrativi che tutto ciò che è previsto nello stralcio del 1991 deve essere realizzato indipendentemente da quello che comporta il pacchetto dei Campionati mondiali di sci.
Mi piacerebbe continuare; visto che è inutile, vi ringrazio delle interpellanze e delle interrogazioni presentate. Prendo atto delle osservazioni e speriamo che il buon Dio ci aiuti ad avere qualche parte dell'opera eseguita, senza gravi danni per il territorio e con tanti bei Campionati mondiali di sci, con tanta gente che va e che viene per la Valle di Susa agevolmente, che magari trasporteremo in elicottero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per una precisazione il Consigliere Vindigni; ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

L'Assessore ha detto che il PDS da una parte e Rifondazione Comunista dall'altra non intendono prendere posizione rispetto alle opere previste per i Campionati mondiali di sci. Devo ricordare che il 26/8/1995, presente l'Assessore Angeleri e presente un suo funzionario, l'arch. Lotti, abbiamo partecipato ad un convegno in cui abbiamo espresso profonde riserve sulla tangenziale ovest di Cesana Torinese, dicendo che quest'opera non aveva niente a che fare con i Campionati del mondo, cosa che ha confermato l'Assessore e che piuttosto, se soldi andavano spesi, bisognava farlo sulla tangenziale est, che ha a che fare con i Campionati del mondo! Quindi non è vero che non ci siamo espressi.
In secondo luogo stiamo dicendo chiaramente che c'è un'alternativa su come impegnare queste risorse, quando è certo ed acclarato che non si pu rispettare, per quest'opera, la legge. Ci sono altre opere necessarie per i Campionati del mondo che possono essere eseguite nei termini previsti. Non potevo accettare che l'Assessore facesse questa confusione, signor Presidente.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 150 dei Consiglieri Deorsola e Casari relativa alla composizione del patrimonio immobiliare della Regione Piemonte, Enti da essa controllati e segnatamente ATC. Opportunità di istituire un "Osservatorio proprietà immobiliare pubblica" al fine di razionalizzare la gestione


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 150, alla quale risponde l'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore all'edilizia residenziale

Con questa interpellanza i Consiglieri Deorsola e Casari pongono una serie articolata di quesiti. Più che altro è un'interpellanza che si sostanzia in una richiesta di notizie, con particolare riferimento alle Agenzie Territoriali per la Casa.
I punti articolati sono sei ed il primo consiste nella richiesta di conoscere la composizione del patrimonio immobiliare segnatamente delle ATC. Su questo punto rispondo come Assessore all'edilizia residenziale.
Al riguardo, i dati a sostegno delle risposte che fornisco, che sono corredati di documentazione corposa che passerò direttamente agli interpellanti, sono in questi termini: l'ATC di Torino ha 21.836 alloggi, di cui 663 unità immobiliari ad uso diverso dall'abitazione; la stessa ATC di Torino gestisce, inoltre, 13.066 alloggi e 1.237 locali di proprietà di terzi l'ATC di Cuneo ha 3.322 alloggi, 2.103 fra box e posti auto l'ATC di Novara ha 5.330 alloggi gestiti, di cui 357 a riscatto, oltre che 3.151 unità immobiliari diverse l'ATC di Alessandria ha 5.567 alloggi gestiti e 35 negozi l'ATC di Asti ha complessivamente 2.550 unità immobiliari.
Con il secondo quesito si richiedeva di conoscere il numero dei dipendenti addetti all'amministrazione, con particolare riguardo sempre alle ATC. Il numero dei dipendenti addetti alle amministrazioni è: 89 per Torino; la spesa occorsa nel 1994 è stata pari a L. 4.800 milioni l'ATC di Cuneo ha 5 dipendenti, con una spesa - riferita sempre al 1994 di 250 milioni l'ATC di Novara ha 8 dipendenti, con una spesa di L. 668 milioni l'ATC di Alessandria ha 35 dipendenti con una spesa di L. 2.395 milioni l'ATC di Asti ha 18 dipendenti con una spesa di L. 1.030 milioni.
Con il terzo quesito si chiedeva il numero degli incarichi di consulenza varia, sia strettamente legale per le azioni di sfratto, in particolare nei confronti dei morosi, sia altre consulenze di carattere più propriamente tecnico.
I dati sono i seguenti: l'ATC di Torino, che è commissariata, ha conferito nel periodo 1 gennaio 31 dicembre 1994 n. 32 incarichi, con una spesa complessiva di L. 1.657 milioni l'ATC di Cuneo ha conferito nel 1994 un solo incarico, esteso anche all'anno 1995 (però non è indicata la spesa) l'ATC di Novara non ha conferito alcun incarico l'ATC di Alessandria ha conferito nel 1994 n. 2 incarichi per una spesa di L. 5,5 milioni e n. 5 incarichi nel corso del 1995 per una spesa di L.
22,6 milioni l'ATC di Asti ha conferito n. 23 incarichi nel 1994 e n. 14 incarichi nel primo semestre 1995 (anche in questo caso non è stata precisata la spesa).
Ricordo che questi dati non sono contenuti nei cassetti dell'Assessorato regionale che, come è noto, ha nei confronti dell'Azienda Territoriale della Casa funzioni meramente - sia pure importanti - di vigilanza in senso lato, quindi devono essere forniti dalle varie Aziende Territoriali per la Casa.
Per quanto riguarda il quarto e il quinto punto dell'interpellanza cioè di conoscere la superficie complessiva in metri quadri utilizzata dai dipendenti addetti all'amministrazione e di conoscere l'ammontare dei mutui che gravano sugli immobili, non sono stati ancora forniti i dati dalle varie Aziende Territoriali del Piemonte. Quindi su questo punto mi riservo di precisare in futuro.
Al sesto punto, che forse è quello più importante ed è un po' il cuore dell'interpellanza, si chiede di valutare l'opportunità di istituire eventualmente d'intesa con altri Enti locali, un Osservatorio della proprietà immobiliare pubblica. Su questo punto è chiaro che la stessa interpellanza chiede alla Giunta e all'Assessore competente di effettuare una valutazione sull'istituzione di tale struttura.
Questa valutazione verrà approfondita, ma in linea di massima ritengo che si tratti di un'iniziativa seria e fattibile ai fini di una buona amministrazione e gestione di questi patrimoni immobiliari pubblici. La creazione di questo Osservatorio comporterà - ho motivo di ritenere - una modifica incisiva, per tutte le implicanze che avrà, della legge vigente in materia e quindi sarà oggetto di attenzione e di studio da parte dell'Assessorato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Ringrazio l'Assessore per questa prima risposta. Non posso ancora esprimere una valutazione, se di soddisfazione o meno della risposta stessa, in quanto l'Assessore non ha potuto ancora fornire le risposte a tutte le domande che - mi rendo conto - erano molte ed articolate.
Chiedo pertanto che nei tempi tecnici strettamente necessari sia data risposta alle ulteriori domande.
Credo di poter fin d'ora sottolineare che tutte quelle premesse che ci avevano spinto a presentare l'interpellanza vengono avvalorate da queste prime risposte, nel senso che l'esigenza di creare un Osservatorio del patrimonio immobiliare pubblico viene rafforzata da queste prime risposte che contengono alcuni dati preoccupanti per una buona amministrazione della cosa pubblica.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione n. 196 dei Consiglieri Deorsola, Montabone, Burzi, Casari e Ghiglia relativa ai Servizi Veterinari in Piemonte. Utilità di conoscerne strutture, funzioni, numero di addetti per qualifica, nonché l'ammontare dei costi (Servizi Unità sanitarie locali e Servizi regionali)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 196, presentata dai Consiglieri Deorsola, Montabone, Burzi, Casari e Ghiglia, alla quale risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Risponderò nel dettaglio, punto per punto, ai quesiti posti dai Consiglieri Deorsola, Montabone, Burzi, Casari e Ghiglia.
Al punto a) si chiede quanti sono i veterinari dipendenti dalle ASR del Piemonte e la loro qualifica.
I veterinari, in servizio alla fine del 1994, risultano essere 546 così suddivisi: 46 dirigenti 253 coadiutori 247 collaboratori.
Nell'area "A" (sanità animale) sono impegnati 326 sanitari contro 220 nell'area "B" (ispezione degli alimenti).
Come dato di riferimento si ricorda che in Lombardia i veterinari delle Unità sanitarie locali sono 720 (ovviamente gli abitanti sono il doppio del Piemonte); in Emilia Romagna sono 622 (gli abitanti dell'Emilia Romagna sono 3 milioni e 909 mila); nel Veneto sono 455.
Per l'importanza delle attività zootecniche, il Piemonte è la terza regione italiana, quasi alla pari con l'Emilia Romagna, dopo la Lombardia e il Veneto.
Al punto b) si chiede quanti sono i veterinari del Servizio Veterinario regionale e di quanti dipendenti è composto tutto il Settore.
Nel Settore Assistenza Veterinaria della Regione lavorano 15 dipendenti, di cui 5 veterinari (un dirigente di decimo livello; due dirigenti di nono livello e due funzionari di ottavo livello). Presta inoltre la sua collaborazione, tramite l'istituto del comando, un veterinario dell'ASR n.
10 di Pinerolo.
Al punto c) si chiede qual è il costo del Servizio Veterinario regionale diviso per stipendi, servizi e pubblicazioni.
Il costo complessivo del Settore Assistenza Veterinaria della Regione ammonta a L. 701.967.955 per stipendi e indennità di missione. Si precisa che il personale veterinario non gode dei benefici del contratto sanitario.
Non ci sono voci fisse per i servizi particolari di cui usufruisca il Settore Veterinario, che si avvale degli stessi servizi generali di tutti gli altri settori della Regione.
Il Settore pubblica, per finalità di aggiornamento tecnico-scientifico quattro numeri annui di un bollettino rivolto a tutti gli operatori sanitari. La redazione dei testi, la composizione tipografica e la rilegatura non comportano alcun costo aggiuntivo in quanto eseguiti direttamente dal personale del Settore Veterinario.
Le collaborazioni esterne, pure ambite per il prestigio della pubblicazione, sono gratuite. La stampa è effettuata in economia dal Centro Stampa regionale. Le stesse modalità valgono per la citata relazione annuale di attività per i rapporti dei gruppi di studio e le raccolte di segnalazione della normativa del Settore puntualmente inviate alle Unità sanitarie locali Al punto d) si chiede a quanto ammonta globalmente per il Piemonte il costo dei Servizi Veterinari delle Unità sanitarie locali Secondo un'inchiesta apposita, effettuata dal Settore Veterinario della Regione, il costo complessivo dei Servizi Veterinari delle Unità sanitarie locali per il 1994 risulta essere il seguente: spese per il personale dei Servizi Veterinari (tecnici ed amministrativi inclusi): L. 70.780.944.000 altre spese: L. 4.201.997.000 spese correnti dell'Istituto Zooprofilattico di Torino: L.
18.292.731.000 spese in conto capitale dell'Istituto Zooprofilattico di Torino: L.
900.000.000.
Si precisa che il finanziamento dell'Istituto Zooprofilattico avviene totalmente con assegnazioni di provenienza statale.
Al punto e) si chiede il costo dei contributi erogati agli allevatori dal 1990 ad oggi diviso per anno ed il numero di capi bovini abbattuti in tali anni.
Agli allevatori, per gli indennizzi obbligatori assegnati dallo Stato per l'abbattimento dei capi infetti (integrazioni anni precedenti incluse) sono stati erogati: anno 1990: L. 10.773.399.000 per n. 23.172 capi bovini anno 1991: L. 9.485.878.000 per n. 20.649 capi bovini anno 1992: L. 7.308.947.000 per n. 11.180 capi bovini anno 1993: L. 7.350.426.000 per n. 10.559 capi bovini anno 1994: L. 6.183.351.000 per n. 11.678 capi bovini.
All'ultimo punto si chiede se ed in quali termini l'Amministrazione intende attuare una ristrutturazione del Servizio Veterinario e della Sanità del bestiame in Piemonte.
Ai sensi della legge nazionale di riordino, l'Amministrazione regionale è tenuta ad istituire la terza area funzionale (area "C") - vi ho detto prima dell'area A, Sanità animale, e dell'area B, Ispezione degli alimenti deputata alla promozione dell'igiene zootecnica. Un primo atto di indirizzo è già stato emanato in tal senso.
Nella fase iniziale l'area "C" non comporterà aggravio di spesa per il personale che vi transiterà dalle altre aree. Con la formulazione dei carichi di lavoro è previsto che le Aziende Sanitarie Regionali adeguino le piante organiche. L'obiettivo dell'Assessorato nel Settore Sanità animale è quello di mantenere gli attuali standard di attività completando altresì l'eradicazione della tubercolosi bovina, della brucellosi ovicaprina e della leucosi enzootica bovina, profilassi obbligatorie in ambito nazionale e comunitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

I dati comunicati oggi dall'Assessore, che ringrazio per la risposta sono molto articolati e meritano un approfondimento che non mi è possibile in questo momento non avendo conosciuto ovviamente prima i dati. Ritengo però che anche solo dalla semplice lettura ed esposizione che ha fatto l'Assessore si evinca che molti degli interventi che occorre fare - circa i quali positivamente ho sentito nell'ultima parte dell'intervento dell'Assessore che sono in programma - hanno carattere d'urgenza.
Dai dati che ci sono stati comunicati oggi emerge con chiarezza una sfasatura tra il numero degli addetti e conseguentemente il costo e gli interventi che sono stati effettuati.
Credo però che non sia possibile da parte mia come primo firmatario dell'interrogazione dire oggi se la risposta sia soddisfacente o meno proprio per la complessità della risposta stessa. Mi riservo di comunicare formalmente, cioè per iscritto, alcune valutazioni in ordine alla risposta data dall'Assessore della quale chiedo ci venga consegnata copia scritta.
Ritengo in ogni caso di poter dire che deve proseguire l'incisiva opera che sta espletando l'Assessore perché il comparto in sé ha delle grosse carenze così come evidenziate proprio dalla risposta dell'Assessore.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 189 dei Consiglieri Cavaliere, Marengo, Saitta, Papandrea e Rubatto ed interrogazione n. 194 della Consigliera Spagnuolo relative al Programma "Il Ponte"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame contestuale dell'interpellanza n. 189 presentata dai Consiglieri Cavaliere, Marengo, Saitta, Papandrea e Rubatto e dell'interrogazione n. 194 presentata dalla Consigliera Spagnuolo.
Risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, "Il Ponte" è un progetto pluriennale di educazione allo sviluppo ed alle relazioni interculturali i cui beneficiari sono gli insegnanti e gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori.
Il progetto è stato deciso nel 1994 nell'ambito della programmazione annuale delle attività regionali in materia di cooperazione internazionale ed educazione allo sviluppo (L.R. n. 31/90).
Nel primo anno si sono svolti nei capoluoghi di provincia corsi di aggiornamento sulla materia, frequentati da più di 200 insegnanti.
Per l'anno scolastico in corso sono stati predisposti cataloghi provinciali che comprendono 75 programmi di attività da svolgere nelle classi realizzati da 17 Associazioni piemontesi che possiedono una documentata esperienza nel settore dell'educazione allo sviluppo ed alle relazioni interculturali e sono da anni attivi con iniziative specifiche per le scuole.
Per le attività del programma regionale "Il Ponte" da svolgere nell'anno 1995 è stato deliberato lo stanziamento di un fondo di 100 milioni (DGR n. 163-2529 del 23/10/1995).
La promozione dell'iniziativa con distribuzione dei cataloghi nelle scuole è in pieno svolgimento e si registra un rilevante interesse degli insegnanti con numerose richieste di adesione fin dai primi giorni.
Pertanto il progetto non solo non è stato bloccato, ma nemmeno sospeso e va avanti regolarmente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Prendo atto che a questo progetto vi è stato dato corso, come era giusto fare perché si tratta di un progetto interessante e di valore che deve essere portato avanti. Del resto, nella fase in cui fu temporaneamente sospeso, erano già stati predisposti tutti gli stampati per cui sarebbe stato anche uno spreco interrompere questo progetto.
Diamo atto al Presidente di aver approfondito la questione e ritenuto opportuno continuare questa esperienza.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Interpellanza n. 309 dei Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea relativa alle intercettazioni telefoniche in cui si parla del Presidente Ghigo


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 309 presentata dai Consiglieri Chiezzi Moro e Papandrea. I Consiglieri interpellanti rinunciano alla facoltà di illustrarla; ha quindi la parola il Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Questa interpellanza è relativa ad articoli apparsi sugli organi di stampa nei quali veniva fatto il mio nome. Nel comunicato stampa fatto dal Consigliere Chiezzi si contestava il fatto che io avessi dato delle risposte superficiali quando sono stato interpellato dagli organi di stampa.
Prima di tutto permettetemi una considerazione di carattere generale.
E' già abbastanza strano che un'intercettazione telefonica, coperta dal segreto istruttorio, finisca agli organi di stampa. Questa è una riflessione che prima o poi dovremo tutti insieme cercare di approfondire.
Seconda osservazione: proprio in riferimento alla totale estraneità alle considerazioni fatte dalle persone intercettate, io mi sono semplicemente permesso di rispondere che non ero a conoscenza dei fatti, che queste persone non avevano neanche esercitato l'intenzione espressa nell'intercettazione. Nel senso che io non ero neppure stato contattato da queste persone per eventualmente raccogliere l'invito a conoscere la tal persona.
Il fatto non è avvenuto. Successivamente, durante una telefonata fatta al Procuratore Capo della Repubblica di Torino, dottor Marzachì chiaramente per esternare le mie lamentele per questa fuga di notizie, lo stesso mi ha detto di aver letto questa intercettazione circa due mesi prima, ma di non averla ritenuta di alcun peso e di non aver dato alcun seguito. Tant'è vero che questo tipo di informazione io l'ho solo ricevuta dagli organi di stampa, non sono stato né sentito né interpellato né messo a conoscenza dei fatti da parte degli organi costituenti preposti dalla Procura.
Onestamente, essendo io completamente estraneo ai fatti non vedo che cosa aggiungere a quanto successo, se non una considerazione di carattere generale che mi ha lasciato molto perplesso e che mi ha portato ad esprimere - ripeto - alcune considerazioni di carattere generale che spero presto di poter ufficializzare attraverso un ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Care colleghe, cari colleghi, purtroppo sono assolutamente insoddisfatto della risposta del Presidente Ghigo su una vicenda che leggendo i giornali, ha suscitato nel Gruppo di Rifondazione Comunista molta preoccupazione.
Il problema sollevato è politico, non è giudiziario e non è nemmeno volto a ricercare i motivi per i quali un'intercettazione telefonica soggetta a segreto d'ufficio vada sui giornali; questo è estraneo alla nostra possibilità di comprensione e di controllo. Però è un fatto accaduto. Non interessa in questa interpellanza capire chi sono i responsabili di questa violazione del segreto istruttorio, problema che pure esiste. L'interpellanza parte dal fatto che il Presidente, on. Ghigo che è il Presidente di tutti i piemontesi, anche dei quattro piemontesi eletti nel Gruppo di Rifondazione Comunista, riveste un'altissima carica istituzionale di governo, non è un uomo qualunque, presiede il governo della Regione e quindi è una persona che, al di là della sua privatezza svolge un ruolo pubblico per tutti noi. Quindi è una persona dalla quale ci si attende comportamenti politici inequivoci e chiari.
L'articolo apparso sul giornale, che come Gruppo abbiamo voluto trascrivere letteralmente nell'interpellanza, è volto a dare modo a tutti i colleghi di leggere il merito della questione che ci aveva preoccupato. Si tratta di un articolo di una gravità eccezionale nel senso che dei conoscenti - non so se amici, comunque delle persone, almeno una di queste che hanno una frequentazione con il Presidente della Giunta regionale intrattengono un colloquio allucinante e preoccupante. Ho letto questo articolo e mi sono veramente preoccupato, non perché ho pensato ad un qualche coinvolgimento del Presidente Ghigo, assolutamente no: questa non era la mia preoccupazione.
La mia preoccupazione nasceva dal fatto di vedere che era in corso una trama per riuscire in qualche modo a coinvolgere il Presidente della Regione in fatti ignobili. Al termine di questa lettura allucinante ho pensato che avrebbero chiesto qualcosa all'on. Ghigo e infatti giungo alla dichiarazione del nostro Presidente, del mio Presidente, non di un cittadino qualunque. Il Presidente dice: "Non mi risulta, conosco Stinchi da vent'anni, condivido con lui la passione per la bicicletta, ma né con lui né con altri ho mai parlato di certi argomenti. Mi rendo conto che il mio ruolo attira interessi di ogni genere, d'altra parte non esistono più pacchetti di voti da gestire, il voto ormai è solo più voto di opinione".
Qui ci sono due considerazioni che mi hanno preoccupato molto. Primo la mancanza di una reazione netta, di ripudio, di presa di distanza esterrefatta da quanto quella conversazione riporta, perché se io ho degli amici, e sono Presidente della Giunta regionale, e su una intercettazione telefonica che non doveva finire sui giornali, ma c'è finita, leggo che stanno tramando in questo modo, avrei dovuto avere una reazione, una presa di distanza eccezionale e preoccupatissima "che non ci provi nessuno dei miei amici ad intrattenere conversazioni di questo tipo". Questo non l'ho visto e mi ha preoccupato al punto che nell'interpellanza la critica che si svolge è allarmata nel senso che ci chiediamo se il Presidente Ghigo ha coscienza di cosa anche lui ha letto sui giornali e della gravità di questo fatto.
Ed è per questo che nell'interpellanza si dice ancora che è un comportamento talmente superficiale che sfiora l'incoscienza nel senso che può presupporre che il Presidente Ghigo leggendo quell'articolo abbia considerato ciò cosa di poco conto. Questa è una differenza di tono politico, di preoccupazione politica. Un colloquio di questo genere provoca, ad esempio nel Gruppo di Rifondazione Comunista, un allarme estremo, non strumentale per attaccare il Presidente Ghigo, ma un allarme estremo che richiedeva, a nostro giudizio, un'immediata reazione pubblica sulle dichiarazioni che sono state rilasciate.
Purtroppo vedo che il Presidente Ghigo, anche in questa sede, non ha preso alcuna presa di distanza, quindi la nostra preoccupazione viene confermata, nel senso che l'attenzione al problema politico che pone un colloquio riportato sui giornali di questo genere dovrebbe essere da parte del Presidente Ghigo assolutamente straordinaria, inequivoca, convinta, e invece anche qui il Presidente dice che non si è accorto di nulla, spero che almeno di quello che è stato scritto qui si sia accorto! Ci sono persone che il Presidente frequenta, sia pure in bicicletta che tra una pedalata e l'altra parlano.
Quindi la critica che continuo a svolgere è di una sottovalutazione del problema.
L'altro aspetto soggetto a critica è il fatto che si affermi, con tanta certezza, che non esistono più pacchetti di voti da gestire. Questa è una professione di una ingenuità talmente eccezionale che meriterebbe di non essere espressa in nessun modo! I pacchetti di voti esistono e sono gestiti, fa parte dell'orientamento dell'elettorato, delle lobby esistenti delle lobby costruende, delle lobby pubbliche, delle lobby segrete! C'è di tutto! Viviamo in questo mondo, pertanto non facciamo delle dichiarazioni che "verniciano" questo mondo tutto di bianco, perché così non è.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Informazione

Interrogazione n. 352 del Consigliere Cavaliere relativa all'informazione televisiva della Giunta e dell'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 352, presentata dal Consigliere Cavaliere, alla quale risponde ancora il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

I filmati che la Giunta ha deciso di realizzare e di programmare sulle principali emettenti televisive regionali hanno contenuti rigorosamente istituzionali e non assumono alcun indirizzo di promozione dell'esecutivo regionale oggi in carica.
I tre diversi video in questione - che non sono ancora andati in onda affidati alla produzione del CSI, sono incentrati sui seguenti temi: Istituzione Regione, già realizzato e di prossima distribuzione Fondi europei ed Informatizzazione, da realizzare.
Non rappresentano dunque una forma di promozione di parte, ma costituiscono una normale forma di comunicazione regionale.
La Giunta, con il prossimo progetto di legge di revisione della L.R. n.
52/90 sugli interventi per l'informazione locale, confermerà la propria attenzione per il comparto; attenzione del resto dimostrata in occasione del recente convegno di Stresa sull'editoria locale.
In questa interrogazione, l'accenno del Consigliere Cavaliere relativo alla L.R. n. 52/90 è erroneamente riferito all'art. 2 dell'attuale legge che prevede il Piano delle pubblicazioni periodiche della Regione e non regolamenta la materia della pubblicità, che è invece disciplinata dall'art. 5. Ma a quest'ultimo riguardo, lo stesso art. 5 non prevede alcuna comunicazione preventiva al Consiglio regionale, bensì l'impegno annuale di trasmissione del riepilogo analitico che la Giunta deve presentare anche al Garante per l'editoria.
Gli uffici competenti hanno già iniziato a redigere tale riepilogo, che verrà reso noto alla competente Commissione consiliare, nonché all'apposita Commissione prevista dalla legge n. 52.
Nello specifico, per quanto attiene al Piano 1995 delle pubblicazioni periodiche della Regione, di cui già al citato art. 2, si fa presente che tale programma non era stato presentato dalla precedente Giunta per ovvie ragioni legate alla scadenza del mandato, così come il nuovo esecutivo non l'ha presentato ad anno 1995 già inoltrato, tenuto anche conto che è intenzione della Giunta in carica revisionare, come già più volte annunciato, l'intero settore dei periodici dell'Ente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Tutti sappiamo come l'informazione sia particolarmente curata dall'attuale Giunta, per i motivi che conosciamo; è però del tutto legittimo, stante le leggi regionali vigenti, che si avvii il tipo di comunicazione in discussione. La L.R. n. 52/90 che regolamenta il settore è stata emanata per sostenere l'informazione regionale - quella della carta stampata e quella televisiva - al fine di dare supporto a chi effettivamente, nella nostra Regione, fa informazione. Da un'informazione capillare e decente, la stessa informazione istituzionale trae giovamento.
E' inoltre prevista qualche forma di attività diretta, audiovisiva della Regione, normata in maniera molto chiara dall'art. 2, nonch dall'art. 5 riguardante la pubblicità.
Se non si tratta di pubblicità ma di informazione, l'art. 2 dice chiaramente che "l'Ufficio di Presidenza, il Consiglio regionale e la Giunta regionale, nell'ambito delle reciproche competenze, approvano annualmente il Piano delle pubblicazioni... e delle iniziative informative audiovisive da prodursi direttamente da parte della Regione e ne danno comunicazione alla competente Commissione consiliare". Voi avreste dunque dovuto portare il progetto in Commissione, dandone comunicazione in modo che se ne potesse discutere e prendere atto. Questo è quanto dice la nostra legge regionale, se non leggo male e non ci riferiamo a testi di legge diversi.
Del resto, quando il collega Chiezzi, come Presidente della Commissione Cultura, ha chiesto un parere sulla questione - ce l'ha riferito ieri alla riunione dei Capigruppo - ha avuto questa stessa risposta.
Questo è quanto ho richiesto nella mia interrogazione; mi pare però che continuiamo a non comprenderci.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Cotto, Farassino, Peano e Riba.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Richiesta iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 96 presentato dal Consigliere Cavaliere relativo ai malati di AIDS


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno da parte del Consigliere Cavaliere relativo ai malati di AIDS.
Propongo pertanto di iscrivere tale ordine del giorno all'o.d.g. della seduta odierna.
Poiché vi sono dei problemi, rinviamo a più tardi l'iscrizione di tale documento.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Sull'ordine dei lavori, in particolare sul prosieguo dell'esame del disegno di legge n. 74: "Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1996 degli interventi previsti da leggi regionali nonché disposizioni finanziarie per l'anno 1997"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, vorrei sollecitare una comunicazione ufficiale in aula da parte del Presidente della I Commissione, Consigliere Pichetto, in ordine al problema del bilancio della Regione. La I Commissione ne ha discusso ieri, così come in sede di Conferenza dei Capigruppo oggi: mi sembra che quest'aula, convocata oggi per discutere il bilancio politico della Regione, debba aver modo di udire ufficialmente - quindi a verbale notizie circa questo sostanziale cambiamento dell'o.d.g. dei nostri lavori.
Chiedo dunque che quest'aula venga informata dei fatti, delle procedure e delle intenzioni della Giunta tramite il Presidente del Consiglio o il Presidente della I Commissione o la Giunta attraverso il suo Presidente o l'Assessore competente.



PRESIDENTE

Collega Consigliere, nella sede della Conferenza dei Capigruppo abbiamo stabilito quello che poteva essere un presumibile, un possibile, un probabile ordine dei lavori, che significava, nella fattispecie dell'approvazione del progetto di legge n. 74 sul bilancio, la convocazione della Commissione competente per la giornata di rito, il giovedì, e la convocazione del Consiglio per la discussione del documento nella tornata del 23/24/25 gennaio.
Questo è quanto stabilito in sede di Conferenza dei Capigruppo; non credo si debba - adesso - ritornare sull'argomento.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La ringrazio, Presidente, per aver portato in aula le conclusioni della Conferenza dei Capigruppo, che confermo; tale sede, però, non esautora il Consiglio regionale dall'affrontare i vari temi. Chiedo quindi che in Consiglio regionale ci sia un momento, lungo quanto basta, nel quale ufficialmente, vengano trascritte le intenzioni e i problemi sollevati in I Commissione. Diversamente, la Conferenza dei Capigruppo rischia di essere l'alternativa al Consiglio regionale, mentre è suo compito organizzare i lavori del Consiglio.
In Consiglio c'è un Consigliere che chiede, adesso, che si dia un'informazione su cosa è successo in I Commissione.



PRESIDENTE

Non sono in grado di riferire quanto successo in I Commissione. Nella Conferenza dei Capigruppo potrò riferire le notizie, sia pure sommarie e succinte, che riguardano l'ordine dei lavori di questo mese in riferimento al documento del bilancio.
Se su questa breve comunicazione si vuole inserire un dibattito secondo i termini procedurali e regolamentari che conoscete, nulla osta.
Vi informo solamente che per le ore 12 è prevista la commemorazione del Consigliere Angelo Rossa, per cui vorrei, per rispetto verso i parenti dare l'importanza dovuta a questo atto che mi pare estremamente significativo.
Su questa comunicazione ovviamente il Consiglio è libero di esprimersi perché è una comunicazione che ho fatto sull'ordine dei lavori; pertanto non posso assolutamente impedire che su questo si possano avere le necessarie delucidazioni.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Non ritengo che la risposta che il Presidente del Consiglio ha dato ad una richiesta di verifica dell'o.d.g. sia una comunicazione. Così come non ritengo che la Conferenza dei Capigruppo esautori quello che è il Consiglio intero. Dobbiamo però chiarire se la Conferenza dei Capigruppo vada ancora fatta o meno e se le cose che si dicono, rappresentando i Gruppi, in quella sede abbiano valore oppure no.
Se riteniamo che, in questa epoca di comunicazione globale, serve di più lo spot pubblicitario esterno e il parlare di cose sulle quali si è detto ieri, devo dire che non è ancora finita la verifica e la discussione in Commissione perché ci sono stati dei fatti nuovi rilevati dalla stessa minoranza.
Ripeto che non ritengo che la risposta data dal Presidente del Consiglio in questo momento sia da assumere come una comunicazione.
Non ho nulla da obiettare se il Presidente della Giunta o il Presidente del Consiglio vogliono fare una comunicazione ufficiale; sappiano però che non si esaurisce questa discussione in mezz'ora, e che si rischia di fare due volte il dibattito sul bilancio in quest'aula.
Però un limite, non dico alla strumentalizzazione, ma alla vocazione di parlare per essere riferiti dai giornali e all'esterno, deve essere posto.
Se questo limite non viene posto, ciascuno farà la propria parte, e io sar uno di quelli che oggi farà la propria in una discussione che durerà per l'intera giornata su questo tema, non qualche minuto.



PRESIDENTE

Ricordo anche ai nuovi Consiglieri che l'art. 48 del Regolamento recita: "Sulle comunicazioni ogni Consigliere può richiedere delle delucidazioni".
L'art. 49, comma primo, recita testualmente: "Su tali comunicazioni ogni Consigliere può richiedere chiarimenti".
Il comma secondo dello stesso art. 49 recita: "Tre Consiglieri o il rappresentante di un Gruppo possono chiedere che sulle comunicazioni della Giunta" - la Giunta non ha fatto comunicazioni - "si apra la discussione.
In tal caso il Consiglio decide se e quando svolgere tale discussione". I limiti regolamentari sono quelli testé enunciati.
La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

A me sembra che la richiesta fatta dal Consigliere Chiezzi sia opportuna. Non credo che si debba aprire un dibattito su questo, perché lo faremo quando si discuterà del bilancio e il mio Gruppo, comunque, non è intenzionato ad intervenire sulle comunicazioni richieste. Ribadisco per che la richiesta del Consigliere Chiezzi mi pare opportuna.
La I Commissione è un'articolazione del lavoro del Consiglio, e credo giusto che il Consiglio sia informato su quanto è successo ieri.
Inoltre, se la Giunta è già in grado, sarebbe opportuno che ci desse un ulteriore elemento di valutazione, cioè sapere, senza entrare nel merito della discussione, se si intende procedere con ulteriori emendamenti al disegno di legge presentato, oppure se intende presentare un nuovo disegno di legge.
Questo non è irrilevante rispetto all'andamento dei lavori, perch credo che ci sia l'esigenza di definire con più precisione come si intende proseguire.
Circa l'osservazione del Consigliere Montabone sulla valorizzazione dell'informazione, credo debba essere posto un limite, perché anche questa mattina su alcuni giornali locali è stato scritto che "il Consiglio regionale oggi approva un bilancio di tipo politico".
Nelle settimane scorse c'è stato un bombardamento dei mass media con fascicoli che illustravano le linee di sviluppo del Piemonte, che peraltro non sono state date ai Gruppi consiliari. C'è stata una continua gettata d'informazioni che non corrispondono alla realtà delle cose.
Quindi, ritengo opportuno che in aula si apra al più presto una discussione sul rilievo istituzionale delle forme di informazione che dà la Regione, perché non credo lecito che l'informazione istituzionale sia soltanto l'informazione di una parte del Consiglio regionale e non della sua interezza.
Ritengo opportuno che ci sia la comunicazione, ma non che si apra il dibattito.



PRESIDENTE

La I Commissione si riunirà giovedì prossimo per la discussione del progetto di legge n. 74, mentre nella prossima seduta consiliare lo stesso documento verrà discusso e, ci auguriamo, approvato.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Angelo Rossa


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, nel tardo pomeriggio di venerdì 22 dicembre si è spento Angelo Rossa.
Nato a Tortona il 2 giugno 1932, sin da giovane entra nell'attività sindacale, quindi si dedica alla carriera politica: dal 1956 al 1963 lavora nell'Alleanza contadina, in seguito è componente della Camera del Lavoro di Alessandria e dal 1976 al 1979 assume la carica di Segretario della Federazione provinciale del Partito Socialista Italiano.
Eletto Consigliere provinciale nel 1970, ricopre la carica di Vicepresidente del Comprensorio di Alessandria e dal giugno del 1982 quella di Presidente della Provincia.
Nel 1985 viene eletto per la prima volta Consigliere regionale e nel dicembre del 1988, dopo la tragica scomparsa di Aldo Viglione, diventa Presidente del Consiglio regionale del Piemonte. Nella successiva legislatura risulta rieletto: prima assume la carica di Capogruppo del Partito Socialista Italiano e poi di Assessore all'assistenza.
Angelo Rossa, per tutti l'Angiolino, faceva parte di quella umanità che non si dimentica, di quell'umanità impastata di cose semplici, di umori terragni, di quell'umanità inebriata di giovinezza e di speranza fino alla fine.
Sì, perché la speranza, la sua personalissima speranza, che traboccava dal turgore delle parole, sopravviveva anche alla smentita dei fatti, anche quelli più duri, forse quelli più definitivi. Era per noi e per molti "l'uomo del basco", come è stato scritto. Forse per una immedesimazione esistenziale con la Grande Proletaria, con l'uomo del Quarto Stato, quasi ad assumere in sé il dolore che non ha parola e il diritto che tante volte non ha difesa.
Era l'uomo del popolo, non l'uomo del pubblico, era l'uomo che non reggeva le astuzie della città e che ogni lunedì nel grande mercato di Alessandria tesseva e ritesseva i mille orditi con la sua amata provincia orditi fatti di problemi, di bisogni, di qualche rassicurante parola.
L'abbiamo conosciuto anche noi così, in quest'aula, con la sua borsa rigonfia di carte introvabili, di appunti scritti, ma scomparsi, di quell'affettuoso e simpatico disordine con cui lui amava riprendere le cose, con cui riusciva all'ultimo minuto a riacciuffare ciò che sembrava inevitabilmente sfuggito.
Un intrepido socialista romantico, pieno di dignità e di rispetto dalla volontà grande come il cuore.
Non aveva trucchi; povero di mestiere, ma ricco di credibilità, egli non era un avversario, egli era semplicemente e nobilmente un uomo.
C'era infatti in lui, al di là delle posizioni politiche e delle verità di parte, un buon senso comune che nessuna ideologia poteva sottomettere o umiliare.
Di qui ripercorrere la vita politica di Angelo Rossa, pur nei passaggi tormentati di questi ultimi anni, è tutto sommato facile: la filigrana di una coscienza retta e semplice, di una fede cristallina che si è sempre posta come contrappunto anche drammatico alle parole d'ordine di una politica per tanti versi smarrita.
Egli sentiva la contraddizione, sentiva la contraddizione tra i principi che aveva conosciuto ed imparato e le circostanze in cui questi principi si sono avverati nella storia degli ultimi tempi.
Si potrebbe dire di lui quanto dice il poeta arabo: "Io sono quell'altro che ha attraversato una passerella sospesa tra due sogni".
Ma era proprio sospeso su un sogno oppure il suo sogno non si è forse realizzato tra la sua gente, la brava gente, la buona gente, la gente del suo paese? Oppure ancora, il suo sogno non è stato scritto dal grande libro contabile della vita, della sua esperienza politica terrena, nella cauzione morale con cui egli ha speso le sue ultime forze per il viale più nobile del socialismo? Egli non credeva alla fine della Storia, proprio per quell'esuberante speranza che gli faceva pensare, e giustamente, che la storia, come il cuore del bosco, è sempre un po' più in là.
Caro Angiolino, ti abbiamo riconsegnato per un momento a quest'aula, al ricordo dei più anziani di noi, alla scoperta dei più giovani.
Perché la politica deve essere anche memoria e cuore e tanto più è memoria e cuore quanto più tu sei partecipe di coloro che con San Paolo affermano: "Ho combattuto la mia battaglia, ma ho conservato la fede".
Questo è il testamento morale che lascia alla moglie Chiara, alla figlia Rita, ai suoi familiari, questo è il carattere di un uomo abitato da un grande sogno e dalla passione genuina per la politica, che ha praticato come organizzazione della speranza, dei valori, delle convinzioni umane che ha interpretato con l'apertura di chi della gente sapeva condividere il segreto.



(I Consiglieri, in piedi osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo, Presidente del Gruppo socialista.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, signori Consiglieri, grazie prima di tutto a lei signor Presidente - per le sue belle parole nelle quali ci siamo tutti profondamente riconosciuti.
Non avrei mai immaginato di dover svolgere questo compito, di dovermi alzare in Consiglio regionale a ricordare la figura di Angelo Rossa: "Angiolino" come tutti, anche noi Consiglieri della passata legislatura eravamo abituati a chiamarlo, senza distinzione tra maggioranza ed opposizione, nel riconoscimento implicito che, al di là delle impostazioni politiche, era un personaggio ben voluto, anche nell'asprezza del confronto nel quale sapeva sempre conservare rispetto per le posizioni dell'avversario e tanta umanità.
Semplicità, rispetto degli altri, forte convinzione nella sua fede politica: ripensando ad Angelo Rossa mi sembra che queste siano state le caratteristiche di fondo del personaggio politico e dell'uomo. Le ragioni della simpatia politica e personale che Angiolino ispirava.
E queste caratteristiche si porta dietro, prima nell'attività sindacale alla Camera del Lavoro di Alessandria, poi nella politica.
Negli ultimi dieci anni di attività di Consigliere regionale lo abbiamo visto sempre presente in tutte le vicende a difesa del mondo del lavoro e sovente ci ricordava, ci diceva: "Ho passato tutta la vita a difendere i lavoratori", e lo diceva con convinzione e con orgoglio. Così come è stato un socialista convinto di un socialismo a tratti sentimentale, ma concreto nell'azione a difesa dei più deboli.
Con un'espressione felice è stato detto che Angiolino Rossa faceva pensare ad uno dei personaggi del Quarto Stato di Pelizza da Volpedo ed anche di Angelo Rossa si può dire che "era soprattutto un socialista" parole forti che oggi certo autorevolmente Giuliano Amato usa per ricordare François Mitterrand, uno dei grandi d'Europa. Evidentemente Angiolino Rossa era un uomo semplice, ma dai grandi ideali, a cui ha dedicato la quotidianità della sua vita. Mi rendo conto, signori Consiglieri, che queste parole potrebbero sembrare enfatizzanti per chi in quest'aula non lo ha conosciuto, ma per quanti di noi hanno condiviso con Angiolino Rossa tanti anni di lavoro politico ed istituzionale vengono spontanee, nel descrivere un uomo di altri tempi, ottimista, solido, legato a valori profondi.
Dopo la tragica scomparsa di Aldo Viglione, il Partito Socialista e il Gruppo consiliare alla Regione Piemonte dovettero indicare chi doveva sostituirlo alla guida del Consiglio regionale e venne quasi naturale indicare Angiolino Rossa, che, nelle sue doti di popolarità ed umanità ricordava da vicino Viglione, Presidente della Regione e compagno di partito. Ed Angelo Rossa assunse il ruolo di Presidente del Consiglio regionale con grande senso dell'istituzione: in essa portò una carica di schiettezza che lo ha reso familiare ai Consiglieri regionali, ai suoi collaboratori, ai cittadini piemontesi.
Proprio come era già avvenuto nella sua terra alessandrina, di cui conosceva ogni angolo. Dove aveva profuso impegno politico ed istituzionale alla guida della Provincia di Alessandria, in quella parte del Piemonte dove per decine di anni sviluppò il suo impegno politico occupandosi in particolare dei problemi della gente più semplice e bisognosa. E del giudizio della gente più semplice si occupava e si preoccupava e questa gente semplice gli ha tributato un grande cordoglio nella sua terra ad Alessandria e nel suo piccolo Comune di Sale che tutti attraverso di lui avevamo imparato a conoscere.
Nella passata legislatura, così travagliata per molta parte del sistema politico locale e nazionale, le sue doti e il suo buon senso furono essenziali nel ruolo di Capogruppo consiliare del PSI e nel successivo incarico di Assessore all'assistenza che svolse con impegno, anche quando i primi sintomi della malattia cominciavano a farlo soffrire. Ringrazio l'Assessore Goglio che ha voluto testimoniare anche alla sua famiglia le tracce di questo profondo impegno.
Anche in questi anni difficili fu sempre leale con i suoi alleati e con i suoi avversari ricercando la mediazione, ma senza giungere a rinunciare ai suoi convincimenti più profondi.
Iscritto giovanissimo al Partito Socialista, ha vissuto tutta la storia travagliata del PSI degli ultimi quarant'anni e nel 1966 divenne anche il Segretario Provinciale del PSIUP; rientrato nel PSI assunse numerosi incarichi di direzione politica del Partito; conobbe l'attivismo militante del girare paese per paese magari su una sgangherata bicicletta, dei comizi con il megafono, del volantinaggio, della politica semplice, ma ispirata ai valori del pensiero di Morandi, di Nenni, di Riccardo Lombardi e della loro lezione politica è rimasto sempre testimone e custode.
Ha vissuto con amarezza profonda la recente tragedia politica del Partito Socialista Italiano. Da socialista di autentica fede, da uomo perbene ed onesto non si dava pace del crollo del Partito. Si impegnò in prima persona nella campagna elettorale del 1993, la più difficile, per cercare di raccogliere sulla sua persona, stimata politicamente e benvoluta, tutto il consenso possibile. Fu deluso nel non esservi riuscito non tanto per sé quanto per il Partito, per la crisi profonda che si era abbattuta sul socialismo italiano.
La tragedia e la diaspora socialista lo avevano profondamente colpito ma non vi era in lui la rabbia e la disperazione che esiste in molti di noi per la mortificazione di un così grande patrimonio ideale, politico e culturale. Ma la sua natura ottimista lo ha sempre portato a lottare per riprendere le fila del lavoro di ricostruzione del Partito Socialista convinto che un Socialismo democratico e riformista fosse indispensabile per caratterizzare in Italia una sinistra europea e moderna.
Questo è stato il suo convincimento profondo per tutta la vita e ad esso si è aggrappato quando nelle ultime fasi della malattia ha capito che la sua strada era segnata; che la fine era vicina.
Nel suo ultimo intervento al Congresso regionale dei "Socialisti Italiani", di cui era Presidente, circa un mese fa, ormai gravemente sofferente, usò un'espressione che mi ha colpito e che voglio richiamare in questo Consiglio per i più giovani e per coloro che si sono affacciati alla politica in questa stagione strana, deludente e difficile: "La politica non può solo essere gioco di potere, né deve essere metallica, senza anima". Le parole di un politico raro che riusciva a farsi volere bene.
Si stava spegnendo e se ne è andato con la speranza che gli ideali per cui aveva speso tutta la vita erano così grandi che non potevano e non dovranno scomparire. A noi socialisti ha lasciato le sue ultime parole: "Ce la faremo".
Oggi in questo Consiglio regionale ricordiamo un politico semplice autentico ed umano che ha servito l'istituzione regionale nella quale credeva, che ha presieduto con saggezza il Consiglio regionale.
Di tutto questo desidero ringraziare la sua famiglia ed in particolare Chiara, la sua sposa e compagna di ideali, e Rita, la figlia di cui era orgoglioso come padre e come politico. Proprio per la ricomposizione della diaspora socialista avremmo avuto un grande bisogno di lui ed ancora avrebbe potuto e voluto dare moltissimo alla sinistra italiana ed alla politica in generale di cui ha sempre rappresentato il volto buono e pulito.
Ma con il suo basco, il suo caldo sorriso, il suo gesticolare, Angelo Rossa "Angiolino" se ne è andato; ci resta un grande dolore, ci resta un ricordo dolce ed un insegnamento politico e di vita grande.
Grazie, Presidente Rossa.



(I Presidenti, gli Assessori e tutti i Consiglieri si alzano per porgere le condoglianze alla famiglia)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Richiesta iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 96 presentato dal Consigliere Cavaliere relativo ai malati di AIDS (seguito)


PRESIDENTE

Propongo nuovamente di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 96 presentato dal Consigliere Cavaliere relativo ai malati di AIDS.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'ordine del giorno non può essere scritto perché sono stati raggiunti solamente 35 voti favorevoli (4 sono le astensioni).


Argomento:

Interrogazioni ed interpellanze (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale della adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,45)



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