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Dettaglio seduta n.302 del 10/11/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Benso e Farassino.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori - Presentazione mozione d'ordine


PRESIDENTE

Secondo le intese raggiunte nella Conferenza dei Capigruppo riprendiamo i lavori con il punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame del disegno di legge n. 336.
Informo inoltre che prima della chiusura di questa seduta sarà portata all'approvazione del Consiglio la proposta di deliberazione di modifica della deliberazione consiliare istitutiva di una Commissione d'indagine che introduce la problematica relativa all'appalto di cui si è discusso questa mattina.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Non vorrei sbagliare, ma la riunione dei Capigruppo concordò che venisse svolta anche una comunicazione del Presidente su una serie di questioni indicate al punto 5) all'o.d.g.



PRESIDENTE

Questo era stato detto ed era stato infatti indicato nell'o.d.g. Per l'approvazione del disegno di legge n. 336 è urgente in quanto abbiamo ricevuto un sollecito da parte del Ministro. Tra l'altro, abbiamo anche la giornata di venerdì per fare queste comunicazioni.



(Commenti del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

Ripeto che il provvedimento sulla VIA è stato sollecitato dal Ministro.
Avevamo anche detto di contenere nella parte della mattinata le interrogazioni e le comunicazioni, poi purtroppo il dibattito si è trascinato oltre le previsioni.



SAITTA Antonino

Però nella giornata di oggi l'impegno era questo. Che poi il Presidente ritenga di modificarlo è un'altra questione. Su EXPO 2000 vorremmo poter dire perlomeno qualcosa, perché non vorrei che discutessimo di questo dopo che il Consiglio di amministrazione ha assunto delle decisioni. Io credo che sia utile ed importante che la comunicazione su EXPO 2000, che avevamo richiesto ripetutamente, sia svolta immediatamente.
Sui Saloni del Libro e della Musica non parlo io perché aveva chiesto la parola il collega Ghiglia, ma la comunicazione su EXPO 2000 è opportuno farla subito, perlomeno l'impegno a renderla in giornata.



PRESIDENTE

Chiedo la collaborazione di tutti nel senso di affrontare l'esame del disegno di legge n. 336 nel rispetto delle procedure, ma senza passaggi che possono essere superati.
Chiedo quindi al relatore Griffini di illustrare la relazione.



CAVALIERE Pasquale

Però prima chiariamo l'o.d.g.!



PRESIDENTE

Abbiate pazienza, Consiglieri, vi ho chiesto collaborazione, perché se introduciamo qualche elemento di procedura perdiamo troppo tempo.
La Giunta è disponibile a svolgere le comunicazioni, lo ha ribadito dobbiamo però fare una contemperazione tra le esigenze di comunicazione perciò di dibattito politico, e le esigenze di approvare dei provvedimenti che sono sollecitati.



(Vari Consiglieri alzano la mano per chiedere la parola)



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, vi chiedo la cortesia di permettere di avviare subito l'esame del disegno di legge n. 336. Non possiamo introdurre ulteriori elementi di procedura. In Conferenza dei Capigruppo mi si chiede doverosamente di evidenziare l'attenzione su certi aspetti e poi in aula ci perdiamo in disquisizioni che dire bizantine...
Consigliere Montabone, lei non è d'accordo sull'affrontare il disegno di legge n. 336?



MONTABONE Renato

Presidente, io sono d'accordo su tutto quello che vuole fare la Giunta e la maggioranza di questo Consiglio, però vorrei che si rispettassero le regole.
Due settimane fa, io sono stato interrotto, dopo la comunicazione del Presidente su EXPO 2000, da lei, Presidente, che ha detto che c'era un provvedimento urgente da passare, quello relativo ai giovani, dopodich finita la discussione sui giovani - è mancato il numero legale e quindi si è interrotta una discussione che era in corso.
La scorsa settimana le cose sono andate come sono andate, oggi stanno andando come stanno andando, io dico che le regole qui non sono più rispettate! Non sono più rispettate! Quindi, io lascio al Consiglio il giudizio rispetto all'andamento dei lavori.
Alla riunione dei Capigruppo - ripeto - si dicono delle cose, queste cose non si riescono a fare, allora non facciamo più la riunione dei Capigruppo! Veniamo in Consiglio e decidiamo qui cosa dobbiamo fare!



PRESIDENTE

Vi ho chiesto una cortesia personale; se vogliamo passare tutta la giornata a ricordare gli impegni presi nelle giornate scorse... Credo per che non sia quello che si vuole fare.
Vi ho chiesto di poter affrontare l'esame del disegno di legge n. 336 relativo alla Valutazione di Impatto Ambientale. Si tratta di un provvedimento che è stato sollecitato dal Ministro dell'Ambiente, da Gruppi di maggioranza e di minoranza, è al nostro esame da molto tempo: non so che cosa ci possa essere ancora.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Non chiedo di discutere gli impegni che erano stati assunti, ma di rispettarli, se possibile!



PRESIDENTE

Il rispetto io lo chiedo all'Assemblea!



CHIEZZI Giuseppe

Ma la questione di EXPO 2000 non era la prima questione da affrontare?



PRESIDENTE

No, perché se era la prima questione avremmo dovuto affrontarla questa mattina. E' una delle tante emergenze! Vi chiedo ancora una volta - lo ripeto anche a lei - di poter affrontare il disegno di legge n. 336 che ha un'urgenza di tipo clamoroso. L'impegno era stato di affrontare tutta una serie di argomenti così come sono stati recepiti nell'o.d.g., ma c'era anche l'impegno di affrontarli in mattinata. Ora, se il dibattito è stato tale per cui non abbiamo potuto farlo, nel pomeriggio bisogna partire con un provvedimento.



CHIEZZI Giuseppe

Secondo me, rispetto a questo provvedimento, la discussione su EXPO 2000 è più importante. Grazie.



PRESIDENTE

Ritiene che dobbiamo fare una votazione su come dobbiamo iniziare i nostri lavori? Io ho proposto di iniziare i lavori con il disegno di legge n. 336. Se lei ritiene che la maggioranza dell'aula sia di avviso diverso posso porre in votazione l'inversione dei punti all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Vorrei fare un commento come Consigliere che ha aspettato fino adesso l'esito della riunione dei Capigruppo. Le problematiche che stanno emergendo sono esattamente quelle che dovevano essere affrontate in tale riunione. Vorrei sapere di che cosa si è discusso.



PRESIDENTE

L'ho riassunto brevemente poc'anzi.
Propongo nuovamente di iniziare l'esame del disegno di legge n. 336. Se ci sono delle riserve, pongo in votazione la mozione d'ordine per l'esame del ddl n. 336..
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 29 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Opere pubbliche - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 336: "Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del disegno di legge n. 336, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. A questo punto sorge spontanea una domanda in sintonia con quanto diceva la collega Ferrero.
Sui punti rimasti da discutere potremmo tergiversare sul fatto che alcuni di noi hanno inteso che vi fosse una scaletta, mentre altri hanno inteso che vi fosse una tempistica. Abbiamo votato, va bene. Noi siamo responsabili sul disegno di legge n. 336 considerandolo comunque un provvedimento che ha necessità di vedere la luce.
Detto questo, i punti rimasti da discutere (EXPO 2000, Saloni del Libro e della Musica, ATR, ecc.) quando li discuteremo? Altrimenti nemmeno questo tipo di minima agenda...



PRESIDENTE

Se non riusciamo ad esaminare questi punti entro oggi, li rimandiamo a venerdì.



SUINO Marisa

Venerdì in mattinata?



PRESIDENTE

Venerdì fin quando ci sarà attività di Consiglio.



SUINO Marisa

Presidente, allora la sua intenzione sarebbe di procedere con il disegno di legge n. 336 e immediatamente dopo continuare il dibattito su EXPO 2000. Qualora non vi fosse tempo oggi, rimandare tale dibattito a venerdì mattina?



PRESIDENTE

Poi c'è la Montecchi, ATR e i Saloni del Libro e della Musica. Questi sono gli argomenti che dobbiamo esaurire tra oggi e venerdì.



SUINO Marisa

Montecchi viene dopo, Presidente. La scaletta era un'altra.



PRESIDENTE

La scaletta prevede il disegno di legge n. 336, EXPO 2000, ATR, Saloni del Libro e della Musica e Montecchi. Mi auguro che entro venerdì si possano esaminare tutti questi punti.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 336.
Relatore è il Consigliere Griffini, che ha facoltà di intervenire.



GRIFFINI Massimo, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Premessa.
I programmi d'azione delle Comunità Europee in materia ambientale hanno sottolineato come la migliore politica ecologica consiste nell'evitare fin dall'inizio inquinamenti ed altre perturbazioni, anziché combatterne successivamente gli effetti e hanno affermato che in tutti i processi tecnici di programmazione e di decisione si deve tenere subito conto delle eventuali ripercussioni sull'ambiente.
La direttiva n. 85/337 CEE ha introdotto a livello comunitario la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) su determinati progetti pubblici e privati, ritenendo tale procedura lo strumento privilegiato per valutare preventivamente tali ripercussioni, completando e coordinando le procedure di autorizzazione dei progetti pubblici e privati che possono avere un impatto rilevante sull'ambiente. Tale direttiva contiene un elenco delle tipologie di opere da sottoporre alla procedura strutturato in due allegati: l'allegato I, relativo ai progetti che devono essere obbligatoriamente sottoposti a VIA da parte di tutti gli Stati membri e l'allegato II, relativo ai progetti che devono essere sottoposti a VIA quando gli Stati membri ritengono che le loro caratteristiche lo richiedano.
Il quadro normativo comunitario di riferimento è completato da: la direttiva CE n. 96/61 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento, che sancisce all'art. 7 il principio dell'approccio integrato del rilascio dell'autorizzazione, per determinate categorie di impianti industriali, imponendo che 'gli Stati membri adottino le misure necessarie per il pieno coordinamento della procedura e delle condizioni di autorizzazione quando sono coinvolte più autorità competenti, al fine di garantire un approccio integrato effettivo di tutte le autorità competenti per questa procedura' la direttiva n. 97/11 CE che aggiorna ed integra la direttiva n. 85/337 CEE, sulla base dell'esperienza condotta finora negli Stati membri la proposta di direttiva del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente naturale (97/C 129/08) che rappresenta un primo punto di riferimento in materia.
Nell'attuale contesto normativo risultano ribaditi alcuni contenuti base: la VIA quale strumento di analisi preventiva degli effetti ambientali delle azioni antropiche, sia ad ampia scala programmatica, che a più ridotta scala progettuale la VIA quale strumento 'integrante', sia nel senso che utilizza un approccio multifattoriale, che tiene conto di tutti i recettori ambientali e delle interazioni tra i diversi effetti possibili, sia nel senso che integra la valutazione d'impatto nella programmazione di progetti ed interventi nei principali settori economici la VIA quale strumento a carattere tecnico-consultivo, che richiede la raccolta, l'analisi e l'impiego di dati scientifici e tecnici, sui quali il proponente si confronta con l'autorità competente e con i cittadini che partecipano al procedimento.
Le principali novità introdotte riguardano invece, oltre all'aggiornamento degli elenchi dei progetti da sottoporre a VIA: il completamento e l'affinamento delle regole relative alle procedure con il riconoscimento della capacità degli Stati membri di determinare soglie e criteri per l'applicazione delle stesse l'attribuzione al proponente della facoltà di richiedere un parere sul contenuto e sull'ampiezza delle informazioni da elaborare e fornire ai fini della valutazione, per rendere gli studi di VIA più adeguati ai contesti ambientali e rispondenti alle caratteristiche progettuali l'approfondimento delle regole di pubblicità.
Il recepimento della direttiva n. 85/337 da parte del nostro Paese è stato effettuato, in prima applicazione, con i decreti DPCM n. 377/88 e DPCM 27/12/1988, che riguardano unicamente i progetti dell'allegato I della direttiva stessa, mentre la legge quadro nazionale in materia, prevista dall'art. 6 della legge n. 349/86, nonostante la pluriennale giacenza presso le Commissioni parlamentari, non è ancora stata emanata; al momento attuale, il disegno di legge nazionale è stato approvato dal Senato ed assegnato alla Commissione Ambiente della Camera dei deputati.
L'incompleto recepimento della direttiva n. 85/337 ha determinato l'avvio di un procedimento di infrazione dell'Italia presso la Corte di giustizia della Commissione Europea, rallentato dall'avvenuta pubblicazione del DPR 12/4/1996 - Atto di indirizzo e coordinamento concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale, previsto dalla legge n. 146/94 'legge comunitaria 1993', sulla GU del 7/9/1996.
L'atto di indirizzo ha dato alle Regioni nove mesi di tempo per l'emanazione di una legge regionale per definire 'condizioni, criteri e norme tecniche per l'applicazione della procedura di VIA ai progetti inclusi nell'allegato II della direttiva n. 85/337 CEE'.
Il 29/9/1998 la Commissione delle Comunità Europee ha emesso, ai sensi dell'art. 169, primo comma, del trattato CE, il Parere motivato complementare, secondo il quale la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi che le incombono in virtù della direttiva n. 85/337 CEE, invitando la stessa ad adottare le misure necessarie per conformarsi al predetto parere motivato entro e non oltre il termine di due mesi a decorrere dalla sua notifica al Ministro degli Affari Esteri, avvenuta il 2/10/1998.
I nuovi contenuti normativi comunitari sono stati già in parte anticipati dall'Atto di indirizzo, visto che all'epoca della sua elaborazione ed emanazione, la proposta della nuova direttiva era già conosciuta e discussa.
A livello statale l'Atto di indirizzo si inserisce nel più generale quadro normativo che si sta delineando con le leggi Bassanini, che stabiliscono in via generale i principi del coordinamento, semplificazione e snellimento di procedure, al fine di dare certezza di tempi e ruoli nell'ambito della pubblica amministrazione. Infatti, a livello procedurale l'Atto di indirizzo esplicitamente richiede che le Regioni dispongano modalità per la normalizzazione delle procedure e l'unificazione di autorizzazioni e pareri ambientali preliminari.
Il disegno di legge 'Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione' costituisce l'adempimento previsto dall'Atto di indirizzo e coordinamento emanato con DPR del 12/4/1996, che completa a livello italiano il recepimento della direttiva CEE n. 85/337. Esso si configura quale risposta all'esigenza ormai consolidata di un approccio preventivo ed integrato alle problematiche ambientali connesse ai processi decisionali e rappresenta un'occasione di riordino procedurale e normativo, oltreché previsto dal DPR stesso richiesto anche dalla riforma Bassanini.
Pur in assenza di una legge quadro nazionale in materia ed in presenza di una situazione, come già detto, in continua evoluzione e definizione, il disegno di legge regionale ha cercato di stabilire alcuni punti fermi e di individuare possibili soluzioni a problemi complessi, ampliando il campo di applicazione, strettamente connesso al DPR 12/4/1996, anche alle disposizioni inerenti il parere regionale nell'ambito delle procedure statali nonché alle modalità di predisposizione di piani e programmi ai fini della loro compatibilità ambientale.
L'ambizione è quella di costituire una sorta di legge quadro regionale che, oltre ad essere un adempimento, vuole rappresentare uno strumento strategico per perseguire vari obiettivi quali: innescare un circolo virtuoso al contorno affermare la valutazione ambientale come metodo e come elemento informatore delle scelte strategiche (leggi, piani e programmi) riorganizzare in un 'unicum' i processi decisionali e le diverse procedure, accorpando in un solo soggetto le funzioni di valutazione e di autorizzazione assicurare, attraverso l'informazione e la partecipazione 'precoce' delle comunità locali, il coinvolgimento reale delle stesse negli approfondimenti e nelle scelte garantire la diffusione dei fondamenti culturali, metodologici e procedurali della VIA nei diversi momenti decisionali degli Enti locali assicurare attraverso il supporto dell'Agenzia regionale per l'ambiente prevista dalla legge n. 61/94 e dalla L.R. n. 60/95, all'intero sistema delle autonomie locali un livello unitario ed omogeneo di conoscenze del territorio e dell'evoluzione dei fenomeni, che risulta decisivo per garantire la coerenza complessiva delle scelte e delle realizzazioni.
Ponendo ora l'accento sui contenuti del disegno di legge, si deve innanzitutto premettere che la VIA non è uno strumento di verifica del rispetto di standard, limiti o vincoli di tutela ambientale, ma un mezzo per conseguire complessivamente elevati livelli di tutela e qualità dell'ambiente attraverso l'analisi e la valutazione, in via preliminare ed integrata, delle conseguenze ambientali di determinati interventi ed azioni.
Alla luce di tale premessa, la VIA non è solo una procedura in senso stretto, ma una prassi, inserita nel processo decisionale della pubblica amministrazione, che consente un approccio globale ai problemi che sorgono nelle diverse fasi di progettazione, valutazione e realizzazione di opere ed interventi. In questa ottica, l'individuazione di un unico percorso guidato da una sola autorità, diventa strategica in quanto assicura un esame integrato e contestuale dei diversi elementi dei progetti e degli aspetti problematici che essi comportano e che vengono a definirsi nel corso dell'approfondimento. In questo modo, la procedura di VIA diventa un 'canale', all'interno del quale la proposta di un'opera entra come progetto preliminare e ne esce in forma di progetto definitivo, con tutte le indicazioni necessarie per la progettazione esecutiva e la successiva realizzazione. Si tratta di instaurare un processo nell'ambito del quale sia possibile esaminare ed approfondire questioni ambientali derivanti da un'ipotesi progettuale, sufficientemente delineata da poter essere valutata, ma non già così precisamente definita da costituire un ostacolo o, quanto meno, un vincolo, all'esplorazione delle alternative o delle soluzioni possibili. E' questo il passaggio da una logica di mera approvazione del progetto ad un processo di interazione diretta tra chi progetta e chi autorizza, finalizzato all'approvazione, organizzato per fasi successive.
Concretamente la procedura di VIA prevista dal disegno di legge consente all'autorità competente di pervenire ad una decisione in merito all'impatto ambientale di un progetto ed è costituita da una combinazione di una o più delle seguenti fasi: Fase di verifica - fase volta a determinare se un progetto tra quelli non obbligatoriamente sottoposti alla procedura di VIA debba o meno essere sottoposto alla successiva fase di valutazione.
Fase di specificazione dei contenuti dello studio di impatto ambientale fase facoltativa volta ad individuare, preliminarmente alla redazione dello stesso studio e su richiesta del proponente, gli argomenti e i temi sui quali deve essere focalizzata l'attenzione di uno specifico studio di impatto ambientale; essa consente l'interazione tra proponente ed autorità competente e crea nella sostanza le premesse per il successivo approfondimento progettuale e valutativo.
Fase di valutazione - fase finalizzata all'espressione del giudizio di compatibilità ambientale, comprensivo delle autorizzazioni ambientali ed urbanistiche necessarie alla realizzazione del progetto, nonch all'eventuale rilascio coordinato di ulteriori provvedimenti.
La procedura di VIA rappresenta, quindi, non una procedura aggiuntiva ma il percorso amministrativo in cui si armonizzano e si approfondiscono i vari aspetti problematici della tutela delle risorse, i 'perché', i vincoli e le specificità delle scelte. Questo percorso contiene in sé i presupposti per il coordinamento e lo snellimento delle procedure, rendendo possibile giungere sino all'obiettivo dell'unificazione delle autorizzazioni, finora rilasciate in modo parcellizzato.
Il disegno di legge, per perseguire in modo agile ed elastico il fine dell'unificazione delle procedure e dell'esame contestuale ed integrato di tutti gli interessi coinvolti, utilizza lo strumento della Conferenza dei Servizi, così come riformata dalla 'Bassanini', che consente di valutare caso per caso, quindi in modo più aderente alle situazioni concrete, fin dove è opportuno e possibile attuare il processo di unificazione. Tale soluzione si configura peraltro come 'tattica' nella consapevolezza che lo strumento della Conferenza dei Servizi risulta efficace solo se non inflazionato per dare risposte ad un sistema strutturalmente inadeguato.
La soluzione reale si potrà raggiungere con l'unificazione del soggetto competente attraverso l'attuazione del DL n. 112/98 a livello regionale utilizzando la legge n. 142/90 come occasione di vero riordino complessivo delle competenze e delle funzioni, anche nuove, che a seguito dell'intesa sono state trasferite alle Regioni; in tal modo, si potrà superare la situazione attuale che vede l'affollarsi di competenze statali, regionali e locali, di procedimenti ripetuti per le diverse normative di settore sullo stesso oggetto, sia che fosse un'iniziativa industriale, che un'opera pubblica, che un intervento sul territorio.
Centrali nell'impostazione del disegno di legge risultano l'informazione e la partecipazione. Informare significa, da una parte mettere a disposizione di un qualsiasi utente il patrimonio di conoscenze e di dati ambientali in possesso della pubblica amministrazione, dall'altra dare ai cittadini la possibilità di essere informati sui progetti, sui relativi procedimenti e sugli esiti finali.
Per svolgere la prima funzione risulta fondamentale il ruolo dell'ARPA quale organo tecnico delle autorità competenti, che dovrà essere messa in grado di svolgere l'importante funzione di raccolta, sistematizzazione ed omogeneizzazione dei dati e delle conoscenze in campo ambientale.
In riferimento alla seconda funzione diventa invece determinante il ruolo del soggetto proponente che deve fornire, in momenti prestabiliti informazioni sui propri progetti e sulle loro ricadute ambientali, nonch il ruolo della pubblica amministrazione, che deve provvedere a mettere a disposizione del pubblico, nelle varie fasi procedurali, la documentazione progettuale, le osservazioni del pubblico, i provvedimenti conclusivi delle fasi di verifica e valutazione.
Consentire, o meglio promuovere, la partecipazione dei cittadini allo svolgimento delle procedure di VIA, significa offrire opportunità sostanziali per incidere nel processo valutativo. Ciò può avvenire tramite la presentazione di osservazioni, memorie, approfondimenti tecnici o l'organizzazione di momenti di confronto molto strutturati quali l'inchiesta pubblica, o destrutturati quali contraddittori e pubblici dibattiti.
Intendendo il disegno di legge porsi quale sorta di legge quadro regionale, è parso qualificante inserirvi la previsione della compatibilità ambientale di piani e programmi, anticipando, così, le indicazioni della Comunità Europea. Non si tratta di attivare una procedura di valutazione degli strumenti di programmazione e pianificazione, ma di riportare all'interno della modalità di predisposizione degli stessi la considerazione di variabili, quali quelle ambientali, finora non sufficientemente analizzate in modo globale e coordinato.
La complessità del quadro normativo e della riforma istituzionale in atto, nella quale si colloca il disegno di legge, rende indispensabile la scelta di delegificare gli allegati per consentire il loro rapido e tempestivo aggiornamento ogni qualvolta sia necessaria un'armonizzazione con eventuali modifiche ed integrazioni della normativa comunitaria e statale oppure in relazione a specifiche esigenze di tutela del territorio regionale.
Il testo proposto, dopo aver evidenziato le finalità della legge (art.
1), individuato l'ambito di applicazione (art. 2) e definito i termini utilizzati (art. 3), dedica alla procedura di valutazione di impatto ambientale sui progetti la porzione più corposa dell'articolato: vengono infatti definiti i progetti sottoposti alla procedura, i soggetti coinvolti e gli elaborati da presentare (articoli dal 4 al 9), vengono descritte le fasi che possono essere attivate e le modalità per rendere l'istruttoria integrata, coordinare le procedure, rendere trasparente, partecipato ed efficace l'intero processo (articoli dal 10 al 17); vengono quindi dedicati tre articoli rispettivamente alla partecipazione della Regione alle procedure di VIA di competenza statale (art. 18), all'ufficio di deposito progetti (art. 19) ed alla compatibilità ambientale di piani e programmi (art. 20); seguono infine le disposizioni relative alle sanzioni, la disposizione finanziaria e le disposizioni transitorie e finali (artt. 21 22 e 23).
Contenuti fondamentali dei singoli articoli.
Art. 1 - Finalità.
L'articolo definisce, come principi informatori dei processi decisionali e delle politiche di settore della Regione, la salvaguardia, la tutela ed il miglioramento della qualità dell'ambiente e della qualità della vita, intendendo in questo modo affermare la necessità non solo di proteggere e salvaguardare l'ambiente e la vita in tutte le loro manifestazioni, ma anche la necessità di migliorarne la qualità.
Al fine di raggiungere questo obiettivo, la Regione imposta lo svolgimento delle attività normative, pianificatorie, programmatorie ed amministrative di propria competenza, tenendo conto della necessità di valutare in modo preventivo ed integrato gli effetti sull'ambiente delle proprie azioni; nel contempo, promuove l'adozione del medesimo approccio da parte degli Enti locali territoriali nell'esercizio delle rispettive funzioni amministrative e di pianificazione.
La legge, in conformità alle direttive dell'Unione Europea, alla normativa statale ed in attuazione del decreto del Presidente della Repubblica 12/4/1996, nonché in conformità con gli indirizzi del DL n.
112/98, disciplina in particolare le procedure di valutazione di impatto ambientale dei progetti, in osservanza ai principi di coordinamento razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli atti autorizzativi in materia ambientale, perseguendo l'obiettivo dello snellimento e dell'integrazione dei procedimenti amministrativi; disciplina poi le modalità di partecipazione della Regione alle procedure di VIA di competenza statale ed inoltre stabilisce i criteri per rendere coerente l'attività di pianificazione e programmazione con gli obiettivi di tutela ambientale.
Vengono in ultimo affermati gli obiettivi della trasparenza dell'informazione e della partecipazione dei cittadini, nonché dello scambio di informazioni tra soggetto proponente ed autorità competente.
Art. 2 - Ambito di applicazione.
Viene definito l'ambito di applicazione della legge che riguarda: le procedure relative alla verifica di compatibilità ambientale dei progetti l'espressione del parere regionale nell'ambito delle procedure di VIA di competenza statale e le modalità di predisposizione dei piani e programmi ai fini della loro compatibilità ambientale.
Art. 3 - Definizioni.
L'articolo fornisce la definizione dei seguenti termini tecnici utilizzati nell'articolato: compatibilità ambientale, impatto ambientale studio di impatto ambientale, sintesi in linguaggio non tecnico proponente, autorità competente, progetto preliminare, progetto definitivo e procedura di VIA.
Art. 4 - Progetti sottoposti alla procedura di VIA.
Vengono definiti i progetti sottoposti alla procedura di VIA secondo le modalità stabilite dall'Atto di indirizzo - DPR 12/4/1996, e quindi facendo riferimento a due gruppi di elenchi: gli allegati A, relativi ai progetti obbligatoriamente sottoposti alla fase di valutazione, e gli allegati B relativi ai progetti sottoposti alla fase di verifica quando non ricadono neppure parzialmente in aree protette e sottoposti alla fase di valutazione quando ricadono, anche parzialmente, in aree protette, sempreché la realizzazione sia consentita dalla legge istitutiva dell'area protetta interessata. Gli allegati A e B sono a loro volta suddivisi in sottoelenchi in relazione all'attribuzione della competenza della procedura a Regione Province o Comuni, in modo da poter coordinare le valutazioni e gli atti autorizzativi in materia ambientale (allegati A1 e B1 di competenza regionale, allegati A2 e B2 di competenza provinciale ed infine l'allegato B3 di competenza comunale).
La parte finale dell'articolo dà disposizioni specifiche relative agli interventi di modifica od ampliamento di opere esistenti, ai casi di progetti complessi che prevedono la realizzazione di più opere anche di diverso tipo od opere divise in parti da realizzare in fasi distinte nel tempo ed elenca infine i casi di esclusione dalla procedura di VIA.
Art. 5 - Studio di impatto ambientale.
In tale articolo vengono specificate le modalità di redazione e le caratteristiche dello studio di impatto ambientale che correda gli elaborati progettuali delle opere od interventi sottoposti alla fase di valutazione. Esso deve essere redatto secondo le indicazioni dell'allegato D del disegno di legge, oppure secondo le indicazioni stabilite nella fase di specificazione dei contenuti di cui all'art. 11.
Nel caso di progetti che comportano la realizzazione di più opere connesse fra loro o con opere già esistenti, o ancora opere divise in parti da realizzare in fasi distinte nel tempo, gli elementi informativi e valutativi contenuti nello studio di impatto ambientale dovranno essere riferiti all'insieme delle opere e degli interventi necessari, così come si verranno a configurare in relazione alle opere eventualmente già esistenti.
Viene poi specificato che ai fini della predisposizione dello studio di impatto ambientale e degli altri elaborati necessari per le procedure previste dalla presente legge, il proponente ha diritto di accesso ai dati e alle informazioni in possesso dell'autorità competente, dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA), del sistema informativo della Regione, nonché degli altri uffici della Pubblica Amministrazione secondo quanto disposto dalla normativa vigente in materia. Vengono infine dettate le norme per salvaguardare le ragioni di segreto industriale o commerciale del proponente, ivi compresa la proprietà intellettuale consentendo comunque all'autorità competente di svolgere compiutamente l'istruttoria.
Art. 6 - Autorità competenti.
L'autorità competente è l'Amministrazione pubblica (Regione, Provincia o Comune) cui fanno capo le procedure relative alla VIA dei progetti; essa coincide con l'ente titolare della maggior parte dei procedimenti autorizzativi o, comunque, di quelli più significativi in campo ambientale in modo tale da garantire la semplificazione, la razionalizzazione ed il coordinamento delle procedure di autorizzazione necessarie per la realizzazione dei progetti stessi, come richiesto dall'Atto di indirizzo (art. 2, comma primo, lettera e).
Da ciò consegue la necessaria delega a Province e Comuni di alcune tipologie progettuali; tale delega è comunque molto limitata per ciò che riguarda i Comuni, per i quali l'eventuale mancanza di competenza tecnica può essere superata attraverso la gestione in forma associata delle funzioni dell'organo tecnico (vedi art. 23, comma primo) ed utilizzando il previsto supporto tecnico-scientifico dell'ARPA nello svolgimento delle istruttorie e nelle attività previste dalla presente legge (vedi art. 8 comma primo); permane poi sempre il disposto della legge n. 142/90 che prevede la possibilità di assistenza tecnico-amministrativa delle Province agli Enti locali (art. 14, comma primo, lettera l).
Viene quindi stabilito il criterio di individuazione dell'autorità competente nel caso di progetti di competenza provinciale o comunale che ricadono sul territorio di due o più Province o Comuni, e viene in ultimo sancita la facoltà dei Comuni montani o parzialmente montani di delegare l'esercizio delle funzioni loro spettanti, in quanto autorità competenti alla Comunità montana di appartenenza.
Art. 7 - Organo tecnico presso l'autorità competente.
L'articolo istituisce, presso l'autorità competente, l'organo tecnico con i compiti di ricevere le domande e le istanze di avvio dei procedimenti, di espletare le procedure e di promuovere le attività di monitoraggio relative all'attuazione dei progetti. All'organo tecnico istituito presso la Regione sono affidati inoltre i compiti relativi all'espressione del parere regionale nell'ambito della procedura di VIA di competenza statale, oltre alle necessarie funzioni di coordinamento e di elaborazione di linee guida, al fine di garantire la necessaria omogeneità di applicazione delle procedure sul territorio regionale.
L'organo tecnico istituito presso la Regione è costituito da un nucleo centrale, che si integra per tutte le sue funzioni con le strutture regionali individuate in relazione alle diverse tipologie di opere nonch alle componenti ambientali interessate. Il nucleo centrale è responsabile del coordinamento della funzione di ricezione delle domande ed istanze di avvio dei procedimenti ai fini dell'individuazione della struttura regionale competente in relazione alle caratteristiche dell'opera e delle funzioni di coordinamento e di indirizzo. La struttura regionale competente individuata è responsabile del coordinamento delle funzioni relative all'espletamento delle procedure di VIA di competenza regionale e di espressione del parere regionale alle procedure statali, in raccordo con il nucleo centrale e con le altre strutture regionali interessate.
Il disegno di legge non disciplina la composizione e le modalità di funzionamento dell'organo tecnico presso le Province ed i Comuni per non ledere l'autonomia organizzativa degli Enti stessi.
Per lo svolgimento dei propri compiti, ogni organo tecnico ha diritto di accesso ai dati ed alle informazioni in possesso del sistema informativo della Regione, nonché degli altri uffici della Pubblica Amministrazione.
Art. 8 - Supporto tecnico-scientifico dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale.
In base alla L.R. n. 60/95 di istituzione dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale, l'ARPA coadiuva le autorità competenti assicurando nello svolgimento delle istruttorie e nelle attività previste dalla presente legge, il supporto tecnico-scientifico, anche mediante l'utilizzo del patrimonio di conoscenze acquisite nello svolgimento dei compiti di istituto. All'ARPA è anche affidato il controllo delle condizioni previste per la realizzazione delle opere e degli interventi.
Il supporto tecnico-scientifico dell'ARPA garantisce la necessaria omogeneità nell'effettuazione delle istruttorie da parte delle diverse autorità competenti su tutto il territorio regionale.
Art. 9 - Soggetti interessati.
Ai sensi dell'art. 4, comma primo, del DPR 12/4/1996, vengono individuati, come interessati ai progetti sottoposti alla procedura di VIA i soggetti territoriali ed istituzionali direttamente coinvolti nell'istruttoria integrata e nel coordinamento delle procedure tramite i lavori della Conferenza dei Servizi. Essi sono: gli Enti locali territoriali sedi dell'opera e degli impianti connessi o attraversati dagli stessi, l'Ente di gestione dell'area protetta nel caso di progetti ricadenti almeno parzialmente sul territorio dell'area stessa, l'Azienda Sanitaria Locale (ASL) competente, nonché i soggetti titolari della funzione di rilascio delle autorizzazioni, dei nulla osta, dei pareri o degli altri atti di analoga natura, da acquisire al fine della realizzazione e dell'esercizio dell'opera o dell'intervento, con particolare riferimento alle autorizzazioni di carattere ambientale ed urbanistico.
L'autorità competente decide il coinvolgimento di altri soggetti territoriali od istituzionali, anche a seguito di loro motivata richiesta in casi di particolare rilevanza con riferimento alle ricadute degli impatti ambientali individuati nel corso della procedura.
Qualunque altro soggetto portatore di interessi personali o diffusi ha la facoltà di intervenire nella procedura di VIA mediante l'istituto della partecipazione descritto all'art. 14.
Artt. 10, 11, 12 e 13.
Si tratta della parte centrale del disegno di legge in cui viene descritta la procedura di VIA, ossia il processo che consente all'autorità competente di pervenire ad una decisione in merito all'impatto ambientale di un progetto. Essa è costituita da una combinazione di una o più delle fasi di verifica, di specificazione dei contenuti dello studio di impatto ambientale e di valutazione, che possono essere attivate o meno in funzione delle tipologie di progetto e della loro localizzazione, delle decisioni dell'autorità competente e delle scelte del proponente, secondo le modalità descritte nei rispettivi artt. 10, 11 e 12.
Art. 10 - Fase di verifica.
La fase di verifica è volta a determinare se un progetto, non obbligatoriamente sottoposto alla procedura di VIA, debba o meno essere sottoposto alla successiva fase di valutazione; essa riguarda i progetti degli allegati B, non ricadenti neppure parzialmente in aree protette, e gli interventi di modifica od ampliamento di opere esistenti qualora da tali interventi derivi un'opera che rientra nelle categorie progettuali di cui agli allegati A o B.
A tal fine, il proponente presenta specifica domanda all'autorità competente, corredata dal progetto preliminare e da una relazione contenente l'inquadramento dell'opera od intervento proposti nella programmazione, pianificazione e normativa ambientale vigenti e i dati e le informazioni di carattere ambientale, territoriale e tecnico, in base ai quali sono stati individuati e valutati i possibili effetti che il progetto può avere sull'ambiente e le misure che si intendono adottare per ottimizzare l'inserimento nell'ambiente e nel territorio circostante, con riferimento alle soluzioni alternative tecnologiche e localizzative considerate ed alla scelta compiuta; contestualmente il proponente deposita copia degli elaborati presso l'ufficio di deposito.
Per consentire l'informazione e la partecipazione dei cittadini l'autorità competente dà notizia dell'avvenuto deposito, nelle forme di pubblicità ordinaria da essa previste; la data di pubblicazione di tale notizia costituisce il riferimento per i termini della presente fase procedurale. Gli elaborati rimangono a disposizione del pubblico per trenta giorni e l'autorità competente, sentiti eventualmente i soggetti interessati e valutate le osservazioni pervenute, sulla base degli elementi di verifica di cui all'allegato E, si pronuncia entro sessanta giorni sulla necessità di sottoporre il progetto alla successiva fase di valutazione come dispone l'Atto di indirizzo (art. 10, comma secondo), in caso di assenza di pronuncia dell'autorità competente, il progetto si intende escluso dalla fase di valutazione. L'autorità competente può comunque subordinare l'esclusione a specifiche condizioni da ritenersi vincolanti ai fini dei successivi provvedimenti necessari alla realizzazione dell'intervento.
Il disegno di legge prevede inoltre una possibilità di 'esclusione automatica' dalla fase di verifica e quindi dall'intera procedura di VIA per i progetti compresi negli allegati B1, B2 e B3, non ricadenti neppure parzialmente in aree protette, qualora ricorrano le condizioni di esclusione dalla procedura di VIA previste dall'allegato C del disegno di legge, o contenute nei piani e programmi studiati ed organizzati sulla base di analisi di compatibilità ambientale secondo quanto definito al rispettivo art. 20. In questi casi, il proponente è tenuto unicamente a corredare le istanze delle autorizzazioni, dei nulla osta, dei pareri o degli altri atti di analoga natura, necessarie per la realizzazione del progetto medesimo, di apposita dichiarazione nella quale certifica la sussistenza delle condizioni di esclusione dalla procedura di VIA. Tale dichiarazione costituisce condizione di procedibilità delle istanze sopracitate.
Art. 11 - Fase di specificazione dei contenuti dello studio di impatto ambientale.
La fase di specificazione dei contenuti dello studio di impatto ambientale è volta ad individuare, preliminarmente alla redazione dello stesso studio e su eventuale richiesta del proponente, gli argomenti e i temi sui quali deve essere focalizzata l'attenzione di uno specifico studio di impatto ambientale. Si tratta perciò di una fase facoltativa che viene attivata su istanza del proponente per i progetti sottoposti obbligatoriamente a procedura di VIA o per i progetti che sono stati sottoposti alla fase di verifica e per i quali l'autorità competente ha prescritto l'espletamento della fase di valutazione. Rispetto ad uno studio di impatto ambientale redatto secondo l'allegato D del disegno di legge, lo studio redatto in base alle indicazioni di questa fase contiene unicamente le informazioni ritenute utili al caso specifico oltre ad eventuali ulteriori approfondimenti particolari.
Per attivare la fase, il proponente presenta gli elaborati relativi al progetto preliminare ed una relazione che, sulla base dell'identificazione degli impatti ambientali attesi, definisce il piano di lavoro per la redazione dello studio di impatto ambientale e le metodologie che si intendono adottare per l'elaborazione delle informazioni che in esso saranno contenute ed il relativo livello di approfondimento. Nel presentare la documentazione, il proponente può fare riferimento a quanto già presentato durante la precedente fase di verifica, ove espletata.
L'autorità competente convoca il proponente e, ove occorra per gli approfondimenti del caso, i soggetti interessati in relazione alle caratteristiche del progetto, per un confronto su quanto presentato a corredo dell'istanza. Valutati gli elementi emersi dal contraddittorio l'autorità competente esprime il parere entro il termine di sessanta giorni dalla presentazione dell'istanza stessa. Trascorso tale termine, in assenza di pronuncia dell'autorità competente, è facoltà del proponente presentare lo studio di impatto ambientale secondo il piano di lavoro proposto.
Ai sensi dell'Atto di indirizzo, lo studio di impatto ambientale dovrà in ogni caso contenere alcune informazioni minime riportate all'ultimo comma dell'articolo.
Art. 12 - Fase di valutazione.
La fase di valutazione è finalizzata all'espressione del giudizio di compatibilità ambientale, comprensivo delle autorizzazioni ambientali ed urbanistiche necessarie alla realizzazione del progetto, nonch all'eventuale rilascio coordinato di ulteriori provvedimenti.
In questa fase, si concretizza il coordinamento e l'unificazione delle procedure relative ad autorizzazioni, nulla osta, pareri ed altri atti di analoga natura, necessari per la realizzazione e l'esercizio dell'opera od intervento, utilizzando lo strumento della Conferenza dei Servizi.
L'articolo dispone le modalità con cui il proponente avvia la fase di valutazione, che consistono nell'inoltro di un'apposita domanda corredata del progetto preliminare e definitivo, dello studio di impatto ambientale e della sintesi in linguaggio non tecnico, con facoltà di fare riferimento a quanto già presentato durante le fasi precedenti, ove espletate; in particolare, vengono poi definiti i presupposti necessari per consentire il coordinamento delle procedure: a tal fine, il proponente consegna direttamente all'autorità competente, le copie degli elaborati tecnici di interesse e della sintesi in linguaggio non tecnico, per i soggetti interessati titolari delle funzioni di rilascio di autorizzazioni, nulla osta, pareri od altri atti di analoga natura inerenti la realizzazione e l'esercizio dell'opera; sarà l'autorità competente stessa a coinvolgere i soggetti interessati inviando a ciascuno gli elaborati necessari per l'espletamento delle rispettive istruttorie, garantendo così il necessario coordinamento ai fini dei lavori della Conferenza dei Servizi.
Contestualmente alla presentazione della domanda, il proponente deposita gli elaborati, che rimangono a disposizione ai fini della consultazione da parte del pubblico per quarantacinque giorni, presso l'apposito ufficio dell'autorità competente; dà avviso dell'avvenuto deposito, a propria cura e spese, su un quotidiano a diffusione regionale o provinciale; ed invia, ai sensi dell'art. 5, comma secondo, del DPR 12/4/1996, copia degli elaborati progettuali, dello studio di impatto ambientale e della sintesi in linguaggio non tecnico, alle Province, ai Comuni e all'Ente di gestione delle aree protette interessati, che esprimono i rispettivi pareri entro sessanta giorni dalla data di trasmissione.
Tali pareri non sono vincolanti ai fini dell'espressione del giudizio di compatibilità ambientale da parte dell'autorità competente che avviene improrogabilmente entro il termine di centocinquanta giorni dalla data di avvenuto deposito ed è elaborato alla luce degli approfondimenti tecnici delle risultanze delle Conferenze dei Servizi e dell'eventuale inchiesta pubblica o del confronto con il proponente, nonché delle osservazioni del pubblico.
Nei casi in cui è necessario procedere ad accertamenti ed indagini di particolare complessità, l'autorità competente, con atto motivato, pu disporre il prolungamento della fase di valutazione sino ad un massimo di ulteriori sessanta giorni dandone comunicazione al proponente.
L'autorità competente può richiedere al proponente, in un'unica soluzione, integrazioni alla documentazione presentata, con l'indicazione di un termine per la risposta; analogamente può fare il proponente, di propria iniziativa. In tali casi, il giudizio di compatibilità ambientale sarà espresso entro il termine di novanta giorni dalla trasmissione della documentazione integrativa. Nel caso in cui il proponente non ottemperi alle richieste di integrazioni o ritiri la domanda, non si procede all'ulteriore corso della valutazione.
Qualora il giudizio di compatibilità ambientale non sia espresso nei termini fissati, il disegno di legge prevede che il proponente possa segnalare l'inadempienza alla Provincia per i progetti di competenza comunale, oppure alla Regione per i progetti di competenza provinciale, o ancora al Presidente della Giunta regionale per i progetti di competenza regionale. Tali soggetti invitano l'autorità competente ad emanare il provvedimento entro il termine di trenta giorni, trascorso il quale agiscono in via sostitutiva entro il termine di sessanta giorni.
Il provvedimento con cui l'autorità competente rende il giudizio di compatibilità ambientale, ai fini dell'inizio dei lavori per la realizzazione degli interventi, ha efficacia per la durata definita dal provvedimento stesso e, comunque, per un periodo non superiore a tre anni a decorrere dalla data del provvedimento amministrativo che consente in via definitiva la realizzazione del progetto.
Su richiesta motivata del proponente, l'autorità competente pu prorogare il predetto termine. Scaduto il termine, senza che siano stati iniziati i lavori per la realizzazione del progetto, il giudizio di compatibilità ambientale decade e, ai fini della realizzazione del progetto, la procedura deve essere integralmente rinnovata.
Il giudizio di compatibilità ambientale, comprensivo di eventuali prescrizioni per la mitigazione degli impatti, per la compensazione ambientale e per i monitoraggi, costituisce presupposto vincolante per l'autorizzazione definitiva dell'opera ove non assorbita dal provvedimento recante il giudizio di compatibilità ambientale. Nel caso di iniziative promosse da autorità pubbliche, il provvedimento definitivo che ne autorizza la realizzazione evidenzia la conformità delle scelte effettuate agli esiti della procedura di VIA. Negli altri casi, i progetti sono adeguati agli esiti del giudizio di compatibilità ambientale prima del rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione.
Art. 13 - Istruttoria integrata della fase di valutazione e coordinamento delle procedure.
Per rendere integrata l'istruttoria tra i vari soggetti coinvolti e per consentire il coordinamento delle procedure, l'autorità competente invia ai rispettivi soggetti interessati gli elaborati tecnici consegnati dal proponente e indìce una Conferenza dei Servizi, ai fini di effettuare l'esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti nella procedura di VIA o di interessi coinvolti in più procedimenti amministrativi ad essa connessi, nonché per acquisire autorizzazioni, nulla osta, pareri od altri atti di analoga natura anche di altre Amministrazioni pubbliche.
Alla Conferenza dei Servizi partecipano i soggetti istituzionali e territoriali interessati attraverso i rappresentanti legittimati ad esprimere definitivamente la volontà dell'amministrazione di appartenenza e le determinazioni concordate nella Conferenza dei Servizi, descritte nel verbale conclusivo della Conferenza stessa, sostituiscono gli atti di rispettiva competenza.
Nella prima riunione della Conferenza dei Servizi, le Amministrazioni che vi partecipano individuano e definiscono le autorizzazioni che saranno assorbite dal giudizio di compatibilità ambientale nonché le ulteriori procedure da coordinare nei termini previsti per l'espressione del giudizio di compatibilità ambientale. In casi eccezionali, qualora non sia possibile il rilascio coordinato di tutte le autorizzazioni necessarie alla realizzazione del progetto nei termini fissati, la Conferenza dei Servizi prevede modalità e tempi per il rilascio delle autorizzazioni residue ed il coordinamento delle procedure anche oltre i termini previsti per l'espressione del giudizio di compatibilità ambientale. L'autorità competente invita, almeno una volta, il proponente a partecipare alle riunioni previste per la Conferenza dei Servizi.
L'ultimo comma definisce le modalità per il coordinamento delle procedure, in caso di progetti che comportino derivazione ed utilizzazione delle acque pubbliche.
Art. 14 - Partecipazione.
L'articolo definisce le modalità per garantire la partecipazione alla procedura di VIA dei cittadini e degli altri soggetti che non sono direttamente coinvolti nell'istruttoria attraverso i lavori della Conferenza dei Servizi.
Ai sensi dell'art. 4, comma primo, lettera d), dell'Atto di indirizzo il disegno di legge prevede la partecipazione alla fase di verifica e prevede la possibilità per l'autorità competente di attivare momenti di informazione allargata e di pubblico dibattito su progetti in fase di valutazione.
Chiunque, tenendo conto delle caratteristiche del progetto e della sua localizzazione, può fornire elementi conoscitivi e valutativi concernenti i possibili effetti dell'intervento, presentando, in forma scritta all'autorità competente, osservazioni, ivi comprese informazioni o contributi tecnico-scientifici, per la fase di verifica, entro trenta giorni dalla data di pubblicazione dell'avviso di avvenuto deposito e, per la fase di valutazione, entro quarantacinque giorni dalla data di avvenuto deposito degli elaborati.
I provvedimenti conclusivi delle fasi di verifica e di valutazione daranno conto delle osservazioni pervenute.
L'autorità competente può disporre lo svolgimento di un'inchiesta pubblica, che si configura di fatto come un'istruttoria tecnica allargata ed il proponente, qualora essa non abbia luogo, può, anche su propria richiesta, essere invitato, prima della conclusione della procedura, ad un confronto con i soggetti che hanno presentato osservazioni. Resta ferma la facoltà dell'autorità competente di attivare momenti di informazione allargata e di pubblico dibattito cui è invitato il proponente.
E' anche prevista la possibilità da parte del proponente di richiedere all'autorità competente di modificare gli elaborati presentati in relazione alle osservazioni, ai rilievi emersi nell'ambito dell'inchiesta pubblica oppure nel corso del confronto prima citato. La richiesta interrompe i termini della fase di valutazione e l'autorità competente dovrà esprimere il giudizio di compatibilità ambientale entro novanta giorni dalla presentazione degli elaborati modificati.
Qualora le modifiche siano ritenute dall'autorità competente sostanziali e rilevanti, il proponente dovrà attuare le disposizioni descritte all'art. 12, comma secondo, al fine garantire la trasparenza e la partecipazione al procedimento.
Art. 15 - Attuazione dei progetti.
In relazione alle caratteristiche dell'opera o dell'intervento sottoposti alla procedura di VIA, l'autorità competente può stabilire nell'ambito del provvedimento recante il relativo giudizio di compatibilità ambientale, l'attivazione di protocolli d'intesa tra i soggetti coinvolti nelle diverse fasi di realizzazione, esercizio ed eventuale chiusura degli impianti e recupero dell'area interessata, ai fini di garantire il rispetto delle prescrizioni contenute nel giudizio di compatibilità ambientale e comunque il conseguimento del più elevato livello di protezione ambientale e di funzionalità dell'intervento stesso.
Art. 16 e 17 - Impatti ambientali interregionali e transfrontalieri.
Sono definite le norme per i casi di progetti di interventi e di opere sottoposti alla procedura di VIA, che risultino localizzati anche sul territorio di Regioni confinanti o che possano avere impatti ambientali rilevanti su di esse o sull'ambiente di un altro Stato: nel primo caso l'autorità competente effettua la procedura di VIA ed esprime il giudizio di compatibilità ambientale d'intesa con le Regioni cointeressate; nel secondo caso, l'autorità competente deve informare ed acquisire i pareri di tali Regioni, nonché degli Enti locali territoriali interessati dagli impatti. Nel caso infine di impatti ambientali transfrontalieri, l'autorità competente informa il Ministero dell'Ambiente per l'adempimento degli obblighi di cui alla convenzione di Espoo sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero (legge n. 640/94).
Art. 18 - Partecipazione della Regione alle procedure di VIA di competenza statale.
Sono definite le modalità di partecipazione della Regione alle procedure di VIA di competenza statale: la Regione esprime il proprio parere al Ministero dell'Ambiente con deliberazione della Giunta avvalendosi del proprio organo tecnico, con il supporto dell'ARPA.
Al fine di effettuare l'esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti nella procedura, la Giunta regionale indìce una Conferenza dei Servizi, cui partecipano i soggetti istituzionali interessati individuati secondo i criteri di cui all'art. 9. Sono altresì invitati a partecipare alla Conferenza i soggetti titolari della funzione di rilascio delle autorizzazioni, dei nulla osta, dei pareri o degli altri atti di analoga natura, da acquisire per la realizzazione e l'esercizio dell'opera od intervento, al solo fine di consultazione preliminare. Durante la Conferenza dei Servizi sono acquisiti i pareri degli Enti locali territoriali interessati.
La Giunta regionale garantisce l'informazione e la partecipazione dei cittadini e, in accordo con il Ministero dell'Ambiente, può promuovere momenti di informazione allargata e di pubblico dibattito, audizioni inchieste pubbliche.
Art. 19 - Ufficio di deposito progetti.
L'ufficio di deposito dei progetti e degli studi di impatto ambientale individuato presso le autorità competenti, assolve le funzioni di raccogliere, archiviare e mettere a disposizione per la consultazione da parte del pubblico, con le modalità e i tempi stabiliti dalla presente legge: a) la documentazione presentata dal proponente per la procedura di VIA b) le osservazioni presentate dal pubblico c) i provvedimenti conclusivi della fase di verifica d) i provvedimenti recanti i giudizi di compatibilità ambientale e) il registro contenente l'elenco dei progetti sottoposti a verifica unitamente al relativo esito.
L'ufficio di deposito istituito presso la Regione assolve inoltre alle funzioni di: a) raccogliere, archiviare e mettere a disposizione, per la consultazione da parte del pubblico, la documentazione presentata dal proponente per la procedura statale di VIA e i relativi pareri espressi dalla Regione, nonch i provvedimenti statali conclusivi b) raccogliere, archiviare e mettere a disposizione, per la consultazione a fini scientifici e didattici, compatibilmente con le disposizioni vigenti in materia, la documentazione presentata dal proponente, relativa ai progetti sottoposti a procedura di VIA di competenza regionale e statale c) raccogliere, archiviare e mettere a disposizione, per la consultazione da parte del pubblico, i provvedimenti conclusivi della fase di verifica e quelli recanti i giudizi di compatibilità ambientale, emessi dalle Province e dai Comuni in qualità di autorità competenti.
Al fine dell'individuazione dell'ufficio di deposito, è facoltà dei Comuni, in qualità di autorità competente, concludere tra loro accordi per la gestione in forma associata del servizio.
Art. 20 - Compatibilità ambientale di piani e programmi.
In tale articolo viene introdotta l'analisi di compatibilità ambientale di piani e programmi in modo coerente agli attuali indirizzi di politica comunitaria in campo ambientale, anticipando inoltre quanto il disegno di legge quadro nazionale prevede già attualmente; attraverso le modalità previste dal presente disegno di legge, infatti, non viene introdotto alcun appesantimento nell'ambito delle già complesse procedure di approvazione dei piani, e non si richiede la redazione di studi di impatto ambientale specifici, ma si sancisce il principio di rendere intrinseca allo stesso processo di formazione delle decisioni la valutazione sulla compatibilità ambientale delle scelte effettuate.
Nel dettaglio, l'articolo prevede che gli strumenti di programmazione e pianificazione, che rientrano nel processo decisionale relativo all'assetto territoriale e che costituiscono il quadro di riferimento per le successive decisioni di autorizzazione, siano predisposti in coerenza con gli obiettivi di tutela ambientale stabiliti nell'ambito degli accordi internazionali, delle normative comunitarie, delle leggi e degli atti di indirizzo nazionali e regionali, e siano studiati ed organizzati sulla base di analisi di compatibilità ambientale. Al fine di evidenziare il conseguimento di tali obiettivi, i piani e i programmi citati, e le loro varianti sostanziali, dovranno contenere all'interno della relazione generale le informazioni relative all'analisi di compatibilità ambientale come specificate all'allegato F del disegno di legge.
Il disegno di legge dispone quindi che l'adozione e l'approvazione dei piani e programmi da parte delle autorità preposte tenga conto di tale analisi, che sarà condotta in relazione al livello di dettaglio del piano o del programma e fornirà indicazioni per le successive fasi di attuazione.
Infatti, il disegno di legge prevede che i piani e programmi studiati ed organizzati sulla base di analisi di compatibilità ambientale possano prevedere condizioni di esclusione automatica dalla procedura di VIA di progetti di cui agli allegati B1, B2 e B3, non ricadenti, neppure parzialmente, in aree protette, nonché criteri per l'autorità competente da utilizzare nella fase di verifica. Tali piani e programmi possono altresì prevedere di sottoporre alla procedura di VIA tipologie di opere od interventi non incluse negli allegati in relazione alla particolare sensibilità ambientale di un territorio.
Art. 21 - Sanzioni.
L'articolo sancisce che gli atti che consentono in via definitiva la realizzazione delle opere e degli interventi, adottati violando le disposizioni di cui all'art. 4, sono nulli.
Nei casi di interventi od opere realizzati senza l'effettuazione della procedura di VIA, l'autorità competente dispone la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi e della situazione ambientale a cura e spese del responsabile, definendone i termini e le modalità. In caso di inottemperanza, l'autorità competente provvede d'ufficio a spese dell'inadempiente.
Qualora si accertino violazioni delle prescrizioni impartite o modifiche progettuali tali da comportare variazioni rispetto al giudizio di compatibilità ambientale, l'autorità competente impone al proponente l'adeguamento dell'opera o dell'intervento. Qualora tale adeguamento non risulti più possibile, l'autorità competente adotta ulteriori prescrizioni al fine di garantire comunque la compatibilità ambientale dell'opera o dell'intervento. In tali casi, l'autorità competente può ordinare l'immediata sospensione dei lavori con effetto fino all'adozione del successivo provvedimento. Decorso il termine assegnato per l'adeguamento l'autorità competente adotta i provvedimenti stabiliti per gli interventi o le opere realizzati senza l'effettuazione della procedura di VIA, che vengono in ogni caso adottati ove non risulti più possibile, neppure a seguito di ulteriori prescrizioni di adeguamento, garantire la compatibilità ambientale dell'opera od intervento. Resta salva l'applicazione delle sanzioni previste dalle norme vigenti.
Art. 22 - Disposizione finanziaria.
Ai fini di rendere effettive le possibilità per la Regione di assumere adeguate iniziative in relazione alle esigenze derivanti dall'applicazione della legge, nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 1998 e seguenti sono istituiti i seguenti capitoli: a) spese della Regione relative ad attività di informazione e di pubblicità, di promozione della formazione, all'attivazione di borse di studio per l'attuazione delle procedure di valutazione di impatto ambientale b) spese connesse ad attività tecniche e scientifiche per l'attuazione delle procedure di valutazione di impatto ambientale c) contributi ad Enti locali della Regione relativi alle attività necessarie per lo svolgimento delle procedure di valutazione di impatto ambientale.
Art. 23 - Disposizioni transitorie e finali.
Ai fini dello svolgimento delle competenze attribuite dalla presente legge, la Regione, le Province, i Comuni singoli o in forma associata quali autorità competenti, entro la data di entrata in vigore della presente legge, provvedono ad individuare l'ufficio di deposito dei progetti; ad individuare l'organo tecnico, definendone l'organizzazione e le modalità operative di funzionamento; a definire le modalità operative per l'accesso da parte del proponente ai dati ed alle informazioni in possesso degli uffici della pubblica amministrazione, dell'ARPA e del Sistema informativo della Regione. Viene poi stabilito che, in fase di prima applicazione, le linee guida per la predisposizione e la verifica degli elaborati previsti dal presente disegno di legge sono sostituite da indicazioni a carattere generale che la Giunta regionale adotta entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione della presente legge sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Il disegno di legge dispone quindi che siano sottoposti alle disposizioni di cui alla presente legge i progetti per i quali, alla data di pubblicazione della stessa, non sia stato avviato alcun iter procedurale finalizzato alla realizzazione dell'opera, nonché i piani e i programmi per i quali non sia stato adottato alcun atto formale per l'avvio della specifica procedura di approvazione; limitatamente poi all'esaurimento delle procedure attualmente in corso, vengono fatte salve le norme vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge.
Per quanto riguarda le modalità di aggiornamento degli allegati, il disegno di legge dispone che, in relazione al processo di completamento delle deleghe da parte della Regione, ai sensi della legge n. 142/90 nonché del DL n. 112/98, attuativo della legge n. 59/97, e in ottemperanza a specifiche previsioni dei piani e dei programmi di cui all'art. 20, comma quinto, la funzione venga svolta dalla Regione, con la conseguente coerente individuazione dell'autorità competente, attraverso una deliberazione della Giunta regionale.
Il Consiglio regionale, con proprie deliberazioni, procederà analogamente alla modifica dei contenuti degli allegati, in relazione a specifiche esigenze di tutela del territorio regionale, a seguito delle esperienze derivanti dall'attuazione della presente legge, e ogni qualvolta sia necessaria un'armonizzazione con eventuali modifiche ed integrazioni della normativa comunitaria e statale.
Al fine di consentire alle Amministrazioni competenti di adeguare le proprie strutture allo svolgimento dei compiti previsti, l'entrata in vigore della legge è posticipata a centoventi giorni dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Elenco degli Allegati.
Allegati A: Progetti sottoposti alla fase di valutazione (art. 4, comma secondo): allegato A1: progetti di competenza della Regione allegato A2: progetti di competenza della Provincia.
Allegati B: Progetti sottoposti alla fase di verifica quando non ricadono neppure parzialmente in aree protette e sottoposti alla fase di valutazione quando ricadono, anche parzialmente, in aree protette, sempreché la realizzazione sia consentita dalla legge istitutiva dell'area protetta interessata (art. 4): allegato B1: progetti di competenza della Regione allegato B2: progetti di competenza della Provincia allegato B3: progetti di competenza del Comune.
Allegato C: Casi di esclusione automatica dalla procedura di VIA, secondo le modalità di cui all'art. 10, comma quarto, di progetti di cui agli allegati B1, B2 e B3, non ricadenti neppure parzialmente in aree protette (art. 4, comma sesto, lettera a).
Allegato D: Contenuti dello studio di impatto ambientale di cui all'art. 5 da redigere ai fini della fase di valutazione (in conformità alle indicazioni dell'allegato C del DPR 12/4/1996).
Allegato E: Elementi di verifica per la pronuncia dell'autorità competente di cui all'art. 10, comma terzo, sulla possibile esclusione di un progetto dalla fase di valutazione.
Allegato F: Informazioni relative all'analisi di compatibilità ambientale di piani e programmi, contenute all'interno della relazione generale di cui all'art. 20, comma secondo".
Aggiungo infine che è giunta una circolare dal Ministro Ronchi con la quale si informa che se questa legge non passerà con una certa urgenza sono previste delle sanzioni pecuniarie per lo Stato italiano. Ci sono dunque 60 giorni di tempo per l'approvazione della legge. Grazie.



PRESIDENTE

Opportunamente il relatore ha richiamato la comunicazione pervenuta dal Ministero che ci invita ad approvare celermente il provvedimento.
E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Grazie, Presidente. Complicazioni burocratiche, difficoltà causate dal sovrapporsi delle competenze e dalla continua evoluzione del quadro normativo sul cammino della VIA regionale: gli ostacoli sono stati infiniti. Il risultato è che la procedura di valutazione di impatto ambientale non è ancora operativa in moltissime Regioni italiane e tra queste c'è anche il Piemonte. Non esiste quindi una risposta certa in merito alla strada da seguire per i vari operatori e il vuoto a livello normativo nella Regione Piemonte ricade su molti e, in particolare, sulle aziende manifatturiere. Però, oltre che sui vari soggetti, questo vuoto normativo ricade sull'ambiente ed è un fatto che l'ambiente sia sollecitato in termini negativi e i risultati di questa trascuratezza sono drammaticamente sotto gli occhi di tanti.
In questi giorni abbiamo appreso dai telegiornali che l'eccesso di radiazioni, che incamera il nostro pianeta e che non può ripartire perch avviluppato in un manto di fumi, provoca un'esacerbazione dei problemi meteorologici. Infatti, negli ultimi giorni gli uragani stanno investendo il centro America: in particolare, l'ultimo ha provocato 30 mila morti.
Tutto questo nell'indifferenza del Presidente del nostro Consiglio che sta discutendo di altri argomenti... Presidente, la prego! Stiamo discutendo di un problema importantissimo che ci è stato sollecitato dal Ministero dell'Ambiente! Inoltre, più che sollecitato dal Ministero dell'Ambiente, credo che sia sollecitato dallo stato di salute del nostro pianeta, che in questi ultimi tempi è stato colpito da un uragano che ha provocato 30 mila morti! Pertanto, credo che il Consiglio regionale del Piemonte debba dedicare più attenzione a questi problemi rispetto a quella che sta dedicando.
Il disegno di legge n. 336 si propone con evidenza lo scopo di integrare una fitta serie di procedure autorizzative già in essere nell'iter relativo alla valutazione di impatto ambientale, mirando, tra le altre cose, oltreché a tutelare l'ambiente, a razionalizzare procedimenti amministrativi di non poca complessità, compresa la fase istruttoria.
Nel condividere come Gruppo regionale questi obiettivi, non possiamo che concordare sulla finalità ispiratrice del progetto legislativo discussione che, rifacendosi al principio di sussidiarietà, attribuisce funzioni e competenze per ciascun livello di autogoverno agli Enti che regolano il territorio e che, in quanto tali, sono più direttamente interessati ad opere, attività e progetti relativi al territorio medesimo.
Trattandosi - come dicevo - di tematiche assai complesse e che si intrecciano con altre disposizioni normative nazionali e regionale vigenti o in itinere, sarebbe stato opportuno, come da noi più volte richiesto simulare gli effetti che questa legge avrebbe provocato su alcuni casi concreti, al fine di rendere più fluida la sua applicazione. Questo non è stato fatto o comunque i risultati di questa simulazione non ci sono stati forniti; malgrado gli uffici ci abbiano assicurato che avevano provveduto a simulare alcuni casi, noi non abbiamo potuto vederne i risultati.
Credo però che per il futuro sia indispensabile procedere ad un monitoraggio da parte della Regione su alcuni progetti di sua competenza oppure di competenza degli altri Enti, in modo che le imprecisioni, le incertezze, le difficoltà a far decollare questa valutazione di impatto ambientale, riscontrate sul campo, vengano corrette e indirizzate attraverso l'emanazione di linee direttrici, a mezzo di circolari esplicative od altro, con aiuti da seguire, da diramarsi da parte della Regione, a legge approvata, e da rettificare ed aggiornare nelle fasi di prima applicazione di questa legge.
Vi è anche un problema di risorse umane ed economiche, necessarie agli Enti che saranno incaricati di affrontare la fase istruttoria; in questa fase di decentramento, in attuazione della normativa Bassanini, occorrerà dunque fare delle analisi per potenziare le strutture di questi Enti, in maniera da renderle operative al fine di poter affrontare la fase istruttoria della VIA. Anche perché è del tutto evidente che alcuni Comuni e Comunità montane, dal punto di vista materiale, non sono strutturati per affrontare la VIA. La Regione ha quindi il dovere, se crede in questa legge, di aiutare questi anelli deboli del territorio regionale.
Concludo questo mio intervento sottolineando, se ce ne fosse bisogno che, per quanto riguarda il nostro Paese, fare le leggi non è una grande complicazione, anzi siamo estremamente prolifici in questo; tuttavia dimostriamo molta, tantissima difficoltà nel renderle operative, nel far sì che producano gli effetti indicati in generale nell'ispirazione della legge stessa o nell'articolo di carattere generale.
Quindi, la sollecitazione all'Assessorato è che questa legge, in particolare all'inizio, sia seguita; vengano diramati quegli indirizzi che renderanno più esplicite alcune eventuali interpretazioni difficili o non consone e, soprattutto, vengano reperite il più possibile le risorse materiali ed umane di cui ci sarà bisogno. Ciò perché non si tratta di una legge di poco conto, ma di una legge estremamente importante, che per la prima volta fa affrontare le questioni ambientali sin dall'inizio proponendosi anche di valutare dal punto di vista amministrativo tutte le questioni in un solo momento.
Il richiamo è dunque ad una semplificazione dal punto di vista burocratico unitamente ad una sollecitazione affinché le problematiche ambientali siano affrontate con l'attenzione dovuta sin dall'inizio.



PRESIDENTE

Ci sono richieste di parola? Prego, Consigliere Cavaliere; le ricordo che siamo ancora nella fase di illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Sarò molto breve; intervengo solo per esprimere l'approccio del mio Gruppo a questa legge, che - come ha già ricordato il collega Bertoli - è importante ed è finalizzata ad una gestione del territorio un po' più ordinata di quel che è avvenuto sinora.
La legge poteva essere migliore, a nostro parere. Noi abbiamo tentato di migliorarla, evidentemente dal nostro punto di vista, in Commissione parti di alcuni emendamenti sono state accettate, ma non è stato accettato alcun emendamento in maniera organica. Alcuni punti sono rimasti ancora insoluti, e in questo senso abbiamo ripresentato una parte degli emendamenti: spero che l'Assessore voglia accoglierli.
Cercheremo anche di non appesantire il dibattito, perché già abbiamo avuto un lungo lavoro in Commissione. Credo però che tutto questo debba vedere una disponibilità dell'Assessore ad accogliere alcuni nodi che in Commissione non si è voluto affrontare completamente.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 35 astensioni 8 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 35 astensioni 8 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 35 astensioni 8 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 1) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: Allegato B1 - In coda all'allegato B1, sottotitolo "Altri progetti" aggiungere la seguente categoria n. 25 (categoria prevista dall'Atto di indirizzo, nell'allegato B, punto 7, lettera q): "- n. 25 porti turistici e da diporto quando lo specchio d'acqua è inferiore a 10 ettari, le aree esterne interessate non superano i 5 ettari e i moli sono di lunghezza inferiore a 500 m, nonché progetti di intervento su porti già esistenti".
Motivazione: Categoria prevista dall'Atto di indirizzo e non riportata negli allegati per errore di trascrizione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 5 astensioni.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato B1 - Altri progetti il punto n. 18 viene così sostituito: "- n. 18 campeggi e villaggi turistici con superficie superiore a 2,5 ettari; centri residenziali turistici ed esercizi alberghieri con oltre 150 posti letto o volume edificato superiore a 12.500 mc o che occupano una superficie superiore ai 10 ettari, esclusi quelli ricadenti all'interno dei centri abitati".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per svolgere una considerazione di carattere generale sugli emendamenti agli allegati. Ricordo che, per favorire l'adeguamento degli allegati all'evolversi della situazione normativa comunitaria e nazionale che fissa dei limiti invalicabili abbiamo deciso di delegificare questi allegati, affinché possano essere modificati con atti amministrativi del Consiglio. Peraltro, ci siamo attestati sui valori dimensionali dell'Atto di indirizzo e coordinamento di livello nazionale, da cui peraltro potremmo derogare solo per percentuali non superiori al 30%, in più o in meno.
In questo caso, viene proposto addirittura un dimezzamento dei limiti quindi è l'emendamento che dimezza, da 5 ettari a 2 ettari e mezzo, il riferimento della superficie dei campeggi; inoltre, dimezza i posti letto da 300 a 150, il volume dell'edificato da 25.000 mc a 12.500.
Per la ragione principale che ho manifestato in precedenza, vale a dire la possibilità di modificare questi allegati con atti amministrativi e per il fatto che riteniamo molto importante varare, in questa sede, questo provvedimento legislativo, faccio un appello al collega proponente gli emendamenti perché consenta che ci si attesti ai limiti previsti dall'Atto di coordinamento nazionale emanato dal Governo pur manifestando la necessaria attenzione alle eventuali esigenze di adeguamento degli allegati, che potrebbe anche risultare fin dalla prima applicazione di questo provvedimento. Come qualche Consigliere richiamava, si tratta di avviare una fase di grande attenzione, non solo di simulazione, prima dei 120 giorni che la normativa vada a regime, per capire come funzionano i primi provvedimenti ed analizzare gli eventuali limiti.
Per queste ragioni di sfondamento del limite di oscillazione, quindi l'emendamento non è accoglibile. Il "no" non vuole, comunque, significare disattenzione alla richiesta di tenere il più possibile sotto controllo le trasformazioni, tuttavia attestandoci, come primo passo, ai parametri dell'Atto di indirizzo e coordinamento. Sarà poi sempre possibile un adeguamento, peraltro facilitati da una semplice delibera e non da una revisione del testo legislativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Su questo emendamento, che è restrittivo, il mio Gruppo concorda. Dato che stiamo discutendo emendamenti all'allegato B1 sia del Consigliere Cavaliere sia dell'Assessore - che se stesse attento forse guadagneremmo del tempo, grazie - gradirei ricevere una spiegazione dall'Assessore, perché nell'allegato B1 ci sono delle fattispecie un po' difficili da comprendere, per capire se presentare un emendamento anche su questo. Il n. 6 "Grandi infrastrutture" dice: "Saranno sottoposti a valutazione regionale i progetti di sviluppo di aree urbane interessanti superfici superiori ai 40 ettari". Cosa vuol dire? Quali sono i progetti di sviluppo di aree urbane? Cos'è: un PEC, un PRU, un PRUST, un PRIU? O è un Piano Regolatore? E' molto generico questo fatto, riferito ad una superficie molto ampia. Vorrei, inoltre, capire che significato ha nell'applicazione pratica. Ad esempio, se il progetto di sviluppo è il Piano Regolatore, è chiaro; allora lo si dica: è il Piano Regolatore. Penso che in un progetto di sviluppo di 40 ettari, può facilmente essere frazionato in strumenti esecutivi diversi. Presi uno per uno stanno sotto i 40 ettari, ma tutti insieme hanno quell'estensione e quell'impatto ambientale. Quindi, chiedo all'Assessore, dato che anche l'Assessore presenta emendamenti su quei testi, di spiegare a cosa si riferisce il punto 6).



PRESIDENTE

Procediamo in queste domande e risposte in modo "amichevole"; vorrei comunque far rilevare l'irritualità dell'intervento.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Mi consenta, Presidente, una tantum, in modo irrituale, di fare una precisazione.
Ribadisco quanto detto precedentemente: noi utilizziamo, per evitare confusione, le diciture dell'Atto di indirizzo e di coordinamento nazionale e della direttiva dell'Unione Europea. Condivido pienamente l'osservazione del collega Chiezzi e dichiaro che sul nuovo Atto di indirizzo e coordinamento, che viene annunciato, vigileremo - nel momento in cui verrà reso noto lo schema del DPR sottoposto alla Conferenza Stato-Regione affinché venga tradotto secondo la tradizione normativa e il linguaggio più usuale utilizzato nel mondo dei decisori pubblici del nostro Paese, e anche degli operatori privati che devono applicare queste norme.
Si tratta di un progetto che va ad interessare una superficie nuova tant'è che il manuale che ipotizziamo - l'abbiamo messo in nota - recita: "Si intendono i progetti di creazione o di ampliamento di aree industriali".
Ribadisco che noi, per evitare confusione, usiamo tali e quali le definizioni nazionali che sono poi mutuate dalla direttiva dell'Unione Europea. In questo momento non si può fare nulla di diverso; è chiaro che dovremo essere più vigilanti, nel momento in cui chiedono i pareri alle Regioni sui provvedimenti che interessano lo Stato e le Regioni, affinch vengano formulati in modo più chiaro.
La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 20 contrari.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato B2 - il punto 30) viene così sostituito: "- n. 30 impianti di incenerimento e di trattamento dei rifiuti urbani assimilati con capacità superiore a 10 t/giorno e stazione di trasferimento con capacità superiore a 20 t/giorno".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Questo emendamento si riferisce ad un valore che andava oltre il 30%.
Il significato dell'emendamento è quello di giungere al valore standard previsto dall'Atto di indirizzo e coordinamento.
La Giunta accoglie tale emendamento interpretandolo come gesto per ricondurre il limite a quello che è lo standard previsto dall'Atto di indirizzo e coordinamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
4) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato C - il punto "B1, 22/a" viene abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 29 contrari.
5) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: Allegato C, quarto punto, primo trattino: caso di esclusione n. B1, 22/a dopo le parole "che non comportino mutamento di destinazione d'uso" eliminare le parole "degli interventi". Motivazione: si tratta di errore materiale di trascrizione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 14 astensioni.
6) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato C - il punto "B1, 22/b" viene abrogato.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Potremmo anche eliminare certe voci dall'elenco, ma il problema rimarrebbe nel senso che l'articolazione di questo allegato disciplina certe fattispecie. Per cui, ad un certo punto, noi abbiamo contenuto le esclusioni entro limiti veramente ristretti, ponendo delle condizioni molto chiare. Già gli allegati hanno fatto un passo in avanti, per cui ci attestiamo sul testo della Commissione.
La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 29 contrari.
7) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato C - il punto "B1, 22/c" viene abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 29 contrari.
8) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato C - il punto "B1, 22/d" viene abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 29 contrari.
9) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato C - il punto "B1, 22/e" viene abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 29 contrari.
10) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato C - il punto "B2, 30/a" viene abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 29 contrari.
11) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato C - il punto "B3, 2/b" viene abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 29 contrari.
12) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma secondo dell'art. 4 viene abrogato il testo della lettera b) e sostituito con il seguente: "b) per i progetti ricadenti in aree naturali protette devono essere considerati solamente i progetti di pubblica utilità. Per tali progetti in ogni caso deve essere considerato l'abbattimento al 50% della soglia dimensionale".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Per quanto riguarda la riduzione automatica del 50%, la soglia dimensionale ridotta è già prevista ope legis. Ricordo ai colleghi che in Commissione abbiamo introdotto la dizione "la cui realizzazione sia consentita dalla legge istitutiva dell'area protetta interessata", perch abbiamo colto la preoccupazione - e ce ne siamo fatti carico - che non ci fosse un raccordo tra la normativa del VIA e le singole leggi istitutive di aree protette. Non dimentichiamo infatti che ogni area protetta ha una legge istitutiva che va a normare le peculiarità delle singole aree protette in rapporto alla finalità dell'area protetta stessa: può essere un sistema di area protetta del Po, può essere una Riserva naturale e così via. A questo punto, riteniamo indirettamente di averlo già colto, per cui non accogliamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 12).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 28 contrari e 10 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 28 voti contrari 3 astensioni 15 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 13) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato D - il Quadro progettuale contiene: punto 4), dopo le parole "l'utilizzo delle risorse", aggiungere la parola "naturali".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Nella nostra impostazione si è usato il termine "risorse" proprio perché ci sono le risorse naturali, ma ci sono anche le risorse collegate al paesaggio che sono anche la conseguenza dell'antropizzazione del territorio, per cui la dizione "risorse", proprio al seguito di una riflessione tecnica compiuta in seno all'Assessorato, conferma la necessità di lasciare il termine come previsto perché maggiormente esaustivo di tutte quelle che sono le risorse di interesse generale e pubblico da tutelare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 13).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 27 contrari e 13 astensioni.
14) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato D - il Quadro ambientale contiene: aggiungere il seguente punto: "4) un riassunto non tecnico delle informazioni trasmesse sulla base dei punti precedenti".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Noi riteniamo che all'inizio del punto d), laddove si dice "si fa riferimento alla sintesi in linguaggio non tecnico" sia già prevista la formulazione, come di solito avviene negli studi per gli impatti ambientali, in linguaggio non tecnico. Quindi, questo esaurisce tutte quelle che sono le necessità di una relazione per la leggibilità del progetto o dell'intervento. La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 14).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 27 contrari e 16 astensioni.
15) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: Allegato D - il Quadro ambientale contiene: aggiungere il seguente punto: "5) un sommario delle eventuali difficoltà (lacune tecniche o mancanza di conoscenze) incontrate dal committente nella raccolta dei dati richiesti".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Anche in questo caso richiamiamo il cappello del punto d), laddove si dice che lo studio di impatto ambientale e gli elaborati devono contenere l'evidenziazione delle eventuali difficoltà incontrate nella raccolta e nell'elaborazione dei dati. Per cui è già previsto in premessa. La Giunta non accoglie.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 15) viene ritirato dal proponente.
16) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma primo, dopo la parola "del proponente", aggiungere: "Il proponente oltre alle spese per la redazione del SIA deve provvedere alle spese per la redazione, da parte di un terzo soggetto indipendente, di una sintesi per la comprensione e la lettura del progetto e dei suoi allegati ad uso dei cittadini ed associazioni".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Di fronte a questo emendamento riconfermiamo quanto abbiamo già detto in Commissione, cioè che secondo noi l'introduzione di un terzo soggetto che rediga una sintesi o comunque un'elaborazione del progetto rischia, a nostro avviso, di ingenerare confusione, mentre deve essere chiaro che la responsabilità degli atti compete solo al proponente. Poi compete alla pubblica amministrazione, attraverso quel che prevedono le procedure di autorizzazione, arrivare ad un giudizio positivo o negativo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 16).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 27 contrari e 14 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 35 astensioni 11 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione dell'art. 6 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 35 astensioni 11 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Emendamenti presentati dal Consigliere Cavaliere: 17) al comma secondo, lettera c), il testo viene sostituito con il seguente: "definire, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, le modalità e gli standard di riferimento per la presentazione degli elaborati relativi agli studi di impatto ambientale".
18) Al comma secondo, dopo la lettera f), aggiungere la seguente lettera: "g) definire, entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, le modalità e gli standard di riferimento per gli Enti preposti alla valutazione degli elaborati relativi agli studi di impatto ambientale, onde assicurare la necessaria omogeneità nell'applicazione dei parametri stabiliti".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Nello specifico gli emendamenti non sono accoglibili, anche perch abbiamo previsto delle modalità, sia transitorie che a regime, in base alle quali l'organo tecnico ha una serie di compiti. Inoltre, la Giunta regionale deve emanare, entro 120 giorni, delle indicazioni di carattere generale che comprendono anche quelle che verrebbero in qualche modo affidate all'organo tecnico. Quindi, riteniamo di aver previsto una procedura durevole nel tempo e comunque efficace per raggiungere l'obiettivo.



PRESIDENTE

Gli emendamenti n. 17) e n. 18) sono ritirati dal proponente.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 35 astensioni 11 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 19) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: il testo del comma primo viene abrogato e sostituito dal seguente: "1. La Giunta regionale, entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, presenta un disegno di legge per la riorganizzazione dell'ARPA ai fini dell'espletamento dei compiti assegnati dalla presente legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 22 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 8 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 25 astensioni 13 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 20) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma primo, aggiungere la seguente lettera: "g) un'Associazione ambientalista, scelta tra quelle riconosciute dal Ministero dell'Ambiente, maggiormente rappresentata nella Regione".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Secondo il testo di legge i soggetti interessati sono solo quelli pubblici: gli Enti territoriali, gli Enti delle aree protette e così via.
Le Associazioni ambientaliste hanno un ruolo importante e possono partecipare attraverso gli istituti della partecipazione come tutte le altre Associazioni e i privati. Pertanto, non è possibile, a nostro avviso considerarli soggetti pubblici interessati, perché questi sono solo - come dicevo poc'anzi - gli Enti pubblici.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 20).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 24 contrari e 14 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 9 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 24 astensioni 16 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 21) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma terzo, le parole "Trascorso il termine suddetto, in assenza di pronuncia dell'autorità competente, il progetto è escluso dalla fase di valutazione" sono abrogate.
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
Si proceda alla votazione dell'art. 10 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 24 astensioni 16 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione dell'art. 11 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 24 astensioni 16 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 22) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma secondo, lettera c), alle parole "art. 9, comma primo, lettere a), b) e c)" si aggiungano le lettere "d), e), f) e g)".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Attualmente, all'art. 12, comma secondo, abbiamo una formulazione alla lettera c) che fa riferimento generico all'art. 9. Quindi, se da un lato può apparire superata, dall'altro ci sembra molto più esaustiva e corretta la dizione nel testo licenziato dalla Commissione.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 22) viene ritirato dal proponente.
Si proceda alla votazione dell'art. 12 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 24 astensioni 16 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 23) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma terzo, alle parole "rispettiva competenza" si aggiungano le parole "dovranno essere successivamente approvate presso i Consigli dei soggetti istituzionali competenti".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Non possiamo accogliere questo emendamento, poiché ciascun Ente ha la propria autonomia statutaria, per cui il legale rappresentante dell'Ente porta quella che è la voce dell'Ente; naturalmente, all'interno dell'Ente stesso segue le procedure che la natura dell'Ente, le norme di carattere generale e le articolazioni specifiche dei poteri all'interno dell'Ente stesso prevedono.
Tra l'altro, questo è suffragato dallo svolgimento di innumerevoli Conferenze dei Servizi dove il legale rappresentante porta il pensiero dell'Ente che rappresenta.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ci può leggere il comma terzo? Non è chiaro.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

E' il comma secondo, collega Chiezzi.



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, posso correggere il suo emendamento? Preciso pertanto che l'emendamento fa riferimento al comma secondo e non al comma terzo.
Pongo in votazione l'emendamento n. 23).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 24 contrari e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 24 astensioni 16 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 24) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma primo, lettera a), le parole "nel termine di trenta giorni" sono sostituite dalle parole "nel termine di quarantacinque giorni".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La Giunta non accoglie questo emendamento, in quanto, come avevamo già spiegato in Commissione, riteniamo che, essendoci sessanta giorni per effettuare questa operazione di screening (ed entro trenta giorni chiunque può presentare delle osservazioni), bisogna lasciare all'autorità competente il tempo per poter approfondire le argomentazioni e prendere le determinazioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 24).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 26 contrari e 16 astensioni.
25) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: il comma secondo viene abrogato e sostituito dal seguente: "2. Tutte le osservazioni presentate, di cui al precedente comma, devono avere puntuale risposta entro trenta giorni dalla presentazione. Le osservazioni di cui al comma primo sono messe a disposizione per la consultazione da parte del pubblico fino al termine della procedura di VIA".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'emendamento non è accoglibile per due ragioni. Primo, perché ci sarebbe un'anticipazione di giudizio; secondo, perché è il provvedimento finale dell'autorità competente che deve in qualche modo valutare tutto ci che in termini positivi o negativi è emerso nel corso dell'istruttoria, ad iniziare ovviamente dalle osservazioni che vengono depositate.
Riteniamo che quello previsto dalla nostra legge sia peraltro un percorso conforme alle procedure vigenti in sede nazionale, per cui non riteniamo in questa sede di dover introdurre una procedura singolare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 25).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 25 contrari e 17 astensioni.
26) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma terzo, vengono abrogate le parole "che è assistito da tre esperti di comprovata competenza nel settore, designati rispettivamente dal Presidente della Regione, dal Presidente della Provincia e dal Sindaco del Comune interessati".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Siamo contrari, proprio perché la nomina di tre esperti (designati dalla Regione, dalla Provincia e dal Comune) deve essere di garanzia in questo caso di procedura particolare (che va sotto il nome di inchiesta pubblica); si tratta, ovviamente, di una casistica molto limitata rispetto all'insieme delle valutazioni di impatto che sono previste.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 26).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 25 contrari e 17 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 14 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 voti favorevoli 25 voti contrari 3 astensioni 15 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 14 è approvato.
ART. 15 27) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: dopo il comma primo, aggiungere il seguente comma secondo: "2. Nell'ambito della riorganizzazione dell'ARPA deve essere previsto un apposito Servizio per il controllo e monitoraggio sulla reale attuazione dei progetti e relative prescrizioni'".
La Giunta non accoglie l'emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 23 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 15 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 24 astensioni 13 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 24 astensioni 13 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 24 astensioni 13 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 24 astensioni 13 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 24 astensioni 13 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 19 è approvato.
ART. 20 28) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 24/97 (Interventi per lo sviluppo dei sistemi locali di imprese nei distretti industriali del Piemonte)".
29) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 54/75 (Interventi regionali in materia di sistemazione di bacini montani, opere idraulico-forestali, opere idrauliche di competenza regionale)".
30) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 56/77 (Tutela ed uso del suolo)".
31) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 38/78 (Disciplina ed organizzazione degli interventi in dipendenza di calamità naturali)".
32) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 69/78 (Coltivazione di cave e torbiere)".
33) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 57/79 (Norme relative alla gestione del patrimonio forestale)".
34) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 9/80 (Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale)".
35) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 11/80 (Provvedimenti a favore della realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio fra sistemi di trasporto)".
36) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 1/86 (Legge generale sui trasporti e sulla viabilità)".
37) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 20/89 (Norme in materia di tutela di beni culturali, ambientali e paesistici)".
38) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 319/76 (Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento)".
39) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 12/90 (Nuove norme in materia di aree protette)".
40) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 13/90 (Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi civili)".
41) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 28/92 (Ordinamento delle Comunità montane)".
42) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 32/92 (Attuazione del DPR 17/5/1988 n. 175 relativo al recepimento della Direttiva CEE n. 82/501 inerente i rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali - Disciplina delle funzioni di competenza regionale)".
43) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 25/94 (Ricerca e coltivazione di acque minerali e termali)".
44) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 43/94 (Norme in materia di programmazione degli investimenti regionali)".
45) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 57/95 (Interventi regionali per lo sviluppo del terziario commerciale)".
46) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 59/95 (Norme per la riduzione, il riutilizzo e lo smaltimento dei rifiuti)".
47) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 72/95 (Provvedimenti per la salvaguardia del territorio e per lo sviluppo socio economico delle zone montane e modifiche alla L.R. n. 28/92)".
48) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 22/96 (Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee)".
49) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma primo, dopo le parole "1. Gli strumenti di programmazione e pianificazione", sono inserite le parole "in particolare ex L.R. n. 13/97 (Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali per l'organizzazione del servizio idrico integrato e disciplina delle forme e dei modi di cooperazione fra gli Enti locali ai sensi della legge 5/1/1994 n. 36 e successive modifiche ed integrazioni - Indirizzo e coordinamento dei soggetti istituzionali in materia di risorse idriche)".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione congiunta di tutti gli emendamenti.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Chissà se l'Assessore Cavallera, al termine di questa mia illustrazione, tornerà a ripetere: "Sì, è vero, Consigliere Chiezzi, ha detto delle cose sensate e giuste, però... vediamo...".
L'art. 20 introduce una normativa che modifica le normative relative a numerose leggi regionali, perché si dice che negli strumenti di programmazione e pianificazione, all'interno delle relazioni, che fanno parte della documentazione di questi strumenti, dovrà essere contenuta la valutazione di impatto ambientale.
In Commissione ho suggerito di inserire una relazione di impatto ambientale in modo specifico e non di nasconderla nella relazione già esistente; l'Assessore ha risposto di no, però ho chiesto, per dare chiarezza ed elevare la qualità del nostro fare leggi, come tante volte ci siamo detti, di prevedere, all'interno di questo nuovo disegno di legge, in modo esplicito, tutte le modifiche che questo disegno di legge comporta in altre leggi.
Questo è quanto ci diciamo da anni: la necessità della semplificazione legislativa, di avere testi unici, di non andare avanti con provvedimenti di legge che ne intersecano altri senza dirlo e chiarirlo in modo esplicito è uno degli impegni che ci eravamo presi.
Se oggi approviamo questo disegno di legge così com'è e prendiamo un altro disegno di legge sul quale sono intervenute modifiche da parte di questo documento, senza averlo citato, il cittadino che prende la legge che oggi noi modifichiamo senza dirglielo, non sa che in effetti in quella legge c'è un elemento di novità. Per saperlo dovrebbe conoscere questa, ma non c'è alcun legame tra l'una e l'altra.
Quello che ho chiesto all'Assessore, e richiedo qui, è di inserire in questa legge tutti i riferimenti delle leggi ad essa collegate. Non solo: se questi emendamenti verranno accettati, chiedo anche che in un ultimo articolo, da aggiungere, che non ho scritto, ci siano le modifiche a quelle leggi che sono conseguenti a questi emendamenti, che ci sia scritto che nella legge tal dei tali, all'art. tale, comma tale, lettera tale, si aggiunge: relazione sull'impatto ambientale.
Questo sarebbe un modo di legiferare chiaro, pulito, convincente e comprensibile per tutti. Invece, per mille sacrosante - secondo lui ragioni, l'Assessore risponderà di no. Questo è un errore. Tra l'altro quando in Commissione ho chiesto di fare l'esame delle leggi che avevano dei collegamenti con la normativa che stavamo discutendo, gli uffici hanno svolto un ottimo lavoro. Sono stati coordinati dalla signora Laura Autigna che ha presentato a me, ma penso a tutti coloro che fossero interessati una quantità impressionante di leggi teoricamente correlate con questa normativa. Questo ci fa capire, Presidente del Consiglio, che ogni volta che noi legiferiamo dobbiamo stare attenti perché le norme che scriviamo hanno un'estensione di efficacia e di cambiamento assolutamente notevole.
Fatto questo lavoro di cernita, la signora Laura Autigna ha proposto una lettura intelligente di queste teoriche leggi interessate da questi cambiamenti e alla fine di questo esame, di questa selezione approssimata ho individuato alcune leggi - saranno due decine - che a modo di vedere del Gruppo Comunista sono sicuramente interessate da questi cambiamenti.
Anche qui, Presidente del Consiglio, i buoni propositi, o riusciamo, al momento della verità, a realizzarli, ad essere conseguenti, oppure, magari concluso l'esame di questo disegno di legge, ci sarà qualche prossima seduta nella quale giureremo che nell'attività legislativa bisogna tenere conto della proliferazione delle leggi, della loro intersezione, che bisogna disboscare, che bisogna chiarire, che il cittadino ha ragione, che non si capisce più nulla. Oppure no? Questa è una di quelle occasioni in cui confezioniamo una legge nella quale è scritto chiaramente che le seguenti leggi sono così modificate, in modo tale che, ad esempio, nella legge "Interventi per lo sviluppo dei sistemi locali, di imprese nei distretti industriali del Piemonte" - è il primo emendamento, queste osservazioni, ovviamente, non le faccio su tutti gli emendamenti - quando si tratterà di fare la relazione, si saprà che la legge è stata mutata. E' questo il senso degli emendamenti. Spero che l'Assessore risponda, entrando nel merito di queste proposte, accogliendole, in modo che si possa iniziare un cammino.
Sul tema della qualità legislativa - e quindi dell'attenzione dalle superfetazioni legislative - qualche passo dovremo pur segnarlo: finora non è accaduto così. Questa è una nuova occasione che il mio Gruppo propone al Consiglio.



PRESIDENTE

Chiedo se sia possibile - interpretando il contenuto degli emendamenti un allegato in cui vengono riportati, per ulteriore chiarezza, i riferimenti alle leggi che vengono modificate: è una domanda che pongo all'Assessore.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Noi ci troviamo in sede di recepimento delle normative che riguardano i progetti e gli interventi. Non siamo in sede di recepimento delle normative di VIA su piani e programmi. Peraltro, in merito c'è una nuova direttiva europea e sappiamo che il Parlamento nazionale quanto prima - a questo termine ognuno dia il limite temporale che ritiene - legifererà in materia di legge quadro sull'impatto ambientale.
Con questo art. 20 noi non interveniamo, anche grazie all'opera della II Commissione, nelle procedure, ma solamente diamo l'opportunità, nel momento in cui si vanno a redigere piani e programmi, di articolare la relazione in modo tale da fornire preventivamente tutta una serie di elementi atti a facilitare l'attuazione dei piani stessi sotto il profilo della disponibilità di elementi rilevanti, ai fini della valutazione di impatto ambientale, in modo tale che lo screening delle singole opere non sia ripetitiva o casuale, ma avvenga in modo organizzato.
Per cui abbiamo seguito una linea di non ingerenza nelle procedure della legge urbanistica. Proponiamo solo una normativa di principio e di contenuto. Quindi il comma primo stabilisce un principio, gli altri commi definiscono alcuni contenuti, ma nulla si innova in ordine alle procedure disciplinate dalla L.R. n. 56/77.
In altri casi magari si interveniva con una legge di un settore per introdurre modifiche che si riferivano ad organi o a funzioni di campi dell'amministrazione o di altri soggetti, in questo caso questo non avviene.
Sotto questo profilo, il passaggio del provvedimento dalla II e alla V Commissione ha determinato un equilibrio che è attento ad evitare sovrapposizioni legislative, anche se, ovviamente, noi operiamo all'interno di un corpus legislativo regionale che ha tutti quegli elementi di ridondanza a cui faceva riferimento il collega Chiezzi. Sottolineo comunque che non andiamo minimamente ad aggravare nulla con questa proposta. Per queste ragioni ritengo prevalente la definizione di carattere generale piuttosto che un'articolazione per titoli di legge: lavoro utile ai fini degli atti di indirizzo delle linee guida.
Ringraziamo coloro che hanno collaborato in questo senso, però la norma deve essere di carattere generale, astratta e deve, in qualche modo stabilire un principio, proprio perché non si interviene sulla procedura.
Quando l'Atto di indirizzo nazionale - che compete al Governo - la nuova legge quadro sull'impatto ambientale - che compete al Parlamento eventuali nuove direttive CEE obbligheranno piani e programmi a stilare la procedura formale di VIA, a quel punto certamente dovremmo porci le domande e dare le risposte a cui faceva riferimento il collega Chiezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Piccoli, probabilmente, peccati veniali, piccole bugie, ma chiare sulle quali chiedere perdono. Se fosse vero quanto detto dall'Assessore Cavallera, si potrebbero eliminare alcuni commi, se non tutti, dell'art 20: cosa ci stanno a fare se non cambiano nulla? Queste sono bugie, piccole, veniali, matita rossa, ma questa volta l'Assessore ha risposto con la bugia. Questa legge prevede, e dice, con il presente indicativo, che i programmi e i piani "contengono", non "potrebbero contenere". Questo non è vero, Assessore Cavallera, perch nella legge, che prevede il piano A, il piano B e il piano C, non c'è questo elemento, viene introdotto da voi con questo articolo. Lo dite adesso che quella relazione, che non ha VIA, adesso deve contenerla, quindi non è vero. Adesso inventate che deve contenere all'interno della relazione generale le informazioni relative all'analisi di compatibilità ambientale che la legge originaria non prevedeva. Infatti, questa è un'innovazione che deriva dalla presa di coscienza che i problemi ambientali sono diventati problemi sui quali confrontarsi tutte le volte che si mette un mattone per terra.
Pertanto, Assessore, questa legge cambia le altre leggi. Lei Assessore, dice di pochissimo, ma dice questo perché sta svolgendo questa proposta legislativa non credendoci. Se ci credesse direbbe che l'inserimento, all'interno di tutte le relazioni, piani e programmi, della valutazione di impatto ambientale è una novità, è una svolta ambientalista è una presa di coscienza europea, italiana e piemontese e, d'ora in poi tutte le volte che apriremo bocca dovremo porci il problema di come l'ambiente reagirà di fronte ad una decisione, se la considera migliorativa e se c'è un'ecocompatibilità.
Prendiamo atto della bugia. Invitiamo l'Assessore ad un atto di contrizione e manteniamo gli emendamenti. Mi pare che l'Assessore respinga anche la proposta del Presidente del Consiglio di costruire un allegato nel quale si scrive che in particolare gli strumenti di cui all'art. 20 segnalano questi riferimenti legislativi. La proposta del Presidente del Consiglio mi sembrava una proposta di buonsenso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Ribadisco che qui vi è una definizione di principio: è un'opportunità che viene data al fine di coordinare interventi complessi che sono contenuti in piani e programmi.
Circa l'elencazione, come ho già detto nell'intervento precedente questo è un contributo di cui si terrà conto in sede di approvazione ed emanazione di linee guida, in modo tale che ci sia la garanzia di un raccordo tra la normativa sul VIA e la pianificazione territoriale ed urbanistica.
Ribadisco che vi è una notevole differenza tra l'impostazione europea in particolare anglosassone, e quella italiana. Là prevale sostanzialmente la valutazione degli interventi, qui la pianificazione astratta preventiva e quindi molte volte le discipline sono difficili da collegare. Anche nel dibattito odierno, proprio perché si fa riferimento a direttive europee e a metodologie pianificatorie secondo il sistema e l'ordinamento italiano vengono fuori queste osservazioni che certamente partono da valutazioni degne della massima considerazione, ma che devono essere inserite in un contesto complessivo di valutazione di impatto ambientale e di raggiungimento dell'obiettivo. Proprio perché si vuole raggiungere l'obiettivo si difende un equilibrio che è stato raggiunto a fatica nel dibattito e nel lavoro istruttorio delle Commissioni che si sono pronunciate in materia.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 28).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 29).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 30).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 31).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 32).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 33).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 34).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 35).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 36).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 37).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 38).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 39).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 40).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 41).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 42).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 43).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 44).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 45).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 46).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 47).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 48).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 49).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 21 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 20 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 23 voti contrari 13 astensioni 2 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 39 voti favorevoli 23 astensioni 16 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 39 voti favorevoli 23 astensioni 16 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 22 è approvato.
ART. 23 50) Emendamento presentato dai Consiglieri Griffini, Ferrero e Gallarini: al termine dell'art. 23, comma terzo, dopo le parole "sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte", aggiungere le parole: "Tali indicazioni riguardano anche criteri da utilizzare per la fase di verifica su progetti previsti da piani e programmi, già studiati ed organizzati sulla base di analisi di compatibilità ambientale, vigenti o in procedura di approvazione alla data di pubblicazione della presente legge".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Siamo nel transitorio e pertanto, a fronte di piani o programmi che già contengono tutti gli elementi della compatibilità ambientale, si evita la ripetizione formale degli atti. Quindi, è consentita l'utilizzazione degli elementi che compongono i piani e i programmi ai fini dello screening, per cui si vuole consentire un recupero di eventuali lavori di studio di impatto ambientale già eseguiti. Qui siamo nella fase di recepimento di valutazione di impatto ambientale per quanto riguarda progetti od interventi. Pertanto, se vi è un programma che, tutto sommato, aveva già considerato, per poter indirizzare in un senso o nell'altro, tutti quelli che sono gli elementi che servono per compiere lo screening, ecc., allora questi elementi possono essere recuperati, naturalmente all'interno di quelle che sono le direttive del periodo transitorio di prima applicazione.
E' una valutazione complessiva di tutte le casistiche e in sostanza tende a recuperare tutti i lavori già eseguiti e senza perderne alcuno.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 50).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 15 astensioni.
51) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: il testo del comma settimo viene così sostituito: "La presente legge entra in vigore centoventi giorni dopo la data della pubblicazione di tutti gli adempimenti previsti dalla presente legge".
La Giunta è contraria.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 28 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 23 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 28 astensioni 18 L'art. 23 è approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI' 29 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti14 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 629: "Modificazioni alla DCR n. 465-2218 del 24/2/1998 istitutiva della Commissione regionale d'indagine conoscitiva"


PRESIDENTE

Conformemente a quanto emerso nella riunione dei Capigruppo porto all'attenzione dell'aula la proposta di deliberazione n. 629 relativa a: "Modificazioni alla DCR n. 465-2218 del 24/2/1998 istitutiva della Commissione regionale d'indagine conoscitiva", che riassume la discussione avvenuta questa mattina ed il cui testo recita: "Il Consiglio regionale viste l'interrogazione n. 2250 presentata dai Consiglieri Saitta e Gatti l'interpellanza n. 1338 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea l'interrogazione n. 2264 presentata dal Consigliere Cavaliere l'interpellanza n. 2278 presentata dai Consiglieri Riba, Marengo e Suino tutte inerenti ad 'Appalto concorso Servizi antincendi boschivi' considerato il dibattito consiliare avvenuto il 10/11/1998, che ha evidenziato la necessità di un ulteriore approfondimento da parte del Consiglio stesso con allargamento agli aspetti collegati ai precitati atti di sindacato ispettivo visti lo Statuto regionale e il Regolamento interno delibera di modificare la DCR n. 465-2218 del 24/2/1998 nel seguente modo: a) aggiungere al termine del punto 1) le parole 'nonché di affrontare le problematiche relative alle procedure di appalto per il Servizio regionale antincendi boschivi' b) al punto 2), il termine 'tre mesi' è sostituito da 'quattro mesi' c) di dare atto che la Commissione regionale di indagine conoscitiva, come risulta da atto del Presidente del Consiglio regionale n. 147 del 10/11/1998, è composta dai seguenti Consiglieri: Spagnuolo (Presidente) Salerno (Vicepresidente), Cotto, Gallarini, Moro e Vindigni".
Questo è quanto emerso, sia pure non all'unanimità, all'interno della Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Concordo sul testo della deliberazione. Chiediamo, prima della votazione, di conoscere l'opinione del Presidente della Giunta in ordine all'altra questione evidenziata nella Conferenza dei Capigruppo. Secondo noi, le questioni, apparentemente separate, hanno però dei punti di contatto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Volevo rispondere alla sollecitazione del Consigliere Saitta. Come ho detto nel mio intervento di questa mattina, nel tempo necessario per fare alcuni approfondimenti, mi impegno a relazionare in aula sulle conclusioni alle quali perverrò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Intervengo brevemente per dichiarare la non partecipazione al voto di Alleanza Nazionale, peraltro in analogia con quanto facemmo alcuni mesi fa quando fu istituita la prima "Commissione Vaglio" - chiamiamola così. In quell'occasione, lo definimmo un atto assolutamente inutile ed assolutamente strumentale; in questa occasione, lo definiamo un atto assolutamente inutile e ancora più strumentale.
Dico questo, perché abbiamo l'impressione di essere compartecipi di un gioco delle parti, in cui però giocano tutti tranne noi; cioè, gli altri giocano e noi veniamo continuamente giocati.
A noi questi giochi non piacciono, perché fin da bambini ci hanno insegnato che i giochi di gruppo si fanno in gruppo (qualsiasi tipo di gioco); un gioco che si fa da soli, si chiama solitario.
Non comprendiamo, dunque, perché dovremmo essere noi a dare le carte per cui qualcun altro si faccia il solitario. Chi si fa il solitario giochi da sé.
In una parola, noi non vogliamo essere strumento della strumentalizzazione, che la minoranza fa su una questione che per quanto ci riguarda è assolutamente chiara e trasparente.
Non ci sfugge il tentativo politico - e ribadisco e risottolineo quarantacinque volte, se non fosse stato ancora abbastanza chiaro strumentale di chi tenta di tenere sulla graticola l'Assessore Vaglio tirando fuori ogni tanto una nuova iniziativa, magari già superata, per cercare di tenere in continua fibrillazione questa maggioranza, il Presidente della Giunta e gli Assessori; ciò tentando continuamente di dare credito e corso a quella cultura del sospetto e dell'insinuazione che non solo non ci appartiene, ma che ha abbondantemente inquinato in questi anni la vita politica di questo Consiglio regionale.
Se qualcuno vuol fare questi giochi, che sono scoperti, che sono evidenti e che noi riteniamo però... Per carità, non è una questione politica: questa è una questione che definirei di etica personale.
Se una maggioranza ritiene, legittimamente, che sia meglio aderire a qualsiasi richiesta della minoranza, anche le meno fondate, non è una questione politica dirimente, che spacca una maggioranza: è una questione di etica politica e di etica personale.
Noi riteniamo, invece, che la minoranza debba avere il massimo credito il massimo spazio e la massima cittadinanza in tutte le proposte serie e concrete che fa - e ne fa - ma che non debba essere necessariamente accontentata quando svolge ed interpreta il proprio ruolo di parte in quel gioco che spesso è la politica.
Per cui, Commissione della Commissione. Aggiungiamo un pezzo ad una Commissione che, ironia della sorte e della cronaca, non è neanche ancora decollata, tanto era l'interesse, tanto erano fondamentali per questo Piemonte che ci guarda i motivi che portarono alla costituzione di questa Commissione! Sono passati mesi! Era il 24 febbraio (marzo, aprile, maggio, giugno luglio, agosto, settembre, ottobre...): otto mesi e mezzo e non si è ancora insediata. Tanto era fondamentale, importante, dirimente; tanto c'era questo Piemonte che non faceva altro che guardare cosa succedeva in quest'aula rispetto alla costituzione di una Commissione, che ad oggi, dopo otto mesi e mezzo, non si è ancora riunita ed insediata.
Potrei anche dire che si tratta di una questione ridicola; preferisco definirla grottesca, perché tragicamente noi perdiamo tempo ad inseguire farfalle che qualcun altro libera, con il gioco fin troppo scoperto di impedirci invece di andare a votare provvedimenti, a fare politica e a far passare le leggi e le delibere, come sarebbe interesse della maggioranza.
So di parlare nell'indifferenza della Giunta che magari oggi mi consente di fare una sparata, che qualcuno considererà la "solita sparata" di Alleanza Nazionale.
Però, colleghi, fate attenzione: noi non abbiamo l'abitudine di abbaiare alla luna; spesso, le cose che abbiamo detto e suggerito a questa maggioranza si sono puntualmente verificate e certe analisi politiche hanno dimostrato, nel corso di questi tre anni, di essere analisi politiche che puntualmente hanno trovato sostanza negli atti e nei fatti concreti.
Se qualcuno ritiene che noi ci limitiamo a gridare "al lupo, al lupo" faccia attenzione, perché il lupo c'è. Qualcuno crede invece che il lupo sia un cagnolino e che basti accarezzarlo perché smetta di azzannare invece il lupo c'è...



CHIEZZI Giuseppe

Chi è?



GHIGLIA Agostino

Studiati le favole: non è compito mio, doveva pensarci la tua mamma! A me le raccontava la mia mamma: non posso entrare nella tua cultura ancestrale e familiare.
Questo è un problema tuo. Ma basta che tu chieda e la Giunta ti regalerà anche un libro di fiabe: basta chiedere! Voglio dire: attenzione, che una maggioranza deve avere anche il coraggio di fare politica e di fare delle scelte politiche, soprattutto quando e se si sente assolutamente tranquilla e sicura del proprio operato.
Visto che io sono assolutamente tranquillo e sicuro dell'operato dell'Assessore Vaglio, perché l'Assessore Vaglio e il Presidente Ghigo questa mattina, mi hanno detto di essere tranquilli e sicuri sul merito della questione, e visto che io mi fido di quello che mi dice responsabilmente il mio Presidente della Giunta ed il mio Assessore, che motivo ho di andare a votare la Commissione della Commissione mai nata? Perché io vado a votare l'appendice di una Commissione che non è mai nata.
Per questo motivo non partecipiamo al voto; ci sentiremmo di mettere in ridicolo la nostra stessa funzione andando ad avallare certe pretese che sono evidentemente, plasticamente, strumentalmente, politiche propagandistiche. Il nostro avallo, su questo, non c'è.
Concludo, Presidente, ribadendo quanto ho detto questa mattina: la questione del Regolamento, che sollevammo in aula quasi due anni fa, è ormai diventata una barzelletta, anche se da mesi abbiamo presentato una deliberazione di riforma integrale del Regolamento - lo ricordo sovente anche se so che non interessa molto. La nostra gestione quotidiana dei lavori è diventata una barzelletta: si arriva in aula e ci si domanda: "Chissà oggi cosa succede, cosa riusciamo a fare? Chissà mai che si riesca ad approvare una legge o una delibera...", sempre con garbo, nell'ambito delle ventisette comunicazioni richieste ogni volta e del giusto spazio dato alla minoranza con quella decina di interrogazioni, perché ognuno deve avere un po' di visibilità! Questo è il nostro modo ordinario di condurre i lavori.
Siccome mi piacerebbe tanto vivere in un paese in cui le regole hanno un senso ed un valore, vorrei che lo strumento dell'interrogazione e dell'interpellanza diventasse uno strumento proprio: un Consigliere interroga ed interpella e potrà essere soddisfatto o insoddisfatto. Se è insoddisfatto, se ha dei dubbi, presenta un'altra interrogazione. Quando la Giunta è pronta a discuterla, la discute, dopodiché lui può continuare ad essere soddisfatto o insoddisfatto. Se è ancora insoddisfatto, presenta una terza interrogazione (non voglio arrivare al numero periodico di interrogazioni) o, in alternativa, se è a conoscenza di qualche ipotesi di reato, va dal Magistrato e presenta, non un esposto, ma una querela, in modo da dare la possibilità di rispondere, anche personalmente, di eventuali diffamazioni.
Invece, la furbizia - che noi non accettiamo più - sta nell'interpellanza che diventa sempre insinuazione, che diventa: "ti butto lì un dubbio", "te ne dico un pezzo per volta, magari anche tentando di parlare quando non ne ho titolo, tanto per sollevare maggiore clamore ed attenzione sul problema".
Queste sono tattiche vecchie come il mondo dell'opposizione; forse qui poca gente ha fatto l'opposizione, quindi non le ha ben chiare. Noi le abbiamo un po' più chiare e per questo motivo le prendiamo come tali: la minoranza fa il suo lavoro, noi dovremmo, qualche volta, fare un po' di più il nostro.
Concludo, Presidente, dicendo che il Gruppo di Alleanza Nazionale non parteciperà al voto perché ha un'idea dell'etica politica e personale che gli impedisce di partecipare a questo "teatrino", che ritiene non degno dell'aula.
Ribadiamo ai colleghi che hanno l'obbligo - e dovrebbero avere anche il coraggio, perché ci vuole anche coraggio in politica - comunque gli elementi per andare in Procura, spendere la loro immagine e chiedere che venga fatta chiarezza, altrimenti si tratta della solita banale propaganda politica e del solito tranello per continuare a tenere vivo un falso problema, montato ad arte e che andrà avanti per mesi. Infatti, dopo aver detto sì alla Commissione, si è detto sì addirittura ad eventuali nuove comunicazioni del Presidente della Giunta, sempre sulla stessa storia tanto per dare modo a qualcuno di alzarsi ogni settimana e dire: "Allora il Presidente Ghigo ha qualche novità sul caso Vaglio? No! Perché non ci sono ancora le novità sul caso Vaglio? Non vi siete informati...!".
E' una storia vecchia; i film di Fantozzi li abbiamo visti tutti almeno dieci volte, li sappiamo recitare a memoria e ne siamo stanchi.
Per questo motivo - e non mi dilungo oltre - il Gruppo di Alleanza Nazionale non parteciperà al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente e colleghi, dopo una giornata che ha visto un o.d.g.
stravolto, alcune riunioni dei Capigruppo nelle quali si era deciso qualcosa che poi è stato cambiato immediatamente, siamo arrivati alla conclusione.
Non discuto sull'utilità o meno della Commissione di indagine, perch ritengo che si debba discutere a conclusione della stessa, per vedere cosa verrà portato in aula. Discuto, però, sulla Commissione d'indagine conoscitiva. Il Gruppo dei Pensionati ha chiesto più volte delle Commissioni di indagine, che non sono state accolte.
Per questo motivo, ritengo di votare contro tale richiesta di Commissione di indagine. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Mi pare - collega Ghiglia - che se c'è poca serietà in quest'aula questa sia della maggioranza, della Giunta, che dimostra continua incapacità nel governare e nel gestire la cosa pubblica. Le nostre non sono illazioni, sono delle disfunzioni, delle criticità, come sono state a volte chiamate, emerse dall'esercizio del governo da parte di molti Assessori di questa Giunta.
L'Assessore Vaglio si è reso protagonista di molti atti amministrativi discutibili, discutibili universalmente, discutibili per usare un eufemismo, collega Ghiglia.
Noi non abbiamo certo evitato di formalizzare in tutte le sedi opportune, a seconda della fattispecie, con le nostre argomentazioni, il problema. Come del resto fai tu, giustamente, al Comune di Torino o nelle altre istituzioni in cui sei presente.
Noi evitiamo di fare generiche segnalazioni alla Procura della Repubblica, non mandiamo delibere in Magistratura; io, in questa legislatura ed anche nelle precedenti, ho presentato un esposto - che non riguardava questo, ma altri casi - perché, da fatti di cui ero venuto a conoscenza, vi erano aspetti che si configuravano come reati. Ho chiesto così, alla Magistratura di operare una verifica.
Quando rileviamo delle disfunzioni nell'attività di governo, le segnaliamo; quando rileviamo delle irregolarità, le segnaliamo; quando rileviamo atti gravi, li segnaliamo nel luogo in cui questi vanno segnalati: anzitutto in aula, perché è la politica che deve governare certi problemi.
Se, poi, non vengono date risposte, se non si vuole a tutti i costi chiarire dei fatti, ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Se c'è la Commissione di indagine itinerante, è un problema che si devono porre il Presidente e la Giunta. Chiedere che questo ennesimo fatto molto, molto discutibile, che non sto a riprendere perché il dibattito è avvenuto stamani, sia oggetto di una Commissione amministrativa di conoscenza e di indagine del Consiglio e che il Presidente della Giunta riferisca al Consiglio entro quindici giorni (se poi il Presidente entro i quindici giorni, dice, come è solito fare, di non essere pronto, certo che lo solleciteremo), se quegli atti espressi dall'Assessore Vaglio possono continuare a mantenere la fiducia politica del Presidente della Giunta rispondo che, come sempre, ognuno se ne deve assumere la responsabilità.
Mi pare, invece - e questo è l'elemento da rilevare - che sulle questioni importanti questa maggioranza voti in maniera differenziata.
Questo è il punto; non sulla Commissione che presiede il Consigliere Rubatto - tra l'altro, non proposta e mai stata elemento di voto - ma su questioni importanti che hanno segnato la vita di questa legislatura e la vita del governo di questa legislatura.
Questa mi pare, collega Ghiglia, una questione preoccupante. Non so se il Consigliere Ghiglia si rivolgesse a noi o alla maggioranza; noi svolgiamo il nostro lavoro: proporre, controllare e stimolare questo governo. Quindi anche criticare gli atti che vediamo distorti; credo che questo sia non solo un nostro diritto, ma soprattutto un nostro dovere. Del resto, sulla questione della moralità, non possiamo essere scavalcati a sinistra dall'UDR.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Spero che l'aula voti all'unanimità questo provvedimento; il non votarlo potrebbe dare l'impressione che qualcuno vuole nascondere qualcosa.
Tale deliberazione chiede semplicemente ad una Commissione - che già esiste di chiarire questo fatto: mi sembra un atto dovuto se non si vuole nascondere qualcosa.
L'intervento di questa mattina del Consigliere Ghiglia - se ho capito bene - era molto circospetto, molto cauto, metteva le mani avanti e separava le responsabilità del Gruppo: un Gruppo - anche di maggioranza così come di minoranza - non può essere addentro a tutto quello che succede. Mi sembrava un discorso di giusta ed ovvia presa di distanza da atti amministrativi sui quali non si può conoscere sicuramente tutto.
Infatti, non votiamo tutti insieme questo atto. E' una vicenda sulla quale se noi provassimo ad estraniarci un momento dai ruoli concreti e la raccontassimo a noi stessi, una valutazione da parte di questa Commissione sarebbe prudente. Noi abbiamo un Assessore - supponiamo di essere al Comune di Torino, Consigliere Ghiglia - che gestisce gli appalti con elicottero per spegnere gli incendi. Questo Assessore che cosa fa? Ha una ditta che gestisce l'appalto, l'appalto scade, l'Assessore sta lì, non giunge ad una nuova gara. L'Assessore chiede una proroga, due proroghe, l'Assessore è in ritardo nella predisposizione degli atti che consentono alla pubblica amministrazione di rinnovare l'appalto. L'Assessore sta lì. Dopo un tempo notevole, rispetto alla scadenza dell'appalto, l'Assessore finalmente produce un capitolato, presiede una gara. L'Assessore si trova di fronte ad una gara nella quale vi è un solo partecipante riconosciuto valido.
L'Assessore apre le buste e vede che questo unico partecipante presenta un'offerta che è molto, molto superiore a quella prevista; l'Assessore, in presenza di questa offerta, assegna alla ditta - che è la stessa ditta già in prorogatio più di una volta - provvisoriamente questa gara, dopodiché fa fare delle verifiche ad aggiudicazione provvisoria avvenuta. Dalle verifiche gli uffici giudicano illegittimo tutto questo percorso, dopodich l'Assessore continua tranquillamente a gestire la continuazione degli atti con la stessa mentalità. Questo è il primo attore, che procede diritto in questa direzione. Contemporaneamente abbiamo una ditta che, nel suo percorso - seconda attrice - vince la gara. Bene, prende i suoi elicotteri e spegne gli incendi. Però il contratto finisce ad una certa data, ma la ditta sta lì e continua ad avere la proroga, in assenza di un confronto con il mercato, dalla pubblica amministrazione per svolgere il suo servizio: la ditta è molto tranquilla, senza gara continua ad avere gli incarichi! Ad un certo punto, questa ditta vede che la pubblica amministrazione ha preparato la gara, finalmente con un capitolato. Bene, la ditta legge il capitolato, che si acconcia perfettamente alle proprie condizioni aziendali, e partecipa alla gara. Tale ditta vede che tutte le altre ditte che hanno partecipato vengono escluse perché non erano in grado di soddisfare il capitolato e che, viceversa, lei soddisfava. Vede che la sua offerta di 5 miliardi e 200 milioni, contro i 3 miliardi e 200 milioni previsti, viene provvisoriamente accettata. Intanto continua a gestire con gli elicotteri tutto quanto. Dopodiché questa ditta vede la delibera annullata, ma continua a procedere nel suo contratto in proroga.
Ho descritto questi episodi per sottolineare che se esiste una Commissione che esamina la correttezza politica ed amministrativa di atti dallo stesso Assessore già messi in pratica su vicende analoghe, mi sembra indubitabile che è interesse di tutti noi aggiungere anche questo.
Per questo motivo, auspico un ripensamento da parte di tutti affinch ci sia un voto unanime su tale deliberazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale di tale deliberazione, di cui ho dato lettura poc'anzi.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 34 hanno risposto SI' 33 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri La deliberazione è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Adesso c'è EXPO 2000, Presidente.



PRESIDENTE

Mi lasci andare avanti nell'o.d.g.; non ho bisogno di suggeritori.



CAVALIERE Pasquale

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Consigliere, l'intenzione era di procedere con la comunicazione su EXPO 2000: lei è contrario?



CAVALIERE Pasquale

Non sono assolutamente contrario, Presidente, però vorrei sottolineare una questione che è collegata al dibattito che abbiamo svolto stamani e alle dichiarazioni di voto espresse sulla deliberazione testé approvata.
A me continua a stupire, come metodo - ed è un problema più del Presidente della Giunta che nostro - che mentre fa parte del gioco politico e anche della dialettica nella minoranza e nella maggioranza che le forze politiche si dispongano sull'argomento in maniera trasversale, il fatto che degli Assessori, invece, su un tema di questo tipo si dissocino dall'indicazione di voto espressa dal Presidente della Giunta, con assenze e con voti manifesti di questa natura in aula, io lo vorrei - mi scusi Presidente - sottolineare, perché mi pare un segno delle difficoltà e delle contraddizioni di questo governo.



PRESIDENTE

Dobbiamo passare alle comunicazioni relative ad EXPO 2000.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, faccia cosa vuole, io tenevo a precisare questo.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Comunicazioni della Giunta regionale in merito ad EXPO 2000 - Presentazione mozione d'ordine


PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni della Giunta in merito ad EXPO 2000.
Ricordo che nella seduta del 27 ottobre scorso era già stata avviata la discussione su questo tema.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Alla relazione che ha svolto il Presidente della Giunta nella seduta del 27 ottobre u.s. devo solo aggiungere che due giorni dopo quella comunicazione c'è stata l'assemblea di EXPO 2000 alla quale ho partecipato in rappresentanza della Giunta regionale e dove ho fatto presente quella che era la posizione della Regione. Posizione che era riassunta nella delibera di mandato al soggetto che avrebbe rappresentato la Regione in assemblea, così come agli amministratori.
Do lettura della parte che in quella sede ho letto quale indicazione della Giunta della Regione Piemonte: "Ritenuto quindi di non avere nulla da obiettare sulla ventilata ipotesi di cessione da parte di EXPO 2000 di talune attività fieristiche conché per l'appunto si realizzino le seguenti condizioni: la cessione non pregiudichi le finalità statutarie di EXPO 2000 quali normativamente sancite e non ne vanifichi la sua ragione d'essere quale soggetto imprenditoriale venga dimostrato, nell'eventuale dismissione dei cespiti, l'interesse economico e statutario della società l'individuazione dell'acquirente sia effettuata non solo sulla base della vantaggiosità economica dell'offerta presentata, ma anche con riferimento alle migliori condizioni per il raggiungimento dei fini promozionali e fieristici statutariamente attribuiti alla società".
In quell'assemblea, l'Amministratore delegato ha comunicato che a seguito di una valutazione comparativa sulla bontà dei soggetti, effettuata all'interno del Consiglio di amministrazione, lo stesso Consiglio di amministrazione aveva determinato di procedere nella trattativa con la società Promoter dell'imprenditore Cazzola di Bologna.
A seguito di questo si è ratificata la delibera; io ho chiesto espressamente che fossero riportati, quindi tenuti presenti, i punti che ho testé letto. Inoltre, in aggiunta a questi punti, ho raccomandato che EXPO 2000 in sede di definizione contrattuale, quindi in sede di contratto vero e proprio con l'eventuale acquirente, mantenesse (con le modalità che venivano concordate e di cui naturalmente la nostra è un'indicazione del potere volitivo che è l'assemblea per nostra parte, mentre la parte gestionale spetta al Consiglio di amministrazione della società), anche nel periodo di vigenza dell'art. 2557 del Codice Civile, che è l'articolo che prevede le clausole dei patti di non concorrenza, la possibilità di svolgere attività che non fossero esercitate, ancorché contrattualmente previste, dal cessionario.
Per la parte ufficiale mi fermo qui. Mi risulta che il Consiglio di amministrazione sia andato avanti e al momento...



CHIEZZI Giuseppe

In assemblea come hanno votato i vari rappresentanti?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Hanno votato tutti a favore, meno un socio con una quota minima, che si è astenuto.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi i nostri hanno votato a favore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Sì, esattamente. Non ha partecipato alla votazione, dichiarandolo espressamente, per rischio di conflitti d'interesse, un azionista, cioè il rappresentante della società FIAT (chiedo venia, ma in questo momento non ricordo il nome esatto).
Devo dire che su questa mia considerazione c'è stata l'opposizione della Camera di Commercio in merito all'invito al Consiglio di amministrazione di derogare i patti di concorrenza. Ricordo, per chiarimento al Consiglio, che l'art. 2557 del Codice Civile prevede che la scadenza della non concorrenza del cedente rispetto al cessionario non vada oltre cinque anni e che comunque sono nulli tutti i patti che vadano oltre il quinquennio. Però io richiedevo che anche nei cinque anni ci fosse questa possibilità. Poi sarebbe stata competenza dei gestori, del Consiglio di amministrazione valutare se utilizzarlo o meno, ma era un'opportunità in più. Io non so cosa abbiano concluso contrattualmente in questo preliminare, che pare firmato; posso dire che l'atto definitivo è previsto entro fine anno. Questo in aggiunta alla relazione letta precedentemente in quest'aula dal Presidente della Giunta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. E' una vicenda poco chiara. Come Gruppo abbiamo presentato un esposto alla Corte dei Conti e le notizie di cui siamo a conoscenza attraverso articoli di giornali, informazioni del Presidente della Giunta e ancora adesso dell'Assessore, sono tali che aumentano il grado di incomprensibilità di questa vicenda.
Ci troviamo di fronte a questi elementi. Primo: c'è un affare di 260 miliardi, vi è un immobile che viene compravenduto per questa cifra. Si tratta di un grosso affare: 260 miliardi non è una piccola cifra! Io non so nemmeno chi possa avere 260 miliardi e non so in che forma possa averli e produrli: non lo so per mia ignoranza, ma certo è una bella cifra! Si mette in moto un atto di compravendita esemplare e raro: un contratto nel quale per un passaggio di proprietà sono previsti 260 miliardi è un contratto di tutto rispetto a livello non solo europeo. E quindi all'interno di sé ha una logica dominante e forte, direi una logica intrinseca, autonoma e valida in quanto tale: non si spendono 260 miliardi così! Assessore Pichetto, non si spendono così! Secondo me, 260 miliardi è un contratto tra privati che ha la sua statura, la sua struttura e il suo equilibrio. Invece l'Assessore e il Presidente Ghigo cosa ci dicono? Fossimo al bar ci sarebbe da sbellicarsi dalle risa! Collega Majorino - adesso che sei seduto nei banchi dei Consiglieri - ci dicono che questo affare può andare in porto se la stessa persona, disponibile a spendere 260 miliardi per quel tipo di affare immobiliare, compra dei marchi, che valgono 4 miliardi, a 6 miliardi. Allora, queste due cose, Assessore Pichetto, dovrebbero...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Non l'ho mai detto!



CHIEZZI Giuseppe

Ma è così! L'Assessore afferma che non l'ha mai detto, ma in quest'aula verbalizziamo tutto! E' stato detto in Commissione e in quest'aula che la condizione in base alla quale l'affare dei 260 miliardi poteva essere concluso era che si spendessero 6 miliardi per comprare dei marchi che ne valgono 4. Allora, questi due fatti economici dovrebbero, a lume di bambino, avere la loro reciproca autonomia: un affare di 260 miliardi è talmente grande che lo faccio o non lo faccio a prescindere dal fatto che investo 4 o 5 miliardi per comprare un'altra cosetta. Che parentela c'è? Nessuna parentela economica, non esiste questa parentela! C'è da mettersi a ridere a pensare che un'operazione possa andare in porto in questo modo.
Peggio ancora, dato che per i piccoli marchi i tempi di acquisto hanno una loro logica che non prevede alcuna urgenza, che senso ha infilare l'acquisto dei marchi per 4 o 6 miliardi dentro un'urgenza determinata dalla necessità - in capo a chi? in base a quali ragioni? - di vendere l'immobile per 260 miliardi? Perché unire queste due cose ed unirle sotto la specie dell'urgenza? Allora, qui manca un pezzo! Non si capisce questa cosa. Non si capisce, in primo luogo, di che cosa siano fatti questi 260 miliardi, non si capisce dove sono, come sono, come vengono messi in gioco contrattualmente, per quale ragione ci sia tutta l'urgenza che è stata affermata in aula: bisogna vendere, bisogna che l'acquisto avvenga, che i 260 miliardi stiano lì e si faccia un contratto privato di cui non si sa nulla. L'unica cosa che penso si debba dire è che non c'entra nulla con l'acquisto dei marchi. Ma cosa c'entra? Vendere o non vendere i marchi è un problema di EXPO 2000. Bene, comperare o non comperare 260 miliardi di edificio è un altro problema. Allora, qui c'è un pezzo che manca. Io non lo so, perché poi non mi intendo di contratti di questo livello.
Assessore, le dicevo che non so come siano fatti quei 260 miliardi, non conosco i problemi fiscali che vengono messi in moto da una massa di denaro di questo genere, non so se pagando in contanti c'è un regime fiscale e se ci siano dei passaggi, non so niente! Però so che 260 miliardi non sono 4 so che di solito nel più sta il meno. Qui, invece, si dice che nel meno cioè nei 4 miliardi, ci sta il più, cioè i 260. Non è possibile accettare una cosa di questo genere, senza denunciare che c'è qualcosa che non si capisce, ovvero perché nel meno (acquistare 4 miliardi di marchi) ci stia il più (poter comprare l'edificio).
L'Assessore dunque spieghi - e se non lo fa lui, spero che in qualche altra sede qualcuno vada a capire - in cosa consistano i 260 miliardi, chi li muove, in che modo, con quali patti, con quali conseguenze fiscali, con quali ragioni, con quali obiettivi, e via dicendo (questo per quanto riguarda i 260 miliardi).
Invece, a proposito dei 4/6 miliardi: cosa succede, Assessore? Succede che c'è un'azienda, EXPO 2000, che è in perdita. Questa azienda, alla quale partecipiamo, si compone di due rami: il ramo delle attività congressuali e il ramo delle attività fieristiche.
La società in perdita ha dunque due rami. Uno dei due rami, quello congressuale, perde molto, moltissimo, tutto, e continuerà a perdere perché ce l'hanno detto i gestori dell'azienda e ce lo dice la Regione.
L'altro ramo, quello fieristico, perde di meno.
Problema: come fare gli interessi dell'azienda da parte degli amministratori e da parte dei nostri eletti, indicati e nominati? Come fare gli interessi di questa azienda che perde e ha due rami (uno perde tanto e l'altro perde meno)? Cosa si fa? Si tiene il ramo che perde di più. Questo è fare l'interesse dell'azienda: teniamo il ramo che perde sempre e perderà.
Secondo: del ramo che invece perde meno, vendiamo le attività che rendono e teniamo solo quelle che non rendono; cioè, vendiamo i marchi più ricchi, che funzionano e che fanno perdere di meno, e ci teniamo quelli deboli.
Caro Assessore Pichetto, mi spieghi come si possa dire che queste decisioni corrispondono all'interesse dell'azienda.
Insomma, se un'azienda ha due rami, che perdono tutti e due; uno perde di più, l'altro perde di meno; quello che perde di meno ha dei marchi buoni: penso che l'interesse dell'azienda sia far fuori il ramo che perde tutto e del ramo che perde meno tenersi i marchi buoni e dare via quelli che non vendono. Questo è fare l'interesse dell'azienda.
Come mai, invece, non si è fatto così? Come mai si tengono in groppa ai contribuenti le attività che non rendono, e di quelle che rendono ci si tiene le scartine e si dà tutto a Cazzola? Perché nel meno sta il più; perché solo così Cazzola poteva spendere 260 miliardi e comprare l'immobile.
Ma a chi la contate? A chi contate questa storiella? Inoltre, l'Assessore, che sa queste cose - secondo me, è una mia illazione, le sa e le soffre come le soffro io, ma lui fa l'Assessore - un po' incerto e tremebondo, cosa fa? Scrive nella delibera qualcosa che lo protegga in futuro: "Attenzione, fate quello che credete, vendete, non vendete, però non violate le finalità statutarie". Chissà perché lo scrive: non c'è bisogno di scriverlo; se lo scrive è perché ha dei timori. Scrive l'Assessore: "Attenzione, perseguite l'interesse economico della società".
Assessore, entri nel merito: che interesse economico hanno perseguito tenendo il ramo secco e del ramo semi-secco tenendo la parte secca e dando la parte nutrita a Cazzola? Però lo scrive.
Poi aggiunge, sempre più preoccupato: "Attenzione, in questa operazione si determini comunque per EXPO 2000, dal punto di vista generale dei suoi fini statutari, una situazione migliore della precedente". Certo, quella situazione che comporta ad EXPO 2000, in teoria, di essere il centro fieristico; in pratica, di non poter fare più nulla. Perché una volta che ha venduto i marchi buoni e una volta che il Lingotto - così si dice - è proprietario di Promoter e di Cazzola, voglio vedere come farà EXPO 2000 all'interno di quel contenitore, i propri affari! Voglio vedere che razza di vantaggio potrà avere la piccola EXPO 2000 con quattro marchi scartine e l'unica disponibilità propria in Torino Esposizioni! Quali possibilità avrà di migliorare la propria situazione sul mercato? Ma dai, Pichetto! Sei un uomo di mondo, queste cose le sai benissimo! Si è peggiorata la situazione economica; si è peggiorata la situazione di mercato; si è peggiorato tutto, per permettere di comperare i marchi che consentivano l'acquisto per 260 miliardi: roba da mettersi a ridere.
Terzo ed ultimo punto. Cosa succede? Succede che la FIAT aveva un immobile, che non serviva più - bene - ma con delle traversie che potrei anche raccontarvi - diciamo con mille traversie - alla fine questo immobile diventa un centro fieristico, in base ad una variante urbanistica attuata dalla Città di Torino - bene. Questo immobile ha... quale valore? Di certo se la FIAT non è interessata alla gestione di questo immobile, significa che ha valore zero.
Dal punto di vista politico e morale, l'immobile ha valore zero; zero perché zero era il valore di fabbricato industriale: tutto il valore che ha acquisito è dovuto a scelte pubbliche e quindi dovrebbe essere incamerato dall'Ente pubblico ai fini dell'interesse privato. Quindi, valore zero.
Però, chissà quanto valore ha! E' anche difficile, sul mercato, determinare comunque il valore di una struttura immobiliare di questo genere.
La Regione, con il proprio comportamento, e cioè dicendo che assolutamente bisogna penalizzare EXPO 2000, nella volontà di migliorarla vendendo i marchi buoni e tenendo i cattivi, cosa ha fatto con questa operazione? Ha permesso ad un privato di acquisire ufficialmente una valutazione di mercato dell'immobile di 260 miliardi. Complimenti! Complimenti! Voi avete messo un timbro pubblico su un'acquisizione di valore, una certificazione di valore che mai nessuno si sarebbe sognato di fare.
Ultima cosa: cosa rimarrà ad EXPO 2000? Rimarranno poche cose, ma si sa che anche le piccole cose hanno il loro mercatino, hanno i loro interessini e quindi possono fare comodo e fare la parte, anche questi, dell'olio negli ingranaggi.
EXPO 2000 non farà più nulla e continuerà a perdere sempre di più però, si aprono dei piccoli spazi. Si apre, ad esempio, Torino Esposizioni aprendosi Torino Esposizioni, ci possono essere gli "Entini" fieristici di una Provincia o di un'altra, che allora dicono: "Eh, già, va bene, c'è Cazzola; però Cazzola fa il Lingotto, EXPO 2000 rimane un po' abbacchiata ma si aprono delle strutture di Torino Esposizioni...". Di conseguenza qualche piccola economia fieristica in attesa di collocazione un po' più forte sul mercato può anch'essa dire: "In fin dei conti, ci sarà un po' più spazio anche per noi". E all'interno di tutto questo giro, si coagulano una serie di interessi che vengono poi in quest'aula certificati dal Presidente Ghigo, dall'Assessore Pichetto, da tutta la Giunta, dalla maggioranza, e non so con quali confini.
Io ho voluto dire queste cose, Assessore e Presidente, perch rimanessero a verbale, in quanto non mi piace fare la parte dell'ingenuo.
In questa vicenda, vedo pochissime cose chiare; vedo molte contraddizioni; vedo un comportamento della Regione contrario agli interessi di EXPO 2000 e che l'ha depauperata; vedo la Regione che ha coperto un'operazione finanziaria che nessuno ha spiegato e nessuno si è preoccupato di capire e di spiegare. In sostanza, vedo una montagna di cose che non funzionano, caro Assessore Pichetto, e per questo motivo ho voluto che rimanessero a verbale.
In ultimo, l'Assessore Racchelli, poverino - lo dico con affetto qualche giorno prima che la situazione maturasse con questa urgenza ha provato a dire: "Cosa stiamo facendo? Siamo la Regione, cerchiamo di governarla a vicenda"; ha fatto queste affermazioni che non sono imparentate nemmeno al sesto grado con quanto poi il Presidente Ghigo e l'Assessore Pichetto hanno fatto.
Chiedo, dunque, di procedere con la votazione dell'ordine del giorno in cui chiediamo, con simpatia, le dimissioni dell'Assessore Racchelli.
Rinnovo, inoltre, la richiesta di avere la copia delle geniali considerazioni fatte dall'Assessore Racchelli, copia che avevo già richiesto, ma che a tutt'oggi non ho ancora ricevuto. Se l'Assessore Racchelli ci farà pervenire tale copia, quando voteremo l'ordine del giorno in cui chiediamo le sue dimissioni potremo arricchire le nostre argomentazioni con quanto l'Assessore Racchelli ha scritto e che noi ricordiamo solo per memoria sintetica. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, non sono stato sufficientemente veloce nel chiedere la parola, in modo da precedere l'intervento del collega Chiezzi, perché la mia voleva essere innanzitutto una mozione d'ordine. Se la discutiamo adesso, confiniamo questa discussione in un momento marginale, con un'attenzione marginale, ma soprattutto con una padronanza non sufficientemente esaustiva dell'argomento.
In VII Commissione si è chiesto ed ottenuto di esperire un'audizione del Presidente e dell'Amministratore delegato, ma anche dei rappresentanti del Consiglio regionale in seno a quel Consiglio di amministrazione intanto perché è nostro diritto ed è previsto che i membri del Consiglio di amministrazione eletti dal Consiglio regionale possano essere convocati ed ascoltati in qualsiasi momento in cui il Consiglio ne valuti la necessità.
Mi pare che ci sia stata la disponibilità del Presidente e dell'Amministratore delegato a partecipare all'audizione, fissata per mercoledì 25, in quanto prima l'Amministratore delegato era all'estero c'erano problemi di carattere non dipendente dalla sua volontà, anzi, mi è sembrato di cogliere l'interesse all'incontro con la Commissione di merito.
A questo punto, chiedo che il dibattito in Consiglio regionale sulla partita di EXPO 2000, che è già stato avviato ed in parte esperito, venga sospeso per essere ripreso, non so se concluso, ma comunque ripreso, dopo l'audizione, in modo da avere, almeno da quella sede, una serie di elementi che non riusciamo ad avere in questa e che abbiamo bisogno di conoscere ai fini di un dibattito conclusivo o comunque deliberativo sulla materia.
Ripropongo questa impostazione, che peraltro la collega Suino, avendo partecipato in mia sostituzione alla riunione dei Capigruppo, aveva già ipotizzato. Si è ritenuto ugualmente di avviare il discorso, ma ritengo che se non abbiamo gli elementi che ci possono venire da quel dibattito, anche il dibattito di questa sera non potrà essere esaustivo.
Propongo formalmente di esperire questa procedura: sospendere, fare l'audizione e riprendere il dibattito con la disponibilità di questi elementi.



PRESIDENTE

Se ho ben capito, lei formalizza una mozione d'ordine sulla sospensione del dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Posso anche accedere alla richiesta che ha fatto in questo momento il collega Riba, se però si distinguono i ruoli che in questo fattaccio hanno il governo della Regione Piemonte, la sua maggioranza, dal Consiglio di amministrazione di EXPO 2000. Perché noi possiamo sentire i rappresentanti della Regione in EXPO 2000, i quali ci potranno dire quali sono stati i convincimenti che li hanno portati alla vendita dei marchi di alcune fiere di EXPO 2000, ma ci dovranno necessariamente anche dire che il socio di maggioranza, la Regione Piemonte, ha detto che questa operazione si poteva fare. Poi, è vero, come ha detto il Presidente della Giunta regionale 15 giorni orsono, che le responsabilità di carattere amministrativo della società rimangono in carico ai Consiglieri di amministrazione della società stessa. Questo è assai grave, quindi, quando chiameremo i nostri rappresentanti in EXPO 2000, andremo a verificare se hanno agito nell'interesse della società, non nell'interesse della Regione, ma della Società per Azioni, perché le responsabilità sono completamente diverse.
Devo dire, inoltre, che il Consigliere Chiezzi ha fatto un esame estremamente chiaro della situazione.
Vorrei partire, aggiungendo qualche considerazione, da un fatto: il Presidente Ghigo ci ha detto che il gruppo FIAT ha espresso la volontà di alienare la struttura, stipulando un preliminare di vendita in favore della società Promoter, facente capo al dottor Cazzola. C'è una regola che vale quasi per tutto in questa nostra società, anche per la vendita di un alloggio: ad esempio, se un proprietario vuole vendere il proprio alloggio prima chiede all'affittuario dell'alloggio stesso se è interessato all'acquisto. Questo fatto è avvenuto? L'affittuario ha potuto verificare se il gruppo FIAT faceva le stesse condizioni all'affittuario stesso, e cioè alla Regione, e cioè ad EXPO 2000, che ha fatto al dottor Cazzola? Questa considerazione la faccio perché ho dei forti dubbi - vorrei essere smentito - che l'operazione sia una pura e semplice operazione di compravendita immobiliare tra la FIAT e il dottor Cazzola. Se così non fosse, vorrei sapere se non fosse stato altrettanto conveniente, da parte della Regione, l'acquisizione del Lingotto. Questa è una domanda che pongo alla Giunta regionale e che porrò ai rappresentati di EXPO 2000 che ci rappresentano nella società.
Questo è certamente un problema politico, ma potrebbe avere implicazioni diversissime. Noi siamo stati vincolati - noi come Regione - e vi siete messi a correre per concludere - come diceva il Consigliere Chiezzi prima - un affare vendendo per 4/5 miliardi dei marchi, altrimenti l'altro affare, di 260 miliardi, non si sarebbe concluso. Questa azione sa di ridicolo. Non si conclude l'affare di 260 miliardi, se la Regione non vende per 6 miliardi una cosa stimata 5 miliardi: di questa azione si insospettirebbero perfino i bambini! Vediamo ora perché EXPO 2000 ha venduto, anche per volontà del suo socio di maggioranza, i marchi, anche se si era parlato di vendere il ramo d'impresa.
Innanzitutto non ho ancora capito perché noi abbiamo convocato il dottor Cazzola in audizione. Il dottor Cazzola, fino ad oggi o fino a ieri quando gli avete venduto i marchi, era un illustre sconosciuto. Come abbiamo convocato il dottor Cazzola avremmo dovuto farlo per almeno altre duecento imprese che in Italia si occupano di questo settore.
Il dottor Cazzola si è recato in Commissione e ci ha spiegato che il sistema fieristico italiano ed europeo era assai complesso; quello torinese, in particolare, viveva una concorrenzialità forte. Il dottor Cazzola, che ha organizzato il "Motorshow" a Bologna, ci ha detto che a Torino non era possibile organizzare - perché monopolio della casa FIAT il Salone dell'automobile. Tutti i presenti in Commissione hanno udito queste parole.
Noi abbiamo risolto il problema del sistema fieristico piemontese affidando tutto il sistema fieristico piemontese a chi ci dice che c'è una forte concorrenzialità in Piemonte.
Il dottor Cazzola ha anche detto che lui è il maggiore concorrente del sistema fieristico piemontese. Sicuramente non abbiamo risolto il problema del sistema fieristico dandolo in mano - come monopolio - alla concorrenza.
Ma perché abbiamo fatto ciò? Perché la complessità di questo sistema fieristico aveva fatto sì che, pur essendoci delle enormi potenzialità EXPO 2000 era in passivo. Era in passivo - e questo ce lo comunica il Presidente Ghigo - di 7.031 milioni nel 1996; 5.560 milioni nel 1997 mentre per il 1998 è stata fatta una previsione di passivo di 4.800 milioni. Quindi, si tratta di una società che stava risanando via via i propri bilanci e che sarebbe andata a regime nel giro di qualche anno tant'è che le previsioni per il 2000 erano di un passivo di 2.633 milioni.
Comunque, questi 2.633 milioni di passivo non sarebbero venuti dalla gestione del ramo produttivo dell'azienda e cioè delle fiere, delle quali abbiamo venduto il marchio, ma da altre voci: dal Centro Congressi - sono d'accordo che si paghi un prezzo, affinché questo continui a vivere, a sopravvivere, a fare attività culturale - e da Torino Esposizioni.
Bene, noi per risanare il deficit della società EXPO 2000 abbiamo agito nel seguente modo: vendiamo quello che rende, continuiamo a tenere quello che è in perdita (Centro Congressi e Torino Esposizioni). Operazione, dal punto di vista amministrativo, strategica! Seconda considerazione sintetizzata. Non ci siamo collocati sul mercato della compravendita del Lingotto, a condizioni che poi verificheremo condizioni del dottor Cazzola; quindi non abbiamo neppure optato - come affittuari avevamo diritto prima noi all'acquisto - per l'acquisto.
Inoltre, siamo andati a sanare i crediti di EXPO 2000 per continuare a mantenerci i debiti: operazione che, dal punto di vista politico ed amministrativo, non fa una grinza. Ma non solo, noi continuiamo a sostenere che il dottor Cazzola non ha il monopolio - Cazzola riferito alla sua società, non nutro nei suoi confronti del rancore, anzi è un ottimo Presidente di una società di basket - perché siamo noi - Regione - che approviamo il calendario triennale delle Fiere. Ma non siamo ridicoli! In questi anni il Lingotto ha ottenuto tutti i favori possibili ed immaginabili dagli Enti pubblici piemontesi, perché doveva diventare un centro pubblico-privato vitale per la nostra città; c'è stata anche la trasformazione d'uso da area industriale ad area espositiva. Sono state costruite delle infrastrutture nella città, si sono spesi dei soldi pubblici e, sempre con i soldi pubblici, si intende acquistare il padiglione in via di allestimento.
In tutta Italia si dice che gli enti fieristici espositivi si devono gestire con società pubblico-private, e noi abbiamo risolto il problema facendo gestire dal punto di vista esclusivamente privato il centro fieristico piemontese! Questo lo dico con forza per posizioni politiche. Mi sembra quasi un'iniziativa pseudo-emiliana questa! Iniziative che nascono altrove e si ritrovano qui, con tanti consensi! Con tanti consensi magari decisi altrove! Ecco, siamo arrivati a questo.
Adesso sentiremo - permettimi, Riba, voglio anch'io sentire - quelle che sono le responsabilità del Consiglio di amministrazione! E non della Regione, che le ha tutte, quelle che ho indicato. Non vorrei essere uccello del malaugurio, ma, con il monopolio che abbiamo consegnato al signor Cazzola, non andando ad acquistare noi il Lingotto e vendendogli il marchio (ed io non riesco più a capire che cosa ci faccia EXPO 2000), non vedo perché non gli abbiamo dato, se non fosse stata la parte costosa dell'intervento, anche Torino Esposizioni e il Centro Congressi! In questo modo, gli avremmo delegato insieme anche quei quattro o cinque "marchietti" che tiravano un pochino sul mercato di second'ordine; gli avremmo delegato magari anche il settore culturale, e la cultura, nonostante le tante idee che ci sono nella nostra Regione, sarebbe partita dall'Emilia! Invece di partire da Torino per andare in tutta Italia, sarebbe partita dall'Emilia per venire in Piemonte!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Hanno chiesto di intervenire ancora i Consiglieri Vindigni e Chiezzi.
Dato che ci stiamo avvicinando verso un'ora che normalmente è collegata con la conclusione dei lavori, valutate che sia possibile esaurire questa discussione questa sera, oppure...



RIBA Lido

Se si va avanti con la discussione, allora si va avanti. Io ho proposto un aggiornamento.



PRESIDENTE

Appunto, è per valutare se riteniamo possibile la chiusura questa sera oppure, dopo un intervento o due, aggiorniamo decisamente i lavori a venerdì.



ANGELERI Antonello

C'era la proposta di Riba!



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, ma nel momento in cui è stata illustrata io ero momentaneamente assente. Mi è stata riferita, ma se il Consigliere Riba ha la bontà di esprimerla nuovamente gliene sarei grato, anche sinteticamente in un minuto e mezzo.



RIBA Lido

Avevo fatto una proposta a seguito di un sintetico ragionamento.
Poiché c'è reticenza a fornire una più ampia informazione e continuiamo a lavorare su un canovaccio di elementi che non sono esaustivi nei confronti delle nostre domande - perfino Racchelli non si è ritenuto soddisfatto delle informazioni che ha avuto dalla Giunta e ha fatto ricorso alla stampa per segnalare meglio la sua posizione - e dato che noi abbiamo chiesto ed ottenuto dal Presidente della Commissione, Angeleri, la convocazione dell'Amministratore delegato e del Presidente del Lingotto Fiere, cioè di EXPO 2000, per un'audizione che si terrà il 25 novembre presso la VII Commissione, avevo proposto di riprendere questo dibattito dopo l'audizione dei due rappresentanti. Altrimenti andiamo avanti con il dibattito, poi, sentiti i rappresentanti, certamente lo riprenderemo. Fate un po' come vi pare. A me sembrava una procedura opportuna ed avevamo già avanzato l'ipotesi anche alla Conferenza dei Capigruppo. L'abbiamo riproposta formalmente perché mi pare che non ci siano le condizioni.



PRESIDENTE

Se riesco ad interpretare bene la sua valutazione, dopo l'intervento del Consigliere Vindigni (il Consigliere Chiezzi è già intervenuto prima) si potrebbe chiudere questa prima fase...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

E' una proposta; non dico che si farà così.



ANGELERI Antonello

Allora interveniamo tutti!



VINDIGNI Marcello

Io non voglio assolutamente intervenire: voglio chiedere un'informazione a corollario della proposta del mio Capogruppo. La domanda è la seguente - sto ponendo una domanda, non intervengo: vorrei sapere chi e quando deciderà la cessione dei marchi al signor Cazzola, perché ho avuto la pazienza di leggere dei pareri espressi da legali su richiesta della società. Questi pareri dicono: 1) che la società può cedere i marchi senza che sia necessaria una procedura, diciamo una gara pubblica 2) che l'organo abilitato a cedere i marchi è il Consiglio di amministrazione, volendo, sentita la compagine azionaria in assemblea.
Poiché l'Assessore ha fatto un rapido cenno sul punto, le domande che pongo sono le seguenti: 1) c'è un termine per la cessione dei marchi? 2) Qual è l'organo preposto alla cessione dei marchi? Se c'è un termine, la discussione in Commissione e successivamente in aula deve tenere conto di questo termine, a meno che, come azionista di maggioranza relativa, che non è maggioranza assoluta solo perché i contributi che abbiamo dato negli anni passati erano dati come contributi e non sotto forma di aumento di capitale - e su questo avrei qualche domanda da porre - possiamo chiedere che le decisioni si adeguino alle conclusioni a cui si arriverà. Mi pare che sia il minimo in questa occasione, quindi pregherei l'Assessore di rispondere a queste due domande in funzione delle quali ha un senso o meno fare l'audizione il 25 prossimo.



PRESIDENTE

Consigliere Angeleri, voleva fare delle precisazioni o intendeva svolgere un intervento?



ANGELERI Antonello

Voglio sentire la risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Ho detto che il Consiglio di amministrazione ha portato in assemblea la decisione di cedere, dando mandato al Presidente e all'Amministratore delegato di trattare la cessione a determinate condizioni che il Consiglio di amministrazione ha ritenuto di mettere poi nel mandato a costoro.
L'assemblea ha ratificato il mandato e costoro hanno trattato: possono aver ceduto completamente il tutto.



VINDIGNI Marcello

Possono aver già ceduto?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Certamente.



VINDIGNI Marcello

Quindi, può darsi che abbiano ceduto e la nostra posizione è inutile.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Il Presidente e l'Amministratore unico della società avevano tutti i poteri per fare ogni atto! E peraltro, non essendo - ricordiamolo - EXPO 2000 un Ente strumentale, anche giuridicamente non erano tenuti e non sono tenuti a dare informazioni. Qualche difficoltà - lo dico onestamente a quest'aula e molti Consiglieri anche dell'opposizione lo sanno - le ha avute anche la Giunta regionale nel rapportarsi sotto il profilo dell'informazione, proprio perché determinate informazioni il Consiglio di amministrazione ha ritenuto di tenerle riservate, perché erano oggetto di trattativa. Peraltro, aggiungo che io non ho voluto saperle.



VINDIGNI Marcello

Ma voi siete complici!



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

No! Complice lo dici a tua sorella!



VINDIGNI Marcello

No, no! Lo dico a te che dovresti sapere che c'è un Codice Civile che...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Perché io ritengo di dover agire in assemblea per la quota del 30 caro collega Vindigni! - con tutti i poteri che la legge italiana mi dà!



(Proteste del Consigliere Vindigni)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Compreso... Fermati un attimo!



VINDIGNI Marcello

Non siamo qui a fare le belle statuine!



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Ma insomma ho la parola io o il Consigliere Vindigni? Mi scusi Presidente!



PRESIDENTE

Consigliere Vindigni, lasci concludere l'Assessore, poi le darò la parola.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Compreso il diritto, quale azionista della società EXPO 2000, di fare ogni azione, anche quella di responsabilità, qualora siano lesi gli interessi della società. Questo ha la Regione.



VINDIGNI Marcello

E alle domande non ha risposto!



PRESIDENTE

Consigliere Vindigni, in realtà l'Assessore ha dato una risposta, anche se molto ampia.



VINDIGNI Marcello

Io ho posto due domande precise.
Visto che è stato dato un mandato da un'assemblea alla quale ha partecipato, evidentemente il mandato doveva precisare: primo, se c'è un termine per la cessione; secondo, qual è l'organo che è deputato a perfezionare la cessione.
Delle due domande, ha risposto chiaramente alla seconda, dicendo: "l'organo deputato è il Presidente perché ha avuto questo mandato", per non ha saputo dirci se la cessione è avvenuta o non è avvenuta! Ora, cari colleghi, vi rendete conto che è perfettamente inutile discutere "a babbo morto", soprattutto perché siamo l'Ente che è azionista di maggioranza relativa e che ha tutto il potere e il dovere di intervenire sulle scelte della società con cognizione di causa? L'audizione serviva a questo scopo. Se la cessione è stata perfezionata, per me è perfettamente inutile l'audizione ed è perfettamente inutile discutere in quest'aula perché facciamo la figura degli ingenui, e io questa figura non la voglio fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Chiedo scusa, Presidente, molto velocemente, desidererei alcune risposte precise da parte della Giunta, per un fatto legato ad un ordine del giorno che noi, il 21 luglio scorso, abbiamo votato in questa sede.
Il 21 luglio di quest'anno abbiamo votato un ordine del giorno a fronte di un dibattito svolto, che impegnava la Giunta - leggo testualmente - "a sottoporre preventivamente e a portare in discussione in Consiglio regionale qualsiasi atto o progetto relativo a mutamenti nell'assetto societario di EXPO 2000 o comunque riguardante determinazioni, ipotesi o fatti che possano provocare cambiamenti nella gestione delle attività fieristiche regionali".
Poiché questo ordine del giorno, non solo l'ho proposto, ma l'ho votato in quest'aula, vorrei sapere ad oggi, esattamente alle ore 19,05 del 10 novembre, qual è la situazione, altrimenti ritengo di essere correttamente preoccupato, dopo aver votato un ordine del giorno del genere e non sapere a che punto stanno le cose. Lo dico come qualsiasi dei sessanta Consiglieri regionali che siedono qui dentro; è solo un riferimento a quanto in quest'aula abbiamo votato, tra l'altro all'unanimità dei presenti.



PRESIDENTE

Sulla mozione del Consigliere Riba ci sono dei pronunciamenti? Aspettiamo l'audizione del 25 novembre? Prego, Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Forse non mi sono spiegato bene. Ripeto: noi, il 21 luglio, abbiamo votato un ordine del giorno in questa sede; mi pare fossero - non ho il documento originale - 33 voti favorevoli con 33 Consiglieri presenti quindi all'unanimità. Io ero uno dei presenti e votai quell'ordine del giorno che - lo ripeto perché probabilmente siamo anche un po' stanchi impegnava la Giunta a: "...preventivamente portare in discussione in questo Consiglio regionale qualsiasi atto o progetto relativo a mutamenti nell'assetto societario di EXPO 2000, o comunque riguardante determinazioni, ipotesi o fatti che possano provocare cambiamenti nella gestione delle attività fieristiche regionali". Chiedo: ci sono stati, ad oggi, ore 19,08 del 10 novembre 1998, cambiamenti rispetto a quanto quest'aula ha votato il 21 luglio?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

I cambiamenti sono stati questi: innanzitutto, le posizioni della Giunta regionale sono state comunicate a quest'aula dalla relazione del Presidente Ghigo, in data 26/10/1998, esattamente il giorno prima o due giorni prima dell'assemblea. In quella comunicazione veniva espressa la posizione che la Regione avrebbe portato in assemblea.
All'inizio di questa discussione ho ritenuto di riprendere quella comunicazione, ribadendo di aver portato in assemblea la posizione della Giunta regionale con le indicazioni della deliberazione della Giunta e peraltro, devo dire che in quella assemblea si è ratificato il mandato, che il Consiglio di amministrazione ha dato al Presidente e all'Amministratore delegato, di cedere.



MONTABONE Renato

Quindi, la responsabilità è del Consiglio di amministrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Certo, poi si potrebbe aprire tutta la questione sul dovere Regione Consiglio di amministrazione. Io, come Regione, ho chiesto che, appena redatto, tutti gli elementi utili mi vengano trasmessi, compresa, se ne abbiamo diritto in base al Codice Civile, la copia dell'eventuale atto di cessione.
Peraltro, abbiamo la legge regionale del 1995 che fa obbligo agli Amministratori designati dalla Regione di farsi sentire, di essere auditi e di farsi audire e soddisfare tutte le richieste di informazioni che il Consiglio regionale ritenesse utili. Ribadisco, però, che l'ordine del giorno del 21 luglio 1998 è stato esaudito per tutti gli atti e i passi che la Giunta regionale ha compiuto, per le decisioni che ha assunto, nel limite di ciò che ci è consentito conoscere.
Precedentemente ho detto che anche nella stessa assemblea ci sono state posizioni discordanti su alcuni consigli od opinioni che penso risulteranno a verbale del tutto, redatto da un notaio, tra la Regione e la Camera di Commercio, che è l'altro grande azionista, probabilmente allineato con altre posizioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Vorrei chiedere, in questa discussione, che fine fa la proposta Racchelli; è in vita o no? Dato che era una proposta che mi aveva incuriosito ed interessato, vorrei sapere dal Presidente Ghigo se è possibile discuterla o meno, se politicamente è in vita, se sta sul tavolo di lavoro di quest'aula.
E' molto imbarazzante trovarsi di fronte ad un Presidente e ad un Assessore che dicono una cosa ed un altro Assessore che, invece, ne propone un'altra.
L'altra proposta Racchelli c'è, non c'è, si può discutere, l'avete acquisita, l'avete silurata, l'avete contraddetta? Cosa ne facciamo? Perch io ho un ordine del giorno di richiesta di dimissioni dell'Assessore, che potrei ritirare se la proposta Racchelli fosse dichiarata una proposta da discutere. Visto che il Presidente della Giunta condivide tale proposta, se è disposto a metterla in discussione, io ritiro immediatamente l'ordine del giorno di richiesta di dimissioni dell'Assessore.
Anche in questo caso, Presidente Ghigo, fate politica seriamente. E' stata presentata una proposta dell'Assessore Racchelli: non piace, è stata messa in minoranza, forse l'Assessore Racchelli ha fatto il solito colpo di testa - come ha fatto quando è entrato nel cortile del Palazzo con la Mercedes - dicendo che EXPO 2000 deve diventare un'altra cosa, però ha presentato una proposta. Ci dica, Presidente Ghigo, se possiamo discutere la proposta dell'Assessore Racchelli, oppure no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, credo anch'io che sia opportuno che questa discussione avvenga dopo l'audizione. E' importante però che il Presidente della Giunta e l'Assessore competente abbiano la pazienza di ascoltare tutti i rilievi, magari sbagliati, dei Consiglieri di minoranza. Non poniamo un problema personale, ma dei problemi politici - tutti stanno facendo questo - quindi l'Assessore deve essere un pochino più paziente laddove qualche Consigliere esprime dei dubbi; a questo punto, dubbi ve ne sono molti.
Innanzitutto ricordo che il Presidente Ghigo si era riservato di riferire al Consiglio se c'era un'incompatibilità tra il Presidente di EXPO 2000 in relazione ad alcuni avvenimenti successi in aula: il dibattito precedente si era concluso con questo impegno. Il collega Majorino aveva sollevato la questione, e il Presidente era intervenuto dicendo che avrebbe approfondito la questione e poi riferito in aula. Di questo non se ne discute più: è caduto nel dimenticatoio.
Credo, Assessore Pichetto, che sia opportuno - anche per alcune imprecisioni ed una certa ermeticità nei suoi interventi, laddove dice che in ogni caso la Regione si può sempre riservare il diritto di valutare se tutto è compatibile con le finalità della società - a questo punto verificare se ciò che aveva detto il Presidente Ghigo in quest'aula è stato poi ripetuto letteralmente nell'assemblea degli azionisti. Oppure, se la posizione espressa nell'assemblea degli azionisti, è stata diversa, più avanzata o più arretrata. Credo sia opportuno verificarlo.
Per alcune affermazioni e per una certa irritazione, mi pare che la sua posizione non sia totalmente coerente...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Mi sono irritato quando mi ha dato del complice.



SAITTA Antonino

Dopo l'audizione avremo gli elementi per un quadro completo di coerenza, che sicuramente ci sarà stata. Però il rilievo mosso dal collega Angeleri, che fa riferimento ad un ordine del giorno che non abbiamo approvato perché la nostra posizione è addirittura più rigida rispetto a quell'ordine del giorno approvato dalla maggioranza, fa presagire che dei cambiamenti sono intervenuti: la situazione è profondamente mutata.
Profondamente mutata non per una decisione del Consiglio, infatti il Consiglio si era riservato di intervenire su quell'argomento, con quell'ordine del giorno, votato da tutti. Invece è successo che, per problemi di tempo od altro, la Giunta ha assunto una decisione indipendentemente dalla volontà del Consiglio che si era riservata di pronunciarsi prima che il Presidente o l'Assessore si recassero all'assemblea degli azionisti per esprimere delle opinioni.
Ricordo che il Presidente Ghigo era venuto qui, esprimendo un'opinione della Giunta, e il Consiglio non aveva avuto modo di poterla discutere per questioni di tempo. Avevamo chiesto di convocare un Consiglio immediatamente il giorno dopo - se ricordate - e ci è stato negato. Per cui, ciò che è stato assunto dalla Regione è una decisione unilaterale sicuramente illegittima da parte dell'Assessore Pichetto o del Presidente Ghigo, ma in ogni caso non verificata in Consiglio secondo quell'ordine del giorno che è stato approvato.
Quindi, siamo di fronte ad una decisione unilaterale, assunta neppure collegialmente, ma dalla Giunta, perché la Giunta ha assunto posizioni difformi. Credo che ad un certo punto, dopo la consultazione, occorrerà verificare se quella decisione, assunta dalla Giunta, è condivisa anche dal Consiglio e dalla maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Vorrei aggiungere, alle risposte dell'Assessore, soltanto una riflessione. Mi permetto di rifiutare l'ipotesi dell'Assessore Pichetto per cui la responsabilità, rispetto a quanto accaduto, a quanto accadrà non si capisce se è accaduto o accadrà - sia interamente dovuta al Presidente e all'Amministratore delegato. Se è vero, come è vero, che noi abbiamo una legge istitutiva di EXPO 2000 che attribuisce alla Regione una maggioranza relativa, maggioranza relativa espressa dal rappresentante di Giunta che ha partecipato, che parteciperà all'assemblea.
Volevo chiarire questo aspetto, altrimenti sembra che la Regione improvvisamente, non esista più e la responsabilità sia unicamente del Presidente e dell'Amministratore delegato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Hanno tutti aderito alla proposta, ma poi di fatto si è proceduto... E' uno strano modo di procedere, ma fa parte delle rarità istituzionali che abbiamo inaugurato.
Non voglio svolgere un intervento, perché resto del parere di volerlo e di doverlo svolgere in maniera organica quando avrò più elementi.
Per fare delle discussioni bisogna conoscere l'oggetto della discussione. L'oggetto della discussione è sapere se interveniamo in merito ad un'ipotesi di cessione o ad una cessione avvenuta. Questo elemento non è stato chiarito, perché i rappresentanti della Regione, in sede di Consiglio di amministrazione di EXPO 2000, si sono comportati nel seguente modo: uno ha votato a favore, credo, della cessione; due si sono astenuti.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lasci svolgere al Consigliere Riba il proprio intervento.



RIBA Lido

Ripeto la votazione avvenuta in Consiglio di amministrazione. A me risulterebbe che uno dei nostri rappresentanti (del Consiglio regionale) ha votato a favore della cessione di un gruppo di marchi nel contesto di una più ampia cessione, di muri e di altre cose, per un valore di 270 miliardi alla quale si è aggiunta la cessione di un valore di 5 o 6 miliardi di altre cose.
Altri due si sarebbero astenuti o non avrebbero...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Posso fare una domanda?



RIBA Lido

No. Glielo dico io: se avessimo fatto il dibattito dopo, quando avremmo potuto avere tutti questi elementi, avreste assistito ad un dibattito ricco e pieno di quegli argomenti che adesso sono sostituiti da trattini, che rendono un dibattito efficace e completo particolarmente ombroso.
Stavo dicendo che due non avrebbero votato a favore, un terzo non avrebbe partecipato all'assemblea, perché? Perché la nomina sarebbe avvenuta al mattino, verso mezzogiorno, e comunicata agli interessati; gli interessati sarebbero stati convocati, dall'azionista che li aveva espressi, verso le cinque del pomeriggio per un'informazione, peraltro legittima e dovuta, affinché alla sera alle otto potessero partecipare ad un Consiglio di amministrazione. Naturalmente le condizioni di tempo e di procedura erano tali che furono indotti (questi nominati), uno a non partecipare, secondo me facendo un atto assolutamente dovuto, e gli altri due, pur assistendo, a non partecipare alle decisioni.



MONTABONE Renato

Per paura.



RIBA Lido

Io dico per non partecipare alle decisioni.
A questo punto, la loro non partecipazione alle decisioni sarebbe stata sostituita da una partecipazione dell'assemblea nella quale invece il nostro Ente è rappresentato dall'esecutivo: avrebbe esso sì espresso un parere. Vorrei sapere se questa procedura è esatta.
Questo lo acquisiamo poi; evidentemente in un intervento di merito si potrà riprendere la questione con qualche considerazione.
A quel punto, la domanda che è stata ripetutamente posta è: a seguito di quella decisione è perfezionato l'atto di vendita? E' resa irrevocabile una posizione favorevole della Regione? Ci sono le condizioni perché la Regione si riservi una sua posizione dopo che avrà sviluppato un ulteriore dibattito? Questi sono gli interrogativi - almeno questi - che devono essere chiariti perché sappiamo da dove riprendere il dibattito.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Lo chiede in questa sede o con il rinvio?



PRESIDENTE

Credo che lo stato di questa discussione debba essere aggiornato dopo l'audizione che ci sarà in Commissione per acquisirla.



MONTABONE Renato

Mi scusi, Presidente, io sono d'accordo, però l'altra volta...



PRESIDENTE

Non prendete i cappotti, Consiglieri, perché abbiamo ancora qualche minuto di lavoro!



MONTABONE Renato

Non vorrei solo, Presidente, che le cose si risolvessero come l'altra volta, per cui è stata sospesa la comunicazione del Presidente, è stata sospesa la riunione, siamo andati alla Conferenza dei Capigruppo, io chiesi di farlo il giorno dopo, come forse il Presidente aveva pattuito con un "gruppuscolo" là, e poi se ne sono fregati tutti! Non si è fatto il Consiglio e la Regione è andata a fare quello che doveva fare! Allora, non diciamo che abbiamo esaurito l'ordine del giorno di Angeleri! L'ordine del giorno di Angeleri non l'abbiamo voluto esaurire!



(Commenti del Consigliere Vindigni)



PRESIDENTE

Se volete io sono disponibile a continuare, mi pare però che sia più produttivo un aggiornamento a dopo l'audizione.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Io non attribuisco a questa discussione un valore formale, sia per l'autorevolezza della sede nella quale avviene, sia perché attiene ad un argomento che vede la Regione impegnata in prima persona essendo l'azionista di maggioranza relativa e quindi l'azionista che deve dare indicazioni.
Dalla discussione fatta finora è emerso chiaramente che le indicazioni che avrebbe dovuto dare il Consiglio non sono state date perché la discussione sulla comunicazione della Giunta non è avvenuta e l'ordine del giorno parla di determinazione del Consiglio. Ciò è avvenuto perché c'è stato un pasticcio, non si è capita la situazione, qualcuno ne ha voluto approfittare, ma non sta a me dare una spiegazione; oggi però ci troviamo di fronte ad un'attività in essere, vale a dire una trattativa per cedere delle quote, di fatto conclusa, così ha detto l'Assessore, che è solo da formalizzare, cioè da formalizzare con un atto notarile che vede, da una parte, il Presidente della società che ha avuto un mandato e, dall'altra il compratore.
A questo punto, c'è la possibilità della Giunta di intervenire sul Presidente dicendo: "Caro Presidente, tu non formalizzi l'atto fintantoch non è avvenuta l'audizione e la discussione in aula", perché è solo un fatto di opportunità. La Giunta intende fare questo passo per consentire al Consiglio di esprimersi prima dell'audizione o no?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

No, perché ritengo che il socio al 30% debba svolgere il suo ruolo di socio, dando le indicazioni in sede di assemblea, ma non debba sostituirsi al Consiglio di amministrazione che è la rappresentanza di tutti i soci.
Altrimenti sarebbe un patto leonino al rovescio e non sarebbe sicuramente corretto e giuridicamente sostenibile in nessuna sede, peraltro su un atto che è - da tutti i pareri legali - considerato atto di ordinaria amministrazione e come potere del Consiglio di amministrazione. Quindi ritengo che sicuramente le vie giuridiche di azioni di responsabilità o agire per danno ci siano.
Ritengo che questo Consiglio debba e possa giustamente valutare e discutere anche disquisendo sul doppio interesse - non ricordo più chi dei colleghi ha citato questo concetto: l'interesse della società e l'interesse della Regione. Su questo possiamo sicuramente discutere, peraltro dicendo che noi riteniamo, come Giunta regionale, che l'interesse della Regione sia fare le migliori fiere. Poi se ci sarà il dibattito completo riteniamo di doverlo approfondire...



MONTABONE Renato

Questo lo vediamo poi.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Però chiaramente non è sostenibile e io penso che gli altri soci si opporrebbero, anzi gli amministratori avrebbero il dovere comunque di andare avanti non tenendo conto dell'opinione di un socio al 30%, perché...



MONTABONE Renato

Rispondendo in proprio, ovviamente.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Su quello risponderebbero in proprio, mentre così hanno la copertura dell'assemblea, della maggioranza dell'assemblea se vogliamo, al limite interpretare - ma, permettetemi, questo non vuol dire lavarsene le mani anche un po' cripticamente quella che può essere stata la posizione della delibera della Giunta regionale per essere chiari, ma non chiediamo quello che non è possibile.
Io chiederei davvero al Consiglio... Io non posso dare informazioni che non ho, in un passaggio precedente ho anche detto che alcune informazioni io le ho richieste per iscritto perché voglio averle per iscritto, non voglio venire ad esprimere il "passaparola". Forse in un intervento politico, mio, seduto ai banchi del Consiglio, potrei esprimere anche cosa mi viene dal passaparola; parlando a nome della Giunta regionale queste considerazioni non le riporto.
Quindi, devo dire che potrò esprimere un'opinione sul comportamento in Consiglio di amministrazione nel momento in cui avrò in mano gli elementi per iscritto, collega Riba; così come dare tutte le risposte in merito all'elenco delle fiere. Io non ho voluto avere copia delle bozze. Devo anche dire che in sede di assemblea, uscendo, qualcuno mi ha chiesto se volevo gli elementi ed io ho risposto: "no, non mi date le bozze, mi date l'atto, se giuridicamente me lo potete dare, ma me lo date ufficialmente in modo tale che io possa al limite andare in aula o in Commissione" - poi valuterà il signor Presidente - e questa documentazione metterla a disposizione dei Consiglieri, chiedendo, al limite (se sono atti che non possono avere pubblica divulgazione, perché ai sensi del Codice Civile potrebbero andare a confliggere con i legittimi interessi della Società per Azioni), il segreto d'ufficio.
Si potrebbe convocare, poi, un Consiglio a porte chiuse o la Commissione, come il Presidente del Consiglio vorrà. Ma - ribadisco - la Giunta ha la piena disponibilità al confronto e alla discussione. Non c'è assolutamente la reticenza né la volontà a chiudere una discussione che invece, ritengo debba essere aperta e chiara, avendo anche l'audizione quindi la conoscenza di tutta una serie di passaggi che in questo momento anche la Giunta regionale non ha.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Chiedo scusa, Assessore, io la giudico una persona intelligente e particolarmente simpatica. Mi rifiuto di credere che questa sia la risposta che la Giunta regionale dà all'interno del Consiglio, dopo aver votato (il 21 luglio) un ordine del giorno che prevedeva la discussione in questa sede e, semmai ci fosse una deliberazione, che questa fosse una deliberazione di Consiglio regionale e non di Giunta, perché quell'ordine del giorno delegava il Consiglio regionale a prendere una decisione.
Lei, oggi, ci risponde dicendo di non sapere a che punto sia la situazione, di non sapere, quasi, quale sia la posizione della Regione su questa vicenda. Questo mi sembra offendere la sua intelligenza.
Se si può ancora mettere una pezza a questo tipo di problema (non stiamo parlando di una delibera qualsiasi, ma del futuro fieristico della nostra città e regione, quindi di un investimento economico importante, al di là di questa vendita su cui potremmo tornare per capire bene effettivamente che tipo di vendita sia), vorrei chiederle se non ritiene opportuno tenere in questa sede il dibattito che l'ordine del giorno votato - ripeto - il 21 luglio, ha deciso, all'unanimità, di affrontare diversamente, veniamo meno ad un ordine del giorno votato all'unanimità. Su questo, sinceramente, ho fortissime riserve.
Chiedo, dunque, alla Giunta una riflessione e desidererei che la discussione che abbiamo delegato a questo Consiglio fosse affrontata con tutti i crismi e tutta la documentazione che in questo momento ritengo non ci sia e renda incompleto il dibattito in aula.



PRESIDENTE

L'argomento non è esaurito, verrà quindi ripreso.



RIBA Lido

La mia proposta è stata ampiamente accolta, ma poi non eseguita.
Vorrei evidenziare un aspetto. So anch'io che in sede di Consiglio di amministrazione la rappresentanza della Regione, la titolarità di esprimere la propria posizione, spetta alla Giunta, all'esecutivo (in genere nelle S.p.A. è così). Infatti, il problema non verte sulla chiarezza giuridica o sull'interpretazione della norma, ma sull'esistenza di un ordine del giorno del Consiglio regionale che impegnava la Giunta ad un comportamento nei confronti del Consiglio, che non è stato tenuto. Quindi, di lì in avanti gli atti politici compiuti sono stati compiuti in violazione di un impegno espresso attraverso un ordine del giorno. E' quindi da definire che tipo di situazione comporti l'operazione che è intervenuta e su questo mi pare non ci sia stata una risposta né esauriente né approssimativa.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Non sta a me rispondere.



RIBA Lido

Come non sta a lei rispondere? Io ho semplicemente recuperato quanto ha detto il collega Angeleri rispetto alle caratteristiche precise dell'ordine del giorno che impegnava la Giunta ad un comportamento assolutamente certo che era quello di acquisire l'orientamento del Consiglio sugli atti da compiere. Indipendentemente dal fatto che gli atti fossero stati favorevoli o contrari, so bene che c'è una maggioranza che si esprime e non è intervenuta la procedura corretta. Credo che lei questo lo possa constatare e ne sia al corrente.



PRESIDENTE

Ritengo che questo argomento non sia esaurito e che possa essere opportunamente ripreso dopo l'audizione.
Ricordo infine che il Presidente Ghigo giovedì renderà visita, per i problemi della Malpensa, al Ministro Treu. C'era stata l'indicazione di comporre una delegazione; a me pare che non sia ipotizzabile la delegazione di tutti i Capigruppo perché, essendo i Gruppi molto numerosi nel nostro ambito di Consiglio, non sarebbe una delegazione, ma un "viaggio charter"! Credo che, insieme con il Presidente, on. Ghigo, potrebbe andare il Presidente del Consiglio, se ritenete possa essere sufficiente, oppure una piccola delegazione di Consiglieri. Da parte mia, mi impe-gno, ovviamente a riferire adeguatamente nella giornata di venerdì.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.38)



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