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Dettaglio seduta n.307 del 20/11/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Vicepresidente Foco effettua l'appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n. 8 Consiglieri anziché 28, la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa dalle ore 9.25 riprende alle ore 10.15)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'intesa era di cominciare i lavori di oggi con la comunicazione relativa al CSI.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Desidererei chiedere all'Assessore alla sanità la cortesia di svolgere entro oggi, nel momento che ritiene più opportuno, una comunicazione sul problema relativo all'inchiesta avviata dalla Magistratura circa il concorso a Primario ortopedico all'Ospedale di Ivrea. Dato che l'Assessore è informato del fatto ed è stato sollecitato ad intervenire per fornire chiarimenti e dato che la situazione è obiettivamente preoccupante perch da come emerge dagli atti, il Direttore generale avrebbe utilizzato dei criteri molto discutibili ed impropri nella nomina del Primario, chiedo all'Assessore se vuole fare una comunicazione in aula sull'argomento.
Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo alla Giunta, secondo le indicazioni che ci eravamo dati, se possiamo cominciare con la comunicazione sul CSI. Lei ha chiesto una risposta in giornata. Io non voglio impedire la risposta, ma avevamo individuato un percorso, che è quello del CSI, vi chiedo di seguirlo.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

La mia è una mozione, pregiudiziale se vuole, in maniera tale che possa essere messa ai voti, perché sono contrario al fatto che l'Assessore in giornata risponda su questo, per il semplice motivo che si trasformerebbe nell'ennesima comunicazione che per l'ennesima volta ci impedirebbe di andare avanti con i lavori.
Sulle sue preoccupazioni il Consigliere Chiezzi potrà utilmente presentare un'interpellanza. Io le chiedo, eventualmente, se lei lo riterrà lo strumento adatto, di far esprimere l'aula su questa richiesta di comunicazione.



PRESIDENTE

C'è stata una richiesta del Consigliere Chiezzi. Io ho proposto all'assemblea di cominciare con il dibattito, come eravamo d'accordo, sul CSI. Il resto lo valuteremo.


Argomento: Sistema informativo regionale

Comunicazioni della Giunta regionale in merito al CSI


PRESIDENTE

Ha pertanto la parola il Presidente della Giunta per alcune comunicazioni relative al CSI.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, in relazione al CSI credo di dover dividere in due il mio intervento.
La prima parte è relativa alla posizione della Giunta sul percorso che si è intrapreso nei confronti del CSI e la seconda considerazione riguarda l'argomento sollevato dal Consigliere Cavaliere nella passata seduta di Consiglio in relazione ad un'eventuale prospettata incompatibilità dell'attuale Presidente del CSI.
Allo stato attuale delle cose, la procedura comporta una volontà da parte nostra di intraprendere ed approfondire una valutazione legata ad una scadenza (31 dicembre) del termine di vent'anni del patto consortile a suo tempo sottoscritto e costituito. Esiste un aspetto strategico, che è quello sul quale la discussione è aperta, che è lo Statuto del CSI, che è lo strumento che regola il rapporto tra Ente e consorziati. Per quanto riguarda il patto consortile, è quasi un fatto automatico ed è un aspetto al quale nella mia relazione non porgerò particolare attenzione.
L'elemento di valutazione che invece stiamo approfondendo riguarda lo Statuto. Credo che si debba partire da un principio che nessuno pu confutare: in questa rivisitazione, in questo ammodernamento dello Statuto la Regione ha deciso di essere protagonista, cioè di entrare in questa discussione e di rappresentare le sue istanze nell'ambito dell'assemblea dei soci. Noi non stiamo facendo alcuna guerra di religione, non vogliamo fare alcuna crociata, vogliamo semplicemente - e questo credo sia un diritto-dovere della Regione - valutare la necessità di ammodernare uno Statuto che riteniamo non essere più adeguato a quello che il CSI oggi è.
Il CSI è azienda che noi riteniamo importantissima, nei confronti della quale rappresentiamo tutta la nostra stima e la nostra fiducia, ma deve dotarsi di uno strumento, attraverso lo Statuto, più idoneo a quelli che saranno gli sviluppi dell'Amministrazione nei prossimi anni.
Mi riferisco chiaramente al processo di decentramento, all'applicazione dei decreti Bassanini e - perché no? - siccome in questo senso ci stiamo impegnando e stiamo battagliando, anche ad un processo di federalismo, che credo di non dover abbandonare come idea o come obiettivo: perlomeno, io personalmente non ho intenzione di farlo, nel tentativo e nella speranza che la stagione delle riforme prenda e riprenda il suo passo.
Nell'ambito di queste considerazioni, noi riteniamo di dover chiedere torno a ripeterlo, come diritto-dovere di Ente consorziato direi tra i più importanti, sicuramente a livello di fatturato il più importante, ma anche a livello istituzionale - di metterci intorno al tavolo e discutere come questo Statuto deve essere riformulato e riproposto, nell'interesse dell'ulteriore ottimizzazione delle risorse che il CSI rappresenta e nel tentativo di identificare servizi, innovazioni dal punto di vista informatico - voi sapete che questa è una materia in cui l'innovazione è l'elemento trainante, fondamentale - in relazione all'ottenimento, in un certo senso, della maggiore incidenza della Regione nell'ambito di quelle che sono le politiche del CSI.
Tutto questo in che modo viene fatto? Noi abbiamo - non lo nascondo intrapreso dei confronti, delle consultazioni, delle valutazioni; ad oggi esistono dei percorsi che credo nell'arco di una settimana o dieci giorni potranno vedere la loro prima definizione, nel senso che se voi oggi mi chiedete di rappresentarvi in maniera esplicita e tecnica quali sono gli obiettivi o le modifiche che la Regione ha intenzione di apporre allo Statuto, queste naturalmente sono - e lo sapete - in un documento che è già stato anche veicolato e presentato in Giunta. Vero, Assessore Masaracchio?



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Sì.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E forse anche rappresentato in questa stessa aula. Ciò nondimeno questa è la base di partenza sulla quale noi abbiamo fatto le nostre riflessioni; da quel momento in poi si è intrapresa una valutazione tra noi e i responsabili del CSI, ma ancora di più con gli altri consorziati, nel tentativo di trovare una soluzione, una proposta che possa chiaramente noi ci auguriamo - trovare la più ampia convergenza, perché il nostro obiettivo - lo ripeto in maniera chiara ed esplicita - non è certo quello di smantellare il CSI. Riteniamo il CSI uno strumento fondamentale; il nostro obiettivo è quello di mettere mano allo Statuto del CSI per renderlo più consono e idoneo a quello che, secondo noi, sarà il ruolo dell'informatica all'interno delle Amministrazioni pubbliche nel terzo millennio.
In questo senso, stiamo lavorando. Credo che nell'arco di una settimana come dicevo precedentemente - si possa addivenire ad una definizione più consona, ad elementi di valutazione più concreti.
La scadenza del 31 dicembre è una scadenza che chiaramente deve rappresentare un obiettivo prioritario, perché credo onestamente che ci siano i tempi per poter verificare la possibilità di trovare una quadra entro il 31 dicembre; se questa quadra non si dovesse trovare entro il 31 dicembre, nulla toglie che si possa prorogare un mese, due mesi o fino a quando questa soluzione non addivenga. D'altro canto, questo Statuto ha funzionato per vent'anni e chiaramente, se se ne vuole stendere uno che funzioni per altri vent'anni, forse spendere 15 giorni in più, un mese in più non è la morte di nessuno.
Lo dico anche per aver ricevuto un volantino dei rappresentanti sindacali all'interno del CSI; per tranquillizzarli - ho già avuto modo di farlo di persona, torno a ripeterlo anche nei confronti di quest'aula l'obiettivo della Regione non è sicuramente quello di fare delle guerre di religione (chiamiamole così), ma semplicemente quello di razionalizzare il rapporto della Regione all'interno del CSI attraverso una modifica ed un ammodernamento dello Statuto.
Per quanto concerne il secondo aspetto della sollecitazione e della comunicazione che la Giunta si era impegnata a fornire questa mattina in Consiglio, relativa all'eventuale o paventata incompatibilità da parte del Consigliere Cavaliere in relazione al Presidente del CSI, allo stato attuale delle mie informazioni mi permetto di dichiarare che questa incompatibilità non è stata riscontrata; ciò nondimeno, io credo che gli organi competenti e relativi alle nomine, cioè la Commissione o il Consiglio, possano, per mia ulteriore tranquillità, fare un approfondimento onde avere, oltre al parere tecnico che viene chiaramente dai miei uffici anche quello della Commissione Nomine in relazione ad una tranquillità che credo sia obiettivo di tutti poter raggiungere.
Voglio anche rappresentare - e questo mi sembra doveroso - la soddisfazione da parte della Giunta per quanto fino ad oggi il Presidente del CSI ha svolto all'interno del Consiglio di amministrazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, la sua comunicazione odierna è un capolavoro di reticenza e di insipienza.
E' venuto a dirci niente rispetto ad uno dei problemi più seri in questo momento in discussione. Non ha spiegato alcunché dei motivi - forse anche legittimi, basta che vengano spiegati - per cui la Regione chiede la riformulazione dello Statuto del CSI; questa, per intenderci, Presidente, è un'altra vostra grave mancanza.
La Regione ha tutti i diritti - doveri, se vogliamo - partecipando ad un consorzio, di dire: "Credo che lo Statuto sia da aggiornare per..." tutte le cose che si possono dire, ma che lei, Presidente, non ha detto. Ma perché non l'avete fatto sei mesi prima che scadesse il patto consortile come fa un'Amministrazione seria, che programma? Perché il problema non è stato posto sei mesi prima? Si aspetta che scada la cosa, per un'azienda che deve programmare, investire, ecc. e per la quale non può essere indifferente restare in un regime di proroga per alcuni mesi? Continui, su di questo, il Presidente a farsi consigliare dall'Assessore Burzi. Perché, Presidente, io credo che in questo modo lei si renda complice di un'operazione tra le meno trasparenti; un'operazione ripeto, tra le meno trasparenti - ed è il meno che si possa dire - che sta effettuando questa Giunta. A dimostrazione di ciò, la mancanza di qualsiasi argomento sulle questioni poste.
Il documento letto dal Vicepresidente Masaracchio all'assemblea consortile due mesi fa è cosa incomprensibile; di fatto, Presidente, si è instaurata una situazione ambigua - che lei sta coprendo - che vede protagonista l'Assessore al bilancio, il quale, nonostante non si tratti di sue competenze, si è fatto gestore di questa operazione, con la predisposizione di illegittimi tavoli di discussione, ai quali si decidono i destini di questa azienda, in un una logica essenzialmente di potere, non della nostra prerogativa istituzionale e di partecipazione, ovvero di quanto attiene alla Regione, ma logica di potere di qualche Assessore.
Inoltre, Presidente, mi lascia allibito il fatto che lei dica semplicemente, che i suoi uffici non hanno accertato alcuna incompatibilità. Innanzitutto, vorrei, Presidente, che mi argomentasse la questione; a mio avviso, la situazione è molto più che incompatibile! Lei deve tranquillizzare il Consiglio, perché si apre una questione ben più ampia dell'incompatibilità. Leggiamo le determine dei suoi funzionari; c'è stata una convenzione e una deliberazione di acquisto di servizi ad un Ente praticamente pubblico - o parapubblico - come la Ancitel, che fornisce servizi telematici per i Comuni, senza alcuna gara di appalto - perché si tratta di Ente di una certa natura. Successivamente, però, il dirigente con una determina successiva, fa sapere che l'Ancitel comunica che non gestisce direttamente il servizio, gestito da un'altra "tal ditta": pagheremo quindi il servizio a detta "tal ditta", del tutto privata ancorché in partnership con Ancitel - anche se questo ad un Ente pubblico non può interessare.
Questo è il problema. Delle due, l'una - se non tutte e due: da un lato, abbiamo una determina del tutto illegittima, realizzata da un suo dirigente, abituato ad atti illegittimi, senza la minima ombra di una licitazione ad una ditta privata, che è del Presidente del CSI. La L.R. n.
39 del 1995...



(Interruzione dai banchi della maggioranza)



CAVALIERE Pasquale

Significa che si tratta di ditta che, da quanto risulta dal curriculum presentato dal Presidente del CSI in tutta onestà e buona fede - non credo infatti sia un problema suo: probabilmente è in buona fede e non è tenuto a conoscere tutta una serie di cose - è presieduta dallo stesso Presidente del CSI. Di per sé non è un problema, ma è un problema per la nostra legge se tale Direttore ha rapporto di collaborazione con la Regione.
In tal senso, l'art. 13 della L.R. n. 39 del 1995 è chiarissimo; non ci sono ombre di dubbio: "Coloro che prestano non sporadicamente consulenze alla Regione e agli Enti soggetti al controllo regionale o siano legati agli stessi da rapporti di collaborazione continuativa...".
Rispetto a queste argomentazioni - che non saranno la verità assoluta: accertiamola o, perlomeno, si argomenti e si contestino tali fatti - non si può dire, semplicemente: "A noi non risulta alcuna incompatibilità verifichi la Commissione Nomine". Me la immagino una riunione della Commissione Nomine sull'argomento, presieduta dal Presidente Deorsola! Ci metteremo delle ore, Presidente! Presidente, mi fermo qui, per adesso. Per quanto mi riguarda, rifiuto il tipo di comunicazione resa dal Presidente Ghigo, che giudico come ho detto. Presidente, su un argomento così serio le chiedo il buonsenso di arrivare in aula preparato, in modo da poter argomentare, innanzitutto perché non è stato posto il problema; in secondo luogo, per evidenziare le questioni su cui bisogna riformare lo Statuto ed argomentare la non incompatibilità del Presidente.
Chiedo quindi un'integrazione della sua comunicazione e mi riservo di reintervenire sull'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, le questioni in effetti sono due: la rilevata incompatibilità del Presidente del CSI per il ruolo che svolge e quanto in relazione al futuro dello stesso CSI.
La questione oggi più importante è quella del futuro del CSI, anche se è sicuramente opportuna qualche riflessione sulla questione dell'incompatibilità.
Concordo anch'io sul fatto che la comunicazione del Presidente della Giunta è stata quasi inutile: non ha aggiunto alcuna novità alle informazioni che già avevamo. Per la verità, l'Assessore Burzi, in questi mesi è stato molto più preciso di quanto sia stato il Presidente della Giunta regionale. Nonostante tutto, l'Assessore Burzi ha espresso una posizione politica che questo Consiglio non ha poi contestato. Invece il Presidente Ghigo si è rinchiuso in una generica affermazione di principio lasciando immaginare che esistono ancora degli spazi possibili per fare che cosa ancora non si è capito. Dice una cosa ovvia, e cioè che abbiamo il diritto o il dovere di approvare la revisione dello Statuto, che bisogna adeguarlo alla situazione mutata dal punto di vista legislativo, che è giusto che un socio così importante svolga questa azione, ma continua a non dirci con quale finalità, perché è chiaro che lo Statuto può essere modificato in tantissime maniere: si può prevedere un ruolo attivo, un ruolo passivo, un ruolo secondario, un ruolo importante da parte della Regione e si può prevedere una diversa e magari più utile modalità per la gestione dei servizi offerti dal CSI. E' chiaro che il campo delle scelte è molto ampio, ma nessuna indicazione è stata data se non generiche affermazioni.
Continuiamo pertanto a restare in una situazione di indefinizione per quanto riguarda il Presidente, mentre l'Assessore Burzi nelle sue dichiarazioni parla in termini più precisi di privatizzazione - mi pare Vicepresidente Masaracchio, io non so se anche lei condivide. Mi rivolgo al Vicepresidente Masaracchio - in questo momento il Presidente Ghigo è assente - che credo abbia l'autorevolezza per poter seguire con altrettanta attenzione...



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

La relazione presentata il 30 ottobre scorso all'assemblea dei soci è chiarissima. Non è vero che sia soggetto ed oggetto di possibili equivoci.
Da quella relazione io ho ricavato una comunicazione in Consiglio che è quanto di meglio si potesse fare nell'ambito di una contestazione emersa ragion per cui si sta perdendo tempo! - da parte degli altri consorziati che vorrebbero fare una cosa che la Regione aveva rappresentato in termini diversi. Siamo in attesa di coloro che dovrebbero farci sapere come comportarci, perché in assemblea si stabiliscano le cose. Questa è normale e dovuta amministrazione! Non è per tergiversare sui fatti! Ragion per cui cos'altro di più si deve dire? Se poi la privatizzazione, cui si fa cenno in termini molto lati, è intesa come liquidazione del CSI, si intenda quello che si vuole, ma sempre nell'ambito di quello che poi viene determinato, non di quello che ancora non è determinato.



PRESIDENTE

La Giunta ha portato un ulteriore contributo.
Prego, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il Vicepresidente Masaracchio ha voluto aggiungere delle informazioni che, per la verità, conoscevamo e che anch'io volevo riprendere, però devo dire che il comportamento dell'Assessore Burzi nelle sue dichiarazioni pubbliche è un comportamento diverso rispetto alle questioni problematiche che lei, Vicepresidente, ha posto...



(Interruzione del Vicepresidente della Giunta, Masaracchio)



SAITTA Antonino

Mi rendo conto della preoccupazione del Vicepresidente Masaracchio che ha espresso una posizione problematica all'interno dell'assemblea e poi le dichiarazioni ufficiali dell'Assessore Burzi vanno non in senso contrario ma definiscono già uno spettro di possibilità che il Vicepresidente Masaracchio ha voluto esprimere in quell'assemblea. Questa è la situazione! Secondo me, si tratta di una situazione veramente anarchica: il Vicepresidente che esprime delle posizioni problematiche per la revisione del patto consortile e quindi dello Statuto; l'Assessore Burzi che esprime invece un'opinione più precisa in relazione ad un'ipotetica se non totale privatizzazione - queste sono le sue dichiarazioni...



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Sono fatti pubblici, non all'interno della Giunta!



SAITTA Antonino

...e la posizione del Presidente, che non sostiene né l'una né l'altra è una posizione molto più generica, imprecisa ed indefinita di quella del Vicepresidente Masaracchio nell'assemblea degli azionisti. Questi sono i termini della questione. E' chiaro che essendo così la questione, cioè molto articolata e, secondo me, anarchica, diventa difficile capire quale può essere il ruolo della Regione, che cosa vuole la Regione! Modificare lo Statuto per fare che cosa? La Giunta ha affidato un incarico - mi pare che il Vicepresidente di questo ne sia a conoscenza, perché era presente, come erano presenti anche l'Assessore Burzi e il Presidente - all'avv.
Ludogoroff nel mese di luglio 1998 - quindi già in ritardo - per rivedere il patto consortile. Io non so che cosa ha sortito questo incarico Vicepresidente! Debbo dire che le premesse contenute nella deliberazione di Giunta erano tutte condivisibili e anche l'incarico affidato all'avv.
Ludogoroff per la revisione dello Statuto era perfetto e dice qualcosa di più delle cose non dette da parte del Presidente, nel senso che qui era scritto: "Predisporre un disegno di legge regionale che precisi meglio il ruolo del CSI nei confronti della Regione" - aspetto che noi condividiamo "mettere a punto la proposta di un nuovo Statuto che, tenendo conto della nuova realtà in cui il Consorzio opera, e alla luce degli esuberi organizzativi nel frattempo intervenuti sia nella pubblica amministrazione centrale che periferica, possa costituire un utile contributo al rinnovo del patto consortile" - anche questo condivisile - "quanto sopra nell'intento e con le finalità di incentivare l'aggregazione in Consorzio degli Enti pubblici locali" - condivisibile - "ridefinizione delle quote di partecipazione per tipologia di adesione" - condivisibile.
Le premesse erano precise, ma rispetto a questo incarico che la Giunta ha affidato, le dichiarazioni sono diverse, perché anche la sua dichiarazione problematica, Vicepresidente Masaracchio, effettuata nel settembre 1998, dice qualcosa di diverso rispetto a quanto contenuto nella deliberazione approvata dalla Giunta, di cui lei è Vicepresidente.
Nella deliberazione si rimette in discussione - non sto mettendo in dubbio la legittimità di questo fatto - un ruolo che invece nella deliberazione di Giunta era chiaro, dove si diceva: "Aggiorniamo, rivediamo i ruoli e le posizioni, teniamo conto del fatturato, pensiamo ad uno sviluppo del CSI". Qui invece, Vicepresidente, sa che cosa ha detto? Poi mi rendo conto che mettendo insieme le dichiarazioni del Presidente del CSI e quelle del Vicepresidente Masaracchio si può notare una cosa che lascia stupiti. Mi ha stupito infatti il Presidente del CSI in Commissione laddove, parlando delle questioni problematiche del CSI, ha affermato: "Ma il problema del CSI semmai è quello di evadere o di eludere le imposte sugli utili" - cosa veramente paradossale da parte di un rappresentante di un'istituzione! Quasi come se fosse un invito a non prevedere utili, a fare in modo che non ci siano degli utili per evadere od eludere le imposte! Questa è stata la dichiarazione, che è gravissima! Già solo questo fatto indipendentemente dalle questioni sollevate dal collega Cavaliere, è un elemento tale per cui il Presidente della Giunta regionale, in quanto Presidente di un'istituzione pubblica, deve convocare il Presidente del CSI e lo deve mandare via! Perché il Presidente del CSI non può venirci a dire che bisogna trovare il modo per non pagare le imposte sugli utili! E' un'assurdità! E' già grave che l'abbia fatto il Presidente del CSI! Dopo ho riletto quanto ha detto il Vicepresidente Masaracchio: la stessa identica cosa! Questo mi era sfuggito; il Vicepresidente Masaracchio, a pagina 2 del suo intervento, dice: "E' razionale, dato che l'Amministrazione centrale trasferisce e trasferirà sempre meno risorse alle Regioni e alle Autonomie restituire parte della disponibilità al centro, sotto forma di imposte".



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Era una domanda: è razionale?



PRESIDENTE

Scusate, non possiamo fare un duetto, lasciamo svolgere al Consigliere Saitta il suo intervento.



SAITTA Antonino

Anche lei ci pone la stessa domanda, come se la questione degli utili fosse un problema. Ma quale liberismo è quello della Giunta Ghigo? Spiegatecelo! E' liberismo trovare il modo per eludere ed evadere le imposte? E' il quesito che pone lei, Vicepresidente Masaracchio, o quello che ci ha detto con più chiarezza il Presidente del CSI? Io non so se il collega Ghiglia ha assistito alla consultazione con il Presidente del CSI il Presidente del CSI ha espresso, totalmente, completamente, delle posizioni personali. Infatti ha detto di parlare a titolo personale. Gli altri componenti del Consiglio di amministrazione, allora, avevano opinioni completamente diverse? E' un fatto importante, è segno di una grande capacità del Presidente del CSI di essere Presidente del Consiglio di amministrazione. Il Presidente del CSI esprime le posizioni del Consiglio di amministrazione, non le posizioni dell'Assessore Burzi. Si sbaglia Assessore; il Presidente deve esprimere le posizioni del Consiglio di amministrazione, di tutti i soci e non posizioni personali, che importano a nessuno. Già solo per questo fatto, dovrebbe andare a casa. Invece, rimane lì a ripetere queste questioni.
Questo, per dire che, nuovamente, la posizione della Giunta regionale è una non posizione. Alla scadenza del patto consortile non si ha ancora un'idea. E' stata promessa tra dieci giorni; poco fa, infatti, il Vicepresidente Masaracchio ci ha detto che le persone che stanno lavorando su questo tema fra poco ci diranno. Cosa ci diranno? Che è avvenuto il miracolo? Dipende da cosa gli avete detto di fare! Voi rinunciate al ruolo politico. Cosa avete chiesto a chi deve preparare la modifica dello Statuto? Sono le stesse cose di luglio, o altre, come quelle contenute nella sua relazione di settembre all'assemblea degli azionisti? Cosa avete chiesto? Questo è il problema ed è un danno per il CSI. L'ho già detto la volta scorsa: non voglio fare il difensore del CSI, ci sono alcune questioni che devono essere sicuramente riviste, ma come si fa a dire che non sono importanti un mese, due mesi, tre mesi, un anno? Il CSI fa il suo bilancio, fa gli investimenti; non è un fatto marginale prevedere che un Ente abbia una vita più o meno lunga e che un socio importante, che ha un fatturato importante, non abbia idea sul suo futuro. Questo vuol dire penalizzare un'importante attività economica.
Ultima considerazione e concludo: la questione dell'incompatibilità. Il Presidente della Giunta deve smettere di far finta di non conoscere la situazione, deve smettere di fare "l'indiano". L'incompatibilità esiste. Il Presidente, inoltre, continua a non vigilare sulla struttura. Non vigila perché la determina che è stata richiamata poco fa è un paradosso amministrativo. Ce lo spiegherà il Presidente Ghigo, che ha la grande responsabilità di guidare la Regione (che ha competenza anche amministrativa), ci spiegherà per quale motivo la Regione dà un incarico all'Ancitel - senza gara d'appalto, perché si presuppone che l'Ancitel abbia natura pubblicistica - e poi l'Ancitel manda una lettera dove dice di servirsi, per svolgere il proprio lavoro, di un partner che si chiama Eurologos, Società del Presidente del CSI, e quindi di dare il lavoro a tale Società. In base a questo principio di partnerariato - formula che io non conosco nella Pubblica Amministrazione (e la Regione avrebbe comunque dovuto vigilare sul fatto che un lavoro affidato all'Ancitel venga svolto da un'altra società) - il Direttore determina di assegnare il lavoro di 103 milioni all'Eurologos.
Non le sembra, Presidente del Consiglio regionale, lei che è uomo di legge, che questa sia una modalità per aggirare il pubblico appalto della Pubblica Amministrazione? A me pare di sì. Si aggira la procedura classica dell'Amministrazione Pubblica (parliamo di 103 milioni), non si fanno gli appalti, si dà il lavoro all'Ancitel che lo trasferisce ad Eurologos. I motivi di incompatibilità ci sono tutti.
Presidente, lei continuerà a ritenere che non esistono, rimanda alle Commissioni, ma lei ha mai deciso nulla in questo senso? Atti di coraggio ne ha mai compiuti? Lei non ha vigilato sulla determina, è stata aggirata la procedura del pubblico appalto e, oggi, lei difende questa realtà. Dice di non conoscere, ma sono fatti che non si possono ignorare! L'incompatibilità con la legge esiste; lei deve far rispettare la legge e la sua presenza deve essere finalizzata anche a questo obiettivo, e non al contrario. Non è la prima volta che succede; credo che un giorno dovrà rendere conto di questo suo atteggiamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Presidente Ghigo, mi raccomando, non faccia "l'indiano", perch rispetto ai 138.000 della sanatoria governativa siamo già a 161.000; se ci si aggiunge anche lei, in Italia, di extracomunitari, rischiamo di averne un numero ridondante, quindi anche il mio è un invito a non fare assolutamente "l'indiano"! Tornando alle questioni serie, cercherò di essere più breve del collega Saitta. In effetti, anche secondo me, il dibattito di oggi è inutile perché non ci sono novità rispetto a quanto abbiamo detto poche settimane fa. C'è un solo problema: l'avete chiesto voi. Il dibattito sarebbe stato molto più utile se aveste aspettato che il Presidente ed il Vicepresidente che si erano dichiarati disponibili la volta scorsa, avessero delle novità e si fossero impegnati, come avrebbero sicuramente fatto, ad esporle con una comunicazione, per poter dibattere in Consiglio. Sono d'accordo: il dibattito di oggi è inutile, ma l'avete voluto voi. Non è la prima volta che volete un dibattito inutile; spesso tentate di indurre dibattiti inutili per impedire al Consiglio regionale di lavorare. Questa è un'altra occasione di un dibattito inutile. Quindi, anche su questo, sugli "indiani" e sull'inutilità del dibattito, come vedete, concordiamo: ci possono essere finali comuni, partendo da basi diverse.
C'è una sola cosa che non ho capito. Ho sentito parlare, dal collega Cavaliere, di "illegittimo tavolo di discussione" (mi sono segnato questa frase). Io non sono a conoscenza di illegittimi tavoli di discussione spero che non sia quello attorno al quale discutono il Presidente Ghigo, il Sindaco Castellani, la Presidente Bresso e gli altri soci del CSI, perch in quel caso non sarebbe un illegittimo tavolo di discussione.
Sul fatto poi che, secondo me, Castellani non sia legittimato a trattare di nulla, è una posizione politica e non lo dico; però non mi sembra illegittimo se gli apici dei soci che formano il CSI discutono: secondo me, non è un illegittimo tavolo di discussione. Se poi qualcuno, su tavoli illegittimi, nascosti e coperti discute sul CSI, ognuno in Italia vivaddio! - può discutere di quello che vuole: l'importante è che non decida.
La posizione anarchica. La posizione non è anarchica. Io mi scuso veramente con i colleghi: io sono molto attento alla questione del CSI perché sono un utente del CSI da tanti anni (come Consigliere di circoscrizione, comunale in piccoli Comuni, comunale a Torino, in Regione ecc.). Quindi, sono un utente del CSI e sono molto attento al CSI; credo di aver sempre tenuto sul CSI, anche in quest'aula, - e non solo in quest'aula una posizione molto equilibrata.
Non ho mai sentito nessuno, non ho mai letto che qualcuno volesse privatizzare tutto il CSI, vendere, smembrare, distruggere. Io non l'ho mai letto e non l'ho mai sentito: portatemi qualche prova. Poi possono anche esserci delle fughe di notizie stampa, ma se vengono smentite puntualmente in aula, dalla viva voce di quelli che le avrebbero proferite, allora la verità sta qui e non sui giornali.
La politica non si fa dai giornali; si fa, semmai, attraverso i giornali, ma non prendendo spunto da quello che scrive qualcuno, per poi accusare qualcun altro. In ogni caso, se qualcuno ha delle riserve mentali e cambia idee in corso d'opera, anche in questo caso, è sempre legittimo cambiare idea, soprattutto in democrazia (anche se nel momento attuale della politica italiana sarebbe meglio non farlo; comunque, è una fase storica particolare, che non c'entra con il dibattito in corso).
Devo anche dire che non ho notato delle posizioni diverse all'interno della Giunta. Il Presidente Ghigo, oggi, ha usato l'arma della prudenza non dell'inutilità, della prudenza su questo fatto, e ha fatto bene, perch proprio per il fatto che il CSI è un patrimonio, proprio perché il CSI è importante, proprio perché tutti abbiamo a cuore le sorti dei lavoratori...
Io potrei anche dire di no - e lo dico prima e dopo come una battuta perché sia chiaro che è una battuta - in quanto, se all'85% firmano l'appello per Cossutta per non fare la scissione del partito di Rifondazione Comunista, teoricamente potrei dire: "Beh, sinceramente dei lavoratori del CSI a me interessa meno, perché se l'85% fa l'appello a Cossutta, se mi va proprio bene l'altro 15% lo fa a D'Alema, quindi io non ho a cuore le loro sorti". Non è così. Io ho a cuore le sorti dei lavoratori del CSI, così come ho a cuore le sorti dei lavoratori della FIAT e soprattutto di quei 6 mila cassaintegrati nuovi che la FIAT ci regala dopo l'avvento del nuovo Governo di sinistra, magnificato dall'avv. Gianni Agnelli.
Quindi, noi abbiamo a cuore le sorti di tutti i lavoratori consideriamo il CSI un patrimonio; consideriamo che il CSI non vada n distrutto né smembrato. Semmai, come tutte le cose, ha delle criticità, che tutti pubblicamente hanno sempre espresso, compreso il Sindaco, compresa la Presidente della Provincia, ritenendo che debba essere razionalizzato rinvigorito, potenziato, reso migliore.
Sfido chiunque a dire che oggi il CSI sia il meglio che si possa ottenere, così come sfido chiunque a dire che è il peggio che si possa ottenere. Dire che non si può migliorare sarebbe un'assurdità, perché tutti noi che siamo utenti conosciamo il bene e il male, il pro e il contro di queste situazioni e quindi anche della situazione CSI.
Il Presidente ha scelto correttamente la strada della prudenza, perch si tratta di materia molto delicata. Devo anche dire che la stessa preoccupazione dovrebbero averla anche gli altri partner (visto che oggi si parla di partnerariato). Non mi sembra corretto che altri partner non manifestino preoccupazione; anche in quest'aula, tutti riconoscono che qualcosa va modificato: nessuno, però, che si sia preoccupato di dire: "Pensiamoci e riparliamone".
Perché non l'hanno fatto? Quando tutti dicono che, in effetti, ci sono degli spazi di miglioramento, che in effetti ci sono delle cose da riformulare, da rivedere: perché gli altri non lo hanno fatto? Perché gli altri Enti non lo hanno fatto? Allora, mi viene il sospetto: non credo che gli altri Enti vogliano essere meno sensibili di quanto sia stata la Giunta regionale a porre, ad avere il coraggio di porre con forza il problema CSI.
Il problema CSI andava posto. Perché se tutto va bene nel CSI e il CSI è il meglio che ci possa essere e si possa ottenere, noi pretendiamo che domani mattina il Sindaco Castellani, la Presidente Bresso e gli altri soci facciano una dichiarazione pubblica dicendo: "Il CSI è all'ottimo delle sue potenzialità; viva il CSI; il CSI deve continuare ad essere questo". Questo devono fare, altrimenti anche loro hanno taciuto tutti questi mesi aspettando che scadesse il termine del patto consortile.
La Giunta, da mesi, ha il coraggio di venire in aula a sostenere motivazioni faziose, oziose e strumentali di presunte volontà di sbrindellamento e di smembramento del CSI, perché è l'unico Ente che ha avuto il coraggio di parlarne e di porre il problema.
Non dobbiamo dimenticare che buona amministrazione significa anche porre i problemi per far sì che l'amministrazione sia una migliore amministrazione e non un'amministrazione modesta: una migliore amministrazione. E là dove vengono spese decine, centinaia di miliardi è giusto che gli Enti pubblici che li versano abbiano il dovere sacrosanto di porre le criticità e di pretendere i miglioramenti.
Questo è senso di responsabilità. Quindi, io do una lettura esattamente opposta a quella che viene data.
La posizione della Regione. L'ho già detto l'altra volta: intanto, ci auguriamo che al più presto si arrivi a delle novità, e sicuramente la Giunta non si sottrarrà a darcele e a discuterle in quest'aula. Tuttavia la cosa che mi ha colpito - hai ragione, Saitta, una volta tanto di do ragione - è che il Presidente del CSI parla a titolo personale.
E' un fatto gravissimo. Perché se il Presidente del CSI, insieme con un altro membro del Consiglio di amministrazione, che sono nominati dalla Regione Piemonte, che è il socio di maggioranza relativa (ovvero la Regione è l'Ente che ci mette più soldi), sono costretti a parlare a titolo personale, io sono preoccupato. Questo significa che qualcosa non torna. E allora se la Regione paga di più, deve contare di più all'interno del CSI.
E sono pronto a sostenerlo in qualsiasi sede.
Questo non c'entra nulla con i 700 lavoratori, con i 300 lavoratori dell'indotto, con il miglioramento: non c'entra niente. Però, chi più mette nelle società più ha (salvo qualcuno, che in Telecom non ha nulla, ma conta sempre più degli altri, ma di questo qualcuno in Italia ce n'è uno solo: nessuno - spero - ne voglia le fotocopie e le duplicazioni).
Allora, chi più ha, chi più mette, più deve avere: credo che sia una posizione legittima. E se la Regione rivendica uno spazio maggiore decisionale all'interno del CSI ritengo faccia un'operazione sacrosanta ed indiscutibile.
E poi, attenzione - Saitta - al liberismo! Mi preoccupa. Io che non sono un liberista, ma sono un liberale come pensiero (diciamo che lo sono diventato), mi preoccupo quando la minoranza continua a dire: "Voi che dovreste essere liberisti, voi che dovreste essere..." quasi invitando la Giunta ad essere liberista. Fate attenzione, perché se la Giunta fosse veramente liberista, se dovesse darvi retta, dovrebbe privatizzare tutto mettere tutto sul mercato, come ha fatto il Presidente Menem in Argentina e non tenere più niente di pubblico: non "speculateli" troppo, andate poi in contraddizione con le posizioni che sostenete.
Aggiungo un'ultima cosa sull'incompatibilità. Presidente Deorsola, l'ho già detto prima. Non vengo a nessuna Commissione Nomine che approfondisca l'incompatibilità del Presidente del CSI, primo, perché non ritengo che sia compito della Commissione Nomine; secondo, perché se il Presidente della Giunta, che è circondato da autorevolissimi e capacissimi funzionari, dice che non c'è incompatibilità, per me è così. La responsabilità sarà in capo agli autorevolissimi dirigenti di cui conosco le capacità e che hanno dato al Presidente della Giunta il parere che sicuramente ha richiesto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Tenendo presente l'ultima frase del Consigliere Ghiglia, volevo iniziare l'intervento affermando che il CSI è un Ente strumentale della Regione e non del governo della Regione, cosa che in questo intervento e nella relazione non appare del tutto chiara.
Credo che la relazione che abbiamo sentito affermi sostanzialmente tre cose: la prima è che non c'è incompatibilità; la seconda è che si va al rinnovo del patto consortile che scade; la terza è la proposta di modifica dello Statuto e di subordinare la conferma del patto consortile alla modifica dello Statuto. E' chiaro che questa dichiarazione è del tutto inutile.
Fare una discussione sulla base di questa dichiarazione è del tutto inutile, perché sul primo punto le affermazioni che sono state fatte e le informazioni che sono state date dal Consigliere Cavaliere dimostrano che ci sono problemi. Non so se ci sono problemi per l'incompatibilità del Presidente, ma ci sono problemi rispetto a decisioni assurde che coinvolgono la figura del Presidente. Dire che non c'è alcun problema mi pare limitativo ed affermare - come fa il Consigliere Ghiglia e la Giunta che, dopo aver sentito i suoi consulenti, dice che va tutto bene - mi pare svilire il ruolo del Consiglio e non tenere conto dell'elemento che ricordavo prima: il CSI è un patrimonio di tutti e non solo della maggioranza o del governo attuale della Regione.
Credo che sia inaccettabile la dichiarazione che ha fatto il Presidente perché non dice nulla. Se si vuole rinnovare lo Statuto perché ci sono elementi che non vanno, voglio sapere quali sono; è possibile che abbia ragione, ma non si può dire che va rinnovato soltanto così perché pu essere rinnovato anche in altri modi. Se si parte dal fatto che ci sono degli elementi di inadeguatezza e che non sono stati scoperti fino al novembre 1998, probabilmente c'è stata solo una riflessione, da cui si deve partire, ma pare assurdo che questo non venga reso noto, in quanto, quando un problema viene risolto - penso ad EXPO 2000 - lo si comunica.
Credo che il nostro ruolo non sia solo quello di recepire le scelte fatte perché su una questione del genere dobbiamo intervenire nel meccanismo decisionale. Dobbiamo essere partecipi alla discussione e alle decisioni che vengono adottate. Inoltre, non bisogna confondere i problemi del CSI con quelli dello Statuto. Può essere che siano collegati, nessuno dice che il CSI è perfetto, però se ci sono delle imperfezioni nel CSI o delle cose che non vanno bene e si vuole modificare lo Statuto bisogna collegare le due questioni e chiarire che cosa nel funzionamento del CSI ha a che fare con il rinnovo dello Statuto, perché si è intervenuti non sul problema della gestione del CSI, ma viene chiesta una modifica dello Statuto.
Se lo Statuto non va bene, si faccia una relazione, documentando quali sono gli elementi di partenza della nostra richiesta di modifica e quali sono gli elementi di direzione, perché se si ritiene che esistano degli elementi che non vanno e che vogliamo correggere, vogliamo però sapere in che direzione vanno le nostre proposte e le nostre correzioni; altrimenti ci prendiamo in giro come in altre occasioni: voler decidere senza coinvolgere il Consiglio, assumere decisioni solo in ambito di maggioranza e, a cose fatte, portarne il Consiglio a conoscenza.
Questo è inaccettabile, per cui concludo il mio intervento chiedendo che ci sia ovviamente una nuova comunicazione, ma che sia una comunicazione di merito. Non è accettabile che non sia stata fatta questa mattina perch se si sta discutendo il rinnovo dello Statuto e le sue modifiche, i chiarimenti dovevano essere stati già comunicati e se non lo si è fatto è perché non lo si è voluto. Inoltre, voglio capire un altro aspetto importante, per noi e per i partner del consorzio. Mi chiedo se la Giunta ritenga fondamentale operare le modifiche dello Statuto per rinnovare il consorzio, perché questo vorrebbe dire che tali modifiche sono considerate importanti e che senza di esse non si rinnova il consorzio. Bisogna chiarire se queste sono questioni pregiudiziali per il rinnovo del patto consortile o se sono questioni importanti che però non pregiudicano l'opzione di fondo e il mantenimento di una scelta fatta vent'anni fa. Su questo occorre avere una relazione chiara, che permetta al Consiglio di intervenire nel merito con proposte e contributi sulle scelte che si devono fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

A me pare che la Giunta non abbia espresso una posizione chiara sulla situazione del CSI.
Se non è successo nulla vuol dire che sta avvenendo qualcosa di molto importante, perché la situazione è quella di una struttura economica che opera come Ente strumentale sul mercato. La scadenza del 31 dicembre è la scadenza di un patto consortile che le permette di lavorare. Si vede in modo chiaro ed esplicito che la Giunta vuole mettere in difficoltà il CSI ma questa è proprio una banalità. Il mettere una struttura come il CSI nella condizione di aspettare dei mesi e delle settimane senza sapere se il patto consortile verrà rinnovato per dieci anni o meno, vuol dire dichiarare esplicitamente la messa in difficoltà di un'azienda.
Questo è quanto, in modo esplicito e chiaro, è successo oggi; in merito la Giunta è stata chiarissima: questo CSI non lo vuole più. Di conseguenza si arriva in ritardo a discutere, si dice che si discuterà. Questa non decisione rende, comunque, più debole l'attività dell'attuale CSI nei confronti delle pubbliche amministrazioni e del mercato.
Quindi, ben utile questo vuoto di proposte: facciamo marcire la situazione. Chi fa marcire la situazione? Posso sbagliarmi, ma mi pare che i soggetti in campo siano due: l'Assessore Burzi e Di Giacomo, che sono i due soggetti che se ne occupano, che se ne sono comunque occupati da soli fino a "pochi minuti fa" e che hanno espresso le loro idee a titolo personale o meno personale, ma hanno le loro idee e le hanno espresse, fino a qualche minuto fa, in relativa autonomia di scelta.
Poi c'è il Presidente Ghigo che si occupa d'altro - cura la propria immagine - e adesso deve anche occuparsi di questo problema. Ma il Presidente Ghigo affronta il problema avendo a lato un lavoro svolto dall'Assessore Burzi insieme a Di Giacomo. Poi c'è il Vicepresidente Masaracchio che tiene i rapporti con il Consiglio regionale.
Qual è la situazione? Provo ad immaginarla. Non sono convinto che non si sia fatto, detto, proposto alcunché. Immagino, ad esempio, che un'osservazione avanzata dall'Assessore Burzi e da Di Giacomo potesse essere quella di aver verificato che il CSI si muoveva, nei confronti della pubblica amministrazione locale, con attività di diretta fornitura di servizi in una situazione in cui questa diretta fornitura di servizi veniva proposta all'interno di un mercato in cui altri fornitori di servizi privati, ad esempio Di Giacomo, fornivano gli stessi servizi. Però questa duplice presenza di offerta di servizi privati e di offerta di servizi da parte del CSI poteva registrare, nel comparto privatistico, qualche critica di posizione monopolistica per quanto riguarda il mercato dei servizi alla pubblica amministrazione. Quindi, la mia immaginazione mi fa dire che quello che non piace all'Assessore Burzi e a Di Giacomo è il fatto che il CSI sia fornitore di soluzioni in concorrenza con il mercato e la pubblica amministrazione.
La mia impressione è che questa coppia si accingesse, volesse accingersi, abbia progettato, abbia proposto, a vario titolo, la fine dell'attuale CSI. Ovvero il suo smembramento, magari in cinque parti, con la finalità principale di staccare dalle attività del CSI le attività rivolte al mercato della pubblica amministrazione, sia quello regionale sia quello extraregionale, e al mercato privato e della pubblica amministrazione, e di realizzare il tutto costituendo due società private.
La mia immaginazione mi spinge anche a pensare che si voglia tagliare in cinque pezzi il CSI: due di questi cinque li consegniamo al privato, magari ipotizzando affari per 100/200/300 miliardi e teniamo invece l'attività del CSI ridotta - a questo punto di molto, di 200/250 miliardi - semplicemente alla Regione Piemonte e forse a qualche altro grande Ente consorziato.
Quello che c'è dietro, che loro non dicono e che non so se il Presidente Ghigo sa, è esattamente quello che immagino: non dicono, ma c'è.
C'è la volontà di tagliare a fette il CSI e di formare delle attività gestite da società per azioni che sottraggano al CSI la fornitura dei servizi alla pubblica amministrazione: questo è un grosso business.
Business che si può realizzare se non si decide, se non si dice niente; si arriva a ridosso del rinnovo del patto consortile dicendo: "Vedremo...".
Questo messaggio viene recepito dal mercato come chiusura del CSI.
Cari privati, avanti tutta; si libera un settore di mercato che viene criticato da certi gruppi privati interessati a fornire alla pubblica amministrazione servizi che oggi non riescono a fornire perché messi in concorrenza con quelli forniti dal CSI.
Questa è una politica di affermazione di un interesse privato a fornire servizi alla pubblica amministrazione che oggi non è reso possibile dall'attuale situazione di mercato. Quindi dire nulla, da parte del Presidente Ghigo, significa creare una situazione che permette ai privati di impossessarsi di commesse nei confronti della pubblica amministrazione attraverso un indebolimento strategico del CSI.
Cari colleghi, può darsi che questa mia immaginazione trovi puntuale rispondenza nelle cose che succederanno. Quanto è successo oggi è grave non penso sia utile attendere ulteriori comunicazioni dal Presidente Ghigo.
Avendo recepito la chiarezza della posizione espressa dalla Giunta regionale, penso che l'unica cosa da fare sia non accontentarsi di semplici dichiarazioni, ma mettere il Consiglio e l'aula in condizione di proporre decisioni e cose da fare.
Il Presidente del Consiglio ha ricevuto due ordini del giorno, uno che chiede semplicemente alla Giunta di rinnovare il patto consortile segnalare con chiarezza al mercato che il CSI continuerà ad operare.
Il cambiamento dello Statuto si può fare, fatelo, questo non è contestato. Aggiornate lo Statuto, però si dica - oggi - che il CSI vivrà quindi che ci sia la sicurezza che al 31 dicembre il CSI continuerà a funzionare.
Il secondo ordine del giorno è relativo alla solita questione di persona che ha ruoli ed interessi duplici. Colleghi, mandiamo tutto alla Magistratura, non se ne parli più, veda la Magistratura.
In ogni caso, mi sembra che come decisione politica si possa...



PRESIDENTE

Lasciamo svolgere anche gli altri interventi in modo che ci sia una valutazione più complessiva, perché ricordo che a mezzogiorno abbiamo l'audizione con i vertici SAGAT.



CHIEZZI Giuseppe

Non parlerò poi per illustrare i due ordini del giorno, era solo per segnalarle che non occuperò altro tempo.
Chiedo comunque che il Presidente Ghigo si attivi per ottenere la rimozione di questo Presidente dal CSI. Grazie.



PRESIDENTE

Ho già ricordato che a mezzogiorno ci sarà un incontro con i vertici SAGAT, da tempo previsto.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



PRESIDENTE

SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Dato che dobbiamo convocare una riunione di Consiglieri regionali volevo sapere come si svolgeranno i lavori.



PRESIDENTE

Vorrei fare coincidere la ripresa pomeridiana con una riunione dei Capigruppo, cioè iniziare alle ore 14,30 con la riunione dei Capigruppo che mi auguro breve, e poi concludere i lavori del Consiglio intorno alle ore 18.



PRESIDENTE

SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Quindi ripresa alle ore 14.30?



PRESIDENTE

Ripresa alle ore 14.30 con riunione dei Capigruppo, perci verosimilmente, i lavori dell'aula riprenderanno intorno alle ore 15.00.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, credo che dobbiamo fare le nostre valutazioni tenendo anche un po' conto della significativa storia del CSI, che si è costruita partendo dagli anni '80, quando il CSI è stato realizzato, anche per l'esigenza, a suo tempo, di contribuire con questa struttura alla realizzazione e alla costituzione di un'azienda telematica che avesse un valore organizzativo del mercato informatico. Mi pare che il CSI si costituì allora e divenne, successivamente, la più significativa delle aziende informatiche che operano in Piemonte. Lo dico perché quando si guarda ad un'azienda credo che sia saggio e doveroso valutarla nel complesso della sua funzione all'interno di un'economia, di una struttura di un progetto di organizzazione di un settore economico, direi di un settore infrastrutturale della Regione.
Presidente, c'è molta animazione in aula.



PRESIDENTE

Sto cercando di ripristinare una migliore agibilità dei lavori.
Chiedo alla Giunta, ai Consiglieri e anche ai collaboratori di ridurre il brusìo. Dovrei chiedere che non ci fosse brusìo, ma, dato che questo è nel mondo dei miei sogni, almeno di moderarlo.
Prego, Consigliere Riba.



RIBA Lido

In ogni caso, Presidente, ci vuole la presenza degli Assessori di riferimento, che in questo caso sono l'Assessore Burzi, che c'è, e il Presidente, che invece non c'è.



PRESIDENTE

Lei parla alla Giunta.



(Intervento fuori microfono dell'Assessore Burzi)



RIBA Lido

Naturalmente, ma nel caso specifico potrei...



RIBA Lido

BURZI, Assessore ai sistemi informatici



RIBA Lido

Veda lei.



RIBA Lido

Guardi, l'Assessore Burzi mi ha scoraggiato dal parlare in assenza del Presidente. Comunque, anche come atto di accondiscendenza, facendomi carico delle note difficoltà della Giunta e della Presidenza del Consiglio, sia per il merito del dibattito, sia per tenere e governare l'ordine della partecipazione e come atto di doverosa buona volontà, proseguo.
Dicevo che la valutazione della situazione del CSI deve essere fatta tenendo conto anche, in questo come in altri casi, del rilievo, del valore e della funzione strategica di un'azienda, di un'azienda di quelle dimensioni, con quella specificità di funzione all'interno del mercato e anche della rete infrastrutturale della Regione.
Se ho memoria corretta di ciò che si disse a suo tempo, ed è il filo conduttore in riferimento ai ragionamenti che si fecero successivamente, il CSI era destinato a costituire un'azienda informatica di riferimento e a porre le basi affinché un mercato dell'informatica si organizzasse sul nostro territorio partendo dall'utilizzazione, come committenti, dei maggiori Enti. L'idea era di aggregare non soltanto un'area di Comuni, ma tutto il sistema della Pubblica Amministrazione e degli Enti locali attorno all'esercizio di questa funzione associata.
Credo che quel tipo di obiettivo - l'Assessore Burzi ne converrà - sia stato realizzato perché un'azienda del settore informatico che fattura 120 miliardi e ha 700 dipendenti è sicuramente un'azienda di grande riferimento.
Credo che con quella operazione abbiamo avviato un primo modello di organizzazione delle reti telematiche della Regione, perché i grandi cavi coassiali, che rappresentavano allora una tecnologia avanzatissima (oggi probabilmente una tecnologia già in parte desueta, ma non c'erano ancora le fibre ottiche), furono effettivamente una grossa realizzazione.
Vorrei, Presidente Ghigo e Assessore Burzi, che nel discutere su questo punto - non in contraddizione, ma dialogando - partissimo dal fatto che allora la Regione, il Comune di Torino e la Provincia misero in moto un processo di realizzazione di una grande unità informatica e cominciarono a realizzare una rete telematica di collegamento con una parte significativa del territorio regionale.
Può darsi che quell'operazione abbia perso una parte della sua opportunità in una situazione in cui le strutture telematiche si sono andate affermando. Ma c'è anche ragionevolmente un'altra versione, che io considererei prevalente: quella grande azienda informatica, con la sua rete telematica di aggregazione del territorio, può - e magari deve - continuare ad essere, in un momento di crisi di quel settore, un soggetto ed un punto di riferimento per una politica di sviluppo partendo dal fatto che ha strutture, personale, know-how, capitalizzazione, utili e, quindi, una posizione solida sul mercato.
Pertanto, Vicepresidente Masaracchio, valutiamola da questo punto di vista: una posizione ed una struttura solida, un mandato pienamente realizzato, un insieme operativo di valore dal punto di vista delle professionalità che pian piano si sono andate costruendo ed inserendo in una rete operativa. Quindi, come dire, un gioiello di famiglia che la Regione deve considerare per tale ed utilizzare in funzione di risposta ad una crisi del mercato, ad un bisogno di espansione e questo per quanto riguarda l'azienda, ma soprattutto per quanto riguarda le cosiddette "autostrade informatiche"...



(Commenti dell'Assessore Burzi)



RIBA Lido

Se il Presidente presiede in questo modo, cosa vuole che si faccia? Presidente, eviti almeno che si facciano delle riunioni parziali...



PRESIDENTE

Devo dire che ieri ho avuto modo di invidiare il Presidente della Camera, Violante, per le condizioni nelle quali riesce a lavorare. Oltre alle diversità personali, c'è anche un diverso atteggiamento da parte dell'aula. Non posso che - ripeto - invidiare le condizioni in cui si trova ad operare il Presidente Violante.
Chiedo ancora una volta alla cortesia dei colleghi di tenere il brusìo in limiti accettabili. Grazie.



RIBA Lido

Grazie ai suoi autorevoli interventi, Presidente, di tanto in tanto si perviene ad una situazione agibile e questo mi consente di proseguire con rinnovata convinzione verso la seconda parte del mio intervento e poi ce ne sarà una terza.
Faccio una prima considerazione sperando di trovare d'accordo gli interlocutori della Giunta, cioè che noi abbiamo un'azienda che ha raggiunto risultati significativi, che oggi non è da smantellare, non è da ridimensionare, ma è da utilizzare in funzione di un ulteriore progetto.
Dopodiché la Giunta ci può essere buona testimone che noi Democratici di Sinistra e tutta l'area del centro-sinistra non è affatto aliena da pensare anche alle privatizzazioni, ragionando in astratto e su un altro campo. Ma queste, quando devono intervenire, sono perché si realizzano dei forti corrispettivi, perché si mettono sul mercato delle significative aziende e perché si sono valutati gli orientamenti strategici ed altre cose. E questo direi che vada escluso al momento perché non ho sentito alcun ragionamento di questo genere.
Ho visto invece un'altra operazione che mi sembra rischiosa, perché non è dichiarata, perché avviene in via di fatto, perché è strisciante e perch in modo sotteso mi pare rappresenti un elemento di convergenza di valutazioni sia da parte della Giunta, sia da parte del Presidente del CSI.
La traduco così, Assessore Burzi e Presidente Ghigo, la sensazione che si è avuta in tutta questa fase: questa struttura informatica è troppo significativa, sottrae spazi di mercato ad operatori eventuali del settore pensiamo ad un suo ridimensionamento per l'allargamento... Ma io ho dato un'interpretazione nobile, altrimenti c'è quella ignobile, nel senso di non nobile, che è quella di immaginare invece operazioni di più mediocre e modesta concorrenza sulla quale non dico niente perché sottoscrivo interamente l'intervento del collega Saitta in relazione all'insorgere di elementi che hanno portato a tutti i dubbi e alle questioni che sono alla base della discussione di oggi.
Se non è vero questo, che esista l'interesse, la convinzione e la valutazione di puntare ad un ridimensionamento di quella struttura per creare altri spazi di mercato, è una cosa - ripeto - non ignobile, che per deve essere affrontata per quello che è, con un dibattito aperto sulle prospettive dell'informatica in Piemonte e quindi con la messa a punto di un progetto operativo da parte della Regione, assieme ai soggetti dell'economia di settore. Quello però che non possiamo permettere è andare avanti così! La situazione di indebolimento, sulla quale si ha la sensazione che si punti, nasce dal fatto, assolutamente clamoroso, che a pochi mesi (uno o due) dalla scadenza del patto di consorzio non solo non si è provveduto a rinnovarlo, con le modifiche del caso, ma si penserebbe al mantenimento di una situazione di precarietà con il rinnovo per un anno! Voi sapete che quando si tratta di una grande azienda, di un motore che ha questo insieme di funzioni da svolgere, di economia, di mezzi finanziari, di tecnologie da utilizzare, creargli una situazione di precarietà per una sopravvivenza in vista di un anno in anno, vorrebbe dire, in primo luogo, perdere i migliori cervelli, e questa è una struttura che è vissuta e vive essenzialmente di cervelli; vorrebbe dire mettere a repentaglio la sua prospettiva; vorrebbe dire fare esattamente qualcosa nella direzione contraria, opposta, antitetica a quella che nel tempo ci ha portati ad avere questa "signora" struttura che comunque anche da parte delle altre Regioni e, più in generale, sul mercato dell'informatica ci viene accreditata come una grande realizzazione della nostra Regione.
Se devo poi dire dell'intervento che in sede di audizione ha fatto il Presidente del CSI, anche qui per non ripetere, cerchiamo di non tediare l'aula che riesce a realizzare ad intermittenza momenti di attenzione (adesso mi sembra uno di quelli), quindi mi richiamo agli interventi dei colleghi Saitta e Cavaliere su questo punto, il Presidente ha dato la sensazione di non avere in mente un progetto, una direzione di marcia, una prospettiva per determinare nel terzo decennio di funzionamento dell'istituzione, del consorzio, l'assegnazione al medesimo di un obiettivo e di un compito istituzionale: fare che cosa.
Anch'io sono d'accordo che sarebbe tutto sommato un'operazione stanca continuare a fare soltanto quello che adesso si sta facendo anche abbastanza bene, perché ci sono altre esigenze, perché probabilmente bisogna che la rete telematica venga molto rafforzata, perché bisogna dare delle risposte più avanzate, perché bisogna rinnovare l'amministrazione e se non si rinnova partendo dall'informatica non vedo proprio quali sono i settori dai quali cominciare. Ma su questo c'è lo spazio per fare un grande dibattito, per chiamare tutti, per convocarlo! Ora, Assessore Burzi, capisce che sentirsi spiegare una, due, tre volte (dopo che gli è stato detto "stia attento, stia attento") che se si realizzano degli utili poi ci sono da pagare delle imposte, io non lo voglio riprendere...



RIBA Lido

BURZI, Assessore ai sistemi informatici



RIBA Lido

Riprendiamolo.



RIBA Lido

Non lo riprendo perché questa è una sede più autorevole, è il Consiglio regionale. Glielo abbiamo detto, "non si soffermi su questo", ci sembra proprio un elemento... Ammesso che sia un elemento incidentale, non deve avere cittadinanza nel nostro tipo di ragionamento, sono altre le cose che si devono affrontare.
A questo punto, e per le cose che sono già insorte, esiste sicuramente un problema di idoneità: l'idoneità di un manager, l'idoneità di un gruppo dirigente, di un Consiglio di amministrazione, si misurano sulle proposte e sulle prospettive che vogliono indicare, per l'azienda.
Dal punto di vista della compatibilità o incompatibilità, io raccoglierei invece la proposta - Ghiglia non è d'accordo, ma in alcuni casi il suo disaccordo sottolinea invece l'opportunità della proposta trovando un disaccordo che in genere è motivato da una posizione pretestualmente politica o dovutamente politica, e il caso di specie mi sembra proprio uno di questi - che quella situazione si riporti ad un esame della Commissione Nomine! Mi pare il minimo di collegialità dovuto per esaminare una situazione di questo genere. Serena, non è assolutamente punitiva, anche perché mi pare che il Presidente Ghigo abbia parlato di risposte rassicuranti, ma le risposte rassicuranti non fanno che conferire a lei la responsabilità, mentre credo che o sono formalmente espresse dalla Segreteria della Giunta o formalmente espresse da noi.
Per concludere, in questa prospettiva riproporrei con convinzione il fatto che da tutto il Piemonte (noi stiamo facendo come forze del centro sinistra una serie di incontri con le Giunte provinciali delle varie Province del Piemonte) una questione ritorna sistematicamente ed è la richiesta, per certi versi l'invocazione, che la città di Torino, che il centro del Piemonte riesca, ritorni, ci provi, si impegni - e questa è un'indicazione precisa rispetto ai compiti che il territorio affida al centro della Regione - a far svolgere una grossa funzione alla Regione, a Torino per tutta la Regione come punto di riferimento per i servizi di alta qualità (l'informatica è certamente uno di questi), per le grandi questioni che sono ricollocabili per tutto un territorio nel suo capoluogo, nella sua capitale naturale. E non credo che sia fuori luogo immaginare le aziende informatiche, la rete telematica, come una delle questioni che non possono essere parcellizzate in soluzioni di tipo territoriale locale, ma che hanno bisogno di essere dirette da qui.
Sottoscrivendo tutte le considerazioni, le preoccupazioni e le contestazioni che hanno svolto i colleghi del centro-sinistra che mi hanno preceduto, aggiungo anche la necessità, però, che questa questione diventi un momento di discussione della nostra politica sulla telematica e sull'informatica partendo dal ragionamento sulla più grande azienda operante nel settore che, per fortuna, è un'azienda interamente pubblica e per quanto riguarda la Regione, è un'azienda che la vede in posizione di responsabilità prevalente.



PRESIDENTE

L'Assessore Burzi ha chiesto di fare una comunicazione; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

BURZI, Assessore ai sistemi informatici Ci terrei a sottolineare due aspetti, condividendo in maniera integrale quanto ha detto prima il Presidente e buona parte dell'intervento del Consigliere Riba. Ci sarebbero tante cose da dire, ma non credo sia ancora il momento, proprio per la prudenza che ha sottolineato Ghiglia.
Essendoci dei fatti al di là delle ipotesi sollecitate dal Consigliere Chiezzi, si vedrà al momento opportuno, in quanto la sua immaginazione non è legata alla realtà.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

BURZI, Assessore ai sistemi informatici



PRESIDENTE

Io sono membro di Giunta, che le piaccia o non le piaccia, e delegato in maniera ufficiale ai servizi per l'informatica. L'erogazione dei 60 miliardi che l'Ente Regione dà tutti gli anni per lo sviluppo della Pubblica Amministrazione tramite l'informatica è una delega che mi compete per cui sono qui a pieno titolo.



PRESIDENTE

Lei non deve giustificare.



PRESIDENTE

BURZI, Assessore ai sistemi informatici



PRESIDENTE

Siccome pare che al Consigliere Cavaliere il dibattito piaccia più vivo, se questo è il modo, non ho alcuna difficoltà. Condivido l'esigenza che il Consiglio sia coinvolto, mi pare fosse uno dei temi dell'ampio dibattito che sollecitava il Capogruppo.
Credo si possa dare atto a questa Giunta, e in questo caso anche a me e al Vicepresidente Masaracchio, di aver volutamente - dopo l'assemblea dei soci, senza richiesta da parte di alcuno, ma per una sentita esigenza coinvolto il Consiglio sia nella sede della I Commissione, sia nella sede del dibattito consiliare, proprio perché condividiamo l'esigenza che questo sia un tema di interesse regionale. Certamente un tema in cui il governo è coinvolto, ma è coinvolto il governo dell'Ente Regione, non soltanto questo governo.
Secondo punto: non si è mai parlato di privatizzazione, Consigliere Saitta, in dichiarazioni ufficiali ed ufficiose. Si è parlato di cosa comporterebbe la privatizzazione esprimendone in chiave teorica dei pro e dei contro.
Infine, sul discorso delle tasse (elusione o evasione), su cui secondo me del tutto involontariamente si è accentrata l'attenzione in un paio di momenti, tengo a ribadire che la domanda, come correttamente ha detto il Consigliere Saitta, già emersa in assemblea dei soci, è stata ripresa in I Commissione ed è stata ripresa, forse non esaurientemente, in sede di audizione.
Sì, è un organo pubblico, mi pare che nel suo Statuto attuale sia addirittura scritto no profit, ma questo è un dettaglio; svolge un importantissimo ruolo, che dovrà crescere nei prossimi anni per l'importanza dell'investimento nella pubblica amministrazione.
Se le cose che sto dicendo non interessano, non ho alcuna difficoltà a dirle in un altro momento o in un'altra sede.
Gli investimenti nell'area strategica dei sistemi informativi per la pubblica amministrazione non bastano mai; oggi sono 120 miliardi sicuramente domani cresceranno, perché non possono che crescere, chiunque se ne occupi. Io credo che un'amministrazione attenta, come certamente è quella del CSI - poi può migliorare, come tutte le Amministrazioni - prima di dichiarare dei profitti, perché non è un'azienda privata, è un'azienda pubblica e quindi utilizza denaro pubblico (in questo momento massicciamente quello della Regione, poi quello del Comune, della Provincia, quello della sanità e degli Enti minori), abbia tutto lo spazio coinvolgendo adeguatamente chi deve prendere le decisioni, per effettuare altri investimenti o, in subordine, per ridurre le quote che gli Enti pagano in questo momento.
Sceglierei la prima ipotesi, visto che ce n'è tanto bisogno, prima di dichiarare inutilmente dei profitti, non essendo una struttura che opera nel mercato, ma essendo, come giustamente ha osservato il Consigliere Cavaliere, un Ente strumentale che, se non ci fosse, avrebbe dovuto essere creato.
Quindi, nessuna ipotesi di privatizzazione se non esaminata in chiave teorica, nessuna ipotesi di smembramento, ma bensì di ridefinizione e massima attenzione alla leva dell'informatica nella pubblica amministrazione.
Disponibilità concreta alla discussione in Consiglio l'abbiamo già manifestata, come l'assolutamente condivisibile prudenza da parte del Presidente, perché evidentemente il dibattito che con gli altri soci sta avvenendo, perché sono i soci che devono decidere con che modalità rinnovare il patto, evidentemente richiede, data l'importanza dello strumento e la delicatezza del momento, tutta l'attenzione finché le parti non avranno trovato - come credo augurabile e fattibile - una condivisione.



PRESIDENTE

Il dibattito non si è esaurito in mattinata. Ritengo utile una piccola modifica a quanto ho detto prima.
Riprendiamo nel pomeriggio i lavori del Consiglio con il proseguimento del dibattito e alla fine verranno convocati i Capigruppo per valutare il da farsi.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casari, Farassino Galli, Vaglio e Viglietta.



PRESIDENTE

b) Presentazione progetti di legge



PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Informo che all'incontro che si terrà tra pochi minuti con i vertici SAGAT potranno assistere anche i giornalisti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.05)



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