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Dettaglio seduta n.306 del 17/11/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Possiamo riprendere i nostri lavori, poiché la presenza è tale da garantire il numero legale.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bodo, Farassino, Peano Rossi e Rosso.


Argomento: Nomine - Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc. - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Comunicazioni dell'Assessore Racchelli su ATR, Saloni del Libro e della Musica - Collegate interpellanze nn. 1487, 2270 e 2272 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo con le comunicazioni dell'Assessore Racchelli in merito all'ATR, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il Consigliere Cavaliere intende porre una domanda sulla quale non si aprirà discussione: praticamente è un invito che vuole rivolgere alla Giunta in relazione alle comunicazioni che verranno svolte in altri giorni.
Prego, Consigliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, noi oggi abbiamo preso atto che la Giunta, nonostante gli impegni che si è assunta, non ha voluto fare alcuna comunicazione sulla questione del CSI, rinviandola a venerdì.
Però, nel frattempo, Presidente, io sono venuto a conoscenza di fatti gravi e credo che venerdì la Giunta risponderà su questi problemi.
A quanto pare, il Presidente del CSI, l'ingegner Di Giacomo, sarebbe addirittura incompatibile con la carica che riveste attualmente, in quanto ha un rapporto contrattuale continuativo con il nostro Ente, perché, per conoscenza, il servizio ANCITEL, che è stato appaltato dal nostro Ente, è stato successivamente, con una determina di un nostro dirigente, affidato alla ditta EUROLOGOS, che sarebbe dello stesso ingegner Di Giacomo. Di Giacomo, da una parte, ha degli appalti con la Regione - tra l'altro sulla questione informatica - e, dall'altra, è Presidente del CSI.



PRESIDENTE

Questa è la domanda. Se dobbiamo entrare più in dettaglio, bisogna passare a seduta segreta, però questa era la domanda. Ne prendiamo atto e la trasmettiamo alla Giunta.
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Signor Presidente e signori Consiglieri, per quanto riguarda le comunicazioni inerenti all'Agenzia per la promozione turistica del Piemonte, denominata ATR, occorrerebbe fare una valutazione complessiva direi generale - su quella che è stata l'interpretazione o comunque l'applicazione della nuova legge 75 sullo sviluppo delle attività turistiche, dell'accoglienza e della promozione turistica.
Credo che non sia sfuggito a nessuno che questa legge abbia avuto un avvio tortuoso e complesso, un avvio che ha coinvolto una nuova ristrutturazione, anche a livello locale, dell'accoglienza e dell'informazione turistica locale.
Credo che non sfugga a nessuno il fatto che anche a livello territoriale l'applicazione di questa legge abbia generato non poche difficoltà per una serie di raccordi-rapporti, soprattutto coinvolgimenti che non erano strutturati e non erano realizzati, quindi coordinati precedentemente.
Devo dirvi che nell'ambito di questa legge ci sono dei principi importanti, che sono i principi della suddivisione tra accoglienza e informazione locale e promozione, che viene individuata e interpretata come una promozione unica del prodotto turistico piemontese e quindi di tutte le particolarità e le opportunità che il Piemonte turistico è in grado di offrire o, comunque, è in grado di costruire attraverso un forte appoggio dell'Assessorato.
In questo anno e mezzo di applicazione della legge n. 75 abbiamo avuto una articolazione territoriale attraverso le ATL, che ha visto un coinvolgimento delle Province, degli Enti locali, delle imprese private e delle associazioni turistiche locali.
A questo punto, resta da fare un'analisi anche su questo settore della legge n. 75, prima di affrontare quello più interessante o più definito dalla comunicazione che sto per farvi.
Una parte importante di questa legge è destinata e definita per le agenzie di accoglienza e informazione turistica locale, ma c'è stato un travaglio che ha fatto sì che nell'arco di un anno e mezzo si arrivasse attraverso un'interpretazione più corretta, ad una - direi - apprezzabile strutturazione, ad un apprezzabile lavoro e ad un apprezzabile offerta di accoglienza locale.
Tutto questo è stato determinato anche da una vicinanza e da un'attività della Regione Piemonte, in particolare dell'Assessorato al Turismo, che ha saputo interpretare, dal punto di vista amministrativo politico e finanziario, le forti necessità economiche - e non solo - che le ATL hanno di volta in volta, in maniera successiva, saputo esprimere.
Devo anche dirvi che il livello di progettualità che si sta verificando all'interno delle ATL è una progettualità sempre più qualificata articolata e finalizzata all'oggetto e alla finalità dell'ATL stessa, che è l'accoglienza.
Accoglienza che, in un primo tempo, era stata interpretata in modo difforme. Non era stata interpretata come invece la legge n. 75 voleva intendere e, quindi, non era stata interpretata come la capacità di realizzare quella rete, quel tessuto, quel percorso, quelle iniziative che a livello locale garantiscano la soddisfazione e la possibilità di accogliere il turista, di modo che il turista, dopo essere arrivato nei luoghi di villeggiatura, possa anche godere - quindi usare - del suo tempo libero in modo qualitativamente finalizzato alle necessità o alle aspirazioni che il turista stesso ha.
Mi riferisco ad attività di spettacolo e di tipo sportivo, ad attività legate alla cultura e alla storia del luogo o legate, più semplicemente, al divertimento giovanile o al divertimento serale.
Una progettualità che si è andata affinando e ci permette oggi di predisporre dei programmi di promozione per il 1999 che tengano conto di questa grande opportunità che il territorio piemontese ci dà.
In questo panorama complessivo noi abbiamo nella legge n. 75 un altro punto importante e qualificante: la promozione turistica.
Ci sono due principi fondamentali nell'ambito della promozione turistica prevista da questa legge: la riproposizione di principi importanti come quelli della promozione unica del prodotto turistico regionale e della qualità dell'offerta turistica regionale e il coinvolgimento tra pubblico e privato.
Voi sapete che l'ATR non è da tre-quattro mesi - da quando sono Assessore - che ha subìto o rallentato la propria capacità propulsiva e di informazione, ma è un'Agenzia che è nata in un momento particolare condizionata da una forte conflittualità politica e di personalismi, da una forte conflittualità data dalle Associazioni o, comunque, dagli attori che nell'ambito dell'Agenzia avrebbero dovuto svolgere la loro funzione.
Non ultima c'è stata la gravissima situazione verificatasi nell'ambito della gestione del turismo piemontese. Io me ne dispiaccio, ma anche l'Assessore Angeleri non ha più potuto seguire lo sviluppo e la realizzazione di questa Agenzia, che senz'altro era nelle sue intenzioni e nelle sue capacità di proposizione.
L'Agenzia era costruita anche come strumento di promozione, nel senso che aveva già interpretato quella che era la sua articolazione produttiva ma tutto questo non ha fatto altro che indebolirla maggiormente.
Non ultimo, dobbiamo ricordare che questa conflittualità politica è nata anche da una logica di contrapposizione tra Regione, Province Associazioni di categoria ed operatori privati.
Il ruolo delle Province è importante, è un ruolo che - anche in funzione della nuova legge Bassanini - acquisirà sempre maggiori posizioni e possibilità di realizzare e di intervenire nell'ambito della promozione territoriale. D'altronde, le politiche sono provinciali sia dal punto di vista economico-produttivo, sia dal punto di vista turistico o comunque solo di immagine.
Tutto questo ha fatto sì che l'Agenzia stessa fosse fortemente limitata nel suo organo propulsivo e propositivo: il Consiglio di amministrazione.
Devo dire che quando ho avuto l'incarico di svolgere la mia funzione nell'ambito dell'Assessorato al turismo ho trovato un'Agenzia fortemente condizionata da un ordine del giorno approvato del Consiglio, che io e la maggioranza abbiamo rispettato e che indicava come l'Agenzia, prima di essere strutturata e messa in condizione di operare in maniera propositiva e promozionale, dovesse essere articolata attraverso l'attivazione di quegli strumenti che, per esempio - ne cito uno - erano all'interno di un protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte e le Province e che finalizzava il ruolo delle Province in maniera diversa e più presente all'interno dell'Agenzia stessa.
Devo dire che in questi ultimi mesi, nell'ambito delle riunioni del Consiglio di amministrazione, all'interno dell'assemblea si sono verificate alcune necessità ed opportunità che un po' stanno nelle cose che vi ho detto: da una parte, la realizzazione di un accordo di programma stipulato tra Regione Piemonte e Province, quindi l'inserimento di un membro provinciale all'interno dell'organo direttivo, e, dall'altra l'ottimizzazione di alcuni passaggi dello Statuto che potevano così realizzarsi in un progetto di promozione turistica che fosse compatibile con il prodotto da promuovere e, soprattutto, con la promozione da raggiungere e con l'obiettivo dei flussi turistici da realizzare.
Tutto questo era fondamentale e lo abbiamo realizzato attraverso la modifica dello Statuto, che ci ha permesso di modificare i tempi e i termini di approvazione dei programmi di promozione, perché era fondamentale che i programmi di promozione da parte dell'Agenzia venissero realizzati e quindi proposti agli Enti di controllo nell'ambito di una temporalità che permettesse poi all'Agenzia stessa di proporsi sui mercati internazionali come, per esempio, succede per la moda, dove si vende la moda dell'autunno l'anno prima rispetto all'anno dopo, perché nelle borse internazionali anche il turismo si vende due stagioni prima per la stagione dopo.
Tutto questo è stato realizzato attraverso una prima verifica con gli azionisti e con l'assemblea, con una modifica dello Statuto che ci permettesse di ampliare e, quindi, di attribuire un maggiore ruolo alle Province, come era stato concordato in precedenza con il famoso accordo di programma, e ai Comuni; dopodiché la modifica di questi punti strategici per la realizzazione del programma di promozione, per permetterci di far sì che l'Agenzia potesse realizzarli nell'ambito di una temporalità corretta.
Fatto tutto questo, devo dire che noi comunque, al di là dello strumento tecnico e quindi dell'iniziativa tecnica, politica, amministrativa e programmatica, avevamo sviluppato, nell'ambito di questo discorso legato alla strutturazione e all'ottimizzazione dell'Agenzia stessa, la necessità di realizzare comunque la promozione turistica del Piemonte e del prodotto Piemonte.
Devo dire che, rispettando l'ordine del giorno approvato dal Consiglio e che quindi andava mantenuto e tenuto presente nella sua articolazione massima e nella sua esposizione massima, abbiamo articolato un coordinamento ed una cooperazione tra l'ATR così congelata, ma comunque rappresentata, le ATL, che per noi rappresentano il polmone espansivo di quello che il prodotto turistico rappresenta, e le Province. Tutto questo per poter, insieme all'Assessorato, realizzare, in mancanza di un'operatività dell'Agenzia stessa, la promozione, che non aspettava certo che lo strumento fosse ottimizzato e quindi articolato in maniera corretta.
Devo dire che, pur non avendo raggiunto punte eccelse, siamo riusciti a fare una promozione articolata per prodotto e, soprattutto, funzionale allo sviluppo dell'industria del turismo attraverso delle iniziative coordinate che ci hanno permesso di arrivare a proporre grandi fiere internazionali di essere presenti nelle grandi manifestazioni internazionali e nazionali ma soprattutto tentando ed ottenendo finalmente di rappresentarci come Regione Piemonte, quindi come Regione articolata su ATL che hanno prodotti diversi, necessità ed offerte diverse, ma le stesse finalità, che sono quelle di un forte incremento dei flussi turistici.
Voi direte: "E allora?". Allora, il punto fondamentale è che noi stiamo ancora cercando - e quindi vi pregherei di avere la pazienza di attendere la possibilità di realizzare questi piccoli accorgimenti che, secondo me vanno fatti anche nell'ambito della legge n. 75, per esempio sui bacini turistici, ma lo affrontiamo dopo - di risolvere un nocciolo giuridico nell'ambito dell'ATR: l'ATR è uno strumento importante, però per noi diventa importante operare, ed è un punto di domanda che noi abbiamo, le valutazioni complessive sulla funzionalità dell'Ente e sulla vigilanza da parte della Regione, in particolare da parte dell'Assessorato al turismo perché siamo certi che uno strumento che ha un collegamento e un'osmosi con l'Assessorato diventa un'Agenzia snella, un braccio operativo che di fatto rende possibile il raggiungimento di determinati obiettivi. Se non c'è questa funzionalità, soprattutto sul modo di rappresentare la vigilanza e la rapportazione tra l'Assessorato e l'agenzia, tutto questo non pu avvenire.
Faccio un piccolo esempio: noi rispondiamo alla Corte dei Conti, siamo soggetti pubblici; l'agenzia, che è di diritto privato, non risponde alla Corte dei Conti, ma l'agenzia stessa di fatto opera con prevalenti, direi complessive, risorse pubbliche. E questo è un elemento che deve essere affrontato.
Un altro problema che dobbiamo affrontare riguarda i sistemi di vigilanza, che non possono essere direttamente e preventivamente applicati ad un consorzio privato i cui organi amministrativi non rispondono giuridicamente all'organo politico, se non a posteriori, con una verifica del tutto burocratica.
Quindi noi che cosa stiamo facendo? Ed è quello che vi voglio anche rappresentare: stiamo cercando di ottenere, sia all'interno della struttura che all'esterno della struttura, dei pareri giuridici che ci permettano di risolvere questo problema di rapportazione e quindi di osmosi fra l'agenzia e l'Assessorato stesso.
D'altronde, la connotazione di uno strumento di promozione come questo non ha avuto, così com'è stato concepito, una grande applicazione all'interno anche delle Regioni che lo hanno promosso e applicato e che hanno dovuto poi in un secondo tempo modificarlo e articolarlo in modo diverso.
Quindi, riconfermando che nell'attesa di questo percorso io sono rispettoso e ligio all'ordine del giorno di questo Consiglio, devo anche dirvi però che dovendo fare la promozione per l'anno prossimo ci siamo mossi in maniera articolata con le ATL, con le Province, con la struttura regionale e anche con gli Assessorati che sono complementari e direi sono i coattori dell'offerta turistica piemontese.
Per esempio, abbiamo chiesto alle ATL di discutere con noi il programma di relazione e partecipazione ai grandi eventi internazionali dove si compra e si vende il turismo a livello internazionale per il 1999; abbiamo chiesto di rappresentarci e di costruire con noi il percorso delle grandi manifestazioni turistiche e culturali che l'anno prossimo si intende realizzare nella nostra Regione e abbiamo chiesto anche alle Province di partecipare alla costruzione di questo pacchetto di offerte. Abbiamo chiesto agli Assessorati di competenza (la cultura, l'agricoltura e anche il commercio) di rappresentarci tutte quelle manifestazioni, tutte quelle iniziative e possibilità che già nel '98 sono state frutto e oggetto di forti interventi e promozione del prodotto piemontese, dell'economia piemontese, e che intendono ripresentare, riproporre, rifinanziare e realizzare nuovamente all'interno dell'offerta dei loro Assessorati nell'ambito della programmazione del '99.
Nella prossima settimana tutto questo verrà condensato e realizzato all'interno di un prodotto e di una struttura di progetto che farà parte della promozione turistica dell'anno 1999 e che noi proporremo al Consiglio come prodotto funzionale e determinante per realizzare, attraverso i vari sistemi dell'industria del turismo che sono il sistema ricettivo, il sistema dell'accoglienza, il sistema della formazione, il sistema della qualità, il sistema dei trasporti e il sistema della promozione, quello che secondo noi è una effettiva industria che si realizzi attraverso una affinizzazione dei vari sistemi che compongono un sistema generale che rappresentano un'industria.
D'altronde, non ci sarebbe promozione se non ci fosse un sistema ricettivo e un sistema di accoglienza qualificato; non ci sarebbe promozione che tenga, se non ci fosse un sistema di formazione che ci desse la certezza di avere un prodotto industriale capace di sostenersi e di autofinanziarsi sui mercati internazionali.
Io sono convinto, come lo siete senz'altro anche voi, che la promozione fino ad oggi avrebbe potuto fare di più; noi crediamo di essere in grado attraverso tutto questo meccanismo che abbiamo messo in essere, di poterlo fare. Crediamo in tempi brevissimi di poterlo realizzare e di poter tornare in quest'aula a proporvi un modello di agenzia per la promozione turistica del Piemonte che sia rispettoso del mercato e quindi del prodotto, che sia rispettoso del marketing che a livello internazionale viene fatto, ma soprattutto rispettoso delle competenze dell'Assessorato e della parte politica che rappresenta la delega al turismo e che deve fare la politica del turismo nell'ambito della nostra Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore è aperto il dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, riferendomi alla comunicazione dell'Assessore competente al turismo in merito all'ATR rilevo che la legge regionale sul turismo (n. 75), sulla quale il nostro Gruppo espresse decisamente parere contrario, si sta puntualmente dimostrando molto negativa nella sua applicazione, dato che lo sviluppo del turismo è assolutamente carente.
Sulla legge regionale n. 75 giungono parecchie critiche delle Province piemontesi, che si sentono poco protagoniste e con un ruolo marginale nella gestione e programmazione turistica delle realtà locali. In merito alle Agenzie Locali di Accoglienza in sostituzione delle APT, vi è da rilevare in una prospettiva di rilancio, ancora molta incertezza nella realizzazione dei progetti e della programmazione locale del turismo e dello sviluppo nelle varie realtà piemontesi.
C'è quindi l'esigenza politica di caratterizzare diversamente queste agenzie locali del turismo, affinché si rivolgano anche allo spettacolo allo sport, al divertimento serale, oggi ancora carente in parecchie località turistiche piemontesi, anche quelle che vanno per la maggiore, ad eccezione di poche realtà che peraltro sono le maggiori beneficiarie di questa legge, anche forse per tutta una serie di presenze locali di esponenti della maggioranza.
In questa legge, a mio avviso - ma era già stato rilevato nelle critiche puntuali che noi avevamo fatto alla legge regionale n. 75 in sede sia di discussione in Commissione sia in sede di approvazione in aula - c'è troppo coinvolgimento dei soggetti privati. Sicuramente questa è la logica delle destre, però questo avviene comunque in un'ottica ancor più dilatata rispetto a quanto è previsto nella legge.
Occorre invece dare una maggiore qualificazione al soggetto pubblico, a partire dai Comuni, dalle Province stesse e dalle Comunità montane che hanno un ruolo non è ancora, secondo questi soggetti pubblici sufficientemente rappresentativo dell'importanza delle loro realtà locali in relazione al turismo.
Siamo ormai in Europa, il Piemonte è una Regione di frontiera prevalentemente a vocazione storico-turistica; occorre dare maggiore valorizzazione alle realtà storico-religiose presenti, ai castelli, al termalismo, all'agriturismo. Assessore, nella sua relazione introduttiva non ho sentito queste parole, anche collegate ai protocolli d'intesa e ai piani territoriali, in relazione al turismo e allo sviluppo socio-turistico del Piemonte. Questo anche in relazione ai flussi turistici enogastronomici, dei prodotti tipici valorizzati solo localmente, ma che a mio avviso non entrano a pieno titolo nella valorizzazione globale dell'immenso patrimonio turistico del Piemonte, ancora trascurato dall'esecutivo regionale, che ancora non ha, a mio avviso - lo voglio rimarcare in negativo - una vera politica di governo sul turismo.
C'è poi il problema dei trasporti, sia ferroviari che stradali; questi ancora molto carenti, sono una componente essenziale per il turismo, per veicolare i flussi turistici nell'intera regione.
Prendo come esempio la realtà turistica importante del Piemonte sud relativa alle Terme di Acqui e all'Acquese: non esiste un collegamento ferroviario che colleghi la Liguria e il resto del Piemonte con la città termale! Nelle settimane scorse in Consiglio si è parlato di potenziare le Terme di Acqui: non può esser fatto senza un'adeguata struttura di trasporti. Altro nodo cruciale, il polo dolciario di Novi, che non è collegato adeguatamente con le strutture ferroviarie e autostradali, così come Ovada o Valenza, città dell'oro per eccellenza, che vive in una realtà autostradale e ferroviaria quasi drammatica. Da decenni si parla di aprire un casello autostradale a Predosa, nell'Acquese, ma ciò non è ancora avvenuto.
Dalle parole devono derivare i fatti; non mi pare che la Giunta e soprattutto l'Assessorato competente, al di fuori di questa legge, molto incerta, si sforzi di capire le realtà turistiche del Piemonte, di darvi sviluppo applicazione con progettazioni e leggi adeguate, così come il Piemonte merita.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Non ho altre richieste di intervento. Credo si possano considerare assorbite nella discussione l'interpellanza n. 1487 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro, relativa a: "Nomine Presidenti Agenzie Turismo"; l'interpellanza n. 2270 dei Consiglieri Bellion, Bortolin Vindigni e Riba del 27 ottobre 1998, relativa a: "Crisi dell'ATR" l'interpellanza urgente n. 2272 del 28 ottobre 1998 dei Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti, relativa a: "Dimissioni a catena all'Agenzia del Turismo regionale", con la quale si chiede di conoscere le valutazioni della Giunta e dell'Assessore circa le dimissioni quasi simultanee del Vicepresidente e del Presidente dell'Agenzia Turistica Regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Ho seguito solo in parte la relazione dell'Assessore; ho peraltro avuto modo di seguire un suo puntuale intervento sulle questioni di politica turistica regionale che ha avuto la gentilezza di svolgere al recente convegno regionale dei DS, tenutosi ad Alba 15 giorni fa, e credo di conoscere un po' i ragionamenti con i quali si accinge a caratterizzare il ruolo della sua gestione del dicastero.
Assessore, credo che dovremmo obiettivamente prendere atto di una situazione estremamente preoccupante e di una sorta di fallimento - capisco che l'espressione può non essere particolarmente incoraggiante - della politica turistica svolta, attraverso un lungo periodo, dalla Regione Piemonte e segnatamente in questa ultima fase.
Partendo dai dati strutturali, il Piemonte - non so a quanti sia noto è una regione che registra un'incidenza del fattore turistico pari a 4200 miliardi di prodotto interno lordo, quindi un'incidenza assolutamente bassa, che grosso modo corrisponde a quella dell'agricoltura in una regione considerata di tipo industriale, quindi il 4% del prodotto interno. A fronte di una spesa media o di un incasso medio - se questi dati sono esatti (lei stesso li ha sentiti senza contestarli) - risultiamo essere anche una regione nella quale si spendono 4200 miliardi per l'acquisto di beni e risorse turistiche, mentre solo 1600 miliardi sono sostenuti dalla spesa dei turisti stranieri, ricordando che invece i piemontesi spendono nel turismo estero circa 2000 miliardi.
Alla fine di questa fiera (e mi pare che il termine in questo caso non corrisponda soltanto ad un modo di dire, ma sia proprio una fiera in senso stretto), il Piemonte perde esattamente 400 miliardi all'anno. Si possono richiamare le ragioni storiche, ecc., ma poiché in questa legislatura, e per tutta la legislatura, nessuno ha indicato il turismo come un'attività marginale, è stata sempre considerata un'attività di tipo strategico fondamentale, prendere atto che nel corso di questa legislatura siamo regrediti alla dodicesima posizione tra le regioni italiane per volume d'affari turistico (mi posso sbagliare di una posizione, ma il dato netto è la regressione), è chiaro che abbiamo sviluppato una politica di promozione turistica del territorio regionale inferiore a quella sviluppata da altre regioni e non abbiamo realizzato, attraverso la politica di settore in senso stretto, l'attività promozionale, l'allestimento delle risorse turistiche ai fini di renderle fruibili dal punto di vista economico.
Non voglio far perdere tempo, ma sappiamo che qualsiasi risorsa potenziale diventa economica soltanto se è usufruibile attraverso un meccanismo di scambio commerciale; non basta avere delle opere d'arte, se esse non sono fruibili dal punto di vista economico.
Il territorio regionale segnala una situazione disastrosa, nel suo insieme, per il disequilibrio, anche se incoraggiante per la sua Provincia e parzialmente per la Provincia della mia collega ed amica Giuliana Manica (parlo del territorio del Verbano e del Cusio).
Abbiamo il 33% del turismo concentrato nella zona dei laghi, il 25 nell'area torinese, che è meno sottodimensionata di quanto parrebbe ad una percezione sommaria, il 16% registrato in Valle Susa, il 5% nella zona alessandrina, ivi compresa la risorsa di Acqui Terme e, nonostante tutto soltanto il 6% nella provincia di Cuneo, ivi comprese le Langhe, i Roeri e il restante della provincia con tutte le stazioni sciistiche e turistiche che, ad occhio, dovrebbero dare dati più evidenti e clamorosi. La realtà è che il turismo si regge su alberghi, ristoranti, capacità di ricezione organizzazione di grandi eventi e attività di intrattenimento.
Inoltre, pur essendo leggermente aumentati gli ingressi dei turisti in Piemonte, sono diminuite dell'8% le permanenze complessive; segno che si arriva in Piemonte, ma una ragione per stare qualche giorno in più non è stata ancora trovata. Naturalmente ci sono grandi categorie di eventi che avrebbero dovuto costituire un dato di attrazione positiva di questi elementi, ma non li abbiamo registrati. Li accenno, ma non per farne oggetto di polemica: l'Expo 2000, con tutto questo grande evento attorno al Lingotto non ha realizzato qualcosa che valesse da significativa alterazione della presenza turistica, del turismo congressuale nel nostro territorio; e non può che essere così, perché sono eventi brevi, perché gli stessi 100.000 visitatori del Salone del gusto vengono per un giorno perch sono visitatori: il Salone dura tre giorni, non è un evento che richiami una presenza eccezionale. Infine, ci sono tutte le considerazioni che lei ha svolto: non si può fare del turismo significativo, senza avere le catene di alberghi a due stelle, modello Ibis; non si può fare niente, senza avere un altro tipo di programmazione urbanistica, di organizzazione della ricezione, ecc., ecc.
Il problema è che non abbiamo messo mano a quasi niente di quel che servirebbe, perché noi abbiamo messo mano essenzialmente all'organizzazione della sovrastruttura promozionale. Questo nodo va affrontato, perché una disamina della struttura dell'organizzazione economica che costituisce nel suo insieme l'elemento turistico, in questi anni, in termini di valutazione e correzione degli elementi di carenza, non è mai stata effettuata.
Abbiamo lavorato molto, anche come discussione in questo Consiglio regionale, alla sovrastruttura promozionale, che è appunto una sovrastruttura. Se mi consentite la battuta, è vero che l'enfasi sulla promozione rientra nella cultura di Forza Italia e del Polo, così come una certa politica dell'immagine, ma voi comprenderete che, mai come in questo caso, è necessaria una sostanza per costruire attorno al fenomeno una significativa immagine, perché non possiamo sovradimensionare l'immagine di ciò che non è organizzato ai fini di un'adeguata fruizione turistica.
Non possiamo promuovere il turismo senza pensare in maniera indifferenziata a quale tipo di target ci rivolgiamo; non possiamo andare all'estero a vendere il nostro prodotto turistico, se non sappiamo se questo va indirizzato al fruitore giovane, al fruitore famiglia, al fruitore anziano, perché abbiamo alberghi adeguati all'ospitalità di un genere di utenza e non di un'altra.
Non sarei capace di fare qui un discorso di economia turistica, tanto meno questa sarebbe la sede adatta; una sede, come succede spesso nei pomeriggi, anche un po' affaticata e poco concentrata sull'argomento.
Tuttavia una riflessione su che cosa, per quanto riguarda la politica, è stato inadeguato, almeno lo sforzo di tracciare qualche linea su cui riflettere lo dobbiamo fare.
Veniamo, allora, all'ATR, dato che questo è lo spunto di partenza. Noi abbiamo investito molto su questa struttura di vendita, partendo da un'idea sbagliata del meccanismo di rapporto tra il pubblico e il privato.
Noi abbiamo immaginato che grandi operatori turistici, i cosiddetti tour operator...



(Scampanellìo del Presidente)



RIBA Lido

Per carità, mi rimane almeno un minuto e mezzo, quasi due eventualmente ne chiedo in prestito o ne sequestro alcuni ai colleghi del Gruppo.
Come dicevo, noi abbiamo immaginato un rapporto sbagliato con le strutture economiche del turismo. Intanto, perché abbiamo cercato di coinvolgere, come proprietari di questa struttura organizzata con il modello della S.p.A., che era essenzialmente una struttura di vendita delle nostre risorse interne, dei soggetti che, per loro mestiere, fanno i tour operator e perciò vendono sul mercato interno piemontese delle risorse straniere, per cui sono "disinteressati" a questo tipo di mercato.
Seconda questione: bisogna smettere di pensare che, se c'è una situazione in cui ci possono essere degli utili, i privati siano disposti a ripartirla con il pubblico o se, viceversa, ci sono delle perdite, il pubblico possa pensare di ripartirle con i privati. Sarà paradossale che io faccia questo tipo di discorso, ma l'abbiamo fatto proprio in tutte le salse. I privati hanno bisogno di poter operare in un mercato reso significativo e interessante, anche perché la parte pubblica ha svolto quell'attività necessaria per creare, a monte di questo, le caratteristiche stesse di un mercato. Dobbiamo quindi organizzare l'in-coming, ma, intanto dobbiamo creare una politica per l'in-coming, ecc., ecc. Quell'operazione non ha però funzionato. E allora mi concentro su questo punto.
Assessore, non possiamo raddrizzare l'ATR così! Noi, come Gruppo dei Democratici di Sinistra, lo poniamo come una condizione: il dialogo pu continuare, essendo noi consapevoli della situazione, facendo comunque uno sforzo per valorizzare il fatto che non tutto può essere addossato alla responsabilità di una sola gestione, anche se è una quota significativa di questa responsabilità.
Non possiamo tenere in piedi una struttura che ha dimostrato di essere un flop clamoroso! In tal caso, spenderemmo altri soldi e vesseremo ulteriormente i privati con questa nostra ricerca.
Chi fa gli aumenti di capitale per un'ATR in perdita? Noi, i privati.
E i privati sono disponibili? Noi lo facciamo attraverso una struttura rispetto alla quale non vediamo quali risultati positivi crea per lo sviluppo del mercato turistico? Credo che l'ATR vada ripensata. Lei ha già avuto dei segnali molto precisi in merito: qualcuno si è dimesso:, qualcun altro si è invece inserito, ma il problema rimane ugualmente fondamentale.
Le ATL forse vanno bene per l'attività circoscritta e territoriale che è stata loro assegnata; l'ATR, invece, è una struttura concepita con una fisionomia strutturale, partendo da una concezione funzionale, che si è rivelata inadeguata.
Non le chiedo adesso di proporne un'altra come atto di risposta alla discussione generata dalle interpellanze, ma chiedo di prendere atto che quella fisionomia non ha funzionato. Aggiungiamoci quello che non è più un errore, ma una consuetudine, cioè l'inserire qualche cliente; i clientes (nel senso latino, quelli che stanno attorno, che servono e cercano di servirsi quando ci sono queste opportunità) non si sono rivelati portatori di professionalità adeguate.
Anche questo lo abbiamo ripetutamente segnalato. Per cui oggi, per quanto riguarda la nostra parte, posto che ci sia un discorso di organizzazione dell'economia, del territorio, delle infrastrutture e della stessa formazione culturale, ivi compreso magari una corso di laurea per una formazione di un adeguato livello; posto che vi siano queste...



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Consigliere, la invito a concludere.



RIBA Lido

Ho finito, Presidente. La questione più specifica sollevata dalle interpellanze presentate (ma non credo che il mio Gruppo sia il solo a percepire il problema in questi termini) è la necessità di superare l'attuale fisionomia della ATR.
Se conveniamo su questa opportunità, sarà compito della Giunta formulare le proposte e compito del Consiglio prenderle in considerazione è però necessario darci una struttura che, in qualche maniera, sia adeguata e conseguente ad un progetto di politica di espansione nel settore di cui discutiamo.
Dico solo una cosa, se il Presidente me lo consente (chiedo solo mezzo minuto).
Per esempio, possiamo informare il Consiglio - non c'è l'Assessore Casoni, ma possono testimoniarlo altri colleghi - che le aziende di seggiovie di Limone chiuderanno quest'anno. Questo sarà un bel monumento alla politica del Polo fatta per tanti anni e con un certo consenso politico tra quelle categorie. Queste aziende chiuderanno, perché non è stata posta in essere nessuna politica che valesse a...



(Commenti in aula)



RIBA Lido

Se c'è qualche novità, io sono lieto di conoscerla.
Soltanto due giorni fa, parlavo con questi imprenditori, che non ne erano a conoscenza.
Ma che ci sia una proposta di legge del PDS almeno da 6 mesi depositata in Consiglio, passata in Commissione e di cui non si parla questa è una responsabilità, è una questione che non possiamo tacere nel momento in cui, in qualche maniera - questo lo apprezzo, Assessore Racchelli - emerge una proposta di dialogo, che certamente viene raccolta con convinzione. Questo tipo di atteggiamento non è né coerente n congruente.
Torno dunque a chiedere, e poi chiudo davvero, una disponibilità al superamento delle situazioni più gravemente ostative.
Poi va bene pensare a 100-200 miliardi; naturalmente ci vogliono apposite politiche di bilancio, di cui non intravediamo neanche in filigrana la prospettiva, per poter reperire queste risorse.
Se però si inizia a discutere di quali possono essere le prospettive di una diversa politica turistica e se vengono corrette le strutture più inaccettabili e le situazioni meno congruenti, siamo sempre disponibili a contribuire con le nostre valutazioni e con i nostri ragionamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, la comunicazione dell'Assessore è stata molto contraddittoria: da un lato, rileva e fotografa una situazione che non può che essere quella che tutti rileviamo e, dall'altro, in realtà, non giunge alle conclusioni cui dovrebbe giungere.
Assessore, vorrei ricapitolare e sottolineare, anche rispetto a quanto detto dai colleghi, che le Agenzie turistiche, né quella regionale n quelle locali, sono riuscite a coinvolgere i privati - perché non era loro possibile - così come doveva essere. Le preoccupazioni del collega Riba sono reali fino ad un certo punto; infatti, le ricapitalizzazioni riguarderanno quasi essenzialmente la Regione. I privati non sono stati coinvolti perché non potevano esserlo con quel tipo di struttura, con quel tipo di ipoteca, e con le modalità, le forme e i modi con cui è nata l'agenzia.
Tra l'altro, anche per difetti insiti nella legge stessa, l'agenzia si configura - così come le agenzie locali - come un doppione dell'Assessorato al turismo. L'agenzia, mettendo in pratica le sue prerogative statutarie fa le stesse cose che deve fare l'Assessorato.
Un problema si pone, a questo punto: o decidiamo di abolire l'Assessorato perché l'agenzia attua la politica turistica oppure l'agenzia diventa uno strumento dell'Assessorato, della Giunta, per le politiche turistiche.
Se l'agenzia deve diventare questo occorre immediatamente modificare lo Statuto. Questo quanto occorre fare.
Chiedo quindi all'Assessore di proporre immediatamente delle modifiche dello Statuto che permettano questo; non si può girare intorno al problema.
Occorrono le modifiche necessarie a far sì che l'agenzia sia strumento operativo e non una struttura che programma, coordina, pianifica la politica turistica.
Non mi sento di aggiungere altro perché questo è il punto. Se fossi l'Assessore scioglierei questo Ente e ripartirei da zero: sicuramente, si arrecherebbero danni minori al turismo piemontese. Per restare "con i piedi per terra", e per considerare che siete legati per motivazioni anche affettive a quest'agenzia, almeno modificatela da subito affinché non porti a storture e danni alla politica turistica del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Assessore, credo che la materia di sua competenza sia una di quelle più complesse da gestire in termini di Assessorato regionale. Perché la più complessa? Anche se a lei sembra di occuparsi direttamente di promozione turistica, in realtà se ne occupano almeno in 10/12.
Com'è stato detto in precedenza, per natura, ogni volta che l'Assessore Leo attua una promozione culturale è difficile riuscire a capire fin dove è culturale e dove diventa richiamo turistico.
Ogni volta che l'Assessore Bodo attua un'azione di promozione del prodotto agricolo, perlomeno per il nostro Piemonte - e lo ha dimostrato il Salone del gusto - non si capisce fin dove si tratti di agricoltura e dove inizi la promozione turistica.
Ogni volta che l'Assessore Pichetto fa promozione su un evento di tipo commerciale c'è ricaduta turistica: basta pensare, per un attimo, a cosa ha voluto dire la presentazione della Bravo e Brava che qualche anno fa si è tenuta piazza Vittorio a Torino, dal punto di vista della promozione turistica.
Dico questo perché la difficoltà sta proprio nel riuscire a coordinare in termini turistici quanto altri Assessori attuano, per competenza, come iniziativa tipica delle loro deleghe.
Pensiamo per un attimo a quanto hanno significato, in termini di promozione turistica, alcuni eventi sportivi. E' chiaro a tutti, per esempio, che i Campionati del mondo di sci alla Regione non interessavano tanto come evento sportivo, quanto come evento promozionale per il turismo della nostra Regione.
L'analisi di quanto si dovrebbe attuare per promuovere dal punto di vista turistico la nostra Regione è riassunta nelle competenze degli Assessori che dicevo prima; forse "qualcosetta" è riscontrabile anche in altri Assessorati. Faccio un esempio di eccezione: si promuove il turismo se parallelamente vi sono requisiti tali di accoglienza che permettono al turista di venire in Piemonte e di tornarci successivamente. Il che coinvolge una serie di Assessorati; per esempio, l'Assessorato ai trasporti: se il turista non trova buone vie di comunicazione per arrivare e spostarsi sul territorio, difficilmente ritorna; coinvolge l'Assessorato alla sanità: il turista ha anche bisogno, magari eccezionalmente, di farsi curare sul territorio che ha scelto turisticamente. Ma questi sono particolari.
Stilare questa legge, Assessore - lo dico a lei, che era presente e all'allora Assessore di competenza, Angeleri, nonché a me stesso - non è stato compito facile. Non è stata una legge facile, perché non si capiva come sarebbe stata formalizzata. Si diceva che sarebbe stato assolutamente importante - anche nella logica tanto discussa di attuazione di deleghe alle Provincie e ai Comuni - che le Provincie, e di conseguenza le ATL sapessero con assoluta esattezza quello che avrebbero dovuto fare.
Sono stato uno dei sostenitori, in quest'aula e in Commissione, lo ricorderà l'Assessore Angeleri che era d'accordo con l'iniziativa, che la Promozione turistica non può essere fatta a un livello inferiore di quella regionale. Ripeto l'esempio che ho già portato, quando qualcuno, della maggioranza o minoranza, andrà in Giappone con l'ICIF, si accorgerà che lì nessuno sa dove sia il Piemonte. Il Piemonte veniva caratterizzato allora, quando ci sono stato io - da due cose: dallo sci, perché in Giappone sono molto sensibili a questa attività sportiva, quindi collegano lo sci con la Coppa del Mondo che si svolge con alcune gare a Sestriere, in Piemonte, e dalla FIAT che, come marca automobilistica, è conosciuta in tutto il mondo.
Se noi riduciamo la promozione turistica ad un livello inferiore a quello regionale non promoviamo turisticamente il Piemonte, ma possiamo solo promuovere quelle che spesso ho chiamato Manifestazioni Patronali che non svolgono attività turistiche. Sono comunque da finanziare le Pro-loco le manifestazioni locali, la festa patronale; sono manifestazioni che vengono dalla nostra cultura e dalle nostre radici che vanno mantenute, ma non sono promozione del turismo, perché non è che spostando la gente da Bussoleno a Susa o viceversa per vedere una manifestazione locale incidiamo sull'economia del nostro Piemonte.
Dobbiamo pensare al turismo come un'attività economica, che può essere debole o forte nella nostra regione a secondo dei turisti stranieri o perlomeno di altre regioni che vengono in Piemonte; spostare le persone da un paese ad un altro del Piemonte non è economia, è manifestazione di altro tipo che rispetto, che va mantenuta e che l'Assessorato al turismo dovrà cercare di agevolare, ma non è la vocazione che noi ci proponiamo in questo momento. Allora si fissino le competenze delle ATL e si dica, per esempio che le ATL hanno un compito formidabile, esclusivo, che è quello dell'accoglienza turistica, con tutta la logica degli uffici d'informazione.
In più, aggiungo un compito incredibilmente importante perché il nostro turismo cresca, quello della formazione turistica. O riusciamo a creare nelle nostre zone turisticamente forti il concetto di accoglienza turistica o non riusciremo ad avere il turismo.
L'accoglienza turistica deve partire dalla formazione, bisogna insegnare a coloro che vivono nei paesi o nelle cittadine turistiche come si accoglie il turista, altrimenti il turista, dopo aver visto una volta il Monte Rosa, che è una delle più belle montagne che esiste al mondo, se è trattato male, non torna più e non lo promuove ad altre persone.
Se vogliamo promuovere il turismo nella nostra regione, non possiamo pensare che tutti i milleduecentonove Comuni del Piemonte siano Comuni turistici con ciascuno la propria peculiarità turistica, non è così.
Dobbiamo immaginare qual è il prodotto che dobbiamo promuovere e qual è il target.
I prodotti turistici da promuovere, lo sappiamo già, sono la montagna i laghi, le città d'arte, la collina e la eno-gastronomia; dobbiamo puntare su questi, ma non possiamo pensare che le ATL siano coloro che fanno la promozione, altrimenti avremo almeno quattro o cinque promozioni turistiche per ognuno di questi settori specifici, così quando andremo in Giappone non sapranno dov'è il Piemonte turistico.
L'ATR era stata fatta perché in sé doveva riunire tutto lo sforzo di promozione turistica del Piemonte, doveva racchiudere tutto quello che facevano per conto loro le Province, i Comuni, i privati, le Camere di Commercio e gli albergatori.
Oggi dico che l'ATR è un fallimento, perché in passato si è sempre pensato che parlando della Promozione turistica si parlasse di un funzionario della Regione che faceva casualmente il direttore, invece stavamo parlando di Promozione turistica. Se il privato copre il 2 dell'intervento economico dell'ATR, abbiamo raggiunto il nostro scopo? Io dico di no.
Assessore, oltre ai suoi colleghi che fanno giustamente la promozione paraturistica per le loro deleghe di competenza, ci sono altri tre soggetti che fanno la Promozione turistica: l'ATR, che dovrebbe farla, ma non ha la forza, l'ingegno e la capacità di farla; la presenza della Giunta, che continua a tenersi una parte di immagine di Promozione turistica.
Lei è Assessore al turismo, ci mancherebbe non gestisse la promozione turistica; ma alla fine tutti fanno promozione turistica e nessuno fa promozione turistica.
Faccia una cosa, Assessore: commissari con la sua persona l'ATR detentore del turismo in Piemonte - dica che lei, in questo momento, si definisce Commissario. Sciolga o non sciolga o rimetta in pristino ricoinvolga tutti gli enti e i privati, questi ultimi non soltanto dal punto di vista economico, ma anche come idee.
Ha fatto bene a dire, nel Consiglio di amministrazione, che le Province devono partecipare, non distraendo i fondi della promozione turistica sulle singole ATL, ma mettendo i fondi insieme alle altre Province nell'ATR.
Coinvolga veramente le città turistiche e dica alle Province che rivedano quell'elenco di 1207 Comuni turistici, diventati poi 1213 perch qualcuno era ripetuto due volte: non ci sono in Piemonte così tanti Comuni turistici. Coinvolga le città turistiche affinché, assieme, si salvi quello che è salvabile di questa legge; si compia una forte azione affinché un solo organismo-ente faccia la promozione turistica.
Quando lei, Assessore, avrà ottenuto questo dall'ATR potrà rimetterla in piedi: com'è organizzata oggi non c'è speranza.
Individui qualcuno, successivamente, quando avrà coinvolto tutti i privati, che abbia sempre lavorato per portare qualcuno in Piemonte, non fuori dal Piemonte, questo è un lavoro altrettanto dignitoso, ma non è il lavoro che serve a noi sull'Agenzia turistica.
Dovrei dire tante altre cose, ma termino qui il mio intervento, in quanto ho esaurito il tempo a mia disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il quadro che emerge oggi è come espresso anche negli interventi che mi hanno preceduto - disastroso.
Quasi come se ieri o l'altro ieri gli Assessori - intendo gli Assessori che si sono succeduti - avessero, non solo in termini di promozione, svolto un enorme lavoro, e la nuova maggioranza del 1995 avesse distrutto tutto quanto. Come se i risultati di un investimento in questo settore dovessero avere un riscontro nel giro di qualche giorno, di qualche mese.
Vorrei ricordare gli anni di lavoro della promozione turistica delle APT; sicuramente sono anni in cui si è lavorato, ma si è lavorato senza una vera e propria metodologia di promozione turistica.
Il lavoro che questa amministrazione ha svolto su tale settore era un lavoro - si sono svolte varie riunioni nelle Commissioni dove si è parlato a lungo delle strategie da attuare in questa direzione - condiviso da tutti. Il fatto di intervenire su un sistema obsoleto, ma non obsoleto in Piemonte, obsoleto a livello nazionale, è sicuramente un atto che, in sede di Commissione e anche di Consiglio, è stato condiviso da tutti.
Il fatto di trovare un'unica possibilità di promozione - quello era il dato a cui si voleva giungere, ovviamente tenendo in debita considerazione altri aspetti - per una Regione che vuole puntare sul turismo, è un dato da tenere necessariamente in considerazione.
Condivido il ragionamento del Consigliere Riba quando, al termine del suo intervento - come fa generalmente lui infervorandosi - parlava di coinvolgimento non solo dell'Assessorato al turismo, ma di tutta la Giunta di Assessorati che sono determinanti per la crescita di un settore che diventa economicamente importante. Mi riferisco, per esempio, al settore dell'urbanistica, dell'edilizia, dell'ambiente e a tutta una serie di settori che diventano, nel momento in cui si realizza e si investe strategici per la realizzazione degli obiettivi che si è prefissati.
I dati che emergono devono far riferimento, con molta onestà, anche a quanto è accaduto in questi ultimi mesi nel settore del turismo. E' inutile nasconderlo, la mancanza di una guida per molti mesi di questo settore, ha generato, in un momento culminante e strategico dell'attuazione della legge n. 75, un vuoto che non solo non ha prodotto risultati, ma che ha generata conflitti di interesse di cui parlava molto bene prima l'Assessore nella sua relazione.
Occorre capire se questa maggioranza conferma le scelte iniziali di investimento nei due settori - e vorrei qui ricordarli - del turismo e del settore culturale. Vorrei capire se le scelte assunte nel 1995, nel 1996 e seguendo nel 1997, sono strategiche verso un settore che noi oggi riteniamo basilare per il rilancio, anche dell'economia piemontese.
Bisogna capirci. Se questa è la scelta, è ovvio che dobbiamo cercare di capire come attuarla. L'attuazione la si può fare solamente attuando una legge che in questa sede la maggioranza ha votato e che in questa sede è stata ampiamente dibattuta. E se ci sono, come dicevamo con il Consigliere Montabone alcuni mesi fa, degli aggiustamenti da fare è giusto, è corretto.
In qualsiasi attuazione non si può pretendere di avere la perfezione in una fase iniziale, ma è certo che la strategia studiata insieme in un difficile lavoro, insieme alle Province e anche alle realtà imprenditoriali di questa Regione, è stata una scelta difficile, perché modificava radicalmente il sistema della promozione in Piemonte, cercando di razionalizzarlo a livello di un'unica Agenzia che prevedesse al suo interno - ovviamente - la valutazione sui singoli bacini di utenza turistica.
E prevedendo al suo interno non solo l'intervento dell'Ente pubblico non solo delle realtà camerali della Regione Piemonte, che sono realtà pubbliche, che in realtà rappresentano il privato e che sono presenti nella Agenzia Turistica, ma che in una fase iniziale, poi anche successiva, di coinvolgere le realtà private che in questo settore hanno sempre operato in stragrande maggioranza per portare turisti fuori dal Piemonte.
Il Piemonte non ha mai avuto tradizioni storico-culturali di stampo turistico. Non siamo l'Emilia Romagna, né il Lazio o la Toscana, né le regioni del sud. E' inutile che oggi parliamo di una situazione difficile in questo settore quando sappiamo benissimo che non rappresenta una novità.
Non possiamo neanche pretendere in questa sede, in alcuni mesi, di avere un ritorno non solo in termini di immagine ma in termini di benefici economici di un investimento che questa maggioranza ha fatto con una legge investendo anche molti quattrini in un settore che ha visto in questi anni alcuni eventi sportivi importanti.
Noi ci auguriamo che i dati del 1998 e quelli che avremo nel 1999 confortino le scelte fatte anche da maggioranze precedenti, perché - è bene ricordarlo - i Mondiali del Sestriere non li abbiamo portati noi in Piemonte. Come oggi noi lavoriamo per Torino 2006, si è lavorato alcuni anni fa per i Mondiali del 1997, che sono stati un grande successo per la Regione Piemonte e i cui benefici economici ricadranno sicuramente sul 1998 e gli anni successivi.
Allora, se si sono creati in questo ultimo anno conflittualità interne è inutile nascondercelo - tra una parte dell'Assessorato e una parte dell'Agenzia turistica, direi che oggi ci troviamo di fronte - su questo condivido l'intervento del Consigliere Montabone - a troppi attori che vogliono occuparsi di promozione. Addirittura, non vediamo un'unità di intenti tra Assessorati nella promozione. Non è certo un'accusa nei confronti dell'Assessore, ma è la constatazione - ancora una volta - della mancanza completa di una cultura turistica non solo nella Regione Piemonte e nell'imprenditoria piemontese, ma anche in tutti noi, che abbiamo sicuramente una tradizione e una storia più vicina al mondo della grande industria, perché questa è la tradizione che realmente noi rappresentiamo.
I dati che citava prima il Consigliere Riba sono dati abbastanza chiari in questo senso: abbiamo uno sbilancio di 400 miliardi, che è a favore di coloro che continuano a lavorare per portare turisti fuori dal Piemonte sull'outgoing e non certo sull'incoming.
Però vediamo sull'incoming dei segnali importanti e lo vediamo in zone che hanno iniziato ad investire come il cuneese, 10-12 anni fa. I risultati iniziamo a vederli in questi anni.
Quindi ritengo che la scelta fatta da parte di questa maggioranza nel 1995, con i dovuti correttivi, deve essere confermata.
Pertanto, mi sento di chiedere due cose. La prima richiesta è che questa maggioranza e questa Giunta confermi la priorità politica di investimento in un settore che ha giudicato strategico come quello del turismo e della cultura.
Dal momento che si sta discutendo del bilancio proprio in questi giorni, ritengo che non si deve intervenire solamente sui due settori che ho appena menzionato, ma si deve tenere conto delle scelte urbanistiche ed edilizie, tenendo conto che devono essere eco-compatibili rispetto all'ambiente in cui andiamo ad operare.
Per quanto riguarda la seconda richiesta, è vero quello che diceva il Consigliere Montabone: ci sono troppi attori, mentre sul tema della promozione l'attore deve essere uno solo. Se ne deve rimanere uno solo abbiamo dibattuto per due anni in questa sede indicando l'obiettivo della realizzazione di un'Agenzia di Promozione Turistica regionale unica con la partecipazione del pubblico e del privato - ebbene, questa scelta deve rimanere in mano alla stessa Agenzia di Promozione Turistica con gli aggiustamenti che si dovranno fare.
Quello che chiedo, differenziandomi ovviamente dalla conclusione del Consigliere Montabone, è che, se tale scelta viene confermata, questa Agenzia di Promozione Turistica parta nel giro di qualche settimana altrimenti, è evidente che altre scelte che si faranno saranno solamente scelte rabberciate, che non risolveranno il problema a monte.
Noi abbiamo ovunque sempre bisogno anche della presenza dei privati. E' stata una scelta che questa Amministrazione ha fatto in tal senso. Io non concordo sull'intervento del Consigliere Moro quando dice: "Nell'Agenzia Turistica abbiamo visto troppi privati".
Concludo in modo un po' diverso: avrei voluto vedere alcuni privati in più all'interno dell'Agenzia Turistica e mi auguro che con le scelte di questa Amministrazione regionale i privati vengano veramente attratti nell'orbita dell'Agenzia Turistica Regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Presidente, solo per fare una considerazione. Dopo aver ascoltato alcuni interventi, sembra che il turismo regionale piemontese sia potenzialmente una Ferrari, su cui bisognerebbe solo montare sopra accendere il motore e partire. In realtà mi pare, invece, di poter rilevare che il Piemonte, da circa mezzo secolo, non abbia mai indicato nella politica turistica una priorità, e quindi non è una questione che parte dal 1995. Mi sembra che sia stata sempre assente in Piemonte una tradizione turistica. Lo conferma il fatto che non esiste una politica nazionale che abbia mai dato un po' di attenzione al Piemonte, che abbia mai colto le ricchezze - di cui parlava Montabone - della montagna, però quali politiche, quali strade di sviluppo siano mai state indicate, a livello a nazionale, non credo che si sia mai avuto la sensazione di avere o di vedere. Quindi, una tradizione del Piemonte che non è prettamente turistica, ma fondamentalmente produttiva, torinocentrica, con grande interesse per quanto succede nei grandi gruppi (FIAT, Olivetti, ecc.). Poco interessa di come vanno le cose nel Demanio, non interessa se non si possono più usufruire i porti lacuali, se non è più possibile modificarli perché il Demanio impone di non toccare nulla; poco interessa che il Lago Maggiore stia morendo, non perché non c'è volontà di fruirlo, ma perché è impossibile fruirlo. Addirittura esistono leggi nazionali che impediscono ad un Sindaco di tagliare le fronde degli alberi che si trovano sulla strada che va verso il lago; esistono leggi nazionali - volute da Verdi e da altre forze politiche della stessa area - che impediscono ad un Sindaco di ripristinare un sentiero che porta al lago. L'ANAS addirittura installa guard-rail dove c'erano questi sentieri, ma per rimuoverli - è incredibile pensare che l'ANAS non sappia dove installa i guard-rail! - un Sindaco deve addirittura chiedere l'autorizzazione al Ministero. Quanta poca attenzione al turismo a livello nazionale! Inoltre, non riesce a partire l'Alta Velocità, che sembra soltanto un fenomeno legato ad un decollo economico-produttivo e non ad un fattore turistico o alla possibilità di realizzare una comunicazione molto più veloce. Però stranamente in due anni e mezzo di governo dell'Ulivo - per quanto riguarda l'immagine, il Consigliere Riba prima diceva che siamo andati dietro all'immagine, ma su questo credo che l'Ulivo non sia stato secondo a nessuno - il progetto sull'Alta Velocità non è avanzato di un millimetro. Probabilmente si aspetterà di arrivare alla fine di questa legislatura e con qualche propaganda elettorale si dirà che l'Alta Velocità è dietro l'angolo e magari sarà un governo di centro-sinistra a dire: "La faremo noi". Pertanto, si tratterà della classica bandiera per una campagna elettorale.
Perché non è arrivata l'Authority? Diceva giustamente il collega Montabone che si dovrebbe fare promozione di una Regione e di una grande città: l'Authority ci è stata promessa in campagna elettorale, ma ora non c'è più. Quindi, non credo che ci siano grandi colpe da parte di questa Regione.
Non conosco i dibattiti svoltisi nelle passate legislature, ma mi sembra che dall'aprile 1995 la politica turistica sia al centro dell'attenzione di questo Consiglio, anche se non credo che nel mezzo secolo passato ci sia stata grande attenzione al turismo e allo sviluppo delle zone del Piemonte che non erano legate all'Olivetti, alla FIAT, che tanto prendono a questa regione e poco danno.
Inoltre, perché non pensare anche alla questione dell'ordine pubblico nelle grandi città? Sembrano argomenti triti e ritriti, ma perché mai dovrei venire a Torino a trascorrere qualche bella giornata quando mi accorgo che i Murazzi ed interi quartieri non sono percorribili e la città lentamente si spegne? Per quale motivo un grande centro come quello torinese deve cedere il passo a quel chilometro di vetrine del Lingotto? Ma che razza di politica comunale è questa, nella quale credo che la Regione nulla possa c'entrare! Dovremmo quindi colmare dei vuoti legislativi, di indirizzo e di sviluppo, anche se credo che la Regione abbia pochi strumenti per poterli colmare.
Quando esaminiamo il bilancio ci accorgiamo che su 11.500 miliardi ce ne sono più o meno 200/300 liberi e con questi dovremmo colmare dei vuoti di indirizzo di mezzo secolo di storia di sviluppo del Piemonte! Penso che sia l'Assessore Angeli che successivamente l'Assessore Racchelli non abbiano ereditato una Ferrari soltanto da mettere in moto, ma che in realtà abbiano ereditato - parlo come sistema politico, non come struttura - un piccolo rottame. Non vedo quali scelte migliori si potevano fare se non quelle previste dalla legge n. 75, sulla quale spero che ci sia un impegno da parte di tutti per farla decollare, visto che giustamente il vuoto accusato per forza maggiore da questo Assessorato sicuramente si è accentuato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Con questo intervento vorrei esprimere alcuni concetti nei confronti dell'Assessore, il quale dopo aver svolto una ricognizione - anche se aveva una certa predisposizione culturale più che professionale e politica rispetto al turismo - credo che ora sarà in grado di imprimere una risultante di incidenza rispetto alla questione turistica.
Penso che questa maggioranza si sia caratterizzata sul turismo con tutto quel che ne consegue, perché condivido l'intervento dei colleghi Angeleri e Montabone nella loro articolazione.
Il turismo non è un tassello estrapolabile da una politica di Giunta ma probabilmente diventa il tassello risultante, quindi il mosaico risultante dei tasselli che i vari Assessori e le varie competenze possono comporre rispetto ad un turismo complessivo, così come deve essere inteso oggi a livello industriale. Pertanto, penso che questa maggioranza, che si è caratterizzata con una certa impostazione, con quella legge non possa assolutamente e non debba soprattutto smentire questa impostazione. Credo che l'Assessore per primo, oltre a tutti noi, sia ancora convinto della validità di quell'impostazione. Lo dicevamo all'atto in cui esprimemmo un parere su quella legge, che era sperimentale come tutte le novità, quindi leggi che non sono Vangelo, sono perfettibili. Pertanto, quando l'Assessore dice che occorre mettere mano, affinare, smussare, perfezionare, ovviamente siamo perfettamente d'accordo. Invitiamo quindi l'Assessore a farlo in modo deciso, perché sicuramente è in grado di dare un'impronta decisa a questo settore. In effetti, questa questione dell'ATR - a qualsiasi livello e con qualsiasi ruolo la si sia vissuta all'interno di questa assemblea - è un poco trita.
Invito quindi l'Assessore a "prendere per le corna" questa questione e ad affrontarla con i correttivi che ritiene di dover dare, con le modifiche di direzione e di traiettoria che intende imprimere. Noi saremo sicuramente con lui e con la Giunta; però occorre in fretta dimostrare che questo periodo di stasi, questo traccheggiare, è giunto alla sua fase conclusiva e quindi occorre riprendere. Riprendere non smentendo o annullando, perch ovviamente - l'ha già detto Angeleri - la sperimentazione è andata avanti prima attraverso l'inizio della legislatura, poi con questa legge e l'Assessore Angeleri gestì la fase di gravidanza di questa legge e i primi mesi di applicazione, poi il Presidente - "poverino" - ha fatto quel che ha potuto perché per molti mesi non c'è stato l'Assessore e quindi le cose sono andate avanti in un certo modo. Io direi proprio che oggi ci sono, con l'Assessore Racchelli, le condizioni per far sì che venga impressa una direzione marcata, incisiva, che consenta di esprimere tutte le potenzialità che questo nuovo modo di impostare turismo è in grado di dare.
Lo dicevamo anche questa mattina parlando di altre cose: nessuno di noi si illude che il turismo, la cultura e tutto l'indotto relativo, possano essere il pilastro alternativo alla FIAT che va in cassa integrazione o che chiude. Non siamo convinti di questo, saremmo dei sognatori se avessimo queste convinzioni, però siamo convinti che può essere un binario lungo il quale sviluppare attività economica alternativa che costituisca una turbina nuova che catturi flussi economici all'interno della Regione e consenta di alleggerire rispetto a quelle difficoltà che purtroppo i settori portanti andando in crisi, hanno portato alla nostra Regione.
Ho preso solo quattro minuti, non rubo altro tempo: è solo per incoraggiare l'Assessore. So che non ne ha bisogno perché ha coraggio per conto suo, voglio però incoraggiarlo ad affrontare in fretta e in modo deciso questa questione per dare quella risultante della quale si sente un gran bisogno.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

La Consigliera Spagnuolo ha maturato in questi suoi anni di attività amministrativa e in particolare gli anni vissuti alla Regione Piemonte conoscendo di più il Piemonte, visitandolo, ascoltandolo, incontrando i Sindaci, guardando il territorio così diversificato del Piemonte e anche così ricco, ha maturato una convinzione che anche questa mattina nel dibattito che abbiamo svolto sulle problematiche culturali ho cercato di mettere in evidenza.
Il Piemonte è una Regione di grandissime potenzialità di carattere turistico, peraltro molto differenziate tra una zona e l'altra, ma con alcuni filoni che unificano una visione turistica del territorio stesso. Ed è una Regione le cui potenzialità turistiche non sono mai state fino a questo momento veramente sviluppate. Tranne alcune realtà molto felici: il nostro attuale Assessore al turismo viene da una delle zone in cui il turismo, anche a dimensione nazionale e internazionale, è una realtà consolidata, ma rappresenta una piccola parte, certamente molto importante ma non unica.
Ci sono delle logiche di sviluppo che in questi anni sono andate avanti in questo campo e vi è stata - per quello che ho memoria nella politica della Regione Piemonte in questi venticinque anni rispetto a questo problema - anche un'evoluzione, nel senso che non possiamo probabilmente paragonare l'intuizione, non dico la politica che vi è oggi, ma l'intuizione che comunque è più diffusa, generalizzata negli anni '90 delle potenzialità turistiche del Piemonte rispetto invece ad una visione del turismo che vi era negli anni '70, molto diversa.
Il Piemonte in quegli anni veniva ancora vissuto come una Regione di carattere industriale, che doveva tenere un determinato tipo di sviluppo dove c'era anche il turismo di alcune realtà: le montagne, alcune meraviglie dei laghi e cominciava ad affermarsi più dal punto di vista culturale e letterario che non dal punto di vista della grande e straordinaria promozione turistica che vi è stata in seguito dell'Albese e delle Langhe. Si cominciava a parlarne, ma indubbiamente è un fenomeno di questi ultimi vent'anni che il Barolo sia stato esportato nel mondo, negli Stati Uniti in particolare. C'era giusto Mascarello Giulio nella sua meravigliosa cantina che produceva Barolo che nella intelligenza anche di alcuni amministratori locali e regionali, come per esempio il Presidente Viglione, vedeva in questo prodotto, che confezionava al massimo livello una sorta di ambasciatore delle qualità anche turistiche oltre che culturali del Piemonte.
Ebbene, oggi la situazione dal punto di vista della convinzione credo che sia cambiata e che in qualche modo ci accomuni di più. Nelle forze politiche e non tanto nel rapporto maggioranza-opposizione, ma nelle forze politiche, magari non in tutte, ma in quelle che sono più attente a questo comparto vi è questa convinzione: che il Piemonte è una straordinaria Regione, che potrebbe essere molto bene venduta dal punto di vista turistico, e di un turismo variegato. Non voglio andare oltre: certamente una cosa è rappresentata dalle grandi stazioni sciistiche che hanno una dimensione internazionale, ho voluto ricordare i laghi, voglio ricordare oggi le Langhe per quello che rappresentano, ma vi sono delle potenzialità oggi più legate alla ricerca di quella qualità della vita che fa una parte degli Italiani più simili ai Tedeschi, agli Svizzeri e agli Inglesi, che cercherebbero lo stesso tipo di presenza turistica, di un turismo magari più ridotto nei numeri, ma certamente qualificato e alla ricerca di quel binomio cultura-paesaggio, turismo-economica e gastronomia, che sta dando una ricetta che potrebbe diventare indubbiamente di grande valenza esclusiva quasi, della nostra Regione.
Detto questo, e cioè che grandi passi in avanti sono stati fatti, credo che per affrontare bene questo settore, che poi significa affrontare in qualche modo un comparto amplissimo dello sviluppo del Piemonte perché mi sembra che già Montabone forse questa mattina, nemmeno nell'intervento di oggi pomeriggio, dicesse "ma che cos'è il turismo? E' la competenza dell'Assessore Racchelli o non è una parte della competenza di diversi settori?". Sono tutte cose dette, ormai queste cose le conosciamo indubbiamente anche l'Assessorato al turismo, inteso come struttura, non può non aver risentito di questa modificazione profonda dal punto di vista culturale che vi è stata nella materia del turismo. E con alcuni colleghi del Consiglio regionale, in una vicenda personalizzata che vi è stata recentemente, abbiamo avuto modo di approfondire le dinamiche che vi erano presso l'Assessorato al turismo della Regione Piemonte che chiaramente in qualche modo si è trovato in difficoltà, come struttura, perché è la flessibilità che il turismo richiede, penso al collega Gallarini, alla collega Bortolin e anche alla collega Cotto, che hanno fatto con me questo tipo di riflessione ed approfondimento. Certe difficoltà che aveva avuto la struttura dell'Assessorato al turismo sono legate indubbiamente ad un'esigenza di flessibilità, di rapidità, di minori vincoli possibili che questo comparto comporterebbe. In questo senso va intesa la struttura dell'Assessorato al turismo, eventualmente anche con delle modificazioni la costituzione di strumenti nuovi.
Per questo motivo mi sento di rifiutare l'osservazione che ho sentito fare dal collega Salerno, quando ha detto che gli attuali Assessori hanno ereditato un "rottame".
La questione non è questa. Intanto perché non credo sia garbato nei confronti di nessuno, perché tutti si dedicano con passione e penso che il predecessore Montabone abbia dato l'anima, la capacità e l'intelligenza e sarebbe proprio riduttivo dire che uno è bravo e l'altro no.
Allora, uno è bravo e fa chissà cosa; l'altro non è bravo e produce un rottame? Non è così, perché la situazione economica, la nostra situazione culturale, il modo stesso dei cittadini piemontesi e non, degli italiani e degli stranieri di vivere il turismo ha fatto sì che questa struttura diventasse obsoleta, che richiedesse di essere ripensata e richiedesse nuovi strumenti; attenzione, però, a non costruire delle scatole che alla fine non sono più gestibili.
Non voglio aggiungere altro, perché gli interventi dei colleghi che hanno avuto un'esperienza diretta (di maggioranza e di opposizione) hanno già detto tante cose interessanti, intelligenti, frutto della loro esperienza nel campo.
Vorrei solo aggiungere questo: ormai, dell'importanza del turismo, del fatto che il turismo attiene alle logiche di sviluppo del Piemonte, degli intrecci turismo-cultura-commercio-artigianato-gastronomia-paesaggio, ecc.
se ne parla. Non abbiamo, però, gli strumenti, e nemmeno quelli nuovi lo consentono, per avere una politica del turismo che uniformi questo.
In conclusione, cerchiamo insieme di fare uno sforzo per mettere a fuoco, nel programma di sviluppo della Regione, qualche esempio di politica turistica valida per gli anni 2000 e per un turismo europeo, perch ripeto - ci sono forti analogie tra ciò che cerca oggi il turista italiano quello inglese, quello svizzero o tedesco.
Cerchiamo di lavorare in una nuova dimensione europea e per fare questo è un suggerimento, Assessore - lei dovrebbe imporre uno stop e fare un ragionamento con la Commissione, con i Gruppi consiliari. Noi siamo a disposizione, non verremo mai qui a dirle: "Assessore Racchelli, lei ha fatto un 'rottame' di questo Assessorato", così come non l'abbiamo detto per il predecessore e così come non lo diremo neanche per il Presidente perché è una materia in grande evoluzione che richiede investimenti e nella quale il rapporto pubblico-privato è fondamentale. Richiede, però, una riflessione, dal punto di vista politico e di governo del territorio, su cosa fare.
Se non ci diamo un punto fermo, se lei non ferma la situazione per fare una grande riflessione, non se ne esce, perché le nuove realtà hanno compromesso la situazione quasi più di quelle vecchie.
Penso che la sua responsabilità politica sia proprio questa: cercare di individuare una progettualità nell'azione di governo che lei dovrà fare per la quale - anche per l'esperienza del territorio dal quale lei viene potrà essere aiutato, perché se si ha sempre vissuto in un'area metropolitana squisita e ad esclusiva vocazione industriale si ha una cultura, mentre se si proviene da un territorio in cui il turismo è sempre stato addirittura un momento di eccellenza, si ha sicuramente un'altra visione.
Mi auguro che lei la possa e la sappia avere e abbia voglia certamente è un grande impegno - di stabilire un momento per pensare e cercare di rilanciare in Piemonte una grande scommessa.
Io ho in mente - e concludo - una regione della Francia, L'Ardéche, che ho visitato tanti anni fa, restando anche abbastanza a lungo, e in tantissime realtà vedo delle analogie; già molti anni fa (almeno venti) mi chiedevo quanto avessero saputo, da quella semplicità di condizioni di vita, di natura, di economia, dare delle valorizzazioni di carattere turistico. Anche noi abbiamo queste condizioni, cerchiamo di sfruttarle.
Se saprà ed avrà la volontà di ripensare, senza dire che lei ha responsabilità, né troppo in negativo né troppo in positivo, avrà anche per quello che sarà possibile, il nostro contributo, come Gruppo che si rende conto che il Piemonte del 2000 dovrà avere certamente una dimensione di carattere industriale, laddove ci sono delle eccellenze in questo senso ma dovrà anche pensare al suo futuro in un intreccio "cultura-turismo" per il quale pensiamo che il Piemonte abbia tutte le carte in regola, per la grandezza del proprio patrimonio artistico-culturale-paesaggistico che ci hanno tramandato dal romanico ad oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Parlerò brevemente appellandomi al fatto personale perché non mi nascono dietro un dito rispetto al fatto di avere condotto l'Assessorato al turismo per un anno, dal 1994 al 1995.
Riferirò, poi, al collega Cantore, che fa parte del Polo, quanto ha detto il collega Salerno rispetto a quel "rottame" che si è lasciato in eredità alla Regione Piemonte; difendo me stesso, per la dignità della persona che devo difendere, ma credo soprattutto che generalizzare rispetto ad un problema di lascito o di eredità, come ha fatto il collega Salerno non conoscendo neanche l'alfabeto di quello che è il turismo, sia un fatto estremamente sgradevole.
Di quanto ha detto il collega Angeleri, ho apprezzato una considerazione, cioè che il turismo lo si deve costruire di momento in momento, proiettandolo verso il futuro.
Penso che il lavoro che svolge l'Assessore Racchelli oggi, darà i suoi frutti tra due o tre anni, e non è neanche detto che li dia. Riuscire a mantenere oggi quanto c'è in Piemonte è già un fatto estremamente importante, non vedere la caduta dell'economia che crea il turismo rispetto agli anni che verranno. Quindi, è estremamente difficile paragonare il momento di oggi rispetto alle azioni svolte ieri, perché ieri si andava in giro con una macchina dal motore potentissimo, che era la 500 e oggi si viaggia sulla Lancia Kappa. Bisogna poi vedere se funzionava meglio quella 500 o se funziona meglio la Kappa di oggi, soprattutto da parte di chi non ha mai approfondito un ragionamento sul turismo soprattutto da parte di chi non conosce la storia di questa Regione dal punto di vista turistico, ovvero quello che è stato detto prima.
Volevo solo dire un'altra cosa importante: non si pensi che, in una nazione turisticamente forte come l'Italia, il Piemonte sia ai primi posti nell'attività turistica. Ci sono altre Regioni che hanno una vocazione turistica molto più forte della nostra.
E' per questo che io dico: Assessore, lei si impegni, certamente, se si può, a migliorare; ma almeno cerchi di mantenere quello che c'è.
Ciò detto, vorrei far rilevare che oggi stavamo parlando sì del turismo, ma soprattutto della promozione turistica. Qualcuno questo non lo ha capito.
Ebbene, se si attuano a tutti i costi delle leggi che, via via, si sono dimostrate assolutamente inefficienti e si persegue nell'attuazione di queste leggi anziché cambiarle, io credo che lei non raggiungerà gli scopi per i quali sta lavorando e per i quali io ringrazio che lei stia lavorando.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Poiché non mi risultano altre richieste di intervento, do la parola all'Assessore Racchelli per una precisazione.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Sono rimasto profondamente colpito dall'intensità e dai toni che il Consiglio nel suo complesso, ma soprattutto i Consiglieri che sono intervenuti, hanno usato trattando il tema del turismo, il tema delicatissimo della promozione turistica, ma anche quello del sistema dell'industria del turismo.
Ringrazio i Consiglieri che sono intervenuti; hanno detto cose molto sensate e che io molte volte ho già espresso: sono quasi convinto che le abbiano sentite da me.
Ciò che più mi entusiasma è questa sensazione comune sulla strategicità del turismo e sull'importanza dell'industria del turismo nel panorama di sviluppo della nostra Regione.
Intervengo quindi facendo questa analisi, a seguito degli interventi che ho citato prima, e leggendo la premessa di un articolo che non ho letto e che un giornalista probabilmente ha ripreso, attraverso un colloquio informale che ho avuto.
Nel titolo di testa c'è scritto: "Il turismo piemontese deve trasformarsi in una vera e propria industria. Il Piemonte ha le carte in regola per vincere la partita sul mercato mondiale del turismo, se accetta di diventare sistema; la Provincia di Cuneo, vero miracolo del nord-ovest è destinata a giocare un ruolo di primo piano nel futuro turistico del Piemonte".
Cosa significa? Significa che è in atto o si vuole sviluppare la politica del turismo, che è una cosa molto eterea, molto difficile da interpretare soprattutto agli albori, nella genesi di un processo.
Forse non è giusto, forse anche l'aggettivo non è corretto, ma fino ad oggi, lo dico nel senso buono, nel senso corretto, l'interpretazione che era data ed è stata data dell'industria del turismo (che non c'era) nell'ambito delle politiche regionali era finalizzata - io dico anche giustamente, perché non considerando il turismo un'economia strategica -...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Non si sente, ma noi abbiamo utilizzato tutta la tecnologia possibile.
Pregherei l'aula di tenere il brusìo in limiti accettabili.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

La politica sviluppata dall'Assessorato al turismo fino ad oggi (con chi c'è stato e con chi lo ha gestito) era finalizzata a rendere del turismo un'immagine, una soluzione legata a piccole manifestazioni, ad incentivi legati alle piccole promozioni, allo sviluppo delle piccole attività locali.
Ciò era corretto, perché in fin dei conti si voleva fare animazione, si voleva fare proposta locale, si voleva far sì che il viandante o il turista ottenesse anche un'accettabile animazione locale.
Tuttavia, quando si pensa a fare una politica per l'industria del turismo, e quindi programmazione, pianificazione e sviluppo, si deve passare da un Assessorato di spesa a un Assessorato di investimento.
Si devono dunque fare politiche di investimento, finalizzate allo sviluppo di settori e di sistemi (lo dicevo prima).
Oggi noi abbiamo discusso di una cosa importante, l'ATR, che è uno strumento legato alla promozione del prodotto turistico. Ma il prodotto turistico e la promozione sono solo un settore del sistema dell'industria del turismo.
E' vero, Consigliera Spagnuolo: oggi io non ho menzionato, volutamente tutti i grandi prodotti che il Piemonte ha.



(Brusio in aula)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Io smetto. Se non interessa, smetto. Tanto io le cose le so e alla fine le faccio.



PRESIDENTE

Assessore, le chiederei, nonostante un certo brusio, di completare l'esposizione, chiedendo ancora una volta di prestare attenzione.
Chi non è interessato, non verrà disturbato dalle nostre parole assentandosi. Prego, Assessore.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

E' vero quello che lei diceva, Consigliera Spagnuolo, che il Piemonte è ricco. Il Piemonte ha una grande fortuna nei confronti del panorama turistico italiano, dell'offerta turistica italiana, perché è una Regione che ha una diversificazione ed una molteplicità di prodotti turistici.
Pensiamo alla montagna, ai laghi, alla grande capacità di avere all'interno della nostra Regione un patrimonio di beni culturali immenso pensiamo all'enogastronomia; pensiamo ad un prodotto turistico che non menzioniamo mai, che è l'ambiente, che forse è il più grande di tutti.
Immaginiamo i prodotti di nicchia, che sono il turismo congressuale, il turismo religioso (che poi non è di nicchia), il turismo termale, il turismo sportivo.
E allora, quando andiamo ad interpretare questo tipo di sistema dobbiamo sapere che, per realizzare tutto questo e far sì che nuovi prodotti siano realizzati, siano coordinati, siano qualitativamente forti per sopportare e anche per contrastare la grande proposta di turismo internazionale, occorre costruire il sistema della ricettività, il sistema dell'accoglienza, il sistema della formazione.
E' corretto quando si dice che oggi non possiamo più non affrontare il sistema della formazione. Oggi noi dobbiamo costruire una ricettività nuova, articolata in fasce intermedie, articolata con una capillarità che renda la Provincia piemontese capace di ricettare e quindi di mantenere in loco i flussi turistici.
A tal fine, dobbiamo anche formare dei nuovi occupati che sappiano sorridere, sappiano accogliere, sappiano divertire, sappiano soprattutto essere degli interlocutori del turista; dobbiamo creare un sistema di qualità, capace di far sì che chi sceglie la nostra Regione non abbia poi da lamentarsi del tipo di qualità nella ricettività, nell'accoglienza nella formazione, nei trasporti e nella sanità.
E' anche vero che ci sono più settori che entrano e qualificano la nostra offerta turistica. Esiste però una contraddizione ed un paradosso all'interno del settore della promozione turistica.
Io sono uno che non ha mai considerato quello che fa o quello che viene fatto da altri qualcosa di perfetto, qualcosa di giusto, qualcosa da applicare a priori; persino in natura sappiamo che nascono dei figli o degli esseri che hanno bisogno di correzione, quindi immaginatevi se noi possiamo fare qualcosa che non sia perfettibile o armonizzabile.
La legge n. 75 - l'ho già detto al Consigliere Angeleri - ha finalizzato e focalizzato alcuni punti strategici e fondamentali che non sono oggetto di una contrattazione o di una contraddizione: la promozione del prodotto del Piemonte, la promozione della grande articolazione del prodotto, l'accentramento della promozione.
Nella legge n. 75, dobbiamo togliere nella frase "agenzia di accoglienza e di promozione turistica locale" la parola "promozione" e sostituirla con una parola che non ricordo esattamente. Altrimenti questa contraddizione ingenera una contrapposizione tale, per cui non si sa come le agenzie turistiche locali possano fare accoglienza e impegnarsi in maniera forte e articolata coinvolgendo il sistema bancario, il sistema privato e il sistema degli enti pubblici.
Costruisco un pacchetto di accoglienza che è formato da una serie di iniziative che nascono soprattutto dalla Regione Piemonte.
Ho avuto un incontro, che considero strategico, con gli Assessori alla cultura, con i funzionari dell'Assessorato alla cultura, con l'Assessore Leo e con i suoi funzionari, con l'Assessore Bodo e i suoi funzionari perché non è concepibile fare promozione turistica se non si è in grado di sapere quali sono i prodotti turistici confezionati nei vari Assessorati della Regione Piemonte.
Come è concepibile la realizzazione di pacchetti di accoglienza di promozione turistica ed essere in grado di finalizzarli ad un incoming che effettivamente non c'è e che va realizzato? Non riusciamo a mettere in rete quello che noi stessi componiamo e paghiamo per poter realizzare. C'è la disponibilità ad ascoltare, forse non c'è la disponibilità ad agire.
Credo che l'Assessorato al commercio debba per forza di cose entrare in un discorso legato alla promozione e alla realizzazione dei pacchetti di accoglienza e dello sviluppo turistico locale. Condivido tutto questo e dico che si deve iniziare con una pianificazione e una programmazione delle infrastrutture, ma soprattutto con delle politiche di settore per le aziende turistiche.
Devo ringraziare la collega Bortolin, Presidente della III Commissione che ha usato la sua sensibilità attraverso un progetto di legge che abbiamo portato in Commissione, finalizzato allo sviluppo della recettività dell'accoglienza e della formazione di tre settori; tre macrosettori che nel prossimo anno vorremmo sviluppare e far partire.
Certo, dobbiamo toccare altri settori, la formazione è un settore determinante come la promozione.
Per quanto riguarda l'agenzia per la promozione turistica del Piemonte qualcuno dice che va commissariata, qualcun altro che va chiusa o modificata. Io penso che l'agenzia per la promozione turistica del Piemonte debba essere il braccio operativo di una politica regionale di sviluppo turistico; che debba essere l'interlocutore principe dell'Assessorato al turismo; che debba essere il braccio operativo e snello che permette agli investimenti di poter operare; che debba essere, peraltro, non l'antagonista, ma il compagno di viaggio dell'Assessorato al turismo.
Oggi probabilmente va affinato lo strumento, vanno puntualizzati i compiti, vanno modificate determinate situazioni. L'unica cosa che va eliminata è il conflitto tra un'Agenzia che, così com'è, è un braccio che non risponde in termini assoluti e preventivi alla politica turistica, e lo stesso Assessorato, che invece vorrebbe poter indirizzare in modo preventivo la politica turistica. Si tratta di sistemarla e di renderla operativa in modo che sia uno strumento da misurare, perché noi non l'abbiamo ancora misurato o verificato, né posto di fronte a degli obiettivi che potessero darci le risposte, rispetto alle finalità e soprattutto ai percorsi di promozione turistica che noi ci siamo dati.
Se fra un anno ci dovessimo accorgere che quest'Agenzia, pur modificata e posta nella condizione di non essere in contrapposizione con l'Assessorato e con le politiche turistiche, non funziona e non ha dato dei risultati, allora bisognerà prevedere qualcosa di diverso.
Questo è un modo di interpretare la realtà che vorrei proporvi, perch il voler cambiare un sistema che non è stato nemmeno collaudato ci porterebbe a tempi e a prospettive tali che casserebbero i grandi investimenti.
Nel prossimo bilancio vedremo quello che la Giunta, il Presidente, la maggioranza ha fatto, sta facendo e predisporrà.
Mi ha aiutato molto quello che avete detto oggi, infatti dico sempre ai miei interlocutori "aiutatemi ad aiutarvi". Questo per me è fondamentale perché quello che avete detto oggi, con un tono e con delle riflessioni serie e pacate - forse è la prima volta che nel settore del turismo sento interventi di questo tipo - ci porterà verso la soluzione di questo problema.
Abbiamo anche delle prospettive legate a dei settori nuovi - lo vedrete anche nel bilancio parlando di turismo. Pensate a quello che si sta facendo, per esempio, per immettere i beni culturali nel circuito dell'offerta turistica. E' un patrimonio immenso in mano ai privati che è praticamente avulso da ogni principio d'offerta.
Pensate alla grande opportunità che ci sta dando, in un settore dell'offerta turistica che è il turismo scolastico, la realizzazione degli ecomusei, che vogliamo incentivare con risorse finanziarie nel prossimo bilancio, perché crediamo che sia un settore che articolato, promosso e strutturato ci potrà permettere di praticare un'offerta del prodotto turistico in quel segmento del turismo scolastico che oggi, invece, il Piemonte non riconosce e non attua.
Assumo con voi l'impegno di poter, nell'arco di pochissime settimane risolvere anche questa contraddizione e quest'anomalia funzionale di ordine giuridico all'interno dell'Agenzia stessa. Vi garantisco però che la promozione turistica del '99 non aspetta che si risolva il problema giuridico di uno strumento, di un ente strumentale o di un consorzio privato. La promozione turistica del '99 sta andando avanti parallelamente in maniera tale che chi dovrà svolgerla o realizzarla nel '99 abbia gli strumenti, il prodotto, le opportunità e soprattutto le prospettive.
Mi impegno, come Assessore al turismo, a fare tutto questo, insieme alla mia struttura e con tutto quello che intorno alla mia struttura ruota opera e produce.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ho apprezzato molto la risposta dell'Assessore. Ha concluso il suo intervento dicendo che si sarebbe impegnato affinché la promozione turistica per il 1999 continui a funzionare, in quanto non si pu sospendere, altrimenti veramente dovremmo andare a verificare tutte le cose negative.
Ho in mie mani un ordine del giorno che non ho ancora presentato alla Presidenza; prima di presentarlo, vorrei sapere cosa pensa l'Assessore al turismo rispetto alla proposta di Commissariare l'ATR affinché lo stesso Assessore possa continuare a dedicarsi alla promozione turistica per il 1999, e per far sì che non ci siano più enti che si occupino di questo settore.
La finalità dell'ordine del giorno è di permettere all'Assessore al turismo di verificare tutte le opportunità e far funzionare l'ATR.
Altrimenti si verifica quel vizio di contrapposizione: lei ha detto che continuerà a fare promozione turistica per il 1999 e contemporaneamente ha detto che l'ATR non funziona così com'è.
Pertanto, Assessore le chiedo cosa pensa della proposta. Lo chiedo prima di presentare questo ordine del giorno, perché mi piacerebbe che dopo questo dibattito, estremamente interessante, non ci fosse una spaccatura nell'ambito del Consiglio portata da Consiglieri di minoranza, in contrapposizione a Consiglieri di maggioranza, ma che si potesse ragionare assieme per far sì che quello che ha detto l'Assessore possa avvenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Esprimo apprezzamento per l'intervento dell'Assessore, per lo sforzo compiuto nel proporre un'ipotesi e un metodo di confronto e di ragionamento, dopo aver preso atto, insieme a noi, che siamo di fronte ad un problema significativo e serio. La nostra politica turistica deve ancora affrontare molti nodi. Collocarlo come punto di partenza è un elemento che considero utile e del quale ringrazio l'Assessore.
Il discorso del Consigliere Montabone - che mi trova completamente d'accordo - nasce addirittura dal fatto - abbiamo una testimonianza dell'ex Assessore Angeleri - che quando discutemmo dell'Agenzia turistica regionale, io, che in quel momento svolgevo la funzione di Presidente della Commissione per il turismo - ed eravamo impegnati anche come Gruppo, come lo siamo adesso - avevo lungamente sostenuto la possibilità che nel caso in cui l'Agenzia si costituisse, il Presidente fosse lo stesso Assessore al turismo. Qualcuno non era d'accordo, ma i fatti non hanno dato ragione agli altri. La tradizione degli enti strumentali l'avevamo già affrontata con l'ente di sviluppo agricolo, il dualismo di politiche. Quando rivestii per uno scorcio di legislatura la carica di Assessore all'agricoltura avevamo chiuso l'ente di sviluppo agricolo. Vi lascio immaginare quanto io fossi affezionato a quell'ente di cui ero stato anche amministratore. La duplicazione di queste funzioni rende faticosa l'azione dell'Assessore perché tra lui e l'iniziativa reale si frappone un'istituzione che è pantagruelica nelle sue modalità, nelle sue aspettative, poi quando si elegge un Presidente quello naturalmente ha una serie di aspettative che poi diventano pretese, diventano posizioni sistematicamente. Per cui oggi ci siamo trovati di fronte ad una difficoltà reale di direzione di quell'istituto, che, del resto, non possiamo dirigere perché ha addirittura il carattere dell'azienda autonoma della SPA. Di un'istituzione che per molti versi è autoreferenziale come sono tutte le SPA, essendo l'istituzione formata dai suoi soci, rispetto a soci che sono in parte istituzionali e in parte privati che sono presenti più come un atto dovuto che di un progetto assunto con convinzione. Proprio quella è l'istituzione che non funziona. Convergo molto di più con l'ipotesi - magari tutte da verificare, da realizzare - che lei, Assessore, ha detto. Le altre ipotesi le trovo molto farraginose, tipo i viaggi in Argentina, sul Danubio, sul Reno, sul Rodano.
L'ipotesi del collega Montabone mi trova perfettamente d'accordo; penso che anche giuridicamente l'operazione possa essere fatta con la nomina a Commissario dell'Assessore al turismo. In questo modo noi creiamo un'ipotesi operativa che - ci sono già tre o quattro Gruppi delle minoranza sembrerebbe efficace. Vediamo se possiamo convergere su questo ragionamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Siccome questa non è una forzatura e siccome tutto il dibattito che si è svolto oggi era tendente ad arrivare ad una soluzione, sono disposto a presentare l'ordine del giorno oggi, in modo che la Giunta verifichi le proprie votazioni, e votarlo in un'altra seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Per quanto ci riguarda, veda il Consigliere Montabone se intende presentare o non presentare l'ordine del giorno, la sostanza l'abbiamo capita, sulla forma ognuno è libero di fare come crede.
Un conto è parlare di turismo e un conto è parlare di assetti relativamente alla gestione turistica in Giunta, fuori Giunta e all'interno dell'agenzia. Penso che - non c'è il Presidente, altrimenti avremmo ascoltato anche lui - sia un problema di maggioranza nel suo complesso, che tocca sì al Presidente in quanto vertice dell'esecutivo, ma tocca alla maggioranza nel suo complesso. Non si tratta di una questione tecnica, è una questione squisitamente politica. Pertanto esiste la necessità di confrontarci su un'ipotesi di questo genere, anche se non formalizzata.
L'ipotesi è stata annunciata dal punto di vista politico all'interno della maggioranza, avremo, fra l'altro un incontro già programmato per domani mattina, quindi in tutta serenità e pacatezza mi sento di dire, a nome della maggioranza, che riesamineremo questa e altre questioni con la riflessione, la calma e la serenità dovute.



PRESIDENTE

Potremmo considerare iscritto l'ordine del giorno, che verrà discusso in un momento successivo.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Può iscrivere anche l'altro ordine del giorno.


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno n. 877 e n. 878 inerenti a "Sostegno alla richiesta di asilo politico del leader curdo Abdallah Ocalan"


PRESIDENTE

Ci sono due ordini del giorno relativi al problema del leader curdo. Il primo ordine del giorno (il n. 877) è stato presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti.
Chi è favorevole all'iscrizione è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 45 voti Consiglieri presenti.
L'altro ordine del giorno (il n. 878) è stato presentato dai Consiglieri Cavaliere, Spagnuolo, Montabone, Cotto, Dutto, Leo, Riba Saitta ed altri.
Chi è favorevole all'iscrizione è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 451: "Sottoscrizione di nuove azioni della Rete Telematica Piemontese S.p.A." - ed esame interpellanze n. 1844 inerente a "Acquisto di valuta sudafricana" e n. 1852 inerente a "Integrazione all'interpellanza relativa all'acquisto di valuta sudafricana da parte della Società Rete Telematica Piemontese" connesse (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo, come previsto, all'esame del disegno di legge n. 451 relativo alla RTP S.p.A., di cui al punto 7) all'o.d.g.
La relazione era già stata svolta dalla Consigliera Ferrero.
Ricordo che aveva chiesto di intervenire il Consigliere Miglietti e che era stata presentata una serie di emendamenti da parte dei Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti.
Desidero informare l'aula di una circostanza che avevo già avuto modo di riferire alla Consigliera Simonetti, senza peraltro che nulla sia successo relativamente agli emendamenti. Tutti gli emendamenti presentati che si propongono di sostituire la cifra di 502 milioni 320 mila lire con cifre che vanno da lire 1 milione a lire 19 milioni (in realtà c'era ancora un altro emendamento che indicava la cifra di 20 milioni, che è stato ritirato dalla Consigliera Simonetti), non ritengo di poterli accettare perché la cifra proposta in sostituzione non è multiplo del costo del valore nominale dell'azione che, come risulta chiaramente nella relazione è di lire 6.440, talché 78 mila è la cifra che, moltiplicata per 6.440, è pari al capitale nuovo, cioè da emettere. Non essendo le cifre proposte multiple del valore nominale di un'azione, non ritengo di poter accettare gli emendamenti. Questo, devo dire, lo avevo già rappresentato alla Consigliera Simonetti senza alcuna reazione da parte sua, perciò non abbiamo ad oggi emendamenti.
Il Consigliere Miglietti aveva già svolto un intervento; ritiene di completarlo?



MIGLIETTI Franco

Io attendo la risposta puntuale alle due interpellanze e alle domande che noi avevamo posto in essere nell'intervento precedente.



PRESIDENTE

Se può brevemente riassumere per comodità.



MIGLIETTI Franco

Brevemente, credo che essendo le due interpellanze a mano del Vicepresidente della Giunta sia necessario rispondere alle stesse.
Le altre domande che io avevo posto, tanto per riassumere brevemente riguardano il volume di affari della RTP, essendo una S.p.a., e l'entità del suo disavanzo di esercizio.
Terzo: le motivazioni per cui vi era stata una decisione da parte del Consiglio di amministrazione di sottoscrivere da parte della Regione l'intera ricapitalizzazione; le motivazioni per cui altri soci privati non avevano accettato di sottoscrivere una parte della ricapitalizzazione.
Ottenute queste risposte mi riservo di fare un intervento prima di passare all'esame del disegno di legge.



PRESIDENTE

Bene, ricordo che le interpellanze sono le nn. 1844 e 1852, a firma Chiezzi, Moro e Simonetti.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Comincio con la risposta alle interpellanze, poi vedremo come andrà il prosieguo del dibattito.
Con l'interpellanza n. 1852 i Consiglieri regionali del Gruppo consiliare di Rifondazione comunista vogliono avere chiarimenti su come è stata condotta l'operazione di acquisto di valuta straniera.
Il Presidente della società ha autonomamente e legittimamente acquistato titoli obbligazionari (non è stato fatto alcun acquisto di moneta straniera) in forza dei poteri conferitigli con la nomina ad Amministratore delegato della società, deliberata dal Consiglio di amministrazione in data 18 novembre del 1996.
Come è constatabile dal Registro delle Imprese, risulta che il Presidente della società, nonché Amministratore delegato, dispone (oltre ad altri poteri) della possibilità di effettuare qualsiasi operazione, sia di acquisto, sia di cessione, avente per oggetto titoli pubblici o privati a reddito prestabilito (obbligazioni, BOT, CCT, ecc.).
Si segnala, per completezza, che i titoli acquistati hanno godimento regolare prestabilito e scadenza nell'agosto del 1998.
La stessa interpellanza 1852 chiede se...



PRESIDENTE

Scusi, solo per comprensione: sono già rientrati nel patrimonio, la scadenza era agosto '88, questa operazione si è conclusa.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Non si tratta di acquisto di valuta, ma di titoli ben prestabiliti e ben conosciuti nell'ambito del mercato, tra l'altro collegati con il dollaro, per cui c'è anche una certezza di valutazione e quindi di mercato.
Per quanto riguarda il punto 2) dell'interpellanza n. 1852, i Consiglieri regionali chiedono anche se non si ritenga che l'aumento dell'indennità del Presidente attraverso una semplice delibera del Consiglio di amministrazione (anziché...), come previsto dalla disposizione codicistica richiamata in premessa; sia un atto legittimo oppure no.
Come sopra indicato, l'attuale Presidente della società è stato nominato Amministratore delegato in data 18 novembre 1996, con delibera del Consiglio di amministrazione.
Successivamente, in data 24 marzo 1997, il Consiglio di amministrazione ha deliberato un compenso di lire 20 milioni a favore dell'Amministratore delegato, a valere sul primo quadrimestre del 1997 e a fronte della "particolare carica", così come espressamente consentito al Consiglio stesso dal secondo comma dell'art. 2389 del Codice Civile.
In data 24 luglio '97 nuovamente il Consiglio deliberava identico importo per identica finalità a valere sul secondo quadrimestre 1997.
In data 27 ottobre 1997 l'Assemblea dei soci, sostanzialmente ratificando ed assorbendo l'operato del Consiglio di amministrazione rideterminava l'importo a favore del Presidente in lire 80 milioni per (così è testualmente indicato nel verbale assembleare) "remunerare la quantità e qualità del lavoro svolto".
Le sopra accennate deliberazioni assunte risultano, pertanto pienamente valide e legittime.
Per quanto riguarda l'interpellanza n. 1844, le considerazioni sono le seguenti.
Si precisa innanzitutto che il Presidente della società ha investito in titoli obbligazionari l'importo di lire 97 milioni 443 mila 225; tale impiego di momentanea liquidità ha portato la società ad investire il 3,37 dell'attuale capitale sociale.
Ritengo che i numeri si commentino da soli e che l'affermazione "il Presidente avrebbe investito parte del capitale netto della società" non sia assolutamente aderente alla realtà e alla consistenza dei fatti.
In ogni caso, si ritiene del tutto consono alle "finalità regionali di partecipazione alla Società" che il Presidente si preoccupi di far fruttare al meglio la liquidità a disposizione dell'azienda e temporaneamente non impiegata nel processo produttivo, con ciò dimostrando, per chi queste cose ancora sa apprezzare, una volontà tesa e costruire e non a depauperare le risorse.
In merito all'interpellanza n. 1844, per quanto riguarda altre richieste di valutazione e di risposta, relativamente alla somma di 150 milioni di lire per l'acquisto di valuta africana, si è già sopra precisato che l'Amministratore delegato, nell'esercizio legittimo dei poteri ricevuti, ha acquistato titoli obbligazionari e non valuta straniera; non siamo quindi in presenza né di monete d'oro né di banconote.
Si precisa inoltre che i titoli in questione sono stati emessi da una banca di rilevanza internazionale, in forma valutaria "agganciata" ad una valuta "forte" quale quella americana.
Sulle problematiche relative al bilancio, posso consegnare ai Consiglieri che ne hanno fatto richiesta un dossier completo su tutta l'attività della RTP da cui potranno, più che una risposta molto semplicistica da parte mia quale Assessore agli Enti strumentali, ricavare tutti gli elementi di giudizio per comprendere che la RTP in effetti è mirata, sul piano dello sviluppo e della promozione delle attività in base ad una progettualità piuttosto complessa, che nel dettaglio riguarda le problematiche dell'ambiente, della sanità, delle piccole e medie industrie e della pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda invece la richiesta della ragione per cui gli altri azionisti non abbiano aderito all'aumento di capitale, posso dire che in effetti i tempi, nel momento in cui si chiedeva l'aumento di capitale con il disegno di legge, erano così brevi per cui si è rimandata la partecipazione degli stessi nell'ordine della loro partecipazione azionaria nella misura seguente, come ripeto: "La Regione Piemonte vi partecipa per il 33,33%, Telecom Italia 20%, Olivetti S.p.A. 20%, Cassa di Risparmio di Torino 10%, Istituto S. Paolo di Torino 10%, Cedacri Ovest S.p.A. 4,67 CSI 1% e Banca Regionale Europea 1%", sempre nell'attivazione del Piano di sviluppo programmato e deliberato dal Consiglio di amministrazione. Piano di sviluppo per quelle problematiche che ho enunciato poc'anzi e che posso riferire nel dettaglio.
Per la divisione ambiente si prevede un forte incremento nell'anno grazie allo sviluppo del progetto SINA-METEONET, che riguarda le applicazioni operative dei sistemi di monitoraggio ambientale e l'interconnessione in rete dei radar meteorologici regionali.
Tale progetto nasce dall'esigenza di creare un polo per le previsioni radarmeteo nell'area nord-ovest dell'Italia da affiancare a quello già operante nel nord-est.
La Regione Piemonte ha incaricato il Dipartimento di Elettronica del Politecnico, nella persona del prof. Perona, nominato Direttore tecnico dei lavori, di espletare una consulenza riguardante il coordinamento di tale progetto.
Da qui deriva la collaborazione al progetto della RTP in merito alla necessità di affrontare gli aspetti telematici applicati all'interconnessione di sistemi meteorologici di telerilevamento motivazione questa, tra le altre, della costituzione della stessa RTP e della sua stessa natura di partecipata.
Le attività operative RTP in merito al progetto possono essere così riassunte: definizione di procedure tecniche di acquisizione di dati radarmeteo con Svizzera, Francia e polo radar del nord-est caratterizzazione telematica dei collegamenti precedenti fino alla definizione degli output verso il modulo di sviluppo previsto per il rinnovo radarmeteo caratterizzazione del collegamento telematico tra modulo di sviluppo e polo radar del nord-est caratterizzazione del collegamento tra modulo di sviluppo e polo SINA regionale ingegnerizzazione dei pacchetti di pre-elaborazione sviluppati dal Politecnico di Torino definizione delle interfacce e dei collegamenti telematici supporto per la caratterizzazione dei collegamenti telematici.
Tali attività saranno espletate nel periodo di ventidue mesi.
Per la divisione sanità, che presenta uno sviluppo che in parte si pu raffigurare come una naturale evoluzione dell'attività commerciale intrapresa durante il 1997, le principali commesse sulle quali si conta di operare durante l'anno in corso sono le seguenti: Informatizzazione della Clinica Bernini Servizi alle cliniche Progetto M.G.M. (Medici di Medicina Generale) Corsi di formazione.
Le commesse, descritte con maggiore dettaglio nei paragrafi successivi portano la divisione ad un risultato complessivo che porta a un totale spese di 930,4 milioni e un utile di divisione di 44,6 milioni.
C'è poi il dettaglio dei progetti: informatizzazione della Clinica Bernini; servizi alle cliniche e del cosiddetto Centro Unificato Prenotazioni, nell'ambito della informatizzazione del sistema sanitario così com'è stato progettato.
Anche il progetto per quanto riguarda i medici della medicina generale ha un suo dettagliato studio, conforme alle esigenze dei medici della medicina generale. Per quanto riguarda i corsi di formazione la RTP sarà impegnata nell'erogazione di corsi specialistici a medici di medicina generale al fine di consentire ai soggetti interessati un utilizzo dello strumento informatico in modo efficiente e produttivo.
Si arriverà ad avere la informatizzazione negli ambulatori dei medici di base da cui si svilupperà tutto un rapporto di collegamento utile anche per l'abbattimento di talune spese della sanità.
Divisione P.M.I.
Le attività principali della divisione sono le seguenti: progetto cittadella del lavoro progetto cittadella della formazione, nell'ambito di tutto ciò che comunque adesso è elemento di attività diretta delegata. Noi abbiamo votato la legge sulle politiche attive del lavoro, che oltre ai centri per l'impiego dovranno avere dei punti di riferimento di coinvolgimento anche delle attività aziendali perché tra domanda e offerta ci possa essere una fase risolutiva positiva per il collocamento, la qualificazione della formazione professionale.
Nell'ambito di questo progetto per le piccole e medie imprese c'è anche l'agenzia di lavoro interinale. Voi sapete che non è né sostitutiva n suppletiva a tutto quello che era stato rappresentato nel passato dagli uffici di collocamento, ma in ogni caso è un elemento in più e diverso nella articolazione delle politiche attive del lavoro e c'è un progetto che potrebbe essere attivato e che è comunque nell'ambito di una possibile programmazione.
La divisione della Pubblica Amministrazione opererà su due fronti: progetti di formazione in ambito FSE vendita di servizi prodotti.
Per quanto riguarda i progetti di formazione, direttamente o attraverso soggetti di cui alla L.R. 63/95 (enti pubblici con attinenza alla formazione, enti senza fini di lucro emanazioni delle parti locali associazioni con finalità statutarie e formative locali, consorzi con partecipazione pubblica, imprese o consorzi, agenzie formative, quali Agenform) RTP si propone per l'erogazione di prestazioni di docenza fornite da esperti progettazione di moduli didattici allestimento di aule elaborazione di materiali didattici e dispense sviluppo di moduli di formazione a distanza destinati nella categoria occupati di PMI, a: lavoratori impegnati in ruoli esecutivi e/o privi di livelli di qualificazione di base lavoratori impegnati in ruoli di responsabilità e/o funzioni specialistiche quadri e dirigenti titolari e amministratori di piccole e medie imprese funzionari e operatori di organismi legati a parti sociali lavoratori in cassa integrazione guadagni ordinaria.
Tutto questo presuppone nell'ambito del bilancio la necessità dell'aumento per il quale le società che partecipano alla partecipata, la RTP, stabiliranno il loro modo di partecipazione rendendosi responsabili e compartecipi delle quote di spettanza o addirittura non partecipando e quindi RTP troverà nuovi modi di risoluzione per affrontare lo svolgimento di un'attività che è di competenza come prescritto dallo Statuto.
Ripeto, io sono completamente a disposizione per fornire ai Capigruppo comunque al Consigliere Miglietti, tutto il dossier della pratica della RTP che giustifica l'aumento di capitale che è stato richiesto.
Se è soddisfacente quello che io fornisco, allora sono contento anch'io che si sia trovata una soluzione per non ritardare la votazione di questo disegno di legge.
Se non fosse soddisfacente, vedremmo quali sono i termini per i quali non c'è soddisfazione da parte degli interroganti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Le chiedo la parola per completare il discorso dell'Assessore, se permette.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà, con il consenso del Consigliere Papandrea.



MIGLIETTI Franco

Signor Vicepresidente della Giunta, interverrò successivamente per commentare la sua relazione, però devo far rilevare che lei non ha risposto a una precisa domanda che io le avevo posto: qual era il bilancio consolidato del 1997 e se è possibile qual è l'andamento del bilancio al 30 ottobre 1998.
Credo che queste siano due cifre assolutamente essenziali per sviluppare un qualsiasi ragionamento sulla relazione che lei ci ha test evidenziato.



PRESIDENTE

Assessore, lei ha disposizione questi dati?



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Io leggo il bilancio, Presidente. Bilancio al 31 dicembre 1997. Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti: nulla. Immobilizzazioni: lire 2.106.961.501. Naturalmente in questa voce c'è il dettaglio che è questo: immobilizzazioni immateriali lorde: 352 milioni al 31/12/97; fondi ammortamento immobilizzazioni immateriali: 103 milioni; fondi svalutazione immobilizzazioni immateriali: nulla. Totale di queste immobilizzazioni in entrata: 249 milioni; al 31/12/96 invece erano 66 milioni.
Immobilizzazioni materiali lorde. Fondi ammortamento immobilizzazioni materiali: 2,5 miliardi nel 97.



MIGLIETTI Franco

Assessore, ci interessa solo il fatturato!



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Tutto questo è dentro il bilancio.



MIGLIETTI Franco

Cosa vuole dire! Mi dica il fatturato! Lei ha detto: "progetti per" "progetti per", ma non ha detto il fatturato!



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Io non sono un bravo lettore dei bilanci.



MIGLIETTI Franco

Allora chiami un esperto.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Ho ricorso all'escamotage di leggervi il bilancio, poi alla fine da qui ricaverete gli elementi del fatturato oppure non fatturato. Vi ho detto che quello è il progetto che si prospetta per lo sviluppo dell'attività con un fatturato progettuale.



MIGLIETTI Franco

Ci dica quali sono le spese per il personale e il fatturato.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Non lo so trovare. Consigliere Miglietti, mi dispiace, ma non riesco a trovarlo, nel senso che non riesco a leggere il bilancio.



MIGLIETTI Franco

Telefoni!



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Ragione per cui avevo detto che vi avrei dato la copia del bilancio e voi...



MIGLIETTI Franco

Se non ci dice il fatturato e il costo del personale noi di qui non ci schiodiamo!



PRESIDENTE

Probabilmente nelle poste di bilancio non sarà ben evidenziato...



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Allora: costi per il personale. Conto economico: salari e stipendi: Lire 14.670.150; oneri sociali: Lire 7.919.575; trattamento fine rapporto: Lire 625.768; altri costi personale: nulla.



MIGLIETTI Franco

Mi interesserebbe conoscere il fatturato: ricavi, vendite e prestazioni.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Ricavi, vendite e prestazioni sono Lire 262.863.063. Non c'è alcuna variazione dei lavori in corso; incrementi di mobilitazione per lavori interni, altri ricavi e proventi: Lire 197.762.400: contributi in conto esercizio: nulla; ricavi e proventi diversi: Lire 197.762.400. Il totale del valore della produzione: Lire 460.645.463. Questo riguarda il 1997; nel 1996 era di 319.000.000.



MIGLIETTI Franco

Va bene così, Assessore.



PRESIDENTE

Sono sufficienti questi dati? Bene.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Non ho ben capito l'intervento del Vicepresidente Masaracchio, pensavo fosse anche una risposta ad alcune interpellanze presentate - tra l'altro dal nostro Gruppo. In ogni caso, volevo far rilevare una serie di imprecisioni nella risposta.
Abbiamo detto che sono state fatte operazioni finanziare; queste si possono giudicare in vario modo, ma dire che sono stati investimenti legati al dollaro e poi che non sono stati fatti in moneta straniera, non è chiaro. Non sapevo che il dollaro fosse diventato una moneta nazionale! Mi pare corretto rilevare che sono stati fatti investimenti legati al dollaro; l'interpellanza dice una cosa esatta, poi si può stabilire se si è legati ad una moneta stabile o non stabile, sono valutazioni che posso accettare, anche se si dovrebbe esaminare qual è stato il corso del dollaro e non solo affermare che, essendo un investimento in dollari, si tratta di un investimento sicuro (mi pare che il dollaro abbia conosciuto oscillazioni significative nell'arco degli ultimi mesi).
Così come è inaccettabile il discorso che ha fatto l'Assessore, dicendo che circa il 3 o il 5% (non ricordo) del capitale della società è stato utilizzato in queste operazioni, quindi che non è vera l'affermazione che dice sia stato usato il capitale per fare delle operazioni finanziarie.
Assessore, il 5% è il 5%; si può giudicare se è tanto o poco, ma dire che non è stato utilizzato il capitale per delle operazioni, subito dopo aver affermato che ne era stata utilizzata una parte, mi è altrettanto incomprensibile.
Volevo semplicemente rilevare queste contraddizioni nella risposta dell'Assessore ed esprimere, insieme ad altri colleghi, una totale insoddisfazione, poiché era anche una risposta ad alcune interpellanze. E' stata una risposta non comprensibile, che non ci può trovare assolutamente soddisfatti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, credo che, nella distrazione più completa del Consiglio, si stia compiendo un altro atto di cosiddetto "liberismo in salsa Ghigo", perché non c'è altra definizione da dare al liberismo. E' una modalità particolare tutta piemontese, non cavouriana, sicuramente della gestione Ghigo. Non so se i colleghi hanno letto questa deliberazione: è quanto di più dirigistico possa esistere in Italia. Una società dove i privati non sottoscrivono il capitale - qualche motivo ci sarà - e la Regione Piemonte che assicura: "Siccome i privati non lo sottoscriveranno lo sottoscriviamo noi".
E' questo il modo di intendere le partecipate? E la Regione partecipa con l'intero aumento di capitale, che è di 502 milioni? Poco fa, Assessore, lei ci ha detto che questa grande società, che sta facendo il progetto di tutto ciò che esiste di telematico, spende 14 milioni all'anno per il personale. Ripeto: 14 milioni! Ma che società è? Io non so se, quando lei ha votato il bilancio, al di là della lettura di alcune parti (che anche oggi ha fatto), si è reso conto che questa è una grande finzione. Quattordici milioni per l'RTM (titolo grandioso: Rete Telematica Piemontese S.p.A.), vuol dire che, anche dal punto di vista della qualificazione, o è personale non molto qualificato, oppure che lavora solo qualche ora ed ha un fatturato di circa 200 milioni. E noi facciamo un aumento di capitale di 500 e più milioni? E in più scriviamo sul disegno di legge: "Qualora ragioni temporali impediscano la tempestiva sottoscrizione, la Regione manifesta la volontà di acquisire, nei limiti...", ecc., "...le azioni che, emesse a seguito di un'altra deliberazione assembleare di aumento di capitale, risultassero inoptate".
Oggi l'Assessore ci ha detto che i privati non sottoscrivono l'aumento del capitale. Io vorrei che qualcuno, non con l'incertezza delle informazioni che poco fa l'Assessore Masaracchio ci ha dato, ma qualche esperto di aziende (penso all'Assessore Goglio o al Presidente Ghigo) desse una lettura ed un giudizio su questo bilancio, ci dicesse se dobbiamo investire delle risorse in una società di questo tipo e se non esiste un rapporto tra le finalità di questa società e, ad esempio, il CSI. Invece sottoscriviamo l'aumento del capitale.
E' la stessa e identica cosa che successe per l'EC-BIC: una grande passione da parte dell'Assessore Masaracchio, anche lì un aumento di capitale, tanto se i privati non fossero stati d'accordo sarebbe intervenuta la Regione e avrebbe risolto i problemi.
Ma questa generosità con i soldi pubblici è priva di senso, Assessore! Bisogna chiedersi perché i privati non sottoscrivono le quote di aumento di capitale, e sono tutti privati interessanti: Olivetti, Telecom, San Paolo CRT. Qualcuno ci dovrà dire perché non sottoscrivono l'aumento del capitale! Non è solo un fatto temporale, questa poteva essere una giustificazione formale allora, il 29 settembre, quando venne presentato il disegno di legge.
Invito il Presidente della Giunta regionale a spiegarci dove sta il liberismo di questa proposta. Ce lo spieghi, Assessore, dove sta il ragionamento per cui bisogna privatizzare il CSI e poi fare questa operazione.
Dove sta il rapporto, la coerenza? Dov'è, Consigliere Scanderebech (lei è anche Presidente di Forza Italia) il liberismo del suo Gruppo? E' questo il liberismo? Questo neppure nei periodi maggiori di un passato molto criticato esisteva! E' pur vero che nel '90 venne istituita, ma nel momento in cui si hanno questi dati, le società vengono chiuse, si liquidano; e se sono attività interessanti, non si potenzia la società: si passano le attività al CSI (se ha qualche senso).
L'Assessore Masaracchio, invece, si lascia illudere da questi progetti che ci ha raccontato.
Io sono veramente esterrefatto di una modalità così leggera di buttare via il denaro pubblico! Spero che il Presidente Ghigo e la Giunta, tutta quanta, ci rifletta ulteriormente, perché dai dati che ha letto l'Assessore (non dai progetti dai dati di bilancio) questa è una società decotta.
Per la verità, la Giunta può fare qualunque cosa ritiene opportuna (ha già fatto per altre società una cosa simile), ma a questo punto, vista la modalità con cui si procede, preannunciamo la presentazione di un documento complessivo, dove faremo constatare la grande incoerenza tra obiettivi enunciati in diverse occasioni e tutti gli aumenti di capitale che, momento per momento, quasi Consiglio per Consiglio, vengono proposti soltanto per garantire qualche eventuale amicizia.
Non c'è altra motivazione. Spiegateci se ci sono motivazioni economiche; se non ci sono motivazioni economiche, si tratta di amicizie di interessi, magari politici, e non di altro. Spiegateci che non è così.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Finalmente siamo riusciti a capire un po' qual è la funzione di questa S.p.A.
Il Consigliere Saitta ha già fatto rilevare alcune contraddizioni nel merito.
Io non ho nulla da dubitare per quanto riguarda eventuali progetti che questa RTP a suo tempo ha maturato, pur non essendo ancora riuscita a decollare in questa direzione.
La cosa che mi sconcerta, però, è che questa S.p.A. è stata costituita con la partecipazione di privati di tutto rispetto.
A parte la pochezza del capitale sociale, ma probabilmente non era necessario che fosse molto di più; a parte che nel 1997 c'era un dipendente e mi pare che invece nel 1998 siano sette o nove...



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Si è creata la struttura!



MIGLIETTI Franco

Ma lei deve dirmelo, Assessore!



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Mi avete chiesto del '97, io vi rispondo per il '97!



MIGLIETTI Franco

Io le ho anche chiesto di dirmi qual era il volume di fatturato e la consistenza del personale al 30 ottobre 1998. Lei deve dirmele le cose Assessore, altrimenti mi tocca poi chiedergliele, e me ne dispiace! Nel 1997, su 2 miliardi e 100 milioni investiti, ha fatturato 260 milioni; lei ha detto che 14 milioni e 170 mila lire sono per il personale: se si aggiungono gli oneri riflessi, andiamo a 21-22 milioni.
Gliel'ho già detto l'altro giorno: credo che, in queste condizioni neanche la bottega di un artigiano che ripara le biciclette rimarrebbe in piedi più di un minuto. Inoltre, rispetto al fatto che il Presidente venga remunerato con tre tranche da 20 milioni l'una (risposta sua che mi sono annotato) - ripeto, tre tranche per il 1997 da 20 milioni - per un totale di 60 milioni, ai quali occorre aggiungere i 20 deliberati, le dico sinceramente che non ho parole.
Se avesse prodotto due miliardi di fatturato, potrei anche accettarlo ma pagare 80 milioni il Presidente per aver prodotto 262 milioni di fatturato, credo che sia... Evitiamo i commenti.
Vi è poi un altro problema, cioè quello dell'attinenza specifica e della correlazione specifica del prodotto che viene offerto da questa S.p.A., che dovrebbe stare all'interno di un'altra logica. Anziché andare a mettere in atto una logica di smantellamento di una struttura che fattura 140 miliardi all'anno (come abbiamo sentito e dibattuto, ma ne riparleremo), la cosa più semplice sarebbe...
Vorrei che il Presidente mi ascoltasse, per cortesia, visto che non c'è neanche l'Assessore Burzi; prego il Vicepresidente e il Presidente di ascoltarmi: così facendo, potrebbero poi consultarsi per verificare se la mia proposta è sensata.
Io cerco di fare delle proposte a lume di naso, ma che abbiano un senso.
Questa S.p.A. coinvolge privati di altissimo lignaggio come il San Paolo, la Olivetti, la Telecom (e chi più ne ha, più ne metta): sono 4 o 5 che detengono una piccolissima parte; perché, anziché passare al 56-57-60 di capitale sociale direttamente come Regione, non si fa subentrare il CSI? In questo modo, la si farebbe diventare una S.p.A. con capitale sociale del CSI, che potrebbe portare avanti le diverse iniziative.
Io non ho nessun motivo di dubitare delle cose che ha detto il Vicepresidente Masaracchio: è stato puntuale su quali sono le idee che ha questa società. Quindi, diventi pure una società a capitale privato, una S.p.A. con capitale privato, ma con la detenzione delle quote, anziché da parte della Regione Piemonte, da parte del CSI.
Questa, secondo me, sarebbe un'ottima occasione per ottenere uno sviluppo, perché dietro le spalle avrebbe una struttura ormai consolidata ed avrebbe successo anche come RTP.
Perché non fate un'operazione di questo genere, che sarebbe un'operazione intelligente su cui nessuno avrebbe nulla da dire? Abbiate pazienza! Non si passa, in un anno, con 260 milioni di fatturato, da 20 milioni deliberati dall'assemblea della S.p.A. a 80 milioni deliberati dal Consiglio d'amministrazione della S.p.A.! Un po' di dignità e un po' di coerenza, nelle cose, altrimenti ci fate dire delle cose che non vorremmo neanche dire.
Prego quindi l'Assessore competente e il Presidente della Giunta di pensare, non dico di decidere, ma di pensare alle proposte da me test fatte: si salverebbe un po' la faccia anche dello stesso Governo regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore agli enti strumentali

Ribadisco le cose che ho già detto prima, tenendo conto delle osservazioni del Consigliere Miglietti, che sono molto più puntuali di quanto non siano state altre. Per quanto riguarda il 1997, il fatto stesso che salari e stipendi siano nell'ordine di 14 milioni e 600 mila lire significa che tutta la struttura RTP era nell'ambito di un'autopromozione per cui quello era il modo in cui si trovava strutturata la partecipata.
Nel 1998 sono state create delle strutture per lo sviluppo di quella progettualità, che ho già delineato. Sapete benissimo che i progetti costano e quindi nell'ambito di tutta quella progettualità sarà affrontato lo sviluppo della RTP, con la partecipazione o meno - dico meno, perché si andrà al confronto diretto - dei soci della partecipata che potranno stare alla conduzione ed essere coinvolti direttamente, come potranno non starci.
Nel caso in cui non ci stessero - ne avevo accennato anche nell'altra seduta, nell'ambito di tutto ciò che è la telematizzazione del sistema e ne ho parlato anche in sede di commissione consiliare - la RTP ha il progetto per diventare quella partecipata che coinvolge nel territorio determinati settori.
I settori individuati sono: il settore del lavoro, il settore del coinvolgimento delle piccole e medie aziende, il settore della sanità che ha una sua specificità articolata, dentro cui il maggior lavoro della RTP potrà essere svolto utilmente.
Tutto questo rappresenta un costo. Per poterlo sviluppare, onde evitare che il costo sia vanificato del tutto, mi rifaccio a qualche altro intervento che è stato pronunciato in Consiglio in un'altra seduta, è necessario che la RTP non sia chiusa, eliminata oppure superata, ma sia potenziata perché nello sviluppo si abbia la ragione di quello che è il progetto della RTP.
La Giunta, il Consiglio regionale se vorrà accettarlo, può ravvisare, a seconda delle angolature in cui si determina un giudizio sulla partita, che va definita con il disegno di legge, la possibilità di questo sviluppo. Per far questo è necessario, onde superare i termini, che sono molto rigorosi e che vanificherebbero il tutto, che il disegno di legge diventi legge, che l'aumento del capitale ci sia - senza fare accenno all'E.C.BIC, che poteva avere, dopo la crisi precedente di un miliardotrecentomilioni di debiti, un possibile sviluppo per diventare struttura di promozione delle aziende e non l'ha avuto perché è intervenuto lo stesso giudizio che si sta dando alla RTP.
Oggi E.C.BIC è stata assorbita, quanto meno l'etichetta, da Finpiemonte e vedremo quali potranno essere gli sviluppi; allo stato attuale delle cose, RTP si presenta con la richiesta di aumento di capitale perché ci sia lo sviluppo. Starà all'amministrazione regionale, starà alla Giunta, starà al Consiglio controllare direttamente tutto ciò che va controllato. Non ho presente il bilancio della RTP del '98, lo esamineremo, sarà valutato, ma allo stato attuale delle cose non ci risulta alcun elemento che sia del tutto negativo nei confronti della RTP che ci fa la proposta di un possibile sviluppo con una progettualità già finanziata.
C'è una struttura che va soddisfatta per le esigenze che rappresenta.
Questa è la mia risposta, ho detto persino che sono disposto a darvi tutto il dossier in modo che possiate valutarlo attentamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Assessore D'Ambrosio, ho sentito dire, da parte del Vicepresidente della Giunta, che negli obiettivi di questa S.p.A. vi è l'informatizzazione del sistema di prenotazione e quindi un intervento all'interno delle A.S.L.
e delle aziende ospedaliere. Mi auguro che il 53% che detiene la Regione Piemonte nel capitale di RTP non consenta di andare ad una trattativa privata o ad un affidamento diretto di queste progettualità, perché se così fosse, nel momento in cui ne veniamo a conoscenza, ci saranno sicuramente problemi. Preferisco essere molto chiaro prima.
Visto che c'è un fatturato di 260 milioni, vi è un bilancio del personale di 14 milioni ed un capitale sociale di 2 miliardi - se approverete e accetterete i suggerimenti che vi ho dato si aggirerà sui 2 miliardi e mezzo - credo che tutta la problematica verrà affrontata correttamente; problematiche che, tra l'altro, conosco perfettamente in quanto ho fatto l'amministratore di U.S.L. e quindi conosco i grossi problemi che si mettono in atto.
In questi dieci anni sono stati fatti grandi passi in avanti per quanto riguarda l'informatizzazione e il sistema telematico all'interno delle aziende ospedaliere e delle A.S.L. Credo che vada usata una grandissima prudenza riguardo questa questione. Naturalmente voteremo contro questa delibera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

E' una dichiarazione di voto complessiva. Voto contrario.
Colgo l'occasione per fare ancora un invito alla Giunta per non procedere all'approvazione di questa legge. E' un invito che mi sento di dover ripetere, perché più si discute e più emergono le contraddizioni di un impianto che non regge. Ho seguito poco la cosa, mi sono fermato ai pochi dati che ha fornito l'Assessore. E' chiaro che sentire parlare di 80 milioni al Presidente, 260 milioni di fatturato, 14 milioni di personale porterebbe qualunque persona di buon senso ad interrogarsi, anziché tacere e "sopportare" magari per qualche accordo di carattere politico.
La Giunta approvi pure il disegno di legge, ma io andrò a cercarmi le dichiarazioni dei liberisti che hanno partecipato all'assemblea degli azionisti, per sapere cosa hanno detto in relazione a questi bilanci. Andr a capire quali sono stati i suggerimenti del Presidente Ghigo, del Vicepresidente Masaracchio o dell'Assessore Burzi e come hanno introdotto questa grande ventata di managerialità nell'assemblea degli azionisti.
Voglio anche capire come sono stati dati gli incarichi all'interno di questa società, a quale logica hanno corrisposto. Mi sembra di essere abbastanza preciso sugli interrogativi che mi pongo. Voglio capire se questa risponde ad una logica economica, oppure a delle logiche diverse.
Logiche economiche no, perché chiunque di noi avesse una società con queste caratteristiche la chiuderebbe! Quindi se si tiene in piedi non è per tranquillizzare qualcuno? Chi, non l'ho capito! Chi dobbiamo tranquillizzare? Presidente Ghigo, chi dobbiamo tranquillizzare per questa società visto che il risultato è negativo? Lo spieghi, non stia in silenzio come se lei fosse disinteressato al tema. A chi dobbiamo pagare? A quale persona? Dopodiché la Giunta è libera di fare ciò che vuole.
Sottolineo che, se si intende procedere in questo senso, andremo fino in fondo sul come è stata gestita la società e sul ruolo di alcuni personaggi: si tratta di spreco di denaro pubblico! Non illudetevi che la questione della rete telematica finisca qui: non finisce assolutamente qui. Il silenzio del Presidente Ghigo lo riteniamo preoccupante. Questi silenzi del Presidente Ghigo e della sua Giunta li trasmetteremo; li renderemo noti a quel blocco sociale che ha sostenuto la sua campagna elettorale: Unione industriale e altri.
Invieremo anche i dati della RTP, racconteremo i suoi silenzi è diremo loro che questo è il liberismo della Giunta Ghigo! Diteci dove sta la novità. Se lei, Presidente, vuole concorrere a questa sfida, lo faccia, ma noi non ci sottrarremo ad un'azione politica mirata a sottolineare "l'inganno" che avete creato annunciando liberismo! Nei comportamenti concreti siete dei dirigisti e utilizzate il denaro pubblico soltanto per alcune clientele.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 29 voti contrari 8 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 30 voti contrari 9 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 28 voti contrari 8 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 28 voti contrari 9 L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 27 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

In diverse occasioni abbiamo rinviato, dopo averlo citato come ordine del giorno particolarmente opportuno, un ordine del giorno a proposito della Certosa di Collegno. Si tratta di un documento che richiede delle soluzioni assolutamente urgenti da assumere tra Assessorato alla sanità Assessorato alla cultura e, naturalmente, Assessorato al patrimonio.
Le chiedo, Presidente, che questo ordine del giorno venga discusso venerdì in apertura di seduta, in modo che il Consiglio dia una direttiva per gli atteggiamenti da tenere all'interno dell'esecutivo.



PRESIDENTE

Avevo già cercato di portarlo all'attenzione, ma...



RIBA Lido

C'è già la firma di tutti i Gruppi, quindi non è un problema...



PRESIDENTE

Avevo già cercato di porlo in votazione, ma mi è stato detto che c'erano dei problemi.



RIBA Lido

Non lo votiamo adesso perché manca un Gruppo al completo che aveva chiesto di...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



RIBA Lido

Va beh, insomma, non è una questione...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



RIBA Lido

Per me va bene votarlo venerdì con la presenza di tutti i Gruppi.



PRESIDENTE

Venerdì lo porremo all'attenzione.



(Interventi fuori microfono di alcuni Consiglieri)



PRESIDENTE

Questo è più un problema dei Capigruppo; io lo porterò...



(Interventi fuori microfono di alcuni Consiglieri)



PRESIDENTE

No, se è il problema dell'iscrizione possiamo vedere, con 40 voti si può iscrivere, però non è stato iscritto. Comunque, da un punto di vista pratico, se non viene poi posto in votazione è la stessa cosa perché per venerdì può essere iscritto in occasione della Conferenza dei Capigruppo.
Non è che ci sia una particolare conseguenza.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Gli ordini del giorno su tale questione sono attuali, nel senso che o li affrontiamo adesso oppure perderanno di attualità. Sono già stati iscritti.



PRESIDENTE

Questi due documenti sono già iscritti, li stavo portando in votazione.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordini del giorno n. 877 e n. 878 inerenti a "Sostegno alla richiesta di asilo politico del leader curdo Abdllah Ocalan" (seguito)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora gli ordini del giorno n. 877 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti e n. 878 presentato dai Consiglieri Cavaliere Spagnuolo, Montabone, Manica, Saitta, Bellingeri, Dutto, Cotto, Leo e Riba precedentemente iscritti all'o.d.g.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 877, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della richiesta di Abdallah Ocalan, leader del PKK, di asilo politico da parte dell'Italia viste le dichiarazioni di Abdallah Ocalan di rispettare i valori del popolo italiano e di condannare con tutte le sue forze il terrorismo condannato il genocidio contro il popolo Kurdo auspicato che gli organismi internazionali per i diritti umani, l'ONU e l'Unione Europea operino per il riconoscimento dei diritti politici e civili del popolo Kurdo invita il Presidente del Consiglio dei Ministri a concedere l'asilo politico al leader del PKK Abdellah Ocalan".
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Visto che la situazione è delicata, rubo solo un minuto per dichiarare l'astensione del Gruppo di Alleanza Nazionale motivandola molto semplicemente.
Noi oggi non abbiamo gli elementi per valutare chi sia questa persona.
Sappiamo che è il capo del PKK; c'è chi ne dice le cose più turpi e c'è chi ne dice le cose migliori. Noi abbiamo sempre dato tutta la nostra solidarietà alle legittime rivendicazioni del popolo Kurdo, ma di avallare la richiesta di asilo politico per un personaggio dai contorni estremamente confusi sicuramente non ce la sentiamo. Quindi, pur ribadendo il nostro desiderio che un giorno il popolo Kurdo non sia più smembrato, ma che possa avere uno stato proprio, su questo caso di specie ribadiamo tutta la nostra perplessità per la fretta e per il mancato approfondimento con cui si chiede un voto di questo tipo e proclamiamo la nostra astensione.



PRESIDENTE

Ci sono altre dichiarazioni? La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, io faccio una dichiarazione su tutti e due gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Ricordo però che in uno si invita a concedere asilo politico nell'altro si auspica che il Governo italiano possa accogliere tale richiesta.



CAVALIERE Pasquale

Esatto, io faccio una dichiarazione di voto su tutti e due gli ordini del giorno, anche se voterò a favore anche del primo, motivando per particolarmente l'ordine del giorno sottoscritto da diversi Consiglieri Capigruppo (chi non l'ha sottoscritto non l'ha fatto perché non gli è stato materialmente sottoposto il testo).
In parte è vero ciò che dice il Consigliere Ghiglia, però la questione non è quella della situazione individuale di un soggetto, ma si evidenzia la condizione in generale del popolo Kurdo e il suo diritto alla autodeterminazione, auspicando che il leader Kurdo possa beneficiare dell'asilo politico, anche per il valore simbolico che sta assumendo in questa fase tale vicenda per lo stesso popolo Kurdo.
Questa è la motivazione. Quella del PKK è invece un'altra questione.
L'auspicio è che ci sia un indirizzo verso l'autodeterminazione del popolo Kurdo e che possa essere sostenuta. C'è una Commissione che affronterà la questione dell'asilo politico, ma noi auspichiamo che ci possano essere le condizioni perché venga concesso. Grazie.



PRESIDENTE

La distinzione è puntuale.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Anche noi ci asteniamo perché se ci trovassimo di fronte ad un ordine del giorno che prevedesse semplicemente il sostegno all'autodeterminazione del popolo Kurdo, lo voteremmo senza alcuna esitazione, ma qui ci sono ancora delle condizioni non chiare: il presupposto da cui si parte è la persona in quanto capo del PKK, quindi ci asteniamo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 877.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 1 voto favorevole e 18 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri).
Passiamo all'ordine del giorno n. 878 a firma dei Consiglieri Cavaliere, Spagnuolo, Montabone, Manica, Cotto, Saitta, Riba, Dutto e Leo il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso della richiesta di asilo politico inoltrata dal leader Kurdo Abdallah Ocalan al governo italiano, dopo essersi nei giorni scorsi consegnato alla magistratura italiana considerata la tragedia storica del popolo Kurdo perseguitato da decenni soprattutto dai governi dell'Iraq, dell'Iran e della Turchia, e che non vede ancora riconosciuto pienamente il suo diritto all'autodeterminazione e a seguito delle dichiarazioni dello stesso Abdallah Ocalan per una soluzione pacifica della questione Kurda auspica che il Governo italiano possa accogliere tale richiesta anche per il significato simbolico che questo atto riveste per i destini del popolo Kurdo".
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 18 voti favorevoli e 13 astensioni.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Presentazione interrogazione n. 2213 relativa a "Situazione dei profughi romeni accampati in via Cuneo a Venaria"


PRESIDENTE

E' pervenuta all'Ufficio di Presidenza una interrogazione, di cui do lettura, però se non rientrano altri Consiglieri, non abbiamo le condizioni per iscriverla.
Il testo di tale interrogazione, presentata dai Consiglieri Benso e Montabone, recita: "I sottoscritti Consiglieri regionali vista la situazione disperata in cui versano i profughi romeni attualmente "residenti" in via Cuneo a Venaria e cioè accampati senza riscaldamento n luce elettrica, in balìa del freddo destinato a diventare sempre maggiore con la mancanza dei servizi igienici più elementari e l'indubbio disagio sia loro sia dei residenti chiede al Presidente della Giunta e all'Assessore competente quali provvedimenti intenda assumere per la soluzione di detto problema".
Più che un ordine del giorno, questa è un'interrogazione, perciò viene rubricata come tale e inviata ai competenti uffici della Giunta.
Prima di sciogliere la seduta, chiedo ai Capigruppo di venire al banco della Presidenza, non per fare una riunione, ma per dare un'informazione che posso comunque comunicare all'intero Consiglio.
Si tratta di una lettera che ho ricevuto dal Presidente dell'Agenzia Regionale per la Promozione turistica relativa alla promozione dei prodotti.
Invito quindi i Capigruppo ad avvicinarsi al banco della Presidenza.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.38)



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