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Dettaglio seduta n.290 del 13/10/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Salerno.


Argomento: Assestamento di bilancio

b) Modifiche di coordinamento alle legge regionale "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1998 e disposizioni finanziarie per gli anni 1998/1999/2000"


PRESIDENTE

Comunico inoltre che, come era prevedibile, l'Ufficio di Presidenza ha dovuto effettuare delle modifiche di coordinamento alla legge di assestamento, come previsto dall'art. 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
In particolare, informo che: 1) a seguito dell'approvazione degli emendamenti modificativi degli allegati B, C, D della legge regionale "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1998 e disposizioni finanziarie per gli anni 1998/1999/2000", occorre aggiornare l'importo del comma quinto dell'art. 8 sostituendo L. 35 miliardi con L. 9.687.697.800, e così anche occorre aggiornare gli importi contenuti nell'allegato 1) del medesimo art.
8, che è sostituito dalle cifre di cui all'allegato che faremo distribuire 2) le variazioni di L. 344 milioni in aumento al capitolo 12590 e in diminuzione al capitolo 15910, anziché essere contenute nel comma terzo dell'art. 12 (nuovo articolo inserito con emendamento), per coordinamento formale e migliore comprensione del testo vengono direttamente inserite nell'allegato B dell'art. 2 3) i contenuti del nuovo art. 11 inserito con emendamento "Spese obbligatorie e d'ordine" sono analoghi ed integrativi a quelli dell'art. 6 si può pertanto inserire la modifica direttamente nell'art. 6, eliminando l'art. 11 che risulterebbe una ripetizione 4) correzione errore materiale: allegato C, art. 3, il capitolo 27176 è incrementato (e non diminuito) di L. 32.750.000.000 5) correzione errore materiale: allegato B, art. 2, Il capitolo 2700/E è diminuito di L. 25.312.302.200 anziché di L. 25.412.302.200 6) ulteriore modifica per errore materiale: nella tabella D allegata all'art. 4 l'importo del capitolo 13340 è di L. 4 miliardi e non 5.
Tali modifiche di coordinamento sono state approvate dall'Ufficio di Presidenza, così come richiesto dagli Uffici, ai sensi dell'art. 83, comma quarto, nella seduta del 12/10/1998.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Comunicazioni della Giunta regionale in merito ad EXPO 2000


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto per alcune comunicazioni in merito ad EXPO 2000.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore a fiere e mercati

Era stato assunto da parte della Presidenza della Giunta regionale l'impegno ad onorare quanto scritto nell'ordine del giorno votato da questo Consiglio su EXPO 2000; comunico quindi quelle che possono essere considerate le variazioni dello stato della situazione rispetto al precedente dibattito svoltosi in quest'aula.
Rispetto al momento del dibattito, che ci ha portati a votare unanimemente l'ordine del giorno che impegnava la Giunta regionale a riferire su EXPO 2000, sono avvenuti i seguenti fatti.
Il Consiglio di amministrazione ha chiesto, o meglio ha deliberato, di far svolgere una perizia al perito incaricato dal Tribunale di Torino sui valori d'azienda o di ramo d'azienda relativa all'attività fieristica.
Tale deliberazione del Consiglio di amministrazione, con mandato al Presidente di allora, Sartoris, di presentare la richiesta al Tribunale di Torino, è avvenuta a seguito di espressa richiesta da parte degli azionisti privati. Pertanto, il Presidente Sartoris ha presentato, ad inizio settembre, domanda al Tribunale di Torino affinché fosse nominato un perito in merito. Non mi risulta, ad oggi, che sia stato depositato il risultato della perizia, per cui la fase istruttoria della perizia non si è ancora conclusa.
A fine settembre, c'è stato il rinnovo del Consiglio di amministrazione per rispettare i tempi che erano stati stabiliti nella precedente assemblea del mese di maggio o giugno (il collega Vicepresidente Masaracchio, se volete, ha i termini più precisi). E' stato eletto, designato dalla Regione Piemonte, il signor Nevio Coral e non sono stati assunti altri atti.
Al momento, rispetto al dibattito precedente, la situazione è invariata. Ribadisco la fermezza della posizione della Giunta regionale che non è ostile a valutare uno scenario che preveda la gestione del ramo fiere, ancora in gestione EXPO 2000. Ricordiamo che si tratta solo di una parte delle fiere ancora in gestione EXPO 2000, peraltro una piccola parte.
Probabilmente, la Giunta regionale è disponibile a fornire l'elenco di quelle che sono le manifestazioni gestite ancora direttamente da EXPO 2000.
Quindi, non è ostile alla possibilità che la gestione venga ceduta nella forma che il Consiglio di amministrazione riterrà opportuna. Su questo punto, ritengo vadano rispettati quelli che sono i reciproci ruoli e compiti, ricordando il fatto che noi comunque rappresentiamo il 30 ancorché con la golden share da giocare in eventuale assemblea straordinaria. Quindi, la Giunta regionale non è ostile all'ipotesi di cedere la gestione del ramo fiere del Lingotto alla società o ad un soggetto privato. Anche su questo la valutazione dovrà essere fatta dal Consiglio di amministrazione come sulle procedure, perché non è competenza di quest'aula e di questa Giunta entrare nel merito giuridico delle procedure.
Quindi, lo scenario che potrebbe presentarsi nei prossimi giorni - su questo ribadisco l'impegno della Giunta a riferire in aula, in Commissione o dove si riterrà opportuno - potrebbe essere quello dove EXPO 2000 cede o affitta il residuo ramo fiere che ha sul Lingotto, mantenendo la parte di fiere che ha su Torino Esposizioni. Sono scenari ancora tutti da definire personalmente, infatti, non ho ancora ricevuto comunicazione formale di valutazioni in merito. Dunque, mantiene il ramo fiere di Torino Esposizioni, oppure, per valutazione di convenienza societaria cede o affitta o cogestisce la parte di ramo fiere di Torino Esposizioni; mantiene quindi - anche questa è una valutazione - il Centro Congressi, con l'attuale assetto societario.
Ho già avuto modo di esprimere all'aula la posizione della Giunta regionale in merito, la quale non ritiene sia scopo o missione della Regione gestire il Centro Congressi. Di conseguenza, una valutazione su tale Centro può anche vedere una presenza della Regione per la valenza dello stesso - il maggiore Centro Congressi. Sicuramente, però, ritengo che la Giunta regionale non possa e non debba essere l'attore principale in una di gestione di questo tipo.
Manca in questo momento anche una risposta formale da parte di EXPO 2000 relativa alla costruzione del IV Padiglione. Ripeto: al momento non c'è risposta formale da parte della società EXPO 2000 in merito alla costruzione del IV Padiglione fiere; non c'è stata formalmente comunicata un'eventuale presentazione di progetto esecutivo, così come previsto dalla norma, entro il 31 dicembre. Peraltro, ma è una valutazione personale ritengo che EXPO 2000 probabilmente condizionerà la costruzione del IV Padiglione a quelle che saranno le scelte in materia fieristica.
Personalmente, ritengo che una tale decisione debba essere condizionata da tali elementi.
Naturalmente, tutti questi elementi ritengo siano rilevanti anche per costruire un quadro economico-finanziario dell'intera gestione. Se lo scenario che avremo a due/tre mesi, ad operazione o ad iter concluso di queste trattative, di questo dibattito, sarà quello dello stato attuale rimarremo con EXPO 2000 che gestisce una parte di fiere, altre verranno gestite dal dottor Cazzola, che già gestisce il Salone dell'Auto, altre ancora il signor Accornero nonché ulteriori società e così via. EXPO 2000 gestirà quindi "Restructura", "Ability" ed altre fiere, che mi pare gestisca direttamente. E' chiaro che in tal caso sarà necessaria una capitalizzazione di EXPO 2000 che scaturisce dal fatto di dover comunque andare a coprire la serie di perdite che si sono accumulate. In secondo luogo, se il disegno rimane quello di costruire il IV Padiglione, occorrerà integrare con 4/5 miliardi, perché la scheda di richiesta sui Fondi Unione Europea (Siti degradati) "quadrava" su 25 miliardi, di cui 20 di finanziamento Regione-Unione Europea-Stato, e si procederà così com'è stato finora.
Altro scenario che potremmo trovarci di fronte è che sia conveniente per la società EXPO 2000, e nella valutazione del nostro 30% quali azionisti pubblici per quanto riguarda la gestione, cedere questo residuo ramo di gestione fiere al dottor Cazzola. Ricordo che EXPO 2000 rimane al Centro Fiere; infatti, la norma non viene assolutamente cambiata, rimane la stessa. Attualmente, EXPO 2000 gestisce il 20% delle fiere, ma nel caso di cessione non gestirebbe neanche questa minima percentuale. Non solo, in tal caso sarebbe necessario costruire un piano finanziario diverso, che preveda la copertura di eventuali costi di gestione del Centro Congressi; è necessario altresì che venga sciolto il nodo di Torino Esposizioni.
Ritengo che per poter fare un'analisi e un dibattito completo esaustivo, siano necessari elementi che in questo momento nessuno di noi conosce.
A mio parere, uno dei presupposti per iniziare un ragionamento è conoscere il valore di perizia e la conseguente valutazione di un'eventuale convenienza rispetto ad una proiezione economica e finanziaria: convenienza o meno a cedere il residuo ramo fiere.
Una volta a conoscenza di tali elementi, potremo svolgere tutta una serie di valutazioni al fine di esprimere la posizione della Regione come socio di EXPO 2000 al 30%, come titolare della normativa sulle fiere quindi quale soggetto che ha potere di legiferare, ma anche come soggetto che redige il calendario fiere. Su tutto questo si faranno tutte le opportune valutazioni e, di conseguenza, si assumeranno decisioni che saranno in parte legislative e politiche, per quanto riguarda l'applicazione delle norme, e in parte come soggetto cogestore relativamente al nostro 30%, pur con la golden share, nell'ambito della società EXPO 2000. Tutto ciò, naturalmente, sempre di concerto o con il confronto con gli altri soggetti cointeressati, direttamente o indirettamente, alla questione fiere, congressi, e alla questione urbanistica e di riqualificazione dell'area del Lingotto - Via Nizza - S.
Salvario: Comune di Torino, Provincia di Torino, Camera di Commercio socio di EXPO 2000 ed altri soci privati - Associazioni degli industriali e FIAT.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Accolgo con preoccupazione la relazione dell'Assessore Pichetto, in quanto non è emersa, con chiarezza, alcuna volontà da parte della Giunta di svolgere il ruolo previsto dalla legge nel settore delle attività fieristiche.
Vi è un'abdicazione di fatto delle prerogative, dei compiti previsti dalla legge nel settore fieristico. La cosa è preoccupante perché in ogni caso la Regione Piemonte ha già deciso che il settore fieristico è un settore di rilevanza regionale, la cui programmazione deve essere inserita all'interno del Piano regionale di sviluppo: di tutto questo l'Assessore non ha parlato.
L'Assessore gioca su un terreno di rimessa che interessi privati stanno determinando e rinuncia ad essere attore principale. L'Assessore attende che questioni proprietarie, legate all'edificio del Lingotto, trovino una nuova definizione. Ma le questioni proprietarie non sono semplicemente tali, anzi, la questione proprietaria è subordinata - nelle intenzioni del privato Cazzola - o comunque strettamente connessa, alla questione di acquisto del ramo d'azienda di EXPO 2000, come Centro fieristico.
A me sembra che non sia possibile continuare, Assessore Pichetto, a far finta di niente e a non dire con chiarezza che la Regione Piemonte, come noi pensiamo si debba dire, intende conservare, nel rispetto della legge regionale, il compito di partecipare, attraverso la società EXPO 2000, alla definizione di un programma fieristico inserito coerentemente nel Piano regionale di sviluppo, al quale dare tutti i contributi di proposta, di vigilanza e di gestione amministrativa - utili compresi - previsti dalla legge. Se non è così, Assessore Pichetto, lo dica. Perché se la linea della Giunta è quella di consentire la cessione del ramo d'azienda, e quindi dalla politica della Regione Piemonte esce la competenza di controllo e di promozione delle attività fieristiche sulle quali avere una promozione, un progetto regionale, allora la legge viene svuotata, ma lo si dica.
Diteci chiaramente che la Regione Piemonte non è interessata a diventare un soggetto promotore e controllore dell'attività fieristica secondo le finalità del Piano di sviluppo.
Ripercorriamo un po' la storia di EXPO 2000. EXPO 2000 nasce nel 1991 come Centro fieristico - L.R. n. 47 del 1987 - nasce come società di capitali che, sviluppando le attività, le strutture e i servizi fieristico espositivi, promuove gli scambi e l'economia: questo è scritto nella legge.
La Regione in questi anni, a seguito di varie leggi di sottoscrizione di aumenti di capitale sociale, si è qualificata come socio di maggioranza dell'Ente in questione. Essendo l'unico Ente pubblico territoriale a partecipare alla ripartizione azionaria è anche l'unico soggetto detentore di azioni di categoria "A", cioè le azioni senza la maggioranza delle quali non è possibile deliberare in assemblea straordinaria.
Assessore, pongo due quesiti.... Se però l'Assessore smette di leggere il giornale e parlare... Io, per carità, continuo ugualmente l'intervento ma poi non... Presidente, io sto parlando, l'Assessore legge il giornale mi consenta però, successivamente, un ulteriore intervento, quando l'Assessore avrà deciso di ascoltarmi.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, io seguo il suo intervento con attenzione.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore Pichetto, le pongo due quesiti.
Primo quesito. Alla luce della vigente legislazione regionale è possibile che EXPO 2000 ceda ad un privato il ramo fieristico delle proprie attività? Ed è possibile in punto di legge ed è possibile in punto di politica regionale? Secondo quesito. In via subordinata, è corretto, dal punto di vista dell'opportunità politica, che la gestione delle attività fieristiche venga lasciata alla libera attività di un privato? Per quanto riguarda la possibilità di cedere ad un privato il ramo fieristico delle proprie attività, a me pare che la legge di riferimento all'interno della quale Cazzola e tutti gli altri dicono di voler operare operi una distinzione netta tra le manifestazioni fieristiche, organizzate una tantum da alcuni soggetti, quelli previsti dall'art. 6 della legge, e quindi persone giuridiche pubbliche, società di capitali, società cooperative, associazioni riconosciute, associazioni di categoria, e l'altra attività, l'attività costante fieristico-espositiva che caratterizza l'oggetto sociale di quelli che la legge definisce Centri fieristici, cioè società di capitali, cioè l'EXPO 2000 a cui noi partecipiamo.
La distinzione è importante. Da un lato, vi è un risvolto economico perché le manifestazioni organizzate - ex art. 6 - da un qualunque soggetto possono ricevere contributi fino al 50%, dall'altro, i Centri fieristici godono di un altro tipo di contributo, ben più privilegiato.
Il sistema di controllo e di vigilanza che adotta la Regione è ben diverso in un caso e nell'altro. I soggetti che organizzano, una tantum manifestazioni fieristiche chiedono un'autorizzazione alla Giunta entro il 31 marzo dell'anno antecedente a quello in cui si svolgerà, invece i Centri fieristici sono soggetti ad una procedura che comporta un'ingerenza sicuramente maggiore da parte dell'esecutivo regionale. Infatti, i Centri fieristici - non Cazzola - devono stilare dei programmi triennali di attività. In questi programmi devono essere esplicitati gli obiettivi di politica fieristica, i mezzi finanziari occorrenti, le previsioni di ricaduta sul sistema produttivo; dopodiché la Giunta su questo - non il signor Cazzola - esprimerà il proprio parere, che sarà favorevole non caso per caso e discrezionalmente, ma in quanto subordinato ad una verifica positiva rispetto agli obiettivi del Piano regionale di sviluppo; quindi sono due mondi totalmente diversi. Se si cede il ramo di attività EXPO 2000, non è vero che non succederà nulla in capo alla politica della Regione Piemonte in questo settore, ma uno scardinamento fondamentale del ruolo della Regione; scardinamento fondamentale, di fatto legislativo perché non ci sarà più quel livello di controllo pubblicistico e promozionale, ma semplicemente i controlli dei piccoli contributi che si possono dare a scelte fieristiche fatte da altri, ma che devono comunque essere autorizzate.
Alla luce di queste considerazioni, mi sarei aspettato che l'Assessore dicesse con chiarezza che riteneva opportuno mantenere in capo alla Regione i più ampi poteri di promozione e controllo nel settore fieristico, quindi non cedere alcun ramo d'azienda, alla società di capitali, che permette alla Regione Piemonte di promuovere e controllare, secondo il Piano regionale di sviluppo, il Centro fieristico. Questo l'Assessore non l'ha detto, ma chiedo che dichiari: "Noi, Centro fieristico ex legge n. 47, con la società di capitali che comprende ovviamente il ramo aziendale dell'Ente fiere, che è l'unico che consente alla legge di essere attuata, affermiamo che tale ramo non sarà mai ceduto". Se cediamo questo ramo d'azienda crolla la legge, crolla il Centro fieristico e la stessa decisione regionale di individuare nell'attività fieristica uno dei motori del Piano regionale di sviluppo. Dica questo l'Assessore.
Tralascio il fatto che la cessione del ramo fieristico, in ogni caso dovrebbe rispettare regole legislative e di buona creanza politica e quindi, che non potrebbe avvenire a beneficio del primo venuto, per quanto qualificato. Devo dire, proprio per segnare una distanza tra un orizzonte politico e un giudizio di merito che si può dare, che, per quanto posso esprimere, non affermo che il signor Cazzola sia persona incapace ed incompetente di gestire fiere; anzi, dal punto di vista di un operatore privato, riconosco al signor Cazzola le capacità che non lui, ma le cose che ha realizzato dimostrano, ma questo è un altro discorso. Di fronte al signor Cazzola, sono felice che l'Italia disponga di imprenditori capaci di fare il loro mestiere, ma cosa c'entri tutto questo con la politica della Regione Piemonte in base alla legge n. 47, non lo so; non c'è parentela.
Lei però, Assessore, dovrebbe dirci qualcosa di chiaro, perché sui giornali che leggeva, attinenti all'intervento che stiamo facendo, avrà letto che il signor Cazzola ha molta fretta e ha fretta anche la parte privata sia proprietaria dell'immobile, sia all'interno della società. Hanno fretta di fare cosa? L'una, di acquistare insieme proprietà e ramo, l'altra, che forse del ramo potrebbe anche disinteressarsi, di scaricare la proprietà.
Ma le due cose marciano insieme e allora io sento una pressione da parte di questi interessi: l'uno l'interesse produttivo-terziario di un'attività imprenditoriale, l'altro puramente immobiliare (scaricare dai bilanci un peso ed acquisire una certa quantità di denaro). Avverto una certa pressione a decidere in fretta e, quindi, una certa pressione ad ipotizzare acquisizioni immobiliari. Il privato può fare come crede e tentare acquisizioni di ramo d'azienda in forme un po' agevolate e privilegiate non osservanti delle regole della pubblicità degli atti, ossia della possibilità, da parte di diversi soggetti, di concorrere all'acquisto di un'attività pubblica.
Dal momento che ravviso questa pressione, vorrei dall'Assessore una seconda rassicurazione.
Se, malauguratamente - il mio Gruppo si opporrà con tutte le forze attiverete una procedura - e chiameremo alla responsabilità tutti coloro che saranno attori di questa procedura - di cessione di questo ramo d'azienda nell'ambito del Consiglio di amministrazione, noi verificheremo ed ostacoleremo in tutti i modi, legali e politici, che la cessione avvenga nel rispetto della concorrenza e del beneficio che l'attivazione della concorrenza potrebbe portare alle casse pubbliche.
Per finire una domandina: come ha deliberato il Consiglio di amministrazione? A maggioranza? Quanti favorevoli? Quanti contrari? Seconda domanda: chi è il perito del Tribunale? Terza domanda: questo perito fa la perizia del valore del ramo d'azienda e del valore che gli altri rami d'azienda avrebbero il giorno in cui questo ramo d'azienda verrebbe ceduto? E' una comparazione, secondo quanto riportato dai giornali così come si era detto, ma poi non si è fatto - e questo mi preoccupa - cioè una valutazione dei tre rami aziendali? E' questo che state facendo? Una valutazione di Centro Fiere, Lingotto, Centro Fiere Torino Esposizioni e Centro Congressi? I giornali hanno scritto che era in corso una perizia sui tre rami d'azienda e sulla reciproca influenza della vendita di uno di questi sugli altri due. Se non facciamo questo non facciamo gli interessi dell'Ente pubblico, ma poiché vedo che la perizia pare solo interessare un ramo d'azienda, chiedo all'Assessore di rassicurarci con parole chiare su quanto ha deciso il Consiglio di amministrazione: se il voto è stato di maggioranza e, se è possibile, di consegnarci una copia dei verbali. Chiedo una risposta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intendo esprimere una valutazione sulla comunicazione svolta poc'anzi dall'Assessore Pichetto, però, per evitare dubbi di qualunque sorta rispetto alle domande che farò, vorrei anche esprimere un'opinione, nel senso che ritengo più che utile che il sistema fieristico venga gestito da privati - questo lo dico per evitare problemi di interpretazione. Ritengo più che utile che il sistema fieristico venga gestito da privati: mi pare un punto fermo.
Secondo punto fermo: a questo punto, è necessario rivedere la missione di EXPO 2000.
All'interno di questi punti, che per me sono importanti, esprimo le valutazioni su quanto affermato e su come si sta procedendo.
Mi pare di notare che, rispetto a ciò che l'Assessore Pichetto ci disse il 27 luglio scorso, non siano stati fatti dei passi avanti, anzi, mi pare di notare che la posizione della Regione sia meno definita rispetto al passato, nel senso che il 27 luglio, quando si seppe di questo atto di prevendita del Lingotto, l'Assessore Pichetto con estrema franchezza - come feci rilevare durante il dibattito - disse: "C'è questo fatto nuovo occorre rivedere la missione di EXPO 2000". Da allora in poi mi pare di intendere che non sia stato fatto alcun passo avanti, nel senso che l'Assessore poco fa ci descriveva gli scenari possibili - non tutti per la verità, ma qualcuno di quelli possibili - facendo immaginare una posizione quasi di risulta da parte della Regione: vediamo quale scenario si determina e in base allo scenario che si determina costruiamo il ruolo di EXPO 2000. Però mi sembra una posizione di rimorchio, non una posizione di governo della vicenda. Penso che questo sia un limite, perché mi chiedo che cosa è stato fatto dal mese di luglio fino a questo momento, se non c'è stata da parte della Regione una riflessione più attenta rispetto a quella generica svolta nel mese di luglio. Mi sembra che questo processo sia governato all'esterno della Regione e che tutto il processo sia in funzione del mantenimento di un impegno che era stato assunto fra privati, cioè FIAT e Promotor: atto di prevendita, si erano assunti questi impegni entro il 31 ottobre, vendita del contenitore, acquisizione della parte della società per l'attività fieristica, e attorno a questo impegno fra privati ruota tutto.
Credo che non aver assunto un ruolo attivo come Regione su questo tema e non aver chiarito alcune questioni di fondo rischierà di far saltare l'operazione, perché c'è l'illusione errata, da parte dell'Assessore Pichetto e del Presidente Ghigo, che questa operazione di cessione di parte di EXPO 2000 possa essere fatta soltanto con un atto di tipo privatistico.
Oggi non c'è più tempo per fare cose diverse, quindi io credo che l'Assessore Pichetto sia convinto che questa cessione debba avvenire in modo privatistico. Siccome questo a nostro avviso non è possibile, ho la sensazione che tutto l'accordo tra FIAT e Cazzola salterà, perché nel frattempo la Regione non ha individuato una procedura di carattere parzialmente pubblicistico che consenta di avviare questa divisione tra chi gestisce e chi ha la gestione politica.
Credo che il richiamo fatto poco fa dal Consigliere Chiezzi non sia banale, perché chiunque indichi il problema della modalità della cessione indica un problema vero, non marginale, non è un problema che si risolve con le maggioranze o con le minoranze, oppure con la Giunta, resta un problema di carattere giuridico insormontabile. Inoltre, credo che nel frattempo la Giunta avrebbe anche dovuto pensare se la Promotor è soltanto uno dei potenziali privati che può gestire il sistema fieristico. Ho la sensazione che la Regione abbia dato come fatto acquisito che la Promotor è l'unico interlocutore soltanto perché ha fatto un atto di prevendita, ma mi sembra aver confuso i termini della questione.
Non ho elementi per dare un giudizio, ma non credo che esista soltanto la Promotor disponibile ed interessata alla gestione dell'attività fieristica, ne possono esistere anche altre, non lo so, però non lo escludo. E se così fosse, come si è tutelata la Regione per mettere in concorrenza privati diversi per dare in gestione il sistema fieristico, che è un problema di competenza esclusivamente pubblica? Credo che la concorrenza - considerato che siete i tutori, perlomeno a parole, di un sistema liberistico - sia un tema che vi interessa. Non operare in questa maniera mi sembra una modalità di andare esclusivamente a rimorchio di un atto di prevendita. D'altronde, lei, Assessore, diceva di aspettare gli scenari per poi vedere cosa fare. Ritengo che questa sia una modalità che ha fatto perdere tempo come sta facendo perdere tempo, perché non credo che entro il 31 ottobre sarà possibile dare una risposta definitiva in merito ad una questione giuridica complessa. In ogni caso, non esiste un problema di interpretazione di qualche avvocato famoso, ma resta il fatto che questa è una competenza pubblica e non ce ne possiamo assolutamente spogliare. Io invece ho la sensazione che la Regione abbia deciso di spogliarsi completamente di questo suo ruolo.
Pertanto, denuncio questa assenza da parte della Regione anche in questa fase derivante dal fatto di aver indicato un Presidente del Consiglio di amministrazione di EXPO 2000 senza aver assegnato al Presidente di EXPO 2000, indicato dalla Regione, un compito. Quale compito è stato assegnato? Se il compito è quello riferito poco fa dall'Assessore Pichetto, mi sembra un compito inutile, dove le questioni vengono governate dagli altri. Vuol dire che Coral fa soltanto il vigile, ma non mi pare che sia questo il compito della Regione, e lì la posizione della Regione è espressa dal Presidente. Che compito avete dato? Quale obiettivo avete indicato a Coral? Non è assolutamente emerso. E' una posizione di vigile: dirige il traffico, gli incontri, Camera di Commercio, Unione Industriale FIAT, Promotor e cose simili, decide un prezzo, una quota, un'azienda ecc., vediamo qual è la procedura, al limite teniamo EXPO 2000. Mi sembra un ragionamento che non tiene.
Per cui denuncio questo fatto e mi auguro soprattutto che il Presidente Ghigo assuma direttamente l'iniziativa su questa vicenda, anche perché mi pare che, in alcune occasioni, abbia espresso dei dubbi sulle procedure che sono state adottate e che si stanno adottando. Qualche tutela deve essere messa in atto per garantire l'attività primaria da parte della Regione.
Dalle sue parole, Assessore, abbiamo capito che questa volontà non esiste a meno che io abbia capito male, ma mi pare che anche poco fa il Presidente del Gruppo di Rifondazione Comunista abbia espresso le stesse perplessità quindi abbiamo inteso una volontà dichiarata da parte sua, nel senso di rinunciare ad un ruolo di carattere politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Vorrei dire all'Assessore Pichetto, ringraziandolo per la sua posizione, che è necessario, da parte della Giunta e dell'Assessorato l'esposizione di elementi molto più completi, ai fini di poter dare una valutazione. Io, essendo in questo totalmente d'accordo con il collega Saitta, potrei dire che è opportuno che la gestione delle attività economiche - e tale è anche la gestione di un'attività fieristica - sulla base di una lunga, ormai estesa ed articolata esperienza, sia demandata a privati, poiché si tratta di investire laddove possano costituire capitali con profitti a rischio, ma occorre anche dinamicità e capacità di utilizzare al meglio le diverse professionalità. Questo, tuttavia, non significherebbe assolutamente niente, perché non siamo in presenza del trasferimento o dell'ipotesi di trasferimento al settore privato del comparto fieristico della Regione Piemonte, per diverse ragioni. Prima di tutto, perché la Regione Piemonte non ha un comparto fieristico degno di questo nome. Quindi, prima di dare ad un privato, ad un pubblico, ad un esterno, ad un interno, bisogna avere materialmente o progettualmente un comparto fieristico che possa funzionare senza essere un elemento di continua integrazione tra l'attesa, il bisogno, l'aspettativa e gli interessi dei settori privati che si collegano all'argomento e l'imbarazzo contingente del pubblico che, non avendo un suo progetto, finisce per essere dipendente, anche psicologicamente e tecnicamente, dall'andatura contingente della proposta privata.
Quando si costituì EXPO 2000, il collega Pichetto non era ancora Assessore. All'epoca, ci fu un lungo dibattito e confronto. I colleghi che c'erano già, come il collega Gallarini, che era Assessore al bilancio, il Consigliere Picchioni, ecc., ricorderanno che discutemmo a lungo se fosse opportuno utilizzare un contenitore collocato in una situazione logisticamente inopportuna o quanto meno particolarmente difficile, come era quella del Lingotto, dato che i comparti fieristici in tutte le realtà del mondo si collocano in contesti che hanno un altro genere di accessibilità e possibilità di espansione.
Si convenne - non ricordo nemmeno con quanti voti e quali furono in dettaglio le posizioni - di utilizzare il contenitore del Lingotto Assessore Pichetto, perché poteva essere un'azione che rivalutava e valorizzava una situazione urbanistica, essendo possibile l'adozione di una logistica che l'avrebbe adeguatamente ed ulteriormente potenziata, nel senso della possibilità di essere destinata all'uso a cui erano destinate tutte le infrastrutture architettoniche e fieristiche in giro per l'Italia e per il mondo. Si pervenne, quindi, a quella scelta.
E' del tutto evidente che c'era anche un "interesse privato", peraltro legittimo quanto gli altri, però ci fu una canalizzazione verso questo tipo di scelta, che non recrimino, ma inventario perché noi agimmo in una situazione che utilizzava una realtà che aveva sue caratteristiche e vincoli. Utilizzammo la formula "pubblico-privato"; molto privato, ma con una quota di pubblico tale da rappresentare un elemento di alta responsabilizzazione, con la Regione al 30% (il 30% con la golden share non è un'operazione per la quale si possano invocare scarsi poteri).
L'investimento finanziario fatto era un investimento per il quale non si può poi constatare che non siamo intervenuti in una forma che ci attribuisse un adeguato rilievo in termini di facoltà-diritto di indirizzare le politiche fieristiche. Ma quello che non ci fu in seguito fu l'adozione di un progetto fieristico per il Piemonte. E siamo ancora fermi lì. Quello che dovrebbe essere qui prospettato è il collegamento con il progetto fieristico della Regione, non soltanto perché la Regione fa il calendario delle fiere, che è poca cosa in termini di influenza su un'operazione di questa portata, ma indica quali fiere svolgere e i loro collegamenti all'economia regionale.
Assessore Pichetto, lo dico a lei che è biellese, ma sono imbarazzato a ripeterlo: come si fa ad immaginare un piano delle fiere che non sia fortemente connesso alle caratteristiche dell'economia regionale nel suo insieme? Se non è così, da qui ad un po' la Fiera del tartufo nazionale diventerà una fiera che ha più richiamo di altre fiere che si svolgono in Piemonte perché non c'è un elemento di collegamento. Guardate che il Piemonte sta per essere privato di tutti i fattori trainanti di sviluppo economico; anche Malpensa 2000 trascinerà verso una quota lombarda una parte di Piemonte e gli amici alessandrini mi dicono che spesso e volentieri vanno verso Genova perché ci sono più opportunità. Se non si avviano queste grandi operazioni - la scuola, le strade, gli aeroporti l'economia, il sistema fieristico - saranno guai.
Presidente Deorsola, non si può parlare di una questione di un certo rilievo in un'aula come questa, in cui si telefona, si fa un po' quello che si vuole! Per quanto riguarda la questione di Nevio Coral, intanto voglio sapere se è stato nominato tutto il Consiglio di amministrazione o se è stato nominato solo il Presidente, e perché. Perché se non sono stati nominati gli altri membri che doveva nominare la Regione ed è stato nominato soltanto il membro Nevio Coral, che doveva poi diventare Presidente attraverso un accordo politico di parte, in quanto nominativo che corrispondeva ad un accordo politico per la ricostituzione della maggioranza di questa stessa Regione (non è un segreto e non è neanche offensivo per la persona, alla quale va tutta la mia stima)? Qual è il suo mandato? Per fare cosa? E' stato scelto sulla base di un vasto curriculum e di profonde esperienze per amministrare Enti di questa dimensione? Stiamo dilapidando l'ATR per corrispondere a dei criteri politici. Non so se abbiamo agito per corrispondere a dei criteri di professionalità o ancora politici, ma se manca la nomina degli altri membri del Consiglio, uno deve spettare alle minoranze, per legge.
A me sembra che ci siano troppi elementi che concorrono a darmi l'impressione che vi sia stata una forte subalternità politica-culturale nel corso dell'intera operazione. Io, invece, concordo sul fatto che bisogna prendere atto che questa esperienza, come quella della Promark, non ha realizzato gli obiettivi di rafforzamento e rilancio dell'economia regionale, e per tante ragioni. Innanzitutto, per la partita finanziaria che rappresenta, i 2/3 mila miliardi di cui parlava De Maria nella conferenza stampa, perché un Centro fieristico di queste dimensioni è la premessa per un'attività, oltre che di un'economia legata ai servizi (persino di turismo congressuale e di altro), di abilitazione di quella politica del rilancio della frequentazione regionale che non c'è ancora perché i dati sono ancora di decremento anziché di incremento. In tutta questa operazione possiamo avere a disposizione una grande opportunità, con le condizioni di cui dicevano i colleghi Chiezzi e Saitta. Il trasferimento deve avvenire attraverso delle procedure - io non so neanche quali, non chiedetelo a me - e questa è la parte tecnico-giuridica, ma la dismissione deve avvenire attraverso un piano che indichi cosa deve fare il nuovo Ente regionale nel quadro dei compiti regionali.
Scorporiamo il Centro Congressi? Può essere un'ipotesi, ma - voglio capire - con quanti Enti fiere e con quante strutture congressuali ci troveremo? Della vecchia struttura fieristica rimane probabilmente in piedi quella del Valentino: chi la gestisce? Come? Che cosa rimane? Abbiamo un Centro Congressi, una struttura, una polverizzazione di offerte pubbliche, semipubbliche, parapubbliche.
Sarei un po' perplesso nel dire che un Centro Congressi deve essere gestito dalla Regione, dal Comune, dalla Provincia, nessuno escluso.
Sarebbe l'esatto rovescio della sussidiarietà intesa come premessa del federalismo. Diamogli un po' di nobiltà o chiamiamola in un altro modo: quella non è più la nostra partita. Dobbiamo programmare di intervenire, ma utilizzando strategie finalizzate a realizzare i grandi impianti dello sviluppo dell'economia turistica e congressuale.
Inoltre, va detto che esistono operazioni di logistica che non sono state completate. Chi arriva da fuori Torino la mattina impiega tre quarti d'ora per entrare in città; poi si può anche dire che l'accesso al Lingotto è di facile portata, ma non è vero: è un elemento di grande ostazione.
Occorre un accordo di programma con i Comuni della cintura per realizzare delle strade di scorrimento e quant'altro sia necessario.
Assessore Pichetto, per concludere, chiederei di essere informato di un progetto che tocchi sommariamente i vari punti ai quali ci siamo riferiti.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Riba. Vorrei pregare i Consiglieri di tenere un livello di brusìo meno alto, altrimenti diventa difficile seguire gli interventi.



RIBA Lido

Il brusìo può essere una cattiva abitudine e ammetto che anch'io, ogni tanto, concorro ad alimentarlo in maniera smisurata. Il fatto è che talvolta, anche quando si parla di argomenti importanti, si ha l'impressione che si parli di cose già dette o decise, o che si decidono da altre parti. Occorre dunque una maggiore convinzione nella partecipazione se non c'è alcun Assessore - chiedo scusa a quelli presenti - e il banco ha quell'aria latitante e dimessa, le cose si possono dire... Sì, c'è l'Assessore "principale" che sicuramente ascolta, ma poi ci sono tutti gli Assessori a latere.
Come Gruppo, nutriamo delle consistenti preoccupazioni, visto il fallimento della Promark come quello di EXPO 2000 (possiamo definirlo così). Se pensiamo di fare un altro tipo di gestione, dobbiamo considerarne le valenze economiche, rapportate ai dati di frequenza e alla ricaduta sull'insieme dell'economia regionale.
Non riteniamo opportuno passare alla terza fase attraverso un'operazione indotta da opportunità soltanto parzialmente collegate al merito dell'operazione; perché in ballo ci sono i valori immobiliari, il contingente interesse di un imprenditore (ma abbiamo bisogno di qualcosa che non sia solo contingente rispetto al progetto complessivo del Piemonte), e un passaggio politico di questa Giunta. Un passaggio politico certo, dal momento che c'è stata solo la nomina del Presidente e sono state bloccate le altre nomine: così si apre una questione politica, e io non sono assolutamente disposto a sorvolare.
Per questo chiedo che questi tre problemi vengano affrontati compiutamente. Dopodiché, come Gruppo, diremo la nostra. Mi sembra di non essere stato reticente nell'esporre, anche se a grandi linee, la posizione del Gruppo, che ritengo aperta e costruttiva. Sarebbe come rinunciare alle nostre responsabilità se procedessimo soltanto sulla base degli elementi volutamente scarni che lei ci ha fornito, con toni volutamente discorsivi e pertanto ostentatamente dimessi. E' un po' l'elemento che la contraddistingue, questo tono evasivo e dimesso, Assessore Pichetto! Mi riterrei soddisfatto se, dopo aver discusso nella scorsa legislatura gli elementi problematici causa dell'insuccesso della Promark e le speranze che non solo io, ma tutto il Consiglio rimettevamo in EXPO 2000, potessimo finalmente discutere non di astrattezze intellettuali o di vaghe aspirazioni, ma di un progetto del Piemonte per un Piemonte moderno, che ha tutte le carte in regola per garantire non solo le esigenze di un passaggio politico, ma anche lo sviluppo della regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, si tratta, prima di tutto, di una questione metodologica. Su un argomento di questo genere non ci può essere l'occasionalità di una dichiarazione da parte del Presidente. I Gruppi devono essere informati. Dobbiamo disporre delle nostre carte per dire delle cose il più possibile precise. L'Assessore, che peraltro ringrazio non può improvvisare una dichiarazione di questo genere, che ci coglie tutti di sorpresa.
Credo che questa sia una delle prime elementari informazioni che il Consiglio deve avere su un argomento che non è peregrino, ma di assoluta importanza e coessenziale rispetto alla situazione che il Piemonte sta oggi vivendo.
Detto questo, mi sembra che Lido Riba abbia accennato, se pure en passant, alla crisi del Piemonte. Credo, Presidente, che il problema di EXPO 2000 si inserisca in quel panorama estremamente preoccupante in cui versa oggi la nostra regione. Se consideriamo quanto hanno detto ieri le autorità della SAGAT, che ci interessiamo ad un microsistema aeroportuale torinese, ma non difendiamo assolutamente la questione di Caselle, se pensiamo a quanto detto dal Consigliere Riba un momento fa, a come la Fiera del Tartufo diventi premiante, a livello di opinione pubblica, per gli spazi e i gestori, senza riflettere sulle grandi possibilità di quel contenitore che è il Lingotto, se vediamo che l'8 per mille, malgrado tutte le assicurazioni governative, è utilizzato senza avere la minima ricaduta per le tradizioni religiose del nostro Piemonte, ci rendiamo conto di come la situazione sia assolutamente preoccupante, e non solamente per la disattenzione delle autorità centrali, ma anche, forse, per una certa renitenza da parte delle autorità locali.
Una volta, nel crepuscolo del Partito Popolare Italiano, Nino Martinazzoli disse di quel partito: "Dobbiamo essere come l'ulivo d'inverno, pago solo di resistere". Una bellissima metafora poetica per dire "Cerchiamo di resistere ai marosi o alle turbolenze atmosferiche, per sopravvivere all'inverno". Siamo in questa situazione. Ringrazio Lido Riba per aver cominciato a parlarne, perché credo, nella disattenzione totale di questa assemblea, che, al di là delle discussioni sul bilancio, almeno un punto fermo sia stato posto, sia pure con una considerazione fatta "en passant". Con la crisi sostanziale e strutturale della nostra regione, in un momento di totale disinteresse dei poteri centrali e locali, tant'è che siamo forse costretti a riprendere la vecchia definizione "metternichtiana" secondo cui l'Italia era solamente un'espressione geografica, non vorrei che il Piemonte diventasse un'espressione geografica tagliata e taglieggiata dalle altre Province o da altre finitime e forse non solamente localizzate in una capitale che di quest'ultima ha soltanto il nome, senza alcuna vocazione, né struttura né capacità di combattere e di esistere.
Detto questo, il problema non è così peregrino. Amici del Consiglio dobbiamo avere la memoria non degli anziani, ma dei giovani. Gli anziani ricordano le cose vecchie, del 1991 e forse anche del 1985. Dobbiamo avere invece, una memoria più attenta agli ultimi fatti con cui - e in cui - si è discusso in questo Consiglio sul problema del Lingotto e della sua capitalizzazione.
Abbiamo scoperto un nervo, signor Presidente, perché quando lei ha proposto o perlomeno si vociferava che fosse possibile l'acquisizione da parte dell'Ente pubblico del Lingotto - cari miei! - è emerso un problema che sollecitava tutte le parti politiche ad assumere una posizione, che se non apertamente negativa poteva essere estremamente problematica, poiché si andava contro gli interessi della grande azienda. In tale occasione veniva denunciato, ancora una volta, il nostro stato di subalternità nei confronti della FIAT; subalternità che non permetteva di curare gli interessi dell'Ente pubblico. Tutte questioni che abbiamo dette e manifestate in questa assemblea.
Non vorremmo, amici Consiglieri, che il nostro Presidente della Giunta fosse nella situazione dell'asino di Buridano: tirato da una parte e dall'altra gli è impedito di mangiare il fieno e la paglia.Dobbiamo assumere una posizione strettamente istituzionale e pertanto favorire soluzioni che non sono in favore di una maggioranza o di una minoranza, ma che sono in funzione della prospettiva che non solo nel Piano regionale di sviluppo, ma in tantissimi nostri discorsi, abbiamo indicato per il Piemonte.
Detto questo, che mi pare sia importante, ci sono due ordini di cose cui non abbiamo accennato. Innanzitutto, perché nessun componente del Consiglio si è domandato come mai Riccardo Sartoris non ha ripresentato la candidatura a presidente o ad amministratore delegato di EXPO 2000? La vostra curiosità è già stata soddisfatta? Avete forse notizie di prima seconda, terza mano? Non credete che, di fronte ad una non presentazione di candidatura, ci sia qualcosa che meriti di essere verificato? Al di là delle persone che l'hanno sostituito, per carità, per le quali io non sono assolutamente in grado di poter esprimere alcun giudizio. Tante volte fatti molto meno eclatanti di questo hanno sollecitato la curiosità di questo Consiglio e spesso su fatti molto più episodici si è voluto andare a fondo.
Personalmente, per questione di stile, non aiuto alcuno a sprofondare però credo che il Consiglio ad un fatto del genere debba prestare molta attenzione.
Abbiamo sentito il dottor Cazzola, quando è venuto a Palazzo Lascaris.
Personalmente, non spenderei eccessive parole. Ritengo però - senza alcuna intenzione polemica - che il dottor Cazzola, prima che gli venga assegnato qualsiasi mandato, è bene che si astenga dal fare del marketing presso varie associazioni di categoria; è bene che si astenga dall'andare dai commercianti, all'artigianato e da chicchessia, per cercare lo zoccolo duro di un consenso che comunque deve venire dall'istituzione, non da una società civile che si organizza ad nuptum domini.
Prima di fare queste cose, dobbiamo pensare a quanto ha detto il dottor Cazzola; per carità, "le magnifiche sorti progressive di EXPO 2000 che pure è un centro medio, che non ha possibilità di competere né con Milano né con Bologna... lasciato così", alla buona ventura di un capitano, che nella situazione particolare è certamente in gamba.
Ma com'è già stato detto dai colleghi Chiezzi e Saitta, signor Assessore, la Regione può alienare una parte che le compete per legge? Credo di no: la norma legislativa è obbligante anche per coloro che sostengono gli interessi primari del contenitore o per coloro che sono alleati di questi sostenitori - e poi farò anche i nomi. Credo di no. Se per caso si dovesse arrivare a cose di questo genere, c'è una norma che esige un'offerta pubblica di acquisto, e non può essere la Promotor, pur con tutti i quarti di nobiltà che può mettere sul campo. Sono d'accordo con quanto detto da alcuni colleghi che mi hanno preceduto: se la norma è così obbligante e cogente, l'unica soluzione per chiunque volesse entrare nella gestione di EXPO 2000 è l'acquisizione di un pacchetto azionario. Mi pare che non possano esistere altre soluzioni.
Su questo dobbiamo essere molto chiari, e dobbiamo credere che la Promotor si metta su questa linea. Prendiamo il giornale di questa mattina.
Avrete tutti letto - non fra le righe - quando si dice che "la società Promotor ha sottoscritto con la Società Ingest (FIAT) un contratto preliminare per l'acquisizione dell'immobile che vincola le parti fino al 31/10/1998" - e qui va bene: è un fatto privato - "ed è condizionato al buon esito dell'operazione di acquisizione dell'attività fieristica di EXPO 2000". Signori, qui c'è una commistione di pubblico e privato! Questo verbale è gravissimo, per chi l'ha steso e per chi ha pronunciato queste parole, perché ha voluto che venisse formalizzato! Di fatto, questo verbale vuol significare che l'Ente pubblico è condizionato al fatto che senza la vendita dei suoi rami d'azienda la FIAT non può vendere il suo contenitore.
Signori, vi metto di fronte ad una responsabilità, sicuramente non di secondo grado. Su questo mi pare che si possa e si debba fare una grande riflessione.
Inoltre, vi sono Enrico Salza, Francesco Della Valle. Il primo a parlare dice: "...il verbale, in considerazione della necessità di procedere con una tempistica stringente, di limitare la richiesta di valutazione esclusivamente all'attività fieristica-Lingotto". I barbari sono alle porte: bisogna assolutamente chiuderle prima che essi entrino.
Occorre assolutamente operare secondo l'indifferibile motto dell'urgenza e della tempestività.
Non voglio entrare in una situazione che potrebbe essere estremamente delicata; voglio però ricordare una cosa. Colleghi Consiglieri personalmente non mi preoccuperei del ramo congressuale e del contenitore culturale del Lingotto, poiché anche con questi due rami la città - non solamente la Regione, non solamente la Provincia o il Comune di Torino può sviluppare una sua grande attività mediatica. Per esempio, la città mediatica del Lingotto, con i contenitori congressuali e degli auditorium con una parte dell'Università: un polo di sviluppo culturale mediatico.
Si sta parlando proprio in questi giorni di una grande società francese interessata ad una struttura polifunzionale per i film: non capisco perch l'Assessore Corsico la voglia limitare.
Signori Consiglieri, la scorsa settimana abbiamo destinato 4 miliardi e 50 milioni per il Teatro Stabile! Si assegnano decine di miliardi alle istituzioni culturali di Torino: non si capisce perché l'Ente pubblico non possa investire in questa cospicua parte congressuale, culturale. E' su questa parte che si può "spalmare" il turismo; è su questa parte, non sulle rappresentazioni del Regio e dello Stabile, che si può creare un polo di attrazione nella nostra città. Anche nell'ipotesi che il ramo d'azienda venisse ceduto, questa parte deve essere assolutamente sottolineata e portata all'attenzione dei maggiorenti della città che devono capire come il nostro Centro, così atrofizzato, deve avere possibilità di alternative anche all'esterno del Centro stesso.
Presidente, il mio Gruppo è per dare un viatico e un'autorizzazione affinché l'Ente fiere venga gestito ancora - sia pure con i privati dall'Ente pubblico, però bisogna rompere gli indugi e trovare delle soluzioni, anche economiche. che permettano la non declinabilità di questo compito istituzionale. Se noi declinassimo anche questo e facessimo un'operazione di saldi al ribasso di quelle che sono le competenze istituzionali della Regione, la Regione perderebbe una grande occasione per affermare, non solamente la sua presenza e la sua scelta di campo, ma anche la sua vocazione a cambiare un po' la fisionomia di questo Piemonte e a darle qualche possibilità e qualche opportunità di sviluppo diverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Grazie, Assessore, per aver illustrato in questa sede quali sono le ultime informazioni che la Giunta ha in merito a questa vicenda. Vicenda che richiede un po' più di attenzione da parte di quest'aula, ma è un po' una prassi di questi ultimi mesi vedere un'aula disattenta rispetto a problemi così importanti. Non vorrei, come ha detto qualcuno, che questo fosse dovuto al fatto che alcune decisioni poi non vengono assunte in questa sede, ma fuori. E' un dubbio che mi pare legittimo quando vedo da parte di quest'aula un grado di attenzione così basso rispetto ad un tema importante.
La ringrazio, Assessore, perché con questa relazione non abbiamo fatto altro che applicare un ordine del giorno approvato all'unanimità in Consiglio regionale, prima della pausa estiva. Ordine del giorno in cui si diceva che tutte le decisioni sul futuro di EXPO 2000 si sarebbero dovute assumere all'interno del Consiglio regionale coinvolgendo il Consiglio stesso e la Giunta che, ovviamente, è delegata dalla maggioranza a questo tipo di iniziativa.
Proprio in questa direzione, ritengo che si debbano dare delle indicazioni; non è possibile da parte di quest'aula essere semplici spettatori e non governare una fase tanto importante per l'economia della nostra regione e, in particolare, della città di Torino.
Se fossimo spettatori faremmo sicuramente un cattivo servizio nei confronti dei cittadini, perché non gestiremmo questa fase importante. E' utile, in proposito, fare un ragionamento anche sulla storia che ha creato EXPO 2000. EXPO 2000 è stata costituita tramite una legge regionale. Si tratta di un investimento, un marchingegno che vedeva, in un rapporto tra pubblico e privato, un investimento mirato su tutto il sistema fieristico che è ritenuto, penso ancora oggi, strategico per gli investimenti economici della nostra Regione. L'abbiamo visto anche dalle modifiche di leggi successive, anche recentemente, che hanno provocato numerosi aumenti di capitale, sottoscritti proprio da questa Giunta.
Quindi, un continuo e rinnovato investimento verso questa realtà.
Questa realtà - lo dico in particolare all'Assessore al turismo, ma non solo a lui - deve essere un punto di riferimento in particolare per il turismo congressuale. Nella nostra regione abbiamo diversi bacini di utenza turistica e Torino non può fare a meno di un prezioso riferimento e di un contenitore che oggi esiste e che, bene o male, attrae un quantitativo di presenze sul territorio torinese e nella nostra provincia tali da costituire economicamente un bene molto prezioso. Sono a conoscenza che l'Assessore su questo punto si stia impegnando.
Mi sembra che ci siano altri impegni che la Giunta in qualche modo si è assunta rispetto anche ai finanziamenti dell'Unione Europea: entro il 31 dicembre dobbiamo presentare i progetti esecutivi. Entro quella data, per quanto riguarda il IV Padiglione, dovremo prendere una decisione; mancano due mesi e mezzo, sono a conoscenza, attraverso notizie di seconda e terza mano, che le cose vanno avanti. Questo investimento tende ad arricchire e a migliorare una struttura di cui, peraltro, ha parlato anche lo stesso dottor Cazzola durante l'audizione in VII Commissione. Ha parlato di un possibile allargamento di una struttura che lui ha reputato non certo a livello di Milano e di Bologna, ma che può, con questo investimento, essere interessante ed avere dei ritorni economici importanti per la città e per la regione.
Ritornando alla relazione dell'Assessore, l'impressione che ho avuto è che ci debba essere da parte - lo dico qui pubblicamente - della maggioranza un'attenzione maggiore verso questa realtà e verso la situazione che noi abbiamo visto crearsi in tutti questi mesi.
La sensazione è di essere, come Consiglio regionale - lo si percepiva anche dalle parole dell'Assessore - un po' troppo spettatori e poco incisivi. Probabilmente, perché siamo ancora in una fase di transizione Dico questo come membro di questa maggioranza e ritengo che si debba prestare molta attenzione in questa fase.
Qualcuno prima di me accennava alla crisi della nostra Regione. Ebbene questa scelta può determinare, negli anni futuri, non certo la soluzione di questa crisi, ma un investimento con un ritorno importante. Interpretato in questa chiave, ritengo che la maggioranza di governo regionale debba dare ad EXPO 2000 e al suo Consiglio di amministrazione qualche indicazione in più invece di aspettare le indicazioni da parte di EXPO 2000. In fondo siamo gli azionisti di riferimento e stiamo parlando di una cessione di ramo d'azienda. Non sono un avvocato, non sono un notaio, quindi non sono un addetto ai lavori; certo, esiste un problema di carattere giuridico, lo sappiamo tutti, ma ritengo che forse esista un problema di carattere giuridico-politico sulla convocazione della prossima assemblea, se in seduta ordinaria piuttosto che in seduta straordinaria. Ammesso e non concesso che la si possa convocare facendo riferimento alla giurisdizione vigente in seduta ordinaria, penso che questa maggioranza abbia il dovere politico di comunicarci che cosa intende fare a questo proposito.
Questo è un compito che noi, attraverso un ordine del giorno, abbiamo tutti insieme deciso di delegare al Consiglio regionale, ma è un'indicazione che deve necessariamente arrivare dalla Giunta regionale.
Ritengo che abbiamo un compito preciso ed una responsabilità anche nei confronti di chi abbiamo eletto a presiedere EXPO 2000: dare corrette indicazioni e non aspettare che le decisioni vengano assunte da privati con l'esclusione dell'istituzione regionale, altrimenti si farebbe un cattivo servizio alla comunità e alla cittadinanza, poiché si tratta di uno dei settori che, a mio avviso, devono essere oggetto di grande attenzione da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Sono contento che finalmente si parli di EXPO 2000 nel senso che in quest'aula stiamo parlando, fin troppo, però forse siamo stati zitti fin troppo a lungo. E' opportuno e positivo che l'avvento qualcun altro direbbe l'assalto - di un privato abbia stimolato così tante e tanto profonde elucubrazioni sul futuro fieristico del Piemonte, sul ruolo di EXPO 2000 e sul ruolo della Regione e del nostro Ente rispetto a questi temi. Questo avvento positivo di un privato ha fatto sì che alcuni di noi si infervorassero addirittura nel parlare; per alcuni anni EXPO 2000 era rimasta una delle tante nomine della Regione Piemonte, per la quale ogni tanto, si andavano ad azzerare i debiti attraverso aumenti di capitale, ma, tant'è, era una sorta di abitudine, EXPO 2000 era una delle cose che la Regione faceva. Non suscitava particolari entusiasmi, non stimolava passioni particolari; andava avanti. E' positivo quando si discute di una cosa, in quest'aula, l'ho detto prima. C'è una disponibilità a discutere di EXPO 2000 che sicuramente è una questione rilevante addirittura eccessiva. Stiamo facendo un dibattito in merito ogni 15 giorni. Speriamo, la prossima volta, di poter dibattere con qualche novità perché se noi chiediamo di dibattere su EXPO 2000 ogni due settimane, non è che favoriamo la crescita o la nascita di novità.
Stante l'impegno che già si era preso l'Assessore nel dibattito passato, che era quello di informare in corso d'opera il Consiglio dei progressi, o della situazione di stallo, che sarebbero emersi nel corso di incontri e discussioni, non mi sembra che ci siano tutte queste novità e che si debba continuare a discutere sempre. Vorrei fissare alcuni punti sulla nostra posizione, anzi, rifissare alcuni punti, perché li avevamo già fissati.
Punto uno: meno male che c'è un privato che si interessa ad EXPO 2000 e che sembra ci sia un privato interessato a rilanciare Torino e il Piemonte come polo fieristico nazionale ed internazionale; per contro, potrei dire che per anni non è stato questo l'interesse della città, e non c'è nemmeno oggi, della Regione e comunque dei nostri dibattiti.
Punto due: va benissimo, ho sentito parlare di offerta pubblica di acquisto, non so se sia il termine corretto. Benissimo, siamo sul mercato siamo disponibili a qualsiasi tipo di offerta - di pubblici, di privati, ma anche di seri e di entusiasti - perché se continuiamo a preoccuparci delle sorti magnifiche e progressive, che tali non sono mai state, di EXPO 2000 di EXPO 2000 tutti conosciamo un po' la storia e anche le perdite degli ultimi anni - se continuiamo a preoccuparci del suo futuro, rischiamo che non diventi mai un presente. Ben vengano dunque tutti quelli che hanno eventualmente interesse o che abbiano lo stesso interesse che ha il signor Cazzola di acquisire questo polo e contenitore fieristico; ben vengano sperando che ci siano e sperando anche che tutte queste nostre preoccupazioni, che ogni 15 giorni sono sempre più o meno fondate (nel senso che se non ci sono novità le preoccupazioni non possono essere più fondate rispetto alla volta precedente), non si trasformino in un ostacolo psicologico all'avvento di chi, invece, fino ad oggi vuole, a quanto è stato detto ed approfondito nelle sedi opportune, acquisire e rilanciare l'attività fieristica piemontese.
Se oggi qualcuno dice che la Fiera del Tartufo ha la prevalenza su altre fiere, forse ha anche ragione, però ci sono anche altre sedi in cui lo potrebbe dire. Per esempio, è possibile che il polo fieristico EXPO 2000, le cui ricadute positive potrebbero investire, prima di tutto, la città di Torino, non abbia una presenza della città di Torino? E' possibile che alla città di Torino interessi così poco un rilancio fieristico che significherebbe migliaia e decine di migliaia di visitatori - magari il milione del MotorShow - al punto di non avere la sensibilità, politica ed istituzionale, di essere compartecipe di un simile progetto? I Saloni hanno registrato alcune volte la presenza attiva, addirittura ideale, di Città e Provincia; oggi no, anzi, l'intenzione più volte dichiarata del Comune di Torino è quella di non partecipare a questo grande progetto di rilancio fieristico. Io mi preoccupo di questo, da torinese e da piemontese. Questa per me è una preoccupazione. Quindi, se la Fiera del Tartufo è più importante sarà perché il tartufo costa mezzo milione all'etto. Dico anche che vorrei vedere la politica piemontese, e segnatamente torinese, un po' più impegnata su un dibattito di questo genere. Io la vedo abbastanza morbida, quasi scatenano le nostre passioni, però, ripeto, Torino in questo ha rifiutato ad avere un ruolo.
Noi invece abbiamo a cuore il ruolo di Torino e credo che lo dimostri l'attivismo della Regione nei confronti del privato per il momento attendendo gli altri che si vogliono interessare all'acquisizione del polo fieristico, stante anche il fatto che tutti quelli che vogliono possono venire e dire altro, possono andare dall'Assessore Pichetto, possono andare dal Presidente di EXPO 2000 e dire: "Anch'io sono Paperon De Paperoni, sono interessato a gestirmi il polo fieristico, offro 300 miliardi anziché 240".
In questo senso, credo che nessuno abbia nulla da dire.
Allora, se anche in quest'aula ci sono conoscenze di questo tipo e tante persone interessate, perché improvvisamente EXPO 2000 e il polo fieristico piemontese sono diventati un piatto succulento ed invitante, si facciano avanti. Saremo noi i primi ad essere entusiasti, ma non possiamo preoccuparci se qualcuno vuol dire: "Finalmente in questa benedetta città cerco di rilanciare qualcosa", che non è rilanciato, che sta morendo: guardiamo la brutta fine che stanno facendo i Saloni a Torino, non ultimo il Salone della Musica, che sta diventando un intrattenimento per scolaresche, perché nessuno va più a vedere niente, non si svolgono i concerti e le grandi majors non vanno più al Salone della Musica di Torino come le grandi case editrici non vanno più al Salone del Libro. Io di questo mi preoccupo da torinese e da piemontese. Non che ci sia l'artiglio di qualcuno per fare il business, io mi preoccupo del fatto che ci sia un privato deciso a rilanciare il polo fieristico e con questo rilanciare la città. Questa è la mia preoccupazione. Se ci sono altri nel campo e sul campo hanno solo da farsi avanti.
Chiaramente anche il problema della programmazione delle fiere da parte della Regione è un problema esistente, ma non è un feticcio: può rimanere deve rimanere per legge, ma non è un feticcio. Se mi consentite il basso pragmatismo, la cosa importante è che Torino abbia tante fiere e saloni che funzionano, dove vengano tanti visitatori, che paghino, entrino, guardino consumino - scusate se banalizzo - si fermino negli alberghi, vadano a mangiare nei ristoranti, bevano nei bar, comprino i vestiti ed usino i taxi. Questo mi interessa più del resto. A noi non piace la visione di quei generali da enclave che si autonominano e dicono: "Noi facciamo la programmazione, non ci importa nulla se poi alle fiere non va nessuno, se falliscono, se non c'è più iniziativa imprenditoriale, non c'è più rilancio, non c'è più nulla, stanno andando a morire, ma noi ci teniamo la programmazione, perché il controllo e la programmazione politica sono fondamentali". Permettetemi di dire che, di fronte ad un rilancio economico, ad una chance economica, è addirittura residuale, perché ci troviamo di fronte ad un'iniziativa che ha sì, se vogliamo, anche delle implicazioni sociali, ma che è e deve essere prima di tutto un'iniziativa imprenditoriale, cioè deve avere dei risultati positivi nel conto economico, ma soprattutto nel conto per la città, per la regione, di quelli che vengono.
Io non so se oggi il Presidente Ghigo ricopre un po' il ruolo di quello che viene tirato da una parte e dall'altra, non mi piace assolutamente l'immagine usata dall'on. Picchioni: io avrei detto "tirare la giacchetta" piuttosto che scomodare l'asino di Buridano. Non mi sembra che sia così, mi sembra anzi che la Regione, l'Assessore Pichetto, il Vicepresidente Masaracchio e il Presidente della Giunta stiano lavorando con molto equilibrio, con molto garbo su una questione delicata, ma che non ci deve spaventare: bisogna anche accettare le sfide con il futuro. Non è che uno dica "io mi arrocco perché ho paura". La mentalità del fortino è quella che fa fallire tutto: è quella che fa fallire i Saloni, fa deperire le fiere, è quella che ammazza il rilancio possibile del Piemonte.
Allora, visto che l'alternativa di qualche mese fa, fra l'altro - poi siamo sempre in attesa di tutti questi interessati oltre a Cazzola a farsi partecipi di questo progetto - era quella di acquisire - se ne era parlato anche su alcuni giornali - da parte della Regione quel pregevole calcinaccio di inizio secolo che costa un sacco di soldi di manutenzione non credo che questa fosse l'alternativa preferita o preferibile rispetto ad un'alternativa concreta di rilancio del polo fieristico piemontese.
Quindi, direi che la Giunta ha lavorato bene e che deve andare avanti su questi binari.
Certo, l'informazione al Consiglio è dovuta e necessaria, dobbiamo essere partecipi tutti assieme anche di queste scelte, ma avanti senza paura, perché continuando a preoccuparci rischiamo di non dare un futuro non tanto ad EXPO 2000 (che come tutte le società può essere sciolta ieri) ma al polo fieristico piemontese e quindi, visti tutti i problemi sociali ed economici di cui tante volte abbiamo parlato, neanche un futuro ed una nuova possibilità a Torino e al Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Di questa questione mi sfuggono molti aspetti perché in effetti ci sono molte cose che nel dibattito di questi ultimi mesi non hanno avuto la linearità dovuta per una vicenda del genere.
Allora, proverei ad elencare quelli che perlomeno dovrebbero essere gli interessi precipui del nostro Ente, così come sono a garanzia anche le leggi regionali in materia.
Intanto dalla vicenda del Lingotto una prima cosa l'abbiamo acquisita: non si farà il palazzo della Regione al Lingotto. Nei mesi scorsi abbiamo sentito anche questo, ogni tanto si scopriva che vi era una trattativa in corso per un'eventualità di questo genere, tant'è che l'Assessore Burzi nella Commissione della scorsa settimana, la stessa Commissione del CSI dove ha dato tante informazioni, ha anche detto che ritorniamo alla spina a fare la torre alla spina. Quindi, un primo aspetto di questa vicenda adesso è chiaro.
Il secondo aspetto che mi preme considerare è che EXPO 2000 è stato uno strumento che è costato molto agli Enti pubblici (basterebbe riprendere la storia di queste spese dalla Promark in poi). Soprattutto a noi deve interessare un ruolo di coordinamento e controllo di questa attività e credo anche che la gestione debba essere espressa il meno possibile.
Per questo, credo - Assessore Pichetto - che si possa essere tutti d'accordo che la gestione debba essere privata, ma, nella fattispecie dobbiamo far sì che il privato non emerga da condizioni di monopolio, ma possa essere un privato a cui ragionevolmente il mercato si confronti altrimenti le regole del libero mercato non reggono più. Perdiamo lo strumento più utile per esercitare le nostre prerogative.
Credo che questi debbano essere i due capisaldi del ragionamento: nessun rapporto monopolistico con il privato e prerogative di controllo e coordinamento che l'Ente pubblico - e noi in particolare - deve mantenere.
Queste sono le condizioni che, se vengono mantenute come coordinate possono condurre in porto un'operazione o invece, se non considerate o se considerate maldestramente, possono far prendere all'operazione pieghe sbagliate.
In questa operazione, come in altre, credo che convenga e si debba sempre più fare in modo che ognuno svolga, come speriamo possa accadere un giorno nel nostro Paese - se questo accadesse, sarebbe un bene - il proprio mestiere: chi deve coordinare, coordini; chi deve controllare, controlli chi deve fare il privato, faccia il privato. Se nel nostro Paese ognuno facesse il proprio dovere e si attenesse al proprio ruolo, forse le cose funzionerebbero un po' meglio.
Vorrei che un giorno - mi rivolgo al Presidente Ghigo - si potesse discutere in quest'aula, perché prima o poi bisognerà farlo, ad esempio del ruolo delle Camere di Commercio della nostra regione. In ogni operazione, in ogni condizione, in ogni questione c'è la Camera di Commercio che interviene, che compra, che intermedia. Sono i ruoli anche pubblici che competono a questa istituzione? Dovremmo prima o poi discutere in quest'aula anche di questo, per capire come ognuno, nel proprio ruolo possa far sì che le cose funzionino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente e colleghi Consiglieri, premetto che il mio intervento non viene svolto a nome del Gruppo - fra l'altro perché il Capogruppo Ghiglia è stato preciso e puntuale nell'esprimere il pensiero e le valutazioni del Gruppo - ma viene svolto da me, puramente come Consigliere regionale di maggioranza.
E dico subito che mi riconosco nella comunicazione dell'Assessore Pichetto; la condivido e ho compreso, dalle parole usate, che sia la Giunta, nel suo insieme, sia il Presidente Ghigo ed in particolare l'Assessore Pichetto, nell'enunciare i lineamenti programmatici di EXPO 2000, si sono resi conto delle difficoltà e dell'incedere inter ignes della vicenda; non solo per i problemi politici (che sono i principali), ma segnatamente per quelli legislativi, da superare: a fronte dell'intervento in scena dell'imprenditore Cazzola e della possibilità di cedere il ramo d'azienda.
Ciò premesso, intervengo su un aspetto particolare, ma - a mio avviso rilevante, della vicenda. L'aspetto è questo: proprio perché ci si è resi conto delle complessità e delle difficoltà politico-legislative, sarebbe stato (e sarebbe necessario) che la Giunta - che sarà l'interlocutore per la propria quota di azionariato all'interno di EXPO 2000 - avesse un Consiglio di amministrazione ed una Presidenza in grado di recepire fedelmente e con capacità, anche tecnica (perché ogni scelta politica deve passare attraverso le strettoie della legittimità) il predetto percorso: ma il Consiglio di amministrazione non è ancora stato designato.
E dico subito che sono rimasto stupefatto per la scelta fatta dalla Giunta nel nominare il Presidente di EXPO 2000: sono stupefatto non solo per le difficoltà della vicenda cui ho accennato, ma anche perch personalmente, ho sempre creduto nel trinomio "capacità-professionalità competenza". E, leggendo il curriculum del candidato designato (designazione fatta poi propria dall'assemblea) a neo Presidente, ho rilevato che si tratta di un imprenditore che da decenni si occupa di depurazione, trattamento dell'aria, dell'acqua e del rumore, oltre che di ecologia. Certo, si tratta di un'attività di tutto rispetto, rilevante e che non è una cosa da poco; però, che con questa vita anteatta imprenditoriale il soggetto in questione abbia i numeri per gestire la Presidenza di EXPO 2000 - Presidenza che, a mio avviso, fa tremare le vene ai polsi, soprattutto per la presenza, e per tutti i problemi connessi, di Cazzola - mi pare che ciò solo avrebbe dovuto suggerire, a mio sommesso avviso, alla Giunta di fare una scelta diversa.
Ma c'è di più, perché la valutazione deve essere complessiva allorquando si sceglie una Presidenza di così grosso rilievo. E va subito considerato che, nelle sue funzioni di Sindaco, questo neo Presidente ha violato (almeno in un'occasione molto rilevante) allegramente la legge e i suoi doveri istituzionali; al punto che, nel luglio 1997, nella mia qualità di allora di Assessore al legale, ho dovuto, su segnalazione di imprenditori interessati, nei confronti dei quali attraverso rinvii degni di Azzeccagarbugli il Sindaco di Leinì aveva rinviato per oltre due anni di pronunciarsi su una concessione ad edificandum, nominare il Commissario ad acta; il quale fece il suo dovere, diede la concessione, seppure scontentando tra l'altro - detto tra parentesi - anche i richiedenti, ai quali vennero imposti pesanti oneri di urbanizzazione. Quindi, questo ulteriore elemento è assorbente di ogni altro (alludo alla capacità, alla professionalità e alla competenza che, a mio sommesso avviso - e direi non solo a mio sommesso avviso - non esiste e non è riconoscibile nel soggetto).
Vi è dunque questa inadempienza, come soggetto istituzionale; ma c'è di più. C'è di più - e non vorrei che ciò apparisse come una specie di questione per fatto personale - perché dopo aver compiuto, la Giunta, nel luglio 1997, un atto ampiamente legittimo (avere designato un Commissario ad acta per provvedere ad alcune manchevolezze del Sindaco, ma in teoria poteva darsi che non occorresse il Commissario ad acta, che ci fossero altri percorsi, ma questo era un atto sicuramente legittimo), qual è stata la reazione dell'attuale neo Presidente di EXPO 2000? E' stata quella di denunciare il Presidente della Giunta, il sottoscritto Assessore al legale e l'Assessore Botta alla Procura della Repubblica per abuso d'ufficio patrimoniale. Io sono riuscito, e di questo me ne vanto...



PRESIDENTE

Scusi...



MAJORINO Gaetano

Eh no, Presidente...



PRESIDENTE

No, non intendo toglierle la parola. Le chiedo solo un attimo di sospensione. Credo che sia opportuno proseguire a porte chiuse, trattandosi di persone.



MAJORINO Gaetano

Non ritengo. Allora, ogni volta che si è parla di persone, si procede a porte chiuse? Semmai, era prima, quando ho svolto il primo e il secondo punto! Questo che è il terzo, ormai... Guardi che questo lo dico ad abundantiam!



PRESIDENTE

Lei dice che non ci sono altre...



MAJORINO Gaetano

Il pieno l'ho già fatto!



PRESIDENTE

Io non posso conoscere in anticipo l'intervento che lei svolgerà. Lei dice che sia...



MAJORINO Gaetano

No, non ritengo.



PRESIDENTE

Continuiamo così, allora.



MAJORINO Gaetano

Io mi vanto di aver impedito, per evitare un invito a nozze per le opposizioni, che trapelasse la notizia che io, il Presidente Ghigo e l'Assessore Botta eravamo stati segnati nel libro degli indagati per questa manifestamente infondata denuncia; tant'è che, dopo pochi mesi, la Procura della Repubblica ha archiviato il caso.
Ora, la denuncia sicuramente lambiva - Presidente, non c'è proprio da ridere... - e lambisce - e io me ne sto interessando - gli estremi della calunnia, per cui anche su questo faremo i conti. Ad ogni modo, non sono fatti personali, Presidente Deorsola.
Comunque, la conclusione è che, a fronte della mancanza di requisiti essenziali; della capacità come Sindaco di violare le leggi e della faccia tosta di denunciare altri soggetti istituzionali con una denuncia calunniosa per abuso d'ufficio patrimoniale, a questo punto, a mio avviso la cosa migliore sarebbe che la Giunta si avvalesse della regola dell'autotutela e revocasse questa nomina, scegliendo persona capace e professionalmente competente. Certo, la scelta è del Polo e non potrà essere scelta una persona di estrazione politica diversa, ma i requisiti base ci devono essere. Questo è quanto dovevo dire e non ho altro da aggiungere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, io avevo chiesto di intervenire per fare un intervento informativo, di natura politica, ricollegandomi ai tanti approfondimenti che già i colleghi di maggioranza ed opposizione avevano fatto. Tuttavia dopo aver sentito l'intervento del collega Majorino, che è di portata molto più pesante e che ci ha informato di passaggi che noi non conoscevamo assolutamente, ritengo di dover sospendere il mio intervento per sentire che cosa ci dice la Giunta a proposito di quanto abbiamo sentito nell'intervento di Majorino, e ciò in maniera prioritaria rispetto ai tanti interrogativi di natura politica che invece gli interventi dei colleghi precedenti avevano sollevato. Credo che siano indispensabili delle risposte in questa direzione, molto chiare ed esplicite, perché le questioni sollevate sono assolutamente gravissime.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba per una puntualizzazione.



RIBA Lido

E' una puntualizzazione, in quanto nel brusìo sicuramente una parte dell'intervento è stata perduta: non da lei, che era particolarmente attento e preoccupato (mi è parso di cogliere).
Se le cose - e non ne dubito - che ha espresso il collega Majorino corrispondono - e, ripeto, non ne dubito, perché sono suffragate da atti a verità, è necessario che il Presidente della Giunta ci comunichi le ragioni profonde che hanno indotto a compiere un atto di nomina che evidentemente, era ispirato a motivi che non avevano a che vedere con la...
La questione ci preoccupa molto e su questo punto occorre una posizione della Giunta che faccia chiarezza. Il collega Majorino ha chiesto la revoca della nomina per autotutela; viene dai banchi della maggioranza, da un autorevole ex esponente della Giunta: immagino che non possiamo prescindere dal dare seguito a questo tipo di richiesta, che occorre approfondire immediatamente.



PRESIDENTE

Questo introduce un altro argomento. Credo che sia opportuno avere il testo trascritto dell'intervento del Consigliere Majorino, perché, come è stato rilevato prima, forse qualche Consigliere era disattento (non io ovviamente).
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi pare che al di là dello stenoscritto dell'intervento del collega Majorino, per quanto egli ci ha comunicato, il fatto sia di per se stesso abbastanza chiaro, perlomeno nei termini della denuncia espressa.
Credo che il Presidente della Giunta regionale e l'Ufficio legale debbano chiarire immediatamente se esistevano le condizioni giuridiche per la nomina di questa persona. E' chiaro che non esistevano condizioni politiche, vista l'esistenza di un così grave attacco. Ma l'esistenza di condizioni giuridiche mi pare questione dirimente: non è certamente cosa di poco conto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, sono dell'avviso che il suggerimento del Presidente Deorsola possa essere saggio e responsabile.
Nel frattempo, come abbiamo fatto altre volte, ultimato il dibattito sulla questione, chiedo che si possa procedere nei nostri lavori, salvo valutare il resoconto delle dichiarazioni del collega Majorino. Dopodiché la Giunta valuterà, rifletterà e, se riterrà, interverrà.
Ripeto: mi sembra che il suggerimento del Presidente Deorsola sia quanto mai opportuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, abbiamo discusso in termini politici una determinata questione; personalmente, non so se gli aspetti politici siano ritenuti esauriti da tutti i Gruppi. Se così fosse, chiedo venga messo in votazione l'ordine del giorno connesso agli aspetti politici, e che venga fatto adesso.
Al termine di questo dibattito sono stati sollevati gravissimi problemi, da parte del collega Majorino, di inaudita gravità. Chiedo che le questioni sollevate dal collega Majorino ricevano immediatamente risposta da parte della Giunta regionale, poiché dal punto di vista politico nonch normativo - così sostiene il collega - sono di eccezionale gravità. Non si può quindi procedere oltre, nella sensazione di aver nominato, come Regione Piemonte, una persona che il Consigliere Majorino ha collegato ad atti come quelli che egli ha descritto. Non voglio altresì che, in conseguenza di queste gravissime novità, la politica facesse un passo indietro; questo no! Presidente Deorsola, concordo sul fatto che si sospendano i lavori, che la Giunta regionale risponda alle questioni sollevate dal collega Majorino e che successivamente si riprenda il Consiglio, si riceva una risposta dalla Giunta, si concluda il dibattito politico e si voti l'ordine del giorno che ho presentato insieme ad alcuni colleghi. Ma se si pensa di sospendere la discussione senza sapere se si riprenderà questo tema, al fine anche di trovare lo spazio politico per chiudere la questione, le chiederei di concludere immediatamente la discussione politica, con la messa ai voti dell'ordine del giorno con cui chiediamo che non si venda un bel nulla.
Gradirei un chiarimento sul percorso che intendiamo intraprendere.



PRESIDENTE

Ritengo opportuno un momento di sospensione del Consiglio e una ripresa nel pomeriggio alle ore 14,40.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.17)



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