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Dettaglio seduta n.298 del 27/10/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Farassino, Marengo e Racchelli.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Nuovo assetto organizzativo dei Gruppi consiliari e modifiche alla normativa sul personale dei Gruppi" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori del Consiglio con l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Nuovo assetto organizzativo dei Gruppi consiliari e modifiche alla normativa sul personale dei Gruppi", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Chiedo ai colleghi di prendere posto in aula, in modo che i lavori possano concretamente avere un seguito.
Sollecito la presenza del Consigliere Cavaliere, in quanto stavamo esaminando gli emendamenti all'art. 3 da lui presentati.
Chiedo ancora al Consigliere Cavaliere se mi può confermare il suo orientamento relativamente agli emendamenti che ha presentato, relativi ad una sostituzione della data che fa riferimento alla possibilità di partecipare ai concorsi di cui all'art. 50.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, ritiro gli emendamenti.



PRESIDENTE

D'accordo, con il suo consenso, consegno agli uffici questi emendamenti, che si intendono ritirati.
Relativamente all'art. 3 ci sono ancora degli emendamenti presentati dal Consigliere Angeleri.



(Tutti gli emendamenti successivi presentati dal Consigliere Angeleri che vanno a sostituire la data "1 gennaio 1997" con altra data progressiva fino al "22 dicembre 1997", vengono posti in votazione per alzata di mano uno ad uno (allegati conservati agli atti)



PRESIDENTE

- non hanno partecipato alla votazione 16 Consiglieri)



PRESIDENTE

Su richiesta del Consigliere Chiezzi, l'emendamento successivo, sempre presentato dal Consigliere Angeleri, che sostituisce la data "31 dicembre 1997" con la data "23 dicembre 1997", viene posto in votazione mediante appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 33 hanno risposto NO 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.



(Gli emendamenti, presentati dal Consigliere Angeleri, fino alla data "30 dicembre 1997" (allegati conservati agli atti)



PRESIDENTE

votazione per alzata di mano e respinti con 33 voti contrari - non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri)



PRESIDENTE

Comunico che l'emendamento riferito alla data "31 dicembre 1997", da sostituirsi sempre con la data "31 dicembre 1997" non è considerato ricevibile.



(Gli emendamenti, presentati dal Consigliere Angeleri, che propongono di sostituire la data "31 dicembre 1997" con la data "1 gennaio 1998" fino al mese di ottobre 1998 (allegati conservati agli atti)



PRESIDENTE

votazione per alzata di mano e respinti con 33 voti contrari - non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri)



PRESIDENTE

Prosegue ora l'esame di altri emendamenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri e Benso: all'art. 3, le parole "coloro che alla data del 31 dicembre 1997" vengono sostituite dalle parole "coloro che alla data di entrata in vigore della presente legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 22 voti contrari (non hanno partecipato alla votazione 18 Consiglieri).
Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri e Benso: all'art. 3, quarta riga, dopo la parentesi, la congiunzione "e" viene sostituita con "o".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 22 voti contrari (non hanno partecipato alla votazione 18 Consiglieri).
Emendamento presentato dai Consiglieri Deorsola, Minervini, Toselli Grasso e Foco: all'art. 3, comma primo, sono soppresse le parole da "ovvero che abbiano..." fino a "...entrata in vigore della presente legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).
Ricordo che i restanti emendamenti a firma del Consigliere Cavaliere sono stati ritirati dal proponente e saranno conservati agli atti.
Si proceda, dunque, alla votazione dell'art. 3 come modificato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 42 voti favorevoli 29 voti contrari 13 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri. L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Relativamente all'art. 4, che è l'articolo che prevede lo stanziamento per il 1998, è stata presentata una cospicua serie di emendamenti da parte del Consigliere Angeleri.
Vi prego di prestare attenzione poiché si tratta di un adempimento che dobbiamo fare nello scrupolo massimo della legge.
In base all'art. 80 del Regolamento interno del Consiglio regionale gli emendamenti che comportano un aumento di spesa, o che comunque incidono sul bilancio della Regione, sono trasmessi, subito dopo la presentazione alla Commissione competente affinché esprima il proprio parere. Questo pu essere dato anche verbalmente nel corso della seduta, per cui chiedo al Presidente della I Commissione di riunire seduta stante la Commissione per esprimere la valutazione.
La Commissione si può riunire in aula, presso i banchi della Presidenza. I lavori del Consiglio sono, quindi, sospesi per il tempo strettamente necessario a questo adempimento che - ripeto - è di natura formale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16,41 riprende alle ore 16,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Presidente della I Commissione, Ferrero, che informerà l'aula sull'esito dei lavori della I Commissione.



FERRERO Caterina

La Commissione si è riunita e, stante il parere negativo espresso dall'Assessorato sull'impossibilità della copertura finanziaria, ha espresso a sua volta parere negativo.



PRESIDENTE

Il Consiglio prende atto di questa valutazione.
Passiamo pertanto all'esame degli emendamenti relativi all'art. 4 presentati dal Consigliere Angeleri: all'art. 4, "L. 300 milioni" viene sostituito da "L. 301 milioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 24 voti contrari (non hanno partecipato alla votazione 15 Consiglieri).
All'art. 4, "L. 300 milioni" viene sostituito da "L. 500 milioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 24 voti contrari (non hanno partecipato alla votazione 15 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 34 voti contrari 2 astensioni 10 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Comunico che gli emendamenti presentati dal Consigliere Cavaliere relativi all'art. 5 si intendono ritirati (allegati conservati agli atti).
Si proceda, dunque, alla votazione dell'art. 5 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 34 voti contrari 3 astensioni 7 L'art. 5 è approvato.
L'esame dell'articolato è terminato.
Ricordo che, essendo un provvedimento rinviato dal Governo, se l'aula intende approvarlo, è necessaria una maggioranza qualificata di 31 voti ovvero la maggioranza degli assegnati.
La parola al Consigliere Riba per dichiarazione di voto.



RIBA Lido

Una dichiarazione molto breve, Presidente e colleghi, per richiamare il fatto che il nostro Gruppo ha cooperato, nei limiti delle sue possibilità alla formulazione di una proposta di legge che sistemasse la partita rimasta in sospeso del personale dei Gruppi dopo l'approvazione della legge n. 51, approvata il 4/9/1997.
Noi non eravamo neanche contrari - l'abbiamo detto, l'ho detto anche personalmente intervenendo nel dibattito sull'approvazione del primo di questi testi di legge - al riconoscimento delle anzianità come ad un titolo che potesse dare accesso alla partecipazione ad un concorso riservato; non eravamo contrari a che, così come altri titoli, l'avere esercitato per un periodo di tempo significativo un'attività di servizio nella Pubblica Amministrazione costituisse un elemento di professionalità e di maturazione di elementi di idoneità pari ad altri titoli.
Tuttavia, fin dal dibattito svoltosi in occasione dell'approvazione della proposta di legge poi rinviata dal Governo, avevamo messo in evidenza la necessità che ci fosse un assoluto rigore nel valutare gli elementi di anzianità; avevamo altresì sottolineato come, a nostro parere, un elemento di rigore poteva essere quello di considerare dato di idoneità per la partecipazione ad un concorso riservato la presenza in servizio alla data del 4/9/1997, data di approvazione della legge sul personale. Era una data né lontana né vicina, ma comunque una data oggettiva; dopo quella data evidentemente, e ne abbiamo gli elementi, si sono costituite condizioni di fatto che hanno reso il titolo dell'anzianità di servizio, della presenza o meno in servizio ad una determinata data, un titolo assai meno probante (e non voglio ulteriormente dettagliare, perché le discussioni svoltesi sono agli atti di questo Consiglio e dalla Commissione competente in materia).
Questa è la ragione per la quale noi, pur potendo esprimere elementi di condivisione di parte degli artt. 1 e 2, abbiamo votato contro con fermezza all'art. 3, che è quello che snatura completamente il testo della legge rispetto agli elementi che avremmo considerato accettabili come costitutivi dell'anzianità.
Pertanto, pur esprimendo - Presidente Deorsola - apprezzamento per il lavoro svolto da lei e dai membri dell'Ufficio di Presidenza per perfezionare un atto amministrativo, un atto legislativo indubbiamente complesso; pur apprezzando il lavoro svolto e dandone atto all'Ufficio di Presidenza, non possiamo che esprimere voto contrario all'intero testo così come avevamo votato contro al testo della prima proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intendo esporre, spero con chiarezza, alcune considerazioni circa questa vicenda, che porta per la seconda volta, da quando partecipo ai lavori di quest'aula, ad affrontare il problema di dare una corretta sistemazione alle lavoratrici e ai lavoratori che prestano servizio presso i Gruppi. Spero, nelle poche cose che dirò, di essere chiaro, mettendo in luce problemi, senza ipocrisie di turno.
Cari colleghi, sappiano tutti che le lavoratrici e i lavoratori impiegati presso i Gruppi consiliari possono fare riferimento a due fattispecie contrattuali: o lavoratrici e lavoratori della Regione Piemonte che, su semplice richiesta del Capogruppo, prendono servizio presso il Gruppo - quindi senza nessun'altra autorizzazione da parte dell'ufficio di provenienza o con procedure diverse - oppure, in assenza di questa possibilità, sono lavoratrici e lavoratori che vengono assunti con un contratto a termine da parte del Gruppo.
Questa situazione è molto delicata, in relazione alle concrete situazioni che si determinano oggettivamente in ciascun Gruppo; noi abbiamo di fronte una legge che permette queste due possibilità. Penso che tutti i Gruppi si siano innanzitutto attivati nel ricercare personale che già disponesse di un contratto con la Regione Piemonte. Solo in seconda battuta cercano di attivarsi per riuscire a dotarsi di personale con l'altro strumento. A me pare - come da esperienza - che diventi sempre più difficile disporre di personale interno alla Regione Piemonte disponibile a lavorare presso i Gruppi: io mi trovo in questa situazione. Situazione difficile, colleghi, per mille motivi tutti comprensibili. Motivi tra i quali vi è anche la particolare natura del lavoro che si svolge presso un Gruppo. Infatti, diventa difficile - per una lavoratrice o un lavoratore che provengono da un altro ufficio della Regione Piemonte - essere del tutto autonomi ed estraniati, dal punto di vista politico dall'appartenenza al Gruppo Comunista. Una lavoratrice o un lavoratore che non è iscritto al partito, a cui eventualmente fa riferimento il Gruppo, e neppure politicamente la pensa in quel modo, se decidesse di venire per motivi d'ufficio a lavorare presso i nostri uffici, perché è un bravo dattilografo, perché sa usare la strumentazione del computer, perché scrive bene, è difficile dire che questa persona, agli occhi esterni, in qualche modo non è politicamente coinvolta nel Gruppo: diventa difficile.
Questo è un elemento che deve farci ragionare; i nostri sono uffici pubblici, uffici nei quali diventa difficile disporre di personale, per validissime ragioni, però diventa difficile, sono uffici di interesse pubblico. Non si può negare che tutti i Gruppi abbiano diritto di lavorare e per lavorare hanno necessità di personale. Il canale - dovrebbe essere quello eccezionale, almeno dal mio punto di vista - di assunzione tramite contratti a termine diventa, purtroppo, "l'unica" possibilità che hanno gli uffici dei Gruppi di disporre di personale.
Di fronte a questa situazione non penso ci si possa nascondere, nel senso che non si può pensare che in una struttura pubblica dei Gruppi nella quale quasi nessuno vuole venire a lavorare - e questo va rispettato ma ha anche una conseguenza - si predisponga in modo stabilmente precario lo status di queste lavoratrici e di questi lavoratori.
E' un problema difficile, però è inammissibile pensare che ci sia un luogo che svolge un servizio pubblico, perché siamo un servizio pubblico nel quale per principio chi lavora non ha alcuna prospettiva, visto che l'altro canale esiste solo sulla carta. Sono d'accordo che bisogna risolvere questo problema con raziocinio e nel rispetto dei diritti che vengono acquisiti da queste lavoratrici e da questi lavoratori nei Gruppi affinché il lavoro svolto presso gli stessi ad un certo punto non diventi lavoro perso, ma un lavoro a cui si dà una prospettiva di accesso attraverso le procedure concorsuali, nell'ambito della compagine regionale.
Quindi, sono d'accordo che si sia giunti a questa sanatoria; non sono d'accordo su alcuni elementi di merito e di scelta, ripresi dal collega Riba, perché anche qui occorre un equilibrio attraverso un provvedimento specifico, per inserire il personale all'interno della Regione.
Sono d'accordo sulla necessità di dare una prospettiva, ma non bisogna superare la soglia in base alla quale l'amico nostro in difficoltà possa accedere alla Regione dopo aver trascorso qualche giornata di lavoro presso un Gruppo.
Ci sono situazioni che vanno meditate ed equilibrate: questa, a mio modo di vedere, non è la situazione rappresentata dal disegno di legge.
Per questo motivo noi votiamo contro, secondo un ragionamento che viceversa, si fa carico della necessità di trovare una soluzione al problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, voterò convintamente contro il provvedimento, perché credo che, di fronte ad una necessità reale, quella cioè di regolarizzare condizioni anomale, si siano svolte e decise delle procedure in qualche modo discontinue rispetto a provvedimenti analoghi del passato ad opera del Consiglio regionale del Piemonte.
Presidente, questo provvedimento, non per l'obiettivo primario che a parole tutti hanno richiamato, ma per le modalità e per ciò che produce sarà ricordato negli anni futuri e segnerà in modo negativo la storia di questa Regione. Questo non riguarda i dipendenti che hanno collaborato per mesi ed anni in questa maniera anomala e la cui situazione doveva in qualche modo essere sanata.
Questo riguarda la modalità ultima con cui si è chiamato in ultimo a regolarizzare una serie di persone che prima non erano in servizio. Credo che questo sia abbastanza scandaloso. Raccontare in giro le modalità di assunzione di alcuni Gruppi è qualcosa a cui nessuno crede. Non voglio fare nomi, ma qualche Gruppo, potendolo fare, ha applicato tali modalità. Quando la Camera dei Deputati emanò il vituperato provvedimento dei famosi portaborse, che prevedeva per ogni deputato la possibilità di assumere, si stabilì che il portaborse non potesse essere parente stretto del deputato.
Ma noi non abbiamo introdotto nemmeno questo criterio, Presidente! Questo la dice lunga e secondo me diventerà un precedente.
Questa legislatura sarà ricordata non solo per questo - fortunatamente! ma questo contribuirà molto a ricordare dei passaggi negativissimi della gestione istituzionale di questo Ente, questioni che non c'entravano e non c'entrano nulla con la necessità di sanare delle situazioni anomale; anzi anche se ho usato il ricatto morale in maniera un po' troppo demagogica su questo punto, responsabilità che credo siano emerse chiaramente.
Non aggiungo altro, Presidente, perché ho già avuto modo di spiegare a lungo la mia contrarietà a questo provvedimento che riaffermo fermamente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Il nostro Gruppo voterà a favore di questo provvedimento e richiamiamo in generale le argomentazioni che abbiamo già espresso nel corso della prima votazione. Non saremmo nemmeno intervenuti se non avessimo sentito alcune argomentazioni - per carità, assolutamente legittime - in particolare da parte del Consigliere Chiezzi.
Il personale dei Gruppi a pieno titolo acquisisce una grande esperienza non di tipo politico, ma di tipo istituzionale. E' questa la caratteristica che noi vorremmo mettere in evidenza, perché saper seguire la vita di un Gruppo, dal punto di vista della formazione, delle decisioni, dei percorsi e delle procedure istituzionali, evidentemente è un'esperienza assolutamente arricchente, che consentirà poi a questo personale, nel momento in cui nei vari percorsi di vita lavorativa dovrà fare scelte che attengano ad altri servizi, ad altri uffici, ad altri ambiti lavorativi della Regione Piemonte, di portare un bagaglio di tipo professionale assolutamente irripetibile, perché saper partecipare non al processo di formazione della decisione politica, che non può che spettare al Consigliere regionale, ma saper partecipare al processo di elaborazione degli strumenti che lo Statuto prevede di portare in aula (saper elaborare un ordine del giorno, un'interrogazione, concorrere all'elaborazione di un processo legislativo) è un'esperienza che non sempre il personale della Regione Piemonte ha la possibilità di accumulare, ma che concorre certamente alla formazione di una professionalità che attiene alla vita della Pubblica Amministrazione. In questo caso, riteniamo che questo personale non sia affatto di serie B, magari per il modo con il quale in prima battuta ha avuto la possibilità di accedere alla Regione Piemonte (magari per un'assunzione diretta, come è stato nel passato). La legge tende a sanare questa situazione, ma riteniamo che questo personale abbia un profilo di formazione professionale estremamente qualificato, altrimenti diremmo a noi stessi che saper lavorare e procedere alla formazione di questo tipo di atti rappresenta l'elaborazione di provvedimenti e di attività di serie B, quasi che si trattasse di un lavoro non qualificato: al di là della scelta politica, che è e resta prerogativa del Consigliere regionale, sapere, attraverso un'attività meramente istituzionale ed amministrativa, interpretare anche il modo istituzionale di tradurre una volontà politica significa veramente saper esprimere una professionalità.
Credo che sia nell'esperienza di tutti i Gruppi consiliari aver constatato che anche personale qualificato non sa immediatamente lavorare ed esprimere una produzione di qualità conforme a queste esigenze: ci vuole del tempo ed occorrono anche determinate attitudini per saperle interpretare.
Credo che questa legge di sanatoria in qualche modo ci aiuti a raggiungere un altro grande obiettivo, che è quello di cui noi abbiamo sempre parlato e cioè quello della qualificazione dell'attività istituzionale dei Gruppi, perché i Gruppi sono previsti da una legge regionale, svolgono una determinata attività prevista anche da tante altre normative regionali e pertanto rappresentano un'attività ed una realtà che sempre più deve potersi qualificare.
Noi riteniamo che questa legge, qualificando e collegando strettamente il personale dei Gruppi alla Regione Piemonte, concorra alla formazione di questo tipo di obiettivo. Pertanto, escludiamo anche una sorta di collegamento politico. Oltretutto, la nostra esperienza ci porta a dire che, per il nostro personale - ovviamente i lavoratori sono liberi di avere le loro idee al di fuori del posto di lavoro - questo tipo di attività si può realizzare in maniera professionalmente qualificata a prescindere da un determinato orientamento politico. Ci tenevamo a sottolineare questo perch credo che questa strada potrà aiutarci a qualificare la Regione Piemonte e il lavoro dei Gruppi consiliari. Quindi, questa è un'occasione per invertire una tendenza, cioè avere del personale sempre più qualificato, un personale che assume, anche nell'ambito dei Gruppi, caratteristiche dirigenziali e che si scrolla di dosso un ruolo che forse era conforme alla fase iniziale della vita della Regione Piemonte.
Da un personale dei Gruppi meramente di segreteria, passiamo oggi al concetto di un personale dei Gruppi di staff istituzionale e questo è l'elemento che ci fa votare a favore del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Il Gruppo di Rinnovamento Italiano voterà in modo convinto a favore di questa legge. Questo provvedimento non segnerà certamente in modo negativo la storia della nostra Regione, perché è un provvedimento che dà l'opportunità a dei giovani lavoratori, che già lavorano per i Gruppi regionali del Piemonte, di essere inseriti nei Gruppi regionali e quindi di vedere avverate le proprie legittime aspettative.
Io credo che non si possa assumere un provvedimento come questo e pensare che sia negativo. Sarà estremamente positivo.
Basterebbe che io mi rifacessi alla dichiarazione di voto di quando questo provvedimento è stato approvato da quest'aula e non dovrei aggiungere null'altro, se non ricordare che è impensabile che si facciano distinzioni fra dipendenti e dipendenti della Regione Piemonte. Credo che i lavoratori dovrebbero essere tutti insieme tutelati dalle forze sindacali e non alcuni osteggiati dalle forze sindacali. Non penso che un contratto a termine possa durare più di alcuni mesi in una pubblica amministrazione, va contro le logiche delle assunzioni permanenti. Tant'è vero che per chi viene assunto di sei mesi in sei mesi deve intercorrere del tempo tra una chiamata e l'altra; dico questo perché sono convinto che se i nostri dipendenti avessero assunto una posizione dal punto di vista giuridico nei confronti dei Gruppi consiliari e del Consiglio regionale probabilmente avrebbero avuto ragione e avrebbero visto le loro opportunità lavorative ugualmente verificate.
Per questi motivi, e per tutte le motivazioni che già la scorsa volta abbiamo espresso, voteremo a favore in modo convinto di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Si tratta di una legge che abbiamo già ampiamente discusso; il testo non è stato modificato. Sono in discussione alcuni ritocchi dovuti al fatto che il testo è stato rinviato, quindi credo che si tratti semplicemente per il mio Gruppo, di ribadire il motivo che ci aveva già portato a votare contro.
Credo che questa legge abbia varie sfaccettature; la meno negativa riguarda la sanatoria sul personale attuale. Io sono convinto di parecchie considerazioni che faceva la Consigliera Spagnuolo; credo che si tratti di personale che lavora in un settore in cui alla fine, dopo un certo periodo ha acquisito un'esperienza significativa che, a mio avviso, gli permetterà di superare dei concorsi anche selettivi che dovrebbero essere poi svolti.
Non credo che si debba dare l'idea che si permette un facile accesso.
Per la mia esperienza di tre anni in Regione, con personale che ha lavorato ai Gruppi, sono convinto di poter dire che esiste questo tipo di qualità. Questo, a mio avviso, è l'aspetto meno negativo che forse ci poteva portare tutti ad essere favorevoli; devo dire che anch'io da questo punto di vista non ho capito una serie di proteste che ci sono state da parte delle organizzazioni sindacali in Regione che, a mio avviso, in altri momenti sono state meno attente a sottolineare anche elementi di discrezionalità che erano emersi. Ricordo che la L.R. n. 51/97 relativamente ai dirigenti, al livello massimo di direzione, ha lasciato alla Giunta delle amplissime discrezionalità e su questo la protesta era stata meno forte, non l'ho udita da questo punto di vista. Sono rimasto stupito, in questi anni in Regione, di aver visto due volte manifestazioni delle organizzazioni sindacali su questo problema e di non aver assistito a manifestazioni sindacali per la conquista di nuovi diritti per tutti i lavoratori. Anche i contratti sono estremamente modesti; avrei preferito che le organizzazioni sindacali si fossero spese anche in quel momento.
Ho l'impressione che si sia cercata una facile popolarità su un argomento che poteva offrire questo elemento, mentre invece credo che i problemi dei lavoratori della Regione siano ben altri. Riguardano la concertazione che c'è nel Paese, la data del 23 luglio vincola i lavoratori e la loro dinamica e la difesa delle loro conquiste, soprattutto il salario.
Su questo credo che ci sia stato un eccesso di protagonismo. Però ci sono altri aspetti e su questi condivido le critiche che avevo già fatto ma che ha ripreso in quest'aula il Consigliere Cavaliere, rispetto al futuro dei Gruppi. Credo che ci siano degli aspetti innovativi positivi, ma che ci sia anche una mancanza di limiti che vengono introdotti nella gestione del futuro personale e questo è l'elemento di fondo che mi porta a dare un voto negativo.
Concludo perché, ripeto, l'argomento è stato già ampiamente discusso.
Sui futuri provvedimenti che arriveranno credo che la discussione dovrà essere altrettanto approfondita rispetto al modo in cui si è affrontata la discussione la prima volta su questo provvedimento.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 hanno risposto SI' 35 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Proporrei ora di passare all'esame del disegno di legge n. 457, di cui al punto 6) all'o.d.g.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, l'ordine dei lavori discusso questa mattina era diverso.



PRESIDENTE

C'è tempo ancora per...



CAVALIERE Pasquale

Non c'è tempo, Presidente! Lo decidiamo insieme se c'è tempo, non lo decide lei per cui gli ultimi tre minuti della seduta alle otto di sera secondo lei, sono il "tempo sufficiente"! C'è la questione di EXPO 2000; ci sono gli elicotteri dell'Assessore Vaglio; ci sono delle questioni che - se permette, Presidente - chiedo siano discusse ora! Questo era il programma, Presidente.



PRESIDENTE

Il programma era di avere uno spazio per discutere di EXPO 2000 e delle altre questioni.



CAVALIERE Pasquale

Sì, ma lo spazio deve essere congruo. Dato che sono le sei...



PRESIDENTE

No, sono le cinque e mezza.



CAVALIERE Pasquale

Mi pare tardi per discutere di questi argomenti! In subordine, chiedo la Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta chiede di fare una comunicazione; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Chiedo al Consigliere Cavaliere, in relazione anche al lavoro che abbiamo svolto insieme - del quale lo ringrazio anticipatamente - sul disegno di legge in discussione, dato che io sono assolutamente pronto insieme all'Assessore Pichetto, a rispondere, anzi, abbiamo anche una relazione scritta su EXPO 2000, se gentilmente conviene con noi a discutere il disegno di legge successivo per poi affrontare la questione EXPO 2000.
Per quanto riguarda invece l'interrogazione relativa all'Assessore Vaglio, mi impegno personalmente, non avendo ancora raccolto, ma avendo la certezza di poterlo fare entro i prossimi giorni, a rispondere nella seduta di martedì prossimo, come primo punto all'o.d.g.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ripeto che, non avendo ancora tutto il materiale, mi impegno a rispondere all'interrogazione come primo punto all'o.d.g. della prossima seduta.



PRESIDENTE

Possiamo proseguire in questo senso?



CAVALIERE Pasquale

Io non so se è un'opinione solo mia; vorrei sentire il parere degli altri Gruppi.



PRESIDENTE

Sentiamo qual è l'orientamento dei Gruppi.
Devo pensare che ci sia una forma di silenzio-assenso.
Chiedo comunque al Presidente Ghigo di far distribuire il documento su EXPO 2000 in modo che siano facilitati i lavori.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame disegno di legge n. 457: "Norme sull'organizzazione degli uffici di comunicazione e sull'ordinamento del personale assegnato"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del disegno di legge n. 457, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Con il presente disegno di legge la Regione Piemonte introduce una diversa disciplina degli uffici di comunicazione con la definizione di un modello 'organizzativo' complessivo più adeguato alle esigenze e alle finalità di uffici la cui funzione esclusiva è quella di supporto e di collaborazione diretta agli amministratori per l'espletamento delle funzioni istituzionali ascritte a tali soggetti.
Le recenti innovazioni introdotte in materia di pubblico impiego dalla normativa nazionale ed in particolare dalla riforma Bassanini e la L.R.
8/8/1997 n. 51 sono alla base del nuovo modello disegnato secondo principi ispirati al riconoscimento della piena autonomia organizzativa e gestionale degli amministratori rispetto alle strutture innanzi individuate e al personale ad esse assegnato. L'autonomia organizzativa e gestionale comporta anche un'autonomia finanziaria. Con il presente atto normativo si propone, pertanto, di definire e di assegnare le risorse finanziarie necessarie all'utilizzo del personale dei predetti uffici di comunicazione assumendo come riferimento la spesa effettiva del personale previsto in dotazione organica per un importo complessivo determinato secondo le modalità indicate al comma terzo dell'art. 1.
L'ampia autonomia organizzativa e gestionale postula anche il riconoscimento di un'ampia facoltà di scelta da parte degli amministratori del personale assegnato agli uffici di comunicazione che, ai sensi dell'art. 1, comma sesto, del provvedimento normativo 'de quo' può essere individuato tra dipendenti regionali, oppure di Enti strumentali o dipendenti dalla Regione, ovvero, comandati da altre Pubbliche Amministrazioni ed anche, come previsto dal comma quinto, tra persone estranee all'Amministrazione. Tale autonomia di scelta dovrà corrispondere alle necessità tecniche e professionali delle strutture di supporto.
Con la sola eccezione per il personale comandato, per il quale si provvede con determina di autorizzazione al comando stesso, l'incarico di responsabile o di componente dell'ufficio di comunicazione viene conferito mediante stipulazione di contratto di diritto privato a tempo determinato che per i dipendenti pubblici comporta il collocamento in aspettativa senza assegni per tutto il periodo di durata dell'incarico.
La privatizzazione del rapporto di lavoro del personale assegnato agli uffici di comunicazione appare funzionale rispetto alle peculiarità di tali strutture e costituisce corollario indispensabile al buon funzionamento delle strutture medesime. Essa, inoltre, evidenzia il carattere fiduciario del rapporto medesimo, revocabile in qualsiasi momento dall'amministratore e che si risolve di diritto quando cessa dall'ufficio l'amministratore a supporto del quale il personale risulta assegnato.
Come conseguenza del nuovo modello organizzativo proposto, si prevede che, nel rispetto dei criteri indicati all'art. 2, comma primo, il personale in servizio presso gli uffici di comunicazione possa partecipare ai concorsi di cui all'art. 50, commi terzo, quinto e settimo della L.R. n.
51/97 purché in possesso dei requisiti di legge previsti per l'accesso alle qualifiche medesime, mutuando l'analoga procedura prevista nella legge per il personale in servizio dei Gruppi consiliari in fase di approvazione.
La I Commissione consiliare, nella seduta del 15 ottobre scorso, ha esaminato il disegno di legge, lo ha approvato a maggioranza dei Consiglieri presenti e lo ha trasmesso all'aula, auspicandone una sollecita approvazione".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
Erano stati preannunciati degli emendamenti da parte della Giunta regionale, che credo l'Assessore Burzi stia firmando in questo momento. Non appena perverranno alla Presidenza provvederò immediatamente a farli fotocopiare e distribuire a tutti i Consiglieri in modo da avere la massima contezza del provvedimento che si va a votare.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: al comma quarto dell'art. 1, primo periodo, vanno soppresse le parole "di Enti strumentali e dipendenti della Regione".
Mi pare che la ragione di questo emendamento sia facilmente intuibile; lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.
1.2) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: al comma quinto dell'art. 1, dopo la parola "avvalersi", aggiungere le parole "nei limiti massimi del 50% di tale spesa".
Anche questo emendamento mi pare sufficientemente chiaro; lo pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 33 voti favorevoli e 11 astensioni.
1.3) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: all'art. 1 viene inserito il seguente nuovo comma: "5 bis. Sono fatti salvi, rispetto al limite di spesa di cui al comma terzo, gli eventuali oneri derivanti dall'applicazione dell'istituto di sostituzione per maternità, in applicazione della legge 30/12/1971 n. 1204 in tal caso, la spesa necessaria per far luogo alla sostituzione viene imputata sui capitoli di spesa riferiti al personale regionale, fermo restando la possibilità di scelta tra la temporanea assegnazione di dipendenti regionali di qualifica funzionale non superiore all'VIII, ovvero al di fuori dell'Amministrazione regionale, prevedendo, in tal caso, un compenso equivalente al trattamento economico iniziale del I livello al quale l'interessato può accedere in relazione al titolo di studio posseduto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 29 Consigliere presenti.
1.4) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: al comma settimo dell'art. 1, dopo la parola "competenze", aggiungere le parole "Le Direzioni regionali competenti in materia di personale forniscono il supporto tecnico necessario per la stipulazione e la gestione dei singoli contratti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli e 11 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 31 voti contrari 4 astensioni 11 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: al comma primo dell'art. 2, dopo la parola "accesso", aggiungere le parole "dall'esterno".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 32 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 1 astensioni 11 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 31 voti contrari 1 astensioni 9 L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI' 32 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Comunicazioni della Giunta regionale in merito ad EXPO 2000 e alla cessione delle attività fieristiche del Lingotto


PRESIDENTE

Ha ora la parola il Presidente della Giunta Ghigo per alcune comunicazioni in merito ad EXPO 2000.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta regionale, in data 26/10/1998, ha assunto una deliberazione di indirizzo che vincola l'espressione del voto del rappresentante della Regione all'Assemblea dei soci di EXPO 2000 S.p.A. convocata per il 28/10/1998, chiamata a pronunciarsi sulla cessione delle attività fieristiche del Lingotto.
EXPO 2000 è una Società cui partecipa la Regione, in base alla ragione sociale e alle caratteristiche contemplate nella legge regionale istitutiva n. 7 del 25/2/1991, per la promozione di diversi settori economici del sistema produttivo piemontese, per la gestione e lo sviluppo delle attività fieristiche e di altri servizi.
EXPO 2000 ha la caratteristica di ente che opera con disciplina privatistica, come una comune impresa di gestione fieristica, pur perseguendo fini di interesse pubblico.
Il controllo della Regione è esercitato tramite due diverse forme: la partecipazione, unitamente alla Camera di Commercio di Torino all'Unione Industriale, all'ANFIA, al Gruppo FIAT ed altri azionisti minori, alla compagine sociale quale principale azionista con circa il 32 delle quote sociali la vigilanza esercitata, ai sensi della L.R. n. 47/87, per i Centri fieristici che svolgono attività finanziata in concorso con contributi regionali, come è avvenuto in questi anni di attività; inoltre, il programma triennale dell'attività fieristica è sottoposto all'approvazione della Regione.
L'attività fieristica, a prescindere dal soggetto gestore, è comunque soggetta all'autorizzazione e alla vigilanza regionale. Il rilascio dell'autorizzazione resta la condizione imprescindibile perché qualunque soggetto realizzi un'iniziativa fieristica. Anche mutando la qualità e la titolarità del gestore, il potere di controllo della Regione non viene in alcun modo vanificato.
L'azione della Società nel comparto fieristico ha incontrato numerose difficoltà oggettivamente legate alla situazione socio-economica e geografica del capoluogo piemontese. Nel piano triennale, datato 13/7/1998 è la stessa EXPO 2000 ad indicare i fattori critici che ne hanno finora condizionato lo sviluppo e la cui rimozione non è ipotizzabile nell'arco del breve e medio periodo. In particolare, si segnala: l'affollamento dei Centri fieristici nell'Italia settentrionale, che comporta una frammentazione non arginata da una politica nazionale di coordinamento, poiché la legge di riforma del sistema fieristico, da lungo tempo all'esame del Parlamento, non è stata ancora licenziata la prossimità del Piemonte con il polo milanese, il più rilevante a livello nazionale una certa maggiore vivacità, nel settore dell'export dell'area del Nord Est, specie per l'apertura dei mercati dell'Europa orientale, il che ha naturalmente favorito centri come Verona e Bologna la difficoltà delle comunicazioni che affligge il bacino piemontese la ridotta capacità alberghiera della città (basti segnalare l'assenza delle maggiori catene alberghiere internazionali).
A fronte di questo quadro, non certo privo di difficoltà, esistono indubbiamente potenzialità di crescita del sistema fieristico regionale che debbono essere poste in relazione soprattutto: al grande rilievo produttivo del Piemonte, che presenta attività di eccellenza in molti settori manifatturieri alla sua posizione centrale rispetto ai principali assi di comunicazione europea che saranno esaltati dalla maggiore integrazione comunitaria ad una ricca tradizione di presenze fieristiche, che deve però superare la frammentazione in favore di una sua più forte proiezione internazionale.
A conferma di tali potenzialità, si ricorda che nel corso del 1997, pur con le difficoltà già evidenziate, EXPO 2000 ha allestito venticinque manifestazioni, di diverso rilievo e dimensione, con un afflusso di circa un milione di visitatori e la presenza di quasi 10 mila espositori, di cui oltre 500 stranieri. Tuttavia, gli elementi condizionanti allo sviluppo determinano un risultato economico-gestionale negativo di una certa rilevanza. Le perdite a consuntivo risultano essere di 7.031 milioni di lire nel 1996, 5.569 milioni nel 1997, mentre per il 1998 è stata formulata dalla Società la previsione di chiudere l'esercizio con un passivo di 4.800 milioni, così ripartiti fra i diversi rami di attività: 2.200 milioni per la gestione fiere del Lingotto; 700 per le fiere in Torino Esposizioni 1.900 milioni per il Centro Congressi. Il piano triennale, presentato nel luglio scorso, prevedeva per gli anni successivi questi risultati gestionali negativi: 1999, meno 1.939 milioni; 2000, meno 2.633 milioni.
Dunque, una perdita già verificata o preventivata, che nel quinquennio si aggira sui 22 miliardi di lire.
La Società EXPO 2000 ha la disponibilità del complesso fieristico del Lingotto - ove si organizzano le principali iniziative - in forza di un contratto di locazione con la Società proprietaria, Ingest S.p.A. del Gruppo FIAT, che ha espresso la volontà...



VINDIGNI Marcello

Qual è la durata del contratto?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle fiere e mercati

Un anno e mezzo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

...che ha espresso la volontà - dicevo - di alienare la struttura stipulando un preliminare di vendita in favore della Società Promotor facente capo al dottor Cazzola.
La decisione di un'eventuale collaborazione operativa tra Società EXPO 2000 e gruppi privati è valutazione la cui responsabilità è totalmente a carico degli amministratori della Società, in primo luogo del Consiglio di amministrazione, cui la Regione può concorrere sia in veste di azionista sia nell'azione di vigilanza sui centri fieristici, per assicurare il rispetto della L.R. n. 47/87. Così come compete alla Società EXPO 2000 nell'esame di una pluralità di offerte, ogni valutazione circa i rapporti tra soggetto proprietario della struttura e soggetto gestore dell'attività fieristica.
Per far sì che la Giunta regionale potesse assumere decisioni circa le valutazioni da esprimere all'Assemblea dei soci del 28 ottobre, si è provveduto a richiedere, con comunicazione del 21 scorso, tutti gli elementi conoscitivi sulla vicenda. Sulla base delle deduzioni inviate da EXPO 2000 nella giornata di ieri, 26 ottobre, sono emersi tali elementi. Il Consiglio di amministrazione di EXPO 2000 ha dunque deciso di far effettuare una perizia sul valore di marchi ed attività aziendali relativi alle principali manifestazioni organizzate direttamente presso il polo fieristico del Lingotto, e di dare mandato all'Amministratore delegato di trattare al meglio per l'eventuale cessione, sulla base di tale perizia.
Il Consiglio di amministrazione ha giustificato questa decisione con il fatto di dover operare "scelte strategiche alternative" volte a ridurre le perdite, stante la difficoltà evidenziata dagli azionisti, in occasione dell'ultimo aumento di capitale, a sostenere per il futuro ulteriori interventi di copertura delle perdite stesse.
L'analisi compiuta dal Consiglio di amministrazione ha riscontrato una diminuzione, per il 1998, dei volumi di attività fieristica specialmente riferiti agli eventi svoltisi al Lingotto, sia per alcune fiere dirette (come Expocasa), sia per alcune prestigiose manifestazioni organizzate da terzi (Salone del Libro e Salone della Musica).
Il Consiglio di amministrazione ha dunque espresso la convinzione che per un efficace rilancio del Centro Fiere del Lingotto occorrano non soltanto risorse finanziarie, ma anche capacità professionali ed imprenditoriali di alto livello, che sappiano conferire agli eventi piemontesi il medesimo grado di attrazione delle altre realtà italiane. Da parte di EXPO 2000 si sottolinea soprattutto l'esigenza di una maggiore integrazione tra fiere e momenti di animazione, ed inoltre un notevole sforzo in termini di informazione e pubblicità attraverso i mass media.
A questo riguardo, si precisa che le fiere programmate a Torino Esposizioni (Expovacanze, Expocasa2, Salone della Montagna, Vivere nel Verde, Mineralexpo, Automotoretrò, IdeaSposa, Mondobimbo, Milleidee per un dono ed altre di antiquariato minore e brocantage) presentano un notevole radicamento nel mercato regionale e possono rappresentare l'asse portante dell'attività fieristica ancora gestita da EXPO 2000. L'attività genera un fatturato annuo di 4,3 miliardi, che si prevede di attestare a 4,8 miliardi nel 2001. Anche il margine di contribuzione salirebbe dall'attuale 35% al 49% a fine periodo.
Riguardo al problema gestionale del Centro Congressi, la Società afferma chiaramente che, pur in presenza di un volume di attività crescente e di un calendario arricchito da iniziative di grande prestigio internazionale, non è ipotizzabile giungere ad un equilibrio gestionale - a causa dei costi di struttura - senza l'apporto di contributi pubblici.
Occorre dunque ribadire, su quest'ultimo aspetto, l'esigenza di una maggiore sinergia con gli altri Centri congressuali torinesi ed una più intensa collaborazione con Comune e Provincia di Torino.
Se il Consiglio di amministrazione di EXPO 2000, convocato in data odierna, valutate le offerte degli acquirenti, secondo le intenzioni annunciate, decidesse di cedere a terzi parte delle attività aziendali allora dovrebbe in questo frangente operare nella sfera del diritto comune comportandosi come un qualunque operatore privato. Non è dunque necessaria e tale parere è confortato da una recente sentenza del Consiglio di Stato una procedura ad evidenza pubblica, per quanto sia auspicabile la massima chiarezza e trasparenza in tutti i passaggi - come è stato richiesto al Consiglio di amministrazione con la nota del 21 ottobre.
Alla Regione resta dunque la valutazione da esprimere in sede di Assemblea come socio, e in sede di vigilanza quale ente pubblico a ci deputato.
A riguardo del primo aspetto, la Giunta regionale non pone alcuna pregiudiziale contraria al fatto che importanti iniziative fieristiche siano organizzate e gestite da un operatore privato, che presenti caratteristiche di professionalità comprovate dai risultati conseguiti in manifestazioni di analogo rilievo, qualora la Società EXPO 2000, nella sua autonomia operativa, valuti conveniente tale scelta per preservare il patrimonio aziendale e per dare ulteriore impulso a simili attività. Il ruolo della Regione si concretizza, in misura sempre maggiore e in diversi campi, sul piano della programmazione e del controllo. E' dunque conforme a tale linea che, anche nel comparto fieristico, si offra l'opportunità di inserimento per un gestore privato, quando ciò comporti una valutazione positiva anche del pubblico interesse perseguito. Rispetto ai poteri di indirizzo, alla Regione, con i penetranti strumenti amministrativi di autorizzazione, vigilanza e controllo che sono confermati e rafforzati dall'approvanda normativa nazionale, non mancherebbe comunque il modo di intervenire nel settore fieristico. Riguardo, inoltre, al rispetto del dettato della L.R. n. 47/87, non si ritiene che la cessione di marchi e di attività aziendali rappresenti una violazione né del dettato né dello spirito della legge stessa. Ciò in quanto EXPO 2000, sulla base delle finalità iscritte nel suo Statuto, conserva intatta la possibilità di continuare a svolgere attività fieristiche, non avendo ceduto il ramo aziendale relativo. Si ritiene dunque che sia assolto l'impegno deliberato dal Consiglio con l'ordine del giorno del 13 ottobre scorso, laddove si prefigura il mantenimento per EXPO 2000 "di tutte le prerogative e le strutture previste dalla L.R. n. 47/87".
In tal senso, conforta anche l'articolato parere legale assunto dalla Giunta regionale, nel quale si conferma che la cessione di una parte dell'attività fieristica non risulta giuridicamente in contrasto con la normativa regionale, e può invece qualificarsi proprio come un mezzo per il raggiungimento del fine istituzionale di EXPO 2000, correttamente individuato ed attuato secondo le contingenze temporali, logistiche economiche e finanziarie della Società e del mercato piemontese. Infatti la Società continuerebbe a svolgere attività fieristica e ad attuare le finalità statutarie e i compiti assegnati dall'art. 16 della L.R. n. 47/87 ai Centri fieristici, ovvero la predisposizione di programmi e quindi la scelta di manifestazioni che si intendono organizzare, ricoprendo la Regione un ruolo di valutazione consultiva, mediante l'approvazione del piano triennale. Scegliere di cedere a terzi una determinata fiera, o un gruppo di manifestazioni, costituisce dunque una legittima scelta tecnica rimessa dalla L.R. n. 47/87 proprio al Centro fieristico.
Al fine di preservare ad EXPO 2000 il perseguimento delle finalità sociali, si ritiene opportuno che, nelle clausole contrattuali con l'acquirente, EXPO 2000 si garantisca la possibilità di svolgere la propria attività anche nei settori merceologici cui si riferisce la cessione, ove il cessionario non ottemperi all'organizzazione di fiere attinenti. In ogni caso, si ribadisce che EXPO 2000 non viene in alcun modo privata della facoltà di organizzare manifestazioni fieristiche al Lingotto o in qualunque altra sede, senza vincoli nei confronti di terzi.
E' evidente che la mancata gestione diretta di importanti manifestazioni imporrà la valutazione di diversi programmi per EXPO 2000 al fine di sviluppare iniziative attinenti la ragione sociale. La Giunta regionale conta che il nuovo Consiglio di amministrazione giunga in tempi brevi ad una proposta operativa, conseguente alla decisione - al momento solo ipotizzata - di alienazione dei marchi fieristici. Allo stato attuale la Società ha comunicato che l'effetto determinato dalla cessione delle attività fieristiche del Lingotto comporterebbe una riduzione del passivo gestionale, ipotizzato per il 1999 in 1,2 miliardi e per il 2000 in 1,5 miliardi, senza tenere conto di contributi da parte di Enti pubblici. La Giunta regionale ha già espresso l'opportunità di valutare tutte le prospettive di sviluppo di EXPO 2000 congiuntamente agli altri livelli istituzionali, ovvero il Comune e la Provincia di Torino, ancorch attualmente non coinvolti nella compagine sociale, anche allo scopo di un maggiore impegno di tali Enti, per il quale già risulta una generica disponibilità. Ciò anche in considerazione delle determinazioni da assumere nei confronti del progetto del cosiddetto IV Padiglione, progetto cui la Regione ha assegnato un finanziamento dei fondi europei per l'Obiettivo 2 pari a circa 21 miliardi di lire.
Per concludere, la Giunta regionale: ritiene che l'eventuale cessione di marchi aziendali, secondo le indicazioni emerse, lascia EXPO 2000 con tutte le potenzialità di sviluppare l'attività fieristica, la promozione e tutte le iniziative relative alla propria ragione sociale valuta che la decisione di affidare ad operatori privati l'attuazione di importanti manifestazioni risponda all'obiettivo di rilanciare tali iniziative, innescando un effettivo potenziamento del polo fieristico torinese sul piano internazionale conferma la volontà della Regione, unitamente a tutte le realtà istituzionali e le forze economiche torinesi, di puntare ad un'integrazione del settore produttivo con il sistema promozionale e fieristico, che abbia nel centro polifunzionale del Lingotto il suo punto di forza ribadisce la disponibilità ad un confronto con tutti gli interlocutori pubblici e privati perché siano sviluppate le potenzialità del Centro Congressi per dotare il capoluogo piemontese di una sede in grado di ospitare prestigiosi appuntamenti di livello internazionale.



PRESIDENTE

Credo che adesso possa essere distribuita la relazione.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 613: "L.R. 13/2/1995 n. 16. Piano annuale 1998 degli interventi regionali per i giovani"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 613, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Questa proposta di deliberazione è passata in modo velocissimo in Commissione dove - ricordo - il Presidente Ghigo aveva svolto una sua illustrazione. In seguito, la Commissione è stata sospesa per altri lavori concomitanti e non è stato più possibile affrontare tutte le tematiche relative alla politica giovanile, quelle stesse di cui la Giunta si occupa ormai da tre anni.
Dal momento che non è stato possibile in Commissione, è necessario affrontare ora il tema di come la Regione intende realizzare una sua politica rispetto alla fascia giovanile e, in particolare, alla fascia giovanile più disagiata. E' necessario conoscere quali siano le politiche di intervento che, ci auguriamo, dovranno essere più trasversali possibili tali da coinvolgere i vari settori dei diversi Assessorati, a partire dall'occupazione, dalla prevenzione nell'ambito della sanità, dalla cultura e via di seguito.
Relativamente ai vari aspetti che, spesso, in particolare in sede di Commissione Bilancio, abbiamo avuto modo di affrontare, segnalando l'esigenza di prestare maggiore attenzione alla necessità di un intervento mi sembra che la Regione affronti anche quest'anno il problema della politica giovanile esattamente nello stesso modo in cui è stato affrontato negli anni scorsi. Puntualmente vengono proposte tipologie di intervento d'élite, e non si affrontano, per esempio, temi fondamentali come quello della disoccupazione giovanile e, in particolare, del lavoro nero, cioè di tutta quella fascia di lavoro sommerso e sfruttamento giovanile e minorile.
E' una situazione scandalosa e sempre più inquietante, davvero preoccupante, che però non viene affrontata neppure nell'ambito dell'Osservatorio sulla condizione dei giovani.
Noi siamo convinti che (per questo spesso anche in sede di Commissione Bilancio abbiamo proposto degli emendamenti) l'Osservatorio debba porsi come strumento "vero" di monitoraggio sulla realtà giovanile. Ma se il monitoraggio sulla realtà giovanile, fatto da un Ente pubblico autorevole quale la Regione Piemonte, deve porsi il problema dell'intervento sulle fasce giovanili, in particolare sulle più deboli, deve anche prestare (cosa che non avviene) particolare attenzione all'aspetto più inquietante, quello dello sfruttamento e del lavoro nero. Senza questa attenzione, questo strumento di osservazione non adempie al suo scopo primario: capire qual è la realtà sulla quale costruire una ricetta di intervento politico, sulla quale anche noi potremmo, eventualmente, iniziare ad interloquire. Ma, fino a quando assistiamo al vuoto, ci è preclusa la possibilità di interloquire.
In particolare, in relazione al Comune di Torino, su cui il nostro Osservatorio della condizione giovanile funziona, si sta iniziando a costruire qualcosa, però questa costruzione non ha ancora degli obiettivi e delle finalità, che riteniamo prettamente politiche. Gli obiettivi e le finalità che si deve proporre uno strumento di questo tipo devono essere precisi e, a nostro parere, questo tipo di settore e di intervento dovrebbe essere degno di una maggiore e profonda attenzione politica.
Ribadiamo che la legge di per sé è sterile, nel senso che questo Piano di intervento a favore dei giovani è sicuramente condivisibile rispetto ad alcune questioni che vengono proposte, ma si tratta di questioni, secondo noi, non incisive se confrontate alla necessità di intervento sulla popolazione giovanile. E' quindi molto superficiale, sicuramente poco profonda rispetto ai temi che invece bisognerebbe affrontare.
La questione della prevenzione è un altro elemento di cui denunciamo la carenza in questa legge. Qui viene affrontato un tema su cui la Regione si è impegnata, ovvero la prevenzione rispetto alla sicurezza stradale aspetto sicuramente importante, ma ne dimentichiamo altri, in particolare quelli che riguardano le fasce minori.
Mi riferisco alla prevenzione relativamente all'utilizzo di sostanze stupefacenti; all'educazione sessuale, sulla quale c'è un ragionamento ormai aperto e su cui credo che anche questa Regione, indipendentemente dagli equilibri politici, debba dimostrare una disponibilità ed un'apertura. Anche se la popolazione in Regione Piemonte è una popolazione sostanzialmente anziana, esistono delle larghe fasce giovanili, in particolare appartenenti ai ceti più deboli, sulle quali purtroppo agisce un'ignoranza collettiva, dovuta ad una disinformazione ormai dilagante.
Su questi aspetti, sulle politiche giovanili e sul Piano annuale dei giovani non viene detto pressoché nulla.
Il nostro voto quindi sarà di astensione, ma caratterizzato da una forte critica rispetto alla superficialità persistente con cui vengono affrontate in generale le tematiche delle politiche giovanili. Non bastano i Centri di informazione sui dati della popolazione giovanile; non bastano Assessore Leo - gli scambi culturali. Il problema della politica giovanile è anche quello di una cultura più di massa, rivolta alla differenziazione delle classi sociali esistenti sul territorio; deve dunque avere degli approcci diversi che, in alcune realtà, si concretizzano con i lavori di strada (penso al teatro di strada, ecc.), ma in altre realtà purtroppo, rimangono ancora sulla carta o sulla base di parole, per cui sostanzialmente, non possono concretizzarsi.
Auspichiamo di poterci trovare nelle condizioni, almeno nel prossimo Piano interventi dei giovani oppure nel prossimo bilancio, di vedere concretizzati degli interventi reali rispetto a temi che, fino ad oggi sono stati disattesi. Non parliamo di lacune, di incongruenze o di ritardi: parliamo di temi su cui finora non è stato detto nulla e quindi sottolineiamo la gravità di tutto questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Questo è il Piano annuale di attuazione degli indirizzi previsti dalla L.R. n. 16/95 per quanto riguarda le politiche giovanili. Occorre per premettere che, se non vi sono alcune condizioni di base all'interno dell'economia generale del Paese, qualunque Piano annuale degli interventi sui giovani diventa una semplice banalità. E' chiaro che, se partiamo dal concetto fondamentale che la dignità dell'uomo la si crea con due presupposti (il primo presupposto è il lavoro ed il secondo è la casa) tutto ciò che si fa e che non risolve questi due problemi fondamentali, non dico che lascia il tempo che trova, ma sicuramente incide poco.
Allora, partendo dal fatto che all'interno dalla Regione Piemonte, ma anche del Paese Italia e dell'Europa, la situazione che viene più denunciata e vissuta in modo drammatico proprio dal mondo giovanile è la mancanza di occupazione (e io ne sono la prova personale e concreta, ne sono una testimonianza), si può fare qualsiasi intervento, ma sicuramente non si risolve il problema.
Per poter oggi intervenire sul mercato del lavoro, se è vero ciò che molte volte è stato affermato in quest'aula, vi sono delle cose fondamentali di cui tenere conto; essendo in atto la mondializzazione dell'economia, occorre saper applicare le nuove tecnologie ed avere padronanza delle lingue, che sono il veicolo di comunicazione più importante a livello internazionale (e le quattro lingue fondamentali ormai da tutti individuate come quelle che permettono di dialogare con tutto il mondo, sono il francese, l'inglese, il tedesco e lo spagnolo).
Credo che una qualsiasi azione che vada nella direzione della padronanza delle lingue e dell'appropriazione da parte dei giovani delle nuove tecnologie sia la benvenuta. Oggi vi sono delle persone che, pur mantenendo l'impiego, arrivate a 30/35 anni sono tagliate fuori dal mercato del lavoro perché non hanno approfondito le lingue straniere o perché nel loro percorso di studio non è stata compresa la specializzazione informatica nel più ampio raggio possibile, soprattutto per quanto riguarda il settore delle telecomunicazioni.
Senza gli elementi richiamati, qualsiasi intervento diventa assolutamente insufficiente. Credo dunque che la stessa Consulta dei giovani - almeno, così si evince dalla relazione svolta durante l'assemblea per l'approvazione di questo progetto - si sia posta questi problemi.
L'Assessore competente Leo è stato incaricato, credo dal Presidente, di coordinare il gruppo di lavoro per quanto riguarda le politiche giovanili in quanto non vi è Assessorato all'interno del governo regionale che non abbia almeno un aggancio con le politiche giovanili. Il mondo giovanile fa parte della collettività ed è il futuro.
Dobbiamo assolutamente riuscire ad incentivare lo sviluppo, che in questi anni ha subìto un rallentamento, ma che nel tempo ha permesso a quelli che hanno raggiunto una certa età di mantenere una vita decorosa per il lavoro che hanno svolto, quindi di godersi le pensioni oppure le rendite dei loro risparmi. Se non riusciamo a fare ciò il sistema andrà in tilt come sta andando in tilt in moltissimi Paesi, come quelli dell'America Latina o dell'Asia o dell'ex Unione Sovietica: quel meccanismo non regge più, si è rotto. Tenendo conto - come diceva il Presidente della Commissione Europea per gli studi dei Paesi rivieraschi del Pacifico, nel lontano 1980 - che quando saranno pronti ad intervenire sui mercati occidentali, il mercato occidentale dovrà fare i conti con la diminuzione del proprio tenore di vita. Sembrano cose molto lontane, ma oggi i due terzi della popolazione italiana e i due terzi della popolazione europea riesce ancora a mantenersi facendo pagare all'altro terzo dei prezzi tremendi e specialmente ai giovani. Quando questo fenomeno diventerà più massiccio diventerà ancora più problematico mantenere il tenore di vita a cui siamo abituati.
Credo che il governo regionale, in collaborazione con il Governo nazionale, dopo tutti gli studi fatti, gli studi dell'IRES e delle diverse Università, sia ormai a conoscenza della strada da seguire.
Coordinando la ridistribuzione del reddito si deve intervenire massicciamente sulle politiche giovanili, che non possono essere solamente l'Informagiovani, utilissimo; che non possono essere gli spettacoli culturali, interessantissimi ed utilissimi: ai giovani devono essere date delle opportunità che partono dal lavoro e dalla casa, tutto il resto sarà un corollario a quella che è la realizzazione di una personalità che permetta ai giovani italiani e non soltanto piemontesi di proiettarsi nel mondo futuro con tutte le incertezze che conosciamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Siccome sono intervenuto molto in Commissione, farò un intervento breve.
Le tematiche poste in aula dai Consiglieri intervenuti e in Commissione da tanti altri Consiglieri hanno grande validità. Noi, come Regione abbiamo affrontato - e ricordo con piacere il lavoro dei Consiglieri Bortolin e Foco - come prima Regione questa tematica. Le Regioni - non voglio fare un gioco di parole - ha ragione la Consigliera Simonetti dovrebbero fare di più, ma ricordo anche che come istituzione è la più giovane ad intervenire su questa tematica; mentre i Comuni è da vent'anni che lavorano su tale tematica. La nostra Regione, pur con tutto il dovere di andare avanti, è comunque l'unica Regione in Italia che ha affrontato questa tematica.
Concordo totalmente con le preoccupazioni dei Consiglieri. Rispetto al discorso della cultura di massa, dell'impatto verso masse giovanili sotto il profilo culturale, domani presenteremo in Commissione Cultura la deliberazione sulla Biennale dei giovani che prevede delle tappe sulla cultura di base, non solo sulla cultura elitaria.
Devo dire che la Commissione sta preparando anche un convegno molto interessante su queste tematiche che sarà di grande aiuto. Gli interventi meriterebbero di essere approfonditi, ma, come ho detto, intervengo molto rapidamente.
L'intervento del Consigliere Miglietti è profetico poiché coglie un'esigenza, una questione della nostra società importantissima. Infatti noi contiamo di porci con il Governo nazionale; avrò presto un incontro con il Ministro Livia Turco e vi comunico che proprio il Piemonte - come confermato dal Ministro Turco - sarà terra di sperimentazione di politiche attive nazionali. Può darsi che a quel punto servirà una legge nuova; ne ho parlato con il collega Cavaliere e con altri colleghi molte volte.
Per esempio, sul diritto allo studio, questione molto importante formazione, possibilità di competitività - questa Regione ha aumentato cospicuamente i fondi (da 14 miliardi a 54 miliardi) e sta lavorando intensamente, in convenzione con l'Università, per dare opportunità. Vi sono in essere molti progetti - cito il Parco antropologico del quale abbiamo discusso la scorsa settimana in V Commissione - che daranno respiro, spazio ed opportunità ai giovani.
Termino il mio intervento fornendo due dati. Il Presidente Ghigo mi ha incaricato di dire che sul prossimo bilancio ci sarà un'attenzione particolare per aumentare questo capitolo, come richiesto in Commissione.
Secondo dato. Per venire incontro a tutte le tematiche importanti sollevate dai Consiglieri Miglietti e Simonetti e, in Commissione, dalla Consigliera Suino - che fa sempre dei preziosi interventi - noi abbiamo già insediato un Comitato di coordinamento. E' il primo Comitato di coordinamento che esiste in Italia formato da tutti gli Assessorati, non solo della Regione, ma anche del Comune di Torino e della Provincia. Per il Comune di Torino c'è l'Assessore Artesio - che si occupa dei problemi delle periferie - e io sto facendo - verrà annunciato prossimamente in Commissione - un lavoro su questo fronte con tale Assessore.
Inoltre, fanno parte del Comitato l'Assessore Alfieri, l'Assessore Perone e l'Assessore Pozzi all'istruzione; per la Provincia l'Assessore Miletto, l'Assessore Brunatto e l'Assessore Giuliano. Quindi, vi è un coordinamento che prima non esisteva che cercherà di dare delle risposte.
Abbiamo anche la fortuna - non è un dirigente del mio Assessorato; non so se in aula è consentito fare nomi - di avere il dottor Catalano, un dirigente particolarmente portato. Si è occupato della cooperazione internazionale, del lavoro e della solidarietà, quindi è in grado di affrontare queste tematica nell'ottica giusta.
Ringrazio sinceramente i Consiglieri che ho citato per il lavoro svolto. Si tratta di un lavoro in progress e sarà compito mio e del Presidente informare tempestivamente l'aula sia per la Biennale, sia per il coordinamento interistituzionale, sia per quello nazionale e rendere noti tutti i passaggi che, di volta in volta, verranno realizzati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

E' stato più volte affermato in questo Consiglio regionale che le tematiche giovanili devono necessariamente riguardare più Assessori.
Ho apprezzato moltissimo l'intervento dell'Assessore Leo, rispetto alle tematiche di sua competenza, mettendo a disposizione la sua attività a favore dei giovani. Attività che proviene da esperienze del passato e che si collega a quell'esperienza.
A me sarebbe piaciuto, rispetto alle tematiche di carattere generale che ha posto il Consigliere Miglietti, che si esprimessero tutti gli Assessori regionali. L'Assessore Leo - giustamente - ha detto, rispetto alle materie di sua competenza, come potrebbe inserirsi sulla problematica dei giovani. Riconosco all'Assessore Leo di aver sempre molto lavorato in tale direzione. Dato che quello dei giovani è un programma che riguarda l'intera Giunta, io non escluderei alcun Assessore, se non per una parte marginale.
Rispetto alle tematiche sollevate dai Consiglieri Miglietti e Simonetti, gradirei che tutti gli Assessori si ponessero. Tutto questo per evitare che una deliberazione, estremamente importante come questa, assieme ad un altro argomento, ugualmente importante, come la comunicazione del Presidente della Giunta su EXPO 2000, possa passare inosservata alle ore 18,47, alla fine di una seduta del Consiglio regionale! Pertanto, chiedo che innanzitutto mi si dica come è possibile sospendere una comunicazione del Presidente per iniziare un dibattito sulle politiche dei giovani, deliberare sulle politiche dei giovani e riprendere poi i lavori su EXPO 2000!



PRESIDENTE

Consigliere Montabone, siamo su una proposta di deliberazione che mi è stata sollecitata e presentata come un provvedimento sul quale ci sarebbero state brevi valutazioni e non un dibattito.



MONTABONE Renato

Come lei sa, Presidente, quando si entra nel merito delle tematiche, le valutazioni possono anche essere lunghe.
Per esempio, mi piacerebbe sapere dall'Assessore Vaglio come intende posizionare la sua politica sulla montagna rispetto alle problematiche giovanili.
Sappiamo che nelle grandi città ci sono alcune problematiche che sono enormi rispetto ai giovani; sappiamo che altrettante problematiche diverse ci sono per i giovani di montagna. Anzi, direi che rispetto ai temi sollevati dal Consigliere Miglietti, ancora di più questa sensibilità dovrebbe essere rivolta ai giovani della montagna.
Così come mi piacerebbe sapere come si posizionano rispetto a queste problematiche l'Assessore all'agricoltura, l'Assessore alla formazione professionale ed anche l'Assessore all'urbanistica! Non so chi posso escludere degli Assessori presenti, anche se ho un po' di difficoltà ultimamente, a capire di chi sono le deleghe.
Ripeto che su un tema così importante tutti gli Assessori dovrebbero inserirsi.
Capisco che ormai è tardi: se non lo si vuole fare adesso, si faccia un'altra volta, ma lo si faccia! Altrimenti sembra che le problematiche dei giovani siano oggetto di discussione solamente alle ore 18,50 di una fine giornata in cui abbiamo discusso di tutt'altro!



PRESIDENTE

Comunico che è stato presentato un emendamento a firma dei Consiglieri Simonetti, Miglietti e Chiezzi, che recita: al punto A, comma a), aggiungere le parole "con particolare attenzione alla disoccupazione giovanile e al dilagante fenomeno del lavoro nero sommerso".


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
26 Consiglieri anziché 29, la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellan ze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.56)



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