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Dettaglio seduta n.294 del 20/10/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Botta, D'Ambrosio Deorsola, Farassino, Marengo, Masaracchio, Montabone e Picchioni.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Contratti ed appalti

Sollecito risposta all'interrogazione n. 2250


PRESIDENTE

Prima di esaminare il punto 5) all'o.d.g., ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo per chiedere la disponibilità del Presidente della Giunta a rispondere in giornata, compatibilmente con il provvedimento in itinere che credo sia in discussione, ad un'interrogazione, che mi pare particolarmente importante, in merito all'appalto dell'Elisoccorso. Da quanto ho letto, ci sono delle questioni abbastanza gravi, che credo debbano essere quanto prima chiarite. Pertanto, chiedo al Presidente della Giunta se in giornata vuole darci dei chiarimenti su questo fatto e se le cose corrispondono a quanto abbiamo letto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione alla questione posta dal Consigliere Cavaliere obiettivamente credo di aver ricevuto l'interrogazione ieri, perché è stata anticipata sugli organi di informazione. Non c'è alcun problema a dare una risposta; personalmente, non ho ancora avuto modo di raccogliere le argomentazioni per fornire una risposta esauriente, che comunque nel caso fornirebbe poi l'Assessore Vaglio, perché l'interrogazione mi sembra riguardi una specifica competenza.
Non so se oggi siamo in grado di fornire una risposta, comunque nella prima seduta utile sicuramente sì.


Argomento: Comuni - Associazioni intercomunali

Proseguimento esame disegno di legge n. 356: "Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli enti locali"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 356, di cui al punto 5) all'o.d.g.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Riggio, Vindigni e Miglietti: all'art. 5, comma primo, riga 5, dopo la parola "provvede", aggiungere le parole "con legge regionale".
Il Consigliere Vindigni intende illustrarlo? Prego.



VINDIGNI Marcello

L'esercizio associato delle funzioni previsto dal disegno di legge n.
356 allo scopo di dare concretezza al principio dell'adeguatezza, che è uno di quelli caratterizzanti la Bassanini, presuppone l'individuazione di ambiti ottimali, di livelli ottimali per l'esercizio delle funzioni stesse.
Ora, questo aspetto dell'individuazione degli ambiti ottimali credo sia di grande importanza per la riorganizzazione del sistema amministrativo regionale, in quanto all'adeguatezza del sistema amministrativo corrispondono anche la sua funzionalità e la sua capacità di favorire lo sviluppo dell'economia e la competizione dei sistemi locali.
Sinora gli ambiti ottimali sono stati legati alla realizzazione dei sistemi ottimali di organizzazione dei servizi alla persona, e in genere questi ambiti ottimali sono stati definiti con legge regionale.
Non voglio qui aprire la discussione sulla riorganizzazione amministrativa e sul rapporto che si può stabilire fra unioni ed associazioni di Comuni o livelli superiori (quali appunto gli ambiti ottimali dei servizi alle persone), riteniamo però opportuno ribadire in questo articolo che gli ambiti ottimali, o i livelli ottimali, sono definiti dalla Regione con legge regionale, così com'è avvenuto per i servizi alla persona, organizzazione dei servizi socio-assistenziali, com'è avvenuto per l'individuazione delle ATL, com'è avvenuto per la riorganizzazione degli ambiti ottimali per l'attuazione della legge Galli.
Quindi, la motivazione dell'emendamento letto poc'anzi dal Presidente è contenuta nelle brevi considerazioni che ho testé fatto.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi su questo emendamento? Prego, Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Come il Consigliere Vindigni ricorderà, il motivo per cui non era specificato il provvedimento con cui la Regione sarebbe intervenuta era un desiderio, direi, diffuso di delegificazione. Evidentemente, dopo le considerazioni fatte nella seduta passata in merito alla necessità di costituire Comunità locali, Enti a tutti gli effetti sull'esempio delle Comunità montane, si impone il riferimento ad una fonte superiore. Quindi l'emendamento proposto dal collega Vindigni è accettato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
5.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Riggio, Vindigni e Miglietti: all'art. 5, comma primo, riga 7, sostituire le parole "anche proponendo l'individuazione dei livelli demografici e degli ambiti" con le parole "e nell'ambito di tale attività propone i livelli demografici e gli ambiti".
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

La migliore illustrazione credo l'abbia fatta l'Assessore, commentando il precedente emendamento. A questo punto, la cosa migliore è sapere se la Giunta intende accettare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Sicuramente la formulazione è più puntuale, nel senso che non è solamente una possibilità che si concede al legislatore, ma è un impegno che si dà al legislatore stesso. Nella sostanza, per la Giunta va bene proporrei solamente di evitare la cacofonia "nell'ambito di tale attività propone gli ambiti", per cui sostituiamo il termine "ambito" per una questione di forma.



PRESIDENTE

L'emendamento, dunque, viene accettato dalla Giunta con questa formulazione: "e nel quadro di tale attività propone i livelli demografici e gli ambiti".
Pongo in votazione l'emendamento n. 5.2) nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
5.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il comma secondo dell'art. 5 è così modificato: "2. I Comuni interessati, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legislazione di settore, individuano, sulla base di quanto previsto al comma primo, soggetti, forme e metodologie per attuare l'esercizio associato delle funzioni conferite, dandone comunicazione alla Giunta regionale. In caso di inadempienza, decide la Giunta regionale, sentito il parere della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali".
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Brevemente. Proprio per conseguenza logica alle modifiche prima accettate, poniamo innanzitutto dei termini temporali certi, quindi dall'entrata in vigore delle leggi di settore; poniamo, inoltre, un chiarimento sull'inadempienza, dicendo che comunque bisogna provvedere, per cui, in caso di inadempienza, interviene la Giunta, sentito il parere della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali. La modifica del testo ribadisco - si rende più che necessaria per adeguare l'art. 5, nel suo complesso, alla nuova formulazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Suggerisco all'Assessore di modificare la parola "decide" con la parola "provvede".



PRESIDENTE

La Giunta è d'accordo.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento n. 5.3) nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 30 voti contrari 3 astensioni 7 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 6.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: dopo il comma primo dell'art. 6 è aggiunto il seguente comma: "1 bis. La Conferenza, su espressa richiesta della competente Commissione consiliare, può esprimere pareri sulle proposte di legge e sugli atti amministrativi di competenza del Consiglio regionale aventi riflessi sul sistema delle Autonomie locali".
Ha chiesto la parola il Consigliere Peano; ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Volevo brevemente soffermarmi sull'intero art. 6 prima di esaminare l'emendamento - mi spiace che siamo già alla proposta di emendamento perché volevo richiamare l'attenzione dei colleghi, maggioranza e minoranza, su un fatto che riteniamo importante.
Assessore, noi non abbiamo presentato alcun emendamento a questo testo lei lo sa - e ci esprimeremo alla fine della discussione per dire come voteremo il complesso dell'intero articolato.
Sull'art. 6 avevamo espresso in Commissione, ma intendiamo dirlo anche oggi, una grossa perplessità, che è di questo tenore: la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali ha sede presso la Giunta.
Riterremmo che, come organo consultivo di estrema importanza in questa fase di trasformazione del sistema regionale, di creazione di un sistema di autonomie forti, il Consiglio dovrebbe essere coinvolto nella sua interezza in questa Conferenza, e la sede permanente dovrebbe essere presso il Consiglio regionale, non presso la Giunta.
Questa è la nostra grande perplessità a proposito dell'art. 6. Ci pare che diventi un organo consultivo della Giunta e non più un organo di importanza regionale come sarebbe apparso se avesse avuto la sua rappresentanza e sede presso il Consiglio regionale.
Questo lo si rileva in particolare nel comma terzo, dove si dice che la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali ha sede presso la Presidenza della Giunta ed è assistita da una Segreteria tecnica interistituzionale coordinata dalla Direzione regionale competente per le Autonomie locali.
Probabilmente, era giusto scriverlo in questo normato; ci pareva per opportuno discuterne con tutta l'assemblea e far presente non soltanto ai componenti della minoranza, ma anche a quelli della maggioranza che ci pare che il Consiglio in questa fase sia un pochino espropriato di un'importanza che riguarda tutti e non può riguardare soltanto la Giunta.
La Giunta ha la gestione attiva sul territorio, è il governo del territorio, ma per quanto riguarda la fase di programmazione, di importanza per quanto riguarda le Autonomie locali e tutti i trasferimenti previsti dalla normativa Bassanini, credo sia di estrema necessità che tutte le forze politiche e tutto il Consiglio vengano coinvolti.
Quindi, se è possibile, chiederei alla Giunta che la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali abbia sede presso il Consiglio e che non sia di esclusiva proprietà - se così possiamo dire - della Giunta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Assessore Vaglio, ci permettiamo di intervenire nuovamente su questo punto, relativo all'art. 6, che avevamo già sottolineato come Gruppo nella scorsa seduta di Consiglio, per ribadire il fatto che una Conferenza permanente delle Autonomie locali (che ha tutta questa serie di competenze) dovrebbe avere sede presso il Consiglio regionale. Ciò senza nulla togliere alle prerogative della Giunta regionale, che ci sono, esistono ed hanno il loro peso notevole anche nell'elaborazione di proposte, come interfaccia esterna della Conferenza Stato-Regioni, unitamente alle Autonomie locali.
Per cui, su questa, che è una questione centrale - vedo alcuni componenti dell'Ufficio di Presidenza che sono in questo momento attenti (la Vicepresidente, ma credo anche il Presidente pro tempore Foco) - ovvero la questione della collocazione della Conferenza permanente presso il Consiglio regionale, ci dovrebbe essere un momento di riflessione. Tale Conferenza rappresenta in qualche maniera lo Stato generale, gli Stati generali delle Autonomie locali che si esprimono a tutto campo.
Assessore Vaglio, mi rendo conto che si tratta di una questione delicata, anche per l'Assessore competente, perché è una questione squisitamente politico-istituzionale, ma proprio per questo motivo forse varrebbe la pena avere ancora un momento di riflessione, anche al vostro interno; ciò, oltretutto, non toglierebbe nulla alle forze che oggi sono maggioranza, ma che un domani potrebbero non esserlo più.
La collocazione presso il Consiglio regionale garantisce tutti pertanto, mi sono permessa, anche in questa circostanza, anche dopo l'intervento del collega Peano, di ribadire tale questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Io raccolgo le sollecitazioni dei Consiglieri Peano e Spagnuolo. In realtà, condividiamo da tempo queste preoccupazioni, tant'è che ci siamo fatti promotori di una proposta di legge per la costituzione della Camera delle Autonomie locali, perché quella sarebbe stata la strada maestra e quella rimane, secondo noi, la strada maestra.
Tale proposta di legge è ancora giacente e, a nostro parere, merita un dibattito approfondito, in quanto, se vogliamo veramente marciare verso un meccanismo vero e profondo di federalismo, dobbiamo orientarci verso la Camera delle Autonomie locali.
Ciò detto, siamo di fronte ad una proposta riduttiva come quella della Giunta regionale che, in pratica, prevede questa Conferenza esclusivamente come organo di concertazione. E per questioni di coerenza, la concertazione ha sede presso la Giunta.
Questo non significa che aderiamo alla proposta della Giunta, ma poich la proposta della Giunta è minimale (nel senso che la Conferenza così come è concepita e minimale), è giusto che sia presso la sede della Giunta.
Noi manteniamo forte e viva la richiesta della costituzione della Camera delle Autonomie locali, ovviamente presso la sede del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per riprendere l'indicazione dei Consiglieri Peano e Spagnuolo. In effetti, questa proposta risente di un equivoco e di un dibattito ancora non concluso relativamente al ruolo delle Autonomie locali nella fase di attuazione di tutto il processo avviato con i decreti Bassanini.
L'equivoco deriva dal fatto che questo dibattito è iniziato quando si parlava di modificare la Costituzione. In quella sede, emerse la proposta di costituire il Senato delle Autonomie. Per un meccanismo un po' ripetitivo, alcune Regioni immaginavano di costituire - così come a livello nazionale - la Camera delle Autonomie. Conosciamo le vicende della Bicamerale: la questione non approdò a nulla, però il dibattito, a livello regionale, è rimasto interrotto.
Questa proposta in parte accoglie quelle indicazioni, non completamente, ma è a metà strada. Anche se un lavoro utile è stato svolto in Commissione, in termini di semplificazione sono stati eliminati alcuni passaggi un po' barocchi della Conferenza permanente Regioni-Autonomie locali, però l'equivoco rimane. Non si capisce bene se sia un organo di concertazione, anche se la legge n. 59 lo prevede, ma il riferimento qual è? L'organo amministrativo o l'organo esecutivo? Noi riteniamo che il riferimento debba essere l'organo legislativo, nel senso che in ogni caso la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali interviene quando c'è un disegno di legge da parte della Giunta. A quel punto, il riferimento è più il Consiglio che la Giunta. Dico questo perch ho letto, il 16 ottobre, un comunicato della Giunta relativamente al disegno di legge di applicazione del D.lgs. n. 112.
Che cosa ci ha comunicato la Giunta? La Giunta ci ha comunicato di non procedere, per adesso, con il disegno di legge di applicazione del D.lgs.
n. 112, ma di completare o di avviare la fase di concertazione con le Autonomie locali.
Mi sembra questo un modo sbagliato di procedere. L'iniziativa legislativa è dei Consiglieri o della Giunta, ma prima della concertazione.
La concertazione avviene su una proposta, non su un'idea. Occorre una proposta e su quella proposta si avvia il dibattito.
Sono rimasto un po' stupito della decisione della Giunta di non approvare il disegno di legge di applicazione del D.lgs. n. 112 dicendo che questo non deve essere un fatto preoccupante, anche se saremo commissariati, perché preferiamo avere la concertazione. A questo punto non capisco più che cosa deve fare il Consiglio regionale. Ma in ogni caso la procedura lineare è che la Giunta presenti una proposta sulla quale si avvia la consultazione. Altrimenti, se vogliamo che il Consiglio non abbia più ruolo, può anche essere una scelta, se la Conferenza permanente Regione Autonomie locali è uno strumento della Giunta per avere i disegni di legge non ci siamo, non è questo! Mi pare che la modalità con cui la Giunta intende utilizzare questo strumento sia la stessa utilizzata adesso, ovvero utile per la Giunta per verificare alcune cose.
Vorrei che fosse chiaro che lo strumento della concertazione deve avvenire su proposte di legge, su disegni di legge: solamente a quel punto deve intervenire. Altrimenti significa anche che probabilmente l'VIII Commissione non ha più senso e neppure le altre.
Non so se questa riflessione sia condivisa, ma se lo fosse - anche su questo punto non presento emendamenti in quanto ritengo che il testo debba essere rivisto - qualche chiarimento è necessario. Ad esempio, laddove si dice che la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali trasmette pareri attraverso la Regione alla Conferenza Stato-Regioni, alla Conferenza Stato Città, alla Conferenza dei Presidenti delle Province autonome, noi individuiamo e diamo - anche se apparentemente non è così - un ruolo anche esterno alla Conferenza permanente: questo non ha senso! Ho la sensazione che ci spogliamo di un ruolo che è tutto legislativo: ma come, la Conferenza dialoga con la Conferenza Stato-Regioni? Con la Conferenza Stato Città? Ma alla Conferenza Stato-Città o alla Conferenza delle Regioni partecipa il Presidente delle Regioni che esprime le posizioni della Regione, che possono essere di maggioranza, ma il fatto che la Conferenza permanente delle Autonomie locali dialoghi con gli altri livelli sovraregionali, mi sembra un elemento di confusione che nasce in un momento in cui si parlava della Camera: cosa completamente diversa.
Siccome non è più così - e anche il disegno di legge di applicazione del D.lgs. n. 112 ci ha fornito dei chiarimenti - credo che tutto l'articolo debba essere chiarito, ispirandolo a due principi. Innanzitutto è sicuramente organo di concertazione, ma su proposte di legge o su disegni di legge: ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Inoltre, si tende a creare uno strumento permanente che è rischioso perché tenta, in qualche maniera, di disincentivare il ruolo delle Associazioni delle Autonomie locali.
Quando noi mettiamo sullo stesso piano i Sindaci e poi aggiungiamo l'ANCI, l'UNCEM, ecc., significa che c'è una sorta di sfiducia totale nei confronti delle Associazioni. Sappiamo che l'ANCI ha qualche difficoltà però noi non possiamo incentivare un meccanismo disincentivante del sistema associativo: si dà quasi per morto il sistema associativo. Il sistema associativo, nonostante tutti i difetti, è uno strumento utile per cui non va burocratizzato per tutto. Può essere fissato, per quanto riguarda l'applicazione dei Bassanini, ma per il resto deve valere il sistema classico delle consultazioni e non il vincolo permanente attraverso un sistema che, se troppo sclerotizzato, rischia di diventare burocratico e perde il ruolo di carattere politico. Non tutto può essere concluso all'interno di questo meccanismo, altrimenti noi dichiariamo la morte del sistema associativo. E' chiaro che l'UPI va molto meglio rispetto all'ANCI però questo problema ci deve interessare. La Regione deve essere anche interessata ad incentivare il sistema associativo e se il sistema viene incentivato ne trarremo vantaggio tutti quanti. Oggi l'UPI ci presenta delle proposte, dei suggerimenti perché rappresenta tutti e credo che sotto questo aspetto sia molto più utile che avere il suggerimento di una singola Provincia o di un singolo Comune. Questa proposta, sia nell'art. 6 che nell'art. 7, mi sembra che contenga parecchi equivoci e, secondo noi, deve essere rivista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Le questioni poste dal collega Saitta sono di notevole importanza, non tanto in relazione al provvedimento che stiamo esaminando, quanto in relazione al ruolo del Consiglio e al rapporto fra potere legislativo e potere esecutivo.
Non a caso lo Statuto della Regione Piemonte prevede che la Regione faccia della partecipazione, e quindi della consultazione, uno dei punti cardini della propria attività.
In base alla mia esperienza sostengo che l'istituto della consultazione nel tempo ha perso un po' dello smalto che i legislatori gli avevano attribuito nel momento in cui è stato redatto ed approvato lo Statuto della nostra Regione. Tant'è che anche le Associazioni dei Comuni, in genere alle consultazioni partecipano con dei segretari, con dei funzionari, quasi mai con dei responsabili politici. Su questo noi dovremmo riflettere. Per non si può cadere dalla padella nella brace, facendo svolgere surrettiziamente l'attività di consultazione rispetto al sistema regionale e in particolare al sistema delle Autonomie locali, alla Giunta attraverso la Conferenza Regioni-Autonomie locali.
Noi ci siamo dichiarati contrari alla formulazione iniziale della composizione della Conferenza Regioni-Autonomie locali che prevedeva la partecipazione nella Conferenza stessa del Presidente del Consiglio e, di volta in volta, dei Presidenti delle Commissioni interessate all'esame dei provvedimenti specifici e abbiamo chiesto di tenere distinte le due funzioni: l'attività di concertazione che compete alla Giunta dall'attività di consultazione che compete al Consiglio.
Qualche passo in avanti in questa direzione è stato fatto, certamente altri passi in avanti possono essere fatti, tant'è che abbiamo presentato un emendamento che vuole chiarire questo aspetto. Però il problema sarà risolto nella corretta prassi, nell'autolimitazione da parte della Giunta del potere di concertazione, limitandolo solo alle attività legislative e agli atti di indirizzo generale, ma anche con un'esaltazione del potere legislativo che compete a questo Consiglio.
Noi riusciremo ad essere interlocutori della società nella misura in cui proponiamo iniziative legislative che rispondono agli interessi e alle necessità della società piemontese. Se presentiamo iniziative legislative residuali, marginali, non troveremo interesse, quindi non troveremo ascolto. Quindi, non si tratta solo di un problema di forma, ma è anche un problema di sostanza.
A mio parere, la preoccupazione esposta dal collega Saitta deve essere colta con dei perfezionamenti, delle limature anche nel testo, ma anche con una buona prassi, che però non compete solo alla Giunta, ma anche ai soggetti interessati nella concertazione, perché se i soggetti della concertazione ritenessero di ottenere di più sul piano della semplificazione, della rapidità nell'attuazione dei provvedimenti amministrativi e legislativi attraverso la concertazione, dimenticando il compito basilare e fondamentale del Consiglio che è quello dell'attività legislativa, certamente potrebbero ottenere di più, ma contribuirebbero all'accentuarsi della crisi dell'istituto regionale che credo non interessi a nessuno di noi.
Detto questo, l'Assessore tenga conto del dibattito, proponga eventuali altri emendamenti, valuti gli emendamenti presentati, cercando di arrivare ad una formulazione dell'articolato che corrisponda alle preoccupazioni espresse in questa sede.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Devo dire che negli interventi dei colleghi si è percorso tutto l'iter già svolto in Commissione, e che ha subìto una grande evoluzione fino ad arrivare in queste ultime battute ad identificare nella Conferenza permanente uno strumento di concertazione per l'esecutivo. Questa evoluzione ha fatto riferimento al modello della Conferenza permanente Stato-Regioni, che sta funzionando egregiamente da qualche anno e che sta operando utilmente come strumento di concertazione del Governo soprattutto in esecuzione del processo di decentramento. Quindi, noi abbiamo inteso emulare quel sistema non avendo la pretesa di istituire una Camera, lo Stato generale delle Autonomie locali che riformasse in modo serio e costruttivo lo Statuto della nostra Regione. Però, pur limitando i compiti di questa Conferenza, abbiamo ritenuto utile, nell'art. 16 (Disposizioni finali), lasciare aperta una porta all'esperienza che si può compiere.
Infatti, noi riteniamo che, dopo un anno dall'insediamento di questa Conferenza, sia utile rivedere competenze, composizione e modalità di funzionamento della Conferenza stessa. Non solo, abbiamo anche cercato attraverso una serie di emendamenti presentati dalla Giunta e di altri emendamenti che sono stati sollecitati dalle opposizioni, e che la Giunta ritiene di recepire - di limare, come giustamente suggeriva il Consigliere Vindigni, il funzionamento di questa Conferenza, ad esempio, dichiarando la possibilità del Consiglio di richiedere pareri, di interloquire e di lavorare insieme alla Conferenza.
Abbiamo ritenuto di dover chiarire una volta di più l'autonomia funzionale di questa Conferenza eliminando il coordinamento da parte di organismi e di uffici della Giunta.
Abbiamo ritenuto che il chiarimento al comma quinto dell'art. 6, in merito ai pareri sugli atti legislativi e deliberativi, sia un chiarimento necessario e che quindi l'emendamento proposto dal Consigliere Vindigni ed altri sia non solo recepibile, ma utile a chiarire definitivamente tutti i passaggi di questa Conferenza, che è e rimane strumento di concertazione lo voglio ribadire - proprio perché un inizio di federalismo, una chiara scelta in campo federalista presuppone ed impone la concertazione da parte dell'esecutivo con gli Enti locali e con i soggetti destinatari del processo di delega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ritengo che, per ragioni di correttezza formale, sia più opportuno inserirlo dopo il comma secondo, trattandosi dei compiti della Conferenza.
Sul merito interveniamo dopo.



PRESIDENTE

Il comma di cui stiamo parlando diventa un nuovo comma: l'1 bis emendamento presentato dalla Giunta.



SPAGNUOLO Carla

Noi abbiamo solo l'art. 6, comma terzo.



PRESIDENTE

Ce n'è uno che aggiunge proprio un comma, ed è quello di cui stiamo discutendo.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Credo che si possa accogliere il suggerimento e quindi considerare l'emendamento come punto d) del comma secondo.



PRESIDENTE

Quindi, l'emendamento diventa: "Viene aggiunta al comma secondo la seguente lettera d)".



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Esattamente. Viene eliminato "La Conferenza" e rimane "su espressa richiesta della competente Commissione...".



PRESIDENTE

Il testo è modificato, viene tolto "La Conferenza".



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

"Su espressa richiesta della competente Commissione consiliare esprime pareri...".



PRESIDENTE

"Esprime" e non "può esprimere".
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Sull'emendamento presentato dalla Giunta, faccio presente che la Conferenza è composta anche dal Presidente della Giunta che la presiede senza diritto di voto.
In questa circostanza, là dove viene chiesto un parere al sistema delle Autonomie locali, rappresentato nella Conferenza, su una proposta di legge o comunque su un'iniziativa che scaturisce dalla Commissione, sarebbe opportuno che la Presidenza della Conferenza non fosse tenuta dal Presidente della Giunta per evitare confusione di ruoli.
Quando la Commissione chiede un parere alla Conferenza, è bene che questa sia presieduta dal suo componente più anziano, proprio per tenere distinti i compiti. Ruolo di concertazione con la Giunta, presidenza del rappresentante della Giunta; ruolo di concertazione con il Consiglio presidenza di un componente del sistema delle Autonomie locali.
Posso anche formalizzare l'emendamento.



PRESIDENTE

Anch'io ho difficoltà. Poco fa è stato presentato un emendamento che riguarda l'art. 6, comma secondo, punto c). Non è quello di cui lei stava parlando?



VINDIGNI Marcello

No, non è quello.



PRESIDENTE

Cercavo di capire. Quindi, non è stato presentato un emendamento, ha fatto un intervento sul comma secondo.



VINDIGNI Marcello

Abbiamo presentato un emendamento al comma secondo proponendo la soppressione del punto c), affrontando la questione posta dal collega Saitta. Al momento opportuno discuteremo anche quell'emendamento.
Sull'emendamento proposto dalla Giunta...



PRESIDENTE

Quindi, quello che è già diventato lettera d) del comma secondo.



VINDIGNI Marcello

Esatto. E' l'emendamento che stiamo discutendo?



PRESIDENTE

A questo punto, se questo scivola e diventa punto d), discutiamo prima il punto c). E' per questo che non riuscivo a seguirvi.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Sono contrario all'abrogazione pura e semplice, come sostiene il Consigliere Vindigni. Ritengo occorra introdurre un correttivo, ma valuti la Giunta e, per essa, l'Assessore Vaglio. Innanzitutto, va bene che la Conferenza permanente abbia la potestà di formulare alla Giunta proposte relative alle Autonomie locali.
Chiedo alla Giunta e all'Assessore Vaglio di valutare se non sia il caso di abrogare il termine "da trasmettere", perché sembra che la Giunta regionale, dopo aver ricevuto la proposta di formulazione da parte della Conferenza permanente, si limiti a trasmettere alla Conferenza Stato Regioni.
A mio avviso, sarebbe bene scrivere "formula alla Giunta regionale proposte relative alle Autonomie locali" che la Giunta deciderà (nella sua autonomia) se formalizzare e sostenere in sede di Conferenza Stato-Regioni Conferenza Stato-Città e Conferenza dei Presidenti. Altrimenti effettivamente sembra che la Conferenza Regione-Autonomie locali formuli una determinata proposta e la Giunta acriticamente la prende e la trasmette agli altri soggetti. Penso che questo filtro potrebbe andare.



PRESIDENTE

Il Consigliere Majorino suggerisce alla Giunta questo emendamento, non ritenendo di farlo proprio.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Pensavo che l'emendamento presentato per la soppressione del punto c) venisse visto come un emendamento semplice.
Credo che la questione del funzionamento della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza unificata Stato-Regioni-Autonomie locali debba essere oggetto di discussione specifica ed approfondita da parte del Consiglio.
Non sarebbe sbagliato avere un'iniziativa legislativa che definisca le modalità di partecipazione della Regione alla Conferenza Stato-Regioni e anche i compiti di conoscenza che conseguono per il Consiglio. La Conferenza Stato-Regioni è stata sempre considerata come un appannaggio esclusivo della Giunta e mai del Consiglio; forse è arrivato il momento stando all'importanza che ha assunto la Conferenza Stato-Regioni, che anche il Consiglio sia in qualche modo coinvolto, almeno a livello informativo.
Il Presidente della Giunta regionale ha la cortesia e la compiacenza di trasmettere a tutti i Consiglieri regionali gli atti del Comitato delle Regioni dell'Unione Europea: perché la stessa cosa non dovrebbe avvenire per quanto riguarda l'Italia? La capacità propositiva che scaturisce dalla Regione verso la Conferenza Stato-Regioni dovrebbe essere approfondita e normata. E in tale sede si potrebbero vedere anche i compiti della Giunta regionale, del Consiglio regionale e della Conferenza Regioni-Autonomie locali. La soppressione del punto c) del comma secondo, non è vista come il "tagliare la testa al toro", ma come stimolo ed impegno, per quanto ci compete, a presentare una proposta legislativa sulla partecipazione della Regione, in tutte le sue articolazioni, alla Conferenza Stato-Regioni.
Se il collega Majorino convenisse con questa impostazione eviteremmo di avere appendici in questa legge, impegnandoci tutti per uno specifico testo che normi la partecipazione della Regione alla Conferenza Governo-Autonomie locali.
Non so cosa ne pensino l'Assessore e il collega Majorino, a mio avviso parrebbe questione su cui riflettere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non penso - farei un torto all'intelligenza dei colleghi - che, dopo tanto discutere e confrontarsi si possa parlare di improvvisazione, se non per spirito di battuta, visto il clima rilassato dell'aula... Direi invece che il livello di tensione sull'argomento è sempre stato talmente alto che ritengo che le osservazioni dei colleghi Majorino e Vindigni debbano essere interpretate per quanto effettivamente vogliono significare: la necessità di chiarimento, di maggior comprensione degli argomenti discussi ed affrontati nella Conferenza Stato-Regioni; un maggior chiarimento delle funzioni della Conferenza dei Presidenti delle Giunte e della Conferenza dei Presidenti dei Consigli, che si riuniscono e sovente si confrontano. Effettivamente sottolineare un'importanza così elevata della Conferenza permanente Regione Autonomie locali in questa fase ritengo sia poco opportuno.
Recependo tanto le indicazioni del collega Majorino quanto i suggerimenti dei Consiglieri Vindigni, Riggio e Saitta riterrei a nome della Giunta di accettare l'emendamento soppressivo del punto c) al comma secondo dell'art. 6.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei ribadire che abbiamo presentato questo emendamento soppressivo non perché pensiamo che la funzione prevista sia da dimenticare, ma perché la riteniamo immanente rispetto al Consiglio e al nostro rapporto con le Autonomie locali. E proprio per questi motivi la stessa impone, in una certa misura, la ripresa del dibattito sulla Camera delle Autonomie locali, non soltanto della Conferenza Stato-Regioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento soppressivo, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intendo presentare un subemendamento a quello della Giunta regionale, proponendo di aggiungere alla fine dell'emendamento, la seguente frase: "In tale circostanza - quando esprime un parere - la Conferenza è presieduta dal componente più anziano di età".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo per dichiarare il voto contrario di Alleanza Nazionale al subemendamento presentato dal collega Vindigni, in quanto, nonostante il precedente tentativo di spiegazione, non lo comprendiamo; e se lo comprendessimo, in ogni caso non lo condivideremmo.
Incidentalmente, con una punta di polemica, intendo far rilevare che è comunque singolare che un Presidente di Commissione, dopo mesi di esame di un provvedimento, continui a presentare in aula, senza averne mai parlato in Commissione, emendamenti e subemendamenti. E' un suo diritto come Consigliere regionale, ma tale prassi mi pare singolare e discutibile dal punto di vista politico.
Ribadisco il voto contrario di Alleanza Nazionale al subemendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni per fatto personale.



VINDIGNI Marcello

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo per fatto personale, anche se ne avrei fatto volentieri a meno.
Intanto, ho presentato un emendamento ad un altro presentato dalla Giunta non in Commissione, ma in aula. In secondo luogo, circa gli emendamenti presentati dal nostro Gruppo, li ho consegnati in via informale all'Assessore, con una settimana di anticipo.



GHIGLIA Agostino

Però questo è un subemendamento che ha presentato adesso.



PRESIDENTE

Consiglieri, vi prego! L'Assessore intende intervenire sulla lettera d)? Prego.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Invito i colleghi ad una maggiore serenità, perché d'altra parte non vorrei essere nuovamente ripreso dal Consigliere Saitta sul fatto che il Presidente Ghigo fa delle aperture e poi l'Assessore Vaglio fa le chiusure: non è così. Non è assolutamente così.
Proprio in ossequio a quel principio enunciato dal mio Presidente abbiamo recepito questo emendamento, perché andava, a nostro parere, nel senso che il dibattito aveva sottolineato, cioè ad un'esigenza che il dibattito aveva sottolineato.
Comprendo la necessità dell'opportunità richiamata dal Consigliere Vindigni, però d'altra parte vorrei ricordare che abbiamo sempre, direi in modo trasversale, riconosciuto e voluto riconoscere un'ampia autonomia regolamentare alla Conferenza, e cioè a dire abbiamo sempre riconosciuto che la Conferenza dovesse avere il più ampio potere di organizzare i propri lavori.
In questo caso particolare, il subemendamento Vindigni effettivamente esprime un'opportunità, ma la esprime in un modo che noi non riteniamo possa essere accolto. Pensiamo invece che possa essere possibile, in questo caso specifico di richiesta di parere da parte della Commissione consiliare, che il Presidente deleghi a presiedere la seduta il membro più anziano della Conferenza stessa; l'opportunità direbbe questo. Non so se sia il caso di definire per legge questo percorso o se sia più opportuno lasciare il percorso all'autonomia regolamentare della Conferenza stessa.
In un articolo di principi, dove noi andiamo a definire che cosa fa, quali sono i compiti principali della Conferenza, ritengo un appesantimento intervenire su un procedimento più che altro di Regolamento interno. Per cui la Giunta recepisce l'indicazione, comprende l'indicazione e la pu anche condividere, non in questa sede, ma ritiene che sia possibile dare questa indicazione in altra parte dell'articolato, ovvero in qualche ordine del giorno di richiamo o quant'altro.
Quindi, Presidente, la Giunta conferma l'emendamento così come lei l'ha letto e ritiene di dover chiedere al collega Vindigni di mantenere il suo subemendamento solo come dichiarazione verbale e non precedere ad un'iscrizione effettiva.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento il cui testo modificato recita: al comma secondo dell'art. 6 è aggiunto il seguente punto: "d) su espressa richiesta della competente Commissione consiliare, esprime pareri sulle proposte di legge e sugli atti amministrativi di competenza del Consiglio regionale aventi riflessi sul sistema delle Autonomie locali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli, 3 contrari e 3 astensioni.
6.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 6, comma terzo, sopprimere le parole "coordinata dalla Direzione regionale competente per le Autonomie locali".
L'Assessore intende illustrarlo? Prego.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Credo che l'emendamento si illustri già di per sé. Noi abbiamo ritenuto di eliminare il coordinamento da parte della Direzione regionale competente per le Autonomie locali, ancora una volta in ossequio alle indicazioni venute dal dibattito e in ossequio alla più ampia autonomia della Conferenza.



PRESIDENTE

Vi sono interventi su questo emendamento? Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 5 astensioni.
6.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Riggio, Vindigni e Miglietti: all'art. 6, dopo il comma quarto, aggiungere il seguente comma: "5. I pareri di cui ai punti a) e b) del comma secondo sono trasmessi, con le modalità di cui al comma quarto, anche al Consiglio" all'art. 6, dopo il comma quinto, aggiungere il seguente comma: "6. I pareri sugli atti legislativi e deliberativi di competenza del Consiglio regionale possono essere richiesti alla Conferenza permanente Regione-Autonomie locali, dalla Giunta regionale solo prima della loro trasmissione al Consiglio regionale. Successivamente i pareri possono essere richiesti dal Consiglio e dati allo stesso".
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Poiché la Conferenza Regioni-Autonomie locali concerta su tutta una serie di materie, con questo emendamento si propone di informare il Consiglio sull'esito delle concertazioni. Per la verità, è un aspetto di carattere formale, sul quale noi chiediamo dei chiarimenti all'Assessore e in funzione dei chiarimenti decideremo se mantenere o meno l'emendamento.



PRESIDENTE

La Giunta?



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Qualora fossero i pareri di cui al punto c), è ovvio che debbono essere trasmessi al Consiglio, perché il Consiglio li ha proposti, ne ha formulato il quesito.
Per quanto riguarda la trasmissione dei pareri relativi ai punti a) e b), la Giunta non aveva ritenuto di procedere a questa formulazione proprio perché questi pareri sono relativi a disegni di legge non ancora formulati, non ancora ufficializzati e che, in teoria, non sono ancora a disposizione del Consiglio.
Noi riteniamo che la prassi, la giusta prassi della concertazione debba tenere conto delle esigenze del Consiglio di essere puntualmente informato e quindi che le bozze di disegno di legge, oltre che alla Conferenza debbano essere trasmesse anche al Consiglio. Questo, dal punto di vista della prassi; non riteniamo necessario normarlo per legge, perché, come ricordava il Consigliere Vindigni, la buona prassi dovrà essere integrativa della legge, dovrà essere un sistema che si consolida nella creazione non solo delle leggi, ma anche del dibattito sugli argomenti del decentramento che regolerà il Consiglio nel prossimo futuro.
Proprio per questa necessità di non confondere prassi con legge inviterei i Consiglieri proponenti a ritirare la prima parte dell'emendamento, assicurando che la prassi terrà conto di queste esigenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ritiro la prima parte dell'emendamento.



PRESIDENTE

La seconda parte dell'emendamento risulta pertanto così modificata: all'art. 6, dopo il comma quarto, aggiungere il seguente comma: "5. I pareri sugli atti legislativi e deliberativi di competenza del Consiglio regionale possono essere richiesti alla Conferenza permanente Regione-Autonomie locali, dalla Giunta regionale solo prima della loro trasmissione al Consiglio regionale. Successivamente i pareri possono essere richiesti dal Consiglio e dati allo stesso".
La parola alla Giunta.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Accettato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 21 voti contrari 4 astensioni 12 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

L'art. 7 è quello che, a mio parere, ha maggiore necessità di una spiegazione da parte dell'Assessore; ciò per una serie di sequenze previste nell'articolato stesso. Ad esempio, al comma secondo dell'art. 7 si legge: "Il Presidente della Giunta regionale presiede la Conferenza senza diritto di voto; alle sedute della Conferenza partecipano senza diritto di voto l'Assessore agli enti locali e l'Assessore competente per la materia all'ordine del giorno". Più avanti si dà al Presidente della Giunta la competenza di convocazione. La competenza di convocazione della Conferenza permanente è dunque in capo al Presidente della Giunta, il quale partecipa senza diritto di voto, e non è previsto, ad esempio, chi lo sostituisce presumo il Consigliere anziano, cioè il "Conferenziere" anziano.
Tuttavia, ritengo necessaria una spiegazione, per capire come è stato organizzato questo pensiero. Non è specificato neanche all'art. 8, dove è scritto: "Durata in carica e convocazione".
Credo che questo pensiero debba essere esplicitato, in modo che o ne siamo convinti, oppure si tenta di portare qualche accorgimento per ottenere un risultato che, secondo me, potrebbe essere esattamente lo stesso dando al Presidente della Giunta la competenza di partecipare di diritto, così come all'Assessore agli Enti locali.
Il Presidente della Giunta e l'Assessore partecipano di diritto alla Conferenza, con tutte quelle che sono le altre competenze che vengono riconosciute loro dalla legge. Ma il fatto che il Presidente presieda la Conferenza, abbia il diritto di convocarla... Diversamente, l'unico altro metodo per convocare la Conferenza è la richiesta di un terzo degli assegnati, problema già abbastanza complesso.
Bisognerebbe trovare un sistema di diritto più snello e, probabilmente non esclusivamente in capo al Presidente della Giunta che oltretutto - è riconosciuto - non ha diritto di voto. Questo problema dovrebbe essere meglio esplicitato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Rinuncio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Come Gruppo Comunista, chiederemmo di sopprimere all'art. 7 la lettera g). Riteniamo che l'UPP, l'ANCI e l'UNCEM siano organi di carattere generale e quindi debbano essere visti in un'ottica di consultazione e non sotto un aspetto che invece a noi pare non sia confacente allo spirito della legge.
Consideriamo il ruolo attribuitogli ruolo non corretto nell'ambito di una legislazione come quella in esame. Per cui chiediamo che venga soppresso il ruolo improprio che viene attribuito in questo paragrafo a tali organismi che - ripeto - invece riteniamo debbano essere di sola consultazione.



PRESIDENTE

Vorrei preannunciare che, alla fine dei lavori della mattinata, si svolgerà un veloce incontro con i Capigruppo e il Presidente della IV Commissione per alcune decisioni da assumere insieme, ma che sono abbastanza veloci.
Passiamo ora all'esame degli emendamenti all'art. 7.
7.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Riggio, Vindigni e Miglietti: all'art. 7, comma primo, alla prima riga del punto d), eliminare la parola "annuale".
L'emendamento si illustra da solo ed è accolto dalla Giunta.
Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 11 astensioni.
7.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moro: all'art. 7, comma primo, sopprimere la lettera g).
Su tale emendamento, già illustrato dal Consigliere Moro, la parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Colleghi, ho compreso le motivazioni molto serie e, da un certo punto di vista, condivisibili che hanno spinto i Consiglieri del Partito Comunista a presentare l'emendamento. Effettivamente, in un organismo di concertazione, la presenza delle organizzazioni potrebbe sembrare addirittura pletorica, perché casualmente in questa tornata il Presidente dell'ANCI è il Sindaco di Torino, quindi è già al suo interno per altra via; il Presidente dell'Unione delle Province Piemontesi è la Presidente della Provincia di Torino, a sua volta già presente. In realtà, in una prima stesura non era prevista la presenza dei Presidenti di questi organismi. Devo dire che è stata recepita su espressa richiesta degli Enti locali, non solo come organizzazioni, ma anche al tavolo di concertazione che ci aveva portato alla stesura definitiva della composizione.
In questo senso, riteniamo che sia di salvaguardia la clausola all'art.
16 che ci consente, dopo un anno, di verificare composizione e modalità di funzionamento e di competenze, relativamente alla Conferenza.
Per impegni che la Giunta ha assunto con le Autonomie locali, e che intende mantenere, pur comprendendo ed in parte condividendo le osservazioni del Partito comunista, in questa sede non siamo in grado di accettare l'emendamento ed approvarne, quindi, la formulazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7.2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 25 contrari e 11 astensioni.
7.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Riggio, Vindigni e Miglietti: all'art. 7, comma terzo, prima riga, sostituire le parole "all'inizio di ogni legislatura" con le parole "entro 90 giorni dall'insediamento del Consiglio".
La Giunta accoglie l'emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 9 astensioni.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Sto aspettando che l'Assessore dica qualcosa in merito ai rilievi che abbiamo formulato. Penso sia impossibile passare all'approvazione, se non vengono chiariti tali problemi. Certo, tutto è possibile, però sarebbe simpatico avvenisse.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Credo sia opportuna la puntualizzazione di quanto detto più volte in Commissione, che però non aveva trovato la sede più idonea, cioè quella del Consiglio, per essere esternato.
L'attuale composizione della Conferenza è quella che ci è stata consentita per avere la massima rappresentatività senza cadere nella pletoricità. E' la composizione su cui abbiamo trovato l'accordo di massima con le Autonomie locali e con le organizzazioni rappresentanti gli organismi locali. Il concetto al quale abbiamo voluto attenerci - e questo è esplicito nella formulazione dell'art. 7 - è quello della massima autonomia possibile della Conferenza dal punto di vista regolamentare.
Tanto che non abbiamo ritenuto di dover ingessare con particolari specificazioni alcun passaggio. Neanche quello della mancata presenza del Presidente, che ritenevamo scontato potesse essere ovviata con la delega come in tutti gli organismi in cui la Presidenza è in capo al Presidente della Giunta, lo stesso, per delega, può farsi rappresentare da altro membro della Giunta o comunque da un sostituto.
Molti, dunque, sono i passaggi, che il Consigliere Miglietti avrà sicuramente notato, che meritavano una specificazione in più. Ma, ancora una volta, abbiamo preferito la strada del Regolamento alla strada della definizione per legge. Per cui le cose non dette sono state tutte immaginate come facenti parte di quel Regolamento di cui chiediamo la stesura, in tempi certi, dall'insediamento della Conferenza stessa.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione dell'art. 7 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 21 voti contrari 5 astensioni 9 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 8.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Riggio, Vindigni e Miglietti: all'art.8, comma primo, riga 2, dopo la parola "regionale", aggiungere le parole "entro 120 giorni dall'insediamento del Consiglio regionale".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Potreste illustrarlo?



PRESIDENTE

Consigliere Vindigni, viene richiesta l'illustrazione.



VINDIGNI Marcello

Alcuni emendamenti sono di natura essenzialmente tecnica, perch tendono a fissare dei termini certi per l'esercizio di una serie di attività. Di conseguenza, si fissa il termine, ad esempio, per la nomina della Commissione e per l'acquisizione di determinati pareri. In questo senso, si spiegano da soli. Forse questo richiederebbe una maggiore attenzione nella fase di formulazione dei testi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il collega Vindigni, però il dubbio che ho, e che non ha trovato soluzione nell'illustrazione del collega Vindigni, è questo: condivido la messa in legge di scadenze precise, perché troppe volte facciamo leggi senza scadenza, però quello che volevo capire in questo specifico caso è quale cogenza abbia questa scadenza. Se la scadenza è fissata con un meccanismo normativo prescrittivo e cogente allora serve, ma se viene fissata così - d'accordo, vi è una volontà, è un passo avanti - il centoventunesimo giorno cosa succede? Se mi garantiscono che tutto si ferma, allora i 120 giorni servono, perché è obbligatorio, altrimenti la Conferenza decade; ma se la Conferenza rimane comunque è un po' meno cogente.
Condivido di fissare un termine, però se è un termine che obbliga al rinnovo e nel caso non ci fosse il rinnovo si fa decadere la precedente Conferenza. Siccome i tempi li conosciamo - altro che 120 giorni! scriviamo comunque che dal giorno dopo, se non si è fatto nulla, non c'è più nulla. Quindi, sono d'accordo, ma con un'aggiunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Non voglio difendere la logica di un emendamento non della Giunta, per considerando che all'art. 7, comma terzo, avevamo già dato un termine per la convocazione delle assemblee che avrebbero espresso i Sindaci dei Comuni con popolazioni superiori ed inferiori ai 3 mila abitanti, definito in 90 giorni, prolungare a 120 giorni il termine di rinnovo della Conferenza (quindi quattro mesi) è utile anche perché è in sintonia con la norma statale che definisce la massima prorogatio degli Enti. Quindi, sia da un punto di vista legislativo che da un punto di vista di opportunità, mi sembra un emendamento condivisibile.
Devo dire che mi risulta un po' meno semplice da comprendere e da condividere il termine perentorio, perché conosciamo anche le difficoltà in cui spesso ci si muove, soprattutto parlando di piccoli enti, di enti minori che non godono di quella libertà di manovra di cui godiamo noi.
Quindi, penso che il termine debba essere definito, i 120 giorni sono condivisibili, non mi sembrerebbe opportuno un termine ultimativo e perentorio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 8.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 8 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 34 voti favorevoli 29 astensioni 5 non hanno partecipato alla votazione 2 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 21 voti contrari 5 astensioni 8 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 10.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il comma terzo dell'art. 10 è così modificato: "3. Per la quota regionale la dotazione dei fondi viene definita annualmente in sede di predisposizione del bilancio di previsione, sentita la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 5 astensioni.
10.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il comma quarto dell'art. 10 è così modificato: "4. La ripartizione dei fondi agli enti destinatari delle funzioni è effettuata in via definitiva di norma entro il 31 gennaio di ogni anno dalla Giunta regionale, sulla base di parametri predefiniti d'intesa con la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 10 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 29 voti contrari 2 astensioni 5 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 11.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Riggio, Vindigni e Miglietti: all'art. 11, comma primo, riga 2, sopprimere le parole "o ne mette a disposizione le strutture, previo parere della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali".
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

L'attuazione della legge Bassanini comporta necessariamente la revisione della legge n. 51 e quindi delle strutture che la Regione si è data con detta legge. Pertanto, noi proponiamo questo emendamento che presuppone la volontà di modificare l'organizzazione strutturale della Regione, mentre il testo proposto dalla Giunta, prevedendo che lo svolgimento delle funzioni delegate può avvenire attraverso strutture potrebbe far pensare che non si voglia mettere mano alla riorganizzazione strutturale della Regione. Al fine di evitare questa interpretazione proponiamo l'emendamento che ho testé illustrato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Vorrei fare una proposta che tiene conto delle sollecitazioni pervenute dalle organizzazioni sindacali del settore.
L'attuale formulazione potrebbe - permettete il condizionale - essere considerata fuorviante quando dice "o ne mette a disposizione le strutture". Si potrebbe quasi pensare che l'Ente locale destinatario della competenza possa avvalersi di strutture regionali che tali restano. Invece la richiesta delle organizzazioni sindacali è diversa: "E' possibile che vengano trasferiti, assieme alle funzioni, personale o strutture", quindi personale o un insieme di funzionari che fino a quel momento avevano gestito quella funzione.
Per cui proporrei, invece della soppressione, di modificare il comma in questo senso: "Con decorrenza dall'esercizio delle funzioni conferite, la Regione assegna funzionalmente agli enti locali i dipendenti ad essi addetti o le strutture relative, previo parere, ecc.". Quindi, non escludere il trasferimento di intere strutture, ma prevederlo, non la messa a disposizione, ma la previsione di trasferimento. Quindi - ripeto - noi proporremmo la dizione seguente: "I dipendenti ad esse addetti o le relative strutture, previo parere".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ho capito lo spirito con il quale l'Assessore ha cercato un avvicinamento, che è comunque condizionato da impegni o da situazioni pregresse.
Noi manteniamo la formulazione del nostro emendamento perché ci sembra molto più chiaro nell'attuazione della legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
11.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Riggio, Vindigni e Miglietti: all'art. 11, comma secondo, riga 1, cambiare la frase "sono individuati sia il personale sia le strutture" con la frase "è individuato il personale".
La Giunta respinge tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 21 contrari e 3 astensioni.
11.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Vindigni, Miglietti Papandrea, Chiezzi e Spagnuolo: all'art. 11, comma quinto, riga 3, la frase è sostituita: "E' data facoltà al personale, compreso quello di qualifica dirigenziale assegnato funzionalmente agli enti locali, di optare per il trasferimento nei ruoli degli enti stessi o per il collocamento a riposo alle condizioni previste dalla normativa vigente".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sono d'accordo ad estendere questa facoltà a tutto il personale.
Segnalo all'Assessore che le prime due righe mi lasciano molti dubbi sull'efficacia legislativa di questa norma, perché prevede che ci sia un giorno dal quale decorre l'esercizio delle funzioni che, scritto in questo modo, non è equivoco. Vi è un giorno nel quale Comuni, Province ed altri esercitano le funzioni.
Mi preoccupa che dopo la virgola si dica che da quel giorno da cui si esercitano le funzioni "organizzano le proprie strutture e adeguano i propri organici"; ma se da un certo giorno devo esercitare delle funzioni in quel giorno devo disporre già di strutture e di organici, altrimenti come faccio a gestire quanto detto nella prima parte della riga? Così gettiamo nel marasma i Comuni, ai quali diciamo: "Dalla data tale tu eserciti queste funzioni!". Il Comune non può farlo perché non ha le strutture, non ha l'organico (ma è obbligato a farlo dalla legge), quindi non esegue il dettato di legge, non si fissano date o tempi entro i quali adeguare il tutto. Mi sembra che questi due fatti, conferire le funzioni e adeguare le strutture e l'organico, debbano andare insieme anche nella legge e giungere insieme ad una conclusione, altrimenti facciamo le riforme sulla carta. Si dovrebbe dire che le funzioni saranno conferite quando i Comuni contestualmente avranno strutture ed organico adeguati.
Condivido questo emendamento, ma chiederei all'Assessore una spiegazione di cosa succederà il giorno dopo.
Se un cittadino si presenta in un Comune il giorno successivo alla decorrenza dell'esercizio delle funzioni e chiede al Sindaco di esercitare quella funzione il Sindaco gli dirà che non lo può fare. Il cittadino cosa può fare? Si rivolge ad un Difensore Civico? Fa ricorso a qualche organo di controllo? Cosa fa? Direi che questa norma mette i Comuni in una difficoltà grandissima.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Vorrei rassicurare i colleghi, perché il comma primo di questo articolo precisa che, con decorrenza dall'esercizio delle funzioni, la Regione assegna funzionalmente agli Enti i dipendenti. Dalla data di decorrenza i dipendenti dipendono funzionalmente dagli Enti a cui la funzione è stata conferita.
Il comma quinto prevede un margine di tempo supplementare ai Comuni per adeguare le piante organiche, pur avendo a disposizione già il personale le strutture ed altro.
E' chiaro che l'efficienza sarà data dal minor lasso di tempo possibile dal conferimento della funzione alla riorganizzazione dell'Ente locale, ma non potevamo dare delle imposizioni troppo rigide, troppo vincolanti agli Enti stessi per la loro riorganizzazione che potrebbe, in alcuni casi essere di grande momento.
Relativamente all'emendamento proposto, invece, in modo formale al comma quinto, riga 3, mi trovo nell'impossibilità di accedere alla richiesta su esplicita indicazione dell'organizzazione per gli accordi che sono stati assunti, per le regole che determinano il collocamento a riposo di funzionari e dirigenti, per cui non sono in grado di accogliere l'emendamento e mi trovo a doverlo respingere.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11.3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni.
Prima di passare alla votazione dell'intero art. 11, ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Intervengo in generale su questo articolo, perché l'articolo sul personale, insieme a quello dell'adeguatezza, è quello che giustifica l'atteggiamento complessivo che, come minoranza, in particolare come Gruppo dei Democratici di Sinistra, noi terremo, perché l'insensibilità della Giunta a recepire questo dato sta a dimostrare che questo intervento legislativo viene fatto più come atto dovuto, più per compiacere il Consiglio e l'attuale normativa piuttosto che con una seria convinzione da parte della Giunta, una seria intenzione da parte della Giunta di trasferire realmente le funzioni in una logica di federalismo decentramento e sussidiarietà.
La questione di trasferire funzionalmente il personale e addirittura il fatto di non aver accettato l'emendamento per cui noi contrastiamo la logica della messa a disposizione, tradisce un'intenzione da parte della Giunta, un'intenzione che era anche già abbastanza evidente quando noi insistevamo sul fatto che l'idea della nuova pianta organica si poteva avere solo alla luce di una logica di trasferimento delle funzioni e delle risorse, che è quella in realtà di continuare a conservare per sé proprie funzioni, continuare a conservare il personale e così via, alla fine continuare a conservare per la Regione un ruolo di gestione che non le è proprio. Questo è uno dei motivi di fondo.
Chiedeva prima il Consigliere Ghiglia perché abbiamo presentato gli emendamenti qui in Consiglio. Abbiamo presentato gli emendamenti in Consiglio proprio perché - il Presidente della Giunta regionale ricorderà noi lo abbiamo chiamato in Commissione per avere delle risposte rispetto a questi tre grossi nodi: quello dell'adeguatezza, quello del personale e quello delle risorse. Di fronte ad un'apparente disponibilità del Presidente della Giunta, c'è stata una chiusura da parte dell'Assessore e conseguentemente di tutta la Giunta. Di fronte a questo, noi abbiamo deciso, come minoranza e come Gruppo dei Democratici di Sinistra, di presentare gli emendamenti in aula proprio per far emergere - come credo sia emerso nel dibattito di oggi - quelli che sono i nodi veri: in primo luogo, il fatto che questa legge quadro sulle deleghe è una legge che noi abbiamo fortemente voluto e che invece la Giunta, in una certa misura subisce invece di farsene veramente promotrice; in secondo luogo, che la Camera delle Autonomie locali è di fatto una necessità immanente rispetto a quello che riguarda la modificazione di questo Consiglio.
Abbiamo voluto presentare gli emendamenti in aula proprio per far emergere questi dati che con il dibattito odierno, secondo la nostra opinione, sono emersi sempre di più. Quindi, rispetto a questo articolo noi voteremo contro e lo consideriamo qualificante rispetto a tutta la legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione dell'art. 11 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 25 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 22 voti contrari 6 astensioni 10 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 13.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Riggio, Vindigni e Miglietti: all'art. 13, comma terzo, riga 1, cambiare la frase "assicura al Consiglio regionale l'informazione" con "provvede ad informare il Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo che gli Enti locali trasmettano il resoconto entro il 31 marzo e che ciò non avvenga "di norma". Probabilmente, se non lo trasmettono entro il 31 marzo, non succede niente; se ancora scriviamo "di norma" è un incitamento ad andare oltre. Quindi, proporrei un emendamento per togliere il "di norma".



PRESIDENTE

L'emendamento è accolto dalla Giunta. Per quanto riguarda la proposta verbale del Consigliere Chiezzi, non essendo stata formalizzata per iscritto, viene considerata decaduta.
Pongo in votazione l'emendamento n. 13.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 30 voti contrari 5 astensioni 4 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 23 voti contrari 16 astensioni 2 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 23 voti contrari 16 astensioni 2 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 16.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il titolo dell'art. 16 è così modificato: "Adeguamento delle normative di settore e norme finali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri).
16.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 16, dopo il comma quarto, aggiungere il seguente comma: "5. E' in ogni caso assicurata la contestualità tra la decorrenza dell'esercizio delle funzioni conferite e l'attribuzione delle risorse necessarie al loro svolgimento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 6 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 16 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 26 voti contrari 8 astensioni 8 L'art. 16 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Il disegno di legge n. 356, presentato dall'esecutivo, che sta per diventare legge del Piemonte per volontà politica del centro-destra, sarà a mio avviso, un contributo legislativo negativo per il Piemonte e non risolverà i problemi urgenti delle Autonomie locali. Questa proposta di legge, infatti, non contiene innovazioni rispetto al D.lgs. n. 112, la Bassanini; prevede unicamente criteri generici rispetto a quello che dovrebbe essere il processo vero di decentramento democratico degli Enti locali.
Come Comunisti, secondo concetti innovativi, riteniamo che la Regione debba avere compiti esclusivamente programmatori, legislativi, non di vera gestione; questa, invece, spetta alle Province, ai Comuni ed alle Comunità montane.
Devo anche dire, però, che durante le consultazioni su questo disegno di legge si era riscontrato tanto interesse, non solo da parte degli Enti locali territoriali, ma anche dei cittadini piemontesi che vedevano possibilità innovative di maggiore democrazia decentrata. Tutto questo però, non compare nel disegno di legge in oggetto. Andavano visti diversamente il ruolo delle risorse finanziarie, dei pubblici dipendenti regionali e il loro ruolo, e lo stesso principio di sussidiarietà.
Occorreva avere maggiore sensibilità istituzionale e della maggioranza nella discussione sul decentramento, a partire dal federalismo regionale ad esempio con l'istituzione della Camera delle Autonomie locali, anche a livello regionale, che è un aspetto qualificante di un futuro assetto democratico e soprattutto di decentramento.
Questa legge, invece, tende a creare una certa sfiducia tra le istituzioni democratiche, territoriali e l'ANCI, che deve essere rimossa per poi privilegiare l'associazionismo tra i Comuni, specialmente i più piccoli, che rappresentano la peculiarità del Piemonte; una delle caratteristiche di questa regione che invece si disattende.
Nel disegno di legge, poi, viene elusa la concertazione, che è lacunosa, marginale e non positiva, rispetto a tutta l'enfasi di questo qualificante aspetto, che non viene assolutamente rimarcato nella dovuta positività.
Sulla base di queste brevi considerazioni istituzionali ed anche su altre, relative a tutta la tematica complessa di riordino delle funzioni e compiti amministrativi, anche per brevità, il nostro Gruppo voterà decisamente contro questa legge regionale perché non è assolutamente in condizione di dare un contributo positivo riguardo alle Autonomie locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba.
Dopo tale intervento, se siete d'accordo, chiuderei i lavori della mattinata, chiedendo la disponibilità dei Capigruppo per due minuti, alla fine della seduta. Riprenderemo i lavori intorno alle ore 15.
Prego, Consigliere Riba.



RIBA Lido

Come si è visto, abbiamo sottolineato, anche con numerose votazioni di astensione su diversi capitoli ed articoli, il nostro scetticismo; infatti la notevole esigenza ed opportunità di votare contro sarebbe stata naturale.
Abbiamo voluto sottolineare, inoltre, il contributo di iniziativa che abbiamo cercato di dare in questi mesi in Commissione su tale disegno di legge. Personalmente, voglio anche sottolineare il lavoro svolto dal Presidente della Commissione, Vindigni, nel portare avanti una legge di carattere particolarmente rilevante, al fine di caratterizzare l'istituto regionale e l'insieme delle Autonomie piemontesi in questa fase di trasformazione federalista delle istituzioni locali.
La prima osservazione che devo fare è questa, Assessore Vaglio e Presidente: questa legge preliminare alle successive norme che dovranno definire e perfezionare la gestione del trasferimento della delega, attorno a quaranta-quarantacinque materie che devono passare dalla competenza della Regione a quelle delle Autonomie locali, era la più significativa occasione per prefigurare, sia nel dibattito, sia nella stesura del testo, un'ipotesi di Piemonte federale. Non che da parte nostra ci sia una spocchiosa affermazione di saperne già abbastanza, ma ho constatato come, da parte della Giunta, la conduzione del lavoro attorno a questa legge abbia messo in evidenza come si è andati oltre l'idea dell'affermazione del federalismo.
Non so cosa diranno i colleghi della Lega Nord, cosa diranno e come valutano, essendo loro in qualche maniera titolari di una funzione, di una sensibilità particolare sulla materia, ma lei, Assessore Vaglio, ammetterà che abbiamo trattato l'ipotesi di riorganizzazione di alcune funzioni in un modo molto lontano da un'idea di Regione federale.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, mi scusi, chiederei all'aula di prestare un po' di attenzione. Stiamo terminando i lavori della mattinata e diventa difficile con il brusìo di sottofondo, ascoltare gli interventi.
Prego, Consigliere Riba.



RIBA Lido

Grazie per l'interruzione, così riprendo il concetto che stavo svolgendo in maniera frettolosa.
A me sembra - è una constatazione che abbiamo fatto nel corso di questi mesi - che l'idea di Regione federale non sia stata sviluppata. In questi due o tre anni di legislatura ci siamo trovati spesso - sfido i colleghi a contraddirmi - molto governati da un'idea di Regione e di istituzione fortemente centralistica. Questo ci ha impedito di assumere, con il necessario entusiasmo, con la necessaria convinzione o energia politica, le proposte - non tantissime - che ci avevano offerto l'opportunità di sviluppare un reticolo di istituzioni associative rispetto alle quali la collocazione, il trasferimento di funzioni sarebbero ricadute all'interno di una rete di recepimento che costituiva l'intelaiatura. Guardate che noi stiamo - e l'Assessore Vaglio lo sa bene - incontrando tra i Comuni, tra gli Enti locali, situazioni di grande resistenza. Infatti, un Presidente di Consiglio provinciale sostiene che la Bassanini è la tragedia dei piccoli Comuni, è la tragedia degli Enti locali. Chi sostiene questo non è un personaggio sprovveduto, è uno che esprime dolore ed angoscia per l'incertezza del futuro di questi Enti rispetto ai quali, da un lato, c'è l'espropriazione di funzioni e di attribuzioni e, dall'altro, c'è la minaccia del sovvertimento con l'attribuzione di funzioni e di ruoli che non sono in grado di esercitare perché chiaramente esorbitanti.
Perché non abbiamo per tempo studiato, non dico approvato, il progetto di legge sulla collina e sull'autonomia collinare e sui patti territoriali come federalismo economico? E' mancata significativamente una premessa, un percorso e una realizzazione di elementi fondamentali sui quali poi il federalismo poteva collocarsi positivamente. Farei torto al Presidente Ghigo se dicessi che non ha sensibilità nei confronti del problema federalista: è una sensibilità che è comune alle Amministrazioni del nord, quindi è anche, in qualche maniera, una sensibilità spesso riproposta come elemento politico da parte di questa Regione.
Presidente Ghigo, non dico questo per inserire dei cunei all'interno della Giunta - lo hanno già rilevato i colleghi Riggio e Vindigni intervenuti ripetutamente ed opportunamente oggi sull'argomento - ma c'era stata un'apertura, da parte del Presidente della Giunta, a cercare di qualificare meglio i principi federativi all'interno di questa legge.
Perché non c'è stata la capacità di raccogliere questa apertura? Mi pare che la Giunta caratterizzi di più la sua funzione con la fretta che nasce dalla sollecitazione ad approvare il provvedimento perché ci sono altri provvedimenti da discutere. Il tutto è ridotto ad una funzione amministrativa. Evidentemente questo, dal punto di vista politico, è un elemento tragico.
Noi non avremo altra occasione, in questa legislatura, per reimpostare questo tipo di progetto che si è sviluppato in maniera progressivamente restrittiva ed amministrativa. Sono troppe le materie che mancano all'inventario. Anche se settorialmente rilevo che sono stati svolti dei lavori significativi, dei lavori di un certo spessore sulla materia, siamo lontani dall'affrontare il problema del D.lgs. n. 112, che dovrebbe essere la continuazione naturale, quindi anche un po' rapida, dell'approvazione del disegno di legge n. 356, mentre pare che non sia stata ancora presentata al Consiglio e solamente illustrata in altre sedi. Occorrerebbe un "corridoio" di lavoro che in qualche maniera ci consenta di avere una sessione sui Bassanini per poter avere anche la memoria del confronto degli uni rispetto agli altri e i necessari elementi di integrazione e di consequenzialità.
A questo punto, diventa un po' una ripetizione - lo richiamo soltanto per titoli. Presidente e Assessore Vaglio, guardate che scrivere qui che noi possiamo mettere a disposizione dei Comuni, delle Amministrazioni locali i soldi e il personale, oppure la struttura e l'operatività significa due cose assolutamente diverse; in un caso, significa affrontare il problema di riordino della Regione.
Ancora questa mattina abbiamo avuto un incontro - ci sarà notizia che la mia posizione non è stata così accondiscendente rispetto ad alcuni elementi di protesta, pur motivati, pur razionali; il dialogo comporta, da parte di tutti, l'espressione di posizioni - su questioni che riguardano elementi di piccola circostanza rispetto ai quali ci affrettiamo tanto sulla riorganizzazione del personale ed altro e poi non siamo in grado di affrontare la predisposizione dello schema all'interno del quale possiamo trasferire personale, risorse, strutture, strumenti, sapere e conoscenze ed altro alle istituzioni locali.
Se volete - presuntuosamente - noi possiamo anche insegnare qualcosa ci sono dei comparti che conosciamo bene, relativamente, ad esempio all'agricoltura, dove non ci vuole niente a decidere che di tre Direzioni generali, due vengono trasferite, anche se a livello sperimentale.
Ho piuttosto la sensazione che a questo punto l'abbiamo assunta come un'operazione alla quale in qualche maniera attendiamo, provvediamo secondo un certo lento processo legislativo, amministrativo, alla fine del quale da questa Regione non si sarà trasferito niente, non si sarà inventariato niente e non ci sarà praticamente la condizione attuativa.
Il federalismo è una questione complessa, noi non abbiamo la bacchetta magica per dire che si deve fare in quel modo.
Presidente Foco, mi consenta ancora due minuti, non abbiamo abusato del tempo.
Venerdì mattina mi sono recato a Verbania - ho incontrato anche il Presidente - e abbiamo constatato che a Verbania c'era l'epitaffio degli Stati Generali: lo abbiamo constatato tutti, non c'era più niente. Gli Stati Generali erano stati costituiti da quella maggioranza e non penso che fosse l'esigua pretesa di una persona, ma la corale decisione di una maggioranza, ancorché ispirata dalla cultura e dalla competenza di una persona. Quello era il capitolo operativo che ci forniva la risorsa per immaginare questo Piemonte federale, delle montagne, delle colline, delle città, dei trasporti, del territorio, dei laghi, ecc. Allora noi avevamo per tempo messo in campo un progetto che ci forniva la risorsa con cui poi lavorare politicamente. Poi si è chiuso come si è chiuso.
Abbiamo fatto presente all'Assessore Vaglio che senza un reticolo associativo, che divida il Piemonte in uno schema di Comuni tra di loro accorpati, non è possibile attribuire funzioni che devono essere svolte a livello di un'organizzazione di secondo grado.
Attorno a questo progetto di avvio della riforma federalista avevamo un'aspettativa consistente a prescindere dalla nostra collocazione politica e credo di poterlo dire a nome di tutti i colleghi che si sono spesi, che si sono misurati e che hanno anche trovato momenti di buona volontà da parte dell'Assessore. Non si tratta di una preclusione culturalmente preordinata, manca proprio una risorsa complessiva da mettere in campo perché il federalismo è complesso, è una voce della democrazia, è la capacità di suscitare domande e fornire risposte, è la capacità di inventare un nuovo modello di istituzione regionalmente intesa come complesso di tutte le istituzioni che operano nell'area geografica della Regione. Ma tutto questo non è preordinato da questa legge, la quale dimostra un livello elevato di insufficienza che suscita anche un livello elevato di preoccupazione per la perdita di una grande opportunità.
Per cui, nonostante le astensioni che abbiamo espresso sugli articoli a titolo di concorso, nel miglior modo possibile, per valorizzare ciò che era possibile in qualche modo utilizzare, il nostro voto non può che essere convintamente un voto contrario.



PRESIDENTE

La Consigliera Spagnuolo ha chiesto di poter intervenire alla fine della mattinata.
Prego, Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, la ringrazio, anche a nome del collega Angeli, per averci consentito di poter svolgere adesso la dichiarazione di voto in quest'aula che - come ha detto il collega Riba - ha fame, ma io toglierò due minuti precisi di orologio per non abusare della pazienza dei colleghi.
Assessore Vaglio, voglio ribadire da parte del nostro Gruppo un "no" convinto ad una legge che riteniamo un'occasione mancata, poiché si tratta di una legge priva di una sua filosofia di governo istituzionale di un processo difficilissimo come sarà il processo di delega.
In sostanza, noi riteniamo che con questa legge la Giunta regionale non sarà in grado di governare il processo di delega ed è per questo Assessore, che in aula abbiamo parlato di improvvisazione, non perché non si fosse discusso abbastanza o lei non avesse dedicato sufficiente attenzione ed approfondimento ai temi presentati, ma perché riteniamo che questioni delicatissime, che sono state affrontate oggi in aula nel dibattito tra maggioranza ed opposizione, avrebbero avuto bisogno di un livello di approfondimento, di un livello di valutazione delle loro conseguenze certamente più approfondito di quanto abbiamo fatto.
Noi non abbiamo scelto di concorrere alla presentazione di emendamenti perché riteniamo che in questa vicenda la Giunta debba assumersi tutte le sue responsabilità di fronte alla difficoltà estrema che intravediamo di poter gestire questa legge e di poter dare al processo di delega quell'importanza, quei contenuti, quel personale, quel patrimonio e quelle risorse finanziarie che noi riteniamo indispensabili.
Certamente, seguiremo l'evoluzione che ancora ci sarà, ma crediamo che non potrà essere rispondente ai bisogni di governo decentrato e di federalismo della nostra Regione in questo nostro tempo politico.
Da questo punto di vista, il nostro voto è contrario, ma seguiremo comunque la materia insieme all'Assessore e alla Giunta, perché riteniamo che la Regione, con i Comuni e le Province, debba elaborare dei progetti per materia che forse potranno essere più approfonditi e più efficaci di questa legge madre alla quale noi votiamo convintamente contro.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliera Spagnuolo, anche perché ha rispettato i tempi in modo rigoroso.



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