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Dettaglio seduta n.300 del 03/11/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno relativi nn. 748, 760, 849, e 850 inerenti a "Malpensa 2000"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Considerata la presenza - in realtà, già da questa mattina - di Sindaci e rappresentanti della zona dell'Ovest-Ticino, credo sia opportuno riprendere i nostri lavori, interrompendo l'esame degli emendamenti alla deliberazione, con l'esame del punto 42) all'o.d.g. riguardante l'aeroporto di Malpensa.
Su tale argomento, ricordo che sono stati presentati diversi documenti ed in particolare: l'interrogazione n. 1493 a firma del Consigliere Cavaliere l'interrogazione n. 1525 a firma delle Consigliere Manica e Bortolin l'interrogazione n. 2222 a firma della Consigliera Manica l'ordine del giorno n. 748 "Nuove rotte di volo per aeroporto di Malpensa 2000", presentato dai Consiglieri Chiezzi, Simonetti, Moro, Papandrea Angeli, Cavaliere e Peano l'ordine del giorno n. 760 "Aeroporto Malpensa 2000", presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Bortolin, Marengo e Vindigni l'ordine del giorno n. 849 "Malpensa 2000", presentato dai Consiglieri Gallarini e Galli l'ordine del giorno n. 850 "Limitazioni delle rotte di volo per Malpensa 2000 in relazione ad insediamenti chimici nel Comune di Marano Ticino" presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti e Manica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Per la procedura, riterrei più utile, anche per illustrare i vari documenti, sentire prima dal Presidente Ghigo un aggiornamento sulla situazione e sul suo intervento; a seguito di questa informazione, potremo anche collocare i documenti sottoscritti.
In sostanza, chiedo di avere l'aggiornamento degli ultimi interventi del Presidente, nonché le ultime notizie sulla situazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta per un breve riassunto della situazione.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Visto che il Consigliere Chiezzi mi chiede un aggiornamento, lo fornisco molto volentieri; invece, le considerazioni e le conclusioni mi riservo di farle alla fine del dibattito, perché credo che il motivo per cui si discute oggi di Malpensa è proprio avere un maggiore contributo nel sostenere la battaglia che la Regione Piemonte si accinge a portare avanti con il consenso, l'appoggio e la spinta del Consiglio.
Gli aggiornamenti sono relativi ad una situazione che, con l'apertura di Malpensa, si era solo immaginata e che oggi, invece, in quella zona del Piemonte e per la popolazione di quella zona del Piemonte non è solo più un'eventualità, ma - ahimè - è diventata certezza.
Io stesso, nella giornata di sabato, ho avuto modo di recarmi in zona dove ho potuto constatare il tasso di inquinamento acustico legato ai decolli, che rappresentano l'80% dei decolli di tutto il traffico aeroportuale di Malpensa ed avvengono sul territorio piemontese. Questo crea un disagio piuttosto considerevole, anzi direi insopportabile per quella zona del Piemonte. Ma - torno a ripetere - le considerazione le far dopo.
A suo tempo, dopo essere stato ad una riunione il 23 settembre riunione alla quale era presente anche il Consigliere Chiezzi, avevo fatto richiesta al Ministro Burlando di un appuntamento, per prendere in esame e discutere questa criticità.
Il Ministro Burlando, attraverso il suo Capo Gabinetto, l'on.
Panettoni, mi aveva assicurato un'immediata convocazione, cosa che poi non è avvenuta per le vicende legate alla crisi di Governo e alla nomina di un nuovo Ministro dei Trasporti.
Il giorno stesso del giuramento del nuovo Governo, presieduto dall'on.
D'Alema, ho telefonato alla segreteria del Ministro Treu e gli ho mandato una lettera per ricordargli l'impegno assunto dal suo precedessore e per chiedergli che mi fosse fornita la possibilità, insieme ai Sindaci della zona, ai rappresentanti del Comitato e chiaramente alla Provincia di Novara, di essere ricevuto per rappresentare la situazione di fortissima criticità che si è venuta a creare.
Ad oggi, nonostante il mio sollecito - ma la mia non vuole essere una critica, perché mi rendo conto che il Ministro Treu è appena insediato e che debba necessariamente avere qualche giorno di tempo per prendere contatto con le sue nuove responsabilità - devo però dire che l'appuntamento non mi è ancora stato fissato: sono in attesa, avendo fatto più sollecitazioni, che questo appuntamento mi venga dato, in modo che la delegazione dei Sindaci della Provincia e della Regione possa essere ricevuta dal Ministro Treu. Questo per quanto riguarda la tempistica.
Per quanto riguarda invece gli aspetti relativi alla posizione della Regione, io ho assunto una posizione molto ferma, molto rigida, che mi riservo di rappresentare al Ministro competente, suffragato - mi auguro da un ordine del giorno che rafforzi la posizione della Regione nei confronti del Ministro.



PRESIDENTE

L'on. Ghigo ha riassunto la situazione ad oggi. Poiché stiamo esaminando anche delle interrogazioni ed ordini del giorno, dobbiamo ritenere la discussione complessiva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galli; ne ha facoltà.
GALLI Presidente e colleghi, ho sottoscritto un ordine del giorno firmato dal mio Capogruppo Gallarini, perché con l'attuazione di Malpensa 2000 la situazione nell'Ovest-Ticino è drasticamente mutata; le persone, che erano abituate a fruire con soddisfazione del loro territorio (territorio tra l'altro favorito dalla morfologia e dalle condizioni socio-economiche), si sono trovate nei propri paesi in condizioni di palese invivibilità. Questa invivibilità è reale, non è un'esagerazione politica come potrebbe sembrare molte volte (talvolta le espressioni in quest'aula vengono portate all'iperbole), ma è la realtà di quello che avviene quotidianamente a partire dall'inaugurazione di Malpensa 2000 nei territori dell'Ovest Ticino.
Ci avviciniamo alla data in cui un aereo al minuto andrà a sorvolare le aree dell'Ovest-Ticino. Significa che il rumore di fondo, nonché la visione del cielo saranno occupati dagli effetti di una tecnologia che è indispensabile al nostro mondo moderno, ma che comunque va ad interagire in maniera drammatica con la realtà di un'area che era nota per la tranquillità, la residenza e lo svago.
Abbiamo dunque sconvolto un sistema biologico ed economico, un sistema sociale, un'intera zona, senza averne discusso preventivamente in sede regionale, senza aver potuto, come Regione Piemonte, trarne delle conclusioni. Pertanto, ci troviamo di fronte allo stato di fatto, voluto ultimamente dal Ministro Burlando, forzatamente, con due decreti in contrapposizione anche ai suggerimenti del Commissario CEE.
Si è voluto aprire ad ogni costo un aeroporto come Malpensa 2000 senza tenere conto di quante e grandi si manifestavano le controindicazioni.
Il discorso di Malpensa 2000 è iniziato circa vent'anni fa; allora si pensava ad un numero accettabile di persone che avrebbero potuto usufruire di questo scalo che, con il tempo, si è moltiplicato; oggi siamo giunti all'assurdo che un aereo ogni minuto sorvola una sola zona dell'area limitrofa a Malpensa: guarda caso, la zona della Regione Piemonte.
Non vorrei accusare di opportunità e di furbizia la Regione Lombardia ma la gestione di Malpensa 2000 - a mio giudizio - può far presumere che la Regione confinante abbia volutamente destinato questo aeroporto internazionale, che pure è necessario per i problemi dell'economia del nord Italia, in una zona marginale del proprio territorio, per scaricare anche su una regione limitrofa buona parte degli effetti, nonché ciò che arreca maggiore inquinamento, ovvero la fase del decollo.
Ovviamente, questo è dovuto essenzialmente ad una mancanza di collegamento tra gli Enti locali piemontesi - Comune, Provincia e Regione in una fase non recente, ma che risale a circa dieci anni fa, quando Malpensa era in fase di progettazione. In quel momento, la Regione Piemonte avrebbe dovuto interagire e avrebbe dovuto forzare determinate soluzioni al limite scegliere di destinare una parte del proprio territorio non urbanizzato, non densamente popolato, per creare qualcosa di alternativo ad un'area aeroportuale che si sapeva avrebbe creato grossi problemi dopo la realizzazione del progetto.
Ho partecipato a diverse riunioni e la popolazione mi ha comunicato un grande disagio: non è un finto disagio, non interessa alla popolazione locale avere un contraltare economico, chiede semplicemente di ristabilire le condizioni iniziali.
Quindi, quello che viene richiesto alla Regione Piemonte dall'Ovest Ticino è di ripristinare le condizioni iniziali con cui la popolazione era abituata a convivere.
Sono a conoscenza che si tratta di un'operazione difficile, però l'Ente Regione si deve impegnare presso il Governo nazionale ad un'azione costante e decisa in base ai contenuti dell'ordine del giorno. Governo che ultimamente mi è parso sordo alla richiesta di interlocuzione con il nostro Ente regionale. E' bene notare che non siamo mai stati invitati ad un tavolo di concertazione relativamente al destino di Malpensa 2000.
Territorio limitrofo al nostro, in linea d'aria sono poche centinaia di metri dal confine con la regione Piemonte. Abbiamo subìto un intervento che sarà per noi drammatico, senza poter compartecipare alle decisioni.
Questo mi lascia presagire che ci poteva essere, nel corso delle scorse amministrazioni regionali o forse anche in questa - mi auguro di no un'inerzia, un non voler prendere atto anche del fatto che il nostro sistema aeroportuale piemontese veniva drammaticamente cancellato da uno scalo internazionale che avrebbe assorbito quasi tutto quello che era il nostro potenziale. Questa è la realtà con la quale ci dobbiamo oggi confrontare e, oltre al disagio della popolazione dell'Ovest-Ticino, avremo anche il sito di Caselle che sarà sicuramente sovradimensionato ed inutilizzato rispetto a quelle che saranno le future esigenze dell'utenza che ovviamente si rivolgerà ad un sito che, tutto sommato, verrà anche, per nostra negligenza, reputato più consono.
Pertanto, non posso che chiedere al Presidente della Giunta di accogliere quelli che sono gli impegni formulati nel nostro ordine del giorno. Invito anche i colleghi a giungere ad un unico ordine del giorno tale da consentire alla Regione Piemonte di manifestare un consenso mirato alla tutela di un'area piemontese; se ciò non è possibile, mantengo il voto positivo rispetto all'ordine del giorno da me presentato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
MANICA Finalmente, colleghi e Presidenti, arriviamo a discutere in quest'aula del problema di Malpensa. Se mi consentite un'osservazione preliminare, è veramente singolare che l'aula del Consiglio regionale del Piemonte discuta di Malpensa, in questo modo e in questi termini, solo dopo che è avvenuta l'inaugurazione del nuovo aeroporto internazionale. Questo è un fatto assolutamente stupefacente e incredibile. Il fatto che arriviamo, nell'aula del Consiglio regionale del Piemonte, quindi con la solennità di un dibattito consiliare, a discutere di questo argomento solo a questo punto non è stata questione senza conseguenze per il territorio piemontese.
Da molto tempo tutti sapevamo che l'aeroporto internazionale di Malpensa, aeroporto intercontinentale del sud-Europa, sarebbe stato aperto in quella collocazione e che sarebbe stato, dal punto di vista delle grandi infrastrutture del nostro Paese, un elemento significativo rispetto alla nostra collocazione in Europa. Sapevamo che tale elemento significativo conteneva grandi opportunità di sviluppo, ma anche grandi problematiche e grandi complessità dal punto di vista territoriale e ambientale, quindi anche della qualità della vita, in un'area fortemente urbanizzata qual è quella vicino al Ticino, al confine tra il Piemonte e la Lombardia.
La Regione Piemonte, attraverso atti importanti di programmazione e di indirizzo, così come di atti più quotidiani, come si è occupata di questa problematica? Analizziamo gli atti di indirizzo. Il Piano di sviluppo è documento che di queste cose o non ne parla o ne parla in modo talmente general generico da non essere questioni contenute nel più grosso documento di programmazione di questa Regione. Comunque il Piano regionale di sviluppo non è mai giunto in quest'aula e non rappresenta un testo definito, votato e siglato dal Consiglio regionale.
Il Piano regionale dei trasporti l'abbiamo visto passare come una meteora dalla Commissione, l'abbiamo visto passare come una, ancor più veloce, meteora dalle consultazioni, non l'abbiamo visto ritornare in Commissione, ma certamente in quest'aula non è mai giunto.
Questi sono due atti di programmazione di rilievo che su una problematica, quale quella delle grandi infrastrutture, così come del potenziamento della quotidianità delle problematiche di sviluppo e trasportistiche, dovrebbero dirci e darci delle indicazioni.
Per quanta riguarda poi gli interventi di ordine più immediato e quotidiano, Di Pietro era ancora Ministro dei trasporti quando venne in Piemonte - e successivamente a Di Pietro, Burlando ebbe diversi incontri con il Presidente della Giunta regionale e con tutti i vertici istituzionali piemontesi - e proprio nella sede del Consiglio regionale ci parlò della problematica di Malpensa, delle grandi implicazioni che questa avrebbe avuto sull'intero sistema aeroportuale del nord Italia, e quindi su Linate, ma anche su Caselle e sul territorio circostante. Una serie di Ministri ce ne parlarono, ce lo annunciarono: ci furono varie interlocuzioni.
Un anno e mezzo fa, ricordo di aver ossessionato il Presidente della Giunta regionale per lunghi mesi, facendogli incontrare prima il Presidente della Provincia di Novara, poi il Sindaco della stessa città, poi le delegazioni dei Sindaci e del Comitato, per affrontare insieme, in modo piuttosto diretto, due problematiche che si rappresentavano come emergenze assolute - la più impellente, quella di ordine ambientale e il relativo problema dei sorvoli e delle rotte; l'altra problematica, quella dei collegamenti ferroviari e viari, affinché non rappresentassero anch'essi elemento di penalizzazione per il Piemonte, ma occasione di sviluppo.
Cos'è successo, relativamente alle rotte? Se la situazione del Consiglio regionale del Piemonte è di tale ritardo, penso sarebbero sufficienti brevi e rapide "ripetizioni", e non con un governo di altro segno politico dell'Ulivo o del centro-sinistra, ma con un governo di centro destra quale quello della Giunta regionale lombarda, presieduta dall'on. Formigoni, su come affrontare un nodo infrastrutturale di questa dimensione. Infatti, il modo con cui la Regione Lombardia, il Comune di Milano, la Provincia di Varese e la Provincia di Milano si sono mossi, ci ha dimostrato una cosa molto importante. Non solo hanno redatto un Piano d'area da lungo tempo, che ricordava quel momento e quella realtà, ma si sono mossi in maniera talmente efficace che sono riusciti a far sì che tutti gli aerei che decollano da Malpensa - o la loro stragrande maggioranza - riescono a passare - tutti! - dal territorio piemontese, sia che decollino verso Est sia che decollino verso Ovest. Anzi, quelli la cui traiettoria è verso Est riescono a fare una bella ansa - passando sul territorio piemontese, sui Comuni a ridosso del Ticino e sopra l'area del parco piemontese del Ticino stesso, vincolato e tutelato da leggi regionali della Regione Piemonte - e a sorvolare completamente il territorio piemontese.
Quella di oggi, Presidente, era la cronaca di una morte annunciata; non è vero che è stato peggio di quanto chiunque avesse potuto immaginare. E' stato esattamente come potevamo immaginare: è dolorosissimo e duro nella percezione soggettiva di quegli abitanti, ma dal punto di vista razionale tutto era tranquillamente immaginabile! Quando l'on. Formigoni e la Regione Lombardia sono riusciti con il Ministero, tutelando locali richieste dei Comuni interessati, del territorio lombardo a ridosso di Malpensa, a determinare quelle rotte di volo, la situazione era data.
Quindi, rapide "ripetizioni" in quella direzione, così come sarebbe utile che la Regione Piemonte sia sempre presente - e che lo fosse fin da allora - ai tavoli in cui queste cose si discutono.
E' vero, qualche volta la Regione Piemonte non veniva neanche invitata penso all'incontro con la Commissione europea, con il Ministro Burlando organizzato a Malpensa più di un anno fa, in cui vennero annunciati i famosi finanziamenti di 205 miliardi per i collegamenti, al quale parteciparono tutti: la Regione Piemonte non venne neanche invitata.
Tutte le altre volte, però, la Regione Piemonte, pur essendo stata invitata, non sempre è stata presente o si è presentata.
Le porgo una domanda, Presidente della Giunta regionale: le sembra che una sede di governo autorevole quale quella di un Consiglio regionale, che ha così grande parte del territorio a ridosso dell'aeroporto e che la cui intera Regione è interessata alla problematica della Malpensa per il suo sistema aeroportuale essendo nodo infrastrutturale dalle grandi conseguenze con il resto dei problemi infrastrutturali piemontesi, possa non essere neanche invitata? Ma quale livello di governo è, di quale rispetto gode nei confronti del governo centrale, della stessa SEA: nei confronti di chiunque? Forse è una sede che al momento in cui la problematica doveva essere affrontata dal punto di vista strutturale, concreto e delle conseguenze quotidiane, non è stata così presente, così efficiente, così capace di intervenire come ci saremmo aspettati? Questo l'ordine delle questioni cui siamo di fronte. Se siamo davanti ad un ritardo così grave, che ha prodotto così gravi conseguenze per il territorio piemontese, mi chiedo se non sia venuto il momento di assumere qui, in questa sede, alcune importanti decisioni. Vede, on. Ghigo, è importante, ma è solo l'ultimo atto e assolutamente dovuto, che a questo punto lei, con i Comuni, con il Comitato, coinvolgendo le varie istanze, i parlamentari, i vari rappresentanti istituzionali, vada dal Ministro per chiedere che sulla questione delle rotte si ripensi la problematica. E soprattutto che lei, a questo punto, vada dal Ministro e gli chieda di aiutare il Piemonte nella contrattazione con la Lombardia. Visto che da soli, nella contrattazione con la Lombardia, non ce la farete mai, questo dovete chiedere nell'incontro unilaterale al Ministro: che il Ministero si faccia garante nei confronti della Regione Piemonte, per andare, rispetto alla Regione Lombardia, a rinegoziare la questione delle rotte e l'intera problematica.
Questo è un atto dovuto; noi dobbiamo scrivere questo nel testo dell'ordine del giorno che accompagnerà l'onorevole Ghigo, i Sindaci e il Comitato, a Roma. Dobbiamo scrivere esattamente quali modifiche noi chiediamo, e per essere in sinergia con tutti gli altri Enti locali Provincia e Comuni: perché solo una sinergia del complesso degli Enti locali può determinare qualche risultato - bisogna che in quell'ordine del giorno vengano recepite le richieste approvate dall'assemblea del 7 agosto 1998. Risulta certamente al Presidente della Giunta regionale che in data 10 luglio di quest'anno una parziale modificazione delle rotte precedenti c'è stata, ma che non solo non è stata soddisfacente, ma ha prodotto i risultati degli ultimi giorni, dopo l'apertura dell'aeroporto.
Cinque cose precise devono essere scritte nell'ordine del giorno, in sinergia con i testi approvati dagli altri Enti locali.
Questa la prima questione che deve essere affrontata. Immediatamente un primo incontro "unilaterale" tra Regione e Governo, per arrivare ad una contrattazione vera con la Regione Lombardia.
Si tratta poi di far intervenire l'ARPA per quanto riguarda il monitoraggio ambientale - applicazione del 447 - e nello stesso tempo si tratta di metter mano, Presidente Ghigo, ad alcuni interventi di ordine programmatorio e strutturale, senza i quali lei rincorrerà un'emergenza dopo l'altra, e l'on. Formigoni sarà sempre dieci metri avanti.
Per evitare una tale situazione, segnalerei alcune problematiche che rischiano di diventare altrettanto gravi di quelle delle rotte: pensiamo ai 205 miliardi stanziati per i collegamenti ferroviari.
All'inaugurazione della Malpensa, dove lei ha pensato di non venire, il Cardinal Martini ha raccomandato a tutti che le problematiche dello sviluppo devono essere collegate a quelle della qualità della vita, del valore delle donne, degli uomini, e dell'ambiente. Sarebbe stato importante fare un intervento analogo e simile a quello molto significativo, in quella sede, del Cardinale.
L'altra questione che deve essere vista è che in quella sede il Ministro Micheli - come confermerà anche la Giunta regionale e di cui lei senz'altro è a conoscenza - ha annunciato che ci saranno ordini di interventi anche riguardo alle parti ed ai collegamenti di ordine viario che seguiranno agli interventi ed ai finanziamenti per i collegamenti ferroviari.
Di questo ne parliamo da un anno e mezzo, da un anno e mezzo le pongo questo problema ed ogni volta lei o gli Assessori ai trasporti che si sono succeduti avete risposto: "Ci stiamo pensando, ci stiamo lavorando". In base a quell'accordo di programma per la gestione dei finanziamenti e per il coordinamento degli interventi sui collegamenti viari e ferroviari visto che arrivano tutti e due al Ticino, bisognerà decidere come si lavora da una parte e come si lavora dall'altra e, se si riesce, bisognerà evitare di farne tre, di ponti sul Ticino (uno ferroviario, uno viario e mantenere quello esistente, che pare non voglia nessuno).
Dobbiamo riuscire a fare questo famoso accordo di programma che ci permetta di non finire in una situazione per cui nella provincia di Novara ed in territorio piemontese ci saranno solo i capannoni industriali per lo svolgimento dei lavori, mentre nel territorio lombardo ci saranno i grandi collegamenti, che consentiranno, non solo il rapporto con Malpensa 2000, ma anche un discorso di ordine occupazionale, distruggendo turisticamente la fascia del Ticino, una parte del lago e rendendo, invece, estremamente interessante ed appetibile la parte interessata dal territorio lombardo.
Forse quell'accordo di programma era urgente in passato, oggi è sicuramente indifferibile, come è indifferibile arrivare ad un Piano dei trasporti e ad un Piano di sviluppo riveduti ed aggiornati rispetto alle problematiche ambientali e strutturali esistenti.
Mi sembra, inoltre, che negli archivi di quest'aula e delle Commissioni sia depositata una legge sul sistema aeroportuale piemontese che non sia però, mai diventata oggetto di dibattito, né in aula né in Commissione.
Quindi, se pensiamo che vada mitigato l'impatto di Malpensa dal punto di vista ambientale, occorre rivalorizzare e attribuire un maggiore ruolo a Caselle, a Linate, ai grandi aeroporti del Nord, all'interno del sistema aeroportuale complessivo. Risolviamo i problemi di ordine ambientale risolviamo la preoccupazione relativa all'aeroporto di Caselle, che sento riecheggiare non solo nelle sedi istituzionali, ma anche nel mondo industriale, delle associazioni, delle forze sociali torinesi e piemontesi.
Voglio ricordare un'ultima questione per segnalare quanto sia importante rilanciare il sistema aeroportuale piemontese, perché la modifica delle rotte attuata a Malpensa, spostando e determinando nuovi corridoi, interferirà con i corridoi di Caselle e creerà una serie di problemi ulteriori all'aeroporto stesso. Lei ha due ragioni per respingere tali modifiche: quelle umane, ambientali e territoriali e quelle dell'irrazionalità delle rotte e di un ennesimo problema che esse causeranno all'aeroporto di Caselle.
In sostanza, Presidente Ghigo, chiediamo l'approvazione di un ordine del giorno che contenga, nel dettaglio, le questioni che ho evidenziato, le richieste avanzate dal Comitato, dai Sindaci e dalla Provincia fino ad oggi e, soprattutto, che si prevedano alcuni interventi di ordine strutturale senza i quali i guai in Piemonte sono appena incominciati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Ho partecipato, sin dall'aprile di quest'anno, ad assemblee nelle zone interessate dai sorvoli - allora futuri, oggi reali derivanti dall'apertura dell'aeroporto Malpensa 2000.
Devo dire, senza alzare tanto la voce, che siamo tutti in ritardo. Non penso ci sia alcuno che possa cavarsi fuori da una situazione nella quale alla fine, le popolazioni si sono trovate sole, nel senso che un bel giorno hanno visto volare, con tutto il rumore e l'inquinamento conseguente, una quantità gigantesca di aerei. Dico: "siamo tutti in ritardo", perché su questo argomento, da oggi in poi, dovremmo essere tutti uniti; penso infatti, che la conclusione della nostra discussione sarà l'approvazione di un ordine del giorno o di tutti gli ordini del giorno, perché ogni documento presentato contiene elementi apprezzabili.
Il ritardo di cui parliamo dovrebbe farci riflettere su un fatto: esso è causato anche da una certa soggezione a sviluppare delle analisi critiche sulle grandi opere. Ritengo che se questo concetto viene eliminato dal dibattito, presto altre popolazioni si ritroveranno sole, a subire magari l'impatto acustico di un treno ad alta velocità.
Quando è stato deciso il gigantesco investimento di Malpensa 2000, non ho sentito voci dissonanti, non ho sentito preoccupazioni politiche o amministrative sul significato di concentrare in una sola zona dell'Italia settentrionale un aeroporto che dovesse drenare la totalità dei viaggi intercontinentali e la maggioranza di quelli continentali. Non ho sentito una sola analisi critica preoccupata di concentrare una quantità di aerei così grande in un solo punto.
Perché questo? Perché è una grande opera, perché è lo sviluppo quantitativo, perché si fa così, perché "conviene" fare così. Ma chi l'ha detto? Chi ha detto che quella scelta per Malpensa 2000 fosse l'unica scelta per dotare l'Italia settentrionale di un efficiente sistema aeroportuale? Chi l'ha detto? L'hanno detto i grandi interessi, i grandi decisori, che continuano a ritenere più utile, più conveniente, più facile concentrare enormi risorse in una zona, dove però oggi i problemi coinvolgono tutti noi.
Vi chiedo, cari colleghi, che il nostro atteggiamento "a buoi fuori dalla stalla", venga tenuto un po' più in conto quando potremo tenere i buoi ancora dentro, cioè quando, di fronte a proposte di investimenti giganteschi, puramente quantitativi, si possa levare qualche voce critica qualche richiesta di informazioni, di alternative, perché le alternative ci sono.
Richiamo ancora il tema dell'Alta Velocità, Presidente Ghigo: cerchiamo di non svegliarci il giorno dopo con i binari che distruggono, con il rumore, ecc.; facciamo anche lì finta di niente come abbiamo fatto per Malpensa 2000! La mia proposta è questa: subito, un incontro con il Ministro, insieme ai Sindaci e - proporrei - ai Capigruppo del Consiglio regionale, visto che su tale questione siamo tutti d'accordo. In secondo luogo, coinvolgere le Regioni e gli Enti locali, perché non bisogna eludere il fatto che sono coinvolte due Regioni. Oltretutto, sono Regioni amministrate entrambe dal Polo, quindi non ci sono contrasti di carattere ideologico.
E' possibile prendere atto che due sono le Regioni interessate e due sono le Regioni che al medesimo tavolo, insieme al Ministro, devono discutere di questo, o lasciamo la Regione Lombardia a fare quello che vuole? Poi, gli Enti locali e il Ticino. Il Ticino sta diventando sempre di più un muro tra società diverse: ad Est del Ticino c'è un tipo di sviluppo c'è un tipo di attenzione che evidentemente porta a casa dei risultati nell'Ovest-Ticino non è così! Allora, è possibile immaginare un percorso politico amministrativo che anche qui riunisca la società che si affaccia sul Ticino? O dobbiamo contrapporre l'Ovest-Ticino con le sue esigenze all'est Ticino? Io non penso che la risoluzione dei problemi passi attraverso il consolidamento di queste differenze! Il fiume deve unire; le due società vivono a pochi chilometri una dall'altra e non è possibile che una scarichi sull'altra, in modo poco discusso, poco democratico, poco concordato, i propri problemi! Ma anche qui io sollecito un'iniziativa amministrativa che tenda, nel rispetto reciproco e nel rispetto dei diritti di tutti e non solo di qualcuno, a unire le comunità al di qua e al di là del Ticino. Chiedo quindi di assumere una iniziativa volta anche ad avere questo rapporto.
Poi c'è il problema del quanto e del come.
Sul quanto. Torno all'aeroporto gigantesco; noi dobbiamo chiedere di diminuire il quanto, di diminuire il numero di aerei che si è deciso di concentrare a Malpensa. Per fare questo, certo sarebbe necessario avere qualche idea, avere un progetto, avere un piano regionale dei trasporti approvato dal Consiglio, avere un piano regionale di sviluppo approvato dal Consiglio: tutte cose che la Giunta doveva predisporre come primo atto e che adesso non abbiamo ancora! Perché senza un progetto e senza una proposta, Formigoni fa quel che crede.
Allora, predisponiamo un progetto e chiediamo sulla base di questo progetto, che non c'è, di ridurre i voli a Malpensa. Guardate che questo è un elemento strategico! Non è che si parla in astratto: noi dovremmo costruire un progetto politico che dimostri che il settentrione può avere un sistema aeroportuale che preveda la riduzione delle attuali previsioni su Malpensa. A questo dobbiamo giungere! Ad abbattere del 30, del 20, del 40% il numero assoluto dei voli! In questo modo ci saranno meno voli dappertutto.
Secondo: come. Come atterrare e come decollare; anche qui c'è una sperequazione, nel senso che le rotte investono solo una porzione di territorio, si tratta di discutere come riequilibrare queste rotte.
A questo proposito io riconfermo la richiesta dell'ordine del giorno che ho presentato in aprile: la richiesta di avere un tavolo tecnico che esamini, in contraddittorio e alla presenza di esperti nominati dagli Enti locali e anche della Regione, ma soprattutto degli Enti locali, tutti i problemi. Un tavolo tecnico nel quale si possa essere informati, si possa discutere e decidere in cosa consistano i problemi delle rotte di decollo e di atterraggio, perché io penso che anche queste sono decisioni che in presenza di un contraddittorio possono avere come esito un riequilibrio di questi decolli. Quindi tavolo tecnico come elemento di garanzia; tavolo tecnico che deve essere formato da rappresentanti nominati dagli Enti locali e della Regione, senza oneri per gli Enti locali, che a questo punto dovrebbero proprio essere sollevati dal peso di retribuire collaborazioni professionali che se fossero state attivate precedentemente avrebbero generato un'altra situazione.
Questi sono gli elementi che noi riproponiamo.
Quanto agli altri ordini del giorno, la mia impressione è che sarebbe forse più opportuno avere un'unità di comportamento nella diversità della disposizione degli argomenti e anche di alcune novità (il tavolo c'è solo nel nostro ordine del giorno; in quello di Forza Italia ci sono degli elementi che non sono compresi nel mio e mi vanno benissimo). Forse la pluralità di iniziative che vedono però unanimemente il Consiglio votarle tutte, forse - colleghi ragioniamoci - ha più senso ed è più ricco e forte che non la confezione di un ordine del giorno in cui poi obbligatoriamente non si può mettere tutto. Quindi posizioni libere, articolate, ma convergenti sul fatto che bisogna cambiare marcia su questo tema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mancuso; ne ha facoltà.
MANCUSO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io speravo si potesse oggi essere più concreti e riuscire ad addivenire, magari anche in tempi brevi ad una proposta la più ampia e condivisa possibile, però registro la presenza di qualche atteggiamento manicheo, guarda caso - è proprio un gioco di parole - quello della collega Manica che ha voluto brillare in questo atteggiamento, tentando sostanzialmente di girare la frittata perché è di tutta evidenza che le competenze in materia aeronautica siano ministeriali. Quindi a poco giova accaldarsi a tentare di dimostrare le colpe di uno o dell'altro.
Bene ha detto il collega Chiezzi: se ritardo c'è stato, la colpa forse è un po' di tutti e quindi sarà il caso di uscire con una proposta, anche articolata, ma che sia condivisa.
Ci sono innanzitutto le preoccupazioni per i disagi che vengono alle popolazioni di questa area del Piemonte, marginale e lontana da Torino, ma è sempre Piemonte, che si ritrovano da pochi giorni ad avere sulle proprie teste centinaia di aeri che ovviamente inquinano acusticamente e chimicamente e dei quali si paventava soltanto la presenza, ma che oggi sono una triste realtà.
Ci sono poi peculiarità legate anche al territorio che viene sorvolato dalle rotte: a titolo di esempio cito Marano Ticino che ha sul suo territorio un'industria chimica che ai sensi delle vigenti norme comunitarie svolge un'attività industriale a rischio, per cui già solo questo potrebbe essere un motivo per valutare la possibilità di individuare rotte che rispettino questa fascia di territorio.
Poi, nei vari incontri e dibattiti che si sono succeduti freneticamente, quasi al ritmo di uno al giorno, capita di sentirne veramente di tutti i colori ed è con grande preoccupazione che ho sentito qualche cittadino, forse qualche Sindaco, temere il rischio che addirittura anche quello che oggi è ancora un aeroporto militare, quello di Cameri domani possa essere riconvertito al traffico civile, per cui possa diventare la cosiddetta terza pista di Malpensa sulla quale dirottare soprattutto il traffico merci, il cosiddetto traffico cargo.
Ovviamente dico Dio non voglia, ma dobbiamo aiutarci anche da noi e dobbiamo fin d'ora chiedere, nelle richieste che verranno formulate al tavolo opportuno, che questa eventualità sia assolutamente scongiurata e non si arrivi a questo, anche perché - come si diceva - purtroppo i buoi sono scappati e noi tentiamo in qualche modo di difenderci e tamponare questa situazione.
Vorrei però dire - come ho già detto un paio di volte raccogliendo anche un pizzico di impopolarità - che da due anni a questa parte la Provincia di Novara ed occasionalmente anche vari Comuni hanno organizzato dei convegni nei quali sono state magnificate tutte le ricadute che sarebbero derivate dall'inaugurazione di questo grande aeroporto, che avrebbe portato milioni di persone nel nostro territorio e, tra questi anche milioni di potenziali turisti, quasi che la gente parta dall'altra parte del globo per arrivare in provincia di Novara, nell'Ovest-Ticino, con tutti i luoghi interessanti esistenti in Europa, nel mondo e, in particolare, in Italia e nel resto del Piemonte. Quindi, c'è stato un atteggiamento errato: un po' troppo ottimista prima e pessimista poi.
Ricordo infatti di aver udito il Presidente della Provincia di Novara ed altri dire: "Con l'apertura del nuovo aeroporto, milioni di persone potranno venire ad assaggiare il nostro riso e i vini delle colline novaresi". All'inizio mi sembrava un atteggiamento singolare, mentre oggi mi sembra agghiacciante, perché ovviamente non ha alcun significato.
Ci sono state e ci sono difficoltà di rapporti perché l'Amministrazione pubblica - non lo devo insegnare a nessuno di coloro che mi ascoltano purtroppo è composta di enti che a volte lavorano un po' troppo a compartimenti stagni, pertanto è difficile far dialogare due Regioni, così come è difficile far dialogare due Compartimenti regionali dell'Ente FS due Compartimenti dell'ANAS o Province limitrofe. Quindi, avere questa grande infrastruttura a pochi chilometri dalla provincia di Novara e dall'Ovest-Ticino, ma che in realtà insiste nella Regione Lombardia ovviamente ha creato non poche difficoltà.
Personalmente, sono stato marginalmente coinvolto in un incontro svoltosi qualche anno fa presso la sede del Consiglio regionale della Lombardia, dove mi sono reso conto che in effetti il progetto era ormai ad uno stato avanzato di attuazione. Erano stati invitati trenta-quaranta soggetti lombardi e la Regione Piemonte nella persona dell'Assessore competente, il quale, non potendo partecipare personalmente, aveva delegato il sottoscritto, però non era stata presa in considerazione l'idea di coinvolgere, per esempio, la Provincia di Novara, situata appena oltre Ticino, che subisce sul suo territorio la maggior parte dei disagi. In merito a questo problema, la Regione può avere un ruolo unicamente politico, in quanto per la parte tecnica non ha competenze dirette sull'aviazione e quindi sulle rotte.
Il Presidente Ghigo, in un incontro tenutosi a Varallo Pombia poco più di un mese fa, si era impegnato su tre fronti.
Primo: chiedere un incontro con il Ministro Burlando, ma non è stato possibile attuarlo in quanto, nonostante le reiterate richieste, è caduto il Governo. Da pochi giorni abbiamo un nuovo Ministro - che, almeno a parole, dice di essere interessato alla vicenda - che però non ha ancora concesso alcun incontro.
Secondo: il monitoraggio da parte dell'ARPA, che mi risulta essere in corso e del quale poi conosceremo le conclusioni.
Terzo: il dibattito con il voto di uno o più ordini del giorno, cioè quello che sta avvenendo oggi per dare un segnale e magari un po' più di forza al Presidente Ghigo.
A questo punto, vorrei dire quello che penso veramente, con tutto il rispetto alla sparuta pattuglia di amministratori dell'Ovest-Ticino che oggi è qui presente, ma che certamente rappresenta tutta la zona: il dibattito e il voto di questo consesso servirà a poco, perché il Presidente Ghigo, con o senza l'ordine del giorno approvato, è comunque il Presidente di tutti i piemontesi e ha l'autorevolezza per rappresentarci ai vari tavoli dove sarà necessario. Pertanto, quando il Ministro finalmente si deciderà a ricevere la delegazione piemontese si potranno rappresentare i disagi e si potranno proporre delle soluzioni, ovviamente dal punto di vista del Piemonte.
Credo che sia importante che i rappresentanti delle istituzioni e i cittadini delle comunità coinvolte vadano a contrattare - perché di questo si tratta - con il neo Ministro Treu l'abbattimento di almeno una parte di disagi, giacché non credo che sia possibile chiedere che l'aeroporto appena inaugurato venga chiuso. Quindi, bisognerà realisticamente cercare delle forme che diminuiscano il peso del passaggio degli aerei sul nostro territorio.
In passato ho dichiarato che ero preoccupato per l'avvicinarsi delle elezioni amministrative della prossima primavera, che coinvolgerà molti Comuni dell'Ovest-Ticino, in quanto temevo che qualcuno volesse cavalcare la tigre partendo con una campagna elettorale un po' in anticipo e magari anziché calmare le popolazioni, buttare benzina sul fuoco. Devo riconoscere che questo non è avvenuto (oggi che conosco meglio la vicenda, avendo partecipato ad alcuni incontri ed avendo parlato con amministratori e cittadini) in quanto gran parte dei Sindaci ha tenuto un atteggiamento responsabile che indubbiamente ha consentito che questa polveriera non esplodesse. Sono contrario alle guerre in genere, in particolare a quella che dovrebbe vedere da una parte del Ticino i Comuni piemontesi e dall'altra i Comuni lombardi. Certo, in prima battuta potrà essere utile che soltanto la delegazione piemontese vada a colloquiare con il Ministro unitamente ad una rappresentanza della Regione, ad una delegazione di Sindaci dei Comuni interessati ed al Comitato sorto spontaneamente quasi un anno fa, però senza pensare di andare a fare delle crociate, perché sarebbe assolutamente fuori luogo.
Credo che si possa tentare di unificare gli ordini del giorno.
Personalmente, ho sottoscritto quello presentato dai colleghi Galli e Gallarini, non ritenendo di aggiungere un quinto ordine del giorno, perch nei quattro presentati già si afferma tutto quello che poteva essere detto sull'argomento. Certo, ci dovrà essere un aggiornamento perché in queste ultime settimane qualcosa si è mosso, purtroppo in peggio. Quindi, i punti da rivendicare da parte di questa delegazione dovrebbero vertere sulla richiesta di una limitazione dei voli. E' chiaro che se oggi, quando volano solo alcuni milioni di passeggeri, è pesante avere una proporzione di 80 e 20 - magari arrivare a 50 e 50 potrà essere un vantaggio - domani, che i passeggeri potranno essere 25/30 milioni, la proporzione 50 e 50 diventerà difficilissima da sopportare. Non sono un tecnico, però so che esistono almeno sette diverse rotte che si potrebbero utilizzare. Mi risulta che oggi ne vengano usate soltanto due e quindi - come ricordavo prima - l'80 vola sull'unica rotta attivata piemontese il 20% sull'unica rotta attivata lombarda. Ne esistono altre cinque e pertanto bisognerà chiedere al Ministro di impegnarsi affinché si utilizzino tutte le rotte in modo da distribuire il disagio. Mi risulta che sia stata anche avanzata una richiesta di valutazione di impatto ambientale, ma credo che siano emersi dei problemi perché ormai la struttura è partita, la progettazione è arrivata ad un livello esecutivo tale, per cui mi chiedo, da un punto di vista tecnico, come sarà possibile fare; tuttavia ritengo che possa essere avanzata qualunque richiesta finalizzata a dare dei benefici.
Come dicevo, l'ARPA ha già iniziato a lavorare; quindi bisognerà chiederle di farci avere, in tempi brevi, le sue conclusioni, per sapere effettivamente quale e quanto inquinamento acustico e chimico quelle popolazioni sono costrette a sopportare.
Naturalmente, c'è ancora la possibilità che la Regione svolga un ruolo positivo con l'azione legislativa. Esiste infatti una legge nazionale che consente alle Regioni di fissare, ad esempio, i decibel sopportabili all'interno delle varie attività umane, per cui i Sindaci, un domani potrebbero eventualmente avere lo strumento per limitare i sorvoli in alcuni periodi o magari per sempre, qualora questi superassero un certo limite di inquinamento acustico.
Concludo richiamando il fatto che il lavoro di oggi deve partire da quanto è stato fatto fino ad ora da chi - magari - è partito un po' prima e che va indubbiamente ringraziato. Credo, però, non serva a nessuno dire: "Voi avete più colpe, quegli altri ne hanno ancora di più".
Occorre quindi, tutti insieme, istituzioni e comunità coinvolte cercare di farsi sentire, elaborando eventualmente un escalation di manifestazioni in modo da portare all'attenzione dei media quel territorio che oggi ha avuto attenzione soltanto per i disguidi dei primi giorni dell'attività di questo importante aeroporto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.
GALLARINI Presidente e colleghi, noi abbiamo presentato un po' di tempo fa un documento a tale proposito.
E qui concordo con la collega Manica: per troppo tempo non siamo riusciti a parlare sia del nostro che degli altri ordini del giorno che i colleghi avevano presentato ben prima del 24 ottobre, data di apertura dell'aeroporto di Malpensa 2000.
Questo può semplicemente voler significare come la Provincia di Novara e il cosiddetto Ovest-Ticino siano aree piuttosto marginali rispetto al Piemonte; ciò non dal punto di vista economico, ma dal punto di vista geografico ed anche storico, per una certa torinocentricità che ha sempre ispirato questa Regione e contro la quale è difficile combattere per tutte le periferie, Novara oggi o Verbania domani o Cuneo ieri.
Come dicevo, cinque Consiglieri regionali (chi collocato in maggioranza, chi all'opposizione, chi in Giunta) hanno trovato molto difficile farsi ascoltare dall'assemblea nel suo complesso, perché tutti noi che viviamo la Conferenza dei Capigruppo sappiamo quante priorità, sia di ordine amministrativo che di ordine politico più generale, siano state paracadutate da parte dell'assemblea rispetto all'urgenza degli ordini del giorno su Malpensa 2000.
Oggi quindi ci troviamo a discuterne all'indomani dell'apertura di questo aeroporto; l'ho detto anche a Veruno sabato scorso e la collega Manica lo ha ripreso: prima della sua apertura, era difficile immaginare che i nostri Comuni, i Comuni dell'Ovest-Ticino - e chi vive in quella zona sa di che cosa sto parlando - potessero avere un impatto così apocalittico (penso che il vocabolo non sia esagerato).
Sabato, a quell'incontro, c'erano anche i Sindaci di Arona e di Borgomanero, che ritengo proprio, in tutta coscienza - è pur vero che sono Sindaci di nuova elezione - mai avrebbero immaginato che le rotte di Malpensa avrebbero potuto coinvolgere in quel modo i loro abitati e le loro popolazioni.
Questo è quanto volevo dire ed è un dato di realtà, perché se all'inizio il cosiddetto Comitato dei Sindaci dell'Ovest-Ticino, presieduto dall'Assessore provinciale Parachini, ha coinvolto sette-otto Comuni di stretto confine con il Ticino, man mano sono stati coinvolti anche altri Comuni; coinvolti non dai tavoli burocratici, bensì dagli eventi e dal fatto che gli eventi hanno rappresentato un'esondazione di impatto sia dal punto di vista acustico che chimico, di inquinamento plurimo.
Sostanzialmente, quasi l'intera Provincia di Novara si trova oggi ad essere sommersa da questi decolli.
Dico sommersa, perché chi, non abitando in Provincia di Novara, avesse modo in questi giorni di passare da quelle parti e fosse passato qualche anno fa o comunque prima del 24 ottobre, anche solo in agosto, noterebbe che è in atto uno stravolgimento, uno sconvolgimento della vita socio economica di quella realtà, quindi di un'intera Provincia.
Certo, a Varallo Pombia e negli altri Comuni tipo Oleggio si vedono gli aerei che puntano gli abitati con i carrelli ancora sporgenti; invece a Borgomanero, ad Arona o negli altri Comuni i carrelli ovviamente sono già stati ritratti, ma il rumore è assordante. E di decolli ce n'è circa uno ogni minuto.
Ci sono dunque due modi per impostare le questioni. Uno è quello usato dalla collega Manica, che io rispetto (ovviamente ognuno usa e dà ai propri interventi il taglio che ritiene di dare); tuttavia, se io volessi - e non lo voglio fare, ma un qualche accenno è doveroso farlo - seguire quel taglio...
La Consigliera Manica ha imputato alla Regione e alla Giunta Ghigo il fatto che non sia ancora venuto in aula né il Piano regionale dei trasporti né il Piano regionale di sviluppo. Questo è sicuramente un dato di fatto paradossalmente, però, poiché arriveranno in aula presto quei provvedimenti di programmazione relativamente alla nostra Regione, alla luce di quella realtà, avremo modo di prendere coscienza e di indirizzare all'interno di quei Piani le risultanti, per quanto riguarda la zona della Provincia di Novara e dell'Ovest-Ticino, in un certo modo anziché in un altro, come probabilmente avremmo fatto se avessimo esaminato quegli strumenti di programmazione in un periodo a monte dell'evento del 24 ottobre.
Certo, sono state fatte molte riunioni; il collega Galli - non voglio ripetere quanto ha detto - ha già avuto modo di illustrare la cronaca di questi avvenimenti, all'interno dei quali, ad esempio, c'è il fatto che questo Comitato dei Sindaci, presieduto dall'Assessore Parachini, il 18 agosto ha inviato una certa documentazione, che noi, tra l'altro, non condividiamo al 100%.
Già agosto è un mese strano; il 18, poi, non è una delle date più incisive per far sì che i documenti vengano recepiti e letti e arrivino a segno! E' vero: ogni giorno uno deve essere sveglio, però il 18 agosto non è la migliore e la più felice delle date.
Quel documento chiede che le rotte siano ridistribuite: 50% in Lombardia e 50% in Piemonte.
Noi non condividiamo assolutamente un'equazione di questo tipo.
Scusate, lo ha detto il collega Mancuso prima: le rotte di volo, che sono state viste ed approvate a Roma dai Ministeri del Governo romano prevedevano sette rotte di decollo.
La sensazione è che (con tutto il rispetto istituzionale, Formigoni o non Formigoni) la Lombardia abbia barato, su queste rotte. Perché? Perch di queste sette rotte cinque sono inattive, e sono sicuramente le cinque sui territori lombardi, mentre due, una delle quali sul Piemonte sopportano, oggi come oggi, l'80% dei decolli.
Allora, può anche darsi che a Roma siano state viste le sette rotte sulle quali andavano distribuiti i carichi di decollo, ma poi, vuoi per la controversia con la CEE vuoi perché il decreto Burlando è stato bocciato, è stato rifatto, ecc., l'urgenza di arrivare a rispettare la data del 24, ha portato al fatto che l'80% dei decolli sorvoli la provincia di Novara.
Oggi, se ricordo bene, ci sono circa 250/300 aerei che ogni giorno decollano da Malpensa: l'80% sorvola la provincia di Novara.
Mi suggerisce il Consigliere Galli di richiedere attenzione, la posso anche richiedere, ma non la posso imporre. Nel senso che l'argomento interessa, ma siamo arrivati dopo tre mesi a discutere l'ordine del giorno il fatto che oggi ci sia poca attenzione dimostra quello che ho detto all'inizio del mio intervento e cioè che è difficile per i cinque Consiglieri regionali del novarese essere ascoltati dagli altri cinquantacinque sessantesimi dell'assemblea. Ovviamente c'è anche chi ascolta e chi partecipa; le soluzioni potremo invocarle e perseguirle se tutti insieme lavoreremo in una certa direzione.
Da un documento datomi da un signore presente in aula - non ricordo il nome e me ne dispiace - vi è un'equazione che secondo noi è ingiusta ineguale - come dicevano i Cinesi dei trattati con l'ex Unione Sovietica il cinquanta non possiamo accettarlo! Se al primo membro dell'equazione c'è la Regione Lombardia che ha l'80% dei benefici economici indotti dalla nascita e dalla crescita di Malpensa, non vedo perché debba avere il 50% e non l'80% del carico dei decolli e degli atterraggi. Siamo disponibili a predisporre un ordine del giorno comune affinché si dia più forza al Presidente e alla delegazione, nel momento in cui - speriamo nel giro di pochi giorni - verrà ricevuto dal Ministro.
Anche sull'incontro - non dico questo in tono polemico, ma con molto realismo - sono passati quaranta giorni dal 23 settembre, quando il Presidente della Regione, Ghigo, venne a Varallo Pombia. In quaranta giorni due Ministri - pur con la crisi di Governo - non hanno trovato il tempo di ascoltare il Presidente di una Regione, che è stato eletto non per frutto di beghe di sacrestia dei Partiti - con tutto il rispetto - ma investito dalla maggioranza degli elettori piemontesi nel lontano 1995: questa è la realtà, anche se noi parliamo di federalismo e mangiamo pane e federalismo verbale tutti i giorni.
Il Presidente di una Regione, quaranta giorni dopo - dopo due lettere non è ancora stato ascoltato. Però il direttore della struttura territoriale Nord-Ovest della RAI, nei primi giorni del nuovo Ministero, è già stato nominato! Le cose che si vogliono fare si fanno, le cose che non si vogliono fare o che si è restii a fare, non si fanno, o quanto meno si traccheggia; ma mentre si traccheggia la situazione in provincia di Novara diventa drammatica.
Alcuni colleghi si sono recati a Veruno: i Sindaci hanno detto, e ripetuto, che a stento riescono ancora, invocando la responsabilità, a tenere a freno la popolazione: questo è un dato che ci deve far riflettere.
I Sindaci hanno detto all'unisono: sarebbe sufficiente accendere un cerino.
A proposito di ceri, è stato citato il Cardinal Martini (io sono religioso non sono ateo, credo in Dio, ho fede): non vorrei proprio che dovessimo arrivare a dire che il Cardinal Martini è più potente di Saldarini e quindi la Regione Lombardia scarica sul Piemonte! Allora, scusate, sciogliamo subito questa assemblea e andiamocene a casa. Non penso che dipenda dal Cardinal Martini o da Saldarini. Sicuramente la Regione Lombardia ha un po' barato e noi dobbiamo, sedendoci al tavolo, far sì che il baro rientri: non è accettabile una condizione di questo tipo.
Inoltre, il Governo romano, quindi il Ministro attuale Treu dei Trasporti, nel giro di pochi giorni, deve avere l'umiltà e la sensibilità di ricevere il Presidente della Regione Piemonte; non si tratta di una Pro Loco. Altro che parlare di federalismo! Il Presidente della Regione Piemonte, che governa una regione di quattro milioni e trecentomila abitanti, non è stato ricevuto su un problema così grave, descritto in una lettera e risottolineato in una seconda lettera: questa è la realtà.
La lettera, consegnatami da quel signore, alla fine recita: "Noi crediamo di essere stati presenti, di essere presenti, ma sappiamo di contare poco, per questo ci affidiamo a lei (rivolti al Presidente della Regione)".
Spero non sia così. Spero che si possa, da domani mattina, ritornare dalle nostre zone di residenza in assemblea regionale, percorrendo i chilometri che percorriamo, non solo per ricevere l'indennità di fine mese ma perché crediamo che un granellino al giorno serva ancora a far credere in quest'assemblea. Se così non fosse, chi ha per tredici anni avuto questo mandato in Regione, come me, potrebbe andarsene. Pertanto, affinché si creda, si possa credere, sperare e lavorare per contare, il Presidente deve avere, dall'assemblea regionale, un mandato forte (sicuramente sarà più forte se l'ordine del giorno verrà unificato). Unificato non significa appiattito: non lo accetteremmo.
Se alcuni spigoli e alcune realtà vanno smussate e negate per giungere ad una formulazione unitaria, noi rigettiamo l'unitarietà e manterremo il nostro ordine del giorno. Non perché sia meglio degli altri - ha detto bene il Consigliere Chiezzi, che ogni ordine del giorno evidenzia certe iniziative - ma facciamo in modo che l'ordine del giorno risultante sia la sommatoria di tutte le iniziative possibili, che sono prima di tutto da rivendicare a livello romano con il Ministro. E' vero, e condivido, quanto detto dalla Consigliera Manica e ripreso da altri colleghi, che le infrastrutture, il Ministro dei lavori pubblici, le strade, i finanziamenti..., va tutto bene, ma se si è sulla plancia del Titanic, che sta affondando, il pensiero dominante deve essere quello di allacciarsi il salvagente. Chi si reca oggi in provincia di Novara deve allacciarsi il salvagente, perché, con Malpensa 2000, è stata stravolta la vita di quella provincia.
Innanzitutto ridiscutere, quindi, attraverso una contrattazione dignitosa per una Regione come il Piemonte, e far rientrare assolutamente il baro della Lombardia che, con Malpensa 2000, scarica sul Piemonte i decolli e gli inquinamenti. Speriamo che il Governo sia sensibile, avendo come propria competenza quella delle rotte, affinché sia equanime nel far sì che possano essere ripartite, in modo proporzionato, i vari decolli.
Per quanto riguarda l'Osservatorio di Varese, che si occupa del controllo dell'inquinamento, noi dobbiamo chiedere - e l'Assessore Cavallera è d'accordo, perché ne abbiamo discusso - che il Piemonte ottenga di cogestire quell'osservatorio. Quindi stanno bene i rilevamenti ARPA che già sono partiti con il primo di ottobre in sede locale in provincia di Novara, ma quell'Osservatorio deve assolutamente essere cogestito dalla Regione Piemonte unitamente alla Regione Lombardia. Pertanto invitiamo la Giunta e l'Assessore a presentare velocemente un disegno di legge regionale che riproduca in Piemonte la legge nazionale n. 447, in modo tale che si possano fissare dei parametri per quanto riguarda l'inquinamento soprattutto acustico. Quindi, in base a questo, noi daremo anche ai Sindaci la possibilità, probabilmente di fare anche delle ordinanze. Il Sindaco è un'istituzione, nel nostro Paese, con poteri di gran lunga superiori, sotto certi aspetti, a quelli dei Presidenti delle Regioni o delle Province.
Il Sindaco può emanare un'ordinanza; ma se l'ordinanza di un unico Sindaco probabilmente verrebbe sbeffeggiata, unita a quella di altri 100 Sindaci, avallate e coperte da una legge regionale che fissi delle soglie in modo tale che le stesse abbiano una loro ragion d'essere, stenterei a credere che possano essere complessivamente sbeffeggiate.
Il dato di fronte al quale ci troviamo oggi è il seguente: la vita di un'intera Provincia - alcuni Comuni più, altri meno - è stravolta e sconvolta da questa Apocalisse. Si trattava di una zona collinare e pregiata - così come previsto dal Piano di sviluppo, ma al di là di questo esistono programmi di sviluppo naturali (la cosiddetta architettura spontanea) che non hanno bisogno né di burocrazia né di scrivanie al di sopra delle quali documenti cartacei indirizzino in un modo o nell'altro in cui prevaleva il verde e il silenzio, in grado di catturare una residenza privilegiata, non solo per chi vi risiedeva, ma anche per chi vi arrivava, visti i 100.000 posti dell'indotto che Malpensa 2000 avrebbe creato - e creerà - allorquando sarà a regime come funzionamento.
Oggi, gli abitanti si trovano ad avere una vita impossibile, a vedere le proprie abitazioni svalutate del 30/40% dalla sera al mattino. C'è addirittura chi sostiene che vi sorgeranno soltanto capannoni industriali e contenitori in grado di ospitare attività produttive, industriali ed ulteriormente inquinanti. Altro che fascia residenziale privilegiata! Fascia molto deprezzata e qualità e tenore di vita da non far invidia ad alcuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Signor Presidente e colleghi Consiglieri, pensavo, oggi, di non intervenire, perché con con tanto ambientalismo potrei anche stare zitto.
Sono entrato a far parte di questo Consiglio regionale nel 1995; non credo che il progetto Malpensa sia una fabbrichetta inquinante nella Provincia di Novara, una discarica abusiva o qualcos'altro del genere, ma un progetto europeo pianificato da anni, di cui il nostro governo regionale che forse già tre anni fa avrebbe affrontato in ritardo il problema - non si è mai occupato. Fatto abbastanza indubbio, tranne quando l'Assessore Masaracchio ha mandato il Consigliere Casoni a qualche riunione in Lombardia.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Masaracchio)



PRESIDENTE

CAVALIERE



PRESIDENTE

Lei è andato, Assessore Masaracchio, con gli aerei ad Acate a portare la Filarmonica: lì si è occupato, per l'unica volta, dei trasporti! Con il Governo, ed anche con la Regione Lombardia, abbiamo avuto momenti di confronto, ma mai nessuno ha messo in discussione, con la Regione Lombardia, quando si creavano gli assi politici, la questione delle questioni: Malpensa 2000. Mai! Collega Gallarini, è troppo comodo - e noi siamo anche più bravi qualche volta - mettersi alla testa del corteo. Il problema è come le forze politiche (Forza Italia, DS, i Verdi) governano questo problema in Lombardia come in Piemonte, in Veneto, in nord Italia e in tutto il Paese: a Roma come a Torino. Diversamente, creiamo un'altra ACNA: una storia già vista: le stesse forze politiche fanno gli ambientalisti in Piemonte e gli antiambientalisti in Liguria.
Possiamo anche andare a riprendere il dibattito successivo all'8/10/96 giorno dell'incidente di Caselle, e le relative dichiarazioni: "Prenderete posizione per l'applicazione del dec. 447 per l'antirumore..." ma se un mese e mezzo fa l'avete criticato! Perché la lobby di Torino dell'aeroporto di Caselle minacciava di bloccare i voli notturni e il Presidente della Giunta regionale sosteneva: "Basta con questi vincoli!" Dov'è la coerenza? Si devono prendere i problemi per quello che sono. Questa grandissima infrastruttura di carattere europeo, non ha avuto la necessaria valutazione di impatto ambientale, e non c'è stato alcuno che l'ha fatta applicare: questo il problema dei problemi! Credo che adesso si tratti di capire cosa fare.
Ricordo i dibattiti su Caselle, e ragionamenti di grande contraddittorietà: da una parte si diceva di voler fare concorrenza a Malpensa 2000 - questo era il livello della gestione del problema - e dall'altra, invece, che Malpensa 2000 non avrebbe comportato alcunché per Caselle.
Mi pare che queste due posizioni non fossero assolutamente ponderate e che via sia una fortissima relazione - come diceva il collega Chiezzi - tra il traffico di Caselle e il suo futuro sviluppo.
Per quanto riguarda il Piemonte il problema è parlare del sistema aeroportuale piemontese e capire qual è il progetto dello stesso. Anche in questo caso, giriamo lo stesso film. Ad esempio, la SAGAT: una gestione completamente delegata alla lobby della Camera di Commercio di Torino, che fa e disfa, che con la minoranza azionaria gestisce i destini della SAGAT procedendo a quelle privatizzazioni che io chiamo all'amatriciana: società degli stessi membri del Consiglio di amministrazione della SAGAT, che si spartiscono i servizi, chiamando l'operazione "privatizzazione". E poi tutt'a un tratto, il Presidente Ghigo partecipa al vertice con Vaciago Salza, Castellani, ecc.: "privatizziamo la SAGAT". Privatizzare cosa? C'è qualche privato serio che vuole investire? Qualche privato serio Presidente Ghigo, non gli amici degli amici degli amici, che per quattro lire vogliono acquistare la SAGAT! C'è qualche privato serio che vuole investire per sviluppare il sistema aeroportuale torinese, o si è complici, ancora una volta, di una manovra che vuole solo fare le cosiddette "privatizzazioni all'amatriciana", cioè mangiarsi, con i soldi pubblici, i pochi settori in attivo che esistono in Piemonte? Così come per Levaldigi: la Provincia di Cuneo non può presentare un progetto di legge per lo sviluppo di Levaldigi quando, dall'altra parte, si costruisce l'autostrada, si convogliano le merci, le popolazioni, i destini dello sviluppo di una provincia, e poi dire: "Vogliamo sviluppare anche Levaldigi". A meno che non si voglia costruire un'altra autostrada, e arriviamo all'architettura "spontanea" di Nicolazzi, quella a cui faceva riferimento il collega Gallarini, dove prevaleva il verde e il silenzio. Io conosco l'architettura di Nicolazzi: di spontaneo c'è ben poco! Credo che in queste situazioni occorra un po' di coerenza da parte di tutti, per trattare i problemi per quello che sono e comprendere che ci sono profonde relazioni con le scelte importanti di grande valore ambientale. Stiamo assistendo proprio in questi giorni - ne discutevo prima con il collega Riggio - ad un'ennesima sciagura appresa dai giornali (7 mila morti in centro America), nei confronti della quale non sappiamo come comportarci, non sappiamo se abbia incidenza il riuscire a fare qualcosa.
Non vorrei sembrare demagogico (è facile scivolare nella demagogia), ma queste piccole-grandi scelte che compiamo quotidianamente hanno delle conseguenze. Spero che a Buenos Aires, dove c'è l'ennesimo vertice, si facciano scelte serie, importanti sulla produzione, sulla compatibilità della produzione; a maggior ragione, una grande infrastruttura come Malpensa ha una valenza enorme. I vincoli che si pongono (riguardo a Malpensa, a Caselle, a Roma) e le scelte che si compiono devono tener conto dei limiti, delle compatibilità generali e locali, che devono essere rispettate sempre e comunque.
Per questi motivi, non mi presto a chi vota l'ordine del giorno più significativo e duro, perché penso che da questa vicenda ne escano sconfitti un po' tutti e un po' di più chi voleva governare il Piemonte e i suoi problemi.
Questo, che è uno dei problemi più grandi del Piemonte, purtroppo non è stato governato (e non lo dico per fare arrabbiare l'Assessore Masaracchio).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.
SALERNO Grazie, Presidente. Caro collega Cavaliere, cara collega Manica, non so se stupirmi o allibire. I grandi maestri, i grandi artefici programmatori di questo disastro, che oggi sembra cadere sulla testa di parecchi piemontesi, li andate a definire in Regione Piemonte; riterrei opportuno invece, andarli a cercare nel Governo nazionale, composto anche dal Ministro Verde, tale Ronchi, che non ha disposto nemmeno la valutazione di impatto ambientale governativo, non ha disposto una misura di cui ormai si dispone per quasi tutti gli interventi sul territorio.
Per l'aeroporto Malpensa 2000 non è stata fatta alcuna valutazione di impatto ambientale. Mi chiedo, allora, come sia possibile criticare ed assumere un atteggiamento di questo genere nei confronti di un Piano di sviluppo regionale; non è forse il caso di parlare di un Piano di sviluppo nazionale che, dopo tre anni di governo, non c'è ancora, cari colleghi Cavaliere e Manica? E' bene, poi, ricordare qualcosa dell'aeroporto Malpensa 2000. La Malpensa non è nata come progetto alternativo a Linate, ma come decongestionante del traffico di Linate. Fu un tale Ministro Fassino, dei DS, che decise, in sede di Comunità Europea, di utilizzare un grande progetto ed un grande finanziamento per creare la Malpensa del 2000, che pare entri in competizione anche con Fiumicino.
Un grande disegno, a questo punto! Cosa fare, allora, dell'aeroporto di Linate? Probabilmente Linate sarà un grande luna park abbandonato, mentre avremo Malpensa 2000, infrastruttura che pare non abbia avuto, non solo alcuna valutazione di impatto ambientale, ma alcun tipo di valutazione sul territorio dell'impatto economico, infrastrutturale, del traffico, della viabilità generale. Tutto questo non c'è stato.
E' una disperazione (non so se è il termine corretto) vedere il rimpiattino dei Ministri; collega Cavaliere, prima parlavi di coerenza, ma il Ministro Treu, che così tanto bene ha fatto al Ministero del lavoro (tanto che il Paese ha perso 500.000 occupati), ha così fatto bene che in questa danza e in questo giro da Prima Repubblica si è deciso di trasferirlo al Ministero dei Trasporti, al posto di un altro grande programmatore e grande lungimirante, come il Ministro Burlando.
Da due o tre anni si cerca, parlando di programmazione, di avere la presenza dell'Amministratore delegato delle Ferrovie, tale dott. Cimoli; mi pare che addirittura a fine '96 ci fossero degli ordini del giorno per capire qual era il programma di questo Governo sull'Alta Velocità. Dopo due anni e mezzo, non dico il Ministro dei trasporti, ma l'Amministratore delegato delle Ferrovie, un tale Cimoli, allora, non si è degnato di venire a Torino e in Piemonte a dirci cosa si voleva fare dell'Alta Velocità.
Da anni si parla di un diverso tipo di programmazione anche riguardo agli aeroporti; si pensa, ad esempio, di spostare a Caselle tutto il traffico che si può definire regionale ed europeo e trasferire, invece, a Linate il traffico intercontinentale ed internazionale di grande raggio grazie all'Alta Velocità Torino-Milano, che nel giro di 45/50 minuti potrebbe portare indifferentemente da Milano a Torino e da Torino a Milano coloro che fossero interessati ad uno dei due tipi di viaggio.
Questo progetto troverebbe realizzazione se ci fosse una programmazione a livello nazionale, cosa che non c'è, tant'è che l'Alta Velocità è ferma l'ex Ministro Ronchi aveva detto, addirittura, che non era più il caso di attuarla, tant'è che non si è pensato ad una distribuzione e razionalizzazione del traffico in questo senso, ma si è realizzato Malpensa 2000.
Mi rendo conto di come si tenti di sparare a salve e di fare un po' di teatrino. Le responsabilità sono chiare e nitide e sono del Governo nazionale che da due anni e mezzo ha dimostrato di essere incapace di governare l'economia, il lavoro, i trasporti.
Mi auguro che questo Governo si fermi il più presto possibile, affinch non comporti qualche altro grande cambiamento nel Paese. Quasi per provocazione, mi auguro che l'Alta Velocità si fermi, perché se anche l'Alta Velocità verrà governata, programmata e concretizzata così come è stato gestito il grande aeroporto Malpensa 2000, penso che anche con l'Alta Velocità ci troveremo di fronte ad un grande disastro.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Presidente e colleghi, anch'io, come il collega Cavaliere, ritengo importante votare un ordine del giorno con un ampio consenso, ma non penso che questo riesca a dare al Presidente Ghigo quell'autorevolezza nei confronti della Regione Lombardia che finora non ha avuto. Non è un voto che cambia la situazione, perché se il Presidente Ghigo avesse avuto l'autorevolezza necessaria nei confronti della Lombardia ed anche nei confronti del Ministro, avrebbe già avuto modo di esprimerla in diverse occasioni.
Questa è un'amara affermazione, mi pare anche condivisa da molti Consiglieri regionali, non con la chiarezza con cui l'ho espressa io, ma lo stesso Gallarini ha avuto modo di constatare come la gestione di questo problema non abbia messo in rilievo l'importanza delle questioni: questo è il problema vero. Per cui obiettivamente alcune dichiarazioni del Presidente Ghigo ("è responsabile, è legittima la richiesta dei Sindaci") mi pare un'affermazione inutile perché il Presidente di una Regione non approva ordini del giorno e tanto meno fa dichiarazioni; il Presidente di una Giunta regionale governa, assume delle decisioni, interviene! Gli altri sono i compiti che riguardano i Consiglieri regionali, ma il Presidente di una Giunta regionale deve decidere, deve assumere atti, deve assumere delle decisioni anche eclatanti nei confronti del Governo! Anche eclatanti nei confronti della Lombardia, ma le deve assumere! Se non le assume, dire "io ho protestato" è insufficiente! Io credo che se il Presidente della Giunta regionale avesse protestato avesse assunto un'iniziativa eclatante, da parte nostra avrebbe sicuramente avuto il nostro sostegno completo, per cui noi oggi censuriamo questa sottovalutazione del problema. Che non è una sottovalutazione di un problema specifico; io ritengo, Presidente, di dover dire che è una modalità complessiva con cui questa Giunta affronta le gravi questioni.
Poco fa il Consigliere Mancuso nel suo intervento ha evidenziato una modalità che è classica di questa Giunta nell'affrontare i problemi della Regione Piemonte. Non c'è una valutazione delle questioni strategiche, cioè delle questioni più importanti e delle questioni meno importanti; c'è una valutazione per ambiti provinciali, per cui c'è il problema della Malpensa e diciamo al collega Mancuso di partecipare a una riunione in Lombardia per conto del Vicepresidente della Giunta regionale Masaracchio che non può! MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Quando mai! SAITTA L'ha detto Mancuso! MASARACCHIO, Vicepresidente della Giunta regionale Ma quando mai! Io non delego nemmeno me stesso! SAITTA Non l'ho detto io, l'ha detto Mancuso.
Comunque questa è una modalità: è un problema localizzato in quella zona, va il Consigliere di quella zona e l'affronta. Quando invece il problema di Malpensa 2000 è un problema regionale! E' un problema di una rilevanza enorme che supera l'ambito locale; questo è il limite! Ma non è la prima volta che ci troviamo di fronte a questo fatto.
PICCHIONI Infatti, dell'incontro di sabato nessun Consigliere regionale era informato, tranne quelli della Provincia di Novara! SAITTA Questo è il grande limite di questa Giunta! Cioè di non evidenziare e sottolineare una modalità per affrontare le grandi questioni, per cui se c'è il problema di Levaldigi, c'è l'Assessore Casoni che è di quella zona segua lui Levaldigi. Ma Levaldigi ha un senso nel sistema aeroportuale complessivo oppure no? C'è il problema dell'autostrada Asti-Cuneo e allora questo riguarda i Consiglieri della zona di Cuneo. Ma la dimensione strategica di queste questioni manca! Per cui se riteniamo che i problemi possono essere risolti in questa maniera è sbagliato.
D'altronde, Presidente e colleghi...



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Mi scusi Consigliere Saitta, c'è un brusìo inaccettabile, è troppo alto! Io non pretendo il silenzio totale, ma almeno un brusìo in termini accettabili.
SAITTA D'altronde, Presidente e colleghi, la dimostrazione di questa insufficienza deriva anche dal tono che persino i Consiglieri di maggioranza hanno nell'intervenire su questo tema.
Io credo che tutti ci stiamo rendendo conto che mancando questo ruolo strategico sulle grandi questioni, ogni Provincia, ogni zona del territorio si organizza da sola! E' la Provincia di Novara che incontra la Regione Lombardia! E' la Provincia di Alessandria che incontra la Regione Liguria! Sono i Comuni là attorno che espongono un problema e chiedono di incontrare, magari attraverso l'Assessore Casoni, l'ANAS della Lombardia e via dicendo! C'è una sorta di autorganizzazione per conto proprio da parte delle comunità locali e da parte delle Province, mancando un ruolo regionale.
Questo è il grande limite e non credo che sia superabile! Qui è stato evocato il piano dei trasporti, è stato evocato il piano di sviluppo: io sono uno di quei Consiglieri che leggono con attenzione i documenti che vengono presentati. Ebbene, sapete cosa c'è scritto sul piano regionale di sviluppo quando si parla di aeroporti? C'è scritto: "Lo sviluppo di un autentico sistema aeroportuale piemontese richiede il potenziamento di Caselle in relazione al nuovo ruolo intercontinentale che andrà ad assumere Malpensa 2000". Punto e basta! Questo dice il piano regionale di sviluppo! Presentato tra l'altro soltanto poco tempo fa! Non c'è una parola in più; non c'è un'indicazione precisa di cosa si vuol fare di Caselle, di Levaldigi, di Biella, rispetto a Malpensa 2000! I problemi di Malpensa 2000 qui non esistono ed è stato presentato pochi giorni fa! Oppure vogliamo leggere il progetto 100 del piano di sviluppo? Io ve lo leggo. Il progetto 100 è intitolato: "Razionalizzazione dei nodi di rilievo sovraregionale"; laddove si parla di aeroporti c'è scritto (è stato scritto un trattato sugli aeroporti!) "valorizzazione dell'aeroporto di Caselle".
Punto e basta! Ripeto: il titolo di questo progetto è: "Razionalizzazione dei nodi di rilievo sovraregionale"; non c'è nient'altro! Volete che vi dica cosa è scritto come costo presunto? Niente: né di investimento né di gestione! Potrei continuare, ma se noi pensiamo che le questioni le affrontiamo con questi pezzi inutili di carta, io credo che tutte le questioni strategiche non siamo in grado di risolverle.
Vogliamo prendere il piano dei trasporti che qui è stato evocato? Il collega Gallarini diceva "quando discuteremo e approveremo il piano dei trasporti, queste questioni le definiremo". Ma sa il collega Gallarini cosa c'è scritto sul piano dei trasporti, che tra l'altro è ancora in Commissione e chissà quando arriverà in aula? C'è scritto questo: "L'aeroporto Città di Torino è un importante polo produttivo e dei servizi per l'intera economia del Piemonte" e aggiunge "Gli attesi incrementi di traffico accentueranno ancora di più queste caratteristiche". Attesi incrementi di traffico per Caselle? Dopo che si discuteva da anni dell'aeroporto di Malpensa? Si pensava ad aumenti del traffico! Ma anche questi sono documenti inutili! Questa è la mancanza di una dimensione strategica! Allora io credo, e concludo per non essere troppo lungo, che qui il problema sia molto più complesso e non credo che sia utile un ordine del giorno. Non so se approveremo un ordine del giorno, lo ritengo un rituale quasi un'assoluzione per mettersi a posto di fronte ai ritardi, magari lo approveremo, ma l'autorevolezza del Presidente della Giunta non aumenta.
Non aumenta! E non si venga a dire che era impossibile con la Regione Lombardia non parlarsi su questi temi; che il Presidente Ghigo non parla con Formigoni! Ma io ricordo le polemiche quando si trattò di discutere due anni fa del referendum sulle Regioni: il Presidente Ghigo ci venne a dire "dobbiamo approvare questo referendum, questo ordine del giorno, perché la Regione Lombardia lo vuole, perché ha iniziato la procedura sui referendum" e quante cose abbiamo fatto in questo senso! E' una sottomissione completa! Ma dobbiamo continuare questa sottomissione? Presidente, se lei ritiene di essere più forte con un ordine del giorno nei confronti di Formigoni e nei confronti del Governo, lo votiamo pure, ma il fatto è che constato, anche in questo caso, la insufficienza di elementi di governo che consentono alla Regione di svolgere un ruolo diverso da quello banale delle sue dichiarazioni e conferenze stampa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
SPAGNUOLO Poche considerazioni perché ci sembra che una questione così grave e delicata non abbia bisogno di un rimpallarsi di responsabilità, ma di capire che cosa in questo momento noi, come amministratori regionali del Piemonte, possiamo fare per affrontare una situazione che il collega Gallarini ha descritto "spaventosa" per la provincia di Novara. A questo punto, noi vorremmo aggiungere che si tratta di una situazione della quale tutto si poteva dire tranne che sia calata all'improvviso. Ci sembra strano, Presidente, che si debba arrivare a questo punto, sull'onda della spinta dei Comuni e dei Comitati spontanei sorti nella zona, per verificare un ritardo straordinario.
Ho richiesto ai nostri dirigenti copia del documento presentato dal Comitato spontaneo, che affronta la questione in termini molto realistici e dal quale ho potuto apprendere che esiste anche un elemento di raccordo con i Comuni della zona - che oggi sono qui in parte rappresentati. Ebbene, mi stupisce che il nostro Gruppo abbia dovuto procurarsi direttamente questo documento e che non sia stato inviato ai Capigruppo del Consiglio regionale del Piemonte e a tutti i Consiglieri regionali.
Sia il Presidente del Consiglio che il Presidente della Giunta sanno su questo tema mi sono sempre battuta e continuerò a battermi; ho anche scritto delle lettere, insieme al collega Chiezzi, al Presidente del Consiglio, ma la questione è stata ripresa anche da altri - che finché le grandi questioni del Piemonte le viviamo come questioni delle Province certamente non operiamo per risolvere questi problemi nella loro dimensione di carattere internazionale. Affrontare la questione Malpensa come una questione dei novaresi è veramente sbagliato e non aiuterà nemmeno lei Presidente della Giunta, a cercare di mettere in campo tutte le forze che magari lei da solo avrebbe potuto raccogliere. Il nostro giudizio politico è certamente quello che probabilmente lei non si sia mosso in maniera sufficiente, pregnante e tempestiva. Adesso resta il fatto che su una parte del nostro territorio esiste una situazione di voli che travolge alcuni Comuni.
Leggendo attentamente il documento ho notato che ci sarebbe un'ipotesi di soluzione. Ma l'ipotesi di soluzione o di proposta che noi possiamo fare alla Regione Lombardia e al Governo è quella richiamata in questo documento? Può essere, la si valuti con il livello di competenze che possediamo, in quanto la questione è urgentissima. Non credo che i Sindaci qui presenti - che io non conosco uno per uno - desiderino semplicemente sentire un nostro dibattito ed una nostra conflittualità. Certo, il nostro giudizio politico - ripeto - come opposizione nei confronti del comportamento del Presidente della Giunta regionale è negativo, perché lo riteniamo estremamente ritardatario, ma esiste comunque la sostanza ed è che a questo punto ci si deve muovere con estrema rapidità nei confronti della Regione Lombardia e del Governo per rappresentare una problematica che sembra avere natura stravolgente dal punto di vista della valutazione di impatto ambientale. Infatti, in quei luoghi esiste evidentemente un impatto ambientale disastroso, ma sembra, tuttavia, dalla lettura di questo breve documento - che vi ringrazio comunque di aver stilato - che una qualche ipotesi di soluzione ci possa essere. Leggo che sarebbe indispensabile che non venisse adottata soltanto una rotta, ma che venissero individuate più rotte, evidentemente dividendo i sacrifici di un progetto che indubbiamente sarà stato valutato come un progetto di sviluppo non soltanto nazionale, ma internazionale, però resta il fatto che il peso i rischi, i sacrifici, il disagio, l'inquinamento devono essere ripartiti.
Il collega Cavaliere ha ricordato, per i colleghi presenti in quest'aula da più tempo, l'esempio pregnantissimo dell'ACNA, dove i lavoratori della Liguria premevano affinché l'ACNA rimanesse aperta e i lavoratori del Piemonte premevano disperatamente perché i rifiuti tossico nocivi non arrivassero soltanto in Piemonte, distruggendo quella bellissima valle che è la Valle Bormida. Assessore Cavallera, mi sembra - lei che ha seguito a lungo questa vicenda nella sua veste di Assessore nella Giunta precedente - che ora ci troviamo più o meno in una situazione analoga.
Pertanto, è evidente che noi dobbiamo insistere.
Serve un ordine del giorno? Credo che su un tema di questo tipo un ordine del giorno possa essere utile, che sostenga, fatto salvo il giudizio politico, una presa di posizione molto decisiva nei confronti della Regione Lombardia e del Governo per cercare di limitare il danno attuale, perché mi sembra che oltre al discorso di cercare di limitare il danno attuale, poco possa essere attuato, nel senso che è partita una macchina gigantesca, di dimensione internazionale; non è partita né ieri sera né tre mesi fa, ma una decina di anni fa, quando evidentemente vi era anche una profondamente diversa sensibilità rispetto alle questioni delle valutazioni di impatto ambientale, sulle quali certamente una riflessione e delle scelte devono essere fatte.
E' evidente che rispetto a questi Comuni e alle popolazioni noi, come Consiglio regionale, abbiamo un solo dovere: impegnarci per limitare al massimo gli effetti devastanti del livello di inquinamento. Questo è il livello di responsabilità. Credo che noi dovremo ancora discutere sulle valutazioni di carattere politico, ma non credo che i Sindaci e neanche gli abitanti siano venuti qui per sentire le forze di centro-sinistra dire che il Governo nazionale ha ragione e le forze di centro-destra cercare di scaricare sul Governo nazionale. I problemi ci sono ed è evidente che noi siamo, come Regione Piemonte - questo lo dobbiamo dire - troppo sovente in condizione di subalternità rispetto alla Regione Lombardia, perché in Regione Lombardia, avendo essa il massimo dei vantaggi, ci si è mossi con estrema rapidità e determinazione per avere il massimo dello sviluppo che questa infrastruttura arreca certamente a quella Regione, perché quando si parla di Malpensa si fa una fatica terribile, ma va bene così. Vede collega, non sono soltanto i colleghi del Novarese che fanno fatica a sentirla, ma sembra quasi che quando un collega, che non sia di quella provincia, parla di quel problema non valga la pena di essere ascoltato perché non ha l'interfaccia elettorale. A me non interessa la questione elettorale, ma credo semplicemente che una cosa sia chiara come il sole: quando si parla di Malpensa, l'immagine che viene immediatamente collegata a quell'aeroporto è quella dello sviluppo della Lombardia e non certamente quella dello sviluppo del Piemonte. Allora, siamo noi che dobbiamo tirare fuori le unghie, i denti, gli artigli, per cercare di rimediare a quel poco che può essere rimediato.
Sono convinta, come qualche collega che ha parlato prima, che probabilmente, finché questa nostra umanità - così mi viene da dire - non si decide a fare delle scelte che siano più compatibili con la vita dei Comuni e con lo sviluppo vero di questi Comuni e delle persone, a fare delle scelte di economia e di sviluppo che non gravino così pesantemente sulla vita e sulla qualità della vita, noi avremo fatto delle grandi infrastrutture, ma non avremo certamente lavorato per lo sviluppo. Questo tipo di sviluppo, prima o poi, in termini umani, in termini di salute, in termini di equilibrio, in termini di rapporto civile fra i popoli lo pagheremo: questo è sicuro.
Sembra strano dover dire queste cose in queste circostanze, quando delle opere sono già partite e sono così valide, ma è proprio nelle fasi di studio delle grandi opere che questi ragionamenti devono essere fatti altrimenti si stravolge proprio - ripeto - la qualità della vita, che è un bene assolutamente irripetibile, pagandone poi le conseguenze.
In conclusione, riteniamo che certamente dei passi debbano essere fatti, perché - Presidente Ghigo - io non posso pensare - anche se il suo Capogruppo Gallarini l'ha detto, ecc. - che il Governo non ci riceve per 40 giorni e noi stiamo qui.
Se il Governo per 40 giorni non ci riceve, andiamo noi! E se il Governo nazionale ha sbagliato (anche se io sono del centro-sinistra, sono la prima a dire che ha sbagliato, perché il problema c'è e dobbiamo affrontarlo per quello che è), non facciamoci degli alibi, da questo punto di vista.
Ritengo che né il Presidente della Giunta tanto meno l'Assessore ai trasporti - ma non solo lei, anche i Capigruppo, pur distinguendo le responsabilità - debbano aspettare 40 giorni (e neppure due mesi), perch quando le situazioni di questo tipo si consolidano diventa poi difficile risolverle, anche da un punto di vista tecnico, tenuto conto delle interferenze di tipo organizzativo e delle valenze di tipo economico che ci sono.
Non è così semplice per le compagnie spostare i voli, le rotte: sono tutte cose che a dirle e a scriverle ci si mette un minuto, ma a farle ci vuole del tempo, perché ci si scontra con degli interessi, con un consolidamento di interessi che, man mano, si va radicando ulteriormente.
Allora, non perdiamo altro tempo; siamo convinti che di tempo se ne sia perso molto, ma credo che ciò che possiamo recuperare, abbiamo il dovere di recuperarlo e di prendere oggi insieme questa decisione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.
PAPANDREA Cercherò di intervenire brevemente, perché il dibattito è già stato lungo. A mio avviso i problemi non sono sicuramente dei ritardi degli ultimi giorni.
Credo che i problemi stiano a monte, stiano nella decisione presa a suo tempo e nel fatto che ci siamo accorti solo alla fine di quello che succedeva (o si è voluto accorgersi solo alla fine di quello che succedeva).
Si sarebbe dovuti intervenire ben prima, perché era prevedibile ben prima l'impatto di una grande opera di questo tipo; impatto a vari livelli sia a livello politico che della situazione economica dei trasporti.
Era evidente che costruire quel tipo di aeroporto avrebbe avuto delle ripercussioni sull'intero sistema aeroportuale, non solo piemontese, ma di tutta la zona limitrofa della Lombardia.
Non si può pensare di fare un'opera come quella e che il resto rimanga come prima. Anche per quanto riguarda altri aspetti, era prevedibile che una grande opera di questo genere avrebbe avuto delle ripercussioni gravi e questo indipendentemente da scelte congiunturali.
Capisco perfettamente, sono solidale con le popolazioni colpite da questo tipo di scelta, ma sono solidale anche con le popolazioni che stanno al di là del Ticino.
Il problema non è tale solo se è al di qua del Ticino (e quindi riguarda nostri concittadini), e non lo è più se è di là, perché si tratta comunque di esseri umani che subiscono degli effetti devastanti.
Credo che impostare il problema in questo modo, ovvero studiare come spostare su altri gli effetti di questa scelta sia un errore e non aiuti sicuramente la soluzione del problema, perché ci si mette a fare delle guerre tra coloro che devono sobbarcarsi gli oneri.
Il problema non è di facile soluzione, perché ormai una grande infrastruttura è stata fatta, è stato fatto un enorme investimento e quindi intervenire su questo aspetto, cioè rendere meno devastante l'impatto, ha delle ripercussioni economiche consistenti e non sarà facile affrontarlo (credo dobbiamo esserne coscienti).
Tuttavia il problema è questo e non quello di fare una facile demagogia sul Piemonte calpestato o sugli interessi del Piemonte calpestati.
Non si può essere ecologisti da questa parte della frontiera e non avere analoga sensibilità, sminuendo il problema, se le zone colpite non sono di grande valore o sono delle periferie urbane; si tratta di zone abitate da tanta gente, per cui il problema rimarrebbe comunque.
Risolvere questo problema - lo diceva già anche la Consigliera Spagnuolo - non sarà facile, a questo punto, perché l'opera è già stata fatta. Occorreva capirlo ed intervenire prima: Analogo discorso vale per altre infrastrutture di cui stiamo discutendo, tipo l'Alta Velocità. Sarebbe bene rifletterci molto bene prima di attuarla e non scoprire dopo che tutta una serie di allarmi che erano stati lanciati (perché qualcuno comunque li aveva lanciati) erano giusti.
Intervenire, se vogliamo farlo, richiederà sicuramente, delle scelte coraggiose, impopolari, che contrastano non solo degli interessi ma anche un tipo di logica molto diffusa, che trova grande sostegno nel Governo nazionale e in quello locale: la logica del mercato, che impone scelte di questo tipo.
Questo è il motivo per cui è stata fatta questa scelta, senza pensare ad altre politiche di trasporto meno impattanti, meno concentrate, perché è chiaro che le grandi compagnie hanno molto più interesse a delle grandissime infrastrutture; se poi quelle creano problemi alle popolazioni non sono problemi loro: sono problemi di altri, sono problemi appunto dei Sindaci, di chi amministra, delle popolazioni stesse.
A loro non interessa altro: cercano di massimizzare i loro investimenti; scelte di altro tipo, come quella di non avere un grande aeroporto, ma magari una rete di aeroporti collegati (che può essere un elemento che rende meno ed è più costoso), a loro non interessa.
Ci si scontra dunque con questo tipo di logica, che però molto spesso anche in questo Consiglio regionale, si è sempre sostenuta. Inoltre, mi stupisco di sentire dei Consiglieri che si lamentano perché non è stato fatto il VIA e che poi si lamentano quando viene fatto, perché se per caso vengono bloccate delle gallerie o dalle parti di Alessandria o da altre parti, magari con l'intervento del Ministro dell'Ambiente, si dice che "si bloccano degli interessi economici, si crea un grave danno..." ecc., ecc.
Io credo che non si possa essere sensibili a questi problemi in modo intermittente: o li si pone al centro dei propri ragionamenti, e quindi c'è un'altra logica di sviluppo, un'altra logica di cos'è il benessere, che non può essere semplicemente un problema economico, oppure si arriva a queste conseguenze.
Concludo svolgendo alcune considerazioni sugli ordini del giorno presentati. Mi rendo conto dell'inadeguatezza di un ordine del giorno perché la soluzione vera sarebbe fare scelte drastiche.
Teniamo conto, tra l'altro, che quando ci siamo trovati di fronte a chi ha avuto il coraggio di fare scelte drastiche - un Pretore torinese aveva bloccato dei voli su Caselle - questo è stato preso per pazzo; molte delle voci che oggi si sono sollevate con sensibilità, in quel momento avevano invece avuto un altro tipo di atteggiamento.
Credo dunque ci si debba prospettare anche questo: se il fenomeno è veramente impattante, cerchiamo pure di distribuire il danno, ma se il danno è eccessivo bisogna intervenire per eliminarlo; non è sufficiente distribuirlo, occorre ridurlo drasticamente, al limite eliminarlo, anche a costo di scelte estremamente impopolari dal punto di vista degli interessi economici, ma molto popolari dal punto di vista degli interessi delle popolazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Presidente, mi corre qualche vaghezza nel dire a questo Consiglio regionale - come ha detto poco fa la Consigliera Spagnuolo - che noi stiamo provincializzando, in maniera assolutamente perniciosa, il ruolo di Consiglieri regionali.
Si discute dell'autostrada Asti-Cuneo: se ne interessano i Consiglieri di Asti e di Cuneo; c'è il problema del novarese: si interessano gli amici del novarese, con una conventio ad excludendum quasi naturale nei confronti di tutti gli altri Consiglieri, quasi che, essendo riservato dominio dei Consiglieri legati alla zona di provenienza, perlomeno elettorale, tutti gli altri possono anche essere esentati dal pensare, dal riflettere e dal decidere.
A me pare che questa declassificazione o declassamento del Consigliere regionale rispetto alle problematiche sia un indizio della nostra crisi. Un indizio anche della crisi di questo Consiglio, che non riesce a pensare in maniera panoramica rispetto ai problemi del Piemonte, salvo a focalizzarsi su questo o quell'aspetto e salvo, forse, intervenire su questo o quel problema.
Quando lei ha tenuto la conferenza degli Stati generali - a cui io non ho partecipato - a Villadossola abbiamo avuto un singolare Presidente della Provincia - il Presidente Ravasio - che quasi si vantava di dover declinare subito le sue appartenenze o, perlomeno, affiliazioni sentimental politiche, genetiche lombarde, quasi, quasi rifiutando il Piemonte.
C'è stata una lunga trafila in merito alla conferenza se il Presidente Ravasio avesse ritenuto opportuno fare una specie di conferenza delle Province di frontiera per vedere come i confini geopolitici della Regione Piemonte potevano essere mutati. Questo bisogna dirlo perché sono cose scritte, che appartengono ai testi e appartengono anche alla fantasia certamente creativa, degli uomini più o meno bizzarri.
La seconda osservazione è quanto ricordato dalla Consigliera Manica.
Quando è venuto qui a Palazzo Lascaris l'allora Ministro Di Pietro, c'è stato un solerte, intelligente Sottosegretario ai trasporti della provincia di Bologna - ricordiamoci queste cose - che ha esattamente detto, ed era seduto al mio fianco: "Ricordatevi che il problema Malpensa fagociterà tutti gli aeroporti dell'Italia settentrionale". Per cui le crisi degli altri aeroporti, il declassamento, le linee aeree che ci sono o non ci sono, la fagocitazione dell'Alitalia, sono una serie di ineluttabili decisioni assunte a monte, anni fa.
Terza considerazione. Quando ad Ivrea abbiamo avuto il piacere di avere il Presidente dell'IRI, Gros Pietro - si stava discutendo del problema dell'occupazione - e l'abbiamo interessato sul problema dell'Alitalia risposte: "Io sono il Presidente della IRI, della holding, non posso intervenire sull'Alitalia e pertanto sulla politica di gestione dell'Alitalia". Parole di Gros Pietro, Presidente dell'IRI torinese. Se si vogliono raccogliere tutti questi florilegi della società politica piemontese e della società decidente piemontese, è chiaro che poi i risultati non possono che essere questi. Quando si discusse in Consiglio regionale del sistema aeroportuale piemontese, abbiamo discusso di Cerione di Caselle e di Levaldigi. Ancora una volta, estraendoci completamente dalla grande problematica del novarese, e quando abbiamo discusso del problema della Malpensa ci siamo limitati a discutere delle infrastrutture cioè come collegare Malpensa. C'è stato forse uno scambio simoniaco per cui non vi permettiamo di solcare i nostri cieli azzurri dietro il pagamento di infrastrutture? La Consigliere Manica mi dice di no, però, come mai il Consiglio regionale - forse, Presidente Deorsola, è anche un problema di organizzazione interna del Consiglio, di cui siamo tutti responsabili quando ci sono le blue chips, i titoli azionisti del nostro discorso consiliare, ovvero, quando ci sono degli argomenti capitali, come il Piano regionale di sviluppo, come tantissime altre opzioni politico amministrative, dobbiamo essere tutti coscienti che queste devono avere un percorso preferenziale assoluto e un'assoluta attenzione e che non dobbiamo annacquiarle con un'infinità di zavorra.
Oggi come oggi, abbiamo perso un'occasione enorme, come possiamo intervenire, come possiamo tirare per la giacca Treu perché è mio amico lo cerco, gli telefono, no, è irritante, è un fatto quasi napoletanesco, non mi piacciono queste cose. Beh, è la governance complessiva del Paese della nostra Regione che deve intervenire. Se, per esempio, avessimo saputo dell'incontro di Veruno con i Consiglieri regionali avremmo convocato lì un Consiglio regionale aperto, come abbiamo fatto Ivrea, perché bisogna creare delle occasioni di impatto talmente emotivo - in un paese che vive soprattutto di emozioni e di opinioni piuttosto ancora che di idee - per cercare di smuovere una situazione che oggi come oggi, come la si pu smuovere se non prendendo, se si riesce a prendere. il gatto per la coda.
Sono state dette alcune cose che io assolutamente condivido.
Siccome sono un sangue misto, nel senso che vivo a Torino e qualche settimana d'estate vado a Borgo Ticino conosco la situazione. Sono a Borgo Ticino il 31 di ottobre, proprio all'una, ma non sapevo assolutamente che c'era la questione di Veruno. Ho sentito poi tutto questo carosello di aerei sulla testa, ed ho capito subito qual era il disagio.
Bene, il problema, signori Consiglieri del Piemonte, è che noi, al di là dell'inquinamento acustico ed atmosferico, dobbiamo impedire - caro Consigliere Papandrea, noi abbiamo una giurisdizione su questa regione che il Parco del Ticino, per il quale abbiamo anche qualche merito nei confronti di altre regioni italiane, visto che la politica dei parchi è stata fatta negli anni passati, e quindi la regione novarese non diventi una nuova Brianza. Non vogliamo che diventi un fatto coreico, una nuova Brianza, dove non c'è assolutamente nessun rapporto tra la vita civile e la vita produttiva. Noi dobbiamo far sì che quelle terre che hanno una loro dolcezza, che hanno una loro probità, che hanno una loro pedagogia, che hanno un loro stile di vita, devono essere mantenute, ma noi non possiamo essere ancora il Suk arabo di un'attività produttiva che comunque lì si è insediata, senza assolutamente nessuna consultazione. Siamo nuovamente di fronte al pericolo che il Piemonte sia effettivamente una provincia dell'impero e una provincia subalterna a quello che è naturalmente la forza di espansione del milanesato che come è oggi, forse, fa rimpiangere i tempi di Novelli quando si parlava del famoso "MI-TO" (Milano-Torino) che doveva essere un'equiparazione, non solamente attuale, ma potenziale delle due grandi città del Nord-Ovest.
Presidente, non so quali siano le sue possibilità, se lei riesce a trovare l'ennesimo coniglio bianco dal suo cappello, però credo che anche nei confronti del Ministro Treu, e nei confronti dei Ministri del Governo è da 40 giorni che il Ministro Treu deve dare una risposta.
Cosa si può fare? Mutare le rotte, cercare di dividere quelle che possono essere le diseconomie esterne, ripartendole tra Lombardia e Piemonte, verificare i benefit che possono ricadere sulla nostra regione e quali siano le salvaguardie per il nostro territorio? Qualcuno ha anche detto, però: "Ah, ma ci sono gli equipaggi dell'Alitalia e di altre compagnie aeree che vanno all'hotel Regina di Stresa: come potete vedere ci sono già consumi che promuovono le attività turistiche del lago piemontese". Sono tutti argomenti, certamente, ma devono essere esaminati in maniera molto meno emotiva ed episodica.
Quale sia il problema, Presidente, mi pare l'abbia detto molto efficacemente il collega Pasquale Cavaliere. Il problema di Caselle - mi spiace prendere lo spunto da questo discorso per cercare di portare vasi a Samo - non può essere abbandonato così. E' vero che la Regione non vuole cedere la sua quota di privatizzazione, come dicono i giornali? E se ciò è vero, perché non vuole cederle? I rappresentanti della Regione, chiunque essi siano, devono venire a relazionare su trattative segrete o parasegrete, sociali o parasociali con sui si sta trattando. Se è vero che il problema dei cosiddetti corridoi aerei finiscono per far sì che Caselle venga ulteriormente penalizzata, e pertanto l'Alitalia cancellerà altri voli, si tratta di problema gravissimo: caro Assessore Casoni, dateci una risposta ferma e seria. Mi pare che l'Assessore abbia affrontato alcuni problemi con una certa forza e chiarezza, ma certe cose devono essere assolutamente messe sul tappeto. Possiamo morire di tutto, ma non della nostra anemia, della nostra ignavia, della nostra accidia: nessuno potrà assolutamente, permetterselo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.
CASONI, Assessore ai trasporti Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intendo innanzitutto premettere che interrogativi e risposte vanno posti per comparti.
Personalmente, svolgerò una parte di considerazioni che competono direttamente al mio Assessorato; penso che l'Assessore Cavallera integrerà con risposte più a carattere ambientale e che il Presidente Ghigo riassumerà la posizione politica che è nostra intenzione assumere.
E' stata sollecitata da diverse parti, in ultimo anche dal collega Picchioni, della chiarezza sulle linee che l'Assessorato ai trasporti intende perseguire nel settore delle comunicazioni e dei trasporti; partir dunque dall'evoluzione della scelta strategica assunta un decennio fa circa.
Tutti sappiamo che la scelta di Malpensa 2000 è stata assunta, prima di tutto, in sede di Unione Europea, la quale ha sostenuto che Malpensa deve essere un hub dell'Italia del nord. All'epoca tutte le forze politiche presenti a Bruxelles hanno appoggiato questa richiesta.
CHIEZZI (fuori microfono) Non tutte! CASONI, Assessore ai trasporti Effettivamente, era stata presa una diversa posizione da parte dell'on.
Gipo Farassino, che in sede di Comunità europea si era opposto fortemente.
In ogni caso, in quella sede, era stata scelta Malpensa. Il tutto però, va coniugato con una certa politica successiva.
E' stata richiamata l'intenzione di Alitalia: non è vero, collega Picchioni, che i corridoi aerei interferiscono su Caselle; c'è stata volontà comune fra Comunità europea, Ministero e probabilmente territorio della Regione Lombardia di far sì che la scelta strategica di Alitalia s'incentrasse su Malpensa 2000, ma non per problemi di corridoi aerei.
Tutti sappiamo che i corridoi aerei che convergono su Caselle transitano via Genova; quelli che invece convergono su Malpensa e sull'area di Milano transitano su una rotta differente, che passa all'incirca sopra il territorio di Pavia. Non è problema di accesso delle vie aree. In realtà Alitalia, e l'ha dimostrato anche mettendo a disposizione pullman che da Torino per Malpensa, vuole concentrare per sinergie probabilmente aziendali, che personalmente non condivido, tutto il suo hub tecnologico di operatori, di concentrazione di vari fattori su Malpensa 2000.
Scelte ed investimenti decisi anni fa; dal 1994 sono stati erogati migliaia di miliardi per realizzare quest'infrastruttura. Concordo nel dire che se era necessario muoversi per preventivamente disegnare uno scenario diverso di trasporto aereo nel nord Italia bisognava farlo allora. Non potevamo farlo, di certo, a posteriori. Era tranquillamente ipotizzabile uno scenario, per esempio, di gestione del traffico aereo sul nord Italia suddiviso tra più hub; poteva essere ipotizzabile l'hub di Torino, quello di Malpensa, di Verona, di Treviso, come scelta strategica trasportistica.
Tutti sappiamo che queste scelte - e lo dimostrano le Nazioni europee dove il traffico aereo è anche più sviluppato che non nel nostro Paese - vengono assunte anche in base ai quattro grandi metwork di compagnie aree, che gestiscono ciascuna circa 180 milioni all'anno di passeggeri e che vogliono concentrarsi sui grossi aeroporti.
Collega Chiezzi, non dico che sia condivisibile, ma che si tratta di politica che piove dall'alto. Schiphol ad Amsterdam, è un aeroporto con caratteristiche di hub, Charles De Gaulle, a Parigi, lo stesso, e così Gatwick a Londra e l'aeroporto di Francoforte. Si è voluto, allo stesso modo, creare l'hub nel nord Italia - era questa la volontà - che facesse concorrenza. Tant'è vero che è nata una certa polemica con le compagine straniere che hanno tentato di avversare Malpensa, perché sapevano benissimo che ai loro hub nazionali Malpensa poteva creare disturbo; da qui la polemica anche sull'accelerazione del Ministro Burlando in funzione dell'apertura e i ricorsi di tutte le compagnie estere.
Iniziamo quindi a verificare da dove calano le scelte e come arriviamo alla situazione odierna.
Tra l'altro, questa situazione, dal punto di vista trasportistico l'abbiamo già vista circa un mese fa: non è vero che la scelta di Malpensa depotenzierà gli altri aeroporti del nord Italia. Anzi - e qui entra in gioco il ruolo della SAGAT - a mio avviso, la situazione può essere considerata come potenzialità di traffico.
Mi spiego meglio. Come dicevo in precedenza, esistono quattro grandi network di compagnie alleate. Tutti sappiamo che Alitalia è alleata con KLM, American Airlines, vettori orientali, e forma un determinato Gruppo.
Logicamente, tutti sanno che a Malpensa, in questo momento, questo Gruppo è favorito: ha gli slot migliori, ha tariffe commerciali migliori probabilmente ha condizioni operative migliori. Anche se siamo in regime di liberalizzazione si tratta di scelta concentrata. Abbiamo visto quanto Alitalia e il Ministro Burlando hanno pressato affinché la data del 25 ottobre fosse rispettata, perché altrimenti si sarebbero perse le caratteristiche di hub, si sarebbe depotenziata la zona e tutti i ragionamenti dell'Alitalia su questo aeroporto sarebbero stati penalizzati economicamente.
Chiedevo prima cosa c'entri questo in rapporto con gli altri aeroporti del Nord Italia.
Un altro gruppo - è una notizia di 20 giorni fa - Lufthansa, che presume di essere penalizzato dall'operazione Malpensa 2000, è entrato in società con l'aeroporto di Bologna.
Evidentemente ha paura che Malpensa 2000 penalizzi il suo gruppo, che ha altrettanti 180 milioni di passeggeri nel mondo, ed inoltre considera il nord Italia come una piattaforma verso i Paesi orientali, il Mediterraneo la piattaforma ideale per tutti i voli che, per esempio, provengono dall'America e devono proseguire per il Medio Oriente, per l'Africa, per il sud Italia.
Questa, dunque, era una scelta da fare anni fa; probabilmente si poteva decidere di potenziare più poli anziché creare un hub unico, ma quella era una scelta da fare 10 anni fa, non oggi.
Io mi limito ad evidenziare gli elementi trasportistici, non quelli ambientali, che saranno sviluppati dall'Assessore Cavallera.
Riteniamo che, nel progetto di privatizzazione della SAGAT, la Regione Piemonte debba mantenere le azioni SAGAT, che oggi corrispondono all'11%.
La Regione Piemonte ha anche affermato di essere favorevole alla privatizzazione delle quote SAGAT fino al 49%. e che il nocciolo duro, cioè il 51%, debba essere mantenuto dai tre Enti: Comune, Provincia e Regione.
Ho detto: "tre Enti" e non, appositamente, "quattro", perché la partecipazione della Camera di Commercio - collega Saitta - deve essere in aggiunta al 50,1%, cioè la maggioranza del 50,1% deve rimanere, a nostro avviso, in mano a Regione, Provincia e Comune, perché gli Enti territoriali devono mantenere il controllo sulle politiche di trasporto del loro territorio. Se non hanno la maggioranza, non lo possono fare.
D'altro canto, sappiamo benissimo che le privatizzazioni di quote molto basse non sono allettanti sul mercato. La Lufthansa è entrata in società con l'aeroporto di Bologna con quote molto significative. Sappiamo esistere, anche se non sono ufficiali, dei potenziali interessati ad entrare in SAGAT da un punto di vista operativo e non finanziario.
Non dimentichiamo che lo sviluppo della SAGAT e l'eventuale suo decollo, come entità territoriale di servizio al territorio del trasporto aereo, è determinato dall'operatività degli aerei. Abbiamo bisogno, cioè di partner che portino traffico sul Piemonte, in modo che tutte le esigenze trasportistiche del Piemonte vengano assecondate. Spesso si lamenta l'assenza di un volo per Londra, per New York o altre destinazioni; solo con un'alleanza di partner forti, in grado di attrarre maggior traffico noi possiamo operare e io non credo - come sosteneva il Consigliere Cavaliere - che questa sia una politica tesa a fare una privatizzazione di piccolo cabotaggio, perché si è stabilito che la scelta del partner non deve essere di carattere economico, ma di tipo operativo e trasportistico.
Come tutti sanno, infatti, nel trasporto aereo è il passeggero che porta denaro; gli aeroporti che funzionano, che sono avvantaggiati economicamente e che registrano maggiore benessere sono quelli che hanno un maggior numero di passeggeri, perché questi determinano maggiori transiti maggiori acquisti, maggiori sinergie intorno agli aeroporti stessi e quant'altro.
Questo, per riassumere la posizione della Regione Piemonte riguardo alla SAGAT. Certo, la Regione vuole mantenere la propria quota all'interno della SAGAT perché ritiene che questa sia un'occasione per programmare meglio, in futuro, lo sviluppo aeroportuale del Piemonte. Crede, inoltre che si debba arrivare a parlare di un sistema aeroportuale regionale e non solo di Caselle, di Levaldigi o di Cerione.
Sappiamo che nelle altre regioni i sistemi aeroportuali sono stati sviluppati; dobbiamo svilupparli anche in Piemonte, perché le opportunità trasportistiche che oggi gravitano sulle altre regioni (mi riferisco, ad esempio, al basso Piemonte che indirizza i passeggeri verso Genova o Nizza), con una politica dei trasporti diversa, potrebbero essere drenate sul territorio piemontese, dando un miglior servizio ai cittadini piemontesi.
Sappiamo che Caselle ha sempre avuto, e probabilmente avrà anche in futuro, problemi di carattere ambientale, di rumorosità, di voli notturni e pensiamo che una sinergia con un altro aeroporto, che magari non abbia le stesse caratteristiche ambientali di Caselle, potrà favorire il sistema del trasporto regionale.
Per concludere il mio intervento che - ripeto - vuole limitarsi a chiarire gli aspetti trasportistici della questione, ritengo necessario affrontare dal punto di vista politico, ma politico in senso generale, di tutti noi, il rapporto con il Ministero dei trasporti e con la Regione Lombardia.
Qualcuno oggi ha affermato che dovremmo essere più attivi nei rapporti con la Regione Lombardia, ma un rapporto più attivo con la Regione Lombardia lo possiamo avere solo di fronte al Ministro, perché le rotte di volo, i percorsi degli aerei, sono decisi dall'ENAV (l'Ente Nazionale dell'Aviazione), che è una dipendenza del Ministero dei trasporti. Su Malpensa 2000, l'ENAV ha autorizzato sette differenti rotte di decollo, ma ne viene utilizzata solo una all'85%.
I due Presidenti del Piemonte e della Lombardia devono, allora riunirsi con il Ministro Treu e con l'ENAV e discutere sul fatto che anziché utilizzare unicamente la rotta 303, che viene utilizzata all'85 si possono prendere in considerazione le altre 6 rotte, alcune delle quali tra l'altro, non hanno un impatto ambientale pesante nemmeno sui paesi della Lombardia.
Bisogna arrivare a questo tavolo con il Ministro; io arrivo a dire qualcosa di più: se nei prossimi dieci-dodici giorni il Ministro non ci concede questa chance, questa chance noi ce la prendiamo. Andremo presso l'anticamera del Ministro, porteremo i Sindaci, il Comitato di Novara, i Capigruppo, diremo che vogliamo discutere con l'ENAV, il Ministro e la Regione Lombardia su queste problematiche, che devono essere risolte una volta per tutte. Sappiamo che esistono sette rotte differenti di volo siediamoci intorno ad un tavolo e ragioniamo su questo. Solo in questo modo riusciremo a governare il fenomeno.
In ogni caso, non è che la Regione non sia stata attiva: sia io che il Presidente Ghigo abbiamo fatto diverse telefonate a Roma, abbiamo sollecitato Sottosegretari e Ministri. Per questo motivo sostengo che se nonostante le sollecitazioni di oggi non ci riceveranno, vorrà dire che andremo a fare anticamera dal Ministro senza preavviso, perché anche la pazienza degli Enti interessati ha un limite.
Non si può sostenere che la Regione è inefficiente perché è un mese che chiediamo un incontro con il Ministro dei trasporti, il quale non ci riceve. Questo va detto.
Penso che solo con la determinazione ed il contributo di tutti si potrà risolvere questo problema, senza scaricare le responsabilità, ma cercando di intervenire con la volontà politica di tutti. Oggi noi determiniamo quella della Regione Piemonte; io mi auguro che gli autorevoli rappresentanti qui presenti, che hanno rapporti con i Ministri a Roma sollecitino il Ministro a ricevere la delegazione e a discutere dell'argomento. E' inutile ridurre il problema ad un rapporto tra Regione Piemonte e Regione Lombardia, perché entrambe le Regioni non possono determinare le rotte di volo. Le rotte di volo vengono determinate dall'ENAV e dal Ministero dei trasporti: andiamo tutti dal Ministro dei trasporti e tentiamo di risolvere la questione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una integrazione.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Ci troviamo in una situazione nella quale dobbiamo intervenire sotto il profilo della pianificazione trasportistica, in quanto le ricadute sull'ambiente saranno ovviamente la conseguenza delle scelte che vengono compiute in questa sede.
Sarebbe troppo facile sottolineare, come è già stato fatto da qualcun altro, che non avendo a suo tempo praticato la valutazione di impatto ambientale come un adempimento sostanziale teso a verificare quelle che sono le ricadute sull'ambiente e sul territorio delle infrastrutture che si vanno a realizzare (nel caso particolare della grande infrastruttura aeroportuale), oggi non possiamo che tentare di "prendere il gatto per la coda", come qualcuno andava dicendo.
Quali sono le normative a cui si può e si deve fare riferimento per cercare di incidere, ovviamente in aggiunta a quegli interventi "picconanti" (perché probabilmente ci troviamo di fronte ad una situazione che va "picconata"), dal punto di vista politico? Da un punto di vista specifico e di settore dobbiamo fare riferimento al decreto ministeriale sul monitoraggio e sulla misura del rumore aeroportuale, che prevede la costituzione di due Commissioni nazionali di carattere generale che devono dare delle indicazioni valide per tutto il territorio regionale e la costituzione, entro trenta giorni dal termine dei lavori di queste due Commissioni nazionali, della Commissione specifica per ciascun aeroporto.
Certo, quello del rumore aeroportuale è un problema di carattere generale, nei confronti del quale dobbiamo atteggiarci con senso di responsabilità, consci, ovviamente, che l'applicazione di questi provvedimenti comporterà delle modifiche anche nell'esercizio di tutti gli aeroporti che ricadono sul territorio nazionale, in modo particolare nell'ambito della nostra giurisdizione.
Ovviamente, occorre tendere ad una coesistenza compatibile - mi auguro che sia possibile - tra le attività umane, nel caso particolare il sistema dei trasporti, e quelle realtà che si trovano cambiate dalla sera alla mattina, per quanto riguarda il clima acustico, con incrementi notevoli di decibel misurati sia in termini puntuali che in termini anche di medie secondo quelle che sono le metodologie di misura.
La sollecitazione alla costituzione di queste Commissioni è avvenuta mediante un incontro, che si è svolto presso la sede della Regione Lombardia, delle due Regioni con i Comuni interessati, sia del versante lombardo sia del versante piemontese, e delle due Province, intorno ai primi giorni del mese di maggio di quest'anno, su sollecitazione della Regione Piemonte, presente il Sottosegretario Calzolaio. Bene, io debbo lamentare a questo punto che i lavori di queste Commissioni non si sono ancora conclusi e proprio per la concatenazione che vi è tra la Commissione specifica di ogni aeroporto e il termine dei lavori delle Commissioni generali, noi dobbiamo pretendere che si determinino le condizioni affinch la Commissione di Malpensa, la Commissione di Caselle, la Commissione di Levaldigi, vengano convocate. Questa seconda Commissione è, infatti l'unica che prevede la partecipazione degli Enti locali, quindi delle Province, dei Comuni e delle Regioni competenti per territorio, mentre ahimè! - le Commissioni primarie, quelle che dettano gli indirizzi di ordine tecnico, sono composte da istituzioni tecnico-scientifiche ministeriali e sono presiedute l'una dall'ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) e l'altra dal Ministero dell'Ambiente.
Comunque, solamente creando i presupposti per poter governare l'impatto che si misura sul territorio, possiamo cercare di contribuire ad una diminuzione di questo impatto, fermo restando l'intervento di carattere generale, quindi la decisione politica, la decisione pianificatoria che è quella che risolverebbe maggiormente i problemi.
Di qui l'importanza del monitoraggio. Stiamo attendendo i risultati del monitoraggio dei dieci giorni prima e dieci giorni dopo il 25 ottobre e lì potranno emergere le prime conclusioni.
Credo che si debba veramente creare una grossa sinergia tra Regione Province e Comuni per l'adozione di tutti quei provvedimenti che sono necessari. Certo, presenteremo anche la legge regionale sull'impatto acustico, tuttavia anche qui bisogna essere molto chiari: questa è una legge regionale che porterà risultati solo fino ad un certo punto. Infatti non bisogna dimenticare che il disturbo che i cittadini sentono sotto il profilo del rumore ogni giorno non deriva sul territorio regionale solo dalle attività aeroportuali (è particolarmente acuto questo problema laddove vi sono aeroporti). Ben altre compatibilità devono essere raggiunte su tutto il territorio regionale, in tutti i 1.206 Comuni della Regione Piemonte, laddove ovviamente vi sono fonti di rumore che provengono dall'attività industriale e dall'attività dei trasporti: in sostanza, da ogni attività dell'uomo. Quindi, anche qui noi dobbiamo attribuire a ciascun provvedimento la giusta portata.
Per quanto riguarda il discorso aeroportuale sostanzialmente vigono norme nazionali che dobbiamo cercare di utilizzare il più possibile.
Possiamo anche, alla luce delle esperienze e delle misure che emergeranno in questi giorni, trarre delle indicazioni per la legge regionale in modo da costruire degli strumenti in più, magari anche finalizzati allo scopo.
Non dimentichiamo però che nel momento in cui dovessimo andare a predisporre una legge regionale che non risponda alla caratteristica propria delle leggi di secondo livello rispetto alla legge quadro nazionale, dovremo porre attenzione al ruolo assegnato alle Regioni in materia legislativa per non incorrere poi in una censura della legge regionale così approvata da parte del Commissario di Governo.
Abbiamo quindi vari fronti, vari campi sui quali operare; credo che dovremo collocarci al punto estremo su cui possiamo operare per trovare tutti quegli spazi per creare condizioni che mettano ostacoli al mantenimento di una situazione che è inaccettabile.
Non dimentichiamo che per assurdo - però è un ragionamento che va fatto ben diverso è l'incremento sull'altra parte, dove magari la rotta o le rotte in più determinano solo incrementi di rumore di una certa percentuale, mentre ovviamente da questa parte dove il punto di partenza è molto più basso, ovviamente - può sembrare un discorso "tutto casalingo" ma non è così - l'impatto e il conseguente disturbo arrecato è notevolmente superiore.
Non voglio teorizzare che, visto che da una parte c'è già rumore, lì stiano nel rumore, mentre di qui bisogna mantenere una situazione di tipo diverso. Questo lo dico anche perché bisogna essere prudenti quando si dice "facciamo 50 e 50": no, valutiamo bene le mappature e poi si decide tenendo conto che bisogna intervenire anche sotto il profilo delle tipologie di aeromobile e anche su altre questioni (ad esempio, l'altezza delle rotte), che coloro che seguono questo problema da tempo possono chiaramente insegnare a me molto meglio.
Quindi, nel momento in cui il Consiglio regionale e il Presidente della Giunta ipotizzano un'iniziativa importante in questo senso, così come il Presidente ha già ipotizzato in un incontro che si è svolto in loco, io credo che dobbiamo raccordarci (tutti quelli che sono gli Assessorati all'interno della Giunta) per un'azione incisiva a tutto campo, sapendo ovviamente attribuire a ciascuno strumento il peso che ha, senza trascurare nulla, ma senza ovviamente fare passi falsi, per evitare di illuderci di risolvere semplicisticamente il problema.
Il problema è pesante ed è un problema che possiamo definire della serie: "Se non ci si pensa prima, quando si decide di fare le infrastrutture, cioè se non si progetta uno sviluppo sostenibile o comunque compatibile, alla fine lo sviluppo diventa effimero, anzi penalizzante".
Questo è un tema che, nella fattispecie, stiamo vivendo sulla nostra pelle ma di cui non dobbiamo dimenticarci in nessuna occasione.



PRESIDENTE

La parola all'on. Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Naturalmente sottoscrivo appieno le considerazioni di tipo tecnico fatte dagli Assessori Casoni e Cavallera, anche perché questo per certi versi, in relazione agli atteggiamenti polemici che alcuni Consiglieri hanno riservato a questa Giunta, mi sembra dimostrare che, come si dice in gergo "sul pezzo invece ci siamo" e che un'idea, sia pur vaga come qualcuno sostiene (ma non è così), di quello che è lo sviluppo infrastrutturale del nostro territorio ce l'abbiamo. Tant'è vero che credo che le risposte date dall'Assessore Casoni sulla questione Caselle (e parlo prima di questa per poi dedicare più tempo all'aspetto in questo momento contingente di Malpensa) siano abbastanza esplicative di una volontà di mantenere una quota strategica, anzi di aumentare la nostra presenza nell'azionariato dell'Aeroporto di Caselle proprio per poter incidere, coinvolgendo in questo anche l'Aeroporto di Levaldigi.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

GHIGO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

E' un'altra cosa, nel senso che l'Assessore Casoni si è dimenticato di dire che la convenzione che l'Aeroporto di Caselle ha con il Ministero prevede che per gestire questo aeroporto ci sia la maggioranza pubblica perciò noi da lì non ci possiamo "schiodare", nel senso che il 51% ci deve comunque essere e di conseguenza possiamo vendere solo il restante 49%.
E chi è che vende questo 49%? In primis, la Camera di commercio e in secondo luogo il Comune, che ha la quota maggiore.
Noi, come Regione, abbiamo deciso di mantenere la nostra quota; la Provincia, per una scelta sua, autonoma, probabilmente deciderà (sono tutte valutazioni in itinere, non c'è ancora nulla di definito) di cedere una parte della sua quota.
In una seconda battuta, dopo un patto di sindacato, si procederà all'aumento di capitale.
Vorrei dividere in due le mie considerazioni; una, riprendendo tecnicamente le cose dette dall'Assessore Casoni, che sono riportate in maniera molto chiara nel documento presentato da Giancarlo Cantù (credo) il nome che si legge in calce al documento relativo alle rotte.
In definitiva, da tale documento si evince - l'ha detto bene l'Assessore Casoni - che in questo momento si sta usando per l'80% una rotta, che è quella che crea più disagi in questo territorio, ma che la stessa ENAV ha già approvato altre rotte, che in questo momento non vengono utilizzate, che sarebbero meno impattanti sul territorio.
Non voglio fare polemiche, tanto meno voglio scaricare responsabilità su nessuno, perché ci piace prenderci i nostri impegni e tentare di portarli a termine, per cui aumenteremo la pressione psicologica nei confronti dei nostri interlocutori per ottenere questo incontro, ma è ovvio che l'unico luogo dove possiamo risolvere il problema delle rotte è presso il Ministro.
Andremo dunque dal Ministro, e raccolgo la sollecitazione venuta dal Consigliere Chiezzi: vengano pure i Capigruppo, perché questo darà sicuramente più forza alla delegazione.
Io non ho problemi in questo senso: se i Capigruppo vogliono venire vengano con l'Assessore e il Presidente della Giunta, i rappresentanti dei Comuni, i rappresentanti della Provincia e i rappresentanti del Comitato per poter affrontare insieme alla Regione Lombardia e al Ministero il problema delle rotte.
Questo è il primo punto, quello contingente, immediato.
Voglio inoltre sottolineare che non esiste nessuna forma di sudditanza psicologica nei confronti della Regione Lombardia.
La Lombardia è una Regione di 9 milioni e 200.000 abitanti; ha la sua connotazione politica, che non le ho assegnato io, ma gliel'ha assegnata la popolazione lombarda; ha un Presidente con il quale io interloquisco.
Ripeto: non ho nessuna forma di sudditanza; anzi, posso dichiarare tranquillamente che, a prescindere dal fatto che il Presidente della Lombardia sia un esponente del Polo, non mi crea nessun tipo di problema.
Attenzione: il Presidente della Lombardia e il Sindaco di Milano perché diciamo le cose nella loro completezza. Sono entrambi espressione della parte politica alla quale appartengo: ebbene, non ho nessuna sudditanza psicologica nei loro confronti, per cui quello che devo fare farò, a prescindere da questo aspetto.
Su questo voglio essere molto chiaro e sincero; su questo e sul tema delle rotte, contingente, immediato, che va affrontato con forza e determinazione.
In merito all'altro aspetto più complesso che alcuni Consiglieri hanno toccato: obiettivamente - e lo devo dire - in questi tre anni non ho ricevuto molte sollecitazioni sul problema di Malpensa in Consiglio regionale.
Devo dire che alcuni Consiglieri dell'opposizione queste sollecitazioni me le hanno fatte, così come alcuni Consiglieri della maggioranza; però - e lo citava prima anche il Consigliere Picchioni - non è stato uno di quei temi particolarmente sentito dalla maggioranza dei Consiglieri. Perciò se qualcuno vuole fare l'esercizio di identificare delle responsabilità, io non mi traggo sicuramente indietro; può darsi che come Presidente della Giunta non sia stato così attento o così immediatamente reattivo, ma mi sembra di dover dire onestamente che questa responsabilità non può e non deve - se vogliamo essere corretti - essere additata solo ed esclusivamente al Governo di questa Regione.
Fatto salvo l'aspetto contingente delle rotte, che è quello che dobbiamo necessariamente risolvere, credo che nell'immediato valga la pena e ci sia l'assoluta necessità di intraprendere una valutazione di quello che è lo sviluppo possibile in quella zona, stante la presenza di un'infrastruttura come quella dell'Aeroporto di Malpensa.
Su questo dobbiamo immediatamente, sia attraverso la discussione del Piano dei trasporti, ma anche attraverso la discussione del Programma regionale di sviluppo, incidere con dei segnali politici; d'altro canto, si tratta di due documenti che sono in discussione o presto saranno in discussione in quest'aula, per cui credo non mancherà la possibilità di poter intervenire nell'indicare o nel suggerire delle strade, come, d'altro canto, la Giunta si farà carico di suggerire e di valutare, attraverso l'Assessore Casoni, per quanto riguarda l'infrastrutturazione e i collegamenti con l'Aeroporto di Malpensa.
Voglio sperare che da questa discussione, e mi sembra che in questo senso si stia lavorando, possa emergere un ordine del giorno congiunto, in modo che questa delegazione, che sono sicuro potrà la prossima settimana andare a Roma dal Ministro Treu, possa affrontare con determinazione e con forza l'aspetto legato alle rotte.
Dopodiché, è ovvio che l'impegno immediatamente successivo di questa Giunta e di questa Regione è quello di sedersi attorno ad un tavolo con il Ministero e la Regione Lombardia, per insieme valutare un progetto di sviluppo di infrastrutturazione che non penalizzi il Piemonte e che dia al Piemonte tutte le possibilità relative a queste infrastrutturazioni.
Ciò fatta salva la soluzione del problema, perché noi non barattiamo nulla - io questo l'ho già detto ai Sindaci della zona - non abbiamo intenzione di barattare nulla per ottenere infrastrutturazioni insediamenti, investimenti da parte del Governo.
Noi vogliamo che sia riequilibrato l'aspetto di impatto legato alle rotte; dopodiché, ottenuto questo aspetto, che è l'unico obiettivo che ci poniamo in questo momento, intraprenderemo il discorso su tutte le altre argomentazioni che sono anche state poste in quest'aula.
Mi auguro che l'ordine del giorno trovi il maggior consenso possibile all'interno dell'aula e sono sicuro che la prossima settimana riusciremo finalmente - ne sono certo - a parlare con il Ministro per poter affrontare, con nessuna forma di sudditanza psicologica nei confronti della Lombardia, questi argomenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto ancora la parola l'Assessore Casoni; ne ha facoltà.
CASONI, Assessore ai trasporti In merito agli ordini del giorno, chiederei una riunione con i Consiglieri Cavaliere, Galli e Manica, per vedere di riassumere in un unico documento i tre ordini del giorno presentati; per quanto riguarda invece l'ordine del giorno 850 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Manica relativo a "Limitazione agli insediamenti chimici nel Comune di Marano Ticino", valuteremmo positivamente il testo dell'ordine del giorno ma con una modifica: cambiare, dopo "impegna la Giunta regionale", le parole "ad adottare" con "a valutare", in quanto - comunicava l'Assessore Cavallera questa cosa è in fase di studio nel Piano che sta predisponendo.
Quindi l'ordine del giorno n. 850 potrebbe già essere posto in votazione.
Relativamente all'altro documento, dovremmo riunirci per stenderne uno comune, che riassuma i tre presentati.



PRESIDENTE

Ritengo la proposta dell'Assessore condivisibile, anche perché dal dibattito che ne è scaturito mi pare siano emerse linee comuni di condivisione delle preoccupazioni espresse da più parti.
Con il consenso del primo firmatario, Consigliere Chiezzi, di sostituire la parola "adottare" con "valutare", pongo in votazione l'ordine del giorno n. 350, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte verificato, in base ad una lettura delle osservazioni formulate dal Servizio Programmazione e Pianificazione del Territorio della Provincia di Novara, che sul territorio del Comune di Marano Ticino (NO) insiste un'azienda chimica la cui attività industriale è connessa a rischio di incidente rilevante, ai sensi della Direttiva C.E.E. 97/82 del 9.2.96 e del D.P.R. n. 175 del 17.5.98 considerato che per questo rischio di incidente la normativa ricordata impone alle aziende specifici obblighi che promuovano un'adeguata prevenzione e protezione preoccupato dalla considerazione che rotte di volo sovrastanti o limitrofe ad una siffatta industria costituiscano il presupposto per il verificarsi di un grave pericolo in caso di malaugurate sciagure aeree le cui conseguenze, stante la particolare produzione chimica, produrrebbero effetti disastrosi per le popolazioni e l'ecosistema del Comune di Marano Ticino e degli altri Comuni limitrofi impegna la Giunta Regionale a valutare una risoluzione che preveda per le rotte aeree un corridoio di salvaguardia che escluda tassativamente il sorvolo della zona sovrastante e limitrofa all'industria chimica sita nel territorio del Comune di cui all'oggetto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 409: "L.R. 13 aprile 1995 n. 59. Disciplinare-tipo per la costituzione dei consorzi di bacino per la gestione dei rifiuti" (seguito)


PRESIDENTE

Potremmo ora concludere l'esame della deliberazione n. 409, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Proseguiamo ora con l'esame degli emendamenti presentati.
10) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: All'art. 7 dello Statuto sostituire la lettera g): "g) "I responsabili di area (organo facoltativo)" Dopo la lettera g) aggiungere la frase: "Il testo dello Statuto non conterrà riferimenti ai responsabili d'area, qualora quest'organo del Consorzio non sia previsto".
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, come avevo auspicato l'intervallo che l'aula gentilmente ci ha concesso è servito per realizzare un confronto un po' meno formale con l'Assessore sul tema che avevo proposto. Da tale confronto è emersa una proposta di mediazione sulle due posizioni che, dal punto di vista del mio Gruppo, ci soddisfa. Lascerei quindi la parola all'Assessore per illustrare l'accordo intercorso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente L'approfondimento di tutta la partita prendeva origine dal presupposto di non rendere obbligatorio il responsabile di area. Le possibilità erano due: o li si ignorava totalmente o si dichiarava che la loro presenza era facoltativa.
In sostanza, si propone di lasciare il testo della deliberazione così com'è redatta e di ritirare l'emendamento n. 10) - quello lungo ed articolato in vari punti. Di conseguenza, visto che stavamo trattando una materia che poteva, sotto certi profili, presupporre una votazione unica nel mio intervento di questa mattina facevo riferimento ad un unico problema e all'opportunità di una votazione unica, che successivamente, su sollecitazione del collega Chiezzi, è stata suddivisa in due - e considerato che si tratta di un altrettanto unico problema, sostituirei all'emendamento n. 10), l'emendamento che ho consegnato al Presidente. Di conseguenza, si ripristina la lettera g) e si scrive: "I responsabili di area, sono organi facoltativi"; successivamente, se i Consorzi decidono di inserirli il testo rimane così com'è, se i Consorzi decidono di non prevedere i responsabili di area, devono cancellare dal testo - il nostro è infatti uno Statuto tipo - tutti i riferimenti ai responsabili di area.
Può sembrare una soluzione stile "uovo di Colombo"; se questo per servisse per accelerare i nostri lavori, penso possa essere accettato personalmente, sono d'accordo.



PRESIDENTE

Provo a riassumere: con questo nuovo emendamento verrebbe ritirato l'emendamento n. 10). L'emendamento recita: All'art. 7 dello Statuto sostituire la lettera g): "g) I responsabili di area (Organo facoltativo) dopo la lettera g) aggiungere la frase: 'Il testo dello Statuto non conterrà riferimenti ai responsabili d'area, qualora quest'organo del Consorzio non sia previsto'.
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Resta inteso che, in termini algebrici, ripristiniamo la lettera g) nei termini letti dal Presidente.



PRESIDENTE

Invece di "sostituire" scriviamo "inserire": "All'art. 7 dello Statuto inserire la lettera g)".
Pongo pertanto in votazione tale emendamento.
E' approvato con 38 voti favorevoli.
11) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: All'art. 54, punto 2 dello Statuto, aggiungere alla terza riga "facendo salvi i diversi accordi e specifici provvedimenti adottati in merito ed allegati alla Convenzione".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Gli emendamenti 11 e 12 sono la conseguenza di ciò che abbiamo discusso stamattina, in termini di flessibilità o comunque di richiamo, anche in questa parte del documento, degli accordi possibili tra i vari Comuni consorziati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 4 astensioni.
12) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: All'art. 54 dello Statuto aggiungere, dopo il punto 5), un ulteriore punto 5) bis: "Nel periodo transitorio di due anni, previsto dall'art. 17 punto 5 della Convenzione, il consorzio per la gestione dei servizi di competenza si avvale dell'organizzazione dei servizi pubblici esistenti sul territorio del proprio bacino".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 34 voti favorevoli e 4 astensioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertoli per dichiarazione di voto sull'intero testo della deliberazione. Ne ha facoltà.
BERTOLI Intervengo per esprimere il nostro voto sulla proposta di deliberazione in esame.
Intanto, una considerazione sui tempi: il Piano regionale per la gestione dei rifiuti è stato approvato il 30 luglio 1997, cioè circa un anno e mezzo fa. Oggi approviamo il disciplinare-tipo ed uno Statuto-tipo ma penso che passerà un altro anno prima che questi Statuti vengano adottati dai Comuni, perché trasformare le centinaia di consorzi piemontesi, che hanno quasi esaustivamente compiti di gestione, in qualche decina di consorzi, che avranno prevalentemente compiti di funzioni, e non più solamente di gestioni, sarà un'impresa molto importante, ma anche complicata e che richiederà tempo. Ci sarà, poi, la necessità di raggiungere quegli accordi, a cui facevamo riferimento questa mattina, fra i bacini costituiti e le Province e, poiché questo Piano ha una validità di cinque anni, ritengo che il discorso complessivo prenderà il suo avvio soltanto alla fine della validità temporale del Piano stesso.
Per questa ragione legata ai tempi è prevedibile il fallimento del Piano.
Vorrei ancora sottolineare che stamattina la minoranza ha garantito il numero legale, ma che non ha intenzione di fare questo sforzo all'infinito mi auguro che la maggioranza faccia la propria parte, perché i problemi affrontati questa mattina, quelli dei recuperatori dell'energia attraverso il rifiuto, previsti nel Monregalese o da altre parti, dovrebbero essere gestiti ed affrontati in un contesto di pianificazione, in modo più razionale e non improvvisato.
Gli emendamenti presentati, sui quali non siamo intervenuti, erano stati sollecitati da noi in Commissione, ma poi sono stati ripresi dalla CISPEL, perché, avendo il Piano dei tempi molto lunghi - per l'inerzia della politica, per la difficoltà nel renderlo operativo - era necessario almeno riguardo all'attuazione del Piano regionale e dei programmi provinciali (laddove ci sono) - consentire che i consorzi ed i loro operatori potessero realizzare quegli impianti indispensabili, pur con tutte le difficoltà connesse al contesto transitorio. Emendamenti, dunque che dovrebbero servire a rendere meno traumatico il passaggio dai molti consorzi esistenti ai pochi bacini che dovranno costituirsi alla fine di questa complessa operazione di trasformazione.
Fatte queste considerazioni molto opportune in merito al disciplinare tipo e alla proposta di Statuto, che tra l'altro ritroveremo nel percorso di questi anni, il nostro Gruppo si asterrà, non per il merito di quanto è contenuto nella deliberazione e negli allegati "Disciplinare e Statuto", ma perché sono una conseguenza del Piano regionale sulla gestione dei rifiuti in Piemonte, sul quale noi ci eravamo astenuti nel voto in Consiglio. Come conseguenza di quella posizione, quindi, ci asterremo anche riguardo alla deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Intervengo per dichiarare la nostra astensione su questa deliberazione.
La scelta di dotare la Regione Piemonte di un disciplinare-tipo per la costituzione dei consorzi di bacino è sicuramente utile, ma pur contenendo il disciplinare, alcune impostazioni e parti normative di una certa importanza, nel complesso è un'impostazione che risente eccessivamente di un taglio pubblicistico, vuoi per la complessità della normativa, vuoi per alcune modalità che, ad esempio, vengono assegnate al Presidente del Consiglio di Amministrazione per la nomina del direttore.
Poco fa, con il collega Miglietti, facevo una considerazione: in base alle conoscenze che ho, mi pare che alcuni consorzi siano molto più avanti rispetto a questa impostazione, che considero molto antica. Mi sembra un'impostazione risalente alla situazione pre-142, cioè relativa all'adeguamento alla legge 142 nella nomina del direttore, come criterio generale.
Il criterio generale per la nomina del direttore è il concorso per titoli; molti consorzi hanno già superato questa modalità e ricorrono al contratto di diritto privato, come accade in Regione. Qui, infatti, viene prevista come una possibilità, ma è una possibilità di ordine inferiore mentre viene ritenuta ordinaria quella relativa al concorso.
Questa è solo una riflessione, ma complessivamente lo reputiamo uno Statuto molto appesantito sotto questo aspetto.
Secondo noi sarebbe stato più efficace un lavoro più snello, che determinasse una rottura ed introducesse, all'interno dei consorzi elementi di maggiore flessibilità e maggiore snellezza rispetto a questa impostazione.
Qualche elemento di novità, dunque, doveva essere introdotto.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 13 astensioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Cortesemente, Consigliere, non apra problemi.
CHIEZZI Non le apro nessun problema, Presidente. Solo un minuto di orologio per chiedere al Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo, se per cortesia - in un minuto - può informare l'aula sull'incarico conferito al Consigliere Picchioni. Un minuto soltanto; senza dibattito! Solo sapere cosa ha fatto, tutto lì.



PRESIDENTE

Credo che l'on. Ghigo sarà cortese, ma lo pregherei dopo l'approvazione della deliberazione relativa ai giovani.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato

Esame proposta di deliberazione n. 613: "Legge regionale 13 febbraio 1995 n. 16. Piano annuale degli interventi regionali per i giovani" (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo quindi all'esame della deliberazione relativa al piano giovani, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Era già stata svolta la discussione di ordine generale ed eravamo fermi all'emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti, Chiezzi e Miglietti: 1) al punto A), comma a), aggiungere: "con particolare attenzione alla disoccupazione giovanile e al dilagante fenomeno del lavoro nero sommerso".
Se ricordo bene c'era una valutazione positiva da parte della Giunta ma non vorrei anticipare giudizi.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale La Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Simonetti, Suino e Miglietti: al punto a) "Attivazione dell'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani", ultimo comma, sostituire la cifra "L. 150.000.000" con la cifra "L. 600.000.000".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.
SIMONETTI Questo emendamento è legato allo spirito di quello appena votato perché sostanzialmente alla fine del comma (ne approfitto per illustrare anche l'emendamento successivo) introduciamo, nell'attivazione dell'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani, un compito più specifico di riflessione sul preoccupante fenomeno della disoccupazione giovanile: il fenomeno dello sfruttamento minorile e il lavoro nero sommerso. Noi chiediamo che l'Osservatorio permanente sulla condizione giovanile abbia, tra le sue aree di monitoraggio e di intervento, in particolare questo settore che ci pare il più preoccupante.
Oltre a chiedere uno sforzo in termini di approfondimento, di studio e di monitoraggio sui temi della disoccupazione giovanile, sullo sfruttamento che investe gran parte, purtroppo, dell'universo giovanile e in particolare la popolazione minorile, noi chiediamo uno sforzo rivolto anche al lavoro nero sommerso.
Su questo chiediamo venga fatto uno studio in relazione anche alle aree più disagiate, le aree più periferiche del territorio piemontese. Questo è legato in modo diretto alle condizioni di inaccessibilità e di inadeguatezza dei servizi che vengono rivolti alle nuove generazioni.
Proprio perché introduciamo questo tema specifico dello sfruttamento minorile e del lavoro nero sommerso, chiediamo un investimento straordinario sull'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani perché altrimenti ci limiteremmo soltanto a dei buoni propositi senza poi concretizzare gli strumenti necessari a realizzare questi studi che devono indicare le politiche regionali nell'ambito delle nuove generazioni.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale In risposta all'emendamento testé illustrato dalla Consigliera Simonetti, vorrei svolgere due considerazioni.
Devo - ahimè - dire che per il 1998 l'emendamento non è accoglibile in quanto non è prevista la necessaria copertura di bilancio. Tra l'altro è da rilevare come le somme indicate nel programma siano stanziamenti di massima nell'ambito delle disponibilità di bilancio.
Soltanto una legge di bilancio potrebbe disporre una modifica degli stanziamenti previsti.
In qualsiasi caso occorre ricordare che il piano può impegnare fondi per iniziative afferenti al 1998 che sono quelle indicate nel piano ed il cui costo non superi la previsione di spesa.
Comunque, avendo in discussione in questi giorni l'ipotesi di bilancio posso già anticipare che per gli anni 1999 e 2000 io ho chiesto all'Assessore Burzi un maggior stanziamento sulla legge dei giovani. Perci l'impegno che mi assumo è di incrementare, in relazione alle considerazioni fatte poc'anzi, l'investimento per gli anni 1999 e 2000, perché lo aumentiamo per i due anni.
SIMONETTI Ritiriamo l'emendamento n. 2).



PRESIDENTE

L'emendamento n. 2) è pertanto ritirato.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Simonetti, Suino e Miglietti: al punto a) "Attivazione dell'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani", ultimo comma, dopo la parola "Internet" abolire il resto del comma e sostituire con: "a realizzare approfondimenti di studio sul preoccupante fenomeno della disoccupazione giovanile, sullo sfruttamento minorile e sul lavoro nero sommerso, in relazione alle aree territoriali disagiate e periferiche, ed alle inadeguate condizioni dei servizi pubblici rivolti alle nuove generazioni".
La parola al Presidente della Giunta.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale La Giunta lo accoglie.



PRESIDENTE

Lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Simonetti, Suino e Miglietti: Al punto f) "Programma per l'informazione e la prevenzione sul tema della sicurezza stradale", ultimo comma, sostituire la cifra "£. 160.000.000" con la cifra "£. 500.000.000".
La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Anche questo emendamento chiede un potenziamento del finanziamento in relazione all'emendamento successivo, e quindi prevede degli interventi di carattere straordinario nell'ambito della prevenzione.
Viste le risposte fornite precedentemente dal Presidente della Giunta sui vincoli inevitabili rispetto ad una legge di bilancio, ritiriamo l'emendamento.
Riproporremo, però, questo tema in sede di bilancio, nel senso che alcuni temi, e quindi contenuti concreti come studi, osservazioni approfondimenti rispetto alla disoccupazione giovanile e il tema che poi sarà oggetto del successivo emendamento (i temi della prevenzione) saranno da noi riproposti, credo insieme anche alle altre forze del centro sinistra, in sede di discussione di bilancio, perché vogliamo che gli obiettivi che vengono proposti su carta si trasformino in interventi concreti e quindi in investimenti finanziari.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato, passiamo dunque a quello successivo.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Simonetti Suino e Miglietti: Alla fine del punto f) "Programma per l'informazione e la prevenzione sul tema della sicurezza stradale", aggiungere il seguente comma: "Il tema della sicurezza stradale non può dirsi esaustivo, ma un primo punto di partenza e di sperimentazione, sul tema dell'informazione e della prevenzione dovuto all'universo giovanile.
Risulta peraltro fondamentale porre in atto, in collaborazione con gli Enti locali competenti, i Provveditorati agli Studi, e le Associazioni presenti sul territorio, programmi di studio e di intervento diretti alla prevenzione, in particolare sull'educazione alla sessualità e sull'assunzione di sostanze psicotrope (con peculaire attenzione alle nuove droghe da sintesi).
Tali programmi devono prevedere un coinvolgimento attivo dell'Assessorato alla Sanità, in conseguenza alle dirette responsabilità su tali temi, dei servizi sanitari assistenziali previsti sul territorio; in particolare il distretto deve diventare nella realtà un punto di riferimento effettivo sul territorio, un filtro essenziale tra il cittadino ed il Servizio Sanitario Regionale, come luogo di informazione ed educazione alla salute".
GHIGLIA Può farlo distribuire? Vorremmo leggerlo con attenzione.



(Si procede alla distribuzione del testo dell'emendamento)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Su questo tema, chiederei la presenza dell'Assessore alla sanità perché questa è materia che non è peculiare né per quanto riguarda il problema giovani né per quanto riguarda le competenze dirette sui giovani.
Quindi vorrei capire qualcosa di più, anche perché questo è un emendamento universale, dove si vuole mettere tutto e il contrario di tutto, dall'educazione alla sessualità alla prevenzione sulle droghe da sintesi, che sono due campi appunto dell'universo mondo, come potrebbe essere la preparazione storica sulle dottrine politiche del XIX secolo piuttosto che la coltura di Cannabis.
Visto che questo emendamento è un po' universale, io non dico che sono contrario, però vorrei sapere se è un emendamento accoglibile realizzabile, razionale o se si tratta di una dichiarazione di intenti che in quanto tale, mi sembrerebbe talmente generica ed imprecisa, da risultare estremamente discutibile.
Potrei anche condividere i singoli pezzi, però questa dicitura sinceramente, mi sembra molto vaga, non del tutto propria rispetto al tema in oggetto. C'è un po' troppo in questo emendamento, quindi bisogna valutarlo, secondo me, con molta attenzione.



PRESIDENTE

La parola all'on. Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Avendo consultato l'Assessore alla sanità - sull'ampollosità dell'emendamento condivido l'opinione che si tratti dell'universo mondo vorrei rassicurare il Consigliere Ghiglia nel dire che, evidentemente, i colleghi hanno sentito la necessità di sottolineare questo aspetto, che d'altro canto è già ampiamente esercitato dall'Assessorato alla sanità, nel senso che non c'è scritto nulla che già non si faccia.
E' solo esplicitato in maniera rafforzativa per rappresentare un coinvolgimento della struttura dell'Assessorato nel gestire queste politiche legate ai giovani sui temi, appunto, della sessualità e dell'assunzione di sostanze psico-tropiche.
Onestamente, come Giunta, riteniamo di dover accogliere questo emendamento; nessun'altra considerazione: per noi è accoglibile.
GHIGLIA L'ultima parte l'avete vagliata? GHIGO, Presidente della Giunta regionale I vari programmi devono prevedere un coinvolgimento dell'Assessorato.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non sono contrario, anzi mi pare dizione molto precisa: "Il Distretto deve diventare punto essenziale di...": non è una dichiarazione di intenti, è un impegno ben preciso di cui, sicuramente, sarete consapevoli. Ricordate che successivamente dovrà diventare realtà.
Mi sembrava richiesta talmente cogente e impegnativa che avrebbe meritato una valutazione anche programmatica sull'effettività e sulla fattibilità di tipo diverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.
MIGLIETTI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, al di là che quanto proposto è previsto nel Piano sanitario, vi è già un'esperienza assolutamente consolidata sul territorio; infatti, nei Distretti si sono aperti, oltre ai consultori familiari, consultori giovanili di aiuto alla collettività di età inferiore ai 18 anni. Ve n'è uno, per esempio, all'USL 5 nel Comune di Collegno, che funziona in modo assolutamente degno e assolutamente compatibile con le linee dettate nel Piano sanitario regionale.
Oltretutto, credo possibile un percorso di lunga data all'interno delle comunità locali; vi sono iniziative che, se coordinate con il Provveditorato agli studi e con l'aiuto delle Comunità locali, danno ottimi risultati, proprio perché si tengono all'interno della scuola dell'obbligo ad esempio, dei corsi alla sessualità e alla prevenzione della droga tenuti da docenti qualificati.
Credo che l'emendamento sia interamente compatibile con tutta quella che è stata la programmazione l'acquisizione a livello territoriale di servizi che sempre più si devono qualificare.
Penso quindi che l'emendamento sia compatibile con quanto previsto nel Piano sanitario: non vedo motivi per i quali non dovrebbe accolto.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Ribadisco la volontà della Giunta di accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Lo pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Prima di porre in votazione l'intero testo della deliberazione, è opportuno effettuare una modifica di coordinamento inserendo l'emendamento n. 5, appena votato, prima del comma relativo all'onere finanziario, quindi come "penultimo comma".
Pongo ora in votazione la proposta di deliberazione n. 613, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 42 voti favorevoli e 5 astensioni.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito alla nomina del Consigliere Picchioni a Sovrintendente del Salone del Libro e della Musica


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, per una comunicazione sulla nomina del Consigliere Picchioni a Sovrintendente del Salone del Libro e della Musica, su richiesta del Consigliere Chiezzi e, in sede di Conferenza dei Capigruppo, anche dal Consigliere Ghiglia.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Potrei, in un certo senso, leggere direttamente la lettera d'incarico che comunque verrà consegnata agli atti - che la Presidente della fondazione ha indirizzato all'on. Picchioni nel rappresentargli la volontà dei tre Enti soci fondatori della fondazione - scusate il bisticcio di parole - di identificare nella sua persona il soggetto adeguato e adatto ad un mandato esplorativo nell'organizzazione del prossimo Salone del Libro e della Musica, vista anche la contingenza dei tempi e viste le decisioni che i tre Enti hanno assunto nei confronti della società PROSA - ovvero la sua liquidazione.
Colgo l'occasione per ringraziare l'on. Picchioni di aver accettato la proposta, avendo l'assoluta certezza che questo incarico verrà da lui svolto con grande creatività e professionalità, aspetti che, forse nell'organizzazione degli ultimi Salone del Libro erano mancati.
Devo anche dar atto al Consigliere Picchioni di essersi assunto un impegno non di poco conto, assai difficile.
Posso disporre che la lettera vi venga fornita: è indirizzata al collega Picchioni, che ve la farà pervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo innanzitutto per ringraziare il Presidente Ghigo delle sue parole e per assicurare il mio massimo impegno per un incarico sicuramente estremamente gravoso. Inoltre intendo rassicurare il Consigliere Chiezzi: la lettera che ho ricevuto dalla Presidente della fondazione, sig.ra Bresso - che desidero ringraziare, unitamente al Sindaco Castellani - la farò pervenire domani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.
ANGELERI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio il Presidente Ghigo per l'informazione data poc'anzi; non avendo potuto leggere i giornali in questi ultimi giorni, non ne ero al corrente.
Arrivo solo oggi da una trasferta ufficiale, alla quale abbiamo presentato il Comitato Olimpico di Torino 2006 alla Maratona di New York rispetto a tale trasferta ed al lavoro svolto in quella sede (che ritengo sia stato utile), farò una relazione al Presidente del Consiglio.
Nel momento in cui sono entrato in aula mi è stato riferito che martedì scorso, in mia assenza - peraltro giustificata - nonostante la mia richiesta di non discutere il progetto di legge sul personale dei Gruppi motivata dall'impossibilità di essere presente contemporaneamente in due posti diversi, il Consiglio regionale, da lei presieduto, ha pensato di far passare ugualmente il provvedimento.
Faccio una premessa e vorrei fosse chiaro che nei confronti del personale dei Gruppi non ho nulla in contrario, anzi - e lo dico ufficialmente - sono lieto che questa legge, per quanto riguarda il personale in oggetto, sia passata. Ma devo constatare che lei, Presidente ha avallato una forzatura, facendo passare questa legge in mia assenza nonostante io avessi presentato degli emendamenti. Le ricordo, Presidente che il sottoscritto è un Capogruppo e mi pare che finora non sia mai venuta meno l'attenzione riguardo alle richieste specifiche di un Capogruppo ebbene, per la prima volta una richiesta non ha avuto ascolto.
Voglio solo che questo rimanga agli atti, non intendo assolutamente nuocere al personale dei Gruppi, quindi non mi muoverò certo nella direzione opposta a quanto il Consiglio regionale ha voluto fare; la mia è un'amara constatazione. Avevo fatto un discorso di equità e di giustizia e penso che in quest'aula non si sia voluto tenere conto di una questione che consideravo corretta.
Vorrei che questo fosse sottolineato come un grave gesto di scorrettezza nei confronti di un Presidente di un Gruppo, di cui ritengo responsabile anche lei, Presidente del Consiglio. Ovviamente non c'è nulla di scritto che obblighi a determinati comportamenti, ma ritengo che anche la sottolineatura fatta da alcuni Capigruppo - che mi è stata riferita fosse da tenere in considerazione; è proprio vero che fare il Don Chisciotte non paga assolutamente.
Io le posso garantire, Presidente, e posso garantirlo a tutto il Consiglio, anche ai Capigruppo che non hanno atteso a questa mia richiesta che continuerò a lavorare in questo modo, interpretando con correttezza giustizia ed equità i provvedimenti che verranno esaminati.
Desideravo che questo rimanesse agli atti perché è un precedente e dovrà essere tenuto in debita considerazione in futuro.



PRESIDENTE

Desidero ricordarle, Consigliere Angeleri, come risulta anche dal verbale, che c'è stata una votazione del Consiglio in questo senso, perci non ritengo che il mio comportamento sia in alcun modo toccato o censurabile.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Musei

Esame ordine del giorno n. 865 inerente a "Cessione della Certosa di Collegno all'Università degli Studi di Torino" (rinvio)


PRESIDENTE

Desidero portare all'attenzione dell'Aula che il testo unificato dell'ordine del giorno n. 865, a firma dei Consiglieri Suino, Picchioni Gallarini, Miglietti, Deorsola, Spagnuolo, Ferrero, Saitta e Cavaliere, su Malpensa 2000, è in fase di fotocopiatura e verrà presto distribuito.
Mentre attendiamo la distribuzione di tale documento, propongo di votare l'ordine del giorno relativo alla Certosa di Collegno, che dovrebbe essere unanime.
CHIEZZI No, Presidente, noi non siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Va bene, lo rinviamo a prossima discussione.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 439: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1998 di Enti dipendenti dalla Regione e di Enti di gestione di aree protette" (rinvio)


PRESIDENTE

Proporrei di passare alla votazione del disegno di legge n. 439: "Assestamento al Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1998 di Enti dipendenti dalla Regione e di Enti di gestione di aree protette", di cui al punto 14) all'o.d.g.
E' un provvedimento sul quale c'è già stato un profondo lavoro di Commissione, quindi non dovrebbe richiedere particolari approfondimenti.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Cavaliere, il quale chiede di non passare alla votazione del disegno di legge in oggetto)



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame testo unificato dell'ordine del giorno n. 868: "Problematiche inerenti l'apertura dell'aeroporto di Malpensa 2000"


PRESIDENTE

Nel frattempo è pervenuto l'ordine del giorno su Malpensa 2000 presentato dai Consiglieri Gallarini, Galli, Mancuso, Manica e Cavaliere nel testo unificato, sottoscritto anche dall'Assessore Casoni.
La parola all'Assessore Casoni.
CASONI, Assessore ai trasporti L'ordine del giorno unitario che abbiamo predisposto così recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che l'apertura dell'aeroporto di Malpensa 2000 è avvenimento di grande impatto ambientale ed economico sul territorio che compito delle istituzioni preposte deve essere quello di massimizzare i vantaggi e i minimizzare i rischi, guardando al nuovo aeroporto intercontinentale in collegamento e relazione al sistema aeroportuale piemontese, cogliendo l'occasione per migliorare importanti infrastrutture viarie e ferroviarie di collegamento, ed intervenendo per minimizzare l'impatto sul territorio, per salvaguardare le popolazioni dai fenomeni di inquinamento acustico e chimico e dalla congestione della mobilità territoriale constatato che il sorvolo sull'area dei Comuni dell'Ovest-Ticino comporta inaccettabili disagi dal punto di vista ambientale e della qualità della vita verificata l'unità d'intenti tra la Regione Piemonte, la Provincia di Novara, il Coordinamento dei Sindaci e il Comitato dei cittadini rispetto all'attuale insostenibile situazione di sorvolo della zona impegna la Giunta regionale a: concretizzare nel più breve tempo possibile un incontro con il Ministro dei Trasporti, il Ministro dell'Ambiente, l'ENAV, con la partecipazione dei Capigruppo regionali, della Provincia di Novara, dei Comuni interessati del Comitato dei cittadini per ridefinire le rotte di volo nel senso delle proposte formulate in questi mesi dagli Enti locali interessati sino alle ultime proposte contenute nel documento del 7 agosto 1998 istituire il servizio di monitoraggio da parte dell'ARPA sull'impatto ambientale derivato dall'apertura del nuovo scalo definire un'intesa con la Regione Lombardia per ciò che concerne le infrastruttrure viarie e ferroviarie di collegamento con Malpensa 2000 realizzare un sistema aeroportuale piemontese nel quadro del trasporto aereo del Nord Italia".
Questi sono gli impegni della Giunta, ovvero le formule adottate nei vari ordini del giorno, perché...



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi chiede di intervenire, per dichiarazione di voto? CHIEZZI No, non è ancora una dichiarazione di voto, perché il documento proposto non è riassuntivo di tutte le proposte contenute negli ordini del giorno.
Ad esempio, ci sono due proposte che il mio Gruppo ritiene che abbiano una certa importanza, che non sono state riprese e alle quali il mio Gruppo non intende rinunciare: quella di istituire il tavolo tecnico che verifichi le rotte in contraddittorio con l'ENAV e il Ministero, un nostro tavolo (che non c'è) e la richiesta precisa di riportare a Caselle una quota di trasporto merci.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi Consiglieri, ci sono degli interventi: i lavori del nostro Consiglio non sono ancora terminati.
Vi prego di prendere posizione sulle vostre poltrone: non è facile parlare con tale disordine in aula. Prego, Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI L'altro punto è quello di richiedere che siano riportate a Caselle quelle quote merci che avevano indotto la SAGAT a grossi investimenti di potenziamento dell'Aeroporto di Caselle e che adesso sono state sottratte dall'Alitalia. Questo è uno degli elementi concreti che non solo diminuisce il numero di voli a Malpensa, ma che, ricollocando merci a Caselle permette una leva di sviluppo all'Aeroporto di Caselle, che tutti diciamo di volere.
Chiedo l'Assessore di inserire questi due punti nel dispositivo dell'ordine del giorno, come gli avevo già detto a lato dei banchi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.
CASONI, Assessore ai trasporti Per quanto riguarda l'ultima ipotesi, pur ritenendo possibile questa richiesta, a mio avviso la trattativa forte che dobbiamo fare con il Ministero, con i due Ministeri e con l'ENAV è quella relativa alle rotte di volo; Volendo, possiamo inserire altri elementi, ma temo che ciò possa indebolire la trattativa sui sorvoli.
Gli investimenti fatti su Malpensa 2000, ci lasciano presumere che, di certo, non... E' vero che erano stati fatti su SAGAT, è però anche vero che su Malpensa 2000 sono stati fatti in maniera dieci volte superiore, per cui dubito che a questo punto i cargo ritornino a Caselle.
Ciò tenendo presente che, nella precedente discussione sull'incidente che si era verificato, era stata presa una posizione sui voli cargo quasi opposta a quella che si intenderebbe assumere oggi senso e che - come tutti sappiamo - i voli cargo, spesso e volentieri, sono anche i più rumorosi e i più impattanti.
Mi rivolgo dunque al Consigliere Chiezzi, se intende mantenere questo punto, chiedendogli di tener presente che inserire una frase di questo genere in sede di trattativa con il Ministro potrebbe comportare una negoziazione i cui risultati sarebbero magari quelli di concederci qualche volo che a Malpensa non vuole andare in cambio di sorvoli di zone sul territorio del Ticino. Quindi non lo inserirei in questo momento della trattativa.
Diverso - e io qui lo dico perché ho intenzione di farlo - è l'altro discorso. Noi, come azionisti di SAGAT, abbiamo chiesto all'amministratore delegato di SAGAT di promuovere una causa contro Alitalia, per chiedere il risarcimento danni derivato dalle strutture che sono state costruite, cosa che ad oggi non era stata fatta.
CAVALIERE (fuori microfono) Ci vorrebbe una causa nei confronti dei vertici della SAGAT, perch loro, ben sapendo che non avevano quell'accordo, hanno fatto quelle infrastrutture! Lui non c'era, però...



PRESIDENTE

Se desidera intervenire, non lo faccia fuori microfono. Lasciamo terminare l'Assessore.
CASONI, Assessore ai trasporti E' una materia che lascia spazio a diverse interpretazioni. Io non la inserirei in questa partita.
CHIEZZI Invece, il tavolo tecnico...? CASONI, Assessore ai trasporti Del tavolo tecnico ne abbiamo parlato prima: se si concorda questo incontro dove partecipano i Capigruppo...
CHIEZZI Noi votiamo il nostro, non votiamo il vostro.
CASONI, Assessore ai trasporti Come dicevamo, i Capigruppo andranno a Roma con una proposta definita di un tavolo tecnico locale tra Regione, Provincia, Comitato e Comuni (perché se vanno a Roma assieme a portare una proposta, dovranno pur definirla).
Possiamo mettere che nell'incontro porteranno una proposta elaborata da un tavolo tecnico tra i soggetti interessati, che sono Regione, Provincia Comitato e Comuni interessati, perché è logico che a Roma bisognerà andare con una proposta unitaria, non si potrà andare con quattro posizioni diverse.
Consigliere Chiezzi, se lei è d'accordo, per parte mia sono disponibile ad inserire quanto da lei richiesto, ma preventivamente al viaggio a Roma.
Dal Ministro bisogna andare con una proposta da verificare ad un tavolo tecnico; diversamente, cosa chiediamo al Ministro, una volta recatici a Roma? Definiamo il contenuto delle nostre richieste tramite un tavolo tecnico, prima di andare a Roma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, la volontà del Gruppo è di rinunciare a tutte le nostre premesse, diverse da quelle contenute nell'ordine del giorno; di rinunciare a tre dei cinque punti a nostro avviso importanti, compreso il Parco del Ticino; di rinunciare all'esplicita richiesta di riportare quote di trasporto merci a Caselle richiesta del tutto congruente con quanto sostenuto dall'Assessore. Va bene anzi, va male: se non s'intende neppure inserire la richiesta d'istituzione di un tavolo tecnico, con tecnici anche nominati dagli Enti locali significa rigettare tutto quanto sostiene il Gruppo comunista.
Gruppo che non voterà l'ordine del giorno che emargina tutte le nostre proposte; voteremo il nostro documento, dispiacendoci di non essere riusciti ad arrivare all'unanimità. Penso, comunque, di aver dimostrato che non è per volontà nostra; rinunceremmo, infatti, all'intera premessa, a quattro dei cinque punti proposti: se non viene accettato nemmeno il quinto punto significa che le nostre proposte, a giudizio della maggioranza, sono sbagliate. Per noi, invece, sono giuste: ce le votiamo e "amici come prima".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intendo intervenire sulla questione particolare, incidentalmente sollevata dall'Assessore Casoni, che non so se abbia già fatto richiesta alla SAGAT di agire per vie legali nei confronti dell'Alitalia sulla questione dei cargo.
In tal senso, se esiste qualche azione legale da approntare l'Assessore dovrebbe dedicarvisi immediatamente, nei confronti dei vertici SAGAT, che hanno creato delle infrastrutture, senza aver stipulato alcun accordo con l'Alitalia sul trasporto merci. Questi sono i dati di fatto tant'è che nessuno ha agito finora per via legale nei confronti dell'Alitalia, semplicemente perché non era possibile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.
CASONI, Assessore ai trasporti Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi riservo di fare valutazioni su quanto detto dal Consigliere Cavaliere. Conoscendo un minimo la cronistoria dei fatti ho ritenuto che se l'Alitalia, dopo un anno, non ha agito in alcun modo, fosse giusto che qualcuno, su investimenti non da poco, fosse chiamato comunque a rispondere: ricordo che si sono investiti miliardi per una struttura utilizzata un anno. La mia è un'enunciazione di principio e un'intenzione reale di accertare quanto accaduto.
Per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Chiezzi, pensavo di accettare quanto proposto nel senso seguente: la Provincia ha già nominato un suo tecnico, il Comitato ha un suo tecnico - scelto fra coloro che hanno redatto il progetto -; a questo punto, mancherebbe il tecnico regionale.
Personalmente, sono disponibile a che questi tre tecnici elaborino, assieme alla parte politica, il documento con il quale andare a Roma dai Ministri a trattare la ridefinizione delle rotte di volo.
Logicamente, a tale incontro dobbiamo andare preparati, con idee chiare sulle rotte di volo ipotizzate, su quelle che devono essere le proposte e sui sorvoli che ci dichiariamo disponibili ad accettare nella trattativa con il Ministero.
Possiamo inserire tale proposta, premettendo che gli altri Enti locali hanno già nominato loro tecnici; per parte nostra, possiamo nominarne uno dell'Assessorato, che segua questa parte tecnica.
CHIEZZI (fuori microfono) Che sia però in grado di discutere con pari professionalità con i tecnici dell'ENAP sulle rotte di volo: non un funzionario generico, che difende la Regione, ma un professionista competente in grado di contraddire osservazioni tecniche..., in grado di parlare con pari professionalità con i tecnici dell'ENAP.
CASONI, Assessore ai trasporti Recepisco la sua proposta, collega, ma lei si dovrà fare garante del fatto che questa procedura comporterà un ritardo tecnico nell'incontro con il Ministro; se dobbiamo individuare il tecnico, studiare la questione e successivamente recarci dal Ministro, logicamente non potremo farlo la settimana prossima, come ci si era prefissati nell'ordine del giorno.
Accolgo comunque la proposta; i miei dubbi sono solo operativi.



PRESIDENTE

Il tentativo dell'unanimità mi pare da perseguire, anche se questo continuo "duetto" fra Consigliere e Assessore rischia di portarci fuori dal seminato.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi pare che il tentativo possa ottenere un risultato assolutamente positivo; occorre che l'Assessore non "tiri le pietre". Cosa c'entra il viaggio a Roma al Ministero con il fatto che nell'ordine del giorno si scriva che nominiamo un tecnico in grado di discutere della questione? Cosa pensa l'Assessore? Che la prossima settimana, al Ministero, in dieci minuti si decida di cambiare le rotte? Sarà un lavoro di qualche mese, un lavoro complesso; se nominiamo tecnici di alto livello può darsi che riusciamo a dimostrare tecnicamente la possibilità di altre rotte.
Inserire la richiesta di un tavolo tecnico con la presenza di un professionista incaricato dalla Regione a alto livello, non c'entra nulla con eventuali ritardi della delegazione che si recherà dal Ministro a rilevare: "Caro Ministro, adesso, per cortesia, faccia le sue verifiche".
Il Ministro farà le proprie verifiche; voi nominerete il nostro tecnico che probabilmente, in qualche settimana o in qualche mese riuscirà a portare a casa qualcosa.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Richiesta di dibattito su Expo 2000 per prossima seduta


PRESIDENTE

In attesa di un accordo tra il Consigliere Chiezzi e l'Assessore Casoni, informo il Consiglio che, come anticipato nella riunione dei Capigruppo, venerdì 6 novembre non ci saranno riunioni di Commissione; ci sarà solamente la riunione dei Capigruppo alle 11,30.
La V Commissione viene, dunque, formalmente sconvocata (in questo senso raccolgo la richiesta del Presidente Griffini), così come la III Commissione, in quanto la componente dei DS ha un impegno nazionale; la persona che doveva essere ricevuta in Commissione verrà ricevuta dal Presidente del Consiglio, il quale invita all'incontro anche i componenti della III Commissione.
Giovedì ci saranno i lavori della I Commissione ed alle 12,30 ci sarà l'insediamento della cosiddetta Commissione-Vaglio (per intenderci).
Questa è da ritenersi una convocazione ufficiale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.
RIBA Presidente, considero fondamentale assumere - da parte sua e nostra l'impegno di discutere, in apertura della prossima seduta, la questione di Expo 2000, perché si ha un po' la sensazione che sia in atto una sorta di procedura che segue un criterio anomalo.
Nella riunione del Consiglio di Amministrazione di Expo 2000, riguardo alle deliberazioni e decisioni adottate, due dei tre rappresentanti regionali si sono astenuti ed uno non era presente. Naturalmente c'era anche il Presidente, ma lui aveva un altro Statuto. Nondimeno, il giorno dopo, le decisioni sono state approvate dall'Assemblea con la presenza della Regione. Ho citato solo una parte delle tante questioni, proprio per evitare che si apprenda di questi elementi in maniera un po' surrettizia e per evitare che vada avanti una procedura senza una discussione nei termini dovuti e adeguati da parte del Consiglio regionale è necessario che l'argomento sia affrontato con il tempo che la discussione richiede.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame testo unificato dell'ordine del giorno n. 868: "Problematiche inerenti l'apertura dell'aeroporto di Malpensa 2000" (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Con l'Assessore abbiamo concordato un testo e, in base a questo accordo, voteremo anche l'ordine del giorno. Rimanga a verbale, però, che è un ordine del giorno che votiamo per amor di unità e non perché condividiamo tutto quello che contiene.
Vorrei inoltre pregarla, Presidente, in apertura del prossimo Consiglio, oltre che affrontare le questioni sollevate dal collega Riba su Expo 2000, di evitare di farmi porre domande circa l'incarico che la Presidente Bresso ha dato ad un Consigliere di questo Consiglio. Non è un fatto privato, altrimenti chiedo l'audizione della Presidente Bresso! Vorrei evitare di avviare considerazioni un po' imbarazzanti; chiedo a lei, Presidente del Consiglio, come mai uno di noi, un suo Consigliere regionale, è stato investito di un importante incarico. Ci dica qualcosa.
In alternativa, lo chiedo al Presidente Ghigo - che mi sembra abbia qualche affinità con la Presidente Bresso - in modo da sollevare dall'imbarazzo tutti noi nell'aver letto, per giorni, sui quotidiani notizie in ordine a questo incarico, senza poi riuscire a sapere alcunch in quest'aula per due volte consecutive.
Sollecito, quindi, sia il Presidente del Consiglio sia il Presidente della Giunta a dare luogo ad una comunicazione in aula su questo tema.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno unificato inerente a Malpensa 2000 di cui ha già dato lettura l'Assessore Casoni.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Ricordo ai Consiglieri che la riunione dei Capigruppo è convocata per venerdì prossimo alle ore 11,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,35)



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