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Dettaglio seduta n.30 del 21/12/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, Goglio e Peano.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 75: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 75.
Si è esaurita la discussione di carattere generale.
Possiamo pertanto passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dai Consiglieri Ferraris, Miglietti Spagnuolo, Cavaliere, Rubatto e Marengo: il capitolo 99 delle Entrate è aumentato di 20 miliardi e di pari importo è aumentato il capitolo 15910 della Spesa.
La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al bilancio La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Chiederei all'Assessore di motivare la sua contrarietà all'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al bilancio Mi sembra di capire che l'emendamento si riferisca ai presunti maggiori introiti sul gas metano. Per le motivazione che ho detto questa mattina responsabilmente mi sento di dire che non può essere fatta questa previsione. Questa è la semplice motivazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 22 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 16 L'art. 29 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, devo dirvi che questa è, per quello che mi riguarda, dal punto di vista politico una giornata sostanzialmente di delusione, per tanti profili che cercherò, anche nella brevità della dichiarazione di voto, di illustrare.
Devo dire - parlo ai colleghi della maggioranza - che, leggendo il programma del cosiddetto "governo Ghigo", così come veniva chiamato, era legittimo in questa circostanza, in questo primo vero appuntamento politico di questa maggioranza, aspettarsi qualcosa di più. Pur mettendo in conto le valutazioni che sempre l'opposizione porta, credo che si possa dire con tranquillità che oggi, nell'insieme della discussione di bilancio, così come è avvenuto in Commissione, ma soprattutto come è avvenuto finora in aula, stiamo assistendo a "troppo poco" dal punto di vista politico.
Mi sembra un'occasione mancata, perché se stiamo dando vita a dei riti allora va tutto bene: c'è la logica dei numeri, potremmo tranquillamente limitarci a fare l'appello. Se invece noi crediamo che i ruoli debbano essere svolti fino in fondo, perché i problemi che ha il Piemonte possono avere il contributo di tutti, allora le ragioni della delusione sono davvero profonde anche per come, fino a questo momento, si è svolto il dibattito.
Personalmente ho assistito, nei lavori che si sono svolti nelle Commissioni, ad una profonda confusione di carattere amministrativo (che non toccava comunque il merito dei lavori della Commissione). Vedo subito gli occhi attenti del Presidente della I Commissione, che ringrazio molto perché si è adoperato a portare ordine in una vicenda che da parte della Giunta è stata gestita in maniera disordinata, se non addirittura confusa dal punto di vista politico. Arriviamo oggi in aula all'approvazione di un testo. Come è già stato detto - per la verità soltanto dall'opposizione perché gli interventi della maggioranza mi sembra che si siano limitati almeno fino a questo momento, all'intervento del collega Salerno - non ci troviamo di fronte ad un vero bilancio, perché ci troviamo di fronte ad una serie di "non scelte" e ad uno strumento di carattere sostanzialmente tecnico, che viene portato all'approvazione per garantire un minimo di funzionamento. Al primo appuntamento vero, forte, ampio, che avrebbe dovuto essere la presentazione di un nuovo governo a fronte di cinque anni di attività, ci troviamo in presenza, invece, di un documento che si attesta sul minimo dell'ordinaria amministrazione. Di questo si tratta.
Credo che qualcosa di più si sarebbe potuto fare. Ritengo che si debba mettere in evidenza che l'opposizione ha tentato anche di fare dei ragionamenti. Ma il modo con il quale si è svolta la pagina delle consultazioni - per fare un esempio - ha quasi impedito di andare più a fondo. Noi, infatti, abbiamo sentito, nell'arco di queste consultazioni che sono stati portati documenti diversi; i dati di questi documenti sono poi stati integrati da contatti tenuti da alcune associazioni evidentemente quelle che si considerano più vicine alla maggioranza; altre invece, non avevano avuto la possibilità di potersi esprimere e non avevano neanche fornito i dati per poterlo fare. Il riconoscimento di questo sta nel fatto che le consultazioni sono state ripetute.
A fronte di tutto ciò è fuor di dubbio che diventa assai difficile potersi collocare rispetto a queste posizioni.
Nel suo intervento in aula, l'Assessore ha cercato anche di dire che il bilancio è povero, che è un "non progetto". L'Assessore ha cercato di dare qualche contenuto: ha parlato di una scelta - non solo questa, per carità per cercare di ridurre i 3 miliardi del patrimonio e portare a 6 la cultura. Ma io non credo che il governo Ghigo sia nato per collocarsi su queste marginalità - perché di questo si tratta - pur con tutta l'importanza che spetta alla cultura.
Nell'intervento dell'Assessore ho colto una certa criticità, per esempio, nei confronti del personale. Si dice, se non ho capito male: "Se spendiamo 2 miliardi per la formazione del personale regionale è perché il personale regionale ha veramente bisogno di essere formato".
Mi sia consentita un'osservazione. Vedremo poi come verranno spesi questi 2 miliardi per la formazione: attraverso quali interventi, quali consulenti eventuali e quali costi dei consulenti.
La Giunta non è attenta, perché il rito si sta svolgendo nella maniera peggiore possibile.
Questo ci porta a fare delle puntualizzazioni su alcuni aspetti.
Questa prassi di scaricare le responsabilità sul personale e riportarlo sui giornali, nelle dichiarazioni e nello svolgimento degli stessi lavori di consultazione del bilancio e di esame del bilancio, credo che non debba proprio diventare un'abitudine, anche se l'Assessore Gallarini dice che se ne assume la responsabilità. Benissimo, però credo che sia un esercizio persino troppo facile, perché quando esiste un problema la prima cosa che si fa, da qualche mese in avanti, è quella di dire "E' il personale che ha sbagliato". Ci sono dei casi, ne abbiamo parlato, seppure di striscio questa mattina, in cui la Giunta dovrà fare marcia indietro: penso al caso della dirigente che è oggetto della sospensiva da parte del TAR. Se molto sommessamente qualcuno della Giunta - quando anche la sottoscritta ha cercato di portare degli argomenti meramente di carattere amministrativo avesse riletto quella delibera, e magari avesse avuto la voglia di vedere che in quella deliberazione c'erano degli errori di carattere amministrativo, forse avrebbe potuto rimediare a questa brutta figura attuale e probabilmente anche peggiore in futuro. Mi sembra che in questo campo le brutte figure davvero si sprechino, perché credo anche che non sia corretto che si scarichino delle responsabilità quando ci sono dei disguidi. Il Presidente della I Commissione li ha riconosciuti come disguidi e noi le abbiamo riconosciute come enormi difficoltà a collocarci dal punto di vista politico, sui lavori di bilancio; ebbene, lo scaricare su funzionari o funzionarie, con nome e cognome, mi sembra un esercizio sul quale si debba fare marcia indietro.
Ringrazio il Presidente del Consiglio: questa mattina il Presidente della Giunta, nel corso del dibattito che c'è stato, pur misero, credo che non abbia colto nulla di quello che hanno detto coloro che sono intervenuti sono contenta che ci sia, perché non amo criticare in assenza le persone ma si è intrattenuto prevalentemente a parlare con dei dirigenti. Credo che su questo modo di porsi valga la pena di fare una riflessione profonda perché mi sembra, prima di essere una cosa oggettivamente ingiusta, una caduta di stile. Credo che esistano dei comportamenti su cui riflettere. Mi avvio al termine rapidamente, anche se questa mattina non abbiamo fatto interventi. E' stato bocciato un emendamento che abbiamo presentato, per la verità senza grandi motivazioni da parte dell'Assessore, che ha semplicemente detto: "Credo che i conti che ho presentato siano giusti".
Voi ritenete che non siano giusti, ma...



(Commenti dell'Assessore Gallarini)



PRESIDENTE

SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Sì, sono quegli stessi tecnici che, però, dal vostro punto di vista sovente vengono accusati di sbagliare. Detto questo non mi sembra che siano state portate delle motivazioni forti per respingere quel contributo che l'opposizione aveva ritenuto di dare. Ebbene credo, concludendo, che questa sia una giornata di delusione dal punto di vista politico. Delusione anche per il modo con il quale l'opposizione viene un po' costretta a svolgere il suo compito, perché, ripeto, i lavori all'interno della Commissione sono stati - per come man mano arrivava la documentazione, per le smagliature che avvertivamo - viziati da tutta una serie di difficoltà e dalla povertà della proposta che veniva avanti. Discuteremo a gennaio sul disegno di legge n. 74.
Questa mattina l'Assessore ha portato delle motivazioni, che in realtà sono state anche le motivazioni dell'opposizione, asserendo di non avere tutte le posizioni, compresa la questione sulla finanziaria, per discutere nel merito di quel disegno di legge. A queste difficoltà di lavoro, a questa povertà di proposta, si è aggiunta la giornata di oggi, nella quale la maggioranza fino a questo momento non ha ritenuto di esprimersi.
Evidentemente i lavori del Consiglio non interessano, lo si interpreta come un semplice rito e dunque lo si faccia il più in fretta possibile. Mi dispiace molto, perché ho motivi di stima personale, ma devo constatare che gli Assessori, in maniera abbastanza distratta, fatta eccezione per l'Assessore competente, hanno seguito questo dibattito di bilancio; il Presidente della Giunta, mi è sembrato, a meno che non abbia il dono dell'ubiquità, che sostanzialmente non abbia seguito nulla, perch discorreva con i funzionari: tanto i numeri ci sono, tanto l'opposizione potrà dire soltanto di no.
Per la parte che rappresento, ma mi sembra anche da parte dell'opposizione, si è tentato di dare dei contributi. Anche in momenti delicati abbiamo cercato di intervenire, dando dei contributi di ragionevolezza, di buon senso, non soltanto per la programmazione dell'esercizio finanziario, ma in generale rispetto al rapporto con la maggioranza. A volte ci sembra che, passati i momenti più delicati, poi si torni a dire che "tanto ci sono i numeri, l'opposizione dirà di no in aula più in fretta facciamo meglio è".
Queste sono alcune ragioni di carattere generale che mi fanno ribadire un "no" al documento che andremo a votare tra poco e che ci faranno rinviare ad un esame molto attento rispetto al disegno di legge n. 74 a gennaio. Ci auguriamo che in quella circostanza Giunta e maggioranza siano magari più attente e un po' più rispettose dei lavori del dibattito d'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Grazie, signor Presidente. Devo iniziare dicendo che a me i riti piacciono molto. Sarà per la mia cultura di stampo tradizionale, ma io il rito lo amo e quindi cerco, con molta umiltà e molta modestia, di interpretarlo e di svolgere all'interno del rito il ruolo che mi compete.
Cercherò anche di farlo senza ripetere determinati concetti troppe volte perché penso che i concetti debbano essere pochi e chiari piuttosto che pochi e sempre gli stessi.
Questa mattina ho seguito abbastanza il dibattito. Diciamo che l'ho seguito al 90% e ho preso qualche appunto. Ho sentito tutta una serie di frasi, di ragionamenti e ho sentito usare anche un linguaggio abbastanza classico da opposizione: un po' immaginifico, con molte frasi ad effetto tipo: bilancio-dispensa. Quella che mi è piaciuta di più è stata: "il premio nobel della confusione amministrativa", perché rivela, nell'ambito del linguaggio dell'opposizione, una dose di fantasia notevole.
Io apprezzo il dibattito politico, mi piace la dialettica, mi piace scherzare, quindi mi piacciono anche queste definizioni: potrei anche dire che peraltro la scuola Radio Elettra ne ha diplomati tanti con le dispense quindi non necessariamente un bilancio-dispensa è negativo, soprattutto se viene approfondito come questo bilancio-dispensa è stato approfondito. Per quanto sia come una dispensa, averne, di bilanci approfonditi in questo modo! Io non ho mai visto delle dispense tanto approfondite. Di questo bisogna dare atto.
Io non sono d'accordo sul fatto, ad esempio, che questa maggioranza voglia andare avanti a colpi di numeri, anzi, secondo me è vero il contrario. La dimostrazione sta nel fatto che noi votiamo il bilancio nell'ambito di una medesima sessione in due parti separate. A mio avviso questo è un atto di grande responsabilità della maggioranza e della Giunta teso a dimostrare che non si volevano forzare i tempi; non si volevano forzare i tempi in conseguenza di quello che alcuni colleghi, con il loro linguaggio liberaldemocratico, hanno chiamato un disallineamento nella fornitura dei documenti, nelle Commissioni e nelle votazioni che ne sono conseguite.
Io non mi presterò questa volta a dare delle sprangate verbali per cui qualche collega dopo mi possa rimproverare, ma dico semplicemente che se la maggioranza avesse avuto, poco responsabilmente, l'intenzione di far prevalere esclusivamente una logica numerica, e non una logica di approfondimento, e non una logica di maggior dibattito, avrebbe potuto dire: "Signori, vediamo chi resiste di più fino alle ore 23,59 del giorno 31 dicembre". Poi, magari, l'ostruzionismo avrebbe prevalso sulla tenuta ma questo è un altro discorso; mi sarebbe, quello sì, sembrato da parte della maggioranza un atteggiamento di eccessiva forzatura, di eccessiva accelerazione dei tempi, visto che i tempi, a causa del disallineamento di cui dicevamo prima, erano stati insufficienti per un approfondimento ulteriore.
Quindi, io credo di poter respingere questa interpretazione. E' chiaro che alla fine una maggioranza deve votare il bilancio; non deve votarlo solo perché l'opposizione non è d'accordo o non è d'accordo in parte o non è d'accordo in toto; il bilancio va comunque votato ed è un atto politico che scontenta inevitabilmente la minoranza, ma non per questo deve essere necessariamente interpretato come una forzatura.
Mi sembra, sempre da questo punto di vista, che l'atteggiamento dell'Assessore, dei Capigruppo e del Presidente della Commissione sia stato estremamente sensibile alle richieste che da più parti arrivavano, non ultima da parte della maggioranza, di approfondimenti e di allarme per la mancata spedizione della documentazione e quant'altro. Si sono ammessi i disallineamenti, si è fatto un supplemento di audizione, si è dato modo a tutte le categorie che hanno inteso farlo di partecipare addirittura non una volta sola, ma due volte; peraltro, forse la seconda volta a dire le stesse cose che avevano detto la prima, io li ho seguiti e quindi posso dirlo con buona conoscenza di causa.
Anche da questo punto di vista, per quella che è la mia poca esperienza amministrativa, anche se sono dieci anni che faccio il Consigliere comunale, di circoscrizione e anche dei Comuni della provincia, vi devo dire che non è un modo di fare normale. Solitamente, almeno per quella che è la mia esperienza, i colpi di maggioranza si fanno veramente valere, e di quello che dice, giustamente e correttamente, l'opposizione si tiene molto meno conto e si va avanti. Non è stato così. In questo bilancio non è stato assolutamente così. Chi ha voluto approfondire, ha potuto approfondire; chi ha voluto da Consigliere, anche esperto, leggere le dispense, le ha potute leggere, perché proprio in quanto dispense erano chiarissime nelle loro scelte di fondo, direi addirittura letterali, se non fosse che sono numeri perché erano di una semplicità tale e nello stesso tempo di una chiarezza tale che potevano essere lette da tutti. Se poi le si vuole leggere a tutti i costi con gli occhiali dell'arroganza, con gli occhiali della vacuità con la confusioneria, inefficienza e presuntuosità della maggioranza - mi sono segnato questa aggettivazione del dibattito di questa mattina perch mi è piaciuta - bene; ognuno ha le diottrie che ha e quindi leggerà secondo quello che il proprio ottico gli impone.
Questo bilancio, soprattutto per quanto riguarda questa prima parte, va a gestire una situazione ordinaria, va sostanzialmente a tenere fede agli obblighi che sono già stati assunti dalla Regione Piemonte; non ci sono grandi novità perché, specialmente su questa parte del bilancio, non ci possono essere grandi novità. Credo che i colleghi qui presenti sappiano meglio di me quante novità o talvolta quante poche novità questo tipo di spese possono consentire ad una maggioranza; io credo che sarebbe stato molto peggio non rispettare gli obblighi assunti e quindi creare nelle aspettative legittime delle incomprensioni o degli iati che poi sarebbero stati difficilmente superabili.
Peraltro devo dire che negli ultimi anni, a quanto risulta dalle statistiche e dalle graduatorie, c'è stato per sette volte l'esercizio provvisorio. Un esercizio provvisorio è molto peggio di un bilancio a dispense, perché - questo sì - sarebbe stata dimostrazione di approssimazione; invece non c'è stato un esercizio provvisorio, c'è stata ampia possibilità di dibattere in Commissione il bilancio per quello che è soprattutto per quanto riguarda questa parte.
Certe volte c'è stato l'esercizio provvisorio; questa volta non ci sarà l'esercizio provvisorio. Questo a me - scusate, non vorrei aver capito male sembra un successo e un fatto positivo piuttosto che un fatto negativo o un insuccesso di questa Giunta e di questa maggioranza. Teniamo conto inoltre - e io di questo ho sempre tenuto conto, anche nel mio ruolo di opposizione, non qui, come qualcuno ogni tanto mi imputa, ma non è vero ovviamente - che stiamo parlando di un bilancio preventivo.
Vedete, i bilanci - i colleghi lo sanno meglio di me - si prestano sempre a una doppia lettura. Ci sono coloro i quali (e l'opposizione lo fa sempre) prediligono il bilancio preventivo perché dicono: "Qui ci sono i grandi disegni della maggioranza; è un po' il sommario della vostra attività politica; vi impegnate a fare questo, questo e quest'altro. Non siamo soddisfatti perché lo avete fatto male, è un bilancio preventivo carente, manca la fantasia, mancano le idee, mancano gli approfondimenti mancano le novità del centro-destra, ecc.". Poi c'è l'altra chiave di lettura, di chi invece dice: "Io del bilancio preventivo non mi occupo perché il bilancio importante è il bilancio consuntivo, dove si vede quali sono state realmente le attività e le realizzazioni di una maggioranza".
Sono due chiavi di lettura che solitamente l'opposizione dà. Io quando faccio opposizione cerco di darle tutte e due pur di criticare, e lo dico chiaramente, perché questo è anche il ruolo dall'opposizione; ci mancherebbe altro che non lo facesse! Avremmo una maggioranza talmente forte che non bisognerebbe neanche andare avanti a colpi di numeri! Devo dire però che la prima motivazione, quella di voler pestare acqua nel mortaio dicendo che è un bilancio preventivo debole, senza fantasia e senza novità, mi sembra una motivazione sempre più debole, perché c'è sempre la risposta di quelli (la maggioranza) che diranno: "Un attimo prima di distruggere completamente aspetta di vedere cosa saremo in grado di realizzare". E' chiaro che è un'ovvietà quella che dico, però è un'ovvietà importante, perché queste sono anche le grandi teorie dei bilanci; anche in questo si vede come si comportano le maggioranze e le minoranze.
Io solitamente faccio sempre molta attenzione in sede di bilancio preventivo, perché poi magari mi va male. E se sbaglio? A questo punto preferisco scaricarmi sul bilancio consuntivo, almeno se dico: "Voi non avete fatto niente, non avete la fantasia", ho la sicurezza che realmente non avete fatto niente, perché ci sono i numeri a dimostrarlo. Questo secondo me, la minoranza oggi, rispetto a questa Giunta non è in grado di dirlo e non lo può dire.
Quindi bilancio preventivo, non bilancio consuntivo, non delle realizzazioni già fatte, ma uno strumento per attuare delle realizzazioni che questa Giunta, ad avviso di Alleanza Nazionale, saprà con molta capacità e anche con fantasia portare avanti. E credo che quando discuteremo del bilancio consuntivo sicuramente molte critiche potranno rientrare.
Io non mi sottraggo all'obbligo - e mi avvio alla conclusione - di fare un piccolo riferimento a quelle che sono state le polemiche degli ultimi giorni sulle responsabilità dei funzionari, dei dirigenti, dei dipendenti regionali.
Alcuni colleghi hanno parlato di disallineamento; è una parola talmente contorta che a me non viene bene, io preferisco una terminologia più diretta. Secondo me, non è così, io non faccio nomi né cognomi perché non sono in grado di farli, però ho sentito che sarebbero stati fatti dei nomi non condivido che questi nomi vengano fatti pubblicamente, perché a mio avviso se ci sono stati dei disallineamenti provocati anche da un certo numero di funzionari o di dirigenti, nelle sedi opportune questi disallineamenti devono essere verificati. La mia opinione personale è che da parte di taluni ci siano stati dei disallineamenti e dei ritardi dopodiché non ne faccio un fatto politico, non lo voglio usare strumentalmente, non mi interessa. Vorrei, quanto meno, però, che anche in questo si ristabilisse una par condicio nei confronti di tutti: magari una critica totalmente negativa e totalmente di rifiuto nei confronti di una maggioranza priva di fantasia e priva di capacità. Però, se ci si consente questa è la nostra opinione - è emerso anche qualche ritardo che forse non dovrebbe essere usuale a tecnici e ad esperti di lunga e capace esperienza nell'ambito di una macchina amministrativa. Questo non è uno scaricare le responsabilità, che possono anche essere diffuse. Ognuno deve assumere il proprio ruolo, perché io ci sto sempre a farmi criticare, a farmi trattare male se faccio le cose male e se mi si dimostra con l'oggettività dei fatti e degli atti che ho agito male, con incapacità e con ritardo, ma questo deve valere per tutti, perché in un'organizzazione in una comunità amministrativa che funzioni, ognuno ha un proprio ruolo e le proprie responsabilità, non avendo la certezza che comunque quelle responsabilità sono sempre ed esclusivamente dei politici. Dico questo anche a costo di risultare antipatico a qualcuno o a molti, però per me questa è la verità, quindi tengo a dirla e anche a sottolinearla, perché se è vero che magari non è andato tutto bene dal punto di vista della pianificazione politica, è altrettanto vero che non tutto è andato bene nella predisposizione della documentazione: anche lì ci sono stati dei ritardi oggettivi e riscontrabili.
Dopodiché noi ci sentiamo, come Gruppo di Alleanza Nazionale, di votare questo bilancio; crediamo che gli strumenti, quando è un obbligo di legge attuarli, non siano una dimostrazione necessariamente di capacità o di incapacità; crediamo fermamente che questa maggioranza e questa Giunta saranno in grado di dimostrare nei prossimi mesi che questo strumento magari poco fantasioso, verrà usato in maniera talmente efficace da realizzare delle cose positive, forti e visibili per la comunità piemontese. Quindi è convintamente che noi diamo il nostro sì al bilancio preventivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.
DEORSOLA Signor Presidente, il Centro Cristiano Democratico, come formazione di maggioranza, anticipa il voto favorevole a questo documento, così come fin d'ora anticipa il voto favorevole al documento che verrà presentato ai primi di gennaio. Chiediamo solo un'attenzione maggiore per gli stanziamenti che sono stati previsti, riteniamo in modo assolutamente inadeguato, per la scuola libera. Ma questo non incide sul nostro voto favorevole.
Permane però, quando si parla di bilancio regionale, un problema di fondo, che è quello di giungere in sede nazionale alla definizione coerente della redistribuzione di compiti e funzioni tra Governo centrale e governi periferici. Si è parlato spesso già in sede di Commissioni parlamentari di una concreta attuazione, attraverso eventuali modifiche, degli artt. 70 117 e 119 della Costituzione che parlano di una redistribuzione molto consistente di compiti tra Stato centrale e governi regionali, sulla base del principio della sussidiarietà, principio secondo il quale ciascun livello di governo sovraordinato esercita esclusivamente quelle competenze che non possono essere svolte in misura efficace ed efficiente dai livelli inferiori.
In particolare, si è proposto in sede legislativa la modifica dell'art.
119 al fine di assicurare la più ampia autonomia finanziaria alle Regioni con l'istituzione di tributi propri sovraimposti, addizionali partecipazione al gettito di imposte erariali, trasferimenti ed altro.
D'altra parte questa esigenza di decentramento nasce dalla consapevolezza che un Governo centrale non possa più fronteggiare i variegati bisogni e le articolate preferenze di un Paese di grandi dimensioni, in particolare in tema di politiche di sviluppo delle differenti aree territoriali. Basti pensare ai danni arrecati alle diverse Regioni del Paese da un sistema allocativo che tende a discriminare politicamente la distribuzione periferica delle risorse provenienti dal centro, creando sprechi, inefficienze, clientelismi.
A questo punto è d'uopo chiedersi se al contrario una politica industriale regionale non avrebbe potuto portare a risultati migliori rispetto al disordine creato dalla concessione a pioggia di misure di incentivazione erogate dal Governo centrale, senza competenza talora e conoscenze adeguate delle effettive esigenze.
In realtà, a cavallo degli anni '60 e '70 ci si era convinti che la concentrazione delle decisioni di spesa nelle mani del Governo centrale avrebbe contribuito ad evitare sprechi negli impieghi, dato che erroneamente si riteneva che quel tipo di centralismo avrebbe consentito di controllare meglio i flussi della spesa stessa. Di fatto, la centralizzazione della spesa finanziaria non solo ha avuto un effetto negativo sulla natura e sulla tipologia degli impieghi, che, com'è noto hanno finito per favorire spesso progetti scarsamente validi e non in grado di correggere certi squilibri strutturali a livello regionale, ma ha inciso anche in maniera deleteria sui precari equilibri finanziari del settore pubblico. Anzi, proprio la centralizzazione della politica tributaria non è stata in grado di fronteggiare e selezionare le richieste di migliaia di enti, locali e non, che hanno avanzato dalle zone periferiche le loro richieste di finanziamento. Ci si è dunque formata la convinzione che il Governo centrale non sia stato in grado di controllare selettivamente la spesa.
Paradossalmente, l'impatto più squilibrante sul disavanzo pubblico è stato prodotto da un sistema politico che ha operato attraverso un unico livello di governo per la definizione delle imposte, mentre ha dovuto rispondere ad una molteplicità di richieste di finanziamento provenienti da tutti i diversi settori della società.
Con tutta probabilità un forte sistema improntato all'autonomia finanziaria dei Comuni e delle Regioni e ad una maggiore trasparenza nei meccanismi di trasferimento dal centro, avrebbe contribuito in misura sostanziale ad evitare molti dei mali che si sono prodotti in termini di squilibri della finanza pubblica e, quindi, di disavanzo statale.
In realtà, con la normativa relativa al finanziamento delle Regioni a Statuto ordinario e del Servizio Sanitario Nazionale, si è accentuato il carattere fortemente centralizzato del sistema tributario del nostro Paese.
Neppure la legge n. 142/90, pur affermando i principi dell'autonomia finanziaria e dell'autonoma reperibilità delle risorse da parte degli Enti locali, ha specificato il ruolo della finanza derivata e i rapporti tra fonti autonome e fonti derivate di finanziamento delle spese regionali lasciando - quindi - indefinito il grado di decentramento.
Soltanto con l'art. 4 della legge delega n. 491/92 si è registrata una netta inversione di tendenza nei rapporti tra Stato-Regioni "al fine di consentire alle Regioni, alle Province e ai Comuni di provvedere ad una parte rilevante del loro fabbisogno finanziario, attraverso risorse proprie".
A partire da questa svolta si sono succeduti diversi provvedimenti a sostegno delle finanze locali, presentati quasi sempre all'interno della cosiddetta "finanziaria", ma il problema di fondo non è ancora stato affrontato con la necessaria decisione.
La strada da percorrere è ancora molto irta di ostacoli. Due principi tuttavia, dovrebbero stimolarci a proseguire nella direzione intrapresa sulla via del federalismo fiscale. Il primo è rappresentato dall'esigenza di risanamento della finanza pubblica, una volta affermatosi il principio di una maggiore responsabilizzazione delle autorità locali, in seguito al decentramento del potere impositivo e di spesa. Il secondo principio è costituito dall'esigenza di maggiore libertà ed autonomia dallo Stato da parte delle Regioni.
Solo muovendosi lungo queste due direttrici sarà possibile coniugare in modo ottimale l'esigenza di mantenere allo Stato centrale certe prerogative, e agli enti pubblici territoriali la possibilità di decidere autonomamente sulla spesa, una volta che siano stati definitivamente responsabilizzati attraverso il trasferimento di parte della capacità impositiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.
MARENGO Grazie, Presidente.
Gli interventi dei colleghi Ferraris e Miglietti di questa mattina, nel merito del bilancio e del progetto di legge n. 75, mi trovano pienamente d'accordo. Quindi, faccio soprattutto - come peraltro ha fatto la collega Spagnuolo - alcune considerazioni di carattere politico, perché nel merito mi riconosco pienamente con quanto è stato sottolineato.
E' stata fatta una scelta che ha portato la Giunta a presentare due leggi di bilancio (un bilancio tecnico e un bilancio di carattere politico che dovremmo discutere il 9 gennaio) e a prevederne nei fatti una terza che riguarderà il ventilato stop a ciò che, fino ad oggi, è stato affermato da parte della Giunta, cioè il ventilato aumento della benzina e il FIP.
Credo che questa scelta sia stata profondamente sbagliata, e denoti, al di là delle volontà polemiche dell'opposizione nei confronti della maggioranza, lo stato di confusione che ha impedito la possibilità di giudizi complessivi, non solo per la minoranza, ma anche per la maggioranza, rispetto alle scelte di fondo compiute attraverso questa procedura di carattere amministrativo. Questo è quanto ho riscontrato nelle discussioni fatte nelle Commissioni, in modo particolare nella I Commissione, ma anche in questo Consiglio.
Alcuni Assessori - ho partecipato alla I Commissione e ad alcune altre non sono stati in grado nelle Commissioni, nelle quali si discuteva di settori di loro competenza, di dire quali erano le scelte che volevano compiere. Questo è preoccupante, perché impedisce di dare un giudizio, ed è preoccupante perché viene confermata nei fatti, da parte degli Assessori e da parte della stessa maggioranza, una scissione profonda tra programma scelte finanziarie e procedure amministrative.
Se non si incontrano questi tre elementi nella stesura e nella definizione del bilancio, è difficile per la minoranza dare un giudizio, ma è difficile anche per la maggioranza rapportarsi concretamente a quelle che sono le aspettative dei piemontesi.
Se questi tre elementi non sono inscindibili tra di loro, significa che manca una progettualità e le risposte concrete alle esigenze della nostra Regione.
Nella discussione in Commissione tutto è stato reso più difficoltoso dal fatto che ogni giorno ci siamo trovati di fronte ad un nuovo documento ogni tanto arrivavano due foglietti volanti, che indicavano però delle scelte finanziarie, dei capitoli. Non ne abbiamo ricevuti tre; di questi documenti ne abbiamo ricevuti almeno sette-otto all'interno della I Commissione e in altre. Questo rendeva difficoltoso, anche burocraticamente, poter procedere ad una lettura e ad una discussione.
Abbiamo assistito ad una consultazione, nella quale era evidente come alcune parti fossero trattate in modo diverso da altre, perché alcuni erano informati, quasi come se avessero partecipato a discussioni in altre sedi e non solo alla verifica della documentazione inviata, rispetto ad altri che invece, avevano ottenuto solo quella documentazione, e quindi necessariamente erano in grado di dare un giudizio solo rispetto a ciò.
Devo dire che, mentre c'è stata una diversità nel giudizio rispetto al metodo seguito dalla Giunta, da parte di tutti sono venute critiche di merito rispetto all'impostazione del bilancio. Critiche più o meno accentuate, più o meno dure, alcune rispetto ai settori di competenza altre in termini più generali, ma critiche di merito sono venute da parte di tutti: è questo un primo punto politico rispetto al quale, ovviamente quando sarà ora di discutere il progetto di legge n. 74, terremo conto come pure della consultazione e di ciò che la consultazione ha dato. Alla consultazione, infatti, hanno partecipato le parti istituzionali e le parti economiche e sociali che rappresentano la comunità piemontese: occorre tenere conto delle critiche avanzate da parte di tutti.
Nonostante tali difficoltà burocratiche, noi ci siamo trovati in alcune occasioni a dover garantire il numero legale come opposizione - voglio sottolinearlo perché credo che questo debba indurre tutti ad una riflessione, in modo particolare la maggioranza e la Giunta. Avremmo potuto andare via e non permettere lo svolgimento del lavoro della Commissione non si sarebbe potuto procedere. Responsabilmente, siamo rimasti in Commissione garantendo il numero legale.
Credo che questo debba indurre ad una riflessione profonda: il valore del riconoscimento istituzionale è problema che riguarda tutti e non solo la minoranza - e cercherò di spiegarne i motivi.
Anche ieri ci siamo trovati di fronte ad un atto che può essere valutato come un fatto tecnico; in realtà si trattava di atto dal risvolto politico molto importante. Mi riferisco al disegno di legge per la predisposizione dell'esercizio provvisorio - mi pare sia il n. 78, se non vado errato.
C'era stata, nei giorni scorsi, la presentazione di tale proposta di legge, ovvero "la predisposizione per l'esercizio provvisorio per la Regione"; ieri, un maxiemendamento, peraltro neanche proposto inizialmente come tale, ha cambiato il titolo in copertina, lasciando lo stesso numero di disegno di legge e trasformando quello che era l'esercizio provvisorio della Regione in quello degli Enti collegati.
Badate che per l'opposizione - e vengo ad una prima motivazione del perché sostengo che abbiamo grande senso di responsabilità riconoscendo i valori istituzionali - questa è una strada che può anche andare bene: ci potremmo infatti trovare, con un solo emendamento, a cambiare completamente una legge. Ma non andrà bene alla maggioranza di turno, adesso voi, domani altri; ma soprattutto credo non convenga all'istituzione procedere in questo modo. Abbiamo bisogno di regole certe, di procedure amministrative certe, che peraltro ci sono: occorre che vengano seguite e soprattutto accettate, per procedere di conseguenza.
Noi, per senso di responsabilità, anche sull'esercizio provvisorio degli Enti abbiamo votato a favore, così come voteremo a favore oggi.
In questo contesto viene spontanea una domanda che alcuni Consiglieri si sono già posti, come ricordava la Consigliera Carla Spagnuolo: o la Giunta - passatemi questi termini - non pensa oppure pensa troppo; o siamo di fronte ad errori o siamo di fronte a scelte che vogliono portare all'esterno di un libero dibattito democratico in questa istituzione, di questo Consiglio, fondamentali scelte politiche ed economiche.
Il "navigare a vista", come diceva il collega Ferraris questa mattina è voluto o è frutto di inesperienza ed incapacità? Come spiegarsi il silenzio della maggioranza di oggi nella discussione sul merito del bilancio: non c'è stato alcun intervento, salvo quello del collega Salerno! Certo, ci saranno fra poco le dichiarazioni di voto, ma queste sono doverose - credo - da parte dei Gruppi di maggioranza.
Dunque, non c'è stato alcun intervento; e questo impedisce praticamente e sostanzialmente un qualsiasi confronto di idee e di opinione all'interno di questo Consiglio.
Alle domande poste poc'anzi gradirei una risposta che non è tanto quanto mi si può dire oggi, a conclusione di questo dibattito in Consiglio ma nei fatti e a partire dalla discussione che saremo-sarete in grado di sostenere rispetto al bilancio politico, a partire dai lavori della Commissione per addivenire poi ai lavori del Consiglio.
Badate che anche all'interno della stessa opposizione e maggioranza ci sono questioni sulle quali si può pensare in modo diverso, ed ogni singolo Consigliere ha il diritto di esprimere quella che è la sua idea, la sua opinione - se ne ha da esprimere. Fortunatamente, capita di pensare in modo diverso anche all'interno degli stessi Gruppi, degli stessi partiti. Ma la diversità di opinioni è un valore, è una ricchezza, non è perdita di tempo! E' considerarla una perdita di tempo un disvalore; è considerarla una perdita di tempo a portarci su una strada della quale non si conosce la fine. Abbiamo bisogno di alimentare il dibattito, il confronto di idee e di opinioni nel merito delle questioni, delle scelte politiche. E ci deve essere ampia libertà; non possono esservi blindature rispetto a tali questioni. Con le blindature si arriva solo al muro contro muro, su tutto e non solo sul bilancio, ma anche sulle altre questioni; e noi sappiamo, e ne abbiamo avuta la prova anche oggi, prima di iniziare questo dibattito nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, dove si sono presentate questioni difficili e complicate rispetto alle quali ci sono modi di pensare diversi, all'interno di maggioranza, minoranza e degli stessi Gruppi. Ma confrontandoci e ragionando si trova una via di uscita avendo come riferimento il valore istituzionale: cosa che, credo, abbiamo tutti.
Occorre partire dal presupposto del libero confronto; diversamente sarà complicato non imboccare strade pericolose, a fronte delle incertezza che ci sono. Capisco bene quali sono le difficoltà di una Giunta, che tutti abbiamo incontrato. Spero che anche questo serva, soprattutto a chi è nuovo, a capire come sia complicato e difficile governare, fare delle scelte.
Tutti noi abbiamo delle responsabilità, in particolare la Giunta perché ha la responsabilità di presentare le proposte di bilancio; inoltre c'è la spada di Damocle della finanziaria! Mi permetto di fare questa sottolineatura rispetto ad un dibattito che non ha riguardato questo Consiglio, ma che ricadrà su questa Regione, su questo Consiglio, sulla Giunta e sulla comunità piemontese. Quando si affrontano delle battaglie politiche non si possono usare strumentalmente dei messaggi senza sapere che cosa significano concretamente. Quando si dice che abbiamo fatto una battaglia politica per abolire la stangata di fine anno, bisogna sapere che quella stangata in realtà non è stata abolita, ma la pagheremo molto più cara tutti.
Da qui emerge l'irresponsabilità delle forze del Polo, che sono quelle che qui governano: mi riferisco alla irresponsabilità a livello nazionale e anche alla irresponsabilità degli amici della Lega Nord, che dicono di essersi sbagliati, che è stato un errore, che non si sapeva bene che cosa si votava. Questo lo ha detto l'on. Bossi! Quando però gli errori si ripetono, cioè si vota senza sapere cosa si vota, credo che alla fine si sappia bene che cosa si vota: si vota una cosa che non c'entra niente con la finanziaria, non c'entra niente con il Consiglio di amministrazione della RAI, si vota per un'altra cosa. Ma quando si vota per un'altra cosa poi, non si può fare la lotta affinché non ci siano tagli sulla sanità, sui trasporti, sulla Regione e sugli Enti locali. Perché questo è ciò che avverrà.
Se superassimo questo modo strumentale di fare dibattito, che pare contraddistinguere il nostro sistema politico, per confrontarci invece sul merito delle questioni, sarebbe più opportuno. Certamente approfondiremmo meglio il possibile aumento della benzina. Comunque, dichiaro fin d'ora che è un errore politico. Ho avuto modo di dirlo in altre sedi non "ufficiali" come quella di oggi, peraltro non da solo.
L'insieme di queste questioni sono responsabilità politiche della Giunta, non dei funzionari. Quando anche gli Assessori si presentano in Commissione senza sapere bene quali sono le scelte di bilancio, è evidente che c'è un disallineamento (uso questa parola anche se a me non piace) tra gli Assessori stessi, non con i funzionari del Consiglio regionale o con i funzionari della Giunta.
Quando un Assessore non sa che cosa ha a bilancio rispetto ai suoi settori, è evidente che c'è una responsabilità politica di non collegialità della Giunta, oppure di non conoscenza delle scelte.
Quando io ero Assessore non ho mai accettato che il bilancio lo facesse l'allora Assessore Ferraris, anche se era Assessore al bilancio, senza discuterne; ne abbiamo discusso a lungo, quando poi andavo in Commissione sapevo quali erano i finanziamenti rispetto ai settori di competenza, anche perché credo che questo non sia solo un problema di competenze e di ruolo dei singoli Assessori, ma diventa appunto la possibilità di confrontarsi concretamente rispetto alle scelte.
In questo senso do atto all'Assessore Gallarini che questa mattina si è assunto la piena responsabilità delle scelte, senza scaricarla sui funzionari.
Così come le proposte di riforma del bilancio, che a conclusione l'Assessore Gallarini diceva sono espressione di buona volontà, nonostante i fatti vadano ancora in direzione opposta. Valuteremo se i fatti sapranno andare in una direzione diversa da quella di oggi.
Per questo noi votiamo contro il disegno di legge n. 75 e votiamo invece a favore di quello sull'esercizio provvisorio degli Enti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Stamani il relatore al disegno di legge n. 75, collega Pichetto, ha sottolineato come ci troviamo in presenza di un documento che non risente di scelte politiche o, meglio, che risente delle scelte politiche del passato, ma non ha gli indirizzi per il futuro.
Tant'è che nei giorni scorsi, nelle varie Commissioni, il disegno di legge n. 75 è passato comunemente come un bilancio tecnico. Il collega Pichetto sottolineava come questo procedimento permetta ai Consiglieri di fotografare la gestione ordinaria con quanto già determinato per gli obblighi assunti. Ebbene, a me preme in questo momento ribadire di che cosa stiamo parlando. Stiamo parlando di un bilancio tecnico che riguarda 20.000 miliardi che, dedotte quelle che sono le spese obbligatorie, si traduce in 1.771 miliardi; se deduciamo ancora quelli che sono gli impegni già assunti su questi 1.771 miliardi, andremo a discutere, il 9 gennaio, di un bilancio che riguarderà una scelta politica su 430 miliardi.
Sottolineo che gli interventi del collega Marengo e del Consigliere Deorsola sono stati molto interessanti. Oggi noi siamo in presenza di trasferimenti dello Stato totalmente vincolati nella spesa, non siamo qui certamente per discutere posizioni politiche di una parte o dell'altra.
Mi riallaccio, per un attimo, alle osservazioni che mi sono permesso di fare nel momento in cui si approvava un ordine del giorno da trasmettere al Governo rispetto all'inadeguatezza della finanziaria e rispetto alle risorse che venivano trasferite alle Regioni, non solo in termini di quantità, ma in termini di vincolo che lo Stato pone, non permettendo quindi di fare delle scelte politiche.
E' stato detto che si sarebbe dovuta aspettare l'approvazione della finanziaria e che, aspettando l'approvazione della finanziaria (per avere il quadro completo della norma che trasferiva i fondi alle Regioni) avremmo dovuto approvare un bilancio provvisorio.
Ebbene, Assessore, mi sono chiesto più volte: perché abbiamo presentato due disegni di legge sul bilancio? Me lo sono chiesto perché, probabilmente oggi, dagli interventi che sono scaturiti, avremmo potuto fare la discussione su un unico disegno di legge, visto che tutte le Commissioni hanno licenziato anche il disegno di legge n. 74. Tant'è che tutti gli interventi sono già entrati nel merito delle scelte politiche su quei 400 e rotti miliardi (di cui discuteremo il 9 gennaio).
Detto questo, mi sono chiesto il perché della presentazione di due disegni di legge; mi sono anche chiesto perché si è arrivati a votazioni separate, cioè oggi uno e il giorno 9 gennaio l'altro; mi chiedo qual è la differenza, rispetto agli obblighi che si assumono con l'approvazione del disegno di legge n. 75 e l'esercizio provvisorio che alcuni delle minoranze proponevano. Non penso che ci sia differenza, perché con l'approvazione di questo disegno di legge noi potremo ottemperare alle spese obbligatorie con l'esercizio provvisorio avremmo potuto ottemperare soltanto ed esclusivamente a quelle che sarebbero state le spese obbligatorie, più una percentuale minima delle spese facoltative.
Nei giorni scorsi ho sentito parlare molto della forma e poco della sostanza. Anche in Commissione con l'approvazione di questo disegno di legge non si è entrati nel merito, forse non si doveva neanche per le motivazioni di cui dicevo prima; pochi sono stati i rilievi sulle poche opzioni politiche che si sarebbero potute fare rispetto a questo disegno di legge.
Ho sentito parlare molto di forma, ho sentito parlare di mancanza di trasferimento di documenti, di consultazioni fatte a più riprese. Cose che hanno anche preoccupato il sottoscritto, esponente della maggioranza. Per questa mattina, ho sentito altre posizioni. Ho sentito parlare di Alta Velocità da parte del collega Miglietti: quasi che i fondi per l'Alta Velocità, in qualche modo, fossero contenuti in questo bilancio. Non è così! Ho sentito parlare di potenziamento dell'aeroporto. Ho sentito parlare di altri temi di grande importanza.
Ritorno al discorso dello Stato che accentra tutto, e poi si parla di federalismo fiscale. Va chiarito che tutti questi fondi ci passano solo ed esclusivamente sulla testa, perché non faranno mai parte - se non come partita di giro - del bilancio della Regione Piemonte.
Mi riservo - essendo questa una dichiarazione di voto - un intervento di carattere politico sul disegno di legge n. 74. Mi avvio alla conclusione dicendo che il nostro Gruppo voterà a favore di questo disegno di legge, in quanto è d'obbligo un voto a favore trattandosi di spese non facoltative ma obbligate o dallo Stato o da leggi precedentemente assunte dalla Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.
VAGLIO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intendo intervenire in dichiarazione di voto, a nome del Gruppo dei Federalisti Liberaldemocratici, perché credo che siano necessarie alcune precisazioni a fronte delle sottolineature che i colleghi dell'opposizione hanno fatto nella mattinata e in questo primo pomeriggio.
Sottolineature che sono più che legittime, perché questo è il compito dell'opposizione e io, che di opposizione ne ho fatta parecchia - anzi, ho sempre e solo fatto opposizione - ritrovo, negli accenti, nelle parole nelle tematiche affrontate dai Consiglieri, quegli accenti, quelle parole e quelle tematiche che ho sempre utilizzato nel commento, anno per anno, che facevamo ai bilanci presentati dall'allora maggioranza che oggi è inopinatamente minoranza o perlomeno che si è succeduta con varie vicende sulle sedie della maggioranza o meno.
C'è un problema di fondo da affrontare. Prima di tutto non sarebbe eticamente logico spostare gli obiettivi quando gli obiettivi sono ormai posti. Si parla di spesa obbligatoria. Quindi è inutile che stiamo a raccontarci che sarebbe stato possibile fare qualche cosa di diverso.
Questo disegno di legge che vi presentiamo è - né più né meno - il quadro che le leggi, attualmente vigenti della Regione Piemonte, nel bene o nel male, che ci piaccia o che non ci piaccia, ci impongono di rispettare.
E' un quadro che - come abbiamo commentato tutti gli anni - non ci piace perché riduce la facoltà di questo Consiglio, riduce la facoltà del governo del Piemonte di disporre delle proprie risorse, delle proprie poche e scarse risorse. Ma questo è quanto.
Il problema di base invece è che si sta giocando ad una guerra che è un po' antipatica. Noi come maggioranza di governo ci troviamo quotidianamente a doverci fare la barba davanti ad uno specchio deformante che è costituito dai media, da un certo atteggiamento del Consiglio che, quasi quasi potrebbe farci cadere nel complesso del cretino. Francamente ho delle difficoltà a cadere nel complesso del cretino. Anche se qualche collega oggi ha, con più o meno veemenza, fatto accenno alle dissociazioni psicotiche di questa maggioranza. Non credo che ci siano dissociazioni psicotiche. Non credo che ci siano dei disallineamenti. Non credo che ci sia niente di quanto è stato denunciato in quest'aula! E che adesso nell'indifferenza dei colleghi, io sto dichiarando con una certa fermezza.
Sono passaggi sporchi in Commissione, passaggi sporchi in Consiglio, che vi garantisco - sono successi. Sono accaduti uno, due, quattro, dieci anni fa. Ma nessuno, all'interno del sistema, sentita la necessità o la possibilità, o aveva il benché minimo vantaggio, a denunciare: il sistema nel sistema e i passaggi sporchi passavano sotto traccia. Questo è quanto.
Oggi si è dimostrato che il sistema può cambiare, che è possibile un'alternanza, che non è indispensabile scendere a compromessi per governare. Allora è ovvio che chi ha la vocazione del governo, chi ha la capacità di proposizione, sottolinea i passaggi sporchi, sottolinea le inefficienze, sottolinea gli errori di comando. Ma, amici, voi sottolineate degli errori di comando che noi stiamo commettendo, probabilmente utilizzando in questa Caporetto il Generale Caviglia al posto del Generale Diaz, perché nessuno ci consente di sostituire alle inefficienze di certi comandi altre capacità, altre potenzialità. Questo è un discorso che ci porterebbe probabilmente lontano. Il fatto è che oggi siamo in condizioni tali, con il DL n. 29 in lungo itinere, da non poterci assumere in pieno l'onere della responsabilità in quanto mediato da una struttura che ha ampia facoltà decisionale, ha ampia facoltà di ritardare e di condizionare le nostre scelte. Io non vorrei dire, ma credo che anche nelle passate legislature molti colleghi, che ora siedono sui banchi dell'opposizione abbiano provato e sappiano di cosa sto parlando ed a che cosa sto facendo riferimento.
Dal mio punto di vista devo dire che in buona sostanza non vedo quelle grandi ragioni di accusa nei confronti di questa Giunta, limitandomi al piccolo, perché ho difficoltà a volare in spazi troppo ampi; limitandomi al piccolo, credo che per quanto riguarda il nostro specifico ambiente, nel quale ci siamo sempre mossi, non sia mancato né il tavolo di concertazione con le opposizioni e con le forze sociali, né il confronto. Non credo sia mancata la discussione o la ricerca di un concordato, di un'unanimità sull'indicazione della spesa.
Sul Fondo regionale della montagna la volontà di questa Giunta è stata una volontà condivisa. La spesa obbligatoria comprende i 30 miliardi di investimento per il Fondo regionale della montagna; abbiamo messo in piedi tutta una serie di consultazioni e di concertazioni che ci hanno consentito di ragionare. Non vedo dove sia lo scandalo, non vedo dove sia l'imperfezione, non vedo quali siano i motivi per attaccare inopinatamente ad ogni pie' sospinto, l'operato di questa maggioranza; migliorabile sicuramente, ma non in un clima di muro contro muro, che non siamo noi a ricercare, non in un clima di opposizione e di contrasto che non pu portare ad altro che a continue chiusure a riccio da parte di una minoranza che, come dicevo, ha il problema continuo di confronto con un'opinione mediata attraverso gli organi di stampa che sicuramente non è favorevole.
Direi che le preoccupazioni espresse dai colleghi, dal collega Marengo dalla collega Spagnuolo, sono le nostre preoccupazioni. Credo che sul disegno di legge n. 75 non possa, se non in modo strumentale, esserci un qualsivoglia voto negativo da parte delle opposizioni. Credo invece che un grande lavoro di concertazione sia da farsi per gli impegni che il disegno di legge n. 74 porrà, ma questa è questione dell'anno che viene.
Concludo dicendo che in piena coscienza e tranquillità il nostro Gruppo esprimerà voto favorevole al disegno di legge n. 75 ed al disegno di legge n. 78 per questo inaspettato, ma comunque indispensabile, slittamento all'esercizio provvisorio che mi auguro sia un incidente di percorso brevissimo, ma che ci consente, comunque, di intervenire nella spesa che voi sapete, è più che urgente nell'attuale situazione economica del Piemonte.



PRESIDENTE

Pregherei la Giunta, il Presidente e gli Assessori, di essere in sala nell'occasione della discussione sul bilancio. E' un atto di rispetto che dobbiamo tutti, anche perché il confronto di questo pomeriggio mi pare di un certo livello. E' un confronto che può dare delle indicazioni non solamente sul bilancio e sulla legge finanziaria, ma anche sui modi di responsabilmente comportarsi all'interno di questo Consiglio.
La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Grazie, Presidente. Per utilizzare la metafora militaresca di Vaglio credo che sia avvenuto, ad opera di questa maggioranza, proprio come avveniva nelle classiche disfatte militari: quando Cadorna perse a Caporetto - Vaglio - la colpa la si diede a tutti i sottoposti. E' così nella migliore tradizione e così succede anche qui. C'è una certa difficoltà, credo, come Consiglieri, a poter discutere di un bilancio che non c'è. E' un po' come quei romanzi di Calvino, non so se era il Cavaliere o il Barone dimezzato: sono situazioni un po' fantasiose, che non esistono e si sta a discutere non si sa bene di cosa.
Di fatto abbiamo avuto un bilancio ad uso e consumo dell'opinione pubblica, nel senso che il grande fratello comunicatore ha inondato i fax dei giornali con tabelline, grafici, frecce, cifre che noi non abbiamo, ma che hanno spiegato tutto ai cittadini del Piemonte. Cosa succederà nella sanità, nella cultura: l'opinione pubblica, Presidente Ghigo, sa tutto. In modo molto chiaro conosce i grandi progetti. In questa gestione noi abbiamo la doppia verità: una verità demagogica e populistica per l'opinione pubblica e una verità più complicata, più tecnica, più seria che si confronta con i problemi quotidiani, anche difficili. E' difficile fare un bilancio, realtà in cui noi dovremmo concorrere a ragionare, a discutere nei rispettivi ruoli, assieme a questa maggioranza: una realtà di cui siamo i soggetti. E' questo il problema che rischia di presentarsi.
Il Presidente Ghigo sa quasi tutto: due verità, due realtà differenti.
In realtà lei, Presidente Ghigo, ha fallito sul punto fondamentale della sua azione di governo. Ho visto la rassegna stampa della sanità, di cui tutti parlano: enuncia, come primo aspetto importante della sua opera di governo, la trasparenza. Proprio dove lei ha fallito. Questo aspetto secondo me, è importantissimo: far capire le scelte che si fanno, come si fanno e con quali risorse si definiscono queste scelte. Su questa grande ed importante parola, "trasparenza", che viene propagandata ovunque, Assessore Gallarini, avete fallito, non solo perché questo è un mezzo bilancio, ma anche perché non è un bilancio trasparente.
Assessore D'Ambrosio, se io volessi capire da questo bilancio quanto è stato stanziato il prossimo anno per le strutture private della sanità, non riesco a comprenderlo, neanche facendomi aiutare da qualche tecnico o da qualche ragioniere. E allora, se non riesco a capirlo, questo non pu essere un bilancio che fa capire quali sono le risorse, dove si prendono i soldi e dove si mettono, per dirla in termini semplicissimi. Un bilancio dovrebbe essere questo: dove prendo i soldi e dove li investo.
Sono questi i motivi politici generali; altri, nella discussione di questa mattina, e in particolare mi pare che l'intervento del collega Ferraris sia stato molto puntuale e preciso, sono entrati nel merito delle questioni tecniche di questo bilancio-non bilancio.
Politicamente questi sono gli aspetti fondamentali per cui voto contro il bilancio e mi astengo sull'esercizio provvisorio, proprio perché sarebbe stato più serio fare l'esercizio provvisorio. Questa è una situazione peggiore dell'esercizio provvisorio; sarebbe stato più serio dire: "Stiamo lavorando, ci serve ancora un mese di tempo per definire in modo chiaro preciso e trasparente un nostro bilancio".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Si può cercare di ricamare sul tessuto come si crede, ma una cosa rimane ben evidente: anche quest'anno 1995 non siamo riusciti a discutere seriamente un bilancio preventivo della Regione nei tempi che le leggi assegnano per questo atto. Questo è un dato di fatto incontrovertibile appena attenuato dall'"anche quest'anno non siamo riusciti".
Se i colleghi hanno pazienza possono rivedere i verbali degli ultimi cinque anni e scopriranno, purtroppo, che in questa Regione Piemonte non si discute, nei tempi dati, di un bilancio preventivo dal 1990, perché è sempre emersa qualche ragione o qualche accidente che ha impedito la presentazione della manovra di bilancio completa là dove essa deve essere discussa. E questo è accaduto attraverso varie amministrazioni di pentapartiti, di centro-sinistra e di centro-destra. Oggi accade con il governo Ghigo.
Questo è un fatto che spiace, perché il bilancio preventivo, insieme alla discussione sul conto consuntivo, dovrebbe a ben vedere - e questa è una critica che comincio a rivolgere a me stesso - essere il momento fondamentale del nostro lavoro, addirittura il momento fondamentale del confronto politico tra di noi, perché dovrebbe segnare l'apice di questo nostro confronto.
Il bilancio dovrebbe essere proprio il luogo politico ed amministrativo nel quale noi tutti riusciamo a sbalzare in pieno chiaroscuro le posizioni differenti che abbiamo; la discussione sul bilancio dovrebbe fin emergere nei confronti dell'elettorato, per evidenziare quali sono le nostre differenze programmatiche, le nostre culture, le nostre aspettative, i nostri progetti. Viceversa, così in Regione Piemonte non è da tempo e non sarà neppure oggi, pur con tutto il nuovo che si era detto di rappresentare; in realtà scontiamo la rappresentazione di un confronto politico già visto, quindi avete suscitato il senso del già vissuto.
Ve lo dice un Consigliere che, unico fra tutti i Consiglieri della passata legislatura, ha sempre e solo fatto l'opposizione. C'è chi dice che di questa verginità io ambisca liberarmi al più presto; si vedrà, ma sono l'unico Consigliere regionale che ha visto avvicendarsi Assessori al bilancio qui presenti, di varia natura ed estrazione politica, e penso e posso dire, proprio perché non ho particolari interessi a falsare la realtà, che la prassi oggi utilizzata è stata, purtroppo, una prassi costante degli ultimi anni della Regione. A questo devo aggiungere che un aspetto particolare del modo in cui è stato presentato questo bilancio rappresenta, all'interno di questo livello non eccelso di comportamento, un punto basso, Assessore Gallarini.
Il problema che è stato anche sfiorato è questo: l'Assessore Gallarini è peggiorato o non è peggiorato? Io l'ho visto lavorare da Assessore al bilancio almeno in due forme di amministrazione, l'ho visto lavorare all'opposizione e la mia opinione (perché è un'opinione che vale qualche considerazione politica) è la seguente. Il punto toccato dalla presentazione di questo bilancio è stato basso, più basso di quelli che finora ho visto, a parte i lavori di Commissione. Io non ho avuto alcun merito, ma il confronto è stato reso possibile nella VI Commissione; non per merito del Presidente, ma perché gli Assessori, tutto sommato, si sono presentati preparati o comunque disponibili a continuare a discutere. A parte questo aspetto, che ho vissuto in prima persona in VI Commissione (non so se anche nelle altre è andato così), il momento organizzativo e la modalità di presentazione del bilancio da parte dell'Assessore Gallarini è stato un punto basso. Questo a cosa è dovuto? L'Assessore Gallarini, come dice, ha subìto un crollo d'identità, di capacità di lavoro e via dicendo? Io non penso questo; a me pare che l'Assessore Gallarini sviluppi, grosso modo, le capacità che ha sviluppato negli ultimi sei-sette-otto anni in cui l'ho visto lavorare, non mi sembra cambiato. E allora come mai l'Assessore Gallarini ha lavorato così male? La mia interpretazione è la seguente. L'Assessore Gallarini lavora all'interno di una Giunta qualitativamente peggiore delle precedenti e diretta da un Presidente qualitativamente peggiore dei precedenti. Dico questo perché la funzione del Presidente non è una funzione che è stata inventata per rendere onori a qualche persona, non è una funzione onorifica, non è un re: è un Presidente di Giunta, quindi è una funzione che garantisce e permette un'azione di governo che, per definizione, è collegiale della Giunta. Il Presidente della Giunta regionale è il capo dell'esecutivo, con funzioni non ornamentali, ma con funzioni di coordinamento e prassi di comportamento sia di carattere routinario, sia di carattere progettuale di eccezionale livello e senza le quali può accadere, e accade, che i singoli Assessori subiscano processi o di diaspora o addirittura di conflitto.
Quello che è mancato - e non è solo in questo caso che è mancato, ne citerò anche un altro - è proprio un ruolo di Presidenza, quella Presidenza che lavorando quotidianamente, remando con i remi in mano e sudando sulle cose dure, noiose e difficili, tutti i giorni, permette una conoscenza delle situazioni amministrative e delle difficoltà e permette quel lavorìo di braccia e di mente che consente ad una Giunta di essere un organo collegiale e ai singoli Assessori di fare bella figura.
Se invece questo non c'è, succede quel che è successo oggi con il bilancio dell'Assessore Gallarini; ma succede anche quello che è successo ieri all'Assessore Masaracchio con l'Alta Velocità. Abbiamo assistito ad una vicenda che, non ho difficoltà a dire, non ho mai visto rappresentata nemmeno dal più gracile degli Assessori che ho visto al lavoro nelle varie Giunte regionali da otto anni a questa parte! Nemmeno il più gracile degli Assessori si è mai presentato ad un appuntamento monotematico di Consiglio regionale senza predisporre una relazione che facesse il punto della situazione ed illustrasse le cose che si intendevano fare! Invece avete visto, cari colleghi, che in occasione del dibattito sull'Alta Velocità vi è stata una prima relazione del Presidente Ghigo, che è stata di carattere assolutamente generico, di ruolo astratto di Presidente, poi il Presidente Ghigo ha dato la parola all'Assessore Masaracchio il quale si è alzato e vista la relazione del Presidente Ghigo, ha dichiarato - esagero un po', ma tanto per capirci - "Ho poco o nulla da aggiungere". Questo è un difetto dell'organizzazione dei rapporti politici ed amministrativi all'interno della Giunta.
Mi viene allora da dire che qui c'è un difetto grosso, cioè che questo governo Ghigo (che mi aveva stupito anche nella denominazione sul primo documento della Giunta, tanto che avevo reagito dicendo: "Non si chiama Enzo, invece di governo?") comincio a pensare che sia Ghigo e basta! Cioè che dietro questa accentuazione del ruolo, della presenza (nominato finanche nelle delibere di governo Ghigo, che è un'accezione immaginifica e non amministrativa), in realtà ci sia un ruolo soprattutto di promozione di immagine da parte del Presidente e che ci sia quindi un dispendio di energie sia materiali (le consulenze) sia nervose (nel senso di tensione da parte del Presidente in questo ruolo che ha assunto) che vengono spese in modo eccessivo nel tentativo di apparizione, sempre e comunque, in un ruolo che però viene interpretato in forma astratta.
Questo è un grave difetto, Presidente Ghigo, che io penso - lo dico anche a chi me lo chiede - che sia dovuto proprio ad una caratteristica assolutamente non dolosa, del modo di essere. Però il modo di essere (modus operandi, modus vivendi) fa parte della politica e questo modo d'essere che vedo in questi brutti risultati pratici di amministrazione corrente che poi è il sale della nostra amministrazione, si accompagna ad un modo d'essere di carattere promozionale, pubblicitario, quasi ci trovassimo di fronte ogni momento alla vendita di un prodotto. Il nuovo prodotto è questo governo Ghigo, in un supposto mercato che dovrebbe essere il mercato politico fatto attraverso messaggi alla pubblica opinione. Non è questo il modo di governare! E quando a questi aspetti se ne collegano altri di tipo imperioso (le rimozioni dei funzionari) viene proprio da dire che c'è una inadeguatezza che può nuocere fortemente alla Regione Piemonte! C'è una bassa capacità di direzione dell'apparato amministrativo; scaricare le colpe sui funzionari non è mai giusto perché il governo può fare tutto ciò che crede, ma i funzionari sono lì per eseguire, nell'ambito delle leggi, queste direzioni.
Questa qualità di governo è insufficiente alla bisogna; è insufficiente perché si vede come procede e si verifica uno scarto tra le enunciazioni astratte, le apparizioni, e i fatti che poi si compiono. Quindi è un'azione di governo che ha una grana troppo grossa, grossolana, e non riesce a rendere fluidi quei meccanismi amministrativi, difficili e faticosi, che viceversa per dare buoni risultati devono essere fluidificati. E' una carenza di ossigenazione, è un'anchilosi della Giunta regionale che, se protratta, non determinerà subito uno sfinimento immediato, ma vi porterà senz'altro ad una lenta asfissia! A mio modo di giudicare, dovete cambiare registro nel ruolo e nell'assetto di governo.
Per questi motivi, il bilancio è indefinibile (lo diceva anche il Consigliere Montabone, in buone parole), è ineffabile ed è criticabile. Non può avere un voto a favore da chi continua a pretendere, come Gruppo di opposizione, che le scadenze di legge dei bilanci siano quelle nelle quali il confronto e lo scontro tra i nostri progetti e le ipotesi politiche siano una buona volta determinabili. Così non sarà e, cari colleghi, così non sarà nemmeno il 9 gennaio, perché a quella data saremo messi esattamente in forma simmetrica: avremo un pezzo grosso del bilancio preventivo già fatto, sul quale non si sarà potuto discutere in funzione del rimando della discussione al momento in cui si discuteranno le scelte discrezionali, ma guardate che a quel tempo saremo di nuovi dimezzati nella nostra capacità di rappresentare politicamente le differenze che ci dividono.
Questi sono i motivi del voto contrario a questo bilancio e anche dell'astensione sul disegno di legge sul bilancio provvisorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.
BURZI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, se dovessi basare questo mio intervento sugli ultimi due sentiti nel dibattito di oggi, soprattutto quello del Consigliere Cavaliere, ma anche buona parte dell'intervento del Consigliere Chiezzi che mi ha preceduto, forte sarebbe la tentazione di dire che il nostro Gruppo vota a favore del disegno di legge n. 75, e così sarà, e vota a favore del bilancio provvisorio (disegno di legge n. 78) per gli Enti strumentali. E finirei qui l'intervento, perché credo che la modalità della critica espressa, assolutamente legittima, della forma secondo me molto meno della sostanza, non meriterebbe di più. Ma siccome fortunatamente, buona parte degli interventi di oggi sono stati ricchi di stimoli, credo che sia utile riprenderne alcuni, anticipando, come peraltro ha già detto prima di me esaurientemente il collega Montabone, che la valutazione politica avverrà invece alla fine del dibattito del 9 gennaio non per scelta di questo Gruppo o della maggioranza o della Giunta, ma per scelta fatta - e questo è il primo punto che mi interessa sottolineare - da tutte le parti politiche, da tutti i Capigruppo, recentemente. Chi invoca spesso il tavolo delle regole, che è un argomento che interessa sinceramente me e buona parte della maggioranza e so essere un tema caro alla minoranza, se non vuol essere tacciato di demagogia, se non vuole davvero cercare dei confronti duri, che non è mai stata né sarà, se non per coazione, la nostra scelta, non può con tranquillità fare affermazioni a microfoni spenti o a microfoni accesi in sedi diverse.
Ricostruiamo brevemente gli avvenimenti e vediamo quali sono stati i punti, secondo me fondamentali, del dibattito di oggi.
Confermo che la parte che rappresento avrebbe desiderato portare in voto il disegno di legge n. 74 a partire dal 27 dicembre. Se l'avessimo fatto, avremmo esaurito le più che legittime richieste del Consigliere Chiezzi, avremmo evitato quelle strumentalizzazioni, facilmente prevedibili e puntualmente avvenute, da una parte della stampa, che stranamente trova fortissima attenzione di alcune parti della minoranza, fortunatamente non di tutta. Attenzioni che dovrebbero rimanere, se davvero il rispetto per le istituzioni e per le parti è sincero, e non utilizzato solo quando fa comodo.
L'accordo è avvenuto fra tutte le parti, anche all'interno della maggioranza, come giustamente ha detto il Consigliere Marengo. C'è stata una dialettica assolutamente trasparente e legittima; si è deciso che si sarebbe svolta la parte politica il 9 gennaio. Quindi se il 9 gennaio si svolgerà è legittimo, perché è quasi tutto legittimo.
Quando parleremo di tavolo delle regole, se davvero lo faremo, e non soltanto all'interno della Regione Piemonte, ma tra la Regione, le Province e gli Enti locali, sarà davvero utile per cominciare a realizzare, nella sostanza e non nelle parole, il principio di sussidiarietà, il principio istitutivo dell'Ente Regione, il DL n. 29 e quant'altro tutti coloro che hanno amministrato ed amministrano sanno essere un vero problema. Se non lo realizziamo non ci arriveremo, però non bisogna dimenticare gli accordi presi.
L'accordo era che si sarebbe parlato della parte politica il 9 gennaio ma siccome così non è, entriamo un po' nel merito.
Come ha detto giustamente il collega Montabone, il bilancio della Regione Piemonte non può essere, Consigliere Miglietti, l'elenco dei desideri di competenze che non attengono alla Regione Piemonte, perch alcune delle cose che lei ha legittimamente sostenuto - e me ne rammarico molto - non sono di competenza, non della Giunta e del Consiglio, ma semplicemente dell'Ente Regione.
Quindi, lo trovo ragionevolmente interessante da un punto di vista culturale, ma non particolarmente utile ad esaminare il bilancio della Regione per il prossimo esercizio.
Federalismo fiscale. La Regione Piemonte ha un margine di variabilità di utilizzo discrezionale delle risorse di circa il 2%. Questo è drammatico.
Il Consigliere Miglietti ha detto giustamente che siamo in una situazione in cui la spesa pubblica ha assunto delle dimensioni vertiginose, e lui lo sa bene perché appartiene ad una parte politica che sistematicamente, senza alcuna eccezione, ha contribuito a creare l'enorme deficit di cui attualmente come cittadini "godiamo". Quindi, sono certo che ne è perfettamente a conoscenza; peccato che non tragga le conclusioni successive: se fossimo un'azienda - e siamo un'azienda pubblica che deve erogare servizi - che ha il 2% di margini discrezionali, saremmo un'azienda sull'orlo del fallimento rispetto al raggiungimento di quello che è il suo obiettivo principale, cioè rendere dei servizi; non il fallimento invocato auspicato e suggerito dai Consiglieri Chiezzi e Cavaliere.
Credo che il Consigliere Ferraris, che ben più di me conosce la struttura dei bilanci e i vari capitoli, sappia che il margine di cui si discute oggi nell'ambito del disegno di legge n. 75 è nullo; può piacere o meno, ma se critica ci dovesse essere nei confronti di questo bilancio è che non abbiamo potuto cambiare per ora nulla nei numeri - poi ci sarà anche la forma - semplicemente perché siamo i figli di decisioni prese altrove e prima di noi. Questo, piaccia o meno, è ragionevolmente incontestabile. E allora di che cosa discutiamo? Di scelte che non abbiamo le competenze di fare? Quindi - e mi rivolgo al Consigliere Dutto e ai Consiglieri della Lega Nord - chi parla di federalismo fiscale seriamente, ci aiuti a far sì che questo 2% aumenti velocemente, in modo che la Giunta attuale e quelle che si susseguiranno possano davvero operare delle scelte.
Il problema non è - mi si permetta - se la legge è la n. 74 o la n. 75 perché francamente mi sembra del tutto irrilevante questo primo disallineamento, ma vedere che nell'ambito di questo bilancio, di quello precedente e di quello futuro, nulla facendo, rimangono 400 miliardi da gestire. Ma di questi discuteremo il 9 gennaio e non oggi, altrimenti disattenderei un accordo preso tutti insieme.
Questo è un bilancio rigidamente continuo, e credo che lo sia anche per le parti che non tanto tempo fa l'hanno votato e magnificato. Personalmente lo ritengo un bilancio tecnico, né bello né brutto, perché, per la parte che stiamo esaminando, non si poteva fare diversamente. Senza dubbio, ci sono i margini discrezionali, e l'Assessore Vaglio al riguardo ha citato un esempio, nell'ambito della legge sulla montagna, dove i 30 miliardi stanziati sono una conseguenza di legge; ma all'interno di questo l'esecutivo avrà uno spazio di discrezionalità, che però è piccolo rispetto a quello che ciascuno di noi, indipendentemente dalle parti a cui appartiene, auspicherebbe. Se si vuole lavorare seriamente, si lavori affinché questo margine aumenti. Quindi, tra minoranza e maggioranza si costruisca un tavolo delle regole, e le si rispettino cercando di renderle esecutive.
Concludo dicendo - perché a polemica, con gentilezza, si risponde con la polemica - che non appartiene a questa parte, né alla maggioranza, la proposta di rimandare ulteriormente il dibattito al 17 gennaio; non appartiene a questa maggioranza la scelta di non cominciare a discutere in I Commissione il disegno di legge n. 74. Questo significa che alcune valutazioni, non certo esaustive e non tutte da condividere, potevano avvenire prima, se l'avessimo concordato. Noi quindi eravamo pronti su scelte che magari non sarebbero state condivise, ma certamente non ci reputiamo in ritardo, né nel merito né nella forma.
Le consultazioni. Vale forse la pena usare un termine che non piace al collega Ghiglia, ma che rende bene l'idea - qualcuno ne suggerisca eventualmente uno migliore: disallineamento. Disallineamento che è stato collega Spagnuolo - tecnico, e non politico. Si tratta di disallineamento politico quando le parti in oggetto di consultazione hanno a disposizione scelte di tipo diverso; quando hanno documenti, chi più chi meno, con gli stessi dati, ma non tutti, trattasi - come accaduto nel caso in oggetto di disallineamento tecnico. Questo, perlomeno, quanto a me risulterebbe essendo frequentatore assiduo della I Commissione.
Dunque, seppur con gli stessi dati, non tutti avevano le stesse carte tant'è vero che - collega Marengo - con l'abituale, futura e continua ricerca di confronto, non solo come presupposto, ma come obiettivo politico, accogliendo una giusta istanza che emergeva dalla Commissione peraltro non solo dalla minoranza, ma anche e soprattutto dall'Assessore Gallarini, si è proceduto ad un supplemento di consultazioni. Era d'obbligo, da un lato, ma soprattutto è un principio per chi, come noi crede che consultare le parti sia non forma, ma sostanza.
Vengo ad un altro problema, che può non piacere, ma cui credo ci si debba abituare: ieri abbiamo ricevuto, come Forza Italia e come maggioranza, i complimenti credo sinceri - estesi naturalmente a tutto il Consiglio regionale - perché arrivavano da due parti non totalmente omogenee con noi - i Sindacati di polizia - semplicemente per essere stati la prima parte politica, in venticinque anni di legislatura, che li ha consultati direttamente, interessandosi ai lori problemi.
Se qualcuno ha avuto la bontà di leggere i programmi elettorali prima e di Giunta poi - so che molti di voi l'hanno fatto - sa che la consultazione delle parti è per noi un obiettivo ideologico. Riteniamo infatti che il presupposto fondamentale di una maggioranza liberale stia non nella dogmatica conoscenza delle soluzioni appartenenti a modelli diversi, ma nella continua ricerca di un modello dinamico. Il motivo per cui alcune parti si dichiaravano insoddisfatte è semplicemente perché prima non venivano consultate; prima bastava - credo che nessuno di voi abbia così scarsa immaginazione per capire chi si può illudere - consultare due o tre sindacati, normalmente tre, e alcune organizzazioni industriali normalmente una, e per quanto riguardava il Piemonte era finito lì. Per parte nostra, riteniamo questo insufficiente e che le consultazioni debbano essere più estese, soprattutto per le parti cui il nostro elettorato, cui il nostro credo ideologico politico si riferisce maggiormente: quelle piccole e medie aziende commerciali ed artigiane, che tutti invocano al momento del voto e delle quali poi molti si dimenticano al momento di legiferare.
E' possibile che nell'ambito della realizzazione di un progetto ambizioso di consultazioni si sia fatta confusione; credo non sia negativo ammetterlo: nel cercare di far tanto e di realizzare progetti ambiziosi com'è stato ed è il progetto politico di questa maggioranza e di questa Giunta, qualche sfasatura può presentarsi. Ma le sfasature sono nella ricerca non di consenso, ma nella ricerca che le parti si esprimano compiutamente su scelte politiche, delle quali come abbiamo detto prima discuteremo fondamentalmente il 9 gennaio, quando ci azzufferemo su 400 "e fischia" miliardi - sempre questi sono, e niente di più.
La scelta sulla finanziaria e il discorso che il collega Marengo faceva sulla Lega meritano alcune riflessioni.
Visto che un po' di buon umore non guasta, credo che alcuni si debbano abituare al fatto - è già successo anche ad altri - di non ricordarsi quanto si era firmato e di confondere date e testi - io non c'ero, io non avevo letto, io non avevo capito... E' successo non tanto in là e vi era anche stato ricordato, all'epoca, di creare maggioranze diverse, che non tutti gli alleati avevano - come posso dire? - la stessa sistematica coerenza nelle scelte e nei comportamenti. Ci sono "cespugli" di più di un tipo, ci sono alleati di un altro...; la norma antiribaltone credo che abbia padre e madre ben chiaramente identificabili.
Nel caso specifico, però, sono contento che gli amici della Lega abbiano scelto un modello che impone, finalmente, di toccare la spesa pubblica. Il bello di questo bilancio, tant'è vero che nessuno lo pu criticare, è che è un bilancio, come direbbe la minoranza, fortemente solidale, fortemente sociale: infatti, non si è potuto tagliare niente tagliare nel senso di riorganizzare. Come ho già detto prima, siamo figli degli obblighi e delle scelte precedenti.
Dunque, al Presidente Dini o a chi per lui, come successore - se ci sarà - il compito oneroso, ma etico e morale, finalmente, di toccare la spesa pubblica - anche il Consigliere Miglietti sarà contento - e a noi il compito non tanto di discutere su scelte, che purtroppo saranno modeste perché sempre di 400 miliardi si tratta - ma su un tema, nuovamente coraggioso, tipo quello della tassa sulla benzina.
Personalmente condivido un giudizio: sarebbe un errore, forse politico avere l'obiettivo di andare a cercare il consenso. Non è misura popolare aumentare le tasse, perché uno stato liberale si misura nella sua efficienza e nel quanto minore è il livello di tassazione che impone ai suoi cittadini. Si tratta però anche dell'unico modo, in attesa che emergano dall'opposizione e dalla maggioranza ulteriori suggerimenti, per trovare risorse che questa Giunta e questa maggioranza pongono come presupposto per creare quello sviluppo che - ahimè - rimane l'obiettivo credo sincero, di tutti.
Concludo con due ultimi commenti, che credo si impongano per la discussione del 9 gennaio. Ieri si parlava dell'approvazione del Regolamento per l'attraversamento del Toce e qualcuno, giustamente criticava l'utilizzo di quelle orrende cose che sono le motorette d'acqua qualcun altro, il lucido Consigliere Montabone, ha anche detto che c'è pur qualcuno che le costruisce, che le vende e che le utilizza - in genere turisti. L'esempio è piccolo, ma è dagli esempi piccoli che talora si evincono modelli interpretativi più generali.
Altra riflessione. In questo momento, in Italia, ci sono 55 milioni di abitanti; uno studio del sociologo De Rita sostiene che nel 2020/2025 ci saranno 37 milioni di italiani - identificando per italiani coloro come noi, di pelle bianca, nati e residenti qui - e 20 milioni di extracomunitari legalizzati. Questo se e solo se vogliamo che questo rimanga un Paese che produce, sviluppa, cresce e mantiene un popolo che sarà più anziano e che avrà - credo - assoluto diritto di essere mantenuto perché avrà dato, nella parte precedente della propria vita, con il lavoro indipendentemente da dove svolto e come svolto.
La Regione Piemonte, relativamente a questo "piccolo problemino" è in prima linea, perché ha il tasso demografico minore nell'ambito di un tasso demografico negativo che contraddistingue l'intero territorio nazionale. Se vogliamo predisporre strumenti adeguati di sviluppo, e il bilancio è certamente la scelta più efficace e più chiara che una maggioranza può fare per indirizzare un'area verso una direzione piuttosto che un'altra occorrerà innanzitutto trovare i mezzi per poter effettuare scelte incisive penso che 400 miliardi appaiano inadeguati a qualsiasi parte politica.
Inoltre, nell'ambito di una discussione che comunque rimane aperta leale e costruttiva, occorrerà davvero non solo auspicare, ma costruire un vero ed operativo tavolo delle regole. Grazie.



PRESIDENTE

Prima di passare all'approvazione del bilancio vorrei, senza fare nessuna sovraesposizione, dire alcune parole in ordine ad aspetti assolutamente tecnici, prendendo spunto da quanto detto dal Consigliere Burzi poc'anzi, ovvero sul "tavolo delle regole".
Credo che questo sia un ricorrente leit motiv non solamente di questa nostra stagione politica, ma anche di questa nostra riflessione dialettica piemontese.
L'Ufficio di Presidenza nell'occasione si è attivato affinché ci fosse un "tavolo delle regole" e che questo venisse rispettato.
In buona fede - spero che questo mi venga riconosciuto - credo che questo "tavolo delle regole" sia stato rispettato dalla maggioranza e dalla minoranza allorquando abbiamo indicato un percorso possibile per la votazione del documento n. 75 e per la votazione del documento n. 74.
Abbiamo voluto impedire un esercizio provvisorio, abbiamo voluto dare un'indicazione di una sessione unica, 21, 22 dicembre e 9 gennaio, abbiamo cercato, insomma, che, al di là del continuismo puramente burocratico ed amministrativo, ci fosse anche la possibilità di intervenire politicamente su quanto il documento di bilancio n. 74 espone e su quanto verrà ad essere esaminato da parte dei singoli Consiglieri.
Con questo voglio dire che l'appello del Consigliere Marengo sul riconoscimento istituzionale della maggioranza, ma anche della minoranza sia un vanto di questo Consiglio regionale. Questo riconoscimento istituzionale, al di là delle dichiarazioni di principio, può trovare una sua estrinsecazione precisa nel rispetto delle regole e delle procedure amministrative. Senza questo rispetto, che è dato dal Regolamento e dallo Statuto, ogni tavolo delle regole non avrebbe le gambe sufficienti per stare in piedi. Poi si potranno modificare i Regolamenti e gli Statuti però a questo Regolamento, a queste procedure noi dobbiamo prestare la massima attenzione.
Voglio fare altresì un riconoscimento a tutti i Consiglieri. Sono contento che il Consigliere Chiezzi abbia riconosciuto come gli Assessori nelle singole Commissioni competenti abbiano dato l'apporto migliore perch la decretazione delle cifre potesse portare a dare una valenza politica alle cifre. Questo significa che il discorso sul bilancio può essere affrontato con quella cognizione di causa che tutti noi auspicavamo e che mi pare sia stata realizzata, almeno a livello di Commissione.
Voglio dare ancora un riconoscimento al Presidente della Commissione Pichetto e a tutto il personale. Io non ho fatto delle divisioni manichee tra buoni e cattivi, ho voluto solamente garantire tutto il Consiglio regionale della correttezza, della imparzialità del personale del Consiglio regionale, della tempistica rigorosamente rispettata. Non ci sono stati disallineamenti, c'è stata certamente una fibrillazione perché la procedura nuova poteva portare anche a qualche inconveniente; ma, al di là di questo non cerchiamo di montare un caso che non c'è stato, che non c'è e che non ci sarà.
Voglio semplicemente dire che nella riflessione cronologica, fatta questa mattina dal Presidente Pichetto, di alcuni provvedimenti di bilancio, dall'anno 1986 all'anno 1995 pochissimi sono stati gli anni, 1990 e 1993, in cui non si è ricorso all'esercizio provvisorio, mentre in tutti gli altri anni l'assemblea è ricorsa all'esercizio provvisorio.
Se si sono verificati dei disguidi questi - come giustamente ha detto il Consigliere Burzi - occorre ritenerli dei disguidi puramente tecnici.
Con questo voglio ringraziare tutto il Consiglio regionale; c'è stato uno spostamento d'accento oggi pomeriggio nell'esame di problemi attinenti a quest'aula, e forse sono attinenti all'aula più vasta del Paese, per credo che il confronto di oggi sia stato di assoluta dignità.
Mi permetto di chiudere con una nota alta questa mia improvvisata riflessione, certamente augurando al Consiglio regionale un cammino sereno costruttivo, propositivo per il 1996, allegando a questo mio desiderio anche gli auguri che faccio in questo momento di buone feste natalizie.
Pongo in votazione il documento di bilancio.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 55 hanno risposto SI' 30 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri Il documento di bilancio è approvato.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 78: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1996 per gli Enti dipendenti della Regione"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 78, iscritto all'o.d.g.
nel corso della seduta di questa mattina.
La parola al relatore, Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN, relatore

Intervengo molto brevemente anche perché se ne è già accennato nel dibattito precedente.
La I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 78, che è stato emendato nel corso dell'ultima riunione della I Commissione, stralciando la parte di esercizio provvisorio per il bilancio regionale, e lasciando l'esercizio provvisorio per gli Enti collegati.
E' stato rassegnato all'aula all'unanimità.
Dò ora lettura del testo integrale della relazione: "Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 78 predisposto dalla Giunta regionale e relativo all'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'esercizio finanziario 1996.
La Giunta regionale ha presentato un emendamento con il quale ha limitato la richiesta all'autorizzazione ai soli Enti dipendenti della Regione. L'autorizzazione all'esercizio provvisorio viene procrastinata fino al momento dell'entrata in vigore della relativa legge di approvazione del bilancio e comunque non oltre il 31/3/1996.
La I Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 78 e lo rassegna all'aula auspicandone una sollecita approvazione trattandosi di specifico adempimento al disposto della L.R. 29/12/1981, n. 55 (Norme di contabilità regionale)".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, possiamo passare all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 56 voti favorevoli 48 astensioni 8 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 56 presenti e votanti 56 voti favorevoli 48 astensioni 8 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 55 hanno risposto SI' 47 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 77: "Seconda integrazione alla L.R. 9/11/1995 n. 81: 'Assestamento ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1995 di Enti di gestione e di Aree protette'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 77.
La parola al relatore, Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA, relatore Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 77 predisposto dalla Giunta regionale e relativo all'approvazione dell'assestamento al bilancio per l'anno 1995 dell'Ente di gestione Parchi e Riserve del Canavese.
Il presente disegno di legge integra la L.R. 9/11/1995, n. 81: "Assestamenti ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1995 di Enti di gestione e di Aree protette", in quanto l'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1995 dell'Ente di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali del Canavese è pervenuto al Settore Bilanci successivamente all'approvazione, da parte del Consiglio regionale, degli assestamenti degli altri Enti strumentali.
La I Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 77 e lo rassegna all'aula auspicandone una sollecita approvazione trattandosi di specifico adempimento al disposto della L.R. 29/12/1981, n. 55 (Norme di contabilità regionale).



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, si proceda all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 hanno risposto SI' 46 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 1 e quindi l'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Esame proposta di deliberazione n. 181: "Riparto, per l'anno 1995, del fondo per la gestione dei Servizi socio-assistenziali di cui alla L.R. n. 20/82 e successive modifiche ed integrazioni e alla L.R. n. 62/95 ed approvazione dei criteri di riparto dei fondi di cui alla L.R. n. 24/92 e successiva modifica"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 181, iscritta all'o.d.g.
nel corso della seduta di questa mattina.
Se non vi sono richieste di parola, possiamo procedere alla votazione di tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 48 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento: Opere pubbliche

Esame progetto di legge n. 54: "Modificazioni alla L.R. 11/4/1995 n. 58 'Norme in materia di sbarramenti fluviali, di ritenuta e bacini di accumulo idrico di competenza regionale'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 54, iscritto all'o.d.g. nel corso della seduta di questa mattina.
Poiché è relatore il Consigliere Peano, che ha chiesto congedo per la seduta pomeridiana, do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la realtà agricola piemontese è caratterizzata da un grande numero di invasi di piccole dimensioni, ad uso irriguo, che in relazione al modesto volume di invaso, all'altezza contenuta dello sbarramento ed all'assenza di insediamenti a valle del manufatto, sembrerebbe non costituire fonte di rischio nei confronti della pubblica incolumità.
Tali invasi, quasi sempre utilizzati e gestiti direttamente da un'unica persona, soggiacciono comunque alla procedura di denuncia e successiva regolarizzazione di cui agli artt. 12 e 13 della L.R. n. 58/95.
Appare evidente come l'onere economico connesso a tale procedura, che prevede l'intervento di un tecnico per la redazione di una perizia asseverata e, successivamente, per la compilazione di un'articolata documentazione ai fini del collaudo definitivo, non sia compatibile con la destinazione d'uso dell'invaso.
Occorre aggiungere che la ristrettezza dei termini previsti per la denuncia dell'invaso dall'art. 12 della legge, unitamente alla difficoltà di realizzare un'informazione capillare ai soggetti interessati, hanno fatto sì che molti gestori di piccoli invasi siano stati colti di sorpresa dalla scadenza del 30 ottobre p.v.
Per ovviare alle difficoltà sopraesposte, si propone una prima modifica alla legge che ponga al 30/6/1996 la data entro la quale i proprietari di gestori degli invasi in esercizio sono tenuti a denunciare i dati caratteristici alla struttura regionale tecnica decentrata.
La III Commissione intende comunque riaffrontare a breve la tematica in modo complessivo ed in accordo con la Giunta regionale, al fine di semplificare le procedure relative agli invasi di piccole dimensioni".
Non essendovi interventi, possiamo passare all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI' 50 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 e pertanto l'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame ordine del giorno n. 92 relativo all'Ente Parco Nazionale Gran Paradiso


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 92, a firma dei Consiglieri Bertoli, Angeleri, Saitta, Griffini, Spagnuolo e Rubatto.
Occorrono 40 voti per l'iscrizione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 51 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Premesso che: dopo quasi quattro anni di polemiche, discussioni ed ostruzionismi e dopo diciotto mesi di commissariamento dell'Ente Parco Nazionale Gran Paradiso, il decreto sembra alla fase conclusiva la bozza d'intesa tra il Ministro dell'Ambiente, la Regione Piemonte e la Regione Valle d'Aosta non appare soddisfacente, soprattutto nella formulazione dell'art. 6, che lascia presagire conflitto di competenze ed impossibilità di un efficiente e buon funzionamento dell'Ente il parere della Consulta tecnica per le aree naturali protette in merito al problema della sorveglianza recitava che: lo stesso art. 35 comma primo, della legge n. 394/91, impone che si tenga conto delle attuali esigenze del Parco, fatti salvi i rapporti di lavoro esistenti, ma non esplicita, così come sarebbe opportuno, che il Parco possa mantenere in vita 'in primis' il corpo dei Guardiaparco istituito con DLCPS n. 871 del 5/8/1947, sul suo attuale organico, provvedendo alle necessarie sostituzioni mediante appositi concorsi il Consiglio regionale individua nella visione unitaria dell'intero Parco uno dei più importanti scopi da ricercare e difendere per il presente e per il futuro chiede, nonostante l'impegno profuso dal Presidente e dall'Assessore ai parchi, che si continui ad operare per raggiungere un'intesa tra Ministro dell'Ambiente, Regione Piemonte, Regione Valle d'Aosta, che tenga conto delle soprascritte premesse e del parere più complessivo della Consulta tecnica per le aree naturali protette espresso il 19/1/1995 richiede un ulteriore impegno al fine di ottenere dal Ministero dell'Ambiente una soluzione soddisfacente in merito alla vigilanza del Parco, che tenga conto della specificità storico-geografica del Parco Nazionale Gran Paradiso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 51 Consiglieri presenti.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 88 relativo all'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 88, presentato dai Consiglieri Casoni, Viglietta, Toselli, Riba, Peano, Masaracchio, Chiezzi, Rossi e Dutto.
La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Capisco che su quell'aeroporto ci saranno tante cose da dire in merito a ciò che rappresenta o che potrebbe rappresentare nel territorio, dopo che ci si è inventati, in occasione dei Mondiali, di avere anche a Levaldigi un aeroporto. Ma tutto questo è argomento che merita l'attenzione della Commissione e una qualche risoluzione anche da parte del Consiglio. Per questo ordine del giorno cerca di ottenere da una disposizione nazionale un qualche contributo che taluni aeroporti, cosiddetti minori, ricevono per potersi mantenere in vita, come quello di Venezia, e intanto fruiscono di contributi particolari perché hanno delle ragioni di utilità pubblica.
Questo aeroporto non ha ragioni di utilità pubblica, ma potrebbe essere inserito nell'utilità dell'economia del territorio, per cui votare l'ordine del giorno in questo momento non significa non tornare in Commissione per dibattere il problema, ma tentare di ottenere da parte del Governo qualche lira in modo che la Regione non sia poi costretta a ripianare il bilancio dell'amministrazione di Levaldigi con un miliardo all'anno (anche quest'anno dovremmo spendere un miliardo per ripianare quel bilancio che è sempre in deficit). Quindi, perché non votare l'ordine del giorno in questo momento, e poi riprendere in Commissione la questione per dibattere il problema in maniera esauriente?



PRESIDENTE

Su questo si deve pronunciare il Consiglio.
La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Non voglio entrare nel merito dell'ordine del giorno, ma ho la sensazione, come per altri ordini del giorno dibattuti nei giorni scorsi che si voglia in qualche modo diventare in quest'aula consiliare più rappresentanti di una singola fetta di territorio che della Regione Piemonte. Quindi chiedo che per dibattere questo ordine del giorno si vada in Commissione, lo si presenti a tutti i Commissari, si diano tutte le informazioni del caso, dopodiché si voti l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.
CASONI Visto che io sono stato il proponente di questo ordine del giorno, mi sembra opportuno, al di là delle valutazioni politiche sulla gestione di questo aeroporto, che il Consiglio regionale dichiari l'Aeroporto di Levaldigi di interesse sociale turistico, perché Roma possa, nell'ambito della cernita di questi aeroporti minori, ripianarne le perdite. E' sufficiente questo, visto che la Regione è un'azionista di questa struttura regionale, visto che altre Regioni hanno già attivato i loro aeroporti minori al fine di ottenere questo contributo, previsto dalla legge n.
351/95 approvata dallo Stato e dal Ministero dei Trasporti. Mi sembra che non si possa negare che Levaldigi sia un aeroporto di interesse sociale e turistico, visto che è sede del Servizio antincendio e Centro di protezione civile (del resto l'ha dimostrato chiaramente durante l'alluvione).
Per chi non conoscesse la legge n. 351, questa prevede, per un quinquennio, per questo tipo di aeroporti, il ripianamento delle perdite.
Tra l'altro, nel 1996 entreremo in un sistema di deregulation aerea per il quale molte compagnie già si stanno preoccupando, per cui la questione non mi sembra assolutamente di tipo localistico. Era l'occasione, come Consiglio regionale, per dimostrare quello che già altre Regioni hanno fatto rispetto ai loro aeroporti minori e quindi per chiedere che i nostri aeroporti possano usufruire di questa legge statale; altrimenti, come ha richiamato l'Assessore Masaracchio, la Regione, che è comunque azionista di questo aeroporto, pagherà le eventuali perdite che Levaldigi produrrà per i prossimi cinque anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.
DUTTO Anch'io volevo solo far notare che questo aeroporto esiste, è scarsamente utilizzato e produce delle perdite, ma le perdite comunque ci sono. In questo momento noi non stiamo chiedendo nulla di nuovo, non stiamo chiedendo alcun costo aggiuntivo alla Regione; stiamo chiedendo, servendoci di queste leggi statali, di far pagare dallo Stato un costo che oggi è sostenuto dalla Regione, ma assolutamente non è un costo aggiuntivo.
L'aeroporto è già stato penalizzato perché doveva servire da scalo merci per la Lufthansa ma, non si sa esattamente come e perché, è stato scelto un aeroporto diverso. E' comunque un aeroporto di grande utilità come riserva di Caselle e come sede di atterraggio per la Protezione Civile ed è il secondo aeroporto piemontese, quindi perfettamente attrezzato per ricevere qualsiasi tipo di aereo. Di conseguenza, invito tutti a prendere in considerazione questo ordine del giorno e a votarlo.
Torno a ripetere che non si tratta di una questione campanilistica se oggi, noi cuneesi chiediamo nuovi finanziamenti per la nostra zona.
Prendiamo atto della situazione che esiste e che per forza di cose va mantenuta; chiediamo di fare un'azione finanziaria favorevole alla Regione accollando allo Stato un costo, senza peraltro ledere alcuna legge, anzi servendoci di una legge che prevede esattamente questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN

Innanzitutto vorrei capire la valenza di questa urgenza. In generale per dichiarare di interesse turistico un aeroporto è necessario un atto amministrativo e non un ordine del giorno che, pur impegnando l'Amministrazione ed il Consiglio, ha una valenza solo di ordine politico.
In merito, potrei fare mie tutte le considerazioni su Levaldigi espresse precedentemente dai colleghi Casoni e Dutto e dagli altri firmatari dell'ordine del giorno; sono convintissimo di tutte quelle motivazioni e le ripeterei per Cerrione. Ma in questo modo si aprirebbero questioni di campanile; tra l'altro, Presidente, a Cerrione ho dei parenti e delle conoscenze.
A parte le battute, ritengo che si debba sicuramente fare, come giustamente ha accennato prima l'Assessore, una valutazione su tutto il sistema aeroportuale piemontese, discorso che comprende Caselle, Cerrione e Levaldigi.
Pur essendo d'accordo sul fatto che l'Aeroporto di Levaldigi sia importante e debba ricevere i contributi della legge speciale, noi non presentiamo un ordine del giorno "a rapina", malgrado tutte le giuste motivazioni.
In definitiva, poiché il documento è di ordine politico e non ha valenza amministrativa, chiedo di non procedere al suo esame in aula, ma di portarlo in Commissione. La Giunta potrà così esprimere le proprie posizioni, le proprie valutazioni; se ne potrà discutere serenamente e poi ritornare in Consiglio per approvare l'ordine del giorno su Levaldigi anche all'unanimità.



PRESIDENTE

Va bene, parenti permettendo.
La parola al Consigliere Riba.
RIBA Intervengo per aggiungere un'osservazione assolutamente irrilevante. In alcuni casi abbiamo già parlato di queste cose, sempre per decidere sul ripianamento di 500/700 milioni di perdite; c'erano i due aeroporti, con quello di Caselle, l'unico che si disinteressava della cosa. Volevo dire semplicemente che è importante che, come Consiglio regionale e come Giunta si assuma l'importanza di tali questioni, per non lasciarle più trattare nei meandri di qualche opportuno (o meno opportuno) transito in corridoio da parte di qualcuno che conosce la materia e la gestisce per conto suo.
Effettivamente, su questa materia si sa poco, tranne che per un lungo periodo di tempo (sono queste cose che allungano la fila delle facezie cuneesi per cui andiamo, purtroppo, famosi da Totò in avanti) un Presidente più intraprendente degli altri soleva dire che lui, sì, le perdite dell'aeroporto le ripianava. Ma non voleva dire agli altri come faceva! In realtà le pagava con lo sfalcio dell'erba; capisco che ci fosse un po' di imbarazzo, ma considerava questa un'intraprendenza.
Poiché non esiste più questa rendita ricavata dallo sfalcio dell'erba lungo le piste, bisogna provvedere. Io penso, credo assieme ai colleghi Casoni e Dutto con cui ho firmato questa proposta di ordine del giorno, che se c'è una scadenza la possiamo rispettare discutendone in Commissione con un'operazione che non ci faccia perdere un altro anno di opportunità. E' quella una sede giusta, perché in ogni caso non si tratta di votare per indifferenza un ordine del giorno, ma di assumere un problema che è effettivamente grosso: l'integrazione del sistema trasportistico cuneese.
Questo sempre che l'Assessore Viglietta controlli che il suo addetto stampa non fornisca immediatamente un'altra versione per cui, questa volta, contro il parere intransigente della Giunta, noi avremmo avallato il rinvio della soluzione dei problemi dell'aeroporto.
Già fatto? E allora bisogna votare subito, abbiate pazienza! Come è già successo per la "Z", non riusciamo a controllare l'intraprendenza dell'addetto stampa. Chi è che garantisce per l'Assessore Viglietta? Per noi va anche bene, ma ci vuole una sicurezza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riba.
La proposta del Consigliere Montabone rimane in piedi oppure no? RIBA Scusi, Presidente, un supplemento.
Non è il caso del collega Montabone, ma qualche volta è già successo in questa sede che non conoscendosi, da parte di qualcuno, l'insieme dei problemi di cui si parla, si sostiene che sulla questione si fa del localismo. In realtà, l'approccio è localistico perché l'aeroporto è ubicato a Biella, a Verbania, da un'altra parte; non è il tuo caso, collega Montabone.
MONTABONE E' localistico perché, guarda caso, l'ordine del giorno è firmato solo da Consiglieri della provincia di Cuneo.



PRESIDENTE

Loro sono a conoscenza di quei problemi.
RIBA Consigliere Montabone, questa mi sembra una tua versione.
Come? La proposta non è stata sottoposta...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

RIBA



PRESIDENTE

Dato che il CDU non aveva Consiglieri di quella zona, forse non si era voluto disturbare sull'ordine del giorno.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.
VINDIGNI Credo del tutto corretto e anche atto di intelligenza cercare di trasferire sul nostro territorio il massimo di risorse utilizzando le leggi nazionali. Quindi, se c'è una legge, citata nell'ordine del giorno, che consente di far avere risorse ai nostri aeroporti in base alle loro caratteristiche, ben venga; questo dovrebbe essere un indirizzo generale.
Faccio presente, per esempio, che ci sono i patti territoriali, gli accordi di programma, i fondi a sovvenzione globale: tutti canali di possibile finanziamento per la nostra Regione. Credo che il compito del Consiglio dovrebbe essere quello di utilizzare tutte queste possibilità a vantaggio dell'intero territorio. L'accesso a questi finanziamenti nazionali non può essere legato all'intraprendenza, alla capacità di ascolto o di lettura dei singoli pezzi del territorio, e credo che questo dovrebbe essere un elemento sul quale tutto il Consiglio dovrebbe convergere.
Detto questo, io non conosco la legge, non so se prevede termini imminenti, vale a dire il 31 dicembre. Se così è, sfruttiamo questa occasione; se invece i termini non sono perentori si porti la questione in Commissione. Ritengo inoltre che le caratteristiche dell'aeroporto, al fine di poter ottenere questi benefici, debbano essere riconosciute con l'atto normale che è il Piano regionale dei trasporti che definisce caratteristiche e gerarchie.



(Commenti del Consigliere Casoni)



PRESIDENTE

VINDIGNI



PRESIDENTE

Eh no, Casoni, non ci sto! C'è una legge regionale che dice che si deve fare il Piano regionale dei trasporti! Ho presentato tre interrogazioni: l'Assessore ha detto che entro il 31/1/1996 lo presenta, in quella sede si dirà quali caratteristiche ha l'Aeroporto di Levaldigi e quali sono quelle di Cerrione e di Caselle! A me pare questo il modo corretto di rispondere.
Ripeto: se c'è un termine perentorio, decorso il quale si rischia di perdere queste risorse...



(Interruzione del Consigliere Casoni)



PRESIDENTE

VINDIGNI



PRESIDENTE

No, deve essere perentorio, me lo si deve dire, citando la legge l'articolo! Se il termine non è perentorio, mi pare logico che la discussione si faccia nella sede propria, che è quella della Commissione, e non in maniera estemporanea, occasionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni A me sembra che tutto ciò di cui si discute di volta in volta sia come se il mondo stesse nascendo adesso. L'Aeroporto di Levaldigi è un aeroporto che è stato voluto nel tempo, e nel tempo, attraverso le varie amministrazioni della Regione, ha potuto dare alla stessa amministrazione della Regione contezza della sua realtà o della sua non-realtà. Oltre tutto, nell'Aeroporto di Levaldigi, come in tanti altri Enti strumentali la Regione partecipa quale azionista, e per la politica che si è consumata fino ad oggi questo è stato un titolo per fare erogare le risorse dalla Regione e quindi mantenere in stallo la situazione in cui finora è stato mantenuto.
Con un'amministrazione dell'Aeroporto di Levaldigi piuttosto discutibile nel tempo, fino al punto (voi sapete come sono fatto io ed è bene che lo si sappia sempre di più, giacché nessuno è stato comandato dal Padre Eterno ad esercitare un mestiere che è quello dell'amministratore senza avere un rapporto franco con i colleghi del Consiglio) che in qualche occasione gli amministratori dell'Aeroporto di Levaldigi avevano pensato di presentare progetti che l'Amministrazione regionale avrebbe potuto realizzare con poca spesa anziché le centinaia di milioni richieste. Quindi lasciamo perdere tutto quello che è accaduto e di cui ciascuno, al di là della lettura delle carte, dovrebbe aver contezza politica; diciamo piuttosto che un bel momento, con il nuovo Assessore, a Cuneo-Levaldigi si sono accorti che si poteva intraprendere un percorso nuovo e un discorso diverso. Io sono stato per ben tre volte all'Aeroporto di Levaldigi, senza formalizzare l'incontro, in tutta dimensione di umiltà perché oltretutto andavo a capire una cosa di cui non mi ero mai occupato, quindi imparavo di volta in volta un mestiere nuovo, e mi sono accorto che la strada che sta indicando il Consigliere Vindigni è impercorribile, in quanto quella struttura ha delle conflittualità con Torino Caselle. Dico conflittualità perché nell'ambito dei trasporti tutti voi sapete benissimo che cosa significa attendere alle compagnie aeree che hanno percorsi che non intendono lasciare o condividere; voi sapete benissimo cosa significa dirottare a Genova un aereo che non può atterrare a Milano; voi sapete benissimo cosa accade con le compagnie aeree che hanno il monopolio della struttura di tutto ciò che è l'autostrada del cielo. Levaldigi non ha avuto mai questa fortuna; addirittura avevo anche pensato di proporre, in Commissione o in Consiglio, un qualche raccordo con SITO e con tutti i centri intermodali, per tradurre in termini quanto meno di scalo merci l'Aeroporto di Levaldigi, ma sono strade per il momento non percorribili.
Dopodiché, senza far tanto chiasso, poiché avrei potuto approfittarne per delle proposte consiliari, e far vedere così quanto di più e quanto si sappia operare meglio di come non sia stato fatto nel passato, in tutta dimensione umana, civile e politica, ho consigliato all'Amministrazione provinciale di Cuneo, al Consiglio comunale di Cuneo, nei Consigli comunali della zona, di promuovere loro una qualche azione amministrativa, una qualche delibera. Purtroppo queste delibere sono state fatte malamente cioè chiedono alla Regione addirittura di assumersi ciò che sostieni tu Vindigni, l'onere e il carico di dichiarare qualcosa che non può essere dichiarato in questo momento, anche se andiamo a fare un piano di ristrutturazione dei trasporti e della viabilità nella Regione Piemonte perché non è possibile concepire, così come per le strade e per le ferrovie, che Levaldigi possa diventare chissà che cosa! Nel tempo abbiamo suggerito, e parlo al plurale perché tutto è stato nell'ambito di diverse parti politiche, di diversi suggerimenti, ma sempre per cercare di trovare una via d'uscita alla situazione; abbiamo suggerito che le parti sociali del territorio (Industriali, Camere di Commercio piccole e medie aziende, artigiani, Comuni, Consigli provinciali) progettassero una qualche ripresa dell'attività economica del territorio per non sentirsi dire, come capita poi nei dibattiti e nelle conferenze stampa, che il Cuneese è penalizzato! Il Cuneese è penalizzato perché le Amministrazioni locali del Cuneese non hanno mai pensato a programmare nel territorio alcunché che desse al territorio una valenza politica! Dopodiché, a noi era stato chiesto un atto amministrativo; allora, mi era sembrato - ecco perché difendo l'ordine del giorno - di poter suggerire loro di promuovere un documento in Consiglio regionale; male è stato fatto a non interessare anche gli altri Gruppi perché è così che nascono Montabone non volermene - le gelosie, nascono le motivazioni che sono determinate dal fatto che non è stata udita la lettura dell'ordine del giorno. Io credo che se l'ordine del giorno fosse stato riletto, magari quelle motivazioni, che sono semplici e schematiche, che non hanno un'articolazione di problematiche politiche più complesse (lo stesso appello di Montabone, al quale poi si è aggregata tutta una serie di altri appelli), non ci sarebbero state.
Il punto sta qui, visto e considerato che abbiamo avuto anche la fortuna di una sollecitazione da parte governativa con una breve indicazione di parametri nuovi per poter accedere ad un finanziamento che all'Aeroporto di Levaldigi non verrà! Questa è la mia opinione.
Noi sosteniamo questo ordine del giorno per suffragare gli atti amministrativi della Provincia e dei Comuni, ma vi assicuro che non ci verrà neanche una lira, se ne tenga conto per il dibattito politico da inserire nell'ambito dell'attività della Commissione e del Consiglio.
Allora, si può votare un ordine del giorno, che è solo presa di posizione politica da parte del Consiglio, con la raccomandazione che venga trasmesso immediatamente alla Commissione consiliare, dalla quale può emergere tutto ciò che occorre perché la Regione Piemonte, volendo intervenire, determini nell'ambito del suo magro bilancio quanti miliardi potrà spendere perch l'Aeroporto di Levaldigi diventi una struttura nell'ambito dei trasporti regionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
SPAGNUOLO Io non ero preparata a questa discussione; devo dire che man mano che essa si è sviluppata mi sono fatta la convinzione che si tratti di un argomento abbastanza complesso che per la verità richiede opportunamente un approfondimento in Commissione per tutti, a maggior ragione dopo l'intervento dell'Assessore.
Questa, che vale per l'Aeroporto di Levaldigi, è solo una questione locale o può essere mutuata anche in altre situazioni? Probabilmente la questione si pone, approfondiamola perché se è per fare dei documenti tanto per farli, allora non serve, se invece è per fare un intervento che possa essere influente sul Ministero, allora lo ragioniamo e magari non è sufficiente solo un ordine del giorno, ma vale una presa di posizione della Giunta. Io chiederei di approfondirlo poiché questo punto non era all'o.d.g. Lo abbiamo iscritto pensando fosse cosa semplice, ma mi sembra che la questione sia molto più complessa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Tra campanilismo e parentela prendiamo troppo sullo scherzo - se mi consente la battuta - questioni che sono invece importanti. Non credo che questo Consiglio regionale voglia tener conto soltanto del problema illustrato dall'Assessore Masaracchio - non condivido tutto quanto ha detto e vi sarebbe da discutere anche per quanto riguarda Levaldigi. Credo che il Consiglio regionale non possa non tener conto anche di un discorso politico più generale fatto in quest'aula in passato per quanto riguarda il sistema aeroportuale della nostra Regione, che prevedeva oltre a Caselle altri aeroporti. Cerrione è uno di questi, ma non per fare campanilismo, cari colleghi Consiglieri, ma perché la Regione Piemonte e le Giunte che si sono succedute hanno investito centinaia di milioni in questi aeroporti ripianando bilanci in disavanzo, essendo parte di quelle società con azioni acquistate, quindi con nostri rappresentanti che gestiscono questi aeroporti.
Se questa richiesta vale per Cuneo, può darsi che la discussione alla fine la faccia valere solo per Levaldigi. Questa richiesta è stata inoltrata attraverso un ordine del giorno - peraltro inutile perché dopo le parole dell'Assessore Masaracchio ci si chiede il motivo per cui si debba votare.
Non credo però che possa essere solo questa la chiave di lettura del problema. Con un minimo di approfondimento possiamo anche formulare meglio al Ministero la richiesta avanzata oggi, ma mi chiedo perché dobbiamo escludere l'Aeroporto di Cerrione, che continua a chiedere interventi finanziari da parte della Regione.
Da questo punto di vista ho letto con un po' di attenzione le motivazioni che fanno richiedere ai Consiglieri un intervento da parte del Ministero per Cuneo-Levaldigi. Vi devo dire, cari colleghi, che l'industria laniera biellese commercia con l'Europa in modo consistente e preponderante, e da questo punto di vista ha un transito non utilizzato su quell'aeroporto che vale la pena di analizzare e di approfondire.
Se vogliamo seriamente parlare dello sviluppo del nostro Piemonte e del sistema dei trasporti - che può essere l'aeroporto, la ferrovia o le autostrade e l'Alta Velocità, di cui abbiamo già discusso - vale la pena approfondire per qualche minuto la questione.
Non mi pare sia questa l'occasione, perché siamo al termine di una giornata di Consiglio. E' una proposta che personalmente potrei condividere e votare, ma, secondo me, richiede un completamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Io, che in altri momenti ho criticato quelle che mi sembravano essere delle pericolose derive campanilistiche, devo dire che sono abbastanza perplesso dal calore e dalla passione negativa che si sta scatenando su questo ordine del giorno.
L'avrei firmato tranquillamente, perché non capisco cosa ci sia di negativo nel votare un ordine del giorno che può portare dei finanziamenti ad un aeroporto - qualunque esso sia - di rilevante interesse per la nostra Regione, cosa che non esclude che anche altri aeroporti possano essere finanziati. Se però serve farlo, facciamolo! Lo dico con molta tranquillità, visto che l'Aeroporto di Cuneo Levaldigi è indubbiamente un aeroporto importante. E' vero che quella zona negli ultimi anni, sta vedendo un transito davvero importante di turismo e non solo, ma anche di imprenditori provenienti da altre parti d'Europa.
Sinceramente non capisco cosa ci sia da approfondire: o siamo convinti che questo sia un aeroporto di rilevante interesse sociale e turistico, e quindi in ogni caso, al di là di ogni considerazione su altri aeroporti, lo votiamo, o non ne siamo convinti, e quindi non lo votiamo. Ma io non ho sentito dire da nessuno che non siamo convinti che sia un aeroporto di rilevante importanza.
Fatte queste considerazioni, mi sembra che questo ordine del giorno debba essere votato, ma non per qualche interpretazione dietrologica, ma per quello che di positivo e di molto naturale e semplice contiene: una semplice richiesta per una cosa che credo tutti - è emerso dagli interventi che ho sentito - riteniamo importante.
Non vorrei che, altrimenti, la proposta campanilistica non fosse quella di coloro che propongono in positivo il voto favorevole, ma di coloro che invece, provenendo da altre zone, propongono un voto negativo ed un ulteriore approfondimento.



PRESIDENTE

Grazie per le vostre riflessioni. Siccome sono emerse delle valutazioni diverse di forme che credevo fossero assorbite dall'ordine del giorno credo che si debba porre in votazione la proposta del Consigliere Montabone di rinvio in Commissione.
Pongo, quindi, in votazione la proposta di rinvio in Commissione dell'ordine del giorno n. 88.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 11 voti favorevoli, 22 contrari e 6 astensioni.
Pongo in votazione la proposta di ordine del giorno n. 88.



(Intervento fuori microfono di un Consigliere)



PRESIDENTE

Abbiamo discusso fino adesso! Quella non era una pregiudiziale! Era una discussione di merito! Potete fare delle dichiarazioni di voto, però quella non era una pregiudiziale! Faccia una dichiarazione di voto!



(Intervento fuori microfono di un Consigliere)



PRESIDENTE

Scusate! Lei ha avanzato la proposta di rinvio in Commissione, poi l'ha ritirata, la sua proposta è stata fatta dai Consiglieri Vindigni e Spagnuolo, l'ho messa ai voti, è stata respinta.
Adesso metto in votazione l'ordine del giorno.
Se volete fare le dichiarazioni di voto, siete nella piena facoltà di farle.
Visto che le considerazioni di merito erano state fatte prima, non erano delle considerazioni di ordine procedurale, mi pareva che fossero già esaurite.
Comunque, dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.
MONTABONE Userò la facoltà di fare una dichiarazione di voto per dire che cosa penso di questo documento.
Prima nell'intervenire e nel chiedere che l'ordine del giorno fosse trasmesso alla Commissione, ho detto che non intendevo entrare nel merito dell'ordine del giorno stesso, ma che ritenevo che in Commissione lo si potesse dibattere fino in fondo.
Dalla discussione è emerso che di aeroporti di questa caratura in Piemonte non ne esiste solo uno; ma con delle motivazioni, oltre che di carattere turistico, anche di carattere di protezione civile - come è scritto qui - ne esiste un altro che ha una forte preponderanza per il livello industriale e per il commercio estero di un determinato Assessore.
Propongo perlomeno - se mi date il tempo di scriverlo, lo scriver che venga aggiunto, all'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi, l'Aeroporto di Cerrione per caratteristiche che, oltre ad essere turistiche e di protezione civile, sono anche di valenza industriale e di commercio estero.
Tutto qui.



PRESIDENTE

Va bene, faccia pervenire il suo emendamento aggiuntivo.
La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN

Ho detto, nel mio precedente intervento, che condividevo tutte le motivazioni espresse su Levaldigi dai Consiglieri della provincia di Cuneo che mi hanno preceduto; Levaldigi è infatti una realtà importante, dalla valenza importante.
Ho chiesto il rinvio in Commissione proprio perché ritengo che il discorso aeroportuale non può ritenersi concluso con un ordine del giorno "sbattuto lì", all'ultimo momento; tanto meno con un ordine del giorno definito come un tentativo che non avrà buon fine, e così via.
Ritengo che il discorso aeroportuale deve investire tutto il Piemonte a partire da Caselle, o addirittura dalla Malpensa: Malpensa 2000 sarà il grande aeroporto intercontinentale del Sud Europa, il punto di riferimento dell'Italia, della Svizzera e di una parte dell'Austria e della Francia.
Attorno alla Malpensa si sviluppano altri due grandi aeroporti, l'uno di Caselle, l'altro di Linate, ed una ramificazione di piccoli aeroporti che devono servire quale supporto a questi grandi poli: officina, turismo merce e così via.
E' un discorso importante, che necessita tempi sufficienti e la preparazione degli atti necessari. Non vedo come lo si possa fare, alla vigilia di Natale, all'ultimo momento.
Se invece siamo solo su un tentativo, così come l'ha definito l'Assessore, per portare a casa dei soldi, ...ma a me biellese lo venite a dire? Allora tentiamo per tutti; allora va bene l'emendamento presentato Montabone, che non ho ancora letto, ma sicuramente mi va bene. I soldi poi, se vengono, vengono - anzi, speriamo che vengano. Sinceramente comunque, non mi sembra un modo logico di procedere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.
MARENGO Non entrerò più nel merito della discussione, che si sta prolungando anche troppo. O troppo poco. Presenterei un emendamento che sopprima tutta la parte che dice: "premesso che"; rimarrebbe quindi la dizione "constatato che la legge dello Stato... chiede che il Ministero dei Trasporti riconosciuto il forte valore sociale e turistico degli aeroporti minori del Piemonte li ammetta al beneficio finanziario previsto dalla legge n.
351/95".



PRESIDENTE

Possiamo avere questo emendamento aggiuntivo? MARENGO Sono due gli emendamenti.



PRESIDENTE

C'è un emendamento abrogativo della premessa, e poi l'emendamento correttivo del "chiede".
Se i firmatari lo accettano, non c'è bisogno di votarlo.
L'emendamento del Consigliere Montabone mi pare che possa essere ricompreso nell'emendamento del Consigliere Marengo. Mi pare che sia più corretto, nel senso che togliendo questa premessa si può fare il riferimento al sistema aeroportuale minore del Piemonte.
Va bene così? I firmatari dell'ordine del giorno accettano l'emendamento, quindi non è necessario votarlo.
Pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo così modificato recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte constatato che la legge dello Stato n. 351/95 prevede la possibilità per alcuni aeroporti minori che rivestono però interesse sociale e turistico, di essere ammessi al beneficio riguardante il ripianamento delle perdite per il quinquennio interessato alla normativa medesima chiede che il Ministero dei Trasporti, riconosciuto il forte valore sociale turistico ed industriale degli aeroporti minori del Piemonte (Levaldigi e Cerrione), ammetta le relative società ai benefici finanziari previsti dalla legge n. 351/95".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 51 Consiglieri presenti.
Rinnovando gli auguri più belli, togliamo la seduta.
Grazie, buon anno e buon Natale.



(La seduta ha termine alle ore 18,10)



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